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auto-beton-pompa

Infortunio da elettrocuzione durante l’utilizzo dell’auto-beton-pompa

PROGETTO DI RICERCA CONTRO IL RISCHIO DI CONTATTO ELETTRICO AUTO-BETON-POMPA - LINEE ELETTRICHE AEREE
Regione Veneto
Azienda U.L.S.S. n. 22
Bussolengo

L’uso dell’auto-beton-pompa (termine usato per considerare sia le pompe di calcestruzzo autocarrate, sia quelle integrate nell’autobetoniera) si è molto diffuso nei cantieri edili in quanto permette, con l’ausilio di un braccio estensibile, di scaricare in opera il calcestruzzo anche in condizioni molto particolari, riducendo notevolmente i tempi di lavorazione.

Se da un lato però l’utilizzo del braccio di distribuzione comporta numerosi vantaggi dal punto di vista produttivo, dall’altro, elevandosi nello spazio, comporta un rischio di contatto con linee elettriche aeree con conseguente infortunio da elettrocuzione dell’operatore.


Il problema

Il fenomeno infortunistico nel settore edile ha assunto in questi ultimi anni aspetti di emergenza sociale.

Tra gli incidenti di cantiere si possono elencare una serie di casi che riguardano il contatto accidentale tra mezzi e linee elettriche aeree.
In particolare l’infortunio da elettrocuzione durante l’utilizzo dell’auto-beton-pompa, a seguito di contatto tra il braccio estensibile e linee elettriche aeree, risulta essere relativamente frequente e molto temibile, poiché in grado di produrre un danno grave o mortale.

Nel corso del 2005 nel territorio dell’ASL 22 di Bussolengo (VR) ha perso la vita un giovane lavoratore impegnato a manovrare la parte terminale del braccio estensibile a causa di una scarica elettrica verificatasi per contatto elettrico durante le manovre. Qualche anno prima (1997) un altro lavoratore perdeva la vita con una dinamica di infortunio analoga.
Da una ricerca, sicuramente non completa, degli infortuni accaduti per folgorazione a seguito di contatto del braccio estensibile dell’auto-beton-pompa con linee elettriche aeree, emerge che negli anni 2002-2005 si sono verificati in Italia almeno altri 13 eventi mortali.

L’infortunio generalmente colpisce l’operatore che sta manovrando la parte terminale del braccio estensibile, a seguito di contatto del braccio stesso con una linea elettrica aerea. Talvolta l’infortunato può essere anche il manovratore dell’auto-beton-pompa, nel caso in cui non sia in dotazione un radio comando e le manovre siano eseguita tramite comandi solidali con il mezzo.

E’ proprio in questo contesto che lo scrivente Servizio ha voluto impegnarsi, con la collaborazione di professionisti e associazioni, ad approntare un progetto di ricerca volto ad individuare una possibile soluzione al problema…

Conclusioni

Dagli studi fino ad ora condotti, dalle attuali conoscenze e da quanto emerso negli incontri del gruppo di lavoro, sembra difficile ipotizzare un’unica soluzione in grado di eliminare il problema.

La soluzione va ricercata lavorando su più direttrici, sviluppando operativamente i seguenti aspetti:

1) Studiare la possibilità di applicare un toroide sulla parte terminale del braccio dell’auto-beton-pompa, a monte della proboscide in gomma -o in alternativa di sensori di campo elettrico- in grado di rilevare la corrente che defluisce a terra durante l’avvicinamento alla linea aerea.
Dovrebbero essere rilevate correnti fluenti inferiori ad un limite di sicurezza fisiologico: 10 - 30 mA
Il sistema, una volta rilevata una corrente fluente di pericolo, dovrebbe consentire il blocco dei movimenti del braccio e quindi evitare l’ingresso in zona pericolosa.

2) Studiare la possibilità di sostituire il tratto terminale in gomma con un tubo ad alta resistenza elettrica, in modo da impedire il passaggio della corrente o limitarlo entro livelli di sicurezza.

3) Redigere delle procedure di lavoro rivolte agli operatori di auto-beton-pompe sulle modalità di sicurezza da adottare durante le fasi di getto del calcestruzzo.

4) Predisporre indicazioni operative ad uso dei redattori del Piano Operativo di Sicurezza e del Piano di Sicurezza e di Coordinamento per lavori in prossimità di linee a tensione maggiore di 30 kV, per le quali spesso i 5 m di distanza indicati dalla norma  non garantiscono l’isolamento di sicurezza necessario.

 


Bussolengo, 13.06.2007

 

Allegati:  
Relazione di misura n. 1 del 16 giugno 2006
Relazione di misura n. 2 del 13 dicembre 2006

 
Clicka il link al progetto di ricerca della Regione Veneto:
Progetto di ricerca contro il rischio di contatto elettrico auto-beton-pompa - linee elettriche aeree

  

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 Articolo letto 969 volte. il 19 Jul 2007 alle 18:48
 
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