Portale per Zona Naturalistica.
S. Benedetto T. – progetto architettonico di A.Romani
La realtà dei nostri giovani studenti universitari sambenedettesi,
si fa sempre più interessante col passare degli anni, un po’
perché non finisce mai di crescere il numero degli iscritti presso
le nostre università italiane, ma soprattutto perché la didattica
svolta, fa scaturire dei prodotti di qualità sempre più elevata
che sono frutto del genio, della fantasia, dell’immaginazione e dello
sviluppo psicologico della gioventù odierna italiana e nella fattispecie
della nostra città.
In virtù di quanto possa essere importante e preziosa per noi e per
il futuro prossimo la presenza di questi giovani, vogliamo segnalare e mostrare
agli occhi di tutti, il lavoro svolto dal nostro concittadino Alberto Romani,
studente presso l’Università Politecnica delle Marche nel corso
di laurea quinquennale in Ingegneria e Architettura.
Non si tratta di una tesi di laurea ma semplicemente di un progetto architettonico
realizzato nell’ambito di un esame di “Disegno dell’architettura”
durante il quale, lo studente, oltre a sviluppare nozioni di disegno architettonico,
deve utilizzare la propria fantasia nell’ideare un’opera non di
grosse dimensioni, gradevole all’occhio di tutti, soprattutto fattibile
e gestibile sia a livello economico, che di manutenzione.
L’opera in questione, è un portale di ingresso per una zona naturalistica,
per divertimenti, o per il passeggio e lo svago (parco, giardino, lungomare).
L’idea di un’architettura organica che si immedesima nella natura
e ne entra a far parte, fa di questo progetto un piccolo gioiello che richiama
immediatamente all’attenzione.
La forma snella, sinuosa e slanciata dei 10 costoloni in legno lamellare (cinque
per parte) posti a sostegno della copertura a ricordo della forma dei tronchi
d’albero, denotano una certa eleganza stilistica, rigore nella modularità
con cui sono posti in opera e forte senso statico nell’interpretare
gli sforzi e le tensioni trasmesse dai pesi sovrastanti e scaricati a terra.
Nella zona superiore, un sistema di sostegni in acciaio zincato, anche questi
dalla forma assai accattivante, a ricordare i rami degli alberi, svolgono
la funzione di appoggio per la copertura; e qui sta anche la novità
e l’intelligenza poiché Romani, ha voluto unire la bellezza e
la semplicità con l’alta tecnologia: sfruttare l’energia
solare per l’illuminazione della zona su qui verrebbe realizzata l’opera,
fa di questo progetto, un esempio tipico di architettura ecocompatibile.
La copertura, infatti, è costituita da una serie di dodici pannelli
solari, sostituibili singolarmente in caso di rottura proprio grazie alla
struttura che li sostiene.
Attraverso questo sistema,sarà possibile fornire energia elettrica
naturale e pulita senza eccessive spese anche nella gestione futura dell’opera,
una volta realizzata.
Lo stesso progettista, Alberto Romani, indica che tecnica e bellezza architettonica,
possono realmente convivere insieme; basta avere un forte senso della logica
e della gestione di ciò che si progetta e si realizza. La rivalità
storica tra ingegneri e architetti, può essere e deve essere sconfitta
solo iniziando a sposare la filosofia del progettare per il bene dell’umanità
intera e delle generazioni future.
L’idea di questo affascinante e significativo, se pur piccolo progetto
è venuta fuori proprio in funzione di questo pensiero e del fatto che
non occorre sempre (come invece accade spesso in Italia) ricorrere a progettisti
stranieri per realizzare le più svariate opere; e lo studente Alberto
Romani, fiero sambenedettese e ormai prossimo alla laurea in Ingegneria e
Architettura, offre alla nostra città questo suo lavoro con la speranza
che possa essere realizzato.
studio dell’accostamento con l’ambiente circostante (plastico
della struttura fotografato con sfondo naturalistico e rielaborato al computer)
Cultura e Spettacolo, 2004-07-22