====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2008 Numero 158 01-02-2008 la prossima edizione: 15-02-2008 EDITORIALE Il successo contro l'immobilismo partitocratico di Donatella Poretti ARTICOLI - Cellule staminali, Austria fuori dal gioco di Veronika Schmidt - Spagna. Via libera al primo progetto di clonazione terapeutica di Donatella Poretti e Rosa a Marca - Fondi alla ricerca con le staminali: continuano i misteri. Terza interrogazione al ministro della Salute di Donatella Poretti NOTIZIE - Gb. Studiosi Oxford identificano staminali leucemia infantile - Gb. Stephen Minger: entro cinque anni sperimentazione sull'uomo contro il Parkinson - Italia. Nata banca staminali del cancro all'Istituto Superiore della Sanita' - Vaticano. Sgreccia contro scienziati Usa: strumentalizzano l'essere umano - Usa. 'Harvard Crimson' appoggia anche McCain per impegno su ricerca con staminali - Usa. Staminali embrionali modificate curano distrofia Duchenne nei topi - Italia. Veltroni (PD): nessuno mi convincera' mai sulla clonazione, eticamente inaccettabile - Italia. Milano. Al San Raffaele comincia sperimentazione 'TK' - Italia. Latina. Al via centro di ricerca sulle staminali adulte - Australia. Le trapiantano il fegato, e lei cambia gruppo sanguigno e sistema immunitario - Gb. La Chiesa cattolica attacca su embrioni chimera. Scienziati: non sa di cosa parla - Francia. Ricerca: in Italia sottostimato numero anziani con sindromi mielodispastiche - Italia. Identificate staminali per riparare fegato e reni - Sud Corea. Staminali del midollo contro danni da ictus - Usa. Bush: piu' fondi per ricerca senza embrioni - Italia. Scoperte cellule progenitrici che alimentano sarcoma Kaposi - Italia. Appello Osidea ai politici: il diritto alla salute non puo' conoscere crisi - Italia. Il Tar Lazio annulla le linee guida della Legge 40: incostituzionali - Italia. Camera dice si' a conservazione autologa staminali cordonali, anche presso banche private - Italia. Interrogazione Poretti (Rnp) su difficolta' conservazione autologa all'estero delle staminali cordonali - Italia. Spoleto. Convegno sulle staminali cordonali - Gb. Lo sperma si prendera' dal midollo osseo della donna - R.Ceca. E' la mamma l'architetto delle proteine - Italia. Firenze. A Careggi sistema per ricostruire mammella - Italia. Umbria. Assessore Sanita': incremento costante di donazioni - Vaticano. Benedetto XVI: fecondazione artificiale lede dignita' umana - Usa. New Mexico. Camera approva legge per legalizzare ricerca con staminali embrionali - Usa. Michigan. Presentato referendum pro ricerca con staminali embrionali - Gb. Premi Nobel a Governo: cambiare proposta di legge su consenso donatori -------------------------------------- EDITORIALE - Il successo contro l'immobilismo partitocratico E' di questi giorni la notizia che la Spagna sta dando il via libera al primo progetto che utilizzera' la tecnica della clonazione terapeutica per la derivazione di cellule staminali personalizzate e da trapiantare sul paziente. Una ricerca del Laboratorio di Riprogrammazione cellulare del Centro di Investigazione Principe Felipe, di Valencia, e un progetto diretto da Miodrag Stojkovic. Risulta apparentemente contraddittorio il fatto che mentre al Governo centrale c'e' il Partito Socialista, la Comunidad valenciana e' amministrata da quello Popolare, che a livello nazionale si era opposto alla Legge sulla Ricerca Biomedica, approvata sette mesi fa e che permette questo tipo di ricerche. Il ministro alla Sanita' Bernat Soria risponde di non esserne sorpreso: "mi sembra meraviglioso. E' questo il senso del progresso. Il senso di un Paese che vuole essere moderno e progredire. Offriamo l'immagine di una Spagna diversa, di lavorare per la ricerca e che vuole aiutare i pazienti con il lavoro degli scienziati". Purtroppo non possiamo dire altrettanto nel nostro Paese, confidiamo che l'operato del ministro della Salute Livia Turco serva da esempio al negativo per il prossimo Governo: l'immobilismo legato alle logiche di potere partitocratiche non ha fatto progredire il Paese. L'esempio piu' eclatante e' stato offerto dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita: esisteva un obbligo di legge per l'aggiornamento delle linee guida lasciato scadere dallo scorso agosto, i pareri tecnici del Consiglio superiore della sanita' e dell'Istituto superiore della sanita' c'erano tutti, ma il ministro della Salute ha lasciato sul proprio tavolo il decreto per aggiornarle. Linee guida che, inoltre, sentenza dopo sentenza sono state dichiarate illegittime dai tribunali di Cagliari, Firenze e infine dal Tar del Lazio. Abbiamo offerto l'immagine di un'Italia che non lavora per i cittadini e per il loro diritto alle cure sanitarie, ma un'Itali che sottosta' ai veti incrociati di gruppi di potere vecchi e decrepiti. Occorre ora lavorare perche' anche queste considerazioni rientrino in quelle da far valere per non interrompere la legislatura, e rilanciare un Governo che si faccia promotore delle riforme! di Donatella Poretti -------------------------------------- ARTICOLI - Cellule staminali, Austria fuori dal gioco "Sarebbe da irresponsabili verso i malati rinunciare a sfruttare un tale potenziale per nuove forme terapeutiche". Queste le parole pronunciate da Hannes Jarolim, portavoce della giustizia del partito socialista austriaco (SPOE), durante il convegno di Bioetica dedicato alle cellule staminali embrionali che si e' tenuto a Vienna il 17/18 gennaio. Anche i rappresentanti di altri partiti -OEVP, Verdi, FPOE- si sono espressi in quel senso, cio' che evidenzia come una larga maggioranza parlamentare sia favorevole all'uso di embrioni eccedenti dalla fecondazione assistita per ricavare cellule staminali. Il convegno in se', organizzato dalla Commissione di Bioetica (BEK) della Cancelleria federale e dall'Istituto di Etica e Diritto in Medicina (IERM), ha avuto un andamento piuttosto sobrio, lontano dai temi piu' attuali. Per esempio, nel palazzo di Giustizia dove si svolgeva, non e' si e' sentita l'eco della notizia che in Inghilterra era appena stato autorizzato il primo embrione ibrido, composto cioe' da uomo e bovino, finalizzato a produrre cellule staminali embrionali; cosi' come e' rimasta fuori dalla porta l'altra novita' sensazionale arrivata dagli Usa, che un'equipe diretta da Andrew French (Stemagen Corporation) aveva "clonato terapeuticamente" un uomo, ossia, che con un ovocita e il nucleo di una cellula della pelle era stato creato un embrione (Stem Cells, 17.01-2008). Anche il numero dei componenti della Commissione interessati al dibattito e' risultato marginale. Ulrich Koertner, teologo, componente della Commissione etica e presidente dello IERM, si e' doluto soprattutto per l'assenza del ministro Johannes Hahn: "Il ministero per la Ricerca ha il dovere di fissare le regole, ma da quella parte finora e' arrivato solo silenzio". Koertner denuncia l'urgenza di agire, anche da parte della BEK. "La discussione sulla ricerca con le cellule staminali e' iniziata troppo tardi e la stessa Commissione e' stata istituita solo nel 2001. Finora sono mancate le prese di posizione sulla tutela dell'embrione, la diagnosi preimpianto, l'utilizzo della clonazione e della produzione e ricerca degli embrioni ibridi". Quest'inadeguatezza e' la tardiva conseguenza di una decisione assunta dal Governo austriaco nel 2002, quando, nell'ambito del sesto e settimo programma quadro dell'Ue per la promozione della Ricerca, respinse la delibera volta a incentivare la ricerca sulle cellule staminali umane. Cio' ha frenato l'attivita' del legislatore e della stessa Ricerca. "Cosi' noi siamo rimasti fuori dal gioco", riferisce Erwin Wagner, precursore in Austria della ricerca sulle staminali embrionali umane. "L'Austria resta esclusa dai progetti internazionali; finora ci hanno sempre detto "il vostro Governo ha qualcosa contro la ricerca sulle staminali". Per Wagner ci sarebbero delle sperimentazioni promettenti da realizzare con le cellule staminali embrionali umane. Ritiene che, nella ricerca di base, le loro alternative (cellule staminali adulte o staminali pluripotenti indotte (iPS), eticamente meno problematiche) presentino piu' inconvenienti che vantaggi. L'esperto di Diritto pubblico, Manfred Stelzer, ha illustrato la situazione legislativa di altri Paesi. "La legge europea sulla ricerca e' l'unica a prendere una posizione esplicita in materia di ricerca sulle staminali". In tutti gli altri ordinamenti, al massimo viene citato il reperimento di cellule staminali. In ogni caso esistono quesiti legali ed etici sulla tutela della vita. Inoltre, prevale per lo piu' disaccordo nelle definizioni. Paradossalmente si discute se le blastocisti, da cui si ricavano cellule staminali embrionali, si possano definire "embrione". Per Koertner la normativa svizzera potrebbe costituire un modello. La legge elvetica autorizza infatti la sperimentazione di cellue staminali embrionali umane nell'osservanza di procedure e controlli molto severi. Ad ogni modo, che si adotti il modello svizzero o no, quello che conta e' una regolamentazione chiara. "La ricerca necessita di certezza legale, non importa se all'interno di una legge ampia sulla biomedicna o in una normativa limitata alla ricerca con le cellule staminali", ha concluso Koertner. di Veronika Schmidt Tratto da Die Presse del 19-01-2008 (trad. di Rosa a Marca) ------------------- - Spagna. Via libera al primo progetto di clonazione terapeutica Il ministero della Sanita' spagnolo ha dato il via libera al primo progetto che utilizzera' la tecnica della clonazione terapeutica, per la derivazione di cellule staminali personalizzate e da trapiantare sul paziente. Si tratta di una ricerca che sviluppera' il Laboratorio di Riprogrammazione cellulare del Centro di Investigazione Principe Felipe, sito nella Comunita' di Valencia, governata dal Partito Popolare (PP). Lo ha comunicato il ministero della Sanita', precisando che Comision de Seguimiento y Control de la Donacion y Utilizacion de Celulas y Tejidos ha dato parere favorevole a un progetto di ricerca presentato dall'assessorato della Sanita' valenziana, la cui finalita' e' l'"ottenimento di nuove cellule staminali con potenziale terapeutico". Sebbene il parere del comitato non fosse vincolante, il suo via libera era praticamente l'ultimo passaggio ancora pendente per l'autorizzazione della tecnica della clonazione terapeutica, approvata nel luglio 2007 con l'entrata in vigore della legge sulla ricerca biomedica -legge che aveva subito la dura opposizione del PP e della Chiesa cattolica. Una legge, che ha trasformato la Spagna nel quarto Paese europeo in cui e' permessa la clonazione terapeutica o generazione di cellule staminali geneticamente identiche al paziente. Il progetto sara' diretto da Miodrag Stojkovic, il primo scienziato europeo ad aver clonato un embrione umano. Il progetto permettera' di realizzare una serie di studi preliminari per definire e migliorare i metodi necessari per applicare la clonazione sugli esseri umani. La ricerca contempla la derivazione di linee di cellule staminali a partire da cellule adulte appartenenti al paziente. Questo lavoro e' finalizzato a studiare in vitro le basi molecolari di due infermita' neurologiche –l’epilessia infantile e la paraplegia spastica ereditaria– su cellule staminali ottenute mediante la clonazione terapeutica. La messa a punto di questa tecnica, potra' permettere in futuro di ottenere le linee staminali specifiche per ogni persona, in tal modo si potranno generare cellule personalizzate associate a un malato e alla sua patologia, senza i rischi di rigetto per un trapianto che invece potrebbero esserci portando avanti la ricerca sugli embrioni sovrannumerari. Il ministro alla Sanita', Bernat Soria, ha ricordato che proprio l'ufficio che occupa attualmente e' stato protagonista sei anni prima della prima richiesta con le cellule staminali che proveniva dalla Comunidad valenciana e dal suo laboratorio. "Si chiude una fase oscura nella storia della Spagna", commenta cosi' Soria, rilevando che lo stesso ufficio che aveva chiuso le porte alla ricerca scientifica e alla clonazione terapeutica oggi e' occupato da uno scienziato che ha l'onore di annunciare la chiusura di un ciclo. Curioso inoltre il fatto che mentre al Governo centrale c'e' il Partito Socialista, la Comunidad valenciana e' amministrata da quello popolare, che a livello nazionale si era opposto alla Legge sulla Ricerca Biomedica, approvata sette mesi fa e che permette questo tipo di ricerche. Gli esponenti popolari locali cercano di non sollevare polemiche e spiegano che piu' che la clonazione terapeutica, ancora non possibile nell'uomo, le ricerche cercano di ottenere cellule staminali embrionali, e attraverso il responsabile della Salute di Valencia, Manuel Cervera, spiegano che il loro impegno e' per il sostegno alla ricerca. Sentito anche su questa apparente contraddizione dal quotidiano ABC il ministro Soria risponde di non essere sorpreso: "mi sembra meraviglioso. E' questo il senso del progresso. Il senso di un Paese che vuole essere moderno e progredire. Offriamo l'immagine di una Spagna diversa, di lavorare per la ricerca e che vuole aiutare i pazienti con il lavoro degli scienziati". Sollecitato a rispondere del perche' autorizzare ricerche controverse da un punto di vista etico, invece che perseguire la strada della riprogrammazione cellulare, Soria replica che "non possiamo affermare che la clonazione terapeutica sia superata. Dal punto di vista scientifico restano domande aperte. Se abbiamo fatto passi in avanti con la riprogrammazione cellulare, e' perche' potevamo gia' contare sulla conoscenza della ricerca con gli embrioni. Neppure si puo' dire che la tecnica del trasferimento nucleare abbia dato tutti i suoi frutti. Avrebbe poco senso chiudere questa strada". di Donatella Poretti e Rosa a Marca ------------------- - Fondi alla ricerca con le staminali: continuano i misteri. Terza interrogazione al ministro della Salute E' stata depositata una nuova interrogazione, la terza, elaborata insieme all'Associazione Coscioni, per fare luce sulla poca chiarezza che continua a esserci sui finanziamenti assegnati dalla Commissione nazionale cellule staminali. Due interrogazioni (1) non hanno chiarito come e' avvenuta la distribuzione dei fondi e nuove dichiarazioni si sono aggiunte in contraddizione alle risposte date alle interrogazioni. Inizialmente era previsto che l'entita' dei fondi sarebbe stata di 7, 5 milioni di euro e i bandi pubblici tre. In riposta alle interrogazioni era emerso che i soldi dati erano 11 milioni e che dei tre bandi solo il primo, partito nel 2003 e non nel 2001 come previsto, era concluso, mentre il secondo risultava vinto dal Centro-prototipo dell'Ospedale Maggiore di Milano e il terzo mai partito per mancanza di fondi. Alcune notizie dello scorso novembre, di cui per altro sono venuta a conoscenza attraverso un'agenzia stampa, invece, riportavano che i soldi erogati sarebbero stati 17 milioni. Nonostante poi sul sito dell'Istituto Superiore della Sanita' (Iss) siano presenti i progetti finanziati, non e' nota l'entita' dei soldi ricevuti da ognuno di questi. Si conferma, quindi, la poca trasparenza con cui i fondi sono stati assegnati e l'evidente conflitto d'interesse tra la composizione della commissione e la presentazione di progetti avvenuta da parte degli stessi membri della commissione e da singoli ricercatori da loro diretti. Per questo, insieme ai deputati radicali della Rosa nel Pugno (2) nella nuova interrogazione chiedo al ministro della Salute: - quanti soldi pubblici sono stati erogati in tutto dalla decaduta Commissione nazionale cellule staminali: 7,5, 11 o 17 milioni di euro? - nel caso siano stati erogati piu' di 7,5 milioni di euro, dove sono i decreti che hanno aumentato la cifra inizialmente programmata e in base a quali considerazioni; - quale ammontare di finanziamento e' statoricevuto da ciascun gruppo/unita' operativa per i progetti presentati al primo bando, come da tabella pubblicata lo scorsonovembre 2007 sul sito dell'ISS; e quale ammontare di finanziamento sia stato assegnato ai gruppi che applicavano come “Co-responsabile” di un progetto assegnato ad un ricercatore “Responsabile”; - che cosa ne e' stato del secondo bando e quindi quali ricercatori afferenti “al Centro-prototipo dell’Ospedale Maggiore di Milano” sono stati finanziati, con quale entita’ del finanziamento, su quale progetto di ricerca specifico e con quali prodotti scientifici finali; - nonostante inizialmente i fondi dovessero essere distribuiti in base a tre bandi, essi sono stati erogati totalmente su due soli bandi, quindi: quanti fondi sono stati distribuiti con il primo bando e quanti con il secondo. (1) il testo con risposta della prima interrogazione: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=18 il testo con risposta della seconda interrogazione: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=587 (2) Bruno Mellano, Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Maurizio Turco il testo della terza interrogazione: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=795 di Donatella Poretti ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Gb. Studiosi Oxford identificano staminali leucemia infantile Identificate le staminali della forma piu' comune di leucemia infantile. Un risultato che "rende piu' facile trovare cure mirate contro questo tumore del sangue che colpisce i bambini", rivelano su Science i ricercatori britannici dell'universita' di Oxford. Si tratta di rare staminali che si trovano nel sangue e che funzionano "come un 'centro di controllo' in grado di produrre milioni di cellule cancerose che mano a mano sopravanzano quelle sane", spiega il coordinatore dello studio, Tariq Enver. La scoperta e' arrivata grazie a due gemelle monozigoti britanniche di quattro anni, Olivia malata di leucemia, e sua sorella sana Isabella. Grazie a questo privilegiato punto di osservazione, gli scienziati sono riusciti a tornare indietro nel tempo fino alle condizioni pre-malattia. E sono arrivati a supporre che bastano "due o tre mutazioni genetiche per innescare ogni forma di leucemia infantile. Questo spiegherebbe perche' Olivia e' malata e Isabella no". Anche perche' "confrontando le cellule del sangue delle due bambine abbiamo scoperto che entrambe hanno il gene TEL-AML1 danneggiato". Una condizione che pero' da sola non basta per ammalarsi. E infatti i ricercatori hanno isolato le staminali del cancro con la mutazione originaria prelevate da Olivia, le hanno mutate in laboratorio e poi iniettate in alcuni topi. Cosi' facendo hanno potuto osservare come la mutazione si mantenga nel sangue e funzioni come una bomba a orologeria, capace di scoppiare solo quando interviene una seconda mutazione. "Il che significa che anche Isabella potrebbe ammalarsi, sempreche' si verifichi la seconda mutazione genetica necessaria". Il prossimo passo della ricerca sara' invece quello di "colpire sia le staminali pre-leucemiche, che quelle gia' impazzite, con farmaci gia' in uso o ancora in fase sperimentale. Senza incorrere negli effetti collaterali". - Gb. Stephen Minger: entro cinque anni sperimentazione sull'uomo contro il Parkinson Il morbo di Parkinson e' il primo bersaglio delle future terapie basate sulle cellule staminali embrionali e fra cinque anni il gruppo britannico di Stephen Minger, del King's College di Londra, prevede di cominciare i primi test sull'uomo in Gran Bretagna. Lo ha detto lo stesso Minger lo scorso 18 gennaio a Pavia, nel convegno sulle cellule staminali embrionali organizzato da policlinico San Matteo, Iuss, e dai collegi Ghislieri e Borromeo. Proprio il giorno prima Minger aveva ottenuto dall'autorita' britannica per la fertilizzazione e l'embriologia (Hfea) il via libera alla produzione di cellule staminali embrionali trasferendo in ovuli di mucca cellule umane prelevate da persone con malattie neurodegenerative. 'Nella sperimentazione clinica che prevediamo di poter cominciare fra cinque anni utilizzeremo cellule staminali embrionali umane ottenute con le tecniche tradizionali', ha detto Minger all'Ansa. Una ricerca, questa, alla quale il gruppo britannico sta lavorando in collaborazione con un gruppo californiano. Le cellule prodotte dai cosiddetti 'embrioni chimera' (cibridi, ossia ibridi per citoplasma) saranno invece utilizzate solo a scopo di ricerca. 'Non le useremo per la terapia, ma come modello per capire i meccanismi alla base di malattie neurodegenerative', ha precisato. Anche in questo caso il morbo di Parkinson e' fra i principali bersagli, insieme alle malattie provocate dai difetti dei cellule nervose che controllano il movimento (motoneuroni). - Italia. Nata banca staminali del cancro all'Istituto Superiore della Sanita' E' l'unica ad avere le cellule staminali dei tumori del polmone, e inoltre ha raccolto staminali dei tumori di colon, ovaio melanoma mammella cervello: e' la biobanca italiana delle cellule staminali che alimentano i tumori e fanno sviluppare le metastasi, e' nata nell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss) ed e' una delle piu' grandi al mondo. 'L'obiettivo e' raccogliere una casistica basata su un numero di donatori che sia il piu' ampio possibile', ha detto lo scorso 18 gennaio a Pavia l'oncologo Ruggero De Maria, dell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss), nel convegno sulle cellule staminali embrionali organizzato da policlinico San Matteo, Iuss, e dai collegi Ghislieri e Borromeo. Al momento nella banca sono raccolti un centinaio di campioni dei sei tipi di tumore piu' diffusi. Le cellule staminali tumorali sono state isolate dai tessuti dei pazienti in seguito a interventi chirurgici, grazie alla collaborazione della biobanca dell'Iss con l'Universita' Cattolica di Roma per i tumori cerebrali, con l'ospedale Forlanini per i tumori del polmone e con l'ospedale Sant'Andrea Roma per i tumori di polmone e colon. 'E' molto importante avere partner clinici perche' quando potremo passare ai test sull'uomo la via sara' tracciata'. I risultati della biobanca italiana non potranno essere pubblicati prima di un anno e l'attesa e' grande perche', ha spiegato il ricercatore, 'le staminali del cancro alimentano i tumori e formano le metastasi. Se si conoscono e si caratterizzano a fondo diventa possibile trovare gli strumenti per distruggerle'. In questa direzione si sta gia' lavorando, ha aggiunto De Maria: 'stiamo sperimentando in laboratorio centinaia di potenziali farmaci e individuare i piu' efficaci su ciascuna forma di tumore. Cerchiamo di capire qual e' il punto debole delle staminali tumorali per poterle distruggere con una terapia mirata'. Al momento, ha aggiunto, 'siamo riusciti a trovare un punto debole per ognuna delle sei forme di tumore che studiamo, ma alcune molecole uccidono cellule staminali del tumore di un paziente e non quelle di un altro: e' difficile trovare un farmaco adatto a un numero elevato di tumori dello stesso tipo'. Se avere a disposizione cure su misura per ciascun individuo e' l'obiettivo ultimo, 'a breve termine si tratta di trovare armi efficaci per bloccare malattie metastatiche oggi non curabili' e i tempi per raggiungere questo obiettivo dipenderanno in gran parte dai finanziamenti. - Vaticano. Sgreccia contro scienziati Usa: strumentalizzano l'essere umano 'Si tratta della peggiore strumentalizzazione dell'essere umano, che diventa cosi' un oggetto di ricerca': mons. Elio Sgreccia, presidente del Pontificio consiglio per la vita, ha parole di dura condanna per la notizia, pubblicata recentemente su una rivista scientifica, che un istituto di ricerca californiano avrebbe clonato, per la prima volta nella storia, cinque embrioni umani da cui prelevare cellule staminali da usare per terapie mediche su misura. La tecnica adoperata e' stata la stessa utilizzata per il caso della pecora Dolly: 'Finche' era su una pecora, finche' e' stata fatta sugli scimpanze' puo' essere motivo scientifico giustificato; ma quando e' fatta sull'uomo, si tratta della peggiore strumentalizzazione dell'essere umano, che diventa cosi' un oggetto di ricerca'. 'Circa la possibilita' giustificativa di cavare di qui delle terapie, finora non c'e' stato nessun successo; anche se ci fosse, non sarebbe comunque lecito utilizzare l'essere umano come farmaco'. Infine, per il prelato si tratta anche di un 'fatto anti-storico', perche' 'e' stato recentemente dimostrato che cellule staminali adulte, riprogrammate, possono produrre cellule staminali dello stesso tipo di quelle embrionali'. - Usa. 'Harvard Crimson' appoggia anche McCain per impegno su ricerca con staminali E' un 'endorsement' di nicchia ma significativo per capire come la pensano molti intellettuali in America di destra e di sinistra: l'Harvard Crimson', il giornale studentesco della piu' antica e celebre universita' d'America, ha appoggiato in un editoriale Barak Obama e John McCain quali potenziali candidati alla Casa Bianca per democratici e repubblicani. I candidati prescelti dal 'Crismon' sono il piu' giovane e il piu' vecchio nella gara presidenziale del 2008. 'Obama ha conquistato il nostro appoggio senza riserve perche' ha l'esperienza, le proposte politiche e la visione richiesta non solo per diventare presidente ma per cambiare radicalmente il nostro sistema politico che non funziona', ha scritto il giornale. Il candidato democratico, di cui vengono elogiate l'opposizione coerente alla guerra in Iraq e il piano 'pragmatico' di riforma sanitaria, e' un 'figlio prediletto' di Harvard, essendosi laureato in legge all'ateneo del Massachusetts nel 1991. Per Obama l' 'endorsement' del 'Crimson' e' il terzo ottenuto da un giornale studentesco (gli altri due erano di testate di college in Iowa). McCain ha collezionato quattro 'benedizioni' di questo tipo prima di oggi. Di lui l'Harvard Crimson' osserva che 'pur essendo in politica da oltre 25 anni, il senatore dell'Arizona appare ancora vigoroso, energico e pronto a guidare la nazione all'eta' di 71 anni'. Il giornale precisa di non appoggiare tutte le posizioni politiche di McCain. Detto questo riteniamo che sia la chiara scelta per la nomination repubblicana'. Nell'endorsement l'Harvard Crimson elogia le prospettive di politica estera di McCain e la sua esperienza, formata negli anni della prigionia in Vietnam e il servizio in Senato. Definisce le posizioni del senatore sul fronte della ricerca sulle staminali anche embrionali e sulla riforma dei finanziamenti ai partiti 'progressiste', specialmente se paragonate ai suoi rivali repubblicani. - Usa. Staminali embrionali modificate curano distrofia Duchenne nei topi Muscoli piu' forti, aumentata coordinazione e capacita' di movimenti e nessun effetto collaterale: sono i risultati di una nuova terapia cellulare a base di staminali embrionali geneticamente modificate testata su topolini con distrofia muscolare di Duchenne. La notizia arriva sulle pagine della rivista Nature Medicine. Rispetto a precedenti tentativi simili, questo studio, diretto da Rita Perlingeiro dell'Universita' del Texas Southwestern a Dallas, ha il pregio di aver ottenuto risultati concreti: le staminali embrionali, infatti, non solo si trasformano in cellule muscolari e fanno nuove fibre muscolari, ma rendono a tutti gli effetti i muscoli dei topolini piu' forti e funzionanti. Tuttora priva di una terapia adeguata anche se vi sono numerose sperimentazioni in corso, la distrofia muscolare di Duchenne e' una malattia genetica dovuta a una mutazione a carico del gene 'distrofina' che produce una proteina importante per la salute dei muscoli. Il gene malato determina un deficit di proteina distrofina che porta pian piano alla degenerazione muscolare progressiva che di solito non da' speranze di vita oltre i 20 anni di eta'. Una strada terapeutica percorsa in molte sperimentazioni e' quella della terapia genica, ma gli scienziati di Dallas hanno tentato la via delle staminali embrionali. I ricercatori hanno programmato con la massima precisione il destino di queste cellule staminali, attivando un gene cruciale per lo sviluppo muscolare nell'embrione, Pax3. Poi hanno ulteriormente modificato geneticamente le cellule in modo che nulla sfuggisse di mano e cioe' si' da renderle capaci di dare unicamente cellule muscolari e non altri tipi cellulari potenzialmente nocivi. E infatti cosi' e' stato: iniettate nei topolini hanno formato nuove fibre muscolari e non altro, ne' hanno provocato tumori, il grande rischio insito nell'uso di staminali embrionali. I topolini hanno visto aumentare forza muscolare e coordinazione nei movimenti. 'Se saremo in grado di combinare il nostro approccio con la possibilita' di recente dimostrata di ottenere cellule staminali su misura del paziente riprogrammando cellule di pelle -ha concluso Perlingeiro- questa terapia cellulare potrebbe davvero trovare applicazione sull'uomo'. - Italia. Veltroni (PD): nessuno mi convincera' mai sulla clonazione, eticamente inaccettabile "La ricerca non puo' e non deve avere limiti, ma questo non vuol dire che ogni scoperta sia eticamente applicabile". Lo ha dichiarato il sindaco di Roma Walter Veltroni intervenendo alla presentazione del libro di monsignor Rino Fisichella 'Nel mondo dei credenti'. "Mentre sono convinto che la ricerca sulle staminali sia utile e necessaria per fronteggiare grandi malattie, nessuno mi convincera' mai che la clonazione di un essere umano sia un'applicazione eticamente inaccettabile di una conquista scientifica". - Italia. Milano. Al San Raffaele comincia sperimentazione 'TK' Comincera' nelle prossime settimane al San Raffaele di Milano la sperimentazione clinica di fase III di una terapia chiamata 'TK' per le leucemie ad alto rischio, basata sul trapianto di cellule staminali del sangue da donatori non completamente compatibili. Lo scorso 22 gennaio infatti Molmed, societa' di biotecnologie nata da uno scorporo dell'Istituto San Raffale, ha annunciato di aver avuto il via libera a iniziare lo studio clinico dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). L'autorizzazione e' la prima in assoluto in Italia per una Fase III di una terapia genica (quella che prelude alla commercializzazione). La preparazione dello studio ha goduto del supporto dell'EMEA, l'Agenzia europea del farmaco, che ha concesso alla terapia TK il requisito di farmaco orfano. Le leucemie ad alto rischio -spiega Claudio Bordignon, presidente e amministratore delegato di MolMed- sono neoplasie del sangue per le quali l'unica terapia potenzialmente curativa e' costituita dal trapianto di cellule staminali emopoietiche da un donatore sano. Ma questi e' disponibile solo per il 30-40% dei pazienti. Gli altri possono avere cellule solo parzialmente compatibili (e si parla di aplotrapianto) da familiari stretti. Quando la compatibilita' non e' completa, e' necessario abbassare le difese immunitarie del paziente, per impedire che il suo sistema aggredisca le cellule trapiantate (rigetto). Ma se questa immunodepressione e' troppo forte, puo' accadere il contrario, che cioe' sia il sistema immunitario del donatore (coi suoi linfociti T), contenuto nelle cellule trapiantate, ad aggredire il paziente (cosiddetta aggressione del trapianto verso l'ospite). E mantenere questo equilibrio non e' semplice. Ora, TK offre una strategia terapeutica che permette di mantenere le proprieta' terapeutiche del trapianto e al tempo stesso di controllare l' aggressione del trapianto verso l' ospite. Questa terapia si basa sulla modificazione genetica dei linfociti T del donatore in modo che esprimano il gene dell' enzima 'timidina kinasi' del virus dell'Herpes Simplex. Questo fatto rende questi linfociti T sensibili al farmaco antivirale gancicolovir. E nel momento in cui si verifica l'aggressione del trapianto verso l'ospite, e' sufficiente somministrare l' antivirale per spegnere la reazione. Lo studio multicentrico randomizzato di Fase III verifichera' l'ottimo risultato del precedente studio di Fase I/II, in cui si e' ottenuto un incremento significativo nella sopravvivenza dei pazienti. Per Marco Dieci, Direttore Affari Regolatori di MolMed, 'l' autorizzazione dell'AIFA e' significativa anche perche' TK e' una delle poche terapie cellulari/geniche a giungere in Fase III a livello mondiale, e percio' potrebbe diventare una delle prime ad ottenere l'appovazione alla commercializzazione'. Nel corso dell'anno, MolMed prevede anche l'inizio di uno studio di Fase I/II di TK negli Stati Uniti, gestito dal MD Anderson Cancer Center di Houston (Texas). Mentre un partner strategico di MolMed, Takara Bio Inc. (Giappone) sta sviluppando TK per i mercati asiatici. - Italia. Latina. Al via centro di ricerca sulle staminali adulte Presso la facolta' di Medicina di Latina nasce un centro di ricerca per lo studio delle cellule staminali adulte. E' il risultato di una convenzione che e' stata siglata tra il Comune di Latina, rappresentato dal sindaco Vincenzo Zaccheo, l'Universita' La Sapienza, con il pro-rettore Luigi Frati, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, rappresentata da Emanuele Francesco Maria Emanuele. Tre milioni e mezzo di euro e' il finanziamento erogato dalla Fondazione per l'acquisto di attrezzature e macchinari che saranno collocati all'interno della facolta' di Medicina di Latina. 'Una giornata storica', ha commentato il sindaco. 'Per la prima volta la Fondazione Roma decide di investire fuori dal territorio della Capitale'. - Australia. Le trapiantano il fegato, e lei cambia gruppo sanguigno e sistema immunitario Un evento eccezionale e senza precedenti che ha per protagonista una quindicenne australiana e' avvenuto in modo naturale con un impatto enorme in immunologia: la ragazza, che a nove anni aveva ricevuto un trapianto di fegato, ha cambiato gruppo sanguigno e sistema immunitario acquisendo quelli del donatore, col risultato di poter dire addio alle terapie antirigetto. La ragazza, spiega Stuart Dorney dell'ospedale pediatrico Westmead di Sydney, e' passata da gruppo 0 negativo a 0 positivo perhe' le cellule staminali del fegato ricevuto anni prima hanno invaso il suo midollo osseo e cominciato a produrre un nuovo sistema immunitario, uguale a quello del donatore, eliminando il suo. Ed e' proprio quest'evento, riportato sulla rivista The New England Journal of Medicine, che ha permesso alla giovane di sospendere la terapia antirigetto: essendo quello del donatore il suo nuovo sistema immunitario va d'accordo, infatti, col fegato trapiantato. 'E' stato come una seconda chance per la mia vita' ha dichiarato la giovane Demi-Lee B, raccontando l'evento che e' il Santo Graal dei trapiantologi. - Gb. La Chiesa cattolica attacca su embrioni chimera. Scienziati: non sa di cosa parla Nel Regno Unito e' scontro tra Chiesa cattolica e scienziati sugli embrioni chimera. In una lettera diffusa dalla Conferenza episcopale britannica, e letta domenica scorsa nelle parrocchie di Inghilterra e Galles -riferisce infatti il 'New Scientist'- la Chiesa ha stigmatizzato il via libera alla produzione di 'cibridi' a scopo di ricerca sulle cellule staminali embrionali, che permetterebbe agli studiosi di "creare embrioni per meta' umani e per meta' animali". Per esempio, partendo "dall'ovulo di una donna e dallo sperma di un animale". Ma gli scienziati non ci stanno. "Si tratta di un radicale stravolgimento della verita'", protesta Chris Shaw del King's College di Londra. L'esperto ricorda che gli esperimenti in programma consistono nell'impiantare una cellula adulta umana in un ovulo animale svuotato del proprio Dna. Ne risulterebbero dunque embrioni contenenti solo geni umani, 'fonte' di cellule staminali embrionali geneticamente riconducibili al donatore. - Francia. Ricerca: in Italia sottostimato numero anziani con sindromi mielodispastiche Le stime ufficiali non sono reali: in Italia le sindromi mielodisplastiche, tumori del sangue che colpiscono soprattutto dopo i 70 anni dovute ad un danno delle cellule staminali del midollo osseo, sono molto più diffuse nel nostro paese rispetto ai dati disponibili, raccolti dai reparti di ematologia: non 2.500 ma 5.000 nuovi casi l'anno. Questo perchè quando un paziente viene ricoverato per malattie concomitanti come polmoniti o infarto, i ricoveri avvengono in reparti di medicina interna o geriatria e i casi di sindromi mielodisplastiche sfuggono al conteggio ufficiale. E' quanto è stato affermato a Torino durante un simposio sulle sindromi mielodisplastiche. Secondo i dati ufficiali diffusi dai reparti di ematologia i malati di sindromi mielodisplastiche sono 2.500, ma in realtà sarebbero 5.000 circa. Il Piemonte è l'unica regione che possiede un registro per le sindromi mielodisplastiche, che ha osservato più di 1.000 casi dal 1999 al 2007. Per questi casi sono state presentate il mese scorso, al massimo congresso di ematologia al mondo, l'ASH di Atlanta in Usa, delle nuove terapie che dovrebbero essere più efficaci. "Dal nostro studio è emerso che il trattamento più efficace per queste malattie del midollo osseo è l'azacitidina -afferma il prof. Pierre Fenaux, Direttore del Dipartimento di Ematologia Clinica dell'ospedale di Avicenne (Francia) e coordinatore della ricerca- in quanto raddoppia la sopravvivenza rispetto alle terapie standard (+9,4 mesi), libera il 45% dei malati dalla necessità di sottoporsi a continue trasfusioni di sangue e dimezza il tempo di trasformazione da sindrome a tumore (leucemia)". L'azacitidina è il primo farmaco di una nuova classe di molecole antitumorali. La ricerca su questa molecola è stata portata avanti in 50 centri in Usa, Australia e Europa, 10 dei quali in Italia, su 358 pazienti ad alto rischio di evoluzione in leucemia. I pazienti in cura con azacitidina hanno registrato una sopravvivenza complessiva superiore di 9,4 mesi rispetto ai pazienti in terapia con il trattamento convenzionale. "Risultati tra i più incoraggianti mai ottenuti finora con le chemioterapie tradizionali che fanno ben sperare in un futuro migliore per questi pazienti". - Italia. Identificate staminali per riparare fegato e reni Ricercatori dell'Universita' di Torino hanno identificato delle cellule staminali adulte in grado, per ora solo nel modello animale, di indurre rigenerazione dei tessuti in caso di insufficienza acuta epatica e renale. Lo ha rivelato il 28 gennaio la stessa universita' attraverso un comunicato diramato a Milano. Gli studiosi torinesi guidati dal professore di nefrologia Giovanni Camussi hanno individuato nel fegato umano una nuova popolazione di cellule staminali adulte in grado di produrre sostanze chimiche dotate di un'elevata capacita' rigenerativa. Una volta inoculate in modelli animali colpiti da insufficienza epatica acuta (creati grazie alla collaborazione con il Policlinico di Milano), le staminali hanno dimostrato una significativa capacita' di indurre la rigenerazione del tessuto. 'L'inoculo di queste cellule e dei loro prodotti riduce marcatamente la gravita' del danno in due modelli animali che ripropongono situazioni affini alla patologia umana'. Parallelamente, i ricercatori hanno avviato anche un progetto di medicina rigenerativa del rene. L'equipe' ha infatti osservato che, usando cellule staminali adulte di tipo mesenchimale, il danno provocato da insufficienza renale acuta viene notevolmente attenuato. 'Siamo impressionati da quanto vengano ridotti i segni della lesione renale visibili al microscopio, la gravita' e la durata dell' insufficienza renale'. Sempre secondo il professor Camussi, la ricerca, condotta in collaborazione con la Scuola universitaria per le biotecnologie e la societa' Fresenius medical care, puo' essere considerata 'promettente sul ruolo terapeutico delle cellule staminali adulte'. - Sud Corea. Staminali del midollo contro danni da ictus Per riparare i danni provocati da un ictus funziona il trapianto di cellule staminali. Sia nel caso si scelgano le mesenchimali umane sia nell'ipotesi si opti per le stromali prelevate dal midollo osseo. A incoronare le iniezioni di staminali come rimedio per quanti hanno avuto un ictus sono due studi distinti, pubblicati pero' dalla stessa rivista, Cell Transplantation. In entrambi i casi i ricercatori hanno usato una tecnica che ha permesso di tracciare le staminali iniettate per vedere con quale efficienza erano in grado di migrare verso i tessuti danneggiati per ripararli. Il primo studio, quello che ha usato le staminali mesenchimali (hMSCs), e' stato portato avanti dagli scienziati coreani dell'universita' di Pochon su alcuni modelli animali a cui era stato causato un ictus. Quindi, dopo l'iniezione di staminali, e' stata verificata la loro capacita' di riparazione attraverso la risonanza magnetica a intervalli regoli di 2 giorni, una settimana, due, sei e 10 settimane dopo il trapianto. "La migrazione delle cellule e' iniziata allo scoccare della seconda settimana -spiega il coordinatore dello studio, Jihwan Song- e a 10 settimane la maggior parte delle staminali si trovava al centro della zona danneggiata". Da qui le conclusioni che "esiste una rilevante tendenza di queste cellule trapiantate a raggiungere il punto in cui i tessuti sono danneggiati, indipendentemente da dove l'iniezione di staminali e' stata effettuata. Ma il grado di migrazione dipende dalla condizione ischemica di ciascun animale studiato". Il secondo studio e' stato condotto invece da scienziati canadesi e cinesi insieme, utilizzando invece le staminali stromali del midollo osseo (BMSCs). Il trapianto e' stato effettuato questa volta in animali a 24 ore da un'occlusione nella parte centrale di un'arteria cerebrale. Seguendo quindi l'attivita' delle BMSCs con uno scanner laser capace di rintracciare i loro movimenti, i ricercatori hanno scoperto che questa tipologia di staminali raggiungeva il bersaglio, cioe' l'area danneggiata, in soli sette giorni. Non solo. "Anche la funzionalita' neurologica e' risultata molto migliorata. Anche se -ammette uno degi scienziati, Ren-Ke Li- il meccanismo di riparazione a partire dall'iniezione intravenosa di staminali resta ancora in parte sconosciuto". - Usa. Bush: piu' fondi per ricerca senza embrioni L'amministrazione Bush aumentera' i fondi alla "ricerca medica etica", come quella che di recente ha portato a ottenere staminali potenti come quelle embrionali da cellule adulte della pelle. Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione, l'ultimo della sua presidenza. Questo tipo di ricerca, ha sottolineato Bush, dimostra che "non e' necessario fare esperimenti sugli embrioni. Possiamo superare il dibattito che ci ha diviso in passato, allargando le frontiere della medicina senza dover distruggere la vita umana. Dunque, abbiamo intenzione di aumentare i fondi a questo filone di ricerca etica". Dalla sua elezione, il presidente degli States si e' sempre opposto ai test sugli embrioni, sia che si utilizzassero quelli 'avanzati' dagli interventi di fecondazione assistita, sia che le staminali embrionali fossero prodotte con la clonazione. Uno dei primi atti del suo mandato, nel 2001, e' stato limitare i fondi federali alle ricerche sugli embrioni, mettendo il veto a qualsiasi tentativo legislativo di aumentarli. Una levata di scudi mai mandata giu' dalla maggior parte degli scienziati, secondo cui cosi' si faceva indietreggiare l'intero settore. Bush difende ancora la sua decisione: "Come esploriamo promettenti strade di ricerca, dobbiamo anche assicurarci che ogni vita sia trattata con la dignita' che merita". - Italia. Scoperte cellule progenitrici che alimentano sarcoma Kaposi Passi avanti contro il sarcoma di Kaposi. Uno studio tutto italiano, pubblicato su 'PLoS One', ha dimostrato che le cellule progenitrici endoteliali che originano dal midollo osseo, presenti nel sangue periferico di pazienti con sarcoma di Kaposi, sono stabilmente infettate dal virus erpetico umano 8 (HHV-8). Dunque queste cellule sono un potenziale serbatoio del virus. Lo studio, coordinato da Maria Luisa Villa del Dipartimento di scienze e tecnologie biomediche dell'Universita' degli Studi di Milano e svolto in collaborazione con il Dipartimento di dermatologia dell'Ospedale Maggiore di Milano e con l'Unita' di Immunologia diagnostica molecolare oncologica dell'Istituto oncologico veneto di Padova, aggiunge cosi' un tassello importantissimo nella comprensione dei meccanismi patogenetici del Sarcoma di Kaposi. Non solo. "Queste cellule progenitrici endoteliali, una sorta di staminali -spiega all'Adnkronos Salute Silvia Della Bella, del Laboratorio di immunologia del Dipartimento di scienze e tecnologie biomediche dell'ateneo milanese- potrebbero costituire un bersaglio privilegiato per nuove terapie mirate". Al centro dello studio, ricordano i ricercatori in una nota, un tumore vascolare maligno che colpisce prevalentemente la cute, sotto forma di noduli o placche violacee intensamente vascolarizzate (ma anche, piu' raramente, le mucose e organi interni quali linfonodi, polmoni, fegato e ossa). E' diventato 'famoso' perche' spesso presente in pazienti con Aids, ma si sviluppa in molti Paesi dell'area Mediterranea (tra cui l'Italia) anche in soggetti non sieropositivi, e colpisce di preferenza persone in eta' avanzata. Il sarcoma di Kaposi e' caratterizzato da una proliferazione di tipo tumorale di cellule endoteliali, che rivestono i vasi sanguigni e linfatici. Il virus HHV-8 e' presente nel 100% delle lesioni sarcomatose, e infetta anche le cellule del sistema immune, in particolare i B-linfociti e i monociti. Puo' generare anche forme linfomatose come la malattia di Castleman e i linfomi PEL (primary effusion lymphoma). "La relazione esistente tra sarcoma di Kaposi, linfomi e HHV-8 non e' ancora stata completamente chiarita - ricordano i ricercatori - e la sua interpretazione e' complicata dal fatto che l'infezione da HHV-8 nelle zone endemiche e' abbastanza diffusa e, nella grande maggioranza dei casi, del tutto innocua". Questo studio dimostra l'esistenza, nel sangue periferico di pazienti con Kaposi, "di cellule progenitrici di origine midollare, infettate da HHV-8 e capaci di supportare l'infezione litica del virus". Poiche' queste cellule sono dotate di potenzialita' evolutive, "la scoperta -commenta Della Bella- apre nuove prospettive nella comprensione dei meccanismi patogenetici del sarcoma di Kaposi. E' assai probabile, infatti, che i progenitori HHV-8 positivi rappresentino proprio le cellule che, localizzandosi in particolari sedi, diano origine alle molteplici lesioni tumorali del sarcoma di Kaposi o, in altre condizioni e in presenza di altri co-fattori, generino le lesioni linfomatose. Se confermata in modelli sperimentali in vivo, questa ipotesi potrebbe aprire nuove importanti prospettive diagnostiche e terapeutiche". - Italia. Appello Osidea ai politici: il diritto alla salute non puo' conoscere crisi Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa di Osidea Onlus. E’ il nostro appello al buonsenso di chi rappresenta gli interessi dei cittadini: l’attuale crisi parlamentare non deve fermare l’iter legislativo che, nelle ultime settimane, ha registrato importanti passi avanti verso l’autorizzazione a prelevare e conservare anche in Italia le cellule staminali da cordone ombelicale per uso Autologo-Solidale. Tale pratica è già da tempo consentita, ma è necessario ricorrere a Banche estere, aggravando lo stress “da burocrazia” per le partorienti. Ancora oggi le nostre Leggi incentivano la spinta altruistica solo con la Donazione Eterologa, legalmente autorizzata in Centri pubblici. Ma questi Centri hanno, da tempo, palesato difficoltà economiche e strutturali nel poter accogliere tutte le disponibilità da parte delle future madri. La sola raccolta allogenica non è insomma più sufficiente a garantire i diritti delle madri, la salute dei loro piccoli e di tutto coloro che, da una più ampia disponibilità di unità conservate, potranno solo trarre concrete speranze di cura. E così che Osidea, per salvaguardare la tipologia altruistica della donazione, coniugandola alla legittima richiesta di uso personale delle cellule staminali, ha sostenuto la possibilità di attuare la conservazione delle sacche di sangue placentare, rispettando i principi dei due canoni di donazione Autologa ed Eterologa con la formula Autologa-Solidale. Donazione Autologa-Solidale, è questa la formula Osidea: il campione di staminali viene conservato per uso Autologo, ma con la possibilità di essere reso disponibile, previo consenso, per uso eterologo, valorizzando cosi l’aspetto solidaristico della conservazione Autologa-Solidale. Si tratta di offrire garanzie di conservazione a tutte le madri che lo desiderino, ampliando nel contempo la disponibilità per i potenziali pazienti. Pochi giorni prima che l’attuale crisi scoppiasse, Osidea onlus era anche stata invitata di fronte alla Commissione parlamentare di Igiene e Sanità, proprio per esporre la sua significativa esperienza e fornire un contributo alla progettazione dei futuri scenari nell’ambito della raccolta di cellule staminali ad uso terapeutico. La convocazione seguiva di pochi giorni la modifica del DL 248/07. Con questo emendamento il Parlamento avrebbe attivato una riforma del quadro legislativo, consentendo anche la raccolta Autologa-Solidale presso Banche private accreditate dal SSN. Osidea onlus nasce in Sardegna nel 2004 per promuovere ed organizzare attività ed iniziative ad alta valenza sociale. L’isola vanta purtroppo un triste primato: la altissima percentuale di patologie a carico del sistema ematico e linfatico, dovuta anche al millenario isolamento che ne ha contraddistinto la storia. Pertanto La sfida più ambiziosa, sin dal principio, è stata quella di reperire fondi e competenze per realizzare, anche in Sardegna, un Centro per lo studio, la ricerca e la conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale a scopo terapeutico. La nostra onlus vanta un solido curriculum nel sostegno alla istituzione di strutture idonee alla raccolta, allo studio, alla ricerca e alla crioconservazione delle cellule staminali ematopoietiche, prelevate dal sangue del cordone ombelicale al momento del parto. Come più volte affermato da illustri ricercatori, la terapia cellulare già oggi è risolutiva per molte patologie, ed è la speranza per il trattamento di tante altre gravi malattie nell’immediato futuro. Contemporaneamente l’Associazione ha esteso all’intero territorio nazionale gli studi e le analisi della situazione, fotografando uno stato dell’arte affatto incoraggiante, data la enorme quantità di sangue cordonale ancora oggi sprecata per carenze di comunicazione, organizzative e finanziarie dei centri di raccolta pubblici. La prima risposta di Osidea a questa emergenza, è stata l’immediata attivazione di una propria campagna informativa. E’ nato così lo Sportello InformaMamma (numero verde 800.454577) di Osidea, gratuito e a livello nazionale, che fornisce il miglior supporto informativo alle gestanti, agli operatori del settore e alle istituzioni sulla necessità di non far gettare nei rifiuti delle sale parto un patrimonio biologico così importante per la cura di numerose patologie. Osidea offre gratuitamente la consulenza ed il supporto alle future mamme che decidono di intraprendere l’iter burocratico, pesante e fastidioso per la articolata procedura e per lo stress che la partoriente deve subire, ma necessario per ottenere l’autorizzazione ministeriale alla donazione Autologa-Solidale. L’informazione capillare e l’educazione alla cultura della donazione rimangono la base portante, senza la quale non è possibile ottenere i risultati sperati. L’esperienza, la professionalità e la rete organizzativa dell’Associazione Osidea, come di tante altre organizzazioni di volontariato, sono fattori cruciali nell’informare, sostenere e facilitare la donazione su tutto il territorio nazionale. Osidea ha creato una partnership con il primo Centro europeo che ha aderito (Cryo-Save, presente in 38 Paesi) e reso possibile la formula Autologa-Solidale. Cryo-Save supporta la proposta Osidea della formula Autologa-Solidale: dare anche alle mamme italiane la possibilità di tutelare la salute del proprio nascituro e poter donare a terzi le cellule staminali in caso di bisogno. Ad oggi nel registro gestito dalla Osidea si trovano oltre 300 campioni Autologhi-Solidali. Queste unità potrebbero già da ora essere disponibili, se gli organi competenti lo vorranno, per la donazione solidale ad uso terapeutico. La relazione di Osidea Onlus di fronte alla Commissione Igiene e Sanità sarebbe stata una importante occasione per consolidare le basi per avere anche in Italia strutture idonee e procedure corrette, delineando la concreta possibilità che la popolazione abbia a disposizione la più alta percentuale di unità cordonali utili per la cura di tantissime patologie. RACCOLTE E CONSERVATE OLTRE 300 UNITA’ DI CORDONE OMBELICALE IN UN ANNO Nel corso del 2007, Osidea Onlus ha reso possibile la raccolta, la tipizzazione, il bancaggio e la crioconservazione di 300 unità di sangue da cordone ombelicale raccolte con la formula Autologa-Solidale. Le unità sono oggi inserite in un apposito registro, direttamente gestito da Osidea Onlus, al quale i Centri Trapianti italiani si possono rivolgere per verificare l’esistenza di campioni compatibili per i propri pazienti. Il nostro obiettivo per il 2008 è ambizioso, ma non impossibile: arrivare a conservare almeno 1.000 unità. Abbiamo raggiunto questo risultato anche grazie alla disponibilità di Cryo-Save, che ha raccolto le unità e le conserva nel proprio Centro di Bruxelles. Cryo-Save opera da anni in oltre 36 Paesi, e collabora a numerosi progetti di ricerca internazionali. Le applicazioni terapeutiche delle staminali sono già oggi importanti, e crescono di anno in anno. Le staminali cordonali si utilizzano in caso di trapianto di midollo osseo e in tutte le patologie benigne e maligne del sangue. Sono in corso ricerche e sperimentazioni negli ambiti della terapia cellulare (riparazione del midollo spinale, malattie neurodegenerative, infarto, ecc.) e della terapia genica (“correzione”, all’interno delle cellule, di geni difettosi o mutati). Fra le fonti di cellule staminali, la conservazione del sangue da cordone ombelicale è dunque di particolare importanza. Ma sono ancora troppe le opportunità gettate al vento nelle sale parto italiane, per carenze informative, economiche e strutturali. E così che la nostra Onlus, per salvaguardare la tipologia altruistica della donazione, coniugandola alla legittima richiesta di uso personale delle cellule staminali, ha studiato e promosso la formula Autologa-Solidale. Con la donazione Autologa-Solidale, la formula di Osidea, il campione di staminali viene conservato in Banche private per uso Autologo, ma con la possibilità di essere reso disponibile, previo consenso informato, per uso eterologo. Così si garantisce la conservazione alle madri e ai loro bimbi, ampliando nel contempo la disponibilità per i potenziali pazienti. La procedura di raccolta non comporta rischi per la mamma e il neonato: quando il cordone ombelicale è già stato reciso, l’operatore raccoglie il sangue rimasto nel cordone ombelicale e nella placenta. La sacca viene trasportata nel Centro di raccolta e conservata in appositi macchinari, detti crio-congelatori per 20 anni, dopo di che il legittimo proprietario, proprio quel neonato ormai divenuto maggiorenne, potrà decidere se conservarlo ulteriormente, o donarlo per scopi di studio e ricerca scientifica. L’obiettivo delle 300 unità raccolte è stato raggiunto anche grazie all’attività del nostro Sportello InformaMamma Osidea (numero verde 800.454577), gratuito e a livello nazionale, che fornisce supporto informativo alle gestanti, agli operatori del settore e alle istituzioni. Osidea offre gratuitamente anche la consulenza ed il supporto alle future mamme che intraprendono il complesso iter burocratico per la donazione Autologa-Solidale. - Italia. Il Tar Lazio annulla le linee guida della Legge 40: incostituzionali Il Tar del Lazio ha bocciato lo scorso 23 gennaio le linee guida della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita e rinvia il giudizio alla Corte Costituzionale. Il ricorso con cui si chiedeva la completa abrogazione delle linee guida, in base al quale si e' pronunciato il tribunale amministrativo con sentenza depositata il 21 gennaio, era stato presentato nel 2004 dalla Warm, la World Association for Reproductive Medicine. La sentenza "accoglie il ricorso proposto dalla Warm, e per l'effetto annulla le Linee guida contenute nel decreto ministeriale del 21 luglio 2004, nella parte che riguarda le misure di tutela dell'embrione laddove si statuisce che ogni indagine relativa allo stato di salute degli embrioni creati in vitro, ai sensi dell'articolo 13 (comma 5), dovra' essere di tipo osservazionale". In pratica boccia il divieto di diagnosi preimpianto e la predeterminazione del numero degli embrioni da ottenere e poi da impiantare in utero, non piu' di tre. In aggiunta, il Tar del Lazio solleva la questione di legittimita' costituzionale dell'articolo 14 (commi 2 e 3), della legge 40 del 19 febbraio 2004, per contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione. Rinviando la 'palla' alla Consulta. La sezione III quater del Tar del Lazio, composta dal presidente Mario Di Giuseppe, e dai consiglieri Linda Sandulli e Carlo Taglienti dunque "sospende il giudizio in corso e dispone che gli atti vengano trasmessi alla Corte Costituzionale". Infatti, secondo le toghe del Tar del Lazio, la contestazione degli articoli della legge e delle linee guida "non puo' che passare attraverso una eventuale questione di costituzionalita' della norma che ne costituisce il letterale fondamento". I giudici spiegano che "la predeterminazione del numero degli embrioni producibili e successivamente impiantabili, imposta dalla norma in modo aprioristico e a prescindere da ogni concreta valutazione del medico curante, sulla persona che intende sottoporsi al procedimento di procreazione medicalmente assistita, appare rivelarsi non in linea con quel bilanciamento di interessi (tutela dell'embrione-procreazione) che la legge 40 sembra voler perseguire". Il Tar afferma inoltre che la fecondazione assistita "e' un trattamento sanitario, vale a dire una pratica terapeutica per sopperire ad alterazioni dell'organismo". Dunque le "disposizioni sembrano incorrere in un contrasto con il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione". Nel mirino anche "il divieto della crioconservazione degli embrioni". Perche', spiega il Tar del Lazio, "nell'ipotesi tutt'altro che improbabile di un tentativo non andato a buon fine e' necessario assoggettare la donna a un successivo trattamento ovarico, a una pratica medica - certificano i giudici amministrativi - che comporta in se' il rischio della sindrome da iperstimolazione ovarica e che trova nella legge, e non in esigenze di carattere medico, il suo fondamento". Un dettato di legge che, sempre secondo i magistrati di via Flaminia, "appare addirittura in contrasto con i principi ai quali la stessa legge 40 dichiara di volersi ispirare", cioe' quello "di minore invasivita'", espressi dall'articolo 4 (comma 2 lettera a della norma). Non tutti i motivi del ricorso della Warm sono pero' stati accolti dal Tar del Lazio, che ha giudicato infondato il rilievo che riguarda "la mancata indicazione al medico del comportamento da tenere nel caso di crioconservazione di materiale genetico appartenente a individuo non piu' vivente", vale a dire a una persona deceduta nell'arco di tempo tra l'inseminazione e il trasferimento in utero . La sentenza, stabiliscono i giudici amministrativi, deve ora essere "notificata alle parti, alla presidenza del Consiglio dei ministri e ai presidenti della Camera e del Senato". INCERTE COPPIE E CENTRI, RICORSI DI MASSA - Coppie e medici nell'incertezza: centinaia di telefonate sono arrivate alle associazioni che si occupano di fecondazione assistita e si preannunciano ricorsi di massa e richieste di rimborso da parte di chi e' andato all'estero per avere un figlio con la fecondazione assistita, a causa dei limiti importi dalla legge italiana. La sentenza del Tar del Lazio che ha annullato le linee guida per eccesso di potere rispetto alla legge nella parte in cui si vieta la diagnosi preimpianto, ha lasciato in una situazione di fermo le strutture che in queste ore stanno cercando di capire, con l'aiuto degli uffici legali, come comportarsi. La domanda e' quella se accogliere o meno le richieste delle coppie di sottoporre gli embrioni da impiantare ai test genetici, procedura vietata dalle linee guida. Le telefonate di coppie arrivate da questa mattina alle associazioni che hanno promosso il ricorso al Tar chiedono, ha spiegato Filomena Gallo, Legale delle associazioni Amica Cicogna onlus e L'altra cicogna onlus, cosa fare, ora che la sentenza avrebbe aperto alla possibilita' di sottoporre gli embrioni alle indagini preimpianto. 'A chiamare sono coppie che stanno gia' tentando di avere un bambino in qualche centro all'estero e ci chiedono se e' possibile restare in Italia. Altre coppie, che non hanno i soldi per andare all'estero, ora vogliono sapere se le condizioni sono cambiate. Noi rispondiamo che i centri possono fare diagnosi preimpianto, non comporta nessun reato alla luce della legge 40'. 'Di fronte ad una donna con il rischio di concepire un figlio con una malattia genetica, a queste condizioni normative, le direi di andare all'estero' ha invece spiegato da Bologna il ginecologo Carlo Flamigni, uno dei padri della fecondazione assistita, componente del Comitato Nazionale di Bioetica. La sentenza, ha spiegato, 'ha aperto uno spiraglio ma ancora la porta non e' aperta e, a queste condizioni, la questione della diagnosi preimpianto non e' risolta'. Che la sentenza abbia scatenato una situazione di rottura lo dimostra anche l'annuncio che centinaia di pazienti si sarebbero decisi a chiedere un rimborso e a portare i loro casi in tribunale. E gia' da domattina alcuni gruppi partiranno con la diagnosi preimpianto, hanno reso noto Alessandro Di Gregorio, del centro Artes di Torino, e Luca Gianaroli, direttore scientifico del Centro Sismer (Societa' Italiana Studi di Medicina della Riproduzione) di Bologna. Anche all'ospedale microcitemico di Cagliari i pazienti attendono di capire se e' possibile ottenere le diagnosi preimpianto e molte coppie si sono presentate in ospedale o hanno chiamato. Giovanni Monni, presidente dell'Aagoi (i ginecologi ospedalieri) e primario della struttura sarda, ha spiegato che ora sara' necessario del tempo anche per riorganizzare il servizio di diagnosi. I macchinari, i reagenti e l'organizzazione del laboratorio non puo' infatti essere improvvisato dopo tre anni di fermo. 'Chi sostiene che la diagnosi pre-impianto ora è possibile mente sapendo di mentire. Intanto il Centro 'Warm' (World association of reproductive Medicine) di Roma, diretto dal professor Severino Antinori, e' pronto per dare avvio all'iter che portera' alla diagnosi pre-impinanto, laddove necessario, di embrioni di donne che si sottoporranno alla fecondazione assistita nelle prossime settimane. Lo ha annunciato lo stesso Antinori, sottolineando che dalla comunicazione della sentenza del Tar che ha annullato le linee guida della legge 40, sono 'centinaia' le richieste di diagnosi arrivate al Centro. 'Le prime diagnosi pre-impianto saranno eseguite ad aprile o maggio - ha detto Antinori che ha annunciato nuove azioni legali anche contro la regione per mancanza di controlli - perche' le pazienti vanno preventivamente visitate e sottoposte a stimolazioni, per poi arrivare alla fecondazione assistita'. In questo modo, ha sottolineato l'esperto, 'pioniere' delle tecniche di fecondazione, si arrivera' 'finalmente a dare uno 'stop' ai tanti viaggi della speranza all'estero per effettuare tali esami'. Ad oggi, ha precisato, 'sono circa 280 i bambini che nascono da fecondazione assistita nel nostro Centro ogni anno e 200 sono le richieste l'anno di diagnosi pre-impianto che ci arrivano ma, dal momento che la legge vietava tale diagnosi, le coppie venivano indirizzate al Centro Warm in Turchia, con cui siamo in stretto contatto'. La prima 'in lista' al Centro Warm, ha affermato Antinori, e' una donna di Latina che si sottoporra' a fecondazione assistita e richiede la diagnosi pre-impianto poiche' ha avuto due gravidanze con feti nati morti per fibrosi cistica. La diagnosi pre-impianto, in vari casi, ha sottolineato l'esperto, 'e' dunque essenziale e per questo lancio un appello a Livia Turco affinche' emani al piu' presto le nuove linee guida'. Resta pero' il problema dei costi elevati, dal momento che tali esami possono costare fino a 4-5.000 euro. Da qui l'annuncio da parte degli avvocati dell'associazione di una diffida al ministero della salute affinche' tali esami siano inclusi nei livelli essenziali di assistenza. Con la sentenza del Tar, ha commentato Antinori, 'ha trionfato la giustizia, mentre ha fallito la politica. Questa sentenza ha cioe' evidenziato che la legge 40 e' una sorta di 'pastrocchio' ed oggi c'e' ancora il Far-West, anche perche' le regioni non effettuano i controlli sui centri come invece la legge prevede'. Per questo, ha concluso Antinori, 'ho intenzione di querelare la Regione Lazio per mancato controllo sui centri'. APPELLO DI ASSOCIAZIONI E SOCIETA' SCIENTIFICHE AL MINISTRO TURCO: SUBITO LINEE GUIDA LEGGE 40 - Subito le linee guida della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. L'Associazione Madre provetta e numerose altre che si occupano di fecondazione assistita scrivono una lettera al ministro della Salute Livia Turco per chiederle di "emanare il decreto ministeriale per sostituire, dopo tre anni, le linee guida illegittime. Non lo chiederemo a un altro Governo, lo chiediamo oggi a lei. La salute della donna e del bambino in questo Paese sono ancora nelle sue mani", scrivono a poche ore dalla sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato alcuni punti salienti delle prime linee guida, e che ha rinviato all'esame della Corte Costituzionale la stessa legge 40. "Da tempo - ricordano le associazioni nella lettera dal tono amichevole - ci conosciamo e lei conosce le nostre istanze, una per una. Nel corso del suo mandato ha ricevuto i nostri contributi, che le chiedevano un aggiornamento delle linee guida della legge 40, con motivazioni profonde, articolate, scientifiche, giuridiche e umane. Le sentenze dei tribunali di Cagliari, Firenze, e in questi giorni quella del Tar del Lazio - ribadiscono Madre provetta e le altre - hanno chiarito alcuni aspetti giuridici fondamentali. La diagnosi genetica sull'embrione dev'essere permessa - invocano - perche' la legge 40 non la vieta e perche' anche il codice deontologico dei medici, nonche' le convenzioni internazionali che l'Italia ha ratificato, ci parlano di un rapporto di cura basato sulla migliore arte medica, su un'informazione corretta e aggiornata, dovuta al paziente". La posizione sostenuta dalle associazioni che si sono rivolte al ministro e' che "la coppia ha il diritto di conoscere lo stato di salute dell'embrione, soprattutto se c'e' un grave rischio di trasmissione di patologie genetiche o cromosomiche, che causano aborti spontanei ripetuti". Come se non bastasse, i rappresentanti del 'partito' contrario all'attuale legge ne ricordano i risultati, contenuti nella relazione che lo stesso ministro ha fatto al Parlamento. Una relazione che, dicono, ha evidenziato che "questa legge fa del male alle donne e al nascituro. Sa - si rivolgono a Turco - che i parti gemellari e trigemellari sono aumentati, in modo preoccupante, a causa dell'obbligo assurdo di trasferire tutti gli embrioni prodotti contemporaneamente, senza ragionare sulle conseguenze". 'Inoltre lei sa, caro ministro, che l'infertilita' non e' solo quella di chi ha una diagnosi certa, ma e' infertile anche chi non puo' responsabilmente concepire un figlio perche' affetto da patologie virali gravi o da malattie genetiche, che lo ucciderebbero. Anche queste coppie sono 'infertili'. Oggi - concludono - quelle coppie potrebbero diventare genitori utilizzando le tecniche di fecondazione assistita, ma la legge 40 non e' chiara su questo punto. Lei puo' fare chiarezza". A firmare la lettera Madre provetta onlus; L'Altra cicogna onlus; Amica cicogna onlus; Cerco un bimbo; Sos infertilita' onlus; Hera; Un bambino.it; Mammeonline; Acar per le malattie esostanti e la sindrome di Ollier. E'urgente rivedere le linee guida della legge 40 sulla fecondazione artificiale tenendo conto delle valutazioni di associazioni di pazienti e societa' scientifiche: lo dichiarano in una nota le societa' scientifiche di medicina della riproduzione (Sidr, Sios, Sifes e Mr, Cecos, Sifr, Sierr). alla luce della situazione che si e' creata in seguito alla sentenza del Tar del Lazio. Le societa' scientifiche, si legge nella nota, 'intendono esprimere una valutazione positiva della recente sentenza del Tar Lazio che, facendo seguito alle due recenti sentenze di Cagliari e Firenze, pone all'attenzione di tutta la classe politica l'urgente necessita' della revisione delle linee guida della legge 40/2004 in materia di procreazione assistita'. La sentenza del Tar del Lazio, rilevano le societa' scientifiche 'intende in primo luogo ripristinare i diritti dell'utenza, che ritiene lesi da numerosi passaggi delle linee guida stesse e potenzialmente dalla legge stessa . E' pertanto auspicabile - concludono - che il legislatore, per il futuro, nella definizione delle nuove linee guida di una legge in materia sanitaria voglia tener conto delle istanze delle Associazioni dei pazienti nonche' delle indicazioni delle societa' scientifiche'. COMMENTI "Era inapplicabile, a meno di non fare uno scempio sul corpo delle donne e sul futuro dell'embrione". Una entusiasta Alessandra Mussolini, europarlamentare di Alternativa Sociale e segretario nazionale di Azione Sociale, commenta a caldo la decisione. Questa iniziativa, prosegue, "era scelleratamente ideologica", a portarla avanti sono state "persone che non capivano la delicatezza delle questioni trattate, poiche' non venivano garantite ne' la salute della donna, ne' il futuro embrione". "Mi auguro- conclude Mussolini- cio' faccia riflettere chi di dovere, e' un segnale importante". "Siamo felici. L'eliminazione delle linee guida e' gia' un grosso successo". Si esprime cosi' Rossella Bartolucci, presidente dell'associazione Sos infertilita', sulla bocciatura del Tar. "Le linee guida peggiorano la legge. Il loro annullamento aiutera' tante coppie". "Un fatto positivo, molto serio e prevedibile che ora pone un serio problema di costituzionalita' della legge 40". Questo il commento di Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia ed ex ministro delle Pari opportunita' nel governo Berlusconi. "Ritengo- spiega Prestigiacomo- che occorra al piu' presto mettere mano alla legge sulla fecondazione, perche' i tanti ricorsi dimostrano la sua palese incostituzionalita'". 'Rinnovo l'appello al ministro della Salute Livia Turco, affinche' emani immediatamente le nuove linee guida sulla legge 40 sulla fecondazione assistita'. A chiederlo e' Donatella Poretti, deputata della Rosa nel pugno e segretaria della Commissione Affari sociali della Camera. 'Questa sentenza - afferma la Poretti - si aggiunge ad altre due importanti pronunciamenti dei tribunali di Cagliari e di Firenze, che di fatto hanno anch'essi considerato illegittimo il divieto della diagnosi preimpianto. A colpi di sentenze, non risultano pertanto piu' valide le attuali linee guida, oltre che per i pronunciamenti di tre tribunali, anche per il fatto che le stesse risultano scadute dallo scorso agosto'. Insieme ai capigruppo Luigi Cancrini (comunisti Italiani), Daniela Dioguardi (Rifondazione Comunista), Tommaso Pellegrino (Verdi) e Katia Zanotti (Sinistra Democratica), Poretti aveva presentato una interrogazione urgente per sollecitare l'intervento del ministro della Salute in merito all’aggiornamento delle linee guida sulla legge 40. "La legge sulla procreazione medicalmente assistita prevede che queste vengano aggiornate almeno ogni tre anni, e il termine risulta scaduto dallo scorso agosto", spiega Poretti. "Nonostante il ministro della Salute abbia gia' acquisiti i pareri tecnici dell'Istituto superiore di sanita' e del Consiglio superiore di sanita', delle linee guida -scadute non solo temporalmente secondo la legge, ma anche per sentenze di tribunale- se ne sente parlare solo sui giornali o su dichiarazioni stampa fatte dal ministro". "La crisi politica di queste ore rende ancora piu’ urgente l’intervento del ministro Livia Turco, se il decreto e’ pronto lo emani per il rispetto delle coppie e dei pazienti che per poter aver garantito il diritto alla salute devono altrimenti ricorrere alle aule di giustizia, o all’estero, invece che ai centri specializzati di fecondazione assistita italiani." 'Con la pronuncia del Tar del Lazio, cresce la giurisprudenza che considera illegittima la proibizione della diagnosi pre-impianto: e' un fatto molto importante per la civilta' del nostro Paese, perche' i divieti sulla diagnosi pre-impianto limitano fortemente, di fatto, la lotta contro gravi patologie genetiche quali l'anemia mediterranea e la fibrosi cistica. Mi auguro che l'accoglimento di questo ricorso e l'eccezione di costituzionalita' sulla normativa pongano nuovamente all'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica le contraddizioni e le iniquita' della legge sulla fecondazione assistita'. Lo dichiara, in una nota, Giulia Rodano, consigliere regionale di Sinistra Democratica. "Una sentenza che non capiamo. E' davvero anomalo che il Tar del Lazio si pronunci su una legge ampiamente votata dal Parlamento e sulla quale pesa il risultato del referendum. No quindi a cambiamenti della legge 40". Lo afferma Wanda Ciaraldi, responsabile bioetica dell'Udeur. "Questa legge sta dimostrando di funzionare. Quindi non capiamo perche' un tribunale amministrativo debba intervenire. Il Parlamento ha legiferato, gli italiani non sono andati a votare, autorevoli scienziati hanno condiviso l'impianto del provvedimento -conclude Ciaraldi- Siamo contrari quindi a una revisione della legge 40, soprattutto attraverso le linee guida". "Non credo proprio venga leso il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione". E' sorpreso l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia di fronte alla notizia che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso sulle linee guida sulla fecondazione assistita e ha chiesto alla Consulta un parere sulla costituzionalita' della legge 40. "Vediamo cosa decidera' la Corte Costituzionale - afferma all'Adnkronos Salute Sirchia, a capo del dicastero della Salute quando furono emanate le linee guida, dopo la travagliata approvazione della legge 40 - perche' si tratta di materie delicate e di certo io non sono un costituzionalista. Ma mi pare giusto ricordare che la legge 40 non e' un provvedimento che mira a conservare la salute, quanto a normare la possibilita' di avere un figlio". Sul numero di embrioni impiantabili in utero, non piu' di tre, Sirchia ci tiene a precisare "che in Italia si e' creato uno scandalo di fronte a questo limite, ma molti Paesi hanno preso decisioni simili". La sentenza del Tar del Lazio dovra' essere un motivo in piu' perche' siano emanate quanto prima le nuove linee guida della legge 40. Lo ha detto il presidente dell'associazione che riunisce i centri di fecondazione artificiale (Cecos), Andrea Borini. 'Adesso e' piu' che mai evidente che le linee guida devono essere modificate', ha osservato Borini. 'Mi auguro - ha aggiunto - che il ministro della Salute emani immediatamente le linee guida, senza ulteriori esitazioni perche' la diagnosi preimpianto in Italia possa essere finalmente possibile'. Al momento, secondo Borini, non e' cosi' cemplice dire che dopo questa sentenza la diagnosi sull'embrione prima del trasferimento in utero sia possibile. 'Certamente - ha rilevato - ci troviamo in una situazione in cui i politici si sono accorti che la legge 40 ha dei problemi importanti, che vanno a ledere i diritti dei cittadini, indipendentemente dall'etica e dalla religione'. Che le linee guida annullate dal Tar del Lazio dovessero essere modificate era evidente, secondo il presidente dei Cecos, gia' dopo le sentenze dei tribunali di Cagliari e di Firenze, che avevano dato il via libera alla diagnosi preimpianto per due coppie portatrici di una malattia genetica. Adesso e' iniziato il conto alla rovescia in attesa delle nuove linee guida, che secondo Borini dovranno contenere sia il permesso di ricorrere alla fecondazione artificiale anche per le coppie non infertili ma portatrici di malattie infettive come Aids ed epatite C, sia il via libera alla diagnosi preimpianto per le coppie portatrici di malattie genetiche, come talassemia e fibrosi cistica. "L'aver almeno insinuato il dubbio della costituzionalita' della legge 40 e' un bel modo per festeggiare oggi la nostra costituzione". Lo dice Monica Soldano, presidente dei Madre Provetta, una delle associazioni che ha fatto ricorso al Tar. "Non ci piace la via giudiziaria- precisa Soldano- ma ci siamo stati costretti". E chiama in causa il ministro Livia Turco: "Ora la parola torni alle istituzioni: Turco deve dare urgentemente una risposta con le nuove linee guida". Che, sottolinea la presidente di Madre provetta, "devono essere adeguate alla sentenza del Tar". La diagnosi preimpianto degli embrioni, di fatto, "in Italia viene effettuata. Basta leggere bene la legge 40, che vieta questa pratica a scopi eugenetici ma non ai soli fini osservazionali. Percio' se una donna la richiede e ottiene un risultato per lei non accettabile, nessuno la puo' obbligare a ricevere l'impianto dell'embrione". Claudio Giorlandino, presidente della Societa' italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale (Sidip) commenta cosi'. "Forse non serviva il Tar del Lazio per mettere l'accento su questa questione; resta il fatto che e' una sentenza apprezzabile, che ora la Consulta non potra' che ratificare". "Lo stop del Tar del Lazio alla linee guida sulla fecondazione medicalmente assistita in ordine al problema della diagnosi pre-impianto e il contestuale rinvio alla Consulta della legge 40 costituisce l'ennesimo 'incidente giudiziario' di una legge incongruente e ideologica". E' quanto afferma il presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia, Benedetto Della Vedova. "Il Parlamento e il Governo, questi, o come spero, i successivi - sottolinea in una nota - al di là e prima della sentenza della Consulta dovranno porre mano alla legge 40 e alle sue norme di attuazione, per renderle almeno coerenti con le disposizioni della legge 194. In Italia, o si 'rilegalizza' (come ritengo logico) la diagnosi pre-impianto sugli embrioni, oppure si abolisce la diagnosi prenatale in gravidanza. Che non sia possibile selezionare gli embrioni da impiantare - conclude Della Vedova - ma sia possibile l'aborto terapeutico è una contraddizione logicamente insanabile". "La sentenza del Tar del Lazio che boccia le linee guida sulla legge 40 in materia di procreazione medicalmente assistita e' un fatto positivo, che rida' speranza a migliaia di donne e di coppie". Lo dice Colomba Mongiello (Pd). "E' chiaro che la legge 40 presenta aspetti fortemente problematici e incostituzionali- sottolinea la senatrice Mongiello-. Il divieto di diagnosi pre-impianto e l'obbligo di impiantare tutti e tre gli embrioni prodotti hanno di fatto ridotto le nascite ottenute con le tecniche di procreazione nel nostro Paese e causato sofferenze alle donne". La verita', conclude Mongiello, "e' che la legge 40 andrebbe cambiata, ed e' quindi positivo che il Tar del Lazio abbia chiesto un pronunciamento della Consulta". "La sentenza odierna del Tar del Lazio, che accoglie il ricorso presentato da alcune associazioni contro la legge 40, è l'ennesimo atto che certifica l'inadeguatezza giuridica e scientifica della normativa sulla fecondazione assistita". Lo dichiara Silvana Mura, deputata di Idv. "Una legge che crea ulteriori difficoltà alle coppie sterili che vorrebbero avere figli, invece di agevolarle - prosegue Mura - mi auguro che non si voglia attendere un'ulteriore sentenza contro la legge 40 per porre mano ad una seria modifica ad iniziare dalle linee guida". "E' una grande vittoria della giustizia italiana, e per migliaia di coppie che potranno fare le diagnosi preimpianto qui da noi e non piu' all'estero. Ora chiedo le dimissioni del ministro Livia Turco, ingannatrice delle coppie italiane, che ha promesso in campagna elettorale di modificare le linee guida e che in due anni non ha fatto niente". E' un fiume in piena il ginecologo Severino Antinori, presidente della Warm. "Domani - annuncia Antinori all'Agi - sotto al ministero della Salute faremo una grande manifestazione con migliaia di coppie contro l'ignavia del ministro Turco: non abbiamo piu' bisogno di lei, sara' direttamente la Consulta a eliminare la legge". Secondo Antinori, che si considera "un pioniere della fecondazione assistita", la cancellazione della legge "ridurra' anche il numero degli aborti, consentendo una piu' attenta valutazione in sede di preimpianto. Da domani - annuncia - finalmente potremo riprendere a effettuare diagnosi genetiche preimpianto, vietate in maniera illegittima dalle linee guida di una legge iniqua". La diagnosi preimpianto, sino a oggi vietata dalle linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, "potra' essere fatta gia' da domani perche' la sentenza del Tar del Lazio ha effetto immediato". A spiegarlo e' Filomena Gallo, avvocato e presidente di Amica Cicogna, tra le associazioni che hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo. "Gia' da domani - spiega Gallo - molte coppie che avevano rinunciato alla possibilita' di avere un figlio, perche' portatrici di una qualche malattia, potranno esaudire il loro desiderio. Tantissime mi stanno chiamando in lacrime, e sono lacrime di gioia e commozione. Finalmente - incalza Gallo - viene ripristinata la legalita' in Italia, e viene messo fine a una gravissima discriminazione. Quella tra poveri e ricchi sancita dalla legge 40, 'grazie' alla quale solo le coppie abbienti potevano recarsi all'estero per sottoporre l'embrione alla diagnosi preimpianto. Le altre erano costrette a rinunciare alla possibilita' di avere un figlio". I giudici - aggiunge la presidente di Amica Cicogna - stanno adempiendo ai compiti della politica, una politica che non ci ha difesi". Gioia e grande soddisfazione, inoltre, anche per la decisione del Tar del Lazio di chiedere alla Consulta un parere sulla costituzionalita' della legge 40. "Ora - conclude Gallo - speriamo che la Corte costituzionale possa infliggere un'altra sconfitta a questa brutta legge, dandole il colpo di grazia che merita". "La legge 40 in molte delle sue parti non si basa sulle conoscenze scientifiche ma e' il frutto di mediazioni culturali e politiche. Per questo, nella sua applicazione, incontra numerosi ostacoli ed alla fine sono i tribunali che intervengono". Lo afferma Ignazio Marino, presidente della commissione Sanita' del Senato. "E' l'ennesima prova- continua Marino- della necessita' di intervenire sulla parte della legge che lo consente, ovvero sulle linee guida che sono rivedibili ogni tre anni, concepite proprio per adattare l'applicazione della legge ai progressi scientifici". Il compito spetta al ministero della Salute che "da tempo sta lavorando in maniera molto accurata ed approfondita. Siamo in attesa- dice il presidente della commissione Sanita'- da alcuni mesi che le linee guida vengano rese pubbliche e spero lo saranno in tempi molto rapidi". Secondo Marino la situazione attuale si puo' migliorare: per esempio oggi e' possibile congelare con ottimi risultati l'ootide, ossia l'oocita dopo l'ingresso dello spermatozoo, nel momento in cui i due patrimoni genetici del padre e della madre non si sono ancora fusi e non esiste un nuovo Dna. "Qualunque sia la convinzione culturale e religiosa, non credo si possa immaginare che vi sia una nuova persona se non vi e' un nuovo Dna- spiega- Non sarebbe dunque piu' in discussione il congelamento dell'embrione e, inoltre, si risolverebbe il problema di dover sottoporre piu' volte le donne alle stimolazioni ormonali e diminuirebbero i parti plurigemellari perche' il medico potrebbe decidere su base scientifica quanti ootidi utilizzare secondo le condizioni cliniche della donna". Per quanto riguarda la diagnosi preimpianto, conclude Marino, "va evidenziata l'incongruenza della legge, che vieta la diagnosi genetica dell'embrione fecondato e al tempo stesso non puo' obbligare la donna a sottoporsi all'impianto dell'embrione stesso, ma a mio avviso- conclude- per poter modificare questa parte della legge e' comunque necessario un lavoro parlamentare". "La decisione del Tar del Lazio e' l'ultimo di una serie di pronunciamenti contro le linee guida della legge 40, ormai manifestamente ingiusta e dannosa". Lo dichiara Emilia De Biasi, del gruppo Pd-Ulivo. "Vi sono i presupposti sociali e giuridici che consentono l'emanazione delle nuove linee guida su cui da tempo il ministro Turco sta lavorando- aggiunge de Biasi- Con la sentenza del Tar del Lazio si riconferma l'assurdita' della proibizione della diagnosi preimpianto, che rappresenta invece una forma di prevenzione dell'aborto terapeutico. Non ci stancheremo di dire che modificare la legge 40 sarebbe un atto di civilta', di rispetto delle persone e del loro desiderio di genitorialita', in favore della ricerca scientifica che oggi offre inediti strumenti di contrasto alla sterilita'". "Ottima la decisione del Tar del Lazio che boccia le linee guida sulla legge 40 varate dal governo Berlusconi, linee guida che sono piu' restrittive e oscurantiste della legge. Adesso subito nuove linee guida 'rischiarate dalla ragione' al fine di riconoscere alle donne quei diritti che ogni Stato laico e democratico dovrebbe riconoscere". Lo dichiara il ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero. "Stupore e ponderata perplessita'" da parte dell'associazione Scienza & Vita sulle interpretazioni date alla sentenza del Tar del Lazio che interviene sulle Linee guida della Legge 40. "L'esclusione da parte del Tar del Lazio della cosiddetta diagnosi di tipo osservazionale sull'embrione (assolutamente non invasiva)- precisa l'associazione- aprirebbe la porta, secondo i sostenitori del ricorso, alla diagnosi genetica preimpianto che, come la letteratura scientifica ampiamente documenta, e' essa stessa causa di gravi danni per l'embrione. Va comunque detto che proprio per queste ragioni nella sentenza del Tar non c'e' traccia alcuna di un via libera alla diagnosi preimpianto". La diagnosi genetica preimpianto, precisa ancora Scienza & Vita, a sua volta "finisce con il legittimare la selezione a scopi eugenetici degli embrioni che e' espressamente vietata dalla stessa legge 40. Di qui un corto circuito che il legislatore non puo' consentire". Questo il giudizio di Scienza & Vita che individua in questa sentenza una sorta di "strategia giudiziaria a sostegno di quei settori politici e associativi che sin dal primo momento non hanno accettato la difesa del concepito come soggetto titolare di diritti e il bilanciamento delle tutele fra la madre e il concepito, principi di straordinaria civilta'". A questo punto, conclude Scienza & Vita, e' comunque "impensabile che il ministro della Salute possa emanare le nuove Linee guida della legge 40 senza attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale, come e' espressamente richiesto dal Tar del Lazio". "La decisione del Tar del Lazio e' l'ennesima dimostrazione delle ragioni di tutti coloro che hanno sostenuto con forza il referendum: la concreta applicazione della legge che regola la procreazione medicalmente assistita, infatti, sta rivelando gli errori e le contraddizioni che la viziano". Lo dichiara Giulia Bongiorno, deputato di Alleanza nazionale e avvocato penalista. "E' impossibile sanare le storture di questa legge e colmarne le lacune - continua Bongiorno - e occorre una nuova disciplina che dia all'embrione quella tutela che questa legge non assicura minimamente". "La decisione del Tar del Lazio che ha annullato per eccesso di potere le linee guida sulla fecondazione medicalmente assistita e' una buona notizia". Lo afferma Margherita Boniver, deputata di Forza Italia. "Verrebbe cosi' a cadere - aggiunge - una delle tante interdizioni di cui e' infarcita la legge 40, ispirata piu' da principi ideologici ed inapplicabile in molte delle sue parti". "Questo serve a dare speranza - conclude la Boniver - a quelle migliaia di coppie italiane che si sottopongono ad interventi, lungi, dolorosi, costosi ed anche umilianti pur di avere la gioia di essere genitori". "La ministra Turco presenti subito le nuove linee guida della legge 40". Lo dichiara Daniela Dioguardi, capogruppo di Rifondazione comunista in commissione Affari Sociali alla Camera. "La sentenza del Tar del Lazio che considera illegittima la proibizione della diagnosi pre-impianto, e la questione di costituzionalita' sollevata- spiega Dioguardi- rilanciano con urgenza la necessita' di procedere ad una sostanziale revisione di una legge palesemente fallimentare e iniqua che colpisce le donne e il loro diritto ad avere figli". Dalla sua entrata in vigore, aggiunge la deputata del Prc, "la legge sulla fecondazione assistita non ha prodotto nessun risultato se non quello di ridurre le possibilita' di avere figli per le coppie sterili e di fomentare il triste fenomeno del "turismo della provetta". Le nuove linee guida, conclude, "sono quanto mai urgenti, ma se vogliamo eliminare gli aspetti piu' disumani della legge 40 bisogna procedere ad una sua sostanziale modifica". "Ora il ministero della Salute prenda atto al piu' presto della sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e rinviato la norma alla Corte Costituzionale". Questo il commento dell'avvocato Erminio Striani, che ha condotto la battaglia legale per conto della Warm. "Una bella soddisfazione per il riconoscimento dei nostri sforzi nell'interesse della collettivita'. Il Tar del Lazio - spiega Striani all'Adnkronos Salute - oggi ha dato una nuova visione della legge 40 piu' conforme alle esigenze della societa'". Ora si apre un periodo di incertezza normativa. "La legge 40 continua a essere in vigore in attesa del pronunciamento della Consulta. Nel frattempo - aggiunge Striani - la sentenza del Tar fornisce un indirizzo a cui dovrebbe uniformarsi il ministero della Salute nell'emanazione delle nuove linee guida. A meno che - prosegue - non intenda impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. Ma - rileva - nel frattempo le decisioni dei magistrati amministrativi non sono immediatamente esigibili dai cittadini". In pratica, conclude Striani "non e' che domani si possa andare in un centro di procreazione medicalmente assistita e, con la sentenza in mano, si possa esigere dal medico la diagnosi preimpianto o la crioconservazione. Non e' una sorta di cambiale con cui presentarsi alla banca". "La decisione del Tar del Lazio sulle linee guida della legge 40 e' da accogliere con favore, perche' supera l'arretratezza e l'oscurantismo che avevano ispirato l'azione del precedente governo". Lo dice in una nota la deputata dei Verdi, Paola Balducci. Ora, aggiunge, "bisogna sedersi attorno a un tavolo e apportare quei necessari miglioramenti alla legge 40 in grado di venire, in concreto, maggiormente incontro alle esigenze delle donne", senza che, conclude Balducci, "pregiudizi ideologici possano continuare a produrre dannose ingerenze". "Confermiamo il nostro si' alla legge 40 che tutela l'embrione e riteniamo che prima di intervenire sulle linee guida serva attendere la sentenza della Corte Costituzionale, richiesta dallo stesso Tribumale Amministrativo". Lo affermano in una nota congiunta le senatrici del Pd Emanuela Baio e Paola Binetti, che aggiungono: "La legge e' rivolta alle coppie sterili e intende affrontare i problemi di procreazione di chi vive la difficolta' o l'impossibilita' di avere un figlio. Non si rivolge alle coppie portatrici di patologie particolari". "Per queste coppie - sostengono le parlamentari - e' importante accogliere il loro desiderio di avere un figlio. Oggi, fortunatamente, la scienza ci offre dei risultati positivi. Siamo, per esempio, in grado di diagnosticare e curare a livello fetale patologie fino a poco tempo fa curabili solo dopo la nascita. Non e' con l'analisi pre-impianto dell'embrione che si puo' immaginare di affrontare e cercare di dare risposta a un problema cosi' complesso, dal punto di vista sia scientifico che etico". Concludono Baio e Binetti: "Dichiariamo tutta la nostra volonta' e disponibilita' ad affrontare in modo completo, a livello parlamentare, i drammi e i problemi delle coppie con patologie di tipo genetico". "Bene la decisione del Tar del lazio che ha bocciato le linee guida della legge 40. In particolare il Tar ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale articolo 14 della legge 40, ritenendolo in contrasto con l'articolo 332 della Costituzione. Sono in particolare le questioni che noi avevamo ampliamente sollevato in nome dell'interesse della tutela della salute della donna, sia durante l'iter di approvazione della legge che durante la battaglia referendaria". Lo afferma la senatrice Loredana De Petris dei Verdi. "Ora finalmente -conclude la senatrice- si riapre la questione della modifica della legge visto che comunque la Consulta si dovra' pronunciare sulla costituzionalita' di alcuni passi del testo. Finalmente si ripare una speranza per tante coppie". La sentenza del Tar del Lazio che ha annullato le linee guida per eccesso di potere rispetto alla legge nella parte in cui si vieta la diagnosi preimpianto, lascia in una situazione di fermo i centri, che in queste ore stanno cercando di capire, con l'aiuto degli uffici legali, come comportarsi, e cioe' se accogliere o meno le richieste delle coppie di sottoporre gli embrioni da impiantare ai test. 'Di fronte ad una donna con il rischio di concepire un figlio con una malattia genetica, a queste condizioni normative, le direi di andare all'estero' ha spiegato da Bologna il ginecologo Carlo Flamigni, uno dei padri della fecondazione assistita, componente del Comitato Nazionale di Bioetica. La sentenza, ha spiegato, 'ha aperto uno spiraglio ma ancora la porta non e' aperta e, a queste condizioni, la questione della diagnosi preimpianto non e' risolta'. In sostanza, secondo l'esperto, fintanto che la Corte Costituzionale non si sara' espressa sulla eventuale incostituzionalita' del limite massimo di formazione di tre embrioni, la questione dell'analisi genetica preimpianto sara' secondaria: 'per essere utile serve avere infatti piu' embrioni da analizzare'. Si e' creata quindi una situazione di 'grande incertezza' , in attesa delle prossime linee guida (sono gia' passati i tre anni dopo i quali debbono essere aggiornate per legge) e in attesa di un pronunciamento della Consulta, cosi' come richiesto dal Tar. La legge sulla fecondazione "non solo andrebbe cambiata radicalmente, ma certamente andrebbero modificate le linee guida in conformità a sentenze come quelle del Tar e dei tribunali di Firenze e di Cagliari, che hanno ristabilito un minimo di stato di diritto nel nostro paese". Lo afferma la senatrice del Prc-Se Erminia Emprin, che sottolinea "la vocazione autoritaria e l'uso ideologico del potere che le destre hanno fatto in materia di fecondazione assistita. Le linee guida del governo Berlusconi sulla legge 40 sono ancora più restrittive della legge stessa e impediscono anche l'esercizio di quelle poche facoltà che persino la legge 40 consentiva alle donne e agli uomini". 'La sentenza del Tar del Lazio e' una ventata di aria fresca per il Paese in un momento in cui tutto sembra andare male'. Cosi' Rosaria Iardino, componente della Costituente del Pd e Presidente di Npd. 'Questo, infatti -ha aggiunto Iardino- rappresenta un segno di grande civilta' e di modernita'. Un ringraziamento particolare va fatto a mio avviso soprattutto alle Associazioni dei pazienti che si sono battute per ottenere questo risultato, proponendo il ricorso al Tar del Lazio. A questo punto -conclude- spero che la politica si renda conto che le stesse Associazioni dei pazienti dovranno essere coinvolte nella fase di ristesura della legge e da parte mia vigilero' e mi battero' nelle sedi opportune affinche' questo avvenga sin dall'inizio'. "Non si puo' servire Dio e mammona, non si puo' dire no all'aborto e no pure alla diagnosi pre-impianto. La diagnosi fa evitare gli aborti perche' se la vietiamo in caso di malformazione rimane intatto il diritto di abortire". Ad affermarlo e' il senatore Gianfranco Rotondi, segretario della Dc per le Autonomie. "Ancora una volta la magistratura decide di fare politica con sentenze discutibili, soprattutto senza supporto e riscontro scientifico". Lo afferma la deputata Udc, Luisa Capitanio Santolini. "Su questioni come la vita umana e la salute- prosegue Santolini- andrebbe impedita la possibilita' di dare, come invece accade troppo spesso, interpretazioni strumentali e parziali della Costituzione, omettendo di considerare i supremi principi e valori umani cui non e' possibile rinunciare". Queste battaglie condotte dalla magistratura, continua l'esponente Udc, "appaiono in tutta la loro poco confortante chiave ideologica, perche' mirate a infliggere colpi mortali a una legge, la legge 40, valida e fruttuosa per la maggior parte di scienziati ed esperti". Inoltre, sottolinea l'esponente centrista, "spiace constatare come una certa stampa abbia dedicato molto piu' spazio a pareri del tutto ideologici a scapito delle opinioni di ben altro orientamento", peraltro, conclude, "prevalenti nel mondo scientifico, come nel caso specifico della discussione sull'invasivita' delle stimolazioni ovariche". L'agenzia Fides critica duramente la sentenza del Tar del Lazio che 'boccia' la legge 40 sulla fecondazione assistita e ne annulla le linee in guida nella parte che vieta la diagnosi pre-impianto. In questo modo, scrivono don Nicola Bux e don Salvatore Vitello, 'si apre la porta all'eugenetica: alla selezione degli uomini in base alle loro qualita' genetiche'. 'La diagnosi pre-impianto - prosegue l'articolo - consentirebbe di 'selezionare la specie', scegliendo arbitrariamente di concedere o non concedere il 'diritto alla vita', in base a criteri detti 'medici', ma che, dietro lo schermo falso della medicina e della pieta', nascondono una massiccia dose di egoismo ed incapacita' di stare di fronte alla realta', il delirante desiderio di 'determinare l'altro''. La Fides critica anche i 'balletti cultural-politici' sul tema della vita e quei politici, specialmente cattolici che 'non riconoscono chi ha atteggiamenti gravemente ambigui rispetto alla tutela della vita; chi, a giorni alterni, sembra voler dialogare ed esprime attenzione su temi tanto delicati e fondanti e, nella notte, tappezza le citta' di manifesti a difesa dell'aborto e della legge 194'. "La sentenza del Tar del Lazio conferma le precedenti e consolida la giurisprudenza che ritiene illegittimo, per eccesso di potere, il divieto della diagnosi preimpianto dell'embrione nella fecondazione assistita". A dirlo e' Pierluigi Mantini, deputato del partito democratico. "Una giurisprudenza assolutamente condivisibile sul piano delle argomentazioni giuridiche- aggiunge Mantini- e che deve essere recepita con un nuovo decreto da parte del governo". Il sistema attuale "e' un'inutile crudelta' sul corpo delle donne essendo ammesso l'aborto, per gravi malformazioni del feto, che invece potrebbe essere evitato attraverso la diagnosi embrionale". Con la modifica normativa, continua l'esponente del Pd, "si riducono i casi di aborto e di cio' dovrebbero tenere conto, in modo oggettivo, tutti coloro che hanno cara la tutela massima del bene della vita". Il ministro Turco, conclude Turci, "fa bene a promuovere un dibattito per una riforma immediata sul punto". "Invito il ministro Turco a porre fine alla situazione di illegalita', emanando immediatamente nuove linee guida". Lo chiede Marco Cappato, eurodeputato radicale e segretario dell'Associazione Luca Coscioni. "Nemmeno una eventuale crisi di governo sarebbe un buon motivo per sottrarsi a questa fondamentale responsabilita' di fronte a migliaia di coppie e di malati". Secondo Cappato, il ministro della Salute "e' entrata nel quinto mese di ritardo rispetto al termine prescritto dalla legge per l'emanazione delle linee guida". Situazione "gia' di per se' insostenibile, e resa assolutamente intollerabile a seguito del pronunciamento del Tar del Lazio". 'La sentenza del Tar del Lazio, che boccia le linee guida della legge sulla fecondazione assistita, riapre la via alla indagine preimpianto'. Lo afferma Lanfranco Turci, vicecapogruppo alla Camera dei Socialisti e Radicali. 'Dopo la sentenza del tribunale di Firenze - prosegue l'esponente socialista - si tratta di un'ulteriore conferma della indifendibilita' di una norma che scarica il prezzo di una impostazione ideologica integralista sulla vita di coppie portatrici di gravi malattie genetiche, cui e' stato negato dopo la legge 40, il diritto umano e civile a non dover subire tragedie famigliari o il dramma dell'aborto terapeutico. Il ministro della Sanita' deve subito correggere le linee guida di cui anche il Tar ha riconosciuto la illegittimita'. Siamo fiduciosi che la Corte Costituzionale riconoscera' nel prossimo futuro - conclude il parlamentare del Partito socialista - anche la incompatibilita' dei divieti della legge 40 con i principi di liberta' e civilta' giuridica della nostra Corte Costituzionale'. "Mi auguro che come in altri casi la giurisprudenza anticipi modifiche legislative che restituiscano alla donna il diritto di procreare senza il rischio di trasmettere alla creatura malattie genetiche, eliminando anche il rischio di aborto". E' l'auspicio della vicepresidente dei deputati Verdi, Luana Zanella, commentando la sentenza del Tar del Lazio. "La legge 40 e' scritta male e applicata peggio, a causa di linee guida che la rendono ancora piu' restrittiva e insensata". 'Le forzature e le strumentalizzazioni della sentenza del Tar del Lazio sulle linee guida della legge 40, gridate in ordine sparso, sembrano volte a forzare la mano al ministro Turco. In zona Cesarini si vorrebbe stravolgere una legge votata dal Parlamento e confermata da un referendum popolare'. Lo dichiara Elisabetta Gardini, parlamentare di Forza Italia. Per la deputata azzurra 'contrariamente a quanto sostengono i paladini della deriva eugenetica, nella sentenza non c'e' nessun via libera alla diagnosi pre impianto. E' curioso - aggiunge - che gli stessi, pronti a criticare la legge sulla fecondazione medicalmente assistita, perche' a loro giudizio troppo prescrittiva e perche' non lascerebbe alcuno spazio di autonomia al medico, siano al medesimo tempo sostenitori dello studio sulle cure per i neonati fortemente prematuri, questo si' assolutamente prescrittivo'. La portavoce di Forza Italia critica il silenzio di Maura Cossutta, 'che ha seguito sia i lavori della commissione sulle cure per i neonati prematuri, sia lo studio sulla revisione delle linee guida della legge 40, che aveva a suo tempo frontalmente combattuto'. 'E' evidente - conclude - che l'utilizzo di criteri cosí opposti su temi tanto delicati e' l'ennesimo frutto avvelenato del solito accanimento ideologico'. "Sto per presentare un disegno di legge per superare uno dei problemi piu' gravi della legge 40 e consentire finalmente l'accesso alla fecondazione assistita anche alle coppie portatrici di malattie ereditarie, estendendo la possibilita' di ricorso alla diagnosi pre-impianto". Lo annuncia la senatrice del Pd Vittoria Franco, presidente della Commissione Cultura di Palazzo Madama. "La sentenza del Tar di ieri conferma la possibilita' di ricorrere alla diagnosi pre-impianto, che le linee guida dell'ex ministro della Salute Sirchia avevano di fatto cancellato, ma che la legge non nega esplicitamente - spiega Franco - Il problema fondamentale resta pero' che l'accesso alla fecondazione assistita e' consentito dalla legge 40 solo alle coppie con problemi di infertilita' e non a quelle che sono portatrici di malattie ereditarie, che piu' avrebbero bisogno della diagnosi pre-impianto". "Per questo voglio presentare un disegno di legge che superi questo problema. Si tratta di un Ddl che potrebbe trovare un'ampia convergenza in Parlamento. La legge 40 e' inattuabile, piena di contraddizioni, come hanno dimostrato ormai molte sentenze civili e ieri quella del Tar: e' chiaro che andrebbe modificata. Nell'attesa, tuttavia - conclude Franco - confidiamo in questo Ddl e nelle nuove linee guida del ministero per chiarire almeno i punti piu' controversi". 'La decisione del Tar del Lazio e' l'ultimo di una serie di pronunciamenti contro le linee guida della legge 40/04, ormai palesemente sbagliata e ingiusta'. Lo dichiara Amalia Schirru, del gruppo Pd-Ulivo. 'Vi sono i presupposti sociali e giuridici che consentono l'emanazione delle nuove linee guida su cui da tempo il ministro Turco sta lavorando' continua Schirru. 'Con la sentenza del Tar del Lazio - secondo Schirru - si riconferma per l'ennesima volta l'assurdita' della proibizione della diagnosi preimpianto. A Cagliari, gia' nel settembre dello scorso anno, con una sentenza del Tribunale, si autorizzo' la diagnosi preimpianto prima di procedere con le tecniche di fecondazione in vitro poiche' la madre era portatrice di talassemia, malattia molto diffusa in Sardegna'. Quest'ultimo pronunciamento, conclude l'esponente Pd, 'rappresenta quindi l'ennesima conferma di come sia ora necessario ribadire la revisione della legge 40/04, come atto di civilta', di rispetto delle donne e dei legittimi desideri della coppia di avere un bimbo sano, oltre che favorire la ricerca scientifica'. "La decisione del Tar del Lazio sulle linee guida della legge 40 ancora una volta conferma come il Parlamento rischia di non essere piu' sovrano e che parte della magistratura invade pesantemente il campo sostituendosi anche alle evidenze scientifiche pur nel rispetto della liberta' dei cittadini". Ad affermarlo e' Domenico Di Virgilio, deputato di Forza Italia. "La tutela della vita -conclude Di Virgilio- salvaguardata e al centro di tutte le dichiarazioni universali ed europee e del Comitato nazionale di bioetica, rischia di essere compromessa da conflitti scatenati da pura ideologia politica e da interessi settoriali". "Mi auguro che la giustizia civile non agisca da grimaldello per scardinare i principi della legge 40 e aprire la fecondazione assistita all'eugenetica". E' quanto dichiara Barbara Saltamartini, coordinatrice nazionale del dipartimento pari opportunita' di An e membro dell'esecutivo nazionale di Alleanza nazionale. "Gli italiani -prosegue Saltamartini- hanno espresso la loro volonta' in merito con un referendum e non e' facendo leva su tecnicismi che si puo' pensare di annullare la legittimita' di una consultazione popolare. Se si vuole aprire una discussione, la sede piu' opportuna e' il Parlamento e non certamente i tribunali". Una 'decisione priva di fondamenti, perche' gia' a suo tempo la Corte Costituzionale aveva giuficato che le eccezioni di costituzionalita' alla legge 40 non sussistevano': commenta cosi' Olimpia Tarzia, vicepresidente della Confederazione italiana dei consultori cristiani. 'Si tratta di una sentenza - secondo la Tarzia - discutibile dal punto di vista tecnico ma, soprattutto, con ricadute gravissime dal punto di vista culturale e politico'. 'La legge 40 - spiega - ha fatto passi importanti in direzione della difesa del diritto alla vita, riconoscendo la soggettivita' del feto. In questo momento di positivo dibattito proprio sui temi della vita, mi sembra un passo indietro rimetterla in discussione'. 'La legge - conclude - e' chiara sul divieto di diagnosi pre-impianto e le linee guida non possono contraddirne l'impianto'. "Soddisfazione per questa nuova sentenza del Tar che si pone in linea con quanto da sempre sostenuto dall'Associazione". Ad esprimerla e' la Consulta di bioetica a proposito della pronuncia del Tar del Lazio che annulla le linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. "La legge 40- aggiunge la nota della Consulta di bioetica- resta una pessima legge da abolire in gran parte". La nuova sentenza del Tar, conclude la nota dell'associazione, "e' un ulteriore passo in questa direzione e premia l'impegno delle associazioni che con fatica hanno promosso il ricorso. Benvenuta". "La diagnosi genetica preimpianto, invocata dalle associazioni che hanno proposto il ricorso al Tar, mira a distruggere l'embrione ritenuto malato, non a salvarlo". Cosi' Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita. "Resta intatto - sottolinea Casini - il limite dell'articolo 13 secondo cui le indagini genetiche sull'embrione possono essere effettuate solo per salvare la vita o la salute dell'embrione stesso. Rimane percio' vietata l'indagine genetica richiesta dalle associazioni interessate ad allargare gli spazi di permissivita' della legge 40, e il ministro della Salute Livia Turco non potra' andare, nelle formulazione delle nuove linee guida, contro il dettato legislativo. Tant'e' che lo stesso Tar ha sentito il dovere di specificare che finche' la Consulta non si pronuncia la legge resta in vigore e il ministro deve applicarla". Secondo il presidente del Mpv, "dalla lettura dei giornali che annunciano la caduta del divieto di diagnosi preimpianto per effetto della sentenza del Tar Lazio si ottiene un'idea molto falsata della situazione. Una falsita' aggravata dallo scopo di questi commenti diretti a premere sul ministro della Salute perche' formuli linee guida sulla Pma piu' permissive di quanto la legge 40 permetta. In verita' il Tar si e' limitato a eliminare dalle linee guida del precedente ministro la parola 'osservazionale', perche' ha ritenuto che l'indagine sulla salute dell'embrione in provetta fosse consentita dalla legge con strumenti diversi dal microscopio. Ma ha giustamente affermato che l'autorita' amministrativa non puo' violare la legge. La parola 'osservazionale' - conclude Casini - non si trova nella legge e dunque una volta cancellata sara' possibile usare anche mezzi diversi dal microscopio, sempre che il Consiglio di Stato, in appello, non riformi la decisione del Tar". "Chiedo formalmente al Capo dello Stato, in qualita' di presidente del Csm, e al suo Vice di intervenire, aprendo procedimenti disciplinari che coinvolgano anche il Consiglio di giustizia amministrativa". A chiederlo e' la senatrice Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale famiglie e giovani di Forza Italia. Secondo Burani Procaccini, Giorgio Napolitano e Nicola Mancino dovrebbero intervenire di fronte all"'ennesima sentenza di un tribunale, stavolta quello amministrativo, che ribalta una legge di Stato, validata dalla Corte Costituzionale e da un referendum". Il tutto, secondo la senatrice azzurra, si tradurrebbe in "un atto di insubordinazione alle leggi e alla divisione dei poteri. Non spetta ai tribunali legiferare - incalza Burani Procaccini in una nota - ma solo applicare le leggi e, eventualmente, chiedere alla Consulta il pronunciamento di legittimita'". Il continuo attentato alla potesta' parlamentare e alle prerogative della Corte - continua l'esponente forzista - dimostrano come ci sia un atteggiamento di vera e propria usurpazione dei poteri che andrebbe sanzionato come attentato alla Costituzione della Repubblica. Siamo stanchi - conclude - di assistere a questo continuo spettacolo di protagonismi giudiziari, che vanno bloccati nell'interesse supremo del popolo italiano". "Prima il tribunale di Firenze, poi il Tar di Roma, hanno messo ancora una volta al centro del dibattito una questione di civiltà: le linee guida della legge 40 vanno riviste al più presto, tenendo conto di queste sentenze". Lo afferma l'eurodeputato del Partito Socialista Alessandro Battilocchio. "Auspico che da oggi - aggiunge l'eurodeputato - temi importanti come questo non siano più monopolio di chi considera l'etica sovraordinata al diritto, e cioè di quell'alleanza tutta italiana tra cattolici vari che è complice delle ormai sistematiche interferenze di un Vaticano rischia di far tornare indietro l'orologio della storia". 'Non si strumentalizzi la sentenza del Tar del Lazio per andare contro la Legge 40'. E' il commento di Dorina Bianchi (Pd), Vicepresidente della Commissione Affari Sociali di Montecitorio. 'La legge 40 -ha continuato Dorina Bianchi- ha avuto il grande merito di disciplinare un settore diventato un vero e proprio far-west, privo di regole e privo di tutela giuridica a difesa delle coppie e delle donne'. 'Sulle linee guida -ha concluso- ho gia' espresso critiche appena furono emanate dall'allora ministro della Salute Girolamo Sirchia e resto convinta sia giusto che si preveda la possibilita' di ricorrere alla diagnosi pre-impianto per quelle coppie portatrici di malattie genetiche gravi'. 'Presenteremo una diffida al ministero della Salute e alle Regioni perche' includano la diagnosi pre-impianto e le tecniche di fecondazione assistita nei livelli essenziali di assistenza Lea, rendendo cosi' tali prestazioni gratuite'. Lo ha annunciato l'avvocato Gianluigi Pellegrino, tra gli estensori del ricorso al Tar. 'Una volta accertato dal Tar che anche la diagnosi pre-impianto e' consentita dalla legge e che era illegittimamente negata dalle linee guida - ha spiegato Pellegrino - noi chiediamo con una diffida, rivolta sia al ministero della salute sia a ciascuna Regione, di inserire nei Lea l'intero 'pacchetto' delle prestazioni connesso alla fecondazione assistita e in particolare la diagnosi pre-impianto'. Infatti, ha sottolineato il legale, e' 'davvero assurdo che oggi, del tutto correttamente, l'interruzione volontaria di gravidanza sia nei Lea mentre non lo siano le prestazioni per la fecondazione assistita'. La situazione di 'incertezza non tutela la salute dei cittadini'. Quindi e' necessario emanare 'con urgenza le nuove linee guida insieme alle associazioni di tutela dei cittadini'. Lo afferma Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato dopo la sentenza del tar che annulla le linee guida sulla legge 40 per la procreazione medicalmente assistita. 'Ci chiediamo - afferma l'associazione - chi prenderà in mano questa situazione in un momento di crisi politica e soprattutto chiediamo che, nella revisione delle linee guida, siano coinvolte le associazioni di tutela del diritto alla salute attraverso l'avvio di uno specifico tavolo di lavoro. In questo momento perdura la situazione di disparità fra cittadini, fra chi ha i soldi e chi non ce li ha, tra cittadini sani e cittadini affetti da patologie croniche e/o rare, fra coloro che possono accedere alle cure all'estero e chi deve subire la trafila e l'incertezza del nostro paese. E questo ci sembra intollerabile'. Cittadinanzattiva, inoltre, annuncia che interverrà in sede legale per il riconoscimento, tra l'altro, dei danni alle coppie che hanno avuto gravidanze plurime, aborti e riduzioni embrionarie mettendo a rischio la vita e l'integrità psicofisica propria e dei nascituri, in base al principio della tutela della salute richiamato dagli articoli 32 e 13 della Costituzione. - Italia. Camera dice si' a conservazione autologa staminali cordonali, anche presso banche private Le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio riunite congiuntamente hanno approvato un emendamento a prima firma dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno (1) al decreto mille proroghe (2) che permettera' la conservazione autologa e anche presso banche private delle staminali del cordone ombelicale. L'emendamento e' stato approvato all'unanimita' con il parere favorevole di entrambe i relatori delle due commissioni e del Governo. Questo il testo: All'articolo 8 aggiungere il seguente articolo 8 bis: Articolo 8 bis (disposizioni inerenti la conservazione di cellule staminali del cordone ombelicale) E’ prorogato al 30 giugno 2008 il termine di cui all’articolo 10 comma 3 della legge 219 del 2005, per la predisposizione, con decreto del Ministero della Salute, di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali. A tal fine, e per incrementare la disponibilita' di cellule staminali del cordone ombelicale ai fini di trapianto, e' autorizzata la raccolta autologa, la conservazione e lo stoccaggio del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private autorizzate dalle regioni o dalle provincia autonome, sentiti il CNT e il CNS. La raccolta avviene senza oneri per il SSN e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessita' per paziente compatibile. In relazione alle attivita' sopra descritte, con il medesimo decreto, il Ministero della Salute regolamenta le funzioni di coordinamento e controllo svolte dal CNT e dal CNS per le rispettive competenze. (1) e firmato dagli altri deputati della Rosa nel Pugno Marco Beltrandi, Cinzia Dato, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco. (2) DL 248/07: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria - Italia. Interrogazione Poretti (Rnp) su difficolta' conservazione autologa all'estero delle staminali cordonali Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno: Secondo l'ultima ordinanza del ministero della Salute recanti “Misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale”, attualmente in Italia i cordoni ombelicali si possono solo donare, per la conservazione autologa e' invece consentita l'esportazione all'estero. Per farlo si prevede l'obbligo di allegare alla richiesta di autorizzazione una documentazione attestante l'avvenuto counselling (mediante colloquio telefonico) con il Centro nazionale per i trapianti. Sono molte le persone che hanno denunciato le difficolta' crescenti nello svolgimento di questo counselling. Sono stati registrati lunghi tempi di attesa (anche in casi dichiarati di parto imminente), tempi di durata dei colloqui estremamente lunghi (in alcuni casi di ore) e discutibilita' delle informazioni fornite (sotto l'aspetto della fondatezza e dell'obiettivita' scientifica in merito alla pratica della conservazione autologa). Un altro grave ostacolo, che in caso di parto prematuro rende impossibile l'esportazione del cordone, e' il rifiuto da parte del Centro nazionale trapianti di svolgere il counselling prima del 30mo giorno antecedente la data presunta del parto. La settimana scorsa e' stato approvato nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio un emendamento a mia prima firma (1) al decreto mille proroghe che permettera' la conservazione autologa in Italia anche presso biobanche private. Spero che l'emendamento, approvato all'unanimita' e con il parere favorevole di entrambi i relatori delle due commissioni e del Governo, possa ottenere un consenso positivo anche in aula, e quindi al Senato. In futuro queste difficolta' burocratiche dovrebbero finire anche grazie alla possibilita' di conservare le staminali del cordone in Italia, ma nel frattempo le mamme che desiderano farlo sono sottoposte ad inutili trafile, tendenti a scoraggiarle. Ecco perche' insieme ai deputati radicali della Rosa nel Pugno si e' rivolta al ministro della Salute un'interrogazione per sapere: - come sia individuato, selezionato e formato il personale addetto al counselling da parte del Centro Nazionale Trapianti e quali requisiti professionali abbia; - quale sia il costo sostenuto dal Centro nazionale trapianti per sostenere l'attivita' di counselling, includendo in cio' sia i costi per il personale e la sua eventuale formazione che i costi di struttura e di esercizio dell'attivita' (uffici, costi telefonici, costi per l'archiviazione dei dati, ecc.); - quale sia la finalita' del counselling previsto dall'ordinanza; - quali siano i risultati del counselling in termini di cittadini convinti a procedere alla donazione del cordone invece che alla conservazione privata, e quante donazioni siano conseguentemente andate a buon fine; - se esiste una normativa che stabilisca che il counselling debba essere effettuato entro i 30 giorni antecedenti al parto e in caso negativo per quali ragioni i cittadini non vengano ammessi in un momento precedente; - per quale ragione al counselling vengano ammesse solamente le future madri e non i futuri padri che lo richiedano. il testo integrale dell'interrogazione: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=786 (1) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=783 - Italia. Spoleto. Convegno sulle staminali cordonali Pubblichiamo un articolo apparso su Spoletonline.com lo scorso 18 gennaio 2008. Un convegno per discutere sulle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. E' quanto ha organizzato l'arcidiocesi di Spoleto-Norcia, nel tradizionale convegno che segue la festa del patrono S. Ponziano, e che si è tenuto oggi venerdì 15 gennaio. L'evento è stato curato, oltre che dalla diocesi, dall'Associazione Scienza e Vita di Spoleto, dalla Asl numero 3 dell'Umbria e dal Comune di Spoleto. A parlare dell'attualità e delle prospettive delle cellule staminali, definite alleate per il futuro, ci sono stati molti esperti e studiosi: il professor Salvatore Mancuso del comitato etico Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha parlato dell'importanza del prelievo del cordone ombelicale nei punti nascita; la prof.ssa Gabriella Girelli, direttore dipartimento di medicina trasfusionale del policlinico Umberto I di Roma, che trattato la donazione di cellule staminali da sangue di cordone ombelicale; il prof. Carlo Petrini, della presidenza dell'Istituto Superiore di Sanità, ha parlato dei valori etici della donazione solidaristica, dedicata e per uso proprio. Le conclusioni sono state tratte dal prof. Ignazio Marino, presidente della commissione sanità del Senato. Il convegno di Spoleto si è tenuto in concomitanza con un importante passo nel mondo delle cellule staminali umane, che è sempre di più in rapido sviluppo. Alcuni scienziati, infatti, sono riusciti in vari laboratori a “riprogrammare” cellule umane prelevate da donatori adulti per produrre cellule staminali pluripotenti, che assomigliano nelle loro caratteristiche principali alle cellule staminali embrionali, compreso il potenziale di differenziazione. Forse presto sarà possibile usare questa procedura nella routine, per isolare e coltivare cellule staminali per i pazienti. “Per tutte le cellule staminali, ha detto il senatore Marino, è sempre importante controllare quattro elementi fondamentali: il rischio di trasmissione da parte del donatore di malattia infettiva o genetica; il rischio di contaminazione o danno delle cellule che potrebbe verificarsi durante il procedimento della loro preparazione; il tipo, la purezza e la potenzialità delle cellule presenti nel ‘tessuto' da impiantare; la sicurezza, e efficacia delle cellule staminali in vivo. Credo sia necessario, ha concluso, per il nostro paese regolamentare e, dove eticamente possibile, incentivare sia la ricerca sia l'utilizzo clinico di queste terapia con cellule staminali per migliorare la salute dei pazienti, limitare abusi, e mantenere il nostro paese all'avanguardia sia nel campo biotecnologico che in quello etico”. L'ospedale di Spoleto, insieme, a quello di Terni è l'unico in Umbria ad avere l'autorizzazione per il trapianto della placenta e del cordone ombelicale per ricavarne le cellule staminali. Le cellule vengono conservate a freddo, e scongelate e coltivate quando si presenta una necessità terapeutica. Il trapianto di queste cellule può essere sia autologo che allogenico. Le cellule staminali di origine adulta sono utilizzate da più di quaranta anni per la cura delle persone colpite da gravi malattie ematologiche, sia neoplastiche (leucemie, linfomi, mielosa multiplo, ecc..) che non neoplastiche (talassemie, aplasie midollari ecc..) ed altre rare patologie sia di natura congenita che acquisita. Il trapianto di midollo osseo rappresenta la terapia primaria in molte malattie ematologiche neoplastiche e non neoplastiche. Il primo trapianto a base di cellule staminali è stato proprio con il midollo osseo nel 1968. "La ricerca e l'applicazione clinica per trapianti di cellule staminali sono forse l'argomento medico di più moderno interesse, la scoperta biologica di più forte potenzialità, e il soggetto di più contrastanti dibattiti etici e di attenzione internazionale da parte dei cittadini e dei media. L'uso di cellule staminali nella medicina rigenerativa è volto a creare "tessuti" umani ex-vivo per trapiantarli in pazienti la cui malattia è causata da degenerazione o danno di cellule, tessuti, e organi. Attualmente i progressi più importanti nella ricerca sulle cellule staminali, sia embrionali che adulte, riguardano soprattutto la messa a punto di protocolli per isolarle e coltivarle, per indurre la loro differenziazione nei vari tipi cellulari, e per comprendere i meccanismi che conferiscono a queste cellule la loro caratteristica più importante, ossia la pluripotenza o multipotenza. Proprio in questi giorni un altro importante passo è stato compiuto nel mondo delle cellule staminali umane, che è sempre di più in rapido sviluppo. Alcuni scienziati, infatti, sono riusciti in vari laboratori a “riprogrammare” cellule umane prelevate da donatori adulti per produrre cellule staminali pluripotenti, che assomigliano nelle loro caratteristiche principali alle cellule staminali embrionali, compreso il potenziale di differenziazione. Forse presto sarà possibile usare questa procedura nella routine, per isolare e coltivare cellule staminali per i pazienti. Parallelamente alla ricerca sulle staminali embrionali, anche le staminali adulte sono oggetto di studio per il loro possibile impiego terapeutico nella medicina rigenerativa. In particolare, negli ultimi cinque anni, il mondo scientifico ha assistito con interesse crescente ai progressi avvenuti nella ricerca sulle cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale, sia ematopoietiche, che multipotenti per vari tipi cellulari. Si è scoperto che sia il sangue che l'epitelio e il connettivo del cordone ombelicale, rappresentano una fonte di cellule staminali multipotenti utilizzabili per generare diversi tipi cellulari, quali ad esempio cellule della linea ematopoietica, piastrine, epatociti, mioblasti, cheratinociti, dendriti, cellule dell'endotelio, cellule del pancreas. I risultati finora ottenuti indicano che la differenziazione delle cellule staminali del cordone ombelicale in progenitori di cellule adulte di vario tipo, può costituire una valida strategia alternativa per la terapia cellulare di molte malattie. Poiché il cordone ombelicale viene di solito gettato via dopo la nascita, la raccolta delle cellule staminali in esso contenute non implica alcuna procedura invasiva, né problemi di tipo etico. Le cellule vengono conservate a freddo, e scongelate e coltivate quando si presenta una necessità terapeutica. Il trapianto di queste cellule può essere sia autologo che allogenico. Le cellule staminali di origine adulta sono utilizzate da più di quaranta anni per la cura delle persone colpite da gravi malattie ematologiche, sia neoplastiche (leucemie, linfomi, mielosa multiplo, ecc..) che non neoplastiche (talassemie, aplasie midollari ecc..) ed altre rare patologie sia di natura congenita che acquisita. Il trapianto di midollo osseo rappresenta la terapia primaria in molte malattie ematologiche neoplastiche e non neoplastiche. Il primo trapianto a base di cellule staminali e' stato proprio con il midollo osseo nel 1968. L'efficacia di questi trapianti di cellule staminali ematopoietiche adulte e' limitata, e le possibilità di successo sono ridotte a causa delle difficoltà di ricerca di un donatore compatibile nel Registro internazionale dei donatori di midollo osseo. Si stima che circa il 40-50 per cento dei pazienti per i quali è indicato il trapianto di cellule staminali ematopoietiche non dispone di un donatore compatibile nell'ambito familiare o nei registri internazionali dei donatori volontari di midollo osseo. Una importante opportunità per questi pazienti è rappresentata oggi dalla raccolta del cordone ombelicale. Attualmente, infatti, le cellule staminali ematopoietiche possono essere ottenute anche dal sangue del cordone ombelicale, con l'importante vantaggio di una minore frequenza di rigetto. Inoltre, allo stato attuale delle conoscenze, anche le cellule mesenchimali del cordone ombelicale possono essere considerate una valida fonte di staminali multipotenti, che si spera di poter usare in futuro per l'applicazione clinica e per la medicina rigenerativa, superando i problemi di natura etica suscitati dall'utilizzo delle cellule staminali embrionali. Il loro potenziale di differenziazione le colloca in una posizione intermedia fra le cellule staminali embrionali e le staminali adulte; inoltre esse mostrano un alto tasso di proliferazione e una buona capacità di auto-rinnovamento. Per tutte le cellule staminali è sempre importante controllare quattro elementi fondamentali: il rischio di trasmissione da parte del donatore di malattia infettiva o genetica; il rischio di contaminazione o danno delle cellule che potrebbe verificarsi durante il procedimento della loro preparazione; il tipo, la purezza e la potenzialita' delle cellule presenti nel ‘tessuto' da impiantare; la sicurezza, e efficacia delle cellule staminali in vivo. Credo sia necessario per il nostro paese regolamentare e, dove eticamente possibile, incentivare sia la ricerca sia l'utilizzo clinico di queste terapia con cellule staminali per migliorare la salute dei pazienti, limitare abusi, e mantenere il nostro paese all'avanguardia sia nel campo biotecnologico che in quello etico". - Gb. Lo sperma si prendera' dal midollo osseo della donna Sperma dal midollo della donna, che renderebbe di fatto l'uomo "superfluo" per la procreazione, ma anche ovuli dal midollo di un uomo, che per la prima volta potrebbe finalmente "fare da se'" e provare l'ebbrezza di un concepimento senza femmina. Non e' una chimera, ma il risultato sorprendente di alcune ricerche scientifiche in diversi laboratori nel mondo, che se fossero confermate dalla sperimentazione umana potrebbero rendere il fare l'amore con una persona di sesso opposto per generare un figlio un ricordo del passato, tutt'al piu' un piacere un po' demode'. Il risultato piu' sorprendente, riportato dalla rivista New Scientist, e' quello di Karim Nayernia, biologo dell'Universita' di NewCastle: con il suo staff si dice in grado di convertire le cellule del midollo osseo femminile in sperma, e quelle del midollo maschile in ovuli. Una sorta di "autoriproduzione", gia' allo stadio avanzato sui topi di laboratorio, che utilizza un massiccio bombardamento di sostanze chimiche e vitamine per "convincere" le staminali del midollo a diventare spermi o ovuli in grado di fecondare o essere fecondati. Entro due anni, garantisce Nayernia, potra' essere creato sperma 'femminile' al primo stadio, ed entro cinque sara' pronta la prima cellula spermatica autoprodotta da una donna in grado di fecondare. Una rivoluzione copernicana che potrebbe consentire anche agli omosessuali di fare figli, fermo restando che l'utero di una donna resta imprescindibile (almeno fino a qualche altra scoperta rivoluzionaria) per portare a termine una gravidanza. Risultati sorprendenti anche per il team di ricerca dell'Istituto Boutantan a San Paolo del Brasile, dove sono stati sviluppati spermatozoi e ovuli partendo dalle cellule staminali di embrioni di topi maschi. Le stesse tecniche, una volta messe a punto, potrebbero se non altro consentire il prelievo di staminali da donatori adulti senza dover ricorrere agli embrioni. Senza contare la possibilita' di procreare che verrebbe offerta quasi "miracolosamente" a malati di cancro divenuti infertili, o alle coppie infertili in senso assoluto. Certo, i problemi ci sono: intanto, da ovuli e spermi creati dalla donna nascerebbero solo donne, vista la mancanza del cromosoma Y; e poi i topi che hanno fatto da cavia non se la passano benissimo, e manifestano problemi di salute alcuni mesi dopo gli esperimenti. Senza contare le infinite problematiche etiche, che pero' gli autori delle ricerche respingono al mittente, in nome, assicurano, "del progresso della scienza". - R.Ceca. E' la mamma l'architetto delle proteine E' da mamma che ereditiamo le 'impalcature genetiche' per costruire i 'ribosomi', che sono le fabbriche cellulari di proteine. Infatti uno studio in parte italiano pubblicato sulla rivista Science ha svelato che, in fase di concepimento, spetta alla mamma dare al futuro embrione il 'nucleolo', un 'blocco' di materiale genetico importantissimo, contenente gran parte dell'informazione genetica per tirar su le fabbriche delle proteine, i ribosomi, che serviranno per tutta la vita ad ogni singola cellula del nostro corpo. La scoperta si deve a un gruppo internazionale di ricercatori diretto da Josef Fulka dell'Istituto di Scienza Animale della Repubblica Ceca, insieme con Chiara Palmieri del dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Universita' di Teramo. Lo studio e' importante perche' fornisce una delucidazione in piu' sulla ripartizione dei compiti materni e paterni nella creazione di una nuova vita ed e' un'indicazione indispensabile nelle tecniche di clonazione. Nel concepimento, quando spermatozoo e cellula uovo si uniscono, il patrimonio genetico della prima cellula dell'embrione, lo zigote, e quindi quello che sara' il patrimonio genetico del nascituro, e' ereditato per meta' da mamma, per meta' da papa'. Tuttavia la mamma da' anche al nascituro i mitocondri, che sono degli organelli cellulari 'autonomi', dotati di un proprio codice genetico, con funzione importantissima in quanto sono le centraline elettriche della cellula. Finora pero' rimaneva da capire da quale dei due genitori ereditiamo il nucleolo. Questo e' un altro preziosissimo organello della cellula. Custodito nel nucleo cellulare, contiene dei geni vitali, quelli per gli 'Rna ribosomali', i mattoni principali delle fabbriche di proteine, i ribosomi. Ebbene studiando embrioni di topo e maiale, gli esperti hanno scoperto che anche in questo caso e' la mamma a 'metterci del suo'. Solo i nucleoli materni, infatti, vanno a finire nello zigote e quindi saranno ereditati dal nascituro. La scoperta non e' cosa da poco, infatti gli scienziati hanno visto che quando si sostituiscono ai nucleoli materni quelli di altre cellule, il sistema va in 'avaria' e l'embrione che si sviluppa e' malformato, scoperta importante per procreazione e per tecniche di clonazione in ambito veterinario. - Italia. Firenze. A Careggi sistema per ricostruire mammella Arriva a Firenze, all'ospedale di Careggi, direttamente dagli Stati Uniti e si chiama 'Celution system'. E' un marchio depositato di un'apparecchiatura gia' in sperimentazione in Giappone e negli Usa e che consente di effettuare il trapianto di tessuto adiposo per ricostruire la mammella dopo interventi di mastectomia o migliorare i risultati estetici dopo interventi chirurgici alla mammella. Ad utilizzarla sara' la Breast unit dell' Azienda ospedaliero -universitaria Careggi, diretta da Luigi Cataliotti, direttore del dipartimento di oncologia, nell'ambito di uno studio europeo di cui il gruppo clinico fiorentino sara' capofila in Italia. Lo studio riguardera', per i prossimi due anni, la valutazione dei risultati sulle pazienti che verranno sottoposte a trattamento. Questo sistema utilizzato dopo interventi di mastectomia si associa alla protesi per ottenere un risultato ricostruttivo piu' stabile, piu' completo e naturale. Dopo interventi di chirurgia conservativa e radioterapia, ha lo scopo di correggere i risultati estetici insufficienti che talvolta si osservano. La differenza rispetto al classico lipofilling (iniezione di grasso centrifugato) e' che questa apparecchiatura consente di selezionare in modo specifico la colonia di cellule staminali progenitrici di cellule adipose che rende stabile e duraturo il trapianto di grasso. In Giappone il 'Celution system' e' stato gia' utilizzato per la riparazione dei danni da radioterapia dopo la chirurgia conservativa della mammella, mentre negli Usa per la riparazione nei danni coronarici da infarto del miocardio. L'apparecchiatura approda per la prima volta in Europa proprio a Careggi e, sempre qui a Firenze, verra' verificata la possibilita' di conservare le cellule staminali adipose attraverso l'attivazione di un progetto di ricerca correlato che vedranno coinvolti Mario Pazzagli e Paola Romagnani, del dipartimento di fisiopatologia clinica dell'universita'. - Italia. Umbria. Assessore Sanita': incremento costante di donazioni "In Umbria sono stati raggiunti risultati significativi per le donazioni di organi e tessuti, con un incremento costante anche nei trapianti, ma ancora non sono sufficienti a far fronte alle necessita' dei pazienti in lista di attesa". Lo ha detto l'assessore regionale alla Sanita' Maurizio Rosi, nel commentare i dati relativi al 2007 del 'Centro regionale trapianti', illustrati stamani a Perugia dal coordinatore Cesare Gambelunghe (presenti, tra gli altri, il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia Walter Orlandi e la coordinatrice della Commissione politiche di coesione sociale dell'Associazione nazionale Comuni Umbria Rita Zampolini). Nell'anno appena trascorso, e' stato detto, i donatori di organi in Umbria sono stati 15 (4 in piu' del 2006), in rapporto al milione di popolazione il 18,6 (nel 2006 la percentuale era di 12,1) a fronte della media nazionale pari al 19,3. I 41 organi prelevati sono stati offerti per i trapianti di rene (28) e per trapianti salvavita di fegato (11) e di cuore (2). I donatori di tessuto oculare sono stati 16 (2 in piu' del 2006), i prelievi sono avvenuti nelle Aziende ospedaliere di Perugia (8), Terni (4) e negli ospedali di Foligno (2) e Citta' di Castello (2). In 19 anni, dall'agosto 1988 al dicembre 2007 in Umbria sono stati effettuati 359 prelievi di reni, 95 di fegato, 39 di cuore, 26 di polmoni, 25 di pancreas e 1 di intestino. "Dati che mostrano il notevole contributo dato da una piccola regione come l'Umbria alle necessita' dei malati e al Sistema nazionale trapianti", ha sottolineato il professor Gambelunghe evidenziando che "nella donazione di cellule staminali emopoietiche (midollo osseo) da non consaguinei l'Umbria e' al terzo posto in Italia" ed il suo apporto si misura anche con la conseguente diminuzione delle liste di attesa per i trapianti di rene, "con un risparmio - ha detto Gambelunghe - nella spesa sanitaria di 9 mln l'anno, in quanto si abbattono i costi della dialisi". Secondo il coordinatore del 'Centro Regionale trapianti' "nel 2007 e' stato ottenuto un notevole successo per le "non opposizioni alla donazione di organi e tessuti", scendendo dal 42,8 per cento del 2002 al 15 per cento del 2007, il miglior risultato a livello nazionale, ma occorre un ulteriore sforzo'. Per questo, ha rilevato l'assessore Rosi "riveste notevole importanza l'accordo raggiunto dalla Regione con 'Anci' e Centro trapianti per la campagna di donazione che coinvolgera' tutti i Comuni umbri, con la consegna di una tessera per esprimere la propria volonta' e un'adeguata formazione per il personale". - Vaticano. Benedetto XVI: fecondazione artificiale lede dignita' umana Dura condanna del Papa delle tecniche di fecondazione artificiale, di qualsiasi tipo. Non c'e' vero 'progresso' se la scienza non rispetta la 'dignita'' di ogni uomo -pontifica Benedetto XVI-, ma in alcune tecniche riproduttive come la 'fecondazione artificiale extracorporea' o nei 'tentativi di clonazione' la scienza ha 'infranto la barriera posta a tutela della dignita' umana'. La forte presa di posizione del Papa si trova in un discorso alla Congregazione per la dottrina della fede, in cui ha toccato anche i temi della chiesa di Cristo che 'sussiste' in quella cattolica e del dovere della Chiesa di evangelizzare anche 'nei tempi del dialogo interreligioso'. Il doppio binario dell'intervento papale nasce dal fatto che Benedetto XVI ha preso le mosse da due documenti elaborati quest'anno dalla Congregazione che vertono appunto su ecumenismo e bioetica. Benedetto XVI condanna dunque la fecondazione extracorporea senza ulteriori dettagli (la legislazione italiana, per esempio, con la legge 40 distingue invece tra omologa ed eterologa). La preoccupazione di papa Ratzinger e' che le tecniche riproduttive si traducano in manipolazioni lesive della dignita' umana: 'I nuovi problemi connessi, ad esempio, con il congelamento degli embrioni umani, con la riduzione embrionale, con la diagnosi preimpiantatoria, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali e con i tentativi di clonazione umana mostrano chiaramente come, con la fecondazione artificiale extracorporea, sia stata infranta la barriera posta a tutela della dignita' umana'. 'Quando esseri umani, nello stato piu' debole e indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati quale puro 'materiale biologico', come negare che essi siano trattati non piu' come un 'qualcuno', ma come un 'qualcosa', mettendo cosi' in questione il concetto stesso di dignita' dell'uomo?'. Alla Congregazione di cui e' stato prefetto per quasi 24 anni, papa Ratzinger raccomanda di 'seguire con particolare attenzione i problemi difficili e complessi della bioetica': il magistero della Chiesa, ha spiegato, 'non puo' e non deve intervenire su ogni novita' della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volonta' i principi e orientamenti etico-morali per le nuove questioni importanti'. I 'due criteri fondamentali per il discernimento morale in questo campo', ha precisato, sono il 'rispetto incondizionato dell'essere umano come persona, dal suo concepimento fino alla morte naturale' e 'il rispetto dell'originalita' della trasmissione della vita umana attraverso gli atti propri di coniugi'. 'Dopo la pubblicazione nel 1987 dell'Istruzione Donum vitae, che aveva enunciato tali criteri, molti hanno criticato il Magistero della Chiesa, denunciandolo come se fosse un ostacolo alla scienza e al vero progresso dell'umanita''. Ma per il Papa i problemi posti all'etica 'con il congelamento degli embrioni umani, con la riduzione embrionale, con la diagnosi pre-impiantatoria, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali e con i tentativi di clonazione umana', dimostrano 'chiaramente' che 'nella fecondazione extracorporea' e' stata infranta la 'barriera' che difende la dignita' umana. La Chiesa comunque 'apprezza e incoraggia il progresso delle scienze biomediche che aprono prospettive terapeutiche finora sconosciute, mediante, l'uso delle cellule staminali somatiche o le terapie volte alla restituzione della fertilita' o alla cura delle malattie genetiche'. - Usa. New Mexico. Camera approva legge per legalizzare ricerca con staminali embrionali Per il secondo anno consecutivo, una proposta di legge per autorizzare la ricerca sulle cellule staminali embrionali e' stata approvata di stretta misura al Senato. Il voto e' stato di 20 a 18 per la proposta sostenuta dal Governatore democratico Bill Richardson. Il testo autorizzerebbe la ricerca con gli embrioni sovrannumerari provenienti dalle cliniche che praticano la fecondazione artificiale. Ora passa alla Camera, dove gli oppositori -tra cui i vescovi cattolici dello Stato- cercheranno di affossarla. Una simile proposta era passata al Senato nel 2007, ma era poi rimasta insabbiata nella commissione Giustizia della Camera. La ricerca verrebbe condotta presso Health Sciences Center della University of New Mexico, che gia' da tempo lavora sulle staminali adulte. Richardson sta chiedendo alla legislatura anche un finanziamento di 2 milioni di dollari da destinare alla medesima universita' per reclutare scienziati e far partire il nuovo programma. Contrariamente a molte altre questioni, la ricerca sulle staminali non divide piu' democratici e repubblicani, ma solo i repubblicani. Lo sponsor della proposta, il senatore repubblicano John Ryan, sostiene che la ricerca "e' una speranza per molte persone nel New Mexico e nell'intero Paese" affette da Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e diabete. "Il tempo passa inesorabilmente per i nostri casi con queste malattie, e non possiamo permetterci di posticipare la decisione", sostiene il senatore democratico Dede Feldman. Le coppie che hanno creato embrioni senza utilizzarli potranno donarle ai centri di ricerca piuttosto che vederli gettati nella spazzatura dalle cliniche. Le obiezioni alla proposta di legge si incentrano sulla "sacralita' della vita". "Questo e' chiaramente omicidio. Questo e' un essere umano vivente e noi gli togliamo al vita", ha detto il senatore repubblicano Leonar Lee Rawson. Ma il repubblicano Rod Adair non ritiene che in ogni caso, legge o non legge, l'embrione va distrutto. Fra la spazzatura e la ricerca biomedica, spiega Adair, la proposta di legge e' il male minore. - Usa. Michigan. Presentato referendum pro ricerca con staminali embrionali La Stem Cell Ballot Question Committee ha annunciato lo scorso 29 gennaio di aver depositato un quesito referendario per legalizzare l'impiego di embrioni per la ricerca biomedica. L'associazione chiede di destinare ai centri di ricerca con le staminali gli embrioni sovrannumerari o inutilizzabili conservati nelle cliniche che praticano la fecondazione artificiale. Il quesito, che riguarda solo gli embrioni che comunque verranno gettati via, proibirebbe invece la clonazione riproduttiva umana. I sostenitori della proposta, che modificherebbe la costituzione statale, dovranno raccogliere oltre 380mila firme per poter inserire il quesito sulla scheda elettorale del novembre 2008. Gli oppositori, guidati dalla Conferenza cattolica delle associazioni "per la vita", difficilmente ammorbidiranno le loro posizioni, nonostante il divieto della clonazione. Il portavoce della Conferenza, Dave Maluchnik, ha detto che ogni tentativo di legalizzare una ricerca che distrugge embrioni e' "terribilmente sfortunata" e contraddice trenta anni di tradizione politica statale a protezione della vita. A breve la commissione elettorale dovra' dare un giudizio sull'ammissibilita' del quesito, dopodiche' potra' cominciare la raccolta firme. - Gb. Premi Nobel a Governo: cambiare proposta di legge su consenso donatori Il Governo rivedra' la proposta di legge che regola il consenso dei donatori di embrioni sovrannumerari alla ricerca. Lo ha annunciato la baronessa Royall di Blaisdon alla Camera dei Lord, spiegando che due porzioni del Human Fertilisation and Embyrology Bill potrebbero ritardare o addirittura impedire la ricerca con le cellule staminali embrionali. Un gruppo di 29 scienziati, tra cui tre premi Nobel, avevano scritto al quotidiano The Times la settimana precedente spiegando le loro obiezioni al testo. Come e' ora, la proposta richiederebbe il consenso dei donatori per tutti i tessuti impiegati per generare cellule staminali embrionali. Questo impedirebbe ai ricercatori, spiegano gli scienziati, di utilizzare tessuti donati dai pazienti alla ricerca medica, ma senza dare esplicito consenso (non richiesto fino ad oggi) per i fini della clonazione terapeutica. La proposta legislativa renderebbe illegale anche l'utilizzo di tessuti donati da minori, anche se affetti da malattie che potrebbero ucciderli nei primi anni di vita e nonostante la disponibilita' dei genitori a dare il proprio consenso. Il Governo ha detto che non puo' ancora accettare gli emendamenti presentati da Lord Patel, il direttore della UK Stem Cell Network Steering Committee, ma si e' impegnato ad esaminarli attentamente prima della terza lettura della legge. "Sono disponibile a riflettere ulteriormente", ha detto Royall. Aggiungendo che la posizione del Governo rimane quella della necessita' dell'esplicito consenso per l'utilizzo di tessuti da impiegare per la clonazione terapeutica, ma che le obiezioni espresse dal Parlamento saranno oggetto di una meditata decisione. Secondo i legali del Governo, infatti, il consenso esplicito e mirato per la clonazione terapeutica e' richiesto dalla legge sui diritti umani (Human Rights Act). Posizione contestata da Lord Patel: "Non capisco cosa c'entrino i diritti umani con l'utilizzo di tessuti, cellule e linee cellulari raccolte nell'arco di molti anni da pazienti in fin di vita che probabilmente sono gia' morti delle loro malattie, e che avrebbero sperato di poter aiutare altri nel donare i propri organi". Royall ha comunque ammesso che il Governo dovra' necessariamente rivedere la propria posizione. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice IBAN: IT19S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------