AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2007-13 del 1 Luglio 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Mercato elettrico. Finta partenza o falsa partenza? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=219 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=219 - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=219 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=219 - La scheda. CARTE DI CREDITO E BANCOMAT http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=54133 - La pulce nell'orecchio. OTTO PER MILLE: AGGIORNAMENTO SULLE CONFESSIONI RELIGIOSE PER L'ANNO 2006 http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Alla scoperta di Enea http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Cara Aduc... posso ancora raccontarti la mia storia? Difendersi da oscuramento e censura http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Il concetto di stakeholder e la mefitica economia italiana http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, un sito per i diritti degli immigrati in Italia e un sito sulla liberalizzazione di Internet e della telefonia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione Con aggiornamenti quotidiani; news, lettere, articoli, documenti. - Ultimomiglio.news - liberalizzare Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc Con aggiornamenti quotidiani: news, lettere, articoli, documenti, iniziative ------------------------------------------- EDITORIALE Mercato elettrico. Finta partenza o falsa partenza? Abbiamo il mercato elettrico! Potremo scegliere il nostro operatore rispetto a qualita' e costi... questo e' quanto ci sovviene quando sentiamo parlare di mercato. Pensiamo alla concorrenza, alle offerte, alle differenze, alle informazioni, alla curiosita' di sapere cosa offre tizio e cosa offre caio, a provare, valutare, cambiare, dosare, stimare.... No! Niente di tutto questo. Dal 1 luglio non cambia nulla. Le tariffe sono fissate dall'Autorita' dell'Energia e avere un gestore piuttosto che un altro non fara' alcuna differenza, almeno per il momento. E allora? Ci hanno ancora preso in giro? Si sono adeguati alle direttive Ue del 2003 (quattro anni dopo...) ma non mettendo al centro della politica il consumatore bensi' l'assetto aziendale e occupazionale delle stesse aziende. Parte il "periodo transitorio", sei mesi in cui Parlamento e Autorita' dovranno cercare di normare e sostanziare il decreto dello scorso 15 giugno con cui la "liberalizzazione" e' partita. Le bollette saranno uguali nella sostanza, cioe' il costo per il consumatore finale. Saranno un po' diverse nella spiegazione con cui si arrivera' a quanto pagheremo, ma il quanto sara' identico. Cioe' non libero, ma imposto dallo Stato, pur se nelle vesti di una Autorita' che dovrebbe servire per il passaggio indolore dal monopolio al libero mercato. Le aziende municipalizzate che in alcuni casi gia' gestiscono il nostro servizio elettrico, sembra che quasi non si siano accorte del 1 luglio. Il piu' grosso "concorrente" di Enel, Edison, ha fatto sapere che fino a gennaio del 2008 non fara' alcuna offerta per le famiglie. Perche' tutto questo strombazzamento mediatico, con anche diversi consumatori che hanno cominciato a scriverci per chiedere cosa cambia, le differenze, etc.? Per il nulla. Assolutamente nulla. Parlarsi addosso. Se non ci dicevano che il 1 luglio esisteva, e se lo fossero tenuto per se' come passaggio burocratico necessario dopo la vergogna di aver fatto tutto all'ultimo minuto altrimenti la Ue avrebbe fatto fioccare multe, avrebbero forse fatto una figuraccia minore. Ma e' piu' forte di loro (Governo, governanti e apparato): la mediatizzazione di tutto cio' che contenga due paroline magiche e' ritenuta appagante: pronunciare "consumatore" e "liberalizzazione" li fa sentire bravi, buoni, onesti, attenti agli interessi dei piu'... anche se i soggetti coinvolti non ne traggono alcun beneficio. Ricordate la liberalizzazione della telefonia fissa? Ormai non pochi anni sono trascorsi. A chi e' ancora in mano l'ultimo miglio (il filo di rame che da casa nostra va alla centralina di smistamento a cui sono collegati i vari gestori)? Al monopolista Teti-Sip-Telecom. A chi hanno intenzione di affidarne la gestione? A Telecom Italia. Venendo alla nostra elettricita'... come finira' con l'Enel o con le sue scatole cinesi con nome diverso che gestiscono i vari passaggi dalla produzione al consumatore? Abbiamo piu' che un timore che finisca come con Telecom. (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo SPAGNA / Approvata la clonazione terapeutica Il 14 giugno, con il consenso di tutti i gruppi tranne il Pp, il Parlamento ha approvato la nuova legge di ricerca biomedica che autorizza il trasferimento nucleare, ossia la generazione di cellule staminali geneticamente identiche a un paziente. Lo scopo e' quello di sperimentare farmaci e cure per malattie oggi incurabili. Con il voto di ieri, la Spagna diventa il quarto Paese europeo (dopo Gran Bretagna, Belgio e Svezia) ad autorizzare la "clonazione terapeutica". La legge prevede che ogni sperimentazione con cellule staminali embrionali debba passare al vaglio di un Comitato di garanzia per la donazione e l'uso di cellule e tessuti umani e da un organismo designato dalla Comunita' autonoma di riferimento. In piu', verra' istituito un Comitato di bioetica indipendente con funzione consultiva. FRANCIA / Tessuti intelligenti Tessuti sempre piu' intelligenti e capaci di soddisfare tanti bisogni, al punto di trasformarsi in vestiti profumati, dimagranti, antinquinanti, persino curativi. Al recente Salone della ricerca tessile si sono viste le novita' piu' sorprendenti, come un abito al carbone attivo che assorbe i cattivi odori o un altro foderato da una rete d'argento per deviare le onde elettromagnetiche dei telefonini. Tra i prototipi figurava anche una giacca jeans luminosa per chi viaggia sulle due ruote: linee bianche in cristalli liquidi, situate sulle braccia e al collo, dotate di un dettaglio in fibra ottica che assorbe la luce del giorno e la restituisce di notte. Queste e altre meraviglie sono possibili grazie ai progressi delle nanotecnologie. ITALIA / Il costo del biglietto del cinema non ha seguito l'equazione mille lire = 1 euro Andare al cinema nel 1999 costava 13 mila lire. Eppure non sono pochi gli italiani pronti a scommettere che per un ingresso pagavano sette o massimo 9 mila lire. Prezzi in vigore alla fine degli anni '80. Persino sul ridotto la memoria inganna. I film di mercoledi' o martedi', secondo la citta', non costavano 5 mila lire come molti credevano di ricordare. Ma ottomila lire. Cosi' la Banca d'Italia arriva a concludere che, va bene la crescita dell'inflazione, ma almeno in questo caso, il cambio mille lire un euro che popola la percezione diffusa del costo della vita, e' un abbaglio. Gia' un'indagine del 1999 denunciava che il cinema in Italia era piu' caro rispetto agli altri Paesi europei. I prezzi di un biglietto d'ingresso di un cinema di Roma era di 13 mila lire e sarebbe diventato con l'euro 6,713 (12.998 lire). Un prezzo aumentato del 37% nel decennio 1980-1990, contro una media europea che aveva registrato un ribasso superiore al 3%. EUROPA / Viaggi aerei piu' comodi? A cosa servono i consigli di muovere le dita dei piedi, di massaggiarsi i muscoli, d'indossare abiti comodi, di bere spesso, diffusi dall'altoparlante dell'aereo? Ad evitare possibili trombosi se il viaggio e' abbastanza lungo. Contro questo rischio, che e' reale, l'autorita' europea del trasporto aereo civile (Easa) ha deciso di fare di piu', ossia d'introdurre una distanza minima tra i sedili. Alla base c'e' la constatazione che le persone sono sempre piu' alte e piu' grasse, e quindi hanno bisogno di maggiore spazio. Naturalmente c'e' chi paventa il risvolto economico di un tale provvedimento: se diminuiscono i sedili, e quindi i passeggeri, i biglietti costeranno di piu'. ITALIA / I costi delle case nel mondo Affittare un appartamento di media grandezza costa a Tokio piu' che in ogni altro posto al mondo: 3114 euro. Tuttavia rimane Mosca -per il secondo anno consecutivo- la citta' piu' cara del pianeta, nella classifica di Mercer Human Resource Consulting. Del resto per un'analoga casa affittata nella capitale russa si spendono 3036 euro, esattamente come a New York che pero' scivola al 15esimo posto (l'anno scorso era al 10mo). L'indagine coinvolge 143 citta' in sei continenti e confronta il costo di oltre 200 prodotti, dall'abbigliamento al cibo, dall'alloggio ai trasporti. MONDO / I Paesi che hanno il maggior numero di controlli bancari e finanziari Fra i paesi del G7 ad avere il maggior numero di controlli e restrizioni all'attivita' bancaria e finanziaria sono gli Stati Uniti e l'Italia, i primi, in compagnia di Romania e Bhutan e l'Italia, che sta ancora un po' peggio, fra Marocco e Repubblica Ceca. Ad averne meno in assoluto e' il Regno Unito. E, con l'attivita' bancaria, e' tutto il settore finanziario che vede la Gran Bretagna con le mani piu' libere e Stati Uniti e Italia fra i piu' regolati. E' questo uno dei risultati di un'ampia indagine condotta da tre accademici americani (James Barth, Gerard Caprio e Ross Levine) presentata a Milano nel corso della Second european conference on financial regulation and supervision dedicata a Finlawmetrics: Finance, Law and Data. ITALIA / Nuovo rilevamento delle impronte Le vecchie impronte digitali possono dire molte cose sulle abitudini di chi le ha lasciate. Gli scienziati britannici della University of East Anglia di Norwich e del King's College di Londra hanno sviluppato un metodo che potrebbe essere utilizzato per individuare alcune caratteristiche dei sospettati. Se sono fumatori, bevitori o consumatori di droghe, per esempio. Il principio su cui si basa e' la rilevazione dei metaboliti, prodotti del processo di trasformazione delle sostanze assunte, presenti nel sudore e che si possono accumulare nei pori della pelle dei polpastrelli. ITALIA / La tv satellitare e' la preferita dagli italiani Il 36,8% degli italiani ha un televisore collegato a un'antenna parabolica, in totale oltre 20,6 milioni di persone puo' accedere ai canali satellitari. E fra questi il 23,3% ha sottoscritto un abbonamento alla pay-tv. La tv satellitare non dimostra segni di stanchezza, anzi si consolida grazie ai giudizi positivi che le vengono dalla capacita' di proliferare il suo prodotto sui diversi utenti. I telespettatori, d'altro canto, si rivelano molto piu' attenti alla qualita' dei programmi. Inoltre il telespettatore satellitare ha spesso poco tempo per guardare la tv, ma lo fa con grande cognizione e su molti canali, rispetto a uno spettatore tradizionale. E quanto emerge dalla ricerca Audistar 2007. BRASILE / Una citta' senza pubblicita' Uscire di casa una mattina e non vedere piu' manifesti, cartelloni, annunci pubblicitari sui mezzi pubblici? Il sogno, o l'incubo, e' gia' realta' per gli abitanti di San Paolo del Brasile. L'anno scorso, il sindaco Gilberto Kassab si e' riproposto di ridurre "l'inquinamento visivo" prodotto dai giganteschi manifesti che tappezzavano la citta'. La Giunta ha introdotto una normativa che in dieci mesi ha trasformato il paesaggio urbano, causando pero' il malumore dei pubblicitari che parlano di perdite milionarie e hanno definito il provvedimento "irreale, inefficace e fascista". In quanto ai cittadini, qualcuno lo considera una vittoria dell'interesse pubblico e dell'estetica, altri parlano di una citta' intristita. FRANCIA / La liberta' di stampa Il diritto della stampa di informare su indagini in corso e quello pubblico di ricevere notizie su inchieste scottanti, prevalgono sulle esigenze di segretezza. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo che, nella sentenza del 7 giugno scorso, ha condannato la Francia per violazione della liberta' d'espressione (ricorso n. 1914.02). Questo perche' i tribunali interni avevano condannato due giornalisti che avevano pubblicato un libro sul sistema d'intercettazioni illegali attuato durante la presidenza Mitterand. La Corte europea ha ammesso che i due autori avevano violato le norme sul segreto istruttorio, ma ha riconosciuto prevalente l'esigenza del pubblico di essere informato sul procedimento giudiziario e sui fatti oggetto del libro, al quale erano allegati alcuni verbali di intercettazioni. MONDO / Aumentano i pc in tutto il mondo Secondo Forrester Research alla fine del 2008 in tutto il mondo ci saranno un miliardo di pc funzionanti. Nel 2015, grazie soprattutto ai Paesi emergenti, il totale dei computer in utilizzo diventera' due miliardi. Da soli Brasile, Russia, India e Cina avranno 775 milioni di pc. G.BRETAGNA / Pillola contro il diabete Le persone che hanno il diabete potranno ben presto abbandonare l'iniezione di insulina giornaliera a scapito di un nuovo farmaco in pillole. Un'azienda farmaceutica britannica, Diabetology, ha presentato i buoni risultati di questa nuova cura all'American Diabetes Association di Chicago. Si tratta di pillole che dovranno essere ingerite prima di colazione e di pranzo e come l'insulina controllano i livelli di glucosio nei pazienti. MONDO / Le aziende di tabacco aumentano i guadagni Secondo un recente rapporto il divieto di fumare sigarette nei locali pubblici in vigore in molti Paesi occidentali non ha intaccato i guadagni delle aziende produttrici. British American Tabacco e Imperial Tabacco Group hanno visto dal 2004 raddoppiare i loro utili. I produttori costretti ad alzare i costi dei pacchetti delle sigarette hanno trovato un terreno fertile nei fumatori incalliti, che non si fermano di fronte ad aumenti del 5% per un pacchetto da 20 come e' successo in Gran Bretagna. ITALIA / Un quarto della spesa per farmaci e' dovuta alle somministrazioni in ospedale Nel 2006 i farmaci erogati attraverso ospedali e altre strutture pubbliche hanno determinato il 18% della spesa farmaceutica complessiva (in totale 23 miliardi di euro) e ben il 25,2% della spesa netta a carico del servizio sanitario nazionale. Il calcolo e' contenuto nel rapporto dell'Osmed (Osservatorio nazionale sull'uso dei medicinali). E' la prima volta che si fa luce sull'ammontare dei costi per farmaci erogati dalle strutture pubbliche. USA / Auto meno inquinanti dal 2020 grazie a una legge Una legge federale per ridurre i consumi delle automobili. Il Senato statunitense ha approvato un emendamento al disegno di legge in discussione al Congresso (l'energy bill) che punta a ridurre i consumi delle auto (e quindi le emissioni di gas) del 40% in 13 anni. Dal 2020 tutti gli autoveicoli (compresi i suv e i camioncini non potranno consumare piu' di un litro di benzina per percorrere 15,1 chilometri. Un simile provvedimento non veniva adottato negli Usa da piu' di 20 anni. ISRAEL / Pomodori alla rosa o al limone Il centro israeliano Newe Yaar ha messo a punto dei pomodori geneticamente modificati all'aroma di rosa o di limone, molto apprezzati dai volontari che li hanno assaggiati. Ne riferisce online la rivista britannica "Nature Biotechnology". Tra le 82 persone chiamate a confrontare i pomodori transgenici con quelli normali, quasi tutti sono stati in grado d'individuare i nuovi gusti, descritti come "profumo", "rosa", "geranio" o "limone". Quarantanove assaggiatori li hanno giudicati migliori, mentre ventinove hanno detto di preferire quelli normali. I pomodori Ogm sono piu' rosa degli altri perche' contengono due volte meno licopene, l'antiossidante che gli da' il colore rosso ma anche proprieta' salutari. In compenso, la versione Ogm possiede piu' terpenoidi che consentono una migliore conservazione. ITALIA / L'inefficienza degli uffici del turismo E' una classifica che cancella luoghi comuni quella stilata dal Touring club italiano che ha condotto una ricerca molto puntigliosa per valutare la miglior disponibilita' degli uffici turistici delle regioni di 31 citta'. La migliore e' la provincia di Bolzano, efficiente e cortese, risponde solerte alle e-mail sia italiane che straniere. Pessime invece Campania, Molise e imprevedibilmente, Toscana, rimaste mute e sorde anche ai solleciti. Bene la Basilicata, unica del Sud a non avere niente da invidiare all'Emilia Romagna o al Friuli Venezia Giulia. Male Urbino. IRAN / Nuova fonte informativa Il 2 luglio, in Iran debuttera' una tv in lingua inglese. Con "Press Tv" la repubblica islamica intende creare un'alternativa alle tv occidentali come Cnn e Bbc, spiega l'agenzia di stampa FARS. La nuova emittente s'avvale di numerosi giornalisti stranieri, anche britannici. Oltre alle notizie, verranno trasmessi dibattiti e documentari dal "taglio" tutto iraniano. Un portavoce spiega che dopo l'11 settembre, "l'unilateralismo" dell'Occidente ha creato una spaccatura nei media: i pro-occidente e quelli legati ai gruppi islamici estremisti come al-Qaeda; di qui la necessita' di un terzo punto di vista. INDIA / Boom di vendite di creme per schiarire la pelle Sempre piu' indiani acquistano prodotti e creme per schiarire la pelle. Le ragioni sono molteplici, spiega Ashis Nandy del Centre for the study of developing societes di New Delhi, in parte e' un retaggio coloniale, l'India e' stata spesso dominata da popoli bianchi e in parte di status: in molti regioni la pelle chiara e' associata alle caste alte e quella scura a quelle basse. Sta di fatto che il settore per la cura della pelle nel 2006 valeva circa 350 milioni di euro. Negli ultimi due anni c'e' stato un tasso di crescita tra il 15 e il 17%, merito in buona parte di prodotti commercializzati come 'sbiancanti', o che perlomeno offrono come benefit aggiuntivo una pelle piu' chiara. Dopo anni di dominio incontrastato dalla Hindustan Lever, il mercato dei prodotti di bellezza schiarenti sta registrando l'ingresso dei grandi marchi internazionali, Oreal, Lancome e Vichy ecc. U.E. / Proposta di bando per le vetture sportive Per far fronte al cambiamento climatico l'Unione europea sta pensando di vietare la circolazione delle auto sportive di grossa cilindrata come Ferrari, Porsche ecc. Il programma di riduzione delle emissioni di gas serra prevede anche l'abbassamento del limite di velocita' nelle strade, di far leva sulle case automobilistiche per la produzione di auto meno veloci e con consumi piu' ambientali. MONDO / Rapporto Onu sul consumo di droghe nel mondo Secondo il rapporto dell'Onu sul consumo di droghe nel biennio 2005-06, circa 200 milioni di persone, il 5% della popolazione mondiale (dai 15 ai 64 anni), ha fatto uso di sostanze stupefacenti come eroina, cocaina, cannabis ecc. Nonostante queste cifre il consumo di cocaina e eroina si e' stabilizzato (25 milioni sono i tossicodipendenti), cosi' come la produzione e il consumo di cannabis, stabile per la prima volta dopo 10 anni. U.E. / Scarsa fiducia nelle statistiche Le statistiche ufficiali sono in disgrazia. Meno della meta' dei cittadini europei si fida di esse, mentre il 40% proprio non ci crede. Eppure quasi il 70% ritiene che i dati siano importanti, almeno quelli di crescita del pil, tasso di disoccupazione e inflazione. Anche perche' pensa (spera o si illude) che servano a ridisegnare le migliori politiche. Ma e' crassa l'ignoranza sull'andamento di queste variabili cruciali per misurare lo stato di salute dei sistemi economici: su quasi 27 mila intervistati, meno del 3% ha fornito indicazioni corrette (benche' approssimate del 10%). U.E. / La ricchezza dei Paesi Ue Le ultime valutazioni di Eurostat indicano il Lussemburgo come il Paese piu' ricco della Comunita', a una ragguardevole distanza dagli altri: nel 2006 il suo prodotto interno lordo (Pil) pro capite rappresentava il 280% della media dei 27 Paesi. Dopo di lui Irlanda, Olanda, Austria e Danimarca, mentre per Belgio, Svezia, Gran Bretagna, Finlandia, Germania e Francia i valori si situano tra il 10% e il 25% sopra la media. Italia e Spagna la superano appena; Cipro, Grecia e Slovenia restano leggermente sotto. Abbastanza lontane R.Ceca, Malta, Portogallo, Estonia, Ungheria, Slovacchia, Lituania, Lettonia e Polonia. In coda Bulgaria (37%) e Romania. GERMANIA / I costi dell'elettricita' Sono almeno 126 i fornitori d'elettricita' che, approfittando della liberalizzazione del mercato, hanno aumentato i prezzi. Dal primo luglio, la media dell'incremento sara' del 7,7%, indica il sito dei consumatori Verivox, e quindi una famiglia standard, che consuma 4.000 kwh l'anno, deve prevedere una spesa di 815 euro. Il consiglio? Cambiare fornitore o tariffa, come ha fatto il 6% degli utenti di Berlino, Amburgo o dei grossi agglomerati del Sachsen e del Baden-Wuerttemberg. Se ci si attiva, il risparmio puo' arrivare a 100 euro l'anno. GERMANIA / No al berretto a scuola In Germania il berretto basco piace: lo usava Heinrich Boell e come lui tanti altri. Ma e' finito in disgrazia. La giustizia ha deciso che non possa essere usato come copricapo nelle scuole. I fatti: una pedagoga musulmana, la quale aveva sempre portato il velo, una volta che e' stato vietato lo ha sostituito con il basco. La vicenda e' finita in tribunale, e una giudice ha deciso che ha lo stesso significato, quindi dev'essere bandito giacche' la legge vieta ogni manifestazione esteriore atta a disturbare la serenita' scolastica. MONDO / L'emigrazione e le donne Si sa che i 200 milioni di migranti, partiti da casa per migliorare le loro condizioni economiche, inviano "al paese" 149 miliardi di euro l'anno. Restava da conoscere la conseguenza di questa manna sulla vita delle popolazioni povere. La Banca mondiale ha fatto ricerche a 360 gradi, e ha scoperto che questo 3% di popolazione mondiale contribuisce allo sviluppo dei Paesi poveri due volte di piu' rispetto all'aiuto mondiale pubblico. E che a fruirne sono soprattutto le donne. Lo chiarisce "Migrazioni internazionali, sviluppo economico e politico", co-diretto da Caglar Ozden e Maurice Schiff, pubblicato il 28 giugno. Le ragazze pakistane, che hanno un familiare espatriato, vedono il loro tasso di scolarizzazione aumentare del 54%, contro il 7% dei fratelli. Come si spiega? Con il fatto che i maschi hanno sempre e comunque piu' diritti, mentre le femmine ne acquisiscono quando il reddito familiare cresce. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA ECOINCENTIVI DUE RUOTE. FARE PRESTO PERCHE' FRA POCHI GIORNI NON CI SONO PIU' SOLDI.... LA CONFERMA DELLA BUFALA I 15 milioni che il ministero dell'Ambiente ha dedicato per il rinnovo ecologico del parco motorini e cercando di indurre anche all'acquisto di una bicicletta, sono una goccia in un mare; anche in considerazione che 1,5 milioni saranno dedicati per l'acquisto di motorini elettrici (l'obiettivo e' venderne 2.150). I cinquantini circolanti al 31 maggio 2007 dovrebbero essere poco piu' di 5.200.000 (1), di questi sembra che il 66% (3.432.000) abbiano le caratteristiche –euro zero- per usufruire dei contributi. Se tutti decidessero di rottamare e fare un nuovo acquisto, a testa spetterebbero quasi 4 euro.... ma siccome gli incentivi sono mediamente di 500 euro, solo i primi 30.000 potranno usufruirne (2), e per gli altri 3.402.000 non restera' nulla: ad usufruirne sara' lo 0,0875% degli aventi diritto. Bel provvedimento! Aggiungiamo il fatto che i rottamatori autorizzati sono 182, di cui 44 nei capoluoghi (dove il motorino si usa per eccellenza) e 138 in provincia... che si tratti di un provvedimento bufala... e' solo per essere gentili (3). Comunque, per questi pochi fortunati che, correndo (e raccomandandosi?), avranno i contributi, abbiamo preparato una scheda pratica: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=183972 (1) con precisione 5.224.134, cosi' ricavati (dati Ancma): 5.058.149 circolati al 31/12/2005, 109.850 venduti nel 2006, 56.135 venduti da gennaio a maggio 2007. (2) 15.000.000 : 500 = 30.000 (3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=183717 CALL CENTER E PRIVACY. IL GARANTE: STOP ALLE TELEFONATE INDESIDERATE I call center dei gestori telefonici (e non solo) violano la privacy degli utenti, lo riconferma il Garante che ha detto stop: da settembre basta telefonate pubblicitarie non desiderate e soprattutto non autorizzate dagli utenti. Ovviamente apprezziamo l'impegno e le indagini condotte dal Garante della privacy. Sono migliaia le segnalazioni che, attraverso noi, giungono a questa Autorita', ci auguriamo che questa decisione non si tramuti nell'ennesimo annuncio che poi rimane tale. Questo delle telefonate pubblicitarie e' un problema che sempre piu' somiglia ad un tumore che penetra dentro le case degli italiani, violando la privacy e facendo attivare servizi senza alcun consenso. Spesso ad annunci perentori non seguono adeguati interventi risolutivi. L'Agcom, per esempio, sono anni che ha detto basta all'attivazione dei servizi non richiesti tramite telefonate dei call center dei gestori telefonici... che continuano imperterriti. E quante volte ha detto basta alle bollette gonfiate? Abbiamo perso il conto degli annunci. Ora viene fatta una nuova promessa: dopo l'estate non riceveremo nessuna telefonata non autorizzata. La promessa e' impegnativa e auguriamo al Garante della Privacy di mantenerla (a suon di salatissime multe), altrimenti la fiducia degli italiani nelle Authority, come soggetti atti a risolvere problemi, scemera' del tutto. L'ULTIMA FRONTIERA DELLE TRUFFE TELEFONICHE: UN SMS INVITA A TELEFONARE AD UN NUMERO 899. E PARTE L'ADDEBITO DI 15 EURO. L'AUTORITA' INTERVENGA! L'ignaro utente riceve questo sms (inclusi gli errori di lingua italiana): "nella sua segreteria ci sono messaggi per te. Chiama da fisso al 899-707744, info e costi nella tuaSEGRETERIA.net" . E' una delle tante segnalazioni che ci sono giunte. L'utente in questione non ha nessuna segreteria telefonica attivata, e' stato facile "sgamare" la truffa, denunciare il tutto alla Polizia postale e segnalare l'accaduto al gestore telefonico. Purtroppo non sempre e' cosi', e l'incauto utente telefona al numero speciale indicato al modico costo di 15 euro. Cosa c'e' dietro. Il mittente dell'sms risulta essere il numero +2648-811900123, il prefisso e' quello della Namibia, in Africa. Il numero a cui si invita a telefonare, invece, e' italianissimo e concesso dal ministero delle Comunicazioni. Quindi abbiamo un soggetto che dall'estero invita a telefonare -ad un numero speciale italiano- un utente che non gli ha richiesto nessun servizio. I risvolti illegittimi di questa operazione sono due: l'invito ad usufruire di un servizio mai richiesto e la mancata autorizzazione del destinatario a ricevere l'sms. Materia per polizia postale e Authority della Privacy e delle Comunicazioni, a cui rivolgiamo un caloroso invito a scovare i responsabili e trovare rimedi prima che una nuova epidemia si diffonda. VOLI DI STATO. UNO DEGLI STRUMENTI DI FINANZIAMENTO PUBBLICO E DI CONTROLLO POLITICO DELLA STAMPA La vicenda dei "voli di Stato", ed in particolare l'esclusione dell'inviato del quotidiano "La Stampa", a cui sarebbe stato rifiutato un passaggio sull'aereo del ministro degli Esteri, e' frutto del malsano rapporto fra politica, soldi pubblici e stampa italiana. Invece di scandalizzarci su uno dei tanti modi in cui lo Stato finanzia (e quindi controlla) i media italiani, gia' destinatari di centinaia di milioni di euro pubblici (contributi sulla carta, organi di partito, etc.), ci si scandalizza perche' esclusi dalla spartizione dei "favori". Perche' i media dovrebbero avere diritto a voli gratuiti su aerei di Stato, pagati dai contribuenti italiani? Perche' non offrire allora a tutte le categorie, dai turisti ai rappresentati di commercio, gli stessi privilegi? Forse il lavoro di un commesso viaggiatore vale meno di quello di un giornalista? Altro che "Repubblica fondata sul lavoro", come –purtroppo e ancora- recita l'art.1 della nostra Costituzione, qui abbiamo a che fare con una "Repubblica fondata sul favore". Fino a quando i media rivendicheranno come diritti quelli che in realta' sono "favori" dei potenti di turno, saranno sempre soggetti a ritorsioni come quella subita dal quotidiano "La Stampa". Fino a quando il giornalismo non si sara' liberato completamente dal controllo esercitato dalla politica, facendo a meno di "favori" e finanziamenti pubblici, esso non sara' mai totalmente indipendente ed obiettivo nel riportare e giudicare l'operato dell'amministrazione pubblica. Per capire che non siamo marziani, ma stiamo solo parlando di indipendenza e liberta', e' bene ricordare un episodio di pochi mesi fa negli Usa: la giornalista Maria Bartimoro, della Cnbc (rete televisiva di informazione finanziaria), aveva accettato un passaggio gratuito dalla Cina su un jet di Citigroup, il colosso bancario; l'editore la licenzio' in tronco perche' la sua credibilita' ed imparzialita' era venuta meno. ELETTROSTIMOLATORI. CONSIGLI Potenziano i muscoli, favoriscono la circolazione, fanno dimagrire ed eliminano la cellulite. Cosi' vengono pubblicizzati e, in prossimita' dell'estate e del relativo costume da bagno, chi non vorrebbe avere un corpo snello e privo di inestetismi? Ed ecco gli elettrostimolatori, di moda perche' questi apparecchi portatili possono essere usati in casa, standosene comodamente sdraiati sul letto a leggere un libro o vedere la televisione. Il principio e' semplice perche' si tratta di sollecitare il muscolo o la parte interessata con scariche elettriche a bassa intensita': il muscolo "lavora" e si tonifica. Potrebbe essere la soluzione per tutti coloro che desiderano migliorare le proprie qualita' estetiche senza faticare. Potrebbe essere ma e' bene chiarire alcuni... particolari. L'elettrostimolazione e' sostanzialmente una tecnica riabilitativa, serve cioe' tonificare muscoli costretti alla inattivita' da eventi traumatici, non e' quindi sostitutiva della normale attivita' sportiva. E' controindicata per alcuni categorie di soggetti a rischio come i cardiopatici, i portatori di Pacemaker e protesi, le donne in gravidanza e gli epilettici. L'elettrostimolazione stimola determinati muscoli ma non i loro antagonisti e quindi diminuisce la loro capacita' di coordinazione. Quando si svolge una attivita' sportiva, anche moderata, si aumentano complessivamente determinate funzioni, oltre quella propriamente muscolare, tutto cio' da' la possibilita' di sopportare uno sforzo fisico in modo armonico perche' ciascun apparato (muscolare, scheletrico, circolatorio, respiratorio) e' allenato. Cio' non avviene stando sdraiati sul letto con l'elettrostimolatore e il rischio e' la facile affaticabilita', l'alterazione del metabolismo basale e delle costanti fisiologiche interne (omeostasi). A questo si possono aggiungere effetti psicologici quali lo sviluppo di atteggiamenti passivi. Insomma l'elettrostimolazione non sostituisce l'attivita' fisica ne' una passeggiata. Fa bene se usata sotto controllo medico e per cure specifiche. Per un eventuale acquisto occorre ricordare che l'apparecchio deve avere: 1) il marchio Ce, che sta per conformita' europea; 2) il numero di identificazione, per risalire all'apparecchio in caso di guasti. CONCILIATORE BANCARIO ONLINE. COME LE BANCHE SI AUTOINCENSANO A SPESE DEL RISPARMIATORE Un gruppo di banche (piu' dell'80% del totale attivo di sistema), con il patrocinio dell'Abi, lo scorso gennaio ha dato vita al "Conciliatore bancario", una figura intermedia che eviti, per controversie entro i 25 mila euro, di adire le vie legali, grazie ad un accordo fra le parti. Da oggi questo conciliatore ha anche un sito Internet (www.conciliatorebancario.it). Ma siamo sicuri che serva ai risparmiatori che abbiano problemi con le banche e non, invece, a queste ultime per far finta di essere attente ai problemi dei consumatori e attaccarsi una medaglietta al petto? Inoltre, c'e' un certo affollamento negli strumenti extragiudiziali e giudiziali che si possono usare in materia, e questo –che e' il contrario di quella semplificazione che denota trasparenza e facilita' d'uso- ci lascia perplessi. Molte banche hanno gia' dei tavoli permanenti di conciliazione o li creano ad hoc per casi specifici. Tavoli che talvolta sono in accordo con associazioni di consumatori, e che nella gran parte dei casi servono solo a chi li istituisce (banche) o vi partecipa come garante (associazioni), perche' danno sempre ragione alle banche (tranne casi eclatanti di torto) e le associazioni fanno iscritti e raccattano gettoni di presenza (1). Noi non partecipiamo a questi tavoli e li osteggiamo, come nell'eclatante presa dei fondelli dei tavoli istituiti dalla banca Mps per i prodotti finanziari MyWay/4You (2) (i risparmiatori hanno sempre avuto torto). Inoltre, c'e' l'Ombudsman bancario (3). E gli uffici di conciliazione presso le camere di commercio (4). E l'ufficio di conciliazione presso il giudice di pace (5). Esiste poi un altro istituto di conciliazione, precisamente la "Consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite", prevista dall'art. 696 del Codice di Procedura Civile, introdotta dal Decreto legislativo 35/2006 ed operativa dal 1 marzo dello scorso anno. Abbiamo 5 uffici di conciliazione extragiudiziale e 1 giudiziale (giudice di pace)!! Per esperienza diffidiamo di chi propone giustizia che non sia terzo a tutti gli effetti (come camera di commercio e giudice di pace), giustizia "fai-da-te" o meglio "fai-da-loro". Di sicuro, l'accresciuto potere dell'Ombudsman bancario, che dallo scorso anno valuta questioni fino a 50mila euro ed anche presentate da clienti non consumatori, ha fatto "correre al riparo le banche" che, dopo i "tavoli di conciliazione permanenti" ora danno vita al "Conciliatore bancario". Percio' crediamo che questa iniziativa sia solo un investimento pubblicitario di queste banche per autoincensarsi, nonche' strutture cuscinetto per evitare di rispondere a pieno di errori e arroganze. (1) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=91645 e http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=108420 (2) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=65212 (3) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40732 (4) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40708 (5) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40691 PUBBLICITA' INGANNEVOLE: CONDANNATA TIM. MA LE SANZIONI SONO BASSE E NON SERVONO. E' COME SE NOI PAGASSIMO 0,47 EURO PER UN DIVIETO DI SOSTA!! Ennesima pubblicita' ingannevole di un gestore telefonico sanzionata dall'Antitrust. Ancora una volta sotto i riflettori dell'Authority presieduta da Antonio Catricala' e' Telecom Italia per la pubblicita' di "Tim Tribu' che azzera i costi di ricarica". Lo spot televisivo, sostiene l'Antitrust, "a fronte dell'enfatica promessa", propone un'offerta che e' invece subordinata "a tutta una serie di condizioni e limitazioni". La sanzione comminata e' di 64.400 euro, un'inezia, rispetto ai vantaggi avuti dal gestore grazie a questa pubblicita'. I soldi incamerati dall'Antitrust non sono destinati ne' ai consumatori, ne' alle societa' concorrenti danneggiate, ma hanno lo scopo di dissuadere i gestori dal ripetere un comportamento scorretto. La cifra che Telecom dovra' pagare corrisponde allo 0,00215% dell'utile netto 2006 (3miliardi di euro). E' come, per esempio, se noi comuni mortali fossimo multati di 0,47 euro per un divieto di sosta: (1)... saremmo per questo stimolati a non violare piu' il codice della strada, visto che e' molto meno di un costo di un parcheggio? Il meccanismo non funziona. L'esiguita' delle sanzioni, rispetto ai vantaggi, fa si' che i gestori continuino imperterriti nei loro bluff con lo stesso spirito dell'imprenditore che paga le mazzette a un politico oppure ad un mafioso: quel costo e' un investimento che rende molto di piu'. Cosi' le multe diventano un costo che non e' inserito tra le componenti straordinare del conto economico, ma tra i costi ordinari come salari e stipendi, spese per cancelleria e … tangenti. Ribadiamo l'invito, a tutti i soggetti che ne hanno il potere, di aumentare di almeno 100 volte le sanzioni per le varie infrazioni dei grandi gestori di servizi di pubblica utilita' diffusa. Non si capisce perche' la logica della sanzione "esemplare" valga solo per i singoli cittadini. (1) dividendo 36 euro (la multa minima per divieto di sosta) per il reddito medio procapite (22.000 euro) otteniamo 0,16%, che e' 76 volte superiore allo 0,00215% (l'incidenza della multa del Garante sull'utile netto di Telecom 2006). Dividendo i 36 euro per 76 volte, otteniamo, per l'appunto, 0,47 euro. Falchi e colombe Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=184384 SANITA' NEL LAZIO. 11 OSTETRICHE SU 14 ASSENTI PER MALATTIA. GLI ASSESSORI COSA FANNO? Ci deve essere stata una vera e propria epidemia improvvisa se 11 ostetriche su 14, nell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, si sono ammalate. Il direttore sanitario dell'ospedale, Antonio Paone, ricorre ai carabinieri per "chiarire" la situazione. Ci chiediamo a cosa serve un direttore se per un problema di assenze ricorre alla forze dell'ordine. Insomma per ogni problema la soluzione sembra il ricorso alla magistratura, il che e' piuttosto anomalo. Al di la' delle epidemie improvvise, rimane irrisolto il problema della direzione delle Asl, cioe' delle nomine politiche dei direttori. Che le scelte siano fatte con un occhio attento all'appartenenza politica, in altri termini dicasi lottizzazione, e' ormai cosa scritta anche sui muri e che questo comporti disservizi per l'utente e' altrettanto noto. Dunque la responsabilita' e' in prima istanza politica, cioe' del governo della regione, dell'assessore alla sanita' in primo luogo ma anche di assessori che si dovrebbero occupare di tutela dei consumatori e degli utenti. Su questo fronte tutto tace. EVOLUTION TRAVEL... NON NOMINARNE IL NOME INVANO... TANTO PAGA LO STATO!! Abbiamo una vicenda giudiziaria in corso che ha dell'incredibile, in se stessa e per lo spreco di risorse pubbliche. Noi non siamo soggetti in causa, ma siamo coinvolti a margine di una causa fra terzi, perche' sulla rubrica "Cara Aduc" abbiamo pubblicato alcune lettere –e relativa nostra risposta di consigli giuridici- di persone che si lamentavano dei servizi di questa azienda o di semplici informazioni. L'inibizione alla nostra liberta' di informazione ci viene fatta perche' un giudice, per il momento, ha stabilito che, siccome c'e' una causa in corso tra l'Evolution Travel e un'altra persona, nessuno puo' parlare negativamente di questa azienda. Di fatto cio' ha portato alla cancellazione dal nostro sito di tutto cio' che riguarda l'Evolution Travel, incluse lettere in cui si chiedevano informazioni e la nostra risposta era del tipo "non diamo giudizi negativi o positivi", nonche' lettere di smentita dell'avvocato di questa azienda che avevamo pubblicato di comune accordo col medesimo avvocato. La vicenda inizia diverso tempo fa: 1 - un avvocato della Evolution Travel (marchio della Dodotour srl con sede in provincia di Padova) ci intima di cancellare alcune lettere altrimenti ci porta in giudizio. Noi –come sempre in questi casi- diamo disponibilita' a pubblicare sul nostro sito le repliche dell'azienda ad ogni specifica lettera di lamentela. L'avvocato accetta e il tutto viene pubblicato (poi oscurato dal giudice...). 2 – Qualche mese dopo una telefonata prima, e un fax dopo, della polizia postale di Genova ci intima la cancellazione delle stesse lettere. Non essendoci pero' un provvedimento diretto verso di noi, ma la loro interpretazione in modo estensivo di un'ordinanza di un giudice che non ci riguardava, non vi ottemperiamo, perche' sappiamo che la giustizia funziona in un altro modo. 3 – A maggio, via fax, la polizia postale del Veneto ci intima l'oscuramento di queste lettere, con allegata un'ordinanza di un giudice del tribunale di Este-Padova ma con una serie di cancellazioni da cui non si evince chi chiede e a chi viene chiesto l'oscuramento. Alla polizia postale del Veneto, per telefono, ci viene detto che le cancellazioni erano per preservare la privacy (....). Alla cancelleria del tribunale di Este invece, ci viene detto che per telefono non dicono nulla e ci danno il nome di un avvocato della controparte, da cui scopriamo che si tratta della Evolution Travel, ma non hanno alcuna intenzione di inviarci copia dell'ordinanza (atto di cortesia professionale che tra avvocati e' normale). Andiamo da Firenze ad Este a prenderci l'ordinanza. Ci riguarda e quindi oscuriamo queste lettere. E' il 7 giugno. Facciamo opposizione perche' e' un'ordinanza che –a nostro avviso- fa acqua da tutte le parti. 4 – Oggi 19 giugno la polizia postale di Firenze viene nei nostri uffici per oscurare queste lettere e notificarci l'ordinanza del giudice, cosi' come e' stato chiesto ieri dai loro colleghi del Veneto. L'imbarazzo e' generale. Tra verifica di quanto era stato gia' fatto nei tempi debiti, e stesura dei verbali, trascorriamo due ore del nostro tempo e di quello della polizia postale per questioni completamente inutili. Sembra che la polizia postale del Veneto, visto che era lei che ce lo aveva chiesto, prima di chiedere l'intervento dei loro colleghi fiorentini, non abbia nemmeno controllato in Internet se avevamo ottemperato o meno all'ordinanza. Oppure che, invece di controllare sul nostro sito, abbiano fatto una ricerca su un motore di ricerca e, grazie alla "cache memory" del motore abbiano trovato queste lettere, e fermandosi qui (senza andare alla Url indicata, che l'avrebbero trovata con la frase di ritto di un oscuramento) hanno istruito il sopralluogo... qualcuno –crediamo- che o non conosca bene la materia di cui e' controllore oppure fa le cose in maniera distratta. Tanto.... paga Pantalone.... cioe' noi. Vi terremo informati. TESTAMENTO BIOLOGICO. ORDINE MEDICI DI MILANO MOSTRA CULTURA CLERICO-AUTORITARIA. GIU' LE MANI DAI NOSTRI CORPI L'ordine dei medici di Milano si e' dichiarato contrario ad una qualsiasi legge sul testamento biologico, in quanto sostituirebbe "l'autonomia del camice bianco con quella decisionale del paziente". Non abbiamo parole! E' come se al centro del rapporto fra il falegname ed il cliente contasse piu' l'autonomia professionale del primo piuttosto che le richieste del secondo. Tanto piu' che qui non si tratta di costruire un mobiletto su misura, ma di agire sul corpo stesso del malato, spesso in maniera invasiva, determinandone il destino. Noi avremmo paura ad essere curati da persone come quelle che oggi pretendono di parlare a nome dei medici milanesi. Essi dimostrano una chiara cultura clerico-autoritaria, che mira ad imporre il giudizio professionale (irrimediabilmente contaminato da opinioni personali e religiose) sul corpo del paziente. Dagli Stati Uniti all'Europa, questa visione e' stata gia' da tempo scardinata. Evidentemente le nostre universita' non sono capaci di rinnovarsi e formare una classe medica rispettosa della volonta' e liberta' individuale dei propri assistiti, principio-cardine del rapporto medico-paziente in ogni democrazia liberale. I medici devono essere al servizio del cittadino, e non viceversa. Una legge sul testamento biologico che riconoscesse questi principi sarebbe utilissima a dare attuazione ad un diritto costituzionale, quale la liberta' terapeutica, che i "medici" milanesi si ostinano ad ignorare. Giu' le mani dai nostri corpi! I NUMERI 899 CONCESSI SONO ARRIVATI A 133.700. +33% IN DUE ANNI. TRUFFE E BOLLETTE GONFIATE CONTINUERANNO Continuano a crescere le numerazioni 899 rilasciate dal ministero delle Comunicazioni. Due anni fa erano circa 100.000, ora sono 133.700 (piu'33%). E' un sintomo che il business attorno ai numeri cosiddetti a "valore aggiunto" o "premium", spesso utilizzati per gonfiare le bollette telefoniche degli utenti, continua ad essere molto attraente. Le numerazioni vengono assegnate ad operatori: 35, inclusi tutti i principali gestori e una miriade di societa' meno note. Per numero di assegnazioni, i primi nove operatori raccolgono il 70% del totale. Spicca Voice plus/Eutelia (quotata in borsa) con 25 mila numeri 899 a disposizione (quasi il 19% del totale), seguono BT Italia (gruppo British Telecom) con 19.700 (il 14,7%), Telecom Italia con 9.600 (il 7,18%), e poi Karupa, Teleunit, Wind, Webcom, Fastweb. Questi operatori rivendono a loro volta i numeri ad intermediari che a loro volta li concedono ad aziende (di solito con residenza in paradisi fiscali) che li utilizzano, in teoria, per fornire servizi. Dai classici siti pornografici a servizi informativi molto piu’ puritani. Non che tutti gli 899 generino truffe, ci mancherebbe altro. Noi riscontriamo che le segnalazioni piu' numerose che ci pervengono dai consumatori riguardano 899 assegnati originariamente a Voice plus/Eutelia e Telecom Italia. Insomma, tra i clienti di questi due operatori non mancano i furbi. Fra l'altro, le modalita' per truffare gli utenti sono in continua evoluzione. A rischio sono soprattutto gli anziani e i giovanissimi, categorie che tutti vogliono tutelare… a parole. In questo caso il rimedio e' semplice semplice. Gli 899, insieme a tutti gli altri numeri a valore aggiunto (satellitari, alcuni prefissi internazionali, 892, ecc.), non possono essere attivati sulle linee telefoniche (sia mobili che fisse) se non dopo una esplicita richiesta degli utenti interessati a fruire di un numero a pagamento. L'Agcom riuscira' in questa impresa? BANCHE, PARTITI E CONSUMATORI La pubblicizzazione degli interrogatori e delle intercettazioni telefoniche in merito all'affaire Unipol-Quotidiano Nazionale-Bpi-Corriere della Sera, rende chiaro un quadro al quale mancavano alcuni tasselli. L'operazione Unipol, vista con favore da alcuni partiti del centro-sinistra, mirava a costituire un polo bancario con Bnl e Mps, con l'acquisizione del Quotidiano nazionale (Nazione, Resto del Carlino, Giorno), mentre l'operazione Bpi, vista con favore da alcuni partiti del centro-destra, mirava a costituire un polo bancario con Antonveneta e all'acquisizione del Corriere della Sera. Due operazioni speculari, messe a punto da entrambi gli schieramenti, con la benedizione di Antonio Fazio, allora governatore della Banca d'Italia e in nome della italianita' delle banche, minacciate da concorrenti estere. La bandiera della italianita' e' stata sventolata e supportata da alcuni media e ha fatto credere a molti italiani che occorreva salvare la Patria, ovvero gli interessi di partiti e banche amiche. Tutta questa operazione si faceva, si fa, sulla pelle, meglio sul portafoglio, dei consumatori. Quale tutela potrebbero avere i risparmiatori da chi li governa se gli interessi dei partiti e delle banche sono un tutt'uno? Certo, qualche fuoco di artificio si accende sempre per incantare i creduloni, ovvero i risparmiatori. Sta di fatto che il costo dei conti correnti delle nostre banche sono i piu' alti in Europa, nonostante gli sforzi dell'Abi di coprirsi con la foglia di fico del progetto "PattiChiari", che proprio chiari non sono. FONDI PENSIONE CHIUSI: I SOLDI SONO DEI LAVORATORI O DELLE AZIENDE? Una delle cose che non si comprendono nella normativa sulla previdenza complementare e' cosa diavolo ci facciano i rappresentati dei datori di lavoro negli organi di amministrazione e controllo dei fondi cosi' detti negoziali o chiusi (art. 5 comma 1 del d.lgs 252/05). I soldi versati nei fondi pensione sono o non sono dei lavoratori? Perche' mai le aziende ci devono mettere bocca? Il fatto che i soldi versati nei fondi pensione provengano dall'azienda (TFR e contributo “datoriale”) non giustifica certo il fatto che l'azienda debba mettere bocca nel funzionamento del fondo. Anche lo stipendio e' versato dalle aziende, non per questo il datore di lavoro puo' permettersi di sindacare su come lo stipendio venga speso dal lavoratore. La questione e' meno secondaria di quanto si possa pensare. L'assurdita' della norma sopra indicata, infatti, produce le assurdita' segnalate dai nostri lettori come questa praticata dal fondo dei metalmeccanici (il piu' significativo per numero di aderenti): Ho lavorato come impiegato in un'azienda del settore metalmeccanico fino al 31 maggio 2006 e fino a quella data ho versato i miei contributi al fondo chiuso Cometa. L'interruzione del rapporto di lavoro e' stata causata dalla messa in mobilita', una condizione che mi permette il riscatto totale della posizione maturata presso il fondo. Ho atteso un anno prima di procedere al riscatto ma i rendimenti deludenti mi hanno convinto ad attivarmi. Nonostante il mio diritto al riscatto totale sancito dallo statuto ho appurato che il fondo in pratica osteggia questa mia richiesta. Nel modulo da utilizzare per la richiesta di riscatto e' infatti presente una sezione, da compilare obbligatoriamente, riservata all'azienda presso cui lavoravo e che questa dovrebbe firmare e timbrare. Ma io non ho piu' alcun rapporto con l'azienda che mi ha licenziato (l'azienda potrebbe anche non esistere piu'...) e ritengo peraltro che essa non sia obbligata a controfirmare e certificare un atto che riguarda unicamente il sottoscritto e Cometa. Ho cercato di mettermi in contatto con un rappresentante del fondo per ottenere dei chiarimenti ma per gli aderenti e' disponibile solo un call center affidato in gestione esterna. La voce del call center ha definito "regola" la prassi seguita dal fondo ed ha sottolineato che non e' eludibile. Mi ha inoltre detto che la mancanza del suggello da parte della societa' presso cui lavoravo ritardera' per un tempo indefinito l'apertura della pratica di riscatto. Tale ostinazione mi sconcerta: quando una prassi si rivela vessatoria o addirittura illegittima essa va modificata. Perche' la mia firma su una dichiarazione scritta non e' sufficiente ad avviare la pratica? Perche' il fondo non mi chiede un documento in mio possesso, come la lettera di licenziamento o l'attestazione dell'iscrizione alle liste di mobilita'? Con che arroganza Fondo Cometa mi vincola ad ottenere da terzi un riscontro documentale che puo' benissimo procurarsi autonomamente? L'1,27% dei contributi degli aderenti (comparto crescita, esercizio 2006) viene usato per i costi di gestione ma nel momento in cui il fondo sta per perdere la titolarieta' della gestione, si guarda bene dall'usare queste trattenute per quella che in fondo e' ordinaria amministrazione. Cordiali saluti, Lettera firmata Il nostro lettore ha tutte le ragioni del mondo. Il comportamento del Fondo Cometa e' incomprensibile ed auspichiamo un pronto intervento della Covip, l'organo di vigilanza sui fondi pensione, affinche' si impedisca ai fondi pensione chiusi di frapporre ostacoli burocratici per l'esercizio dei diritti previsti dalla normativa. RU486. ANCHE COMMISSIONE EUROPEA DA' VIA LIBERA. PRESTO IN ITALIA Sempre piu' vicini all'introduzione in Italia della pillola abortiva Ru486. Anche la Commissione Europea, all'unanimita', ha dato il via libera alla Ru486 (mifepristone) , facendo proprio il parere positivo dell'Emea, l'agenzia europea del farmaco, di cui avevamo dato notizia nelle passate settimane (1). A questo punto, la Francia dovra' adottare la raccomandazione dell'Unione Europea e redigere una richiesta di mutuo riconoscimento che entro settembre-ottobre, come ci ha nuovamente confermato questa mattina il produttore della Ru486, Exelgyn Laboratoires, verra' presentata all'Italia. Entro novembre, il ministero della Salute italiano dovra' autorizzare la commercializzazione della Ru486. Purtroppo, per ragioni squisitamente politiche, fino ad oggi i Governi italiani di ogni orientamento hanno preferito privare la donna di un suo diritto, sancito all'articolo 15 della legge n. 194/1978, obbligandola di fatto a fruire solo dell'aborto chirurgico. L'Europa, piu' sensibile alle questioni scientifiche che a quelle ideologiche, sta provvedendo ad estendere anche alle donne italiane un diritto gia' attuato in ben 21 Paesi dell'Unione. Ci auguriamo che questo Governo, ed in particolare il ministro della Salute, voglia riflettere sul danno arrecato fino ad ora alle proprie concittadine la cui salute ed i cui diritti avrebbe dovuto proteggere. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=181263 Documenti: - Adozione da parte della Commissione Europea: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/ec.pdf - Parere dell'Emea: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/emea.pdf - Settore del sito Aduc dedicato alla questione: http://www.aduc.it/dyn/ru486 La multa a Telecom per pubblicita' ingannevole Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=184659 PILLOLA ABORTIVA RU486. ECCO COME E PERCHE' SARA' PRESTO COMMERCIALIZZATA IN ITALIA. ATTENZIONE ALLA DISINFORMAZIONE IDEOLOGICA Su Avvenire di oggi, l'editorialista Eugenia Roccella spiega che quanto deciso dall'Emea e dalla Commissione Europea sulla pillola abortiva Ru486 e' "assolutamente nulla". Inoltre, alla notizia che abbiamo diffuso ieri sulla decisione della Commissione Europea, sono giunte puntualmente non-smentite da "fonti" piu' o meno identificate dell'Emea (agenzia europea del farmaco) e dell'Aifa (agenzia italiana del farmaco) che hanno creato un po' di confusione. Per questo e' bene fare un po' di chiarezza sul significato di cio' che sta accadendo: 1. Il motivo per il quale la casa produttrice del farmaco, Exelgyn, non ha ancora fatto richiesta di commercializzazione in Italia ha poco a che fare con obiezioni scientifiche o di opinione pubblica. A scoraggiare la richiesta e' stato il clima politico, fortemente condizionato dalle istanze delle gerarchie vaticane. Istanze che chiaramente hanno condizionano e condizionano anche quelle forze politiche che all'epoca sostenevano (ed hanno poi smesso di sostenere) l'allora ministro della Salute Umberto Veronesi, favorevole all'introduzione della Ru486. 2. La Ru486 e' commercializzata in 21 Paesi dell'Unione Europea. Dubitiamo che "l'opinione pubblica" di questi 21 Paesi sia meno informata e meno critica di quella italiana (semmai e' maggiormente informata, visto che in quei Paesi sono centinaia di migliaia le donne, ancora in vita, che hanno fatto uso della Ru486). Piuttosto e' meno soggetta al bombardamento di informazioni politico-religiose mascherate da scienza. Per i suddetti motivi, l'Exelgyn ha deciso di sottoporre il proprio prodotto alle considerazioni scientifiche dell'agenzia europea del farmaco (Emea): una eventuale richiesta di commercializzazione in Italia sara' cosi' rafforzata dal parere di un autorevole organo scientifico europeo. 3. L'Exelgyn ci ha confermato che la richiesta di mutuo riconoscimento sara' presentata a settembre/ottobre all'Aifa. Le smentite odierne di questa agenzia, che ribadisce di non aver ricevuto richieste, sono ovvie, quindi inutili e –probabilmente- strumentali a creare un clima di non-credibilita' di come si stanno invece svolgendo i fatti e di quali sono le procedure. Un contributo alla disinformazione ideologica. 4. L'Emea, nel valutare i dosaggi oggetto della procedura europea di arbitrato, ha riconosciuto il prodotto "efficace e sicuro". Se cosi' non fosse, l'Emea non avrebbe approvato ALCUN DOSAGGIO. In sostanza l'Emea, ed ora la Commissione Europea (come gia' l'Organizzazione mondiale della Sanita' e la Food and Drug Administration degli Usa), hanno stabilito che la Ru486 e' "sicura ed efficace". 5. Quando la procedura di mutuo riconoscimento sara' presentata in Italia, il ministero della Salute non potra' che farla propria. Non farlo significa attivare automaticamente la procedura europea centralizzata: quindi nuovo vaglio dell'Emea, il cui parere -difficilmente opposto da quello appena espresso- sara' vincolante per TUTTI I PAESI DELL'UNIONE. Non solo. Il ministero italiano della Salute, se a quel punto vorra' opporsi, dovra' mandare i propri esperti-scienziati (presumibilmente non gli opinionisti dell'organo di stampa della Conferenza episcopale italiana) a convincere gli esperti-scienziati di altri 21 Paesi europei e dell'Emea che hanno autorizzato un farmaco pericoloso. Si coprirebbero di ridicolo, rovinando la propria reputazione di scienziati e la credibilita' dell'Italia in ambito medico-scientifico? Molto probabile. Per tutto questo, e' evidente che l'arbitrato europeo appena conclusosi favorevolmente per la Ru486, costituisce la tappa fondamentale intrapresa in vista della procedura di mutuo riconoscimento che sara' attivata in Italia a settembre-ottobre. Tutt'altro che "assolutamente niente". FISCO E FINANZIARIA. GLI STUDI DI SETTORE Torna la protesta degli autonomi sulla esosita' degli studi di settore. Nel dicembre scorso si era raggiunto un accordo tra Governo e associazioni di categoria sulla rivisitazione degli indici degli studi di settore stessi. Ora gli autonomi si accorgono che l'accordo li danneggia. Vediamo di capirci qualcosa. I settori maggiormente interessati al sommerso sono quelli dei servizi (commercio, alberghi e pubblici esercizi, per il 13,4%), l'agricoltura (18,3%) e l'industria (5,7%). I valori, in termini monetari, sono molto diversi: per i servizi il sommerso vale 197,6 miliardi (!!!), per l'agricoltura 5,8 miliardi e per l'industria 42,36 miliardi (Istat 2004). Il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, dichiara che solo il 39,4% degli autonomi sono in linea con i parametri di settore, mentre il 53,8% non sono congrui e il 6,8% sono marginali (dati 2005). Mettendo insieme il valore del sommerso nei servizi (197,6 miliardi) e la percentuale dei non congrui (53,8%) ce n'e' in abbondanza per capire dove si annida l'evasione fiscale. Invece, grazie alle proteste delle lobbies dei commercianti (Confesercenti per il Centro-sinistra e Confcommercio per il Centro-destra) e' probabile che si arrivi ad una modifica dei parametri degli studi di settore che "venga incontro" alle richieste degli autonomi. In questo senso e' stata depositata una mozione parlamentare. Nell'anno in corso si dovevano recuperare 3,3 miliardi dai nuovi studi di settore, ora se ne fara' poco o niente. Chi paghera' le tasse? I soliti noti, cioe' quelli a reddito fisso! E' gia' prevista un aumento della aliquota al 27% per i parasubordinati. Siamo o no il Paese di Arlecchino e Pulcinella? IN CARCERE PER UNO SPINELLO! PER LA SICUREZZA STRADALE LA CAMERA APPROVA CIO' CHE NEANCHE LA FINI-GIOVANARDI PREVEDE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali Ieri alla Camera dei Deputati sono stati votati alcuni articoli del disegno di legge "Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale (A.C. 2480-A/R )". In particolare e' stato approvato l'art. 10 che prevede che chi guida in stato di alterazione psicofisica possa essere sottoposto all'arresto fino a due mesi e ad un'ammenda da 500 a 2mila euro. Ritengo che questo tipo di provvedimenti siano assurdi e ho preso la parola in Aula piu' volte per ricordarlo. Nonostante la questione sia molto semplice, i miei appelli sono rimasti inascoltati e l'art. 10 e' stato approvato. A differenza della guida in stato di ebbrezza, dove, attraverso l'etilometro, si può dimostrare che effettivamente si e' alla guida di un'automobile e abbiamo assunto alcool, per quanto riguarda le sostanze stupefacenti –per esempio la cannabis- non ci sono strumenti o attrezzature per dimostrarlo. Ora si potra' arrivare al caso paradossale per cui chi si fa uno spinello oggi e si mette alla guida di un'auto fra un mese, possa venir arrestato. Attenzione! Anche il fumo passivo di uno spinello puo' risultare nelle analisi. Se, quindi, ci troveremo in una stanza con persone che fumano spinelli, trenta giorni dopo, se trovati alla guida di un auto, potremo finire in carcere! In questo modo non si fa altro che penalizzare il consumo degli stupefacenti, in particolare la cannabis, per la quale non ci sono test affidabili che consentano di individuare il momento dell'assunzione. Con la riforma della Fini-Giovanardi e' stato approvato il possesso e il consumo personale, decidendo che non si voleva mettere in carcere chi si fa uno spinello. Approvando questo articolo si va nella direzione opposta! La maggioranza di centro sinistra, che ha in programma la riforma in senso meno punizionista della legge sulla droga, ha invece approvato un provvedimento che peggiora la situazione. C'e' piu' di qualcosa che non torna... Dal canto mio ho naturalmente votato contro l'articolo, come tutto il gruppo della Rosa nel Pugno e di Rifondazione Comunista. Se l'articolo e' passato, il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, deve ringraziare l'astensione di Forza Italia e il voto favorevole di Alleanza nazionale. L'AVVOCATO PER I MINORI? SI PREANNUNCIA L'ENNESIMA PROROGA E SI CONFERMA LA DISCRIMINAZIONE TRA I FIGLI NATI DENTRO E FUORI DEL MATRIMONIO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali Rispondendo oggi ad una mia interrogazione preparata insieme a Lucio Berte', membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani, il sottosegretario al ministero delle Politiche per la Famiglia, Chiara Acciarini, ha preannunciato l’ennesima proroga per l’istituzione dell’avvocato d’ufficio presso il tribunale dei minori. La legge 149/2001 (1) prevedeva che i minori dovessero essere necessariamente assistiti da un difensore nelle procedure di limitazione e di decadenza della potesta' e in quelle per la dichiarazione di adottabilita'. Dal 2001 si e’ assistito ad uno scandaloso rinvio di anno in anno, l’ultimo e’ in scadenza il 30 giugno. L'adozione definitiva di questa riforma consentirebbe una maggior tutela per i minori, nel cui unico interesse devono essere prese decisioni di gravissima portata, quali quelle in questione. Con la decisione del Governo si conferma una ulteriore discriminazione tra i figli nati dentro e fuori del matrimonio. Nel caso di una crisi e di un conflitto tra i genitori sposati la questione puo’ essere affrontata in un tribunale ordinario civile, che solitamente si limita a regolamentare i rapporti del bambino (figlio legittimo) con entrambi i genitori senza interromperli. Nel caso di un conflitto tra genitori non sposati, non avendo la loro unione un riconoscimento civile, questi finiscono davanti al Tribunale per i Minorenni che li considera a priori “inaffidabili” e un pericolo per il bambino (figlio naturale), e in attesa di approfondire le vicende tende ad allontanarlo dalla “famiglia di fatto”. Grazie alla legge 115/2006 il gratuito patrocinio e’ stato assicurato anche nelle cause civili, oltre a quelle penali. Con questa proroga la discriminazione tra figli naturali e legittimi si conferma non solo nel Tribunale diverso, ma anche nel non riconoscimento del diritto alla difesa per quelli che loro malgrado e non per scelta loro si trovano a nascere fuori dal matrimonio! (1) "Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante "Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori", nonche' al titolo VIII del libro primo del codice civile" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile 2001 Il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=184747 NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI - BUSH, LE STAMINALI E LE ELEZIONI DEL 2008 E' uscito il numero centoquarantadue, anno VI, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_142.html SPIAGGIA E MULTE. ATTENZIONE SONO... SALATE! Multe salatissime per i villeggianti, da 1.033 a 3.099 euro per "reati" relativi alla inosservanza dell'uso del demanio marittimo, cioe' delle spiagge. Possono venire multati coloro che portano cani, che giocano a pallone, a racchettoni o che comunque arrecano disturbo. Stessa sanzione per chi parcheggia veicoli sulla spiaggia. Inoltre entro 200 metri dalla battigia, dalle ore 9 alle 19 della stagione balneare (1 maggio - 30 settembre), e' proibita qualsiasi attivita' che possa arrecare disturbo o costituire pericolo per i bagnanti (acquascooter, sci nautico, tavole a vela, subacquei). La norma e' prevista da un Regio Decreto del 1942 (1) che punisce tutti coloro che non osservano le disposizioni relative al Demanio marittimo che sono emesse, con ordinanza, dalle Capitanerie di Porto ed ora anche dai Comuni interessati. Le ordinanze sono affisse negli uffici delle Capitanerie e, in genere, agli ingressi degli stabilimenti balneari. Riportiamo per intero la norma di legge: "Art. 1164 (Inosservanza di norme sui beni pubblici). - Chiunque non osserva una disposizione di legge o regolamento, ovvero un provvedimento legalmente dato dall'autorita' competente relativamente all'uso del demanio marittimo o aeronautico ovvero delle zone portuali della navigazione interna e' punito, se il fatto non costituisce reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire due milioni a lire sei milioni.".(2) Attenzione quindi, perche' la vacanza puo' trasformarsi in un vero e proprio salasso!!! (1) art.1164, R.D. n.327/1942, Codice della navigazione. (2) Cosi' modificato dall'art.10 del D.Leg. n. 507, del 30.12.1999. OTTO PER MILLE ALLE CONFESSIONI RELIGIOSE. CIO' CHE NON SI SA, MA CHE E' BENE SAPERE In queste settimane e' molta la pubblicita' che le diverse confessioni religiose (quella cattolica romana in modo particolare) stanno facendo per convincere i contribuenti a devolvere loro la quota dell'otto per mille. Si tratta, facendo riferimento ai dati 2006, di quasi un miliardo di euro (963.318.103,55 euro con precisione), 929.942.977,10 dei quali sono finiti alla Chiesa cattolica che, a differenza delle altre religioni che devono aspettare tre anni, ha il privilegio di farsi anticipare gli importi. Le confessioni sono sei + lo Stato e grazie al perverso meccanismo di erogazione, anche se solo il 39,52% dei contribuenti ha indicato a chi devolvere il proprio otto per mille, le percentuali di chi ha scelto vengono utilizzate per la spartizione dell'otto per mille dell'introito complessivo fiscale (1). Grazie all'opera certosina della nostra collaboratrice Annapaola Laldi, seguiamo la questione da diversi anni. Abbiamo un settore del nostro sito dedicato all'argomento con aggiornamenti continui (2). Quello di oggi, edito nella rubrica "La Pulce nell'Orecchio" e' per l'appunto dedicato a come sono stati spesi i soldi dati alle confessioni religiose. Nelle settimane scorse avevamo pubblicato la nostra lettura del resoconto di come sono stati spesi i soldi dati allo Stato (3): un disastro perche' vengono sempre piu' spesso dirottati verso iniziative che non sono quelle previste dalla legge (fame nel mondo; calamita' naturali; assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali). Cio' che colpisce e' la scarsita' di coloro che scelgono (39,52%) e la sproporzione dei soldi che poi vengono erogati: per esempio gli italiani che indicano la Chiesa cattolica sono il 35,24%, ma questa confessione incassa come se fosse stata scelta dall'89,16% dei contribuenti. Inoltre, sempre con riferimento a questa Chiesa, i soldi non vengono utilizzati solo per interventi caritativi, ma come un vero e proprio finanziamento alla struttura, che utilizza il 79,03% di quanto incassato (4). Inoltre la Chiesa cattolica non comunica gli importi investiti in pubblicita' (che non sono briciole, vista la massiccia campagna). Gli unici a dichiarare queste spese sono Valdesi, Luterani ed Ebrei. Colpiscono i Valdesi per aver dedicato il 2,77% dei loro introiti alla ricerca sulle cellule staminali: gli unici che si occupano di ricerca medico-scientifica. Visto che volenti o nolenti il nostro otto per mille finisce nelle tasche delle confessioni religiose o dello Stato, consigliamo a chiunque la lettura della nostra ricerca/studio. Sapere come anche in questo ambito l'Erario e i beneficiari si comportano, serve a meglio rafforzare la certezza che viviamo in un Paese che chiamare Arlecchino sarebbe solo offendere la tradizione della famosa maschera. Qui il testo integrale: http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=184763 (1) - Stato 8,38% (3,31% sul totale contribuenti) - Chiesa Cattolica 89,16% (35,24 sul totale contribuenti) - Avventisti 0,22% (0,08% sul totale contrib.) - Ass. di Dio in Italia 0,19% (0,07% sul totale contrib.) - Valdesi 1,39% (0,55% sul totale contrib.) - Luterani 0,27% (0,11% sul totale contrib.) - Ebrei 0,39% (0,16% sul totale contrib.) (2) Indice otto per mille: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/indiceottopermille.html Per capire invece come nasce l'otto per mille, c'e' lo specifico dossier: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/dossierottopermille.html (3) http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=180473 (4) - Esigenze di culto e pastorale euro 399 (milioni) (42,91%) - Interventi caritativi: euro 195 (milioni) (20,97%) - Sostentamento del clero: euro 336 (milioni) (36,12%) SVIZZERA. TLC: FORNIRE BANDA LARGA A TUTTI DIVENTA 'OBBLIGATORIO' PER IL GESTORE UNIVERSALE SWISSCOM Per la prima volta nel mondo il gestore a cui e' affidata la fornitura del servizio telefonico universale in una nazione, sara' obbligato ad erogare anche connettivita' a Internet in banda larga. Succede in Svizzera, dove la Commissione federale delle comunicazioni (ComCom), ha confermato per i prossimi dieci anni la concessione a Swisscom, che dovra' fornire a chiunque e ovunque, oltre a collegamenti telefonici in analogico e digitale, una connessione Internet a banda larga con una velocita' di trasmissione pari a 600/100 kbit/s. Swisscom ha rinunciato a chiedere una compensazione finanziaria per i primi cinque anni della concessione. Potrebbe tuttavia richiederne una per il periodo seguente. In questo caso la ComCom esaminera' l'eventuale richiesta di Swisscom e stabilira' l'indennita' finanziaria in base ai costi effettivi. Ogni Paese fa storia a se' (in Italia il ruolo di gestore universale e' affidato a Telecom Italia, che e' obbligata solo a fornire il servizio voce e fax), ma dalla Svizzera viene un esempio di come dovrebbero operare le istituzioni per stimolare il mercato e la diffusione delle innovazioni tecnologiche. SINDACATI: STRUTTURA DI POTERE CHE PRESERVA SE STESSA Pietro Ichino, editorialista, docente, sindacalista e deputato comunista, in un controverso libro, si chiedeva a cosa servissero i sindacati. Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Condindustria, dichiara che i sindacati rischiano di rappresentare statali, pensionati e fannulloni. Da posizioni opposte, dunque, si spara sui sindacati. Vero e' che buona parte degli iscritti ai sindacati sono pensionati i quali, quando sono in procinto di terminare il ciclo lavorativo, si rivolgono ai patronati per il disbrigo delle pratiche e rimangono iscritti al sindacato fino a che morte non li separi da questa vita, poiche' vige il silenzio assenso sull'adesione, che si rinnova automaticamente. Visto il funzionamento della macchina amministrativa pubblica e' quasi giocoforza abbinare il sostantivo statale a inefficienza e lassismo, il che ormai e' patrimonio culturale dei cittadini. E' di questi giorni la notizia che la Fiom (Cgil) si oppone all'ingresso in borsa di Fincantieri, societa' pubblica, che, alla ricerca di risorse economiche, vuole porre sul mercato il suo 49%, rimanendo proprietaria con il 51% delle azioni. Cosa c'e' di piu' normale del ricercare soldi dal mercato invece di ricorre a onerosi prestiti bancari? Negli anni '70 i sindacati istituirono proprie sezioni ambientali ma la politica perseguita era quella della occupazione a tutti i costi, anche quelli ambientali. Negli anni '80 i sindacati confederali fondarono alcune organizzazioni di consumatori (Federconsumatori, Adiconsum, Adoc) che sono in evidente conflitto di interessi: durante gli scioperi dei servizi pubblici, da che parte stanno queste associazioni? Da quella del lavoratore o da quella dell'utente? Foglie di fico? Sempre di questi giorni e' la notizia che il SuperInps non si fara piu'. Perche' mai? Alla decisione sono estranei i sindacati che sono presenti nei vertici degli istituti previdenziali? Purtroppo i sindacati sono diventati una struttura di potere e, come tutti i poteri, hanno un fine primario: la conservazione di se stessi. CAOS TRENI DOPO OCCUPAZIONE TIBURTINA. PAGA COME SEMPRE L'UTENTE/CONSUMATORE. EPPURE CI VORREBBE POCO... La disperazione e' quella che in genere porta le persone a rivendicare un proprio presunto diritto calpestando quello di altri. E' quanto accaduto oggi (25 giugno) alla stazione di Roma Tiburtina, con l'occupazione dei binari da parte di alcuni pendolari imbufaliti perche' Trenitalia li ha snobbati nel cambio tariffario dei loro abbonamenti e, ovviamente, li ha penalizzati. Sistema ferroviario in tilt essenzialmente nella tratta Firenze-Roma, una delle piu' importanti della rete. Tra i due presunti colpevoli –Trenitalia incolpa i pendolari, questi ultimi incolpano Trenitalia- a pagare e' l'utente/consumatore del servizio: colui che non c'entra nulla e che nonostante decreti e lenzuolate di questo Governo e Parlamento, continua imperterrito ad essere l'anello debole del sistema economico e politico. Economico perche' e' il soggetto che ne subisce le conseguenze piu' pesanti e costose. Politico perche' e' vittima di un sistema e di un modo di rivendicare il proprio presunto diritto calpestato, dove sembra la cosa piu' naturale al mondo farlo calpestando quello di altri. In questo contesto -come sempre- accadra' che i due presunti colpevoli non pagheranno per le loro presunte colpe, tutto tornera' come prima e... alla prossima. A nostro avviso dovrebbe/potrebbe funzionare cosi'. Siccome vige il monopolio, Trenitalia dovrebbe obbligatoriamente trattare in modo civile con chiunque ponga un problema su qualita' e costo del servizio che eroga, e sempre obbligatoriamente trovare un accordo che, altrimenti dovrebbe decidere un giudice terzo: tutto in tempi brevissimi si' da non creare problemi, come nel nostro caso, ai pendolari. Se nonostante questo qualcuno arrecasse danno, come nel nostro caso con l'occupazione della stazione, gli occupanti dovrebbero essere inflitte delle multe da capogiro che dovrebbero finire in un fondo per il risarcimento degli utenti/consumatori che hanno subito il danno con il blocco del traffico. Questa, pero', sembra fantapolitica e nei decreti e nelle lenzuolate non se ne parla, cosi' come non se ne e' parlato tutte le volte che situazioni come quella di Tiburtina si sono presentate. Al sindacato confederale, probabilmente, dei lavoratori/pendolari disperati non gliene frega niente. Cosi' come non frega niente dei propri clienti al monopolista Trenitalia che, anzi, ci verra' a raccontare che lui non e' monopolista perche' ci sono due treni al giorno (per esempio Cisalpino che e' proprieta' a meta' tra Trenitalia e ferrovie svizzere) che da Roma vanno in Svizzera... Testamento biologico e sindacato Ecco la vignetta di Giannino: http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=185142 PUBBLICITA' INGANNEVOLE/TELECOM: L'ENNESIMA RIDICOLA MULTA NON COPRE NEPPURE LE SPESE DELLE AUTORITA' E' arrivata una nuova condanna dell'Antitrust a Telecom Italia per pubblicita' ingannevole. Questa volta la sanzione e' di 73.100 euro comminata per la promozione della tariffa per telefonia fissa residenziale denominata “TELECONOMY ZERO ZERO”. Una "pena" irrisoria pari allo 0,0024% dell'utile 2006 di Telecom Italia (Nota 1). Una sanzione che forse non copre neppure la remunerazione/gettoni di presenza di tutti i soggetti che hanno preso parte a vario titolo alla decisione: il relatore dottor Antonio Pilati; il vice segretario generale dell'Antitrust, Alberto Nahmijas, il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricala'. A questi bisogna aggiungere i soggetti che hanno curato il parere che deve esprimere l'Agcom in caso di spot televisivi. Rifacendo i conti: - lo spot ingannevole di Telecom Italia danneggia un certo numero di consumatori che hanno sottoscritto la tariffa pubblicizzata; - i concorrenti di Telecom Italia, perdono clienti e subiscono un danno (in questo caso a vantaggio dell'operatore dominante che mantiene l'80% del mercato della telefonia fissa); - lo Stato spende migliaia di euro (gli stipendi e i gettoni di presenza delle Authority sono pagati con le tasse dei cittadini) per accertare la sussistenza dell'ingannevolezza del messaggio pubblicitario; - Telecom Italia, da una parte incamera un bel malloppo di nuovi contratti, ingannando i consumatori, dall'altro e' "punita" con una cifra ridicola (il codice del consumo fissa un tetto massimo di 100 mila euro alle sanzioni). Telecom Italia puo' continuare a inventarsi spot ingannevoli, tanto alla fine ci guadagna. A pagarne le conseguenze sono i concorrenti e le tasche degli italiani nella doppia veste di consumatori di servizi telefonici e di contribuenti. Una politica attenta alle esigenze dei consumatori avrebbe gia' rimediato alzando da 100 mila a 10 milioni di euro la sanzione massima comminabile. Se cosi' fosse -ci mettiamo la mano sul fuoco- slogan come "per sempre" o "tutto gratis" scomparirebbero dal lessico dei pubblicitari. Nota1. Si veda il comunicato del 18 giugno 2007 http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=184374 BIBITE E CANCEROGENI. CONSIGLI Cancerogeno nelle bibite? Si', certo, e la notizia e' vecchia di 15 anni ma non ha trovato molto spazio nei media in tutta'altre faccende affaccendati. In alcune bibite contenenti benzoato di sodio, potassio o calcio (conservanti) e vitamina C (addizionato o presente nei succhi di frutta) per una reazione chimica, favorita dal calore, dalla luce e dalla presenza di acido citrico (succhi di frutta), si forma il benzene, noto cancerogeno. La inalazione dei suoi vapori provoca avvelenamento con emorragia delle mucose, della pelle e degli organi interni. Dicevamo che la notizia e' vecchia perche' il problema fu posto dalla FDA (l'organismo statunitense che si occupa di cibo e farmaci) ma c'e' voluto l'intervento della magistratura per rilanciare l'allarme. Il Ministero della Salute, bonta' sua, effettua ricerche. Il nostro consiglio ai consumatori e' molto semplice: leggere le etichette e controllare se negli additivi c'e' benzoato e vitamina C. In caso positivo lasciare la bibita sugli scaffali del negozio. Al bar chiedere all'addetto di leggere la composizione; se non lo fa cambiate ordinazione o bar. LA RIFORMA DELLA LEGGE SULLA DROGA RIMANDATA A SETTEMBRE!! QUALCUNO VUOLE AFFOSSARLA? Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali La buona notizia e’ che la riforma della legge Fini-Giovanardi e’ stata calendarizzata. Quella cattiva e’ che stata fissata come primo provvedimento delle commissioni Affari Sociali e Giustizia solo alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, a settembre. Per allora saranno nominati i relatori e quindi partira’ un ciclo di audizioni. Questa e’ la decisione emersa dopo la riunione di presidenza delle due commissioni che ha visto uno strano andamento. La convocazione era dovuta ad un appello di Rnp, Verdi, Pdci, Rc, Sd, Idv, Nuovo Psi che chiedevano la calendarizzazione delle proposte parlamentari senza attendere un disegno di legge del Governo. Da An e Fi sono invece arrivati appelli ad attendere il testo del Governo preannunciato –purtroppo- proprio nelle pagine dei giornali di oggi. L’annuncio del ministro degli Affari Sociali, Paolo Ferrero, e’ stato cosi’ facilmente utilizzato e strumentalizzato dall’opposizione per evitare che gia’ a luglio potesse essere messa all’ordine del giorno la riforma della legge attuale. Sollecitazione colta al volto dal presidente della commissione Affari sociali, Mimmo Luca’, che ha voluto sottolineare la necessita’ di rimandare il tutto a settembre per evitare di fare una scortesia al Governo calendarizzando alcuni testi parlamentari mentre il Governo medesimo ne preannuncia uno in materia. Purtroppo dobbiamo registrare come l’annuncio di Ferrero non sia stato opportuno alla vigilia della riunione delle due commissioni, e sia stato solo usato, da chi si oppone alla riforma delle leggi sulla droga, per prendere altri mesi di tempo. Ora vedremo su chi cadra’ la scelta dei due presidenti come relatori. Non mi aspetto niente di buono e mi auguro in particolare che il presidente Luca’ non decida di contrastare la richiesta della commissione nominando due presidenti che, con una sorta di mandato speciale, abbiano l’obbiettivo di affossare il tema. Per questo motivo, per la commissione Affari Sociali, mi propongo come relatrice. DROGA. LEGALIZZARE CANNABIS O PROIBIRE ALCOOL E TABACCO. DUE PROPOSTE DI LEGGE PER ARMONIZZARE UNA POLITICA CONTRADDITTORIA Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali Oggi (26 giugno), in occasione della giornata mondiale contro le droghe, ho presentato, insieme all'on. Bruno Mellano, due proposte di legge "gemelle" elaborate in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori): una per legalizzare il consumo ed il commercio della cannabis, l'altra per proibire l'alcool ed il tabacco. Delle due l'una: o si prende atto che la politica proibizionista e repressiva non sta funzionando, legalizzando una sostanza come la cannabis; oppure si decide che il proibizionismo funziona e lo si applica fino in fondo, vietando sostanze infinitamente piu' dannose come l'alcool ed il tabacco. Quello che e' certo e' che oggi la strategia adottata contro le droghe e' fortemente ambigua ed ipocrita. A fronte di zero morti causati dalla cannabis, l'alcool ed il tabacco producono ogni anno circa 130mila morti solo in Italia, oltre 5 milioni di decessi nel mondo. Nonostante cio', si puo' finire in carcere fino a 20 anni per il possesso di cannabis superiore a 0,5 grammi, mentre e' possibile acquistare e consumare quantita' illimitate di alcool e tabacco. Legalizzando la cannabis: - sarebbe eliminata una buona parte delle entrate su cui vivono le organizzazioni criminali che gestiscono i traffici; - sarebbe possibile controllare la qualita' della sostanza, evitando che i milioni di italiani che ne fanno uso fumino cannabis geneticamente modificata o peggio tagliata con altre sostanze sconosciute e talvolta letali (vedi il caso del giovane di Torino, il cui spinello conteneva crack cocaina); - sarebbe separato il mercato della cannabis da quello delle droghe pesanti, evitando il facile contatto degli spacciatori coi milioni di giovani loro "clienti", a cui vendere prodotti piu' lucrosi perche' creano dipendenza, tipo cocaina ed eroina. Mi auguro che si proceda in questa direzione, e cosi' mi battero'. Ma se la strada legalizzatrice non sara' percorsa, sia perseguita in fondo quella proibizionista attuale. Per questo, sarebbe opportuno che la repressione, se proprio la si vuol fare, sia applicata in maniera giusta ed equa, senza discriminazioni fra consumatori di droghe buone (tabacco e alcool) e cattive (cannabis). E soprattutto senza quella tolleranza dell'illegalita' che crea zone grige di vendita e consumo... come –pare- in Parlamento. 1. Proposta di legge per la proibizione del mercato e del consumo di alcool e tabacco: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=185243 2. Proposta di legge per la legalizzazione del mercato e del consumo di cannabis: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=185242 RELAZIONE ANTITRUST. IL LIBRO DELLE LAMENTELE E DEI SOGNI IRREALIZZABILI, A PARTIRE DALLA CLASS ACTION La relazione del presidente dell'Antitrust, Antonio Catricala', oggi al Parlamento, sembra il libro delle lamentele e dei sogni irrealizzabili, il progetto di una economia e di una societa' di un gioco intitolato "Il futuro che vorremmo"... ma, per l'appunto un gioco. Perche' fino ad oggi il Parlamento e' stato abbastanza sordo, dando in pasto al "popolo bue" le varie relazioni delle varie autorita', e poi legiferando o non legiferando per -di fatto- lasciare la situazione cosi' com'e': un mercato in cui la concorrenza e' quasi sempre solo nei discorsi elettorali e delle feste di partito. Potremmo sviscerare quanto detto da Catricala' e dimostrare punto per punto la veridicta' di queste nostre esternazioni, ma ci limitiamo a due soli aspetti, uno relativo ad una situazione gia' teoricamente ideale per il consumatore (mercato della telefonia), e l'altra che dovrebbe divenire tale con l'approvazione di una nuova legge (class action). Nel primo caso i decreti Bersani hanno dato alcune dritte a favore di mercato e concorrenza (per esempio la scissione dei contratti in trenta giorni senza penali), ma e' come se le leggi non esistessero, perche' tutti gli operatori continuano a fare cio' che facevano prima e nessuna Autorita' (in questo caso Comunicazioni e Antitrust) e' intervenuta. Per la class action, invece, si sta per commettere uno dei piu' gravi attentati al diritto e alla liberta' di difesa del cittadino: la tendenza prevalente (Governo soprattutto) e' quella di introdurla come strumento utilizzabile da alcune corporazioni e non dal cittadino e con meccanismi di rimborso che renderanno piu' difficile ottenere giustizia rispetto alla situazione attuale (singole cause di ogni danneggiato dopo il verdetto favorevole) (1). Ci spiace, ma non ci uniamo al coro degli elogi al presidente Catricala'. Non per quello che ha detto, ma perche' fino a che non vedremo atti concreti che diano un valore alle sue parole, non ci uniamo al "popolo bue" che si sente soddisfatto perche' gli si e' fatto credere che da oggi la propria vita cambiera', ma invece gli si e' dato solo in pasto in po' di fumo. (1) Qui la nostra proposta di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 PENSIONI: INUTILE SCENEGGIATA! Si era arrivati a elemosinare 40 euro "a regime" per le pensioni piu' basse e una tantum, altra elemosina, di 250 euro, che dovranno essere reperite grazie al riordino complessivo degli enti previdenziali cioe' mai, visto che e' naufragato il tentativo di accorpare questi enti nell'Inps. I soldi arriveranno, semmai, dal vampiresco gettito fiscale. Questa notte si sono interrotte le trattative Governo-Sindacati sulla riforma pensionistica. La pantomima delle riunioni notturne si aggiunge alla sceneggiata, alla quale partecipano, non si sa perche', tutti i segretari di categoria e quelli regionali; non si potrebbero fare le riunioni di giorno e con una normale delegazione sindacale nazionale? I motivi della sospensione delle trattative non attengono ai contenuti ma a valutazioni politiciste (non politiche): i sindacati temono di essere scavalcati dai partiti della sinistra massimalista che a loro volta devono fare i conti con il proprio elettorato, visto che alle ultime elezioni i risultati non sono stati proprio straordinari. Quello che lascia allibiti e' l'incapacita di questo e del precedente Governo di affrontare in termini complessivi e definitivi la materia pensionistica. Non si ha un quadro d'insieme dei problemi ne' delle possibili soluzioni, si vive alla giornata con occhio attento alle scadenze elettorali, alla propria collocazione e alle urgenze del momento. Non si riesce a coordinare il problema pensioni con quello complessivo del "welfare": se mantenuto "lo scalone" consentirebbe risparmi, a regime, di 9 miliardi di euro l'anno (stima Inps) da investire, appunto, negli ammortizzatori sociali. Ricordiamo che il governo Berlusconi stanzio' per gli ammortizzatori sociali 750 milioni, 150 dei quali finirono per il salvataggio dei forestali calabresi e che il governo Prodi ha stanziato, nel 2007, 721 milioni che sono stati gia' ipotecati dalla Fiat per mobilita' e prepensionamenti. Che dire? RICERCA STAMINALI ITALIA-AUSTRALIA. LA CHIESA CATTOLICA E' LA STESSA MA L'AUSTRALIA NON E' L'ITALIA... Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali Anche in altri Paesi la Chiesa cattolica cerca di imporre la sua politica, ma la reazione degli altri Stati e' differente rispetto a quella italiana (1). A proposito di ricerca con le cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari, in alcuni Stati australiani si sta verificando un attacco della Chiesa contro una legge che ne regolamenti l'utilizzo, legge sulla clonazione umana terapeutica che proprio ieri e' stata definitivamente approvata nel Nuovo Galles del Sud, dopo che a dicembre scorso era divenuta legge nello Stato di Victoria. Ma che la Chiesa cattolica cerchi di imporre la sua politica e' una non notizia. La notizia invece e' questa: in Western Australia sara' aperta una commissione parlamentare d'inchiesta sull'arcivescovo di Perth, Barry Hockey, per aver detto che i politici cattolici che sostengono la ricerca con le staminali non potranno piu' fare comunione o potrebbero essere scomunicati. L'arcivescovo ha negato di aver fatto tale minaccia e l'arciconservatore Primo ministro John Howard ha detto che quelle parole non erano dirette ai politici. Ma Fred Riebeling, Presidente del Parlamento del Western Australia, ha ribadito che quelle parole costituiscono una "minaccia" diretta al legislatore e dovranno essere approfondite da una commissione parlamentare. Un portavoce dell'arcivescovo fa intanto sapere che nessun leader cattolico ha o potrebbe minacciare alcuno. Non c'e' bisogno di commenti in un Paese come il nostro, dove non ci siamo scandalizzati -o almeno lo abbiamo fatto solo in pochi- dopo quello sciagurato appello del Vaticano con cui si invitavano i giudici e i medici a non applicare leggi che violano gli insegnamenti della Chiesa sulla "vita". Non c'e' da stupirsi se il nostro Parlamento non solo non propone commissioni d'inchiesta, ma neppure mette all'ordine del giorno la riforma della legge 40. (1) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=422 CORDONE OMBELICALE: I PONTI DELLA TURCO, E I DIVIETI ASSURDI Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali Il ministro Turco ha oggi confermato la scelta politica dell’ordinanza sul cordone ombelicale che vieta la conservazione autologa in Italia e la possibilita’ che strutture private anche accreditate possano farlo; ha confermato altresi’ che nell’ordinanza si sollecita l’intervento del legislatore chiedendo un raccordo tra Camera e Senato, volendo far da ponte tra l’ordinanza precedente e una nuova legge. Un ponte che pero’ decide gia’ la direzione! Ha infatti chiesto al Parlamento di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l’80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe piu’ di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull’utilizzo di quel cordone. Se c’e’ infatti un dato scientifico acquisito e’ che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due. Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo. La legge 219/2005 nell’articolo 10 prevedeva che fosse il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi’ mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l’ordinanza del ministro chiede al Parlamento di fare una legge che gia’ c’e’ ma che non ha applicato! Mentre il ministro oggi riferisce che di fatto in Italia e’ impossibile donare, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto, chiede di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. L’informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e’ vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati! Il ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali fissava un principio nell’articolo 15: alla donna deve essere garantita la possibilita’ di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro avrebbe potuto utilizzare il ponte che avevamo predisposto rinnovando l’ordinanza, ma non i divieti che ogni giorno che passa sono sempre piu’ incomprensibili! SICUREZZA STRADALE: IL TESTIMONE AL SENATO. UNIFORMARE GLI STANDARD PER I TEST ANTIDROGA ED ELIMINARE IL CARCERE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali E' stato accolto dal Governo il mio ordine del giorno presentato al ddl "Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale" (A.C.2480-A/R) per impegnarsi a stabilire standard uniformi nell'effettuazione dei test antidroga, basati sull'evidenza scientifica, test che dimostrino l’assunzione di sostanze stupefacenti e non mere tracce precedenti. Accogliendo anche un altro ordine del giorno, da me sottoscritto e a prima firma Cancrini, il Governo si e’ anche impegnato a far si’ che lo stato di alterazione psicofisica, a cui far seguire il test, sia attestato da un medico. Il problema, in parte, era gia' stato risolto grazie al recepimento di alcuni emendamenti presentati da Forza Italia. Confido che il mio ordine del giorno possa rendere ancora piu' attento il Governo su questo tema e fissare anche dei limiti quantitativi. A differenza della guida in stato di ebbrezza, dove, attraverso l'etilometro, si puo’ dimostrare che effettivamente si e' alla guida di un'automobile dopo aver assunto alcool (ma forse troppo poco per finire in carcere visti i parametri), per quanto riguarda alcune sostanze stupefacenti -per esempio la cannabis- non ci sono strumenti o attrezzature per dimostrarlo. In molti casi i test sono si' capaci di individuare il consumo (che non e' un reato penale), ma non quando questo sia avvenuto restando tracce fino a 90 giorni nel capello, 60 nelle urine, 30 nel sangue e 24 ore nella saliva! Sono piccole migliorie che mi porteranno a votare con la Rosa nel Pugno a favore del provvedimento. Si e’ aperto un dibattito, lasciamo ora il testimone al Senato che dovra’ fare la sua parte e completare l’operazione di revisione di un testo in buona parte modificato. Il compito che affidiamo al Senato e’ di eliminare completamente quell’articolo 10 che non abbiamo comunque votato alla Camera: il carcere come misura per la sicurezza stradale non e’ di alcuna utilita’. Sorprendere una persona alla guida dell’auto sotto effetto di alcool o stupefacenti e mandarla in carcere per qualche mese non e’ ne’ una misura di prevenzione, ne’ di messa in sicurezza della circolazione stradale, se non per quei mesi in cui la persona sara’ detenuta. Potra’ altresi’ intasare le aule di giustizia e andare a pesare sul sistema penitenziario. Per la sicurezza delle strade sono piu’ efficaci sanzioni amministrative pecuniarie e sulla patente. Se il Senato non realizzera’ il compito che oggi gli affidiamo, il provvedimento che tornera’ alla Camera non potra’ che vedere la mia contrarieta’. Il testo dell'ordine del giorno: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=185388 TRENI E FURTI. COME FARSI RIMBORSARE In questo periodo aumenta il numero dei viaggiatori in treno e l'occasione e' ghiotta per i ladri, che vedono aumentare le possibilita' di mettere a segno qualche colpo in piu'. Che fare in caso di furti? L'informazione non e' molto diffusa ma e' possibile farsi risarcire il danno derivante dai furti subiti durante un viaggio in treno. Non per tutti i treni ma per gli Eurostar, gli Intercity i vagoni letto e le cuccette. Nel prezzo del biglietto e' infatti compresa una quota assicurativa che consente di chiedere un rimborso per il furto. Vediamo in particolare. Eurostar e Intercity: sono indennizzati i furti solo per le valigie sistemate nell'apposito vano portabagagli, all'estremita' delle carrozze. Il rimborso e' di 260 euro per valigia per un massimo di due valigie, il massimale e' quindi 520 euro. Vagoni letto e cuccette: oltre alle valigie sono previsti risarcimenti per il furto di portafogli, macchine fotografiche, computer, ecc., a condizione che le porte siano state chiuse. Il massimale e' di 520 euro. Il passeggero dovra' segnalare il furto al personale del treno, fare la denuncia alle forze di polizia o alla Autorita' giudiziaria entro 3 giorni e inviare la richiesta entro 15 giorni a: Trenitalia - Assistenza passeggeri, via Giolitti 2, 00185 - Roma. o presso gli Uffici passeggeri della stazione di arrivo. Occorre naturalmente allegare alla richiesta copia della denuncia e il biglietto. TFR E FONDI PENSIONE Scade domani (30 giugno) il termine per la scelta del Tfr. Sull'argomento la nostra associazione e' gia intervenuta con analisi e consigli (1). Con la pensione tradizionale, che arrivera' si e no al 50% dello stipendio, e' giocoforza trovare soluzioni che consentano di integrarla, avvicinandola il piu' possibile all'ultima retribuzione mensile. Si puo' investire in fondi e incassare il capitale e gli interessi quando si va in pensione e/o trasferire il Tfr (trattamento di fine rapporto, cioe' la liquidazione) in fondi pensionistici per un ulteriore rinforzo pensionistico. Il problema riguarda 11,5 milioni di lavoratori che entro domani dovranno decidere che cosa fare del proprio Tfr. Se non prenderanno alcuna decisione, il proprio Tfr confluira' automaticamente nei fondi di categoria, in quelli preesistenti, altrimenti potranno decidere dove mettere i propri soldi, anche in fondi privati. Conviene far confluire il Tfr in fondi pensione? Ci sono vantaggi e svantaggi, come sempre. Avere un'integrazione vitalizia e' bene, se poi il fondo e' ben gestito per un periodo lungo, il rendimento finale sara' consistente, ma proprio la rendita puo' non essere compatibile con l'esigenza di avere tutto il capitale liquidato in un momento che puo' servire. Un consiglio si puo' dare: se manca poco tempo al termine della propria attivita' lavorativa, e' bene mantenere il Tfr in azienda; se invece mancano molti anni, e' bene investire in fondi pensione anche aggressivi (azionari) per poi optare per quelli piu' tranquilli (obbligazionari). A ognuno la sua scelta. (1) Si veda: investire.aduc.it ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi OTTO PER MILLE: AGGIORNAMENTO SULLE CONFESSIONI RELIGIOSE PER L'ANNO 2006 (l'aggiornamento sull'OPM a gestione statale si trova in questa rubrica alla data del 1 maggio 2006 http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=176521) (NOTA BENE: i dati contenuti in questa informativa scritta il 18 giugno 2007 sono suscettibili di ulteriori aggiornamenti) PREMESSA: Le confessioni religiose che concorrono all'assegnazione dell'OPM sono ancora 6, come l'anno scorso (2005). Eccole elencate nella loro denominazione ufficiale (fra parentesi l'eventuale abbreviazione che usero' in questa panoramica): 1) Chiesa cattolica; 2) Chiesa evangelica valdese - Unione delle chiese metodiste e valdesi (Valdesi); 3) Unione delle comunita' ebraiche italiane (UCEI); 4) Chiesa evangelica luterana in Italia (Luterani); 5) Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7mo giorno (Avventisti); 6) Assemblee di Dio in Italia (ADI). 1) DA UNO SGUARDO D'INSIEME SUL 2006….. Si forniscono subito i dati relativi alle scelte espresse, secondo le fonti ufficiali. Per ogni singolo beneficiario e' indicato il numero delle scelte espresse, la percentuale in base al numero dei contribuenti che hanno espresso la scelta e, fra parentesi, la percentuale in base al totale dei contribuenti (N.B.: le percentuali tra parentesi sono una nostra elaborazione). a) RIPARTIZIONE DELLE SCELTE ESPRESSE DAI CONTRIBUENTI (IRPEF) DELL'ANNO 2003 (REDDITI 2002) per l'assegnazione dell'OPM nel 2006. TOTALE DICHIARANTI 40.208.003 - con scelta espressa 16.552.140 41,17% - con scelta non espressa 23.655.863 58,83 % TOTALE SCELTE ESPRESSE 16.552.140 - regolari 15.892.337 96,01% (39,52% sul totale contribuenti) - con anomalie 659.803 3,99% (1,64% " " " ) TOTALE SCELTE REGOLARI 15.892.337 (39,52% sul totale contribuenti) - Stato 1.331.298 8,38% (3,31% sul totale contribuenti) - Chiesa Cattolica 14.169.481 89,16% (35,24 sul totale contribuenti) - Chiese crist. avventiste 35.046 0,22% (0,08% sul totale contrib.) - Ass. di Dio in Italia 30.626 0,19% (0,07% sul totale contrib.) - Chiese valdesi 220.865 1,39% (0,55% sul totale contrib.) - Ch. Luterana in Italia 42.533 0,27% (0,11% sul totale contrib.) - Un. Com. ebr. in Italia 62.488 0,39% (0,16% sul totale contrib.) Osservazioni: la prima riguarda la scarsa entita' delle scelte espresse valide che si attesta al 39,52% del totale dei contribuenti. Il 58,83% non ha espresso alcuna scelta e l'1,64% dei contribuenti non ha espresso una scelta valida; la somma di queste due cifre porta al 60,47% la percentuale dei contribuenti che non si sono espressi (validamente) ai fini della distribuzione dell'OPM 2006 e che quindi hanno lasciato la corrispondente somma di detto OPM a disposizione di tutti i percettori che accettano la quota non espressa. La seconda riguarda la percentuale del gradimento calcolata sul numero totale dei contribuenti, che nell'elenco trascritto sopra e' riportata fra parentesi. Ci accorgiamo allora che il valore piu' alto, quel 89,16%, che consente alla Chiesa cattolica di incassare la percentuale relativa dell'intero OPM 2006, corrisponde, in realta', al 35,42% della volonta' del totale dei contribuenti, cosi' come l'8,38% dello Stato corrisponde al 3,31%, e cosi' via. Converra' qui ricordare che l'OPM viene distribuito interamente, e sempre in proporzione delle scelte espresse a causa del meccanismo previsto dall'art. 47 della L.222/1985. In pratica, le fasi di distribuzione dell’OPM sono due; nella prima, viene distribuita la quota OPM pari alle scelte espresse -nel 2006, dunque, il 39,52% dell’intera somma; nella seconda si distribuisce la parte rimanente che nel 2006 ammonta al 60,47% dell'intero OPM. A questa seconda distribuzione non partecipano VALDESI E ADI, che, ai sensi delle loro Intese "devolvono" allo Stato la parte che toccherebbe a loro (I Valdesi, in verita', hanno stipulando una nuova Intesa con lo Stato per ricevere anche la quota non espressa, ma, finche' la nuova Intesa non sara' ratificata dal Parlamento, continueranno a incassare solo la quota espressa). b) RIPARTIZIONE DELL'AMMONTARE OPM Secondo i dati ministeriali l'ammontare OPM per il 2006 risulta essere stato di euro 963.318.103,55. Alla Chiesa cattolica risultano assegnati in acconto euro 858.894.421,12, che, sommati a euro 71.048.556,05 di conguaglio per l'anno precedente, portano l'attribuzione complessiva per il 2006 a euro 929.942.977,10. Agli Avventisti euro 2.119.299,83. Ai Luterani euro 2.600.958,88. All'UCEI euro 3.756.940,60. Ai Valdesi euro 5.512.713,08 (solo prima distribuzione relativa alle quote espresse) Alle ADI euro 753.536,32 (idem come per i Valdesi). 2) …. AI PARTICOLARI …. BENEFICIARIO PER BENEFICIARIO A) LO STATO….. Benche' per l'OPM a diretta gestione statale siano gia' state fornite informazioni precise il 1 aprile 2007 (http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=176521), conviene fare qui un breve riepilogo (con un piccolo enigma!) anche alla luce dei nuovi dati. Preferenze relative: 8,38%, preferenze assolute 3,31%. Lo Stato ha gestito (come si deve) con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 10 novembre 2006 solo euro 4.719.586,80. Ma… ecco l'enigma. Per l'anno 2006 il Ministero del Tesoro dichiara come "spettanze effettive al netto copertura leggi di spesa" euro 4.678.712, il che significa che il DPCM ha gestito una somma di euro 40.874,80 in piu' rispetto alla cifra segnalata nella tabella ufficiale di distribuzione fornita dalla Ragioneria dello Stato). Da dove sono saltati fuori quei quasi 41mila euro? Un'altra cosa da notare e' che lo Stato ha ricevuto da Valdesi e ADI euro 8.954.176,64 pari alla quota non espressa da loro (per ora) rifiutata. Salta agli occhi che circa la meta' di quella cifra, che sembrerebbe essere di sacrosanta competenza OPM, e' stata gettata dallo Stato nel grande calderone delle spese generali. E' corretto tutto cio'? E' segno di rispetto per queste confessioni religiose? Nel 2006, delle 1601 domande valide pervenute al Governo sono state finanziate solo 25 ( di cui 17 solo parzialmente) tutte relative alla voce "Fame nel Mondo" per un totale, appunto di euro 4.719.586,80. B) ……. E LE CONFESSIONI RELIGIOSE 1. CHIESA CATTOLICA (http://www.sovvenire.it): preferenze relative: 89,16%, assolute 35,24%. Assegnazione globale per il 2006: euro 929.942.977,10 (di cui euro 858.894.421,12 come acconto del 2006 e euro 71.048.556,05 di conguaglio per l'anno precedente). Sul sito Internet troviamo tale cifra arrotondata a 930 (milioni di euro). La ripartizione fra i tre settori previsti e' la seguente: Esigenze di culto e pastorale euro 399 (milioni) (42,91%) Interventi caritativi: euro 195 (milioni) (20,97%) Sostentamento del clero: euro 336 (milioni) (36,12%) Nella voce "esigenze di culto" e' compresa la "tutela dei beni culturali ecclesiastici", per la quale la spesa dichiarata nel 2006 ammonta a 63 milioni di euro, che rappresenta il 6,77%, mentre per la "edilizia di culto" e' riportata la cifra di euro 117 milioni, pari al 12,58%. Fra le altre iniziative finanziate sotto la voce "esigenze per il culto e pastorale" segnaliamo il sostegno alle facolta' teologiche, il "Fondo catechesi e educazione cristiana", i Tribunali ecclesiastici regionali. Sotto la voce "interventi caritativi" si comprendono assegnazioni alle diocesi (per la carita'), interventi a livello nazionale e interventi nel Terzo mondo; a quest'ultima voce la CEI ha destinato 80 milioni di euro (8,60% del totale introitato nel 2006). Il "sostentamento del clero" si riferisce allo stipendio pagato ai circa 39 mila preti diocesani che non hanno una fonte propria di reddito, e include anche le spese per l'assistenza domestica che prima era una voce a parte. Non esiste menzione delle spese di gestione e pubblicita'. IMPORTANTE: Il sito www.sovvenire.it ha cambiato struttura agli inizi del 2006. Mentre prima presentava i tre settori fondamentali (esigenze di culto e pastorale, interventi caritativi, sostentamento del clero), adesso ne presenta quattro (interventi nazionali, sacerdoti, diocesi italiane, "terzo mondo") con ulteriori specificazioni. A causa di questo cambiamento, il confronto fra i dati forniti nel passato e quelli forniti oggi e' un po' laborioso. Per fare un esempio, non si riesce piu' piu' a trovare immediatamente il totale delle spese per gli "interventi caritativi", perche' questi ultimi sono inseriti in tre voci diverse: "terzo mondo", diocesi italiane e interventi nazionali. Viene un po' in aiuto il quadro di riepilogo della ripartizione dei fondi assegnati, ma la somma la dobbiamo fare sempre da noi. Quanto detto per gli interventi caritativi vale anche per altre voci. Nonostante una maggiore descrizione della filosofia degli interventi e una maggiore esemplificazione, non si puo' affatto parlare neppure ora di un vero e proprio rendiconto; si tratta piuttosto di indicazioni di massima. 2. VALDESI (www.chiesavaldese.org) SOLO SCELTE ESPRESSE, quindi 0,55% del totale OPM anziche' 1,39% per una rimessa ministeriale di euro 5.512.713,00 (per arrotondamento ministeriale che ha tolto 8 centesimi). Sul loro sito sono consultabili tutti i rendiconti -veramente degni di questo nome, perche' rimandano ai singoli percettori degli aiuti (cliccare sulle singole voci)- a partire dal primo anno di ricezione dell'OPM, cioe' dal 1997 (redditi del 1993). Due sono le caratteristiche dell'uso OPM di questa confessione: a. Come gia' detto, percepisce ancora soltanto la cifra espressa; b. Tutto l'OPM percepito dai Valdesi e' usato per finanziare progetti culturali e di solidarieta' in diversi campi, in Italia e all'estero (e' escluso qualsivoglia finanziamento di cio' che riguarda il culto). La cifra globale gestita dai Valdesi nel 2006 ammonta a euro 5.646.106,72 (OPM 2006 pari a euro 5.512.713,00, piu' interessi e sopravvenienze per euro 133.393,72). L'articolazione generale delle voci e' la seguente: Progetti in Italia (e Rio de la Plata-Uruguay): euro 3.615.981,58 (64%). Progetti all'estero: € 1.587.886,59 (28,12%) (N.B.: Per quanto il Rio de la Plata si trovi in Sud America, quella chiesa, fin dalle origini, e' considerata strettamente legata alla comunita' italiana). Per l'Italia, nel 2006, e' stata confermata la voce "Ricerca" con l'erogazione di euro 100.000,00 all'Universita' degli Studi di Milano per la realizzazione di ricerche sulle cellule staminali. Ecco le percentuali di spesa per le singole aree di intervento: Cultura, pace e diritti umani: 28,22%; anziani e sanita': 16,44%; bambini e giovani: 17,27%; occupazione, assistenza sociale: 26,83%; rifugiati, migranti e nomadi: 8,47% Ricerca (cellule staminali): 2,77% Per quanto riguarda l'estero (Europa dell'est, Africa, America meridionale, Asia), pari a euro 1.587.886,59, la suddivisione e' stata la seguente: sviluppo agricolo e attivita' produttive: 18,27% bambini e giovani: 26,50%; assistenza e sviluppo sociale: 38,79%; sanita': 12,32%; diritti umani: 4,12%. Ogni anno, i Valdesi mantengono un piccolo accantonamento per eventuali urgenze (quest'anno e' di € 5.649,02). Per le spese per la pubblicita' e la gestione OPM vedere l'apposito capitolo in chiusura di questa informativa. 3. UCEI (http://www.ucei.it): (preferenze relative: 0,39%, assolute 0,16%). Hanno ricevuto nel 2006 (denuncia redditi 2003 per i redditi del 2002) euro 3.756.940,60 (ma attenzione: sul loro sito, questa cifra figura sotto l'anno 2005, a causa di un diverso conteggio degli anni). I rendiconti dell'UCEI si limitano a indicare la cifra ricevuta dallo Stato e le destinazioni in percentuale. Sono menzionate due aree a) impiego diretto UCEI; b) impiego delegato a comunita' ed enti; c) spese per pubblicita'. Dalle voci specifiche relative ai punti a) e b) risulta che l'OPM non e' usato per il culto. Nel 2006 (2005 sul sito UCEI) la somma OPM e' stata cosi' distribuita: a) 23,58% b) 65,60% Le spese per i beni culturali e archivistici rappresentano il 2,55% della voce a) e il 5,06% della voce b). Per la tutela delle minoranze si e' speso il 2,38% della voce a). (Dal 2005 l'UCEI ha sostenuto dei progetti della Protezione civile nello Sri Lanka; nel 2006 si e' trattato dell'aiuto alle donne partorienti e ai neonati in una regione di questo stato insulare asiatico). Per le spese per la pubblicita' e la gestione OPM vedere l'apposito capitolo in chiusura di questa informativa. 4. LUTERANI (http://www.elki-celi.org/it): preferenze relative 0,27 assolute: 0,11. Nel 2006, secondo fonti ministeriali, hanno ricevuto euro 2.600.958,88. Il loro archivio OPM, pero', e' fermo (il 18.6.2007) al 2005, quando avevano ricevuto euro 2.788.723,55 e firmarono per loro, 45.275 persone (nel 2004 erano state 45.322). I Luterani usano l'OPM anche per il culto e il mantenimento dei pastori/e. Forniscono le cifre assolute e prospetti analitici delle diverse voci. La suddivisione fondamentale per il 2005 e' questa: MINISTRI DI CULTO: euro 514.600,00 (18,45%) DIACONIA AL GOLFO: euro 70.000,00 (2,52%) DIACONIA ALL'ESTERO: Euro 100.000,00 (3,58%) PROGETTI COMUNITA': euro 821.363,20 (29,45%) PROGETTI CONCISTORO: euro 1.003.888,35 (36%) Per le spese di pubblicita' (10%) vedere l'apposito capitolo di seguito. 5. AVVENTISTI (http://www.avventisti.it): preferenze relative: 0,22%; assolute: 0,08%, per un totale di € 2.119.299,83. Come i Valdesi, gli Ebrei e le ADI destinano l'OPM esclusivamente a interventi sociali e umanitari in Italia e all'estero. Dal 2005 hanno cambiato l'impostazione del rendiconto; adesso indicano solo i progetti finanziati, sempre pero' ben dettagliati; omettono invece l'indicazione delle spese sostenute per la gestione OPM e per la pubblicita', che si trova pero' sul rendiconto che viene inviato al Ministero dell'Interno, e a cui abbiamo potuto attingere grazie alla cortesia della persona addetta al settore OPM (vedere nell'apposito capitolo). Dal rendiconto del 2006 risulta che hanno ricevuto dallo Stato euro 2.119.299,83. In Italia hanno finanziato progetti a livello nazionale e regionale per un importo complessivo di euro 1.829.346,26 All'estero hanno finanziato progetti per complessivi euro 31.400 (in particolare in Somalia e Moldavia). E' registrata inoltre una riserva di euro 258.553,57. 6. ADI (http://www.assembleedidio.org/seas.php): SOLO SCELTE ESPRESSE, quindi:circa lo 0,07% del totale OPM, anziche' lo 0,19%. Da fonti ministeriali risulta che nel 2006 hanno ricevuto euro 753.536,32. Anche le ADI, come i Valdesi, percepiscono soltanto la cifra espressa; tutto l’OPM e' usato per finanziare progetti culturali e di solidarieta' in Italia e all'estero (e' escluso qualsivoglia finanziamento di cio' che riguarda il culto). L'organismo che si occupa dell'OPM si chiama "Servizio evangelico assistenza sociale" (SEAS). Sul sito, alla voce OPM, c’e' solo una generica descrizione dei campi d’azione senza rendiconti di alcun genere; sono pero' in possesso dei rendiconti del fondo OPM del 2003 e 2004 (e anche il parziale 2005) , inviatici nel 2004 dalla sede nazionale. A quanto si capisce, le ADI non spendono immediatamente tutta la cifra a disposizione, ma una parte cospicua viene lasciata per l'anno successivo (in realta', lo Stato a volte e' tardivo nei pagamenti…). Ecco i dati di cui si dispone (in attesa dei consuntivi del 2005 e 2006): ANNO 2003 Ricevuti dallo Stato: € 727.498,88. La cifra gestita, per accantonamenti ecc., e' di € 1.071.524,11. Erogazioni in Italia € 263.915,00 Erogazioni ai Paesi del T.M.: € 105.000,00 Cifra accantonata per il 2004: € 702.471,22. ANNO 2004 Ricevuti dallo Stato: € 710.844,17. La cifra gestita e' stata di € 1.418.058,58. Erogazioni in Italia: € 586.553,00 Erogazioni a Paesi del T.M. : € 130.000,00 Cifra accantonata per il 2005: € 701.336,88. ANNO 2005 Grazie agli accantonamenti, fra gennaio e marzo 2005 sono gia' stati erogati € 408.229,93 (aiuti alle vittime dello Tsunami in Asia, aiuti a centri di assistenza italiani per anziani, tossicodipendenti, ecc.). SPESE DI GESTIONE E PUBBLICITA' (aggiornamento al 18 giugno 2007) Le dichiarano esplicitamente nei rendiconti pubblicati su Internet i Valdesi che nel 2006 hanno speso per la pubblicita' euro 366.466,44, per il personale euro 51.846,50, per la struttura euro 18.276,59, per complessivi euro 436.589,53, pari al 7,73% circa dell'intera somma amministrata (la spesa per la pubblicita' e' pari al 6,49% della stessa somma); i Luterani che dichiarano, per il 2005, la spesa di euro 278.872,00 (10%) per gestione e pubblicita'; l'UCEI nel 2006 (2005 sul loro sito) ha speso in gestione e pubblicita' il 10,82% della somma ricevuta (euro 3.756.940,60). Negli anni precedenti si andava dal 6,26% del 2001 all'11,18% del 2002. Dal 2005 non contemplano piu' le spese di gestione e pubblicita' nel rendiconto su Internet gli Avventisti. A detta del responsabile, cio' avviene "per motivi tecnici e per brevita' e risparmio". Del resto, aggiunge, "tali dati non li vuole nemmeno il Ministero dell'Economia, ma saranno comunicati al centesimo al Ministero dell'Interno e alla Presidenza del Consiglio". Comunque ci ha fornito gentilmente i dati aggiornati. Nel 2006 hanno speso per il personale euro 25.758,901, per la gestione euro 7.835,96 e per la "campagna informativa" euro 179.643,49, per un totale di euro 213.238,35, pari al 10,06% della somma gestita (la spesa per la pubblicita' e' pari all'8,47%). Osservando con attenzione, si scopre che quest'ultima cifra (euro 213.238,49) rientra in quella che nel rendiconto su internet e' registrata sotto la voce "riserve per gli anni successivi". Come nel passato, le spese di gestione e pubblicita' non sono rintracciabili nei siti di Chiesa cattolica e ADI. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, tuttavia, bisogna registrare questa novita': l' 8 giugno scorso la SIR (Servizio Informazione Religiosa) ha pubblicato un'intervista al responsabile per la promozione al sostegno economico della Chiesa, Paolo Mascarino, che contiene anche una domanda sulle spese per la pubblicita' OPM (qui definita "comunicazione dell'otto per mille"). La risposta da' la cifra di circa 9 milioni di euro all'anno (circa l'1% degli oltre 900 milioni annui che la Chiesa cattolica sta prendendo dal 2002, con la puntata di oltre un miliardo di euro nel 2003) (ALLEGATO: "PUBBLICITA' CHIESA CATTOLICA"). Una domanda si impone: quale delle voci dichiarate va diminuita di quei 9 milioni di euro? Quella relativa al culto e alla pastorale, o quella degli interventi caritativi o quella del sostentamento del clero? Oppure quella cifra non indifferente e' equamente prelevata da tutte e tre? E poi: quanto costa la gestione dell'OPM, che deve impegnare una bella quantita' di tempo ed energie sia al centro sia alla periferia? E anche questa cifra da dove e' prelevata? Per quanto concerne le ADI, sul rendiconto del 2004, che mi fu inviato a suo tempo, era segnalata una voce "spese imposte", pari a € 168,70. APPENDICE Mentre la Chiesa cattolica, dal 1990, riceve ogni anno un congruo acconto sulle sue spettanze OPM, che viene poi conguagliato tre anni dopo, le altre confessioni religiose devono attendere tre anni dalla denuncia dei redditi. Per facilitare le cose, si fornisce qui una TAVOLA DELLE CORRISPONDENZE PER IL PAGAMENTO OPM ALLE CONFESSIONI DIVERSE DALLA CHIESA CATTOLICA OPM 2006 (DENUNCIA REDDITI DEL 2003 RELATIVA AI REDDITI DEL 2002) OPM 2005 (DENUNCIA REDDITI DEL 2002 RELATIVA AI REDDITI DEL 2001) OPM 2004 (DENUNCIA REDDITI DEL 2001 RELATIVA AI REDDITI DEL 2000) OPM 2003 (DENUNCIA REDDITI DEL 2000 RELATIVA AI REDDITI DEL 1999) OPM 2002 (DENUNCIA REDDITI DEL 1999 RELATIVA AI REDDITI DEL 1998) OPM 2001 (DENUNCIA REDDITI DEL 1998 RELATIVA AI REDDITI DEL 1997) OPM 2000 (DENUNCIA REDDITI DEL 1997 RELATIVA AI REDDITI DEL 1996) Ecc. I primi a usufruire dell'OPM sono state le ADI (1993), poi i Valdesi (dal 1997), quindi i Luterani (1999), infine gli Avventisti e l'UCEI (dal 2000). 2. QUALCHE NOTIZIA SULLE INTESE I Valdesi, i primi a firmare un'Intesa con lo Stato italiano gia' il 21 febbraio 1984, quando l'OPM non era stato ancora inventato ne' si prevedeva che il finanziamento pensato per la Chiesa cattolica potesse essere esteso anche alle altre confessioni religiose, stipularono una nuova Intesa il 25 gennaio 1993, accettando l'OPM solo per le scelte espresse, dopo molte sofferte discussioni al loro interno. Tale integrazione fu subito approvata dal Parlamento italiano e e' dai redditi di quell'anno che essi cominciano a usufruire dell'OPM. Per la precisione storica, va detto che, il Sinodo del 2001 approvo', sempre con molte discussioni e voti contrari, l'accettazione anche delle quote non espresse, e la revisione dell'Intesa in tal senso e' stata firmata dalle parti nell'aprile 2007. Tuttavia bisogna aspettare tre anni dopo l'approvazione del Parlamento (che ancora non e' avvenuta) perche' i Valdesi comincino a usufruire del nuovo regime . Le ADI firmarono l'Intesa nel 1986 e accettarono subito l'OPM. Gli Avventisti, nella prima Intesa (1986), avevano rinunciato all'OPM. Lo hanno poi accettato, stipulando con lo stato una nuova Intesa nel 1996 (ratificata dal Parlamento italiano nello stesso anno). Anche l'UCEI ha stipulato due Intese; la prima nel 1987 (approvata dal Parlamento nel 1989) e la seconda nel 1996, nella quale accetta l'OPM (ratificata nello stesso 1996). I Luterani stipularono l’Intesa nel 1993 (ratifica del Parlamento italiano del 1995). Stesse date anche per i Battisti (Unione cristiana evangelica battista d'Italia -UCEBI). I Battisti NON accettarono l'OPM ne', per ora, hanno avuto ripensamenti. Per concludere l'argomento, un altro un piccolo giallo! Dal 2002, da questo sito si ricorda ogni anno che il 20 marzo 2000 furono firmate due nuove intese, una con l'Unione buddhista italiana (UBI), e l'altra con la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova, lamentando, ogni volta, che tali intese non venissero portate al voto di ratifica del Parlamento. Il 4 aprile 2007 viene data una grande notizia: il Governo ha firmato delle nuove intese con 6 confessioni religiose (piu' due integrazioni a quella coi Valdesi e a quella degli Avventisti) e, meraviglia delle meraviglie, anche con l'Unione Buddhista italiana e con la Congregazione dei Testimoni di Geova! Un momento! Ma che fine hanno fatto le vecchie intese firmate il 20 marzo 2000?? Mica ce le siamo sognate? Un piccolo giallo da approfondire, sperando che queste Intese non facciano la fine delle due precedenti. Per quanto concerne l'OPM la situazione e' questa: La modifica che riguarda l'Intesa coi Valdesi concerne proprio l'accettazione della quota OPM non espressa. Accettano l'OPM (compresa la quota non espressa) anche l'Unione buddhista italiana (art. 19), l'Unione induista italiana (art. 20), la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia ed esarcato per l'Europa meridionale, (art. 20). Accettano l'OPM ma NON la quota non espressa: la Congregazione dei Testimoni di Geova (art.17) e la Chiesa apostolica italiana( art. 24),. NON accetta l'OPM: la Chiesa di Gesu' Cristo dei Santi degli Ultimi giorni (art. 23). Per ulteriori informazioni e per, eventualmente, scaricare i testi delle Intese vedere: http://www.governo.it/Presidenza/USRI/confessioni/intese_indice.html#5). (A cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Alla scoperta di Enea Tanti anni fa il latino nelle Universita' e nelle scuole era una cosa seria. Fu la rivoluzione del '968 a formulare una riforma universitaria e scolastica -in definitiva- poco pratica ed efficiente Si crearono corsi differenti di studi, ad esempio l'universita' assumeva una frammentazione impressionante di materie e sottomaterie. In definitiva, era un mero sistema "clientelare". La frammentazione delle materie, creavano il "Predone clientelare", quello degli "amici degli amici" e dei parenti e sottoparenti. Non parliamo cosa accadeva nelle "materiucole", la serie di materie create ad hoc, dove nella maggior parte dei casi il libro di testo erano fotocopie. Una crema universitaria malsana ed insopportabile ingolfava –screditandolo- il mondo culturale e professionale italiano. Anche le scuole ebbero radicali modifiche. Vennero privilegiati gli Istituti Professionali -fin qui nulla di male- e poteva anche capitare che operai che prima lavoravano come metalmeccanici erano professori in queste scuole. Ovviamente, il grado di istruzione culturale che si poteva raggiungere era completamente differente da come era andata fino quel momento. Ricordo quando il mio professore di microbiologia e virologia - una delle materie primarie del corso di studi in medicina- si lamentava che molti allievi erano "ignoranti". Erano gli ultimissimi anni '70, e quel professore era un attivista di destra, di quella delle peggiori, cafone ed ignorante, come oggi buona parte di loro. Talvolta, durante una lezione, a mio avviso molto accademizzata, si interrompeva per domandare a qualche povero disgraziato sul banco, il significato di qualche termine medico e delle sue radici latine e greche. Sovente lo faceva con un collega che mi sedeva accanto, aveva un faccione grande ed innocente, abbondante, figlio di contadini. Si trovava in quel banco per la sua squisita intelligenza e per gli enormi sacrifici dei genitori, coltivatori diretti. Ma proveniva dal Professionale, e del latino sapeva soltanto cosa fosse. Era alto 192 cm e pesava 102 kg, ma era in rapida ascesa. Quando si andava in mensa, faceva due turni, mangiando due volte. La sua corporatura faceva si' che lo si poteva individuare anche tra mille persone. Era preparatissimo, ma il professore di destra lo boccio'. "Un medico non puo' non conoscere il latino", sgorgo' con voce fredda e rozza. Era un'altra Italia, ove ancora il Professore era il Professore, e l'universita' era il top della performance degli studi. In quel periodo l'universita' soffriva dei moti 68ini, e buona parte di quella migliore universita' che si era sviluppata dal dopoguerra, ormai si era volatizzata nel sistema clientelare tipico del periodo d'oro della Democrazia Cristiana. In buona parte, il professore aveva ragione. Non poche le volte che tanti colleghi, provenienti da scuole professionali, mi chiedessero il significato di una specifica parola, con radici latine e/o greche. Ed i latinisti, a quanto pare, andavano riducendosi. Le donne erano quelle piu' esperte. Ma erano cosi' tanto brutte, che nessuno le avvicinava. Chissa' –pensavo- perche' le ragazze belle erano tutte a Lettere e Filosofia, Legge -che con il latino non scherzavano affatto- mentre qui le donne erano inguardabili. Ma, in fondo, quella crociata del "professor Microbiologia" era di facciata. Dietro c'era la nostalgia dell'universita' fascista, con una Medicina di classe e classista. A quei tempi, si', quel mio collega avrebbe potuto diventare medico nei suoi sogni, ma non nella realta'. Restava il problema di fondo: la natura di buona parte della terminologia medica, tutta proveniente dal latino e dal greco. Mi chiedevo tra me stesso: perche' non inseriscono qualche cattedra con questa materia? Qualche Rettore avrebbe potuto "sistemare" qualche sua cugina... La risposta era nella natura "cerchiobottista" italiana. Si attuavano riforme clientelari e non si risolvevano le problematiche che queste creavano, per non scontentare l'altra parte. Una tattica, quella del Cerchio e della Botte, della quale la vecchia DC era maestra. Oggi, nel corso di studi medici, invece del latino e greco, c'e' la materia "Inglese Medico". Siamo davvero un Paese-Paesello. Un "villaggio" che non sa divenire globale. Recentemente incontrai un ordinario di filosofia che fu incaricato a tempo -le assunzioni a tempo indeterminato non esistono piu' o quasi- in latino. Stava scrivendo un testo di filosofia -con grandi riferimenti alla lingua latina- per le scuole magistrali -oggi sono licei ad indirizzo…- il testo era di grosse portate, come la testa dell'amico filosofo, per certi versi nostalgico. L'editore resto' perplesso di fronte alle tante pagine. In poche parole, dovette riorganizzare il tutto in meno di 200 pagine, ma non finisce qui. Questo testo, sara' utilizzato non piu' per i licei ad indirizzo psico-pedagocico –le magistrali- ma andra' al corso di facolta' in Lettere e Filosofia! E qui non si tratta di clientelismo, ne' di operazione commerciale, si tratta di scrematura eccessiva del valore della formazione. I testi che una volta si studiavano nelle scuole superiori, sono divenuti testi universitari. E nelle scuole superiori presto avremo il "sussidiario". Ve lo ricordate? Dovremmo essere tutti latinisti, invece non parliamo nemmeno l'italiano. Anzi, si parla l'italiondo. Questo per via dell'integrazione sociale proveniente dal terzo mondo. Ma questa e' preziosa: chi paga le tasse per gli innumerevoli pensionati del Paese piu' vecchio al Mondo, con natalita' sottozero? Molto presto tra di noi non ci comprenderemo. Allora, per farlo, ci parleremo in inglese. Mi capito' in un viaggio, due anni fa. Stavo in una sauna, c'era mezzo mondo, forse l'intero. Mediorientali, giapponesi, cinesi, inglesi, francesi, svedesi, portoghesi (quelli che ricordo) e ad un certo punto uno si mise a parlarmi in inglese. Ci scambiavamo convenevoli, molti ascoltavano. Alla fine, nessuno di noi due si accorse che eravamo gli unici italiani presenti in quella sauna. Ma com'e' possibile? I francesi quando aprono bocca, se parlano in latino, sai che sono francesi, figurati se lo fanno in inglese. I tedeschi peggio. Non parliamo degli arabi. Quelli con gli occhi a mandorla sono confondibili, ma poi ci fai la pratica. I russi, basta guardargli in faccia, non devono nemmeno aprire la bocca. Quelli che non capirai mai sono gli italiani, a meno che non sono napoletani o di Belluno. Eravamo in due e ci parlavamo in inglese. In seguito, metabolizzato l'equivoco, scoppiammo in una fragorosa risata. Siamo ovunque nel mondo, ma non ci riconosciamo. Non lo facciamo nemmeno in Italia. Come sarebbe bello se si potesse parlare una lingua unica europea, per contrastare l'imperialismo dell'inglese, ormai scelta come lingua internazionale. Lo studio a livello europeo, della "lingua europea", dovrebbe divenire predominio rapido dei Paesi dell'Europa. E perche' non il Latino? Di questo impoverimento linguistico se n'e' accorto anche il Vaticano. In piu' occasioni ha asserito che le radici europee non potevano che non essere cristiane. Noi, su questa onda lunga, asseriamo che tutta l'Europa dovrebbe studiare il latino, e promuoverlo quale lingua europea. Ci ha pensato Papa Ratzinger. Desiderio di ritorno all'antichita', con la vecchia messa recitata in latino. Le chiese, me le ricordo da bambino, quando non c'era spazio all'interno e la folla si assiepava fuori sull'ingresso. In molti non comprendevano molto quando il sacerdote recitava, ma le chiese erano piene lo stesso. La messa tridentina, oscura nella comprensione, era stata messa al bando dal Concilio Vaticano II. Si dimentica, tuttavia, che sono in pochi a capire il latino, anche per colpa o per scelta della scuola. Il Sessantotto ha cambiato la scuola, il Concilio ha cambiato la Chiesa. Il filologo professor Biagio Conte aggiunge: "Prendiamola allora piu' alla larga: il latino non e' per nulla morto. Vive nelle lingue che ha contribuito a formare, l'italiano, il francese e attraverso il francese persino l'inglese che e' ricco di voci latine. Quando Lutero scriveva la Bibbia in tedesco, era sul latino che modellava quella traduzione". "Paradossalmente il gesto di Lutero avvicina i libri sacri alla gente, mentre la Chiesa cattolica tiene vivo il latino fino all'introduzione della messa secondo il nuovo rito del Concilio Vaticano II, quello che Ratzinger vuole addolcire con un ritorno all'antico". ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Claudia Moretti Cara Aduc... posso ancora raccontarti la mia storia? Difendersi da oscuramento e censura Sempre piu' spesso l'Aduc, e con lei i consumatori e i lettori che ai suoi consigli si affidano, subisce le pressioni di chi non accetta di leggere il proprio nominativo fra le lettere che giungono in redazione e che vengono pubblicate. Questa l'ennesima vicenda giudiziaria in cui la nostra associazione si e' trovata di fronte all'alternativa fra eliminare uno scritto dal proprio sito oppure difendere la liberta' di espressione propria e dei propri lettori. Pubblichiamo la memoria depositata al Tribunale di Palermo dai legali dell'associazione, in opposizione al tentativo di oscuramento di una lettera proveniente da una signora che ha raccontato la propria esperienza con un'officina meccanica e chiesto consigli in proposito. TRIBUNALE CIVILE DI PALERMO COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA NEL PROCEDIMENTO EX ART. 700 C.P.C. L' A.D.U.C. - Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori, con sede in Firenze, Via Cavour 68, in persona del legale rappresentante p.t., Vincenzo Donvito, nato a Gioia del Colle (BA) il 20 febbraio 1953, rappresentata e difesa, congiuntamente e disgiuntamente dagli Avv. Emmanuela Bertucci, Avv. Claudia Moretti del foro di Firenze e dall' Avv. Pietro Milio del Foro di Palermo presso il cui studio, in Palermo, via Catania 166, elegge domicilio, come da mandato in calce al presente atto, i quali dichiarano di voler ricevere le comunicazioni relative al presente procedimento al numero di fax 0916262979. (convenuta) contro Il Sig. Armando Caravello, ............., nella qualita' di titolare della ditta "Autofficina Armando Caravello", .......... (ricorrente) premesso che 1. Con atto notificato in data 19 giugno 2007 (doc. 1) il Sig. Caravello chiedeva, con ricorso ex. art. 700 c.p.c. la cancellazione e la rimozione da parte di Aduc della lettera pubblicata sul relativo sito web (http://www.aduc.it), n. .... del ......, a firma ".....", e l'adozione di ogni altra consequenziale statuizione, con vittoria di spese di lite; 2. Gia' in precedenza l'Autofficina Caravello aveva, tramite legali, fatto pervenire una richiesta di oscuramento della lettera in questione, alla quale Aduc ha esaurientemente risposto (doc. 2) assicurando da un lato la propria disponibilita' alla pubblicazione di smentite e controrepliche, osservazioni, deduzioni, dall'altro evidenziando come la riposta fornita al consumatore, fosse prudenziale e consigliasse allo stesso di valutare se quanto raccontato potesse esser sostenuto e provato; 3. Ad oggi nessuna risposta a tale invito e' mai pervenuta ad Aduc ne' ai suoi legali; con il presente atto si costituisce in giudizio e espone i propri motivi difensivi. In merito al fumus boni iuris. Gli scopi e le modalita' operative del sito www.aduc.it e della rubrica Cara Aduc. 1. In primo luogo, e prima ancora di entrare negli argomenti difensivi, occorre chiarire e circoscrivere esattamente gli scopi e le modalita' con le quali si svolge il servizio di Aduc verso i propri lettori consumatori, affinche' si abbia ben presente il contesto. Lo scopo associativo e' quello di fornire, con la massima trasparenza possibile tutte le informazioni di interesse consumeristico, da quelle fornite dalle agenzie di stampa, a quelle dei siti istituzionali, fino a quelle che gli stessi consumatori intendono far conoscere agli altri consumatori. "Cara Aduc" e' una rubrica che raccoglie molte, tendenzialmente tutte, le lettere di richiesta di consigli che giungono all'associazione pubblicate assieme alle relative risposte dei propri consulenti. La funzione che ricopre e' quella di creare un luogo dove i consumatori raccontano e mettono a disposizione degli altri consumatori le proprie vicende ed esperienze, i propri dubbi e le proprie domande. Le "proprie" esperienze, appunto, con tutto il connotato di soggettivita' e parzialita' proprio di un racconto personale. Personali ma cio' non di meno importanti, tanto piu' nelle corrispondenze e assonanze fra gli stessi, in quanto spesso permettono di scoprire o prevenire truffe colossali, disservizi pluriripetuti e generalizzati, tipici di un'epoca come questa, dove la vera debolezza del singolo utente ha come prima causa la disinformazione e il disorientamento normativo. Consapevole di cio', Aduc, non interviene moderando o censurando in "Cara Aduc" cio' che spesso puo' anche apparire inesatto, improbabile o persino antipatico, ma invita tutti coloro che intendono smentire o replicare a farlo, e a farlo proprio da quelle stesse pagine web, affinche' l'informazione ne emerga piu' equilibrata possibile, approfondita e compiuta proprio grazie allo stesso contraddittorio fra le parti. La rubrica in questione, dunque, non ha certo pretese giornalistiche o di cronaca, svolte invece nella sezione in home page, "comunicati", bensi' di scambio di esperienze fra lettori del sito. Chi legge "Cara Aduc", e chi ha un minimo di buon senso, conosce il meccanismo, il grado di affidamento e la funzione che le singole rubriche e sezioni ricoprono all'interno del sito. Per questo sa se e come soppesare le parole che provengono da altri lettori. *** 2. Il ruolo di Aduc nel fornire le risposte a chi richiede consiglio, del resto ne e' piena prova. Infatti, il racconto del consumatore e la sua richiesta di aiuto, non assume certo per Aduc, e di conseguenza per chi legge, funzione di notizia. Tutt'altro! Aduc risponde in modo del tutto astratto e avulso dal contesto personale sussumendo dal caso particolare il caso generale (che e' il solo che interessa all'associazione e ai suoi lettori) e fornendone chiave di lettura e soluzione giuridica del tutto teorica, a mo' di caso di scuola. Per questo, a fronte di fatti narrati dal singolo, Aduc non consiglia tout court di agire in giudizio o di procedere a denunce, esposti od altro, ma richiama lo scrivente a provare quanto assume, fornendogli, nel caso, le dritte e le modalita' operative che potrebbero consentirgli di risolvere la sua controversia, della quale rimane del tutto estranea. Al pari di un parere giuridico che potrebbe trovarsi su un libro di testo universitario, o che potrebbe essergli fornito da qualunque esperto in materie giuridiche. Dunque, il racconto e il quesito del singolo serve ed e' strumentale al caso astratto e si accorpa inscindibilmente (e solo cosi' del resto viene pubblicato su Cara Aduc) alla risposta di Aduc, senza la quale non avrebbe ragione di esser letto dai lettori, se non, appunto, come racconto personale. Il contenuto della pubblicazione dunque consta delle due parti inscindibili: premesse, domanda e risposta, e cosi' non puo' che esser letto e percepito dai fruitori del sito. Nel caso di specie, e' accaduta la medesima cosa. Chi ha scritto ha raccontato una sua vicenda, la quale Aduc non ha -e non intende in questa sede prender diversa posizione– ne' confermato ne' smentito, ma si e' limitata a richiamare la consumatrice alla necessita' di provare quanto assume, che altro non e' se non il principio primo del funzionamento di ogni sistema giudiziario al mondo. Alla richiesta di oscuramento effettuata dai legali del Sig. Caravello, Aduc ha espressamente invitato quest'ultimo a contraddire, replicare e smentire la propria controparte, ma ad oggi, nessuno, ne' i legali ne il ricorrente stesso ha accolto l'invito. In ogni caso, non si puo' applicare a Cara Aduc, per le ragioni ora esposte, il rigore previsto per la pubblicazione di notizie, quali non hanno certo la pretesa di essere i racconti soggettivi dei consumatori che scrivono all'associazione. E come potrebbe accadere altrimenti, senza censurare e paralizzare totalmente il servizio di scambio di esperienze e informazioni fra consumatori? Le norme e i principi richiamati dalla controparte in merito alle scriminanti delle condotte diffamatorie per le notizie date a mezzo stampa non potrebbero essere applicate al "Cara Aduc" senza di fatto impedirne totalmente l'esistenza e la libera espressione garantita dall'art. 21 della Costituzione. Come potrebbe mai Aduc, per ogni singola lettera che contenga commenti o informazioni anche negative su altri soggetti, scoprire come si siano svolti realmente i fatti, assicurarsi della serita', integrita' della fonte dal quale il racconto proviene, come invece e' tenuto a fare chi, pretendendo di pubblicare una notizia vera, deve –e giustamente– fare? Non sarebbe materialmente possibile, e la rubrica "Cara Aduc" sarebbe ridotta al silenzio e alla costante censura. Con cio' non ne deriverebbe solo un grave pregiudizio per Aduc, ma soprattutto una ferita alla liberta' di espressione e circolazione di informazione fra consumatori, oggi unica arma effettiva contro la disinformazione -anche giuridica- del cittadino medio, resa grave da un sistema complesso, cavilloso e burocratico dal quale il singolo cittadino e' incapace di difendersi. La censura che se ne vorrebbe in questa sede, comporterebbe la fine di uno strumento prezioso, l'unico libero non manipolato ne' filtrato da chi ne ha l'interesse e il potere, in grado di aiutare l'utenza a difendersi da se' cosi' come a responsabilizzarsi, a conoscere i propri diritti tanto quanto i propri doveri, a comprendere i gangli del sistema giuridico in cui si muovono i propri rapporti. A renderlo in definitiva cittadino piu' consapevole della propria azione e dunque socialmente piu' maturo. *** Per quanto attiene al periculum in mora si osserva quanto segue. Il danno imminente che controparte ritiene di subire, patrimoniale e non patrimoniale, non e' stato in alcun modo provato, neppure per presunzioni. In ogni caso, a tale danno, per le ragioni su esposte, avrebbe concorso e tutt'oggi eventualmente concorre e determina la stessa controparte, che si rifiuta, pur essendo stata invitata a farlo, di affiancare, unire e integrare la propria tesi e i propri rilievi in contraddittorio con la consumatrice, si' da inglobare il racconto della stessa in una propria ricostruzione dei fatti. Chiede la censura, anziche' il confronto, il silenzio, anziche' il ristabilirsi di quella che ritiene esser la verita' dei fatti. Per questi motivi l'Aduc –Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, come sopra rappresentata e difesa- chiede che il Tribunale adito rigetti le richieste di oscuramento e le deduzioni avversarie, con vittoria di diritti, onorari e spese della presente lite. Si allega: 1. Ricorso ex. Art. 700 c.p.c. notificato e relativo decreto di fissazione udienza 2. Risposta di Aduc alla richieste stragiudiziali di Caravello. Firenze, 20 giugno 2007 Vincenzo Donvito Avv. Claudia Moretti Avv. Pietro Milio Avv. Emmanuela Bertucci ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Il concetto di stakeholder e la mefitica economia italiana E' importante avere una compagnia di bandiera controllata dallo Stato. E' inimmaginabile privatizzare le ferrovie o le poste. Ci mancherebbe altro!!! In passato analoghi discorsi si facevano per i panettoni o per i pomodori pelati prodotti da aziende pubbliche. Ancora oggi, nonostante le privatizzazioni, il ruolo di Stato ed enti locali nell'economia e' massiccio. Ne sono esempio Alitalia (alla vigilia di una strana privatizzazione), le Poste, la Rai e le miriadi di partecipazioni degli enti locali in migliaia di societa' che si occupano di gestione di rifiuti, di acqua, energia, autostrade, ecc. Avere la partecipazione di un soggetto pubblico nel capitale della societa' "X", sembra una garanzia per il benessere collettivo. Ma e' cosi'? Trascuriamo per il momento gli aspetti legati alle nomine partitiche dei dirigenti amici degli amici, e soffermiamoci su un altro aspetto, introducendo il concetto di stakeholder che individua i soggetti "portatori di interessi" nei confronti di un'iniziativa economica, sia privata che pubblica. Il termine e' nato in ambito aziendale, in parziale contrapposizione a shareholder che e' l'azionista di una societa'. Secondo alcune teorie economiche, un'attivita' dovrebbe tener conto non solo delle esigenze dei padroni, ma di tutti quei soggetti che a vario titolo ruotano attorno all'iniziativa. Rientrano tra gli stakeholder i clienti, i fornitori, i finanziatori (banche e azionisti), i lavoratori dipendenti e i collaboratori, ma anche gruppi di interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all'azienda o gruppi di interesse locali. Applicando questi concetti alla politica economica del Governo e degli enti locali italiani, si puo' trarre una conclusione: ci sono degli stakeholder piu' stakeholder degli altri. E gli esempi, purtroppo, non mancano. Nelle decisioni politiche inerenti, direttamente o indirettamente, ad attivita' economiche, ci sono soggetti portatori di interessi che vengono privilegiati in un perverso intreccio di convenienze che ha queste dinamiche: il politico di turno, per interessi partitici, e spesso molto privati, si sciacqua l'anima garantendo il mantenimento dei posti di lavoro (anche in una situazione dove l'azienda di turno e' ormai decotta). I sindacati, ottenuto il contentino, si rendono conto che prima o poi la crisi si ripresentera' e continuano a rivendicare investimenti pubblici per il fatidico "rilancio". Ie portatore di interessi che viene di solito penalizzato e' il cittadino-consumatore che copre i costi delle inefficienze con le tasse. La vicenda del crack della compagnia aerea Volareweb rappresenta alla perfezione questo andazzo. C'e' qualcuno che la ricorda ancora? Nel novembre 2004, senza alcun preavviso, vennero sospesi i voli. Una crisi aziendale dovuta all'avventatezza di manager furbi i cui costi sono stati riversati su migliaia di passeggeri (italiani e stranieri) che non hanno ottenuto alcun rimborso per i biglietti acquistati e non utilizzati. La politica italiana, nella fattispecie l'interesse dell'allora ministro del lavoro Roberto Maroni (che e' di Varese, dove aveva sede la societa'), ha fatto in modo di tener in vita la compagnia salvaguardando i posti di lavoro. La compagnia e' stata poi "venduta" con modalita' poco chiare ad Alitalia. A pagare sono stati i consumatori, sia quelli che non hanno avuto alcun rimborso, sia quelli che a causa di questa soluzione "politica" devono sopportare le inefficienze del trasporto aereo che ha portato Alitalia, oberata da debiti e da dipendenti, ad essere ancor di piu' al centro del sistema. Anche nella procedura di privatizzazione della compagnia di bandiera, che e' in corso, sono ancora i dipendenti i soggetti che la politica tutela di piu', relegando in secondo piano l'interesse di altri portatori di interesse come i passeggeri, gli operatori turistici, ecc.. In pratica chi comprera' dovra' fornire garanzie sui livelli occupazionali. Non sono casi isolati. La cultura politica italiana e' suggestionata dall'ipocrita articolo 1 della Costituzione che postula che le fondamenta della Repubblica poggino sul "lavoro". Cosi', con la nobile motivazione di favorire occupazione, sono stati inghiottiti miliardi e miliardi di euro nel buco nero della cattiva politica. La perversione del sistema fa si' che anche le rivendicazioni legittime di un portatore di interessi, si traducano poi in bustarelle e arricchimenti illeciti di soggetti ben poco trasparenti. La politica continua a ragionare con schemi mentali vecchi, concependo ancora una societa' corporativa: quando occorre approvare una qualche riforma (dalle pensioni al mercato del lavoro, dalla riduzione della pressione fiscale alla riforma dei contributi pubblici alle imprese), il Governo intavola trattative con organizzazioni (sindacali e padronali) che sono poco rappresentative della realta'. Sono corporazioni che a stento rappresentano i loro iscritti (per i sindacati in prevalenza dipendenti pubblici e pensionati). Il panorama dei portatori di interesse in Italia e' piu' vario e non si limita a tre o quattro corporazioni. E' piu' complicato tener in debito conto tutti i portatori di interesse, soprattutto i consumatori che sono stakeholder non facilmente inquadrabili, se non avendo una visione globale della societa'. Ci potrebbe riuscire solo una classe politica piu' coraggiosa, meno ottusa e non ripiegata su stereotipi vecchi della popolazione italiana. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA CARTE DI CREDITO E BANCOMAT Le carte di pagamento sono strumenti che consentono di acquistare beni e pagare servizi senza utilizzo del contante, tramite addebito sul proprio conto corrente immediato, nel caso di bancomat (o carte di debito), o differito, nel caso di carte di credito. Sia i bancomat che le carte di credito danno anche la possibilita' di prelevare contanti dagli sportelli, funzione per la quale e' previsto l'uso di un codice di identificazione, il PIN. In ambedue i casi al prelievo potrebbe essere legato l'addebito di una commissione che per i bancomat e' fissa (di solito applicata quando si preleva ad uno sportello di una banca diversa dalla nostra) mentre per le carte di credito puo' essere fissa o espressa in percentuale. Un vantaggio non indifferente delle carte di credito, rispetto al bancomat, e' che possono essere utilizzate anche all'estero, sia per i pagamenti che per i prelievi di contante, perche' il circuito a cui sono collegate e' internazionale. La loro enorme diffusione, ulteriormente, e' dovuta anche alla piu' classica e vantaggiosa funzione, quella di permettere i pagamenti a distanza, tramite telefono, Internet, o altri mezzi (acquistare merce, prenotare e pagare biglietti aerei, camere d'albergo, etc.etc.). Nel futuro, grazie alle nuove tecnologie fissate da uno standard messo a punto dai principali circuiti di pagamento mondiali, l'EMV (Europay, Mastercard, Visa), le "vecchie" carte a banda magnetica saranno via via sostituite da nuove carte a microprocessore, le SMART CARD, che permetteranno un utilizzo piu' sicuro e piu' ampio, perche' i dati memorizzati potranno essere molti di piu'. A livello pratico, inoltre, non sara' piu' necessaria la firma. Attualmente in Italia e' in corso la migrazione delle carte e dei terminali. Maggiori informazioni possono essere trovate sul sito dell'associazione "progetto microcircuito": http://www.microcircuito.it/default.asp. Vediamo, nel dettaglio, le varie tipologie di carta con le principali caratteristiche: LE CARTE DI DEBITO (Bancomat) Sono emesse dalle banche a favore dei correntisti, per il prelievi o le ricariche telefoniche agli sportelli automatici ATM (automatic teller machine) e per i pagamenti presso gli esercenti convenzionati col sistema POS (point of sale). La loro caratteristica principale e' che il loro utilizzo comporta un addebito IMMEDIATO sul conto corrente collegato, teoricamente in tempo reale. Sono dotate di una banca magnetica contenente vari dati identificativi ma per l'utilizzo, a garanzia di sicurezza, e' sempre necessario un codice personale PIN. I costi di utilizzo sono normalmente associati ai prelievi di contante, variano da banca a banca e di solito non vengono addebitati qualora si utilizzi uno sportello della propria banca. Per ogni informazione specifica deve essere consultato il contratto legato alla carta, spesso contenuto in quello del conto corrente. LE CARTE DI CREDITO CLASSICHE Si tratta si tessere plastificate dotate di un numero e di una banda magnetica. Le cifre del numero -che variano a seconda del tipo- identificano il circuito di appartenenza (american express, visa, mastercard, etc.), la banca emittente (per le Visa i servizi interbancari), e il conto corrente di addebito. L'ultima cifra e', invece, di controllo. La banda magnetica, presente sul retro, e' una "memoria" contenente numerosi dati tra i quali il numero della carta, la data di scadenza, il tipo di carta, e un codice di controllo. E' sempre presente anche un codice di sicurezza (CVV e CVC), di tre o quattro cifre, che identificano ulteriormente il titolare. La caratteristica tipica della carta di pagamento, quella che nel contempo e' un vantaggio ma anche un rischio -se la si usa senza controllo-, e' il poter pagare senza avere -sul momento- la disponibilita' di soldi sul conto corrente. Il vero e proprio addebito avviene una volta al mese -per il totale dei pagamenti avvenuti nel corso del mese precedente- ad una data prefissata normalmente entro la prima quindicina e senza aggiunta di interessi. Questo tipo di carta, detta con rimborso a saldo, e' la piu' comune e diffusa nonche' -in un certo senso- la meno rischiosa a patto che ogni fine mese si facciano i dovuti controlli. Le carte con rimborso a rate (le cosiddette revolving) invece, prevedono rimborsi rateizzati, aumentati degli interessi. Esse sono da una parte ancora piu' allettanti, ma dall'altra maggiormente rischiose e talvolta sconvenienti, per via degli interessi e del loro metodo di calcolo. Per gli approfondimenti si veda piu' avanti. I pagamenti (e i prelievi) devono rientrare in un massimale mensile stabilito dal contratto, e debbono essere fatti dalla persona titolare della carta, che e' tenuta ad apporre la propria firma sul retro della carta stessa, in modo che il negoziante, o comunque chi effettua l'addebito, possa verificarne l'uso lecito. La verifica avviene tramite collegamento con la banca emittente, attraverso terminale elettronico POS (strisciandovi la carta) o tramite chiamata telefonica, previa stampa dell'ordine di acquisto attraverso una stampigliatrice manuale. In ambedue i casi il negoziante deve far apporre sulla ricevuta la firma del titolare della carta, verificandola. LE CARTE DI CREDITO "REVOLVING" Si tratta di normali carte di credito che consentono il rimborso a rate, anziche' in un unica soluzione, del saldo di fine mese. Praticamente sono carte che permettono di usufruire di piccoli prestiti, una linea di credito incorporata che puo' essere utilizzata sia per i pagamenti che per i prelievi di contante. C'e' sempre il limite di utilizzo (massimale), ma il rimborso puo' avvenire col pagamento di un certo numero di rate che vengono addebitate sul proprio conto corrente. Il credito usufruibile con queste carte varia dai 1.500 ai 10.000 euro, ed e' deciso dalla banca emittente dopo aver valutato l'affidabilita' creditizia del richiedente. Il contratto fissa una rata minima -un importo fisso o percentuale rispetto al dovuto, normalmente intorno al 5%- che va obbligatoriamente pagata a determinate scadenze. Il cliente puo', a sua discrezione, aumentare tale rata o -se previsto- decidere di estinguere con un unico pagamento tutto il saldo. Mano a mano che si rimborsano gli importi spesi si ricostituisce la disponibilita' per ulteriori utilizzi. Sugli importi utilizzati vengono calcolati degli interessi mensili previsti dal contratto. Gli interessi non vengono addebitati qualora il credito NON venga utilizzato o se l'importo utilizzato viene saldato tutto in una volta (come avviene per le carte di credito a saldo, se il contratto prevede questa possibilita'). I COSTI normalmente previsti sono la quota associativa annuale -a discrezione della banca-, le commissioni sul costo del rifornimento del carburante, le spese di invio dell'estratto conto, i bolli di legge, le commissioni sui prelievi in contanti -di importo fisso o in percentuale- e le spese di incasso rata. LE CARTE DI CREDITO "CO-BRANDED" Sono le carte (con rimborso a saldo o revolving) emesse in collaborazione con un partner dotato di un sistema di distribuzione e di un marchio affermato, per esempio una catena di negozi o di supermercati. Per chi le emette esse sono uno strumento di marketing per acquisire e mantenere la clientela, per chi le utilizza vi sono normalmente vantaggi legati all'accumulo di punti, sconti, promozioni, etc. (si vedano le varie carte ATTIVA, EGO, ORO, etc.etc.). Alcune sono utilizzabili ovunque ma riservate ad una certa categoria di persone (per esempio i dipendenti di un comune, i correntisti di una banca, gli avvocati iscritti all'ordine, etc.), altre sono utilizzabili solo nei punti vendita del soggetto emittente (sia esso un supermercato, una compagnia aerea, una casa automobilistica, etc.) e in quelli con esso convenzionati. Ognuna ha caratteristiche proprie, sia in termini di credito utilizzabile che di rimborso, costi, etc. E' bene, prima di scegliere, valutare il contratto ed i costi collegati, che non di rado sono considerevoli. LE CARTE DI CREDITO PREPAGATE Sono emesse dalle banche o dalla posta ed incorporano un credito utilizzabile fino ad esaurimento, senza collegamento alcuno con il conto corrente, simili alle carte telefoniche. Ve ne sono di due tipi, le "usa e getta" e le "ricaricabili". Le prime sono utilizzabili sono una volta, limitatamente alla somma prepagata, le seconde possono invece essere utilizzate piu' volte, ricaricando il credito via via che esso si esaurisce . La ricarica e' fattibile in banca, alla posta, presso gli sportelli automatici, su Internet e presso alcune ricevitorie SISAL. Alcune possono essere utilizzate per qualsiasi tipo di acquisto od addebito, altre sono riservate per gli acquisti in determinati punti vendita (catena di negozi, supermercati, etc.). I vantaggi per l'utente, oltre il basso rischio di utilizzo (la somma utilizzabile e' pur sempre limitata), sono l'uso anonimo (la carta non e' nominale e non puo' essere collegata all'utilizzatore), e l'uso pur senza possedere un conto corrente. Potendo essere utilizzata per gli acquisti a distanza con relativa sicurezza, e' diventata il mezzo di pagamento piu' diffuso per le transazioni in Internet effettuate dai giovani, o da chi acquista alle aste on line. Il costo di emissione varia dai 5 ai 15 euro. Per le ricaricabili e' prevista anche una commissione di ricarica, variabile da 1 a 3 euro. COSA DICE LA LEGGE Giuridicamente queste carte possono dirsi assimilabili ai contratti di credito, strettamente collegabili all'"apertura di credito bancaria" che -in termini generali - e' disciplinata dal codice civile agli art.1842 e segg. Non esistendo norme specificatamente dedicate a questo tipo di contratto, si ritiene, comunemente, che i contratti di apertura di credito in conto corrente connessi all'uso di una carta di credito rientrino nell'ampia tipologia del CREDITO AL CONSUMO, disciplinato dal testo unico bancario -d.lgs.385/93- agli art.121 e segg. Queste norme prevedono, innanzitutto, che la pubblicita' di questi prodotti debbano sempre riportare il tasso di interesse annuo effettivo globale (il TAEG, che comprende anche tutti gli oneri accessori) e il suo periodo di validita', i prezzi e le spese per le comunicazioni alla clientela, ogni altro onere relativo ai servizi offerti compresi gli interessi di mora e le valute. I contratti invece devono contenere, oltre all'ammontare e alle modalita' del finanziamento, tutti i costi legati alla carta, il TAEG, il dettaglio delle condizioni analitiche secondo cui il TAEG puo' essere modificato, l'importo e la causale degli oneri che sono esclusi dal calcolo del TAEG (se cio' non e' possibile va indicata una stima realistica) e le eventuali coperture assicurative che fossero richieste, non incluse nel calcolo del TAEG. RESTITUZIONE DELLA CARTA Per tutte le carte suddette normalmente e' possibile rescindere dal contratto in qualsiasi momento, seguendo le procedure stabilite dal contratto stesso (che e' bene sempre visionare attentamente). E' consigliata, in tutti i casi, una comunicazione all'istituto emittente da inviarsi con raccomandata a/r, allegando la carta tagliata in due in senso longitudinale. La quota associativa annuale eventualmente gia' pagata non viene di solito rimborsata, e ovviamente il cliente deve, prima di rescindere, aver cura di saldare ogni debito eventualmente ancora aperto. Restituire la carta e' importante, anche per evitare di usarla inavvertitamente dopo aver inviato la comunicazione: in questo caso essa diventa inefficace, e l'atto compiuto e' illecito. CARTE NON RICHIESTE La procedura di cui sopra puo' essere seguita anche nel caso in cui arrivino a casa carte mai richieste o che comunque non si ha intenzione di usare. I due casi vanno trattati in modo un po' diverso. Innanzitutto e' bene verificare di non aver effettivamente mai richiesto la carta, tenendo conto che potremmo aver firmato "piccole" clausole su contratti di finanziamento aperti per acquistare beni (elettrodomestici, auto, etc.) o su contratti di altro tipo, clausole che potrebbero prevedere l'emissione della carta. Diversamente, spesso accade che le varie finanziarie, banche, etc. provvedano di propria iniziativa ad inviare la carta a scopo pubblicitario, utilizzando mezzi decisamente invasivi. Mentre nel primo caso la carta va restituita semplicemente sostenendo che non si e' piu' interessati al suo utilizzo, restituendola tagliata come gia' detto, nel secondo si deve contestare l'invio indebito. In ambedue le circostanze e' bene chiedere conferma scritta e lettera liberatoria riguardo alla carta, e se si e' davanti ad un invio non richiesto sarebbe bene impostare la lettera come DIFFIDA, specificando bene di non aver mai sottoscritto alcuna richiesta e diffidando l'istituto emittente a qualsiasi tipo di addebito o ulteriore invio di materiale "pubblicitario". Volendo si puo' aggiungere la richiesta che il proprio nominativo venga cancellato dagli archivi dell'ente emittente dichiarando di non autorizzare il trattamento dei propri dati personali ai sensi della legge 196/2003 (privacy). Nel caso in cui vi sia una clausola firmata, tale richiesta e' meglio non farla, perche' la cancellazione dei propri dati, o la revoca dell'autorizzazione al loro utilizzo, potrebbero compromettere il funzionamento del contratto originario a cui la carta e' legata (di finanziamento o altro). Si potrebbe farla con tranquillita' solo se l'ente che ha emesso la carta fosse DIVERSO dalla controparte del contratto originario. Per redigere correttamente la lettera puo' essere utilizzato, adattandolo al caso, le nostre istruzioni presenti nella scheda LA DIFFIDA: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=132889 LINK UTILI Argomenti correlati: - Scheda pratica "FRODI CON CARTE DI CREDITO: MISURE DI SICUREZZA E CONSIGLI" http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=78880 Ha collaborato Katia Moscano (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie BBAN S0616002817000007977C20 - coordinate bancarie IBAN IT19S0616002817000007977C20 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------