====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 153 23-11-2007 la prossima edizione: 07-12-2007 EDITORIALE Staminali embrionali senza embrione. Forse ci siamo? di Pietro Yates Moretti ARTICOLI - Conferma Garaci all'Iss. Decisione incomprensibile, ministro faccia luce su finanziamenti alle staminali di Donatella Poretti - Nobel Capecchi sulla ricerca con le staminali embrionali di Juan Llobell NOTIZIE - Sud Corea. Ricercatore: fra cinque anni cureremo il morbo di Parkinson - Usa. California. Ex presentatrice tv a capo della commissione di controllo sui fondi alla ricerca con le staminali - San Marino. Al Bioscience Institute sara' gratuita la conservazione del cordone - Italia. Centri di ricerca scrivono a Mussi: siamo senza fondi - Italia. Coldiretti: no a carni clonate a tavola, lo dicono i sondaggi - Italia. Angelo Vescovi: siamo in grado di produrre staminali cerebrali - Italia. Luca Marini ricorre al Tar su avvicendamento ai vertici del Cnb - Italia. Torino. All'ospedale Molinette impianto percutaneo valvole cardiache - Usa. Sangue mestruale fonte di staminali versatili - Italia. Bologna. Sperimentazione su tre cavalli. Lav e deputati contro universita' - Mons. Paglia: sperimentazione su embrioni solo se gia' morti - Usa. Staminali embrionali di macaco ottenute con clonazione "Dolly" - Italia. Garaci confermato alla presidenza dell'Istituto Superiore della Sanita' - Usa. Al via banca del sangue mestruale, tra lo scetticismo degli esperti - Italia. Isolate cellule staminali del cancro alla tiroide - Italia. Milano. Scienziati e filosofi spiegano la ricerca sui tumori - Italia. Dove sono finiti i fondi alla ricerca in Finanziaria 2007? - Mondo. Onu: si' a clonazione umana terapeutica, no a quella riproduttiva - Italia. Veronesi: contro fuga cervelli creare centri avanzati di ricerca - Italia. Mussi: ricercatori italiani pagati meno di operai - Italia. Potenza. Ospedale San Carlo: 30 trapianti di staminali emopoietiche in un anno - Italia. Litio efficace contro Sla - Usa/Giappone. Staminali embrionali create da cellule di pelle umana. Padre "Dolly" abbandona ricerca embrioni - Gb. Figli di due mamme ed un papa' contro malattie genetiche - Vescovi: votare per il candidato sbagliato significa dannazione - Italia. I cervelli in fuga non rientrano -------------------------------------- EDITORIALE - Staminali embrionali senza embrione. Forse ci siamo? Gia' in passato erano stati fatti annunci simili: "nuovo metodo per creare cellule staminali embrionali senza danneggiare l'embrione". Infatti, proprio su quelle scoperte, in parte poi rivelatesi errate o comunque tutt'altro che rivoluzionarie, il presidente George W. Bush aveva ordinato ai suoi scienziati di fare ricerca su metodi alternativi che proteggessero l'"incolumita'" dell'embrione. Ma questa volta l'entusiasmo della comunita' scientifica sembra confermare la validita' di una scoperta potenzialmente sensazionale che potrebbe porre fine al dibattito politico, etico e soprattutto religioso che da anni circonda la ricerca sulle cellule staminali embrionali e la clonazione umana terapeutica. Due team di ricercatori, uno giapponese e l'altro statunitense, hanno infatti scoperto una nuova tecnica per estrarre, da cellule adulte della pelle, staminali praticamente indistinguibili dalle embrionali umane. Sulla scia di questo risultato, il padre della pecora Dolly, il primo animale clonato, ha annunciato di voler abbandonare la ricerca sulla clonazione. Una decisione che lo scienziato Ian Wilmut non avra' preso a cuor leggero e che presumiamo essere frutto di un'approfondita analisi dei due studi in questione. Ovviamente, rimangono aperte alcune questioni. Oltre ad una conferma della validita' dei risultati ottenuti, c'e' da capire se le nuove cellule staminali estratte dalla pelle hanno davvero tutte le potenzialita' di quelle estratte dagli embrioni. Soprattutto, si dovra' attendere la reazione della Chiesa Cattolica e di altre denominazioni cristiane ultraconservatrici, che potrebbero obiettare anche alla nuova tecnica. Bastera' questo per rianimare il dibattito etico-religioso, con ovvie conseguenze politico-legislative. Se invece la scoperta sara' confermata e non vi saranno obiezioni etico-dottrinali, potremmo davvero essere ad una svolta nel campo della ricerca biomedica. Una svolta che finalmente potrebbe portare nuova linfa ad un settore che fino ad oggi e' stato oggetto di ostracismo, minacce di scomunica, divieti e carenza di fondi -e senza il quale non vi sarebbe stata la scoperta di cui stiamo parlando. Se cosi' sara', celebreremo con grande entusiasmo la fine di questo nostro notiziario, il cui scopo principale e' quello di informare il cittadino-elettore proprio sugli aspetti politici legati alla liberta' di ricerca. E' infatti l'obiettivo di questo notiziario, come di tutti i notiziari dell'Aduc, quello di divenire al piu' presto superfluo, superato da leggi liberali e laiche o -come speriamo in questo caso- dalla scienza. Ci auguriamo davvero che sia cosi'. di Pietro Yates Moretti -------------------------------------- ARTICOLI - Conferma Garaci all'Iss. Decisione incomprensibile, ministro faccia luce su finanziamenti alle staminali Il Consiglio dei Ministri ha riconfermato per un triennio il professor Enrico Garaci, di Scienza e Vita (ovviamente) a Presidente dell'Istituto Superiore di Sanita'. Decisione incomprensibile. Invece di dare un segno di discontinuita' dai precedenti governi in direzione della laicita' - ricordo che Garaci e' Presidente dell'ISS dal 2001 ed e' stato confermato per la terza volta - il Ministro, riconfermandolo, ha dimostrato di non aver minimamente considerato le critiche politiche e di merito emerse da piu' parti, oltre al parere negativo espresso dalla commissione Igiene e Sanita' al Senato. La presidenza di Garaci tutto e' stata meno che trasparente: a 6 anni di distanza e due interrogazioni (1) presentate, ancora non e' chiaro che fine hanno fatto i 7,5 milioni di euro alla ricerca con le cellule staminali adulte e il modo in cui sono stati assegnati i finanziamenti. La commissione e la "spartizione" di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva che chi chiedeva i finanziamenti era anche chi decideva a chi destinarli. Una volta venuta alla luce la vicenda ad opera di ricercatori finanziati da quel bando, per tutta risposta dal sito Internet dell'ISS venne cancellato qualsiasi riferimento. Il 13 novembre scorso Garaci, interpellato da una giornalista sulla vicenda ha risposto dicendo, tra l'altro, che: "Gli altri bandi sono stati assegnati, ma attendiamo che arrivino i finanziamenti stanziati dalle precedenti finanziarie". Risposta incredibile se si pensa che alle interrogazioni presentate mi e' stato risposto che i finanziamenti sono stati chiusi per esaurimento fondi. Ma e' da qualche settimana, e la rivista Nature lo conferma, chesi parla di un vero malcontento diffuso dei ricercatori italiani per il modo con cui sono stati assegnati e sembra saranno assegnati i finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali. Garaci, infatti, non sembra intenzionato ad adeguarsi ai metodi utilizzati a livello internazionale di peer review system, che implicano il coinvolgimento di revisori terzi e indipendenti. Sono stati proprio tre illustri ricercatori italiani a livello mondiale -Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda- ad aver inviato una lettera al Ministro della Salute per denunciare il mancato utilizzo di questo metodo per i finanziamenti di 3 milioni di euro per la ricerca sulle malattie rare e sulle cellule staminali previsti nella Finanziaria 2007. A sostegno delle richieste dei tre ricercatori insieme ai deputati Radicali della Rosa nel Pugno ho depositato un'interrogazione (2) al ministro della Salute a cui oggi, vista l'enorme fiducia riposta dal ministro in Garaci, diventa ancora piu' urgente rispondere per chiarire, una volta per tutte, le vicende dei finanziamenti alla staminali e la responsabilita' dell'ISS. (1) l'interrogazione 5-00014: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=18 l'interrogazione 5-01349: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=587 (2) http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=729 di Donatella Poretti ------------------- - Nobel Capecchi sulla ricerca con le staminali embrionali Lo scienziato dell'Universita' statale dello Utah e premio Nobel per la Medicina, Mario Capecchi, ha avuto una vita avventurosa. Altrettanto spettacolare e' il contributo che ha dato alla scienza -oltre che molto promettente per l'umanita'. Grazie alle sue scoperte, sono stati creati topi geneticamente modificati con cui e' possibile far luce su numerose malattie. "Letteralmente ogni malattia puo' avvantaggiarsene, dai complicati disturbi neuropsichiatrici fino al cancro e al diabete", dice Capecchi. "Il vantaggio dei topi e' che negli esseri umani non si possono fare analisi retrospettive. Nella persona non si puo' viaggiare a ritroso, mentre nei topi si', si puo' analizzare nei dettagli lo sviluppo delle malattie durante il concepimento e dopo la nascita". Altro vantaggio, sostiene, "e' che una volta capita una malattia si possono utilizzare i topi per sviluppare delle terapie. Fare esperimenti di terapie o di medicinali in persone umane e' estremamente caro". Il futuro delle sue scoperte gli appare brillante. I modelli di topi geneticamente modificati stanno continuamente migliorando e "saranno utilizzati nei prossimi cento anni per qualunque malattia". Capecchi e' decisamente favorevole alla ricerca con le cellule staminali embrionali, un percorso di studio che il presidente Bush ha neutralizzato con il suo veto presidenziale perche' lo giudicava "immorale". "Credo che quando cambiera' l'Amministrazione Bush, in Usa si potra' fare ricerca in questo campo". Anche perche' "c'e' un dibattito etico dalla prospettiva degli stessi pazienti". Sia il Senato sia la Camera dei Rappresentanti hanno approvato una norma che e' rimasta nel limbo. L'ottimismo del ricercatore poggia su tre ragioni. "In primo luogo, esiste un grande potenziale per questo tipo di terapie: Parkinson, Alzheimer, diabete, e in generale ne puo' beneficiare qualunque malattia in cui le cellule siano state distrutte". Nello stesso tempo, "molti embrioni vengono generati tramite la fertilizzazione in vitro che e' sempre piu' diffusa. E in questi processi si producono numerosi embrioni, molti dei quali sono condannati a finire nel bidone della spazzatura". Infine, "la popolazione nordamericana la vede come cosa positiva: circa il 70% e' favorevole alla ricerca con gli embrioni". La sperimentazione sugli animali e' materiale infiammabile di questi tempi. Ma Capecchi la vede come un male minore. "Se ci fossero altri modi di fare esperimenti, dovremmo utilizzarli. Tutta la vita e' sacra e non la si puo' banalizzare". Pero', al giorno d'oggi, "non abbiamo le conoscenze per fare esperimenti virtuali". In 20 o 30 anni si potranno migliorare gli attuali procedimenti. Al momento si puo' lavorare solo con i mezzi che ci sono. "La gente deve dire con quali pratiche si sente piu' a suo agio, comunque penso che la ricerca animale sia una necessita'". Mario Capecchi non condivide affatto l'affermazione polemica di James Watson, co-scopritore della doppia elica del Dna, secondo cui i bianchi sarebbero piu' intelligenti dei neri. Dice Capecchi: "Lui sa che non esiste una base scientifica per affermarlo". Pero' non vuole rinfocolare le polemiche. "Credo che stesse cercando di esplorare certe idee e, in qualche modo, le sue opinioni sono state esagerate dalla stampa". "Quel che e' certo, e' che oggi non abbiamo gli strumenti per definire quello che vogliamo chiamare intelligenza. Ci sono diversi tipi d'intelligenza. C'e' gente molto brava nell'arte, altri nella scienza o nel commercio...". "Dire che una razza e' piu' intelligente di un'altra non ha fondamento scientifico. Per esempio, quando s'analizzano le differenze razziali, le disuguaglianze dentro lo stesso gruppo sono molto maggiori che non tra i gruppi", dichiara. "Se si danno delle opportunita' a un bambino, indipendentemente dalla sue origini, prosperera'". Capecchi sa quel che dice. La sua infanzia si trasformo' in un incubo quando i nazisti arrivarono in Italia. Sua madre, una poetessa che aveva scritto degli opuscoli antifascisti, fu presa dalla Gestapo e portata in campo di concentramento a Dachau, non in quanto ebrea, ma per il suo essere ribelle. Capecchi aveva cinque anni e si ritrovo' solo. Il primo anno lo trascorse con dei contadini, che lo scacciarono di casa una volta finiti i soldi per il suo mantenimento. In seguito si uni' a una banda di ragazzini che vagava tra Bolzano e Verona e rubava. Sua madre, che sopravvisse ai campi di concentamento, lo trovo' e lo porto' negli Stati Uniti. "Gestisco il problema dell'infanzia cercando di non pensarci troppo. Appartiene al passato, e non possiamo fare nulla per cambiare il passato". Nonostante tutto, la sua infanzia l'ha arricchito: "le esperienze dure ti fanno piu' resistente e fino a un certo punto rendono la mente piu' aperta". di Juan Llobell (Tratto dalla rivista online Expansion.com; traduzione di Rosa a Marca) ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Sud Corea. Ricercatore: fra cinque anni cureremo il morbo di Parkinson Secondo un ricercatore svedese, entro cinque anni sara' possibile curare il morbo di Parkinson attraverso cellule staminali. Il quotidiano Korea Times ha riportato che Olle Lindvall, docente presso l'Universita' di Lund in Svezia, in visita a Seoul lo scorso 15 novembre per un simposio sulla ricerca con le staminali, avrebbe annoverato il Parkinson fra le malattie curabili a breve. Entro cinque anni potrebbero infatti partire le prime sperimentazioni cliniche, a cui stanno gia' lavorando numerosi laboratori. La questione e' legata alla produzione di cellule di dopamina da diversi tipi di cellule, anche animali. Il professore ha detto di aver tentato il trapianto nel cervello di cellule dopaminiche estratte da feti umani ed aver riscontrato la loro abilita' a sopravvivere e sostituire le cellule danneggiate. Secondo il ricercatore, altri studi hanno dimostrato la capacita' delle cellule staminali di limitare gli effetti della malattia. Ma con la sua ricerca, l'obiettivo e' la cura totale. - Usa. California. Ex presentatrice tv a capo della commissione di controllo sui fondi alla ricerca con le staminali L'ex presentatrice dello show televisivo "Entertainment Tonight", Leeza Gibbons, e' stata nominata dal Governatore Arnold Schwarzenegger a capo della commissione di controllo dell'agenzia californiana sulla ricerca con le cellule staminali. Gibbons, la cui madre e' malata di Alzheimer, ricoprira' il posto destinato alle associazioni di malati della stessa malattia nella Independent Citizens Oversight Committee. Nel 2002, Gibbons e famiglia avevano fondato la Leeza Gibbons Memory Foundation, una fondazione no-profit dedicata alla malattia della madre. Il suo nuovo ruolo non paghera' quanto quello di star televisiva: circa cento euro per diem. La commissione controllera' l'operato del California Institute for Regenerative Medicine Institute, l'istituto creato a seguito dell'approvazione della Proposition 71, sottoposto nel 2004 al voto referendario. L'Istituto ha infatti il compito di gestire un finanziamento di 3 miliardi di dollari destinato alla ricerca con le staminali, da stanziare in un periodo di dieci anni. - San Marino. Al Bioscience Institute sara' gratuita la conservazione del cordone Il Congresso di Stato di San Marino, su proposta del segretario di Stato per la Sanita', Fabio Berardi, ha autorizzato il direttore generale dell'Istituto superiore di sanita' sanmarinese a stipulare una convenzione con Bioscience Institute, 'per garantire, senza oneri economici a carico dell'Iss, la crioconservazione del sangue cordonale per gli assistiti dell'Istituto stesso'. In pratica Bioscience Institute, il laboratorio di crioconservazione autologa di cellule staminali provenienti al sangue del cordone ombelicale inaugurato lo scorso aprile nella Repubblica di San Marino, conservera' gratuitamente le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale dei bimbi della Repubblica del Titano, in presenza di malattie genetiche in famiglia o di patologie gia' accertate al momento del parto nel nascituro o di un suo familiare. La decisione sammarinese e' analoga a quella presa in estate dalla Regione Lombardia, con la differenza che a farsi carico dei costi di conservazione non saranno le finanze pubbliche, ma sara' direttamente il moderno laboratorio di crioconservazione diretto da Giuseppe Mucci. - Italia. Centri di ricerca scrivono a Mussi: siamo senza fondi A Milano sono otto, ma fanno parte di un network di 55 centri distribuiti su tutto il territorio italiano: sono i poli di eccellenza scientifica al 100% Made in Italy. Centri di ricerca in cui studiosi provenienti da tutto il mondo fanno passi da gigante nella ricerca bio e nanotecnologica, biochimica, medica ma anche sulle reti di comunicazione, i problemi climatici e la linguistica. Centri che pero' fanno fatica ad arrivare alla fine del mese per scarsezza di fondi. Cosi' "Geo", il mensile Gruner+Jahr/Mondadori diretto da Fiona Diwan, e' andato a esplorare quattro di questi centri in cui gli studiosi si applicano con dedizione e professionalita' non solo alla ricerca di base, ma anche allo studio delle sue possibili interazioni con il mercato ed ha rivolto un appello al ministro Fabio Mussi: rinnovate l'invio di fondi. Per esempio al Cefriel, centro di eccellenza unico in Italia nel suo genere nel settore dell'Information & Communication Technology (Ict), la ricerca, riferisce il periodico, si coniuga con le richieste del mercato. La sua missione e' trasformare le nuovissime tecnologie appena scoperte in prototipi di nuovi prodotti, cosi' da trasferire l'innovazione alle imprese garantendo loro l'accesso alle nuove tecnologie. Il centro, pero', non riceve alcun finanziamento a fondo perduto, ma si regge integrando e valorizzando esperienze e competenze del mondo dell'universita', della Regione Lombardia e di 15 tra le piu' importanti aziende Ict operanti in Italia. Il caso del Cefriel non e' isolato: tutti i centri che "Geo" ha visitato, riferisce ancora il periodico, sono costretti a cavarsela da soli dal momento che non ricevono alcun aiuto finanziario da parte del Ministero dell'Universita' e della Ricerca. Il Ministero ha stanziato nel 2000 un finanziamento triennale a favore delle start up dei centri italiani di ricerca, supportandoli a livello logistico e nel lancio dei progetti. Alla fine di questo periodo pero', prosegue il giornale, non sono stati previsti ulteriori aiuti ne' il controllo dei risultati effettivamente raggiunti con l'impiego di quei fondi. E non finisce qui. All'Igier, l'Innocenzo Gasparini Institute for Economic Research, i "laboratori" sono i seminari che vedono riuniti membri affiliati e ospiti illustri a confrontarsi su temi che vanno dalla macroeconomia all'econometria, dalla teoria dei giochi all'economia di sviluppo. Qui, fare ricerca di eccellenza significa concentrare le energie su temi singoli di proprio interesse, senza dover necessariamente seguire dei filoni generali. Un esempio per tutti e' Roberto Perotti, direttore dell'Igier e professore alla Bocconi, che sta terminando il report sulle politiche di bilancio di alcuni Paesi in via di sviluppo, commissionatogli dalla Banca Mondiale. E ancora. Al Cermac, il Centro di Eccellenza di Risonanza Magnetica ad Alto Campo, gli scienziati studiano il sistema nervoso centrale: cervello, cervelletto, e midollo spinale. Qui, grazie a un sofisticatissimo tomografo a tre tesla, il team di neuroscienziati, psichiatri e cognitivisti fa passi da gigante nel campo della sclerosi multipla. Ma il fiore all'occhiello di questo centro e' la ricerca condotta l'anno scorso sulle cellule staminali, che ha permesso al dottor Politi e altri ricercatori del San Raffaele di monitorare grazie alla modificazione del loro campo magnetico il percorso che le cellule staminali compiono quando riconoscono una lesione. Non cambia l'ambito di ricerca al Cisi, il Centro Interdisciplinare Studi Bio-molecolari e Applicazioni Industriali, che appartiene all'Universita' Statale di Milano. Qui la ricerca si focalizza sulla creazione di molecole capaci di inibire la proliferazione dei tumori. Anche in questo caso, racconta il periodico, i direttori dei centri hanno dovuto improvvisarsi imprenditori per sopperire alla mancanza di investimenti da parte dello stato. "Eppure -conclude il periodico- la ricerca italiana ha dimostrato grandi potenzialita': il modello Cefriel, ad esempio, e' stato presentato a Singapore a investitori privati e aziende pubbliche per poter essere adottato anche da brand internazionali. La ricerca pubblica ha bisogno dunque di essere finanziata: solo cosi' agli scienziati possono essere fornite le possibilita' e gli strumenti adeguati per continuare a prendersi cura del futuro dell'umanita'". Info: www.geo.it - Italia. Coldiretti: no a carni clonate a tavola, lo dicono i sondaggi Sta per partire la consultazione pubblica che portera' entro il prossimo febbraio a formulare il parere scientifico sulla sicurezza alimentare degli animali clonati da parte dell' Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che potrebbe aprire la strada in Europa alla vendita di formaggi, latte e carne provenienti dai 'parenti' della pecora Dolly. E' questo l'allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base del programma di lavoro definito dall'Efsa per rispondere alla Commissione europea che nell'aprile scorso 'ha chiesto all'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di valutare sotto il profilo scientifico la sicurezza alimentare e al Gruppo europeo sull'etica di aggiornare il loro parere sulla tecnica della clonazione che si prepara a uscire dai confini della semplice ricerca'. Un richiesta formulata dopo che -sottolinea la Coldiretti- negli Stati Uniti la Food and Drug Administration (Fda) ha gia' dato l'autorizzazione alla libera circolazione degli alimenti frutto delle clonazioni che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette particolari. Il parere dell'Agenzia Europea riguardera' la sicurezza nel consumo di carne e latte provenienti da mucche, maiali, capre e pecore clonate senza affrontare aspetti etici di competenza del Gruppo Europeo sull'etica. La clonazione riguarda infatti gia' molti animali da allevamento e, tra l'altro, e' stata annunciata recentemente la clonazione 'stabile' di un maiale per quattro generazioni dal genetista giapponese Hiroshi Nagashima dell'Universita' Meiji di Tokyo, mentre sperimentazioni sono state effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche un muflone selvatico. Secondo una indagine descrittiva on line condotta sul sito www.coldiretti.it si evidenzia che una netta maggioranza del 55 per cento ritiene necessario che l'Italia e l'Europa proibiscano sempre la possibilita' di vendita di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati. Si evidenzia peraltro che per ben il 36 percento degli interpellati e' necessario che l'Italia e l'Europa consentano la vendita di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai consumatori di distinguerli. Solamente l'8 percento ritiene che la scienza abbia dimostrato che questi alimenti sono perfettamente equivalenti agli altri ed e' quindi necessario consentirne la vendita senza alcun tipo di indicazione, mentre l'1 per cento non e' in grado di dare una risposta. La forte opposizione dei cittadini dimostrata da sondaggi analoghi negli Stati Uniti ha convinto la Dean Food , principale industria casearia degli Stati Uniti, a non utilizzare il latte prodotto da mucche clonate sebbene il verdetto della Food and Drug Administration (Fda) stabilisca che non ci sono differenze tra mucche, maiali e pecore clonate rispetto agli animali tradizionali. Una decisione che e' stata presa anche da aziende piu' piccole nel timore di andare incontro a un calo delle vendite. Si tratta di una evidente dimostrazione che occorre intervenire al piu' presto con una adeguata regolamentazione per escludere che latte, formaggi e carne arrivino inconsapevolmente nel piatto dei cittadini. Si tratta - conclude la Coldiretti - di un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori pone evidenti perplessita' di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi. - Italia. Angelo Vescovi: siamo in grado di produrre staminali cerebrali Si stanno concludendo a Terni i lavori di ristrutturazione dell'edificio di via Campomicciolo, gia' caserma, che sara' sede del Cento di ricerca sulle cellule staminali. Entro la prossima primavera dovrebbe cominciare ad operare il laboratorio vero e proprio. Lo stabile ristrutturato si articola su tre piani, ha una superficie di circa 3.000 metri quadrati ed ha comportato un onere economico di circa sette milioni di euro. Il Centro di ricerca, diretto dal professor Angelo Vescovi, e' coordinato da una fondazione della quale fanno parte il Comune di Terni, la diocesi di Terni Narni Amelia, la Fondazione Cassa di risparmio di Terni e Narni, la Camera di commercio. Proprio per affrontare le varie tematiche che il Centro comporta, il 30 novembre prossimo si terra' a Terni, nel palazzo Gazzoli, un convegno nazionale. Vescovi affrontera' il tema 'Cellule staminali cerebrali, verso la sperimentazione clinica', mentre le conclusioni del convegno saranno tratte dal sen. Ignazio Marino, presidente della Commissione sanita' del Senato. 'E' la fine della corsa'. Cosi' Vescovi definisce la gara contro il tempo del suo centro che ora 'e' in grado di produrre in laboratorio staminali cerebrali adulte umane prelevate da feti abortiti spontaneamente e poi moltiplicate'. Cellule utili per malattie neurodegenerative, in primis sclerosi multipla (sm) e sclerosi laterale amiotrofica (Sla). 'Abbiamo iniziato le procedure di certificazione del centro e contemporaneamente stiamo scrivendo i protocolli clinici. Dunque entro qualche mese potremmo iniziare la sperimentazione di fase 1 sull'uomo'. Con ogni probabilita', visto che le procedure per l'accreditamento dell'Unione europea sono piu' stringenti di quelle statunitensi, Vescovi annuncia che per iniziare prima i test sull'uomo, 'si potrebbe scegliere di fare la sperimentazione negli Usa'. Vescovi spiega che finora 'negli animali sono stati raggiunti risultati per certi versi entusiasmanti. Specie per sclerosi multipla (Sm) e laterale amiotrofica (Sla)'. In un primo tempo, dice il ricercatore italiano, l'obiettivo della sperimentazione umana sara' rivolto 'ai malati di Sm e Sla in stadio avanzato. Ma successivamente si potra' estendere la sperimentazione anche ai pazienti in fase iniziale'. "La scoperta annunciata oggi durante un convegno dell'Iss va presa con cautela. Dobbiamo sapere con certezza se la sperimentazione deriva da cellule di feti davvero abortiti e se tali aborti sono stati davvero spontanei". Lo afferma Wanda Ciaraldi, responsabile bioetica dell'Udeur, in merito alla notizia di un possibile avvio della sperimentazione umana sulle staminali cerebrali adulte coltivate da cellule di feti abortiti. "Vanno, inoltre, accertati gli effetti di questa sperimentazione per la salute umana e quindi tutti i rischi e i benefici". - Italia. Luca Marini ricorre al Tar su avvicendamento ai vertici del Cnb L'ex vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) e presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL, Luca Marini, ha presentato ricorso al Tar del Lazio in relazione al decreto che ha previsto l'avvicendamento alla vicepresidenza. Lo rende noto lo stesso Marini in un comunicato. Secondo Marini, il decreto che ha disposto la nomina di tre nuovi vice presidenti del Cnb (avvicendando Marini, Cinzia Caporale ed Elena Cattaneo) e' 'censurabile': 'Ho quindi dato mandato al mio legale di presentare ricorso al TAR del Lazio per il suo annullamento previa sospensione, salvo il risarcimento del danno. Il ricorso e' gia' stato presentato'. 'A mio parere il decreto presenta evidenti motivi di censura. In primo luogo, esso non ha assolto all'indispensabile onere motivazionale in ordine alle ragioni poste a base dell'avvicendamento. In secondo luogo, e' stato calpestato il principio che impone alla pubblica amministrazione di informare preventivamente gli interessati dei procedimenti avviati nei loro confronti. In terzo luogo, ho motivo di ritenere che l'avvicendamento mio e delle mie colleghe sia stato disposto per fini estranei alle proclamate esigenze di funzionalita' del CNB'. 'Ritengo doveroso battermi per il ripristino dei principi di legalita' e di certezza del diritto a fronte della sciatteria istituzionale e dell'arroganza con cui e' stata e' stata gestita l'intera vicenda'. - Italia. Torino. All'ospedale Molinette impianto percutaneo valvole cardiache All'ospedale Molinette di Torino sta per partire un programma per curare pazienti cardiopatici ad alto rischio, quelli che finora erano senza prospettive terapeutiche. La cardiologia ospedaliera, diretta da Sebastiano Marra, e la cardiochirurgia di Mauro Rinaldi da dicembre eseguiranno l'impianto percutaneo di valvole aortiche in pazienti inoperabili. Insieme, poi, hanno messo a punto uno studio sperimentale sulle cellule staminali in ambito cardiaco, attualmente in fase preclinica e in attesa di approvazione ministeriale. Ad oggi, nel mondo, alcune centinaia di persone sono gia' state sottoposte con successo a interventi di sostituzione valvolare in via percutanea: sono malati altrimenti destinati a morte sicura. Ora anche all'ospedale Molinette e' tutto pronto e sono gia' state ottenute le autorizzazioni del comitato etico interaziendale e dell'ospedale. Si stanno selezionando i pazienti che potranno essere sottoposti a intervento cardiochirurgico senza l'apertura dello sterno (la valvola, compressa, viene fatta passare attraverso un'arteria). Di grande contenuto innovativo la sperimentazione delle cellule staminali per la cura di pazienti cardiopatici, che l'ospedale Molinette, insieme con altre sei cardiologie cittadine, il Regina Margherita di Torino e l'istituto Mario Negri di Milano, ha messo a punto e che dovrebbe partire nel 2008. La sperimentazione verra' illustrata al congresso internazionale 'A bridge over the Atlantic', che si terra' da domani a sabato al centro congressi dell'Unione industriale. Il congresso, organizzato dalla Cardiologia 2 dell'Aso San Giovanni Battista di Torino, riunisce 300 cardiologi italiani e della Mayo Clinic di Rochester (Usa), uno dei centri internazionali piu' prestigiosi e all'avanguardia nell'ambito delle malattie cardiovascolari. 'Il trattamento del paziente ad alto rischio cardiologico -afferma Marra- e' un tema molto complesso e attuale. Ormai vengono trattati pazienti d'eta' sempre piu' avanzata e con presidi terapeutici sempre piu' sofisticati e costosi, dando un'altra speranza a chi alcuni anni fa era condannato a non avere alcuna prospettiva di cura'. Si tratta di pazienti anziani, gia' sottoposti a interventi per dilatare le coronarie, ma che hanno poi sviluppato patologie come l'insufficienza renale, l'ictus, la broncopneumopatia, il diabete, talvolta l'alzheimer. 'Ulteriori interventi cardiaci possono rivelarsi difficili e pericolosi, ma non impossibili e le nuove speranze che siamo in grado di offrire sono il frutto della stretta cooperazione tra cardiologi e cardiochirurghi'. - Usa. Sangue mestruale fonte di staminali versatili Scoperta una nuova fonte di cellule staminali: il sangue mestruale. Nelle perdite sopportate malvolentieri da tutte le donne in eta' fertile una volta al mese si trovano staminali capaci di differenziarsi in 9 differenti tipi di tessuto, tra cui cuore, fegato e polmoni. La scoperta e' frutto del lavoro d'e'quipe del Bio-Communications Research Institute di Wichita, in Kansas (Usa) e dell'universita' dello Stato dell'Alberta e dell'Ontario occidentale, in Canada. "Il sangue mestruale contiene -spiegano gli scienziati statunitensi e canadesi sul Journal of Traslation Medicine- un nuovo tipo di staminali che possono essere usate per riparare i tessuti danneggiati'. Le staminali appena scoperte sono state battezzate cellule rigenerative endometriali (Erc), e ricalcano una caratteristica essenziale della loro provenienza, cioe' la crescita di nuovi vasi sanguigni. Tra le cellule prelevate dal sangue mestruale, assicurano i ricercatori, "ce ne sono alcune che possono essere coltivate in laboratorio e replicate fino a 70 volte, molto velocemente. Con una rapidita' di gran lunga maggiore rispetto a quanto avviene per le staminali prelevate dal cordone ombelicale e dal midollo osseo. In piu' in esse vengono prodotti alcuni fattori di crescita 'superveloci', che si moltiplicano in percentuali 100 mila volte maggiori rispetto ai concorrenti fattori di crescita delle staminali del sangue del cordone ombelicale". Un bel vantaggio, continuano, "tanto che in 5 millilitri di sangue mestruale prelevato da donne sane si possono ottenere abbastanza staminali da avere, nel giro di due settimane di coltura in laboratorio, cellule cardiache che si contraggono come il cuore". - Italia. Bologna. Sperimentazione su tre cavalli. Lav e deputati contro universita' Parlamentari in campo per salvare i tre cavalli che, alla facolta' di Veterinaria di Bologna, rischiano di essere soppressi al termine di un esperimento sull'uso delle cellule staminali. Nove deputati, di maggioranza e opposizione, chiedono infatti al ministro della Salute, Livia Turco, "quali urgenti iniziative intenda intraprendere per non permettere l'uccisione di tre cavalli" e fare in modo che siano affidati a qualcuno al termine dell'esperimento. A muoversi sono cinque parlamentari della Lega Nord, uno di Forza Italia, due della Rosa nel pugno, uno del Partito Democratico, firmatari di un'interrogazione con risposta in commissione Affari Sociali a Montecitorio; nel documento ricordano che, per analoghi esperimenti effettuati all'Universita' di Pisa, gli animali non sono stati uccisi e lo stesso Ministero, nell'autorizzare i test ad Ozzano Emilia, "specificava gia' mesi fa che devono essere valutate le possibilita' di recupero dei cavalli". A sollevare il caso, con tanto di diffida alla Facolta' dell'Alma mater era stata la Lega antivivisezione (Lav) avvertendo l'Ateneo che l'uccisione dei tre animali poteva configurare un reato. E proprio la Lav, nel dare notizia dell'interrogazione parlamentare, annuncia che "sono gia' alcune migliaia le e-mail di sostegno alle richieste indirizzate al Rettore, al Preside e al responsabile del Dipartimento" per evitare una "uccisione del tutto gratuita e, quindi, perseguibile dal Codice penale". Quella in corso al Dipartimento Clinico Veterinario dell'Universita' di Bologna, e' una sperimentazione su tre cavalli dal titolo "Isolamento e caratterizzazione di cellule mesenchimali di cavallo da midollo osseo e tessuto adiposo: possibile utilizzo di un modello di lesioni tendinee". Il protocollo sperimentale prevede la soppressione degli animali per prelevare i tendini. Ma, ricordano i parlamentari nell'interrogazione, "il Ministero della Salute, nell'autorizzare l'esperimento, aveva suggerito che dovesse 'essere valutata con attenzione l'eventuale reimmissione dei soggetti nella loro filiera zootecnica di provenienza'". - Mons. Paglia: sperimentazione su embrioni solo se gia' morti Una dichiarazione di morte per gli embrioni congelati non piu' riconosciuti o abbandonati dalla coppia che li ha generati: soltanto a questa condizione, ossia solo in quanto 'cadaveri', gli embrioni orfani potrebbero essere utilizzati per la ricerca sulle cellule staminali. Lo ha detto a Roma il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, a margine del convegno sulle cellule staminali cerebrali organizzato presso l'Istituto superiore di sanita' lo scorso 13 novembre. 'Sono contro la distruzione della vita da parte di chiunque', ha detto il vescovo. Di conseguenza, ha aggiunto, 'non posso approvare la ricerca sugli embrioni perche' un embrione e' una vita umana'. Nel caso in cui fosse possibile stabilire la soglia oltre la quale un embrione congelato non puo' piu' essere considerato vitale, allora si potrebbe equiparare il prelievo di cellule staminali da questi embrioni-cadavere alla donazione di organi. 'Allora diventerebbe un espianto di organi', ha osservato mons. Paglia. 'Chiedo agli scienziati di studiare il problema', ha concluso. Dietro il problema degli embrioni sovrannumerari e del loro utilizzo per la ricerca sulle cellule staminali 'c'e' tanta ipocrisia e ci sono interessi economici di singoli ricercatori o di gruppi di ricerca. Cosi' non ci sto'. Parola di Angelo Vescovi. Il ricercatore docente dell' Universita' di Milano Bicocca e direttore della Banca di cellule staminali cerebrali di Terni, ne parla con i giornalisti prima di una conferenza su 'cellule e genetica' promossa questa sera dalla Fondazione 'Corriere della Sera'. 'E' un problema importante quello degli embrioni sovrannumerari'. E spiega: 'Si tratta di centinaia di migliaia di embrioni congelati, molti dei quali plausibilmente non attecchiranno mai piu'. In qualche modo sono abortivi di fatto. Cioe', ti ritrovi con un decesso in provetta. E in teoria si dovrebbe permetterne l' uso'. Vescovi sarebbe favorevole a utilizzarli per la ricerca, se non ci fosse un problema 'a cui non e' stata data soluzione. Io li utilizzo questi embrioni, senza problemi fino a quando qualcuno non decide di continuare a produrmeli. Perche' se e' cosi', facciamo prima a produrli specificamente per quell' applicazione. Il fatto e' che si continua a fare i furbi. C'e' una forma di approccio pilatesco al problema, che e' una forma anche di ipocrisia, che e' il seguente: l'Unione europea, ha deciso di permettere l' utilizzo di embrioni soprannumerari prodotti fino a una certa data. Ma da nessuna parte si dice 'non verranno sdoganati quelli prodotti in data successiva'. E' semplicemente un trucco per dire: continuiamo a produrre embrioni e continuiamo a utilizzarli'. E su questo Angelo Vescovi non e' d'accordo: 'E' un problema di ipocrisia. Il fatto e' che questo non si dice mai. Perche' ci sono dietro purtroppo forti interessi. E non sono solo ideologici, sono economici e spesso personali, di singoli ricercatori o gruppi. Forse puo' non piacere che uno lo dica, ma io lo dico. Pazienza, mi trovero' nei guai come al solito. Seguiranno le stesse minacce che ho avuto con il referendum? Ho cambiato numero di telefono'. - Usa. Staminali embrionali di macaco ottenute con clonazione "Dolly" Un risultato senza precedenti avvicina la possibilita' della clonazione terapeutica per l'uomo: due linee di cellule staminali embrionali di scimmia sono state ottenute per la prima volta per clonazione di macachi adulti con lo stesso metodo della pecora Dolly, mai riuscita finora sui primati. La notizia, anticipata alcuni gerioni fa dall'Indipendent, e' annunciata dalla rivista Nature. Pur essendo incapaci di terminare lo sviluppo e dar vita a cloni di scimmia, gli embrioni clonati rappresentano un traguardo importantissimo perche' lasciano intravedere la possibilita' di ottenere una riserva di staminali embrionali su misura di ogni singolo paziente. Lo stesso traguardo con embrioni umani, annunciato nel 2004 ma poi smentito, aveva attirato su Hwang Woo-suk in Corea del Sud la 'scomunica' della comunita' scientifica mondiale. Questa volta invece, almeno sulle scimmie, grazie agli esperimenti diretti da Shoukhrat Mitalipov dell'Oregon Health & Science University a Beaverton e validati da David Cram del Monash University di Melbourne, Australia, si e' arrivati a cloni di embrioni da cui poi gli scienziati hanno estratto le due linee di staminali embrionali. Gli embrioni di macaco sono stati ottenuti con lo stesso metodo del trasferimento nucleare usato finora per clonare molte specie animali ma mai primati: gli scienziati hanno inserito il Dna di una cellula di pelle (fibroblasto) della scimmia adulta in una cellula uovo svuotata del proprio materiale genetico e attivato lo sviluppo embrionale dell'oocita in provetta. Cosi' facendo gli scienziati hanno ottenuto dozzine di embrioni in fase precoce di sviluppo (blastocisti). Da questi embrioni, che non hanno completato lo sviluppo, i ricercatori hanno estratto le due linee di staminali embrionali. Oltre alle cellule ottenute in se', l'importanza di questi risultati e' tutta nella prospettiva che offrono di arrivare un giorno allo stesso modo con clonazione terapeutica, che esclude cloni umani, a produrre una riserva di cellule di ricambio per pazienti con malattie altrimenti incurabili. Potrebbe essere stata una nuova tecnica a permettere di ottenere embrioni di scimmia a partire da cellule staminali adulte, nell'esperimento condotto nel Centro di ricerca sui primati dell'Oregon e anticipato sulla stampa. E' questa l'ipotesi di Angelo Vescovi, dell'universita' Bicocca di Milano. Secondo l'esperto potrebbe essere stata usata una tecnica che permette di riprogrammare la cellula adulta senza produrre l'embrione. L'ipotesi di Vescovi e' che la cellula adulta sia stata introdotta, anziche' nell'ovocita come si fa tradizionalmente, in un terreno di coltura che l'ha spinta a 'deprogrammarsi', ossia ad azzerare il suo programma e a tornare ad essere pluripotente, capace cioe' di svilupparsi in numerosi tipi di cellule ma non in un embrione. Se questo processo, chiamato 'deprogrammazione' o 'dedifferenziamento', ha avuto successo nelle scimmie, per Vescovi non c'e' ragione di non applicarlo all'uomo per ottenere in futuro 'fabbriche individuali di pezzi di ricambio'. 'Dubbi' e 'perplessita'' scientifiche, oltre che morali, di fronte all'esperimento statunitense che sarebbe riuscito a 'clonare' una scimmia: li avanza l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. 'I dubbi e le perplessita' su questo tipo di esperimento sono molti, e consistenti, innanzitutto dal punto di vista della fattibilita' della ricerca stessa e dei risultati che si possono ragionevolmente ottenere, e andrebbero chiariti ancora prima di affrontare lo spinosissimo problema bioetico della creazione di nuove entita' ibride uomo/animale', si legge in un articolo intitolato 'Irresponsabilita' scientifica prima ancora che morale'. 'Ci si chiede com'e' possibile prendere a riferimento un modello cellulare ibrido uomo/animale, in cui la funzionalita' mitocondriale non corrisponde a nessun modello vivente esistente, perche' alterato in partenza rispetto sia a modelli animali che umani, e considerare questo modello valido per malattie umane che sono dovute a un'alterazione patologica di tali funzionalita'', prosegue l'articolo. 'E, piu' in generale, ci si chiede per quale motivo un eventuale sistema cellulare misto uomo/animale, di cui non si sa nulla, dovrebbe essere un modello piu' efficace di quelli animali', conclude il quotidiano pontificio, che cita invece ad esempio le ricerche del premio Nobel italo-americano Mario Capecchi. - Italia. Garaci confermato alla presidenza dell'Istituto Superiore della Sanita' Il ministro della Salute Livia Turco difende la sua scelta, ma la conferma per un triennio del professor Enrico Garaci a presidente dell'Istituto superiore di sanita' (approvata dal Consiglio dei ministri di oggi appunto su proposta della Turco) ha suscitato aspre polemiche. Ed il 'caso' ha conquistato anche le pagine della prestigiosa rivista scientifica Nature. Il ministro della Salute, e' la posizione espressa da Nature gia' nei giorni scorsi, dovrebbe rinnovare il presidente dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) e individuare il successore dell'attuale presidente sulla base di una rosa di candidati proposti dalla comunita' scientifica. Il ministro, prosegue Nature, 'dovrebbe nominare un comitato indipendente per la selezione': questo dovrebbe individuare e proporre una rosa di nomi fra i quali il ministro selezionera' il nuovo presidente dell'Iss. Un presidente, rileva Nature, che 'dovrebbe in questo modo godere della piena fiducia della comunita' italiana per la ricerca biomedica'. Ma lo scorso 16 novembre e' arrivata la conferma di Garaci (alla presidenza dell'Iss dal 2001) da parte del Consiglio dei ministri. Netta la posizione di Livia Turco: 'Sono abituata a scegliere le persone solo in base al merito e ai risultati ottenuti', ha affermato, sottolineando che 'questi sono stati i criteri, gli unici, attraverso i quali ho proposto al Consiglio dei Ministri il rinnovo alla Presidenza dell'Iss del professor Enrico Garaci'. Il suo curriculum professionale, ha proseguito il ministro, 'e' di certa significativita' sia per gli aspetti scientifici che per quelli connessi alla capacita' di gestire e promuovere l'innovazione nell'Iss. La sua e' stata una gestione efficiente, apprezzata dalla comunita' scientifica e all'interno dell'Istituto e in particolare da parte di tutti i Capi dipartimento dell'Iss'. Il Consiglio dei Ministri ha confermato il professor Enrico Garaci alla presidenza dell'Istituto Superiore di Sanita', come proposto dal Ministro della Salute Livia Turco. "Sono abituata a scegliere le persone solo in base al merito e ai risultati ottenuti", sottolineando che "questi sono stati i criteri, gli unici, attraverso i quali ho proposto al Consiglio dei Ministri il rinnovo alla Presidenza dell'Iss del professor Enrico Garaci". "Il suo curriculum professionale - ha proseguito - e' di certa significativita' sia per gli aspetti scientifici che per quelli connessi alla capacita' di gestire e promuovere l'innovazione nell'Iss" "La sua e' stata una gestione efficiente, apprezzata dalla comunita' scientifica e all'interno dell'Istituto e in particolare da parte di tutti i Capi dipartimento dell'Iss". "Estremamente contento per la fiducia espressa dal Governo e dal ministro della Salute Livia Turco". Cosi' il presidente dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) Enrico Garaci, appena riconfermato dal Consiglio dei ministri alla guida dell'ente pubblico di ricerca, commenta la sua nomina all'Adnkronos Salute. "Mi impegnero' ora a portare avanti i programmi di ricerca. E a potenziare questa prestigiosa istituzione sanitaria italiana, in coerenza con quanto fatto in questi anni - conclude - per offrire un contributo particolare al funzionamento del Servizio sanitario nazionale". "Trovo che non aver tenuto conto del parere della commissione Sanita' del Senato sia un atto grave da parte del ministro Livia Turco". Gianpaolo Silvestri, senatore dei Verdi ed ex vicepresidente della commissione, polemizza con la conferma di Garaci. "Garaci e' stato bocciato, con motivazioni che fanno riferimento anche alla discontinuita' nell'Istituto", dice Silvestri. Quello del ministro della Salute, conclude il senatore Verde, "e' un grave schiaffo alla commissione e all'istituzione del Senato". "Noi ci siamo espressi come ci compete, il ministro non e' tenuta ad attenersi alle nostre indicazioni, anche perche' la Camera invece ha dato il via libera". Erminia Emprin, senatrice di Rifondazione e componente della commissione Sanita' di Palazzo Madama, commenta la conferma di Garaci: "Politicamente, pero'- sottolinea- avrebbe dovuto cogliere il significato del voto in commissione Sanita' del Senato, e tenerne conto". Su questioni "delicate come questa forse", conclude, "si sarebbe dovuto prestare piu' attenzione ai segnali politici che sono arrivati". A schierarsi contro la decisione e' anche l'immunologo Fernando Aiuti, presidente dell'Associazione Nazionale per la Lotta all'Aids (Anlaids). 'Sono stupito che il ministro Turco abbia confermato Garaci nonostante le critiche dei giorni scorsi - afferma Aiuti - che sono venute sia da ambienti politici, con la bocciatura da parte della commissione Sanita' del Senato, sia scientifici, con le principali riviste internazionali, Science e Nature, che hanno pubblicato articoli contro di lui e con gli stessi ricercatori che si sono espressi contro la sua riconferma'. Secondo Aiuti la scelta del ministro ricadra' sull'immagine della ricerca italiana:'Il premio che ha dato Livia Turco a Garaci avvilisce la ricerca scientifica italiana - afferma l'immunologo - la cui immagine all'estero ne risentira' pesantemente, visto che le principali testate si sono espresse contro. Posso solo dire che sono veramente allibito'. "Voglio esprimere le mie piu' vive congratulazioni al presidente Enrico Garaci per la sua riconferma al vertice dell'Istituto superiore di Sanita'. L'esperienza e la professionalita' che ha mostrato in questi anni in cui ha guidato l'ente pubblico di ricerca rappresentano la migliore garanzia che egli continuera' a svolgere l'importante compito assegnatogli in maniera ottimale. Mi aspetto dal presidente Garaci e dall'Iss una spinta decisiva verso il potenziamento della ricerca in Italia". Lo dichiara Luigi Canali, presidente della Commissione Sanita' del consiglio regionale del Lazio. Dopo l'editoriale apparso sulla prestigiosa rivista 'Nature', dove si invita il ministro della Salute a cambiare i vertici dell'Istituto superiore di sanita', sei diversi ricercatori italiani e stranieri, hanno preso carta e penna per scrivere al ministro Turco. Ma in difesa del presidente dell'Iss, Enrico Garaci, che proprio oggi ha ricevuto la conferma del suo incarico dal Consiglio dei Ministri. A lanciare l'appello sono Ruggero De Maria, del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell'Iss, Gerry Melino, dell'Universita' di Roma Tor Vergata, Stefano Piccolo, dell'Universita' di Padova, Angelo Vescovi, dell'Universita' Milano-Bicocca, ed Emanuel F. Petricoin e Lance A Liotta, della George Mason University. 'Gentile Ministro, Le scriviamo a proposito dell'editoriale pubblicato ieri da Nature - si legge nella lettera - Garaci e' tra i pochi manager italiani che, malgrado i suoi notevoli impegni istituzionali, continua ad avere una consistente produzione scientifica riconosciuta a livello internazionale'. E' stato l'unico inoltre, continua la lettera, 'attraverso l'Iss e quindi il Ministero della Salute, ad aver elaborato un piano di finanziamento dedicato alla tematica delle cellule staminali, che ha finanziato tutti i gruppi di ricerca italiani del settore noti al livello internazionale'. La richiesta dunque e' di 'prendere in considerazione anche le osservazioni formulate da ricercatori che vivono in questo Paese - conclude la lettera - e tenere presente il nostro sostegno alla Sua scelta di confermare il Professor Garaci alla guida dell'Istituto Superiore di Sanita''. - Usa. Al via banca del sangue mestruale, tra lo scetticismo degli esperti Una banca in cui conservare cellule staminali estratte dal sangue mestruale. Il nuovo servizio offerto da una ditta statunitense ha scatenato una bufera di polemiche. C'e' infatti chi accusa la Cryo-Cell di "sfruttare" le paure della gente, disposta a tutto pur di garantirsi maggiori speranze di cure in caso di malattie. A lanciare il prodotto, un'azienda statunitense specializzata nella raccolta e conservazione delle staminali cordonali: per 499 dollari, la societa' si offre di trasformare e conservare le cellule staminali estratte dal sangue mestruale. Alla signora interessata viene inviato un "discreto" kit per la raccolta, con tanto di contenitore, tubicini e materiale per la spedizione di ritorno. Secondo l'azienda, le cellule derivanti dal sangue mestruale hanno il vantaggio di poter essere prelevate mensilmente, in grande quantita', senza sforzo ne' dolore. Non solo: il loro utilizzo aggira i dubbi etici di chi si fa scrupolo dall'utilizzare cellule prelevate da embrioni. "Anche solo un ciclo mestruale da' la possibilita' di raccogliere milioni di cellule staminali", spiega Stephen Noga, direttore del Cellular Therapeutics Program, al Sinai Hospital di Baltimora, parlando a nome dell'azienda. Ma quante possibilita' ci sono che, a breve, le cellule staminali prelevate dal sangue mestruale possano trasformarsi in medicine in grado di curare? Secondo il web-site della Cryo-Cell, "realisticamente" occorreranno ancora "alcuni anni". Ma c'e' chi e' decisamente piu' scettico: "Si tratta solo di ipotesi e pubblicita'", taglia corto Peter Braude, docente di ostetricia e ginecologia, del London's King's College e St Thomas' Hospital. "Non vedo alcuna ragione di raccogliere il proprio sangue mestruale, ma quello che mi preoccupa e' che ci si approfitti delle paure della gente. - Italia. Isolate cellule staminali del cancro alla tiroide Isolate da ricercatori italiani le cellule staminali che danno vita al cancro alla tiroide nell'uomo, scoperta che ha permesso anche di individuare una possibile cura per una quota di questi tumori tuttora non trattabili poiche' non rispondono alle terapie usate contro gli altri cancri tiroidei. Realizzata insieme a Giorgio Stassi dell'Universita' di Palermo e con l'Istituto Oncologico del Mediterraneo (IOM) di Catania, e' la scoperta anticipata da Ruggero De Maria dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) a margine della serata-dibattito organizzata dall'Associazione 'I Vespri' tenutasi ieri sera per promuovere le eccellenze siciliane nel campo della ricerca. 'Grazie alla scoperta di queste staminali abbiamo per la prima volta la possibilita' di trattare i tumori anaplastici della tiroide, quelli piu' insidiosi perche' caratterizzati da cellule molto indifferenziate che non rispondono alla terapia standard. Infatti, oltre alle staminali tumorali, abbiamo scoperto due molecole che proteggono le cellule malate (interleuchina 4 e 10 IL-4 e IL-10), le aiutano a proliferare e a resistere alle terapie'. 'Trattando topolini malati con anticorpi specifici per le due molecole abbiamo portato a guarigione gli animali'. 'Al momento una compagnia farmaceutica tedesca sta lavorando alla produzione di anticorpi umanizzati contro queste due molecole utilizzabili in studi clinici che potrebbero partire tra un anno'. Il tumore alla tiroide, ha spiegato l'esperto, e' molto diffuso (qualcosa come 4 casi ogni 100.000 persone l'anno) soprattutto tra le donne che possono rappresentare il 77% dei casi. Oggi si cura bene con chirurgia e iodio radiattivo. Tuttavia, purtroppo, almeno il 10% delle neoplasie alla tiroide resta incurabile perche' sono tumori anaplastici, fatti di cellule indifferenziate che non rispondono allo iodio. Per questi tumori presto, grazie alla scoperta di De Maria che e' anche direttore scientifico della Fondazione dell'IOM, potrebbe arrivare una cura a base dei due anticorpi contro IL-4 e IL-10. Conoscendo l'identita' delle staminali che sono la sorgente dei tumori alla tiroide, adesso si ha un'arma in piu' contro questo male e soprattutto contro le forme tuttora incurabili, ha concluso l'esperto che col suo lavoro ha recentemente scoperto anche le cellule staminali di un altro tumore, quello al colon. - Italia. Milano. Scienziati e filosofi spiegano la ricerca sui tumori Molti sono venuti per vederli finalmente da vicino, quasi tutti li ascoltano in religioso silenzio, e qualcuno addirittura li fotografa, come fossero delle star. E' una scena un po' insolita quella che a Milano ha visto confrontarsi i ricercatori e il pubblico, piu' di 250 persone di tutte le eta', in un incontro ospitato dal Museo della scienza e della tecnologia in occasione della Giornata per la ricerca sul cancro organizzata in tutta Italia dall'Airc. Il tema di quest'anno e' l'ambiente, sia quello esterno che quello interno all'organismo, dato che entrambi hanno un ruolo importante nello sviluppo del cancro. 'Non dobbiamo dimenticarci -dice il filosofo della scienza Giulio Giorello- che il deterioramento dell'ambiente e' stato il prezzo del progresso. E' difficile distinguere il confine tra il 'dentro' e il 'fuori', perche' ad esempio attraverso il fumo o i cibi l'ambiente esterno entra dentro di noi, e modifica difese per noi cosi' importanti'. 'Non c'e' dubbio che l'ambiente esterno possa innescare un processo tumorale -aggiunge Pier Giuseppe Pelicci, direttore di oncologia sperimentale all'Istituto europeo di oncologia- ma la stragrande maggioranza dei problemi viene da dentro di noi. Il nostro Dna subisce almeno 30 mila attacchi al giorno, e le cellule hanno imparato a riparare questi danni'. Ma a volte, prosegue, l'equilibrio tra il danno e la sua riparazione si spezza, e le cellule coinvolte possono diventare tumorali. Per fortuna 'gia' dal prossimo anno partiranno le prime sperimentazioni per farmaci che cercano di ripristinare le nostre difese, e il giusto equilibrio tra danno e riparazione', agendo sul micro-ambiente che circonda il tumore stesso. 'Anche se l'ambiente esterno fosse perfetto, e questo e' impossibile concordano i ricercatori, tra cui Eva Negri dell' Istituto Mario Negri di Milano e Maria Grazia Daidone dell' Istituto Nazionale Tumori- avremmo comunque a che fare con il cancro. Per questo dobbiamo lavorare su due piani: bonificare l'ambiente, e continuare a far ricerca per saper curare sempre meglio i tumori'. Il pubblico, con molte domande, ha evidenziato quali sono i temi che piu' preoccupano i non addetti ai lavori: dal perche' non si insegni ancora la prevenzione nelle scuole, a quanto e' migliorata negli anni la chemioterapia, a qual e' il ruolo delle cellule staminali nella lotta al cancro. Ma, a prova del fatto che il tema e' molto sentito dai cittadini, diverse persone hanno chiesto che fine ha fatto la cura Di Bella, e di chiarire i rischi e i benefici del vaccino contro il cancro al collo dell'utero. Comunque l'incontro ha visto sia gli scienziati sia il pubblico fiduciosi nel futuro della ricerca, con un ottimismo che si puo' riassumere in una frase di Gianni Bonadonna, uno dei padri della ricerca sui tumori, citata da Giorello: 'Cancro: la cura, oggi, e' possibile'. - Italia. Dove sono finiti i fondi alla ricerca in Finanziaria 2007? La Finanziaria stanzia tre milioni per la ricerca sulle staminali e, sebbene finora non sia stato assegnato alcun bando per accedere ai finanziamenti, i fondi sono stati di fatto gia' assegnati: e' la vicenda sulla quale tre ricercatori tra i piu' impegnati in Italia in questo campo chiedono di fare chiarezza e di intervenire al ministro della Salute, Livia Turco. 'Come stabilito dalla legge finanziaria 2007, il governo ha stanziato 3,000,000 di euro per il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali', ma 'non risulta che sia mai stato pubblicato un bando, o che singoli ricercatori o istituzioni abbiano potuto liberamente presentare progetti o domande di finanziamento. Sarebbero invece gia' stati definiti a priori i destinatari dei finanziamenti, senza alcuna pubblicita' e senza alcuna procedura di valutazione scientifica', scrivono al ministro il direttore del Laboratorio cellule staminali scheletriche del Parco Biomedico San Raffaele di Roma Paolo Bianco, la direttore del Centro di ricerca sulle staminali dell'universita' di Milano, Elena Cattaneo, e il direttore del laboratorio di Medicina rigenerativa dell'Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Ranieri Cancedda. I firmatari della lettera chiedono quindi al ministro sia informazioni circa la procedura di assegnazione dei finanziamenti e che 'la procedura di finanziamento venga comunque sospesa e che nessun finanziamento sia erogato o semplicemente formalmente assegnato, fino a che non sia pubblicato un bando a cui possano accedere, secondo regole prestabilite e pubbliche, tutti i ricercatori soggettivamente e oggettivamente interessati al tema del finanziamento, e istituita una procedura competitiva, rigorosa e trasparente di peer-review affidata alla valutazione nel merito scientifico da parte di ricercatori anonimi, competenti, terzi e indipendenti, se necessario stranieri'. Sulla base alle informazioni disponibili, prosegue la lettera, 'la situazione descritta configurerebbe un caso esemplare di impropria attribuzione di finanziamenti pubblici per la ricerca, secondo una prassi distante anni luce dalle normali procedure di assegnazione di risorse per la ricerca (peer-review), storicamente (128 anni fa) concepite proprio per escludere qualunque forma (o parvenza) di diretta negoziazione tra pubblica amministrazione e singoli ricercatori o istituzioni scientifiche'. Bianco, Cattaneo e Cancedda rilevano inoltre che, 'consistendo de facto nella assegnazione individualizzata e diretta di finanziamenti scientifici da parte di pubblici amministratori a singoli ricercatori o istituzioni, queste procedure attribuiscono impropriamente alla pubblica amministrazione competenze nella valutazione scientifica, le quali invece appartengono alla scienza', mentre la valutazione della ricerca 'va obbligatoriamente esercitata con imprescindibili garanzie di competenza, autorevolezza, terzieta' e indipendenza'. Le procedure 'top-down', come quelle in base a cui sono stati assegnati i tre milioni per la ricerca sulle staminali, sono quindi 'oggettivamente e pericolosamente vicine a pratiche clientelari nelle quali si degradano con estrema facilita'. Per i ricercatori e' percio' 'urgente che la politica colmi il ritardo secolare del nostro Paese in tema di politica scientifica e identifichi istituzioni adeguate e procedure adeguate e uniformi per il finanziamento della ricerca, gia' in uso nel mondo scientificamente avanzato, e anzi volano unico di quell'avanzamento'. I tre milioni di euro stanziati per progetti di ricerca sulle staminali nella Finanziaria 2007 "non sono stati ancora assegnati" perche' "e' ancora in corso una procedura di valutazione da parte di una nuova commissione, che si riunira' nei prossimi giorni al ministero della Salute". Lo afferma, a margine di un convegno sulle staminali adulte, il presidente dell'Istituto superiore di sanita', Enrico Garaci, rispondendo cosi' indirettamente alla lettera dei tre ricercatori. "Va inoltre tenuto presente che questi fondi sono, in base a una normativa di legge, a destinazione vincolata" e che dunque andranno solo "a destinatari istituzionali, come le Regioni, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e l'Iss". 'Siamo lieti che nessun finanziamento sia stato assegnato'. Lo affermano in una nota i ricercatori Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda che nei giorni scorsi avevano sollevato il problema del finanziamento di alcuni studi sulle staminali da parte dell'Istituto superiore di sanita'. Rispondendo ad una dichiarazione in merito del presidente dell'Iss Enrico Garaci, i tre scienziati sostengono che 'rimane da chiarire come mai alcuni ricercatori abbiano dichiarato gia' alcune settimane fa di avere avuto accesso a fondi provenienti dall'ISS per la ricerca sulle cellule staminali, perfino indicando alla stampa nazionale l'importo del finanziamento'. 'Rinnoviamo la richiesta di conoscere quali siano i progetti in corso di valutazione, e come siano stati acquisiti e selezionati, non essendo mai esistito un bando pubblico. Rinnoviamo la richiesta che i finanziamenti non siano assegnati se non dopo una formale e credibile procedura di peer-review con garanzie di terzieta', indipendenza e competenza, e dopo l'emanazione di un bando pubblico e accessibile a tutti i ricercatori che lavorano sulle cellule staminali, bando che nessuno ha finora visto'. Per le nomine dei vertici degli enti di ricerca "e' importante l'adozione di nuovi criteri". Cosi' il ministro dell'Universita' Fabio Mussi, a margine di una conferenza al ministero, commenta le recenti polemiche seguite anche alla riconferma di Enrico Garaci a capo dell'Istituto superiore di sanita'. "Per quanto mi riguarda anche se la legge non mi obbligava ho previsto dei comitati di alta valutazione per gli enti di ricerca, ho utilizzato questo metodo per i presidenti dell'Agenzia spaziale italiana e dell'Istituto nazionale di astrofisica e ora sto lavorando allo stesso modo per la presidenza del Cnr". Secondo Mussi questo e' "il metodo giusto: comitati di valutazione incaricati di presentare ai decisori politici delle terne di nomi". In questo modo si frena "il conflitto interno alla comunita' scientifica" e si toglie influenza "ai partiti politici". "Vogliamo dircela tutta: questa e' una vergognosa guerra per bande". Non usa mezzi termini il ministro della Salute, Livia Turco, respingendo su 'La Stampa' le accuse di gestione clientelare dei fondi per la ricerca, e difendendo la riconferma di Enrico Garaci al vertice dell'Istituto superiore di sanita' (Iss), dopo le polemiche dei giorni scorsi. "Ho semplicemente valutato il merito e la competenza della persona - spiega - E ho seguito la procedura, che prevede che la nomina sia fatta dal Consiglio dei ministri, previa segnalazione del ministro della Salute e parere del Parlamento". E, di fronte alla lettera dei tre ricercatori che lamentano una gestione clientelare dei fondi per la ricerca, il ministro chiarisce che "un conto e' chiedere dei chiarimenti e un conto e' fare delle denunce. In quest'ultimo caso bisognerebbe fondarle sui fatti". La somma complessiva ammonta a 8 milioni di euro e non a 3, precisa la Turco, "perche' nelle more dell'assegnazione abbiamo acquisito altri 5 milioni". Inoltre, il ministro sottolinea di aver "dato disposizione affinche' l'assegnazione di questi finanziamenti avvenga attraverso un bando pubblico, e che la valutazione dei progetti sia fatta da figure esterne". La riunione della Commissione ricerca e' prevista per il 5 dicembre, e si tratta di "una commissione completamente rinnovata", presieduta da Alessandro Liberati. La Turco ricorda di aver 'stracciato' il decreto che stabiliva l'assegnazione diretta dei finanziamenti. "Dal luglio 2006 l'unico criterio che vale - precisa - e' il bando pubblico". Il ministro rivendica, cosi', di aver introdotto nel settore competenza e trasparenza. Respinte al mittente anche le polemiche sulla riconferma di Garaci. E sulla questione dei pareri discordi da parte delle Commissioni di Camera e Senato, la Turco precisa che si trattava di una discordanza "solo nel voto. Perche' nelle dichiarazioni di voto una larga maggioranza di senatori era d'accordo". Secondo il ministro, la domanda da farsi e' un'altra: "Come mai i pareri erano quasi tutti in una direzione e poi l'esito della votazione e' stato un altro? Rispetto il Parlamento, ma in questo caso non mi si venga a parlare di trasparenza". La Turco ribadisce di essere "molto" convinta della conferma di Garaci, anche perche' sostiene di aver sentito "da parte di tutti i ricercatori una richiesta di continuita' nella gestione dell'ente". In questa direzione anche una lettera dei capi dipartimento, "le persone piu' autorevoli dell'Iss, fior di ricercatori", che il ministro dice di conservare come preziosa. Insieme al consenso ricevuto dalla comunita' scientifica nazionale e internazionale. "Che cosa dovevo fare d'altro? Ascoltare il politico di turno?", si chiede la Turco, alludendo a segnalazioni e suggerimenti ricevuti "su chi fare presidente". "Ci si metta d'accordo - conclude il ministro della Salute - perche' le segnalazioni politiche non vanno bene ne' quando arrivano da destra, ne' quando arrivano da sinistra". L'annuncio del ministro della Salute Livia Turco di un aumento dei finanziamenti da tre a otto milioni per la ricerca sulle staminali e dell'arrivo di un bando per l'assegnazione dei fondi e' 'una prima vittoria per i ricercatori'. A dirlo e' Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali, commentando l'intervista della titolare della Salute rilasciata al quotidiano 'La Stampa'. 'Facendo mie tutte le considerazioni di Donatella Poretti, che ha avuto il merito di aver portato in Parlamento dall'inizio della legislatura la battaglia per la trasparenza nell' assegnazione dei fondi e contro l'operato di Enrico Garaci, e sorvolando sulle parole poco rispettose rivolte a ricercatori che trovano nella comunita' scientifica il rispetto e la stima che meritano, c'e' comunque - prosegue il segretario dell' associazione Luca Coscioni - da salutare l'annuncio importante reso dal ministro'. 'Si tratta - spiega - di una prima vittoria anche di Bianco, Cattaneo e Cancedda, oltre che di Poretti e nostra. Certo, si potrebbe sostenere che il bando sarebbe stato fatto comunque. Rimarrebbero da spiegare alcune dichiarazioni pubbliche, come quelle del Professor Angelo Vescovi, che il 19 settembre dichiarava su Avvenire 'pare che ci abbiano assegnato trecentomila euro', o dello stesso Enrico Garaci'. 'Ma cio' riguarda, spero, il passato. Per il futuro, e' necessario che questo bando per l'assegnazione dei fondi preveda subito la valutazione (in 'peer review', cioe' 'tra pari') dei progetti da parte di scienziati non-italiani, escludendo qualsiasi conflitto di interesse tra valutatori e finanziati. Visti i metodi seguiti finora, Enrico Garaci - conclude - certamente non e' la persona che puo' garantire questo risultato'. 'Il ministro Livia Turco non puo' definire una 'banda' i ricercatori che hanno chiesto chiarezza sulla piu' che discutibile gestione dell'Istituto Superiore di Sanita' da parte di Garaci'. E' quanto afferma in una nota il parlamentare socialista Lanfranco Turci in seguito all' intervista della titolare della Salute rilasciata al quotidiano 'La Stampa'. 'Per anni - continua - i fondi della ricerca sulle cellule staminali hanno seguito percorsi non trasparenti'. Di qui la decisione di 'prendere atto che il ministro garantisce che ci sara' un cambio di metodo nella gestione dei fondi per la ricerca scientifica'. Secondo Turci, il ministro, dovrebbe comunque 'mostrare piu' rispetto per ricercatori come Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda che tengono alto il prestigio della ricerca scientifica italiana sulle cellule staminali anche a livello internazionale, nonostante gli attacchi ideologici dei fondamentalisti di Scienza e Vita e le discriminazioni subite sul piano dei finanziamenti pubblici'. E' "incomprensibile", per la deputata della Rosa nel Pugno Donatella Poretti, la posizione della Turco sull'assegnazione dei fondi pubblici per la ricerca scientifica. "Forse troppo arrabbiata per essere lucida - dice la Poretti -, la Turco rimprovera chi le chiede trasparenza e indipendenza nell'assegnazione dei fondi pubblici alla ricerca scientifica e loda chi assegna fondi agli amici. Un calderone da cui gli unici colpevoli di chiedere chiarezza diventano irriconoscenti e bande in guerra, mentre chi ha gestito un ente che il ministro ha riconosciuto avere somministrato i soldi adottando criteri spartitori e clientelari, diventa un eroe buono da confermare al proprio posto". La deputata chiede inoltre al ministro la ragione della riconferma del direttore dell'Iss Enrico Garaci: "Il fatto che la commissione Sanita' del Senato le abbia dato un parere contrario alla rielezione di Enrico Garaci alla guida dell'Istituto Superiore della Sanita' (Iss), per il ministro non conta perche' sono piu' importanti le dichiarazioni di voto, come se a decidere il Governo fossero i sondaggi, invece che le urne". - Mondo. Onu: si' a clonazione umana terapeutica, no a quella riproduttiva La comunità internazionale dovrà mettersi alla ricerca di un accordo su un'eventuale messa al bando mondiale della clonazione umana, se non vuole assistere alla realizzazione dei primi cloni nel giro di pochi anni, a quanto ha concluso un rapporto pubblicato da ricercatori delle Nazioni Unite. I tentativi di raggiungere un accordo del genere su scala planetaria si sono finora incagliati sulle divisioni tra coloro che sono favorevoli alla totale proibizione e coloro che propendono per la sola clonazione a scopi terapeutici. Secondo il rapporto dell'Istituto di Studi avanzati dell'Università delle Nazioni Unite -consegnato lo scorso 10 novembre- la soluzione migliore sarebbe l'interdizione della clonazione umana, ma, nello stesso tempo, autorizzare alcuni paesi a condurre ricerche terapeutiche in un contesto molto serio. La grande maggioranza dei paesi è attualmente contraria alla clonazione umana ed oltre 50 stati espresso un voto in tal senso. Ma la mancanza di un accordo su scala mondiale lascia la porta aperta agli scienziati per clonare esseri umani in paesi, le cui leggi non ne prevedono espressamente il divieto. Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno: Tra le possibili scelte, quella politicamente piu' percorribile e' quella di porre un divieto mondiale alla creazione di cloni umani insieme alla possibilita' di autorizzare ricerche sulla clonazione terapeutica sotto rigidi controlli per cercare di trovare cure a malattie come diabete e Alzheimer. Cosi' ieri uno studio dell'Istituto Studi avanzati delle Nazioni Unite ha proposto una soluzione pragmatica: e' solo questione di tempo perche' si creino dei cloni umani, percio' vietiamo la clonazione umana riproduttiva e regolamentiamo quella terapeutica. Avere cercato il bando mondiale sulla clonazione (anche quella terapeutica) ha di fatto impedito il divieto per quella riproduttiva e la mancanza di un accordo su scala mondiale lascia la porta aperta agli scienziati per clonare esseri umani in Paesi le cui leggi non ne prevedono espressamente il divieto. Dagli esperti dell'Onu un suggerimento che facciamo nostro, con l'auspicio che anche in Italia le posizioni ragionevoli possano trovare ospitalita'! - Italia. Veronesi: contro fuga cervelli creare centri avanzati di ricerca Creare in Italia centri capaci di attrarre cervelli da tutto il mondo: per l'oncologo Umberto Veronesi e' questa l'arma vincente contro la fuga dei cervelli. 'Vorremmo creare in Italia organizzazioni, strutture e centri di ricerca avanzata che attraggano ricercatori dall'estero, che siano italiano o inglesi o di qualsiasi altra nazionalita'', ha detto il 10 novembre a Roma, nella giornata organizzata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). L'obiettivo, ha proseguito Veronesi, e' 'creare una comunita' multicentrica nella scienza perche' e' questa che crea innovazione, attraverso la capacita' di vedere uno stesso problema da punti di vista diversi'. Nella scienza, ha aggiunto, 'non vogliamo un paleonazionalismo: e' utile che un ricercatore italiano lavori in Italia come che lavori negli Stati Uniti o in Australia'. E' della stessa idea l'oncologo Riccardo Dalla Favera, che da piu' di 30 anni lavora negli Stati Uniti, nella Columbia University di New York. 'E' importante che i giovani che vanno all'estero abbiamo la possibilita' di tornare: bisogna innescare una dinamica virtuosa'. Quanto alla sua storia personale, spiega: 'non sono fuggito. Era il 1976 quando sono andato negli Stati Uniti, dove la ricerca era piu' organizzata. Era del tutto naturale cercare un'esperienza all'estero. Avevo 28 anni ed ero andato li' con l'idea di restare due anni, poi ne sono trascorsi 30'. Ancora oggi, ha rilevato, si notano grandi differenze con il sistema italiano, prima fra tutte la meritocrazia: 'sentire che il merito determinera' il proprio futuro e' molto forte negli Stati Uniti, mi auguro che possa accadere anche in Italia. Non ho mai avuto nessuna raccomandazione nella mia carriera scientifica e poter contare solo sui propri meriti e' un'ottima sensazione'. - Italia. Mussi: ricercatori italiani pagati meno di operai I redditi dei ricercatori italiani sono ormai al di sotto del salario operaio. E l'allarme per la fuga di cervelli e' una questione reale. Lo ha detto lo stesso ministro dell'Universita' e ricerca, Fabio Mussi, che il 14 novembre al Question time alla Camera, ha ricordato anche l'impegno del Governo, pari a 20 milioni di euro, per l'aumento delle Borse di dottorato. Mussi ha riconosciuto la fondatezza dell'allarme sulla fuga dei cervelli. "Scienza e conoscenza - ha detto - non hanno piu' frontiere. Ma la criticita' italiana e' doppia: poca creativita' proveniente dall'esterno e un'uscita non per libera scelta, ma spinti dal bisogno. I redditi dei ricercatori sono ormai sotto il salario operaio: borsisti a 800 euro, assegnisti a 1.100, ricercatori a 1.200". Questa, dunque, per Mussi " e' una priorita' da affrontare e un problema aperto, non ancora risolto ne' da questo ne' da precedenti Governi. Stamani ho presentato al Consiglio universitario nazionale il mio decreto sul dottorato, il Governo distribuira' per aumentare le borse 20 milioni di euro". Mussi ha ricordato che questo esecutivo ha stanziato, in Finanziaria, 630 milioni di euro per tre anni, facendo risalire la curva degli investimenti nel settore, in discesa negli ultimi anni. "Credo che gli investimenti pubblici e privati per la ricerca scientifica e per l'universita' siano una questione che merita l'attenzione di tutto il Parlamento, perche' da questo dipende gran parte del destino del Paese". - Italia. Potenza. Ospedale San Carlo: 30 trapianti di staminali emopoietiche in un anno Negli ultimi 12 mesi, nell'Unita' operativa di Ematologia dell'ospedale San Carlo di Potenza sono stati effettuati 30 trapianti di cellule staminali emopoietiche, sei delle quali da donatore familiare e due associati a terapia radiometabolica, 'con una mortalita' trapianto-correlata pari a zero'. Lo ha reso noto, in un incontro con i giornalisti, il direttore, Attilio Olivieri, che ha definito 'estremamente positivo del suo primo anno di attivita''. In un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del San Carlo e' spiegato che 'l'attivita' di trapianto di cellule staminali emopoietiche, avviata grazie al contributo di Olivieri, ha comportato una serie di interventi fondamentali, realizzati ex novo e ad isorisorse, per garantire l'adeguato decollo di tale attivita': l'attivazione (in collaborazione con il Centro Trasfusionale) del Laboratorio di criopreservazione, manipolazione e stoccaggio di cellule staminali emopoietiche, l'inizio dell'attivita' di espianto di midollo osseo e delle attivita' di mobilitazione e raccolta di cellule staminali, l'inizio dell'attivita' di monitoraggio (mediante analisi citofluorimetrica) delle cellule staminali emopoietiche CD34+'. 'Ho accettato con grande entusiasmo la proposta di creare un centro trapianti presso il San Carlo di Potenza. Poter gestire e riorganizzare un'attivita' in cui ho sempre creduto ha rappresentato per me una sfida che considero oggi, in parte, vinta: ci sono, infatti, ancora importanti obiettivi da raggiungere soprattutto sul versante trapiantologico. Solo attraverso una costante ricerca e una forte motivazione, spinta principale che ha contraddistinto l'attivita' del reparto negli ultimi 12 mesi per la tensione all'eccellenza, si potranno raggiungere nuovi traguardi e vincere nuove sfide'. - Italia. Litio efficace contro Sla Litio per "rallentare, con una sicurezza pari a oltre il 95%, la progressione della sclerosi laterale amiotrofica (Sla)". Questo l'eccezionale risultato raggiunto da uno studio italiano condotto su 48 malati, 32 trattati con la terapia standard a base di riluzolo, 16 con il farmaco e il litio. Conclusioni che sono state gia' inviate a un'importante rivista internazionale che ora sta verificando i dati, e che a breve potrebbe decidere di pubblicare la ricerca. "A 15 mesi dall'inizio della sperimentazione nel gruppo trattato con il solo riluzolo si e' assistito al decesso del 30% dei pazienti. Nel secondo non si e' verificata nessuna morte, seppure la meta' del campione aveva la forma piu' aggressiva di Sla, quella bulbare", afferma uno dei ricercatori italiani che ha iniziato a studiare il litio contro la Sla, Francesco Fornai, professore associato del dipartimento di Morfologia umana e biologia applicata all'universita' di Pisa. Non solo: "Secondo i parametri rilevati dalla scala neurologica per misurare la progressione della Sla, la Alsfrs-R nei malati trattati con litio non abbiamo assistito ad alcun peggioramento significativo, mentre negli altri il declino era gia' evidente a 3 mesi. E alla fine della sperimentazione pari al 50%". La notizia 'bomba' e' stata anticipata lo scorso 8 novembre nel corso del XXXIV congresso nazionale della Limpe, la Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson. La patologia neurodegenerativa e la Sla, infatti, spiegano i ricercatori, hanno molti elementi in comune. Tanto che il litio sara' studiato anche contro il Parkinson, "fondi permettendo". Intanto lo studio 'made in Italy' rischia di oscurare le conclusioni attese dai malati a gennaio prossimo da un altro studio, questa volta statunitense, sull'Igf-1. L'attenzione sulle terapie contro la Sla in Italia si e' intensificata nelle ultime settimane dopo che il Consiglio superiore di sanita' ha deciso di dare parere contrario al trattamento dei malati con il farmaco Igf-1 o con la combinazione Igf-1/Igf-Bp3. Medicinali non previsti dal Servizio sanitario nazionale e ottenuti da alcuni malati grazie a sentenze di tribunali. Fornai ha iniziato a studiare gli effetti del litio due anni fa su topi geneticamente modificati per sviluppare la Sla, partendo dalla capacita' della sostanza di intervenire su alcuni processi di degenerazione cellulare. "Man mano che andavo avanti potevo osservare come il litio rallentasse altri meccanismi di danneggiamento cellulare". Il ricercatore italiano spiega come, con i relativi distinguo, Sla e Parkinson siano malattie simili negli effetti che hanno sulle cellule. "Nella prima si registra una lieve compromissione dei neuroni danneggiati nel Parkinson, in quest'ultima si verificano danni al livello spinale come nella sclerosi laterale amiotrofica". Il litio, che e' conosciuto in medicina come trattamento per il disturbo bipolare, "accelera i meccanismi di rimozione delle proteine e dei mitocondri alterati. E fa aumentare la velocita' con cui le cellule stesse smaltiscono i segni delle malattie, in pratica se ne liberano. Oltre al fatto che sempre il litio promuove la nascita di nuovi mitocondri. Nei fatti, dunque non si blocca il gene che innesca la malattia ma si accelera a tal punto il ricambio da arrestarne di fatto la progressione. Un processo a cui contribuisce la terza caratteristica tipica del litio, cioe' la neurogenesi. Tanto che in alcuni studi sulle cellule staminali si e' potuto osservare come la sostanza ne aumenti la sopravvivenza nel midollo spinale". Una volta conclusa la prima sperimentazione, altri 100 malati di Sla sono in trattamento, dopo l'invio di un nuovo protocollo all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). "E se i risultati positivi dovessero essere confermati come speriamo allargheremo ancora il campione. Come faranno probabilmente altri colleghi nel resto del mondo". Lo scienziato italiano continuera' a lavorare su questo filone di ricerca, e aggiunge: "Non e' detto che il litio si confermi la sostanza migliore per ottenere i risultati che ci prefiggiamo. Per esempio dovremo provare con altre molecole come la rapamicina che pero', rispetto al litio, costa molto di piu'". La caccia dunque non e' finita, anche se la strada e' chiara. Un percorso che l'universita' di Pisa ha condiviso finora con l'Irccs Neuromed, l'ateneo del Piemonte orientale, l'Irccs Santa Lucia e il policlinico uiversitario Sant'Andrea di Roma. - Usa/Giappone. Staminali embrionali create da cellule di pelle umana. Padre "Dolly" abbandona ricerca embrioni Cellule di pelle umana 'riprogrammate' e trasformate, in modo da risultare indistinguibili dalle staminali embrionali. A riuscire nell'impresa di 'ringiovanire' cellule umane adulte sono stati due team di ricercatori, uno statunitense l'altro nipponico, che hanno lavorato in modo indipendente e impiegato tecniche diverse, e hanno pubblicato i loro lavori rispettivamente sull'edizione online di 'Science' e su 'Cell'. Due studi epocali, che segnano un importante passo avanti nella ricerca sulle 'cellule madri'. In pratica, questi lavori possono tradursi in un colpo di spugna per i dilemmi etici sull'uso delle staminali embrionali. E nell'inutilita' della clonazione a scopo terapeutico. Se, infatti, si possono riprogrammare cellule adulte, non occorre creare embrioni 'ad hoc' o utilizzare quelli in sovrannumero come fonte di preziose cellule pluripotenti, capaci di trasformarsi nei 220 tipi cellulari che compongono il corpo umano. Nel loro lavoro, pubblicato su 'Science', gli scienziati del Genome Center dell'Universita' di Wisconsin-Madison, diretti da Junying Yu, hanno lavorato nel laboratorio di James Thomson, uno dei 'papa' delle cellule staminali embrionali. Ottenendo cellule 'indotte' che "fanno tutto quello che fanno le staminali embrionali. Una cosa che cambiera' completamente questo settore". Oltre al vantaggio di eliminare ogni dilemma etico, il fatto di usare cellule della pelle riprogrammate fa si' che, per ogni uso, si possa usare come fonte il paziente stesso. Cosi' "le reazioni immunitarie non dovrebbero piu' essere un problema", aggiunge lo scienziato. Naturalmente, avverte il ricercatore, sono necessari ulteriori studi sulle cellule neo-prodotte, per assicurarsi che "non differiscano dalle staminali embrionali in un modo inatteso". L'isolamento e la coltura con successo di staminali embrionali nel 1998 segno' un passo importante per la ricerca. Nel nuovo studio, per indurre le cellule della pelle a uno stato pluripotente, Yu, Thomson e i colleghi hanno introdotto un set di quattro geni in fibroblasti umani. Il loro lavoro risponde a una questione posta ai tempi della nascita della pecora Dolly. Il primo animale clonato era risultato, infatti, dal trasferimento del nucleo di una cellula adulta in un ovocita non fertilizzato. Un'allora ignota combinazione di fattori nell'ovulo hanno riprogrammato le cellule adulte del nucleo e, quando l'ovulo e' stato impiantato, ne e' risultato un animale formato. Il nuovo studio rivela alcuni dei fattori genetici 'chiave' di quella riprogrammazione. E offre la possibilita' di creare linee di staminali personalizzate per ogni paziente senza l'uso della clonazione. E delle tecniche impiegate dai creatori di Dolly. Non e' un caso, dunque, che Ian Wilmut, celebre papa' della pecora 'fotocopia', abbia deciso di abbandonare le ricerche sulla clonazione a scopo terapeutico. "Esistono geni specifici, che abbiamo identificato attraverso uno screen combinatori", spiega Thomson. "Questo significa che ogni laboratorio con capacita' di biologia molecolare standard puo' fare la riprogrammazione senza difficolta', per ottenere ovociti". Le nuove cellule accelereranno gli studi su nuove terapie, dice il ricercatore, ma serve ancora molto lavoro per raffinare le tecniche ed evitare ogni rischio di errori. Inoltre i ricercatori devono ancora individuare metodi per rimuovere i vettori, cioe' i virus usati per portare i geni nelle cellule della pelle. Usando le nuove tecniche di riprogrammazione, il gruppo del Wisconsin ha sviluppato otto nuove linee di staminali, alcune delle quali sono state coltivate per 22 settimane. Dal canto loro, gli studiosi nipponici diretti da Shinya Yamanaka della Kyoto University, su 'Cell' forniscono un cocktail di quattro ingredienti per trasformare una cellule umana adulta della pelle in 'simil-embrionale'. Che, dunque, ha molti degli aspetti fisici e genetici delle staminali embrionali e puo' differenziarsi per produrre tessuti diversi. Secondo le analisi, le cosiddette "cellule staminali pluripotenti indotte (iPS)" sono simili, ma non identiche, alle 'cellule madri' embrionali. Il cocktail chimico usato nel nuovo studio e' identico a quello usato dallo stesso team per 'ringiovanire' cellule adulte di topo, come si spiegava nella ricerca pubblicata su 'Cell' un anno fa. In ogni caso, ammonisce lo scienziato nipponico, sarebbe "prematuro concludere che le cellule iPS possono rimpiazzare le staminali embrionali". L'anno scorso il team aveva scoperto che quattro fattori, noti come Oct3/4, Sox2, c-Myc e Klf4, potevano restituire a fibroblasti di topo adulto la pluripotenza tipica delle staminali embrionali. Questi quattro 'fattori di trascrizione', ora, si sono rivelati in grado di generare cellule iPS da fibroblasti prelevati da pelle umana. "Da circa 50mila cellule umane abbiamo ottenuto circa 10 cellule clonate iPS -racconta Yamanaka- Puo' sembrare molto poco, ma significa che da un solo esperimento si possono ottenere diverse linee di cellule iPS". Queste ultime sono indistinguibili dalle staminali embrionali per aspetto e comportamento in coltura. Esprimono anche i marker genetici normalmente usati dagli scienziati per identificare le staminali embrionali. I ricercatori hanno visto che queste super-cellule possono differenziarsi e formare neuroni, cellule muscolari cardiache e altri tipi di cellule. Iniettate sotto la pelle dei topi, producono tumori dopo nove settimane. "Ora dovremmo essere in grado di generare cellule iPS specifiche per pazienti e malattie diversi, e quindi di produrre differenti tipi di cellule, come quelle cardiache, del fegato e neurali", dice Yamanaka. Cellule che dovrebbero essere molto utili nello studio dei meccanismi che stanno dietro a numerose malattie e nella messa a punto di medicinali sicuri ed efficaci. "Una volta dimostrata la loro sicurezza potremo usare le iPS umane in terapie di trapianto cellulare". "Vanno potenziati i campi di ricerca sui quali c'e' concordia. Ho apprezzato gli incentivi di Terni nella ricerca sulle staminali adulte. Sfruttiamo fino in fondo le leggi che ci sono". Cosi' il ministro della Salute, Livia Turco, sulla ricerca sulle cellule staminali, intervenendo a Repubblica tv. "Cosi' come applichero' la legge 40 nel modo piu' aperto possibile- sottolinea Turco-. Mi accingo ad aggiornare le linee guida, e lo faro'- prosegue- cercando di dare l'applicazione piu' corretta possibile legge. Sinora- conclude Turco- e' stato fatto in modo piu' restrittivo di quanto questa prevede". Positivo anche il commento di Maurizio Zuccotti, dell'universita' di Parma, uno degli autori della clonazione del primo topo. 'E' un passo in avanti importantissimo. Adesso - ha detto - si ridimensiona il dibattito sull'ottenimento di cellule staminali da embrioni'. Quelle ottenute dal gruppo giapponese e da quello americano sono infatti molto simili alle staminali embrionali. 'Queste ultime - ha aggiunto - sono sempre migliori, ma il sistema utilizzato per ottenerle e' fantastico. Risolve infatti il problema della compatibilita''. Nel caso di un eventuale futuro uso terapeutico le cellule staminali utilizzate sarebbero infatti ottenute da cellule prelevate dallo stesso paziente. Prima di giungere all'uso terapeutico va inoltre risolto il problema legato al fatto che anche le cellule riprogrammate, come le staminali embrionali, possono generare tumori. Finche' non si risolvera' questo problema, ha concluso, e' impossibile prevedere quando potra' essere avviata una sperimentazione sull'uomo. "Le premesse sono buone, ma per arrivare a fabbricare un pancreas nuovo o curare malattie come l'Alzheimer passeranno comunque degli anni". Lo sottolinea Giovanni Neri, direttore dell'Istituto di genetica medica dell'universita' Cattolica di Roma, commentando l'annuncio dei due team di colleghi nipponici e statunitensi, che hanno 'ringiovanito' cellule della pelle umana, trasformandole in 'simil-staminali' embrionali. "I tempi sembrano maturi per questa scoperta - dice l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE - che supera in un colpo il dilemma etico sull'uso degli embrioni e il problema dell'incompatibilita'. In futuro, infatti, dallo stesso paziente si potrebbero prelevare le cellule da sottoporre al trattamento 'ringiovanente', per un trattamento personalizzato e a prova di rigetto. La promessa e' che queste nuove 'cugine' delle staminali abbiano, come le 'originali', il potere di trasformarsi per andare a formare nuovi organi e tessuti. "Certo, i dati ottenuti dai due team vanno confermati, ma il fatto che due gruppi siano arrivati a uno stesso risultato attraverso ricerche e tecniche indipendenti e' un po' una 'prova del nove", dice il genetista. Si tratta, insomma, di una buona notizia, "a patto che - conclude - le promesse vengano mantenute". Produrre cellule staminali con le stesse potenzialita' delle embrionali, ma risparmiando gli embrioni e tutte le derive etiche legate al loro uso. In altre parole, una 'macchina del tempo' molecolare nella quale una cellula adulta e specializzata torna bambina per essere usata per riparare lesioni o rimpiazzare cellule simili distrutte da una malattia. Ad indicare questa strada, da oggi piu' vicina grazie a due studi, uno nipponico e l'altro statunitense - che hanno condotto i ricercatori a 'riprogrammare' e trasformare cellule di pelle umana rendendole indistinguibili dalle staminali embrionali - e' stata proprio l'Italia. Parola di Carlo Alberto Redi, direttore del laboratorio di Biologia dello sviluppo dell'universita' di Pavia, che all'ADNKRONOS SALUTE ricorda come la commissione presieduta nel 2001 dal premio Nobel Renato Dulbecco, e voluta dall'allora ministro della Sanita' Umberto Veronesi, fosse giunta alla conclusione che era proprio questo l'obiettivo da perseguire. "E oggi - sottolinea Redi, che all'epoca faceva parte della Commissione Dulbecco - la ricerca sembra darci perfettamente ragione. Eravamo arrivati a questa conclusione convinti che si trattasse dell'unica via percorribile per superare i problemi etici legati all'uso di embrioni". Dilemmi "verso i quali la comunita' scientifica si e' mostrata altamente sensibile", e i due studi che oggi raccolgono l'entusiasmo degli scienziati di tutto il mondo "ne sono la prova". Quello perseguito separatamente dai due team di ricercatori e' "infatti un risultato importantissimo - riconosce Redi - che giunge 10 anni dopo la derivazione della prima linea embrionale. I gruppi guidati da James Thomson e Junying Yu - assicura il ricercatore - sono due team di altissimo valore, che hanno guadagnato una stima enorme a livello internazionale". Anche se a un risultato simile - ovvero fabbricare staminali pluripotenti senza usare embrioni - e' giunta anche l'Italia, con un gruppo di studiosi guidato dallo stesso Redi. "Abbiamo usato una tecnica differente - spiega lo studioso - e sicuramente meno affascinante di quella adottata da Thomson e Junying Yu. La nostra ricerca, che ha tuttavia guadagnato le pagine della rivista Cloning and Stem Cells, mira a riprodurre artificialmente quel fantastico laboratorio in miniatura che e' l'ovocita, per trovare gli elementi capaci di riprogrammare il nucleo di cellule adulte". "Il primo passo - prosegue Redi - e' stato compiuto riproducendo in laboratorio il citoplasto artificiale. Da qui abbiamo ottenuti estratti di cellule che ci hanno consentito di ottenere una riprogrammazione genetica", ovvero lo stesso ringiovanimento cellulare conseguito, per altre via, dai team statunitense e nipponico. Del resto nel rapporto Dulbecco "erano indicate tutte e due le strade possibili, sia quella battuta da Thomson e Junying Yu, sia quella perseguita dal nostro gruppo nonche' da altri quattro team: uno svedese, l'altro statunitense, uno giapponese e infine l'ultimo tedesco". Quel che e' certo "e' che la possibilita' indicata dall'Italia sembra destinata a divenire 'il futuro' in questo delicato campo della ricerca. Spero che al nostro Paese - conclude lo studioso - venga almeno riconosciuto questo indubbio merito". Un traguardo epocale, di quelli che "possono cambiare la storia" della ricerca scientifica del settore. Cosi' Giulio Cossu, professore all'universita' degli Studi di Milano e direttore dell'Istituto cellule staminali dell'Irccs San Raffaele del capoluogo lombardo. Dopo le ricerche analoghe condotte sul topo, "c'era da attendersi che si sarebbe arrivati all'uomo - spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE - I vantaggi di questi risultati si annunciano enormi - aggiunge - Potenzialmente, infatti, e' sufficiente prelevare cellule della propria pelle, e trasferirvi 4 geni tipici delle cellule staminali embrionali, per ottenere staminali embrionali dotate del proprio corredo genetico. Il tutto senza scomodare l'embrione - precisa Cossu - quindi 'bypassando' tutti i problemi etici correlati". Non solo. "Non e' piu' necessario nemmeno ricorrere a un numero elevato di ovociti umani, che comunque sono di difficile reperimento e comportano altri problemi etici". Ma quando questi studi potranno tradursi in effettivi successi clinici? "Prevederlo e' impossibile. Ci saranno risvolti clinici - sottolinea lo scienziato - quando sara' possibile indirizzare queste cellule staminali a produrre con alta efficienza i tipi di tessuto danneggiati dalle differenti patologie", conclude. L'innovativo studio sulle cellule staminali sperimentato in Giappone e Stati Uniti viene accolto 'con grande favore' dal presidente americano George W. Bush. Lo ha detto la sua portavoce, Dana Perino, in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca sulla scia dell'annuncio di un nuovo metodo per far tornare 'bambine' le cellule adulte della pelle umana. Bush incoraggia 'l'avanzamento della scienza all'interno dei confini dell'etica', ha detto la portavoce, ed e' quello che avviene quando 'si evitano tecniche che distruggono la vita'. 'Il presidente Bush - afferma la Casa Bianca - e' stato il primo a mettere a disposizione fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali embrionali umani e la sua linea politica e' stata quella di farlo con modalita' che non incoraggino la distruzione di embrioni'. Bush ritiene, ha detto la portavoce, 'che i problemi medici possano essere risolti senza compromettere ne' gli alti obiettivi della scienza, ne' la sacralita' della vita umana'. La Casa Bianca 'continuera' a incoraggiare gli scienziati a espandere le frontiere della ricerca sulle cellule staminali e a continuare ad avanzare la comprensione della biologia umana con una modalita' eticamente responsabile'. La ricerca sulle staminali embrionali "resta indispensabile, e di fatto ha costituito l'unica via possibile per arrivare a 'ringiovanire' staminali adulte, trasformando anche queste in cellule totipotenti". Cosi' Giuseppe Novelli, professore di Genetica all'universita' Tor Vergata di Roma, commenta all'ADNKRONOS SALUTE le due ricerche distinte, una guidata da un team giapponese l'altra da un gruppo statunitense, che hanno messo a segno la riprogrammazione di cellule di pelle umana ottenendo 'simil-staminali' embrionali. Un risultato "reso possibile solo attraverso lo studio di cellule embrionali, che ha permesso di conoscerne nel tempo le caratteristiche da replicare in staminali adulte". Non a caso, la ricerca statunitense "e' firmata da James Thomson, lo stesso uomo che nel '97 isolo' per primo staminali embrionali umane". Ecco, dunque, che gli studi che oggi hanno acceso l'entusiasmo della comunita' scientifica internazionale "non vanno scisse dalla ricerca sulle embrionali, che di fatto le hanno rese possibili costituendo un passaggio obbligato". Perche' nella scienza "non si puo' distinguere tra cellule 'buone' e 'cattive' - sottolinea Novelli 'battendo' proprio su quel conflitto etico che questi due studi promettono di superare - La ricerca deve, per forza di cose, lavorare e operare a 360 gradi. Solo lo studio sulle embrionali puo' infatti consentirci di superare l'uso di embrioni, donando alle staminali adulte quelle caratteristiche che rendono le embrionali piu' promettenti". "I due studi non fanno altro che coronare un disegno gia' scritto - aggiunge il genetista - perche', sin dall'inizio, era questo l'obiettivo che la comunita' scientifica si riprometteva di perseguire. Anche se, senz'altro, a questi team di studiosi dobbiamo riconoscere il merito di aver bruciato i tempi, ottenendo in tempi brevissimi un risultato estremamente agognato". Quanto ai prossimi passi da compiere, Novelli mostra di non aver alcun dubbio. "I geni che in questi due studi hanno permesso di 'riprogrammare' le cellule della pelle - spiega - vengono inseriti attraverso l'impiego di vettori virali. In altre parole, dei virus fungono da 'navette' per trasportare i geni in grado di ringiovanire le cellule. Ma questi virus potrebbero creare dei problemi. Ecco dunque che occorre battere altre strade, trovare altre vie che consentano di introdurre i geni lasciando fuori dall'organismo i vettori virali. Penso, ad esempio, all'impiego di proteine al posto dei virus attualmente impiegati". "Scoperte da Nobel, che rendono merito ad anni di battaglie in difesa della vita". Angelo Vescovi, professore di Biologia cellulare all'universita' di Milano-Bicocca e direttore dell'Istituto cellule staminali di Terni, non nasconde la sua gioia alla notizia dei traguardi raggiunti sul fronte delle 'cellule madri' da due team americano e giapponese. Le due e'quipe, autrici di due lavori pubblicati su 'Science' online e su 'Cell', seguendo strade separate sono riuscite infatti a riprogrammare cellule di pelle umana riportandole allo stadio di 'simil-staminali' embrionali. "Per me e' un giorno felice - spiega lo scienziato all'ADNKRONOS SALUTE - Pur da agnostico, mi sono sempre espresso contro la manipolazione dell'embrione perche' non la ritenevo ne' ammissibile ne' necessaria. E avevo ragione". L'esperto non si definisce sorpreso dei traguardi raggiunti. "Da Dolly in poi la strada era segnata - assicura - Quella clonazione ha dimostrato che il nucleo di una cellula adulta puo' essere re-istruito fino a tornare allo stadio di totipotenza. Da allora ho sempre pensato che se era possibile riottenere cellule totipotenti, sarebbe stato possibile ottenerne anche di pluripotenti: in grado cioe' di diventare qualunque di tipo di cellula, ma non di dare un embrione". In questo modo, insomma, "ogni problema etico viene superato". E l'ha capito anche Ian Wilmut, papa' della prima pecora 'fotocopia': per Vescovi il suo 'pentimento' e' stato "un segno di grande onesta' morale", dice. Anche in Italia, continua lo specialista, "stiamo conducendo studi simili". I possibili risvolti sono infatti due, "uno piu' scientifico e uno pratico". Primo: "In qualche modo in questa tecnica e' nascosto il 'germe dell'immortalita', perche' permettera' di scoprire tutti i meccanismi di regolazione necessari a 'svecchiare' una cellula riportandola, per esempio, dall'eta' di 50 anni all'eta' di zero". Secondo: "Potenzialmente ognuno di noi potra' farsi prelevare una qualunque cellula adulta e ottenere staminali embrionali clonate proprie, da congelare come 'scorta' per terapie rigenerative utili in caso di malattia", conclude Vescovi. "Ci rallegriamo, non essendo tifosi di una staminale piuttosto che di un altra, ma considerando equivalenti tutte le strade che possono portare a risultati significativi in favore dei malati". Rocco Berardo, vicesegretario dell'Associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica, commenta cosi' gli studi pubblicati oggi su Science e Cell. Due ricerche distinte hanno mostrato la possibilita' di riprogrammare le cellule staminali adulte in modo da farle tornare ad essere totipotenti come quelle embrionali. "Una novita' di straordinaria importanza", commenta in una nota. "Se la scoperta si dimostrasse fondata - dice - avremmo a disposizione un fronte di ricerca potenzialmente equivalente a quello delle cellule staminali embrionali. Ci sono tuttavia - aggiunge - due elementi da non sottovalutare: in primo luogo, non e' la prima volta che una scoperta del genere viene preannunciata in modo entusiastico, per rivelarsi poi infondata. La seconda e' che non vorremmo che anche in tale tecnica e dalle conseguenti cellule prodotte venissero riscontrate qualita' di tipo 'embrionale', quindi potenzialmente vitali e, come di consueto, intoccabili". Una 'svolta che spazza via le manipolazioni': e' entusiasta il commento dell'Associazione Scienza & Vita sulle ricerche condotte in Giappone e Stati Uniti, che hanno riprogrammato cellule adulte. Il risultato, afferma l'Associazione in una nota, e' stato ottenuto 'dopo un lungo e sofferto cammino, che ha immolato sull'altare della ricerca tanti esseri umani in fase embrionale'. Ma il condizionale, prosegue la nota 'e' d'obbligo, come mettono in evidenza gli stessi ricercatori, e la prudenza e' sempre necessaria. Saranno infatti indispensabili adeguate sperimentazioni sull'animale per chiarire i tanti aspetti non ancora noti e la possibilita' di una puntuale, efficace e sicura applicazione clinica'. Prima di 'creare false aspettative', rileva Scienza e vita, e' opportuno cercare di disporre di tutti gli elementi concreti per poter dare risposte adeguate'. L'Associazione si augura che 'la tappa odierna segni il ritorno alla compostezza e alla sobrieta' e riporti al centro del dibattito la verita' scientifica'. Ringiovanire cellule umane adulte per ottenere staminali embrionali 'indotte' "e' certamente possibile, perche' tutto e' possibile in medicina. Ma e' un doppio lavoro". La via piu' diretta per ricavare 'cellule bambine' resta quella di "prenderle dagli embrioni abbandonati", frutto degli interventi di fecondazione assistita prima della legge 40. Cosi' Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, commenta gli studi pubblicati su 'Science' online e su 'Cell' da scienziati americani e giapponesi che sono riusciti a produrre simil-staminali embrionali da cellule di pelle dell'uomo. Oggi nel capoluogo lombardo, a margine di un incontro sul Cerba (Centro europeo di ricerca biomedica avanzata) organizzato dalla Provincia di Milano, Veronesi ricorda che nei centri specializzati italiani "abbiamo i frigoriferi pieni di ovuli fecondati che stanno li' solo in attesa di morire, e mi sembrerebbe ragionevole utilizzarli come fonti di staminali. Non si danneggerebbe nessuno, perche' questi poveri embrioni sono destinati a essere buttati nel lavandino un giorno o l'altro". Quanto all'effettiva utilita' clinica delle staminali embrionali, lo scienziato precisa che si tratta di "un settore in grande sviluppo, con risultati per ora molto parziali" perche' le ricerche vanno portate avanti. Tuttavia, sottolinea l'oncologo, "le staminali embrionali hanno per loro natura tante potenzialita'. Possono dare origine a cellule di diverso tipo, e quindi possono essere indirizzate a svilupparsi in un senso o in un altro ed essere utili a 'riempire' gli organi che si sono svuotati di cellule a causa di malattie degenerative, neurologiche, cardiache o altre". BOTTA E RISPOSTA GALLI DELLA LOGGIA - RADICALI ITALIANI - Sul Corriere della Sera del 20 novembre, Ernesto Galli della Loggia scrive: "E adesso ci aspettiamo che Piergiorgio Odifreddi o Telmo Pievani, o Rita Bernardini, che insomma qualcuno del partito del "Dagli all'embrione" parli, dica qualcosa, magari esprima al piu' presto la sua sdegnata protesta. Per anni, infatti, ci hanno spiegato per filo e per segno che chi si opponeva alla ricerca sulle staminali embrionali, giudicandola oltre che eticamente riprovevole di fatto inutile - dal Papa al cardinale Ruini, a tutta l'altra pretaglia, in sottana e no - non erano altro che degli oscurantisti nemici della scienza, e adesso e' lo stesso pioniere della clonazione e della ricerca sulle staminali, Ian Wilmut, il "padre" della pecora Dolly, a dichiarare che intende abbandonare le ricerche a base di staminali embrionali perche' scientificamente assai poco promettenti rispetto a quelle con staminali di altra origine. Ma non erano proprio le cellule embrionali che dovevano salvarci da tutte le malattie, renderci immortali? Non era arcisicuro? Che e' successo?". Non si fa attendere la risposta di Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani: "Ernesto Galli della Loggia mi iscrive al Partito dei "Dagli all'embrione", forte del "ripensamento" del clonatore della pecora Dolly sull'efficacia terapeutica delle cellule staminali embrionali. Per rendere piu' efficace la sua invettiva poi, mi mette anche fra coloro che affermano che tali cellule dovrebbero curarci da tutte le malattie, rendondoci "immortali". Quanto al Partito, io sono "radicale", termine piu' che mai appropriato nel caso citato, visto che vuol dire "andare alla radice delle cose", e le radici, si sa, vanno alla ricerca di sostanze vitali per mantenere in vita, far crescere e sviluppare l'albero, la pianta. A differenza di Ernesto Galli della Loggia che esclude la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali schierandosi per quella sulle adulte, noi radicali non escludiamo ne' l'una ne' l'altra, tanto che il nostro compianto Presidente Luca Coscioni ha letteralmente voluto fare da cavia sottoponendosi ad un autotrapianto di cellule staminali ricavate dal suo midollo osseo e percio' "adulte". Niente tifo da stadio, dunque. Cio' che trovo orribile nella posizione degli Ultras dell'embrione e' che escludono di "toccarlo" anche nel caso in cui sia destinato ad essere gettato nella spazzatura o a sopravvivere - fino a morire e senza alcuna possibilita' di svilupparsi - nell'azoto liquido a -196 gradi. Non lo si puo' toccare nemmeno per la conoscenza, nemmeno per scoprire, per esempio, quali siano i meccanismi che portano le cellule staminali embrionali a svilupparsi in qualsiasi tipo tessuto. Si tranquillizzino (o si rassegnino) gli Ultras dell'embrione o i pentiti: nessuno potra' fermare la peculiarita' tutta umana della volonta' di ricerca, di conoscenza, di scoperta. Di fronte agli oscurantismi, noi pragmaticamente affermiamo che e' meglio "regolamentare" la ricerca (come hanno fatto in Gran Bretagna) piuttosto che relegarla nel buio - si' pericoloso - della clandestinita'.". Bernat Soria, ministro di Sanita' e Consumo, spera che le nuove vie della ricerca, volte allo sviluppo di cellule staminali ricavate da tessuto cutaneo, contribuiscano a far si' che il pur necessario dibattito etico "non sia cosi' aspro come prima" e si tasformi in una discussione "su dati oggettivi e risultati scientifici". Ritiene poco sensato che, a ogni nuova scoperta, si dia per superato il problema etico, giacche' e' applicando le conoscenze ottenute con le staminali embrionali che si sono aperti nuovi campi con le staminali adulte. Per il ministro, la nuova conoscenza e' "un salto in piu' dentro una traiettora nella quale si sono prodotti progressi, e ne vedremo altri in futuro". Ha ricordato che un lavoro come quello di cui si parla in questi giorni, condotto nello stesso laboratorio dove sono state scoperte le cellule staminali, "non si sarebbe potuto realizzare in Spagna durante il Governo del Partido Popular perche' era proibito". "Speriamo che la nuova Ley de Investigacion Biomedica permetta ai gruppi spagnoli d'avanzare su queste linee e di produrre conoscenze vantaggiose per i pazienti", ha affermato il responsabile della Sanita' sottolineando che la Spagna, "in questo momento ha vari gruppi che lavorano nella riprogrammazione cellulare", la tecnica che ha dato luogo all'ultima scoperta. Ha chiarito che il Governo ha firmato convenzioni con comunita' quali Andalusia, Catalogna, Comunita' Valenciana, Aragon y Castilla Leon per finanziare progetti di questo tipo, e che Sanidad sta sostenendo economicamente Red de Terapia Celular. "Spero che la Spagna possa essere all'avanguardia in questo campo, che e' un campo molto orientato ad aiutare i pazienti". In qualita' di ricercatore, Soria e' ancora pronto a dire che i due tipi di cellule staminali potrebbero avere usi del tutto equivalenti. La ricerca di una delle opzioni deriva dalle conoscenze scaturite dallo studio della prima, per cui non c'e' da sostituire una all'altra; e' molto meglio che le ricerche procedano in modo complementare. Soddisfatta la Consulta di Bioetica sui risultati delle ricerche condotte in Giappone e negli Stati Uniti per la riprogrammazione delle cellule adulte in cellule simili a staminali embrionali. Le scoperte, rileva la Consulta in una nota, 'mostrano la fecondita' della ricerca sulle staminali embrionali'. I risultati annunciati ieri su due importanti riviste scientifiche internazionali, prosegue la nota, 'non tolgono valore alla significativita'' delle cellule staminali embrionali, ma 'confermano la loro importanza'. Per la Consulta di Bioetica 'spostare la questione sul piano delle modalita' con cui si arriva alle cellule embrionali si presta all'interpretazione che queste stesse, in verita', non vengano tutelate di per se'. Se cosi' fosse, infatti, questo dovrebbe essere indipendentemente dalla via attraverso la quale le si raggiunge'. Il governo italiano blocchi con una moratoria la ricerca sulle cellule staminali embrionali nei laboratori europei: lo chiedono il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', e la senatrice Paola Binetti (Pd), firmatari di una mozione presentata oggi nei rispettivi rami del Parlamento. Commentando le ricerche sulla riprogrammazione di cellule adulte, trasformate in cellule simili alle staminali embrionali, Volonte' e Binetti rilevano che i due studi 'confermano la necessita' di sospendere al piu' presto la ricerca sugli embrioni umani. Il governo italiano blocchi la loro distruzione praticata nei laboratori europei promuovendo una moratoria che, sulla base delle recenti acquisizioni scientifiche ed evitando opportunamente le ideologie, ponga fine anche a uno spreco ingente di denaro pubblico'. In Italia, prosegue la nota, 'la legge non consente ricerche sulle staminali embrionali, ma in Europa queste ricerche sono permesse e sono finanziate anche sulla base della posizione assunta mesi fa dal ministro Mussi. La destinazione di fondi europei alla ricerca sugli embrioni va rivista con la massima urgenza, per motivi scientifici, economici ed etici'. Concordi nel riconoscere la grande validità scientifica della ricerca, ma non perfettamente d'accordo sul fatto che sul piano etico non cambi nulla, dopo i risultati ottenuti dai ricercatori americani e giapponesi su cellule staminali embrionali pluripotenti ottenute da cellule adulte di pelle umana. Per Demetrio Neri, ordinario di Biotica all'Università di Messina e per Carlo Flamini, membro del Comitato Nazionale di Bioetica, la ricerca pubblicata su Science non cambia nulla da un punto di vista etico. "Dal punto di vista scientifico è evidente che si tratta di un risultato molto importante", ha commenta Demetrio Neri. "Quello che mi sorprende è l'entusiasmo mostrato su uno studio che si è mosso a 360 gradi sperimentando su tutte le possibili fonti di cellule staminali embrionali. Quindi sul piano etico non cambia nulla. Perché anche se queste cellule sono state derivate, ora, da cellule adulte, si basano su ricerche precedenti in cui embrioni veri sono stati coinvolti in precedenza. E' come se si volesse condonare tutta la ricerca che è stata fatta negli ultimi dieci anni. E, per chi dice che l'embrione è inviolabile, non dovrebbe essere contento, in quanto il risultato poggia su ricerche che hanno avuto bisogno degli embrioni". Dello stesso avviso Carlo Flamini, Membro del Comitato Nazionale di Bioetica, che pur riconoscendo l'importanza della ricerca e del metodo con il quale si possono ottenere da cellule adulte embrionali staminali esprime riserve. "Primo perché - spiega - non si sa se queste cellule staminali hanno le proprietà delle cellule della massa cellulare interna della blastocisti, per cui sono pluripotenti e capaci di fare un embrione; se hanno, invece, le stesse potenzialità delle cellule della morula sono totipotenti e sono embrioni. Quindi il problema morale si pone esattamente allo stesso modo". Per arrivare a questi risultati scientifici, commenta ancora Flamini, sono state utilizzate una massa di informazioni che derivano dalla ricerca sulle staminali embrionali fatte su embrioni. "Quindi questa linea di ricerca - ha detto - ha contaminato tutte le altre linee di ricerca e questo comporta una condizione di complicità, come dicono i cattolici, per cui, come affermano loro, è una ricerca illecita e contaminata" Non abbiamo accontentato nessuno e non c'è stata una "svolta etica", ha proseguito Flamini, "c'è solo una grande ipocrisia e qualsiasi risultato ottenuto da queste ricerche non potrà essere utilizzato da un cattolico sul piano pratico, altrimenti diventa complice". Al centro di questa controversia c'è il fatto di considerare l'embrione un essere umano da proteggereà."Dico ancora che c'è molta ipocrisia anche tra i cattolici. Bisognerebbe essere più onesti ognuno, in questo grande villaggio scientifico deve fare quello che è più utile e semplice. Ma immaginare che per il futuro ricercare su embrioni sia inutile, è stupido e sbagliato, lo ha detto anche Yamanaka (Kyoto University). C'è ancora bisogno di fare confronti e approfondimenti continuando la ricerca sull'embrione, che non considero uno di noi. E' l'unica che può darci le maggiori informazioni sul piano biologico e che ci ha portato a questi risultati". Da quando, nel 1998, James Thomson, Università del Wisconsin-Madison ha dato inizio alla ricerca sulle cellule staminali, sono infatti montate le controversie sull'utilizzo degli embrioni umani, sia da parte del mondo cattolico, che di gruppi religiosi e, in generale, di tutti i credenti, compresi, tra questi, anche gli scienziati. Il principio era ed è quello dell'"inviolabilità dell'embrione", un principio secondo il quale l'embrione fin dal suo concepimento è un essere umano, per cui uccidere un essere umano innocente è "sbagliato. Un principio, dunque, che lo difende sia dalla sperimentazione che dall'aborto e che ora, dopo l'introduzione in Italia della legge 40 del 2004 vieta qualsiasi diagnosi genetica preimpiantatoria, che tenda a stabilirne o meno l'integrità fisica, in caso di fecondazione assistita, o di congelare embrioni. 'Se questa tecnica avra' le sue convalide, rappresenta una novita' che possiamo definire storica'. Cosi' monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, commenta la scoperta da parte di due equipes di studiosi, una giapponese ed una statunitense, di una nuova tecnica per 'trasformare' cellule della pelle in cellule staminali simili a quelle embrionali. Una tecnica che apre nuove frontiere per la cura delle malattie senza ricorrere alla distruzione di embrioni umani e alla cosiddetta clonazione terapeutica. 'Ora, degli embrioni non c'e' piu' bisogno e non c'e' piu' bisogno della clonazione cosiddetta 'terapeutica' - dice Sgreccia ai microfoni della Radio Vaticana - e una pagina di polemiche acute, di opposizioni aspre si chiude. La Chiesa l'aveva fatta per motivi etici, questa battaglia, incoraggiando i ricercatori ad andare avanti sulle cellule staminali adulte e dichiarando illecita l'immolazione dell'embrione'. 'Ora - aggiunge -, qui ci sono arrivati questi scienziati, non tanto per motivi di fede - bisogna dire - ma per il successo della ricerca. Il successo si e' presentato qui, e questo ci consente anche di dire che tra l'etica e la scienza, quella vera, c'e' una parentela. L'etica che rispetta l'uomo e' utile anche per la ricerca, e conferma anche che non e' vero che la Chiesa e' contraria alla ricerca: e' contraria alla cattiva ricerca, a quella che e' dannosa per l'uomo, in questo caso l'uomo-embrione'. Mons. Sgreccia definisce 'uno spreco' l'investimento di ingenti somme di denaro nella ricerca sulle cellule staminali embrionali negli ultimi anni. 'Il danno c'e' stato - osserva -. Tanti embrioni immolati, tanti miliardi dalle casse dello Stato e quindi dei cittadini, in definitiva, sono stati buttati mentre potevano servire alla 'good science', alla scienza buona, alla ricerca quella vera'. Nel 1998 James Thomson, dell'università del Wisconsin, diede avvio alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e, con essa, a un'accesa controversia sulle implicazioni etiche degli esperimenti, spesso sfociata in una vera e propria battaglia morale. Ora, a quasi dieci anni di distanza, è proprio lui a chiedere che siano metaforicamente deposte le armi, soprattutto alla luce dei risultati ottenuti dai ricercatori americani e giapponesi che hanno ottenuto cellule staminali non da embrioni ma da cellule adulte della pelle umana. Come riporta il New York Times, Thomson ha spiegato che i risultati ottenuti consentono di porre fine alle discussioni. "Nell'arco di dieci anni, le polemiche saranno solo un ricordo distante, una divertente nota storica", ha dichiarato. A suo tempo si pose interrogativi di carattere etico, ma decise comunque che la ricerca sarebbe stata fondamentale per il suo potenziale nello sviluppo di cure per le malattie. "Ho pensato e riflettuto a lungo, chiedendomi se dovessi farlo e poi ho deciso di andare avanti", ha detto Thomson, sottolineando di non essere mai stato interessato a sollevare polveroni su questioni di bioetica, ma di avere cercato una risposta a domande scientifiche sullo sviluppo delle cellule. "Dolly (la pecora che fu il primo mammifero a essere stato clonato da una cellula adulta) ha cambiato il modo in cui si pensa alla biologia dello sviluppo. Lo sviluppo diventava reversibile", ha detto Thomson, parlando dell'esperimento condotto con successo in Scozia nel 1997. - Gb. Figli di due mamme ed un papa' contro malattie genetiche Nel giro di dieci anni, grazie all'impetuoso sviluppo delle ricerche genetiche, si potranno mettere al mondo bambini 'con due mamme e un papa'' eliminando cosi' il rischio delle catastrofiche malattie mitocondriali e in Gran Bretagna, tra molte polemiche, si sta decidendo in anticipo se vada o no spianata la strada a questa prospettiva. Le malattie del mitocondrio (una parte esterna al nucleo, ricca di enzimi respiratori e nutritivi) colpiscono in media con effetti devastanti e spesso mortali un neonato ogni diecimila. Un laboratorio di Newscastle, The North of England Stem Cell Research Cell, e' all'avanguardia nell'elaborazione di una tecnica per poter impiantare il nucleo sano di un ovulo con il mitocardio danneggiato dentro l'ovulo di una donatrice con il mitocardio in perfetta regola. 'Non siamo ancora alla fase dei test clinici ma lo saremo tra qualche anno', ha detto al domenicale 'Independent on Sunday' un professore coinvolto nelle ricerche, Alison Murdoch, capo del reparto 'Medicina Riproduttiva' all'universita' di Newscastle. Le tecniche di manipolazione genetica degli ovuli praticate a Newscastle prevedono di utilizzare il Dna di ovuli appartenenti a due donne diverse (il primo fecondato, il secondo no) e hanno dato la stura a grosse polemiche perche' al parlamento tocca decidere se un progetto di legge-quadro riguardante le ricerche sugli embrioni e sulla fecondazione clonazione ('The Human Embryology and Fertilisation Bill') debba o no autorizzarle. Le chiese cristiane hanno reagito con 'orrore' alle ricerche condotte a Newcastle, ci vedono un inizio bello e buono di clonazione umana e denunciano una deriva sempre piu' preoccupante verso 'la scienza di Frankenstein'. Il mondo medico e scientifico e' di tutt'altro avviso, nega che a Newcasltle si lavori in modo surrettizio alla clonazione e sottolinea l'importanza di terapie genetiche in grado di evitare le malattie congenite del mitocondrio, spesso causa di epilessia, diabete e degenerazione fatale di organi. Il mondo politico e' spaccato ma finora ha evitato di fissare eccessivi paletti alla ricerca genetica, un campo potenzialmente molto lucroso in cui la Gran Bretagna ha avuto negli ultimi decenni posizioni di leadership. Il progetto di legge sulla fecondazione e l'embriologia, da domani all'esame dei Comuni, ha l'ambizione offrire un quadro normativo anche per i prevedibili progressi che saranno fatti in questo settore nei prossimi anni. Ed e' possibile che il parlamento permetta al laboratorio di Newcastle di andare avanti riservandosi il diritto di pronunciarsi definitivamente in materia a ricerche ultimate. - Vescovi: votare per il candidato sbagliato significa dannazione I vescovi statunitensi dicono che gli elettori ed i politici cattolici devono seguire gli insegnamenti della chiesa e fare dell'aborto una priorita' nelle prossime elezioni. Se non lo faranno rischieranno di compromettere la propria salvezza eterna. Durante il loro incontro a Baltimora, i leader della Chiesa cattolica si sono anche detti contrari al matrimonio per coppie dello stesso sesso, all'eutanasia, e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Hanno anche espresso l'importanza di questioni come la guerra, l'immigrazione e la poverta'. Ma hanno ribadito che l'aborto e' un "male intrinseco" che "deve sempre essere combattuto" perche' comporta "la distruzione intenzionale di vite umane innocenti". I vescovi hanno approvato un documento in cui non si fanno raccomandazioni specifiche sui candidati da votare nelle elezioni del 2008. Ma ammoniscono che la scelta in cabina elettorale "potrebbe avere conseguenze sulla salvezza eterna dell'individuo". Insomma, votare per il candidato che appoggia la legalizzazione dell'aborto o anche dell'eutanasia, potrebbe significare dannazione eterna. - Italia. I cervelli in fuga non rientrano Dall'Opinione online del 15 novembre 2007, di Serena Stampi Il recente conferimento del premio Nobel all'italiano Mario Capecchi ha portato alla ribalta l'annoso problema della partenza dei nostri migliori ricercatori verso altri paesi. In questo specifico caso, comunque, non si può propriamente parlare di fuga di cervelli: il nostro illustre scienziato, dopo una infanzia difficilissima (orfano di padre, madre arrestata e deportata dai nazisti) raggiunge gli Usa all'età di 10 anni e si laurea in Chimica e Fisica a 24 anni con James Watson, lo scopritore del DNA. Da li in avanti svolge una carriera eccezionale che lo porta fino al massimo riconoscimento soprattutto per il lavoro pionieristico sullo sviluppo del 'gene targeting' nelle cellule staminali di embrioni di topo. I cervelli in fuga, invece, sono tutti uomini e donne nati e vissuti in Italia almeno fino all'età di 30 anni che dopo la laurea, la specializzazione ed eventualmente qualche dottorato, hanno accettato borse di studio da Paesi esteri e poi offerte di lavoro sempre più competitive rispetto alla patria. Sono 1796 gli scienziati italiani che lavorano all'estero in prestigiose istituzioni: 353 quelli impegnati nella ricerca medica (51 in Gran Bretagna, 145 negli USA, il resto si trova sparso nel Nord Europa e persino in Asia, Sudamerica e Medio oriente). Questa cifra ufficiale, tra l'altro, sarebbe solo il 30% di quella reale perché riguarda soltanto i ricercatori che volontariamente si sono registrati sul database Da Vinci. Cosa che, ad esempio, non ha fatto Carlo Croce, tra i maggiori oncologi del mondo. Gli scienziati italiani all'estero dovrebbero essere 6-7 mila e circa un migliaio i ricercatori medici; di questi, 36% e 24% hanno scelto rispettivamente Stati Uniti e Gran Bretagna. Perché in Italia la sensibilità per la ricerca è cosi limitata? Per la nostra tradizione religiosa che, dal tempo di Galilei, ha guardato con sospetto al progresso scientifico, soprattutto in ambito biochimico e genetico, come dice Galimberti? O è per le scarsissime risorse che lo stato destina alla ricerca? Sarebbe indispensabile uno slancio nella direzione dell'aumento dei fondi con finanziamenti alla ricerca scientifica adeguati agli standard europei e nordamericani cosi come l'aggiornamento del livello salariale dei giovani ricercatori ai parametri dei sistemi stranieri. Tuttavia il problema non è rappresentato solo dai soldi e l'argomento merita alcune considerazioni. 1- di per sé, il fatto che i ricercatori italiani desiderino andare all'estero e vincano concorsi in tutti i paesi più avanzati è un dato confortante. All'estero, nella maggior parte dei casi i ricercatori vengono scelti in base al curriculum e non per conoscenze. Vuol dire che la formazione che si impartisce in Italia è buona e che i giovani ricercatori sonodinamici e appassionati al proprio lavoro da essere pronti a emigrare per fare ricerca nelle migliori condizioni. 2- la mobilità: altrove chi è bravo viene spinto a girare il mondo. Negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia è prassi comune cambiare sede tra laurea e dottorato, tra dottorato e il primo post-doc, fino al posto da ricercatore. L'idea è che il giovane studioso, durante la sua formazione, debba entrare in contatto con il maggior numero possibile di persone, di metodi, di idee, con l'obiettivo di diventare autonomo. In Italia, invece, accade l'esatto contrario ed il mercato delle intelligenze difetta: si tende a premiare chi si mette fedelmente in coda ed è impossibile uscire dai binari delle carriere di anzianità e delle baronie universitarie. Di fatto, ogni professore universitario o direttore di istituto di ricerca ha la propria "fila" di studenti per un posto. 3 - Questo sistema causa problemi gravissimi al sistema dei reclutamenti. Quasi mai il merito è il criterio principale per essere ammessi alla coda: entrano in gioco fattori personali, e l'anzianità rimane un criterio importante. I ricercatori non sono incentivati a sviluppare la propria ricerca in maniera autonoma:ci si affida al capo, con l'idea che tanto sarà lui a decidere della propria carriera. Il fatto di collaborare con molti docenti spesso è mal visto. Se il numero di reclutamenti di giovani ricercatori fosse significativamente più elevato, la situazione di impasse attuale molto probabilmente non si porrebbe. 4- la quasi totale assenza di ricercatori stranieri. Tutti i paesi avanzati reclutano ricercatori dall'estero, ad esempio dai paesi asiatici o sudamericani. Gli Stati Uniti e la Francia hanno approfittato del crollo dell'URSS per arruolare i migliori ricercatori ex-sovietici. In Italia, niente di tutto ciò, anche se è di questi giori la notizia che il Rettore dell'Università di Bologna desidera ingaggiare giovani ricercatori indiani. Per concludere: da un certo punto di vista la fuga dei cervelli non è del tutto negativa e risulta indispensabile per acquisire competenze che solo in certi centri di ricerca all'estero si possono ottenere. Il problema dunque non è la "fuga dei talenti", ma piuttosto l'assenza totale di un flusso inverso, ovvero l'impossibilità per i nostri ricercatori di rientrare dopo un periodo trascorso fuori. E' necessario che il giovane scienziato abbia la possibilità di valutare le proprie opportunità di carriera nel quadro di un sistema di reclutamenti chiaramente programmati. Ovviamente bisogna creare in Italia le condizioni per il rientro dei talenti istituendo cattedre, attrezzando laboratori e premiando la meritocrazia rispetto alla baronia universitaria più incline a premiare parenti e amici rispetto ai veri competenti. Qualcosa si è tentato di fare, a partire dal 2002, con il provvedimento ministeriale "rientro dei cervelli" che prevede l'assunzione all'università, come professori associati, dei nostri ricercatori eccellenti provenienti dall'estero. Come spesso accade da noi, i programmi sono buoni sulla carta ma, per logiche di potere e le solite file da rispettare, non vengono portati a termine. Per esempio, solo a Bologna sono rientrati dall'estero 24 ricercatori: di questi, solo uno è stato assunto stabilmente e gli altri, o sono già ripartiti o meditano di farlo in seguito alle vantaggiose offerte fatte da chi dà importanza alla bravura ed al curriculum. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------