AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2007-22 del 15 Novembre 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Censurati forum Aduc anche se non c'e' reato. Basandosi su articoli abrogati dal codice, il gip di Catania sostiene che non si possa criticare la religione cattolica http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=228 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=228 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=228 - La scheda. TRIBUTI LOCALI (ICI, TARSU, TOSAP): NUOVE REGOLE SUGLI ACCERTAMENTI, SULLA RISCOSSIONE COATTIVA E SUI RIMBORSI http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=200375 - La pulce nell'orecchio. 30 NOVEMBRE 1786-2007. OMAGGIO A PIETRO LEOPOLDO GRANDUCA DI TOSCANA CHE MISE A MORTE LA PENA DI MORTE http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? La misera lotta dei poveri e l'ombra del Vaticano Quale futuro per il nostro prossimo? http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Rette Rsa. Atto di citazione contro le illegittime pretese economiche di RSA e Comune http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Class action: un contrappeso in mano ai consumatori http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, un sito per i diritti degli immigrati in Italia e un sito sulla liberalizzazione di Internet e della telefonia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione Con aggiornamenti quotidiani; news, lettere, articoli, documenti. - Ultimomiglio.news - liberalizzare Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc Con aggiornamenti quotidiani: news, lettere, articoli, documenti, iniziative ------------------------------------------- EDITORIALE Censurati forum Aduc anche se non c'e' reato. Basandosi su articoli abrogati dal codice, il gip di Catania sostiene che non si possa criticare la religione cattolica Il GIP del Tribunale di Catania, dott. Sebastiano Cacciatore, ha rigettato l'istanza presentata dai legali dell'Aduc di dissequestro dei due forum “Di' la tua” “GESU E” e "LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA”. I fatti risalgono al novembre del 2006 quando la Procura della Repubblica di Catania, su sollecitazione dell'associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, ha censurato integralmente i due forum ritenendo sussistente il reato di vilipendio ad una confessione religiosa (1). A ottobre 2007 il PM ha notificato a tre utenti dei due forum gli avvisi di garanzia, individuando nove frasi –fra le migliaia contenute nel materiale sequestrato- per le quali ha ritenuto di formulare l'imputazione. A questo punto, avrebbe dovuto dissequestrare il resto dei forum, in quanto non viola alcuna legge. Ma il PM, ed il GIP su nostra istanza, hanno ritenuto di mantenere la censura. Queste le motivazioni: "ritenuto che il sito web in sequestro contiene espressioni gravi che costituiscono pubblica offesa alla confessione religiosa cattolica ed integrano il delitto di cui all'art. 403 c.p., cio' perche' anche se tale reato risale ad un tempo in cui diverso era il contesto sociale e politico, puo' bene affermarsi che lo Stato accorda ancora alla religione della stragrande maggioranza degli italiani quella protezione che ex art. 406 c.p. tutt'ora accorda agli altri culti ammessi, di minore diffusione." Prima di tutto l'art.406 non esiste (abrogato dall'art.10 della legge 85/2006), quindi e' una motivazione non sostenuta dal diritto evocato e la dice lunga sulle basi giuridiche con cui questo magistrato ha respinto e motivato la nostra istanza. Comunque a prescindere dalle valutazioni sulle nove frasi sotto processo, di cui si occupera' altro giudice, e' gravissimo che due magistrati abbiano mantenuto l'oscuramento su libere espressioni del pensiero non ritenute reato (dal PM stesso!!!) senza fornire alcuna spiegazione su quella che, ora piu' che mai, appare come vera e propria censura. In altre parole, non solo si sequestrano frasi che potrebbero costituire reato –tutto da dimostrare- ma anche tutte quelle libere espressioni del pensiero che criticano la "religione della stragrande maggioranza degli italiani". Ci viene il dubbio che i magistrati di Catania abbiano sentenziato in nome della religione cattolica romana piuttosto che del popolo italiano. I nostri legali procederanno immediatamente chiedendo ai giudici di appello di ristabilire la legalita' costituzionale pesantemente violata. (1) http://www.aduc.it/dyn/censura ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo USA / La Fed riduce al 4,5% il tasso d'interesse Il 31 ottobre, Federal Reserve ha nuovamente abbassato il principale tasso d'interesse (Federal Funds Rate) di 0,25% punti percentuali, portandolo al 4,5%. La riduzione di ieri segue quella piu' robusta di meta' settembre, quando il tasso e' sceso di mezzo punto. Anche questa volta la mossa e' dettata dalla preoccupazione di un rallentamento dell'economia e dai potenziali rischi sui mercati finanziari. Fed ha tuttavia voluto precisare che questo e', per ora, l'ultimo intervento al ribasso. CINA / Lotta ai giocattoli scadenti: bloccati 764 produttori In seguito al ritiro di oltre due milioni di giocattoli per l'eccessivo contenuto di piombo nei colori, il Governo cinese ha revocato la licenza d'esportazione a 764 produttori nazionali. Secondo quanto riferisce "China Daily", le autorita' esigono inoltre, da altri 690 fabbricanti, il rinnovo o il miglioramento delle loro strutture manifatturiere e una buona qualita' dei materiali. E' emerso che quasi la meta' delle fabbriche di giochi ispezionate in una provincia del Sud non rispettava gli standard di qualita', mentre fino a poco tempo fa la Cina sosteneva che fosse solo l'1% a disattendere le norme. USA / Rischiose bevande energizzanti Gli studenti dormono poco. Ci sono notti da passare sui libri per un esame che incombe; ce ne sono altre da trascorrere con gli amici. Per reggere al sonno la meta' degli studenti dei college si da' alle bevande energizzanti (energy drink), segnala un'indagine dell'equipe di Brenda M.Malinauskas della East Carolina University e pubblicata su "Nutrition Journal". Solo una minoranza degli studenti sa pero' che queste bevande contengono un alto tasso di caffeina (il triplo della coca-cola) e che possono incidere sulla circolazione sanguigna. Eppure gli effetti sono evidenti, se uno studente su cinque lamenta mal di testa, o un forte batticuore seguito da senso di spossatezza. Chi ne fa uso frequente vive come su un ottovolante, prova degli alti e bassi che lo immettono in un circolo vizioso. ITALIA / Test sull'intolleranze alimentari: sono inutili Secondo la medicina ufficiale i test per le intolleranze alimentari sono inutili e delle vere truffe. L'ultimo editto contro questo fenomeno e' stato pubblicato su Medical Network, rivista dei medici specialisti ambulatoriali (riuniti nel Sumai). Eppure la moda e' piu' che mai in auge, mutuata negli Stati Uniti nel 2000. I due terzi circa degli italiani che si fanno visitare dal medico per dimagrire confessano di aver provato almeno una volta il tricotest (analisi del capello), un vegatest (apparecchio che misura la reazione al cibo) o un esame fondato sulla kinesiologia. Nel 90% dei casi la risposta e' positiva, si scopre di essere intolleranti a qualcosa, in genere latticini, cereali, frutta fresca, salumi. CINA / Olimpiadi: maiali 'ecologici' solo per gli atleti "I maiali delle olimpiadi" (in cinese "Aoyun zhu") sollevano indignazione nel Paese asiatico. La carne dei maiali ecologici, allevati appositamente per i Giochi Olimpici dell'anno prossimo, dovra' essere esente da ormoni, affinche' gli atleti di tutto il mondo possano superare indenni i test antidoping- spiegano con orgoglio gli allevatori di suini. Ma e' proprio questo a far infuriare molti cinesi, che nel frattempo devono cibarsi di carne oberata da ormoni. E piu' ancora s'arrabbiano nel sentir magnificare le condizioni paradisiache in cui vengono allevati i bio-maiali: sono nutriti esclusivamente con mangimi naturali, privi di antibiotici e ormoni, e allevati in dieci fattorie segrete dislocate in province dove l'acqua e' ancora chiara e l'aria pulita, insomma in luoghi lontani dall'inquinamento subito dai comuni mortali. USA / Divieto di fumo esteso anche nelle case Nel 2007 due citta' della California hanno esteso il bando di fumo in alcuni complessi residenziali. Dopo la lamentele da parte di inquilini per il fumo dei vicini che arrivava fino al loro appartamento, le autorita' sono state costrette ad estendere il bando in alcuni condomini. SVIZZERA / Diminuiscono gli aborti Nel 2006 sono state registrate meno interruzioni volontarie di gravidanza, ma l'Ufficio federale di statistica non si spinge a definirla una tendenza. La quota e' stata di 6,8 ogni mille nascite, che e' piuttosto bassa a livello europeo. In cifre assolute si tratta di 10.500 casi. Confronto con i Paesi vicini: se in Svizzera sono 6,8 per mille gravidanze, in Germania sono 7,2; in Belgio 7,9 (nel 2003) e in Inghilterra 17 (nel 2005). Anche la quota di aborti nella fascia 15-19 anni (6 interruzioni ogni mille) e' piu' bassa che nel resto d'Europa. L'altro dato interessante e' che l'aborto farmacologico (con la pillola Ru486) guadagna terreno su quello chirurgico: 53% contro 47%, mentre nel 2004 era il 49%. GERMANIA / Stop a un farmaco antiemorragico della Bayer Il 5 novembre, l'Istituto tedesco per i prodotti farmaceutici ha ordinato il ritiro di Trasylol del laboratorio Bayer. Il medicinale antiemorragico, usato prima di un'operazione al cuore, non puo' piu' essere venduto e i medici sono invitati a non usarlo. In Canada era gia' stato ritirato per motivi di sicurezza in seguito a uno studio clinico. La Bayer ha annunciato d'averne sospeso la commercializzazione in tutto il mondo, in ottemperanza sia alla decisione dell'Istituto tedesco, sia alle raccomandazioni della Fda Usa e di altri organismi. Il ritiro e' provvisorio, in attesa dei risultati definitivi dello studio canadese, che saranno disponibili tra otto settimane circa. Per ora si parla di un rischio piu' alto rispetto ai farmaci concorrenti. TANZANIA / A Zanzibar dimezzati i bambini morti di malaria Nell'isola di Zanzibar, grazie a un trattamento capillare con nuove medicine gratuite, il numero dei bambini morti di malaria e' sceso di tre quarti. Cio' significa che, in soli tre anni, la mortalita' infantile nel suo insieme e' dimezzata, riferiscono i medici del Karolinska Institut (Svezia) sulla rivista specializzata PLoS. Dal 2003, i malati di malaria hanno accesso a una terapia che combina la sostanza vegetale artemisina e altre sostanze attive. Il nuovo trattamento, consigliato dall'Oms, nel 2005 ha dimezzato il numero dei parassiti malarici che albergavano nel sangue dei bambini sotto i cinque anni. Nel 2006, sono state distribuite ai bambini e alle donne incinte le zanzariere impregnate di specifico repellente contro l'anopheles, e la situazione e' ulteriormente migliorata. ITALIA / La tassa piu' odiata e' il canone Rai E' il canone Rai la tassa piu' odiata dagli italiani. Risulta da un sondaggio Pubblica Res-Swg. A seguire l'Ici e l'accisa sulla benzina. Nonostante il canone "pesi" meno delle tasse sulla benzina sul portafoglio della famiglia media, ben il 39% degli italiani ne vorrebbe l'abolizione, rispetto al 22% dell'accisa sui carburanti. Altri dati: il settore per cui si ritiene giusto pagare piu' tasse e' la sanita', mentre l'Irpef e la tassa sui rifiuti sono considerate le piu' giuste. USA / Ancora giocattoli ritirati dalla Mattel, provengono dal Messico Mattel ancora nei guai a "causa" dei suoi fornitori stranieri. L'ultimo ritiro di prodotti rischiosi non riguarda la Cina, ma 196mila giocattoli prodotti in Messico. I giochi, Laughand learn (ridi e impara) e Learning kitchen toys (cucine giocattolo), sono prodotti col marchio Fischer price contengono minuscole componenti che rischiano di soffocare se ingerite. Finora sono stati denunciati 48 incidenti. Per quel che riguarda l'Italia, il ministero dello Sviluppo economico ha chiarito che: "La casa madre Mattel, con sede in America ha comunicato a livello mondiale il richiamo di un nuovo giocattolo a marchio FISCHER – PRICE codice prodotto - L7139 – denominato "Learning kitchen" fabbricato in una sede Mattel in Messico. In Italia e' stato commercializzato con il nome "LA CASA". Si tratta del quinto richiamo a partire dal 2 agosto 2007. Il gioco e' stato sottoposto a prove di trazione, il rubinetto si potrebbe staccare e i 2 ganci che lo ancorano al gioco potrebbero essere ingeriti. Stesso rischio per le lancette di un orologio che e' parte dello stesso gioco. Il gioco e' destinato a bambini da 0 a 3 anni. Risultano destinati al mercato italiano circa 4000 pezzi. Stanno arrivando via mare (Genova) e non saranno sdoganati perche' la merce sara' respinta. Risultano gia' in commercio 469 pezzi, distribuiti in 207 punti vendita. Le consegne sono avvenute nei giorni – 29 – 30 - 31 ottobre nonche' 2 e 5 novembre 2007. Di questi 469 pezzi, sono gia' stati rintracciati 200 esemplari, solamente uno risulta venduto (gia' rintracciato il consumatore)". SPAGNA / Prezzi alimenti quintuplicati, indagine dell'Antitrust In ottobre, i prezzi dal campo al negozio di alcuni alimenti e' quintuplicato, e in certi casi ha toccato il 1000%, sostiene l'organizzazione agraria Coag sulla base di dati ministeriali. Denuncia che la crisi dei prezzi derivata dal rincaro dei cereali mostra l'inefficacia della Politica Agraria Comune (Pac). Spiega che la differenza tra cio' che percepisce l'agricoltore e cio' che paga il consumatore e' dell'862% per la cipolla, del 905% per la clementina, del 1000% per la carota. Ma lo scarto e' enorme, superiore del 500%, anche per la carne di maiale e la zucchina, del 400% per patata, bietola e vitella. Ancora Coag: agricoltori e allevatori hanno contribuito per non oltre il 30% del prezzo finale, mentre agli altri anelli della catena distributiva e' da imputare un +318%. Di qui la richiesta all'Antitrust d'indagare e agire contro rincari che definisce "sproporzionati e ingiustificati". Si rivolge anche alle autorita' comunitarie affinche', usando la revisione della Pac, puntino a un modello sociale d'agricoltura, "l'unico capace di garantire ai consumatori alimenti di qualita' a prezzi ragionevoli, e prezzi giusti ai produttori". ITALIA / I canoni d'affitto aumentati tre volte piu' velocemente del reddito familiare La crescita dei canoni d'affitto e' stata oltre il triplo rispetto a quella delle disponibilita' familiari. Lo rivela un'indagine di Nomisma secondo cui nel periodo 1991-2007, a fronte di una crescita delle disponibilita' familiari nell'ordine del 20,8%, l'incremento dei canoni di mercato nelle aree urbane e' risultato addirittura del 66,7%. L'incidenza della locazione di un'abitazione di 80 mq sul reddito familiare e' cosi' passata dal 20,7% dei primi anni '90, all'attuale 28,5%, con un aumento, peraltro interamente concentrato nel periodo 1998-2005, prossimo a 38 punti percentuali. SPAGNA / Ritiro di giocattoli anche in Spagna Aqua dots di Spin Master e Bindeez di Mouse Enterprise sono gli ultimi giocattoli pericolosi fabbricati in Cina tolti dal mercato. In Spagna sono commercializzati da Toys'r'us, Hasbro e Giochi Preziosi, come informa Instituto de Consumo che ha ordinato il ritiro. Il difetto rilevato in Aqua dots puo' produrre un'occlusione intestinale; lo segnala il ministero della Sanita'. Bindeez, venduto in Spagna da Giochi Preziosi, e' l'altro nome dello stesso prodotto. L'azienda ha informato d'aver richiesto le dovute analisi, dopo un allerta che arriva dall'Australia. Intanto ha messo a disposizione dei clienti due numeri verdi. SPAGNA / Distribuzione della pillola del giorno dopo Nei Paesi Baschi, tra le adolescenti dai 15 ai 19 anni che rimangono incinte, la meta' sceglie d'abortire -ed e' una situazione in sensibile aumento negli ultimi dieci anni. Uno dei sistemi piu' efficaci per prevenire una gravidanza indesiderata e' la "pillola del giorno dopo". Cosi', le autorita' sanitarie della comunita' hanno deciso di finanziarla a partire dal 2008. Il progetto e' inserito nel testo di bilancio preventivo, anche se non e' ancora stato deciso se il farmaco sara' completamente gratuito o solo in parte. I Paesi Baschi sono la quinta comunita' autonoma ad adottare un provvedimento a favore della contraccezione d'emergenza, ossia al farmaco che consente d'evitare la gravidanza se viene assunto nelle 72 ore dopo il coito. Le altre quattro sono Madrid, Valencia, Canarie e Castilla-la Mancha. ITALIA / Sequestrati milioni di prodotti contraffatti Nel primo semestre del 2007 sono stati sequestrati dall'Agenzia delle Dogane 7,6 milioni di merci contraffatte. In testa abbigliamento e accessori (2,9 milioni di pezzi), seguiti da giocattoli (2 milioni). Significativo il dato sul contrabbando di sigarette. L'Italia e' tornata a essere una nuova rotta tra i Paesi di contrabbando, con 160 milioni di sigarette sequestrate al 6 novembre 2007. Lo ha reso noto l'agenzia delle Dogane durante la celebrazione della Festa di San Matteo, patrono delle Dogane. USA / Vioxx: Merck paghera' un maxirisarcimento per i danni provocati dal farmaco Il colosso farmaceutico Merck & Co. ha accettato di pagare 4,85 miliardi di dollari per chiudere migliaia di cause legali legate all'uso del popolare farmaco Vioxx, un medicinale contro l'artrite e i dolori, sospettato di provocare infarti e ictus e ritirato dal mercato dopo la scoperta degli effetti collaterali. Si tratta di una delle piu' vaste cause civili del genere negli Stati Uniti. Merck si e' trovata a fare i conti con circa 26.600 cause legali avviate da parte di 4 mila persone, alle quali si aggiungevano potenzialmente 265 azioni legali collettive. I pagamenti scatteranno solo se l'85% di coloro che hanno fatto causa rinuncera' alle azioni legali. SVIZZERA / Studio: buoni voti malgrado la cannabis Uno studio dell'Universita' di Losanna conclude che fumare saltuariamente uno spinello non riduce le prestazioni scolastiche; se mai c'e' differenza tra chi usa solo cannabis e chi fuma anche sigarette. L'altra notizia e' che il rischio di sconfinare su droghe pesanti e' molto esiguo. Ancora, i consumatori occasionali di cannabis hanno un vantaggio sui non fumatori di tabacco: di solito hanno un rapporto migliore con gli amici e sono piu' attivi nello sport. In compenso hanno relazioni meno buone con i genitori. Gli autori dello studio mettono pero' in guardia dalla banalizzazione della cannabis, se non altro perche' lo spinello porta facilmente all'uso regolare di tabacco. U.E. / Densita' automobilistica: la Spagna supera la Francia, l'Italia svetta Con 501 veicoli ogni mille abitanti, la Spagna supera per la prima volta la Francia come densita' d'automobili. Il rapporto Observador del Automovil 2008 elaborato dalla banca Cetelem, prevede che entro il 2012 la densita' spagnola possa toccare quota 510, ma rileva che resta comunque sotto il tasso di Germania (565) e Italia (596), che sono al limite della saturazione. Lo studio rileva poi che per raggiungere la media Ue la Spagna deve mantenere il Plan Prever (incentivo a cambiare un veicolo vecchio con uno nuovo), di cui prevede invece la cessazione a gennaio. Ancora, gli spagnoli fanno lo sforzo economico piu' alto per comprarsi la macchina, dopo i portoghesi; i britannici il piu' basso. CINA / Giocattoli pericolosi: Pechino chiude le fabbriche Dopo i vari casi di disturbi sanitari e le campagne internazionali di ritiro delle palline di plastica "Aquadots" e "Bindeez", il Governo di Pechino ne ha proibito l'esportazione e ha posto i sigilli alle fabbriche -ha riferito il 10 novembre l'agenzia di stampa Xinhua. Si parla di 13 bambini, in Usa e Australia, che hanno manifestato malesseri anche importanti dopo aver ingoiato le perline di plastica contenenti butanediolo. Il giocattolo e' dell'azienda australiana Moose Enterprises, che lo ha fatto produrre nella citta' cinese di Shenzhen e che e' stato esportato in una quarantina di Paesi. ITALIA / Per Natale si prevedono consumi in calo Si profila un Natale molto freddo per i consumi. Secondo un'indagine su scala internazionale realizzata da Deloitte, le famiglie italiane taglieranno la spesa di fine anno del 2,8% almeno. Peggio di noi solo la Germania (-3,6%), tra i principali paesi industrializzati, mentre le aspettative sono positive per Gran Bretagna (+7%), Paesi scandinavi (+5,5%), Spagna (+5,1%), Francia (+1,4%). La media dei paesi analizzati nello studio fa segnare un incremento del 3% delle spese per fine anno. IRAN / La censura infierisce sulle donne La Bbc riferisce che i giornali iraniani hanno pubblicato l'elenco dei comportamenti morali inappropriati e quindi perseguibili dalla polizia. Molti dei "vizi" da reprimere si concentrano sull'aspetto occidentale delle donne, come indossare pantaloni corti, camicie trasparenti, un cappello al posto del velo o truccarsi il viso. Di fatto, non e' piu' tollerato che le donne portino un piccolo velo in testa; dovranno provvedere con un foulard che nasconda il viso e il collo e che arrivi almeno fino alle spalle. Negli ultimi sei mesi, migliaia di donne sono state ammonite o fermate per questo motivo. Le autorita' di polizia dovranno anche distruggere pellicole "decadenti" e reprimere il consumo di droghe e alcol. Il 2007 si conferma uno degli anni piu' repressivi che si ricordino dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979. ITALIA / Carta d'identita' elettronica: costera' 25 euro Dopo anni di sperimentazione la carta d'identita' elettronica si avvia alla piena operativita'. E' stato infatti pubblicato il decreto del ministero dell'Interno con le nuove regole tecniche e di sicurezza, per le tessere di riconoscimento che i Comuni dovranno assegnare a chi si presentera' per il rinnovo dell'attuale documento cartaceo. La card elettronica costera' 20 euro, ai quali aggiungere 5,42 euro come diritti di segreteria. ITALIA / Riscaldamento: aumentano le stufe a legna Con il prezzo del petrolio alle stelle che viaggia ormai tra i 95 e i 96 dollari al barile ci si industria per risparmiare. Secondo uno studio dell'Enea, oltre il 24% delle famiglie italiane adoperano abitualmente biomasse (legna, trucioli, scarti di produzione, pellet) per mandare avanti stufe, camini e centrali termiche. Quest'anno, che si annuncia climaticamente rigido, il numero di coloro che sceglieranno di abbandonare il metano (o il costoso gasolio) per passare alle biomasse aumentera' ancora. CINA / Olimpiadi: e' partita la schedatura governativa per 30mila giornalisti stranieri Il Governo cinese sta creando un database con i profili di migliaia di giornalisti stranieri che seguiranno a Pechino i Giochi olimpici nell'estate del 2008. La schedatura conterra' informazioni su circa 30 mila reporter di tutto il mondo e servira' ad impedire che qualcuno tenti di passare come giornalista. Secondo il ministero dell'Informazione, il rischio e' che questi falsi reporter potrebbero trarre in inganno oppure ricattare i soggetti intervistati. CINA / Elastici per capelli da preservativi usati Nella provincia meridionale Guangdong sono in vendita elastici per capelli fatti con preservativi usati. Gli elastici potenzialmente pericolosi vengono commercializzati in numerosi punti vendita e saloni di bellezza delle citta' Dongguan e Guangzhou, riferisce China Daily. Poiche' sono molto piu' convenienti degli altri, il loro successo cresce. I condom riciclati possono pero' ancora contenere batteri e virus, come mette in guardia il giornale. Secondo un dermatologo locale, non si puo' escludere l'infezione di una malattia genitale, Aids inclusa, poiche' le donne hanno l'abitudine di tenere in bocca l'elastico mentre si fanno la treccia o un nodo ai capelli. Intanto, un portavoce governativo ribadisce che riciclare i preservativi e' proibito. NICARAGUA / Ritorno al passato: vietato l'aborto terapeutico L'Assemblea legislativa nicaraguense ha approvato il nuovo Codice Penale che considera reato qualunque tipo d'aborto, incluso quello terapeutico (quando la gravidanza mette a repentaglio la vita della madre). A nulla sono valse le proteste di varie associazioni femministe, che hanno fatto notare come l'aborto terapeutico sia una pratica autorizzata da oltre cento anni nella nazione; il Parlamento si e' fatto portavoce delle istanze delle Chiese cattolica ed evangelica, e ha votato per eliminare la deroga inserita nel vecchio Codice. USA / Azione giudiziaria collettiva contro Sanofi Un gruppo di avvocati statunitensi ha annunciato l'avvio di una "class action" contro il laboratorio francese Sanofi-Aventis, per presunte informazioni ingannevoli fornite agli investitori sulle prospettive del suo farmaco antiobesita' Acomplia. Lo studio Coughlin Stoia Geller Rudman & Robbins LLP ha precisato d'agire per conto di un investitore istituzionale e d'aver depositato la denuncia presso una Corte dello Stato di New York. Acomplia, presentato come prodotto "bomba", lo scorso giugno s'era visto negare l'autorizzazione alla vendita in Usa da un comitato di esperti. La direzione di Sanofi non ha commentato l'azione giudiziaria, ma si e' affrettata a dire che Acomplia ha ricevuto il via libera dall'Unione europea. ITALIA / La fedelta' degli italiani ai supermercati si vede dalle 'carte' Il 75% degli italiani possiede almeno una carta fedelta' e il 38% delle famiglie che fanno acquisti nei supermercati e ipermercati ne usa tre o piu'. Super e ipermercati si affidano in modo massiccio alle card: Coop Italia ha emesso finora 6,2 milioni di carte fedelta' e supera largamente i concorrenti: 3,8 milioni quelle griffate Interdis, 3,3 quelle Conad, 3,5 quelle Esselunga. Le carte fedelta' sono state indicate tra i piu' efficaci strumenti di micromarketing nel convegno organizzato dall'universita' di Parma, dedicato alle iniziative mirate a specifici target di consumatori. FRANCIA / Spesa pagata col cellulare: parte la sperimentazione Pagare con il cellulare al supermercato o in negozi piu' piccoli? In due citta' francesi, Caen e Strasburgo, fra qualche giorno sara' possibile. E se l'esperimento funzionera' i partner coinvolti nel progetto (e le banche sono le piu' entusiastiche in questo senso) vogliono commercializzare il nuovo servizio a livello nazionale dal 2008. La clientela potra' utilizzare per sei mesi il proprio cellulare per pagamenti effettuati presso 200 negozi e supermercati. Un chip per la gestione degli acquisti e' stato inserito nella carta sim del telefonino. Per una spesa inferiore a 20 euro si puo' pagare passando il cellulare su un'apposita macchinetta: la cifra sara' scontata dal conto corrente. Se invece la spesa e' superiore, bisognera' digitare un codice personale sulla tastiera del telefonino. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA ROMA E SICUREZZA. DOPO L'AGGRESSIONE. LETTERA DELL'ADUC A VELTRONI Lettera aperta del segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, al sindaco di Roma, Walter Veltroni. Ecco il testo. Signor Sindaco, Lei amministra la capitale d'Italia da 6 anni e ne ha ancora quattro di governo. In questo periodo si potevano fare e si potranno fare tante cose. Per Lei l'elenco positivo sara' lungo, non lo e' per noi. L'aggressione alla signora Giovanna Reggiani pone un problema ormai sentito dalla stragrande maggioranza dei cittadini: la sicurezza. Dopo questa ennesima violenza, Lei ha detto "Ora basta". Perche' ora? Perche' non prima, perche' non sempre? Cosa c'entra la tolleranza con il lassismo? Le bidonville di stampo sudamericano (si' chiamamole cosi' e non insediamenti abusivi), erano note da tempo. Vivere da bestie, spesso, fa comportare da bestie. Quali sono le sue proposte in merito? In questi giorni e' piovuto e Roma si e' trasformata in una succursale di Venezia. Possibile che in 6 anni di governo Lei non sia riuscito neanche a far sturare tombini e caditoie? Roma e' una citta' sporca. Se ne sono accorte anche le associazioni ambientaliste a Lei vicine. Sono aumentate le tasse per il servizio di nettezza urbana ma i risultati sono del tutto insoddisfacenti. Cosa propone? Le strade della capitale d'Italia assomigliano al formaggio groviera, sono piene di buche. Come vuol porre rimedio? La mobilita' a Roma e' al collasso, i mezzi pubblici, quando ci sono, paralizzati. Che intende fare? Potremmo continuare a lungo. Sono 6 anni che Lei e' in luna di miele con i media. Ci ha fatto caso? Quando si denuncia un problema il riferimento e' al Comune, quando si elogia un evento si fa il Suo nome. Si sa le adulazioni fanno piacere a tutti ma Lei e' un amministratore che deve far funzionare una citta' e dare servizi ai cittadini. Aspettiamo (per quanto?) i risultati. Obiezione di coscienza e mala sanTita' Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=199033 CLASS ACTION. NO ALL'EMENDAMENTO MANZIONE IN FINANZIARIA. NO ALL'ORDINE DEL GIORNO CHE FAREBBE PIAZZA PULITA DELLE DIFFERENZE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali L'emendamento del senatore Roberto Manzione in Finanziaria per l'introduzione della class action e' pericoloso. Introdurrebbe si' l'azione collettiva giudiziaria, ma in una forma che creerebbe una nuova casta di privilegiati in grado di adire in giudizio, con relativi vantaggi economici e di potere dei medesimi a svantaggio di tutti gli altri. La discussione sulle varie pdl e' gia' avviata, per cui anche la trasformazione dell'emendamento in un ordine del giorno, come auspicato da alcune parti, non ha senso: il Governo ha gia' una propria proposta di legge, e con l'eventuale ordine del giorno si farebbe piazza pulita delle diverse posizioni sulla class action che ci sono in maggioranza e in Governo, diverse posizioni che sono fondamentali per arrivare ad una eventuale mediazione e non accettare in blocco la pdl del Governo. Inoltre occorre che sulla class action si possano e si debbano trovare maggioranze ben oltre gli schieramenti di opposizione e di governo: cio' che si andrebbe ad approvare e' cosi' importante per l'affermazione dei diritti dei consumatori e per una modifica a 180 gradi dell'attuale modello di contenzioso tra grandi aziende e consumatori, che tutti i parlamentari e tutti i gruppi e' bene che ne siano coinvolti, cosa che non accadrebbe sicuramente in sede di voto alla Finanziaria. Le norme del sen. Manzione sono quelle proposte dal Governo e prevedono che l'azione giudiziaria collettiva sia utilizzabile solo dalle camere di commercio, dalle associazioni professionali e da un numero ristretto di associazioni dei consumatori finanziate dallo Stato. Per ottenere il rimborso –a causa collettiva vinta- e' previsto che ogni singolo partecipante promuova una causa individuale. Inoltre non vengono fornite indicazioni sullo svolgimento del processo, facendo intendere un necessario successivo intervento del ministero della Giustizia. L'argomento e' dibattuto a diversi livelli, tant'e' che ci sono altre quattro proposte di legge –tutte della maggioranza (1)- che, facenti tutte riferimento alla mia (2), redatta in collaborazione con l'associazione di consumatori Aduc, prevedono che chiunque, dietro accettazione del magistrato, possa adire la causa collettiva (singoli cittadini e le centinaia di associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno). Il rimborso avverrebbe automaticamente alla fine della medesima causa grazie ad uno specifico curatore amministrativo nominato ad hoc. Tutta la fase processuale, per impedirne anche gli abusi, e' disciplinata. (1) Fabris-Udeur, Pedica-IdV e Grillini-Ds/Ulivo (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 PREZZI: IL PANE COSTA TROPPO? FACCIAMOLO IN CASA A MENO DI MEZZO EURO AL KG Fare il pane in casa costa meno di mezzo euro al kg, esattamente 0,42 euro, a fronte di un prezzo medio dal fornaio di 2,5 euro al kg, il che significa un aumento del 462%. Farina, acqua, lievito e forno produrranno un kg di pane fragrante e soffice. Difficile? No, perche' l'impasto si puo' fare la mattina e lo si lascia lievitare avvolto in panno, magari vicino al termosifone. La sera il prodotto e' pronto per essere messo in forno, et voila', dopo 20 minuti si tira fuori un bel pane profumato e croccante. Certo, ci vuole un po' di tempo ma non piu' di un quarto d'ora. Vale la pena? Provare per credere! IMMIGRAZIONE. LA VENDETTA Riportiamo un articolo pubblicato oggi sul settore specifico "Immigrazione" del sito dell'Aduc. Pietro Yates Moretti commenta i fatti recenti in cui sono coinvolti immigrati rumeni. Armati di coltelli, dieci criminali, sicuramente italiani, sono andati a caccia di rumeni. E cos'altro potevamo aspettarci? "In Southfolk, N.Y., un uomo che urlava 'lo faccio per il mio Paese' ha cercato di investire una donna pachistana con la sua auto. In Gary, Indiana, un uomo con una maschera da sci ha fatto fuoco con il suo fucile d'assalto su un benzinaio di origine yemenita". Questo e molto altro battevano le agenzie di stampa americane il 13 settembre 2001. In molti allora si resero conto che alzare i toni della retorica anti-araba era un gioco pericoloso che non poteva rimanere senza conseguenze. Sicuramente non se ne accorsero a sufficienza. Oggi, per un fatto orribile, ma che certo non e' paragonabile in niente alla tragedia delle torri gemelle, in Italia si alimenta quella stessa fobia, stavolta diretta agli immigrati. Lo si fa un po' perche' da popolo di emigranti ci stiamo ancora faticosamente trasformando in popolo di immigrati, e un po' di piu' perche' cosi' si attraggono lettori ed elettori. Il giorno dopo l'aggressione, quando la donna era ancora in coma, un quotidiano aveva aperto dandola gia' per morta, "uccisa", cosi' da poter titolare "Sicuri da morire" -un ovvio riferimento al "pacchetto sicurezza" appena approvato dal Governo. E cosi' si apre l'odiosa pantomima di accuse reciproche fra schieramenti politici e di provvedimenti d'urgenza, spettacolo da prima pagina che affoga ogni genuino sentimento ispirato dall'insensata tragedia. In questo baccano, il rumeno violento ed assassino -sempre che sia stato lui, non piccolo particolare- diviene emissario di un nemico ben piu' potente, che ci invade e ci aggredisce ogni giorno. Non importa che egli abbia agito da solo, senza apparente motivo se non quello che spinge molti, moltissimi italiani a commettere crimini altrettanto violenti. Come il benzinaio arabo agli occhi dell'improvvisato cittadino-soldato, ogni rumeno diventa parte della stessa minaccia. E' in questo cruciale passaggio di trasformazione della colpa individuale in collettiva che si consuma uno dei fenomeni piu' pericolosi per lo Stato di diritto. E che questo passaggio stia gia' avvenendo non ce lo dimostrano solo i dieci pugnalatori, o il linguaggio di una certa parte politica interessata, ma anche le parole di coloro che apparentemente invitano alla pacifica convivenza. "No alle vendette", ha dichiarato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, forse convinto di dire cosa buona e giusta. Ma la vendetta, per definizione, e' la rivalsa delle vittime sugli aggressori. Definire "vendetta", seppur per condannarla, l'aggressione di quei dieci balordi, significa riconoscere loro uno status di vittime che non c'e', se non per una forma perversa di solidarieta' nazionalista. Vendetta che puo' essere tale solo se rivolta contro il carnefice, ma che in questo caso non ha legame alcuno con i tre connazionali attaccati se non -appunto- la provenienza. La colpa individuale e' gia' colpa collettiva, e non solo agli occhi di qualche rumoroso xenofobo. LA CLASS ACTION DI MARIO MONTI. DOVE IL CONSUMATORE E' UN SUDDITO L'editoriale di oggi del quotidiano "Corriere della Sera" e' affidato all'economista Mario Monti e tratta un argomento che ci sta molto a cuore, quello della class action. Titolo: "L'inazione collettiva"; occhiello: "Class action, consumatori e politica debole". E' istruttivo leggerlo: http://www.corriere.it/editoriali/07_novembre_04/mario_monti_class_action_inazione_collettiva.shtml. Per cui chi volesse approfondire, anche per capire meglio le nostre critiche e il nostro stupore, e' invitato a farlo: e' il barometro della situazione che si sta delineando in materia. Preambolo. I senatori Roberto Manzione e Willer Bordon hanno presentato in commissione Giustizia unemendamento perche' la class action sia parte della Finanziaria, nella versione proposta dal Governo e da noi osteggiata (1). Convinti a trasformare l'emendamento in ordine del giorno [evento da noi giudicato in modo altrettanto negativo (1)] pare che lo ripresenteranno in aula in Senato. Fatto. L'ex-commissario Ue Mario Monti si rammarica che la Finanziaria non potra' velocemente veicolare l'azione giudiziaria collettiva e mette le mani avanti contro quelli che lui reputa essere pericoli per l'economia se il testo che forse un domani diventera' legge sara' sul modello americano e non su quello che viene chiamato modello europeo (francese, ricorda Monti). Ovviamente –secondo l'economista- negli interessi di una economia che deve liberarsi dal "divide et impera" come modello di governo. Con rammarico registriamo questa presa di posizione avulsa da cio' che, a nostro avviso, sta accadendo nel nostro sistema economico, civico ed istituzionale. Il modello di class action che difende Monti e' quello delle azioni giudiziarie adite solo da alcune corporazioni, in dispregio all'art.24 della Costituzione (il diritto del singolo cittadino ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi), e quello di una class action dove, a sentenza positiva, per avere il rimborso ogni singolo deve intentare a sua volta un'azione di risarcimento (ipotizzare che per avere un rimborso tra class action e causa individuale successiva occorreranno forse venti anni, non ci sembra azzardato). A cosa serve questa innovazione che lo stesso Monti sottolinea come importante e destabilizzante dell'attuale assetto dei poteri economici? Cosi' come vuole Monti –e il Governo- serve solo a buttare fumo negli occhi, consegnando il potere di ognuno nelle mani di pochi, stracciando la Costituzione e ingigantendo a dismisura il divario della fiducia tra cittadino e istituzioni: se queste ultime rappresentano sempre un ostacolo al proprio diritto, per quale motivo il buon cittadino deve solo prestare l'altra guancia e non, per esempio, "vendicarsi" con l'evasione fiscale? Noi, grazie all'on. Donatella Poretti (Rnp) abbiamo ipotizzato un'altra class action (2) siamo stati "copiati" dalle proposte di legge dell'Italia dei Valori, Udeur e del neo-socialista Franco Grillini. Abbiamo cercato di comprendere uno dei maggiori problemi di sfascio della nostra economia e del nostro Stato, cioe' l'impunita' delle grandi aziende di servizi e prodotti e l'impossibilita' –strutturale e oggettiva- della giustizia di farvi fronte: chiunque puo' adire la class action e il giudice decide se accettarla o meno, rimborsi automatici a fine sentenza per chiunque, anche non presente in giudizio, abbia ricevuto un danno dall'illegalita' sanzionata, nonche' regole precise per tutte le fasi processuali –cosa totalmente assente dal progetto governativo, per cui si presuppone un ulteriore normazione. La nostra impressione e' che Mario Monti non abbia ancora colto l'innovazione dell'introduzione della class action. Non solo sanzionare i comportamenti illegali (ammesso che la class action del Governo portera' a qualche sanzione...), ma introdurre una nuova cultura economica e giudiziaria, tipica di un regime di liberta' economiche e civili: il consumatore non piu' come soggetto passivo, quindi suddito, ma punto centrale di tutta l'economia, degli attori che la determinano e di quelli che la normano. E -non ce ne voglia Mario Monti- ma in democrazia chi e' al centro non puo' essere un pagliaccetto stiracchiato da una parte all'altra, ma un soggetto con diritti precisi che, per affermarsi, non devono veicolarsi attraverso le corporazioni; un soggetto che, oltre a consumare, col voto sceglie anche chi deve fare le regole. Vincenzo Donvito, presidente Aduc (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=199043 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 VINO NOVELLO: TANTA PUBBLICITA', TANTA MODA E.... E' tempo di vino novello. In principio era il beaujolais nouveau, presentato contemporaneamente in tutto il mondo, con una accorta campagna pubblicitaria che l'ha lanciato sul mercato, ora arriva anche il nostro vino novello (da oggi, 5 novembre). La maggioranza dei produttori e' in Toscana, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Sardegna, che riempiono 17 milioni di bottiglie, per un giro di affari di circa 80 milioni di euro; un affare per un vino che ha due mesi di vita, viene vinificato in assenza di aria, per estrarre pigmenti e aromi dalle bucce. E' piuttosto profumato, leggero, poco acido e gradito al pubblico giovanile e femminile, ma soprattutto consente incassi immediati ai viticoltori e ai commercianti, con pochi costi. Quello che ci lascia perplessi e' la qualita' delle uve, che spesso non sono le migliori perche' sono quelle che non consentono l'invecchiamento, l'affinamento e lo stoccaggio del vino. E' una bella operazione commerciale per un vino che venne definito un dopobarba, cioe' una miscela di alcol e profumi. Il costo medio della bottiglia e' di circa 5 euro ma le abbiamo viste lo scorso anno anche a 8 euro, il che ci pare eccessivo. Noi preferiamo il vino con qualche anno di invecchiamento. Il mondo in pericolo ecologico Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=199500 899 E BOLLETTE GONFIATE. L'ANTITRUST UFFICIALIZZA LA SOSPENSIONE DEL QUIZ TELEVISIVO DELLA SOCIETA' POLACCA Ci e' pervenuta la comunicazione dell'Antitrust che ufficializza la sospensione del "Quiz … one", il giochino che imperversava su molti circuiti di tv private (Canale Italia, Tele Capri, La 9 e una miriade di altre). Dopo l'apertura dell'istruttoria , l'Authority ha ritenuto pertinenti le osservazioni da noi proposte nella nostra segnalazione [1]. Scrive l'Antitrust. -Considerato il modo artificioso con cui vengono formulate le domande al pubblico … che lascia supporre che il telequiz non sia altro che un modo surrettizio per incrementare il volume del traffico telefonico della societa' polacca P.B.U. Natmar SP z.o.o., nonche' delle societa' italiane intestatarie dei numeri 899 27 27 26 e 899 90 20 60, rispettivamente la Credits Secuity consultants srl e Consulform srl. -Considerato che, gia' ad un prima delibazione, i messaggi appaiono idonei a configurare una fattispecie di pubblicita' ingannevole… -Delibera la sospensione provvisoria del messaggio pubblicitario. A questa misura seguira' una decisione definitiva dell'Antitrust in merito all'ingannevolezza e all'ammontare dell'eventuale sanzione. Analoga decisione era stata adottata dall'Antitrust a proposito di un'altra societa' [2]. Questi provvedimenti vanno nella giusta direzione. Purtroppo questi pseudo quiz ora vanno in onda anche su una rete nazionale come Italia 1. L'Antitrust ha ora i poteri necessari per intervenire di sua iniziativa, che li usi. [1] http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=195336 [2] http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=197295 CELLULARI: ARRIVA L'ANTISQUILLO Contro gli squilli sul treno, al ristorante, al cinema, arriva l'anti-cellulare. Si tratta di un gadget che disabilita i telefonini nel raggio di una decina di metri mandando un segnale radio cosi' potente che copre e impedisce di comunicare con le torri della telefonia mobile. La tecnologia non e' nuova, solo che negli Stati Uniti e' illegale. Cio' nonostante le richieste negli ultimi tempi sono nell'ordine di centinaia ogni mese, secondo il New York Times. Modelli da 50 dollari a parecchie centinaia. Alcuni modelli possono essere lasciati sempre accesi, il raggio d'azione varia in relazione al prezzo: da pochi metri ad alcune decine. Negli Usa le frequenze dei cellulari sono protette come le onde radio o tv. Anche in Italia si e' posto il problema del disturbo dei cellulari nelle piu' varie situazioni. Non e' piacevole sentire ripetuti squilli durante un concerto, a teatro, al cinema o semplicemente in uno scompartimento ferroviario. Il problema si potrebbe risolvere con l'educazione ma il rispetto degli altri non e' pratica diffusa nel nostro Paese, cosi' e' probabile che dagli Usa arrivino gli "antisquillo". ROMA E SICUREZZA. DOPO L'AGGRESSIONE. SECONDA LETTERA A VELTRONI Seconda lettera aperta del segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, al sindaco di Roma, Walter Veltroni. Ecco il testo. Signor Sindaco, sul New York Times, inserto dei libri, Ingrid D. Rowland, scrive "E' triste constatare che la Roma del 2007 e' un posto meno sicuro e meno piacevole da vivere (e visitare) di quanto lo fosse cinque o sei anni fa (quando Lei fu eletto sindaco). Droghe e violenza sono adesso piu' evidenti che negli "anni di piombo" degli anni '70 e '80... Roma e' ora nelle mani di un sindaco la cui vocazione e' altrove. Volenteroso e pronto a dare spettacolo. Servirebbe a Roma un sindaco con la vocazione e l'umilta' di fare quanto non fa notizia ma e' comunque essenziale: pavimentazione, sorveglianza, pulizie, riparazioni..." All'inizio del Suo mandato le inviammo una lettera ricordando le cose da fare, che sono quelle richiamate dalla Rowland. Ci rispose che aveva trasferito la missiva agli assessori competenti. Oggi, a 6 anni di distanza dalla Sua elezione, il New York Times le ricorda quello che Le scrivemmo. C'e' voluta una tragedia per rammentarLe che a Roma, oltre ai red carpet, ci sono le favelas. Lei ha ancora davanti 4 anni di governo capitolino. Puo' farcela. I cittadini attendono. RSA: IN ARRIVO IL DDL DEL GOVERNO MA CHI PAGA LE RETTE? ATTENZIONE AI SOGGETTI DEBOLI. INTERROGAZIONE A FERRERO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Il ministro per la Solidarieta' Sociale ha oggi risposto ad una mia interrogazione in XII commissione che chiedeva chiarimenti su un disegno di legge del ministero che affronta, tra l'altro, l'argomento delle Rette di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziale (RSA). Secondo la vigente normativa la spesa relativa al loro pagamento per soggetti con handicap permanente grave o ultra-sessantacinquenni non autosufficienti e' ripartita per il 50% a carico del S.S.N. (Servizio Sanitario Nazionale) e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali. Di fatto e come piu' volte segnalato anche dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), numerose famiglie che devono far soggiornare un proprio congiunto in una RSA, sono costrette illegittimamente a pagare l'intera spesa richiesta o a vedersi negato il rimborso di quanto indebitamente pagato nonostante la legge 328/2000 preveda che i Comuni possano chiedere un contributo percentuale secondo i parametri ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) riferiti alla "situazione economica del solo assistito". I Comuni, al contrario, richiedono il pagamento dell'intero 50% della retta, che per legge dovrebbe essere da loro pagata, giustificandosi con i motivi piu' assurdi, come l'assenza dei regolamenti comunali finalizzati ad individuare la situazione economica dell'assistito o la mancata adozione di un d.p.c.m. (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) finalizzato ad "evidenziare la situazione economica del solo assistito". Gia' in risposta ad una mia precedente interrogazione (atto camera n. 5-00952) (1) il ministro aveva preannunciato un disegno di legge che avrebbe disciplinato la materia senza incorrere piu' in dubbi interpretativi e oggi lo ha confermato. Se, infatti esistono sentenze del Tar e della Cassazione a favore della compartecipazione al pagamento della retta con riferimento al reddito del solo assistito, ne esistono altre che dichiarano il contrario. E' quindi piu' che opportuno che si affronti il problema con una legge che prenda una posizione univoca su questo tema. Dichiarandomi parzialmente soddisfatta della risposta, ho ribadito che la direzione che il ddl dovrebbe prendere e' del pagamento delle rette in considerazione del reddito del solo assistito e non, come previsto nel ddl, facendo calcoli che potrebbero chiamare in causa anche quelli dei familiari di primo grado. Un provvedimento del genere potrebbe facilmente mettere in difficolta' i soggetto deboli, gli assistiti, rispetto alla burocrazia dei comuni e delle ASL. Coloro che ricorrono alle RSA non sono mai cosi' benestanti, altrimenti se ne andrebbero nelle strutture private. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=176300 il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=199698 COMMISSIONE DI RINEGOZIAZIONE DELLO SPREAD! I CLIENTI UNICREDIT RIFLETTANO Quando sono costrette, sempre e solo da una legge, ad abbassare gli oneri a carico della clientela, le banche cercano immediatamente di riprendersi con la sinistra cio' che devono sborsare con la destra, e gia' che si trovano magari anche qualcosa in piu'. Ad esempio, le nuove disposizioni sui mutui agevolano i clienti che vogliono cambiare ma hanno anche l'effetto di spingere a rinegoziare le condizioni del mutuo in essere. Un cliente di Unicredit Banca ha cercato di rinegoziare le condizioni del proprio mutuo, piu' precisamente di abbassare lo spread (la maggiorazione sul tasso Euribor, che costituisce il guadagno per la banca) e si e' visto indicare nel preventivo un addebito pari all'1% del capitale residuo a titolo di "Commissione di rinegoziazione dello spread"! Dobbiamo ammettere che l'inventiva delle banche e' unica. All'ideatore di questa voce di costo vanno i miei personali complimenti. I clienti Unicredit, invece, faranno bene a riflettere. CLASS ACTION. DOPO L'OK DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA AL TESTO DEL GOVERNO CHE NON RISPETTA LA COSTITUZIONE, LA LOTTA E' PIU' DURA La Commissione giustizia della Camera ha accolto il testo base proposto dal relatore Maran sulla class action, cioe' il testo del Governo. Non ci sentiamo per niente di condividere l'entusiasmo del presidente di questa commissione, l'on. Pino Pisicchio, che sostiene si tratti di un testo che raccoglie le indicazioni emerse dall'impegnativo ciclo di audizioni tenuto intorno al tema, dalle proposte di legge e dal disegno di legge Bersani. Non lo condividiamo perche' la commissione ha voluto solo tener conto di una campana, cioe' quella della Confindustria, dell'Abi, delle grandi aziende di prodotti e servizi e delle proposte di legge che ricalcavano il passo a quella del Governo. Oltre a questo erano stati auditi anche altri soggetti (noi tra questi – nota 1) che avevamo evidenziato i pericoli di una simile proposta di legge, cosi' come altre proposte di segno opposto erano strate presentate, quattro tra cui anche la nostra a prima firma dell'on. Donatella Poretti (2). Il modello di class action che approvato oggi e' quello delle azioni giudiziarie adite solo da alcune corporazioni, in dispregio all'art.24 della Costituzione (il diritto del singolo cittadino ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi), e quello di una class action dove, a sentenza positiva, per avere il rimborso ogni singolo deve intentare a sua volta un'azione di risarcimento (ipotizzare che per avere un rimborso tra class action e causa individuale successiva occorreranno forse venti anni, non ci sembra azzardato). Secondo la nostra proposta chiunque invece puo' adire la class action e il giudice decide se accettarla o meno. I rimborsi sono automatici a fine sentenza per chiunque, anche non presente in giudizio, abbia ricevuto un danno dall'illegalita' sanzionata: Inoltre sono previste regole precise per tutte le fasi processuali –cosa totalmente assente dal progetto governativo, per cui si presuppone un ulteriore normazione. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=162840 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 RISCALDAMENTO E TERMOSIFONI MODIFICATI Inizia la stagione fredda e subito sorgono problemi. E' noto che la ripartizione delle spese di riscaldamento per un impianto centralizzato avviene per tabelle millesimali, nelle quali sonno riportati i valori proporzionali relativi alle singole unita' immobiliari e che determinano il contributo alle spese. Uno degli elementi di calcolo riguarda la superficie radiante dei termosifoni: se tale superficie cambia, anche la quota da versare dovra' essere corretta. Motivo di litigio tra i condomini (tra i mille possibili) e' proprio la sostituzione dei termosifoni senza che siano state aggiornate le tabelle millesimali. Per correttezza chi effettua tale operazione dovrebbe informare l'amministratore del condominio ma, visto che i furbi abbondano, puo' succedere che non ne faccia nulla. In questo caso gli altri condomini possono chiedere all'amministratore di effettuare un nuovo calcolo, ridistribuendo le spese di riscaldamento. Nel frattempo, in via provvisoria, l'assemblea condominiale puo' modificare le tabelle millesimali e permettere la riscossione dei contributi a titolo di acconto salvo conguaglio successivo. Sicurezza pubblica e privata Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=199721 ICI/CHIESA. NON SIAMO TUTTI UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE. PERCHE' STUPIRSI DI FRONTE ALL'EVASIONE FISCALE? Il voto di ieri al Senato che ha bocciato l'emendamento del sen. Gavino Angius perche' la Chiesa cattolica, al pari di qualunque altra persona/azienda Italiana, pagasse l'Ici sulle attivita' lucrative che svolge, e' una conferma. 288 voti contrari (di cui 48 astenuti ma e' come se fossero contrari) e 12 a favore. Maggioranze che il nostro Senato non si sognerebbe neanche nell'eventuale riconferma del finanziamento pubblico ai partiti o per il canone/tassa della Rai. La conferma e' nel fatto che i nostri eletti non rappresentano gli italiani, ma sono gli schierani di alcuni capi-partito che si sono fatti una legge elettorale per eleggere non i rappresentanti del popolo ma per l'appunto i loro "bastoni" di partito. Per questo appare anche surreale il gioco di maggioranza e opposizione perche', li' dove i privilegi devono essere mantenuti, tutti si ricompattano. Non stiamo parlando di un nostro presunto anticlericalismo o avversione alla Chiesa romana, ma semplicemente di cio' che gli italiani pensano. E' proprio di ieri un sondaggio di "Publica Res-Sgw" in cui si evidenzia che, tra le tasse piu' malviste dagli italiani, il primo posto spetta al canone/tassa della Rai e all'Ici. E se a quest'ultima, oltre all'avversione per la sua illogicita', ci aggiungiamo anche che alcuni solo perche' si chiamano Chiesa romana, pur lucrandoci non la devono pagare, va da se' che non si sta facendo opera di buon governo della cosa pubblica, ma ci si sta solo spartendo il bottino di cui ci si e' impossessati. Noi ricordiamo ancora questi numeri lapidari -288 contrari e 12 a favore- per sottolineare che non ci stupiremo piu' di tanto quando l'idraulico, venuto a casa nostra per aggiustare un termosifone, ci chiedera' se vogliamo fattura o meno, perche' nel primo caso sono 120 euro e nel secondo sono 80. CENSURA FORUM ADUC. INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PER L'INVIO DI ISPETTORI AL TRIBUNALE DI CATANIA CHE SENTENZIA IN NOME DEL POPOLO VATICANO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Cosa accade al tribunale di Catania? La giustizia come viene amministrata e applicata? Non sara' il caso di inviare degli ispettori, visto che sembra che le decisioni, invece che nel nome del popolo italiano vengono prese in nome del popolo vaticano e per di piu' facendo riferimento ad articoli del codice penale che non esistono piu'? E visto che si sequestrano dei forum di discussione in Internet anche se negli stessi non viene rilevato alcun reato? E' questa la domanda che ho rivolto al ministro Clemente Mastella con un'interrogazione (1). Vediamo i fatti. Nel novembre 2006 la Procura della Repubblica di Catania, su sollecitazione dell'associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, ha sequestrato e censurato integralmente due forum pubblicati sul portale Internet dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), ritenendo sussistente il reato di vilipendio di una confessione religiosa (2). Nell'ottobre 2007 il Pubblico Ministero ha notificato a tre utenti dei due forum altrettanti avvisi di garanzia, individuando in nove frasi -fra le migliaia contenute nel materiale sequestrato- il reato di vilipendio alla confessione religiosa cattolica (ex. artt. 403 c.p.). L'Aduc ha presentato istanza di dissequestro tranne che per le frasi incriminate. Lo scorso 25 ottobre, il Gip di Catania ha rigettato questa istanza con questa motivazione: “ritenuto che il sito web in sequestro contiene espressioni gravi che costituiscono pubblica offesa alla confessione religiosa cattolica ed integrano il delitto di cui all'art. 403 c.p., cio' perche' anche se tale reato risale ad un tempo in cui diverso era il contesto sociale e politico, puo' bene affermarsi che lo Stato accorda ancora alla religione della stragrande maggioranza degli italiani quella protezione che ex art. 406 c.p. tutt'ora accorda agli altri culti ammessi, di minore diffusione.” La motivazione ha dell'incredibile: prima di tutto l'art. 406 c.p. non esiste (abrogato dall'art.10 della legge 85/2006). Inoltre all'articolo 403 c.p. non si fa alcuna distinzione fra culti, benchemeno della "religione della stragrande maggioranza degli italiani" e il vilipendio della religione di stato non e' piu' reato (l'articolo 402 c.p. che lo sanzionava e' stato dichiarato costituzionalmente illegittimo con sentenza Corte costituzionale 20 novembre 2000, n. 508). Comunque, a prescindere dalle valutazioni sulle nove frasi sotto processo, e' gravissimo che due magistrati abbiano mantenuto l'oscuramento su libere espressioni del pensiero non ritenute reato dal PM stesso senza fornire alcuna spiegazione su quella che,ora piu' che mai, appare come vera e propria censura di espressioni legittime che criticano la religione cattolica romana. In altre parole, non solo si sequestrano frasi che potrebbero costituire reato –tutto da dimostrare- ma anche tutte quelle libere espressioni del pensiero che criticano la "religione della stragrande maggioranza degli italiani". Nel dubbio che i magistrati di Catania abbiano sentenziato in nome del popolo vaticano piuttosto che del popolo italiano, insieme agli altri deputati radicali della rosa nel Pugno (3) ho rivolto al ministro della Giustizia un'interrogazione per sapere cosa intenda fare, anche tramite l'invio di ispettori, per ristabilire l'ordine costituzionale pesantemente offeso dalle decisioni dei magistrati di Catania. (1) Il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=199884 (2) http://www.aduc.it/dyn/censura (3) Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco Notiziario cellule Stasminali - LEGGE 40. BASTA CON FINANZIAMENTI A RICERCA PER CONGELAMENTO OVOCITI E' uscito il numero centocinquantadue, anno VI, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_152.html QUIZ TV, NUMERI SPECIALI E BOLLETTE GONFIATE: MEDIASET INGANNA GLI ITALIANI? DENUNCIA ALL'ANTITRUST Dopo averlo pubblicamente segnalato, abbiamo denunciato all'Antitrust [1] la pubblicita' ingannevole di una trasmissione a quiz in onda su Italia 1 in fascia notturna. Il programma pubblicitario, a cura di Rti (Mediaset), in associazione con la "World premium rates srl", e' una televendita. I conduttori formulano domande e sollecitano in modo vigoroso i telespettatori a telefonare per vincere un montepremi variabile da 500 a mille euro. Tutto semplice, in apparenza: telefono, indovino e vinco! Ovviamente non e' cosi'. Intanto la telefonata al numero 163 3001 costa minimo 1,20 euro e questo "dettaglio" compare solo su una scritta scorrevole. Il vero inghippo, pero', si capisce leggendo le regole dal sito [2]. La sintesi del regolamento e': la telefonata non serve per rispondere e vincere il montepremi durante la diretta televisiva, ma solo ad essere ammessi in un fantomatico 'camerino virtuale' per partecipare ad un'assurda selezione che potrebbe portare ad una vincita settimanale. E' questo l'oggetto principale del 'contratto'. L'intero documento e' a questo link: http://www.mediaset.it/brand/italia1/the_box_game/schedaprogramma_2856.shtml?1305 Qui riproponiamo solo un estratto che evidenzia in modo lapalissiano l'ingannevolezza di tutta la televendita: Nel corso del programma sara' data la possibilità agli utenti, risultati i migliori, cioe' coloro che sono rimasti nel camerino virtuale da piu' tempo, di partecipare al programma in diretta telefonica e vincere un premio in caso di risposta corretta. Il numero delle chiamate che passeranno in diretta televisiva varieranno di puntata in puntata a discrezione della società promotrice. Riepilogando. Al telespettatore si lascia intuire una vincita immediata determinata dall'abilita'. In effetti l'oggetto del contratto e' del tutto differente e soggetto a regole non esplicitate durante la trasmissione, neppure per sommi capi. E' vero che al telespettatore viene data la possibilita' di partecipare al quiz in diretta (che e' cio' che dicono i conduttori), ma questa partecipazione e' sottoposta ad una serie di condizioni e soprattutto all'arbitrio/discrezione della società promotrice, che (regolamento alla mano) potrebbe non far passare alcuna telefonata in diretta. L'Antitrust e' gia' intervenuta su casi analoghi, sospendendo la messa in onda di simili programmi da molte tv locali [3]. 'Stupisce' che a riproporli, su un canale nazionale come Italia 1, sia un gruppo come Mediaset, che sicuramente non ha la fame di soldi tipica delle piccole emittenti. 'Stupisce' che Mediaset scelga abilmente anche il prefisso del numero da chiamare: i 163, a differenza degli altri numeri speciali come gli 899, ancora non sono conosciuti dagli utenti come potenzialmente 'pericolosi'. Il regolamento del concorso e' stato depositato, come impone la legge, presso il ministero dello Sviluppo Economico. A seguito di una nostra denuncia, nel settembre scorso, il ministero di Bersani si attivo' per verificare la legittimita' dei finti quiz sulle tv locali, chiedendo la collaborazione di Guardia di finanza, Antitrust, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Polizia postale e Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato [4]. La messa in onda del quiz su Italia 1 e' iniziata ad ottobre. Dobbiamo supporre che l'attivismo del ministero si sia gia' esaurito? O che i vari organismi a cui Bersani ha chiesto aiuto abbiamo inteso alla lettera il richiamo: i controlli vanno fatti solo sui finti quiz trasmessi dalle tv locali, mentre le corazzate nazionali sono padrone di ingannare allegramente gli italiani? [1] Denuncia all'Antitrust: http://www.aduc.it/dyn/tlc/Antitrust_Italia1.pdf [2] http://www.mediaset.it/brand/italia1/the_box_game/schedaprogramma_2854.shtml [3] http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=197295 [4] http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=193926 ALIMENTAZIONE: I CAVOLI. UN ORTAGGIO DI STAGIONE Sara' perche' i bambini nascono sotto il cavolo o l'espressione "fatti i cavoli tuoi" e' piuttosto diffusa, questo ortaggio ha sempre suscitato curiosita'. Evidentemente il cavolo (Brassica oleracea) e' legato all'attivita' sessuale visto che Catone ne consigliava l'uso per curare l'impotenza sessuale. Ne esistono piu' di 400 varieta' (cavolo nero, cappuccio, verza, comune, orientale, cavolini, cavolfiore, ecc.) diffuse in ogni parte del mondo per la grande capacita' di adattamento e perche' nei periodi invernali e' una delle poche verdure naturalmente disponibili. E' ricco in vitamina A, C, acido folico, fosforo, calcio, ferro e potassio. E' considerato un antitumorale per eccellenza per cui viene vivamente consigliato come preventivo. Ha proprieta' antianemiche, cicatrizzanti, emollienti, diuretiche, depurative, vermifughe. Il cavolo e' utilizzato anche nei prodotti di bellezza: combatte l'acne, le scottature solari e aiuta contro le screpolature della pelle Ma un problema c'e' perche' i cavoli sono ricchi di particolari sostanze, i tiocianati, che interferiscono con l'assorbimento dello iodio in persone che hanno problema di funzionalita' tiroidea. L'altro aspetto e' l'odore sgradevole che si produce quando si cuociono. Infatti, i tiocianati si decompongono formando diversi composti maleodoranti e piu' si procede nella cottura maggiore risulta la produzione di queste sostanze. La soluzione? Cuocere di meno la verdura cosi' si ottengono due risultati: meno odori sgradevoli e minor perdita di sostanze nutrienti. CANONE RAI. ESENZIONE AGLI 'OVER 75'? UNA PRESA IN GIRO Abolito il canone Rai per gli "over 75". Questo il risultato di una lunga trattativa fra senatori che ha dato il via libera all'approvazione di un emendamento in tal senso alla legge Finanziaria. Si era espresso favorevolmente addirittura il direttore generale della Rai, Claudio Cappon. Insomma, apparentemente, la Rai ed i partiti politici che se la spartiscono sembrerebbero finalmente essersi accorti della tassa piu' odiata dagli italiani. Ma a veder bene cosa prevede questo emendamento, ci si accorge che si tratta di microscopiche briciole. E non poteva che essere cosi', vista l'insolita generosita' con cui tutte le parti coinvolte, solitamente interessate a rimpinguare le finanze della Rai, hanno agito. Vediamo perche': 1. L'aspettativa media di vita in Italia e' di 76 anni per gli uomini ed 82 per le donne. In altre parole, l'uomo italiano medio potra' beneficiare dell'esenzione solo nell'ultimo anno della sua vita. Piu' generosa invece l'esenzione per le anziane. 2. Il reddito degli anziani in questione, compreso quello del coniuge, non deve superare 561,46 euro mensili. In altre parole, gli anziani dovranno essere vedovi o divorziati, ed usufruire al massimo della pensione minima. Un centesimo in piu' rispetto a quel "minimo vitale" e niente esenzione. 3. Il canone e' abolito esclusivamente per coloro che non hanno conviventi. In altre parole, se l'anziano ha una badante o vive con un figlio, dovra' continuare a pagare il canone. 4. Il canone e' abolito esclusivamente per l'"apparecchio televisivo ubicato nel luogo di residenza". Se quindi l'anziano e' domiciliato in luogo diverso dalla sua residenza, o se ha un computer o un cellulare di nuova generazione (apparecchi non televisivi, ma soggetti comunque alla tassa perche' "atti o adattabili" alla ricezione dei programmi TV), dovra' continuare a pagare il canone. Insomma, appare evidente che l'esenzione riguarda poche centinaia o al massimo poche migliaia di persone. Meglio di niente, e' vero, ma e' bene sapere come stanno le cose per non farsi abbagliare dai facili entusiasmi. Continua la nostra battaglia per l'abolizione del canone Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai LIBERTA' D'ESPRESSIONE, STATO E CERTEZZA DEL DIRITTO. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Caro Presidente, siamo a scriverLe nella speranza che le Istituzioni, in cui ostinatamente vogliamo continuare a credere, possano porre rimedio ad una grave violazione del diritto costituzionale alla libera manifestazione del pensiero ad opera delle Istituzioni stesse. Le chiediamo solo pochi minuti del Suo tempo e, qualora non riuscissimo a convincerLa della necessita' di un Suo intervento, riterremo quale unico responsabile la nostra inadeguatezza nel comunicarLe l'urgenza dei fatti. La nostra associazione ospita forum di discussione sul proprio sito Internet, interamente dedicato alla difesa dei diritti dei cittadini consumatori. I forum ("Di' la tua"), con una media attuale di 3-400 messaggi al giorno, non sono moderati e non prevedono l'iscrizione o la registrazione dei partecipanti. Sono liberi e dissertano di tutte le attualita' sociali, religiose, economiche e politiche. Ci permettiamo di non pubblicare solo quegli interventi che sono palesemente fuori tema (ad esempio messaggi di spam), o che manifestano un vero e proprio intento di provocare violenza su qualunque persona o cosa. Questa nostra scelta di non moderare i forum significa dare spazio a tutte le libere espressioni del pensiero, anche quelle che potremmo ritenere sbagliate e persino aberranti. Questo perche' la liberta' di espressione e' per noi un valore infinitamente superiore alle nostre singole opinioni e nozioni di decoro. I fatti. Nel novembre 2006 la Procura della Repubblica di Catania, su sollecitazione dell'associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, ha sequestrato e censurato integralmente due forum titolati “GESU E” e "LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA", ritenendo sussistente in essi il reato di vilipendio di una confessione religiosa. All'epoca ci siamo opposti al sequestro, ma senza successo. Poi, nell'ottobre 2007 il Pubblico Ministero ha notificato a tre utenti dei due forum altrettanti avvisi di garanzia, individuando in nove frasi –fra le migliaia contenute nel materiale sequestrato- il reato di vilipendio di una confessione religiosa, ex articolo 403 del codice penale. Di seguito, abbiamo nuovamente presentato al Pubblico Ministero, dott. Lombardo, istanza di dissequestro dei due forum, ad eccezione delle nove frasi incriminate, frasi che dovranno comunque essere valutate dalla magistratura giudicante. Questo perche' e' evidente che per poche frasi non e' giustificato il sequestro di altre centinaia e centinaia di legittime espressioni del pensiero, espressioni che lo stesso PM non ha ritenuto di poter incriminare. Ma in data 25 ottobre 2007, il Gip di Catania, dott. Sebastiano Cacciatore, ha rigettato l'istanza di dissequestro con la seguente motivazione che La preghiamo, caro Presidente, di leggere attentamente: “ritenuto che il sito web in sequestro contiene espressioni gravi che costituiscono pubblica offesa alla confessione religiosa cattolica ed integrano il delitto di cui all'art. 403 c.p., cio' perche' anche se tale reato risale ad un tempo in cui diverso era il contesto sociale e politico, puo' bene affermarsi che lo Stato accorda ancora alla religione della stragrande maggioranza degli italiani quella protezione che ex art. 406 c.p. tutt'ora accorda agli altri culti ammessi, di minore diffusione.” E' da notare, come prima cosa, che l'articolo 406 c.p. non esiste, in quanto abrogato. La motivazione appare quindi viziata da macroscopico errore in diritto. Ma anche ove l'articolo in questione fosse tutt'ora in vigore, appare evidente che l'ordinanza del Gip giustifica la censura non gia' di poche frasi incriminate, ma anche e soprattutto delle rimanenti libere e legittime espressioni del pensiero contenute nei due forum perche' offenderebbero –anche senza violare legge alcuna- la "religione della stragrande maggioranza degli italiani". Ne va da se', Signor Presidente, che siamo in presenza di un provvedimento illegittimo ed infondato che va a colpire quel diritto costituzionale di cui siamo a scriverLe. Forse non molti sono in grado di apprezzarlo, ma l'apparente "offensivita'" di cui sono accusati alcuni interventi sui nostri forum, ha molti difetti, ma anche alcuni straordinari pregi. Prima di tutto il merito storico, in quanto chi in futuro vorra' capire l'Italia –tutta- di oggi lo potra' fare molto meglio leggendo questi liberi forum piuttosto che quelli filtrati ad immagine e somiglianza dei loro moderatori. Basti pensare alle preziose testimonianze, talvolta anche "oscene", lasciateci dagli abitanti di Pompei sui muri delle loro abitazioni. Per capire, ad esempio, se in questo momento storico di massicce migrazioni siamo davvero tolleranti o se invece siamo anche un po' razzisti e xenofobi, basta leggere alcuni nostri forum, senza dover svolgere costosissimi sondaggi o orecchiare conversazioni di piazza. Le obiezioni e le opinioni, anche quelle che riteniamo piu' sbagliate ed offensive, ci aiutano a capire e gestire le tensioni create dal fenomeno migratorio, tensioni che mettono a rischio il processo di integrazione e la convivenza civile. Questi forum rispecchiano molto fedelmente la nostra societa', anche quella parte che forse non vorremmo vedere, e pertanto sono utili a chi sente la necessita' di cambiare le cose. Stiamo gia' predisponendo il ricorso in appello avverso l'ordinanza del Gip, e siamo pronti a batterci in tutte le sedi appropriate, fino alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nonostante le notevoli spese che questo comporta ad un'associazione autofinanziata come la nostra. Ma come e' noto, i tempi della giustizia sono lenti, lentissimi, e potranno passare molti anni prima che si ponga rimedio ad una grave lesione del diritto umano, prima ancora che costituzionale, alla liberta' di pensiero. E questa ferita diviene sempre piu' profonda ogni ora, ogni giorno in cui quelle libere espressioni rimangono oscurate. Convinti delle nostre ragioni e ben consapevoli delle conseguenze, siamo pronti a violare l'ordinanza del Gip per difendere e riaffermare un diritto superiore. Ma prima di fare questo, e' nostro dovere esaurire ogni tentativo per permettere alle Istituzioni stesse di rimediare ad i propri errori. Inoltre, anche due interrogazioni parlamentari presentate alla Camera dei Deputati (una lo scorso novembre 2006) non hanno avuto alcuna risposta da parte dei ministeri competenti. Voltaire famosamente scriveva: "disapprovo tutto cio' che dici, ma difendero' fino alla morte il tuo diritto a dirlo". Questa frase, sempre molto citata ma cosi' poco praticata, riassume le motivazioni di questa nostra battaglia. L'articolo 21 della Costituzione non protegge solamente le manifestazioni largamente condivise del pensiero, che evidentemente non hanno bisogno di protezione alcuna, ma anche e soprattutto quelle che talune autorita' potrebbero giudicare inappropriate o irriverenti. In qualita' di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di controllo dell'operato del potere giudiziario, e soprattutto di garante della Costituzione repubblicana, siamo a chiederLe, Signor Presidente, il Suo aiuto. Nel salutarLa, La ringraziamo per l'attenzione che vorra' dare a questa nostra richiesta. Vincenzo Donvito, presidente GIOCATTOLI PERICOLOSI RITIRATI IN USA, AUSTRALIA E SPAGNA. L'ADUC SCRIVE A BERSANI US Consumer Product Safety Commission, l'ente americano per la sicurezza dei prodotti, ha annunciato di aver fatto ritirare 4 milioni di giocattoli prodotti in Cina da Aqua Dots. I giochi sono risultatati contenere un agente chimico che se ingoiato puo' condurre i bambini al coma. I prodotti di Aqua Dots sono stati venduti nelle maggiori catene di negozi degli Stati Uniti fin dall'aprile del 2007, incluso Wal-Mart. Aqua dots di Spin Master e Bindeez di Mouse Enterprise sono gli ultimi giocattoli pericolosi fabbricati in Cina tolti dal mercato spagnolo. In Spagna sono commercializzati da Toys'r'us, Hasbro e Giochi Preziosi, come informa l'Instituto national del Consumo (ministero della Sanita') che ha ordinato il ritiro. Il difetto rilevato in Aqua dots puo' produrre un'occlusione intestinale, segnala il ministero della Sanita' spagnola. Bindeez, venduto in Spagna da Giochi Preziosi, e' l'altro nome dello stesso prodotto. L'azienda ha informato d'aver richiesto le dovute analisi, dopo un allerta che arriva dall'Australia. L'Ente cinese per la sicurezza dei prodotti industriali ha confermato che i giocattoli tolti dal commercio negli Stati Uniti ed in Australia facevano ammalare i bambini perche' contenevano una sostanza tossica, l'1,4-butanediolo, che una volta ingerita puo' causare problemi respiratori, perdita di coscienza e perfino coma e morte. A questo propositi abbiamo scritto una lettera al ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per sapere se analoghi prodotti siano presenti in Italia e quali siano i risultati, se ce ne sono, delle indagini sui giocattoli sollecitate nei mesi scorsi. Una interrogazione in tal senso e' stata annunciata dalla deputata Donatella Poretti (RNP). CANONE/TASSA RAI: CHI PAGA? LE IMPRESE EVADONO IL FISCO? E PETRUCCIOLI CERCA SOLDI ATTRAVERSO LA BOLLETTA ENERGETICA... INTERROGAZIONE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Poiche' senza risposta, sono alla quarta interrogazione per sapere chi debba pagare il canone/tassa della Rai (1). Da una indagine dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e' risultato che il canone deve essere pagato anche da chi e' in possesso di un videocitofono (2). Da una seconda indagine e' emerso che per la legge in vigore (la 246/1938) il pagamento e' previsto anche per il turista in visita nel nostro Paese (3). Una terza ricerca ha rivelato che gli uffici preposti non sanno se anche gli esercizi pubblici, se possiedono un computer, debbano pagare. Le manchevolezze della legge vengono supplite dalla sua parziale non applicazione (4). Da una quarta indagine risulta che Poste italiane, con 14.000 uffici dovrebbero pagare il canone, per un totale di circa 13.018.880 Euro. Le Poste probabilmente sono i maggiori evasori di questa tassa (5). Infine da una quinta indagine, presi per buoni i criteri di alcuni operatori Rai su chi debba pagare, risulterebbe per il 2006 un'evasione di centinaia di migliaia di euro. Secondo l'Istat, in Italia esistono 4.371.087 imprese e 6.075.000 lavoratori indipendenti; il 91,7% di queste imprese ha Internet e quindi un computer. Secondo alcuni operatori Rai i canoni dovuti sarebbero 4.008.286. Ma dai dati RAI risulta che quelli riscossi al 31-12-2006 sono 171.554. Anche se gli abbonati speciali fossero solo imprese, l'evasione sarebbe intorno al 95,8%, cioe' 742.695.000 euro (6). La costante di ogni ricerca e' che le risposte delle autorita' preposte sono contraddittorie e confuse. Situazione in gran parte causata dall'espressione "apparecchi atti o adattabili", coniata nel 1938 quando il televisore era in fase di sperimentazione. Infine il presidente della Rai Claudio Petruccioli, ha fatto sapere che, con un emendamento alla Finanziaria, intende far pagare il canone/tassa incorporato nella bolletta energetica. Secondo Petruccioli c'e' troppa evasione (il 25%) e gli attuali 1,5 miliardi incassati dal canone non bastano. Secondo l'Aduc, ammesso che Petruccioli riesca a far pagare l'intero 25% di evasori, l'operazione "bolletta energetica" porterebbe al massimo 375 milioni di euro. Ma se la Rai non continuasse a far evadere il Fisco alle aziende di cui sopra, quantomeno incasserebbe un miliardo di euro in piu' all'anno. Ecco quindi la quarta interrogazione che rivolgo, insieme al collega radicale Bruno Mellano della RnP, ai ministeri dell' Economia e Finanze e delle Comunicazioni per sapere: - quali degli apparecchi sottoelencati e non presuppongono il pagamento del canone speciale di abbonamento: videoregistratore, registratore dvd, computer senza scheda tv con connessione ad Internet, computer senza scheda tv e senza connessione Internet, videofonino, tvfonino, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a se stante (senza computer annesso), monitor del citofono, modem, decoder, videocamera, macchina fotografica digitale; - cosa intenda fare il Governo per accertare ed eventualmente esigere il pagamento del canone speciale di abbonamento alle radioaudizioni da parte delle imprese con collegamento Internet. (1) la prima interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=177035; la seconda interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=196439; la terza interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=197976 (2) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=174094 (3) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=194974 (4) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=197042 (5) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=197309 (6) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=198240 il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=200144 Regole di ingaggio per il pallone Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=200223 POLIZIA, TIFOSI, RUMENI, CASALINGHE. COMUNICAZIONE SBAGLIATA Cosa succede quando si scrive che un poliziotto ha ucciso un tifoso o che un rumeno ha massacrato una casalinga? Ovvio, i tifosi si coalizzano contro la polizia e i "tutori dell'identita' nazionale" organizzano spedizioni punitive contro accampamenti o negozi rumeni. Cosi' e' successo nei giorni e nelle settimane scorse. Non bastava dire che un poliziotto ha ucciso un ragazzo o che un uomo ha aggredito e ammazzato una donna? Ancor oggi nei telegiornali scorre la dicitura "poliziotto uccide tifoso", il che alimenta il clima e i fatti che abbiamo visto, dagli scontri negli stadi all'assalto alle caserme di polizia. Qualsiasi corso di scienze della comunicazione, cosi' diffusi nelle nostre universita', insegna che individuare come responsabili di un fatto soggetti, categorie, etnie, religioni o comunque appartenenze, crea risentimento, ostilita' e violenza. Eppure questi elementi base della comunicazione sono stati ignorati. Forse i nostri giornalisti dovrebbero tornare a scuola, sempre che editori interessati non si oppongano. CLASS ACTION: ACCANTONATO EMENDAMENTO, VERSO IL RITIRO? CONSIDERARE IL DIBATTITO IN CORSO ALLA CAMERA Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali L'accantonamento al Senato dell'emendamento Manzione sulla class action e' un buon segnale che spero possa portare al suo ritiro definitivo. Sono d'accordo con il Ministro della Giustizia Mastella per quanto riguarda il metodo decisamente frettoloso di approvare uno strumento cosi' importante di tutela giuridica del cittadino e sulla mancanza di una macchina operativa per renderlo effettivamente attivo. Ma vorrei ricordare anche che la class action cosi' come passerebbe con questo emendamento sarebbe snaturata e di poca utilita'. L'accesso a questa sarebbe previsto, infatti, solo per i consumatori (1) e non per tutti i soggetti danneggiati da altri. Inoltre tutti i "consumatori" potrebbero arrivare alla class action solo passando per altre strutture (per esempio associazioni dei consumatori) scelte dallo stesso Governo. La class action proposta potra' essere adita solo dalle associazioni di consumatori finanziate dallo Stato e da altre associazioni e soggetti che il ministero dovra' successivamente stabilire. Questo in dispregio all'art. 24 della Costituzione (il diritto del singolo cittadino ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi), articolo che viene richiamato nell'emendamento Manzione ma solo per buttare fumo negli occhi e ribadire che quel testo viola la Costituzione. Inoltre, in questa class action, a sentenza positiva, per avere il rimborso ogni singolo deve intentare a sua volta un'azione di risarcimento (e ci potrebbero volere forse venti anni per avere un rimborso tra class action e causa individuale successiva). Oltre al merito, e' anche scorretto il metodo: in Commissione Giustizia alla Camera oggi (13 novembre) dovrebbe iniziare la sede referente su un testo unico, frutto di quasi un anno di lavoro della commissione e della mediazione tra le proposte all'esame che si dividono in due filoni. Uno fa capo al ddl Bersani sul quale e' ricalcato l'emendamento Manzione, l'altro fa riferimento ad una pdl a mia prima firma e ad altre simili (2). Secondo queste pdl chiunque puo' adire la class action e il giudice decide se accettarla. I rimborsi sono automatici a fine sentenza, anche per chi, non presente in giudizio, abbia ricevuto un danno dall'illegalita' sanzionata. Inoltre, sono previste regole precise per tutte le fasi processuali –cosa totalmente assente dal progetto governativo, per cui si presuppone un ulteriore normazione. Se l'emendamento Manzione dovesse passare, sarebbe come non considerare il lavoro svolto alla Camera. Se Manzione e altri sono veramente interessati per avere anche in Italia la possibilita' di ricorrere all'azione giudiziaria collettiva si adoperino perche' un testo venga approvato al piu' presto alla Camera e non come emendamento alla Finanziaria. (1) codice del consumo, art. 3: 1. Ai fini del presente codice si intende per: a) consumatore o utente: la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attivita' imprenditoriale o professionale eventualmente svolta; (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 NUMERI 899: MILLE EURO DI BOLLETTA TELECOM AD UNA PENSIONATA CHE PENSAVA DI PARTECIPARE AD UN QUIZ TV. L'INETTITUDINE DELLE ISTITUZIONI Una signora ultrasessantenne della provincia di Varese ha ricevuto una bolletta Telecom di 1.050 euro, di cui 1.020 attribuibili a telefonate ad un numero 899, stimolate da uno dei tanti quiz truffaldini in onda sulle tv locali e nazionali [1]. A questo link riproduciamo la fattura http://www.aduc.it/dyn/tlc/bollettaTelecom_1020Euro.pdf Da notare che la voce indicata dal gestore, a giustificazione della richiesta, e' semplicemente: "A numeri speciali di altro Gestore". La signora ricorda vagamente di aver telefonato ad un numero 899, perche' conosceva la risposta ad una domanda del tipo "Chi canta la pappa al pomodoro?". Non e' dato sapere alla signora, che si e' trovata tra capo e collo una bolletta stragonfiata: chi e' quest'altro gestore? Chi e' la societa' organizzatrice del quiz? [2]. Telecom Italia "si limita" a fare l'esattore per conto di societa' che non rispettano le prescrizioni di legge, che tra l'altro impongono l'esplicitazione del costo della chiamata prima che avvenga l'addebito (di 15 euro). La colpa non e' di Telecom Italia che interpreta il ruolo del dominus del mercato con piglio monopolistico. La colpa e' delle istituzioni che permettono che una societa' possa richiedere mille euro ad una pensionata senza una spiegazione e possibilita' di difendersi ad armi pari. Non solo. La signora ci ha raccontato che riceve telefonate da Telecom Italia che intimano al pagamento pena la sospensione del servizio. Ale'! I pensionati, e non solo, che sopportano tutto questo ringrazino l'inettitudine del ministero delle Comunicazioni (che dovrebbe vigilare sui numeri speciali), dell'Agcom (la presunta Autorita' del settore tlc), il ministero dello Sviluppo economico (a cui devono essere inviati i regolamenti di tutti i quiz, che si limita burocraticamente a vidimare). Dove sono i cosiddetti "difensori delle famiglie e dei deboli" che quando si parla di diritti civili (Pacs, eutanasia, ecc.) alzano polveroni a difesa del "nucleo della societa'?. Dove sono i fautori del mantenimento dell'eta' di pensionamento a meno di 60 anni? Che senso ha "abolire", come ha fatto il Senato, il canone Rai per gli ultrasettantacinquenni, se poi non si e' capaci di tutelare gli anziani dalle truffe quotidiane e dalle bollette da 1.000 euro? [1] http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=199902 [2] Come tutelarsi dagli 899? http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=167177 [3] http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=199928 CARTA D'IDENTITA' ELETTRONICA. COSTA IL 300% IN PIU' DI QUELLA CARTACEA. LA TECNOLOGIA CHE SEMPLIFICA LA VITA.... E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 novembre il decreto del ministero dell'Interno con le nuove regole economiche e di sicurezza per la carta d'identita' elettronica. E' stato confermato, come gia' era stato stabilito lo scorso febbraio e da noi ampiamente contestato, che il costo sara' di 20 euro + 5,42 euro come diritti di segreteria. Il provvedimento era atteso entro il 31 dicembre 2006 per un costo di 30 euro, cosi' come aveva fatto sapere il ministro Luigi Nicolais (Riforme e l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione), ma siamo scesi a 20 + i bolli. "Un affare!" . Specialmente se consideriamo che, per esempio, oggi al Comune di Firenze, per una carta d'identita' cartacea si spendono 5,42 euro (quindi solo i diritti di segrteria): quattro volte meno di quella elettronica. Un aumento cioe' di quasi il 300%. A noi era stato insegnato che la tecnologia, in particolare l'informatica, ci avrebbe semplificato la vita in moti aspetti, tra cui i costi ridotti, e non di poco. Ma quando c'e' di mezzo la pubblica amministrazione, il mondo gira al contrario; proprio come accade coi surrogati della medesima pubblica amministrazione, vedi per esempio le Poste e i costi maggiori quando si paga con bancomat o via Internet. Nel Governo si dice che tutto viene concepito e deciso mettendo il consumatore al centro delle scelte, salvo poi prendere decisioni dove il consumatore e' si' al centro di queste scelte, ma nel senso che e' il principale soggetto che viene economicamente spremuto.Il nostro sembra sempre di piu' il Paese dei balocchi e degli allocchi, ma questi ultimi sono molto attenti e sono in grado di comprendere e fare tesoro di come vengono maltrattati. ANTITRUST MULTA RFI, CIOE' LO STATO OVVERO I CONTRIBUENTI L'Antitrust ha multato Rfi, cioe' Rete ferroviaria italiana, che ha il compito di gestire, appunto, la rete ferroviaria. Il motivo e' relativo alla attivita' dei traghetti sullo Stretto di Messina, che Rfi gestisce attraverso una propria societa', senza averlo comunicato all'Antitrust. Rfi fa parte del Gruppo ferrovie dello Stato, che a sua volta e' controllata totalmente dallo Stato. Dunque multare una societa', con capitale interamente pubblico, significa multare lo Stato, cioe' i contribuenti, che sono coloro che attraverso le tasse pagano la multa. Insomma, per gli errori dei dirigenti di Rfi ciascuno di noi, pro quota parte, paga l'ammenda. Non sarebbe piu' corretto che a pagare la sanzione sia chi ha sbagliato, cioe' i responsabili di Rfi? CANONE/TASSA RAI VOLUTAMENTE NON RISCOSSO. 22 ESPOSTI-DENUNCIA A PROCURE CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE Abbiamo inviato a tutte le Procure Regionali (21) e alla Procura Generale della Corte dei Conti, 22 esposti-denuncia per danno erariale da parte della Rai. Ne segue un sunto. Il canone Rai e' dovuto da ciascun nucleo familiare in possesso di "apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni" (canone ordinario) e da ciascun altro soggetto in possesso di tali apparecchi fuori dall'ambito privato familiare (canone speciale). La Rai interpreta inequivocabilmente la locuzione "apparecchi atti o adattabili" nel senso di includervi, oltre ai televisori, il possesso di personal computer, monitor, decoder digitali e altri apparecchi multimediali, come risulta dalle richieste ufficiali dell'azienda che pervengono ai cittadini (http://www.aduc.it/dyn/rai/dichiarazione_rai.jpg). Da tempo la Rai lamenta una grave evasione del canone d'abbonamento, a cui ricollega anche la crisi finanziaria che ogni anno spinge gli amministratori a chiedere un aumento degli importi, ben oltre il tasso di inflazione, e la riscossione indiscriminata tramite bolletta dell'elettricita' al fine di sanare il deficit. Per questo, da tempo, e' nei propositi della Rai combattere l'evasione fiscale del canone d'abbonamento, effettuando richieste e accertamenti porta a porta, tramite proprio e anche a mezzo di Guardia di Finanza nei confronti di tutti i nuclei familiari risultanti negli elenchi anagrafici di tutti i Comuni d'Italia ma non ancora abbonati (oltre il 25%). Per contro, l'ente concessionario non fa altrettanto per i canoni speciali, dovuti per il possesso di tali apparecchi fuori dall'ambito familiare. Tali notizie trovano conferma nelle statistiche sulla densita' dei canoni speciali di abbonamento sul territorio italiano. A fronte di oltre 4 milioni di imprese dotate di connessione Internet (e quindi anche di computer), i canoni speciali di abbonamento nel 2006 risultano essere solo 171.554, poco piu' del 4% dei canoni dovuti dalle sole imprese. Se a queste si aggiungono i lavoratori indipendenti che non risultano come imprese (oltre due milioni), banche e ogni loro filiale, uffici postali, enti locali, enti pubblici e loro sedi distaccate, tribunali e procure con relative sedi distaccate e sedi regionali, associazioni, stazioni ferroviarie, ecc., presumibilmente quasi tutti dotati di un computer o monitor, e' evidente che l'evasione del canone speciale e' pressoche' totale, risultando un danno erariale di svariate centinaia di milioni di euro l'anno. Quando da noi contattati, i responsabili delle Sedi regionali Rai, nonche' l'Ufficio normative e contratti della Rai, hanno spiegato che, per quanto concerne i canoni speciali di abbonamento, la legge non viene applicata pienamente, a meno che i computer o monitor non vengano palesemente utilizzati per ricevere programmi televisivi. E' il caso ad esempio di Poste Italiane, che con i suoi 14.000 uffici dotati di computer e monitor, risulta evadere un minimo di 7 milioni di euro –basta che gli incaricati Rai, cosi' zelanti nel controllare le residenze private abbiano avuto bisogno di spedire una raccomandata per rendersi conto della presenza di tali apparecchi. Si concreta, dunque, in capo ai responsabili regionali e nazionali dell'accertamento e riscossione del canone, una vera e propria omissione di atti del proprio ufficio con ingente danno erariale, quantificabile intorno ad un miliardo di euro. Infine, del tutto assente risulta l'accertamento e la riscossione del canone temporaneo ("Licenza Temporanea di Importazione" di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni) ad opera dell'Ufficio Dogane dell'Agenzia delle Entrate. Qui il testo completo dell'esposto-denuncia: http://www.aduc.it/dyn/rai/esposto.pdf Qui il sito dedicato al canone Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai GIOCATTOLI PERICOLOSI RITIRATI IN USA, AUSTRALIA E SPAGNA. E IN ITALIA? INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLA SALUTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali L'ente americano per la sicurezza dei prodotti (US Consumer Product Safety Commission) ha annunciato di aver fatto ritirare 4 milioni di giocattoli prodotti in Cina da Aqua Dots. I giochi contengono un agente chimico che se ingoiato puo' condurre i bambini al coma. I prodotti di Aqua Dots sono stati venduti nelle maggiori catene di negozi degli Stati Uniti fin dall'aprile del 2007, incluso Wal-Mart. Anche In Spagna si e' verificato un analogo allarme: gli ultimi giocattoli pericolosi fabbricati in Cina e tolti dal mercato sono stati Aqua dots di Spin Master e Bindeez di Mouse Enterprise. Questi giocattoli sono commercializzati da Toys'r'us, Hasbro e Giochi Preziosi, come informa l'Instituto national del Consumo (ministero della Sanita') che ha ordinato il ritiro. Il difetto rilevato in Aqua dots puo' produrre un'occlusione intestinale, segnala il ministero della Sanita' spagnola. Bindeez, venduto in Spagna da Giochi Preziosi, e' l'altro nome dello stesso prodotto. L'azienda ha informato d'aver richiesto le dovute analisi, dopo un allerta che arriva dall'Australia. L'Ente cinese per la sicurezza dei prodotti industriali ha confermato che i giocattoli tolti dal commercio negli Stati Uniti ed in Australia facevano ammalare i bambini perche' contenevano una sostanza tossica, l'1,4-butanediolo, che una volta ingerita puo' causare problemi respiratori, perdita di coscienza e perfino coma e morte. L'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) riportando queste notizie ha scritto una lettera al ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per sapere se analoghi prodotti siano presenti in Italia e quali siano i risultati, se ce ne sono, delle indagini sui giocattoli sollecitate nei mesi scorsi. Per questo ho rivolto al ministro della Salute e dello Sviluppo Economico un'interrogazione per sapere: - se i ministri siano a conoscenza di questa situazione e se non ritengano di aumentare i controlli su questi prodotti per bambini provenienti dalla Cina; - se i ministri non ritengano necessario svolgere accurati controlli per verificare se questi prodotti siano gia' nel nostro mercato e, in caso affermativo, se non sia urgente ritirarli dal mercato. il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=200521 ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi 30 NOVEMBRE 1786-2007 OMAGGIO A PIETRO LEOPOLDO GRANDUCA DI TOSCANA CHE MISE A MORTE LA PENA DI MORTE Alle cinque della sera del 30 novembre 2000 in tutta la Toscana si sciolsero le campane di torri e campanili per celebrare con singolare e rincuorante unanimita' l'istituzione della Festa della Toscana che vuole essere memoria e omaggio all'abolizione della pena di morte. Essa fu sancita, per la prima volta nel mondo, con l'articolo LI della Legge di Riforma criminale promulgata a Pisa il 30 novembre 1786 dal Granduca Pietro Leopoldo. Tale legge prevedeva anche, all'articolo LIV, il rogo degli strumenti di tortura e d esecuzione capitale, che fu prontamente acceso nel cortile del Bargello a Firenze. Ci sono documenti che parlano da soli. Questo, che porto' la Toscana all'avanguardia della civilta' tre anni prima della rivoluzione francese, e' senz'altro uno di quelli e gli lascio volentieri la parola per le parti che sono riuscita a rintracciare su pagine elettroniche e di carta, rimandando all'appendice una breve cronologia relativa alla pena di morte in Toscana (dopo il 1786) e in Italia. L'unica cosa che mi pare doveroso fare subito e' segnalare l'opera che senz'altro ispiro' e incoraggio' anche Pietro Leopoldo a guardare con occhi nuovi il rapporto tra delitto e pena e a scrollarsi di dosso l'abitudine alla crudelta', la concezione della pena come vendetta e la confusione tra reato e peccato; si tratta del saggio Dei delitti e delle pene (pubblicato per la prima volta a Livorno, anonimo, nel 1764), in cui il giovane milanese Cesare Beccaria (1738-1794) ebbe il merito di condensare, con grande chiarezza e razionalita', un sapere e un sentire che, gia' diffuso al suo tempo nelle menti piu' illuminate, rappresenta tutt'oggi il fondamento irrinunciabile di una legislazione penale che voglia davvero chiamarsi civile Ed ora ecco la citazione annunciata composta dal testo del Proemio e degliarticoli LI e LII (non sono, purtroppo, riuscita a trovare il testo dell'art. LIV che sancisce la distruzione degli strumenti di tortura). EDITTO DEL 30 NOVEMBRE 1786 Legge di Riforma criminale "Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana ecc. Fin dal Nostro avvenimento al Trono di Toscana riguardammo come uno dei Nostri principali doveri l'esame, e riforma della Legislazione Criminale, ed avendola ben presto riconosciuta troppo severa, e derivata da massime stabilite nei tempi meno felici dell'Impero Romano, o nelle turbolenze dell'Anarchia dei bassi tempi, e specialmente non adatta al dolce, e mansueto carattere della Nazione, procurammo provvisonalmente temperarne il rigore con Istruzioni ed Ordini ai Nostri Tribunali, e con particolari Editti, con i quali vennero abolite la pena di Morte, la Tortura, e le pene immoderate, e non proporzionate alle trasgressioni, ed alle contravvenzioni alle Leggi Fiscali, finche' non ci fossimo posti in grado mediante un serio, e maturo esame, e col soccorso dell'esperimento di tali nuove disposizioni di riformare intieramente la detta Legislazione. Con la piu' grande soddisfazione dei Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la piu' esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero del Delitti ha considerabilmente diminuiti i piu' comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non piu' lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Societa' nella punizione dei Rei, eliminato affatto I"uso della Tortura, la Confiscazione dei beni dei Delinquenti, come tendente per la massima parte al danno delle loro innocenti famiglie che non hanno complicita' nel delitto e sbandita dalla Legislazione la moltiplicazione dei delitti impropriamente detti di Lesa Maesta' con raffinamento di crudelta' inventati in tempi perversi, e fissando le pene proporzionate ai Delitti, ma inevitabili nei rispettivi casi, ci Siamo determinati a ordinare con la pienezza della Nostra Suprema Autorita' quanto appresso […] LI. Abbiamo veduto con orrore con quanta facilita' nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anco non gravi, ed avendo considerato che l'oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Societa' e dello Stato, della di cui emenda non puo' mai disperdersi la sicurezza nei Rei dei piu' gravi ed atroci Delitti che non restino in liberta' di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio, che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti, ai quali questa unicamente e' diretta, e' tenuto sempre a valersi dei mezzi piu' efficaci coi minor male possibile al Reo; che tale efficacia e moderazione insieme si ottiene piu' che con la Pena di Morte, con la Pena dei Lavori Pubblici, i quali servono di un esempio continuato, e non di un momentaneo terrore, che spesso degenera in compassione, e tolgono la possibilita' di commettere nuovi Delitti, e non la possibile speranza di veder tornare alla Societa' un Cittadino utile e corretto; avendo altresi' considerato che una ben diversa Legislazíone potesse piu' convenire alla maggíor dolcezza e docilita' di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorche' confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite. LII. Resta in conseguenza, e tanto piu' proscritto ed abolito il barbaro, e detestabile abuso della facolta' concessa da alcune delle dette Leggi a ciascheduno di ammazzare impunemente, e con promessa di un premio i Banditi in contumacia per detti capitali Delitti; Volendo che riguardo a qualsiasi contumacia si osservi quanto e' stato ordinato di sopra, e specialmente all'Art. XLII, e cassata pure ed abolita ogni altra non meno barbara ed ingiusta Disposizione gia' vegliante nel Granducato, e specialmente per la Legge de' 31 Ottobre 1637 detta del Compendio contro i pretesi Assassini, o altri Facinorosi ivi nominati, che obbligava ognuno a perseguitarli ed ucciderli, anche non processati, ne' Condannati, ma solo sospetti, e vociferati per tali, benche' nel tempo del Nostro Governo non ne sia stata mai permessa l'Esecuzione. […] Tale e' la Nostra volonta', alla quale Comandiamo che sia data piena Esecuzione in tutto il nostro Gran Ducato, non ostante qualunque legge, Statuto, Ordine, o Consuetudine in contrario. Dato in Pisa li 30 Novembre 1786". APPENDICE Breve cronologia riguardo alla pena di morte in Toscana (dopo il 1786) e in Italia (dal 1861). Anche se la pena di morte in Toscana risulta abolita ufficialmente il 30 novembre 1786, era dal 1775 che a Firenze non veniva eseguita una condanna a morte. Pero' lo stesso Pietro Leopoldo onoro' la sua decisione per soli quattro anni; infatti ripristino' la pena di morte nel 1790, come reazione alla piega che stava prendendo la Rivoluzione francese, “per tutti coloro che ardiscano d’infiammare, di sollevare e mettersi alla testa del popolo per opporsi con pubblica violenza alle provvide disposizioni del Governo”. Nel 1795 il nuovo Granduca Ferdinando III ne estese l'applicazione anche ai delitti di lesa maesta', e ad altri particolarmente gravi contro la religione, oltre che agli omicidi premeditati. Con l'annessione alla Francia (3 marzo 1809), fu applicato anche in Toscana il Codice penale francese, che prevedeva la pena di morte. La quale fu confermata anche al rientro dei Lorena in Toscana per essere estesa anche ai "furti violenti" (legge del 26 giugno 1816). In quell'occasione si stabili' che essa fosse eseguita con la decapitazione, pratica, quest'ultima, perche' "riconosciuta fisicamente meno dolorosa”. Comunque nella pratica vi fu fatto ricorso molto raramente per due motivi: i giudici non la pronunciavano quasi mai e, una volta pronunciata, il sovrano esercitava il suo potere di commutarla nei lavori forzati a vita. Da notare che, proprio in quegli anni in Toscana si sviluppo' un serrato dibattito sulla pena di morte che, fra l'altro, ebbe come luogo di confronto la rivista di Gian Pietro Vieusseux, "Antologia" negli anni dal 1821 al 1833, quando Leopoldo II, cedendo alle pressioni austriache, la fece chiudere. La pena di morte in Toscana fu definitivamente abrogata nell'aprile 1859 ad opera del Governo provvisorio instaurato dopo la cacciata dei Lorena, di cui fecero parte personaggi come Bettino Ricasoli, Cosimo Ridolfi e Raffaello Lambruschini. Infatti, i deputati toscani del primo parlamento italiano si opposero all'applicazione nella loro regione del Codice Penale Sardo che prevedeva la pena di morte. Fu cosi' che nel Regno d'Italia, relativamente alla pena di morte, si arrivo' a un doppio regime che duro' fino al 1889. Il 1 gennaio 1890 entro' in vigore in tutta l'Italia il Codice Zanardelli che non prevedeva la pena di morte. Essa pero' fu reintrodotta col Regime fascista nel 1930 dal nuovo codice penale, noto, dal nome del suo estensore, come "Codice Rocco". La pena di morte fu cancellata dal Decreto Luogotenenziale 244/1944 ("Abolizione della pena di morte nel codice penale") per essere reintrodotta da un successivo Decreto Luogotenenziale 234/1945 ("Disposizioni penali di carattere straordinario"), a seguito del quale furono comminate ed eseguite alcune decine di condanne a morte, l'ultima a Torino il 4 marzo 1947. Infine fu definitivamente abrogata dal D.L. 21/1948, che mise in pratica il dettato dell'ultimo comma dell'art. 27 della Costituzione, che recita: "Non e' ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra" . Dal 25 ottobre 2007 e' caduta anche quest'ultima riserva grazie all'entrata in vigore della Legge costituzionale 2 ottobre 2007 n. 1, che modifica l'ultimo comma dell'art. 27 della Costituzione in questo senso: "Non e' ammessa la pena di morte". Questa dizione e' il naturale punto di arrivo dopo l'abrogazione della pena di morte dal codice penale militare di guerra sancita dalla L. 13.10.1994 n. 589. NOTA 1. PIETRO LEOPOLDO (Peter Leopold) (Vienna 5 maggio 1747 - 1 marzo 1792) era il terzo figlio maschio (ma il nono dei sedici figli e figlie) di Maria Teresa d'Austria e di Francesco Stefano di Lorena. Dal 1761, alla morte del fratello maggiore Karl Joseph, fu destinato a diventare Granduca di Toscana e per questo sposo' l'Infanta di Spagna, Maria Luisa (1745-1792), con la quale ebbe 16 fra figli e figlie. Fu proprio durante i festeggiamenti per il suo matrimonio che, il 18 agosto 1765, mori' improvvisamente, a Innsbruck, il padre Francesco Stefano, e cosi' Pietro Leopoldo divenne Granduca di Toscana a poco piu' di 18 anni. Arrivato a Firenze nel settembre 1765, ricevette in Palazzo Vecchio il giuramento di fedelta' del Senato Toscano la domenica di Pasqua (31 marzo) del 1766. Pietro Leopoldo e' un grande esempio di sovrano illuminato. Avvalendosi della collaborazione di funzionari lungimiranti quali, fra gli altri, Giulio Rucellai, Pompeo Neri, Francesco Maria Gianni e Angelo Tavanti, avvio' subito tutta una serie di riforme in ogni settore della vita pubblica che fecero della Toscana uno Stato moderno: inizio' la bonifica delle paludi della Maremma, della Val di Chiana e della Val di Nievole, favori' lo sviluppo dell'Accademia dei Georgofili, liquido' le corporazioni e introdusse la liberta' di commercio e di impresa industriale, riformo' il sistema doganale e fiscale, fece un accurato censimento che rappresento' anche la base del nuovo catasto. Comunque, a detta di molti, il vertice della sua opera fu proprio la riforma del Codice penale con l'abolizione della pena di morte, che mise la Toscana all'avanguardia della civilta' giuridica. Anche in campo ecclesiastico, a partire dal Concordato del 1775, con cui si stabiliva che le pensioni delle prebende toscane dovessero rimanere in Toscana, intraprese radicali riforme, affermando il diritto dello Stato a controllare la vita e l'organizzazione delle Chiese: aboli', fra l'altro il diritto di asilo e il tribunale dell'inquisizione (5 luglio 1782), mentre riservo' allo Stato il diritto di giudicare i religiosi che si fossero macchiati di reati comuni. Favori' inoltre il Giansenismo e promosse, con l'aiuto del vescovo di Pistoia Scipione de' Ricci, il Sinodo di Pistoia del 1786 che avrebbe dovuto riformare l'organizzazione ecclesiastica toscana secondo i principi giansenisti e affermare l'autonomia delle Chiese locali rispetto al papa. Questa riforma tuttavia non fu realizzata a causa dell'opposizione di gran parte del clero e del popolo, anche se da parte pontificia la condanna delle tesi del Sinodo arrivo' soltanto nel 1794, nel terzo anno di regno del nuovo Granduca, Ferdinando III. Rimasero anche irrealizzati altri due progetti di riforma cari a Pietro Leopoldo: quello del Codice civile e quello di una Costituzione concepita come un contratto tra il popolo e il sovrano, il quale avrebbe dovuto mantenere il potere esecutivo, lasciando al popolo, rappresentato dai suoi eletti, quello legislativo. Pietro Leopoldo lascio' la Toscana il 1 marzo 1790 per succedere al fratello Giuseppe (morto il 20 febbraio) sul trono austriaco ed essere il penultimo sacro romano imperatore. Anche da imperatore agi' con quella stessa lungimiranza e quello stesso realismo che lo avevano contraddistinto come Granduca di Toscana. Mori' a Vienna il 1 marzo 1792. 2. La legge istitutiva della festa regionale e' la L.R. 26 del 21 giugno 2001, che fu approvata all'unanimita'. 3. A riprova dell'unanimita', anche fuori dell'aula del Consiglio regionale toscano, con cui fu accolta la proposta di fare del 30 novembre la festa della Toscana, si allega il documento dei Vescovi della Toscana in data 30 novembre 2000 ("Un decalogo contro la pena di morte") (ALLEGATO n. 1). ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi La misera lotta dei poveri e l'ombra del Vaticano Quale futuro per il nostro prossimo? La nostra conoscenza puo' essere solo finita, mentre la nostra ignoranza deve essere necessariamente infinita (Popper Karl Raimund) Se in Europa esiste un popolo che piu' di ogni altro si lascia fagocitare dalla emotivita', e pertanto con facilita' gli viene sottratta equa informazione, conoscenza e legalita', ivi Diritto e ogni condizione di Stato di Diritto, questo popolo e' l'italiano. Complici, e anche molto, i media, assoggettati ai "poteri forti", non influenzati dal controllo sovrano del Parlamento. In questi giorni si e' data notizia di ronde di cittadini esecutori contro i rumeni, quasi a voler riscattare "giustizia" nei confronti della povera donna uccisa a Roma a Torre di Quinto, con una modalita' violenta per mano di un giovane rumeno. Dobbiamo attendere le "morti" per affrontare problematiche politiche che stanno sugli occhi di tutti, attuandole sempre con la logica dell'emergenza? Perche' mai la politica distratta deve essere incapace, inerte, amorfa, improgrammata, vuota di intuiti, strutturata, in altre parole senza "effetto di politiche sociali" perche' altrove impegnata nelle "logiche delle Ideologie" -come se queste fossero le cose di cui il cittadino necessita- si ritrova sempre impreparata ed in emergenza? Decretare con emergenza ed urgenza e' il sintomo della non-politica, cosi' che, il Parlamento viene svuotato di leggittimita', tanto... quello che vale sono le ideologie, chi di destra, chi di sinistra, chi del comodo centro che tutto raccoglie, e non la buona pratica, la logica della buona politica. Dal 1946 a pochi giorni fa, nessuna compagine di governo aveva dato tanto potere ai Prefetti, quest'ultimi erano quasi buffamente tenuti nascosti nei meandri degli ordinamenti dello Stato Repubblicano, perche' figure esemplari di un passato scomodo come quello fascista. Ma come? E Bertinotti Presidente dov'e'? Non insorge? E, cosa accade quasi per magia? Che il governo, che non e' di "ideologie" di destra dai forti sapori antichi, rida' poteri eccezionali ai Prefetti, probabilmente al limite della Costituzione, poteri quali quelli di espellere cittadini non italiani, anche se addirittura comunitari. Questi provvedimenti per decreto legge, tolti di mano alla Sovranita' Parlamentare immobile ed inerte, sono da quarto mondo. Per chi come me conosce bene il sud-est Asiatico, sono provvedimenti che non capitano nel comunista Laos, nella comunista Cambogia, nel comunista Vietnam, nell'estrema destra Birmana, nelle scatole Cinesi e nella risoluta Thailandia. Mai in questi Paesi a democrazia non confermata, la cittadinanza nazionale si organizzerebbe in ronde contro gli immigrati. In Thailandia, addirittura c'e' un cosi grande grado di civilta' compiuta che, quando un cittadino non nazionale commette un reato (e non sono nemmeno tanti grazie alla certezza della pena), il risalto rimane arginato al singolo fatto senza ipotizzare emotivita' tipiche all'italiana, Decreti Legge compresi. Per non parlare della immensa liberta' di culto, in Thailandia si trova ogni religione esistente al mondo, ognuna composta e non prevaricatrice su un'altra, ne' esiste di fatto, come in Italia, la religione di Stato. Ormai in Italia la violenza dilaga in ogni ambito, come nel medioevo cristiano. Chi si ricorda di quel ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi? Fermato ad un posto di blocco, poi picchiato a sangue e morto? E di Aldo Branzino, che nel suo piccolo orto di casa si era messo a coltivare la canapa indiana per uso personale?. Dal sito web Il pane e le Rose: "Dunque Aldo e stato sottoposto ad un pestaggio mortale da parte di guardie carcerarie, mentre si trovava in isolamento, probabilmente in conseguenza del fatto di aver dato in escandescenze. Il pestaggio da parte di personale dipendente dal Ministero di Grazia e Giustizia emerge, ancora una volta, essere una pratica corrente all'interno del Carcere per i detenuti che creano problemi. Esso e' praticato da personale specializzato che utilizza tecniche professionali finalizzate ad evitare denunce sulla base di superficiali riscontri medico legali. Dobbiamo immaginare nella loro compiutezza formale i dispositivi che stanno dietro questa pratica: vi sara' un manuale –riservato- dove viene descritta la procedura da seguire nel pestaggio; vi saranno percorsi di formazione con esperti che insegnano la tecnica ed i gesti più opportuni e ne supervisionano la messa a regime, un percorso di training, una valutazione attenta delle attitudini e delle capacità di chi e' chiamato ad applicare materialmente, nel lavoro di tutti i giorni, la tecnica..". … io ho qualcosa da consigliare al Ministro Mastella: inviare i migliori di questi signori forzuti ed esperti in Thailandia, ci sono tante Scuole-Campus, con tanta gente sorridente che si allena con devozione allegria ed amore alle arti marziali, in special modo la Boxe Thai. Qui, a ciascuna delle guardie carcerarie esperte e forzute, dipendenti del Ministero di Grazia e Giustizia Italiano, sara' data la possibilita' di un training super-veloce ed altamente formativo: un combattimento con un qualsiasi ragazzino di 12 anni –piu' che sufficiente– il quale "massaggiera'" con grande professionalita' il forzuto esperto guardia carceraria dipendente del Ministero di Grazia e Giustizia Italiano. La risorsa operativa e formativa attuata, di pochi minuti -non durerebbe piu' di tanto– attuera' un radicale cambiamento delle abitudini di vita sociale e lavorativa della guardia carceraria, dipendente del Ministero di Grazia e Giustizia, alle buone maniere, ripristinando la normalita' delle abituali cortesie, gentilezze e qualche sorriso. Vista pertanto l'efficacia del training formativo, si consiglia di metterlo a regime. L'arretratezza civile e giuridica italiana, si concretizza infine con i Prefetti e con le ronde popolari. Ormai siamo in quinta posizione, alla quarta si trovano i Paesi sopra elencati. E coloro i quali sostengono il contrario, fingono o non immaginano che e' ancora peggio. Quanto e' piu' forte un regime illiberale consolidato, tanto e' invisibile e silenzioso. Il nostro rischia di superare quello Birmano che, ha i giorni contati. Quello Italiano va avanti da decenni e, a dispetto di cio', assume ogni giorno contorni piu' drammatici, quali il controllo e la censura giornalistica, lo scardinamento lento ed usurante nonche' l'assoggettamento di ordinamenti dello Stato Repubblicano, il totale asservimento delle forze di Polizia, lo scemarsi della libera circolazione del pensiero e delle parole, la prevaricazione del Teocratismo Vaticano sulla Laicita' dello Stato. Ma la P2, non era per caso defunta? Quando sul Blog di Beppe Grillo, leggo: "sono stati fermati i Carabinieri che erano diretti a perlustrare la sede de 'Il Campanile ( il giornale organo del partito di Mastella-responsabile del Ministero di Grazia e Giustizia indagato per gravissimi reati ) " significa che il popolo Italiano, non vuole nemmeno piu' capire. E Grillo non e' tipo da dire bugie. E la pm Clementina Forleo per caso e' bugiarda? E noi dell'Aduc, per caso siamo bugiardi? Censurano (1) i nostri Forum, le nostre e le vostre idee, si impedisce la libera circolazione del pensiero. Ci chiediamo, sensibilmente imbarazzati per l'accaduto, insieme ai tanti che ci sono vicini: ma questi signori dove credono di vivere, in uno Stato Teocratico/Talebano, oppure in una moderna Democrazia Laica, conquistata con fatica e sacrificio dei nostri predecessori? Che cosa vuol dire "vilipendio alla religione Cattolica? Quale sara' il prossimo passo, se non l'abolizione del libero Pensiero? Signor Prelato di Noto, non usi la Giustizia pagata da tutti noi contribuenti per i suoi pruriti. Se la radiografia dell'Illustrissimo Prelato di Noto e' conforme alla linea pluricentenaria della violenza Vaticana, la radiografia di Prodi ed Amato non e' comprensibile. Li ho sempre considerati uomini brillanti ed intelligenti, e ancor di piu' convinti Europeisti. Ma cosa sta accadendo? L'Italiano ormai e' completamente assorbito e rimbecillito dai mille problemi che gli vengono creati proprio per rimbecillirlo. Non pensa piu' a nulla . Non vuole piu' pensare perche' si rischia di divenir matti. La Liberta' oggettiva si restringe giorno dopo giorno, non e' garantita per Legge, ed e' l'esatto contrario. Questa meravigliosa parola, la Liberta', sono tal "cose" che vanno verificate e vigilate, quotidianamente, con meticoloso scrupolo da Noi tutti. Cosa facciamo? Ci pieghiamo ai potenti, e prendiamo a manganellate i nostri fratelli, abbrutiti da infami che li hanno degradati, ridotti a men che belve feroci, da complicita' politiche internazionali, e sotterranei spaventosi, disastrosi interessi di ogni sorta?. Dimentichiamo, noi Italiani, cosa combinavamo quando, analfabeti, ignoranti e rozzi, spinti dalla fame e dalla arretratezza di ogni tipo, compresa quella alla quale la Chiesa Cattolica relegava, emigravamo in massa, in altre Terre, Stati Uniti inclusi: incapaci di integrarci, non imparavamo nemmeno la lingua del posto, combinando ogni disastro, altro che rumeni: molto, molto, molto peggio. Se ogni Nazione nel mondo, ove gli Italiani emigravano, avesse avuto in casa propria il Vaticano, con le risorse del Decreto Legge, in Italia oggi saremmo 200 milioni, ben organizzati in bande armate di coltelli a forma di Croci, e tribu' cannibali. Ironia della sorte, si salverebbero solo e comunque loro, Vescovi e Prelati e qualche immangiabile inquilino della casta politica: chi li mangerebbe? nemmeno gli aborigeni australiani, tanto sono velenosi!! L'Italiano non abbandona la sua caratteristica, quella di non saper fare memoria storica, non saper leggere dentro le tracce dei nostri predecessori, non avere che una pervasa insensibilita' al diritto, al senso comune civile, al desiderio di civilta', alla vita del Diritto, ed al senso dello Stato di Diritto. E quella minuscola Civilta' rimasta, viene colpita su ogni fronte, degradata, impoverita , usurata, giorno dopo giorno. Quale futuro per il nostro Prossimo? La "ronda per i rumeni" e' "la lotta tra poveri". E' una tristissima lotta, una misera lotta tra poveri. Infine mi licenzio con due articoli, tratti da quotidiani stranieri, che ancora una volta fanno grande il nostro Bel Paese, ed immortalano la devozione, il senso di responsabilita', l'amore verso gli altri del Vaticano…. Le Figaro, Francia 29 Agosto 2007- Privilegi della chiesa nel mirino di Bruxelles La regola della concorrenza non fa eccezioni: ieri la commissione europea ha annunciato che potrebbe aprire una inchiesta sull'enorme patrimonio immobiliare della chiesa italiana, che gode di agevolazioni e privilegi fiscali che potrebbero costituire una distorsione della concorrenza. Al parlamento europeo i deputati italiani s'interrogano sulla legittimità dei regali che lo stato italiano fa alla chiesa: l'esenzione delle tasse comunali sulla proprietà immobiliare e la riduzione del 50 per cento delle imposte sulle imprese. Secondo il quotidiano Italiano La Stampa, a Roma gli istituti religiosi che non pagano le Tasse, cagionano, solo al Comune di Roma, un mancato introito di 20 milioni di euro all'anno. Clarín, Argentina 30 Agosto 2007 - L'Unione europea chiede spiegazioni Le tensioni c'erano già, ma da ieri hanno fatto un notevole passo avanti verso la dimensione dello scandalo. L'Unione europea ha deciso di chiedere motivazioni all'Italia sui cospicui vantaggi fiscali di cui gode la chiesa cattolica, che secondo alcuni eurodeputati laici sarebbero aiuti di stato illegali. La Conferenza episcopale italiana ha reagito con un comunicato in cui ricorda che "la chiesa ha fatto e fa molto per aiutare le popolazioni sia in Italia sia in Europa" e "questo dovrebbe essere considerato con molta attenzione per non cadere poi in posizioni pregiudiziali di tipo ideologico". (1) http://www.aduc.it/dyn/censura/ ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Emmanuela Bertucci, Claudia Moretti Rette Rsa. Atto di citazione contro le illegittime pretese economiche di RSA e Comune Dopo la vittoria avanti al TAR Toscana, che ha sospeso il pagamento delle rette per la parte posta a carico dei parenti delle persone anziane non autosufficienti ricoverate in RSA, parte un nuova azione legale per contrastare le richieste illegittime delle RSA nei confronti di questi ultimi. Un utente dell'Aduc si e' trovato a dover firmare un atto di impegnativa al pagamento della quota sociale per il ricovero di sua madre, atto necessario al ricovero e al mantenimento nella struttura. Dopo qualche anno, la RSA sulla base di quell'impegno, gli ha richiesto il pagamento dell'intera quota sociale, chiedendo e ottenendo un decreto ingiuntivo nei suoi confronti. I nostri legali si sono opposti al decreto ingiuntivo, spiegando al giudice perche' la richiesta e' illegittima e l'atto di impegnativa invalido, chiamando in causa anche il Comune di Firenze. Di seguito l'atto di citazione. TRIBUNALE DI FIRENZE ATTO DI CITAZIONE IN OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO E CHIAMATA IN CAUSA DEL TERZO Il sig. XXX, e residente in XXX rappresentato e difeso dagli avvocati Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci del foro di Firenze, con studio in Firenze, Borgo Pinti, 75/R presso le quali elegge domicilio, giusto mandato in calce al presente atto, PREMESSO CHE  con ricorso per decreto ingiuntivo la RSA YYY chiedeva al Tribunale di Firenze l'emissione di decreto ingiuntivo nei confronti dell'attore, per ottenere il pagamento della somma di € 10.668,46 (saldo fattura n. 379 del 1 febbraio 2007; saldo fattura n. 874 del 1 marzo 2007; saldo fattura n. 1404 del 2 aprile 2007; saldo fattura n. 1895 del 2 maggio 2007; saldo fattura n. 2519 del 9 giugno 2007; saldo fattura n. 2939 del 4 luglio 2007; saldo fattura n. 3415 del 7 agosto 2007) oltre gli interessi legali e le spese di lite (Doc. 1);  che in data 25 settembre 2007 il Tribunale di Firenze emetteva il richiesto decreto ingiuntivo, notificato in data 8 ottobre 2007;  con il presente atto di citazione l'attore intende chiedere la revoca del decreto ingiuntivo per i motivi che seguono: IN RITO  Nullita' assoluta del decreto ingiuntivo per difetto insanabile della procura alle liti conferita dal ricorrente YYY RSA. La procura conferita all'avvocato yyy per la presentazione del ricorso per decreto ingiuntivo e' invalida per incertezza ed indeterminabilita' assoluta della persona fisica che ha firmato la stessa. Essa non contiene alcun elemento dal quale si possa evincere e accertare la titolarita' del potere di rappresentanza in giudizio di YYY RSA da parte del sottoscrittore. L'atto infatti non contiene ne' l'indicazione delle generalita' della persona fisica che rappresenta la societa', ne' l'indicazione della carica societaria, dell'organo o dell'ufficio che ha firmato la procura. Ne' di per se' la firma, illeggibile, ne consente l'individuazione. Cio' rende impossibile la verifica della sussistenza del potere di rappresentanza. La giurisprudenza ha infatti chiarito e ribadito quali siano gli elementi essenziali di una procura validamente conferita da parte di una societa': "La certificazione del difensore nel mandato alle liti in calce o a margine di atto processuale riguarda solo l'autografia della sottoscrizione della persona che, conferendo la procura, si fa attrice o della persona che nell'atto si dichiara rappresentante della persona fisica o giuridica che agisce in giudizio, e non altro, con la conseguenza che deve considerarsi essenziale, ai fini della validità della procura stessa, che in essa, o nell'atto processuale al quale accede, risulti indicato il nominativo di colui che ha rilasciato la procura, facendosi attore nel nome proprio o altrui, in modo da rendere possibile alle altre parti e al giudice l'accertamento della sua legittimazione e dello ius postulandi del difensore. In difetto di queste indicazioni, la procura, ove la firma apposta sia illeggibile, deve considerarsi priva di effetti tutte le volte che il vizio formale abbia determinato l'impossibilità di individuazione della sua provenienza e, perciò, di controllo (anche aliunde) dell'effettiva titolarità dei poteri spesi. Da ciò consegue che quando la sottoscrizione illeggibile, nel caso di mandato conferito da una società, sia apposta sotto la menzione della carica sociale, in una procura priva dell'indicazione del nominativo del soggetto che la rilascia, e tale nominativo non possa neppure desumersi dall'atto al quale la procura medesima accede, pur ritenendosi che il soggetto astrattamente titolare del potere rappresentativo possa essere indirettamente identificabile attraverso le risultanze del registro delle imprese o con altro mezzo, rimane, in ogni caso, indimostrata l'effettiva provenienza della sottoscrizione dal predetto soggetto, poiché la certificazione dell'autografia, da parte del difensore, non si riferisce - come precisato - anche alla legittimazione e non può di per sé consentire l'individuazione indiretta della persona fisica che ha firmato dichiarandosi dotata del potere di rappresentanza senza indicare il proprio nome, con la configurazione, in definitiva, della nullità dell'atto processuale cui accede siffatta procura" (Cass. Civ. Sez. III 31 maggio 2006, n. 13018; ex multis Cassazione civile , sez. trib., 12 novembre 2003 , n. 16991; Cassazione civile , sez. I, 02 aprile 2003 , n. 5054). Inoltre, si consideri che ogni verifica in ordine a tale titolarita' e' altresi' preclusa dall'assenza, nel ricorso per decreto ingiuntivo come nella procura, di data. Cio' preclude infatti un accertamento su chi, al momento della sottoscrizione della procura, fosse effettivamente e legalmente titolare del diritto di agire in giudizio in nome e per conto della societa'. Si tratta di nullita' assoluta, rilevabile d'ufficio, che avrebbe dovuto esser rilevata dal giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo; decreto che deve per questo motivo esser dichiarato nullo e/o annullato, revocato e comunque dichiarato inefficace. NEL MERITO Seppur il Giudice adito ritenesse non assorbente l'eccezione formulata, si intende contestare nel merito le pretese di controparte, che necessitano di una premessa fattuale sulla vicenda. IN FATTO Nel 2000 la signora ZZZ, madre dell'attore, fu ricoverata presso la Residenza Sanitaria Assistenziale (d'ora in poi “RSA”) YYY, struttura convenzionata con il Comune di Firenze, in quanto persona ultra-sessantacinquenne non autosufficiente con invalidita' del 100% per sindrome da immobilizzazione grave, sindrome di Parkinson ipocinetica, involuzione cerebrale da atrofia cortico-subcorticale (Doc. 2). All'atto della ammissione della signora ZZZ nella RSA fu sottoposto alla firma dell'attore, e presentato allo stesso come necessario presupposto per l'ingresso nella struttura, il documento prestampato posto a fondamento del ricorso per decreto ingiuntivo oggi opposto (Doc. 3). In tale scrittura il sig. XXX si sarebbe impegnato al pagamento della quota sociale "posta a proprio carico di £ 50.000 giornaliere", e successive integrazioni della stessa disposte dal Comune di Firenze. Fino al 2004 le somme di quota sociale richieste per il ricovero della signora ZZZ in compartecipazione erano di importo inferiore agli emolumenti previdenziali (pensione di reversibilita' e indennita' di accompagnamento) percepiti dalla stessa (Doc. 4-7). Il sig. XXX dunque ogni mese provvedeva al ritiro degli emolumenti e al versamento delle somme richieste dalla RSA. Nel 2005, a decorrere dall'ottobre 2004, viene Comunicato l'aumento della quota a carico dell'utente, determinata in misura ben superiore alle possibilita' economiche della signora ZZZ. Il sig. XXX inizia allora a versare alla RSA l'intero importo della pensione materna e dell'indennita' di accompagnamento, ossia tutti gli averi della madre. Cio' non e' comunque sufficiente a coprire l'importo della retta. Infatti, a fronte di circa € 1.300,00 mensili di introito la RSA ne richiede circa € 1600,00. I pagamenti effettuati nel corso del tempo vengono dunque via via imputati alle fatture cronologicamente pregresse non ancora integralmente saldate e dunque rimaste parzialmente scoperte. Si arriva cosi' alla situazione attuale, in cui le fatture delle quali e' richiesto il pagamento sono quelle elencate nel ricorso per decreto ingiuntivo (Doc. 8). *** IN DIRITTO 1) Nullita'/annullabilita'/revoca/inefficacia del decreto opposto per mancanza assoluta di prova scritta del credito. La somma richiesta nel ricorso per decreto ingiuntivo attiene ad un debito della signora ZZZ individuato sulla base di una determina del Comune di Firenze che, come si legge nel ricorso di controparte, "aveva stabilito la quota definitiva, totalmente a carico dell'utente, signora ZZZ, in € 51,13 giornaliere", a far data dal 1 ottobre 2004. Non si comprende a che titolo la pretesa creditoria della RSA sia stata rivolta all'odierno attore. Infatti, l'impegnativa firmata dallo stesso in data 29 agosto 2000 aveva ad oggetto l'impegno da parte del signor XXX al pagamento delle quote di retta "a suo carico" (doc. 3). Il ricorso per decreto ingiuntivo non contiene alcun riferimento a debiti propri dell'attore nei confronti della RSA, pertanto il decreto ingiuntivo deve essere revocato, e/o dichiarato nullo/annullabile e comunque inefficace poiche' il credito non e' fondato su prova scritta. Infatti le determinazioni comunali relative alla compartecipazione dell'assistito nel pagamento della quota sociale vengono, in linea generale, adottate sulla base dell'apposito “Regolamento per l'accoglienza di anziani presso strutture residenziali” emanato con Deliberazione del Consiglio comunale di Firenze n. 19/04 del 18.01.1999 e n. 652/144 del 03.05.1999, modificate dalle deliberazioni del Consiglio comunale n. 553/95 del 05.06.2000, n. 1271 del 20.12.2001 e n. 130 del 21.12.2004. Tale regolamento non prevede quote a carico dei parenti (Doc. 9); prevede piuttosto (e tale previsione e', per inciso, illegittima, come evidenzieremo in seguito) che nel calcolo di tali quote siano considerati i redditi dei parenti, non direttamente obbligati. Ne' prova scritta del debito “a proprio carico” del XXXX, ed invero di alcuna posizione debitoria anche a carico della signora ZZZ, puo' esser ritenuto l'allegato n. 2 di controparte, che viene definito nell'atto “determina del Comune di Firenze n. 1148 del 3 febbraio 2005”, ma che e' in realta' un foglietto, o meglio una tabella, sul quale sono riportate a mano alcune cifre. In nessun punto del foglio se ne evince la provenienza istituzionale, ne' la paternita' dell'atto, ne' la data, ne' l'oggetto, ne' e' sottoscritto da chicchessia (Doc. 10). Il foglio prodotto difetta di tutti i requisiti necessari per poterlo definire “documento”, e dunque meno che mai puo' fondare una pretesa creditoria, ne' l'emissione di un decreto ingiuntivo! 2) Nullita' dell'impegnativa sottoscritta dall'attore. Il legislatore dal 1998 ha voluto accollare i costi delle prestazioni in oggetto a totale carico delle istituzioni (Asl e Comune), in quanto prestazioni sociosanitarie rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da garantire a tutti a prescindere dalla propria, personale, situazione economica. Laddove quest'ultima lo consenta, lo Stato impone al cittadino di contribuire alla spesa della prestazione, in misura proporzionale ai propri redditi. Diversamente dalla disciplina di altri settori, il legislatore ha specificato – per le prestazioni di degenza di persone anziane ultra-sessantacinquenni non autosufficienti e handicappati gravi - che nella determinazione della quota si debba tener conto dei soli redditi dell'assistito e che in nessun modo i parenti possano essere chiamati a pagare in quanto soggetti tenuti agli alimenti. Questa chiara scelta di politica sociale pone a carico delle casse comunali un onere economico di enorme portata, cui la maggior parte dei Comuni d'Italia non ha saputo far fronte. In conseguenza di cio' i Comuni hanno messo in atto una regolamentazione locale della materia con la quale si “autorizzano”, contra legem, a scaricare tali oneri sui parenti dell'assistito. Cio' e' accaduto anche nel Comune di Firenze. 2.1) La normativa nazionale Infatti, secondo la vigente normativa la spesa relativa al pagamento delle rette di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) per soggetti con handicap permanente grave o ultrasessantacinquenni non autosufficienti e' ripartita per il 50% a carico del Servizio Sanitario Nazionale e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali (D.p.c.m. 14 febbraio del 2001, richiamato nell'art. 54 della legge 289 del 2002). Per tale eventuale compartecipazione il legislatore rimanda al d.lgs. 109 del 1998, normativa che individua in via generale le modalita' con cui si determinano criteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate, includendo – sempre in via generale – in detta valutazione anche i redditi prodotti dai familiari del richiedente. Tale principio prevede tuttavia una eccezione: le prestazioni sociali agevolate assicurate nell'ambito di percorsi assistenziali integrati di natura sociosanitaria, erogate a domicilio o in ambiente residenziale a ciclo diurno o continuativo, rivolte a: - persone con handicap permanente grave; - ultrasessantacinquenni la cui non autosufficienza fisica o psichica sia stata accertata dalle aziende unità sanitarie locali. Il legislatore ha dunque ritenuto che per queste specifiche situazioni non si debba conteggiare anche il reddito dei familiari, ma esclusivamente quello del soggetto richiedente. Tale previsione normativa e' contenuta all'art 3, comma 2 ter del d.lgs n. 109 del 1998, che prevede che la determinazione della situazione economica del richiedente tali prestazioni sociali agevolate debba avvenire tenendo in considerazione "la situazione economica del solo assistito". La scelta politica del legislatore di escludere i parenti dal pagamento di somme relative alla prestazione e' altresi' trasposta in una ulteriore norma dello stesso decreto il cui scopo e' sgombrare il campo dai tentativi illegittimi da parte di RSA e Comuni di accollare ai parenti dette somme in quanto tenuti agli alimenti ai sensi del 433 e ss. c.c. Infatti, l'istituto civilistico dell'obbligo alimentare previsto agli artt. 433 e ss. c.c. e' diritto attivabile esclusivamente dal soggetto che versa in stato di bisogno, ovvero da chi ne fa le veci (tutore, amministratore di sostegno) e la sua determinazione, in caso di contrasti, spetta all'autorita' giudiziaria. In alcun modo, l'amministrazione pubblica o la RSA puo' sostituirsi all'interessato sia chiedendo direttamente ai parenti alcunche' a tale titolo, sia determinandone unilateralmente l'ammontare. L'art. 2 comma 6 d.lgs n. 109 del 1998 prevede infatti che: "Le disposizioni del presente decreto non modificano la disciplina relativa ai soggetti tenuti alla prestazione degli alimenti ai sensi dell'art. 433 del codice civile e non possono essere interpretate nel senso dell'attribuzione agli enti erogatori della facoltà di cui all'articolo 438, primo comma, del codice civile nei confronti dei componenti il nucleo familiare del richiedente la prestazione sociale agevolata". 2.2) La normativa regionale della Toscana e l'applicazione fiorentina La normativa nazionale prevede infine che la percentuale di compartecipazione dell'assistito al pagamento della prestazione sia stabilita dalle singole Regioni: per la Toscana, il riferimento e' alla Legge regionale n. 41 del 2005 che a sua volta (art. 47) demanda l'individuazione di dette percentuali ai Comuni. Nel Comune di Firenze la materia e' stata disciplinata con il “Regolamento per l'accoglienza di anziani presso strutture residenziali” gia' menzionato. L'illegittimita' del regolamento fiorentino emerge, sin da subito, dal rovesciamento e dalla mistificazione dell'intero impianto normativo nazionale, che vede il Comune obbligato al pagamento dell'intera quota sociale (DPCM 14 febbraio 2001 allegato 1), salva la possibilita' di determinare una “eventuale” quota di compartecipazione a carico dell'utente. Nonostante il dettato normativo sia chiaro e preciso, questa disposizione viene cosi' recepita nel Regolamento fiorentino, all'art. 4: “l'amministrazione comunale garantisce un intervento economico a favore di coloro che [...] non risultano in grado di provvedere alla copertura integrale della quota sociale della retta di ospitalita' giornaliera”, e ancora all'art. 8 “La misura dell'intervento economico integrativo, concesso dall'amministrazione comunale, e' stabilita in base alla differenza esistente tra il valore della quota sociale della retta di ospitalita' giornaliera e la capacita' di provvedere alla sua copertura integrale”. Assistiamo - in buona sostanza - al rovesciamento dei criteri di ripartizione economica delle quote: chi “eventualmente” compartecipa non e' piu' il cittadino, ma il Comune! Ancora, contrariamente a quanto impone la normativa nazionale, il regolamento espressamente include i redditi dei familiari nel calcolo della quota in compartecipazione, in particolare ai seguenti articoli: Art. 5, “criteri generali per la determinazione dell'intervento economico integrativo comunale”; art. 6 “la definizione di nucleo familiare convenzionale ristretto e di nucleo familiare dei figli”; art. 7 “Indicatore della situazione economica”, art. 8 “Misura e limite dell'intervento economico integrativo comunale”; Allegato 1 “Definizione dell'indicatore della situazione economica”. 2.3) Nullita' dell'atto di impegnativa per illiceita' della causa; contrarieta' a norme imperative; inesistenza/impossibilita' e illiceita' dell'oggetto. L'atto di impegnativa sottoscritto dall'attore contrasta radicalmente con la ratio, gli scopi, l'oggetto e le modalita' attuative della normativa posta a tutela degli anziani non autosufficienti e degli handicappati gravi. L'impegnativa sottoscritta e' pertanto nulla per contrarieta' a norme imperative e per illiceita' della causa. La RSA lavora nel caso di specie, e per tutte le prestazioni incluse fra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), in convenzione con le istituzioni e offre un servizio pubblico essenziale, sanitario prima ancora che sociale, per il quale il legislatore ha dettagliatamente individuato modalita', casi, costi della prestazione, soggetti sui quali tali costi devono gravare. Appare ovvio che se il legislatore avesse voluto rimettere al libero mercato la determinazione di quanto costi una prestazione socio-sanitaria e chi debba pagarla, non avrebbe disciplinato in modo cosi' puntuale la materia. Il quadro normativo su enucleato non ammette deroghe ed e' nulla ogni pattuizione che lo contrasta ai sensi dell'art. 1418, comma 1 c.c.. E' evidente e lampante che l'impegnativa in questione costituisce il mezzo per eludere l'applicazione della normativa nazionale in materia di ripartizione dei costi di permanenza degli anziani non autosufficienti nelle RSA e dunque la stessa e' nulla altresi', ai sensi degli artt. 1418, comma 2, 1343 e 1344 c.c., in quanto stipulata in frode alla legge, per eluderne l'applicazione nonche' per contrarieta' della causa a norme imperative. Un ultimo profilo di nullita' della scrittura in questione attiene all'oggetto della stessa, oggetto chiaramente inesistente, impossibile e/o illecito, ai sensi degli art. 1418, comma 2, 1325 e 1346 c.c. L'impegnativa firmata dall'attore attiene infatti al pagamento “della quota sociale posta a proprio carico”; orbene, non esiste alcuna quota posta a carico del signor XXX: infatti nessuna determinazione comunale l'ha mai determinata. Del resto, qualunque determinazione in tal senso sarebbe stata impossibile, poiche' la legge prevede che il pagamento della quota sociale spetti al Comune, con l'eventuale compartecipazione economica dell'utente, cioe' la signora Bronchi. Ogni eventuale determinazione comunale o pattuizione che, contrariamente alle norme, attribuisca il pagamento di quote ad altri soggetti diversi dall'utente, sarebbe di tutta evidenza illecita. 3) Annullabilita' dell'impegnativa per dolo e/o errore essenziale Laddove le considerazioni fin qui svolte non fossero ritenute assorbenti, l'impegnativa sarebbe comunque annullabile per dolo e/o errore essenziale. L'intera vicenda si inquadra in una situazione di illegalita' sistematica, generalizzata e preordinata – da parte di Comuni italiani e RSA - a scaricare sulle famiglie i costi delle prestazioni sociosanitarie cui le istituzioni sono tenute. Il problema e' di rilevanza nazionale e ha investito organi istituzionali a tutti i livelli (difensori civici comunali, regionali, Autorita' garante per la protezione dei dati personali, interrogazioni parlamentari), la magistratura sia civile che amministrativa, le associazioni dei consumatori (Docc. 11-26). A voce unanime si e' denunciata la violazione di legge costante e sistematica operata dalla maggior parte dei Comuni italiani. Ecco quanto accaduto al signor XXX, cosi' come nella maggior parte dei casi: - Il signor XXX la cui madre e' persona anziana non autosufficiente, si e' rivolto agli assistenti sociali del Comune per chiederne l'ammissione in RSA; - all'atto della presentazione della domanda, gli viene richiesto di produrre i redditi della madre, i suoi e quelli dei suoi familiari e affini, sulla base del vigente regolamento comunale (contrario alla legge); - il Comune, sulla base della documentazione prodotta calcola le somme da pagare in compartecipazione (tale calcolo e' anche'esso evidentemente illegittimo, includendo nel calcolo i redditi dei parenti); - conclusasi postitivamente l'istruttoria amministrativa, il giorno dell'ingresso della signora ZZZ in RSA, viene sottoposto alla firma del XXX un prestampato in cui si tenta di ottenere un “impegno spontaneo” a pagare somme che assolutamente non gli spettano; impegno spontaneo senza il quale – guarda caso – la mamma non verrebbe ammessa. Il XXX, evidentemente senza alcuna alternativa, spontaneamente accetta. - Non solo. Ma la captazione dolosa della volonta' emerge evidente e per iscritto in un punto dell'impegnativa, dove si specifica che qualora il XXX non rispettasse il suo spontaneo impegno, ne conseguirebbe la dimissione della signora ZZZ. Merita ricordare che in questa fattispecie la RSA non ha rapporti contrattuali con l'utente, che gode di un servizio pubblico, ma con l'ente convenzionato. La RSA non puo' dunque dimettere l'assistito, rischierebbe le sanzioni penali che ne conseguono. L'errata convinzione ingenerata nel sottoscrittore circa la possibilita' che al mancato pagamento da parte sua conseguirebbe un grave danno alla madre, dimessa dalla RSA, dimostra la dolosita' del comportamento della struttura; - consapevole della frode in atto, nonche' della impossibilita' giuridica di ottener lecitamente somme di denaro dal XXX, la RSA trova il modo di convincere il XXX che egli, in quanto figlio, e' tenuto a pagare gli importi richiesti. Tant'e' che l'attore si impegna: - personalmente, MA “nella qualita' di figlio” (e' un impegno contrattuale o e' diretta conseguenza degli obblighi alimentari?); - a pagare la “quota sociale posta a proprio carico,” SEBBENE l'importo corrisponda alla quota sociale a carico della signora ZZZ (o piuttosto alla intera quota a carico del Comune?); - apponendo la propria firma in calce all'atto MA accanto ad una dicitura prestampata “Per l'Assistito”; - si crea una voluta ambiguita' in ordine a chi sia il debitore, a che titolo e relativamente a quali cifre. Ambiguita' il cui scopo evidente e' quello di far sentire obbligati sia la madre che il figlio. Ambiguita' che non viene risolta ma anzi viene alimentata con l'invio delle fatture da parte della RSA YYY. Le fatture infatti sono cointestate indistintamente a XXX e a ZZZ (doc. 27). Appare ormai chiaro il disegno ordito dal Comune e dalla RSA cosi' come appare evidente che mai il signor XXX, non essendovi tenuto, avrebbe firmato l'impegnativa se non fosse stato convinto, con le buone e con le cattive, della necessarieta' della sottoscrizione. Sottoscrizione per questo viziata nel consenso per dolo determinante e/o errore essenziale. 4) Il quantum della quota in compartecipazione a carico dell'utente Pur nella piena consapevolezza di non esser affatto tenuto a pagare alcunche' ne' in proprio ne' in qualita' di figlio, e per mero scrupolo difensivo, qualora il giudice non accogliesse nessuna delle deduzioni sin qui' svolte, e ritenesse pertanto accertato l'an, si contesta comunque il quantum debeatur cosi' come determinato dalla RSA nel ricorso per decreto ingiuntivo in € 51,13 giornaliere, ossia in circa € 1600,00 mensili. Questa quota sociale che oggi si pretende dal XXX si fonderebbe su determine comunali illegittime cosi' come illegittimo e' il regolamento di cui ne sono applicazione, per i motivi già' menzionati nel presente atto. Determine e regolamento che pertanto devono essere comunque disapplicate da questo giudice. Per dare idea del paradosso cui tale illegittimita' conduce, basti pensare che la signora ZZZ ha un reddito mensile di soli € 1.300,00! Dovra' allora il giudice accertare, anche tramite CTU di cui si chiede sin d'ora l'ammissione, se quanto gia' pagato mensilmente dalla signora ZZZ non esaurisca l'ammontare della quota in compartecipazione, nella massima misura che alla stessa puo' essere richiesta secondo legge. 5) Chiamata in causa del Comune di Firenze in garanzia In denegata ipotesi, qualora il Giudice ritenesse che in ogni caso la RSA sia titolare di un credito di € 51,13 giornalieri per la degenza della signora ZZZ, non e' certo all'attore che deve richiederne il pagamento. Tanto meno puo' avanzare ulteriori pretese creditorie nei confronti dell'assistita, che già' versa alla struttura tutti i suoi averi (pensione e indennita' di accompagnamento). Tale richiesta andava semmai avanzata, da parte della RSA, nei confronti del Comune di Firenze, soggetto che – come visto supra – e' tenuto al pagamento della quota sociale, salva la possibilita' di chiedere al “solo” utente una compartecipazione economica nei limiti del proprio (e solo) suo reddito. Si procede pertanto alla chiamata in causa del Comune di Firenze a garanzia di ogni eventuale pregiudizio economico che potesse derivare all'attore da un accertamento giudiziale della sussistenza del credito in favore della RSA. Qualora il giudice ritenesse che il signor XXX in proprio o in qualita' di figlio della signora ZZZ fosse tenuto al pagamento della somma richiesta, sia essa da considerarsi “a proprio carico” o “quota sociale a carico dell'utente”, in favore della RSA, il Comune di Firenze sara' a sua volta tenuto al rimborso integrale di quanto accertato. Si consideri che la signora ZZZ gia' versa tutti – e ribadiamo tutti - i suoi redditi interamente alla RSA e che null'altro le rimane, per comprarsi neanche un vestito. Ogni ed ulteriore pretesa economica della RSA deve, per legge, essere corrisposta dal Comune, ente con il quale si accorda secondo procedure proprie dell'amministrazione, ovvero quest'ultimo deve tenere indenne l'attore per tutto quanto il Giudice ritenga dovuto. Tutto cio' premesso, il signor XXX, come sopra rappresentato e difeso CITA la RSA YYY, in persona del lega rappresentante p.t., E CITA il Comune di Firenze, in persona del sindaco p.t., con sede in Firenze, Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria, a comparire davanti al Tribunale di Firenze, nei locali di sua abituale residenza, all'udienza del 5 marzo 2008, ore di rito, giudice designando, con l'invito a costituirsi nel termine di venti giorni prima dell'udienza indicata (ovvero di quella differita ai sensi dell'art. 168 bis, comma 5, c.p.c.) nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c. con avvertimento che la costituzione in giudizio oltre i suddetti termini implica le preclusioni e decadenza di cui all'art. 167 c.p.c. e che, in caso di mancata costituzione, si procedera' in sua contumacia per sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI “Piaccia all'Ill.mo Tribunale di Firenze, in accoglimento della presente opposizione: [I] IN VIA PRELIMINARE E IN RITO: accertare e dichiarare la nullita' assoluta e/o inesistenza della procura alle liti conferita da YYY RSA nel ricorso per decreto ingiuntivo e per l'effetto revocare e/o dichiarare nullo e/o annullare il decreto ingiuntivo opposto, per i motivi di cui in narrativa; [II] NEL MERITO, IN TESI E OCCORRENDO ANCHE IN VIA RICONVENZIONALE: Revocare il decreto ingiuntivo opposto per difetto assoluto di prova scritta del credito, per i motivi di cui in narrativa; [III] IN IPOTESI E OCCORRENDO ANCHE IN VIA RICONVENZIONALE: accertare e dichiarare nulla l'impegnativa sottoscritta dall'attore per illiceita' della causa e/o contrarieta' a norme imperative e/o inesistenza e/o impossibilita' e illiceita' dell'oggetto, e per l'effetto, per i motivi di cui in narrativa, revocare il decreto ingiuntivo opposto; [IV] IN SUBORDINATA IPOTESI E OCCORRENDO ANCHE IN VIA RICONVENZIONALE: previo accertamento del vizio del consenso dell'impegnativa sottoscritta dall'attore, annullare quest'ultima per dolo e/o errore essenziale, per i motivi di cui in narrativa, e per l'effetto revocare il decreto ingiuntivo opposto; [V] IN ULTERIORE IPOTESI E OCCORRENDO ANCHE IN VIA RICONVENZIONALE: qualora il Giudice ritenesse sussistente, in capo all'attore, la posizione debitoria pretesa da controparte, previo accertamento dell'illegittimita' e conseguente disapplicazione del “Regolamento per l'accoglienza di anziani presso strutture residenziali” emanato con Deliberazione del Consiglio comunale di Firenze n. 19/04 del 18.01.1999 e n. 652/144 del 03.05.1999, modificate dalle deliberazioni del Consiglio comunale n. 553/95 del 05.06.2000, n. 1271 del 20.12.2001 e n. 130 del 21.12.2004 e di ogni determina del Comune di Firenze in merito alla determinazione della quota in compartecipazione a carico dell'utente, signora Ida ZZZ, per violazione di legge, determinare, nella misura di legge, il quantum dovuto, e per l'effetto revocare il decreto ingiuntivo opposto; [VI] IN DENEGATA IPOTESI: qualora il Giudice ritenesse l'attore debitore della somma stabilita nel decreto ingiuntivo opposto, accerti, in via riconvenzionale e per effetto della chiamata in causa del terzo in garanzia, che le somme in questione, per i motivi di cui in narrativa, sono ad esclusivo carico del Comune di Firenze e, per l'effetto, condanni quest'ultimo alla rifusione delle somme cui il Giudice dovesse condannare l'attore”. IN OGNI CASO : con vittoria di spese, diritti ed onorari. Si producono i seguenti documenti: 1) decreto ingiuntivo opposto; 2) Documentazione medica e accertamento dell'invalidita' della sig.ra ZZZ; 3) Atto di impegnativa; 4) Cud della sig.ra ZZZ dal 2002 al 2007; 5) Prestazioni INPS sig.ra ZZZ in dettaglio mensile 2007; 6) Riepilogo delle prestazioni INPS dal 2001 al 2007; 7) Prospetti riepilogativi INPS ZZZ 2004-2007; 8) Prospetto dei pagamenti richiesti dalla RSA e dei relativi saldi dal 2000 alla fine del 2007; 9) “Regolamento per l'accoglienza di anziani presso strutture residenziali” emanato con Deliberazione del Consiglio comunale di Firenze n. 19/04 del 18.01.1999 e n. 652/144 del 03.05.1999, modificate dalle deliberazioni del Consiglio comunale n. 553/95 del 05.06.2000, n. 1271 del 20.12.2001 e n. 130 del 21.12.2004; 10) Foglio corrispondente alla produzione n. 2 di controparte nel ricorso per decreto ingiuntivo; 11) Interrogazione parlamentare dell'on. Donatella Poretti del 28 marzo 2007; 12) Risposta all'interrogazione parlamentare del 19 aprile 2007; 13) Parere del difensore civico della Regione Marche; 14) Parere del difensore civico del Comune di Jesi del 6 luglio 2004; 15) Parere del difensore civico della Regione Marche; 16) Parere del difensore civico della Regione Marche; 17) Articolo di Massimo Dogliotti, prof. Di diritto civile persso l'Universita' di Gennova – Magistrato della Corte d'Appello di Genova; 18) Nota del Garante per la protezione dei dati personali del 2 marzo 2006; 19) Nota del Garante per la protezione dei dati personali; 20) Nota del Garante per la protezione dei dati personali; 21) TAR Sicilia – Sez. distaccata di Catania, n. 42 del 11 gennaio 2007; 22) Giudice di Pace di Bologna, sentenza n. 3598 del 12 ottobre 2006; 23) Parere del difensore civico della Regione Toscana del 13 aprile 2004; 24) Parere del difensore civico della Regione Veneto del 13 gennaio 2004; 25) Parere del difensore civico della Regione Toscana del 16 febbraio 2004; 26) Parere del difensore civico di Scandicci del 23 febbraio 2006; 27) Fattura n. 379 del 2007 di YYY RSA. Ai fini del versamento del contributo unificato si dichiara che la presente causa e' di valore pari ad € 10.668,46. Si dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni al numero del fax 0552345709. Firenze, 13 novembre 2007 Avv. Claudia Moretti Avv. Emmanuela Bertucci ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Class action: un contrappeso in mano ai consumatori Il consumatore italiano ha rigorosamente in casa una bambola al piombo Mattel; ha ricevuto una bolletta Telecom da mille euro per aver partecipato ad uno pseudo quiz tv che utilizza gli 899; nel 2004 aveva acquistato biglietti aerei della Volare, il giorno prima della crisi della societa'. Naturalmente ha in portafoglio titoli Parmalat, Cirio, Fin.Part e i MyWay di Mps. In piu' il suo comune non paga, come impone la legge, la retta Rsa (residenza sanitaria assistenziale) al suo anziano genitore, e' straindebitato dopo aver acquistato strumenti finanziari derivati. Il consumatore italiano si e' rivolto all'avvocato italiano che ha preventivato parcelle per 15 anni e un costo iniziale di 10mila euro. Il consumatore italiano decide di diventare consumatore americano. Li', gli hanno detto, c'e' la class action. Se ne parla da anni, e a parole sono tutti d'accordo: introduciamo anche in Italia l'azione giurdiziaria collettiva, che comporterebbe una sola causa contro l'azienda responsabile di un danno. Accertato il torto dell'impresa, tutti i soggetti danneggiati sono risarciti. Come negli Stati Uniti. Al momento in Italia occorre che ogni danneggiato proceda singolarmente. Qualche decennio fa era difficile e raro che una singola azienda, per quanto grossa e potente, potesse creare danni ad un gran numero di consumatori. La maggior parte delle transazioni riguardavano beni, la loro vendita avveniva su una rete commerciale e distributiva "pesante" fatta di tanti piccoli negozi. I centri commerciali erano pochissimi e anche i servizi essenziali, come energia e telefonia, erano gestiti tramite tante sedi locali. Le banche servivano solo come forzieri dei risparmi, che erano investiti in titoli di stato. Tutto era locale e se uno scandalo danneggiava una moltitudine di persone, i giornali ne parlavano per mesi. Oggi e' diverso. La grande distribuzione spaccia da un unico punto vendita migliaia di prodotti; i servizi sono esplosi; per attivare un contratto basta avere un computer; una qualunque filiale bancaria puo' vendere prodotti finanziari complessi pensati all'altro capo del mondo. La facilita' per un'azienda di raggiungere milioni di consumatori ha moltiplicato i rischi. Nel giro di pochi mesi abbiamo letto di prodotti al piombo, quiz tv fasulli e truffaldini; compagnie aeree che chiudono da un giorno all'altro, vecchiette a cui sono rifilate da banche stimatissime prodotti derivati. L'azione giudiziaria collettiva e' il necessario contrappeso in mano ai consumatori per bilanciare il potere delle aziende, non un mezzo per vendicarsi delle societa' cattive a seguito di uno scandalo come Parmalat. L'introduzione della class action avrebbe l'effetto di prevenire e aumentare il senso di responsabilita' delle societa': devono sapere che pagheranno i danni provocati da un grave errore e/o malafede. Per essere efficace, pero', deve essere una vera class action, non uno scimmiottamento di una moda d'Oltreoceano. Purtroppo il Governo sta percorrendo la strada statalista della class action, esautorando il singolo consumatore dal potere di attivare un'azione collettiva. In pratica, senza l'intervento di un'associazione di consumatori riconosciuta e finanziata dallo Stato non ci sarebbe nessuna class action. E che succederebbe se l'azienda incriminata fosse Alitalia, Eni o Enel, di proprieta' dello Stato? Il cittadino dovrebbe rivolgersi a un'organizzazione che riceve soldi dal medesimo soggetto che gli ha creato dei danni. E che succederebbe se a danneggiare migliaia di cittadini fosse proprio un'associazione di consumatori? Vi immaginate una causa collettiva promossa, per esempio, da Federconsumatori contro Codacons? Per dettagli: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=193614 Occorre una class action che inneschi in circuito virtuoso: senso di resposabilita' delle aziende/fiducia dei consumatori nel mercato. E questo si puo' ottenere solo se la difesa dei diritti del cittadino e' affidata a se stesso. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA TRIBUTI LOCALI (ICI, TARSU, TOSAP): NUOVE REGOLE SUGLI ACCERTAMENTI, SULLA RISCOSSIONE COATTIVA E SUI RIMBORSI La finanziaria 2007 (legge 296/06, art.1 commi dal 161 al 167) ha modificato tutte le norme relative alla riscossione dei tributi locali (l'Ici, la Tarsu -che sta diventando Tia-, la Tosap, etc.), piu' precisamente le regole relative all'accertamento, alla riscossione coattiva e alla decadenza dei relativi termini, termini che sono stati allungati ed uniformati. Sull'entrata in vigore, il 1/1/07, c'e' stata e c'e' tutt'ora molta incertezza interpretativa che sta causando inevitabile confusione (come approfondiamo in questa stessa scheda, piu' avanti). Per tale motivo, e per praticita', riportiamo sia le nuove regole -uniformi per tutti i tributi- che le “vecchie”, diversificate per tipo di tributo. NUOVE REGOLE DI RISCOSSIONE ICI, TARSU, TOSAP,Imposta comunale sulla pubblicita' e diritto pubbliche affissioni NOTIFICA E CONTENUTO DEGLI AVVISI DI ACCERTAMENTO A partire dal 1/1/07, relativamente alla * rettifica delle dichiarazioni incomplete o infedeli o dei parziali o ritardati versamenti; * accertamento d’ufficio delle omesse dichiarazioni o degli omessi versamenti; gli enti locali devono notificare al contribuente, anche a mezzo posta con raccomandata con avviso di ricevimento, un apposito avviso motivato- a pena di decadenza- entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati. Entro gli stessi termini devono essere contestate o irrogate le sanzioni amministrative tributarie previste dalla legge (si veda il d.lgs.472/97 e la scheda inserita tra i link). L'avviso deve contenere: * la motivazione, ovvero i presupposti su cui si basa. Se tale motivazione fa riferimento ad un atto precedente non conosciuto ne' ricevuto dal contribuente, questo deve essere allegato all'avviso o riprodotto nel suo contenuto essenziale sullo stesso; * l’indicazione dell’ufficio presso il quale e' possibile ottenere informazioni complete in merito all’atto notificato; * indicazione del responsabile del procedimento; * indicazione dell’organo o dell’autorita' amministrativa presso il quale e' possibile promuovere un riesame anche nel merito dell’atto in sede di autotutela; * delle modalita', del termine e dell'organo giurisdizionale cui e' possibile ricorrere (tipicamente la commissione provinciale tributaria), nonche' il termine -di 60 giorni- entro cui effettuare il relativo pagamento. Informazioni sull'autotutela e i ricorsi presso la commissione provinciale tributaria possono essere trovati nelle schede riportate tra i link, piu' avanti. RISCOSSIONE COATTIVA, NOTIFICA DELLA CARTELLA ESATTORIALE Dal momento in cui l'accertamento e' diventato “definitivo”, ossia decorsi 60 giorni dalla notifica dell'avviso senza che venga effettuato il pagamento -od eventualmente un ricorso- il debito viene iscritto a ruolo e diventa titolo esecutivo da notificarsi al contribuente entro il 31/12 del terzo anno successivo. Un eventuale ricorso "sospende" il termine fino al momento in cui la sentenza passa in giudicato, ovviamente. La notifica dell'iscrizione a ruolo avviene tramite una cartella esattoriale emessa dal concessionario locale, alla quale -in caso di mancato pagamento o ricorso nei termini- possono seguire tutte le procedure esecutive previste dalla legge (ipoteca, fermo dei beni mobili, pignoramento, etc.) Nota importante: Le nuove regole introdotte dalla finanziaria colmano, per quanto riguarda la riscossione coattiva, un vuoto normativo. Le precedenti leggi, infatti, NON prevedevano una scadenza specifica per la notifica della cartella esattoriale ma solo quella per la formazione del ruolo (momento precedente all'emissione della cartella, si vedano le “vecchie” regole piu' avanti), rendendo di fatto impossibile verificare -per il semplice contribuente- il rispetto dei termini. La finanziaria 2007 ha di fatto eliminato i termini per l'iscrizione a ruolo stabilendo scadenze perentorie per la notifica del titolo esecutivo, ovvero in questo caso della cartella esattoriale. Diventa piu' facile, quindi, districarsi nei conteggi e verificare la corretta applicazione dei termini. RIMBORSI Il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal contribuente entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione. L’ente locale provvede ad effettuare il rimborso entro 180 giorni dalla data di presentazione dell’istanza. SANZIONI ED INTERESSI APPLICABILI La misura annua degli interessi e' determinata, da ciascun ente impositore, nei limiti di tre punti percentuali di differenza rispetto al tasso di interesse legale. Gli interessi sono calcolati con maturazione giorno per giorno con decorrenza dal giorno in cui sono divenuti esigibili. Interessi nella stessa misura spettano al contribuente per le somme ad esso dovute a decorrere dalla data dell’eseguito versamento. Le sanzioni, invece, sono rimaste invariate (si veda la scheda tra i link). VECCHIE REGOLE ABROGATE IMPOSTA COMUNALE SULLA PUBBLICITA' E DIRITTO PUBBLICHE AFFISSIONI Termini di invio dell'avviso Per correzioni od accertamenti: notifica avvisi entro il 31/12 del secondo anno dalla presentazione della dichiarazione o da quanto questa doveva essere presentata, con termine di pagamento di 60 giorni; Riscossione coattiva Se all'avviso non seguiva pagamento entro 60 giorni, poteva essere resa esecutiva l'iscrizione al ruolo del debito entro il 31/12 del secondo anno dalla notifica dell'avviso di liquidazione o accertamento, con successiva notifica di una cartella esattoriale. Rimborsi Istanza di rimborso da presentare entro due anni dal pagamento o da quando fosse maturato il diritto al rimborso. Il comune aveva 90 giorni per provvedere. Sanzioni ed Interessi applicabili Per le sanzioni le regole sono invariate. Il tasso di interesse previsto dalla legge, ora cambiato, era il 7% semestrale. Fonte: d.lgs 507/93, artt. 9 e 10, parzialmente abrogati dalla finanziaria 2007 TOSAP – tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche Termini di invio dell'avviso * accertamenti degli errori materiali o di calcolo: notifica avviso entro sei mesi dal versamento o dalla presentazione della denuncia, con pagamento entro 60 giorni; * accertamento di altri errori, inesattezze o di omessa dichiarazione: notifica avviso entro il 31/12 del terzo anno successivo a quello in cui la denuncia e' stata presentata o avrebbe dovuto essere presentata, con pagamento entro 60 giorni. Riscossione coattiva Se all'avviso non seguiva pagamento o ricorso entro 60 giorni, poteva essere resa esecutiva l'iscrizione al ruolo del debito entro il 31/12 dell'anno successivo alla scadenza di detto termine, con successiva notifica di una cartella esattoriale. Rimborsi Istanza di rimborso da presentare entro tre anni dal pagamento o da quando fosse maturato il diritto al rimborso. Il comune aveva 90 giorni per provvedere. Sanzioni ed Interessi applicabili Per le sanzioni le regole sono invariate e possono essere consultate nella scheda inserita tra il link (vedi piu' avanti). Il tasso di interesse previsto dalla legge, ora cambiato, era il 7% semestrale. Fonte: d.lgs 507/93, artt.51 e 53, ora parzialmente abrogati dalla Finanziaria 2007. Per la riscossione coattiva d.p.r.43/88 art.67 c.2 e d.p.r.602/73 art.17 TARSU – tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani Termini di invio dell'avviso * denunce infedeli o incomplete: notifica dell'avviso entro il 31/12 del terzo anno dalla presentazione; * omesse denunce: notifica dell'avviso entro il 31/12 del quarto anno da quello in cui la denuncia doveva essere presentata; Riscossione coattiva Nel caso di mancati pagamenti il ruolo dev'essere formato e consegnato al concessionario della riscossione entro il 31/12 dell'anno successivo a quello per il quale il tributo e' dovuto, con successiva emissione della cartella esattoriale. Nel caso di accertamenti il termine e' sempre di un anno, ma parte dalla data di notifica dell'avviso. Rimborsi Istanza di rimborso da presentare entro il 31/12 del secondo anno successivo al pagamento. Il comune aveva 90 giorni per provvedere. Sanzioni ed Interessi applicabili Per le sanzioni le regole sono invariate e possono essere consultate nella scheda inserita tra il link (vedi piu' avanti). Il tasso di interesse previsto dalla legge, ora cambiato, era il 7% semestrale. Fonte: d.lgs 507/93, artt.71,75 e 76, ora parzialmente abrogati dalla Finanziaria 2007 ICI – Imposta comunale sugli immobili Termini di invio dell'avviso * per insufficiente o ritardato pagamento: notifica dell'avviso entro il 31/12 del secondo anno dalla presentazione della denuncia o da quando doveva avvenire il pagamento; * denunce infedeli o inesatte: notifica dell'avviso entro il 31/12 del terzo anno dalla presentazione; * omesse denunce: notifica dell'avviso entro il 31/12 del quinto anno da quello in cui la denuncia doveva essere presentata; Riscossione coattiva Se all'avviso non seguiva pagamento entro 90 giorni, poteva essere resa esecutiva l'iscrizione al ruolo del debito entro due anni dalla notifica dell'avviso di liquidazione o accertamento, con successiva notifica di una cartella esattoriale Rimborsi Dovevano essere chiesti entro tre anni con possibilita' di compensazione; Sanzioni ed Interessi applicabili Per le sanzioni le regole sono invariate e possono essere consultate nella scheda inserita tra il link (vedi piu' avanti). Il tasso di interesse previsto dalla legge, ora cambiato, era il 7% semestrale. Fonte: d.lgs. 504/92, parzialmente abrogato dalla Finanziaria 2007 SULL'ENTRATA IN VIGORE DELLE NUOVE REGOLE: INTERPRETAZIONI E DUBBI La finanziaria 2007, all'art.1 comma 171, dispone che "le norme si applicano anche ai rapporti di imposta pendenti alla data di entrata in vigore della legge", ovvero al 1/1/07. Questa frase, come si puo' immaginare, ha creato molta confusione rispetto all'individuazione dei casi -riferibili agli anni passati- ai quali si devono applicare le nuove norme. Secondo le interpretazioni piu' “ottimistiche” riferibili tra l'altro ai principi sanciti dallo statuto del contribuente (legge 212/00), le nuove regole NON varrebbero per i rapporti relativi agli anni precedenti al 2007, per i quali non puo' essere prevista alcuna proroga dei termini di decadenza e prescrizione. Secondo altre interpretazioni, invece, piu' diffuse ed anche piuttosto autorevoli (si veda la nota del ministero delle Finanze n.11159 del 19/3/07), sono esclusi solo i rapporti per i quali i termini di accertamento sono gia' prescritti o decaduti al 31/12/06. I restanti possono dirsi pendenti, e quindi per essi i termini si allungano cosi' come previsto dalla finanziaria 2007. Un esempio pratico: applicando strettamente la legge il termine entro cui potrebbe arrivare un avviso di errato pagamento avvenuto nel 2006 e' di cinque anni, ovvero il 31/12/2011. Secondo l'interpretazione piu' ottimistica, invece, tale termine rimarrebbe di due anni, ovvero scadrebbe il 31/12/2008. La differenza e' sostanziale, e considerando che la norma e le sue interpretazioni piu' autorevoli (prima tra tutte quella del ministero delle Finanze), stridono notevolmente con i principi sanciti dallo statuto del contribuente senza nemmeno citarne la deroga (come lo stesso Statuto prevederebbe), la questione resta purtroppo aperta ed insoluta. Pertanto non si puo' che riferirsi al proprio Comune oppure, in caso si riceva un avviso ritenuto dubbio o si voglia comunque tentare un'opposizione, all'interpretazione del giudice tributario (commissione provinciale tributaria, si veda la scheda tra i link) Link utili - Scheda pratica "Autotutela": http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=172909 - Scheda pratica "Commissione provinciale tributaria: il ricorso": http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40763 - Scheda pratica "Sanzioni tributarie amministrative per le abitazioni": http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40737 (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie BBAN S0616002817000007977C20 - coordinate bancarie IBAN IT19S0616002817000007977C20 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------