====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 134 02-03-2007 la prossima edizione: 16-03-2007 EDITORIALE Cordone ombelicale. Bene la donazione "autologa-eterologa" ma non basta di Donatella Poretti ARTICOLI - Bernat Soria: il futuro e' nella medicina molecolare di Redazione - Spagna. Un bambino liberato dalla condanna della fibrosi cistica di Rosa a Marca - Italia. Legge sul parto. Tre cose essenziali: epidurale, conservazione autologa del cordone e sostegno agli asili di Donatella Poretti NOTIZIE - Canada. Neuroni ottenuti da cellule staminali della pelle - Svizzera-Sud Corea. Cellule staminali per ricostruire il seno - Italia. Collaborazione con Israele sulla ricerca biomedica - Usa. Destra alla ricerca di candidato ultraconservatore - Gb. Dieci anni fa il mondo conobbe Dolly - Gb. Governo autorizza ricerca su embrioni uomo-animale - Norvegia. Staminali del grasso possono riparare tendini ed articolazioni - Italia. Prima donazione del cordone autologa-eterologa - Italia. Galli: presto maiali per produrre organi "anti-rigetto" - Italia. Al via lavori del Comitato nazionale di bioetica - Italia. Padova. Torre della ricerca - Usa. Dulbecco compie 93 anni e non si ferma - Vaticano. Barragan: presto carta etica dei divieti - Mondo. Rivista "Nature": la pelle non ha piu' segreti - Italia. Manutenzione delle arterie per allungare la vita delle donne - Italia. Ass. Coscioni: riaprire il dibattito sulla legge 40 - Giappone. Ovuli inutilizzabili per fecondazione forse utili per ricerca con staminali - Giappone. Creato dente da cellule staminali - Gb. Via libera alla compravendita di ovuli per la ricerca - Usa. Ex docente del Mit interrompe sciopero della fame - Italia. Marino: presto decreto ministro Salute su Convenzione di Oviedo - Usa. Cellule staminali indicano compiti a cellule figlie - Vaticano. Il Papa elogia il Costa Rica per impegno contro clonazione umana - Spagna. Simposio sul ruolo delle staminali embrionali nella medicina riproduttiva - Spagna. Cornea artificiale con cellule staminali di coniglio - Usa. Iowa. Approvata nuova legge per la clonazione terapeutica - Usa. Studio osannato dagli oppositori della ricerca con le staminali embrionali e' "fallace" - Usa. Illinois. Senato approva finanziamento pubblico della ricerca con le staminali - Usa. Michigan. Verso il finanziamento pubblico della ricerca con le staminali embrionali - Usa. California. Cirm vince appello contro gli oppositori di Proposition 71 - Usa. Staminali embrionali rigenerano cuore senza rischio tumore -------------------------------------- EDITORIALE - Cordone ombelicale. Bene la donazione "autologa-eterologa" ma non basta Bene l'iniziativa dell'associazione Osidea che permettera' in Europa il primo prelievo di cellule staminali dal cordone ombelicale secondo i criteri della donazione "autologa-solidale". Secondo questa nuova formula la neo mamma potra' conservare il proprio cordone ombelicale sia per le future esigenze di salute del neonato e della sua famiglia, sia per eventuali pazienti che dovessero averne bisogno in futuro. Chiaramente tutto questo sara' possibile grazie alla convenzione stipulata da questa associazione con la piu' grande banca privata del sangue europea, la "Crio Save" di Bruxelles. Nel nostro Paese e' infatti vietata l'istituzione di banche per la conservazione del sangue del cordone ombelicale per uso autologo presso strutture sanitarie private, consentendone, invece, la donazione e la conservazione soltanto in strutture pubbliche. E' quindi positiva l'iniziativa di Osidea per il semplice fatto che la donna viene messa nelle condizioni di scegliere cosa fare del proprio cordone ombelicale. Lo scorso anno ho depositato insieme a deputati di vari partiti una proposta di legge (1) che ha come obiettivo quello di permettere a tutte le donne di conservare per se', per i propri congiunti o per chi ne abbia necessita' il sangue del proprio cordone ombelicale per scopi terapeutici, clinici o di ricerca. La paura di molti e' di avere, con la conservazione autologa, una diminuzione della donazione, cosa in Italia impossibile, visto che non tutti i punti nascita permettono la raccolta e la donazione del cordone, facendo si' che molti di questi vengano gettati via. Le banche private aumenterebbero solo la possibilita' di conservazione delle sacche cordonali in sinergia con il servizio pubblico e senza pesare economicamente su di questo. La legge sul parto, attualmente in discussione nella XII commissione (Affari Sociali), nel suo testo unificato contiene proprio questa possibilita'. Se le resistenze ideologiche ed opportunistiche che si sono gia' manifestate in commissione non l'avranno vinta, e' probabile che per il sangue del cordone non si dovra' piu' sottostare a quanto –oggi lodevole- propone l'associazione Osidea. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=160500 di Donatella Poretti -------------------------------------- ARTICOLI - Bernat Soria: il futuro e' nella medicina molecolare Bernat Soria e' direttore di CAMIBER, il centro andaluso di biologia molecolare e medicina rigenerativa. Sollecitato in merito all'opinione espressa dal direttore di Instituto de Salud Carlos III, Francisco Garcia, secondo cui il futuro della Medicina sara' la medicina molecolare, Soria risponde di condividerla. Entro 25 anni malati e studenti di Medicina s'imbatteranno sempre di piu' nelle molecole, il cui ambito comprende vari aspetti: genomica e proteomica; medicina rigenerativa e cellule staminali; nanotecnologia. Dice che la medicina del futuro continuera' ad essere la medicina con il bisturi, ma anche della medicina delle molecole. Il paziente otterra' piccoli dispositivi diretti a una parte del suo corpo. Puo' citare qualche trattamento che sta realizzando con le cellule staminali? Il programma di isolotti pancreatici (cellule che producono insulina) sta gia' funzionando. La produzione di isolotti e' per tutta l'Andalusia. L'iniziativa dipende dagli ospedali che arrivano con delle proposte, anche se attualmente ce n'e' una al Carlos Haya di Malaga. In quanto ai programmi d'applicazione con cellule staminali, di cui sono a conoscenza, ce ne sono due relativi alle complicazioni del diabete. Uno e' la rivascolarizzazione del piede diabetico -una patologia terribile poiche' molte volte porta all'amputazione. L'altro e' la rigenerazione cardiaca per diabetici. L'insufficienza cardiaca di grado quattro ha una mortalita' superiore al cancro. Per questi casi, penso che nel 2007 potremo incominciare ad avere propostei dall'ospedale Virgen Macarena di Siviglia. Quali sono le linee forti dei ricercatori cordovesi? A Cordova esistono progetti di rigenerazione cardiaca, gia' eseguiti. Hanno avuto molto successo impostando linee di ricerca di rigenerazione epatica, ma anche dall'applicazione di medicina rigenerativa per problemi del sistema nervoso e cardiaco. Inoltre, il Reina Sofia e' uno dei maggiori, se non il maggiore ospedale per il trapianto d'organi in Spagna, cio' che lo collega molto bene alla terapia cellulare, poiche' si tratta delle stesse équipe. Quale impulso economico otterra' l'Andalusia da I+D (Ricerca e Sviluppo)? L'Andalusia sara' la grande beneficiaria dei fondi di I+D d'Europa per cinque o sette anni. La domanda e' se noi scientifici andalusi saremo sufficientemente bravi a fare progetti affinche' quel denaro sia ben speso e produca cure, conoscenze, ricchezza e posti di lavoro, poiche' sarebbero 800 o 1.000 milioni di euro, e mai abbiamo avuto cosi' tanto denaro. Cosa direbbe a coloro che non si fidano del trasferimento nucleare a fini terapeutici? Noi ricercatori non diciamo che funziona, ma che vogliamo provare se funziona. Se le tecniche che proponiamo riusciranno a funzionare nella pratica clinica, verranno utilizzate. Coloro che non desiderano questo tipo di trattamento, non lo avranno, pero' non devono impedire che altri lo utilizzino. di Redazione (Fonte: AndaluciaInvestiga) Traduzione di Rosa a Marca ------------------- - Spagna. Un bambino liberato dalla condanna della fibrosi cistica Per la prima volta in Spagna, due centri valenziani sono riusciti a far nascere un bambino sano da genitori portatori di fibrosi cistica. Merito di una nuova tecnica di diagnosi genetica sugli embrioni, chiamata "minisequenzialita'". Centro Medico de Reproduccion Asistida (Crea) ed Unidad de Genetica Reproductiva de Sistemas Genomicos hanno informato che la collaborazione tra di loro ha consentito la nascita del bambino, avvenuta il primo febbraio all'Hospital 9 de Octubre di Valenza. La tecnica di minisequenzialita' consiste nell'individuare le mutazioni piu' piccole possibili nella catena del DNA, conosciute come mutazioni puntuali e che sono causa di molte malattie genetiche. Viene applicata una procedura che cambia solo una lettera tra quelle che configurano la catena del DNA. La principale novita' di questa tecnica, riferiscono fonti dei due centri, e' che permette di "lavorare con il DNA di una sola cellula proveniente dall'embrione allo stadio di otto cellule". Essa fa si' che si possa analizzare qualsiasi malattia d'origine genetica conosciuta negli embrioni, indipendentemente dalla mutazione che provoca. Le stesse fonti aggiungono che, oltre tutto, consente di diagnosticare l'assenza della mutazione nell'embrione prima d'impiantarlo nella donna. I responsabili dei centri spiegano che ha "grande capacita' diagnostica, tale da consentirci di ottenere un maggior numero di embrioni nello stesso ciclo di Diagnosi Genetica Preimpianto (DGP), superando le possibilita' date dai metodi convenzionali". I genitori si erano rivolti al Crea dopo che per tre anni avevano tentato, invano, di avere un figlio; dopo aver saputo che il padre era portatore di una mutazione della fibrosi cistica, fu loro spiegata l'importanza d'effettuare uno studio anche sulla moglie prima di procedere al trattamento. Il risultato e' stato che anche la donna era portatrice di una mutazione, differente da quella del marito, e che la coppia aveva per tanto il 25% di probabilita' di far nascere un figlio con quella malattia. Oltre al problema della fibrosi cistica, la donna dava una scarsa risposta ovarica al trattamento, sicche' sono stati necessari tre cicli di stimolazione ed aspirazione di ovuli prima di riuscire ad avere un numero sufficiente di embrioni necessari al procedimento. Il caso e' stato sottoposto alla Unidad de Diagnostico Genetico de Sistemas Genoicos, ed e' scaturita la decisione d'adottare la tecnica di minisequenzialita' per la mutazione degli embrioni e scartare cosi' l'eventualita' della trasmissione della malattia. La fibrosi cistica, che in Spagna colpisce un bambino ogni 5.000 nati, compare nella discendenza solo se tutt'e due i membri della coppia sono portatori di una mutazione. E' una patologia molto grave che s'associa a una bassa aspettativa di vita, date le complicazioni derivanti dall'ispessimento delle secrezioni prodotte nell'organismo. di Rosa a Marca ------------------- - Italia. Legge sul parto. Tre cose essenziali: epidurale, conservazione autologa del cordone e sostegno agli asili Intervenendo lo scorso 12 febbraio al seminario "Liberta' Della Persona: Nascere, Curarsi, Morire Nuove Conoscenze e Privacy", organizzato dalla Cgil a Roma, ho ribadito che, per una legge sul parto,sono tre le questioni essenziali: anestesia epidurale, conservazione autologa delle cellule staminali del cordone ombelicale, conciliare il lavoro con la genitorialita'. Si tratta in particolare di inserire tra i Lea (livelli essenziali delle prestazioni a carico del Sistema Sanitario Nazionale) l'anestesia epidurale. Prima di tutto questo permetterebbe di diminuire il tasso dei parti cesarei, a cui spesso si fa ricorso quale unica alternativa al parto naturale e doloroso. L'Italia e' infatti il Paese con il piu' alto numero di parti con taglio cesareo dell’Unione Europea (pari al 35,2%, oltre il doppio della quota massima del 15-20% raccomandata nel 1985 dall’OMS). Ricordo anche che, nel 2001, il Comitato Nazionale di Bioetica ha sostenuto che "il diritto della partoriente di scegliere un'anestesia efficace dovrebbe essere incluso tra quelli garantiti a titolo gratuito nei livelli essenziali di assistenza". A distanza di 6 anni il documento e le sue raccomandazioni non si sono ancora tradotte in realta'. Ne consegue che, se in Gran Bretagna e Francia questa anestesia viene utilizzata dal 70% delle partorienti, dal 90% negli Usa, in Italia solo il 3,7% delle donne hanno ottenuto l'epidurale (Istat, aprile 2001). Un'altra scelta di liberta' che oggi viene negata in sala parto e' la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale: o le doni oppure vengono buttate. Staminali salvavita, preziose cellule capaci di curare malattie del sangue, leucemie e speriamo in futuro anche altro, oggi ricevono questo assurdo trattamento. Nell'Italia in cui neppure il 10% dei cordoni viene conservato e donato alle banche pubbliche, si impedisce al restante 90% la possibilita' di una conservazione autologa. Anche questa possibilita' dovrebbe trovare spazio nella legge sul parto. Infine, ho ricordato che una civile politica sulla maternita' non puo' prescindere dal sostegno alle famiglie. La maternita' e' infatti la causa principale dell'abbandono del lavoro da parte delle donne. Diventare madri e' il fattore primario che determina lo scivolamento verso l’inattivita' o il sommerso femminile, ed e' la principale fonte di discriminazione sui luoghi di lavoro. Promuovere politiche per le famiglie e per le pari opportunita' vuol dire investire in servizi e strutture per riuscire a conciliare il lavoro con la genitorialita'. Gli asili nido, i micro-nidi, anche aziendali, devono poter essere una scelta per i genitori che lavorano, si' da avere i propri figli vicini durante la giornata. Sebbene gli accordi comunitari di Lisbona ci chiedono di arrivare nel 2010 con una copertura territoriale di asili nido pari al 33%, di questo passo falliremo di molto l'obiettivo. Oggi siamo a neppure il 10%. Occorrerebbero 9 miliardi di euro, mentre l'attuale finanziaria ha stanziato solo 300 milioni. *** Intervento al seminario Cgil "Liberta' Della Persona: Nascere, Curarsi, Morire Nuove Conoscenze e Privacy" (Roma, Sala Santi, Cgil Nazionale). Quando mi e' stato chiesto di intervenire a questo convegno, su questo argomento, ne sono stata molto felice, e' una materia che mi vede coinvolta politicamente e personalmente da poco piu' di 11 mesi. E' facile il conto, visto che 11 mesi e' l'eta' di mia figlia, Alice. Per quanto mi riguarda, il privato diventa sempre occasione di spunti per interventi pubblici, nel bene e nel male. Del resto, se la politica non si occupa della vita dei cittadini, a cosa servirebbe, potrei anche invertire la domanda e dire a cosa servono dei politici che non hanno una vita privata in cui testare l'utilita' e la praticabilita' di certe norme! Uscendo da questa doverosa premessa, quanto diro' non sara' per raccontare il mio privato, ma come alcuni eventi personali mi hanno dato occasione per alcuni interventi legislativi in direzione di una maggiore liberta'. L'unico filo che provero' a tenere e' quello cronologico: partorire e la praticabilita' in Italia per una donna di decidere di farlo senza dolore, e poi come sopravvivere senza servizi adeguati dopo avere avuto un figlio: la donna e' davvero libera di continuare a lavorare? Sul parto senza dolore si e' detto molto nell'ultimo anno, ora e' tempo di provvedere e l'occasione e' data in Commissione Affari Sociali dalla discussione di un testo sul parto. Sono diverse le proposte di legge (a cui si e' aggiunto anche il testo del Governo) gia' riunite in un testo il cui titolo dovrebbe gia' indicare la direzione: "Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato". Tra le finalita': - favorire il parto fisiologico; - la possibilita' di ricorrere al parto senza dolore anche con l'obbiettivo di ridurre l'eccessivo numero di parti con taglio cesareo; - potenziare l'attivita' dei consultori familiari; - rafforzare gli strumenti per la salvaguardia della salute materna e della salute del neonato; - introdurre cartelle ostetriche computerizzate; - la promozione dell'allattamento al seno; - garantire e assicurare la qualita' dell'assistenza ostetrica, anestesiologica e pediatrico-neonatologica; - dimissioni precoci e appropriate dall'ospedale garantendo l'assistenza domiciliare ostetrica e pediatrica; - contrastare le disequita' territoriali e sociali; - promuovere la continuita' assistenziale per tutta la durata della gravidanza, ma anche dopo la nascita; - corsi preparto, ma anche incontri post partum e scambi di esperienze. Nella pratica si tratta di inserire tra i Lea (livelli essenziali delle prestazioni a carico del Sistema Sanitario Nazionale) l'epidurale, scrivendo testualmente nella legge: "nel quadro di una sempre maggiore umanizzazione dell'evento nascita, mediante il controllo e la gestione del dolore nel travaglio parto". Attenzione particolare viene rivolta al diritto della donna di vivere l'evento in un contesto umanizzato e sicuro, garantendo la possibilita' di fruire di uno spazio riservato dove possano avere accesso le persone con cui la donna abbia deciso di condividere l'evento. Un articolo che al momento mi lascia perplessa, e' quello di prevedere il parto a domicilio. Credo che il parto debba avvenire in strutture sanitarie in cui sia possibile, in caso di necessita', intervenire sia sulla donna che sul neonato con personale e attrezzature adeguate. Se lascerei alle regioni la liberta' di verificare la possibilita' di fare sperimentazioni sul parto a domicilio, non ritengo utile che venga data indicazione e quindi obbligo alle regioni di predisporsi a realizzare il parto a casa. Ma torniamo all'epidurale e al taglio cesareo. I dati dell'ultimo rapporto Istat (giugno 2006) parlano chiaro: l’Italia e' il Paese con il più alto numero di parti con taglio cesareo dell’Unione Europea: la percentuale e' pari al 35,2%, oltre il doppio della quota massima del 15-20% raccomandata nel 1985 dall’OMS. E’ evidente lo stacco rispetto ai Paesi dell’Unione Europea, il cui tasso medio di cesarei e' pari al 23,7%. Anche Stati Uniti e Canada hanno percentuali di parti cesarei nettamente piu' basse dell’Italia (rispettivamente 27,5% e 21,2%). La vicenda dell'epidurale in Italia e' del resto sintomatica. In un documento del Comitato Nazionale di Bioetica del 2001, si dedicava un intero capitolo al "dolore nel parto". Vi si sosteneva che la decisione se praticare o meno tale anestesia "deve essere riservata ad ogni singola donna sulla base di un'informazione corretta sui vantaggi, i rischi e le possibilita' delle due soluzioni". E ancora si evidenziava come "il diritto della partoriente di scegliere un'anestesia efficace dovrebbe essere incluso tra quelli garantiti a titolo gratuito nei livelli essenziali di assistenza". A distanza di 6 anni il documento e le sue raccomandazioni, sollecitate dall'allora presidente del Consiglio, Giuliano Amato, non si sono ancora tradotte in realta'. Se in Gran Bretagna e Francia questa anestesia viene utilizzata dal 70% delle partorienti, dal 90% negli Usa, in Italia esistono pochissimi dati. Gli unici Istat risalgono al 2001, in cui viene fornito anche un interessante profilo sociologico delle donne che fanno ricorso al parto senza dolore. "Complessivamente il 63,3 % delle partorienti non e' stato sottoposto a nessun tipo di anestesia. [...] Soltanto per l'11,2% dei parti spontanei e' stata fatta l'anestesia; il 7,2% locale, il 3,7% epidurale". (Istat, aprile 2001). La diffusione in Italia del parto senza dolore e' ancora affidata alla buona volonta' delle strutture e dei piani sanitari regionali. In merito a questi e' da segnalare una situazione particolarmente sconfortante quale quella della Toscana, dove nonostante il piano regionale 2005-2007 faccia un esplicito richiamo al fatto che la donna possa scegliere questo tipo di parto, nella pratica si verifica una estrema difficolta'. L'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha realizzato un'indagine telefonica regionale lo scorso 21 febbraio 2006 per verificare l'esercizio effettivo di questo diritto da parte della paziente. In 12 dei 33 punti nascita (36%) e' possibile partorire con l'epidurale su richiesta della paziente e in maniera gratuita, almeno in teoria (turni anestesisti, ostracismi del personale che non vuole oberarsi di lavoro in piu', contrarieta' ideologica, etc..). Nei restanti 19 punti nascita (57%) non e' previsto, neppure in teoria. Ecco perche' occorre garantire tra i livelli essenziali di assistenza del SSN le prestazioni di controllo del dolore nel travaglio-parto, effettuate tramite ricorso a tecniche avanzate di anestesia locale e di tipo epidurale. Obbiettivo non e' quello di imporre tale modalita' di parto, ma di fornire maggiori informazioni e permettere alla donna di scegliere come partorire. Un buon parto e' senza dubbio un buon inizio per un rapporto fondamentale tra madre e figlio, viverlo nel dolore non e' per tutte una bella esperienza e spesso da non rifare! Un'altra scelta di liberta' che oggi viene negata in sala parto e' quella riguardante la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale: o le doni oppure vengono buttate. Staminali salvavita, preziose cellule capaci di curare malattie del sangue, leucemie e speriamo in futuro anche altro, oggi ricevono questo assurdo trattamento. Dopo anni di assurde ordinanze completamente proibizioniste sulla possibilita' della conservazione autologa, cioe' personale, l'ultima in scadenza a primavera riconosce la possibilita' previa autorizzazione del Centro Nazionale Trapianti, ma solo all'estero. I dati forniti dal ministero ad una mia interrogazione parlano di 1400 cordoni autorizzati ad espatriare nell'ultimo anno, con una crescita costante di richieste tale che, nel solo mese di dicembre, erano ogni giorno 16 le donne che si rivolgevano al Centro Nazionale Trapianti. E cosi' nell'Italia in cui neppure il 10% dei cordoni viene conservato e donato alle banche pubbliche, si impedisce al restante 90% la possibilita' di una conservazione autologa. Anche questa possibilita' dovrebbe trovare spazio nella legge sul parto. Quando la donna e il bambino escono dalla sala parto prima e dall'ospedale poi, siamo solo all'inizio di quella che e' l'avventura di diventare genitori e di trovarsi una vita completamente scombussolata a causa della presenza di una nuova vita, quella del figlio! Fate figli, sposatevi -o almeno unitevi in unioni di fatto- e riproducetevi... sembra una sorta di mantra che arriva da molte parti. A questo messaggio non sembrano seguire politiche idonee a supportare scelte che sono sempre piu' consapevoli, e infatti arrivano sempre in eta' piu' avanzata; questo dovrebbe significare che si tratta di scelte consapevoli e ragionate. Non parlo delle politiche per la famiglia, ma per la donna. Se su una cosa si puo' essere certi, e' che i figli li fanno le donne, poi, in alcuni casi, i bambini si ritrovano dei papa' amorevoli ed affettuosi; in alcuni casi le mamme si ritrovano anche un uomo che da' loro una mano, ma la maggior parte del carico e' della donna, con conseguenze importanti sulla sua vita, anche lavorativa. Alcuni dati. Secondo un’indagine Isfol PLUS del 2005, tra uomini e donne permane una differenza retributiva, in media del 22% e la maternita' e' ancora la causa principale dell'abbandono del lavoro da parte delle donne. Il 13,5% delle lavoratrici, infatti, esce dal mercato del lavoro, momentaneamente o definitivamente, dopo la nascita di un figlio. Diventare madri e' il fattore primario che determina lo scivolamento verso l’inattivita' o il sommerso femminile, ed e' la principale fonte di discriminazione sui luoghi di lavoro. Tra gli strumenti che possono conciliare vita privata e professionale, per le donne che continuano a lavorare dopo la maternita', la rete dei parenti, e in particolare i nonni (50,5%), occupa il primo posto; seguita dal nido pubblico (17,7%) e da quello privato (11,4%); il 9%, infine, si avvale di una baby-sitter. L'aiuto del partner, invece, viene percepito dalle donne come occasionale (41%). Il che vuol dire, osserva l'Isfol, che la condivisione dei compiti all'interno della coppia, ancora non e' tale da favorire in misura rilevante la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Nonostante la fruizione di congedi parentali da parte degli uomini sia in ascesa (nel 2004 il 24% degli uomini contro il 76% delle donne), come pure la richiesta di part time maschile, solo l'11% dei padri si occupa in modo sostanziale dei propri figli in eta' prescolare, e coloro i quali lo fanno appartengono a categorie professionali, quali impiegati e insegnanti. Gli accordi comunitari di Lisbona ci chiedono di arrivare nel 2010 con una copertura territoriale di asili nido pari al 33%. Purtroppo non ce la faremo se continuiamo di questo passo. Oggi siamo a neppure il 10%, occorrerebbero 9 miliardi di euro, mentre l'attuale finanziaria ha stanziato solo 300 milioni, che pure venissero spesi nel migliore dei modi, ottenendo un effetto moltiplicatore a livello regionale, secondo il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, potremmo al massimo raggiungere il 15%. Un fallimento annunciato non solo perche' produrra' la mancanza di servizi per i bambini, ma anche per le donne. Promuovere politiche per le famiglie e per le pari opportunita' vuol dire investire in servizi e strutture per riuscire a conciliare il lavoro con la genitorialita'. Gli asili nido, i micro-nidi, anche aziendali, devono poter essere una scelta per i genitori che lavorano, si' da avere i propri figli vicini durante la giornata. Il cattivo esempio del legislatore e' dato dalla vicenda dell'asilo nido e della nursery alla Camera dei Deputati. Io sono arrivata in Parlamento con mia figlia dentro il marsupio alla tenera eta' di 1 mese e mezzo. Ho chiesto con testardaggine e con insistenza, ed ho ottenuto, che si predisponesse un ambiente per allattarla, avrei potuto allattare fuori come era gia' successo, ma non mi sembrava giusto. Ora cerco di impegnarmi anche per le altre donne che lavorano a vario titolo alla Camera dei Deputati, perche' ci si doti di un asilo nido aziendale. L'Italia e', infatti, l'unico Paese nell'Unione Europea a non avere una casa dei bambini nelle piu' alte istituzioni. Da dieci anni giace arenato nelle pastoie burocratiche, tutte maschili, il progetto asilo nido: frenato da sopralluoghi, consulenze e rimandi. Non e' un caso che c'e' lo spazio per il barbiere ma non per i bambini! La nuova presidenza della Camera, a differenza della precedente, ha mostrato una disponibilita' per la nascita dell'asilo nido, del resto stiamo parlando di una realta' di circa duemila dipendenti, a cui si possono aggiungere i 630 parlamentari, gli assistenti, addetti stampa, i giornalisti accreditati, insomma un bacino d'utenza notevole. I Palazzi, oltre Montecitorio, sono tantissimi da Palazzo Marini a Vicolo Valdina, da San Macuto a quello dei gruppi, eppure il problema attuale e' quello di trovare uno spazio. Nonostante delibere gia' esistenti, al momento siamo , bloccati ai sopralluoghi, alle necessarie autorizzazioni dei funzionari e poi comincera' la ricerca dei soldi... un anno e' passato e l'asilo nido, se non raccoglie le prenotazioni, e' impensabile che vedra' la luce! Io me lo posso permettere e districandomi con due baby sitter una a Firenze e l'altra a Roma riesco a sopravvivere facendo fare la pendolare anche a mia figlia: lo stipendio parlamentare mi consente di lavorare e avere mia figlia con me, o quantomeno accudita a secondo della mia giornata lavorativa, con tempi spesso difficilmente imprevedibili. Il mio pensiero e la mia preoccupazione e' invece rivolto a chi ha stipendi decisamente diversi, e ad un certo punto si inizia a chiedere se ha un qualche significato lavorare per mantenere il bambino all'asilo. E spesso la risposta e' rinunciare al lavoro per dedicarsi a tempo pieno al mestiere di mamma. Una scelta che, se fosse completamente libera, non dovremmo guardare con preoccupazione. Purtroppo cosi' non e', e invece di riempirsi la bocca delle parole spesso vuote di politiche per la famiglia e pari opportunita', cominciamo a guardare in concreto cosa manca per sostenere una donna che decide, nonostante tutto, di avere un figlio. di Donatella Poretti ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Canada. Neuroni ottenuti da cellule staminali della pelle Si aprono nuove prospettive per la cura delle malattie neurodegenerative, dopo i risultati raggiunti da un'équipe di scienziati della Facoltà di medicina della Université Laval (Quebec, Canada): i ricercatori sono riusciti per la prima volta a produrre in vitro dei neuroni maturi a partire da cellule staminali estratte da pelle umana. Precedenti ricerche avevano mostrato che la pelle contiene delle cellule multipotenti che si possono differenziare in diversi tipi di cellule, specialmente in neuroni. L'equipe diretta da François Berthod ha utilizzato pelle umana adulta ottenuta da operazioni di chirurgia estetica e l'ha sottoposta a diversi trattamenti per liberare le cellule progenitrici indifferenziate. Queste ultime sono state coltivate in vitro e, poste in un mezzo appropriato, sono state in grado di moltiplicarsi e differenziarsi, acquisendo la forma allungata tipica dei neuroni. Dal punto di vista biochimico, hanno cominciato a produrre alcune molecole tipiche dei neuroni come la nesitina e la ?III-tubulina. Produrre neuroni dalle cellule dell'epidermide potrebbe risolvere il problema della disponibilità di cellule neuronali umane per la ricerca, ma aprire le porte anche a rivoluzionarie applicazioni terapeutiche, soprattutto contro malattie degenerative come il morbo di Parkinson: si potrebbero trapiantare nel paziente nuovi neuroni sani cresciuti dalla sua epidermide nelle aree danneggiate del cervello. Per ora è solo teoria, sottolinea Berthod, bisogna ancora provare che cellule così ottenute possano trasmettere l'impulso nervoso, ma i risultati sembrano promettenti. - Svizzera-Sud Corea. Cellule staminali per ricostruire il seno Le cellule staminali possono essere utilizzate per ricostruire il seno, svuotato dall'intervento di mastectomia conseguente a tumore: la proposta arriva dal Giappone e dalla Corea del Sud dove gia' sono stati effettuati numerosi interventi. Ne ha parlato a Milano il chirurgo plastico Walter Chiara, del servizio di Chirurgia plastica-estetica alla Clinica S.Anna Sorengo di Lugano. L'idea e' quella di trasferire nella parte di seno da cui e' stato tolto il tumore, una parte di tessuto grasso prelevato in un'altra zona del corpo. Il problema finora insormontabile era che una volta prelevato (con la liposuzione) il tessuto adiposo di devascolarizza, in pratica muore e non puo' piu' essere riutilizzato in una parte viva del corpo. 'La nuova tecnica prevede invece che, subito dopo la liposuzione, una parte del tessuto venga mandato in laboratorio per la ricerca delle staminali che, una volta trovate, vengono fatte diversificare come cellule vascolari, che quindi vengono dislocate insieme al resto del tessuto adiposo nella mammella operata'. Il metodo, che sostituisce la protesi di silicone, oltre che a Yokohama e a Seoul, e' stato utilizzato da Chiara su una cinquantina di pazienti, in parte gia' in Giappone (dove il chirurgo ha appreso la tecnica) e in parte anche nella Clinica Sant'Anna Sorengo di Lugano. - Italia. Collaborazione con Israele sulla ricerca biomedica Si rafforza il legame tra la ricerca biomedica italiana (lombarda in particolare) e le strutture di innovazione israeliane, tra le piu' avanzate del mondo. L'istituto di ricovero e cura MultiMedica, struttura multispecialistica con 163 posti letto, sta in particolare aumentando le collaborazioni con Israele nell'ambito della ricerca nel settore biomedico e i risultati sono in stato avanzato. Del Comitato Scientifico che coordina le linee di ricerca del Gruppo MultiMedica fanno infatti parte due scienziati israeliani di rilevanza: il professor Rafael Beyar del Rambam Medical Center presso il Technion Institute of Technology, e Shlomo Ben Haim, professore di medicina, fisiologia e biofisica con incarichi sia all'Universita' di Harvard sia al Technion. Con l'Universita' di Haifa -affermano i vertici di MultiMedica in vista di una visita dell'ambasciatore israeliano in Italia Ghideon Meir- collabora il Professor Gianluigi Condorelli, direttore del Dipartimento di Medicina del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che per l'istituto di Sesto san Giovanni conduce le linee di ricerca sull'insufficienza cardiaca e le cellule staminali nelle patologie cardiache e vascolari. Paolo Madeddu lavora con la Hebrew University alla ricerca sul diabete mellito e le malattie dismetaboliche: fisiopatologia e clinica delle complicanze cardiovascolari. Il genetista Annibale Puca, rientrato in Italia dalla Harward University, conduce studi volti a individuare i geni responsabili della longevita' in collaborazione con il Technion, Istituto Israeliano di Tecnologia di Haifa. Infine, Adriana Albini collabora col professor Isaac Witz della Tel Aviv University sul tema dell'infiammazione e angiogenesi, meglio conosciuto come microambiente tumorale. 'L'intensa attivita' di ricerca, sviluppata da MultiMedica a partire dal 2002 -afferma una nota dell'Istituto alle porte di Milano- ha consentito di creare sinergie multidisciplinari che hanno favorito la nascita di nuove idee e applicazioni creative nelle varie discipline mediche, in particolar modo per le malattie del sistema cardiovascolare'. Oggi MultiMedica conta 36 ricercatori, di cui 26 con eta' inferiore ai quarant'anni, e nel 2006 ha ottenuto 49 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. - Usa. Destra alla ricerca di candidato ultraconservatore E' alla ricerca quasi disperata di un candidato che possa rappresentarla alle elezioni presidenziali del 2008. E' la destra cristiana degli Stati Uniti che, a un anno dall'Election Day, non è affatto soddisfatta dei repubblicani che hanno reso nota l'intenzione di correre per la Casa Bianca. Non convince il senatore dell'Arizona John McCain, che una volta definì i conservatori cristiani "promotori di intolleranza". E non convince, secondo quanto riporta il New York Times, neanche Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York che, nonostante i suoi ultimi tentativi di spostarsi più a destra, viene ricordato per le sue dichiarazioni a favore dell'aborto e dei diritti degli omosessuali. Per non parlare dei tre matrimoni alle spalle, che lo renderebbero un simbolo della destra religiosa poco convincente. Non fanno presa sul pubblico ultraconservatore neanche i candidati repubblicani dai nomi meno noti, come Mike Huckabee, governatore dell'Arkansas, Duncan Hunter, deputato della California e Sam Brownback, senatore del Kansas. Scetticismo anche verso Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, mormone, che pure è ultraconservatore e che per molti sarebbe naturale espressione della destra conservatrice del partito repubblicano. Ma anni fa, anche Romney -che ora sta correndo ai ripari- ha manifestato opinioni favorevoli alla ricerca sulle cellule staminali, i diritti dei gay e all'aborto. "Si avverte molta ansia -ha commentato a tal proposito Paul Weyrich, presidente del Free Congress Foundation- Non c'è alcun candidato di rilievo, e tutti lo stanno cercando". Alcune fonti hanno detto che gli ultraconservatori avrebbero tentato di corteggiare Mark Sanford, governatore della South Carolina dal backgroud conservatore. Ma Sanford avrebbe rifiutato l'approccio. - Gb. Dieci anni fa il mondo conobbe Dolly 'La scoperta piu' importante del secolo per la biologia'. Questo rappresenta, secondo il genetista Giuseppe Novelli: la clonazione della pecora Dolly, annunciata dieci anni fa dalla rivista scientifica Nature. 'Una tappa importante che ha aperto la strada a grandi, potenziali risultati anche nel campo clinico'. Con la clonazione di Dolly, ha spiegato Novelli, 'in un solo colpo si sono spazzati via anni di ricerche e convincimenti, nel senso che mai si sarebbe pensato, ed anzi si riteneva impossibile farlo, di poter prendere una cellula differenziata e riportarla indietro allo stato indifferenziato, come appunto accaduto per poter arrivare alla clonazione della pecora Dolly. Per la prima volta cioe' si e' dimostrato che una cellula specializzata puo' 'tornare indietro', ovvero essere riportata allo stadio di cellula staminale per dare poi luogo ad un individuo intero'. Un risultato che Novelli giudica 'straordinario' dal punto di vista della biologia: 'Questo filone di ricerca infatti ha aperto la strada alla possibile individuazione di cure per tante malattie, perche' capendo come una cellula 'torna indietro' si puo' arrivare a capire anche, ad esempio, perche' si evolve in una cellula tumorale'. Un traguardo fondamentale per la scienza dunque, quello della nascita di Dolly, ed e' per questo che, a dieci anni di distanza, si ritorna a parlare di lei. Fu in onore della prosperosa cantante country Dolly Parton che il primo mammifero clonato in laboratorio si chiamo' proprio cosi': Dolly. A suggerire il nome ai ricercatori fu proprio il suo allevatore, ispirato dal fatto che gli scienziati avessero utilizzato per l'esperimento il DNA contenuto nel nucleo di una cellula mammaria. Ma l'avventura della pecora piu' famosa del mondo, nata il 5 luglio 1996 nei laboratori del Roslin Institute in Scozia inizio' solo un anno piu' tardi: il 22 febbraio 1997, quando gli scienziati ne annunciarono la nascita sulla rivista inglese Nature. E anche se Dolly e' stata abbattuta il 14 febbraio 2003, a causa di complicazioni dovute ad un'infezione polmonare, le polemiche e il dibattito etico restano vivi. E nonostante le posizioni contrarie, la clonazione di Dolly ha dato il via ad una vera e propria serie di mammiferi clonati, che vedono tra i piu' famosi il toro Galileo e la cavalla Prometea, entrambi ad opera di Cesare Galli, direttore del Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione all'Istituto Spallanzani di Cremona. Animali fotocopia 'amici' dell'uomo. Parola di Cesare Galli, direttore del Consorzio per l'incremento zootecnico di Cremona e 'papa' del toro Galileo e della cavalla Prometea, "le possibili applicazioni della clonazione animale a vantaggio dell'uomo restano infatti numerose: dalla produzione di farmaci a quella di organi 'anti-rigetto', dall'ottenimento di cellule staminali utili contro alcune malattie fino alla produzione di alimenti sicuri". A 10 anni dalla notizia della prima clonazione di un mammifero, la tecnica di clonazione animale e' rimasta all'incirca la stessa e "i risultati restano in generale piu' o meno bassi -spiega lo scienziato all'Adnkronos Salute-. Ma i problemi sono stati identificati. E le opportune correzioni sono difficili, ma possibili". Le criticita', continua Galli, "sono per lo piu' di natura 'epigenetica', cioe' relative alle modifiche che il Dna di partenza subisce e che ne condizionano l'effettiva funzionalita'". Cio' detto, "il discorso cambia da animale ad animale. Clonare pecore o bovini, per esempio, comporta piu' rischi di fallimento che 'riprodurre' suini o capre". Questi ultimi "garantiscono infatti una resa migliore. E, insieme ai cavalli che danno pero' rese basse, maiali e capre sono anche meno vulnerabili a problemi di salute potenzialmente mortali in gestazione o nei primi periodi di vita". Secondo Galli, "i campi di applicazione della clonazione animale a beneficio dell'uomo sono molti". Innanzitutto, grazie all'esperienza accumulata in 'era post-Dolly', "oggi e' molto piu' facile produrre animali geneticamente modificati programmati per 'fabbricare' sostanze terapeutiche, come gia' accade ad esempio con alcuni anticorpi mirati contro le cellule cancerose". Secondo, "proprio a Cremona stiamo lavorando a un progetto Ue per la creazione di maiali donatori di organi 'anti-rigetto' per i trapianti". Terzo, "c'e' la speranza della clonazione terapeutica, che punta a ottenere cellule staminali 'curative' compatibili con l'organismo del paziente da trattare". Ma i prodotti degli animali fotocopia non sarebbero destinati soltanto alla farmacia o alla sala operatoria: anche alla tavola. "A Cremona stiamo operando su bovini clonati anni fa, per dimostrare la sicurezza del loro latte e della loro carne". L'agenzia regolatoria americana Food and Drug Administration (Fda) ha recentemente decretato che i prodotti derivati dagli animali clonati sono "sicuri come quelli di cui ci nutriamo ogni giorno". Galli non sa prevedere se un'apertura' analoga sara' possibile anche in Italia. "Ma se cosi' fosse grazie ai nostri studi le autorita' competenti potranno fare valutazioni anche in base a dati scientifici 'made in Italy'". COLDIRETTI, ETICHETTA CONTRO CLONAZIONI A TAVOLA - Dean Food, la principale industria casearia degli Stati Uniti ha deciso di non utilizzare il latte prodotto da mucche da clonazione, sebbene il verdetto della Food and Drug Administration (Fda) stabilisca che non ci sono differenze tra mucche, maiali e pecore derivanti da clonazione rispetto agli animali tradizionali. Lo riferisce Coldiretti ribadendo che 'la netta contrarieta' dei consumatori agli alimenti provenienti da animali clonati dimostra la necessita' dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti per evitare che tali prodotti arrivino inconsapevolmente sulle tavole'. La decisione, riferisce l'organizzazione agricola, 'e' stata assunta dopo che i numerosi sondaggi hanno dimostrato che i cittadini americani non sono interessati all'acquisto di latte proveniente da animali clonati. E segue quella gia' espressa di aziende piu' piccole come Ben & Jerry's Ice Cream e Organic Valley, che avevano gia' scelto di seguire la strada intrapresa dalla societa' texana, nel timore di andare incontro a un calo delle vendite'. La diffidenza dei consumatori riguarda anche l'Italia dove la netta opposizione agli Ogm nel cibo emerge dall' Indagine 2006 Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione che evidenzia che ben tre italiani sui quattro (74%) che esprimono la propria opinione sono convinti che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non facciano bene alla salute, con un aumento del 4% rispetto all'anno precedente. 'Per evitare che nel piatto dei cittadini arrivino senza saperlo prodotti clonati importati dagli Stati Uniti occorre introdurre immediatamente l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti'. - Gb. Governo autorizza ricerca su embrioni uomo-animale Non sara' vietata, in Gran Bretagna, la creazione di embrioni chimera uomo-animale per la ricerca. Il braccio di ferro tra il governo britannico e la comunita' scientifica e' stato vinto dagli scienziati, che sono riusciti a convincere il Parlamento di Sua Maesta' che "ogni divieto in tal senso avrebbe pregiudicato la ricerca scientifica del Regno Unito". Cosi', informa il Times, "il progetto governativo di mettere al bando la possibilita' di fondere cellule uovo animale con il Dna umano e' naufragato". Dunque nei laboratori d'Oltremanica sara' possibile nel prossimo futuro creare embrioni misti, a partire dall'ovulo di un coniglio o di un bovino, in cui inserire il patrimonio genetico umano. L'embrione cosi' ottenuto sarebbe al 99,9% umano e capace di creare cellule staminali utili a trovare possibili terapie per patologie incurabili come l'Alzheimer, il Parkinson o la malattia del motoneurone. Le firme di 45 scienziati, bioeticisti e politici, compresi tre premi Nobel, inviate al quotidiano britannico si sono unite alle note di protesta contro il disegno di legge governativo anti-embrioni chimera dei principali centri di ricerca del Paese, tra cui il Medical Research Council, il Wellcome Trust e la Human Genetics Commission, che fornisce pareri alla stessa classe politica. A questo punto il Governo punterebbe, secondo il Times, a trovare una strada per consentire agli scienziati la creazione di embrioni uomo-animale, ma nel rispetto delle regole stabilite dalla Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea). La versione delle fonti governative per spiegare questo cambiamento di rotta sottolinea che non si tratterebbe dell'ammissione di un "errore di valutazione" da parte del Governo, ma di un semplice "ripensamento sulla questione". Il ministro della Sanita' Carolin Flint aveva inizialmente proposto un bando alla creazione degli embrioni chimera sulla base di sondaggi condotti tra l'opinione pubblica, secondo cui la maggioranza dei cittadini si sarebbe dichiarata contraria. Ma la comunita' scientifica aveva prontamente replicato che "le sole 535 risposte non potevano essere rappresentative, e che i pareri negativi erano sostanzialmente espressi da gruppi religiosi". COMMENTI 'Poniamo un limite alla ricerca senza scrupoli'. Ad affermarlo e' la senatrice Laura Bianconi, capo gruppo di Forza Italia in commissione Igiene e Sanita', definendo 'sconcertante' la decisione del governo britannico di non opporsi alla creazione in laboratorio di embrioni uomo-animale da utilizzare per le ricerche sulle cellule staminali. 'Questo e' uno degli esempi piu' gravi di esasperazione della ricerca eugenetica che porta ad una trasformazione dell'embrione, che risultera' formato per il 99,9% da materiale genetico umano e allo 0,1% da materiale animale. Se si continueranno a permettere queste alterazioni delle cellule staminali embrionali non si fara' altro che aprire la strada alla ricerca dell'embrione perfetto, arrivando ad un punto di manipolazione anche del feto con lo scopo di migliorarne l'aspetto o l'intelligenza'. 'Credo - conclude Bianconi - che il mondo scientifico debba interrogarsi seriamente, stabilendo un limite alla ricerca oltre al quale non e' prudente spingersi quando in gioco c'e' la vita umana, perche' e' di questo che parliamo quando in nome del progresso scientifico si vuole permettere la manipolazione delle cellule staminali embrionali per dar vita ad un essere umano ibrido e, oserei dire, privato della sua dignita' e unicita''. 'Incredulo e sbalordito'. Cosi' si definisce il capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Sociali della Camera e responsabile sanita' di Fi Domenico Di Virgilio: 'Dare il via libera a sperimentazioni di questo genere - ha detto - e' aberrante non soltanto moralmente ma anche scientificamente'. 'Percio' spero che il governo inglese ci ripensi e non porti avanti questa orribile ricerca'. Inoltre, secondo Di Virgilio, 'la sperimentazione genetica sugli embrioni umani contrasta con quanto sancito dalla Convenzione di Oviedo che la vieta espressamente. Quindi, questa assurda corsa verso una ricerca ignota e pericolosa e' inaccettabile oltre che moralmente illecita. La scienza deve progredire - ha proseguito - ma nel pieno rispetto della dignita' umana e comunque sempre a servizio dell'uomo e mai fine a se stessa'. E poi, conclude Di Virgilio, 'numerosi lavori, pubblicati su autorevoli riviste scientifiche hanno dimostrato che le cellule staminali embrionali non hanno, in tanti anni, dato risultati concreti. Al contrario le cellule staminali adulte, in trent'anni di ricerca e di applicazione clinica contro leucemie, tumori e talassemia, hanno dato ripetutamente risultati importanti che volutamente vengono ignorati da alcuni ricercatori'. Difficile pensare a cure per malattie incurabili grazie allo studio di cellule staminali embrionali prelevate da embrioni 'misti', creati da un ovulo animale a cui viene inserito Dna umano. Bruno Dallapiccola, professore di Genetica medica all'universita' di Roma La Sapienza 'boccia' la decisione del governo britannico di cedere alle pressioni della comunita' scientifica d'Oltremanica, facendo retromarcia e accantonando l'ipotesi di bandire simili esperimenti. "Lo studio di embrioni formati da una cellula uovo animale e Dna umano potra' fornire sicuramente indicazioni utili sui processi di biologia cellulare e sviluppo embrionale. Ma dubito che possa avere risvolti terapeutici per la cura di malattie oggi incurabili come l'Alzheimer, il Parkinson o la sclerosi laterale amiotrofica". L'esperto ricorda che "gia' alla fine degli anni '90 esperimenti di questo tipo erano stati realizzati negli Stati Uniti. E poi il presidente Usa li ha bloccati". A lasciare perplesso Dallapiccola e' la stessa impostazione di queste ricerche. "Sono 10 anni che si ripete lo slogan secondo cui studiando le cellule staminali embrionali si avranno risposte esaurienti per la cura di patologie incurabili. Ma di dati certi non se ne vedono", accusa. Quanto poi ai dubbi etici che avevano spinto il governo britannico a pensare al bando di simili esperimenti, Dallapiccola marca "la differenza sostanziale tra l'impostazione della Gran Bretagna e quella dell'Italia, nel considerare l'embrione nelle prime fasi di sviluppo. Una differenza contenuta anche nella legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita", aggiunge. Il giudizio sulla 'discesa in campo' degli scienziati britannici contro il loro governo e' invece, per il genetista, l'ennesima dimostrazione della differenza dei valori in campo. "In Italia una simile presa di posizione non sarebbe pensabile perche' i nostri scienziati sono attaccati a un sistema di valori che i 'colleghi' del Regno Unito giudicano superati. Senza dimenticare che i ricercatori britannici saranno senz'altro stati condizionati da interessi commerciali". Interessi a parte, Dallapiccola riconosce pero' alla Gran Bretagna la capacita' 'politica' di aver dato maggiore peso alla ricerca. "Anche investendo in grandi strutture all'avanguardia, mentre noi in Italia dobbiamo fare fronte a una frammentazione di centri e a un'esiguita' di risorse economiche", conclude. La creazione di embrioni 'misti' uomo-animale, da usare come 'fabbrica' di staminali umane per la ricerca di cure contro malattie incurabili "e' perfettamente compatibile con le linee guida internazionali per la ricerca sulle cellule staminali, stabilite questo stesso mese dalla International Society for Stem cell Research (Isscr)". Cioe' con l'organismo internazionale composto dai rappresentanti di ben 14 Paesi, tra cui non figura l'Italia. A congratularsi con la decisione del governo britannico, che ha fatto dietrofront e ha ceduto alle pressioni della comunita' scientifica, e' Giuseppe Novelli, professore di Genetica all'universita' Tor Vergata di Roma. "La creazione di embrioni 'misti' e' una buona soluzione per avere a disposizione staminali embrionali da studiare, senza sollevare fondate obiezioni etiche. Bene hanno fatto i britannici a decidere in questo senso difendendo gli interessi scientifici prima di tutto, e poi anche economici e politici. Non esistono infatti -incalza l'esperto che e' professore anche all'universita' dell'Arkansas, in Usa- contraddizioni con i limiti decisi a livello internazionale". L'Isscr ha infatti stabilito che sono tre le motivazioni che devono indurre uno scienziato a non condurre esperimenti su embrioni e staminali embrionali. Prima di tutto non si deve trattare di sperimentazioni senza razionalita' scientifiche, come quelle che riguardano la clonazione riproduttiva. Il secondo limite autoimposto dalla comunita' scientifica mondiale impedisce che vengano usati in laboratorio embrioni umani che abbiano piu' di 14 giorni di vita, o un seppur minimo sistema nervoso. Infine, vietati gli esperimenti che prevedono l'incrocio tra gameti. Dunque i ricercatori non devono fondere spermatozoi umani con ovuli animali o viceversa. "Ma le ricerche su embrioni 'misti' sono tutt'altra cosa. E sarebbe scientificamente sbagliato agitare lo spauracchio della creazione di mostri. Nessuno scienziato si gioverebbe da simili esperimenti, che infatti sono vietati", assicura Novelli. Novelli ricorda poi che la decisione assunta dal governo britannico giovera' alla ricerca del Paese che "potra' accedere ai fondi messi a disposizione dal VII programma quadro dell'Unione europea, che invece saranno preclusi agli scienziati italiani". Ma non solo, il genetista sottolinea che la levata di scudi "sarebbe tanto piu' insensata in quanto da anni in tutto il mondo, Italia compresa, si effettuano ricerche ancora piu' azzardate, ancorche' necessarie'. 'In embrioni di topo infatti vengono inserite cellule staminali embrionali umane per poter osservare come si comportano, come si differenziano e diventano polmone o fegato. E nessuno si e' mai opposto. Lo spauracchio dell'incrocio tra uomo e animale e' fuori luogo". Giudizi ancora piu' severi, Novelli li riserva alla realta' politica italiana "incapace di ascoltare la voce degli scienziati come invece ha fatto il governo britannico'. 'L'Accademia dei Lincei era nata per fare quanto hanno fatto oggi gli scienziati d'Oltremanica. Purtroppo dal 1600 a oggi siamo rimasti fermi". Secondo lo scienziato, invece, "la politica dovrebbe fare uno sforzo maggiore e imparare ad ascoltare la voce meditata dei ricercatori'. 'Noi abbiamo dovuto imparare a fare i comunicatori, per avvicinare i nostri temi a chi non ha studiato materie scientifiche. Ma dall'altra parte non e' stato fatto analogo sforzo. Manca in sostanza il dialogo, che appianerebbe anche i presunti problemi etici". Una situazione che, secondo il genetista si riflette sugli indirizzi politici generali dell'Italia "che infatti investe pochissimo nelle biotecnologie rispetto al resto del mondo. E non e' possibile dire che sono gli altri Paesi a sbagliare. Speriamo che il neonato Istituto europeo per la ricerca ci spinga a invertire la rotta", conclude. - Norvegia. Staminali del grasso possono riparare tendini ed articolazioni Staminali estratte dal grasso superfluo per riparare danni ai tendini e alle articolazioni. E' la nuova frontiera sperimentata dai ricercatori dell'universita' di Oslo (Norvegia), che hanno individuato un meccanismo utile a selezionare le cellule piu' 'adatte' a essere riprogrammate come 'cura' per queste lesioni. Secondo gli esperti, infatti, per una staminale adulta, prelevata dal grasso aspirato via con la liposuzione, le probabilita' di essere riutilizzata con successo dipendono dall'abbassamento dei livelli di metilazione, cioe' della regolazione dei geni del Dna. E grazie ad alcuni marcatori chimici, l'equipe e' riuscita a elaborare un metodo per 'predire' quali, fra centinaia di staminali estratte dal grasso umano, sono le migliori per rigenerare i tessuti umani. Se ne e' parlato durante il workshop EuroStells dal titolo 'Exploring Chromatin in Stem Cells', organizzato dalla European Science Foundation a Montpellier (Francia). Molti scienziati sostengono che il grasso di troppo sia una 'sottostimata' miniera di staminali, mentre altri puntualizzano che, come per tutte le cellule adulte, anche quelle contenute nei tessuti adiposi siano piu' difficili da riprogrammare per essere trasformate in 'jolly' con cui riparare lesioni di vario tipo. Eppure l'equipe norvegese e' riuscita a tracciare una strada valida per la cura di problemi a tendini e articolazioni nell'uomo. Un team di scienziati italiani del dipartimento di Clinica veterinaria dell'universita' di Bologna, capeggiati da Cesare Galli, ha sperimentato su un cavallo il 'riciclo' di tessuto adiposo per riparare lesioni ossee e tendinee, ottenendo risultati incoraggianti in soli sette giorni. "Le cellule staminali mesenchimali -spiega all'Adnkrono Salute Galli, 'papa' di diversi animali clonati fra cui il toro Galileo e la cavalla Prometea- hanno la caratteristica di poter formare ossa, cartilagini, tessuto adiposo e altri derivati del mesoderma. Ma stiamo cercando di capire dove e' meglio campionare queste cellule, nel cavallo: se dal midollo osseo o dal tessuto adiposo. Dai nostri studi appare infatti che le staminali estratte da questi due tessuti e poi coltivate hanno le stesse capacita' di differenziazione. Con la differenza che di grasso ne possiamo avere a disposizione un'infinita', mentre il midollo osseo e' piu' difficile da estrarre". "Le cellule staminali ottenute da tessuto adiposo, poi si possono far crescere e successivamente congelare per l'utilizzo successivo. Inoltre sono autologhe, cioe' vengono estratte dallo stesso soggetto che poi le ricevera', e non creano dunque problemi di rigetto. Abbiamo pronti altri sei cavalli su cui sperimentare l'effetto riparatore delle staminali 'da grasso': indurremo una lesione misurabile e, segnando le cellule riparatrici con una proteina di colore verde potremo osservare meglio la loro forza rigeneratrice". - Italia. Prima donazione del cordone autologa-eterologa Sara' eseguito nelle prossime ore a Como, per la prima volta in Europa, il primo prelievo di cellule staminali dal cordone ombelicale secondo i criteri della donazione "autologa-solidale". Questa nuova formula, ideata dall'associazione sarda no profit Osidea che ha stipulato una convenzione con la piu' grande banca privata del sangue europea, la "Crio Save" di Bruxelles, consentira' di conservare nel tempo il patrimonio di sangue placentare sia per le future esigenze di salute del neonato e della sua famiglia sia per eventuali pazienti che dovessero averne bisogno in futuro. La differenza rispetto al passato e' che le madri non saranno piu' costrette a scegliere fra la donazione autologa e quella eterologa e potranno cosi' conservare l'unita' di sangue per se' e i propri congiunti ma anche, nel caso ne venisse fatta richiesta, decidere di destinare il patrimonio di cellule staminali alla collettivita'. La prima madre ad avere accettato di partecipare al progetto ideato da Osidea e' una giovane segretaria d'azienda sarda, Tiziana Frongia, 36 anni, residente a Como. La donna -il cui caso viene riportato oggi dal quotidiano L'Unione Sarda- e' al nono mese di gravidanza e attende da un giorno all'altro di entrare in sala parto, nel reparto di ginecologia dell'ospedale Sant'Anna di Como, la citta' in cui risiede. Il ginecologo aveva indicato come data probabile del parto il 18 febbraio. "Avevo sentito parlare dei benefici della donazione autologa -ha detto Frongia, alla sua prima esperienza di madre- ma mi sentivo un po' egoista perche' scegliendo l'autologa avrei potuto conservare le staminali solo per Greta (il nome scelto per la bambina, ndr) precludendo la possibilita' di guarigione ad altri essere umani compatibili con mia figlia. E' stato allora che Osidea mi ha prospettato questa opportunita' che non ho esitato a cogliere". Le cellule staminali sono al centro della ricerca scientifica degli ultimi anni: rappresentano una sorta di "kit naturale" di riparazione di gran parte dei tessuti del corpo umano. Vengono utilizzate per la cura di leucemie, talassemie, microcitemie e altre malattie del sangue. "Sono cellule giovani che ancora non hanno deciso che mestiere fare da grandi e hanno un'alta capacita' di differenziarsi e di adattarsi ai vari tipi di tessuto del corpo umano", sintetizza Giuseppe Consolo, vice presidente dell'associazione sarda no profit Osidea, impegnata nella battaglia per la sensibilizzazione alla donazione del sangue del cordone ombelicale, ricchissimo di staminali. La "Crio Save" copre i costi della 'tipizzazione', procedimento necessario per individuare la compatibilita' fra chi dona e chi riceve. I costi della famiglia si limitano alle spese per la conservare il sangue: dai mille ai milleottocento euro. I dati dei singoli campioni verranno annotati in un registro ufficiale, gestito da Osidea, e accessibile a tutte le organizzazioni internazionali in cerca di unita' di sangue corrispondenti per eventuali trapianti. Ma il consenso per donare il patrimonio cellulare non e' automatico: nel momento in cui arriveranno richieste, il donatore del sangue placentare potra' decidere di volta in volta, tenuto conto delle esigenze di salute della sua famiglia. Per la futura mamma resta un rimpianto: "Per far nascere la bambina avrei preferito tornare in Sardegna. Volevo che Greta fosse sarda anche sulla carta d'identita'. Ma a Cagliari ho incontrato troppe resistenze e non avrei potuto farle questo regalo". - Italia. Galli: presto maiali per produrre organi "anti-rigetto" Maiali con geni che li rendono donatori di organi 'anti-rigetto'. Sono quelli che verranno creati nel giro di due anni dal team di scienziati del Consorzio per l'incremento zootecnico di Cremona, guidati da Cesare Galli, gia' 'papa' di Prometea, la prima cavalla clonata, e del toro 'fotocopia' Galileo. "Si tratta di un progetto finanziato dall'Unione europea e partito con le prime sperimentazioni gia' da alcuni mesi. I maiali transgenici verranno ingegnerizzati in collaborazione con l'azienda ospedaliera di Padova e l'ospedale di Nantes (Francia): nel loro organismo saranno inseriti alcuni geni noti per ridurre il rigetto dopo un trapianto di organi, per cui i prossimi suini che nasceranno avranno geni umani che dovrebbero ridurre le probabilita' di questa reazione dell'organismo. Per la verifica a Padova e a Nantes procederanno con il trapianto sulla scimmia del rene di questi maiali". - Italia. Al via lavori del Comitato nazionale di bioetica Parte il lavoro del nuovo Comitato nazionale di bioetica (Cnb) che, nella seduta plenaria del 23 febbraio, ha definito i gruppi che affronteranno diverse tematiche all'attenzione dell'organo consultivo. E tra i temi 'scottanti' sui quali il Cnb si pronuncera', vi e' anche la questione del rifiuto delle cure da parte di pazienti in particolari situazioni cliniche. Dieci i gruppi istituiti, per dieci tematiche che il Comitato sara' chiamato ad esaminare e sulle quali si esprimera': passera' cosi' al vaglio dei bioeticisti il problema delle sperimentazioni cliniche e la questione legata alla valenza dei comitati etici. Ma il Cnb esaminera' anche la complessa questione della ricerca sulle cellule staminali, dei bambini nati prematuri e dell'equita' dell'accesso alle cure. Sono previsti pure gruppi di lavoro sulla biometria, le sperimentazioni animali, le neuroscienze e la differenza di genere nella bioetica. Il Cnb si prepara dunque a lavorare su temi di stretta attualita', a partire proprio dalla questione del rifiuto delle cure, assumendo dunque una 'doppia valenza', come sottolinea la vicepresidente Cinzia Caporale: 'Il Comitato ha una doppia valenza: da un lato, essere reattivo rispetto ai problemi che vengono posti dalla cronaca, dall'altro essere organo consultivo che si prende i tempi necessari per la riflessione su tematiche complesse e centrali nel dibattito odierno. Con l'obiettivo di arrivare ad una comunicazione efficace e corretta nei confronti dei cittadini'. - Italia. Padova. Torre della ricerca Dieci piani, diecimila metri quadrati, 700 ricercatori, 15 milioni di euro. Sono i numeri della Torre della Ricerca, un luogo dove si cerchera' di trovare le cure per combattere le malattie nei bambini, dai tumori alle malformazioni infantili. Sara' realizzata a Padova per volonta' della Fondazione Citta' della Speranza, una Onlus -da anni sostiene la ricerca in campo oncologico pediatrico- che finanziera' quasi interamente il progetto con l'aiuto di finanziamenti di privati e di istituti bancari. Presso il Museo Diocesano di Padova e' stato fatto il primo passo verso la realizzazione di quello che diventera' l'unico centro pediatrico europeo di alto livello. E' stato infatti acquisito il terreno che si trova nel Consorzio Zona Industriale, Zip, il quale ha ceduto l'area alla Fondazione a un prezzo simbolico di 1.000 Euro. I lavori di costruzione inizieranno il 30 giugno 2007 e la struttura sara' consegnata il 31 dicembre del 2008. Saranno 700 gli scienziati di tutto il mondo che nella Torre potranno dedicarsi alla ricerca, confrontarsi, sperimentare. Uno di loro sara' Paolo De Coppi, il ricercatore italiano che nelle scorse settimane ha dimostrato la possibilita' di ottenere le cellule staminali dal liquido amniotico. 'Il nostro obiettivo -ha spiegato Andrea Camporese, presidente della Fondazione Citta' della Speranza- e' quello di far arrivare nel centro i migliori ricercatori e cercare di far tornare quelli italiani costretti ad emigrare all'estero. Il modello al quale ci ispiriamo e' quello di Filadelfia dove si trova il piu' importante centro di ricerca in campo pediatrico'. 'Cio' che ci ha dato la spinta nella realizzazione della Torre e' la concreta possibilita' di offrire nuove speranze ai bambini gravemente malati e ai loro genitori. La Fondazione finanziera' il progetto con 15 milioni di Euro. Quattro li lascio' a noi un'anziana pediatra che, ad ottanta anni, indico' nel testamento l'intenzione di destinare il denaro alla ricerca nel campo pediatrico'. Tra i fondatori della Fondazione Citta' della Speranza ci sono persone che hanno avuto la triste esperienza di un figlio malato di tumore che non ce l'ha fatta e che lottano ogni giorno affinche', invece, altri bambini possano avere l'opportunita' di salvarsi grazie alla ricerca nel campo della medicina. - Usa. Dulbecco compie 93 anni e non si ferma Compleanno in famiglia, ma non solo, per il Nobel Renato Dulbecco. I suoi 93 anni li festeggia nella sua casa in California, ma uno dei regali piu' graditi arriva dalla ricerca, con i primi dati che dimostrano la possibilita' di identificare e far sviluppare nei topi le cellule staminali responsabili del tumore del seno, in modo da identificare le piu' aggressive. 'Il lavoro principale lo stiamo chiudendo proprio in questi giorni', ha detto il Nobel raggiungo telefonicamente nel suo laboratorio in California. Risolti brillantemente i problemi di salute che nell'ultimo anno lo hanno tenuto lontano dall'Italia, Dulbecco ha ritrovato la sua voce energica e la determinazione con cui ha sempre affrontato la ricerca. Dopo essere stato un pioniere dello studio dei geni legati ai tumori, il Nobel punta ora a un altro tema di frontiera: la ricerca sulle cellule progenitrici del cancro. 'E' molto interessante dimostrare l'esistenza e studiare il comportamento di queste cellule'. Dulbecco le sta studiando per il tumore del seno, in collaborazione con l'Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Milano. 'Le cellule staminali del cancro della mammella sono state isolate tempo fa, ma adesso abbiamo dimostrato che e' possibile differenziarle', ha aggiunto. Una volta isolate, queste cellule progenitrici capaci di far crescere il tumore e di generare metastasi anche quando il tumore sembra ormai curato, sono state reintrodotte in topi. In questo modo e' stato possibile individuare le popolazioni di staminali che riuscivano a far crescere il tumore piu' velocemente. 'Una volta fatte differenziare le cellule staminali diventano esattamente cellule del tumore mammario'. La ricerca e' stata condotta da Dulbecco in collaborazione con Ileana Zucchi, dell'Istituto del Cnr di Milano. 'Adesso il lavoro e' finito', ma fino alla pubblicazione non sara' possibile divulgare ulteriori dettagli. Quello che e' certo e' che si tratta di una delle strade piu' promettenti per il futuro della ricerca sui tumori. Lo ha detto recentemente anche l'oncologo Umberto Veronesi, per il quale proprio queste cellule potrebbe potrebbero diventare il nuovo obiettivo per riuscire a bloccare la crescita dei tumori. Cellule staminali del cancro sono finora state individuate nelle leucemie, nel melanoma e nei tumori di cervello, colon e fegato. 'E' ormai chiaro che tutte le cellule staminali tumorali sono le responsabili della crescita in quasi tutti i tumori', ha osservato Ruggero De Maria, del Laboratorio di Ematologia e oncologia dell'Istituto Superiore di Sanita', che nel novembre scorso ha isolato le cellule staminali del tumore del colon. 'Adesso le ricerche proseguono, sulla stessa via che sta percorrendo Dulbecco, per identificare meglio le staminali, trovare marcatori per identificarle e ricostruire i processi che le spingono a diventare tumorali. Si cerca anche di identificare i loro punti deboli, in modo da avere nuovi strumenti per la diagnosi e la terapia'. Intanto le ricerche di Dulbecco vanno avanti, sempre in collaborazione con l'istituto del Cnr di Milano. 'Spero che quest'anno riesca a venire in Italia', ha detto il direttore dell'Istituto di tecnologie Biomediche del Cnr, Paolo Vezzoni. La collaborazione del Nobel con l'Istituto e' ormai storica e risale agli albori del Progetto Genoma Umano: 'Dulbecco -ha detto Vezzoni- e' un oncologo, ma ci ha seguito anche nello studio sul genoma, avviando un filone di ricerca nel quale stiamo proseguendo molto bene'. - Vaticano. Barragan: presto carta etica dei divieti Staminali, fecondazione assistita, profilattico, testamento biologico: Il cardinale messicano Javier Lozano Barragan, ministro della Salute del Papa, in una intervista all'Espresso illustra compiutamente la posizione del Magistero della Chiesa in materia, in un momento in cui, dice, 'l'etica pone problemi che sembrano ostacolare il benessere'. Cio' genera 'discussioni accese' che 'finiscono per generare una opposizione tale che e' impossibile capirsi perche' si parlano lingue diverse'. Da una parte, spiega il porporato, c'e' la lingua della secolarizzazione, dall'altra una lingua 'totalmente cristiana'. Il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per la Salute conferma poi che in Vaticano si sta lavorando ad un documento integrativo della 'Donum vitae', l'enciclica scritta nel 1987 sulla bioetica. 'Presto la Congregazione della Fede penso che pubblichera' un documento a complemento'. AIDS E PROFILATTICO. 'La risposta della Chiesa e' che il mezzo sicuro per non contrarre l'Aids e' l'astinenza e la fedelta' coniugale' afferma Barragan spiegando che il suo dicastero ha ultimato uno studio ad hoc, scientifico e teologico, per conto del Papa che ora e' al vaglio della Congregazione della Dottrina della Fede. TESTAMENTO BIOLOGICO. 'Il consenso informato e' importantissimo, non sono leciti atti medici che non lo abbiano preventivamente ottenuto'. Detto questo, aggiunge Barragan, occorre 'essere esatti riguardo al ritiro delle terapie'. Se le cure sono essenziali per restare in vita 'allora il quinto Comandamento che dice non uccidere, allora in primo luogo non devo uccidere me stesso'. Tuttavia se le cure palliative leniscono solo il dolore ma non guariscono allora si entra nell'accanimento terapeutico. 'Quando e' cosi' il paziente puo' dire basta'. Dall'altra parte pero', afferma, c'e' 'il medico che ha l'obbligo di informare il paziente sul suo stato'. ACCANIMENTO TERAPEUTICO. 'L'idratazione e la nutrizione non si considerano terapie, dunque non appartengono all'accanimento. Quindi non e' necessario il consenso del paziente per applicarle, ne' si ha il diritto di rifiutarle nel testamento biologico'. RICERCHE SUGLI EMBRIONI. 'Gli embrioni non sono solo oggetti. Per noi essi sono esseri umani con una dignita' tale che non possono essere usati come mezzo per il benessere di altri'. FECONDAZIONE ASSISTITA. 'La fecondazione eterologa non e' lecita. La Chiesa risponde secondo una etica cattolica. Non c'e' coercizione nelle risposte della Chiesa, la coscienza individuale ben formata deve fare il suo percorso'. NON LITIGHIAMO SULLA VITA - "Il problema e' la confusione tra il benessere e la felicita'. Il mondo occidentale si e' secolarizzato nella negazione della trascendenza, e dunque ha costruito la sua visione del mondo attorno a una coincidenza tra vita e benessere. Tutti i problemi che pone l'etica e che sembrano ostacolare il benessere generano discussioni accese, finiscono col raggiungere un'opposizione tale che e' impossibile capirsi perche' si parlano lingue diverse". "Se uno parla una lingua totalmente secolarizzata e l'altro parla una lingua totalmente cristiana, -prosegue Barragan- c'e' bisogno di una traduzione. Di un dizionario. E questo e' un compito importante della Chiesa: trovare un dizionario". Quindi e' della Chiesa il compito di farsi capire? -chiede il settimanale- "Quando e' in gioco un rapporto, ci sono sempre diversi soggetti che devono mettersi in relazione e capirsi -spiega- E in questa domanda, mi scusi, si vede l'inizio dell'incomprensione: chi e' il colpevole? La Chiesa!". - Mondo. Rivista "Nature": la pelle non ha piu' segreti Non ha piu' segreti il piu' grande organo del corpo umano: sei articoli pubblicati questa settimana su Nature raccolgono le ricerche piu' recenti che descrivono i meccanismi che controllano la crescita e la colorazione della pelle, cosi' come il senso del tatto, il continuo processo di rigenerazione e di riparazione delle ferite, e i processi che possono scatenare malattie aggressive come la psoriasi e il melanoma. Come una grande mappa, le ricerche presentate su una delle piu' autorevoli riviste scientifiche internazionali mettono ordine nella grande quantita' di conoscenze che in un tempo brevissimo hanno permesso di capire come funziona la pelle, un organo fondamentale che si comporta come una barriera protettiva che difende dai microbi e permette ai fluidi di penetrare all'interno, ma anche il sito nel quale piu' frequentemente si sviluppano i tumori. - STAMINALI CHE RIGENERANO E RIPARANO: sono le cellule immature che intervengono continuamente a riparare le ferite e i danni che la pelle riceve ogni giorno da raggi ultravioletti. Si trovano nei follicoli piliferi, nelle ghiandole sebacee e nell'epidermide ed e' grazie ad esse che la pelle riesce a conservare il suo equilibrio. La loro funzione, osserva Elaine Fuchs, del laboratorio di Biologia dello sviluppo dell'universita' Howard Hughes di New York, e' fondamentale nel processo di riparazione e rigenerazione della pelle. - INGEGNERIA DEI TESSUTI: coltivare lembi di pelle in laboratorio oggi e' una possibilita' concreta, ma secondo Sheila MacNeil, del Gruppo di Ingegneria dei tessuti dell'universita' britannica di Sheffield, c'e' ancora molto da fare per rendere piu' accessibile questa tecnica a tutti i pazienti che ne hanno bisogno. Ad esempio anche rendendola piu' accessibile economicamente. Bisogna inoltre decidere in quale direzione concentrare gli sforzi della ricerca ed e' necessario mettere a punto tecniche per ridurre al massimo i rischi di rigetto. - COLORAZIONE: sono cellule chiamate melanociti a dare colore alla pelle e sono particolarmente importanti per la funzione che svolgono nel proteggerla dai raggi ultravioletti. Per David Fisher, del Massachussetts General Hospital, conoscerne il comportamento potra' aiutare a trovare nuove difese contro i tumori e a mettere a punto strategie per la diagnosi precoce dei tumori della pelle. - MELANOMA: il piu' aggressivo tumore della pelle e' diventato il bersaglio di numerose terapie, osserva Richard Marais, dell'Istituto per la ricerca sul cancro di Londra. Continuare a conoscere i meccanismi che lo scatenano e' particolarmente importante, considerando che i casi nel mondo sono raddoppiati negli ultimi 20 anni. - PSORIASI: Jim Krueger, della Rochefeller University di New York, ritiene che un passo in avanti per la cura e' legato allo studio delle caratteristiche genetiche della malattia. La scommessa, secondo Kureger, e' riuscire ad alterare l'attivita' del sistema immunitario in modo da controllare la malattia. Un obiettivo certamente non facile da raggiungere, ma l'ottimismo e' d'obbligo: 'ci troviamo in un periodo entusiasmante nel quale la scienza e la medicina stanno convergendo allo scopo di ottenere benefici per milioni di persone colpite da questa malattia'. - IL TATTO: sono ormai noti i meccanismi che permettono alla pelle di percepire sensazioni attraverso il tatto, descritti da Ellen Lumpkin, del Baylor College of Medicine di Houston. - Italia. Manutenzione delle arterie per allungare la vita delle donne Una migliore 'manutenzione' delle arterie, resa possibile dalla grande disponibilita' di cellule staminali capaci di riparare le pareti dei vasi sanguigni, continuamente liberate dagli ormoni femminili, gli estrogeni: e' questo il segreto che fa vivere le donne piu' a lungo degli uomini. La scoperta, italiana e in via di pubblicazione sulla rivista Clinical Endocrinology, e' stata presentata nel convegno sulla Medicina della riproduzione lo scorso 22-23 febbraio ad Abano Terme (Padova). Che gli estrogeni giocassero un ruolo di primo piano nel proteggere la salute del sistema cardiovascolare delle donne era noto da tempo, ma adesso si e' scoperto il perche'. Lo studio e' stato condotto dal gruppo dell'universita' di Padova coordinato dall'andrologo Carlo Foresta, in collaborazione con Guido Ambrosini, della Clinica ostetrica di Padova. Su 45 donne reclutate nell'ospedale di Padova (30 nelle diverse fasi del ciclo e 15 sottoposte a stimolazione ovarica, con conseguente aumento della produzione degli estrogeni) i ricercatori hanno documentato che le cellule progenitrici endoteliali vengono fortemente stimolate in vitro dagli estrogeni. Campioni di sangue prelevati dalle 45 donne sono stati analizzati con una tecnica che permette di individuare e contare le cellule progenitrici dell'endotelio. 'Queste cellule migrano infatti dal midollo osseo al sangue, si possono quindi contare e stabilire quante di esse sono in circolazione', ha detto Foresta. Quindi sono stati analizzati campioni di sangue prelevati sia da uomini che da donne. Anche in questo caso sono state individuate le cellule progenitrici dell'epitelio e coltivate in vitro, con e senza la presenza di estrogeni. 'In questo modo - ha detto ancora Foresta - abbiamo potuto verificare che gli estrogeni agiscono effettivamente stimolando la produzione delle cellule progenitrici'. Non restava che avere la conferma definitiva andando a cercare, sulla superficie delle cellule destinate a formare il rivestimento dei vasi sanguini, la proteina (recettore) capace di agganciare gli estrogeni e di legarsi ad essi. 'L'abbiamo trovata e adesso sappiamo che sulle cellule progenitrici epiteliali si trovano i recettori per gli estrogeni'. - Italia. Ass. Coscioni: riaprire il dibattito sulla legge 40 Riaprire la discussione pubblica sulla legge sulla procreazione assistita, chiusa ormai da due anni: e' questo l'invito lanciato oggi dall'Associazione 'Luca Coscioni', in una conferenza stampa al Senato, con cui si e' celebrata anche la Giornata per la liberta' di ricerca, che cade ad un anno dalla morte di Luca Coscioni e a due anni dall'introduzione della legge 40. 'Si tratta di un appuntamento che diventera' fisso -ha detto Marco Cappato, segretario dell'associazione- e che quest'anno abbiamo voluto dedicare al tema della fecondazione assistita, perche' e' da due anni che si e' smesso di parlarne. Vogliamo inoltre invitare tutte le coppie che hanno degli embrioni non piu' utilizzabili, a donarli alla nostra associazione, che li dara' ai centri esteri di ricerca, e non a lasciarli marcire nel centro di Milano. Finora hanno gia' risposto tre coppie al nostro appello'. Stefano Rodota', docente di Diritto civile presso l'universita' La Sapienza di Roma, ha aggiunto che 'servono ritocchi piuttosto decisi a queste legge. A causa delle linee guida e circolari ministeriali che sono seguite alla legge, si e' creata una gran confusione che ha leso i diritti delle persone, portando ad una sorta di 'turismo dei diritti'. Chi infatti ha le possibilita' economiche e culturali puo' realizzare i propri diritti andando all'estero, chi rimane in Italia invece deve subire frustrazioni o agire in clandestinita' anche'. Tante le persone intervenute alla conferenza stampa, tra cui Maria Antonietta Coscioni, Rita Bernardini, rispettivamente presidente e segretaria dei Radicali italiani, Vittoria Franco dei Ds, Gilberto Corbellini e Cinzia Caporale, membri del Comitato nazionale di bioetica, e Ignazio Marino, presidente della commissione Sanita' del Senato. 'E' necessario incentivare, anche economicamente la ricerca che potrebbe aiutare a curare malattie rimaste finora incurabili. Ritengo non sia giusto scrivere una legge, come quella sulla procreazione assistita, basata su dei presupposti antiscientifici. A questo punto e' meglio indicare delle proibizioni in maniera chiara, o mettere a punto un documento in linea con le conoscenze scientifiche attuali'. PDL PARLAMENTARI DESTRA PER RICERCA SU EMBRIONI - Dovrebbe essere presentato a breve il progetto di legge di alcuni parlamentari della Casa delle Liberta' che vuole modificare la legge 40 sulla procreazione assistita. Tra i punti contenuti nel testo, dovrebbero esserci la possibilita' di fare ricerca sulle cellule staminali embrionali e una norma a parte sulla fecondazione eterologa. Lo ha fatto sapere il senatore Antonio Del Pennino, senatore dei Repubblicani, nel corso della conferenza stampa organizzata dall'Associazione Luca Coscioni. 'La legge 40 non e' stata consacrata dal voto popolare e nemmeno e' stata abrogata col referendum. Cio' non significa quindi che il Parlamento non possa modificarla in tutta legittimita'. Il nostro paese purtroppo fa di tutto per rimanere arretrato sulla ricerca rispetto alle altre realta' europee ed extraeuropee'. Come anticipato dal senatore, il progetto di legge, che vedra' tra i suoi firmatari anche Nino Paravia di An e Alfredo Biondi di Fi, 'consentira' la ricerca sulle cellule staminali embrionali, mentre sulla fecondazione eterologa ci sara' una norma a parte'. Perche' tra l'embrione congelato, ha concluso Alfredo Biondi, 'e chi e' affetto da una grave malattia, io scelgo quest'ultimo. Non bisogna mettere le mutande alla scienza'. - Giappone. Ovuli inutilizzabili per fecondazione forse utili per ricerca con staminali Gli ovuli inutilizzabili nella fecondazione assistita perche' incapaci di essere fecondati sembrano invece utili nelle tecniche di clonazione per il reperimento di cellule staminali da usare nella ricerca. E' la scoperta sugli ovuli di topi dell'equipe di Teruhiko Wakayama del RIKEN Kobe in Giappone, pubblicata questa settimana sulla rivista Current Biology. Vi e' una carenza cronica di ovuli femminili con cui arrivare al reperimento di cellule staminali da usare nella ricerca, ragione che sembra aver mosso l'Autorita' per la fertilita' umana e l'embriologia (Hfea) britannica verso la decisione di pagare le donne per donare i propri ovuli da destinare alla ricerca scientifica. Ma attualmente sono anche molte le cliniche che nel mondo praticano la fecondazione assistita, e molti degli ovuli prodotti con la stimolazione ormonale cui si sottopongono le aspiranti mamme non risultano fecondabili quindi sono oggi semplicemente scartati. L'equipe giapponese sembra aver trovato pero' un modo di 'riciclarli': usarli per il reperimento di staminali utilizzandone il citoplasma come base per la clonazione per trasferimento nucleare, ovvero la tecnica con cui nacque la pecora Dolly. In pratica, se quel che gli scienziati nipponici hanno osservato con gli oociti di topolini fosse riproducibile anche con gli ovuli umani, dell'ovulo scartato durante le tecniche di procreazione assistita, perche' incapace di essere fecondato, si recupererebbe il citoplasma in cui si trasferirebbe il Dna di una cellula adulta per dare luogo a una clonazione. Dall'embrione nelle prime fasi di sviluppo, che comunque non e' capace di crescere fino al termine dello sviluppo, precisano gli scienziati giapponesi, si potrebbero per esempio ricavare le staminali embrionali da usare nella ricerca. - Giappone. Creato dente da cellule staminali Per la prima volta, impiantati nella bocca di topolini denti creati in provetta a partire da due soli tipi di cellule staminali isolate da gemme dentali di embrioni di topi. Secondo quanto annunciato sulla rivista Nature Methods, i denti bio-ingegnerizzati, ancora in fase di crescita, sono stati impiantati con successo nella bocca di topolini cui precedentemente i ricercatori avevano estratto alcuni denti. I ricercatori che hanno firmato questo successo senza precedenti, diretti da Takashi Tsuji dell'Universita' di Tokyo, hanno dimostrato che l'applicabilita' di questa procedura di bioingegneria in provetta, basata su un metodo di crescita in tre dimensioni a partire da due tipi di cellule staminali (le epiteliali e le mesenchimali), e' valida anche per la costruzione di altri organi. Infatti, partendo dalle stesse staminali, gli scienziati hanno anche bio-ingegnerizzato un follicolo che poi ha formato un baffo di topolino. Non e' un traguardo immediato, ma in un arco di tempo 'ragionevole, circa 10 anni', denti bio-ingegnerizzati creati 'in provetta' a partire da cellule staminali potrebbero essere applicabili anche all'uomo. Ne e' convinto il biotecnologo Ranieri Cancedda, che definisce 'estremamente importante' l'esperimento che ha portato ad impiantare con successo in un topo un dente creato partendo da due sole cellule staminali. 'E' un risultato scientifico importante -ha affermato Cancedda, docente di biologia cellulare e presidente del corso di studi in Biotecnologie all'Universita' di Genova- con potenziali applicazioni nel settore della medicina rigenerativa e della bioingegneria dei tessuti nell'arco dei prossimi 10-15 anni. Il trasferimento nella pratica clinica dei risultati di questo primo esperimento sui topi - ha precisato l'esperto - non potra' cioe' essere immediato, ma la possibilita' di usare tale tecnica anche per la creazione di bio-denti applicabili all'uomo rappresenta una prospettiva molto concreta, cui si potra' arrivare in tempi relativamente brevi grazie ai grandi progressi scientifici in questo settore'. Il punto, ha sottolineato Cancedda, e' che 'nel caso del topo, si sono utilizzate cellule staminali isolate da gemme dentali di embrioni di topi, dunque staminali che gia' avevano in qualche modo intrapreso un cammino di differenziazione che le avrebbe portate a formare dei denti'. Questo tipo di staminali, ha proseguito il biotecnologo, 'non sono presenti nell'uomo adulto, ma il dato positivo e' che sappiamo che esistono cellule staminali adulte potenzialmente in grado di 'evolvere' in denti anche nell'uomo'. Ora, ha rilevato Cancedda, 'il passo successivo su cui lavorare e' l'indirizzare tali cellule verso un processo di differenziazione che le porti a trasformarsi proprio in questo tipo di organo. Un obiettivo - ha concluso - che ritengo raggiungibile nel medio termine'. Il successo nipponico nel dare un 'dente nuovo' a un topo a partire dalle staminali e' stato salutato oggi come un importante successo dal principale biologo italiano che lavora in Giappone. "E' stato uno studio rimarchevole che in futuro potrebbe aprire la strada all'utilizzo di cellule staminali per la rigenerazione di organi completi anche nell'uomo", ha dichiarato Piero Carninci, un biologo dell'universita' di Trieste che si occupa proprio di studi genetici sui roditori. Nel commentare l'annuncio dato domenica dal professor Takashi Tsuji, dell'universita' di Tokyo, Carninci ha spiegato che e' stata la prima dimostrazione che organi completi, come denti o peli, possono essere ricostruiti a partire da cellule che sono state separate in provetta. "Si tratta per la prima volta di organi funzionali e, pur se occorreranno parecchi anni di ricerche per capire meglio i meccanismi alla base di questo esperimento, l'obiettivo e' di trasferire queste metodologie all'uomo grazie alle somiglianze nella programmazione genica", ha detto all'Ansa il ricercatore. Carninci e' a capo dell'annotazione funzionale del trascrittoma del topo al Riken, l'Istituto nazionale giapponese di ricerche scientifiche, nell'ambito di un progetto cui partecipano 200 studiosi provenienti da tutto il mondo. - Gb. Via libera alla compravendita di ovuli per la ricerca Le donne britanniche potrebbero essere presto pagate per donare i loro ovuli da destinare alla ricerca scientifica: una decisione in tal senso e' stata annunciata lo scorso 21 febbraio dall'Autorita' per la fertilita' umana e l'embriologia (Hfea), una decisione che era stata sconsigliata da molti medici e che fa nascere timori che si possa sviluppare un commercio di ovuli. Lo ha anticipato l'Observer, per il quale il Comitato etico dell'Autorita' governativa ha gia' dato il suo parere positivo: "I potenziali guadagni scientifici superano di gran lunga le probabili obiezioni", dice una fonte dell'Hfea, spiegando il senso del documento che motiva la decisione, gia' visionato dal domenicale. Attualmente le cliniche del Regno Unito non possono accettare ovuli per la ricerca scientifica, almeno che non siano quelli rimasti inutilizzati in trattamenti contro la sterilita' e nella fecondazione in vitro. Cio' ha creato una cronica mancanza di ovuli umani che, fertilizzati, servono ai ricercatori per studiare le cellule staminali embrionali e individuare possibili cure che le stesse cellule potrebbero rendere possibili contro problemi cardiaci, sterilita', diabete, e i morbi di Alzheimer e di Parkinson. Le donne che accetteranno di sottoporsi alla tecnica di prelievo di ovuli saranno ricompensate con 250 sterline (circa 375 euro), piu' le spese di viaggio, lo stesso che viene attualmente pagato a un donatore di sperma. Le donne dovranno dimostrare che la donazione avviene 'per fini altruistici', come ad esempio aiutare un parente che soffre di una malattia per la ricerca sulla quale gli scienziati hanno bisogno di ovuli. La tecnica per il prelievo degli ovuli e' considerata 'invasiva' e potenzialmente pericolosa da molti medici, ricorda il giornale, che cita a proposito 'scienziati dell'universita' di Padova' e il loro avvertimento sugli effetti indesiderati delle medicine utilizzate per stimolare le ovaie a produrre piu' ovuli. Ma per Donna Dickenson, professore emerito di etica medica all'universita' di Londra, il pericolo maggiore e' quello che donne povere, in Gran Bretagna e fuori, possano decidere di vendere i loro ovuli per il solo guadagno: 'L'Hfea potrebbe avere senza volere aperto la porta al baratto e alla vendita di ovuli. La somma di 250 sterline potrebbe essere abbastanza per indurre donne dell'Est Europa, ad esempio, a venire in Gran Bretagna e vendere i propri ovuli. E' una cosa inquietante. Una volta stabilito il concetto di donazione degli ovuli, sara' difficile proibire la donazione a pagamento'. Peter Braude, direttore del dipartimento Salute della donna al King's College di Londra dice che i rischi nella raccolta degli ovuli non dovrebbero scoraggiare le donne che intendono offrirli. 'Le donne sono abbastanza intelligenti per decidere da sole se donare i propri ovuli alla ricerca. Perche' si dovrebbe impedire loro di farlo? Non si dovrebbe, dopo averle informate sui rischi. Le donne donano ovuli da vent'anni, di solito quelle che si sottopongono ai processi di sterilizzazione. Non e' un principio nuovo, e' diverso perche' c'e' l'offerta volontaria'. Al momento, secondo la legge Gb, una donna puo' gia' donare i propri ovuli a un'altra donna, se entrambe stanno facendo un trattamento di fertilizzazione in vitro, o per aiutare un parente o amico ad avere una gravidanza. Nel primo caso, in cambio riceve uno sconto sostanzioso sul trattamento di fertilizzazione, che nel Regno Unito e' molto caro. 'E' mercificazione, un orrore, serve un limite alla scienza'. Cosi' il ministro della salute Livia Turco, in una intervista al Corriere della Sera, commenta la decisione che dovrebbe essere presa dal governo inglese riguardo alla possibilita' per le donne di vendere ovuli a scopo di ricerca. 'Capisco le ragioni della scienza, ma il fine non giustifica i mezzi. Qui siamo oltre il dibattito sulla liceita' di sperimentare o no sugli embrioni. L'incentivo a vendere le ovaie introduce un elemento, la mercificazione del corpo umano che mi spaventa. Credo che la societa' debba porre limiti e opporsi al commercio e alla manipolazione di parti del corpo'. 'Sono molto sensibile alle sorti della ricerca e in Italia ci stiamo attivando nella giusta direzione incentivando la ricerca sulle cellule staminali adulte, un campo ancora inesplorato e potenzialmente molto fertile'. Quanto all'uso degli embrioni sovrannumerari destinati alla distruzione il ministro afferma: 'occorre affrontare con meno ipocrisia il problema. Forse e' su questi che potrebbe essere applicata la ricerca. Se il loro destino e' lasciarli deperire e buttarli via allora e' meglio utilizzarli a fin di bene'. Ma per fare questo, secondo il ministro, occorrerebbe aprire il dibattito sulla procreazione assistita; 'non potrei decidere io - conclude - con la modifica delle linee guida sulla legge 40 alla quale bisogna attenersi'. 'Bene la presa di posizione del ministro della salute Livia Turco sulla vendita di ovuli in Gran Bretagna'. Il plauso arriva dalla senatrice di Forza Italia Laura Bianconi, capogruppo di Fi in commissione Sanita'. 'Mi auguro che il Governo inglese rifletta seriamente sulla pericolosissima strada che rischia di intraprendere se permettesse alle donne di vendere i propri ovuli a scopo di ricerca'. 'Stiamo assistendo, come ha dichiarato Turco ad una vera e propria mercificazione, paragonabile a quella della vendita degli organi. In nome della ricerca scientifica non si puo' arrivare ad annientare i nostri valori e ci sono dei limiti, come quello del rispetto della persona e della sua dignita' di vivere, davanti ai quali anche la ricerca si deve arrestare, ma non per questo arrendersi nel suo prezioso lavoro. Si cerchino altre strade come e' accaduto con l'utilizzo delle cellule staminali adulte'. 'No allo shopping di ovuli'. E' la posizione espressa dall'associazione Scienza & Vita, che invita l'Europa a 'difendere la salute delle donne'. 'Giu' le mani dal corpo delle donne e dai loro ovuli. L'associazione si oppone con la massima fermezza ad ogni tentativo di mercificazione del corpo umano e allo shopping di ovuli che viene prospettato in Gran Bretagna. E in questo 19 febbraio, in cui ricorre l'approvazione da parte del Parlamento italiano della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, appare quanto mai opportuna una riflessione sul limite della scienza, senza nascondersi che il vero obiettivo della vendita di ovuli e' quello di produrre embrioni a fine di ricerca, inevitabilmente destinati alla distruzione'. Il tutto, ricorda l'associazione, 'non e' possibile in Italia grazie proprio alla legge 40. Ma e' necessario tenere alta la guardia contro ogni tentativo di deformazione dell'attuale disciplina'. Sotto il profilo socio culturale, rileva quindi Scienza & Vita, 'grande e' la responsabilita' dell'Europa, che dovrebbe porsi il problema della salvaguardia delle donne. Chi, infatti, se non le giovani donne in condizioni economiche disagiate, vendera' i propri ovuli? Dunque, una beffa ancora una volta ai danni dei piu' poveri'. Infine, 'va segnalata, ancora una volta, la responsabilita' della classe medica che ben conosce gli effetti collaterali della stimolazione ovarica, con rischi connessi alla salute delle donne. Dunque il 'no' alla vendita di ovuli si sostanzia in ragioni scientifiche, mediche e di rispetto dei diritti umani'. - Usa. Ex docente del Mit interrompe sciopero della fame Un professore nero conservatore che aveva accusato il Massachusetts Institute of Technology di avergli negato una promozione per razzismo ha interrotto lo sciopero della fame dopo 12 giorni di digiuno per protesta. James Sherley, ricercatore sul fronte delle cellule staminali controverso nel suo campo perche' rifiuta di usare quelle derivate da embrioni, ha perso circa nove chili da quando il 5 febbraio aveva smesso di mangiare per indurre l'universita' a riconoscergli la cattedra a vita. In un comunicato Sherley ha detto che le sue richieste sono ancora sul tappeto e ha chiesto al Mit di rispondere. Il Mit sostiene che il caso dello scienziato e' stato esaminato tre volte dopo la decisione iniziale e che la razza del professore non ha giocato alcun ruolo. Lo sciopero della fame di Sherley aveva avuto vasta attenzione negli Usa anche per gli appoggi trasversali ricevuti dallo scienziato: tra i luminari che ne avevano sposato la causa c'era stato anche il linguista Noam Chomsky. - Italia. Marino: presto decreto ministro Salute su Convenzione di Oviedo Scade il 31 luglio il termine entro cui il ministro della Salute, Livia Turco, dovra' emanare uno o piu' decreti che rendano operativi i principi stabiliti dalla Convenzione di Oviedo, che ieri un emendamento votato al Senato ha fatto recepire nel nostro ordinamento. A darne notizia e' il presidente della Commissione Sanita' del Senato, Ignazio Marino, a margine di un convegno sulla comunicazione tra medico e paziente presso l'Universita' Cattolica di Roma. 'Sia io che il ministro Turco siamo molto soddisfatti di questo risultato raggiunto. So che il ministro Turco ha la volonta' di emanare nel giro di pochissime settimane questo decreto, dando risposte cosi' a tutto il paese su temi molto discussi'. Ignazio Marino ha poi voluto chiarire che l'attuazione della Convenzione di Oviedo non introduce affatto l'eutanasia. 'Sia io che il ministro siamo contro quello che e' un reato penale e contro l'uomo. La Convenzione chiarisce alcuni principi, ponendo dei limiti etici alla ricerca scientifica, per quel che riguarda anche le sperimentazioni sugli embrioni, e anche sulle tematiche di fine vita'. Ma l'affermare che il paziente puo' togliere il consenso in qualsiasi momento ad una terapia, prosegue Marino, 'non vuol dire riconoscere il diritto individuale a morire, ma semplicemente ad esercitare il proprio consenso. Diritto che e' gia' contenuto anche nell'art. 32 della nostra Costituzione'. Il decreto del ministro Turco dovrebbe quindi, secondo Marino, chiarire una volta per tutte situazioni e casi come quelli di Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli. 'La richiesta di Giovanni Nuvoli di sospensione della ventilazione polmonare rende sempre piu' urgente la definizione di norme su tematiche complesse come queste, come anche piu' volte ha auspicato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sul caso Welby anche se la nostra Costituzione dava una risposta, la confusione e' nata per la decisione del giudice che ha richiesto una norma di diritto positivo su tali principi. La Convenzione di Oviedo risponde in maniera ancora piu' esplicita su questi temi'. Per la senatrice Laura Bianconi, capogruppo di Forza Italia in commissione Sanita', il via libera all emendamento presentato da Marino in tema di bioetica e' "un atto grave che delegittima il Parlamento". Per l'esponente di FI quello del senatore dell Ulivo e' "un gesto che denota, non solo la poca serieta' di questa maggioranza, ma anche le enormi difficolta' che Marino ha in commissione Sanita' su questi temi. Togliere al Parlamento continua Bianconi il diritto di discutere in modo lucido e ponderato su problemi importanti come quello dell'utilizzo degli embrioni e del testamento biologico non e' accettabile in una democrazia: e' ora che questo governo e questa maggioranza la smettano di pensare di decidere con colpi di mano come questo". Per Bianconi, inoltre, e' del tutto immotivata la richiesta avanzata da Marino per un immediato recepimento della convenzione di Oviedo "visto che la stessa definisce delle linee guida e non prevede assolutamente alcuna forma di testamento biologico e, per di piu', i nostri medici gia' si attengono ai suoi principi generali". L on. Bianconi si augura che il Ministro Turco "non assecondi questo subdolo gioco del senatore Marino al fine di legittimare l eutanasia, ma si adoperi per riportare la discussione in Parlamento". - Usa. Cellule staminali indicano compiti a cellule figlie Quando una cellula staminale si divide per dare vita ad altre cellule 'tuttofare', fornisce precise istruzioni alle proprie 'figlie' sulla funzione che dovranno assumere una volta completata la scissione. A capire per la prima volta che non sono le cellule dei tessuti o degli organi con cui la staminale va a unirsi a 'dettare legge', ma quasi sempre e' la cellula 'originale' a farlo, sono stati gli scienziati del Carnegie Institution di Washington (Usa), che ne parlano su 'Science'. I risultati dei loro studi dimostrano che le staminali non sono solo 'fonti' di nuove cellule per i tessuti, ma veri e propri 'cervelli' in grado di determinare da sole quale tipo di cellula e' necessario in un determinato momento. Per verificarlo, gli esperti hanno utilizzato staminali provenienti dall'intestino di alcuni moscerini della frutta, rilevando che il 'destino' di ogni singola cellula dipende da un proteina, detta Delta, che si trova sulla superficie delle cellule 'madri' e attiva un particolare meccanismo di trasformazione, detto Notch, nelle 'figlie'. La proteina Delta sembra sia in grado non solo di controllare la divisione cellulare, ma anche di fare in modo che vada in porto: quando viene disattivata, le staminali continuano a scindersi all'infinito, dando luogo anche a tumori. - Vaticano. Il Papa elogia il Costa Rica per impegno contro clonazione umana Benedetto XVI ha lodato la Repubblica del Costa Rica per le sue iniziative in favore della promozione della pace e dei diritti umani, in particolare, della difesa della vita umana. Il Pontefice ha espresso questi sentimenti di gratitudine nel ricevere sabato il nuovo ambasciatore del Paese sudamericano in occasione della consegna delle lettere credenziali. “Sono da lodare le inziative che il Governo del Costa Rica ha compiuto in ambito internazionale al fine di promuovere nel mondo la pace e i diritti umani”, ha constatato il Santo Padre. Il Vescovo di Roma ha riconosciuto, in particolare, “la tradizionale vicinanza delle posizione tenute dalla Santa Sede nei diversi fori internazionali sulle questioni di grande importanza come la difesa della vita umana e la promozione del matrimonio e della famiglia”. Il Costa Rica ha guidato negli anni passati la “Convenzione Internazionale contro la clonazione degli esseri umani”, che ha contato in seno alle Nazioni Unite sull’appoggio della Santa Sede e di numerosi Paesi. La Costituzione Politica del Costa Rica, i trattati internazionali ratificati da questo Paese e dall’ordinamento giuridico costaricano, in special modo il Codice della Infanzia e della Adolescenza e il Codice Penale, garantiscono a tutte le persone fisiche il diritto alla vita dal momento del concepimento fino alla morte naturale. (Fonte: Zenit.org) - Spagna. Simposio sul ruolo delle staminali embrionali nella medicina riproduttiva Sono piu' di 50.000 le coppie che ogni anno ricorrono alla fecondazione medicalmente assistita, secondo le cifre fornite al III Simposium Fertilidad Ferring di Valencia. Circa un milione di coppie in eta' fertile ha difficolta' ad avere un figlio, ma la cifra e' destinata a salire per l'affermarsi della tendenza a spostare in avanti la maternita'. Benche' non esista una campionatura ufficiale dei sistemi utilizzati in Spagna, gli ultimi dati del Registro de la Sociedad Espanola de Fertilidad, che raccoglie informazioni sui trattamenti realizzati nel "60% dei centri del Paese", indicano che il numero e' progressivamente salito negli ultimi anni. A questo proposito, Juan Antonio Garcia Velasco, direttore del Instituto Valenciano de Infertilidad di Madrid, chiarisce: "non e' che ogni anno ci siano piu' coppie infertili, ma ce ne sono sempre di piu' che chiedono il trattamento". In quanto al profilo della donna che si rivolge a un centro di riproduzione assistita, viene fuori che "di solito ha piu' di 30 anni, ha provato da 1 a 3 anni a rimanere incinta e in molti casi aveva gia' tentato qualche soluzione con l'aiuto del proprio ginecologo". Quando affrontano questi casi, gli specialisti stabiliscono la migliore pratica da seguire "in funzione del problema". Ci sono "indicazioni chirurgiche" e "ci sono alternative mediche, sia con i soli farmaci (stimolazione dell'ovulazione e rapporti sessuali pilotati o programmati) sia anche con il supporto di tecniche di riproduzione assistita". Durante il simposio e' stato affrontato "il ruolo delle cellule staminali embrionali nella Medicina Riproduttiva", una linea di ricerca "molto interessante" che "aiutera' a risolvere problemi finora inabbordabili", secondo Carlos Simon. Simon spiega che da esperimenti fatti "si sono ottenuti ovociti e spermatozoi da cellule staminali embrionali di topo, i quali hanno dimostrato di essere funzionalmente utili". Cio' facilitera', se si faranno prove sugli esseri umani, "la creazione di gameti del proprio paziente senza dover ricorrere alla donazione -anche se si tratta di un'opzione ancora molto lontana". Infine, Simon riferisce di un recente lavoro di ricerca, che indicava "l'esistenza di cellule staminali nelle ovaie adulte". Se trovasse conferma, si aprirebbe la possibilita' d'ottenere ovociti in eta' oggi impossibili. - Spagna. Cornea artificiale con cellule staminali di coniglio Un gruppo di ricercatori di Ingenieria Tisular dell'Universita' di Granada ha costruito il primo modello di cornea artificiale partendo da cellule staminali del limbo sclerocorneale di coniglio. E' un grande progresso, considerata la scarsita' di donatori di questa tunica trasparente della regione anteriore del globo oculare che rifrange la luce che entra nell'occhio. Le cornee artificiali possono inoltre costituire uno strumento per l'indagine in vitro della permeabilita' dei farmaci, informa Andalucia Investiga. Gli specialisti hanno ottenuto un sostituto completo della cornea utilizzando coltivazioni cellulari e vari protocolli d'ingegneria tessutale. Per farlo, hanno separato delle piccole biopsie del limbo sclerocorneale proveniente dal globulo oculare di coniglio; hanno dovuto separare le cellule staminali esistenti ed isolarle. (La biopsia e' un procedimento diagnostico che consiste nell'estrazione di un campione di tessuto per esaminarlo al microscopio). In parallelo, hanno preparato un supporto con diversi componenti, inclusi i polimeri, e hanno ricostruito gli strati della cornea. Essi ammettono che l'applicazione della cornea artificiale nell'uomo richiedera' ancora molto tempo. Ma c'e' da precisare che, all'interno della loro attivita' di costruzione di tessuti artificiali ad uso terapeutico, stanno ampliando il campo d'indagine per ottenere mucosa artificiale della bocca. Per quest'ultimo materiale, molto richiesto per interventi odontologici e maxilofacciali, utilizzano una metodolgia analoga, partendo da biopsie della cavita' orale. I tessuti ottenuti devono superare severe prove di vivibilita', ossia controlli di qualita' che certifichino la loro non degenerazione futura. A questo scopo, i nuovi materiali biologici vengono sottoposti alla prova di microscopia elettronica analitica e ad analisi genetiche. Per portare avanti le loro ricerche, gli esperti del dipartimento d'Istologia dell'Universita' di Granada lavorano in stretta collaborazione con i servizi di Oftalmologia degli ospedali Virgen de las Nieves e San Cecilio, ed anche con il servizio di Chirurgia Maxilofacciale, il Centro regionale di trasfusione sanguigna e la Banca dei tessuti. - Usa. Iowa. Approvata nuova legge per la clonazione terapeutica Gli scienziati dello Stato dell'Iowa potranno ora impiegare cellule staminali estratte da embrioni umani nei loro laboratori. Lo scorso 23 febbraio e' stata approvata dalla Camera, con 52 voti favorevoli e 46 contrari, una legge per eliminare alcune delle restrizioni sulla ricerca. La settimana precedente, il Senato aveva approvato lo stesso testo. Il Governatore Chet Culver ha poi controfirmato la legge lo scorso 28 febbraio. Nel 2002 era stata gia' approvata una legge che permetteva la ricerca con le cellule staminali embrionali estratte da embrioni soprannumerari, ma proibiva la clonazione terapeutica. La nuova legge legalizza la creazione di cellule staminali tramite una procedura chiamata trasferimento nucleare delle cellule somatiche. "Sia chiaro a tutti che stiamo legalizzando qualcosa che fino ad ora era considerato un grave reato in Iowa", ha detto il deputato repubblicano Jodi Tymeson, che si e' opposto alla nuova legge. In ogni caso, la legge proibisce di impiantare in utero embrioni clonati, prevedendo in questi casi pene fino a dieci anni di carcere e sanzioni fino a 10mila dollari. - Usa. Studio osannato dagli oppositori della ricerca con le staminali embrionali e' "fallace" Cinque anni fa, un importante studio dell'Universita' del Minnesota rivelava che alcuni tipi di cellule staminali adulte di topo avevano le stesse potenzialita' terapeutiche delle cellule prelevate dagli embrioni. Quella ricerca trovo' ampio spazio sulla stampa internazionale. Ma ora l'universita' e lo stesso autore della ricerca, Catherine Verfaillie, hanno ammesso che parte di quello studio e' fallace. L'universita' ha riesaminato lo studio dopo che la scorsa estate la rivista britannica New Scientist aveva sollevato dubbi sulla sua correttezza. La commissione di riesame ha concluso che il processo di identificazione delle cellule era "alquanto fallace, e che le interpretazioni basate su questi dati… sono potenzialmente incorrette". La ricerca di Verfaillie era stata osannata da molti conservatori contrari alla ricerca sugli embrioni, in quanto sosteneva la pari efficacia delle staminali adulte. - Usa. Illinois. Senato approva finanziamento pubblico della ricerca con le staminali L'Illinois potrebbe divenire uno Stato leader nella ricerca con le cellule staminali grazie ad un testo di legge approvato dal Senato lo scorso 24 febbraio. La legge promuove il finanziamento a lungo termine per ricerche "innovative e responsabili". Il testo licenziato in Senato riconosce l'Illinois Regenerative Medicine Institute, creato lo scorso anno con un decreto legge del Governatore per distribuire fondi alla ricerca biomedica. Per ottenere i finanziamenti, i ricercatori dovranno rispettare standard molto rigorosi e la supervisione dell'Istituto. Il testo passa ora alla Camera dei Deputati, dove ne e' attesa l'approvazione a larga maggioranza, e poi al Governatore Rod Blagojevich, notoriamente favorevole al finanziamento pubblico della ricerca con le cellule staminali. - Usa. Michigan. Verso il finanziamento pubblico della ricerca con le staminali embrionali Sono molti i legislatori che vorrebbero eliminare le attuali restrizioni al finanziamento pubblico della ricerca con le cellule staminali embrionali. Il Michigan e' uno dei diversi Stati che pongono simili restrizioni. James Trosko, docente di medicina presso la Michigan State University, ha detto che i ricercatori possono lavorare con le cellule staminali adulte, ma queste pongono molti limiti. "Quando un ricercatore puo' lavorare con le staminali embrionali, puo' studiare tutte le cellule presenti nel corpo umano, circa 200 cellule", continua Trosko. "Con un adulto un ricercatore puo' prelevare solo una quantita' limitata di cellule staminali perche' queste muoiono mano a mano che una persona invecchia". Secondo Trosko la ricerca con le staminali adulte e' legale in Michigan perche' gli adulti possono dare il proprio consenso al prelievo di cellule, mentre per gli embrioni non sono in grado di farlo. "Sembra che si ritorni sempre a obiezioni di tipo religioso, etico e filosofico". L'attuale legge punisce chi fa uso di fondi pubblici per la ricerca con le staminali embrionali con multe fino a 10 milioni di dollari e pene fino a 10 anni in carcere. Le attuali restrizioni sono state volute della maggioranza repubblicana in entrambe le Camere statali. Ma dopo le elezioni dello scorso novembre, i democratici hanno conquistato la maggioranza alla Camera dei Deputati. Ora alcuni legislatori democratici, tra cui Gretchen Whitmer e Andy Meisner, stanno lavorando ad una nuova legge per finanziare pubblicamente anche la ricerca con le staminali embrionali. - Usa. California. Cirm vince appello contro gli oppositori di Proposition 71 Una corte d'appello statale ha dato ragione all'agenzia per la ricerca biomedica creata con il voto referendario del 2004 sulla Proposition 71. Da allora, il California Institute for Regenerative Medicine (Cirm) e' stato osteggiato da attivisti "pro-life", in quanto metterebbe a disposizione fondi pubblici per la ricerca con le cellule staminali embrionali. I continui ricorsi legali hanno per lungo tempo bloccato lo stanziamento dei 3 miliardi di dollari messi a disposizione della ricerca con il voto referendario. Nella sentenza della Corte d'Appello di Alameda County, il giudice Bonnie Lewman Sabraw ha scritto che l'obiettivo della Proposition 71 era di trovare il prima possibile nuove cure per gravi malattie, "un obiettivo la cui legittimita' nessuno puo' disputare". Robert Kline, direttore della commissione di controllo del Cirm, ha detto che "la giustizia ha ribadito la costituzionalita' dell'innovativo progetto di ricerca con le staminali della California -nella sua interezza, senza ambiguita', e senza lasciare spazio ad altre argomentazioni contrarie". Gli oppositori fanno sapere che ricorreranno alla Corte Suprema della California. Se questa Corte si rifiutera' di ascoltare il caso, il Cirm potrebbe cominciare a distribuire i tre miliardi di dollari a sua disposizione. La Corte Suprema dovra' prendere una decisione entro giugno se accogliere o meno il ricorso. - Usa. Staminali embrionali rigenerano cuore senza rischio tumore I ricercatori della Mayo Clinic sono riusciti a trapiantare cellule staminali embrionali cardiache per rigenerare il cuore di topo colpito da infarto senza causare la crescita di tumori -cosa che, fino ad oggi, aveva impedito l'applicazione terapeutica delle cellule staminali embrionali. Lo studio, che rivela la prima efficace terapia a base di staminali embrionali, e' stato pubblicato sul numero di febbraio della rivista Journal of Experimental Medicine. "Le staminali embrionali hanno un potenziale terapeutico ineguagliabile, ma fino ad oggi non siamo stati in grado di pilotarne la differenziazione al fine di riparare i tessuti", ha detto Andre Terzic, direttore dello studio. "Il nostro obiettivo e' di riparare i tessuti muscolari del cuore evitando le limitazioni intrinseche alle cellule staminali embrionali, ovvero, la potenziale crescita di tumori". ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------