====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 15-05-2007 al 21-05-2007 n.21/2007 (Anno VII) ARTICOLI - Narcotraffico/ D'Alema-Santos. Unico modo per annientare narcotraffico e' legalizzare il mercato delle droghe - Somministrazione controllata di eroina. Bene il presidente Bresso ma occorre una nuova legge - Afghanistan. Dopo il burka - Colombia. La dipendenza da repressione NOTIZIE - Messico. Torturato ed ucciso capo polizia antidroga di Tijuana - Italia. Cortometraggi all'Asl Ce2 sulle dipendenze - Italia. Lombardia. Consiglieri An fanno test antidroga, ma assessore An rifiuta: inattendibile - Italia-Colombia. D'Alema e Santos: dialogo fra produttori e consumatori contro droga - Colombia. Scandalo per legami Governo-Paramilitari - Italia. Piemonte. Bresso: prendere in considerazione distribuzione controllata di eroina - Afghanistan. Usa: maggiore impegno militare contro l'oppio - Italia. Milano. Muccioli a De Albertis: da solo kit antidroga non e' bacchetta magica - Mondo. Onu: sostituire coltivazioni di oppio e coca con cacao e caffe' - Italia. Chiti: il Governo promuovera' test antidroga obbligatori per autisti pubblici - Italia. Toscana. Gruppo di esperti cerca trattamenti contro dipendenza da cocaina - Italia. Muore a scuola dopo uno spinello. Casini: test obbligatori per studenti - Italia. Turco: interessante proposta Moratti su kit antidroga alle famiglie - Usa. Buffalo. Nuove ricerche per studiare come funzionano i cannabinoidi prodotti dal cervello - Usa. Vermont. In attesa della firma del governatore per estendere la legge sulla marijuana terapeutica - Italia. Cassazione: non spaccia chi vende sostanze non inserite in tabelle Fini-Giovanardi - Italia. Napoli. Muccioli non va a dedica busto bronzeo del padre: merita almeno una strada - Georgia. Centri per riduzione del danno promossi dalla Croce Rossa Italiana - Italia. Kit antidroga? Formigoni: ci vuole anche educazione genitori - Italia. Toscana. Esperti individuano principio attivo contro dipendenza da cocaina - Italia. Autopsia giovane morto dopo spinello inconclusiva - Irlanda. Ministro Finanze come Clinton: ho fumato ma non ho inalato - Usa. Test antidroga del sudore rilevano marijuana per quattro settimane dall'ultimo consumo - Germania. Cannabis migliora capacita' cognitive dei pazienti schizofrenici - Italia. Borghezio (Lega): l'asilo politico agevola il narcotraffico - Gb. George Michael: la marijuana e' la mia preferita - Italia. Lombardia. Ferretto (An): decreto su test antidroga pronto da 17 anni - Italia. Galli (Lega): Turco incoerente sulla cannabis - Arabia Saudita. Regista Bassano condannato a 4 anni per consumo di hashish - Italia. Padova. Assessore perplesso su multe a chi acquista stupefacenti - Italia. Cosenza. Terminata campagna antidroga nello sport - Italia. Calabria. Campagna informativa Cri sulle droghe nelle scuole - Italia. Fini: il modello milanese sul kit antidroga anche in altre citta' ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 2 morti - 176 arresti - 357,714 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 198,705 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 159,009 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 977 piante di cannabis - 113 giorni di detenzione ARTICOLI 15-05-2007 Narcotraffico/ D'Alema-Santos. Unico modo per annientare narcotraffico e' legalizzare il mercato delle droghe Oggi, il ministro degli Affari Esteri Massimo D'Alema ed il vicepresidente colombiano Francisco de Santos Calderon, hanno ribadito la necessita' di combattere il narcotraffico attraverso il dialogo fra Paesi produttori e consumatori. Non sappiamo cosa significa tutto questo, ma solitamente si invoca il dialogo quando non si sa quali pesci prendere. A fronte dell'aumento vertiginoso della produzione e del consumo di droga, da decenni guerreggiati senza alcun successo e senza risparmio di mezzi, e' straordinario che questi due Governi non abbiano il coraggio di ammettere quello che sanno molto bene: la guerra alla droga e' ostinatamente persa. La soluzione deve essere politica, non solamente militare. L'unico modo per stroncare il narcotraffico e' legalizzare il mercato delle droghe, togliendo alle multinazionali della droga quel mercato nero che le arricchisce. Non serve eliminare uno ad uno qualche narcotrafficante o consumatore, o intercettare una risibile percentuale dei traffici con sforzi economici e militari straordinari. La realta' e' che le organizzazioni che gestiscono il narcotraffico sono enormi, con alleanze politiche e giudiziarie, e contano su milioni di poveri agricoltori e decine di milioni di consumatori. Impossibile eliminare questa realta' con la repressione e la proibizione, i pilastri su cui i narcotrafficanti continuano a prosperare. Ora anche il terrorismo internazionale comincia a godere di questa nefasta politica proibizionista, finanziando i propri progetti di morte con le droghe illegali. Quando avremo il coraggio di ripensare ad una strategia che ha prodotto solo disastri? Siamo certi che in futuro il mercato delle droghe sara' legalizzato e controllato, ma per molto tempo ancora dovremo subire gli effetti di questa guerra: mafia, macro- e micro-criminalita', sostanze incontrollate e mal tagliate vendute agli angoli di ogni piazza e scuola, miliardi di euro buttati via. Il Governo italiano, cosi' attento a distinguersi da quello americano sui conflitti in Iraq e in Afghanistan, trovi il coraggio di distinguersi anche sul tragico fronte di una delle piu' sanguinose guerre dei nostri tempi. Pietro Yates Moretti 16-05-2007 Somministrazione controllata di eroina. Bene il presidente Bresso ma occorre una nuova legge Dopo la decisione del Sindaco di Milano, Letizia Moratti, di non distribuire piu' gratuitamente siringhe ai tossicodipendenti e dopo le esternazioni del Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, su droghe e proibizionismo in favore di quest'ultimo, oggi arriva un'importante apertura sulla somministrazione controllata di eroina da parte di Mercedes Bresso, presidente della Giunta regionale del Piemonte. La Bresso per affrontare il fenomeno della droga ha, infatti, dichiarato di voler prendere esempio dai risultati positivi che questo tipo di sperimentazione ha dato a Zurigo, in Svizzera. Un plauso al Presidente Bresso. La soluzione per affrontare il problema della droga non e' solo punire e vietare. Non lo dico io ma i dati sulla diminuzione della criminalita' e delle morti per tossicodipendenza che si registrano nei Paesi in cui si fanno politiche che affrontano e gestiscono la realta'. Anche la Federazione internazionale della Croce Rossa ha da poco approvato un documento in cui ha annunciato che la loro nuova strategia globale per la lotta alla droga sara' improntata anche sulla riduzione del danno. In Italia, invece, viviamo una situazione paradossale: la legge che regola le tossicodipendenze, la Fini Giovanardi, e' del precedente Governo, dichiarata dal Governo attuale come inadeguata. Dopo quasi un anno e mezzo non c'e' stata nessuna modifica della Fini-Giovanardi; il Parlamento non ha calendarizzato nessuna proposta di legge e non e' stata cercata nessuna convergenza, anche trasversale, per rivedere la materia in maniera organica e in direzione non repressiva e punizionista. Il Ministro per la Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, ha cercato un accordo, che nella maggioranza non c'e', per scrivere un disegno di legge sulle tossicodipendenze, bloccando di fatto l'iniziativa parlamentare. E' cronaca quotidiana che l'incremento di alcuni reati e' legato a problemi di tossicodipendenza, ma il Governo e il ministro Ferrero sembra che facciano finta di non vedere. Invece occorre dare una data limite entro la quale presentare, o rinunciare a presentare, un disegno di legge sulla materia. Potrebbe essere il 26 giugno, giornata mondiale contro la droga. Donatella Poretti 17-05-2007 Afghanistan. Dopo il burka El Pais. Quest'anno il caldo ha anticipato il raccolto dell'oppio, che le piogge di marzo ha reso splendido. Se si cercano i coltivatori di papavero basta addentrarsi nelle zone interne dell'Afghanistan. Nei primi giorni di maggio, dalla strada che collega Kabul al Pakistan si poteva vedere una moltitudine di donne intente a raccogliere le capsule secche del papavero, nel cui interno ci sono i semi. "La guerra ha distrutto i nostri sistemi ancestrali d'irrigazione, e gli aiuti del Governo per piantare cereali non bastano nemmeno per concimare il terreno. Coltiviamo oppio per ammazzare la fame", sostiene Habib Gul. Figlio di una stirpe di campesinos che si perde ormai nel tempo, Habib ha 52 anni, 13 figli e la netta consapevolezza di che cosa sia il meglio per la sua famiglia. "Ho ereditato questa terra da mio padre e da lui ho imparato a coltivare l'oppio, cosi' come mio padre l'aveva appreso da mio nonno", racconta, mentre due dei suoi figli raccolgono i semi da piantare in novembre. "Qui, tutti abbiamo delle sbarre di ferro. Non possiamo permettere che la polizia distrugga il nostro mezzo di vita", spiega, riferendosi ai timidi tentativi del Governo provinciale di sradicare le coltivazioni di papavero, in base alle raccomandazioni del presidente Hamid Karzai. "Nessuno denuncia perche' tutti abbiamo gli stessi problemi per sopravvivere", aggiunge. Nel 2006 l'Afghanistan ha generato il 92% della produzione mondiale illegale d'oppio. Il 10% dei 31 milioni di afghani e' direttamente collegato alla coltivazione e al traffico della sostanza stupefacente, che rappresenta il 60% dell'economia nazionale. Quest'anno le cifre sono simili, pero' la cosa grave e' che s'intensifica il legame tra oppio, traffico d'armi e rivolta armata. "Noi non abbiamo nulla a che vedere con i taliban. Coltiviamo oppio perche' e' l'unica cosa redditizia quando si ha solo un acro di terreno (4.047 metri quadrati) secco e arido", dice Habib. "Senza questo guadagno non potrei accasare i miei figli e condannerei tutti i miei alla vergogna e all'indigenza", sostiene. Pero' non c'e' dubbio che il narcotraffico e la ribellione armata si diano una mano. A Helmand -la provincia che produce il 40% dell'oppio afghano- e a Kandahar, i ribelli e i narcotrafficanti pagano i giovani che impugnano le armi con una cifra che e' quattro volte lo stipendio (52 euro) di un poliziotto. L'influenza del terrorismo in un terzo del sud del Paese s'estende di giorno in giorno. Negli ultimi cinque anni, la guerriglia si e' riarmata nei rifugi delle zone tribali del Pakistan, aree in cui buona parte dell'oppio afghano viene trasformato in eroina. Per farlo s'utilizza l'anidride acetica, un precursore chimico, il cui traffico e la vendita sono altrettanto illegali. Il Consiglio Senlis, gruppo internazionale di pressione, sostiene che l'unico modo per stabilizzare e garantire lo sviluppo dell'Afghanistan sarebbe l'introduzione di licenze alla coltivazione d'oppio par produrre pasticche di morfina e codeina nei villaggi afghani. Jorrit Kamminga, responsabile delle indagini di Senlis a Kabul, afferma che "la distruzione del papavero e' un metodo inefficace e controproducente, poiche' genera piu' frustrazione tra i campesinos". Kamminga sostiene che, cosi' come per l'accordo con la Turchia nel 1970, in Afghanistan si dovrebbe stabilire un programma pilota che "permetta ai campesinos di coltivare, alle autorita' locali di creare posti di lavoro con la produzione di analgesici e al Governo di riscuotere le imposte". "Tutto e' pronto per la legalizzazione. Prima dobbiamo sradicare le coltivazioni, poi fissare le licenze con finalita' terapeutiche", afferma Sami, viceministro Antinarcotici. Non smette infatti di stupire il fatto che gli ospedali del maggior produttore di stupefacenti manchino di morfina e di ogni genere di farmaci palliativi contro il dolore. Soltanto il regime brutale dei Taliban (1996-2001) riusci' a frenare la coltivazione d'oppio. Nursultan, di 38 anni, ricorda che lui e la maggior parte dei suoi vicini furono obbligati ad andare in esilio in Pakistan. I campi si disertificarono. La fame fece strage dei piu' deboli. Nursultan, tornato nel 2002, si duole di essersi fatto convincere e di non aver piantato il papavero nel 2005. "Ho coltivato mais, ma con quello non si vive. Sposare un figlio costa piu' di 200.000 afganis (3.000 euro) e ne ho quattro e tre figlie". Come Nursultan e Habib, la maggioranza dei piccoli coltivatori della zona hanno venduto il raccolto ai narcotrafficanti prima ancora di piantare i papaveri. "Mi hanno pagato 50.000 afganis. Avrei guadagnato molto di piu' se lo avessi venduto ora, perche' sono stati ricavati quattro chili d'oppio fresco, e il suo prezzo e' di 30.000 afganis al chilo. Se poi lo si conserva e si fa in modo che non perda l'acqua, il valore aumenta, pero' si corrono dei rischi". Malgrado che sia nato e cresciuto tra gli stupefacenti, Nursultan assicura di non aver mai fumato oppio ne' essersi iniettato eroina. "Siano troppo deboli per reggere alle droghe. Esse sono per voi", dice con un sorriso, mentre alcuni dei curiosi che si sono avvicinati rompono le capsule con l'alluce e mangiano i semi. G. Higueras Traduzione di Rosa a Marca 19-05-2007 Colombia. La dipendenza da repressione Rodrigo Uprimny e' direttore di DeJuSticia, un centro di studi di Diritto, Giustizia e Societa'. E' stato creato nel 2003 da un gruppo di professori universitari per contribuire al dibattito su diritto, istituzioni e politiche pubbliche, partendo da studi rigorosi che promuovano la formazione di una cittadinanza senza esclusioni, della democrazia, dello Stato sociale di diritto e dei diritti umani. Nell'articolo che segue Uprimny spiega perche' la proposta governativa di punire il consumo di droghe sia un ulteriore capitolo del carattere drogante del proibizionismo. Forse piu' drogante del consumo di certe droghe c'e' solo la repressione nei confronti della loro produzione e commercializzazione. La tossicodipendenza provoca nel drogato una necessita' sempre maggiore di consumare sostanze psicoattive, le quali, pero', offrono sempre meno gli effetti piacevoli che egli ricerca. Alla fine, il drogato assume la sostanza unicamente per evitare la sgradevole sindrome dell'astinenza. La repressione delle droghe procede in modo analogo: ogni volta aumenta la necessita' degli Stati di reprimere certi comportamenti per controllare la produzione illegale in espansione. Ma ogni volta sono minori gli effetti della repressione sull'offerta e il consumo di droghe illegali. E cosi', allo stesso modo del tossicomane che decide d'aumentare la frequenza e la dose della sostanza, i poteri pubblici, visti gli scarsi effetti dell'accresciuta repressione, decidono d'aumentarne la dose e la frequenza. La repressione diventa dipendente. Tre fatti recenti aiutano a illustrare questa metafora. Il primo mostra la crescente repressione: l'annuncio del ministero della Difesa, il primo maggio, del sequestro di varie tonnellate di cocaina, che sarebbe uno dei maggiori in tutta la storia della lotta alle droghe. Il secondo indica che, malgrado la momentanea euforia, i risultati rimangono magri. Pochi giorni prima, un rapporto dell'Istituto di Analisi della Difesa (IDA) segnalava infatti che il prezzo della cocaina per le strade degli Stati Uniti era calato del 35% negli ultimi due anni, mentre il grado di purezza era salito dal 60% al 72%. Cio' mostra che, nonostante il Plan Colombia, le fumigazioni massicce e le enormi confische, negli Stati Uniti il mercato della cocaina e' super-rifornito. L'ultimo illustra la sindrome d'astinenza. Di fronte alla precarieta' dei risultati, lo Stato colombiano non riconsidera la propria strategia antidroga, ma s'imbarca in una repressione accentuata e ottiene l'approvazione, nel primo dibattito in Parlamento, su un progetto di riforma costituzionale volto a penalizzare il consumo di droghe. Qualcuno puo' forse mettere in dubbio il carattere drogante di questa guerra alla droga? Si potrebbe obiettare che la mia metafora si presta ad equivoci poiche' parla di risultati contingenti, suscettibili di variazioni. Ma io non credo che questi invalidino la metafora, per la semplice ragione che essa si riferisce a una tendenza strutturale e non a situazioni congiunturali. E' per questo che ho formulato la metafora in un testo del 1990 (disponibile sulla nostra pagina web www.dejusticia.org); credo la si possa ripubblicare in qualsiasi momento, aggiornando semplicemente alcuni dati, giacche' le dinamiche rimangono. La tesi della metafora e' che, a fronte di alcuni successi parziali, la guerra alle droghe a lungo termine e' una continua sconfitta. Malgrado le enormi risorse investite nella repressione, il mercato illegale e' sempre ben rifornito. E lo e' non per incompetenza dei funzionari, ma per la struttura stessa del mercato. La ragione e' questa: una vittoria contingente, come potrebbe essere la disarticolazione di una mafia esportatrice, genera il mancato rifornimento temporale; cio' si traduce nel rialzo dei prezzi, cosa auspicata dal proibizionismo per ridurre il consumo. Ma il paradosso e' che il rincaro si traduce in un incentivo perche' altri entrino in quest'attivita', sempre e fino a quando ci sia domanda. E dato che la produzione di droghe illegali d'origine vegetale come la cocaina e l'eroina e' tecnicamente semplice, e gli spazi geografici potenziali per produrle sono immensi, succede che l'unico risultato che i successi parziali riescono ad ottenere e' la dislocazione della produzione in altre aree. La conseguenza della dislocazione e' nota e anche molto ben documentata. Per esempio, la repressione della marijuana in Messico alla fine degli anni 60 con l'uso dei pesticidi, ha avuto come principale conseguenza il trasferimento della produzione in Colombia. Poi, la fumigazione della marijuana in Colombia negli anni 70 ha consentito lo sviluppo della sua coltivazione negli Stati Uniti. E poiche' essi non la reprimono (e nemmeno usano le fumigazioni), la marijuana e' oggi una della principali produzioni agricole di quel Paese. Allora, le dipendenze non sono tutte cattive; ci sono persone dipendenti dalla lettura, dal caffe' o dagli allenamenti che fanno una vita piena. Ma ci sono dipendenze problematiche. La guerra alla droga e' una di queste poiche' la repressione e' totalmente inadeguata a controllare la produzione illegale, e in piu' produce effetti secondari gravissimi: la crescita della violenza e della corruzione per la nascita di mafie legate allo stesso dinamico mercato illegale; il deterioramento delle liberta' per il varo di norme penali ogni volta piu' repressive; l'incremento di persone condannate a lunghe pene per piccolo spaccio, eccetera. E' per questo motivo che molti di noi sostengono, da piu' di un decennio, che il mondo dovrebbe avanzare verso una qualche forma di legalizzazione regolata e differenziata della produzione, della distribuzione e del consumo di sostanze psicoattive. E' ovvio che cio' non avverra' a breve termine e che la Colombia non potra' prendere unilateralmente decisioni come queste. Ma cio' che potremmo fare noi colombiani e' tentare di disintossicarci dalla dipendenza da repressione delle droghe, e dedicarci ai temi su cui abbiamo autonomia per decidere sovranamente. Un buon passo in questa direzione sarebbe quello di rifiutare la proposta governativa di penalizzazione del consumo di droghe che, con l'illusione di proteggere meglio i nostri adolescenti, carica il paese e gli stessi giovani di problemi ulteriori, come molti di noi dimostrarono, nel 1994, quando difendemmo attraverso vari articoli la sentenza della Corte costituzionale che depenalizzo' il consumo. Rodrigo Uprimny Traduzione di Rosa a Marca -------------------------------------- NOTIZIE 15-05-2007 Messico. Torturato ed ucciso capo polizia antidroga di Tijuana Un super-poliziotto dell'antidroga e' stato trovato morto, ucciso a colpi di pistola, nella citta' messicana di Tijuana, roccaforte del traffico di droga. Lo ha reso noto la polizia. Jorge Altriste era il capo della forza di polizia d'elite a Tijuana. Il suo cadavere e' stato trovato in una periferia malfamata della citta' con tre ferite da proiettile alla testa. Un portavoce della polizia messicana ha detto che il corpo aveva segni di torture. Tijuana e' il maggior crocevia attraverso il quale passa il traffico di cocaina e anfetamine verso gli Stati Uniti ed e' anche teatro di una vera e propria guerra tra 'cartelli' che si contendono il controllo dei traffici. Il presidente Felipe Calderon ha inviato a Tijuana e in altre regioni migliaia di soldati per cercare di fermare il massacro, ma gli omicidi legati al traffico di stupefacenti continuano senza sosta: dall'inizio dell'anno sono gia' 800 le persone uccise. Non e' la prima volta che i 'cartelli' se la prendono con poliziotti. E talvolta non e' stato chiaro se si trattasse di una vendetta per il loro impegno contro i trafficanti o se anche la loro uccisione rientrasse nell'ambito della guerra tra bande rivali. 15-05-2007 Italia. Cortometraggi all'Asl Ce2 sulle dipendenze Riceviamo e pubblichiamo. Ciak si gira… sono iniziate lunedì scorso (14 maggio), di buon mattino, le riprese di due cortometraggi girati nella sede e nelle strutture dell’Asl Ce2, tra il chiostro dell’ex ospedale psichiatrico, l’ambulatorio di dialisi, la biblioteca, i corridoi della sede aziendale e la camera operatoria del Moscati. Tra i protagonisti anche Francesco Venditti, figlio del cantautore romano Antonello e di Simona Izzo. Con lui gli attori Angela Di Matteo ed Ernesto Mahieux, ma non solo… anche gli utenti e gli operatori del dipartimento dipendenze dell’Asl Ce2. Si chiama, appunto, “Cinematografando” il progetto a cui hanno partecipato dieci utenti del dipartimento attraverso borse di formazione attivate nel campo delle competenze cinematografiche: dal fonico al truccatore, dal cameraman all’elettricista, dal montaggio ai costumi. L’attuazione del percorso è stata affidata all’associazione culturale Sas-scuola di cinema di Roma. L'associazione fu fondata negli anni Ottanta dallo scenografo Enzo De Camillis, che opera nel settore cinematografico da più di 20 anni ed ha collaborato con registi di fama come Squitieri, Rosi, Giannini, Steno. E proprio De Camillis in questi giorni, dopo aver trasformato in sceneggiature i racconti scelti tra quelli scritti dai ragazzi del dipartimento dipendenze, si sta occupando della regia oltre ad aver preventivamente organizzato i corsi teorici che si sono tenuti negli scorsi tre mesi con professionisti del settore. “La forza di esistere” e “Le mie mani a colori”, questi i titoli dei cortometraggi le cui riprese dovrebbero terminare venerdì prossimo. “Sono queste le migliori iniziative - ha affermato il direttore generale dell’Asl Ce2, Angela Ruggiero – per stimolare interessi, curiosità, coinvolgimento. Per dare una nuova opportunità e una speranza a persone la cui esistenza sembrava essere stata buttata via. Riuscire a dare nuovo spazio ad emozioni che sembravano potersi riattivare solo attraverso l’uso di certe sostanze, credo rappresenti la gioia e la gratificazione maggiore per gli operatori”. Il direttore del dipartimento dipendenze, Antonio D’Amore, ha aggiunto: “Un percorso che punta a vincere la cultura dell’incultura, che, attraverso nuovi campi professionali ed espressivi, attraverso anche l’interpretazione di se stesso, faccia diventare ancora più nitido e significativo il percorso terapeutico e la possibilità di inserimento in un mondo lavorativo nuovo e stimolante”. E dal timore e dall’imbarazzo iniziale, l’entusiasmo dei 10 ragazzi è cresciuto: “Molti si sono messi coraggiosamente in gioco – ha concluso l’assistente sociale Mena Spagnolo – e hanno saputo testimoniare come, a volte, un incontro possa scatenare il desiderio di cambiare”. FRANCESCO VENDITTI: È LA PRIMA VOLTA CHE VENGO COINVOLTO IN UN PROGETTO DEL GENERE, QUANDO LA VITA VERA DIVENTA CINEMA L’attore Francesco Venditti ha già al suo attivo numerosi film. L’abbiamo visto in “Io no” di Simona Izzo e Ricky Tognazzi, nel “Papa buono” di Ricky Tognazzi, in “Commedia sexy” di Claudio Bigagli, e, ancora, in “Almost blue” di Alex Infascelli, “Camere da letto” sempre della Izzo. Ma è la prima volta che viene coinvolto in un progetto del genere. “Spero che non sia l’ultima – esordisce – è giusto che la vita, le storie vere anche se tristi, entrino in questo lavoro. D’altra parte la vita ti mette spesso davanti a persone sbagliate”. In un ex manicomio ci era entrato una volta a Roma. “Ma qui è diverso – spiega – c’è un fascino particolare, anche se si avverte la sensazione di tutta la sofferenza che vi è passata, è come se i muri parlino ancora di quelle storie”. Ma poi aggiunge: “Trovo peggiore il degrado nascosto e subdolo che si nasconde spesso in case e famiglie apparentemente rispettabili”. E sul rapporto con gli inusuali compagni di lavoro afferma: “Ci stiamo conoscendo piano piano, c’è ancora una certa soggezione da parte loro che sono sicuro si dissolverà. Certo per loro è la prima volta, ma in questo caso – sorride - lo è anche per me”. I due cortometraggi saranno proiettati nell’ambito di una giornata organizzata dal dipartimento dipendenze dell’Asl Ce2, appena si terminerà anche la fase di montaggio. Alla proiezione seguirà un momento di confronto. Successivamente saranno organizzate anche giornate nelle scuole. 15-05-2007 Italia. Lombardia. Consiglieri An fanno test antidroga, ma assessore An rifiuta: inattendibile Ha fatto scoppiare polemiche la decisione del consigliere regionale lombardo Silvia Ferretto di portare in Consiglio test antidroga salivari perche' i suoi colleghi volontariamente li facessero. L'iniziativa infatti non e' affatto piaciuta all'assessore ai giovani Pier Gianni Prosperini (An) che ha definito il test 'inattendibile'. 'Io non bevo e non fumo - ha spiegato - ma non lo faccio perche' non e' attendibile, quello affidabile e' il test delle urine, oppure quello dei capelli. E' quello che io consiglio alle scuole. Per i consiglieri, invece, ci vorrebbe anche una visita psichiatria obbligatoria al momento della candidatura'. Una contro conferenza inaccettabile per Ferretto che con Prosperini ha avuto un vivace scambio di battute. 'Questa -ha spiegato Ferretto, a cui l'idea dei test e' venuta su proposta del pubblico durante una trasmissione televisiva- mi e' sembrata una iniziativa opportuna per dimostrare che quello che i politici dichiarano corrisponde al loro comportamento. Conta dare messaggi onesti ai giovani e non la pubblicita' ingannevole di chi dice che alcune droghe non sono pericolose'. Sono stati sette i consiglieri di maggioranza che hanno fatto il test (ma quattro lo hanno dovuto rifare perche' nel primo caso non aveva dato risultati), tutti negativi. 'Nessuno, a parte me, di An' ha sottolineato Ferretto. 15-05-2007 Italia-Colombia. D'Alema e Santos: dialogo fra produttori e consumatori contro droga Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha ricevuto oggi alla Farnesina il vicepresidente della Repubblica di Colombia, Francisco Santos Calderon. Nel corso dell'incontro, riferisce una nota, D'Alema ha sottolineato la volonta' italiana di approfondire i rapporti bilaterali intensificando i contatti politici, nel quadro della piu' ampia politica di rilancio della presenza italiana in America Latina, di cui la prossima Conferenza Nazionale sul continente latino-americano costituisce un'ulteriore testimonianza. Ampio spazio e' stato dedicato al tema della lotta contro il traffico di stupefacenti. D'Alema ha in particolare ricordato che l'Italia condivide ed incoraggia la strategia colombiana della "responsabilita' condivisa", secondo la quale il contrasto al narcotraffico, che alimenta il crimine organizzato e il terrorismo internazionale, puo' svilupparsi efficacemente solo attraverso un dialogo sistematico fra Paesi produttori e consumatori di sostanze stupefacenti volto a contrastare allo stesso tempo l'offerta e la domanda di droghe. 16-05-2007 Colombia. Scandalo per legami Governo-Paramilitari Terremoto in Colombia dopo la pubblicazione sulla stampa di esplosive intercettazioni sui legami esistenti fra i paramilitari di destra e il mondo politico. Il governo del presidente Alvaro Uribe ha decapitato per decreto i vertici della polizia, eliminando il comandante Jorge Daniel Castro, ed il suo numero due, e costretto al pensionamento ben undici generali che li seguivano nella gerarchia. A numero della polizia e' stato nominato il generale Oscar Naranjo. La decisione odierna del governo, costituisce la piu' importante purga mai realizzata nella storia delle forze dell'ordine colombiane. Si tratta, a tutti gli effetti, di uno scandalo nello scandalo, perche' nei giorni scorsi le rivelazioni del settimanale 'Semana' sulle liberta' godute dai leader paramilitari delle Autodifese unite della Colombia (Auc) avevano portato all'arresto di quattro senatori e un deputato, oltre ad altre a quello 14 esponenti politici di minor rango. Nelle intercettazioni pubblicate da Semana emergeva senza ombra di dubbio che i vertici paramilitari rinchiusi in quello che si credeva essere il carcere di massima sicurezza di Itagui' hanno continuato a gestire i loro 'affari' legati al traffico di droga e alla eliminazione degli avversari. L'inchiesta disposta dal governo per risalire agli autori del lavoro di spionaggio ha portato ad una clamorosa conclusione: il coinvolgimento diretto della Direzione di intelligence della polizia nazionale (Dipol). Gli 007 governativi hanno anche scoperto che i dispositivi elettronici della Dipol stavano da oltre due anni ascoltando illegalmente le conversazioni telefoniche di 'membri del governo, dell'opposizione e di giornalisti'. A questo punto al presidente Alvaro Uribe, gia' in difficolta' per la faccenda della penetrazione paramilitare nelle istituzioni dello Stato - la cosidetta 'Parapolitica' - non restava che recidere il male alla radice. Da qui la decapitazione di tutti i vertici della polizia nazionale e la scelta del generale Naranjo, brillante e colto alto ufficiale distintosi nella lotta al narcotraffico, ma solamente 14/o nella gerarchia dell'istituzione. Ma le preoccup zioni per Uribe sembrano tutt'altro che terminate, perche' oltre ai numerosi parlamentari a lui vicini che sono caduti nelle rete della giustizia, si dice che altri ne cadranno presto. Inoltre, si e' deciso a parlare il massimo leader politico delle Auc attualmente in carcere, l'italo-colombiano Salvatore Mancuso. Ed a quanto pare, Mancuso ha promesso di rivelare quello che sa sulla nascita delle cooperative di difesa agraria Convivir, che degenerarono poi nel paramilitarismo, protagonista di massacri incredibili, e che furono create proprio quando l'attuale capo dello Stato era governatore di Antioquia. 16-05-2007 Italia. Piemonte. Bresso: prendere in considerazione distribuzione controllata di eroina "Potra' non piacere, o sembrare permissivo, ma la somministrazione controllata di eroina ha dato risultati positivi a Zurigo". Dopo il sequestro dell'autobus avvenuto ieri in Piemonte, la governatrice Mercedes Bresso parla, in un'intervista al Corriere della sera, di sicurezza, ma anche di droga. "Tutti devono capire che, se la criminalita' cambia anche i modi di difendersi devono cambiare". E, tra le "soluzioni nuove da considerare", annovera anche "un modo diverso di affrontare il problema della droga". Secondo la presidente della regione Piemonte, "dobbiamo reagire in modo laico e concreto, badando all'efficacia piu' che all'ideologia. Se dare eroina controllata ai tossicodipendenti fa diminuire i reati, pensiamoci seriamente". "La presidente diessina del Piemonte non soltanto confonde l'eroina con la cocaina, ma smentisce anche clamorosamente il suo collega di partito Chiamparino, sindaco di Torino, che soltanto dieci giorni fa ha chiesto di punire anche i semplici consumatori di droga". Lo dice Carlo Giovanardi, deputato dell'Udc, a proposito delle aperture dichiarate dal presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, in un'intervista al 'Corriere della Sera', sulla somministrazione controllata di eroina. "Gli esponenti della Sinistra- spiega Giovanardi- si comportano come dilettanti allo sbaraglio nei confronti dei terribili problemi collegati alla criminalita' e alla immigrazione". Per quanto ci riguarda, conclude Giovanardi, "contrasteremo fortemente ogni tentativo di introdurre in Italia sperimentazioni gia' fallite miserevolmente all'estero". 16-05-2007 Afghanistan. Usa: maggiore impegno militare contro l'oppio Gli Stati Uniti hanno cominciato ad affrontare il problema della produzione di oppio in Afghanistan che hanno finalmente riconosciuto come il maggiore fattore di instabilita' del Paese dopo averlo ignorato come 'una distrazione' per anni, fino all'offensiva dei talebani della scorsa primavera. 'Si riconosce ora che e' tutto correlato, che si tratta di un'unica questione. Non e' piu' solo un problema di droga, ma economico, politico e di sicurezza', spiega Thomas Schweich, coordinatore per l'Afghanistan dell'impegno nella lotta al traffico di stupefacenti del dipartimento di stato. Agenti colombiani sono stati portati in Afghanistan dall'Agenzia anti droga americana per avviare programmi di addestramento delle forze locali. Il prossimo luglio verra' inaugurato a Kabul, non lontano dall'aeroporto, un nuovo Centro giuridico antinarcotici, con due tribunali, gli uffici per 70 magistrati e inquirenti e un carcere per 56 detenuti. Ma e' ancora troppo presto per arrivare a colpire i grandi trafficanti, fra cui vi sarebbero cinque esponenti del governo, individuati insieme ad altri 25 nomi in un elenco classificato compilato da diverse agenti americane. 'Non esiste un sistema in grado di gestire un caso di corruzione contro un ministro o un vice ministro', spiega un magistrato americano in una intervista al New York Times che, in un lungo articolo pubblicato oggi, individua proprio nella mancata attuazione di una politica anti narcotici il fallimento della stabilizzazione dell'Afghanistan, che quest'anno produrra' 650mila tonnellate di oppio, un valore commerciale valutato in 3,1 miliardi di dollari, l'equivalente del 50 per cento dell'intera economia del Paese. Il responsabile dell'antinarcotici afghana, il generale Sayed Kamal Sadar, ammette che 'dirigenti delle forze di sicurezza e capi della polizia sono coinvolti nel traffico. I trafficanti finanziano i governatori per ottenere il loro consenso alle coltivazioni nelle loro zone. Fino a ora non ho visto nessun governatore o comandante delle forze di sicurezza disponibile a prendere misure contro le coltivazioni e il traffico'. 16-05-2007 Italia. Milano. Muccioli a De Albertis: da solo kit antidroga non e' bacchetta magica 'Il kit antidroga e' uno strumento ma da solo non risolve i problemi, non e' una bacchetta magica': questo il commento del responsabile della comunita' di San Patrignano, Andrea Muccioli, al kit antidroga lanciato a Milano dall'assessore alla Salute Carla De Albertis. Muccioli, oggi a Milano per la presentazione della rassegna 'Squisito' che si terra' a San Patrignano dal 28 al 30 settembre prossimi, aggiunge che 'il kit serve solo all'interno di un programma di educazione, di attenzione degli adulti e degli educatori per i ragazzi, va inserito in un tessuto educativo sano'. 16-05-2007 Mondo. Onu: sostituire coltivazioni di oppio e coca con cacao e caffe' 'Nel 2005 ancora 4 milioni di contadini dipendevano da coltivazioni illecite, noi possiamo aiutarne solo il 10%, ma sarebbero molti di piu' se la responsabilita' fosse condivisa' dice Jorge Rios, responsabile dei progetti dell' Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) per la lotta alle coltivazioni di oppio e foglie di coca. Dal Sud America al Sud est asiatico, passando per l'Afghanistan, scopo dell'Unodc e' aiutare i contadini a trovare una fonte di reddito alternativa, incoraggiandoli verso altre coltivazioni quali il cacao o il caffe'. Alcuni di questi prodotti da terre 'liberate' dal narcotraffico saranno presentati in Italia, dal 28 al 30 settembre prossimi, alla quarta edizione di 'Squisito', la rassegna sul mondo del cibo organizzata dalla comunita' di San Patrignano, che per questo ha ottenuto il patrocinio dell'Unodc. 16-05-2007 Italia. Chiti: il Governo promuovera' test antidroga obbligatori per autisti pubblici "Il Governo si impegna nell'accertamento preventivo e negli accertamenti periodici per escludere uno stato di tossicodipendenza ai quali devono essere sottoposti i lavoratori destinati a mansioni che comportano rischi per la sicurezza, l'incolumita' e la salute di terzi". Cosi' il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, rispondendo al question time alla Camera sulle iniziative del Governo tese a garantire maggiori controlli sui conducenti di mezzi di trasporto pubblici. "Stiamo dando vita a un confronto con le Regioni per giungere rapidamente a un'intesa che introduca test periodici obbligatori per verificare l'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti, tra cui anche l'alcol e i farmaci, che possono compromettere la capacita' di guida per i conducenti di servizi pubblici e privati. Questa intesa e' necessaria per superare alcuni problemi applicativi emersi nel rapporto Stato-Regioni anche sulla base delle competenze attribuite dalla Costituzione. Comunque il Governo garantira', nel pieno rispetto delle autonomie regionali, la piena incisivita' delle misure di lotta agli incidenti stradali causati dall'assunzione di qualsivoglia tipo di droga". 17-05-2007 Italia. Toscana. Gruppo di esperti cerca trattamenti contro dipendenza da cocaina Individuazione e sperimentazione di principi attivi farmacologici, formazione degli operatori dei servizi pubblici e privati. La Regione Toscana intensifica la lotta alla dipendenza da cocaina, una piaga che negli ultimi tempi si e' estesa grazie al basso costo della sostanza (divenuta percio' accessibile anche da parte delle fasce giovanili), proponendo un modello di cura e prevenzione da esportare a livello nazionale. Dopo l'avvio (a marzo) della formazione indirizzata agli operatori dei Sert e degli enti ausiliari, la Regione, prima in Italia, ha deciso di costituire un gruppo di esperti per individuare e sperimentare principi attivi di farmaci ritenuti efficaci per il trattamento della dipendenza da cocaina. Il panel di studiosi, che si e' gia' riunito il 20 aprile e il 4 maggio, concludera' i lavori venerdi' 18 maggio. Lo stesso giorno, alle ore 13 nella sala stampa della Giunta regionale a Palazzo Bastogi (via Cavour 18), verranno diffusi i risultati ottenuti dal gruppo di esperti e indicati i tempi di avvio della sperimentazione. Interverranno l'assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori, quello alla sanita' del Comune di Firenze Graziano Cioni, la dottoressa Teodora Macchia dell'Istituto Superiore di Sanita' e il dottor Milo Meini, responsabile del Dipartimento per le Dipendenze dell'Azienda Usl 5 di Pisa, coordinatore del panel di esperti. 17-05-2007 Italia. Muore a scuola dopo uno spinello. Casini: test obbligatori per studenti Si sarebbe sentito male circa 10 minuti dopo aver fumato uno spinello, nel corridoio della sua scuola, il 15enne morto, ieri mattina, nell'istituto tecnico sperimentale 'Gadda' di Paderno Mugnano. Il pm Tiziana Siciliano ha disposto l'autopsia e gli esami tossicologici del caso per capire se il decesso del ragazzo, che giocava a calcio e, in passato, non aveva mai avuto problemi di salute, sia avvenuto per causa naturale oppure in seguito all'utilizzo di sostanze stupefacenti. La preoccupazione del magistrato e' che all'interno dello spinello vi fossero sostanze pericolose, oltre a marijuana o all'hashish. Proprio per questo il magistrato ha immediatamente convocato nel suo ufficio i due ragazzi (non compagni di classe, ma studenti nella stessa scuola) che hanno detto ai carabinieri di Desio di aver visto la vittima fumare, insieme ad altri giovani, lo spinello, nel corridoio dell'istituto. I due giovani, accompagnati nell'ufficio del magistrato dai genitori, hanno riferito che nella scuola si spacciano sostanze stupefacenti e hanno anche detto che, in un numero del giornalino scolastico, si era parlato proprio del problema della cessione e dell'utilizzo di droghe nel corridoio. Sul diario del ragazzo morto, che ha due fratelli, sono stati trovati trascritti alcuni versi di una canzone di un rapper italiano che invita allo 'spinello libero'. Il giovane, secondo una prima ricostruzione, sarebbe morto subito dopo essere entrato in classe, al termine dell'intervallo, durante il quale ha consumato lo spinello, nonostante un lungo massaggio cardiaco. 'Allo stato, appare estremamente improbabile che possa essere stato uno 'spinello' la causa della morte in classe del quindicenne a Milano. Lo sostiene il sociologo Guido Blumir, presidente del Comitato Scientifico 'Liberta' e droga', aggiungendo che 'in oltre cinquanta anni di letteratura scientifica internazionale (40.000 gli studi in proposito) non e' mai stato riferito un caso di morte per marijuana". 'Nella totale illegalita' prevista dalla presente legge, i ragazzi, anche piu' giovani dello studente di Milano, usano una miriade di sostanze mille volte piu' tossiche della marijuana, dalle anfetamine alla benzina, che - continua Blumir - possono avere frequentemente effetti di gravi malori, anche mortali. Bisogna aspettare i risultati clinici che devono essere molto accurati. La presenza di marijuana nel corpo della vittima, non avrebbe nessun significato: la dose mortale e' infatti di 300 volte superiore alla dose necessaria per uno 'spinello', ha concluso il Presidente del Comitato Scientifico. 'Mettiamo un test obbligatorio anti droga nelle scuole italiane, per i figli dai 14 ai 18 anni, perche' la famiglia e i ragazzi devono sapere che drogarsi fa male ed e' necessario su questo problema evitare ogni ipocrisia': Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, ai microfoni di Radio Anch'io torna sul tema della droga, ricordando di aver proposto un test anti droga anche per i parlamentari. Casini chiede 'a Berlusconi e Prodi di esprimersi con chiarezza' su questo argomento e rivolto al ministro dell'Interno Amato, ricorda la sua proposta per l'introduzione di un test nelle scuole, del quale non si sente piu' parlare'. 'La droga e' un vero e proprio dramma sociale. Berlusconi e Prodi si esprimano con chiarezza rispetto alla proposta di Casini sui test ai parlamentari e nelle scuole come proposto tempo fa dal ministro Amato'. Lo ha detto il portavoce dei giovani dell'Udc Marco Regni esponente politico umbro. 'Se il parlamento non si attivera' siamo pronti a lanciare una petizione popolare per richiedere - ha concluso - questi due provvedimenti legislativi'. "Di fatto, lo spinello non puo' uccidere, altrimenti ci sarebbero milioni di persone morte dopo la prima 'canna'. Non e' cosi'". Claudio Leonardi, direttore dell' Uoc SerT Asl Roma C, esperto di tossicodipendenze, esclude categoricamente che lo spinello da solo abbia potuto provocare la morte del quindicenne di Milano, crollato in classe dopo averne fumato uno. Secondo il tossicologo, puo' essere accaduto che il ragazzo soffrisse di una malformazione o di problemi cardiaci. "Sono casi estremamente rari- sottolinea Leonardi- l'hashish e' sempre una sostanza che ne stimola altre di tipo eccitante e se c'e' una predisposizione, tipo una malformazione cardiaca o problemi di funzionalita' cardiovascolare, si puo' arrivare anche ad arresto del cuore e a morte". Secondo l'esperto, bisogna appurare che sostanze avesse precedente assunto il ragazzo. "Bisogna vedere cosa abbia preso prima- sottolinea Leonardi- se pillole, o altre droghe che possano avere determinato questa situazione. Ovviamente, una risposta certa l'avremo solo con l'autopsia". L'altra ipotesi che fa il responsabile del SerT e' che lo spacciatore che ha venduto la cannabis al giovane "abbia messo sul mercato hashish ad altissima concentrazione, superiore a quel 25% che tutti i fumatori di spinelli ambirebbero fumare almeno una volta al giorno". In ogni caso, anche in presenza di un'alta concentrazione della sostanza, "un effetto di questo genere puo' essere provocato solo insieme ad una condizione fisica e una condizione di assunzione predisponente". Per esempio, dice Leonardi, questo ragazzo, che aveva fumato durante la ricreazione, "aveva a disposizione solo 5 o 10 minuti, giusto il tempo di preparare lo spinello e di fumarlo in tre minuti per intero. Questo fatto- conclude il tossicologo- e l'associazione con un'alta concentrazione, potrebbe essere una situazione che ha provocato il collasso, sempre in presenza, pero', ripeto, di condizioni fisiche predisponenti". "Se le indagini appureranno che la morte del giovane studente di Milano e' stata causata da uno spinello, coloro che, nella maggioranza di governo, hanno sempre sostenuto che le droghe leggere non fanno male, dovranno rispondere al Paese del loro comportamento irresponsabile". Lo afferma Isabella Bertolini (Forza Italia). "Da parte nostra- aggiunge la vicepresidente dei deputati forzisti- abbiamo sempre detto: le sostanze stupefacenti, pesanti o leggere che siano, fanno male a chi le consuma ed agli altri. Il governo Prodi invece, attraverso il suo ministro della Salute, ha di fatto tentato di depenalizzare l'uso degli spinelli". Di fronte all'episodio di Milano, aggiunge, "se tutto verra' tristemente confermato, ci aspettiamo una brusca inversione di tendenza". Conclude, quindi Bertolini: "Abbandonino l'ideologico ed irresponsabile antiproibizionismo, e dicano agli italiani che chi si droga commette un grave reato e per questo verra' severamente punito". Silvio Viale, membro radicale della Direzione Nazionale della Rosa nel Pugno, e Giulio Manfredi, membro della Direzione Nazionale di Radicali Italiani, hanno dichiarato: "Le speculazioni sulla morte a scuola del ragazzo di Paderno sono controproducenti e contrastano con ogni evidenza scientifica. Se fosse vero, sarebbe il secondo caso di morte attribuibile allo spinello nella storia della cannabis, ma non è vero. L’unico di cui si ha notizia scientifica riguarda un americano che per decenni aveva fumato decine di spinelli al giorno ed era morto per patologie polmonari correlate al fumo. Nonostante che, su tutti i quotidiani, farmacologi e tossicologi di varie tendenze, non certo antiproibizionisti, escludano un nesso tra la “canna” e la morte, nelle stesse pagine i titoli dei giornali collegano direttamente lo spinello alla morte del ragazzo, amplificando la diffidenza delle giovani generazioni verso le "verità giornalistiche". In questa gara alla disinformazione si distingue la senatrice Laura Bianconi, capogruppo di Forza Italia in commissione Igiene e sanita, che giunge ad affermare la ridicolaggine che il principio attivo negli spinelli sarebbe aumentato di 400 (quattrocento) volte negli ultimi trentanni; probabilmente non sa nemmeno che in Italia la cannabis a basso THC (0,5%) è liberamente coltivata e commercializzata. Noi crediamo che il miglior servizio che si possa fare sia quello di limitare il fascino del proibito e considerare la cannabis come si considera l’alccol, che produce danni sociali ben più gravi della cannabis, ma nei cui confronti è possibile una politica di prevenzione. Notiamo che molti si scatenano contro una presunta politica antiproibizionista, passata o attuale, come se la politica sulle droghe fosse stata diretta da noi radicali, mentre tutto quello che accade è solo l’effetto perverso del proibizionismo, che governa questo paese da decenni. Se fossero coerenti dovrebbero usare le stesse parole nei confronti dell’alcool, ma per Forza Italia e tutti i proibizionisti la coerenza è un optional". "Chi in questi mesi nel governo Prodi ha sostenuto una politica lassista verso le droghe, e' responsabile morale della morte del giovane di Paterno, e deve portarne tutto il peso". E' l'opinione di Alessandra Mussolini, eurodeputato di Alternativa Sociale e segretario nazionale di Azione Sociale, commenta come segue la morte del giovane di 15 anni, dopo aver fumato uno spinello. "Invece di mobilitarsi verso la prevenzione- prosegue- si e' pensato a blandire gli antiproibizionisti con provvedimenti criminali a totale pregiudizio della salute dei cittadini. Accanto alla prevenzione- conclude Mussolini- dove vedo assolutamente praticabile la obbligatorieta' del test nelle scuole, si deve ergere una barriera solida di condanna per tutte le droghe, sancendo una volta per tutte che drogarsi e' un reato penale.". "Ancora una volta la Cdl fa pura demagogia su una tragedia che invece dovrebbe far seriamente riflettere. La Cdl fa finta di non sapere che queste tragedie avvengono nonostante sia in vigore una legge sulla droga, fortemente voluta dai partiti che la compongono, che prevede proprio pene severe per i consumatori di spinelli. Il risultato? E' quello che leggiamo sulle pagine dei giornali'. Lo afferma il deputato dei Verdi, componente della commissione Affari sociali, Tommaso Pellegrino, commentando le polemiche seguite alla morte di un quindicenne a Milano dopo aver fumato uno spinello. 'Episodi come questo ci rendono ancor piu' determinati nel voler percorrere la strada della prevenzione, a cominciare dalle scuole che sono luoghi di aggregazione e di formazione per i giovani. I ragazzi -conclude Pellegrino- vanno ascoltati e non repressi. Soltanto cosi' si potranno dare risposte adeguate alle loro esigenze'. "Mi piacerebbe sapere dai colleghi parlamentari del centrosinistra, e in particolare dal ministro Ferrero, se ancora giudicano innocuo farsi uno spinello ora che proprio uno spinello sembra avere causato la morte di un adolescente di 15 anni". Lo afferma Domenico Di Virgilio, capogruppo in commissione Affari Sociali e responsabile nazionale del Dipartimento Sanita'. "E' ora che l'Unione la finisca di evocare una nuova legge sulla tossicodipendenza, - prosegue Di Virgilio - e pensi piuttosto a non diffondere messaggi fuorvianti e devastanti per i giovani perche' la droga fa male e la cannabis degli spinelli provoca danni celebrali ai giovani che cadono nel tunnel della tossicodipendenza". "Il ministro della Salute Livia Turco - continua Di Virgilio - voleva innalzare con un suo decreto, non sostenuto da alcuna base scientifica e fortunatamente bocciato dal Tar del Lazio, la dose di cannabis detenibile per uso personale, non pensando forse a quali terribili conseguenze puo' portare soprattutto nei giovanissimi l'uso di sostanze stupefacenti". "Forse ora ministro e coloro che vorrebbero distinguere le droghe pesanti da quelle leggere - conclude - dovrebbero riflettere sulle loro posizioni perche' tutta la droga fa male ed e' triste che un ragazzino di 15 anni ci abbia rimesso la vita perche' forse riteneva che dopotutto uno spinello non fa male". 'Mi sembra davvero sconcio inseguire il balletto delle agenzie per rilanciare la campagna proibizionista, come sta accadendo in questi giorni sull'onda di fatti di cronaca drammatici, l'ultimo dei quali e' la morte del giovane studente di Paderno Dugnano'. Il senatore dei Verdi Mauro Bulgarelli richiama la vicenda del ragazzo morto in classe dopo aver fumato uno spinello per sottolineare che 'vicende come questa richiedono un attento esame e la disponibilita' di dati certi per essere commentate, mentre gia' si e' levato il solito coro proibizionista, da destra come da sinistra'. 'Chi oggi sull'onda emotiva della morte di un giovane, si affretta a invocare misure punitive e ulteriore repressione per i consumatori di droghe leggere - sostiene Bulgarelli - rischia di essere clamorosamente smentito dagli esami e accertamenti che si stanno conducendo sulle cause del decesso, visto che la letteratura scientifica esistente non ha mai riscontrato l'esistenza di una dose letale per la cannabis'. 'Auspico, pertanto, che il governo - conclude Bulgarelli - non si lasci intimidire dal clamore mediatico di questi giorni e si adoperi per abrogare la legge Fini-Giovanardi come da programma elettorale, visto che il suo solo effetto e' la criminalizzazione di milioni di consumatori'. "Mi sembra inverosimile un caso di questa gravita' per uno spinello, ma certo fumarli a scuola non e' ammissibile". Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, interviene cosi' sulla vicenda della morte di un quindicenne in una scuola di Milano, dopo aver fumato una 'canna'. "Il fatto che questo sia avvenuto- sottolinea Rembado- richiama il problema della vigilanza a scuola, che in questo caso e' mancata. E' compito dell'istituto provvedere alla salvaguardia dell'incolumita' degli alunni nelle ore di lezione. Ma richiama anche il problema della mancata sorveglianza dei figli da parte dei genitori per impedire l'uso di sostanze". In merito all'allarme sulla diffusione della droga nelle scuole, Rembado sottolinea che non ci sono dati o analisi specifiche e che e' facile cadere "in allarmismi esasperati o, viceversa, nella sottovalutazione del fenomeno". Non e' contrario, comunque, alla distribuzione gratuita a Milano decisa dal Comune dei kit anti-droga ai genitori milanesi con figli adolescenti. "Se e' legato a volontarieta' della famiglia e' uno strumento in piu' messo a disposizione della prevenzione- spiega Rembado- mi sembra una cosa positiva e non ho niente da biasimare. Chi vuole avvalersene lo fa altrimenti si faranno altre scelte". "E' un'iniziativa- conclude Rembado- che, in ogni caso, va nella direzione giusta. Ci si lamenta sempre che le istituzioni sono lontane, assenti, distratte: nel momento in cui offrono uno strumento, le famiglie valutino se sia rispondente, o meno alle loro esigenze". Affermare nelle scuole la cultura della legalita' e promuovere la conoscenza dei danni causati da fumo, alcol e droga. Sono gli obiettivi indicati dal ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, questo pomeriggio a Genova, a margine di un incontro elettorale, prendendo spunto dalla vicenda del 15enne morto dopo avere fumato uno spinello durante l'intervallo delle lezioni. "Intanto devono essere fatti tutti gli accertamenti -ha dichiarato Fioroni- e poi potremo avere una cognizione precisa di cosa e' accaduto. Credo comunque che nelle nostre scuole sia necessario ripristinare la parola 'regola', la cultura della legalita'. Dobbiamo dare ai nostri ragazzi la certezza che chi fa bene e rispetta la norma viene premiato e chi fa male viene punito. Questo ritengo valga anche per il rispetto nei locali pubblici della norma che non si fuma. In generale questo fatto mi conferma l'utilita' dello sforzo che stiamo facendo, con il ministro Ferrero, per avviare nella scuola una campagna profonda di informazione sui danni arrecati da fumo, alcol e droga". "E' la drammatica evidenza che nelle scuole ci sono zone di implicita 'deregulation', luoghi non condivisi, incontrollati, dove c'e' una delega totale di responsabilita'". E' quanto afferma Angela Nava, presidente del Coordinamento genitori laici (Cgd), in merito alla vicenda del quindicenne morto in una scuola del milanese dopo aver fumato uno spinello, durante la ricreazione. Secondo la presidente dei genitori laici il discorso del mancato controllo nella scuola, vale per comportamenti "quali il fumare spinelli, ma anche per il bullismo". Secondo Nava, in ogni caso, lanciare allarmismo sulla diffusione delle droghe tra i giovanissimi non serve. "Si risponde a situazioni che andrebbero analizzate in sinergia con lo stesso stile dei media: enfatico e allarmista". In particolare, la presidente Cgd e' contraria al kit anti-droga distribuito gratis nelle farmacie per i 34 mila genitori milanesi, con lo scopo di appurare l'eventuale uso di sostanze nei figli adolescenti. "Comunque, implica la rottura del dialogo e del rapporto fiduciario con i figli.- sottolinea Nava- Dichiara l'impotenza di uno dei due interlocutori, perche' si affida a un'esame pseudo-tossicologico quell'aspetto educativo che comprende il dialogo e la fiducia che bisogna avere nei figli, pur sapendo che possono esserci delle cadute". Conclude la presidente dei genitori: "Crea allarmismo e medicalizza quello che e' un problema di educazione. Non e' una soluzione, neanche al di la' di quanto dicono i test tossicologici". "Il ministro Livia Turco, cattivo maestro che ha tentato di raddoppiare da 20 a 40 gli spinelli detenibili per uso personale, specula vergognosamente sulla tragica morte del quindicenne milanese, attribuendone la colpa alla 'feroce' e 'repressiva' legge Fini-Giovanardi". Lo afferma in una nota Carlo Giovanardi, deputato dell'Udc. "Ricordo al ministro e agli italiani - aggiunge - che secondo la legge in vigore l'unica 'feroce' sanzione per un quindicenne che si spinella è la possibilità per l'autorità scolastica ed il Prefetto di avvisare preventivamente la famiglia, cosa che purtroppo in questo caso non sembra essere avvenuta". 17-05-2007 Italia. Turco: interessante proposta Moratti su kit antidroga alle famiglie "La proposta di fornire i genitori dei ragazzi milanesi di un kit anti-droga e' molto interessante". Ad affermarlo e' il ministro della Salute Livia Turco, a margine della conferenza stampa 'Basta sigaretta' organizzata dalla Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), commentando l'idea del sindaco di Milano, Letizia Moratti, di dotare i genitori milanesi di un kit anti-droga per accertare l'eventuale uso di sostanze stupefacenti da parte dei figli. "Su questo argomento la mia parola d'ordine e' 'consumo zero'". E sul caso del ragazzo quindicenne morto in classe a Milano la Turco e' chiara: "questi fatti non avvengono in un Paese dove c'e' una legge liberalizzatrice, ma in uno dove c'e' una legislazione repressiva nei confronti di chi consuma uno spinello". Il ministro ritiene quindi che non serva alcuna repressione. "Ci vuole educazione e formazione - aggiunge la Turco - non le leggi penali come la Fini-Giovanardi. Riflettano in tal senso coloro che sostengono questa legge. Lo stesso faccia l'opinione pubblica". Il fatto di Milano, termina il ministro, "dimostra come la repressione non serva, e che si debba puntare sull'educazione dei giovani". Si chiede ai genitori "di fare i poliziotti, mentre il problema e' il dialogo". Wladimir Luxuria boccia l'iniziativa del sindaco di Milano, Letizia Moratti, che invita i genitori milanesi a sottoporre i propri figli ad un test che rileva il consumo di droga. "Il problema- dice la deputata del Prc, intervistata da Skytg24- e' che oggi c'e' poco dialogo. Il dialogo e' l'antidoto migliore contro il problema molto forte dell'assunzione di droga, e di alcol, tra giovani sempre piu' giovani". 'Per educare i figli bisogna essere genitori attenti e instaurare un rapporto di dialogo, soprattutto nel piu' difficile periodo dell'adolescenza. Un test, magari fatto a sorpresa, per scoprire tracce di sostanza stupefacenti, di qualsiasi tipo esse siano, non educa. In questo modo il rischio e' di coltivare in famiglia il tarlo del sospetto al posto della fiducia e del dialogo; un modo per allontanare genitori e figli invece di unirli'. A dirlo e' Elena Ruvolo, coordinatrice milanese del Moige - Movimento Italiano Genitori. 'La lotta alla droga e' importante, e' bene che il Comune di Milano se ne sia interessato, - dice la Ruvolo - pero' questa non ci sembra la soluzione giusta. Siamo perplessi per il fatto che questa iniziativa sia maturata all'interno di partiti ed istituzioni senza alcuna consultazione con le famiglie e i genitori. Forse, con un po' di dialogo in piu' tra le Istituzioni locali e i rappresentanti delle societa' si sarebbe potuta trovare una soluzione migliore e piu' condivisa per tenere lontani i ragazzi dalle sostanze stupefacenti'. 'Sarebbe molto piu' corretto - conclude - se test antidroga fossero eseguiti su quelle categorie professionali che, per la particolarita' del loro lavoro, hanno responsabilita' dirette sulla vita delle persone, come chirurghi, piloti, autisti etc'. "Considero sbagliata la proposta che arriva da Milano di inviare alle famiglie dei kit antidroga. Credo che il rapporto genitori/figli debba essere basato sulla fiducia e sul dialogo e non sui controlli". E' quanto dichiara in una nota il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. 17-05-2007 Usa. Buffalo. Nuove ricerche per studiare come funzionano i cannabinoidi prodotti dal cervello Ricercatori dell'Istituto per le tossicodipendenze dell'universita' di Buffalo (RIA) stanno studiando come i cannabinoidi prodotti naturalmente dal cervello influiscano sullo stress e sull'ansia. La ricerca, di cinque anni, e' finanziata con 1,7 milioni di dollari dall'Istituto di malattie mentali. "E' riconosciuto che la maggioranza delle persone assuma la marijuana per alleviare lo stress, ma la sostanza puo' condurre alla dipendenza. Sarebbe meglio raggiungere direttamente i cannabinoidi prodotti dal cervello", ha dichiarato Samir Haj-Dahmane, neuroscienziato responsabile della ricerca. Hai-Dahmane e il collega Troy Wood esamineranno, con differenti metodi scientifici combinati insieme (elettrofisiologico, farmacolofico e neurochimico) la relazione tra lo stress, i relativi comportamenti e le tossicodipendenze. 17-05-2007 Usa. Vermont. In attesa della firma del governatore per estendere la legge sulla marijuana terapeutica I sostenitori della somministrazione terapeutica della marijuana sono in attesa di conoscere la posizione del governatore James Douglas sulla legge che vorrebbe estendere il programma statale di somministrazione. Per diventare effettiva la legge deve essere firmata dal governatore. Max Schlueter, direttore del Vermont Crime Information Centre, del Dipartimento di pubblica sicurezza, ha dichiarato che attualmente al programma sono iscritti 35 malati e 6 infermieri. Jason Gibbs, portavoce di Douglas ha riferito che il governatore non ha ancora preso visione del testo di legge, ma che lo fara' presto, e se decidesse che e' solo un piccolo ampliamento della attuale legge non apporra' la sua firma. "Il governatore comprende che alcuni malati cerchino il modo per alleviare le sofferenze, ma non e' certo di voler firmare una legge in contrasto con quelle federali", ha concluso. Il disegno di legge richiede un aumento del numero delle piante coltivabili dai malati, e che anche medici di altri Stato possano prescrivere la droga (attualmente sono autorizzati solo i medici del Vermont). 18-05-2007 Italia. Cassazione: non spaccia chi vende sostanze non inserite in tabelle Fini-Giovanardi Non rientra nel reato di spaccio la vendita di semi, pur contenenti il principio attivo di un allucinogeno, che non sono compresi nelle tabelle allegate al Testo unico delle leggi in materia di stupefacenti (Dpr 309/90). Lo ha sancito la Cassazione, annullando senza rinvio l'ordinanza del tribunale del Riesame di Bari con cui era stata confermata la custodia cautelare nei confronti di Sandro Barbieri, titolare di uno smart shop del capoluogo pugliese, dove un ventenne, nel settembre scorso, compero' dei semi essiccati di 'rosa hawaiana' contenenti Lsa (i cui effetti sarebbero simili, ma meno potenti, a quelli dell'Lsd) e, dopo averli assunti, mori' precipitando dal terrazzo del suo appartamento barese. A carico di Barbieri, indagato per morte come conseguenza di altro delitto e di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, il gip di Bari aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, confermata in sede di Riesame e poi sostituita con gli arresti domiciliari. Per il Tribunale, infatti, non poteva nutrirsi "alcun dubbio sulla natura stupefacente dei semi in questione, avendo la consulenza tossicologica accertata la presenza del principio attivo dell'Amide dell'Acido lisergico (Lsa), inserito nella prima tabella delle sostanze stupefacenti, e comunque essendo notorio l'effetto di natura allucinogena procurato dalla ingestione di semi di 'rosa hawaiana' indirettamente tabellata". La Suprema Corte (prima sezione penale, sentenza n.19056), ordinando la scarcerazione del titolare dello smart shop, ha invece rilevato che "difettando nel nostro ordinamento una definizione farmacologica dello stupefacente ed essendo stata adottata la nozione legale di esso, sono soggette alla normativa che vieta la loro cessione tutte e soltanto le sostanze specificamente indicate negli elenchi predisposti" e che "di inserimento nell'elenco predisposto, nel caso di vegetali contenenti naturalmente un principio attivo gia' inserito in tabella, puo' parlarsi solo quando anche tale vegetale, foglia, semi, etc., sia distintamente compreso in tale elenco". Dunque, "non essendo i semi di Rosa Hawaiana" ceduti dal Barbieri al giovane precipitato dal terrazzo "inclusi nelle tabelle allegate al Dpr 309/90, non puo' -conclude la Cassazione- allo stato dell'attuale normativa, affermarsi che la loro cessione integri il reato di spaccio di stupefacenti". 18-05-2007 Italia. Napoli. Muccioli non va a dedica busto bronzeo del padre: merita almeno una strada 'A Vincenzo Muccioli che profuse senza chiedere nulla per se', dedicano a perenne ricordo quanti furono restituiti a dignita' umana': cosi' c'e' scritto sul busto del fondatore del centro di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano, posto in via Posillipo a Napoli. La notizia dell'installazione di un busto a Muccioli e' stata accolta da polemiche. Da una parte il figlio Andrea, prima annunciato ieri alla cerimonia e poi assente, perche', secondo quanto si e' appreso, riteneva che il padre meritasse l'intitolazione di una strada e non solo un busto di bronzo. Dall'altra parte, alcuni esponenti della giunta comunale in disaccordo con la scelta. Alla cerimonia, svoltasi sulla collina napoletana, si e' notata l'assenza dell'assessore alla toponomastica, Donatella Rizzo d'Abundo. A scoprire il busto il sindaco Rosa Iervolino, insieme ad Assunta Esposito, presidente della associazione Anglad, Alfredo Ponticelli, ex assessore alla toponomastica ora allo sport, e alcuni esponenti di Alleanza Nazionale con il presidente della Municipalita', Fabio Chiosi. 'I giovani dalla comunita' di Muccioli uscivano con un'alta professionalita', perche' Vincenzo era consapevole del fatto che il loro inserimento era fondamentale per il successo della terapia -ha detto la Iervolino- e non capisco chi si scalda tanto contro una persona che non chiedeva mai niente e ha sempre accettato ogni giovane sentendolo come suo figlio'. Il primo cittadino ha sottolineato che l'iniziativa 'e' stata fatta e pensata in segno di gratitudine e non puo' alimentare polemiche'. 18-05-2007 Georgia. Centri per riduzione del danno promossi dalla Croce Rossa Italiana La possibilità di aprire alcuni Centri antidroga in Georgia con la collaborazione della Croce Rossa Italiana è il risultato della missione a Tbilisi e in altre località, dove il Presidente Nazionale della CRI, Massimo Barra, ha incontrato alcuni rappresentanti del Governo e della Croce Rossa Georgiana. I Centri antidroga, destinati alla riduzione del danno, dovrebbero sorgere a Tbilisi e in una cittadina poco distante. "In Georgia -sottolinea il Presidente Barra- l'assunzione di droghe è un fenomeno particolarmente sentito. Con 200mila consumatori stimanti, soprattutto giovani e giovanissimi, su una popolazione di 4milioni di abitanti, la necessità di una risposta adeguata e rapida al fenomeno, è percepita dal Governo Georgiano come priorità e sono grandi le aspettative per quanto potrà contribuire a fare concretamente la Croce Rossa". Il progetto della CRI prevede, probabilmente già prima della prossima estate, l'accoglienza di alcuni medici georgiani per un corso di formazione mirata, così come già attuato per una delegazione di sanitari afghani. Durante la visita nel paese caucasico, Barra ha incontrato il Ministro della Sanità, Lado Chipashvili, il Presidente della Commissione Salute del Parlamento, Gigi Tsereteli e la First Lady Georgiana, Sandra Elisabeth Roelofs. 18-05-2007 Italia. Kit antidroga? Formigoni: ci vuole anche educazione genitori Fa ancora discutere l'iniziativa presa dal Comune di Milano di distribuire a migliaia di famiglie test antidroga gratuiti per controllare le abitudini dei figli. Ieri, il ministro della Salute Livia Turco aveva giudicato "interessante" l'iniziativa, ma alcuni esperti ha espresso perplessita'. Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, apre alla proposta del sindaco di Milano, Letizia Moratti, di fornire ai genitori della citta' un kit per scoprire se i propri figli assumono droga. "La priorita' per i giovani - dice Formigoni a margine della 42* assemblea generale di AIOP (associazione italiana ospedalita' privata) - e' un'azione educativa da parte delle famiglia e della scuola, se c'e' questo salto di responsabilita' educativa - prosegue - anche il kit aiuta; se invece scuola e famiglia si illudono che con il kit hanno fatto il proprio dovere saremo di fronte ad un totale fallimento". Ma anche il ministro della Salute si e'detta favorevole alla proposta del sindaco Moratti, si fa notare al governatore: "come potrei essere in disaccordo, allora...", chiosa Formigoni. "I soldi investiti per donare alle famiglie test antidroga da proporre ai figli potrebbero essere spesi in corsi per insegnare ai genitori a parlare di piu' con i propri figli". Cosi', oggi nel capoluogo lombardo a margine di un convegno per la Giornata internazionale della ricerca clinica, il farmacologo Silvio Garattini ribadisce il suo no all'idea annunciata dall'assessorato alla Salute del Comune di Milano. Il direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano ripete che quella del kit 'casalingo' "mi sembra un'idea un po' bizzarra". Secondo Garattini, "qui non si tratta di fare il poliziotto. Perche' per un padre e una madre che si occupano del figlio non c'e' bisogno di un test per sapere se il loro ragazzo ha dei problemi". 'La Regione Calabria valuti positivamente la proposta del kit antidroga per gli adolescenti avanzata dal sindaco di Milano, Letizia Moratti'. E' quanto chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, dell' Udc. 'Pur riconoscendo l'importanza del dialogo tra genitori e figli - aggiunge Occhiuto - e' altrettanto importante non avere timori a discutere di droga nelle famiglie. Per porre degli argini ad un fenomeno devastante come la dipendenza dalla droga, ogni proposta, che non violi i diritti della persona umana puo' essere utile. Specie in quelle famiglie in cui capita che sia inesistente il dialogo e inesistente il controllo, se attraverso il kit antidroga puo' essere stimolato un confronto, tanto di guadagnato, perche' il silenzio assordante dell'incomunicabilita' e' sicuramente una sconfitta per la famiglia, i ragazzi e la societa''. 'Per queste ragioni - afferma ancora Occhiuto - condivido l'iniziativa del sindaco di Milano sul kit antidroga. Sono sicuro che andrebbe benissimo anche per la Calabria, che presenta, sul fronte della tossicodipendenza, numeri allarmanti: 4.595 utenti in trattamento nei servizi pubblici, con un trend annuale di nuovi utenti per anno di oltre mille unita', di cui circa 100 di sesso femminile. Considerato che per ogni utente eroinomane in trattamento ai Sert, ci sono quattro soggetti non in trattamento, la proiezione e' allarmante in quanto c'e' da presumere l'esistenza di 16 mila consumatori di eroina'. Occhiuto fornisce anche dati precisi sui kit di cui la Calabria avrebbe bisogno. 'La proposta della Moratti - afferma - e' condivisibile perche' non e' ideologica, ne' va vista con le lenti della contrapposizione politica. In Calabria, per esempio, il fenomeno ci dice che piu' un soggetto e' giovane e prima inizia l'assunzione di droga e che pertanto i ragazzi sono i soggetti su cui dovremmo concentrate di piu' l'attenzione. Si potrebbe quindi , come suggerisce il presidente del consiglio di garanzia della Federferd (Federazione nazionale degli operatori dei servizi e dei dipartimenti delle dipendenze), Bernando Grande, iniziare con la distribuzione di cinquemila kit antidroga alle famiglie che contattano i Sert o le comunita', dato che gia' da anni sono numerose le famiglie che chiedono di sottoporre a test a casa loro i figli quando iniziano ad avere dei sospetti. Si avrebbe cosi' - conclude Occhiuto - attraverso la distribuzione del kit antidroga, da parte delle strutture pubbliche e private che si occupano sul territorio di tossicodipendenze, un' interazione con le famiglie che darebbe senz'altro risultati positivi ed un supporto di tipo terapeutico nella gestione del fenomeno'. Il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, sollecita' l'attivazione del fondo per la sicurezza che si e' costituito oggi con la firma del patto 'Milano sicura' per mettere in campo un piano di contrasto allo spaccio della droga nelle scuole. 'Se avessimo gia' questo fondo potremmo da subito fare un piano straordinario ed eccezionale di pronto intervento sul tema dello spaccio della droga nelle scuole e della diffusione degli stupefacenti tra gli adolescenti. E' quindi importante che attiviamo questo fondo il prima possibile'. Al fondo la Provincia di Milano ha gia' contribuito con lo stanziamento di un milione di euro, altri se ne aggiungeranno dalla Regione Lombardia e il Comune di Milano vi partecipera' con i crediti maturati nei confronti dello Stato. A proposito della proposta di Palazzo Marino di distribuire alle famiglie kit gratuiti per il test antidroga, Penati ha cosi' commentato: 'Da genitore trovo offensiva questa iniziativa. Dobbiamo piuttosto aiutare le famiglie, aiutare le forze dell'ordine nella repressione dello spaccio, pensare anche a un inasprimento delle pene, come gia' avviene negli Stati Uniti, per quelli che vendono droga davanti alla scuole e agli adolescenti, ma dobbiamo evitare di ricorrere a scorciatoie che servono solo a fare un titolo sui giornali'. 'Lo facciamo per aiutare a capire se si e' in grado o meno di guidare. Non obblighiamo nessuno, se volessimo sanzionare staremmo fermi a 100 metri dalle discoteche. Tutto cio' che serve a tutelare la salute e' positivo, ma si deve basare sulla volonta''. Il questore di Bologna Francesco Cirillo ha risposto cosi' a chi gli ha chiesto un commento sui kit per il test antidroga. Cirillo ha parlato durante la presentazione di un'intesa con i gestori di locali di ballo che prevede anche la distribuzione gratuita di alcol test. 'I genitori possono agire su una fascia di eta' di utenti limitata - ha aggiunto - ma bisogna pensare che in discoteca ci sono anche i maggiorenni. E questo e' un progetto che cerca di coinvolgere la loro volonta''. 'Giudizio positivo' sul kit droga proposta dal sindaco di Milano Letizia Moratti da parte del presidente di An Gianfranco Fini. 'Occorre pero' garantire - ha detto Fini oggi rispondendo ai giornalisti a Forte dei Marmi - l'assoluta serieta' scientifica dell'iniziativa'. 'Il kit antidroga - ha proseguito Fini - deve essere un test su cui non ci devono essere dubbi. Va tutelata la privacy, va garantita la riservatezza. Credo sia giusto sottoporre a test scientificamente incontestabili alcune categorie e ovviamente mettere in condizione di farlo tutti quelli che lo vogliono fare'. 'Il sindaco Moratti e' un esempio nella lotta alla droga ed il kit lanciato da lei e' uno strumento molto utile e valido in un contesto in cui ancora tanti giovani muoiono: presenteremo un Ddl che ne preveda l'uso'. Lo afferma Antonio Gentile, senatore di Forza Italia e segretario della Commissione Parlamentare Antimafia, secondo il quale 'l'atteggiamento di disponibilita' del ministro Turco e' un fatto altamente positivo. C'e' ancora una profonda frattura fra giovani e adulti che porta a non riconoscere bisogni complessi e situazioni spesso drammatiche come il consumo di stupefacenti". Per Gentile "e' necessario che dall'esempio di Letizia Moratti si passi a una fase di offensiva seria nella prevenzione della tossicodipendenza, utilizzando strumenti che non sono coercitivi, ma che guardano al nocciolo del problema e cioe' alla diffusione del consumo di droghe ed al loro effetto letale ". "Dovremmo essere proprio noi parlamentari e le istituzioni tutte a dare il primo esempio, sottoponendoci spontaneamente al test. Proporro' una inchiesta in proposito". Antonio Tomassini, senatore di FI e presidente della commissione d'Inchiesta sul Sistema Sanitario Nazionale, afferma che "il trasformismo con cui la sinistra ha cambiato atteggiamento sulla politica delle droghe farebbe sorridere, se non si trattasse di un argomento serio. Anche la proposta del 'kit' non puo' essere interpretata dalla loro malafede se non come elemento punitivo e persecutorio. Puo' invece essere utile nella prevenzione con una adesione spontanea al fine - conclude - di intraprendere politiche educative e di contrasto". 19-05-2007 Italia. Toscana. Esperti individuano principio attivo contro dipendenza da cocaina Lotta alla dipendenza da cocaina attraverso la sperimentazione di farmaci e la formazione degli operatori dei servizi pubblici e privati. La Toscana mette in campo una vera e propria task force, prima regione in Italia a farlo, per cercare di sconfiggere il fenomeno attraverso il 'Progetto Cocaina', finanziato dalla Regione e realizzato dalla Societa' della Salute di Firenze e dal Ceis (Centro Italiano di Solidarieta') di Pistoia. L'individuazione di un rimedio farmacologico per la cura della dipendenza (come avviene ad esempio per l'eroina o l'alcol), spiega una nota, rappresenta la vera novita' del modello proposto dalla Toscana. Individuato il principio attivo occorreranno l'approvazione del comitato etico ed una fase di sperimentazione prima di arrivare ad un farmaco specifico. La domanda di cura per dipendenza da cocaina e' aumentata dai 7.700 casi del 2000 agli oltre 21.000 del 2005; il solo consumo e' rilevato in circa il 40% dell'utenza dei servizi pubblici. Si stima che i consumatori di cocaina in Italia siano piu' di 700.000, di cui circa 135.000 gia' con ricorrenti e significative conseguenze cliniche e sociali. Dati dello studio Ipsad 2005 (Italian on Population Survey on Alcohol and Drugs) evidenziano che in Italia quasi il 7% dei soggetti adulti (15-54 anni), hanno consumato cocaina almeno una volta nella propria vita. Questo dato risulta essere di circa 3 punti percentuali piu' alto rispetto a quello rilevato nel 2003 (4,6%). Anche a livello toscano i dati epidemiologici confermano una capillare diffusione della droga sul territorio. L'abbassamento del costo ha favorito l'incremento della domanda, un allargamento dell'utenza ed un costante aumento dei consumi. Per comprendere la particolare diffusione che questa sostanza sta assumendo nelle diverse classi di eta', e' interessante la ricerca condotta dall'Ars nel 2005 su un campione di 4951 studenti toscani: il 5,6% ha assunto cocaina almeno una volta nella vita (dato superiore a quello nazionale che si attesta sul 4,8%), il 3,9% ne ha fatto uso negli ultimi 12 mesi, l'1,6% negli ultimi 30 giorni. Analizzando quest'ultimo segmento risulta che il 65% ne ha fatto uso almeno una volta la settimana, il 14% alcuni giorni la settimana, il 7,8% tutti i giorni. Nel 2005 coloro che si sono rivolti ai Sert sono stati piu' di 12mila (82,5% maschi e 17,5% femmine) il 19,6% dei quali nuovi utenti. I consumatori di cocaina sono aumentati dal 6% del 1991 al 10% del 2005. L'uso secondario della sostanza e' invece aumentato dal 7% al 26%. Questa realta' ha indotto i responsabili dei servizi pubblici e privati toscani ad unire le forze per attivare un sistema di cura e prevenzione che possa trasformarsi in un modello esportabile al resto del territorio nazionale. Infatti a fronte di un aumento del consumo, sia generale che problematico, da un lato non esiste una risposta qualificata ed omogenea per la cura e la prevenzione del fenomeno e dall'altro e' raro che i cocainomani si rvolgano ai servizi esistenti, i Sert, proprio perche' non si considerano tossicodipendenti. Per l'individuazione di principi attivi farmacologici efficaci e la successiva sperimentazione regionale di medicinali per il trattamento della dipendenza e' stato creato un panel di esperti provenienti dai servizi pubblici e privati al quale hanno aderito anche studiosi delle regioni Piemonte e Veneto e dell'Istituto Superiore di Sanita'. I lavori sono iniziati lo scorso 20 aprile a Firenze e si sono conclusi oggi con l'individuazione di un principio attivo il quale, dopo l'approvazione da parte di un comitato etico, sara' sperimentato in Toscana entro la fine del 2007 per ottenere risultati definitivi entro i primi mesi del 2008. Un primo intervento e' stato avviato a partire dallo scorso marzo, con l'attivazione di un percorso formativo diretto agli operatori dei servizi pubblici e privati. E' lo stesso Piano Sanitario Regionale 2005-2007, nella parte dedicata alle dipendenze, a prevedere la costituzione per aree vaste di centri specialistici per i consumatori di cocaina. L'intervento formativo e' diretto a fornire agli operatori le conoscenze necessarie per l'applicazione del metodo cognitivo comportamentale, tradotto e applicato in Italia dal dottor Augusto Consoli, responsabile del Dipartimento per le Dipendenze della citta' di Torino. Finora, in mancanza di trattamenti farmacologici scientificamente validati (al contrario di cio' che accade per altri tipi di dipendenza) si e' rivelato l'unico trattamento in grado di dare qualche risultato. Il progetto, denominato 'Perseo' e gestito dal Ceis di Pistoia insieme ai responsabili dei dipartimenti per le tossicodipendenze di Firenze, Arezzo, Pisa e Pistoia, e' iniziato il 23 marzo (suddiviso per Area vasta) e si concludera' a settembre. Le risorse messe a disposizione dalla Regione in questa prima fase (formazione, panel di esperti e campagne di informazione e sensibilizzazione) ammontano a 100mila euro (30mila assegnati alla Societa' della Salute e 70mila al Ce.I.S. di Pistoia). 19-05-2007 Italia. Autopsia giovane morto dopo spinello inconclusiva 'Nessun segno evidente di malformazioni congenite' ne' di altre patologie: dall'esito dell'autopsia, gli inquirenti hanno avuto il primo riscontro scientifico sul fatto che Dario Evola, il ragazzo di 15 anni morto, mercoledi' scorso dopo un malore in classe all'istituto sperimentale Gadda di Paderno Dugnano, 'era in perfetta forma', come a piu' voci avevano assicurato dopo il decesso coloro che lo conoscevano. L'autopsia, condotta questa mattina all'Istituto di Medicina Legale di Milano e coordinata dal professor Franco Lodi, non ha evidenziato problemi fisici tali da giustificare la morte. Ora gli accertamenti andranno avanti, con gli esami istologici e tossicologici che serviranno anche a capire con certezza quale sia la sostanza che il giovane studente della 1/a L ha fumato in corridoio circa dieci minuti prima di accasciarsi a terra davanti ai suoi compagni. I carabinieri da due giorni stanno sentendo molti dei testimoni diretti degli ultimi momenti di vita di Dario e tutti coloro che possono aiutare a capire che cosa il ragazzo abbia fumato e chi gli abbia ceduto la sostanza. Si ascoltano i compagni di scuola, il professore di economia e diritto che al momento del malore era alla lavagna, ma anche la vicepreside della scuola, Tiziana Tebaldi. I ragazzi in particolare avrebbero dato indicazioni sulla sostanza probabilmente aspirata da Dario ma, stando agli investigatori, non sarebbe stato individuato il presunto 'pusher' che gliel'avrebbe fornita. 'Di spinello classico non si muore -ha spiegato il professor Lodi- si muore solo se nello spinello sono state inserite altre sostanze nocive, come il crack'. Ipotesi, quella del crack, definita 'di ragionamento' ma di fatto esclusa dagli inquirenti. Nel caso venisse accertata una relazione, anche indiretta, tra il consumo di stupefacenti e la morte del 15enne, l'inchiesta, per ora ferma a un fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di 'morte in conseguenza di altro reato' potrebbe passare per competenza territoriale alla Procura di Monza, con un'ipotesi piu' grave. 'Il fenomeno della droga a scuola si combatte con una maggiore prevenzione, attraverso l'educazione, e non solo reprimendo', ha commentato intanto il capo facente funzione della Procura dei Minori di Milano, Vittorio Pilla. 'La scuola si deve riappropriare pienamente del suo ruolo formativo'. Quello della droga fra i banchi 'e' un fenomeno preoccupante e tendenzialmente in crescita', anche se fortunatamente 'i giovani sono legati prevalentemente alle cosiddette droghe 'leggere' quali marijuana e hashish'. 'Per contrastare la pesante diffusione e il consumo di stupefacenti nelle scuole vanno intensificati al massimo gli interventi di prevenzione e di sorveglianza sulla salute dei giovani da parte di insegnanti e genitori'. Giovanni Serpelloni, direttore dell'Osservatorio Regionale sulle Dipendenze della Regione Veneto, interviene sul giovane deceduto dopo avere fumato droga a scuola. Altrettanto importanti, rileva, gli avvertimenti sulla pericolosita' dell'assunzione per la salute dei giovani e 'sull'impossibilita' da parte di chi fa uso di sostanze di conoscere la reale composizione di cio' che sta per immettere nel proprio organismo, con rischi anche mortali in caso di tossicita' elevata'. 'Non sono da escludere - aggiunge - anche interventi periodici all'interno delle scuole, e non solo nei pressi, di cani poliziotto, cosi' come auspicato anche dagli stessi studenti in un' indagine svolta qualche mese fa in alcune scuole veronesi'. 'Gli stessi studenti - prosegue - chiedevano piu' protezione da spacciatori e compagni dediti all'uso e cessione di droghe che spesso utilizzano l'ambiente scolastico come piazza di smercio di sostanze a piccolo taglio'. In Veneto la sostanza piu' diffusa fra i giovani e' la cannabis, sperimentata da piu' del 25% dei ragazzi fra i 12 e i 24 anni e usata abitualmente dal 15% di essi. Secondo le elaborazioni dell' Osservatorio Regionale sulle Dipendenze, inoltre, manca la conoscenza degli effetti delle sostanze: fino all'80% dei giovani ad esempio non conosce quelli di cannabis, steroidi e cocaina. I giovani mostrano di avere una elevata percezione del rischio solo per sostanze come eroina (92%), anfetamine (91%) e cocaina (90%), mentre tale percezione si abbassa notevolmente per alcol (80%) e cannabis (76%). La morte di un quindicenne in una scuola in provincia di Milano, ha riportato alla ribalta il tema della droga tra i giovani e, soprattutto, tra i minorenni. "Sapremo dagli inquirenti quali siano state le cause del decesso del ragazzo, ma mi permetta di dubitare sull'efficacia del cosiddetto 'test antidroga' sui minorenni. Non e' con un test, infatti, che a mio avviso si possono "convincere" i ragazzi a non fare uso di droghe". Lo scrive il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi in una lettera aperta. "Qualsiasi considerazione - continua - su un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, come quello del consumo di droghe tra i minorenni, va fatta partendo dai fatti e dalle cifre. Le statistiche parlano, infatti, di un raddoppio in Italia del consumo di cannabis negli ultimi anni: siamo intorno ai 3 milioni e 800mila persone, secondo i rilevamenti dell'Istat. Si comincia sempre prima, intorno ai 14-15 anni, e nel mondo giovanile di droga ne gira un fiume, a disposizione di ragazzi che stanno attraversando la stagione piu' complicata della loro formazione personale e psico-fisica". "Pensare - ha scritto ancora Renzi - che i test sui ragazzi siano un deterrente, o un filtro, di fronte a un fenomeno che ha queste dimensioni e' assolutamente illusorio. La tolleranza zero va usata sugli spacciatori intorno alle scuole e nei luoghi di ritrovo dei giovani. Con i ragazzi, soprattutto se minorenni, c'e' bisogno di uno sforzo di tipo educativo e preventivo, a cominciare da casa e dalle famiglie che, sono sicuro, potrebbe avere successo sui giovani i quali, a quell'eta', sono tentati dalle leggi del branco, dal mito di una pericolosa trasgressione, dal confronto spesso aspro con l'autorita', parentale o meno". Infine per il presidente della provincia "il problema, infatti, sta proprio nella sempre piu' frequente difficolta' dei genitori, in primo luogo, e degli insegnanti ad instaurare un vero rapporto con i ragazzi. Per guarire alcuni degli aspetti piu' inquietanti del disagio giovanile, attualmente, c'e' carenza di organismi, associazioni, istituzioni, figure, spazi e luoghi. Non e' certamente imponendo controlli chimici effettuati magari in casa, che si potra' arginare il fenomeno devastante del consumo di droga tra i minori e nelle scuole, ma sostenendo in maniera strategica misure di prevenzione, educazione e recupero, che coinvolgano concretamente i ragazzi, le loro famiglie e i luoghi della loro formazione". Introdurre nelle scuole corsi di prevenzione antidroga, concedere piu' poteri ai prefetti contro la criminalita', espellere gli immigrati che commettono reati e bloccare con un referendum abrogativo la concessione della cittadinanza, tagliare i costi della politica riducendo a 300 il numero dei parlamentari. Queste le principali proposte dei 'Circoli della liberta'', che hanno tenuto la prima manifestazione nazionale al Sud con il presidente Michela Brambilla, davanti a circa 600 aderenti e simpatizzanti raccolti alla Mostra d' Oltremare. Sulla droga e le sue connessioni con la criminalita' organizzata i 'Circoli della libnerta'' hanno presentato i risultati di un sondaggio realizzato tra le famiglie napoletane. Il 77% degli intervistati ritiene 'molto o abbastanza utile' istituire corsi di prevenzione a scuola per scoraggiare dal consumo di stupefacenti, ed il 54, 6% degli interpellati e' favorevole a controlli antidoping nelle scuole. Negativo il giudizio sulle misure anticrimine varate dal governo nell' area napoletana. Per il 35,7 si tratta di provvedimenti 'per niente efficaci'; per il 44,8% 'Poco efficaci' e solo per il 5,8% 'molto efficaci'. La legge sui corsi antidroga nelle scuole - ha detto Michela Brambilla - dovrebbe essere finanziata con risparmi sui costi della politica, 'basterebbe tagliare un quinto delle 170 mila auto blu, oppure diminuire di un terzo l' appannaggio degli eurodeputati italiani, oggi pagati piu' del doppio dei loro colleghi dell' Ue'. Molto festeggiata dai militanti dei Circoli, che a decine si sono fatti firmare autografi e si sono fatti fotografare con lei (uno striscione di Castellammare di Stabia la voleva 'premier subito'), la Brambilla ha insistito sulla necessita' di riportare la politica vicino alla gente. 'Siamo nati per raccogliere i vostri problemi reali e per dare voce all' Italia'. 'I veri problemi del Paese non sono i Dico - ha aggiunto il presidente dei 'Circoli della Liberta' ma la riduzione della spesa pubblica, le tasse e la criminalita''. Ed il tema della criminalita' organizzata - ha annunciato la Brambilla - alla presenza dell' ex ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, del deputato di An Gianni Alemanno, e del parroco di Forcella don Luigi Merola, che ha infiammato la platea, sara' al primo posto dell' agenda dei Circoli'. Lunedi' i 'Circoli della Liberta'' presenteranno a Milano la loro scuola di formazione politica, mentre a breve partiranno le trasmissione di 'Tv liberta'' ed uscira' un settimanale. La droga? 'Un'emergenza educazione', secondo il ministro della Salute Livia Turco, intervenuta ieri a Milano al convegno su 'Servizio sanitario e pluralismo degli erogatori', organizzato dall'Aiop (Associazione italiana ospedalita' privata). 'Mi pare che in Italia ci siano dei problemi gravi, episodi che fanno riflettere', ha detto a margine dell'incontro. 'E i nostri ragazzi devono essere guidati. Ci dev'essere un'alleanza di tutti gli adulti: genitori, insegnanti, operatori dei media, gestori di polisportive e luoghi di ritrovo'. Questo l'appello del ministro: 'Facciamo un grande patto per diventare punto di riferimento ed educare i nostri ragazzi dicendo loro: 'non usate nessuna sostanza perche' non vi fanno stare bene, non sono quelle che vi danno allegria o felicita''. In una strategia di lotta alle droghe, secondo Turco, 'viene prima il discorso educativo. Poi bisogna incidere sui fenomeni illegali di laboratori che trattano le sostanze. Combattere lo spaccio e la diffusione delle droghe con grande fermezza'. Due aspetti, ha spiegato, che vanno tenuti insieme tenendo presente che il primo passo resta 'fare in modo che i ragazzi non sentano il bisogno di ricorrere a queste sostanze'. Uno spirito che deve animare ogni iniziativa, compreso il kit antidroga lanciato dal Comune di Milano e dal consiglio di Zona 6: 'Confermo -ha concluso- che a mio avviso si tratta di una proposta interessante. Ne discuteremo ancora'. 19-05-2007 Irlanda. Ministro Finanze come Clinton: ho fumato ma non ho inalato Il ministro delle Finanze Brian Cowen da giovane ha fumato la cannabis. Lo ha dichiarato in piena campagna elettorale ai giornalisti. "Da studente ho provato la sostanza. C'erano piu' occasioni dove la sigaretta veniva fatta passare, ma non ho inalato il fumo". Il primo ministro Bertie Ahern, riconoscendo l'onesta' di Cowen, ha dichiarato: "Credo che molti universitari provino la droga, io non l'ho mai fatto". 19-05-2007 Usa. Test antidroga del sudore rilevano marijuana per quattro settimane dall'ultimo consumo L'ingrediente psicoattivo principale nella marijuana, il Thc, potrebbe essere rintracciabile nel sudore di consumatori assidui di cannabis fino a quattro settimane dopo l'ultimo consumo, secondo una sperimentazione clinica pubblicata sulla rivista scientifica Forensic Science International. Gli studiosi del National Institute on Drug Abuse (Nida) hanno sperimentato la sensibilita' dei cerotti del sudore su 11 persone che consumano cannabis quotidianamente. Tutti i soggetti sono risultati positivi al Thc durante la prima settimana di astinenza, tre sono risultati positivi per due settimane, ed un soggetto ha continuato ad essere positivo per quattro settimane dopo l'ultima volta che aveva consumato cannabis. Al contrario, i soggetti a cui sono state somministrate dosi quotidiane di Thc per via orale non sono risultati positivi. I cerotti del sudore vengono applicati sulla pelle con un adesivo per circa una settimana. Questa tecnologia e' impiegata principalmente per il trattamento antidroga e dalle autorita' giudiziarie. 19-05-2007 Germania. Cannabis migliora capacita' cognitive dei pazienti schizofrenici Il consumo di cannabis e' associato ad una maggiore capacita' cognitiva nei pazienti schizofrenici, secondo una sperimentazione clinica che sara' pubblicata a breve sulla rivista scientifica Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry. Gli studiosi dell'Universita' di Berlino hanno analizzato l'impatto della cannabis sulla funzione cognitiva in persone affette da schizofrenia che avevano fatto precedentemente uso di cannabis e coloro che non ne avevano mai fatto uso. I ricercatori hanno rilevato che il consumo della cannabis non e' associabile alla diminuzione delle capacita' cognitive, e coloro che avevano ammesso di aver consumato marijuana precedentemente al primo episodio psicotico, dimostrano una capacita' cognitiva superiore ai pazienti schizofrenici non consumatori. "Sorprendentemente, i pazienti schizofrenici che abusano di cannabis hanno raggiunto e talvolta superato i risultati simili a quelli raggiunti dai non consumatori schizofrenici", hanno concluso gli studiosi. "Invece di deteriorare la performance neuropsicologica, l'uso di cannabis precedentemente al primo episodio psicotico migliora i risultati in alcuni test". Secondo gli autori dello studio, le disfunzioni cognitive sono presenti nell'80% dei pazienti a cui e' stata diagnosticata la schizofrenia. Un altro studio della Manchester Metropolitan University in Gran Bretagna aveva gia' dimostrato che i pazienti schizofrenici che avevano consumato cannabis prima dello sviluppo della malattia posseggono migliori capacita' cognitive dopo dieci anni rispetto ai non consumatori. Studi neurocognitivi fatti su volontari sani non hanno dimostrato l'associazione fra l'uso di cannabis e la diminuzione in capacita' cognitive. 20-05-2007 Italia. Borghezio (Lega): l'asilo politico agevola il narcotraffico 'La vicenda della rete di trafficanti nigeriani di droga che a Padova avevano ottenuto lo 'status' di perseguitati politici in forza di diritto di asilo, conferma la giustezza delle battaglie che la Lega Nord combatte da tempo per contrastare la legislazione 'superbuonista' a favore dell'asilo politico per gli extracomunitari'. Lo afferma in una dichiarazione il parlamentare della Lega Nord Mario Borghezio. 'Un istituto di indubbio valore umanitario - aggiunge Borghezio - e' stato ridotto, anche con le complicita' di varie Enti e associazioni, nella via maestra per assicurare copertura e intangibilita' ai peggiori criminali extracomunitari. Ma ora i ministri Ferrero e Amato si decideranno ad aprire gli occhi ed accorgersi di questa pericolosissima realta' o continueranno con la solita politica ipocrita e buonista pro-immigrati?'. 20-05-2007 Gb. George Michael: la marijuana e' la mia preferita Serata di confessioni per la pop-star George Michael. Intervistato durante il programma televisivo "Parkinson" il cantante ha rivelato la sua predilezione per la marijuana e che sta pensando di abbandonare la Gran Bretagna per la troppa pressione mediatica. Conversando con il presentatore, Michael ha ammesso candidamente di usare droghe e di preferire tra tutte la marijuana. "Non pretendo che la usino tutti", ha chiarito l'ex leader degli "Wham". "È una droga che può essere terribile in alcuni momenti della vita. Quando si è giovani e si deve lavorare sodo per raggiungere importanti obiettivi, non può certo pensare di fare ricorso a sostanze come queste che ti rilassi così tanto. Non sto qui seduto a dire che la marijuana fa bene a chiunque". Non è la prima volta che il cantante fa queste rivelazioni choc. Proprio lo scorso anno, Michael si era presentato davanti alle telecamere del The South Bank Show fumando uno spinello. Il cantante ha poi ammesso di voler abbandonare la Gran Bretagna perché stufo della continua pressione dei tabloid sempre a caccia dello scandalo. "Ne ho davvero abbastanza - ha detto - sono stanco di aver paura di essere costantemente sorvegliato dagli obiettivi dei fotografi. Più ci rifletto, più mi dico che al di là dell'amore per la mia terra, ora forse devo pensare a stare bene". 21-05-2007 Italia. Lombardia. Ferretto (An): decreto su test antidroga pronto da 17 anni Il decreto che prevede che gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a mansioni che comportano rischi per la sicurezza, la incolumita' e la salute dei terzi, siano sottoposti, a cura di strutture pubbliche nell'ambito del servizio sanitario nazionale e a spese del datore di lavoro, ad accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell'assunzione in servizio e, successivamente, ad accertamenti periodici e' pronto da 17 anni e il consigliere regionale di An, Silvia Ferretto, si augura che queto possa quanto prima essere approvato. 'Sono passati 17 anni e, a causa della mobilitazione dei sindacati da una parte e del garante della privacy dall'altra, questo importante provvedimento per la tutela della sicurezza dei cittadini non e' stato ancora emanato. E' evidente che prima del diritto alla privacy deve esserci il diritto alla sicurezza e all'incolumita' dei cittadini ed i recenti tragici fatti di cronaca testimoniano quanto la questione sia urgente e non piu' procrastinabile". 'La speranza ora e' che, visto che anche alcuni esponenti di sinistra, come il Ministro Turco, sembrano finalmente essersi resi conto dei danni provocati dalla 'sinistra' pubblicita' ingannevole, questo decreto venga emanato quanto prima. Per quanto riguarda i politici riterrei opportuno che, almeno coloro che si impegnano in prima linea per la tolleranza zero lo eseguissero. Ed e' per questo che la scorsa settimana io stessa mi sono sottoposta al test e, acquistandone qualcuno in piu', ho dato la possibilita' ad altri colleghi di fare altrettanto". 'In merito alle contestazioni sull'affidabilita' del test sulla saliva che abbiamo eseguito e' evidente che in Consiglio Regionale fosse impossibile fare quello sul capello, che si esegue solo nelle strutture ospedaliere, cosi' come quello sulle urine delle quali sarebbe stato complesso ed imbarazzante controllare la 'fonte'". 21-05-2007 Italia. Galli (Lega): Turco incoerente sulla cannabis Il capogruppo della Lega Nord in Regione Lombardia, Stefano Galli, commenta alcune dichiarazioni del ministro della salute, Livia Turco, sulle polemiche derivanti dalla morte di un quindicenne milanese a scuola, forse dovuta all'assunzione di stupefacenti, e sulla proposta venuta dal sindaco di Milano di distribuire ai genitori degli studenti milanesi un kit anti-droga. 'Quando al telegiornale ho sentito Livia Turco affermare che, in fatto di droghe, 'si tratta di dire ai nostri ragazzi che qualunque sostanza fa male' ho davvero fatto fatica a crederci. Che ipocrisia!'. 'Lo stesso ministro che a novembre ha raddoppiato l'uso consentito di cannabis, adesso, dopo l'ennesimo e luttuoso fatto di cronaca, condanna apertamente l'uso di spinelli e raccomanda alle famiglie il kit anti-droga proposto dalla Moratti. Un atteggiamento indubbiamente incoerente e pericoloso da parte di chi dovrebbe invece tutelare la salute nostra e dei nostri ragazzi'. 'Ministri come Livia Turco, messi di fronte ad episodi come quello del ragazzo morto dopo uno spinello, dovrebbero rassegnare le dimissioni, come probabilmente sarebbe accaduto in qualsiasi altro Paese europeo. Ma qui siamo in Italia, e per mantenere la poltrona si e' disposti ed e' sufficiente fare dichiarazioni completamente in contrasto con quanto si e' sostenuto fino al giorno prima'. 21-05-2007 Arabia Saudita. Regista Bassano condannato a 4 anni per consumo di hashish Quattro anni di reclusione, poi l' espulsione dal Paese: il giudice monocratico del tribunale di Dubai City ha letto questa mattina il verdetto di condanna per Lorenzo Bassano, il regista quarantenne, originario di Cesena ma che da vent'anni vive a Milano, che il 21 marzo era stato arrestato all'aeroporto di Dubai dalle autorita' locali perche' in un paio di pantaloni contenuti nella valigia gli erano stati trovati 0,7 grammi di hascisc. Il regista inoltre soffre del morbo di Chron, una malattia all'apparato digerente che richiede un'alimentazione particolare. La lettura della sentenza e' stata veloce, non sono state spiegate le motivazioni, ma a Lorenzo Bassano dovrebbe essere stato riconosciuto l'esclusivo uso personale di droga, altrimenti la pena sarebbe stata tra i 10 e i 15 anni. Per lo spaccio e' previsto l'ergastolo. Marco Bassano, fratello minore di Lorenzo, era presente in tribunale, anche se non era in aula al momento della lettura del verdetto. 'Mio fratello non l'ho visto. Ovviamente non siamo soddisfatti del verdetto. Ci aspettavamo pero' questa pena, non ci eravamo mai illusi. Ora mio fratello, che e' malato, verra' trasferito nel carcere centrale, piu' grande di quello dove si trova attualmente. E dovremo iniziare da capo il regime di nutrizione: infatti Lorenzo deve mangiare sostanze particolari che spesso gli ho portato io. Ora continueremo a lavorare per la domanda di grazia, che pero' non dovrebbe essere consegnata dall'ambasciata all'emiro prima di una decina di giorni. L'eventuale grazia (i cui criteri sono dettati esclusivamente dallo sceicco) potrebbe essere concessa per una festa o un avvenimento particolare, che secondo le solite voci potrebbe avvenire anche il prossimo mese, oppure in occasione del ramadan previsto per la meta' di settembre'. 21-05-2007 Italia. Padova. Assessore perplesso su multe a chi acquista stupefacenti 'Sono prudente. E' una faccenda complessa. Non e' la stessa cosa rispetto a cio' che e' stato fatto per i clienti delle prostitute lungo le strade e quindi anche gli strumenti non possono essere gli stessi'. Marco Carrai, assessore alla polizia municipale di Padova, pesa le parole davanti alla possibilita' che l'amministrazione comunale possa mettere in cantiere qualche provvedimento per punire anche i clienti dei venditori di droga, sull'onda dal successo ottenuto dall'ordinanza che multa chi si ferma ai margini della strada per contrattare una prestazione sessuale. 'Con il sindaco Flavio Zanonato ne abbiamo brevemente parlato ma non c'e' ancora nulla di concreto. Mi riservo qualche giorno per poter valutare e approfondire tutti gli aspetti della questione. Ci sono gia' norme specifiche che colpiscono lo spaccio di droga che e' reato, intervenire nei confronti del cliente mi pare una questione complessa'. Davanti ad un tema che in questi giorni e' al centro del dibattito in sede locale e sulla stampa e che ha visto lo stesso sindaco indicare la necessita' di una valutazione attenta per capire se ci sono margini giuridici, l'assessore Carrai sottolinea cosi' di volersi prendere qualche giorno prima di pronunciarsi sulla possibilita' o meno di fare ulteriori passi verso la definizione di un provvedimento, di una ordinanza comunale anche sul tema droga. 21-05-2007 Italia. Cosenza. Terminata campagna antidroga nello sport Si e' conclusa questa mattina a Palazzo dei Bruzi la campagna di sensibilizzazione contro la droga attraverso la pratica sportiva. Un gran numero di studenti delle scuole medie cittadine hanno affollato il Salone di Rappresentanza incontrando l'Assessore allo Sport Amedeo Pingitore, il Vice Sindaco Giancarlo Morrone e il presidente della Commissione Consiliare allo Sport Marco Ambrogio. Il palazzo comunale e' stato invaso dall'entusiasmo dei ragazzi che, sull'argomento, hanno prodotto lavori artistici e letterari alcuni dei quali sono stati presentati nell'occasione. L'Assessore Pingitore, animatore dell'iniziativa, si e' detto molto soddisfatto per i risultati ottenuti. 'Avete svolto dei lavori pregevoli e sono sicuro che, a questo punto, siate piu' consapevoli della pericolosita' della droga. Come Amministrazione Comunale siamo coscienti dell'importanza di contrastare con la prevenzione un fenomeno ormai allarmante e con il contributo dei dirigenti scolastici e dei singoli docenti siamo riusciti ad incontrare molti di voi. Abbiamo parlato della pericolosita' della droga, ma anche delle insidie dello sport, quando non e' praticato seguendo le regole. L'esperienza compiuta e' stata altamente positiva, al punto che l'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Perugini ha deciso di istituzionalizzare questi incontri ogni anno. Continueremo ad operare all'interno delle scuole medie inferiori perche' crediamo nella prevenzione `primaria', quella che si rivolge alle potenziali vittime prima che il pericolo insorga. I messaggi che continueremo a trasmettere saranno due: no alla droga che uccide, si allo sport, quello sano e non quello del doping'. Il Vice Sindaco Giancarlo Morrone ha ricordato come la cultura non sia solo il 'contenuto dei programmi scolastici, ma significa apertura alla vita e a tutto cio' che puo' veicolare valori positivi come la pratica sportiva. L'Amministrazione comunale, in questo come in altri progetti, investe nella prevenzione a beneficio delle giovani generazioni'. 21-05-2007 Italia. Calabria. Campagna informativa Cri sulle droghe nelle scuole Una giornata di studio sul tema della droga promossa da una scuola in collaborazione con la Croce Rossa Italiana. Nell'Istituto Tecnico Commerciale 'Luigi Palma' di Corigliano Calabro (CS), impegnato in un progetto rivolto ad informare gli studenti sugli effetti devastanti delle tossicodipendenze, ha funzionato durante l'intero anno scolastico un Centro di ascolto, nel quale i ragazzi della Scuola che ne hanno fatto richiesta, hanno potuto incontrare insegnanti, psicologi e medici, ricevendo, attraverso colloqui personali, sostegno adeguato. Al termine di questo percorso e' stata organizzata per sabato 26 maggio presso il Castello Ducale di Corigliano Calabro la giornata di approfondimento e confronto, nel corso della quale porteranno il loro contributo dirigenti e operatori del settore scolastico, operatori socio-sanitari, rappresentanti di Associazioni di volontariato e genitori. L'incontro, che avra' inizio alle ore 9.30, aprira' con una relazione della Dirigente scolastica Clara Latronico e sara' coordinato da Fausto Taverniti, giornalista e Consigliere per l'Informazione Cri. Concludera' i lavori Massimo Barra, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana e Presidente della Commissione Sviluppo della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che terra' una Lezione Magistrale su 'Droga: riduzione del danno e lotta alla stigmatizzazione'. La giornata, dedicata soprattutto agli studenti, avra' un momento di intrattenimento con una 'pie'ce teatrale' dell'artista Adele Falbo. 21-05-2007 Italia. Fini: il modello milanese sul kit antidroga anche in altre citta' Il 'kit anti droga' che il Comune di Milano sta sperimentando, su proposta dall'assessore alla salute Carla de Albertis, potra' essere esteso ad altre citta' italiane, almeno in quelle "dove il sindaco e' di Alleanza Nazionale. In quei casi daremo indicazioni precise". Lo ha annunciato Gianfranco Fini durante una conferenza stampa a Milano, nella quale ha ringraziato il sindaco letizia Moratti "per aver compreso e rilanciato questa lodevole iniziativa". Il leader di An non ha risparmiato critiche a una "certa sinistra" che sul tema della droga e' colpevole di "ipocrisia". "Quando sento il sindaco Chiamparino che dice che dobbiamo riflettere sull'impatto sociale delle droghe, penso sia bene che a sinistra la smettano con l'ipocrisia e le lacrime di coccodrillo e si prenda atto che e' necessario assumere una posizione, che non esito a definire, proibizionista". Sulle droghe vanno tenuti in considerazione i dati scientifici che arrivano dall'Organizzazione mondiale della sanita' "che da anni dice che non esistono droghe leggere e droghe pesanti". Alleanza nazionale su questo non e' disposta a cedere e avverte che se il Governo procedera' sulla strada delle modifiche alla legge Fini, allora "si dara' vita a una grande mobilitazione". L'iniziativa che parte da Milano, illustrata dall'assessore alla salute del Comune, Carla De Albertis si rivolge alle famiglie della zona 6, con figli dai 13 ai 16 anni "e intende restituire ai genitori un ruolo di educazione e prevenzione". Proprio oggi sono partite le prime lettere, una sorta di "informativa scientifica" redatta in collaborazione con il Centro anti veleni dell'ospedale Niguarda, nella quale si danno alcune indicazioni ai genitori per contrastare "la cultura dello sballo". Nella busta ci sara' anche un coupon, con il quale i genitori che lo decidono, potranno recarsi in farmacia a ritirare un kit che contiene un test sulle urine capace di rivelare la presenza di 5 sostanze stupefacenti. Il kit antidroga puo' essere un aiuto, ma la priorita' e' l'informazione dei giovani. E' il pensiero del ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, sullo strumento antidroga proposto dal sindaco di Milano, Letizia Moratti. "Il kit puo' essere utile anche se bisogna mettersi d'accordo su cos'e' e come utilizzarlo - dice Fioroni, intervenuto ad un convegno sul bullismo alla comunita' Exodus di don Mazzi - prima di tutto bisogna prevenire, attraverso l'informazione ai ragazzi perche' un ragazzo informato e' un ragazzo formato". "Prima di tutto - conclude - deve passare un messaggio, e cioe' che l'utilizzo di sostanze drogastiche, fumo e alcool, e' patologico e non fisiologico". "Il ministro Fioroni dice bene quando parla del kit anti-droga come di un utile strumento ma dalle sue parole si capisce che non è correttamente informato". Lo dichiara Ignazio La Russa, presidente dei deputati di Alleanza Nazionale, rispondendo al ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, che oggi ha 'approvato' l'iniziativa relativa alla distribuzione gratuita da parte del comune di Milano del kit anti-droga, ma ha poi affermato che 'occorre prima di tutto informare i ragazzi sui rischi che si corrono facendo uso di droghe, perché un ragazzo informato è un ragazzo formato'. "L'iniziativa dell'assessore comunale Carla De Albertis - aggiunge La Russa - rilanciata dal presidente Gianfranco Fini e approvata dal sindaco di Milano Letizia Moratti, relativa alla distribuzione gratuita del kit anti-droga alle famiglie della zona 6 con figli di età compresa tra i 13 e i 16 anni, fornisce con una apposita documentazione, tutti gli elementi utili per una corretta informazione circa il pericolo derivante dall'uso da parte di questi di sostanze stupefacenti. Proprio oggi inoltre, sono partite le prime lettere, una sorta di 'informativa scientifica' redatta in collaborazione con il Centro anti veleni dell'ospedale Niguarda, nella quale si danno alcune indicazioni ai genitori per contrastare 'la cultura dello sballo'". "A Fioroni quindi - conclude il capogruppo di AN - faccio presente che basta informarsi per evitare di dire cose sbagliate". ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25,00 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------