====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 30-07-2007 al 06-08-2007 n.32/2007 (Anno VII) ARTICOLI - Argentina. L'opinione del direttore dell'Instituto de Prevencion de la Drogadependencia - Test antidroga: regalate pere e preservativi ai colleghi dell'Udc - Italia. Test antidroga. I parlamentari Udc li facciano in Questura - Italia. I test antidroga ai parlamentari - Don Gelmini. Da probabile diffamato a straparlatore pericoloso NOTIZIE - Australia. Western Australia. Piu' alto il consumo di amfetamine - Gb. Voci di possibili tagli di Gordon Brown ai programmi antidroghe - Italia. Scientology: resoconto della raccolta di siringhe a Ostia Lido - Italia. Allarme cocaina. Radicali: come per l'eroina, i consumatori non hanno controllo sulle sostanze illegali - Italia. Deputato Udc ammette: ho partecipato a festino con squillo, non sapevo della droga - Italia. Aumentati del 12% decessi per overdose; 90% segnalazioni riguarda consumo cannabis - Italia. Cucinotta a Forza Italia: la marijuana l'abbiamo provata tutti - Australia. Un incidente su tre per abuso sostanze - Australia. Le amfetamine intaccano i denti - Gb. Non e' necessario riclassificare la cannabis - Italia. Mercoledi' test antidroga volontario per parlamentari. Prime adesioni - Nuova Zelanda. Uno spinello fa male ai polmoni quanto cinque sigarette - Usa. Figlio Al Gore ammette possesso di droga - Colombia. Spie narcotrafficanti nell'esercito - Italia. Mondavi: bambini di 10 anni consumano alcol e droga - Italia. Mele: ho sbagliato, mi dimetto. Polemiche su proposta ricongiungimenti - Italia. Udc organizza test antidroga volontario per parlamentari. Blitz Verdi-Radicali: ipocriti - Italia. Procura di Roma apre fascicolo su deputato Udc: forse lui il fornitore di cocaina - Italia. An a Ferrero: droghe tutte uguali. E lui: informatevi prima di parlare - Usa. Gas condizionatori per sballarsi - Francia. Nelle aziende aumenta il consumo di cocaina - Usa. La marijuana potrebbe aumentare rischio cancro della pelle - Italia. Negativi i test antidroga Udc - Usa. Nevada. Piu' difficile la vendita di sostanze per produrre metanfetamine - Italia. Ministro Salute chiede divieto bevanda "Canna pull" - Italia. Mele (Udc) indagato: ha portato lui la cocaina al festino - Italia. Don Gelmini indagato per abusi sessuali; il legale: forse una vendetta - Italia. Interpellanza dei Radicali a Ferrero: carente il servizio tossicodipendenza in carcere - Italia. Cassazione: coltivare o passarsi qualche spinello non giustifica arresto - Italia. Milano. Cani antidroga davanti ai locali - Arabia Saudita. Sei uomini decapitati per droga - Italia. Mele (Udc) accusato anche di omissione di soccorso - Italia. Dj Aniceto lancia campagna online contro stupefacenti - Canada. Sempre piu' droga dall'Afghanistan - Iran. Esecuzione capitale per trafficanti - Usa. Con le coltivazioni afghane in aumento ci si interroga sul che fare - Italia. L'Osservatorio sociale riflette sui sequestri di canapa ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 2 morti - 153 arresti - 369,877 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 201,887 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 167,990 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 240847 "dosi" di droghe sintetiche (tavolette di ecstasy, francobolli di LSD etc.) - 349093 piante di cannabis - 45 giorni di detenzione ARTICOLI 01-08-2007 Argentina. L'opinione del direttore dell'Instituto de Prevencion de la Drogadependencia Da settori legislativi, organizzazioni non governative e da alcuni settori pubblici in ambito esecutivo e giudiziario viene la richiesta di diverse misure che, se fossero realizzate, muterebbero enormemente la politica delle droghe in Argentina. Se ne distinguono tre con chiarezza: a) depenalizzazione del possesso per consumo personale di una certa quantita' non punibile, cosi' come misure che limitino l'assistenza al consenso del paziente, restringendo le forme educative e assistenziali attuali; b) medicalizzazione della marijuana, con vendita in farmacia per il trattamento di talune malattie terminali; c) promozione della distribuzione di siringhe e preservativi in ambito della cosiddetta strategia di riduzione del danno o dei rischi, nel tentativo d'abbassare l'incidenza delle infezioni da Hiv, epatite o di altre malattie ancora. Molti di coloro che difendono la depenalizzazione la vedono come una fase intermedia alla legalizzazione delle droghe, e per questo l'Argentina dovrebbe denunciare le convenzioni con gli organismi internazionali in cui figurano tutti i Paesi del mondo. STRATEGIA E' illuminante che nessuno dei fautori di questi programmi menzioni una strategia globale di lotta preventiva. Oggi sappiamo che nessuna di queste misure serve, se non c'e' una politica di campagne pubbliche sui danni dell'alcol e delle droghe, la formazione di insegnanti, genitori, leader comunitari, equipe sanitarie, e senza formare una rete di centri d'assistenza in tutti i quartieri dei grandi centri urbani. E' che lavorare a un programma preventivo assistenziale con grande partecipazione della comunita' svilupperebbe una cultura della qualita' della vita e contrasterebbe il consumo di droghe e l'alcolismo. Tutto l'opposto di quello che oggi promuovono culturalmente certi settori: la tolleranza sociale verso il consumo. Questa tolleranza e' una delle basi dell'epidemia, e in alcuni luoghi della pandemia, in cui viviamo. Riguardo alla legge sulle droghe oggi in vigore, molte sono le critiche che si possono fare, specialmente nella sua applicazione: perche' a pochi metri da dove risiedono le strutture di controllo si distribuisce droga in eventi pubblici e spettacoli?; perche' cadono solo "porreros"?; esiste la lotta alla criminalita' organizzata? Temo proprio che se non si adottano misure di una politica di prevenzione della domanda (genitori, scuole, centri sanitari, istituzioni sociali) e di controllo dell'offerta (misure efficaci per limitare la quantita' di droghe e d'alcol in circolazione), le misure attuali faranno aumentare i punti dell'offerta e le quantita' in circolazione. Ossia, l'epidemia aumentera'. Una politica comunitaria frontale di prevenzione genera rapidamente due effetti di ampia portata sanitaria: l'individuazione precoce (i genitori e la societa' in generale scoprono il processo di deterioramento quando e' gia' iniziato il consumo) e la promozione della salute. In pochi anni s'abbasserebbe il consumo globale e l'ingresso di nuove popolazioni a contatto con gli stupefacenti. Per di piu', riguardo alla depenalizzazione, si porta come esempio l'Olanda (depenalizza fino a 5 grammi di marijuana e punisce una quantita' superiore), che ha il piu' alto indice di contatto dei minorenni con le droghe in Europa, e s'ignora l'estremo opposto, rappresentato dalla Svezia, che ha ottenuto successi straordinari prevenendo l'offerta e la domanda. La marjiuana terapeutica non resiste a nessuna analisi, a meno che non si desideri indurre la tolleranza sociale verso l'uso e l'abuso di questa sostanza. Recentemente (giugno 2003) la Societa' di Neurologia e Psichiatria del Cile ha prodotto un documento con cui mostra gli errori di quel concetto: non esistono risultati evidenti degli effetti terapeutici della marijuana e anche l'effetto antiemetico (contro il vomito) e' largamente superato da altre sostanze farmacologiche che non provocano effetti secondari: sindrome amotivazionale, disturbi cerebrali, allucinazioni, ecc. Gli argomenti sono molti e questi sono solo alcuni. Negli Stati Uniti c'e' un rifiuto nei confronti della politica di alcuni Stati riguardo alla marijuana terapeutica; per esempio a Oakland (California) i cittadini si lamentano dei danni alla salute pubblica causati dall'apertura massiccia di punti vendita, accompagnata da un aumento del narcotraffico in quelle zone. SERIETA' Da ultimo, la riduzione del danno mediante la distribuzione di siringhe e profilattici per prevenire le malattie trasmissibili e' utile all'interno di un programma globale che includa un lavoro preventivo e assistenziale. Cosi' avviene in tutti i Paesi dove si lavora seriamente, inclusa la formazione degli operatori sanitari perche' possano lavorare nelle zone critiche. Il problema delle droghe non lo si puo' minimizzare o ridurre a un'unica causa. Credo che se dovesse prevalere l'impostazione riduzionista e semplicistica ci sara' piu' epidemia. Juan Alberto Yarìa (La Prensa, 30-07-2007, trad. di Rosa a Marca) 01-08-2007 Test antidroga: regalate pere e preservativi ai colleghi dell'Udc Contro l'ipocrisia pere e preservativi! Le pere meglio mangiarle che farsele ed i preservativi meglio distribuirli in Parlamento per fare un po' di campagna di prevenzione e tutelare le prostitute romane. Questo il messaggio che ho voluto lanciare insieme ad alcuni deputati dei Verdi e della Sinistra Democratica (1) recandomi questa mattina al banchetto che l'Udc ha allestito in piazza Montecitorio per fare il test antidroga ai parlamentari. Dopo la bocciatura della pdl presentata dall'ex Presidente della Camerea Casini e firmata da un centinaio di parlamentari bipartisan per introdurre il test (non obbligatorio) antidroga per i parlamentari, l'Udc e' ritornato all'attacco con questa assurda proposta in stile proibizionista. Recandoci allo stand abbiamo regalato ai presenti alcuni sacchetti contenenti una pera e un preservativo giusto per ricordare l'ipocrisia di questo partito che con queste iniziative predica male e razzola ancora peggio, a dimostrarlo anche alcune "mele" spuntate fuori all'improvviso che avrebbero dovuto rappresentare le tentazioni... A questo punto ci aspettiamo che l'Udc proponga il divieto di somministrazione di alcolici alla buvette alla Camera e che all'entrata e all'uscita dal Parlamento ci faccia la prova del palloncino... (1) Paolo Cento, Grazia Francescato, Paola Balducci, Luana Zanella, Franco Grilllini Donatella Poretti 01-08-2007 Italia. Test antidroga. I parlamentari Udc li facciano in Questura I test antidroga organizzati dall'Udc di fronte alla Camera dei Deputati sono una offesa a tutti quei cittadini obbligati a sottoporsi a controlli antidroga. Perche' possa davvero essere efficace, il test deve essere fatto su base obbligatoria, periodica e senza preavviso, cosi' come gia' per il doping nello sport. Chiunque abbia un po' di familiarita' con questi test da "banchetto" (esame del sudore o della saliva) sa infatti che, passati alcuni giorni, non e' piu' possibile rilevare la presenza di sostanze illegali. Basta quindi non fumare cannabis o sniffare cocaina per qualche giorno prima di sottoporsi al test, per poi continuare tranquillamente a sballarsi dopo. Noi siamo contrari ai test antidroga obbligatori a meno che non vi siano ragioni di sicurezza per terzi, come nel caso dei controlli sulle strade per chi guida. Ma se i parlamentari dell'Udc o di qualsiasi altra formazione politica vogliono sottoporsi a test veri, e non a messe in scena, si uniscano dalle centinaia di migliaia di italiani denunciati o condannati per droga, costretti a fare frequentemente, ed obbligatoriamente, i test in questura o alla Asl. Solo cosi' potranno convincerci che cio' che predicano e' anche cio' che razzolano. Pietro Yates Moretti 02-08-2007 Italia. I test antidroga ai parlamentari Ecco la vignetta http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=189513 Joshua Held 05-08-2007 Don Gelmini. Da probabile diffamato a straparlatore pericoloso E' incredibile come don Gelmini, accusato di azioni di pedofilia, in soli pochi giorni dall'accusa e dalla bomba mediatica che ne e' seguita, sia riuscito a passare da probabile diffamato a straparlatore pericoloso. I fari che illuminano la vittima gli hanno fatto male? Non lo so, ma prendo atto di quanto ha detto e continua a dire, pur con i cambiamenti/smentite che ha fatto circolare in seguito. Quello che e' accaduto sarebbe dovuto –secondo don Gelmini- ad un complotto ebraico-radical chic... e –aggiungo io perfezionando la chiave politica usata dal nostro- il complotto degli anziani di Sion si esplicherebbe nel costringere le chiese cattoliche vaticane degli Usa a pagare somme ingenti per le transazioni dei preti di quel Paese che in questo modo si sono dichiarati rei-confessi di atti di pedofilia. Oggi don Pierino dice che si era sbagliato e voleva dire "massonico-radical chic" ed ha esternato gli abituali complimenti che si fanno in questi casi agli ebrei, suoi amici, suoi fratelli, bla bla... complimenti che detti in questo contesto suonano come quelli che a meta' del secolo scorso venivano fatti alla integrita' del pensiero ebraico da chi, poco dopo, apriva i rubinetti delle camere a gas per ottemperare agli ordini di salvaguardia razziale. Un tempo si diceva che il complotto era giudaico-massonico, la nuova versione di don Gelmini (ebraico-radical chic) mi sembra un adeguamento ai nostri tempi... del resto radicali e massoni, grossomodo, fanno riferimento al medesimo pensiero anticlericale della fine del secolo 1800, anche se poi hanno seguito strade diverse. E intorno a don Gelmini una pletora di solidarieta'. Meno male, per gli atti di pedofilia, ma sul ebraico-radical chic... devo registrare la nascita di un nuovo fronte di lotta al complotto degli anziani di Sion? Per fortuna so che non e' cosi' e molti di quelli che solidarizzano con don Gelmini non hanno bisogno di alcuna lezione per la difesa dell'ebraismo e di Israele. Ma rimane il problema don Gelmini. Si', il problema. Perche' se don Pierino intende difendere la sua opera di salvezza umana dei tossicomani e disperati in questo modo, credo che lo faccia male. Io combatto sul medesimo fronte di don Gelmini ma con una strategia diversa: entrambi desideriamo che le persone non si facciano male da sole, don Gelmini attraverso la dimensione religiosa in cui vuol riportare quelli che per lui sono peccatori, io attraverso la crescita della consapevolezza individuale e la lotta a leggi punizioniste che hanno creato una situazione come quella odierna, di sfascio istituzionale e umano. Ma se qualcuno dovesse accusarmi di atti di pedofilia, credo che difficilmente penserei e griderei ad un complotto della chiesa vaticana e di don Gelmini stesso contro di me... sarebbe ridicolo e sminuirebbe la mia credibilita' per l'impegno in materia. Credo che, purtroppo, e' cio' che sta accadendo con don Pierino, che si sta facendo male da solo. Vincenzo Donvito -------------------------------------- NOTIZIE 30-07-2007 Australia. Western Australia. Piu' alto il consumo di amfetamine Gli abitanti di questo Stato consumano piu' amfetamine, ed e' quadruplo il numero di quelli che si rivolgono ai centri per disintossicarsi dalle sostanze sintetiche. La ricerca condotta dall'Istituto australiano della salute e da quello dell'assistenza sociale, rivela che un quarto dei tossicodipendenti, che si rivolge ai centri di recupero, e' dipendente da amfetamine. Louise York, ricercatrice dell'Istituto, ha dichiarato che l'alcol e' la sostanza piu' consumata tra le droghe legali e la cannabis tra quelle illegali. 30-07-2007 Gb. Voci di possibili tagli di Gordon Brown ai programmi antidroghe Il Sunday Telegraph ha riportato la notizia, (ieri 29 luglio) che il Governo potrebbe tagliare 50 milioni di sterline dai fondi antidroghe. I tagli, previsti per i prossimi tre anni, sarebbero diretti al "Pooled Treatment Budget", (PTB), il principale programma antidroghe del Governo. Programma che ha un budget previsto per il 2007 di 398 milioni. Il PTB e' finanziato dall'Home Office e dal Dipartimento della salute. Martin Barnes, dell'agenzia no profit DrugScope ha dichiarato: "Siamo preoccupati sulle voci di possibili tagli ai programmi antidroghe. Il Primo Ministro si e' espresso in passato sulla necessita' di migliorare i programmi, per questo simili voci sembrano contrastanti". Il portavoce del Dipartimento della Salute ha detto: "Nessuna decisione e' stata presa sul 2008 e oltre. Il Governo ha speso molto nei programmi di disintossicazione, e' il numero delle persone disintossicate e' quintuplicato negli ultimi anni. Attaccare le droghe illegali rimane una priorita' del Governo, come e' stato recentemente espresso dall'Home Office". 30-07-2007 Italia. Scientology: resoconto della raccolta di siringhe a Ostia Lido Ieri mattina, domenica 29 luglio, i volontari della campagna "Dico No alla droga, Dico Sì alla vita" della Chiesa di Scientology, hanno continuato l'opera di bonifica, già intrapresa da diverse settimane anche nel periodo estivo, nell'area della Pineta delle Acque Rosse e la via delle Isole del Capo Verde. In totale sono state raccolte oltre 70 siringhe, più numerosi aghi dispersi. Durante la perlustrazione e' stata individuata nella Pineta un angolo molto degradato dove sono state rinvenute almeno una cinquantina di siringhe abbandonate. Il problema del degrado della Pineta delle Acque Rosse e' piuttosto sentito da parte dei residenti che hanno lasciato su un albero una sorta di manifesto nel quale si chiede di non lasciare abbandonate le siringhe ed altri rifiuti sul terreno. L'azione di raccolta dei pericolosi rifiuti da parte dei volontari ha anche lo scopo di mettere in guardia ed invitare l'opinione pubblica ad una maggiore informazione sui rischi e le conseguenze dell'uso delle droghe. Dico no alla Droga si ispira sin dal 1986, anno della sua nascita, alla frase del filosofo ed umanitario Ron Hubbard: "Le droghe privano la vita dalle gioie e dalle sensazioni, che rappresentano comunque l'unica ragione per vivere". 30-07-2007 Italia. Allarme cocaina. Radicali: come per l'eroina, i consumatori non hanno controllo sulle sostanze illegali Alla notizia della nuova "emergenza droga" (18 persone ricoverate negli ospedali della zona di Bergamo, Brescia e Lago di Garda per gli effetti di una partita di cocaina tagliata con atropina e un decesso), Nathalie Pisano (Radicali Milano) e Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato: "La nostra speranza e' che l'ennesima emergenza estiva serva almeno a far riflettere sulla questione che riteniamo cruciale e che non ci stancheremo mai di segnalare: come per l'eroina e per tutte le sostanze illegali, i consumatori non hanno nessun controllo qualitativo e quantitativo sulle sostanze che sono costretti ad acquistare sul mercato nero, gestito dal monopolio criminale. Come per l'eroina, per l'ecstasy, per la cannabis, anche per la cocaina occorre seriamente pensare a un sistema di acquisto legale, che tuteli i consumatori e cessi di alimentare le narcomafie; lo stesso sistema di acquisto legale introdotto da Roosevelt per evitare che i consumatori di alcolici morissero fra dolori atroci per l'assunzione dell' "alcol di legno", prodotto dai vari Al Capone. Intanto, Ministero e Assessorati Regionali alla Sanita' devono ridare significato e sostanza al concetto di "riduzione del danno", applicandolo a tutte le sostanze con i diversi approcci necessari per entrare in contatto con i consumatori, che mutano a seconda della sostanza assunta. Concretamente: i SERT devono essere presenti con i loro operatori davanti a discoteche e luoghi di ritrovo." 30-07-2007 Italia. Deputato Udc ammette: ho partecipato a festino con squillo, non sapevo della droga Ha un nome ed un volto il misterioso parlamentare della notte di sesso e cocaina con due squillo all'hotel Flora. E' l'on. Cosimo Mele, 50 anni, moglie e tre figli, brindisino di nascita e di collegio elettorale (Udc). Al suo primo mandato, negli archivi dell'informazione politica e' ricordato per dichiarazioni sulla necessita' di difendere 'la nostra identita' cristiana'. E' anche cofirmatario della proposta di legge per la pubblicita' sull'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope da parte dei parlamentari. Per la cronaca sara' l'ennesimo scandalo che coinvolge sesso, droga e uomini di potere, un altro episodio da archiviare nella storia centenaria dell'Hotel Flora, dopo gli appuntamenti negli anni della Dolce Vita tra Mastroianni e la Ekberg, l'incontro tra Salvo Lima, Tommaso Buscetta e Nino Salvo (secondo una testimonianza al processo Andreotti) nel 1980 e, due anni dopo, l'assassinio, con una bomba che gli esplose sotto il letto, di uno dei dirigenti dell'Olp, a Roma per incontri segreti. L'on. Mele ha deciso di parlare con l'Ansa 'per evitare speculazioni politiche che danneggino il partito'. Si dimettera' dalla carica parlamentare? 'Io rispondo al mio partito. Al mio segretario ho offerto le mie dimissioni, se saranno necessarie'. Con sua moglie ha parlato? 'E' stata la cosa piu' difficile. Ho parlato e parlero' ancora'. Con la polizia, dice, parlera' domani. 'Andro' in questura domattina, per chiarire. Non mi hanno convocato, non ho nessun obbligo...' Che quel che e' accaduto sia una vicenda privata, senza nessun risvolto penale, ne e' convinto il parlamentare, ma anche gli investigatori, tanto che alla procura non risulta sia nemmeno stata fatta una segnalazione. 'La signora l'ho conosciuta a cena, al ristorante Camponeschi, presentata da amici', dice Mele nella sua ricostruzione della serata allegra che rischia di cambiargli la vita. 'No, non sapevo fosse una prostituta', ribadisce piu' volte, poi ammette di averlo capito 'ad un certo punto' e di averle fatto 'un regalino' (sulla cifra preferisce sorvolare). L'ha portata in una suite all'hotel Flora, 'anche se ho casa a Roma, ho preferito'. Hanno passato la serata, sempre secondo il racconto del parlamentare, poi ognuno a nanna in una stanza diversa della suite. Di cocaina l'onorevole dice non solo di non aver fatto uso, ma nemmeno di averla vista. 'Forse ha preso pasticche. Che ne so, io dormivo!'. L'on. Mele insiste anche sul fatto che lui era in compagnia di una sola ragazza, la seconda, dice, l'ha chiamata l'altra 'a un certo punto', 'poi se n'e' andata'. Non e' chiaro a che punto e' arrivata e a che punto se n'e' andata. Nemmeno se c'era ancora o no quando la prima, chiamiamola Francesca (anche se, galantemente, Mele non vuole farne neppure il nome di battesimo) si e' sentita male. 'Non e' proprio che stava male - dice Mele -, straparlava...'. Tanto che lui ha chiamato la reception chiedendo un medico, poi ha detto che non serviva, poi ha chiamato di nuovo. Fino a che, alle otto di mattina, l'ambulanza ha raccolto Francesca e l'ha portata al San Giacomo. Qui lei ha raccontato di pasticche che qualcuno le avrebbe fatto prendere. Cosi' e' partito l'accertamento di polizia ed e' venuto fuori il coinvolgimento del parlamentare, la presenza di un'altra ragazza. Quando Francesca si e' ripresa, ai poliziotti della questura ha detto che nessuno l'aveva costretta a fare niente e che anzi, 'quel signore' le aveva anche pagato il dovuto per la prestazione. Nessuna denuncia, tutti a casa. Peccato che qualcuno avesse messo una pulce nell'orecchio dei giornalisti. Chissa' perche'. Lui e due donne nella suite dell'hotel di Fellini? Sesso e droga? "Veramente non me ne sono neanche accorto di questa ragazza che prendeva pasticche o quant'altro. A un certo punto ha dato fuori di testa e io ho chiamato la reception: 'C'e' una persona che non sta bene...'. E' arrivata poi l'ambulanza. Ma come puo' far notizia un fatto del genere?"."Siamo allo scempio generale. Io non ho fatto altro che andare a cena con un amico che mi ha presentato la ragazza che, siccome era tardi, e' venuta a letto con me". "Ero con una ragazza -racconta- che poi ha chiamato una sua amica ma non e' stato un me'nage a tre". "Forse la droga -aggiunge ancora- gliel'ha data l'altra donna. Non ho visto nulla. Pero' quando e' stata male ho chiamato soccorso anche se non voleva". "Dopo una giornata intera di roboanti dichiarazioni di Volonte' e dell'Udc ecco che viene fuori il nome del frequentatore di festini a base di droga: un parlamentare centrista. Che figuraccia". Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e coordinatore federale del Movimento Giovani Padani, commenta cosi' l'outing' del parlamentare Cosimo Mele. "Aveva ragione Casini, serve un test per vedere chi fa uso di droga. Approviamolo subito e rendiamolo obbligatorio per tutti i parlamentari dell'Udc. Cosi - conclude Grimoldi - risolveremmo il problema dell'uso della cocaina alla Camera e al Senato". "Nulla di personale perche' ciascuno risponde alla propria coscienza", e tuttavia Cosimo Mele "deve uscire non solo dal gruppo dell'Udc, ma anche dal partito e dimettersi da deputato perche' con l'attuale legge elettorale c'e' da rispettare un mandato fiduciario con il partito prima che con gli elettori". Parole decisamente severe quelle di Maurizio Ronconi, vicecapogruppo dei centristi alla Camera: "Mele- punta l'indice Ronconi- ha determinato un gravissimo danno di immagine e di credibilita' al partito e al gruppo dell'Udc e politicamente non ha scusanti". A giudizio di Ronconi "non si puo' che essere inflessibili", dunque il segretario Lorenzo Cesa "assuma immediatamente ogni iniziativa tesa a garantire l'onorabilita' di un partito che, non dimentichiamolo, e' fatto di cattolici democratici sempre a difesa della famiglia e contro ogni droga". Tutta la mia 'solidarieta' al collega ingiustamente crocifisso', smettiamola di essere 'ipocriti': Francesco Cossiga scende in campo a difesa di Cosimo Mele, il deputato dell'Udc salito agli onori della cronaca per una serata piccante in un albergo romano con una signora poi finita in ospedale forse a causa del consumo di droghe e alcol. 'Nulla ho da dire - premette il presidente emerito della Repubblica - dal punto di vista del costume nazionale e del diritto penale di polizia circa il bacio che due 'non eterosessuali' di sesso maschile si sono teatralmente dati davanti al Colosseo. Certo che per me cristiano, pensando che il Colosseo e' il santuario dei martiri cristiani, la cosa mi fa un po' impressione. Ma il nostro e' un governo laico e cattolico democratico per cui martiri cristiani e martiri dell'omofobia sono la stessa cosa'. 'Per questo - prosegue - non comprendo perche' ci si debba scandalizzare per il povero nostro collega che in modo appartato si era dato a giochi del tutto eterosessuali di cui e' piena la storia del mondo e per il quale il marchese De Sade viene considerato un grande letterato e maestro di costume. Non eterosessualita', riserve per l'eterosessualita' e uso della droga costituiscono le nuove liberta' propugnate dal governo laico cattolico democratico di Prodi, di Franceschini, della Pollastrini e di Rosy Bindi'. 'Esprimo quindi - sottolinea Cossiga - la mia solidarieta' al collega ingiustamente crocefisso ricordando al lui e agli altri che per queste, diciamo cosi', esibizioni era ben noto il primo ministro di un governo laburista (due alla volta in auto nel tragitto tra casa di campagna e Downing street) e addirittura i quattro padri della patria, Camillo Benso (teorizzatore di tre alla volta), Vittorio Emanuele II (padre della patria non solo in senso morale), Garibaldi e, dall'altra parte, Giuseppe Mazzini'. 'E smettiamola - e' l'invito del senatore a vita - di essere degli ipocriti perche' si trattava di cose, e lo dico da ex ministro dell'Interno che pero' e' tenuto al segreto, che non erano estranee al grande partito della classe operaia di Gramsci e Togliatti... pero' Berlinguer era piu' bacchettone di me'. 'Quanto alla droga, non so se ci fosse, ma la sua decriminalizzazione - conclude - e' compresa nel Dpef'. "Voglio proprio vedere come votera' uno che va per troie e droga, il giorno che saremo chiamati a votare in Parlamento sulla sacralita' della famiglia e le leggi che hanno a che fare con la droga". E' quanto afferma in una nota il segretario Pdci, Oliviero Diliberto. 'E' tempo che nell'Udc si apra una riflessione molto seria, al centro ed in periferia, sui metodi di selezione della classe dirigente e su comportamenti troppo spesso in conflitto con i valori che il partito pubblicamente promuove e difende. Non si puo' autoproclamarsi primi della classe e non essere poi in grado di dimostrarlo, esponendosi oltre tutto alle facili ironie di alleati e avversari'. Lo afferma l'esponente dell'Udc, Carlo Giovanardi, commentando la vicenda che ha coinvolto il parlamentare Cosimo Mele, protagonista di un 'festino' a base di donne e droga in un hotel di Roma. 'Si parla tanto di costi della politica, ma al parlamentare bisognerebbe dare di piu' e consentire il ricongiungimento familiare. Perche' la vita del parlamentare e' dura, la solitudine e' una cosa molto seria'. Lo ha detto il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, in una conferenza stampa che si e' svolta a Montecitorio. Cesa ha raccontato di aver avuto le informazioni sulla vicenda di sesso e droga che ieri ha visto coinvolto il parlamentare Cosimo Mele direttamente dall'interessato ed ha espresso alla sua famiglia 'tutta la solidarieta''. Il segretario dell'Udc ha condannato il comportamento di Mele, ma ha sottolineato che 'i parlamentari che vivono a Roma da fuori sede e fuori dalle loro citta' hanno una vita abbastanza dura'. Per Cesa sarebbe quindi opportuno valutare l'ipotesi di un ricongiungimento familiare, piu' soldi a deputati e senatori, quindi, per poter permettere il trasferimento delle loro famiglie a Roma. Quello di Mele 'e' stato un comportamento sbagliato - ha sottolineato Cesa - che lui ha riconosciuto, l'unica cosa positiva che ha fatto e' quella di rassegnare le dimissioni dall'Udc che io ho immediatamente accettato. Naturalmente sono comportamenti non consoni con l'appartenenza ad un artito come l'Udc, che fa della difesa dei valori quali la vita e la famiglia la sua battaglia principale'. Quanto alle battute che arrivano dalle altre forze politiche, Cesa replica secco ad un cronista: 'Non rispondo alle provocazioni e alle strumentalizzazioni che riguardano le singole persone'. "Come dimostrano i fatti, c'e' una casta che la mattina chiede lo Stato etico per il popolo mentre la notte si fa tutt'altro. Adesso mi spiego perche' la cocaina e' piu' tollerata della cannabis nella legge in vigore". Francesco Piobbichi, responsabile Politiche Sociali del Prc, aggiunge quindi: "Cesa e Giovanardi, invece di andare avanti con quella pantomima ipocrita dei test ai parlmentari prevista per mercoledi' mattina, chiedano scusa al popolo italiano per aver sostenuto una legge ideologica che crocifigge decine di migliaia di giovani per pochi spinelli". 'Le recenti vicende che hanno coinvolto un parlamentare nazionale in una storia uso di droghe, pone all'ordine del giorno la questione dell'uso di stupefacenti nel mondo della politica'. A dichiararlo e' Salvino Caputo capogruppo di An all'Assemblea regionale siciliana, che ha chiesto al Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciche', di attivare un presidio medico dove i deputati possano, volontariamente, sottoporsi al test antidroga e di rendere noti i risultati all'intera collettivita' attraverso il sito dell'Assemblea'. 'La Politica - continua Caputo - ha un dovere maggiore nel tenere un comportamento limpido, netto e di rifiuto nei confronti della droga, ed anche se non c'e' una normativa precisa che li obbliga a fare test di controllo, la coscienza di ognuno di noi, dovrebbe spingerci a dimostrare ai cittadini la totale estraneita' a queste pratiche'. 'Non ho voglia di speculare sul comportamento dell'on.Mele, tuttavia credo sia opportuno un po' di contegno e ritegno da parte del partito che ha mandato in parlamento questo strenuo difensore dei valori della famiglia': cosi' Francesco Caruso, parlamentare di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, che definisce 'spudorata e inquietante l'ipocrisia dell'UDC'. 'Credo che per decenza e dignita' - aggiunge Caruso - farebbero bene ad annullare l'iniziativa del test anti-droga fuori Montecitorio, un'iniziativa demagogica e di facciata, perche' preannunciata da giorni e quindi senza l'effetto-sorpresa l'unico risultato tangibile rischierebbe di diventare la semplice sospensione per due giorni dei festini di sesso e coca organizzati da loro amici e deputati negli alberghi di lusso e sui loro yacht al largo di Napoli. Potranno anche uscire puliti e candidi lor signori dal test - conclude Caruso - ma non sara' certo questo che restituira' credibilita' e coerenza a coloro i quali promulgano leggi per sbattere in carcere chi si fuma una canna e arrivano addirittura ad invocare i ricongiungimenti familiari per cercare di frenare le tentazioni di 'alleviare' il presunto duro lavoro parlamentare'. "Abbiamo appena distrutto il mito del partito degli onesti, cerchiamo di non trasferirne l'essenza a livello dei singoli individui. Personalmente saranno piu' di trent'anni che non fumo nemmeno una sigaretta, ma non mi sottoporro' al test anti-droga proposto dall'Udc". Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, senatore di Forza Italia. "Intendo cosi' rivendicare - ha proseguito - il diritto all'imperfezione, alla contraddizione e all'errore e, insieme, voglio in tal modo esprimere una laica opposizione a quanti dell'imperfezione, delle contraddizioni e degli errori vorrebbero fare bandiere e pubblico vanto. La coerenza in politica e' importante. Ma se si trasforma in dogma diventa feticcio. Cosi' come la morale rischia di scadere in moralismo". "All'amico Cesa e all'Udc - ha concluso Quagliariello - chiedo pubblicamente di ripensare la loro iniziativa, ricordando il motto evangelico 'chi e' senza peccato scagli la prima pietra', e considerando come non sia necessario essere immacolati per sostenere l'importanza pubblica dei principi propri della tradizione cristiana". 'E' bene che in futuro abbiano un qualche pudore, gli esponenti dell'Udc, ad affermare i valori della famiglia benedetta dalla Chiesa e dal matrimonio in contrapposizione alla laicita' dello Stato e alla liberta' ed uguaglianza dei cittadini'. Lo afferma la senatrice dei Comunisti italiani Manuela Palermi. 'Non mi piace parlare del caso Mele. Ma non posso fare a meno di ricordare le tante volte che si sono scagliati contro i Dico e contro il Gay Pride. O come sia stata duramente attaccata la ministra Turco rispetto alla quantita' di utilizzo delle droghe leggere. Ha ragione Diliberto: c'e' una doppia morale su cui si regge il comportamento di alcuni esponenti politici che abbiamo tutti il dovere di smascherare. Anche quando, come nel caso dell'onorevole Mele - conclude Palermi - si tratta di vicende miserevoli che si preferirebbe ignorare'. "E' penoso e inquietante lo spettacolo messo in scena sul caso Mele. Il malcapitato collega, al quale va la mia solidarieta', e' vittima due volte: della propria imbecillita' (e passi: qualcuno crede di non esserlo mai stato nella vita?) e dell'ipocrisia che dilaga come un fiume in piena. Sorprende, per esempio, vedere atei confessi di lungo corso allinearsi e confondersi con la morale demagogica di tanti cattolici nel chiedere le dimissioni di Mele da ogni incarico". Lo ha dichiarato Osvaldo Napoli, membro del direttivo di Forza Italia alla Camera. "Mai visti prima d'ora tanti inquisitori insieme - ha proseguito - mi chiedo, per esempio, cosa c'entri mai un Caruso con la morale cattolica. Un uomo che tradisce la propria moglie commette il reato piu' grave che nessun codice civile potra' mai sanzionare, un cattolico risponde sempre e soltanto al foro della propria coscienza e non e' tenuto da nessuna legge, che non sia quella dettata dalla propria coscienza, a far coincidere la propria attivita' pubblica con la morale privata. Ogni democristiano ricordera' l'invito di Alcide De Gasperi a far coincidere il piu' possibile la morale pubblica con quella privata. Ma si trattava, appunto, di un invito e non di un precetto". "Se cosi' fosse stato la Dc probabilmente sarebbe finita molto tempo prima, almeno dallo scandalo Montesi. Mele e' in condizione di difendere oggi piu' di ieri i valori in cui crede, a cominciare dalla famiglia. Egli ha rispettato troppo alla lettera l'esortazione degasperiana, al punto che ha pubblicamente autodenunciato un 'peccato', ripeto un peccato, e non un reato. A lui va la mia solidarieta' e l'augurio che le circostanze non lo costringano a dimettersi dagli incarichi piu' delicati nella vita di un uomo, vale a dire da padre e da marito". 'E' allucinante che si voglia mettere in croce l'onorevole Mele, con un vero e proprio linciaggio, per un episodio sicuramente sgradevole, accusandolo senza alcuna prova di essere un consumatore di droghe pesanti. Certo, se i vertici dell'Udc nutrivano un vago timore che qualche deputato appartenente al proprio gruppo faceva uso di droghe, non c'era proprio bisogno di alimentare un sospetto generalizzato arrivando addirittura a proporre una legge per fare un'analisi antidoping a tutti i parlamentari'. Lo dice in una nota il capogruppo della Rnp e vicesegretario dello Sdi, Roberto Villetti. 'Bastava organizzare un test volontario dei membri del partito in una struttura privata - prosegue - senza scomodare le Camere, e il problema era risolto. Comunque la disavventura dell'onorevole Mele un risultato lo ha avuto. Il segretario dell'Udc, Cesa, invocando un aumento di stipendio per ottenere i ricongiungimenti, ha capito finalmente che i carichi di un parlamentare sono talvolta molto onerosi, poiche' ve ne sono alcuni con piu' famiglie'. 'Da tutta questa vicenda bisogna, comunque - conclude Villetti - trarre una lezione politica: non e' accettabile che, seguendo il motto vizi privati e pubbliche virtu', si facciano prediche con una vera e propria caccia alle streghe contro chi trasgredisce una rigida applicazione dei precetti morali della Chiesa, magari pretendendo che siano difesi dal braccio secolare della legge, per poi comportarsi in modo del tutto diverso od opposto nella propria vita personale' 'A titolo personale credo che il commento piu' adeguato sulla vicenda Mele lo abbia espresso il Presidente Cossiga: ossia, per le note cronache, che hanno veduto come protagonista prima Sircana e ora il deputato dell'Udc, registriamo un eccesso di moralismo e di ipocrisia. Ciascuno risponde solo alla sua coscienza e al proprio credo interiore. Semmai, sotto il profilo politico non si puo' non riscontrare una certa incoerenza...'. Cosi' Giorgio Jannone, del direttivo di Forza Italia alla Camera. "Noto con un certo disappunto che la comunita' dei farisei in Parlamento e' molto piu' grande di quello che pensavo". Cosi' Maurizio Lupi, esponente di Forza Italia, commenta la vicenda che vede coinvolto il deputato dell'Udc, Cosimo Mele. "Quello che sta accadendo attorno alla vicenda personale di Mele - continua Lupi - ha un non so che di disgustoso. Credo che il nostro collega, che non conosco e al quale va tutta la mia solidarieta', abbia gia' pagato il suo errore assumendosi le proprie responsabilita' come un uomo politico deve necessariamente fare. Purtroppo la nutrita truppa dei moralisti, invece di stare zitta, ha ben pensato di alzarsi in piedi e di puntare il proprio dito accusatorio lanciandosi in improbabili lezioni di coerenza". Lupi conclude spiegando che "quello che preoccupa pero' e' che questa ondata di fariseimo e moralismo cerca ancora una volta di piegare i fatti ad un proprio progetto. La verita' di valori come la difesa della famiglia fondata sul matrimonio va ben al di la' dei nostri limiti e delle nostre debolezze. Per questo strumentalizzare singoli casi per lanciarsi in crociate contro la Chiesa non solo e' di cattivo gusto, e' vile". 'La vicenda che ha visto coinvolto un parlamentare in un possibile uso di droga ci pone di fronte alla necessita' di garantire i cittadini in merito alla qualita' dei soggetti che li rappresentano al potere'. Lo dichiara Giovanni Barbagallo, capogruppo della Margherita all'Ars, che propone un periodico test antidroga per politici e amministratori. 'Per questo ritengo fondamentale non solo per i parlamentari nazionali e regionali, ma anche per i sindaci e i governatori, sottoporsi periodicamente a un test antidroga. Il modello di un deputato che fa uso di droghe e' negativo, in particolare in una realta', come la nostra, nella quale i problemi sociali sono piu' gravi che altrove'. 'La debolezza provocata dal disagio sociale e dalla poverta' richiede maggiore intransigenza da parte di quanti hanno il dovere di governare il superamento del degrado e la crescita civile della collettivita' che rappresentano'. 'Condividiamo assolutamente la proposta dell'onorevole Giusy Savarino, in merito al ricorso a un presidio medico per sottoporre i parlamentari regionali al test antidroga. Lo dice il vicecapogruppo Udc all'Ars, Fausto Fagone. 'Drogarsi e' un disvalore - conclude - siamo certi che, quando i cittadini esprimono giudizi negativi sulla classe politica, determinando cosi' un allontanamento tra chi riveste incarichi pubblici e la societa', alla base di tutto ci sia una mancanza di fiducia che concerne anche la sfera privata dei politici e i comportamenti, assunti dagli stessi, che ne minano la credibilita''. 30-07-2007 Italia. Aumentati del 12% decessi per overdose; 90% segnalazioni riguarda consumo cannabis Crescono in un anno i decessi da overdose: tra il 2006 e il 2007 le morti per uso di sostanze stupefacenti e psicotrope sono aumentate del 12 per cento. Da 39 i decessi sono passati a 44. Mentre le segnalazioni e i sequestri di droga sono diminuiti sensibilmente, quasi il 35 per cento in meno nel 2007 rispetto all'anno precedente. Lo scorso anno sono stati sequestrati oltre 2.975 chili di sostanze stupefacenti (203 Kg di eroina, 212 di cocaina, 2531 tra cannabis, hashish, marijuana, 1.145 dosi di anfetaminici e 275 di Lsd), contro i 1.977 di quest'anno. Pur diminuendo il sequestro e le segnalazioni e' aumentato l'uso di eroina, marijuana e anfetaminici. Infatti i sequestri di eroina sono cresciuti del 44 per cento, e quelli di marijuana del 20 per cento. Per quanto riguarda gli anfetaminici nel 2007 rispetto al 2006 sono state sequestrate quasi 3000 dosi in piu'. In leggero aumento (il 2,2 per cento) anche le operazioni antidroga messe a segno dalle forze dell'ordine: nel 2006 le operazioni sono state 1548, mentre quest'anno sono passate a 1582. Sono diminuite invece del 7 per cento le persone segnalate all'autorita' giudiziaria: da 2641 segnalati si e' passati a 2451; in calo dell'1, 27 per cento gli arrestati, del 30 per cento quelli in stato di liberta' e dell'8 per cento gli irreperibili. In crescita gli stranieri segnalati, in calo i minori. Anche l'eta' dei segnalati e' cresciuta leggermente. Secondo un'indagine statistica del Cnr che ha preso a campione le segnalazioni effettuate tra il 2000 e il 2005 i consumatori di cannabis sono passati da una media d'eta' di 23 anni a 24; anche l'eta' dei consumatori di cocaina e' passata dai 28 anni nel 2000 ai 29 nel 2005. In crescita anche l'eta' media dei consumatori di cocaina, passati dai 30 anni nel 2000 ai 32 nel 2005. Nella relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2006, su un totale di oltre 27mila soggetti segnalati, emerge che il maggior numero di consumatori di droga risiede nel Nord-Ovest d'Italia (6422 persone segnalate). Al secondo posto nei consumi di droga, il Centro (5957 soggetti), subito seguito dal Sud (5870), dal Nord Est (4612) e dalle Isole (4349). L'uso piu' frequente ha riguardato i cannabinoidi, per cui sono state segnalate oltre 22mila persone, oltre il 90 per cento sul totale. Al secondo posto tra le sostanze piu' utilizzate la cocaina: oltre 1360 le persone segnalate al Nord-Ovest, 840 al Centro, 834 al Sud, 745 al Nord-Est e 391 nelle Isole. Massiccio anche l'uso di eroina, soprattutto al Nord Est, dove i segnalati sono stati oltre 400; mentre al Nord-Ovest e al Sud sono stati tra i 360 e i 370. Piu' irrisorio l'utilizzo di metadone, morfina, crack, anfetamine ed ecstasy. Dieci miliardi e cinquecento milioni di euro, lo 0,7 per cento del Pil e all'1,2 per cento della spesa delle famiglie residenti: e' questo l'ammontare dei "costi sociali" legati all'uso di sostanze illegali in Italia, stimato per il 2006. Valore calcolato sommando i costi per l'acquisto delle sostanze e per l'applicazione della legge (65%), i costi sociali dell'intervento socio-sanitario (17 per cento) e i costi legati alla perdita di produttivita' il (18 per cento). Si tratta di circa 269 euro pro capite se si considera la popolazione residente in Italia tra i 15 e i 64 anni di eta', 2.400 euro se la stima e' calcolata sulla popolazione dei consumatori problematici di sostanze psicoattive illegali. Nella Relazione 2006 emerge che per l'acquisto delle sostanze sono stati spesi 3 miliardi e 980 milioni, 2 miliardi e 798 milioni per l'applicazione della Legge: costi delle Forze dell'Ordine (utilizzati gli indicatori di spesa del personale impiegato e delle strutture e i mezzi utilizzati per le azioni di contrasto del mercato e per l'applicazione della legge), quelli delle attivita' dei Tribunali e delle Prefetture in merito alle segnalazioni e alle denunce (atti giudiziari relativi ai reati commessi in violazione della Legge sulle droghe), parte dei costi dell'Amministrazione Penitenziaria (carcerati per reati in violazione alla legge sulle droghe e ai detenuti tossicodipendenti) e infine i costi legali sostenuti dalle persone sottoposte a giudizio. Sempre nella Relazione 2006 sui "costi sociali" legati all'uso di sostanze illegali in Itali, emerge che e' l'eroina la sostanza maggiormente percepita come rischiosa per la propria salute: la considera pericolosa oltre il 95% degli intervistati; al secondo posto la cocaina che, pur attestandosi su valori alti, viene sottovalutata come fattore di rischio dagli intervistati fra i 35 ed i 44 anni. Il fumo di tabacco e' considerato pericoloso da oltre l'85% dei soggetti, timore minore tra i soggetti di eta' compresi tra i 25 ed i 44 anni, in particolare negli anni 2003- 2005. La cannabis, invece, e' percepita come dannosa per la salute solo dal 70% degli intervistati e secondo la relazione "viene considerata sostanza rischiosa da un numero sempre minore di soggetti": secondo l'indagine "diminuisce costantemente il dissenso" tra gli anni 2001, 2003 e 2005: se nel 2001 infatti il 71% dei maschi e l'80% delle donne esprimeva una forte disapprovazione rispetto all'uso di questa sostanza, nel 2005 erano il 64% degli uomini ed il 68% delle donne. A contribuire a questo significativo cambiamento sono in misura maggiore le classi di eta' piu' giovani (15-34 anni). "Quasi 5 milioni di italiani avrebbero cambiato opinione nell'arco di soli 4 anni, passando da un'opinione negativa nei confronti dell'uso della cannabis ad una posizione di non esplicita disapprovazione". Rispetto all'eroina cresce "significativamente" la quota di studenti che individuano la discoteca come luogo dove trovare la sostanza, mentre la strada sembra essere considerata sempre meno adatta all'acquisto di eroina, cosi' come la scuola, che viene percepita come luogo di spaccio di eroina solo da circa il 7% degli studenti. Per la cocaina, il 29% degli studenti afferma di "poterla trovare facilmente", poco meno della meta' degli studenti intervistati individua la casa dello spacciatore il luogo dove trovare la cocaina, passano dal 27% nel 2000 al 41% del 2006 gli studenti intervistati che individuano la discoteca come luogo deputato all'acquisto. La scuola viene percepita come sede di possibile spaccio di cocaina solo dall'11% degli studenti. Il 70% gli studenti invece non ha dubbi su dove comprare cannabis: la maggior parte degli studenti individua come luogo deputato all'acquisto la strada (si osserva tuttavia un trend in lieve decremento dal 2001 - 52% - ad oggi - 46% -). Dal 2001 diminuiscono anche gli studenti che riferiscono la scuola come il luogo dove trovare cannabis, anche se e' ancora segnalata dal 44% degli intervistati. 30-07-2007 Italia. Cucinotta a Forza Italia: la marijuana l'abbiamo provata tutti Maria Grazia Cucinotta prende le distanze dalle polemiche suscitate dal contenuto del film "Sweet Sweet Maria", duramente contestato dai senatori di Forza Italia Maria Burani Procaccini e Antonio Gentile mentre il regista Angelo Frezza difende la sua creatura. 'Quando ho letto il copione non ho pensato a eventuali problemi per l'immagine nell'interpretare una storia in cui si parlasse di droghe leggere perche' la piantina di marijuana nel film e' in realta' una scusa per puntare il dito verso una societa' che ci costringe ad assumere delle maschere per essere accettati'. Maria Grazia confessa: 'La marijuana l'abbiamo provata tutti, ma non mi interessano le sostanze che mi fanno perdere il controllo di me stessa. Io voglio vivere tutte le emozioni coscientemente'. Quanto al regista di Sweet sweet Marja, Angelo Frezza sorpreso dalla polemica scatenata dalla sua pellicola, spiega: 'il film non ha nella sua trama nessun incitamento all'uso di droghe leggere o di altro tipo, io personalmente considero l'equazione marijuana e liberta' un collegamento inesistente nel mio film. Inoltre, il protagonista pagha a caro prezzo le conseguenze del fatto che coltiva cannabis nonostante sia reticente. Non capisco dove come e quando la cosa venga vissuta o considerata normale come e' stato detto dai senatori azzuri'. Ricorda che il film 'e' stato sottoposto (come per legge) alla commissione per la censura cinematografica ottenendo un regolare visto quale 'film per tutti' senza aver suscitato in nessun componente della commissione nessun commento a tale proposito'. 30-07-2007 Australia. Un incidente su tre per abuso sostanze Fra i conducenti coinvolti in incidenti stradali in Australia, uno su tre si era messo al volante drogato, da alcool, psicofarmaci o sostanze illegali. Uno studio di automobilisti ricoverati in ospedale indica che il 30% erano sotto l'influenza di tranquillanti o droghe illegali, ed un terzo di questi avevano assunto un combinazione di sostanze. I ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di 436 persone ricoverate in ospedale per controlli o terapie dopo incidenti stradali. Secondo la ricerca, guidata dallo specialista di pronto soccorso Chin Wei Ch'ng dell Alfred Hospital di Melbourne e pubblicato su Emergency Medicine Australasia, il 16% delle persone testate, per lo piu' donne anziane, e risultato positivo a tranquillanti come sonniferi o Valium. L 8%, per lo piu' giovani maschi, erano clinicamente "stoned" , cioe fatti di droga. Quasi la meta dell'intero campione aveva presenza di cannabis nell'organismo, il che indica che avevano fumato di recente. L 11% era sotto l influenza di oppiacei, come eroina, ed il 4% aveva assunto anfetamine. Nel suo studio, Ch'ng conclude che l uso di droga nel gruppo esaminato e allarmante . Sembra che una proporzione significativa della popolazione guidi sotto l influenza di droghe. Da quello che sappiamo su queste sostanze e sul loro effetto sull'organismo, vi e ogni probabilita che rallentino le reazioni e abbiano un ruolo negli incidenti , scrive. 30-07-2007 Australia. Le amfetamine intaccano i denti Secondo l'associazione dei dentisti australiani, il consumo di droga potrebbe portare ad un aumento dei problemi all'apparato dentale dei giovani consumatori. Mark Hutton, presidente dell'associazione dell'Australia del Sud ha dichiarato che l'aumento del consumo di amfetamine e di altre sostanze illegali ha creato un nuovo gergo tra i dentisti: "bocca da metanfetamine". Il dottor Hutton ha dichiarato: "I giovani devono sapere che le droghe, a lungo termine, danneggiano i denti. L'alcol, il tabacco e le droghe sono un cocktail letale per i denti e le gengive. Molti tossicodipendenti non si sottopongono a regolare visite dentistiche, per questo il problema e' serio e lo diventera' sempre piu". 30-07-2007 Gb. Non e' necessario riclassificare la cannabis Per alcuni esperti sulla politica delle droghe non ci sono prove sufficienti per riclassificare la cannabis, malgrado un nuovo rapporto indichi che essa potrebbe aumentare del 40% i rischi di schizofrenia nei consumatori. Il parlamentare laburista Brian Iddon e il professor Robin Murray dell'Istituto di psichiatria, hanno dichiarato che non ci sarebbero vantaggi nel ricollocare la cannabis nella fascia B. Commenti a seguito del recente rapporto pubblicato sulla rivista Lancet, secondo il quale sarebbero minimo 800 le persone malate mentalmente (psicotiche) a causa del fumo della cannabis. L'Home Office sta considerando di rivedere la riclassificazione in Fascia C della cannabis effetuata nel 2004. Il professor Murray ha detto che la recente ricerca ha aggiunto ben poco sulla comprensione dei rischi alla salute associati alla droga. "I politici ritengono la riclassificazione importante, ma non lo e'. Un quattordicenne che fuma non sa quale sia la differenza tra Fascia B e C. La sostanza e' gia' illegale per i ragazzini, per cui la riclassificazione non influenzerebbe i minori. E' necessario insegnare, invece, i rischi associati al fumo". Sulla ricerca ha aggiunto: "Un individuo, forse con una predisposizione, non ha sviluppato la schizzofrenia solo perche' ha fumato, e' come quando persona con una piccola predisposizione al diabete lo sviluppi se mangiasse tanto". I risultati della ricerca non convincono Iddon, capo dei gruppi parlamentari che si occupano della politica sulle droghe. "Non credo che la connessione sia stata provata, ma tuttavia ritengo che la cannabis possa, probabilmente per motivi genetici, essere la causa delle psicosi in eta' giovanile". 30-07-2007 Italia. Mercoledi' test antidroga volontario per parlamentari. Prime adesioni Il parlamentare Roberto Poletti, giornalista eletto coi Verdi alla Camera dei Deputati, annuncia la propria partecipazione al test antidroga promosso dal segretario dell'Udc Lorenzo Cesa per mercoledì prossimo alle 9.30 davanti a Montecitorio. "Trovata demagogica o meno la manifestazione dell'Udc è l'unica occasione per i cittadini italiani di sapere se i propri rappresentanti in Parlamento si drogano oppure no e quindi se votano le leggi in stato confusionale, come a volte sembrerebbe". "Probabilmente sarò l'unico del mio partito a prendere parte all'iniziativa, ma la mia coscienza mi impone proprio di farlo". Poletti è tra i firmatari della proposta di legge presentata da Pierferdinando Casini e bocciata dalla commissione Affari Costituzionali della Camera". Quanto al caso alla vicenda del deputato Cosimo Mele, Poletti osserva: "Si sta assistendo in queste ore a una volgare strumentalizzazione della vicenda. Molti, da destra e da sinistra, diramano comunicati di una cattiveria inaudita. Mele farebbe bene, per coerenza con le posizioni che ha sempre assunto fino ad ora nella sua attività politica (ma non certo nella sua vita privata) a rassegnare le dimissioni, qualche altro frustrato a chiudere la bocca o a raccontare i suoi di peccatucci, visto che corna e pazze notti folli a base di sesso e droga nella Capitale non hanno partito". 31-07-2007 Nuova Zelanda. Uno spinello fa male ai polmoni quanto cinque sigarette 'Farsi' un solo spinello ha un impatto sulla salute dei polmoni pari a quello di 3-5 sigarette fumate in un sol colpo, infatti le 'canne' danneggiano la funzione respiratoria e sono associate a disturbi che vanno dalla tosse a produzione di muco, inoltre a difficolta' di respiro, sibilo, respiro affannoso. Lo rivela uno studio diretto da Richard Beasley del Medical Research Institute of New Zealand presso Wellington, pubblicato sulla rivista Thorax che pero' sottolinea come l'enfisema polmonare sia dovuto esclusivamente alle 'bionde'. L'impatto maggiore della cannabis rispetto al tabacco, spiega Beaslay, e' dovuto in larga misura al modo in cui vengono fumati gli spinelli: senza filtro, ad una temperatura piu' alta delle sigarette, inoltre vengono aspirati piu' profondamente e piu' a lungo. 31-07-2007 Usa. Figlio Al Gore ammette possesso di droga Il figlio dell'ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore si è dichiarato ieri colpevole di possesso di marijuana e altre droghe, ma un giudice ha dichiarato che l'accusa potrà essere ritirata se il giovane seguirà con successo una cura di disintossicazione. Le autorità hanno trovato droghe nella automobile del figlio di Al Gore, un giovane di 24 anni, il 4 luglio quando lo hanno fermato per eccesso di velocità. Il ragazzo era già stato arrestato nel 2003 nel Maryland per lo stesso motivo e era stato costretto a seguire una cura di disintossicazione. 31-07-2007 Colombia. Spie narcotrafficanti nell'esercito Il governo colombiano ha ammesso che alti ufficiali dell'esercito sono sospettati di collusione con i gruppi narcotrafficanti guerriglieri ai quali fornivano informazioni per evitare di essere catturati. Il ministro della Difesa, Juan Manuel Santos, ha affermato che sono stati compiuti arresti "di livello molto alto" e che altri verranno effettuati nei prossimi giorni. Ma al momento, ha aggiunto il Santos, le informazioni pubblicate dai media hanno impedito il successo di un'operazione volta all'arresto dei "pesci piu' grossi". Secondo Santos, la guerriglia potrebbe contare su informatori nell'Esercito, nella Polizia e nel Das, i servizi di intelligence. Stando a quanto pubblicato dalla stampa locale, i narcotrafficanti del cartello del Norte del Valle ottenevano informazioni preziose da alcuni militari a riposo. Come nel caso del maggiore Juan Carlos Rodriguez, condannato l'anno scorso a 12 anni per traffico di armi e droga e figlio del colonnello Homero Rodriguez che nel 1991 era il direttore del carcere da cui fuggi' il boss della droga Pablo Escobar. Santos ha poi aggiunto che e' in corso un'indagine per chiarire come siano arrivate alle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) le informazioni riservate dell'intelligence militare. 31-07-2007 Italia. Mondavi: bambini di 10 anni consumano alcol e droga Un consumo di alcol e droghe che comincia prestissimo, gia' a 10-11 anni, e una gigantesca ignoranza sui danni arrecati da queste sostanze: e' quanto vivono gli studenti delle scuole italiane, secondo i risultati del progetto 'Informare giocando' realizzato da Modavi (Movimento delle associazioni di volontariato italiano) in 272 classi, tutte superiori tranne una terza media romana, sparse sul territorio nazionale e finanziato dal Ministero della solidarieta' sociale. I dati scaturiti sono allarmanti: il 32% dei ragazzi coinvolti ha detto di assumere alcol a partire dai 10 anni, ma il 61% afferma di non conoscere i datti conseguenti. Il 32% ha fumato hashish almeno una volta a partire dagli 11 anni, e di questi il 16% ne fa un uso giornaliero. Il 7% ha usato altre sostanze stupefacenti a partire dai 10 anni e il il 46% di questi continua a farne uso. Il 77% ha usato droghe per curiosita', il 13% perche' era ubriaco e agiva senza rendersene conto. Ben il 74% non conosce i danni arrecati dalle droghe. Emerge poi che ha maggiore consapevolezza e ha meno familiarita' con alcol e droghe chi ha un rapporto con i genitori di tipo autorevole, al contrario di chi invece ha rapporti amichevoli o conflittuali con la famiglia. L'iniziativa, che ha coinvolto 4.569 studenti di eta' compresa tra 14 e 18 anni, ha utilizzato, accanto al classico questionario, l'originale strumento dei giochi dei ruolo, che ha permesso di entrare in contatto con i ragazzi in modo piu' diretto. "I risultati del progetto del Modavi sono scioccanti: il silenzio del ministro Turco non e' da meno". Lo afferma il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte'. "Il consumo di alcol e droghe gia' a 10-11 anni e' un dato angosciante- commenta Volonte'- oltre che allarmante su cui occorre un giro di vite urgente e concreto: con la scusa dell'ideologia strumentale, che insiste sulla differenza tra sostanze stupefacenti leggere o pesanti, spinelli e siringhe hanno preso il posto delle bambole e dei soldatini". "L'emergenza droga tra i giovani e' alle stelle e la sua diffusione incontrallata e' oggettivamente connessa alla mancanza d'informazione e prevenzione e alla cultura antiproibizionista di cui e' impregnata la societa'". E' quanto dichiara il deputato di Alleanza nazionale, Fabio Rampelli, responsabile del Dipartimento Terzo Settore a commento della ricerca 'Informare giocando' realizzata dal Modavi per conto del Ministero della solidarieta' sociale. "Il campione rilevato dal Modavi - continua Rampelli - 4500 giovani e giovanissimi in tutto il territorio italiano, e' il piu' duro atto di accusa contro chi intende legalizzare l'uso della droga e una sonora bocciatura delle politiche del Governo Prodi. In particolare, l'abbassamento dell'eta' nella quale i giovani si avvicinano agli stupefacenti e la mancanza di adeguata conoscenza degli effetti prodotti dal loro uso, devono indurre il Governo a intervenire attraverso campagne capillari nelle scuole e nei luoghi di aggregazione". "I dati piu' significativi della ricerca - conclude Rampelli - sono quelli che condannano i genitori con rapporti non autorevoli a una sentenza di colpevolezza rispetto all'uso di droghe dei figli e, ancor piu', quelli che ne fanno o ne hanno fatto uso. Una delle risposte all'inondazione di sostanze tra i ragazzi e' quindi quella di tornare a una societa' dove ci sia la distinzione di ruoli tra educatori, genitori e insegnanti, e giovani, sconfiggendo in blocco permissivismo e annullamento di una scala gerarchica nelle relazioni sociali". 'Il 74% dei nostri ragazzi ignora i rischi derivanti dall'assunzione di droghe e dall'abuso di bevande alcoliche. I giovani dichiarano inoltre di iniziare a drogarsi dall'eta' di 11 anni. Spero che i ministri Turco e Ferrero, di fronte a questi dati agghiaccianti, vorranno smetterla con proclami irresponsabili che sponsorizzano l'uso delle droghe leggere'. Cosi' Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, commenta la ricerca del Modavi. 'Ai nostri figli - afferma la Bertolini - bisogna insegnare che drogarsi fa malissimo. L'altro dato su cui la maggioranza di centro-sinistra dovrebbe meditare e' che chi, tra i ragazzi, percepisce di avere un rapporto autorevole con i genitori, ha meno familiarita' con alcool e sostanze stupefacenti e ne conosce i pericoli'. 'A questo punto, per il bene e per la tenuta del tessuto sociale italiano - conclude - il Governo riconosca l'importanza e la centralita' della famiglia tradizionale nel nostro sistema di valori e responsabilmente abbandoni qualunque tentativo di snaturarne la struttura, per favorire forme alternative di unione che non assicurano la stessa funzione sociale'. "Il largo uso di droghe tra i giovani, oltre alla loro inconsapevolezza, e' un dato allarmante che ripropone il tema del fallimento delle politiche repressive". Lo sostiene il deputato dei Verdi, Tommaso Pellegrino, a commento dei dati del rapporto Modavi sul consumo di stupefacenti da parte dei giovani. "Dati che meritano attenzione- aggiunge- ma non strumentalizzazioni. Il dilagare dell'uso di stupefacenti e' trasversale e parallelo all'impennata dei profitti criminali del mercato clandestino delle droghe che resta la piaga insopportabile e non vinta". Tuttavia, spiega Pellegrino, "se c'e' un elemento di riflessione seria dopo il rapporto del Modavi e' l'inefficacia delle politiche repressive che criminalizza senza distinzione tra droghe pesanti e leggere chi ne fa uso: soprattutto tra i giovani- conclude l'esponente del Sole che ride- questa e' la via perdente". "L'azione combinata di Fioroni, Ferrero e Turco puo' invertire rotta". Questa la dichiarazione delle senatrici dell'Ulivo, Emanuela Baio e Paola Binetti, a proposito dei risultati del rapporto del Modavi onlus sul consumo di stupefacenti da parte dei giovani. Spiegano le senatrici: "Conta la famiglia e l'autorevolezza dei genitori per allontanare bambini e adolescenti dall'alcol e dalle droghe" e questa e' "una notizia positiva che emerge dal rapporto curato dall'associazione Modavi Onlus e patrocinato dal ministero della Solidarieta' sociale". Secondo le due senatrice, "i dati del consumo precoce e diffuso sono indubbiamente allarmanti: e' stata raggiunta una soglia di rischio pericolosa e gravida di conseguenze". Le stragi del sabato sera "ci dicono che molti di quei morti guidano in stato di ebbrezza e sotto l'uso di droghe". I giovani, sottolineano Baio e Binetti, "sanno molte cose sull'uso di droga e alcol ma non ammettono che nuocciono gravemente alla salute. Capirlo non e' la stessa cosa che saperlo". Oggi, continuano, "serve, quindi, attivare investimenti in salute e in formazione" e "l'azione combinata dei ministri Fioroni, Ferrero e Turco puo' invertire la rotta". Ma, proseguono Baio e Binetti, "urgono azioni positive di sostegno che coinvolgano e sostengano le famiglie e la scuola creando molteplici occasioni di collaborazione. Il messaggio da trasmettere ai ragazzi- proseguono- deve essere semplice e unitario: 'la droga vi fa male, vi fa molto male. Non buttate via la vostra vita e quella dei vostri amici'". Occorre investire nel valore della vita anche in questo modo, perche', concludono le senatrice Baio e Binetti, "la vita non e' un valore negoziabile e la famiglia ne e' la migliore garanzia". 31-07-2007 Italia. Mele: ho sbagliato, mi dimetto. Polemiche su proposta ricongiungimenti "E' giusto che il mio partito abbia accettato le dimissioni. Ho sbagliato. Anche se... Se solo penso a come e' cominciato tutto, mi sento davvero male". Cosi' il deputato dell'Udc Cosimo Mele, interviene, in un'intervista a "Il Giornale", sullo scandalo dell'hotel Flora a Roma in cui e' rimasto coinvolto, sottolineando che si dimettera' anche da parlamentare "se il partito ritiene che io debba farlo". In quel caso Mele assicura: "Lo faro'". "Ora ho solo voglia di tornare a casa dalla mia famiglia. E' a loro che devo pensare". "Sono a Roma -aggiunge- sono dovuto tornare di corsa. Ma non vedo l'ora di andarmene". "Sono molto amaraggiato. Di certo quella sera non avrei mai immaginato potesse andare cosi'". Mele, quindi, definisce "solo una marachella" la serata che lo ha messo nell'occhio del ciclone e sottolinea come "i media stiano un po' alterando la realta'". Quindi assicura che fara' il test antidroga promesso dal suo partito. "Io sono prontissimo a farlo. Anche perche', come ho ripetuto piu' volte, non ho preso ne' cocaina ne' altri tipi di droghe". 'Proposta offensiva e vergognosa quella del segretario Udc onorevole Cesa che chiede un'indennita' per il ricongiungimento familiare dei 'poveri deputati' quando sono a Roma'. Lo dice Elio Cirimbelli, responsabile del Centro divorziati Asdi di Bolzano. 'Penso - si legge in una nota - alle migliaia di persone che faticano ad arrivare a fine mese ed alle tante famiglie che sono costrette a vivere separati, magari per settimane intere o per mesi a causa del lavoro del proprio partner ma che non hanno e non chiedono privilegi di sorta. Se queste sono le proposte di un nostro deputato della Repubblica che dovrebbe invece pensare al bene del nostro Paese, siamo caduti fortemente in basso'. "Proposte come quella della cosiddetta ricongiunzione a Roma di familiari dei parlamentari vanno nella direzione opposta a quella su cui la Camera ho operato e intende continuare a operare e configurerebbe una condizione di privilegio, del tutto incompatibile con la morale pubblica". Lo dichiara il presidente della Camera Fausto Bertinotti conversando con i giornalisti. Il presidente della Camera, commentando la proposta di Lorenzo Cesa sui ricongiungimenti familiari, continua: "Notizie di stampa ci consegnano proposte o presunte tali che investono le prerogative e la condizione del parlamentare. La Camera- ricorda Bertinotti- e' impegnata in uno sforzo comune per ridurre i costi e intervenire per mettere mano a storture e concorrere a ricostruire un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni". La proposta dell'Udc quindi va "nella direzione opposta" rispetto a quella in cui sta operando Montecitorio e configurerebbe- puntualizza Bertinotti- "una condizione di privilegio per il parlamentare del tuto incompatibile con la morale pubblica". Dopo il 'Caso Mele' e' gara tra i politici per sottoporsi volontariamente all'antidoping: oggi, alle ore 14.30, all'ospedale Niguarda di Milano, il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, effettuera' infatti un test antidroga, insieme ad altri consiglieri del capoluogo lombardo. 'Dice bene Bertinotti quando definisce la ricongiunzione familiare dei parlamentari quale privilegio incompatibile con la morale pubblica. La proposta di Lorenzo Cesa appare a dir poco grottesca. A parte il discorso materiale riguardante i costi della politica, che certo non possono essere aggravati da certi 'bisogni' personali dei parlamentari, qui c'e' in gioco un discorso ben piu' ampio e direi di etica politica ed umana'. Lo afferma Antonio Borghesi, deputato di Italia dei Valori. 'Non volevo credere alle mie orecchie prosegue - mi sono vergognato di fare parte di questo Parlamento, quando ho sentito la proposta di aumentare gli stipendi ai parlamentari perch‚ siano in grado di portare le mogli a Roma, dal momento che risulterebbe troppo pesante stare da soli. Che poi la proposta venga proprio dal segretario dell'Udc e' ancora piu' paradossale'. 'L'onorevole Cesa - conclude Borghesi - avrebbe fatto meglio a stare zitto, dopo aver accettato le dimissioni del 'malinconico' Mele, che, a quanto pare, lontano dalla famiglia proprio non puo' stare'. 'La mia preoccupazione per i ricongiungimenti familiari riguarda i migranti, non sicuramente i parlamentari che gia' possono usufruire di viaggi gratuiti per vedere quando vogliono la propria famiglia'. Lo dice Vladimir Luxuria, intervistata dal quotidiano online Affaritaliani.it. Luxuria, che coglie l'occasione per fare gli auguri a Pier Ferdinando Casini per le sue seconde nozze, aggiunge: 'Come al solito, si scopre l'Italia della doppia morale e dei partiti che dicono 'fate come diciamo noi ma non fate come facciamo noi'. Mi riferisco soprattutto alle forze di centro e cattoliche'. L'esponente di Rifondazione Comunista sottolinea anche 'la grande ipocrisia che c'e', quando si parla di famiglia e di punire chi si droga. Questo episodio e' venuto fuori solo perch‚ c'e' stato un problema di salute da parte di una donna, pensiamo invece a quanti altri casi ci sono, che riguardano parlamentari, e che non verranno mai alla luce. Secondo me quello di Mele non e' un episodio isolato. E' proprio una cosa matematica, quando c'e' un caso di questo tipo vuol dire che ce ne sono altri'. 01-08-2007 Italia. Udc organizza test antidroga volontario per parlamentari. Blitz Verdi-Radicali: ipocriti "E basta, con sto Mele...". Lorenzo Cesa è in fila per il test antidroga in piazza Montecitorio e sta spiegando ai cronisti che l'Udc proseguirà la battaglia dei valori nonostante la vicenda del deputato Mele e della sua notte brava, quando un suo collega di partito lo invita stizzito a non parlarne più, a guardare avanti. E in effetti sono in molti i parlamentari dell'Udc in fila per sottoporsi al test e a rivendicare la guida della battaglia contro gli stupefacenti. Accanto a loro molti deputati azzurri, tanti leghisti, pochi quelli di An, nessuno o quasi del centrosinistra. Il test è triplice: della saliva, dell'urina o del sangue. Ci vogliono 5 minuti per farlo, molto di più occorre invece attendere in fila. Tanti i parlamentari presenti, fin dalle 9:30 di stamattina. Fra i dirigenti Udc Casini, Cesa, Buttiglione, Tassone, Volontè, D'Onofrio, Dionisi, Libè, D'Alia, Pionati, Vietti, Drago, Ciocchetti. Fra i parlamentari di FI Osvaldo Napoli e Guido Crosetto, i leghisti Roberto Cota, Andrea Gibelli, Davide Caparini, Adolfo Urso e Riccardo Pedrizzi di An. Cesa attacca chi ha portato avanti "una strumentalizzazione indecente" sulle contestate dichiarazioni sul ricongiungimento familiare e sottolinea l'importanza di una iniziativa che serve a "a dire che la droga uccide". D'accordo Cota, per il quale "è giusto che ogni parlamentare dimostri di non far uso di droghe, anche se la vera soluzione è una selezione della classe dirigente a monte". I parlamentari prendono un numero, come al supermercato, alle 11:30 ne hanno già staccati oltre sessanta. Il deputato di An Pedrizzi, il primo del suo partito ad arrivare, annuncia che proporrà al 'Secolo d'Italia' "nel rispetto della privacy di pubblicare i nomi dei parlamentari che si sono sottoposti al test". Quanto alle assenze di molti dei parlamentari di via della Scrofa, getta acqua sul fuoco Urso: "E' un fatto personale e tale deve restare, nel rispetto assoluto di chi sceglie di fare o meno il test". Molti, fra gli esponenti dell'Udc, spiegano che avrebbero preferito un test tricologico, come proposto senza successo dai centristi in Parlamento. Quel tipo di test, a differenza di quello a cui si sono sottoposti stamane i parlamentari, rileva presenza di sostanze stupefacenti anche a distanza di mesi. BLITZ VERDI-RNP A TEST UDC: PERE E CONDOM ANTI-IPOCRISIA - Un po' di pere, "perche' e' meglio mangiarsele che farsele". Una manciata di profilattici, "perche' una campagna di prevenzione in Parlamento farebbe solo bene". E qualche mela, ma lasciata all'ultimo minuto nel sacchetto, "perche' avrebbero rappresentato le tentazioni, ma non volevamo doppi sensi con il nome del deputato Mele dell'Udc, non saremo noi a fare moralismi". Si sono presentati cosi' 'armati' i verdi Paolo Cento, Grazia Francescato, Paola Balducci, Luana Zanella e la radicale Donatella Poretti allo stand organizzato dall'Udc in piazza Montecitorio per sottoporre i parlamentari al test antidroga. "Volevamo sottolineare- ha detto il sottosegretario all'Economia Cento- l'ipocrisia di questa campagna. Ci sono troppi politici che fanno i proibizionisti e poi di notte... Insomma, volevamo portare agli antiproibizionisti un po' di anti-ipocrisia". "Ipocrita" sarebbe, secondo il gruppo di deputati di Verdi e Rosa nel pugno, il test antidroga organizzato oggi dall'Udc "perche'- spiega ancora Cento- farlo il mercoledi' con giorni di preavviso significa fare solo un gesto simbolico. Facciamolo un sabato sera, all'improvviso. Cosi' vediamo". "Ritengo necessario che i parlamentari si sottopongano a questa prova e ne rendano pubblici i risultati". Lo afferma Giorgio Bornacin (An), dopo essersi sottoposto stamattina, volontariamente, ai test antidroga organizzati dall'Udc davanti alla Camera dei deputati per sollecitare l'obbligatorieta' di tali test per tutti gli eletti in Parlamento. "Non possiamo chiedere ai giovani di non drogarsi- spiega il senatore-, non possiamo chiedere ad alcune categorie come medici, autisti di mezzi pubblici, ed altri di sottoporsi a test periodici, se non diamo l'esempio". La lotta alla droga, conclude Bornacin, "e' una priorita', perche' drogarsi e' un reato contro se stessi e contro la societa': gravissimi sono i danni che gli stupefacenti procurano sia alla persona sia alla collettivita' tutta". "La questione droga e' una emergenza che investe la nostra societa'. E' riduttivo circoscrivere la gravita' del fenomeno a estemporanee richieste di test per i politici". E' la posizione personale di Roberto Di Mauro, presidente del gruppo parlamentare del Movimento per l'Autonomia all'Assemblea regionale siciliana, in merito al dibattito sulla proposta di test antidroga per i deputati regionali. "Non ho mai fatto ne' faccio uso di sostanze stupefacenti -aggiunge Di Mauro-, potrei, pertanto, senza alcun problema, sottopormi al test. Il dramma della droga va combattuto con le armi della prevenzione verso i giovani e della repressione verso le organizzazioni criminali che vendono morte -conclude l'esponente del Mpa-. Non certo con un semplice test, evitiamo di far scadere la morale in falso moralismo". Angelo Compagnon, dell'Udc, annuncia che domani si sottoporra' al test antidroga organizzato dal suo partito. Per Compagnon, 'un parlamentare, per assolvere al proprio dovere, non ha bisogno di ulteriori incentivi', e deve 'rispondere solo agli elettori, oltre che con il lavoro, anche con la massima coerenza sugli impegni presi e sui temi cardine della battaglia politica'. Ora, per l'esponente dell'Udc, 'gli ultimi episodi confermano la necessita' impellente che nell'urna i cittadini possano scegliere direttamente, oltre alla forza politica, anche il proprio parlamentare', e 'la strada per contrastare l'antipolitica passa inequivocabilmente dal ripristino delle preferenze elettorali, che oggi soltanto l'Udc ha portato avanti'. Quanto al test antidroga, 'e' fondamentale che un parlamentare lo faccia, proprio per rinnovare il rapporto di fiducia con chi lo ha eletto. Io, domani mattina, lo faro'; con me, dovrebbero farlo tutti coloro i quali ricoprono incarichi di responsabilita' nella societa', e non solo a livello pubblico'. "Capisco i gesti simbolici, ma questo mi sembra troppo simbolico...". Cosi' il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, commenta l'iniziativa di domani dell'Udc, che sottoporra' al test antidroga i parlamentari che lo vorranno, presso un banchetto di fronte a Montecitorio. "Il test ha un valore retroattivo di sole 48 ore. Comunque - prosegue La Russa - ho detto ai parlamentari di An di partecipare. Se la proposta di legge avesse continuato il suo iter - aggiunge - avrei presentato un emendamento per fare il test tricologico, che ha valenza sei mesi. Il test di domani invece - conclude - non ha valore, e' come se non ci fosse, ci puo' andare anche un tossicodipendente...". Francesco Caruso e Maurizio Acerbo, del Prc, sostengono che 'l'Udc e' immorale' e che il test antidroga organizzato dal partito sarebbe 'pura ipocrisia'. Partendo dal caso di Cosimo Mele, Acerbo e Caruso sostengono che il parlamentare sarebbe stato candidato 'nonostante le sue inchieste per tangenti', per cui 'ci pare molto piu' grave delle sue avventurine, l'assoluta spregiudicatezza dell'Udc - sempre per i due - nell'ospitare nelle sue liste personaggi coinvolti in reati di corruzione e persino in inchieste di mafia, come il presidente della regione Sicilia, Cuffaro'. Dopo aver accusato l'Udc di 'doppia morale', Caruso ed Acerbo suggeriscono ironicamente 'a tutti deputati dell'Udc di evitare per stasera la partecipazione a qualsivoglia festino a base di sesso e coca, poiche' per domani e' previsto il test-antidroga organizzato dal loro partito, nella speranza ormai vana di ridarsi un minimo di credibilita''. Dopo aver affermato che il test 'rileva l'eventuale assunzione di droghe solo nelle ultime 48 ore', Acerbo e Caruso aggiungono che 'al termine di questa pagliacciata, i deputati risultati negativi al test, potranno tranquillamente tornare a fare le loro avventurine, per alleviare la loro lontananza della famiglia'. 'I test anti droga a cui si sottoporranno i parlamentari dell'Udc e, speriamo, molti altri parlamentari di altri gruppi, non e' un gesto simbolico come erroneamente vorrebbe far credere l'On. La Russa ma sono gli stessi a cui vengono sottoposti gli atleti': e' quanto puntualizza Maurizio Ronconi dell'Udc. 'Certo - aggiunge - ci sono anche altri accertamenti come quello tricologico ma e' sempre preferibile assumere comunque una iniziativa di screening con modalita' scientificamente riconosciute, che limitarsi ad una sterile ed inutile critica. Domani attendiamo, se lo vorra', anche l'On. La Russa e poi quando il suo gruppo organizzera' altro tipo di accertamenti ricambieremo cortesemente la visita'. "Avvertire dieci giorni prima di un test antidroga equivale a rendere nulla la verita' su chi si droga veramente tra i parlamentari". Cosi' Stefano Pedica, capo della segreteria politica dell'Italia dei valori, interviene sul gesto dei parlamentari Udc che oggi si sottopongono a un test anti droga. "Il vero test- aggiunge Pedica- e' quello che e' stato eseguito a sorpresa dalle Iene che, in questo modo, ha reso quello organizzato oggi dall'Udc una farsa". Per l'esponente dell'Italia dei valori, "vedere tanti parlamentari che si sottopongono a un test antidroga 'organizzato' da una parte fa sorridere, dall'altra non fa che irritare tantissima gente". Conclude Pedica: "Per senso di responsabilita', noi dell'Italia dei Valori, non innalzeremo alcun cartello con la scritta 'senza vergogna' perche' la vergogna vera e' stata quella di non aver annullato questa manifestazione dopo i fatti di sesso, donne e droga occorsi a un loro parlamentare". "Non provo nessun imbarazzo ad essere qui in fila per il test anti-droga. Qualcuno dirà 'da che pulpito viene la predica...'. Ma io dico che non si può sputtanare un partito che si batte per dei valori solo per l'errore di un singolo. Mele non era il massimo dirigente del partito né l'emblema morale dell'Udc". Così il presidente dei centristi, Rocco Buttiglione, spiega le ragioni della sua presenza in piazza Montecitorio per sottoporsi al test anti-droga e torna sulla vicenda del deputato ex Udc Cosimo Mele. "Identificare il partito con l'errore di un singolo è infame, qual è il partito italiano che non ha avuto nelle sue fila un drogato, un corrotto, un mafioso o un camorrista? La priorità è però la selezione della classe dirigente", conclude Buttiglione. 'Faro' volentieri il test antidroga, ma in una clinica medica, non in mezzo alla strada. Il test proposto dall'Udc e' una buffonata. Non accetto lezioni di morale da chi, visti i fatti degli ultimi giorni, fa politica in maniera ipocrita'. Lo afferma Gianluca Pini, della Lega Nord. 'Droga e intercettazioni: sono vicende che raccontano del degrado della politica. Si predica bene e si razzola male in alcuni casi, si vogliono privilegi da casta in altri': lo afferma Marco Rizzo, coordinatore del Pdci. "Non credo sia un'iniziativa apprezzabile quella del test antidroga per i parlamentari. Personalmente mi rifiuto solo al pensiero di dovermi assoggettare ad una cosa del genere cosi' da incutere sospetti. E' una cosa sbagliata". Cosi' il senatore della Lega Michelino Davico commenta l'iniziativa dell'Udc sul test antidroga per i parlamentari. "Sono stato eletto dal popolo- rileva Davico- per sostenere il territorio e i problemi della mia gente e lavorare al meglio per il bene del paese. Sinceramente trovo sconveniente questa iniziativa e il solo pensiero di un minimo sospetto. Non ci vado, ci andasse qualcun altro". "Anche l'on. Cosimo Mele oggi sarebbe negativo al test per la cocaina." A sostenerlo e' Silvio Viale, medico, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani. "E' curioso, e aggiungerei un po’ sospetto, che questa messsinscena sia di mercoledi', a riguardevole distanza dalle serate del week-end in cui si concentra il consumo di cocaina. Non metto in dubbio la buonafede dell'UDC –non l'avrei messa in dubbio nemmeno prima del caso Mele– ma oggi anche Cosimo Mele sarebbe negativo, qualora gli fosse sfuggita una sniffata venerdi' sera. Gli esperti dell'UDC dovrebbero sapere che i test per la cocaina si negativizzano in pochi giorni, soprattutto per sniffate occasionali, non esagerate. Forse sarebbe stato meglio organizzare i test in prossimita' del week-end, magari a sorpresa, come per i ciclisti. Il punto non e' solo l'ipocrisia, quanto il fatto che i test di massa sono controproducenti, dannosi e servono poco ad affrontare la questione droga. Giocare demagogicamente sulla paura e' il peggiore servizio che i parlamentari possono fare per le famiglie. Resta poi il dubbio su Mele, se i carabinieri gli abbiano proposto il test nelle ore successive, se l’abbia fatto o se l'abbia rifiutato, preoccupato forse per un eccessivo scambio di saliva con le occasionali compagne... In ogni caso, Cesa e Casini non possono ignorare che, senza l'avventuretta finita male, oggi Mele sarebbe li' con loro e che la stessa circostanza potrebbe verificarsi in ogni contesto sociale, anche nella piu' integerrrima e virtuosa sezione di partito". "Senza offesa, ma l'increscioso caso Mele sembra aver mandato l'intera Udc un po' fuori di testa. Prima le assurde proposte di Cesa sui 'ricongiungimenti familiari' per i parlamentari, oggi la ridicola messa in scena dei test antidroga di fronte a Montecitorio. Il tutto ha un sapore decisamente grottesco". Lo dice il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena. "L'argomento -continua Russo Spena- meriterebbe di essere trattato con ben maggiore serieta'. La vicenda che ha coinvolto il deputato dell'Udc e' solo l'ennesima dimostrazione di quanto inutile e controproducente sia il proibizionismo. L'Udc avrebbe potuto cogliere l'occasione per avviare una vera riflessione. Invece, per sottrarsi a un comprensibile imbarazzo, ha preferito cavalcare i peggiori istinti proibizionisti e allestire la desolante sceneggiata di Montecitorio". "La sterile propaganda certamente non aiuta a risolvere un problema come l'uso degli stupefacenti che merita serietà ed attenzione da parte delle istituzioni". Lo dichiara in una nota Renzo Lusetti della Margherita. "Se si decidesse di estendere il test antidroga, più che ai parlamentari - prosegue - andrebbe fatto a tutte quelle categorie che con il loro lavoro hanno la responsabilità della vita delle persone. Penso ai medici per esempio, o ai piloti di aereo, o ai conducenti di mezzi pubblici: è di qualche mese fa l'incidente stradale in cui si sospettava che l'autista di un autobus avesse fatto uso di stupefacenti". "Il problema della droga - conclude Lusetti - è serio e dobbiamo affrontarlo con altrettanta serietà, non con teatrini propagandastici. E soprattutto su questa materia non accettiamo lezioni da chi, come Forza Italia, è stata coinvolta in una vicenda di droga in uno dei ministeri più importanti del Governo. Un pagina nerissima che gli italiani ricordano molto bene". "Ho fatto il test antidroga allo stand organizzato dall'Udc. Sono stato fra i primi ed in verita' non e' la prima volta". Lo afferma il parlamentare del Nuovo Psi, Lucio Barani, che si e' recato presso la struttura allestita a piazza Montecitorio e gia' si era sottoposto al test delle 'Iene'. "Personalmente sono favorevole- ha aggiunto- anche ad analisi piu' dettagliate come quelle sul 'capello' che consentono una maggiore veridicita'. Credo che ogni parlamentare debba farlo, a garanzia dei cittadini italiani, prima di entrare a Montecitorio". Sarebbe opportuno, conclude Barani, "farlo fare anche agli esponenti del governo, alcuni provvedimenti di questo esecutivo sembrano essere fatti sotto l'uso di sostanze stupefacenti". "Come ho scritto in una lettera a Lorenzo Cesa, sono contraria a test antidroga, sia volontari che obbligatori, soprattutto a quelli nelle scuole. Perciò non faccio nessun test. Niente droga, niente alcol e nessun abusi di farmaci. Sono favorevole ai test solo in caso di guida di veicoli. Inoltre sono da sempre antiproibizionista. L'antiproibizionismo ci sarebbe utile anche per estirpare il terrorismo che vive sulla droga e sui cui proventi anche l'occidente si arricchisce. L'Afghanistan ci dovrebbe insegnare qualcosa". È quanto afferma Franca Bimbi, esponente dell'Ulivo e presidente della commissione Politiche dell'Unione europea. Il caso Mele 'riporta l'attenzione sui criteri seguiti da Casini e Cesa nella composizione delle liste dell'Udc per le elezioni politiche': lo afferma l'ex segretario regionale della Campania dell'Udc Arturo Iannaccone. 'Entrambi, infatti, hanno chiesto ed ottenuto la delega per la scelta dei candidati prima al Consiglio Nazionale e poi alla Direzione Nazionale, entrambi sono stati capolista in tutta Italia ed entrambi si sono dimessi, dando poi indicazioni all'onorevole Mazzoni di farlo in Puglia per consentire all'onorevole Mele di entrare in Parlamento', aggiunge Iannaccone. 'Invece di chiedere scusa agli italiani per lo scempio che e' stato compiuto nella fase di individuazione delle candidature privilegiando il tasso di amicizia e di fedelta' e non tenendo conto delle indicazioni territoriali, Casini e Cesa si affrettano a preannunciare la sceneggiata del test anti-droga, cui si dovrebbero sottoporre loro stessi e tutti i parlamentari dell'Udc. Ma e' evidente che ne' Casini ne' Cesa, ne' l'Udc possono chiamarsi fuori politicamente e moralmente da questa vicenda, almeno fino a quando non saranno chiariti e resi pubblici, fino in fondo, dai diretti protagonisti i criteri reali seguiti nella composizione delle liste dell'Udc alle ultime elezioni politiche', conclude l'ex segretario regionale. 'La questione e' che le famiglie italiane non gradiscono che i propri figli si droghino. L'Udc si sta battendo contro la droga e l'iniziativa di oggi fa parte di una lunga strategia portata avanti dal partito. Si tratta di affermare il principio che drogarsi da male, contro il progressivo lassismo che tende a giustificare lo spinello o la pasticca. L'Udc vuole affermare questa cultura, sappiamo bene che il test non e' la soluzione definitiva, non vogliamo vendere l'illusione che basti questo, ma si inserisce in una strategia piu' complessa'. Cosi' Francesco D'Onofrio, arrivando al presidio sanitario allestito davanti a Montecitorio per il test antidroga ai parlamentari, spiega il senso dell'iniziativa dell'Udc. Quanto alle polemiche con Alleanza nazionale che vuole il test tricologico, il presidente dei senatori centristi spiega che 'non e' una questione di capello o di saliva. Nella lotta contro la droga non c'e' competizione, ma una battaglia politica comune'. Un test-propaganda da 'proibizionisti all'amatriciana': Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, commenta cosi' l'iniziativa dell'Udc che stamani, in un laboratorio allestito in piazza Montecitorio, ha effettuato una serie di test ai parlamentari per verificare il consumo di droghe. 'Se non fossimo in Italia - sostiene - non ci sarebbe bisogno di ricordare ai parlamentari dell'Udc, che questa mattina si sono precipitati in piazza a fare propaganda demagogica con uno pseudo test antidroga, che per verificare se effettivamente si e' fatto uso di sostanze psicotrope negli ultimi 12/24 mesi occorre fare un esame tricologico. Il test-propaganda cui si sono sottoposti i deputati dello stesso gruppo dell'onorevole Mele, coinvolto alcuni giorni fa in una vicenda di prostitute e cocaina, possono soltanto verificare se si e' fatto uso di Cannabis negli ultimi 30/90 giorni e di droghe pesanti nelle ultime 24/48 ore'. 'Perche', mi chiedo, non vengono fatti anche gli esami sull'uso e abuso di alcool? E' forse meno dannoso per se' e per gli altri della marijuana? La verita' e' che i deputati Udc confermano, con test-propaganda sulla droga, che le leggi proibizioniste come la Iervolino Vassalli o come quella del centro-destra, votata demagogicamente poche settimane prima del voto delle scorse elezioni politiche, falliscono miseramente'. 'Infatti, come tutti sanno, tutti i tipi di droghe sono facilmente reperibili 24 ore su 24; insomma, il trionfo del fallimento della legge di cui nessuno parla! Occorre, invece, sperimentare con saggezza la regolamentazione del consumo delle droghe per colpire subito il mercato mafioso che e' alimentato proprio dal proibizionismo, destinando almeno una parte delle ingentissime risorse oggi impiegate - conclude - ad un' inconcludente e costosissima repressione, all'informazione e alla prevenzione'. "Non ho fatto il test proposto dall'Udc perche' la questione della droga e' molto seria e va discussa e approfondita in modo serio e non ideologico, sulle cose serie non si scherza". Cosi', ai microfoni di Radio Radicale, Benedetto Della Vedova, deputato di Forza Italia, interviene sul test anti droga al quale si sono sottoposti i parlamentari dell'Udc di fronte a Montecitorio. "Io ritengo che questo gioco del test suoni per altro da parte dell'Udc- aggiunge Della Vedova- come una sorta di excusatio non petita, un specie di gioco". Occorrono invece, prosegue il forzista, "un impegno e un confronto seri non solo a livello italiano della distribuzione ma anche a quello sopranazionale della produzione". Poi, sottolinea, "possiamo anche discutere se continuare a seguire l'opzione proibizionista che caratterizza la strategia di contrasto alla droga da trent'anni con risultati nulli, oppure se scegliere un'opzione improntata ad un pragmatico antiproibizionismo non ideologico". E conclude: "Ma questo grande gioco, messo in campo oggi dall'Udc, non fa fare passi in avanti". "L'immagine di parlamentari in fila sotto il sole in attesa di sottoporsi al test antidroga è davvero indecorosa per la classe politica italiana": lo sostiene il capogruppo dei Popolari-Udeur al Senato, Tommaso Barbato. "Chi ha qualcosa da nascondere lasci la politica; chi è a posto, a maggior ragione, pensi a lavorare dignitosamente e seriamente per il bene del Paese", aggiunge Barbato in un comunicato. 'Mi sono volontariamente sottoposto all'ennesimo atto di delegittimazione dei parlamentari con l'inutile test di assunzione di droghe'. Lo afferma Basilio Germana' di Forza Italia, secondo il quale il test dell'Udc e' 'mortificante perche' fatto su un camper in piazza; inutile perche' a differenza dell'esame tricologico questo test fa riferimento alle ultime 48 ore; discriminante perche' per far l'esame a 630 deputati, peraltro impegnati nelle votazioni in Aula, sarebbero state necessarie 105 ore consecutive'. 'Coloro i quali non si sottoporranno al test - conclude Germana' - potrebbero essere considerati come 'disertori dell'opinione pubblica''. "Non esiste il diritto all'errore. O si fa una politica normale e rispettosa della privacy cosi' come della pluralita' degli stili di vita, oppure se si dice che il matrimonio e' solo eterosessuale e che il sesso si fa solo per avere figli e poi si viene beccati alle feste con droga e prostitute... allora non ci sto". Franco Grillini ritorna sulla 'notte brava' di Cosimo Mele e chiama in causa Chiesa e supporter del 'Family day': "Perche' la gerarchia vaticana, che interviene sull'intero scibile umano, e' stata zitta? C'e' uno stranissimo silenzio- attacca il deputato Sd, interpellato dal quotidiano online 'Affaritaliani.it'- da parte dei promotori del 'Family day'. Perche' non c'e' un'opinione di Pezzotta, della Roccella o del presidente della Cei?". Grillini e' impietoso nei confronti dell'Udc, rinfaccia a Casini e al suo partito la "doppia morale", parla di "crisi irreversibile" della loro "credibilita' morale", accusa i centristi di aver dato vita oggi a una "iniziativa sfortunata" che per "decenza" meglio sarebbe stato sospendere: "E' anche offensiva nei confronti dei parlamentari dell'Udc, perche' se fanno un test vuol dire che non si fidano. E inoltre e' offensiva nei confronti dell'intero Parlamento, in quanto mette in discussione l'onorabilita' delle Camere". Ma in Parlamento il caso Mele e' isolato? "Sicuramente- dice Grillini- non e' isolato. Non arriverei a dire che la maggioranza dei parlamentari conduce uno stile di vita simile... Mele e' uno ricco". In altri termini, "non solo molti quelli che possono sputtanarsi 4 o 5 mila euro a notte" e "chi si puo' permettere uno scherzetto simile? Quelli di centrosinistra danno i soldi ai partiti, finanziano le organizzazioni locali e pagano in regola i loro collaboratori. Credo che siano piu' nel centrodestra, perche' hanno piu' soldi". Il deputato di An Giorgio Holzmann, firmatario del disegno di legge per istituire il controllo obbligatorio sulla droga per i parlamentari, si e' sottoposto al test nel pomeriggio di oggi e chiede che il test sia esteso ad altre categorie, tra cui anche a quella dei magistrati. 'Sapere con certezza che coloro che svolgono particolari delicate funzioni, non fanno uso di sostanze stupefacenti - afferma in una nota - e' sicuramente auspicabile e tale obbligo andrebbe esteso anche ad altre categorie che per la loro funzione rivestono particolari responsabilita' amministrative o, nell'ambito della loro attivita' potrebbero mettere a rischio l'incolumita' pubblica'. Holzmann cita ad esempio, 'alti dirigenti dello Stato, magistrati, medici, paramedici, controllori di volo, piloti aerei, macchinisti ferroviari, conducenti di autobus e taxi'. 'Il testa anti droga proposto dall Udc e' ipocrita, se non si effettua l esame tricologico non ci sono risultati attendibili, ed e' figlio di un atteggiamento populista e demagogico'. Cosi' Chiara Moroni, deputata di Forza Italia. 'I parlamentari, personaggi pubblici, devono essere da esempio per i cittadini ma non possono essere oggetto di regole diverse rispetto al resto del Paese. I parlamentari rispondono delle loro azioni direttamente all'elettorato che ha la possibilita', con l'esercizio del voto, di giudicarne l'operato. La discussione circa l'uso di droghe - sottolinea Moroni - rappresenta un problema serio che va affrontato con competenze scientifiche e senza approcci ideologici'. 'Vanno sostenute campagne di sensibilizzazione ed informazione rivolte alle giovani generazioni e - conclude Moroni - bisogna interrogarsi sui risultati deludenti conseguiti con le politiche proibizioniste'. I test effettuati dai parlamentari permettono di verificare la presenza di droghe solo se sono state assunte al massimo pochi giorni prima. Lo sostiene Roberta Pacifici, ricercatrice dell'Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell'Istituto Superiore di Sanita'. 'C'e' da dire innanzitutto che questi test vanno utilizzati da personale specializzato, per evitare che i risultati vengano falsati da un uso improprio - sottolinea Pacifici - inoltre il loro risultato e' piu' che altro indicativo, e va sempre confermato da analisi piu' precise. Inoltre questo tipo di analisi andrebbe effettuato a sorpresa, dato che i tempi di permanenza dei metaboliti nelle matrici biologiche e' molto breve'. Questi i valori dei tempi di permanenza delle sostanze nelle varie matrici biologiche indicati dall'esperta: - URINE: i metaboliti del Thc, il principio attivo di hashish e marijuana rimangono nelle urine per quattro-cinque giorni, di piu' se chi fa il test e' consumatore abituale o la dose assunta e' elevata (fattore che aumenta la permanenza anche delle altre sostanze). Cocaina, eroina ed ecstasy invece rimangono per uno o al massimo due giorni. - SANGUE E SALIVA: le droghe hanno un comportamento simile in sangue e saliva, cosi' come nei campionamenti 'a striscio' come quelli utilizzati nel servizio della trasmissione 'Le Iene' che ha scatenato le polemiche sfociate nei test di oggi. La permanenza e' molto inferiore a quella nelle urine, e indica generalmente che la persona e' ancora sotto effetto della sostanza. Cocaina ed eroina hanno il picco dopo un'ora dall'assunzione, e scompaiono dopo tre-cinque ore. L'ecstasy ha il picco alla seconda ora, inizia a diminuire dopo quattro e scompare dopo otto. Il Thc invece e' piu' veloce, e scompare gia' dopo un paio d'ore perche' viene assorbito dai tessuti adiposi. - CAPELLI: i metaboliti delle droghe si fissano nella cheratina, la proteina di cui sono fatti i capelli, e non ne vengono piu' espulsi a meno di trattamenti cosmetici come la colorazione. Sono quindi sempre presenti nei capelli, dove possono essere rilevati. Poiche' i capelli crescono di un centimetro al mese, e' possibile facendone un'analisi frazionata anche stabilire a quanti mesi prima risale l'assunzione. "Il tema della droga va affrontato seriamente. Così come quello sul rapporto tra parlamentari ed etica politica. L'iniziativa dell'Udc appare, sotto questi due aspetti, grossolana e demagogica". Lo sostiene, in una nota, la deputata di Sd Alba Sasso. Secondo Sasso "non può essere un singolo partito a fare 'controlli' o a promuovere dubbie iniziative di 'certificazione' della moralità dei parlamentari: senza voler entrare poi nello specifico di quanto sia meno eticamente legittimato a farlo... Dopo fatti incresciosi che ne mettono in discussione la coerenza, nella più classica delle contrapposizioni tra pubbliche virtù e vizi privati, e dopo aver reagito chiedendo più soldi per i parlamentari per aiutarli a 'sconfiggere la solitudine', l'Udc ha evidentemente bisogno di ricostruirsi un'immagine moralizzatrice". "Le deputate e i deputati di Sinistra democratica - prosegue - sono ovviamente favorevoli a tutte quelle iniziative che facciano assumere ai parlamentari la piena responsabilità del proprio ruolo, politico e pubblico". "Non ci prestiamo ovviamente - conclude Sasso - ad iniziative strumentali di singoli partiti in cerca di riscatto". 'Mi e' sembrata una iniziativa di propaganda e nient'altro'. Cosi' il ministro per l'attuazione del programma, Giulio Santagata, ha commentato, questa sera a Firenze a margine del dibattito sui costi della politica in corso alla festa dell'Unita', il test sulla droga compiuto stamani a Roma dai parlamentari dell'Udc dopo la vicenda Mele. 'Io credo che il problema droga - ha aggiunto il ministro - sia un problema serio che va affrontato aiutando i ragazzi, ma non solo loro perche' il consumo della cocaina mi sembra sia diffuso non in una sola generazione. Va affrontato senza farne un tema di controllo sociale'. A proposito della proposta di finanziare il ricongiungimento famigliare per i parlamentari, il ministro ha commentato: 'mi sembra che Cesa si sia fatto prendere da un problema che ha in casa'. 'La sua proposta - ha aggiunto Santagata - e' assolutamente fuori da ogni logica, tra l'altro nel clima che stiamo vivendo nei rapporti tra cittadini e politica. Mi sembra una scivolata, nulla di piu''. "Il criterio con cui va giudicato un politico è quello della qualità della sua attività politica. Così come un medico, un avvocato o un commercialista va giudicato sulla base di ciò che fa e di come lo fa. Se ci mettiamo sul terreno delle analisi farmacologiche rischiamo di costruire un altro tipo di Fattoria degli animali, quella di Orwell". Così, in un'intervista a 'Libero', il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, parla dei test anti-droga promossi ieri dall'Udc. Test che, dice "mi fa sorgere molti dubbi". "Così facendo - sottolinea - si entra quasi in un meccanismo psicologico: io faccio il test e tu no, quindi io sono così e tu no. Eccetera, eccetera. Brutto meccanismo". 01-08-2007 Italia. Procura di Roma apre fascicolo su deputato Udc: forse lui il fornitore di cocaina La Procura di Roma ha formalmente aperto un fascicolo d'inchiesta sul caso di Cosimo Mele, il parlamentare dell'Udc che ha avuto un incontro a luci rosse con una squillo in un noto albergo della Capitale. Secondo quanto si è appreso gli inquirenti vogliono accertare se come riferito dalla donna l'esponente politico ha portato con sè della sostanza stupefacente. In ogni caso - si sottolinea - si vuol capire che 'percorso' ha fatto la droga. I pm mantengono il più stretto riserbo sul reato per cui è stato rubricato il fascicolo. Intanto nelle prossime ore sarà avviata l'attività istruttoria. Prevedibile, in tal senso, la convocazione di Mele, della prostituta, del personale ospedaliero che l'ha assistita, e di quello alberghiero. 'La legge antidroga e' uguale per tutti?': a chiederlo e' Giulio Manfredi, della direzione di Radicali Italiani, a proposito della vicenda della nottata del deputato Cosimo Mele con due 'squillo'. L'esponente radicale chiede cioe' 'di verificare al piu' presto se un deputato della Repubblica ha violato una legge dello Stato'. Manfredi ricorda quanto prescrive la legge Fini-Giovanardi, e in particolare che 'chiunque offre, cede, distribuisce, procura ad altri, passa' sostanze stupefacenti e' punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000. 'Per i fatti di lieve entita', la pena va da uno a sei anni e la multa da euro 3.000 a euro 26.000. Stesse pene per 'chiunque acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque illecitamente detiene sostanze stupefacenti che per quantita'...ovvero per modalita' di presentazione... ovvero per altre circostanze dell'azione, appaiono destinate ad un uso non esclusivamente personale''. Se poi non si supera la soglia ('fissata dal ministro della Salute ad interim Silvio Berlusconi a 750 milligrammi') si applicano le sanzioni amministrative e non penali. 01-08-2007 Italia. An a Ferrero: droghe tutte uguali. E lui: informatevi prima di parlare "Il centrodestra ha messo i soldi in mano a Ferrero e Prodi, che non sono neanche stati capaci di indire il bando, divenendo complici, nei fatti, dell'ignoranza giovanile sugli effetti delle sostanze assunte. Ferrero contraddice se stesso e non dice il vero. In materia di tossicodipendenza il Governo di centrodestra ha dedicato energie e soldi alla prevenzione e all'informazione, impegnandosi annualmente". Lo ha dichiarato Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera dei Deputati rispondendo al ministro della Solidarieta' sociale sulla droga. "Ferrero ci spieghi piuttosto perche' il suo Ministero ha disatteso nel 2006 e nel 2007 la legge 309/90 e successive modifiche, che prevede l'obbligatorieta' di campagne di prevenzione informative, per le quali sono stati stanziati dal Governo Berlusconi 5 milioni di euro da destinare all'Osservatorio nazionale giovanile sulle tossicodipendenze". "E' dimostrato, infine che coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti come cocaina, eroina e droghe sintetiche hanno fatto uso di cannabis. Consiglio pertanto al ministro Ferrero di approfondire le conoscenze con l'ausilio di quegli istituti di ricerca scientifica, che hanno svolto studi in materia e che possono documentare i danni provocati dall'abuso di questa droga". "Non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire. Ferrero sa benissimo che non sono gli effetti pericolosi di una droga rispetto ad un'altra che contestiamo, bensi' il tentativo di questo governo di convincere i giovani che esistono delle sostanze stupefacenti pericolose e altri innocue". Cosi' Ignazio La Russa, capogruppo di Alleanza nazionale alla Camera. "Studi e ricerche scientifiche dimostrano che tutte le droghe, seppur in forma diversa, fanno male e hanno degli effetti gravi sulla salute, compresa la cannabis, cosi' come e' comprovato che spesso chi fa uso di cocaina, eroina e sostanze stupefacenti sintetiche ha iniziato proprio dallo spinello". Il ministro Ferrero, prosegue l'esponente di An, "si preoccupi piuttosto di avviare l'Osservatorio nazionale giovanile sulle tossicodipendenze, gia' dotato di fondi sufficienti, riprendendo la strada della prevenzione e dell'informazione". 'Meloni e La Russa farebbero bene a informarsi bene prima di intervenire su temi cosi' delicati. L'istituzione dell'Osservatorio per il disagio giovanile, il cui varo e' previsto dopo l'estate, ha infatti richiesto diversi passaggi di confronto tra il Governo e le regioni proprio a causa delle scelte sbagliate operate dal Governo precedente'. E' quanto sottolinea in una nota il ministro della Solidarieta' sociale Paolo Ferrero. 'La legge finanziaria per il 2006 (Governo Berlusconi) aveva istituito l'Osservatorio senza coinvolgere minimamente la Conferenza Stato-regioni. Le regioni -prosegue Ferrero- hanno sollevato una questione di legittimita' costituzionale e la finanziaria del 2007 (Governo Prodi) ha riscritto la norma prevedendo che il decreto del Ministro della Solidarieta' sociale istitutivo dell'Osservatorio abbia l'intesa della Conferenza Stato-regioni ed anche il successivo decreto interministeriale per l'utilizzo del collegato Fondo nazionale per le comunita' giovanili di 5 milioni di Euro'. 01-08-2007 Usa. Gas condizionatori per sballarsi Dopo la colla e le lacche, la nuova droga dei poveri e dei bambini americani e' il gas freon, sniffato direttamente dai condizionatori. Si chiama 'sniffing' ed e' la pratica, esportata dalle favelas brasiliane, che negli ultimi anni sembra aver dilagato tra i giovanissimi americani con la voglia di 'sballare', come racconta oggi una emittente locale della Cbs, nell'Illinois. La tecnica e' molto semplice: basta immergere la testa in una busta di plastica con all'interno il gas tossico del condizionatore per diventare immediatamente euforici, ma con gravissimi pericoli. 'Anche dopo una sola inalazione -spiega Donna Carney, una dottoressa dell'Universita' dell'Illinois a Carbondale- il bambino potrebbe morire. Ed i gas freon, se sniffati per un lungo periodo, possono danneggiare polmoni, reni e fegato, oltre che creare seri problemi di memoria. I danni sono irreversibili'. 02-08-2007 Francia. Nelle aziende aumenta il consumo di cocaina A lungo droga da ricchi, la cocaina si espande come traccia di polvere tra gli impiegati e nei settori professionali piu' tradizionali. "Prima, non vedevo che spinelli circolare intorno a me qui al lavoro. Oggi, ci sono piu' droghe pesanti, tra cui non poca cocaina". Franck ha 28 anni. E' magazziniere ad interim da cinque anni. Al momento della colazione, i suoi colleghi gli propongono spesso una striscia di "CC" (soprannome dato alla cocaina). Tanto per accompagnare il caffe' del mattino ed essere in forma per iniziare la giornata. Il professor Philippe-Jean Parquet ha diretto un rapporto governativo nel 2006 intitolato "Comportamenti dipendenti in ambito professionale". Per l'ex presidente dell'Osservatorio francese di droghe e tossicodipendenze (OFDT) non ci sono dubbi sul fatto che il consumo di droga al lavoro sia cresciuto: "Nei cantieri di BTP, per esempio, la presenza di cocaina e' in costante aumento. Anche' se la cannabis rimane la piu' diffusa". La cocaina non e' piu' dunque appannaggio di pubblicitari, indossatrici o uomini d'affari stressati. La polvere bianca ha guadagnato altri ambienti. "Si e' democraticizzata", riassume il dottor Lowenstein, direttore della clinica Montevideo a Boulogne-Billancourt, specializzato nei trattamenti della dipendenza. Dopo i golden boys, i primi arrivati nel suo centro, William Lowenstein ha ricevuto in ambulatorio il personale navigante: steward, chef di cabina, hostess... Con sua grande sorpresa, recentemente e' stato un macellaio a bussare alla sua porta. "Il piccolo artigiano ne era affetto", constata. E non a caso. In un decennio il corso della "coke" e' crollato. A meta' degli anni 1990, bisognava sborsare 800 franchi (120 euro) per procurarsi un grammo di cocaina. Oggi ne bastano 60. "La cocaina e' scesa notevolmente nella scala gerarchica" rilancia Michel Hautefeuille. Psichiatra al centro medico di Marmottan nel XVIIesimo arrondissement parigino, vede delinearsi un nuovo profilo di consumatore. La settimana scorsa, un impiegato di una banca parigina ha varcato la soglia dell'ospedale specializzato in assistenza ai drogati. "In tre anni, il suo volume di lavoro e' moltiplicato per due", riferisce Michel Hautefeuille. Stress, ansieta', l'impiegato non li sopportava piu' e ha tuffato il naso nella cocaina. I quadri intermedi o i semplici impiegati hanno cominciato a irrompere a Marmottan gia' da tre anni. Dan Velea, specialista in tossicomanie, spiega il doping professionale con "le accresciute esigenze delle imprese". Il fenomeno allarma il mondo del lavoro? Secondo Michel Hautefeuille, "le imprese funzionano come le federazioni sportive: se ne disinteressano fino a quando non scoppia lo scandalo". Alcune societa' sono pero' passate all'azione. Olivier Popinnet, poliziotto formatore antidroga (PFAD) a Tours in Indre-et-Loire, viene regolarmente sollecitato a intervenire nelle aziende, soprattutto nei settori agricolo e industriale. La SNCF (ferrovie) e la RAPT (trasporti pubblici) si rivolgono regolarmente ai servizi del PFAD, che prima si occupavano solo di collegi e licei. "Recentemente abbiamo avuto dei flussi di domanda da parte dei capi che apprendevano i problemi d'insicurezza legati al consumo di stupefacenti", spiega il capitano Popinnet. Dal lato datori di lavoro, la legislazione francese -tramite il Codice del lavoro- proibisce i prelievi dell'urina o del sangue in azienda per rilevare eventuali tracce di droghe. L'unica deroga possibile concerne mansioni dette "di sicurezza". Una nozione vaga, che ingloba impieghi molto diversi come vigile, manovratore di gru o... direttore finanziario. Assenze ripetute, comportamenti rischiosi o problemi relazionali possono indurre il datore di lavoro ad avviare una procedura d'inattitudine, in accordo con il medico del lavoro. Questa carte sante' viene spesso invocata. Che sia semplice o grave, l'errore professionale e' utilizzato dal datore di lavoro anche per rompere il contratto di un dipendente sospettato di consumare stupefacenti. E quando la dipendenza rende la vita sul lavoro troppo difficile per il contesto e per l'attivita' lavorativa, i capi d'azienda non disdegnano l'uso di questo strumento. A rischio di ritrovarsi di fronte al garante. Ma per Paul Frimat, direttore del servizio di medicina del lavoro al CHRU di Lille, non bisogna perdere di vista "che la procedura disciplinare puo' essere anche terapeutica talvolta". (Le Figaro, 31-07-2007) 02-08-2007 Usa. La marijuana potrebbe aumentare rischio cancro della pelle Secondo una ricerca della Harvard Medical School, il THC della marijuana potrebbe attivare il virus che causa un raro tipo di cancro alla pelle. Anche un basso dosaggio di THC aumenta le probabilita' di sviluppo del sarcoma di Kaposi, che infetta le cellule e le moltiplica. I malati di aids o i trapiantati hanno piu' probabilita' di sviluppare il virus, per questo le persone con un sistema immunitario deficitario prima di assumere la marijuana (a scopo medicinale o ricreativo) dovrebbero consultare un medico. La ricerca e' pubblicata nel numero del primo agosto della rivista dell'American Association for Cancer Research. Ricerche precedenti avevano gia' dimostrato la connessione del fumo della marijuana con il sarcoma di Kaposi, ma questa ricerca dimostra che e' il THC "ad accompagnare" il virus nel tessuto endoteliale. "Questa ricerca aumenta l'incertezza per le persone con un sistema immunitario malato a consumare, a qualsiasi fine, la marijuana", ha dichiarato Jerome E. Groopman, professore di Harvard e autore della ricerca. 02-08-2007 Italia. Negativi i test antidroga Udc Sono risultati negativi i test tossicologici antidroga a cui si sono sottoposti volontariamente 122 parlamentari, fra deputati e senatori, davanti alla Camera dei deputati in Piazza Montecitorio, nel presidio medico del Centro diagnostico Spa di Roma. Nel dettaglio -riferisce l'Udc, che ha promosso l'iniziativa- sono stati effettuati 114 screening sulla sola saliva, 5 screening sulle sole urine, 3 screening sia sulla saliva che sulle urine. Come rilevato dal Centro diagnostico Spa di Roma tutti i test sono risultati negativi al set di sostanze d'abuso, e loro metaboliti, oggetto dello screening "di primo livello" (anfetamina, cocaina, marijuana, metamfetamina, oppiacei e fenciclidina). Le metodiche utilizzate sono basate su immunocromatografia a flusso laterale. Per quanto riguarda la validita' del test, il Centro diagnostico ha ribadito i limiti entro i quali queste indagini "di primo livello" vengono eseguite, richiamando le indicazioni degli organi ufficiali, sia internazionali (Who, Food and Drugs Administration) sia nazionali (Istituto superiore di sanita', reparto di Farmacodipendenza, Tossicodipendenza e Doping). I dosaggi delle droghe d'abuso nella saliva, nel sudore, nelle urine e nei capelli, vengono considerati test di screening "di primo livello". Questi forniscono, quindi, dei risultati indicativi, che necessitano di conferme con metodologie piu' accurate. Lo stesso "esame tricologico" non e' considerato un esame definitivo. Difatti, nonostante i capelli conservino nella loro matrice tracce della droga per un piu' lungo periodo, la loro validita' e' inficiata dalla complessita' della metodologia d'analisi. Esistono, inoltre, fattori indipendenti dalle metodiche analitiche che ne limitano fortemente la validita': variabilita' nella cinetica di incorporazione delle droghe dovuta alla velocita' di crescita del capello, di produzione del sebo e del sudore e dalla presenza di melanina. Ma anche altri fattori possono condizionarne il risultato: contaminazione esterna da detergenti per il lavaggio del capello, da tinture, nicotina e altro, mancanza di standard di riferimento, scarsa correlazione tra capelli, peli pubici o ascellari a causa una di crescita piu' lenta e di maggior contatto con il sudore. I risultati nominativi dei test potranno essere richiesti, a partire dal 3 di settembre, in forma individuale solamente dietro richiesta dell'interessato e consegnati a lui medesimo. Il presidente della commissione Esteri del Senato Lamberto Dini non si tira indietro davanti all'idea di fare il test antidroga: 'Lo farei con piacere. Anzi, farei persino anche quello del sangue...', risponde infatti a chi gli chiede un commento mentre beve un caffe' alla buvette di Palazzo Madama. "Ho apprezzato l'iniziativa dell'Udc di offrire a tutti i parlamentari la possibilità di svolgere un test capace di certificare pubblicamente l'eventuale uso di sostanze stupefacenti eventualmente assunte negli ultimi 15 giorni". Così il senatore del Prc Salvatore Allocca interviene con una nota nella polemica innescata dall'iniziativa di ieri dei centristi in piazza Montecitorio. "Se la logica è quella di una sempre maggiore trasparenza delle qualità personali di coloro che ricoprono un ruolo di rappresentanza pubblica - aggiunge - sono favorevole a sottopormi al test, purché sia abbinato ad un altro, deciso: quello che misura il quoziente intellettivo". "Non ho fatto il test antidroga perche' nessuno me lo ha chiesto, ma io non ho certo bisogno di farlo. Il problema non e' fare il test antidroga, ma non drogarsi. E, soprattutto, non dare la droga per fare sesso". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, oggi a Palermo a margine della firma dell'accordo di programma quadro con la Regione Siciliana e diversi Comuni dell'Isola per l'edilizia sociale, riferendosi al test antidroga organizzato ieri a Roma dall'Udc. "Brava Brambilla. Ha detto cio' che tutti pensano, ovvero che sulla questione droga Udc e An hanno dato uno spettacolo veramente vecchio e triste, e ha subito avanzato una proposta sensata: mostrare ai ragazzi immagini con i neuroni del cervello bruciati dalla droga. Ecco cosa significa ricambio generazionale". Lo dice Matteo Renzi (Margherita), presidente della provincia di Firenze, commentando l'intervista al Corriere della Sera in cui la presidente dei Circoli della Liberta' chiede agli alleati "perche' siano caduti cosi' in basso". "Tra biberon controlla saliva e analisi della tintura dei capelli- aggiunge Renzi- il centrodestra ha dato un'immagine veramente farsesca di un problema decisamente drammatico e ha contribuito solo ad alimentare la confusione, riducendo la questione a uno scontro di bottega all'interno dell'opposizione. Invece le parole di Michela Brambilla dimostrano concretamente cosa significa ricambio generazionale. E allora se An e Udc hanno intenzione di battersi contro la droga sarebbe molto piu' utile raccogliere dei fondi e mettere in campo campagne informative e magari un ciclo di spot pubblicitari sulle televisioni per far vedere ai giovani i danni reali che la droga provoca". 03-08-2007 Usa. Nevada. Piu' difficile la vendita di sostanze per produrre metanfetamine Nello Stato del Nevada e' entrata in vigore una nuova legge contro le metanfetamine. La Nevada Legislature AB148 rende piu' difficile l'acquisto delle medicine contro il raffreddore e piu' facile l'azione della polizia per identificare i laboratori illegali. La legge: regola la produzione, limita la vendita di alcuni ingredienti anche usati per produrre gli stupefacenti, e inasprisce le pene per la vendita o l'acquisto di determinate sostanze chimiche. "Le metanfetamine sono nelle nostre comunita' da circa dieci anni, e stiamo vedendo ora le conseguenze", ha dichiarato il ministro della Giustizia Catherine Cortez Masto. La piu' importante legge contro le droghe, la Meth Act 2005, richiede che le medicine contenenti pseudoefedrine non siamo collocate negli scaffali dei negozi, ma siano vendute dietro presentazione di una carta identificativa (ID) e firma di un registro (cosi' da poterne controllare la vendita). La AB148 fa un passo avanti, permettendo la vendita della pseudoefedrina sono nelle farmacie, e non piu' anche nei supermercati o nei grandi magazzini. 03-08-2007 Italia. Ministro Salute chiede divieto bevanda "Canna pull" La deputata altoatesina Michaela Biancofiore polemizza in una nota con il ministro alla salute Livia Turco in merito al divieto di vendita della bevanda 'Canna pull'. 'In principio il ministro affermo' che la 'cannabis non e' tra le droghe piu' pericolose' e che bisognava avere un rapporto scientifico molto piu' serio sulla tossicita'. Scientificita' che arriva a Bressanone, in Alto Adige, dove un ordine del ministero della salute chiede il ritiro dal mercato della bibita 'Canna Pull', a base di estratti di cannabis, con una timida nota tecnica che spiega 'la canapa non e' ammessa in Italia come ingrediente alimentare''. La bevanda 'va si' vietata qualora risultasse positiva ai principi attivi della cannabis, ma non in quanto ingrediente alimentare bensi' perche' le droghe dovrebbero essere vietate in modo esplicito e senza attenuanti a causa del disagio sociale ed economico che arrecano ad un Paese'. 03-08-2007 Italia. Mele (Udc) indagato: ha portato lui la cocaina al festino Tracce di cocaina nella suite dell'hotel Flora. Tracce della sostanza stupefacente anche sulla card elettronica che servi' al parlamentare per aprire la porta di quella che doveva restare una alcova segreta e che invece e' diventata il luogo dello scandalo pubblico. Cosimo Mele, il parlamentare ex Udc, che venerdi' scorso era in compagnia di due ragazze nell'albergo della Dolce Vita di via Veneto di Roma, e' da stasera indagato per cessione di cocaina. In base alla legge 309 del 1990 sugli stupefacenti, il deputato rischia da uno a sei anni di carcere e una multa da tremila a 26 mila euro. L'atto e' stato formalizzato oggi dal procuratore della Repubblica della capitale, Giovanni Ferrara, all'indomani della seconda audizione di una delle 'ospiti' del deputato pugliese. La seconda ragazza, cosi' come aveva fatto Francesca Z, la giovane donna che si senti' male dopo aver assunto la droga, avrebbe confermato ai poliziotti della squadra mobile di Roma, che la sostanza stupefacente era stata portata proprio dal parlamentare. Ai difensori di Mele, gli avvocati Titta Madia e Livia Lo Turco, oggi in procura, Ferrara ha formalizzato anche l'atto che dispone il sequestro di effetti personali, oggetti che sono stati trovati nella suite dell'albergo a cinque stelle. Reperti, che insieme con suppellettili e arredi della stanza, saranno esaminati da lunedi' da due consulenti della procura della Repubblica. L'atto formale di nomina degli esperti del pm avverra' la prossima settimana e sara' formalizzato dal procuratore aggiunto Italo Ormanni. Piu' lunghi, invece, saranno i tempi per l'interrogatorio di Mele che ha sempre affermato di non aver fatto uso di droga ne' tantomeno di averla ceduta pur ammettendo pubblicamente di aver preso parte al 'festino' all'hotel Flora. Ma da indiscrezioni si e' appreso che tracce di cocaina sarebbero state gia' trovate dagli esperti della polizia scientifica. In particolare, sulla card elettronica sequestrata a Mele. Il parlamentare sara' sentito dagli inquirenti presumibilmente a settembre alla ripresa dell'attivita' ordinaria a piazzale Clodio. Oltre alle cessione di cocaina la procura intende verificare anche un'altra ipotesi di reato: l'omissione di soccorso. Capire cioe' se Mele ha chiamato immediatamente i soccorsi dopo essersi accorto del malore della sua 'ospite', o se invece la telefonata in portineria dell'albergo per allertare il 118, sia stata fatta dopo un certo lasso di tempo dai primi sintomi accusati da Francesca Z. La polizia interroghera' in merito il personale dell'hotel Flora, gli addetti al 118 e i medici dell'ospedale San Giacomo dove Francesca fu ricoverata venerdi' notte. Sgombrata, invece, l'ipotesi della presenza di un altro vip durante il festino, ipotesi ventilata ieri dal parlamentare Franco Grillini. Il vip protagonista di una notte brava finita da Via Veneto in ospedale, e poi in procura, era soltanto Cosimo Mele. Al parlamentare si rivolge il sociologo Guido Blumir, esponente della consulta nazionale degli scienziati sulle dipendenze, invitandolo a meditare 'su una situazione che in 15 anni ha messo nei guai mezzo milione di ragazzi e le loro famiglie e che e' stata aggravata dalla legge di Fini approvata anche dall'Udc'. Il Comitato scientifico Liberta' e Droga, aggiunge Blumir, e' pronto a mettere a disposizione dell' on. Mele 'un dossier che dimostra l'incostituzionalita' delle norme: in base a questi dati, il deputato potrebbe eccepire davanti ai magistrati di Roma l'incostituzionalita' della legge'. (Pasquale Faiella/Ansa) 03-08-2007 Italia. Don Gelmini indagato per abusi sessuali; il legale: forse una vendetta Dopo il caso dell'on. Cosimo Mele (Udc), accusato di aver portato cocaina ad un festino a cui hanno partecipato anche due squillo, arriva un'altra tegola sull'immagine del centro-destra per quanto riguarda il tema della droga. Don Pierino Gelmini, fondatore della Comunita' Incontro, a cui fanno spesso visita importanti esponenti della Cdl (fra gli altri Pierferdinando Casini, Silvio Berlusconi, Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri), e' indagato dalla procura di Terni con l'accusa di abusi sessuali. Ad accusarlo -secondo quanto riporta 'La Stampa'- alcuni ex ospiti delle strutture della comunita' ad Amelia. L'indagine, sottolinea il quotidiano, e' in corso da oltre sei mesi e i magistrati hanno ascoltato diversi testimoni con l'obiettivo di ricostruire la vicenda. Le dichiarazioni di accusa sarebbero molte e abbastanza concordanti; pagine e pagine di verbali in cui gli ex ospiti -giovani che hanno avuto o hanno tuttora a che fare con la droga, qualcuno anche scivolato nella delinquenza- ripeterebbero sempre gli stessi racconti. I pm hanno anche gia' sentito il diretto interessato, scrive 'La Stampa', in un 'lungo e drammatico interrogatorio'. PORTAVOCE:CROCE SU SANT'UOMO,MA VERITA' VERRA'FUORI - "Le parlo come portavoce di don Pierino, oltre che come amico fraterno. Siamo con lui ai piedi della croce. Posso anticipare che non arretreremo di un passo e sono pronto a fare il consulente per la difesa di don Gelmini". E' chiaro e deciso il professor Alessandro Meluzzi, psicologo e portavoce della Comunità Incontro. Che parla con il quotidiano online Affaritaliani.it esprimendo lo stato d'animo di chi, da tanto tempo, è "amico fraterno" del sacerdote fondatore della comunità Incontro, indagato dalla Procura di Terni per presunti abusi sessuali di cui lo accuserebbero, secondo quanto riporta 'La Stampa' oggi, due ragazzi che erano stati ospitati nella struttura di Amelia. "Siamo costernati per almeno tre ordini di ragioni - dice ad Affaritaliani.it -: il primo è che viene gettata una croce incredibile addosso ad un sant'uomo che per 82 anni ha servito Cristo, la Chiesa e gli ultimi". In secondo luogo, "per come la comunità viene descritta, come una struttura chiusa e governata in maniera centralista, mentre la comunità è una struttura aperta, diffusa: 267 comunità nel mondo che si occupano non soltanto di tossicodipendenza", per cui "è l'esatto contrario di come viene descritta: non è una setta governata da un guru, ma una struttura con le porte aperte e i muri trasparenti". Infine "siamo angosciati soprattutto non solo per don Pierino e il suo calvario, ma per la catastrofe che quest'attacco mediatico, più che giudiziario, rischia di creare in decine di migliaia di giovani che si trovano nelle comunità incontro di tutto il mondo e che stanno faticosamente lottando per la loro vita. Questa vicenda rischia di arrivare come una tegola terribile sul loro cammino e sulla loro fatica quotidiana". Non finisce qui. Meluzzi sottolinea ancora: "Don Pierino, lo dico come amico fraterno e come 'cireneo', la vive come ogni cristiano. Come una salita al calvario. Ma gioiosa, perché - spiega - è stato tipico di molti santi dover patire vicende di questo tipo nell'ultima fase della loro vita. Non è una novità nella storia della Chiesa". Conclude il portavoce di don Gelmini: questa vicenda "mi sembra abbia risvolti giudiziari sostanzialmente nulli e invece un'immensa rilevanza mediatica", ma "alla fine la Verità con la maiuscola saprà imporsi di forza propria con l'aiuto della Provvidenza". IL LEGALE: ACCUSE FORSE VENDETTA RAGAZZI ALLONTANATI DA COMUNITA' - 'I fatti che sono stati ipotizzati sono destituiti di ogni fondamento'. Ad affermarlo, l'avvocato Lanfranco Frezza, uno dei legali di Don Pierino Gelmini, indagato dalla Procura della Repubblica di Terni per presunti abusi sessuali su alcuni dei ragazzi ospitati nella sua Comunita' Incontro. Secondo il legale le accuse potrebbero essere frutto di una "ritorsione o vendetta". 'C'e' un'indagine in corso - ha affermato il legale - ma tengo a sottolineare che la Comunita' Incontro di Don Gelmini e' una Comunita' molto aperta e trasparente, che ha a che fare con ragazzi che provengono da esperienze orribili'. 'Quando si verificano fatti anche lievi - ha proseguito l'avvocato -, dopo meno di mezz'ora tutta la Comunita' ne viene a conoscenza e fino ad oggi non erano mai emersi fatti di questo genere'. Il legale ha affermato che 'possono essere varie le ipotesi che si possono fare sul perche' siano state rivolte certe accuse'. 'Li riteniamo frutto di cattiveria spinta - ha detto - ma non sappiamo bene da cosa. Forse una ritorsione o una vendetta. Alcuni di quei ragazzi erano stati denunciati per furto all'interno della Comunita' ed erano stati allontanati'. 'Non c'e' stato il deposito degli atti - ha concluso Frezza -e fin quando non li leggeremo non possiamo dire di piu''. Sarebbero quattro o cinque i ragazzi che accusano Don Gelmini, tutti italiani. "Noi abbiamo grande rispetto per la magistratura, ma a pelle diciamo che Don Gelmini e' un santo: chiediamo alla stampa di non ucciderlo da innocente". Lo afferma Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia. "Non vogliamo mettere freni alla Magistratura - spiega - e men che meno nel perseguire reati cosi odiosi, ma crediamo in Don Pierino e confidiamo che egli, avendo 82 anni, non diventi l'ennesimo martire dell' ennesimo errore giudiziario". "E' indegna la congiura mediatica contro don Pierino Gelmini". Cosi' il senatore Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie. "La stampa italiana persegue una crociata volta a trasformare gli eroi positivi della lotta alla droga in mostri- prosegue Rotondi- sullo sfondo resta un progetto di scristianizzazione del Paese". Per il senatore la questione e' chiara: "Tutti sanno due cose: i drogati farneticano e se la prendono con chi li cura. Condizione per recuperare un drogato- spiega- e' ignorare le sue farneticazioni, restargli vicino e non diventarne complici". Oggi, conclude Rotondi, "i complici dei mercanti di morte sono quelli che puntano le loro penne nel costato di don Gelmini". "Capita raramente, ma a volte capita e, lungo il percorso della nostra vita incontriamo persone che riescono con la sola forza della loro testimonianza a dare un senso a tutto, anche al dolore. Chi conosce don Pierino Gelmini sa che egli e' uno di quei rari incontri". Luca Bellotti, deputato di Alleanza nazionale, esprime cosi' la sua solidarieta' al sacerdote di Amelia. "La vita di don Pierino- afferma Bellotti- e' stata ed e' totalmente dedicata al prossimo". Con la sua forza, spiega il deputato di An, "e' riuscito a recuperare migliaia di vite altrimenti stroncate dal 'cancro' della droga, ha recuperato dignita' all'esistenza di molti giovani, ha supportato e ridato speranza a molte famiglie affrante per la perdita di un figlio". Don Gelmini, prosegue Bellotti, "parlando dalle Comunita' Incontro di tutto il mondo ha invitato i suoi ragazzi, e noi con loro, ad alzarci dal torpore di un'esistenza egoista e a puntare in alto". Sono certo, conclude il deputato di Alleanza nazionale, "che le indagini renderanno giustizia alla bonta' dell'azione e della missione umana e cristiana don Pierino Gelmini". "Non sono un magistrato, e quindi non entro nel merito dell'indagine. Invito solo le persone a non assolvere una persona indagata per reati cosi' gravi solo perche' e' un sacerdote". E' l'appello di Vladimir Luxuria, deputato di Rifondazione Comunista. Al fondatore della Comunita' Incontro cominciano a giungere attestati di stima e di solidarieta' da diversi esponenti politici, ma Luxuria tiene a sottolineare che "il problema delle violenze sessuali e' molto grave, e devo dire che quando coinvolge chi riveste un ruolo di guida spirituale e' ancora piu' grave, perche' il sacerdote incute soggezione e alcune persone possono esserne piu' facilmente vittime. Il mio invito - conclude Luxuria - e' di non fare assoluzioni preventive". "Quello che è accaduto a Muccioli 15 anni fa si ripete oggi per don Gelmini. Se ci sono denunce, la magistratura indaghi con rigore; ma lo faccia presto: don Gelmini è una delle persone più amate e stimate nel mondo per ciò che di straordinario ha fatto in mezzo secolo. Ha diritto più di chiunque altro che si diradi ogni ombra". Lo afferma, in una nota, il senatore di An Alfredo Mantovano. "La cura e il recupero dei tossicodipendenti - ricorda - sono costellati da drammi quotidiani, da insuccessi superiori ai successi, da risentimenti in chi sembra essere riuscito a venire fuori dal tunnel e poi ripiomba". "Chi impegna ogni sua energia in questa guerra continua come chiunque va in guerra - conclude Mantovano - rischia in prima persona". 'In Italia e in ogni parte del mondo, centinaia di migliaia di ragazzi e di famiglie ritrovano la vita e il sorriso grazie all'opera infaticabile di don Pierino Gelmini. Sono prive di senso le accuse infondate a chi, operando con generosita' nel mondo dell'emarginazione e della droga, si confronta ogni giorno con vite fitte di reati e rancori verso la societa''. Lo dice il parlamentare di An Maurizio Gasparri. 'La solidarieta' e la devozione nei confronti di uno dei pochi eroi civili del nostro tempo - sottolinea - e' convinta e totale. Come la pena nei confronti di chi, invece di mostrare gratitudine a chi apre a chiunque la sua casa, avanza accuse false che la magistratura e l'informazione dovrebbero valutare per quel che sono, cioe' nulla, conoscendo don Gelmini e la sua grandiosa opera. Avanti con don Pierino contro la droga e le menzogne che genera'. Nella diocesi di Terni c' e' 'sorpresa e incredulita'' per la vicenda riguardante don Pierino Gelmini e 'fiducia nell' opera della magistratura'. Il vescovo, mons. Vincenzo Paglia, per motivi pastorali non e' a Terni e l' unico commento dall' ufficio stampa diocesano e' stato che 'nessuno aveva mai avuto sentore di un fatto di questo tipo' con 'l' augurio che sia smentito nel corso dell' indagine. Per ora - e' stato detto - si puo' solo dire che si ha fiducia nell' opera della magistratura'. "L'esistenza di Don Gelmini e' da sempre dedicata alla cristallina sequela di Cristo. Solo un giornalismo d'accatto puo' tentare di infangare la storia e le opere di un uomo che ha fatto della generosita' e del servizio la propria regola di vita". Lo afferma il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte'. "Sembrerebbe che siano ancora in corso- spiega l'esponente centrista- le indagini per verificare l'attendibilita' dei denuncianti e gia' La Stampa si lancia in processi mediatici: i cinque ragazzi sarebbero stati allontanati dalla Comunita' Incontro ben piu' di un anno fa, perche' non seguivano il programma di recupero e perche' scoperti a compiere furti". Alcuni di essi, prosegue Volonte' "sarebbero in carcere per reati connessi alla tossicodipendenza. E' facile immaginare gli improperi e le minacce che tali specchiati e immacolati personaggi abbiano rivolto alla Comunita' Incontro e a Don Gelmini nel momento in cui furono allontanati". Volonte' suggerisce al ministro della Giustizia Clemente Mastella di intervenire "con i suoi ispettori per capire cosa sta accadendo alla procura di Terni, fino a poco tempo fa impegnata in un'indagine sugli intrecci tra massoneria, partiti e imprenditori, di cui stranamente non si sa piu' nulla: e' bene che al piu' presto si torni a far parlare la verita' e non il furore anticattolico". "Grazie a Don Gelmini, tanti giovani hanno un futuro. Basta questo per rendere omaggio a un uomo d'azione, un prete di confine, un angelo tra i diseredati". Cosi' Massimo Polledri, senatore della Lega Nord, sull'iscrizione nel registro degli indagati di Don Pierino Gelmini. "Ne uscira' a testa alta, ne' uscira' grazie anche all'aiuto dei tanti giovani, ragazzi e ragazze, ma anche donne e uomini che sono usciti dal tunnel della disperazione. Forza Don Pierino rispondi con il rosario e l'energia che ci dai e hai sempre dato. Tanti uomini politici e industriali sanno che devono a lui tanto, tantissimo. Verso Don Gelmini e' stato fatta un'azione che non sta in piedi". "Mi auguro vivamente che non si apra un clima negativo, di aggressione o di vero e proprio linciaggio mediatico nei confronti di don Pierino Gelmini. Sarebbe gravissimo". E' quanto auspica il presidente della commissione Attivita' produttive della Camera, Daniele Capezzone. "Troppe volte, in Italia, persone innocenti sono state infangate. La triste storia della giustizia italiana e' piena di casi di lesione grave, profonda, dell'immagine. Non aggiungiamo un altro caso - conclude Capezzone - a questo drammatico elenco". "La calunnia, l'insulto, l'offesa gratuita fanno parte del destino naturale dei discepoli di Cristo. Questo in ogni epoca storica e in ogni paese ed oggi anche in Italia. Sono sicuro che don Pierino Gelmini vive l'umiliazione di queste accuse come un completamento quasi necessario di una vita di carita' e di fede". E' quanto afferma il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione. "Fermo restando il rispetto per l'azione dei giudici e la fiducia nella magistratura- prosegue il leader dei cristiano democratici-, e' necessario denunciare politicamente con sdegno e forza l'attacco che si rivolge contro la Chiesa italiana colpevole di non piegarsi ai poteri del momento e di testimoniare con semplicita' di cuore la propria fede". Secondo Buttiglione, "c'e' qualcosa che lega tra di loro questo ulteriore tentativo di delegittimazione con le minacce contro monsignor Angelo Bagnasco, le scritte sui muri, i tentativi di emarginazione dei cristiani nella vita pubblica e anche gli ammonimenti piu' o meno minacciosi che qualche potente della politica rivolge alla Chiesa invitandola senza mezzi termini a sottoporsi al suo patronato". 'Don Pierino Gelmini ha dedicato la sua intera vita ai deboli e ai bisognosi ed e' stato ripagato con la calunnia. E' un mondo cinico quello in cui viviamo, dove chi ha ricevuto comprensione ed aiuto da don Pierino lo ripaga con la menzogna'. Lo afferma Mario Baccini, senatore dell'Udc e vicepresidente dell'assemblea di Palazzo Madama. 'Sono vicino a don Pierino, conosco il difficile e duro lavoro che compie nella sua comunita' e che si voglia infangarlo puo' anche non sorprendere. Confido - conclude Baccini - che la magistratura sappia rapidamente ristabilire la verita''. "E' un fulmine al ciel sereno! Provo rammarico e dispiacere per le accuse che sono state mosse a don Gelmini: e' difficile, tra l'altro, esprimere un parere senza conoscere gli atti e le carte processuali". Don Fortunato di Noto, presidente dell'associazione Meter che si occupa di combattere la pedopornografia, stenta a credere alle accuse di molestie sessuali mosse a don Pierino Gelmini. "Spero che la magistratura - prosegue don Fortunato - faccia al piu' presto chiarezza su questa delicata situazione anche perch' non vorrei che si colpisse, come in passato, la Chiesa; la cosa piu' strana e' che tutti quelli che fanno del bene vengono colpiti indiscriminatamente. Spero che la stampa, senza dati oggettivi, non ingigantisca troppo la vicenza, immagino anche la costernazione di migliaia di famiglie che hanno portato i loro ragazzi da don Gelmini. E poi penso - chiude cosi' Don Fortunato di Noto - che i due ragazzi maggiorenni che hanno sporto la denuncia, se veramente hanno subito degli absusi, potevano con grande naturalezza e forza opporsi ad un persona di 80 anni". A don Gelmini avrebbero detto 'te la faremo pagare' i due giovani che ora lo accusano di abusi sessuali: e' quanto ha riferito un collaboratore di don Pierino stamani a Mulino Silla di Amelia nella casa madre della Comunita' incontro. 'Erano venuti qui - ha ricordato, chiedendo di non essere citato - per scontare una condanna alternativa al carcere e durante la loro permanenza a Mulino Silla avevano anche tentato di rapinare don Gelmini nel suo appartamento'. 'Poi - ha ricordato ancora il collaboratore del sacerdote - hanno compiuto un furto nella casa di una delle segretarie e per questo furono denunciati dai carabinieri'. 'E' in quella occasione - ha riferito l'uomo - che a don Gelmini dissero 'te la faremo pagare''. L'ipotesi di accusa di abusi sessuali che vede indagato a Terni don Pierino Gelmini e' "assurda"; anzi, una "diffamazione", una "trappola" studiata per un personaggio scomodo che lotta contro poteri forti. Don Vitaliano della Sala, il prete campano no-global testimonia attraverso l'Agi la sua solidarieta' al fondatore della comunita' Incontri. "Siamo su posizioni diametralmente opposte su molti temi quali la droga, e ce lo siamo anche detti in qualche trasmissione televisiva - dice - ma lo ammiro. E' una persona coerente che ha sempre lottato con mete precise. Non vorrei che la mia difesa di don Gelmini fosse scambiata per una difesa corporativa. Per me la Chiesa ha un problema serio su come il clero vive la propria sessualita'. Questo pero' non c'entra con don Gelmini, cui va la mia solidarieta'. Piu' che l'inchiesta, perche' accuse e vendette del genere sono da mettere in conto quando lavori come lavora, mi preoccupa il fatto l'enfasi mediatica. Sembra una trappola che scatta per chi lotta contro poteri forti, quasi a dire intanto ti diffamo, poi ti devi difendere. Quanto alla magistratura, non ha scelta, deve fare indagini". Piena condivisione e vicinanza a Don Pierino Gelmini viene espressa da don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera e del gruppo Abele. 'La mia prima reazione - afferma Don Ciotti - e' un istintivo sentimento di condivisione, attenzione e vicinanza per tutte le persone coinvolte, sia per le vittime che per don Pierino Gelmini'. 'C'e' una grave situazione - aggiunge - che testimonia un enorme sofferenza. Sofferenza di Don Pierino, che conosco da anni e di cui ho avuto modo di apprezzare l'impegno, le doti, la generosita', pur a volte con vedute e impostazioni profondamente diverse'. Il presidente del gruppo Abele ricorda inoltre 'la sofferenza delle persone che hanno denunciato gli abusi sessuali, le cui parole devono essere ascoltate nella pura e disinteressata ricerca della verita''. 'Mi conforta - dice don Ciotti - in questa vicenda, la fiducia nella Magistratura, che quasi sempre ha saputo dipanare matasse anche molto intricate, e che puo' essere aiutata solo da un rispettoso silenzio. E da una altrettanto doverosa sospensione di giudizio'. Don Luigi Ciotti vuole sottolineare che 'mai come in questo caso il commento sbrigativo e la sintesi inopportuna contribuiscono solo a diffondere il pettegolezzo e la maldicenza, dilatando la confusione. L'esatto opposto di un atteggiamento equilibrato, rispettoso e responsabile'. Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera e presidente nazionale di Azione giovani, e Giovanni Donzelli, presidente nazionale di Azione Universitaria, esprimono "piena solidarietà a Don Gelmini e a tutti gli ospiti dei 287 centri della Comunità Incontro perché sono loro le vere vittime di questa vergognosa diffamazione". "Le accuse - spiegano - nuoceranno alle migliaia di giovani che vedono in Don Gelmini un punto di riferimento, per poter uscire dal dramma della tossicodipendenza, giovando invece a spacciatori, opinionisti e tutti coloro che in lui vedono un nemico perché ha dimostrato che la droga si può sconfiggere. Don Pierino è un'ancora di salvezza nel mare in tempesta dei drammi quotidiani, è la speranza di un mondo migliore, è l'esempio della forza del bene che può vincere il male. Non permetteremo a nessuno di strumentalizzare queste offese per distruggere la speranza nelle nuove generazioni. Ci mettiamo sin da ora a completa disposizione della Comunità Incontro, così come abbiamo fatto per Muccioli, altro grande esempio di eroe moderno. Chiediamo grande attenzione e celerità alla magistratura, così come chiediamo al mondo dell'informazione il massimo rispetto nel trattare questo caso, perché di mezzo non c'è solo un piccolo grande uomo, ma tanti uomini e donne che hanno legato la loro vita a Don Pierino". 'Fermo restando il dovuto rispetto nei confronti dell'azione inquirente, riguardo alla quale si conosce ancora ben poco, e' legittimo dubitare sulla fondatezza di un veemente attacco concentrico che potrebbe rivelarsi fatale per la tenuta emotiva delle migliaia di giovani che affollano le comunita' del sacerdote'. E' quanto afferma il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, circa la vicenda di Don Pierino Gelmini. 'Conosco don Pierino - ha aggiunto - e la sua opera in Aspromonte, che ha sfidato in loco gli interessi della criminalita' stabilendo nei piani di Zervo', noti al mondo come crocevia del traffico dei sequestri di persona, un insediamento di recupero di giovani destinati a morte certa. Per tale ragione e' davvero difficile digerire la sola idea che un uomo cosi' coraggioso possa avere procurato del male alle stesse persone che ha sostanzialmente rimesso al mondo'. 'Esprimo - ha concluso Marziale - solidarieta' a don Gelmini, fiducia nella magistratura, nella speranza che i media trattino il caso con la dovuta accortezza'. "Piena solidarieta' e sostegno a don Pierino Gelmini e alla 'comunita' Incontro', la cui opera di recupero e reinserimento nella vita sociale dei tossicodipendenti e' affermata e conosciuta in tutto il mondo. Speriamo solo che dietro questo calunnioso attacco non ci sia un disegno ben preciso del centrosinistra per favorire la politica della riduzione del danno". Lo afferma in una nota il capogruppo di FI al Parlamento europeo, Antonio Tajani. "L'unico commento che ci sentiamo di esprimere, a nome di tutti i ragazzi di San Patrignano, e' di profondo rispetto, vicinanza, incoraggiamento e solidarieta' ai ragazzi della Comunita' 'Incontro', alle loro famiglie, ai volontari e, personalmente, a don Pierino Gelmini". E' quanto affermano Andrea Muccioli e tutti ragazzi di San Patrignano in una nota. "La sua opera- concludono- ha consentito a migliaia di ragazzi e famiglie di uscire dall'incubo della tossicodipendenza e tornare a una nuova vita". "Forza Italia esprime solidarieta' e vicinanza a don Pierino Gelmini, vittima di odiose calunnie che presto si riveleranno per quelle che sono". Lo ha dichiarato Francesco Giro, deputato di Forza Italia e responsabile dei rapporti con il mondo cattolico. "Il mondo della tossicodipendenza - ha proseguito - e', per definizione, un mondo difficile e dolorosissimo, abitato da donne e da uomini bisognevoli di aiuto, quel sostegno che don Gelmini non ha mai fatto mancare loro, ma, come gia' sta emergendo in questa vicenda, chi fa del bene deve essere sempre pronto anche a ricevere, come contropartita, del male". "Ma don Gelmini - ha concluso - questo lo sa bene perche', con la sua opera cosi difficile e', come tutti i cristiani cercano di essere nella loro vita, testimone della sofferenza di Cristo. Per questo gli siamo grati e per questo lo consideriamo innanzitutto il sacerdote della sofferenza." 'Piena solidarieta'' al fondatore della Comunita' Incontro di Amelia, Don Pierino Gelmini, e' stata espressa dal consigliere regionale di An Andrea Lignani Marchesani che definisce il sacerdote 'oggetto di un'accusa infame gia' altre volte innescata nei confronti della Chiesa cattolica al fine di infangare non solo personalita' al di sopra di ogni sospetto che con la loro attivita' hanno salvato centinaia di vite umane, ma anche una istituzione che in migliaia di anni ha consentito uno sviluppo armonico della societa''. 'Colpendo lui si ottengono contemporaneamente due risultati - afferma l'esponente di An - si mette in discussione la comunita' di recupero come istituzione cardine della lotta alla droga e si intende screditare la Chiesa cattolica che oggi rappresenta uno dei pochi baluardi contro la cultura del relativismo morale e dello sballo'. 'Siamo fiduciosi - ha aggiunto Lignani Marchesani - che Don Pierino vincera' anche questa battaglia e gli confermiamo la nostra immutata fiducia, esprimendogli piena solidarieta'. 'Se fossero vere le accuse, peraltro molto circostanziate e credibili, il caso don Gelmini sarebbe un caso Mele alla diecimila'. Lo afferma il deputato di Sinistra Democratica Franco Grillini che, pur invocando la presunzione di innocenza fino a prova contraria e augurandosi la non colpevolezza dell'indagato, si dice insospettito 'dagli altola' innocentisti della destra: o hanno la coda di paglia su questi temi, o hanno prove che i magistrati non hanno'. Il deputato, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa a Bologna, ha commentato la richiesta di ispezione alla Procura di Terni da parte del capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', invitando l'opposizione a 'lasciare la magistratura libera di fare il suo lavoro: se don Gelmini e' innocente, tutti saremo lieti, io per primo. Ma se e' colpevole, e' giusto che paghi'. 'A fronte del presunto bene che don Gelmini ha fatto - conclude Grillini - si puo' ragionare anche sul presunto male delle politiche proibizioniste. Quante vite costa il proibizionismo? Quanti ragazzi si sono suicidati perche' arrestati per aver fumato uno spinello?'. 'Affettuosa solidarieta' all'amico Don Pierino Gelmini per le deliranti accuse mosse nei suoi confronti e il linciaggio mediatico a cui e' sottoposto'. Lo dice in una nota il parlamentare dell'Udc Carlo Giovanardi. "Voglio esprimere la mia piena solidarietà a Don Gelmini il cui prezioso operato, a sostegno di tanti ragazzi emarginati, rischia oggi di essere offuscato da una vera e propria gogna mediatica. Don Pierino ha votato la sua vita alla solidarietà verso il prossimo ed è quanto meno doveroso che oggi la società lo ricambi con un gesto solidale rinunciando a ogni linciaggio mediatico e assicurandogli invece un doveroso sostegno in un momento difficile della sua vita". Lo dichiara Barbara Saltamartini, coordinatrice nazionale del dipartimento Pari Opportunità di An e membro dell'esecutivo nazionale del Partito. 'E' auspicabile che la Procura di Terni faccia chiarezza il piu' presto possibile sull'inchiesta inerente Don Gelmini, al fine di evitare un'ingiusta gogna mediatica ad un sacerdote che ha speso la sua vita al servizio dei piu' deboli e di tutte le persone alle prese con problemi di tossicodipendenza'. Lo afferma il deputato Antonio Martusciello, componente della Consulta del presidente di Forza Italia. 'Il generoso impegno profuso da Don Gelmini negli ultimi 44 anni ha permesso ad oltre 300 mila persone di trovare una valida alternativa al tunnel della droga, venendo ospitate presso le Comunita' Incontro presenti in Italia e all'estero. Proprio a fronte di questa opera incommensurabile e' opportuno che si sgombri il campo da qualsiasi accusa ed illazione in tempi rapidi, al fine di evitare che possa essere messa in discussione la figura di Don Gelmini ed il punto di riferimento che egli rappresenta da decenni per tutti i giovani ed i loro familiari che sono riusciti a sottrarsi all'incubo della droga', evidenzia ancora Martusciello. Dopo la notizia dell'avvio di un'indagine, condotta dalla magistratura di Terni, che vede coinvolto don Pierino Gelmini fondatore della "Comunita' Incontro", il presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus, monsignor Mauro Inzoli, manifesta la sua solidarieta' e vicinanza al religioso. "A nome di tutta la Rete Banco Alimentare -dichiara Inzoli- ci sentiamo addolorati ma certi della vittoria del bene. Con immutata stima, vogliamo condividere questa prova fino alla fine, sicuri che nulla va perduto." Si augura che non si verifichi alcuna 'speculazione mediatica' sulla 'triste vicenda' che ha coinvolto Don Gelmini, al quale rinnova 'solidarieta' e vicinanza'. Interviene cosi' Renzo Lusetti (Dl) che definisce il fondatore della Comunita' Incontro 'uomo di grande valore'. 'Don Gelimini -dice- ha dedicato la sua vita alla lotta alla droga, recuperando alla vita migliaia di giovani tossicodipendenti. La sua coraggiosa ed instancabile opera a fianco dei piu' deboli merita grande ammirazione e rispetto, percio' mi auguro che non si verifichi nessuna speculazione mediatica su questa triste vicenda sulla quale la magistratura deve poter svolgere serenamente il proprio lavoro'. 'A Don Gelmini -conclude Lusetti- e alla sua comunita' va il mio sostegno e l'incoraggiamento a continuare nella loro opera, anche in un momento cosi' delicato e doloroso'. "Grillini oltre ad aver perso un'altra occasione per non dire sciocchezze ha perso anche ogni senso del pudore e non conoscendo ne' Don Gelmini ne' la sua opera continua vacuamente a pontificare". Lo ha dichiarato Maurizio Ronconi, vicepresidente del gruppo parlamentare Udc. "Ormai - ha aggiunto - preso dalla sua ossessione e' incapace perfino di ogni senso critico oltre che chiaramente ridicolo. Da parte dell'Udc che ben conosce Don Gelmini e tutto quello che fa - ha concluso Ronconi - solidarieta' vera e un riconfermato senso di amicizia e riconoscenza". "Io ho conosciuto Don Pierino come unica speranza per alcuni ragazzi, e nemmeno pochi a giudicare dalle affollatissime riunioni familiari (migliaia e migliaia di genitori, uomini, donne, bambini) o riunioni di preghiera alle quali ho personalmente partecipato con la mia famiglia". Lo ha dichiarato Mauro Cutrufo, capogruppo della Dc per le autonomie al Senato. "Faccio parte della confraternita - ha aggiunto - e sono stupito ed indignato di queste infamanti accuse dalle quali pero' Don Pierino, con la sua forza straordinaria nonostante gli 83 anni sapra' difendersi, circondato dalla sua confraternita fatta di anziani e giovani allo stesso modo e - ha concluso Cutrufo - dalle migliaia di persone pronte a testimoniare del grande miracolo ricevuto da questo piccolo grande uomo". Non c'e' dubbio che la notizia di presunte molestie sessuali di cui e' accusato don Piero Gelmini, fondatore della Comunita' Incontro, susciti 'enorme clamore'. Ad affermalo e' Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay. Piu' volte, ricorda, don Gelmini ha manifestato opinioni 'clericali e retrive di stampo omofobico. Se le notizie fossero sostanziate da prove, ci troveremmo semplicemente di fronte ad un ennesimo caso di reazionario cattolico che, per coprire le proprie inclinazioni, pubblicamente si e' scagliato per anni contro le sue stesse paure'. Adesso e' necessario accertare i fatti, sottolinea, anche se 'dobbiamo dire che, fatto salvo il diritto di ognuno ad avere un giusto ed equo processo, cose del genere non sono nuove ed eccezionali'. Il riferimento e' agli episodi di molestie e violenza sessuali denunciate negli ultimi anni nelle comunita' religiose di assistenza. 'Per questo - dice - a differenza dei politici italiani che o attaccano a testa bassa gli inquirenti o stanno zitti per convenienza, vogliamo ricordare che il tema dei soprusi sessuali di cui si macchiano i sacerdoti cattolici dovrebbe essere trattato con serieta''. 'Vorrei esprimere tutta la mia solidarieta' a don Gelmini dal momento che sono certo che si tratti di una questione infondata'. E' quanto afferma il deputato di An, Edmondo Cirielli, in una nota. 'Ritengo che sia infondata - prosegue il parlamentare - per come lo conosco e per quello che ha fatto in tutta la sua vita'. "Don Gelmini e' una persona pura al di sopra di ogni sospetto". E' quanto dice il presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro commentando l'inscrizione nel registro degl indagati del prete per abusi sessuali. "Riconfermo tutto il mio affetto e la mia solidarieta' a don Pierino Gelmini -ha detto ancora Cuffaro- a lui la mia vicinanza di politico e di cristiano. Conosco bene sia l'uomo sia il sacerdote. So quanto radicati siano in lui alcuni valori e sono testimone di quanto bene abbia fatto, di quanti ragazzi, anche in Sicilia, abbia tirato fuori dal dramma della droga e dell'emarginazione". E conclude: "Ribadisco l'assoluta purezza d'animo e d'azione di don Gelmini e grido a gran voce che e' una persona al di sopra di ogni sospetto. Mi dispiace che ci sia qualcuno che tenti di infangare una persona cosi' straordinariamente limpida e innocente". "Pieno sostegno a Don Gelmini ed alla sua inesauribile opera che consente, ogni giorno, di aiutare molti giovani che hanno intrapreso, accompagnati da lui, un lungo percorso di lotta per uscire dal mondo oscuro della tossicodipendenza". Lo hanno dichiarato, in una nota congiunta, Gian Luca Bianchi, Piero Cavallo, Luciano Cavaliere e Andrea Volpi, dirigenti nazionali di Azione Giovani ed Azione Universitaria, i movimenti giovanili legati ad Alleanza Nazionale. "Questa diffamazione - hanno proseguito - sembra frutto di rancori e auspichiamo sia adeguatamente trattata dalla stampa, perche' chi lo conosce non puo' che ritenere Don Gelmini lontano anni luce dai gesti per i quali e' stato accusato. La diffamazione non puo' cancellare i molti risultati positivi di chi riesce a sconfiggere realmente la droga e le sue tentazioni, ne' colpire l'efficace sistema delle comunita' di recupero. Infatti, l'opera di queste comunita' e' fondamentale per favorire il reintegro sociale dei tossicodipendenti. D'altronde molti giovani finiscono per drogarsi a causa di disadattamento, solitudine, emarginazione sociale, mancanza di lavoro". "E queste strutture - hanno concluso i dirigenti della Destra giovanile - aiutano ad uscire dal mondo della tossicodipendenza perche' consentono di superare il disagio generato da queste criticita' individuali. Insomma,comunita' come quella di Don Gelmini, cui va tutta la nostra solidarieta', aiutano i giovani ad allontanarsi dalla morsa delle organizzazioni criminali che guadagnano illegalmente attraverso lo spaccio di droga, incuranti dei danni che creano sulle persone". "Piena solidarieta' per Don Gelmini vittima di una attacco mediatico senza paragoni". Cosi' Giulio Boscagli, capogruppo di Forza Italia al Consiglio Regionale della Lombardia, commenta le notizie riportate sui media relative all'indagine condotta a Terni sul religioso. "Questa mattina leggendo i giornali sono rimasto sconcertato -dichiara Boscagli- vedendo come una persona, che da anni combatte in prima linea contro la droga, venga pubblicamente messo alla berlina". "La comunita' Incontro, fondata 44 anni fa-ricorda Boscagli- e' uno degli esempi piu' positivi del nostro paese, una comunita' che ha aiutato piu' di 300 mila persone in tutte gli angoli d'Italia e del mondo. Ora spero che la magistratura faccia al piu' presto chiarezza, restituendo a Don Gelmini la sua dignita' e ai ragazzi della comunita' la sua preziosa opera'. Il consigliere regionale di Alleanza nazionale, Alfredo De Sio 'anche a nome del partito umbro', esprime 'sconcerto per le assurde accuse avanzate nei confronti di Don Pierino Gelmini' e manifesta la 'solidarieta' al fondatore della Comunita' Incontro, confidando che l'accertamento tempestivo della verita' da parte degli inquirenti cancelli al piu' presto il fango che si sta tentando di gettare su chi ha dedicato la propria vita ad aiutare migliaia di giovani ad uscire dal tunnel della droga'. L'esponente di An sottolinea che 'non si tratta di esprimere una fiducia aprioristica, perche' la storia di Don Pierino parla da sola ed e' la storia di chi, in tanti anni, ha dimostrato come la forza dell'amore per il prossimo sia in grado di generare una nuova voglia di vivere, sconfiggendo la cultura della morte che scaturisce dall'uso della droga'. 'Per questi motivi - conclude De Sio - dietro questa infame accusa non possiamo non cogliere il tentativo di inficiare l'autorevolezza e la legittimita' del lavoro che le 'Comunita' Incontro' fondate da Don Pierino Gelmini svolgono da anni in Italia e nel mondo, per il recupero di tutti coloro che sono vittime della tossicodipendenza'. 'C'e' da chiedersi perche' certe denunce raggiungano personaggi dello spessore di don Pierino Gelmini soltanto quando questi vivono un'eta' in cui dovrebbero, invece, raccogliere i frutti del loro vissuto in favore dei piu' deboli'. E' la riflessione del sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, secondo il quale: 'Fermo restando il dovuto rispetto nei confronti dell'azione inquirente, riguardo alla quale si conosce ancora ben poco, e' legittimo dubitare sulla fondatezza di un veemente attacco concentrico che potrebbe rivelarsi fatale per la tenuta emotiva delle migliaia di giovani che affollano le comunita' del sacerdote sparse in tutto il mondo'. Marziale continua: 'Conosco don Pierino e la sua opera in Aspromonte, che ha sfidato in loco gli interessi della criminalita' stabilendo nei piani di Zervo', noti al mondo come crocevia del traffico dei sequestri di persona, un insediamento di recupero di giovani destinati a morte certa. Per tale ragione - sottolinea il sociologo - e' davvero difficile digerire la sola idea che un uomo cosi' coraggioso possa avere procurato del male alle stesse persone che ha sostanzialmente rimesso al mondo'. Il presidente dell'Osservatorio conclude esprimendo: 'Solidarieta' a don Gelmini, fiducia nella magistratura, nella speranza che i media trattino il caso con la dovuta accortezza'. "Prima di avventurarsi in giudizi sommari, e' opportuno conoscere bene i fatti che vengono contestati. La moralita' e' una cosa seria, ben diversa dal moralismo". Lo dichiara Nello Formisano, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Madama. 'Queste notizie, questo attacco alle comunita' terapeutiche, queste strumentalizzazioni, non possono mettere in discussione l'operato di don Gelmini da quarant'anni a questa parte. Oltre centosessanta sedi aperte in Italia e settantaquattro all'estero costituiscono un 'curriculum' difficilmente scalfibile. Gli attacchi mediatici che sta subendo in queste ore non trovano giustificazioni plausibili. Chi si e' sempre battuto per la vita merita riconoscenza, non calunnie. E noi non accettiamo che si vada oltre. Mi auguro di cuore che la magistratura possa, quanto prima, far luce sulle vicende che lo riguardano. A nome mio e del gruppo regionale che rappresento, dico a Don Gelmini di non mollare in questo momento'. E' quanto dichiarano, in una nota, i consiglieri Francesco Lollobrigida, rappresentante di An in commissione Politiche sociali, e Pietro Di Paolo, consigliere di An alla Regione Lazio. Un ordine del giorno di solidarieta' nei confronti del sacerdote, a firma del gruppo verra' presentato oggi in apertura di Consiglio. 03-08-2007 Italia. Interpellanza dei Radicali a Ferrero: carente il servizio tossicodipendenza in carcere I deputati radicali della Rosa nel Pugno hanno presentato ieri un’interpellanza (primo firmatario Bruno Mellano) con la quale chiedono al Ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero di spiegare la causa dell’inadeguatezza qualitativa e quantitativa dei trattamenti metadonici attuati dai Sert nelle carceri rispetto a quelli praticati fuori; di fornire al Parlamento, ora e nelle prossime Relazioni, i dati scorporati sull’attività delle varie Regioni in materia di cura e prevenzione delle tossicodipendenze, con la precisa individuazione delle criticità (es. stato di attuazione del D.Lgs. 230/99 di riforma della medicina penitenziaria; stato di attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 1999; stato di attuazione dei Dipartimenti per le Dipendenze in ogni ASL; stato di attuazione di convenzioni con i Provveditorati Regionali del DAP per l’assistenza in carcere …); di fissare, nell’annunciata prossima Conferenza Nazionale sulla Droga, due apposite sessioni di lavoro: la prima sull’assistenza sanitaria in carcere per i detenuti tossicodipendenti e alcooldipendenti; la seconda su un check up approfondito sulla stato della cura e prevenzione delle tossicodipendenze nelle varie Regioni. Bruno Mellano e Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato: “Ci auguriamo che quest’interpellanza non faccia la fine di quella presentata un anno fa, che, dopo un’attenta lettura della Relazione del governo al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, poneva quindici questioni; Ferrero non ha risposto nemmeno ad una. Passano gli anni e le Relazioni ma i problemi sono sempre gli stessi: nel 2006, nelle carceri italiane, sono stati effettuati 9562 trattamenti solamente psicosociali e/o riabilitativi a fronte di 6061 trattamenti metadonici (di cui solo 1480 a lungo termine, oltre sei mesi). Fuori dalle sbarre, i trattamenti metadonici sono praticati ad oltre la metà degli utenti dei Sert ed esiste il problema di affiancarli con i trattamenti psicosociali; in carcere esiste il problema opposto. Altra questione: che cosa fanno concretamente le Regioni in tema di prevenzione, cura, riduzione del danno? La Relazione del governo presentata a luglio è carente al riguardo, a partire dalla questione cruciale che il governo di centrosinistra non vuole affrontare: la riforma della medicina penitenziaria promossa dal ministro Rosy Bindi nel lontano 1999 (D.Lgs. 230/99) è stata attuata veramente e dappertutto? I dati riportati nelle Relazioni precedenti testimoniavano l’esistenza di una “questione meridionale” anche in questo campo: pressoché tutte le Regioni del Sud erano inadempienti su vari aspetti della cura delle tossicodipendenze. Che cosa è cambiato e, soprattutto, il governo intende agire per cambiare il mortifero status quo?”. FERRERO: ED IO CHE C'ENTRO? - Il ministro Ferrero, in una nota, afferma che l'assistenza sanitaria ai detenuti tossicodipendenti non rientra nelle sue competenze. 'Ho appreso che la Direzione nazionale dei radicali ha presentato oggi una interpellanza parlamentare a me rivolta, in qualita' di Ministro della Solidarieta' sociale, sul tema della assistenza sanitaria ai detenuti tossicodipendenti. La stessa nota riporta che Bruno Mellano e Giulio Manfredi lamentano la mia mancata risposta a una interpellanza da loro presentata un anno fa, relativa alla relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze'. 'Rammento agli interpellanti che i lavori della Camera sono calendarizzati al suo interno e il sottoscritto, in qualita' di Ministro, interviene a rispondere alle interpellanze quando e se chiamato a farlo, compatibilmente con gli impegni istituzionali. Penso inoltre che possa essere loro utile sapere che i temi dell'interpellanza parlamentare presentata oggi non rientrano in alcun modo nelle competenze del Ministero della Solidarieta' sociale, che non si occupa ne' di assistenza sanitaria, ne' di carceri'. RADICALI: E' SCARICABARILE - Dopo aver letto agenzie che riportano dichiarazioni del ministro Ferrero che escludono categoricamente qualsiasi competenza del ministro stesso in materia di assistenza sanitaria dei detenuti tossicodipendenti, Mellano e Manfredi hanno dichiarato: “Credevamo che almeno il ministro Ferrero non partecipasse allo sport nazionale dello scaricabile; ci sbagliavamo. Andiamo per ordine: ai sensi dell’art. 131 del DPR 309/90 (Testo Unico sugli stupefacenti), il Ministro per la solidarietà sociale è tenuto a presentare annualmente, entro il 30 giugno, una relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia. L’anno scorso il ministro Ferrero presentò la sua prima relazione, noi la leggemmo e presentammo a nostra volta una corposa interpellanza su quindici criticità, che attende ancora una risposta. Anche quest’anno ci siamo permessi di rivolgere un’interpellanza a Ferrero visto che i dati a cui facciamo riferimento sono contenuti nella Relazione da lui presentata alla stampa lo scorso 11 luglio, precisamente a pag. 177 (“Assistenza ai tossicodipendenti in carcere”) e alle tabelle allegate alla Relazione, fornite dal Ministero di Giustizia ma che costituiscono parte integrante della Relazione del Ministro della Solidarietà Sociale. E ancora: quando fu istituito il Ministero della solidarietà sociale (decreto legge 18 maggio 2006, art. 1, comma 6), furono ad esso trasferiti “con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, … i compiti in materia di politiche antidroga attribuiti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”. E infine: il Ministro per la solidarietà sociale disciplina con proprio decreto l’Osservatorio permanente che verifica l’andamento del fenomeno della tossicodipendenza. L’Osservatorio acquisisce periodicamente e sistematicamente dati “… b) sulla dislocazione e sul funzionamento dei servizi pubblici e privati operanti nel settore delle prevenzione, cura e riabilitazione, nonché sulle iniziative tendenti al recupero sociale ivi compresi i servizi attivati negli istituti di prevenzione e pena … sui tipi di trattamento praticati e sui risultati conseguiti, in particolare per quanto riguarda la somministrazione di metadone, nei servizi di cui alla lettera b), sulla epidemiologia delle patologie correlate … (art. 1, commi 7 e 8, del DPR 309/90). Comprendiamo la difficoltà del ministro Ferrero di tener testa a tutto, dalla questione delle pensioni al problema del metadone nelle carceri; non lo bocciamo, dunque, ma lo rimandiamo a settembre in Parlamento, per una risposta vera alle questioni vere da noi poste.”. 04-08-2007 Italia. Cassazione: coltivare o passarsi qualche spinello non giustifica arresto Passarsi lo spinello o coltivare qualche piantina di cannabis indiano non sono fatti così gravi da giustificare un arresto in flagranza. A dirlo è la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 31968 di ieri, ha respinto il ricorso della Procura generale del Tribunale dei minorenni di Sassari presentato contro la decisione del Gip della città sarda che non aveva convalidato l'arresto di un giovane sorpreso a coltivare alcune piantine di cannabis. Secondo il Gip, opera in questi casi, l'attenuante per cui l'arresto in flagranza non può essere confermato. Questo caso ha offerto ai giudici del 'Palazzaccio' l'occasione per elencare una serie di "fatti di lieve entità" per i quali va concessa tale attenuante. "Sono da ritenersi -ha precisato la VI sezione penale- fatti di lieve entità la cessione gratuita o la detenzione di qualche dose per uso di gruppo, l'offerta dello spinello tra fumatori di hashish, la coltivazione di qualche pianta di cannabis indiana, l'esportazione, la vendita, la distribuzione e la cessione di modico quantitativo di stupefacente a condizione che non siano effettuati con professionalità, organizzazione di mezzi anche rudimentali, o continuità". E' una sentenza 'innovativa, una nuova spallata alle politiche proibizioniste'. E' questo il commento di Paola Balducci (Verdi). 'La sentenza della Cassazione aggiunge Balducci dimostra ancora una volta che spesso la magistratura sa stare in sintonia con la societa', magari anche piu' della politica'. La deputata dei Verdi sottolinea 'che il non luogo a procedere per l'irrilevanza del fatto, principio del codice penale dei minori richiamato nella sentenza, dovrebbe essere applicato anche nei processi a carico dei maggiorenni'. Da qui 'una apposita proposta di legge' che Balducci annuncia di presentare alla ripresa dei lavori della Camera 'perche' l'introduzione di questo istituto, oltre che giusta, darebbe un grande aiuto allo sfoltimento dei processi'. 04-08-2007 Italia. Milano. Cani antidroga davanti ai locali Manifesti anti-droga nelle cento discoteche milanesi, postazioni fuori dai maggiori locali d'intrattenimento in cui verra' distribuito materiale informativo sulle conseguenze dell'uso di sostanze stupefacenti, utilizzo di unita' cinofile per controlli sia all'entrata sia all'uscita dei locali, test antialcol e antidroga per chi rimarra' coinvolto in un incidente stradale. Sono solo alcune delle carte con cui il Comune di Milano intende vincere la partita contro l'abuso di alcol e droghe. Una vera e propria campagna dal titolo "Dico no alla droga e all'alcol" che vede alleati l'amministrazione comunale, la Polizia locale ed il Silb (Sindacato dei gestori dei locali dal ballo). Si comincera' subito con l'affissione dei manifesti. "Su di uno", spiega l'assessore alla salute, Carla De Albertis, "viene riportata un'informativa - realizzata in collaborazione con il Centro Antiveleni dell'ospedale Niguarda, sui danni causati dalle cinque droghe piu' diffuse (cannabis, cocaina, eroina, ecstasy, anfetamine) - sull'altro l'immagine di un cervello che si disgrega e lo slogan 'Non ridurre i tuoi sogni in polvere'. Da ottobre, invece, partiranno i presidi dell'onlus "Amici della vita" fuori dai locali e l'impiego delle unita' cinofile. Nelle previsioni anche un'opera di sensibilizzazione sul doping, promosso da Comune di Milano in collaborazione con Bayer e Federazione Italiana Badminton, nell'ambito del progetto "I giovani e lo sport pulito". 04-08-2007 Arabia Saudita. Sei uomini decapitati per droga Cinque pachistani e un nigeriano, condannati a morte per traffico di droga e rapina a mano armata, sono stati decapitati ieri in Arabia Saudita, cio' che porta alla cifra record di 117 le esecuzioni nel Paese dall'inizio dell'anno. Un comunicato del ministero dell'Interno, diffuso dall' agenzia ufficiale Spa, precisa che due pachistani sono stati messi a morte, uno a Riad e l'altro a Gedda, perche' condannati per traffico di droga; gli altri tre pachistani, invece, decapitati nella capitale, erano stati riconosciuti colpevoli di aver formato una banda specializzata in rapine, soprattutto a tassisti, Nella provincia di Gedda, invece, e' stato messo a morte il nigeriano, condannato per traffico di cocaina, che nascondeva nello stomaco. Il numero di esecuzioni di quest'anno ha gia' superato la cifra record di 113 registrata nel 2000 in Arabia Saudita. Le esecuzioni, mediante decapitazione con sciabola, avvengono in genere in pubblico. I reati per i quali viene inflitta la pena capitale comprendono omicidio, stupro, rapina, traffico di droga, adulterio, omosessualita' e apostasia. 05-08-2007 Italia. Mele (Udc) accusato anche di omissione di soccorso Si aggrava la posizione di Cosimo Mele, il deputato ex Udc, ora nel gruppo misto, protagonista di un festino a luci rosse con due squillo nell'hotel romano Flora, finito male a causa di un malore accusato da una delle donne, F.Z., in seguito a un 'cocktail' di alcol e cocaina. Dopo l'iniziale iscrizione nel registro degli indagati per cessione di stupefacenti, nei confronti di Mele si procede ora anche per ipotesi di omissione di soccorso. Un'accusa, quella presa in esame dalla Procura di Roma, scaturita dalle dichiarazioni delle due donne che si trovavano in compagnia del deputato nella suite dell'albergo di via Veneto, ma anche di altri testimoni del fatto, e tra questi, dipendenti dell'hotel e del San Giacomo, l'ospedale nel quale era stata portata la donna che si era sentita male. Da queste dichiarazioni sarebbe emerso che Mele non si sarebbe sufficientemente attivato alla vista del malore occorso a F.Z. Un'accusa respinta oggi, tramite i suoi difensori, dal parlamentare, il quale ha precisato di essere stato lui stesso a chiedere al portiere del Flora di chiamare i soccorsi. Nei giorni scorsi Mele aveva respinto anche l'ipotesi di cessione di sostanze stupefacenti, sostenendo di non sapere nulla della droga che si trovava nella stanza d'albergo, pur ammettendo il festino a luci rosse. Ma ad accusarlo di avere portato lo stupefacente erano state le due stesse squillo. Un quadro piu' chiaro della vicenda si potra' avere solo nei prossimi giorni, dopo l'esecuzione di una consulenza tecnica disposta dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dal sostituto Carlo Luberti. L'8 agosto prossimo, a un gruppo di esperti, sara' chiesto di esaminare la card della stanza d'albergo ed una scheda di ricarica telefonica di Mele, che potrebbero essere stati utilizzati per preparare le strisce di cocaina. Tra gli oggetti acquisiti dalla polizia, ci sono anche alcuni bicchieri e delle bottiglie di alcolici che si trovavano nel frigo-bar della suite del 'Flora'. Nei prossimi giorni proseguira' la raccolta di testimonianze da parte degli investigatori, mentre Mele, difeso dagli avvocati Titta Madia e Livia Lo Turco, sara' con ogni probabilita' convocato in Procura all'inizio di settembre per dare la sua versione dei fatti. 05-08-2007 Italia. Dj Aniceto lancia campagna online contro stupefacenti Iniziativa antidroga del Dj Aniceto, conosciuto per la sua partecipazione a Markette e per essere stato l'autore delle discusse versioni in chiave dance di Faccetta nera, Bandiera Rossa e dell'Inno di Mameli. Attraverso il sito www.myspace.com/djaniceto, ha promosso una campagna per l'inserimento del suo slogan nel maggior numero di siti internet possibili: "abbasso la droga, viva la vita, la vita e' stupefacente!". 'Il mio vuole essere un gioco-tormentone perche' sono sicuro che anche leggere una frase puo' contribuire a salvare vite umane. I giovani su internet stanno dimostrando una grande sensibilita' e solidarieta'. E' commovente leggere le loro opinioni sul mio myspace, sono tutti amanti della vita, e difendono con tutti i mezzi questo grande dono'. 06-08-2007 Canada. Sempre piu' droga dall'Afghanistan Monito della Royal Canadian Mounted Police per la diffusione dell'eroina afghana in Canada. Droga che sta mettendo in pericolo il Paese, malgrado i fondi antidroghe stanziati dal Governo. Nel rapporto della RCMP si legge, infatti, che l'eroina afghana e' sempre piu' diretta verso il Canada. Paul Nadeau, della RCMP, ha dichiarato che il 60% dell'eroina disponibile in Canada e' di provenienza afghana. Fino ad alcuni anni fa, la droga arrivava dal Sud-Est asiatico, dall'area nota come Triangolo d'oro (Laos, Thainlandia, Myanmar), ma recentemente questi Paesi si sono specializzati nella produzione delle droghe sintetiche, piu' diffuse e remunerative. "La droga afghana arriva in Canada" ha continuato Nadeau, "principalmente attraverso due arterie. La prima rotta parte dai confini, poco controllati, tra l'Afghanistan e il Pakistan passando per l'India fino ad arrivare in Canada. L'altra passa dall'Africa occidentale, per arrivare negli Stati Uniti e poi in Canada". Ambra Dickie, portavoce per il ministero degli esteri, ha dichiarato che il Governo ha promesso circa 57 milioni di dollari per combattere le droghe afghane, inclusi 18,5 milioni per programmi che promuovano una nuova economia ed educazione, fondi principalmente destinati alla Provincia di Kandahar, dove sono stanziate le truppe canadesi. 06-08-2007 Iran. Esecuzione capitale per trafficanti Il giorno dopo aver intimato all'Italia di "non interferire" nelle proprie faccende interne, Teheran tira dritto e impicca altri tre uomini. Nella prigione di Zahedan, nel sud, il boia ha fatto funzionare la forca per tre condannati per traffico di droga e rapine e fatto salire a 154 il numero delle esecuzioni avvenute quest'anno nella Repubblica Islamica. Nel 2006 furono impiccate almeno 177 persone e, se le esecuzioni procederanno al ritmo attuale, l'Iran consolidera' alla fine del 2007 la fama di esecutore piu' meticoloso e prolifico di condanne a morte nel mondo, dopo la Cina. 06-08-2007 Usa. Con le coltivazioni afghane in aumento ci si interroga sul che fare Quest'anno l'Afghanistan avra' un altro raccolto record di papaveri, cementando la sua posizione di fornitore globale "quasi-unico" di eroina. Le notizie provenienti dal Paese asiatico hanno acceso furiose polemiche negli Stati Uniti. Ci si interroga su come invertire la tendenza disastrosa: nel 2000 la produzione afgana rappresentava il 70% di quella mondiale, nel 2006 la percentuale e' salita al 92%. E dai rapporti dell'intelligence appare sempre piu' stretto il legame tra droga e Talebani. George W. Bush affrontera' il tema col presidente afgano Hamid Karzai, in visita negli Stati Uniti. Ci si interroga su come modificare la situazione, ma le diverse visioni all'interno dell'Amministrazione statunitense e tra gli alleati Nato rallentano la realizzazione del programma per combattere il traffico dei narcotici che puo' contare su 475 milioni di dollari. La tendenza negativa e' confermata da indiscrezioni sulle statistiche dell'Onu (saranno diffuse a settembre) che mostrerebbero come la produzione 2007 sara' del 15% superiore a quella del 2006. Tale incremento portera' la quota afgana dei papaveri per ottenere eroina al 95% del totale mondiale. "L'Afghanistan sta fornendo quasi il 95 per cento di eroina al mondo", ha dichiarato in un recente congresso Tom Schweich, un alto funzionario del Dipartimento di Stato Statunitense, "cio' rende il Paese fornitore quasi esclusivo", creando una situazione "unica nella storia del mondo". 06-08-2007 Italia. L'Osservatorio sociale riflette sui sequestri di canapa "Oggi in Italia la coltivazione 'fai da te' di piante di canapa indiana sia a casa che in giardino che nei terreni e' in forte espansione e questo dovrebbe far riflettere. Forse e' giunto il momento di intensificare i controlli tra i vari 'collezionisti' di semi di canapa indiana, ma soprattutto si rivedano e si colmino le vistose lacune legislative". Lo ha dichiarato Luigi Camilloni, presidente dell'Osservatorio Sociale in merito ai sequestri avvenuti nel Messinese, a Vibo Valentia e nel Barese. "A meno che il Governo nel prossimo futuro, non preveda delle agevolazioni fiscali, previdenziali e corsi di formazione ad hoc per coloro che desiderano intraprendere queste nuove colture, o se pensera' a corrispondere degli stanziamenti per le nuove esigenze di adeguamento, modernizzazione e specializzazione dell'agricoltura italiana nel campo di queste coltivazioni". ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25,00 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------