====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 136 30-03-2007 la prossima edizione: 13-04-2007 EDITORIALE Il Comitato nazionale di bioetica si attivi per destinare i 2.527 embrioni alla ricerca! di Donatella Poretti ARTICOLI - Spagna. Un buon compleanno per CAMIBER di Rosa a Marca - Argentina. Analisi e prospettive di Jose' Cibelli di Rosa a Marca - Osidea onlus a "Scienza & Vita": donazione autologa-solidale e' salvaguardia del proprio bimbo e del prossimo NOTIZIE - Italia. Con staminali umane riparato cuore colpito da infarto - Usa. Creata pecora con 15% di cellule umane - Usa. Cellule staminali contro insufficienza cardiaca - Italia. Con le staminali si allunga la sopravvivenza dei malati di mieloma multiplo - Corea del Sud. Nel 2005 clonati due lupi di razza in estinzione - Italia. La Lombardia rafforza il legame con i ricercatori israeliani - Italia. Le Marche si mobilitano per la raccolta del cordone ombelicale - Usa-Italia. Studio: dal virus Hiv possibile terapia contro la talassemia - Italia. Bagnasco (Cei): non negoziabile il no della Chiesa alla clonazione umana - Italia. Staminali del midollo osseo bloccano quelle della sclerosi multipla - Usa. Legamenti rotti? Con le staminali si possono ricostruire - Italia. Brescia. Convegno internazionale sulle staminali della placenta - Italia. Ieo alla ricerca della proteina che causa i tumori - Belgio. Nuova legge sulla ricerca con gli embrioni sovrannumerari - Italia. Ormone stimola la produzione di cellule mesenchimali - Italia. Nuovo metodo per generare staminali dal liquido amniotico - Gb. Nuova terapia con staminali contro aniridia - Spagna. Rigenerazione del fegato con staminali del midollo - Spagna. Sperimentazione per fermare la Sclerosi Laterale Amiotrofica - Italia. Congresso della 1st Cord Blood Transplant European Conference - Usa. Missouri. Blitz dei repubblicani che approvano un testo contro la ricerca con le staminali - Usa. California. Ancora una sconfitta per gli oppositori di Poposition 71 - Usa. Georgia. Approvata legge sul finanziamento pubblico della ricerca "non distruttiva" - Usa. Florida. Commissione House blocca tentativo di proibire finanziamento della ricerca - Corea del Sud. Vescovi all'attacco del Governo: no a ricerca sugli embrioni - Italia. E.Romagna apre campagna per la donazione del cordone - Ue. Al via finanziamento del registro delle staminali embrionali disponibili -------------------------------------- EDITORIALE - Il Comitato nazionale di bioetica si attivi per destinare i 2.527 embrioni alla ricerca! Uno dei dodici gruppi del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) si e' riunito per la prima volta per occuparsi della donazione di cellule embrionali alla ricerca. Inevitabilmente l'argomento clou e' il destino dei 2.527 embrioni orfani (secondo i dati dell'ISS) che, come stabilito per decreto, aspettano nelle cliniche di tutta Italia di finire crioconservati nella biobanca dell'Ospedale Maggiore di Milano. Chissa' quale sara' il verdetto, se ci sara', e quanto tempo ci vorra' ancora prima di arrivare ad una decisione! Vorrei ricordare ai componenti del gruppo del Comitato nazionale di bioetica che si occupera' di questo argomento, che per l'inutile operazione di trasferimento e crioconservazione degli embrioni orfani erano stati stanziati 450 mila euro: 400 mila per la creazione della biobanca, l'acquisto cioe' dei contenitori dove mantenerli sotto azoto; e 50 mila per l'Istituto Superiore della Sanita' per il trasporto dalle cliniche di fecondazione assistita dove si trovavano. Proprio su questo ho presentato, senza ricevere ancora risposta, un'interrogazione al ministro della Salute per sapere che cosa stia succedendo: dove sono finiti i soldi e come siano stati utilizzati quelli gia' erogati e se non sia il caso di intervenire legislativamente per destinare gli embrioni inutilizzabili a fini di ricerca.(1) Spero che all'interno del Comitato di bioetica ci sia qualche mente illuminata che comprenda come tutti questi soldi potevano essere destinati alla ricerca, insieme alle preziose cellule staminali degli stessi embrioni che sono comunque ancora a disposizione! Smettiamola con l'ipocrisia di importare staminali embrionali derivate all'estero e destiniamo i 2.527 embrioni orfani alla ricerca, magari riuscendo a risparmiare anche qualcosa da destinare ad altre attivita' scientifiche! Comunque decidano al Cnb, e' bene ricordare che l'associazione Luca Coscioni ha in corso una campagna con cui si invitano le coppie proprietarie di embrioni destinati all’abbandono a donarli alla ricerca all'estero. (1) http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=286 di Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno -------------------------------------- ARTICOLI - Spagna. Un buon compleanno per CAMIBER Bernat Soria, direttore del Centro Andaluso di Biologia Molecolare e Medicina Rigenerativa (CAMIBER), valorizza il lavoro svolto nel primo anno d'attivita', esattamente dal 26 marzo 2006. CAMIBER "sta lavorando bene", grazie a un centinaio di ricercatori suddivisi in quindici gruppi di studio, "la meta' dei quali lavora a progetti d'eccellenza". Soria, strenuo difensore della ricerca sulle cellule staminali embrionali per terapie rigenerative, ricorda che gli studiosi di CAMIBER in un anno hanno pubblicato 30 lavori, "di cui la meta' nelle riviste internazionali di maggior impatto scientifico". Inoltre hanno registrato un brevetto, di cui Soria non puo' fornire dettagli essendo in via di pubblicazione. Dice che CAMIBER, situato nel parco scientifico Cartuja 93 di Siviglia, lavora al 30% delle sue capacita' e che si e' rivelato come "il maggior centro di ricerca di medicina rigenerativa della Spagna". Aggiunge che cinque gruppi lavorano a "progetti di ricerca biomedica d'eccellenza" della Giunta d'Analusia, e altri quattro in nuclei di sperimentazione cooperativa in rete, come i Ciber o i Consolider, dipendenti dai ministeri di Sanita' e di Educazione e Scienza. "Il fatto che la meta' dei gruppi di ricerca del CAMIBER lavori a programmi d'eccellenza gia' nel primo anno di funzionamento, da' l'idea dell'alto livello scientifico raggiunto dal centro", osserva. Entrando un po' nel merito, Soria spiega che gruppi di ricerca hanno progredito nell'attivita' di reperimento di cellule staminali embrionali per la generazione di cellule produttrici d'insulina, come terapia cellulare contro il diabete. I gruppi sono ripartiti in quattro dipartimenti dedicati alla biologia cellulare e molecolare; la distinzione cellulare; le cellule staminali e la riprogrammazione e differenziazione cellulare; la terapia cellulare e la medicina rigenerativa. Bernat Soria ha iniziato a sperimentare sulle cellule staminali embrionali sotto il patrocinio della Giunta di Andalusia nel marzo 2004, quando ha creato un gruppo di lavoro all'Universita' Pablo de Olavide di Siviglia. L'Andalusia e' stata la prima comunita' autonoma ad approvare leggi che autorizzano la ricerca con cellule staminali embrionali. La prima legge, dell'ottobre 2003, ha autorizzato l'uso scientifico degli embrioni soprannumerari derivanti dalla fecondazione medicalmente assistita; la seconda, approvata lo scorso 7 marzo, permette l'uso scientifico del cosiddetto trasferimento nucleare, conosciuto come clonazione terapeutica. Soria sottolinea che queste leggi rappresentano "uno stimolo e un grande progresso per la ricerca" con le cellule staminali embrionali, e fa notare come l'approvazione della clonazione terapeutica da parte di tutti i gruppi andalusi, con l'astensione del PP, faccia dell'Andalusia "la prima regione al mondo ad approvare questa legge senza nessun voto contrario", e che essa gode di un ampio sostegno sociale. Accenna anche al fatto che i risultati di queste ricerche si concretizzeranno solo "a medio e lungo termine", e ricorda che CAMIBER si concentra "sulla ricerca di base, ancorche' con una chiara vocazione per il trasferimento clinico dei suoi progetti". di Rosa a Marca ------------------- - Argentina. Analisi e prospettive di Jose' Cibelli Se il film di Almodovar implorava "Parla con lei", l'argentino Jose' Cibelli -professore all'Universita' del Michigan e uno dei massimi esperti di cellule staminali- dice: "Parliamo con l'ovulo". Questo dialogo non si fa con le parole, ma con paroline microscopiche che conducono alla cellula e si chiamano geni. L'ovulo ha una capacita' unica: se gli si immette il nucleo di una cellula qualunque, per esempio della pelle, puo' convertirla in una cellula indifferenziata, come se fosse embrionaria, ossia una cellula staminale. Il cammino scelto da Cibelli e da altri studiosi consiste nell'indagare a quali geni ricorra la cellula uovo affinche' il miracolo possa compiersi e mettere in azione, in altre cellule, gli stessi geni. Cio' consentirebbe (e' questa la scommessa a lungo termine) di prelevare cellule dalla pelle di una persona, per trasformarle in tessuto pancreatico di cui essa ha bisogno per rimediare al diabete, oppure in tessuto nervoso, se fosse affetta da Parkinson. In realta', esiste gia' un metodo, la cui praticabilita' e' stata sperimentata nei mesi scorsi: e' la "partenogenesi", in cui l'ovocita, senza spermatozoo, si divide e da' luogo a cellule staminali per quella particolare donna. Naturalmente e' un metodo applicabile solo alle donne, e quindi si puo' immaginare un futuro dove le donne, per sempre giovani, vedano gli uomini proseguire verso la decadenza. Ma, al di la' di questo o di altri scenari futuribili, Cibelli si sofferma su quello che sicuramente e' il presente: non esiste ancora, e non e' nemmeno nelle primissime fasi di ricerca, nessun utilizzo terapeutico di cellule staminali. E' bene saperlo, giacche' -avverte- hanno gia' fatto la loro comparsa medici privi di scrupoli che offrono cure con "cellule staminali". "In seguito al caso coreano, la clonazione terapeutica e' entrata in crisi", spiega; l'anno scorso presento' lui stesso una relazione sull'argomento durante le Giornate della Societa' Internazionale di Bioetica. Ricapitolando, il "caso coreano" e' lo studio di un gruppo diretto dal professor Hwang Woo Suk dell'Universita' di Seul che, nel 2004, fu accettato dalla prestigiosa rivista Science. L'articolo, dall'enorme impatto mediatico, annunciava che era stata ottenuta, per la prima volta nella storia, la "clonazione terapeutica". Cosi' veniva spiegata la tecnica usata: si introducono nuclei di cellule adulte umane negli ovociti provenienti da donne donatrici, ovociti cui e' stato tolto il nucleo. Pochi mesi dopo, gli editori della rivista ammisero e denunciarono che l'articolo era un falso. I referenti scientifici di Science erano stati ingannati, e lo stesso Cibelli rimase impigliato nella rete come consulente del gruppo coreano, in veste di esperto di partenogenesi. "Quando si entra in una collaborazione scientifica c'e' sempre la buona fede; uno non s'immagina che l'altro stia agendo con disonesta'", commenta, e spiega che l'incredibile truffa e' potuta accadere "perche' si sono combinate: l'ambizione personale del direttore del gruppo, l'enorme disponibilita' di fondi e, forse, un certo tratto della cultura coreana, in cui prevale un grande rispetto nei confronti dei superiori. Nel mio laboratorio ho un paio di ricercatori coreani che sono eccellenti, ma hanno troppo rispetto per me: ai miei studenti chiedo di sfidarmi in continuazione, di segnalarmi i miei errori". Ad aggravare la crisi c'e' la circostanza che gli esperimenti di "clonazione terapeutica" comportano un problema etico: richiedono la partecipazione di donatrici volontarie di ovuli, le quali devono sottoporsi ad iperstimolazione artificiale delle ovaie. "Oggi consideriamo che non sarebbe etico sottoporre donne ad iperstimolazione ovarica per esperimenti insicuri, da cui loro stesse non avrebbero un beneficio", sostiene il fisiologo, giunto in Argentina come invitato al XII Congresso della Societa' argentina di medicina riproduttiva (Samer). Diversa e' la prospettiva della partenogenesi. "Consiste nell'ottenere cellule staminali partendo da un ovocita non fecondato. E' possibile stimolarlo in modo che, senza la presenza di spermatozoi, si divida e si sviluppi fino a produrre cellule staminali. Negli ultimi tre mesi e' stato dimostrato che queste cellule sono al cento per cento compatibili cone quelle di qualsiasi tessuto della stessa donna da cui l'ovocita proviene. Cio' apre, per le donne in eta' riproduttiva, la possibilita' di avere cellule per la cura delle proprie eventuali malattie, quando i trattamenti fossero messi a punto". D'altra parte, "la partenogenesi non potrebbe dare luogo a un embrione; le cellule si sviluppano solo nell'arco di qualche giorno e dopo muoiono, ma il tempo e' sufficiente perche' si possano separare le cellule staminali. Non c'e' nessun problema etico nel sottoporre ad iperstimolazione ovarica una donna se lo scopo e' di ottenere cellule per curare una malattia di cui potrebbe soffrire lei stessa". Tuttavia, "il futuro non e' qui: il futuro e' ottenere che la stessa clonazione terapeutica diventi obsoleta", sorprende Cibelli. E' quello di cui si sta occupando attualmente. Il progetto e' di "prendere cellule somatiche, per esempio della pelle, riuscire a differenziarle fino a trasformarle in cellule staminali". Insomma, ottenere una specie di viaggio nel tempo, in modo che il nucleo di una cellula tanto specializzata da formare appunto la pelle e nessun altro organo, torni indietro fino a trasformarsi in una cellula ai primi stadi dell'embrione, una cellula staminale. Per raggiungere questo scopo, Cibelli e i suoi colleghi contano su un dato essenziale: l'ovulo, solo lui, capace d'intraprendere questo viaggio a ritroso. "Se si prende il nucleo di una cellula della pelle, e la si fonde con l'ovocita, questi ha il potere di farlo retrocedere alla condizione di cellula staminale". Cio' che cerca Cibelli e' lo stesso, ma senza ricorrere ad ovuli reali: per questo deve scoprire come faccia l'ovulo a retrocedere. Ossia, quali geni, in particolare, funzionano nell'ovulo in modo da permettergli di trasformare cellule adulte in cellule staminali indifferenziate? "Cinque mesi fa, sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Usa, PNAS, abbiamo pubblicato la nostra scoperta: ci sono circa 5.000 geni che si manifestano in modo evidente e quasi esclusivamente nell'ovocita", racconta. Il problema e' che "5.000 geni sono troppi; allora, tramite modelli matematici, riduciamo il numero a un elenco di 66 geni candidati", vale a dire, che hanno piu' probabilita' di essere i responsabili della trasformazione da cellule adulte in staminali. Il problema sta nel sapere quali siano questi geni. Poiche', a questo livello, la scienza e' capace di "mettere e togliere geni di un nucleo cellulare, di porli in ON per farli funzionare o invece in OFF, per disattivarli". La questione e' con quali geni lavorare. Appena disporremo dei 66 candidati "andremo ad introdurli e ad attivarli in una cellula prelevata dalla pelle, per far si' che retroceda a cellula staminale". Allora la speranza futura e': ogni persona, a partire da un frammento della sua pelle, potra' avere la propria banca di cellule embrionali che, eventualmente, potranno trasformarsi in qualunque tessuto gli sia necessario, con la sicurezza di non subire rigetto, giacche' si tratta delle proprie cellule", riassume. E le cellule staminali eccedenti dai progetti di fecondazione medicalmente assistita, i famosi "embrioni congelati"?. Secondo Cibelli, nemmeno loro risolverebbero il problema. "E' certo che solo negli Stati Uniti c'e' mezzo milione di embrioni congelati che nessuno piu' vuole e che potrebbero essere utilizzati per produrre cellule staminali. Ma il calcolo e' che, anche se si ottenessero 1.500 linee cellulari differenti, ed e' moltissimo, per ragioni di compatibilita' immunitaria non potrebbero servire che al 30% della popolazione". Viceversa, se si riuscisse ad imparare come fa l'ovocita a produrre le sue meraviglie, ogni persona potrebbe, una volta sviluppate le opportune terapie, riappropriarsi dei materiali che costituiscono il suo pancreas, i suoi reni e forse anche un dente o un braccio perso, partendo dalle proprie cellule. di Rosa a Marca ------------------- - Osidea onlus a "Scienza & Vita": donazione autologa-solidale e' salvaguardia del proprio bimbo e del prossimo Donazione Autologa-Solidale A salvaguardia del proprio bimbo ed in favore del prossimo Facciamo riferimento all'articolo della Associazione Scienza & Vita, pubblicato dalla rivista Aduc il 16 marzo 2007, che esprime parere poco positivo a riguardo della conservazione autologa di sangue cordonale. Noi dell'Associazione Osidea onlus da ormai tre anni ci occupiamo di informare e quindi incentivare la popolazione in tema di donazione di sangue placentare. A tal proposito vorremo fare alcune puntualizzazioni che ci sembrano necessarie nel giusto rispetto di quelli che sono e devono essere i diritti fondamentali dei cittadini. Non si può negare ad una madre di poter conservare le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale del proprio bimbo, a tutela di una necessità futura di utilizzo terapeutico, se pur remota. Atto ancora più subdolo è quello di instillare nelle menti delle future mamme l'idea che il desiderio di salvaguardare la salute del nascituro sia una azione egoista, ciò è sbagliato ed anche illegale. La triste realtà di Regioni, come per esempio la Sardegna e la Sicilia, ad altissima incidenza di patologie genetiche quali microcitemia e talassemia, rende l'eventualità di un auto trapianto di cellule staminali una possibilità non certo remota. Proprio per non colpevolizzare le giovani madri, e nel rispetto dei legittimi sentimenti delle coppie dei genitori in attesa di un bimbo, in collaborazione con alcuni Centri esteri di crioconservazione, abbiamo realizzato la nuove formula mista "La Donazione Autolog-Solidale" dove si prevede che la madre conservi e rimanga proprietaria dell'unità di sangue cordonale ma che al contempo ha la possibilità di metterla a disposizione di chi ne avesse necessità. La vera differenza dalla formula spagnola di conservazione, che dispone in caso di necessità che l'unità venga automaticamente ed obbligatoriamente donata, è che sempre e comunque nella nuova formula, venga richiesta alla madre l'autorizzazione alla donazione. Poiché l'altruismo non può essere e non deve essere un obbligo di Legge! Il costo del mantenimento dell'Unità di sangue presso i Centri esteri per l'intero periodo di venti anni è all'incirca di 1.500/2.000 Euro, versabili anche in più rate. Il costo della tipizzazione della sacca di sangue placentare (circa 300/500 Euro) è inoltre a totale carico delle Banche di sangue cordonale estere che hanno aderito al progetto "Donazione Autologa-Soldale". Come è ovvio la realizzazione di Centri privati di crioconservazione sul territorio nazionale italiano, abbatterebbe ulteriormente il modesto costo che abbiamo citato. Va inoltre citata la possibilità che in futuro grazie a questa nuova formula di conservazione si tuteli il patrimonio genetico di ogni bambino, con la grandissima potenzialità che questa opportunità garantisce nell'ottica dei progressi della ricerca medica. Questo per amore di correttezza e chiarezza, perché tante sono le madri che compiono il bellissimo gesto d'amore della donazione e noi non possiamo che incoraggiarle su questa strada, ma, sempre e comunque, nel rispetto dei diritti e delle esigenze del singolo individuo. Associazione Osidea onlus ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Italia. Con staminali umane riparato cuore colpito da infarto Cuore danneggiato da infarto riparato grazie alle cellule staminali prelevate da placenta 'a termine'. E' il risultato di uno studio italiano. Nei laboratori dell'Istituto nazionale di biostrutture e biosistemi (Consorzio interuniversitario Inbb), infatti, per la prima volta cuori di ratti sottoposti a infarto sperimentale sono stati rigenerati col trapianto di staminali umane di tipo mesenchimale, isolate da placenta a termine, normalmente eliminata dopo il parto. La ricerca e' stata realizzata in collaborazione con il Cnr e l'ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna, e pubblicata sul 'Journal of Biological Chemistry', organo ufficiale della American Society of Biochemistry and Molecular Biology. Prima del trapianto nel tessuto cardiaco, le cellule sono state 'orientate' a differenziarsi in miocardiche e vascolari con l'aiuto di una nuova molecola: un composto contenente acido ialuronico, acido butirrico e acido retinoico (HBR). La molecola, si legge in una nota del Cnr, ha permesso "un'elevata resa di differenziamento cardiovascolare in vitro'". Non solo, l'HBR ha fato si' che le stesse staminali producessero fattori di crescita, in grado di indurre la formazione di nuovi vasi coronarici (angiogenesi) da parte del tessuto cardiaco ricevente. Alcuni di questi fattori di crescita, inoltre, erano dotati di proprieta' antiapoptotiche (capaci di prevenire la morte cellulare). Questo tipo di trapianto 'riparatore' si e' dimostrato particolarmente tollerato. Non e' stato necessario, infatti, fare uso di immunosoppressori, pur trattandosi di uno xenotrapianto (donatore e ricevente sono di due specie diverse). Anche dal punto di vista etico si tratta di una tecnica che non pone problemi: le cellule staminali sono state isolate da un organo (placenta a termine) che viene eliminato dopo il parto. Intanto i ricercatori vanno avanti e hanno messo a punto uno studio preclinico sul maiale, in vista di una applicazione clinica nell'uomo. Le ricerche sono state coordinate da Carlo Ventura, direttore del Laboratorio di Biologia molecolare e bioingegneria delle cellule staminali dell'Inbb, presso l'Istituto di Cardiologia dell'ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna, in collaborazione con Fabio Recchia dell'Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa (Ifc-Cnr), Gian Paolo Bagnara del Dipartimento di Istologia, embriologia e biologia applicata dell'Universita' di Bologna, e Gianandrea Pasquinelli del Dipartimento di Patologia sperimentale dello stesso ateneo. - Usa. Creata pecora con 15% di cellule umane Per la prima volta al mondo e' stata creata in laboratorio una pecora con il 15% di cellule. La 'chimera' sarebbe nata nell'universita' del Nevada, ad opera dei ricercatori guidati da Esmail Zanjani, che ne ha dato notizia con un'intervista al quotidiano inglese The Mail on Sunday. Al momento la ricerca non e' stata pubblicata su riviste scientifiche. L'obiettivo di questo tipo di studi e' creare animali con organi umani da poter utilizzare nei trapianti. La tecnica utilizzata prevede l'iniezione di cellule staminali prelevate dal midollo di un donatore umano nel peritoneo di un feto di pecora. L'agnello che ne risulta ha una percentuale di tessuti di tipo umano, e nelle intenzioni degli scienziati un giorno organi come fegato, cuore, polmoni dovrebbero essere pronti per essere trapiantati senza nessun pericolo di rigetto. Gia' nel 2003 Zanjani, che parlera' degli ultimi sviluppi delle sue scoperte questa sera durante un programma dell'emittente televisiva Channel 4, aveva annunciato di essere riuscito a creare una pecora il cui fegato aveva il 7% di materiale umano. Questo tipo di ricerca sta destando molto interesse, al punto che anche in Inghilterra alcuni gruppi di ricerca hanno chiesto l'autorizzazione a poter lavorare sugli animali-chimera. Di pari passo, pero' crescono anche le polemiche dal punto di vista etico e scientifico. Secondo alcuni scienziati un trapianto di organi ottenuti in questo modo potrebbe trasmettere all'uomo alcuni virus che negli animali sono 'silenziosi' o poco pericolosi. COMMENTI Secondo Giuseppe Novelli, direttore del laboratorio di Genetica Medica dell'universita' Tor Vergata di Roma, le ricerche di Esmail Zanjani sono molto importanti, ma il traguardo di ottenere organi trapiantabili negli uomini e' ancora lontano. 'Questo tipo di studi sulle staminali e' diffuso, ma nessuno e' mai arrivato a percentuali cosi' alte - spiega Novelli - nei topi ad esempio abbiamo ottenuto al massimo il 2%, anche perche' l'organismo ospite 'rifiuta' buona parte delle cellule iniettate. Questi studi sono utili perche' ancora non sappiamo molto ne' del meccanismo con cui si differenziano le staminali, ne' quali siano gli organi in cui sono maggiormente efficaci'. Le terapie a base di cellule staminali sono molto promettenti, ma ancora molta strada rimane da fare: 'Non sappiamo ancora ne' dove metterle ne' in che quantita' - conferma Novelli - fino a questo momento non ci sono cure per nessuna malattia che coinvolgano queste cellule, a parte qualche patologia del sangue. Ricerche come questa sono molto utili, anche perche' le pecore a differenza dei topi sviluppano organi grandi, facili da studiare'. Per avere organi trapiantabili nell'uomo bisognera' aspettare pero', secondo il genetista, ancora diversi anni: 'Il fatto di avere organi con una percentuale di cellule umane dovrebbe ridurre il rischio di rigetto - sostiene Novelli - ma non bisogna dimenticare che si tratterebbe pur sempre di trapianti da animali. Il rischio di 'trasportare' all'uomo virus ancora sconosciuti e' grande, e bisogna valutarlo con attenzione'. "Occorre impedire l'arrivo sulle tavole di piante o animali con geni umani come il riso autorizzato da parte del dipartimento all'agricoltura degli Stati Uniti e la pecora creata per la prima volta nell'Universita' del Nevada". E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia pubblicata dal quotidiano inglese "The mail on sunday". Si tratta di un annuncio che -sottolinea la Coldiretti- segue da vicino quello del via libera delle autorita' americane alla produzione sperimentale del primo esemplare di pianta di riso contenente geni provenienti dall'uomo. Il dipartimento all'agricoltura degli Stati Uniti della coltivazione di 1215 ettari di terreno nel Kansas (Usa) del riso con i geni umani, realizzato da una compagnia biotecnologica californiana denominata Ventria. L'obiettivo in questo caso e' quello di combattere la diarrea infantile, anche se dal mondo scientifico- sottolinea la Coldiretti- emergono forti preoccupazioni per i rischi di contaminazioni delle produzioni tradizionali e per il fatto che l'inquinamento della catena alimentare possa provocare reazioni allergiche alle persone sensibili a certi tipi di proteine. Di fronte alle nuove sperimentazioni, dalle clonazioni ai cibi con i geni umani, con la globalizzazione degli scambi alimentari, servono- afferma la Coldiretti- misure strutturali per impedire che questi prodotti o loro derivati finiscano sulle tavole dei consumatori inconsapevoli. La trasparenza deve essere garantita con l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta per favorire i controlli, consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli, soprattutto dopo che gli Usa si stanno preparando a utilizzare prodotti provenienti da animali clonati come carne, latte e formaggi che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette particolari e potrebbero quindi varcare le frontiere senza alcuna informazione. I consumatori italiani ed europei- precisa la Coldiretti- non sembrano interessati ai "parenti" piu' o meno stretti della pecora Dolly alcuni dei quali sono stati ottenuti con la sperimentazione anche in Italia come il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche un muflone selvatico. Per evitare che dopo il via libera statunitense arrivino, senza saperlo, sulle tavole dei cittadini europei prodotti derivanti da animali clonati o da chimere importati dagli Stati Uniti occorre introdurre immediatamente- continua la Coldiretti- l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti come e' gia' stato fatto per la carne bovina e per quella di pollo, ma non ancora per quella di maiale o per i formaggi. "Molto meglio usare le cellule staminali umane come 'fabbrica' di organi da trapiantare, che non dare vita a esperimenti sgangherati, creando animali in cui inserire cellule umane. Sperando poi di ottenere organi in grado di non creare problemi ai trapiantati". Cosi' Edoardo Boncinelli, professore di genetica all'universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano. "L'esperimento condotto dai ricercatori dell'universita' del Nevada mi sembra un po' sgangherato e avventuroso. Personalmente - spiega Boncinelli all'ADNKRONOS SALUTE - non ho mai visto di buon occhio gli xenotrapianti. E quella tentata dagli scienziati Usa mi sembra una strada cieca. Molto meglio sarebbe poter puntare sull'uso di cellule staminali per creare organi di ricambio. Senza troppi limiti. Tanto piu' che si possono utilizzare sia le staminali adulte che quelle da liquido amniotico recentemente scoperte e quelle embrionali". - Usa. Cellule staminali contro insufficienza cardiaca Un terapia sperimentale basata sull'uso di cellule staminali adulte ha avuto successo nel migliorare la funzionalita' del cuore di pazienti colpiti da insufficienza cardiaca. Lo studio e' stato illustrato alla Conferenza in corso a New Orleans dell' American College of Cadiology e fornisce una delle prime prove tangibili della effettiva efficacia delle controverse cure con l'uso di cellule staminali. La ricerca condotta da Nabil Dib, direttore del dipartimento di terapie cliniche cardiovascolari dell'universita' di California a San Diego, ha sperimentato il trattamento su 23 pazienti con insufficienza cardiaca. Gli scienziati hanno estratto le cellule staminali da alcuni muscoli delle gambe dei malati, le hanno coltivate in provetta e le hanno quindi iniettate direttamente nel cuore dei volontari tramite un catetere. A 6 mesi dal test tutti pazienti hanno evidenziato un miglioramento nella salute generale e nella qualita' della vita mentre tutti malati di un gruppo di controllo che non avevano ricevuto la terapia sperimentale sono peggiorati. Tra i benefici della cura c'e' il fatto che il trattamento e' minimamente invasivo e non richiede nemmeno anestesia generale: "possiamo farlo con un catetere e rimandare il paziente a casa in 24 ore". - Italia. Con le staminali si allunga la sopravvivenza dei malati di mieloma multiplo E' dal trapianto di cellule staminali da donatore sano che arriva una nuova speranza di guarigione per le persone colpite dal mieloma multiplo, tumore che riguarda il sangue: lo rivela uno studio condotto per sei anni dalla Clinica Ematologica dell'Universita' di Udine, insieme alle divisioni degli ospedali di Cuneo, Alessandria e il centro di Oncoematologia dell'Ircc di Candiolo (Torino). La ricerca -ha reso noto l'ateneo friulano- e' stata coordinata da Benedetto Bruno, responsabile del Centro trapianti di midollo dell'universita' di Torino e i risultati sono stati pubblicati sull'ultimo numero della rivista internazionale New England Journal of Medicine. Lo studio ha coinvolto 245 pazienti e, in sei anni (dal 1998 al 2004), ha messo a confronto il trattamento tradizionale del trapianto autologo (in cui il donatore e' lo stesso paziente) con il nuovo metodo del trapianto allogenico (di staminali da donatore esterno). Il mieloma multiplo e' una neoplasia ematologica caratterizzata dalla proliferazione di plasmacellule tumorali nel midollo osseo, che producono anticorpi anomali nel sangue e nelle urine e attivano il riassorbimento dell'osso. Il trattamento sperimentale dell'equipe friulano-piemontese ha portato i pazienti con una nuova diagnosi, di eta' uguale o inferiore a 65 anni, ad una sopravvivenza piu' lunga rispetto a quelli trattati con la procedura oggi considerata convenzionale. 'Esso -ha spiegato il direttore della Clinica ematologica di Udine, Renato Fanin- basandosi su basse dosi di radioterapia che non sono tossiche per l'organismo, permette l'attecchimento delle cellule staminali del donatore, a cui viene affidato il compito di eliminare le plasmacellule tumorali residue e di prevenire la ricaduta del mieloma'. Le cellule staminali sane prelevate dal donatore, una volta trapiantate, individuano e aggrediscono cosi' quelle colpite da tumore del ricevente e le sterminano. 'Il minitrapianto provoca tossicita' e complicazioni cliniche che non sono superiori alla terapia convenzionale con doppio autotrapianto. Invece, consente di ridurre le ricadute e, quindi, prolungare la sopravvivenza dei pazienti, alcuni dei quali potrebbero anche dimostrarsi, nei prossimi anni, definitivamente guariti'. - Corea del Sud. Nel 2005 clonati due lupi di razza in estinzione Un gruppo sudcoreano ha annunciato d'essere riuscito a clonare due lupi. I giornali locali riferiscono che il fatto e' avvenuto nel 2005, poco tempo dopo che il Governo autorizzasse di nuovo la ricerca con le cellule staminali. Lee Byeong-chun, professore di Veterinaria all'Universita' Nazionale di Seul, nonche' responsabile della sperimentazione, ha fatto parte dell'équipe di Hwang Woo-suk, il ricercatore che aveva falsificato i risultati dell'esperimento genetico che lo rese famoso in tutto il mondo. Lee ha detto che Hwang figura come co-autore dell'articolo sulla clonazione dei lupi, pubblicato questo mese sulla rivista "Cloning and Stem cells". Del resto, Hwang Woo-suk fu il primo a clonare con successo un cane, conosciuto come Snuppy; era il 2005, prima che commettesse la frode con le cellule staminali. Il gruppo scientifico ha informato che i due lupi, Snuwolf e Snuwolffy, nati il 18 e il 26 ottobre 2005, appartenenti a una razza in via d'estinzione, finora si sono sviluppati normalmente. Il quotidiano sudcoreano Dong-A llbo scrive che il rettore di Veterinaria dell'Universita' Nazionale di Seul, Park Yong-Ho, ha spiegato trattarsi della prima clonazione al mondo di lupi, e che il risultato riconferma il primato sudcoreano negli studi genetici. Lee ha spiegato che il suo gruppo ha estratto cellule somatiche da un lupo in cattivita' e le ha impiantate in 251 ovuli estratti da 41 cagne prima d'introdurle in 12 femmine di lupo. In due casi la gravidanza si e' conclusa con successo, e le lupe hanno partorito, mediante taglio cesareo, due lupacchiotti che, alla nascita, pesavano 430 e 530 grammi mentre ora il loro peso e' di 20 chili. La settimana scorsa il Comitato Etico Genetico della Corea del Sud, formato da quattordici esperti civili ed altri sette nominati dal Governo, hanno stabilito di togliere il veto alle ricerche con le cellule staminali embrionali, a condizione che si utilizzino solo ovuli scartati dall'inseminazione artificiale, secondo quanto informa l'agenzia locale Yonhap. Dopo la caduta in disgrazia di Hwang, la Corea del Sud aveva interrotto le attivita' su questo fronte fino al 23 marzo, quando ha dato il via libera a un progetto, dotandolo di 851.500 milioni di won (908 milioni di Usd) per tornare a stimolare gli studi genetici nel 2007. La Corea del Sud spera cosi' di tornare alle prime posizioni al mondo in quest'ambito. "Un orrore. I ricercatori rivelino anche i dati relativi agli insuccessi". Con queste parole la Lega anti vivisezione- Lav esprime la sua ferma condanna degli esperimenti di clonazione che avrebbero portato alla nascita di due lupi. "Prima di definire tali esperimenti un successo e di gridare alla loro fantomatica utilita' per l'uomo -attacca l'associazione con Roberta Bartocci, biologa e responsabile Vivisezione- i ricercatori dovrebbero rivelare gli orrori dei loro insuccessi e i forti limiti di cio' che definiscono 'una vittoria', e spiegarci quale e quanto business alimenta questi esperimenti- aggiunge- solo cosi' politici, cittadini e mass media avranno davvero gli elementi per poter giudicare l'utilita', per i malati, di queste ricerche che di certo sono contro ogni etica". La Lav ricorda inoltre che "in Occidente l'opinione pubblica ha piu' volte condannato tali esperimenti" ed esprime l'auspicio che "paesi come Corea e Cina non diventino la nuova frontiera di esperimenti contro ogni etica e contro ogni regola, e che ogni nazione investa maggiori risorse in favore dei metodi sostitutivi alla sperimentazione animale". La Lav invita quindi l'Europa e l'Italia a non perdere "l'occasione della revisione della Direttiva UE 86/609 sulla sperimentazione animale per convertire la ricerca verso metodi che non fanno uso di animali, efficaci ed etici". La Lav ricorda che uno studio, basato su dati Infigen, una delle multinazionali clonatrici, e su studi di Atsuo Ogura del National institute of infectious diseases di Tokyo, pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist, "rivela che il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e che comunque il 25% nasce morto o con deformita' incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenze- rivela ancora l'associazione- mediamente una sola diverra' un animale 'adulto e sano'. Gli individui malformati- aggiunge- vengono soppressi alla nascita oppure vengono eutanasizzati dopo aver sofferto per un'imprevista malattia". Gli animalisti elencano anche i problemi che piu' di frequente presentano gli animali clonati. E cioe': "taglia corporea piu' grande del normale- sostiene- patologie cardiache e polmonari, reni deformi, blocchi intestinali, deficienze immunitarie, diabete, tendini di lunghezza inferiore al normale. Le tecniche di clonazione animale sono ancora molto lontane dall'essere perfettamente collaudate: questo vuole dire bassa efficienza delle procedure, che tradotto in altri termini significa perdita di vite animali, fatto che pero'- conclude la Lav- molti scienziati si guardano bene dal dichiarare pubblicamente". - Italia. La Lombardia rafforza il legame con i ricercatori israeliani Si rafforza il legame tra la ricerca lombarda e le strutture di ricerca e innovazione di Israele: a sancire lo sviluppo di una rete sempre piu' estesa di collaborazioni tra gli scienziati italiani e israeliani lo scorso 26 marzo l'ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meir ha visitato l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico MultiMedica di Sesto San Giovanni (Milano), alla presenza del sindaco della citta' Giorgio Oldrini e dell'assessore all'Innovazione del Comune di Milano, Luigi Rossi Bernardi. 'Israele e' un Paese all'avanguardia sia nel campo della ricerca sia in quello delle innovazioni scientifiche, pertanto avere un partner altamente qualificato come l'Italia e in particolare le infrastrutture che operano in Lombardia, sono un giusto motivo di vanto per entrambi i Paesi', ha detto Meir. 'Tutto questo e' stato sancito a partire dagli accordi bilaterali siglati nel 2003 in Israele, dall'allora ministro alla Ricerca Letizia Moratti, infatti i progetti comuni e gli scambi tra i centri di ricerca e gli atenei israeliani e italiani si sono moltiplicati, facilitando la ricerca in entrambi i Paesi, e stimolando nuovi investimenti'. 'Il Comune di Milano -aggiunge l'assessore Luigi Rossi Bernardi- in cui sono concentrati i progetti di collaborazione tra istituzioni scientifiche italiane ed israeliane, intende facilitare, promuovere e sostenere attraverso i propri incubatori le iniziative in corso e nuove iniziative nei settori di ricerca e sviluppo piu' innovativi di rilevante interesse scientifico ed economico'. L'Irccs MultiMedica collabora da tempo con Israele nell'ambito della ricerca nel settore biomedico. Del Comitato Scientifico che coordina le linee di ricerca del Gruppo MultiMedica fanno parte due scienziati israeliani di rilevanza: il professore Rafael Beyar del Rambam Medical Center presso il Technion Institute of Technology e Shlomo Ben Haim, professore di medicina, fisiologia e biofisica con incarichi sia all'Universita' di Harvard sia al Technion. Con l'Universita' di Haifa collabora il Professor Gianluigi Condorelli, direttore del Dipartimento di Medicina del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che per MultiMedica conduce le linee di ricerca sull'insufficienza cardiaca e le cellule staminali nelle patologie cardiache e vascolari. Paolo Madeddu lavora con la Hebrew University alla ricerca sul diabete mellito e le malattie dismetaboliche: fisiopatologia e clinica delle complicanze cardiovascolari. Il genetista Annibale Puca, rientrato in Italia dalla Harward University, conduce studi volti a individuare i geni responsabili della longevita' in collaborazione con il Technion, Istituto Israeliano di Tecnologia di Haifa. Adriana Albini collabora col professore Isaac Witz della Tel Aviv University sul tema dell'infiammazione e angiogenesi, meglio conosciuto come microambiente tumorale. - Italia. Le Marche si mobilitano per la raccolta del cordone ombelicale Il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali: vere e proprie salvavita per combattere malattie del sangue molto gravi. Su questi principi si basa la convenzione tra Regione Marche e l'Azienda unità sanitaria locale di Pescara, per la lavorazione e conservazione del sangue di cordone ombelicale nei reparti di ostetricia della nostra regione, presentata in conferenza stampa dagli assessori regionali Almerino Mezzolani e Loredana Pistelli. Presenti, tra gli altri, Carmine Ruta, direttore del servizio Salute, Roberto Maluccelli, direttore dell'Asur, Mario Piani, direttore del dipartimento regionale di Medicina trasfusionale dell'Azienda ospedali riuniti di Ancona, Giuliano Fuligni, dirigente della Zona territoriale 3 di Fano e Rossella Chesi, presidente regionale dell'Adisco (associazione donatrici italiane sangue del cordone ombelicale). E' ormai nota l'importanza della cellula staminale perché capace di ricostruire i tessuti cellulari. Questa però, per essere utilizzata, deve essere compatibile dal soggetto che la riceve. La raccolta e la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale è fondamentale sia perché permette di avere del materiale biologico compatibile da utilizzare per le cure già sperimentate, ma principalmente perché tale materiale potrebbe essere utilizzato per le cure di nuove patologie ad alto impatto sociale quali le malattie neurodegenerative, la distrofia muscolare, la riparazione dell'infarto del miocardio, ecc. Da questi presupposti è emersa la necessità di non incenerire il cordone ombelicale in sala parto, ma creare un patrimonio di cellule staminali con la creazione di banche collegate in rete, in grado di trovare compatibilità tra donatore e recettore e che possano essere utilizzate da chiunque ne abbia bisogno. L'accordo tra Regione Marche e Azienda unità sanitaria locale di Pescara, banca importante per le tante varietà di cellule che ha conservate, è stato agevolato anche dal fatto che le due regioni distano poco. In particolare la convenzione stabilisce che la struttura sanitaria abruzzese metterà a disposizione i propri professionisti per formare l'equipe di Fano e nell'attesa di creare una banca anche nelle Marche, sarà quella di Pescara a dover conservare in appositi contenitori separati, i cordoni ombelicali. In futuro si cercherà di coprire tutto il territorio marchigiano e creare altri centri nei 12 reparti di ostetricia che hanno a fianco una struttura trasfusionale, garante dell'analisi e della conservazione delle cellule. Il cordone sarà disponibile alla banca dopo sei mesi o un anno, periodo necessario per escludere che all'interno ci sia un vettore di malattie infettive e tempo utile per il pediatra per visitare il neonato e capire che è sano. "Questo eccellente progetto -ha sottolineato Mezzolani- è un elemento di prestigio per la sanità marchigiana e in linea con il nuovo Piano sanitario regionale perché parte dai bisogni della nostra comunità e dall'analisi di questi calibreremo le risposte. E' la testimonianza che gli amministratori accorti non debbono perdere di vista le innovazioni e le nuove frontiere della medicina moderna. L'esigenza è quella di investire sulla medicina molecolare con il chiaro obiettivo di garantire la salute dei cittadini attraverso la prevenzione e combattendo le malattie con terapie specifiche e personalizzate". "La convenzione -ha detto la Pistelli- è un passo importante perché a Fano nascerà il primo centro di raccolta di cordone ombelicale. Siamo convinti che nei tempi brevi creeremo altri centri su tutte le Marche, al fine di dare a tutte le donne la possibilità di avere altri riferimenti territoriali per depositare il proprio cordone ombelicale ed evitare così lo spostamento delle donatrici". (Fonte: 9Colonne) - Usa-Italia. Studio: dal virus Hiv possibile terapia contro la talassemia Il virus dell'Hiv potrebbe rivelarsi in futuro una speranza di guarigione per i malati di anemia mediterranea. E' la terapia genica su cui stanno lavorando i ricercatori siciliani dell'ospedale Cervello di Palermo, in collaborazione con il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Un gruppo di ricerca che fa capo allo studioso Michel Sadelain e che e' convinto che il futuro sia proprio nella terapia genica e nella faccia buona del virus. Una procedura che, spiega all'ADNKRONOS SALUTE Aurelio Maggio, direttore dell'Unita' operativa di Ematologia II con talassemia dell'ospedale Cervello di Palermo, 'consiste nel sostituire le informazioni sbagliate che rendono difettoso un gene del cromosoma 11, il gene della beta-globina, con le informazioni corrette. E' come sostituire la pagina di un libro scritta male con una esatta, senza pero' modificare il contenuto del testo'. Qui entra in gioco il virus dell'Hiv che potrebbe diventare il vettore di queste nuove informazioni, spogliato delle parti nocive. Le cellule bersaglio sono quelle staminali del midollo. 'Da un punto di vista clinico occorrera' distruggere il midollo del paziente con la chemioterapia e reimpiantare le cellule corrette. La tecnica e' quella dell'autotrapianto: preso il midollo, si tratta con il virus, e le cellule corrette vengono rimesse in circolo con una semplice trasfusione di sangue'. La sperimentazione e' attualmente nella fase preclinica su cellule umane. L'equipe di studiosi, che ha ricevuto il supporto delle fondazioni 'Giambrone' e 'Piera Cutino', del Banco di Sicilia e del Monte dei Paschi di Siena, e' al lavoro dal 2002: alla sperimentazione sui topi e' seguita quella sulle scimmie. Adesso le cellule staminali del midollo di pazienti siciliani vengono coltivate in laboratorio e trattate con il virus per analizzare le condizioni di infezione in laboratorio. 'In America -afferma Maggio- hanno bisogno della 'materia prima'. Negli Usa infatti si contano solo 800 casi di anemia mediterranea, contro i 2 mila della Sicilia'. E' dall'inizio del 2005 che Sadelain e i ricercatori del gruppo di Aurelio Maggio del Cervello di Palermo hanno iniziato gli studi preclinici sull'uomo nei laboratori di New York. La fase della sperimentazione clinica potrebbe cominciare gia' a fine anno, su 10 casi di pazienti americani. 'E - precisa Maggio - dovranno passare almeno 2-3 anni per iniziare la sperimentazione della tecnica anche in Italia. Poi altri tre per allargare la terapia a tutti i pazienti. E poi occorre testare le condizioni ottimali per l'applicazione. Il ministero della Salute americano ha autorizzato la sperimentazione sull'uomo, ma ha posto una condizione: che l'integrazione con il lentivirus dell'Hiv sia a carico di un solo cromosoma'. La strada e' ancora lunga ma i risultati, spiega l'esperto, fanno ben sperare. - Italia. Bagnasco (Cei): non negoziabile il no della Chiesa alla clonazione umana No ad aborto, eutanasia e clonazione umana. No ai tentativi di relativizzare la famiglia. Il neopresidente dei vescovi italiani, monsignor Angelo Bagnasco, aprendo lo scorso 23 marzo il "Congresso europeo della COMECE", la riunione dei vescovi europei, promosso in collaborazione con movimenti e organizzazioni cattoliche, a Roma. Bagnasco, al suo 'debutto' pubblico, ha parlato in particolar modo della "tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, resistendo a forme di aggressione e di minaccia talvolta mascherate sotto l'apparenza di un malinteso progresso scientifico e sociale: si pensi alla clonazione umana, alla manipolazione genetica, all'aborto, all'eutanasia". Nel citare i valori non negoziabili della Chiesa, il numero uno dei vescovi ha ricordato anche "il riconoscimento e la promozione della famiglia, come relazione fondamentale e naturale tra un uomo e una donna che si apre ai figli, e la sua difesa dai frequenti tentativi di relativizzarla, rendendola giuridicamente uguale o equivalente ad altre forme di unione". Bagnasco ha anche parlato della "tutela del diritto dei genitori ad educare i propri figli" e del "fondamentale diritto alla libertà religiosa, nella sua dimensione non solo individuale ma anche propriamente istituzionale". - Italia. Staminali del midollo osseo bloccano quelle della sclerosi multipla Uno studio italiano ha dimostrato sui topi la possibilita' di bloccare la progressione della sclerosi multipla (SM) con cellule staminali adulte del midollo osseo e i ricercatori pensano che entro il 2007 partira' la sperimentazione sull'uomo. La ricerca, e' stata condotta da Antonio Uccelli, responsabile dell'Unita' di neuroimmunologia del Dipartimento di Neuroscienze dell'Azienda Ospedale S. Martino e Universita' di Genova, in collaborazione con Gianluigi Mancardi, dello stesso Dipartimento e sara' pubblicata sulla rivista Annals of Neurology. Lo studio, con il finanziamento della Fondazione italiana sclerosi multipla (FISM), fa parte del progetto triennale della FISM 'Trapianto di cellule staminali somatiche adulte, neurali e mesenchimali: un nuovo approccio nel trattamento della sclerosi multipla' ed ha coinvolto anche Francesco Frassoni, Direttore del Centro per le Cellule Staminali e Terapia Cellulare dell'Ospedale di Genova e Rosetta Pedotti dell'Istituto Besta di Milano. La SM e' una malattia autoimmune caratterizzata dall'anomala reazione immunitaria dell'organismo contro la guaina isolante delle fibre nervose, la mielina. Senza mielina le fibre non riescono piu' a trasferire il segnale elettrico alla base del messaggio nervoso portando a problemi motori progressivamente crescenti. I ricercatori italiani hanno testato su topolini modello sperimentale della SM le staminali prelevate dal midollo osseo di topi sani iniettandole endovena e hanno osservato che producono un doppio effetto: da un lato bloccano le cellule immunitarie 'impazzite', impedendo loro di distruggere la mielina, dall'altro raggiungono il cervello dove proteggono i neuroni danneggiati dal sistema immunitario. In definitiva, il risultato e' stato quello di bloccare la progressione della malattia e la comparsa di nuove ricadute. La ricerca conferma e amplia i risultati che lo stesso Uccelli aveva ottenuto nel 2005 dimostrando che le cellule mesenchimali bloccavano l'attacco autoimmune contro la mielina nei linfonodi al di fuori del cervello. 'E' la prima volta -dichiara Uccelli- che una malattia autoimmune viene curata con questo tipo di cellule ed e' un passo molto importante, perche' queste staminali hanno il grande vantaggio di essere prelevabili dal midollo osseo con relativa facilita' e sono gia' state usate in altre malattie. Per questo ritengo che il passaggio alle sperimentazioni sull'uomo sia vicino anche nella sclerosi multipla'. La speranza e' che le cellule possano bloccare la progressione della SM nelle forme piu' gravi che non rispondono ai farmaci. - Usa. Legamenti rotti? Con le staminali si possono ricostruire I 'preziosi' legamenti dei campioni dello sport, la cui rottura provoca danni anche economici molto rilevanti, potrebbero aver trovato nelle cellule staminali la 'fonte dell'eterna giovinezza'. Lo sostengono alcuni ricercatori, citati dal quotidiano 'International Herald Tribune', secondo cui l'utilizzo di queste tecniche e' la nuova frontiera dell'ortopedia. Il piu' convinto tifoso delle nuove terapie e' Scott Rodeo, ricercatore dell'Hospital for Special Surgery di Manhattan ed ex medico della squadra olimpica americana. Rodeo ha gia' sperimentato con successo sui topi la ricostruzione dei legamenti crociati del ginocchio e dell'articolazione della spalla tramite cellule staminali adulte o prelevate da cordone ombelicale. 'Queste cellule hanno un ruolo benefico straordinario nell'indurre la rigenerazione dei tessuti forse non sara' l'anno prossimo, ma entro cinque anni e' ragionevole pensare che ci saranno applicazioni sull'uomo'. Lo strumento principale in mano agli ortopedici nei prossimi anni potrebbero essere le cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale dei figli degli atleti, che possono essere utilizzate per rigenerare cartilagini e legamenti, ma anche muscoli. Secondo il Sunday Times gia' cinque giocatori del Liverpool hanno depositato in una banca del sangue le cellule dei propri figli, e secondo gli esperti in futuro anche le giovani promesse dello sport potrebbero essere interessate a questa 'assicurazione' sugli infortuni. 'Se qualcuno ha un figlio di 5 o 6 anni con un talento atletico eccezionale -sostiene Johnny Huard, direttore dello Stem Cell Research Center di Pittsburgh- potrebbe voler prelevare un po' di cellule staminali giovani del bambino e congelarle. Per l'uso pratico potrebbero volerci anni, ma questo e' il futuro della medicina sportiva'. Secondo Huard c'e' anche il rischio che le cellule staminali vengano utilizzate come doping, per costruire piu' massa muscolare: 'La possibilita' c'e' - conferma il ricercatore - e sarebbe impossibile da scoprire, perche' non ci sarebbe niente di 'innaturale'. Non credo che potrebbe fare di un pessimo atleta un superatleta, ma potrebbe fare la differenza tra una medaglia d'argento e una d'oro'. - Italia. Brescia. Convegno internazionale sulle staminali della placenta Brescia laboratorio di esperienze pilota nell'ambito della medicina: il 23 e 24 marzo infatti al centro di ricerca Menni, presso la Fondazione Poliambulanza in citta', si e' tenuto il primo convegno internazionale dedicato allo studio ed applicazione delle cellule staminali ottenute dalla placenta. Al workshop hanno partecipato i principali esponenti di 12 gruppi di ricerca internazionali e di 3 gruppi italiani attivamente impegnati in questo settore. Lo studio della placenta come fonte di cellule staminali adulte rappresenta un ambito particolarmente interessante e ancora largamente inesplorato. La presenza di cellule con caratteristiche di staminalita' e' stata riportata solo dal centro bresciano e dai gruppi di ricerca che parteciperanno al workshop. Il Centro Menni fin dalla sua apertura, nel 2002, ha puntato tutte le sue forze sullo studio delle staminali derivate dalle membrane fetali della placenta umana. "Nel 2004 il gruppo di ricerca ha dimostrato e pubblicato che tali membrane contengono cellule particolarmente interessanti per il loro potenziale staminale, presentando caratteristiche fenotipiche e funzionali simili a quelle delle cellule staminali isolate dal midollo osseo", fanno sapere dal Centro Menni. "Non solo. Queste cellule, quando inoculate in modelli animali, sono in grado di attecchire in diversi organi, quali polmone, midollo, cervello, e sono in grado, in vitro, di differenziare verso la linea lipo-osteo e condrocitaria, aprendo la prospettiva di una possibile rigenerazione di tessuti ed organi colpiti da malattie degenerative". - Italia. Ieo alla ricerca della proteina che causa i tumori Un'alterazione di trascrizione del DNA, nelle cellule del sangue, puo' fare la differenza tra l'essere sani e lo sviluppare la leucemia. E' l'ultimo tassello che i ricercatori dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano hanno appena aggiunto, con una pubblicazione sulla rivista Blood, ad una ricerca iniziata dieci anni fa. Con la quale stanno passando dalla scoperta di una piccola proteina coinvolta nello sviluppo di un particolare tipo di leucemia, alla prova che moltissimi tipi di tumore completamente diversi tra loro hanno alla base una causa scatenante simile, e potrebbero quindi essere curati piu' facilmente. Tutto inizia con la scoperta che la proteina PML-rar e' un oncogene coinvolto nella leucemia acuta promielocitica (Lap): ovvero, spiega Pier Giuseppe Pelicci, direttore del dipartimento di Oncologia Sperimentale I all'Ieo, questa proteina e' responsabile di una 'lesione genetica' che trasforma una cellula sana in una cellula tumorale, scatenando quindi la malattia. 'Ma era importante capire anche in che modo la lesione scatenava il tumore e i nostri sforzi ci hanno portato ad altre due scoperte: la prima, e' che PML-rar e' capace di trasformare una cellula normale in una cellula staminale (e sappiamo da tempo che un tumore nasce proprio dalle anomalie di una staminale). La seconda ci ha permesso di capire il meccanismo con cui la proteina scatenava fisicamente il tumore'. In pratica, il DNA di una cellula e' raggomitolato su se' stesso, in una struttura chiamata cromatina. La proteina PML-rar e' capace di modificare lo stato di questa cromatina, e influenzare il lavoro di diversi altri geni, che a loro volta scatenano il tumore. 'Questa scoperta - aggiunge il ricercatore - ha aperto il filone della farmacologia molecolare, in cui siamo stati i primi a collegare le alterazioni della cromatina con lo sviluppo del cancro'. Una volta sintetizzato in laboratorio un farmaco capace di bloccare questo meccanismo, i ricercatori dell'Ieo sono riusciti a portare la guarigione dei pazienti con Lap al 70%. Prima di questi studi, la Lap era fatale nel 90% dei casi. Questa scoperta ha inoltre stimolato il lavoro di altri laboratori, con i quali e' stato scoperto che circa il 50% di tutti i tipi di tumore, come ad esempio quello al polmone o quello al seno, hanno alla base una lesione genetica che porta all'alterazione della cromatina. 'E' stato inoltre dimostrato in provetta che i farmaci sviluppati contro la Lap sono attivi anche contro questi tipi di tumore. Manca la prova sull'uomo, e per questo sono partite circa 20 sperimentazioni cliniche in tutto il mondo. Entro un anno potremmo gia' avere i risultati della prima delle quattro fasi di sperimentazione necessarie'. I precedenti servizi sui centri di ricerca sono stati trasmessi il 12,19,26 gennaio; il 2, 9, 16 e 23 febbraio; il 2 e 9 marzo 2007). - Belgio. Nuova legge sulla ricerca con gli embrioni sovrannumerari La Camera dei deputati belga ha approvato lo scorso 15 marzo un progetto di legge sulla procreazione assistita e l'uso di embrioni. Il provvedimento, gia' votato dal Senato e al centro di prese di posizione anche da parte della chiesa cattolica, ha avuto 64 voti a favore, 6 contrari e 52 astenuti. La legge prevede, tra l'altro, che i centri per la riproduzione medica possano rifiutare il trattamento per ragioni adeguatamente motivate. Il testo fissa a 45 anni il limite massimo per il prelevamento degli ovuli e ed a 47 anni quello per l'innesto degli embrioni. Le ragazze di eta' inferiore ai 16 anni non potranno ricorrere alla fecondazione in vitro tranne che per motivi medici. Le pazienti potranno conservare gli embrioni in soprannumero per cinque anni, chiederne la distruzione, donarli ad una coppia o per la ricerca, ma in forma gratuita ed anonima. Per i medici che non rispetteranno la legge sono previste severe sanzioni che vanno fino all'interdizione di esercitare la professione fino a cinque anni. - Italia. Ormone stimola la produzione di cellule mesenchimali Una nuova frontiera si e' aperta nella cura di malattie quali l' anemia o nella cura dei fallimenti da trapianto di midollo: uno studio condotto a Genova e che sta per essere pubblicato, rivela che le cellule umane sono in grado di produrre un ormone vegetale in grado di stimolare la produzione dei granulociti neutrofili e la proliferazione delle cellule staminali mesenchimali. Lo studio e' stato condotto da una delle cinque unita' operative che operano nell' ambito del 'Progetto Cellule Staminali Genova' patrocinato nel 2002 dal professor Alberto Marmont Du Haut Champ, fondatore della scuola di ematologia genovese. L' anteprima e' stata data oggi, nell' ambito di un convegno organizzato dalla Fondazione Carige, che ha sostenuto il progetto con un investimento di 2 milioni di euro. 'Si tratta di una novita' inaspettata, un paradosso biologico incredibile: e' il primo esempio che si riporti di cellule di mammifero, umane in particolare, capaci di produrre un ormone vegetale' spiega il professor Antonio De Flora, direttore scientifico del Centro di Biotecnologie Avanzate dove si e' svolta in parte la ricerca (una parte e' stata condotta presso il centro di eccellenza dell' Universita' di Genova e presso l'Istituto di biochimica). Il fito-ormone acido abcissico (Aba) difende le piante da situazioni molto ostili, quali la siccita', le gelate, le temperature troppo elevate. 'Nell' uomo -spiega De Flora- ha la funzione di stimolare i granulociti neutrofili, cioe' quei globuli bianchi che ci difendono, per esempio dalle infezioni. Inoltre puo' sostenere e attivare la proliferazione di precursori emopoietici e puo' autostimolare la proliferazione delle cellule mesenchimali (cioe' quelle che provengono dal tessuto connettivale embrionale)'. Secondo il professor De Flora, la scoperta del coinvolgimento di questo fito-ormone nell'espansione di cellule staminali nell'uomo apre la strada ad un possibile uso farmacologico. 'Non e' impossibile prevedere - afferma - che in un futuro non lontano da questo ormone vegetale, grazie alle capacita' tecnologiche delle biotecnologie, si possa arrivare a dei farmaci o quasi farmaci capaci di incoraggiare l' emopoiesi (funzione fisiologica di produzione degli elementi del sangue) e cioe' curare anemie plastiche fallimenti di trapianti di midollo'. - Italia. Nuovo metodo per generare staminali dal liquido amniotico Una nuova tecnica consente di generare cellule staminali mesenchimali, quelle cioe' che provengono dal tessuto connettivale embrionale, da poche gocce di liquido amniotico. L' hanno messa a punto i ricercatori del Centro Cellule Staminali e Terapia Cellulare dell' ospedale San Martino di Genova e del laboratorio di Genetica Umana degli Ospedali Galliera. 'C'e' un problema numerico di generazione di quantita' di cellule mesenchimali in vitro prendendole da cellule adulte' hanno spiegato Francesco Frassoni, direttore del Centro Cellule Staminali e Franca Dagna Bricarelli, direttore del Laboratorio di Genetica Umana, a margine del convegno organizzato dalla Fondazione Carige a Genova. 'Queste cellule -ha sottolineato Frassoni- prelevate da poche gocce di liquido amniotico preso nel secondo trimestre di gravidanza, hanno una capacita' proliferativa molto piu' elevata oltre ad una stabilita' cromosomica che le rende piu' utili e piu' utilizzabili e anche piu' sicure dal punto di vista della stabilita' genetica'. Il lavoro rientra nell' attivita' del 'Progetto Cellule Staminali Genova' per il quale la Fondazione Carige ha investito, a partire dal 2002, con un finanziamento pluriennale, oltre 2 milioni di euro. Il progetto ha coinvolto un pool di strutture sanitarie di eccellenza quali il Centro trapianti dell' Ospedale San Martino, il centro delli' Istituto Gaslini, il Dipartimento di Medicina sperimentale dell' ateneo genovese e il laboratorio di genetica umana dell'Ist. - Gb. Nuova terapia con staminali contro aniridia Un gruppo di scienziati britannici ha sperimentato, apparentemente con successo, l'utilizzo delle cellule staminali per migliorare la vista delle persone nate senza iride. Lo rivela il quotidiano britannico 'The Guardian'. A riuscire in questo esperimento e' stata un'equipe medica del Queen Victoria Hospital di East Grinstead, West Sussex, che ha concentrato i propri sforzi su una rara malattia genetica degli occhi: l'aniridia. L'oculista Sheraz Daya, del Queen Victoria Hospital, ha dichiarato che il suo trattamento sperimentale con le cellule staminali riesce a fermare la degenerazione di questo disturbo che riguarda circa 1.000 persone solo nel Regno Unito. 'Riteniamo che le cellule donate abbiano attratto le cellule staminali dal midollo osseo per formare nuove cellule limbali (che formano tessuto corneale) che sono arrivate all'occhio attraverso il flusso sanguigno', ha dichiarato Daya. Finora quattro pazienti si sono sottoposti a questa cura ad un occhio e ne hanno tratto miglioramenti considerevoli. Ora aspettano di poter sottoporre alla cura anche all'altro occhio. I quattro erano praticamente ciechi in quanto non avevano sufficienti cellule staminali limbali sotto la palpebra che potessero mantenere la superficie della cornea pulita. Le persone affette da aniridia nascono senza iride e soffrono di forti dolori agli occhi e perdita della vista. Fino ad oggi non c'era molto che potesse essere fatto per loro e molti erano condannati a diventare ciechi. Quando esiste un deficit di superficie corneale, e' inutile impiantare una nuova cornea perche', se c'e' un deficit di cellule staminali, la nuova cornea si opacizza nel giro di circa 15 giorni. Le cellule staminali possono essere prelevate da donatori morti, parenti o dai pazienti stessi e vengono fatte crescere in laboratorio all'interno di una membrana amniotica proveniente da placente donate. Dopo due o tre settimane la membrana si dissolve e le cellule staminali possono essere trapiantate sulla superficie della cornea dove agiscono positivamente sull'epitelio. Dopo qualche mese anche le cellule donate svaniscono permettendo di sospendere l'assunzione di farmaci immunosopprimenti. Trapianti di questo tipo sono gia' stati effettuati in Giappone, Taiwan, Stati Uniti e Italia ma e' la prima volta che vengono rivolti a pazienti affetti da aniridia. - Spagna. Rigenerazione del fegato con staminali del midollo Un gruppo di ricerca dell'ospedale Reina Sofia di Cordova ha avviato un progetto volto ad ottenere epatociti (cellule del fegato) partendo da cellule staminali del midollo osseo. L'obiettivo ultimo dello studio e' far si' che le cellule differenziate possano restituire funzionalita' epatica nei topi con il fegato danneggiato. Alla linea di ricerca partecipano anche Instituto Mediterraneo para el Avance de la Biomedicina y la Investigacion Biosanitaria (Imabis), con sede a Malaga, e Banco de Lineas Celulares de Andalucia (Bancelan) di Granada. Al riguardo, il responsabile del progetto, Juan Munoz, ha sostenuto che la collaborazione con questi centri permette di "incrementare la massa critica dei ricercatori", cio' che "apporta molta piu' ricchezza ai risultati". L'esperimento e' stato finanziato dall'Assessorato per l'Innovazione, la Scienza e l'Impresa con 209.536 euro. - Spagna. Sperimentazione per fermare la Sclerosi Laterale Amiotrofica In primis, la speranza. Questo il messaggio lanciato dai medici che il 21 marzo iniziano una sperimentazione clinica per tentare di ritardare o fermare il cammino della Sclerosi Laterale Amiotrofica -la terribile Sla- mediante trapianto di cellule staminali di midollo osseo dello stesso paziente. In questa prima fase, l'esperimento concerne dieci malati sui quattromila residenti in Spagna. Si svolgera' negli ospedali Morales Meseguer e Virgen de la Arrixaca di Murcia, e trasferira' i risultati della ricerca eseguita sui topi dall'Istituto di Neuroscienze di Alicante. Vi partecipano venti specialisti tra ematologi, neurologi, neurochirurghi, neurofisiologi, riabilitatori, neurospicologi, psicologi clinici, pneumologi ed infermieri degli ospedali citati. La consigliera della Sanita' del Governo autonomo di Murcia, Teresa Herranz, ha presentato il progetto insieme alla direttrice della Fundacion Diogenes, Elena Contreras, e i medici Jose Maria Moraleda, coordinatore dell'esperimento, e Salvador Martinez, direttore di Neuroscienze ad Alicante, responsabile della ricerca sugli animali. Lo studio clinico avra' un costo di 210.000 euro. La Fundacion Diogenes per la Ricerca della Sclerosi Laterale Amiotrofica vede cosi' compiersi un impegno di anni. Costituita nel 2000 ad Elche (Alicante), ha dovuto pazientare piu' di un lustro prima che il suo accordo di collaborazione con l'universita' Miguel Hernandez e il Consiglio comunale di Elche riuscissero ad indurre l'Istituto di Neuroscienze, del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (CSIC), ad avviare una linea di ricerca per tentare delle risposte tramite terapia cellulare. La Sla colpisce due persone ogni 100.000 abitanti. Non ha cure. Le organizzazioni dei malati di Sla accusano le autorita' di mancanza d'interesse al problema, e di non favorire o stimolare ricerche per il suo trattamento e la cura. - Italia. Congresso della 1st Cord Blood Transplant European Conference Si terra' a Roma, presso il Grand Hotel Parco dei Principi, dal 3 al 5 maggio 2007 il Congresso 1st Cord Blood Transplant European Conference. Co-chairman della Conferenza saranno il Prof. William Arcese, responsabile dell'Unita' trapianto allogenico della cattedra di Ematologia dell'Università "La Sapienza" di Roma, e la Prof.ssa Eliane Gluckman dell’Hopital Saint Louis di Parigi e responsabile dell’organizzazione internazionale EUROCORD. In considerazione della grande attualità, sia di natura bioetica che politica, rivestita dalla problematica relativa all’impiego clinico e di ricerca delle Cellule Staminali, di origine adulta o embrionaria, l’evento potrà essere particolarmente rilevante. I punti maggiormente qualificanti la Conferenza possono essere sintetizzati nelle seguenti note: La prima giornata (3 Maggio) sarà organizzata come giornata nazionale e prevederà due momenti principali: A) Tavola Rotonda di Bioetica dedicata alla problematica dell’impiego delle cellule staminali di origine embrionale con interventi di posizione da parte di autorevoli rappresentanti del pensiero religioso (cattolico, ebraico, musulmano, ecc.) e del pensiero laico (filosofia della scienza, psichiatria). Sarebbe originale, se possibile, raccogliere in volume le diverse relazioni. B)Tavola Rotonda Politica dedicata alla problematica del sangue di cordone ombelicale in termini di cultura della donazione ed impatto sociale sulle donne,organizzazione italiana del banking pubblico a livello nazionale e regionale, della conservazione privata autologa, del ruolo del volontariato, della regolamentazione della normativa italiana in accordo con quella europea, ecc. La sera del 3 Maggio inizierà la parte più strettamente scientifica della Conferenza con la Cerimonia di apertura ed una Lecture della Prof.ssa E. Gluckman: 1) la Conferenza avrà carattere e levatura internazionali. Sebbene uno spazio maggiore di intervento sarà riservato a relatori europei internazionalmente riconosciuti, saranno comunque presenti, come invited speakers, personalità del settore di origine statunitense e giapponese. 2) il soggetto trattato sarà strettamente monotematico: caratteristiche biologiche, organizzazione di banking, impiego clinico corrente, confronto con le altre tipologie di trapianto e potenziale medicina rigenerativa delle cellule staminali del sangue di cordone ombelicale. 3) al fine di garantire la massima indipendenza intellettuale, non sono previsti interventi non programmati né simposi organizzati da Ditte farmaceutiche. Tutte le relazioni, affidate a speakers altamente selezionati, saranno svolte in un’unica sessione plenaria ed in forma tale da costituire ciascuna una sorta di “statement” sull’argomento, lasciando comunque ampio spazio per la discussione. Per ulteriori informazioni ed il programma completo, visitare il sito www.cbtec2007.org - Usa. Missouri. Blitz dei repubblicani che approvano un testo contro la ricerca con le staminali Con un legislatore assente, gli oppositori della ricerca sulle cellule staminali embrionali hanno fatto passare un proposta di legge che impedirebbe l'entrata in vigore di un emendamento costituzionale a difesa della ricerca con le staminali approvato dagli elettori lo scorso novembre. Il testo e' stato approvato in commissione Salute della Camera con 5 voti favorevoli e 0 contrari dopo che quattro sostenitori della ricerca con le staminali sono usciti dall'aula protestando contro la votazione sull'argomento, mai annunciata e in assenza di un dibattito. Il presidente della commissione Salute, il repubblicano Wayne Cooper, ha chiesto il voto nonostante le proteste dei suoi membri, che chiedevano il motivo per il quale non era stato loro notificato che si sarebbe votato su una questione cosi' importante dopo una riunione di routine su tutt'altra materia. Cooper ha permesso un dibattito di soli 15 minuti, passati a litigare se il presidente avesse o meno la facolta' di limitare la discussione ad un quarto d'ora. Il deputato democratico Rob Schaff ha annunciato che richiedera' un dibattito piu' ampio e sereno, ma solo dopo che il testo sara' rispedito indietro alla commissione: "Il presidente ha esercitato i suoi poteri con prepotenza. Non credo che ci avrebbe fatto male discutere per un'ora o piu'. Avevamo molto tempo a disposizione e potevamo instaurare un dibattito serio e significativo. L'unica persona che ha avuto l'opportunita' di parlare sono stato io, ma non mi hanno neanche fatto finire". "Non e' mia abitudine imporre cose agli altri", si e' giustificato Cooper, "ma quando si e' in una posizione di leadership si devono prendere decisioni da leader, ed oggi era uno di questi casi". La proposta mira ad evitare che entri in vigore il Secondo emendamento alla Costituzione statale, approvato dal 51% degli elettori del Missouri. L'emendamento impedirebbe al legislatore di interferire con qualsiasi tipo di ricerca con le cellule staminali quando non esplicitamente proibita dallo Stato federale. Da tempo la proposta di legge era bloccata in commissione, con 5 voti a favore e 5 contrari. Ma, approfittando dell'assenza di un democratico, il presidente repubblicano ha pensato bene di passare improvvisamente al voto senza preavviso. - Usa. California. Ancora una sconfitta per gli oppositori di Poposition 71 Un tribunale della California ha deciso di non accogliere l'appello contro una sua sentenza a favore dell'Istituto di medicina rigenerativa (Cirm). Il rigetto viene dopo che la Corte d'Appello del primo distretto aveva deciso lo scorso 26 febbraio che Proposition 71, approvata con referendum popolare nel 2001 per dare 3 miliardi di dollari al Cirm, "non viola la Costituzione e le altre leggi". "Uno per uno, stiamo rimuovendo tutti gli ostacoli giudiziali che ritardano l'emissione dei fondi per la ricerca con le cellule staminali", ha detto Robert Klein, direttore amministrativo del Cirm. "Siamo assolutamente certi di avere ragione dal punti di vista della legge". Dalla sua approvazione, gruppi religiosi e conservatori stanno cercando in ogni modo di bloccare lo stanziamento dei fondi, ricorrendo numerose volte alla giustizia. Probabilmente l'ultima parola spettera' alla Corte Suprema della California, forse entro la fine del 2007. - Usa. Georgia. Approvata legge sul finanziamento pubblico della ricerca "non distruttiva" Una disputa filosofica fra due veterani del Senato ha messo a rischio il passaggio di una legge per incoraggiare la ricerca con le cellule staminali adulte. Il testo e' stato approvato lo scorso 20 marzo con 39 voti favorevoli e 15 contrari. Ora passa alla Camera. Il testo e' simile a quello presentato lo scorso anno dal senatore repubblicano David Shafer. Il testo del 2006 era stato gia' approvato dal Senato. Ma dopo che la Camera lo aveva modificato leggermente, e prima che il Senato potesse di nuovo esprimersi, era terminata la legislatura. Shafer ed il collega democratico David Adelman si sono scontrati duramente sul linguaggio della proposta di legge in cui la ricerca con le staminali adulte e' definita "non distruttiva", mentre quella con le staminali embrionali "distruttiva". Secondo Adelman, il termine "non distruttivo" e' offensivo e scoraggerebbe la ricerca con le staminali embrionali. "Che male c'e' a chiamarla semplicemente 'ricerca'?", ha chiesto Adelman. Il senatore democratico Nan Orrock sostiene che il testo sia stato scritto per scoraggiare la ricerca nello Stato: "Stiamo di fatto dicendo all'industria biotecnologia mondiale che la Georgia e' un luogo tutt'altro che ideale per venire a fare ricerca". Ma Shafer sostiene il suo testo non proibisce alcun tipo di ricerca con le cellule staminali. Semplicemente, si limita alla ricerca con le staminali adulte. "Abbiamo gia' perso un anno per creare questa banca del sangue. Non dobbiamo caricare la questione con argomenti che sollevano polemiche". La maggioranza del Senato ha dato ragione a Shafer, respingendo la richiesta di Adelman di eliminare le espressioni "non distruttivo" e "distruttivo". Il testo verra' chiamato "legge Keone", in onore di un giovane salvato dalle cellule staminali prelevate da un cordone ombelicale. - Usa. Florida. Commissione House blocca tentativo di proibire finanziamento della ricerca Una commissione della Camera ha eliminato alcuni articoli da una proposta di legge sulla ricerca medica che avrebbero impedito l'afflusso di finanziamenti pubblici alla ricerca con le cellule staminali embrionali. Il deputato Repubblicano Aaron Bean, primo firmatario del testo, aveva proposto di togliere quegli articoli in quanto avrebbero potuto determinare la bocciatura dell'intero testo. La proposta (PCB HCC 10) riguarda le modalita' di finanziamento pubblico della ricerca medica, in particolare il rafforzamento di un comitato di controllo per la valutazione dei progetti finanziati. Ma una piccola sezione, non facilmente individuabile nel testo, avrebbe proibito lo stanziamento di denaro pubblico per la ricerca con le cellule staminali derivate da embrioni umani. "Potrebbe non essere il momento giusto per questo dibattito", ha ammesso Bean. Cosi' la commissione Sanita' ha votato a favore dell'eliminazione di quella frase, prima di approvare l'intero testo. - Corea del Sud. Vescovi all'attacco del Governo: no a ricerca sugli embrioni L'aborto e la manipolazione degli embrioni in nome della scienza sono "strumenti provocati dalla ricerca spasmodica del progresso economico", ma in realtà "lungi dal far progredire la nostra società, essi ne hanno provocato la distruzione dei valori". E' l'accusa lanciata oggi dai vescovi coreani che, in un testo firmato dall'intera Conferenza episcopale, chiedono al governo di "mettere di nuovo al primo posto i valori fondamentali e la protezione della dignità umana", perché in nome dello sviluppo economico "questi sono stati trascurati, provocando il più basso tasso di natalità al mondo e, soprattutto, la distruzione dei valori umani, rimpiazzati dalla cultura della morte". Lo riferisce 'Asianews', l'agenzia stampa del Pontificio istituto missioni estere. L'episcopato coreano accusa il governo di Seoul per aver approvato una nuova legge sulla bioetica, che permette la ricerca sulle cellule staminali embrionali, e accetta la pratica dell'aborto. In Corea del sud inoltre, di recente, le ricerche sulle cellule embrionali del pioniere della clonazione di Seoul, Hwang Woo-suk, si sono dimostrate false. - Italia. E.Romagna apre campagna per la donazione del cordone 'Assieme a una nuova vita nasce una possibilita' di cura. Dona il sangue del cordone ombelicale'. E' questo il messaggio che appare negli opuscoli e nelle locandine realizzate dal Servizio sanitario regionale dell'Emilia-Romagna per invitare le future mamme a compiere un gesto gratuito e di grande importanza: dare il loro assenso al prelievo del sangue che rimane nel cordone ombelicale dopo la nascita. Questo sangue, che viene normalmente scartato assieme alla placenta, essendo ricco di cellule staminali in grado di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, e' invece una risorsa preziosa, utilizzabile per il trapianto in bambini e adulti di basso peso con malattie del sangue e del sistema immunitario. Il sangue del cordone ombelicale e' infatti la terza fonte di queste cellule staminali, dopo il midollo osseo e il sangue periferico. La donazione non comporta alcun rischio ne' per la madre ne' per il neonato: il sangue viene infatti raccolto dopo la recisione del cordone ombelicale. Le sacche di sangue raccolte vengono poi analizzate, classificate e conservate nella 'banca regionale del sangue cordonale' (al Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna) che provvede alla loro distribuzione a Centri trapianto secondo puntuali protocolli clinici e organizzativi. Donazione, conservazione e distribuzione del sangue cordonale seguono procedure contraddistinte da precisi criteri di qualita' e di trasparenza. Diventare donatrici, e' scritto negli opuscoli e nelle locandine, e' semplice: basta rivolgersi, durante il periodo di gravidanza, agli operatori del reparto di ostetricia dell'ospedale scelto per il parto. Questi operatori, ma anche il ginecologo di fiducia, potranno fornire alle donne interessate tutte le informazioni e gli approfondimenti necessari per 'fare una scelta consapevole'. Per la diffusione delle cinquemila locandine e dei sessantamila opuscoli saranno coinvolti tutti i reparti di ostetricia degli ospedali pubblici, i Consultori, le sedi dei servizi delle Aziende sanitarie (a partire dagli Urp, dalle portinerie, dai Cup), i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, le associazioni di volontariato. Per informazioni sulla donazione e' possibile anche telefonare al numero verde del Servizio sanitario regionale 800 033 033 (tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30), e consultare il portale del Servizio sanitario regionale Saluter www.saluter.it , e il sito del Centro Regionale Trapianti (CRT) www.saluter.it/trapianti . - Ue. Al via finanziamento del registro delle staminali embrionali disponibili L'Unione Europea ha approvato i finanziamenti per la creazione di un registro di tutte le linee di cellule staminali embrionali umane disponibili in Europa. Ne da' notizia con un comunicato la Commissione, che finanziera' il progetto con un milione di euro. Il registro sara' accessibile a tutti tramite un sito internet, in cui verranno riportate sia le caratteristiche delle 81 linee cellulari disponibili sia dettagli sulle sperimentazioni cliniche in corso. La struttura sara' supervisionata da una apposita commissione che valutera' i dati contenuti nel sito e vigilera' sull'utilizzo delle staminali. 'Questo registro e' molto importante -spiega Janez Potocnik, il commissario Ue per la Ricerca- per assicurare l'uso piu' efficace possibile delle staminali embrionali e per evitare la creazione non necessaria di nuove linee'. Partecipano al progetto, oltre ai 10 paesi membri che ammettono la ricerca sulle staminali embrionali (Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Olanda e Regno Unito), anche Israele, Svizzera, Turchia, Stati Uniti e Australia. Il registro operera' a Berlino e a Barcellona. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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