====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 151 26-10-2007 la prossima edizione: 09-11-2007 EDITORIALE Cordone ombelicale. Il ministro della Salute ignora i pareri della commissione Affari Sociali di Donatella Poretti ARTICOLI - Singapore. Una strada in salita di Sascha Karberg - Francia. Cellule staminali: una prima francese di Catherine Petitnicolas - Spagna. Rigenerazione cardiaca: meglio non correre di Rafael Perez Ybarra NOTIZIE - Italia. Scoperti gli "interruttori" che attivano staminali contro distrofia Duchenne - Italia. E.Romagna. Stanziati 1,6 milioni di euro a Istituto Rizzoli - Italia. Camera conferma Garaci presidente Iss. Poretti (Rnp): e' in conflitto d'interessi - Sud Corea. Mezzo miliardo di dollari alla ricerca con le staminali - Italia. Ancora polemiche su Comitato nazionale di Bioetica. Corbellini: non serve piu' a niente - Italia. Consiglio ministri discute direttiva su banche private del cordone - Gb. Dal grasso staminali per riparare i nervi - Italia. Rubella: ancora bloccata decisione su embrioni sovrannumerari - Italia. Attrice Stefania Rocca: cordone di mio figlio a San Marino - Italia. Lazio. Falez: presto aprira' banca dell'osso - Germania. Ministro ricerca: modificare legge sulle staminali - Italia. Trieste. Convegno internazionale "Cancer, Cell Death and Differentiation" - Italia. Vicenza. Convenzione sulla conservazione del cordone - Italia. Veneto. Assessore Martini: 2,5 milioni di euro a Fondazione Banca degli Occhi - Italia. Scienziati: adottare modello britannico su regolamentazione ricerca staminali - Italia. Ematologi a congresso: servono piu' fondi per la ricerca - Italia. Congresso Aiom: contro il cancro colpire staminali tumorali - Italia. "Se si puo', si deve?", lavoro teatrale del nobel Roald Hoffmann - Usa. Al San Raffaele ricerca su trapianto cellulare e vaccino contro il diabete - Giappone. Promettente terapia cellulare contro Parkinson - Italia. Allo studio staminali cordonali per riparare l'udito - Australia. Anche il Queensland legalizza la clonazione terapeutica umana - Ue. Congresso Eldr approva risoluzione su ricerca con staminali embrionali - Spagna. Ricercatori di Siviglia trovano nuove cellule staminali nel cervello -------------------------------------- EDITORIALE - Cordone ombelicale. Il ministro della Salute ignora i pareri della commissione Affari Sociali Questo giovedi' in commissione Affari Sociali mi sono astenuta dal votare il parere sullo "Schema di decreto legislativo (...) concernente norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti". (1) Questo da ora in poi sara' il mio comportamento nel votare tutte le richieste di parere per i decreti legislativi che il ministro della Salute, Livia Turco, inviera' in Commissione. Non posso che reagire cosi' alla poca considerazione che il ministro ha per questi atti che, pur non essendo vincolanti, meriterebbero piu' considerazione, se non altro per il lavoro della commissione, reso di fatto inutile. Il caso di questi giorni del recepimento con decreto legislativo della direttiva europea che uniforma a livello comunitario gli standard di qualita' e sicurezza delle cellule e dei tessuti (2004/23/CE) ne e' un chiaro esempio. La Commissione Affari Sociali, in sede di parere, aveva sollecitato all'unanimita' il Governo perche' prevedesse “di includere tra gli istituti di tessuti, accreditati e autorizzati, anche le banche di tessuti privati”, accogliendo le obiezioni che il ministro per le Politiche Comunitarie, Emma Bonino, aveva sollevato in un Consiglio dei ministri a luglio. Il recepimento della direttiva Ue non riguardava la conservazione delle cellule staminali dei cordoni ombelicali in banche private per uso autologo (oggi vietata da un'ordinanza ereditata dal ministero del Governo precedente e rinnovata alacremente da quello attuale), ma di permettere che la conservazione di cellule e tessuti, come gia’ prevede la legge 219 sul sangue, oltre che negli istituti pubblici, fosse consentita in quelli privati no-profit e privati profit. Purtroppo devo rilevare che nei confronti del privato profit si tratta di un pregiudizio ideologico, visto che le garanzie di qualita’ e sicurezza le dettano le norme e la capacita' dei singoli nell'applicarle, non certo la ragione sociale di un istituto. La mia astensione da votare i pareri per ora e' la conseguenza politica della chiusura del ministro rispetto a questi argomenti. (1) Schema di decreto legislativo concernente revisione del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 191, recante attuazione della direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 2003, che stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti. Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, e segretaria della commissione Affari sociali della Camera dei Deputati -------------------------------------- ARTICOLI - Singapore. Una strada in salita L'intento di ES Cell International era quello di curare alcuni pazienti, almeno parzialmente, con terapie derivate da cellule staminali embrionali fin dall'anno prossimo. Ma ha dovuto rinunciare. Gli investitori in un capitale a rischio di quel tipo hanno avuto paura che l'obiettivo fosse ancora troppo lontano, spiega il fondatore della societa', Alan Colman. Nel 1996 il ricercatore britannico era li' nella fredda e nebbiosa Scozia quando nasceva la pecora clonata Dolly. Dal 2001 preferisce vivere nell'afa di Singapore. L'ambiziosa Citta' Stato gli aveva messo a disposizione 6 milioni di dollari americani per avviare la ricerca di una terapia con cellule staminali embrionali spendibile nella cura di malattie degenerative. Se l'azienda di Colman deve per ora rinunciare al suo obiettivo non e' a causa del luogo, ma dello stato in cui si trova la ricerca sulle cellule staminali. Secondo Colman e' successo un po' come con la terapia genica a suo tempo, vale a dire "troppi urra'". "Dobbiamo stare molto attenti a non suscitare aspettative premature". Lui ha sempre saputo che sarebbe stata lunga la strada che conduce a una terapia derivata da cellule staminali. "Ci vuole un enorme sforzo tecnico per ottenere cellule specializzate da cellule embrionali", spiega il ricercatore. Inoltre bisogna dare determinate istruzioni alle cellule, ma finora nessuno sa bene quali potrebbero essere i segnali giusti. E quand'anche si ottenessero le cellule adatte in laboratorio, dopo bisogna sapere come farle arrivare al posto giusto nell'organismo. Ad esempio, nel trattamento delle malattie cardiache croniche, le cellule verrebbero inserite in un cuore pulsante. "E' un po' come se si volesse riparare il motore di un'auto mentre e' in corsa". Ci sono molti di questi problemi da risolvere prima di poter contare su un prodotto sicuro e ben funzionante, "ed e' per questo che tutto procede a rilento". Cio' non significa, pero', che le terapie con le cellule staminali embrionali non avranno successo nel lungo termine, dice Colman, che intende comunque continuare le sperimentazioni in questo campo "poiche' siamo sempre convinti che le cellule staminali embrionali avranno una grande importanza". Non lo fara' nella sua azienda, ma nel "settore accademico". Colman dirige infatti il Consorzio cellule staminali di Singapore, che dispone di 70 milioni di euro per un arco di tre anni e mezzo, ed e' destinato a sperimentazioni con tutti i tipi di cellule staminali. Difficile dire quando questi lavori daranno dei frutti. Forse, fra tre o quattro anni, ci potranno essere dei prodotti concreti a partire da cellule staminali adulte -con cellule staminali mesenchimali del midollo osseo, della placenta o del cordone ombelicale. Anche se Colman non pensa d'essere salito sul treno sbagliato. "C'e' una serie di treni, e l'uno o l'altro arrivera' per primo alla stazione. Quello che importa e' che cosa trasporta il treno." "Cellule staminali mesenchimali non riusciranno mai a riparare veramente una malattia cardiaca cronica, mentre le staminali embrionali si'. Ho sempre detto che e' necessario fare ricerca sulle staminali adulte, ma non esclusivamente". Anche ES Cell International, in seguito s'applichera' a "campi di ricerca piu' vicini al mercato". Poiche' in futuro negli Stati Uniti tutti i nuovi medicinali dovranno essere sottoposti ai test riguardanti possibili effetti collaterali sul cuore, esiste un grande bisogno di tessuti del muscolo cardiaco. "Possiamo produrre queste cellule da staminali embrionali", dice Colman. Perche', se e' vero che le cellule del muscolo cardiaco finora prodotte non sono abbastanza sicure per l'uomo, lo dovrebbero essere abbastanza per i test sui farmaci. Ma anche qui ci vogliono ulteriori verifiche, ammette Colman. Nel frattempo la sua azienda guadagnera' solo con la vendita di linee di cellule staminali. Essa e' in grado di offrire sei "linee Bush", ossia linee di cellule staminali embrionali conformi alle autorizzazioni contenute nelle direttive del Governo Bush per i laboratori pubblici, e quindi le sue sono esportabili. Non in Germania pero'. In base alla discussa legge tedesca che consente d'importare linee di staminali embrionali prodotte solo prima del primo gennaio 2002, i ricercatori tedeschi saranno costretti a farne a meno. Nel giugno 2006, ES Cell International ha prodotto queste sei nuove linee di staminali embrionali, particolarmente adatte all'uso clinico nell'uomo, avendo escluso il piu' possibile l'impiego di fattori animali. Se infatti le comuni linee di cellule staminali embrionali crescono su uno strato nutritivo composto di elementi animali, le linee di Colman sono cresciute su un substrato di cellule umane, percio' sono le sole a poter ottenere l'autorizzazione per test clinici in Europa. Non e' detto pero' che le linee siano effettivamente sicure nella pratica clinica; Colman non le ha potute sperimentare perche' la sua azienda ha finito i soldi poco prima che si procedesse con le verifiche. C'e' poi un rischio residuo: nemmeno lui ha potuto rinunciare del tutto alle componenti animali. Certo e' che in futuro ci saranno linee ancora migliori. "Ma se dobbiamo sempre aspettare il futuro, la gente nel frattempo muore." di Sascha Karberg Tratto da Frankfurter Allgemeine Zeitung del 15-12-2007 (trad. di Rosa a Marca) ------------------- - Francia. Cellule staminali: una prima francese La data e' da pietra miliare. Ricercatori dell'Universita' Paris-Sud-XI (con Inserm e CNRS) hanno ottenuto la prima linea francese di cellule staminali embrionali umane, partendo da un embrione portatore di anomalie cromosomiche importanti (trisomia 1 e monosomia 21), reperito al termine di una diagnosi preimpianto. La primizia e' stata resa possibile dalle modifiche apportate alle leggi di bioetica nel 2004. Dopo l'uscita dei decreti d'applicazione nel febbraio 2006, numerosi altri gruppi si sono lanciati in questa corsa in Francia, soprattutto a Strasburgo e a Montpellier. Nel mondo esistono gia' duecento linee come queste, soprattutto negli Stati Uniti e oltre Manica, in Corea e in Iran. L'ottenimento di questa prima linea di cellule, alla base di una possibile medicina rigenerativa, e' un vero successo per l'equipe di Annelise Bennaceur-Griscelli (unita' Inserm 602). E' anche una buona notizia per l'intera comunita' scientifica francese, giacche' la linea di cellule dotate di tutte le potenzialita' (pluripotenti) e' a disposizione di tutti coloro che desiderano realizzarvi delle ricerche. L'embrione e' stato ottenuto da una diagnosi preimpianto (DPI) effettuata su una coppia che aveva gia' perso due bambini per una grave malformazione cardiaca connessa alle anomalie cromosomiche. La donna della coppia in questione aveva avuto anche numerosi aborti in precedenza, probabilmente per lo stesso motivo. Grazie alla DPI, i biologi della riproduzione hanno individuato un embrione indenne dall'anomalia, riuscendo a impiantarlo. In compenso, hanno reperito altri embrioni anormali, dai quali hanno prelevato delle cellule e ottenuto una sola linea embrionale. Un lavoro difficile poiche' i risultati non superano il 20% - 30% quando si procede da embrioni anormali e dunque scarsamente vitali (contro il 50% di riuscita con embrioni sani). "Siamo voluti partire da qualcosa di difficile, ma eticamente irreprensibile", confida Annelise Bennaceur-Griscelli. "Ma e' una vera impresa riuscire a far crescere simili cellule, mantenerle in vita e renderle immortali". Con Olivier Feraud, l'equipe ha prima ottenuto da cinquanta a sessanta cellule, ma oggi ne possiede parecchi miliardi, tutte identiche e pluripotenti. "Siamo gia' riusciti a far differenziare alcune di loro in cellule del miocardio e stiamo cercando di verificare se siano portatrici di anomalie simili a quelle osservate nei bambini", aggiunge. Altro successo, l'ottenimento di cellule staminali capaci di dare origine a tutte le cellule del sangue (globuli e piastrine). E in quantita' molto superiore a quanto avviene normalmente, forse proprio a causa dell'anomalia cromosomica iniziale. L'equipe e' riuscita anche a far nascere delle linee di cellule nervose che verranno messe a disposizione del professor Marc Peschanski, specialista di cellule staminali per le malattie neurodegenerative al génopole di Evry. di Catherine Petitnicolas Tratto da Le Figaro del 24-10-2007 (trad. di Rosa a Marca) ------------------- - Spagna. Rigenerazione cardiaca: meglio non correre Un'equipe della Clinica Universitaria di Navarra (CUN) e dell'ospedale Gregorio Maranon di Madrid ha appena presentato i primi dati di un esperimento clinico di terapia cellulare per il trattamento di persone colpite da infarto. Non e' il primo ne' sara' l'ultimo studio che impiega la terapia cellulare per la rigenerazione o la riparazione del cuore. La sperimentazione animale ha gia' dimostrato che le cellule staminali possono rigenerare o riparare il cuore, ma occorre verificarlo sull'uomo. Alcuni cardiologi segnalano che forse finora e' stata realizzata una ricerca preclinica carente, che ha portato a saggi clinici precipitosi. Sono comunque molte le questioni da risolvere, secondo gli specialisti, prima che la terapia cellulare possa essere un'alternativa nel trattamento delle malattie cardiovascolari. Di fatto, siamo alla "preistoria" della terapia cellulare per le patologie cardiovascolari, secondo uno dei ricercatori piu' convinti delle sue possibilita', Francisco Fernandez Aviles, che dirige il servizio di cardiologia dell'ospedale Gregorio Maranon. Questo centro ha avviato una serie di ricerche che devono essere il passaggio "previo e inevitabile" per tradurre in realta' la nuova terapia. Secondo Bernardo Nadal, specialista dell'ospedale Mount Sinai di New York, in questo tipo di ricerca clinica e' quanto mai valido il principio "presto e bene raro avviene". Secondo Nadal, non si devono dimenticare le conseguenze negative che la fretta del dottor Barnard ebbe sui trapianti di cuore, ne' i problemi piu' recenti con la terapia genica. In ambedue i casi, "il progresso e' stato ritardato di anni perche' l'applicazione clinica e' iniziata prima che si possedesse tutta l'informazione sperimentale necessaria". Il problema e' che finora non ci sono "dati rilevanti che abbiano dimostrato un beneficio clinico decisivo della medicina rigenerativa cardiovascolare", assicura Carlos Macaya, direttore dell'Istituto Cardiovascolare dell'ospedale Clinico di Madrid. A suo parere, e' possibile che si sia portato avanti un'indagine preclinica "deficiente" che ha condotto a un approccio "troppo precipitoso" nei saggi clinici sugli uomini, e basato, talvolta, solo su semplici osservazioni. E' chiaro che sono molte le incognite da chiarire. Troppe, dice Macaya, "per addentrarsi nella sperimentazione clinica sui pazienti". Per esempio: qual'e' la fonte ideale delle cellule staminali? possono i vari tipi cellulari dare benefici in situazioni diverse? quante cellule e' necessario trapiantare? qual'e' la via migliore per somministrare le cellule staminali? -la sottocutanea, l'iniezione intracardiaca diretta o intravenosa? quali sono le indicazioni della terapia cellulare nelle malattie cardiache? e' meglio introdurre le cellule nella fase acuta dell'infarto o in infarti di vecchia data? Su questo Macaya e Fernandez Aviles concordano. "Non sappiamo in quale momento della malattia cardiovascolare dobbiamo applicare la terapia, quali siano le dosi piu' adeguate e se dobbiamo usare un trattamento aggiuntivo o complementare", precisa Fernandez Aviles. E altrettenta poca certezza abbiamo sulla via della somministrazione, sostiene Macaya, poiche' finora "abbiamo scelto le piu' semplici", e nemmeno esiste sicurezza sul tipo di cellule staminali "piu' raccomandabili" -cardiache, muscolari, del midollo osseo? Per Fernandez Aviles, la sperimentazione preclinica, in laboratorio e su animali, ha gia' dimostrato che le cellule staminali, embrionali o adulte possiedono la capacita' di "rigenerare o riparare il cuore". Secondo il suo parere, siamo davanti a due paradigmi di ricerca sull'utilita' della terapia cellulare applicata al miocardio e al resto del sistema cardiovascolare, quello biologico della rigenerazione e quello clinico della riparazione. In ambedue i campi, dice, i risultati sono enormemente "promettenti" ed esistono dati positivi "incontestabili" che obbligano a tenere attive e interconnesse tutt'e due le vie d'indagine. Il ricercatore propone di trasferire la sperimentazione su modelli animali "molto simili agli uomini", come il maiale, che ha un cuore di 300-500 grammi, "piu' simile agli uomini". Giacche', sebbene gli esperimenti sui ratti abbiano dimostrato la capacita' rigenerativa della terapia cellulare, i risultati pongono problemi e non devono essere estrapolati per la clinica sulle persone. Fernando Avilez riconosce che ci sono discrepanze sull'efficacia della terapia rigenerativa, legate soprattutto alla "mancanza di omogeneita' dei prodotti cellulari" utilizzati dai diversi grauppi di ricerca, e chiede una "standardizzazione". Alcuni esperti pensano che la terapia cellulare per rigenerare il miocardio sia un ponte per giungere a un sistema in cui non sia necessario ricorrere al trapianto cellulare, ma che potrebbe bastare l'uso di farmaci per stimolare la sua capacita' rigenerativa. Anche se, ammettono, ci troviamo di fronte a uno "scenario appassionante e promettente", che richiede lo sviluppo di studi sperimentali e clinici su piccola scala per risolvere l'enorme quantita' di dubbi che ancora sussistono. Uno degli esempi dei saggi clinici proposti dagli esperti e' quello avviato dalla Clinica Universitaria di Navarra e dall'ospedale Gregorio Maranon. In esso, spiega Joaquin Barba, si esperimenta su 50 pazienti l'efficacia dei trapianti di cellule staminali adulte (mioblasti) nel cuore di persone cha hanno subito un infarto. Le cellule si reperiscono dallo stesso paziente e si coltivano nel suo siero per evitare "possibili infezioni o reazioni immunologiche, visto che non si introducono proteine estranee", rivela il ricercatore della CUN. La caratteristica del lavoro e' che s'impiega un catetere "e non la chirurgia aperta", come si e' fatto finora. Attraverso il catetere, dotato di un ago molto fine retrattile, "le cellule vengono impiantate nelle regioni del muscolo cardiaco infartuato e zone circostanti". I mioblasti sono cellule che hanno dimostrato capacita' "d'essere iniettate e di crescere nel miocardio degli animali", dice Barba. L'obiettivo e' chiarire se il nuovo trattamento sia "efficace e riesca a migliorare la funzione cardiaca in pazienti che hanno sofferto un infarto del miocardio". Se i dati di questo lavoro, che si concludera' tra due anni, saranno positivi, si potra' "trasferire ai pazienti con miocardiopatie per le quali l'unica opzione e' il trapianto cardiaco". Sono poche le aziende che scommettono sulla ricerca di medicina rigenerativa per malattie cardiovascolari. "La maggioranza delle case farmaceutiche non ha comunque rischiato nella ricerca sulla terapia cellulare", assicura Carlos Macaya. Percio' e' necessario potenziare la sperimentazione indipendente nella sanita', reclama Francisco Fernandez Aviles. Attualmente, dice, non stanno partecipando molto attivamente perche' non vedono un beneficio in termini economici ne' possono detenere la proprieta' intellettuale degli strumenti con cui si lavora. Anche se non ha dubbi sul fatto che esistono molte aziende biotecnologiche interessate alla terapia cellulare, e in particolare a quella cardiovascolare. Stanno cercando d'elaborare prodotti che servano per il trattamento con cellule o simili, e meccanismi che facilitino la somministrazione o la conservazione delle cellule. Su questa linea, il ministero della Sanita', consapevole della necessita' che le imprese farmaceutiche e biotecnologiche raddoppino gli sforzi di investimento in I+D+i, si e' mostrato disponibile a favorire tutte quelle inziative del mercato che apportino autentica innovazione. di Rafael Perez Ybarra Tratto da El Pais del 16-10-2007 (trad. di Rosa a Marca) ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Italia. Scoperti gli "interruttori" che attivano staminali contro distrofia Duchenne Scoperti da un gruppo di ricerca italiano due nuovi 'interruttori' che influenzano la capacita' delle cellule staminali di avviare la rigenerazione del muscolo e hanno quindi un'importanza chiave nella distrofia di Duchenne. I risultati della ricerca, finanziata dall'associazione dei genitori con figli affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne e Becker (Parent Project Onlus) sono stati pubblicati il 25 ottobre dalla rivista scientifica Molecular Cell. Pier Lorenzo Puri del Dulbecco Telethon Institute, insieme ai colleghi del Burnham Institute for Medical Research di La Jolla, hanno contribuito a fornire un ulteriore tassello al complicato quadro dei meccanismi di regolazione della rigenerazione muscolare. La malattia di Duchenne, la piu' grave delle distrofie muscolari, viene trasmessa dalle madri ai figli attraverso il cromosoma X. Colpisce un bambino maschio ogni 3.500 ed e' dovuta a una mutazione del gene per la distrofina. 'Normalmente, la rigenerazione muscolare avviene ad opera di un tipo di cellule staminali adulte che si trovano nel muscolo: le cellule satellite. Quando il muscolo scheletrico subisce un danno, alcuni segnali cellulari vanno a 'risvegliare' ed attivare queste cellule, le quali proliferano, si differenziano e si fondono con le fibre muscolari', ha dichiarato Pier Lorenzo Puri. Uno degli eventi chiave di questo processo differenziativo e' il rimodellamento della cromatina, l'impalcatura del Dna. Con il rimodellamento della cromatina in determinate regioni del genoma le cellule satellite passano da uno stato di cellule staminali a riposo ad uno stato di cellule muscolari differenziate, che esprimono i geni specifici del muscolo e che vanno ad integrarsi e a riparare il muscolo danneggiato. I ricercatori hanno individuato due 'interruttori' molecolari che danno il via a questo processo. - Italia. E.Romagna. Stanziati 1,6 milioni di euro a Istituto Rizzoli 'Alcune malattie dell'apparato muscolo-scheletrico non trovano soluzione nelle terapie tradizionali. E' per riuscire a guarire queste patologie della cartilagine, dell'osso e del tendine che lavoriamo sulla medicina rigenerativa: e' una strada che puo' trasformare la pratica clinica e soprattutto la vita dei pazienti'. Andrea Facchini, direttore del Laboratorio di Immunologia e Genetica dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, coordina un progetto di medicina rigenerativa delle malattie osteoarticolari che ha ricevuto dal Programma di ricerca Regione-Universita' un finanziamento di 1.645.000 euro. Finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, il Programma ha l' obiettivo di sviluppare l'innovazione scientifica (oltre a nuove modalita' gestionali, organizzative e formative). Fino al 2009, gli oltre cento ricercatori coinvolti -insieme al Rizzoli ci sono le Aziende ospedaliero-universitarie di Modena, Ferrara e Parma e i Dipartimenti di Anatomia e Odontostomatologia dell' Universita' di Bologna- porteranno avanti studi clinici e di base con l'obiettivo di rigenerare i tessuti danneggiati, occupandosi in particolare di ginocchio, caviglia, anca, ampie perdite ossee e anche di chirurgia maxillo-facciale. Un numero significativo di pazienti sara' interessato dal progetto di ricerca: dopo le sperimentazioni pre-cliniche e l'approvazione da parte dei comitati etici e, quando richiesto, del Ministero della Salute, le cellule provenienti dagli stessi pazienti e gli scaffold (cioe' i materiali di supporto su cui le cellule devono 'crescere') verranno impiantati per verificare la loro capacita' di rigenerare il tessuto danneggiato. Oltre a questo progetto coordinato dal Rizzoli, in virtu' dell'esperienza maturata nella 'ingegnerizzazione' degli scaffold, l'Istituto e' partner di un altro progetto selezionato e finanziato dal Programma di ricerca Regione-Universita', dedicato alla rigenerazione gastro-intestinale e coordinato da Antonio Pinna dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico Sant'Orsola-Malpighi. Spiega Milena Fini, ricercatrice del Laboratorio di Studi pre-clinici chirurgici dello Ior, diretto da Roberto Giardino, che gia' da tempo collabora con il gruppo del prof.Pinna: 'Per rigenerare tessuti anche diversi fra loro, molte fasi della ricerca pre-clinica sono comuni e richiedono competenze multidisciplinari. Sfruttando il lavoro che abbiamo fatto finora al Rizzoli sulla medicina rigenerativa, forniremo la nostra esperienza nella realizzazione e valutazione di scaffold biologici e bioattivi anche ingegnerizzati con cellule staminali autologhe (cioe' prelevate dallo stesso soggetto). L'obiettivo e' rigenerare segmenti di intestino tenue per i pazienti candidati al trapianto intestinale o con sindrome da intestino corto'. - Italia. Camera conferma Garaci presidente Iss. Poretti (Rnp): e' in conflitto d'interessi Parere positivo della Commissione Affari Sociali della Camera alla conferma di Enrico Garaci a presidente dell'Istituto superiore di sanita', con 18 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astenuti. La conferma solleva pero' le critiche di Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno, che nel suo intervento in Commissione sostiene: "pare che far parte di 'Scienza e Vita' sia la qualifica necessaria per qualsiasi incarico di Governo". Nella sua accusa, Poretti cita anche il conflitto di interessi: "Garaci nel 2001 fu nominato prima presidente della commissione ministeriale cellule staminali, poi presidente della Fondazione cellule staminali, su cui ancora a tanti anni di distanza, due interrogazioni parlamentari non hanno chiarito la spartizione dei fondi. Per l'esattezza 7,5 milioni di euro che dovevano essere suddivisi in tre bandi. Solo del primo si ha qualche informazione certa, sul secondo occorre ancora fare chiarezza, mentre il terzo non si e' tenuto per inspiegabile esaurimento dei fondi". "Ma proprio sul primo le notizie avute in risposta a un'interrogazione sono disarmanti. I 12 componenti della commissione potevano anche presentare progetti che chiedevano finanziamenti, tanto che 7 progetti finanziati avevano come primo firmatario un componente della Commissione, per l'ottavo il componente della commissione era solo secondo firmatario. Vale a dire che la commissione e la 'spartizione' di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva che chi chiedeva i finanziamenti era anche chi decideva a chi destinarli". "Una volta venuta alla luce la vicenda per tutta risposta, dal sito internet dell'Istituto superiore della sanita', di cui Garaci era presidente, venne cancellato qualsiasi riferimento alla Commissione ministeriale cellule staminali". - Sud Corea. Mezzo miliardo di dollari alla ricerca con le staminali Una valanga di finanziamenti sta per cadere nel settore della ricerca coreana sulle cellule staminali. Il ministero della ricerca coreana, rende noto la Rete per la ricerca scientifica e tecnologica, ha infatti stanziato un budget di 38,2 milioni di dollari da destinare alla ricerca sulle staminali con l'intento di investire nel settore 480 milioni di dollari nei prossimi dieci anni. Al finanziamento in corso va aggiunto quello relativo ai settori microbiologici strettamente correlati, che ammonta per il 2007 a 20 miliari di dollari. Le prospettive sono rosee anche per le strutture, nelle quali i ricercatori coreani lavoreranno per aggiungere conoscenza su un tema importante come quello delle staminali. Il ministero della ricerca coreano prevede inoltre di migliorare anche le infrastrutture operative, in particolare la Banca delle staminali. Sembrano dunque passati i tempi in cui le attivita' di ricerca sulle staminali si erano del tutto bloccati a seguito del noto caso di frode scientifica di Woo-suk Hwang. - Italia. Ancora polemiche su Comitato nazionale di Bioetica. Corbellini: non serve piu' a niente Venerdi' prossimo ci sara' la plenaria del Comitato Nazionale di Bioetica e a ruota una conferenza stampa del Presidente Casavola: si dice che quel giorno sara' varato, nel segno della ritrovata funzionalita', un documento sulla donazione degli embrioni alla ricerca. Questa la 'versione Chiti' sui fatti accaduti a partire dalla nota lettera del 28 settembre a firma: Carlo Flamigni, Demetrio Neri e Gilberto Corbellini con cui erano criticate le modalita' di gestione del Cnb. "Per quanto riguarda la lettera firmata dai professori Flamigni, Neri e Corbellini e che contestava l'operato del presidente del Cnb Francesco Paolo Casavola si ritiene che le nomine effettuate dal presidente del Comitato siano state fatte nel rispetto del regolamento interno". Ossia quella del genetista esponente di spicco di 'Scienza e Vita', Bruno Dallapiccola nella commissione sulla revisione delle linee-guida della legge 40. "La scelta di Dallapiccola fu ritenuta dalla presidenza e vicepresidenza come tecnicamente la piu' idonea, considerato che Dallapiccola e' tra i piu' illustri ordinari di genetica nel nostro Paese". Poi sulla partecipazione "dei professori Bompiani, Dallapiccola e Marini nella commissione congiunta Cnb-Commissione biosicurezza a questa nomina si pervenne senza alcuna opposizione". Inoltre, ha precisato Chiti, "dal verbale non risulta che la professoressa Di Francia abbia dato la sua disponibilita', disponibilita' che in tal caso la presidenza avrebbe preso in prevalente considerazione anche e proprio in nome del pluralismo di idee che e' necessario al Cnb". Ed ancora in riferimento alla lettera degli 'accusatori' "la nomina del professor Marini come delegato italiano presso il forum dei comitati etici dei paesi dell'Ue non puo' che ritenersi temporanea", ha concluso Chiti. "Totalmente insoddisfatta e preoccupata per l'involuzione e la deriva che sta prendendo la situazione visto che la dialettica e' ritenuta un fatto pericoloso", ha osservato Donatella Poretti (Rnp) ed ha aggiunto: "oggi in Commissione Affari Sociali e' stato il via libera per la terza volta ad Enrico Garaci presidente dell'Iss, l'Istituto Superiore di Sanita' nonostante la pessima gestione della commissione sulle staminali che ha distribuito 7,5 milioni di euro per progetti presentati e finanziati dagli stessi componenti della commissione". Dunque, "vorrei far notare che come Dallapiccola, anche Garaci e' membro di 'Scienza e Vita', una sorta di certificato di qualita' per ottenere una nomina governativa: oggi ho espresso parere contrario alla nomina di Garaci", conclude la Poretti. E dopo il 'no' della deputata della Rnp, Prc e Sd si sono astenute: su 26 presenti e 22 votanti i si' sono stati 18, i no 4, gli astenuti 4. "Il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) non serve piu' a niente". E' lapidario il giudizio di Gilberto Corbellini, ordinario di Storia della medicina e della bioetica all'universita' La Sapienza di Roma, nonche' componente del Cnb. Corbellini, che e' anche copresidente dell'associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca e' intervenuto il 16 ottobre a Roma a un incontro organizzato per presentare in Italia le ricerche dello scienziato britannico Stephen Minger che studiera', con il via libera dell'autorita' per la fertilita' e l'embriologia (Hfea) del Regno Unito, le staminali ottenute con embrioni ibridi. Cioe' frutto di ovociti animali svuotati del proprio patrimonio genetico e in cui viene inserito il Dna umano. L'affondo al Cnb e' frutto del confronto tra quanto ha fatto in Gran Bretagna l'Hfea per spiegare ai cittadini cosa volevano fare i ricercatori, e quanto invece "non fa il Cnb in Italia. Il Comitato non risponde alle reali domande del Paese e invece alimenta solo controversie. Oggi fa notizia - prosegue - solo per le polemiche interne. E perche' il suo presidente, Francesco Paolo Casavola, ha rifiutato di discutere di fronte a obiezioni pacate. E in tutta risposta ha contrapposto un atto di rappresaglia con cui ha sostituito i tre vicepresidenti perche' due di essi erano dalla parte di chi lo aveva criticato". Corbellini ricorda che "gia' dieci anni fa ritenevo inutile questo organismo. basti pensare che il suo statuto e' quello del 1989, anno della sua creazione. Poi sono stato convinto a entrarci per cambiarlo. Ma ormai constato che il Cnb non serve proprio piu' a nulla". - Italia. Consiglio ministri discute direttiva su banche private del cordone E' tornato all'esame del Consiglio dei Ministri il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea che disciplina la donazione e la conservazione dei tessuti e delle cellule staminali del cordone in banche di cellule: nodo del provvedimento e' la questione delle strutture private. In Italia ci sono infatti solo cinque banche, tutte pubbliche. Ben quattro sono al nord e una al centro. Lo scorso settembre la Commissione Affari sociali della Camera aveva espresso un parere nel quale chiedeva di includere fra gli istituti di tessuti accreditati e autorizzati anche le biobanche private. In proposito la posizione all'interno dello stesso governo e' divisa: il ministro della Salute, Livia Turco, sostiene la linea esclusivamente pubblica mentre il ministro per le politiche comunitarie, Emma Bonino, chiede l'apertura ai centri privati. 'Al Consiglio dei ministri e' ripassato il Decreto legislativo relativo al cordone ombelicale e devo dire che il ministro Turco, pur insistendo sul non aprire alle cliniche private convenzionate alla custodia del cordone ombelicale in questo specifico decreto legislativo, ha ritirato qualunque obiezione affinche' questa fattispecie venga prevista in altri provvedimenti legislativi. Per esempio nel disegno di legge sul cordone ombelicale in discussione al Senato o in quello sul parto in discussione alla Camera'. Cosi il ministro Emma Bonino racconta a Radio radicale l'andamento della riunione del governo. 'Poiche' molte deputate, dalla radicale Poretti a molte altre, hanno lavorato su questo tema, credo che questa apertura vada salutata con favore, nella speranza che l'iter legislativo di questi provvedimenti possa accelerare'. Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno: Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo con cui si recepisce la direttiva europea che uniforma a livello comunitario gli standard di qualita' e sicurezza delle cellule e dei tessuti (2004/23/CE). E dispiace registrare l’ennesimo veto del ministro della Salute, Livia Turco, per la conservazione delle staminali del cordone ombelicale negli istituti privati. Gia' la Commissione Affari Sociali della Camera, in sede di parere, aveva sollecitato il Governo perche' prevedesse “di includere tra gli istituti di tessuti, accreditati e autorizzati, anche le banche di tessuti privati”, accogliendo le obiezioni che il ministro per le Politiche Comunitarie, Emma Bonino, aveva sollevato in un Consiglio dei ministri a luglio. Oggi prendo atto che il ministro Turco ha deciso di non tener conto del parere della Camera, rendendo inutile il lavoro della commissione Affari Sociali dove il parere in merito era stato unanime. E' evidente che questa decisione avra' conseguenze politiche. Il recepimento della direttiva Ue non riguardava la conservazione delle cellule staminali del cordone in banche private per uso autologo (oggi vietata da un'ordinanza ereditata dal ministero del Governo precedente e rinnovata alacremente da quello attuale), ma di permettere che la conservazione di cellule e tessuti, come gia’ prevede la legge 219 sul sangue, oltre che negli istituti pubblici, sia consentita in quelli privati no-profit e privati profit. E purtroppo devo rilevare che nei confronti del privato profit si tratta di un pregiudizio ideologico, visto che le garanzie di qualita’ e sicurezza le dettano le norme e la capacita' dei singoli nell'applicarle, non certo la ragione sociale di un istituto. Il ministro Turco ha ritirato qualunque obiezione che le banche private siano previste in altri provvedimenti legislativi, per esempio nel disegno di legge sul cordone ombelicale in discussione al Senato o in quello sul parto in discussione alla Camera. Cioe' il ministro ha fatto come Ponzio Pilato: nell'ordinanza ereditata dal Governo precedente ha sancito un divieto, nel contempo ha detto che il Parlamento puo' decidere il contrario. Grazie del permesso, signor ministro, ma evidentemente si e’ scordata che sul testo sul parto -in cui si prevede il diritto di donazione e conservazione autologa del cordone- lei medesima aveva espresso parere favorevole; l’unica cosa che manca a quel testo, casomai, e’ la copertura economica, visto che quella indicata dal suo ministero non soddisfaceva i suoi colleghi dell’Economia. Risultato: un testo approvato all’unanimita’ in commissione non puo’ arrivare in aula. Un gesto di apertura concreto sarebbe individuare la copertura economica per quella legge! Ma forse sono troppo concreta.... - Gb. Dal grasso staminali per riparare i nervi Nuovi nervi per riparare lesioni potrebbero essere ricostruiti a partire da cellule staminali del tessuto adiposo e impiantati, infilandoli in un 'tubo' di materiale biodegradabile, a ridosso di nervi periferici danneggiati per riattaccare il collegamento nervoso reciso in seguito a incidenti o interventi chirurgici. Ci stanno lavorando scienziati della Manchester University in Gran Bretagna che dicono che nel giro di 5 anni potrebbero cominciare le prime applicazioni nell'uomo. 'Queste ricerche -ha detto Giorgio Terenghi, direttore del Centro per la Rigenerazione Tissutale dell'ateneo britannico dove si stanno svolgendo gli esperimenti per ora su topi- costituiscono un avanzamento davvero entusiasmante che migliorera' la vita di molti pazienti reduci da lesioni di vario tipo'. Annunciati da BBC online, i primi risultati su animali sono stati riportati sulla rivista Experimental Neurology. Le lesioni ai nervi periferici (quelli per esempio che ci permettono di avvertire stimoli di vario tipo come il caldo, il dolore, sensazioni tattili) sono piuttosto comuni e oggi difficilmente riparabili anche se talvolta si tenta la riparazione ricorrendo a nervi prelevati da altre parti del corpo del paziente, ma con risultati tutt'altro che ottimali. Per ora gli esperti hanno prelevato cellule staminali adulte dal tessuto adiposo del topo e le hanno trasformate in cellule nervose, ma si dicono ottimisti sui tempi per arrivare all'uomo. Il prossimo passo, dicono, sara' fare lo stesso con staminali umane e poi indurle a modellare un nuovo nervo lasciandole crescere all'interno di un 'tubo' biodegradabile. Ed e' attraverso l'inserimento di questo tubo contenente i nuovi nervi che gli esperti contano di effettuare la riparazione, virtualmente possibile, dicono, in qualsiasi parte del corpo. 'Le cellule staminali adulte da noi usate -ha dichiarato Paul Kingham che dirige gli esperimenti- hanno elevate potenzialita' per future applicazioni cliniche, inizialmente per pazienti reduci da lesioni di nervi di braccia e gambe'. Il trattamento, conclude, potrebbe divenire disponibile nel giro di 4-5 anni, non appena il tubo biodegradabile per crescere e impiantare i nuovi nervi sara' testato. - Italia. Rubella: ancora bloccata decisione su embrioni sovrannumerari 'La stanza che dovra' accogliere gli embrioni 'orfani' nella biobanca del Policlinico di Milano e' pronta da tempo. Adesso siamo in attesa di indicazioni da parte del ministero della Salute'. Paolo Rebulla, direttore dell'Unita' operativa di medicina trasfusionale, terapia cellulare e criobiologia dell'ospedale milanese, fa il punto sullo stato di avanzamento del progetto della 'casa degli embrioni abbandonati'. Il percorso che dovrebbe portare al trasferimento degli embrioni prodotti in sovrannumero negli interventi di fecondazione assistita, congelati e non piu' reclamati dai genitori, e' infatti fermo dal dicembre 2005. Da quando, cioe', e' stata allestita la sezione della Biobanca -in cui sono gia' attivi circa 20 programmi di raccolta e conservazione di materiali biologici (cellule e tessuti)- dove verranno ospitati in sei congelatori gli embrioni 'orfani'. Un passo che ha reso necessaria una lunga fase di 'censimento' avviata dall'Istituto superiore di sanita' (Iss) per accertare il reale stato di abbandono degli embrioni. Il progetto di trasferimento, resta per il momento in 'stand by', in attesa del via libera del ministero, riferisce l'esperto. 'C'e' un dibattito in corso ed e' importante che tutti i dettagli vadano affrontati, perche' ci sono temi politici ed etici da sciogliere. Solo quando tutto sara' chiaro si potra' procedere con la casa degli embrioni'. - Italia. Attrice Stefania Rocca: cordone di mio figlio a San Marino Per far nascere Leone Ariele, tre chili e 400 grammi, l'attrice Stefania Rocca ha scelto la clinica Mangiagalli di Milano. Il centro che ha ritenuto ideale per il primo gesto d'amore nei confronti del suo bebe': raccogliere le cellule staminali del cordone ombelicale e inviarle ai laboratori Bioscience Institute di San Marino, cosi' da poterle un giorno utilizzare per un trapianto autologo se e quando il bambino ne avra' necessita'. "Ho deciso di partorire a Milano perche' qui abitano il mio compagno Carlo Capasa, padre del mio bimbo, e parte della mia famiglia. La scelta della Clinica Mangiagalli e' stata invece determinata dalla necessita' di recuperare in sicurezza il sangue del cordone ombelicale di mio figlio, per conservarlo presso i laboratori Bioscience di San Marino e poterlo usare qualora in futuro Leone dovesse averne bisogno. Si tratta di una misura preventiva che gli consentirebbe di usufruire delle sue cellule staminali senza ricorrere a donatori terzi, vista la difficolta' di reperimento e l'elevata possibilita' di rigetto". Donare il cordone ombelicale, e le cellule staminali che contiene, 'deve essere fatto con altruismo', anche perche' 'non e' economicamente sostenibile conservarli solo per uso personale'. Lo sostiene Paolo Rebulla, direttore dell'unita' di medicina trasfusionale della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, uno dei massimi esperti italiani di cellule staminali. 'Oggi prevale l'idea di conservare le cellule del cordone soprattutto per l'uso personale. Gli esperti pero' dicono che non e' appropriato dedicare risorse del Sistema sanitario nazionale a questa conservazione, visto che costa circa mille euro a donazione'. Le cellule del cordone, aggiunge Rebulla, cosi' come il sangue, possono essere donate a malati che ne hanno bisogno, per curare ad esempio alcune leucemie, linfomi o carenze del sistema immunitario. 'Per questo e' importante la donazione altruistica: perche' se tutti tenessero le cellule solo per il proprio bambino, non ce ne sarebbero abbastanza per chi ne ha davvero bisogno'. Nel mondo, prosegue Rebulla, ci sono gia' 270 mila donazioni di cordone, conservate in circa 50 banche di cellule e disponibili per chiunque ne abbia bisogno. Per gli esperti, pero', questa cifra va almeno triplicata. 'In Italia sono gia' disponibili 20-30 mila donazioni - conclude - gli altri Paesi si stanno gia' organizzando per aumentare questo numero, da noi servirebbe pianificare e fare adeguati investimenti, per arrivare ad almeno 80-100 mila donazioni'. 'Conservare il cordone ombelicale e le cellule staminali che esso contiene per uso autologo (cioe' per poterle impiegare solo su se stessi), puo' rafforzare l' attivita' delle banche di cellule pubbliche senza gravare sul bilancio sanitario, se il prelievo e' effettuato da strutture private con alti standard qualitativi'. Lo sostiene Giuseppe Mucci, amministratore delegato del Bioscience Institute di San Marino, che risponde cosi' a Rebulla. 'La collaborazione pubblico/privato come gia' avviene in molti altri campi della sanita' e della ricerca, e' un volano e non un freno; sia per il diritto alla salute delle persone, sia per lo sviluppo delle conoscenze scientifiche. La conservazione autologa rappresenta un importante sostegno a quella eterologa che, avendo inventariato circa 15 mila unita' di sangue cordonale dalle 5 milioni di nascite avvenute negli ultimi 10 anni, non e' riuscita purtroppo ad evitare la distruzione del 99,8% dei cordoni disponibili'. Secondo Mucci, dunque, 'l'esiguita' del numero di unita' di sangue cordonale inventariate dalle banche pubbliche non e' certamente imputabile all'esistenza delle banche autologhe, che ne conservano circa 4 mila l'anno, bensi' alle condizioni strutturali ed economiche del Sistema sanitario nazionale'. - Italia. Lazio. Falez: presto aprira' banca dell'osso "Entro la fine dell'anno dovremmo procedere con il primo prelievo. E da quel momento la banca dell'osso del Lazio dovrebbe diventare operativa". L'auspicio, in realta' pressoche' una certezza, arriva da Francesco Falez, primario della divisione di ortopedia e traumatologia dell'ospedale Santo Spirito di Roma. Il nosocomio capitolino dove Falez lavora sara' parte integrante della banca dell'osso laziale. "La struttura, la quinta a livello nazionale -spiega all'Adnkronos Salute- avra tre sedi operative: oltre alla nostra, sara' attiva alla Cattolica e all'Istituto tumori Regina Elena". Nella banca dell'osso laziale, cosi' come avviene in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, verranno prelevati i tessuti da cadaveri donatori. Non solo ossa, ma anche tendini, menischi, legamenti e altri 'frammenti' dell'apparato muscolo-sceletrico. "'Pezzi di ricambio' per le persone che hanno bisogno di questo tipo di intervento, compresi malati oncologici e reduci da incidenti. In realta', per questi pazienti c'e' anche la possibilita' di ricorrere a innesti in metallo, ma avere la disponibilita' degli stessi tessuti che andiamo a sostituire e' di gran lunga preferibile". Non solo 'pezzi di ricambio', tuttavia, nella banca dell'osso che si appresta a nascere. "Qui - precisa infatti lo specialista - sara' possibile fare ricerca anche sull'uso di cellule staminli, adottando tecniche di bioingegneria". E per il Lazio, nonostante gli investimenti per attivare la struttura, si prevedono risparmi. "Ad oggi la Regione spende 3 milioni di euro l'anno per reperire ossa sintetiche o da cadavere in altre banche". "Finora, invece, gli stanziamenti fatti per dar vita al centro ammontano a 1,5 milioni di euro. Certo - riconosce il primario del Santo Spirito - non saranno gli unici fondi destinati alla causa, ma a fronte di una spesa annua di 3 milioni di euro il Lazio finira' comunque per risparmiare". Oltre al fatto che "la Regione raggiungera' l'autosufficienza su questo fronte, e diventera' punto di riferimento per tutto il Centro-Sud. La realizzazione di questa struttura non era piu' rinviabile. Una Regione come il Lazio non poteva certo fare a meno di dotarsi di un centro di questo tipo". - Germania. Ministro ricerca: modificare legge sulle staminali Il ministro tedesco della Ricerca Annette Schavan (cristiano-democratica della Cdu) si è schierato a favore di un allentamento della legge federale sulle cellule staminali, da mesi al centro di un acceso dibattito in Germania. L'attuale norma, entrata in vigore cinque anni fa, consente la ricerca soltanto su linee di staminali embrionali importate dall'estero e ottenute prima del primo gennaio 2002. Il che, secondo la comunità scientifica tedesca, limita fortemente il lavoro dei ricercatori, in quanto le cellule sono ormai o troppo vecchie rispetto alle tecniche odierne o contaminate da cellule animali o virus. Schavan chiede ora di spostare in avanti la data-limite del gennaio 2002. "Considero giusto uno slittamento di questo termine, fintanto che resti fissato nel passato", ha spiegato il ministro al quotidiano Die Welt. Schavan esclude comunque una cancellazione della data di riferimento sull'importazione di staminali dall'estero: "ciò danneggerebbe la sostanza della legge", ha affermato. "Anche in futuro la difesa della vita deve porre dei limiti alla ricerca". Schavan appoggia inoltre la posizione di quanti chiedono di limitare la ricerca a cellule staminali adulte (ottenute dal cordone ombelicale). Pochi giorni fa i deputati del partito socialdemocratico (Spd), al governo insieme alla Cdu, hanno presentato una proposta di modifica dell'attuale legge, per portare la data-limite al primo maggio 2007. La comunità scientifica tedesca si batte invece per una eliminazione di questo termine di riferimento, introdotto per impedire l'uccisione di nuovi embrioni per produrre cellule staminali. - Italia. Trieste. Convegno internazionale "Cancer, Cell Death and Differentiation" Favorire gli studi sui marker tumorali e le loro applicazioni cliniche: e' l'obiettivo del convegno internazionale 'Cancer, Cell Death and Differentiation' conclusosi il 21 ottobre, a Trieste. Diversi i temi al centro del convegno: dal controllo genetico ed epigenetico della crescita tumorale, alla morte cellulare e differenziazione delle cellule tumorali, dal destino delle cellule staminali e la loro progenie cancerogena a molti altri aspetti del cancro riconosciuti nell'elenco dei temi proposti al XXIII Congresso IATMO. Al convegno di Trieste hanno partecipato studiosi di Austria, Canada, Cina, Germania, Israele, Italia, Svezia, Svizzera, Stati Uniti. Nel corso del convegno una giornata e' stata dedicata all'integrazione della terapia e all'approccio scientifico nelle medicine complementari. - Italia. Vicenza. Convenzione sulla conservazione del cordone Convenzione tra l'A-Ulss 5 Ovest Vicentino e l'Azienda Ospedaliera di Padova per la raccolta di sangue placentare a scopo di trapianto. Il trapianto di sangue placentare rappresenta una recente evoluzione dell'impiego terapeutico delle cellule staminali e dei progenitori emopoietici, i precursori dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine. Presso le Unita' Operative di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali di Arzignano e di Valdagno si e' notato, negli ultimi periodi, un aumento del numero di partorienti che fanno richiesta di poter donare il sangue di cordone, procedimento gia' diffuso in molti presidi ospedalieri del Veneto e spesso 'pubblicizzato' da alcune riviste lette dalla maggior parte delle future mamme. L'Azienda Ulss 5 ha pertanto preso contatti con l'Azienda Ospedaliera di Padova-Banca del sangue di cordone, ritenuta la sede piu' idonea per la raccolta del sangue placentare. Con questa convenzione, l'A-Ulss 5 OvestVicentino si impegna a garantire la presenza di medici, ostetriche e infermieri addestrati alla raccolta; a garantire l'esistenza di spazio apposito per la preparazione e la conservazione del materiale e delle attrezzature necessarie per la procedura di raccolta; a dare corretta informazione alla donatrice sul valore morale e sociale della donazione e a raccogliere le informazioni di anamnesi necessarie e il consenso informato sulla procedura. La Banca del Sangue si impegna a fornire a sue spese sacche, provette, istruzioni operative e i moduli necessari al Centro Raccolta, oltre ad eseguire lo screening sierologico, la caratterizzazione, la processasione, la conservazione delle unita' di sangue di cordone idonee inviate dal Centro Raccolta. - Italia. Veneto. Assessore Martini: 2,5 milioni di euro a Fondazione Banca degli Occhi Su proposta dell'assessore alle Politiche sanitarie del Veneto, Francesca Martini, la Giunta veneta ha stanziato il 16 ottobre 2.500.000 euro per la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. La Fondazione Banca degli Occhi del Veneto si occupa di diagnosi e consulenza, di ricerca sulle staminali epiteliali, di eye banking, di formazione e di informazione. Spiega Martini: 'E'l'unica realta' al mondo in grado di distribuire lembi di cellule staminali epiteliali corneali ricostruiti in vitro per curare le patologie dell'occhio non risolvibili con il solo trapianto di cornea. Inoltre, e' anche la struttura piu' importante del nostro Paese e d'Europa per la raccolta, la selezione, la distribuzione e il follow up di tessuti corneali per trapianto'. La Fondazione opera in sinergia con la Regione del Veneto e l'Ulss 12 Veneziana e trovera' presto collazione presso il nuovo ospedale di Mestre. - Italia. Scienziati: adottare modello britannico su regolamentazione ricerca staminali Dotare anche l'Italia di un'Authority che regoli nel nostro Paese la sperimentazione sugli embrioni e sulle cellule staminali, come avviene in Gran Bretagna con la Human Fertilisation and Embriology Authority (Hfea). Questo l'auspicio di scienziati e politici italiani, che lo scorso 16 ottobre si sono confrontati con il modello britannico in una conferenza organizzata a Roma dall'associazione Luca Coscioni per la ricerca scientifica. L'esperienza britannica e' stata illustrata dalla componente dell'Hfea Emily Jackson e dal ricercatore Stephen Minger, che proprio dall'ente britannico ha ottenuto il via libera alla sperimentazione di embrioni ibridi a partire da ovociti animali per ottenere staminali embrionali umane per la cure di malattie neurodegenerative. Prima di concedere il proprio disco verde, l'Hfea ha voluto avviare una consultazione pubblica per informare i propri cittadini di quanto gli scienziati avevano richiesto. Una soluzione elogiata in primis dal ministro per il Commercio internazionale e le politiche europee Emma Bonino. "Credo che la sintesi tra esigenze di ricerca, prudenza, tutela e divieti prodotta dall'Hfea rappresenti un modello da prendere ad esempio". Dello stesso avviso il presidente della Commissione Igiene e sanita' del Senato, Ignazio Marino. "Minger e' uno scienziato che deve fare il suo lavoro. Ma che deve poi spiegarlo. Non a un'Authority statalista, ma a una che rappresenta gli interessi del Paese'. 'Il modello inglese potrebbe aiutarci a superare le contraddizioni della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Un ente di esperti formato in base al curriculum personale, reso pubblico su internet e consultabile da tutti. In italia ci vorrebbero anni solo per decidere chi deve nominare un ente del genere". Anche per Marco Cappato, segretario dell'associazione Luca Coscioni, "non si tratta di scegliere tra un modello italiano e uno britannico. Ma tra regole precise, stringenti e condivise e il Far west a cui si spingono gli italiani con il muro delle proibizioni". A lodare l'esempio britannico ci sono anche gli scienziati come Piergiorgio Strata, copresidente dell'associazione Coscioni e direttore del Rita Levi Montalcini Center for Brain Repair a Roma. "I politici, si sa fanno le leggi che piacciono ai cittadini. Per questo per avere buone leggi bisogna informare bene i cittadini. E la Gran Bretagna ha una storica tradizione di informazione scientifica alla popolazione. In Italia, invece c'e' paura della conoscenza. Basti pensare che un ministro aveva tolto l'insegnamento di Darwin dalle scuole elementari ed e' stato costretto a reinserirlo solo dopo una sollevazione degli scienziati". Sebbene in Italia la manipolazione sugli embrioni umani sia vietata per legge, gli scienziati italiani (con fondi privati) possono far ricerca sulle linee cellulari derivate nei laboratori inglesi, richiedendo le cellule staminali embrionali alla Stem Cell Bank e pagando solo le spese di spedizione. "Non ci sono interessi economici o commerciali dietro le nostre ricerche", ha chiarito Stephen Minger, direttore del laboratorio di biologia cellle staminali del King's College di Londra, nell'incontro "Embrioni-ibridi: la Gran Bretagna apre alla ricerca". "Tutto cio' che realizziamo nel nostro laboratorio viene consegnato per legge alla Banca delle cellule staminali, a cui tutti possono avere accesso gratuitamente". Secondo Ignazio Marino, presidente della Commissione Sanita' del Senato, "e' evidente che esistono delle contraddizioni nel nostro regolamento, se e' permesso far ricerca sulle staminali embrionali, a patto che siano derivate altrove. L'etica non cambia, se attraversa il confine". Queste criticita', secondo Marino, vanno risolte prendendo a modello l'Authority inglese che "su queste decisioni chiede una consultazione pubblica e democratica e ha regole pubbliche e trasparenti". Legge vecchia si cambia. In Gran Bretagna non si perde molto tempo, e le norme che segnano il passo vengono rapidamente sostituite con nuove regole piu' in linea con i progressi della scienza. Come la legge del 1990 che regolamenta le ricerche sugli embrioni "che verra' sostituita da una nuova legge a inizio del mese prossimo". A spiegare agli italiani il modello britannico e' stata Emily Jackson, componente dell'Autorita' per la fertilita' e l'embriologia (Hfea), cioe' l'ente che ha concesso allo scienziato Stephen Minger il via libera all'uso di embrioni ibridi a partire da ovociti animali per la realizzazione di staminali embrionali umane. L'esperta britannica e' stata invitata a Roma dall'associazione Luca Coscioni per la ricerca scientifica per un ciclo di incontri. E per spiegare il modello britannico di approccio alla ricerca. "La legge britannica che regola queste sperimentazioni e' del 1990 e ha funzionato bene. Ma e' stata scritta in un momento storico in cui la creazione di embrioni ibridi non era neppure all'orizzonte. La nuova legge, che sicuramente avra' un iter tempestoso si occupera' anche degli embrioni interspecie". L'atteggiamento del Regno Unito ha posto il Paese europeo in pole position tra le nazioni che hanno regolamentato in maniera piu' aperta la sperimentazione sulle cellule staminali. Un modello che Jackson ha illustrato ricordando passo dopo passo le fasi che hanno portato l'Hfea a dare il via libera a Minger. "A gennaio 2007 abbiamo deciso che sarebbe stata necessaria una consultazione pubblica, per rendere i cittadini informati di quel che ci era stato chiesto dagli scienziati". Nulla e' stato lasciato di intentato. Cicli di incontri, sondaggi, opuscoli, informazioni via internet, hanno occupato l'Hfea dal 26 aprile al 26 luglio scorso. "Il primo titolo apparso sulla stampa fu quello di Frankenbunny (coniglio-Frankenstein). E allora abbiamo capito di dover superare l'empasse e rivelare i fondamenti scientifici alle base delle richieste degli scienziati". Jackson ricorda che l'Hfea "non da' il disco verde a qualsiasi ricerca, ma solo a quelle che si rivelano necessarie e auspicabili nel rispetto delle regole". "In Italia uno scienziato come Stephen Minger, direttore del laboratorio di biologia delle cellule staminali del King's College di Londra, rischierebbe il carcere se volesse compiere gli esperimenti che il suo Paese, la Gran Bretagna, gli consentira' a breve di fare". Marco Cappato, segretario dell'associazione Luca Coscioni ed europarlamentare dei Radicali. "'Grazie' alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita -chiarisce Cappato all'Adnkronos Salute - nel nostro Paese Minger rischierebbe dai 2 ai 6 anni di reclusione, dai 50 ai 150 mila euro di multa piu' la sospensione da uno a tre anni dell'attivita'. Con l'aggravante di non agire a fini riproduttivi". Un quadro che induce l'esponente dei Radicali a suggerire ancora una volta "la necessita' di modificare la legge 40". Domani, alla Camera, un nuovo incontro a cui parteciperanno, oltre a numerosi esponenti politici di maggioranza e opposizione, anche il ministro per il Commercio internazionale e le politiche europee. "Se e' vero quel che dice Minger e cioe' che gli embrioni realizzati svuotando l'ovocita bovino del suo Dna per inserire il patrimonio genetico umano non sono embrioni ibridi o chimera, ma in tutto e per tutto umani - incalza - allora credo che questa fase della ricerca sarebbe possibile anche in Italia. E dunque gli chiedero' se vorra' reclutare anche centri italiani nella sua sperimentazione". "In Italia, in molti campi, gli scienziati sono visti come Frankenstein". Emma Bonino, ministro per il Commercio internazionale e le politiche europee, non usa mezzi termini per denunciare "il giudizio, molto pervasivo nell'opinione pubblica, sulla scienza nel nostro Paese. Dove scienza e ricerca sono il male e tutto quello che e' natura il bene". "Se in Italia facessimo tre trasmissioni in meno su Garlasco e qualcuna in piu', a orari accettabili, sulla scienza, si farebbe il bene di questo Paese". Bonino rimarca le "contraddizioni italiane per cui i cittadini contribuiscono con le tasse a costituire i fondi europei che servono, in molti Paesi dell'Unione ma non in Italia, a finanziare ricerche che entro i nostri confini non sono solo vietate ma demonizzate. Insomma lo dico da ministro delle Politiche europee: all'interno della Ue rappresentiamo una posizione anomala e bizzarra". In piu' l'esponente radicale e parlamentare della Rosa nel pugno fa tre considerazioni. La prima riguarda il procedimento che ha portato l'autorita' britannica a concedere il via libera agli studi di Minger sugli embrioni ibridi. "La pubblicita' e la trasparenza operate dall'Hfea rappresentano un modello di coinvolgimento dell'opinione pubblica che in Italia dovremmo guardare con interesse. E il Comitato nazionale per la bioetica dovrebbe, su questi temi, dare il proprio contributo invece di perdersi in liti tra i suoi componenti". Il secondo rilievo di Bonino e' che "la ricerca, proprio perche' tale, e' promettente e controversa. Non e' detto che porti a risultati utili. Altrimenti si chiamerebbe 'trovato' e non ricerca". Da qui la sua idea sul principio di precauzione. "Sono favorevole a patto pero' che non diventi principio di divieto. Altrimenti si blocca tutta l'attivita' di ricerca". Infine il ministro auspica il superamento degli steccati rappresentati dalle differenti ideologie. "Non si deve scegliere il settore della ricerca a partire dall'ideologia che si segue. E non e' accettabile che una delle tante sia presa a modello per tutti". Se cosi' si opera, continua Bonino, "il risultato e' la legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Una legge che costringe i non credenti a una certa religione, e i diversamenti credenti ad andare in Spagna. Un turismo sanitario che trovo poco dignitoso per i cittadini e che premia solo chi ha i soldi per poter andare all'estero. Un 'deja' vu' che mi ricorda la situazione relativa all'aborto clandestino". - Italia. Ematologi a congresso: servono piu' fondi per la ricerca La ricerca in ambito ematologico in Italia e' ad alti livelli, ma per continuare e' necessario che le istituzioni investano di piu'. E' il messaggio lanciato da Bologna dalla Societa' italiana di ematologia, riunita per il 41/o congresso, cha ha riunito 1.500 esperti facenti riferimento ai 140 centri di ematologia italiana. La ricerca, in Italia, e' di buon livello, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di farmaci 'intelligenti' che fanno ipotizzare un futuro in cui sia molto ridimensionato il ricorso alla chemioterapia per la cura dei tumori del sangue come la leucemia che sono pero' in costante incremento. Ma parallelamente crescono anche i successi terapeutici che vengono raggiunti in questo campo, soprattutto grazie ai progressi della ricerca. 'In questo settore -ha spiegato Sergio Amadori, presidente della Sie- la ricerca italiana e' in prima linea, la qualita' e' alta e questo congresso lo ha dimostrato. Le disponibilita' finanziarie sono pero' sempre minori, nonostante l'impegno delle associazioni no profit e delle industrie farmaceutiche. E' necessario che le istituzioni facciano di piu''. Anche perche' gli ematologi italiani nel congresso di Bologna, hanno rinnovato l'impegno per traguardi ambiziosi, come il ricorso sempre piu' massiccio ai cosiddetti 'farmaci intelligenti'. 'Una terapia specifica -ha spiegato Michele Baccarani, direttore dell'istituto di ematologia e oncologia medica 'Seragnoli' di Bologna- che riesce a danneggiare molto il microbo e poco l'organismo. E la ricerca puo' andare anche molto avanti, perche' l'ematologia e' 'culturalmente' attrezzata anche per l'uso delle cellule staminali'. La crescita dell'incidenza di questi tumori non ha cause certe, anche se e' intuibile che l'aumento della vita media faccia crescere il rischio nelle persone anziane. Tuttavia la ricerca, nonostante alcuni problemi, da' buone speranze. 'Possiamo dire con orgoglio -ha detto Sante Tura, presidente della commissione delle linee guida della Sie- che la ricerca italiana ha credibilita'. Questo emerge dalla considerazione della comunita' scientifica internazionale, ma, soprattutto, dalla disponibilita' agli investimenti delle multinazionali farmaceutiche'. - Italia. Congresso Aiom: contro il cancro colpire staminali tumorali Le staminali tumorali sono il bersaglio del futuro delle terapie che affamano il cancro. A illustrare un importante filone di ricerca dei prossimi anni, dal IX congresso dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) a Palermo, e' Napoleone Ferrara, ricercatore italiano emigrato negli Usa, dove lavora alla Genentech, azienda biotech di San Francisco. 'Ne sappiamo ancora poco -afferma Ferrara, impegnato proprio nell'identificazione dei fattori coinvolti nel processo dell'angiogenesi- ma gli studi stanno dimostrando che le staminali hanno un maggior apporto vascolare, cioe' una gran quantita' di vasi sanguigni necessari ad apportare nutrimento. Si ritiene, dunque, che le staminali tumorali potrebbero essere fra i bersagli piu' sensibili alle terapie anti-angiogenesi'. Fra le armi anti-cancro del futuro ci sono anche 'nuovi farmaci -spiega Emilio Bajetta, presidente dell'Aiom- che hanno un effetto prevalente anti-angiogenesi, ma anche altri meccanismi d'azione: sfruttano processi diversi, sferrando l'attacco su piu' fronti, per arrestare la crescita del tumore. Alcune di queste molecole, per esempio una identificata al momento con la sigla RAD001, si stanno gia' testando sull'uomo. Con risultati promettenti'. - Italia. "Se si puo', si deve?", lavoro teatrale del nobel Roald Hoffmann Ogm? Staminali embrionali? sperimentazione aniimale? 'Spesso lo scienziato e' chiamato a scegliere 'fra il bene e il bene': nel senso che spesso ci sono due tipi di conseguenze alla scelta se procedere oppure no nella ricerca, e hanno entrambe qualcosa di positivo e di negativo. Quel che e' certo e' che egli debba sempre porsi delle domande sulle conseguenze della sua ricerca'. E' la posizione di Roald Hoffmann, 70 anni premio Nobel per la Chimica nel 1981 (quando ne aveva appena 44), autore della piece teatrale che 'Se si puo', si deve?' che e' andato in scena a Bergamo lo scorso 13 ottobre nell'ambito di BergamoScienza. Divulgatore scientifico, scrittore e conduttore negli Usa della serie televisiva 'Il mondo della Chimica', Hoffmann con questo suo saggio teatrale affronta per tutti gli studenti che in questi giorni affollano le conferenze di BergamoScienza l' attualissimo tema della responsabilita' dello scienziato. 'Ma una rappresentazione teatrale non e' un seminario: gli attori assumono posizioni estreme, affinche' sorga un dibattito e il pubblico possa comprendere i vari punti di vista e farsi una propria opinione'. Sulla scena, una biologa molecolare e il fidanzato artista si interrogano sulle ragioni del suicidio del padre di lei, un chimico che si e' tolto la vita per rimorso, dopo aver scoperto che un gruppo di terroristi ha utilizzato una neurotossina di sua invenzione per compiere un genocidio. 'La figura del padre rappresenta la necessita' per la scienza di interrogarsi, perche' ci si sente responsabili anche delle conseguenze delle ricerche che si portano avanti. La figlia e' di tutt'altro parere. Per lei non deve esserci limite alla ricerca e vuole isolare, in un'anatra morta durante l'epidemia influenzale del 1918, il pericoloso virus della 'spagnola', che uccise 40 milioni di persone'. Il messaggio di Hoffmann: 'dobbiamo sempre affrontare le responsabilita' per le conseguenze delle nostre azioni, dobbiamo sempre chiederci 'quale uso possano fare gli altri delle cose che noi scienziati realizziamo'. Si puo'? Certo che si puo' andare avanti nella ricerca. Ma si deve? E' lecito farlo?'. In una parola, Hoffmann e' un assertore della supremazia dell'etica sulla ricerca scientifica. Certo, c'e' etica ed etica: 'non si puo' usare lo stesso metro per tutto. Bisogna distinguere: la scelta e' semplice se c'e' il male contrapposto al bene. Ma spesso bisogna scegliere fra due motivi di bene. Ad esempio, la sperimentazione animale e' qualcosa che ripugna, almeno alla mia sensibilita', e se non si fa e' un bene, ma l' altro ieri il premio Nobel per la medicina e' stato attribuito allo scienziato che ha realizzato il topo transgenico che ha permesso di sperimentare molti farmaci utili all'uomo. Capisco anche la posizione della Chiesa cattolica sulle staminali embrionali che, d'altro canto, possono essere utili alla ricerca su malattie importanti. Ma qui credo che la scienza possa risolvere la questione, con la possibilita' di recuperare staminali in altri siti'. Di una cosa Hoffmann e' sicuro: la scienza e la ricerca non possono non porsi dei limiti morali. (Ansa) - Usa. Al San Raffaele ricerca su trapianto cellulare e vaccino contro il diabete Un vaccino e il trapianto delle cellule del pancreas sono le future armi sulle quali punta la lotta contro il diabete di tipo I, quello in cui i pazienti sono dipendenti dall'insulina e che ha cause ancora sconosciute. La nuova sfida italiana al diabete parte dall'Ospedale San Raffaele di Milano che, grazie al supporto della Fondazione per la ricerca sul diabete giovanile (Jdrf), ha presentato il 13 ottobre il Diabetes Research Institute (Dri), un centro di eccellenza internazionale per lo studio e la cura del diabete e delle sue complicanze. Le sue linee di ricerca sono soprattutto un programma per il trapianto di cellule del pancreas e una sorta di vaccino basato sull'assunzione per bocca di insulina. La loro sperimentazione partira' nei prossimi mesi. Si tenta cosi' di mettere a punto nuove strategie contro la malattia. Finora le ricerche piu' promettenti sono state ostacolate da problemi etici e politici (come nel caso delle cellule staminali embrionali), ma anche per la cronica fuga dei cervelli, o per mancanza di fondi. Intanto il diabete del tipo I colpisce in Italia quattro bambini al giorno e 20.000 mila giovani hanno bisogno ogni giorno di insulina per sopravvivere. 'Con i suoi ricercatori e i suoi centri di eccellenza, la ricerca italiana sul diabete ha un potenziale che non e' secondo a nessuno e svolgera' un ruolo di primaria importanza nel prossimo futuro', spiega Camillo Ricordi, direttore del Dri di Miami. 'E' un peccato vedere i continui disagi e le limitazioni dei ricercatori italiani che, se avessero accesso a finanziamenti e supporto simili a quelli americani, potrebbero contribuire in maniera ancora piu' efficace nel realizzare una cura definitiva e debellare il diabete'. Per il direttore del Dri del San Raffaele, Maria Grazia Roncarolo, 'l'esigenza del Dri del San Raffaele e' raccogliere in un'unica casa tutti gli scienziati che si occupano di diabete, dai ricercatori di base ai clinici, per portare le scoperte dal bancone direttamente al letto del malato'. Il nuovo Dri, prosegue, vuole esser anche uno stimolo per far rientrare i cervelli italiani in fuga, 'andati all'estero perche' non hanno opportunita' nel nostro Paese', ma anche un polo che attragga fondi per finanziare le sperimentazioni. L'obiettivo piu' ambizioso per contrastare il diabete e' sicuramente la prevenzione. 'Eppure non e' facile -spiega Emanuele Bosi, responsabile di diabetologia del San Raffaele- perche' la causa scatenante ancora non la conosciamo. Pero' stiamo sperimentando la somministrazione per via orale di insulina, che in questo modo puo' agire come una sorta di vaccino. L'insulina infatti puo' rieducare e desensibilizzare il sistema immunitario del malato, che aggredisce le cellule del pancreas, ed evitare quindi la progressione della malattia'. Il Dri del San Raffaele si affianca agli altri 11 sparsi per il mondo (l'altro italiano si trova all'Ismett di Palermo). I 12 centri sono riuniti in una Federazione che, grazie alle moderne tecnologie, ha creato un continuo scambio di dati per favorire un approccio di ricerca collettivo. Per realizzare la sede di Milano, riferisce il San Raffaele, l'investimento previsto e' di 8 milioni di euro, di cui circa 1,4 donati dalla Fondazione Marazzina Onlus, e gli altri da altre associazioni e fondazioni. - Giappone. Promettente terapia cellulare contro Parkinson Una terapia cellulare si e' rivelata promettente su cavie affette da morbo di Parkinson, secondo uno studio presentato dalla scienziata giapponese Mari Dezawa al secondo convegno internazionale sulle cellule staminali tenutosi ad Agrigento. Dezawa, ha riferito sul tema "Novita' nel trapianto cellulare autologo: l'inaspettata scoperta di sistemi d'induzione di cellule nervose e muscolari da cellule stromali di midollo osseo", e ha spiegato: "Abbiamo sviluppato un sistema d'induzione di cellule di Schwann (cellule gliali periferiche) neuroni e cellule muscolari scheletriche a partire da cellule stromali umane (Csm). Sono stati ottenuti neuroni dopaminergici che si sono dimostrati efficaci nel modello sperimentale del morbo di Parkinson in ratti. Le cellule indotte, una volta trapiantate nei siti di degenerazione muscolare, si sono differenziate in fibre muscolari". Un altro studioso giapponese, Hiroshi Kanno, ha relazionato sull'induzione di cellule nervose da cellule staminali del midollo utilizzando il trasferimento di geni/proteine ed il loro impiego nella rigenerazione neurale. "Le cellule stromali provenienti dal midollo osseo (Csm) possono essere indotte a trasformazioni in neuroni o cellule di Schwann. Il trapianto delle cellule staminali neurali, derivanti dalla componente stromale del midollo osseo, in un modello d'infarto cerebrale in ratti, mostra un recupero nel loro comportamento". - Italia. Allo studio staminali cordonali per riparare l'udito La musica a volumi eccessivi in discoteca e i brani 'amplificati' direttamente nelle orecchie con le cuffie dell'I-Pod sono i maggiori fattori di rischio di problemi uditivi e sordita' fra i giovani. Ma un modo per limitare danni c'e': "Alternare un'ora di 'pausa' a ogni ora di ascolto o di ballo in pista, per consentire alle cellule acustiche di riposare e di rigenerarsi". Parola di Giancarlo Cianfrone, ordinario di Audiologia all'universita' La Sapienza di Roma, che partecipando il 12 ottobre nella capitale alla presentazione della Giornata nazionale Airs per la lotta alla sordita', tenutasi il 18 ottobre, ha sottolineato: "Il pericolo di incappare in disturbi dell'udito e' proporzionale alla quantita' e alla qualita' dell'esposizione alla musica forte". "Far riposare l'orecchio e' dunque il consiglio principale da dare ai ragazzi, le cui abitudini di vita sono caratterizzare da un'esposizione media giornaliera pari a 85 decibel di rumore costante. Troppo per gli standard fissati dalle autorita' internazionali. E il problema si fa ancora piu' grande considerando che meno del 30% dei locali notturni si e' adeguato al limite fissato dal decreto 215/99 sul picco massimo di rumore accettabile nelle discoteche. Sono comunque in arrivo nuove norme di regolamentazione". Dare una 'tregua' all'apparato uditivo e' molto importante, dunque, "soprattutto considerando che nel nostro orecchio -ha detto Alessandro Martini, ordinario di Audiologia all'universita' di Ferrara e coordinatore nazionale dell'Airs- ci sono solamente 3.500 cellule acustiche 'contro' i milioni di cellule visive o olfattive". Queste "si possono rigenerare ma nel caso in cui i danni sono gravi e non si puo' tornare indietro, stiamo studiando una nuova metodica che consente l'utilizzo di cellule staminali da cordone ombelicale per stimolare le cellule endogene. Attualmente siamo in fase di analisi su modello animale e riusciremo a capire se il sistema e' utilizzabile anche nell'uomo fra almeno cinque anni". - Australia. Anche il Queensland legalizza la clonazione terapeutica umana Il Queensland e' diventato il terzo stato australiano ad approvare leggi che legalizzano la ricerca con cellule staminali embrionali. Gli altri due stati dell'est del continente, Nuovo Galles del sud (Sydney) e Victoria (Melbourne) avevano gia' introdotto simili norme, che rispecchiano quelle approvate dal parlamento federale lo scorso aprile. In voto di coscienza, non legato a direttive di partito, il parlamento monocamerale del Queensland ha approvato il 12 ottobre con 48 voti a 34 per consentire alla controversa ricerca di procedere, sotto strette condizioni. Circa 60 deputati hanno preso la parola durante il dibattito, molti citando con commozione storie personali su come familiari ed amici abbiano sofferto per gravi malattie, di cui la ricerca sulle staminali embrionali potrebbe trovare una cura. La premier laburista dello stato, Anna Bligh, ha espresso soddisfazione per il voto, aggiungendo di comprendere come la legge sollevi delicate questioni etiche. 'La normativa servira' a confermare la reputazione del Queensland come centro di eccellenza per la ricerca, con il potenziale di scoprire cure per il morbo di Parkinson, malattie neuromotorie e altre condizioni', ha detto. Le nuove norme permetteranno di usare embrioni in eccedenza dal trattamento di fecondazione in vitro per creare cellule staminali clonate per la ricerca medica. Sono tuttavia severamente proibite pratiche come la clonazione umana per fini riproduttivi, l'impianto di un embrione umano in un animale, o viceversa. Le infrazioni saranno punibili con la detenzione fino a 15 anni. I ricercatori dovranno inoltre ottenere una licenza dal Consiglio nazionale di salute e ricerca medica. - Ue. Congresso Eldr approva risoluzione su ricerca con staminali embrionali Pubblichiamo l'articolo di Marco Perduca, componente della Direzione Nazionale di Radicali Italiani, sul Congresso del Partito dei liberali, democratici e riformatori europei (ELDR), tenutosi a Berlino. In questa occasione, l'ELDR ha approvato una risoluzione a favore della ricerca con le staminali embrionali e della clonazione terapeutica umana. Dopo aver preso parte al Consiglio generale della primavera a Zagabria, dal 17 al 20 ottobre scorsi una delegazione di Radicali italiani (grazie a un contributo del gruppo liberale al Parlamento europeo) ha partecipato per la prima volta al congresso dell'ELDR, il partito dei liberali, democratici e riformatori europei, a Berlino. Della delegazione facevano parte: Rita Bernardini, Elisabetta Zamparutti, Marco Cappato, Marco Perduca, Sergio Rovasio, Ottavio Marzocchi, Antonio Stango, Donatella Trevisan, Lorenzo Lipparini, Marina Szikora, Artur Nura, Yulia Vassilieva e David Carretta che ha seguito la riunione con corrispondenze per Radio Radicale. A settembre RI aveva formalizzato la candidatura di Elisabetta Zamparutti come membro della direzione che è fatta di 8 persone la cui metà viene rinnovata ogni due anni. I candidati erano il deputato tedesco Markus Loening, vice presidente della Commissione esteri del Parlamento di Berlino, la deputata estone Kristina Ojuland vice presidente del Parlamento, la vice sindaco di Rotterdam Jeannette Baljeu e il giudice olandese Wilfried Derksen. Tra i 44 partiti membri dell'ELDR ce ne sono quattro italiani: Italia dei Valori, Partito Repubblicano Italiano, Movimento dei Radicali europei e Radicali italiani (la Margherita è uscita l'anno in cui siamo stati accolti noi). Come annunciato da un comunicato stampa il primo giorno, la partecipazione al Congresso dell'ELDR voleva anche "portare in Europa gli obiettivi riformatori radicali del progetto della "Rosa nel Pugno non solo sul piano della laicità ma anche delle libertà economiche contro statalismo e corporativismo". All'interno della "famiglia liberale" europea esistono infatti diverse sensibilità tanto ideologiche quanto in termini di alleanze strategiche che vedono, per esempio la Presidente del Partito, l'eurodeputata belga Neyts, più intenta nella ricerca di un'identità pienamente liberale, tanto da aver proposto la preparazione di un decalogo di obiettivi liberali da far adottare a tutti i partiti membri in vista delle elezioni europee del 2009, piuttosto che la visione del Presidente Graham Watson del gruppo ALDE al Parlamento europeo (che però include anche partiti, come la Margherita o i francesi di Bayorou, che invece non sono nell'ELDR) che vorrebbe creare una "coalition of the coherent" che aggreghi chi, a destra e sinistra, condivide obiettivi liberali e di progresso ritenendo che il gruppo liberale al PE non possa che essere destinato a crescere. Il nostro comunicato del 18 ottobre si concludeva dicendo che "riteniamo sia oggi necessario avviare un percorso comune, sia in termini di obiettivi che di soggetto politico, con quelle forze e quelle personalità liberali, repubblicane e laiche che si riconoscono nel Partito dei Liberali europei. Per preparare il prossimo congresso dei Liberali europei, che dovrà decidere su proposte comuni per la campagna elettorale del 2009, lavoreremo a un patto che si allarghi a quei socialisti e quegli ambientalisti liberali che ritengono le libertà economiche e la legalità come condizioni indispensabili per i diritti sociali e la difesa dell'ambiente. " Oltre alla Neyts e Watson hanno partecipato alla due giorni di dibattiti (il congresso non ha un vero e proprio dibattito generale ma, suddiviso in sessioni tematiche e tavole rotonde per discutere dei documenti presentati consente un minimo di scambio di vedute su temi specifici), anche Ministri e Commissari europei liberali tra i quali il primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen, il commissario europeo agli affari amministrativi Siim Kallas, il commissario all'allargamento Olli Rehn, e Emma Bonino. Marco Cappato ha presieduto una sessione in cui si parlava della promozione dei diritti umani e della democrazia alla quale era presente la nostra iscritta cambogiana e membro del Consiglio generale del Partito Saumura Touilong. Abbiamo cercato di partecipare a tutti i dibattiti in programma prendendo la parola dappertutto includendo nel dibattito, laddove possibile, i nostri obiettivi a partire dal federalismo europeo di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi presentandolo come progetto ancora attuale per l'Europa ma incontrando lo scetticismo, se non l'opposizione, dei nordici e dei britannici. Molto accesi invece gli scambi nei gruppi di lavoro sulle mozioni particolari dove, ancora una volta laddove possibile ci siamo infilati nella ricerca di compromessi nelle mozioni altrui su Politica Agricola Comune, visti, ambiente e questioni internazionali. Ad agosto avevamo depositato sei testi: discriminazione linguistica, laicità dello stato e libertà di ricerca, diritti umani in Cambogia, Vietnam, Cuba, e soluzione della questione di Cipro nord, mentre invece per un disguido i nostri emendamenti alla mozione generale, che all'ELDR chiamano tematica, non sono mai arrivati. Il dibattito al gruppo di lavoro sulle mozioni si è fatto particolarmente incandescente quando è stata affrontata la nostra mozione sulla laicità dello stato, dove, dopo una prima analisi, abbiamo deciso di modificare il testo togliendo la parte anti-vaticano in cui oltre a richiedere la cancellazione dei concordati si chiedeva anche di impegnarsi per degradare la presenza della santa sede all'Onu. Se da molti la concentrazione dello scopo della mozione è stato apprezzato, lo sfrondamento del testo non ha scongiurato un voto in plenaria dove siamo stati osteggiati da Andorra, danesi, finlandesi, svedesi e svedesi di Finlandia coi catalani si sono invece astenuti. La risoluzione adottata chiede tra l'altro di impegnare i Liberali europei al fine di "consentire autonomia e responsabilità individuali nelle scelte di fine vita, combattendo il fenomeno dell'eutanasia clandestina attraverso il rispetto di una libera e inequivocabile scelta individuale e attraverso il riconoscimento delle direttive anticipate di cura e forme di regolazione dell'eutanasia sul modello olandese, Belga e svizzero o a partire dagli orientamenti che il Parlamento britannico sta adottando". La risoluzione chiede anche di "autorizzare, attraverso limiti e regole certe la ricerca sulle cellule staminali embrionali, anche con la tecnica del trasferimento nucleare", di "liberare la fecondazione assistita e la diagnosi pre-impianto", di garantire la libertà terapeutica con l'utilizzo di RU486 e di Cannabis terapeutica. Elisabetta ha preso 198 voti ed è arriva quinta su cinque (quattro erano i posti vacanti) con 39 voti di scarto dal quarto, il giudice olandese; il tedesco è giunto primo con 323, seconda la ex ministra estone e terza la vice sindaca. Nella nostra campagna elettorale a più riprese ci è stato fatto notare che era piuttosto improbabile che un partito neo-arrivato potesse riuscire a far eleggere un rappresentante al Bureau la prima volta che presentava un candidato visti i risultati è ragionevole ipotizzare che buona parte dei nordici ci abbia scartato per l'elezione. Tre sono le sedi che si sono candidate per ospitare il congresso: Stoccolma, Barcellona e Bruxelles. Nel corso dei tre giorni abbiamo fatto incetta di biglietti da visita e ripreso contatti con iscritti transnazionali storici e recenti informandoli della riunione dei primi di dicembre. Nessuna nuova iscrizione. Links: Sito del congresso: http://www.eldr.org/congress07/en_index.htm Corrispondenze Radio Radicale: http://www.radioradicale.it/searchx/www?scope=1&query=eldr&groups=22,21 Rassegna stampa italiana: http://perdukistan.blogspot.com/2007/10/rassegna-stampa-del-congresso-di.html Rassegna stampa internazionale: http://perdukistan.blogspot.com/2007/10/press-review-on-eldr-berlin-congress.html - Spagna. Ricercatori di Siviglia trovano nuove cellule staminali nel cervello Negli ultimi anni e' caduto un paradigma della neurologia; esso sosteneva che nel cervello adulto non si producono neuroni nuovi, cosa che pareva chiudere la via alla medicina rigenerativa per malattie come il Parkinson o l'Alzheimer. Invece sono state riscontrate due aree cerebrali di neurogenesi, in cui le cellule staminali neuronali danno luogo a neuroni adulti, ambedue nel sistema nervoso centrale. Ora, dei ricercatori spagnoli hanno scoperto cellule staminali neuronali in un terzo luogo, nel sistema nervoso periferico, esattamente nel corpo carotideo. Il lavoro, realizzato totalmente dall'equipe diretta da Jose' Lopez Barneo a Siviglia, viene pubblicato su Cell, la rivista piu' prestigiosa in biologia. L'interesse che ha suscitato, benche' sia stato eseguito sui topi e non sugli uomini, e' grande, e Lopez Barneo afferma che e' stato tutto brevettato, poiche' e' ovvio che molti studiosi si lanceranno nella ricerca di queste stesse cellule staminali nell'uomo e tenteranno un'applicazione nella terapia cellulare del Parkinson. "E' la prima colonia di cellule staminali che viene rilevata nel sistema nervoso periferico dell'adulto. Si camuffano da cellule gliali (considerate solo strutturali fino a poco tempo fa) quando non sono attive. Hanno il vantaggio d'essere piu' accessibili di quelle del sistema nervoso centrale, e non solo conosciamo la loro funzione fisiologica ma abbiamo potuto coltivarle in vitro e verificare che danno luogo a neuroni funzionali". In effetti, il corpo carotideo e' gia' stato utilizzato direttamente in esperimenti clinici per trattare il Parkinson ed e' ben conosciuto. I ricercatori credono che le cellule staminali si trovino anche negli umani giacche' sono quelle che consentono al corpo carotideo di crescere quando c'e' scarsita' d'ossigeno nell'organismo. Per il passaggio sull'uomo del risultato ottenuto nei topi e' gia' stato avviato un complesso iter che puo' terminare nello sviluppo farmaceutico di un nuovo medicinale da applicare nel cervello dei malati di Parkinson. (El Pais) ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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