====== AVVERTENZE ========================= Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori. Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452 URL: http://www.aduc.it Avvertenze numero 2008-10 del 15 Maggio 2008 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/ In questo numero: - Editoriale. Class action sistemi operativi preinstallati. E' partita la raccolta adesioni http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=240 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=240 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=240 - La scheda. L'ASSEGNO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=219993 - La pulce nell'orecchio. FINO ALL'ULTIMO GOAL http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - "MediCare?" Stupro Sanitario: la storia del vaccino contro il virus del papilloma... l'amore che non c'e' http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. CERTIFICATO DI ABITABILITA'. IL RILASCIO NELLA COMPRAVENDITA IMMOBILIARE: GLI OBBLIGHI DEL VENDITORE http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Rete in banda larghissima. Il Giappone e' gia' nel futuro, in Italia difficolta' anche per avere la linea base http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php - Il Condominio. Cassazione: il gestore deve rifarsela con i singoli condomini morosi http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php - Gli Articoli ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi & Consumi http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Droghe http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Salute http://www.aduc.it/dyn/salute/ Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Telecomunicazioni http://www.aduc.it/dyn/tlc i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia ------------------------------------------- EDITORIALE Class action sistemi operativi preinstallati. E' partita la raccolta adesioni I sistemi operativi preinstallati sul personal computer sono "norma" per la maggiorparte dei produttori. *Ma, per proprie esigenze tecniche, sono numerosi gli utenti che non sottoscrivono le licenze d'uso al momento della prima accensione del pc e, di conseguenza, chiedono il rimborso di quanto hanno gia' pagato al momento dell'acquisto*. La richiesta del rimborso e' legittima proprio perche' l'hardware e il software, nonostante le apparenze e la frequente ingannevolezza delle informazioni dei produttori, non sono venduti come un unico blocco: per l'uso del software viene richiesta l'accettazione di una licenza, accettazione che invece non e' richiesta per l'hardware, il cui negozio e' concluso al momento dell'acquisto del pc. Ad oggi sono centinaia le segnalazioni di utenti sulla impossibilita', o estrema difficolta', per ottenere questo rimborso. *Sono diverse le cause individuali avviate e quella "pilota", promossa da noi presso il giudice di pace di Firenze, e' stata vinta*. Ma l'adire cause individuali non puo' che riguardare un numero limitato di utenti, quelli piu' tenaci e convinti, disposti anche a sobbarcarsi il peso di una causa giudiziaria. Per cui, visto l'alto numero di utenti coinvolti e l'importanza della questione in ambito di liberta' di mercato, *abbiamo deciso di prepararci per agire con un'azione giudiziaria collettiva*. Quella class action che, pur se riteniamo la normativa attuale molto limitante dei diritti dei singoli, dovrebbe essere praticabile a partire dal prossimo 1 luglio, quando la legge entrera' in vigore. Le informazioni e i dettagli sulla vicenda dei sistemi operativi preinstallati sono consultabili nella apposita sezione del nostro sito: http://www.aduc.it/dyn/rimborsowindows La class action che prepariamo, come stabilisce la legge, e' rivolta esclusivamente ad acquirenti privati (ovvero che non abbiano fatto l'acquisto tramite partita Iva). *Per chi e' interessato basta compilare il modulo* che abbiamo preparato e fornire informazioni dettagliate sulla propria vicenda. /*La compilazione non comporta alcun impegno*/. Per il momento serve a raccogliere informazioni ed a verificare un effettivo interesse collettivo. Qui le istruzioni e il modulo: http://www.aduc.it/dyn/rimborsowindows/classaction.html ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo SVEZIA / Segnali stradali con la 'pedona' La Svezia ha deciso di dotarsi di segnalatori che mostrino non piu' solo un pedone che attraversa la strada, ma anche un 'pedona'. L'idea, lanciata dalla cittadina di Mariestad, e' stata ben giudicata dal ministero delle Infrastrutture. I pannelli con una donna che attraversa la strada saranno installati entro la fine dell'anno. USA / La House approva legge contro le discriminazioni genetiche Il Congresso ha approvato una proposta di legge del presidente Bush che vieta, per i datori di lavoro e per le compagnie d'assicurazione, l'uso di test genetici per individuare persone che siano a rischio di cancro, malattie del cuore e altre patologie che possano risultare negative per la loro efficienza sul lavoro. Bush ha siglato il "Genetic Information Nondiscrimination Act" grazie a operatori del diritto e avvocati: un atto considerato "la piu' importante legge sui diritti civili del XXI secolo". La legge federale prevede il divieto di discriminazioni anche razziali e di genere. "Il proprio colore della pelle, il proprio genere, sono come parti del proprio Dna -dice Francis Collins, capo del National Human Genome Research Institute- e ora tutto il resto del Dna e' sotto una sorta di ombrello protettivo". Sono numerose le indagini a supporto di questa legge, perche' gli americani rifiutano di fare test genetici per verificare se vengono usati falsi dati quando pagano in contanti: non gradiscono che i propri dati possano essere utilizzati contro loro stessi dai datori di lavoro o dalle assicurazioni. FILIPPINE / Regolamentata la donazione di organi Le Filippine sono una meta turistica molto ambita per le sue spiagge bianche, le insenature da favola, il mare azzurro. E per la possibilita' di salire sui vulcani, attraccare in isole deserte o cercare coralli. Ma c'e' anche un altro motivo che spinge molti stranieri a recarsi nelle Filippine: la possibilita' di un trapianto a basso costo poiche' molte famiglie povere vendono i loro organi. Uno studio ufficiale rileva infatti che, nel 2007, il 50% dei beneficiari era di nazionalita' estera. Ora il Governo ha deciso di vietare la vendita di organi, e ha introdotto la quota dei trapianti: solo il 10% delle donazioni potranno andare a beneficio di pazienti stranieri. ITALIA / Un primato che non fa bene. 667 veicoli ogni 1000 italiani: siamo sommersi Italia sommersa dal traffico. Nel nostro Paese auto, camion e furgoni la fanno da padroni con riflessi negativi sulla salute dei cittadini e sulla qualita' della vita. Lo rileva un rapporto della Banca Mondiale da cui emerge che il nostro Paese e' al primo posto in Europa e tra i primi a livello mondiale per numero di veicoli a motore ogni mille abitanti. In particolare, nel 2005 c'erano ben 667 veicoli ogni 1000 abitanti a fronte dei 529 del 1990. Un incremento notevole nell'arco degli ultimi 15 anni, soprattutto se comparato con gli altri paesi dell'Unione europea. Al secondo posto di questa classifica si piazza la Francia che nel 2005 aveva 596 veicoli a motore ogni mille abitanti (494 nel 1990), seguita dalla Germania (585 nel 2005, 405 nel 1990) e dalla Gran Bretagna (517 nel 2005, 400 nel 1990). A livello mondiale dominano la classifica gli Stati Uniti con 814 veicoli, seguiti dalla Nuova Zelanda (720 veicoli) e dall'Australia (671). Italia, quindi, piena di auto, furgoni e camion ma anche con una rete stradale molto estesa in rapporto al territorio. Questo indicatore, infatti, secondo il rapporto della Banca Mondiale, e' molto alto nel nostro Paese dove si attesta a 165, di molto superiore a quello degli Usa (71), dell'Australia (11) e della Nuova Zelanda (35). A dominare la classifica in Europa c'e' comunque il Belgio a 498, seguito dall'Olanda a 372, mentre a livello mondiale c'e' il significativo dato di Singapore (469). "Il traffico nelle aree urbane - si legge nel rapporto della Banca Mondiale - e' un fattore negativo per la produttivita' economica, per la salute delle persone e per il peggioramento della qualita' della vita. Un fenomeno che negli ultimi anni e' molto peggiorato a causa del netto incremento dei possessori di auto a livello globale e del trasporto merci su strada". MONDO / Affitti. Tokio la piu' cara, Milano piu' 'conveniente' di Roma Tokio, New York e Tianjin sono le citta' piu' care nel mondo per alloggiare. Londra e Parigi sono le piu' 'salate' in Europa. Nella classifica del 'caro mattone' Roma raggiunge il 29esimo posto, mentre Milano rimane stabile nella classifica mondiale degli affitti. Sono i dati che emergono da una elaborazione della Camera di commercio di Milano, attraverso Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, su dati provenienti dall'Economist Intelligence Unit - Economist su 120 grandi citta' del mondo. Il capoluogo lombardo si conferma infatti al 42esimo posto nel mondo (e all'11esimo in Europa) per il costo degli affitti degli appartamenti. Tra le grandi citta' non solo Tokio, New York, Londra e Parigi superano Milano, ma anche, tra le altre, Kiev, Dubai, Jakarta e Honolulu. Se l'affitto per un bi-locale arredato a Milano arriva in media a 920 euro mensili (+20 euro rispetto al 2006), a Tokyo si toccano i 3.117 euro, a New York i 3.040 euro e a Tianjin i 2.280 euro. A Tunisi, la citta' piu' conveniente per gli affitti, si toccano invece i 139 euro. Sale invece Roma: al 29esimo posto complessivo nel Mondo (+5 posizioni). e all'8 in Europa, grazie soprattutto al costo degli appartamenti non-arredati (al 19* posto). ITALIA / Un terzo degli italiani non e' andato a cena fuori nel 2007 Oltre un terzo degli italiani (37%, cioe' 18,5 milioni), non e' mai andato a cena fuori nel 2007. Cosi' un'analisi della Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen relativi ai consumi extradomestici nel secondo semestre 2007 su un campione di 49,7 milioni di italiani con eta' superiore ai 14 anni. 31,2 milioni (il 63%) chi avrebbe cenato almeno una volta fuori-casa nel secondo semestre 2007. Tra i maggiori consumatori, che vi si recano almeno una volta alla settimana, i giovani 25-34enni del sud, laureati o studenti. Tra i minori, invece, casalinghe, pensionati ed anziani. Il luogo preferito e' per il 79% la pizzeria seguita da ristorante e trattoria. Percentuali piu' basse per fast food, snack bar, tavole calde e wine bar. La preferenza della pizzeria diminuisce col crescere dell'eta' mentre aumenta spostandosi verso il sud. Il ristorante riscuote maggiore successo tra uomini e donne del Nord ovest e del centro, laureati, lavoratori autonomi o dipendenti. Solamente una minoranza consuma al ristorante un pasto completo (34%) con percentuali piu' elevate tra gli uomini maggiori di 65 anni e basso livello di istruzione, mentre le altre alternative che prevedono un primo o solo un secondo con contorno sono preferite dalle donne. La pizza e' solitamente accompagnata da acqua minerale (68%) e dalla birra mentre al ristorante insieme all'acqua viene ordinato piu' spesso il vino. La spesa media per persona nel 2007 e' stata pari a 18,8 euro, in calo rispetto al 19,1 euro dell'anno precedente, anche per effetto della preferenza accordata alle pizzerie rispetto ai ristoranti. ITALIA / Dar da mangiare ai neonati costa 843 milioni di euro all'anno Il cibo per neonati costa ai genitori 843 milioni di euro all'anno. E' un mercato in crescita che e' profondamente mutato negli ultimi anni. Gli interventi dell'Antitrust contro le aziende che artificialmente tenevano alti i prezzi dei prodotto (in particolare il latta in polvere) ha fatto scendere i prezzi, ma non sono calati i fatturati delle aziende che hanno iniziato a puntare sulla quantita'. Nel 2007 il fatturato globale e' cresciuto, rispetto al 2006 dell'1,4%. La parte del leone la fanno gli omogeneizzati, i latti per l'infanzia e i biscotti. L'Italia e' il terzo mercato europeo dopo Regno Unito e Francia. ITALIA / Calano i consumi, sempre piu' reddito destinato agli alimenti I consumi degli italiani vanno male, anzi malissimo: a marzo, su base annua, la flessione e' stata sensibile e nell'ordine dell'1,7%. Secondo la *Confcommercio*, si tratta del dato peggiore degli ultimi tre anni (cioe' dall'inizio del 2005) che conferma cosi' il "permanere di una crisi profonda e strutturale della domanda interna". La novita' e' che il tessile-abbigliamento - uno dei settori tradizionalmente piu' colpito - mostra una contenuta crescita (+0,3%), anche se, per Confcommercio, l'evoluzione "non e' peraltro in grado di attenuare le difficolta' in cui versa il settore". Ancora un segno meno invece per gli alimentari nonostante Pasqua: a marzo, rispetto all'analogo mese dello scorso anno, la riduzione delle quantita' acquistate e' stata dell'1,1% (-1,7% nel primo trimestre). Cionondimeno, il peso dell'alimentare sul "paniere della spesa" degli italiani nel 2007 e' salito al 17,7%, rispetto al 16,2% di due anni prima: dai dati diffusi da Federalimentare in occasione dell'assemblea annuale a Cibus, il salone internazionale dell'Italian Food inaugurato oggi a Parma, si evince pero' che i prezzi alimentari al consumo hanno superato il tasso di inflazione e che la media dei prezzi alimentari alla produzione e' salita del +9,8% (febbraio 2007-2008), mentre nello stesso arco di tempo i prezzi alimentari al consumo dell'alimentare trasformato sono aumentati del +5%. SVIZZERA / L'estratto del casellario giudiziale si richiede alle Poste D'ora in poi, i cittadini potranno richiedere il proprio estratto del casellario giudiziale anche all'ufficio postale. Il nuovo servizio, frutto dell'accordo tra Dipartimento di Giustizia e Poste, e' destinato in particolare alle persone non collegate a Internet, e costa 20 franchi (12,50 euro). Le Poste non potranno accedere ai certificati giacche' la modalita' di spedizione non e' cambiata. I certificati del casellario giudiziale sono sempre piu' richiesti perche' servono per cercare lavoro, affittare una casa, per un visto o la domanda di cittadinanza, ma anche per adottare un bambino o ottenere la licenza di ristoratore. Negli ultimi cinque anni le domande sono aumentate di un terzo. Di qui l'esigenza d'ampliare le possibilita' d'accesso. G.BRETAGNA / La polizia critica la videosorveglianza Un alto esponente della polizia britannica ha definito un "fiasco" la videosorveglianza. Le telecamere piazzate in ogni dove non hanno migliorato ne' la prevenzione ne' la caccia dei responsabili dei reati, sostiene il direttore della videosorveglianza di Scotland Yard, *Mike Neville*. "Sono stati investiti miliardi di sterline in questa tecnologia, ma nessuno ha pensato a come la polizia debba valutare le immagini e al modo di presentarle in tribunale". A Londra con le telecamere e' stato risolto non piu' del 3% dei furti. Il fatto e' che i poliziotti evitano di sprecare tempo a guardare tutte quelle immagini mentre i delinquenti partono dal presupposto che sono apparecchi poco funzionali e mal utilizzati. ITALIA / Energia: consumiamo poco, ma dipendiamo per l'87% dalle importazioni L'Italia consuma mediamente tra i 5 e i 6 lwh di energia pro capite, meno della media europea. La produzione 'nostrana' di energia, pero', soddisfa solo il 13% di questa domanda, il resto, l'87% dobbiamo importarla. Siamo tra i paesi che piu' dipendono dall'estero. Fonte Istat. ITALIA / Trasporti: italiani ancora allergici ai mezzi pubblici Gli italiani continuano a utilizzare poco i mezzi pubblici, anche se negli ultimi due anni c'e' stato un incremento della richiesta. E' il risultato della quinta indagine dell'Osservatorio 'Audimob Isfort' presentata a Genova nel corso del quinto congresso nazionale di Asstra (l'associazione delle societa' di trasporto pubblico italiane). Il trasporto pubblico arriva nel 2007 all'11,5% rispetto al 10% dell'anno precedente, con un leggero calo dell'uso dell'auto, che passa dall'82,8% del 2006 all'81% del 2007. In crescita l'uso delle due ruote, che passa dal 7,2% del 2006 al 7,6% del 2007. Le Regioni piu' "virtuose", cioe' quelle che usano di piu' i mezzi pubblici, sono quelle del Nordest - con una quota pari al 19,3% (dati 2007) - seguite da quelle del Centro con il 12,9%. Secondo l'analisi poi, tra i fattori principali che inducono i cittadini a non usare il mezzo pubblico, il 70,5% degli interpellati parla di scarsa accessibilita' e comodita', mentre il 42,5% non lo utilizza perche' ritiene troppo lungo il tempo di percorrenza. Tra chi usa invece regolarmente i mezzi pubblici il livello di soddisfazione del servizio e' discreto: nel 2007 chi prende autobus a tram e' soddisfatto per il 62,9%, mentre l'83,5% di chi usa la metropolitana la ritiene efficiente. ITALIA / Laureati masochisti: anni di studi per soli 1.600 euro in piu' all'anno I bamboccioni che rimangono a lungo a carico dei genitori per poter studiare e laurearsi sono degli sprovveduti. Infatti, sacrifici e spese rendono, una volta entrati nel mondo del lavoro, solo 120 euro in piu' al mese, rispetto a chi ha iniziato da giovanissimo a lavorare senza conseguire neppure il diploma. Lo ha rilevato una ricerca di Unioncamere che ha messo a confronto le retribuzioni di impiegati diplomati e laureati con quelle dei lavoratori non qualificati. Ebbene, il laureato in media guadagna 1.600 euro all'anno in piu', poco piu' di 120 euro al mese. ITALIA / Al cittadino costera' 20 euro la carta di identita' elettronica La carta di identita' elettronica costera' al cittadino 20 euro, da versare al comune all'atto del rilascio. Lo ha stabilito il decreto del 22 aprile del ministero dell'Economia, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 107 dell'8 maggio 2008. E' un'ulteriore passo burocratico verso il documento elettronico che pero', dopo svariati annunci, ancora non circola. E' la conferma che in Italia il passaggio ai supporti elettronici, anziche' ridurre i costi per il cittadino, li aumenta: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=200284 ITALIA / Nessun limite numerico all'apertura di esercizi commerciali Il ministero dello Sviluppo economico ha chiarito che i comuni possono regolamentare come meglio credono i pubblici esercizi. Il chiarimento in una risposta ad un quesito di un comune siciliano. Pertanto nessun paletto numerico sussiste e le amministrazioni comunali decideranno con i criteri che riterranno piu' opportuni. ITALIA / Frodi alimentari, nei bar i casi piu' frequenti 279 sentenze passate in giudicato relative a frodi e sofisticazioni alimentari sono state pubblicate su decisione del ministero della Salute. I casi abbracciano il periodo 200/2007. Il maggior numero di frodi risultano commesse nei bar. Cattiva conservazione e' l'infrazione che maggiormente ricorre. ITALIA / Ogni famiglia si gioca d'azzardo due mila euro all'anno Le medie significano poco, ma a volte possono dare un'idea di un fenomeno molto efficace. Nomisma ha calcolato che ogni famiglia italiana si gioca mediamente 5 euro e mezzo al giorno, circa due mila euro all'anno in lotterie, lotto, totocalcio, bingo, ma soprattutto in apparecchiature di intrattenimento, che altro non sono che i videopoker che si trovano in particolare nei bar, che da soli rappresentano oltre il 44% del totale introiti del settore. Nel 2007 la raccolta totale e' stata di 41,66 miliardi di euro (piu' 169% rispetto al 2003), di cui 18,5 in videopoker (piu' 6.682%). Sui 5,5 euro quotidiani, 3,5 ritornano ai giocatori, 1 va agli operatori del settore, 1 allo Stato. Le entrate erariali dovute ai giochi, sempre tra il 2003 e il 2007 sono piu' che raddoppiate. L'anno scorso i giochi anno fruttato allo Stato 7,3 miliardi di euro. ITALIA / Vacanze a rate: le banche infilano amenita' finanziarie nel prestito, e il pacchetto si trasforma in pacco Pagare un viaggio a rate: un'opportunita' ... che puo' celare brutte sorprese. La notizia e' di quelle che fanno capire di come il lupo perde il pelo, ma non il vizio. *I fatti. *I legali di un tour operator italiano hanno sottoposto alla Consob un prospetto di contratto di finanziamento predisposto da una banca per una valutazione. E si scopre che nel contratto ci sono infilate condizioni che lasciano prefigurare operazione non di credito al consumo: ti presto x euro per farti il viaggio, che mi restituirai in tot rate ad un certo tasso. No, il documento portato all'attenzione della Consob configura la presenza di opzioni, obbligazioni, patti di retrovendita e altre amenita' finanziarie che sicuramente non interessano a chi vuol semplicemente andare a godersi una citta' d'arte o un paradiso caraibico. Per il momento nessun provvedimento da parte della Consob, anche se non se non mancano le perplessita'. Come riporta il quotidiano /Libero Mercato/ : operazioni di questo tipo pongono dubbi in ordine alla sussistenza di un'attivita' di acquisizione di fondi con obbligo di rimborso (la funzione del credito al consumo, ndr), che potrebbe costituire addirittura una raccolta di risparmio, che pero' e' vietata essendo permessa solo alle banche (e non ai tour operator - ndr). Sono opportuni contatti con Banca d'Italia. ITALIA / Confcommercio: i nostri rincari battono di gran lunga quelli di Francia e Germania Da quando l'euro e' entrato in circolazione, nel 2002, fino al 2007 l'inflazione in Italia e' stata doppia rispetto a Francia e Germania per i prodotti alimentari. Se prendiamo in considerazione beni di consumi come mobili e articoli e servizi per la casa i rincari italiani sono superiori a quelli tedeschi e francesi anche di 10 volte. Lo rileva una ricerca della Fipe-Confcommercio, l'associazione dei commercianti. E se lo dicono loro ... ITALIA / Rai: costi insostenibili, si prefigura un declino 'stile Alitalia' Uno studio della Cgil sui conti della Rai fa temere un rapido declino dell'azienda televisiva. La Rai tra il 2002 e il 2006 ha speso 9,5 miliardi di euro per acquistare fiction e talk show e varieta' all'esterno. Tale cifra equivale al 64,4% degli incassi del periodo. Nel frattempo il costo del personale interno e' aumentato, il 31,5% dei ricavi e' stato speso per pagare i 13 mila dipendenti fissi e i 43 mila occasionali. Una situazione contabile insostenibile che potrebbe portare la Rai a seguire tristemente la sorte di Alitalia. ITALIA / Interruzioni elettriche: durano meno di un'ora all'anno Interruzioni di energia ridotte di circa il 70% negli ultimi otto anni. Nel 2007, spiega infatti l'Autorita' per l'Energia Elettrica e il Gas, la durata complessiva delle interruzioni di energia elettrica, e' ulteriormente diminuita, scendendo a 58 minuti per cliente, con un miglioramento di circa due ore rispetto al 1999. Secondo quanto emerge dai dati sulla continuita' del servizio elettrico, il nostro paese si colloca cosi' ai primi posti per la qualita' del servizio in Europa: nel 2006, in Francia si registravano 81 minuti persi per cliente e in Gran Bretagna 89 minuti persi per cliente. In diminuzione anche il numero delle interruzioni: quelle cosiddette 'lunghe', cioe' superiori a 3 minuti e quindi piu' fastidiose per le famiglie, sono state in media 2,27 all'anno per cliente con un miglioramento del 40% in otto anni. Entrambi i dati, sono al netto degli 'incidenti rilevanti' e degli interventi dei sistemi di difesa, cioe' delle procedure automatiche che scattano in caso di rischio di black out. Leggi il comunicato dell'Autorita' http://www.autorita.energia.it/com_stampa/08/080512.htm ITALIA / Mutui. Dieci banche 'indagate' dall'Antitrust: non rispettano la Bersani La legge Bersani sulla portabilita' dei mutui 'e' rimasta inattuata', ha sottolineato il presidente dell'Antitrust Antonio Catricala'. 'Ci sono rinunce a cambiare solo per i costi e denunce di cittadini secondo le quali le banche negano la surrogazione e propongono un contratto analogo ma con costi insormontabili. Abbiamo evidenze che questo succede e prove sufficienti su dieci banche'. Per questo sono state aperte altrettante istruttorie da parte del Garante. 'Riteniamo che sia scorretto il loro modo di agire', e quindi l'istruttoria antitrust 'non e' per intesa tra banche, ma per pratica commerciale scorretta'. Catricala' ricorda che queste operazioni, secondo la legge Bersani, dovrebbero avvenire 'a costi zero'. Gli istituti finiti nel mirino dell'Antitrust sono: Unicredit (marchi Banca di Roma, Bipop Carire e Banco di Sicilia), Intesa SanPaolo, Bnl, Monte dei Paschi di Siena, Antonveneta, Deutsche Bank, Ubi Banca, Banca Popolare di Milano, Banca Sella e Carige. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA Redditi online Ecco la vignetta di Joshua Held: http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=218728 TRANSAZIONE CLASS ACTION PARMALAT NEGLI USA: UN PICCOLO RISULTATO E' MEGLIO DI NIENTE. La nuova Parmalat fa sapere in una nota di aver raggiunto un accordo di transazione con la ?class action? americana che pende nel Tribunale Federale di New York. Parmalat si e' impegnata a fare trasferire alla ?classe? (i risparmiatori che sono coinvolti) 10,5 milioni di sue azioni in onnicomprensiva soddisfazione di qualsiasi pretesa fatta valere contro di essa dalla ?classe?, in qualunque parte del mondo. 10,5 milioni di azioni sono circa *25 milioni di euro* (al valore delle azioni di oggi, valore che chiaramente oscilla) che andranno agli investitori truffati. Si tratta, di tutta evidenza, di un piccolo risultato (1), ma anche della sola speranza che avevano gli azionisti della vecchia Parmalat. Questo risultato si somma alla transazione di circa *50 milioni di dollari* (di BNL e Credit Swiss) approvato dal tribunale di New York il 17 Luglio 2007. Non si conoscono ancora i dettagli ma la transazione comunicata oggi dovra' ancora essere approvata dal tribunale. I tempi per gli effettivi risarcimenti, quindi, sono *ancora molto lunghi*. *Non appena saranno disponibili i moduli per partecipare alla richiesta di risarcimento, l'Aduc assistera' tutti i risparmiatori coinvolti per espletare tutte le formalita' necessarie attraverso il settore specifico del nostro sito: http://investire.aduc.it* Ricordiamo che l'Aduc e' stata la prima associazione di consumatori a proporre la strada della class action americana come unica soluzione per alcuni risparmiatori truffati da questa vicenda (gli azionisti, infatti, diversamente dagli obbligazionisti, hanno solo la class action come strada praticabile). Nel Parlamento italiano abbiamo proposto un modello di azione collettiva che mette a frutto l'esperienza americana eliminando gli aspetti negativi e fornendo tutti gli strumenti per integrare quell'esperienza nel modello giuridico italiano. Nella precedente legislatura, purtroppo, ha prevalso il modello di "class action all'amatriciana" contro il quale ci siamo battuti. Il 29 Aprile scorso, la sen. Donatella Poretti ha presentato un nuovo disegno di legge che mira a riformare radicalmente questo obbrobrio giuridico. Qui il testo completo della relazione e del disegno di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=218574 / /(1) Ci sono in giro circa due miliardi di azioni Parmalat. 10,5 milioni di azioni sono, evidentemente, poca roba. Si puo' dire, quindi, che la nuova Parmalat se la sia cavata con relativamente pochi spiccioli. La perdita stimata dagli investitori della ex-Parmalat e' pari a circa 8 miliardi di dollari. Al momento, quindi, i risarcimenti di cui si parla sono ancora minimi rispetto al danno. COMUNE DI ROMA. TECA DELL'ARA PACIS. COSTI RADDOPPIATI, DA 7 A 14 MILIONI DI EURO. CHE FARE? Teca dell'Ara Pacis: dieci anni per completarla e costi raddoppiati, da 7 a 14 milioni di euro. Una incredibile "leggerezza" che un'attenta analisi dell'area in questione (archeologica, geologica e geotecnica), poteva essere evitata. Un monumento allo spreco e all'incapacita' di comprendere il senso della Roma barocca e della sua unicita'. "E io pago" direbbe Toto', cioe' pagano i cittadini contribuenti. Che fare, ora? Spendere altri soldi per abbattere la teca e trasferire l'Ara Pacis in altra area? No, sarebbe l'inno finale allo spreco di pubblico denaro. Siamo pronti a ricorrere nuovamente alla Corte dei Conti, cosi' come abbiamo fatto in precedenza (1). Si possono fare piccoli interventi eliminando la fontana, recuperando cosi' la prospettiva delle due chiese barocche. Occorre riportare in salvo l'area circostante recuperando, anche, il Porto di Ripetta, i cui progetti sono depositati negli uffici comunali. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=171655 MULTIPROPRIETA'. IL CONTRATTO DI FINANZIAMENTO E' NULLO PERCHE' NON DESCRIVE ANALITICAMENTE IL BENE CHE FINANZIA Si aggiungono pronunce favorevoli in materia di acquisto di multiproprieta' (un fenomeno che interessa un gran numero di cittadini) e finanziamenti collegati (1). Stavolta a pronunciarsi in favore del consumatore e' il Tribunale di Bergamo, sezione distaccata di Treviglio, grazie agli avvocati Claudia Moretti (legale Aduc) e Corrado Scamuzzi. Si tratta di una pronuncia molto importante. *Per la prima volta si afferma chiaramente la nullita' originaria propria* (e non derivata dalla nullita' o dal dolo del contratto principale) *del contratto di finanziamento con il quale sono acquistate negli ultimi anni molte multiproprieta'*, anche quelle vendute con il raggiro sul diritto di recesso, nonche' quelle vendute con il messaggio telefonico ingannatore ?hai vinto un viaggio?. *La legge, cioe', richiede che chi finanzia un prodotto si premuri di accertare e verificare cosa sta finanziando*, nonche' di scriverlo analiticamente sul contratto, pena nullita'. Tale previsione normativa avrebbe forse come scopo, proprio quello di evitare cio' che invece capita ai consumatori da anni in materia di multiproprieta'. L'ordinanza del 13 aprile 2008, in via incidentale non definitiva e infraprocessuale, e' stata emessa in una causa r.g. 12336/07. Rigettando una richiesta della Neos Finance di provvisoria esecuzione di un decreto ingiuntivo concesso in suo favore e poi opposto dagli attori (gli acquirenti della multiproprieta') il Tribunale ha cosi' motivato: /?...rilevato che, alla luce della deliberazione sommaria propria di questa decisione, appare fondata l'eccezione di nullita' del contratto di credito al consumo sollevata dalla parte opponente ai sensi dell'art.124, comma 3, T.u.l. b., dal momento che il contratto in questione non sembra rispettare il requisito della descrizione analitica dei beni il cui acquisto viene finanziato, mancando l'indicazione sia del periodo di tempo durante il quale la multiproprieta' e' utilizzabile, sia il luogo di ubicazione della stessa...?./ Qui la rubrica del portale Internet dell'Aduc "Osservatorio legale", con un piu' ampio approfondimento sulla sentenza: http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=218590 (1) Alcuni precedenti: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=finemiro&tipo=comu NEGOZI MULTATI IL PRIMO MAGGIO. L'ADUC LI RINGRAZIA PERCHE' APERTI. NUOVE INIZIATIVE PER LIBERTA' DI MERCATO E DIRITTI DEI CONSUMATORI In Italia e' obbligatorio celebrare la festa dei lavoratori non lavorando! La notizia riportata dai quotidiani e' che il primo maggio a Firenze, ventuno negozi sono stati 'colti in flagrante' e multati. La loro colpa? Quella di lavorare durante il giorno in cui si festeggia il lavoro. Sembrano cronache di un'era remota, di una citta' medioevale in cui il tempo della chiesa si scontra con il tempo del mercante, per dirla con il grande storico Jacques Le Goff. Solo che al tempo della chiesa, si e' aggiunto anche il tempo delle corporazioni (le 'conf', le 'asso', etc.), il cui scopo sembra quello di limitare la competizione fra i propri iscritti, piuttosto che stimolarla. Come una chiesa (e spesso insieme alla Chiesa), con l'aiuto di Governi nazionali e locali conniventi e deboli, impongono divieti basati su calendari piu' o meno 'sacri': niente lavoro la domenica, il primo maggio, il 25 aprile, il Natale, niente aperture 24 ore su 24. A meno che, come nel Comune di Cagliari, il primo maggio non corrisponda con la festa di Sant'Efisio, il patrono della citta', ed allora tutti i negozi possono stare aperti. Per chi non ha "santi protettori" arrivano invece le multe, nuova forma di remissione dei peccati del mercante. *Il tutto a scapito dei lavoratori che vorrebbero lavorare, e soprattutto dei cittadini che magari proprio in quelle giornate potrebbero fare acquisti con piu' calma avendone tutto il tempo*. Oggi, nel XXI secolo, i consumatori sono invece costretti a fare le spese durante i giorni feriali, magari frettolosamente quando escono da lavoro. */A quei ventuno negozi multati a Firenze, e a tutti quegli esercizi che hanno subito la stessa sorte nelle altre citta' italiane, l'Aduc esprime solidarieta' e gratitudine/*. _Un consiglio per il prossimo anno_: se deciderete di rimanere aperti anche il prossimo primo maggio, *chiedete ai clienti un piccolo contributo* per far fronte all'eventuale multa. Siamo convinti che molti consumatori, pur di poter fare un po' di shopping quando hanno il tempo per farlo, sarebbero disposti a pagare un po' di piu' in segno di solidarieta' e gratitudine. _Per quanto ci riguarda_, invece, contro corporazioni e condizionamenti religiosi, *cercheremo di intervenire legislativamente perche' la legge Bersani del 1998 che liberalizzava gli orari e le licenze degli esercizi commerciali, non sia solo un feudo di potere di amministrazioni regionali e comunali*. Ci avevamo gia' provato nella passata legislatura con una interrogazione parlamentare che non ha mai ricevuto risposta (1). Cosi' come ci ha provato con una recente indagine l'Antitrust che, mettendo il dito nella piaga, ha denunciato la violazione della legge da parte delle Regioni (1).* Ora, anche grazie a questi negozi temerari, cercheremo di dare il "colpo di grazia" agli affossatori del mercato e dei diritti dei consumatori.* Note: (1) Paragrafo 384 dell'Indagine conoscitiva dell'Antitrust sulla distribuzione agroalimentare IC/28: /"hanno adottato indirizzi per l?insediamento delle attivita' commerciali e criteri di programmazione urbanistica che hanno di fatto prodotto una cristallizzazione degli assetti concorrenziali esistenti, non coerente con lo spirito della riforma"/. CREME ANTIRUGHE? IL SOLE RESPONSABILE DELL'INVECCHIAMENTO DELLA PELLE Le creme antirughe? Sostanzialmente inefficaci. Lo rilevano due ricerche condotte autonomamente dal dermatologo britannico Chris Griffiths, della Royal University di Manchester e dal ricercatore americano Nichjolas Lowe, dell'Universita' della California. Chi compra una crema antirughe non dovrebbe aspettarsi molto e tenere presente che la componente pubblicitaria incide sul costo del prodotto fino al 10%. Le creme sono una emulsione di grassi e acqua (tanto piu' "leggera" e' tanto piu' acqua contiene) e l'effetto e' di protezione fisica, perche' limitano il contatto con l'esterno. Le creme non idratano, non eliminano ne' le rughe ne' la cellulite. Il 70% dell'invecchiamento della pelle dipende dal sole e solo un uso quotidiano di creme, contenenti filtri solari, puo' ritardarne l'invecchiamento. Si stanno diffondendo infatti le creme da giorno contenente una piccola quantita' di filtri solari che hanno l'effetto di limitare i danni provocati dal sole, tra i quali appunto la formazione delle rughe. Una avvertenza per i nostri vacanzieri che passano ore al sole: tenete presente la faccia rugosa dei marinai e dei contadini per avere una idea degli effetti del sole sulla pelle. LA COMPAGNIA AEREA VOLARE, DOPO IL FURTO LEGALIZZATO DEL 2004 AI PROPRI PASSEGGERI, RISERVA NUOVE SORPRESE? Non finisce il delirio attorno alla compagnia aerea Volare, la societa' che nel novembre 2004 *lascio' a terra migliaia di passeggeri, che ancora attendono il rimborso dei biglietti pagati *(1). La societa' fu salvata da un definitivo fallimento grazie al Governo Berlusconi dell'epoca. *Tale mossa diede un calcio negli stinchi a tutti i consumatori*, perche' impedi' la possibilita' di potersi rifare sul patrimonio residuo della societa'. La compagnia nel 2006 venne ceduta (leggi: regalata) ad Alitalia (2). AirOne, arrivata seconda, contesto' la gara. Ora il Consiglio di Stato ha definitivamente annullato l'operazione ed entro brevi termini dovra' essere bandita una nuova gara. Gia' questa e' una notizia preoccupante per chi acquista e paga in anticipo voli da Volare. /A che valgono le promesse di un volo tra tre o quattro mesi pagato ad una societa' che potrebbe cambiare padrone, e quindi destinazioni e orari? / *A conferma delle nostre perplessita' si aggiungono segnalazioni di questo tenore* che noi riportiamo nella rubrica delle lettere "Cara Aduc" sul nostro sito: /?Formulo la presente per lamentare l'assoluto comportamento sleale e temerario della compagnia Volareweb, la quale da diversi giorni sta provvedendo ad annullare i voli nella tratta Milano Malpensa-Timisoara e viceversa, tra i quali anche il volo acquistato dal sottoscritto, senza che tuttavia la compagnia abbia cessato la possibilita' di acquistare i biglietti per la tratta interessata per i giorni per i quali ha gia' dato comunicazione di annullamento agli acquirenti di biglietti, il che palesa un comportamento in mala fede e in danno dei consumatori che acquisteranno biglietti per un volo gia' cancellato?./ (1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=100001 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=134320 *Nota del 9 maggio 2008* La compagnia Volare spa ci ha inviato questa comunicazione a rettifica di quanto segnalato: ?/Volare S.p.A. (titolare del marchio Volareweb) smentisce categoricamente le errate notizie pubblicate oggi sul settimanale Economy e sul sito di ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), con le quali si è assunto che la nostra Compagnia avrebbe soppresso il collegamento Milano Malpensa ? Timisoara, continuando Volareweb a vendere i biglietti per lo stesso volo sul proprio sito.Non solo Volareweb sta operando regolarmente il volo Milano Malpensa ? Timisoara con tre frequenze settimanali, ma ha deciso di aggiungere, a partire dal 17 maggio, anche una quarta frequenza settimanale./ /[...]/ /La Compagnia intende infine precisare che ad aprile 2006 la società Volare S.p.A. del Gruppo Alitalia, ha rilevato il ramo d?azienda dall?Amministrazione Straordinaria di Volare Group (Volare Group S.p.A., Volare Airlines S.p.A., AirEurope S.p.A.). Pertanto la procedura di amministrazione straordinaria apertasi nel mese di novembre 2004 ha riguardato e riguarda un gruppo societario che non ha nessun legame (diretto o indiretto) con Volare S.p.A.?/ Ne prendiamo atto, sebbene la nota di Volare S.p.a. nella sostanza non e ' una vera replica al comunicato, poiche' la societa' si limita a sottolineare di esser subentrata solo nel 2006. _*Il problema sollevato rimane:*_ i passeggeri di Volare attendono ancora dal 2004 il rimborso dei loro biglietti; il passaggio delle attivita' della 'vecchia' Volare al Gruppo Alitalia e' oggetto di contenzioso e il 30 aprile 2008 il Consiglio di Stato ha infatti deciso per il rifacimento della gara per la cessione della compagnia; contenzioso che ha indotto il 28 aprile scorso l'Autorita' garante della concorrenza e del mercato a sottolineare lo "stato attuale di incertezza in merito alla effettiva titolarita' del complesso aziendale di Volare*". *E questa situazione non puo' essere rassicurante per gli utenti. UNA REPUBBLICA FONDATA SULLA LIBERTA' E NON SUL LAVORO. RIPARTIAMO DA UN AGGIORNAMENTO DELLA COSTITUZIONE. DISEGNO DI LEGGE /Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare radicale, eletta per il Partito Democratico/ Il primo articolo della Costituzione e' quello che intere generazioni dovrebbero imparare a memoria, tramandare o citare ogniqualvolta vi sia una sua patente o potenziale violazione. Con esso si dovrebbe misurare ogni giorno l'operato dei governanti, la sua eco riverberare nelle opere letterarie, nella cinematografia, nelle aule di tribunale. Un po' come accade negli Usa con il primo emendamento, quello che garantisce la liberta' di stampa, di espressione e di religione. La costituzione sara' efficace nell'affermare e proteggere i suoi valori fintanto che il "popolo" in essa identificato possa a sua volta identificare se stesso in quella dichiarazione d'apertura. Il nostro primo articolo della Costituzione "L?Italia e' una Repubblica democratica fondata sul lavoro", frutto di mediazione tra Togliatti e Fanfani e' oggi simbolo piu' di quel compromesso storico che del principio in cui possono oggi identificarsi i cittadini. L'argomento e' di estrema attualita', nel momento in cui all'orizzonte ci sono prospettive di riforme istituzionali determinanti per il futuro assetto della nostra democrazia, e non si puo' far mancare anche questo tassello fondamentale che da' l'impronta a tutto il nostro sistema democratico. Percio', grazie alla collaborazione dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e dei "Comitati per le Liberta'", ho preparato un disegno di legge per la modifica del primo articolo della Costituzione con il seguente: "*La Repubblica democratica italiana e' uno Stato di diritto fondato sulla liberta' e sul rispetto della persona*". L'elemento discriminante delle democrazie a cui vogliamo appartenere e' il grado di /liberta'/ garantito a coloro che nel medesimo sistema democratico risultano "perdenti", le minoranze; democrazie in cui il comun denominatore e' la /persona/, l'individuo. La liberta' di stampa, la liberta' di espressione, la liberta' di religione, la liberta' di voto, la liberta' terapeutica, la liberta' di circolazione, il pluralismo politico, la liberta' di non essere discriminati in base a sesso, razza o preferenze sessuali, la liberta' di riunirsi pacificamente, l'inviolabilita' del domicilio, il diritto alla riservatezza, la liberta' economica, la liberta' di perseguire la propria felicita' e realizzazione. La liberta' e' una e non declinabile, pena lo stravolgimento del senso stesso della parola. La liberta' trova la sua principale e massima protezione nello /Stato di diritto/: supremazia e rispetto della legge, in primis rispetto della Costituzione, Legge fondamentale di tutti i cittadini. Senza legalita', senza certezza del diritto, perdono valore anche i piu' alti e nobili principi enunciati nella Costituzione, in quanto difficilmente se ne potrebbe esigere ed ottenere il rispetto e l'applicazione. Il cittadino, posto dinnanzi all'incertezza del diritto, alla rassegnata accettazione di una diffusa illegalita', si allontana dalle istituzioni e perde fiducia nella legge, percependola come astratta, relativa e soprattutto non vincolante. Qui il testo completo della relazione e del disegno di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=219056 Tutti i redditi online Ecco la vignetta di Giannino: http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=219213 VINO. ITALIAN FOOD? E? iniziato a Parma Cibus 2008, il Salone internazionale dell'alimentazione, l'Italian Food insomma. Il momento non e' del tutto propizio: aumentano i prezzi dei generi alimentari e di conseguenza diminuiscono i consumi e il sistema agroalimentare italiano e' messo sotto accusa, in particolare per la qualita' dei prodotti di eccellenza (mozzarella di bufala, Brunello, olio extra vergine). Vogliamo porre la nostra attenzione, in particolar modo, sul vino. Nel 2007 e' cresciuta l'esportazione ma anche l'importazione del vino: 1.723.667 litri, cioe' il 17,4% in piu', per una valore di 345 milioni di euro, il che significa il 20% in piu' rispetto al 2006. Il prezzo medio di vini e spumanti e' di 2 euro al litro che si traduce in un aumento medio al dettaglio del 400% per la gioia dei consumatori. Da rilevare che importiamo dagli Usa (prevalentemente California) qualcosa come 623.713 litri di vino, quasi totalmente sfuso, il che significa il 36% del totale delle importazioni di vino dall'estero. Insomma, fino a qualche decennio fa la California era nota per gli stabilimenti cinematografici, oggi produce ed esporta il vino nel Paese, per antonomasia, culla del vino (ci perdonino i francesi). Che ci fa il vino sfuso americano in Italia? L'abbiamo chiesto pubblicamente al modo dell'industria del vino (1): si imbottiglia, si fa aceto o finisce nelle bottiglie di vino italiano? Attendiamo ancora una risposta, sperando che non scoppi l'ennesimo scandalo. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=215292 DIRITTI UMANI E IMMIGRATI. LA POLIZIA IMPEDISCE LE REGOLARI NOZZE FRA UN'ITALIANA E UN CLANDESTINO. PROVVEDIMENTO CRUDELE, IRRAGIONEVOLE E INCOSTITUZIONALE La polizia di Civitanova Marche inscena i ?bravi? manzoniani, bloccando le nozze in corso di celebrazione fra un tunisino clandestino e una ragazza italiana. Risultato: anziche' essere di li' a pochi minuti marito e moglie, hanno lasciato sull'altare la sposa in lacrime e messo lui su un aereo con un biglietto di sola andata destinazione Tunisi (1). Questo e' il pugno duro per combattere la clandestinita' e garantire al popolo italiano la propria sicurezza (forse anche la purezza della stirpe?). */Ben inteso pugno duro che afferra solo l'aria, perche' non fa altro che rimandare le nozze che ben potranno essere celebrate a Tunisi. Dopodiche' nessuno potra' impedire allo sposo di tornare legittimamente in Italia./* La stampa ha riportato la notizia enfatizzando che il ragazzo e' in realta' un avanzo di galera, pluripregiudicato appena uscito di prigione, e la futura sposa una giovane donna ventitreenne il cui amore e' chiaramente contrastato dalla famiglia. Seppur sotto un profilo di stretta applicazione delle norme l'azione dei quattro poliziotti in borghese (/avete capito bene: quattro!/) appare legittima anzi doverosa, *la realta' sostanziale e giuridica e' ben diversa*. I quattro poliziotti avuto notizia (forse dalla famiglia di lei?) del fatto che in quella stanza si stava per ?consumare? una regolarizzazione, si sono appostati nella sala un cui si stavano svolgendo le nozze e qualche minuto prima del fatidico si', sono prontamente intervenuti. In fondo per qualche altro minuto il ragazzo era ancora tecnicamente clandestino e dunque espellibile: l'operazione doveva essere svolta con grande tempestivita'! */Grottesco, crudele, irragionevole, incostituzionale, discriminatorio, e comunque illegale:/* Il matrimonio e' un diritto costituzionalmente tutelato e garantito, tant'e' che ci si puo' sposare a prescindere dal possesso di un permesso di soggiorno. La ragionevolezza e' uno dei criteri che devono ispirare l'azione della pubblica amministrazione. Non e' ragionevole espellere una persona che fra cinque minuti sara' regolare, in barba al diritto al matrimonio, e l'amministrazione ha come primo obbligo nell'applicazione delle norme, il contemperamento di tutti gli interessi meritevoli di tutela legale, tanto piu' se costituzionale. Prima ancora che di rispetto della legalita', questa vicenda fa rabbrividire per lo sprezzo dei diritti umani fondamentali, almeno quando si tratta di stranieri. Ma i diritti umani non erano ?universali?? (1) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=219200 IMMIGRAZIONE. MATRIMONI SIMULATI PER OTTENERE PERMESSI DI SOGGIORNO. RACKET FIGLI DELLE POLITICHE MIGRATORIE ITALIANE A Terni la polizia ha individuato gruppi di persone che organizzavano matrimoni di comodo con immigrati clandestini tunisini, per ogni matrimonio gli extracomunitari pagavano fino a 6.000 euro, in cambio ottenevano il permesso di soggiorno. A Milano, dietro segnalazione di un consigliere comunale che conferma i casi irregolari gia' denunciati dall'assessore ai servizi civici alla Procura della Repubblica, c'e' il forte sospetto che molti matrimoni celebrati tra rumene e maghrebini siano fittizi, sempre per ottenere illegalmente permessi di soggiorno. Oltre ad elogiare gli inquirenti per i buoni risultati che hanno ottenuto a Terni, purtroppo pero' non sono sufficienti ad eliminare un grave problema italiano: la massiva immigrazione clandestina. *I racket vanno sgominati non solo con azioni di polizia, ma piu' in profondita', piu' alla radice.* E la radice del problema e' l'inadeguatezza della normativa italiana sull'immigrazione che ad oggi rende di fatto quasi impossibile entrare regolarmente in Italia e lavorare/. Non ci sorprende allora che il racket si insinui in quegli unici ?spazi? normativi che consentono una legittima permanenza/. *Fintanto che non si riformera' il sistema dei flussi numerici di ingresso**, rendendoli continui e non saltuari e impraticabili come oggi** (1)**,** difficilmente potra' lo Stat**o, con i soli mezzi repressivi "a posteriori"**, eliminare un fenomeno di criminalita' organizzata che prende le mosse proprio dai fallimenti delle politiche migratorie.* (1) Si veda l'articolo ?La Francia di Sarkozy, le promesse di Amato-Ferrero e l'Italia di Bossi-Fini?: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=218905 COMUNE DI ROMA. LEGALITA' E SICUREZZA. PICCOLI CONSIGLI AL SINDACO Si svolge oggi la riunione del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, con il prefetto, Carlo Mosca, e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Il tema, ovviamente, sara' quello della sicurezza, sul quale si e' centrata la campagna per le elezioni comunali. Ci pare opportuno dare piccoli consigli al Sindaco Alemanno. Si e' parlato, troppo, negli ultimi anni del vigile di quartiere. In verita' noi abbiamo visto qualche poliziotto (polizia e carabinieri) di quartiere ma di vigili neanche l'ombra. Sarebbe opportuno iniziare con il vigile di mercato. Un vigile che giornalmente (non tre, tutti insieme, una volta al mese come si usa) sia presente nei mercati rionali e di quartiere. A che serve? Vediamo. * serve a far rispettare la legge, per esempio vigilando sulle etichette dei prezzi che non riportano quanto stabilito dalla legge per i prodotti ortofrutticoli, per il pesce e la carne bovina (provenienza e classificazione); * serve ad evitare che il mercato si trasformi in una piccola discarica di rifiuti alimentari; * serve a controllare le condizioni igieniche di vendita (es. i camici bianchi dei macellai a volte sono piu' rossi della carne che vendono); * serve ad evitare il commercio illegale e pericoloso (es. occhiali da sole); * serve a fluidificare il traffico, sempre caotico intorno ai mercati; * serve, comunque, come presenza istituzionale del Comune. Piccoli consigli, certo, ma che daranno il segno del cambiamento. GIUDICE DI PACE. CAUSE FINO A 16.000 EURO E SENZA AVVOCATO. DISEGNO DI LEGGE /Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare radicale, eletta per il Partito Democratico/ Per facilitare l'accesso dei cittadini al giudice di pace ho presentato un disegno di legge, redatto in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori). Il giudice di pace e' strumento fondamentale per la difesa dei diritti del cittadino-consumatore. Dalla sua creazione nel 1991 (legge del 21 novembre n. 374), centinaia di migliaia di cittadini che non avrebbero mai fatto ricorso al giudice ordinario, sono riusciti ad ottenere giustizia rapidamente e con costi limitati proprio grazie all'istituto del giudice di pace. A distanza di 17 anni dalla sua istituzione, il limite di 5 milioni di vecchie lire (oggi 2582,28 euro) per poter ricorrere al giudice di pace e' rimasto invariato, a fronte del costante aumento del costo della vita. Di fatto, anno dopo anno si e' ridotta la possibilita' per i cittadini di farvi ricorso. Lo stesso vale per il limite di 1 milione di vecchie lire (pari a 516,46 euro) per poter ricorrere senza l'obbligo dell'avvocato. Se da una parte questo ha portato ad un maggiore ricorso alla gia' lenta e spesso inefficiente giustizia ordinaria, dall'altra ha scoraggiato migliaia di cittadini-consumatori nel difendere e affermare i propri diritti. Nei tribunali ordinari le udienze fissate e rimandate per anni e l'obbligo di ingaggiare un avvocato, ne scoraggiano l'uso; ma altrettanto accade con il giudice di pace, grazie agli attuali tetti economici e il quasi obbligo di avere il conforto di un legale. *Con l'approvazione di questo disegno di legge i cittadini potranno ricorrere al giudice di pace per tutte le controversie fino ad un valore massimo di 16.000,00 euro* (gia' possibile oggi ma solo per le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e natanti). *Inoltre, per tutti i ricorsi in sede civile al giudice di pace, i cittadini potranno difendere se stessi, senza l'obbligo di rivolgersi ad un legale.* Si tratta anche di rendere attuale quello spirito che ispiro' il legislatore nel 1991: diciassette anni fa il livello di conoscenza giuridica del cittadino era considerato di buon livello per certi tetti economici di contenzioso; in tutti questi anni credo che la scolarita', l'informazione individuale e collettiva e soprattutto l'avvento di uno strumento come Internet, abbiano fatto fare notevoli passi avanti al cittadino/consumatore, contribuendo ad una sua maggiore capacita' civile e giuridica. */E' utile approvare leggi a favore dei consumatori conferendo loro maggiori diritti, ma si fa solo demagogia se, al contempo, non vengono offerti strumenti adeguati e piu' efficaci per difendere ed affermare questi diritti./* * * Qui il testo completo della relazione e del disegno di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=219453 CIBI PRECOTTI: LIMITANO IL GUSTO DEI BAMBINI I cibi precotti e in genere una cucina troppo industrializzata tengono alla "larga" i bambini dagli alimenti. Lo dimostra il fatto che chi mangia piu' frutta, verdura e pane integrale riesce a percepire meglio i sapori. L'esperto nutrizionista Klaus Duerrschmid, dell'Universitaet fuer Bodenkultur (Austria) ha scoperto, con sorpresa, che solo un bambino su tre (dai 10 ai 13 anni) sa riconoscere bene i quattro elementi "fondamentali" del gusto: dolce, salato, amaro, aspro/acido. Oltre un terzo ne riconosce due, il 25% appena uno, e l'8% nessuno. Le cose non vanno molto meglio con gli odori. Solo uno su 9 e' stato in grado di riconoscere gli undici odori sottoposti all'attenzione; uno su due ne ha individuati la meta'. Poiche' non esistono studi comparativi per sapere come fosse la situazione vent'anni fa, l'ipotesi, per quanto concerne il gusto, e' che i cibi gia' pronti limitano le capacita' sensoriali dei bambini. E' un monito per i genitori: dedicarsi di piu' alla cucina migliora i sensi dei figli. FARMACI. APPELLO AL GOVERNO PER UNA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO NON SOLO A MISURA DI COOP E' di oggi la notizia che da meta' maggio sara' disponibile sugli scaffali dei supermercati l'aspirina targata Coop. Costera' meno della meta' rispetto all'aspirina oggi in commercio. Questi sono i primi timidi risultati della legge Bersani con cui si e' permessa la vendita dei farmaci OTC (senza obbligo di prescrizione) anche fuori dalle farmacie. Ma siamo ancora lontani, lontanissimi, da quel livello di liberalizzazione necessario per abbattere i costi dei farmaci. Al nuovo Governo rivolgiamo un appello affinche' non solo prosegua, ma acceleri il processo delle liberalizzazioni nel settore farmaceutico con quella determinazione che e' mancata al suo precedecessore. La legge Bersani infatti prevede una serie di limitazioni sulla vendita dei farmaci OTC che sembrano fatte su misura per favorire supermercati come la Coop. Queste le nostre richieste e suggerimenti: *1.* abolizione dell'obbligo del farmacista e di ampi spazi appositi all'interno dei locali commerciali per la vendita di farmaci OTC. Questa limitazione di fatto permette ai soli grandi supermercati di entrare nel mercato. *2.* legalizzazione della vendita online dei farmaci. Nei Paesi dove questo e' possibile, i costi della distribuzione sono fortemente diminuiti, costi che in Italia ricadono sul sistema sanitario nazionale, e quindi sulle tasche dei cittadini (si eviterebbero i costi intermedi di distribuzione e vendita). *3.* Liberalizzazione delle licenze e degli orari di apertura delle farmacie. *4.* Introdurre la vendita di farmaci sfusi. Si eviterebbero gli sprechi di denaro e di farmaci, oggi acquistabili sono in versione preconfezionata, indipendentemente dalla quantita' effettivamente necessaria. Immigrazione e matrimoni simulati Ecco la vignetta di Joshua Held: http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=219567 SPIAGGE: DIRITTI E DOVERI DEL CITTADINO Spiagge aperte con il bel tempo ma anche diritti e doveri dei bagnati. Ecco un piccolo vademecum. * Le spiagge sono demaniali, di proprieta' dello Stato, cioe' nostre. * Vengono date in concessione a gestori, che possono chiedere un biglietto di ingresso, per poter usufruire di alcuni servizi quali le docce, i bagni, gli spogliatoi, il servizio di salvataggio e la pulizia dell'arenile. * L'affitto di sdraio, ombrelloni e cabine in genere e' aggiunto al biglietto di ingresso, ma non e' obbligatorio affittarle, perche' una volta pagato l'ingresso ci si puo' sdraiare sul proprio asciugamano. * Si puo' accedere alla spiaggia di uno stabilimento balneare, per raggiungere il mare, senza pagare il biglietto di ingresso, ma non si puo' sostare ne' sulla spiaggia in concessione ne' sulla battigia, spazio che deve essere costantemente libero da persone o cose. * Non e' consentito l'accesso e la sosta agli animali, se non dove espressamente previsto. * E' vietato giocare a pallone, a racchette o altri giochi che possano arrecare disturbo ai bagnati, a meno che non ci siano aree allestite allo scopo. COMUNE DI ROMA. PARCHEGGIATORI-TAGLIEGGIATORI IN AZIONE. INVITO PRESSANTE AD ALEMANNO Parcheggiatori-taglieggiatori in azione. In ogni area della capitale dove ci sono auto in sosta compaiono i parcheggiatori abusivi, divenuti taglieggiatori. Dalla stazione Termini al parco della Musica, da piazzale Clodio (uffici giudiziari) alla spiaggia libera di Castelporziano e' tutto un "fiorire" di posteggiatori abusivi che si trasformano in taglieggiatori che chiedono con insistenza e velate minacce una "offerta" per sorvegliare il mezzo di trasporto (macchina, moto o bici). Se non si acconsente e' probabile che il malcapitato prendera' atto di righe sulla portiera e sul cofano della propria auto, o della sella della moto o della bici squarciata. Insomma, oltre a pagare per le strisce blu o per il parcheggio si deve ulteriormente "contribuire" per il diritto di sosta. Proprio questa mattina abbiamo avuto numerose segnalazioni di cittadini che protestavano contro il ricatto, subito ieri, vicino alla spiaggia di Castelporziano. L'area, si sa, e' affollatissima stante i costi delle spiagge in concessione e appetibile per i taglieggiatori: da 3 a 5 euro per la "sorveglianza" giornaliera di una moto. Non possiamo che sollecitare il Sindaco, Gianni Alemanno, affinche' intervenga. Occorre coordinare le varie forze a disposizione, polizia, carabinieri, polizia provinciale e municipale, finanzieri, forestali, capitaneria di porto, ausiliari, volontari, ecc., affinche' una delle poche aree, ancora ambientalmente pregiate, sia tutelata e lo siano anche i cittadini che la frequentano. Le prime promesse mantenute del Governo Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=219821 COMUNE DI ROMA. ALTRA TEGOLA PER ALEMANNO. 127 MILIONI DI DEBITO DALL'ATAC: COSTA IL 60% IN PIU' Dopo il debito di 7 miliardi, da noi denunciato (1), che comporta un esborso di 600 milioni annui di soli interessi, arriva un'altra tegola sulla testa del neosindaco di Roma, Gianni Alemanno. Un buco di 127,5 milioni dell'Atac (bilancio 2006, quello finora conosciuto), l'azienda di trasporto comunale. In effetti il problema lo avevamo segnalato gia' nel 2001 (!!!)(2). Il servizio di trasporto pubblico di superficie a Roma e' affidato a Trambus, costola dell'Atac, che riceve dal comune di Roma 3,9 euro a Km/vetture, mentre una parte di tale servizio (20%) e' affidata ad un'associazione temporanea di imprese, Tevere Tpl, che riceve 2,36 euro Km/vetture. In soldoni, Trambus (pubblica) costa al contribuente il 60% in piu' di Tevere Tpl (privata). Anomalie della Capitale? Macche'! Se si esaminano i conti di Ataf, l'azienda di trasporto pubblico di Firenze, rispetto ad una analoga azienda di trasporto inglese, la First Mainline (Sheffield), si scopre che la societa' fiorentina costa il doppio della sua consorella britannica (3). L'analogia riguarda la popolazione servita, il numero degli addetti e le condizioni di traffico non, ovviamente, i bilanci. Conclusione? Occorre mettere mano alle liberalizzazioni (che non sono le privatizzazioni). (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=218550 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=39387 (3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=191463 TORNA IL TALIDOMIDE? SIAMO SICURI CHE NON FACCIA MALE? *In Germania* si e' appena concluso con un accordo di risarcimento l'affaire Contergan -farmaco a base di talidomide assunto negli anni '50 e '60 da donne incinte contro dolori e nausee, e rivelatosi poi causa di malformazioni del feto (1). *In Italia* si stimano le vittime in 600/700, ma un censimento ufficiale non e' mai stato fatto. Nel 1962 il Ministero della Sanita' ne ordino' il divieto del commercio ed il ritiro dal mercato con un ritardo di 6 mesi rispetto agli altri Paesi europei. Per il mancato risarcimento si e' dovuto attendere il 2006, quando la legge n.27 all'art.3 prevedeva il riconoscimento giuridico della malattia ma il decreto attuativo non e' mai stato emanato. La Finanziaria 2008 ha stanziato alcuni fondi (insufficienti) in merito (2), e un'interrogazione presentata lo scorso novembre non ha mai avuto risposta (3). *Ora il Brasile* registra la terza generazione di vittime del talidomide (4). A seguito dell'affaire Contergan, nel 1962 anche quel Paese bandi' il talidomide, ma pare che sia circolato ancora fino al 1965. A cio' s'aggiunga che nel 1964 il dermatolola quasi totalita' delle banche (1). Una interrogazione parlamentare in materia (2) fu totalmente ignorata dall'allora ministro dello Sviluppo Economico Pierlugi Bersani, interrogazione che a giorni riproporremo nella nuova legislatura al nuovo ministro Claudio Scajola, grazie alla sen. Donatella Poretti. *Inoltre, lo scorso marzo 2008* l'Abi ha ammesso che le banche non applicavano la legge e si e' impegnata perche' i propri associati lo avrebbero fatto a partire da questo mese (dopo oltre un anno dall'approvazione della legge...) e noi abbiamo presentato un esposto in procura della Repubblica ipotizzando per l'Abi il reato di associazione a delinquere (3). Oggi l'Antitrust si accorge del tutto. */Tardi, troppo tardi./* /Possibile che le nostre segnalazioni, ormai datate e supportate anche da un'indagine dello scorso marzo 2008 della rivista Altroconsumo (4) non sono servite a nulla? /Se l'istruttoria dell'Antitrust andra' in porto, sicuramente ogni risparmiatore vessato dalla banche potra' chiedere il rimborso/, ma quanti lo faranno?/ Perche' l'Antitrust non e' intervenuta prima, ma solo quando la questione ?cosi' come ammesso anche dall'Abi- sarebbe in via di definizione? Tempi, avvocati, soldi, aule di giustizia intasate e molti, molti e molti risparmiatori che lasceranno correre perche' il costo per imbastire un contenzioso probabilmente non ne varra' la pena, e altro non potranno essere che contenziosi perche' le banche non risponderanno mai positivamente alla prima richiesta bonaria di denaro: le banche conoscono perfettamente questi meccanismi e li sfruttano completamente. */Ci rimane il dubbio se l'Antitrust sia solo un organismo lunatico o complice./* (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=173674 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=173846 (3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=215061 (4) http://www.donatellaporetti.it/intv.php?id=845 ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi FINO ALL'ULTIMO GOAL Non accade molto di frequente che il titolo di campione d'Italia per il calcio sia assegnato proprio all'ultima giornata del campionato. Ma quest'anno e' proprio quello che accade, e quindi, per sapere quale sara' la squadra campione d'Italia, bisognera' aspettare domenica prossima, 18 maggio. Ancora piu' incerta, se possibile, la situazione in coda alla classifica, dove una sola squadra e' gia' matematicamente retrocessa. Per conoscere le altre due, quindi, occorre, ancora una volta, aspettare domenica. Ma neppure nella serie B, quest'anno, vi e' una preminenza netta di una squadra sulle altre; anche tra i ?cadetti?, per avere delle certezze sia al vertice sia in coda, saranno essenziali le prossime partite, in tutto tre, dato che qui campionato finisce il primo giugno (con un'eccezione per la terza squadra da promuovere in A, per la quale si ricorre da qualche anno alle eliminatorie o playoff fra le squadre che si trovano dal terzo al sesto posto della classifica). Non posso definirmi un'appassionata di questo sport, ma riconosco che ha un suo fascino, e comunque il gioco e' interessante per il confronto diretto a cui espone i giocatori, che non e' solo atletico o fisico, ma anche piu' ampiamente, umano e simbolico. E lo stesso si puo' dire dei tifosi. Un confronto, sul quale varrebbe la pena di soffermarsi a riflettere in prima persona, perche' coinvolge un numero enorme di sensazioni e sentimenti, ed e' carico di un grande numero di simboli, ragion per cui ciascuno potrebbe scoprire dentro di se' una miniera inesplorata e imparare a conoscere meglio se stesso e gli altri -senza piu' "noi" e "voi"- perche' si andrebbe a toccare la radice della sostanziale umanita'. In questa fine di campionati, che saranno combattuti proprio *fino all'ultimo goal*, mi piace offrire a chi legge queste righe la poesia /Goal/ di *Umberto Saba. *La dedico a tutti i giocatori (e giocatrici) di qualunque serie, girone e categoria: a chi "perde" e a chi "vince", a chi vede deluse le proprie aspettative e a chi, invece, le scopre avverarsi magari di sorpresa. Anche se, fra le "Cinque poesie per il gioco del calcio", non e' quella che il poeta amava di piu', a me piace perche' riesce a esprimere la contemporaneita' di sentimenti opposti che sgorgano nell'evento del goal -il dolore degli uni -per il goal subito-, la gioia degli altri -per il goal segnato. UMBERTO SABA *Goal Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l'amara luce. Il compagno in ginocchio che l'induce, con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla -unita ebbrezza- par trabocchi Nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli, a quanti l'odio consuma e l'amore, e' dato, sotto il cielo, di vedere. Presso la rete inviolata il portiere -l'altro- e' rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi e' rimasta sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa -egli dice- anch'io son parte.* (da "Cinque poesie per il gioco del calcio" in /Parole/ -1933-1934) NOTA Riprendo la poesia Goal dal volume UMBERTO SABA, /Antologia del "Canzoniere"/, Einaudi, Torino 1963, p. 193. *Alcune interessanti informazioni* sulle /Cinque poesie per il gioco del Calcio /sono contenute nella /Storia e cronistoria del Canzoniere/, che Saba scrisse *in terza persona* e pubblico' nel 1948. A proposito della genesi di queste poesie, egli racconta che il suo incontro col gioco del calcio avvenne perche' un suo giovane amico gli cedette una domenica il suo biglietto per la partita fra la Triestina e l'Ambrosiana (il nome originario dell'Inter). Il poeta, che fino a quel momento, non aveva avuto alcuna simpatia per i tifosi e, anzi si sentiva irritato da tutto l'entusiasmo e la disperazione suscitati per un pallone entrato o no in rete, ando' alla partita con scetticismo, soprattutto per accontentare la figlia, ma, *appena vide i "rosso alabardati *(i giocatori della Triestina) *uscire di corsa nel campo fra il delirante entusiasmo della folla* [?] *si senti' perduto.* E cosi' si entusiasmo' pure lui a questo gioco, mettendoci del suo, comprendendo cioe' che/ "la gente (e lui stesso) non si eccita tanto per il gioco in se', quanto per tutto quello che, attraverso i simboli espressi dal gioco, parla all'anima individuale e collettiva"./ Per lui, questa esperienza rappresento' anche la gioia di uscire dall'isolamento, in cui era solito vivere, per condividere con gli altri una forte emozione e un sentimento gioioso di coralita'. Inoltre Saba riconosce al gioco del calcio un valore estetico; lo definisce /"uno spettacolo per se stesso bellissimo"/ che offre un vero piacere visivo. La poesia *Goal*, come ho gia' accennato, era quella che a Saba piaceva meno perche' la considerava meno bella (meno poetica) delle altre, anche se riconosce che tutte e cinque le poesie per il gioco del calcio erano nate "da una lacrima e da un brivido". *UMBERTO SABA* nacque a Trieste il 9 marzo 1883 e mori' a Gorizia il 25 agosto 1957. La madre (Rachele Felicita Coen) era ebrea; il padre (Ugo Edoardo "Abramo" Poli), che era cristiano, si dovette convertire all'ebraismo per sposarsi, ma abbandono' prestissimo la famiglia, forse addirittura prima che il figlio nascesse. Il poeta esordi' molto giovane, facendo subito ricorso a uno pseudonimo (Umberto da Montereale) che lo avvicinava per assonanza a D'annunzio, che egli ammirava moltissimo. In seguito si fece cedere da un amico lo pseudonimo "Saba" (forse con riferimento al mitico regno di Saba), e nel 1928 un Regio Decreto lo riconosceva ufficialmente come "Umberto Saba", cancellando il suo cognome di nascita. Tutta la sua vita, che fu in gran parte accompagnata da disturbi nervosi per alleviare i quali si rivolse anche alla psicoanalisi, e' rispecchiata nelle sue poesie, che possiamo leggere raccolte nell'edizione definitiva (1961) del "Canzoniere"; per lui "il segreto dell'arte e il segreto della vita si identificano", come osserva ancora Muscetta, che, a conforto di questa affermazione, cita una considerazione dello stesso Saba: "NON ESISTE un segreto della vita, o del mondo, o dell'Universo. Tutti noi, in quanto nati dalla vita, facenti parte della vita, sappiamo tutto, come anche l'animale e la pianta. Ma lo sappiamo in profondita'. Le difficolta' incominciano quando si tratta di portare il nostro sapere organico alla coscienza. Ogni passo, anche piccolo, in questa direzione e' di un valore infinito. Ma quante forze -in noi, fuori di noi- sorgono, si coalizzano per impedire, ritardare, quel piccolo passo". Le poesie e le prose di Saba sono pubblicate, fra l'altro, in due volumi dei ?Meridiani? di Mondadori. Biografie piu' ampie di Umberto Saba si possono leggere in rete su: http://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Saba http://skuola.tiscali.it/letteratura-italiana-800-900/umberto-saba.html (a cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Stupro Sanitario: la storia del vaccino contro il virus del papilloma... l'amore che non c'e' Il dopoguerra fu un periodo di grandi scoperte e di massicce crescite esponenziali di nuove molecole e fatturati per le multinazionali farmaceutiche, in tutto il mondo. Noi siamo convinti che nessun popolo piu' degli italiani abbia permesso e tenuto alto il budget delle multinazionali farmaceutiche, questo per diversificati tipici fattori socio-culturali dell'italiano medio. Tuttavia, il terreno fertile, l'humus per le farmaceutiche holding s.p.a., ebbe ad essere legato, da una parte grazie alle "blindature" delle logiche politiche, e dall'altra grazie all'assistenzialismo senza controllo ne' verifiche. Insomma, *la sanita' era una voragine che senza mostrare nulla, inghiottiva pubblici denari*. Cosi', d'incanto, le holding farmaceutiche investivano sulla tipicita' italica, e non certo sulla salute degli italiani. La tipicita' -una delle tante- consisteva che l'italiano, un po' per una ottima alimentazione (quella mediterranea), un po' per propieta' genetiche, godeva di ottima salute e "consumava" consistenti quantita' di farmaci, o almeno cosi traspariva dai fatturati delle holding. *La voragine divento' tremenda*, terremotando le casse del Tesoro Italiano, quando nacquero le U.S.L., le famigerate unita' sanitarie locali che servivano ad amplificare le blindature politiche sulla sanita'. Tuttavia, la forza trainante del "sistema" era fatta dalla gente comune, anche se non lo sapeva. Non era difficile trovare il medico di famiglia immerso in una pletora di malati di nulla (buona parte di essi non aveva perfettamente nulla!). *Dopo gli anni '80*, quando nei canali televisivi presero piede le prime trasmissioni dedicate alla salute, il medico si ritrovava lo studio pieno di "dotti", che le "terapie" le pretendevano. Era un disagio per il medico, almeno per i piu' coscienziosi, la maggior parte. I piu' coraggiosi -me ne ricordo personalmente diversi- ponevano, appeso alla porta, un cartello con su scritto "qui non si prescrive la Citrosodina", ed era un monito per coloro i quali si agitavano nel volere la prescrizione di quel farmaco o quell'altro. In definitiva era anche l'esercizio di un potere, garantito dall'illiberta' all'italiana, che permetteva di poter scegliere altro medico, sempre all'interno del Comune di residenza, e non tra tutti i medici abilitati all'esercizio professionale, come sarebbe stato giusto poter fare. /*Nessuno ci faceva caso*/. Le famiglie erano sorridenti, c'era un'aria di festa, la domenica tutti a messa, con l'abito nuovo, i lavoratori non erano precari, il sistema funzionava, la mutua sanitaria era d'oro. Una abitudine maldestra, unita a quel "senso di conservazione" italico, faceva scattare quel bisogno di sicurezza, di aver una farmacia privata in casa, ricchissima. La stragrande mole di questa consistente farmacia finiva per andare nelle pattumiere, perche' inutilizzata e scaduta. Negli anni a seguire, dopo i grassi scandali dei vari Ministeri della Sanita' degli anni '80, dagli anni '90 in avanti si cerco' ?invano? di arginare le spese, ma questo avveniva vessando inutilmente il cittadino. Un esempio era la banale gastrite (in un mondo stressato all'italiana, era facile che arrivasse, peraltro passeggera): era d'obbligo per la prescrizione farmaceutica sottoporsi alla verifica della non piacevole endoscopia digestiva. In altre parole, dopo che si erano distrutte, sperperate, polverizzate, stuprate le casse per la Sanita', i politici -nostri dipendenti come li chiamerebbe Grillo- intendevano metterci tubi dentro?. Una vera vergogna. La maggior parte dei bisognosi, finiva per acquistarlo di propria tasca. Comunque, le vicende di sperpero di denaro pubblico non sono mai finite, per nulla. *Dopo la recente vicenda dell'aviaria*, che aveva visto i media quasi unanimi nel consigliare il "vaccino anti-influenzale" che proteggeva da questa influenza (una vera bufala mediatica), ne troviamo un'altra fresca fresca, e tutto con il "delicato" avallo di una ministro della Salute, donna per giunta. Stiamo parlando di un nuovo vaccino, questa volta e' contro il "cancro" quello del collo dell'utero. E' una follia, una autentica follia, ci volevano donne e perfino emancipate?. al ministero della Salute. Siamo all'ennesimo stupro sanitario. /La vaccinazione anti HPV?/ Ma i costi vertiginosi della gestione della salute necessitavano di questa bufala, oppure di metodi razionali e di razionalizzazione delle priorita' della salute collettiva, a beneficio dell'intera cittadinanza? Una domanda che rigiriamo volentieri all'On. Livia Turco che non c'e' piu', ma rimane il fantasma del suo "eccellente lavoro" al dicastero della Salute. *Una buona parte di mamme *si son viste recapitare dall'A.S.L.O. (la vecchia U.S.L.) l'avviso per l'inoculazione del "nuovo vaccino" alle loro bambine, quelle di 12 anni, circa 280 mila in tutta Italia. Il vaccino e' il Gardasil , contro il virus del papilloma, quello che sarebbe responsabile del cancro della cervice, ma l'incidenza e' dell'1%, cioe' 25 volte piu' basso del cancro al seno. Tra l'altro, esistono tecniche superlative per lo screening di un cancro ?quello della cervice- che rimane per fortuna poco diffuso, lo screening del PAP-TEST, che se fosse eseguito con regolarita' ?ogni 2-3 anni dopo i 30 anni- sarebbe il miglior mezzo di contrasto a qualsiasi patologia dell'apparato genitale femminile, con costi molto contenuti. *Cosi' continua la disinformazione italica*, lo screening ?il PAP-test- viene praticato da una fascia di donne, quelle piu' informate e culturalmente piu' avanzate, rimanendo poco presente, quando del tutto assente nelle altre, con picchi al ribasso per il Sud -Italia. /Non sarebbe decisamente saggia, la possibilita' di usare le scuole italiane, pagate dal contribuente, per una idonea educazione sessuale, piuttosto che l'ora di "utile" sessofobica religione-confessionale, che e' la causa primaria della disinformazione sopratutto tra i piu' giovani in materia? / *Siamo ancora al medioevo*. Progressi scientifici, miglioramenti delle condizioni socio-sanitarie, hanno ulteriormente permesso di arginare la forma di cancro, abbassando ulteriormente la sua bassa incidenza ?a differenza del cancro al seno- soprattutto tra le minorenni. In altre parole, per ogni donna che muore di cervico-carcinoma, ne muoiono 25 di cancro al seno, e ben 13 di cancro al polmone (anch'esso non molto diffuso). *E' alto il sospetto che ci siano grossi interessi per il superfinanziamento *-costosissimo ed inadeguato- per una patologia di cosi' bassa frequenza, con un trend favorevole ed in ribasso da poter gestire invece con una specifica ?scolastica- informazione. Iniziamo a dire che il Gardasil -nome del vaccino anti-HPV- ha trovato la sua efficacia in studi redatti, finanziati e sponsorizzati dalle medesime aziende che lo producono e commercializzano, al momento sembra solo una, la Merck & Co. */E' legittimo il sospetto di conflitti d'interesse?/* /E, come mai Paesi di elevata civilta' giuridica, non stanno prevedendo il "prezioso" vaccino per le minorenni, gli USA, ad esempio, il Canada, ed altri Paesi Europei quali //la Finlandia//, Paese che sta sviluppando anche degli studi indipendenti?/ *Ma in Italia il rischio *che tali studi/verifiche assumano i volti fantasma di nuovi "casi Di Bella", sono alti., /E' ragionevole attendere i lavori con i risultati internazionali, sospendendo, nel frattempo come misura cautelativa, la programmata vaccinazione di massa, oltremodo operata su minorenni, quindi incapaci di poter scegliere, se non in subordine ai genitori, sovente aizzati dai responsabili delle A.S.L.O.?/ *Va oltremodo segnalato *che le verifiche sulla bonta' del Gardasil (effettuate dalle medesime holding di produzione e commercializzazione) hanno solo 3 anni, solo tre. Va ancora segnalato che l'effetto "protettivo" del Gardasil nei confronti dell'onco-genesi del papilloma virus, puo' creare una selettivita' che apre la strada ad ulteriori virus potenzialmente oncogeni, vanificando, azzerando e -peggio ancora- amplificando la onco-genesi ?fortunatamente molto bassa? dei virus che possono albergare nell'apparato genitale femminile, soprattutto in condizioni di scarsa igiene intima. *Va segnalato che*, allo stato non si conoscono i tempi di "protezione" del Gardasil e si ignora se dopo qualche anno dovesse essere necessario ottemperare un richiamo, con i relativi rischi per la salute ed il raddoppio dei costi per la collettivita'. *Va inoltre aggiunto *che, il vaccino in esame, provoca effetti momentanei -non si conoscono quelli sulla lunga distanza- dovuti a gradi differenti di dolorabilita' nel punto di inoculazione, ma anche di fenomeni di bronco-spasmo, efalea, congestione e dolorabilita' dell'apparato femminile, ipertensione, disturbi della mobilita', disturbi del sensorio, della vista. Il VAERS (Registro internazionale per gli eventi avversi alle vaccinazioni) ha finora registrato 3 casi di morte immediatamente successiva alla vaccinazione, ed oltre 1000 casi di seri effetti avversi: http://www.judicialwatch.org/archive/2007/GardasilVAERSDeaths.pdf *Se le mamme desiderassero sapere quanto dura l'immunita', e se fra qualche anno si dovra' fare un richiamo, o se l'essersi vaccinati non porra' altri problemi piu' avanti, e se le bambine che si vaccinano oggi saranno davvero protette dal cancro domani, per nessuna di tali domande c'e' una risposta.* L'ENEA, l'Agenzia Europea per i Medicinali, con il preciso indirizzo di "tutela e promozione della sanita' pubblica e la salute degli animali mediante la valutazione ed il controllo dei medicinali per uso umano e veterinario" scrive: http://www.emea.europa.eu/humandocs/PDFs/EPAR/gardasil/H-703-PI-it.pdf /Come con qualsiasi altro vaccino, la vaccinazione con Gardasil potrebbe non assicurare la protezione di tutti i soggetti vaccinati. Gardasil proteggera' soltanto contro le patologie causate da HPV tipi 6, 11, 16 e 18. Pertanto, devono continuare ad essere seguite precauzioni appropriate contro le malattie sessualmente trasmesse./ /Gardasil non ha mostrato di avere effetto terapeutico. Il vaccino non e' pertanto indicato per il trattamento del carcinoma del collo dell'utero, delle lesioni displastiche di alto grado del collo dell'utero, della vulva e della vagina o dei condilomi genitali. Il vaccino non e' altresi' indicato per prevenire la progressione di altre lesioni gia' esistenti correlate con il Papillomavirus Umano./ /La vaccinazione non sostituisce l'abituale screening del collo dell'utero. Poiche' nessun vaccinoe'è al 100% efficace e poiche' Gardasil non protegge contro i tipi HPV non contenuti nel vaccino o contro infezioni preesistenti da HPV, l'abituale screening del collo dell'utero mantiene importanza critica e deve essere effettuato in accordo con le raccomandazioni locali./ /Non vi sono dati disponibili circa l'impiego di Gardasil in soggetti con una risposta immunitaria ridotta. I soggetti con una risposta immunitaria ridotta, dovuta all'impiego di una forte terapia immunosoppressiva, ad un difetto genetico, ad infezione da Virus dell'Immunodeficienza Umana (HIV), o ad altre cause, possono non rispondere al vaccino./ /La durata della protezione conferita non e' attualmente nota. Una efficacia protettiva prolungata e' stata osservata per un periodo di 4 anni e mezzo dopo il completamento del ciclo di 3 dosi./ /Sono in corso studi di follow-up a pu'ù lungo termine./ Nel Notiziario Ministeriale del Febbraio 2008, la ex-direttrice del dicastero della Salute, On. Livia Turco, scriveva: /"L'offerta pubblica gratuita della vaccinazione e' rivolta alle bambine tra gli 11 e i 12 anni perche' in questa fascia e' massimo il profilo beneficio-rischio"/ . Stranamente i rischi non li enuncia, li omette con "sapiente" "volperia" politica, una rimozione chirurgica alla quale noi siamo enormemente abituati a decifrarne il senso. Interessante e' anche "l'offerta pubblica gratuita": /chi la paga l'On. Livia Turco?/ Inoltre nel gennaio 2007, presiedeva una commissione Europea appositamente costituitasi per verificare il problema "Gardasil", si arrivo' velocemente alla constatazione che "si correva troppo in fretta" interrogandosi se tale procedura non potesse risultare prematura e quindi socialmente pericolosa. Tra i pochi Paesi non poteva mancare ovviamente l'Italia, cioe' tra quelli che ponevano a regime la vaccinazione di massa con il Gardasil. *Restiamo distanti da tale procedura sanitaria.* La scarna documentazione ?per giunta di parte- del reale beneficio del vaccino, un dubbioso ed instabile equilibrio tra costi e benefici, le incertezze e le contraddizioni negli studi realizzati, le medesime sulla opportunita' economica che grava e graverebbe sull'intera collettivita' italiana, i dubbi sulla sicurezza... fanno di questa vaccinazione un autentico stupro sanitario. Il rischio che siano intervenute le holding premendo su chi doveva prendere tali decisioni e' verosimile. Non sarebbe una novita'. Sarebbe sufficiente prendere in visione e valutare il passato, senza "meravigliarci" con quale "metodologia" le holding continiuno "a programmarsi e programmarci " nuovi sistemi e "nuovi" protocolli per vecchie e nuove patologie che permettano loro di poter proporre quello che producono. Anche se quello che propongono e' una autentica porcata, una schifezza, come per la vaccinazione di cui sopra. Amare i nostri figli significa salvaguardarli. Facciamolo con amore, a partire da una sapiente, sana informazione sulla sessualita', sulle malattie sessualmente trasmittibili, sulla contraccezione di emergenza, sulla contraccezione ordinaria, semplicemente sull'amore, quello che una scuola balorda e confessionale non fa e non ha. I nostri figli, non sono cavie umane. Fermiamoli, senza paure ne' indugi. Rammentiamo che nessuno puo' obbligare alla vaccinazione. In caso avverso, noi dell'Aduc siamo pronti ad intervenire. *PS* IL giorno 11 Maggio c.m., nel pomeriggio una email informativa del ministero della Salute ci informa cosi': /Vaccinazione HPV sicura ed efficace/ /In relazione alla campagna di vaccinazione gratuita contro il papilloma virus (HPV), responsabile del cancro alla cervice uterina, i due vaccini attualmente a disposizione sul mercato italiano sono entrambi sicuri ed efficaci contro l'HPV e come tali sono stati ambedue approvati dalle autorita' italiane. E' quanto viene evidenziato in una lettera del Ministro della Salute che sara' inviata alle famiglie interessate dalla campagna di vaccinazione in corso nelle diverse Regioni italiane e rivolta alle ragazze nate nel 1997./ ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Claudia Moretti CERTIFICATO DI ABITABILITA'. IL RILASCIO NELLA COMPRAVENDITA IMMOBILIARE: GLI OBBLIGHI DEL VENDITORE */_Che cos'e' il certificato di abitabilita' immobiliare e le norme che lo disciplinano_/* L'obbligo del rilascio del certificato di abitabilita' dell'immobile oggetto di compravendita, costituisce un controllo di natura pubblicistica che, con oggetto i requisiti di salubrita' degli edifici a destinazione residenziale, risale all'art. 39 della legge 5849/1888 ("/Legge per la tutela della igiene e della sanita' pubblica/"), poi trasfuso nell'art. 69 del R.D. 636/1907 ("/Testo unico delle leggi sanitarie/") che statui' che le case di nuova costruzione, od in parte rifatte, non potessero essere abitate se non dopo l'autorizzazione del Sindaco, determinando, poi, le modalita' del rilascio di suddetto provvedimento. E' solo con l'art. 221 R.D. 1265/1934 ("/Approvazione del testo unico delle leggi sanitarie/"), che venne operata una mutazione sulla terminologia dell'atto, ma non della sua sostanza, dove venne definito ?autorizzazione del podesta'?, prevedendo quali condizioni indefettibili per ottenerne il rilascio, la conformita' della costruzione al progetto approvato, il prosciugamento delle mura, l'assenza di altre cause di insalubrita'. Oggi, il testo normativo di riferimento in punto di disciplina del certificato di abitabilita', rectius di agibilita' risulta essere il *Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia*, il D.P.R. 380/2001, che ai suoi articoli 24 e 25, ne disciplina la natura, nonche' il procedimento da seguire per ottenerne il rilascio. Tale testo, nell'abrogare le precedenti normative, ha ricondotto ad unita' la diversa terminologia utilizzata in materia: abitabilita'-agibilita'. Precedentemente a tale norma, infatti, si utilizzava il termine abitabilita', riferendosi agli immobili ad uso abitativo, e il termine agibilita' veniva utilizzato per gli immobili ad uso non abitativo. Dunque, seppur in gergo tecnico e' invalsa la dizione abitabilita', in riferimento anche agli immobili ad uso abitativo, la norma parla di ?*certificato di agibilita'*?. */_I contenuti del certificato di agibilita' e gli interventi sull'immobile per i quali deve essere richiesto_/* Il concetto di agibilita' fa riferimento non solo alle condizioni di igiene, di sicurezza e salubrita', ma anche alla sussistenza delle condizioni del risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate alla stregua di cio' che dispone la normativa vigente. Gli interventi effettuati sull'immobile che comportano la richiesta del certificato, _sono non solo le nuove costruzioni, cosi' come appare sicuramente ovvio, ma anche le ricostruzioni o sopraelevazioni, siano esse totali o parziali; gli interventi su edifici gia' esistenti che possano pero' andare ad influire sulle condizioni di sicurezza, di igiene, di salubrita', sul risparmio energetico degli edifici stessi e degli impianti_. */_Chi deve richiedere il certificato e l'iter amministrativo per ottenerlo_/* L'onere della richiesta e' a carico del soggetto che ha ottenuto il permesso di costruire o di colui che ha presentato la denuncia di inizio attivita', e dei suoi successori o aventi causa, entro quindici giorni ?dall'ultimazione dei lavori di finitura?. Per la procedura della richiesta e del rilascio, ecco quanto e' previsto dalla normativa vigente. La domanda deve essere presentata allo Sportello Unico che provvedera' ad inoltrarla al catasto, corredata dalla richiesta di accatastamento, che deve essere sottoscritta dallo stesso richiedente il certificato; dalla dichiarazione di conformita' dell'edificio rispetto al progetto approvato, nonche', di cio' che attiene alla prosciugatura delle mura ed alla salubrita' dei locali, oltre che dalle certificazioni che attestano la conformita' degli impianti istallati negli edifici adibiti ad uso civile, e i certificati di collaudo attinenti agli impianti stessi. _La mancata presentazione di tale richiesta, viene sanzionata in via amministrativa, con un importo da ? 77,00 ad ? 464,00_. Da questo momento in poi, ha inizio l'iter amministrativo. Entro dieci giorni dalla ricezione della domanda, lo Sportello Unico comunica al richiedente il nominativo del responsabile del procedimento, ai sensi degli artt. 4 e 5 della legge 241/1990. Entro trenta giorni dalla ricezione della domanda, il dirigente o responsabile del competente ufficio comunale, previa una eventuale ispezione dell'ufficio, e' tenuto a verificare la completezza e la regolarita' della documentazione prescritta, oltre alla sussistenza del certificato di collaudo di cui all'art. 53 del Testo Unico edilizia; del certificato dell'ufficio tecnico regionale per gli edifici costruiti in zone sismiche; delle dichiarazioni di conformita' alla normativa in tema di superamento delle barriere architettoniche. Dopo di che, deve avvenire il rilascio. Il termine di trenta giorni, puo' essere interrotto dalla pubblica amministrazione per una sola volta, ed entro quindici giorni dal ricevimento della domanda e solamente al fine di richiedere documentazione integrativa, qualora risultasse mancante ai fini dell'istruttoria e non possa essere acquisita autonomamente. Dunque, da tale interruzione, il termine di trenta giorni comincia nuovamente a decorrere a partire dal deposito della documentazione integrativa richiesta. Trascorso tale termine senza alcuna pronuncia, si forma sulla questione il silenzio assenso, purche' sia intervenuto il parere dell'Azienda Sanitaria Locale dichiarante la conformita' delle opere alle prescrizioni igienico-sanitarie e a condizione che la documentazione sia tutta quella necessaria, oltre che regolare. Al contrario, qualora venga accertata l'illegittimita' del permesso di costruire, si determina l'invalidita' dell'agibilita' dell'immobile. */_La funzione giuridica del certificato e le responsabilita' del venditore in caso di mancato rilascio nella compravendita immobiliare _/* */_ _/* *Cosa puo' comportare la mancata consegna di questo certificato, in caso di compravendita immobiliare*. Il documento assolve, dunque, ad una duplice funzione: da un lato, attesta l'idoneita' dell'immobile ad essere adibito ad uso abitativo, una volta che abbia avuto esito positivo la valutazione della sua conformita' agli standard minimi di stabilita', sicurezza ed igiene degli edifici (Cass. Pen. 1996 n. 4311); dall'altra, garantisce l'idoneita' dell'immobile ad assolvere una determinata funzione economico sociale e, quindi, soddisfare in concreto i bisogni che hanno indotto l'acquirente ad effettuare l'acquisto (Cass. Civ. 10 giugno 1991 n. 6576). Dunque, la sua mancata consegna da parte del venditore, va sicuramente a determinare per l'acquirente un nocumento circa il godimento e la commerciabilita' del bene anche qualora lo stesso sia stato costruito in conformita' alle norme igieniche e sanitarie, oltre che urbanistiche e le concessioni di edificare (Cass. Civ. 3 luglio 2000 n. 8880). *Dunque, si puo' affermare con certezza che sia la giurisprudenza di legittimita', che quella di merito, abbiano attribuito al certificato un'importanza determinante nelle relazioni di scambio, costituendo un requisito indispensabile ai fini della realizzazione della funzione economico-sociale dell'oggetto della compravendita*. Ricostruendo civilisticamente tale obbligazione, si deve considerare che la stessa trova il proprio fondamento normativo nell'art. 1477 del codice civile, per il quale, oltre alla cosa venduta, ?/il venditore deve pure consegnare i titoli e i documenti relativi alla proprieta' e all'uso della cosa venduta/?. Ai fini della tutela dell'acquirente, risulta di fondamentale importanza individuare la natura della responsabilita' del venditore inadempiente e, anche tenendo conto dei numerosi orientamenti giurisprudenziali che si sono susseguiti, individuare se la mancanza del documento determini un vizio genetico del negozio; se anche in caso di una comune volonta' di compravendere in sua assenza l'inadempimento sia comunque opponibile; se l'inadempimento sia sanzionabile con l'eccezione ex art. 1460 c.c., con la risoluzione contrattuale ex artt. 1453 c.c. e 1497 c.c., con il risarcimento del danno e con l'esecuzione dell'obbligazione in forma specifica. */_I diversi orientamenti giurisprudenziali sul mancato rilascio del certificato_/* Ripercorrendo i numerosi orientamenti e il lavoro degli interpreti, si puo' affermare che l'assenza della certificazione non comporta che il contratto sia affetto da invalidita' /sub/ /specie/ di nullita', cioe' di un vizio genetico. Questo perche', per cio' che attiene alla liceita' e alla possibilita' dell'oggetto del negozio, la giurisprudenza ha costantemente rilevato che nonostante le difficolta' del caso, possa comunque instaurarsi, di fatto, il godimento concreto della cosa venduta (Cass. Civ. 13270 del 2000). Si potrebbe qualificare la nullita' del contratto per impossibilita' dell'oggetto, infatti, soltanto nell'ipotesi in cui dalla mancanza del certificato di abitabilita', derivasse un impedimento assoluto del godimento dell'immobile. Dunque, da quanto detto, ne deriva che la carenza dell'abilita' si configuri come una forma di vizio funzionale della causa. Senza dubbio alcuno, siamo in presenza di un inadempimento contrattuale da parte del venditore, che puo' dare luogo *sia alla risoluzione del negozio giuridico, sia ad una ipotesi di risarcimento del danno* per aver consegnato un immobile privo di quei titoli previsti dalla legge. Tale inadempimento potra' essere fatto valere ai sensi dell'art. 1460 c.c., che, al primo comma sancisce che ?*nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti puo' rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l'altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria, salvo che termini diversi per l'adempimento siano stati stabiliti dalle parti o risultino dalla natura del contratto*?. Dunque, sul punto, non vi devono essere state pattuizioni tra le parti, e l'inadempimento sara' il presupposto per un'azione di risarcimento, il cui quantum sara' commisurato a tutti quei costi necessari per ottenere l'abitabilita'. Quando, invece, l'inadempimento del venditore lasci supporre una situazione di fatto per la quale non sia possibile ottenere il rilascio dell'atto amministrativo, si potra' agire in giudizio con _un'azione di risoluzione per mancanza di qualita'_, combinando il disposto degli att. 1453 c.c. e 1497 c.c., lasciando impregiudicato il diritto al risarcimento del danno. Nella maggior parte dei casi si trattera' di un danno emergente; talvolta di un danno da lucro cessante che pero', in fase giudiziale, dovra' essere necessariamente oggetto di prova. Per un orientamento giurisprudenziale, anche se minoritario, il caso di specie si configura come un /aliud pro alio/, intendendosi tale fattispecie come il caso in cui il bene oggetto di consegna, per le carenze essenziali di quegli elementi che, invece, dovrebbero caratterizzarlo, deve considerarsi appartenente a tutt'altro genere rispetto a quello che le parti hanno contemplato nel momento in cui hanno sottoscritto il contratto di compravendita; dunque, non sarebbe idoneo ad assolvere quella funzione economico-sociale che gli e' propria (Cass. Civ. 442/96; Cass. Civ. 1391/98; Cass. Civ. 8199/90). Nel caso di genere difforme, la tutela giudiziale applicabile sarebbe, dunque, la risoluzione del contratto, soggetta alle regole ordinarie, svincolata da termini di decadenza e di prescrizione. Per la corrente giurisprudenziale maggioritaria, invece, deve parlarsi non di diverso /genus/, bensi' di mancanza di qualita' la cui rilevanza e' disciplinata dall'art. 1497 c.c., per il quale, al primo comma ?/quando la cosa venduta non ha le qualita' promesse, ovvero quelle essenziali per l'uso a cui e' destinata, il compratore ha diritto ad ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento, purche' il difetto di qualita' ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi/?. In tal caso restano, pero' da rispettare quei termini di cui all'art. 1495 c.c.: _otto giorni per la denuncia del vizio al venditore a pena di decadenza e un anno dalla consegna della cosa ai fini della prescrizione dell'azione in giudizio._ */_L'obbligo del rilascio in un momento successivo alla sottoscrizione del contratto e il fatto del terzo_/* */_ _/* La situazione e' un po' diversa qualora, invece, in sede di stipula del contratto il venditore, d'accordo con l'acquirente, *rimanga obbligato a procurare la certificazione, al momento non ancora rilasciata*. In questa circostanza, non sara' possibile agire per ottenere l'esecuzione in forma specifica dell'obbligazione assunta, posto che l'obbligazione ha ad oggetto il fatto di un terzo (Pubblica Amministrazione), da ricondursi alle previsioni normative di cui all'art. 1381 c.c. per il quale ?/colui che ha promesso l'obbligazione o il fatto di un terzo e' tenuto a indennizzare l'altro contraente, se il terzo si rifiuta di obbligarsi o non compie il fatto promesso/?. Dunque, in tale circostanza, il debitore, o promettente, si impegna verso il creditore a che il terzo tenga, oppure non tenga, un certo comportamento. Nel momento in cui il terzo si rifiuti di obbligarsi, oppure, essendosi obbligato non ponga in essere il comportamento promesso, il debitore e' tenuto a indennizzare l'altro contraente. Cio' si verifica poiche' il terzo rimane estraneo alla promessa e la norma concentra la sua attenzione sul fatto che il promittente deve adempiere all'impegno di procurare il fatto promesso e quando questo fatto, sia positivo che negativa non si compie, *il promissario ha il diritto di agire per ottenere un indennizzo, ma non per ottenere l'adempimento in forma specifica (perche' l'obbligato e' appunto un terzo), ne' per ottenere il risarcimento del danno.* La liquidazione dell'indennizzo non potra' che avvenire in forma equitativa. Laddove, invece, il fatto compiuto non si compia per una causa che sia imputabile al promittente, varranno le normali norme poste a sanzione dell'inadempimento, oltre che per il risarcimento del danno. */_Il preliminare di compravendita_/* Per cio' che attiene il contratto preliminare di compravendita, si ritiene che questo possa essere validamente, oltre che efficacemente, sottoscritto in mancanza del certificato, dal momento che il promittente venditore sara' ritenuto adempiente se procuri l'abitabilita' entro il termine di stipula dell'atto di trasferimento definitivo, in mancanza del quale, la giurisprudenza ha ritenuto giustificato il rifiuto di stipulare (Cass. Civ.15969/2000), tenuto conto dell'interesse dell'acquirente ad ottenere la proprieta' di un immobile che sia idoneo ad assolvere la funzione economico sociale, nonche' a soddisfare quei bisogni che hanno indotto all'acquisto. */_Il preliminare ad effetti anticipati _/* La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha, invece, fatto un diverso ragionamento per il cosiddetto *preliminare ad effetti anticipati*, caso nel quale, ?/in tema di promessa di vendita, qualora il contratto preliminare preveda espressamente che il saldo del prezzo debba essere corrisposto dal promissorio acquirente (non alla stipula del definitivo ma) alla consegna dell'appartamento e tale consegna sia prevista in data anteriore rispetto a quella fissata per la redazione dell'atto pubblico, rientra tra le obbligazioni gravanti sul promettente venditore anche quella di allegare il certificato di abitabilita' dell'immobile contestualmente alla consegna dell'appartamento (e non anche in sede di stipula dell'atto definitivo), stante il nesso sinallagmatico che lega le prestazioni del promissorio acquirente (versamento del prezzo) e dello steso promettente venditore (consegna della cosa con contestuale messa a disposizione dei documenti relativi alla proprieta' ed all'uso della cosa negoziata tra cui, appunto, il certificato di abitabilita', indispensabile alla piena realizzazione della funzione socio economica del contratto)/? (Cass. Civ. 4513/2001). */_Le responsabilita' del notaio e del mediatore immobiliare_/* La giurisprudenza ha poi soffermato la sua attenzione su quali possano essere le responsabilita' a carico dei professionisti, notaio e mediatore immobiliare, in caso di mancanza di tale certificato. Per quanto riguarda il notaio, l'orientamento prevalente sostiene che questi non possa rifiutarsi di ricevere l'atto di vendita in mancanza del certificato di abitabilita', visto che non si e', in tal caso, in presenza di un atto nullo, e la legge stabilisce che il professionista possa rifiutarsi di svolgere legittimamente il proprio ministero solo in presenza di atti che siano espressamente proibiti dalla legge e, cioe', quando la nullita' assoluta sia comminata o sia desumibile in modo inequivoco dalla legge. D'altro canto non e' plausibile ritenere che sussista per il notaio l'obbligo di accertare se sia stato consegnato o meno il certificato di abitabilita', ma di certo, visto che tale professionista svolge anche una consulenza qualificata a favore dei contraenti, ha un dovere di informazione relativo a tutto cio' che possa impedire la piena e corretta produttivita' di effetti dell'atto. Qualora, invece, la vendita sia avvenuta con la presenza di un mediatore, a suo carico si puo' configurare una responsabilita' ex art. 1759 c.c., per mancata informazione dell'acquirente sulla mancanza del certificato di abitabilita' e, come ha affermato la Cassazione civile nella sentenza n. 6219/1993, in merito ad un contenzioso giudiziale con ad oggetto il rilascio di tale certificato, ?/l'obbligo del mediatore di comunicare alle parti le circostanze a lui note relative alla valutazione ed alla sicurezza dell'affare si riferisce non solo alle circostanze accertate, ma anche a quelle di cui il mediatore abbia avuto semplicemente notizia/?. */_I patti fra il venditore e l'acquirente_/* La giurisprudenza, infine, non esclude, pero', che possa sussistere tra le parti un patto per il quale l'obbligo di richiedere il certificato gravi sull'acquirente, e in tal caso l'immobile viene venduto senza certificato, sul presupposto che il compratore abbia ugualmente interesse all'acquisto (Cass. Civ. n. 201/1978). Allo stesso modo, e' da considerarsi pienamente valida ed ammissibile la comune volonta' delle parti di compravendere in assenza del documento, e non puo' di certo considerarsi un inadempimento opponibile ex art. 1460 c.c., purche', pero', vi sia consapevolezza e volonta' di acquistare comunque da parte dell'acquirente. Come si e' espressa chiaramente la Suprema Corte, la sola conoscenza da parte del compratore del mancato rilascio della licenza di abitabilita' al momento della stipulazione di un contratto di compravendita di un immobile destinato ad abitazione, non accompagnato da una rinuncia da parte dello stesso al requisito, soddisfatto solo dal rilascio della relativa licenza e dalla di lui volonta' di esonerare comunque il venditore dal relativo obbligo, non vale ad escludere l'inadempimento del venditore per consegna di /aliud pro alio/, suscettibile di essere opposto in via d'eccezione dal compratore ai sensi del 1660 c.c. (Cassazione civile n. 6576/1991; Cassazione civile n. 442/1996). ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Rete in banda larghissima. Il Giappone e' gia' nel futuro, in Italia difficolta' anche per avere la linea base /- Ho richiesto il trasloco della linea il 7 agosto 2007, dopo tante scuse ... oggi vengo a sapere che forse il 23 luglio 2008 faranno il trasloco./ /- Salve a tutti vivo a Verbania verso la fine di luglio 2007 chiedo a Telecom di attivare una nuova linea telefonica con Adsl, mi danno numero e data appuntamento con tecnico ... Oggi 26/04/2008 non ho l'Adsl ... ma continuano a sollecitare il pagamento di un servizio che non ho. / *Due segnalazioni come tante *(http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=214280) che ci giungono tramite mail: evidenziano la drammatica arretratezza della rete telefonica in Italia. La storia e' nota, negli ultimi 10 anni gli azionisti di maggioranza di Telecom Italia, proprietaria della rete, hanno privilegiato la distribuzione di utili ai soci, penalizzando fortemente gli investimenti. Anzi, e' stato miseramente abbandonato il progetto di cablare l'Italia con 'Socrate' (Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso Telecom) partito nel 1995. In pratica *l'ex monopolista non ha investito sul futuro.* Cosi', da un lato cavi dell'ultimo miglio e centraline (che permettono di collegare case e uffici alla rete) sono sempre piu' vecchi e malfunzionanti, dall'altro le zone di nuova urbanizzazione attendono mesi, prima che vengano collegate. Neppure gli altri operatori hanno investito nella rete. La sola Fastweb si e' limitata a cablare alcune zone delle grandi citta'. Questa la situazione in Italia. In altri Paesi il futuro e' gia' in corso e hanno scelto un *modello per sviluppare la Ngn (next generation network), la rete in fibra ottica* che permettera' di navigare su Internet 100 megabit al secondo, con una forte integrazione tra rete 'fissa' e 'mobile'. *La valenza di una rete a banda larghissima* e' enorme e sarebbe un formidabile motore di sviluppo economico, ma anche un cambiamento sociale e ambientale molto rilevante: il telelavoro, per esempio, potrebbe favorire il ripopolamento delle zone rurali e montane, con benefici effetti sia per le citta' che non verrebbero invase da migliaia e migliaia di pendolari quotidianamente, sia per i borghi montani che potrebbero rivitalizzarsi. Meno spostamenti, meno inquinamento. Insomma, la fibra ottica moderna manna che arriva dal sottosuolo. *Gli investimenti nel mondo *(*)*. *Il Giappone ha previsto investimenti per 47 miliardi di dollari tra il 2005 e il 2010. L'obiettivo e' quello di raggiungere quasi tutte le case direttamente con la fibra. Obiettivo analogo si pongono Olanda, Singapore e Corea del Sud. Anche gli Stati Uniti, Danimarca, Svizzera hanno previsto la copertura di almeno il 50% delle abitazioni con la fibra. La Germania il 21%. *Gli investimenti in Italia. *Di fronte a questi obiettivi, da raggiungere entro il 2010, sono davvero poca cosa gli investimenti messi in cantiere da Telecom Italia per raggiungere un milione di abitazioni: 237 milioni di dollari (lo 0,50% di quanto previsto in Giappone). Anche a livello normativo siamo indietro. Al momento Telecom Italia, che e' 'depositaria' del servizio universale, ha solo l'obbligo di fornire a tutti gli italiani la linea base. In Svizzera gia' da quest'anno, Swisscom, omologa di Telecom, e' obbligata a fornire a tutti gli elvetici la connessione a banda larga. *Il futuro.* Da oltre un anno, l'Autorita' per le comunicazioni, Telecom Italia e Governo stanno discutendo del futuro della rete italiana. L'ex monopolista ha annunciato la creazione di Open access, una struttura che gestira' la rete d'accesso, che dovrebbe garantire a tutti gli operatori parita' di condizioni nell'offrire servizio alla clientela. */Ma e' questa la soluzione? Stimolera' gli investimenti?/* /Nel prossimo numero analizzeremo i diversi scenari./ * Dati tratti da il Corriere della Sera Economia ------------------------------------------- IL CONDOMINIO Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini di: Alessandro Gallucci Cassazione: il gestore deve rifarsela con i singoli condomini morosi Con la sentenza n.9148/2008 le Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione, smentendo un proprio orientamento (maggioritario, seppur non unanime), riconsidera la natura delle obbligazioni contratte dall?amministratore per conto del Condominio. Non piu' obbligazioni solidali, ma obbligazioni pro-quota con riferimento al valore millesimale della proprieta' di ogni singolo condominio. In altre parole, in caso di morosita' di alcuni condomini, il gestore o il professionista che ha stipulato un contratto con un Condominio non potra' piu' rifarsela con lo stesso, ma dovra' rivalersi sui singoli condomini morosi. Si tratta sicuramente di una rivoluzione copernicana che se ribadita comportera' non pochi mutamenti nei rapporto tra Condominio e fornitori di servizi e/o opere. Partendo dal dato positivo, c'e' di certo che il buon condomino che ha pagato la propria quota parte relativa ai servizi erogati al Condominio, non potra' vedersi convenuto in giudizio ne' tanto meno esecutato dal creditore procedente per vedere soddisfatte le ragioni di quest'ultimo. Inoltre, dagli argomenti della Cassazione, si puo' desumere anche che l'amministratore non potra' piu richiedere ai condomini in regola con i pagamenti c.d. quota di solidarieta' per sopperire alle mancanze di cassa imputabili ai condomini morosi, con la restituzione di quanto anticipato al momento del recupero delle somme dal moroso. Cio' perche', secondo il giudice l'obbligazione del singolo condomino non e' un'obbligazione solidale. La Corte -partendo dalla considerazione che non e' presente tra gli articoli che disciplinano il condominio degli edifici una disposizione che configuri una solidarieta' passiva tra i partecipanti al condominio, ed in considerazione dei criteri di riparto delle spese ex art. 1123 c.c.- ritiene il condomino obbligato limitatamente alla quota risultante dalle tabelle millesimali, o in mancanza alla propria quota parte. Nell'argomentare tale assunto la Cassazione non esita a ritenere errato, con riferimento al Condominio, quel concetto di ente di gestione desumibile da un orientamento oramai consolidato dello stesso Giudice. Le norme cui fare riferimento per cio' che concerne le obbligazioni condominiali sono, a dire del Giudice, quelle relative alle obbligazioni degli eredi per i debiti del de cuius; obbligazioni per l'appunto pro-quota e non solidali. Certamente se la situazione rimanesse quella fotografata dalle Sezioni Unite, il problema che si verrebbe a configurare per molti condomini sarebbe quello dei rapporti con i propri fornitori -es. ditte di pulizie scale, cosi' come manutentori di impianti ecc. . Questi ultimi, infatti, in caso di ritardati pagamenti, pur ottenendo un'ingiunzione di pagamento contro il Condominio, dovrebbero poi agire contro i singoli condomini, esclusivamente per il recupero delle quote a loro imputabili e con notevole aggravio di spesa, frazionamento della procedura e dilatazione dei tempi per il recupero del credito. Cio' giova ribadirlo, se favorisce -giustamente- chi paga regolarmente, potrebbe portare nel giro di poco a vedere peggiorate le condizioni proposte dai fornitori nei rapporti contrattuali con il Condominio o addirittura arrivare ad una difficolta' del reperimento di fornitori che si vedrebbero disincentivati a stipulare contratti con i condomini, a maggior ragione se venissero a sapere che quel determinato condominio non e' preciso nei pagamenti. Da ultimo, per completezza, e' utile sottolineare che questa pronuncia riguardava a quote da recuperare nell'ambito di lavori di straordinaria manutenzione. Per analogia la situazione dovrebbe essere la stessa per le spese ordinarie. A questo punto pero' meglio aspettare conferme che ci verranno dalla prassi applicativa per trarre piu' precise conclusioni. QUI il testo della sentenza: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/condominio/cassazione_civile_9148-2008.pdf ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA L'ASSEGNO COS'E' E' uno strumento di pagamento con il quale il cliente titolare di un conto corrente da' alla propria banca una disposizione di pagamento che potra' essere a favore di una determinata persona (all'ordine) o al portatore. Giuridicamente si tratta di un titolo di credito (a vista) che ha valore di titolo esecutivo, quindi di strumento tramite il quale e' possibile -in caso di mancato pagamento- agire direttamente sul patrimonio del debitore. I presupposti su cui si basa il suo funzionamento sono da una parte la disponibilita' di denaro sul conto (considerando anche gli eventuali fidi) e dall'altra l'autorizzazione della banca all'emissione. Deve obbligatoriamente contenere: ** la denominazione di assegno bancario inserita nel contesto del titolo ed espressa nella lingua in cui esso e' redatto; ** l'ordine incondizionato di pagare una somma determinata; ** il nome della Banca emittente che deve pagare (trattario) e le coordinate del conto corrente su cui l'assegno e' appoggiato; ** il luogo di pagamento; ** la data e il luogo di emissione; ** la sottoscrizione del soggetto che lo emette (il traente titolare del conto corrente). Il titolo dove manca uno dei detti elementi non vale come assegno, escluso il caso in cui: - manchi l'indicazione del luogo di pagamento: in questo caso vale il luogo indicato a fianco del trattario. In mancanza di altre indicazioni l'assegno e' pagabile nel luogo di emissione o nel luogo dove il trattario ha la sua sede; - manchi il luogo di emissione: in questo caso si considera sottoscritto nel luogo indicato accanto al traente. La somma da pagare viene espressa in cifre ed in lettere. In caso di discordanza vale la cifra scritta in lettere. Se la somma e' scritta piu' di una volta -in cifre od in lettere- vale quella minore. All'atto del rilascio da parte della banca dei moduli di assegno bancario il correntista richiedente dovra' dichiarare di non essere interdetto all'emissione di assegni (magari conseguentemente all'emissione di un assegno senza provvista o senza autorizzazione con successiva iscrizione al CAI). Una falsa dichiarazione in tal senso comporta la reclusione da sei mesi a due anni (si veda l'art.37 del d.lgs.507/99). Per l'assegno bancario non e' prevista accettazione, ne' del debitore (ovviamente, visto che e' lui stesso che lo emette) ne' della banca incaricata di pagare. La banca quindi NON e' direttamente obbligata verso il portatore/beneficiario riguardo al buon esito dello stesso, essa si impegna solo nei confronti dell'emittente (traente) in base allo specifico contratto (convenzione di assegno). Quel che puo' semmai essere chiesto alla banca emittente per cautelarsi da eventuali problemi legati alla mancata riscossione e' chiederle il cosiddetto "benefondi" ovvero notizie sulla copertura dell'assegno. Questa informazione, secondo le regole della privacy, puo' essere data soltanto ai soggetti legittimati all'incasso o alla negoziazione dell'assegno e deve limitarsi a confermare o meno l'esistenza dei fondi necessari a coprire lo stesso, senza aggiungere alcun dato in piu'. IL PAGAMENTO L'assegno bancario puo' essere pagabile ad una persona determinata o al portatore (se non viene indicato niente, il titolo si intende emesso al portatore). L'assegno puo' anche essere emesso all'ordine dello stesso traente (tramite la formula "mio proprio" o simili), generalmente allo scopo di prelevare contanti allo sportello. L'assegno bancario e' pagabile unicamente a vista, ed ogni disposizione contraria si considera come non scritta. Esso deve quindi essere presentato al pagamento subito dopo l'emissione, entro precisi termini che sono: - otto giorni se e' pagabile nello stesso Comune in cui e' stato emesso; - quindici giorni se e' pagabile in un Comune diverso all'interno del territorio italiano; - trenta giorni se e' pagabile nei territori comunque soggetti alla sovranita' italiana compresi nel bacino del Mediterraneo; - sessanta giorni se e' pagabile negli altri territori soggetti alla sovranita' italiana. L'assegno bancario emesso in Paese diverso da quello nel quale e' pagabile deve essere presentato entro 20 giorni o 60 giorni a seconda che il luogo di emissione e quello di pagamento siano nello stesso continente o in continenti diversi. La scadenza del termine non impedisce di per se' la presentazione dell'assegno al pagamento e la riscossione dello stesso da parte del portatore. Il traente (colui che ha emesso l'assegno), puo' pero' cautelarsi rispetto ad una tardiva presentazione disponendo alla propria banca -per iscritto- la *"revoca dell'ordine di pagamento"*dopo la scadenza dei termini di presentazione. _Cosi' facendo impedisce alla banca sia di pagare il titolo presentato in ritardo, sia di protestarlo_, liberandola da ogni responsabilita' al riguardo. In pratica i termini di presentazione suddetti sono quelli che delimitano -a favore del traente che abbia disposto la revoca all'ordine di pagamento- il periodo in cui l'assegno deve risultare coperto dalla provvista presente sul conto corrente. Con tale revoca il traente si libera da tale onere, e quindi da tutti i rischi legati al mancato pagamento dell'assegno (protesto, iscrizione al Cai, sanzioni, etc.). E' importante sapere comunque che l'assegno, anche se non presentato nei termini, rimane sempre un titolo esecutivo che permette al portatore/beneficiario di rifarsi sul traente. Senza il protesto, pero', il portatore perde la possibilita' di agire contro gli altri eventuali obbligati, i giranti. Per informazioni sulle azioni di regresso si veda piu' avanti. Il trattario che paga l'assegno puo' esigere che lo stesso gli venga consegnato quietanziato. Il portatore non puo' rifiutare pagamenti parziali, con menzione e quietanza posta sull'assegno. *Il soggetto che risponde principalmente del pagamento e' il traente. Ogni clausola con la quale si esoneri da tale responsabilita' si ha per non scritta. * *OBBLIGATORIETA' ED EFFETTI DELLA CLAUSOLA "NON TRASFERIBILE"* L'assegno con la clausola "non trasferibile" non puo' essere pagato se non al "prenditore" che puo' accreditarlo sul proprio conto corrente. Egli non puo' girare l'assegno se non ad una banca con la girata "per incasso" o "valuta per incasso". Le girate apposte nonostante il divieto si considerano come non scritte, ed anche l'eventuale cancellazione della clausola si considera mai fatta. La clausola puo' essere apposta anche da un girante (quindi dopo una o piu' girate regolari), con gli stessi effetti. *Ricordiamo che dal 30 Aprile 2008 la clausola "non trasferibile" e' diventata obbligatoria per tutti gli assegni bancari (postali e circolari) di importo uguale o superiore ai 5.000 euro *(in precedenza il limite era di 12.500 euro). Cio' per effetto dell'entrata in vigore delle nuove norme "antiriciclaggio" (d.lgs.231/07), che impongono anche, per gli assegni dell'importo gia' detto, l'obbligo di intestare gli stessi ad una persona o societa' specifica. Gli assegni che il traente intesta a se stesso -con le formule "mio proprio", " a me medesimo", etc.- possono anche essere di importo superiore ai 5.000 euro ma saranno sempre "non trasferibili" ed utilizzabili solo per l'incasso di denaro (si vedano le nuove regole sulla girata, inserite piu' avanti). Gli assegni di importo uguale o superiore ai 5.000 emessi senza clausola "non trasferibile" o senza il nome del beneficiario sono pagabili, ma la Banca che provvede deve segnalare l'irregolarita' al Ministero dell'Economia che puo' comminare delle sanzioni. * * *Tutte le informazioni sulle nuove norme e sulle sanzioni e la loro applicazione possono essere trovate nella scheda inserita piu' avanti, tra i link utili.* * * *EFFETTI DELLA CLAUSOLA "DA ACCREDITARE"* Il traente o portatore dell'assegno bancario puo' vietare che lo stesso sia pagato in contanti, apponendo sulla faccia anteriore in senso trasversale le parole "da accreditare" o altra espressione equivalente. In questo caso l'assegno non puo' che essere versato o fatto passare da un conto corrente (pur incassando successivamente la somma). La banca, conseguentemente, puo' consentire l'accredito solo ai proprio correntisti. L'eventuale cancellazione di tale clausola si considera come mai fatta. * * *INCASSO DELL'ASSEGNO "SBARRATO"* Lo sbarramento di un assegno bancario -ovvero l'apposizione di due sbarre sulla facciata anteriore- comporta l'obbligo per la banca emittente di pagare solo a un'altra banca o ad un proprio cliente (sbarramento generale). Se fra le due sbarre vi sia apposto il nome di un banchiere, l'assegno potra' essere pagato solo a questo oppure, se esso coincide con il trattario (la banca emittente), ad un suo cliente (sbarramento speciale). In poche parole il beneficiario di un assegno sbarrato non puo' riscuoterlo se non versandolo su un conto corrente. L'eventuale cancellazione dello sbarramento o del nome della banca si considera come mai fatta. LA GIRATA Sulla girata, ovvero sulla modalita' di trasferimento di un assegno da una persona ad un'altra, sono state introdotte dal 30 Aprile 2008 grosse novita'. Mentre in precedenza era infatti possibile trasferire un assegno con la cosiddetta "girata in bianco" o "al portatore" (fatta tramite apposizione di una semplice firma dietro l'assegno senza precisare il nome del nuovo beneficiario), dal 30 Aprile 2008 cio' non e' piu' fattibile. Tutte le girate diventano, infatti, obbligatoriamente nominative, ovvero fatte ad una persona determinata e devono anche riportare -pena la nullita'- il codice fiscale di chi le effettua. La mancanza del codice fiscale comporta la nullita' della girata e quindi l'impossibilita' di incassare l'assegno da parte del portatore. La banca chiamata all'incasso puo' rifiutarsi di pagare o versare l'assegno e deve segnalare l'irregolarita' al Ministero dell'economia per l'applicazione delle relative sanzioni. Stessa cosa nel caso in cui il codice fiscale sia manifestamente errato o il girante ne sia sprovvisto. Ulteriore grossa novita' e' l'abbassamento del limite oltre il quale la girata diventa non fattibile. *Dal 30 Aprile 2008 gli assegni bancari -postali e circolari- di importo uguale o superiore ai 5.000 euro devono infatti obbligatoriamente contenere la clausola "non trasferibile" e non sono quindi girabili *(il limite precedente era 12.500 euro). Gli assegni emessi all'ordine dell'emittente (con le espressioni "mio proprio", "a me medesimo", "m.m.", etc.) possono essere girati –per l'incasso- SOLO ad una banca o alle poste. Essi quindi vengono sempre ritenuti NON TRASFERIBILI e non possono piu' essere utilizzati per pagare ma solo per incassare contanti. Nella girata "per l'incasso" non e' obbligatorio riportare il codice fiscale, ma rimane l'obbligo per la banca di appurare e verificare l'identita' del soggetto che ha presentato l'assegno. *Tutte le informazioni sulle nuove regole sulla girata e sulle sanzioni applicabili in caso di mancato rispetto delle stesse si trovano nella scheda inserita piu' avanti, tra i link utili.* Il girante, salvo clausola contraria, risponde del pagamento solidalmente con gli altri giranti e con il traente. Egli puo' vietare nuove girate apponendo la clausola "*non all'ordine"*, ed il questo caso non e' responsabile verso coloro i quali l'assegno venga comunque girato. Questa clausola quindi implica la non trasferibilita' dell'assegno, e l'unica girata possibile rimane quella "per incasso" (o "valuta per incasso") tramite la quale il beneficiario riscuote le somme recandosi in banca. La girata deve essere incondizionata, e qualsiasi condizione venisse apposta risulterebbe come non scritta. Essa deve riguardare l'intero assegno (non puo' essere parziale) . L'AVALLO Il pagamento di un assegno bancario puo' essere garantito con avallo per tutta o parte della somma. Questa garanzia puo' essere prestata da un terzo o anche da un firmatario dell'assegno. Esso e' eseguito apponendo la dicitura "per avallo" o una equivalente sull'assegno o sull'allungamento, con sottoscrizione dell'avallante. Puo' bastare anche la sola sottoscrizione posta sulla faccia anteriore dell'assegno. Se l'avallante desidera garantire un soggetto diverso dal traente lo deve specificare. Il soggetto avallante e' obbligato in solido per il pagamento con la persona per cui ha dato avallo. MANCATO PAGAMENTO: il protesto e l'azione di regresso Abbiamo gia' detto che i soggetti responsabili del pagamento sono il traente, i giranti e i loro eventuali avallanti, soggetti che rispondono in solido dell'obbligazione. Il beneficiario/portatore puo' agire contro questi soggetti (individualmente o congiuntamente senza dover per forza osservare l'ordine nel quale si sono obbligati), nel caso in cui l'assegno non venga pagato, tramite un'azione detta "di regresso". Tale azione, essendo l'assegno un titolo esecutivo, e' tipicamente quella esecutiva che inizia con l'atto di precetto (un'intimazione formale a pagare) per finire col pignoramento e la vendita forzata dei beni del debitore. Se il portatore/beneficiario agisce direttamente contro il traente -tipicamente nel caso di assegno senza girate- non sono necessarie particolari formalita' e non e' necessario ne' che l'assegno sia stato presentato tempestivamente ne' che venga levato il protesto. L'azione di regresso fatto contro gli altri obbligati (i giranti e i loro avallanti) e' invece condizionata sia alla presentazione dell'assegno entro i termini sia alla levata del protesto o all'emissione di una dichiarazione della banca detta "constatazione equivalente". *Il protesto *e' un atto pubblico -redatto da un notaio, pubblico ufficiale o segretario comunale- nel quale si accerta in forma solenne l'avvenuta presentazione del titolo in tempo utile ed il conseguenterifiuto della banca di pagare. *La "constatazione equivalente"* e' invece una dichiarazione del trattario (la Banca che deve pagare) posta sull'assegno con indicazione del luogo e giorno della presentazione. Tale dichiarazione (datata ed attestante che l'assegno e' stato trasmesso in tempo utile e non pagato) puo' anche essere emessa da una "stanza di compensazione", ovvero da uno degli uffici che si occupano della regolamentazione dei rapporti di credito/debito tra le varie Banche. Sia il protesto che la constatazione equivalente devono farsi prima che sia scaduto il termine di presentazione dell'assegno al pagamento (si veda la sezione "Pagamento"). Il portatore/beneficiario potra' pretendere, oltre all'importo dell'assegno, gli interessi legali (calcolati dal giorno della presentazione) nonche' le eventuali spese relative al protesto o alla constatazione equivalente. Dal momento in cui il soggetto che subisce l'azione paga, questi puo' pretendere la consegna dell'assegno quietanziato, col protesto o con la constatazione equivalente. Se a pagare e' il girante, questi puo' cancellare la propria girata nonche' quella dei giranti successivi. *L'azione di regresso si prescrive* in sei mesi dalla scadenza del termine di presentazione dell'assegno al pagamento. Le azioni tra i diversi obbligati al pagamento (giranti) si prescrivono invece in sei mesi dal giorno in cui l'obbligato ha pagato o dal giorno in cui l'azione di regresso e' stata promossa contro di lui. Decorsi i sei mesi rimangono comunque fattibili l'azione causale e l'azione di arricchimento. *L'azione causale* e' quella legata al rapporto che ha dato causa all'emissione dell'assegno (poggiato su una fattura, un contratto, etc.) fattibile utilizzando l'assegno semplicemente come prova sulla cui base ottenere in sede giudiziaria un provvedimento esecutivo -tipicamente un decreto ingiuntivo-. *L'azione di arricchimento,* e' invece quella fatta contro il traente o il girante per cercare di ottenere il rimborso della somma della quale tali soggetti si sono indebitamente arricchiti a danno del beneficiario (o portatore). Si tratta di un'azione la cui fattibilita' e' valutabile solo con l'aiuto di un legale, e che si prescrive nel termine di un anno dal giorno della perdita dell'azione di regresso. Ambedue le azioni sono fattibili in Tribunale con l'intermediazione di un avvocato che e' bene consultare fin dalle prime fasi valutative. */ /* *EFFETTO DELLE CLAUSOLE "SENZA SPESE" E "SENZA PROTESTO"* Il traente, il girante o l'avallante possono, apponendo e firmando le clausole "senza spese" o "senza protesto" od equivalenti, dispensare il portatore dall'obbligo di protesto o della dichiarazione equivalente gia' detta per esercitare il regresso. Questa clausola non dispensa il portatore dalla presentazione dell'assegno nei termini previsti, ne' dagli avvisi. Se la clausola e' apposta dal traente i suoi effetti ricadono su tutti i firmatari, mentre se e' apposta da un girante o da un avallante, i suoi effetti ricadono solo su questi soggetti. * * *Ulteriori e piu' precise informazioni sulle procedure esecutive (precetto, pignoramento, etc.) ed i protesti si trovano nelle schede riportate tra i link utili. * L'ASSEGNO SENZA PROVVISTA E L'ASSEGNO SENZA AUTORIZZAZIONE: iscrizione al CAI e SANZIONI Il tutti i casi in cui il pagamento non avviene, sia per mancanza fondi che per mancanza dell'autorizzazione ad emettere assegni, le tipiche conseguenze -a prescindere dal fatto che l'assegno venga protestato o meno- sono l'iscrizione alla CAI (centrale di allarme interbancaria) e l'applicazione di determinate sanzioni amministrative, con il conseguente divieto di emettere assegni per sei mesi (la cosiddetta "revoca di sistema"). * * *Per approfondire questo punto, nonche' tutte le disposizioni che regolano l'archivio CAI e la procedura di iscrizione e cancellazione, si consiglia la lettura della scheda riportata tra i link utili.* L'ASSEGNO CIRCOLARE L'assegno circolare e' emesso direttamente dalla Banca a fronte della copertura certa disponibile sul conto, versata al momento dal cliente richiedente o da un terzo anche non titolare di un conto corrente. Esso contiene quindi l'impegno della banca a pagare a vista una somma determinata, ed offre certamente piu' ampie garanzie al beneficiario rispetto al tradizionale assegno bancario. E' pagabile "a vista" e non puo' essere emesso "al portatore", ma a favore di uno specifico beneficiario. Deve contenere la denominazione di assegno circolare, la promessa incondizionata di pagare a vista una somma determinata, l'indicazione del beneficiario e della data e luogo nel quale l'assegno e' emesso, nonche' la sottoscrizione della banca emittente. L'assegno circolare deve essere presentato all'incasso entro 30 giorni dall'emissione, altrimenti il possessore non puo' piu' agire con le azioni di regresso. All'assegno circolare sono applicabili tutte le disposizioni gia' dette relative al pagamento, alla girata, alle clausole di non trasferibilita', alla sbarratura, al protesto e alle azioni di regresso. Stessa cosa per tutte le novita' introdotte dalla legge antiriciclaggio gia' dette. Le azioni di regresso che riguardano un assegno circolare sono fattibili dal portatore nei confronti dei giranti e dei loro avallanti nei rari casi in cui la banca emittente non paghi. La condizione per poter effettuare tale azione e' l'aver presentato l'assegno al pagamento entro 30 giorni dall'emissione. L'azione contro la banca emittente si prescrive in tre anni dall'emissione dell'assegno. *Assimilabile all'assegno circolare e' quello turistico o "travel cheque". * Esso viene emesso dalla banca su richiesta del cliente e viene compilato con la valuta del Paese di destinazione dello stesso. Una volta giunto a destinazione questi puo' ritirare l'importo dell'assegno nella valuta locale. Una particolarita' di questo assegno e' la doppia firma del cliente. La prima viene messa all'emissione, l'altra al ritiro del denaro. *Simili al circolare sono anche gli assegni bancari di traenza e quietanza,* poiche' vengono emessi a fronte di fondi precostituiti. Essi sono utilizzabili per il solo fine per il quale sono stati emessi, ovvero per il trasferimento di denaro verso soggetti dei quali non si conoscono i riferimenti bancari. Gli assegni di traenza sono tipicamente usati dagli enti pubblici di tesoreria e dalle aziende per i rimborsi o gli accrediti, come i vari gestori (Telecom, Enel, fornitori di gas, etc.), le compagnie assicurative per rimborsare i sinistri, etc. Sono emessi con la clausola "non trasferibile" e hanno una validita' prefissata e inderogabile. Devono quindi essere incassati entro il termine in essi indicato, altrimenti perdono di validita'. Anche per questi assegni sono previste due firme del beneficiario, da apporre prima dell'incasso. CASI PARTICOLARI *ASSEGNO ALTERATO* In caso di alterazione del testo di un assegno bancario chi ha firmato dopo l'alterazione risponde nei termini del testo alterato, mentre chi ha firmato prima risponde nei termini del testo originario. Qualora non risulti dal titolo o non si dimostri che la firma sia stata apposta prima o dopo, si presume che sia stata apposta prima. *SMARRIMENTO, FURTO O DISTRUZIONE DELL'ASSEGNO* In caso di smarrimento, furto o distruzione dell'assegno bancario, se ne puo' fare denuncia alla banca trattaria e chiedere il cosiddetto* "ammortamento"* facendo ricorso al Tribunale del luogo in cui l'assegno bancario e' pagabile o del luogo in cui il richiedente ha domicilio. L'ammortamento e' una procedura tramite la quale viene -nello stesso tempo- privato di validita' l'assegno sottratto, smarrito o distrutto e data la possibilita' al proprietario dello stesso di incassarne l'importo. Il Tribunale in pratica emette un decreto con il quale il viene autorizzato il pagamento decorsi 15 giorni dalla data di pubblicazione del decreto stesso, salvo opposizione. Decorso tale termine senza opposizione l'assegno non ha piu' alcuna efficacia e la riscossione puo' avvenire con il decreto di ammortamento. L'ammortamento non e' previsto per gli assegni non trasferibili. In questi casi si ha diritto ad ottenere -a proprie spese- un duplicato dell'assegno denunciandone lo smarrimento, il furto o la distruzione al traente e alla banca trattaria. *In caso di smarrimento, furto o distruzione di un assegno circolare, * puo' procedere alla richiesta di ammortamento sia il beneficiario che la banca emittente. E' competente il Tribunale di qualsiasi luogo in cui vi sia uno sportello della banca che ha emesso l'assegno circolare, oppure il luogo in cui il ricorrente ha domicilio. Se l'assegno circolare e' emesso con la clausola "non trasferibile" la procedura di ammortamento non e' necessaria. Il prenditore in questo caso ha diritto di ottenere, dopo 20 giorni dalla denuncia, il pagamento dell'assegno direttamente presso la filiale alla quale la denuncia e' stata fatta. *ASSEGNO POSTDATATO* La data di emissione dell'assegno dev'essere quella effettiva. Esso, infatti, e' un mezzo di pagamento e NON uno strumento di credito come la cambiale. La legge vieta espressamente l'emissione di assegni bancari postdatati e prevede, qualora venga indicata una data posteriore a quella di effettiva emissione, l'applicabilita' del bollo delle cambiali (12 per mille) e delle sanzioni previste dal d.p.r. 642/1972, art.25 (da 20 a 50 volte l'imposta non corrisposta). Le sanzioni sono comminate dall'Ufficio del Registro (presso l'Agenzia delle Entrate) a carico di chi ha emesso l'assegno e dietro segnalazione della banca che riceve il titolo prima della scadenza, stante l'obbligo a suo carico di pagarlo nel caso vi sia la copertura (l'assegno, pur se postdatato, conserva la sua validita' di mezzo di pagamento). Nel caso in cui l'assegno risulti invece scoperto, la regolarizzazione (ovvero il pagamento del bollo e delle sanzioni) e' necessaria per poter dare al titolo efficacia esecutiva e per poterlo protestare. Alla regolarizzazione puo' procedere lo stesso portatore/beneficiario, recandosi presso l'Agenzia delle entrate. Con le successive azioni esecutive questi potra' poi rivalersi sul debitore. L'unica postdatazione tollerata dalla legge (e quindi teoricamente dalle banche, pur se si rilevano differenze interpretative) e' quella di massimo quattro giorni giustificata dal periodo necessario per far pervenire il titolo in tempo utile per l'incasso, e quindi legata alla distanza fisica tra chi emette l'assegno e chi lo deve ricevere. * * FONTI NORMATIVE - R.D. n.1736/1933 , la cosiddetta L.A. (Legge Assegno); - Codice civile art. 1992 e segg. (disciplina generale dei titoli di credito); - D.lgs. 231/07 art.49 e segg. LINK UTILI - Scheda pratica LA CAMBIALE: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=65968 - Scheda pratica ASSEGNI E CARTE IRREGOLARI: iscrizione al CAI e sanzioni: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40783 - Scheda pratica IL PROTESTO E LA SUA PUBBLICAZIONE: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40746 - Scheda pratica LE AZIONI ESECUTIVE IN GENERALE E SPECIFICAMENTE SU TITOLO ESECUTIVO E PRECETTO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40725 - Scheda pratica ASSEGNI, CONTANTI, LIBRETTI E TITOLI AL PORTATORE: LE NUOVE REGOLE ANTIRICICLAGGIO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=218546 (Rita Sabelli) -------------------------- GLI ARTICOLI 01-05-2008 Usa. New York. Polizia sotto accusa: arresti per marijuana colpiscono le minoranze Negli ultimi dieci anni la polizia ha arrestato piu' di 350 mila persone per possesso di marijuana, e si e' visto che il target dei controlli senza motivo sono i giovani afro-americani e gli adulti ispanici. La pratica di cui e' accusata la polizia e quella di scegliere le persone da controllare in base al colore della pelle, quello che si chiama 'racial profiling' (discriminazione istituzionale). A parita' di infrazioni, vi sono cosi' maggiori probabilita' di finire in carcere rispetto ad altre razze o etnie. Il rapporto e' stato pubblicato dalla American Civil Liberties Union. Dura la risposta delle autorita' di polizia che parlano di confusione dovuta a "numeri gonfiati e falsi". "Per esempio, tra il 2003 e il 2006, gli arresti sono diminuiti del 25% rispetto ai 4 anni precedenti, e questo dato non c'e' nel rapporto", ha dichiarato Paul Browne, portavoce del Dipartimento di polizia. Il sociologo del Queens College Harry Levine e l'avvocatessa Deborah Patterson Small, autori del rapporto ("The Marijuana Arrest Crusade in New York City: Racial Bias in Police Policy 1997-2007") scrivono che l'aumento delle infrazioni per il possesso, 350 mila nel periodo 1997 e 2006, sono numeri impressionanti se paragonati alle 33 mila infrazioni del periodo 1977 e 1986. Per gli autori e i ricercatori dell'universita' di New York, la polizia ignora la decriminalizzazione statale del possesso di marijuana per consumo personale avvenuta nel 1977. Per la legge, poche once di marijuana sono punibili solo con una multa. In Italia non sono stati fatti ancora studi approfonditi sul fenomeno del racial profiling -riscontrato quasi ovunque in Europa- ma e' chiaro che la pratica colpirebbe soprattutto la popolazione immigrata, a cui appartengono la grande maggioranza delle persone di colore o di etnie differenti. 06-05-2008 Olanda. Entrate fiscali per 400 milioni di euro grazie alla vendita di cannabis nei coffeeshop di Helmut Henzel Pomodori, cetrioli, marijuana. Sono i tre prodotti agricoli d'esportazione olandesi di maggior successo, e hanno una cosa in comune: vengono coltivati quasi esclusivamente nelle serre. Pomodori e cetrioli in maniera del tutto legale, le piantine di canapa per la marijuana no. L'anno scorso l'industria nazionale della cosiddetta droga leggera ha conseguito un fatturato di due miliardi di euro. Anche lo Stato ha incassato una bella cifra: i 700 coffeeshop legali hanno versato al Fisco circa 400 milioni di euro. Solo di imposte sulle entrate, sia ben chiaro, giacche' non devono pagare l'Iva, come ha rivelato il programma "Reporter" dell'emittente televisiva KRO. "Nederweit" -in gergo la cannabis da spinello- e' il principe dei prodotti d'esportazione, alla stregua appunto di pomodori e cetrioli. I primi Paesi importatori sono Germania e Gran Bretagna, ha constatato il commissario di polizia Max Daniel. Secondo le sue stime, la maggior parte del "Nederweit" prodotto in Olanda, in pratica il 60%, viene venduto e consumato fuori dai confini nazionali, mentre il resto e' destinato ai consumatori olandesi attraverso i coffeeshop. I prezzi variano in base alla qualita'. Ad Amsterdam, dove la richiesta dei turisti stranieri e' maggiore, la marijuana costa piu' che a Rotterdam o a Utrecht. Da molte parti, la sostanza e' venduta a partire gia' da 6 euro al grammo e quella di qualita' inferiore anche a 4 euro. Per gli spacciatori tollerati nei coffeeshop e' un affare lucrativo, in quanto possono contare su margini di guadagno del 150-200%, una quota che il singolo venditore normale si sogna, con il suo 2-4%. Nessuna meraviglia, dunque, se i maggiori proprietari dei coffeeshop viaggiano in auto di lusso e si possono permettere grandi ville. Ma la loro e' una vita rischiosa. Devono garantirsi scorte di marijuana che vendono legalmente, ma che comprano illegalmente. E' il paradosso della trentennale politica olandese sulle droghe. Come dice la vulgata, la sostanza passa dalla porta principale al momento d'essere venduta, ma entra da quella di servizio quando viene comprata. In base alla legge attuale, nei coffeeshop una persona puo' acquistare al massimo 5 grammi di sostanza purche' si identifichi e dimostri d'aver compiuto 16 anni. La coltivazione massiccia di canapa e' proibita. Ma e' talmente vantaggiosa che sono sempre piu' numerose le abitazioni dei quartieri "bene" trasformate in spazi coltivati a canapa. Sono dei nascondigli perfetti. Questa politica sostanzialmente schizofrenica ha fatto si' che negli ultimi decenni in Olanda sia cresciuta una mafia della droga, e ogni anno si registrano almeno cinque omicidi tra bande rivali. La resa dei conti per il possesso del territorio avviene spesso per strada, proprio come succede con la mafia in Italia: gli esecutori arrivano in motocicletta, sparano e scappano. Si valuta che nei coffeeshop le vendite di marijuana arrivino a 265.000 chili l'anno. L'anno scorso la polizia ha distrutto quindici grosse piantagioni illegali di canapa coltivata in serra. Ogni volta che accade si produce un'impasse, ossia i coffeeshop restano sguarniti e i prezzi aumentano perche' la domanda supera l'offerta. Ma il pendolo torna presto a oscillare nell'altra direzione, grazie a chi procura in breve tempo gli innesti per le nuove piantine. Sei anni fa, quando venne eletto per la prima volta capo del Governo, il cristianodemocratico Jan Peter Balkenende disse che avrebbe voluto chiudere tutti i coffeeshop. Ma finora non e' riuscito nel suo intento perche' in Olanda esiste un'agguerrita lobby a sostegno della vendita legale di marijuana. Tuttavia, nel frattempo l'approccio della politica dell'Aja e dei Comuni riguardo ai coffeeshop si e' irrigidito. Per esempio, questi locali devono trovarsi a una certa distanza dalle scuole, e vengono chiusi per decreto se c'e' la prova che vendono anche droghe pesanti come cocaina o eroina. E in effetti, negli ultimi anni il loro numero e' sceso da 1000 agli attuali 700. Tratto da Die Presse (trad. di Rosa a Marca) 10-05-2008 Australia. L'esperto: la cannabis sia venduta negli uffici postali di Erik Jensen (The Age) La cannabis dovrebbe essere venduta legalmente negli uffici postali, in confezioni che mettano in guardia contro i suoi effetti. Lo chiede il direttore della principale clinica di disintossicazione di Sydney. Alex Wodak, responsabile dei servizi alcol e droga presso il St Vincent's Hospital, ha detto che l'esperienza della proibizione negli Stati Uniti e l'esperienza dell'industria del tabacco lo hanno convinto che la cannabis sostituira' il consumo di sigarette nel corso del prossimo decennio. "Il principio generale e' che non si puo' continuare a dare ai criminali e ai poliziotti corrotti il monopolio della vendita di una sostanza che presto sara' consumata piu' del tabacco". "Non voglio vedere la produzione della cannabis cadere nelle mani delle aziende produttrici di tabacco o intraprendenti uomini d'affari. Mi piacerebbe che tutto fosse gestito invece da uomini d'affari australiani incapaci, come ad esempio quelli del servizio postale Australia Post, che sembra avere tanto successo nel perdere clienti." 'In termini generali, tra i dirigenti medici, i professori, i ricercatori, gli esperti della materia, posso dirvi che c'e' un forte consenso a porre fine alla distribuzione monopolistica della cannabis, oggi in mano a criminali e funzionari corrotti. Ma i medici probabilmente hanno pareri diversi che rispecchiano quelli della popolazione." Per Wodak la sua proposta, se implementata, contribuirebbe ad una diminuzione del consumo di cannabis, cosi' come e' accaduto ad Amsterdam, dove la vendita e' legale, ed a San Francisco. L'Australia Post sarebbe ideale per la distribuzione, spiega l'esperto, in quanto ha filiali diffuse in tutto il Paese e vi sarebbe un forte controllo sulla vendita. "Cio' che dico e' pro-cannabis, ma non e' anti-cannabis. Si tratta di ridurre il danno da cannabis, tra cui la forte corruzione della polizia'. 10-05-2008 I campi di papavero in Afghanistan ed i campi di granturco in Ohio di Jason Straziuso (AP) I marines della Bravo Company del First Platoon dormono accanto ad un campicello di papaveri. Le truppe del Second Platoon si scambiano per gioco i bulbi pieni di oppio, mentre vanno a piedi attraverso i campi. E salutano con sorrisi e gesti gli agricoltori afghani che prelevano la preziosa resina. Questo il racconto di Jason Straziuso della Associated Press. La settimana scorsa, la 24ma unita' di spedizione dei Marines si e' spostata nella provincia meridionale di Helmand, la maggiore produttrice di oppio al mondo, e ora si trova circondata da illegali distese verdi di piante che producono l'ingrediente principale dell'eroina. I talebani, contro i quali vi sono attacchi militari ogni giorno, incassano fino a 100 milioni di dollari all'anno grazie ai raccolti di papavero, tassando gli agricoltori e i trasportatori. Tutto denaro che serve poi ad acquistare armi da utilizzare proprio contro i militari degli Stati Uniti, della NATO e dello stesso Afghanistan. Ma i Marines non hanno ancora cominciato a distruggere le piantagioni. Anzi, assicurano agli abitanti del villaggio: nessuno vuole mettere in pericolo le loro coltivazioni. Per i comandanti americani, una politica di distruzione produrrebbe solo maggiore ostilita' della popolazione locale, eliminandone l'unica fonte di reddito. "E' un po' strano. Siamo venuti qui per combattere contro i talebani. Vediamo tutto questo e sappiamo che non va bene. Ma allo stesso tempo sappiamo che e' l'unico modo in cui gli abitanti del luogo riescono a sopravvivere", dice il tenente Adam Lynch, 27 anni, del Massachusetts. Il comandante del battaglione dei Marines, il tenente colonnello Anthony Henderson, ha detto all'Associated Press che la coltura del papavero "va e viene" e che le sue truppe non possono certo mettersi a combatterla, quando i combattenti talebani sono vicini a Garmser e 'terrorizzano la gente'. "Credo che concentrandosi sui talebani, il papavero diminuira'", ha dichiarato Henderson, un 41enne di Washington DC. Una volta che i talebani sono sconfitti, il governo afgano potra' intervenire e offrire alternative. Un esperto sul traffico di droga in Afghanistan, Barnett Rubin, ha lamentato il fatto che i Marines sono stati messi in una situazione di questo tipo grazie ad una politica militare "unidimensionale" che non riesce a integrare considerazioni politiche ed economiche di lungo termine. "Ci sentiamo solo dire che non ci sono abbastanza truppe, bisogna inviare piu' truppe", ha detto Rubin, docente presso la New York University. "Poi si inviano truppe senza alcuna capacita' di assistenza, di sviluppo, nessuna capacita' di aiutare o di governare." L'Afghanistan produce circa il 93 per cento dell'oppio mondiale usato per fare eroina, secondo le stime delle Nazioni Unite. Il valore delle esportazioni di questo raccolto e' di circa 4 miliardi di dollari, piu' di un terzo del prodotto interno lordo del Paese. Intanto i talebani hanno detto agli abitanti di Garmser che i Marines sono arrivati per sradicare il papavero, sperando cosi' di stimolarli perche' si uniscano a loro contro gli americani -spiega il tenente Brandon Barrett, 25 anni, dell'Indiana e comandante del primo plotone. Khan Mohammad, un afgano nato a Helmand e che viveva in Pakistan, tornato nel proprio Paese a lavorare i campi, ha detto di guadagnare circa due dollari al giorno: il lavoro e' diventato piu' pericoloso ora che i soldati Usa e i militanti talebani sono in conflitto fra loro. 'Siamo bloccati nel mezzo', dice un altro agricoltore. Per il sergente Jeremy Stover, in forza in un plotone che dorme vicino a una delle piantagioni di papavero, la missione dei Marines e' sbarazzarsi dei "cattivi" e non della gente del luogo. "I campi di papavero in Afghanistan sono come i campi di granturco in Ohio", ha detto Stover, 28 anni, di Marion, Ohio. "Quando siamo arrivati qui ci hanno subito chiesto se potevano continuare a coltivare il papavero e noi abbiamo risposto: Si', basta che non usiate i fucili.'" 02-05-2008 Svizzera. Si riapre il dibattito sulla morte dignitosa di Carrizo Couto Un gruppo di politici, capeggiato dal deputato Didier Berberat e dal senatore Luc Recordon in rappresentanza di un'ampia coalizione di socialisti, ecologisti e liberali, ha presentato una mozione affinche' nel programma ufficiale di studi delle scuole di medicina e infermieristica sia inserita l'assistenza al suicidio. Con il loro testo, i partiti chiedono al Consiglio Federale (l'Esecutivo) che "la problematica dell'assistenza al diritto a una morte dignitosa venga introdotta nei programmi di studio delle facolta' di medicina e delle scuole professionali per infermieri, in quanto oggetto di studio complementare a quello delle cure palliative". Malgrado la nota tolleranza svizzera nei confronti della morte dignitosa, la questione del fine vita non e' affatto chiusa. Tanto piu' dopo una serie di suicidi assistiti molto criticati che hanno visto protagonista la societa' Dignitas. La ministra degli Interni, Eveline Widmer-Schlumpf (Destra), ha affermato che "si cercheranno delle soluzioni con spirito aperto e liberale" per regolamentare la pratica del suicidio assistito. In dichiarazioni rilasciate al quotidiano Le Temps, la ministra si e' detta "fortemente impressionata" dai recenti suicidi mediante asfissia con sacchetti di elio, organizzati da Dignitas. Secondo la sua opinione, non e' accettabile che la morte avvenga in condizioni tanto indegne. Si e' ugualmente espressa contro "il turismo della morte". Legislazione permissiva In Svizzera, diversamente dalla Spagna, l'assistenza al suicidio non e' perseguita per legge, ma nemmeno autorizzata formalmente, cio' che crea non pochi rompicapi alle autorita'. "Se cio' che il Governo cerca e' che ci sia piu' trasparenza, siamo d'accordo; ma se vuole introdurre piu' vincoli, ci opporremo", ha detto al quotidiano spagnolo El Pais Jerome Sobel, presidente di Exit. Quest'associazione pratica il suicidio assistito a cittadini svizzeri e residenti, a differenza di Dignitas che accoglie pazienti da tutt'Europa in cambio di denaro. L'esistenza di versamenti di denaro, che possono superare anche i 4.000 euro, non e' esente da polemiche. Sobel si batte per "una formazione regolamentata degli accompagnatori che assistono al suicidio", cui andrebbe conferito "un riconoscimento professionale, equivalente a quello delle ostetriche". 05-05-2008 Redditi online e la lotta all'evasione fiscale demandata al vicino di casa di Pietro Yates Moretti Indipendentemente da quelle che saranno le decisioni definitive del Garante della Privacy e l'evoluzione della vicenda giudiziaria, la pubblicazione online dei redditi di tutti gli italiani da parte dell'Agenzia delle Entrate ci impone un dibattito fondamentale sul modello di societa' in cui vogliamo vivere -dibattito che certamente avrebbe dovuto aver luogo prima della suddetta pubblicazione. Dico subito che sono contrario alla pubblicazione dei redditi di tutti i cittadini, su Internet come su qualsiasi quotidiano cartaceo, perche' ritengo che debbano essere dati riservati al pari della cartella sanitaria, dei dati anagrafici, della preferenza sessuale e religiosa. Ma per rispondere alle argomentazioni di chi oggi sostiene questa misura -apparentemente popolare- non basta ripararsi dietro ad una legge, che puo' in ogni caso essere sempre modificata. Per questo, vorrei riflettere -ed analizzare- le argomentazioni di chi oggi sostiene questa misura, argomentazioni che si richiamano essenzialmente a tre principi: democrazia, trasparenza, lotta all'evasione. E' UN FATTO DI DEMOCRAZIA - Nel difendere le azioni dell'Agenzia delle Entrate, il viceministro dell'Economia e delle Finanze, Vincenzo Visco, ha asserito che la pubblicazione dei redditi e' un fatto di democrazia. Per sostenere questa sua argomentazione, ha citato le grandi democrazie occidentali, ed in particolar modo gli Stati Uniti. Il fatto e' che, con l'eccezione della Finlandia, nessuna -ripeto, nessuna- democrazia liberale considera dati pubblici i redditi dei propri cittadini. Negli Stati Uniti, oltre ad esserne vietata la pubblicazione da una legge ad hoc, tale azione costituirebbe una violazione della privacy, principio che discende direttamente dalla Costituzione (IV Emendamento). Ma anche andando oltre le sfortunate parole di Visco, perche' la pubblicazione dei redditi di tutti i cittadini costituirebbe un fatto democratico? La democrazia (nel nostro caso, rappresentativa) e' partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica tramite elezioni competitive. Perche' questo sia possibile, sono fondamentali principi quali la liberta' di espressione e di stampa, 'una testa un voto', e cosi' via. Infatti, e' possibile teorizzare una democrazia dove non esistono dichiarazioni dei redditi, perche' non si pagano tasse (democrazia non e' sinonimo di stato sociale). Ci pare quindi che la pubblicazione dei redditi di tutti i cittadini non sia direttamente collegabile al concetto di democrazia. Lo e' invece la trasparenza, altro concetto invocato dal ministro Visco e dai difensori del suo operato. E' UN FATTO DI TRASPARENZA - A parte la proprieta' fisica di un oggetto, la trasparenza 'politica' e' indiscutibilmente un principio fondamentale in una qualsiasi democrazia. Lo avevano capito gli ateniesi, i primi a dar vita ad un vero e proprio esperimento democratico. La spesa sostenuta per la costruzione dell'Acropoli doveva essere pubblicata in dettaglio su una lastra di pietra accessibile a tutti i cittadini. Nelle democrazie occidentali di piu' lunga tradizione (Stati Uniti e Gran Bretagna) la trasparenza della Pubblica Amministrazione, dell'operato del Governo e del Parlamento, e' da sempre un valore fondamentale. Non a caso, fu proprio nel nome della trasparenza (glasnost) che molti popoli dell'Est europeo si sono liberati dalle catene della dittatura comunista. Senza la trasparenza delle istituzioni, infatti, il cittadino non sarebbe in grado di giudicare a pieno l'operato dei propri rappresentanti, ed il suo voto -essenziale perche' vi sia democrazia- non sarebbe informato. In questo concetto di trasparenza rientrano anche gli stipendi dei dipendenti pubblici, in quanto i contribuenti (gli azionisti delle istituzioni) hanno diritto di sapere dove vanno a finire i loro soldi. Oppure dei dirigenti di societa' partecipate. Oppure di societa' che ricevono contributi pubblici. Notare pero' come la trasparenza riguardi sempre e comunque il modo in cui le istituzioni si rapportano con i cittadini, rendendo conto del proprio operato. Ne' nell'Atene di Pericle, ne' negli Stati Uniti di Jefferson, ne' nella Polonia di Lech Walesa la trasparenza riguardava i singoli individui. Nessuna lastra di pietra con le spese dei singoli cittadini, insomma. Al contrario, per sconfiggere la tentazione totalitaria, che si fonda proprio sul controllo della vita privata di ciascuno, le democrazie liberali hanno elaborato un principio 'opposto', il cosiddetto diritto alla riservatezza: lo Stato -e tanto meno i cittadini- non ha alcun diritto di intromettersi nella vita privata dei singoli individui, se non nella misura minima indispensabile per riscuotere le tasse e perseguirne i comportamenti che danneggiano la comunita'. Le quattro mura di casa, insomma, devono rimanere quantomeno opache, se non si vuol rischiare di vivere in un regime totalitario. Ma anche in questo caso, il controllo e' demandato alle autorita' preposte, sul cui operato i cittadini avranno poi la possibilita' di esprimersi attraverso l'elezione di nuovi amministratori. Mai in una democrazia occidentale i controlli di polizia -anche fiscale- sono demandati ai concittadini. Il controllo 'popolare' attraverso la trasparenza 'orizzontale' fra concittadini, e' da sempre un pilastro dei regimi totalitari, che cosi' riescono a piazzare orecchie ed occhi ovunque. Il diritto alla riservatezza e' tanto piu' importante oggi, nell'era dell'elettronica e della informatizzazione. Le immagini riprese dalle telecamere della Ztl non possono essere pubblicate urbi et orbi, proprio perche' metterebbero a rischio la privacy dei cittadini, anche se colpevoli di aver infranto la legge. Cosi' come i dati anagrafici sono disponibili alle istituzioni per il loro corretto funzionamento (ad esempio, per la notifica di importanti comunicazioni ufficiali), ma non possono essere divulgati pubblicamente senza il consenso dell'interessato. Lo stesso dicasi della cartella sanitaria, che affidiamo al nostro medico affinche' possa meglio curarci, ma non certo al resto del mondo. E infine le societa' di riscossione dei crediti (es. Equitalia) non possono pubblicare gli elenchi di coloro che non hanno pagato multe o tasse. Certamente, con l'aiuto dei cittadini, le autorita' sarebbero in grado di sanzionare un maggior numero di violazioni. Il tasso di criminalita' nei regimi dittatoriali e' generalmente molto inferiore rispetto a quello delle democrazie moderne. Ma abbiamo deciso -io credo, saggiamente- che il diritto alla riservatezza, il diritto a non essere discriminati in base al proprio reddito, al sesso dei nostri conviventi o alla nostra storia sanitaria, prevale sull'interesse generale di individuare e sanzionare il maggior numero possibile di violazioni della legge. Solo in alcune eccezionali situazioni sono previste deroghe a questo principio. Ad esempio, in stato di guerra o di emergenza. E' UN FATTO DI EMERGENZA - E arriviamo quindi all'ultima argomentazione, esemplificata da un editoriale di Beppe Severgnini sul Corriere della Sera di domenica 4 maggio: "La privacy e' importante, ma e' altrettanto importante rompere un'imbarazzante tradizione: l'Italia e' l'unica, tra le grandi democrazie, dove l'evasione e' epidemica. Forse per questo negli Usa e in Gran Bretagna nessuno s'e' mai sognato di mettere i redditi in Rete". Insomma, pur percependo la violazione della riservatezza, per Severgnini la pubblicazione dei redditi trova giustificazione in una situazione straordinaria, eccezionale. Si tratta quindi di una misura eccezionale, emergenziale, per combattere e disincentivare l'evasione fiscale fuori controllo. Chi scrive e' generalmente contrario alle misure emergenziali, spesso ammissione della sconfitta dello Stato, della legge e dello Stato di diritto, piu' che strumento efficace di repressione di comportamenti criminosi. Che in Italia l'evasione fiscale sia altissima, forse la piu' alta nel mondo occidentale, non e' in discussione. Ma per trovare la cura, sarebbe forse necessario cercare anche le cause della malattia, prima di avventurarsi in una improvvisata terapia d'urto dalla dubbia efficacia e con diversi effetti collaterali. Non osiamo pensare che Visco -e con lui Severgnini- consideri l'evasione fiscale una malattia genetica tutta italiana, anche se questo sembra suggerire. Se gli italiani evadono piu' degli americani e dei britannici, forse ci sono motivi che vanno oltre la genetica o la 'tradizione' (che pure ha un suo peso). E' un istinto naturale ed umano quello di volersi arricchire, propensione che e' alla base del sistema economico occidentale, a fortissima impronta capitalistica. Il concetto di competizione, motore dell'economia moderna, nasce e si nutre proprio di questo istinto. Ma ogni istinto, se incontrollato, rischia di arrecare un danno ad altri individui. Se per aumentare il mio grado di ricchezza appicco il fuoco al negozio del mio concorrente, oltre a commettere diverse infrazioni del codice penale, infrango anche le piu' elementari regole della competizione, danneggiando cosi' non solo il collega, ma anche l'intero impianto economico e con esso un numero indefinito di consumatori. Cosi' come se per aumentare il mio patrimonio non pago tutte le tasse dovute, arreco un danno non solo alla collettivita' nella misura in cui i servizi pubblici saranno sottofinanziati, ma anche ai miei concorrenti onesti, costretti a competere ad armi impari. LE VERE CAUSE E ALCUNI RIMEDI - Tanto umano e' l'istinto all'arricchimento personale, che anche negli Stati Uniti non mancano certo gli evasori fiscali o i concorrenti sleali. Solo che sono un numero infinitamente inferiore rispetto agli italiani. Perche'? Questo e' l'interrogativo che forse dovremmo porci per cominciare a curare il male. A mio avviso vi sono diverse cause complementari, i cui rimedi sono molto piu' complessi, difficili ed impopolari rispetto alla cura semplicistica e sicuramente inefficace individuata impromptu dall'Agenzia delle Entrate. Vediamone alcune. 1 La pressione fiscale e' molto piu' bassa negli Stati Uniti. Una famiglia di quattro persone con un reddito mensile di 2.000 dollari, ad esempio, non paga tasse. E ci mancherebbe altro, visto che 2.000 dollari sono appena sufficienti a sopravvivere. In Italia, invece, la famiglia con un reddito equivalente (circa 1.300 euro), non solo paga la sua buona aliquota, ma anche tutte le tasse comunali (l'Ici, ad esempio). Per non parlare delle imposte indirette sui beni di consumo (ad esempio l'Iva), che supera piu' del doppio l'imposta equivalente negli Stati Uniti. Anche per l'imprenditore medio-piccolo o il piccolo professionista, le tasse sono infinitamente piu' alte in Italia, per non parlare dei balzelli burocratici per poter avviare un'attivita' economica, il costo del lavoro, etc. Insomma, il nostro sistema fiscale e' chiaramente piu' iniquo, perche' spesso, troppo spesso toglie anche laddove si sopravvive. 2 Le tasse le si pagano piu' volentieri quando vi sono servizi pubblici efficienti, ben amministrati, privi di sprechi. Credo sia superfluo approfondire ulteriormente l'impatto devastante che i (dis)servizi pubblici e la gestione delle amministrazioni locali hanno sull'evasione fiscale in Italia. La 'tradizione' dell'evasione va di pari passo con la 'tradizione' della malagestione pubblica. 3 Nella grandissima maggioranza dei casi, gli italiani pagano le tasse senza sapere esattamente dove vanno a finire. Gli americani pagano ciascuna tassa sapendo esattamente a quale amministrazione o autorita' essa e' destinata, per poi giudicarne l'operato. Se una cittadina statunitense vuole aumentare la presenza delle forze dell'ordine, chiede un aumento delle tasse comunali per questo specifico obiettivo. Se poi il cittadino che ha pagato quella sovrattassa non si sentira' piu' sicuro o non percepira' una maggiore presenza delle forze dell'ordine, caccera' quel Sindaco alle elezioni successive. In Italia non vi e' neanche lontanamente questo grado di responsabilizzazione fiscale delle amministrazioni pubbliche. Tutto o quasi finisce a Roma, che poi destina le risorse qua o la' secondo criteri francamente poco trasparenti. In questo modo, l'amministratore locale non e' mai responsabile, potendo dare la colpa a questo o quel ministero che non ha stanziato i fondi. 4 La Internal Revenue Service (Irs), l'equivalente della nostra Agenzia delle Entrate, e' infinitamente piu' efficace nella lotta all'evasione. Lo e' perche' ha maggiori poteri e strumenti di indagine, nonostante non sia dotata di un corpo militare armato fino ai denti come la Guardia di Finanza. Insomma, le risorse dell'Irs vengono spese nella formazione di investigatori fiscali, preparatissimi, e non in addestramenti militari. 5 Le pene per l'evasione fiscale sono molto piu' severe negli Stati Uniti e comprendono il carcere. Basti pensare ai tre anni che dovra' farsi in prigione l'attore hollywoodiano Wesley Snipes, recentemente condannato per evasione fiscale. Tutt'altra sorte e' toccata alla nostra icona del motociclismo Valentino Rossi, condannato ad una modesta -per lui- pena pecuniaria. Con questo, non invoco il carcere per l'evasione fiscale, ma pene adeguate al danno erariale provocato. In definitiva, credo che le cure, improntate innanzi tutto al recupero del rispetto verso le istituzioni, siano: abbassamento e redistribuzione della pressione fiscale, maggiore efficienza dei servizi pubblici, trasparenza e buona gestione della Pubblica Amministrazione, federalismo fiscale, demilitarizzazione della Guardia di Finanza e maggiori strumenti -non armi da fuoco- di indagine all'Agenzia delle Entrate. Il tutto, accompagnato da una maggiore efficacia e severita' delle sanzioni, che puo' trovare giustificazione solo se vi e' la percezione che il sistema fiscale sia equo. Insomma, cure difficili e di lungo termine, e che certamente troverebbero la feroce opposizione delle varie 'caste' e 'corporazioni'. Ma solo cosi' si puo' creare una 'tradizione' alternativa, fondata sul rispetto per le istituzioni alle quali si contribuisce con spirito di partecipazione, perche' se ne percepisce l'utilita' e l'efficacia. Provvedimenti come la pubblicazione dei redditi online trovano giustificazione solo nell'ottica del capitalismo politico, dell'arricchimento elettorale, luoghi dove prevalgono misure popolari e populiste, superficiali e mediaticamente efficaci. Davvero si pensa di combattere l'evasione sfruttando i sospetti e le invidie del collega? Davvero si pensa che il co-condomino possa recarsi alla Guardia di Finanza e denunciare il sospetto evasore perche' dichiara troppo poco rispetto al tenore di vita visibile all'esterno? In base a questo principio, allora perche' non dare accesso alle case di tutti i cittadini per controllare il valore dei mobili, dell'argenteria, degli oggetti preziosi in essa contenuti? Oppure degli scontrini della spesa, per capire se si comprano caviale ed ostriche piuttosto che pane ed uova? Insomma perche' non rendere trasparenti anche le mura di casa? Sicuramente tutto cio' disincentiverebbe l'evasione, ma allo stesso tempo darebbe vita ad una societa' in cui molti di noi non vorrebbero o potrebbero vivere. La realta', purtroppo, e' che misure come quelle adottate da Visco costituiscono solo l'ammissione dell'impotenza dello Stato, facendo propria una nuova e preoccupante filosofia: laddove non possono le istituzioni, chissa' che non possa il vicino. 7-05-2008 Staminali e cordone: conservazione autologa. Ancora incertezze da colmare di Donatella Poretti (senatrice Radicale - Partito Democratico) Dall'Ufficio Sangue del ministero della Salute si viene a sapere che sara' prorogata al 30 giugno l'ordinanza del ministero della Salute, in scadenza a fine maggio, che vieta la conservazione autologa delle cellule staminali del cordone ombelicale. (1) La conservazione del cordone per uso proprio era stata decisa col decreto "milleproroghe", dovendo istituire, per l'appunto entro il 30 giugno, la rete di banche del sangue di cordone ombelicale pubbliche e private, autorizzate dalle Regioni tramite il coordinamento del Centro Nazionale Trapianti e del Centro Nazionale Sangue La conservazione del cordone stabilita dal "milleproroghe", e' del tipo 'autologa solidale', cioe' dovrebbe consentire di conservare le staminali per uso proprio ma con la disponibilita' a donarle, se necessario, ad un paziente compatibile. Un buon compromesso rispetto alla esclusiva donazione eterologa oggi in vigore ma che stride fortemente col fatto che, nei primi quattro mesi del 2008, secondi i dati del ministero, sono state piu' di duemila le autorizzazioni del ministero per la conservazione del proprio cordone in banche estere (cosi' come prevede l'attuale normativa), circa il doppio dei cordoni donati. La situazione appare molto delicata e precaria. Il ministro della Salute Livia Turco non ha deciso in due anni di Governo di capovolgere l'ordinanza del precedente ministro Girolamo Sirchia, ordinanza criticata dai piu', senza colore politico di parte, e solo nel decreto 'milleproroghe' si e' riusciti ad infilare questa modifica. Mi domando, dopo la proroga dalla scadenza del 30 maggio a quella del 30 giugno, cosa accadra' . Il ministro Turco avrebbe potuto intervenire cosi' come ha fatto per le diagnosi pre-impianto in materia di fecondazione assistita, ma non lo ha fatto, consegnando al suo successore questo incarico, pur indicando una data precisa per evitare che si andasse a tempi indefiniti. Successore che, per parte sua, come aveva anche fatto in precedenza Livia Turco, non so se rispondera' piu' alle esigenze dei pazienti che degli equilibri del proprio schieramento politico. Mi auguro che non si sacrifichera' la salute dei cittadini ancora sull'altare della politica e per questo vigilero' anche con la mia attivita' in commissione Igiene e sanita' in Senato, commissione in cui, senza schieramenti di parte politica, so di non essere sola. (1)http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=219327 10-05-2008 "Eutanasia diretta? Si', in certi casi". Intervista con il presidente di Exit della Svizzera francese di Marie-Christine Petit-Pierre "La Svizzera e la buona morte". Il titolo della conferenza di Jerome Sabel, destinata questa volta agli studenti di diritto dell'Universita' di Neuchatel, riassume la sua filosofia di presidente di Exit della Svizzera francese: ogni persona che soffre deve poter avere il diritto di scegliere la propria morte, avere il diritto di non soffrire. Una visione che le cure palliative non vanificano, secondo lui. E il medico di Losanna conta di sfruttare l'intenzione della titolare della Giustizia, Eveline Widmer-Schlumpf, di riaprire il dossier, per affermare il posto che l'assistenza al suicidio e l'eutanasia devono avere nella sanita'. Le Temps: Exit della Svizzera tedesca vorrebbe estendere l'aiuto al suicidio ai maggiorenni "stanchi" della vita. Che cosa ne pensa? Jerome Sabel: Io concepisco l'aiuto al suicidio per persone che soffrono di polipatologie invalidanti e che sono veramente all'autunno della loro vita. Ma non per persone in buona salute; mi rifiuto d'assumere il ruolo di Terminator. Exit e' stata creata nel 1982, in un'epoca in cui si temeva l'accanimento terapeutico. Oggi le cure palliative si sono diffuse. A cosa serve allora la vostra associazione? L'aiuto al suicidio non rappresenta, come si dice, una sconfitta delle cure palliative. E' un'altra cosa. Bisogna che i pazienti che reclamano questa liberta' abbiano la scelta ultima e possano ricorrere al suicidio assistito se lo desiderano. Cio' riguarda solo un piccolo numero, non e' che tutti vogliano darsi la morte. Secondo uno studio della Societa' svizzera delle cure palliative realizzato nel 2001, il 44% dei suoi membri era aperto alla possibilita' d'assistenza al suicidio, il 32% alla liberalizzazione dell'eutanasia e il 10% aveva gia' effettuato un'assistenza al suicidio o a un'eutanasia senza dichiararlo. L'importante e' di non fare orecchio da mercante quando un paziente vuole farla finita, non bisogna cadere nell'accanimento palliativo. L'Accademia svizzera di scienze mediche nel 2004 disse chiaramente che l'assistenza al suicidio non e' una prestazione sanitaria. Lei, da parte sua, auspica che faccia parte della formazione medica. Perche'? L'aiuto al suicidio non s'improvvisa. I medici curanti sono disorientati di fronte alla richiesta di morte, ed e' per questo che mi batto perche' ci sia un insegnamento specifico per i medici e il personale sanitario. Due mozioni, con la richiesta di una formazione, sono state depositate dai deputati Didier Berberat al Consiglio Nazionale (Camera Bassa) e Luc Recordon al Consiglio degli Stati (Camera Alta). Vorrei proprio che un giorno non ci fosse piu' bisogno di noi e che Exit sparisse. Alcuni dei vostri membri non vogliono la medicalizzazione dell'aiuto al suicidio. Il controllo medico e' una barriera che permette di prevenire un suicidio per dei motivi brutti. A noi per esempio e' capitato di ricevere richieste da persone tradite dal partner o che avevano perso il lavoro. C'e' stato addirittura un detenuto che non voleva tornare in prigione. Che cosa s'aspetta da Eveline Widmer-Schlumpf? Ha annunciato la sua intenzione d'occuparsi di questo tema. Mi auguro che la situazione si apra. E soprattutto che non ci sia un passo indietro, giacche' alcuni movimenti fondamentalisti vorrebbero proibire l'aiuto al suicidio. M'aspetto che il Dipartimento federale di Giustizia e Polizia si metta al lavoro e faccia uno statuto chiaro per gli accompagnatori in modo che possano essere retribuiti. In fin dei conti, cosi' come le ostetriche danno la vita, essi aiutano a morire le persone che lo vogliono. E' qualcosa che comporta molto tempo ed energia. Infine, spero che l'eutanasia diretta attiva venga autorizzata in alcuni casi. In quali casi? Le malattie degenerative, per sempio. Cio' potrebbe paradossalmente permettere alle persone di vivere piu' a lungo. Nelle paralisi progressive, le persone che desiderano mettere fine ai loro giorni devono farlo prematuramente, prima che non siano piu' capaci di compiere loro i gesti necessari. O ancora, come quelli di Vincent Humbert o di Chantal Sebire. In fin dei conti, e' piu' grave chiudere una flebo che eroga delle medicine per lasciar morire qualcuno senza proseguire le cure, o aprirne una che induce la sua morte? E se la legislazione non segue i vostri auspici? Siamo pronti a batterci, anche se non lo desideriamo. A Ginevra abbiamo lanciato una petizione per avere accesso agli HUG (ospedali universitari). Le organizzazioni d'aiuto al suicidio hanno gia' accesso agli ospedali universitari di Ginevra e Losanna. Si', ma c'e' un inghippo, rimangono i pregiudizi vitalisti. Al CHUV c'e' stato un solo caso d'aiuto al suicidio in due anni. Le persone non riescono sempre a ottenere cio' che desiderano. Cosi', ho saputo che una persona in fin di vita, che aveva chiesto l'aiuto al suicidio, non e' stata ascoltata. In seguito e' entrata in coma. Allora la sua famiglia ha chiesto l'eutanasia attiva, che non e' possibile essendo illegale. Al suo posto, i medici hanno proposto un'eutanasia passiva, ossia la sospensione dei trattamenti. Il paziente ha impiegato due settimane a morire. E' stato un incubo per la famiglia e una sofferenza inutile per tutti. Che ne pensa delle pratiche di Dignitas che pratica l'aiuto al suicidio a persone che vengono dall'estero? Sono stati costantemente spinti all'errore, probabilmente a causa della loro mancanza di trasparenza. La trasparenza e' essenziale, l'aiuto al suicidio non puo' essere un affare lucrativo. Ma Dignitas ha avuto il merito di costringere i governi a discutere d'assistenza al suicidio. Voi prescrivete una pozione, del sodio pentobarbital. Che ne pensa dell'utilizzo di elio da parte di Dignitas? Sono molto contrariato che il metodo sia stato diffuso in quel modo. Dal punto di vista medico, la persona che respira il gas entra in coma in un minuto, ma puo' avere degli spasmi epilettici. Essendo asfissiata, cambia colore, ed e' traumatico per la famiglia. Ma le famiglie non sono traumatizzate comunque dall'aiuto al suicidio? Uno studio olandese sull'eutanasia diretta mostra il contrario. Sembra che il lutto sia meno pesante poiche' la gente vede andarsene i propri cari senza sofferenza e dopo aver avuto il tempo di dirgli arrivederci. 10-05-2008 Due nuovi fronti nella guerra al morbo di Parkinson di Redazione Uno studio recentemente condotto presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha mostrato per la prima volta che cellule staminali pluripotenti create artificialmente possono essere utilizzate per trattare il morbo di Parkinson. In un'altra ricerca presso l'Imperial College di Londra, gli scienziati hanno individuato la fonte di cellule nervose negli embrioni. I risultati fanno pensare -spiegano gli scienziati- che le cellule staminali siano alla base di nuove potenziali terapie della malattia. Il morbo di Parkinson e' una malattia neurologica degenerativa che si manifesta quando le cellule nervose (neuroni), in una zona del cervello che controlla la circolazione muscolare, si compromettono. Attualmente, non sono note le esatte cause della malattia. Normalmente, questi neuroni (chiamati neuroni dopaminergici) producono un'importante sostanza chimica, la dopamina, che ci aiuta a coordinare i nostri movimenti. In mancanza di dopamina, si manifestano i noti sintomi della malattia, come la rigidita' muscolare e la perdita di equilibrio. Negli ultimi anni, sono state effettuate vaste ricerche sul Parkinson. Uno degli approcci in fase di sperimentazione e' il trapianto di neuroni in grado di produrre dopamina nel cervello del paziente e compensare l'inattivita' delle cellule danneggiate. Tuttavia, la mancanza di neuroni per il trapianto e il crescente uso di cellule staminali, ha portato i ricercatori a indagare, come possibile fonte per il trapianto, sull'uso di cellule neuronali artificiali, prodotte da cellule staminali . In uno studio codotto al MIT, Marius Wering e i suoi colleghi si sono basati su una scoperta fatta l'anno scorso da alcuni ricercatori statunitensi e giapponesi, i quali sono riusciti a produrre cellule staminali pluripotenti da cellule adulte della pelle umana. Le cellule staminali artificiali hanno le stesse caratteristiche delle cellule staminali embrionali e possono quindi differenziarsi in quasi tutte le cellule del corpo. Wering e il suo team di ricercatori ha prodotto con successo cellule nervose artificiali. Hanno poi trapiantato queste cellule riprogrammate in topi affetti dal Parkinson. Otto settimane dopo il trapianto, i soggetti hanno mostrato un miglioramento significativo delle proprie capacita' motorie. I neuroni trapiantati hanno prodotto dopamina e formato nuove connessioni nel cervello dei topolini, per compensare i danni causati dalla riduzione delle cellule. Il team del MIT e' ottimista sul fatto che il trapianto di neuroni artificiali possa trovare applicazione anche negli esseri umani affetti dal Parkinson. Tuttavia vi sono prima alcuni grandi ostacoli da superare, soprattutto a causa della possibilita' del rigetto e dello sviluppo di tumori. Un diverso approccio al trattamento della malattia, anche in questo caso attraverso l'utilizzo di cellule staminali, e' stato recentemente segnalato in uno studio condotto dal professor Ernest Arenas presso il Karolinska Institute, in collaborazione con il dott. Anita Sala dell'Imperial College di Londra. Gli scienziati hanno identificato cellulestaminali in grado di riprodurre i neuroni colpiti dal Parkinson. Il gruppo di ricerca ha studiato sui topi le prime fasi di formazione del cervello, ed hanno identificato le cellule staminali fonte di neuroni dopaminergici negli embrioni. La speranza e' che questa scoperta porti allo sviluppo di nuove terapie, utilizzando queste cellule staminali per coltivare nuovi neuroni da trapiantare nel cervello in sostituzione dei neuroni danneggiati. Anche se i risultati di entrambi i progetti di ricerca offrono speranze ai malati di Parkinson, gli scienziati sottolineano che e' necessario ancora del tempo prima che queste tecniche possano essere implementate sull'uomo. 11-05-2008 California. Stanziati 272 milioni di dollari per la ricerca sulle staminali di Katia Moscano Stanziati 271 milioni di dollari per la costruzione di 12 centri per la ricerca sulle staminali. Il fondo e' il piu' grande mai stanziato con i soldi pubblici, e la California intende investire circa 3 miliardi nel corso dei prossimi dieci anni. Le universita' e gli istituti di ricerca che riceveranno questi fondi hanno gia' dichiarato che aggiungeranno altri 560 milioni per la costruzione di laboratori, soldi che arriveranno da donazioni private. Dunque, il totale di 831 milioni di dollari saranno impiegati per costruire centri su oltre 7 mila ettari di terreno e ospiteranno circa 2.200 scienziati. L'amministrazione del presidente Bush proibisce finanziamenti federali sulla ricerca delle staminali embrionali creati dopo agosto 2001. All'universita' della California, di San Francisco, per esempio, la ricerca sulle cellule staminali e' stata condotta in spazi angusti, fuori dai campus. Nel dicembre 1992, un uragano nella Bay Area distrusse le linee cellulari che stavano crescendo in alcune incubatrici. Se il lavoro fosse stato condotto in laboratori del campus, ci sarebbero stati generatori elettrici in grado di evitare la distruzione di anni di lavoro. "Diversi anni di lavoro sono stati letteralmente sprecati", ha dichiarato al New York Times il dottor Arnold Kriegstein, direttore del programma di ricerche staminali dell'universita'. Istituto che ora ricevera' 35 milioni di dollari come parte dei 95 stanziati per costruire nuovi, piu' efficienti, laboratori. Ma forse il nuovo presidente degli Stati Uniti togliera' questi divieti federali. Tutti e tre i candidati, due democratici e uno repubblicano, hanno dichiarato di volere estendere i finanziamenti per la ricerca con le cellule staminali embrionali. Per Robert N. Klein, del consiglio di amministrazione del California Institute for Regenerative Medicine, non e' cosi' certo che i divieti federali saranno rimossi dal prossimo presidente. Infatti, ha detto, il senatore John McCain, candidato repubblicano, ha dichiarato la sua opposizione ad alcuni tipi di ricerca. Alan Trounson, presidente del California Institute for Regenerative Medicine, ha dichiarato che i nuovi laboratori permetteranno agli scienziati di lavorare insieme, accellerando la scoperta di nuove cure. La Stanford University ricevera' 44 milioni di dollari, per costruire un centro dal valore di 200 milioni. La Universita' della California, di San Diego, con il Burnham Institute, il Salk Institute e lo Scripps Research Institute riceveranno 43 milioni. 11-05-2008 Quando la compagnia low cost, porta in alto il 'disagio' Avv. Alessandro Gallucci (Network Legale Aduc, Lecce) La storia che sto per raccontare ha dell'incredibile eppure è vera ed ha coinvolto più di 50 persone tra l'1 ed il 4 maggio appena passati. Il tutto succede tra l'aeroporto di Brindisi e quello di Verona, tra lo stupore generale e la frustrazione collettiva di noi passeggeri; ma andiamo per gradi. Il primo maggio doveva partire un volo della Myair dall'aeroporto di Brindisi, destinazione Bergamo Orio al Serio, partenza prevista inizialmente alle ore 9.20 . Qualche giorno prima della partenza, essendo suo dovere - anche se mi viene da pensare visto il comportamento successivo, che si sia trattato solo di gentilezza - la suddetta compagnia ci avvisa via mail che il volo ha subito uno spostamento orario e quindi partirà alle ore 17.55 . Sempre con una cortesia da fare invidia ad un galantuomo d'altri tempi la compagnia ci espone nella mail i nostri diritti e il modo per esercitarli. Giovedì 1 maggio, quindi, ci presentiamo al Check-In alle ore 17 circa, lì inizia un'odissea che ha del paradossale. Prima di tutto il volo è spostato alle ore 23.55 !!! La cosa più bella è che nessuno in aeroporto sapeva se il volo sarebbe effettivamente partito. Quella gentile compagnia aerea si trasforma in un muro di gomma che non lasciava trasparire nulla. I nostri diritti di passeggeri (informazioni costanti ed adeguate, proposta di soluzioni alternative ecc. previsti dal regolamento comunitario n. 261/2004) si sono all'improvviso trasformati in odiosi adempimenti cui la Myair si è sottratta. A precise richieste di cambio del volo, i responsabili al check-in ci hanno detto che le compagnie low-cost, per contratto non sono tenute a proporlo. Una clausola sicuramente vessatoria che ognuno di noi dovrebbe far dichiarare inefficace dal giudice, in casi come questo. Nel frattempo i nostri diritti erano sempre un miraggio. Chi voleva parlare con il call-center della compagnia doveva farlo a proprie spese, ed il numero è un 899. La carta dei diritti del passeggero, in queste circostanze, da diritto a due telefonate o fax. Forse quel giorno all'aeroporto di Brindisi i telefoni erano rotti. Il peggio doveva comunque arrivare, dopo una telefonata di un passeggero (al modico costo di 12 euro) l'operatore di call-center della Myair ci diceva che non si sapeva con certezza se il volo sarebbe partito. Al check-in ci dicevano che erano in possesso di un documento che attestava con certezza che il volo sarebbe partito. Bene, pensavamo di poterlo vedere, solo per nostra tranquillità. Naturalmente no, il contenuto era riservato!!! Forse conteneva qualche dichiarazione dei redditi?!?!?! Il culmine è arrivato quando ho richiesto agli operatori del Check-In le generalità perché se avessi dovuto far causa alla compagnia almeno non avrei avuto problemi ad rintracciare qualche testimone "qualificato". Incredibilmente una di loro alla mia cortese richiesta si è allontanata ed ha girato il cartellino identificativo!!! Ad oggi non so ancora se era dipendente dell'aeroporto o della Myair, chiamerò "Chi l'ha visto"! Morale della favola, alcuni passeggeri (chi scrive compreso) per avere certezza di arrivare alle proprie destinazioni, sono stati costretti a cambiare il volo a proprie spese e con tutti i disagi (economici compresi) del caso. Solo il lunedì successivo, e dopo un litigio con un operatore al telefono (riteneva la mia richiesta non evadibile perché l'informazione era riservata), ho saputo che il volo è partito alle 23.55. Un po' in ritardo … se ce lo avessero detto subito. Altro viaggio altra sorpresa. Il 4 maggio un "fortunato" gruppo di passeggeri sta per imbarcarsi sul volo Air Italy, Verona - Brindisi delle 17.50 , arrivo previsto ore 19.20. Quando più di 2/3 dei viaggiatori era stato imbarcato sulla navetta che li avrebbe condotti all'aereo, il dietrofront: "ordini dall'alto" tutti di nuovo nell'aeroporto. Anche qui stessa storia, nessuno all'inizio sa spiegare il motivo. Passano circa 20 minuti e si presenta una responsabile della compagnia aerea che parla a pochi passeggeri (poteva almeno usare il microfono!), non tutti sentono la strabiliante notizia che viene riportata. Il volo ha difficoltà ad atterrare a Brindisi perché la pista è stata accorciata causa lavori!!! Non tutti sentono l'incredibile notizia, così succede che un paio di passeggeri lo apprendono solo durante le operazioni di decollo. Pure in questo caso, nessuna alternativa, nessuna possibilità di ottenere garanzie sull'orario di arrivo a Brindisi. L'odissea continua; ore 20.55, arrivati a Bari, 45 minuti di attesa per il ritiro bagagli in quanto gli operatori addetti si trovano in difficoltà a smaltire la quantità di bagagli in più rispetto a quella prevista. Non finisce qui, navetta per Brindisi, partenza ore 22.30, un'ora e mezzo per arrivare a destinazione. L'imponderabile assume le vesti del fantozziano ed il pullman si trova davanti una serie di Tir che svolgevano un trasporto eccezionale. Rimedio: più di 15 chilometri sulla complanare per cercare di superare questi Tir!!! Risultato: al rientro sulla superstrada un Tir ci ri-supera!!! Arrivo a Brindisi ore 24.00 . Chi deve tornare a Lecce ed ha la fortuna di avere qualche parente o amico che lo aspetta è ben fortunato, per gli altri … solo taxi. L'ultimo bus-navetta per Lecce è alle 21.30. Oltre la beffa pure il danno. Il fatto è stato sottoposto all'attenzione dell'Enac. Se l'accorciamento della pista fosse vero, beh allora il prossimo viaggio meglio prenotarlo per Lourdes, ritardi permettendo … ! 12-05-2008 Aborto. Il silenzio dei neonatologi italiani di Pietro Yates Moretti Abbassare il limite per l'aborto terapeutico alla 22/a settimana e' oggi 'opportuno e necessario', dal momento che grazie ai progressi della medicina sono cresciute le possibilita' di sopravvivenza per i nati molto prematuri. Cosi' i neonatologi italiani intervengono nel dibattito circa i limiti temporali per l'interruzione volontaria di gravidanza (ivg) a seguito della decisione del Tar di sospendere le linee guida della Regione Lombardia in materia di aborto. Se lo dicono i 'vertici' neonatologi, deve essere vero per forza. No? In fondo, chi ne puo' sapere piu' di loro in materia? Apparentemente pero' i neonatologi (almeno quelli italiani) non sembrano particolarmente attenti alla ricerca internazionale e forse rispondono sempre piu' a sollecitazioni bioetico-religiose e politiche piuttosto che a quelle medico-scientifiche. Infatti diversi studi sull'argomento confermano che l'abbassamento del limite temporale sotto le 24 settimane sia, almeno per ora, ingiustificato. Vediamo solo l'ultimo di questi studi (che e' anche uno dei piu' imponenti per soggetti studiati). Secondo una ricerca pubblicata lo scorso 9 maggio sul British Medical Journal, la sopravvivenza dei bambini nati prima della 24ma settimana di gestazione e' rimasta la stessa nonostante il progresso tecnologico, medico e scientifico. Secondo gli scienziati della Leicester University e dell'Imperial College, in uno dei piu' vasti studi sull'argomento mai effettuati in Gran Bretagna, la possibilita' di sopravvivenza per i grandi prematuri prima delle 24 settimane e' la stessa di 18 anni fa. Migliorata invece dell'8% la sopravvivenza alla 24ma settimana, e del 17% nella 25ma settimana. Non ci rimane che pensare che l'abbassamento del limite temporale per l'ivg non sia solo questione medico-scientifica, ma anche e soprattutto bioetico-politico-religiosa. E visto che da noi gli ordini e sotto-ordini professionali sono istituzionalizzati e parastatalizzati, di fronte ad un nuovo Governo che esprime la stessa maggioranza del cattolicissimo governatore lombardo Roberto Formigoni (che quell'abbassamento del limite temporale lo ha voluto imporre), i rappresentati supremi del corporativismo neonatologo sono voluti 'entrare nel dibattito' (tipica formula giornalistica che indica lo schierarsi con qualcuno). Oppure, ancor piu' preoccupante, i neonatologi "de no' artri" non sanno leggere l'inglese, e quindi non hanno accesso agli studi sulla loro materia che ovviamente sono pubblicati su riviste scientifiche internazionali piu' autorevoli. Insomma, non sappiamo dire perche' i neonatologi italiani sembrano cosi' schierati su una tesi che ancora la ricerca scientifica non ha dimostrato. Nessuno ovviamente vorrebbe negare il tentativo di salvare una vita anche se le possibilita' di successo fossero solo una su un milione. Ma in questo caso, agire senza avere ragioni sicure, puo' avere conseguenze negative e talvolta tragiche. Da una parte, infatti, ancora piu' donne si vedranno negato il diritto ad abortire, e saranno spinte a farlo prematuramente o ancor peggio clandestinamente. Ma la donna, si sa, conta il giusto per i neonatologi (non abbiamo statistiche, ma ci pare che i neonatologi che 'intervengono' sono sempre e solo uomini). Soprattutto, migliaia di neonati prematuri saranno costretti a subire trattamenti e accanimenti terapeutici e sofferenze indicibili del tutto inutili ai fini della loro sopravvivenza. Sofferenza che potra' a sua volta trasmettersi in forma psicologica alla madre (e a tutta la famiglia), le cui speranze sono state alimentate vanamente. Non e' un caso che in Italia -come del resto in Gran Bretagna, dove proprio oggi si discute della questione in Parlamento- sono sempre e solo i politici che ostentano il loro cattolicesimo a farsi promotori delle tesi dell'abbassamento del termine temporale. Ma se dai politici 'supercattolici' ce lo possiamo aspettare, almeno dai medici ci si aspetterebbe un atteggiamento piu' laico, prudente e scientificamente orientato. P.S. Forse avremmo dovuto distinguere fra i neonatologi che ogni giorno si impegnano silenziosamente nelle corsie di ospedale ed i loro vocali rappresentanti corporativi. Ma visto che questi rappresentanti se li sono scelti, e visto che non giungono opinioni diverse dal mondo della neonatologia, non ci resta che pensare che vi sia unanimita' sull'argomento. Ci auguriamo di essere smentiti. ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie BBAN S0616002817000007977C20 - coordinate bancarie IBAN IT19S0616002817000007977C20 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------