AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2007-14 del 15 Luglio 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. I propri interessi si difendono con la liberta' o con la censura-galera? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=220 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=220 - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=220 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=220 - La scheda. BONIFICI TRANSFRONTALIERI. REGOLE E CONTESTAZIONI http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=54370 - La pulce nell'orecchio. INPDAP: UNA TASSA CERTA PER UN CREDITO IPOTETICO. OVVERO: QUANDO INVECE CHE "DI DIRITTO" SAREBBE MEGLIO DIRE "D'UFFICIO" http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? La Dimensione Globale del Mondo http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Teleselling. Garante Privacy versus chiamate e sms indesiderati. Le lacune della giustizia http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, un sito per i diritti degli immigrati in Italia e un sito sulla liberalizzazione di Internet e della telefonia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione Con aggiornamenti quotidiani; news, lettere, articoli, documenti. - Ultimomiglio.news - liberalizzare Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc Con aggiornamenti quotidiani: news, lettere, articoli, documenti, iniziative ------------------------------------------- EDITORIALE I propri interessi si difendono con la liberta' o con la censura-galera? La liberta' di informazione non ha mai cessato di essere in pericolo. Qualcuno potrebbe obiettare che di liberta' del genere, nel nostro Paese, ce n'e' poca... per cui continuerebbe solo l'andazzo di sempre. E' vero fino ad un certo punto, perche' comunque noi siamo qui, ne disquisiamo, facciamo ricorsi contro chi vorrebbe metterci il bavaglio, etc.. Ma quel che mi stupisce sempre piu' e' la pochezza di motivazioni che spinge alcune persone e alcune aziende a difendersi dai danni che questa liberta' provocherebbe loro. Tutto in nome della privacy e per difendersi dalla diffamazione. Noi non abbiamo peli sulla lingua e quando abbiamo da fare o da dire qualcosa, procediamo. Non dobbiamo dar conto a nessuno del nostro pensiero e della nostra azione e, forse anche per questo, qualcuno vorrebbe metterci il bavaglio. La guerra (se cosi' puo' essere chiamata senza esagerare), pero' e' tra poveri, come si dice in gergo. Non e' tra noi e il potere che si sente scalfitto dal nostro perdurare e perseverare. No. E' tra noi e alcune aziende private che, in nome della giustizia, intendono impedire che si parli di loro con un qualche dubbio. Sul sito ci sono settori che sono il "terrore" di queste aziende: "Cara Aduc" e "Di' la tua" in modo particolare. Il meccanico di Palermo per cui, in seguito ad una presunta incomprensione, un suo cliente ci ha scritto per avere qualche consiglio. L'agenzia di viaggi del padovano portata in giudizio con l'accusa di non essere tanto ligia alle promesse e agli impegni di lavoro. Il commerciante online di Bari che, in difficolta' economiche come lui stesso ammette, di fatto fa cassa coi soldi di chi acquista le sue vantaggiose offerte inviando la merce molto oltre la data limite di consegna su cui si era impegnato e solo dopo molte insistenze e minacce di vie legali da parte dell'acquirente. Queste le vicende in corso. E tutte con la strenua assistenza di avvocati che –a nostro avviso- argomentano questioni lunari (nei modi e nella sostanza) che piu' di una volta ci hanno fatto venire il dubbio che, universita' da una parte, aule di tribunale dall'altra, hanno bisogno di dosi massicce di buon senso, rigore, disciplina (in senso didattico) e, soprattutto, molto, ma proprio molto meno giurisprudenza e fantasia di applicazione. Cioe': certezza del diritto! Per chi volesse approfondire, l'indice dei "Comunicati Stampa" e "Osservatorio legale" potranno essere di conforto. A parte lo sviluppo di queste vicende da un punto di vista giudiziario (i vari ricorsi che se anche al momento fossero per noi positivi, non esaurirebbero le vicende), cio' che ci lascia esterefatti, e che ci da' la forza e la caparbieta' per non mollare, e' il rifiuto di replica sempre sul nostro sito di questi presunti danneggiati. Noi, non essendo un tribunale, non entriamo nel merito del problema in se' che ha fatto venire dubbi ai loro clienti, ma siamo interessati all'aspetto informativo della questione, che e' quello su cui stiamo spendendo le energie. Non comprendiamo perche', un'azienda piu' o meno villaneggiata da alcuni suoi clienti scontenti, non pensi che le faccia gioco una loro risposta, con uguale rilievo sul nostro sito, ad ogni specifica contestazione. Sembra di no. E a questo confronto preferiscono la cancellazione delle lettere o dei discorsi presunti lesivi accordata da magistrati che, talvolta, ci sembra che non leggano neanche i testi di cui intimano l'oscuramento. Il risultato sapete qual'e'? 1 - Siccome noi non siamo una loro azienda concorrente che, dopo la martellata in testa, va a fare business da un'altra parte... 2 – Siccome noi esistiamo per difendere e affermare i diritti degli utenti e consumatori, e abbiamo deciso che il modo piu' utile sia quello dell'informazione che crea responsabilita' e consapevolezza nei singoli... 3 – Siccome, proprio per quanto sopra, le martellate in testa sono nel conto dell'azione che abbiamo intrapreso e, volta volta, costituiscono solo occasione di migliore riflessione per meglio organizzarsi e partire con un bagaglio piu' raffinato, graffiante e insidioso... 4 – Siccome se non continuassimo come facciamo non saremmo noi stessi, ma cambieremmo la ragion d'essere della nostra vita e della nostra azione tramite l'associazione.... Siccome.... siccome.... Il risultato e' che noi parliamo delle nostre vicende giudiziarie, sul nostro sito e attraverso i media che reputano interessanti le questioni da noi sollevate. Secondo voi, per un'azienda con presunti problemi di qualita' del proprio servizio, e' meglio che loro stesse rispondano punto per punto e con eguale rilievo alle contestazioni sollevate o che, non comparendo nulla di queste contestazioni, si ritrovino ovunque informazioni sul fatto che loro chiamano a giudizio e oscurano in difesa della loro onorabilita' e che un'associazione come la nostra fa il "diavolo a quattro" per difendere il diritto all'informazione dei consumatori? La risposta, in un mondo dell'informazione a tutto tondo, della trasparenza, della limpidezza, sarebbe semplice. Ci sono aziende che pagano pubblicita' impostata sul negativo anche per attrarre la curiosita'. Ma sembra che non sia semplice. Anzi. Cio' che ci conforta e' che, alcune aziende, sia in "Cara Aduc" che in "Di' la tua" abbiano optato per il confronto non giudiziale, anche "a muso duro". Fatevi un giretto sul sito e ve ne renderete conto. Le altre, invece, per il loro business hanno deciso di mettere in bilancio anche le parcelle degli avvocati. Noi, nell'augurar loro che debbano esser condannati a pagar anche le parcelle dei nostri legali, per il momento le ringraziamo per averci dato motivi e ragioni per rafforzare i nostri convincimenti e la nostra azione di liberta' nell'informazione e, di conseguenza, nell'economia. (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo G.BRETAGNA / Ecologia di McDonald's Un carburante alternativo e' l'etanolo prodotto dall'olio di arachidi o da altri vegetali. In Gran Bretagna McDonalds' progetta di far viaggiare i suoi 155 camion con l'olio da friggere, usato nelle sue cucine. Verra' raccolto, filtrato ed elaborato, in modo da coprire l'85% del consumo di carburante necessario al suo parco Tir. Il restante 15% dovra' provenire dalla colza. Benche' l'ecodiesel costi qualche penny in piu' al litro, il vantaggio deriva dal riciclaggio di 6 milioni di litri di olio usato e, soprattutto, nel 78% in meno di emissioni di Co2. Oltre che a un buon ritorno d'immagine. U.E. / Trasfusioni sicure Si puo' temere che nelle sacche di plasma per trasfusioni ci sia del sangue di persone ignare d'avere un cancro? Si', ma la buona notizia e' che il trasfuso non corre un rischio maggiore degli altri. Lo dimostra uno studio scandinavo pubblicato su "Lancet", relativo a 350.000 pazienti in un arco di tempo che va dal 1968 al 2002. Di queste persone, 12.000 danesi e svedesi hanno ricevuto trasfusioni di sangue da donatori che presumibilmente avevano gia' alcune prime cellule tumorali, considerato che nei cinque anni successivi hanno poi sviluppato un cancro. Risultato: ne' il tipo di tumore -aggressivo o meno- ne' il momento dell'insorgenza -subito dopo la donazione o piu' tardi- hanno influito sul rischio di tumore per il ricevente. L'indagine, la prima di quest'ampiezza, e' stata possibile perche' in Scandinavia ogni paziente e ogni donatore hanno un numero identificativo che consente il riscontro tra registro dei tumori e banca dati dei donatori di sangue. MONDO / Densita' delle auto Nel mondo ci sono 900 milioni di automobili, di cui 231 milioni nella sola Ue. In quanto a densita', il primo posto spetta agli Usa, con 775 auto ogni mille abitanti; ce ne sono il 66% in piu' rispetto all'intera Comunita' europea. In Austria, per ogni mille persone ce ne sono 551, che corrispondono a 23 volte la densita' della Cina. Ma nell'Ue il primato spetta al Lussemburgo (655 ogni mille persone) mentre all'ultimo posto c'e' la Romania (170). Su scala mondiale il fanalino di coda spetta all'Etiopia: un'auto per mille abitanti. Questi dati vengono divulgati in occasione dell'"Earth Day" del 7 luglio, per indurre a riflettere sul fatto che i trasporti provocano il 20% dei gas serra. G.BRETAGNA / Disturbi aerei non dovuti al jet lag Secondo un nuovo studio pubblicato su New England Journal of Medicine, gli effetti sui passeggeri durante i lunghi viaggi in aereo sarebbero dovuti a mal d'altitudine piuttosto che al jet lag o affaticamento. Il mal di testa, nausea, vertigini, e un generale senso di malessere sono tutti sintomi di una acuta forma di sofferenza dovuta all'altitudine. L'esperimento e' stato condotto su 500 volontari che hanno trascorso diverse ore in una camera pressurizzata simulando un volo con un Boeing. SPAGNA / Impianto di cornea artificiale Una tecnica d'impianto di cornea artificiale, elaborata in Usa, ha aperto la possibilita' di recupero della vista ai pazienti cui non sia praticabile il trapianto per non importa quale motivo. Negli ultimi nove mesi, l'oftalmologo Jaime Etxebarria e' intervenuto su quattro pazienti nell'ospedale de Cruces, a Barakaldo (Vizcaya), che e' il primo centro pubblico spagnolo a realizzare questo tipo d'intervento. Due pazienti hanno recuperato il 100% della vista, un altro e' migliorato del 70%, il quarto solo del 10% per problemi di distacco della retina. Queste cornee artificiali, chiamate cheratoprotesi di Boston tipo I, hanno il vantaggio d'essere costruite con polimetacrilato, un materiale biocompatibile che non causa rigetto. EUROPA / Il marchio Halal Il concetto "halal" ha trovato ampia cittadinanza nelle metropoli europee. In molte citta' fioriscono ristoranti, chioschi, macellerie che vendono generi alimentari prodotti secondo le regole musulmane. Ma non tutto e' autentico, si lamenta il Centro di documentazione islamica (Iidz) di Vienna. Di qui la volonta' di creare standard vincolanti e un unico marchio che certifichi la correttezza sia del sistema di macellazione sia degli ingredienti. Per esempio, nel cibo halal non ci possono essere gelatine di carne di maiale o a base di alcool. G.BRETAGNA / La riduzione di anidride carbonica delle auto anche grazie alle vendite su Internet Un recente studio ha rilevato che il boom di acquisti su Internet degli ultimi anni in Gran Bretagna e’ dovuto anche al calo dell’utilizzo delle automobili per recarsi nei negozi tradizionali. Le campagne di sensibilizzazione per la riduzione dell’emissione di anidride carbonica hanno spinto sempre piu’ a non utilizzare la propria vettura. Secondo the Society of Motor Manufacturers and Traders, dal 1997 al 2005 le emissioni di anidride carbonica prodotta dalle auto sono scese del 3,2%. FRANCIA / La mappa degli Ogm 19.815 ettari. Tale e' la superficie di mais transgenico coltivata nel 2007, secondo il registro nazionale delle colture Ogm. Si tratta del mais "MON 810", prodotto da Monsanto, unico seme Ogm a vocazione commerciale autorizzato in Francia. Il cereale transgenico e' distribuito tra 2.936 parcelle, visibili sul sito del Governo "www.ogm.gouv.fr.". Un obbligo imposto da un voto nel marzo 2007. Vi si scopre che due cantoni francesi accolgono oltre mille ettari di MON 810 e che un quarto delle colture e' concentrato nel sud-ovest del Paese. O che i quasi 20.000 ettari di mais Ogm sono da mettere in relazione ai 3 milioni di ettari di mais tradizionale. MONDO / Quanto vale l'umore Gli economisti hanno deciso di calcolare l'umore e non piu' solo la ricchezza e il progresso materiale. Angel Gurria, segretario generalo dell'Ocse, ne ha parlato al Forum d'Istanbul la settimana scorsa, presenti una cinquantina di Paesi. "Se siamo d'accordo che il progresso consta di numerosi elementi, allora dobbiamo riconoscere che la sua misura non puo' essere ridotta al Pil pro capite. Lo ha sottolineato con pertinenza anche Robert Kennedy: il Pil misura quasi tutto, tranne cio' che rende la vita degna d'essere vissuta". Il Prodotto Interno Lordo, nato dopo la Seconda guerra mondiale, non puo' piu' essere dunque l'alfa e l'omega delle politiche pubbliche; oltre a lui ci sono fattori essenziali come salute, educazione, liberta', diritti -tutto quanto contribuisce alla soddisfazione della gente. E cio' si dovra' tradurre in "contentezza nazionale lorda". EUROPA / Punti di ristoro autostradali Gli automobilclub hanno esaminato 65 punti di ristoro autostradali in 12 Paesi europei, assegnando voti che vanno da "insufficiente" a "molto buono". I migliori sono gli autogrill tedeschi, uno dei quali, l'unico, ha ottenuto il massimo dei voti; e' Medenbach-Ost sull'autostrada A3/Francoforte-Colonia. I cinque punti di ristoro svizzeri esaminati si situano in una buona media: da "sufficiente a "buono". Urge drastico recupero, invece, per gli autogrill italiani, nessuno dei quali ha ottenuto "buono"; quello di Ventimiglia-Nord e' stato l'unico ad essere valutato "molto insufficiente" per lo stato dei servizi igienici e la cattiva segnalazione del parcheggio. In generale: accesso carente ai disabili e poche aree di relax per famiglie. U.E. / Sigarette antincendio Brutte storie quelle di persone morte per una sigaretta lasciata sbadatamente accesa. E non sono rare. In Usa, nel 2000 ci sono stati oltre 167.000 incendi causati da sigarette; 807 persone ne sono morte, quasi 2.200 i feriti, danni materiali per 5 miliardi di dollari. In Europa mancano dati statistici, ma la Commissione Europea valuta 2.000 morti e 7.500 feriti. Bruxelles ha deciso d'intervenire. Entro il 2010, nell'Ue dovranno essere commercializzate solo sigarette che si "autospengono", propone la commissaria per i Consumatori Meglena Kuneva. L'idea non e' nuova. Da almeno vent'anni esistono le soluzioni tecniche per la sigaretta "fire safe" o antincendio. Si potrebbero usare certi additivi che creano una pellicola ignifuga attorno alla sigaretta. Ma finora e' mancata la volonta'. ZIMBABWE / Negozianti in carcere perche' non hanno ridotto i prezzi Oltre 1300 commercianti sono stati arrestati per non aver dimezzato i prezzi come imposto da un provvedimento del Governo guidato dal presidente Robert Mugabe per ridurre l'inflazione. Inflazione che e' la piu' alta del mondo, ha raggiunto il tasso del 3.700% nel mese di aprile, ma potrebbe aver sfiorato il 5 mila per cento. Oltre ai commercianti finiti in manette molti altri hanno dovuto pagare multe esose. Tra gli arrestati anche manager di noti franchising, come il proprietario del locale della catena di supermercati Despar. U.E. / Nuove norme sulle creme solari Addio alle creme solari a 'protezione totale'. O meglio le creme restano ma dalle etichette sparira' questo genere di informazione ritenuto ingannevole perche' nessun prodotto ripara completamente dagli effetti nocivi dei raggi solari. L'iniziativa arriva dalla Commissione Ue e fa parte di un'operazione destinata a tutelare gli amanti della tintarella di tutta Europa. Le novita' non si fermano qui visto che le etichette non potranno piu' limitarsi ad indicare il livello di protezione dei raggi uv-b ma dovranno informare anche sul grado di efficacia contro le radiazioni uv-a che provocano l'invecchiamento della pelle e danneggiano il sistema immunitario. U.E. / Le tinture della carni possono causare tumori Delle tinture che vengono utilizzate per colorare alcuni tipi di carni per farci gli hamburger e le salsicce, possono causare tumori. L'allarme e' stato lanciato dalla The European Food Safety Authorithy (EFSA) che ha avvertito i consumatori di limitare l'uso di carni con coloranti come il Red 2G, conosciuto anche come E128. CINA / A rischio le batterie dei cellulari prodotte in Cina Dopo i rischi per la salute a causa della carne d'animali, dei dentifrici, del pesce di mare proveniente dalla Cina, adesso anche le batterie dei cellulari sono risultate pericolose. Secondo le autorita' cinesi le batterie dei telefoni Nokia e Motorola hanno del tutto fallito i test sulla sicurezza e, ancor piu' allarmante, le batterie erano pronte ad esplodere in particolari condizioni. SVIZZERA / Fallimenti: diminuiscono quelli aziendali, aumentano quelli personali Malgrado l'ottima congiuntura, in Svizzera i fallimenti di persone singole sono in netto aumento. Nel primo semestre ne sono stati registrati 3.171, corrispondenti all'8,2% in piu' sullo stesso periodo del 2006. E' preoccupante soprattutto l'alto numero di persone oltre i sessant'anni, pensionati al minimo in difficolta', costretti ad avviare la procedura di fallimento come unica via d'uscita. L'altro gruppo e' formato dai giovani sotto i 25 anni, nell'80% dei casi maschi. Qui si tratta piuttosto di un modo di vivere che fa intuire una carriera da debitore cronico. Opposta la situazione delle aziende: la ripresa economica ha determinato un calo dei fallimenti d'impresa del 4,3%. GERMANIA / Cara acqua Nei settori della telefonia e dell'elettricita' c'e' la liberalizzazione. Invece l'acqua potabile viene erogata da aziende comunali che, nelle rispettive Regioni, si trasformano di fatto in monopoli. A seconda della residenza la bolletta varia anche del 300%. E' stato calcolato che un'utenza privata composta da una sola persona, con un consumo giornaliero di 125 litri, a Essen paga 256 euro l'anno; nella vicina Bochum solo la meta'. La piu' conveniente, 76 euro, ad Augsburg. Le aziende contrattaccano: non si possono sommare pere con mele, ossia non tenere conto delle diversita' territoriali. Spiegano che i 7.000 fornitori lavorano in condizioni molto disomogenee e che l'80% del prezzo e' dato dai costi fissi: reperimento, depurazione, accumulo, distribuzione. DANIMARCA / Assicurati contro le multe D'ora in poi, gli automobilisti danesi possono sottoscrivere un'assicurazione contro le multe inflitte dalla polizia stradale per eccesso di velocita'. Lo ha annunciato sul suo sito l'associazione dei guidatori Fartklubben. Il "club della velocita'" propone ai propri aderenti un rimborso fino a quattro ammende di 10.000 corone (1.340 euro) l'anno, in cambio della polizza annuale di 995 corone (133,4 euro). Esso propone anche un dispositivo analogo per le contravvenzioni relative al parcheggio. I promotori spiegano di non voler incitare alla guida spericolata, bensi' indurre politici e polizia a rivedere certi parametri, che sono solo in funzione di autovelox "mangiasoldi". ITALIA / Cellulari aziendali a rischio licenziamento Il cellulare sara' pure aziendale, ma se l'uso e' personale il dipendente rischia il posto. Tanto piu' se il telefonino e' finito nelle mani di un familiare che ne ha fatto un uso sconsiderato. A queste conclusioni e' arrivata la Corte di cassazione, Sezione di lavoro, con la sentenza n. 15334, con la quale e' stato confermato il licenziamento di un dipendente Telecom. L'uomo, assunto dalla societa' da 30 anni, aveva in uso un cellulare aziendale che pero' doveva essere impiegato solo per chiamate di servizio. In realta' ad utilizzare l'apparecchio era soprattutto il figlio 20enne del dipendente Telecom. U.E. / Gli euro falsi La banconota piu' falsificata nel primo semestre 2007 e' stata quella da 50 euro, comunica la Banca Centrale Europea. In totale sono stati ritirati dalla circolazione 265.000 biglietti falsi, la stessa quantita' del semestre precedente. L'85% delle falsificazioni concerne tre tagli: 20, 50 e 100 euro. Come in passato, il 97% di banconote false e' stato scoperto in Eurolandia, poco meno del 3% in Paesi Ue non appartenenti alla zone euro, e solo una parte minima nel resto del mondo. MONDO / Il mito appannato del microcredito Si levano sempre piu' forti le voci contro quella che appariva come la chiave di volta nello sviluppo del Terzo Mondo: il microcredito. L'accusano d'essere costoso e di lasciare a mani vuote il 50% dei piu' poveri. Insomma, l'idea di concedere piccoli prestiti a persone vogliose d'intraprendere un'attivita' pur in assenza di garanzie, col tempo si sarebbe trasformata in un veicolo neoliberista. Dalla sua fondazione in Bangladesh nel 1976, la Grameen Bank di Mohammed Yunus ha concesso 5,1 miliardi di dollari a 5,3 milioni di creditori. Ma dopo gli indiscussi meriti, ecco i risvolti negativi: forte dipendenza dei poveri nei confronti del credito; interessi esagerati (non e' raro un tasso annuo del 20%); incapacita' di raggiungere i piu' poveri tra i poveri. BRASILE / Pillola anticoncezionale gratis E' cominciata la distribuzione gratuita prevista dal comune di San Paolo della pillola anticoncezionale nelle stazioni della metropolitana e dei treni suburbani della megalopoli. Le donne ricevono un kit, con la pillola, 12 preservativi e un depliant con le istruzioni per l'uso. L'unica condizione per aver diritto al kit e' una ricetta, valida per un anno intero, rilasciata dagli ambulatori o dagli ospedali pubblici della citta'. ITALIA / Le gomme fuorilegge degli scooter A Milano uno scooter su cinque e' fuorilegge. E' quanto emerge da una rilevazione condotta dalla Polizia milanese che ha disegnato un popolo di amanti delle due ruote che non presta le dovute cure agli pneumatici e quindi circola costituendo pericolo per se' e per gli altri. Si comincia con i problemi legati all'usura, si passa alle lesioni, quasi mai visibili e si finisce per scoprire un problema nuovo: l'omologazione. Gli pneumatici circolanti senza omologazione arrivano al 20% del totale dei mezzi controllati. MONDO / Sondaggio mondiale sul cambiamento climatico Secondo un sondaggio realizzato da HSBC Climate Confidence index in tutto il mondo, sempre piu' persone sono indifferenti riguardo al cambiamento climatico del pianeta. In particolare in Europa e negli Stati Uniti c'e fatalismo e indifferenza riguardo a contrastare il fenomeno, mentre nei Paesi in via di sviluppo, in Asia e nell'America latina, c'e' piu' ottimismo. EUROPA / L' Europa delle citta' ciclabili Domenica 15 luglio, i parigini inforcheranno per la prima volta i "Velib". Sono oltre 10.000 bici, legate a 750 rastrelliere sparse per la capitale, a disposizione di tutti. Il progetto delle bici in libero servizio, senza equivalenti nel mondo per ampiezza (20.000 entro l'anno), dovrebbe modificare la fisionomia della citta' e trasformare la vita dei cittadini. Ma Parigi non e' la sola a promuovere il trasporto "dolce". Ci sono Lione, Aix-en-Provence, Orleans, e in autunno s'aggiungeranno molte altre citta' francesi. Non solo. Questo e' un contagio che si e' diffuso in tutta l'Europa. A Barcellona e presto a Siviglia, a Oslo o a Berlino, i ciclisti pedalano ormai a pieno regime. Se l'esperienza pionieristica di Amsterdam nel 1968 falli' per i furti e i danneggiamenti, oggi i mezzi tecnologici, ma soprattutto i soldi che vengono dalle intese tra Comuni e aziende pubblicitarie, rendono gestibile questo servizio. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA CENSURA SITO ADUC. DOMANI UDIENZA A PALERMO Sempre piu' spesso subiamo le pressioni di chi non vuol essere oggetto di discussione nelle nostre rubriche dove i consumatori si scambiano informazioni e racconti, per esempio "Cara Aduc" dove sono pubblicate le lettere di chi ci scrive e le nostre risposte, o "Di' la Tua" forum di confronto tra i frequentatori del sito. Questa volta e' l'Officina Caravello a chiedere al giudice di Palermo l'oscuramento di una lettera di una consumatrice pubblicata su Cara Aduc. Domani (3 Luglio) si terra' l'udienza per decidere sul ricorso d'urgenza (art. 700 c.p.c.) che i legali di questa autofficina hanno presentato per chiedere l'eliminazione della lettera in questione. L'Aduc, difesa dai propri avvocati Claudia Moretti, Emmanuela Bertucci e Pietro Milio presentera' una memoria difensiva, gia' pubblicata nella rubrica Osservatorio Legale del 1 luglio (1), dove si espongono le ragioni per le quali, a prescindere dai contenuti, la censura rischia di costituire il primo passo verso la fine di "Cara Aduc" e, piu' in generale, della liberta' di espressione e di scambio di reciproche esperienze, senza le quali nostre rubriche, e la stessa rete di Internet, perdono il proprio potenziale di strumento di difesa del consumatore. Ci auguriamo che gli argomenti esposti sappiano aprire gli occhi al di la' della mera applicazione di regole codicistiche degli anni '30 (codice penale Rocco) e aiutino la giurisprudenza, in primis il Tribunale di Palermo, ad adeguarle ai nuovi e importanti mezzi di comunicazione di massa che, al contrario di quelli tradizionali, vivono e si caratterizzano grazie al contributo di tutti, ma proprio tutti i suoi fruitori. Con tutto cio' che ne deriva. (1) La memoria difensiva: http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=185637 ELETTRICITA': DA IERI APERTO IL MERCATO PER LE FAMIGLIE. ALL'ITALIANA Ieri (1 luglio) si e' formalmente aperto il mercato dell'elettricita' per 27,5 milioni di famiglie. In teoria le famiglie potranno scegliere il proprio fornitore. All'italiana, come al solito perche' Parlamento e Autorita' dell'energia devono ancora predisporre i provvedimenti attuativi, nonostante la Direttiva europea sulla liberalizzazione dell'energia sia del 2003. Le "competenti" autorita' hanno avuto tutto il tempo per elaborare i regolamenti ma, come al solito, ci ritroviamo all'ultimo momento senza aver fatto nulla. Si avvia, quindi, un processo senza che ci siano regole. Proprio bravi i nostri governanti. Nel frattempo l'Eni si e' messa in concorrenza con la sua "consorella" (entrambe a partecipazione pubblica) con delle offerte promozionali. Stando ai nostri calcoli si dovrebbe risparmiare un 3% ma in assenza di regole quale famiglia italiana potra' fare una scelta consapevole? Noi consigliamo, per ora, di non fare passi e aspettare che il regolatore regoli il mercato. LEGGE 40: PIU' CHE DI RIFLETTERE C'E' BISOGNO DI AGIRE! RACCOLGO E RILANCIO L'INVITO DEL MINISTRO DELLA SALUTE Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali C'e' non solo da raccogliere l'invito del ministro della Salute in merito alla necessita' di riflettere sulla legge 40 sulla procreazione assistita, ma da rilanciare con un invito alla mobilitazione per cominciare a limitare i danni di una legge che accumula solo dati negativi negli esiti dei trattamenti. La riflessione su come garantire l'accesso a tecniche in uso in tutto il mondo e sulla loro efficacia, ha bisogno di tradursi fattivamente nella revisione di una legge sbagliata e ingiusta. La legge 40 e' nata con lo spirito di vietare alcune pratiche invece che regolamentarle e metterle a disposizione delle coppie con problemi di infertilita' o con problemi di malattie genetiche ereditabili. Avere inserito in una legge che si sarebbe dovuta preoccupare di far nascere bambini il veto sulla ricerca scientifica e' stata la conferma dello spirito ideologico della norma. La consegna in Parlamento della relazione annuale sulla legge dovra' essere colta come l'occasione per rivedere quei punti che fin dalla sua approvazione risultavano discutibili, come il divieto del congelamento degli embrioni, il divieto di eterologa, il consentire l'accesso anche a coppie non infertili, ammettere la diagnosi preimpianto e infine regolamentare la possibilita' di fare ricerca, almeno sugli embrioni sovrannumerari. Tfr e le droghe Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=185842 TRAGHETTI: COME SCEGLIERLI Iniziare le vacanze su un traghetto che fa rima con carretto non fa piacere e predispone male. I consigli sono d'obbligo per evitare arrabbiature ed iniziare bene un periodo di relax. Vediamo. * le compagnie migliori hanno un proprio sito Internet, attraverso il quale e' possibile avere le informazioni sugli orari, sui prezzi, sui percorsi, sulla tipologia della nave, compreso l'anno di costruzione, le foto con i locali comuni e le cabine. Una visita al sito e' sempre utile; * chiedere spiegazioni sulla classificazione delle cabine, la loro dislocazione e i servizi offerti. Le cabine basse, vicine ai motori, sono piu' rumorose e il rischio e' quello di passare la notte in bianco; * osservare attentamente i depliant illustrativi; spesso si vede solo la prima classe, il che puo' indurre a credere in un servizio standard; * per coloro che sono privi di auto chiedere se esiste una scala mobile interna o ascensori per salire; * i biglietti andata e ritorno possono essere scontati; * i residenti o i nativi delle isole possono avere riduzioni sul prezzo; * prima di partire telefonare alla Compagnia per conoscere eventuali variazioni o problemi insorti; * in caso do sovraprenotazione (overbooking) si ha diritto al rimborso del biglietto o a partire con il traghetto successivo; * se il traghetto non puo' partire per cause di forza maggiore (es. mare mosso) si ha diritto al rimborso del biglietto o a partire con un traghetto successivo. Se non si parte per colpa della Compagnia il biglietto puo' essere rimborsato, utilizzato in data successiva o trasferito su un'altra Compagnia, in piu' si ha diritto al pernottamento in albergo e altre spese. Si puo' far causa, presso il Giudice di Pace per mancato godimento delle vacanze; * in caso di ritardo superiore alle 12 ore, per un viaggio che dura meno di 24 ore, si puo' chiedere il rimborso del biglietto. Se il viaggio dura piu' di 24 ore si puo' chiedere il rimborso dopo 24 ore; * va dichiarata la vettura alimentata a GPL pena il mancato imbarco. L'automobile che con i bagagli supera 1,80 metri paga come una roulotte; * le contestazioni sulla classe delle cabine assegnate, o per altri disservizi, vanno accompagnate da una dichiarazione del commissario di bordo. ASSICURAZIONE CASALINGHE. L'INAIL COME LA RAI: ESISTI? ALLORA SEI UN EVASORE FISCALE... ATTENZIONE A NON PAGARE DUE VOLTE!! Siamo in molti abituati a ricevere le letterine arroganti che la Rai invia a chiunque abbia una residenza anagrafica, accusandolo di essere un evasore fiscale perche' non risulta che abbia pagato la tassa/canone per il possesso di un apparecchio atto a ricevere trasmissioni televisive. Evidentemente il metodo Rai fa scuola ed ora si e' esteso all'Inail (Istituto Nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) che lo Stato utilizza per riscuotere l'assicurazione contro gli infortuni domestici: una gabella che chiunque, tra 18 e 65 anni, deve pagare se non svolge un'attivita' per cui e' previsto il versamento di contributi previdenziali. In questi giorni sta arrivando a casa della gente una lettera che inizia cosi': ".. da verifiche effettuate nei nostri archivi risulta che lei non ha rinnovato l'iscrizione per l'assicurazione.... le ricordiamo che l'assicurazione e' obbligatoria...". A parte la beffa, per una persona che svolge un lavoro (casalingo) non retribuito e non riconosciuto tale perche' non tutelato da niente, di essere obbligata a pagare un'assicurazione ad un istituto che assicura contro gli infortuni sul lavoro... a parte la beffa di un'assicurazione che non serve a niente vista la minimalita' di copertura e la sua essenziale funzione di dragare gabelle da soggetti deboli... ora anche il rischio di pagare due volte. Infatti si tratta di un importo piccolo (12,91 euro) e la prima reazione di chi riceve una lettera del genere e' "toh, mi sono scordata di fare il versamento!", per cui se si ha difficolta' a reperire subito la copia del bollettino, non ci si pensa due volte e si paga. Lo Stato incassa e, se il bollettino del pagamento gia' effettuato dovesse rispuntare, vengono i brividi alla sola idea di aprire una pratica per il rimborso... Siamo in presenza, se ancora si voleva averne conferma, di una manifestazione di decadenza istituzionale. La presunzione di colpevolezza non si usa a ragion veduta, ma solo per il fatto stesso che un soggetto esista e, in quanto tale, e' considerato evasore. Il cittadino e' considerato di per se' un delinquente e lo Stato si rapporta con lui solo con la paura dell'applicazione della sanzione. Se questo vuole essere un metodo per convincere tutti a pagare le tasse, anche le piu' odiose e inutili come l'assicurazione casalinghe o il canone/tassa della Rai, crediamo che il percorso scelto sara' molto difficoltoso. Per noi il metodo dovrebbe essere un altro: ti do' qualcosa che tu percepisci e verifichi come utile e tu mi dai qualcosa. Ma forse siamo altro anche noi rispetto alle teste di chi continua a governarci con questo sistema fiscale.... WIND 10-12 CAMBIO TARIFFARIO ILLEGITTIMO: L'AGCOM NON DECIDE E FORSE SE NE RIPARLERA' DOPO L'ESTATE L'Agcom ha tempo fino a ottobre per decidere se Wind non ha rispettato alcune regole quando ha modificato il piano tariffario da Wind 10 a Wind 12. La conferma e' arrivata recentemente dall'audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Marco Stradiotto [1]. Un tempo lunghissimo che ribadisce l'inutilita' della funzione di regolatore dell'Autorita' delle Comunicazioni, presieduta da Corrado Calabro'. Non ha senso una decisione a cinque mesi di distanza dal "misfatto". E' un incitamento a reiterare il "reato". Cosa succedera' se venisse confermata l'illegittimita' del cambio tariffario (come da noi sostenuto)[2]? Ci sara' un rimborso per tutti gli utenti? Ne dubitiamo. Sara' sanzionata con l'ennesima e inutile (per i consumatori) multa? La stessa Agcom, interpellata informalmente dall'Aduc, aveva gia' confermato ad aprile che la condotta di Wind la riteneva irregolare. Poi e' calato il silenzio. Che forse sara' rotto a ottobre. Assurdo. Presidente Calabro', siamo felici delle sue esternazioni pubbliche e convegnistiche a favore dei consumatori, ma e' tempo di rendere effettiva e autorevole l'attivita' dell'Authority da lei presieduta. NOTA 1: http://www.aduc.it/dyn/tlc/noti.php?id=185846 NOTA 2: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=176398 CINA: PESCE ALL'ANTIBIOTICO E DENTIFRICIO TOSSICO. L'ADUC SOLLECITA IL MINISTERO DELLA SALUTE Diverse specie di pesce e crostacei d'allevamento sono state aggiunte alla lista nera dei prodotti cinesi banditi dal mercato Usa. Le autorita' hanno infatti proibito l'importazione, tra l'altro, di carpe, anguille, frutti di mare freschi e congelati, in quanto nei campioni esaminati da Food and Drug Administration (FDA, l'ente federale americano per il controllo di cibo e farmaci) sono stati rilevati residui di sostanze cancerogene, ossia antibiotici e altre sostanze vietate (nitrofurani, verde malachite, genziana violetta e fluoroquinolone). Queste sostanze hanno dimostrato un potere cancerogeno negli esperimenti in laboratorio e possono indurre una resistenza agli antibiotici in uso alla popolazione (1). La Cina, maggior esportatore mondiale di pesci e crostacei d'allevamento, difende i propri prodotti e assicura che sono conformi alle condizioni dei contratti commerciali. Sempre la FDA ha trovato un composto tossico, il dietilenglicol, in alcuni dentifrici importati dalla Cina e diffusi in numerosi paesi (2). Il dietilenglicol e' tossico per il fegato e i reni e la dose letale e' tra 0,014 e 0,17 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo umano. L'Aduc ha inviato una nota al ministero della Salute per sapere se anche in Italia siano stati riscontrati casi del genere. (1)http://www.fda.gov/bbs/topics/NEWS/2007/NEW01660.html (2)http://www.fda.gov/oc/opacom/hottopics/toothpaste.html MULTA TELEFONICA. BENE UE. L'AUTORITA' ITALIANA, PER ESSERE EFFICACE, IMPARI A NON COMMINARE MULTE CON IMPORTI RIDICOLI La Commissione europea ha comminato una multa di quasi 152 milioni di euro alla compagnia spagnola Telefonica. La vicenda risale allo scorso febbraio quando l'Antitrust Ue aveva avviato nei confronti di Telefonica una procedura d'infrazione per pratiche commerciali anticoncorrenziali sulla banda larga, venduta all'ingrosso ai propri concorrenti con una differenza minimale rispetto al prezzo che la stessa Telefonica praticava ai clienti al dettaglio. La prima cosa a cui abbiamo pensato, dopo aver letto che l'importo della multa era di 151.875.000 euro, e' alle vicende di casa nostra, in particolare alle ultime due multe che l'Antitrust ha comminato a Telecom Italia per 64.400 e 73.100 euro. Importi ridicoli che, per capire quanto possano far desistere Telecom Italia dal non reiterare i comportamenti che l'hanno portata alle multe, facendo un raffronto percentuale col reddito medio di una persona e con gli utili di questo gestore, e' come se ad un automobilista fosse stata comminata una multa per sosta vietata con l'importo di 0,46 euro..."hai voglia" a continuare a parcheggiare in sosta vietata... (1). Centocinquantadue milioni e' decisamente un'altra cosa. E Telefonica, ammesso che con i vari ricorsi non le sia fatto uno sconto sostanzioso o le sia riconosciuta ragione, prima di reiterare il proprio abuso di posizione dominante, ci pensera' bene. Auspichiamo che il nostro Antitrust prenda lezione dal suo equivalente comunitario, sempre che il legislatore gli dia questo potere e sempre che lo stesso legislatore abbia intenzione di creare e alimentare un libero mercato e non finto come quello di oggi. Un'ultima riflessione. Siccome "la tentazione fa l'uomo ladro" perche' agli ex-gestori monopolisti (come Telefonica in Spagna e Telecom in Italia e cosi' anche in Francia e Germania) deve essere affidata la gestione di una rete costruita in regime di monopolio? Non sarebbe meglio che queste reti fossero affidate a gestori indipendenti (al 100%!!) da chiunque poi e' nel mercato al dettaglio? Non solo ci sarebbero meno tentazioni e i prezzi sarebbero piu' bassi, ma spenderemmo tutti meno soldi, soprattutto nel far lavorare meno i vari Antitrust. La cosa non e' lunare ed e' fattibile, ma attualmente e' piu' che evidente che manchi la volonta' politica ed economica di farlo, soprattutto perche' gli ex-gestori monopolisti (tutti oggi in abuso di posizione dominante sul mercato) sono legati mani e piedi coi poteri e con i legislatori. La rottura di questo dominio, quindi, darebbe giovamento anche alle nostre istituzioni.... (1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=184374 BENE LA CAMPAGNA PER DONARE GLI ORGANI MA RENDIAMO FATTIBILE ANCHE LA DONAZIONE DEI CORDONI OMBELICALI! Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali E' stata presentata oggi dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e dal Ministro della Salute, Livia Turco, la nuova campagna di comunicazione per la donazione degli organi. Bene per questo tipo di iniziativa ma non ci scordiamo anche di altre donazioni come quella del cordone ombelicale. E' stato lo stesso Ministro Turco, la settimana scorsa, durante un'audizione in XII commissione, a ricordare che, di fatto, in Italia e’ impossibile donare le cellule staminali dei cordoni ombelicali, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto. Ha chiesto, quindi, di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. Voglio ricordare al ministro che l’informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e’ vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati! Nonostante, infatti, la legge 219/2005 all’articolo 10 preveda che il Governo con un decreto crei una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale, continua a vigere il divieto per la creazione di banche private. La situazione e' la seguente: dopo 12 mesi dalla sua scadenza, il Governo non ha ancora emanato il citato decreto e l’ordinanza, invece rinnovata da poco, chiede al Parlamento, in evidente violazione della legge 219, di farne un'altra che gia’ c’e’ ma che non e' applicata. Per fare luce su questa anomalia ho gia' presentato un'Interrogazione al ministro (1) ma e' utile ricordare che e' proprio la donazione a venire penalizzata da tutti questi assurdi divieti! Quello che il ministro ha chiesto al Parlamento e' di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l’80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe piu’ di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull’utilizzo di quel cordone. Se c’e’ infatti un dato scientifico acquisito e’ che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due.Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo. Sono convinta che una buona soluzione sia quella prevista nell’articolo 15 del ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali: alla donna deve essere garantita la possibilita’ di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro potrebbe iniziare proprio da qui per rendere un buon servizio a tutte le donne che vogliono donare e conservare il cordone ombelicale! (1) http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=528 LE NEO-MAMME LAVORATRICI LASCIANO L'IMPIEGO PER LA MANCANZA DI ASILI NIDO E LA CAMERA CONTINUA A NON DARE IL BUON ESEMPIO! Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali Un'indagine effettuata da Provincia di Firenze e Ministero del Lavoro riporta nuovamente dati allarmanti sulle donne che abbandonano l’impiego dopo la maternita': il 54% lo fa per difficoltà all’interno dell’azienda, il 46% per difficoltà nell’assicurare le cure adeguate ai figli. Quindi una donna su due lascia il lavoro per star dietro al proprio figlio e nel 73% dei casi accade per la mancanza, l’inadeguatezza degli orari e l’elevato costo degli asili nido e dei servizi di baby sitter; per il restante 27% a mancare sono stati invece gli aiuti familiari (1). Dati tragici che confermano il motivo per cui il nostro Paese si collochi agli ultimi posti in Europa per avere poche strutture per l'infanzia. Gli accordi comunitari di Lisbona ci chiedono di arrivare nel 2010 con una copertura territoriale di asili nido pari al 33%. Eurostat 2005 certificava che il numero dei posti per i bambini in Italia era sotto il 10%, mentre in Danimarca arrivava al 50% e 35-40% in Svezia e Francia. Occorrerebbero 9 miliardi di euro, mentre l'ultima finanziaria ha stanziato solo 300 milioni, che, anche venissero spesi nel migliore dei modi, ottenendo un effetto moltiplicatore a livello regionale, secondo il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, potremmo al massimo raggiungere il 15%. Il cattivo esempio dell'Italia e' riflesso nella vicenda dell'asilo nido alla Camera dei Deputati. Unico Paese nell'Ue a non avere una casa dei bambini nelle piu' alte istituzioni, da piu' di dieci anni giace arenato nelle pastoie burocratiche, tutte maschili, il progetto asilo nido: frenato da sopralluoghi, consulenze e rimandi. L'attuale presidente Bertinotti, piu' volte sollecitato ha promesso di occuparsene. Centinaia di parlamentari hanno chiesto (2) un servizio a pagamento per deputati e lavoratori, ma tutto tace. (1) L'indagine completa della provincia di Firenze: http://met.provincia.fi.it/public/misc/200707411544507.pdf (2) A questo indirizzo l'appello e la lista dei firmatari: http://www.donatellaporetti.it/intv.php?id=466 ALZHEIMER: SI PUO' SCOPRIRE IN ANTICIPO. TENERE ATTIVO IL CERVELLO CI PROTEGGE Se le persone di una certa eta' hanno difficolta' a distinguere gli odori potrebbe essere un segnale di morbo d'Alzheimer o di altre malattie che colpiscono la memoria. Lo indica uno studio di lunga durata realizzato dal "Rush University Medical Center" di Chicago (Usa), con l'ausilio di 590 persone dai 54 ai 90 anni. Dal 1997, una volta all'anno, queste persone sono state sottoposte alla prova olfattiva: dovevano riconoscere l'odore di limone, cioccolata, pepe, banana, sapone. Le prove hanno dimostrato una correlazione tra il venir meno dell'odorato e le diminuite capacita' cognitive. Come e' noto il morbo di Alzheimer e' una demenza progressiva invalidante senile. In Italia ne soffrono circa 500 mila persone, nel mondo 18 milioni, con una netta prevalenza di donne. Intervenire prima che i danni si verifichino puo' aiutare a migliorare la qualita' della vita dei pazienti. Il Rush University Medical Center ha inoltre condotto una indagine (1), pubblicata sulla rivista Neurology, dalla quale risulta che gli anziani che hanno una attivita' mentale rischiano di ammalarsi di Alzheimer 2,6 volte in meno (- 260%) di coloro che sono poco attivi mentalmente. Insomma tenere attivo il cervello ci espone a minori danni. (1) www.rush.edu VACANZE E TRAFFICO. ASPETTIAMO DALLA RAI I MIGLIORAMENTI PREVISTI PER ISORADIO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali Su segnalazione dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) lo scorso agosto presentai un'interpellanza al ministero delle Comunicazioni per avere spiegazioni sui disagi subiti dagli automobilisti nel primo fine settimana di agosto 2006, disagi dovuti in parte all'assenza di informazione sulla densita' del traffico e le eventuali alternative. La questione, oltre gli automobilisti costretti per ore nel traffico, riguardava anche il canale radiofonico Isoradio della Rai e Autostrade per l'Italia, che gestiscono in compartecipazione le informazione della rete autostradale. Secondo alcune voci del Comitato di redazione di Isoradio in casi come quello verificatosi ad inizio agosto 2006, la responsabilita' era da attribuirsi ad Autostrade per l'Italia, che "spesso le notizie delle code le da' volutamente in ritardo", paventando l'ipotesi di un interesse della societa' autostradale a far confluire comunque gli automobilisti ai caselli, incassando il pedaggio e ignorando il disservizio. Non e' pero' questa la risposta giuntaci dal ministero dopo quasi un anno. Negando praticamente le voci del Cimitato di redazione di Isoradio, di positivo ha detto che "il nuovo contratto di servizio 2007-2009 ha previsto che la Rai presenti entro sei mesi dall'entrata in vigore del contratto stesso, un progetto di sviluppo di Isoradio per fornire con la maggiore tempestivita' possibile le informazioni di pubblica utilita' ai diversi segmenti di utenza". Poiche' il contratto di servizio e' entrato in vigore solo lo scorso maggio, mi auguro che non si lascino passare tutti i sei mesi per migliorare il servizio offerto da Isoradio! Le vacanze estive sono gia' in corso e sarebbe opportuno per molti non passarle nel traffico! Il testo dell'interpellanza: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=151742 La carenza di asili nido Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=186225 Notiziario Cellule staminali - CORDONE OMBELICALE. ORDINANZA IN VIOLAZIONE DELLA LEGGE E' uscito il numero centoquarantatre, anno VI, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_143.html LEGGE 40: TEST ITALIANO PRE-IMPIANTO SENZA EMBRIONE. ATTENZIONE AI FACILI ENTUSIASMI! Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali In Italia all'interno del laboratorio Genoma e' stata messa a punto una tecnica che permette di fare la diagnosi pre-impianto delle malattie genetiche senza che si sia ancora formato l'embrione. La notizia riporta che "anziche' sull'embrione, l'analisi genetica viene condotta soltanto sull'ovocita, in questo modo il test sarebbe lecito anche in Italia, dove la legge 40 sulla fecondazione assistita vieta la diagnosi pre-impianto perche' questa implica una manipolazione dell'embrione" (1). Tutto vero, peccato solo che l'art 1 della legge 40 prevede che si possa ricorrere a tecniche di fecondazione assistita solo nei casi di infertilita' e sterilita'. Peccato che la maggiorparte delle coppie che si recano all'estero per fare l'analisi preimpianto lo faccia perche' portatrici di malattie genetiche e non per motivi di sterilita'/infertilita'. Non ci facciamo illudere da facili entusiasmi, sicuramente queste scoperte scientifiche sono positive, non pensiamo pero' che possano risolvere i problemi che una legge assurda come quella sulla procreazione assistita in Italia ha creato a migliaia di coppie. Anche alla luce dei dati negativi della ultima relazione sulla legge 40 presentata dal Ministro della Salute al Parlamento (2) e' evidente che l'intervento di cui c'e' bisogno e' tutt'altro che scientifico! Spero che il Ministro rifletta bene sull'opportunita' di riformare la legge 40 e che a settembre, nell'audizione che e' stata convocata in commissione Affari Sociali grazie ad una mia richiesta (3), possa dare buone notizie a tutte le coppie costrette ad andare all'estero per aggirare i divieti inspiegabili della normativa italiana. (1) http://staminali.aduc.it/php_newsshow_0_6228.html (2) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=530 (3) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=536 PESCE CONTAMINATO DALLA CINA? INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLA SALUTE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali In una recente segnalazione dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) si legge che negli Usa diverse specie di pesce e crostacei d'allevamento sono state aggiunte alla lista nera dei prodotti cinesi banditi dal mercato (1). Le autorita' hanno, infatti, aumentato i controlli sull'importazione, tra l'altro, di carpe, anguille, frutti di mare freschi e congelati, in quanto nei campioni esaminati dalla Food and Drug Administration (Fda, l'ente federale americano per il controllo di cibo e farmaci) sono stati rilevati residui di sostanze cancerogene, ossia antibiotici e altre sostanze vietate (nitrofurani, verde malachite, genziana violetta e fluoroquinolone). Queste sostanze hanno dimostrato un potere cancerogeno negli esperimenti in laboratorio e possono indurre una resistenza agli antibiotici in uso alla popolazione (2). Mentre la Fda ha dichiarato che i citati prodotti cinesi saranno messi in vendita solo se dimostreranno di rispettare le norme di sicurezza statunitensi, la Cina, maggior esportatore mondiale di pesci e crostacei d'allevamento, difende i propri prodotti e assicura che sono conformi alle condizioni dei contratti commerciali. La Fda ha, inoltre, trovato un composto tossico, il dietilenglicol, in alcuni dentifrici importati dalla Cina e diffusi in numerosi paesi (3). Il dietilenglicol e' tossico per il fegato e i reni e la dose letale e' tra 0,014 e 0,17 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo umano. Dopo che l'Aduc ha inviato una nota al ministero della Salute per sapere se anche in Italia siano stati riscontrati casi del genere, ho presentato in Commissione Affari Sociali un'interrogazione al Ministro della Salute per sapere: - se e' a conoscenza di questo allerta verificatasi negli Usa e quali provvedimenti ritenga prendere per evitare che i citati prodotti, contaminati da sostanze nocive, arrivino nel mercato italiano; - se non si ritenga necessario svolgere degli accurati controlli per verificare che i citati prodotti, contaminati da sostanze nocive, siano gia' presenti nel nostro mercato e, nel caso venga accertata la loro presenza, se non si ritenga di ritirarli dal mercato. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=185967 (2) http://www.fda.gov/bbs/topics/NEWS/2007/NEW01660.html (3) http://www.fda.gov/oc/opacom/hottopics/toothpaste.html il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=186249 PENSIONI, TASSE, WELFARE. IL GOVERNO DEVE FAR PACE CON SE STESSO Il Governo deve far pace con se stesso. Sembra che l'emisfero destro e quello sinistro del cervello governativo non siano connessi, ne' lo e' la parte frontale con quella occipitale. Occorre o no abolire il cosiddetto scalone? Il presidente del Consiglio, Romano Prodi dice di si', il vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema dice no; il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco, dichiara che alla rimodulazione dell'Ici ci devono pensare i Comuni mentre ci sono atti governativi che impegnano il Governo ad intervenire (contestualmente alla revisione degli estimi catastali, il che annullerebbe qualsiasi beneficio fiscale); sempre Visco dichiara "ridistribuiamo qualcosa agli italiani perche' lo abbiamo accumulato soprattutto nella lotta all'evasione fiscale" ma di redistribuzione non s'e' visto nulla (vedasi il cuneo fiscale per i lavoratori) e la Corte dei Conti dice che le maggiori entrate sono dovute all'innalzamento della pressione fiscale. Nelle casse dell'erario sono arrivati qualcosa come 10 miliardi di euro nel 2006, che nessuno aveva previsto, il che lascia perplessi sulle reali capacita' ministeriali di gestire l'economia nazionale. Per gli ammortizzatori fiscali questo governo ha stanziato meno del precedente (721 a fronte di 750 milioni), eppure e' un governo "fortemente sociale". Il presidente Prodi dice che questo e' un governo serio. Forse confonde serio con grave. I CALL CENTER TRUFFALDINI, LE AUTHORITY E LA POLITICA DEL RIANNUNCIO. MA PERCHE' I GARANTI NON FANNO LE MULTE? Oggi l'Agcom ha annunciato di aver avviato una consultazione pubblica sulla qualita' dei servizi di call center nel settore delle comunicazioni elettroniche. Ci chiediamo: a che pro? A che serve la consultazione pubblica? Tutti sappiamo delle chiamate inopportune e indesiderate, delle attivazioni di servizi con modalita' truffaldine, delle lunghe attese per gli utenti aspettando un operatore che puntualmente non e' in grado di risolvere il problema. L'impotenza delle Authority italiane, non solo l'Agcom, e' scandita dai loro annunci. - Il 26 novembre 2006 l'Agcom adotta il regolamento per la tutela degli utenti in materia di contratti a distanza conclusi per la fornitura di servizi di comunicazione elettronica. Nella Delibera n. 664/06/CONS viene ricordato che le sanzioni variano da 58.000 a 2.500.000 Euro. - Il 28 dicembre 2006 il Garante della Privacy annuncia: linea dura contro le telefonate dei call center. - L'8 gennaio 2007 il Garante della Privacy rafforza il suo annuncio, avvertendo: "Potremmo anche arrivare a chiudere i call center che effettuano telefonate 'di disturbo' nei confronti degli utenti". - Il 26 gennaio 2007 entra in vigore la delibera Agcom approvata a novembre. - Il 15 giugno 2007 riannuncio del Garante della Privacy: "Stop al martellamento telefonico dei call center"; viene imposto ai gestori di interrompere i comportamenti illeciti e disposto che entro il 10 settembre siano adottate misure per il rispetto degli utenti. - Oggi, 6 luglio 2007, cosa fa l'Agcom? Annuncia una mega multa contro i call center Tele2, Tiscali, Telecom Italia, Wind, Fastweb, Vodafone, Tim, Eutelia, Sky, ecc. ecc. ecc.? No. Annuncia agli utenti italiani massacrati dai call center l'ennesima iniziativa tesa ad accertare l'ovvio. Intanto, mentre l'Agcom perde tempo in una consultazione che 'ha l'obiettivo di raccogliere osservazioni e proposte per l'emanazione di una direttiva che definisca regole e standard minimi di qualita', la casalinga di Voghera, il pensionato di Catanzaro, il professionista di Bologna, l'artigiano di Mestre, l'operaio di Napoli e l'impiegato di Roma continuano ad essere vessati e importunati. E' una vergogna. E' il malcostume della politica dei riannunci che contagia anche gli organismi di garanzia e tutela. Anziche' annunciare, egregi presidenti di Autorita', fatele queste multe e fatele anche pesanti. TESSERE SCONTO FASULLE. PORTA A PORTA VENDONO ROBA FIRMATA, MA LA STILISTA E' UNA VERSACE DI NOME ANNA La vendita porta a porta truffaldina, che abbiamo ribattezzato "tessere sconto fasulle", dopo un periodo di "calma" ha ripreso vigore, soprattutto in Toscana. Numerose le segnalazioni che ci giungono tramite mail e telefono. Si tratta di un raggiro a domicilio, dove il consumatore, spinto dalle parole "in liberta'" del venditore, pensa di accettare una delle tante tessere che rilasciano i centri commerciali e invece sottoscrive un contratto per acquistare merce per circa 2.500 euro. Le premesse del venditore sono queste: stiamo aprendo un centro commerciale nella sua zona e vendiamo roba di Versace, vuoi approfittare della nostra tessera sconto? Peccato che la Versace di cui si parla e' la "non famosissima stilista" Anna Versace e che di centri commerciali non se ne sono mai aperti. Da due anni seguiamo questa vicenda e, se avessero aperto la meta' dei negozi promessi, le aziende che praticano questo tipo di vendita (tutte della provincia di Padova) avrebbero piu' punti vendita di Coop, Esselunga, Carrefur e Conad messe insieme. Come funziona. Un venditore ottiene un appuntamento a casa del consumatore. In questo primo incontro l’agente promette che grazie a una tessera il cliente avra' uno sconto del 30% per acquisti in un centro commerciale che sta per essere aperto in zona. A parole, nessun costo e solo l’impegno ad effettuare almeno un acquisto, con una specifica: lo sconto sara’ applicato su un importo massimo di 2.490 euro. I prodotti disponibili sono biancheria per la casa, coperte, lenzuola, ecc.. Tutta roba di marca. Viene invece fatto firmare un complicato e ambiguo contratto, col preannuncio che da li' a qualche settimana passera’ un nuovo agente che consegnera’ la tessera. A questo secondo incontro, la musica cambia. Dai toni rassicuranti si passa alle minacce. Se non si acquista per 2.490 euro si sara’ citati in giudizio e altre frasi minacciose analoghe. In piu’ viene scaricata della merce a casa del cliente. Merce mai scelta, ma imposta. Molti hanno capito cosa realmente era accaduto documentandosi sul nostro sito, ed hanno potuto esercitare in tempo il diritto di recesso. Non poche le denuncie o segnalazioni alle forze dell'ordine. Noi stessi siamo stati contattati da queste pubbliche autorita' per ottenere informazioni. Nonostante cio', tutto continua. Le segnalazioni giungono numerose da Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Umbria e Marche. Considerando che non tutti i consumatori scrivono a noi per segnalare l'inganno, e' legittimo presumere che il numero delle vendite truffaldine sia maggiore. Ribadiamo, percio', il consiglio di leggere fino in fondo cio' che si firma, diffidando dalle promesse verbali dei venditori. Come difendersi. Il decreto legislativo 206/2005 permette il diritto di recesso (art.64), senza penale entro 10 giorni, che decorrono dal momento della prima firma, oppure dal momento della consegna della merce. Tale diritto e’ riservato solo per gli acquisti senza partita Iva, per i contratti sottoscritti al di fuori dei locali commerciali del venditore (non solo in casa del cliente, ma anche vendite in alberghi o sugli autobus). Qui una scheda pratica: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=133666 Ovviamente, a fronte di proposte ambigue e non chiare, e' meglio non firmare. In casi di necessita', invece, ecco il modulo di recesso: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40164 A questi link si trovano alcune significative lettere che ci sono pervenute: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=eurokontat&tipo=cara&x=0&y=0 http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=promocos&tipo=cara&x=0&y=0 http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=euroline&tipo=cara&x=0&y=0 http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=Cosmo+Family&tipo=cara&x=14&y=17 Qui i forum di libera discussione aperti dai consumatori sull'apposito settore del nostro sito "Di' La Tua": http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=161074 http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=140847&tabella=TOTDocs http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=166936 Il decreto legislativo 206/2005 (codice del consumo) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=119126 CINA: PESCE ALL'ANTIBIOTICO E DENTIFRICIO TOSSICO Ecco il nostro comunicato stampa del 4 luglio scorso (1), al quale ha fatto seguito l'interrogazione parlamentare della deputata Donatella Poretti (2). Solo l'agenzia Adn-Kronos ha riportato l'allarme. Siamo soddisfatti dell'iniziativa del Ministero della Salute. Aspettiamo che si faccia luce anche sul pesce tossico. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=185967 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=186345 DENTIFRICIO TOSSICO. NON COMPRARE COLGATE Non comprate ne' usate dentifricio Colgate. E' l'applicazione del principio di precauzione. La scoperta, denunciata giorni fa dalla nostra Associazione (1), del dentifricio al dietilenglicol, un composto cancerogeno, e di possibili contaminazioni batteriche, desta notevoli preoccupazioni nei consumatori. E' evidente che il dentifricio e' contraffatto e quindi la Colgate non ha responsabilita' ma chi e' in grado di garantire che il prodotto che abbiamo in casa o sugli scaffali di un negozio? Quindi, meglio non rischiare e cambiare marca. Un argomento a parte riguarda il comportamento della Colgate. Giorni fa abbiamo telefonato alla sede della multinazionale paventando il rischio del dentifricio cancerogeno. Ci hanno risposto di rivolgerci al Servizio Consumatori! Il sito della Colgate (2) alle "Ultime Notizie" riporta i comunicati del 2003!! Non un cenno dei prodotti contraffatti. Eppure sul sito della Colgate si legge "Crediamo di poter soddisfare i bisogni mantenendo un coerente, costante ed attento contatto con il consumatore." Non ci sembra proprio!!! (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=185967 (2) http://www.colgate.it/index.shtml MALLTEAM. FORUM ADUC A RISCHIO CENSURA PER DIFFAMAZIONE: APPELLO AI CONSUMATORI Ci e' stato notificato oggi (9 luglio) un ricorso per provvedimento di urgenza della societa' AllTeam Srl di Bari che opera nel commercio elettronico tramite il portale www.mallteam.it. La societa' chiede al Tribunale di Bari l'oscuramento, nel settore "Di' la tua" del nostro portale Internet di un forum intitolato "Mallteam: truffa on line?" in quanto diffamatorio nei confronti della societa'. Questa azienda e' andata dritta in tribunale senza farci pervenire –come sempre accade in questi casi- una richiesta bonaria di soluzione (messa in mora), perche', come facciano in tutti i casi del genere, avremmo messo a loro disposizione i nostri spazi per rispondere ed interloquire con chi aveva avuto problemi con loro. Mallteam e' un sito di vendite online saltato agli onori della cronaca dopo le festivita' natalizie, a causa di clienti insoddisfatti che avevano ordinato la merce, l'avevano pagata ma non ricevuta. Molti non avevano ricevuto neanche la restituzione delle somme nonostante le raccomandate di messa in mora con cui le avevano chieste dietro nostro consiglio. Della vicenda se ne occupo' anche la trasmissione televisiva "Striscia la notizia" i cui inviati, nel febbraio del 2007, si recarono a Bari presso la sede della societa' per capire cosa stava accadendo. Il titolare dell'azienda ammise "qualche difficolta'" che si sarebbe presto risolta. Cosi' non e' stato, almeno a giudicare dalla mole di segnalazioni che ci sono pervenute e che continuano a pervenirci, lettere che poi vengono pubblicate nella rubrica "Cara Aduc". Sul nostro sito alcuni consumatori hanno anche aperto un forum nel settore "Di' la tua", nel quale raccontano la loro vicenda e si scambiano consigli su come fare per ottenere indietro i propri soldi. Al di la' della veridicita' di quanto pubblicato sul forum, lo scopo e la funzione dell'Aduc, ed in particolare delle rubriche di scambio fra consumatori, e' di creare un luogo dove i consumatori raccontano e mettono a disposizione le proprie vicende ed esperienze, i propri dubbi e le proprie domande. Le "proprie" esperienze, appunto, con tutto il connotato di soggettivita' e parzialita' proprio di un racconto personale. Ed e' anche grazie a questa liberta' e circolazione di informazioni non filtrate che il cittadino scopre e previene tranelli e cavilli dai quali difendersi. Censurare l'Aduc, ogni qualvolta si abbiano testimonianze negative, farebbe venir meno uno strumento prezioso per tutti i consumatori. Tanto varrebbe allora chiudere l'associazione e dedicarsi alla –questa si' remunerativa- attivita' di pubblicita' per le aziende. Anche se queste considerazioni sarebbero gia' sufficienti, nel caso poi della Mallteam parlare di diffamazione e' quanto mai .... azzardato! Si ha diffamazione solo quando la notizia e' falsa. In questo caso, senza volersi sostituire ai giudici e agli inquirenti, la mole di segnalazioni che ci e' giunta, e non solo a noi, rende quanto mai probabile che quel che lamentano i consumatori sia davvero avvenuto. A meno che non si voglia ipotizzare una congiura "nazionale" ai danni di questa societa'. Se centinaia di persone raccontano vicende simili e concordanti, si puo' ragionevolmente ritenere che i fatti siano realmente accaduti. Cio' rende ancor piu' utile il servizio e pericolosa la censura. E' per questo allora che lanciamo un appello, a tutti coloro che ci hanno scritto, a chi ha partecipato al forum e a chiunque abbia avuto rapporti contrattuali con Mallteam, a dimostrare tramite la verita' della propria vicenda, la bonta' e l'importanza del nostro servizio. L'udienza e' stata fissata per il 19 luglio 2007, e in quella data intendiamo produrre quante piu' prove documentali possibili che dimostrino che gli utenti del nostro forum non hanno diffamato Mallteam, ma che hanno raccontato vicende vere. Per questo chiediamo a chiunque abbia avuto esperienze positive o negative con la Mallteam, documenti da produrre in giudizio, ed in particolare: 1 - Copia dell'ordine fatto; 2 - eventuali scambi di comunicazione con la societa'; 3 - raccomandata AR di messa in mora; 4 - eventuali risposte; 5 - copia delle denunce/querele presentate in relazione alla vicenda; 6 - esiti del rapporto contrattuale (se avete ricevuto il bene, o un rimborso, o nulla). Il materiale puo' essere inviato preferibilmente scannerizzato in formato pdf. via email (vista la prossimita' dell'udienza) all'indirizzo aduc@aduc.it o anche per posta prioritaria, prima possibile (via Cavour 68, 50129 Firenze). Il dentifricio cinese Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=186660 DENTIFRICI TOSSICI. COLGATE PRECISA. MINISTERO DORME L'allarme lanciato dall'Aduc (1), e l'interrogazione parlamentare della deputata Donatella Poretti, sui dentifrici nocivi, ha sortito qualche effetto, con il solito ritardo italiano. La Colgate precisa che "Tutti i dentifrici prodotti da Colgate rispondono ai piu' alti standard di qualita' e sono completamente sicuri per l'uso." E' evidente che si tratta di prodotto contraffatto, come abbiamo gia' evidenziato nei giorni scorsi (2). La Colgate suggerisce di controllare l'astuccio esterno che deve riportare la scritta in italiano e astuccio e tubo che devono avere il riferimento alla Colgate- Palmolive italiana. Una nota a parte merita l'attivita' del Ministero della Salute. L'allarme della Fda (l'ente americano che si occupa di farmaci e alimenti) e' del 1 Giugno (3), ripetuto il 13, 14, 15 e 28 Giugno scorso (4); il Ministero s'e' svegliato il 5 Luglio, un mese abbondante dopo la prima segnalazione! Ieri il Ministero ha diramano una nota con la quale si dichiara cessato l'allarme per l'inquinamento batterico dei dentifrici contraffati della Colgate perche' le autorita' sanitarie canadesi "hanno escluso la contaminazione batterica". Noi abbiamo parlato sempre del composto aggiunto al dentifricio, il dietilenglicolo (solvente e anticongelante cancerogeno) e non di microbi, pero' sarebbe interessante sapere se il Ministero italiano, e non quello canadese, ha fatto le analisi microbiologiche. Aspettiamo le analisi chimiche, sperando che il Ministero non si addormenti sui gascromatografi. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=185967 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=186472 (3) http://www.fda.gov/bbs/topics/NEWS/2007/NEW01646.html (4) http://www.fda.gov/oc/opacom/hottopics/toothpaste.html#update PUBBLICITA' INGANNEVOLE: LE SANZIONI DELL'ANTITRUST, LE POMPE FUNEBRI DI VICENZA E TELECOM ITALIA Un'impresa di pompe funebri vicentina dovra' pagare una sanzione di 21.100 euro per una pubblicita' ingannevole comparsa sulle Pagine bianche della provincia di Vicenza. Lo ha stabilito l'Antitrust. L'Impresa Funebre PIDO Gianbortolo, nell'inserzione incriminata si vantava di fornire un servizio“Trasporti da abitazione ad Ospedale 24 ore su 24" e di essere "Ditta convenzionata con il Comune di Tiene (VI)”. Su istanza di un concorrente l'Autorita' presieduta da Antonio Catricala' ha "indagato" e deciso: messaggio ingannevole e sanzione di 21.100 euro. Sempre l'Antitrust, qualche giorno fa, ha condannato Telecom Italia per pubblicita' ingannevole ad una multa di 73.100 euro. Lo spot condannato promuoveva la tariffa per telefonia fissa residenziale denominata “TELECONOMY ZERO ZERO”. La pubblicita' aveva diffusione nazionale. Qualcosa non torna 1. Non conosciamo fatturato e utili dell'impresa vicentina, immaginiamo che 21 mila euro siano una percentuale rilevante del giro d'affari e dei profitti, tanto da indurla a non reiterare i messaggi scorretti. I 73 mila euro di Telecom Italia, invece, sono solo lo zero virgola zero zero ventiquattro percento (0,0024%) degli utili 2006 di questa azienda. Una percentuale che non ha alcun potere dissuasivo. Qualcosa non torna 2. Se prendiamo in considerazione la platea dei potenziali danneggiati, rileviamo che se Telecom Italia beffa 59 milioni di italiani con uno spot ingannevole sulla Rai, viene sanzionata con 73.100 euro. Se un'azienda di pompe funebri rivolge un messaggio pubblicitario "truccato" agli 800 mila residenti della provincia di Vicenza, la multa e' di 21.100 euro. In proporzione, se l'impresa vicentina avesse lanciato il suo spot a livello nazionale si sarebbe "beccata" un "verbalone" da un milione e mezzo di euro. Una stangata allucinante. Conclusioni. Le sanzioni per le pubblicita' ingannevoli non sono di alcuna efficacia per i grandi gruppi, che vista l'esiguita' degli importi possono continuare a inventarsi spot ingannevoli, conviene. A pagare questa situazione sono i consumatori perennemente beffati con "promesse da mercante". Una politica attenta alle esigenze dei consumatori avrebbe gia' rimediato alzando da 100 mila a 10 milioni di euro la sanzione massima comminabile. Se cosi' fosse -ci mettiamo la mano sul fuoco- slogan come "per sempre" o "tutto gratis" scomparirebbero dal lessico dei pubblicitari. Ma la politica, annunci a parte, e' realmente interessata ai consumatori? DOPPIO COGNOME PER I FIGLI: BENE NUOVO TESTO AL SENATO. VANNO ANCHE ABOLITE LE DISCRIMINAZIONI TRA FIGLI LEGITTIMI E NATURALI Intervento dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno. Bene la mediazione arrivata oggi in commissione Giustizia del Senato per il testo di legge sui doppi cognomi per i figli. Il relatore del provvedimento, Cesare Salvi, ha presentato un nuovo testo che sembra superare le difficolta' che il ddl aveva incontrato in aula. (1) Avrei preferito la libera scelta dei cognomi da parte dei genitori al momento della nascita, ma la mediazione raggiunta (il cognome del padre messo prima di quella della madre con la possibilita' comunque di stabilire un ordine diverso) nella sostanza e' la stessa cosa pur se conserva una forma istituzionale di prevalenza del cognome paterno. Ci sara' tempo in altri momenti per rimediarvi, ma intanto e' bene che cessi il tabu' sul cognome materno. Ritengo positiva anche la parte del nuovo ddl che prevede la sostituzione delle espressioni "figlio legittimo e figlio naturale" rispettivamente con "figlio nato nel matrimonio e figlio nato fuori dal matrimonio". A questo cambio formale di dizione dovra' pero' seguire una modifica sostanziale che elimini le discriminazioni oggi esistenti tra figli legittimi e naturali, come previsto anche in una proposta di legge da me presentata. (2) Le discriminazioni tra figli legittimi e naturali che ancora oggi sopravvivono, riguardano sia il modo in cui lo status di figlio si assume e le azioni relative, sia la materia ereditaria. L'art. 537, terzo comma, prevede un anacronistico ed ingiustificato meccanismo dal quale puo' derivare l'esclusione dei figli naturali dall'eredita'. L'art. 565, a sua volta, non riconosce un rapporto di parentela tra fratelli naturali. Questa norma e' stata oggetto di dichiarazioni di incostituzionalita' , ma la Corte Costituzionale, nell'affermare il principio, l'ha modificata solo in parte, sostenendo che compete al legislatore una riforma integrale. Mi auguro, quindi, che con questa buona mediazione sul testo per i cognomi si arrivi velocemente anche all'eliminazione delle citate discriminazioni per dare diritti, fino ad ora negati, a soggetti che non sono stati coinvolti nelle scelte dei genitori. Una coppia puo' decidere di non sposarsi, ma non dovrebbe decidere di tutelare in maniera diversa i figli! (1) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=483 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=153449 TATUAGGI TEMPORANEI. DA EVITARE Da evitare i tatuaggi neri provvisori (quelli che scompaiono dopo qualche giorno), proposti sulle spiagge da simpatici individui che ne assicurano la totale innocuita'. Secondo l'Agenzia francese della sicurezza sanitaria, possono essere all'origine dell'eczema allergico che puo' portare dritti all'ospedale. Sotto accusa una sostanza, la parafenilendiammina (PPD), aggiunta all'henne' per dare il colore nero che e' piu' apprezzato del colore abituale, che varia dal bruno all'arancio. L'eczema allergico (dermatite allergica) e' una reazione infiammatoria della pelle, causata da una ipereattivita' di alcune cellule del sistema immunitario ad una determinata sostanza (allergene, in questo caso il PPD). I villeggianti sono quindi avvertiti: meglio evitare il tatuaggio nero. DROGA. LA RELAZIONE DELLA SCONFITTA. CAMBIARE SUBITO LA LEGGE Il ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, ha inviato al Parlamento la "Relazione annuale sullo stato della tossicodipendenza". In una marea di numeri e di dati, per un Paese come il nostro, dove la legislazione e' esclusivamente punizionista, e' la relazione dell'ennesima sconfitta. Se le sostanze sono sempre di piu' alla "alla portata di tutte le tasche" –come dice il ministro-, se la loro "maggiore accessibilita' economica, oltre alla ampia disponibilita' di reperimento sul mercato illegale le rende ancor piu' popolari", vuol dire che cio' che si e' prefisso il legislatore, non solo e' fallito, ma ha generato un effetto contrario. In un Paese che ragionasse in modo semplice e pragmatico, se ne dovrebbero subito trarre le conseguenze e cambiare rotta. Non e' con la minaccia della punizione -e l'illegalita' delle sostanze- che si inducono le persone a non consumare le droghe; l'illegalita' e le punizioni, invece di intimorire i potenziali consumatori, li ha incuriositi e indotti all'approccio; la delinquenza organizzata nei traffici e quella spicciola nello spaccio, ha trovato un terreno fertile e, come sempre dove c'e' domanda, ha moltiplicato l'offerta, trovando un buon mercato in espansione. Lo Stato, invece di capire questo fenomeno e scoraggiarlo nelle ragioni attraverso l'informazione e l'educazione, lo ha ignorato e si e' concentrato sulla repressione; trattandosi pero' di un fenomeno di larghissima diffusione, non potendo punire e mettere in galera quasi la meta' dell'intera popolazione, si e' ritrovato con questi risultati. A questo punto, chiunque, anche il piu' integerrimo punizionista, dovrebbe paventare un cambiamento di rotta, altrimenti non sta cercando di fare gli interessi della popolazione ma solo agitando un suo drappo ideologico, all'altissimo costo di vite, salute e denaro che coinvolge l'intera nazione. Il primo passo? Cambiare subito l'attuale legge Fini-Giovanardi. Alla camera c'e' gia' un progetto di legge a prima firma dell'on.Marco Boato, la discussione va cominciata subito. Ogni giorno di ritardo aumenta solo la complicita' nello sfascio in corso. SOLDI PRIVATI ALLA RICERCA. APPROVATO L'ORDINE DEL GIORNO AL DDL SUL RIORDINO DEGLI ENTI DI RICERCA Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali E' stato approvato oggi alla Camera con un voto trasversale il mio ordine del giorno presentato al disegno di legge "Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca" (C. 2559). Nonostante il Governo avesse espresso parere contrario, la maggioranza dei deputati ha ritenuto importante e utile l'impegno di "valutare l'opportunita' di elaborare strategie per attrarre capitali italiani e stranieri per il potenziamento dei nostri atenei italiani, anche attraverso agevolazioni fiscali per coloro che investono nell'universita' e nella ricerca". In Italia i finanziamenti pubblici per la ricerca scientifica sono pari all'1,1 per cento del Pil rispetto ad una media dei Paesi Ocse dell'1,5 per cento e ancora meno sono gli investimenti privati. Per questo e' necessario andare oltre la mentalita' secondo cui solo lo Stato puo' gestire l'universita' e la ricerca. Senza investimenti privati l'Italia rimarra' sempre un nano a livello internazionale, i soldi pubblici, in assenza di competitivita', non basteranno mai e continueranno ad essere piu' volte sprecati. Per fare un esempio di come potrebbe essere diversa e migliorabile la situazione italiana cito il caso statunitense dove le migliori universita' sono in gran parte private. Secondo una ricerca dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), otto piccole universita' private degli Stati Uniti spendono piu' di tutti gli atenei pubblici italiani! (1) Le sole tre universita' di Princeton, Yale e Harvard (che sono private) spendono praticamente un terzo dell'intera somma spesa in Italia per le universita' pubbliche. Peccato che il Governo non abbia colto l'occasione di fare suo questo provvedimento cosi' da non andare in minoranza. Mi auguro pero' che abbia colto l'importanza del voto trasversale verificatosi oggi in aula: certi provvedimenti sono necessari per riportare la ricerca italiana ad un livello almeno vicino a quella degli altri Stati europei. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=161289 Il testo dell'ordine del giorno: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=186816 CRISI ELITEL: I DISAGI DEGLI UTENTI NON SI CURANO CON LE RISPOSTE BUROCRATICAMENTE CORRETTE DELL'AGCOM L'operatore telefonico Elitel e’ in crisi e sara’ commissariato. Non riesce a pagare un debito a Telecom Italia, che per tutelare il proprio credito taglia le linee ai clienti Elitel (circa 400 mila, in maggioranza aziende). Sindacati e Governo stanno cercando di salvare i posti di lavoro (150 dipendenti e 1.850 lavoratori “atipici”). C’e’ il tentativo di evitare eccessivi disagi agli utenti. Come riportato dal quotidiano online "Punto-Informatico", l’Agcom specifica: "Telecom ha distaccato le linee rispettando le norme. Ora si sta cercando di far dialogare le parti nell'interesse degli utenti restati senza linea“. Il dialogo, se non ci fosse stato l'intervento del Ministero, sarebbe tuttavia in stallo: Elitel ha detto di non avere proposte aggiuntive per ripagare il debito e Telecom ha rifiutato tutte quelle precedenti. Non ci interessa la questione societaria di Elitel e dei poco limpidi rapporti con il presunto ex monopolista. Ci chiediamo pero’: a che serve l’Autorita’ per le Garanzia nelle Comunicazioni? Sicuramente e giustamente a garantire Telecom e i suoi crediti. Supponiamo, pero’, che l’Agcom sia stata istituita anche per tutelare gli utenti. Di fronte a una situazione straordinaria non puo' dire alle due controparti (Elitel e Telecom) un semplice "dialogate", perche’ il suo ruolo e’ quello di ridurre al minimo i disagi delle centinaia di migliaia di utenti, in situazioni straordinarie come l’attuale. Situazione che sicuramente all’Agcom conosceva da tempo. Non bastano risposte burocraticamente corrette. DROGA: ALCOOL E TABACCO PIU' PERICOLOSE DELLA CANNABIS. URGE LA RIFORMA DELLA FINI-GIOVANARDI Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali La Relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze presentata oggi al Parlamento non ci racconta nulla di nuovo, tra innumerevoli dati emerge sostanzialmente l'aumento dei consumi e la diminuzione dei prezzi delle sostanze stupefacenti. Il fallimento dell'attuale normativa sulle tossicodipendenza e' sempre piu' sotto la luce del sole. Per la prima volta nella relazione si fa riferimento al consumo di tutti i tipi di sostanze che inducono dipendenza e conseguenze negative per la salute. Si parla quindi anche di alcool e tabacco, sostanze legali che fanno morire molto di piu' rispetto ad altre illegali. La percezione dei cittadini va proprio in questa direzione. La droga "tabacco" risulta dannosa per oltre l'85 % delle persone, registrando un 15 % in piu' rispetto alla cannabis! Il 26 giugno scorso, in occasione della giornata mondiale contro le droghe, ho depositato due pdl "gemelle" elaborate in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori): una per legalizzare il consumo ed il commercio della cannabis, l'altra per proibire l'alcool ed il tabacco. (1) Depositando queste due pdl ho voluto riportare l'attenzione sul fatto che la politica proibizionista e repressiva non sta funzionando. O si legalizza una sostanza come la cannabis, oppure si decide che il proibizionismo funziona e lo si applica fino in fondo, vietando sostanze infinitamente piu' dannose come l'alcool ed il tabacco. Ovviamente mi auspico che a settembre, quando finalmente in commissioni Affari Sociali e Giustizia alla Camera si iniziera' una, spero veloce, discussione sulla riforma della Fini - Giovanardi, la direzione che si prenda sia quella della legalizzazione e dell'antiproibizionismo. E' evidente a tutti che i dati emersi oggi dalla relazione del Ministero della Soliderieta' Sociale non possono che spingere in questa direzione. (1) Proposta di legge per la proibizione del mercato e del consumo di alcool e tabacco: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=185252 Proposta di legge per la legalizzazione del mercato e del consumo di cannabis: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=185251 BANCHE: PERCHE' L'ANTITRUST HA GRAZIATO L'ABI? L'Antitrust ha fatto male a non multare le banche per la circolare truffa dell'agosto 2006. Circolare che era gia' stata bloccata dall'Authority presieduta da Antonio Catricala' a settembre e ora definitivamente bocciata. Dopo l'approvazione del primo decreto Bersani che sanciva l'annullamento delle spese di chiusura dei conto correnti, l'Abi, l'associazione delle banche, emano' una circolare alle loro associate che di fatto annullava gli effetti del provvedimento governativo. Uno scandalo alla luce del sole, che avevamo subito denunciato [1]. Dopo la sospensione di settembre, l'Antitrust ha fatto i suoi accertamenti e ha appurato: "la circolare Abi sullo ius variandi del 7 agosto 2006 costituisce un’intesa restrittiva della concorrenza". Peccato che poi l'Autorita' aggiunga: "L’istruttoria si e' tuttavia chiusa senza sanzione alla luce delle iniziative spontaneamente assunte dall’ABI nel corso del procedimento che hanno posto fine all’infrazione, peraltro di durata brevissima". Tale clemenza e' gravissima. Legittima il comportamento delle banche, che continueranno a pensare in questo modo: provo ad infinocchiare i clienti, se poi qualcuno mi blocca, mi pento e vengo graziata. Tale decisione e' ancora piu' grave se si considera le denuncia di qualche giorno fa dello stesso presidente Catricala' che ha provato sulla propria pelle la "solerzia" con cui i banchieri italiani rispettano le leggi: "E' capitato anche a me che per l'estinzione di un vecchio mutuo la banca mi abbia chiesto una penale piu' alta' di quella stabilita dagli accordi tra Abi e Consumatori". Quindi, perche' nessuna sanzione? Rafforziamo il nostro convincimento che le Autorita' di Garanzia servono sempre meno alla difesa dei diritti del cittadino consumatore/risparmiatore, mentre sono sempre piu' funzionali agli interessi delle aziende, in questo caso banche. NOTA 1: il nostro comunicato del 23 agosto 2006 http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=152839 Il fascino del dentifricio cinese Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=187009 SALDI. ISTRUZIONI PER L'USO Da sabato prossimo a Roma, e in altre citta', sara' possibile acquistare con prezzi a saldo. Certamente nelle numerose offerte che hanno caratterizzato questi mesi, gli sconti non sono una novita'. Per fortuna e meno male. Perche' vuol dire che i consumatori, con il comportamento del non-acquisto, hanno cominciato a far valer il loro potere, convincendo i commercianti che, se vogliono vendere, devono prima di tutto avere prezzi concorrenziali. I saldi comunque rappresentano un punto di riferimento, in modo particolare per l'abbigliamento. Il decalogo che segue e' in una serie di accorgimenti -prima, durante e dopo l'acquisto- che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di "fare l'affare", a non prendere la tradizionale fregatura. PRIMA DI SCEGLIERE L'ACQUISTO 1) non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell'avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato; DURANTE L'ACQUISTO - PREZZI 2) non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita' della merce di riferimento (dopo non si potra' rivendicare il cambio di un prodotto perche' il negozio a cento metri piu' in la' vende lo stesso ad un prezzo dimezzato); 3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se' e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu' ampie; 4) ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vuole dire "50,00" e non "49,00", anche se il prezzo indicato induce a pensare piu' a 40,00 che a 50,00; DURANTE L'ACQUISTO - PAGAMENTI 5) le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche' siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Si puo' chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all'istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante. DURANTE L'ACQUISTO - QUALITA' 6) guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di piu', quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo' variare notevolmente e incidere sul costo finale; 7) i capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalita' di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio' che e' indicato: la sua esperienza puo' servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si e' portato il capo d'abbigliamento in lavanderia; 8) essere pignoli. Di un capo verificare se e' di pura lana vergine o di lana. La seconda lana puo' essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie; 9) diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: e' molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato; DURANTE E DOPO L'ACQUISTO 10) diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche' difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e' sbagliata la taglia o si e' semplicemente cambiato idea, e' solo la disponibilita' del commerciante che puo' ovviare al problema, ma non c'e' un diritto del consumatore. ELITEL COME VOLARE? ALLA FINE SARANNO SOLO I CONSUMATORI A PAGARE Che i clienti di Elitel siamo mera carne da macello, lo dimostra l’assenza di informazioni sul sito della societa’ in crisi finanziaria. I vertici del gestore telefonico, ovviamente, non si sono curati di informare i propri clienti dell’imminente disastro [1]. Cosi’, da un giorno all’altro migliaia e migliaia di utenti, in prevalenza aziende (ma dove sono le associazioni di imprese?!?), si sono trovati senza linea telefonica. Il caso ci ricorda molto da vicino il crack della compagnia aerea Volare Web che il 20 novembre 2004 lascio’ a terra, senza alcun preavviso, altre migliaia e migliaia di clienti che avevano comprato e pagato il biglietto, magari proprio il giorno prima dello stop. Le analogie, pero’, non finiscono qui. Per “salvare” la societa’, con un provvedimento ad hoc basato sulla legge salva aziende che, semplificando, prevede la pura continuazione dell'attivita’ delle imprese insolventi in vista di un miracolo da attendere per anni a spese dei creditori, il Governo di allora nomino’ un commissario straordinario per tentare di preservare i posti di lavoro. In seguito la compagnia e' stata "venduta" con modalita' poco chiare ad Alitalia. Il commissariamento cosa porto' ai consumatori? A nulla. Nessun rimborso. Zero assoluto. Il Governo di ora si appresta a fare analoga operazione per Elitel. Non abbiamo dubbi sulle buone intenzioni, purtroppo l’esperienza ci fa pesantemente dubitare che per il nominando commissario la priorita’ sia le esigenze della clientela, a cominciare dai risarcimenti per i danni subiti. Intanto le iniziative dell'Autorita' delle Comunicazioni si sono fatte sentire: Elitel deve informare i suoi clienti sui modi di recesso e cambio operatore, mentre Telecom deve contribuire ad informare su come utilizzare il servizio per se stessa e per operatori alternativi a Elitel. Iniziativa lodevole, a nostro avviso, ma se questo non avviene immediatamente –come sta accadendo-, cosa succede a Elitel e a Telecom? Nota 1: il 28 giugno 2007 Elitel e’ stata esclusa dalle contrattazioni in borsa (la societa’ era quotata al Londra) perche’ non aveva ancora presentato il bilancio 2006. I vertici della societa’, lungi dal riconoscere le proprie responsabilita’, hanno addossato tutte le colpe su Telecom Italia. Non dubitiamo che l’ex monopolista abbia un ruolo nella crisi, ma … OVERBOOKING AEREA. I DIRITTI DEL PASSEGGERO "Spiacente non abbiamo posti". E' la ferale notizia che un passeggero, munito di regolare biglietto e prenotazione confermata, puo' sentirsi dire in uno degli aeroporti italiani o dell'Unione europea. Si chiama overbooking (sovraprenotazione) ed e' un sistema che praticamente tutte le compagnie aeree adottano: vendono cioe' piu' biglietti di quanti siano i posti a disposizione. Saltano viaggio e nervi, percio' abbiamo voluto elencare le opzioni alle quali ha diritto il malcapitato turista (1). In caso di overbooking la compagnia aerea deve offrire al passeggero una delle seguenti scelte: * il rimborso del prezzo del biglietto entro 7 giorni in denaro o con buoni di viaggio e/o altri servizi; * il primo volo possibile fino a destinazione; * un volo in data successiva, a scelta del passeggero. In aggiunta la compagnia aerea deve pagare un risarcimento in contanti pari a: * 250 euro per i voli fino a 1.500 km; * 400 euro per i voli interni alla Ue oltre 1.500 km e per tutte le altre tratte comprese tra 1500 e 3500 chilometri; * 600 euro per i voli che non rientrano nei punti precedenti. La compagnia aerea deve inoltre offrire gratuitamente: * due telefonate o fax, telex o e-mail; * pasti o rinfreschi; * il pernottamento in albergo; Il passeggero ha diritto alla differenza di prezzo se viaggia in una classe inferiore a quella prenotata. Il passeggero non e' tenuto a chiedere i risarcimenti e i servizi elencati perche' gli stessi devono essere erogati dalla compagnia aerea che deve informare i passeggeri dei loro diritti. (1) Per approfondimenti si veda: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=79897 INPDAP: UNA TASSA CERTA PER UN CREDITO IPOTETICO. OVVERO: QUANDO INVECE CHE "DI DIRITTO" SAREBBE MEGLIO DIRE "D'UFFICIO" Ai dipendenti pubblici in pensione, la recente Finanziaria ha imposto una gabella dello 0,15% della pensione lorda al fine di costituire un fondo comune per mutui agevolati. In un ipotetico Paese dove il Fisco fosse amico del contribuente e non un vampiro, il Governo avrebbe stimolato le persone ad aderire a questo fondo, ma in Italia non e' cosi': chi non vuole che questa gabella sia prelevata dalla propria pensione deve manifestarlo con una raccomandata A/R all'Inpdap. Siamo andati negli uffici dell'Istituto Nazionale e Previdenza Dipendenti Amministrazioni Pubbliche e abbiamo trovato dei cartelli che ci hanno aiutato a capire meglio come funzionava il tutto. Uno, in particolare diceva che "l'INPDAP inviera' quanto prima a tutti i suoi pensionati una comunicazione a proposito di questo argomento". In calce, la data entro la quale va espresso il proprio rifiuto (25 ottobre 2007), l'indirizzo telematico dell'Istituto (www.inpdap.gov.it), dove non si trova granche', e il numero verde dello stesso: 800105000 che invece funziona bene. Quel "quanto prima" ci ha lasciato molto perplessi: e se arrivasse a ridosso o si smarrisse nei talvolta biblici tempi di consegna delle Poste? Non solo, ma questo avviso sara' inviato ai pensionati Inpdad.. e agli altri che comunque la devono pagare cosa succede (per esempio i ferrovieri che sono iscritti all'Inps)? Noi, visto il modo di prelievo di questa gabella, ovviamente non ci fidiamo e crediamo che occorra uno sforzo di informazione per impedire che si mettano i piedi in testa a cosi' tanti contribuenti. Anche per far capire che "nisciuno e' fesso". Se lasciamo correre, inoltre, non dovremmo stupirci se domani, per esempio, la tassa/canone sulla Rai seguisse la stessa sorte (automaticamente dalla pensione o dallo stipendio, salva dimostrazione di non possesso di un apparecchio da parte del contribuente). Per questo abbiamo preparato una speciale edizione della rubrica "La Pulce nell'Orecchio", curata da Annapaola Laldi e pubblicata sul nostro sito Internet, in cui svisceriamo nei particolari la nascita e lo sviluppo di questa gabella, con relative indicazioni per come fare a non pagarla: http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=187231 FARMACI SENZA RICETTA. BENE IL MINISTRO MA NON SIA SCHIZOFRENICA.... Bene ha fatto il ministro della Salute, Livia Turco, a far approvare il decreto legislativo che stabilisce la possibilita' di vendere in casi urgenti farmaci da prescrizione senza esibire la ricetta. Ha codificato un comportamento che quasi tutti i farmacisti hanno sempre avuto, soprattutto quando conoscono i propri clienti. Meglio cosi', anche perche' e' nello spirito di quel venire incontro alle esigenze dei consumatori che il Governo ha detto di voler sostenere ed estendere. Ma a questo punto, pero', non si capisce perche' il ministro Turco abbia promesso battaglia perche' il Senato non riconfermi un emendamento approvato gia' alla Camera, emendamento con cui si consente al di fuori delle farmacie la vendita di tutti i farmaci –e non solo quelli da banco, com'e' ora- pur se senza rimborso del Ssn ma pur sempre alla presenza di un farmacista. Il ministro sostiene che lo fa nell'interesse dei consumatori e non si capisce perche', in quanto sarebbe vero il contrario (piu' possibilita' di trovare sul mercato il prodotto); in molti abbiamo il sospetto che lo faccia per gli interessi di Federfarma e purtroppo, anche col decreto di oggi non ci sarebbe modo di ricredersi per questa preferenza del ministro verso quell'associazione di farmacisti.... ma vogliamo pensare positivo e non con malignita' nei confronti di Livia Turco, per cui prendiamo in considerazione un aspetto sanitario, la schizofrenia. Cioe' un giorno contro i consumatori e successivamente a favore. Signor ministro, si fermi, faccia il punto, forse e' stressata ed ha anche dei cattivi consiglieri: metta al centro il consumatore e costruisca intorno ad esso la sua politica, ne avranno vantaggio tutti, Federfarma compresa. ALLARME DENTIFRICI. ATTENZIONE ANCHE A SIGNAL, CLOSE UP E CREST E' di oggi (13 luglio) la denuncia di un'associazione spagnola di consumatori riguardo a nuovi dentifrici potenzialmente pericolosi che sono in circolazione. L'associazione Facua denuncia l'importazione illegale e la vendita in Spagna di altre tre marche di dentifricio. Essi riportano il marchio Signal e Close Up della societa' anglo-olandese Unilever e Procter, e Crest della statunitense Procter & Gamble. Provengono da Indonesia e Filippine e non c'e' un solo dato in spagnolo. Facua ha chiesto al ministero di Sanita' e Consumo d'accertare come sia stato possibile aggirare i protocolli di controllo d'ingresso dei prodotti da Paesi extra Ue. I tre dentifrici s'aggiungono alle decine di migliaia di tubetti della Colgate gia' ritirati dal mercato, provenienti, secondo le loro etichette, da Brasile, Egitto, Sudafrica, Thailandia e Turchia. Le confezioni di Colgate che numerose sono state sequestrate anche in Italia avevano anch'esse le etichette non in lingua italiana (che e' vietato dalla legge) e prima che il caso esplodesse nel nostro Paese, le prime avvisaglie del fatto si sono avute dalla Spagna. E' bene ricordare che, come per le confezioni dei falsi Colgate, se ci si imbatte in questi tubetti, occorre avvisare subito i Nas dei Carabinieri e richiedere i danni al commerciante presso cui e' stato fatto l'acquisto (1). Quest'ultimo e' colpevole, come minimo, di mancanza di diligenza e di cura nel verificare la merce che ha acquistato. Inoltre se si sono avuti dei danni fisici, per quanto lievi possano essere, documentandoli se possibile, si puo' chiedere il rimborso quantizzando al centesimo la richiesta. (1) lo si fa a partire da una raccomandata A/R di messa in mora: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi INPDAP: UNA TASSA CERTA PER UN CREDITO IPOTETICO. OVVERO: QUANDO INVECE CHE "DI DIRITTO" SAREBBE MEGLIO DIRE "D'UFFICIO" La pulce nell'orecchio, questa volta, me l'ha messa una nota inserita ai primi di luglio nella rubrica "Di' la tua", dove si denuncia la silenziosa introduzione di un prelievo mensile dello 0,15% a carico dei pensionati INPDAP (Istituto Nazionale Previdenza Dipendenti Amministrazioni Pubbliche), a meno che la persona interessata non notifichi la propria opposizione. Dato che quella nota reca tutti i dati utili per individuare il Decreto Ministeriale che e' alla base di tale prelievo, sono riuscita a pescarlo e, una volta letto, ho fatto qualche altra ricerca in merito, recandomi anche, il 4 luglio, alla sede INPDAP di Firenze, disposta a fare una lunga coda per parlare con un impiegato. La coda pero' mi e' stata risparmiata da due fatti: in primo luogo, l'usciere mi ha consegnato il fac-simile per manifestare la propria volonta' contraria, e, in secondo luogo, ho notato un grande cartello scritto a mano, in cui si dice che l'INPDAP inviera' quanto prima a tutti i suoi pensionati una comunicazione a proposito di questo argomento. In calce, la data entro la quale va espresso il proprio rifiuto (25 ottobre 2007), l'indirizzo telematico dell'Istituto (www.inpdap.gov.it), dove non si trova granche', e il numero verde dello stesso: 800105000 che invece funziona bene. Caduto, cosi', il primo motivo di tensione/tenzone, cioe' quello relativo alla "silenziosita'" dell'operazione, mi sono potuta dedicare con calma all'approfondimento della questione. Prima di riferirne, passo per passo, devo pero' anticipare che, oltre ai pensionati dell'INPDAP, sono soggetti alla novita' del prelievo (sempre con possibilita' di revoca entro la data predetta) anche i dipendenti e i pensionati di enti e amministrazioni pubbliche iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall’INPDAP (per esempio, i ferrovieri che sono iscritti all'INPS). Per tutti i pensionati l'aliquota mensile ammontera' allo 0,15% della pensione, per i dipendenti in servizio, invece, allo 0,35% della "retribuzione contributiva". Tutte queste categorie hanno pero' facolta' di revoca. I dipendenti pubblici iscritti gia' all'INPDAP (insegnanti e molti altri), invece, pagano da anni questo fatidico 0,35%; per loro, dunque, non cambia niente, ne' hanno facolta' di revoca. Ma da dove scaturisce questa ulteriore gabella per categorie prima non soggette? Scaturisce da un fatto apparentemente positivo: l'INPDAP, che prima offriva crediti (cessione del quinto dello stipendio, piccoli prestiti, mutui, ecc.) e servizi sociali soltanto ai suoi iscritti in attivita' di servizio, ha esteso queste agevolazioni anche ai pensionati e agli altri dipendenti pubblici, ma, per poter accedere a questa possibilita', le nuove categorie ammesse devono dare un contributo, per cosi' dire, di solidarieta'. Niente di male, evidentemente, se non fosse per il fatto che il Decreto Ministeriale 7/3/2007, n. 45 e' partito col piede sbagliato. Invece di proporre alle nuove categorie l'iscrizione alla "gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali", ve le iscrive d'ufficio, lasciando solo aperta per un tempo limitato la possibilita' di rifiutare quello che nella norma viene chiamato pomposamente "diritto". Che la cosa abbia un vago odore di bruciaticcio nessuno puo' negarlo. L'operazione sembra purtroppo dettata dalla speranza che molti non si accorgano di niente (chi legge davvero con attenzione le comunicazioni che riceve?) e diventino quindi contribuenti inconsapevoli di questa gestione che, tra l'altro, eroga prestiti e crediti soltanto "periodicamente sulla base delle disponibilita' di bilancio", (Allegato 1). E sinceramente, specie a questi lumi di luna, in cui ci si ritrova utenti di tutt'un po' senza avere espresso alcun assenso esplicito, che anche un ministero usi questo sistema surrettizio da' parecchia noia. Veniamo dunque al famigerato Decreto Ministeriale (del Ministero dell'Economia e Finanze) (D.M.) 7/3/2007, n. 45 (Allegato 2) che s'intitola: "Regolamento di attuazione dell'articolo unico, comma 347 della L. 23 dicembre 2005, n. 266, in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'INPDAP", e il cui testo e' pubblicato sulla G.U. 10 aprile 2007, n. 83. E' uno di quei decreti gineprai, in cui ci si deve districare tra un mucchio di rimandi a leggi precedenti, come del resto anticipa proprio il titolo. Infatti, questo D.M. scaturisce in particolare da due disposizioni di legge, la prima delle quali risale addirittura al 1996. Infatti, l'art. 1 comma 245 della L. 23.12.1996 stabiliva: "comma 245: E' istituita presso l'INPDAP la gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali agli iscritti. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro del tesoro, sono emanate le necessarie norme regolamentari" (http://www.parlamento.it/leggi/96662l05.htm#1.238). Bisogna aspettare nove anni perche' un'altra legge di fine anno, la L. 23.12.2005, n. 266 (articolo unico comma 347) dia il mandato di fissare i dettagli dell'operazione: "comma 347: Con il medesimo decreto di cui all’articolo 13-bis, comma 2, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, sono altresi' stabilite le modalita' di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall’INPDAP, senza oneri a carico del bilancio dello Stato, anche per i pensionati gia' dipendenti pubblici che fruiscono di trattamento a carico delle gestioni pensionistiche del citato Istituto, ivi compresa l’iscrizione alla gestione unitaria autonoma di cui all’articolo 1, comma 245, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nonche' per i dipendenti o pensionati di enti e amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall’INPDAP" (http://www.camera.it/parlam_/leggi/05266l.htm). Il D.M. che ci interessa non fa, dunque, che dettare il regolamento di qualcosa che era gia' stato imbastito in passato. In particolare, appunto, estende i benefici creditizi e sociali a delle categorie che finora non potevano usufruirne, in particolare: ai pensionati INPDAP (art. 1/1/a) e ai "dipendenti o pensionati di enti e amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall'INPDAP" (art. 1/1/b). L'art. 2 -quello incriminato- stabilisce l'iscrizione di diritto alla "gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali" che era stata istituita, come abbiamo visto, nel lontano 1996, detta l'obbligo del versamento dei contributi e fissa anche i termini per notificare la disdetta da parte degli interessati. A quanto si capisce, la disdetta puo' avvenire in due tempi. O "in anteprima", cioe' entro sei mesi dall'entrata in vigore del D.M. (art. 2/1) -cioe' entro il 25 ottobre 2007-, oppure successivamente, e cioe' "entro il termine di sei mesi dal pagamento della prima mensilita' di retribuzione o pensione sulla quale e' stata applicata la ritenuta di cui all'art. 3". Il terzo comma dello stesso articolo 2 stabilisce infine che "la contribuzione e' stabilita a totale carico dell'interessato e non e' rimborsabile". L'art. 3 fissa le aliquote contributive: lo 0,35% "della retribuzione contributiva" per i dipendenti in servizio (parificandoli ai dipendenti statali gia' iscritti all'INPDAP che pagano questa aliquota da sempre) (comma 1), e lo 0,15% dell'ammontare lordo della pensione per tutti i pensionati (comma 2). L'art. 4 entra nel merito del "prolungamento della cessione" e non riguarda il nostro argomento. Questo e' tutto per quanto concerne il meccanismo del decreto. Un ulteriore problema riguarda l'individuazione delle categorie interessate. Non tanto i pensionati INPDAP, che sono ben circoscrivibili, quanto gli altri pensionati e dipendenti in servizio. Infatti, l'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, richiamato nell'articolo 1/1/b del nostro D.M. (Allegato 3) spiega che cosa si intende per "amministrazioni pubbliche", ma il punto e' che da esso non si evince quali di questi enti ed amministrazioni siano gestiti, ai fini pensionistici, dall'INPDAP o da un altro istituto. Inoltre non si sa neppure se tutti questi altri pensionati e dipendenti, che per ora sono estranei all'INPDAP, riceveranno una comunicazione personale che li ragguagli sulla novita' che li aspetta. Come ho detto all'inizio, il cartello letto alla sede INPDAP di Firenze assicura che l'istituto avvertira' i propri pensionati (ma quando?), ma gli altri interessati chi li avvertira', e come e quando? Infatti, vana sarebbe una comunicazione che arrivasse troppo a ridosso della data di scadenza prevista per esprimere la volonta' contraria… ammesso che non si perda nei meandri delle nostre poste. Ne consegue che ogni persona deve informarsi bene da se' circa la propria posizione e agire di conseguenza rispetto al D.M. di cui stiamo parlando. Tutti quanti, poi, quindi anche i pensionati INPDAP, devono valutare attentamente se l'iscrizione di diritto alla "Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali" rappresenta per loro un onore o un onere. Se, cioe', l'offerta creditizia e sociale dell'INPDAP sia per loro una possibilita' positiva che merita di essere pagata col contributo richiesto, o se, invece, essa sia superflua, nel qual caso il contributo imposto diventerebbe una perdita secca. Una volta stabilito tutto cio', la persona potra' operare piu' serenamente la sua scelta: non fare niente, e accettare l'iscrizione "di diritto" alla "Gestione unitaria" con la possibilita' futura di usufruire del servizio offerto, oppure opporsi all'iscrizione con una raccomandata A.R. (Allegato 4) entro i termini gia' citati. Un'ultima cosa mi pare importante. In tutta questa incertezza sulla comunicazione della novita' a ciascun interessato, trovo opportuno che chi e' gia' al corrente della questione chiami in causa i sindacati di categoria, le associazioni di utenti e consumatori e, perche' no, anche deputati e senatori allo scopo di fare pressione sul ministero dell'Economia e Finanze e le altre competenti amministrazioni affinche' sia resa obbligatoria la comunicazione ad personam e sia spostato il termine per la disdetta. A meno che... A meno che non ci si voglia mobilitare per chiedere la revoca di questo insidioso decreto e la sua sostituzione con un altro piu' corretto e civile, in cui pensionati e dipendenti in servizio che lo ritengono opportuno siano invitati a iscriversi alla “Gestione unitaria”. Ed e' cosi' che personalmente chiamo in causa l'Aduc e l'onorevole Donatella Poretti affinche' si attivino per quanto ritengono di loro competenza per far luce su questa vicenda non limpida e avanzare le proposte di modifica parziale o radicale che riterranno piu' opportune. (a cura di Annapaola Laldi) Allegati 1 - http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/ALLEGATO1.doc 2 - http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/ALLEGATO2-decreto-45_2007.pdf 3 - http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/ALLEGATO3.doc 4 - http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=187227 ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi La Dimensione Globale del Mondo Una delle tante ricerche di una autorevole Universita', la Wageningen in Olanda, ha confermato cio' che potrebbe servire per avere una vita piu' lunga e piu' sana. Per l'umano, vivere o adottare stili di vita, come l'essere circondati da un habitat non inquinato, la dieta mediterranea, non funare tabacco, una alimentazione bilanciata su proteine derivanti da cereali e legumi e non da carne animale incluso il pesce (*), inoltre verdure e molta frutta, olio di oliva, uso moderato di alcool, attivita' fisica, innalzano dell'80% le aspettative di vita ed di salute. Della notizia, se n'e' occupato il Journal of the American Medical Association. Mai prima, si erano cosi' tanto osservati e valutati i differenti e differenziati fattori (studio del rischio polifattoriale) espressi in una scala di valori ben rappresentativa. Secondo tale studio, la piu' forte alleata della salute e' l'habitat (**) dove l'essere umano vive. Subito a seguire, c'e' la ginnastica, o meglio l'attivita' fisica in special modo quella aerobica, soprattutto nella terza eta'. In termini statistici, sembra che l'Habitat Umano influenzi da solo, per il 49%, le condizioni di vita. L'attivita' motoria abbassa il rischio di patologie cronico-degenerative del 37 per cento. Se ci si astiene dal fumo, il rischio di queste malattie (incluso il cancro), scende al 35%. Ma tale valore cresce se si abbassa l'eta' del soggetto in osservazione, fino a raggiungere il doppio dei valori negli individui sotto i 20 anni. Una alimentazione quotidiana stile dieta mediterranea, fa scendere il rischio del 25%. Tale valore e' significativo, se si considerano alimentazioni tipo Mc Donald, alle quali sono inclini una buona fetta di popolazione, soprattutto quella giovanile. Nella ricerca si e' rilevato, inoltre, che il rischio e' più basso del 22 per cento se si fa un moderato consumo di alcol, ed anche qui questo valore sale esponenzialmente con lo scendere dell'eta' dell'individuo in esame. La stagione cosiddetta "bella" e' gia' qui, alcuni sono gia' in vacanza. Approfittiamo del magico momento per fare dello sport, meglio quello che piu' ci gratifica e soddisfa. Alimentiamoci con intelligenza e amore verso noi stessi. Tuttavia, cerchiamo di raggiungere obbiettivi prefissati con gradualita', perche' rimangono i migliori. Quando non si possono evitare, almeno moderiamoli: alcool e fumo di tabacco. Un recentissimo studio inglese, ha evidenziato un apporto molto benefico dell'attivita' sessuale sul nostro cuore. Io –ne sono certo- credo che tali benefici non siano limitati al cuore. Si conoscevano i benefici salutari di molti fattori alimentari e di stili di vita, ma in questo studio e' stato possibile quantificarli in una sobria rappresentazione epidemiologica. Tuttavia, quello che e' risultato molto chiaro e': se e' vero che un fattore (o cofattore ), e' in grado di danneggiare la salute, viceversa, un solo fattore, non e' in grado di mantenerla. Pertanto, rimane l'insieme dei fattori che si muovono in sinergia in una "dimensione globale", a condizionare e mantenere una buona salute. Ma come la mettiamo sugli habitat costruiti o modificati dall'uomo per l'uomo? Sono fonte di salute o di malattia? Ricordo quando John Howard, primo ministro australiano, sbeffeggiava i teorici del riscaldamento globale e rifiutava di incontrare chi gridava le conseguenze dell'effetto serra sull'intero pianeta. John Howard ha invitato i suoi concittadini a pregare. Presto lo fara' anche il buon cattolico americano George W. Bush. Se entro poche settimane non dovesse piovere, l'Australia dovra' bloccare le irrigazioni dei campi fino a maggio 2008, o forse le ha gia' bloccate? Questa misura estrema, e' la condanna che i cittadini dovranno subire per aver eletto un Primo Ministro che, insieme a George W. Bush, ha raggirato la politica verde europea ed il famigerato protocollo di Kyoto. note (*) Secondo teorie da fonti autorevoli, in diametrale contrasto con tale studio, viene asserito che, per il mantenimento di una buona salute, l'alimentazione e' piu' importante dell'habitat umano. Noi restiamo convinti che non si tratta di teorie da osservare, ma di attingere ad una "dimensione globale", l'unica che eleva l'uomo e lo mantiene nel tempo (che e' l'unico che lo corrode). Molti studi e pubblicazioni scientifiche hanno dato risalto, circa il danno che le carni, soprattutto rosse, esercitano sull'organismo umano. Controverse sono quelle sul pesce. Quello azzurro e' il migliore. Rimane molto verosimile che l'inquinamento dell'habitat e delle acque, quando eccessivo, possa essere fonte di danno biologico per l'uomo. Cosi', il pesce e' un vettore di scorie inquinanti di ogni tipologia, che vengono a depositarsi nelle sue carni, soprattutto i pesci di grossa taglia. Ugualmente i pesci di fiumi e laghi. (**) L'habitat e' rappresentato dal circondario dell'uomo. In sostanza, questo e' soltanto il microcosmo. In definitiva, a condizionare maggiormente l'uomo, sono le oscillazioni del macrocosmo, dalle quali dipendono differenziali quali il clima, le temperature, le atmosfere e la rarefazione di esse, i cicli solari, marini, e fattori connessi ed interconnessi. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Claudia Moretti Teleselling. Garante Privacy versus chiamate e sms indesiderati. Le lacune della giustizia Tutti sanno, se non altro dal notevole peggioramento della qualita' della vita e della burocrazia che ne e' derivato, della corposa normativa sul trattamento dei dati personali. Tutti ci troviamo spesso a sottoscrivere e a far sottoscrivere liberatorie di pagine e pagine, anche quando non vogliamo tutela alcuna. Ma quel che e' peggio, e' che sappiamo anche che, nonostante cio', molte compagnie, soprattutto telefoniche, fanno esattamente cosa vogliono dei nostri indirizzi, numeri telefonici, email, e chi piu' ne ha piu' ne metta. E ci troviamo subissati di telefonate indesiderate tanto da preferire a volte lo stacco completo dell'apparecchio. Lo scorso 15 giugno il Garante della Privacy ha diffuso cinque provvedimenti contro il teleselling e contro altri abusi di legge. In particolare i gestori telefonici e i call center oggetto degli stessi dovranno: - interrompere l'uso indebito di numeri telefonici raccolti e utilizzati a scopi commerciali senza il previsto consenso degli interessati; - regolarizzare le loro banche dati informando gli utenti interessati sul trattamento sulla provenienza dei dati e sul loro uso e ottenendo dai medesimi lo specifico consenso all'utilizzo dei dati per scopi pubblicitari; - registrare l'eventuale manifestazione di volonta' degli utenti di non essere piu' disturbati; - interrompere l'utilizzo illecito di dati tendente all'attivazione di servizi non richiesti (segreterie, lineeIinternet veloci); - effettuare controlli sui responsabili dei trattamenti in questione, svolti presso il call center". Ora, con tutto che nel piu' ci sta il meno, non possiamo fare a meno di notare come queste pronunce del Garante, oltre che giungere in ritardo e a violazioni gia' ampiamente consumate (meglio comunque tardi che mai), si pongono come aggiunta (se non come parziale ripetizione) di norme generali e settoriali che, in tutta evidenza non sono state sufficienti. Si ricorda, infatti, che gli artt. 13, 127 e 129 del codice in materia di trattamento dei dati personali prevede gia' gli obblighi di raccolta del consenso da parte di chi gestisce una banca dati, cosi' come il codice penale, all'art. 660, punisce chi, con qualsiasi condotta oggettivamente idonea a molestare e disturbare terze persone finalizzata ad interferire inopportunamente nell'altrui sfera di liberta'. E si ricorda anche che le pronunce del garante della privacy non sono che fonti subalterne alla legge e che se a distanza di anni dall'entrata in vigore della normativa non si sono visti risultati, forse qualcosa non funziona nel sistema Italia. Questo qualcosa si chiama giustizia, a mio avviso. Dopo che il legislatore si adegua alle norme europee e definisce nuovi o riafferma vecchi diritti, infatti, occorre che vi siano sistemi celeri e funzionanti ed economicamente convenienti che consentano a tutti, ma davvero a tutti, di poterli azionare in giudizio. Chi mai, sopraggiunto da chiamate continue e seccanti, si prende la briga di: - mandare una raccomandata ar di messa in mora di inibitoria e di richiesta danni alla compagnia telefonica propria (che magari ha ceduto i suoi dati) o a quella di disturbo (ammesso che ne reperisca la provenienza); - attendere la risposta (o meglio la cartolina di ricevimento); - rivolgersi ad un legale che, dietro corrispettivo, intenti un giudizio che si conclude dopo mesi e a volte anni, e magari con la compensazione giudiziale delle spese legali! Insomma, per far valere i propri diritti occorre accollarsi di una questione di principio e pagarsela cara, in termini di tempo e soldi. Con tutto il rispetto per le istituzioni, in assenza del terzo potere (quello giudiziario), le norme e i diritti in esse contenute valgono alla stregua di auspici e desideri. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA BONIFICI TRANSFRONTALIERI. REGOLE E CONTESTAZIONI Cosa Sono I trasferimenti di denaro che avvengono tra due soggetti (ordinante e beneficiario) e che coinvolgono conti correnti presenti in banche di due Stati diversi -comunque appartenenti all'Unione europea- sono detti "bonifici transfrontalieri". Giuridicamente parlando essi sono regolati dalla direttiva dell'Unione europea n. 97/05/CE -recepita in Italia con il d.lgs. 253/2000-, dal regolamento CE n. 2560/2001 e dal Decreto del ministero dell'Economia e delle finanze n.456/2001 che disciplina, in particolare, le procedure di reclamo. Le regole che andremo ad approfondire riguardano i bonifici transfrontalieri di importo non superiore ai 50.000 euro. Tali regole non possono essere derogate dalle banche se non in senso piu' favorevole per i propri clienti, siano essi ordinanti o beneficiari. Informazioni da ricevere Le banche devono rendere pubbliche, in via preventiva, tutte le condizioni praticate per i bonifici trasfrontalieri. In particolare: - il termine entro il quale, in esecuzione di un ordine di bonifico, i fondi sono accreditati sul conto della banca beneficiaria. Deve essere chiaramente indicato il momento iniziale di tale periodo; - il termine entro il quale, in caso di ricevimento di un bonifico, i fondi accreditati sul conto dell'ente sono messi a disposizione del beneficiario; - le modalita' di calcolo di tutte le commissioni e spese a carico del cliente a favore della banca; - l'eventuale data di valuta applicata; - l'indicazione delle procedure di reclamo e di ricorso offerte al cliente e delle modalita' per accedervi; - l'indicazione dell'eventuale tasso di cambio; Dopo ogni singolo bonifico il cliente deve ricevere: - riferimenti identificativi del bonifico; - l'importo iniziale; - l'importo delle spese e delle commissioni applicate; Attenzione! Queste potrebbero comprendere anche quelle della banca del soggetto ordinante, qualora questi abbia specificato che tutte le spese -o parte di esse- vengano addebitate al beneficiario. In questo caso quest'ultimo dev'essere informato dalla propria banca. - l'eventuale data di valuta applicata; Cio' deve avvenire in forma scritta, eventualmente anche per via elettronica. Di solito viene emessa, a tal scopo, una classica "contabile". Termini di esecuzione La banca che invia il bonifico ha 5 giorni lavorativi -a partire dalla data di accettazione dell'ordine- per eseguirlo (salvo diverso termine concordato tra le parti). A sua volta, la banca del beneficiario e' obbligata a mettere a disposizione l'importo entro il giorno lavorativo successivo a quello in cui lo stesso importo e' stato accreditato sul conto (salvo diverso accordo). Nel caso in cui i termini sopra indicati non siano rispettati, scatta il risarcimento del danno. Nello specifico, all'ordinante spettera' (salvo maggior danno dimostrato) un indennizzo pari all'interesse legale calcolato sulla somma bonificata rispetto al numero dei giorni di ritardo. Al beneficiario spettera' un indennizzo nel caso in cui la somma non sia messa a disposizione entro il giorno successivo all'accredito: tale rimborso sara' pari all'interesse legale calcolato sui giorni di ritardo per la messa a disposizione rispetto alla data di arrivo (salva sempre la dimostrazione del maggior danno). Costi Allo scopo di promuovere i bonifici transfrontalieri, la comunita' europea ha deciso di ridurne il costo (che e' sempre stato estremamente alto), equiparandolo a quello relativo ai bonifici nazionali. Con il regolamento CE 2560/2001 il Parlamento europeo ha stabilito che dal 1/1/2006 il costo dei bonifici transfrontalieri di importo inferiore o uguale ai 50.000 euro deve essere uguale a quello previsto dalla banca per i bonifici nazionali (in precedenza, dal 1/7/2003, tale tetto era di 12.500 euro). Attenzione, pero'. Questa regola vale a patto che il cliente fornisca alla banca il codice IBAN del beneficiario -il numero internazionale del conto- e quello BIC di identificazione della banca destinataria del bonifico, codici che ogni banca deve fornire ai propri clienti inserendoli anche negli estratti conto. In caso di omissione od imprecisione la banca ha facolta' di addebitare delle commissioni supplementari. Tutte le commissioni applicate e le loro variazioni, in ogni caso, devono essere pubblicizzate adeguatamente dalla banca, e comunicate al cliente nei modi previsti dalla legge e dai contratti (tramite il cosiddetto "documento di sintesi"). Nota importante: In determinati casi il beneficiario si potrebbe trovare a pagare sia le proprie spese che quelle dell'ordinante (in tutto o in parte), se quest'ultimo avesse predisposto il bonifico in tal modo alla propria banca. Conseguentemente la cifra del bonifico verrebbe decurtata di dette spese, che comunque la banca del beneficiario e' tenuta a specificare. Ovviamente in questi casi valgono gli accordi tra ordinante e beneficiario, ed eventuali controversie in merito possono coinvolgere solo queste due parti (la banca, se ha eseguito correttamente l'ordine e ha applicato correttamente le proprie commissioni, non e' chiamabile in causa). Bonifici non eseguiti Se il bonifico non viene eseguito, la banca del soggetto ordinante sara' costretta a pagare a quest'ultimo una somma pari all'importo dell'operazione, per un massimo di 12.500 euro, maggiorata degli interessi legali calcolati a partire dalla data di accettazione dell'ordine e delle spese gia' sostenute dall'ordinante. Tale somma dovra' essere messa a disposizione entro 14 giorni lavorativi dalla richiesta della stessa, salvo il caso in cui nel frattempo -e quindi non superati i 14 giorni dell'inoltro della richiesta- il bonifico sia gia' stato accreditato: in tal caso, saranno dovuti solo gli interessi legali per tutti i giorni di ritardo. Se fosse la banca del beneficiario a non aver portato a termine l'operazione, rifiutando l'ordine di accredito, sara' lei stessa a mettere a disposizione del suo cliente -sempre entro 14 giorni dalla richiesta- il rimborso previsto -col solito massimale di 12.500 euro. Se entrambe le banche si fossero affidate ad un intermediario, sara' quest'ultimo che dovra' ripagare l'ente obbligato a rimborsare gli interessi o la penale di cui sopra al cliente (avendo agito in qualita' di suo intermediario e come effettivo responsabile). Attenzione! In tutti i casi in cui la mancata esecuzione sia imputabile ad un errore (od omissione) dell'ordinante, la legge esime le banche dal pagare le spese e gli interessi. Stessa cosa nei casi in cui le banche possano invocare cause di forza maggiore, dimostrando la propria assenza di responsabilita'. Reclami, controversie Il D.M. 456/2001 ha stabilito, per i bonifici transfrontalieri che coinvolgono i consumatori (ovvero effettuati o ricevuti per scopi non riferibili all'attivita' professionale o imprenditoriale eventualmente svolta dai soggetti ordinante e beneficiario), determinate regole. Le banche, innanzitutto, devono costituire propri organi che affrontino i reclami e le controversie, organi composti da membri che rappresentino la banca e i consumatori ed il cui presidente e' scelto e nominato dalla banca d'Italia. Dev'essere inoltre redatto un regolamento che preveda tempi e modalita' per la presentazione dei reclami e durata massima della procedura, etc., per i quali in ogni caso il decreto stabilisce dei criteri generali. A tal scopo l'ABI ha istituito, nel 2002, una sezione dell'Ombudsman bancario (l'organo conciliatore, si veda il link in calce alla scheda) dedicata specificatamente alle controversie inerenti i bonifici transfrontalieri, tipicamente inerenti la ritardata, incompleta, mancata esecuzione, il mancato rispetto delle indicazioni dell'ordinante riguardanti la valuta, applicazione di commissioni superiori a quelle pattuite, addebito spese non previste, etc.etc. L'attivita' di tale organo e' disciplinata da un regolamento al quale il consumatore deve liberamente accedere (di solito ne trova copia nei locali della banca o sul suo sito). La procedura, sempre gratuita, si snoda in varie fasi: Prima fase (primo grado di giudizio) Inizia con la presentazione di un reclamo all'apposito “ufficio reclami” della banca che ha effettuato il bonifico entro 180 giorni dalla scadenza del termine convenuto con l'ordinante per l'esecuzione del bonifico o con il beneficiario per la messa a sua disposizione del relativo importo. I reclami possono essere prestati di persona presso lo sportello dell'ufficio o inviati per via telematica. In ogni caso vanno utilizzati i moduli standardizzati che le banche mettono a disposizione. Sono permesse forme diverse solo se il reclamo contiene i dati essenziali, ovvero gli estremi del ricorrente, della banca e del bonifico in questione, i motivi del reclamo e la firma del cliente. Segue la valutazione del reclamo da parte dell'ufficio preposto, con risposta entro massimo 30 giorni dalla ricezione dello stesso (il termine preciso viene specificato dal regolamento). La decisione va comunicata al cliente per iscritto, per Internet se il cliente ha utilizzato questo mezzo o comunque per posta. Se essa e' favorevole al cliente, deve prevedere un termine (massimo di cinque giorni lavorativi) entro cui la banca deve adempiere a quanto deciso dall'ufficio. Seconda fase (secondo grado di giudizio) Il reclamo questa volta viene presentato alla sezione dell'ombudsman, entro 30 giorni dalla:  decorrenza infruttuosa del termine massimo di risposta da parte dell'ufficio reclami previsto dal regolamento;  decorrenza infruttuosa del termine massimo di adempimento previsto dall'ufficio reclami nella sua risposta ;  ricezione della decisione dell'ufficio reclami, nel caso in cui il cliente intenda opporvisi. Questa presentazione, per legge, e' possibile sia di persona presso l'apposito sportello della banca o direttamente alla sede dell'ombudsman istituita presso L'Abi all'indirizzo Conciliatore Bancario – Ombudsman - Giuri' bancario Via delle Botteghe Oscure 54 - 00186 Roma In genere noi consigliamo l'invio diretto per raccomandata a/r, in modo da evitare disguidi relativi alla consegna e quindi al decorso dei termini di risposta. Da parte sua la banca chiamata in causa ha cinque giorni di tempo per inviare all'ombudsman tutta la documentazione in suo possesso inerente la controversie, nonche' le proprie controdeduzioni. Il collegio dell'Ombudsman deve poi emettere la sua decisione entro ulteriori 60 giorni, decisione che viene inviata alle parti con raccomandata. Se il cliente l'accetta, essa e' vincolante per la banca, che deve provvedere ad eseguirla entro cinque giorni lavorativi dall'accettazione del cliente. Nota importante: L'ombudsman bancario non e' un organo giudiziario -come il giudice di pace o il tribunale- e le sue decisioni non sono “sentenze” vere e proprie (anche se possono esservi assimilate, nel caso che vengano accettate dal cliente). Il cliente insoddisfatto di una decisione dell'Ombudsman quindi, puo' liberamente adire le vie legali rivolgendosi all'autorita' giudiziaria. Teoricamente potrebbe farlo anche in alternativa al ricorso all'ombudsman, magari tentando comunque una conciliazione prima di intentare la vera e propria causa, ma la cosa e' decisamente sconsigliabile in quanto le banche di solito snobbano vie conciliative diverse da quelle “canoniche” previste dall'ABI. E' meglio, prima di pensare ad un giudice, cercare di risolvere “amichevolmente” la questione con tali mezzi, piuttosto collaudati e comunque gratuiti. E' bene sapere comunque che In tutti i casi in cui il cliente intenda chiedere il rimborso di particolari danni (lucro cessante, danno morale, etc.), l'ombudsman non ha competenza e ci si deve rivolgere all'autorita' giudiziaria. Link utili Testo del d.lgs. 253/2000: http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/00253dl.htm Testo del regolamento CE 2560/2001: http://europa.eu.int/eur-lex/lex/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2001:344:0013:0016:IT:PDF Per informazioni sull'Ombudsman si veda questa scheda: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40732 Hanno collaborato Barbara Vallini e Katia Moscano (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie BBAN S0616002817000007977C20 - coordinate bancarie IBAN IT19S0616002817000007977C20 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------