====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 10-10-2006 al 17-10-2006 n.42/2006 (Anno VI) ARTICOLI - Argentina. Cammino parlamentare per una legge sulla droga - Grazie al Garante della Privacy il Parlamento diviene l'unico luogo in Italia dove vige la legalizzazione delle droghe - Deputati come sportivi. Un test antidroga prima delle prestazioni parlamentari - Test antidroga al Parlamento. Il vero pericolo per la privacy e' il proibizionismo, non le Iene - Italia. Droga in Parlamento - Afghanistan. Talebani e signori della droga minano la sicurezza del Paese NOTIZIE - Colombia-Ecuador. Aumentano le coltivazioni di coca alla frontiera - Italia. Garante Privacy censura il servizio sui parlamentari "drogati" de Le Iene - Venezuela. La droga incenerita per prevenire la corruzione dei funzionari - Venezuela. Cresce il consumo di droghe tra i ragazzi - Italia. Casini: test antidroga per tutti i parlamentari - Australia. New South Wales. Meno decessi per eroina - Svizzera. Anche i tossicodipendenti invecchiano - Italia. Forli'. Cresce del 20% il numero di utenti del Sert - Peru'-Usa. Incontro a Washington: "rilanciare la lotta contro la droga" - Italia. Casini: test antidroga per tutti i parlamentari (2) - Italia. Asaps: aumentano contravvenzioni per guida sotto effetto di droghe - Italia. Casini: niente privacy per i parlamentari quando si parla di droga - Italia. Veneto. Regione da via libera a 56 progetti di recupero per tossicodipendenti e carcerati - Italia. Le Iene di nuovo a Montecitorio, stavolta come "statue viventi" - Colombia. Gli Usa tagliano fondi al Plan Colombia - Usa. Georgia. Aggiunti 15 poliziotti per combattere le metanfetamine - Spagna. Tribunale difende l'attivita' di una narcosala - Afghanistan. USAID concedera' prestiti ai contadini per colture alternative - Italia. Le Iene: facciamo solo il nostro lavoro - Italia. Aumenta il consumo di cocaina nelle Marche - Italia. Umbria. Audizioni in Regione sul recupero dei tossicodipendenti - Italia. Ferrero: si' alle stanze del buco, no a porcheria attuale - Bolivia. Depenalizzare la foglia di coca - Spagna. Andalusia. Studio annuale sul consumo di droghe - Gb. Dal 1998 raddoppiato il consumo di cocaina - Italia. Procura di Roma apre inchiesta su violazione della privacy. Bertinotti: allarmante quanto emerso - Nord Corea. Crisi sul nucleare potrebbe far aumentare il traffico di droga - Italia. Rnp a Ferrero: sulle narcosalas passi dalle parole ai fatti - Italia. Ferrero: elimineremo il concetto di dose minima - Messico. Il presidente Fox contro gli Usa, "il maggiore mercato di droga al mondo" - Colombia. Prove di dialogo tra Paesi produttori e consumatori - Italia. Giachetti (Dl): quando mi capita mi fumo una canna - Gb. La classificazione delle droghe non ci sara' - Canada. Truppe canadesi in Afghanistan affrontano i talebani nascosti nelle foreste di marijuana - Australia. Test antidroghe per la sicurezza stradale - Laos-Myanmar-Thailandia. Diminuiscono le coltivazioni - Italia. Casini: presto disegno di legge per test antidroga obbligatorio ai parlamentari - Italia. Gioffre': siamo fanalino di coda per consumo di farmaci oppioidi - Italia. Turco: pronto mio Ddl sulla cannabis terapeutica - Italia. Il sen. De Poli si sottopone a test antidroga - Afghanistan. Il Governo contro il Senlis Council ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 2 morti - 156 arresti - 488,496 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 288,620 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 199,876 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 5400 "dosi" di droghe sintetiche (tavolette di ecstasy, francobolli di LSD etc.) - 245 piante di cannabis - 122 giorni di detenzione ARTICOLI 10-10-2006 Argentina. Cammino parlamentare per una legge sulla droga Il Parlamento argentino inizia ad esaminare vari progetti di una nuova legge sulla droga, che vanno dalla legalizzazione alla depenalizzazione. La tossicodipendenza e' un fenomeno considerato da molti come "la madre della delinquenza", ma gli esperti avvertono che fin quando la droga restara' illegale, nulla si potra' fare per ridurre il fenomeno: i drogati non se la sentono di parlare del proprio problema. Alcuni punti da tenere presente: non tutte le droghe sono nocive allo stesso modo; non tutte le sostanze ammesse (alcol, tabacco, psicofarmaci) fanno bene; le droghe illegali non sono sinonimo di criminalita'; altre sostanze legali -in particolare l'alcol- possono generare un livello di violenza domestica e sociale altrettanto elevato. Domande: le droghe devono continuare ad essere illegali? e' possibile depenalizzare il consumo di alcune sostanze? quale politica di fondo conviene adottare? Nel Congreso si sono accumulate iniziative dell'uno e dell'altro fronte. L'Esecutivo aveva gia' preparato un progetto di legge sulla depenalizzazione del consumo di determinate sostanze, ma l'ultima presa di posizione di Blumberg e la pressione sociale contro la tossicodipendenza hanno frenato ogni iniziativa in quella direzione. Alcuni giorni fa, alla Camera bassa si e' tenuta la IV Conferencia Nacional sobre Politicas de Drogadiccion, organizzata da Asociacion Civil Intercambios. Dal dibattito sono emerse cose interssanti, ad esempio la riflessione che non e' la stessa cosa parlare di "droga" e di "dipendenza" giacche' esistono altre "droghe", accettate dalla societa', che fanno altrettanto male, o anche peggio, di quelle illegali. L'incontro e' stato aperto da Andrés Leibovich, del ministero della Sanita', che dal 2002 cerca di "gerarchizzare i temi" legati alla tossicodipendenza e ha affrontato una politica di "riduzione del danno"; finora i suoi tentativi non hanno avuto fortuna essendo stati molto criticati dalle piccole comunita' e da settori della societa' civile che non comprendono come mai il ministero debba distribuire siringhe ai drogati. La presidente della Commissione che si occupa di droga alla Camera bassa, Lucia Garin de Tula ha riferito che sta preparando una nuova legge sugli stupefacenti. "La legge attuale e' repressiva, e non include la prevenzione". Ha parlato dell'importanza di sanzionare il tabacco e l'alcol, droghe legali che provocano problemi di salute e la morte, e di quanto sarebbe importante migliorare "la qualita' della vita della societa' per ridurre le ansieta'".Graciela Touzé, presidente di Intercambios, ha spiegato che non esiste un prototipo di consumatore o di sostanza, bensi' una "pluralita' di consumatori". Ha indicato la necessita' di dirimere il conflitto tra "la logica sanitaria e la logica del controllo", e ha aggiunto che finora non si sono ottenuti i risultati sperati: l'obiettivo e' trovare un'alternativa al punizionismo. Il piu' duro e' stato Mariano Ciafardini, direttore della Politica criminale del ministero della Giustizia e dei Diritti Umani. "La droga e' un grande affare e il pretesto di fondo per esercitare la repressione. Si creano organizzazioni di "intelligence", si occupano territori, si organizza la caccia alle streghe, si trascura la salute pubblica". Molti gli interventi, molti i progetti presentati, molti gli aspetti affrontati, inclusa una possibile riforma del Codice Penale. Alla fine sara' il Parlamento a dover decidere quale strada imboccare: quella della giustizia o quella della salute? Attualmente il Codice Penale tratta i drogati come delinquenti comuni. Emiliano Galende -medico psichiatra- si e' espresso in questo modo: se si affronta il tema delle droghe biosgna farlo integralmente; la droga e' in noi e fa parte della cultura e dei modi con cui ci relazioniamo con gli altri; non esiste altra alternativa che conviverci. Se le cose stanno cosi', bisogna pensare a meccanismi che -anziche' reprimere- partano dalla prevenzione. Rosa a Marca 10-10-2006 Grazie al Garante della Privacy il Parlamento diviene l'unico luogo in Italia dove vige la legalizzazione delle droghe Il "niet" del garante della Privacy alla trasmissione delle Iene sui parlamentari che fanno uso di stupefacenti, fa un enorme danno alla democrazia. Era stato infatti annunciato dai produttori del programma televisivo che l'identita' dei parlamentari sarebbe stata celata. L'intervento del garante non protegge quindi la privacy dei singoli deputati, ma la privacy del Potere. Ovvero i cittadini non hanno diritto di sapere che molti di coloro che fanno leggi che puniscono severamente il consumo di droghe, a loro volta si drogano. Si potrebbe dire che il Garante protegge il diritto dei parlamentari ad essere ipocriti e a prendere decisioni importanti –magari sotto l'influenza di una sostanza stupefacente- che ricadono sulla vita privata dei cittadini, la cui privacy raramente e' difesa con cotanto zelo dal medesimo Garante. Noi crediamo che debba essere diritto di ogni parlamentare -come di ogni cittadino- farsi una canna. A differenza del cittadino, pero', il parlamentare e' una figura pubblica, ed in quanto tale chiede il voto di tutti noi per rappresentare la volonta' popolare. Abbiamo o no il diritto di sapere se le piu' alte cariche istituzionali, specialmente se promuovono il proibizionismo ed il carcere per reati di droga, sono loro stessi consumatori delle medesime sostanze? Abbiamo o no il diritto di sapere se chi eleggiamo e' realmente colui che dice di essere? Oppure dobbiamo continuare ad interpretare la politica come un gioco delle parti, un teatro barocco delle maschere, un esercizio di dissimulazione? Il fatto che molti parlamentari "si fanno" e' saputo e risaputo. Ma mentre in una casa privata di un qualsiasi cittadino o in un centro sociale fanno irruzione poliziotti e cani antidroga, al Parlamento prevale il principio sacro della privacy, anche quando questa non verrebbe violata individualmente. Dobbiamo quindi desumere che oggi l'unico luogo dove vige la legalizzazione delle droghe e' il Parlamento italiano. Chiediamo pertanto ai privilegiatissimi parlamentari di legalizzare le droghe anche nel resto di quel Paese che cosi' segretamente rappresentano. Pietro Yates Moretti 11-10-2006 Deputati come sportivi. Un test antidroga prima delle prestazioni Parlamentari Non e' uno scherzo. E’ soltanto una proposta per rendere piu' chiara la vicenda della puntata televisiva delle Iene “censurata”, in cui alcuni deputati sarebbero risultati postivi ad un test antidroga. Sembra che gli esiti di questa prova abbiano sconvolto piu' gli stessi parlamentari che l’opinione pubblica. L’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini, sta infatti preparando una proposta di legge per rendere obbligatorio un test sulla tossicodipendenza per tutti i deputati: “cosi' i cittadini italiani sapranno come sono i loro parlamentari”. Non ritengo questo un buon punto di partenza per far conoscere agli elettori i propri eletti. Mi sembrerebbe invece un buon inizio che i parlamentari interessati firmassero la liberatoria per la privacy cosi' da permettere la messa in onda della trasmissione. Non sono contraria al sottopormi ai test antidroga, ma questa deve essere una mia scelta e non un obbligo, proprio nel rispetto delle persone che mi hanno votato. Tutta questa vicenda rientra in quella logica proibizionista che fa si' che un ragazzo, trovato in possesso di un paio di spinelli debba aver a che fare con la giustizia e con Sert vari. Per riavvicinare i cittadini ai parlamentari probabilmente sarebbe meglio che questi ultimi mettessero a disposizione i propri pusher invece di continuare a muoversi in una direzione proibizionistica che, come risulta evidente, non funziona per nessuno. Proibire non serve e nascondersi men che mai! Dovrebbero capirlo quei parlamentari che non vogliono rivedersi in televisione. Ben venga la “chiarezza”! Lasciamoci effettuare -sotto gli occhi di tutti e di nostra spontanea volonta'- qualunque tipo di test antidroga senza che ci venga, come sempre, imposto. Diamo il buon esempio almeno una volta!! Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno 12-10-2006 Test antidroga al Parlamento. Il vero pericolo per la privacy e' il proibizionismo, non le Iene Come volevasi dimostrare, il test antidroga e' la conseguenza logica dell'approccio proibizionista sulle droghe. Non a caso i piu' agguerriti proibizionisti chiedono a gran voce di rendere il test obbligatorio per tutti i parlamentari. Il prossimo passo sara' poi estendere il test anche ai ragazzi delle scuole superiori e medie, e poi agli impiegati pubblici, come gia' accade negli Usa, campioni della guerra alla droga. E cosi', grazie alla legge, la privacy verra' violata "legalmente" e sistematicamente, nel nome della guerra al male. Il servizio televisivo delle "Iene" doveva far riflettere i parlamentari e tutti i loro elettori sulla straordinaria ipocrisia e inutilita' del proibizionismo. Perche' e' violazione della privacy il test condotto su alcuni parlamentari da una trasmissione televisiva -tanto da censurare un servizio giornalistico- quando la stessa cosa viene imposta per legge a decine di migliaia di italiani? E come giustificare la presenza massiccia di consumo di droghe in un Parlamento che continua a promulgare leggi proibizioniste? Invece di riflettere su politiche di riduzione del danno –non diciamo neanche di legalizzazione- la reazione prevalente da parte dei rappresentanti della volonta' popolare appare quella di continuare a testa bassa sulla strada del proibizionismo. Quasi tutti ipocritamente scandalizzati, intendono rendere legale cio' che fino a pochi istanti prima avevano denunciato come violazione intollerabile della privacy. Il test non per 50, ma per 1000 parlamentari. Domani ci sveglieremo e sara' il nostro datore di lavoro a chiederci di fare il test. Poco dopo sara' un agente di polizia a chiedercelo mentre torniamo a casa da lavoro. Ed infine, giunti a casa, troveremo una lettera della scuola di nostra figlia contenente i risultati di un test antidroga. Ma sappiamo tutti che anche questo non servira' a fermare il consumo di sostanze stupefacenti. Come gia' molti loro concittadini, i parlamentari "dopati" adotteranno stratagemmi per non essere scoperti, magari acquistando campioni di urine pulite online da consegnare a Pier Ferdinando Casini. Il trucchetto verra' eventualmente scoperto da "Le Iene", il cui servizio sara' pero' censurato perche' viola la privacy. Il giorno dopo i parlamentari, quelli scandalizzati, chiederanno a gran voce che siano resi pubblici tutti gli acquisti online per rendere i controlli antidroga piu' efficaci. E cosi' via, nel nome della lotta alla droga. Morale: il pericolo per la privacy non e' posto dai giornalisti de "Le Iene", ma da leggi sciocche. Pietro Yates Moretti 12-10-2006 Italia. Droga in Parlamento Qui la vignetta in formato grande: http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=157768 Joshua Held 16-10-2006 Afghanistan. Talebani e signori della droga minano la sicurezza del Paese Per il ministro antinarcotici afghano: "La violenza potrebbe aumentare per la decisione del Governo di tenere sotto controllo il problema delle droghe". Habibullah Qaderi ha dichiarato che i signori delle droghe prevedono di guadagnare quest'anno 3 miliardi di dollari con i quali finanziano anche i talebani islamici ribelli. "Per questo motivo le droghe cosi' come i ribelli non possono essere affrontate singolarmente. Stiamo affrontando una nuova sfida. La sicureza nel sud e' diventata piu' difficile. Se miglioriamo la situazione potrebbero occorre meno di dieci anni per raggiungerla, ma se continuiamo con questa insicurezza sociale, ne occorreranno di piu'", ha dichiarato il ministro intervistato dall'Agenzia stampa Reuters. Nel 2006, piu' di 2.500 persone sono decedute per la violenza, la maggior parte affiliate ai talebani del sud e connesse con il commercio dell'oppio. Secondo i dati dell'Unodc, nel 2006 le coltivazioni illegali hanno raggiunto livelli record, producendo il 92% della produzione mondiale. Qaderi, il cui ministero e' stato istituito solo due anni fa, ha lanciato una nuova campagna, coinvolgendo politici locali e leaders comunitari, per incoraggiare i contadini ad abbandonare le coltivazioni illegali e dedicarsi a quelle legali. "Sono messaggi diretti in varie direzioni. I mullahs, che pregano e vanno nelle moschee, possono parlare alle persone. Questo e' un modo giusto di procedere, e' tempo per una nuova strategia". Analisti politici internazionali ritengono che i baroni delle droghe alimentino l'instabilita', appoggiando i talebani e altre milizie parallele, per tenere la polizia e il Governo lontani dai loro territori. "I contrabbandieri sono protetti dai talebani fino alle frontiere, comprano armi, veicoli e offrono denaro agli stessi talebani. E' una situazione difficile. Se colpiamo i contadini troppo direttamente, questi si rivolgono ai ribelli, ma se li abbandoniamo i ribelli se ne avvantaggiano". Per Qaderi l'abbondante raccolto registrato nel 2006 e' stato causato dalla guerra civile, dal terrorismo e dalla mancanza delle istituzioni, cosi' come dalla insufficiente polizia. I due anni di campagne Onu contro le droghe, con la distruzione dei campi, sequestri di equipaggiamenti e aiuti economici per i contadini non sono stati sufficienti per fermare la rabbia di questi contro le eradicazioni. "I contadini resistono contro qualsiasi strategia di eradicazioni o eliminazione dei campi di papavero. Ritengono di avere poche alternative ad essi", ha concluso il ministro. Katia Moscano -------------------------------------- NOTIZIE 10-10-2006 Colombia-Ecuador. Aumentano le coltivazioni di coca alla frontiera All'Onu sono preoccupati per l'aumento di 8.000 ettari di narcocoltivazioni alla frontiera con l'Ecuador, come ha denunciato il presidente colombiano Alvaro Uribe, e chiedono ai campesinos dell'area di avviare progetti alternativi in modo da attrarre investimenti internazionali. Il rappresentante in Colombia dell'Agenzia antidrodga dell'Onu, Sandro Calvani, ha detto che l'aumento della produzione e' preoccupante, in quanto rappresenta quasi il 10% della coltivazione di foglie di coca del Paese, un ostacolo all'aiuto della comunita' internazionale. Colombia ed Ecuador condividono una frontiera di 586 chilometri quadrati, su cui gruppi armati illegali della Colombia si contendono il controllo territoriale della regione limitrofa coltivata a coca. 10-10-2006 Italia. Garante Privacy censura il servizio sui parlamentari "drogati" de Le Iene Il servizio de 'Le Iene' sull'uso di droga da parte di parlamentari e' stato bloccato dal garante per la Privacy. La trasmissione del servizio era fissata per questa sera nel programma di Italia 1. Raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute. Con questa motivazione l'Autorita' garante per la protezione di dati personali ha disposto il blocco dell'uso dei dati personali sulla base dei quali e' stato realizzato il servizio riguardante il test sull'uso di droghe effettuato, all'insaputa degli interessati, su 50 parlamentari, previsto nella puntata di stasera della trasmissione 'Le Iene' di Italia 1. Il provvedimento cautelativo dispone, con effetto immediato, 'il blocco dell'ulteriore trattamento, in qualunque forma, di ogni dato di natura personale raccolto e trattato nel caso in esame, consistente in informazioni, immagini e risultanze di test'. Il Garante ha rilevato, anche sulla base di quanto dichiarato dai responsabili della trasmissione riguardo alle modalita' messe in atto per il test, che risultano al momento essere stati effettuati comunque trattamenti illeciti di dati sanitari. L'Autorita' ha infatti osservato che le norme sulla privacy risultano violate a prescindere dalla diffusione dei dati attraverso il programma televisivo, poiche' una tale grave violazione dei diritti degli interessati si concretizza gia' al momento della raccolta dei dati. Nel provvedimento, inoltre, l'Autorita' sottolinea che, in particolare per chi svolge l'attivita' giornalistica, risulta allo stato violato il dovere di trattare i dati per scopi espliciti, di rendere note le proprie identita' e lo scopo della raccolta dei dati, e di evitare artifici e comportamenti scorretti. LE IENE: ABBIAMO SEMPRE RISPETTATO LA PRIVACY DI TUTTI 'Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino dei guaritori filippini e dei ladri di motorini, figuriamoci quella dei deputati': protesta con amarezza Davide Parenti, papa' e autore delle Iene, alla notizia che il Garante della Privacy ha deciso di bloccare il servizio sul test antidroga fatto a sorpresa su 50 deputati. 'Abbiamo fatto decine di servizi in questi anni cancellando sempre i volti delle persone coinvolte. Una delle nostre prime inchieste era sul mercato dei motorini rubati: ebbene, abbiamo trovato un ladro che vendeva un motorino quasi nuovo, ovviamente rubato, e perfino quello aveva il volto schermato. Per non parlare dei guaritori filippini, dal mio unto di vista veri gangster che speculano sul cancro, la paura della morte e la buonafede: neanche loro erano riconoscibili. Potrei continuare con le patenti false e gli infermieri che vendevano i morti alle agenzie di pompe funebri. E per finire con gli esempi, Amedeo Goria che fa le sue avances era stato schermato e la sua voce contraffatta. Poi si e' scoperto, ma non a causa nostra. Ovviamente anche questo servizio era stato costruito senza violare la privacy di nessuno. COMMENTI "Se un politico si droga, lo dica, se un'inchiesta svela questa piaga nel palazzo, non ci si arrocchi ma si dica la verita', a meno che il silenzio o l'indignazione voglia coprire un fenomeno ancor piu' grande di quello sin qui svelato". L'europarlamentare di Alternativa sociale e segretario nazionale di Azione Sociale, Alessandra Mussolini, commenta cosi' l'inchiesta tv delle "Iene". Mussolini aggiunge: "Ho sotto gli occhi la lunghissima coda di paglia di chi si indigna o minaccia iniziative legali di fronte alla sacrosanta inchiesta delle 'Iene', quando magari ha votato a favore dell'indulto, che ha premiato il pedofilo Luigi Chiatti" e si chiede "dove stavano questi tutori della privacy quando inchieste penali, e non televisive, hanno accertato iniziative di spionaggio contro avversari politici?". La segretaria di Azione sociale conclude: "Per dire basta ai falsi moralismi, occorre che il personaggio pubblico rinunci un poco alla propria privacy per dare trasparenza ai propri comportamenti". "Io oggi lancio una sfida a le 'Iene' e ad Italia Uno, chiedendo di trasmettere la mia intervista senza camuffare la mia voce o il mio volto. Io non ho niente da nascondere". Franco Grillini (Ds) non ha peli sulla lingua, e parla esplicitamente di droga, in un'intervista a radio radicale: "Ho detto che ne ho fatto uso in passato, ho detto che le mie droghe preferite sono altre, il vino di buona qualita' e il sesso, e che ognuno ha le droghe che preferisce". "Ho sempre sostenuto- prosegue il deputato Ds- che in un'ottica liberale e libertaria ogni essere umano deve avere la piena signoria del proprio corpo. Io sono un antiproibizionista- conclude Grillini- e dico a le 'Iene': se avete fatto questo servizio, abbiate ora il coraggio di mandarlo in onda, senza trucchi e senza veli". "Rispetto molto il garante, ma chiedo di 'liberare' e 'dissequestrare' le iene. La privacy vale, ma la libertà di informazione vale anche di più. No alla censura". Lo dichiara Daniele Capezzone, presidente della commissione Attività Produttive della Camera e segretario dei Radicali, commentando la decisione del Garante per la Privacy di bloccare la trasmissione del servizio della 'Iene' sul test antidroga effettuato su 50 deputati. "Se fossero cittadini normali, quel 34% di 'tossicoparlamentari' rischierebbero il carcere". Lo sostiene Francesco Mosca, segretario nazionale della federazione dei giovani socialisti, in merito al presunto 'scoop' dal programma satirico le 'Iene'. Non ci meraviglieremmo, continua il giovane dirigente della Rosa nel pugno, "se lo scoop delle 'Iene' fosse falso, in ogni caso ha svelato ancora una volta l'ipocrisia della politica su un tema fondamentale della societa' italiana". I giovani socialisti invitano, quindi, i parlamentari ad una seria riflessione sulla modifica della legge Fini, e a dare una definitiva svolta anti-proibizionista al problema. Daniela Santanche' (An), intervistata su Radio Monte Carlo, commentando lo "scoop" sul servizio delle Iene sulla droga in Parlamento, afferma: "trovo che questa cosa sia inaccettabile; stiamo diventando 'Il Grande Fratello'. Fare una cosa del genere a totale insaputa degli interessati equivale a cancellare quello che e' uno stato di diritto. A me poco importa dei risultati perche' - prosegue - penso che questa sia una burla da parte delle Iene: se fosse una cosa vera, mi aspetto che il presidente della Camera Bertinotti non continui in questo silenzio assordante e dica qual e' la sua opinione. Vede, io sono anche una madre e l'idea che possa essere sospettata di fare uso di droga e' un'idea che mi da' profondamente fastidio. In questo caso non si e' rispettata quella che e' la tutela della propria privacy. Io mi farei adesso il test sulla tossicodipendenza, pero' vorrei che qualcuno me lo chiedesse. E poi - conclude - uno su tre non ci credo. A pensare che uno su tre dei miei colleghi e della classe dirigente di questo Paese faccia uso di droghe, io non ci sto". 'Non abbiamo elementi per appurare la scientificita' del test della trasmissione le Iene condotto su 50 parlamentari della Repubblica. Tuttavia a fronte della gravita' della denuncia che e' stata fatta ed in difesa da ogni possibile dubbio sulla dignita' del Parlamento, il Partito repubblicano chiede al presidente Bertinotti di prendere una iniziativa immediata invitando ogni singolo deputato a presentarsi volontariamente per sottoporsi ad un test sulla tossicodipendenza in maniera da rendere poi pubblici i risultati di detto test'. Il responsabile Giustizia dello Sdi Enrico Buemi dichiara di essere pronto 'sin da ora' a sottoporsi a qualsiasi test 'da quello anti-droga a quello anti-alcool e anti-tabagismo', ma punta il dito contro le Iene per il metodo usato 'pur di fare spettacolo'. 'Sono pronto sin da ora a sottopormi a tutte le verifiche che vogliono - dichiara Buemi - ma devo comunque dire che l' iniziativa presa dalla Iene e' grave. Il prelievo di sostanze biologiche personali puo' avvenire solo previa autorizzazione della magistratura'. 'Non accetto neanche - prosegue - che venga criminalizzata la classe politica. E che vengano ridicolizzate questioni gravi come questa'. Buemi ribadisce quindi che un fenomeno come quello dell'uso e del commercio di stupefacenti non puo' 'essere risolto solo con l'inasprimento delle pene' e critica la finanziaria perche' 'non prevede i necessari investimenti per famiglia e scuola' che sono i settori sui quali 'si deve intervenire per prevenire il fenomeno'. 'Alle Iene sono un po' imbroglioni, ma se i miei colleghi non facessero uso di droghe, non si vedrebbe'. E' il commento del ministro per la Famiglia Rosy Bindi allo scoop delle Iene, che doveva andare in onda questa sera, ma e' stato bloccato dal garante per la Privacy. Il ministro racconta ai cronisti a Montecitorio che anche lei sarebbe potuta essere vittima dei finti intervistatori, che l'avevano fermata davanti al Parlamento. 'Io pero' ho risposto che il parrucchiere e' una cosa privata e non mi sono lasciata avvicinare', ricorda ancora e poi conclude: 'Io faccio parte di quei due su tre che non ne fanno uso, ma se i miei colleghi hanno abitudini diverse, bonta' loro...'. Un intervento controcorrente quello del Codacons che stavolta difende i Parlamentari dopo lo scoop delle Iene circa l'uso di droghe."L'indagine del programma di Italia1 - afferma il Presidente Carlo Rienzi - viola i piu' sacri principi della privacy. Chi assicura infatti che le prove, raccolte in modo illegale e con un furbo espediente, siano state distrutte e che quindi sia impossibile risalire ai singoli soggetti risultati positivi al test?"."Che i Parlamentari fossero un po' 'fumati' lo sapevano tutti - prosegue Rienzi - basta vedere le frequenti risse nelle Camere o le uscite fuori luogo di alcuni politici, ma la trasmissione - che realizza sempre ottimi servizi - stavolta si e' resa protagonista di una brutta caduta di stile, violando quei diritti fondamentali della persona che in un paese civile devono essere sempre tutelati, anche quando si tratta di criminali, e dando un cattivo esempio al proprio pubblico". "Ho mandato una lettera al Presidente Bertinotti per sapere quali provvedimenti intenda adottare per intervenire a tutela della autorevolezza del Parlamento italiano: troppe volte, infatti, servizi televisivi di sedicenti giornalisti vengono abilmente montati e trasmessi per porre in ridicolo i deputati ma soprattutto per dare del Parlamento un'immagine goliardica, quando non falsa e completamente diversa dalla realta'". Lo afferma il capogruppo dei Popolari Udeur alla Camera, Mauro Fabris, riferendosi al servizio della trasmissione televisiva 'Le Jene', la cui messa in onda peraltro e' gia' stata bloccata dal garante della privacy. "Non e' solo per il fatto che nel servizio in questione siano state raccolte informazioni di carattere individuale e sanitario da tempo sottoposte a numerose tutele - sottolinea Fabris - quanto perche' lo spazio antistante l'ingresso principale della Camera e' ormai quotidianamente presidiato da operatori televisivi e da sedicenti giornalisti che per i loro servizi utilizzano immagini e parole, estorte spesso con atteggiamenti proditori e aggressivi, montate poi ad arte per porre in ridicolo i parlamentari". "Il servizio delle Iene deve andare in onda regolarmente senza inutili censure". Lo afferma la deputata dell'Italia dei Valori Silvana Mura spiegando che "il metodo che hanno usato non è stato il massimo della correttezza, ma se la privacy degli intervistati è tutelata quello che conta è il dato che emerge: più del trenta percento dei parlamentari che sono stati sottoposti al test anti-droga sono risultati positivi". "Non credo che chiudersi a riccio e impedire la trasmissione del servizio serva a tutelare l'immagine del Parlamento, tutt'altro, soprattutto quando la notizia è ormai di dominio pubblico - aggiunge Mura -. Le Iene da anni fanno servizi con telecamera nascosta che di volta in volta smascherano, idraulici, tecnici tv, tassisti, ed altre categorie che non svolgono correttamente la loro professione. Però queste puntate sono andate in onda regolarmente e nessuno ha mai chiesto di bloccarle". "Perché per noi parlamentari dovrebbe essere diverso? Comunque - conclude Silvana Mura - visto che le Iene hanno estorto i test con l'inganno, propongo loro di ritornare a sorpresa a Montecitorio e chiedere ai parlamentari di sottoporsi al test anti-droga e così ognuno sarà libero di accettare o rifiutare senza invocare censure". La decisione del Garante per la privacy di bloccare la trasmissione delle Iene sul test anti-droga a 50 deputati 'e' del tutto sproporzionata'. A sostenerlo e' il sottosegretario all'Economia Paolo Cento (Verdi) che invita il presidente della Camera Fausto Bertinotti a intervenire, ma per far 'fare l'antidoping a chi entra in Parlamento...'. 'Davvero si e' perso il senso della misura - dichiara Cento - le 'Iene' fanno satira e l'inchiesta condotta sui 50 parlamentari andava comunque inserita in quel contesto. Perche' impedire che la trasmissione venga mandata in onda? L'intervento del Garante e' davvero sproporzionato anche perche', spesso, non ha detto una parola quando ad essere 'chiamati in causa' non erano parlamentari, ma semplici cittadini...'. 'Trovo assolutamente legittimo - prosegue il sottosegretario - che si faccia una campagna per dire che chi fa del proibizionismo spesso e' proprio quello che infrange le regole. Auspico davvero che la censura del Garante venga revocata'. 'Non vorrei invece - conclude Cento - che fosse un tiro al bersaglio contro una trasmissione che fa satira...'. 'Seguire fino in fondo la logica del Garante per la privacy equivale a chiudere il programma 'Le Iene'. Delle due l'una: o i politici meritano un trattamento di favore nelle inchieste tv, ma non oso immaginare che l'Autorita' sostenga una simile stupidaggine, oppure non si comprende perche' finora essa non sia intervenuta per tutti gli altri servizi, che hanno coinvolto soggetti differenti. E quindi non si comprende perche' intervenga solo adesso'. Lo afferma l'esponente di An Alfredo Mantovano, dopo che il garante della Privacy ha 'bloccato' il servizio di 'Le Iene' sull'uso di droga da parte di parlamentari. 'I parlamentari, che legittimamente ambiscono a esposizioni mediatiche, non dovrebbero sentirsi lesi da intromissioni, o presunte tali, fondate sulla loro esposizione pubblica, spesso ricercata', prosegue Mantovano, secondo il quale 'nel merito, se un parlamentare fa qualcosa di male, cio' illustra il suo profilo soggettivo, ma non trasforma la sua azione in qualcosa di buono. La legge sulla droga e' invece una buona legge: serve a colpire il traffico di stupefacenti ovunque sia diffuso e a limitare, e prima ancora, a prevenire, i danni del consumo; il giudizio su di essa non cambia neanche se fosse provato che chi l'ha votata fa uso di droga', conlcude Mantovano. Il vice presidente del Senato Roberto Calderoli ha proposto una modifica del regolamento di Palazzo Madama secondo la quale i senatori che assumono sostanze stupefacenti o alcoliche possono essere sospesi dai lavori del Senato da un periodo non inferiore ai 10 e non superiore ai 100 giorni di seduta. Lo rende noto lo stesso esponente leghista in una nota, nella quale afferma che "il costante ed inarrestabile incremento del consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche diffuso, senza distinzione di estrazione sociale e di censo, in ogni settore della popolazione, rappresenta un evidente ed oggettivo fattore di allarme sociale". "In casi di positività delle verifiche o in caso di rifiuto degli accertamenti da parte dell'interessato - scrive Calderoli - si prevede che il presidente possa proporre all'ufficio di presidenza di deliberare l'interdizione della partecipazione ai lavori del Senato del senatore stesso per un periodo non inferiore ai 10 e non superiore ai 100 giorni di seduta". 'L'iniziativa delle Iene e' un esempio dell'ipocrisia politica italiana. E' evidente che la questione dell'uso e del consumo delle droghe e' stata affrontata dalla politica con grandissima ipocrisia. E' proprio il caso di dire che questa volta la politica e' rappresentativa del paese. Ora si applichera' la legge Fini-Giovanardi ai parlamentari con tutte le sanzioni previste?'. Lo afferma, in una nota, il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli. 'L'ipocrisia della politica italiana -aggiunge- ha prodotto una delle leggi piu' punitive ai danni del consumatore alimentando sempre di piu' il mercato illegale delle droghe e facendo aumentare i guadagni delle narcomafie. E' necessario che il parlamento modifichi rapidamente la Fini-Giovanardi, pericolosa ed inutile legge-manifesto'. La presidenza della Camera non ha facolta' di intervenire sul divieto da parte del garante della privacy di trasmettere l'inchiesta delle 'Iene' sull'utilizzo di sostanze stupefacenti da parte di parlamentari, ma 'quanto e' avvenuto e' all'attenzione dell'ufficio di presidenza'. Lo ha detto in Aula alla Camera il presidente di turno, Carlo Leoni rispondendo ad alcune sollecitazioni sulla questione, di deputati di Forza Italia e Dc-Nuovo Psi. 'Invitiamo il Garante della privacy a tornare sui propri passi': lo afferma Massimo Donadi, capogruppo di Italia dei Valori alla Camera. 'Sarebbe opportuno che la messa in onda della trasmissione 'Le Iene' fosse consentita - spiega - perche', se e' vero che i dati sono stati carpiti all'insaputa degli interessati, e' anche vero che l'anonimato e' comunque garantito, ne' piu' ne' meno di quanto non lo sia negli analoghi servizi tante volte realizzati dalla trasmissione satirica di Italia Uno. Non vogliamo pensare che per i parlamentari si usi un altro peso ed un'altra misura di quanto non si faccia con gli altri cittadini. Anzi, proprio i politici, che ricoprono un ruolo pubblico basato anche sulla comunicazione di massa, meno di altri possono invocare la tutela della loro privacy'. 'E non si dica, con molta ipocrisia, che bisogna tutelare l'immagine e l'autorevolezza del Parlamento, sia perche' la dignita' del Parlamento si difende con gli atti e con le leggi che esso approva, sia perche', ormai, - conclude Donadi - i dati di questa 'pseudo-indagine' sono di pubblico dominio, anzi, lo sono ora molto di piu' di quanto non sarebbe accaduto consentendo la messa in onda del programma'. 'Bene l'Authority per la privacy sull'inchiesta delle Iene, mi congratulero' con il prof. Pizzetti'. Lo dichiara Luigi Lusi, senatore della Margherita a proposito della decisione di bloccare l'inchiesta sulla droga e i parlamentari. 'Un metodo scorretto con il quale si e' ritenuto che mettere al corrente il diretto interessato sulle reali intenzioni del servizio fosse addirittura superfluo -aggiunge- Allo stesso tempo non si capisce ancora quale fosse l'obiettivo di questa inchiesta se non infangare e mettere alla berlina le istituzioni. Il rischio piu' grande pero' sarebbe stato far arrivare ai giovani, veri appassionati di questo programma, il messaggio falso e fuorviante che la droga e' roba da vip o roba innocua che viene utilizzata tutti i giorni da tante persone e possa addirittura essere d'aiuto nel lavoro e nella carriera. Noi vorremmo invece che a tutti, indistintamente, non smettesse mai di arrivare il messaggio che l'uso di droghe e' sempre un errore, e si sconta sulla propria pelle e con la propria salute'. 'E' quindi un vero peccato che questa provocazione pericolosa e soprattutto fine a se stessa provenga proprio dalle Iene, una trasmissione dai grandi ascolti, soprattutto tra i giovani, che abbiamo sempre ritenuto intelligente per aver saputo proporre servizi di interesse pubblico e che ha persino aiutato a smascherare truffe ai danni dei cittadini'. 'Il rimedio e' peggiore del male, perche' la censura comunque non salva la leggerezza con cui si sono mossi gli autori del programma'. A dirlo e' Ignazio La Russa, capogruppo di Alleanza Nazionale alla Camera, commentando l'intervento del garante che ha bloccato il servizio delle Iene sul test antidroga ai parlamentari. 'Condanno fermamente la censura - continua La Russa - ma, visto che noi deputati abbiamo molti privilegi e qualche obbligo, magari spiacevole, invito i 50 'tamponati' a firmare la liberatoria per far sapere se e' vero che hanno assunto sostanze stupefacenti, Abbiamo il coraggio delle loro azioni'. 'Non credo che i risultati di quel test siano attendibili - dice La Russa - anche se sono molti in Parlamento quelli che si vantano di fare uso di droghe'. In ogni caso l'esponente di An, che precisa di non rientrare tra le vittime delle Iene, si dice pronto a farsi fare il test in qualsiasi momento, 'senno' - conclude - farei come quelli che predicano bene e razzolano male'. 'La provocazione fatta dalle Iene serva a buttare giu' il muro dell'ipocrisia'. Questo il parere del ministro all'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sull'inchiesta svolta dalle 'Iene' sull'uso di droghe tra i politici. Commentando le decisioni del garante della privacy, Pecorario Scanio, a margine di un convegno da Milano alla Camera di Commercio, aggiunge: 'Mi sembra che sia importante garantire a tutti i cittadini che non si prendano i dati personali. La privacy va rispettata ma va anche garantito il diritto di informazione'. Secondo il ministro le polemiche intorno al servizio giornalistico sono l'occasione 'per chiedere al Parlamento meno ipocrisia sulle droghe. Ci sono leggi assurde del passato che puniscono chi si fa uno spinello e poi tra le alte cariche c'e' chi fa uso di cocaina'. 'E' un'iniziativa poco corretta, ha fatto bene il Garante a pronunciarsi in questo modo, tra l'altro non so con che criterio abbiano selezionato le loro 'vittime'. Io, comunque, sono pronto a farmi il tampone in qualunque momento'. Lo ha detto il portavoce dell'Udc, Michele Vietti, a margine di un incontro del 'tavolo dei volenterosi' a proposito dell'inchiesta delle 'Iene' sull'utilizzo di sostanze stupefacenti da parte dei parlamentari. Vietti ha inoltre osservato di ritenere 'poco credibile' che un parlamentare su tre faccia uso di droghe. "Di fronte a un fulgido esempio di tv spazzatura che calpesta uno dei diritti inviolabili di ogni persona, la privacy, il Parlamento deve reagire con uno scatto di orgoglio a una operazione qualunquistica". Carlo Ciccioli (An), psichiatra e gia' primario del servizio tossicodipendenze della Asl di Ancona, commenta cosi' la trasmissione delle 'Iene' sulla droga in Parlamento. "Oltre a utilizzare uno strumento statistico di bassa attendibilita' - spiega Ciccioli - l'operazione delle 'Iene' tende a far passare la tesi ideologica che se si drogano anche i deputati allora drogarsi in fondo non e' cosi' pericoloso, che se si drogano i deputati in fondo tutti possono drogarsi senza eccessivi pericoli per la salute. Noi parlamentari dovremmo dare l'esempio, tutti insieme, e sottoporci all'esame del capello: l'unico esame in grado di dare risposte veritiere e su tempi lunghi su un argomento cosi' delicato. E dare il quadro esatto del comportamento di costume della classe politica: ognuno - conclude l'esponente di An - si assuma le proprie responsabilita'". 'Sulla vicenda, parlo da tampinato e 'tamponato' dalle Iene, per questo mi permetto una bonaria tirata di orecchie per il modo scorretto ed anche un po' subdolo con il quale hanno perseguito lo scopo'. Lo dichiara Fabio Evangelisti, vicecapogruppo di Idv alla Camera. 'Detto questo e premesso che non ho alcun tipo di problema a che il filmato vada in onda - aggiunge - sono combattuto perche' non vorrei che la decisione del Garante finisca per trasformare i carnefici in vittime di una qualche forma di censura o, addirittura, del potere, facendo il loro esatto gioco'. 'Del resto non serve fare questo tipo di accertamenti per scoprire, alla fine della fiera, che l'acqua e' calda perche', se e' vero che il Parlamento e' lo specchio del Paese, la scoperta che vi sia qualcuno che ogni tanto fuma uno spinello, e' come accertare che in Parlamento vi sono grassi e magri, onesti e disonesti, alti e bassi', conclude Evangelisti. "Sono sempre stato contro tutte le censure". Il portavoce di An, Andrea Ronchi, si esprime cosi' sulla decisione del Garante per la privacy di sospendere la trasmissione delle "Iene" dedicata alla droga in Parlamento. "Non ho visto il servizio, ho letto solamente i giornali come tutti- precisa Ronchi- ma credo che il rimedio sia peggiore del buco. Sono sempre stato profondamente preoccupato della parola 'censura'. Secondo me bisogna parlare, e' diritto di tutti di esprimersi e ognuno poi si deve prendere le proprie responsabilita'". Il 'test' delle Iene sull'uso di droghe da parte dei parlamentari pone 'problemi di violazione della privacy francamente inaccettabili e non perche' si tratta di parlamentari: lo stesso principio varrebbe per tutti, anche per i semplici cittadini'. In un intervento su Rifondazione.it, il segretario del Prc Franco Giordano commenta cosi' la vicenda che ha portato l'Authority a bloccare il servizio preparato dal programma di Davide Parenti in onda su Italia 1. 'La vicenda delle Iene non deve dar vita ad istinti proibizionisti, bensi', nella denuncia per la modalita' usata, deve far riflettere -aggiunge Giordano- su una realta' diffusa non solo negli ambienti 'alti' della societa'. Siamo nettamente contrari ad ogni cultura meramente repressiva che, come accade nel ddl Fini, scambia le vittime della droga con i carnefici. Il nostro obiettivo e' abrogare rapidamente le norme volute dal governo Berlusconi'. 10-10-2006 Venezuela. La droga incenerita per prevenire la corruzione dei funzionari Come avviene per i detenuti in carcere, anche la droga finisce "ammucchiata" nelle stanze di custodia della polizia venezuelana. Ma se fino a vent'anni fa, quando i sequestri di droga non arrivavano a cento chilogrammi l'anno, le sostanze erano custodite su mandato dei giudici nei sotterranei della Banca Centrale o in appositi locali della polizia, l'incremento massiccio delle quantita' sequestrate hanno acuito enormemente i problemi. Anche perche' passa sempre molto tempo tra il sequestro, gli accertamenti, le analisi di laboratorio, e la decisione definitiva della Corte suprema. Un periodo lungo che si presta alle irregolarita', ossia trafugamento di una parte del prodotto sequestrato, corruzione di funzionari, sostituzione con sostanze innocue, insomma, tante forme di manipolazione e di frode. Dopo vari tentativi di soluzione del problema, nel 2004 e' stata varata una riforma che regolamenta la distruzione della droga sequestrata. Da allora, per prevenire la corruzione nella polizia, sono state bruciate 150 tonnellate di sostanze psicotrope. 10-10-2006 Venezuela. Cresce il consumo di droghe tra i ragazzi I rapporti dei servizi d'assistenza confermano una tendenza allarmante: l'eta' d'avvio del consumo di droghe si situa sotto i dieci anni. Se si considerano gli studi effettuati dalla precedente Comision Nacional contro l'uso illegale di droghe, si nota che c'e' un anticipo di almeno tre anni tra coloro che entrano in contatto con alcol, sigarette, marihuana o droghe pesanti come cocaina e i suoi derivati. I dati, che si riferiscono al 2005 e derivano da due relazioni di centri di trattamento pubblici e privati, indicano che il 2,27% dei pazienti assistiti aveva un'eta' compresa tra gli 8 e i 14 anni. Sebbene sia una quota piccola, non puo' non destare allarme, poiche' fotografa la realta' che si vive per le strade. Il problema potrebbe avere a che fare con una maggiore disponibilita' di droghe sia nelle periferie sia nei centri urbani, e anche con un calo della percezione del rischio legato all'uso di quelle sostanze. Le droghe con cui aveva iniziato il 70% delle persone assistite dai centri di riabilitazione nel 2005 erano alcol e marihuana, merntre la sigaretta figurava nel 15,7% delle risposte; un anno prima era la cocaina ad occupare il terzo posto. I rapporti indicano che negli ultimi anni sia l'eroina sia le droghe sintetiche figurano tra le prime sostanze sperimentate da coloro che poi si trasformano in tossicodipendenti. Esiste poi un collegamento tra l'abuso di droghe, lo stato civile e la formazione scolastica: i pazienti assistiti dai servizi di riabilitazione sono nella maggioranza celibi e non hanno concluso gli studi medi superiori. Di conseguenza, il 60% di loro non ha un lavoro qualificato. Il sondaggio realizzato alla fine del 2005 rivela inoltre che in Venezuela il consumo di bevande alcoliche e' considerato normale in ampi settori della popolazione. Su dieci intervistati, sei ammettono di averne fatto uso nel mese precedente l'intervista. In accordo con l'indagine, il consumo d'alcol non desta allarme; al contrario, birra, rum e altri alcolici accompagnano di norma le riunioni sociali, specialmente nel fine settimana. L'alcol, conclude il rapporto "e' la droga piu' importante in Venezuela, sia in termini quantitativi sia per problematiche sociali". Alianza para una Venezuela sin Drogas ha scoperto una nuova modalita' di consumo tra i giovani: la cocaina e alcuni dei suoi derivati vengono usati simultaneamente alla marihuana. Secondo Odalys Caldera, membro della giunta direttiva dell'organizzazione, le sostanze vengono mescolate nella convinzione che la marihuana mitighi il senso di "accelerazione" prodotto dalla cocaina. La signora Caldera segnala poi che la stragrande maggioranza delle droghe consumate provengono dalle eccedenze delle forniture destinate ad altre zone del mondo. Non pero' i derivati della cocaina, ha aggiunto, che sono elaborati sul territorio nazionale, in laboratori rudimentali. "C'e piu' droga per le strade. Il consumo e' aumentato ed e' necessario rafforzare gli interventi di polizia, specialmente nei pressi delle scuole." "La droga d'avvio tra i bambini e gli adolescenti continua a essere l'alcol, ma nell'ambiente familiare c'e' sempre un amico o un cugino che procurano la marihuana o la cocaina". 11-10-2006 Italia. Casini: test antidroga per tutti i parlamentari "Gli italiani hanno diritto di sapere se i parlamentari che eleggono sono tossicodipendenti. In nome della trasparenza credo che sia indispensabile un test per tutti i deputati e senatori, fatto dalle istituzioni e non quindi sotto forma di esperimento estemporaneo e scientificamente indimostrabile". Pier Ferdinando Casini interviene clamorosamente nella polemica che ha portato all'oscuramento della trasmissione televisiva "Le Iene", in cui si denunciava un alta percentuale di consumatori di droga fra i rappresentanti del popolo. "L'episodio che ha visto coinvolto quel programma tv e che ha prodotto dibattiti sulle emittenti sia pubbliche che private ha dato un'immagine desolante del Parlamento e della sua classe politica. - prosegue il leader dell'Udc - Oggi ha poco senso interrogarsi sull'iniziativa del Garante della Privacy o parlare dell'esperimento delle Iene. Credo invece che l'unico modo di rispondere a questa crisi di credibilita' e di evitare un dibattito stucchevole e una sorta di caccia al tesoro sia sottoporre tutti noi ad un esame clinico sulla tossicodipendenza. Ci vuole coraggio. Ma ognuno di noi, anche in quanti pubblico ufficiale, deve essere una casa di vetro per i suoi elettori". INDAGINE DELLA PROCURA? Il Telefono antiplagio, comitato italiano in difesa delle vittime e contro gli abusi, ha inviato oggi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma un esposto con il quale si chiede di invitare i responsabili della trasmissione 'Le Iene' a rivelare all'autorita' giudiziaria i nominativi dei Parlamentari coinvolti e di valutare se gli stessi Parlamentari abbiano violato la legge 49/2006. Il responsabile del Telefono antiplagio, Giovanni Pamunzio, dopo avere ricordato alla magistratura che, a detta dei responsabili della trasmissione, l'identita' dei Parlamentari non veniva svelata, ha sottolineato che 'in molte altre occasioni Le iene hanno mandato in onda servizi relativi a violazioni amministrative e penali in cui i responsabili non erano riconoscibili e in tali circostanze il Garante non e' intervenuto'. Un esposto alla Procura di Roma per consentire cosi' alle autorita' giudiziarie di aprire una inchiesta e appurare come i deputati e i senatori si riforniscono di hashish e cocaina e in che modo queste sostanze entrano nelle strutture di Governo, sara' presentato dall'associazione Polo Tecnico. Il test delle Iene, spiega in una nota l'associazione, rivela che un deputato su tre si droga, il 'drugwipe' ha quindi fatto scoprire che 'su 50 deputati il 32% ha fatto uso di sostanze stupefacenti nelle ultime 36 ore'. Il presidente del Polo Tecnico, Marco Angelelli ha quindi voluto sottolineare che 'non puo' essere ammissibile che parlamentari, a cui e' affidato il destino del nostro Paese, facciano uso di sostanze stupefacenti che alterano la lucidita' e mettono seri dubbi sull'integrita' dello stato mentale degli onorevoli nell'esercizio del proprio dovere'. I parlamentari, secondo Angelelli, 'sono uomini e donne al servizio dello Stato che prestano giuramento di lealta' e fedelta' alla Repubblica nel rispetto pieno della Costituzione e delle sue leggi, alla stessa stregua dei militari, e come tali e' inconcepibile anche l'uso personale di droghe. Sarebbe utile sapere chi sono i loro pusher'. ALTRI COMMENTI "Mi sono arrabbiato anch'io quando ho saputo che il Garante per la privacy vietava la trasmissione delle Iene sulla droga consumata dai deputati. Abbiamo tutti il dubbio fondato che altrettanta solerzia sarebbe mancata nel caso i soggetti dell'inchiesta fossero stati semplici cittadini. Poi pero' mi sono chiesto: e se fosse capitato a me?". Dopo essersi posto questa domanda, Gad Lerner ha cambiato idea. L'Infedele lo spiega nell'omonima rubrica pubblicata on-line da Alice news. "Bisogna sempre mettersi nei panni degli altri, prima di schierarci. Se fosse capitato a me che un tipo a meta' intervista su tutt'altro argomento mi tamponasse con la scusa del sudore? A voi - continua Lerner - andrebbe di essere sottoposti a rilievi clinici da chicchessia, qualunque sia il suo scopo? Il messaggio delle Iene resta fortissimo, sull'incoerenza di molti nostri parlamentari. Molto ma molto piu' clamorosa, ribadita nei servizi trasmessi ieri sera, la loro ignoranza. Pero' ci ho ripensato, e alla fine temo di dovermi associare - conclude L'Infedele - all'impopolare decreto del Garante". 'Siamo in perfetta media come consumo, siamo sopra la media come ipocrisia, visto che nove mesi fa questo Parlamento ha votato una legge che manda in galera un ragazzo con 8 spinelli in tasca'. Lo dice a 'Libero' il presidente della commissione Attivita' produttive della Camera Daniele Capezzone, tra i parlamentari tamponati dalle 'Iene', assicurando che, per quanto lo riguarda, 'l'unica cosa per cui possono trovarmi positivo e' il fumo passivo delle Gauloise di Marco Pannella'. 'Gia' due anni fa sostenevo -ricorda poi il leader radicale- che se un cane poliziotto entra a Montecitorio prima gli va in tilt il naso poi si arrende. In queste ore vedo troppe Alice nel paese delle meraviglie', considera Capezzone, sottolineando che 'dire che le droghe sono tutte uguali ha fatto schizzare in alto il consumo di cocaina' e che 'solo di cocaina la 'ndrangheta incassa ogni anno cifre da manovra finanziaria. Del resto -aggiunge- il proibizionismo ha prodotto solo piu' morti, piu' droga e piu' Aids'. "Se le Iene non aderiscono al nostro invito di blocco delle informazioni ci saranno sanzioni, ma penso che Mediaset capisca le nostre motivazioni". Lo ha affermato ai microfoni di Sky Tg24, Maurizio Paissan, componente del Garante della Privacy, a proposito della decisione di bloccare il servizio delle 'Iene' sull'uso di sostanze stupefacenti fra i parlamentari. "Non è possibile - ha spiegato Paissan - travolgere le persone in nome del diritto di cronaca. Il nostro ruolo è quello di trovare il punto di equilibrio fra libertà di stampa, di satira in questo caso, e il diritto del singolo cittadino ad essere tutelato nei suoi valori fondamentali come la propria dignità, la propria riservatezza e la propria identità". Paissan ha poi precisato che l'intervento del Garante "non è sulla trasmissione ma sulle modalità di raccolta di dati ipersensibili, cioè di dati sanitari. Anche se venissi a sapere che chi, nel suo ruolo pubblico, si pronuncia in senso proibizionista in tema di droga ne è invece un abituale consumatore - sottolinea - posso pubblicare la notizia ma lo devo venire a sapere attraverso altre vie, non con il trucchetto di asciugare il sudore...". Il recente 'narco test' operato tra i parlamentari dalle 'Iene' riporta alla ribalta la necessita' e l'urgenza di porre la questione della dipendenza e del disagio sociale in cima all'agenda del Governo, affinche' venga affrontata con la collaborazione degli operatori del pubblico e del privato quella che ormai potremmo definire 'epidemia sociale'. Lo afferma la Fict (federazione italiana comunita' terapeutiche). La notizia del consumo di droghe, e in particolare di cocaina, da parte di alcuni parlamentari - sottolinea la federazione - non stupisce: la societa' odierna e' schiava del mito dell'apparire piu' che dell'essere e dal rapporto sempre piu' pressante con il tempo e lo spazio. Il ricorso a consumi, sostanze lecite o illecite sta pero' veicolando, sottolineano, un pericoloso concetto di 'normalita' e di una tollerata 'cultura dell'additivita'. Il vedere che tutto questo tocca anche il mondo dei parlamentari che ci rappresentano a livello nazionale, secondo la Fict impone degli interrogativi: quali messaggi stiamo trasmettendo ai giovani? Che rinforzo offriamo ai loro comportamenti gia' indirizzati alla trasgressione piu' o meno consapevole? Il disagio del vivere si supera solo cosi'? Quali modelli educativi gli adulti 'responsabili' stanno passando? La soluzione, secondo la federazione, non sta certo nella legalizzazione o liberalizzazione delle droghe, ma in una capillare educazione, una formazione preventiva sul concetto di salute e di indipendenza e una forte informazione sui rischi connessi all'uso e all'abuso di tali sostanze. Alessandra Mussolini, europarlamentare di Alternativa Sociale e segretario nazionale di Azione Sociale, commenta le dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini sui test sulla tossicodipendenza dei parlamentari: 'Ieri diceva che era una trovata pubblicitaria. Oggi di fronte alla indignazione popolare, si converte alla trasparenza. Una incoerenza tipica del soggetto, che e' pronto a virare secondo le convenienze. Intanto, oggi tutti vogliono sapere chi sono i deputati drogati anche a seguito della iniziativa di Azione Sociale'. "Credo che ogni deputato debba fare volontariamente il test del tampone. Per quel che mi riguarda, come gia' dichiarato, non mi sottrarrei di certo a questo tipo di verifica". A offrirsi per un eventuale controllo tossicologico e' Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera dei deputati e presidente nazionale di Azione giovani. Non si sottrarrebbe al test, ma definisce "eccessiva sotto tutti i punti di vista", la televisione delle 'Iene': "E' stato eccessivo, seppur provocatorio e divertente- dice- sottoporre agli inconsapevoli intervistati un test tossicologico utilizzato dalla polizia britannica". Secondo la vicepresidente della Camera, il servizio avrebbe avuto "piu' incisivita' giornalistica" se avessero chiesto al singolo deputato di sottoporsi al test "spontaneamente" perche', in caso di rifiuto, "se ne sarebbe assunto la responsabilita'". Altrettanto "eccessiva" pero', secondo Meloni, e' la censura del Garante che, "di fatto, alimenta la curiosita' e la cultura del sospetto". E' 'sconvolgente' secondo don Pierino Gelmini la notizia del test delle 'Iene' secondo il quale un deputato su tre fa uso di sostanze stupefacenti, per la maggior parte cannabis, ma anche cocaina. Il fondatore della Comunita' Incontro si dice contrario alla messa in onda del servizio (proibita oggi dal garante della privacy) 'come scoop' mentre e' piu' possibilista se fosse proposto 'in una discussione seria e obiettiva'. Don Gelmini con l'Ansa parla di risultati sconcertanti 'anche se fosse risultato positivo un deputato su dieci o uno su 20'. 'Oggi qualche mio ragazzo mi ha detto - ha proseguito - 'guarda, don Pierino come si comportano i legislatori, quelli che ci mettono addosso pesi. E noi andiamo in carcere...'. E' questo il primo risultato di una notizia che, anche se non ufficiale, e' veramente sconvolgente. Non ci aspettiamo che i parlamentari siano superman ma almeno consapevoli della loro responsabilita' di fronte ai giovani'. Il fondatore della Comunita' Incontro si e' quindi detto contrario a far vedere il servizio delle Iene come 'una specie di scoop, come qualcosa che diventa morboso'. 'Si potrebbe farlo casomai - ha proseguito - in maniera serena, obiettiva'. Don Gelmini e' infine tornato a scagliarsi contro ogni ipotesi di abrogare della legge Fini-Giovanardi. 'La droga - ha concluso - sta diventando talmente un elemento devastante che se non erigeremo delle dighe verremo travolti e inondati in modo scandaloso'. Il deputato del Pdci Elias Vacca non condivide la decisione del Garante per la privacy di bloccare la trasmissione delle Iene sul test ai 50 parlamentari, ma non approva neanche il metodo usato dagli autori del programma. 'Perche' non hanno detto apertamente che si trattava di un test-antidroga? Davanti alle telecamere chi si sarebbe potuto sottrarre? In piu' avrebbero potuto mandare in onda senza problemi la trasmissione. Cosi' invece si puo' fare appunto appello alla privacy. Anche se personalmente non lo condivido'. 'Mi dispiace che le Iene non si occupino anche di parlamentari come noi - aggiunge - che invece non hanno proprio nulla da nascondere. Mi offro come volontario per ogni tipo di test, da quello anti-droga a quello anti-alcool. In Parlamento c'e' anche gente per bene...'. 'Da tutto questo parlare, a proposito e a sproposito, giunge la conferma che c'e' sicuramente una maggioranza per abrogare la legge Fini- Giovanardi': e' quanto afferma Franco Corleone, presidente di Forum Droghe ed ex sottosegretario alla giustizia, commentando le polemiche suscitate dai narcotest delle 'Iene' sui deputati. 'A questo punto ci auguriamo - continua Corleone - che la proposta Boato, depositata alla Camera con decine di firme, venga messa presto in discussione'. 'Questo fenomeno sociale - conclude - e' stato finora affrontato solo con la criminalizzazione, e' l'ora di scegliere una strada diversa'. "Le cose che fanno le Iene? Di solito sono clownesche e non vanno prese sul serio". Cosi' il ministro per l'Universita' e la ricerca, Fabio Mussi, si e' espresso sulla cancellazione del servizio sul consumo di droghe tra i parlamentari che sarebbe dovuto andare in onda stasera durante il programma di Italia 1. Una decisione, quella della cancellazione, presa dal Garante della privacy. "Credo che i giornalisti delle Iene, con il loro solito stile irriverente, non abbiano rispettato tutti i canoni del 'giornalismo di stile'. Ma se avessero lo stile del giornalismo le Iene non sarebbero le Iene". A dichiararlo e' il portavoce nazionale dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando, che era stato fra gli inconsapevoli 'testati' dalla troupe delle Iene davanti a Montecitorio. "Non so e non spetta a me stabilire se le Iene abbiano commesso un reato nel prelevare 'abusivamente' dei campioni fisiologici, ma certamente, stando a quanto comunicato oggi, non credo che avrebbero violato la privacy di alcuno con la messa in onda del servizio. Non e' certo censurando il risultato di un'inchiesta giornalistica che si censura il metodo con cui l'inchiesta e' stata condotta. Se vi e' stato un reato - ha aggiunto Orlando - questo andava e va perseguito nelle sedi opportune, non certo con la censura televisiva". 'Quanto e' accaduto e' un fatto grave perche' lede la tutela della privacy dei cittadini, sottoposti in questo caso con un imbroglio a un test'. Interviene cosi', la Ministra per i Diritti e le Pari Opportunita', Barbara Pollastrini, nella polemica sulla decisione del Garante della Privacy di non mandare in onda l'inchiesta de 'Le Iene' sull'utilizzo di stupefacenti da parte di deputati e senatori. 'Il giudizio - prosegue la Ministra - non e' condizionato dal fatto che coloro che sono stati coinvolti sono dei parlamentari. E' la difesa di un principio che deve valere per tutti. Anche per i parlamentari. Non entro nel merito del servizio televisivo anche se sono convinta che e' interesse di tutti una riflessione sulle involuzioni che si possono determinare se non si pone un freno ad una logica 'scooppistica' che per una ragione o per l'altra sta diventando centrale. Basti pensare - ha concluso la Ministra - alla vicenda delle intercettazioni abusive o diffuse illegalmente'. "Senza voler entrare nelle polemiche di oggi sulla trasmissione televisiva le "Iene" o sull'attuale legge sulle tossicodipendenze- dichiara Ignazio Marino, presidente della commissione Sanita' di Palazzo Madama ma osservo che chi ha la responsabilita' di rappresentare i cittadini italiani, ed ha il compito di scrivere e di votare le leggi, dovrebbe farlo senza avere in corpo sostanze stupefacenti, di qualunque tipo esse siano". Non credo, prosegue, "che un cittadino approvi, o sia disposto ad accettare con leggerezza il fatto che un deputato o un senatore vada in aula a votare sotto gli effetti dell'eroina, della cocaina oppure dell'alcol". "Questo vale a mio avviso per qualunque lavoro ma- sostiene Marino- e' un principio tanto piu' valido quando si ricoprono incarichi elettivi e quindi si assume il compito di rappresentare il paese, fatto che ha delle ovvie implicazioni etiche". Negli Stati Uniti, scrive ancora l'esponente ulivista, "i controlli negli uffici pubblici federali sono frequenti: e' una prassi consolidata, considerata normale e che non viene ritenuta lesiva della liberta' dell'individuo ne' del diritto alla privacy". Deputati e senatori siano "trasparenti" come i colleghi 'made in Usa', sul caso dello 'scoop' delle 'Iene' sul test per individuare il consumo di droga. E' l'invito di Marco Cutrufo (Dc), che ricorda come "nel nostro parlamento ci sono molti eletti che si ispirano ai comportamenti statunitensi, derivanti dal maggioritario e dall'elezione diretta dei presidenti". E' giusto quindi- ha continuato Cutrufo- che, come succede in America, si rivelino con trasparenza, anche per quanto riguarda le loro abitudini private ed invece di attendere la probabile pubblicazione da parte delle 'Iene' dell'elenco di quegli inquilini del Palazzo che fanno uso di stupefacenti, lo dicano loro stessi senza timore". 'Piu' che la tutela della privacy, la decisione del Garante sembra tutelare l'ipocrisia di tanti politici, che pubblicamente predicano il proibizionismo e approvano leggi che riempiono le carceri di tossicodipendenti e poi privatamente consumano ogni tipo di droga'. E' quanto sostiene Vittorio Agnoletto, europarlamentare della Sinistra unitaria, a proposito dell'intervento dell'Authority sul programma delle Iene su 'onorevoli e droga', richiamando 'la solita doppia morale per la quale, nel passato, tra i piu' irrudicibili avversari del divorzio vi erano leader di partito pluridivorziati. Per non parlare dell'ipocrisia odierna di tanti fieri oppositori ai pacs'. Per Agnoletto, 'gli italiani hanno diritto di sapere se, come dimostrerebbe il servizio delle Iene, anche nei palazzi della politica si fa uso di sostanze stupefacenti. Non che sia una novita', ma credo che, nei limiti del rispetto della privacy, si debba essere informati di una notizia di questo genere. Non capisco questa censura preventiva, visto che a quanto mi risulta non sarebbe stato possibile riconoscere i parlamentari che hanno fatto uso di sostanze. E' ora di far emergere le contraddizioni di buona parte della classe politica, che da una parte firma leggi proibizioniste e repressive e dall'altra consuma abitualmente sostanze'. 'Anche in altre occasioni le Iene hanno raccolto 'dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute', pero' il Garante per la tutela della Privacy non e' mai intervenuto. Lo fa solo ora che, ad essere coinvolti, sono i politici. Come mai? Che abbia ricevuto pressioni?'. Se lo chiede il deputato di An Riccardo Pedrizzi, responsabile del partito per le politiche della famiglia. 'Un parlamentare, in quanto tale, -ricorda Pedrizzi- ha il dovere di rendere conto all'opinione pubblica, al popolo sovrano che lo ha delegato a rappresentarlo; perche' i cittadini hanno il diritto di sapere chi hanno eletto'. Per Pedrizzi, 'ogni parlamentare sottoposto al 'drug wipe' dalle 'Iene' dovrebbe dare il suo assenso alla messa in onda della trasmissione. E questo anche a tutela dell'istituzione Parlamento e per scongiurare ondate qualunquistiche. In ogni caso, non si vede cosa c'entri la legge Fini anti-droga e anti-spaccio: quand'anche il 'drug wipe' fosse totalmente attendibile, quand'anche risultasse vero che un deputato su tre fa uso di droga, quella norma rimarrebbe sacrosanta, perche' mira a colpire gli spacciatori, i venditori di malattia e di morte, a riaffermare il principio che drogarsi non e' lecito e non e' un diritto, a promuovere concretamente il recupero delle persone tossicodipendenti. Se poi qualcuno dei deputati che l'ha votata avesse problemi di coerenza -conclude Pedrizzi- farebbe bene a sfruttare le possibilita' di disintossicazione che tale legge permette'. "Condivido la proposta dell'onorevole Casini: l'unico test che temo è quello sul consumo di cioccolata". Lo afferma Francesco Pionati, senatore dell'Udc, aggiungendo: "Puerile la linea giustificazionista che dice: il Parlamento è lo specchio del Paese. Le Camere dovrebbero essere un esempio di moralità e di rettitudine. L'immagine di un parlamentare che fa uso di droge, a mio giudizio, è devastante e allontana di anni luce la gente dalle istituzioni". Test tossicologico per tutti i deputati. E' quanto chiede in una lettera al presidente della Camera Fausto Bertinotti, il capogruppo di Alleanza nazionale in commissione Affari costituzionali, Italio Bocchino. Nella lettera Bocchino invita Bertinotti "a valutare con l'ufficio di presidenza la possibilita' di rivolgere l'invito a tutti i deputati affinche' si sottopongano al test tossicologico con esame del capello, dal quale e' possibile verificare l'assunzione di sostanze stupefacenti fino ad un anno addietro". Cio' consentirebbe, conclude Bocchino, la "tutela dell'immagine e della dignita' dei deputati pesantemente minate dal servizio delle Iene". "Chiedo al presidente della Camera Bertinotti di invitare i parlamentari a sottoporsi volontariamente a un test per dimostrare se assumono o no sostanze stupefacenti. Bisogna diradare il polverone che si e' abbattuto e l'unico modo per farlo non e' quello di attendere con una proposta di legge che una verifica di questo tipo diventi obbligatoria, ma favorire subito una decisione volontaria della Camera con una prova che offra all'opinione pubblica un quadro della situazione. Chi dovesse rifiutare il test se ne assumerebbe la responsabilita' di fronte alla pubblica opinione. Altra strada non c'e' per placare le polemiche". È quanto dichiara Maurizio Gasparri dell'esecutivo di Alleanza nazionale. Il Capogruppo regionale AN Gianni Plinio ha invitato tutti i colleghi consiglieri regionali a sottoporsi volontariamente al test sull'assunzione di droghe in segno di solidarieta' con le Iene oscurate dal Garante della Privacy ed a dimostrazione che i politici non devono godere di trattamenti privilegiati. 'Spero che i colleghi condividano il senso del mio appello e che un'adesione possa venire anche dai consiglieri provinciali e comunali - ha detto Plinio. La censura alle Iene alimenta a dismisura, anche in Liguria, la cultura del sospetto e, pertanto, occorre dare all' opinione pubblica segnali concreti e convincenti'. 'Non e' consentibile ne' la censura di un servizio giornalistico che non avrebbe violato la la privatezza di alcuno e neppure avvalorare la tesi che ai politici siano riservati trattamenti di favore fino al punto di godere di una sorta di immunita' in materia di antidoping - prosegue il capogruppo di An-. Se poi al test, che potra' essere effettuato dal personale di una ASL, risulteranno consiglieri tossicodipendenti spettera' al Presidente dell' Assemblea valutare l'adozione di eventuali provvedimenti nei loro confronti'. 'Una cosa e' certa - conclude Plinio - i cittadini dovrebbero sapere se i loro rappresentanti fanno uso di sostanze stupefacenti e soprattutto se siano ricattabili per via del legame che intercorrerebbe tra loro ed i pusher di fiducia'. Apprendiamo con soddisfazione dalle agenzie di stampa che l'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha pure lui lanciato la proposta di un test obbligatorio anti-droga per i parlamentari. Un'idea che e' ripresa in tutto e per tutto dall'intervista del capogruppo vicario della Dc alla camera Giampiero Catone, pubblicata oggi dal nostro giornale di partito, al fine di accertare chi sia in grado di 'pilotare la nave Italia'. Ad affermarlo, in una nota, e' il quotidiano della Dc, "la Discussione" di cui Catone e' direttore politico. "Fa sicuramente piacere che le idee diffuse dal nostro giornale vengano cosi' autorevolmente copiate - prosegue la nota de 'La Discussione' - anche se il presidente Casini non perde occasione di sminuire il ruolo politico del partito cui fanno riferimento il quotidiano e Giampiero Catone. In tema di anti-doping - conclude La Discussione - si potrebbe immaginare, assieme a quello in materia di droga, un test per accertare se qualche idea che si fa strada nel mondo politico sia frutto di autonoma elaborazione o, come in questo caso, di una comoda opera di 'copia incolla'". 'La nostra posizione e' quella di sempre cioe' la liberalizzazione delle sostanze leggere e l'abolizione della Fini-Giovarandi, C'e' un moralismo nel nostro Paese che in realta' favorisce solo il commercio illegale. Noi pensiamo che si debba punire il traffico illegale che alimenta la criminalita' organizzata e non i consumi individuali. Per fare questo la via della legalizzazione e' l'unica possibile'. Cosi' Gennaro Migliore capogruppo del Prc alla Camera interviene nel dibattito in merito all'uso di droghe dopo le polemiche per il servizio televisivo delle Iene. A chi gli chiede se sia favorevole alla proposta di Casini di rendere obbligatorio un test sulla droga per i parlamentari, il capogruppo di Rifondazione risponde: 'Sono per la volontarieta' ed il rispetto della privacy'. "Sono assolutamente d'accordo con quanto afferma Pierferdinando Casini. Ci vuole un atto di chiarezza per porre fine a queste ondate di fango che colpiscono soprattutto chi con coerenza ha sempre lottato contro la cultura della droga". E' quanto ha dichiara Adolfo Urso, dell'Esecutivo di An, in merito alla proposta lanciata dall'ex presidente della Camera per un test sulle tossicodipendenze obbligatorio per tutti i parlamentari. "In attesa che tale proposta diventi norma di legge - aggiunge - è opportuno, da subito, un test volontario, ovviamente non anonimo, che i servizi del Parlamento potrebbero facilmente attivare". "Concordo con la proposta di Casini, ma propongo di aggiungere il test dell'Hiv, l'analisi del colesterolo e un certificato rinnovabile di buona condotta firmato dal parroco. Solo cosi' saremo certi di avere una rappresentanza parlamentare senza ne' dipendenze, ne' vizi della carne, ne' peccati di gola". Ad affermalo e' il segretario della Democrazia cristiana senatore Gianfranco Rotondi. Stupito del clamore suscitato dallo 'scoop' delle 'Iene' sugli 'onorevoli tossicodipendenti'? "Assolutamente no": e cosi' Claudio Leonardi, direttore dell'Unita' operativa complessa prevenzione e cura delle tossicodipendenze ed alcolismo dell'Asl Roma C, rivisita un vecchio adagio: "C'e' chi predica male, ma molto spesso alcuni razzolano anche peggio". Il medico, pero', entra subito nello specifico del problema, tanto per mettere in guardia i nostri rappresentanti in Parlamento. "L'utilizzo prolungato di cannabis- sostiene Leonardi- puo' provocare ottundimento delle capacita' cognitive, soprattutto in fase acuta, quando cioe' si e' appena fumato". "Man mano che si fumano sempre piu' 'spinelli', questo 'effetto rimbambimento' e' sempre piu' lieve, per il principio della cosiddetta 'tolleranza', ma- precisa l'esperto- non c'e' da rallegrarsi: questa droga agisce a livello cerebrale, e i sintomi che si manifestano, quando si e' in astinenza, sono facile irritabilita' ed irrequietezza". Leonardi passa poi ad elencare gli 'incidenti di percorso' in cui deputati e senatori potrebbero incappare, se scegliessero di sniffare cocaina. "Questo tipo di droga ha effetti clinici e conseguenze piu' devastanti rispetto alla cannabis- spiega- poiche', quando si introduce nell'organismo, causa immediate reazioni: iperattivita', grande livello di attenzione e concentrazione, come se si fosse iperstimolati a livello cerebrale". Fare uso prolungato di cocaina, secondo il tossicologo, "produce un esaurimento delle risposte energiche agli stimoli esterni", cosi' che "i suoi effetti stimolanti sono inferiori e bisogna introdurre maggiori quantita' della sostanza stupefacente, per sentirsi iperattivo". L'astinenza e' poi "notevolmente piu' pesante di quella da 'spinello': si va incontro a momenti di depressione, irritabilita' e nervosismo". In sintesi, per Leonardi "tutti i meccanismi cerebrali si mettono bene in moto, solo se c'e' cocaina nell'organismo". Nel tempo, poi, questa droga "porta alla distruzione di un numero sempre maggiore delle cellule della corteccia cerebrale, danno- sottolinea- nel quale e' seconda solo all'alcool". Ma si puo' distinguere, solo osservandolo, un consumatore abituale di cocaina, fra i volti noti del Parlamento? "Non ci sono segnali specifici- replica Leonardi- forse, direi, soltanto i 'tic' nervosi, che sono involontari, e chi prende abitualmente questa sostanza il controllo sul sistema nervoso centrale, via via, non ce l'ha piu'". Infine, l'esperto si dichiara "perplesso" sulla sensibilita' del test delle 'Iene', perche' "piu' che il sudore, almeno nel caso della cannabis, e' l'urina che rivela la presenza di sostanze stupefacenti"; ma l'esito della prova tampone svela che "fra i 50 parlamentari 'testati' c'e' di certo chi ha sniffato cocaina". Il coordinatore di An in Puglia, Adriana Poli Bortone, si schiera con le Iene e torna a proporre il test dell'anti-doping per i politici 'Provocatorio o meno - afferma - quello delle 'Iene' e' un episodio che non puo' essere sottovalutato'. 'Qualcuno ricordera' - aggiunge - che nei mesi scorsi sostenni la necessita' dell'anti-doping per chi si accinge ad assumere responsabilita' politiche. Fermo restando che ogni cittadino e' libero di orientare la sua vita come vuole, in fatto di droga non posso che essere pienamente d'accordo con Giovanardi che ricorda come l'uso di droga, e particolarmente di cocaina, sia diffuso anche fra i senatori a vita (Colombo lo ha ammesso)'. 'La cocaina - prosegue Poli Bortone - circola fra i piu' facoltosi, dunque professionisti, imprenditori, politici, e siccome costa a chi la usa, Giovanardi ricorda ancora che e' condizionabile e ricattabile specialmente se e' in una posizione di responsabilita". 'Se non si puo' affidare una macchina ad un drogato, come qualcuno giustamente sostiene - conclude il coordinatore regionale di An - figuriamoci se si puo' affidargli la guida del Paese, di una Provincia, di una Citta'. Forse l'episodio delle 'Iene' e' un richiamo al senso di responsabilita' collettiva, cioe' a tutti quelli elettori che sono chiamati a scegliere da chi vogliono essere governati. Viva le 'Iene' allora se son servite a dare un sano scossone!'. Il coordinatore dell'esecutivo dei Verdi, Massimo Fundaro', definisce 'una trovata estemporanea' la proposta di test obbligatori anti-droga per i parlamentari, il cui scopo sarebbe quello di 'coprire il vero problema, che e' lo spaccio ed il consumo di droga e quindi il fallimento della legge Fini-Giovanardi'. Fundaro' polemizza in particolare con Carlo Giovanardi, dell' Udc, affermando fra l'altro che 'la vera cialtroneria e' mandare in carcere dei ragazzi per pochi spinelli mentre le mafie fanno affari d'oro'. 'I test obbligatori - osserva Fundaro' - non sono una soluzione praticabile, ma anzi costituirebbero un precedente pericoloso che potrebbe aprire la porta ad una schedatura di massa dei cittadini'. E 'certa politica farebbe bene a riflettere sulla propria ipocrisia piuttosto che lasciarsi andare a tentazioni orwelliane'. Droga in Parlamento? "Si faccia un esame a tutti i parlamentari". Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, dopo lo scandalo sollevato dalle "Iene", si dice d'accordo con la proposta di Casini di fare un test a tutti i parlamentari, "mettiamoci dentro anche i presidenti di regione. Piu' trasparente di cosi'? Sono pronto a qualsiasi prova". 'Una proposta di legge per un testo obbligatorio sulla droga ai parlamentari? Non mi sembra il modo di affrontare il problema. Il dramma della droga sta nell'emarginazione che produce il consumo di sostanze stupefacenti. Mi sembra che per i parlamentari non ci sia questo dramma. Allora perche' non facciamo pure un test dell'etilometro a chi esce dalla buvette...'. Risponde cosi' il ministro per la Solidarieta' Paolo Ferrero, ai cronisti che in Transatlantico gli chiedono un commento sulla proposta avanzata dal leader dell'Udc Casini. Parlano poi della polemica in merito alle Iene, il ministro del Prc aggiunge: 'il metodo usato e' inaccettabile,il garante ha ragione'. L'obiettivo per Ferrero resta 'il superamento della Fini-Giovanardi. Stiamo elaborando un teso - spiega - che e' in via di definizione'. 'Sul test Casini e' sicuro di se' come io sono sicuro di me, ma stabilire una sorta di obbligatorieta' mi pare un'idea un po' peregrina dal momento che se la gente crede che il 30% dei parlamentari siano drogati non c'e' nessuno che estirpera' questo legittimo o illegittimo sospetto'. Lo dice Alfredo Biondi, senatore di Fi, commentando la proposta di Pier Ferdinando Casini. 'Invece - obietta Biondi - penso che i vizi privati sono una cosa e le pubbliche virtu' un'altra. In ogni modo, se i presidenti di Camera e Senato decideranno per questo test di castita', spero che sia solo per gli psicofarmaci, io non mi sottrarro', anche se mi pare eccessivo quello che Casini propone'. 'Se vogliamo guardare dentro al piatto e fuori dalla scorrettezza parziale delle 'Iene' troviamo il colmo della vergogna per un parlamentare : mi chiedo come potremo alzare l'indice dopo una cosa del genere'. Lo afferma la senatrice Maria Burani Procaccini (Fi). 'Se si demolisce presso i cittadini il senso dello Stato e delle Istituzioni e con esso la cultura democratica ci si espone inevitabilmente al rischio di finire nella mani di nuovi demagoghi populisti': lo afferma, in una nota, il parlamentare milanese della Margherita Enrico Farinone, commentando la vicenda del test antidroga della trasmissione 'Le Iene', al quale e' stato sottoposto. 'Sono uno dei cinquanta ingannati dal finto intervistatore - spiega Farinone - Personalmente non ho mai fumato nemmeno una sigaretta e non avrei alcun problema, se richiesto, a sottopormi a test. Quello che non accetto e giudico illegale e' l' utilizzo del trucco e del sistema dell' imboscata. Perche' e' teso a svilire il ruolo del parlamentare e se possibile ridicolizzarlo'. 'Sono deputato di prima nomina - aggiunge - non ho esperienza televisiva. Ho alle spalle una vita normale da lavoratore e da militante di partito che crede nel valore dell' impegno civile e sociale e nel ruolo alto, di garante della democrazia, che ha il Parlamento. E vedo con crescente fastidio il perfido tentativo in atto da tempo di svilire e screditare le istituzioni attraverso il racconto di una politica fatta solo di retroscena, imboscate e gossip. Questa strada, questo pseudo giornalismo della videocrazia, porta solo a instillare nei cittadini la sfiducia e con cio' si apre la strada a nuovi demagoghi. E' tempo che i politici seri di qualsiasi schieramento aprano gli occhi'. 'Personalmente non avrei problemi a dire: io aderisco. Un conto pero' e' la volontarieta', altro e' l'obbligatorieta', su cui ho qualche dubbio se sia compatibile con le leggi che riguardano la privacy'. Cosi' il leader di An Gianfranco Fini risponde ai cronisti che gli chiedono un commento alla proposta di Pier Ferdinando Casini per un test obbligatorio sulle droghe per i parlamentari. 'In ogni caso - aggiunge - sarebbe auspicabile che tutti i parlamentari dicessero che non fanno uso di droga'. Parlando del servizio delle 'Iene', il presidente di An non ha dubbi: 'Visto il danno di immagine, credo che sia sbagliato non mandare in onda quel servizio. Si e' data l'impressione che si volesse nascondete qualcosa, e' stato un boomerang per le Istituzioni'. Ai cronisti che gli chiedono poi un commento sulle richieste della sinistra di abolire la legge che lo vede cofirmatario insieme con Giovanardi, Fini risponde: 'Non e' vero che la legge che porta il mio nome mette in carcere i tossicodipendenti. La legge punisce gli spacciatori, tant'e' vero che un tossicodipendente che spaccia non finisce in galera ma in una comunita' di recupero. Chi muove delle critiche - conclude il leader di An - o non conosce la legge o e' in malafede'. 'Per mi quanto mi riguarda si puo' fare anche obbligatorio... ma penso che sarebbe una sciocchezza perche' non si puo' obbligare. Mica e' una vaccinazione obbligatoria'. Cosi' il ministro di Giustizia Clemente Mastella ha risposto ai cronisti a Montecitorio che gli hanno chiesto un parere sulla proposta di Pier Ferdinando Casini di rendere obbligatorio un test antidroga per i parlamentari. 'Ciascuno fa quello che ritiene piu' giusto secondo la sua coscienza. Ma poi -ha aggiunto Mastella- perche' il test dovrebbe essere obbligatorio per i parlamentari e non per i cittadini? O viceversa? Se uno lo vuol fare, lo faccia... Portino un'emoteca e facciano il prelievo a chi offre il braccio...Io sono disponibile, non ho problemi: ho altri vizi insieme a qualche virtu'..!'. Per quanto riguarda l'uso di stupefacenti da parte di parlamentari, Mastella ha invitato a riflettere sul fatto che 'il Parlamento rispecchia il Paese... nessuno scandalo allora. Il paese e' questo e allora non meraviglia che ci sia una parte dei parlamentari... lo dico in base ad una valutazione statistica'. Mastella ha ricordato di avere parlato di queste cose qualche anno fa e di avere suscitato delle polemiche. Ma anche allora aveva detto di non meravigliarsdi perche' il buon senso diceva che quello che era nel paese non era estraneo al parlamento. 'Naturalmente -ha sottolineato- bisogna prevenire e usare tutti gli strumenti per evitare che ci sia uso e uso dilatato della droga. Pero' nessuno puo' ergersi a maestro'. Mastella ha infine espresso una riserva sul provvedimento adottato ieri dal Garante della privacy perche' 'doveva impedire anche la trasmissione del servizio delle 'Iene' che riguardava le persone normalissime. E' corretto -ha sottolineato Mastella- non avere trasmesso le immagini dei parlamentari ma sarebbe stato corretto non trasmettere anche quelle delle persone normali, altrimenti diamo, si', del Palazzo e che simo dei privilegiati'. 'Non riesco proprio ad immaginare Pier Ferdinando Casini nelle vesti di un moderno Torquemada moralizzatore. La sua proposta infatti ha il sapore di una sparata bassamente demagogica che vale lo spazio di un comunicato stampa': lo afferma Franco Grillini, commentando l'idea del leader dell'Udc di introdurre l'obbligatorieta' del test sulla droga per i parlamentari. 'Personalmente - spiega - sono contrario a qualunque obbligatorieta' di qualunque test su qualunque cittadino. Forse Casini dimentica che in Italia c'e' l'habeas corpus e il livello minimo di civilta' giuridica sta nel fatto che qualsiasi cittadino, deputato o meno, ha il diritto di decidere cosa fare del proprio corpo e sul proprio corpo. La sua proposta e' un chiaro segnale di fallimento della legge voluta dall'ex ministro Giovanardi sulle tossicodipendenze, che non fa alcune distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, e che criminalizza il comportamento di alcuni milioni di italiani'. 'Chi, come Casini, ha voluto quella legge dovrebbe chiedere scusa per le sofferenze inutilmente inflitte a moltissime famiglie e per il clamoroso errore commesso evitando scorciatoie demagogiche', conclude. 'Non e' il test delle Iene a doverci indignare, ma il fatto che alcuni Parlamentari facciano uso di droghe e se questo avviene e' giusto che i cittadini - elettori lo sappiano, magari anche con nomi e cognomi'. Lo afferma il deputato di Forza Italia Raffaele Fitto in una dichiarazione nella quale sostiene che, anche se 'discutibile, scientificamente inattendibile, forse lesivo della privacy', il test cui Le Iene hanno sottoposto alcuni deputati' non e' certamente da coprire 'con il silenzio e con la levata di scudi in difesa del ruolo e dell'immagine dei Parlamentari'. 'Ritengo che la privacy di un parlamentare - dice Fitto - valga esattamente quanto quella di un semplice cittadino e, certamente, se il servizio avesse avuto come protagonisti semplici cittadini, non avrebbe destato scalpore, nessuno si sarebbe sognato di protestare e sarebbe andato in onda regolarmente, come del resto e' gia' accaduto'. 'Ma arrivo a dire - conclude - che in questi casi non dovrebbe valere affatto la tutela della privacy per i Parlamentari, perche' i cittadini hanno il diritto di sapere chi hanno mandato in Parlamento. Ben venga, quindi, la proposta, per quanto provocatoria, di sottoporre ufficialmente tutti i parlamentari ai test tossicologici'. 'Non c'e' nessun intento censorio nella decisione collegiale presa dal Garante della Privacy che ha bloccato la trasmissione delle Iene sulla droga a Montecitorio'. Difende la misura adottata il Presidente dell'organo che tutela il diritto alla riservatezza dei dati personali, Francesco Pizzetti, dopo il polverone sollevato dall'inchiesta delle Iene, con i test antidroga davanti al Parlamento ed il successivo blocco della trasmissione di Italia1. 'Noi non abbiamo fatto un'operazione di censura sull'informazione -ha detto Pizzetti a Play Radio- noi abbiamo detto che le notizie rubate sulla salute delle persone non possono essere usate perche' costituiscono fatto illecito. Cosi' come non si possono usare i beni rubati non si possono utilizzare le notizie rubate, non solo per una trasmissione ma per nessun motivo'. Non e' quindi un intervento sull'informazione, ho proseguito Pizzetti, ma sul metodo con cui e' stata ottenuta. 'Abbiamo detto no a un metodo -ha concluso il Garante- assolutamente inaccettabile che se diffuso, se diventato esempio avrebbe avuto effetto su tutti noi, rendendoci ancora piu' prigionieri, ancora piu' spaventati, non piu' tutelati nella nostra riservatezza, nemmeno quella che concerne la nostra salute'. 'La riluttanza di Grillini nei confronti della proposta di Casini la dice lunga sul terrore che devono avere certi deputati e senatori del test, il cui esito dovrebbe dimostrare agli occhi dei cittadini con quanta lucidita' e rispetto lavori il Parlamento'. Lo dichiara in una nota il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte'. 'I parlamentari sono chiamati a rappresentare gli italiani - prosegue Volonte' - ed e' di tutta evidenza che nell'espletare le proprie funzioni istituzionali essi hanno il dovere di non doparsi e, in caso contrario, di essere duramente sanzionati. Chi teme il test antidroga -aggiunge- vuole nascondere il proprio comportamento con una strumentalizzazione che vuole rendere il caso accaduto un'occasione per liberalizzare un comportamento assolutamente dannoso e incosciente come assumere stupefacenti'. 'I politici sono stati tutelati. Ma come mai, con la droga, io, Lapo e tanti sportivi siamo stati sbattuti in prima pagina?'. Se lo e' chiesto oggi Fiorello a 'Viva Radio2' intervenendo a proposito della censura del Garante della privacy sul servizio delle 'Iene' che avrebbe dovuto mostrare, sia pure criptati, i deputati sottoposti, a loro insaputa, al 'tampone per testare se avessero fatto uso di sostanze stupefacenti nelle ultime 36 ore. Fiorello ha fatto riferimento al dibattito della puntata di ieri sera di 'Porta a porta' su questo tema e ha detto di essere d'accordo con Alessandra Mussolini che ha definito questa censura come una sorta di atto di difesa del diritto dei potenti a drogarsi. 'E' abominevole la proibizione alla messa in onda del documento realizzato dalle Iene'. A sostenerlo e' l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, secondo cui 'siamo in presenza di una censura che tutela il potere politico'. 'Quanto successo ieri - ha affermato il critico d'arte - e' un segnale grave'. "Strampalata e incostituzionale": così il capogruppo di Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi, giudica la proposta avanzata dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, di "rendere obbligatorio un test per verificare se i deputati della Repubblica fanno uso di sostanze stupefacenti". L'idea di Casini, spiega Donadi, "ci appare strampalata, in quanto viola palesemente le più elementari garanzie previste dalla Costituzione. Cosa diversa, e su questa vi sarebbe senz'altro il pieno e convinto appoggio di Idv, è quella di prevedere un test che sia facoltativo. Chi vorrà si sottoporrà e chi non lo vorrà fare si sottoporrà al libero e autonomo convincimento che di questo fatto l'opinione pubblica riterrà di formarsi". "Io personalmente - conclude Donadi - e sicuramente tutti i parlamentari di Idv, non avranno nessun problema a sottoporsi al test, anche se a farlo dovessimo essere gli unici". "Sono d'accordissimo sulla proposta di Casini di rendere obbligatorio il test sull'uso di sostanze stupefacenti per i Parlamentari, anzi lo estenderei a tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche o elettive. I rappresentanti del popolo dovrebbero essere un esempio di trasparenza e correttezza Per quanto mi riguarda, domattina mi sottoporro', presso un centro diagnostico, agli esami tossicologici e rendero' pubblici gli esiti". Il deputato di Forza Italia Gabriella Carlucci, segretario della Commissione Cultura della Camera, commenta cosi' la proposta del presidente dell'UDC Casini che aveva proposto di introdurre test tossicologici obbligatori per i parlamentari. "Per introdurre il test obbligatorio, poi, non c'e' bisogno di una nuova legge ma e' sufficiente emendare la Fini-Giovanardi e piantarla una volta per tutte, con le droghe leggere, quelle pesanti, l'uso personale e altre amenita' che favoriscono solo la criminalita'. Se la droga e' un male, ed e' un male, va combattuta con ogni mezzo altrimenti con quale credibilita' diciamo ai giovani di stare alla larga dalle droghe?". "Propongo che tutti i parlamentari interessati, firmino la liberatoria per mandare in onda il servizio delle Iene sospeso dal Garante per la privacy che, d'altronde, non poteva fare altro". Lo chiede Tommaso Pellegrino (verdi), che aggiunge: "Questo 'caso' rischia di creare ulteriore scetticismo dei cittadini nei confronti dei politici". "Non credo affatto che un terzo dei parlamentari faccia uso di droghe- sottolinea- ma su questa vicenda occorre fornire alla pubblica opinione una risposta concreta". Conclude Pellegrino: "Io firmero' la liberatoria e spero che i miei colleghi facciano altrettanto". "Penso sia giusto che il servizio delle Iene non sia andato in onda. E che la decisione dell'Autority sia stata corretta". Cosi' il ministro delle Politiche giovanili e dello sport, Giovanna Melandri, nel corso del programma Sky Tg pomeriggio, commenta la decisione del garante di vietare la messa in onda del servizio che "denunciava" l'uso di sostanze stupefacenti da parte di diversi onorevoli. Ma anche la proposta di Casini, di fare un test a tutti i parlamentari, non convince la Melandri: "Un paese maturo deve fare una riflessione matura per contrastare in maniera adeguata il traffico delle sostanze illecite che e' sempre piu' pervasivo". Ma questo, aggiunge, "deve essere fatto senza fughe moralistiche e ideologiche. La droga e' un problema serio da contrastare". "Non possono esserci dubbi sulla moralità di chi rappresenta gli italiani ma non è possibile sottoporre obbligatoriamente un cittadino, sia esso deputato o no, così come propone l'onorevole Casini ad un trattamento sanitario contravvenendo al disposto dell'articolo 32 della costituzione". Lo afferma Renzo Lusetti, responsabile dell'informazione per la Margherita. "Cosa diversa sarebbe se i deputati offrissero la propria disponibilità ad eseguire il test per fugare ogni dubbio sulla trasparenza dei parlamentari - continua Lusetti - inchieste approssimative e di dubbio valore giornalistico, come quella effettuata dalle iene, soprattutto per la modalità illecita con la quale hanno estorto dati sensibili di alcuni colleghi, tendono a screditare l'immagine del Parlamento che è invece la più importante e rappresentativa delle istituzioni repubblicane". "Non è possibile - conclude Lusetti- che comportamenti di pochi o dichiarazioni vergognose come quelle di Caruso possano mettere a repentaglio l'immagine del Parlamento e la dignità dei parlamentari". "Non ci saremmo mai aspettati che un uomo cosi' prudente nella politica potesse essere trascinato in una polemica cosi' fastidiosa e prestarsi al gioco delle Iene". La "Velina rossa" parla cosi', nel numero di oggi, dell'iniziativa dell'ex presidente della Camera sulla droga. "A nostro avviso- si legge sul foglio- un'idea di questo tipo (il test obbligatorio, ndr) sarebbe incostituzionale in quanto nessun cittadino puo' essere sottoposto a una violazione della sua privacy. Le iniziative demogogiche- scrive ancora la 'Velina'- hanno sempre nuociuto a qualsiasi forma democratica, anche perche'- e qui c'e' l'affondo- chi vuole diventare l'alfiere della questione dovrebbe prima verificare se nel suo stesso partito tutti hanno le carte in regola". "L'authority ha fatto malissimo. Ha sbagliato non mandando in onda quel servizio suscitando una curiosita' e amplificando il problema. Ha ragione Casini, ieri sera mi sono visto i canali tv e sinceramente sono rimasto offeso per quello che ho sentito. Mi sono sentito accusare di essere un drogato. Quindi sarebbe meglio, se questo tampone e' veramente in grado di accertare la questione, che tutti si sottoponessero per acclarare la situazione". Lo sostiene il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, sulla proposta di Pier Ferdinando Casini circa un test antidroga per i parlamentari. "In altri tempi si sarebbe detto: caro Casini fatti una canna!". E' ironico Francesco Mosca, segretario nazionale della federazione dei giovani socialisti nel commentare le affermazioni di Pierferdinando Casini sul caso dei parlamentari drogati. "Stupisce- continua il giovane dirigente della Rosa nel Pugno- come la politica sappia passare in un attimo dall'ipocrisia censoria contro il programma delle 'Iene', alla demagogia di un drug-test, pubblico, per tutti i parlamentari". E' inammissibile- prosegue Mosca- "che su un tema serio come quello della droga, che ha svelato l'ipocrisia della politica nell'affrontare l'argomento, questa sappia rispondere soltanto con la demagogia. Infatti- continua il giovane socialista- mentre non troviamo niente di moralmente inaccettabile nell'utilizzo di sostanze stupefacenti (specialmente la cannabis) da parte dei parlamentari, troviamo assolutamente immorale una legislazione che- conclude Mosca- per lo stesso comportamento dei nostri 'tossicoparlamentari', considera migliaia di giovani italiani alla stregua di delinquenti comuni". "Ho un ruolo istituzionale di fronte al Parlamento in quanto Segretario di Presidenza della Camera e non ho intenzione di finire nel calderone delle polemiche che hanno portato addirittura alla censura di un programma televisivo. Visto che non ho nulla da nascondere ho già chiesto all'infermeria della Camera di sottopormi domattina stessa all'analisi delle urine e spero che almeno i membri dell'Ufficio di Presidenza che ricoprono incarichi istituzionali, mi seguano con celerità, quantomeno per far placare le polemiche e tornare a parlare di politica, dato che sono tre giorni che non si parla d'altro che di droga e di sudore neanche fossimo alla vigilia di una corsa ciclistica!". Lo afferma Antonio Mazzocchi (An), Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati. "La censura - aggiunge - ha creato il caso politico e fatto raddoppiare gli ascolti delle Iene. Dopo questa vicenda come spiegheremo alla gente, che i politici non sono una casta privilegiata capace di insabbiare tutto ciò che è scomodo? Se lo stesso servizio fosse stato fatto in una grande azienda privata e avesse prodotto gli stessi effetti, il garante sarebbe intervenuto con la stessa celerità? Dobbiamo prendere personalmente provvedimenti per evitare che si aggravi il caso. Sarebbe comunque curioso e ipocrita che chi ha proposto le legalizzazioni di droghe leggere e pesanti si sottraesse a tale test, perché vorrebbe dire che sta lavorando su proposte di legge per risolvere i suoi più personali conflitti d'interessi, che a questo punto non sarebbero più solo di carattere economico". "E' spiacevole che anche un leader politico serio come Pierferdinando Casini si accodi alla nuova campagna proibizionista innescata dalle 'Iene'". E'il commento di Giovanni Russo Spena (Prc), che aggiunge: "Il problema non e' introdurre test antidroga per i parlamentari, ma eliminare i supercontrolli e le leggi proibizioniste per il resto della cittadinanza, che tra l'altro, non puo' avvalersi dell'immunita' parlamentare". "Non tutto il male- prosegue il senatore- viene pero' per nuocere". "Sarebbe positivo- conclude- se la vicenda spingesse alcuni parlamentari ad adottare comportamenti meno ipocriti e a non sostenere piu' leggi proibizioniste che loro, per primi, sanno essere completamente assurde e fuori dal mondo". "Di fronte a tanta ipocrisia, ora l'unica strada da percorrere e' quella di effettuare il test antidoping ai parlamentari". A dichiararlo il sottosegretario all'Economia Paolo Cento commentando la proposta di Pierferdinando Casini sull'antidoping ai parlamentari. "Gia' da ieri ho sollecitato i vertici della Camera- continua Cento- ad assumere iniziative in questa direzione, una strada che si rende sempre piu' necessaria. Il merito delle Iene- aggiunge- e' stato quello di rompere il muro dell'ipocrisia sulla tossicodipendenza. Adesso e' indispensabile che il Parlamento intervenga al piu' presto per abrogare la legge Fini-Giovanardi che- precisa Cento- criminalizza i consumatori di cannabis e dei suoi derivati. La prevenzione contro le droghe- secondo il sottosegretario all'Economia- e' un obiettivo che si deve perseguire in maniera trasparente prendendo atto del fallimento del proibizionismo e della necessita'- conclude- di separare il consumo della cannabis e dei suoi derivati da quello delle droghe pesanti". "Chi non intende sottoporsi al test può sottoscrivere un patto d'onore con il quale condanni l'uso di droghe e giuri di non consumarne". E' la proposta di Saverio Romano (Udc). "Anche io sono tra i 50 parlamentari a cui le 'Iene' hanno estorto il sudore della fronte". Lo ha detto Massimo Polledri, capogruppo della Lega Nord in commissione Bilancio al Senato, commentando il servizio tv delle "Iene", bloccato dal garante della privacy. "Dalla prova del tampone- ironizza Polledri- mi avranno trovato positivo alla noce moscata, al pepe e al peperoncino rosso calabrese. In effetti, da neuropsichiatria, vedo girare persone dubbie in Parlamento, in particolare- spiega il senatore leghista- ce n'e' uno che ride sempre, che promette di far felice tutti, che aveva detto di voler aumentare le pensioni, che- aggiunge- non avrebbe piu' mandato soldati italiani in missione all'estero e che ora con la Finanziaria sta dando i numeri. È un evidente caso di dissociazione che- conclude il senatore del Carroccio- segnalo alle 'Iene' e al Parlamento". La proposta di invitare i consiglieri regionali e gli assessori esterni della Regione Marche alla prova del drug wipe 'e' assolutamente condivisibile' secondo il consigliere regionale di An Guido Castelli. 'Per parte mia - spiega in una nota - sono pronto e per quanto riguarda gli altri ho gia' ordinato su Internet il test utilizzato dalle 'Iene' per i parlamentari. 50 campioni del sistema che consente di rilevare, in modo non invasivo, l' eventuale consumo di cannabis, anfetamine, cocaina e oppiacei. Sono proprio curioso - ribadisce - di sapere quanti accetteranno di sottoporsi al test'. L' esponente di An immagina che 'nessun imbarazzo dovrebbe cogliere i rappresentanti regionali dell' estrema sinistra i quali da tempo preconizzano la liberalizzazione dell'uso della cannabis e difendono la 'subcultura dello sballo'. Sugli altri - aggiunge - non ho idee precise: l' unica cosa certa e' che il drug wipe dovrebbe essere applicato anche al bilancio regionale. E' cosi pieno di trucchi ed omissioni da rendere quanto mai opportuno la somministrazione sistematica di pentothal (meglio conosciuto come siero della verita') all' assessore alle finanze. Forse in questo modo saremmo messi in grado di conoscere con esattezza l' entita' del debito regionale'. 'Invito i colleghi che fanno uso di stupefacenti a dichiararsi in modo tangibile ai cittadini, anche perche' l'uso personale di droghe non e' sanzionabile. Saranno poi le urne a giudicare'. Lo dichiara a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos, la parlamentare leghista Carolina Lussana. Che esprime comunque 'solidarieta' alle 'Iene' perche' non hanno potuto mandare in onda il servizio'. Anche se, fa notare, 'il metodo che hanno utilizzato e' criticabile perche' hanno sottoposto i parlamentari al test senza il loro consenso'. 'Che cosa succederebbe -chiede quindi l'esponente del Carroccio - se domani un datore di lavoro usasse gli stessi sistemi?'. Ad ogni modo, per la responsabile giustizia del partito di Bossi 'quello che e' emerso da questa vicenda e' un messaggio chiaro: anche agli occhi degli elettori drogarsi non e' positivo'. Quanto alla proposta avanzata da Pier Ferdinando Casini, la Lussana taglia corto: 'Io non ho problemi a sottopormi non solo a questo test ma anche a quello del capello, di cui si parlava 2 o 3 mesi fa, sempre per stabilire l'assunzione di droghe'. "Sono completamente a disposizione delle Iene. Chi fa politica deve essere trasparente anche nella vita privata". Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin. "Non ho nulla da nascondere e dichiaro subito la mia disponibilita' a sottopormi a qualsiasi test ritenuto idoneo ad accertare l+uso di sostanze stupefacenti. Tuttavia, da liberale credo che sia sbagliato renderlo obbligatorio. Ognuno e' responsabile delle proprie azioni e delle proprie scelte. Gli elettori sapranno giudicare, anche da queste cose". Casini invita tutti parlamenatari a fare il test antidroga e lui e' il primo a dargli ascolto. Carlo Giovanardi (Udc), analisi alla mano, dimostra ai giornalisti a Montecitorio che lui non e' un "parlamentare dopato. Rischiamo che nel mondo si creda che un terzo dei nostri politici faccia uso di stupefacenti - spiega - ma scherziamo, qui ne va della nostra reputazione". Alle cinque di oggi pomeriggio, quindi, il deputato centrista e' andato nel laboratorio di tossicologia forense di Tor Vergata e' si e' sottoposto ad analisi tossicologiche delle urine per verificare la presenza di oppiacei, cocaina, amfetamina, metadone, cannabis, barbiturici e antidepressivi. "Test naturalmente negativo - dice - che attesta che nelle ultime 72 ore, e quindi prima della trovata delle "Iene" non ho assunto nessuna sostanza". I derivati della cannabis e del metadone, si legge sul test, possono essere individuati anche a distanza di 10 giorni. Il parlamntare Udc mostra infine un'altra carta: e' una copia dell'articolo 125 di una legge del 1990 (la 162) che prevede "accertamenti di assenza di tossicodipendenza" per alcune categorie di lavoratori che se positivi possono incorrere nel licenziamento. "Dire che la proposta di Casini e' incostituzionale non ha fondamento - conclude - si tratta di far rientare in questa norma i parlamentari". Segue Casini: test antidroga per tutti i parlamentari (2) ... 11-10-2006 Australia. New South Wales. Meno decessi per eroina I decessi per overdose di eroina sono drasticamente diminuiti. Lo ha rivelato la ricerca sui ricoveri degli ultimi sei anni nei pronto soccorso. Il ministro della salute John Hatzistergos ha dichiarato "Lo scorso anno si e' registrato un calo dei decessi del 66% rispetto al 2000. Dal gennaio 2006 a marzo ci sono stati sette decessi in ospedale, una diminuzione del 92% rispetto agli 89 registrati nei primi sei mesi del 2000". 11-10-2006 Svizzera. Anche i tossicodipendenti invecchiano Anche i drogati invecchiano e in Svizzera, patria del programma di somministrazione controllata di eroina, sono sempre piu' numerosi i tossicomani che si avvicinano alla terza eta'. Per loro a Zurigo e' stata inaugurata la prima casa per anziani tossicodipendenti ed alcolizzati. Situata in pieno centro e a due passi dalla Borsa, la struttura dispone di 19 camere singole. Il centro ospita attualmente due donne ma prevede di prendere a carico altre 13 persone entro la fine dell'anno, precisa la stampa svizzera. Gli ospiti del 'Begleitetes Wohnen City' organizzano la loro giornata come vogliono e possono consumare l'alcol o le droghe di cui hanno bisogno. 'L'astinenza non e' infatti richiesta, ma armi e spaccio sono vietati', precisano i responsabili. Alle autorita' locali non piace l'etichetta di 'casa di riposo per tossicomani' e preferiscono parlare di 'istituto per persone di una certa eta' che soffrono di problemi psichici dovuti a dipendenze'. La struttura mira a colmare una lacuna che col tempo potrebbe interessare anche altre citta' della Svizzera. Nella ricca Confederazione elvetica, il numero di eroinomani e' stimato in 26mila, contro i 30mila all'inizio degli anni '90. Alcuni hanno iniziato a 'bucarsi' 30 anni fa. Grazie al livello elevato delle strutture di sanita' pubblica ed ai programmi di somministrazione controllata di eroina o di prodotti di sostituzione, i decessi legati al consumo di droghe sono crollati negli negli ultimi 10-15 anni, da 640-740 a circa 250 morti all'anno. Circa il 65% delle persone tossicodipendenti e' in trattamento (14.500 tossicodipendenti ricevono trattamenti a base di metadone, 1.300 di eroina, 500 di buprenorfina.) ed i tossicomani vivono sempre piu' a lungo. L'impatto della droga sulla salute e' tuttavia pesante e molti eroinomani necessitano a 50 anni le stesse cure di un pensionato di di 80-85 anni, secondo un'inchiesta della stampa svizzera. Far convivere gli uni e gli altri nella stessa casa di riposo non sembra una via praticabile. I regolamenti di una normale casa per anziani male si adattano alle necessita' di persone con problemi di alcol o di droga che hanno bisogno di una regolare assistenza medica, spiega Rolf Shuppli, del dicastero opere sociali di Zurigo. La particolarita' del nuovo centro e' che 'accetta queste persone come sono e con la loro storia'. Un assistente sociale e' a disposizione degli ospiti 365 giorni all'anno, ma l'obiettivo della struttura non e' il reinserimento sociale. La retta pagata dagli ospiti o dalle rispettive assicurazioni e' di 2.000 franchi al mese (circa 1.200 euro al mese). Nel bene e nel male, la citta' di Zurigo non ha mai avuto paura di innovare in materia di tossicodipendenza. Di triste memoria le cosidette 'scene aperte della droga', quali il parco Platzpitz o la stazione del Letten, dove negli anni '80-inizio anni '90 centinaia di tossicodipendenti compravano e consumavano stupefacenti senza subire interventi dell'autorita'. I parchi dei drogati furono chiusi e si giunse all'introduzione dei programmi di distribuzione controllata di eroina. Adesso, oltre alla nuova casa di riposo per tossicomani, Zurigo guarda anche ai giovani, sempre piu' numerosi ad essere attirati dall'hashish e dalle sostanze di sintesi, quali l'ectasy. Oltre ai programmi di prevenzione, la citta' di Zurigo ha lanciato un progetto di 'drug checking' che consente di far analizzare il contenuto della droga in pastiglie. Fino ad ora si trattava di un dispositivo mobile che dieci notti all'anno faceva tappa in diverse discoteche ed altri locali notturni. Dall'inizio del mese - ha annunciato la stampa - e' stato introdotto un nuovo servizio presso il quale ogni sabato pomeriggio, gratuitamente e in modo anonimo, chi vorra' potra' farsi svelare il contenuto di una pasticca o di ogni un'altra sostanza prima di farne eventualmente uso. 11-10-2006 Italia. Forli'. Cresce del 20% il numero di utenti del Sert Sono stati 524 gli utenti dei Sert a Forli' nel 2005, il 20% in piu' dell'anno precedente. E' il dato saliente emerso oggi in una seduta di commissione consiliare in Comune che ha ascoltato in udienza conoscitiva esperti del settore. Cambiano le sostanze ma anche gli utenti e la percezione stessa delle droghe. Fra i consumatori continua a prevalere l'eroina (55% dei tossicomani), seguita da cocaina (18%) e cannabis (14%). E' un panorama vasto e composito quello fotografato dall'udienza conoscitiva del comune di Forli' sulle tossicodipendenze e la loro prevenzione. Spiega Lucio Boattini dirigente del distretto sanitario dell'Ausl: "quello dell'uso delle sostanze e' un problema complesso che si va rapidamente diversificando. Se fino a 20 anni fa esso si identificava principalmente con l'eroina, oggi esiste una serie molteplice di dipendenze che vanno dalla cannabis alla cocaina fino al fumo, all'alcol e al gioco d'azzardo". Di conseguenza, spiega ancora Boattini, "il problema non e' solo piu' quello della cura in senso stretto, ma del recupero e della riabilitazione del paziente in senso lato puntando per esempio sulla diagnosi precoce che consiste nell'agganciare per tempo i consumatori saltuari e dissuaderli". Oltre a questo, spiega Graziano Pini, responsabile del progetto adolescenti a rischio, e' cambiato il significato stesso che i giovani attribuiscono all'uso delle sostanze e spiega: "se prima si trattava di una forma di ribellione o trasgressione oggi, soprattutto per i giovani, rappresenta un elemento di supporto del processo di costruzione dell'identita' e deriva da evidenti carenze affettive subite durante l'infanzia". Un quadro confermato anche da Domenico Grandini dirigente nel Sert di Forli' "quasi il 60% dei casi che noi affrontiamo nel quotidiano, necessita di una doppia diagnosi perche' associa problemi di tossicodipendenza disturbi di personalita' e comportamento". Ma chi sono i nuovi fruitori dei "paradisi artificiali"? Sempre Grandini spiega che "nel 2005 gli utenti in carico presso il nostro servizio sono stati 524. Oltre il 20% in piu' rispetto allo scorso anno". Scorrendo i dati si legge poi che il consumatore medio ha circa 33 anni, e' celibe/nubile ed ha un titolo di studio basso (in prevalenza diploma). Nella popolazione in carico la sostanza di abuso primaria rimane l'eroina con il 55% degli utenti, seguita dalla cocaina col 18 % (ma che sembra vivere un ritorno di fiamma) e dalla cannabis (14%). Tra gli alcolisti invece va per la maggiore il vino con il 65% dei consumatori, la birra 18% e i super alcolici con il 12%. La lotta al consumo di droghe passa anche per la prevenzione e su questo versante sono molti i progetti messi in campo dell'amministrazione comunale. Dal 2002 e' attivo un consultorio per i giovani (detto anche acchiappasogni) che "aiuta non solo i ragazzi ma anche i genitori ad affrontare in modo piu' sereno i disagi che possono sorgere nell'adolescenza" spiega la dirigente Loretta Raffuzzi. Per l'assessore alle politiche giovanili Liviana Zanetti "e' necessario dotare i giovani di spazi per esercitare la propria creativita' e sviluppare la propria socialita' in modo da non dover colmare le lacune affettive in altri modi". Chiude l'assessore al welfare Loretta Bertozzi per la quale "tutti i soggetti come la scuola, la famiglia, le associazioni sportive e religiose devono fare sistema e operare di concerto per questo problema". 11-10-2006 Peru'-Usa. Incontro a Washington: "rilanciare la lotta contro la droga" Il presidente peruviano Alan Garcìa ha dichiarato di aver avuto una visita "molto produttiva" a Washington, dove in un solo giorno ha parlato molto di Venezuela e dell'impero dei produttori di coca. Al governo venezuelano attribuisce una "seconda guerra fredda" in Sudamerica, il profilarsi di un "fondamentalismo andino" se non si combatte la produzione della tanto discussa foglia.Ha aggiunto che l'intento principale della sua visita, la prima a Washington della sua carriera politica, e' stato quello di affermare i rapporti bilaterali "attorno ad obiettivi come la democrazia, la lotta alla poverta' e alle droghe, con l'aiuto e le responsabilita' condivise dagli Stati Uniti". Garcìa si e' recato a Washington meno di tre mesi dopo aver assunto il suo secondo mandato governativo, in totale contrasto con il suo primo governo (1985-1990) quando, una politica marcatamente di sinistra, gli faceva considerare Washington un nemico. Il presidente Bush ha fatto intervenire all'incontro anche il viceprsidente Dick Cheney per parlare di narcotraffico, e Garcìa ha detto di aver proposto loro un incontro ad alto livello per "rilanciare la lotta contro la droga". 11-10-2006 Italia. Casini: test antidroga per tutti i parlamentari (2) ...continua da Casini: test antidroga per tutti i parlamentari 'Sono una grande estimatrice delle 'Iene', ma ritengo che in questo caso abbiano commesso un errore. La privacy, anche quella dei parlamentari, non puo' e non deve essere violata'. Lo dichiara a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos, la parlamentare di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. Quanto alla proposta di Casini, l'ex ministro per le Pari Opportunita' si dice 'sorpresa perche' solo ieri avevo letto una sua dichiarazione che riguardava proprio la riservatezza di deputati e senatori'. 'Io non mi drogo -taglia corto l'azzurra- ma sarei pronta a incatenarmi al mio scranno parlamentare pur di evitare un trattamento forzoso, fosse anche solo lo screening proposto dal leader dell'Udc'. 'Spero e credo -conclude Prestigiacomo- che quella di Casini sia stata solo una provocazione'. 'Sono pronto a dare il primo esempio effettuando il test sull'assunzione di droghe - dichiara il consigliere regionale di Forza Italia Matteo Rosso, accogliendo cosi' l'invito di Gianni Plinio - e ritengo sia un dovere di tutti noi politici ridare fiducia ai cittadini, nostri elettori, sottoponendoci a questo esame'. 'Ritengo veramente scandalosa la censura subita dalle Iene - commenta Rosso - Cio' che e' accaduto e' veramente gravissimo ed ancor piu' grave e' il fatto che con la censura e' stata data una sorta di immunita' alla classe politica'. 'Non reputo giusto - continua Rosso - che si debbano fare delle distinzioni tra cittadini di serie A e di serie B, specialmente di fronte alla legge, e tanto meno che da questi comportamenti, che giudico non corretti, si possano trarre conclusioni sbagliate che portino a far pensare che i politici godano di trattamenti di favore'. 'Credo che sia doveroso, specialmente da parte nostra, rappresentati dei cittadini presso le Istituzioni - conclude il consigliere regionale - dare un segnale di fiducia e sottoporci volontariamente al test sull'assunzione di stupefacenti, ed io sono pienamente disponibile a dare il buon esempio'. 'Io li avrei presi a schiaffi'. Franco Califano non ha dubbi: il servizio delle Iene, censurato dal Garante della Privacy, ha usato una tecnica 'scorretta e irrispettosa' e quindi, tutto sommato, non e' un male che non sia andato in onda. Fiorello, oggi a 'Viva Radio2', ha parlato di disparita' tra il trattamento riservato ai politici e quello riservato a lui, ad altri personaggi noti e anche alla gente comune coinvolta in casi di droga. Il 'Califfo', che in passato e' stato anche in prigione per vicende legate alla droga, dice: 'Capisco Fiorello ma secondo me qui il problema e' un altro. Non posso paragonare quello che e' successo a me a quello che e' capitato a questi onorevoli. Nel mio caso - spiega Califano - c'e' stata un'indagine del pm, con tanto di processo. Qui invece il tribunale non c'entra'. Quello delle Iene e' stato dunque, a suo giudizio, 'solo uno scherzo ben riuscito, ma purtroppo inutile ai fini della legge perche' se le Iene tirassero fuori nomi e cognomi passerebbero dalla parte del torto per aver violato la privacy degli interessati'. "Quando si parla di droghe, cioe' di una legge che produce crimine e morti, e' sempre opportuno che vengano gli scandali, specie se gli scandali servono a informare le persone sulla doppia morale di buona parte del ceto politico e sull'ottusita' proibizionista". Lo scrive Marco Cappato (Rnp), aggiungendo che "con l'idea di test obbligatori sui parlamentari, siamo passati velocemente dallo scandalo opportuno, a una proposta illiberale che accentua l'immoralita' della legislazione e della politica italiana su questo tema". "Si puo' prevedere- prosegue- che presto qualche zelante imbecille proporra' test nelle scuole e sul posto di lavoro, sempre -beninteso- a tutela nostra e della pubblica salute". Il parlamentare della Rosa nel pugno chiude, sostenendo che "continua, intanto, il vero e decennale scandalo: quello della mancata conoscenza per il Paese della nonviolenza radicale, dell'ineleggibilita' di buona parte della dirigenza radicale a causa delle disobbedienze civili in materia di droghe". 'Piena solidarieta' va espressa a Le Iene che rappresentano un esempio positivo di giornalismo. Il programma che va in onda su 'Italia Uno' continua a dimostrare di essere capace di affrontare temi delicati a cui sono collegate problematiche che vanno approfondite'. Lo afferma il deputato di Alleanza Nazionale, Marcello Taglialatela, che commenta il test antidroga realizzato su alcuni parlamentari e finito al centro di furiose polemiche. 'Sono loro che fanno le regole e poi si fanno prendere in castagna... bell'esempio. Non mi fa piacere, ma almeno spero che, dopo averlo provato sulla loro pelle, capiscano che accanirsi sullo sport, criminalizzare un atleta, non serve a niente'. Gianni Bugno, ex campione di ciclismo, non ha peli sulla lingua. Il controllo antidroga delle Iene per lui e' paragonabile al controllo a sorpresa di un atleta: 'A noi ci hanno fatto passare per delinquenti, sbattuti in prima pagina: certo, abbiamo sbagliato, ma hanno trattato da delinquente l'anello debole del sistema. Sui politici invece e' subito intervenuto il Garante - puntualizza Bugno - se i deputati sniffano sono affari loro, se guidano ubriachi gli tolgono la patente. Certo, sono due cose gravi entrambe, con un iniquo trattamento, pero' nel passato quanto hanno utilizzato lo sport...'. 12-10-2006 Italia. Asaps: aumentano contravvenzioni per guida sotto effetto di droghe Sono in aumento le contravvenzioni elevate a conducenti dei quali e' stato accertato il consumo di sostanze stupefacenti mentre erano alla guida. Sulla base di una ricerca dell'Asaps (Associazione sostenitori polizia stradale) ricavata dai dati Istat -ultimi disponibili quelli del 2003 e 2004 per la Polizia Stradale e Carabinieri e quelli del 2005 della sola Stradale (in questo caso fonte Ministeriale)- 'emerge un quadro complessivo di preoccupante crescita, anche se le verifiche su strada, proprio per la mancanza di strumenti precursori rilevatori del consumo in dotazione alle forze di polizia, non consente una verifica sistematica'. Secondo i dati Istat -ha reso noto il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni- i Carabinieri hanno contestato nel 2002 un totale di 6.303 contravvenzioni ai sensi dell'art. 187 del Codice della strada. Nel 2003 le contestazioni dell'Arma sono salite a 9.883, con un incremento del 47,27%; nel 2004 hanno raggiunto quota 10.071, con un ulteriore incremento dell' 1,9%. La sola Polizia Stradale nel 2003 ha contestato, secondo l' Istat, 1.277 contravvenzioni per guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, che sono diventate 1.410 nel 2004 (+10,41%). Nel 2005 - 'dati in questo caso ministeriali visto che la statistica Istat non e' ancora disponibile', sottolinea l'Asaps - le sanzioni sarebbero salite a 1.657, con un aumento del 17,51%. 'I dati Istat del 2004 delle contravvenzioni elevate dalla sola Polizia Stradale -precisa Biserni- ci permettono di suddividere i 1.410 contesti per categorie di conducenti. Sono stati in netta maggioranza ovviamente i conducenti di auto, 1.238 in totale pari all'87,8%. Seguono i conducenti di autocarri, trovati positivi in 57 casi (4,04%), i ciclomotoristi con 54 violazioni (3,82%), i motociclisti con 53 contravvenzioni pari al 3,75%, nessun conducente di pullman o di velocipede, in cinque casi si e' trattato di altri veicoli, in otto casi il veicolo e' imprecisato. Il quadro d'insieme mostra uno spaccato prevedibile di aumento del consumo, anche connesso alla guida di veicoli, fattore moltiplicatore del rischio come l'alcol. A questi dati devono poi essere aggiunti quelli delle contestazioni delle Polizie Locali'. 'Crediamo sia arrivato il momento di aumentare sensibilmente il numero delle verifiche, anche con l'utilizzo di precursori per la verifica preliminare attraverso il sudore. Al di la' delle singole opinioni e posizioni sull'uso di sostanze stupefacenti, crediamo che tutti debbano convenire che l'utilizzo di oppiacei, cocaina, ecstasy, eroina non puo' assolutamente conciliarsi con la guida di un veicolo'. 12-10-2006 Italia. Casini: niente privacy per i parlamentari quando si parla di droga L'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, intervenuto alla conferenza stampa organizzata dall'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecita', a Roma, in occasione della celebrazione della giornata mondiale della vista, risponde ai giornalisti sulla propria proposta di sottoporre i parlamentari a un test obbligatorio sul consumo di droghe. "La mia proposta di ieri- ha aggiunto il leader Udc- ha ricevuto svariate reazioni, tutte comprensibili, ma resta il fatto che rappresenta, simbolicamente, l'apertura del Palazzo delle istituzioni ai cittadini". Sulla questione sollevata dal Garante della privacy per contestare la scelta delle 'Iene' di mandare in onda il filmato, Casini commenta: "Non si puo' invocare a nostra tutela la difesa della privacy", e conclude sottolineando come "un uomo pubblico ha maggiori responsabilita' di fronte alla societa' civile". COMMENTI Francesco Tanasi, leader nazionale del movimento politico Consumatori Italiani, si dice 'd'accordo con Pier Ferdinando Casini sull'introduzione dell'obbligo per i parlamentari di sottoporsi al test anti-droga' e aggiunge alla proposta 'l'idea di sottoporre i candidati alla carica di senatore e deputato ad un ulteriore test: cultura generale'. Spiega infatti Tanasi: 'Poiche' si presume che tali soggetti debbano rappresentare l'Italia, appare lecita l'idea di conoscere il loro livello culturale ed eventuali abitudini, come l'assunzione di droghe'. Tanasi annuncia in merito l'avvio di una raccolta di firme per una proposta di legge d'iniziativa popolare e conclude affermando che 'per i cittadini italiani e' fondamentale avere delle garanzie in merito alla qualita' dei soggetti che li rappresentano in Italia e nel mondo'. 'Ma di che stiamo parlando! Se ci guardiamo con onesta' nelle palle degli occhi, dovremo ammettere che tutta questa faccenda e' giuridicamente insostenibile': Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani, boccia in una intervista a 'Il Messaggero' la proposta di Pier Ferdinando Casini del test obbligatorio sulla droga per i parlamentari. Dopo aver ironizzato sulla 'efficienza' di Giovanardi nell'essersi sottoposto gia' al test, l'esponente della Rosa nel Pugno invita Casini a guardare all'esperienza di Aznar in Spagna che 'arrivo' anche a prevedere esperimenti per la somministrazione delle droghe pesanti sotto controllo medico. Mi aspetterei almeno lo stesso coraggio, se non dai moderati, almeno dalla sinistra italiana'. Per il momento, conclude, sul cambiamento della legge Fini-Giovanardi, dal governo sono arrivate solo 'parole': 'Attendo impegni precisi sui tempi della modifica'. 'Ha ragione': cosi' Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato, commenta l'iniziativa di Pier Ferdinando Casini per l'obbligatorieta' del test sulla droga per i parlamentari. La vicenda delle 'Iene', dice a 'Il Messaggero', ha 'criminalizzato' la classe politica e anche la sospensione del servizio da parte del Garante ha finito per 'amplificare' il problema. Chi fa politica, osserva Matteoli, 'ha gli occhi della gente puntati addosso': 'A maggior ragione - prosegue - nel caso del sospetto che possa far uso di droghe. Noi parlamentari siamo chiamati a prendere decisioni delicate, a fare leggi. Non deve nemmeno sfiorarci il sospetto che potremmo non essere lucidi nell'esercizio delle nostre funzioni. Facciamo tutti il test e non se ne parli piu''. "Accetto volentieri l'invito di Casini. Martedi' della settimana prossima volontariamente mi rivolgero' ai servizi medici della Camera per sapere cosa devo fare per sottopormi al test relativo agli stupefacenti". Lo afferma in una nota Egidio Pedrini, deputato dell'Italia dei Valori. Non piace proprio al centrosinistra l'appello lanciato da Pier Ferdinando Casini, che ieri ha invitato i parlamentari a sottoporsi volontariamente ad un test antidoping sull'uso di stupefacenti. E il giorno dopo non si placano le polemiche a Montecitorio. Decisamente contrari sono i parlamentari di centrosinistra, che evocano uno 'stato di polizia' e la violazione del diritto alla privacy. Per il presidente della Commissione cultura della Camera, Pietro Folena, - interpellato dall'Agi - "sfioriamo il ridicolo". Secondo l'esponente di Rifondazione "si viola il diritto alla privacy", e aggiunge: "credo che quella di Casini sia solo una battuta, e' un uomo simpatico. Ma cosa dovremmo fare - si chiede - anche un test sul comportamento sessuale dei parlamentari? Io sono per il rispetto delle liberta' di comportamento in una societa' democratica. La gente, l'opinione pubblica si formera' un giudizio sui comportamenti pubblici dei parlamentari". Al vicepresidente della Camera, il diessino Carlo Leoni la proposta di Casini appare "una totale assurdita'". "E perche' allora - si chiede l'esponente della Quercia - non fare anche un esame alcolemico e la prova del palloncino per vedere se uno ha bevuto troppo?". Giuseppe Giulietti, diessino anche lui, teme "uno stato di polizia" e aggiunge: "non mi convince questo modo di affrontare il tema. La questione della droga non si risolve a colpi di tampone. Sono disponibile a fare qualsiasi test ma non puo' impormelo nessun potere dello stato. Ho orrore per gli spinelli - scandisce - ma ho ancora piu' orrore per quelli che lo usano in privato e poi vanno ai cortei proibizionisti, per coloro che sono libertari per se stessi e proibizionisti per i cittadini". Scettico anche il Dl Rino Piscitello che osserva: "non so se e' necessario fare un test antidroga ma sicuramente, avendo visto alcune trasmissioni credo che sia necessario il lancio di una grande campagna contro l'analfabetismo di ritorno nelle sedi istituzionali". Intanto cressce il numero, dopo il caso di Carlo Giovanardi che si e' subito sottoposto al test, di coloro che si mettono in fila per affrontare l'esame: "accetto volentieri l'invito di Casini - dice il deputato idv Egidio Petrini - e martedi' della settimana prossima volontariamente mi rivolgero' ai servizi medici della Camera per sapere cosa devo fare per sottopormi al test relativo agli stupefacenti". 'Sono d'accordo che su particolari e delicate professioni ci debbano essere i controlli tossicologici. Se impostiamo la questione in maniera corretta non ho niente in contrario che anche i parlamentari siano sottoposti a un'indagine preventiva sull'uso o meno di stupefacenti'. Lo afferma il responsabile giustizia dello Sdi, Enrico Buemi, intervistato da Radio Citta' Futura nella trasmissione Linea 9. 'Pero' - aggiunge l'esponente della Rosa nel Pugno - non accetto la criminalizzazione della classe politica Il parlamento e' rappresentativo della societa' e quindi anche li' - conclude - ci sono dei tossicodipendenti, come dappertutto'. "Per i giovani socialisti e' immorale la vigente legge Fini, e per l'estrema sinistra parlamentare la proposta di Casini e' di matrice proibizionista: quindi per loro e' eticamente corretto il comportamento di un parlamentare che fa uso di stupefacenti". Lo scrive Gian Luca Bianchi, dirigente nazionale di Azione giovani. "La legge Fini va valorizzata e non abrogata- dice il dirigente del movimento giovanile legato ad An- poiche' ha trovato il giusto equilibrio tra valori e praticita'". Secondo Bianchi, la normativa ha riconosciuto "definitivamente" che non esistono droghe leggere "favorendo maggiori controlli contro le organizzazioni criminali" e, contemporaneamente, "ha consentito l'uso personale stabilendo rigorosamente le dosi oltre le quali i soggetti detentori di stupefacenti vengono considerati delinquenti". "Invece di puntare alla liberalizzazione e alla legalizzazione delle droghe leggere- sottolinea- e' necessario costruire piu' forti piattaforme di dialogo con i giovani, per disincentivarne, comunque, l'uso". Le raccolte illegali di dati non possono essere ammesse: lo dice ai microfoni di Radio Citta' Futura, Stefano Rodota' ex garante della privacy, intervenendo nel dibattito scaturito dal test anti-droga effettuato dalle Iene su 50 deputati a loro insaputa. 'Bisogna verificare se queste informazioni sulla condizione personale dei parlamentari, raccolte mediante i tamponi frontali, siano legali oppure no - ha detto stamattina a RCF Rodota' - . Questa e' una materia che si presta molto ad abusi per tutti, non solo per ristretti gruppi politici. Questi dati sono stati raccolti in violazione dei principi della legislazione italiana, delle direttive europee e dei diritti fondamentali dell'unione europea. La raccolta e' stata sleale e la slealta' e' condannata da tutte le norme. Non c'e' stato consenso degli interessati ne' e' mai stata promulgata una norma che autorizzi i privati a svolgere questo tipo di attivita". E sui provvedimenti presi dal garante per la privacy dice: 'Ha agito bene secondo me, dando anche una corretta indicazione per il futuro. Le raccolte di dati illegali non possono essere ammesse, quali che siano i soggetti o le intenzioni. I dati delle Iene quindi, non sono utilizzabili e non devono esserlo. Puo' risultare molto rischioso. L' uso di informazioni genetiche raccolte con facilita', ad esempio sulla saliva lasciata sulle tazzine di caffe' o sui bicchieri d'acqua, potrebbe essere utilizzato magari per controllare se i soggetti siano o meno predisposti a patologie ereditarie e questo puo' facilmente trascendere in una discriminazione genetica. Potrebbero farlo, per ipotesi, i datori di lavoro con il propri dipendenti controllando a tradimento il loro patrimonio genetico e discriminandoli o non assumendoli se predisposti a malattie particolari e quindi piu' esposti ad assenze o scarso rendimento in un ipotetico futuro'. Rodota' ha concluso sottolineando che 'il controllo sui comportamenti dei parlamentari e' una questione molto seria che non deve in nessun caso tracimare nel ridicolo'. 'Quando si toccano i politici, improvvisamente si accorgono del pregresso': Luca Bizzarri, che con Paolo Kessisoglu e Cristina Chiabotto conduce Le iene su Italia 1 , va all'attacco del garante della Privacy che, dopo il putiferio scatenato dal test anti-droga, ha chiesto la cassetta della puntata andata in onda martedi' in cui veniva mostrato un analogo test, gia' trasmesso mesi fa, effettuato in una discoteca. 'E' una cosa ridicolissima - dice Bizzarri, in una intervista pubblicata oggi dal Quotidiano Nazionale- perche' si tratta di un servizio gia' trasmesso mesi fa'. Comunque, mentre Luca & Paolo campeggiano sulla prima pagina del Times ('mamma sara' contenta'), sulla questione droga secondo Bizzarri 'bisogna aprire un dibattito consapevole fatto da gente consapevole. Ho l'impressione che i due firmatari dela legge (Fini-Giovanardi ndr) siano uomini di buona volonta' ma che non conoscono la realta' delle strade. Sono distaccati dal mondo vero'. Secondo Bizzarri 'i parlamentari si autotutelano. Fanno di tutto per restare una casta intoccabile e non mi sembra giusto. Anzi, avendo piu' responsabilita' dovrebbero essere piu' trasparenti'. Comunque, secondo Bizzarri ora le Iene volteranno pagina: 'Per noi il lavoro e' finito. Ci occuperemo di altro'. "Sono contrario perche' se si afferma il principio che il test e' obbligatorio per i parlamentari, domani ci sara' il test obbligatorio anche per i giovani". A dichiararlo e' Raffaele Tecce del Prc, a margine del convegno organizzato alla Camera dall'associazione Sbilanciamoci "La Finanziaria per noi". "Dobbiamo tutelare la privacy non dei parlamentari, ma dei cittadini. Non c'era nessun problema- aggiunge Tecce- nel trasmettere il servizio delle Iene. Temiamo- conclude l'esponente del Prc- che questa vicenda sia utilizzata per creare una barriera culturale sul drogato inteso come cattivo e delinquente". "Anche per le tossicodipendenze si e' fatta una politica di classe. Io sono per la liberalizzazione dell'uso degli stupefacenti, unico modo per contrastare il traffico e la criminalita' organizzata". E' quanto dichiara Jacopo Venier (Pdci) intervenendo nel dibattito sulle droghe di questi giorni, a margine del convegno alla Camera organizzato da Sbilanciamoci. "Sono contrario- aggiunge Venier- alla proposta di Casini, perche' e' demagogica e- continua- viola la privacy dei parlamentari e dei cittadini". Secondo il deputato del Pdci "c'e' un'ipocrisia della politica, che accompagna all'uso di queste sostanze, misure repressive". "L'uso di queste sostanze- conclude Venier- quando rimane nella sfera privata, puo' essere accettato e non deve essere sottoposto ad azioni repressive e proibizioniste". "E'giusto che i parlamentari siano sottoposti a questi pseudo-esamini, pero' e' altrettanto giusto che sia dato al pubblico uno specchio reale e non distorto della situazione, come fanno le Iene, che mandano in onda solo le interviste che confermano la loro tesi". Questo il commento di Edmondo Cirielli (An) sull'intervista delle 'Iene' sospesa dal garante della privacy. Cirielli, tra gli intervistati dalla trasmissione, parla anche dell'episodio accaduto all'ingresso di Montecitorio a margine della sua intervista: "A dimostrazione- spiega- della strumentalita' di questa attivita' pseudo-giornalistica, tesa solo a delegittimare il Parlamento, vi e' che l'intervista nel quale avevo risposto alle domande postemi non e' stata mandata in onda". "In relazione alla vicenda del test- sottolinea l'esponente di An- e' la metodologia dell'inganno che non va bene e dimostra anche qui la mala fede della trasmissione e di chi l'ha concepita: se e' giusto- continua- che i parlamentari debbano avere un comportamento coerente con le leggi del Parlamento, sarebbe stato piu' giusto chiedere loro se volevano sottoporsi o meno a un test. E' capitato anche a me- spiega- Volevano farmi un'intervista truccandomi, ma non mi sono fatto truccare perche' normalmente non lo gradisco. Sarebbe bastato- conclude Cirielli- che mi avessero fatto una richiesta esplicita". Un test antidroga sui consiglieri regionali della Campania. Lo propone il consigliere di An Enzo Rivellini. 'Ho presentato - annuncia - una mozione al presidente del Consiglio regionale affinche' si faccia il test antidroga ai consiglieri regionali e si chiarisca in maniera ineccepibile che chi e' chiamato a rappresentare i cittadini svolge il proprio lavoro in piena lucidita' mentale'. 'Da semplice cittadino - spiega - avrei timore di salire su un mezzo pubblico alla cui guida c'e' un autista che fa uso di sostanze stupefacenti o di farmi curare da un medico nelle medesime condizioni. Trovo quindi doveroso, per la liberta' dei cittadini di sapere e scegliere da chi farsi rappresentare, che si conoscano le condizioni dei consiglieri regionali che sono chiamati a legiferare ed amministrare in piena lucidita' e senza condizionamenti esterni'. 'Per questo - conclude Rivellini - ho proposto che sia effettuato il test antidroga scientifico ed inoppugnabile che certifichi le condizioni fisiche di tutti i consiglieri regionali. La conoscenza e' sinonimo di liberta' e democrazia'. Sergio Pizzolante, deputato di Fi, censura la proposta di un test antidroga obbligatorio per i parlamentari avanzata da Pier Ferdinando Casini. 'Sarei quasi favorevole - dice ironicamente - purche' si rispettino due condizioni. La prima: anche Casini si deve sottoporre al test per verificare il suo quoziente d'intelligenza; la seconda: deve rendere pubblico il risultato...'. "Ha ragione Fiorello a lamentarsi che la censura scattata sulla provocazione delle Iene suona come un privilegio concesso ai politici, visto che in analoghe circostanze per altri personaggi pubblici non è stata garantita alcuna tutela della privacy ed è anzi scattata la gogna mediatica". Il senatore dei "Verdi-Pdci, Insieme con l'Unione" Mauro Bulgarelli interviene sulla querelle generata dall'intervento del Garante, che ha impedito la messa in onda della puntata delle Iene nella quale alcuni politici sono stati a loro insaputa sottoposti a un test antidroga. "Se effettivamente sono stati usati tutti gli accorgimenti tecnici per rendere, come è giusto, irriconoscibili i parlamentari, non vedo perché la trasmissione non sia andata in onda. L'uso di sostanze stupefacenti, come è noto, - aggiunge Bulgarelli - è un fenomeno largamente trasversale ed è puerile pensare che non investa anche il mondo della politica. Il quale -continua Bulgarelli- è semmai colpevole in molti casi di un'insopportabile ipocrisia, visto che nonostante la larga diffusione al suo interno di certi comportamenti è stato capace di varare una legge liberticida come la Fini-Giovanardi". "Personalmente sono per il rispetto della privacy di tutti ma sono, soprattutto, un antiproibizionista e se una provocazione come quella della Iene serve a svelare da che pulpito vengono quelle crociate antidroga che hanno fin qui impedito, ad esempio, che una sostanza come la marijuana, dalle note qualità terapeutiche, venga proibita perfino ai numerosi ammalati che ne avrebbero bisogno, allora - conclude il senatore dei Verdi - ben vengano i blitz delle Iene". 'All'origine di certe proposte esiste, purtroppo, una tendenza preoccupante alla pubblicizzazione forzata di informazioni che riguardano la vita dei singoli': cosi' Giuseppe Bortone, responsabile tossicodipendenze della Cgil, commenta l'iniziativa di Pierferdinando Casini sui test antidroga, obbligatori e a sorpresa, per i parlamentari. Secondo Bortone si tratta di una tendenza 'che puo' diventare assai pericolosa per la vita dei semplici cittadini, per l'autonomia e la dignita' della funzione parlamentare, e anche, in prospettiva, se si estende questo metodo, per i diritti delle persone che lavorano'. Per le diverse categorie di lavoratori che espletano mansioni di particolare responsabilita', ricorda il sindacalista, il problema 'si e' posto piu' volte, ma sempre le organizzazioni sindacali hanno unitariamente respinto le proposte di test obbligatori, insistendo sul concetto di idoneita' alla mansione, che prescinde dall'uso o meno di sostanze, e anche dallo statuto, legale o meno, di esse'. Il problema sta infatti, secondo Bortone, 'nel momento, nella misura e nel contesto del consumo: esso puo' essere estremamente nocivo ( soprattutto rispetto all'alcol e alla guida) ma puo' anche essere di per se' irrilevante per il camionista, il macchinista, o anche il parlamentare'. 'Tutti costoro prosegue - possono bere alcol o consumare sostanze illegali in misura moderata, oppure in momenti in cui tale consumo e' ininfluente rispetto alle delicate funzioni da espletare: ma puo' accadere purtroppo anche il contrario, e allora, per i lavoratori, come per i politici, solo l'informazione e la prevenzione rivolte capillarmente a tutti i cittadini possono limitare i danni; fatte salve, naturalmente, le necessarie cospicue sanzioni, che non a caso il codice della strada prevede in tutti i paesi per il consumo eccessivo di sostanze contestualmente alla guida di autoveicoli'. 'In giorni in cui, nel Palazzo e fuori, si parla solamente di tamponi antidroga, canne e cocaina, ci permettiamo di parlare di quella 'sostanza stupefacente d'abuso' (come e' definita nei modelli di rilevazione del Ministero della Sanita'), l'alcool, responsabile della morte, ogni anno, in Italia di circa 40.000 persone (66 volte i morti per eroina di strada). Lo afferma Bruno Mellano, della Rosa nel Pugno, rendendo noto che alcuni deputati del suo partito hanno presentato un'interpellanza al Ministro della Salute Livia Turco e a quello della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero. Nell'interpellanza, i deputati fanno notare che la 'Rilevazione attivita' nel settore tossicodipendenze' del 2005 non riporta alcuna informazione sulle attivita' di prevenzione e cura che i servizi pubblici per le tossicodipendenze (Sert) attuano da almeno un decennio nei confronti di migliaia di cittadini utenti alcoldipendenti. 'E' paradossale - sottolinea Mellano - che operatori, comunita' scientifica, politici non possano sapere quanti sono gli utenti alcoldipendenti trattati dai Sert, regione per regione, con quali cure e con quali risultati'. 'Ci pare - continua - che l'andazzo generale sia quello di sbandierare provvedimenti proibizionisti di dubbia utilita' e di lasciare sulla carta i buoni propositi educativi: la legge quadro sulle alcoldipendenze che il governo Amato riusci' ad approvare in zona Cesarini, e' rimasta lettera morta, innanzitutto per responsabilita' del passato governo di centrodestra'. Nell'interpellanza, i parlamentari chiedono ai ministri i dati mancanti sulle alcoldipendenze, la revisione dei modelli di rilevazione dell'attivita' dei Sert, un'integrazione fra la legge quadro sulle alcoldipendenze e il testo unico sugli stupefacenti, 'affinche' la destra sappia cosa fa la sinistra'. 'Propongo di creare un gruppo interparlamentare 'amici della cannabis', dove quello che interessa non e' se e quante canne una persona si fa, ma piuttosto la realizzazione di un punto del programma dell'Unione: l'abolizione della Fini-Giovanardi'. E' la provocatoria proposta di Francesco Caruso, parlamentare di Rifondazione Comunista. 'Dobbiamo mettere da parte strumentalizzazioni e polemiche inutili ed affrontare invece di petto la questione del proibizionismo- dice Caruso- della possibilita' di aprire un dibattito franco e sereno sull'uso delle sostanze, dopo anni di cecita' e di repressione. Il fallimento della Fini-Giovanardi e' nelle drammatiche statistiche che mostrano l'aumento vertiginoso dell'uso delle cosiddette droghe pesanti, in primis la cocaina', spiega Caruso. 'Il parlamento, per quanto espressione suprema delle istituzioni democratiche, resta pur sempre un luogo poco raccomandabile- prosegue il parlamentare del Prc- non ci sono solo ignoranti che non conoscono Mandela o Guantanamo, ma anche e soprattutto mafiosi, corrotti, tangentisti, massoni, e dulcis in fundo, cocainomani. Questo non lo scopriamo oggi con le Iene, in quanto esiste una montagna di procedimenti giudiziari che lo accertano, da senatori a vita che affermano di usarla per motivi di salute a ex-ministri che se la facevano portare direttamente al ministero'. Secondo Caruso 'la vicenda degli 'onorevoli drogati', se c'e' il coraggio e l'onesta' intellettuale da parte del parlamento, puo' rimettere all'ordine del giorno il superamento delle politiche proibizioniste e cosi' riaprire una finestra di liberta' per i 4 milioni di consumatori di sostanze che ogni giorno devono svincolarsi e resistere ai meccanismi del controllo e della repressione'. "Ho inoltrato una lettera al presidente del Consiglio regionale, Massimo Pineschi invitandolo a far sua la proposta di chiedere ai membri del Consiglio regionale del Lazio di sottoporsi, volontariamente, ad accertamenti sull'uso di sostanze psicotrope illegali". E' quanto annuncia il capogruppo di Fi alla Pisana, Alfredo Pallone. "L'adesione o non adesione dovra' essere una libera scelta etica, non suscettibile di elementi e valutazioni pregiudiziali e degna di totale rispetto- spiega Pallone- Cosi' come chi vorra' rendere pubblici i risultati lo fara' semplicemente come atto di servizio nei confronti dei cittadini elettori, nell'ottica di un rapporto di piena trasparenza e condivisione di scelte". "Il clamore suscitato in questi giorni- continua Pallone- a proposito di un presunto risultato di positivita' all'uso di sostanze psicotrope illegali di una decina di onorevoli rischia di aumentare il divario esistente, in numerosi casi e condizioni, fra i cittadini ed i loro rappresentanti nelle istituzioni. Dissento profondamente dal metodo utilizzato a proposito dell'evento che ha portato tanto clamore, poiche' frutto dell'inganno e del raggiro, in violazione delle piu' elementari norme della privacy che tutela, non solo le singole persone in termini nominativi, ma anche il ruolo professionale ed istituzionale". Il consigliere dei Ds alla Regione Puglia Giuseppe Romano replica alla proposta formulata dal capogruppo di Forza Italia Rocco Palese sul test antidroga cui sottoporre i consiglieri regionali. Perche' non estendere il test a tutte le forme di dipendenza, alcolismo, tabagismo, dipendenza da farmaci?', chiede. 'Ed ancora, perche' la platea da sottoporre a test non si allarga anche ai presidenti di Provincia, ai sindaci e alle loro giunte? Tale proposta sarebbe, credo, piu' in sintonia col messaggio negativo e qualunquista sulle Istituzioni che si intende riconsegnare agli elettori. Chi, come me - continua la nota di Romano - crede che il lavoro difficile che svolge quotidianamente il personale politico impegnato nei diversi livelli istituzionali sia prezioso per la democrazia e baluardo contro ogni involuzione populista della stessa, non puo' che considerare la proposta Palese come l'ennesima goliardata alla quale il buon Rocco ci sta ormai abituando'. Il tema, quello della tossicodipendenza, proprio per i suoi complessi risvolti sociali - evidenzia il consigliere Ds - merita ben altra attenzione e rispetto politico, non fosse altro che per i tanti drammi che le famiglie italiane vivono quando impattano tali problematiche. Anche per questo il tema del riordino, e su alcune tematiche di costruzione, del welfare pugliese e' stata una priorita' politica che il centro sinistra in Puglia si e' data, a partire dalla approvazione della legge sui servizi sociali, licenziata dal Consiglio regionale nel luglio scorso. E la priorita' rimane, atteso che la giunta regionale del 3 ottobre scorso, ha licenziato la proposta di regolamento attuativo della stessa legge 19/2006'. 'In sede di commissione consiliare e partendo dalla proposta della giunta - conclude Romano - siamo impegnati a migliorare il testo avanzato, apportando quelle modifiche necessarie sui modelli organizzativi, sui profili professionali del personale impiegato, sui momenti della inclusione sociale, con una attenzione particolare alle problematiche della devianza in generale e della tossicodipendenza in particolare. Ritengo dunque piu' utile questo impegno che non la goliardata'. 'La ribalta che ha avuto il drug wipe, un tampone frontale che ha una percentuale di infallibilita' del 100% per sapere se un soggetto ha fatto o meno uso di droghe, grazie alla trasmissione Le Iene, ha anche evidenziato di come moltissime polizie locali, ed in particolare alcuni corpi della polizia provinciale, lo utilizzano normalmente per controllare gli automobilisti che percorrono le strade provinciali'. Lo afferma il capogruppo di An alla Provincia, Luigi Rispoli. 'Nella proposta di riorganizzazione del corpo della polizia provinciale di Napoli, che allo stato esiste solo sulla carta, - ha aggiunto - inseriro' tra le tipologie di controlli che dovranno effettuare questi agenti, anche quello del drug wipe cosi' da scoraggiare l'uso di droghe prima di mettersi al volante. Purtroppo sappiamo che dovremo scontrarci con un centrosinistra che non ha alcun interesse a valorizzare la polizia provinciale nonostante che la stessa rappresenti un eccezionale strumento per poter contrastare uno dei settori piu' floridi per la camorra, quello della cosiddetta ecomafia. La polizia provinciale, infatti, dovrebbe operare principalmente proprio nell'ambito della repressione e prevenzione dei reati ambientali e di quelli ittico-venatori. Ma, allo stato, il corpo presenta una serie impressionante di carenze che lo rende di fatto una polizia virtuale'. 'Gli agenti - ha detto - non hanno la necessaria formazione professionale, non si garantisce una presenza omogenea del corpo sul territorio; quasi tutti gli agenti sono ancora senza uniformi; le macchine nuove sono ferme nel parcheggio di Via Don Bosco e sono inutilizzate perche' prive di telepass e della scheda carburante; non vi e' una sala radio e gli agenti, anche durante le rarissime operazioni possono comunicare tra loro solo con telefoni cellulari; le cosiddette vetture civetta sono prive di sirena; gli agenti sono amministrati come normali impiegati senza avere indennita' di turnazione e di reperibilita' e avendo un orario che non prevede una presenza h24; solo otto agenti posseggono una pistola; non vi e' una modulistica per redigere i verbali; gli agenti hanno la medesima assicurazione degli impiegati con le stesse tipologie di copertura dei rischi; manca la previsione di tutela legale degli agenti. Questa e' la drammatica situazione in cui versa la polizia provinciale in un momento in cui la lotta alla criminalita' diventa la priorita' di tutta la societa' civile napoletana. Alleanza Nazionale ha chiesto ed ottenuto un consiglio monotematico, che si terra' il prossimo 25/10, nel quale presenteremo la nostra proposta di riorganizzazione partendo dalla necessita' di controllare la lunga linea di costa della Provincia di Napoli munendo gli agenti delle necessarie imbarcazioni. Occorre, inoltre, determinare forme di collaborazione con le altre forze di polizia, e svolgere un ruolo da protagonista nel controllo delle attivita' del ciclo dei rifiuti. Bisogna pensare che in altre province le attivita' della polizia provinciale rappresentano anche un capitolo importante delle entrate degli enti e qui, invece, il loro apporto e' impalmabile. Insomma riteniamo veramente riduttivo, oltre che mortificante per gli stessi lavoratori, che l'unico distaccamento che funzione e' quello che apre e chiude il palazzo di piazza Matteotti quando arriva il presidente Di Palma'. L'idea 'che i nostri Parlamentari, come gli operatori di altre categorie sociali nelle cui mani e' posto il benessere e la sorte dei cittadini, siano sottoposti ad una verifica del loro stato di lucidita' e di equilibrio, non disturbato dall'uso di sostanze stupefacenti, non e' sbagliata'. Don Pierino Gelmini, fondatore della Comunita' Incontro e tra i pionieri della lotta ala droga in Italia, con una nota lancia una provocazione: 'una scelta di questo genere deporrebbe a favore della serieta' di un parlamentare o lo metterebbe al centro del rispetto e di una seria valutazione da parte dei suoi sostenitori'. Certo, pretendere il test con il Parlamento in corso d'opera, chiarisce Gelmini 'sarebbe una violazione del diritto alla privacy'. Chi non se la sente, aggiunge Gelmini 'non puo' essere obbligato a sottoporsi pubblicamente ad un test che riguarda, comunque, la sua vita privata'. Inoltre, 'proporre al momento un obbligo generalizzato rischierebbe invece di alimentare tra i giovani un senso di sfiducia e di disorientamento nei confronti delle Istituzioni'. Un accertamento in tal senso si potrebbe attuare, secondo Gelmini 'ma sempre liberamente, a monte delle elezioni, magari per iniziativa dei singoli partiti che, in base ai criteri di accertamento della validita' dei propri candidati, porrebbero anche dei criteri di valutazione sulle scelte politiche'. Al sacerdote rimane tuttavia una domanda, che rilancia alla politica e all'opinione pubblica: 'chi e' chiamato di fronte agli elettori non dovrebbe sottoporsi ad un controllo pubblico con lo stesso senso di responsabilita' con cui si propone a loro quale guida politica e di Governo?'. 'La vicenda dell'inchiesta delle Iene spinge a riflessioni sull'etica della politica e sulla politica dell'etica e induce anche nei cittadini-elettori un legittimo senso di allarme e di sospetto per quel che riguarda l'affidabilita' dei rappresentanti istituzionali accedono in parlamento'. E' quanto afferma, in una nota, il consigliere comunale di Forza Italia, Ciro Signoriello. 'Credo che se l'inchiesta delle Iene si dimostrera' attendibile, si pone una seria riflessione sul fatto che parlamentari della nostra Repubblica facciano uso di sostanza stupefacenti. Quelle stesse figure istituzionali, cioe', che legiferano e regolamentano e, in alcuni casi, limitano il comportamento di ognuno attraverso norme dello Stato'. 'A questo punto e' lecito pensare alla grave incoerenza che potrebbe esserci in funzione del fatto che, mentre i nostri rappresentanti in Parlamento legiferano sull'uso e la proibizione di droghe, nel contempo alcuni di loro contravvengono a tali norme facendo essi stessi uso di sostanze stupefacenti. Tutto cio' sarebbe il paradigma della contraddizione della politica ma giustificherebbe anche il senso di sfiducia degli elettori'. 'A fronte di tutto cio' verrebbe voglia di dire vietato legiferare in caso di uso di sostanze stupefacenti'. 12-10-2006 Italia. Veneto. Regione da via libera a 56 progetti di recupero per tossicodipendenti e carcerati Riguardano un po' tutti i settori lavorativi i progetti formativi approvato dalla Giunta regionale, per i quali e' stato previsto un finanziamento di 4.638.000 euro. Gli interventi, che rientrano nel Programma operativo della Regione con il cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo, sono finalizzati all'adeguamento delle competenze di fasce deboli del mercato del lavoro, in particolare tossicodipendenti e detenuti, al fine di fornire strumenti atti a garantire un'adeguata collocazione professionale. 'Nel Veneto in questi anni -ricorda l'Assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro, Elena Donazzan, che ha proposto il provvedimento- e' stato fatto molto nell'inserimento delle persone svantaggiate in senso generale, tra cui gli ex detenuti e tossicodipendenti. Tanto che la nostra regione risulta essere uno dei contesti nazionali dove migliori sono i risultati dell'inserimento lavorativo di queste persone, sia in termini di occupazione, sia di durata del rapporto di lavoro. E questo perche' viene sostenuta la collaborazione tra i centri per l'impiego e i SIL e anche perche' siamo state tra le prime Regioni ad applicare la legislazione nazionale. 12-10-2006 Italia. Le Iene di nuovo a Montecitorio, stavolta come "statue viventi" Una Iena che si trasforma in "statua vivente" e si piazza davanti a Montecitorio. E' quanto sta facendo dalle prime ore del giorno Giulio Golia, uno della formazione delle Iene, per protestare contro il provvedimento con cui il Garante per la privacy martedi' ha bloccato il servizio delle Iene dedicato al "drug wipe", il test droga cui erano stati sottoposti a loro insaputa una cinquantina di parlamentari italiani. Golia ha tra le mani un microfono, al quale - se lo volessero fare - i parlamentari potrebbero parlare e dire cosa pensano dell'intera vicenda. Mentre un operatore televisivo di Italia 1 riprende il tutto. 12-10-2006 Colombia. Gli Usa tagliano fondi al Plan Colombia Il Governo statunitense taglia quattro milioni di dollari ai fondi destinati all'esercito per tenere lontani i contadini dal commercio della cocaina. In un documento ottenuto dall'Associated Press, l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (Agency for International Development) sottolinea l'inaccettabile rischio per la sicurezza dei propri lavoratori, e gli investimenti insufficienti dei partner a Caqueta, ex Regione roccaforte dei ribelli nel sud della Colombia. Dopo sei anni e l'investimento del Plan Colombia di oltre 4 miliardi di dollari, iniziato proprio nella regione di Caqueta, l'esercito continua a combattere contro i ribelli e la coca rimane la coltivazione piu' diffusa. I programmi di sviluppo per fornire coltivazioni alternative sono falliti, e allo stesso tempo, la produzione di coca ha oggi raggiunto livelli massimi rispetto al passato. Gli Stati Uniti spendono annualmente 70 milioni di dollari per i programmi di sviluppo colombiani. Secondo l'ultima ricerca degli Stati Untiti, Caqueta e Putamayo producono il 26% della quantita' nazionale annuale di coca. Dal 2000, gli Stati Untiti hanno finanziato Caqueta con 5,6 milioni di dollari. Nella strategia Usa per combattere le coltivazioni illegali, il 20% dei fondi dei programmi antidroghe e' destinato allo sviluppo, e in progetti gestiti dall'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale. Dai fondi dei prossimi cinque anni dell'Agenzia, circa 350 milioni di dollari, non un centesimo sara' destinato a Caqueta e a quattro regioni dell'Amazzonia "E' una contraddizione del Plan Colombia" ha dichiarato Luis Fernando Almario, deputato e sostenitore del programma del presidente Alvaro Uribe per le fumigazioni aeree dei campi di coca. "Invece di investire per eliminare la dipendenza da questi commerci illegali, siamo stati esclusi'. 12-10-2006 Usa. Georgia. Aggiunti 15 poliziotti per combattere le metanfetamine Il governatore Sonny Perdue ha annunciato un incremento al budget statale per aumentare il numero di poliziotti nell'unita' antimetanfetamine del "Georgia Bureau of Investigation" (GBI). "Lo Stato ha intrapreso una forte azione contro le metanfetamine con una coalizione tra le forze statali e federali. Quindici poliziotti in piu' per il GBI significa raddoppiare gli sforzi per combattere le metanfetamine e i crimini ad esse collegate" ha dichiarato Perdue. In totale gli agenti saranno trenta, e affiancheranno quelli della DEA (Drug Enforcement Agency); la copertura finanziaria e' di un milione di dollari. L'aumento degli agenti permettera': - allo Stato di intervenire per risolvere il problema dell'importazione delle metafetamine - di sostenere le unita' antidroghe locali nelle operazioni sotto copertura per identificare lo spaccio - di istituire un'unita' specifiche per combattere le metanfetamine nelle aree metropolitane, come Atlanta "Approvando leggi piu' severe sulle droghe si sono fatti dei progressi" ha dichiarato Vernon Keenan, direttore del GBI. "La Georgia e' un punto importante di passaggio per le droghe provenienti dal Messico e destinate alla costa orientale". 13-10-2006 Spagna. Tribunale difende l'attivita' di una narcosala Un tribunale di Barcellona ha respinto il ricorso presentato da varie associazioni di cittadini di Vall d'Hebron contro una narcosala; la sentenza spiega che l'amministrazione municipale e' obbligata a combattere i danni che le droghe provocano alla salute. Il Centro de Atencion y Seguimiento per tossicodipendenti e' uno spazio di 126 metri quadrati conosciuto come narcosala, entrato in funzione il 28 luglio dell'anno scorso di fronte all'ospedale della Vall d'Hebron. Nel marzo del 2006 il consiglio comunale di Barcellona ha autorizzato il suo trasferimento all'interno dell'area sanitaria. Gli abitanti della zona, che hanno manifestato tutte le settimane per esigere la chiusura della narcosala, nel ricorso spiegano che l'attivita' del centro -dove e' possibile iniettarsi la droga- incrementa l'insicurezza della zona e che, con il suo atteggiamento, l'amministrazione favorisce le pratiche illegali come il consumo di droghe. Ma il giudice risponde che l'amministrazione comunale non solo puo', ma "e' abilitata" a favorire un presidio come quello contestato. I richiedenti forse dimenticano che potrebbero non essere d'accordo con uno Stato che restasse inerte di fronte a una realta' come i danni alla salute derivati dall'uso di droghe (infezione da Hiv, epatiti B e C, tubercolosi ...). Dopo aver considerato che non sarebbe accettabile "la deliberata passivita' dell'amministrazione in queste circostanze", il giudice ricorda che se si dovesse seguire il ragionamento dei ricorrenti "si svuoterebbe di contenuto l'attivita' di assistenza e recupero del tossicodipendente nonche' il diritto alla salute riconosciuto dalla Costituzione". Nella sentenza c'e' anche un riferimento alla raccomandazione dell'Unione Europea, che invita gli Stati a promuovere politiche di riduzione del danno, cio' che include la riduzione degli effetti negativi, sociali e sanitari, del consumo di droghe. La sentenza da' per accertato che la narcosala e' entrata in funzione con le dovute autorizzazioni e licenze, e segnala che, in ogni caso, e' gia' stato autorizzato il suo trasferimento alle dipendenze dell'ex centro di assistenza primaria (CAP) dell'area ospedaliera di Vall d'Hebron. E' opinione del giudice che per annullare la delibera municipale non e' sufficiente che la decisione non sia condivisa dai richiedenti: "(...) la discrezionalita' amministrativa non puo' essere oggetto di revisione in sede giurisdizionale sulla base di considerazioni o motivi di maggiore o minore opportunita'". 13-10-2006 Afghanistan. USAID concedera' prestiti ai contadini per colture alternative L'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) distribuira', nei prossimi tre anni, 80 milioni di dollari in forma di piccoli prestiti concessi a piu' di 60 mila contadini delle zone rurali. "L'USAID e' estremamente soddisfatta di questa iniziativa per aiutare gli abitanti delle zone rurali dell'Afghanistan", ha dichiarato Leon Waskin, direttore per l'Afganistan dell'USAID. "Questo programma istituira' una fondazione per creare un sistema finanziario accessibile". L'obiettivo dell'Agenzia e' di costruire 50 centri di credito per finanziare circa 50 mila potenziali clienti, e 30 cooperative agricole per circa 20 mila clienti. Il facile accesso al credito e' stato ideato per aiutare i contadini che intendano rinunciare alle coltivazioni illegali, fornendo semi ed attrezzature, rendendoli indipendenti dalla produzione d'oppio. "Riconosciamo le difficolta' affrontate dalle comunita' rurali, ed e' stretta la nostra collaborazione con il Governo afghano in questa sfida per migliorare le condizioni della popolazione", ha concluso Waskin. Le insufficienti alternative legali al papavero sono una delle cause della poverta' del Paese, dove la meta' della popolazione vive in poverta' e l'85% e' contadina. Il portavoce del ministero Antinarcotici Said Mohammad Azam, ha dichiarato che qualsiasi iniziativa che aiuti i coltivatori, inclusi quelli di papavero, e' essenziale per lo sviluppo generale. 13-10-2006 Italia. Le Iene: facciamo solo il nostro lavoro "Non vogliamo attaccare il Parlamento. Non e' nostra intenzione fare questo. Abbiamo fatto semplicemente il nostro lavoro. Semplice!". Cosi' l'inviato delle Iene Giulio Golia, interpellato dal VELINO, commenta la polemica nata in merito all'inchiesta realizzata della trasmissione sul consumo di droga fra i politici e bloccata dal garante della privacy. Golia ha passato la giornata di ieri travestito da statua vivente davanti a Montecitorio per raccogliere pareri dei parlamentari sulla vicenda del droga-test. E sul servizio che non e' andato in onda martedi' scorso su Italia 1, Golia non si sbottona: "Su questo non sono io che posso dire qualcosa. Ormai, quello che e' successo e' successo. Noi ci siamo fermati oggi (ieri, ndr) davanti al Parlamento per dare la possibilita' a tutte le persone, politici, onorevoli, se volevano dirci qualcosa. Noi stavolta eravamo fermi e immobili". Sentite di svolgere il ruolo di giornalisti meglio di altri professionisti: "Noi cerchiamo sempre di fare vedere tutto. Il nostro obiettivo e' quello di dare il meglio di noi stessi e dare una notizia corretta". Alla domanda se le Iene pensano di fare un giornalismo migliore, l'inviato pensa che non e' il caso di fare classifiche: "Capita, a noi di fare dei buoni servizi. Li possono fare anche gli altri. Noi abbiamo le briglie sciolte e fino a quando potremmo svolgere il nostro lavoro in questo modo lo faremo. Fino a quando va, va". COMMENTI 'Le 'Iene' e i parlamentari coinvolti sono dalla stessa parte. Sono entrambi dalla parte di chi se ne infischia delle regole e ci ride su, arrogandosi il diritto di farsi nuove regole su misura, in nome del diritto di informazione o della necessita' di sollevare i problemi gli uni, in nome della privacy e della liberta' personale gli altri, entrambi con l'atteggiamento che i ragazzi delle nostre coomunita' definirebbero 'da tossici', manipolatore, teso ad accaparrarsi una fetta di diritto in piu' con l'inganno o con le scuse pronte'. Con una lunga lettera aperta, Mimmo Battaglia, presidente della Federazione Italiana Comunita' Terapeutiche, interviene nella vicenda 'jene e droghe in parlamento', portando il punto di vista di chi, da educatore, affronta quotidianamente il problema. Sulla vicenda, sottolinea Battaglia, 'in soli due giorni si e' detto quasi tutto il possibile... Proviamo, noi operatori nel campo delle dipendenze, a restare distanti dal polverone sollevato, per riuscire a vedere meglio i contorni, tentiamo di guardare dall'alto per dare un'altra dimensione al problema. Ma la nostra 'deviazione' professionale, quasi ci impone di osservare la realta' che scorre dal punto di vista dell'educatore, di chi si impegna a veicolare, tirare fuori e cercare un senso ai contenuti: da questo particolare punto di vista le televisive jene ed i parlamentari coinvolti stanno dalla stessa parte'. 'E con questo atteggiamento, con questo stile le jene prendono a calci le regole democratiche, giocando il loro ruolo in questo grande fratello di intercettazioni spiattellate senza rispetto e senza autorizzazione, di prove estorte con l'inganno. Per promuovere alla grande la loro nuova stagione in tv, rivelando infine il segreto di Pulcinella'. 'Con il medesimo atteggiamento i parlamentari coinvolti hanno la doppia veste di chi scrive le regole e le aggira, di chi studia le politiche contro le dipendenze ma senza denunciare il proprio pusher personale, anzi finanziandolo', aggiunge Battaglia. 'In questo doppio gioco di informazioni continue ed opposte, l'unico messaggio che emerge chiaro e distinto dalla nube di parole e': tutto e' lecito! E' questo cio' che ci porta a mettere gli uni e gli altri dalla stessa parte, quella dello spettacolo che deve andare avanti, dell'apparire che vince sull'onesta', che vince su tutto. E' questo che, da educatori, ci mette rabbia e paura -afferma Battaglia- questo unico messaggio che filtra dal resto: tutto e' lecito! Questo messaggio che si amplifica, rimbalza nelle tv e sui giornali, sul web e nelle piazze e diventa gigante. Una nuova grande regola, che sta dietro alle altre ormai prive di senso, che sta dietro alla costituzione, alle leggi ed al diritto morale: vera e intoccabile questa, solo di facciata quelle altre'. 'Chi, da una parte o dall'altra, si schiera con le povere jene vittime dei poteri forti o con i poveri parlamentari vittime della fame di scoop, sta sempre dalla parte di chi qualche infrazione e' disposto a tollerarla, basta che sia del tipo che non ci disturba', aggiunge Battaglia. Di tutto questo 'polverone mediatico', denuncia ancora il presidente della Fict 'rimane la difficolta' di trovare un punto fermo, il disagio di non riuscire ad allontanarsi dai facili qualunquismi sulla politica e sulla moralita' di chi dovrebbe rappresentarci'. 'Rimane l'imbarazzo dell'educatore che cerca modelli adulti di riferimento e valori forti da indicare senza trovarli nella quotidiana rappresentazione del mondo che filtra dalle solite petulanti finestre. Rimane l'impressione che tutta questa ricerca di verita' nascoste non sia mai un passo verso la giustizia, ma verso il baratro del nichilismo valoriale. E questo preoccupa sinceramente di piu' dell'ennesimo deputato che tira di coca, rappresentante in cio' di una realta' sempre piu' radicata nella nostra terra, sempre piu' normale e tollerabile, sempre piu' accettata ad armi basse, senza combattere, senza neanche provarci'. 'Sono le politiche reali, piu' che questi baracconi da audience, a preoccupare realmente: l'incapacita' o la poca volonta', gravissime entrambi, di dare risposte concrete ad un fenomeno che lungi dall'essere ormai un'emergenza, e' diffuso e consolidato. Sconcerta -conclude Battaglia- la pochezza delle risposte che questi politici, anche quelli che si dicono puliti, riescono a dare al mercato forse piu' forte ed in espansione dei nostri giorni, quello delle droghe, legali o meno. E tra lo sporco e la polvere, rimane, oltre ogni paura o sconcerto, bisogno d'aria pulita'. Roberto Giachetti, deputato della Margherita e coordinatore romano del partito, tiene fede all'impegni di dialogare a tutto campo sul blog da lui recentemente aperto. "Molti mi chiedono - scrive Giachetti - il mio parere sulla vicenda droga parlamentari. Francamente l'argomento non mi ha appassionato fin dall'inizio ma visto che l'interesse generale sembra crescere diro' alcune cose". La prima delle affermazioni del deputato Dl avrebbe fatto qualche giorno fa la gioia dei cronisti in cerca di confessioni dopo l'esplosione del caso: "Non sono tra coloro che dice di aver fumato hashish e marjuana 'da ragazzo'. L'ho fatto certamente da ragazzo ma lo continuo a fare quando capita e quando mi va. Nello specifico l'ultima volta e' accaduto non piu' di un mese fa". In secondo luogo, il coordinatore della Margherita romana asserisce che "una lunga e dotta teoria medica e scientifica considera queste sostanze 'non droghe' o comunque sostanze non piu' tossiche e dannose di quanto lo siano il fumo o l'alcool. Convengo con questa posizione". Terzo punto: "Conseguentemente mi sono battuto e continuero' a battermi affinche' vi sia una totale depenalizzazione per chi fa uso di queste sostanze". Giachetti continua definendo francamente ridicolo il dibattito che si e' scatenato su questo tema. Compresa da ultima la proposta del Presidente Casini di rendere obbligatorio un presunto test antidroga nei confronti dei parlamentari. Come evidente da quanto scritto al punto 1 io non ho alcun problema, non ho neanche bisogno di fare il test. Sono, come detto, un 'reo confesso'. Ma francamente credo che al popolo italiano importi altro di quel che io faccio e che il giudizio verra' dato riguardo la mia moralita', la mia capacita' legislativa e politica, non certo se mi faccio o no una canna". Il dirigente della Margherita prosegue ricordando: "Chi di noi un po' di anni fa ha vissuto e convissuto con il dramma delle droghe vere, che ha visto amici e compagni di scuola morire per overdose, chi oggi ha solo una minima cognizione del dramma delle droghe sintetiche, chimiche, di buchi, pasticche e liquidi assassini inorridisce a vedere il mondo politico, ed in parte anche quello giornalistico occuparsi di questo tema in questo modo, in forma anche un po' goliardica. Il tema droga, tossicodipendenti, carceri, sfruttamento, miseria etc. etc. meriterebbe e merita una misura diversa". Giachetti aggiunge: "Credo di essere una persona di sufficiente cultura. E quindi penso che se le iene mi avessero intervistato e posto domande di storia o di geografia o di politica internazionale sarei potuto cadere in fallo facilmente. tanto per fare un esempio confesso che il nome del Presidente venezuelano non me lo sarei ricordato. Quindi non intendo sbeffeggiare chi ha fatto obiettivamente una brutta figura. Devo dire pero' che c'e' un limite a tutto". Come "considerazione finale", l'esponente Dl spiega perche' non gli piace "il costume di gettare merda sulla politica e sui politici. Io credo che la politica sia una questione decisiva per la vita democratica di un Paese e ritengo che verso chi fa politica e' doveroso essere severissimi ma anche rispettosi. E per dirla piu' chiaramente: se le Iene mi chiedono di fare in diretta nel loro studio il test io ci vado perche' lo ritengo un mio dovere di uomo pubblico, ma questa volta il metodo, cioe' di ottenere con un inganno, attraverso un test assai discutibile, una presunta prova, mi e' sembrato un po' eccessivo. Ve l'ho detto in apertura di blog: io vorrei il piu' possibile essere considerato una persona normale che fa un mestiere particolare, ma normale. Non ho autisti e auto blu, detesto essere chiamato onorevole, non mi piace essere messo nelle prime file ai convegni etc, etc, e pero' vorrei che la mia vita privata fosse rispettata come quella di una persona normale. Ed infatti -termina il deputato-blogger- mi impegno affinche' le persone normali siano piu' tutelate nella loro vita privata". 'E' inaccettabile quanto e' avvenuto. Non ho alcuna remora a sottopormi ad un test antidroga, anzi martedi' prossimo, rientrando a Roma, lo faro' immediatamente in sede parlamentare. Non posso fare altrimenti, debbo tutelare la mia immagine come padre di famiglia ed integerrimo uomo delle istituzioni'. Lo afferma in una nota il parlamentare di Forza Italia Ilario Floresta, uno dei cinquanta 'tamponati' dalle Iene per il test antidroga. Il deputato ha reso noto di avere dato mandato al suo legale, avv. Maria Puglisi, 'di procedere in tutte le sedi opportune a tutelare la mia posizione e la mia immagine, chiedendo altresi' il risarcimento dei danni che sin da ora dichiaro di devolvere, ad esclusione delle spese, alla Comunita' di S. Patrignano, a favore delle vittime della droga'. 'Il modo cui sono stati rubati i dati genetici che ci riguardano, in uno stato di diritto non e' accettabile ne' per un parlamentare ne' per un qualsiasi cittadino'. 'La promessa che i nomi dei parlamentari che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti non saranno rivelati nuoce a tutti noi che siamo stati sottoposti al test. Stende una patina di sospetto che coinvolge tutti coloro che sono stati sottoposti al test, dato che fra parenti, amici, elettori e ambienti professionali di riferimento ha insinuato un dubbio ancor piu' grave della diffusione del dato'. 'I nomi dei 'tamponati' - aggiunge il deputato di Forza Italia - sono gia' di dominio pubblico. Per le modalita' pubbliche di aggressione e per tanti altri motivi non potevano certo essere tenuti nascosti'. 'Ormai non ho dubbi su questo, tant' e' che sorprendentemente, mercoledi' scorso sono stato chiamato a rispondere a domande sull' argomento dalla giornalista Virgilia Piccolillo del Corriere della Sera, che ha poi pubblicato un articolo sullo stesso giornale citando i nomi di altri parlamentari tamponati'. 'Certo il dato che rileva dall' indagine, se vero, e su questo ho forti dubbi, denuncerebbe un grave malcostume a cui le istituzioni dovranno opporsi con strumenti legittimi'. 'Un test volontario e' giusto, obbligatorio e' invece impensabile'. Lo sostiene Gianfranco Fini durante la registrazione di Matrix riferendosi al test 'anonimo' fatto dal programma le 'Iene' su alcuni parlamentari e alla proposta di Pierferdinando Casini che ha ipotizzato la possibilita' di rendere obbligatorio il test antidroga per i deputati e i senatori. Fini afferma che lui la trasmissione, bloccata di fatto dal garante per la Privacy, l'avrebbe mandata in onda perche' 'non mandandola sembra che il parlamento abbia qualcosa da nascondere'. Detto questo, continua, 'non si puo' obbligare nessuno a fare un test' perche' poi sui arriva a fare i test sull'Aids, sul diabete. 'Obbligare e' tipico di sistemi che non hanno nulla a che vedere con la democrazia'. 13-10-2006 Italia. Aumenta il consumo di cocaina nelle Marche Dal '99 al 2005, nelle Marche, gli utenti che si sono rivolti ai servizi sanitari e sociali avendo come sostanza d'abuso la cocaina sono aumentati da 146 a 467, passando dallo 0,04% allo 0,10%. In Europa 10 milioni di cittadini hanno usato almeno una volta nella vita la cocaina; in Italia il 4,6% della popolazione con una eta' compresa tra i 15 e i 64 anni. Questi alcuni dati emersi durante il 15/mo meeting dell' European Collaborating Centres in Addiction Studies (Eccas), tenutosi presso la Sala Raffaelo della Regione Marche. L' incontro, rivolto a operatori del settore delle dipendenze sia in ambito pubblico che privato sociale, e' stato un momento di confronto con un gruppo di esperti provenienti dai diversi paesi europei sul tema 'Modelli di trattamento nelle tossicodipendenze. Analisi sui consumatori di cocaina'. Durante l'incontro e' emersa la necessita' di impegnarsi sul fronte della prevenzione dell'uso della cocaina migliorando anche la capacita' di reclutamento degli utenti nei servizi. Il mondo della tossicodipendenza negli ultimi anni sta registrando alcuni cambiamenti significativi nelle tipologie di consumo e nelle sostanze utilizzate. La tendenza emergente e' quella della cosiddetta poliassunzione, cioe' l'uso combinato di piu' sostanze: alcol, cannabinoidi, droghe 'ricreazionali' come ecstasy, cocaina. Sembra esserci tra gli adolescenti una forte tendenza a non curarsi delle conseguenze future, tanto da considerare l'esperienza del consumo di droghe come una prospettiva appetibile. Altra tendenza che sembra imporsi, almeno in questa fascia di popolazione, la ricerca del cosiddetto 'sballo'. L'intervento che le strutture e la societa' possono operare in favore dei giovani consumatori, e' una corretta informazione e fare prevenzione a piu' livelli e il piu' precocemente possibile. Per quanto riguarda invece l'offerta terapeutica e' noto che questa fascia di consumatori non si rivolge ai servizi in quanto non percepisce il suo comportamento a rischio. E' necessario, inoltre, aumentare le conoscenze che favoriscano l'emergere del cosiddetto sommerso, favorendo un contatto precoce dei consumatori con le strutture sociosanitarie. 13-10-2006 Italia. Umbria. Audizioni in Regione sul recupero dei tossicodipendenti Il trattamento per il recupero dei tossicodipendenti in Umbria deve fondarsi sulla stretta collaborazione fra il settore pubblico e le tante comunita' private, ma questo presuppone una diagnosi affidata esclusivamente ai servizi sanitari pubblici: e' quanto emerso dall' audizione di stamani della commissione affari sociali del consiglio regionale sul disegno di legge della giunta che si occupa della materia. All' incontro -riferisce un comunicato della Regione- sono intervenuti molti operatori, sia dei Sert e delle asl, sia delle numerose comunita' di recupero e cooperative sociali attive in Umbria. A sostegno dell' esclusiva della certificazione che attesti lo stato di dipendenza per poter avviare i soggetti al trattamento terapeutico piu' appropriato, e' stato sostenuto da molti che solo in questo modo si puo' programmare la spesa complessiva del servizio, utilizzando al meglio 'risorse spesso scarse'. E' stato precisato inoltre che in questo modo si evitano esperienze terapeutiche isolate e troppo autonome, in un settore nel quale 'nessuno ha in tasca la certezza sui risultati effettivi del trattamento'. Tra i vari interventi, quello di don Eugenio Bartoli, della Comunita' don Rota di Spoleto, che sollecitato 'rapporti di pari dignita' fra pubblico e privato', mentre di segno negativo e' stato il parere di Aldo Curiotto, della Comunita' Incontro, che ha definito la pratica della certificazione 'troppo rigida ed unidirezionale, soprattutto per comunita' di lunghissima esperienza come quelle di Don Gelmini che dovrebbero avere una certa liberta". 'Le asl e i dipartimenti -ha ricordato Claudia Covino, del Sert di Perugia- hanno il problema di dover tenere sotto controllo la spesa sanitaria ed i suoi centri di costo, anche per questo e per la complessita' dell' intervento di trattamento non e' pensabile che strutture isolate e chiuse possano operare da sole senza confrontarsi con il pubblico su percorsi comuni'. 13-10-2006 Italia. Ferrero: si' alle stanze del buco, no a porcheria attuale "Torino avrebbe bisogno di una narcosala e forse prima o poi partira con un' iniziativa spontanea, non ufficiale, proprio come e' successo a Barcellona, dove tutto e' iniziato con una tenda semovibile". Cosi Paolo Jarre, direttore del dipartimento patologia delle dipendenze dell Asl 5 del Piemonte, ha aperto i lavori del convegno internazionale sulla riduzione del danno in Europa e in Italia, organizzato con la Regione Piemonte, a Torino. "Le recenti vicende in lungo Stura Lazio, a Torino, ci insegnano che bisogna creare luoghi diversi, luoghi protetti per il consumo, sul modello della narcosala di Barcellona . Quest'ultima si trova nel centro della citta', accanto alle Ramblas". Secondo i responsabili in quelle stanze protette si e' concentrato il 20 per cento dei buchi di eroinomani. Jarre parla di iniziative spontanee non a caso: il medico annovera tra le sue creature anche Sottovento, un'unita' di strada che oggi compie dieci anni e che nel 2004 in due stanzette dentro il Parco della Certosa di Collegno, alle porte di Torino, ha aperto la narcosala, una narcosala naturale in cui l'equipe medica, oltre a fornire informazioni, dava anche assistenza pratica ai tossicodipendenti. Quell'esperienza duro quattro mesi, poi fu chiusa dall amministrazione cittadina. A Torino c'e' bisogno anche di un paio di drop-in aperti 24 ore su 24, come a Palermo . I drop-in (centri d assistenza per tossicodipendenti) presenti in citta', uno in Barriera di Milano gestito dall Asl 3 e uno a Mirafiori aperto dal Gruppo Abele, oggi osservano solo orari diurni. L'apertura notturna potrebbe essere realizzata a breve", ha dichiarato Jarre. "Ma l'altra iniziativa giudicata urgente per ridurre il danno delle tossicodipendenze e l'attivazione di servizi di strada per i nuovi consumi, sul modello di quelli parigini. Si occupano soprattutto di cocainomani e consumatori di crack. Per trattare con questi soggetti ci vogliono operatori con una preparazione specifica, che lavorino principalmente di notte", ha spiegato Jarre. L'assessore regionale alla sanita' Mario Valpreda, inaugurando i lavori del convegno, ha dichiarato la piena disponibilita' del Piemonte ad avviare nuove sperimentazioni che siano di comprovata efficacia. FERRERO: MEGLIO LE STANZE DEL BUCO DELLA PORCHERIA ATTUALE 'Le stanze del buco sono meglio della porcheria a cui assistiamo tutti i giorni'. Lo ha detto il ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, intervenendo al convegno. Dai lavori e' emersa dagli operatori la necessita' di luoghi protetti per il consumo di stupefacenti. 'Bisogna che la politica rompa il velo dell' ipocrisia per combattere una doverosa battaglia culturale contro la costruzione dell' immaginario della paura', ha aggiunto Ferrero. 'Dico la mia sulle stanze del buco ben sapendo che le mie dichiarazioni verranno stigmatizzate come quelle di un ministro mattacchione'. E sulla recente polemica sui deputati 'tamponati', il ministro ha aggiunto: 'Le Iene fanno male a fare scherzi, ma il Parlamento e' pieno di persone che fanno consumo di droghe e poi promulgano leggi proibizioniste che non riguarderanno mai loro stessi. Bisogna che la politica non sia ipocrita'. COMUNE SI CANDIDA A SPERIMENTARE NARCOSALA 'Di fronte ai risultati positivi delle narcosalas, scientificamente provati, sarebbe un delitto non sperimentarle. Come sindaco, do' la mia disponibilita' a collaborare'. Marcello Mazzu', sindaco di Grugliasco, un comune del torinese, ha scelto il convegno sulla riduzione del danno in Europa e in Italia, che si e' svolto a Torino, per lanciare la sua proposta. 'Se la Regione riterra' opportuno consentire agli operatori di utilizzare questo strumento scientifico, non ci troverei niente di male a dare la piena collaborazione della mia amministrazione'. In Italia non esistono esperienze di questo tipo. Con l'attuale legislazione nazionale si rischia l arresto e la detenzione: da 8 a 20 anni di carcere Mazzu', oltre che primo cittadino di un comune di 50 mila abitanti, e' anche medico di medicina generale. 'Non me lo posso dimenticare', sussurra. Forse per questo non si e' preoccupato di poter scontentare il suo elettorato, malgrado le elezioni siano alle porte, e da' un giudizio positivo sulle esperienze di 'stanze del buco' che sono state fatte negli altri Paesi europei. 'I risultati di una recente ricerca scientifica pubblicata sulla rivista 'The Lancet', effettuata in Svizzera su 7.300 soggetti, dimostrano l' eccezionale efficacia sia per la riduzione delle morti per overdose sia per l' elevato numero di tossicodipendenti inseriti in programmi di recupero', spiega il sindaco. 'E di fronte a risultati simili non si puo' che passare all' applicazione pratica. L' analisi dell' efficacia va spogliata delle implicazioni politiche', commenta Mazzu'. 'Se la Regione Piemonte riterra' di avvalersi delle sue facolta' normative per avviare sperimentazioni di comprovata efficacia e sorvegliate, non vedo perche' non dovrei dare il mio assenso - continua il sindaco di Grugliasco - C' e' bisogno che si apra un serio dibattito scientifico e poi che si costituisca una rete. Spero di non essere il solo'. 'I sindaci che fanno scelte coraggiose -afferma Guido Tallone, primo cittadino di un altro comune del Torinese- non debbono essere lasciati da soli perche' loro poi devono confrontarsi con il consenso degli elettori. Il rischio, altrimenti, e' che le iniziative coraggiose intraprese possano rivelarsi effimere'. Paolo Jarre, direttore del dipartimento Patologia delle dipendenze dell' Asl 5 (a cui appartiene il comune di Grugliasco) e organizzatore del convegno, auspica la nascita di un atelier per la riduzione del danno 'per passare al goveno dei luoghi naturali di consumo di droghe e all' istituzione di vere e proprie nascosalas'. Leopoldo Grosso, vicepresidente del Gruppo Abele, commenta: 'Forse in Itala c' e' meno resistenza nei confronti delle 'stanze del buco' che della legalizzazione delle droghe leggere'. COMMENTI Botta e risposta tra il deputato di An Maurizio Gasparri ed il ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero a proposito della istituzione delle "stanze del buco" per tossicodipendenti. "Quella del ministro -attacca Gasparri riferendosi all'intervento di Ferrero al convegno internazionale sulla riduzione del danno nelle tossicodipendenze, a Torino - e' una proposta assurda e ridicola. Un governo discutibile quello di Prodi che propone il divieto di somministrazione di alcolici ai minori ai quali, pero', vorrebbe regalare i luoghi per consumare l'eroina". "Ferrero non e' nuovo a questo tipo di uscite fuori luogo. Gia' qualche giorno fa, le sue dichiarazioni in tema di immigrazione sono state sonoramente smentite dal suo collega di governo, Giuliano Amato. Noi chiediamo a Ferrero di smetterla con queste continue uscite forvianti". La replica di Ferrero non si e' fatta attendere."L'unica cosa ridicola e' che in questo paese non si riesce a discutere seriamente del dramma della tossicodipendenza e che ogni ragionamento articolato sulle politiche di riduzione del danno venga trasformato in un teatrino politico. Visto il continuo aumento di utilizzo delle droghe, in particolare da parte dei giovani, sarebbe opportuno cambiare registro ascoltando in primo luogo gli operatori che ogni giorno si occupano concretamente di questo problema e cercare di dare risposte sensate". Alleanza Nazionale oggi ha presentato un ordine del giorno per impegnare la Regione a dire no a qualsiasi eventualita' di sperimentazione delle narcosala in Piemonte. 'Le stanze del buco sono un fallimento -dice Agostino Ghiglia, consigliere regionale di An - E gia' alla presentazione del piano sanitario denunciammo il tentativo dell' assessore Valpreda di sperimentare le narcosala anche sul nostro territorio'. Sono le dure reazioni di An alle argomentazioni emerse al convegno organizzato dall' Asl 5 sulle riduzioni del danno in Europa e in Italia, con esperienze a confronto. 'Un convegno che e' un volgare attacco alla legge Fini sulla droga organizzato con i soldi pubblici e che la Regione ha colpevolmente patrocinato', commenta Ghiglia. An chiede a Valpreda di 'dire no alle narcosala ' e che venga rimosso dal suo incarico il direttore del Dipartimento patologie da dipendenza dell' Asl 5, Paolo Jarre, che ha organizzato il convegno. 'Le sue dichiarazioni sono una provocazione intollerabile'. La rimozione e' stata chiesta anche dalla Lega Nord. Il capogruppo in Regione, Oreste Rossi, oggi in IV Commissione consiliare ha definito 'inaccettabile che un funzionario pubblico annunci un' iniziativa in contrasto con l' attuale normativa, come l' apertura non ufficiale di una narcosala'. 'Alle aperture dell' assessore Valpreda - ha continuato Rossi - dico che la sanita' piemontese si accontenterebbe di servizi che funzionano, senza bisogno di continuare a fare da capofila a sperimentazioni contro ogni buon senso, come nel caso della Ru486 e la circoncisione rituale'. 'Un convegno sulla riduzione del danno e sulle politiche di bassa soglia e' utile e legittimo -dice il capogruppo della Margherita in Regione, Stefano Lepri- perche' si tratta di una strategia necessaria per agganciare i tossicodipendenti e per ridurre i rischi per la loro salute'. Ma, aggiunge Lepri, 'alcune azioni suggerite, come le narcosala, non ci convincono e sono gia' state escluse qualche anno fa dalla giunta Chiamparino'. 'Inoltre le politiche di riduzione del danno non sono sufficienti e occorre dare priorita' alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione, specie attraverso il benemerito operato delle comunita' terapeutiche del privato sociale, e alle azioni per il reinserimento sociale e lavorativo'. Infine l' assessore alle politiche sociali del Comune di Torino, Marco Borgione, di cui ieri gli organizzatori del convegno avevano sottolineato l' assenza, precisa: 'Il difetto di comunicazione tra enti ha fatto si' che i non sia stato coinvolto ne' nel definire la data ne' il percorso ne' tantomeno gli argomenti dell' iniziativa, di cui non ero a conoscenza'. 'La mia attenzione al tema, comunque, e' viva e auspico un confronto sui temi della prevenzione, del trattamento e della riduzione del danno'. 14-10-2006 Bolivia. Depenalizzare la foglia di coca Il Governo boliviano, attraverso Comunidad Andina de Naciones (Can), cerchera' di pianificare la depenalizzazione della foglia di coca nel corso delle negoziazioni con l'Unione Europea che dovrebbero iniziare l'anno prossimo. Dal maggio scorso, i Paesi europei e andini -riuniti nella IV Conferenza dei capi di Stato e di Governo di America Latina, Caraibi e Ue- hanno avviato un processo di negoziato che va oltre il Trattato di Libero Commercio (TLC) sollecitato dagli Usa. L'idea dell'accordo e' che non ci si limiti ai rapporti commerciali tra Ue e Paesi andini, ma contempli il dialogo politico e la cooperazione economica, finanziaria e culturale. In questo senso, la viceministra Maria Luisa Ramos ha spiegato che la Bolivia si prefigge di avere un beneficio reale, insieme ai Paesi dell'area, dal dialogo su temi che riguardano misure sanitarie, standard e norme, ivi compresa la depenalizzazione della foglia di coca, "Un tema molto delicato nei rapporti politici e' il tema della coca. La coca non e' la cocaina e cio' che vorremmo e' dare dignita' alla coca. Dovra' far parte del dialogo politico con la Ue". La ministra ha segnalato che il Governo sta preparando i temi di discussione per CAN, e cerchera' sostegno alla sua posizione all'interno del blocco andino. Il mese scorso, membri del Governo si sono recati a Bruxelles con l'obiettivo di ottenere appoggio internazionale nell'applicazione di una strategia che freni l'ingresso di predecessori chimici, in particolare l'acido solforico. In quell'occasione e' stato illustrato il piano antidroga boliviano che si accompagna alla depenalizzazione della foglia di coca. In Bolivia la depenalizzazione passa in primo luogo per la modifica della legge 1008: biosgna introdurre il concetto che la coca e' legale nel Paese; poi si dovra' stabilire un passaggio politico dello Stato perche' la foglia di coca sia depennata dalla lista Numero Uno degli stupefacenti dell'Onu. Uno dei principali elementi nei rapporti America latina-Paesi europei e' sempre stato l'aprire un dialogo specifico sulla lotta alla produzione e al traffico della droga, dialogo che finora, per esempio, costituiva la base politica del sistema delle preferenze commerciali accordate dall'Ue ai Paesi andini. 14-10-2006 Spagna. Andalusia. Studio annuale sul consumo di droghe Il 59% della popolazione sostiene di non fumare regolarmente, di non abusare di alcolici e di non aver consumato droghe negli ultimi mesi del 2005, secondo lo studio annuale della Consejeria de Igualdad y Bienestar Social che misura le dipendenze degli andalusi e la loro evoluzione. Il restante 41% illustra i due motivi alla base dell'uso abituale e compulsivo di una qualche sostanza: la piu' importante e' l'integrazione nel gruppo; la seconda, la voglia di evadere dalla realta'. Solo un'esigua minoranza sostiene di consumare sostanze stupefacenti per essere libero o trasgressivo, che era la motivazione principale degli anni 1960. Tra il 1992 e il 2005, tutte le inchieste indicavano come fossero il piacere e la voglia di sperimentare sensazioni nuove il motore che induce i giovani a sperimentare droghe come cannabis, cocaina, allucinogeni, ecstasy. Contestualizzato il perche', lo studio si sofferma sul quando, come e dove. L'ultima domanda e' facile in quanto stabile negli ultimi decenni: bar e feste, soprattutto se ci si riferisce ad alcol, tabacco, marihuana e cocaina. In quanto al come, il 70% inizia a fare uso di sostanze con amici e compagni di studio o di lavoro, ad eccezione dell'alcol che si beve in famiglia. L'assunzione di droghe cosiddette pesanti come cocaina ed eroina e' piu' solitario; i tossicomani iniziano in gruppo, ma poi lo fanno in privato. La tendenza e' ad anticipare l'esperienza con tabacco, alcol ed hashish: per lo piu' prima dei diciott'anni. Per le altre sostanze, l'eta' media d'avvio oscilla tra i 20 e i 23 anni, specialmente per quanto riguarda i farmaci ansiolitici ed ipnotici che non richiedono la ricetta medica. Le cifre. Tabacco: il 31,9% dei cittadini di Malaga e' fumatore abituale, pur essendo la provincia con il minor consumo di tabacco. I disoccupati sono coloro che comprano piu' sigarette, seguiti dai quadri e dai funzionari. Inoltre, piu' alto e' il livello educativo, piu' si fuma. Alcol: Dopo Granada e' Malaga la provincia con i piu' forti bevitori dell'Andalusia. In quanto al divieto di bere per strada, il cosiddetto botellon, gli uomini optano per la sua abolizione e le donne per controllarlo. Il 7,3% della popolazione tra i 12 e i 64 anni abusa di alcolici. L'alcol e' la droga piu' consumata e tende ad aumentare tra gli adolescenti. Cannabis: Malaga e' la provincia andalusa dove si consuma piu' cannabis, anche se e' solo il 5% ad ammettere di farne un uso giornaliero. Il consumo e' raddoppiato negli ultimi dieci anni e l'eta' media dei consumatori e' diminuita. Cocaina: E' la quarta della lista. I malaghegni non ne consumano molto rispetto ad altre province. Il 5,6% della popolazione ammette di aver sniffato qualche volta; l'eta' media d'avvio si colloca attorno ai vent'anni. 14-10-2006 Gb. Dal 1998 raddoppiato il consumo di cocaina Il numero dei consumatori di cocaina nel Regno Unito è raddoppiato dal 1998 a oggi, negli anni del governo di Tony Blair. Stando ai dati diffusi dal Ministero dell'Interno britannico, riportati oggi dal Daily Mail, nell'ultimo anno circa mezzo milione di persone ha consumato droghe tra quelle classificate dal Sistema sanitario nazionale come le più pericolose per la salute umana (Class A), tra cui la cocaina, di cui hanno fatto uso 376.000 persone, segnando così un aumento dall'1,2% della popolazione adulta del 1998 al 2,4% dello scorso anno. Gli esperti ritengono che l'aumento sia da attribuire al crollo dei prezzi della droga, sceso in alcune zone del paese a 2,50 sterline, meno di una pinta di birra o di un bicchiere di vino. La cocaina è diventata così la droga più popolare nel paese dopo la cannabis, assunta da circa un adulto su dieci. Le cifre indicano che sono circa due milioni i britannici che assumono droghe ogni mese. I dati più allarmanti riguardano i consumatori di età compresa tra i 16 e i 24 anni: un quarto di loro ha ammesso di aver assunto droghe nell'ultimo anno e il 6% ha confessato di aver sniffato cocaina. Alcuni critici ritengono che questi dati siano la dimostrazione del fallimento della politica anti-droga lanciata dal governo Blair nel 1998. 14-10-2006 Italia. Procura di Roma apre inchiesta su violazione della privacy. Bertinotti: allarmante quanto emerso Violazione della legge sulla privacy. E' questo il reato ipotizzato dalla Procura di Roma nel fascicolo aperto in seguito al servizio della trasmissione di Italia 1 delle Iene, in cui sono stati raccolti alcuni tamponi di sudore a cinquanta parlamentari al fine di provarne l'uso di sostanze stupefacenti. Così come aveva già fatto il garante della privacy sottolineando che quei dati erano stati raccolti in modo illecito "in quanto attinenti allo stato di salute", gli inquirenti di piazzale Clodio sottolineano che proprio il prelievo, senza autorizzazione, è di per sé un reato. Gli accertamenti sono affidati direttamente al procuratore capo, Giovanni Ferrara. Nel fascicolo sono presenti sia esposti riguardanti la violazione della legge sulla privacy, che quelli che richiedono l'accertamento dell'identità dei parlamentari che avrebbero fatto uso di stupefacenti e di chi gli abbia fornito quelle sostanze. Si procede contro ignoti. Il servizio delle Iene doveva essere trasmesso il 10 ottobre scorso, ma se fosse stato fatto, a questo punto, si sarebbe verificato un altro illecito. BERTINOTTI: ALLARMANTE QUANTO EMERSO DA INCHIESTA IENE Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, definisce 'un po' allarmante' quanto e' emerso dall'inchiesta fatta dalle 'Iene' sull'uso della droga in Parlamento, tuttavia ammonisce sulla necessita' di difendere 'rigorosamente' la prerogativa di ciascuno, deputati e senatori compresi, alla privacy. 'Anche le cose che vengono fatte contro i parlamentari -sottolinea il presidente della Camera rispondendo alle domande di alcuni studenti intervenuti al convegno della Fondazione Donat Cattin- se rivelano episodi di costume discutibili bisogna essere in grado di difendere rigorosamente la prerogativa di ogni cittadino alla difesa della privacy. Non cadiamo nel tragico errore di combinare la giusta critica al costume con la possibilita' di farlo con ogni mezzo perche' se la critica al costume viene fatta con un metodo sostanzialmente illegale e' piu' grave il danno che il guadagno. Non sto chiedendo forme di tutela particolari per i parlamentari -aggiunge Bertinotti- ma per tutti i cittadini'. 'Detto questo, quello che poi emerge anche magari con un tampone sulla droga e' un po' allarmante. E noi dobbiamo sapere che sono punti di discussione che chiedono in qualche modo la rimessa in discussione di una questione che riguarda anche l'ordinamento etico e il comportamento'. 14-10-2006 Nord Corea. Crisi sul nucleare potrebbe far aumentare il traffico di droga Il deterioramento delle relazioni sino-nordcoreane, seguito alla presa di distanza di Pechino da Pyongyang per il test nucleare, potrebbe portare anche un aumento del contrabbando di droga dalla Corea del Nord verso la Cina. Questo rischio e' stato paventato dal Centro informazione per i diritti umani e la democrazia. Secondo l'organizzazione che ha sede a Hong Kong, "la Corea del Nord non ha mai preso iniziative concrete per stroncare la produzione di droga e il contrabbando verso la Cina... ora che le relazioni bilaterali si sono deteriorate, il disinteresse del regime nordcoreano verso questo problema potrebbe essere anche maggiore". Gran parte del contrabbando -cosi' come le diserzioni- avviene nel periodo invernale, quando due dei principali fiumi che segnano il confine tra Corea del Nord e Cina gelando rendono piu' facile il passaggio clandestino transfrontaliero. La polizia al valico cinese di Dangdong non ha voluto commentare, ma stando alla stessa organizzazione, negli ultimi anni i laboratori clandestini nordcoreani hanno intensificato l'attivita' soprattutto nella produzione di una metanfetamina nota come 'ice': un chilo e' sufficiente a rendere ricco un narcotrafficante, sempre che riesca a farla franca. Lo scorso agosto due cinesi, bloccati a Dangdong con poco piu' di un chilo di questa droga acquistata sul versante nordcoreano, sono stati condannati a morte e ora attendono il giudizio d'appello. 14-10-2006 Italia. Rnp a Ferrero: sulle narcosalas passi dalle parole ai fatti Bruno Mellano (deputato Rosa nel Pugno) e Giulio Manfredi (comitato nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato: "In materia di tossicodipendenze, per l'ennesima volta siamo d'accordo con Ferrero; per l'ennesima volta gli chiediamo di passare dalle parole ai fatti. Il programma elettorale dell'Unione prevede l'abolizione della sedicente legge "Fini-Giovanardi" (ricordate, quella fatta passare dentro il decreto legge sulle Olimpiadi di Torino, con Ciampi che guardava da un'altra parte!): la legge è ancora in vigore. Per dare un contentino a milioni di giovani interessati, il ministro Turco aveva promesso di far alzare la soglia limite fra consumo e spaccio per la cannabis; il decreto relativo pare essersi perso nel viaggio fra la scrivania della Turco e quella di Mastella (che deve controfirmarlo). Ora è la volta delle narcosalas; bene, bravi, ma andate avanti voi che io ho altro da fare, dice il compagno ministro. Sgombriamo, innanzitutto, il campo da un facile alibi; le narcosalas sono possibili anche con l'attuale normativa; l'art. 79 del DPR 309/90 (Agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope) intende reprimere attività finalizzate allo spaccio, mentre qui ci troviamo di fronte a un'iniziativa di sanità pubblica senza fini di lucro; in caso contrario, bisognerebbe eliminare i distributori di siringhe. Chiediamo al ministro Ferrero di far stanziare nella legge Finanziaria un fondo adeguato per aprire una narcosala-pilota; al convegno di Torino è intervenuto il sindaco di Grugliasco, che ha dato la disponibilità della propria amministrazione; fatta chiarezza sugli aspetti legali e con stanziamenti adeguati alle spalle, si faranno avanti altre città. Nel 2002, quando il sindaco Chiamparino era propenso a creare una narcosala a Torino, Rifondazione era all'opposizione; oggi è in maggioranza e potrebbe incalzare il sindaco su questo tema, tentando di superare il blocco della Margherita. Basta non accontentarsi delle buone intenzioni .". 14-10-2006 Italia. Ferrero: elimineremo il concetto di dose minima Ritorno alla divisione delle sostanze stupefacenti in sei tabelle, superamento del concetto di dose minima introducendo quello di 'commercio a fini di lucro', graduazione delle pene a seconda della pericolosita' e non dell'illegalita', superamento delle sanzioni amministrative, ampliamento della sfera di applicazione della riduzione del danno, possibilita' di forme alternative al carcere per chi e' in recupero. Sono questi i filoni principali della nuova legge sulle sostanze stupefacenti allo studio del governo, resi noti dal ministro della solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, in occasione di un seminario organizzato dal Coordinamento Nazionale Nuove Droghe. Il ministro della solidarieta' sociale non ha nascosto le difficolta' politiche a varare una nuova normativa sulla droga: ''questo non e' un governo di sinistra, e' una coalizione in cui coesistono culture di fondo molto diverse'. Percio', sulla legge e' in corso 'un ragionamento con altri ministri'. Il tema delle sostanze 'tocca un tasto, ha aggiunto, quello del piacere, che e' un nervo scoperto delle culture, e questo rende piu' difficile la discussione'. Il suo obiettivo, ha comunque specificato, 'per portare a casa un risultato non e' una splendida legge, ma una legge che riduca il danno' fatto dalla normativa varata dal precedente governo, e quindi 'togliere quegli elementi che attualmente impediscono agli operatori di fare un buon lavoro' e svolgere 'una discussione sensata' su questo tema, svincolandolo dalle ideologie. I punti principali della nuova normativa sono comunque chiari, 'come da programma dell'Unione'. Innanzitutto, la suddivisione delle sostanze deve tornare dalle attuali due (una per le droghe e l'altra per i farmaci) a sei tabelle (due per i farmaci e quattro per le droghe), come era prima della Fini-Giovanardi. Poi, sara' superato il concetto di 'dose minima' attualmente previsto con le quantita' massime tollerate per il consumo personale: al suo posto, andra' introdotto il concetto di 'commercio a fini di lucro'. Ancora, le pene saranno graduate in base alla pericolosita' della sostanza e non della illegalita' della stessa. Andranno superate le sanzioni amministrative, attualmente previste per i consumatori, e sara' 'ampliata la sfera di applicazione della riduzione del danno'. Infine, Ferrero ha citato la 'possibilita' di forme alternative al carcere per chi e' in recupero'. Il ministro ha poi confermato che il suo ministero sta lavorando a costruire una Direzione generale delle dipendenze, che 'superi il vecchio Dipartimento antidroga' e che si occupi anche di altre dipendenze come il doping, il gioco d'azzardo, e cosi' via. 'Stiamo anche costruendo una Consulta sull'alcol, che ufficializzeremo lunedi' prossimo, mentre la Consulta sulle dipendenze e' ormai cosa fatta'. Non appena, nel giro di un mese o poco piu', tutto questo diventera' operativo, 'saremo in gradi di lavorare e di affrontare i problemi'. 15-10-2006 Messico. Il presidente Fox contro gli Usa, "il maggiore mercato di droga al mondo" All'inaugurazione del primo Forum La Frontera Norte Grandes Retos, Grandes Compromisos che si e' svolta nella citta' di frontiera Maxicali, il presidente messicano Vicente Fox ha assicurato che il suo governo e' deciso ad assumersi le responsabilita' che gli competono nella lotta alla criminalita', ma si e'lamentato del fatto che il Messico confini con gli Stati Uniti, il paese con il maggior "tasso di omicidi" e "il piu' grande mercato di droga al mondo". La conseguenza di un consumo cosi' alto e' una quantita' esorbitante di denaro -cifre stratosferiche in dollari che provengono dal traffico e dall'uso di narcotici, utilizzati per "corrompere funzionari e poliziotti del nostro paese". Ha enfatizzato le risorse monetarie spese per rafforzare il crimine organizzato nel Messico perche' continui a fornire droga a quel mercato. E proseguendo su quel tono ad attaccare il governo statunitense in materia di droga, ha sostenuto che nel mondo "nessuno e' esente dalla criminalita'"; la prova evidente e' che "il tasso di omicidi negli Stati Uniti e' di 16.500 l'anno, in Messico 9.000". 15-10-2006 Colombia. Prove di dialogo tra Paesi produttori e consumatori Il sottosegretario agli Esteri britannico Kim Howells, in visita a Bogota', ha dichiarato che "il consumo di droghe illegali nei Paesi sviluppati provoca miseria nella popolazione colombiana". Howell si e' incontrato con la ministra colombiana delle Relaciones Exteriores Maria Consuelo Araujo, e ha annunciato che in novembre a Londra partira' la campagna responsabilita' condivisa dei Paesi produttori e di quelli consumatori di stupefacenti. "Ci sara' una conferenza a Londra il 2 novembre, in cui cercheremo di dire al mondo che quando la gente nei paesi sviluppati consuma droghe, e' causa di miseria nella maggioranza delle persone in Colombia. E' un messaggio semplice, che gli altri paesi dovrebbero intendere". L'inviato britannico ha mostrato comprensione per il Governo della Colombia alle prese con il tremendo problema dei narcoterroristi che stanno rovinando la vita ai cittadini. Ha poi sostenuto che lottare contro le droghe nel paese sudamericano contribuisce a liberare da quel problema "il mondo intero". Kim Howells si e' riunito con vari funzionari per parlare di pace, droghe, diritti umani e politica regionale; tra questi anche il vicepresidente Francisco Santos e il ministro della Difesa Juan Manuel Santos. 15-10-2006 Italia. Giachetti (Dl): quando mi capita mi fumo una canna 'Quando capita mi fumo una canna. Tranquillamente, senza problemi'. In una intervista a Libero, il deputato della Margherita, Roberto Giachetti, fa outing dopo il caso delle Iene che ha portato alla ribalta il consumo di droga in Parlamento. 'Non ho nessun problema ad ammetterlo, ma intendiamoci non sono un accanito fumatore. Quando capita, nelle occasioni speciali...'. L'ultima? 'Un mese fa, a una cena', ammette Giachetti, mentre la prima, ricorda, risale agli anni del liceo durante una occupazione. Nessun imbarazzo per il suo ruolo: 'Un parlamentare non rappresenta lo Stato ma il popolo. Se io dovessi rappresentare tutti quelli che in Italia si fanno una canna potrei fare il presidente della Repubblica...'. Ma 'io devo essere giudicato in base alla mia moralita' e onesta''. A Montecitorio sono in molti a fumare spinelli? 'Tanti non lo so, ma ce ne stanno di sicuro', anche se ammette di non aver mai fumato una canna insieme a un collega parlamentare. E poi evita di fare nomi: 'Dalla mia bocca non uscira' una parola', replica. 15-10-2006 Gb. La classificazione delle droghe non ci sara' Non ci saranno, per il momento, interventi sulla classificazione delle droghe, nonostante l'ammonimento di alcuni parlamentari. Nel mese di luglio alcuni parlamentari hanno chiesto ripetutamente una riclassificazione di stupefacenti, tabacco e alcol che ne rifletta la reale pericolosita'. Il Governo si sta pero' muovendo nella direzione di riclassificare le crystal metanfetamine dalla classe B alla A, rispondendo al rapporto del "Commons Science Committee", secondo il quale un cambiamento e' oramai necessario. Il parlamento interverra' sul "Drugs Act 1971", dopo il dibattito dei Commons e dei Lords. Il possesso sara' soggetto a multe o con la detenzione di massimo sette anni. Per l'ex Home Secretary Charles Clarke si dovrebbero riclassificare anche l'alcol e il tabacco, di parere contrario l'Home Office Vernon Coaker. "E' importante che il sistema sia coerente, mettendo le droghe in categorie determinandone le penalita' in base alla produzione e la vendita. Ritengo l'attuale classificazione efficace". Il direttore dell'associazione Drugscope Martin Barnes e' estremamente dispiaciuto che il Governo non intervenga sulla classificazione. "Il sistema e' stato introdotto 35 anni fa e in questo periodo il consumo delle droghe e' aumentato cosi' come la pericolosita'". A nome dei Conservatori, e' intervenuto David Davis, condividendo la decisione di non intervenire sulla classificazione, perche' sarebbe stato l'ultima giravolta del Governo nella sua politica sulle droghe". Di parere contrario il liberaledemocratico Nick Clegg, per il quale "l'intervento sarebbe necessario". 15-10-2006 Canada. Truppe canadesi in Afghanistan affrontano i talebani nascosti nelle foreste di marijuana Le truppe militari canadesi stanziati in Afghanistan stanno affrontando un ostacolo inaspettato e potente: una foresta di quasi tre metri di marijuana. Il generale Rick Hillier ha dichiarato che i talebani usano le foreste come copertura, e in risposta le truppe hanno dovuto camuffare i veicoli militari con la droga. "La marijuana assorbe energia e si scalda facilmente. Dobbiamo esssere certi che i talebani non entrino ed escano liberamente dalle foreste. Abbiamo tentato di bruciare le foreste con il fosforo, ma non ha funzionato. Le piante sono cosi' piene di acqua in questo periodo che e' impossibile bruciarle", ha dichiarato il generale ad Ottawa. 16-10-2006 Australia. Test antidroghe per la sicurezza stradale Il Governo questa settimana discutera' la legge che permettera' alla polizia di condurre test antidroghe sugli automobilisti, per trovare tracce di cannabis, speed ed ecstasy. Sono previsti cinquemila dollari di multa o 18 mesi di prigione per i positivi ai test. Il Road Safety Council si e' espresso a favore dei test. John Gibson del Road Safety ha dichiarato che le pene sono sufficienti. "E' la medesima conseguenza comminata per i positivi all'alcol e per i recidivi. I test sono importanti per prevenire gli incidenti mortali sulle strade", ha concluso. 16-10-2006 Laos-Myanmar-Thailandia. Diminuiscono le coltivazioni Secondo i dati pubblicati dall'Unodc le coltivazioni di papavero nel Triangolo D'Oro (Laos, Myanmar e Thailandia) sono diminuite del 29%, e dal 1998 sono diminuite dell'85%. Il rapporto dell'Unodc rivela che esse sono diminuite dal 66% del 1998 al 12% del 2006, con il Laos e la Thailandia quasi libere dalle coltivazioni illegali. Attualmente nei tre Paesi ci sono 24,160 di ettari coltivati con colture illegali, rispetto ai 43,720 del 2005 e ai 157,900 del 1998, producendo solo il 5% dell'oppio mondiale. Nel Myanmar le coltivazioni sono diminuite del 34%, arrivando a 21,500 ettari, una caduta vertiginosa dell'83% dai 130,300 ettari del 1998, restando il secondo Paese al mondo per produzione d'oppio. Se il trend continuasse, rimarra' solo un Paese produttore d'oppio: l'Afghanistan. 16-10-2006 Italia. Casini: presto disegno di legge per test antidroga obbligatorio ai parlamentari Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, annuncia che mandera' presto a tutti i parlamentari il disegno di legge per il test obbligatorio antidroga'', che fa seguito alla sua proposta dei giorni scorsi. 'Sara' un test obbligatorio fino ad un certo punto -spiega in un'intervista ad 'Unomattina'- perche' un provvedimento che rende obbligatorio il test sarebbe incostituzionale'. Ma , spiega di non aver voluto fare alcuna provocazione' : 'Dopo la provocazione delle Iene, dopo aver assistito ad una serata televisiva devastante per il parlamento ed i deputati mi sono talmente amareggiato che ho pensato fosse necessario che qualcuno si assumesse la responsabilita' di fare chiarezza'. "Penso che la politica si dovrebbe muovere per riacquistare una credibilita', senza la quale e' perduta, a cominciare da consistenti tagli al conto 'stupefacente', che ogni anno le camere presentano agli italiani". Sono le parole di Stefano Pedica (Idv), che aggiunge: "Penso che gli elettori, abbiano il diritto di sapere non tanto chi si fa e chi no, ma chi e' coerente con cio' che predica e legifera, per cui ben venga il test antinarcotici". "Non ci sarebbe niente di strano; del resto, gia' da tempo e' una pratica obbligatoria per chi deve garantire nel suo lavoro, un solido profilo morale, come per esempio le forze dell'ordine". "E se questo non e' possibile, in questa legislatura, perche' sarebbe un'imposizione illegittima; allora, inseriamo un'apposita norma nella prossima legge elettorale, che renda il test obbligatorio e periodico". "Non sarebbe una norma proibizionista perche' non impedirebbe a chi e' tossicodipendente di partecipare alle elezioni e di essere eletto, ma lo costringerebbe a dichiarare la sua tossicodipendenza, fin dalla campagna elettorale, poi saranno gli elettori a decidere". 16-10-2006 Italia. Gioffre': siamo fanalino di coda per consumo di farmaci oppioidi Italia fanalino di coda in Europa per la terapia del dolore. Si parlera' di questo nel terzo convegno nazionale intitolato 'Il dolore non necessario' in programma a Pisa i prossimi 19 e 20 ottobre (Auditorium del Centro congressi del consiglio nazionale ricerche), presentato oggi a Firenze nelal sede del tribunale per i Diritti del malato. 'La terapia del dolore nel nostro paese e' poco praticata", ha spiegato Domenico Gioffre', direttore del centro regionale toscano 'contro il dolore inutile' del Tribunale per i diritti del malato". "Siamo agli ultimi posti in Europa per il consumo di oppioidi. Sul totale della spesa farmaceutica l' Italia spende lo 0,30% per l' acquisto di farmaci a base di morfina collocandosi al penultimo posto, seguita solo dal Portogallo'. 'Circa 30mila persone al giorno soffrono di dolori correlati al cancro. E' importante creare una cultura rispetto ad un tema cosi' significativo per poter poi intervenire, ad esempio, sui corsi di formazione base. Nell' ultimo convegno dedicato a questa materia abbiamo chiesto e ottenuto dal Ministero della Salute che su tutto il territorio nazionale i farmaci per il dolore fossero collocati in fascia A. Il pregiudizio che il dolore sia inevitabile, perche' connaturato alla malattia, l'erronea associazione della morfina ad uso terapeutico con le sostanze stupefacenti che indicono assuefazione, le difficolta' burocratiche nella prescrizione di tali farmaci e la rassegnazione alla sofferenza fisica hanno impedito di concepire la terapia del dolore come un obbligo terapeutico e un preciso dovere di cura. E' innanzitutto necessario quindi che a livello culturale la morfina non sia percepita come una droga, bensi' uno strumento per lenire un dolore che e' completamente inutile e che viene invece spesso percepito come un prezzo da pagare alla malattia. E' da sottolineare che la stessa Oms ritiene gli analgesici come indicatori di efficacia dei programmi di ciascuna nazione nella terapia del dolore '. Il convegno, che sara' inaugurato da Rita Levi Montalcini, affrontera' anche altre tematiche legate al dolore, come l'uso di anestesia in caso di esami invasivi, il dolore nei bambini, la qualita' della vita durante la malattia e gli aspetti etici legati a questi temi. 16-10-2006 Italia. Turco: pronto mio Ddl sulla cannabis terapeutica Si' alla cannabis, come medicina. Come sostanza antidolore, stimolante dell’appetito, antinausea per i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia. Il disegno di legge firmato dal ministro della Salute Livia Turco e' pronto, potrebbe arrivare molto presto sul tavolo del Consiglio dei ministri, anche questa settimana: il sistema sanitario nazionale, dunque, darebbe il via libera all’uso terapeutico (finora proibito) dei derivati dalla cannabis. Che la legge sulla droga Fini-Giovanardi del febbraio scorso, ha stigmatizzato come privi di utilita' curativa. In vista, dunque, un allargamento dei principi destinati, essenzialmente, a controllare il dolore e a sedare gli effetti infiammatori di molte malattie. Dalla sclerosi multipla, all’artrite reumatoide, all’inappetenza del malato di Aids. "Una crescente mole di evidenze scientifiche - si legge in una lettera che oltre una trentina di ricercatori appartenenti all’Associazione cannabis terapeutica hanno inviato al ministro Turco - ha dimostrato l’efficacia di queste sostanze in una vasta gamma di patologie acute e croniche spesso resistenti alle terapie convenzionali. In particolare il dolore neuropatico come la spasticita' da lesioni del midollo spinale. Abbiamo, inoltre, indicazioni preliminari sulle potenzialita' in altre malattie, l’ansia, l’insonnia, la depressione, l’epilessia". Due sono i principi attivi di sintesi che potrebbero arrivare anche nelle nostre farmacie e gia' in vendita in Usa, Canada, Svizzera, Belgio, Olanda, Gran Bretagna e Germania: sono il Delta-8-tetraidrocannabinolo (Thc) e il Delta-9-tetraidrocannabinolo (Thc). Tre, in Italia, le universita' che stanno sperimentando la cannabis sintetica per i malati di tumore: La Sapienza di Roma, la Bicocca di Milano e le Molinette di Torino. La cannabis non e' ancora ufficialmente approvata per il trattamento del dolore ma le ricerche finora concluse, secondo i medici, hanno dato risultati molto confortanti. A Torino, per esempio, viene utilizzato un farmaco sintetico per via inalante. In diversi casi, tutti malati oncologici terminali, e' stato deciso di associare la morfina alla cannabis. Lo stesso ministro della Salute Livia Turco nella Giornata mondiale della lotta la droga aveva annunciato che avrebbe reso "piu' agevole la prescrizione di medicinali a base di Dronabiol, il principio attivo analogo a quello della cannabis". "Un farmaco -aveva aggiunto- ancora non in commercio in Italia, ma da tempo utilizzato in altri paesi, anche europei per alleviare le sofferenze di malati affetti da Hiv, sclerosi multipla, tumore e altre gravi patologie". Ed ecco il disegno di legge che, oltre all’apertura ai derivati della cannabis, prevede anche l’abolizione del ricettario ad hoc per gli oppioidi. Per prescriverli, infatti, una volta approvato il testo, sara' possibile utilizzare il normale ricettario. "Sono contraria all’eutanasia -ha detto il ministro in questi giorni di polemica sui trattamenti di fine esistenza- per il rispetto della sacralita' della vita. Sono convinta che sia una scelta estrema. Piuttosto vanno incrementate le cure palliative e le terapie antidolore". In un paese in cui solo il 40% dei malati di tumore riceve cure per alleviare le sofferenze. COMMENTI La Societa' italiana cure palliative sostiene il provvedimento firmato dal ministro Livia Turco. "Stiamo parlando di una molecola che va gestita e controllata come gia' si fa con gli oppioidi e la morfina", spiega Cristina Rebuzzi, anestesista coordinatore regionale della Societa'. "Non e' assolutamente ammissibile banalizzare, avvicinare la terapia per i malati al consumo dello spinello. Non va fatto alcun riferimento all’autosomministrazione. Piuttosto, dobbiamo parlare di quelle sostanze come di un normale farmaco. Quindi, dei suoi eventuali effetti collaterali, dell’efficacia e della tollerabilita'. Aspettiamo che l’Aifa, l’Agenzia del farmaco, permetta la commercializzazione. Ben venga un ulteriore strumento, testato e sperimentato, da destinare alle persone che soffrono. Un nuovo strumento per migliorare la qualita' della vita anche per chi e' nella fase terminale". "Era ora che se ne parlasse: siamo certamente favorevoli al ddl del governo sull'uso terapeutico dei derivati della cannabis". Lo ha detto il capogruppo dei Verdi in commissione Affari sociali-Sanita' della Camera, Tommaso Pellegrino, sottolineando che e' in corso di presentazione una proposta di legge del Sole che ride sull'argomento. "Da un punto di vista scientifico, i risultati dell'utilizzo dei derivati della cannabis sono significativi- va avanti- in Italia, su questo tipo di terapia ,siamo ancora troppo indietro, rispetto agli altri paesi europei". "E' inconcepibile come talvolta le procedure burocratiche possano frapporsi ad un'efficace lotta alla sofferenza e al dolore bisogna, infatti, prevedere uno snellimento di queste procedure, per andare sempre piu' incontro alle esigenze di tanti pazienti, che vivono una situazione di particolare sofferenza". Intervista all'on. Carlo Giovanardi (Udc), La Stampa 16-10-2006 Onorevole Carlo Giovanardi, lei insieme a Fini ha firmato la legge sulla droga attualmente in vigore. Che cosa ne pensa dell'uso medico della canapa? "Se verra' utilizzata come la morfina, se ci sara' il controllo diretto del medico, una prescrizione su ricetta, con motivazioni molto serie, se ci sara' un uso esclusivamente farmaceutico, come antidolorifico, allora va bene, non ho obiezioni". Ma il riconoscimento della terapeuticita' puo' costituire un nodo politico? "Potrebbe. Non siamo d'accordo con una liberalizzazione surrettizia, il provvedimento deve avere finalita' chiare e ammettere l'uso dei derivati solo per scopi strettamente medici. Certo, se uno depresso o con disturbi neuro-vegetativi pensa di essere curato con la cannabis allora non ci siamo, questo non e' ammissibile. Significherebbe scardinare la legge e aprire una breccia al libero uso di hashish e marijuana. In ogni caso, se il testo, come sembra, ha delle ambiguita' in Parlamento ci opporremo". La Cdl in passato aveva negato l'uso medico "No, questo non e' vero. La nostra linea politica e' che se una sostanza e' efficace ed ha un riconoscimento scientifico come farmaco antidolore non c'e' motivo per non essere d'accordo". Presto arrivera' in Parlamento un nuovo testo di legge per la lotta alla tossicodipendenza. Prevede la depenalizzazione del consumo. Approva? "Si fa finta di non saperlo, l'uso e' gia' depenalizzato: la legge attuale non prevede il reato penale, il reato scatta solo con lo spaccio. E' stata una menzogna dire che migliaia di persone sarebbero finite in galera, il punto e' che si fanno tanti proclami ideologici, nascondendo la verita'". Verranno comunque tolte le sanzioni amministrative "Vuol dire che se uno e' tossicodipendente gli lasciamo la patente, cosi' lo facciamo circolare liberamente per strada e questo rappresenta un pericolo". L'utilizzo della cannabis nelle terapie antalgiche non deve essere un escamotage per aggirare la legge anti-droga. Lo sostiene il deputato di Fi, Angelo Sanza, che ricorda come la legge Giovanardi-Fini avesse 'stabilito l'irrilevanza terapeutica dei derivati della cannabis. Ammettiamo che la ricerca abbia fatto un passo in avanti, magari nel campo dei derivati sintetici del principio attivo e si possa ipotizzare un suo utilizzo nella battaglia contro la sofferenza. Quello che deve essere chiaro e' che il disegno di legge Turco, non dovra' diventare una scorciatoia per aggirare la legge proibizionista sulle droghe'. 'Siamo molto sensibili al problema della terapia del dolore, specialmente nelle malattie terminali. Nella legge del ministro della Salute, non dovra' esserci alcun riferimento all'auto-somministrazione. Comprendiamo che non vada banalizzato il problema, che potenzialmente puo' coinvolgere la coscienza di ognuno di fronte al dramma del dolore, quello che invece non va sottovalutato e' il fatto che si tratta, comunque, di sostanze che andranno trattate, come gia' avviene, alla stregua delle terapie a base di oppioidi'. 'Se quella del ministro e' una proposta per aggirare e annullare il divieto, che attualmente c'e', di assumere sostanze stupefacenti, tra cui la marijuana, certamente dico no'. E' questa la posizione espressa dal leader di An Gianfranco Fini. 'Attendo di conoscere bene la proposta', aggiunge Fini ricordando che 'anche la morfina e' somministrata negli ospedali pubblici, ma non e' certamente in libera vendita ne' nessuno puo' pensare di assumere liberamente morfina'. Quanto alla marijuana, Fini da' la sua disponibilita' 'solo come linea terapeutica anti-dolorifica, sempre su rigorosa prescrizione medico-scientifica e all'interno degli ospedali'. 16-10-2006 Italia. Il sen. De Poli si sottopone a test antidroga Il senatore dell'Udc, Antonio De Poli, si e' presentato oggi negli ambulatori della Medicina legale di Padova per sottoporsi ad un test-antidroga. Gli sono stati prelevati sangue, urine, un capello e un pelo del pube: l'esame consente di verificare se e' stato fatto uso di sostanze stupefacenti negli ultimi 6-7 mesi. "Credo sia un gesto di trasparenza nei confronti di tutte quelle persone che in questi giorni hanno avuto un'idea distorta di quello che avviene all'interno delle aule -sottolinea l'esponente dell'Udc-. Senatori e deputati sono stati oggetto di pesanti insinuazioni, ma se non hanno nulla di cui temere, si sottopongano ad un controllo e rendano pubblici i risultati. Da persone pubbliche quali sono e' un loro dovere". Ma De Poli va anche oltre e propone un'unita' di analisi mobile fuori da Camera e Senato per consentire ai politici di fare comodamente tutti gli esami necessari ad escludere l'uso di sostanze stupefacenti. "La gente non puo' vivere con il sospetto che chi amministra la cosa pubblica, coloro che sono stati votati e ai quali e' stata concessa la fiducia, commettano atti illeciti, si avvicinino al mondo della malavita per procurarsi droga. Tutti gli onorevoli, indipendentemente dallo schieramento politico, dovrebbero presentarsi spontaneamente per fare i controlli". 16-10-2006 Afghanistan. Il Governo contro il Senlis Council Il ministro degli Interni avrebbe ordinato la chiusura di tutti gli uffici locali del 'Senlis Council', un think tank internazionale -con sede a Londra, Parigi e Bruxelles, oltre che a Kabul- che si occupa di politica estera, sicurezza, sviluppo e lotta al narcotraffico. Proprio in quest'ultimo campo sarebbero sorti i problemi che avrebbero portato il Governo ad adottare misure drastiche, che tuttavia il gruppo nega di aver subito. Secondo un portavoce del Senlis Council, citato dalla 'Bbc', nessuna notifica sulla loro prossima chiusura e' finora pervenuta. Gli esperti internazionali sono accusati di confondere i coltivatori di oppio con le loro teorie circa un possibile impiego alternativo della droga quale medicina legale. Una proposta che, secondo il ministro degli Interni, avrebbe addirittura portato a un incremento nella coltivazione dell'oppio. Sembra tuttavia che i dissapori fra il think tank e le autorita' afghane siano iniziati con un rapporto dell'organizzazione nel quale si criticava l'operato del governo e si sottolineava il suo fallimento nella lotta alla droga. La situazione e' infatti molto grave: il mese scorso, Antonio Costa, direttore esecutivo dell'UNODC, l'agenzia dell'Onu per la lotta al traffico di stupefacenti, ha lanciato l'allarme chiedendo l'intervento della NATO per combattere il dilagante narcotraffico. Secondo le sue stime, la produzione di papavero da oppio nel 2006 arrivera' a 6.100 tonnellate. Sottolineando i legami fra trafficanti di droga e terroristi, Costa ha esortato le truppe dell'Alleanza Atlantica a farsi carico anche di questo problema. Un nuovo 'fronte' giudicato pero' troppo oneroso dai vertici NATO che devono gia' affrontare la grave situazione delle province meridionali. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25,00 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------