AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2007-3 del 1 Febbraio 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Tv e riforma Gentiloni. La Rai del canone/tassa e dell'abuso di posizione dominante ha colpito ancora http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=209 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=209 - News dall'Europa e dall'Italia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=1&ed=209 - Le iniziative nella seconda quindicina di gennaio http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=209 - La scheda. TELEFONIA, ADSL, SUONERIE, ECC. SERVIZI NON RICHIESTI E MANCATE ATTIVAZIONI http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=167877 - La pulce nell'orecchio. TEMPO PERSO TEMPO RITROVATO http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? L'inferno al sapore di pollo http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Il testamento biologico. Servira' anche al cittadino inesperto di medicina? Si', ecco perche' http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. L'Italia e' uno Stato di diritto? Perche' la mano pubblica danneggia i cittadini consumatori http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, e un sito per i diritti degli immigrati in Italia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione ------------------------------------------- EDITORIALE Tv e riforma Gentiloni. La Rai del canone/tassa e dell'abuso di posizione dominante ha colpito ancora A sentire i sostenitori della proposta di legge del ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, e lo stesso ministro, sembrerebbe che il limite del 45% agli introiti da spot per ciascuna azienda del settore, sia una cosa saggia per garantire concorrenza e mercato. E si cita anche l'esempio degli Usa dove i tetti sono stabiliti. Dimenticando che negli Usa non esiste un gigante pubblico come la Rai che, oltre alla pubblicita' ha anche la tassa/canone, tra l'altro pagata –per il mero possesso di un apparecchio tv- anche da chi non vede mai la Rai e vede solo Mediaset. E' evidente che il gioco della parti, spacciando la propria per quella al di sopra delle parti e garante della liberta', viene combattuto senza risparmiarsi alcun tipo di arma, anche quella della presunta stupidita' di chi ascolta: un'arroganza che, per chi e' al potere, non e' nuova e che soprattutto gli utenti vivono sulle propria pelle sulle proprie tasche. Perche' la proposta del ministro fosse credibile, occorrerebbe che la Rai non avesse piu' il canone/tassa e non fosse piu' la tv del servizio pubblico radiotelevisivo, ma una qualunque azienda privata a cui, per esempio, fossero stati appaltati dopo una gara una serie di servizi di pubblica utilita'. Ma cosi' non e' e, per il momento, questo e' solo un obiettivo di poche persone come noi.... ma che tanto poche non sono, perche', quando agli italiani alcuni anni fa fu chiesto con un referendum se volevano una Rai privatizzata, la risposta fu positiva. Ma il quesito di quel referendum era in chiave possibilista e non perentoria, per cui, come spesso fa il nostro legislatore, delle opinioni degli elettori "se ne fa un baffo". Se oggi esiste un duopolio dell'informazione tv, la responsabilita' non e' tanto di chi si e' fatto spazio per cercare di essere sul mercato in modo competitivo (Mediaset), ma della Rai e dei legislatori. Nulla infatti e' stato fatto per impedire che la Rai avesse una posizione dominante di mercato, continuando a competere con il privato Mediaset che, per non farsi schiacciare, ha dovuto assumere (e gli e' stato concesso) le medesime dimensioni del concorrente. Nulla e' stato fatto per impedire la manomissione in modo inequivocabile del mercato, della sua espansione e la possibilita' per altri attori di essere altro che briciole (come per esempio La7). Lo scontro a cui stiamo assistendo in questi giorni e' dunque una farsa, perche' non e' in gioco la liberta' d'informazione e di mercato. La Rai e il ministro Gentiloni difendono l'assetto attuale ammazza-mercato e Mediaset difende il proprio diritto d'intraprendere, diritto che -pur agendo come l'altro braccio del duopolio- gli e' stato concesso in questi termini di altrettanto ammazza-mercato. Dopo la "lectio magistralis" di fatto su concorrenza e mercato che Antonio Catricala', presidente dell'Antitrust, ha tenuto alle commissioni Cultura e Trasporti della Camera sul disegno di legge del ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, difendendo la propria contrarieta' ad un tetto percentuale per gli introiti da spot per ciascuna azienda, cosa succedera'? Non ci facciamo illusioni: il nodo centrale del problema e' l'esistenza del canone/tassa che paghiamo alla Rai: tutti ci "inzuppano il proprio biscotto" e, come per il finanziamento pubblico ai partiti, pur di garantirselo sono disposti a stabilire alleanze incredibili dal punto di vista della logica degli schieramenti politici. Qualcuno vorrebbe inglobare l'ammontare economico del canone/tassa nel tetto Rai di calcolo degli introiti da spot oltre i quali le singole aziende non potrebbero andare (il 45% del ddl Gentiloni), ma, oltre alla bizzarra valutazione economica di una tassa e il fatto che la Rai non lo fara' mai perche' perderebbe una montagna di denaro, comunque resterebbe sempre il problema del duopolio e dell'assenza di mercato. Catricala' dice che la valutazione sul troppo ingombro nel mercato di un'azienda, la sua Autorita' sarebbe meglio la facesse caso per caso... e ci domandiamo cosa ha fatto fino ad oggi di fronte al duopolio che abbiamo da diverse decine d'anni... niente visto il punto in cui siamo e la bizzarria delle proposte e delle reazioni politiche ed industriali che vengono presentate come il "nuovo". Abbiamo l'impressione che tutti girino intorno al problema, facendo finta che non esista e comunque garantendosi il buon posto alla tavola imbandita, anche Catricala'. Vogliamo cambiare la situazione e aprire al mercato (posti lavoro nuovi e dinamici, piu' soldi in circolazione, piu' scelta e piu' qualita' per gli utenti)? Per quanto ci riguarda il punto di partenza e' l'abolizione del canone/tassa. Il resto e' la solita zuppa. Qui la petizione per l'abolizione del canone/tassa: www.aduc.it/dyn/rai (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- NOTIZIE TELEX ITALIA / La pressione fiscale 'reale' e' quasi il 50% La pressione fiscale reale in Italia ha oscillato nel 2005 tra il 48,5% e il 49,1%. Lo sostiene l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre, che e' arrivato a questo risultato stornando dal Pil nazionale la quota relativa al sommerso economico, partendo dalla considerazione che chi evade, anche se crea Pil non paga tasse e contributi. Quindi la pressione fiscale ufficiale che pesa sui contribuenti e' sottostimata di quasi 10 punti. RUSSIA / Un moscovita vive 20 anni in meno di un romano In Russia l'aspettativa di vita di un uomo e' di 58 anni, 20 anni meno che in Italia. Per le donne il gap si riduce (72 anni una moscovita contro gli 80 di una romana). La Russia che scala le classifiche dell'opulenza planetaria non riesce a liberarsi dall'abbraccio di una morte precoce. L'alta mortalita' e' il prodotto di due fattori: lo stile di vita poco salutare (alcol e fumo) e i pessimi servizi sanitari. ITALIA / Gli italiani amano ancora poco le carte di credito In Europa i pagamenti con la carta di credito continuano a crescere a un ritmo sostenuto, l'Italia pero' resta indietro. E' quanto emerge dal bilancio 2006 di Visa Europe. L'anno scorso l'istituto ha registrato una crescita dell'88% nel numero delle sue carte in circolazione in tutto il Continente, raggiungendo quota 320,17 milioni di pezzi. L'Italia e' il fanalino di coda con 22 milioni, ma al primo posto nelle carte prepagate. GERMANIA / Credito al consumo: solo tre filiali su 91 consigliano bene i clienti Indebitarsi non e' piu' una vergogna. Le banche lo sanno, e promuovono il credito al consumo. Ma non sempre in modo corretto, come rivela "Finanztest", che ha spedito dei suoi collaboratori a chiedere un prestito di 5.000 euro presso 91 filiali bancarie. Risultato: solo tre hanno consigliato "bene"; due sono state bocciate, molte sono risultate evasive e carenti, alcune hanno tentato di violare la legge sulla riservatezza dei dati. MONDO / Competitivita': Italia precipita al 60mo posto Secondo la classifica della Heritage Foundation sulla liberta' economica, l'Italia e' al 60esimo posto nel mondo (lo scorso anno al 42esimo), su 157 paesi presi in considerazione (punteggio 63,4%). Siamo al pari con l'Uganda e messi peggio della Namibia, del Belize, della Slovenia e del Kuwait. In vetta alla classifica Hong Kong e Singapore, Australia, Usa. A seguire Regno Unito (al sesto posto), Germania (19esima), Francia (45esima). MONDO / Molte ricerche farmaceutiche sono condotte da ricercatori anonimi Tre esperimenti clinici su quattro dell'industria farmaceutica ricorrono all'anonimato. Un'equipe internazionale pubblica su "Plos Medicine" lo studio riguardante 44 test eseguiti in Danimarca nel 1994/1995 per conto di multinazionali farmaceutiche. In 33 di questi sono emerse tracce di persone che avevano scritto il protocollo, fatto analisi statistiche o redatto il manoscritto, ma gli autori non hanno avuto modo d'identificarle. SPAGNA / Telefonia mobile: clienti poco soddisfatti e vessati Le societa' di telefonia mobile continuano a non soddisfare gli utenti: solo il 59% dei loro reclami ottengono una risposta adeguata, segnala un'indagine dell'Associazione dei consumatori Facua. Il 29% denuncia addebiti di telefonate non realizzate; il 33% lamenta l'imposizione di servizi o di una modalita' tariffaria mai richiesta; il 53% critica le promozioni poco chiare e non attinenti alla realta'. ITALIA / Eutanasia: il 70% degli italiani favorevole Favorevoli all'eutanasia quasi 7 italiani su 10, per la precisazione il 68%. E' il dato che emerge dal sondaggio Eurispes, diffuso come anticipazione dal Rapporto Italia 2007. Un deciso cambiamento di rotta rispetto agli anni '80, quando solo il 24,5% degli interpellati si dichiarava a favore della dolce morte e il 18,3% lo era soltanto in casi disperati (morte imminente e condizioni di vita estremamente dolorose). ITALIA / Due milioni di multe per eccesso di velocita' nel 2006 Gli italiani al volante? Assetati di velocita'. La denuncia arriva dalla Polizia Stradale che nel 2006 ha elevato piu' di 1 milione di multe per eccesso di velocita', con un incremento dell'11,5% rispetto al 2005 e del 20% in autostrada. Un vero record. Alle 1.018.027 multe della sola stradale vanno aggiunte, secondo le stime dall'Asaps, almeno un altro milione di sanzioni per eccesso di velocita' elevate da Carabinieri e Polizia locale. SPAGNA / Eutanasia: aumentano i favorevoli alla legalizzazione In un sondaggio dell'Istituto della Gioventu' tra 1.448 persone dai 15 ai 29 anni (primavera 2006), il quesito se sia corretto aiutare a morire un malato incurabile ha ottenuto il 76% di risposte affermative e il 15% di pareri contrari. Nel 2001, lo stesso quesito rivolto dal Centro di Ricerche sociologiche aveva raccolto il 72% di consensi, piu' del sostegno al matrimonio gay (68%), legalizzato poi nel 2005 a differenza dell'eutanasia. FRANCIA / E' arrivato dalla Spagna il primo mutuo a 50 anni Novita'. Due intermediari di mutui immobiliari offrono prestiti a 50 anni. La banca che li finanzia e' una Cassa di risparmio spagnola, forte di una prassi consolidata nel suo Paese che ha un mercato immobiliare in grande espansione. A chi puo' giovare un prestito cosi' lungo? Ai giovani, per diventare proprietari con una mensilita' pari a un affitto o a coppie piu' adulte, per non essere costrette a grandi sacrifici per anni e anni. ITALIA / Un quarto della spesa familiare e' destinato alle auto Nella classifica degli investimenti effettuati dalle famiglie italiane soltanto la casa precede l'automobile. Nel 2006 gli italiani hanno speso poco meno di 41 miliardi per acquistare vetture nuove (2.265.639 immatricolazioni). A questo si aggiungono i costi per la gestione (manutenzione, bollo, pedaggi, assicurazione, carburante) vengono stimati in 120 miliardi. In totale 161 miliardi di euro: il 24% della spesa familiare. ITALIA / Servizi pubblici locali senza concorrenza I servizi pubblici locali (acqua, luce, gas) sono stati analizzati dall'ufficio studi di Mediobanca, che evidenzia un paese diviso in due. Piu' virtuosi i servizi del Nord, mentre il Sud arranca. Sono pressoche' inesistenti le agenzie che controllano la qualita' dei servizi e la mancanza di concorrenza, inoltre, aumenta i costi. A Firenze il costo per chilometro percorso da un bus e' il triplo di quello del Regno Unito. G.BRETAGNA / Sondaggio: quattro su cinque favorevoli all'eutanasia Secondo il sondaggio 2007 British Social Attitudes, l'80% del campione sarebbe favorevole all'eutanasia e vorrebbe un cambio di legislazione che consentisse ai medici d'aiutare il paziente a morire. GERMANIA / Tedeschi contrari alla ricerca con le cellule staminali embrionali La maggioranza dei tedeschi e' contraria alla ricerca con le cellule staminali embrionali, indica un sondaggio realizzato da Tns-Infratest per l'associazione Lebensrecht (Diritto alla vita). Forte del 56,3% di No, la presidente dell'associazione, C.Kaminski, ritiene che non sia opportuno riformare la legge in senso piu' liberale. La settimana prossima il Parlamento dovrebbe discutere norme meno restrittive delle attuali. ITALIA / Unioni gay: il 56% degli italiani e' d'accordo I sociologi Marzio Barbagli e Asher Colombo hanno aggiornato un loro studio del 1993 sulle unioni gay. A quel tempo solo il 39% degli italiani erano disposti a riconoscere i diritti giuridici alle coppie omosessuali. Nell'ultimo decennio c'e' stata una vera rivoluzione. Oggi gli italiani che si dicono d'accordo sono saliti al 56%. L'opinione risulta maggioritaria in tutte le classi d'eta', non solo tra i piu' giovani. CINA / Internet: prima censurato ora mezzo di propaganda per il partito comunista Secondo il presidente del partito comunista e' arrivato il momento di infilarsi nei nuovi media, di ripulirli e ricorrere a tutti gli strumenti utili per portare in ogni angolo della Cina la parola del Partito Comunista. In piu' ha sollecitato la creazione di un gruppo di studio che dovra' approfondire le opportunita' che offre Internet. Dopo la censura arriva la propaganda, controllando le opinioni che si formano sul web. ITALIA / Agli italiani piace fare compere la domenica Agli italiani piace fare compere la domenica. Un'indagine realizzata dal Cermess Universita' Bocconi per conto di Federdistribuzioni segnala che nel 2006, il 64,5% degli italiani ha approfittato dell'apertura festiva per andare al supermercato, il 56,8% ha scelto i centri commerciali, il 54,7% ha raggiunto le vie del centro della citta', il 39,8% e' andato nei mercati rionali. I prodotti piu' acquistati sono i vestiti. ITALIA / Gli italiani promuovono le liberalizzazioni Dai risultati del sondaggio di Ipr Marketing per conto di Repubblica.it su un campione di mille persone, emerge un giudizio largamente favorevole su tutto il pacchetto di liberalizzazioni approvato dal Governo. Su 21 provvedimenti di riforma solo 1 e' stato bocciato (l'abrogazione dell'obbligo d'iscrizione a ruolo alla Camera di Commercio per gli agenti immobiliari). Tutti gli altri hanno ricevuto un consenso tra l'80 e il 90%. CILE / Si' alla pillola del giorno dopo, anche per le minorenni Le ragazze cilene maggiori di 14 anni potranno ricevere gratuitamente la 'pillola del giorno dopo' senza autorizzazioni dei genitori. Il via libera e' giunto dal presidente Michelle Bachelet che ha firmato il decreto che da' il via libera a una norma gia' esistente nel pacchetto di 'Norme nazionali per la regolazione della fertilita', da mesi bloccato per l'opposizione della Corte d'Appello. ----------------------------------------------------------------- NEWS Notizie istituzionali dall'Italia e dall'Ue ITALIA / 17 razze di cani sempre con la museruola. Ed e' polemica E' stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l'ordinanza varata dal ministero della Salute il 12 dicembre. Niente piu' pitbull e rottweiller liberi di aggirarsi senza controlli. Agli esemplari delle 17 razze canine considerate pericolose, da ora vanno sempre applicate museruola e guinzaglio, almeno nei luoghi pubblici. Il provvedimento pero’ suscita polemiche: la pericolosita’ di un cane non dipende dalla razza. ITALIA / I genitori decideranno quali e quanti cognomi attribuire ai figli Marito e moglie potranno decidere il cognome da dare al proprio figlio, se darli tutte e due e in quale ordine. Non passa la proposta del ministro Bindi che mirava ad attribuire il doppio cognome in ogni caso. Il disegno di legge e' stato approvato in commissione al Senato. Il Ddl continua il suo iter. FRANCIA / Funziona la lotta contro le infezioni ospedaliere Oltre la meta' degli ospedali ha fatto registrare progressi nella prevenzione delle infezioni nosocomiali, il cui tasso e' sceso dal 6% al 3%. Lo segnala un rapporto che ha confrontato la "tabella di marcia" accessibile al pubblico. Ogni anno 750.000 persone sono colpite da queste infezioni che sono la causa diretta di 4.000 decessi, il 30% senz'altro evitabile. La lotta intrapresa ha gia' dato i primi risultati positivi. ITALIA / Sempre piu' mutui e raddoppiano quelli a tasso fisso Il boom continua. L'aumento del costo del denaro non frena la corsa al mutuo casa. I dati di Bankitalia evidenziano che nei primi nove mesi del 2006 le erogazioni sono aumentate del 16,5% rispetto allo stesso periodo del 2005. Al contrario e' cambiata la tipologia scelta dai clienti. L'aumento dei tassi ha portato dal 23,3% al 46,2% il numero di clienti che hanno optato per il tasso fisso. ITALIA / Antitrust: le liberalizzazioni fanno bene a consumatori, aziende e lavoratori Centodieci pagine per dimostrare che le liberalizzazioni frenano la corsa dei prezzi, innescando la modernizzazione delle aziende e fanno emergere il lavoro nero. L'Antitrust da' l'ennesima spinta alle liberalizzazioni italiane. E nel suo rapporto segnala la presenza di notevoli resistenze. "Complici" anche le Regioni che bloccano localmente l'apertura alla concorrenza nella distribuzione commerciale (negozi e supermarket). ITALIA / Mezzo secolo fa una lavatrice costava il triplo Nel 1861 (anno dell'unita' d'Italia) un chilo di pasta costava ad oggi 2,80 euro, oggi "solo" 140 euro, la meta'. Oggi una lavatrice costa circa 500 euro, circa un terzo del suo prezzo medio del 1960. questi calcoli sono possibili grazie ai coefficienti di rivalutazione monetaria (di recente aggiornati dall'Istat) che permettono di paragonare prezzi in epoche differenti. OLANDA / L'Agenzia del farmaco approva l'eroina terapeutica L'Agenzia del farmaco ha approvato l'uso dell'eroina come medicinale per trattare persone con una lunga storia di dipendenza e di reiterati fallimenti nella cura metadonica. La decisione implica anche l'estensione degli esperimenti di distribuzione controllata d'eroina. Il Governo olandese e' stato un pioniere, insieme alla Svizzera, nel trattare gli eroinomani con la sostanza stessa al fine di combattere delinquenza ed emarginazione. ITALIA / Concorrenza alla pompa: le compagnie petrolifere sotto inchiesta L'Antitrust ha aperto un'indagine sulle nove compagnie petrolifere leader in Italia, Eni (Agip), Esso, Kpi (Q8), Shell, Tamoil, Total, Erg, Api e Ip, cui fa capo l'81% del mercato, ipotizzando un cartello sui prezzi dei carburanti consigliati alla distribuzione, e quindi un'intesa restrittiva della concorrenza. L'istruttoria, che punta l'indice principalmente verso l'Eni, si concludera' il 31 marzo del 2008. ITALIA / Farmaci: cala la spesa pubblica Franata nera a novembre 2006 sulla spesa farmaceutica pubblica. Grazie al taglio dei prezzi di almeno il 10% in vigore dal mese precedente, i conti per pillole e sciroppi a carico del servizio sanitario nazionale hanno fatto segnare un calo del 8,9% su novembre 2005. Una gelata che ha abbassato anche l'asticella della spesa negli 11 mesi dell'anno: la crescita e' stata del 5,7%. ITALIA / Carissimo figlio: costa fino a 800 euro al mese Pappine, pannolini, bavaglini, biberon. E che dire poi del latte in polvere, che in Italia costa ancora il doppio che nel resto d'Europa. Fatto sta che per una famiglia l'arrivo del primo figlio comporta una spesa aggiuntiva tra 500 e 800 euro al mese, variabili a seconda dell'eta' e della collocazione geografica. Si tratta di uno studio condotto dal Cnel sul costo dei figli. ITALIA / Conti correnti: paghiamo 60 euro l'anno. I danesi solo 2,5 Secondo una recente indagine della Commissione europea il costo medio per la tenuta di un conto corrente in Europa e' di 14 euro l'anno. Mentre in Italia il prezzo da pagare per tenere acceso il nostro rapporto con l'agenzia di fiducia e' di 60 euro. La Germania, secondo le stime, e' il secondo Paese piu' caro con 40 euro, al contrario di Danimarca, Olanda e Svezia, dove la media e' inferiore a 2,5 euro. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE dal 15 al 31 gennaio 2007 RISTORANTE: LASCIARE IL CAPPOTTO E NON TROVARLO PIU' Pagato il conto al cameriere, ci si avvia verso l'appendiabito e con sorpresa ci si accorge che la nostra giacca, il soprabito, il cappotto o il giubbotto non ci sono piu'. Si cerca freneticamente ma il risultato e' lo stesso. E' una situazione sgradevole che puo' succedere, specialmente quando, per moda, una tipologia di vestiario si diffonde e piu' persone acquistano lo stesso prodotto. Anni fa un tipo di giubbotto di pelle era cosi' diffuso che, per evitare scambi indesiderati, si usava scrivere sull'etichetta interna il proprio nome e numero telefonico. In caso di furto il ristoratore puo' essere chiamato in causa? No, se l'appendiabito e' in sala, sotto gli occhi di tutti, se invece l'abito viene consegnato in custodia al personale di servizio, per essere riposto nel guardaroba, allora il ristoratore puo' essere chiamato a rispondere del danno. Attenzione quindi in questa stagione dove soprabiti e cappotti si usano: dopo il conto, una sgradevole sorpresa puo' rendere la cena indigesta! CONFISCA MOTORINI. IL GOVERNO LA DIFENDE E LA CORTE COSTITUZIONALE RINVIA. ANCORA NIENTE DA FARE PER GLI EX-PROPRIETARI Ancora niente da fare per coloro ai quali e' stato confiscato il motorino. Lo scorso 28 dicembre 2006, la Corte Costituzionale (ordinanza n. 453/2006) ha deciso di rispedire al mittente la questione di legittimita' costituzionale della confisca del motociclo sollevata da alcuni giudici di pace su richiesta dei proprietari [1]. In questo modo la Corte ha rimandato il giudizio su una legge che e' stata si' modificata, ma che ha ancora effetto per tutte quelle migliaia di persone alle quali e' stato confiscato il motorino o la motocicletta durante i 15 mesi in cui e' rimasta in vigore. Migliaia di cittadini a cui sono stati confiscati mezzi di trasporto per infrazioni spesso risibili (come guidare col casco slacciato), e che non potranno ancora recuperare il mezzo per il non-giudizio della Consulta. Ancor piu' grave e' che lo stesso Presidente del Consiglio, rappresentato dall'Avvocatura di Stato, ha strenuamente difeso la confisca. Le cavillose e burocratiche argomentazioni della presidenza del Consiglio per sostenere l'inamissibilita' della richiesta (e per salvaguardare le casse dello Stato) possono essere trovate e giudicate da tutti all'interno della pronuncia della Corte Costituzionale. [1] E' urgente un intervento del Governo e poi del Parlamento perche' vengano restituiti i mezzi confiscati con la legge 168/2005. Solo in questo modo, il Governo potra' rimediare alla sua discutibile quanto veemente difesa di una legge assurda -e soprattutto delle proprie casse- che lo stesso ha ritenuto di dover modificare poche settimane fa. Su questo nei prossimi giorni, grazie all'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, presenteremo una interrogazione parlamentare. Nel frattempo, ai proprietari che hanno subito la confisca o il sequestro prima del 29 novembre 2006, ecco cosa fare: 1. Il caso in cui detta confisca sia gia' stata impugnata o si sia ancora nei termini per farlo, si consiglia di insistere nel chiedere al Giudice adito che sollevi questione di legittimita' costituzionale, con le precisazioni e alla luce della pronuncia ora descritta della Corte Costituzionale [2]. 2. Il caso in cui non sia piu' impugnabile il provvedimento di confisca, poiche' sono gia' trascorsi i termini per poter ricorrere, occorrera' attendere la nuova pronuncia della Corte Costituzionale se sara', come speriamo, nuovamente investita del giudizio di costituzionalita' in questione. 3. Per coloro che, invece, abbiano subito un sequestro o fermo amministrativo precedentemente al 29 novembre 2006, ma non hanno ancora ricevuto il provvedimento di confisca, si consiglia di chiedere il dissequestro alle autorita' accertanti la violazione e la restituzione del libretto di circolazione, non appena decorsi i tempi di cui alle nuove sanzioni (dai 60 ai 90 giorni). Seppur la sanzione accessoria segue per sua natura meccanicamente la sanzione principale ormai definitiva, tuttavia a questo punto la confisca potrebbe ritenersi illegittima e non piu' comminabile se non si e' provveduto prima che la norma fosse modificata. Questo secondo una interpretazione corretta dei principi generali che regolano le sanzioni amministrative (art. 1, secondo comma, della legge 689 del 1981): "Le leggi che prevedono sanzioni amministrative si applicano soltanto nei casi e per i tempi in esse considerati." Eventualmente, formulare la richiesta con una lettera raccomandata di messa in mora [3]. [1] Per un approfondimento sulla questione ed il testo dell'ordinanza della Corte Costituzionale, vedi "Osservatorio legale" del 15 gennaio 2007: http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=167193 [2] http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=139197 [3] http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 VINO AI TRUCIOLI. NEL NOME DEL CONSUMATORE SI VUOL LIMITARE IL MERCATO E LA TRASPARENZA, OVVERO I PILASTRI DELLE POLITICHE PER I CONSUMATORI La Coldiretti, insieme a numerose associazioni di consumatori (Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Adoc), Legambiente, Citta' del vino e Slow-food Italia, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per fermare l'uso dei trucioli per l'invecchiamento artificiale dei vini prodotti in Italia. Lo scorso 2 novembre, infatti, un Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali aveva autorizzato l'uso dei trucioli, escludendo solamente i vini a denominazione di origine (Doc/Docg). Un ricorso che giudichiamo retrogrado, dirigista e contro il mercato, quindi dannoso per il consumatore. Che e' adulto e -ove l'etichetta sia completa e chiara- capace di scegliere il vino che gli piace per gusto, qualita' e prezzo. Il produttore che vuole difendere la propria qualita' puo' agire nell'ambito del mercato, ma sbagliato sarebbe pretendere che tutti si debbano adeguare alle sue scelte. I produttori di vino gia' godono di canali privilegiati, che non aiutano i consumatori a conoscere per meglio scegliere. Le etichette di tutti i prodotti alimentari ne indicano la composizione, anche le acque minerali riportano analiticamente il proprio contenuto. Cosi' non e' per il vino, le cui etichette sono molto avare di informazioni. Per questo, oltre alla legalizzazione di tecniche impiegate in gran parte del mondo -quali l'aggiunta di zuccheri e l'uso di trucioli- chiediamo che l'etichetta dei vini riporti: 1. La composizione. E' cosi' difficile elencare i principali componenti (acqua, zuccheri, alcoli, aldeidi, eteri, sali, acidi, ecc)? 2. L'aggiunta di mosto (da dove viene?) per fortificarlo (aumentare la gradazione), di enzimi per favorire la trasformazione del saccarosio in glucosio, di gelatine, caseine, albumine, colla di pesce, bentonite (roccia) per la chiarificazione, di solfiti per la conservazione, di anidride solforosa per impedire l'acidificazione, di acido tartarico o citrico per aumentare l'acidita', di acido sorbico o sorbato di potassio per stabilizzare, di solfato di rame per eliminare difetti di gusto e odore, di acidi, fosfati, ecc. Di tutti questi trattamenti, gia' legali e diffusi, non troviamo traccia nelle etichette. Questo per dimostrare che la mobilitazione dei produttori contro i trucioli, non e' forse quella che si vuole fare apparire, cioe' una difesa dei consumatori. Se questi ultimi li si vuole davvero difendere, si deve innanzitutto permettere al mercato di sperimentare ed adottare nuove tecniche, ampliando cosi' la varieta' dell'offerta; allo stesso tempo si devono fornire informazioni chiare sulle etichette per permettere al consumatore di scegliere secondo i propri gusti ed il proprio portafoglio. Se non posso permettermi tutti i giorni un vino invecchiato in barrique, perche' non devo poter scegliere un vino meno costoso che gli si avvicina in sapore anche se invecchiato artificialmente? ORDINANZA CANI AGGRESSIVI. UMANI E CANI NON SONO PERICOLOSI A CAUSA DELLA RAZZA MA PER COME SONO EDUCATI... ALTRIMENTI E' RAZZISMO!! Un appello urgente e accorato al ministro della Salute Livia Turco, perche' modifichi l'ordinanza uscita oggi in Gazzetta Ufficiale "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani". Dopo anni dall'ordinanza dell'ex ministro Sirchia dettata dall'emergenza giornalistica di cani che aggredivano gli uomini, oggi siamo tornati al punto di partenza: obbligo di guinzaglio e museruola per i cani di una lista di razze considerate potenzialmente aggressive! L'ordinanza Sirchia fu disattesa da tutti, la lista delle razze dei cani fu accorciata e l'obbligo contestuale di museruola e guinzaglio venne levato perche' da piu' parti fu segnalata l'assurdita' di una norma razzista, violenta e inutile: non esistono cani pericolosi perche' appartenenti a questa o quell'altra razza, ma solo padroni pericolosi che addestrano i loro cani perche' divengano pericolosi, e questo puo' succedere per un barboncino come per un pit bull. Non e' la genetica che determina i comportamenti, ne' negli uomini ne' nei cani!! Chi pensa e legifera pensando invece alla genetica, e' un razzista che fa una norma razzista!! Oggi siamo tornati a quel provvedimento iniziale, la lista dei cani potenzialmente aggressivi e' come sempre discutibile non essendoci ad esempio ne' il cane corso, ne' l'American Staffordshire, parente stretto del pit bull, o il pastore maremmano. Nell'ordinanza e' la razza al centro della criminalizzazione, occorrerebbe invece guardare all'illuminante esperienza della California, dove e’ illegale fare leggi a livello delle citta’ e delle contee il cui oggetto siano le razze dei cani. E' utile invertire il ragionamento. La tutela pubblica puo’ arrivare solo dopo quella del cane! Unica nota positiva dell'ordinanza e', infatti, quella in cui si vieta il taglio della coda, delle orecchie e delle corde vocali, nonche' l'uso dei collari elettrici. Ministro Turco, ci ripensi, modifichi subito un provvedimento dannoso per il cane e inutile per la tutela dell'uomo! Per mio conto, preannuncio che da oggi in poi non rispettero' la legge ritenendola ingiusta, e al mio pit bull Leon, che sara' al mio fianco al guinzaglio, accanto al passeggino con mia figlia di dieci mesi, non apporro' un ulteriore strumento di tortura come la museruola. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno La cabina di regia Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=167460 CASA. OCCORRE PAGARE LE QUOTE CONDOMINIALI Il proprietario di una casa entra in lite con l'amministratore e decide di non pagare le spese condominiali. Succede, spesso, cosi' come accade frequentemente che le riunioni condominiali si trasformino in scontri ferocissimi tra condomini e tra questi ultimi e l'amministratore. Per ritorsione, o giusta rivendicazione, dipende dai punti di vista, il proprietario attua l'astensione del pagamento delle spese. E' una decisione rischiosissima perche' "per la riscossione dei contributi, in base alla ripartizione approvata dall'assemblea, l'amministratore puo' ottenere decreto di ingiunzione immediatamente esecutivo, nonostante opposizione" (1), il che comporta anche il pignoramento immobiliare. Se qualcosa non va nella gestione del condominio, il proprietario lo puo' segnalare verbalmente o per lettera, ma non puo' esimersi dal pagare il dovuto, cioe' quanto deliberato dall'assemblea condominiale. (1) art. 63, Codice Civile. EUTANASIA CLANDESTINA. L'ADUC ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DI DENUNCIA DELLE AUDIZIONI FARSA ALLA CAMERA. "CONOSCERE PER DELIBERARE" E NON "N'AGGIO VISTO E NU SACCIO NIENTE" Da tempo ci siamo uniti all'Associazione Luca Coscioni nella richiesta di una indagine parlamentare sul fenomeno dell'eutanasia clandestina. Come dimostrano diversi studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali, l'eutanasia e' praticata in Italia in forma clandestina. Siamo convinti che solo conoscendo e quantificando il fenomeno sia possibile regolarlo o eventualmente combatterlo. Questa richiesta, firmata da migliaia di cittadini (primo fra i quali Piergiorgio Welby), era stata presentata al presidente della Camera Fausto Bertinotti, il quale l'aveva fatta sua inoltrandola alle commissioni Giustizia e Affari sociali. Queste hanno pero' deciso di non fare alcuna indagine conoscitiva, ma solo una carrellata di audizioni dei soliti noti. Invece di indagare sul comportamento dei medici per quanto concerne il fine vita, si e' preferito mettere tutto a tacere con quella che risultera' la solita polemica sulla sacralita' o meno della vita. Il tutto avverra' rigorosamente a porte chiuse. Agendo cosi' le commissioni hanno praticamente ammesso l'esistenza dell'eutanasia clandestina. Altrimenti perche' rifiutare cosi' rapidamente di fare l'indagine, e addirittura discuterne a porte chiuse (clandestinamente), se non perche' si ha paura di cio' che salterebbe fuori? "Conoscere per deliberare", ha scritto Luigi Einaudi cinquanta anni fa. Oggi, piu' che mai, siamo lontani da questo principio. Al suo posto, il Parlamento sembra preferire la ben piu' conveniente dottrina del "n'aggio visto e nu saccio niente". Per questo ci uniamo alla manifestazione dell'Associazione Coscioni che domani (17 gennaio) denuncera', di fronte alla Camera dei Deputati, le "audizioni farsa" sull'eutanasia clandestina. IMMIGRAZIONE. COME SCORAGGIARE GLI INGRESSI REGOLARI. SANTO DOMINGO: PIU' DI 200 EURO PER UN APPUNTAMENTO IN AMBASCIATA, DA PAGARE AD UN'AZIENDA IN USA Nella Repubblica Dominicana un appuntamento per chiedere un visto di ingresso in Italia puo' costare oltre 200,00 euro. Segnalatoci da un utente del nostro servizio di consulenza sull'Immigrazione, e' cosi' scritto sul sito Internet dell'ambasciata italiana a Santo Domingo (1). L'ambasciata non riceve senza appuntamento, da richiedere ad un call center negli Stati Uniti, al costo di 2 euro al minuto, da pagare con carta di credito. E' il costo del solo servizio, cui va aggiunto quello della telefonata internazionale, che per pochi minuti di conversazione (o meglio, di attesa in ascolto di una segreteria telefonica) si aggira intorno ai 40/50 euro. Ma non finisce qui. Molte persone ottenevano l'appuntamento, ma non avevano sulla carta il credito necessario a pagare la telefonata in Usa, per cui l'ambasciata ha disposto che alla chiamata, sulla carta del malcapitato vengano bloccati 167,00 euro (7000 dollari RD), per coprire “anche” le spese vive del visto: circa 64,00 euro (1510 dollari RD). 40/50,00 euro per la telefonata internazionale e 167,00 euro bloccati, si va oltre i 200,00 euro. Il servizio e' "un po' caro" (lo stipendio medio mensile in quel Paese e' di 185,00 euro), considerando che non si puo' entrare in ambasciata con una pratica incompleta, l'operatore telefonico "avvisera' ogni richiedente su quale documentazione produrre illustrandola, se necessario, in dettaglio [...] per poi controllare insieme con l'operatore telefonico l'esattezza della documentazione necessaria". E certo, possiamo stare al telefono anche tutto il giorno, fare lo spelling di nome e cognome, verificare il numero di foto tessera da presentare, tanto chi paga e' l'utente!! L'ambasciata precisa che i soldi spesi in questo servizio non entrano nelle loro casse e suggerisce, per limitare i "danni economici", di tentare a preparare la documentazione da se'. I punti dolenti -per illegittimita' e ingiustizia sostanziale- sono molti. L'ambasciata costringe a pagare profumatamente un servizio che dovrebbe essere l'ufficio stesso a fornire, facendo ricadere sull'utenza i costi irrazionali ed elevatissimi della sua organizzazione interna. Pagare piu' di uno stipendio per un appuntamento, inoltre, non garantisce il buon esito della pratica (altrimenti si chiamerebbe pizzo), anche perche' l'ambasciata non accetta pratiche incomplete, come invece dovrebbe per legge. Se manca un documento, non si potra' riportarlo il giorno dopo, ma si dovra' rifare tutta la procedura, pagando nuovamente il call center. Questo servizio, inoltre, e' rivolto solo ai dominicani figli di dominicani che non hanno parenti, coniugi o santi in Italia: l'ambasciata riceve senza appuntamento chi deve richiedere, per esempio, un ricongiungimento con cittadino italiano. Un po' come se all'anagrafe il certificato di residenza costasse 1,00 euro per gli italiani e 100,00 euro per gli stranieri. Infine, una societa' esterna all'amministrazione italiana viene autorizzata da quest'ultima a bloccare gli accessi ad un ufficio pubblico se non riscuote il suo credito. L'utente che ci ha contattato ha atteso pazientemente i tre giorni previsti per il riaccredito dei soldi non spesi con la telefonata, ma trascorsi inutilmente, per riaverli ha dovuto minacciare il call center di denuncia. Gia' da tempo riceviamo numerose lettere che denunciano prassi illegittime nelle ambasciate italiane: dinieghi di visto non motivati o solo "orali", richieste economiche esorbitanti (seppur sotto forma di servizi di prenotazione), ecc. Eppure le ambasciate sono uffici di pubblica amministrazione italiana, il fatto che siano all'estero non cambia per l'applicazione della legge italiana. Tutte storie che raramente finiscono nei tribunali, complici le difficolta' di presentare un ricorso al giudice, che in questa materia e' il TAR del Lazio. E cosi' la gente rinuncia a chiedere il visto, e si organizza per venire in altro modo. Chiediamo un intervento specifico del ministro degli Affari Esteri, che' indaghi per verificare eventuali irregolarita' e responsabilita' dell'ambasciata italiana di Santo Domingo, e di avviare un'indagine sulle prassi di tutte le ambasciate italiane nel mondo. (1) http://www.ambsantodomingo.esteri.it/Ambasciata_SantoDomingo/Menu/Informazioni_e_servizi/Visti/ NO AL RAZZISMO E ALLA VIOLENZA UMANA SUI CANI. LA MUSERUOLA IN AULA A MONTECITORIO intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno Nell'iniziativa che ho preso insieme con Grazia Francescato, questa la frase pronunciata oggi, in aula a Montecitorio mentre mi mettevo una museruola, che poi passavo alla collega dei Verdi: E' di ieri la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di una nuova ordinanza sui cani. I nostri amici a quattrozampe sono definiti aggressivi per razza, per questa possono essere soppressi e devono circolare con museruola e guinzaglio. Questo e' un esempio di misura razzista: non e' la genetica che determina i comportamenti, ne' negli uomini ne' nei cani. Siccome l'uomo e' piu' pericoloso, mi metto la museruola per la razza umana. Quello che non e' stato ben evidenziato, con l'ordinanza "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani" e' che, con obbligo di guinzaglio e museruola per i cani di una lista di razze considerate potenzialmente aggressive, si e' tornati indietro rispetto alla vecchia ordinanza del ministro Girolamo Sirchia. Non esistono cani pericolosi perche' appartenenti a questa o quell'altra razza, ma solo padroni pericolosi che addestrano i loro cani perche' divengano pericolosi, e questo puo' succedere per un barboncino come per un pit bull. Non e' la genetica che determina i comportamenti, ne' negli uomini ne' nei cani!! Chi pensa e legifera pensando invece alla genetica, e' un razzista che fa una norma razzista!! Nell'ordinanza e' la razza al centro della criminalizzazione, occorrerebbe invece guardare all'illuminante esperienza della California, dove e’ illegale fare leggi a livello delle citta’ e delle contee il cui oggetto siano le razze dei cani. Con la possibilita', poi, di sopprimere un cane solo perche' appartiene ad una razza e perche' il proprietario non vuole piu' tenerlo, questa ordinanza ci ha fatto toccare il fondo! Il ragionamento va invertito. La tutela pubblica puo’ arrivare solo dopo quella del cane! Ministro Turco, ci ripensi, modifichi subito un provvedimento dannoso per il cane e inutile per la tutela dell'uomo! Ribadisco che non rispettero' la legge ritenendola ingiusta, e al mio pit bull Leon, che sara' al mio fianco al guinzaglio, accanto al passeggino con mia figlia di dieci mesi, non apporro' un ulteriore strumento di tortura come la museruola. FISCO E FINANZIARIA. CUNEO FISCALE E FREGATURE Che fine ha fatto il cuneo fiscale? Si ricorda che l'attuale presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, prima delle elezioni si spese per sostenere l'opportunita' del cuneo fiscale, cioe' il taglio del costo del lavoro per il contribuente e per il datore di lavoro. Il cuneo doveva servire a rilanciare le imprese e dotare il lavoratore di un maggior potere di acquisto. Nottetempo (guarda un po') la parte del cuneo che interessava tutti i lavoratori si e' trasformata in benefici Irpef per i contribuenti sotto i 40mila euro. Questi benefici Irpef pero', in molte regioni e comuni, sono stati "assorbiti" dall'aumento delle addizionali locali, anzi, in alcuni, come Roma e Bologna, c'e' stata una maggiore tassazione (per 40mila euro di reddito a Bologna le tasse aumenteranno di 348 euro e a Roma di 148 euro). Che dire? Che questo Governo diceva bugie e le amministrazioni locali, invece di puntare sulla riduzione -noi diciamo razionalizzazione- delle spese, aumentano le entrate con le tasse. Che sòle!!! IMMIGRAZIONE. PER FAR FRONTE ALL'EMERGENZA KIT SAREBBE SUFFICIENTE UNA DISCIPLINA TRANSITORIA Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e' intervenuto sul problema della scarsita' di kit per il rinnovo del permesso di soggiorno alle Poste (1) e si e' dichiarato pronto a revocare la convenzione con Poste Italiane Spa "'se inadempienze cosi' macroscopiche dovessero risultare confermate". Riteniamo che esista un metodo meno drastico per risolvere il problema. La procedura di rinnovo alle Poste e' un importante momento di passaggio delle competenze in materia, dalle Questure ai Comuni; "cassare" l'intera procedura per una disfunzione iniziale ci appare una misura decisamente sproporzionata poiche' rischierebbe di bloccare o ritardare questo passaggio. Sarebbe sufficiente rimediare tempestivamente alle disfunzioni, con una circolare ministeriale che, nelle more della ristampa di kit e ricevute di raccomandate -e comunque nella fase di iniziale "assestamento" di tutti i soggetti coinvolti nella procedura- anziche' imporre la presentazione delle istanze esclusivamente per il tramite delle Poste italiane, consentisse di presentare alternativamente le proprie istanze direttamente alle Questura, come accaduto finora, al fine di consentire un graduale adeguamento delle strutture, della modulistica e dell'organico delle Poste, nel passaggio dalla vecchia alla nuova procedura. (1) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/comu.php?id=166948 QUANTITA' CANNABIS. INIZIATIVA CODACONS VUOLE AIUTARE I GIOVANI … A FINIRE IN GALERA Il ricorso al Tar del Codacons per dimezzare nuovamente la quantita' massima di cannabis per uso personale e' da respingere proprio nel nome di quei giovani che vorrebbe tutelare (1). Secondo Carlo Rienzi, infatti, il decreto del ministro della Salute Livia Turco starebbe incoraggiando i giovani a farsi le canne. La ricetta, secondo il Codacons, e' quella di punire col carcere ancora piu' giovani di quelli che gia' oggi sono puniti. Questo ragionamento e' fallace. Basta poco per capire che: 1. non sono certo le quantita' che scoraggiano i giovani a fumare marijuana; 2. anche qualora qualche giovane fosse scoraggiato dallo spauracchio del carcere voluto da Codacons, compreranno minori quantita' di cannabis piu' spesso e fumeranno lo stesso. Ma se il ragionamento del Codacons e' fallace, qualora fosse accolto provocherebbe gravi e spesso irrecuperabili conseguenze per moltissimi giovani. Infatti, una cosa sono i danni alla salute provocati da uno spinello (risibili e ancora tutti da dimostrare), un'altra e ben piu' grave cosa sono i danni provocati dall'incarcerazione. Nel carcere infatti circolano droghe di ogni genere, e' un ambiente violento che difficilmente "rieduca" il detenuto. Per non parlare del fatto che, da ex-galeotto, una volta uscito dal carcere la vita del giovane sarebbe tutta in salita. Insomma, rovinare la vita ad un giovane col carcere per impedirgli di farsi qualche canna ci pare davvero una ratio mostruosa degna del piu' "etico" degli Stati. Ci auguriamo che il Tar voglia rigettare nel modo piu' netto questo goffo tentativo di "aiutare" i giovani minacciandoli e poi privandoli del loro futuro. ORDINANZA CANI PERICOLOSI. RICHIESTA UN'INFORMATIVA URGENTE AL GOVERNO Intervento dell'on Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali Ho rivolto al Governo una richiesta di informativa urgente riguardo l'ordinanza del ministro della Salute "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani" (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 13 gennaio). Non posso accettare un'ordinanza che continua ad obbligare al guinzaglio e museruola i cani appartenenti ad una lista di razze considerate potenzialmente aggressive. E ritengo insostenibile che si preveda l'abbattimento dell'animale appartenente ad una determinata razza, per il solo fatto che il proprietario non voglia piu' tenerlo. Invece di prendere le distanze dalla precedente ordinanza, firmata dall' ex-ministro Girolamo Sirchia, con questa nuova si ritorna al punto di partenza, facendo della razza di un cane un vero e proprio motivo discriminante. Spero che il ministro Turco si renda conto che non esistono cani pericolosi perche' appartenenti a questa o quell'altra razza, ma solo padroni pericolosi che addestrano i loro cani perche' divengano pericolosi, e questo puo' succedere per un barboncino come per un pit bull! COGNOME E FIGLI LEGITTIMI. BENE LA COMMISSIONE DEL SENATO! SI VA VERSO LA MODERNIZZAZIONE Intervento dell'on.Donatella Poretti, della Rosa nel pugno Un plauso al voto della commissione Giustizia del Senato, sulla possibilita', al padre e alla madre, di dare il proprio cognome o entrambi al loro figlio. E un plauso all'abolizione della distinzione tra figlio naturale e figlio legittimo. Finalmente si va verso la modernizzazione e attualizzazione del diritto di famiglia! Per il cognome e' importante la bocciatura dell'emendamento del Governo che voleva imporre il doppio cognome a tutti i nati (una cura scioccante necessaria, aveva detto il ministro Rosi Bindi), perche' imporre un cambiamento culturale per legge, anche se va nella direzione auspicata, e' sempre pericoloso.Compito della legge e', invece, predisporre e favorire pari opportunita' e libera scelta, promuovendo l'informazione e dando supporto adeguato alle decisioni. La legislazione, quando e' arretrata, e' bene cambiarla nella direzione piu' liberale possibile, non passando dal modello patriarcale a quello statalista paritario Per la distinzione dei figli, era ora che vi si arrivasse! L'attuale penalizzazione per i figli naturali ed il timore che questi possano essere discriminati, influenza chi e' in procinto di sposarsi in generale e le coppie di fatto in particolare perche' scelgano il matrimonio, che, per l'alto profilo degli impegni che con esso si assumono, dovrebbe invece essere una decisione libera. Le coppie, se possono decidere di volere per se' un regime di minor tutela, molto piu' difficilmente accettano che i propri figli siano discriminati. Mi auguro che l'opposizione, che ha avuto un comportamento responsabile in commissione non boicottando questo voto (ad eccezione dell'Udc, si e' astenuta su tutto e ha votato a favore della norma sui figli naturali e legittimi), non si ricreda col solito intento di far prevalere gli interessi degli equilibri di potere su quelli dei cittadini. Qui le due proposte di legge che avevo presentato in materia: - cognome: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=147256 - figli legittimi: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=153449 FISCO E FINANZIARIA. COME NON SI TUTELA LA FAMIGLIA . E' di questi giorni la notizia che in Francia si e' avuto il piu' alto numero di nascite dell'Unione europea nel 2006: due figli per madre (tra l'altro un figlio su due viene alla luce fuori dal matrimonio), per un totale di 830mila nascite. In Italia siamo all'1,33 figli per madre. Siamo meno fecondi? No, ovviamente. Si tratta solo di mettere in essere i meccanismi attuati in Francia: strutture di accoglienza per i figli, scuole materne, gratuite a partire dai due anni, asili nido e facilitazioni fiscali. Quest'ultimo punto e' particolarmente significativo: in Italia una famiglia, di quattro persone (genitori piu' 2 figli), con un monoreddito di 25.000 euro e' tassata con una aliquota media del 6,9%, pari a 1.725 euro l'anno, mentre in Francia la stessa famiglia paga lo 0,2%, pari a 52 euro l'anno, cioe' 1 euro a settimana! In Italia solo il 10% dei bambini trova posto negli asili nido, con costi elevati per la famiglia: mediamente 251 euro mensili per gli asili nido comunali (dai 534 euro di Belluno ai 100 euro di Napoli). Ci aggiungiamo che nel sud Italia solo il 7,5 % dei bambini frequenta un asilo pubblico mentre ben il 18,7% frequenta quelli privati; e' ovviamente una scelta politica che privilegia le scuole private in buona parte confessionali (leggasi cattoliche romane). Insomma, i nostri governanti si riempiono la bocca di altisonanti parole sulla tutela della famiglia e sulla necessita' di incrementare la natalita'. Alle parole non seguono i fatti. Il cuneo del Governo Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=167758 DROGA. DOVE SONO FINITI I BUONI PROPOSITI DEL GOVERNO SULLA LEGGE FINI-GIOVANARDI? SEMBRA CHE IL GOVERNO NON ABBIA LE IDEE CHIARE Cosa e' accaduto ai propositi di riforma della legge Fini-Giovanardi sulle tossicodipendenze? Come mai il ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, che cosi' spesso ha annunciato una modifica –perfino l'abrogazione- di quella legge, non solo non ha ancora prodotto una proposta concreta, ma addirittura non ne parla neanche piu'? Purtroppo, temiamo che una diversa politica sulle droghe sia stata fino ad ora sacrificata sull'altare della sopravvivenza del Governo. Certamente ha avuto un impatto devastante su ogni buon proposito l'iniziativa di Anna Serafini e Paola Binetti (entrambe dell'Ulivo) che con un Ordine del giorno al Senato hanno sconfessato l'unico, timidissimo tentativo del Governo di limitare i devastanti effetti della Fini-Giovanardi (cfr. decreto Turco sulle quantita' massime di cannabis per uso personale). Ora e' arrivata la conferma che il Governo non sa che pesci prendere. Durante la prima convocazione della Consulta nazionale sulle tossicodipendenze, a chi chiedeva quali fossero le modalita' ed i tempi per un intervento, il ministro Ferrero avrebbe ammesso che l'indirizzo governativo non era ancora chiaro, e che non appena vi fossero state idee piu' chiare la Consulta sarebbe stata riconvocata. Ad oggi questo -per quanto ne sappiamo- non e' ancora avvenuto, dal che si desume che le idee siano ancora tutt'altro che chiare. Il silenzio sulla materia e' confermato dal fatto che nessuno risponde al numero di telefono della Direzione Generale per le politiche sulle dipendenze del ministero (1). Per capire le intenzioni del Governo basta consultare il libricino di 56 pagine ("Nuovi processi di riqualificazione socio-sanitario: il cittadino al centro del sistema") presentato dal Governo durante la sua riunione di Caserta nelle scorse settimane. Un libricino pieno di proclami e soprattutto di diagrammi, nel quale non sono menzionati provvedimenti e strategie concrete, ne' i tempi per attuarle. Sembra proprio che il Governo abbia altre priorita' in testa. Il risultato e' che, dopo mesi e mesi dal suo insediamento, il Governo ha sostanzialmente fatta propria la legge Fini-Giovanardi. Ci auguriamo che al piu' presto si voglia dare un segnale di opposta tendenza, rimediando ad una politica repressiva che criminalizza i tossicodipendenti, invece di aiutarli e curarli. (1) Il sito della Direzione Generale sulle politiche sulle dipendenze del ministero della Solidarieta' Sociale: http://www.welfare.gov.it/EaChannel/MenuIstituzionale/Ministero/DirezioniGeneraliEUffici/DGpolitichedipendenze.htm FARMACI OFF-LABEL. URGENTE INTERPRETARE LA NORMA DELLA FINANZIARIA CHE LI VIETA. INTERROGAZIONE CONTRO IL RISCHIO PER MIGLIAIA DI MALATI intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno Ho presentato oggi una interrogazione sul provvedimento inserito nella Legge finanziaria che vieta l'uso dei farmaci off-label, ovvero farmaci somministrati per patologie, con posologie o modalita' di somministrazione non registrare o non incluse nel foglietto illustrativo del farmaco. Secondo alcune stime, infatti, per quanto concerne in particolare l'oncologia, la pediatria, le malattie infettive e cardionefrovascolari, dal 30 al 50% dei pazienti assumono farmaci off-label. Da anni molti medici nel nostro Paese e soprattutto nei Centri di Eccellenza, prescrivono farmaci off-label in base ad una vasta letteratura scientifica ed esperienza internazionale, attraverso rigorosi protocolli. Ora non potranno piu' farlo, se non dopo il lungo procedimento di sperimentazione e registrazione presso il Ministero della Salute oppure rischiando sanzioni disciplinari e ingenti somme di risarcimento da restituire all'Erario. Il provvedimento della Finanziaria, seppur solleva una questione giusta quale quella dell'uso appropriato dei farmaci, non prevede alcuna eccezione. Come segnalato dall'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) e da numerosi Centri di Eccellenza (tra cui l'Istituto Mario Negri e l'Istituto Nazionale Tumori di Milano), e' necessario porre rimedio ad un provvedimento che puo' mettere a rischio la salute ed anche la vita di migliaia di pazienti, soprattutto i bambini. Per questo, chiedo al ministro della Salute, Livia Turco, cosa intenda fare in proposito. In particolare, chiedo se sia possibile emettere con urgenza una circolare interpretativa che preveda eccezioni, quali appositi protocolli terapeutici basati rigorosamente sull'evidenza e sull'esperienza clinica, e su un'ampia letteratura scientifica internazionale. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=167880 CARBURANTI NEI SUPERMERCATI. BENE MA NON BASTA. GIU' L'IMPOSIZIONE FISCALE intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno Accolgo con estrema soddisfazione la segnalazione dell'Antitrust in cui si invita ad allargare la vendita della benzina nei supermercati. Questo permettera' di ridurne il prezzo, come gia' accaduto in altri Paesi come la Francia. Ma l'apertura ai centri commerciali non e' sufficiente. Come segnala da tempo l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) lo Stato dovrebbe anche smettesse di lucrare in modo indecoroso con il suo 70% di componente fiscale sul prezzo finale, portandolo al livello dell'Iva. Non solo ma potrebbe anche decidere di uscire dall'operazione di drogaggio del mercato: cioe' essere nel contempo controllore e controllato, grazie alla proprieta' dell'Eni, che controlla una buona meta' della distribuzione dei carburanti. In questo caso sarebbe solo apparente un minor guadagno dello Stato, perche' oltre al fatto che l'aumento dei consumi farebbe pure in questo caso aumentare gli introiti del gettito fiscale, e' innegabile il vantaggio che ne avrebbero tutti, dai privati al pubblico, perche' il condizionamento economico di ogni attivita' dal prezzo dei carburanti e' il fattore dominante in ogni ambito. NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI - IL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE SALVA LA VITA... MA NEGLI USA! URGENTE IN ITALIA LA CONSERVAZIONE AUTOLOGA ANCHE NELLE BANCHE PRIVATE Firenze, 19 Gennaio 2007. E' uscito il numero centotrentuno, anno VI, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_131.html BENZINA E LIBERALIZZAZIONE Sulla necessita' di liberalizzare il settore dei carburanti siamo intervenuti tante di quelle volte da aver consumato i tasti del nostro computer. Ben vengano, quindi, in questo senso le decisioni del Governo. Vogliamo sottolineare, se ce ne fosse ancora bisogno, alcune questioni: 1. Non si capisce perche' la benzina deve essere tassata al 67% come e piu' di un bene di lusso, oltretutto con una tassa sulla tassa (all'accisa si aggiunge l'IVA). 2. Nel prezzo della benzina e' compreso anche il costo per la guerra in Abissinia. Incredibile? No, e' proprio cosi' e non solo. Riportiamo qui sotto tutti gli eventi che hanno determinato un aumento delle accise (imposte) sulla benzina: * 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; * 14 lire per la crisi di Suez del 1956; * 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; * 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966; * 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; * 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; * 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980; * 205 lire per la missione in Libano del 1983; * 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; * 39 lire (0.020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004. Il tutto per 0,25 euro, cioe' 486 lire. Naturalmente la motivazione si e' persa perche' l'aumento e' stato assorbito come entrata ordinaria. In un Paese civile al cessare della causa che determina una tassa cessa la tassa stessa. In Italia non e' cosi'. Vogliamo diventare un "paese normale" o no? OLOCAUSTO E MEMORIA. NON COI REATI DI OPINIONE... Il ministro di Grazia e Giustizia, Clemente Mastella, ha fatto sapere che alla prossima riunione del Consiglio dei ministri presentera' un disegno di legge che riguarda il delitto alla negazione dell'Olocausto. Avvicinandosi il 27 gennaio, giorno della memoria dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti, immaginiamo che in questo modo il nostro Governo intenda dare il suo contributo. Ci auguriamo che nel Governo ci sia piu' di una persona che faccia cambiare idea al ministro Mastella. Crediamo che non ci sia peggior modo per tener vivo nella memoria cosa gli esseri umani sono in grado di fare, che utilizzare il medesimo metodo di chi si vuole condannare: la negazione della liberta' di pensiero e di opinione, anche per coloro che la pensano in modo diametralmente opposto a cio' che riteniamo pensieri e opinioni base della nostra convivenza civica. Fare del negazionismo un delitto da codice penale, oltre che la creazione di un reato di opinione e' un grosso contributo a far si' che questa opinione si radichi meglio: la creazione dei martiri che verranno puniti non potra' che alimentare un mito che, proprio perche' basato solo su convincimenti ideologici e non fatti storici e razionali, ha bisogno di persecuzioni, messe al bando, galere, disprezzi delle istituzioni per rafforzarsi nelle idee dei fanatici. Una pratica e un metodo di vita civica e civile che vale a maggior ragione nel caso di tutti gli Olocausti, precedenti e successivi a quello del popolo ebraico. La liberta' di opinione, se e' tale, deve valere soprattutto per coloro che la pensano in modo diametralmente opposto a chi ha il potere. Difenderla e' un dovere, perche' dove non c'e' questa liberta', crediamo non ci possa essere sviluppo e potenzialita' economica per ognuno. MOTORINI CONFISCATI. CAMBIATA LA LEGGE VANNO RESTITUITI ANCHE QUELLI GIA' CONFISCATI intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno Su sollecitazione dell'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ho presentato insieme all'on Marco Beltrandi, vicepresidente della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, una interrogazione question time (1) al ministro dei Trasporti sulla confisca dei motorini. La risposta del ministro sara' data nella stessa commissione giovedi' 25 gennaio. La legge n. 168 del 2005 aveva introdotto la sanzione accessoria della confisca del motociclo per diverse non gravi violazioni al Codice della strada (articolo 213, comma 2-sexies), tra cui guidare senza casco o con un casco non allacciato o non omologato. La legge e' stata poi modificata lo scorso novembre, su sollecitazione mia e dell'on. Beltrandi (2), ma non si e' provveduto a disporre sulle confische avvenute durante i 15 mesi in cui e' stata in vigore. Il risultato, come segnala l'Aduc, e' quello di migliaia di persone che hanno perso il loro mezzo di trasporto o sono costrette a custodirlo nei loro garage senza poterlo mai piu' usare. In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci nel merito sulla legge (mesi o anni), e' urgente un intervento del Governo per restituire ai proprietari i mezzi confiscati prima che la legge fosse modificata lo scorso 29 novembre. Questo per porre rimedio, anche per il passato, ad una legge francamente imbarazzante nella sua ferocia punizionista, e che lo stesso Governo ha sentito la necessita' di cambiare. Agire subito eviterebbe anche un ingente danno per le casse dello Stato. Infatti, qualora la Corte Costituzionale dichiarasse incostituzionale la normativa sulla confisca, ne potrebbero risultare numerose azioni legali di risarcimento del danno da parte dei cittadini che hanno subito tale provvedimento. (1) Testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=167906 (2) Proposta di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=155188 EUTANASIA. L'INDAGINE EURISPES CONFERMA RISULTATO DI INDAGINI ITALIANE ED EUROPEE. CHI SI SORPRENDE EVIDENTEMENTE IGNORA LE ISTANZE DEI CITTADINI La campagna di delegittimazione dell'indagine Eurispes secondo cui il 74% degli italiani e' favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia, e' l'ennesima prova di quanto siano lontani i politici e le associazioni, soprattutto cattoliche, dalla realta' del Paese. Prima di tutto perche' l'indagine dell'Eurispes non fa altro che confermare cio' che moltissimi altri sondaggi hanno messo in evidenza, ovvero che la maggioranza dei cittadini vuole il diritto di scelta sulla propria vita e salute. Dati che sono consistenti con l'opinione pubblica di molti Paesi europei, dalla Francia alla Spagna alla Gran Bretagna. L'incredulita' e frustrazione che molti dimostrano nei confronti dell'indagine Eurispes non puo' che essere frutto della poca attenzione alle istanze che provengono dal Paese da molto tempo. Davvero si vuol far credere che un istituto come l'Eurispes metta a repentaglio la propria reputazione pur di legalizzare l'eutanasia o di aiutare chi la vuole legalizzata? E allora, ricordiamo questi recenti sondaggi per tutti coloro che oggi sono stupiti: - 28-12-2006 sondaggio di Panel Data -Istituto Veneto di Sondaggi di Padova – 60,2% dei cittadini ritiene che spetti ai famigliari la decisione se staccare o meno la spina. - 27-09-2006 sondaggio Ispo/Corriere della Sera – 58% degli italiani favorevole all'eutanasia. - 24-05-2006 sondaggio Eurisko – 67% degli italiani e' favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia. - 18-04-2006 sondaggio Ordine dei medici di Torino – 74% degli infermieri favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia. - 08-02-2006 sondaggio Esomar – 70% dei medici italiani vuole regolamentazione dell'eutanasia CANI SOPPRESSI PER LA SOLA "COLPA" DI APPARTENERE AD UNA RAZZA... INTERPELLANZA URGENTE FIRMATA GIA' DA 45 PARLAMENTARI Intervento dell'on.Donatella Poretti, della Rosa nel Pugno Ho depositato -sottoscritta per ora da 45 deputati di vari gruppi (1)- un'interpellanza urgente al ministro della Salute, Livia Turco,preparata insieme alla Lav (Lega Antivivisezione), all'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e all'Intergruppo Animali della Camera dei deputati per fare luce sulla ordinanza del ministro della Salute "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani" (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 13 gennaio). Una norma redatta con un approccio culturalmente vecchio e dannoso: il cane viene considerato pericoloso per il solo fatto di appartenere ad una razza, e non per avere un proprietario pericoloso! Prevede, infatti, una lista di razze di cani potenzialmente aggressivi che vengono non solo obbligati ad avere sempre museruola e guinzaglio (non solo nei locali pubblici e sui mezzi di trasporto come per tutti), ma che sono anche messi in condizioni di essere ammazzati per la sola appartenenza ad una razza e non per avere dato prova di aggressivita'. Si sostiene infatti che se il proprietario non e' piu' in grado di detenere l'animale puo' chiederne la soppressione! A cosa sono servite fino ad oggi le campagne contro l'abbandono dei cani se si fa passare questo messaggio? Non era bastata la rivolta contro la prima ordinanza Sirchia in materia, dettata dall'emergenza dell'estate 2003, con animalisti e veterinari a segnalare l'inutilita' e il danno della lista delle razze? Perche' l'ordinanza doveva essere peggiorata con l'aggiunta della soppressione senza motivo? Con questa interpellanza chiediamo al ministro della Salute Livia Turco: - su quali base tecnico-scientifiche e' stato redatto e approvato l’elenco allegato di razze canine e loro incroci; - se non ritiene di ritirare la parte dell'Ordinanza che permette le soppressioni dei cani solo per l’appartenenza ad un razza o ad un incrocio di una razza; - se non si ritiene, sulla base dei pronunciamenti scientifici degli ultimi anni, che obbligare sempre a guinzaglio e museruola i cani delle razze e incroci incriminate diminuisca le possibilita' di socializzazione aumentando l’aggressivita' dell'animale; - secondo quali norme locali una violazione dell'ordinanza puo' essere sanzionata dalle Amministrazioni competenti. (1) Donatella Poretti (RnP), Angelo Alessandri (LN), Stefano Allasia (LN), Giuseppe Astore (IdV) Maria Teresa Armosino (Forza Italia), Claudio Azzolini (Forza Italia), Fulvia Bandoli (Ulivo), Marco Beltrandi (RnP), Matteo Brigandi' (LN), Paola Balducci (Verdi), Marco Boato (Verdi), Franca Bimbi (Ulivo), Isabella Bertolini (Forza Italia), Paolo Cacciari (PRC), Giovanni Crema (RnP), Franca Chiaromonte (Ulivo), Cinzia Dato (Ulivo), Sergio D'elia (RnP), Guido Dussin (LN), Daniela Dioguardi (PRC), Donatella Duranti (PRC), Grazia Francescato (Verdi), Massimo Garavaglia (LN), Wladimiro Guadagno Detto Vladimir Luxuria (PRC), Grillini Franco (Ulivo), Giancarlo Laurini (Forza Italia), Ezio Locatelli (PRC), Angela Lombardi (PRC), Giacomo Mancini (RnP), Graziella Mascia (PRC), Bruno Mellano (RnP), Chiara Moroni (Forza Italia), Patrizia Paoletti Tangheroni (Forza Italia), Egidio Pedrini Enrico (IdVi), Gian Luigi Pegolo (PRC), Tommaso Pellegrino (Verdi), Camillo Piazza (Verdi), Roberto Poletti (Verdi), Matilde Provera (PRC), Mario Ricci (PRC), Paolo Romani (Forza Italia), Massimiliano Smeriglio (PRC), Giuseppe Trepiccione (Verdi), Lanfranco Turci (RnP), Luana Zanella (Verdi). il testo completo dell'interpellanza: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=168074 DISTRIBUTORI AUTOMATICI SIGARETTE SOLO CON CARTA D'IDENTITA'. COME INCREMENTARE L'ILLEGALITA' E NON OTTENERE RISULTATI... L'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams) ha emanato una circolare con cui stabilisce che dal 19 gennaio, presso le rivendite e i pubblici esercizi, possono essere installati solo distributori automatici di sigarette con un sistema di lettura automatica di documenti coi dati anagrafici dell'utilizzatore, si' da evitare che i minori di 16 anni acquistino le sigarette. La tesserina con la banda magnetica dovra' essere emessa da una pubblica amministrazione (1). Le macchinette gia' esistenti potranno continuare a funzionare senza l'uso delle tesserine ma solo dalle 21 alle 7. A parte la difficolta' a trovare pubbliche amministrazioni che distribuiscano queste tesserine (le carte d'identita' elettroniche sono ancora un miraggio, ogni tanto ci si dice che stanno per essere adottate ovunque, ma poi spariscono puntualmente nel nulla...), e trovare le famiglie che daranno un simile documento ai loro figli non appena avranno compiuto i sedici anni, a nostro avviso, per i pochi privilegiati che avranno le tesserine, succedera' che: - faranno pagare un pizzo a chi non le possiede e a chi ha meno di 16 anni per farle utilizzare in loro vece; - diventeranno spacciatori di sigarette verso le persone di cui sopra; - aumenteranno la convivenza e l'accettazione con la cultura dell'illegalita', del "fai da te" pur contro le leggi; - diventeranno soggetti molto ricercati e modelli da imitare, perche' dispensatori del frutto piu' buono perche' proibito. Insomma, ne' piu' ne' meno di quanto gia' accade per chi ha il privilegio di possedere qualche spinello di cannabis e lo condivide con altri giovani. Non si capisce poi perche', visto che il tutto viene fatto per la salute dei giovani, non si faccia altrettanto nei confronti degli alcolici, che chiunque, anche a dodici anni, puo' acquistarseli in un negozio. Tutti soldi che non serviranno a far fumare meno i giovani, ma per far guadagnare in piu' chi produrra' e montera' queste macchinette. Se l'intento era di incrementare il lavoro, ci sembra che il prezzo sia troppo alto e forse conveniva investire di piu' su campagne pubblicitarie e di responsabilizzazione individuale, oltre che famigliare. Qui il testo della circolare: (1) http://www.aams.it/site.php?page=20070119173751884&op=download FISCO E FINANZIARIA. IL BUE DISSE CORNUTO ALL'ASINO Non accorgendosi di cosa aveva sulla testa il bue, discutendo con l'asino, lo apostrofo' dandogli del cornuto. Questa immagine ci e' venuta in mente dopo aver letto le dichiarazioni del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, in un convegno sulla Finanziaria 2007 che si e' svolto a Catania. Alle rimostranze del sindaco, Umberto Scapagnini, che accusava il Governo di spostare sugli enti locali l'onere di aumentare la pressione fiscale, il ministro rispondeva "i Comuni non sono obbligati ad aumentare le imposte", che e' esattamente quello che lui ha fatto in sede nazionale contraddicendo, tra l'altro, il Dpef varato a Luglio 2006, sbagliando i conti sul fabbisogno pubblico, aumentando le tasse ai "ricchi" senza che i "poveri" ne abbiano beneficio sostanziale, annullando la quota parte del cuneo fiscale destinata ai lavoratori, ecc. Insomma il nostro ministro ha fatto quello che suggerisce di non fare agli amministratori locali. Cosi' ci e' immediatamente venuta in mente la scenetta del bue e dell'asino (non quella del Presepe). SANITA' IL CASO CALABRIA. L'ADUC CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO Non rimane che chiedere il commissariamento delle Aziende sanitarie della Calabria. E' questa la richiesta dell'Aduc al ministro della Salute, Livia Turco. La richiesta non e' solo relativa alla drammatica vicenda del blackout elettrico nell'ospedale di Vibo Valentia, che ha indotto il coma in una ragazza ricoverata per un semplice intervento di appendicectomia, ma al quadro complessiva delle strutture sanitarie. Stando alle indagini ordinate dal ministero della Salute e svolte dai Carabinieri, su 24 strutture sanitarie ispezionate ben 20 presentavano irregolarita' (19 segnalate all'Autorita' giudiziaria), vale a dire che l'83% non erano in regola. Ce ne e' in abbondanza per commissariare tutto il sistema sanitario calabrese. Se il ministro Livia Turco vuole che i cittadini abbiano fiducia nella sanita' pubblica deve prendere decisioni che incoraggino tale fiducia, altrimenti non se ne verra' a capo. Gia' sono iniziati i palleggi delle responsabilita': l'Enel dichiara che non c'e' stata interruzione di fornitura di corrente, che pero' e' mancata e quindi potrebbe essere un problema interno agli impianti dell'ospedale, i quali tuttavia sono collegati con un gruppo elettrogeno che non si e' attivato perche' la spina del respiratore automatico era inserita in altra presa, ecc. Come individuare chi ha sbagliato a mettere una spina? Non se ne fara' nulla e il fatto rientrera' in una ulteriore denuncia di malasanita'. Forza ministro, ci inietti un po' di fiducia, commissari la sanita' calabrese. Gli asini fiscali Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=168408 LA FAMIGLIA E RUINI Di nuovo, ieri (22 gennaio), il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana e rappresentante dello Stato del Vaticano, e’ intervenuto sul tema del matrimonio e delle coppie di fatto. Liberissimo il cardinale, ci mancherebbe altro, di esprimere la posizione della Chiesa cattolica romana su questi temi, quello che non dovrebbe fare l’alto prelato e’ di “suggerire” al Parlamento italiano le modalita’ di attuazione o di approvazione di una legge. Come per le modalita’ di voto del referendum sulla legge 40/2004 (fecondazione assistita), si vuole interferire nei processi legislativi “imponendo” la propria posizione. Il cardinale Ruini sa (almeno lo speriamo), che la famiglia e il matrimonio come supporto legale, non e’ ne’ un fatto naturale ne’ universale, poiche’ se cosi’ fosse la sua definizione non dovrebbe variare nel tempo e nello spazio: la certezza dell’istituzione famiglia, cioe’ dell’insieme di un uomo di una donna e dei relativi figli, formalizzata dal matrimonio, dovrebbe essere condivisa da tutto il gruppo umano come legge di natura che escluda la possibilita’ che ve ne siano altre. Non e’ cosi’, come la lettura di qualche testo di antropologia puo’ dimostrare. E’ il concetto che lorsignori hanno della famiglia che tentano di imporre alla societa’, come hanno tentato di imporre la loro visione della scienza, ma perderanno. IMMIGRAZIONE. SENTENZA: GLI STRANIERI AVEVANO DIRITTO AL BONUS BEBE', MA LA VICENDA E' LO SPECCHIO DELLA POLITICA ITALIANA IN MATERIA; CONTRADDIZIONE, CONFUSIONE... E GLI ONESTI CI RIMETTONO Sette famiglie straniere hanno fatto ricorso al Tribunale di Biella per vedersi attribuire il bonus bebe', sostenendo l'illegittimita' costituzionale della norma contenuta nella legge finanziaria per il 2006 che stanziava un bonus di 1000 euro per i nuovi nati cittadini italiani o comunitari. Il giudice adito non ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale poiche', considerando il bonus una misura di provvidenza economica a favore della famiglia, lo ha ritenuto "dovuto" agli stranieri come ai cittadini UE e agli italiani. Nel frattempo, e nelle more del giudizio, un altro tassello si e' aggiunto all'ormai nota vicenda (1): una norma della finanziaria, incomprensibile ad una prima lettura ("Le somme di cui all’articolo 1, comma 333, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, erogate in favore di soggetti sprovvisti del requisito di cittadinanza italiana, ovvero comunitaria, non sono ripetibili"), ha infatti disposto che chi ha percepito il bonus non dovra' piu' restituirlo. Contro-contrordine dunque: - a febbraio migliaia di famiglie straniere accoglievano l'invito della Presidenza del Consiglio a ritirare il bonus alle Poste; - a marzo il ministero dell'Economia ne chiedeva la restituzione, annunciando di aver iniziato le procedure di recupero crediti dei bonus; - a dicembre la finanziaria dispone che queste somme non verranno piu' richieste indietro. E chi, accortosi dell'errore, facendo l'onesto si era affrettato a restituire il bonus, non lo avra' indietro, cosi' come chi aveva ricevuto una ingiunzione di pagamento del ministero cui aveva ottemperato. Viva l'Italia. In tutto cio', il problema principale -quello dei processi penali per truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti di chi aveva indebitamente percepito il bonus- e' ancora in attesa di soluzione, ne' il Presidente del Consiglio dei ministri, il ministro dell'Economia ed il ministro di Giustizia hanno sinora fornito indicazioni su come intendano affrontare il problema dei risvolti penali della vicenda, come richiesto ormai mesi fa dall'on. Donatella Poretti con una interpellanza (2). (1) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/docu.php?id=154433 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=152828 CANNABIS TERAPEUTICA. IL MINISTRO DELLA SALUTE DENUNCIA RITARDI. LA SOLUZIONE E' LEGALIZZARE L'AUTOCOLTIVAZIONE. IL GOVERNO FACCIA SUA LA MIA PROPOSTA DI LEGGE Intervento dell'on.Donatella Poretti della Rosa nel Pugno. Il ministro della Salute Livia Turco ha ricordato oggi in commissione Affari sociali che 'In Italia, a causa delle norme in vigore, l'uso medico della cannabis, e le ricerche scientifiche sugli effetti terapeutici dei suoi principi attivi, registrano un ritardo rispetto al panorama internazionale". L'attuale legge Fini-Giovanardi ha aggravato la situazione, levando la cannabis dalla tabella delle sostanze che possono essere importate come farmaci. E' evidente che la criminalizzazione di una sostanza per i suoi possibili usi ludici ha di fatto creato l'impossibilita' per il suo uso terapeutico. Situazione ancora piu' paradossale per l'Italia, che e' il Paese tra gli ultimi per le terapie del dolore. Per avviare la ricerca scientifica su questa pianta e permettere ai malati di farne uso senza attendere il lungo e difficile procedimento burocratico denunciato dal ministro, una soluzione rapida ed efficace ci sarebbe: legalizzare l'autocoltivazione e la vendita di cannabis naturale per uso medico, come prevede la proposta di legge che ho presentato con altri colleghi, e redatta in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori). (1) La proibizione della cannabis, infatti, vale per tutti i cittadini, incluso chi e' gravemente malato e che spesso soffre in maniera insopportabile. Eppure sono numerosi gli studi e le sperimentazioni cliniche –come ricorda lo stesso ministro Turco- che dimostrano alcune importanti proprieta' terapeutiche della cannabis. Fra queste vi e' l'efficace azione contro il dolore -in particolar modo quello neuropatico-, la nausea, il glaucoma, i disordini neuromotori. Inoltre la cannabis stimola l'appetito, specialmente nei pazienti affetti da Hiv, Aids, e demenza. Secondo studi recenti, la cannabis ha proprieta' inibitorie per alcuni tipi di tumori. Vi e' poi una notevole differenza tra l'utilizzo della cannabis in forma naturale e nei farmaci derivati dai suoi estratti. Secondo sperimentazioni cliniche e le testimonianze di pazienti, in questi farmaci c'e il problema del metodo di somministrazione, non in grado di dare all'organismo la quantita' sufficiente di cannabinoidi per alleviare efficacemente il dolore. Contrariamente al consumo di cannabis in forma naturale, ad esempio, la cannabis in pillole (Marinol) impiega da 1 a 4 ore per fare effetto. Inoltre, contrariamente alla coltivazione e all'acquisto di cannabis utilizzabile in forma naturale, la forma sintetica e' costosissima per l'utente e per il sistema sanitario, ad esclusivo beneficio delle case farmaceutiche che la producono. La mia proposta di legge prevede che persone affette da alcune gravi patologie, possano accedere sia alla cannabis in forma naturale che ai farmaci derivati da estratti di cannabis, sempre e comunque sotto controllo medico e previa autorizzazione dell'azienda sanitaria locale. La proposta vuole inoltre stimolare la ricerca e la sperimentazione clinica di questa sostanza, dando la possibilita' al ministero della Salute, ai centri di ricerca autorizzati e alle universita' di accedere a questa sostanza con norme precise e codificate, e non con deroghe particolari. In attesa che il Governo faccia sua la mia proposta di legge, mi unisco all'appello del ministro perche' il Senato approvi rapidamente il Ddl del Governo per l'introduzione dell'uso terapeutico dei derivati sintetici della cannabis. (1) Qui il testo della proposta di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=168536 FIGLI NATURALI NON RICONOSCIUTI. UN CLIMA DA MEDIOEVO CHE PROMETTE SOLO SVENTURE E UMILIAZIONI Intervento dell'on.Donatella Poretti, della Rosa nel Pugno Il ritiro da parte del Governo, in commissione Giustizia del Senato, dell'emendamento del ministro Rosi Bindi per l'equiparazione tra figli naturali e legittimi, e' un segnale molto brutto. Una mostruosita' umana e giuridica di chi ancora, nonostante i solleciti della Corte Costituzionale (1), vuole mantenere in vita questa separazione. Il Parlamento si appresta a legiferare su temi tipo pacs e testamento biologico, tutti temi "sensibili" su cui la fazione ideologica e di partito ha il sopravvento sui diritti dei cittadini; intravedo sventure e umiliazioni, per i deputati che ci credono e per i cittadini che soffrono della mancanza di questi diritti. Il comportamento del Governo, che con il sottosegretario Luigi Scotti ha ritirato l'emendamento per non farselo bocciare dopo il no di Alleanza Nazionale e Ulivo, dimostra un timore e una necessita' di equilibrio che non tengono conto neanche degli impegni presi con gli elettori per arrivare in Parlamento. Sono incoraggiata dal tenace comportamento del ministro Bindi, che ha annunciato un suo grande impegno nel riproporre l'emendamento in Aula al Senato, e altrettanto impegno mettero' io stessa quando a discuterne sara' la Camera, ma credo sia il caso di lanciare un forte segnale a tutti coloro, in Parlamento e nel Paese, che non vogliono piu' vivere nel Medioevo: occorre piu' impegno, perche' le forze della negazione dei diritti, oltre ad albergare nella medesima maggioranza di Governo e minoranza di opposizione, hanno un grande regista esterno, quel cardinale Camillo Ruini che, proprio ieri, ha dimostrato di saper ben dirigere i suoi burattini. (1) La mia proposta di legge che scaturisce proprio da questo sollecito della Corte Costituzionale: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=153449 CELLULARI E FREDDO Il freddo fa male anche ai telefonini. Se la temperatura scende sotto lo zero il gelo puo' danneggiare i cristalli liquidi del visore. In questi giorni di abbassamento della temperatura consigliamo ai possessori di cellulare di non lasciarlo in macchina o all'aperto ma di tenerlo in tasca, al caldo. Anche se il limite per eventuali danni e' di 10 gradi sotto zero sarebbe opportuno non sfidare la sorte e conservare intatte le funzioni del cellulare. DROGA. LEGGE FINI-GIOVANARDI IN VIGORE DA 390 GIORNI, 138 SOTTO BERLUSCONI E 252 SOTTO PRODI. INTERROGAZIONE (QUESTION TIME) AL MINISTRO FERRERO Intervento dell'on. Donatella Poretti, della Rosa nel Pugno Ho presentato oggi una interrogazione (question time) in commissione Affari sociali, in cui chiedo al ministro della solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, quando e come intenda modificare la normativa sulle tossicodipendenze. A quanto ne sappiamo, infatti, la Consulta nazionale sulle tossicodipendenze e' stata convocata una sola volta senza alcun risultato, in quanto sarebbe stato comunicato ai presenti che la linea del Governo e' ancora incerta. Come ricorda l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), lo scorso 9 ottobre, il ministro aveva anche annunciato che aveva redatto ed inviato ad altri ministeri competenti un nuovo Ddl sulle tossicodipendenze. Che fine ha fatto quel Ddl? Che fine hanno fatto i numerosi annunci su una imminente modifica della legge Fini-Giovanardi, modifica che era stata considerata fra le priorita' dell'azione di Governo? Temiamo che anche su questo tema, divenuto ahime' "sensibile", si sia sacrificata ancora una volta la Politica sull'altare della sopravvivenza politica. E cosi' una legge criticata e condannata, alla fine e' stata fatta propria. Basti ricordare che la legge Fini-Giovanardi e' in vigore da 390 giorni, di cui 138 durante il precedente Governo che l'ha voluta, e 252 –quasi il doppio- durante l'attuale Governo che l'ha in sostanza fatta sua. Mi auguro che il ministro Ferrero voglia sonoramente smentirmi. Allo stato dei fatti siamo in una situazione che rischia di far passare alla storia il Governo ed il ministero di Paolo Ferrero in sintonia e continuita' con quello precedente. Questo il link al testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=168416 INFORMAZIONE. I MEDIA CENSURANO INDAGINE SU INFORMAZIONE RELIGIOSA. ITALIANI CONDANNATI A CONOSCERE UNA SOLA CHIESA E' disdicevole, ma anche molto significativo, il fatto che vi sia stata cosi' poca attenzione al rapporto del Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva in merito all'informazione religiosa in Italia. Secondo il rapporto, il 99% dell'informazione religiosa in Italia riguarda il cattolicesimo, mentre il restante 1% e' stato dedicato piu' che altro ad ebrei e musulmani -e solo in minima parte al cristianesimo protestante. Di questa clamorosa indagine sui media di oggi non troviamo traccia. Lo squilibrio riscontrato dal Centro d'Ascolto non rispecchia in alcun modo la realta' religiosa in Italia –il 17% circa non e' cattolico-, privando quindi i cittadini di quell'informazione libera e pluralista di cui hanno diritto, ed imponendo a tutti la conoscenza di una sola Chiesa. Senza questa informazione, come potranno gli italiani sapere che vi sono Chiese dove anche le donne possono celebrare messa e matrimonio? Oppure che possono appartenere ad una chiesa cristiana che e' favorevole ai pacs, alla ricerca scientifica, alla legalizzazione dell'eutanasia e dell'aborto, e all'uso del preservativo nel nome di milioni di vite spezzate dall'Aids. Referendum e sondaggi dimostrano continuamente quanto gli italiani, anche cattolici, siano in disaccordo con le posizioni della Chiesa Cattolica -dai pacs all'eutanasia, dall'uso del condom all'aborto. Essere in disaccordo con il Papa –che e' infallibile per il Cattolico- e quindi con la dottrina cattolica significa mettere in discussione proprio cio' che distingue la Chiesa Cattolica dal protestantesimo e da altre denominazioni cristiane, che invece invitano ad un rapporto piu' diretto del fedele con la sacra scrittura e con Dio. In altre parole, essere cristiani, credere in Gesu', non significa necessariamente essere cattolici. Ma questo, grazie alla risibile liberta' di informazione religiosa di questo Paese, gli italiani non lo sapranno mai. Ci auguriamo che i media, specialmente quelli pagati dalle tasse dei cittadini (Rai e carta stampata), vogliano rimediare al piu' presto a questa carenza di informazione. LIBERALIZZAZIONI: QUANDO L'UTENTE CI RIMETTE In attesa che il Governo emani il decreto legge e il disegno di legge sulle liberalizzazioni, vogliamo porre l'attenzione sui disservizi che possono insorgere per l'utente quando si avvia il processo di liberalizzazione e a tutto si pensa meno che a offrire una prestazione adeguata. Facciamo l'esempio delle Ferrovie dello Stato nel cui seno (gruppo) sono presenti una serie di societa' (con i relativi consigli di amministrazione, che costano), tra le quali Trenitalia, Tav, Rfi, Grandi Stazioni, Centostazioni, ecc. A chi rivolgersi se sono sporchi i vagoni, le stazioni e i binari? Per i treni a Trenitalia e Tav, per le stazioni occorre capire se sostiamo in una grande stazione e allora occorre rivolgersi a Grandi Stazioni, se, invece, siamo in una piccola stazione bisogna interpellare Centostazioni, il che significa che dovremmo sapere a quale societa' appartiene la stazione in cui sostiamo. Se si vuole segnalare la presenza di rifiuti nei binari allora ci si deve rivolgere a Rfi (rete ferroviaria italiana). L'utente che vuole fare il cittadino e' messo cosi' in tali difficolta' che rinuncia a segnalare un disservizio. Sarebbe opportuno che i nostri governanti pensassero un po' al cittadino-utente quando elaborano gli interventi di liberalizzazione, altrimenti la frase "si stava meglio quando si stava peggio" correra' sempre piu' frequentemente da un capo all'altro del Bel Paese. ROTTAMARE UN VEICOLO "EURO 0" OPPURE "EURO 1" CON IL CONTRIBUTO STATALE? PRATICAMENTE IMPOSSIBILE O FACENDO FINTA CHE LE NORME DICANO COSE DIVERSE... Si potrebbe dire che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ma non intendiamo infierire piu' di tanto nei confronti di un legislatore che non smette di stupirci e, soprattutto, non e' capace di rimediare immediatamente a cio' che lo sta rendendo ridicolo. Il contributo rottamazione per le automobili "euro 0" ed "euro 1" non e' una questione secondaria: il mercato automobilistico e' letteralmente schizzato in avanti, e per capirlo non c'e' bisogno di aspettare i numeri delle vendite, si capisce a volo dalla valanga di pubblicita' che ci sta sommergendo attraverso tutti i media. Bene per tutti, quindi, ma.... la Finanziaria (comma 224) ha introdotto un contributo pari al costo della demolizione –e comunque per massimo 80 euro- per ciascun veicolo per trasporto promiscuo rottamato nel corso del 2007. Promiscuo? Per gli autoveicoli immatricolati prima del 1/10/98 -praticamente tutti gli euro 0 e gli euro 1- questa definizione esclude tutte le autovetture adibite al solo trasporto di persone, perche' prima di tale data le due categorie erano distinte (la loro "unificazione" e' avvenuta solo con la riforma del sistema di immatricolazione introdotta dal DM 4/8/98, attuativo della direttiva 98/14/CE). I veicoli a trasporto promiscuo oggi circolanti, probabilmente saranno una decina in tutt'Italia.... La nostra interpretazione (ed anche quella dell'Aci e di altri) e' che sia sottinteso che il contributo riguarda TUTTI i veicoli euro 0 ed euro 1, anche perche' diversamente esso perderebbe di utilita' (dato che e' stato introdotto per togliere dalla circolazione i veicoli inquinanti). Ma e' un'interpretazione che –giustamente- non pochi centri autorizzati che dovrebbero fare da tramite per erogare questo contributo (che e' anticipato dagli stessi centri che hanno effettuato la rottamazione che poi potranno detrarlo dalle proprie tasse) non se la sentono di accogliere perche' troppo a rischio per le loro tasche. Il Governo nel frattempo ha capito di aver fatto un errore e sta cercando di rimediarvi ma... c'e' sempre di mezzo il solito diavolo di sopra: l'emendamento che doveva essere inserito nel decreto "milleproroghe" e' decaduto perche', in commissione, al momento del voto il presentatore era assente... Poi, ripresentato in Aula, l'emendamento e' stato respinto in quanto, insieme ad altri, e' stato dichiarato inammissibile. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, pero', ha assicurato "sara' cura del Governo assecondare l'ulteriore corso di una modifica normativa che in linea con quanto auspicato nel documento parlamentare e nel rispetto degli obblighi di copertura riproduca il contenuto dell'emendamento in questione". Dopo aver letto sette volte la frase del ministro abbiamo compreso le sue buone intenzioni, ma facciamo presente: - oggi e' il 25 gennaio, - stiamo parlando di un provvedimento in vigore dal 1 gennaio, - sulla questione ci sono gli investimenti e le attenzioni di migliaia di cittadini e altrettante migliaia di imprese di rottamazione e di vendita di autoveicoli, nonche' tutto l'indotto a partire da chi fa e pubblica pubblicita', - le premesse, a partire da chi era assente al momento del voto in commissione, sono tutt'altro che incoraggianti, - .... e le nostre interpretazioni sulla parola "promiscuo", oltre al fatto che noi non abbiamo un potere istituzionale, non sono proprio da Accademia della Crusca.... Qui la scheda pratica che abbiamo preparato in materia: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=166595 Cambiare la legge sulla droga.... Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=168827 CODICE STRADA. I MOTORINI CONFISCATI SARANNO RESTITUITI AI PROPRIETARI. RISPOSTA AD INTERROGAZIONE Il Governo ha annunciato oggi (25 gennaio) che provvedera' alla restituzione dei motocicli confiscati con la legge 168 del 2005 (1). Ha risposto cosi' il viceministro ai Trasporti Cesare De Piccoli all'interrogazione (question time) presentata dagli onorevoli Donatella Poretti (Rnp, segretaria della commissione Affari sociali) e Marco Beltrandi (Rnp, vicepresidente della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) su richiesta dell'Aduc (2). In questo modo, il Governo porra' fine agli effetti di una norma straordinariamente punitiva che lo stesso aveva accettato di modificare pochi mesi fa, accogliendo una proposta di legge presentata dagli stessi on. Poretti e Beltrandi e redatta in collaborazione con l'Aduc (3). Ma contrariamente a quanto da noi proposto, la nuova normativa non era retroattiva, e pertanto rimaneva –e rimane- efficace per tutti i provvedimenti di confisca emanati prima del 29 novembre 2006. Ricordiamo che la legge 168/2005 prevedeva la confisca (un provvedimento definitivo) per violazioni non sempre gravi al codice della strada, quali viaggiare col casco slacciato o senza entrambe le mani sul manubrio. Migliaia di cittadini sono stati privati del loro mezzo a causa di questa norma. Molti di questi, su nostro invito, hanno fatto ricorso chiedendo al giudice di pace di sollevare la questione di legittimita' costituzionale (4). Ma la modifica della normativa, pur non avendo efficacia retroattiva, aveva impedito alla Corte Costituzionale di esprimersi nel merito (5). Senza l'intervento annunciato oggi dal Governo, si dovrebbe attendere mesi o anni per una nuova decisione nel merito della Corte Costituzionale. Ora attendiamo che il Governo tenga fede al suo impegno nel minor tempo possibile. Nel frattempo, sarebbe utile che il ministro dei Trasporti emanasse una circolare alle prefetture, invitandole a non rottamare o vendere i motorini confiscati, che dovranno appunto essere restituiti. (1) Estratto della risposta del viceministro De Piccoli all'interrogazione: "Effettivamente le disposizioni contenute nel predetto decreto legge non hanno previsto alcuna disciplina transitoria per le confische effettuate ai sensi della previdente normativa in materia, percepita come 'illegittimamente espropriativa' della proprieta' privata. Giova sottolineare, come peraltro ribadito piu' volte dal ministro dei Trasporti, che l'amministrazione e' particolarmente attenta al problema della sicurezza stradale e, pertanto, sono in corso iniziative normative, di concerto con le amministrazioni interessate, volte ad una revisione organica del codice della strada anche con riguardo a quanto rappresentato nell'interrogazione.. Infatti, sono in corso contatti con il ministero dell'interno al fine di prevedere una norma transitoria per la disciplina giuridica dei ciclomotori confiscati secondo la precedente disciplina, allo scopo di evitare che, solo per questioni temporali, situazioni analoghe siano valutate in modo diverso". (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=168058 (3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=162924 (4) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=139197 (5) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=167206 DROGA. L'IMPEGNO DEL MINISTRO FERRERO PER CAMBIARE LA LEGGE: NON DECIDERE FACENDO PROPRIA L'ATTUALE LEGGE? RISPOSTA ALL'INTERROGAZIONE intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno Il ministro della Solidarieta' Sociale. Paolo Ferrero, ha risposto oggi ad una mia interrogazione (question time) su quando e come intenda modificare la normativa sulle tossicodipendenze (1). La Consulta nazionale sulle tossicodipendenze e' stata convocata una sola volta senza alcun risultato, in quanto sarebbe stato comunicato ai presenti che la linea del Governo e' ancora incerta. Sempre il ministro aveva annunciato di aver redatto ed inviato ad altri ministeri competenti un nuovo Ddl sulle tossicodipendenze. Che fine ha fatto quel Ddl? Che fine hanno fatto i numerosi annunci su una imminente modifica della legge Fini-Giovanardi, modifica che era stata considerata fra le priorita' dell'azione di Governo? Il ministro ha detto oggi che non c'e' ancora un ddl del Governo, ma e' stato istituito un tavolo interministeriale per tracciare delle linee guida: - depenalizzazione consumo come da indicazione del referendum del 1993, eliminare le sanzioni amministrative; - eliminare tabelle e che la distinzione tra consumo e spaccio torni al giudice e non alla rigidita' delle tabelle; - inquadramento del fenomeno dal punto di vista socio-sanitario e non di polizia. Mi sono dichiarata soddisfatta della risposta, ma attenzione ai tempi, perche' il paradosso che stiamo vivendo e' quello che il centrosinistra, che ha criticato la legge Fini-Giovanardi, sta applicando quella legge. Far passare troppo tempo equivale a non decidere e in pratica si traduce nella decisione di far propria la Fini-Giovanardi. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=168564 LIBERALIZZAZIONI. TPS VERSUS BERSANI Le liberalizzazioni dovrebbero servire a offrire ai cittadini maggiori disponibilita' economiche, direttamente e indirettamente. La competizione porta a una diminuzione dei prezzi o a migliori servizi a parita' di costi. Meno lacci o laccioli, che servono solo a mantenere in vita un sistema burocratico, consentono a singoli e imprese di muoversi con maggiore flessibilita', il che porta a economie di gestione e quindi a maggior introiti. La cosiddetta "lenzuolata" (luci e ombre) del ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, si muove timidamente in questa direzione. Anche l'abolizione dell'obbligo di chiusura dei negozi dei barbieri del lunedi', retaggio atavico che ha fatto tanto sorridere (perche' non ci ha pensato il precedente Governo?), consente ai barbieri di lavorare e guadagnare di piu' e ai cittadini di avere maggiore possibilita' di scelta. Certo siamo lontani dalle riforme liberalizzatrici che incidono sul mercato e che, di conseguenza, apportano ulteriori disponibilita' economiche per tutti. In questo senso e' di la' da venire uno Stato "leggero" che detta norme ed effettua controlli, lasciando ai cittadini maggiori spazi di manovra. Ne abbiamo un esempio con la recente Finanziaria che ha aumentato le tasse invece di ridurre la presenza dello Stato e, conseguentemente, diminuire le spese. La vera contrapposizione e' quindi tra il ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, e il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa (TPS) TELEFONIA. DA OGGI SANZIONI E OBBLIGHI MAGGIORI PER I GESTORI CHE APPIOPPANO SERVIZI NON RICHIESTI. ESTESO IL DIRITTO DI RECESSO ANCHE ALLE AZIENDE Da oggi (26 gennaio) i gestori telefonici avranno vita piu' dura se vorranno appioppare servizi telefonici non richiesti agli utenti tramite i call center. Infatti, entra in vigore la delibera dell'Agcom 664/06, che prevede una serie di obblighi per le societa' che forniscono beni e servizi di comunicazione elettronica tramite contratti attivati, e gestiti, a distanza (quindi per telefono, via Internet, etc.). Sono diverse le novita', dall'appesantimento delle sanzioni, all'obbligo di inviare una copia del contratto prima di attivare il servizio. Inoltre, l'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni ha esteso il diritto di recesso anche alle aziende. Tale facolta' finora era riservata esclusivamente ai consumatori finali, che effettuano acquisti senza partita Iva. In dettaglio: * in caso di contatto telefonico l'operatore deve specificare, all'inizio e al termine di ogni conversazione, il nome dell'azienda per conto della quale sta chiamando nonche' il proprio nome e cognome; * se durante la telefonata viene concluso un contratto dev'essere fornito il numero di pratica assegnato e i recapiti ai quali poter chiedere maggiori informazioni; * la volonta' di sottoscrivere il contratto puo' risultare da una registrazione integrale della telefonata (fatta previo consenso dell'utente), ma in ogni caso deve risultare da un modulo -anche elettronico- riportante la data e l'ora dell'avvenuto accordo; * in caso di reclamo formale riguardo ad un addebito puo' essere sospeso il pagamento delle somme contestate fino alla definizione della pratica. Attenzione, pero'. Nel caso in cui le somme poi risultino dovute, il gestore puo' applicare tutte le conseguenze previste dalle leggi e dal contratto in caso di morosita' (interessi, rimborsi spese, etc.etc.); * in caso di mancato pagamento di un singolo servizio il gestore non puo' sospendere la fornitura degli eventuali altri servizi attivi, a meno che non ne dia debito preavviso secondo quanto previsto dalla legge e dal contratto; * l'utente dev'essere informato di ogni modifica contrattuale con almeno un mese di preavviso. Nello stesso termine gli devono anche essere date informazioni sul suo diritto di recedere senza penali qualora non accetti le modifiche; * la delibera estende il diritto di recesso e le altre previsioni anche alle persone giuridiche (aziende, studi professionali, ecc.); * vengono introdotte pesanti sanzioni a carico dei gestori in caso di mancato rispetto delle regole contenute nella delibera. Le segnalazioni vanno inviate direttamente al Garante (www.agcom.it). A questo link e' disponibile un'apposita scheda pratica: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=167877 CONCILIATORE BANCARIO. L'ENNESIMA STRUTTURA DELLE BANCHE PER AUTOINCENSARSI ED EVITARE DI RISPONDERE A PIENO DI ERRORI E ARROGANZE Un gruppo di banche (piu' dell'80% del totale attivo di sistema), con il patrocinio dell'Abi, ha dato vita al "Conciliatore bancario". L'intento e' di creare una figura intermedia che eviti, in caso di controversia entro i 25 mila euro, di adire le vie legali, perche' si raggiunge un accordo che dovrebbe star bene ad entrambe le parti. Sara bene ricordare che molte banche hanno gia' dei tavoli permanenti di conciliazione o li creano ad hoc per casi specifici. Tavoli che talvolta sono in accordo con associazioni di consumatori, e che nella gran parte dei casi servono solo a chi li istituisce (banche) o vi partecipa come garante (associazioni), perche' danno sempre ragione alle banche (tranne casi eclatanti di torto) e le associazioni fanno iscritti e raccattano gettoni di presenza (1). Ovviamente noi dell'Aduc non partecipiamo a questi tavoli e li osteggiamo, come nell'eclatante presa dei fondelli dei tavoli istituiti dalla banca Mps per i prodotti finanziari MyWay/4You (2) (i risparmiatori hanno sempre avuto torto). Inoltre, che fine fara' l'Ombudsman bancario (3), cioe' l'organismo specifico gia' esistente per questo tipo di problemi? E gli uffici di conciliazione presso le camere di commercio (4) dove le banche chiamate, in genere non si presentano e fanno saltare la conciliazione? E l'ufficio di conciliazione presso il giudice di pace (5)? Esiste poi un altro istituto di conciliazione, precisamente la "Consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite", prevista dall'art. 696 del Codice di Procedura Civile, introdotta dal Decreto legislativo 35/2006 ed operativa dal 1 marzo dello scorso anno. Vediamo "troppa carne al fuoco". Per esperienza diffidiamo di chi propone giustizia che non sia terzo a tutti gli effetti (come camera di commercio e giudice di pace), giustizia "fai-da-te" o meglio "fai-da-loro". Di sicuro, l'accresciuto potere dell'Ombudsman bancario, che dallo scorso anno valuta questioni fino a 50mila euro ed anche presentate da clienti non consumatori, ha fatto "correre al riparo le banche" che, dopo i "tavoli di conciliazione permanenti" ora danno vita al "Conciliatore bancario". Percio' crediamo che questa iniziativa sia solo un investimento pubblicitario di queste banche per autoincensarsi, far vedere quanto sono disponibili verso il mitico consumatore, blandendo magari anche alcune associazioni di consumatori che non aspettano altro per dimostrare di essere legittimate. Nulla ci dice che non debba accadere come per i tavoli permanenti di cui sopra, cioe' strutture cuscinetto per evitare di rispondere a pieno di errori e arroganze. (1) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=91645 e http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=108420 (2) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=65212 (3) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40732 (4) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40708 (5) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40691 LIBERALIZZAZIONI TELEFONIA. DOVE LO STATO NON DEVE INTERVENIRE E DOVE DOVREBBE INTERVENIRE Stabilire l'abolizione dei costi di ricarica dei telefonini per legge e' un'aberrazione. E' compito delle Authority (Agcom e Antitrust) porre fine alla situazione di abuso da parte di tutti i gestori di telefonia mobile. Altrimenti si prenda atto che le Autorita' sono del tutto inutili e si aboliscano. Se poi c'e' qualcuno che crede che in questo modo i prezzi diminuiranno, e' un puro illuso. Potrebbero solo diminuire qualora lo Stato imponga i tetti massimi... nel frattempo i gestori di telefonia ricaveranno guadagni dagli aumenti dei costi dei consumi. Per cui il risultato di questo intervento dello Stato e' doppiamente inutile e pericoloso: interviene a condizionare il mercato arrogandosi il potere di chi e' gia' delegato dal Parlamento a prendere queste iniziative, non ottiene un contenimento dei costi per l'utenza. A nostro avviso lo Stato dovrebbe intervenire solo in cio' che lo riguarda direttamente, cioe' la componente fiscale e le regole per cui il mercato sia piu' competitivo. Per esempio, in ambito telefonia, dovrebbe levare a Telecom Italia la gestione dell'ultimo miglio e sulla questione Wimax/banda larga, quando a giugno le licenze saranno sul mercato, per riequilibrare il mercato specifico, non consentire l'accesso, almeno per i primi tempi, a Telecom Italia. CONFISCA MOTORINI. BUONE NOTIZIE. IL GOVERNO HA PROMESSO LA RESTITUZIONE. NEL FRATTEMPO… FIDARSI E' BENE MA NON FIDARSI E' MEGLIO Buone notizie per coloro ai quali e' stato confiscato il motorino. Lo scorso 25 gennaio, il Governo –per voce del viceministro Cesare De Piccoli- ha annunciato che provvedera' alla restituzione dei motocicli confiscati secondo la legge 168/2005. [1] In questo modo ha accolto le richieste dell'Aduc, che da tempo segnalava l'iniquita' di questa legge attraverso una proposta di legge e interrogazioni parlamentari. Questo perche' il Governo, che gia' aveva provveduto a modificare la legge sulla confisca, non aveva disposto per il passato, ovvero per le migliaia di confische effettuate prima del 29 novembre 2006. In attesa che il Governo rimedi a questa dimenticanza, fidarsi e' bene ma non fidarsi e' meglio. E' quindi necessario proseguire con i ricorsi presso il giudice di pace affinche' sia sollevata la questione di legittimita' costituzionale. Ecco cosa bisogna fare: 1. Il caso in cui detta confisca sia gia' stata impugnata o si sia ancora nei termini per farlo, si consiglia di insistere nel chiedere al Giudice adito che sollevi questione di legittimita' costituzionale [2]. 2. Il caso in cui non sia piu' impugnabile il provvedimento di confisca, poiche' sono gia' trascorsi i termini per poter ricorrere, occorrera' attendere una nuova pronuncia della Corte Costituzionale oppure l'intervento annunciato dal Governo. 3. Per coloro che, invece, abbiano subito un sequestro o fermo amministrativo precedentemente al 29 novembre 2006, ma non hanno ancora ricevuto il provvedimento di confisca, si consiglia di chiedere il dissequestro alle autorita' accertanti la violazione e la restituzione del libretto di circolazione, non appena decorsi i tempi di cui alle nuove sanzioni (dai 60 ai 90 giorni). Seppur la sanzione accessoria segue per sua natura meccanicamente la sanzione principale ormai definitiva, tuttavia a questo punto la confisca potrebbe ritenersi illegittima e non piu' comminabile se non si e' provveduto prima che la norma fosse modificata. Questo secondo una interpretazione corretta dei principi generali che regolano le sanzioni amministrative (art. 1, secondo comma, della legge 689 del 1981): "Le leggi che prevedono sanzioni amministrative si applicano soltanto nei casi e per i tempi in esse considerati." Eventualmente, formulare la richiesta con una lettera raccomandata di messa in mora [3]. [1] Interrogazione question time: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=168834 [2] http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=139197 [3] http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 IL MOVIMENTO PER LA VITA E L'ANAGRAFE COMPIACENTE: USARE I FIGLI PER RAGGIUNGERE I GENITORI E FARE PROPAGANDA... ESPOSTO IN PROCURA Dentro la cassetta della posta trovi una letterina indirizzata alla "bambina Alice Poretti", la apri e scopri che il Movimento per la Vita di Firenze invita i genitori di Alice alla Giornata per la Vita, con la santa messa celebrata dal Cardinale per domenica prossima 4 febbraio alla chiesa SS. Annunziata sempre di Firenze. La letterina, rivolta alla bambina di neppure un anno, invita i genitori alla celebrazione per ricevere nell'occasione "un piccolo, ma simpatico, regalino". Ma chi gliel'ha dato l'indirizzo di mia figlia al Movimento per la Vita? Non essendo battezzata e' da escludere che sia stata la Parrocchia, e percio' non resta altra spiegazione che sia stata l'anagrafe che consegna la lista dei nati nel 2006 ad una organizzazione privata che strumentalmente utilizza i figli per raggiungere i genitori e fare propaganda e pubblicita' delle sue iniziative. L'esordio della lettera e' "per tutta la vita ti ricorderai del 2006. L'anno che ti ha visto venire alla luce, anche se la tua esistenza e' iniziata gia' nove mesi prima della tua nascita!". Ci mancava solo che aggiungessero, che per fortuna tua mamma non ha abortito. Dopo una mezza paginetta di augurio di una vita felice e della scoperta della natura, c'e' il vero scopo della lettera, cioe' l'invito alla messa e all'iniziativa del Movimento per la Vita di Firenze. Nessuna spiegazione di come hanno fatto a sapere dell'esistenza di mia figlia e neppure nessuna clausola per chiedere la cancellazione dalle loro liste. E' questa la cosa che principalmente ha colpito me e il mio compagno Vincenzo Donvito, babbo di Alice: perche' usare nostra figlia per propagandare un'iniziativa del genere? Certa che Alice non ha sottoscritto nessuna liberatoria per l'utilizzo del proprio recapito al Movimento per la Vita, perche' l'anagrafe del Comune di Firenze fornisce i nominativi e i rispettivi indirizzi dei bambini nati nel 2006? Tutte le associazioni e i partiti politici possono chiedere i nominativi all'anagrafe per pubblicizzare le proprie iniziative? Sarebbe davvero una novita'! Queste sono le domande che in un esposto denuncia -realizzato con la collaborazione dell'avv. Claudia Moretti, legale dell'Aduc (Associazione per Diritti degli Utenti e Consumatori)- abbiamo, col mio compagno, rivolto alla Procura della Repubblica di Firenze per ravvedere se nel comportamento dell'anagrafe del Comune di Firenze si sia compiuto il reato di abuso d'ufficio (art.323 cp: vantaggio ingiusto patrimoniale e danno ingiusto), e sia stato violato l'art.22 della legge 241/1990 che disciplina l'accesso agli atti del procedimento amministrativo. Donatella Poretti, deputata Rosa nel Pugno INQUINAMENTO. QUANTE CHIACCHERE! Un'equipe del Politecnico di Zurigo pubblica su "Geophysical Research Letters" una previsione sul clima ad uso politico. E' un indice per individuare le aree piu' soggette in futuro all'effetto serra, che spazia tra le due conseguenze estreme, siccita' ed alluvioni. Alcuni cenni: eventi climatici estremi colpiranno i Tropici e i Poli, soprattutto l'Artico del Nord; l'Europa soffrira' di ondate d'afa, l'Africa centrale di inondazioni. Il presidente degli Usa, George W. Bush, infatti, davanti al Congresso nel discorso sullo stato dell'Unione annuncia una sorta di minisvolta ecologista: un piano per ridurre del 20 per cento il consumo di benzina nei prossimi dieci anni. Parole che pero' cozzano con la testarda decisione di Bush di non ratificare il protocollo di Kyoto che limita le emissioni dei gas inquinanti. Altrettante chiacchiere in Europa dove e' saltato il tavolo di confronto con i costruttori di auto e, almeno per ora, l'Ue non obblighera' le case automobilistiche a tagliare le emissioni dei gas di scarico delle proprie vetture. A fronteggiarsi gli ambientalisti, secondo cui senza un forte intervento legislativo l'Ue non rispettera' gli impegni di Kyoto, dall'altro i produttori europei, che temono di perdere competitivita' con vincoli troppo stringenti. In Italia tutti esultano per l'aumento delle vendite delle auto e si progettano centrali a carbone. Sembra proprio che "dire" e "fare" siano due verbi in contrapposizione. Eventi climatici Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=169364 FISCO E FINANZIARIA. A ROMA IL POVERO GUADAGNERA' 0,04 EURO AL GIORNO. ESPUGNARE IL CAMPIDOGLIO? Avevano detto, scritto e dimostrato, a piu' riprese, che questa Finanziaria era una bufala e che nessun "povero" avrebbe sorriso per gli improbabili benefici fiscali. Il combinato disposto della fiscalità nazionale e di quella locale ha reso del tutto ridicoli i paventati, e gia' irrisori, benefici. Prendiamo il caso della Regione Lazio e del Comune di Roma. Un cittadino romano con un reddito di 20.000 euro l'anno, senza figli a carico, avra' un aumento nella busta paga di 0,04 euro al giorno, cioe' 4 centesimi, ovvero 4 monetine da 1 centesimo (1). Un cittadino romano con lo stesso reddito ma con due figli a carico ricevera' un aumento di 0,64 euro al giorno con il quale non potra' acquistare neanche un caffe', visto che a Roma la nera bevanda al bar costa mediamente 0,70 euro. Il Campidoglio ha annunciato una diminuzione dell'ICI che sara' ovviamente assorbita dalla rivalutazione delle rendite catastali. Altrettanto ovviamente i servizi resi dal Comune di Roma sono al pari della beffa fiscale: una citta' sporca, puzzolente e degradata. Lo stato della pulizia delle strade cittadine e' sotto gli occhi di tutti: vie sporche e cassonetti perennemente ricolmi. Si annuncia, tra l'altro, un aumento della tassa per i rifiuti. Nonostante un governo "verde" il livello di inquinamento e' cosi' elevato da dover ricorrere in continuazione e misure di limitazione del traffico urbano. Le carreggiate sono perennemente disseminate di buche, si' da costituire un pericolo per passanti e motociclisti. Insomma un disastro amministrativo che, nonostante la formidabile macchina da guerra mediatica messa in piedi, neanche il piu' benevolo e affezionato romano e' in grado di tollerare ulteriormente. A Roma una famiglia di quattro persone (genitori piu' 2 figli), con un monoreddito di 25.000 euro e' tassata con una aliquota media del 6,9%, pari a 1.725 euro l'anno, mentre a Parigi la stessa famiglia paga lo 0,2%, pari a 52 euro l'anno, cioe' 1 euro a settimana! La famiglia parigina dispone di una rete metropolitana di 400 km (a Roma 40) e di strade cittadine pulite e sistemate. Nel 1789 fu presa d'assalto la Bastiglia. Nel 2007 dovremmo espugnare il Campidoglio? (1) 175 euro e' il risparmio annuale sull'Irpef, ma per la stessa tassa regionale ne paga 100 e 60 per quella comunale, per cui il risparmio e' di 15 euro, che diviso per i 365 giorni che compongono l'anno, da' per l'appunto un guadagno giornaliero di 0,04 euro. CANI PERICOLOSI. MERCOLEDI MATTINA 8.30: INFORMATIVA URGENTE SULL'ORDINANZA Intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno E' stata indetta per domani, mercoledi 31 gennaio, alle 8.30, l'informativa urgente che avevo richiesto per fare luce sull'assurda ordinanza del ministero della Salute "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani" (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 13 gennaio). (1) Il sottosegretario al ministero della Salute Antonio Gaglione verra' in commissione Affari Sociali per chiarire il motivo secondo il quale questo Governo non si sia voluto differenziare da quello precedente, non legiferando nel rispetto di quelli che, ipocritamente, vengono da molti definiti i migliori amici dell'uomo. La nuova ordinanza del ministero della Salute prevede, infatti, una lista di razze di cani potenzialmente aggressivi che vengono, non solo obbligati ad avere sempre museruola e guinzaglio (non solo nei locali pubblici e sui mezzi di trasporto come per tutti), ma che sono anche messi in condizioni di essere ammazzati per la sola appartenenza ad una razza e non per avere dato prova di aggressivita'. Si sostiene infatti che se il proprietario non e' piu' in grado di detenere l'animale puo' chiederne la soppressione! Per questi motivi spero che l'informativa di domani sia soltanto il primo passo per arrivare alla modifica di questa ordinanza, come richiesto da ben 47 deputati di vari gruppi parlamentari che hanno sottoscritto l'interpellanza urgente presentata da me in collaborazione con la Lav (Lega Antivivisezione) e Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) al Ministro della salute, Livia Turco. (2) (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=167737 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=168075 EURO 4 Con i livelli di inquinamento sempre piu' alti i sindaci di molte citta' emettono provvedimenti di limitazione del traffico ad una serie di auto classificate come Euro 1, 2 e 3, mentre possono circolare le auto Euro 4. Gia' ma chi lo sa che la propria auto e' Euro 4? I veicoli Euro 4 sono quelli di concezione piu' recente, attrezzati con i dispositivi per l'abbattimento delle emissioni inquinanti piu' avanzati, rispondenti alle ultime direttive europee in materia. Per capire se la propria auto e' Euro 4 occorre controllare la carta di circolazione che, nel riquadro 2 al rigo V9, deve riportare il tipo di omologazione della vettura, specificando le direttive europee cui il veicolo e' adeguato. Per essere Euro 4, dunque, un veicolo deve essere omologato in base ad una delle seguenti direttive comunitarie e la carta di circolazione deve specificarlo: - Direttiva 98/69 CE B - Direttiva 98/77 CE rif. 98/69 CE B - Direttiva 1999/96 CE B - Direttiva 1999/102 CE rif. 98/69 CE B - Direttiva 2001/1 CE rif. 98/69 CE B - Direttiva 2001/27 CE B - Direttiva 2001/100 CE B - Direttiva 2002/80 CE B - Direttiva 2003/76 CE B Certo che il legislatore poteva far inserire la dizione Euro 4 accanto alla direttiva di riferimento o scriverlo a chiare e grandi lettere sulla carta di circolazione ma, tant'e', complicare la vita al cittadino sembra lo sport preferito dai nostri legislatori. CANI PERICOLOSI O ORDINANZE PERICOLOSE: INFORMATIVA URGENTE DEL MINISTERO DELLA SALUTE, L'ALLEANZA TRASVERSALE A DIFESA DEI CANI! Stamani (31 gennaio) in XII Commissione (Affari Sociali) il sottosegretario al ministero della Salute Antonio Gaglione ha risposto alla richiesta di informativa urgente dei deputati Donatella Poretti (Rosa nel Pugno) e Claudio Azzolini (Forza Italia) sull'ordinanza del 12 dicembre 2006 in tema di "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione di cani". Il sottosegretario ha sostanzialmente difeso il provvedimento ricordandone gli aspetti innovativi (come il divieto del taglio delle orecchie, della coda e delle corde vocali e dell'uso dei collari elettrici), ma anche ribadendo come la lista di razze cosiddette pericolose e' in vigore anche in altri Paesi dell'Ue e che la possibilita' della loro soppressione deve essere vista solo come estrema ratio. La deputata della Rosa nel Pugno, Donatella Poretti, ha criticato la modalita' con cui si e' giunti all'ordinanza dettata fin dal 2003 da emergenza giornalistica. La lista dei "cani pericolosi" redatta all'epoca si e' dimostrata non solo ingiusta ma anche inefficace; criticata da veterinari e specialisti: non esistono razze aprioristicamente pericolose, ma comportamenti aggressivi derivati dalle condizioni in cui vengono tenuti i cani. L'uso congiunto di museruola e guinzaglio non e' sempre necessario, ne impedisce la socializzazione e puo' comportare il manifestarsi di atteggiamenti aggressivi. Gli eventi di morsicature si sono infatti realizzati o in casa o in presenza di cani sciolti, in alcuni casi scappati dai loro recinti. Il punto cruciale e' che l'ordinanza parte da un approccio culturale obsoleto, ha aggiunto la deputata dei Verdi, Grazia Francescato, che penalizza il cane ma non responsabilizza il padrone. Dobbiamo ribaltare quest'ottica come fa appunto il pdl di cui e' prima firmataria l'on. Luana Zanella (Verdi) redatto insieme all'Associazione Animalisti Italiani e con l'aiuto di esperti. Al centro dell'intervento del legislatore deve esserci il possesso responsabile e la prevenzione delle aggressioni che sgombra il campo da soluzioni frettolose e rispetta sia le esigenze animali che quelle umane. Bisogna quanto prima calendarizzare questo pdl e mettere fine alla sequela delle ordinanze approssimative. Per parte sua l'on. Zanella ha ricordato i punti chiave della sua proposta e la necessita' di non considerare il cane come un'arma da difesa, addestrandolo di fatto all'attacco, ma di mettere l'accento sulla regolamentazione delle attivita' di allevamento e addestramento. L'on. Azzolini ha ricordato un episodio di cui e' stato protagonista: la "liberazione" di 18 pit bull tenuti segregati nello zoo di Napoli per la sola colpa di avere avuto proprietari malavitosi finiti in carcere. Ha richiamato inoltre la necessita' di affrontare il tema nella sua complessita' mettendo anche lui l'accento sull'educazione dei proprietari, non di rado i veri pericolosi. Nonostante i cambiamenti dei ministeri della Salute, e anche del Governo, le ordinanze che si sono susseguite dal 2003 fanno immaginare che a redigerle sia sempre lo stesso funzionario che continua a proporre la lista dei cani pericolosi contro tutte le critiche degli specialisti. Grande delusione per l'approccio culturalmente sbagliato sia nel metodo che nel merito e' stata espressa dall'on. Bruno Mellano della Rosa nel Pugno. Un approccio antiscientifico e burocratico per una misura varata senza neppure sentire veterinari ed esperti, a dimostrazione di come anche questo Governo, come quelli precedenti, debba ancora fare grandi passi avanti su questi temi. L'on. Giancarlo Laurini (Forza Italia) ha concordato con i colleghi sull'importanza del ruolo del proprietario e sulla centralita'del rapporto cane padrone. L'urgenza di far passare il messaggio che prendere un cane non e' uno sfizio, ma un atto di grande responsabilita'. L'alleanza trasversale che si e' venuta a creare e che da tempo esiste in Parlamento su questi temi, a riprova della loro popolarita', continuera' a dare battaglia affinche' le ordinanze rispondano adeguatamente ai problemi e perche' venga calendarizzato il pdl Zanella. Il dibattito che si e' svolto in Commissione e' auspicabile che porti il ministero a rivedere le sue posizioni, la prima occasione e' offerta domani in aula in occasione dell'interpellanza urgente, sottoscritta da 48 parlamentari. Un appello al ministro: si legga lo stenografo del dibattito in commissione e non si faccia solo scrivere la risposta dagli stessi uffici che hanno redatto l'ordinanza! ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi TEMPO PERSO TEMPO RITROVATO All'insegna della furia. Cosi' posso tranquillamente definire l'educazione che ho ricevuto fin dall'infanzia. E dico furia e non fretta, perche' non si trattava soltanto del bisogno/desiderio di non perdere tempo, ma anche dello scatenamento di un'ansia furibonda se si dava il caso che un intoppo ci fosse (da una coda in un ufficio a un accenno d'influenza). Un'ansia che, anche quando non voleva mostrarsi all'esterno, trovava comunque (ora lo so) fantasiose vie d'espressione, spesso tanto fuorvianti che mi ci e' voluto parecchio, in termini di impegno e di tempo (ma guarda un po'!) per riprendere i fili della mia vita che a causa di cio' si erano sparsi e dispersi in mille direzioni. Finalmente credo di avercela fatta, e adesso mi pare di una ovvieta' sconcertante questa constatazione: quando si ha furia (o anche semplicemente fretta), e' esattamente quello il momento in cui perdiamo in grande misura proprio quel tempo che vorremmo tenerci stretto perche' sembra che non ci basti mai. Ma devo pure constatare che la furia connota la vita di tantissime persone e che e' piu' la regola che l'eccezione nelle nostre relazioni pubbliche o private. . A sua giustificazione si adducono motivi diversi, e di due di essi ho migliore conoscenza. La mia mamma, che effettivamente aveva i minuti contati nella sua qualita' di donna che doveva badare da sola al sostentamento suo, di me e di sua madre, e aveva tempi materiali strettissimi per fare la spesa, portarmi a scuola, quando ero piccola, andare in ufficio, riprendermi da scuola, mangiare un boccone, tornare in ufficio, eccetera eccetera, motivava la sua furia (il termine l'ho imparato da lei) con tale necessita' oggettiva di dover incastrare tra di loro tutte queste cose. In effetti la mamma conosceva una tirannia oggettiva del tempo, e "non perdere tempo" era il suo motto non solo nel semplice ambito della giornata, ma anche nell'ambito piu' ampio della vita nel suo complesso. E' stato cosi', dunque, che io, la vita, l'ho attraversata, dall'infanzia alla giovinezza, a passo di corsa per raggiungere a tempo di record un titolo di studio capace di assicurarmi, secondo l'auspicio della mamma, una vita piu' tranquilla della sua (cosa che e' avvenuta -e qui pubblicamente la ringrazio-, ma solo dopo che mi e' stato dato di congedare la furia materna con il pesante fardello dell'ansia, che le era strettamente connesso). Un altro motivo di giustificazione della furia, che mi fece conoscere un'amica un po' piu' giovane di me, chiama invece in causa il diritto della persona a non vedersi rubato il tempo dagli altri. Lei non ne vuol sapere di code e di attese perche', se deve "perdere tempo" -cosi' afferma- lo vuole perdere a modo suo, come e quando vuole lei. Devo dire che all'inizio, tanti anni fa, questa idea esercito' su di me un certo fascino. Essa, infatti, mi permetteva di continuare ad avere furia nel momento in cui cominciavo a intuire che, venendo meno le ragioni oggettive, che aveva avuto mia madre, la furia si riduceva sempre piu' a una mera abitudine, sia pur fortemente renitente a prendere atto della mutata realta'. Dovetti pero' constatare presto che per me le cose non funzionavano come diceva la mia amica. In quel modo -a me sembro' e sembra tuttora-, la furia/fretta diventava davvero ancora di piu' furia/rabbia con l'effetto non solo di continuare a "perdere tempo", ma anche, e ancor peggio, di crearmi dal nulla un sacco di nemici -tutti coloro che, per una ragione o per l'altra, osavano rallentare il mio passo. E questa non e' propriamente una bella cosa. Non so bene come sia avvenuto il passaggio emotivo che mi ha liberato da questa ormai sempre piu' sgradevole forza dell'abitudine. Di quello razionale serbo il ricordo legato alla scoperta, un bel giorno, che io, appunto, non avevo proprio piu' la minima ragione oggettiva di correre e di temere di "perdere tempo". Forse, la spinta definitiva me la dette un'altra amica quando mi disse, con una forza che veniva dal profondo, una frase che ancora mi resta alquanto misteriosa: "Annapaola, il tempo non si perde mai". Non fu immediato, ma di fatto, rimemorando queste parole, qualcosa si deve essere smosso, e un altro bel giorno mi sono accorta che, si', sembra proprio che le cose funzionino in questo modo. Che la vita, cioe', stia e sia esattamente li' dove sono io: nell'attesa, magari lunga, di eseguire un banale pagamento alla posta, cosi' come nella ricerca appassionata della parola giusta in una traduzione; ferma, in mezzo alla strada, un po' depressa ad aspettare il carro attrezzi perche' la macchina ha deciso di bloccarsi proprio a quell'ora e in quel luogo, cosi' come nel procedere entusiasta in mezzo a un bosco che s'inerpica fino a un crinale, da cui si gode uno splendido panorama e un meraviglioso senso di liberta'… Perche' in ogni luogo e in ogni momento, comunque, c'e' tutto un mondo da osservare e da ri-conoscere, fuori e dentro di noi, e, anzi, a volte, puo' accadere che, proprio grazie a un'attesa imprevista, che all'inizio ci appare del tutto inopportuna e insopportabile, si renda possibile esperire un aspetto importante della vita, che si sarebbe gia' svelato se solo gli avessimo dato… il tempo di farlo. ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi L'inferno al sapore di pollo Sembra che finiti gli echi allarmistici propri del peggior giornalismo, l'influenza aviaria non sia piu' nella testa della gente. Ci ritornera' quando ritorneranno a parlarne i media. Eppure la situazione non e' certamente cambiata, i sistemi di allevamento sono rimasti del tutto uguali sia nel merito che nel metodo. Qualche tempo fa avevo gia' scritto in riferimento al gran chiasso mediatico, sostenendo che quelle paure immediate erano immotivate rispetto alla realta'. Sono passati ulteriori mesi, ci si doveva attendere delle contromisure che dovevano innanzitutto invertire la rotta, verso una razionalizzazione generale dei sistemi di allevamento del pollame e non solo. Disgraziatamente ogni cosa fatta e' rimasta totalmente inutile. I sistemi di allevamento sono uguali, la razionalizzazione delle terapie e la metodologia sono rimaste totalmente le stesse. Il comune cittadino fino a qualche tempo ci teneva a vaccinarsi contro l'influenza per sconfiggere l'aviaria, ma oggi il problema non esiste piu', anche se oggi la situazione e' certamente meno felice di allora. Bisognerebbe urgentemente bonificare e razionalizzare i sistemi di produzione e, sopratutto in Oriente, questo non si fa. In Oriente (credo anche in Occidente) ormai sono alla follia: qui si mangiano uova di pesce, cioe' le galline non sono nutrite come dovrebbe essere per la gallina, ma con farine animali sopratutto di pesce! Inoltre sono sistemate in spazi non sufficienti ed igienicamente non idonei. Le autorita' sanitarie di Cambogia, Thailandia, Vietnam e Laos non hanno sufficiente tecnologia per evitare il peggio. E i virus, quali esseri viventi, fanno di tutto per esistere e sicuramente la loro memoria e' quella di infettare, non solo i polli ma anche gli umani. Questo comporta delle mutazioni genetiche virali che e' verosimilmente una situazione che il virus ha gia' attuato. Quando lo scopriremo sara' gia' troppo tardi. Si fanno orecchie di mercante e si corre al business del vaccino senza correggere gli errori basilari di idonea razionalizzazione e cura di tali animali. Il vaccino e' il nuovo business, ma risolvera' i problemi solo parzialmente. Se non si corregge a livello internazionale il sistema di produzione di carni, compreso il pollame, tra pochi anni il virus sara' un nuovo agente infettivo con proprieta' criminogene perche' non conosciuto dal nostro sistema immunitario. Eppure sarebbe abbastanza semplice: granturco, movimento, aria e spazi freschi e igienicamente conformi per evitare il peggio. Nel frattempo i focolai, sopratutto nel sudest asiatico, non si spengono. Le autorita' velano il resto. Un mio amico mi ha telefonato un paio di giorni fa, ritornava in bus da Phnom Phen capitale della Cambogia, pochi chilometri dopo il confine con la Thailandia i soldati in mimetica hanno fermato il bus per controlli, avevano tutti la mascherina davanti al naso ed alla bocca. E' chiaro che esiste una situazione di preallarme. Riteniamo che tali circostanze siano sufficienti per adire un nuovo screening su pollami e carni e indurre i responsabili dei Paesi orientali -Cina compresa- a comportamenti igienici e sanitari, oltre che sistemi di allevamento, piu' consoni alla naturalita' ed al naturale. Non ci sono dubbi che se non si inverte urgentemente il percorso seguito a livello internazionale, ben presto l'equilibrio si spezzera' con decine di milioni di vittime, con un vaccino che oltre ad arrivare tardi sara' efficace solo in qualche parte e non ovunque. La corsa al vaccino e' chiaramente iniziata. Non si sa con quali profitti e quali vantaggi. Oltremodo non sarebbe nemmeno la prima volta che si scopre anche a distanza di anni che un particolare vaccino induce malformazioni e malattie degenerative. Dovremo chiedere la solita autorizzazione ministeriale? Ci chiediamo come sia possibile che la politica sia incapace di difendere la salute pubblica, considerato che si tratta anche della salute dei politici e dei loro figli. Evidentemente il profitto ingloba, inghiotte tutto, anche la coscienza, forse la prima a morire. Noi tutti siamo a meta', mentre l'ultimo a morire sara' il virus, anch’esso vittima del profitto e dell'avidita' dell'uomo. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Claudia Moretti Il testamento biologico. Servira' anche al cittadino inesperto di medicina? Si', ecco perche' Fra le obiezioni piu' comuni all'entrata in vigore di una legge sul testamento biologico ve n'e' una particolarmente perniciosa, che si aggira nel dibattito mediatico. Quella secondo cui, chi non conosce approfonditamente la materia e la scienza medica, non sia in grado di decidere e mettere per iscritto le proprie volonta' sul fine vita. Cosi' come altrettanto non sarebbe in grado di prevedere gli orizzonti terapeutici futuri e successivi alle proprie dichiarazioni anticipate di trattamento. Vorremmo contribuire a superare tali perplessita' con alcune riflessioni. Chi redige testamento biologico, dalla casalinga piu' sprovveduta al medico di rianimazione piu' esperto, ha a cuore fondamentalmente un fatto: non giungere, non rimanere, o non permanere per x tempo in determinate "condizioni", descritte appunto sul testamento (es. non vorrei rimanere paralizzato o altro... o dipendente in tutto e per tutto dagli altri ecc...). Infondo anche quando si rifiuti alimentazione e idratazione, non e' sui quei trattamenti in se' per se' che si argomenta, ma in quanto questi sono lo "strumento" con cui si mantengono in atto "condizioni" in cui non si vuole rimanere. Con il testamento impongo e stabilisco prima di tutto il "risultato" della terapia o a cui essa deve tendere, se pur posso non sapere, o posso non sapere a priori rispetto alle evoluzioni medico scientifiche in cosa consisteranno i singoli trattamenti (sapere tecnico che posso non avere e che nessun medico di famiglia mi puo' infondere anche durante la redazione del mio testamento). Tali trattamenti (frutto dello stato dell'arte al momento dell'evento) saranno per me che detto, cosi' come e per il medico che mi leggera', il "mezzo" con il quale si attuera' -o si tentera' secondo la miglior scienza ed esperienza- quel "risultato" o quel "fine" di cui al mio testamento biologico. Chiarito questo dato di fatto, generalizzabile (salve eccezioni quali trasfusioni per i testimoni di Geova, dove i trattamenti hanno un valore intrinseco per la persona, per ragioni morali o quant'altro) si superano di un colpo numerose -e spesso strumentali- obiezioni sulla agibilita' teorica e pratica delle dichiarazioni anticipate: 1. quella secondo cui chi redige testamento biologico non ha le competenze tecniche per farlo, per esempio la nonna o il manovale. Che possono non sapere come (attraverso quali strumenti medici), ma conoscono bene le condizioni finali in cui vogliono o non vogliono divenire, permanere, o permanere per x tempo, che e' un dato di vita reale umana e concreta, non parametro medico scientifico. 2. quella secondo cui chi redige testamento biologico non potra' sapere se, al momento dell'incapacita', esisteranno mezzi o trattamenti che oggi -a priori- rifiuta. Come gia' detto, se tali trattamenti sopravvenuti serviranno al raggiungimento dello scopo e del risultato, e ad attuare le condizioni descritte nelle volonta' anticipate, ben vengano! 3. la questione della discrezionalita' medica in merito alle dichiarazioni scritte e all'interpretazione piu' o meno letterale del testamento biologico viene infine cosi' drasticamente ridimensionata, riassegnando a ciascuno il suo ruolo, senza paternalismi di sorta. Il tecnico fa il tecnico e il titolare del diritto fa la scelta di fondo. Nel senso che le attivita' e i trattamenti "scelti" dal primo, sono "strumento" di attuazione della volonta' e dei risultati dettati dal secondo. ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone L'Italia e' uno Stato di diritto? Perche' la mano pubblica danneggia i cittadini consumatori Lo Stato, lo Stato. Lo Stato deve intervenire. Occorre un intervento pubblico. Ci deve pensare il Governo. Sono frasi fatte. Frasi abusate. Si invocano rimedi spesso inutili, spesso proposti da soggetti interessati (corporazioni che beneficiano dei tanti finanziamenti a pioggia erogati). In altri casi si reclama l'intervento dello Stato in perfetta buonafede, da "inconsapevoli", che lo reclamano senza accorgersi che di frequente e' proprio la mano pubblica che crea i presupposti dei problemi sofferti dai cittadini. La prendiamo alla larga introducendo un concetto apparentemente aleatorio, lo "Stato di diritto". Suo fondamento e' la salvaguardia della supremazia del diritto e delle connesse liberta'. Il suo concetto presuppone che l'agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti. La mancata applicazione di questi principi ha risvolti tangibili nelle tasche e nella vita dei cittadini. E in Italia, purtroppo, gli esempi negativi non mancano. Eccone alcuni esempi. a) L'articolo 81 della Costituzione dice che la legge di bilancio annuale non puo' prevedere nuove tasse. Tutti sappiamo che cosi' non e'. b) Nel gennaio 2005 la Corte costituzionale sentenzio': non e' costituzionale togliere i punti agli automobilisti multati, ma non immediatamente identificati (nel caso di autovelox, per esempio). Aggiunse, pero': nel caso il proprietario del veicolo non fornisse il nominativo di chi ha commesso l'infrazione, al proprietario stesso e' comminato un verbale aggiuntivo pari a 357 euro. La questione e' cruciale. La Consulta e' l'organo costituzionale preposto a stabilire se una norma e' conforme alla Costituzione. E' evidente che se e' la stessa Corte a "scrivere", in una sentenza, una nuova norma, non c'e' piu' il meccanismo di controllo previsto dalla Costituzione. Il cittadino a chi deve chiedere di dichiarare incostituzionale una norma stabilita' dalla stessa Consulta? c) Lo Stato da' per scontato che tutti gli italiani posseggano un apparecchio atto o adattabile alla visione di programmi televisivi, quindi che debbano pagare il cosiddetto canone Rai (che in effetti e' una tassa). Per questo sguinzaglia ispettori per scovare gli evasori. Sono considerati tali, chi possiede un pc, non i possessori di un videofonino. Il canone/tassa e' tutta una contraddizione, qui vogliamo solo sottolineare che le norme che impongono il fardello vengono interpretate liberamente, senza logica alcuna. Da qualche anno la Rai/Stato pretende che anche un pc sia soggetto alla tassa, perche' adattabile ... Se e' questa la regola, perche' non "scovare" anche chi possiede un videofonino? Fra l'altro sarebbe operazione molto piu' semplice. A scanso d'equivoci l'Aduc perora l'abolizione del canone. d) Sulle bollette elettriche o sulla benzina si paga l'Iva su altre tasse. L'Iva e' l'imposta sul valore aggiunto. Il valore aggiunto e' un concetto economico che indica il maggior valore che un bene/servizio acquisisce per merito di una trasformazione nel tempo (pensate al vino che invecchia), nello spazio (un chilo d'arance vale di piu' a Milano, dove non crescono agrumi), o fisica (la farina che diventa pane). E' difficile che le accise (leggi tasse) sulla benzina siano assimilabili ad alcuno di questi concetti. Eppure i cittadini pagano un'imposta sul valore aggiunto anche su queste tasse. Da queste contraddizioni, legittimate da leggi, leggine, sentenze varie derivano ulteriori storture che vedono lo Stato nel triste ruolo di chi non rispetta le leggi o le applica/interpreta in base alla sua convenienza. Cellulari e tassa di concessione governativa. La recente decisione di abolire i costi di ricarica sulle schede telefoniche prepagate da parte del Governo. Tale costo era sicuramente un orpello da parte degli operatori, ma il meccanismo che l'ha reso possibile e' l'esistenza della tassa di concessione governativa che grava mensilmente sugli utenti che sottoscrivono un abbonamento di telefonia mobile. Il grande successo delle prepagate e' dovuto proprio all'esistenza di questa tassa. E' di questa stortura che hanno approfittato gli operatori. Se il Governo avesse eliminato la tassa di concessione, la gran parte dei consumatori avrebbe abbandonato le prepagate e i gestori si sarebbero affrettati ad eliminare i costi di ricarica. Caro benzina, dividendi e accise. Discorso analogo vale per la benzina. In Italia i petrolieri finiscono spesso sotto accusa per il caro benzina. Sono lesti ad alzare i prezzi quando cresce il costo del petrolio, mentre li lasciano pressoche' invariati in caso di discesa dello stesso. L'Antitrust ha annunciato una nuova indagine per verificare l'esistenza di un cartello tra i produttori. Sotto mira soprattutto l'Eni (che con Agip controlla circa il 40% del mercato), che sarebbe l'ispiratrice del cartello. L'Eni e' dello Stato, fornisce lauti dividendi al Governo, lo stesso che giustamente sta liberalizzando la distribuzione dei carburanti, ma che si guarda bene dal ridurre le accise sulla benzina o di privatizzare l'Eni. Competitivita' e cattivi pagatori. L'Italia scivola sempre piu' indietro nelle classifiche mondiali. Sono tante le cause, una che viene poco citata sono le eccessive dilazioni di pagamento nelle transazioni tra aziende. I fornitori vengono pagati, se va bene a 60 giorni, ma si arriva anche a dilazioni di quattro mesi. Un tempo infinito, che aumenta l'indebitamento bancario e l'incertezza gestionale. Tempo fa, un ministro aveva proposto di ridurre tali tempi per legge. Fini' tutto in una bolla di sapone, naturalmente. Anche perche', sapete chi e' il peggior cattivo pagatore? Lo Stato, sempre lui, e gli altri enti pubblici, con le loro assurde regole di funzionamento, tra delibere autorizzative e pseudo controlli. Siamo sicuri che piu' Stato -e di questo Stato- si abbia bisogno? P.s. Sono questi alcuni motivi che inducono l'Aduc a non iscriversi al Consiglio nazionale Consumatori e Utenti (Cncu) presso il ministero dello Sviluppo Economico, che nomina il presidente del medesimo Consiglio. E' lo Stato la principale controparte del cittadino consumatore. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA TELEFONIA, ADSL, SUONERIE, ECC. SERVIZI NON RICHIESTI E MANCATE ATTIVAZIONI Le regole per sottoscrivere e recedere dai contratti a distanza relativi ai servizi di comunicazione elettronica. Quante volte ci e' capitato di essere contattati da operatori telefonici delle varie Telecom, Wind, Tiscali, etc. che propongono irripetibili ed imperdibili offerte riguardo connessioni adsl superveloci ed economiche, contratti che permettono di lasciare "subito" Telecom, varie promozioni di servizi aggiuntivi che non modificano i nostri contratti e quant'altro?. Lungi dall'essere attivita' illegali o truffaldine (rari casi a parte) si tratta pur sempre di tecniche di comunicazione pubblicitaria davanti alle quali va fatta molta attenzione perche' offrono la possibilita' -peraltro comoda- di attivare i contratti subito, per telefono. Il rischio che si corre, beneficiando di tale possibilita' piu' o meno consapevolmente, e' di trovarsi in mano un contratto (o, se questo non arriva, una fattura) non corrispondente a quanto ci e' stato detto telefonicamente quando e' troppo tardi sia per recedere, sia per contestare in modo adeguato (l'utilizzo del servizio vale come una firma). Per non parlare di quando le attivazioni avvengono nonostante i nostri no od approfittando della nostra richiesta di ricevere semplici informazioni scritte, od addirittura senza alcun contatto preventivo e senza la nostra richiesta. La normativa in realta' non manca, perche' i contratti a distanza sono, in generale, disciplinati dal codice del consumo all'art. 50 e segg. (http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40722). Serviva pero' una pronuncia forte delle autorita' competenti, regole piu' precise riguardo alla sottoscrizione dei contratti ed un richiamo a tutte le compagnie telefoniche che fungesse anche da guida per l'utente. A tal scopo l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni ha emanato, con la delibera 664/06/CONS. del 23/11/06, un nuovo regolamento che disciplina la fornitura dei beni e servizi di comunicazione elettronica resi tramite contratti attivati, e gestiti, a distanza (quindi per telefono, via internet, etc.). Le regole sancite in questo documento integrano e in parte ripetono quelle gia' esistenti, stabilite dal codice delle comunicazioni elettroniche (d.lgs.259/2003) e dal codice del consumo (d.lgs.206/2005, vedi sopra). Le novita' piu' interessanti, sono: * in caso di contatto telefonico l'operatore deve specificare, all'inizio e al termine di ogni conversazione, il nome dell'azienda per conto della quale sta chiamando nonche' il proprio nome e cognome; * se durante la telefonata viene concluso un contratto dev'essere fornito il numero di pratica assegnato e i recapiti ai quali poter chiedere maggiori informazioni; * La volonta' di sottoscrivere il contratto puo' risultare da una registrazione integrale della telefonata (fatta previo consenso dell'utente), ma in ogni caso deve risultare da un modulo -anche elettronico- riportante la data e l'ora dell'avvenuto accordo; * in caso di reclamo formale riguardo ad un addebito puo' essere sospeso il pagamento delle somme contestate fino alla definizione della pratica. Attenzione, pero'. Nel caso in cui poi le somme risultino dovute, il gestore puo' applicare tutte le conseguenze previste dalle leggi e dal contratto in caso di morosita' (interessi, rimborsi spese, etc.etc.); * in caso di mancato pagamento di un singolo servizio il gestore non puo' sospendere la fornitura degli eventuali altri servizi attivi, a meno che non ne dia debito preavviso secondo quanto previsto dalla legge e dal contratto. * l'utente dev'essere informato di ogni modifica contrattuale con almeno un mese di preavviso.Nello stesso termine gli devono anche essere date informazioni sul suo diritto di recedere senza penali qualora non accetti le modifiche. * la delibera estende il diritto di recesso e le altre previsioni anche alle persone giuridiche (aziende, studi professionali, ecc.). * vengono introdotte pesanti sanzioni a carico dei gestori in caso di mancato rispetto delle regole contenute nella delibera. Le segnalazioni vanno inviate direttamente al garante. Vediamo la delibera in dettaglio: Art. 1 - DEFINIZIONI La delibera da' una definizione di utente molto ampia. La lettera b) del comma 1 recita: “utente”, l’utente finale, come definito dall’art. 1, comma 1, lettera pp), del decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259, nonché il consumatore come definito dall’art. 1, comma 1, lettera j), del medesimo decreto legislativo; E queste sono le norme a cui si rimanda: decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 lettera j) consumatore: la persona fisica che utilizza un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico per scopi non riferibili all’attività lavorativa, commerciale o professionale svolta; lettera pp) utente: la persona fisica o giuridica che utilizza o chiede di utilizzare un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico; Dalla lettura di quest'ultima lettera (pp) e dalle conferme richieste all'Agcom, si desume che valgono anche per i contratti aziendali le regole previste da questa delibera per sottoscrivere e recedere dai contratti a distanza relativi ai servizi di comunicazione elettronica. Art. 2 - PRIMO CONTATTO E SOTTOSCRIZIONE DEL CONTRATTO PRIMO CONTATTO A) In caso di contatto telefonico l'operatore deve, all'inizio di ogni conversazione, comunicare il nome della societa' per conto della quale sta chiamando, lo scopo del contatto telefonico ed il proprio nome e cognome. Tali dati devono essere ripetuti anche al termine della conversazione. Se l'utente ha deciso di concludere il contratto dev'essere anche comunicato il numero identificativo della pratica e i recapiti ai quali il cliente puo' rivolgersi per ottenere ulteriori informazioni. B) In tutti i casi, il gestore deve fornire all'utente, prima della conclusione del contratto a distanza, tutte le informazioni di cui all'art. 52 del codice del consumo e quelle sugli elementi del contratto che si accinge a concludere previste dall'art. 70 del codice delle comunicazioni elettroniche. Le informazioni previste dall'art.52 del codice del consumo sono: * identita' del fornitore, in caso di contratti che prevedono il pagamento anticipato, il suo indirizzo; * caratteristiche essenziali del bene o del servizio; * prezzo del bene o del servizio, comprese tutte le tasse e le imposte; * eventuali spese di consegna; * modalita' del pagamento, della consegna del bene o della prestazione del servizio e di ogni altra forma di esecuzione del contratto; * esistenza del diritto di recesso o di esclusione dello stesso, ai sensi dell'articolo 55, comma 2 del codice del consumo; * modalita' e tempi di restituzione o di ritiro del bene in caso di esercizio del diritto di recesso; * costo dell'utilizzo della tecnica di comunicazione a distanza, quando e' calcolato su una base diversa dalla tariffa di base (per esempio il costo dei numeri a pagamento per usufruire di un determinato servizio, tipo gli 892 o i 12XX -gli ex 12-); * durata della validita' dell'offerta e del prezzo; * durata minima del contratto in caso di contratti per la fornitura di prodotti o la prestazione di servizi ad esecuzione continuata o periodica. Quelle previste dall'art.70 del codice delle comunicazioni elettroniche, sono: * la denominazione e l'indirizzo del fornitore del servizio; * i servizi forniti, i livelli di qualita' dei servizi offerti e il tempo necessario per l'allacciamento iniziale; * i tipi di servizi di manutenzione offerti; * il dettaglio dei prezzi e delle tariffe, nonche' le modalità secondo le quali possono essere ottenute informazioni aggiornate in merito a tutte le tariffe applicabili e a tutti i costi di manutenzione; * la durata del contratto, le condizioni di rinnovo e di cessazione dei servizi e del contratto; * le disposizioni relative all'indennizzo e al rimborso applicabili qualora non sia raggiunto il livello di qualità del servizio previsto dal contratto; * il modo in cui possono essere avviati i procedimenti di risoluzione delle controversie ai sensi dell'articolo 84 del codice delle comunicazioni elettroniche (soluzioni extragiudiziale, conciliative, ottenibili per esempio davanti ai Corecom regionali). C) Il gestore deve anche fornire informazioni sulle eventuali modifiche o restrizioni del servizio (di natura tecnica o economica) che potrebbero essere causate dall'attivazione del nuovo contratto. Tutto cio' in modo chiaro, comprensibile ed inequivocabile, con tutti i mezzi adeguati alla tecnica a distanza impiegata. In caso di violazione a quanto sopra, al gestore puo' essere applicata una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da euro 5.800 ad euro 58.000. In caso di comunicazioni telefoniche, l'adempimento di tutti gli obblighi informativi suddetti e il consenso informato dell'utente possono risultare dalla registrazione integrale della conversazione, previo consenso dell'interessato alla registrazione. La volonta' di aderire al contratto deve risultare, comunque, da un modulo ovvero da altro documento contrattuale -anche elettronico- riportante la data e l'ora dell'avvenuto accordo. COSA DEVE INVIARE IL GESTORE PRIMA DI ATTIVARE IL SERVIZIO Prima o al massimo al momento dell'inizio dell'esecuzione del contratto l'utente deve ricevere un modulo di conferma del contratto (o il contratto stesso) contenente tutte le informazioni elencate al punto B, nonche': * informazioni dettagliate sulle condizioni e le modalita' del diritto di recesso, ai sensi dell'art.64 e segg. del codice del consumo; * indirizzo geografico del fornitore a cui poter inviare reclami; * informazioni sui servizi di assistenza e sulle garanzie commerciali eventualmente esistenti; * le condizioni di rescissione dal contratto in caso di durata indeterminata o superiore all'anno. Sul modulo, inoltre, dev'essere specificata la possibilita' di fare opposizione nel caso l'utente ritenga di non aver richiesto il servizio, tramite fax o posta elettronica inviato ai recapiti indicati per i reclami. Resta ferma, in ogni caso, la facolta' di fare tale opposizione in qualsiasi momento e con qualsiasi mezzo (noi consigliamo sempre la raccomandata a/r, sicura per dimostrare sia l'invio che la ricezione). In caso di inadempimento a quanto sopra, al gestore puo' essere comminata una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da euro 12.000 a euro 250.000. Articolo 3 - FORNITURE NON RICHIESTE Viene precisato, come gia' previsto dal codice del consumo all'art.57, che e' vietata la fornitura di beni o servizi di comunicazione elettronica (anche supplementari rispetto ad un contratto gia' attivo) quando questi non siano stati ordinati da parte dell'utente. Nello stesso modo, e' vietata anche la disattivazione non richiesta. In tutti i casi, la mancata risposta dell'utente ad un offerta NON significa consenso. Nel caso venga attivato un servizio non richiesto non dev'essere preteso alcun pagamento, e i gestori devono, a loro spese e cura, ripristinare le condizioni tecniche e contrattuali preesistenti. L'utente/cliente non e' tenuto ad alcuna prestazione corrispettiva. La violazione di queste disposizioni comporta l'applicazione -nei confronti del gestore/fornitore- di una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da euro 12.000 ad euro 250.000. Articolo 4 - MOROSITA' DELL'UTENTE In caso di mancato o ritardato pagamento di un singolo servizio, il gestore non puo' sospendere la fornitura degli eventuali altri servizi previsti dal contratto, anche se supplementari. Cio' a meno che l'utente non sia stato debitamente informato e preavvisato dell'interruzione o della cessazione del collegamento. Queste possono avvenire, quindi, solo dopo debito preavviso inviato nei tempi e modi previsti dal contratto. L'utente che ha presentato un reclamo formale in merito all'addebito di un certo servizio, anche supplementare, puo' sospendere il pagamento degli addebiti contestati fino alla definizione della pratica di reclamo (quelli non oggetto di reclamo vanno pagati). Resta valida l'applicabilita' di tutte le conseguenze previste per il ritardato pagamento (sia per legge che per contratto) sulle somme che, al termine del ricorso, risultino dovute. Nota dell'Aduc: Il reclamo formale -soprattutto nell'ottica di cui sopra- e' secondo noi quello inviato per raccomandata a/r di messa in mora e seguito da tutti i passi eventualmente necessari per concludere la pratica (tentativo conciliativo seguito, eventualmente, dalla causa). Si veda piu' avanti, all'articolo 6. Il mancato rispetto di quanto sopra comporta l'applicazione, nei confronti del gestore, di una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da euro 5.800 ad euro 58.000. Articolo 5 - ESERCIZIO DEL DIRITTO DI RECESSO Rescissione a seguito di modifiche contrattuali: l'utente deve essere informato -con un preavviso di almeno un mese- riguardo eventuali modifiche contrattuali (clausole o condizioni economiche) nonche' del suo diritto di recedere dal contratto senza spese -all'atto della notifica delle variazioni- qualora non intenda accettarle. Il mancato rispetto di quanto sopra comporta l'applicazione, nei confronti del gestore, di una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da euro 5.800 ad euro 58.000. Recesso dopo la sottoscrizione: l'utente ha diritto di recedere dal contratto attivato a distanza entro 10 giorni lavorativi (o comunque entro il termine stabilito dal contratto, che puo' essere maggiore), senza dover motivare la sua decisione e senza penalita'. Per esercitare tale diritto deve inviare una raccomandata a/r oppure un fax, telegramma, messaggio di posta elettronica o telex seguiti -entro 48 ore- da una raccomandata a/r di conferma. La data che fa fede e' quella di spedizione della raccomandata e l'avviso di ricevimento non e' condizione essenziale per provare l'esercizio del diritto (pur essendo necessario per dare valore legale alla comunicazione). I 10 giorni decorrono: - per i beni dalla data del loro ricevimento; - per i servizi dalla data della conclusione del contratto. Nota bene: ** in ambedue i casi il termine parte dal momento in cui sono soddisfatti gli obblighi di informazione di cui all'art. 2 (vedi sopra), quando cio' avviene successivamente rispetto alla conclusione del contratto e comunque entro tre mesi; ** se non viene consegnato il modulo di conferma del contratto contenente tutte le informazioni elencate all'art.2 punto B (vedi sopra) oppure non vengono date informazioni riguardo al diritto di recesso (o se esse sono errate o incomplete), il termine diventa -rispettivamente- di 60 e 90 giorni. Obblighi delle parti: * l'utente deve restituire gli eventuali beni ricevuti secondo le modalita' previste dal contratto (il termine, in questi casi, non puo' essere inferiore ai 10 giorni). E' essenziale, in questi casi, che il bene risulti integro, in "normale stato di conservazione". Le spese di restituzione sono a carico dell'utente. * il gestore deve restituire tutte le somme eventualmente incassate entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione inerente il recesso. Con il corretto esercizio del diritto di recesso il contratto perde efficacia legale. Il gestore che non disattiva tempestivamente il servizio, quindi, non puo' addebitare alcun importo per le prestazioni eventualmente usufruite dalla data in cui questo e' efficace. In caso di violazione di questa disposizione il gestore e' punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da euro 12.000 ad euro 250.000. La rescissione senza penali e' inoltre sempre possibile qualora sussista l'oggettiva impossibilita' di attivare il servizio. Articolo 6 - CONTROVERSIE E' ribadita l'obbligatorieta' della conciliazione, per le controversie inerenti beni e servizi di comunicazione elettronica, presso i CORECOM regionali. In tutti i casi e' consigliabile il preventivo invio di una messa in mora per impostare fin da subito la contestazione in modo formale, e poi ricorrere presso il giudice di pace qualora la conciliazione non si concludesse in modo positivo. Tutte le informazioni sono su questa scheda pratica http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 In sede di controversia la prova della corretta conclusione del contratto, quindi il rispetto degli obblighi informativi (vedi art.2), grava sul gestore. Articolo 7 - VIGILANZA E SANZIONI Tutte le segnalazioni riguardo alle violazioni di queste regole, in particolar modo l'attivazione di servizi non richiesti, puo' essere fatta direttamente all'Agcom attraverso il sito ufficiale: http://www.agcom.it/intro.htm . Anche in questo caso la prova grava sull'operatore, che deve dimostrare di aver ottemperato ai suoi doveri. LINK UTILI Testo delibera: http://www.agcom.it/provv/d_664_06_CONS/d_664_06_CONS.htm Codice del consumo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=119126 Codice delle comunicazioni elettroniche: http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=165080 (Rita Sabelli e Domenico Murrone) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. 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