====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 31-03-2009 al 06-04-2009 n.14/2009 (anno IX) ARTICOLI - Il giullare e lo spinello - Droghe 'leggere' e 'pesanti'. Commento alla sentenza della Cassazione n. 9874/2009 NOTIZIE - Usa. Massachusetts. Dibatti parlamentare sulla legalizzazione della marijuana - Svezia. Studio shock: sul fumo i giovani ascoltano le opinioni dei genitori - Italia. Bologna. Procuratore chiede informativa alla Digos su proposta istituzione narcosale - Messico. Storie di guerra alla droga, Calderon: lotta complicata a causa della corruzione degli agenti Usa - I Paesi europei piu' fedeli alla sigaretta - Usa. Philip Morris condannata a maxi-risarcimento di vedova ex fumatore - Afghanistan. 'Nuova' strategia Usa contro il narcotraffico: la Dea - Italia. Saviano: Italia e Messico sono il futuro del narcotraffico mondiale - Italia. Storie di guerra alla droga: un caso di tossicodipendenza in carcere - Usa. Maggioranza dei fumatori di marijuana costretta a disintossicarsi da 'dipendenza' inesistente - Coi soldi e' piu' facile smettere di fumare (e d'ingrassare) - Italia. Serpelloni sui 'tossicodipendenti' da cannabis: e' il primo spinello che ti frega - Italia. Sinistra e Liberta' lancia campagna "Seminare sinistra per raccogliere liberta'" - Mondo. Il narcotraffico sta vincendo la guerra. E ora che facciamo? - Italia. Lettera aperta ai canapai italiani - Spagna. Marijuana frena lo sviluppo dei tumori, al via test - Italia. Perduca (Radicali) a Brunetta: eliminare lo spreco della guerra alla droga - Italia. Rutelli sotto shock: quella dei giovani e' generazione di disabili - Italia. Prende il via campagna antiproibizionista al Leoncavallo di Milano - Primi successi dei locali pubblici senza fumo ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 1 morto - 45 arresti - 264,751 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 169,302 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 95,449 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 149 piante di cannabis - 46 giorni di detenzione ARTICOLI 02-04-2009 Il giullare e lo spinello "Nessuno potrebbe sostenere che la marijuana crei dipendenza come l'alcool o la cocaina". (1) Cosi' non qualche militante Radicale o un giovane di un centro sociale, ma il sito Internet dedicato all'informazione sugli stupefacenti della Brown University, uno dei piu' importanti atenei medici negli Usa. Questa frase, che in Italia sarebbe subito censurata come frutto di ideologia antiproibizionista, se non addirittura oggetto di denuncia per istigazione al consumo, in realta' e' un'ovvieta' scientifica (oltre che empirica, come sa bene chiunque abbia avuto vent'anni). Di ricerche sull'argomento ce ne sono a bizzeffe, ma bastera' menzionare lo U.S. Institute of Medicine: meno del 10% dei fumatori di cannabis diventano consumatori regolari, e la gran parte di questi ultimi smette volontariamente dopo i 34 anni di eta'. I sintomi osservabili di astinenza sono rari e di lieve entita', come irrequietezza, irritabilita', agitazione e interruzione del sonno. Al contrario, il 15% dei consumatori di alcool e il 34% dei fumatori di tabacco sviluppano dipendenza, con sintomi da astinenza spesso gravi. (2) E nessuno potrebbe -aggiungiamo noi- sostenere che si possa sviluppare dipendenza consumando una sola volta alcool o tabacco. Tutti noi reagiremmo con ilarita' e dileggio di fronte a colui che, a proposito di pazienti alcolizzati, pronunciasse la frase, "E' il primo bicchiere che ti frega". Sicuramente smetteremmo di prenderlo sul serio. Certo, sarebbe impossibile divenire alcolizzati senza aver mai consumato un bicchiere di sostanze alcoliche. Ma non e' certo il primo bicchiere che scatena la dipendenza, bensi' l'uso frequente e smoderato. Ma in Italia la scienza e' considerata una disciplina incerta, al contrario delle certezze dei politici. E cosi', il direttore di nomina giovanardiana del Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni, e' andato ben oltre gli esempi appena menzionati parlando di una sostanza che ha un potenziale di dipendenza inferiore all'alcool e al tabacco: la cannabis. Ieri, il nostro ha solennemente affermato: "E' il primo spinello che ti frega, non l'ultimo, come si sente dire tra tossicodipendenti". Serpelloni ha poi elaborato (si fa per dire): "Quando si accetta di fumare si innesca un processo che non si conosce dove andra' a finire, che annulla la tua volonta' e incide sulla corteccia pre frontale del cervello, quella che controlla i comportamenti volontari, che ci fa discernere i comportamenti giusti da quelli sbagliati, che ci da' la consapevolezza di un problema" (3). E voila'! Ecco perche' i giovani italiani continuano a essere i piu' assidui consumatori di marijuana in Europa, nonostante gli sforzi dei Giovanardi e dei Serpelloni che da anni governano indisturbati il professionismo dell'antidroga. E' grazie alle loro "minchiate", senza dubbio sparate a fin di bene, che la loro credibilita' e soprattutto quella delle istituzioni e' ridotta a barzelletta. E cosi', mentre i giovani ridono a crepapelle -non perche' hanno fumato uno spinello, ma perche' sanno apprezzare una buona minchiata- succede che anche i messaggi e gli avvertimenti fondati siano ignorati perche' pronunciati da giullari, seppur vestiti da sottosegretari e da medici. (1) http://www.brown.edu/Student_Services/Health_Services/Health_Education/atod/marijuana.htm (2) http://www.nap.edu/openbook.php?isbn=0309071550 (3) http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19463 Pietro Yates Moretti 02-04-2009 Droghe 'leggere' e 'pesanti'. Commento alla sentenza della Cassazione n. 9874/2009 La sentenza emessa dalla Suprema Corte, all’udienza del 4 marzo 2009, e contrassegnata dal n. 9874, si caratterizza sotto il profilo della riconferma di uno dei principi maggiormente innovativi che hanno connotato la novella del 2006. I giudici di legittimità, infatti, ribadiscono quell’orientamento giurisprudenziale, il quale afferma l’unicità della condotta ritenuta penalmente rilevante anche quando questa si manifesti attraverso il possesso e controllo di plurime e distinte sostanze. Nel caso di specie, infatti, giovi rammentare che l’imputato era stato colto all’atto di detenere simultaneamente sostanze pesanti e leggere (cocaina, Hashish e metadone). Or bene, attesa l’intervenuta abrogazione normativa della distinzione tabellare tra le varie tipologie di droghe e la consequenziale unificazione, a carattere sanzionatorio, di tutte le sostanze stupefacenti e psicotrope, appare del tutto superato il regime in base al quale, in fattispecie del tipo di quella descritta, poteva trovare reale e concreta applicazione l’istituto della continuazione, regolato dall’art. 81 c.p. Questo effetto di natura prettamente sostanziale (ma produttivo anche di esiti anche sul piano procedimentale) deriva – pertanto – da una nuova e diversa valutazione del livello di offensività che deve involgere la condotta detentiva avente ad oggetto sostanze tra loro affatto differenti. Il nuovo parametro, che deve ispirare la decisione, è concepito, pertanto, in linea teorica, nel senso che l’attenzione del giudice deve indirizzarsi, non già sulla sostanza in quanto tale, quanto piuttosto, sulla condotta adottata, intesa nella sua globalità, quindi, sull’intrinseco disvalore ascrivibile all’azione, reputata illecita. Vale a dire, quindi, che il fine dichiaratamente perseguito dalla L. 49 del 2006 appare quello di sanzionare qualsiasi condotta che risulti illecita – ed in special modo la detenzione non finalizzata ad uso personale – sul presupposto di una difesa e tutela della salute dei cittadini, diritto costituzionale che viene minacciato indistintamente da qualsivoglia tipo di sostanza stupefacente o psicotropa. Sulla premessa di ordine generale, della acclaratamente asserita nocività di tutte le droghe, e senza tenere in conto la possibile, concreta e differente letalità producibile da ciascuna singola sostanza, il legislatore ha, così, formulato un precetto normativo, la cui violazione non comporta più quella differenza di pena, precedentemente invalsa. La detenzione illecita di una pluralità di sostanze, quindi, non può formare più oggetto di un giudizio che appaia la somma di più valutazioni parcellizzate – siccome avente ad oggetto ogni sostanza – dovendo siffatta azione venire ricondotta ad un unicum. Naturalmente consequenziale, quindi, risulta l’esclusione dell’applicazione concreta della continuazione prevista dal co.1 dell’art. 81 c.p., scelta giurisprudenziale che risponde, quindi, alla valorizzazione della salute collettiva ed individuale, intesa quale bene giuridico da porre espressamente a base del T.U.Stup. 309/90. E’ evidente, pertanto, il vantaggio in termini di pena che il singolo fruisce dalla mutata situazione sia normativa, che interpretativa. Questo argomento è stato speso abbondantemente e reiteratamente dallo stesso legislatore, il quale non ha mancato di sottolineare come potesse risultare esito processualmente ingiusto, quello per cui un soggetto detentore di sostanze appartenenti a tabelle differenti potesse teoricamente venire punito con una sanzione di maggiore gravità rispetto a chi fosse stato colto all’atto di detenere più sostanze – tra loro differenti – ma appartenenti alla medesima tabella. Queste osservazioni paiono sostanzialmente condivisibili, pur se con alcuni necessari distinguo. Va, infatti, osservato e ricordato – preliminarmente ad ogni altra considerazione - che, per lungo tempo, la giurisprudenza ha assunto una posizione in base alla quale colui (o coloro) che detenesse stupefacenti diversi, anche se appartenenti alla medesima tabella (ad esempio eroina e cocaina) avrebbe dovuto rispondere di due distinti reati, avvinti dal vincolo della continuazione. Solo con la sentenza di Cass. Sez. VI, 10 Ottobre 1994, Napoli, [in Cass. Pen. 1996, 658 e Giust. Pen., 1995, II, 414] si è pervenuti all’affermazione del principio in base al quale le sostanze rientranti nella medesima tabella o nel medesimo gruppo omogeneo di tabelle, detenute in un contesto temporale simultaneo, danno corso ad una fattispecie criminosa unica. Consegue, pertanto, la considerazione che sin dai prodromi dell'entrata in vigore del dpr 309/90, vigesse un orientamento costante e prevalente, consistente nel circoscrivere la portata penalmente rilevante della singola azione detentiva – addirittura - in relazione a sostanze pur appartenenti alla medesima tabella. Tale opinione è stata – medio tempore – superata autonomamente dalla giurisprudenza, senza mediazioni normative, in quanto appariva – sul piano strettamente giuridico – illogico dare corso ad una valutazione atomizzata di condotte concernenti sostanze alle quali veniva riconosciuto il medesimo grado di offensività. Per quanto, invece, riguarda la omologazione delle droghe cd. pesanti a quelle cd. leggere – uno dei principali spunti di novità della L. 49/2006 e principio saliente per la decisione in commento – il discorso deve essere differente, perchè corre l'obbligo di osservare che il tempo e la prassi forense saranno pregnanti testimoni della bontà o meno della scelta legislativa e della ipotetica lungimiranza di chi l'ha propugnata. Questa mia affermazione si fonda sulla preoccupazione che l'unificazione sanzionatoria relativa alle sostanze stupefacenti, non solo porti a paradossali e discutibili benefici in punto di pena in favore di chi detenga stupefacente al solo fine di cederlo a terzi (soggetto del tutto differente dal vero e proprio assuntore, il quale è solito usare una precisa tipologia di droga), ma, addirittura, possa tradursi in un'occasione per le organizzazioni dedite allo spaccio di creare una situazioni di brokeraggio, fenomeno sempre più invalso nelle dinamiche criminose. Non è per nulla affatto raro, (anzi sta divenendo la regola), che nel corso di indagini gli inquirenti si imbattano in casi nei quali l'attività illecita rilevata a carico degli spacciatori venga a coinvolgere non solo una tipologia di sostanza, oppure sostanze tra loro omologhe, ma, addirittura droghe tra loro del tutto differenti (cocaina ed hashish tanto per fare un esempio). Il singolo, in questo modo, è perfettamente consapevole della circostanza che la propria condotta integra, ormai per giurisprudenza costante, un'unica violazione di legge, - evitando, così, l'aumento di pena per la continuazione previsto in precedenza in caso di differenza tabellare fra le droghe – ed al contempo si pone concorrenzialmente sul mercato illecito offrendo una gamma di prodotti idonei a soddisfare le contingenti necessità degli acquirenti. E' questa - quindi - situazione che, a parere di chi scrive, si pone in patente contrasto con quella filosofia della lotta alla diffusività del fenomeno che è piattaforma strutturale della L. 49 del 21 Febbraio 2006. E', infatti, pacifico che in un siffatto contesto si vengano a creare, (ahimè), più occasioni – simultanee - di approvvigionamento di pluralità di tipi di droghe. Sono queste, condotte, le quali, per paradosso, venendo valutate come costituenti un unico reato, formano oggetto di una sanzione, che, in concreto, subisce -ingiustamente - il temperamento offerto da strumenti di calcolo della pena (e la continuazione costituisce uno di questi), rispetto a quel quantum che, in realtà, dovrebbe con valutazione ontologica, corrispondere alla portata della condotta. Le osservazioni che precedono, però, non possono (né intendono) scalfire la coerenza della decisione in commento, la quale appare interpretazione strettamente orientata (sia sotto il profilo formale, che su quello sostanziale) ad apparire conforme al dettato di legge. Non può però, sfuggire all'attenzione del lettore l'importanza del passaggio finale della sentenza, laddove la Corte – indicando il punto di diritto cui dovrà necessariamente attenersi nel nuovo processo il giudice di rinvio – nel prospettare, comunque, l'ipotesi dell'adeguatezza della pena inflitta, mostra di conferire particolare importanza al collegamento fra la gravità del fatto e la tipologia della sostanza[1]. E' questo argomento di non poco conto. Esso diviene, infatti, prova ulteriore (se mai ve ne fosse stata necessità) del fatto che la scelta normativa vigente, sulla quale ci si è intrattenuti, venga giurisprudenzialmente applicata, ma che essa – pur apparendo espressione non irragionevole dell'autonomia e libertà del legislatore (così come affermato recentemente) - non convinca affatto. Viene, così, vanificata la reale profonda incidenza che le singole sostanze mostrano sul disvalore penale del fatto. Pur dovendosi, quindi, ribadire la fondatezza dell'indirizzo che pone al centro del problema droghe, la difesa sociale della salute dei cittadini e la prevenzione di qualsiasi forma di attentato che l'uso di stupefacenti muove alla stessa, l'esperienza forense ha ampiamente dimostrato la palese differente offensività tra le varie sostanze. Si tratta di un dato scientifico e giuridico che nessuna legge potrà mai confutare. Leggi la sentenza: droghe.aduc.it/20090402-cassazione-droghe_leggere.pdf [1] Per tali ragioni non è da escludere che il giudice dell’appello -nel nuovo giudizio e con adeguata valutazione della vicenda- possa ritenere equamente commisurata, rispetto al fatto concreto la pena irrogata dal giudice di primo grado, ritenendo che l’imputato, avuto riguardo alla sua personalità ed alla gravità del fatto (sulla quale incide necessariamente il tipo di sostanza oggetto del medesimo), non sia meritevole di un più mite trattamento sanzionatorio] Carlo Alberto Zaina -------------------------------------- NOTIZIE 31-03-2009 Usa. Massachusetts. Dibatti parlamentare sulla legalizzazione della marijuana Presentate al Parlamento dello Stato le proposte di legge per tassare e regolare la vendita della cannabis. La House Bill 2929 e la Senate 1801 chiedono la legalizzazione della produzione e della vendita, ai maggiori di 21 anni, della marijuana. Le proposte chiedono la tassazione per la vendita nei negozi, ma nessuna tassazione per la coltivazione o il possesso per uso personale. "Anni di discussioni sulla giustezza ed efficacia del proibizionismo stanno andando via verso approcci piu' seri su come cambiare politica", ha dichiarato Richard Evans, ex membro della direzione della Norml, che ha partecipato alla stesura della proposta di legge. "I parlamentari e i giornalisti hanno il dovere di spiegare i successi del proibizionismo oppure unirsi a noi e cercare delle alternative". 31-03-2009 Svezia. Studio shock: sul fumo i giovani ascoltano le opinioni dei genitori In un periodo in cui si parla continuamente di crisi generazionale, di giovani 'smarriti' ed altre banalita' simili per giustificare l'inefficacia delle misure antidroga messe in atto dai Governi occidentali, ecco che salta fuori uno studio sorprendente, almeno per i pontificatori dell'emergenza: contrariamente a quanto comunemente scritto sui giornali, gli adolescenti ascoltano le opinioni dei propri genitori sul fumo e credono che questi ultimi debbano scoraggiare i propri figli a prendere questa abitudine. Questi, in estrema sintesi, i risultati di una ricerca dell'Universita' di Umea (Svezia), pubblicata sulla rivista BMC Public Health e riportata dal notiziario Cordis. La ricerca suggerisce che i genitori, nel quadro di una piu' ampia strategia di prevenzione contro il fumo, dovrebbero essere incoraggiati a dissuadere i propri figli dal fumare. L'adolescenza rappresenta un periodo importante per numerosi temi legati alla salute, tra i quali il fumo. Gli studi dimostrano che pressoche' tutti i fumatori hanno iniziato a fumare tabacco quando erano ancora sui banchi di scuola. Inoltre, i bambini possono sviluppare molto velocemente la dipendenza da nicotina e i soggetti piu' sensibili possono sviluppare tale dipendenza nell'arco di pochi giorni. Per affrontare il problema e' necessario individuare il momento esatto in cui i giovani iniziano a fumare, come cambiano le loro abitudini nel corso del tempo e da chi sono influenzati, in modo da evitare in primo luogo che gli adolescenti inizino questa abitudine. Molti genitori ritengono di avere un'influenza pressoche' nulla sullo stile di vita dei propri figli e che questi ultimi non vogliano essere infastiditi con discorsi su determinati temi, tra cui il fumo. Lo studio, effettuato da scienziati del dipartimento di Epidemiologia e salute pubblica dell'Universita' di Umea, ha analizzato l'atteggiamento degli adolescenti svedesi nei confronti dell'opinione dei genitori sul tema del fumo, e ha appurato come lo stesso sia cambiato negli anni. Per farlo, i ricercatori hanno analizzato i dati ottenuti da alcuni sondaggi condotti tra gli adolescenti svedesi nel 1987, nel 1994 e nel 2003. In ognuno di questi sondaggi, 4500 giovani di un'eta' compresa tra i 13 e i 17 anni sono stati chiamati a rispondere rispetto all'uso di tabacco, ed e' stato loro chiesto se i propri genitori avevano influenzato le loro abitudini in questo senso. 31-03-2009 Italia. Bologna. Procuratore chiede informativa alla Digos su proposta istituzione narcosale Roberto Panzacchi, consigliere comunale e esponente di 'Bologna citta' libera', spieghera' personalmente il suo progetto di 'narcosale' al procuratore reggente, lo zelantissimo Silverio Piro. Quest'ultimo, infatti, nei giorni scorsi aveva chiesto alla Digos un'informativa in via preventiva sulla proposta di Panzacchi, discussa in un convegno promosso dalla sua lista in cappella Farnese. 'Mi offro come collaboratore di Piro: lo chiamero' e gli spieghero' tutto', ha detto Panzacchi in consiglio comunale, ribadendo l'idea di sperimentare a Bologna, primi in Italia, le narcosale, 'come gia' si fa in paesi Europei come la Spagna, la Svizzera e l'Olanda a cui ci ispiriamo spesso'. Inoltre, ha ricordato Panzacchi, 'a Piro segnalo che venerdi' scorso la Regione ha tenuto un convegno sulle pratiche di riduzione del danno in atto a Vancouver: spero che non siano indagati gli organizzatori, la Regione e l'Ausl di Forli''. Quello di Panzacchi, insomma, 'e' un invito a riflettere: meglio ascoltare i tecnici del settore che creare finti allarmismi'. Secondo il consigliere comunale, infatti, le polemiche dei giorni scorsi sono state 'frutto di grandi pregiudizi e scarsita' di conoscenza'. 31-03-2009 Messico. Storie di guerra alla droga, Calderon: lotta complicata a causa della corruzione degli agenti Usa La guerra al narcotraffico al confine fra Messico e Stati Uniti è complicata dalla corruzione degli agenti e dei funzionari americani: l'accusa giunge dal presidente del Messico, Felipe Calderon, nel pieno dei contrasti con Washington sulla violenza esplosa alla frontiera. Calderon ha rilasciato una intervista alla Bbc subito prima di partire per Londra dove parteciperà giovedí al vertice del G20. Appena 5 giorni fa, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton era a Città del Messico, prima tappa di un'offensiva diplomatica sostanziosa. All'inizio di aprile sono previsti incontri con le autorità messicane del ministro per la Sicurezza nazionale Usa Janet Napolitano e del ministro della Giustizia Eric Holder, e lo stesso presidente Barack Obama sarà in Messico prima del Summit delle Americhe a Trinidad and Tobago. Calderon avrà del resto modo di incrociare Obama a Londra. Il capo dello Stato messicano ha inviato decine di migliaia di uomini sulla lunga frontiera fra Messico e Stati Uniti, teatro di una guerra fra bande sanguinaria che dal dicembre del 2006 ha ucciso oltre 10.500 persone. 6.000 sono morte nel 2008, di cui 1.600 solo a Ciudad Juarez, cittadina di fronte a El Paso in Texas, ad appena un miglio. Ci sono 10.800 uomini fra poliziotti e soldati impegnati a pattugliare la sola Juarez. Calderon alla Bbc ha detto che la violenza a Juarez peró è crollata del 73% nell'ultimo mese, da quando sono quadruplicati gli effettivi dispiegati. Per il presidente messicano è un successo, ma potrebbe essere solo temporaneo: anche l'anno scorso le stragi a Juarez crollarono con il primo invio di soldati. Nella città il clan dei Sinaloa sta cercando di conquistare spazio nei traffici del clan Juarez. Il grosso della droga che arriva dal sud America transita per il Messico verso i tossicodipendenti Usa; ma il grosso delle armi usate dai clan viene dall'America del nord. Il governo Calderon quindi rifiuta le colpevolizzazioni e la stessa Hillary Clinton in Messico ha ammesso che la richiesta di droga da parte dei clienti statunitensi è cruciale nell'esplosione della violenza. Parlando alla Bbc peró Calderon ha detto ben di piú: "C'è traffico in Messico perch‚ c'è corruzione in Messico" ha affermato, "ma con lo stesso criterio, se c'è traffico in Usa è perch‚ c'è corruzione... E' impossibile contrabbandare tonnellate di cocaina negli Stati Uniti senza la complicità di alcune autorità americane". Calderon poi ha ribadito che il 90% delle armi usate nei crimini dei narcos viene dagli Stati Uniti, con circa 11.000 negozi di armi nelle città americane sulla frontiera. 31-03-2009 I Paesi europei piu' fedeli alla sigaretta Con il 28,3% di fumatori regolari, contro una media Ue del 26,4%, la Francia si qualifica come uno dei peggiori allievi della lotta anti tabacco nel Vecchio Continente, dove occupa il 22esimo posto, ex-aequo con la Polonia. Lo mostra l'ultimo Eurobarometer Survey on Tobacco. Il primato spetta pero' alla Grecia con il 34,7% di fumatori, seguita da Ungheria (31,2%) e Bulgaria (30,5%). Germania e Spagna ne contano il 27%; l'Italia 26%; Gran Bretagna 23%; la Finlandia 18,9%, la Svezia 17,5%; la Slovenia 17,2%. 01-04-2009 Usa. Philip Morris condannata a maxi-risarcimento di vedova ex fumatore La Corte suprema americana ha respinto il ricorso della multinazionale del tabacco Philip Morris, contro un maxi-risarcimento di 79,5 milioni di dollari disposto a favore della vedova di Jesse William, un fumatore morto di cancro nel 1999. La Corte si è limitata ad avallare un verdetto della Corte suprema dell'Oregon a favore di Mayola Williams. che accusava il colosso delle sigarette di non fornire informazioni sufficienti sui rischi da fumo. Un giudice aveva ritenuto Philip Morris colpevole e la Corte suprema dell'Oregon nel 2002 aveva respinto la richiesta di appello. La stessa decisione è arrivata oggi dai giudici di Washington, mettendo probabilmente fine ad un braccio di ferro decennale fra il colosso del tabacco e la vedova. Contando gli interessi, la cifra è salita a 155 milioni di dollari. Tolte tasse e spese per gli avvocati, alla donna andranno fra i 60 e i 65 milioni. 01-04-2009 Afghanistan. 'Nuova' strategia Usa contro il narcotraffico: la Dea Le autorità statunitensi stanno valutando una nuova campagna contro il traffico di droga in Afghanistan, fonte primaria di finanziamento della guerriglia, che prevede l'invio nel paese asiatico di un gruppo di circa 80 agenti esperti di contrasto al narcotraffico. I dettagli del piano sono stati illustrati ad alcuni membri del Congresso, in un incontro a porte chiuso avvenuto a inizio marzo. L'impegno sarà simile a quello profuso dalla 'Drug Enforcement Administration' (Dea) contro i cartelli della droga nell'America Latina. L'obiettivo è quello di colpire il traffico della droga, i laboratori e gli strumenti per la lavorazione dell'oppio, per impedire l'arrivo di finanziamenti alla guerriglia talebana. Illustrando la sua nuova strategia per l'Afghanistan, il presidente Barack Obama aveva inoltre insistito sulla necessità di identificare nuovi settori di sviluppo dell'agricoltura locale, in modo da 'liberare' i coltivatori locali dalla loro dipendenza dalla produzione e dall commercio illegale della droga. La Dea, secondo quanto si è appreso, ha intenzione di costruire un team di circa 80 agenti ed esperti per avviare la nuova campagna contro il narcotraffico afgano. Il piano prevede anche un intervento diretto sull'attività di riciclaggio del denaro ricavato dalla droga e sul trasferimento del denaro in conti che hanno sede nei cosiddetti 'paradisi fiscali'. Il paese asiatico è il principale produttore di oppio al mondo. La droga afgana alimenta il 90 per cento del mercato mondiale. Le Nazioni Unite stimano che nel 2008 il traffico della droga avrebbe fruttato ai talebani e ai combattenti islamici dell'Afghanistan oltre 500 milioni di dollari. 01-04-2009 Italia. Saviano: Italia e Messico sono il futuro del narcotraffico mondiale Per Roberto Saviano, il Messico e l'Italia sono 'il futuro del narcotraffico nel mondo', e i rapporti instaurati tra il crimine organizzato dei due Paesi vengono sottovalutati. Tali relazioni 'stanno iniziando a passare dal mondo degli affari a quello della cultura', ha detto lo scrittore italiano in un'intervista al quotidiano messicano Reforma. 'Non basteranno l'esercito messicano o la Dea a fermare la crescita del narcotraffico nel paese latinoamericano', ha detto Saviano, che e' in Messico tra l'altro per presentare il suo nuovo libro 'Il contrario della morte'. Negli ambienti della camorra napoletana si venera il santo Gesu' Malverde, patrono dei narcos messicani che in vita fu una sorta di Robin Hood del Messico d'inizio secolo, ha tra l'altro rilevato l'autore di 'Gomorra', aggiungendo che ne' in Messico ne' in Italia 'e' stata data sufficiente importanza' al tema del narcotraffico. 'Si e' infatti sempre pensato che la Colombia fosse il 'numero uno' - ha concluso - mentre nessuno si e' accorto che in Messico il problema era invece avanzato molto'. 01-04-2009 Italia. Storie di guerra alla droga: un caso di tossicodipendenza in carcere Sono stati gli agenti di polizia penitenziaria a sventare un tentativo di suicidio all'interno della sezione G 9 del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. L'episodio, reso noto dal Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni, e' avvenuto nella tarda serata di lunedi'. Protagonista del gesto, un italiano di 32 anni, C. C., in carcere per diversi reati, per alcuni dei quali e' in attesa di giudizio, che ha cercato di impiccarsi con i lacci delle scarpe. Secondo quanto hanno ricostruito i collaboratori del Garante, l'uomo - che ha problemi di tossicodipendenza e disagio psichico - e' anoressico e negli ultimi tre mesi in carcere ha perso 20 chili arrivando a pesarne, oggi, 56. Da circa tre mesi l'uomo, per affrontare i suoi problemi aveva chiesto l'aiuto degli psicologi che tuttavia, in questo lasso di tempo, lo hanno potuto incontrare una volta sola visto l'elevato carico di lavoro. Per questi motivi l' unica sua fonte di sollievo era la terapia farmacologica che stava seguendo. Ieri sera, intorno alle 20.00, il tentativo di impiccarsi utilizzando i lacci delle scarpe. L'intervento tempestivo degli agenti di polizia penitenziaria, subito allertati dagli altri detenuti presenti, ha salvato la vita dell'uomo, ora ricoverato nel centro clinico del carcere. "Solo grazie all'intervento degli agenti, di cui mi preme sottolineare la grande professionalita', ha impedito che un altro detenuto, dopo quello dello scorso marzo a Velletri, si togliesse la vita in carcere - ha commentato il garante Angiolo Marroni. - Purtroppo questo avvio di 2009 sembra ricalcare quanto accaduto lo scorso anno, quando i morti dietro le sbarre furono 18. Il sovraffollamento, la mancanza di strutture e soprattutto di uomini denunciato da piu' parti anche ad altissimi livelli istituzionali, non fanno che ingigantire le problematiche del carcere. Ieri sera, ad esempio, c'erano in servizio 5 agenti a controllare oltre 400 detenuto. Tutto cio' non fa che mettere con le spalle al muro chi tali problemi e' costretto a subirli: detenuti, operatori e agenti di polizia penitenziaria". 01-04-2009 Usa. Maggioranza dei fumatori di marijuana costretta a disintossicarsi da 'dipendenza' inesistente Secondo il Dipartimento della salute e servizi sociali, quasi quattro persone su dieci il mese prima del ricovero non hanno consumato droghe. Delle 288 mila persone ricoverate nel 2007 per consumo di cannabis, oltre il 37% non l'ha fumata nei 30 giorni precedenti, mentre il 16% l'ha consumata massimo tre volte prima del ricovero. Paul Armentano del Norml ha commentato cosi' i risultati: "Queste statistiche dimostrano che non e' la marijuana che conduce ai ricoveri, e' responsabile il proibizionismo. Queste persone non sono tossicodipendenti nel senso stretto della parola, sono solo state sfortunate, perche' beccate dalla polizia e costrette a scegliere tra la detenzione e la disintossicazionë". Secondo statistiche nazionali e federali, il 60/70% delle persone iscritte nei centri disintossicanti lo sono perche' gia' inserite nelle liste penali, mentre sono meno del 15% le richieste volontarie. 01-04-2009 Coi soldi e' piu' facile smettere di fumare (e d'ingrassare) Per far desistere i fumatori dal loro vizio (o dal troppo cibo coloro che sono in sovrappeso) conviene puntare sui soldi. In Usa, l'IBM paga un premio in contanti ai collaboratori che si disfano dei chili in eccesso, che fanno sport o che smettono di fumare. Alla fine l'azienda ci guadagna. La lezione da trarre e' che lo stimolo economico e' piu' efficace di tanti buoni consigli. La conferma viene dall'esperimento condotto da Kevin Volpp, economista della sanita' dell'Universita' di Philadelphia (Pennsylvania): ha coinvolto 900 dipendenti di una grande azienda che fumavano in media 20 sigarette al giorno e che avevano tentato piu' volte di smettere. Tutti sono stati informati dei programmi per disabituarsi dal fumo. Al 50% del campione e' stato prospettato un compenso in denaro cosi' strutturato: la frequenza regolare a un corso per cessare di fumare sarebbe stato compensato con 100 dollari, l'astinenza dal tabacco con 250-400 dollari a seconda della durata. Dal rapporto pubblicato su New England Journal of Medicine (vol. 360, pag. 699), si evince che lo stimolo finanziario ha avuto un effetto maggiore dei buoni consigli. Nel gruppo dei "pagati" il 15% ha rinunciato al fumo, e dopo un anno e mezzo era astinente ancora il 10%; in quello di controllo solo il 5%. e a distanza di un anno mezzo il 4%. 02-04-2009 Italia. Serpelloni sui 'tossicodipendenti' da cannabis: e' il primo spinello che ti frega "E' il primo spinello, che ti frega, non l'ultimo, come si sente dire tra tossicodipendenti". Lo ha affermato il direttore del Dipartimento Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, Giovanni Serpelloni, ospite della trasmissione su Radio2 '28 minuti', condotta da Barbara Palombelli. "Quando si accetta di fumare -ha detto Serpelloni- si innesca un processo che non si conosce dove andra' a finire, che annulla la tua volonta' e incide sulla corteccia pre frontale del cervello, quella che controlla i comportamenti volontari, che ci fa discernere i comportamenti giusti da quelli sbagliati, che ci da' la consapevolezza di un problema". "Dobbiamo pensare -ha spiegato Serpelloni- che il cervello termina la sua maturazione intorno ai 21 anni, usare sostanze neurotossiche, e tutte le droghe lo sono, provoca comunque dei danni sulla normale maturazione. Per questo e' necessario rivalutare il ruolo della famiglia come 'agenzia educativa', cosi' come la scuola, due istituzioni che negli ultimi tempi sono venute a volte a mancare". Per Serpelloni, "Non dobbiamo demonizzare i genitori o gli insegnanti, ma fare una campagna di sensibilizzazione per fornire loro strumenti culturali ed educativi adeguati". Quanto ai 'drug test', ha concluso Serpelloni, "sono utili, alcuni sono tecnicamente validi altri meno, ma e' importante come vengono utilizzati, solo all'interno del rapporto genitori e figli e non effettuati dai genitore, ma da professionisti in via riservata col consenso del minore, se lui rifiutasse, avremmo gia' un primo sospetto su cui lavorare senza forzare per effettuare il test. Bisogna spiegare al ragazzo che la preoccupazione dei genitori e' sana e prudente ed e' un bel paradosso che si controlli, ad esempio, la scoliosi degli adolescenti e non si pensi, invece, a prevenire la prima causa di morte tra i diciottenni, per la droga stessa o per le patologie correlate al suo uso, come gli incidenti stradali". 02-04-2009 Italia. Sinistra e Liberta' lancia campagna "Seminare sinistra per raccogliere liberta'" 'Seminare sinistra per raccogliere liberta''. E' il tema della campagna nazionale non proibizionista presentata oggi da Sinistra e Liberta', con una 'semina' simbolica sulla terrazza del Pincio a Roma, presenti tra gli altri Paolo Cento e Daniele Farina. 'In questi anni - ha detto Cento - il proibizionismo ha prodotto soltanto morte, affari e criminalita'. Per questo seminiamo piante di liberta''. La campagna, ha spiegato Farina, inizia il 4 aprile allo Spazio Pubblico Leoncavallo di Milano e si concludera' il 9 maggio a Roma all'interno della Million Marijuana march. 'E' una appello e al tempo stesso una proposta politica che contiamo - hanno detto - si moltiplichi in centinaia di occasioni in tutto il paese. Si e' da poco conclusa la quinta Conferenza nazionale delle politiche antidroga a Trieste: un fallimento nel fallimento. Nel disastro prodotto dalle politiche proibizioniste su scala globale, si e' potuto toccare con mano quello della legge Fini-Giovanardi a tre anni dalla sua approvazione: consumi ai massimi, riduzione dell'eta' di prima assunzione, esplosione del narcotraffico'. Una legge, secondo gli esponenti di Sl 'largamente segnata da un approccio ideologico, fatta di improvvisazione e attacco al servizio pubblico sulle tossicodipendenze. Alle sperimentazioni di riduzione del danno e del rischio diffuse in Europa si e' opposta una cieca retorica. E invece e' una tragedia'. Per questo 'la Sinistra scende letteralmente in campo', anche guardando all'impegno delle prossime europee'. 'Non casualmente' la prima iniziativa di questa campagna si svolge la sera del 4 aprile, al termine della manifestazione della Cgil: 'un modo chiaro per segnare il rapporto ormai strettissimo che lega oggi diritti civili e sociali'. 03-04-2009 Mondo. Il narcotraffico sta vincendo la guerra. E ora che facciamo? La lotta alle mafie arranca dietro la loro capacita' di rinnovarsi - Aumentano le istituzioni che invitano a riconoscere il fallimento e a puntare sulla domanda. Le mafie della droga si rigenerano come l'idra della mitologia greca. Quando la polizia blocca una rotta, riappaiono da un'altra strada; quando i campi di coca o di oppio sono fumigati, spostano le coltivazioni in un altro angolo. Sebbene la lotta mondiale al narcotraffico abbia dato pochi frutti -i contrabbandieri sono sempre piu' potenti, le droghe meno care e abbondanti- la maggioranza dei paesi fa resistenza a sperimentare alternative al di la' della repressione schizofrenica, costosa e controproducente. Esistono modi efficaci per vincere la guerra delle droghe? La questione e' rispuntata con forza negli ultimi mesi. Si doveva valutare la strategia tracciata nel 1998 dalle Nazioni Unite per un periodo di 10 anni, e gli esperti hanno proclamato la sconfitta della battaglia contro i narcos e hanno chiesto l'abbandono della strategia repressiva che utopicamente s'era prefissa come obiettivo "un mondo libero dalle droghe". Per raggiungere la meta, alcuni Governi hanno tentato di sradicare l'origine del male. Invece, le campagne per eliminare con erbicidi i raccolti di coca sudamericana sono stati uno sperpero di denaro, soprattutto statunitense: s'e' ottenuto soltanto il trasferimento delle piantagioni in luoghi piu' nascosti e inaccessibili, e la produzione mondiale non e' diminuita. Tanto meno ha funzionato il blocco delle narcorotte. Benche' l'Onu stimi che attualmente si confischi attorno al 42% della produzione mondiale di cocaina e il 23% d'eroina, gli esperti in politica antidroga dubitano dell'affidabilita' di queste cifre e spiegano che la quantita' di droga che si spaccia nelle strade europee e statunitensi e' sempre maggiore, come dimostra il calo dei prezzi di vendita: tra il 10% e il 30% nell'ultimo decennio. Quanto piu' le forze dell'ordine cercano di rendere difficile la vita ai "cartelli", piu' questi investono in ingegno e risorse. Uno degli ultimi esempi dell'inesauribile capacita' del crimine organizzato di burlarsi dei controlli sono i narcosottomarini. Sono stati costruiti in cantieri navali clandestini nella foresta colombiana e sono capaci di trasportare 10 tonnellate di cocaina, a pelo d'acqua, verso il lucrativo mercato statunitense. La Guardia Costiera degli Usa, che ha impegnato un investimento milionario in sensori acquatici, nel 2008 ha intercettato una media di 10 semisommergibili al mese, benche' ritenga che quattro su cinque arrivino a destinazione senza essere avvistati. I capi della cocaina galiziana hanno usato un narcosottomarino in almeno un'occasione, nel 2006, quando la Guardia Civil ne trovo' uno abbandonato nell'estuario di Vigo. Questa I+D del traffico di droga cresce incoraggiata dalla succulenta ricompensa che ogni operazione condotta a buon fine comporta. Se fosse un paese, Narcolandia sarebbe la 21esima economia mondiale, secondo l'Onu, con un Pil annuale di 243.000 milioni di euro, appena dietro alla Svezia, con 272 milioni di euro. Nel Terzo Mondo, i narcos sono gli imprenditori piu' potenti. Come in Africa Occidentale, dove paesi quali la Guinea-Bissau ha nel commercio di anacardi con l'India la sua principale fonte legale di entrate. Con questi incentivi non e' strano che, malgrado i colpi inferti dalla polizia, ci sia sempre qualcuno disposto a giocarsi la vita tra le sbarre pur di entrare nell'affare. "I contrabbandieri pagano ai campesinos 300 dollari (227 euro) per le foglie di coca necessarie a produrre un chilo di cocaina, che nelle strade statunitensi, venduto in dosi da un grammo a 70 dollari (53 euro), fa incassare 100.000 dollari (76.000 euro)", sciorina Peter Reuter, professore dell'Universita' di Maryland e uno dei piu' accreditati esperti in politiche antidroga, il quale non crede che destinare piu' risorse alla repressione possa ridurre significativamente la quantita' di droga disponibile sui mercati consumatori, Usa ed Europa. "Sarebbe molto piu' efficace diminuire la forte domanda di droghe nei paesi consumatori che continuare a insistere nel controllo inconcludente dell'offerta", sostiene. "E' un imperativo rivedere la strategia di guerra alle droghe applicata negli ultimi 30 anni", conclude un rapporto pubblicato a febbraio dalla Commissione Latinoamericana su Droghe e Democrazia, con tre ex presidenti tra i suoi membri: Ernesto Zedillo (Messico), Fernando Henrique Cardoso (Brasile) e Cesar Gaviria (Colombia). "Le politiche proibizioniste (...) non hanno prodotto i risultati sperati. Siamo piu' lontani che mai dall'obiettivo proclamato dello sradicamento delle droghe". Il rapporto accusa Usa ed Europa di non fare abbastanza per prevenire o curare l'appetito di droghe dei loro cittadini, cosa che stimola la produzione e il traffico nel resto del mondo. Nonostante le considerevoli risorse investite in politiche antidroga (all'anno 40 miliardi di dollari in Usa e 34 miliardi di euro nell'Ue), solo un euro su quattro e' destinato alla prevenzione del consumo, mentre il resto e' investito in repressione del crimine. Non e' casuale che le doglianze provengano dalla regione che e' il principale campo di battaglia della guerra ai cartelli: in Messico, la sfida criminale al Governo ha gia' comportato 7.000 morti dal gennaio 2008 (supera i 6.628 in Palestina e Israele tra il 2000 e il 2008 registrati dalla ONG B'Tselem) e il sangue si espande nei paesi vicini come il Guatemala e l'Honduras. Hillary Clinton, Segretaria di Stato Usa, ha riconosciuto che per non aver contenuto il consumo domestico, il suo paese e' corresponsabile del dramma al sud della frontiera. Scommettere su alternative non significa abbassare la guardia rispetto ai narcos, avverte Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell'Agenzia Onu contro le droghe (UNODC, in inglese), un ufficio che assiste e coordina i Governi. Costa rimprovera che ci siano lobbies pro droga che difendono la legalizzazione come soluzione. "Non c'e' necessita' di sacrificare la protezione della salute dei cittadini per ridurre il crimine. I due obiettivi sono compatibili", assicura. Per molto tempo, ogni dissidenza dal concetto classico proibizionista ha suscitato sospetti. Ora che i "cartelli" provocano piu' stragi che mai nel Centroamerica, in Africa Occidentale o in Afghanistan, molti si chiedono che senso abbia che gli Stati abbiano permesso alle mafie di arricchirsi con il monopolio della droga e propongono un regime di legalizzazione controllato che sottrarrebbe loro una quota di mercato. "Non mi sorprenderebbe se in 5 o 10 anni emergesse con forza in Europa il dibattito per legalizzare la vendita di cannabis", sostiene Ethan Nadelmann, direttore esecutivo dell'Alleanza per la Politica delle Droghe, un'organizzazione che promuove la legalizzazione della vendita controllata di marijuana in Usa. Nel suo paese, principale portabandiera della guerra globale alla droga, ancora s'imprigionano i consumatori, ma l'Amministrazione di Obama ha rotto con il tabu' imperante per decenni in fatto di alternative contro la droga, con l'annuncio che sosterra' con fondi federali i programmi di distribuzione di siringhe per i tossicodipendenti. "Il dibattito per abbandonare il proibizionismo non era mai stato tanto acceso in usa in 30 anni", sostiene Nadelmann. "Obama e' piu' propenso a cambiare direzione, e cio' si ripercuotera' sul resto del mondo poiche' ridurra' le pressioni in Europa nel progresso di politiche piu' progressiste". Favorevoli o no alla legalizzazione, la filosofia che spinge i critici del proibizionismo e' che la societa' dovra' abituarsi a convivere con le droghe e a ridurre i loro effetti piu' dannosi. "L'ideale che anima molti Governi e' lo sradicamento delle droghe", constata Ivan Briscoe, specialista in narcotraffico della Fondazione per i Rapporti Internazionali e il Dialogo Esterno (Fride). ... Reuter crede che, in ultima istanza, l'influenza che lo Stato puo' esercitare sulla quantita' di droghe da consumare e' limitata poiche' sono valori culturali e sociali quelli che entrano in gioco. "Ci sono paesi con un consumo molto basso malgrado che non sia mai stata elaborata nessuna politica pubblica sulle droghe". I paladini della battaglia senza quartiere contro i trafficanti riconoscono la loro sconfitta, ma l'attribuiscono allo scarso coordinamento e alla poca volonta' dei Governi di porre fine al lavaggio del denaro. Finora lo sforzo e' stato un miscuglio di azioni nazionali e la cooperazione non e' andata oltre l'interscambio di informazioni e assistenza tecnica. E' mancata una forza di polizia mondiale? "Non e' necessario mettere le polizie sotto lo stesso comando", contesta Amado Philip de Andres, incaricato dello sviluppo dei programmi di UNODC in America Latina. "Quello che ci preoccupa e' la poca cooperazione che c'e' stata finora". Markus Schultze-Kraft, direttore in America Latina dell'International Crisis Group, un'influente organizzazione che consiglia i Governi in materia di sicurezza, crede che una polizia internazionale del narcotraffico sia un po' idealista. "E' gia' molto se si capiscono le polizie di due paesi che non condividono la stessa lingua, come Germania e Spagna, quando lavorano in un corpo d'interscambio d'informazione come Europol". Schultze-Kraft sostiene il risultato ottenuto con il Centro di Analisi e Operazioni contro il Narcotraffico per Via Marittima (MAOC-N, sigla inglese), operativo dal 2007. Con sede a Lisbona, esso serve a vigilare la costa tra il Sudafrica e la Norvegia, come ha fatto dal 1989 la JIATF-S statunitense sull'altra sponda dell'Atlantico. La Spagna, punto caldo di molte vie del narcotraffico, e' uno dei paesi che piu' spende in interventi di polizia contro la droga. Tende a proteggere la sua estesa frontiera costiera con un sofisticato e costoso dispiegamento di camere e sensori, il Sistema Integrato di Vigilanza Esterna (SIVE), che sebbene copra gia' Andalusia, Murcia e le Isole Canarie, non ha intimorito i narcotrafficanti. Lo sanno bene a Cadice, provincia pioniera nell'istallazione del SIVE, che malgrado i successi di polizia -il 25% dei sequestri di droga in Spagna nel 2008 - registra un traffico sempre piu' intenso, come ha avvertito in numerose occasioni la procuratrice antidroga di Cadice, Angeles Ayuso. "Quando disarticolano un'organizzazione, il giorno dopo ce ne sono altri disposti a occupare il loro posto" critica Francisco Mena, presidente da 20 anni del Coordinamento delle Associazioni Antidroga della provincia e buon conoscitore degli impulsi che spingono molti verso le reti criminali. "Un adolescente che controlla in spiaggia la presenza di guardie civili guadagna 1.500 euro... " Malgrado tutto, e benche' Cadice sia una delle province andaluse con piu' consumo, Mena riconosce che la situazione della sicurezza ora e' migliorata rispetto a prima che si impiantasse il SIVE. Il Piano Nazionale sulle Droghe ha posto un'enfasi crescente sulla prevenzione e il trattamento dei tossicodipendenti. Nel 2004, il piano ha smesso di stare nell'orbita del Ministero degli Interni per essere coordinato dalla Sanita', marcando il passaggio dal criterio d'ordine pubblico a quello della tutela della salute. "Bisogna insistere nella prevenzione, ma il problema delle droghe presenta molte facce e richiede attuazioni in una varieta' di ambiti", assicura la delegata del Plan Nacionale de Drogas, Carmen Moya: "E' certo che le misure esclusivamente repressive non risolvono il problema, pero' non possiamo fare economia di mezzi polizieschi". Se nel 2003 c'erano 3.491 poliziotti e guardie civili a combattere il crimine organizzato, oggi sono 10.653 gli agenti impiegati in questo settore. Nel 2009 e' previsto l'ampliamento del SIVE per l'Est, per frenare l'ingresso della droga dal delta dell'Ebro, ma i narcos hanno inaugurato una nuova via d'accesso molto piu' permeabile: l'entrata per la via dei Balcani. Inoltre hanno intensificato la rotta africana della cocaina, e continuano a far passare la droga in zodiac, piccoli aerei, contenitori di merci o nell'intestino dei "camellos" su voli commerciali. La creativita' e la sofisticazione dei trafficanti sembra non avere termine. Il Corpo Nazionale di Polizia di Barcellona, il 20 marzo ha intercettato un pacco proveniente dal Venezuela che conteneva 42 pezzi di vasellame -bicchieri, piatti e vasi- fabbricato con la cocaina. 03-04-2009 Italia. Lettera aperta ai canapai italiani Riceviamo e pubblichiamo Cari, Salviamoci la Canapa è arrivato al sesto anno, allargando le sue prospettive e aprendo un percorso dedicato all’energia. Da qui il nuovo nome, Energetica. Dallo scorso anno ogni edizione nasce intorno ad una domanda e anche il 2009 ha la sua. Il tema è l’energia. La domanda che ci facciamo è la seguente: è etico il consumo di energia (elettrica, mentale, fisica) del coltivatore casalingo di canapa? In altri termini, è etico autoprodurre la quantità di canapa necessaria alla propria sussistenza di consumatore? Questi interrogativi non cadono a caso. Il nuovo governo, sotto la guida del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanardi (che forte della delega alle tossicodipendenze, continua la sua personalissima war on drugs) ha orchestrato un attacco contro i canapai italiani, con la collaborazione della Procura di Ferrara, sequestrando la bellezza di duecentomila semi di canapa. Energetica 2009 sarà dedicata ai canapai, a tutti quei rivenditori che operano implicitamente per la normalizzazione dei prodotti legati al consumo e che forniscono spesso materiale informativo e cultura delle droghe. La filosofia del nostro festival è sempre stata legata alla volontà di operare per una corretta informazione sulle droghe, tanto che negli anni è stato dato spazio a convegni, incontri, dibattiti e che sono più di diecimila le pubblicazioni tematiche distribuite dal 2004. Credendo in questo, la nostra associazione ha intenzione di aprire un dialogo con tutti gli operatori del settore canapai/smart shop tentando di creare un momento di incontro durante il festival 2009. Per questa ragione con questa lettera offriamo uno spazio a tutti coloro che a giugno prossimo vorranno partecipare alla nostra manifestazione in qualità di canapai. Offriremo a tutti uno spazio, proponendo al nostro pubblico un percorso nell’universo della autocoltivazione. Da questo meeting speriamo possa nascere una rete di operatori e associazioni in grado di sviluppare una strategia di collaborazione in risposta agli attacchi giovanardeschi ed in grado di operare una sintesi tra i vari punti di vista in campo. Un incontro informale, ma utile per parlare, confrontarsi e fumare insieme. Un caro saluto. ENERGETICA 2009 VI edizione di Salviamoci la Canapa 12 13 19 e 20 giugno 2009 Parco la Pinetina – Riotorto Piombino LI Andrea Fornai, www.nojerksite.it 03-04-2009 Spagna. Marijuana frena lo sviluppo dei tumori, al via test Il Thc, principale componente attiva della marijuana, potrebbe avere per effetto di ridurre la crescita di alcuni tumori: e' la conclusione di uno studio della universita' computense di Madrid, di cui riferisce oggi la stampa spagnola. I ricercatori del dipartimento di biochimica dell'universita' spagnola, riferisce Publico, hanno iniettato una dose quotidiana di Thc in topi di laboratorio nei quali erano state sviluppati tumori ed hanno constatato un processo di autodistruzione per autofagia delle cellule cancerogene. La somministrazione di Thc, secondo l'equipe responsabile dello studio, guidata dal professor Guillermo Velasco, 'ha ridotto di oltre l'80% la crescita dei tumori derivati da vari tipi di cellula'. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nell'edizione di aprile del Journal of Clinical Investigation. Le cellule cancerogene sviluppate nei topi per la ricerca erano del tipo presente nei tumori umani al cervello, al pancreas e al seno. Un esperimento clinico, con iniezioni intracraniche di Thc per 26 - 30 giorni, condotto dall'equipe di Velasco su due pazienti colpiti da un tumore aggressivo al cervello ha mostrato un 'processo di morte delle cellule', attraverso un processo di autofagia. 03-04-2009 Italia. Perduca (Radicali) a Brunetta: eliminare lo spreco della guerra alla droga "Nella sua lotta quotidiana a sprechi e alla mala-amministrazione, perche' il ministro Brunetta non inizia a prendere in considerazione la possibilita' di 'rompere anche l'equilibrio perverso' della guerra alla droga che costa milioni di euro e che non da risultati?". Lo sostiene Marco Perduca, senatore radicale del Pd che aggiunge: "Nei prossimi giorni con la senatrice Poretti presenteremo una serie di interrogazioni parlamentari per capire quanta attenzione viene prestata a questi mega-sprechi che oltre ad arrecare un danno alle casse pubbliche finanziano politiche criminogene e liberticide". 03-04-2009 Italia. Rutelli sotto shock: quella dei giovani e' generazione di disabili 'Stiamo creando una generazione di disabili connessa all'uso di sostanze psicotrope considerate sostanzialmente accettate le cui conseguenze sono del tutto inesplorate e non considerate'. Lo ha detto Francesco Rutelli, intervenendo al convegno 'Il diritto a una buona vita', organizzato dall'associazione 'PeR, persone e reti'. I ragazzi in eta' adolescenziale o pre-adolescenziale rischiano di dover 'essere curati', spiega Rutelli, a causa dell'assunzione di 'mix di droga, pasticche e alcol' che al momento sono del tutto sottovalutati nei loro effetti futuri. 04-04-2009 Italia. Prende il via campagna antiproibizionista al Leoncavallo di Milano Con il convegno "Seminare sinistra per raccogliere libertà" si apre oggi alle 21.30 allo "Spazio Pubblico Leoncavallo" di Milano una "campagna nazionale non proibizionista" che si concluderà il prossimo 9 maggio a Roma all'interno della "Million marijuana march". All'iniziativa, nell'ambito della "Festa della semina", interverranno Paolo Cento, Daniele Farina e Arturo Scotto. "E' una appello e al tempo stesso una proposta politica che contiamo si moltiplichi in centinaia di occasioni in tutto il Paese" spiegano i militanti dello storico centro sociale milanese, che denunciano "nel disastro prodotto dalle politiche proibizioniste su scala globale si è potuto toccare con mano quello della legge Fini- Giovanardi (49/2006) a tre anni dalla sua approvazione: consumi ai massimi, riduzione dell'età di prima assunzione, esplosione del narcotraffico". "Alle sperimentazioni di riduzione del danno e del rischio largamente diffuse in Europa si è opposta una cieca retorica, alle politiche di prevenzione e all'informazione si è sostituita un'affabulazione con tratti di farsa" continuano i promotori dell'iniziativa, sottolineando che si tratta "invece di una tragedia: nei prossimi anni il governo condanna centinaia di migliaia di cittadini e le loro famiglie ad una battaglia solitaria, e molti di piú al girone delle sanzioni penali e amministrative". "E' ormai chiaro - concludono dal Leoncavallo - che servono approcci radicalmente nuovi: la Sinistra scende letteralmente in campo e guarda alle sperimentazioni che qua è là in Europa e nel mondo disegnano le possibili alternative". Al convegno seguirà il concerto "Almamegretta Indub Tour 2009", con Neil Perch (membro fondatore degli Zion Train)" e Marcello Coleman. 04-04-2009 Primi successi dei locali pubblici senza fumo In Germania il divieto di fumo nei ristoranti ha migliorato non solo la qualita' dell'aria dei locali, ma anche la salute del personale. "I valori funzionali dei polmoni dei lavoratori sono migliorati, e sono diminuite tosse e irritazioni alle mucose", dice Dennis Nowak della Societa' tedesca di pneumologia. Il fumo passivo e' il terzo fattore evitabile di morte -responsabile di malattie cardiocircolatorie, respiratorie, polmonari, di cancro al seno e, nei bambini, di otiti e morti improvvise; causa 2.100 - 2.500 malattie cardiocircolatorie e 280 tumori polmonari l'anno. I benefici del divieto di fumo nei luoghi pubblici sono riscontrabili un po' ovunque in Europa. In Scozia i ricoveri ospedalieri per la calcificazione delle coronarie sono scesi del 17%. ----------------------------- NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA. Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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