====== AVVERTENZE ========================= Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori. Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452 URL: http://www.aduc.it Avvertenze numero 2009-3 del 1 Febbraio 2009 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/ In questo numero: - Editoriale. Stato della Giustizia. Ecco perche' esistono i delinquenti economici http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=257 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=257 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=257 - La scheda. CONTRATTI DI AFFITTO: UNA GUIDA http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40779 - La pulce nell'orecchio. ALTRE TEMPESTE http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Il cieco non sogna al buio. A Futura Memoria http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Rsa. Incostituzionalita' della legge regionale Toscana: ennesimo tentativo a danno delle tasche dei meno abbienti http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Giulio, Corrado e Antonio e i derivati venduti ai pensionati italiani dalle Poste http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php - Il Condominio. Decoro architettonico http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php - Gli Articoli ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi & Consumi http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Droghe http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Salute http://www.aduc.it/dyn/salute/ Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Telecomunicazioni http://www.aduc.it/dyn/tlc i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia ------------------------------------------- EDITORIALE Stato della Giustizia. Ecco perche' esistono i delinquenti economici Le varie inaugurazioni dell'anno giudiziario hanno confermato ovunque, dopo quanto gia' detto il 30 gennaio per la situazione nazionale, uno stato dell'amministrazione della giustizia da incubo. La "cenerentola" in assoluto e' la giustizia civile, quella di cui il cittadino comune ne ha consapevolezza solo se in qualche modo ne ha avuto a che fare e che lo porta a non pronunciare mai piu' una frase tipica come "se non la smetti ti denuncio"... Con una pletora di avvocati, personale amministrativo insufficiente, strutture inappropriate, carceri strabordanti a cui il ministro vuol porre rimedio facendone costruire altri e ignorando quelle in costruzione e mai finite, etc etc. .... il minimo che puo' capitare e' ritrovarsi un Paese come il nostro: certezza del diritto e della pena vissuto come optional dei discorsi delle feste di partito e delle campagne elettorali. La nostra esperienza di associazione e' "limitata" per l'appunto alla giustizia civile a cui, volenti o nolenti, dobbiamo fare riferimento per risolvere quasi tutte le questioni che trattiamo: piccoli e grossi illeciti, spesso anche opera della pubblica amministrazione. Con le conferme che ci vengono dagli amministratori della giustizia, c'e' poco da stupirsi della diffusa e sempre crescente delinquenza economica presente in tutti i settori: dalle compravendite fra privati ai servizi di telefonia mobile e fissa, dalle multe "a go-go" dei Comuni sul codice della strada... ai gestori pubblici di servizi come quello idrico, dalle banche con gestioni criminali dei conti correnti... alle Poste che rifilano fregature finanziare ai pensionati, dai viaggiatori Alitalia trattati come merce per scambi sindacali e risanamento per le buoneuscite da nababbi dei vari amministratori.... ai viaggiatori delle ferrovie trattati peggio delle gia' disastrate merci su rotaia, dai Sindaci che credono di essere legislatori e fomentano odio, violenza e sfascio delle istituzioni nei rapporti coi nuovi cittadini che vengono da altri continenti... alle Regioni che legiferano dimenticando Costituzione e diritto.... Insomma, crediamo di esserci spiegati. Questa Italia esiste, in parte scrive a noi e ci chiede consigli (1) e, allo stato dei fatti, non c'e' motivo per cui non debba continuare e peggiorare, tanto, chi, ricevuto un torto, avra' mai il coraggio di poter dire a ragion veduta a chiunque "se non la smetti ti denuncio"? (1) vedi la rubrica "Cara Aduc" con lettere e relative risposte pubblicate a cadenza quotidiana: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/caraduc (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo CINA / Quasi trecento milioni di cinesi navigano in Internet, il 90% in banda larga A fine 2008 erano 298 milioni gli utenti Internet cinesi: il 41,9% in piu' rispetto alla fine del 2007. A renderlo noto il Centro di Informazione su Internet, che fa capo al governo, dalla pagine del quotidiano China Daily. Nello specifico il 90% degli internauti cinesi naviga in banda larga, la quale puo' vantare una penetrazione pari al 22,6% (ben al di sopra della media di penetrazione mondiale che non supera il 21,9%). A fine 2008 erano invece 117 milioni gli utenti di telefoni cellulari con un aumento del 113% rispetto allo stesso periodo del 2007. La Cina, che nel 2006 aveva 123 milioni di utenti Web, ha superato a febbraio 2007 gli Stati Uniti, fino ad allora il paese con il maggior numero di navigatori (210 milioni), raggiungendo i 221 milioni. ITALIA / Sanita': gli italiani preferiscono quella pubblica, al Sud molto meno Gli italiani confermano la loro fiducia al Servizio sanitario nazionale, promosso dal 54% dei cittadini. Anche se il gradimento cambia parecchio lungo lo Stivale: tocca punte del 66% al Nord e 'precipita' di 20 punti percentuali nelle regioni del Centro (46%) e ancor di piu' al Sud (41%). La sanita' pubblica, comunque, continua a essere preferita a quella privata: il 70% preferisce gli ospedali pubblici a quelli privati. Sono i risultati principali dell'indagine 'Gli italiani e il Ssn', promossa dall'Anaao Assomed, realizzata dalla Swg di Trieste su un campione rappresentativo della popolazione italiana con piu' di 25 anni d'eta'. ITALIA / Il 45% delle case è abitazione principale Il 45% degli immobili in Italia e' adibito ad abitazione principale o sue pertinenze, il 9% e' a disposizione dei proprietari e il 9,5% risulta affittato, di cui solo lo 0,60% ad equo canone. Altri utilizzi si riscontrano nel 14,4% dei casi, mentre non si e' pervenuti alla ricostruzione dell'utilizzo per il 10,9% degli immobili. E' quanto emerge dalla mappatura del patrimonio immobiliare italiano realizzata dall'Agenzia del Territorio, dal dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia e dalla Sogei e pubblicata nel volume 'Gli immobili in Italia: dialoghi tra banche dati'. ITALIA / Il call center dell'Agenzia delle Entrate cambia numero e si da' al Voip Riduzione dei tempi d'attesa e un solo numero da ricordare - 848 800 444 - per chiedere informazioni, conoscere la situazione di un rimborso, prenotare un appuntamento presso uno dei 400 uffici dell'Agenzia delle Entrate che, in linea con quanto stabilito dal Cnipa, e' stata tra le prime amministrazioni ad implementare la tecnologia VoIP (Voce tramite Protocollo Internet) per la gestione dei propri call center, con una significativa riduzione dei costi di gestione e di manutenzione a carico dell'Amministrazione. Per chi volesse contattare l'Agenzia delle Entrate tramite cellulare il numero da salvare in rubrica e' 06 96668907 che sostituisce il vecchio 199 148 398. Mentre chi chiama dall'Estero dovra' comporre 0039 6 96668933. Resta invece uguale il numero - 320 4308444 - a cui inviare un sms per informazioni generali. ITALIA / Cassazione: i 'vigilini' non possono multare per sosta vietata sul marciapiede I marciapiedi sono "off limits" per gli ausiliari del traffico. Le multe alle moto o perfino alle auto in sosta negli spazi riservati ai pedoni non sono di competenza dei "vigilini". In questi casi la contravvenzione puo' essere firmata soltanto dal vigile "ufficiale". La Cassazione ha infatti accolto il ricorso di un motociclista bolognese, Gianfranco B., che si era opposto alla sanzione inflittagli dagli ausiliari del traffico per avere posteggiato il motorino sul marciapiedi. La sentenza della seconda sezione civile, la numero 551, ha ribaltato il giudizio del giudice di pace secondo il quale, invece, il verbale era valido perche'‚ redatto materialmente dalla polizia municipale, anche se la segnalazione proveniva da un ausiliario del traffico. Una tesi bocciata dalla suprema Corte. "Gli ausiliari del traffico - scrivono i giudici del Palazzaccio - sono legittimati ad accertare e contestare violazioni a norme del codice della strada solo se tali violazione riguardano disposizioni in materia strettamente connessa all'attività svolta dall'impresa di gestione dei posteggi pubblici o di trasporto pubblico". ITALIA / Social card. Ministro ombra a Tremonti; 'via crucis infinita, ma la tortura non e' reato?' “Vorrei tanto che il ministro Tremonti si calasse nei panni di un pensionato che ha bisogno anche di 40 euro al mese in piu' e che si e' sottoposto entro il 31 dicembre al complicato percorso ad ostacoli escogitato dal governo”. Cosi il ministro della Semplificazione del governo ombra, Beatrice Magnolfi, si rivolge al ministro dell’Economia, elencando poi punto per punto l’iter da affrontare per beneficiare della Social card. “1. Dopo aver avuto notizia della Social Card, si mette in fila presso un ente o un patronato per avere informazioni piu' dettagliate e capire se rientra fra gli aventi diritto. E’ probabile che torni a casa piu' avvilito di prima: i criteri sono talmente rigidi che pochissimi ci rientrano. 2. Nel caso in cui riceva informazioni favorevoli, deve prendere l'appuntamento per essere aiutato a riempire il complicatissimo modulo ISEE. 3. Il giorno dell'appuntamento si reca al Caf per l'ISEE, ma il più delle volte non ha tutta la documentazione richiesta per riempire tutti i campi del modulo e dunque deve tornare qualche giorno dopo. 4. A questo punto deve recarsi presso un ufficio postale abilitato a ricevere il modulo. Anche qui trova la fila, alla fine della quale l'operatore, se va tutto bene, gli consegna la Card, che tuttavia non può ancora essere utilizzata. Infatti le Poste invieranno il modulo all'INPS per l’accertamento dei requisiti. 5. Deve aspettare che arrivi a casa la lettera del Ministero dell'Economia con il PIN personalizzato, dopo che l'INPS ha raccolto la domanda e accertato i requisiti. 6. Una volta ricevuto il PIN, si reca nel negozio sotto casa, ma scopre che non è abilitato al circuito Mastercard, che, in cambio di un cospicuo aggio, è il gestore unico della Card. 7. Si spinge finalmente al supermercato più vicino, riempie il carrello per un valore di 38 euro, ma la cassiera gli comunica, di fronte a tutti che la carta dei poveri è vuota. “Ministro Tremonti – conclude Magnolfi –, ma la tortura non e' un reato?” U.E. / Italia condannata per il '112' La Corte di Giustizia delle Comunita' Europee ha condannato l'Italia per il numero unico di emergenza nazionale "112". Non e' stata messa a disposizione delle autorita' incaricate dei soccorsi l'ubicazione del chiamante per tutte le chiamate effettuate. Il termine per farlo era il 24 luglio 2003 e si e' giunti fino ad oggi, nonostante le varie sollecitazioni a mettersi in regola, alla condanna definitiva. ITALIA / Danno da fumo risarcibile anche per sigarette light Le sezioni unite della Cassazione, con la sentenza n.794/2009 hanno stabilito che e' risarcibile, dietro dimostrazione, anche il danno provocato dalle sigarette light. Nella fattispecie si trattava di un consumatore che era passato a questo tipo di fumo perche' convinto dalla pubblicita' che facesse meno male. MONDO / Ogni anno muoiono 70.000 madri-bambine Il rapporto Unicef "La condizione dell'infanzia nel mondo" per il 2009, denuncia i matrimoni precoci come principali fattori di mortalita' materna. Le ragazze che partoriscono prima dei 15 anni hanno probabilita' maggiori di cinque volte per morire di parto rispetto alle ragazze di oltre 20 anni. E le morti di queste madri-bambine ogni anno sono 70.000. ITALIA / Delirium tax: non solo Bologna.... Quella che e' stata chiamata "delirium tax" dai commercianti bolognesi costretti a pagare anche per il menu' esposto sulle vetrine dei propri ristoranti (1) perche' ritenuta pubblicita', non e' solo un fenomeno del capoluogo dell'Emilia Romagna, ma coinvolge anche Firenze e citta' limitrofe. Edicolanti multati per il cartello "qui fotocopie", ristoranti per l'esposizione delle vetrofanie delle carte di credito accettate, cartelli con la promozione del giorno. A Firenze una multa di 100 euro per uno zerbino all'ingresso (occupazione abusiva di suolo publbico) e 1.100euro di tassa per tenere, nel periodo natalizio, un tappeto e due vasi fuori del negozio. (1) http://www.aduc.it/dyn/ucquot/noti.php?id=246577 OLANDA / Pessimi cittadini con la citta' brutta e sporca Secondo una ricerca dello psicologo Kee Keizer dell'Universita' di Groningen, l'ambiente degradato spinge a comportarsi male, ritenendosi certi dell'impunita'. Ha filmato persone che passavano davanti ad una buca delle lettere da cui spuntava un biglietto di cinque euro e persone che dovevano raggiungere un supermercato. In entrambi i casi, quando i luoghi erano immacolati, le persone si sono comportate civilmente, quando invece le pareti, per esempio, erano scarabocchiate con graffiti e c'era un degrado, i cinque euro sono stati rubati e per andare al supermercato passavano sulle aiuole. Il tutto e' stato pubblicato sulla rivista Science. ITALIA / Il 25% dei medici fuma Secondo uno studio dell'Istituto europeo di oncologia, i medici tabagisti in Italia sarebbero il 25,3% e questo spiegherebbe perche' chi si rivolge al proprio medico per smettere di fumare, non riceve abitualmente grande soddisfazione. Secondo l'Oms, mentre in Canada, Usa, Gran Bretagna e Australia il numero dei medici tabagisti e' notevolmente calato, in Paesi come Bosnia Erzegovina e Turchia si assesta intorno al 50-55% e in Cina arriva al 61%. Inaspettatamente anche i medici danesi sono una buona percentuale: 29! L'obiettivo sarebbe quello norvegese dove, negli anni Cinquanta i medici fumatori erano l'80% e, nella fine degli anni Novanta, sono diventati il 15%. ITALIA / Vietata la pubblicita' atea sugli autobus di Genova La campagna pubblicitaria dell'Uaar, alla fine e' stata vietata. Gli autobus di Genova non porteranno la scritta "La cattiva notizia e' che dio non esiste. Quella buona, e' che non ne hai bisogno". La concessionaria pubblicitaria, Igp Decaux, rifacendosi al codice di autodisciplina pubblicitaria ha motivato che "sarebbe una comunicazione che offende le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini e non rispetta la dignita' della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni". Gli atei e agnostici organizzati nell'Uaar: "e' una censura. In Italia non si puo' non essere allineati con la prevalenza cattolica"; e si riservano azioni legali. ITALIA / Attenzione al mineral drink che la Fangocur vende online: contiene arsenico Attenzione al mineral drink, integratore a base di argilla venduto su Internet - in confezione doppia da 100 ml - esclusivamente sul sito della ditta di produzione la Fangocur. L'avviso arriva dal ministero del Lavoro, Salute e delle Politiche Sociali che invita tutte le persone che fossero in possesso del prodotto "a non consumarlo e consegnarlo alle autorita' sanitarie competenti per zona". Nel prodotto sarebbero stati riscontrati elevati livelli di arsenico, piombo e tallio e molti consumatori hanno segnalato "vertigini, perdita di concentrazione e dell'accomodazione visiva, palpitazioni e crampi allo stomaco". Sintomi che possono essere legati "alla presenza nel prodotto di elevate concentrazioni di metalli pesanti". G.BRETAGNA / I conservanti dei farmaci sono pericolosi per i bimbi La Food Commission ha preso in esame 41 farmaci destinati ai bambini al di sotto dei 3 anni d'eta' ed ha constatato che in 40 di essi erano presenti additivi artificiali potenzialmente pericolosi per la salute dei piccoli. Molti degli additivi trovati sono vietati negli alimenti e nelle bevande per i bambini di quella fascia d'eta'. Inoltre, i foglietti ilustrativi dei medicinali non sempre avvertono della presenza di queste sostanze e dei loro possibili effetti sulla salute. ITALIA / Abi: sei immigrati su dieci scelgono la propria banca tramite passaparola Sei immigrati su 10 scelgono la banca con il passaparola sulla convenienza delle condizioni e sulla qualità del servizio. È proprio il passaparola il canale principale di accesso ai servizi bancari (58%) ma un suo peso ha anche il ruolo delle associazioni di connazionali (13%), mentre solo per alcuni (5%) la banca era già conosciuta nel paese d'origine. I dati confermano il ruolo e l'importanza delle reti informali nel passaggio di informazioni per gli immigrati. E' uno dei risultati della ricerca Abi-Cespi "Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati" che sarà presentato al quarto 'Forum sulla responsabilità sociale il 27 e 28 gennaio a Roma'. Secondo la ricerca, la banca è vista soprattutto come il luogo dove depositare i propri risparmi per il senso di sicurezza che infonde. Per l'84% degli immigrati questa funzione di deposito è preminente, mentre per il 60% è significativa anche quella di accesso al credito. Tra i fattori determinanti nel rapporto con le banche, emergono innanzitutto vicinanza a casa e accoglienza, seguono condizioni economiche, vicinanza al lavoro, flessibilità degli orari e delle condizioni, consulenza. I servizi di pagamento - assegni, carte di debito, addebito delle bollette e accredito dello stipendio - sono i piú utilizzati (47%); seguono quelli per la gestione della liquidità, che comprendono il conto corrente e i depositi a risparmio (36%). I finanziamenti (14%) e gli investimenti (1%) hanno un peso minore. Quasi l'80% usa il bancomat, il 10% l'home banking. I servizi di addebito-accredito dello stipendio sono utilizzati quasi da un immigrato su due. Mutui e prestiti personali sono utilizzati dal 27% dei correntisti, mentre le carte di credito da circa il 20%. I mutui hanno il maggior incremento al crescere dell'anzianità migratoria, tanto che un immigrato su cinque residente in Italia da piú di 10 anni ne ha sottoscritto uno. I prestiti personali hanno invece un ruolo per far fronte alle spese piú importanti sin dalle prime fasi dell'integrazione per la maggiore flessibilità e accessibilità. ITALIA / Il gioco d'azzardo tira: piu' 12,7% in un anno Sono definitivi i dati della raccolta del settore giochi per il 2008, che confermano le prime stime: un comparto complessivamente in crescita, con entrate per 47.554 milioni di euro, con un aumento del 12,7% rispetto ai 42.192 milioni raccolti nel 2007. In crescita, rileva l'agenzia specializzata Agicos, anche le entrate erariali che, nel 2008, si sono attestate sui 7.747 milioni di euro, con un incremento del 7,7% (pari a 551 milioni di euro) rispetto ai 7.195 milioni raccolti nel 2007. Mediamente da tutti i giochi e le scommesse del portafoglio gestito da Aams, e' tornato all'Erario il 16,3% di quanto raccolto. EUROPA / In dieci anni mangeremo meno ma meglio Nei prossimi 10-15 anni in Europa s'assistera' a una doppia tendenza nell'alimentazione: si mangera' e si sprechera' di meno, mentre l'agricoltura tornera' ad avere un ruolo centrale. Lo segnala l'European Food Trends Report del Gottlieb Duttweiler Institut (GDI), che si basa su interviste fatte ad esperti della ricerca, dell'industria alimentare e della gastronomia di diversi Paesi europei. Il crescente fabbisogno di cibo e i mutamenti climatici sono diventati un freno all'abbondanza dei prodotti e al calo dei prezzi di questi ultimi anni. A cio' s'aggiunga la sfiducia dei consumatori, dovuta alla scarsa trasparenza delle confezioni e alle nuove teorie nutrizionali. In conclusione: si prevede l'affermarsi di prodotti di qualita' regionali e della produzione "biologica". BELGIO / Due auto al prezzo di una Dal 22 gennaio, la concessionaria belga Cardoen offre due auto al prezzo di una. Chi compra una Hunday H 200 -prezzo di listino 22.800 euro- puo' portarsi via gratis una Skoda Roomster Family che di solito viene venduta a 13.600 euro. Ma questo e' solo un esempio. Con l'azione "la seconda auto gratis" intendiamo reagire al crollo del mercato automobilistico belga, ha spiegato l'azienda. I clienti possono scegliere tra 20 modelli differenti, il cui prezzo di listino e' intorno ai 23.000 euro; la seconda macchina e' in offerta tra vari modelli, auto nuove o "quasi nuove" di piccola cilindrata, del valore massimo di 14.000 euro. La campagna dura fino all'8 febbraio, salvo esaurimento scorte. Per ora sono previste 100 auto nuove piu' 100 seconde auto. Non e' la prima volta. Gia' a dicembre Cardoen aveva lanciato questa promozione, con il risultato d'aver venduto 400 auto e regalato altrettante utilitarie. U.E. / Etichette: nuovi limiti per poter definire un cibo senza glutine Dal 2012 nuove regole per l'etichettatura degli alimenti destinati alle persone intolleranti al glutine, i celiaci. Sono stati armonizzati per tutti i 27 Paesi Ue i limiti per definire una cibo "senza glutine", massimo 20ppm (parti per milione), e "very low gluten", tra i 21 e i 100ppm. ITALIA / La famiglia uccide piu' della mafia. Vittime soprattutto donne Un morto ogni due giorni, oltre 1.300 vittime in sei anni: la famiglia italiana uccide piu' della mafia, della criminalita' organizzata straniera e di quella comune. E quello che dovrebbe essere il luogo piu' sicuro, la casa, si trasforma invece nel luogo a piu' elevato rischio, come stanno a dimostrare gli ultimi fatti di sangue avvenuti nelle ultime ore a Foggia, Siena, Campobasso e nelle Marche. Dai dati degli ultimi due rapporti Eures-Ansa sull'omicidio volontario in Italia - relativi agli anni 2005 e 2006 - emerge una realta' inequivocabile: un omicidio su tre avviene in ambito familiare. Nel 2006 ad esempio, le vittime di omicidi in famiglia sono state 195, pari al 31,7% di quelle complessive, con una crescita del 12% rispetto all'anno precedente, quando le vittime furono 176 (il 29,1% del totale). Le vittime di mafia sono state, nel 2006, il 25,2% del totale, e solo il 12,7% del totale degli omicidi quelle della tanto temuta microcriminalita'. Anche nel 2005, la criminalita' organizzata e quella comune hanno ucciso meno della famiglia: 176 i morti in ambito familiare, 146 le vittime di mafia (24,4% del totale), 91 quelle della criminalita' comune (15,2%). Gli ultimi dati a disposizione - quelli relativi appunto al 2006 - sottolineano inoltre che quasi la meta' degli omicidi in famiglia avviene al Nord (94 vittime, pari al 48,4% del totale), mentre al Sud se ne contano 62 (31,8%) ed al Centro 39 (20%). La Lombardia e' la prima regione per numero di omicidi in famiglia (30); seguono il Veneto (22), la Campania (18), la Sicilia (17) e Lazio, Toscana ed Emilia Romagna (14 vittime). Delle 195 vittime del 2006, 134 sono donne (+36,7% rispetto all'anno precedente). Il rischio piu' alto e' per le inoccupate, tra i 25 ed i 54 anni. Ed e' proprio nel rapporto di coppia che avviene oltre la meta' degli omicidi (52,8%), considerando che il 72,8% di questi delitti avviene all'interno delle abitazioni. L'arma da taglio risulta lo strumento piu' utilizzato negli omicidi in famiglia (31,3%) e in nove casi su dieci e' maschio l'autore del delitto. AUSTRALIA / La mammografia? Anche di sera nel grande magazzino Ha aperto a Sydney la prima clinica al mondo che offre la diagnosi gratuita del tumore al seno all'interno di un grande magazzino, rendendo piu' accessibile un servizio da sempre offerto nelle strutture ospedaliere durante l'orario di lavoro. La Sunflower Clinic, o Clinica del girasole, ha gli stessi orari dei grandi magazzini Myer in cui e' situata, e permette di effettuare mammografie in orario serale e durante i weekend, venendo incontro alle esigenze delle donne che lavorano, e che fanno la spesa. La scintigrafia viene subito trasmessa alla struttura ospedaliera associata, dove due medici formulano la diagnosi in tempo reale. ITALIA / Sentenza Cassazione: il Comune deve risarcire i danni da cattiva manutenzione delle strade Se la cattiva manutenzione delle strade provoca incidenti, i danni deve pagarli il Comune. Soprattutto quando l'amministrazione ha diviso in zone il territorio urbano e ha appaltato a diverse imprese i servizi di manutenzione. Con una sentenza che rappresenta una vittoria per motociclisti e 'scooteristi', la Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito che avevano "assolto" il comune di Roma dall'obbligo di risarcire un motociclista che si era fratturato un braccio scivolando su una macchia d'olio. ITALIA / (In)Giustizia: nove milioni di processi pendenti, tempi biblici per il civile Sono quasi 9 milioni i processi - civili e penali - pendenti nel nostro Paese. A fornire il dato e' il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso della relazione alla Camera sullo stato della giustizia. I processi civili pendenti sono 5.425.000, mentre quelli penali sono 3.262.000. Nel settore civile, si registra un progressivo aumento delle sopravvenienze (da 3.665.479 del 2001 a 4.577.594 del 2007) e la giacenza media dei procedimenti ordinari e' pari a 960 giorni per il primo grado e a 1.509 giorni per l'appello. ITALIA / Sanita': buco da 10 miliardi e 350 mila famiglie impoverite per spese mediche non previste La spesa sanitaria italiana continua a crescere e piu' rapidamente del Pil. Nel 2010 la forbice fra finanziamento statale e spesa potrebbe aprire una voragine da 10 miliardi che le regioni dovrebbero colmare con recuperi in termini di efficienza o inasprendo la compartecipazione dei cittadini e tagliando i servizi. Lo rileva il sesto rapporto sanita' del Ceis dell'universita' di Tor Vergata di Roma, secondo il quale gia' da oggi gli italiani pagano un gran numero di prestazioni sanitarie. Sono 349.180 le famiglie italiane che nel 2006 si sono impoverite a causa di spese sanitarie impreviste. ITALIA / Lufthansa ricorre all'Antitrust europeo contro il monopolio dei voli Roma-Milano Lufthansa non esclude un ricorso all'Antitrust europeo per la tratta Milano-Roma. Ai giornalisti che gli chiedevano se questa fosse l'unica strada possibile, Karl Ulrich Garnadt, membro del board di Lufthansa, oggi all'aeroporto di Malpensa per il battesimo della nuova Compagnia Lufthansa Italia, ha risposto "credo di si'. Questa rotta e' sotto monopolio, protetta e gli italiani se ne devono accorgere". Per Lufthansa Italia il mercato italiano e' un mercato di affari. "Lufthansa Italia - ha detto Garnadt - e' una business company, faremmo il possibile per coprire la tratta Milano-Roma, se ne avessimo i diritti cominceremmo anche domani. Abbiamo fatto domanda per i diritti di atterraggio, ma e' stata respinta. Ora - ha concluso Garnadt - stiamo valutando che fare: noi abbiamo la volonta' di operare li'". Lufthansa Italia avra' lo status di Aoc italiana da settembre o ottobre, poi potra' operare da Compagnia italiana. MONDO / Toyota richiama 1,35 milioni di veicoli Il costruttore giapponese Toyota annuncia il richiamo in tutto il mondo di 1,35 milioni di tre suoi modelli, a causa di difetti alla cintura di sicurezza o alla marmitta o ad ambedue. La misura riguarda 525.000 Vitz, Belta e Ractis in Giappone e 830.000 unita' dei modelli Yaris Hutchback e Yaris Sedan (identiche a Vitz e Belta ma vendute con un nome diverso) in America del Nord, Europa e in altre parti del mondo, spiega un portavoce. I modelli oggetto del ritiro sono stati costruiti tra gennaio 2005 e aprile 2008. ITALIA / Dare in affitto una casa rende quasi il 5% l'anno Rende il 4,9% in media affittare una casa, un rendimento stabile, nonostante i canoni di locazione per eccesso di offerta calino. Inoltre, i tempi per locare sono scesi del 10%, in media meno di tre mesi. Sono i principali risultati del rapporto Nomisma su mercato degli affitti. FRANCIA / Calano gli acquisti nei supermercati, ma non si rinuncia al bicchiere di vino Le cifre dell'Istituto IRI Secodip dicono che per la prima volta in trent'anni, l'anno scorso i francesi hanno comprato meno all'iper- e al supermercato. Come valore, in un mercato valutato in 72 miliardi di euro, le vendite di prodotti di grande consumo sono scese dello 0,7% e come volume dell'1,8%. I consumatori si sono rivolti soprattutto verso i marchi dei distributori e dei supermercati maxisconto. Sono pochi i prodotti di largo consumo risparmiati dalla parsimonia: solo quelli freschi non lattieri (+0,3%), le birre e le bibite (+0,6%) e lo champagne (stabile). La specificita' francese di consolarsi con un po' d'alcol emerge da un altro studio, l'ultimo osservatorio Cetelem, condotto nel dicembre 2008 tra 10.000 europei e pubblicato il 27 gennaio. In caso di riduzione del potere d'acquisto, i francesi preferirebbero rinunciare al cinema e ai musei (20%) anziche' al bicchiere di vino (16%). Soprattutto, il 13% non esiterebbe a tagliare la spesa in comunicazioni (telefonino, abbonamento a Internet...) contro il 5% appena degli europei. ITALIA / Corte dei conti. Il rischio di una riforma: il controllore sotto controllo del controllato Un disegno di legge del Governo (cosiddetto ddl Brunetta) modificherebbe, se approvato, la composizione degli organi di autogoverno della Corte dei conti. Prevede il potenziamento delle funzioni del vertice istituzionale della magistratura contabile a scapito di quelle dell'organo di autogoverno. In pratica sara' il presidente a decidere su quali sprechi indagare e quali no. La materia e' particolarmente rilevante in quanto la Corte dei conti e' preposta a vigilare e 'processare' gli atti di Governo ed enti locali che producono spreco di risorse pubbliche. C'e' il timore che le modifiche portino il controllore (Corte dei conti) sotto il controllo del controllato (Governo). ITALIA / Piu' di 200.000 gli avvocati.. ben oltre altri Paesi Ue In Europa solo l'Italia supera la soglia dei 200mila avvocati (per l'esattezza, 213.081), piu' del 30% del totale. La stima, elaborata dal Ccbe, il Consiglio degli ordini forensi d'Europa, e' citata nella relazione di apertura dell'anno giudiziario del primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone. "Tutti gli altri Paesi - scrive Carbone - si attestano ben al di sotto di questa cifra: la Spagna con 154.953, la Germania con 146.910, il Regno Unito con 139.789, la Francia con soli 47.765". U.E. / Donne malate cuore curate peggio degli uomini Le donne con scompenso cardiaco sono curate peggio degli uomini. Non solo. A influenzare la qualita' dei trattamenti e' anche il sesso del medico: i camici bianchi maschi curano meglio i pazienti del proprio sesso, seguendo le direttive indicate dalle linee guida, discriminazione che invece non avviene quando a indossare il camice e' una donna. E' quanto emerge da uno studio, pubblicato sul "European Journal of Heart Failure", condotto su 1857 pazienti arruolati in diversi centri tedeschi. Sono stati coinvolti 829 camici bianchi: medici di medicina generale (65%), internisti (27%), cardiologi (7%). "Potremmo cercare una spiegazione a questi risultati nel presunto timore di usare dosaggi di farmaci elevati nelle donne - spiega il prof. Roberto Ferrari, Presidente della Societa' Europea di Cardiologia (ESC) -. Ma dal punto di vista scientifico non e' una giustificazione valida. Inoltre si e' visto che, quando il medico e' di sesso femminile, cura meglio anche i pazienti uomini rispetto ai colleghi maschi. Vanno quindi elogiate le donne medico. Credo che i risultati di questo studio condotto in Germania possano essere estesi anche al nostro Paese, anche se in Italia non disponiamo di dati cosi' approfonditi". E' ancora lunga la strada da percorre per migliorare la cardiologia al femminile. "Da un alto - continua il prof. Ferrari - e' importante attivare campagne di comunicazione perche' le donne siano consapevoli di non essere immuni dalle malattie cardiovascolari. Se fino alla menopausa sono protette, superati i 60 anni hanno un livello di rischio cardiovascolare identico a quello degli uomini e oltre i 70 anni ancor piu' elevato. Va inoltre sottolineata la scarsa considerazione della comunita' scientifica nei confronti delle donne malate. Per esempio i trial clinici sono eseguiti su pazienti di eta' compresa tra i 50-60 anni con malattie cardiovascolari, quindi in prevalenza uomini". Per aumentare la sensibilita' su questi temi, l'ESC ha promosso "A Woman's Heart", una campagna, ancora in corso, rivolta ai cardiologi per educarli a porre maggiore attenzione nei confronti delle donne. "E durante i nostri congressi - conclude il prof. Ferrari - si svolgono sempre simposi dedicati ai problemi cardiologici femminili e promuoviamo trial clinici che coinvolgano le donne". (Agi) INDIA / Gandhi senza copyright Nel giorno in cui l'India commemora l'anniversario dell'uccisione del Mahatma Gandhi 'scompare' il copyright che secondo la legge indiana scade dopo 60 anni dalla morte dell'autore. Da quest'anno i celebri scritti e i discorsi dell'apostolo della non violenza assassinato da un estremista indu' a Nuova Delhi il 30 gennaio del 1948 diventano di pubblico dominio. ITALIA / Si mangiano piu' gelati. Nocciola il gusto dell'anno Il gelato non teme la crisi e nel 2008 si e' registrata una crescita dei consumi dell'8%, per un giro d'affari delle 32.000 gelaterie italiane artigianali di 9 miliardi e 900 milioni. I dati giungono dall'Associazione italiana gelatieri (Aig) al termine della fiera del settore Sigep che ha decretato le tendenze 2009 del gelato artigianale ed eletto la nocciola il gusto dell'anno. 'I gusti classici stanno tornando di moda -spiega Alberto Pica, presidente dell'Aig e titolare di una storica gelateria romana- e sta prendendo piede il gelato al riso, che troveremo quest'anno nelle gelaterie in piu' varianti, dalla cannella, alle fragoline di bosco e lo zafferano. In ribasso invece le quotazioni dei gusti esotici: mango e kiwi non li vuole piu' nessuno'. 'Se il gelato resiste alla crisi -conclude Pica- e' perche' da cinque anni manteniamo i prezzi fermi e poi e' un'ottima alternativa a un pasto veloce'. ------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA Aduc - Osservatorio Lecce. Bene l'impegno di Inps e Inpdap per le lunghe attese, ma vogliamo date e tempi precisi Con riferimento a quanto apparso sulla stampa locale (http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=12374) prendiamo atto dell’impegno dell’INPDAP e dell’INPS di Lecce relativamente al problema delle lunghe attese fuori dai locali degli enti. Ma i ringraziamenti arriveranno quando i paventati "studi delle soluzioni architettoniche" diventeranno opere fruibili dagli utenti. Certamente, sentir dire da un ente pubblico che le lungaggini dei lavori dipendono anche da intoppi burocratici è quanto meno originale. Trattandosi di una situazione di disagio che, per stessa ammissione degli istituti previdenziali, si prolungherà nel tempo, è doveroso chiedergli un impegno preciso: quando la situazione sarà risolta? Non basta dire nel medio - lungo periodo, bisogna indicare una data. Un ultima annotazione: l’INPS apre i proprio sportelli alle 9, l’INPDAP addirittura alle 10, più che di utenti "mattinieri", forse sarebbe più giusto parlare di enti "DORMIGLIONI". Per segnalarci tutte le situazioni che meritano una denuncia o un plauso, potete contattarci allo sportello Aduc di Lecce, via di Porcigliano 46, ogni lunedì pomeriggio dalle 17 alle 19 o sull’indirizzo e-mail a.gallucci@aduc.it Canone/imposta Rai per il computer. In attesa di precise disposizioni, ora si paga o no? Interrogazione Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito Democratico Il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani ad una mia interrogazione depositata lo scorso 21 maggio (1) sul pagamento dell'imposta comunemente definita "canone Rai" anche per i possessori di computer, nella risposta concludeva che non "sussiste ancora una interpretazione univoca circa la individuazione degli apparecchi, diversi dai televisori tradizionali, atti od adattabili alla ricezione delle trasmissioni" , per cui ha annunciato un prossimo approfondimento tecnico-giuridico della questione, anche con il Ministero dell'economia e finanze, l'agenzia delle entrate e la Rai. L'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha fatto sapere che sempre il sottosegretario Paolo Romani, lo scorso 13 gennaio, in una trasmissione tv sulla rete Telelombardia, ha invece asserito che l'imposta alla Rai vada pagata anche per il possesso di un computer (2). La Rai, sul suo sito e nelle lettere che invia a casa dei contribuenti, intima il pagamento alle famiglie anche per il possesso del computer (3), mentre alle aziende (canone speciale) solo per il possesso di un apparecchio tv (4). Siccome la Costituzione della Repubblica, all'art.3 cosi' recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.....", insieme al senatore Marco Perduca ho rivolto una interrogazione al Ministero dello sviluppo Economico e al Ministero di Economia e Finanze Per sapere - in attesa della "interpretazione univoca circa la individuazione degli apparecchi, diversi dai televisori tradizionali, atti od adattabili alla ricezione delle trasmissioni", se i possessori di computer devono o meno pagare l'imposta alla Tv di Stato; - se questa imposta e’ dovuta nelle more di una interpretazione, cosa intendono fare i Ministri per recuperare il canone speciale non versato dalle aziende, perche' male informate dalla Rai; - se questa imposta non e’ dovuta, cosa intendono fare i Ministri per rimborsare quelle famiglie che hanno versato il canone ordinario per il possesso del solo computer, perche' male informate dalla Rai; - quali provvedimenti intendono prendere i Ministri nei confronti della Rai per l’arbitraria e mala informazione in almeno uno dei due casi descritti sopra sul pagamento o meno di questa imposta. qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=246666 (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=223208 (2) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=246551 (3) http://www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/RisposteFAQ.aspx?ID=24 (4) http://www.abbonamenti.rai.it/Speciali/IlCanoneSpeciali.aspx Caffe' allucinogeno? Caffe' allucinogeno? Sembrerebbe di si', stando ad uno studio pubblicato da The Journal Personality and Individual Differences della Durham University. Gli scienziati hanno interrogato 200 studenti sulle loro abitudini circa l'assunzione di caffeina, scoprendo che chi beve oltre sette caffe' al giorno ha un rischio triplicato di allucinazioni rispetto a chi ne prende solo una tazzina. Ogni tanto se ne sente qualcuno sul caffe' che fa bene o che fa male in relazione agli ultimi studi o ricerche. Ci corre l'obbligo di alcune considerazioni. La prima e' che il numero di soggetti e' piuttosto limitato: 200 studenti non rappresentano statisticamente una popolazione valida per considerazioni generali; la seconda e' che il maggior numero di allucinazioni e' dovuto alle dichiarazioni dei soggetti interessati e quindi passibile di errori di valutazione (gli studenti hanno riferito di aver visto cose che non c'erano, aver udito voci e persino aver percepito la presenza di persone decedute), la terza riguarda il legame causa-effetto (piu' caffe' piu' allucinazioni) che non e' stato dimostrato visto che una situazione di stress puo' essere la causa di un maggior numero di allucinazioni alle quali si aggiungono gli effetti del caffe'. Insomma, certi studi andrebbero valutati piu' attentamente. Test antidroga e alcool per la patente? Giovanardi chiarisce: nessuna interdizione a chi risulta positivo, solo accertamenti medici La scorsa estate, il sottosegretario Carlo Giovanardi aveva annunciato l'avvio di una sperimentazione per sottoporre a test alcolemici e antidroga coloro che fanno richiesta di patentino o patente. Se si e' consumatori di droga e alcol e per chi risulta positivo, aveva spiegato Giovanardi, non ci sarebbe stato il rilascio di patente o patentino. Il sottosegretario si era richiamato ad una direttiva europea. Visto che nessuna legge italiana ne' europea vieta la patente a chi e' un consumatore di alcool o sostanze stupefacenti (a meno che non ne faccia "regolarmente abuso"), tramite i senatori Donatella Poretti e Marco Perduca (Pd-Radicali), avevamo posto un'interrogazione parlamentare (1) per sapere a quale direttiva il sottosegretario facesse riferimento, e gli estremi della sperimentazione. Il sottosegretario ha risposto in questi giorni fornendo dettagli che in parte ci rassicurano (2).Non si tratta infatti di negare la patente permanentemente a chi, ad esempio, viene trovato positivo a tracce di cannabis magari consumata settimane prima dell'esame, ma di bloccare temporaneamente l'iter di rilascio della patente fino a quando i medici non avranno stabilito l'effettiva frequenza del consumo. Scrive Giovanardi: "La positivita' a tali test non determinera' nei riguardi dell'interessato un'interdizione al conseguimento della patente, ne' altro tipo di sanzione se non quella dell'interruzione della procedura in corso per il rilascio dell'abilitazione, con conseguente segnalazione dello stesso alla Commissione Medica Locale per l'avvio di un periodo di osservazione in esito al quale sara' valutata nuovamente la sussistenza dei requisiti che conferiscono l'idoneita' alla guida." In questo senso, la sperimentazione potrebbe essere condivisibile. Ma il diavolo sta nei dettagli. Il sottosegretario infatti non nasconde che una ratio per questa sperimentazione non e' solo la sicurezza stradale, ma scoraggiare il consumo nei giovani. Seguiremo attentamente quindi la sperimentazione per assicurarci che "l'interruzione della procedura" sia solo a scopo valutativo del profilo tossicologico, e non una forma di punizione e repressione nei confronti di giovani perfettamente abili alla guida nonostante l'occasionale consumo di alcool o sostanze vietate. Infine, risulta del tutto inadeguato il numero di controlli stradali, lo strumento in assoluto piu' efficace per prevenire e punire la guida sotto l'effetto di alcool o droghe: 755.515 controlli con etilometro e/o precursori nel 2007. Pur mancando ad oggi una valutazione complessiva dei controlli effettuati nel 2008, il sottosegretario indica un misero aumento dell'1,3% nel primo semestre del 2008 rispetto al 2007. Siamo ancora lontani, lontanissimi dal numero di controlli effettuati in altri Paesi europei. Secondo il rapporto "Drinking and Driving" dell'Organizzazione mondiale della Sanita', l'Italia risulta ultimo Paese europeo nel periodo 2003-2006 per controlli stradali con il solo 3% della popolazione sottoposta ai test alcolemici presso check-point della polizia stradale almeno una volta, e solo l'1% sottoposto ai test piu' di una volta. In Francia, le percentuali sono rispettivamente del 17% e 15%; in Germania, 17% e 7%; in Olanda, 23% e 14%; in Finlandia, 26% e 38%. Secondo i dati del Ministero dell'Interno, nel 2007 i controlli stradali con etilometro sono stati 800.000, rispetto ai 300.000 del 2006. Forse, le risorse economiche del Paese dovrebbero essere investite prima in questi controlli sulla strada, piuttosto che in test generalizzati prima di conseguire la patente. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=227150 (2) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090115-risposta-giovanardi.pdf Acquisto farmaci con ricetta e scontrini parlanti. La tessera sanitaria non e' obbligatoria Sulla stampa appare oggi una notizia secondo cui dallo scorso 1 gennaio sarebbe obbligatorio esibire la tessera sanitaria (quella magnetica che non e' nemmeno arrivata a tutti gli iscritti al SSN) quando si acquistano farmaci con ricetta. La fonte della notizia sarebbe una disposizione della Regione Toscana data alle ASL nell'ambito delle politiche regionali di controllo della spesa sanitaria. Da altre fonti su Internet si apprende, invece, che sempre dal 1 gennaio 2009 sarebbe obbligatorio esibire la tessera sanitaria in tutti i casi in cui viene chiesto il cosiddetto "scontrino parlante" ovvero quello necessario per detrarre l'acquisto di farmaci dalle tasse. Fonte delle notizie: varie ASL toscane. Nessuna delle due notizie a nostro avviso e' vera. Al Ministero della Salute, da noi contattato, non risulta tale obbligo. Anzi per tacitare voci di questo tipo gia' circolate un anno fa, e' stata a suo tempo emessa -tutt'ora valida- una circolare chiarificatrice (2): "qualora l’assistito non sia in grado di esibire la tessera sanitaria, il farmacista e' comunque tenuto a rilasciare uno scontrino contenente il codice fiscale dell’assistito, quando questo sia comunicato dal cliente con altra modalita' (compresa la dichiarazione verbale)." Abbiamo comunque continuato a cercare e siamo finalmente approdati alla "Direzione generale del diritto alla Salute e delle politiche di solidarieta'" della Regione Toscana, il cui dirigente, Dott. Loredano Giorni, ci ha telefonicamente confermato che cio' che ci ha detto il Ministero e' vero e che non c'e' alcun obbligo di presentare la tessera sanitaria quando si acquistano farmaci, in nessun caso. La fonte delle erronee notizie diffuse e' probabilmente una circolare del 9/1/09 che il medesimo ufficio della Sanita' toscana ha inviato alle Asl della propria regione dove, riferendosi a numerose segnalazioni di farmacie del territorio, la Regione raccomanda alle stesse Asl di informare da una parte i medici riguardo al nuovo modello di ricetta introdotto da un recente decreto (modello dove dev'essere riportato il codice fiscale del malato) e dall'altra i cittadini sulla necessita' di mostrare il tesserino sanitario per facilitare il lavoro, e gli adempimenti, dei farmacisti. Questa lettera e' stata probabilmente mal interpretata da qualcuno che ha cosi' contribuito a creare disinformazione, quella disinformazione che proprio ila Regione, con la circolare, voleva debellare. Per chiarire il punto: se si vogliono detrarre le spese dalle tasse, ovvero se si vuole il cosiddetto "scontrino parlante " (chiamato cosi' perche' deve contenere una serie di dati tra cui il codice fiscale dell'acquirente) e' obbligatorio fornire al farmacista il proprio codice fiscale, ma cio' puo' avvenire anche verbalmente o esibendo altri documenti. Per inciso, se si acquista con ricetta -e si vuole comunque detrarre la parte di costo rimasta a carico- il codice fiscale deve apparire sulla stessa, poiche' i medici sono obbligati ad utilizzare formulari che contengono tale dato. E' indubbio che il codice fiscale vada fornito, e quindi e' anche consigliabile munirsi della tessera sanitaria, se la si possiede, per praticita' nostra oltre che del farmacista: ma dal dire "e' opportuno" a dire "e' obbligatorio" ce ne passa. (1) La Nazione 15-01-2009 (2) http://www.ministerosalute.it/dettaglio/phPrimoPianoNew.jsp?id=26&area=ministero&colore=2 Crisi economica. Qualcosa non quadra Siamo in piena crisi economica, la produzione scende, il Pil e' al -2%, cresce la disoccupazione, pero' aumentano le spese per il tempo libero e per le vacanze e i negozi, in periodo di saldi, fanno affari. C'e' qualcosa che non quadra. I dati che ci arrivano dalla Banca d'Italia, dalla Confindustria e da Confcommercio sono contraddittori. In periodi di magra si stringe la cinta ma e' previsto un aumento di spesa, seppur limitato, per attivita' non propriamente indispensabili. Durante il periodo delle vacanze natalizie c'e' stato il pienone negli alberghi e localita' montane. Gli italiani vogliono "spararsi" le ultime cartucce prima del tracollo? Non sappiamo, certo e' che circola una montagna di denaro frutto del nero: 103 miliardi di euro. Forse e' questo tesoro nascosto che tiene in piedi l'economia reale rispetto a quella ufficiale? Se l'evasione e' cosi' massiccia allora tutti i dati ufficiali devono essere corretti con un indicatore che tenga conto del "nero", altrimenti continueremo a meravigliarci di come questo Paese riesca a stare a galla nonostante lo tsunami che lo ha investito. Kafka e pubblica amministrazione: un connubio eterno E' noto che con la legge n.212 dello scorso 25 giugno 2008, la carta d'identita' non vale piu' cinque anni ma dieci (art.31) e bisogna riconoscere che molte amministrazioni comunali si sono prontamente adeguate. E' il caso del Comune di Firenze che, in tutti i propri uffici dell'anagrafe ha affisso una circolare che spiega come le carte d'identita' gia' emesse, anche se riportano la scadenza dopo cinque anni, sono automaticamente valide dieci anni dalla data di emissione. Forti di questa informazione e portandoci dietro -per scrupolo- copia di questa circolare del Comune di Firenze con gli estremi di legge, siamo andati ad espletare una pratica al Dtt (Dipartimento Trasporti Terrestri, ex Motorizzazione Civile) di Firenze. Alla richiesta di documento abbiamo fatto vedere la nostra carta d'identita' emessa cinque anni e mezzo fa e ci e' stato fatto notare che non era valida perche' scaduta. Tirata fuori la circolare del Comune e gli estremi della legge, l'impiegato ha chiesto l'intervento del dirigente che, per motivare il diniego ad accettare questa carta d'identita' "scaduta" ha ricordato come proprio lui, residente nel vicino Comune di Fiesole, alcuni giorni fa aveva rifatto la carta d'identita' da poco scaduta perche' andata oltre cinque anni dall'emissione. Mentre il dirigente del Dtt cercava infruttuosamente di mettersi in contatto con l'anagrafe fiorentina, abbiamo superato lo scoglio presentando come documento una patente di guida in corso di validita', ma restiamo curiosi di sapere se il mitico connubio tra Kafka e pubblica amministrazione sia una condizione eterna che nessuna legge e buona volonta' e' in grado di scalfire. Chissa' cosa accade in tutti gli altri Comuni e uffici del Dtt.... Le proprieta' allucinogene del caffe' Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=246823 Englaro. Dopo le denunce di Aduc e Radicali, indagato il ministro Maurizio Sacconi La procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nell'ambito della vicenda di Eluana Englaro. Il fascicolo e' stato aperto a seguito delle denunce dell'Aduc (1) e dei Radicali per violenza privata, dopo che il ministro aveva minacciato la clinica di Udine con la revoca dell'accreditamento con il Servizio sanitario nazionale qualora avesse eseguito il decreto della Corte d'Appello di Milano in cui si decreta l'interruzione dei trattamenti sanitari a cui e' sottoposta Englaro suo malgrado. Proprio ieri, la clinica aveva reso noto di aver rinunciato ad accogliere la donna a seguito delle iniziative del ministro. (2) Accogliamo con speranza questo atto della Procura di Roma. Se non vi fossero conseguenze penali per il ministro, di fatto passerebbe il principio secondo cui una circolare ministeriale ha maggiore valore di una sentenza di un tribunale e della Costituzione, che sancisce il diritto a rifiutare qualsivoglia trattamento sanitario. Ci auguriamo davvero che lo Stato di diritto prevalga su un pericoloso avanzare della politica in ogni ambito della sfera individuale, indifferente alla separazione costituzionale dei poteri. (1) Qui il testo della denuncia: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=244101 (2) http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=246827 Pubblicita' atei/bus. Dov'e' il fondo della civilta' giuridica e della comunicazione? Intervenga il Vaticano! Nei giorni scorsi si era appreso che l'Antitrust aveva aperto un fascicolo per pubblicita' ingannevole per una verifica sui messaggi dell'Uaar (Unione atei agnostici e razionalisti) sugli autobus di Genova: "La cattiva notizia e' che dio non esiste. Quella buona, e' che non ne hai bisogno". Eravamo rimasti perplessi: con quale razionalita' l'Antitrust avrebbe dovuto discernere sull'ingannevolezza del messaggio? Non c'era risposta ed avevamo pensato si fosse toccato il fondo, cioe' un'apertura di indagine solo per ottemperare all'autorevolezza del richiedente, il sen. Giorgio Bonaci (An). Ma ci siamo sbagliati, perche' il fondo e' ancora piu' in basso di quanto avevamo percepito: e' nella concessionaria pubblicitaria del trasporto pubblico comunale della citta' di Genova, la Igp Decaux che, rifacendosi al codice di autodisciplina pubblicitaria, ha motivato che "sarebbe una comunicazione che offende le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini e non rispetta la dignita' della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni". Per noi e' una conferma: il peggior nemico della Chiesa cattolica romana e' nei propri sostenitori non-togati, politici o impresari che siano. Perche' una fede religiosa che propugna amore e fratellanza dovrebbe temere chi dice che il medesimo amore e la medesima fratellanza possono avere altre dinamiche, diverse da una religione? Non dovrebbe essere un terreno fertile, per una confessione, confrontarsi coi "senza-dio", soggetti sicuramente piu' facili da evangelizzare rispetto a chi oppone una fede che reputa migliore di quella cattolica romana? Noi, a differenza dell'Uaar, che ha preannunciato azioni legali contro il divieto/censura, non ci sentiamo offesi e non chiediamo giustizia. Quest'ultima in Italia e' nei termini della concessionaria pubblicitaria genovese, cosi' come nei termini di chi con la legge vuole che i figli nascano malati e menomati, di chi preferisce far morire i malati piuttosto che dargli una speranza con le cellule staminali embrionali, di chi usa il potere conferitogli dagli elettori per "mafiosamente" minacciare chi applica le leggi (il ministro Sacconi e il caso Englaro)... insomma le leggi sono queste e i loro esecutori, cosi' come coloro che le dovrebbero rispettare, piu' che cittadini sono sudditi e, si sa... cosa non farebbe il suddito per compiacere il proprio sovrano, anche ben oltre quello che il sovrano sembra chiedere? Ma qui, nel caso genovese, si va oltre. Percio' chiediamo l'intervento del Vaticano: non vi conviene che continui questo andazzo, coloro che dicono di essere vostri sudditi vi stanno facendo piu' male che bene perche', quando si va nel ridicolo come a Genova, non crediamo sia un buon cemento per tenere insieme i pezzi: questa sorta di deflagrazione distruttiva, invece che fede e amore, vi fa lavorare solo su paure e ignoranza; avete una si' scarsa considerazione dei vostri attuali e futuri fedeli? E' questo che volete? La pubblicita' atea degli autobus di Genova Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=247014 Il freddo fa male ai cellulari Il freddo fa male anche ai telefonini. Se la temperatura scende sotto lo zero il gelo puo' danneggiare i cristalli liquidi del visore. In questi giorni di abbassamento della temperatura consigliamo ai possessori di cellulare di non lasciarlo in macchina o all'aperto ma di tenerlo in tasca, al caldo. Anche se il limite per eventuali danni e' di 10 gradi sotto zero sarebbe opportuno non sfidare la sorte e conservare intatte le funzioni del cellulare. Tessere sconto fasulle: condanna dell'Antitrust per 5 societa' venete che hanno vessato i consumatori del Centro-Nord L'Antitrust ha sanzionato cinque societa' venete (quattro padovane e una di Treviso) per pratica commerciale scorretta. Si tratta di aziende di vendita porta a porta che riescono a far sottoscrivere contratti per cifre dai 2 ai 5 mila euro, grazie all'escamotage di un presunto regalo: una tessera sconto per acquisti facoltativi presso centri commerciali di futura apertura. Tutte le societa' sono state sanzionate con una multa di 170 mila euro, per un totale di 850 mila euro. E' da anni che va avanti la messinscena -attuata da venditori particolarmente 'bravi' e all'occorrenza anche aggressivi- che riesce a convincere a firmare contratti tanti consumatori del Centro-Nord Italia: Veneto, Friuli VG, Trentino AA, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Le nostre prime denunce risalgono a quattro anni fa (1); nell'agosto scorso, partendo da un caso concreto avvenuto in provincia di Firenze, abbiamo coinvolto la Procura fiorentina, attendiamo gli esiti dell'esposto-denuncia (2). I provvedimenti dell'Antitrust sono pubblicati sul bollettino dell'Autorita' (3), di seguito le societa' coinvolte e gli estremi dei provvedimenti: - Provvedimento n. 19256 - ODALISCA CARD-ACQUISTI OBBLIGATI Azienda. Blu Dream S.r.l. (già Odalisca S.r.l.), con sede in Selvazzano Dentro (Pd), via Santa Chiara, 10 - Provvedimento n. 19259 215 - TUTTO CASA Azienda. Sig. Zonta Omar, titolare dell’impresa individuale Domus Reginae (marchio Tutto Casa) di Zonta Omar, con sede in Capriccio di Vigonza (PD), via Venezia, 147 - Provvedimento n. 19261 224 - "ITALIA DENTRO CASA" BY EUROKONTAT Azienda. Eurokontat S.r.l. (marchio Italia Dentro Casa), con sede in Padova, via del Cristo, 326 - Provvedimento n. 19265 234 - HORO-TESSERA SCONTO Azienda. Horo S.r.l., con sede in Viale XV Luglio 1886, Treviso - Provvedimento n. 19266 - CASA MODERNA-FIDELITY CARD Azienda. AB S.r.l. (già Mb2c S.r.l.) con sede in Albignasego (PD), via Caravaggio, 11 Come difendersi. Non e' raro che una visita sul nostro sito Internet metta in guardia chi aveva inizialmente firmato un contratto senza far troppo caso al contenuto. I modi per uscirne quasi indenni ci sono. Infatti, il decreto legislativo 206/2005 permette il diritto di recesso (art.64), senza penale entro 10 giorni, che decorrono dal momento della prima firma, oppure dal momento della consegna della merce per i contratti sottoscritti presso il domicilio del consumatore http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=133666 Ovviamente, a fronte di proposte ambigue e non chiare, e' meglio non firmare. In casi di necessita', invece, ecco il modulo di recesso: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40164 (1) http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=tessere+sconto&tipo=comu (2) http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=229911 (3) Bollettino Antitrust http://www.agcm.it/agcm_ita/BOLL/BOLLETT.NSF/0ef77801432afc41c1256a6f004d522a/2d50534e7fb8df47c125753e00541c3c/$FILE/47-08.pdf Immigrazione. Il TAR Lazio cassa il decreto flussi 2008. E ora? Interrogazione parlamentare Il 14 gennaio 2009 il TAR Lazio ha dichiarato illegittimo il Decreto flussi 2008 (1) nella parte in cui vieta di presentare le domande di assunzione ai datori di lavoro extracomunitari che possiedono il permesso di soggiorno. La questione e' stata sollevata da un gruppo di datori di lavoro stranieri extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno, che si sono rivolti al tribunale amministrativo chiedendo che venisse dichiarato illegittimo il decreto flussi 2008 nella parte in cui consentiva la conferma della domanda di assunzione solo se in possesso della carta di soggiorno. Il tribunale ha dunque stabilito che il decreto flussi, escludendo i datori di lavoro in possesso del solo permesso di soggiorno viola la legge, in particolare gli art. 2 e 22 del Testo unico in materia di immigrazione che consentono agli stranieri regolarmente soggiornanti di partecipare al decreto flussi e di godere degli stessi diritti attribuiti ai cittadini italiani. Rimane pero' aperto il problema: e ora? Moltissimi datori di lavoro stranieri non hanno ri-presentato la domanda di assunzione perche' non in possesso del richiesto requisito della carta di soggiorno e dunque non hanno partecipato al decreto flussi 2008. Dovra' intervenire il Ministero dell'Interno, con un provvedimento riparatore. Per questi motivi, nei prossimi giorni la senatrice Donatella Poretti depositera' una interrogazione parlamentare. Ordinanza del Tar: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/immigrazione/ordinanza16gen2009.pdf Articolo di approfondimento in materia: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=247067 (1) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=243663 Cina. Pennarelli per bambini cancerogeni Pennarelli cancerogeni per bambini dalla Cina. L'allarme nasce da un nostro comunicato del settembre 2008 (1) in merito alle tempere per dita a uso infantile che secondo una indagine condotta in Svizzera contenevano ftalati e nitrosammine. Dal nostro comunicato scaturi' una interrogazione parlamentare dei senatori Donatella Poretti e Marco Perduca (2) alla quale ha risposto ora il ministero della Salute (3) che, in riferimento ad 8 tipologie di prodotti, ha evidenziato la presenza di benzene (cancerogeno di 1a categoria) nel 75% dei pennarelli e nel restante 25% la presenza di piombo e cromo, entrambe al di sopra dei limiti fissati dalla normativa. Nel 62,5% dei casi il produttore e' la Cina, nel restante 37,5% il Paese e' sconosciuto. Le indagini sono in corso e nel frattempo gli articoli in questione sono stati sequestrati. Ai genitori consigliamo di verificare la provenienza di colori e pennarelli e di evitare l'acquisto di prodotti cinesi almeno fino a quando non saranno concluse le indagini. Da evitare, comunque, l'acquisto di prodotti privi della indicazione del Paese di origine. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=232595 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=233623 (3) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/donatella/20090120-rapex.pdf Commissione vigilanza Rai. I partiti come il dio Kronos: si sono mangiati il proprio figlio. Buon appetito! Noi intanto non paghiamo il canone/imposta! I partiti politici stanno per far saltare la commissione parlamentare di vigilanza Rai: non gradiscono il presidente Riccardo Villari e nonostante i due "giapponesi" che resistono con il senatore Pd nel fortino (il radicale/Pd Marco Beltrandi e Luciano Sardelli dell'Mpa) e Marco Pannella che non mangia per sensibilizzare sul mancato rispetto della legalita' istituzionale, crediamo che si giungera' presto allo scioglimento della commissione. Il presidente Villari, pur eletto come da regolamento del Parlamento, non e' gradito ai partiti che, abituati a decidere nelle istituzioni in base alle proprie segreterie e non ai parlamentari, hanno deciso di far saltare quella commissione che loro stessi avevano creato per governare/controllare il servizio pubblico d'informazione radiotelevisiva. Proprio come il dio Kronos dell'Olimpo, si stanno mangiando il proprio figlio, un cannibalismo di cui noi, contribuenti/sudditi, se portera' all'estinzione di questa commissione non potremo che esser grati: una spesa in meno per lo Stato che gestisce l'informazione come fosse una scuderia data in gestione a soggetti esterni, i partiti per l'appunto. Noi, popolo di ingenui contribuenti, che paghiamo le imposte che per costituzionale rassegnazione si chiamano canoni o abbonamenti e alimentiamo questa scuderia, ne prendiamo atto: forse e' la volta buona che il mostro creato dai partiti sara' divorato dagli stessi partiti. Ma, siccome siamo ingenui e non fessi, siamo ben consapevoli che "morto un figlio" sono li' che copulano gia' per concepirne e partorirne un altro. Lodiamo, quindi, la resistenza del presidente Villari, dei due "giapponesi" e la tenacia di Pannella, anche solo per fare uno sberleffo al tempo che hanno perso per capire come meglio doveva essere cucinato il figlio che stanno ora mangiando. Che dire? Non pagate il canone/imposta, ma non violando la legge (chi non paga e possiede una tv e' evasore fiscale), bensi' non possedendo piu' un televisore, "accontentandosi" della libera informazione e del libero spettacolo che si trova in Internet e nelle strade delle proprie citta'. Per il momento, infatti, chi possiede un computer non deve pagare alcuna imposta per la tv di Stato, cosi' come ci ha detto lo stesso ministero competente: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=246551 Creme solari in montagna Tempo di montagna, di neve, sole, freddo e vento. La neve riflette i raggi del sole 4 volte piu' della sabbia (+400%) ed ha effetti piuttosto aggressivi sulla pelle. La minore distanza dal sole e il conseguente aumento delle radiazioni, il freddo e il vento completano l'opera. Occorre quindi una buona crema solare per evitare le scottature e danni maggiori, quali il melanoma. Ricordiamo che il sole e' responsabile per il 70% dell'invecchiamento della nostra pelle. Molti consumatori utilizzano le creme tenute in cassetto dall'estate scorsa. Sono ancora efficaci? Anche le creme solari hanno una scadenza. La legge prevede che, oltre all'elenco degli ingredienti, sia mostrata anche la data di scadenza post apertura. L'indicazione e' effettuata a cura del produttore. Le creme solari sono costituite da una emulsione di grasso, acqua e filtro solare ed e' proprio la presenza del grasso che pone il problema della durata delle creme, perche' puo' rapidamente degradarsi, soprattutto se viene esposto al calore, e far perdere efficacia al prodotto. Immigrazione/Decreto flussi 2008. Governo intervenga per riparare al danno. Interrogazione Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito Democratico Come rilevato dal servizio immigrazione dell'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), un gruppo di imprenditori e datori di lavoro stranieri extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno si e' rivolto al tribunale amministrativo chiedendo che venisse dichiarato illegittimo il Decreto flussi 2008 (1) nella parte in cui consente la conferma della domanda di assunzione solo se in possesso della carta di soggiorno o di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Il 14 gennaio scorso il TAR del Lazio ha risposto a tale istanza dichiarando illegittimo tale decreto proprio in questa parte, che viola le disposizioni di legge, in particolare gli artt. 2 e 22 del Testo unico sull'immigrazione, che consentono invece agli stranieri regolarmente soggiornanti di godere degli stessi diritti civili attribuiti ai cittadini italiani e, quindi, anche di partecipare al decreto flussi. Ora pero', tantissimi datori di lavoro extracomunitari, quelli non in possesso dei requisiti indicati dal decreto flussi, non hanno potuto presentare le domande di assunzione, e si impone, da parte del Ministero dell'Interno, un provvedimento riparatore. Per queste ragioni, insieme al senatore Marco Perduca, abbiamo rivolto un'interrogazione al Ministro dell'Interno, per sapere, quale tipo di provvedimento intenda prendere il Ministero per riparare a questa situazione e se il Ministero intenda fissare un nuovo termine di presentazione delle domande, per consentire la partecipazione al decreto flussi 2008 anche ai datori di lavoro cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno. (1) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=247067 Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=247259 Adsl e filtri peer to peer: Antitrust sanziona Tele2 con una multa 'simbolica' A circa un anno dall'apertura dell'istruttoria l'Antitrust ha condannato ad una multa di 90 mila euro Tele2-Opitel, il gestore fisso di Vodafone, per l'illegittima limitazione dell'accesso a programmi peer to peer (P2P) dei propri clienti Adsl. Nel gennaio 2008 (1) era partita la nostra denuncia, a cui sono seguite centinaia di segnalazioni di utenti che hanno utilizzato il nostro modulo. La violazione. Tele2 non specificava adeguatamente sul proprio sito Internet www.tele2.it la presenza di sistemi di filtraggio su linee Adsl nell’erogazione dei servizi. Scrive l'Antitrust nel Bollettino (2): In primo luogo, si ritiene che l’omissione informativa del messaggio rilevata sia nel sito Internet in data 11 gennaio 2008, sia nelle Condizioni Generali di Contratto, in ordine all’utilizzo di sistemi di filtraggio nella fornitura dell’accesso ad Internet su linee Adsl da parte di Tele2 e alle corrispondenti modalita' di impiego dei filtri, possa essere considerata una pratica ingannevole in quanto si reputa che sia stata omessa un’informazione rilevante di cui il consumatore medio ha bisogno per prendere una decisione consapevole. Infatti, la consapevolezza da parte del consumatore di non poter usufruire, per la presenza di sistemi di filtraggio in determinate aree e fasce orarie, di alcuni servizi dati che per loro natura richiedono una più ampia disponibilità di banda, avrebbe potuto orientare il consumatore verso altre offerte presenti sul mercato. Si reputa, altresi', che l’omissione non possa ritenersi sanata dalle misure adottate dalla societa'. Multa simbolica. La condanna e' importante, anche se la sanzione comminata e' ridicola: a fronte di un fatturato della societa' di quasi 600 milioni di euro e un utile di esercizio di oltre 10 milioni di euro, solo 90 mila euro: meno dell'1% degli utili, lo 0,002% del fatturato. È come se un cittadino per divieto di sosta fosse multato con il costo di mezzo caffe' da offrire al sindaco... forse non sarebbe incentivato a lasciare la macchina in seconda e terza fila? Occorre elevare il limite massimo delle sanzioni comminabili per comportamenti commerciali scorretti, dagli attuali 500 mila euro a 10 milioni di euro. La net-neutrality. La questione del blocco delle connessioni piu' o meno previste dal contratto, piu' o meno giustificate da esigenze tecniche, coinvolge anche altri gestori. Le violazioni riguardano non solo gli aspetti contrattuali. Riguarda anche il rispetto della cosiddetta net-neutrality (3), vale a dire la possibilita' che su Internet possano essere fruibili contenuti diffusi tramite tutte le tecnologie e da tutte le fonti, non solo quelle gradite al fornitore di connettivita' (nel caso di specie Tele2). Se porre limiti alla banda e' legittimo per gestire problemi di traffico della rete (sempre che non si violi il minimo garantito dal contratto), bloccare specificamente un particolare software/sito e’ illegale. Ad esempio, guardare un programma RaiTv in streaming puo' richiede molta piu' banda di quella necessaria a diverse modalita' d'uso di P2P. Se lo scopo e' davvero quello di limitare la banda per tutti affinche' sempre tutti ne possano usufruire, perche' non limitare anche l'accesso al sito Internet della Rai o a qualsiasi altro sito/programma pesante? In breve, il gestore ha il diritto ed anche il dovere di gestire il traffico, ma lo deve fare secondo criteri di obiettivita', trasparenza, non discriminazione e proporzionalita'. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=206722 (2) http://www.agcm.it/agcm_ita/BOLL/BOLLETT.NSF/0ef77801432afc41c1256a6f004d522a/1ee325f6366386f8c1257543004883cb?OpenDocument (3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=205622 Caso Europa7. Sottosegretario Romani, cosa c'e' da esultare? "La questione e' risolta, in maniera definitiva: non esiste piu' il problema Europa 7". Il sottosegretario alla Comunicazioni , Paolo Romani, esulta per la sentenza del Consiglio di Stato che ha condannato lo Stato ad un risarcimento di un milione di euro, che noi cittadini dovremo pagare. Non capiamo il perche' dell'esultanza di Romani: la sentenza ha riconosciuto che i diritti di Europa 7 sono stati violati e per tanto tempo. Oltre al risarcimento danni, che Europa7 stimava in tre miliardi di euro, c'e' ancora aperta la questione delle frequenze assegnate dal Governo all'emittente che non ha mai potuto iniziare le trasmissioni a livello nazionale, in quanto Rete 4 le occupava. Il proprietario di Centro Europa 7, Francesco Di Stefano, si era gia' dichiarato insoddisfatto "nel 1999 ho ricevuto una concessione per coprire l’80% del territorio e il 95% della popolazione. Dopo quasi 10 anni, oggi mi hanno assegnato un canale che copre, effettivamente, il 18% della popolazione e il 10% del territorio”. Su questo punto e' stata presentata un'interrogazione parlamentare (1) dalla senatrice Donatella Poretti, ancora senza risposta. Ripetiamo. Perche' esulta Romani? Cosa c'e' di positivo in una vicenda che, a distanza di 10 anni, ancora non si e' conclusa? Le frequenze insufficienti, una multa a carico della collettivita'. La sentenza del Consiglio di Stato conferma che la violazione c'e' stata, un sistema televisivo tutt'altro che libero dall'ingerenza dei partiti in Rai e dal conflitto di interessi (Mediaset). Cosa c'e' da esultare? (1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/noti.php?id=243448 La pornotax Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=247452 Effetto placebo. Agopuntura, omeopatia e miracoli L'agopuntura come l'omeopatia e altre pratiche di medicina non tradizionale hanno un effetto placebo. La discussione dura da decenni e proseguira' per altri decenni. Una ricerca dei medici tedeschi sulla agopuntura (1), cui ha dato ampio risalto "La Repubblica", ripropone il tema: le cure "alternative" sono reali o e' solo effetto placebo? Se accettiamo la seconda ipotesi perche' mai dovremmo diminuirne l'importanza visto che si possono ottenere gli stessi effetti dei farmaci "tradizionali" senza avere, peraltro, gli effetti negativi di questi ultimi? Lo stesso discorso potremmo applicarlo ai miracoli: non sono effetto placebo anch'essi? I risultati sono stati dimostrati e, a parte le convinzioni di coloro che sono illuminati dalla Fede, non possono che essere effetti della grande capacita' che ha l'individuo di convincersi e innescare processi di guarigione. Una ricerca condotta dall'Istituto statunitense di Sanita' (NIH) e pubblicato dal British Medical Journal indica che la meta' dei medici intervistati prescrive regolarmente e scientemente dei farmaci placebo. Esperimenti rigorosi hanno mostrato che i placebo hanno un effetto benefico nel 30%-40% dei casi di persone depresse, una quota molto piu' alta di quanto si ottenga di solito con gli antidepressivi. Dunque prendiamo atto che il nostro cervello e' in grado di stimolare processi di recupero della salute. In fondo si tratta sempre di reazioni chimiche. (1) http://www.cochrane.it/it/clib.html IEA: prezzo del petrolio a 130 dollari al barile. Si', nel 2030! La IEA (International Energy Agency) prevede che il consumo di petrolio passerà dagli 85 milioni di barili al giorno del 2007 a 106 milioni di barili del 2030, il che fara' salire il prezzo a 100 dollari entro il 2015 e a 120 dollari nel 2030 (1). Ricordiamo che il prezzo del petrolio al barile (159 litri) e' passato dai 147 dollari dell'11 luglio 2008 ai 35 dollari del 16 gennaio scorso. Abbiamo tutto il rispetto per le previsioni della IEA, ma come si fa a prevedere quanto costera' un barile di petrolio fra 20 anni? Hanno la palla di vetro? Qualcuno prevedeva i costi dello scorso anno e di quest'anno? Qualcuno prevedeva la crisi finanziaria ed economica di questi ultimi mesi? Certamente e' bene fare previsioni che consentano di prevenire fenomeni negativi, ma proiettarsi con ipotesi nel prossimo ventennio appartiene piu' al campo della divinazione che a quello delle prospettive. (1) http://www.iea.org Sicurezza. 1 poliziotto ogni 134 italiani, neonati e ottantenni compresi. Interrogazione parlamentare Nel nostro Paese c'e' un poliziotto ogni 134 abitanti, neonati e novantenni compresi. Vediamo. I corpi di polizia sono composti dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri, dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia Penitenziaria e dal Corpo Forestale per un totale di 331mila addetti ai quali vanno aggiunti quelli della Polizia Provinciale e Municipale che ammontano a circa 60mila unita'. Il totale fa 391mila poliziotti cui aggiungere il personale della vigilanza privata che sono circa 50mila. L'Italia e' quindi protetta da ben 441mila poliziotti, tra pubblici e privati, il che significa, appunto, 1 poliziotto ogni 134 abitanti, neonati e ottantenni compresi. Sono tanti, il che, rispetto al "sistema sicurezza" che non funziona, significa che c'e' un problema di coordinamento delle attivita'. Caso esemplare e' quello del numero unico di emergenza europeo "112", in merito al quale la nostra associazione e' intervenuta fin dal 2001 (1) e che ha visto una recente condanna dell'Italia per inadempienza da parte della Corte di Giustizia europea (2). Da noi esistono un numero impressionanti di numeri di emergenza: il 112 per i Carabinieri, il 113 della Polizia, il 117 della Guardia di Finanza, il 1515 della Forestale, il 115 dei Vigili del Fuoco, il 1530 della Guardia costiera. Ci sono poi i numeri delle Polizie municipali degli 8.101 Comuni italiani e quelli della Polizia Provinciale delle 107 Province. Unificarle semplificherebbe la vita ai cittadini, renderebbe disponibile numerosi addetti e diminuirebbe i costi. Invece si preferisce chiamare l'Esercito che non ha compiti di polizia. Mah! In tal senso e' stata preannunciata una interrogazione parlamentare della senatrice Donatella Poretti. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=39289 (2) Sentenza della Corte di Giustizia europea (settima sezione). 15.01.2009. «Inadempimento di uno Stato – Direttiva 2002/22/CE – Art. 26, n. 3 – Numero di emergenza unico europeo. Privacy e spam. Il Garante della Privacy e il Tribunale di Firenze spianano la porta allo smercio di dati sensibili: non punibile chi fa spam Ormai tutti siamo costretti a confrontarci con il cosiddetto 'spam', ovvero comunicazioni commerciali indesiderate che arrivano per posta ordinaria, email, o telefono di casa. Per tutelare il cittadino contro la diffusione (spesso dietro retribuzione) dei proprio dati privati, l'Unione Europea e poi l'Italia hanno messo a punto alcune garanzie, tra cui il diritto a conoscere l'origine dei dati (art. 7 del Codice della Privacy). Senza sapere da chi la societa' che fa spam ha prelevato (comprato) i dati e' impossibile porre fine a questa pratica ed ottenere giustizia. Il cittadino non puo' infatti rivalersi contro chi questi dati li diffonde illegalmente. I casi concreti. In molti Comuni i dati anagrafici e sanitari vengono disinvoltamente forniti a soggetti privati, profit e no-profit. E' il caso di Firenze, dove diverse associazioni, prevalentemente cattoliche, sono misteriosamente in grado di ottenere i nominativi e gli indirizzi di bambini nati da pochi giorni o settimane. La senatrice Donatella Poretti ha ricevuto una lettera dal Movimento per la vita poco dopo la nascita della figlia, senza mai aver contattato ne' quel movimento, ne' altre associazioni cattoliche. Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc, a pochi giorni dalla nascita della seconda figlia e a poche settimana dal cambio di residenza, ha ricevuto due lettere (una per ciascuna figlia) al nuovo indirizzo da parte dell'Istituto San Gregorio, in cui lo si invitava a visitare il loro asilo privato. Per questo, entrambi hanno intrapreso cause giudiziarie per conoscere l'origine dei dati. La senatrice Poretti si e' rivolta alla Procura della Repubblica di Firenze per chiedere che si indagasse sull'origine della fuga di dati personali da parte del Comune. Commette infatti reato quel pubblico ufficiale che divulga dati sensibili dei cittadini. La Procura della Repubblica ha pero' archiviato senza indagare. Il sig. Yates Moretti ha invece percorso una strada diversa. Dapprima si e' rivolto al Garante della privacy che, pur imponendo alcune spese legali all'istituto San Gregorio, non ha ritenuto di dover condannare l'istituto in quanto sufficiente la spiegazione da questi fornita: "non ricordiamo da dove provengono i dati". Per questo, insieme ai legali dell'Aduc Claudia Moretti, Elisa Fontanelli e Emmanuela Bertucci, il sig. Moretti era stato costretto ad impugnare la decisione del Garante presso il Tribunale di Firenze. Oggi il giudice, dott. Aloisio, ha pero' rigettato il ricorso motivando come segue: per 'origine dei dati' non e' da intendersi, come logica vorrebbe, il soggetto da cui ha ottenuto i dati personali chi fa spam (ovvero chi li ha illegalmente diffusi e venduti), ma e' sufficiente una indicazione generica sulle modalita' con cui solitamente ottengono i dati. In altre parole, la illogica motivazione del giudice spiana la strada allo spam, garantendo l'impunita' di chi guadagna dallo smercio dei dati privati dei cittadini. Senza il diritto a conoscere l'origine dei propri dati, e quindi senza la possibilita' di perseguire chi fa smercio di dati sensibili, viene meno l'intero impianto della legge, ed il cittadino non ha possibilita' alcuna di farsi valere. Ovviamente l'Aduc impugnera' la sentenza. Nei prossimi giorni presenteremo alcune iniziative parlamentari, tra cui: la richiesta di invio di ispettori presso il Tribunale di Firenze per la mancata applicazione di una legge europea e italiana, la segnalazione dell'operato del giudice Aloisio al Consiglio Superiore della Magistratura, la revoca della nomina di Francesco Pizzetti a Garante della Privacy, visto che sotto la sua gestione il Codice della Privacy ha subito una delle sue piu’ devastanti nullificazioni. La privacy Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=247924 Residenze Sanitarie Assistenziali. La Regione Toscana viola Costituzione e legge. Interrogazione Intervento della senatrice Donatella Poretti, Radicali - Partito Democratico Le prestazioni di degenza in residenze sanitarie assistenziali (Rsa) per handicappati/disabili gravi non autosufficienti e ultrasessantacinquenni non autosufficienti rientrano fra i cosiddetti LEA, livelli essenziali di assistenza. Il pagamento delle rette e' ripartito per il 50% (70% per disabili/handicappati) a carico del S.S.N. e per il restante 50% (30% per disabili/handicappati) a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente sulla base della situazione economica dello stesso. La Regione Toscana ha emanato una Legge regionale che, per legittimare i regolamenti di alcuni Comuni toscani, contravviene alla legge nazionale: la quota di compartecipazione dell'ultrasessantacinquenne e' calcolata anche sulla situazione reddituale e patrimoniale del coniuge e dei parenti in linea retta entro il primo grado. Questo nonostante: - grazie ad alcuni utenti che si erano rivolti all'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), il Tar della Toscana abbia obbligato (sentenza 2535/08) il Comune di Firenze a conformarsi alla legge nazionale e a richiedere un contributo economico proporzionato al reddito personale e basta; - parere contrario del Difensore civico della Toscana. La Regione Toscana ha motivato questa legge sostenendo che questa assistenza farebbe parte dei LIVEAS (livelli essenziali di assistenza sociale, materia di esclusiva competenza regionale) e non dei LEA (livelli essenziali di assistenza): sarebbero cioe' prestazioni di mera assistenza sociale e non socio-sanitaria. Ma sono numerose le leggi nazionali che dicono il contrario. E anche i LIVEAS cosi' applicati sarebbero in contraddizione col Titolo V della Costituzione che attribuisce in via esclusiva allo Stato la potesta' normativa in materia di "determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale": al legislatore nazionale spetta l'individuazione dei LIVEAS, in via di legislazione esclusiva, mentre alle regioni spettano le modalita' organizzative, gli standard da adottare per raggiungere l'obiettivo della garanzia delle prestazioni. Merita inoltre sottolineare che vi sono regioni "virtuose" (se virtuoso puo' definirsi chi applica la legge) come le Marche e il Piemonte, che rispettano le leggi ed hanno emanato in materia una normativa che commisura la quota a carico dell'utente sulla base del suo solo reddito. La situazione su sta facendo molto critica e dispendiosa per le amministrazioni locali e per gli utenti perche' l'Aduc, sulla scia delle ragioni ottenute con la sentenza del Tar Toscana contro il Comune di Firenze, sta promuovendo in tutta Italia altrettanti ricorsi contro i Comuni con medesima normativa. Per questo, col senatore Marco Perduca, ho presentato una interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri se intenda promuovere questione di legittimita' costituzionale degli specifici articoli di questa legge regionale Toscana, ai sensi dell'art. 127 della Costituzione della Repubblica italiana che conferisce al Governo tale potere da esercitarsi entro 60 giorni dalla data di pubblicazione della legge (9 dicembre 2008). Qui il testo completo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=247943 Cannella, vin brule' e dolci. Attenzione al fegato! Chi ha cura del proprio fegato dovrebbe astenersi dal bere vin brule' e dall'uso di prodotti alla cannella. Questa spezia aromatizzante, che viene usata per i biscotti e altri dolci e aggiunta al vin brule', ha perso la sua buona reputazione. L'Istituto di valutazione dei rischi sanitari (BfR, Germania), mette in guardia dalla cumarine contenute nella cannella: possono nuocere alle cellule epatiche, cioe' al fegato. In Svizzera, l'Uffico federale della sanita' pubblica ha disposto il ritiro dal mercato di alcuni prodotti alimentari che contenevano un eccesso di cumarine. Le cumarine sono sostanze che si percepiscono con l'odore del fieno fresco. In naturopatia vengono sfruttate soprattutto come antiartritici sotto forma di impacchi di fieno. In commercio esistono due varietà di cannella: la cannella Cassia e la Ceylon. La prima e' usata prevalentemente per la produzione di dolci industriali e contiene un'alta concentrazione di cumarine, la seconda, utilizzata comunemente in cucina, non pone alcun problema a livello sanitario. L'uso di cannella Ceylon per la preparazione di dolci casalinghi o per il classico vin brule' familiare non presenta quindi rischi per la salute a patto che non se ne faccia un uso eccessivo. Consulenza legale gratuita. Prende il via nella sede nazionale, dopo quella online e telefonica A partire dal prossimo giovedi' 29 gennaio e, a seguire, tutti i giovedi' dalle 16 alle 19, presso la sede nazionale dell'Aduc, via Cavour 68 Firenze, prende il via la consulenza legale gratuita in sede. I cittadini potranno venire nei nostri uffici dove verra' fornito loro un servizio di consulenza su tutte le tematiche relative alle utenze e consumi. Il servizio di consulenza attualmente e' gia' attivo in queste altre forme: - generico online, con risposta entro 48 ore feriali: http://www.aduc.it/dyn/sosonline - generico per telefono, dal lunedi' al venerdi' ore 15-18 al numero 055.290.606 - finanziario online: http://investire.aduc.it/php/formdomande.php - normativa stupefacenti online: http://droghe.aduc.it/php/scrivici.php - salute online: http://www.aduc.it/dyn/salute/scrivici.html - diritti immigrati online: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/faq.html - diritti immigrati per telefono: martedi ore 17-20 al n. 055.282.168 - diritti immigrati in sede a Firenze, via Cavour 68: martedi' ore 17-20 Al servizio di consulenza gratuita dell'Aduc si rivolgono mediamente ogni giorno 200 persone. Le lettere piu' significative dei servizi online (generico, finanziario, immigrazione, salute e stupefacenti) vengono poi pubblicate nella rubrica quotidiana "Cara Aduc", una database di domande e risposte che, ad oggi conta circa 250.000 lettere che possono essere consultate con specifico motore di ricerca e trovare cosi', eventualmente, in anticipo la risposta al proprio quesito: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/caraduc/ Per orari e caratteristiche dei servizi di consulenza delle altre sedi Aduc in Italia, qui le informazioni: http://www.aduc.it/dyn/storia Federalismo fiscale, ma quanto ci costera'? Di piu'! Ma quanto ci costera' il cosiddetto federalismo fiscale? Di piu' di quello che spendiamo ora. Dopo le belle parole della legge delega si dovra' passare ai decreti attuativi, cioe' a come redistribuire tributi, funzioni, strumenti di perequazione, costi e fabbisogni standard, ecc. Certamente l'autonomia dovrebbe indurre ad una maggiore efficienza nella spesa locale ma abbiamo serie difficolta' a crederlo. L'esempio della sanita' calabrese e' indicativo di come l'attuazione del federalismo pesera' in misura maggiore sulle tasche del contribuente italiano. Il prefetto Silvana Riccio nella sua relazione sullo stato della sanita' calabrese: cosi' scrive "…la metodologia del disservizio risulta essere l'aspetto prevalente del sistema sanitario in Calabria..". Nei 39 ospedali, 36 sono risultati irregolari, nelle 63 strutture sanitarie (guardie mediche, laboratori di analisi, case di cura convenzionate, S.E.R.T., poliambulatori) 38 sono risultate irregolari, e le sei case di cura accreditate ed ispezionate sono risultate tutte irregolari. Chi si accollera' le spese per questi "disservizi" quando diminuiranno i flussi finanziari? La Calabria invochera' la solidarieta' nazionale e lo Stato allarghera' i cordoni della borsa o gli enti locali dovranno imporre aumenti o nuove tasse. Questo succedera' anche per buona parte delle regioni meridionali e insulari. Dove si prenderanno i soldi? Dalle tasche del contribuente, ovvio. Invece di varare mega provvedimenti, di cui nessuno conosce i costi, meglio sarebbe stato iniziare con processi di razionalizzazione. Insomma e' prevalsa la spettacolarizzazione della politica. Ci permettiamo di consigliare al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di avere come punto di riferimento, se proprio vuole, l'imperatore romano Nerva (1) piuttosto che Commodo (2). (1) 96-98 d.c.: saggio, fattivo ed equilibrato; aboli' la persecuzione dei cristiani e fece rientrare gli esiliati. Rinnovo' il Senato aprendolo anche a chi aveva origini plebee. Abolì i processi di lesa maesta', reintegro' il Senato nelle sue prerogative, prodigo' le sue terre e i denari per soccorrere i poveri. (2) 180-192 d.c.: amava i combattimenti dei gladiatori nelle arene, voleva essere adorato come un dio e trascurava completamente gli affari di stato mentre si dedicava ad un suo harem di circa 300 donne e giovani uomini. Incarico' i suoi amici di amministrare l'Impero e divideva con loro i soldi che questi rubavano. Si narra che si dilettasse nell'arena a uccidere le belve. Testamento biologico. Sul ddl Calabro' c'e' stato controllo preventivo della Chiesa? Il ddl Calabro' sul testamento biologico, su cui si apre oggi il dibattito al Senato, rispecchia in tutto e per tutto le posizioni della Chiesa cattolica romana e dello slogan che da anni ripete: ne' eutanasia ne' accanimento terapeutico. Dove pero' la nozione di accanimento non e' lasciata all'individuo sul cui corpo opera la scienza medica, ma e' rigidamente formulata dal legislatore. Non si ammette che per alcuni la nutrizione artificiale sia accanimento, perche' per legge essa non lo e' mai. Un po' come se per legge si stabilisse che il colore giallo e' piu' bello del colore verde. E cosi' viene meno quel diritto straordinariamente chiaro e certo espresso nell'articolo 32 della Costituzione: il diritto assoluto a rifiutare qualsiasi trattamento sanitario. Il silenzio-assenso del Vaticano e della Cei, solitamente molto solerti nel criticare preventivamente i progetti di legge che non vanno loro bene (vedi coppie di fatto), ci conferma che questa bozza e' stata sottoposta preventivamente al controllo delle gerarchie ecclesiastiche. Pur apprezzando sempre piu' l'impegno per la difesa della Costituzione del senatore e scienziato Ignazio Marino e dei parlamentari Radicali, voci sempre piu' solitarie in Parlamento, prendiamo atto che la bozza Calabro' diventera' legge grazie ad un Pdl compatto ed un Pd moribondo. Come per la legge 40 sulla procreazione assistita, dovremo pian piano demolire la legge sul testamento biologico attraverso un lungo e lento iter giudiziario che ne accertera' l'incostituzionalita'. Nel frattempo, decine di migliaia di disgraziati e le loro famiglie saranno costrette a subire il prolungamento artificiale della sofferenza e del processo di morte. Rimane da chiedersi per quale motivo il legislatore non abbia il coraggio di cambiare l'articolo 32 della Costituzione, invece di violarlo con una legge ordinaria. Basterebbe riscriverlo come segue: "E' un dovere del cittadino mangiare e bere fino alla morte. La legge detta le modalita' di somministrazione forzata del cibo ove il cittadino rifiutasse o non fosse in grado di nutrirsi da solo. Amen." Numero d'emergenza unico europeo 112. In Italia chi risponde? Interrogazione Intervento della senatrice Donatella Poretti - parlamentare Radicali - Partito Democratico In Italia chiamando il 112, fin dal 1981, risponde sempre la centrale dei Carabinieri. E la cosa non e' banale come sembra, perche' dal 1991 il Consiglio europeo ha deciso per il numero 112 un diverso destino: quello di essere il numero d'emergenza unico europeo (NUE), per qualsiasi emergenza e in ogni Paese membro. La decisione trova piena applicazione in una direttiva europea del 2002 (1) ma. nonostante questo, in Italia, i cittadini come anche gli ospiti della nostra rinomata industria turistica, dovrebbero sapere al momento del bisogno se le proprie richieste urgenti d'aiuto, di assistenza, di intervento, vanno rivolte ai Carabinieri (112) piuttosto che alla Polizia (113), o alla Guardia di Finanza (117), al Corpo forestale (1515), al soccorso sanitario (118), ai Vigili del Fuoco (115), alla Guardia Costiera, ai telefoni della Polizia municipale di uno degli 8.101 Comuni italiani, o della Polizia provinciale di una delle 107 province. L'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) fin dal 2001 ha denunciato la mancata attivazione in Italia del 112 unico europeo. Solo recentemente il Decreto del Ministro delle Comunicazioni del 22 gennaio 2008 ha stabilito l'unificazione di 112 e 113, attualmente serviti dalle Centrali Operative di Carabinieri e Polizia di Stato, che e' in via di attuazione. Per tutti gli altri numeri, invece, niente ancora. Intanto, il 15 gennaio scorso, la settima sezione della Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia per l'inadempimento della direttiva del 2002 sull'istituzione del NUE. Per questi motivi, con il sen. Marco Perduca, abbiamo rivolto un'interrogazione alla Presidenza del Consiglio, e ai Ministri dell'Interno, delle Politiche europee, e della Pubblica amministrazione e l'innovazione, per sapere se siano al corrente di questa mancanza e se si intenda disporre di un coordinamento piu' efficace delle chiamate d'emergenza, prevedendo una semplificazione che faciliterebbe la vita ai cittadini, come a chi visita per turismo o altro il nostro Paese, e che ridurrebbe sensibilmente i costi di gestione. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=248111 (1) 2002/22/EC del 24 aprile 2002 "Pacchi postali": le Poste bruciano 400 milioni di risparmi di 70 mila investitori. Tremonti non dice niente? Nel 2002, con Giulio Tremonti ministro dell'Economia, le Poste iniziano a progettare e vendere prodotti finanziari "creativi" zeppi di strumenti derivati che adesso il Ministro Tremonti demonizza ed addita come causa di tutti i guai economici. Ci riferiamo, in particolare ad una categoria di contratti assicurativi "Index-linked" la cui componente obbligazionaria era costituita non da semplici obbligazioni, bensi' da cartolarizzazioni (tecnicamente da cdo sintetici) e precisamente dai seguenti prodotti: - Classe 3A Valore Reale, collocata dal 07/01/2002 al 09/02/2002 - Ideale, collocata dal 18/03/2002 al 20/04/2002 - Raddoppio, collocata dal 03/06/2002 al 10/07/2002 - Raddoppio Premium, collocata dal 12/08/2002 al 21/09/2002 - Index Cup, collocata dal 21/10/2002 al 16/11/2002 I nomi dei prodotti e le note informative erano ingannevoli. Il primo titolo (3A, "tripla A") richiamava esplicitamente il massimo rating, cioe' la massima sicurezza ed affidabilta' unita all'espressione "Valore Reale" poiche' il titolo prometteva di restituire a scadenza almeno il valore dell'inflazione piu' un rendimento aggiuntivo legato alla variazioni di indici finanziari di mercato. Nella nota informativa si leggeva: "La classificazione minima imposta dall'ISVAP per questo tipologia di contratti e' di A-. Il titolo Classe 3A valore reale index Linked ha attualmente un rating AAA di Fitch. Il rating "AAA" secondo Fitch, determina in assoluto il piu' basso livello di rischio di credito. E' assegnato solamente nei casi di capacita' eccezionalmente elevata di solvibilita' e si ritiene che anche eventi particolarmente avversi non lo possano influenzare negativamente. A titolo di esempio lo Stato Italiano ha attualmente rating AA-, secondo Fitch". Il rating "tripla A" emesso da Fitch era ad uso privato. Lo stesso Ken Gill, Responsabile CDO di Fitch Ratings, e' rimasto sorpreso, nello scoprire due anni dopo, che Poste Italiane avevano strumentalizzato il loro rating in questo modo ed ha sottolineato che: "Siamo di fronte a titoli estremamente sofisticati. Che siano adeguati ad investitori retail e' discutibile. Ma questo e' responsabilita' di chi li vende". Gia' pochi mesi dopo il collocamento di questi titoli "tripla A" ad oltre 70 mila risparmiatori (secondo fonti interne delle Poste) iniziavano in primi problemi con il fallimento della WorldCom. Iniziavano i primi declassamenti, ma i risparmiatori non venivano informati. Il tracollo della situazione finanziaria ha fatto il resto. Il titolo "Classe 3A Valore Reale" adesso vale circa la meta' ed il titolo "Ideale", un terzo del valore iniziale. Tra poco questi titoli (che avevano una scadenza di 10 anni) andranno in scadenza e le Poste stanno proponendo vergognose ristrutturazioni che hanno lo scopo di cercare di soffocare sul nascere l'enorme scandalo legato a questa vicenda. Le Poste sono un'azienda di Stato (per la precisione per il 65% del Ministero dell'Economia e delle Finanze e per il 35% Cassa Depositi e Prestiti Spa. Quest'ultima e' controllata con per il 70% dal Ministero delle dell'Economia e delle Finanze e per il resto da Fondazioni Bancarie): puo' permettersi lo Stato di far andare in fumo oltre 400 milioni di euro di risparmi di piccoli e piccolissimi investitori (spesso pensionati) a causa di complessissimi strumenti finanziari sottoscritti non solo in maniera inconsapevole ma anche ingannevole? Puo' il Ministro Tremonti da una parte bacchettare le banche e dall'altra consentire ad un'azienda di Stato sotto il suo diretto controllo di applicare quegli stessi metodi? Chiediamo che il Ministro Tremonti intervenga immediatamente affinche' le Poste si facciano totalmente carico delle perdite derivanti da questi prodotti. Ricordiamo che dall'ultimo bilancio pubblicato sul sito delle Poste, le stesse hanno conseguito un utile netto di 844 milioni di euro. Riteniamo come minimo doveroso che parte di questi utili (conseguiti in larga parte ingannando i risparmiatori con decine e decine di altri prodotti finanziari assurdi) vengano impiegati per sanare una situazione cosi' grave, causata principalmente non dalla situazione del mercato finanziaria ma dalla sconsideratezza di chi ha progettato e venduto a decina di migliaia di piccoli risparmiatori questi prodotti finanziari assurdi. Per una descrizione piu' approfondita del problema: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=248185 Leggende metropolitane: frutta, pasta e aspirina Le leggende metropolitane si propagano alla velocita' della luce, impossibile fermarle. Quante volte abbiamo sentito dire che la frutta va mangiata lontano dai pasti, che non bisogna mischiare i carboidrati (es. la pasta) con le proteine (es.la carne) e che l'aspirina americana e' migliore di quella italiana? Sradicare i luoghi comuni e' difficilissimo, si danno per certi ovunque. Dopo i pasti la frutta fermenta e rende difficile la digestione, si sente dire; non sappiamo dove sia partita questa leggenda se non da coloro che, sazi di un pasto luculliano, non avevano un centimetro cubo disponibile nel proprio stomaco. Non bisogna mangiare la pasta con la carne, cioe' non bisogna mescolare i carboidrati con le proteine, perche' fa male, occorre invece fare una dieta dissociata, si sostiene; noi costatiamo che la pasta contiene mediamente un dieci per cento di proteine, il che vuol dire che si ha gia', nel prodotto per eccellenza italiano, la combinazione carboidrati-proteine. Allora come la mettiamo con la dieta dissociata? Probabilmente si e' scambiato il consiglio di mangiar meno (mangiare la pasta a pranzo, carne e contorno a cena significa fare un solo pasto) con un imperativo categorico. Prendi questa aspirina, e' americana, e' migliore di quella italiana, si sente dire. Noi sappiamo che l'aspirina e' acido acetilsalicilico, il quale, prodotto al di la' o al di qua' dell'oceano, sempre acido acetilsalicilico rimane. Il problema e' semmai il costo, visto che negli Usa si vendono confezioni con migliaia di compresse a poco prezzo mentre in Italia abbiamo confezioni piu' "belle" ma anche piu' care. Privacy e spam. Garante e Tribunale spianano la strada al traffico di dati sensibili? Interrogazione Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito Democratico Secondo un giudice del Tribunale di Firenze, interpellato perche' un istituto religioso non voleva far sapere da chi aveva preso gli indirizzi di alcuni bimbi a cui aveva inviato proprio materiale di propaganda, e' lecito non render nota questa fonte: per 'origine dei dati' non e' da intendersi -come logica vorrebbe- il soggetto che li ha illegalmente diffusi e/o venduti, ma e' sufficiente una indicazione generica sulle modalita' con cui solitamente si ottengono questi dati. Un generico "non ricordiamo da dove provengono", cosi' come si e' difeso questo istituto, per il giudice e' nell'ambito della legge. Che in questo modo diventa solo un orpello a disposizione dei vari poteri e non certo dei cittadini, per la cui privacy e liberta' era stata introdotta nella nostra legislatura, con tanto di Garante che dovrebbe garantirne l'applicazione e semplificare il ricorso nel caso di presunte violazioni. Legittimazione, quindi, di quello spam che, Ue prima e Italia dopo (art.7 codice Privacy), dicono di voler combattere. Ma non si tratta di un caso isolato. In molti Comuni, come segnalato dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), i dati anagrafici e sanitari vengono disinvoltamente forniti a soggetti privati, profit e no-profit. Nello specifico fiorentino era gia' accaduto a me direttamente col 'Movimento per la Vita' dopo la nascita di mia figlia. Ma, rivoltami alla Procura della Repubblica per chiedere che si indagasse sull'origine della fuga di dati personali da parte del Comune (commette infatti reato quel pubblico ufficiale che divulga dati sensibili dei cittadini), l'esposto e' stato archiviato senza indagare. Allo stesso modo Pietro Moretti, vicepresidente dell'Aduc, padre di due bimbe, a poche settimane da un cambio di residenza, ha ricevuto al suo nuovo indirizzo due lettere (una per ogni figlia) dall'Istituto San Gregorio che lo invitavano a visitare il loro asilo privato. Rivoltosi al Garante della Privacy, l'Autorita' aveva condannato l'istituto alle spese legali, ma non a rivelare la fonte da cui aveva avuto gli indirizzi. Moretti ha allora impugnato questa decisione presso il Tribunale di Firenze, dove il giudice Aloisio ha invece dato ragione al Garante. Le motivazioni del Garante e di questo Tribunale spianano la strada allo spam, garantendo l'impunita' a chi guadagna dallo smercio dei dati privati dei cittadini. Senza la possibilita' di conoscere e quindi perseguire chi fa smercio dei nostri dati sensibili, viene meno l'intero impianto della legge sulla protezione dei dati sensibili, ed il cittadino non ha possibilita' alcuna di farsi valere. Anagrafi comunali e societa' provviste di indirizzari potranno, senza timore di essere perseguiti in alcun modo (penale o civile) divulgare e vendere materiale sensibile, di cui non si potra' mai accertare la provenienza. Per questo, col sen. Marco Perduca, ho rivolto un'interrogazione al Ministro della Giustizia, per sapere se non intenda inviare degli ispettori presso la Procura e il Tribunale di Firenze affinche' accertino la correttezza dell'operato della magistratura inquirente e giudicante, che cosi' agendo hanno di fatto reso inapplicabile una norma europea e italiana e nullo un diritto del cittadino. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=248262 Disabili e Vaticano Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=248302 Colori tossici a carnevale. Interrogazione parlamentare Brutte notizie per chi ama il carnevale (1). L'Ufficio per la tutela dei consumatori di Duesseldorf (Germania) mette in guardia dall'indossare costumi e maschere a diretto contatto con la pelle: diversi articoli contengono colori a dispersione, suscettibili di causare allergie, e nel peggiore dei casi potrebbero anche essere cancerogeni. A seconda della tecnica e del materiale usato, le sostanze coloranti possono non essere fissate correttamente, e quindi sciogliersi con il sudore. Di solito, a ridosso del carnevale scattano i controlli su vestiti, parrucche, cappelli e maschere per verificare la permeabilita' dei colori; negli ultimi anni ne sono venuti alla luce di sconsigliabili, utilizzati soprattutto da produttori asiatici. Gia' l'Ufficio federale per la valutazione dei rischi (BfR,) aveva chiesto di rinunciare all'impiego di otto colori a dispersione per tessuti che vanno a contatto diretto della pelle. I produttori tedeschi assicurano che non li adoperano piu', ma i tessuti possono colorati in altri Paesi ed essere importati. E in Italia? Sarebbe interessante sapere se sono state fatte indagini su tessuti e maschere usate per il carnevale gia' in atto. Una interrogazione in tal senso e' stata preannunciata dalla senatrice Donatella Poretti. Nel frattempo consigliamo di evitare gli acquisti di articoli di carnevale da venditori improvvisati, di comperarli, invece, nei negozi e di conservare lo scontrino: in caso di contestazioni si sapra' con chi protestare. (1) http://www.sueddeutsche.de/gesundheit/835/456503/text/print.html ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi ALTRE TEMPESTE L'inverno che stiamo ancora vivendo e' stato tutto un susseguirsi di tempeste nelle diverse zone d'Italia; sembra che niente e nessuno sia stato risparmiato da bufere di neve, fino a quote abbastanza basse, sulle Alpi e gli Appennini, da alluvioni o dalla minaccia di esse fin nel cuore della capitale, da fortunali marini che, fra le altre regioni, hanno colpito in modo particolarmente forte e ripetuto la Sardegna. A questa onda lunga di vittime umane e gravi danneggiamenti alle cose, che auspico sia arrivata alla fine, mi e' venuto di associare il pensiero di altre tempeste, quelle interiori, quelle che si scatenano, spontaneamente o per qualche impulso esterno, nella nostra mente o nella nostra anima e che a volte, per la persona che le vive, non sono meno devastanti di quelle a cui ho accenato sopra. La poesia di Montale, La casa dei doganieri, che riporto di seguito, comunica, secondo me, abbastanza bene tale esperienza umana; lo fa con molto pudore ed essenzialita', senza dare accentuazione tragica alla narrazione, ma basta soffermarci su due versi chiave, contenuti nella seconda strofa (“la bussola va impazzita all'avventura/ e il calcolo dei dadi piu' non torna”) e su un altro passaggio della terza (“... in cima al tetto la banderuola/affumicata gira senza pietá”, per avvertire, senza ombra di dubbio, una tensione arrivata al punto di rottura. Offro dunque, a chi legge, questa poesia come testimonianza di uno sbandamento doloroso (e non importa a chi o a che cosa sia dovuto) con l'augurio rivolto a chi si sentisse in questa situazione di riuscire a tenere, come dice Montale di se stesso, un capo del filo della memoria. Una sorta di filo d'Arianna, che guidi verso il varco che consente di uscire dal labirinto dello smarrimento. LA CASA DEI DOGANIERI (da: Eugenio Montale, Le occasioni, 1928-1939) “Tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: desolata t’attende dalla sera in cui v’entro' lo sciame dei tuoi pensieri e vi sosto' irrequieto. Libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non e' piu' lieto: la bussola va impazzita all’avventura. e il calcolo dei dadi piu' non torna Tu non ricordi; altro tempo frastorna la tua memoria; un filo s’addipana. Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pieta'. Ne tengo un capo; ma tu resti sola ne' qui respiri nell’ oscurita'. Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende rara la luce della petroliera! Il varco e' qui? (Ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende …). Tu non ricordi la casa di questa mia sera. Ed io non so chi va e chi resta”. NOTA La casa dei doganieri fu pubblicata per la prima volta su una rivista nel 1930 e poi in un libriccino edito dall'editore fiorentino Vallecchi nel 1932, intitolato proprio La casa dei doganieri e altri versi. Il tutto conflui' nel 1939 nel volume Le occasioni. Notizie approfondite sulla poesia si trovano sul sito http://www.immacolatariccio.it/lacasa.htm Su Le occasioni si puo' consultare il sito: http://www.italialibri.net/opere/occasioni.html. Segnalo inoltre un video interessante di commento/lettura della poesia: http://it.youtube.com/watch?v=Ic3PB5RAHlY Una biografia di Eugenio Montale si puo' leggere in “Upupe” (15 luglio 2008): http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=225646 oppure su Internet: http://www.italialibri.net/autori/montalee.html Alcuni testi del poeta, compresa La casa dei doganieri, si possono leggere su http://it.dada.net/freeweb/eugeniomontale/ e su: http://www.valsesiascuole.it/crosior/1_intertestualita/montale_memoria.htm (con sottofondo musicale) (a cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Il cieco non sogna al buio. A Futura Memoria Internet e' un "vero dono per l'umanita'" e deve essere accessibile a tutti (Jouse' Ratzinger) Barack Obama si e' insediato, il vento soffia forte, la ricerca scientifica si muove, la storia volta pagina. Tuttavia, non tanti si saranno resi conto della tipicita' dell'agenda politica di Obama, tutta esposta ai media, privilegiando il web. Cosi', subito dal primo minuto dall'insediamento del neo Presidente, il sito web della Casa Bianca, (http://www.whitehouse.gov) cambia look, a simboleggiare la trasparenza con la quale l'amministrazione Obama pretende di avere nei confronti sia del popolo Americano sia dei popoli del pianeta. Obama ha vinto grazie ad una mobilizzazione senza precedenti, operata attraverso la rete del web, preziosa e' stata la viva collaborazione di esperti, i quali hanno saputo fare sana politica attraverso questo meraviglioso mezzo di comunicazione. Come non dire che la Rete ha modellato il futuro del Paese Americano e di gran parte del pianeta? Ed in Italia? Quanti sono a conoscenza che la crescita di informatizzazione dello "stivale", negli ultimi anni, e' crollato sotto gli standard dei Paesi Europei, posizionandosi solo davanti alla Romania, che certamente presto ci avanzera', superandoci? Noi ricordiamo uno dei tanti "caroselli" elettorali del Presidente Silvio Berlusconi, quando vantava che le scuole d'Italia, con lui Presidente sarebbero state le scuole delle 3I, includendo inglese ed informatica. Non e' andata esattamente cosi', e la recessione economica, comodamente presa quale motivazione di tutto, non c'entra per niente. Si tratta, viceversa, di razionale ed astuta, se non agghiacciante volonta' politica, nel mantenere una non piena efficienza della Rete del web. Il motivo per quanto apparentemente difficile da comprendere, e' viceversa di una facilita' estrema. Quando il Presidente Berlusconi, con la medesima metodologia dei "messaggi in codice" asserisce "io sono troppo vecchio per il computer", non molti si rendono conto che sta lanciando messaggi in codice, che sono la vera agenda politica, e che solo orecchie "particolarmente sensibili" sanno udire. Il politico puo' andare davanti alle telecamere per il piccolo schermo, dicendo amenita', resteranno poche tracce delle brillanti intuizioni. Tutto questo sul web non e' possibile, sarebbe facile consultare un motore di ricerca, per far emergere le brillanti stupidita', in ogni parte. Pensate che i politici propensi ai "caroselli delle bugie", possano essere desiderosi del web? Meglio le tv, ancor di piu' quando se ne e' proprietari. Perfino il Santo Padre, Jouse' Ratzinger, "vola" sul vento del Web (1) e la Fede va su "youtube" (2). Tutti cavalcano il Web , anche esponenti di questo Governo, il ministro Renato Brunetta, oltremodo la ministra Maria Stella Gelmini (3). Il Web e' un dono per l'umanita', pur non contrastando con la televisione, la sminuisce. Con Internet si accede ad una cosi' vasta, immensa scelta di informazione e cultura, che il piccolo schermo non serve piu' a nulla. Tra l'altro, per coloro i quali posseggono una connessione veloce, potrebbero accedere ad un numero innumerevole di canali televisivi direttamente sul proprio computer. Il nostro consiglio e', pertanto, di non pagare piu' il canone, vendendo la televisione in qualche mercatino delle pulci. La questione e' giuridicamente controversa, ma per ora, almeno, il canone non si paga per il possesso di un pc (4). Non e' un caso, pertanto, che la banda larga che dovrebbe essere ormai presente in ogni parte del moderno stivale, non c'e', oltremodo l'offerta non e' per tutti. Una moltitudine di paesi Italiani, localita' piccole o grandi, ne sono sprovvisti, sono nel passato. L'Italico medioevo del web umilia tutti, ancor di piu' i portatori di disabilita' visiva, i ciechi. Un normovedente va in libreria, sceglie un libro, lo acquista e va a casa a leggerlo (in verita' pochi in Italia) un cieco come fara'? Il desiderio di informarsi, soprattutto il desiderio di lettura e quindi cultura, del non-vedente, e', per una eterna insidiosa quanto egoistica posizione dell'editoria Italiana, olio di gomito, una immensa pazienza di ore ed ore passate alla scansione del libro, allo scanner ed al computer, per salvarne una copia in formato testo, trasformato dai software sempre piu' evoluti chiamati o.c.r.. Ma, medioevo giuridico Italiano, i ciechi che per necessita' ed amore della cultura condividono il loro lavoro con gli altri attraverso il web, rischiano pesanti pene, per lesioni dei diritti di autore: noi ci chiediamo, chi difende i diritti dei disabili, ed il loro diritto alla informazione ed alla cultura? Come nel medioevo: i ciechi fuori dalle mura? Oggi, ogni cieco e' perfettamente consapevole che l'isolamento ed il buio intorno si supera con la luce del web. I ciechi gestiscono il computer meglio di quanto si possa immaginare, molti di essi sono perfino programmatori di software, altri al computer sono virtuosi come un concertista al pianoforte, quasi tutti con il patentino Europeo del computer, che si chiama E.C.D.L. Un cieco al "Grande Fratello". Certamente puo' aiutare a far comprendere alla ignara societa' Italiana che un cieco non e' solo un povero essere avvolto nel suo buio, infelice, senza risorse alcune. Ma il "Grande Fratello" non e' soddisfacente. Le realta' della disabilita' visiva sono ben altre, che richiederebbero piu' attenzione da parte del legislatore super-distratto, sovente insensibile ai grandi problemi dei portatori di tale cosi' grande handicap. Nella mia esperienza, non ho mai conosciuto ciechi che non abbiano avuto una raffinatissima intelligenza, insieme ad una equilibrata capacita' di sintesi logica. Ludicamente dotati sopra la media, con vive risorse creative, superano quelle dei normovedenti. Per semplificare al massimo quello che di facile comprensione non e', si tratterebbe della logica di Madre natura che, in mancanza di un certo senso, ne attiva affinandone e raffinandone altri. Approfittando di questo spazio pubblico, desideriamo lanciare un messaggio per coloro i quali sono investiti di responsabilita' istituzionali in questo Paese: se gli interessi di mercato creati dalle televisioni non verranno urgentemente sostituite da sontuosi investimenti e risorse economiche per lo sviluppo della banda larga, il futuro di questo Paese e' gia' segnato. Se ne dovranno assumere paternita' e responsabilita', di fronte alle future generazioni. Quanto scritto, a futura memoria. Vi lascio con una significativa autobiografia, gia' pubblicata da una casa editrice in Svizzera. Si tratta di un amico, cieco per errore dalla nascita, perche' nato prematuro: fu messo in incubatrice che erogava un tasso non idoneo di ossigeno, che ledeva irrimediabilmente la retina. Il dottor Dante Balbo, psicologo, in una serena autobiografia, insegna che un cieco non fa sogni al buio, mai. Fili d'argento Il gioco delle reti, tra infanzia e informatica A cura di Dante Baldo Mio padre stava li', tutto affaccendato a frugare in uno scatolone, il tavolo gia' pieno di bocce, statuine e pendagli, mentre io esploravo delicatamente la mensa trasformata in un campo di lavoro, strappando qualche commento apprensivo: "Con quelle mani sempre dappertutto!". Finalmente uscivano fuori dallo scatolone i fili, quei fili delicati, dal crepitio sottile, lucidi al tatto, che pian piano invadevano l'albero con un intrico d'argento e oro. Quando penso a qualcosa di luminoso e leggero al contempo, torno con la memoria a quei fili colorati che adornavano gli alberi di plastica della mia infanzia natalizia. Sono fili colorati le relazioni che si sono arrampicate sull'albero della mia vita, ora tenui, ora robuste, ora brevi come un temporale, ora ricorrenti come le maree. Il dono piu' bello della mia cecita' e' stato proprio questo: se volevo vivere dovevo costruire rapporti. Certo, non e' una prerogativa dei ciechi intessere incontri, ma l'handicap, quando non isola, diventa un motore potente per costruire ponti fra le persone. L'esilio "necessario", forse! E' cominciato tutto con l'istituto per ciechi, almeno fin li' mi ricordo, uno spazio dove non si poteva scegliere se relazionarsi o no, ma solo con chi. Ciechi fra i ciechi, per imparare a convivere con l'handicap, braille, musica, lattine di caffe' per giocare a "tolla", una specie di football rumoroso, insomma tutto quello che serve per fare un cieco doc. La comunita', se imposta dalle necessita', non e' un'esperienza solo importante per allargare gli orizzonti, uscire dal pietismo dei vicini di casa, ma uno scoglio difficile, come attestavano i regolari e violenti disturbi gastrici che mi facevano vomitare ogni volta che da casa, tornavo in corriera all'istituto. Quando terminai le scuole dell'obbligo sapevo strimpellare il pianoforte, avevo "distinto" in latino e un gran desiderio di andarmene da quel ghetto. Erano gli anni settanta, con i cortei di studenti a pochi passi dal collegio, in una Milano in fermento rivoluzionario: anni difficili per noi che crescevamo, ma anche per l'istituzione tradizionalmente dedicata ai privi di vista, che vedeva sgretolarsi il suo potere di unica madre dei "poveri ciechi", rimpiazzata da una parola orribile, "reinserimento". Quando decisi di andarmene, per studiare nella mia citta', il direttore, un monsignore serio milanese tutto di un pezzo, di cui ricordo le messe in latino, mi disse: "Tornerete piangendo a chiederci di studiare da noi: fuori non e' il paese dei balocchi." La liberazione: il grande "fuori" e la sfida Su questo ultimo punto aveva ragione, almeno in parte, perche' un ragazzo cieco dalla nascita, che tenti di studiare al liceo classico, con il greco e tutto il resto, in una piccola cittadina della provincia pavese, e' un fenomeno cosi' strano che piuttosto lo si sarebbe mandato alle magistrali femminili delle monache, almeno cosi' consiglio' l'insegnante di greco del ginnasio che con me non sapeva che pesci pigliare. Fu pero' la prima parte del discorso del buon monsignore, che, malgrado le sue intenzioni, mi diede la forza necessaria per stringere i denti e continuare. Ancora una volta fu una questione di persone a determinare la mia strada: un professore di greco e italiano che mi insegno' ad apprezzare Dante e che scommise su di me, molti amici conosciuti a scuola e in un movimento religioso giovanile, che oltre a scorrazzare con me per la provincia mi registrarono cassette per studiare, e una cara insegnante di inglese, che mi diede molte ripetizioni e soprattutto la saggezza nobile di una signora. Fu quello il tempo della mia conversione religiosa, dopo un periodo di estremismo di sinistra, piu' pensato che praticato. Questo dato e' importante, non per una sua relazione con la mia cecita', ma perche' mi ha consentito di intrecciare un'infinita' di relazioni significative, che mi sono state di grande aiuto durante la scuola superiore e l'universita'. Reinserirsi si', ma alla grande, per cui affrontare il liceo classico, significava automaticamente accettare la sfida della formazione universitaria. Quando si tratto' di scegliere la facolta', nessun dubbio, avrei studiato psicologia, lo avevo deciso gia' a quattordici anni. Non era semplice, perche' di psicologi ciechi non ne conoscevo e probabilmente non ce ne erano, allora, nel 1978, quando iniziai a frequentare le prime lezioni con il prof. Petter, a Padova, docente di psicologia dell'eta' evolutiva. Se il mio primo compagno di viaggio negli studi elementari e medi era stato il Braille, l'universita' era impossibile da combattere a colpi di punteruolo e la vecchia tavoletta per la scrittura a puntini fu sostituita dal registratore. Ho perso qualche amico appioppandogli i miei tomi, da riversare su cassetta, ma molti ne ho acquistati per la stessa ragione. Il primo anno di psicologia sono rimasto a Padova, un altro istituto per ciechi mi ha ospitato, ma ero grande e quello era piu' vicino ad un albergo che ad una prigione. Una delle cose che la cecita' insegna e' la sintesi, la necessita' di prendere possibilmente piu' piccioni con la proverbiale fava. Siccome nella mia famiglia non si navigava nell'oro, anzi, qualche volta si rischiava di rimanere in secca, decisi che non potevo fare il signorino studente universitario e contemporaneamente agli studi sulla misteriosa rete delle passioni e dei sentimenti umani, mi dedicai alla rete telefonica, formandomi come centralinista. Mentre studiavo psicologia, praticamente quasi per corrispondenza, cioe' preparandomi a casa sulla base delle indicazioni dei docenti, cominciai quindi a lavorare come centralinista nel municipio di Vigevano, la mia citta' natale. A farmi compagnia, oltre alla mia ragazza di allora e ai miei amici, c'era un cane, un pastore tedesco con qualche acciacco e il terrore dei botti improvvisi, ma fedele e disponibile ad accompagnarmi per la citta', sui bus, a piedi, oppure spettatore dei miei giorni in ufficio e delle mie sere passate a ciondolare per la bella piazza della cittadina sulle rive del Ticino. Studiare e' stato faticoso, anche se l'ascolto dei libri mi ha insegnato a star sveglio di notte e non ho ancora perso questa abitudine, famiglia permettendo. Tuttavia non immaginavo fosse cosi' difficile lavorare. Non si trattava di incompetenza, ma di resistenze sociali e culturali. In Italia la legge mi proteggeva e avevo diritto a lavorare in municipio o in un altro ente pubblico o privato che avesse piu' di tre linee telefoniche. Quando percio' chiesi di poter lavorare nell'amministrazione comunale non sospettavo che mi ci sarebbero voluti sei mesi per imporre un mio diritto. Una volta assunto, poi, mi ritrovai a fare di tutto, dall'impiegato d'ufficio che trascriveva le registrazioni dei consigli comunali, all'animatore musicale negli asili (scuole dell'infanzia), dal collaboratore d'archivio al cooperatore di una collega animatrice socioculturale che andava in giro a registrare canti e danze popolari. Non che questo mi dispiacesse, anzi, mi permise di acquisire molte competenze che ancora oggi mi sono utili, ma tutto facevo, tranne il mio mestiere, il centralinista, l'unico che avevo seriamente imparato. In realta' anche questa fu una fortuna, perche' mi preparo' almeno come mentalita' alla situazione di flessibilita' che una quindicina d'anni dopo, sarebbe diventata indispensabile requisito per tener testa alle trasformazioni del mercato del lavoro. Per poter esercitare come centralinista, avrebbero infatti dovuto trasformare il mio posto di lavoro adattandolo alle esigenze di un cieco, sostituendo le spie luminose con dei sensori tattili e questo doveva essere un'impresa ciclopica, visto che ci vollero piu' di tre anni prima che si concretizzasse. Quando poi avvenne, mi presi una soddisfazione, anche se determinata da ben altri motivi: me ne andai dal municipio. La ragione non era una ripicca, ma una scelta di vita che feci allora con mia moglie, una ragazza svizzera conosciuta qualche anno prima per il tramite di un sacerdote mio grande amico. Insieme a lei, infatti, decisi di trasferirmi in Svizzera. Qui inizio' per me un periodo abbastanza singolare, per un marito italiano educato dalla cultura degli anni sessanta: io studiavo e mia moglie lavorava. La laurea in psicologia non mi bastava, per diventare psicoterapeuta e mi iscrissi ad una scuola di specializzazione che aveva una caratteristica singolare: era in costruzione e quindi, si modifico' nel tempo, per quanto riguardava le sedi. Mi ritrovai a viaggiare per l'Italia, da Torino a Genova, da Cremona a Milano. Non era una cosa semplice affrontare ogni settimana nei mesi invernali le nebbie della pianura padana, ma a credere in questa avventura eravamo almeno in due: io, cresciuto con la propensione a trovarmi cose difficili da affrontare per potermi misurare con le mie effettive capacita' e mia moglie, una donna dall'apparenza fragile, ma che via via che la conosco si e' dimostrata anche piu' ostinata e tenace di me. Eravamo nella seconda meta' degli anni ottanta, il mio cane era morto, ma stavo in Svizzera in un momento in cui non mi andava di avventurarmi nell'incontro con un altro animale da guida, perche' non ero ancora in una situazione di vita stabile e cosi' imparai ad usare il bastone bianco. Mi fu utilissimo durante gli stage di psicologo e poi di psicoterapeuta, trascorsi in varie strutture, tra cui l'ospedale neuropsichiatrico Cantonale, oggi notevolmente riformato. Terminai la mia formazione post laurea e finalmente cominciai a lavorare, per una societa' di servizio che si occupava di alcolisti. La pelle dell'orso Avevo partecipato ad un concorso, senza assolutamente credere di avere qualche possibilita' di successo e, invece, il direttore mi mando' a chiamare. Qui sfoderai tutta la mia faccia di bronzo, quella che i francesi chiamano expression figée, per descrivere la fissita' dei volti dei ciechi dalla nascita, ma che in realta' io attribuisco in quel caso alla necessita' di barare spudoratamente. Senza sapere praticamente niente di informatica e senza avere mai avuto un computer, scommisi con il direttore che valutava la mia assunzione che avrei avuto completa autonomia sul posto di lavoro, informatizzando la mia postazione. Per fortuna vendetti la pelle, ma uccisi anche l'orso, imparando in breve tempo a districarmi fra bytes, ram, processori e text-editors. Fu un vero salto di qualita' per le mie possibilita' di comunicazione con il mondo. Ricordo l'angoscia provata anni prima, quando avevo dovuto scrivere la mia tesi universitaria con una macchina da scrivere e trascriverla poi in braille, imparando velocemente il sistema di stenografia italiana, per abbreviarne il volume. Adesso potevo scrivere correggere, avere materiale da consultare attraverso i dischetti dei colleghi, trovare documenti gia' fatti e non dover chiedere a qualcuno di leggermeli. Fu come passare dalla bicicletta alla Ferrari. La scrittura braille rimaneva un punto fermo, ma diventava lo strumento per accedere ad informazioni in quantita' smisurata e in spazi ridotti. Un libro che in scrittura braille avrebbe occupato numerosi volumi, diventava un floppy disk da tenere in tasca. Quando mi accostai all'informatica il mio obiettivo era tutto sommato minimo, trovare il modo di conservare le informazioni professionali e poterle scambiare con i colleghi. Non immaginavo certo che mi si sarebbe aperto un mondo immenso e in continua evoluzione. Sia la rete, e rete fu Prima venne l'edicola elettronica, una delle esperienze piu' emozionanti della mia vita per quanto riguarda l'acquisizione di autonomia. Ricordo ancora la trepidazione e lo stupore nel trovare sul mio computer, semplicemente con poche operazioni e qualche momento di attesa, i giornali che tutti comperavano al chiosco. Poter sfogliare le notizie in tempo reale, anticipare i colleghi su fatti che non avevano letto, gustare le terze pagine in cui la cultura si dispiega e dibatte. Poi venne la posta elettronica, un circuito attraverso un server, per comunicare fra ciechi e ipovedenti, il precursore di Internet. Infine la rete, la grande rete delle lettere scambiate con la Siberia, delle biblioteche virtuali, delle informazioni piu' disparate, delle ricerche su temi diversi, della scoperta di luoghi da visitare ecc. L'informatica ha costituito una vera e propria rivoluzione nella mia vita, le cui proporzioni sono difficili da circoscrivere. Con la scrittura braille o i testi su audiocassetta la vita dei ciechi era gia' piu' facile di quando elemosinavano davanti alle chiese, ma con l'accesso alla rete virtuale e la possibilita' di trasferire mediante uno scanner testi dalla carta al computer sono stati un vero e proprio balzo in avanti, come dal velocipede all'aeroplano. Oggi via e-mail ho scritto ad un editore per chiedergli se era possibile avere un libro in formato elettronico e poche ore dopo lo ritiravo dalla stessa posta elettronica. Ho iniziato questo scritto a casa, lo ho continuato in ufficio e ora da casa lo spediro' sempre tramite un modem alla coordinatrice che me lo ha chiesto. Prima, pero', sempre con lo stesso computer lo inviero' via fax ad un'amica, per un commento. Ma, soprattutto, posso controllare sempre quello che ho scritto o quello che altri mi inviano. Quando eravamo fidanzati, io ho inondato mia moglie di lettere, perche' lavoravo in un ufficio e avere una macchina da scrivere non era un problema, ma lei non ha mai potuto scrivermi, e, se lo avesse fatto, avrebbe potuto al massimo parlarmi del tempo che faceva in Svizzera. Ora invece la possibilita' di intessere relazioni consentendo anche ad altri di essere intimi con me e' possibile, grazie alla posta elettronica. Tutto questo e' oggi il vasto mare cui anch'io ho accesso, ma solo grazie a delle persone. Non alludo alla retorica degli informatici che si occupano di programmi speciali per ciechi, del resto indispensabili, ma a quella rete di persone, programmatori, ma soprattutto amici dell'Unitas, l'associazione dei ciechi e ipovedenti della svizzera italiana, miei compagni di viaggio in quest'avventura nel mondo telematico. Il posto lo ottenni e non solo, progressivamente imparai a gestire la mia professione sempre piu' autonomamente. Accanto al mio cammino professionale si sviluppava intanto il percorso personale, soprattutto in relazione alla mia esperienza di fede. Non di sola integrazione professionale vive l'uomo Crebbi con gli amici del movimento religioso cui ancora appartengo, il Rinnovamento nello spirito, che mi educo' all'amore per la Chiesa e alla tensione verso la dimensione comunitaria. C'e' un pregiudizio sui ciechi, un'idea che probabilmente serve ad esorcizzare il dramma di una menomazione inaccettabile: i non vedenti, per un gioco compensatorio, sono spiritualmente acuti e sensibili. Si potrebbe dire meglio, sono buoni. Niente di piu' sbagliato e fuorviante, sia per la prima sia per la seconda ipotesi. Il movimento religioso che ho abbracciato non e' fatto di soli ciechi, ma ha coinvolto 80 milioni di persone nel mondo. Si tratta di uno dei movimenti religiosi nati dopo il Concilio Vaticano II in cui uomini e donne hanno ritrovato il gusto di vivere un'esperienza personale di salvezza, di sperimentare un Vangelo attuale e che riguarda la loro vita concreta, le loro scelte quotidiane, i loro progetti e le loro speranze. La fede, quella cristiana Cattolica, ha segnato profondamente la mia vita, non perche' sono cieco, anche i ciechi hanno le stesse chances di andare all'inferno, ma perche' ho avuto la grazia di incontrare dei testimoni autentici della medesima fede. Mi ha accompagnato come un filo rosso, fatto di legami con gli amici e la comunita' di appartenenza, dalla mia giovinezza, fino ad oggi. E' in questa esperienza che ho incontrato mia moglie, anch'ella convertita dall'ateismo. E' per la nostra fede e l'amicizia per una coppia che abbiamo deciso di abitare in Svizzera e non in Italia. E' per la necessita' di concretizzare l'aspirazione al servizio degli altri in un ambito di fede, che ho chiesto di poter lavorare per Caritas Ticino. E' infine l'evoluzione della mia partecipazione al movimento che mi ha generato alla fede, che mi ha condotto ad accogliere la chiamata al diaconato permanente. Dopo la societa' di Cura dell'alcolismo, infatti, venni assunto a Caritas Ticino, in qualita' di operatore sociale. Contemporaneamente mi formavo come candidato al diaconato permanente, una forma particolare del sacramento dell'ordine, ripristinata dal Concilio Vaticano II, che abilita uomini sposati a servire la Chiesa sia nell'aiuto ai poveri, sia nella predicazione e nel servizio liturgico. Essere diacono permanente significa concretamente poter amministrare battesimi, partecipare alla Messa come lettore del Vangelo e predicatore, essere attivo in parrocchia con responsabilita' diverse. Inoltre la mia stessa attivita' lavorativa e' impostata come un particolare modo di esprimersi del mio servizio come diacono. I fili si annodano per un traguardo In Caritas Ticino, una delle prerogative e' la flessibilita' e la disponibilita' a fare un po' di tutto. In qualche modo, la mia vita si e' progressivamente unificata, da torrenti diversi e' nato un fiume, fondendo lavoro e fede, flessibilita' e autonomia, incontro con le persone e riflessione culturale. Qui in Caritas Ticino faccio di tutto: scrivo articoli per la nostra rivista bimestrale, mi improvviso intervistatore televisivo, collaboro per la redazione di documenti, dirigo il servizio sociale e il servizio adozioni, preparo un programma per una radio locale, scelgo i temi per la formazione interna dell'equipe ecc. Ma questa volta non e' il ripiego per miei diritti non riconosciuti, ma una scelta libera e cosciente di adesione al progetto di servizio agli "Ultimi" che Caritas Ticino incarna. E la psicoterapia? Non e' dimenticata, per essa continuo a formarmi ed aggiornarmi, ed e' diventata una delle opzioni del pacchetto di proposte del servizio sociale di Caritas Ticino. Al centro di tutte queste esperienze, ci sono persone, che camminano al mio fianco, che mi incrociano per un momento, con le quali costruisco amicizie capaci di sfidare il tempo. Il pre-giudizio universale Il ghetto non e' del tutto scomparso, anche se si manifesta in modo piu' sottile. Molta e' ancora la resistenza da superare per una reale integrazione, ma non si tratta piu' di difficolta' logistiche, bensi' di una mentalita' da smontare, scritta nella storia millenaria del rapporto dell'uomo con la diversita' e con la cecita' in particolare. E' qualcosa di piu' intimo dell'accettazione che un cieco possa fare l'avvocato o lo psicologo o l'operaio in una fabbrica, riguarda la nostra paura del diverso, la necessita' di proteggere come un bambino il portatore di handicap. Non riguarda i vedenti cattivi che non capiscono, e' dentro la persona umana, cieca o vedente tetraplegica o atleta olimpico. E' difficile per tutti scindere la persona dalle fantasie che riguardano il suo handicap. La mia stessa testimonianza, potrebbe far sembrare che i ciechi siano tutti persone eccezionali, piene di interessi, con una vita di relazioni intensissima, ma io conosco ciechi e vedenti ottusi, vedenti e ciechi antipatici, ciechi senza fantasia e vedenti che hanno avuto guai che io non riesco ad immaginare di essere in grado di superare. Io stesso, che ora parlo cosi', se incontro uno straniero, mi metto a parlare con lui come se fosse sordo, articolando le frasi e semplificandole come i negri dei film, con magari tutti i verbi all'infinito. Quando il mattino mi reco nella sala dove facciamo la pausa, generalmente, almeno tre persone si alzano per cedermi il posto, con intenzioni di benevolenza, ma non farebbero lo stesso e non lo fanno per il mio direttore, che gerarchicamente e' piu' importante di me. Nel mio ruolo di diacono permanente sono recentemente andato in un palazzo per benedire le case, una tradizione ancora diffusa qui in Ticino. Una signora, alla fine, mi ha fatto un'offerta, ma non per la chiesa, cosa consueta, ma "per un caffe'." E' solo una sensazione di pelle, ma sono quasi certo che se fossi stato vedente non avrebbe osato. Ancora fili d'argento, per fare una cometa La mia strada non e' finita e da queste pagine se ne scorgono solo alcuni tratti, dentro i quali le mille relazioni che ho intrecciato o che mi hanno toccato brillano esili come quei fili d'argento degli alberi di plastica dei miei natali d'infanzia, cosi' luminosi da far risplendere la casa, cosi' tenui che li si puo' leggere solo fra le righe. Non so cosa mi riservi il futuro, ne' se Caritas Ticino sara' il mio traguardo professionale, ma vorrei alla fine della vita poter portare con me quei fili d'argento ed esserne cosi' carico da trasformare il mio povero albero di plastica in un'altra cometa natalizia. (1) http://punto-informatico.it/2532928/PI/News/ratzinger-una-rete-evangelizzare.aspx (2) http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/italia_e_mondo/2009/01/17/1202023005985-papa-ratzinger-pronto-l-esordio-internet.shtml (3) http://www.universinet.it/maturita/maturanews/2805-materie-maturita-2009-gelmini-su-you-tube-tutte-le-materie-desame.html (4) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=246551 ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Emmanuela Bertucci Rsa. Incostituzionalita' della legge regionale Toscana: ennesimo tentativo a danno delle tasche dei meno abbienti Ormai da anni ci occupiamo della costante e diffusa illegalita' dei Comuni d'Italia che, spesso complici le Regioni, chiedono illegalmente ai cittadini ingenti somme di denaro (se parametrate all'attuale costo della vita) a titolo di retta per la degenza in RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali). L'ultima vicenda di cui ci siamo occupati riguarda la Regione Toscana che, per porre "rimedio" ad una sentenza del TAR Toscana che riconosce l'illegittimita' delle richieste economiche effettuate dal Comune di Firenze alle persone degenti in RSA e ai loro parenti, ha deciso di "avallare" con una legge illegittima queste prassi illegali dei Comuni, sperando in un effetto deterrente che dissuada i cittadini dal chiedere giustizia. Per comprendere appieno i profili di illegittimita' di tale legge, facciamo una iniziale premessa su come il Parlamento italiano ha disciplinato il pagamento di queste rette, operando una chiara e precisa scelta di politica sociale e sanitaria. Le prestazioni di degenza in residenze sanitarie assistenziali per soggetti handicappati/disabili gravi non autosufficienti e soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti rientrano fra i cosiddetti LEA, livelli essenziali di assistenza (1) e in ragione della duplice rilevanza sanitaria prima che sociale delle prestazioni di cui sopra, il legislatore ha previsto che il pagamento delle rette di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) per soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti e' ripartita per il 50% a carico del S.S.N. e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali (2); per soggetti handicappati/disabili gravi non autosufficienti e' ripartita per il 70% a carico del S.S.N. e per il restante 30% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali (3). Pertanto, i Comuni possono chiedere all'assistito un contributo percentuale a tal fine, sulla base della situazione economica dello stesso, valutata secondo i parametri ISEE, cosi' come determinata dall'art. 25 della legge 328/2000 in relazione a quanto stabilito nel d.lgs. 109/98. Delineato per grandi linee il quadro normativo, passiamo all'analisi della legge della Regione Toscana n. 66 del 2008 in vigore dal 19 dicembre 2008, nota ai piu' come la legge che istituisce un nuovo fondo per la non autosufficienza. Una buona legge, parrebbe dunque; una legge che mostra la sensibilita' della Regione Toscana alle esigenze delle categorie piu' deboli, anziani e handicappati gravi, ma che in realta' ha fra i suoi scopi principali quello di tentare di "salvare" i Comuni toscani dall'esborso di somme cui questi ultimi sono tenuti. L'approvazione di tale legge si inserisce, infatti, nel tentativo di rendere legittimi i regolamenti dei Comuni toscani che –in contrasto con la normativa nazionale– prevedono il computo dei redditi dei parenti per la determinazione della quota in compartecipazione dell'utente, nonche' il computo degli emolumenti previdenziali e assistenziali che la legge esclude. Non e' un caso che il procedimento di approvazione della legge stessa sia stato accelerato dalla pendenza avanti al Tribunale amministrativo Regionale per la Toscana di precedenti ricorsi aventi medesimo oggetto, cosi' come non e' un caso che l'approvazione finale della 66 del 2008 sia avvenuta a pochi giorni di distanza dal deposito della sentenza n. 2535/08 del Tar Toscana, che obbliga il Comune di Firenze a conformarsi alla legge nazionale e dunque a richiedere, per la degenza in RSA di soggetti handicappati/disabili gravi non autosufficienti e soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti un contributo economico proporzionato al reddito personale e non gia' al reddito del nucleo familiare. Questo tentativo e' contenuto all'art. 14 della legge stessa, che cosi' recita: "[...] In via transitoria e in attesa della definizione dei LIVEAS sono previste forme di compartecipazione da parte della persona assistita ai costi delle prestazioni non coperti dai livelli essenziali di assistenza sanitaria, secondo livelli differenziati di reddito e patrimoniali definiti da apposito atto regionale di indirizzo, tenendo conto dei principi in materia di indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) di cui al decreto 31 marzo 1998, n. 109 [...]. Nelle more della definizione dei LIVEAS, l'atto di indirizzo regionale che deve definire i livelli differenziati di reddito e patrimoniali attiene ai seguenti criteri generali: [...] b) nel caso di prestazioni residenziali oltre alla situazione reddituale e patrimoniale della persona assistita, determinata secondo il metodo Isee sono computate le indennita' di natura previdenziale e assistenziale percepite per il soddisfacimento delle sue esigenze di accompagnamento e assistenza; c) la quota di compartecipazione dell'ultrasessantacinquenne e' calcolata tenendo conto altresi' della situazione reddituale e patrimoniale del coniuge e dei parenti in linea retta entro il primo grado". L'approvazione di questo articolo e' stata fortemente criticata anche dal Difensore civico regionale, che da tempo e' a conoscenza della problematica e che interpellato dal Consiglio regionale per un parere, si e' espresso sull'art. 14 ritenendolo illegittimo e fonte di nuovo contenzioso giurisdizionale (parere patentemente ignorato dall'organo legislativo regionale). Questo articolo, che gia' ad una prima lettura appare in pieno contrasto con la normativa statale gia' menzionata, fonda la propria ragion d'essere sulla inerzia statale nella determinazione dei LIVEAS (livelli essenziali di assistenza sociale) dando per intendere al lettore disattento che le prestazioni di inserimento di persone handicappate gravi e anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti in RSA siano non gia' prestazioni socio-sanitarie bensi' prestazioni di "mera" assistenza sociale, materia –quest'ultima– di esclusiva competenza regionale ai sensi dell'art. 177, comma 4 Cost. Questo sarebbe il percorso logico della Regione Toscana: se tali prestazioni hanno carattere esclusivamente sociale, ben puo' la Regione nella propria piena ed esclusiva autonomia legislativa stabilire i propri criteri fondamentali in relazione a quali prestazioni fornire e a quali condizioni economiche, ignorando l'esistente legislazione statale (che dunque non avrebbe alcuna ragione di esistere!). Quanto appena detto ben si comprende se si valuta la legge regionale Toscana alla luce della novella del Titolo V della Costituzione che attribuisce in via esclusiva allo Stato la potesta' normativa in materia di "determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale" (art. 117, comma 2, lett. m) e di previdenza sociale (art. 117, comma 2, lett. o) ed individua come materie di legislazione concorrente la tutela della salute (art. 117, comma 3). La legge 66 del 2008 comporta due gravissime violazioni costituzionali. La prima concerne l'art. 117 comma 2 lett. m) Cost. Le prestazioni sociosanitarie di degenza in RSA per handicappati gravi e ultrasessantacinquenni non autosufficienti sono livelli essenziali sia sanitari che sociali, rientrando sia nei LEA (si veda sopra) sia nei LIVEAS (art. 22 l. 328 del 2000). La violazione commessa dalla Regione Toscana consiste in buona sostanza nell'ignorare che tali prestazioni siano LEA, a componente sanitaria e a competenza legislativa concorrente, erroneamente ritenendo che essi rientrino nei soli LIVEAS, e dunque di esclusiva competenza legislativa regionale. Cosi' non e'. E da cio' consegue la seconda violazione del dettato costituzionale, in particolare dell'art. 117, comma 3 che attribuisce competenza concorrente fra Stato e regioni nella materia della tutela della salute. Le prestazioni in questione sono infatti Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria individuati con dpcm del 29.11.2001, la cui disciplina ricade appunto nella categoria "tutela della salute". Le medesime prestazioni sono poi state ritenute dal legislatore nazionale altresi' Livelli Essenziali di Assistenza Sociale. I due concetti ben possono convivere: il fatto che la degenza in RSA comporti prestazioni di carattere sociosanitario (LEA) alla persona ben puo' convivere con altri tipi di servizi –questa volta sociali (LIVEAS)– che si possono prestare alla stessa persona degente nella medesima struttura. Rientrera' allora fra le prestazioni sociosanitarie l'assistenza alla persona malata consistente nei tipici servizi offerti da questo genere di strutture (prestazione oggetto del presente giudizio); rientreranno nei servizi sociali alla persona altri tipi di servizi piu' prettamente sociali, quali la compagnia all'anziano piuttosto che l'organizzazione di eventi ricreativi ecc. In particolare, il secondo comma dell'art. 14 contraddice non solo altra norma della stessa legge (nella specie, l'art. 14, comma 1, che si rifa', correttamente, alla disciplina di cui al d.lgs. 109 del 1998 –con particolare riguardo ai criteri per la compartecipazione di cui al gia' menzionato art. 3 comma 2 ter)- ma addirittura contraddice lo stesso art. 3 comma 2 ter del d.lgs 109 del 1998, secondo il quale la determinazione della situazione economica del richiedente le prestazioni sociali nell'ambito di percorsi assistenziali integrati di natura sociosanitaria, erogate a domicilio o in ambiente residenziale a ciclo diurno o continuativo, rivolte a persone con handicap permanente grave nonche' a soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti debba avvenire tenendo in considerazione la situazione economica del solo assistito. In riferimento alla lett. b) dell'art. 14, merita sottolineare come esso ricomprenda anche il computo di emolumenti e indennita' di natura previdenziale e assistenziale, che sono esclusi dai computi delle rette a carico degli utenti. La norma in questione tenta di destare confusione fra gli operatori del diritto, sovrapponendo le categorie di LEA (livelli essenziali di assistenza) e LIVEAS (livelli essenziali di assistenza sociale), lasciando intendere che questi ultimi non siano assolutamente definiti, e che pertanto le prestazioni sociosanitarie di degenza in residenze sanitarie assistenziali non siano prestazioni "sociosanitarie" ma soltanto prestazioni "sociali"; e cio' al fine di eludere il dettato costituzionale che vede di competenza esclusiva del legislatore nazionale la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (art. 117, lett. m) e di competenza concorrente la tutela della salute. Il goffo tentativo della legge 66 del 2008 consiste nel voler ritenere tali prestazioni meramente sociali, in modo da svincolarsi completamente da qualsiasi vincolo legislativo statale per poter far ricadere la materia nel comma 4 dell'art. 117 Cost: "spetta alle Regioni la potesta' legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato". Invero, se la determinazione dei livelli essenziali e' di esclusiva potesta' legislativa statale (cui lo Stato ha ottemperato con i d.p.c.m. 29 novembre 2001 e 14 febbraio 2001), la disciplina delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie rientra nelle materie in cui la competenza e' concorrente tra Stato e Regioni, materie nel cui ambito la potesta' legislativa delle Regioni trova un limite nelle leggi-quadro o leggi-cornice. Per sgombrare il campo da eventuali fraintendimenti, si sottolinea come il legislatore nazionale abbia ampiamente chiarito che le prestazioni oggetto del presente giudizio rientrano fra i LEA, come da combinato disposto degli art. 54, l. 289 del 2002, artt. 1 e 3 septies d.lgs. 502 del 1992, d.p.c.m. 29 novembre 2001 allegato 1, lett. h, d.p.c.m. 23.04.2008 nonche' –in relazione alla suddivisione della compartecipazione fra Asl e comuni d.p.c.m. 14 febbraio 2001- definendo la degenza in RSA per persone handicappate gravi e ultrasessantacinquenni non autosufficienti "prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria [...] caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensita' della componente sanitaria", e specificando nel d.p.c.m. del 2001 che rientrano fra i livelli essenziali di assistenza anche le "prestazioni sanitarie di rilevanza sociale, ovvero le prestazioni nelle quali la componente sanitaria e quella socioassistenziale non risultano operativamente distinguibili". E se anche si volesse ritenere corretto l'inserimento di tali prestazioni fra i soli LIVEAS, cio' nondimeno le norme contenute all'art. 14 della legge 66 del 2008 sarebbero incostituzionali. Sebbene infatti la riforma costituzionale del Titolo V sia successiva all'entrata in vigore della legge 328 del 2000, tale legge ben puo' esser riletta alla luce del nuovo quadro costituzionale. I livelli essenziali (LIVEAS inclusi) trovano tutela nella lettera m dell'art 117, nei diritti civili e sociali quale competenza dello Stato, ritenuti esigenze unitarie sovranazionali. Si tratta di una previsione posta a garanzia dell'effettiva tutela dei diritti sociali e del principio di uguaglianza sostanziale tra gli individui, tesa a impedire che l'autonomia regionale si traduca in forti disuguaglianze territoriali nelle prestazioni sociali e in contenuti deteriori per la cittadinanza sociale dovuti unicamente al luogo di residenza. E' quindi essenzialmente a questa norma che e' destinato il compito di realizzare un equilibrio tra le ragioni dell'autonomia e quelle dell'unita', tra le esigenze della differenziazione e quelle dell'uniformita', nell'ambito di quelle materie, come l'assistenza sociale, in cui le competenze legislative e amministrative finalizzate all'attuazione del diritto sociale sono decentrate verso regioni ed enti locali. Piu' che di competenza per materia si tratta di competenza di sistema (o, per usare le parole della Corte Costituzionale "trasversale"). Quindi al legislatore nazionale spetta l'individuazione dei LIVEAS, in via di legislazione esclusiva, mentre alle regioni spettano, in questo quadro, le modalita' organizzative, gli standard da adottare per raggiungere l'obiettivo della garanzia delle prestazioni. Se cosi' e' la regione non puo', nemmeno nelle more di una determinazione dei LIVEAS piu' dettagliata rispetto a quella di cui alla legge 328 del 2000, fissare suoi criteri illegittimi rispetto alla normativa vigente, cosi' invadendo la competenza esclusiva del legislatore statale, ma attenersi a quanto gia' previsto dallo Stato. L'art. 22 della legge 328 del 2000 sull'assistenza definisce infatti i LIVEAS: "Ferme restando le competenze del Servizio sanitario nazionale in materia di prevenzione, cura e riabilitazione, nonche' le disposizioni in materia di integrazione socio-sanitaria di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni, gli interventi di seguito indicati costituiscono il livello essenziale delle prestazioni sociali erogabili: [...]; g) interventi per le persone anziane e disabili per favorire la permanenza a domicilio, per l'inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di accoglienza di tipo familiare, nonche' per l'accoglienza e la socializzazione presso strutture residenziali e semiresidenziali per coloro che, in ragione della elevata fragilita' personale o di limitazione dell'autonomia, non siano assistibili a domicilio;". L'art. 8 della stessa legge, che ben consente una rilettura dello stesso nella chiave della riforma costituzionale prevede: "[...] Funzioni delle regioni: [...] l) definizione dei criteri per la determinazione del concorso da parte degli utenti al costo delle prestazioni, sulla base dei criteri determinati ai sensi dell'art. 18, comma 3, lettera g );". E il richiamato art. 18, comma 3, lett. g) prevede: "Il Piano nazionale indica: [...] g) i criteri generali per la disciplina del concorso al costo dei servizi sociali da parte degli utenti, tenuto conto dei princìpi stabiliti dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109;"; cosi' come esplicito richiamo alle norme del d.lgs. 109 del 1998 e' effettuato altresi' dall'art. 25 della legge 328. E' dunque indubbio che le regioni non possano derogare alle disposizioni di cui al d.lgs. 109 del 1998. Questo il drammatico quadro che si presenta agli occhi dei cittadini che vogliano far valere i propri diritti. Gli avvocati dell'Aduc e l'Aduc stessa, impegnata da tempo nella battaglia RSA, si sono gia' mossi per contrastare questa legge in tutte le sedi possibili: - la senatrice Donatella Poretti ha sollecitato, tramite una interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, a rivolgersi alla Corte Costituzionale affinche' decida sulla legittimita' o meno di tale legge (http://www.aduc.it/dyn/parlamento/noti.php?id=247945); - nei ricorsi pendenti contro il Comune di Firenze, i legali dell'Aduc hanno chiesto al TAR Toscana, qualora ritenesse tale legge applicabile alla determinazione delle rette, di sollevare questione di legittimita' costituzionale; - similmente e' accaduto nel ricorso pendente avanti al Consiglio di Stato, con una identica richiesta di sollevare questione di legittimita' costituzionale. Speriamo di avere a breve delle risposte, sia dal Governo che dal Consiglio di Stato, che si occupera' della questione il prossimo 3 febbraio. L'ultima parola spetta dunque ai Tribunali. Qui tutte le informazioni specifiche sulla vicenda: http://www.aduc.it/dyn/rsa/ (1) come da combinato disposto degli art. 54 l. 289 del 2002, art. 1 e 3-septies d.lgs. 502 del 1992, D.p.c.m. 29 novembre 2001, allegato 1, lettera H. Si tratta di "prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria [...] caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensita' della componente sanitaria" - art. 3-septies, comma 4, d.lgs. 502 del 1992. (2) (3) D.p.c.m. 14 febbraio del 2001, richiamato dall'art. 54 della legge 289 del 2002. ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Giulio, Corrado e Antonio e i derivati venduti ai pensionati italiani dalle Poste Due potenti dell'Italia di oggi erano potenti anche nel 2002. Persone di successo che amministrano miliardi e miliardi di euro. Giulio Tremonti nel 2002 (come oggi) era ministro dell'Economia. Corrado Passera, oggi a capo di IntesaSanPaolo, la piu' importante banca del Paese, nel 2002 era amministratore delegato di Poste italiane. L'azionista di maggioranza assoluta delle Poste e' proprio il ministero di Giulio Tremonti. Nel 2002, Giulio, Corrado e Antonio … Nel 2002 Passera e Tremonti non avevano alcuna preclusione verso i prodotti finanziari derivati, che sono la causa della crisi mondiale in essere. Uno -Passera- permetteva a Poste italiane di confezionare e vendere sei tipi di polizze assicurative altamente rischiose, basate su strumenti derivati, ma spacciate dagli impiegati delle Poste come un investimento sicuro. E i nomi dati alle varie polizze erano una garanzia: 3A (tripla A) Valore Reale, Ideale, Raddoppio, Raddoppio Premium, ecc.. Si tratta di Polizze index linked, sottoscritte da almeno 74 mila italiani, in buona parte anziani, abituali sottoscrittori di Buoni fruttiferi postali. (1) L'altro -Tremonti- oltre a sovrintendere (in quanto azionista) all'operato di Poste italiane, nella legge Finanziaria del 2002 avallava l'utilizzo di prodotti derivati da parte degli Enti locali italiani. L'ultima riga dell'articolo 41 della legge 448/2001 recita: …Con lo stesso decreto sono approvate le norme relative all’ammortamento del debito e all’utilizzo degli strumenti derivati da parte dei succitati enti. (2) Nel 2002 il signor Antonio e' un pensionato 71enne. Ha a disposizione 10 mila euro e con la moglie decide di mettere da parte i soldi per i funerali (che prima o poi si muore tutti!). E' alla ricerca di un prodotto sicuro. Il dilemma tra prodotto bancario o postale vede prevalere le Poste (sono pubbliche, le banche invece…). Cosi' sottoscrive 3A (tripla A) Valore Reale. Chiede all'impiegato che conosce da anni: ma e' sicuro? Certo! … e nel 2009 Oggi, Giulio Tremonti e' un aspro critico della finanza creativa fatta di strumenti finanziari derivati, la cui implosione ha causato la recessione economia planetaria. In una recente intervista, a proposito dell'attuale crisi dice: Il male da contrastare non sta nell'economia, ma nella finanza. E ha un nome oscuro: derivati. Non per caso nessuno osa parlarne. La massa e' in continua crescita, l'importo nozionale dei derivati e' ormai pari a dodici volte e mezzo il Prodotto interno lordo del pianeta. (3) Corrado Passera e' a capo della piu' importante banca del Paese e da questa posizione ha contribuito, tanto da essere definito patriota, a mantenere l'italianita' di Alitalia (4). Oggi Antonio ha 78 anni, riceve da Poste italiane una comunicazione il cui succo e': i tuoi 10 mila euro si sono 'trasformati' -a causa delle crisi finanziaria, naturalmente- in 5.300 euro. Siccome Poste italiane vogliono venirti incontro, ti proponiamo di cambiare prodotto, prima che il valore della polizza si azzeri. Il nuovo prodotto, si chiama Ad hoc, permettera' di avere indietro piu' o meno i tuoi 10 mila euro … nel 2015. Tra sei anni Antonio avra' 84 anni. Oggi, il quasi ottantenne Antonio ha due strade: iniziare una causa che terminera' quando non ci sara' piu'. O accettare la proposta di chi otto anni fa gli ha rifilato una ciofeca. (1) "Pacchi postali": le Poste bruciano 400 milioni di risparmi di 70 mila investitori. Tremonti non dice niente? http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=248190 (2) Legge finanziaria 448/2001 http://www.parlamento.it/leggi/01448l.htm (3) http://www.corriere.it/economia/09_gennaio_18/tremonti_aa12166c-e542-11dd-9276-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano (4) http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php?id=169618 ------------------------------------------- IL CONDOMINIO Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini di: Alessandro Gallucci Decoro architettonico E' nota comune sentir dire che e' stato leso il decoro architettonico allorquando un condomino intervenga sulle parti comuni per delle modifiche funzionali alla sua proprieta'. Allo stesso modo si tira in ballo il decoro architettonico quando l'assemblea, nella deliberazione di lavori di manutenzione, decide modifiche alle parti comuni (es. cambio del colore del prospetto, modifiche dell'androne o della pitturazione delle scale, ecc.). E' chiaro che in assenza di una definizione legislativa di decoro architettonico e' piu' difficile capire cosa sia e se, e quando, possa ritenersi leso. Questo e' un argomento demandato all'opera della giurisprudenza. Proprio dalla giurisprudenza prendiamo spunto per cercare di illustrare cos'e' il decoro architettonico, quando questo e' violato quando, invece, debba ritenersi legittima una sua modifica e come, infine, ci si puo' difendere. Cos'e' il decoro architettonico? Prendendo spunto da una nozione condivisa dagli addetti ai lavori, e recepita dalla Cassazione, per decoro "deve intendersi l'estetica del fabbricato data dall'insieme delle linee e delle strutture che connotano lo stabile stesso e gli imprimono una determinata, armonica fisionomia ed una specifica identità" (Cass. 851 del 2007). Questo insieme di connotati estetici non e' riferito solo agli immobili di particolare pregio, ben potendo riguardare anche "normali condomini". La definizione, che ha il merito di chiarire cos'e' il decoro architettonico da un punto di vista prettamente sostanziale, non ci aiuta nel dargli una definizione giuridica. Quindi, per rispondere correttamente alla domanda "cos'e' il decoro architettonico?", dobbiamo anche chiederci a chi appartenga. Sempre la Cassazione, facendo proprio un diffuso convincimento, ci dice che "il decoro architettonico, quando possa individuarsi nel fabbricato una linea armonica, sia pure estremamente semplice, che ne caratterizzi la fisionomia, e' un bene comune" (Cass. n. 8830 del 2008). Detto cio', e' evidente che dalla varie decisioni giurisdizionali possiamo ricavare tutti gli elementi utili per dare una definizione completa, quale bene comune immateriale che caratterizzando esteticamente un edificio gli imprime una specifica identita'. Quando si viola e quando si puo' modificare il decoro architettonico? Innanzitutto, il decoro e' violato quando sono poste in essere delle innovazioni che lo alterino (art. 1120, II co., c.c.). Va detto che il divieto posto dal codice civile non e' assoluto, in quanto una decisione presa dall'assemblea all'unanimita' puo' derogare tranquillamente la norma del codice. Per fare un esempio, se l'assemblea decide di modificare il prospetto del palazzo, e' ben possibile che se la deliberazione non e' unanime possa essere impugnata in quanto innovazione che va a violare il decoro architettonico. Tutte le altre ipotesi di violazioni del decoro architettonico non trovano una definizione legislativa e, di conseguenza, vanno valutate caso per caso. Proviamo a fare qualche esempio. Realizzare un vano, anche di modestissime dimensioni, ad uso esclusivo di un'abitazione appropriandosi di uno spazio comune, viola anche il decoro architettonico; ed ancora, qualunque provvedimento dell'amministratore di messa in sicurezza dello stabile deve essere tale e non diretto anche a modificare il decoro dello stabile (es. asportando definitivamente delle parti come pensiline ecc.). Gli esempi sono innumerevoli e anche in relazione alla genericita' della definizione sono suscettibili di trovare applicazione in svariate situazioni. Come difendersi? Quando un condomino ritiene che sia stato violato il decoro architettonico dello stabile puo' fare due cose: 1) rivolgersi all'assemblea e risolvere la questione in ambito condominiale; 2) adire l'Autorita' Giudiziaria. Vediamo tempi e modi di quest'ultimo caso. Se si tratta di impugnare una delibera, appare giusto consigliare di mantenersi nei 30 giorni previsti dall'art. 1137 c.c. Infatti, la qualificazione di una delibera come nulla o annullabile e' opera rimessa al giudice. Per quanto la nullita', dopo la sentenza delle Sezioni Unite del 2005, sia circoscritta ad ipotesi piu' limitate, proprio quella del decoro architettonico e' un caso, a parere di chi scrive, dubbio. Una volta impugnata la delibera ed affrontato il giudizio, sara' il giudice a valutare la contestata violazione. Un dato e' certo: la valutazione dell'avvenuta inosservanza del decoro architettonico e' materia rimessa al prudente apprezzamento del giudice. Una volta che quest'ultimo ha motivato adeguatamente sulla violazione (o la non violazione), la motivazione stessa non e' suscettibile di essere sindacata dalla Cassazione. Come dire, seguita la regola generale e' il singolo giudice del caso concreto a dover valutare senza possibilita' di replica. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA CONTRATTI DI AFFITTO: UNA GUIDA La locazione di immobili ad uso abitativo e' disciplinata dalla legge 431/1998 che ha a suo tempo abrogato definitivamente l'"equo canone" (legge 392/1978) e i cosiddetti "patti in deroga" (d.l.333/1992 convertito nella legge 359/1992). E' bene rilevare che per i contratti stipulati prima del 30/12/1998 -ed ancora in corso a tale data- le regole applicabili sono quelle precedentemente valide, fino al termine dei contratti stessi. La legge 392/78 rimane inoltre valida per i contratti di affitto di immobili adibiti ad usi non abitativi (fabbriche, negozi, etc.). La legge 431/98 non si applica: - ai contratti di affitto su immobili "vincolati", ovvero di interesse artistico, storico, archeologico, etc. nonche' a quelli su immobili delle categorie catastali A1, A8 e A9 (abitazioni signorili, ville, castelli e palazzi). In questi casi si applicano le generiche disposizioni del codice civile (art.1571 e segg.). - agli alloggi di edilizia residenziale pubblica ai quali si applica una normativa a parte, statale e regionale; - ai contratti stipulati dagli enti locali come conduttori al fine di soddisfare esigenze abitative di carattere transitorio, per i quali si applicano le generiche disposizioni del codice civile (art.1571 e segg,); - agli alloggi locali esclusivamente per finalita' turistiche. TIPI DI CONTRATTO Il primo e classico contratto di affitto di immobile ad uso abitativo e' quello denominato "4+4", a canone libero e completamente affidato alla contrattazione delle parti. L'unica limitazione e' appunto la durata, che la legge prevede in quattro anni piu' altri quattro senza diritto di negare il rinnovo salvo che si verifichino speciali condizioni che tratteremo piu' avanti. Dopo gli otto anni, la possibilita' di comunicare disdetta o rinnovo viene data ad entrambe le parti. A tal fine, e' necessario comunicare, con raccomandata a/r inviata almeno 6 mesi prima della scadenza, la propria intenzione di rinnovo a nuove condizioni o di disdetta. In mancanza di una risposta (di accoglimento nel caso di proposta di rinnovo) inviata entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione -o comunque in caso di mancato accordo- il contratto si considera concluso alla data di scadenza della locazione. La mancata comunicazione di disdetta (o di intenzione di rinnovo a nuove condizioni) sancisce il rinnovo automatico alle condizioni precedenti per altri otto anni. Per la stipula non e' necessario l'intervento di terzi, ma in certi casi le parti potrebbero voler farsi assistere da organizzazioni di inquilini o di proprietari oppure da altri professionisti del settore. E' sempre necessaria la forma scritta per sancire la validita' dell'accordo. Il secondo tipico contratto di locazione e' quello cosiddetto "a canone concordato" o "3+2" , redatto sulla base di contratti-tipo stipulati in sede locale tra organizzazioni dei proprietari edilizi e dei conduttori. Oltre alla durata in questo caso e' predeterminato anche Il canone di affitto. La durata non potra' essere inferiore ai 3 anni, con rinnovo automatico alla scadenza per ulteriori 2 anni. Fanno eccezione i casi in cui la disdetta anticipata e' ammessa per legge, casi che sono gli stessi previsti per la prima tipologia, e di cui parleremo di seguito. Ancora come per la prima tipologia, la richiesta o la rinuncia all'ulteriore rinnovo alla scadenza del secondo periodo (3+2) deve avvenire, anche in questo caso, 6 mesi prima della scadenza. La mancata risposta entro 60 gg determina automaticamente la cessazione del contratto al momento della scadenza. La mancata comunicazione della disdetta determina invece l'automatico rinnovo per altri cinque anni. I canoni di locazione vengono concordati dalle parti all'interno di fasce minime e massime di oscillazione definite a livello locale (di solito comunale), tenendo in considerazione le caratteristiche dell'edificio e dell'unita' immobiliare. Per i dettagli si veda il DM 30/12/02 (attuale "convenzione nazionale" di riferimento) riportato tra i link utili. E' sempre indispensabile la forma scritta e la redazione del contratto deve obbligatoriamente seguire dei modelli-tipo (vedi allegati A e B del DM 30/12/02). La sottoscrizione puo' avvenire con l'assistenza di un'associazione di inquilini (Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, etc.) oppure ad un'associazione di proprietari (Asppi, Confappi, Union Casa, Uppi, etc.). REGISTRAZIONE Il contratto, di qualunque tipo sia, va redatto in forma scritta e registrato presso l'agenzia delle entrate col pagamento della relativa imposta di registro. Per approfondimenti si veda la scheda pratica REGISTRAZIONE DEI CONTRATTI DI LOCAZIONE. COSA FARE E QUANDO riportata tra i link utili. DINIEGO DI RINNOVO DEL PROPRIETARIO/LOCATORE ALLA PRIMA SCADENZA Come gia' detto, al termine degli otto anni -o dei cinque anni in caso di affitto a canone concordato- ambedue le parti hanno la facolta' di rescindere il contratto con un preavviso minimo di sei mesi. Il proprietario/locatore ha anche la facolta' di negare il rinnovo alla prima scadenza (quindi dopo i primi quattro anni oppure dopo i primi tre, a seconda del tipo di contratto), stante l'obbligo di preavviso di sei mesi, nei seguenti casi: - il locatore intenda destinare l'immobile agli usi: abitativo, commerciale, artigianale o professionale proprio, del coniuge, dei genitori, dei figli, dei parenti entro il secondo grado; - un locatore persona giuridica -che persegua fini sociali, pubblici, culturali, assistenziali, di culto- voglia utilizzare l'immobile per le finalita' in questione, offrendo al conduttore un'idonea alternativa abitativa; - il conduttore abbia, nello stesso comune, un idoneo alloggio libero; - l'immobile sia posto in un edificio gravemente danneggiato, che debba essere ricostruito o stabilizzato e la permanenza del conduttore sia d'ostacolo ai lavori; autorizzazioni e concessioni decorrono dall'effettiva disponibilita'; - lo stesso immobile sia in condizioni tali da necessitare interventi di integrale ristrutturazione oppure se l'immobile debba essere demolito o trasformato; le autorizzazioni e le concessioni decorrono ancora dall'effettiva disponibilita' dell'immobile, - il proprietario intenda effettuare sopra-elevazioni in un appartamento posto all'ultimo piano, e la presenza dell'inquilino sia d'ostacolo; le autorizzazioni e le concessioni decorrono dall'effettiva disponibilita'; (in questi ultimi due casi, se il proprietario dopo i lavori concede nuovamente l'immobile in affitto, il precedente affittuario ha diritto di prelazione coma da art.40 della legge 392/78) - il conduttore non occupi continuativamente l'immobile senza giustificato motivo, senza che si sia verificata alcuna legittima successione nel contratto; - il locatore intenda vendere a terzi l'immobile e non abbia altri immobili ad uso abitativo -oltre, eventualmente, alla propria abitazione (in quest'ultimo caso all'affittuario/conduttore e' riconosciuto il diritto di prelazione da esercitare nei modi previsti dalla legge, art.38/39 legge 392/78). Il locatore deve esporre chiaramente uno dei suddetti motivi di disdetta nella comunicazione inviata all'affittuario, e deve adibire l'immobile agli usi per i quali ha esercitato la facolta' di disdetta entro dodici mesi da quanto ne ha riacquistato la disponibilita'. In caso contrario l'inquilino ha diritto al ripristino del rapporto di locazione alle stesse condizioni previste nel contratto disdettato oppure, in alternativa, al risarcimento del danno. RECESSO DELL'INQUILINO/CONDUTTORE PRIMA DELLA SCADENZA Premettiamo che le parti possono prevedere contrattualmente la facolta' per l'inquilino/conduttore di rescindere dal contratto in qualsiasi momento, stante il preavviso di sei mesi da inviare per raccomandata a/r. Se questa clausola mancasse, e se le parti non si trovassero comunque d'accordo sul punto, l'inquilino/conduttore potrebbe recedere anticipatamente dal contratto se non in presenza di un "grave motivo". In assenza di motivazioni valide, il contratto andra' onorato fino alla scadenza. Definire il "grave motivo" non e' facile, visto che la legge non lo fa e si deve far riferimento alla giurisprudenza. In termini generali si deve trattare di un motivo legato ad un evento imprevisto, non dipendente in alcun modo dalla volonta' dell'inquilino, e sopravvenuto dopo la stipula del contratto. Per usare i termini adoperati dai giudici di Cassazione (sentenze 5328/07, 17416/07) i gravi motivi devono essere "involontari, imprevedibili e sopravvenuti". L'esempio tipico per le locazioni ad uso abitativo e' quello del soggetto che improvvisamente ed inaspettatamente deve trasferirsi in altra citta' per motivi di lavoro non dipendenti da una sua scelta. In tutti i casi l'intenzione di recedere deve essere comunicata al locatore esclusivamente tramite raccomandata A/R e con preavviso di 6 mesi. In caso contrario il proprietario avra' diritto a chiedere il rimborso per il danno subito, a meno che si dimostri che il proprietario ha riutilizzare immediatamente l'immobile traendone un vantaggio (riaffittandolo subito o altro). Se il recesso e' legato ad un grave motivo esso ovviamente va riportato e documentato, altrimenti (se esso e' consentito da una clausola contrattuale anche in assenza di una giusta causa) basta comunicare la propria intenzione. Una volta esercitato, il recesso e' operativo, e non e' consentito ritirarlo. Indipendentemente dal momento del rilascio, il canone deve essere pagato fino al sesto mese. Se il termine di 6 mesi non viene rispettato, per non pagare i danni occorre dimostrare il consenso del proprietario: altrimenti, a titolo di risarcimento, si dovra' corrispondere una cifra pari a 6 mensilita', rispondendo anche degli eventuali danni alla cosa. Le parti si possono comunque accordarsi per un termine minore. Nota importante: I "gravi motivi" non valgono nei contratti transitori ad uso abitativo. E' invece consentito in quelli non-abitativi. Fonte: legge 431/98, art.3 e legge 392/78 artt. 4 e 27 FORME CONTRATTUALI PARTICOLARI La convenzione gia' detta per i contratti a canone convenzionato (3+2) si occupa anche dei contratti di natura transitoria e di quelli per studenti universitari. Si tratta, in ambedue i casi, di contratti stipulati sulla base di accordi locali tra il Comune, le associazioni di proprietari e quelle di inquilini, le aziende per il diritto allo studio, le associazioni di studenti e le cooperative od enti non lucrativi che operino nel settore. I contratti di natura transitoria possono avere durata da un mese a diciotto mesi e devono obbligatoriamente essere legati ad esigenze temporanee del proprietario o dell'inquilino (come, tipicamente, la mobilita' lavorativa), che siano tra quelle individuate dagli accordi locali tra associazioni di proprietari e associazioni di inquilini. Sui contratti dev'essere chiaramente riportata l'esigenza temporanea che ha determinato la sottoscrizione e devono esservi allegate prove scritte al riguardo. Prima della scadenza del contratto il soggetto interessato dovra' confermare alla controparte l'eventuale permanere della propria esigenza con lettera raccomandata a/r. In caso contrario, o comunque se le esigenze temporanee vengono meno, il contratto diventa un normale "4+4". I contratti per studenti sono riservati invece agli iscritti a corsi universitari in un comune diverso da quello di residenza e possono durare dai sei mesi ai tre anni (rinnovabili alla prima scadenza salvo disdetta dell'inquilino/studente). Possono essere firmati da singoli o gruppi di studenti o direttamente dalle aziende per il diritto allo studio. Per ambedue i tipi di contratti i canoni di locazione vengono concordati dalle parti all'interno di fasce minime e massime di oscillazione definite a livello locale, tenendo in considerazione le caratteristiche dell'edificio e dell'unita' immobiliare nonche' (per quelli riservati agli studenti) la zona ove si trova l'alloggio. E' sempre indispensabile la forma scritta e la redazione del contratto deve obbligatoriamente seguire dei modelli-tipo (per i contratti transitori vedi gli allegati C e D del DM 30/12/02, per quelli degli studenti gli allegati E ed F). La sottoscrizione puo' avvenire con l'assistenza di un'associazione di inquilini (Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, etc.) oppure ad un'associazione di proprietari (Asppi, Confappi, Union Casa, Uppi, etc.). Per i dettagli si veda il DM 30/12/02 (attuale "convenzione nazionale" di riferimento) riportato tra i link utili. RIVALUTAZIONE DEL CANONE Il canone di affitto puo' essere adeguato al variare del costo della vita gia' dall'anno successivo alla stipula del contratto, e cosi' per ogni anno successivo. L'indice da utilizzare per l'adeguamento e' quello ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (indice FOI). Per i contratti a canone libero di solito si applica il 100% dell'indice mentre per quelli a canone concordato si applica il 75% dell'indice. Va utilizzato l'indice fissato dall'ISTAT per il mese di scadenza dell'annualita' (per esempio, se il contratto e' stato stipulato a Giugno 2008 l'adeguamento va fatto a Giugno 2009 applicando l'indice fissato per questo mese). Negli affitti a canone libero l'adeguamento e' applicabile solo se il contratto lo prevede espressamente poiche' la disposizione di legge che lo rendeva obbligatorio (art.24 legge 392/78, quella detta dell'"equo canone") e' stata abrogata dalla legge 431/98 attualmente valida per i contratti di locazione abitativa. Per i contratti a canone concordato la sua applicabilita' e' normalmente prevista direttamente dagli accordi territoriali e i contratti-tipo a cui ci si deve obbligatoriamente attenere contengono una clausola specifica. Se il contratto prevede l'adeguamento e il proprietario si e' dimenticato di applicarlo, questi non puo' chiedere gli arretrati ma puo' calcolare il nuovo canone applicando tutti insieme gli adeguamenti passati. Cio' comunque per massimo 10 anni retroattivi (termine di prescrizione ordinaria). Per conoscere l'indice da applicare ci si puo' rivolgere ai centri di informazione statistica dell'ISTAT (i CIS) presenti su tutto il territorio nazionale. Alcuni di questi uffici hanno servizi di segreteria telefonica che forniscono gratuitamente 24 ore al giorno il valore dell'ultimo indice FOI. In alternativa si puo' consultare il sito dell'ISTAT o siti equivalenti. Su questo sito si trovano tutte le informazioni utili: http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni CLAUSOLE NULLE E' nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto registrato, oppure superiore a quanto prefissato in sede di contrattazione delle categorie, per i contratti-tipo. Al termine del contratto, entro 6 mesi, e' data all'affittuario la facolta' di richiedere la restituzione delle somme pagate in piu' rispetto a quanto stabilito contrattualmente. Nel caso di contratti-tipo l'affittuario puo' ottenere dal Giudice la definizione del canone. Sempre al Giudice ci si puo' rivolgere nel caso di mera locazione "di fatto" -cioe' a nero. E' nulla anche la pattuizione che tenda a derogare i limiti temporali di durata del contratto. RILASCIO DELL'IMMOBILE Una volta che il contratto di affitto viene regolarmente disdetto o comunque se per esso non scatta il rinnovo alla scadenza (tacito o a nuove condizioni che sia), l'immobile dev'essere liberato. Spesso cio' non avviene, e in tal caso il proprietario puo' rivolgersi all'autorita' giudiziaria. E' opportuno anche rivolgersi all'autorita' giudiziaria anche nei casi in cui si intenda dare sfratto per necessita' o per morosita' -o inadempienza- dell'inquilino. Sullo sfratto e sui motivi per cui puo' essere richiesto il provvedimento del giudice si veda la scheda pratica SFRATTO IMMOBILIARE E CESSAZIONE DEL CONTRATTO riportata tra i link utili. AGEVOLAZIONI FISCALI PER I PROPRIETARI Agevolazione sull'imposta di registro: I proprietari che hanno stipulato contratti a canone concordato (i cosiddetti "3+2"), o contratti per studenti, qualora l'immobile locato si trovi in un Comune considerato ad alta tensione abitativa (vedi nota *) e qualora la locazione sia ad uso abitativo possono calcolare l'imposta di registro su un imponibile ridotto del 30%, ovvero sul 70% del canone annuale di affitto desunto dal contratto. Note: - sono esclusi da questa agevolazione i contratti ad uso transitorio, quelli di durata da uno a diciotto mesi. - (*) link al quale si puo' trovare la lista dei Comuni definiti ad alta tensione abitativa: http://www.sicet.it/pages/notizie/tensione_abitativa_2003.htm Agevolazione sull'irpef: Chiunque affitti una casa deve assoggettare il reddito a tassazione indicando in dichiarazione dei redditi il maggiore tra questi due importi: - rendita catastale dell'abitazione rivalutata del 5%; - canone contrattuale annuale ridotto forfettariamente del 15% (25% per fabbricati siti a Venezia centro, Giudecca, Murano e Burano). Ebbene, la legge prevede un'ulteriore detrazione del 30% del canone annuale nel caso in cui la locazione sia a canone concordato in uno dei Comuni definiti "ad alta tensione abitativa" (vedi sopra). Nella pratica, in questi casi in dichiarazione dei redditi si indichera' il canone ridotto prima del 15% e poi, sul risultato ottenuto, del 30%. Note: - questa ulteriore riduzione e' usufruibile a condizione che sulla dichiarazione dei redditi siano indicati gli estremi di registrazione del contratto nonche' quelli della denuncia dell'immobile ai fini ICI (anno di presentazione della denuncia) e il Comune ove si trova l'immobile; - questa ulteriore riduzione NON e' usufruibile per i contratti ad uso transitorio con esclusione di quelli per studenti; - sono previste ulteriori particolari deduzioni per i proprietari sui contratti fatti a persone in condizioni di disagio abitativo (perche' soggetti a provvedimenti esecutivi di rilascio o che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare ultrasessantacinquenni o portatori di handicap gravi). Dettagli si trovano sulla guida fiscale dell'Agenzia delle entrate inserita tra i link utili. Agevolazioni ICI: La legge dispone che i Comuni possano prevedere, per i proprietari che concedono gli immobili in affitto a titolo di abitazione principale con contratto a canone concordato, delle riduzioni ICI che possono arrivare, per i comuni ad alta tensione abitativa, anche all'esenzione. Per i dettagli ci si deve rivolgere all'ufficio tributi del proprio comune oppure si deve consultare il regolamento ICI (spesso disponibile anche on-line, sui siti ufficiali). PER GLI INQUILINI Per gli inquilini le detrazioni fiscali, applicabili in sede di dichiarazione dei redditi, sono diverse e articolate. Un loro riassunto si puo' trovare sulla scheda INCENTIVI 2009 E DETRAZIONI FISCALI, nella sezione "Detrazioni affitti": http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=246199 Fonte normativa: Dpr 917/86 art.10/16, vedi testo tra i link utili LINK UTILI - Testo della legge 431/1998: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=245378 - Testo del DM 30/12/02, il decreto che ancora ad oggi vale come "convenzione nazionale" tra associazioni inquilini e associazioni di proprietari: http://www.altalex.com/index.php?idstr=17&idnot=5606 - Testo parziale del Dpr 917/86 inerenti le detrazioni irpef http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=245843 - Guida dell'Agenzia delle entrate "alla locazione della casa": http://www.agenziaentrate.it/ilwwcm/resources/file/ebaeab4ec5e0735/locazione_casa.pdf Nostre schede collegate: - Scheda pratica REGISTRAZIONE DEI CONTRATTI DI LOCAZIONE. COSA FARE E QUANDO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40701 - Scheda pratica SFRATTO IMMOBILIARE E CESSAZIONE DEL CONTRATTO DI AFFITTO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40767 - Scheda pratica DEPOSITO CAUZIONALE NEL CONTRATTO DI AFFITTO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40733 - Scheda pratica CASA IN AFFITTO: LE SPESE DELL'INQUILINO E DEL PROPRIETARIO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40703 - Scheda pratica MIGLIORAMENTI DEL CONDUTTORE ALLA COSA LOCATA: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40735 Ha collaborato Barbara Vallini (Rita Sabelli) ------------------------------------------- ARTICOLI Cosa produrra' il Comitato tecnico sulla pirateria digitale? Red Insediato nel gennaio 2009, il 14 gennaio 2011, la proposta sulla pirateria giunge in Parlamento elaborata dal Comitato tecnico governativo. Eccone il resoconto che apparirà su Punto Informatico. Leggi tutto: http://punto-informatico.it/2525494/PI/Commenti/giornale-domani.aspx Decreto flussi 2008: parzialmente illegittimo per il TAR Lazio Emmanuela Bertucci Il 14 gennaio 2009 la Prima Sezione del TAR Lazio ha dichiarato, con una ordinanza, illegittimo il Decreto flussi 2008 (1) nella parte in cui vieta di presentare le domande di assunzione ai datori di lavoro extracomunitari che possiedono il permesso di soggiorno. La questione e' stata sollevata da un gruppo di datori di lavoro stranieri extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno, che si sono rivolti al tribunale amministrativo chiedendo che venisse dichiarato illegittimo il decreto flussi 2008 nella parte in cui consentiva la conferma della domanda di assunzione solo se in possesso della carta di soggiorno. Questa disposizione e' palesemente in violazione della legge sugli stranieri che non richiede al datore di lavoro straniero il possesso di carta di soggiorno o permesso di soggiorno di lungo periodo per poter concorrere al decreto flussi o per assumere altri lavoratori stranieri: l'art. 22 del d.lgs. 286/1998 prevede infatti che i lavoratori stranieri possano essere assunti da "datore di lavoro italiano o straniero regolarmente soggiornante in Italia". Tale discriminazione era stata giustificata dal Governo con la necessita' di consentire la creazione di rapporti di lavoro con persone (i datori) ben radicate nel tessuto sociale italiano per consentire una maggiore stabilita' dei rapporti di lavoro, ed il modo per "garantire" questo obiettivo era stato individuato nel richiedere ai datori di lavoro persona fisica il possesso della carta di soggiorno. Il discorse non regge, posto che nessuna particolare garanzia e' chiesta agli italiani, ne' ai cittadini comunitari, ne' tanto meno alle ditte (persone giuridiche) straniere. Una discriminazione non giustificabile, che viola anche l'art. 2 del testo unico in materia di immigrazione che, nello stabilire i "diritti e doveri dello straniero", al comma 2 prevede che "lo straniero regolarmente soggiornante nel territorio dello stato gode dei diritti in materia civile attribuiti al cittadino italiano, salvo che le convenzioni internazionali in vigore per l’Italia e il presente testo unico dispongano diversamente". Queste considerazioni hanno correttamente portato il TAR Lazio a sospendere questa parte del provvedimento. Rimane pero' aperto il problema: e ora? Moltissimi datori di lavoro stranieri non hanno ri-presentato la domanda di assunzione perche' non in possesso del richiesto requisito della carta di soggiorno e dunque non hanno partecipato al decreto flussi 2008. Dovra' intervenire il Ministero dell'Interno, con un provvedimento riparatore. Per questi motivi, nei prossimi giorni la senatrice Donatella Poretti depositera' sul punto una interrogazione parlamentare. Il testo dell'ordinanza del Tar: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/immigrazione/ordinanza16gen2009.pdf (1) http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=243663 Le pornoprevisioni delle entrate fiscali: sesso e cartomanti, la crociata contro il cattivo gusto Donatella Poretti * La prossima settimana il decreto fiscale anticrisi dovrebbe superare l'ultimo passaggio parlamentare per divenire legge: il Senato esaminera' il disegno di legge in cui si fanno previsioni di entrate e di uscite per correre in aiuto delle famiglie e del lavoro. Tra le nuove entrate sara' resa operativa la pornotax, con un gettito previsto per l'anno in corso di ben 254 milioni di euro. La cifra e' calcolata non basandosi su uno studio di settore ad hoc, ma sull'unico rapporto in circolazione basato su dati 2002 pubblicati nel 2004 nel quarto Rapporto sulla pornografia realizzato da Eurispes con il patrocinio del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali (1). Un Rapporto che oltre ad essere datato (7 anni fa...), non registrava gli introiti dei canali a pagamento di Sky, che all'epoca non offri' alcuna cifra cosi' come continua a fare oggi, mentre tutti gli esperti stimano dai 100 ai 120 mln all'anno di introiti per Sky dai canali Hot, cioe' quasi il 10% del fatturato 2008 (1.338 mln) basato su un rapporto che non considerava Sky!!! A questi strani e inaffidabili meccanismi di calcolo, che nessuna massaia utilizzerebbe per tenere la propria contabilita', il decreto anticrisi e' stato modificato dalla Camera si' da tassare non solo gli sporcaccioni ma anche i creduloni: l'addizionale del 25% dovrebbe riguardare il materiale pornografico, ossia quello "in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti", e anche "i soggetti che utilizzano trasmissioni televisive volte a sollecitare la credulita' popolare che si rivolgono al pubblico attraverso numeri telefonici a pagamento". Quindi maghi, cartomanti, previsioni dei numeri del lotto? E perche' mai? Lo spirito da crociata pare simile, ma la relazione tecnica non menziona alcun introito da questo settore: si istituisce una sovrattassa e non si calcola il beneficio per le casse dello Stato... mah! Quantomeno curioso! E' il quadro di un'Italia perbenista che, se del mercato del sesso si ostina a non parlarne, non trova di meglio che accomunarlo a quello dei creduloni, con un salasso economico che li releghera' ancora di piu' nell'illegalita'. Il Governo agisce in nome del cattivo gusto (loro), dell'indecenza (loro) e del senso del pudore (loro), nonche' in nome di un'Italia che crede nei maghetti per somatizzare la realta' (loro). Per contrastare un Paese che ingabbia le liberta' individuali, presentero' emendamenti soppressivi di questa tassa contro il porno e contro "credulonia". (1) il giro d'affari annuo complessivo dell'industria del sesso (prostituzione esclusa) era valutato in 1,1 miliardi, e si stimava un trend di crescita di oltre il 10% l'anno. Oggi la relazione tecnica alla pornotax recita: "Considerando il trend dell'ultimo triennio 2002-2004 mitigato dalla minore crescita economica degli ultimi anni, si ipotizza una crescita media annua del fatturato pari al 5%" da cui segue una stima di fatturato pari a 1.338 mln di euro per il 2008, 1.405 per il 2009, ecc... Per il 2008 il reddito medio delle imprese del settore viene stimato in 535 mln di euro e 562 per il 2009, applicando quindi l'addizionale del 25% e l'acconto del 90% nell'anno in corso lo Stato potrebbe incassare 133,8 mln di euro di saldo per il 2008 e 120,2 mln di acconto per il 2009, pari quindi a 254 mln di euro. * senatrice Radicali - Pd Diritto di manifestare. Solo per grandi partiti, grandi sindacati e grandi chiese? Provvedimenti inutili e pericolosi Donatella Poretti Si apprende da fonti giornalistiche che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, starebbe per inviare ai prefetti una circolare che, prendendo spunto dal suo sdegno per i musulmani che pregavano in piazza Domo a Milano lo scorso 3 gennaio, dovrebbe limitare/disciplinare tutte le manifestazioni nei luoghi pubblici. E' bene ricordare che leggi e norme gia' ci sono e prefetti e questure possono non consentire per questioni di ordine pubblico questa o quell'altra manifestazione in un luogo piuttosto che in un altro: se poi queste leggi e queste norme non vengono applicate o vengono applicate male, non e' detto che necessariamente bisogna farne di nuove... ma la voglia di mettere il proprio marchio e' un andazzo permanente che sopravvive alla giungla di leggi e norme che spesso dicono le stesse cose... Per cui se, per esempio, si decidesse che quando c'e' una manifestazione in citta', per garantire questo diritto, non debbano essere violati gli altrettanti diritti dei cittadini automobilisti, pedoni, utenti dei servizi pubblici di trasporto, etc, le leggi e le norme in merito da applicare gia' ci sono; e se non vengono ben applicate esistono le sanzioni disciplinari e i richiami ministeriali. Le intenzioni del ministro Maroni, invece, sembrano andare oltre. Con la scusa di passare alla storia come il ministro che ha buttato fuori i musulmani dai luoghi pubblici antistanti le chiese cattoliche, intende metter mano in modo pesante al diritto di manifestazione. Infatti dovrebbero essere bandite manifestazioni anche davanti ai luoghi di culto, centri commerciali e supermercati, luoghi in cui si incontrano sempre tavolini di raccolta firme di questo o quell'altro gruppo che, altrimenti, non potrebbero trovare altre concentrazioni di persone a cui chiedere adesione alle proprie iniziative. Il corteo religioso per festeggiare questa o quell'altra madonna non potra' in assoluto passare per quella strada dove c'e', per esempio, la sede dell'Uaar (Unione atei, agnostici e razionalisti)? Forse non sara' cosi', sia per il corteo religioso che per i tavolini di raccolta firme, e ci sara' discrezionalita' dei singoli prefetti e delle singole questure... ma non e' gia' oggi cosi'? A che serve allora la circolare di Maroni? Non solo ma, sulla base del principio "chi rompe paga", gli organizzatori di una manifestazione dovrebbero lasciare una cauzione che sarebbe trattenuta a garanzia degli eventuali danni provocati dagli specifici manifestanti, e su questo gia' si parla di accordi coi sindacati, etc. Ammesso e non concesso che l'art.17 della Costituzione sancisce il diritto dei cittadini a riunirsi ma non il dovere di pagare per farlo, la cauzione monetaria sara' solo una discriminate per cui solo grandi partiti, grandi sindacati e grandi chiese potranno manifestare, perche' ai piccoli gruppi, generalmente basati su volontariato ed autofinanziamento quindi con scarse disponibilita' economiche, verra' impedito l'esercizio dei loro diritti costituzionali. Forse e' il caso di lasciar perdere e non creare ulteriori danni con nuove norme, mettendo solo piu' cura nel controllo e nell'indirizzo dell'attivita' di chi e' gia' preposto a queste questioni di ordine pubblico. Tar/Marini/Cnb. Una sentenza che deve servire a non farci fare piu' errori: la scienza non va ingabbiata Donatella Poretti * Il Tar del Lazio, su ricorso del prof. Luca Marini, con la sua sentenza di merito, ha reso nullo l'atto con cui furono rimossi nel 2007 tutti e tre i vicepresidenti del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), lo stesso Marini, Cinzia Caporale ed Elena Cattaneo (1) Una brutta vicenda del precedente Governo Prodi che cedette alle pressioni del presidente del Cnb. Francesco Paolo Casavola si volle in modo maldestro liberare di tre voci laiche, rischiando di trasformare definitivamente un organo consultivo in uno che ratificava decisioni politiche con argomentazioni diverse. Nella passata legislatura presentai due interrogazioni che non bastarono per fare luce sulla vicenda. Le risposte non chiarirono le motivazioni e il metodo dell'avvicendamento. Vedremo se questo nuovo Governo presentera' appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar, o piu' semplicemente la recepira'. Confido, tuttavia, che questa vicenda offra lo spunto per la revisione di organismo che non ha piu' ragione di esistere in queste condizioni. Una via d'uscita potrebbe essere quella di una sua trasformazione in un autorita' indipendente che vigili e monitori l'applicazione delle leggi e dei principi costituzionali, anche con provvedimenti di tipo amministrativo. Invece che pensare di fare leggi su temi che seguendo l'evoluzione delle tecniche e della scienza non possono essere cristallizzate in norme eccessivamente pervasive. Basti per tutte l'esempio della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita o come rischiamo di fare oggi sul testamento biologico. (1) http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=247240 * senatrice Radicali - Pd Tutte americani i migliori centri di ricerca. La Gran Bretagna perde il primato Katia Moscano Il Regno Unito non e' il Paese leader nella ricerca sulle staminali. Infatti, da una recente ricerca e' risultato che solo un centro di ricerca e' nei primi 20 a livello mondiale. Lo scorso anno durante i dibattiti per l'approvazione della legge sulla fertilizzazione e sulla creazione di cellule ibridi a fini di ricerca, i sostenitori di quella legge hanno definito il Paese "leader in questo campo", ma il rapporto condotto dal Cels, appartenente al Times Higher Education, rivela che "questa percezione e' soprastimata". Il rapporto, commissionato dal NorthEast England Stem-Cell Institute (Nesci), ha analizzato tutti gli articoli scientifici e brevetti prodotti da 100 comunita' scientifiche internazionali. Gli Stati Uniti sono al primo posto, e solo un gruppo di centro studi, tra cui il King's College di Londra e l'University College di Londra, sono risultati nei primi 20. Il Nesci non e' risultato tra i primi 50. "I centri statunitensi sono alla guida della ricerca sulle staminali. Hanno raggiunto questi risultati grazie alla formazione di gruppi di collaborazione tra le universita' e gli ospedali senza il bisogno di eccessiva burocrazia. Solo Londra ha raggiunto risultati simili", si legge nel rapporto. In una analisi piu' dettagliata sui risultati clinici e i brevetti tra i 15 istituti leader, tra cui i 5 al top inglese e il Nesci, rivela che Londra e' al nono posto e il Nesci al 20esimo. Josephine Quintavalle, del Comment on Reproductive Ethics (Core) che si oppose alla legge, ha dichiarato che il rapporto ha rivelato l'esagerazione sulla ricerca che c'e' nella comunita' scientifica inglese. "Il dibattito a favore della legge sottolineava che con il divieto il Paese avrebbe perso il suo primato nella ricerca, e ora possiamo dire che questi centri non sono nei primi posti". Il portavoce del Nesci ha dichiarato che il rapporto intendeva essere usato solo per fini interni e che anche se il gruppo non e' nei primi posti al mondo, e' risultato al terzo posto per importanza nel Regno Unito e al 12esimo mondialmente per la qualita' degli articoli pubblicati. Le prime cinque nella classifica mondiale: Harvard Stanford Washington California John Hopkins Le prime sei posizioni nel Regno Unito: Londra Edinburg Cambridge Oxford Nesci Manchester Tv su Internet (Iptv): decollo difficile. L'esperto svolta solo con gratuita' Asca L'Iptv e' una piattaforma tecnologica che permette di utilizzare una connessione Internet a banda larga per veicolare contenuti televisivi in formato digitale. In Italia i servizi sono partiti in anticipo rispetto agli altri Paesi europei, nel 2002, ma fino ad ora la diffusione dell'Iptv e' limitata e i 4 operatori presenti sul mercato (Fastweb, Telecom Italia, Tiscali e Wind) hanno all'attivo, complessivamente, solo 500mila abbonati. Sul mancato successo di pubblico hanno pesato una serie di fattori: una tv generalista gratuita gia' molto ricca di contenuti, la concorrenza della piattaforma satellitare Sky e l'incapacita' degli operatori di Iptv di aggregare contenuti video dal forte appeal commerciale. A questi elementi di freno si aggiunge anche la scarsa conoscenza dell'Iptv da parte del grande pubblico televisivo italiano. Ed e' proprio per invertire la tendenza negativa che i principali operatori italiani (tranne Tiscali che ha momentaneamente sospeso il servizio) hanno deciso di dar vita ad una associazione Italiana degli operatori Iptv. Obiettivo: promuovere campagne comuni sui vantaggi e le funzionalita' della piattaforma e creare un contesto normativo e regolamentare che favorisca gli investimenti in Iptv. Il 2009 potrebbe essere l'anno del rilancio per la tv via internet italiana. O almeno questa e' la speranza di Telecom Italia, il provider con piu' abbonati all'attivo, che ha annunciato proprio in questi giorni investimenti pari a 7 miliardi di euro per potenziare le proprie reti di telecomunicazione e incrementare cosi' il numero di famiglie che potranno ricevere l'Iptv. Ma non mancano gli scettici, come Emilio Pucci, direttore di e-media Institute ed esperto del settore. Secondo Pucci la svolta potra' arrivare solo se gli operatori decideranno di proporre l'Iptv gratuitamente e non come una voce di spesa in piu' nella bolletta Adsl. (Asca) Eutanasia e aborto dividono il PP nella UE. Daniel Basteiro Lo stesso rapporto, differenti sensibilita'. Partido Popular ha votato diviso (11 a favore, 7 contrari, 6 astenuti) nell'ultima plenaria dell'Eurocamera su un documento che illustrava lo stato dei diritti umani negli ultimi quattro anni e che l'insieme dei deputati presenti ha accolto con ampia maggioranza. Benche' la disciplina di voto non sia cosi' rigida come nei parlamenti nazionali, la frammentazione dei popolari nei paragrafi che si riferivano all'eutanasia, alle coppie omosessuali o all'educazione sessuale e' stata stigmatizzata dalla stampa piu' conservatrice. "(L'Eurocamera) sollecita gli Stati a predisporre un'educazione sessuale adeguata e servizi di consulenza confidenziali". Tutti i deputati del PP spagnolo hanno votato a favore. Il suo numero uno a Bruxelles, Jaime Mayor Oreja, ha votato contro. In quanto ad "agevolare metodi anticontraccettivi per prevenire ogni gravidanza non desiderata e gli aborti illegali", il gruppo e' stato piu' diviso, con 13 a favore e sette contrari, tra cui di nuovo Mayor Oreja. Sul riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso, il rapporto chiedeva di riconoscere "le norme adottate da altri stati membri con effetti simili". E' stato approvato da 19 deputati del PP, con quattro (tra cui Mayor Oreja) contrari. Una frammentazione analoga si e' avuta per i paragrafi attinenti al rispetto della "volonta' espressa" in situazioni mediche che non "garantiscono il diritto alla dignita' al termine della vita" o in cui le "persone che abusano di sostanze stupefacenti non siano trattate da delinquenti solo per il loro consumo personale". Reazione conservatrice Perche' il PP vota diviso su temi in cui la direzione nazionale marca chiaramente il passo? Fonti popolari s'appellano alla liberta' di coscienza che il Gruppo Popolare europeo ha concordato e che la delegazione spagnola ha deciso di seguire. "Difendiamo cio' che abbiamo difeso sempre e da questi paragrafi non si puo' dedurre che difendiamo l'aborto, l'eutanasia o il consumo di droghe", assicurano attraverso un comunicato di uno dei parlamentari. Altre fonti si appellano al disconoscimento del testo, compresa la sua origine, giacche' e' stato redatto dal comunista italiano Giusto Catania. Cio' che non spiegano i popolari sono le informazioni dei web conservatori come Hatze Oir o Libertad Digital, che attaccavano la divisione. Gli eurodeputati che hanno appoggiato il testo, tra cui Alejo Vidal-Quadras, Agustin Diaz de Mera o Pilar Castillo, hanno mostrato stupore per le informazioni che "cercano d'aprire un processo alle intenzioni" malgrado che la votazione non abbia "valore vincolante". Il PSOE, da parte sua, si rallegra "che persino il PP condivida con noi l'importanza dell'educazione sessuale, dei diritti degli omosessuali e a una vita dignitosa", affermano fonti socialiste che evidenziano come Mayor Oreja abbia votato diversamente dalla maggioranza dei suoi compagni. Comitato contro la pirateria digitale: anticultura e ipocrisia Red Il 14 gennaio scorso, il Ministro Sandro Bondi ed il Professor Mauro Masi nell'annunciare l'avvenuto insediamento del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale avevano rassicurato il mondo della cultura digitale, promettendo che il Comitato avrebbe lavorato di concerto con il "popolo della Rete" e che le soluzioni elaborate non sarebbero state, in nessun caso, "persecutorie" o limitative dei diritti degli utenti. Invece, anticultura e ipocrisia di Palazzo sembrano essere le prerogative del comitato. Leggi tutto il commento di Guido Scorza, Presidente Istituto per le politiche dell'innovazione su Punto Informatico: http://punto-informatico.it/2532914/PI/Commenti/futuro-internet-secondo-siae.aspx Testamento biologico: a porte chiuse il dibattito di un parlamento lontano dai cittadini? Donatella Poretti * Oggi alle 15 avra' inizio, in sede referente della Commissione salute al Senato, il dibattito sulle proposte legislative in materia di testamento biologico. Il rischio dell'ulteriore scollamento della classe politica dai cittadini appare oltremodo evidente nella vicenda del testamento biologico e nelle scelte di fine vita. Appare quasi paradossalmente invertita la percentuale dei cittadini a favore di una legge sul testamento biologico che rispetti le volonta' del paziente e anche a favore dell'eutanasia. Il rischio del Parlamento e' quello di fare una legge per le alte gerarchie vaticane, incostituzionale e che sara' solo oggetto di nuovi e desolanti ricorsi alla giustizia. Non una buona legge per i cittadini e per chi deve applicarla come i pazienti e i medici, ma ad uso interno della classe politica che potra' rivendersela al baratto del sostegno politico con il Vaticano. Oggi il relatore fara’ conoscere il testo che immaginiamo rispecchi l’impostazione della maggioranza e del Governo. Poi i senatori potranno dire la loro e quindi presentare e votare emendamenti. Grazie al Regolamento vigente del Senato, che all'art. 33 vieta la pubblicazione delle sedute delle commissioni parlamentari in sede referente, questa discussione avverra' a porte chiuse, con buona pace del legittimo interesse a "conoscere per deliberare" e dell'auspicabile controllo da parte dei cittadini elettori sull'operato di quanti da loro eletti a ricoprire il mandato parlamentare. Da questa considerazione di metodo che grazie ad una nostra proposta di modifica vorremmo contribuire a cambiare, non si discorda il merito. Una legge che avra' un iter tutto nel chiuso di una commissione che essendo in sede referente vedra' il dibattito che secondo il regolamento del Senato non potra' essere pubblico. Agli eletti arrivera' solo quel che alcuni avranno la forza di far uscire da quella commissione a porte chiuse e su cui i media, come gia' accade oggi, cercheranno di fare il possibile anche lavorando spesso di interpretazioni e fantasia, agli amministrati sara' servita e cucinata. * senatrice Radicali-Pd Fiducia decreto anticrisi: emendamenti contro le tasse bigotte, persa una buona occasione di dibattito Donatella Poretti * Con l’annuncio della fiducia anche al Senato sul decreto anticrisi, si e’ persa una buona occasione di dibattito anche sui doppi moralismi. Oltre alla pornotax, la Camera ha introdotto una nuova tassa sui cartomanti televisivi, ossia per quei "soggetti che utilizzano trasmissioni televisive volte a sollecitare la credulita’ popolare che si rivolgono al pubblico attraverso numeri telefonici a pagamento". In entrambi i casi si tratta di una addizionale del 25% e di un anticipo del 120% degli acconti da versare al fisco. Accomunati nello stesso comma dell'articolo 30 nel ddl anticrisi, accomunati dallo stesso spirito da crociata che rischia di tradursi nell'effetto opposto ai desiderata. Una tassa bigotta e moralista che rischia solo far affondare definitivamente nell'illegalita' un mercato, quel poco che ancora e' restato fiscalmente in Italia, che gia' corre sul filo. Una tassa bigotta che stona con le dichiarazioni in liberta' cui ci ha abituato il presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi evidentemente mentre propone un suo stile e modello di vita libertino, agli elettori impone un modello di segno opposto, quasi ossessionato dal sesso e dalle sue prestazioni, propone agli italiani il modello sesso uguale peccato e reato -per quello a pagamento- e comunque da scoraggiare moralmente. Ma se questo provvedimento anticrisi ha come scopo principale volere aiutare le famiglie e il lavoro contro gli effetti della crisi internazionale, non e' secondario il modo con cui si calcolano gli introiti. Dalla pornotax il Governo ha previsto per l'anno in corso di incassare 254 milioni di euro (1) grazie ad una risibile relazione tecnica che si rifa' ad una indagine decisamente datata e incompleta, ma che essendo l'unica diventa il riferimento delle casse dello Stato italiano (Eurispes 2004); per la tassa sui cartomanti, non essendo stata prodotta alcuna relazione tecnica, ma prevedendo entrate di ben 20 milioni di euro, deve essere stato utilizzato un cartomante o uno che da' i numeri da giocare al lotto. Con altri senatori abbiamo depositato due emendamenti, che anche se non modificheranno il decreto visto il preannuncio del ricorso alla fiducia, confidiamo possano far riflettere la maggioranza sull'inutilita' di queste imposte, di difficile applicazione e dagli introiti assolutamente imprevedibili. - Emendamento per abrogare la pornotax sottoscritto dai senatori Poretti, Perduca, Bonino, Sircana, Vimercati, Di Giovan Paolo, Serra, Micheloni e Chiaromonte. - Emendamento per abrogare sia la pornotax che quella sui cartomanti sottoscritto dai senatori Poretti, Perduca, Bonino, Di Giovan Paolo e Chiaromonte. http://blog.donatellaporetti.it/?p=437 (1) http://blog.donatellaporetti.it/?p=436 * senatrice Radicali-Pd I manicomi criminali, roba da matti o da far ammattire Donatella Poretti * Ospedale psichiatrico giudiziario, meglio, manicomio criminale. Nelle colline vicino a Firenze, a Montelupo una splendida villa medicea ne ospita uno. La villa in realta' ospita l'amministrazione, le ex stalle e un altro edificio ospitano i matti. Chi prosciolto in sede di processo, chi impazzisce dopo la condanna in carcere e chi e' matto a meta' (i seminfermi). Entri nella splendida villa e poi passi nel reparto accoglienza. Il termine non si addice al primo girone infernale. Sono poche celle, piene di uomini che sono appena arrivati e che devono essere esaminati per capire dove sistemarli. Altri vengono rimandati in osservazione dalle sezioni perche' hanno fatto una rissa, hanno dato in escandescenze, insomma devono essere almeno momentaneamente allontanati. C'e' anche la cella con i letti di contenzione, non piu' di 24 ore assicurano i medici e gli infermieri, e proprio quando non se ne puo' fare a meno. Nell'edificio, recentemente ristrutturato, trovi quel ragazzo che ti chiede se anche usate gli puoi mandare delle bambole Barbie, a lui piacciono tanto. Poi trovi un signore che ti obbliga a segnare il suo vero nome, non quello con cui e' stato registrato, e il nome del suo avvocato di Los Angeles, devi assolutamente farlo uscire, altrimenti morirai anche tu per colpa degli esplosivi telecomandati che ha in bocca e ti mostra a sostegno della sua tesi alcune radiografie. A me possono sembrare delle otturazioni, ma io sono in visita. Saliamo di un piano, un nuovo girone. Il fumo spesso comunque resta. Ovviamente se venissero vietate le sigarette il luogo esploderebbe davvero, e nonostante il nome ospedale, il divieto di fumo resta appeso come mera formalita' e suggerimento fornito da un mondo diverso rispetto a quello. Trovi un "camorrista" che dopo averti spiegato che lui sta benissimo e che ha pagato profumatamente -25 mila euro- una perizia psichiatrica per non finire in carcere, ora se ne vorrebbe anche andare, ma inizia ad intuire che la condanna piu' lieve della misura di sicurezza rischia di trasformarsi in una sorta di "ergastolo bianco". Il termine circola tra gli internati e rende bene il concetto: nessuna condanna, nessuna pena, ma la proroga che puo' andare avanti all'infinito finche' un medico ravveda gli estremi della pericolosita' sociale. Trovi anche chi ti dice che ascolta Radio radicale e Radio carcere in particolare, e uno che vorrebbe l'indirizzo privato, molto privato, di Emma Bonino perche' le piace molto. Sali di piano, ti porti sempre dietro il fumo e lasci le due sezioni Arno e Pesa per salire alla Torre al terzo piano dove restano ancora 4 celle dell'ala vecchia, in funzione fino allo scorso anno. Fanno semplicemente piu' schifo, ma certo anche le nuove sarebbe da capire come mai invece che farle singole o al massimo da due siano state progettate per quattro o cinque, e cosi' visto il sovraffollamento cronico sono ammassati sette o otto letti e relativi pazienti-internati-carcerati. Non tutti sono in piedi, molti dormono. Alcuni per i farmaci, altri per noia, altri per malattia. Trovi quello che anche senza essere psichiatra puoi dire essere un "grafomane", scrive a tutti, giornali, garanti per i detenuti, parlamentari e a tutti racconta dell'inferno del lager che vive quotidianamente. Ti accompagna e ti fa vedere i casi piu' penosi, poi ti chiede se gli mandi dei giornali porno, glieli hanno ingiustamente sequestrati, una censura che sostiene abbia colpito anche i suoi quotidiani preferiti, Unita' e Manifesto, che gentilmente ora gli vengono spediti in abbonamento. Cosi', dice sempre lui e cosi' racconta nelle lettere. Lucide lettere di denunce su pestaggi, di violenze sulla magistratura di sorveglianza e sui trattamenti sanitari obbligatori. Scrive sui letti di contenzione, scrive sullo sporco e sul freddo. Inaugurata un anno fa l'ala ristrutturata ha continui problemi di caldaia, a dicembre per molti giorni non funzionava il riscaldamento, torno in visita i primi di gennaio e il "camorrista" mi mostra che ora c'e' il problema opposto, dai rubinetti esce solo acqua calda! Possono farsi il te', penso io, oppure visto che e' inverno mettere la bottiglia alla finestra e nel giro di poco tempo e' fredda. Insomma, basta organizzarsi. Ridiscendi i gironi, sempre seguita dalla densa nuvola di fumo di sigarette, ignori il passeggio, l'hai gia' visto prima e ti piange il cuore rivederlo. Attraversi un bel giardino, c'e' l'orto, lo spazio per i colloqui all'aperto, il campo da calcio e vai all'Ambrogiana, quella ambita da tutti gli internati di Montelupo. La struttura e' ancora piu' fatiscente, le pareti scrostate ma almeno e' piu' tranquilla, le celle sono da uno, ma spesso diventano da due e sono liberi di girare al suo interno sempre. Una cella presenta un ordine maniacale, appese fotografie e poster sul leone, un bell'animale che anche lui non sta bene in gabbia, verrebbe da pensare. Il signore si sta preparando da mangiare e le tendine, il tappetino e il tavolo ben apparecchiato ti trasportano con il cervello in un altro luogo. Talvolta ammette che per problemi di sovraffollamento e' costretto ad ospitare un altro detenuto e non e' detto che sia preciso come lui e quel luogo viene contaminato, profanato. In fondo al primo piano c'e' un ragazzo che voglio vedere, non so cosa ha fatto, non mi interessa saperlo di nessuno, ma sua mamma mi scrive almeno una email al giorno perche' e' preoccupata per la sua salute. Uno dei pochi che ha ancora una famiglia fuori pronta e desiderosa di riprenderselo. Il 22 dicembre questo era il quadro degli ospiti-internati: presenti 186 persone a fronte di una capienza prevista di circa 110, suddivise nelle varie sezioni: sezione seconda - Ambrogiana - circa 70; nell’altra, costituita dalle ex-stalle della Villa Medicea Torre 52; Arno 37; Pesa circa 30. Eta' media di 41 anni. La presenza di stranieri e' di appena il 10%. Per oltre il 70% sono reati contro la persona, il 40% omicidi compiuti per lo piu' in ambito familiare. Il 40% degli internati e' stato prosciolto durante il processo, il 30% e' in attesa di giudizio, gli altri semi-fermi o inviati in osservazione dalle carceri. Risultano lavoranti interni circa 45 ospiti, uno solo in articolo 21 esterno alla struttura. Gli agenti di polizia penitenziaria risultano essere appena 100, di cui 20 destinati al nucleo "traduzioni": nel complesso, conteggiati i distaccati, risultano mancanti almeno 20 agenti, rispetto ad un organico che e' comunque tarato su 110 detenuti. Non va meglio per la parte sanitaria, recentemente non piu' medicina-penitenziaria, ma facente capo al Sistema sanitario nazionale, dove a essere garantita 24 ore su 24 e' solamente la guardia medica, perche' manca lo psichiatra dalle 18 alle 9 e dalle 14 del sabato alle 9 del lunedi'. Ho scritto una lettera al presidente della Commissione Sanita' dopo le due visite, a distanza di poche settimane l’una dall’altra. Il degrado umano e lo stato di abbandono terapeutico in cui versano gli Opg in Italia da tempo, rappresenta qualcosa che non puo' essere oltremodo taciuto e accettato. Sono in totale circa 1200 gli ospiti-detenuti (piu' tecnicamente "internati") dei 6 ospedali psichiatrici giudiziari. Nonostante il nome rassicurante di "ospedale" sono veri e propri manicomi criminali, dove l’aspetto della cura e della terapia passa in secondo piano rispetto a quello della detenzione e della sicurezza. Un meccanismo perverso, che decreta come persone che devono essere curate -e che infatti non vengono neppure condannate, ma prosciolte, cui viene comminata una misura di sicurezza, o che vengono mandate in "cura" dalle carceri- vengono chiuse nelle celle, e sorvegliate dagli agenti penitenziari. Quindi, a seguito di un proscioglimento per incapacita' di intendere e di volere, o per sopravvenuta incapacita' durante la carcerazione, si puo' finire in questo vero e proprio girone dantesco che si configura come un "ergastolo bianco". Le proroghe di 2, 5 o 10 anni possono ripetersi, infatti, all’infinito, laddove una perizia psichiatrica ravveda gli estremi della pericolosita' sociale. Percio' una persona mai condannata per alcun reato si puo' ritrovare a scontare di fatto un "fine pena mai". Grazie alla riforma della medicina penitenziaria, ora di competenza delle Asl, gli Opg possono essere di esclusiva competenza sanitaria, regionalizzati e magari distribuiti in piccole strutture medicalizzate, con sorveglianza e sicurezza solo esterna, mentre accanto ai malati internati dovrebbero esserci medici, infermieri e attività di recupero. Per Montelupo Fiorentino ho depositato una interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia in merito alle denunce dei pestaggi e del degrado, per la quale attendo risposta. Ma piu' in generale, dato anche che la materia ora e' di esclusiva competenza sanitaria, ritengo sia indispensabile che anche le commissioni Sanita' dei due rami del Parlamento siano al piu' presto investite della conoscenza, dello studio e di una mobilitazione in termini di proposte legislative sulla situazione degli Opg. E’ questo, dunque, il punto della lettera con cui chiedo che la Commissione Sanita' al Senato possa al piu' presto considerare l’opportunita' di divenire sede istituzionale per una approfondita indagine conoscitiva sullo stato giuridico e di gestione di queste strutture. * senatrice Radicali-Pd Testamento biologico: dell'eutanasia si puo' parlare solo per vietarla! Verso una legge teocratica in violazione della Costituzione Donatella Poretti Oggi nella commissione Sanita’ del Senato, dove la seduta era secretata….. cos’e’ successo? Ha dell’incredibile la decisione del relatore Raffaele Calabro’ di inserire all’articolo 2 del testo base sul testamento biologico il divieto dell’eutanasia e del suicidio assistito, dopo che la commissione Sanita’ non aveva abbinato al dibattito il ddl dei senatori radicali che disciplinava sia il testamento biologico che l’eutanasia. All’epoca venne argomentato che il ddl era stato assegnato alle due commissioni congiunte Sanita’ e Giustizia, oggi ci si arrampica sugli specchi! La commissione Sanita’ puo’ esaminare, discutere, votare il divieto di eutanasia, mentre per regolamentarla avremmo bisogno del supporto della commissione Giustizia! Un dettaglio grottesco di una vicenda preoccupante che non parte nel migliore dei modi. Nonostante le rassicuranti parole del relatore Calabro’ che auspica un confronto costruttivo, viene presentata una legge che introduce principi e concetti teocratici, in direzione opposta alla Costituzione. Il testo base nell’articolo 1 sancisce che “la Repubblica riconosce il diritto alla vita inviolabile e indisponibile”: un testo che non vuole normare e disciplinare il testamento biologico e quindi la possibilita’ per un paziente di esprimere le proprie volonta’ di trattamenti, ma una legge dove non e’ il paziente ad avere l’ultima parola su se’ stesso ma il medico, che dovra’ anch’esso seguire questi principi dello Stato teocratico. Qui il testo Calabro': http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/testamentobiologico-testo-calabro.pdf Disabilita'. Da Vaticano situazione grottesca su mancata ratifica Convenzione. Si apra discussione su rapporti con Italia Donatella Poretti * Sintesi dell'intervento in Aula in data odierna Sulla questione disabilita', ritengo si sia verificata una situazione curiosa, un atteggiamento grottesco per cui uno Stato teocratico come quello del Vaticano, che vuole occuparsi di corpi da mantenere obbligatoriamente in uno stato di non vita grazie alle macchine, come per la condizione di Eluana Englaro, non vuole che quelle stesse macchine, quella tecnologia, quella scienza, quella ricerca, siano messe al servizio anche delle persone con disabilita'. Quindi, a quelle persone che sono in vita, si e' pronti a negare diritti come quelli legati alla sfera sessuale e riproduttiva. E' curioso che il Vaticano non sottoscriva questa Convenzione sulla disabilita'; altrettanto curioso che, in occasione della Giornata della memoria, il Vaticano e il Papa, con una coincidenza che ha dell'incredibile, abbiano riabilitato i lefebvriani, tra cui c'e' anche chi nega l'Olocausto. Dopo avere celebrato ieri la Giornata della memoria, oggi il Senato, istituzione di uno Stato laico, ratifica la Convenzione sulla disabilita'. Io credo che dovremmo domandarci quando dedicheremo una seduta alla discussione dei rapporti che manteniamo con questo Stato -quello del Vaticano, quello che e' oltre Tevere, non democratico, a-democratico, teocratico- al quale continuiamo a dare soldi del contribuente italiano e con il quale manteniamo un Concordato, con cui quindi abbiamo buoni rapporti che credo dovremmo iniziare a rimettere in discussione; quanto meno, dovremmo iniziare a dibatterne e impegnare le Aule del Parlamento anche nella discussione di questi argomenti. Qui il testo completo dell'intervento: http://blog.donatellaporetti.it/?p=451 * senatrice Radicali - Pd Click e driiin: scatti la foto e trilla il cellulare Red Per garantire la privacy dei passanti dallo scatto di una foto con telefonino un deputato statunitense propone una legge che faccia trillare il cellulare al momento dello scatto. E' dura regolamentare la tecnologia senza scadere nel ridicolo. Leggi tutto: http://punto-informatico.it/2535027/Telefonia/News/una-suoneria-foto-dei-cellulari.aspx Tv a pagamento alla guerra: mosse e contromosse di Sky-Murdoch e Mediaset-Berlusconi Il Velino Ormai non ci sono piu' dubbi. Mediaset e Sky da qui in avanti saranno protagoniste della guerra digitale tra le piattaforme. Un conflitto sanguinoso tra terrestre e satellite, da combattere contendendosi i format piu' prelibati della televisione, i diritti tv del grande sport (calcio in primis) e accaparrandosi i personaggi del piccolo schermo, a partire da quelli con share in doppia cifra. La guerra del telecomando, insomma, che di recente i due broadcaster hanno cominciato a combattere anche sulle colonne dei giornali. L'ultima frontiera dello scontro, infatti, e' "eventizzare". Lo ha fatto Sky con un (vecchio) accordo con la Rai in merito ai Mondiali di calcio rilanciato a mesi di distanza; per poi tornare alla carica con un contratto (a gettone) con Fiorello. Gli ha risposto Mediaset con una nota di fuoco all'indomani dell'approvazione definitiva in Senato del decreto Anticrisi che porta l'Iva della pay tv dal 10 al 20 per cento. Un provvedimento che produrra' un incremento del gettito fiscale di circa 200 milioni. Eventizzare, dicevamo e ove possibile screditare. "Mediaset Premium ha deciso di farsi carico interamente degli effetti del nuovo regime fiscale applicato dal primo gennaio 2009 a tutto il settore della tv a pagamento - premette la nota di Cologno -. Pur rammaricandosi per la scelta governativa di allineare l'aliquota al livello piu' alto (onerosa soprattutto per chi, come noi, e' ancora in fase di start-up), Mediaset, visto il momento economico, accoglie il provvedimento con senso di responsabilita' e senza strepiti fuori luogo. E proprio considerando la crisi generale, Mediaset giudica inopportuno far pagare ai propri clienti la crescita dell'Iva. Pertanto informiamo che i nostri listini della pay tv rimarranno inalterati". "Senso di responsabilita'" e "nessuno strepitio fuori luogo". Il pensiero va dritto a Rupert Murdoch che proprio sull'aumento dell'Iva (scaricata da subito sui quasi cinque milioni di abbonati) ha scatenato un putiferio. Valanghe di spot, titoli di testa nel notiziario all news, anchorman sul pulpito, milioni di lettere in cassetta (e di e-mail nei decoder), inserzioni sui giornali, e riquadri nella guida programmi. E, infine, un appello accorato a tutto il Parlamento. Una vera e propria guerra all'Iva e al governo Berlusconi intento - questa la tesi accusatoria - a tutelare gli affari di famiglia. Una reazione durissima, quella dei Murdoch, quasi scomposta, e certamente atipica per un management anglosassone che in questi cinque anni aveva sempre tenuto un profilo bassissimo. Una reazione prodotta anche dai numeri delle tesserine Mediaset Premium. In Italia ce sono oltre 2 milioni 700 mila, e da gennaio 2008 - data in cui e' decollata - la nuova offerta Gallery e' nel salotto di quasi un milione e mezzo di famiglie. Una piccola Sky, insomma, meno costosa e che nel 2008 ha portato nelle casse Mediaset circa 400 milioni, contro i 226 del 2007 e i 108 del 2006. Ma soprattutto una piccola Sky offerta in pay per view: modalita' d'acquisto con Iva gia' al 20 per cento e quindi indifferente alle dispute di questi giorni. A pagare dazio in casa Mediaset dal primo gennaio sara' solo l'offerta "easy pay": un abbonamento light - da tre a massimo dodici mesi - con rid bancario ancora in fase di start up. Una carezza per i conti del Biscione. (Gianluca Vacchio) Il mercato con le cellule staminali corre piu' della scienza Jaime Prats Il richiamo: il progresso futuro della medicina. La realta': banche private di grasso, denti da latte e sangue di dubbia utilita'. Gli affari con le cellule staminali corrono piu' in fretta dei progressi scientifici. Sono sempre piu' numerose le aziende che si offrono di custodirle, per un uso medico incerto nel futuro, malgrado che molti ricercatori dubitino della loro utilita'. Accanto alle banche private del cordone ombelicale, che funzionano gia' da qualche anno, sono nate delle societa' che conservano cellule ottenute da denti da latte, dal sangue mestruale e anche dal grasso corporeo, per un eventuale uso del donatore quando fossero disponibili delle applicazioni terapeutiche. Oggi la realta' indica che, di tutte le cellule staminali adulte, le uniche ad avere un uso clinico per la stessa persona sono quelle del cordone ombelicale -per trattare alcune leucemie, e in casi eccezionali. E rispetto a loro future applicazioni, buona parte della comunita' scientifica sostiene che i campioni conservati nelle banche private non verranno mai usati. Tra l'altro perche' i lavori piu' promettenti seguono un cammino diverso dalle cellule staminali adulte (tipologia gestita dalle banche private e che hanno delle limitazioni). Tuttavia, l'entusiasmo per le cellule staminali, cui s'aggiungono una pubblicita' che in molti casi mescola realta' e finzione, e prezzi abbordabili per molte famiglie, ha trasformato l'opzione d'inviare i materiali in banche private in un fatto sempre piu' abituale. Circa 25.600 spagnole hanno inviato le cellule del cordone ombelicale dei propri figli in banche private a un prezzo che oscilla tra 1.300 e 2.000 euro per 20 anni di conservazione. Benche' queste strutture esistano anche in Spagna, la stragrande maggioranza delle famiglie (25.000) hanno optato per centri all'estero onde evitare la normativa nazionale che obbliga a condividere i campioni di cellule con coloro che ne avessero bisogno, e per essere sicuri, invece, di poterle usare solo per i loro figli in caso di necesssita'. Jose' Maria Ferrer e Raquel Prat sono una di queste coppie. Hanno affidato a una banca belga la conservazione delle cellule staminali della loro figlia Vega. "Ci hanno detto che in futuro si potranno usare per creare tessuti o curare malattie, e che servono gia' per trattare leucemie", riferisce la madre. Il cordone di Vega non aveva un numero sufficiente di cellule per rendere conveniente la loro custodia. Ma se i suoi genitori rimarranno fermi nell'idea di conservare le cellule della piccola, lo potranno fare tra qualche anno quando a Vega cadra' il primo dentino da latte. Le banche del cordone ombelicale sono le piu' diffuse. In Spagna ce ne sono una dozzina. Ma esistono altre modalita' di conservazione. Bioeden e' una societa' statunitense che tratta le cellule staminali della radice dei denti e le congela in banche simili a quelle del cordone ombelicale. "Un giorno, la fata dei denti potra' salvare la vita dei tuoi figli", recita la pubblicita' sulla sua pagina web. La tariffa per l'Europa e' di 1.000 euro per dente, piu' 95 l'anno. Ancora piu' esotica e' l'offerta di C'Elle che, con lo slogan "il tuo miracolo mensile", tratta il flusso mestruale (378 euro per campione e 75 all'anno) per preservarne le cellule staminali che "potenzialmente potrebbero salvarti la vita". Altre aziende, come la Clinica Planas, ha dato un ulteriore impulso al mercato. Il centro spagnolo offre ai clienti che si sottopongono a liposuzione, la possibilita' di conservare il grasso ed estrarvi cellule staminali "per beneficiare delle applicazioni della medicina rigenerativa" in un futuro "piu' o meno prossimo", per 1.500 euro e una quota annuale di 100. L'ottimismo che trasmettono i messaggi commerciali di queste societa' si scontra con l'utilita' che la scienza, oggi come oggi, puo' attribuire alle cellule. Le uniche applicazioni terapeutiche delle cellule staminali conservate nelle banche sono quelle che derivano dal cordone ombelicale. Esse servono per trattare persone con malattie del midollo osseo, come, per esempio, leucemie. Pero'- e qui sta il problema- le cellule staminali s'impiegano per curare il midollo altrui e molto raramente il proprio. In tutto il mondo sono stati registrati 8.000 trapianti con sangue donato da altri, a fronte di quattro casi di autotrapianto (con cellule proprie provenienti da banche private). Con questi dati, "gli esperti sconsigliano di conservare il sangue del cordone, in Spagna abbiamo un'eccezionale banca pubblica che copre le necessita'", commenta Jose' Lopez Barneo, direttore dell'Istituto di Biomedicina di Siviglia. Questo per quanto concerne le cellule del cordone, le meglio situate dal punto di vista delle applicazioni cliniche. Nel caso di cellule mesenchimali, prelevate dal grasso, dal sangue mestruale o dalla polpa del dente da latte, oggi al massimo esistono dei saggi clinici. Alcuni dei piu' interessanti sono quelli che si sviluppano con tessuto adiposo per migliorare la cicatrizzazione in interventi chirurgici o che sono relativi all'imbottitura nella chirurgia estetica, come segnala Carlos Simon, direttore del Banco Nacional de Lineas Celulares del Centro di Ricerche Principe Felipe de Valencia. Questo per il presente. Il futuro e' da vedere. Il principale richiamo commerciale delle banche private di cellue staminali sono i possibili progressi scientifici che si potranno avere nei prossimi anni, collegati alla medicina rigenerativa, quella che mira a manipolare le cellule staminali per curare tessuti e organi. Pero' e' probabile che le terapie che potrebbero nascere con questa tecnologia non passeranno per i materiali conservati nelle banche. Ci sono vari argomenti a sostegno di questa tesi. Qualcuno, "interessato", come ammette lui stesso, il direttore del Centro di Medicina Rigenerativa di Barcellona (CMRB), Juan Carlos Izpisua, che afferma: il lavoro realizzato finora con le cellule staminali adulte (quelle congelate) "e' lontano dalla clinica". Izpisua si e' concentrato sulle embrionali, di qui il suo interesse. Ma c'e' un'altra ragione, di peso ben maggiore. Si tratta della tecnica che tempo fa ha rivoluzionato la medicina rigenerativa. Il procedimento che consiste nel riprogrammare cellule adulte per trasformarle in cellule staminali che si comportano come embrionali (capaci di trasformarsi in 220 distinti tipi cellulari e, quindi, di creare qualsiasi tipo di tessuto). E senza dover ricorrere a nessuna cellula congelata ne' a procedimenti complessi. Per semplice che possa sembrare, basta ottenere cellule da un capello e manipolarle in una specie di viaggio nel tempo, fargli fare il cammino inverso a quello del suo sviluppo biologico fino a riportarle allo stadio di cellula staminale con capacita' di svilupparsi in qualunque tessuto con la stessa versatilita' delle cellule embrionali. Questo non e' piu' scienza-finzione sanitaria, contrariamente a quanto avviene con gli annunci delle banche di cellule private. "In 10 anni di ricerche con cellule staminali non abbiamo curato nessuna malattia, e ora con la riprogrammazione si potrebbe farlo", chiarisce Izpisua. Il suo laboratorio, in collaborazione con quello di Juan Bueren nel Centro di ricerche energetiche, ambientali e tecnologiche (Ciemat) a Madrid, e' uno di quelli che si e' spinto piu' lontano con questa tecnica. Fino al punto da sviluppare in laboratorio tutti i passi che permettono, partendo da una cellula di un capello di una persona affetta da una malattia genetica del sangue (anemia di Fanconi), di riportarla allo stadio equivalente a quello di una cellula staminale embrionale. Ma va ancora piu' in la', nel poter correggere l'alterazione genetica che ha causato la malattia e trasformarla in una cellula del sangue capace di produrre ogni tipo di linea cellulare (globuli rossi, bianchi e piastrine) e di, in teoria, usarla per curare chi ha perso i capelli. E' quanto sostiene Izpisua, che sta per pubblicare i suoi ultimi risultati su una prestigiosa rivista scientifica. "Credo che sia il momento d'avviare un dialogo tra il laboratorio di scienza di base e la clinica". Questo percorso eliminerebbe di colpo la necessita' di conservare cellule staminali per ipotetiche applicazioni nella medicina rigenerativa. Perche' pagare per consevare cellule staminali adulte se si possono avere cellule capaci di generare qualunque tessuto partendo da un semplice capello? Allora ci dobbiamo scordare delle banche private? "Non sarei cosi' perentorio", commenta Izpisua. "Se posso pagare perche' non farlo? Di sicuro finora non ci sono chiare evidenze che ci si possa servire di queste cellule, ma non si puo' mai sapere. Bisogna sempre essere aperti alla scienza". L'opinione di Carlos Simon e' simile. "Dovrebbe esserci un'indicazione chiara sull'uso terapeutico attuale di queste cellule e del futuro. Spiegare con onesta' e trasparenza. Se si parte da qui, che sia la gente a decidere". Jose' Lopez Barneo fa un passo ulteriore. "Quando me lo chiedono, rispondo che non ritengo necessario conservare le cellule del cordone. Ho avuto da poco un nipote e non abbiamo conservato le sue cellule", aggiunge. "Se domani si scoprisse la loro utilita', cambierei opinione, ma per ora, non ci sono basi scientifiche per farlo". Il direttore dell'Organizzazione Nazionale dei Trapianti, Rafael Metesanz, da' un'interpretazione che va piu' in la' dello strettamente sanitario, ed entra pienamente nella sociologia. "Il fenomeno di conservare sempre piu' materiali biologici s'inquadra nella filosofia di una societa' ricca". Insomma, lo considera come un qualsiasi altro elemento di consumo. Anche perche' avveine sempre piu' spesso che il costo della donazione del cordone ombelicale se l'assumino i nonni, gli zii o i padrini del neonato, come si fa in molte famiglie con la carrozzina, la culla e il resto del corredo del bebe'. Ciarlatani del XXI secolo Alla fine del secolo XIX, la Kickapoo Indian Medical Company Show -uno dei gruppi di guaritori saliti alla notorieta'- divento' famosa negli Stati Uniti con spettacoli in cui i suoi ciarlatani si esibivano per vendere elisir miracolosi che curavano assolutamente tutto. Due secoli dopo, c'e' ancora chi offre un rimedio per tutti i mali. E non ha bisogno di carovane che percorrono l'Estremo Oriente per raggiungere migliaia di persone. Basta Internet. Ne' sono di moda i rimedi basati sulla saggezza ancestrale degli indios americani. Adesso, quello che si vende veramente, sono le cellule staminali. Ci sono societa' che offrono, attraverso la Rete, prodigiosi preparati di cellule staminali derivate da feti (non dicono come li ottengono) che servono per trattare tante malattie, dal cancro alle lesioni del midollo, l'epilessia e persino la sindrome di Down. "Sono autentici ciarlatani, non danno nessuna spiegazione scientifica dei trattamenti per i quali chiedono 25.000 euro a iniezione", annota Carlos Simon. Questi sono casi estremi. Tuttavia, non e' raro leggere su pagine web di alcune banche private di cellule staminali delle mezze verita' o argomenti confusi e imprecisi nascosti sotto la speranza insita nella medicina rigenerativa. E' il caso dell'azienda Bioeden, la banca di cellule di denti da latte con sede in Usa, quando dice che "le ricerche con le cellule staminali sono la via piu' promettente per curare malattie severe". O che "possono offrire un rimedio al parkinson, alzheimer, diabete giovanile, lesioni della colonna, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, oltre che al cancro e ai disturbi cardiaci". Potranno offrirlo in futuro o forse no. Per ora, la realta' dice di no. Traduzione di Rosa a Marca Immigrazione. Pensione di invalidita' e indennita' di accompagnamento anche per stranieri con permesso di soggiorno. La pronuncia della Corte Costituzionale Claudia Moretti Quel che non puo' il Parlamento puo' la giustizia costituzionale. Difficile ammetterlo, ma ad oggi le piu' importanti evoluzioni normative pare che avvengano, come nei Paesi di common law, a colpi di sentenze (si pensi al caso Welby o al caso Englaro). Questa volta e' un cittadino albanese di Prato che ha fatto fare un passo in avanti al nostro ordinamento giuridico, facendo si' che fosse espunta una disparita' di trattamento fra stranieri regolarmente residenti e italiani in merito all'ottenimento di benefici assistenziali. La Corte Costituzionale, infatti, sollecitata dal Tribunale di Prato, con sentenza n. 11 del 23 gennaio 2009, ha dichiarato l’illegittimita' costituzionale dell’art. 88 della legge n. 388/2000 e dell’art. 9, comma 1, del D.L.vo 286/98, nella parte in cui escludono la pensione di inabilita' per gli stranieri non in possesso dei requisiti reddituali necessari per la carta di soggiorno. La normativa, oggi dunque riformata perche' incostituzionale, prevedeva che solo i titolari di carta di soggiorno (oggi permesso CE per soggiornanti di lungo periodo) potessero accedere ad alcuni benefici del nostro Stato sociale. Per l'ottenimento del titolo in questione, lo sanno bene gli stranieri, occorrono una cospicua serie di requisiti, fra cui il reddito annuo non inferiore ad una certa somma, l'idoneita' alloggiativa, il contratto a tempo indeterminato e cosi' via. Bene, subordinare gli emolumenti assistenziali in questione (che ovviamente hanno la funzione integrativa del reddito proprio per coloro che ne sono bisognosi), e' un evidente paradosso, tanto piu' se il motivo per cui non si ottiene la carta di soggiorno e' proprio la mancanza del reddito sufficiente! E cosi', secondo il Giudice del Tribunale di Prato, e secondo la Corte Costituzionale, tale normativa creava una disparita' di trattamento tra stranieri e cittadini riguardo all'attribuzione delle suddette prestazioni assistenziali, laddove tra cittadini e stranieri legalmente soggiornanti in Italia vige il principio di eguaglianza. E' una sentenza, o meglio una riforma (attesa l'efficacia abrogativa erga omnes delle pronunce di incostituzionalita'), destinata ad alimentare le polemiche sulla questione immigratoria. Non e' un segreto che diffusa nella collettivita', ma anche nelle alte sfere, una delle ragioni piu' tenaci contro l'afflusso di immigrati e' proprio questa, la questione sociale. Dietro alla diatriba "sicurezza si', sicurezza no", in verita' si nascondono ragioni economiche di grande portata, fra cui il generale abbassamento del tenore di vita e l'impoverimento della popolazione dovuto alla crescita numerica delle famiglie straniere spesso disagiate e, al loro interno, numerose, nonche' l'impatto, insostenibile per lo Stato sociale, dell'afflusso massiccio di persone bisognose. Rimane aperta, dunque, e irrisolta, la contraddizione fra l'esigenza di manodopera e il protezionismo socio-assistenziale italiano. La soluzione per adesso praticata dai Governi e' rimasta la medesima negli anni: la clandestinita'. Chi e' clandestino lavora al nero, e, se e' vero che non paga tasse, e' pur vero che non costa allo Stato e manda avanti comunque l'economia (meta' degli operai nelle fabbriche venete sono stranieri), basta solo chiudere un occhio e gridare alla "sicurezza nazionale". Quando pero' un cittadino regolarmente presente sul territorio decide di sfidare la legge per porre la questione dell'uguaglianza sociale fra chi regolarmente risiede in Italia e chi e' cittadino italiano, accade a volte che il diritto all'uguaglianza prevalga sulla convenienza politica. Infondo, questo il monito di Giovanni Maria Flick (presidente della Consulta) al legislatore degli ultimi giorni, con cui avverte sui pericoli di una discriminazione "legalizzata”" Infondo, la separazione dei poteri, anche se in Italia non sempre funziona, serve proprio a questo, a "salvare" il diritto dall'interesse. I forti dubbi sul digitale terreste Red Un articolo su Corriere.it mette in pesante dubbio l'efficacia del digitale terrestre, la tecnologia che entro 2012 sostituira' completamente il segnale analogico della televisione, come gia' avvenuto in Sardegna. Problemi di tecnologia, troppo pesante, e fondi che non ci sono per la realizzazione degli investimenti. Leggi tutto: http://www.corriere.it/economia/09_gennaio_30/grasso_433b436a-eea1-11dd-ba39-00144f02aabc.shtml ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci ritenete utili, potete sostenerci con una donazione da 25, 50, 100, 250, o 500 euro o con un contributo a scelta intestandolo ad Aduc, via Cavour 68, 50129 Firenze: - con carta di credito sul nostro sito sicuro: https://ssl.sitilab.it/aduc.it - CC/postale 10411502 - IBAN: IT 81 F 07601 02800 000010411502 - CC/bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 - Cassa di Risparmio di Firenze, agenzia 17 di Firenze IBAN: IT 11 O 06160 02817 000007977C00 (N.B. il carattere a se' stante e' la lettera O e non la cifra 0) ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------