====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 143 06-07-2007 la prossima edizione: 20-07-2007 EDITORIALE Cordone ombelicale. Ordinanza in violazione della legge! Interrogazione al ministro della Salute di Donatella Poretti ARTICOLI - Spagna. Intervista con Maria Vivanco su cellule staminali e cancro al seno di Mayka Sanchez - Germania. Intervista all'eticista della SPD René Roespel sull'importazione di staminali embrionali di Nina von Hardenberg - Legge 40: test italiano pre-impianto senza embrione. Attenzione ai facili entusiasmi! di Donatella Poretti * NOTIZIE - Usa. Staminali da ovuli non fecondati - Italia. Milano. Istituto Monzino: non fermate le sperimentazioni nel nostro Paese - Italia. Turco: ordinanza su cordone e' solo ponte verso nuova legge - Vaticano. Papa: la scienza non violi l'embrione - Usa. Staminali embrionali di topo simili a quelle umane - Gb. Vescovi: impiantare gli embrioni chimera - Calabria-Libia. Intesa sui trapianti di midollo osseo - Australia. Nuovo Galles. Camera dice si' la clonazione terapeutica - Italia. Iss identifica interruttori per produrre staminali del sangue - Italia. Salerno. Congresso Societa' Ortopedici dell'Italia meridionale ed insulare - Usa. Ecco il peacemaker biologico - Italia. Nuovamente rimandata discussione Cnb su staminali cordonali - Gb. Staminali del midollo osseo per riparare il cuore infartuato - Italia. Roma. Ricercatrici chiedono banca europea staminali cordonali - Italia. Cellule del capello per curare ferite della pelle - Italia. Scoperto meccanismo cellule "cannibali" nel cervello - Usa. Educazione familiare influisce su religiosita' piu' della scienza - Svizzera. Giacobini (Univ. di Ginevra): "L'offensiva contro le staminali" - Slovenia. Dal tessuto adiposo cellule anticancerogene - Usa. Vice Governatori contro veto Bush su staminali embrionali - Usa. Delaware. Camera respinge regolamentazione della ricerca con le staminali - Italia. Turco presenta campagna per donazione organi - Italia. Veneto. Regione stanzia 500mila euro per ricerca sulle staminali dell'occhio - El Pais: legge su clonazione terapeutica e' "paradossale" - Cuba. Terapie con le cellule staminali - Spagna. Le opinioni di Bernat Soria - Italia. Diagnosi pre-impianto senza embrione - Italia. Campania. Verso una legge sulla donazione del cordone -------------------------------------- EDITORIALE - Cordone ombelicale. Ordinanza in violazione della legge! Interrogazione al ministro della Salute Il ministro Turco, durante un'audizione in Commissione Affari Sociali, ha confermato la scelta politica dell’ordinanza sul cordone ombelicale che vieta la conservazione autologa in Italia e la possibilita’ che strutture private anche accreditate possano farlo. Ha confermato altresi’ che nell’ordinanza si sollecita l’intervento del legislatore chiedendo un raccordo tra Camera e Senato, volendo far da ponte tra l’ordinanza precedente e una nuova legge. Un ponte che pero’ decide gia' la direzione!Ha infatti chiesto al Parlamento di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l’80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe piu’ di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull’utilizzo di quel cordone. Se c’e’ infatti un dato scientifico acquisito e’ che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due. Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo. La legge 219/2005 nell’articolo 10 prevedeva che fosse il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi’ mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l’ordinanza del ministro chiede al Parlamento, in evidente violazione della precedente legge, di farne un'altra che gia’ c’e’ ma che non ha applicato! Mentre il ministro ieri ha riferito che di fatto in Italia e’ impossibile donare, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto, chiede di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. L’informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e’ vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati! Il ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali fissava un principio nell’articolo 15: alla donna deve essere garantita la possibilita’ di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro avrebbe potuto utilizzare il ponte che avevamo predisposto rinnovando l’ordinanza, ma non i divieti che ogni giorno che passa sono sempre piu’ incomprensibili! Nell'interrogazione che rivolgo al Ministro Turco chiedo quindi: - quali siano i tempi previsti dal Governo per l'emanazione del decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto ai sensi dell'articolo 10, comma 3, della legge n. 219 del 2005; - se non si ritenga di intervenire per affrontare le evidenti violazioni della legge 219/2005 da parte dell'ordinanza firmata dal Ministro della Salute il 4 maggio scorso. Segue il testo dell'interrogazione: Interrogazione in XII Commissione (Affari Sociali) al Ministro della Salute Premesso che: - la legge n. 219 del 21 ottobre 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre 2005, n. 251 (legge n. 219 del 2005) detta norme in merito alle attività trasfusionali ed alla produzione nazionale degli emoderivati e disciplina, tra l'altro, le attività riguardanti le cellule staminali emopoietiche autologhe, omologhe e cordonali; - in virtù dell'articolo 27 della legge n. 219 del 2005, commi 1 e 2, è abrogata la legge n. 107 del 4 maggio 1990 ma restano vigenti i decreti di attuazione della stessa fino alla data di entrata in vigore dei decreti di attuazione della legge n. 219 del 2005; l'articolo 10, comma 3, della legge n. 219 del 2005 stabilisce che "entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro della salute, con proprio decreto, predispone un progetto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto, nonché programmi annuali di sviluppo delle relative attività, individuando le strutture trasfusionali pubbliche e private idonee sulla base di specifici accreditamenti"; - secondo l'art 1, comma 7, dell'ordinanza del Ministero della Salute del 4 maggio scorso ("Misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale"): "è vietata l’istituzione di banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale presso strutture sanitarie private anche accreditate ed ogni forma di pubblicità alle stesse connessa"; - secondo l'art 1, comma 5, della stessa ordinanza si prevede che: "Nelle more di una iniziativa legislativa che disciplini le modalità e le condizioni per la conservazione ad uso autologo del sangue cordonale, con contestuale donazione allogenica su base solidaristica, il servizio sanitario nazionale promuove la donazione volontaria di sangue cordonale ad uso allogenico, a fini solidaristici"; rilevato che: - il 15 giugno 2006 nella seduta n.012 ho depositato un'interrogazione (n. 3-00055) al Ministero della Salute per sapere: "i tempi previsti dal Governo per l'emanazione del decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali e "sulla base di quali requisiti e presupposti, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie in materia, verranno individuate le strutture private idonee ad essere accreditate per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto". Il sottosegretario di Stato per la salute, Serafino Zucchelli, concludendo il 26 settembre 2006 (quindi quando i termini erano scaduti da due mesi) la sua risposta all'interrogazione, affermo' che: "l'approccio di studio e verifica potrà essere di supporto agli istituendi organismi per acquisire gli elementi necessari per una rapida e concreta definizione delle modalità attuative della legge n. 219 del 2005". - ancora non e' stato emanato alcun decreto di attuazione come previsto dall'articolo 10, comma 3, della legge n. 219 del 2005; - l'articolo 10, comma 3, della legge 219 prevede la possibilita' di istituire banche private per la conservazione autologa del cordone ombelicale mentre l'art 1, comma 7, della recente ordinanza del Ministero della Salute ne proibisce l'istituzione, violando la legge 219; - quanto previsto dall'articolo 10, comma 3, della legge n. 219 del 2005 ovvero l'intervento del ministro della Salute per la predisposizione "di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali" e' in contrasto con quanto previsto nell'ordinanza del 4 maggio che prevede all'art 1, comma 5, invece, un intervento di "iniziativa legislativa"; per sapere: - quali siano i tempi previsti dal Governo per l'emanazione del decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto ai sensi dell'articolo 10, comma 3, della legge n. 219 del 2005; - se non si ritenga di intervenire per affrontare le evidenti violazioni della legge 219/2005 da parte dell'ordinanza firmata dal Ministro della Salute il 4 maggio scorso. di Donatella Poretti -------------------------------------- ARTICOLI - Spagna. Intervista con Maria Vivanco su cellule staminali e cancro al seno Il cancro al seno continua a essere una spada di Damocle per le donne, anche se in Spagna la sua incidenza aumenta piu' lentamente -forse per l'invecchiamento delle popolazione e la diagnosi sempre piu' precoce- e malgrado che nell'ultimo decennio la sopravvivenza sia migliorata. "Oggi, il 78% delle donne colpite da un cancro al seno in Spagna sopravvive piu' di cinque anni", segnala Maria Vivanco, prima ricercatrice, dal 2005, del Centro de Investigacion Cooperativa de Biociencias (CIC bioGUNE) di Bilbao, venuta a Madrid per una conferenza alla Fondazione BBVA. "Gli estrogeni accelerano la progressione del tumore alla mammella". "Si sospetta che il tumore alla mammella sia originato dalle cellule staminali di questa ghiandola". E' stato dimostrato che gli estrogeni, ormoni sessuali femminili, svolgono un ruolo rilevante nella comparsa del cancro al seno. Vivanco, direttrice dal 1997 al 2004 del laboratorio dell'Istituto di ricerche oncologiche di Londra, dove sono state identificate cellule progenitrici di mammella umana, ha cominciato a studiare i recettori molecolari cui si uniscono gli ormoni, e ha osservato che la loro attivita' e' differente a seconda che si sviluppi in una cellula sana oppure in una cancerosa. Per diversi anni ha incentrato il suo lavoro di biologa molecolare nella ricerca degli ormoni nella biologia delle cellule staminali e la loro incidenza sul cancro al seno. "C'e' un'ipotesi che suggerisce come questo tipo di tumore nasca nelle cellule staminali della stessa ghiandola mammaria. Cio' ci spinge ad approfondire la conoscenza dell'inizio, la progressione e la prognosi della malattia, cosi' come della comparsa di resistenze ai farmaci, responsabili di recidive o ricadute". E' noto da tempo che l'esposizione agli estrogeni comporta un incremento del rischio di sviluppare un cancro al seno, e il farmaco tamoxifene e' un antagonista che funziona da agente anticancerogeno utile ed efficace per individuare la progressione delle cellule tumorali. Vivanco sta studiando in laboratorio l'effetto degli estrogeni, del tamoxifene e di altri fattori nella crescita cellulare e la differenziazione delle cellule staminali, cosi' come la loro implicazione nello sviluppo di resistenze al trattamento con il tamixofene. Nel 2001 a Londra ha iniziato a studiare campioni provenienti da donne sane che si erano sottoposte, per motivi estetici, a una riduzione del volume della mammella. "Usiamo tecniche differenti", spiega, "per la ricerca di quelle che sarebbero tre popolazioni distinte di cellule staminali. Come si sa, questo tipo di cellule ha un grande potenziale per differenziarsi e proliferare e, se la proliferazione va fuori controllo per delle mutazioni, compare il cancro. Cosi', questa popolazione di cellule staminali diventa oggetto di studio e, auspicabilmente, di nuove linee terapeutiche, che tuttavia esigono la ricerca di nuove terapie piu' specifiche". Questo lavoro e' stato realizzato su una popolazione femminile molto variegata: di diverse etnie, con o senza esperienza di gravidanza e allattamento, di eta' diversa rispetto al menarca (prima mestruazione) e alla menopausa. Secondo la ricercatrice, l'importanza di questo lavoro scientifico poggia sull'individuazione di alcune cellule che facciano intravedere maggiori opportunita' curative e facilitino la ricerca di terapie piu' efficaci e meno tossiche. "Se conosciamo meglio il comportamento delle cellule staminali del seno, ci avvicineremo a terapie piu' specifiche, e inoltre potremo verificare se lo sviluppo della resistenza a determinati agenti farmacologici in queste cellule sia responsabile delle recidive". Maria Vivanco, che ha lavorato cinque anni in Usa, nel laboratorio di Keith Yamamoto nell'Universita' di California e San Francisco con le prestigiose borse di studio EMBO (Societa' Europea di Biologia Molecolare), Damon Runyon Foundation e Human Frontier Science Program Organization, sostiene che il tumore della mammella e' oggi il piu' frequente nella popolazione femminile dei paesi occidentali e corrisponde al 25% di tutte le neoplasie maligne femminili. Se consideriamo ambedue i sessi, il cancro al seno e' secondo solo a quello del polmone. In Spagna colpisce 16.000 donne e causa 7.500 decessi ogni anno. La principale sfida, sostiene la ricercatrice, dovra' essere ancora la diagnosi la piu' precoce possibile, che infatti e' migliorata notevolmente negli ultimi anni grazie alla maggiore consapevolezza delle donne rispetto a questa malattia. Cosi' come c'e' da sperare che proseguano gli studi sulle cellule staminali, le quali possono contribuire a risolvere il problema delle ricadute e condurre a terapie specifiche per le staminali cancerogene. "Sempre piu' si conferma scientificamente che uno stile di vita sano, che includa una dieta ricca di frutta e verdura e un'attivita' fisica regolare e moderata, rappresenta un effetto protettivo contro il cancro al seno, mentre l'alto consumo d'alcol e il tabagismo influiscono negativamente", conclude la ricercatrice. Tratto da El Pais del 28 giugno 2007 (traduzione di Rosa a Marca) di Mayka Sanchez ------------------- - Germania. Intervista all'eticista della SPD René Roespel sull'importazione di staminali embrionali Signor Roespel, cinque anni fa Lei si era battuto contro l'importazione di cellule staminali embrionali. Come mai oggi si mette al fianco degli scienziati? La ricerca con le cellule staminali embrionali non mi ha mai convinto. Pero' nel 2002 abbiamo trovato un compromesso che ha posto fine alla discussione: esso consentiva l'importazione di linee staminali prodotte prima del 2002. Cio' che mi ha fatto riflettere dopo l'ultima audizione parlamentare e' che quel materiale non e' piu' utilizzabile. E dunque vengono meno i requisiti che erano alla base del compromesso raggiunto allora. La mia proposta attuale, di prorogare per una sola volta quel termine di scadenza, potrebbe essere una via d'uscita. Il consenso sostanziale di cinque anni fa, ossia di permettere la ricerca entro una cornice severa, non verrebbe meno. Lei aveva gia' intuito che si sarebbe arrivati a questo punto, se nel 2002 avvertiva: "La pressione per poter lavorare con linee staminali piu' fresche aumentera'". Si sente tradito dalla scienza? Il problema e' che allora c'erano solo 70 linee staminali. Erano troppo poche. Nel frattempo siamo arrivati a 500. Percio', dico, e' bene che i ricercatori abbiano una "porzione aggiuntiva", ma non di piu'. Gli studiosi non hanno mantenuto le promesse. Non c'e' nessuna terapia. Forse sarebbe il caso di dire: Ora basta. E' vero. La ricerca non e' stata in grado di portare prove. Anzi, nuovi lavori dimostrano che la riprogrammazione di normali cellule puo' essere piu' promettente. Percio', nella mia richiesta faro' ben presente che continuo a ritenere le staminali adulte la via migliore. Solo che, oggi, i ricercatori non hanno la possibilita' di dimostrare il contrario. Lasciare completamente a secco la ricerca tedesca, mi parrebbe poco saggio. Che fara' se tra cinque anni i ricercatori chiederanno di nuovo linee staminali piu' fresche? E' un argomento che sara' privo di validita'. Con 500 linee esistono le condizioni per fare esperimenti per molti anni. Un termine di scadenza mobile equivarrebbe, secondo me, a inficiare il consenso di fondo. Prima di una nuova proroga i ricercatori dovrebbero dimostrare che esistono prospettive reali di nuove terapie. Non escludo che, prima o poi, ci potremo concentrare totalmente sulle cellule staminali adulte, che gia' ora hanno delle applicazioni terapeutiche. La SPD approva la Sua proposta? La votazione non avra' un vincolo d'appartenenza. Ma con il mio voto intendo dare un segnale chiaro. (Dal 2002 al 2005 René Roespel ha presieduto la Commissione Etica della Camera dei deputati.) Tratto dal Sueddeuetsche Zeitung del 4 luglio 2007 (traduzione di Rosa a Marca) di Nina von Hardenberg ------------------- - Legge 40: test italiano pre-impianto senza embrione. Attenzione ai facili entusiasmi! In Italia all'interno del laboratorio Genoma e' stata messa a punto una tecnica che permette di fare la diagnosi pre-impianto delle malattie genetiche senza che si sia ancora formato l'embrione. La notizia riporta che "anziche' sull'embrione, l'analisi genetica viene condotta soltanto sull'ovocita, in questo modo il test sarebbe lecito anche in Italia, dove la legge 40 sulla fecondazione assistita vieta la diagnosi pre-impianto perche' questa implica una manipolazione dell'embrione" (1). Tutto vero, peccato solo che l'art 1 della legge 40 prevede che si possa ricorrere a tecniche di fecondazione assistita solo nei casi di infertilita' e sterilita'. Peccato che la maggiorparte delle coppie che si recano all'estero per fare l'analisi preimpianto lo faccia perche' portatrici di malattie genetiche e non per motivi di sterilita'/infertilita'. Non ci facciamo illudere da facili entusiasmi, sicuramente queste scoperte scientifiche sono positive, non pensiamo pero' che possano risolvere i problemi che una legge assurda come quella sulla procreazione assistita in Italia ha creato a migliaia di coppie. Anche alla luce dei dati negativi della ultima relazione sulla legge 40 presentata dal Ministro della Salute al Parlamento (2) e' evidente che l'intervento di cui c'e' bisogno e' tutt'altro che scientifico! Spero che il Ministro rifletta bene sull'opportunita' di riformare la legge 40 e che a settembre, nell'audizione che e' stata convocata in commissione Affari Sociali grazie ad una mia richiesta (3), possa dare buone notizie a tutte le coppie costrette ad andare all'estero per aggirare i divieti inspiegabili della normativa italiana. (1) http://staminali.aduc.it/php_newsshow_0_6228.html (2) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=530 (3) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=536 di Donatella Poretti, parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Usa. Staminali da ovuli non fecondati Una nuova tecnica, che potrebbe portare al superamento delle polemiche di carattere bioetico sull'utilizzo degli embrioni, e' stata messa a punto da ricercatori americani in collaborazione con colleghi di Mosca: sono state ottenute cellule staminali da ovuli non fecondati, ma solo 'stimolati'. Lo ha rivelato negli Stati Uniti la rivista specializzata 'Cloning and Stem Cells', che ha pubblicato i risultati di un esperimento condotto dai ricercatori del laboratorio 'Lifeline Cell Technology' di Walkersville, in Maryland, in collaborazione con colleghi di Mosca. Secondo i ricercatori, qualora la nuova tecnica diventasse una procedura standardizzata, si aprirebbero prospettive affatto nuove sia dal punto di vista terapeutico, sia dal punto di vista bioetico. Dal punto di vista squisitamente medico, la nuova tecnica apre scenari considerati 'interessantissimi' nel campo dei trapianti di tessuti. In questo senso: una paziente donna che ha bisogno di un trapianto di tessuti puo' arrivare a produrre le sue proprie cellule staminali partendo dal suo proprio ovulo, e ottenere cosi' tessuti che per il trapianto sono 'geneticamente compatibili', non corrono cioe' alcun rischio di rigetto. Finora era stato possibile raggiungere un obiettivo di questo tipo partendo da cellule staminali ottenute da embrioni. Ma quegli embrioni, dopo essere stati 'raccolti' e 'lavorati', venivano distrutti, innescando cosi' una serie di polemiche di carattere bioetico che tutt'ora non hanno trovato nel mondo una composizione. La possibilita', invece, di ottenere cellule staminali da ovulo non fecondati consentirebbe si superare i problemi di natura bioetica, e nello stesso tempo costituirebbe un notevole passo avanti per quanto riguarda le terapie dei trapianti di tessuti. 'Anche perche' -e' detto nello studio dei ricercatori americani -dalle proprie cellule staminali si possono virtualmente ottenere tutti i tessuti del nostro corpo'. Nello stesso tempo pero' gli scienziati ritengono che la donna che abbia avuto il proprio ovulo 'stimolato' in questi termini difficilmente potra' ancora avere un bambino. Negli Stati Uniti si e' gia' sviluppato un dibattito di natura bioetica. Il motivo del contendere e' se questa 'ovulo-stimolazione' sia da considerarsi una sorta di fecondazione oppure no. Dunque se l'ovulo 'stimolato' sia comunque un embrione oppure no. Gli scienziati dicono di no. I bioetici, invece, si dividono. Per Ronald Green, docente di Etica al Dartmouth College di Hanover, in New Hampshire (uno dei piu' importanti collegi americani) l'ovulo 'stimolato' 'non e' da considerare un embrione umano in alcun modo, ne' biologicamente, ne' moralmente'. Al contrario per il reverendo Tad Pacholczyk, del National Catholic Bioethics Center di Filadelfia, 'se esso cresce con le caratteristiche di un embrione anche solo per pochi istanti e poi si arresta, e' da considerare un essere umano di pochi istanti'. (Luciano Clerico/Ansa) - Italia. Milano. Istituto Monzino: non fermate le sperimentazioni nel nostro Paese 'La ricerca e' pronta, le strutture sono adeguate, la domanda dei malati cresce... non fermate le sperimentazioni nel nostro Paese'. E' l'accorato appello che, lo scorso 29 giugno a Milano, gli esperti del centro cardiologico Monzino hanno rivolto alla 'burocrazia sanitaria italiana'. Il pretesto e' la presentazione di un nuovo reclutamento di pazienti, per lo studio clinico sulla cura con cellule staminali per il cuore malato di ischemia (condizione alla base di infarto e angina). Sperimentazione in Italia fortemente limitata, a causa delle restrizioni imposte dalle normative recenti. 'Il Monzino e' il primo centro a condurre una sperimentazione con le staminali secondo le nuove regole -ha detto Paolo Biglioli, direttore scientifico della struttura- siamo stati anche tra i primi ad iniziare, nel 2004, ma la nostra ricerca ha subito una battuta d'arresto di tre anni a causa della situazione da 'far west' che minacciava di prodursi anche nei paesi della Comunita' Europea'. 'Ora non c'e' nessun motivo ne' sanitario ne' scientifico per non dare il via libera all'autorizzazione al nostro studio. E' assurdo andare a trattare i pazienti all' estero, in Germania nel nostro caso, quando potremmo curare qui i nostri malati'. La sperimentazione consiste nel prelevare staminali adulte dal midollo osseo del malato, e nel re-iniettarle direttamente nel muscolo cardiaco con un intervento a cuore battente della durata di 15 minuti. Qui le staminali, secondo gli esperti, aiutano la formazione di nuovi vasi sanguigni, favorendo un maggiore flusso di sangue alle aree danneggiate dall'ischemia. 'A due mesi dall'intervento ci aspettiamo di iniziare ad osservare nei malati i primi benefici -ha detto Giulio Pompilio, responsabile del programma di terapia cellulare- e a due anni i pazienti dovrebbero condurre una vita normale'. L'ischemia del cuore, ad oggi, puo' essere curata con i farmaci, con l'angioplastica e con i by-pass. Purtroppo, concludono i cardiologi, esistono pazienti 'senza opzione', ovvero quelli che a causa dell'eta', o perche' hanno gia' subito troppi interventi, non possono essere trattati con le terapie convenzionali. Per questi malati, la cura con le cellule staminali potrebbe allora diventare un salvavita. - Italia. Turco: ordinanza su cordone e' solo ponte verso nuova legge L'ordinanza del 4 maggio scorso sulla donazione, la conservazione e l'esportazione delle cellule del sangue del cordone ombelicale e' un 'provvedimento ponte' verso una legge per la conservazione ad uso autologo. Lo ha detto il ministro Livia Turco nel corso di una audizione in commissione Affari Sociali della Camera lo scorso 27 giugno. "Il mio orientamento e' quello di consentire tale possibilita' solamente a condizione che la donatrice accetti di renderne disponibile una quota (pari all 80%) per una eventuale richiesta di trapianto. Nel caso in cui il cordone autologo sia effettivamente utilizzato a scopo di trapianto andrebbe previsto che la donatrice sia rimborsata integralmente dei costi per la conservazione ad uso autologo". Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno: Il ministro Turco ha oggi confermato la scelta politica dell’ordinanza sul cordone ombelicale che vieta la conservazione autologa in Italia e la possibilita’ che strutture private anche accreditate possano farlo; ha confermato altresi’ che nell’ordinanza si sollecita l’intervento del legislatore chiedendo un raccordo tra Camera e Senato, volendo far da ponte tra l’ordinanza precedente e una nuova legge. Un ponte che pero’ decide gia’ la direzione! Ha infatti chiesto al Parlamento di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l’80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe piu’ di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull’utilizzo di quel cordone. Se c’e’ infatti un dato scientifico acquisito e’ che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due. Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo. La legge 219/2005 nell’articolo 10 prevedeva che fosse il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi’ mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l’ordinanza del ministro chiede al Parlamento di fare una legge che gia’ c’e’ ma che non ha applicato! Mentre il ministro oggi riferisce che di fatto in Italia e’ impossibile donare, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto, chiede di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. L’informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e’ vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati! Il ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali fissava un principio nell’articolo 15: alla donna deve essere garantita la possibilita’ di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro avrebbe potuto utilizzare il ponte che avevamo predisposto rinnovando l’ordinanza, ma non i divieti che ogni giorno che passa sono sempre piu’ incomprensibili! "Sulla donazione del cordone ombelicale gia' Forza Italia aveva dato un chiaro segnale". Ad affermarlo e' Domenico Di Virgilio, capogruppo Forza Italia in commissione Affari sociali della Camera e Responsabile Sanita' del partito, al termine dell'audizione in commissione del ministro della Salute- "Avevo presentato una proposta di legge che prevedeva, fin da allora, quello che il ministro propone oggi. La mia iniziativa puntava al possibile utilizzo anche da parte di uno dei familiari della donna che donava il proprio cordone. Una donazione cosiddetta 'autologa". Un problema rimane pero' aperto. E il ministro Turco non puo' fare finta di ignorarlo: si tratta di garantire una informazione capillare per le donne e anche per la raccolta del cordone ovunque la donna partorisca". "Solo in questo modo potremmo raggiungere l'obiettivo di un aumento delle donazioni e, quindi, si potra' fare fronte alla richiesta di una maggiore disponibilita' per il bisogno crescente delle cellule staminali cordonali che oggi permettono gia' la guarigione di alcune malattie del sangue come linfomi e leucemie, una volta a destino infausto nella maggior parte dei casi". LOMBARDIA PRIMA REGIONE AD ADEGUARSI A ORDINANZA - La prima Regione ad adeguarsi all'ordinanza del Ministero della Salute sulla donazione, la conservazione e l'esportazione delle cellule del sangue del cordone ombelicale e' la Lombardia, che con una circolare di alcuni giorni fa ha permesso la conservazione delle cellule da parte dei privati, seppure solo nei casi previsti dal provvedimento nazionale. Secondo quanto ha anticipato stamani il Corriere della Sera, i genitori possono decidere di conservare gratis le cellule del cordone ombelicale nelle due banche gia' esistenti in Regione (al Policlinico di Milano e al San Matteo di Pavia) solo se ci sono malattie genetiche in famiglia o se e' gia' accertata una patologia del nascituro. 'Abbiamo recepito l'ordinanza", spiegano in Regione, "solo con una disciplina piu' precisa'. I genitori dovranno fare richiesta della conservazione almeno trenta giorni prima del parto (a meno che non ci siano particolare urgenza) e saranno gli ospedali ad occuparsi di mandare il materiale alla banca regionale. Proprio il fatto che dal 2004 in Regione ci siano due banche di questo tipo rende l'applicazione dell'ordinanza nazionale 'piu' semplice' che altrove. - Vaticano. Papa: la scienza non violi l'embrione La dignita' dell'essere umano 'e' intangibile fin dai primi stadi dell'esistenza', quindi la ricerca biologica, che pure 'va incoraggiata e promossa', non deve operare a discapito della sopravvivenza dell'embrione. Lo ha rimarcato lo scorso 27 giugno Benedetto XVI -incoraggiando cosi' l'eventuale ricorso alle cellule staminali adulte- nel saluto rivolto, al termine dell'udienza generale del mercoledi', ai partecipanti al Convegno internazionale organizzato su tale tema dall'Universita' 'La Sapienza' di Roma. L'evento, ha ricordato il Papa, 'si pone l'obiettivo di sviluppare la terapia cellulare autologa in ambito cardiaco, mediante l'utilizzo delle cellule staminali adulte'. 'Al riguardo, la posizione della Chiesa, suffragata dalla ragione e dalla scienza, e' chiara: la ricerca scientifica va giustamente incoraggiata e promossa, sempre che non avvenga a scapito di altri esseri umani la cui dignita' e' intangibile fin dai primi stadi dell'esistenza'. 'La Chiesa Cattolica benedice la ricerca scientifica, purche' sia fatta con i metodi di papa Ratzinger. Un papa scienziato, che ritiene di dover intervenire benedicendo la scienza fatta a sua immagine'. Lo afferma il vicesegretario dell'Associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica, Rocco Berardo. 'La notizia come al solito non c'e': ribadisce papa Ratzinger quel che disse altre volte. Una cosa pero' va fatta notare: non e' vero (e dice il 'falso!' chi afferma questo) che la posizione della Chiesa sia 'suffragata dalle ragioni della scienza''. 'La posizione della Chiesa e' sostenuta da pochissimi scienziati animati piu' dalla fede (e magari da qualche finanziamento) che dal metodo scientifico'. - Usa. Staminali embrionali di topo simili a quelle umane Scienziati del National Institutes of Health (NIH) hanno comunicato oggi di aver scoperto un nuovo tipo di cellule staminali embrionali (ESC) di topo, che sembrano essere molto simili a quelle umane. La scoperta riportata lo scorso 27 giugno su Nature on-line è il risultato di una collaborazione degli scienziati del National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS), del National Cancer Institute (NCI) e l'Università di Oxford, GB. Si pensava che le cellule staminali embrionali di topo potevano essere ottenute solo da embrioni non ancora impiantati alle pareti dell'utero, ma Ronald D.G. McKay , NINDS-NIH, Bethesda, USA e colleghi e Ludovic Vallier e colleghi, University of Cambridge GB, sono riusciti ad isolare cellule staminali embrionali dall' epiblasto (matrice dell'epidermide e dei suoi derivati) di embrioni di topo che si erano già impiantati in utero. Queste cellule, epiblasti, a differenza delle cellule staminali ricavate da embrioni non ancora impiantati, oltre ad essere ad uno stadio di sviluppo più definito, mostrano di avere maggiori affinità con le cellule staminali embrionali umane: crescono allo stesso modo, hanno un modello di espressione genica simile e anch'esse possiedono "marcatori" di superficie, inoltre, come le ESC dell'uomo possono derivare molti tipi di cellule diverse. Gli scienziati sperano che queste cellule possano essere utilizzate come un modello più efficiente (rispetto a quelle tradizionali) per studi li aiuteranno a capire i meccanismi che controllano il processo di differenziazione cellulare e per ottenere quelle conoscenze necessarie a raggiungere l'obiettivo di realizzare terapie a base di cellule staminali. "Capire cosa sono le cellule staminali, come crescono sono anche i problemi centrali della ricerca medica -ha detto McKay- e se noi sappiamo come controllare la loro crescita e differenziazione, potremo rigenerare cellule distrutte dalle malattie o dai traumi". - Gb. Vescovi: impiantare gli embrioni chimera Secondo i vescovi cattolici inglesi gli embrioni chimera, cioe' quelli con materiale genetico in parte umano in parte animale, dovrebbero avere gli stessi diritti degli embrioni umani, compreso quello di essere impiantati nell'utero materno. I prelati lo hanno scritto in un documento inviato alla commissione parlamentare britannica che sta discutendo la legge che regola la ricerca su questo tipo di cellule. Gli embrioni chimera sono utilizzati dagli scienziati per la ricerca su diverse malattie genetiche. Secondo la legge in discussione al parlamento inglese una volta creati dovrebbero essere distrutti in 14 giorni, e dovrebbe essere illegale il loro impianto. La procedura per la loro creazione prevede di privare un ovulo di parte del suo corredo genetico e di sostituirlo con quello di un'altra specie, per ottenere linee di cellule staminali da poter utilizzare. 'Non dovrebbe essere contro la legge il trasferimento nell'utero della donna che ha donato l'ovulo -scrivono i vescovi nel loro documento- nel caso che un ovulo umano sia stato usato per creare la chimera. Questa donna e' la madre genetica dell'embrione: se avesse il desiderio di portare a termine la gravidanza dovrebbe poterlo fare'. Secondo gli scienziati inglesi, pero', questo problema non si porra':'Utilizzare ovuli non umani ci sembra la via migliore per accelerare le ricerche -ha dichiarato Stephen Minger, ricercatore del Kings College di Londra all'agenzia Reuters- ed e' piu' giustificabile eticamente usare ovuli di mucca o pecora, e non chiedere a una donna di donare ovuli per una ricerca che e' ancora nelle sue primissime fasi'. - Calabria-Libia. Intesa sui trapianti di midollo osseo La giunta regionale della Calabria, nel corso della sua ultima seduta, ha approvato il programma di cooperazione internazionale tra l'azienda ospedaliera 'Bianchi-Melacrino-Morelli' di Reggio Calabria e l'African Oncology Institute of Sabratha, l'istituto nazionale per i tumori della Libia. L'iniziativa e' finalizzata alla formazione del personale ed all'effettuazione di trapianti di midollo osseo a pazienti di nazionalita' libica. 'E' stato lo stesso istituto libico, delegato dal governo di Tripoli a varare il programma nazionale di trapianto di midollo osseo -si legge in un comunicato stampa dell'assessorato regionale alla Salute- a proporre l'accordo di cooperazione con l'azienda reggina, nella quale e' operante il centro di trapianto per il midollo osseo, dotato di competenze avanzate, oltre che sul versante clinico assistenziale, anche dal punto di vista scientifico. Con delibera del 18 maggio 2004, inoltre, la Giunta regionale ha individuato il centro trapianto midollo osseo come sede unica per il programma delle attivita' di trapianto di cellule staminali ematopoietiche e di terapia cellulare in Calabria'. L'assessore Doris Lo Moro, che ha proposto alla Giunta l'approvazione della delibera, spiega che il programma 'evidenzia la volonta' del governo regionale di favorire e sviluppare accordi con i paesi del Mediterraneo. Vogliamo contribuire all'integrazione dei popoli che si affacciano sul nostro mare ed in questo ci agevola la posizione di Reggio, citta' che vogliamo attrezzare dei servizi necessari ed offrire ai paesi dell'area come punto di riferimento. Sono da valutare in questa ottica anche l'istituzione della cardiochirurgia e l'avvio della piattaforma cuore. Si tratta di elementi che conferiranno alla citta' calabrese dello stretto, nell'ambito delle politiche sanitarie, un ruolo importante in un bacino certamente molto piu' ampio di quello locale'. - Australia. Nuovo Galles. Camera dice si' la clonazione terapeutica La legge che legalizza la clonazione di embrioni umani per la ricerca sulle cellule staminali e' stata approvata in Australia anche dalla Camera alta del Nuovo Galles del Sud, nonostante i duri ammonimenti dell'arcivescovo di Sydney, cardinale George Pell. In voto di coscienza, non legato a direttive di partito, il Consiglio legislativo ha licenziato la legge con 27 voti a favore e 13 contrari. All'inizio del mese la Camera bassa aveva approvato il progetto di legge con 65 voti a 26. Simili norme, a cui aveva aperto la strada il Parlamento federale lo scorso dicembre, sono state gia' approvate dal vicino stato di Victoria. Il dibattito aveva attratto l'attenzione dell'arcivescovo di Sydney, che aveva ammonito i parlamentari cattolici, fra cui lo stesso premier laburista di origine italiana Morris Iemma, a considerare le conseguenze del loro voto, indicando che potrebbe essere rifiutata loro la comunione. Le norme permetteranno di usare embrioni in eccedenza dalla fecondazione assistita per creare cellule staminali clonate per la ricerca medica, mirante a trovare nuove cure per malattie degenerative come Parkinson, Alzheimer e diabete. Il ministro statale della Sanita , Verity Firth, ha definito 'compassionevoli' le nuove norme che, ha detto, daranno speranza alle centinaia di migliaia di sofferenti di malattie finora inguaribili. 'Sono convinta che questa legge assicuri un attento equilibrio fra le salvaguardie etiche e l'obiettivo di permettere importanti ricerche scientifiche, che possono trasformare la vita di tanti. Proibisce in modo assoluto la clonazione umana e prevede dure sanzioni per ogni condotta proibita'. - Italia. Iss identifica interruttori per produrre staminali del sangue Dimostrata per la prima volta, nei laboratori dell'Istituto Superiore di Sanità, la possibilità di "pilotare" la produzione in vitro di cellule del sangue e di cellule primitive, le cosìdette staminali. Lo studio, pubblicato lo scorso 24 giugno su Nature Cell Biology, apre la strada alla produzione in laboratorio di cellule del sangue e cellule staminali ad uso terapeutico. Si tratta, spiega lo studio pubblicato su Nature, di "un trattamento molecolare, basato su alcuni micro-RNA (miR-17-5p, miR-20a, miR-106a), ovvero sui relativi inibitori (anti-microRNA), ha permesso di produrre in vitro cellule indifferenziate staminali del sangue (nello specifico globuli bianchi monocitari)". La scoperta è opera di un team di ricercatori italiani dell'ISS, guidati da Cesare Peschle, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia, in collaborazione con i colleghi dell'Università di Perugia, L'importanza di queste ricerche è testimoniata anche dal fatto che la rivista le ha presentate in un articolo-leader di estensione eccezionale. Questo articolo, tra l'altro, rivaluta l'importanza di uno studio precedente dello stesso laboratorio dell'ISS, apparso nel dicembre 2005 su Proceedings of the National Academy of Science, in cui veniva dimostrata la possibilità di pilotare in vitro la produzione di globuli rossi o di cellule primitive staminali, rispettivamente attraverso il trattamento con i miR-221/222 o gli anti-miR corrispondenti. "L'identificazione e l'utilizzo di questi microRna, e dei rispettivi "anti-microRna" -ha dichiarato Enrico Garaci, presidente dell'ISS- apre la strada alla realizzazione di quella che potremmo chiamare la "fabbrica del sangue e delle cellule staminali". Il trattamento studiato, infatti, rappresenta una sorta di "interruttore molecolare" in grado di pilotare la proliferazione e differenziazione delle cellule primitive: sia impedendo loro di differenziarsi al fine di ottenere l'espansione delle cellule staminali, sia invece inducendo la loro differenziazione terminale al fine di ottenere una produzione massiva di cellule del sangue circolante. Si tratta di un risultato rivoluzionario, che testimonia ancora una volta la validità del Programma scientifico Italia-USA promosso dall'ISS, e si aggiunge ad altri importanti risultati ottenuti dallo stesso laboratorio sulle cellule staminali tumorali e sui microRNA, pubblicati in due altri articoli su Nature negli ultimi sei mesi. "È ben nota la attuale carenza di sangue per le trasfusioni -spiega Cesare Peschle-, come d'altra parte è nota la necessità di espandere in laboratorio le cellule staminali del sangue da utilizzare successivamente a fini di trapianto (ad esempio, nel caso delle cellule staminali di cordone ombelicale da trapiantare in pazienti adulti). Finora, non era possibile produrre in laboratorio cellule del sangue ad uso trasfusionale e cellule staminali per il trapianto. Infatti, non era possibile guidare le cellule primitive verso un'attività proliferativa senza differenziamento (per la espansione delle cellule staminali), o viceversa verso un'attività proliferativa assai marcata ed associata a differenziazione terminale (per la produzione massiva di cellule del sangue). Il trattamento con i microRNA e gli anti-microRNA su menzionati rappresenta un "interruttore molecolare" in grado di pilotare le cellule primitive a produrre cellule staminali o cellule del sangue. Nello specifico, l'espansione delle cellule staminali viene favorita dal trattamento con miR-17-5p/20a/106a e anti-miR-221/222; mentre la differenziazione massiva per la produzione di monociti o globuli rossi viene indotta rispettivamente dal trattamento con anti-miR-175p/20a/106a o con miR-221/222". "Per quanto concerne il meccanismo di azione di questi microRNA -conclude Peschle- la loro funzione di interruttori molecolari è dovuta al fatto che essi regolano l'espressione di recettori preposti al controllo della proliferazione e differenziazione cellulare. Specificamente, i miR-17-5p/20a/106a regolano l'espressione del recettore del fattore di crescita monocitario (M-CSF), preposto al controllo della differenziazione delle cellule primitive in monociti. Viceversa, i miR-221/222 regolano l'espressione del c-kit, recettore del fattore di crescita staminale (SCF), preposto alla proliferazione ed autoreplicazione delle cellule staminali stesse". - Italia. Salerno. Congresso Societa' Ortopedici dell'Italia meridionale ed insulare Oltre duecento tra studiosi, cattedratici e clinici provenienti da tutta Italia, oltre che dalle principali nazioni dell'Unione Europea, hanno preso parte al centesimo congresso della Sotimi (Societa' di Ortopedia dell'Italia meridionale ed insulare), la tre giorni di studi che si e' chiusa lo scorso 23 giugno a Salerno. Nel corso dell' assise, che ha aperto i battenti giovedi' e presieduta dai professori Sabetta e Toro, sono stati i rappresentanti della scuola napoletana e gli studiosi di Catania a illustrare l'utilizzo delle cellule staminali per la ricostruzione ossea dimostrando non solo le straordinarie possibilita' delle nuove tecniche, ma anche l'altissimo livello della ricerca e della clinica nel Sud Italia in questo ambito. Al centro della tre giorni anche le nuove frontiere dell' ortopedia come i trapianti massivi di osso, l'utilizzo di tendini e cartilagine per la ripartizione delle grosse perdite di sostanza determinate da tumori o traumi stradali, il trattamento dei politraumatizzati a causa degli incidenti. - Usa. Ecco il peacemaker biologico Mentre il pacemaker artificiale festeggia i 50 anni, il pacemaker biologico gia' si annuncia come il futuro. Il dispositivo elettronico che ha segnato una tappa rivoluzionaria nella storia della cardiologia potrebbe avere gli anni contati, soppiantato dalla possibilita' di ricostruire la rete di cellule naturalmente addette al controllo del ritmo cardiaco. E' quanto annunciano i dati presentati il 23 giugno a Bologna, nel congresso della Societa' internazionale per le ricerche sul cuore, da Michael Rosen, del Centro di terapie molecolari della Columbia University di New York. Cellule staminali prelevate dal midollo osseo state modificate in modo da riuscire a comportarsi come un pacemaker naturale e poi trasferite nel cuore, dove lo aiutano a lavorare con il ritmo giusto. Tutto questo e' finora stato fatto sui cani, ma i risultati sono buoni, tanto da far sperare in una sperimentazione sull'uomo tra un paio di anni. 'Il pacemaker biologico potra' offrire molti vantaggi rispetto a quello artificiale', ha osservato Rosen. Innanzitutto perche' il pacemaker artificiale, per quanto funzioni bene, resta comunque un dispositivo esterno, dalla durata limitata e possibile fonte di infezioni. In secondo luogo, agisce solo sui sintomi, senza risolvere il problema. Il pacemaker biologico, invece, ripristina in modo integrale e naturale il funzionamento dell'attivita' elettrica del cuore. 'Ma prima di parlare del futuro dobbiamo essere sicuri che funzionera' perfettamente'. Per verificarlo, il gruppo di Rosen, sta osservando quanto accade nel cuore dei cani che hanno ricevuto il pacemaker biologico. Gli esperimenti sono cominciati appena sei mesi fa e 'finora non si sono avuti casi di rigetto'. Nei cani e' stato eseguito un doppio intervento, con una prima fase di terapia genetica seguita dalla terapia cellulare. In un primo momento, ha proseguito Rosen, dal midollo osseo sono state prelevate le cellule staminali mesenchimali, ossia quelle che possono dare origine a muscoli, ossa, cartilagine e adipociti. Quindi queste cellule immature sono state modificate introducendo al loro interno il 'gene-pacemaker' chiamato Hcn2, un gene naturalmente presente nel cuore sano, nel quale regola l'attivita' elettrica. Un intervento di terapia genica condotto con una tecnica che ha permesso di evitare l'uso di virus come navette per trasportare il nuovo gene. Le cellule modificate sono state poi iniettate nel muscolo cardiaco. 'Anche se tutto sta andando per il meglio, sei settimane sono poche per tratte qualsiasi conclusione', ha rilevato Rosen. 'Solo fra un anno avremo tutti gli elementi per poter mettere a confronto il pacemaker elettronico con quello basato sulle cellule staminali. Per il momento occorre molta prudenza prima di pensare al passaggio alla sperimentazione sull'uomo. Possiamo dire soltanto che se i test sugli animali daranno risultati positivi, potrebbe essere ragionevole programmare la sperimentazione clinica fra due anni'. - Italia. Nuovamente rimandata discussione Cnb su staminali cordonali Il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) ha nuovamente rinviato la discussione della mozione sulla conservazione delle cellule staminali cordonali. Una decisione presa lo scorso 22 giugno, come ha spiegato Luca Marini, vicepresidente del Comitato e presidente del centro di studio biogiuridici Ecsel, 'per approfondire gli aspetti bioetici e scientifici prima di arrivare a una soluzione condivisa. 'E' senz'altro positivo che il Cnb abbia deciso di trattare un tema bioeticamente rilevante, finora affrontato in chiave giuridica. La normativa pero' non scioglie alcuni nodi sensibili'. Tra questi vi e' la titolarita' del sangue cordonale, prosegue Marini, 'le modalita' di conservazione, autologa o allogenica, e l'apertura di biobanche private, opzione questa esclusa dalla normativa attuale, ma che puo' essere affrontata. Sono sicuro che il Cnb riuscira' a pronunciarsi in tempi brevi'. - Gb. Staminali del midollo osseo per riparare il cuore infartuato Cellule staminali adulte prelevate dal midollo osseo dei pazienti per curarne il cuore colpito da infarto: guidato da un italiano, inizia ad agosto all'universita' di Bristol un trial clinico unico al mondo su 60 pazienti reduci da infarto che riceveranno le staminali durante l'intervento chirurgico di bypass. Diretta da Raimondo Ascione, che dopo laurea in medicina e specializzazione in Cardiochirurgia all'Universita' Federico II di Napoli e' partito alla volta di Bristol nel 1997, la sperimentazione e' finanziata con 210.000 sterline per 3 anni dalla British Heart Foundation. Anticipato in un'intervista all'Ansa da Ascione, il trial sara' annunciato al Congresso 'cellule staminali autologhe per malattie cardiovascolari' a Bristol il 24-25 Giugno e dara' i primi risultati tra un anno. Nell'infarto per assenza di ossigenazione un'area cardiaca va incontro a morte cellulare e il tessuto cicatrizza, lasciando il cuore con una ridotta capacita' di pompare il sangue che puo' portare ad insufficienza cardiaca. Le staminali dovrebbero sostituire il tessuto cicatrizzato con nuovo tessuto cardiaco. Nel trial, spiega Ascione, solo alcuni dei 60 pazienti reduci (da 10 giorni a 3 mesi) da ampio infarto anteriore riceveranno l'impianto di cellule per confrontare l'uso delle cellule con placebo. 'Il trial e' unico nel suo genere sia perche' e' puramente chirurgico sia per il tipo di cellula staminali usate, per i sistemi di somministrazione delle cellule, di controllo dell'efficacia (con risonanza magnetica cardiaca), infine perche' ha un design in doppio cieco, (staminali confrontate con placebo)'. 'Useremo cellule selezionate (e rare) dette CD133+ del midollo osseo del paziente capaci di rigenerare sia la componente cellulare sia quella vascolare cardiaca, come dimostrato da vari autori e dal mio gruppo con studi in vitro'. 'Ci aspettiamo di dimostrare in modo definitivo il valore di tali cellule nelle riparazione dell'area cardiaca infartuata mediante l'approccio chirurgico che a nostro avviso e' ideale per ottimizzare rilascio, posizionamento, ritenzione delle cellule, tutti fattori questi che possono condizionare il successo dello studio'. 'Lo studio ha creato un grosso entusiasmo. Se dovesse dimostrarsi valido il sistema da me proposto si tratterebbe di un passo avanti incredibile, tale da rivoluzionare il trattamento dell'infarto miocardico acuto e il suo impatto sull'aspettativa di vita nonche' sui costi sanitari'. - Italia. Roma. Ricercatrici chiedono banca europea staminali cordonali Una banca europea dove si raccolgono e conservano le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale: e' l'idea lanciata dalla direttrice del dipartimento di ginecologia e ostetricia dell'universita' di Belgrado, Branca Nikolic, nel convegno durante Wonbit, il convegno Wonbit, su donne e biotecnologie, svoltosi a Roma e a cui hanno partecipato ricercatrici e filosofe di tutto il mondo. La Pan European Stem Cell Bank (questo il nome proposto per la banca europea) e' il progetto presentato al convegno e che, forte delle adesioni che potra' ricevere, potrebbe concorrere ai finanziamenti nell'ambito del VII programma quadro per la ricerca europea. Obiettivo del progetto, ha detto la ricercatrice, e' 'organizzare e coordinare la raccolta, la conservazione e l'uso delle cellule staminali da cordone ombelicale, nonche' la ricerca, in un unico centro che possa servire da riferimento per tutta l'Europa'. La struttura dovrebbe essere pubblica, le donazioni gratuite e i costi verrebbero ripartiti fra tutti gli Stati. Grazie alle cellule prelevate dai cordoni, ha aggiunto, potrebbero essere trattate 'alcune malattie genetiche cosi' come alcune malattie del sangue, alcune forme di tumore e tutte quelle patologie per le quali esistono terapie basate sulle cellule staminali'. Ovviamente, ha rilevato, 'sarebbe fondamentale rendere trasparenti tutti i passaggi, dalle donazioni ai trapianti, ma anche i risultati dei trattamenti e delle ricerche scientifiche, che dovrebbero essere resi pubblici e diffusi'. L'esigenza di una banca europea nasce, secondo l'esperta, dal fatto che in Europa 'non esistono forti politiche per incentivare la donazione del cordone ombelicale. Raccomandazioni di routine in questo senso non vengono ne' dall'American Academy of Pediatrics, ne' dalle analoghe istituzioni europee. Per quanto riguarda la conservazione dei cordoni per uso privato, intesa come una sorta di 'assicurazione biologica' per eventuali futuri problemi del bambino, la situazione e' ancora piu' complicata e disomogenea, perche' non in tutti i Paesi e' consentita'. Attualmente ogni Paese puo' decidere come e dove conservare le cellule del cordoni ombelicale e se destinare all'uso autologo. Percio', prima di realizzare la banca europea bisognera' stabilire sia chi puo' usufruire delle cellule (se solo i donatori o chiunque ne abbia bisogno), sia le condizioni alle quali si potra' avere accesso alle cellule. - Italia. Cellule del capello per curare ferite della pelle Curare gravi ferite cutanee, quelle cronicizzate che non si cicatrizzano mai per i danni del diabete, per vasculopatie o esiti di ustioni e incidenti, con pelle nuova ma prodotta dallo stesso paziente, oggi si puo'. Grazie a uno studio a tre condotto in Italia -fra cui figura la Sezione di Riparazione tessutale cutanea dell'Aoup (Unita' operativa di Dermatologia) diretta da Marco Romanelli- e' possibile utilizzare le cellule epidermiche del bulbo capillare che producono cheratina e "sposarle" con lembi di pelle dell'ammalato appositamente ingranditi in laboratorio. In sostanza si ottiene "in vitro" un tipo di pelle che possiede sia derma che epidermide e che e' in grado di riparare le lacerazioni cutanee piu' difficili da curare. Una scoperta che diventera' realta' nel Bioscience Institute, fabbrica di cellule staminali che si trova a San Marino. Tutto e' nato nei laboratori di ricerca di tre universita': Pisa, Genova e Bari. I fondi sono europei ma una grossa mano affinche' la scoperta diventi prodotto e' arrivata dall'imprenditore che sta dietro il Bioscience Institute, che ha compreso l'entita' dei risultati ottenuti e ha deciso di investirci risorse. "Purtroppo i pazienti che soffrono di ferite croniche sono in costante aumento", spiega Marco Romanelli. "Non solo anziani con problemi vascolari e di diabete ma anche persone che hanno subito gravi incidenti o ustioni. Presentano ferite alle gambe profonde come crateri, che sembrano richiudersi ma poi si riaprono e si infettano facilmente". La scoperta messa a punto dalle equipe dei tre atenei ora e' in grado di risolvere questa piaga. Praticamente vengono strappati dal cuoio capelluto 100 capelli (la media di quelli che cadono naturalmente ogni giorno) e si portano in laboratorio. Qui vengono messi in isolamento e in coltura nell'incubatore, a 37 gradi. Dopo 15-20 giorni, dalla parte esterna dei follicoli capilliferi escono i cheratinociti, cellule epidermiche che rilasciano cheratina, una proteina fibrosa che regala alla pelle le proprieta' protettive. Intanto nel laboratorio di anatomia e istologia di Bari si lavora per espandere lembi della stessa pelle: da millimetri di derma prelevato e messo in coltura si ottengono milioni di fibroblasti (cellule del tessuto connettivo), il che equivale a ingrandire il materiale di 2500 volte. Una volta che il prodotto finale diventa un tutt'uno, viene preso in mano dal dermatologo e appoggiato come una "toppa" sulle ferite croniche del paziente. Il risultato e' straordinario perche' l'ammalato puo' cosi' curarsi parti del proprio corpo con pelle da lui stesso generata. Si calcola che il prodotto finito sia disponibile sul mercato fra un paio di anni. - Italia. Scoperto meccanismo cellule "cannibali" nel cervello Un gene aiuta il cervello durante lo sviluppo embrionale rendendo le sue cellule cannibali: se le cellule staminali dell'embrione diventano troppe rispetto al numero ottimale, quelle in eccesso vengono costrette dal gene a divorare porzioni di loro stesse e a praticare in questo modo una sorta di autocannibalismo. La scoperta, in gran parte italiana, e' pubblicata su Nature ed e' stata presentata il 26 giugno a Verona, in occasione della riunione della Commissione scientifica di Telethon. E' la prima volta che il fenomeno dell'autocannibalismo delle cellule (autofagia) viene scoperto anche nel cervello e diventa cosi' possibile capire meglio sia i meccanismi che controllano alcune malattie neurodegenerative, come quella di Alzheimer o la corea di Huntington, sia alcune forme di tumore. Lo studio e' stato coordinato da Francesco Cecconi, uno dei primi ricercatori rientrati in Italia grazie all'istituto Telethon Dulbecco, oggi ordinario di Biologia dello sviluppo dell'universita' di Roma Tor Vergata e direttore del laboratorio di Neuroembriologia molecolare dell'Istituto Santa Lucia di Roma. Alla ricerca hanno collaborato l'istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani e l'istituto tedesco Max Planck per la Chimica e la biofisica Max Planck di Gottingen. Oltre che da Telethon, la ricerca e' stata finanziata da Lottomatica, compania San Paolo e ministero della Ricerca. Le possibili ricadute future della scoperta in termini di terapia, potranno riguardare sia malattie neurodegenerative come quelle di Alzheimer, di Parkinson o la corea di Huntington, ma anche alcune forme di tumore. Il gene, chiamato Ambra 1, e' una sorta di 'guardiano' della salute e dello sviluppo delle cellule che entra in gioco sia nello sviluppo embrionale che nella vita adulta, ha detto Silvia Di Bartolomeo, che fa parte del gruppo di Cecconi. E' stato individuato dal gruppo tedesco, ma sono stati i due gruppi italiani a chiarirne il funzionamento. 'Finora abbiamo focalizzato l'attenzione sul sistema nervoso, ma il gene Ambra 1 e' espresso in molti altri organi'. Per questo, ha rilevato il direttore scientifico di Telethon, Francesca Pasinelli, studiarne la funzione 'sta aprendo un nuovissimo filone di ricerca'. - Usa. Educazione familiare influisce su religiosita' piu' della scienza Pubblichiamo questo articolo di Caterina Visco tratto da Pensiero Scientifico La crescente tensione tra scienza e religione attorno ad alcuni temi importanti, tra cui la teoria dell'evoluzione e la possibilità di utilizzare cellule staminali, ha spinto un gruppo di ricercatori a tentare di colmare la lacuna di letteratura accademica a proposito delle convinzioni religiose degli scienziati. È opinione comune che lo studio della scienza porti ad allontanare, se non ad abbandonare, il proprio credo religioso. Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista Social Problems, ha invece mostrato che il peso maggiore nella dimensione religiosa di una persona lo avrebbe l'educazione familiare ricevuta. Lo studio riporta effettivamente che tra gli scienziati vi è una percentuale molto maggiore di persone che non riconoscono nessuna religione come propria rispetto al resto della popolazione (52 per cento contro 14 per cento). Questo potrebbe essere un caso o potrebbe dipendere dal fatto che chi non ha una particolare convinzione religiosa tende ad avere meno risposte alle sue domande, risposte che può cercare e magari anche trovare nello studio e nelle scienze. Certo è che nella vita di uno scienziato, come ad esempio di un medico, coniugare la religione e il proprio lavoro e i propri studi è particolarmente difficile e fonte di crisi. Pare però che non sia così per i giovani. La ricerca infatti mostra anche che tra gli scienziati i più devoti e i più assidui alle funzioni religiose sono proprio i più giovani. Se questi giovani esponenti della scienza rimarranno saldi nelle loro convinzioni, concludono i ricercatori, potrebbe verificarsi un cambio di tendenza all'interno del mondo accademico. Bibliografia. Ecklund, Elaine Howard. Religion among academic scientists: distinctions, disciplines, and demographics. Social Problems 2007; 54(2):289-307. - Svizzera. Giacobini (Univ. di Ginevra): "L'offensiva contro le staminali" Si cercano sempre nuovi argomenti contro la ricerca embrionale staminale umana e sia i cattolici americani sia i fondamentalisti protestanti hanno adottato una nuova strategia. Un esempio è l'articolo sulla rivista cattolica conservatrice "First Things" dal titolo "Cosa sappiamo sulle cellule embrionali staminali", che definisce le difficoltà nel produrle come "insormontabili" e che è stato ripreso in un editoriale di "Nature". Dal punto di vista scientifico queste difficoltà non giustificano l'abbandono delle ricerche, come suggerisce l'articolo, ma un nuovo sforzo. Un secondo attacco è stato sferrato nel rapporto della Casa Bianca (a cura del "President's Domestic Council Policy Council"), che definisce la ricerca sull'embrione umano come "assolutamente non necessaria". E' interessante osservare come questo discredito si intensifichi proprio nel momento in cui si annunciano i primi risultati incoraggianti grazie all'infusione di cellule staminali umane in pazienti infartuati, nella riparazione di gravi lesioni della pelle e ustioni e nel caso di malattie autoimmuni. E in Italia? Il governo non ha modificato la posizione del precedente sulle ricerche in questo settore o agevolato il lavoro dei ricercatori: si consolida così l'isolamento della scienza italiana rispetto alla ricerca europea. Di Ezio Giacobini, Universita' di Ginevra (da La Stampa del 27 giugno 2007) - Slovenia. Dal tessuto adiposo cellule anticancerogene Il grasso potrebbe rivelarsi un'arma anti-cancro. Ricercatori slovacchi hanno ricavato dal tessuto adiposo cellule staminali mesenchimali e le hanno trasformate in 'geni assassini' che scovano e distruggono le cellule tumorali, come missili autoguidati. Questo tipo di terapia genica potrebbe essere una nuova via per attaccare piccole metastasi, che sfuggono alle tecniche di diagnosi e ai trattamenti disponibili. Lo studio e' pubblicato su Cancer Research. 'Le staminali derivate dal grasso potrebbero essere studiate per trattamenti personalizzati', spiega il coordinatore della ricerca, Cestmir Altaner, professore associato all'Istituto di ricerca sul cancro dell'Accademia delle scienze a Bratislava. 'Quasi tutti hanno un po' di grasso in eccesso e questo tessuto potrebbe essere usato come fonte di cellule da trasformare, con l'ingegneria genetica, in veicoli per il trasporto di farmaci'. Le cellule mesenchimali si trovano fra le cellule sane mischiate a quelle cancerose: insieme formano la massa di un tumore solido. I ricercatori credono che le mesenchimali percepiscano il cancro come un organo danneggiato e accorrano in quel punto per ripararlo. Partendo da questa premessa, l'equipe ha cercato un trattamento per il cancro del colon meno tossico della chemio. Prima ha estratto dal grasso queste staminali, le ha espanse in laboratorio e ha quindi utilizzato un retrovirus per inserire un particolare gene. Gene in grado di dare a un farmaco meno tossico gli stessi effetti della chemio normalmente utilizzata e di indirizzarne l'azione solo sulle cellule tumorali. Il procedimento, sperimentato su topi con sistema immunitario inibito, ha ridotto la crescita tumorale del 68,5%, senza particolari effetti collaterali. - Usa. Vice Governatori contro veto Bush su staminali embrionali Il vice Governatore del Kansas Mark Parkinson ed altri nove vice Governatori democratici hanno scritto una lettera al presidente George W. Bush per esprimere la loro contrarieta' al veto sul finanziamento federale della ricerca con le cellule staminali. "La maggioranza degli americani vuole che sia sfruttata l'opportunita' di porre fine a cosi' tante terribili malattie", ha detto Parkinson. "Questo tipo di ricerca offre un potenziale enorme per scoprire nuovi trattamenti e nuove cure per migliaia di cittadini del Kansas che soffrono di Alzheimer, di lesioni al midollo spinale, diabete infantile ed altre malattie debilitanti, e sono molto deluso dal fatto che il presidente continui ad opporvisi". A Parkinson si sono uniti i vicegovernatori di California, Colorado, Illinois, Iowa, Massachusetts, New Mexico, New York, Rhode Island e Wisconsin. - Usa. Delaware. Camera respinge regolamentazione della ricerca con le staminali Una proposta di legge per regolamentare la ricerca con le cellule staminali e' stata respinta dalla Camera lo scorso 30 giugno, anche se una versione emendata della stessa proposta potrebbe essere nuovamente discussa a gennaio. La proposta di legge ha raccolto solo 7 voti favorevoli, con 30 deputati contrari. Il voto a sorpresa e' giunto dopo che il primo firmatario del testo, Deborah Hudson, ha presentato due emendamenti, uno di questi per chiarire che non sarebbe stata permessa la clonazione terapeutica. Questo emendamento ha sorpreso molti dei deputati che avevano precedentemente espresso un giudizio favorevole, allontanando coloro che da tempo si battono per liberare la ricerca con le staminali embrionali. La democratica Melanine George Marshall, ha votato contro il testo emendato. Dopo il voto, ha annunciato che la proposta verra' recuperata a gennaio. Il testo, Senate Bill 5, approvato al Senato con 13 voti favorevoli e 7 contrari il 29 marzo scorso, offre una regolamentazione e linee guida per la ricerca con le staminali embrionali. Allo stato, non vi sono leggi che regolano questo tipo di ricerca. La proposta avrebbe obbligato i ricercatori ad ottenere cellule staminali embrionali esclusivamente dai centri che praticano la fecondazione artificiale dietro consenso dei donatori, che avrebbero dovuto essere informati sulle proprie opzioni. Nessuno stanziamento alla ricerca era previsto nella proposta di legge, mentre sarebbe stata creata una commissione di controllo sulle attivita' di laboratorio composta da scienziati, bioeticisti e organizzazioni di malati. - Italia. Turco presenta campagna per donazione organi L'Italia puo' essere fiera della sua rete per i trapianti di organo. Parola del ministro della Salute, Livia Turco, che, presentando a palazzo Chigi la campagna per la donazione di organi promossa dalla presidenza del Consiglio e dal ministero della Salute, ha ricordato che il nostro paese e' "il primo in Europa per il numero di trapianti di fegato, per la qualita' dei risultati e per la loro trasparenza; e' il paese con la maggiore donazione di tessuti e di trapianti di cellule staminali emopoietiche, e ha costruito, primo al mondo, una procedura che assicura a tutti i pazienti un identico accesso ai registri internazionali dei donatori di midollo e delle banche di cordone ombelicale". Proprio in questi giorni, ha aggiunto il ministro, "l'Organizzazione mondiale della sanita' ha proposto al Centro nazionale per i trapianti un progetto per la raccolta e la gestione degli eventi avversi in questo tipo di interventi". Inoltre le organizzazioni europee di trapianto "ci hanno confermato alla guida del gruppo di ricerca in materia di sicurezza e qualita' dei trapianti, e le linee guida della nostra attivita' trapiantologica saranno utilizzate come base per la futura direttiva europea in materia". La Turco ha ricordato, tra i 'vanti' del nostro Paese, anche la "realizzazione del programma di trapianti in pazienti sieropositivi, la leadership nel settore della valutazione del rischio di trasmissioni di patologie tumorali tra donatore e ricevente, l'affidamento del database internazionale per la raccolta dei dati su cellule e tessuti". "Credo che la fiducia degli italiani, confermata dall'andamento delle donazioni, sia ben riposta.Ma dobbiamo comunque impegnarci di piu' perche' il numero dei trapianti possa aumentare, per poter assicurare ai pazienti in lista d'attesa un futuro da 'persone guarite dalla malattia'". Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno: E' stata presentata oggi dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, e dal ministro della Salute, Livia Turco, la nuova campagna di comunicazione per la donazione degli organi. "Bene per questo tipo di iniziativa, ma non ci scordiamo anche di altre donazioni come quella del cordone ombelicale". Lo dichiara Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel pugno, segretaria della commissione Affari sociali della Camera. Poretti ricorda che "e' stato lo stesso ministro Turco, la settimana scorsa, durante un'audizione in XII commissione, a ricordare che, di fatto, in Italia e' impossibile donare le cellule staminali dei cordoni ombelicali, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto. Ha chiesto, quindi- aggiunge Poretti- di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica". "Voglio ricordare al ministro- sottolinea la deputata della Rnp- che l'informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e' vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su 10 vengono gettati!" - Italia. Veneto. Regione stanzia 500mila euro per ricerca sulle staminali dell'occhio Alla Fondazione Banca degli Occhi del Veneto e' stato concesso dalla Regione, su proposta dell'assessore alla Sanita' Francesca Martini, un contributo di 500 mila euro per l'attivita' di ricerca relativa a patologie oculari e per il miglioramento del trapianto di cornea. "La Fondazione avendo assunto il ruolo di banca dei tessuti oculari e' parte integrante del sistema regionale dei trapianti. Particolare rilevanza sul piano sociale e' la ricerca in atto sulle cellule staminali dell'occhio e dei tessuti epiteliali che la Regione sostiene con l'obiettivo di migliorare il trapianto di cornee". - El Pais: legge su clonazione terapeutica e' "paradossale" La norma che permette la clonazione terapeutica entra oggi in vigore in Spagna, senza che gli scienziati siano riusciti a sviluppare questa tecnica: lo scrive oggi il quotidiano spagnolo "El Paìs", che titola "Arriva la legge più paradossale" mai approvata nel Paese. Si chiama legge di "Investigacion biomedica". Ed è proprio così -prosegue il quotidiano- perchè la norma autorizza la clonazione terapeutica, nonostante essa non sia possibile scientificamente. Questa tecnica consiste nell'ottenere cellule staminali di un paziente a partire da un ovulo nel cui nucleo vuoto viene introdotto quello di un'altra cellula adulta. L'obiettivo è far sì che queste cellule generino in futuro tessuti trapiantabili nel paziente. In questo modo sarebbe possibile produrre neuroni, cellule cardiache, cellule ematiche, del pancreas o dell'intestino, in modo da evitare i rigetti nel paziente. - Cuba. Terapie con le cellule staminali I servizi sanitari cubani portano avanti un ampio programma per curare con le cellule staminali varie patologie che colpiscono la popolazione. Funzionari del ministero della Sanita' spiegano che sono stati eseguiti autotrapianti su ottanta pazienti diabetici e con ischemia critica degli arti inferiori. I risultati sono stati positivi. I vantaggi di questo tipo di trattamento stanno nel fatto che non causano rigetto ne' formazione di tumori maligni; per di piu' non creano problemi etici. Quindi, si possono applicare con il pieno consenso del paziente. A Cuba sono state avviate una quarantina di ricerche da parte di numerose istituzioni scientifiche e assistenziali, cui prendono parte circa 140 specialisti. In effetti, l'impulso dato dal metodo sopra descritto, apre la strada a nuovi trattamenti contro il Parkinson e il diabete di tipo I e II. - Spagna. Le opinioni di Bernat Soria Bernat Soria, direttore del Centro andaluso di biologia molecolare e medicina rigenerativa (Cabimer), nega che i recenti successi ottenuti con le cellule staminali adulte rendano inutili gli esperimenti sulle cellule staminali embrionali. Lo studioso considera superata la polemica che ruota attorno alle cellule staminali embrionali. "Sono di ritorno dall'Australia, dal convegno della Societa' Internazionale di Ricerca sulle Cellule Staminali, con oltre 3.000 esperti, e li' non si e' discusso della provenienza delle cellule staminali, ma dei risultati". Ha convenuto che le staminali adulte stanno dando buona prova di se' nel campo della rigenerazione ossea e cardiaca, ma ha ribadito che esse non inficiano nessun'altra ricerca. "Sono successi che potenziano gli studi di qualunque tipo di cellula staminale", ha sottolineato. Inoltre, ha fatto notare che le proprieta' delle staminali adulte sono differenti da quelle embrionali, e che quest'ultime sono ancora in una fase di sperimentazione animale. "Ci vorranno anni prima d'avere dei risultati". E comunque, malgrado i recenti successi delle staminali adulte, rimangono molte patologie tuttora prive di una soluzione. Ecco perche' serve la sperimentazione con ogni tipo di cellula staminale. Nel suo intervento al seminario "Esperienze di gestione della conoscenza", il professor Soria ha parlato anche della sua attivita' di direttore del Cabimer e relative problematiche. Ha posto l'accento sul fatto che servono professionisti adeguatamente preparati a gestire sia i progetti sia i centri di ricerca; purtroppo non si e' ancora imparato a trasmettere queste conoscenze di "nicchia". Dello stesso parere il direttore della Fundacion Clinic, Joan Bigorra, che ha spiegato come la Spagna, a fronte di una "eccellente" produzione di pubblicazioni biomediche, disponga di meno dell'1% dei brevetti. Cio' dimostra che mancano gli strumenti adeguati a trasmettere queste conoscenze alla societa'. - Italia. Diagnosi pre-impianto senza embrione Fare la diagnosi pre-impianto delle malattie genetiche senza che si sia ancora formato l'embrione: e' la tecnica messa a punto in Italia dal biologo Francesco Fiorentino, del laboratorio Genoma, e presentata il 4 luglio alla comunita' scientifica nel congresso della Societa' Europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (Eshre) in corso a Lione. Anziche' sull'embrione, l'analisi genetica viene condotta soltanto sull'ovocita e in questo modo il test e' lecito anche in Italia, dove la legge 40 sulla fecondazione assistita vieta la diagnosi pre-impianto perche' questa implica una manipolazione dell'embrione. 'E' una procedura che abbiamo messo a punto da tempo -ha detto Fiorentino- e che permette di dare una soluzione ai pazienti italiani che, dopo la legge 40, hanno cominciato a rivolgersi a centri esteri per fare la diagnosi pre-impianto'. Grazie al test, ha aggiunto, 'si risolve il problema della selezione genetica degli embrioni e dell'eliminazione degli embrioni malati'. Nella tecnica, che Fiorentino prevede di applicare regolarmente in Italia a partire da settembre, il test viene condotto sulla struttura dell'ovulo chiamata globulo polare. Questo e' il nucleo che viene prodotto nel momento dell'ovulazione; in quel momento resta bloccato tra il nucleo e la membrana dell'ovocita, per essere espulso durante il processo di maturazione. Poiche' il globulo polare contiene il corredo genetico completo della donna, analizzandolo diventa possibile individuare la presenza o meno di geni alterati nel caso in cui la donna e' portatrice di una malattia genetica. 'Il contenuto del globulo polare e' lo specchio della situazione che troviamo nell'ovocita e di conseguenza applicando il test diventa possibile selezionare gli ovociti che non contengono la mutazione materna'. Naturalmente in questo modo e' possibile riconoscere soltanto le malattie genetiche delle quali e' portatrice la madre ma, ha spiegato Fiorentino, se il padre e' portatore della stessa malattia e si utilizza un ovocita sano, il bambino che nascera' avra' soltanto una copia del gene alterato. Cio' significa che nascera' comunque senza la malattia e che, nella peggiore delle ipotesi, potra' essere soltanto portatore sano. La beta talassemia e' una delle malattie genetiche che si possono diagnosticare con il nuovo test. In pratica, possono essere diagnosticate tutte le malattie genetiche a trasmissione materna e legate al cromosoma femminile X. Una recente indagine fatta dallo stesso gruppo di Fiorentino sui nove anni di attivita' del centro, che dal 1998 ha eseguito oltre 600 diagnosi pre-impianto (oggi lavora esclusivamente per centri di fecondazione assistita che sono all'estero), ha dimostrato che 'il test puo' essere applicato a circa il 95% della casistica del centro', ha detto il biologo. 'In pratica resterebbe escluso solo il 5% delle malattie a trasmissione maschile'. - Italia. Campania. Verso una legge sulla donazione del cordone 'Grande soddisfazione' e' stata espressa dal consigliere regionale Tonino Scala, capogruppo di Sinistra Democratica, per l'approvazione in commissione Sanita' della legge sull'organizzazione della Banca regionale del sangue di cordone ombelicale presentata dallo stesso Scala. 'Il tema della donazione del cordone ombelicale e' ormai da tempo uno dei temi piu' affrontati dalla medicina moderna. Dal 1998 ad oggi -prosegue Scala- migliaia di vite umane sono state salvate da 100 grammi scarsi di sangue contenuto nella placenta e nel cordone ombelicale. Ecco perche' e' importante far conoscere e sensibilizzare le donne e la cittadinanza in generale alla donazione di questa importante fonte di vita'. 'Questa legge, che speriamo in tempi brevi arrivi in aula, oltre ad organizzare le modalita' di funzionamento della BASCO mira a favorire una campagna di sensibilizzazione al fine di dare larga diffusione alla donazione di cellule staminali nella speranza che il numero di unita' disponibili aumenti'. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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