====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2006 Numero 127 24-11-2006 la prossima edizione: 08-12-2006 EDITORIALE Per liberare la ricerca e' necessario aprire alle universita' e ai finanziamenti privati di Pietro Yates Moretti ARTICOLI - Francia. Verso la commercializzazione delle cellule staminali umane di Jean-Yves Nau - Germania. Dopo le votazioni in Usa si riaccende il dibattito sulle staminali. Ma i soldi sono pochi... di Rosa a Marca NOTIZIE - Usa. Lanza puntualizza sulla possibilita' di estrarre staminali embrionali senza distruggere l'embrione - Italia. Staminali per rigenerare il cuore malato - Italia. Vescovi: la ricerca non violi la vita - Italia. Terapia a base di staminali per curare la pelle - Usa. Da liquido amniotico cellule staminali per rigenerare le valvole cardiache - Italia. Trovate le staminali da cui origina il cancro al colon - Ungheria. Primo topolino clonato - Italia. Cagliari. Nuova banca del sangue placentare - Italia. Studio offre speranza per cura distrofia di Duchenne - Usa. Rudolph Giuliani, repubblicano per la liberta' di ricerca, si prepara per le presidenziali - Ue. Commissione del Parlamento europeo approva emendamenti a VII Programma Quadro - Usa. Genzyme ha acquistato AnorMed - Usa. Michael J. Fox a Bush: ora piu' fondi per la ricerca con le staminali - Italia. Lamezia Terme. Attivo nuovo centro di raccolta del cordone ombelicale - Europa. Accesso diretto al trattamento con cellule staminali in Cina - Spagna. Critiche alla legge sulla clonazione - Usa. Iniezione di staminali nel midollo aiuta i pazienti col diabete - Italia. Interrogazione parlamentare sul conflitto di interessi per i finanziamenti alla ricerca - Italia. Trovati 110 milioni di euro in piu' per la ricerca - Italia. Torino. Al Regina Margherita prima cell factory in Piemonte -------------------------------------- EDITORIALE - Per liberare la ricerca e' necessario aprire alle universita' e ai finanziamenti privati L'intero importo speso per tutti gli atenei italiani lo spendono otto piccole universita' private statunitensi. Ma mentre gli atenei italiani hanno ricevuto 6 premi Nobel per le ricerche condotte al loro interno, le otto universita' private statunitensi in questione ne hanno ricevuti 105. E' questo il risultato di una nostra indagine. Per rendersi conto delle opportunita' che gli investimenti privati possono creare per l'universita' e la ricerca, abbiamo condotto una indagine basandoci sull'importo annuale di spesa ed investimenti. L'Italia spende per l'universita' e la ricerca pubblica circa 15 miliardi di euro. La stessa cifra la spendono otto fra le migliori universita' Usa, cosi' come elencate nella classifica annuale di U.S. News and World: Harvard, Yale, Princeton, California Institute of Technology, Duke, Massachussetts Institute of Technology, University of Pennsylvania, Stanford. Facciamo un confronto, a parita' di spesa, sui risultati. Tutte le universita' pubbliche italiane / 8 universita' private statunitensi Spesa annuale: 15 miliardi di euro / 15,4 miliardi di euro Studenti: 1.800.000 / 98.000 Docenti: 60.251 / 15.505 Docenti/Studenti: 1/30 / 1/6 Spesa/Studente: 8.333 / 157.143 Fuori corso: 43,5% / 14,7% Abbandono dopo I anno: 21,5% / 2,5% Volumi in biblioteche universitarie: 45,9 milioni / 54,1 milioni Premi Nobel: 6 / 105 Si potrebbe obiettare che il sistema universitario italiano e' molto piu' efficiente, dal punto di vista dei costi, di quello Usa che, a pari spesa, soddisfa una frazione di studenti. Ma la maggiore spesa per studente delle otto universita' statunitensi (circa 18 volte superiore a quella italiana) si traduce, per ogni studente, in un maggiore numero di docenti, di infrastrutture, di borse di studio, di biblioteche universitarie, di laboratori, ecc. Ad esempio, il numero di volumi contenuti in tutte le biblioteche universitarie italiane e' inferiore a quello contenuto nelle biblioteche universitarie degli otto atenei privati statunitensi. E' da tenere presente anche che, contrariamente poi alle universita' italiane, le universita' americane prese in considerazioni non gravano (o gravano ben poco) sulle finanze della collettivita'. Il risultato e' che a fronte di 6 premi Nobel ricevuti da docenti e ricercatori che operano nell'universita' italiana, ce ne sono ben 105 nelle sole otto universita' statunitensi prese in considerazione. Queste cifre dovrebbero essere sufficienti a capire che l'universita' pubblica italiana non potra' mai reggere il confronto con quei Paesi dove vi sono molte universita' private che competono fra loro per avere i migliori studenti, i migliori docenti e ricercatori, e le maggiori risorse finanziarie. Se in Finanziaria, sono stati trovati 110 milioni in piu' per l'universita' e per la ricerca, universita' come Yale, Harvard, Stanford spendono la stessa cifra in meno di un mese. Neanche in un momento di crescita poderosa della nostra economia, e con un Governo lungimirante che investe tre volte tanto nell'universita' e nella ricerca, si potra' giungere a livelli di Paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna. Questo non solo perche' quei Governi investono di piu', ma perche' sono incentivati gli investimenti privati, proprio quello che manca nel nostro Paese. La ricetta quindi sarebbe l'apertura agli investimenti privati con la creazione di nuove universita' private, italiane e no. di Pietro Yates Moretti -------------------------------------- ARTICOLI - Francia. Verso la commercializzazione delle cellule staminali umane Articolo apparso su "Le Monde" il 17 novembre 2006 Commercializzare cellule staminali umane per la ricerca o per trattamenti medici dovrebbe essere lecito, sebbene a determinate e ben precise condizioni. Questa la principale conclusione di un lavoro iniziato due anni fa e reso noto il 16 novembre dai responsabili del Comite' consultatif national d'ethique (CCNE). Una conclusione valida sia per le cellule staminali prelevate da una persona, sia per quelle ottenute attraverso la distruzione di embrioni umani. Si tratta di una svolta importante nella riflessione etica francese, giacche', finora, l'insieme del dispositivo legislativo nazionale in materia poggiava sul concetto di "non patrimonialita'" del corpo umano, ossia che non si potesse disporre commercialmente degli elementi costitutivi del proprio corpo. CCNE aveva incaricato della questione il professor Laurent Degos, specialista in ematologia all'ospedale Saint-Louis di Parigi e oggi presidente della Haute Autorité de sante'. Le conclusioni dei lavori sono stati presentati dalla vicepresidente del CCNE e relatrice del documento, Monique Canto-Sperber. "Noi qui non diamo una risposta univoca", ha detto. "Riteniamo che una linea di cellule staminali embrionali umane non possa, in quanto tale, essere oggetto di commercializzazione, alla stregua delle cellule sanguigne. Viceversa, valutiamo che una certa forma di commercializzazione sia possibile, una commercializzazione che tenga conto soltanto del costo della "ingénierie", ma che rispetti il principio, secondo cui il dono di tutto o di una parte del proprio corpo non si possa fare che gratuitamente, con consenso libero ed informato". CCNE si pronuncia dunque a favore di una remunerazione delle operazioni e delle trasformazioni che seguono il prelievo, cosi' come di una possibile commercializzazione del prodotto trasformato. I membri del comitato riconoscono comunque che parrebbe loro "assolutamente impossibile" definire da quale stadio di coltura o di manipolazione le cellule staminali perdano lo statuto di "elemento del corpo" per acquisire quello di "prodotto". La posizione del CCNE non e' stata unanime. Tre dei suoi membri hanno espresso disapprovazione: Padre Olivier de Dinechin, rappresentante delle famiglie spirituali; Philippe Rouvillois, presidente onorario dell'Istituto Pasteur e Marie-Therese Hermange, nominata dal Senato, che ha manifestato la sua "opposizione" a qualsiasi forma di commercializzazione. Pur riconoscendo il rischio di una deriva, gli autori del documento ritengono che le severe condizioni imposte dalla legge per ottenere cellule staminali costituiscono di per se' un freno. Per Didier Sicard, presidente del CCNE, importante e' "fissare dei paletti". Gia' si assiste all'apertura di varchi sempre piu' frequenti nel criterio di non commercializzazione degli elementi del corpo umano. Alcuni prodotti terapeutici derivati dal sangue fruiscono gia' oggi dello statuto di medicinale e sono presenti sul mercato internazionale, con la Francia che vi partecipa anch'essa pur mantenendo il principio di gratuita' della donazione del sangue. Allo stesso modo, la direttiva europea del 6 luglio 1998 autorizza, con alcune riserve, la brevettabilita' di linee di cellule staminali embrionali umane, motivata dal fatto che le linee non sono piu' embrioni. "Certo, la Francia non ha ratificato totalmente questa direttiva europea, (...), pero' la posizione francese e' sotto minaccia di sanzione da parte di Bruxelles", ricorda CCNE. di Jean-Yves Nau Traduzione di Rosa a Marca ------------------- - Germania. Dopo le votazioni in Usa si riaccende il dibattito sulle staminali. Ma i soldi sono pochi... Germania. Dopo le votazioni in Usa si riaccende il dibattito sulle staminali. Ma i soldi disponibili sono solo briciole. In Germania da un po' di tempo si respirava uno strano silenzio in tema di staminali. Poi, all'improvviso il vento e' cambiato. Negli Stati Uniti i democratici hanno appena vinto sui repubblicani, per cui sono probabili nuove liberalizzazioni: un incoraggiamento per chi era insoddisfatto della legge tedesca ispirata ai criteri del presidente Bush. E infatti, la Comunita' scientifica tedesca (DFG) non ha perso tempo; il 10 novembre, il suo presidente Ernst-Ludwig Winnacker ha sollecitato robuste modifiche alla legge, mostrandosi ottimista sul loro accogliemento. La sua iniziativa e' stata infatti subito colta dai responsabili per la ricerca dell'Unione di Governo, cio' che ha indotto i Verdi a parlare di rischio per "il nucleo centrale della biopolitica tedesca", mentre la ministra per la Ricerca Annette Schavan, pur manifestando la sua contrarieta' al superamento tout court della legge, si e' detta disponibile a cercare un compromesso. Non solo i liberali (FDP), ma anche responsabili parlamentari della CDU hanno espresso simpatia per le richieste della Comunita' scientifica, in particolare sui due punti piu' controversi della legge attuale: la difficile posizione dei ricercatori tedeschi nei confronti dei colleghi che operano in Paesi piu' permissivi e la data di scadenza delle cellule staminali embrionali utilizzabili, vale a dire solo quelle reperite entro il primo gennaio 2002. La ministra ha ribadito che un termine di scadenza dovra' restare nel testo di legge, ma ha concesso che potrebbe essere diverso dall'attuale. Il presidente del direttivo della Chiesa evangelica Wolfgang Huber ha sollecitato lo spostamento in avanti della data, in modo da contemperare i diversi interessi, e i socialisti (SPD) hanno gia' preannunciato un'iniziativa parlamentare sul tema. Winnacker ha detto che la speranza di trovare nuove terapie contro malattie finora incurabili si e' dimostrata "giustificata". Le staminali adulte, esenti da problemi etici, hanno avuto senz'altro un ruolo positivo, ma non sono all'altezza di quelle embrionali per possibilita' d'impiego, e la speranza che potessero sostituire le embrionali e' andata delusa. Le staminali embrionali hanno bisogno di studi approfonditi, come dimostrano gli studi in America, Israele, nel Sudest asiatico e in Gran Bretagna, e per farlo occorre modificare la legge. Dovranno essere abrogati tre articoli. Il primo, la data di scadenza che limita importazione e ricerca di cellule staminali reperite prima del primo gennaio 2002. Il secondo, la minaccia di sanzionare i ricercatori tedeschi che operano all'estero in condizioni non conformi alla normativa tedesca. Il terzo, le norme che proibiscono l'uso medico, diagnostico e preventivo delle cellule staminali. I 22 tipi diversi di cellule staminali embrionali finora importati sono di qualita' scadente, ha spiegato Winnacker; contengono materiale animale e hanno mostrato delle mutazioni genetiche particolarmente rilevanti, quindi sono inadatti per qualsiasi applicazione clinica. Nel frattempo, nel mondo esistono 400 linee di cellule staminali embrionali e si opera per creare banche di staminali standardizzate. Se i ricercatori tedeschi potessero accedere a quelle banche, l'organismo presieduto da Winnacker potrebbe anche non insistere, per ora, sulla sua richiesta che la Germania crei delle proprie linee. Il riferimento e' alla richiesta avanzata nel 2001 dalla DGF di modificare la legge per consentire la creazione di nuove colture di staminali. Negli ultimi anni, in altri Paesi europei sono state varate leggi che lo consentono; sono Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Francia, Svizzera e Belgio. La controversia sulle staminali nella biopolitica tedesca ha ricevuto nuova linfa anche dalla decisione in sede Ue d'investire 50 milioni di euro per la ricerca sugli embrioni, senza tenere in gran conto le restrizioni tedesche. A cio' si aggiunga la vittoria dei democratici in Usa, i quali hanno incluso nella loro campagna elettorale il tema di norme liberalizzatrici per la ricerca sulle cellule embrionali, usando come testimonial l'attore Michael Fox, malato di Parkinson. E' vero che il presidente Bush aveva posto il veto per mantenere le norme restrittive della legge sulle staminali, ma e' anche vero che la nuova maggioranza al Senato e alla Camera lo costringera' a fare concessioni rispetto ai finanziamenti statali in quest'ambito della ricerca. Che comunque procede nelle aziende e nei laboratori universitari privati. E' il momento di parlare di soldi. In Germania l'ammontare complessivo stanziato per questo capitolo di spesa da Repubblica federale, Laender, organismi di ricerca e fondazioni e' una miseria se confrontato con altri Paesi. Il divario piu' marcato e' con la California, dove la popolazione ha votato uno stanziamento equivalente a 2,4 miliardi di euro in dieci anni per la ricerca con le staminali embrionali, somma corrispondente a 6,50 euro pro capite l'anno. Dal canto suo, il Governo statunitense ha messo a disposizione del National Institutes of Health (Nih) 470 milioni di euro l'anno, cio' che corrisponde a 2 euro a testa, e 30 milioni di euro sono dati alla ricerca sulle cellule staminali embrionali autorizzata dal presidente Bush. Ma poiche' i democratici d'ora in poi avranno maggior peso, la somma e' destinata ad aumentare. Diversa la situazione tedesca. Pur considerando le varie realta' regionali -piu' generoso il Baden-Wuertemberg che ha stanziato 12,5 milioni di euro distribuiti in piu' anni per la realizzazione di dodici progetti di ricerca sulle staminali adulte-, con i vari stanziamenti si arriva a poco piu' di 40 milioni di euro l'anno per la ricerca sulle cellule staminali, corrispondenti a 48 centesimi pro capite, e quindi un'inezia rispetto a quanto stanziato in Usa, e meno della meta' del contributo britannico. Basti pensare che in Gran Bretagna, la fondazione Harvard Stem Cell Institute che si concentra sulla ricerca di cellule staminali embrionali umane, puo' disporre di 80 milioni di euro, e che la fondazione Wellcome Trust investe per il centro di ricerca sulle staminali presso l'Universita' di Cambridge una somma equivalente agli stanziamenti annuali del Governo federale tedesco. Malgrado l'esiguita' dei fondi, in Germania si segnalano alcune attivita' ragguardevoli nella ricerca sulle staminali. In particolare a Berlino, Dresda ed Hannover, nel Baden-Wuerttemberg e nel Nordrhien-Westfalen. Quello che manca e' sia una strategia nazionale sia un piano di finanziamenti adeguato. In questo campo c'e' molta reticenza, sia da parte della ministra per la ricerca, sia da parte dei singoli Laender. Ma se la ministra competente Annette Schavan dovesse persistere nella sua contrarieta' ad allargare le maglie dell'attuale legge, presto sara' debitrice di una risposta: come intende finanziare adeguatamente forme alternative alla ricerca sulle cellule staminali? di Rosa a Marca ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Usa. Lanza puntualizza sulla possibilita' di estrarre staminali embrionali senza distruggere l'embrione 'Una dimostrazione di principio' della possibilita' di ottenere linee di cellule staminali embrionali a partire da un'unica cellula prelevata dall'embrione all'inizio dello sviluppo: a tre mesi dalla discussa pubblicazione on line su Nature dell'articolo diventato famoso come dimostrazione della possibilita' di prelevare cellule senza distruggere l'embrione, l'americano Robert Lanza chiarisce gli obiettivi e la reale portata dell'esperimento. Lo fa in occasione della pubblicazione dello stesso articolo nell'edizione cartacea della rivista internazionale. Insieme a Lanza, gli autori fanno parte della Advanced Cell Technology (Act), la stessa azienda privata che nel novembre 2001 annuncio' di essere riuscita a clonare il primo embrione umano, il cui sviluppo venne bloccato in una fase molto precoce. Mentre nell'agosto scorso la stessa rivista e la stampa avevano dato rilievo alla possibilita' di ottenere cellule staminali senza danneggiare l'embrione, gli autori della ricerca precisano adesso che il loro obiettivo fondamentale, pienamente raggiunto, era dimostrare la possibilita' di ottenere piu' linee di cellule staminali embrionali a partire da un'unica cellula (blastomero). 'Su richiesta della direzione di Nature intendiamo chiarire alcune questioni sorte in seguito alla pubblicazione on line del 23 agosto 2006', scrive Lanza in un Addendum all'articolo, che viene pubblicato con alcune precisazioni. La prima e la piu' importante e' che nell'articolo si dimostra che 'linee di cellule staminali embrionali umane -scrivono i ricercatori- possono essere generate da una singola cellula dopo che questa e' stata rimossa da un embrione di 8-10 cellule'. Precisano inoltre che 'per ridurre al minimo il numero di embrioni utilizzati, abbiamo rimosso piu' cellule da ciascun embrione' e che 'nessuno degli embrioni sui quali era stata praticata la biopsia e' stato fatto sviluppare in coltura'. La decisione di non portare avanti lo sviluppo degli embrioni utilizzati e' dettata dal fatto che l'obiettivo dei 10 esperimenti descritti nella ricerca pubblicata era dimostrare la possibilita' di ottenere linee di staminali utilizzando una sola cellula. Ma secondo Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello sviluppo dell'universita' di Pavia e direttore scientifico del Policlinico San Matteo di Pavia, decidere di non far sviluppare gli embrioni utilizzati va interpretato come 'un momento di sensibilita' etica. A quale scopo coltivare embrioni che non possono essere impiantati? Continuare a coltivarli sarebbe stato perverso, ma molto probabilmente portarli in coltura lo avrebbe sposto a critiche ulteriori'. Rispetto alla pubblicazione dell'agosto scorso, quella pubblicata questa settimana descrive in una tabella tutti i dettagli dell'esperimento, con numero e grado di maturazione degli embrioni utilizzati, cellule prelevate, linee cellulari ottenute. Nei 10 esperimenti sono stati utilizzati complessivamente 16 embrioni di 8-10 cellule, da ciascuno dei quali sono state prelevate da 4 a 7 cellule, per un totale di 91 cellule. Di queste, 53 si sono divise in coltura e da queste sono state ottenute due linee cellulari. 'Sono numeri - commenta Redi - che dimostrano un'alta percentuale del successo, con una resa che si puo' calcolare di circa il 20%. Basti pensare che, nel caso del falso del sudcoreano Wang si parlava di una resa del 25% e tutti parlavano di un risultato eccezionale'. Negli esperimenti, precisano ancora i ricercatori, le cellule prelevate da ciascuno dei 16 embrioni utilizzati sono state fatte crescere insieme, nello stesso terreno di coltura utilizzato per gli embrioni, e sono state disposte in modo da non metterle a contatto fra loro. In queste condizioni e' comunque possibile che alcuni fattori presenti in alcune cellule possano aiutare a crescere altre cellule, ma gli autori non escludono la possibilita' che solo un sottogruppo delle cellule prelevate sia in grado di dare origine a cellule staminali embrionali. Sono questioni che meriteranno ulteriori ricerche, 'ma non negano la nostra scoperta centrale che i blastomeri estratti da un embrione di 8-10 cellule per mezzo di una micromanipolazione meccanica possono formare colture di cellule staminali embrionali'. - Italia. Staminali per rigenerare il cuore malato Scoperte super-cellule staminali cardiache: cellule 'maestre' in grado di produrre tutti e tre i principali tessuti che compongono il cuore dei mammiferi. La scoperta eccezionale e' pubblicata sull'ultimo numero di 'Cell', insieme a quella di una seconda popolazione di cellule 'progenitrici' cardiache. Questi studi potrebbero segnare un importante passo avanti nella rigenerazione del cuore colpito da infarto, o afflitto da patologie congenite. 'E' stata una sorpresa scoprire che una singola cellula puo' dar vita a tutti i tipi di tessuti e strutture del cuore, "commenta Kenneth Chien del Massachusetts General Hospital e dell'Harvard Medical School di Boston, uno degli autori del primo studio. "Ora il cuore sembra molto piu' simile al sangue di quanto non pensassimo' aggiunge, riferendosi al fatto che una staminale ematopoietica puo' dar vita a tutti i tipi di cellule presenti nel sangue. 'Questo cambia anche cio' che pensavamo sullo sviluppo cardiaco', gli fa eco Stuart Orkin, autore dell'altro studio e ricercatore dell'Howard Hughes Medical Institute. Infatti il cuore 'sembra svilupparsi da un set comune di cellule progenitrici o staminali, piuttosto che da differenti tipi di cellule che si uniscono fra loro. Un sistema, il primo, molto piu' 'economico'. Il team di Chien ha scoperto un gruppo di cellule cardiache progenitrici, chiamate islet-1, nel tessuto cardiaco di ratti, topi ed esseri umani neonati. Per definire il loro potenziale di sviluppo, gli studiosi hanno seguito l'evoluzione di queste cellule nel cuore di alcuni topolini. Scoprendo che queste non producono un solo tipo di cellule del cuore, quelle muscolari, ma anche quelle endoteliali e altre linee non muscolari. Insomma, varie parti del cuore originano da un unico tipo di super-cellule progenitrici multipotenti. Nel secondo studio il team di Orkin ha individuato alcune cellule da un embrione di topo che esprimono uno specifico gene cardiaco. Poi i ricercatori hanno scoperto che queste cellule spontaneamente si differenziano in cellule muscolari cardiache e in cellule del sistema di conduzione, quello che trasporta gli impulsi elettrici del cuore. Insomma, hanno scoperto l'esistenza di un comune precursore miogenetico che da' origine a diverse linee cellulari cardiache. Si tratta di due scoperte che possono dare nuovo impulso alla terapie rigenerativa cardiaca. Offrendo una strada per evitare il pericolo di teratomi, tumori che sono il risultato di una crescita incontrollata di staminali embrionali. - Italia. Vescovi: la ricerca non violi la vita 'Nessuna vita umana, fosse anche alla sua prima scintilla, puo' essere ritenuta di minor valore o disponibile per la ricerca scientifica'. Lo affermano i vescovi italiani nel Messaggio per la Giornata della Vita, il 21 novembre scorso. 'Amare la vita -spiegano riferendosi alle sperimentazioni sulle staminali embrionali ma anche alla questione dell'eutanasia dei prematuri- significa anche non negarla ad alcuno, neppure al piu' piccolo e indifeso nascituro, tanto meno quando presenta gravi disabilita'. Nulla e' piu' disumano della selezioni eugenetica che in forme dirette e indirette viene sempre piu' evocata e, a volte, praticata'. 'Il desiderio di un figlio -ricordano i vescovi- non da diritto ad averlo ad ogni costo. Un bambino puo' essere concepito da una donna nel proprio grembo, ma puo' anche essere adottato o accolto in affidamento: e sara' un'altra nascita, ugualmente prodigiosa'. - Italia. Terapia a base di staminali per curare la pelle Per la prima volta nel mondo una malattia genetica della pelle e' stata curata utilizzando la terapia genica basata sulle cellule staminali della pelle dello stesso paziente. Il risultato, descritto sulla rivista Nature Medicine, e' un primato italiano. La terapia genica, la prima eseguita su un tessuto diverso dal sangue, e' stata eseguita nel Policlinico di Modena ed e' stata messa a punto grazie alla collaborazione fra universita' di Modena e Reggio Emilia e Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, e finanziata in massima parte da Telethon. L'intervento e' stato eseguito un anno fa su un uomo di 36 anni, nel quale la terapia genica ha permesso di riparare un'ampia porzione della cute delle gambe, devastata dalla malattia con lesioni che provocano il distacco spontaneo sia della parte superficiale della pelle (epidermide) sia di quella profonda (derma) e, con esso, infezioni, dolore, cicatrici. La malattia, che colpisce circa 30.000 persone in Europa e circa 500.000 nel mondo, in 8 casi su 10 provoca anche carcinomi cutanei. A un anno dalla terapia, la zona della pelle curata con la terapia genica si e' completamente rigenerata grazie alle cellule staminali modificate con il gene sano, e non ha sviluppato lesioni. 'E' la prima volta che una malattia genetica della pelle viene curata grazie a un intervento che unisce la terapia genica alla terapia cellulare', ha osservato il direttore scientifico della Banca degli occhi del Veneto, Michele De Luca, che ha coordinato la ricerca con il biologo molecolare Fulvio Mavilio, dell'universita' di Modena e Reggio Emilia. 'Siamo di fronte al primo successo di un protocollo di terapia genica al di fuori del sistema ematopoietico, cioe' delle cellule del sangue, e che utilizza cellule staminali epiteliali', ha rilevato Mavilio. La tecnica alla base della terapia genica e' stata messa a punto dalla biologa cellulare Graziella Pellegrini, mentre Chiara Bonini, del San Raffaele di Milano, ha studiato gli aspetti immunologici del trattamento. La parte clinica della terapia e' stata seguita dal direttore della Clinica dermatologica dell'universita' di Modena, Alberto Giannetti. - LA TERAPIA PER LA 'NUOVA' PELLE: dall'epidemide del paziente sono state prelevate le cellule staminali; al loro interno e' stato trasportato il gene sano per mezzo di una 'navetta' ottenuta rendendo inoffensivo un retrovirus. Le cellule cosi' modificate sono state fatte moltiplicare in laboratorio fino a ottenere nuovi lembi di epidermide, sufficientemente grandi da poter essere trapiantati su due zone delle gambe del malato. 'L'attecchimento -ha detto De Luca- e' stato completato a otto giorni dal trapianto e, dopo un anno, l'epidermide di entrambe le gambe trattate ha mantenuto un aspetto normale e normali proprieta' d'adesione'. - IL FUTURO: i risultati positivi ottenuti in questo primo paziente, ha detto De Luca, 'hanno dimostrato che e' possibile utilizzare la terapia genica per modificare un gene malato'. E poiche' nelle malattie della pelle il tipo di cellule malate e' sempre lo stesso, ma cambia soltanto il gene, 'potranno essere aggredite e curate introducendo il gene giusto altre malattie genetiche della pelle', come diverse forme di epidermolisi bollosa o l'ittiosi lamellare, e malattie di altri epiteli, come le distrofie corneali, malattie invalidanti che portano alla cecita'. Per questo motivo si pensa gia' al futuro: 'continueremo a curare la pelle dello stesso paziente, perche' finora siamo intervenuti solo su una parte', ha concluso De Luca, e nel frattempo l'Italia sta coordinando uno studio clinico europeo tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria e Olanda, che potra' coinvolgere una decina di pazienti. - Usa. Da liquido amniotico cellule staminali per rigenerare le valvole cardiache Per la prima volta un'equipe di scienziati e' riuscita a creare valvole cardiache coltivando cellule staminali prelevate dal liquido amniotico. Lo studio, realizzato in Svizzera e presentato a Chicago a una conferenza della American Heart Association, apre la possibilita' che a neonati che nascono con difetti cardiaci possano venir subito trapiantate valvole create durante la loro gravidanza. 'Si profila la possibilita' di un concetto totalmente nuovo di trattare i difetti cardiaci congeniti', ha detto Simon Hoerstrup, dell'Universita' di Zurigo, che ha guidato l'esperimento. Il successo nella realizzazione di valvole cardiache va ad aggiungersi a traguardi analoghi raggiunti nella creazione di vesciche e vasi sanguigni da staminali. Le valvole ricavate dalle cellule che si trovano nel liquido amniotico, secondo gli esperti, sarebbero assai piu' affidabili di quelle artificiali o di quelle prelevate da cadaveri, utilizzare oggi per far fronte a difetti cardiaci. Utilizzando cellule del genere, le valvole non vanno incontro a crisi di rigetto e il tessuto cresce insieme alla persona che le riceve. Inoltre, la procedura non presenta le controversie legate all' uso delle cellule staminali embrionali, visto che non richiede la distruzione di embrioni. - Italia. Trovate le staminali da cui origina il cancro al colon Sono state scoperte le cellule staminali che danno il via alla crescita del tumore del colon, il secondo tumore killer dopo quello del polmone. L'annuncio, anticipato questa settimana nell'edizione on line di Nature, viene dal gruppo italiano dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) coordinato da Ruggero De Maria. A risultati analoghi, pubblicati nello stesso numero della rivista, e' giunto, indipendentemente un gruppo di ricerca canadese, dell'universita' di Toronto, coordinato da John Dick. Entrambi i lavori pubblicati su Nature sostengono la teoria che all'interno di un tumore solo un piccolo numero di cellule, le cellule staminali tumorali, sono responsabili della crescita delle cellule del tumore primario come delle metastasi. L'etichetta che ha permesso di riconoscerle e' un proteina chiamata CD133, presente in tutte le cellule cancerose ma particolarmente abbondante nelle tumorali staminali. 'Abbiamo scoperto che nel cancro del colon sono presenti due tipi di cellule, molto diversi fra loro', ha detto De Maria. 'Abbiamo coltivato in vitro entrambi i tipi di cellule staminali. Mentre la prima popolazione, che corrisponde al 98% delle cellule presenti nel tumore, cresce per un periodo massimo di due settimane e poi smette di proliferare, le cellule staminali che rappresentano appena il 2% delle cellule presenti nel tumore hanno dimostrato di poter crescere senza limiti. Nel nostro laboratorio sono in coltura da un anno e mezzo e continuano a espandersi'. La ricerca italiana e' stata condotta in collaborazione fra l'ISS e l'Istituto Oncologico del Mediterraneo di Catania, e inoltre con il Dipartimento di Patologia e Medicina di laboratorio dell'ospedale Sant'Andrea di Roma e il Dipartimento di Discipline Chirurgiche ed oncologiche dell'universita' di Palermo, con un finanziamento dell'AIRC. La scoperta di questa piccolissima ma aggressiva popolazione di cellule tumorali staminali, nascosta fra le altre cellule presenti nel tumore, e' il primo passo fondamentale verso la possibilita' di mettere a punto nuovi strumenti per la diagnosi e per ottenere farmaci intelligenti, capaci cioe' di colpire esclusivamente questo piccolo gruppo di cellule, le prime responsabili del tumore. - Ungheria. Primo topolino clonato E' nato il primo topo clonato in Ungheria. Un team di ricercatori magiari ha annunciato all'agenzia di stampa Mti il successo del primo esperimento ungherese di clonazione da cellule viventi.I l topo si chiama Klonilia, ha spiegato il professor Andras Dinnyes, ed è un primo passo importante per la ricerca magiara in vista della clonazione per la traduzione di cavie transgeniche, conigli ed altri animali per la ricerca.Il prossimo appuntamento per il team di ricerca è la clonazione di un coniglio entro il 2008. I ricercatori che lavorano al progetto sono 20 e operano nel centro di Godolo, a pochi chilometri da Budapest. La ricerca è finanziata con fondi dell'Unione Europea e con fondi ungheresi. - Italia. Cagliari. Nuova banca del sangue placentare Presso il presidio ospedaliero 'R. Binaghi' di Cagliari e' stata istituita la banca di cellule staminali congelate ottenute da sangue cordonale. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha anche deciso di affidarne la responsabilita' scientifica alla gestione condivisa tra il centro trapianti di organi tessuti e cellule operante presso l'azienda Usl n. 8 e la struttura trasfusionale operante presso l'azienda ospedaliera 'G. Brotzu' di Cagliari. 'La necessita' di promuovere anche nel territorio regionale azioni di raccolta, caratterizzazione e bancaggio del sangue cordonale -spiega una nota della Regione- trova giustificazione nel fatto che il trapianto di cellule staminali emopoietiche da sangue placentare e' utilizzato in numerose patologie potenzialmente curabili con il trapianto. Le cellule del sangue cordonale rappresentano, inoltre, per la comunita' scientifica un'alternativa valida e innovativa alle cellule staminali emopoietiche da sangue midollare o da sangue periferico'. L'assessorato dell'Igiene e sanita' e dell'assistenza sociale avra' il compito di adottare i provvedimenti di individuazione delle sedi di raccolta periferiche. - Italia. Studio offre speranza per cura distrofia di Duchenne Una ricerca tutta italiana, pubblicata su Nature, potrebbe dare, nel futuro, ai malati di distrofia muscolare nuove speranze terapeutiche. La ricerca condotta da Giulio Cossu, Direttore Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano e coordinatore del gruppo dei ricercatori, in collaborazione con la scuola veterinaria francese di Maison-Alfort , l'Università di Pavia ed altri istituti ed università italiane, avrebbe dimostrato l'efficacia di particolari cellule staminali, chiamate "mesoangioblasti" nella cura della Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD). La DMD è una malattia genetica degenerativa a carico dei muscoli, particolarmente grave, perché la degenerazione colpisce anche i muscoli respiratori e il cuore, specialmente negli ultimi anni di vita. Insieme alla sua variante, la distrofia di Becker, rappresentano il 50% di tutte le distrofie muscolari. La malattia fu descritta per la prima volta centocinquanta anni fa da Duchenne, ma solo 20 anni fa è stata chiarita esattamente la sua base molecolare. La malattia sarebbe causata da un'alterazione di un gene che si trova sul cromosoma X e che esprime la proteina distrofina, indispensabile per la funzione delle fibre muscolari e che è assente nelle cellule malate. La DMD, colpisce, quindi, tranne rarissime eccezioni, esclusivamente maschi con un solo cromosoma X ed ha un'incidenza di un bambino ogni 35.000 nati. I primi sintomi si manifestano intorno ai tre anni, mentre l'aspettativa di vita non supera in media i 25-30 anni di età. Secondo quanto viene riferito su Nature, Giulio Cossu e colleghi avrebbero prelevato cellule staminali dai vasi sanguigni (mesoangioblasti) di cani sani che poi sarebbero state iniettate, nelle arterie delle zampe di un modello animale ammalato di DMD, cani Golden Retriever colpiti da distrofia muscolare (GRMD), già sottoposti ad un trattamento di immuno-soppressione a base di ciclosporina per evitare il rigetto delle cellule del donatore. I cani trattati, viene sottolineato nella ricerca, avevano ereditato il gene alterato dalla madre, come accade nei pazienti umani e, si è visto che, dopo essere stati iniettati per via arteriosa, i mesoangioblasti hanno cominciato a produrre la distrofina non solo nelle zampe, ma anche nel diaframma, un particolare importante perché i muscoli della respirazione, anch'essi colpiti dalla malattia, sono difficili da raggiungere con un'iniezione . Dopo cinque iniezioni quattro su cinque dei cani distrofici hanno mantenuto o migliorato la deambulazione e una discreta forza muscolare; inoltre, una percentuale delle loro fibre muscolari, variabile tra il 10 e il 70%, ha prodotto la versione normale della distrofina. I risultati di questi esperimenti indicano che i mesoangioblasti sono in grado di migliorare la struttura e la funzione muscolare dei cani distrofici. In studi precedenti, fatti su topi, si era già constatato che anche mesoangioblasti isolati da topi distrofici si sono dimostrati ugualmente capaci di migliorare la funzionalità dei muscoli malati, a condizione che prima di essere iniettati venissero geneticamente curati in vitro con una copia sana del gene mutato. "Questo studio -spiega Giulio Cossu- è il frutto di 15 anni di lavoro, finanziati da Telethon e di precedenti risultati incoraggianti ottenuti su topi. Prima però di passare alla sperimentazione clinica abbiamo ripetuto la sperimentazione sui cani. Questi animali hanno, infatti, tutti i segni della distrofia muscolare di Duchenne presenti nell'uomo e rappresentano, quindi, un modello migliore dei topi per verificare gli effetti di una terapia. I risultati pubblicati oggi su Nature ci confermano che eravamo sulla strada giusta e ci permettono di iniziare a pianificare la sperimentazione sull'uomo. Ma è importante che anche se il cane malato di DMD rappresenta il modello animale più vicino alla malattia umana, il passaggio alla sperimentazione clinica richiede tempi lunghi e molta cautela. Noi speriamo di poter iniziare un trial clinico in un futuro prossimo; nel frattempo, raccomandiamo ai pazienti di continuare a rimanere in cura presso i loro specialisti che saranno costantemente informati dei progressi della ricerca e di una sua applicazione clinica". Oltre a questo studio sono in programma altre sperimentazioni cliniche, mentre altre sono già in corso con nuovi vettori virali (terapia genica) o con nuovi farmaci che agiscono sia a livello dell'espressione della distrofina, che indirettamente sui muscoli, inducendo la loro ipertrofia e rallentando, quindi, il decorso della distrofia. Ma secondo Cossu, nelle prossime sperimentazioni potrebbero essere utilizzati anche fattori di crescita. Ma è probabile che, nel tempo, una combinazione di diverse terapie possa portare finalmente a risultati risolutivi per una cura della distrofia muscolare. - Usa. Rudolph Giuliani, repubblicano per la liberta' di ricerca, si prepara per le presidenziali A pochi giorni dalle elezioni di medio termine, fra le file degli sconfitti repubblicani si registrano le prime mosse in vista delle elezioni presidenziali del 2008. L'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani ha compiuto un passo preliminare per la nomination, presentando i documenti necessari per la costituzione di un "comitato esplorativo" per la raccolta di fondi. "Il sindaco Giuliani non ha ancora preso una decisione", ha puntualizzato il suo tesoriere Il diretto interessato ha fatto sapere che si pronuncera' solo l'anno prossimo. Giuliani, 62 anni, e' divenuto il simbolo della riscossa della Grande Mela dopo le devastazioni provocate dagli attacchi terroristici dell'11 settembre del 2001. I sondaggi, per quanto prematuri, danno il "sindaco d'America in vantaggio sui suoi possibili sfidanti interni e esterni. Un rilevamento della Cnn dell e scorse settimane indicava Giuliani come il candidato leader tra i repubblicani con il 29% dei consensi contro il 27% del principale rivale, il senatore dell'Arizona John McCain, dato al 27%. Giuliani risulta vincente anche nella possibile sfida con la senatrice Hillary Rodham Clinton, qualora dovesse essere lei a rappresentare il Partito Democratico nelle elezioni del 2008, dopo aver battuto quello che viene considerato l'astro emergente del partito dell'asinello, il senatore Barak Obama. Secondo un sondaggio condotto a ottobre dalla Wnbc/Marist in un possibile testa a testa Giuliani la spunterebbe sulla ex first lady con il 49% al 42%. Per conquistare la nomination, sempre che decida di puntare alla Casa Bianca, Giuliani dovra' convincere prima di tutto i repubblicani che, quantunque abbiano apprezzato la sua popolarita', lo hanno sempre giudicato troppo poco ortodosso e moderato su alcuni temi scottanti. Ad esempio si e' espresso a favore del controllo delle armi, delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, per la ricerca sulle cellule staminali embrionali, e sul diritto all'aborto, posizioni che hanno fatto storcere la bocca ai colleghi di partito. - Ue. Commissione del Parlamento europeo approva emendamenti a VII Programma Quadro La commissione industria del Parlamento europeo ha adottato in seconda lettura, lo scorso 14 novembre, gli emendamenti di compromesso al settimo programma quadro per la ricerca, concordate in una riunione informale con il Consiglio. Il principale programma dell'Ue per finanziare la ricerca scientifica, che potra' contare nel periodo 2007-2013 su un budget di oltre 50 miliardi di euro, dovrebbe cosi' poter entrare subito in funzione, a patto che la prossima sessione plenaria segua la linea indicata dalla commissione. I 39 nuovi emendamenti approvati mirano ad incoraggiare la partecipazione al programma da parte delle piccole e medie imprese e a sostenere i giovani ricercatori e le donne nella carriera scientifica, a partire dal campo delle cellule staminali. Tra i punti su cui si e' concentrata l'attenzione della commissione, innanzi tutto la sottolineatura che nessuna risorsa del programma quadro potra' essere usata per finanziare il proposto Istituto europeo di tecnologia. E poi la necessita' di trasferire parte della spesa verso le priorita' indicate dal Parlamento, come la ricerca sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica (che dovranno assorbire la maggior parte dei fondi per la ricerca energetica), nonche' la possibilita' di finanziare la ricerca sulla salute dei bambini, le malattie respiratorie a partire da quelle indotte dalle allergie e le malattie trascurate. EURODEPUTATI CHIEDONO ALTRE MODIFICHE La questione etica relativa alla sperimentazione distruttiva di embrioni umani finanziata con denaro europeo e' cosi' grave che deve essere tentata l'introduzione di un chiarimento nel VII Programma quadro sottoposto alla seconda lettura del Parlamento il 30 novembre prossimo". E' l'auspicio di un gruppo trasversale di eurodeputati -Carlo Casini (Ppe), Patrizia Toia (Alde), Mario Mauro (Ppe), Roberta Angelilli (Uen) e Hiltrud Breyer (Verdi)- che sul tema hanno tenuto a Strasburgo una conferenza stampa. Secondo i cinque parlamentari, "purtroppo nei documenti approvati fino ad ora dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Commissione vi e' una grave equivocita': vogliamo ribadire la nostra convinzione di escludere in futuro il finanziamento europeo della distruzione di embrioni umani a scopi sperimentali, incentivati dall'Unione europea". Per questo chiedono "piccole modifiche che non ritarderanno l'approvazione definitiva del Programma e, quindi, non ostacoleranno il sostegno della ricerca complessiva europea". - Usa. Genzyme ha acquistato AnorMed Genzyme Corporation acquisisce AnorMED Inc., e con questa societa' anche un principio attivo molto promettente nei nei settori dei trapianti e dell' oncologia. Lo annuncia la stessa Genzyme con una nota in cui si riferisce dell'operazione, effettuata attraverso l'offerta di acquisizione di tutte le azioni AnorMED a 13,50 dollari per azione, per un totale di circa 584 milioni di dollari. Secondo la nota, al termine dell' operazione l'azienda biotech americana ha accettato e corrisposto il pagamento di circa 41,5 milioni di azioni, pari al 96% delle azioni in circolazione. 'Siamo molto soddisfatti di aver completato l'acquisizione di AnorMED che rafforza la presenza di Genzyme nel settore dei trapianti e dell'oncologia', ha dichiarato Henri Termeer, Presidente e amministratore delegato di Genzyme, grazie all' introduzione di un promettente farmaco, sviluppato da AnorMed e non ancora in commercio, 'utilizzato per il trapianto delle cellule staminali. Stiamo ora lavorando -ha continuato Termeer- per raggiungere un' efficiente integrazione tra le due Societa' che ci consenta di ultimare rapidamente lo sviluppo di questo nuovo farmaco e di renderlo disponibile in tutto il mondo'. In particolare, la nota riferisce che 'il reclutamento in due importanti trial di fase 3' per la cura con questo farmaco 'rispettivamente del mieloma multiplo e del linfoma non-Hodgkin e' stato gia' completato'. Il principio attivo in questione 'ha dimostrato, in diversi studi precedenti, di aumentare rapidamente il numero di cellule staminali in circolazione nel sangue, fase essenziale per la preparazione del paziente al trapianto delle stesse'. E L' aumento del numero di cellule staminali raccolte puo' migliorare gli esiti per il paziente in due modi: da un lato, aiutando i pazienti precedentemente non idonei a raggiungere la soglia di idoneita' prevista per il trapianto e, da un altro, aumentando il livello di cellule staminali raccolte nei pazienti gia' idonei, cosi' da migliorare la riuscita del trapianto stesso. Genzyme prevede di commercializzare questo farmaco 'presso ematologi e a centri di trapianto di midollo osseo attraverso la propria divisione trapianti, in oltre cinquanta paesi nel mondo'. - Usa. Michael J. Fox a Bush: ora piu' fondi per la ricerca con le staminali Michael J. Fox, la popolare star di Hollywood ammalata del morbo di Parkinson, ha sollecitato il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, e la nuova maggioranza democratica del Congresso a lavorare insieme per varare una legge che permetta di stanziare fondi per la ricerca scientifica sulle cellule staminali. Fox, 45 anni, ha chiamato Bush chiedendo di riconsiderare la sua politica restrittiva e severa sulla limitazione degli stanziamenti. "Il presidente Bush ha preso atto che i cittadini americani vogliono un cambiamento, e ha promesso che lavorerà insieme ai nuovi leader del Congresso", ha dichiarato Fox in una nota diffusa lo scorso 11 novembre. "Non deve fare di più dell'apporre la propria firma su una legge che finalmente ampli l'impegno del paese nella ricerca delle cellule staminali". L'attore ha inoltre ringraziato i nuovi leader di Camera e Senato, da sempre sostenitori della necessità di una modifica della legge sulle ricerche. "Vorrei ringraziare il presidente della Camera Nancy Pelosi, e quello del Senato Harry Reid per aver confermato il loro impegno di includere la questione della ricerca delle cellule staminali tra le loro priorità". L'impegno di Michael J. Fox in questa campagna elettorale è stato notevole specie per quei candidati sostenitori dello stanziamento di fondi governativi per le ricerche sulle cellule staminali embrionali per la cura di malattie come diabete e Parkinson. Grazie anche a uno spot girato nell'ambito della campagna elettorale della candidata democratica al Senato Claire McCaskille e nel quale l'attore era ripreso con un accentuato tremore di tutto il corpo come effetto della sua malattia. Il suo contributo però è stato determinante per l'approvazione del referendum in Missouri e per la vittoria della McCaskille nel medesimo stato. - Italia. Lamezia Terme. Attivo nuovo centro di raccolta del cordone ombelicale L' Azienda sanitaria di Lamezia Terme ha predisposto un sistema organizzato per la donazione del cordone ombelicale. Il punto prelievo di Lamezia Terme, accreditato dalla Regione dopo un periodo di formazione del personale interessato, -e' detto in un comunicato dell' azienda- e' operativo dal primo di ottobre ed e' stato realizzato su proposta del direttore del Centro trasfusionale, Sebastiano Sofi, grazie alla disponibilita' del direttore generale dell' azienda Angela Di Tommaso. 'Con questo gesto, da compiere subito dopo il parto -e' scritto in un comunicato- le neo mamme potranno contribuire alla lotta contro le malattie del sangue. Fino a qualche anno fa, dopo il parto, placenta e cordone venivano gettati. Il sangue ombelicale puo' rappresentare, come studi recenti evidenziano, una fonte alternativa di cellule staminali da utilizzare nel trattamento di numerose malattie, non solo del sangue, e ha gli indubbi vantaggi di essere conservato per molto tempo e di essere sempre disponibile al momento del trapianto di midollo. Il campione prelevato in sala parto viene consegnato al Centro trasfusionale dell' Azienda sanitaria e valutato. Se ritenuto idoneo, si avvia alla Banca del sangue cordonale, presso il Centro trapianti di midollo osseo di Reggio Calabria -accreditato secondo le norme europee e mondiali, dove il sangue viene congelato, conservato in azoto liquido e messo a disposizione della comunita' internazionale'. - Europa. Accesso diretto al trattamento con cellule staminali in Cina Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa inviatoci dalla Beike Europe. Finalmente un canale diretto per accedere al trattamento con cellule staminali direttamente dall'Europa tramite la Beike Europe SA. Shenzhen Beike Biotechnology Co. Ltd. è un'azienda fondata con capitali forniti dalle Università di Pechino e Hong Kong e dal Municipio di Shenzhen, e sostenuta da fondi monetari nazionali. La collaborazione per la ricerca è una sinergia fra le università di Pechino, Hong Kong, Zhongshan, Guiyang, Zhengzhou e l'Università Medica dell'Esercito. Nei laboratori Beike e in quelli delle Università sopra enunciate, lavora uno staff di oltre 60 fra ricercatori e medici. Beike Europe SA è la rappresentanza europea della Shenzhen Beike Biotechnology Co. Ltd. ed è stata voluta da un imprenditore, affetto da Sclerosi Multipla dal 1994, che così sintetizza la sua esperienza: "Ero stanco di sentirmi dire dai medici "Non c'è niente da fare...", quindi quando venni a conoscenza della possibilità di andare in Cina tramite un servizio giornalistico visto in televisione, immediatamente iniziai la mia ricerca in internet cercando di informarmi dove in quel paese trattassero con le cellule staminali e con quali tecniche. Trovai, dopo varie ricerche, l'istituto più all'avanguardia in Cina che si occupava di malattie come la mia, ovvero il Gruppo Beike. Scoprii inoltre che in quel paese erano migliaia le persone che avevano tratto enormi benefici dai trattamenti. Presi così contatto con la Beike inviando la mia richiesta di informazioni generali. Iniziai il mio itinerario da buon pioniere, senza sapere esattamente che cosa sarebbe successo e, non lo nascondo, con un certo timore. All'inizio l'immagine dei cinesi ai miei occhi non era certo elevata, credevo che in campo medico fossero molto indietro rispetto a noi. Una volta arrivato a Shenzhen (Repubblica Popolare Cinese, a circa 200 km da Hong Kong) mi resi conto invece che Beike era un'organizzazione seria e preparata in questo genere di trattamenti, avendo iniziato le ricerche negli anni '90, lanciando il progetto pratico già nel 2001, ed ottenendo incredibili reazioni positive nella cura delle malattie neurodegenerative. I medici della Beike ottennero eccellenti risultati anche nel curare la mia Sclerosi Multipla per mezzo delle staminali: mi sentivo un uomo rinato, avevo ripreso quasi totalmente il controllo di me stesso. Riflettendo su tutto questo, avvertii come un mio dovere morale mettere la mia esperienza a disposizione di tutti coloro che soffrono di malattie quali sclerosi laterale amiotrofica, ictus, sclerosi multipla, lesioni alla colonna vertebrale, atassia, autismo, lesioni cerebrali e quant'altro. Queste persone soffrono, e spesso non sanno a chi rivolgersi, o di chi fidarsi davvero. Spesso si rivolgono così a medici i quali, vuoi per gli impedimenti di natura giuridica che finora hanno ostacolato il diffondersi di questa terapia, vuoi per riserve di ordine religioso, non sono in grado - o semplicemente non hanno intenzione - di mettere questi malati al corrente della terapia a base di staminali. Beike Europe nasce quindi dal desiderio di rendere nota la mia esperienza e far conoscere questo gruppo così all'avanguardia a più persone possibili. Nell'offrire loro questa grande opportunità, voglio risparmiare ad altri pazienti le innumerevoli difficoltà pratiche e psicologiche con cui mi sono dovuto personalmente confrontare prima di imbattermi nella Beike, non ultime le false speranze alimentate in me da altri tipi di cure". Beike Europe intende quindi mettere a disposizione di tutti gli interessati che ne faranno richiesta questa possibilità di trattamento nell'ambito delle patologie neurodegenerative ad un costo equo, evitando loro nel contempo speculazioni e raggiri. Per informazioni è possibile consultare il sito http://www.beike.ch/ Beike Europe SA Andrea Mazzoleni, vicepresidente - Spagna. Critiche alla legge sulla clonazione Observatorio de Bioetica de la Universidad Catolica de Valencia San Vicente Martir ha pubblicato un rapporto sul progetto di legge di ricerca biomedica proposto recentemente dal Governo, in cui fa notare "tra gli altri aspetti negativi, l'autorizzazione, per la prima volta in Spagna, della clonazione di esseri umani a fini sperimentali e la distruzione dell'embrione per ottenere cellule staminali". Il rapporto vuole offrire una riflessione costruttiva sul nuovo testo legislativo perche' siano valorizzati soprattutto i suoi aspetti etici, rilevano fonti della UCV. Il testo "che e' ambiguo e contraddittorio, pur contenendo alcuni aspetti positivi, autorizza la clonazione in quanto permette il trasferimento nucleare a fini terapeutici o di ricerca". In questo senso "poiche' la clonazione umana non ha dato nessun risultato positivo dal lato terapeutico, la legge sembra diretta a creare embrioni umani, attraverso la clonazione, da poter utilizzare in sperimentazioni biomediche". Se la legge venisse approvata dal Parlamento, la Spagna sarebbe il decimo Paese al mondo a legalizzare la clonazione di esseri umani, insieme a Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Corea, Cina, Giappone, Singapore, Australia ed Israele, affermano gli esperti di bioetica della UCV. Nello stesso tempo, il disegno di legge "ratifica la possibilita' da utilizzare embrioni umani oppure organi o tessuti per ricerche biomediche, e riduce il valore ontologico dell'embrione umano preimpiantato, che viene definito pre-embrione per propiziarne l'uso come materiale di sperimentazione". Il documento segnala anche che la legge prevede la creazione di una commissione di garanzia i cui membri saranno nominati da organismi governativi "al posto di associazioni scientifiche o di bioetica indipendenti". Esiste poi un manifesto, redatto dall'accademico di Biochimica e Biologia Molecolare dell'Universita' di Valencia Luis Franco Vera, membro della Real Academia de Ciencias Exactas, Fisicas y Naturales cui stanno aderendo scienziati, professori universitari, professionisti in biomedicina di varie universita', centri di ricerca ed altre istituzioni. Nel testo, i firmatari, "partendo da una posizione di rispetto per il compito che compete ai deputati, cosi' come ai membri del Governo, dissentono da alcuni dei contenuti del testo legislativo menzionato". Nello stesso tempo, il manifesto si appella ai ricercatori e ai mezzi di comunicazione affinche' evitino di creare "false speranze dall'uso delle cellule staminali di origine embrionale, giacche' queste cellule non hanno dato luogo, finora, ad applicazioni realmente terapeutiche negli esseri umani". Aggiunge poi che non si puo' ignorare il fatto che, in piu' del 60% degli animali cui sono state impiantate cellule embrionali, si sono manifestati dei tumori. - Usa. Iniezione di staminali nel midollo aiuta i pazienti col diabete Un'équipe dell'Universita' di Tulane (New Orleans) ha dimostrato che nei topi il diabete migliora attraverso l'iniezione di cellule staminali del midollo osseo umano. L'esperimento ha avuto effetti positivi nella produzione difettosa d'insulina nelle cellule del pancreas, e ha mitigato i danni ai reni causati dal diabete. Gli studiosi hanno selezionato topi diabetici con un alto livello di zucchero nel sangue e i reni danneggiati in conseguenza della malattia. Una volta iniettate le cellule staminali, dopo tre settimane il tasso d'insulina e' aumentato, mentre il livello zuccherino e' diminuito. Per di piu', il trattamento ha migliorato la funzione di filtro dei reni. Il dottor Darwin Prockop, responsabile dell'esperimento, ha ammesso di non sapere con certezza se i reni siano migliorati in conseguenza del calo degli zuccheri oppure perche' le cellule umane li hanno aiutati a ripararsi. Comunque, i ricercatori sono sicuri che "le cellule staminli permettono miglioramenti dei reni nei topi diabetici, cosi' come riparano le cellule che producono insulina nel pancreas". Il passo successivo e' diretto ad esperimenti clinici su persone malate di diabete, a partire da coloro che hanno anche i reni danneggiati. Si trattera' di iniettare nel paziente "un numero elevato delle sue cellule staminali adulte, e vedere se i livelli degli zuccheri nel sangue si abbassano, se la secrezione d'insulina nel pancreas aumenta e se i reni migliorano". Considerando che sono 140 milioni le persone al mondo malate di diabete, la nuova scoperta apre una porta importante. - Italia. Interrogazione parlamentare sul conflitto di interessi per i finanziamenti alla ricerca Non ci sono soldi per la ricerca scientifica? Si trovano alcune briciole e con esse si spera di comprare il voto della sen. Rita Levi Montalcini. Il problema, a mio avviso, non sono i soldi, ma da dove questi arrivano e come sono gestiti. Nel primo caso si dovrebbe aprire alla concorrenza e al mercato, favorendo l'ingresso di privati italiani e stranieri che possano trarne un profitto. Per la gestione dei fondi, c'e' bisogno di riforme cosi' profonde che una Finanziaria non potra' mai affrontare. Per cercare di dipanare la situazione tragica in cui ci troviamo, ho presentato una nuova interrogazione parlamentare sul conflitto di interessi tra controllori e controllati. In risposta ad una mia interrogazione (http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=18) presentata in Commissione Affari Sociali e realizzata con la collaborazione dell'associazione Luca Coscioni, il 17 ottobre scorso il sottosegretario alla Salute, Serafino Zucchelli, aveva confermato l'esistenza di un vero e proprio conflitto di interessi sui finanziamenti alla ricerca per le cellule staminali adulte. Nel 2001, come diffuso nel comunicato numero 442, l'ISS (Istituto Superiore della Sanita') istituisce la Commissione nazionale per le cellule staminali che stanzia un finanziamento di 7,5 milioni di euro, da erogare nei tre anni successivi in tre bandi per la durata di un biennio, per la ricerca con le cellule staminali adulte. Come sono stati distribuiti questi soldi, chi li ha distribuiti, dove sono i risultati dei progetti conclusi? Queste alcune domande della mia precedente interrogazione. Nelle sue risposte, del tutto insufficienti alla mie richieste, il sottosegretario, ha affermato che ben sette componenti della commissione (su 12) hanno presentato progetti poi finanziati; per un ottavo progetto il componente della commissione svolgeva un ruolo secondario (chissa' se il suo ruolo sia stato secondario anche nella decisione di assegnare dei fondi!). Ma non basta! l'incompletezza delle risposte datemi non ha fatto altro che alimentare ancora di piu' la mia curiosita', probabilmente fastidiosa per alcuni ma decisamente importante per tutti quei ricercatori che non sono riusciti a ottenere i finanziamenti solo perche' non membri della Commissione. Per questo rivolgo al Ministro della Salute una nuova interrogazione che spero mi aiuti e aiuti tutti a capire come sono utilizzati i soldi pubblici per la ricerca in Italia. Chiedo: quali studi siano stati realizzati, chi abbia scelto i progetti a cui assegnare i finanziamenti, quali ricercatori abbiano ricevuto i fondi, quali e quanti di loro facevano parte della commissione, che fine abbiano fatto i soldi del terzo bando che non si e' mai tenuto per esaurimento dei soldi e perche' non siano stati resi pubblici i risultati delle ricerche fatte, come i metodi di selezione di tutti coloro che hanno partecipato all'assegnamento dei fondi. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=190 - Italia. Trovati 110 milioni di euro in piu' per la ricerca "Ora ci sono 110 milioni in più per l'università e la ricerca". Lo ha detto il ministro Fabio Mussi, al termine dell'incontro con il collega dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa a Palazzo Chigi lo scorso 14 novembre. "Sessanta milioni sono stati già dentro un emendamento depositato. Ora occorre fare un ulteriore sforzo, non per avere abbondanza, ma per poter ripartire". In precedenza la Rosa nel pugno aveva annunciato «astensione a oltranza» alla Camera se non ci fosse stata una marcia indietro sui tagli all'università e alla ricerca, dopo che già venerdì scorso la senatrice a vita Rita Levi Montalcini aveva minacciato di non votare la Finanziaria al Senato se i tagli fossero rimasti, minaccia rientrata dopo che il governo aveva già fatto alcune concessioni. - Italia. Torino. Al Regina Margherita prima cell factory in Piemonte Entro marzo aprira' i battenti la prima 'cell factory' del Piemonte. Sara' allestita all' ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Il laboratorio di ricerca, che sara' parte integrante del dipartimento di immuno-infettivologia e onco-ematologia diretto da Enrico Madon, avra' caratteristiche strutturali e funzionali adatte alla manipolazione delle cellule staminali a fini terapeutici. Ne ha parlato oggi lo stesso Madon, alla presentazione del torneo di calcio a scopo benefico che si svolgera' sabato al Parco Ruffini. Il laboratorio ha l' obiettivo ambizioso di avviare sperimentazioni cliniche con cellule 'immature', opportunamente trattate in vitro, su pazienti oncologici, ma non solo. A beneficiare delle nuove cure messe a punto grazie alla 'cell factory' potranno essere anche i cardiopatici e i pazienti con malattie neurodegenerative, a partire dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla). 'Tengo a precisare che non tratteremo cellule staminali embrionali', ha detto Madon. Il progetto, uno dei pochi italiani, e' stato finanziato con fondi pubblici e con consistenti donazioni di enti privati, in particolare della Compagnia di San Paolo e della Paideia. Accanto al nuovo laboratorio di ricerca verra' riaperto il reparto di degenza, rimesso completamente a nuovo in un anno e mezzo di lavori. L'intera operazione e' costata oltre due milioni di euro. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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