AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2008-7 del 1 Aprile 2008 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Il danno erariale. Come difendersi dallo spreco di denari pubblici http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=237 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=237 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=237 - La scheda. CREDITO AL CONSUMO (finanziamenti, carte revolving, etc.): LE REGOLE http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=215218 - La pulce nell'orecchio. ICE (In Caso di Emergenza). OVVERO: COME UN PROMEMORIA SUL CELLULARE http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Cervello e Potere. L'Italia dei "cloni", dei "tossicodipendenti" del potere http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Telecom e 899. Condanna del giudice di pace di Firenze http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. La tipicita' italiana difesa dagli stopper e il vero rilancio delle tradizioni http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php - Articoli. Gli articoli pubblicati sul portale dell'Aduc. ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Ogni settimana viene edita una Newsletter. - Aduc Salute – su liberta' di cura e di ricerca scientifica. Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. A questo indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/salute - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter. - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione - Aduc Tlc – il portale sui diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc ------------------------------------------- EDITORIALE Il danno erariale. Come difendersi dallo spreco di denari pubblici Ci sono poche cose che fanno arrabbiare il cittadino piu' dello spreco di denaro pubblico. E da noi, come sappiamo, le occasioni per arrabbiarsi non mancano. Ma cos'altro possiamo fare? Possiamo, infatti dobbiamo, denunciare ogni spreco alla Corte dei Conti, anche se il danno erariale -ovvero la perdita, distruzione, sottrazione di beni o valori della pubblica amministrazione, oppure mancato guadagno- e' di pochi euro. E' proprio sulle piccole cifre, spese nell'indifferenza, che spesso avvengono gli scempi piu' gravi. Oltre alle classiche "cattedrali nel deserto" (lavori pubblici mai terminati oppure eccessivamente costosi), ecco alcuni esempi che possono colpirci nel quotidiano: - si fa ricorso contro un verbale di contravvenzione viziato ed il giudice di pace ci da' ragione. Oltre ad averci fatto perdere la giornata in tribunale, l'errore della pubblica amministrazione costa alle casse dello Stato: il mancato introito dell'importo della multa, i costi della notifica del verbale, i costi del tempo impiegato dagli agenti di polizia nell'elevare e redigere il verbale, i costi di difesa in tribunale. Insomma, una multa 'annullata' per divieto di sosta (euro 36) puo' costare ai cittadini ben oltre 100 euro di danni. - la Rai, un consorzio di bonifica, il Comune, etc. vi intimano con una lettera a pagare un importo gia' pagato o comunque non dovuto. Anche in questo caso l'errore della pubblica amministrazione produce un danno: i costi di spedizione della lettera, il tempo impiegato per redigere la lettera, la carta, l'inchiostro, etc. Il tutto moltiplicato per il numero di cittadini a cui e' stata inviata la lettera. Cosa e' e cosa fa la Corte dei Conti La Corte dei conti e' un organo di rilievo costituzionale, autonomo ed indipendente da altri poteri dello Stato, che vigila sulla corretta gestione delle risorse pubbliche, sul rispetto degli equilibri finanziari complessivi, sulla regolarita', efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa. In base all'articolo 100 della Costituzione, la Corte dei Conti svolge: - un controllo preventivo di legittimita' sugli atti del Governo; - un controllo successivo sulla gestione del bilancio dello Stato; - un controllo sulla gestione finanziaria degli enti cui lo Stato contribuisce una via ordinaria. Accanto a queste funzioni, ve ne sono altre, introdotte da leggi ordinarie, che trovano il loro fondamento nell'art. 97 della Costituzione (principio del buon andamento degli uffici pubblici), nell'art. 81 (rispetto degli equilibri di bilancio) e nell'art. 119 (coordinamento della finanza pubblica). Purtroppo alcune di queste leggi (specialmente negli anni '90) hanno pesantemente -quasi irrimediabilmente- limitato i poteri di controllo e di indagine, nonche' le risorse, della Corte dei Conti. I motivi per cui la "politica" ha voluto sottrarre poteri alla Corte e' ovvio a chiunque conosca anche superficialmente il sistema clientelare di "autofinanziamento" della gran parte dei partiti politici, specialmente a livello locale: appalti, societa' partecipate, consulenze esterne, assunzioni 'truccate', spese ingiustificate, etc. Cio' non toglie che la Corte dei Conti continui a svolgere una funzione fondamentale di controllo della spesa pubblica senza la quale una democrazia rischia di degenerare in una pericolosa forma di aristocrazia partitica -per molti, questa degenerazione e' gia' molto avanzata. Sta quindi al cittadino compensare quanto piu' possibile alle limitazioni imposte, segnalando alla Corte dei Conti comportamenti della pubblica amministrazione che causano danno erariale. Un danno alle finanze pubbliche e' un danno a tutti i cittadini che, in mancanza di una efficace azione della Corte dei Conti, saranno poi costretti a porvi rimedio di tasca propria pagando piu' tasse. Chi e' sottoposto al giudizio della Corte dei Conti Tutti gli amministratori, dipendenti pubblici e soggetti che siano legati alla pubblica amministrazione da un rapporto d'impiego o di ufficio. Non solo gli impiegati pubblici, quindi, ma anche i titolari di incarichi elettivi (es: ministri, sindaci, presidenti di regione e provincia, etc.), incarichi onorari, e tutti coloro che svolgono funzioni pubbliche. Sono sottoposti alla giurisdizione della Corte anche: - i soggetti estranei alla pubblica amministrazione ma inseriti in modo stabile nel proprio apparato organizzativo (es: direttori di lavori pubblici, consulenti esterni, etc.); - gli amministratori degli enti pubblici economici (es: consorzi di bonifica, etc.) e delle s.p.a. partecipate in modo totalitario o prevalente da pubblici poteri (es: Poste, Trenitalia, Alitalia, Rai, etc.). Come segnalare La segnalazione (che puo' prendere il nome di "esposto", "denuncia" o quant'altro) puo' essere fatta senza particolari formalita': basta inviare una lettera raccomandata a/r alla Procura della Corte dei Conti in cui si descrivono e documentano i fatti che si ritengono dannosi per le finanze pubbliche. La segnalazione non comporta alcuna conseguenza o onere (se non il costo della raccomandata). La Corte dei Conti e' tenuta a mantenere il riserbo assoluto sulla provenienza delle segnalazioni. Questo per proteggere in particolar modo quegli impiegati pubblici piu' coraggiosi che decidono di denunciare i propri colleghi o superiori che abusano del denaro di tutti noi. A chi segnalare Alla Procura regionale della Corte dei Conti della Regione in cui hanno avuto luogo i fatti denunciati. Qui tutti gli indirizzi: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=215219 (Pietro Yates Moretti) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono cinque, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo SPAGNA / Multata Telefonica per negligenza L'Agenzia spagnola per la riservatezza personale ha imposto una multa di 60.101, 21 euro a Telefonica per rivelazione di dati dei clienti, in conseguenza a un problema tecnico occorso al portale Terra. Telefonica venne a sapere del guasto nell'ottobre 2005 attraverso un giovane barcellonese che, scoperto l'errore, contatto' la compagnia chiedendole un milione di euro per evitare la denuncia dei fatti, secondo quando rileva l'Agenzia. Dopo il rifiuto della multinazionale a dargli quella cifra -e che risolse subito il problema-, il giovane, esperto in informatica, denuncio' alla Procura il fatto che si potesse accedere alle informazioni dei clienti di Terra (proprieta' di Telefonica Espana) attraverso il suo portale in Internet. Sebbene l'operatore abbia negato il dolo, secondo l'Agenzia, l'errore che ha consentito l'accesso ai dati personali degli utenti di Terra -indirizzo postale, contrassegni o dati delle carte di credito-, si configura come "inadempimento delle dovute norme di sicurezza" che, a sua volta, "procura un vulnus nell'obbligo del segreto professionale". Tuttavia, l'ente di garanzia ha fissato una sanzione che considera di "quantita' minima" poiche' ha riconosciuto la non intenzionalita' di Telefonica. ITALIA / Telefonia fissa in crisi. Calano gli investimenti in infrastrutture A investire nell'innovazione sono soprattutto le famiglie, mentre la pubblica amministrazione spende poco. I dati Assinform sul settore dell'Ict (informatica, telefonia, Internet, ecc.) evidenziano che nel 2007 il fatturato e' cresciuto poco (piu' 0,9%) portandosi a 64,39 miliardi di euro. Ancora piu' bassa la crescita del sotto-settore delle telecomunicazioni, che hanno evidenziato un misero piu' 0,4%. Ma se consideriamo un aggregato ancora piu' ristretto, quello legato alla telefonia fissa, si passa al rosso: meno 1,3%. Al contrario la domanda legata alla telefonia mobile e' cresciuta dell'1,8%. Ancora piu' grave e' il dato degli investimenti in infrastrutture, mentre nel mondo si e' registrato nel 2007 un incremento del 4,1%, in Italia si e' avuto un calo del 4,7%. Il piano di informatizzazione della Pa e' fallito, commenta Ennio Lucarelli, presidente di Assinform, mentre le famiglie hanno fame di innovazione, come dimostra il raddoppio degli accessi alla banda larga, passati da una diffusione dell'11,6% del 2005 al 22,6% dello scorso anno. Al contrario la domanda di hi-tech nella Pa e' scesa dello 0,6%. ITALIA / Continua la migrazione sanitaria da Sud a Nord Nel 2005 quasi 900 mila italiani hanno scelto di farsi curare al di fuori della propria regione. Ma e' piu' corretto dire che c'e' stata una migrazione sanitaria da Sud a Nord, alla ricerca di cure e ricoveri. Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata sono le regioni che 'esportano' di piu', al contrario quelle che accolgono pazienti sono principalmente Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Fa eccezione il Piemonte, unica grande regione del Nord a 'esportare' pazienti. I dati del ministero della Sanita' evidenziano una crescita rispetto al 2004 dello 0,7%. ITALIA / Bollette gonfiate: e' in Gazzetta la delibera contro 899 e satellitari E' stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il provvedimento dell'Agcom che mira a porre un freno allo stillicidio delle bollette gonfiate. La delibera 418/07/Cons www.agcom.it/provv/d_418_07_CONS.htm#all_A prevede che dal giugno prossimo chi vorra' utilizzare numerazioni a valore aggiunto (899 e similari) dovra' farne esplicita richiesta. Prima di giugno i gestori dovranno rendere effettiva la possibilita' di disabilitare gratuitamente le numerazioni agli utenti che ne faranno richiesta. Dopo quella data, chi non avra' espresso volonta' contraria avra' la disabilitazione automatica. Inoltre, su richiesta dell'abbonato, i gestori telefonici accludono all’invio relativo alla fattura due distinti bollettini di conto corrente, contenuti in un’unica busta, uno per il pagamento di eventuali servizi a sovrapprezzo e uno per il pagamento del rimanente traffico e dei servizi supplementari. S.ARABIA / A fine anno le donne saudite potranno guidare, forse E' stata approvata dal Parlamento ed e' ora al vaglio del Governo una legge che in Occidente farebbe inorridire, ma che e' un passo in avanti rispetto al divieto assoluto attualmente in vigore, che e' stato qualche giorno fa pubblicamente contestato da una intellettuale www.aduc.it/dyn/ucquot/noti.php La nuova legge permettera' alle donne con piu' di 30 anni di guidare dalle 7 alle 20 di sera, non potranno essere truccate e dovranno avere l'autorizzazione scritta del tutore (marito o padre). La guida e' consentita senza accompagnatore nei centri urbani (al di fuori delle citta' dovranno essere accompagnate dal tutore), inoltre dovranno pagare anche una sovrattassa. ITALIA / Giustizia civile, costi in aumento: una causa costa piu' di 600 mila euro Definire una causa civile costo oltre 600 mila euro. E' una stima data dal rapporto tra i costi dei magistrati, del personale amministrativo e delle spese per i beni impiegati nella giustizia civile nel 2006. Il dato e' ovviamente 'non scientifico' ma evidenzia in pieno l'inefficienza della macchina. A fare la stima e' Italia Oggi su dati del Ministero. Da notare che i costi tra il 2001 e il 2006 sono cresciuti, arrivando a circa 2,5 miliardi di euro per definire 3,8 milioni di procedimenti. In calo, invece, gli investimenti relativi agli immobili. MONDO / Il disastro del vaccino anti-Aids: fa piu' male che bene Il vaccino anti-Aids allo studio da 20 anni non avrebbe alcuna efficacia. Anzi i primi risultati delle sperimentazioni dimostrerebbero che per i vaccinati aumenta il rischio di contrarre la malattia. Vanno in fumo, cosi', milioni e milioni di euro investiti nella ricerca. ITALIA / Treni: calano i furti per chi viaggia Nei primi due mesi dell'anno sono calati di oltre il 30% i furti sui treni e nelle stazioni. A gennaio in totale ci sono stati 693 furti denunciati (-34%, rispetto allo stesso mese del 2007), a febbraio 658 (meno 37%). Nel 2007 ci sono stati in totale oltre 11 mila furti, divisi quasi equamente tra quelli commessi in viaggio e quelli nelle aree delle stazioni. Roma vanta il record negativo della stazione piu' a rischio: nel 2007 i casi sono stati denunciati 2.326 furti. Milano ne ha meno della meta', a seguire Firenze e Bologna. ITALIA / In caso di emergenza consentita la vendita dei farmaci senza ricetta In situazioni di emergenza, quando e' difficoltoso rintracciare il medico, anche senza ricetta si potra' ottenere un farmaco. Lo prevede un decreto ministeriale che disciplina l'erogazione urgente dei farmaci (come previsto dal codice dei medicinali: Dlgs 274/2007). Le regole puntuali sono frutto dell'accordo della conferenza Stato-Regioni. Il paziente (malato cronico o fresco di dimissioni ospedaliere) dovra' anticipare il pagamento dei farmaci. ITALIA / Abolendo le province, risparmi di 10 miliardi all'anno Abolire le province conviene: farebbe risparmiare oltre 10 miliardi di euro all'anno. Il conteggio lo ha fatto l'Eurispes, che ha effettuato la stima lasciando immutata il costo del personale (che sarebbe destinato ad altre istituzioni pubbliche). ITALIA / Sanita': spendiamo di tasca nostra 25 miliardi in prestazioni non coperte dal Snn Per l'assistenza sanitaria non pubblica spendiamo 25 miliardi all'anno, e solo il 17,6% di questa e' coperta da assicurazioni private, Casse, Fondi o societa' di mutuo soccorso. In prevalenza si sceglie di rivolgersi al privato per visite specialistiche, il 57% del totale. Se e' consolidato l'accollarsi le spese dentistiche (il 92% delle quali le paga direttamente il cittadino), sono in aumento le prestazioni a pagamento in campo urologico, cardiologico e geriatrico. ITALIA / Calabria: la Corte dei conti boccia i regali natalizi ai consiglieri La Corte dei conti della Calabria ha condannato alla rifusione del danno l'ex presidente del Consiglio regionale per aver omaggiato, con soldi pubblici, i consiglieri regionali di un gadget firmato (borse, penne, orologi, ecc.) in occasione delle festivita' natalizie. La spesa complessiva incriminata ammonta a poco piu' di 50 mila euro. La sentenza numero 112/2008, sancisce il principio che queste spese non soddisfano alcun interesse pubblico, bensi' un fine privatistico. Da qui la condanna per danno erariale. ITALIA / Campania: il vero rischio e' la diossina nel latte materno Il direttore del Cnr-Ispaam di Napoli lancia l'allarme diossina nel latte materno. Piu' che i tasso elevato nei latticini, e' di questo che occorrerebbe preoccuparsi, secondo Leopoldo Iannuzzi. Il rischio per il neonato e' quello di assumere dosi 28 volte piu' di quelle tollerate. ITALIA / Portabilita' mutui. L'Abi ammette: le banche finora non hanno rispettato la legge I mutuatari potranno essere rimborsati dalle banche per tutte le spese e commissioni non dovute, richieste per il trasferimento del mutuo: lo ha affermato Massimo Roccia, responsabile dell'area Consumatori dell'Abi, interpellato da Iene Show, il programma di Italia 1 che va in onda il venerdi'. Le Iene hanno indagato sull'applicazione della legge Bersani (40/2007 entrata in vigore lo scorso 3 Aprile), che consente di trasferire un mutuo ad un'altra banca, senza spese, oneri e penali. Le Iene hanno scoperto che su 38 sportelli di banche italiane, soltanto due offrono realmente al consumatore questa possibilita'. L'Associazione Bancaria Italiana ha chiesto scusa dichiarando che tutte le banche saranno uniformate entro maggio e che i consumatori potranno chiedere il rimborso delle spese sostenute per il trasferimento del mutuo (che superano i 2.000 euro). ITALIA / Sconto fiscale sui farmaci: deroga per il 2007 allo scontrino parlante Sconto fiscale sui farmaci anche senza scontrino parlante. La circolare dell'Agenzia delle entrate numero 30 ha concesso una deroga alla regolamentazione introdotta dalla Finanziaria 2007, che prevede l'indicazione del nome dei farmaci acquistati, la quantita' e il codice fiscale dell'acquirente sullo scontrino. La deroga vale solo per gli acquisti fino al 31 dicembre 2007 (bastera' un'autocertificazione del contribuente), per quelli del 2008 occorrera' rispettare puntualmente le regole. La circolare e' stata emanata a seguito delle numerose segnalazioni riguardanti le difficolta' dei consumatori a rispettare le prescrizioni, anche per la mancata 'collaborazione' dei farmacisti. ITALIA / Il ritorno dei prodotti sfusi L'esigenza di risparmiare e le preoccupazioni ambientali e per l'eccesso di rifiuti potrebbero far tornare in auge il comprare prodotti sfusi, riutilizzando piu' volte le confezioni. In questo senso vanno gli accordi che la Regione Piemonte ha stipulato a partire dal 2006 con le catene di distribuzione (Auchan, Coop, Crai). A seguire Toscana, Reggio Emilia, Puglia. L'obiettivo e' diffondere nei supermercati dei distributori self service di vari prodotti: all'inizio il detersivo, ora anche latte e altri articoli alimentari. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA MEDICI OBIETTORI PER LA SPIRALE CONTRACCETTIVA? MEDICI DELINQUENTI Ci ha scritto una persona di Genova raccontandoci cosa e' accaduto ad una sua amica che abita in Lombardia. La lettera e' stata inviata alla rubrica "Cara Aduc" dove, quotidianamente, vengono pubblicate le lettere di chi ci scrive e le nostre risposte. Ecco il testo di questa significativa lettera e la nostra risposta. Salve, premetto che probabilmente questo non è il luogo più adatto per questo genere di consiglio, ma non so dove altro rivolgermi, se foste così gentili da potermi dare qualche delucidazione ve ne sarei veramente molto grato. Un'amica si è recata in un consultorio per l'applicazione di una spirale intrauterina, per evitare future gravidanze indesiderate. La dott.sa presente si è rifiutata per motivi di coscienza, a parer suo "la spirale bloccando lo spermatozoo prima che raggiunga l'ovulo di fatto esegue un aborto". Al di là dell'assurdità scientifica mi domando se la legge sull'obiezione di coscienza consenta veramente al medico di esercitare o meno pratiche in totale arbitrio o se esista un elenco di cose per cui si può obiettare. Se la dott.sa ha commesso un illecito, quale sarebbe il modo corretto per agire? Tenete presente che in seguito a tre rifiuti su tre richieste (sembra che tutti i consultori lombardi siano perennemente pattugliati da obiettori di coscienza) la mia amica ha rinunciato. Vi chiedo inoltre se è possibile usufruire dei consultori di qualche regione dotata di medici con meno problemi di coscienza riguardo l'altrui condotta. VI ringrazio moltissimo. Risposta dell'Aduc questo medico, a nostro avviso, ha commesso un illecito penale non garantendo il pubblico servizio a cui e' demandato. A parte l'ignoranza scientifica di questo medico che lei ha ben evidenziato, non esiste un diritto all'obiezione di coscienza in merito, diritto invece previsto per l'interruzione di gravidanza. Pertanto le consigliamo un esposto alla procura della repubblica: una raccomandata A/R in cui racconta al magistrato quanto accaduto e chiede se non vi siano gli estremi di un reato. Per l'aspetto pratico, oltre ovviamente a dirle di provare in altri consultori, e' probabile che in regioni vicine, come l'Emilia Romagna, ci siano medici non delinquenti come quello capitato a lei. ALITALIA. DOVREMMO RINGRAZIARE AIR FRANCE. UN DISASTRO ANNUNCIATO. IRRESPONSABILI GOVERNO, PARTITI E SINDACATI Cosa dovremmo dire ad una societa' che acquista una impresa che perde anche quando produce? Dovremmo, ovviamente, ringraziare. E' il caso dell'annunciato acquisto della nostra "compagnia di bandiera" da parte di Air France. Inutile, qui, ripetere quanto ci e' costato, e ci costa, mantenere in piede il baraccone Alitalia. Nel corso degli anni siamo intervenuti cosi' tante volte che ci sono venuti i calli ai polpastrelli (1). Con la scusa della italianita' la nostra compagnia continua a perdere 50mila euro/ora volo. L'Alitalia ha fallito dove invece hanno trionfato le compagnie aeree private: rendere l'aeroplano un mezzo di trasporto popolare, accessibile a tutti. Che interesse hanno i contribuenti italiani a finanziare il salvataggio di Alitalia? Nessuno. Di chi la responsabilita' del fallimento della nostra compagnia? Dei partiti, che appaiono restii a privarsi di un'azienda che, seppur fonte di molti problemi, ha rappresentato una appetibile postazione di potere da occupare con propri uomini. Dall'altra il sindacato, che e' stato una delle cause del declino Alitalia, supportando rivendicazioni che hanno contribuito a mettere fuori mercato la compagnia e che negli anni recenti ha occupato direttamente posti nel Consiglio di amministrazione dell'azienda. Governi, nuovi e vecchi, si sono illusi di poter gestire la questione aggirando le normative europee e attuando la politica del gambero. Insomma il disastro era da tempo annunciato. Ora occorre prenderne atto, a meno che partiti e sindacati non vogliano tirare la corda che significa portare i libri contabili di Alitalia in tribunale per dichiararne il fallimento, il che potrebbe favorire ulteriormente Air France, che comprerebbe la nostra compagnia per le classiche "due lirette". (1) http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=alitalia&tipo=comu TELECOM. MESI E MESI PER ALLACCIARE LE LINEE TELEFONICHE. DOPO FIRENZE LE ESPERIENZE DI NON-UTENTI DI ROMA E MILANO Firenze, Roma o Milano e' lo stesso, Telecom Italia impiega mesi e mesi per allacciare linee telefoniche in nuovi palazzi. Dopo il caso del condominio fiorentino, che ha atteso un anno per avere l'attivazione della linea base [1], ci sono giunte segnalazioni analoghe dalle due capitali italiane. Un non-utente Telecom di Trezzano Rosa, alle porte di Milano [2], attende l'attivazione della linea base dall'agosto 2007. L'ultima 'promessa' del gestore rimanda l'attivazione al 17 giugno 2008. Un suo vicino attende dal giugno 2007, e Telecom ha 'garantito' nell'ultima comunicazione che entro il 18 aprile avrebbe avuto il telefono. Scrive: Io abito in una zona talmente industrializzata che posso scegliere tra 4 cinema multisala e non meno di 6 mega-centri commerciali, nessuno di questi distante piu' di 15 minuti da casa mia. Pero' non ho il telefono. Un utente Telecom di Roma [3] ha fatto la richiesta di l'attivazione di linea base e Adsl nel maggio 2007. Il telefono e' iniziato a squillare solo il 10 marzo 2008, ma per ora niente Adsl. Io abito a Castelverde, lavoro a Pomezia, ma avendo Internet potrei lavorare spesso da casa. Tragitto casa-ufficio e ritorno: 100 km di traffico sul raccordo anulare. Da 1 a 2 ore e mezza a tratta. Ci arrangiamo con diversi cellulari: con un operatore abbiamo 50 MB di connessione al giorno, con un altro abbiamo chiamate urbane ed interurbane con il solo scatto alla risposta. Le ricariche mensili si fanno sentire. Il nostro condominio e' formato da 4 palazzine di 15 appartamenti, 60 famiglie. Le storie narrano un'odissea fatta di appuntamenti non rispettati e continui rimandi. Il fatto che Telecom non riesca ad attivare in tempi 'umani' una linea nei nuovi condomini, e' la conferma che negli ultimi anni la societa' non ha fatto investimenti. Ma c'e' di peggio. Leggendo le lettere che Telecom Italia invia, con le vane promesse di attivazione, si capisce che la societa' e' alla frutta. Come si fa a scrivere in una lettera del 9 novembre 2007, che al momento non e' possibile attivare, perche' ci sono problemi tecnici e che saranno superati "presumibilmente entro l'8 novembre 2007", il giorno prima?. [4] Non si puo' piu' parlare di malafede e furbizia, chi pratica queste 'arti' lo fa con destrezza. Qui siamo di fronte ad una societa' che e' affetta da cialtroneria gestionale e inadempienza contrattuale nei confronti dello Stato, verso cui ha un impegno a garantire il servizio RTG ovunque. Visto il ruolo che ha Telecom Italia nella vita degli italiani, se presto non si trovera' un nuovo assetto al settore, precipiteranno non solo le quotazioni borsistiche del titolo di questa azienda, ma anche quelle tutti gli italiani che per lavoro o per diletto sono costretti loro malgrado a 'scegliere' Telecom Italia, la societa' cialtrona che non allunga la vita. [1] Il disastro fiorentino di Telecom Italia: un anno per attivare una linea telefonica http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=213204 [2] La storia milanese http://www.aduc.it/dyn/tlc/Storia_milanese.pdf [3] La storia romana http://www.aduc.it/dyn/tlc/Storia_romana.pdf [4] Le vane promesse di Telecom http://www.aduc.it/dyn/tlc/PromesseTelecomEstratto.pdf ABORTO E DONNE COMUNITARIE. IL DIRITTO C'E'. LE REGIONI SI ADEGUINO Il Ministero della Salute, con una nota del 19 febbraio 2008 ha finalmente messo fine ad una grave situazione di illegittimita', specificando con chiarezza che l'interruzione volontaria di gravidanza rientra fra le prestazioni mediche essenziali e urgenti e che deve essere garantita anche a chi non possa permettersi di pagare la prestazione. Il problema e' nato piu' di un anno fa da una direttiva dello stesso Ministero che, all'indomani dell'ingresso nell'Unione Europea di Bulgaria e Romania, negava -illegittimamente- il diritto alla interruzione volontaria di gravidanza gratuita alle cittadine neocomunitarie non iscritte al Servizio Sanitario Nazionale, o non in possesso della specifica certificazione comunitaria, cosiddetta "Team". I cittadini comunitari, infatti, hanno un particolare regime per iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale e dunque usufruire delle relative prestazioni. Chi non abbia i requisiti per l'iscrizione ha comunque diritto alle prestazioni sanitarie gravi e indifferibili. Ma fra queste prestazioni era stata esclusa l'interruzione di gravidanza, a meno che non fosse ritenuta "medicalmente necessaria". La gravidanza veniva dunque tutelata -e le necessarie prestazioni sanitarie fornite a titolo gratuito- solo se la donna decideva di portarla a termine. In caso contrario, avrebbe dovuto pagare, nella maggior parte dei casi, somme che non possedeva. Un inquietante incitamento agli aborti clandestini. E poi, quando, a rigor di logica, una interruzione di gravidanza (volontaria) poteva esser ritenuta "medicalmente necessaria"? Ne' il Ministero ne' le Regioni, cui e' poi spettato il compito di tradurre in legge la direttiva, si sono poste questo quesito, e si sono limitate ad una interpretazione molto restrittiva delle parole "cure urgenti ed essenziali" secondo cui sono tali solo quelle cure "che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona o relative a patologie non pericolose nell'immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita". Beh, in quest' ottica una interruzione volontaria di gravidanza non avrebbe mai le caratteristiche di urgenza richieste dalla legge, tranne nel caso in cui arrivi in ospedale una donna e minacci di suicidarsi se non le consentono l'aborto. Si consideri inoltre che, a differenza delle donne comunitarie, quelle extracomunitarie ricevono invece assistenza gratuita anche per l'interruzione volontaria di gravidanza. Una discriminazione inspiegabile, ed inspiegata, in grave e palese violazione delle norme. Cio' ha comportato una irragionevole disparita' di trattamento fra cittadine extracomunitarie e comunitarie, disparita' vietata dalla nostra Costituzione, art. 3, comma 1: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (...)". Una violazione gravissima dei diritti fondamentali della persona, fra l'altro autorevolmente ribaditi da una sentenza della Corte Costituzionale (n. 252 del 2001) per cui le cure urgenti ed essenziali "costituiscono attuazione del “nucleo irriducibile” del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, da riconoscersi ad ogni individuo, rispetto al quale non sono ammessi bilanciamenti con altri valori, quali il contenimento della spesa pubblica, ne' discriminazioni, in ragione della regolarita' o meno del soggiorno". Questa situazione di illegittimita' e' durata un anno. Nel frattempo il Ministero della salute si e' ravveduto, ricomprendendo fra le cure essenziali e urgenti anche l'interruzione volontaria di gravidanza, ma purtroppo il percorso e' ancora lungo. Infatti, ad oggi, l'unica regione italiana che si e' conformata alla precisazione ministeriale e' quella del Lazio . Altre regioni, come le Marche, non si sono ancora adoperate per modificare la propria disciplina . Altre, infine, hanno deliberatamente ignorato la determinazione del Ministero della Salute, come la Regione Toscana che continua a consentire l'interruzione volontaria di gravidanza a titolo gratuito solo se "medicalmente necessaria". Ne deriva una ingiustificata disparita' di trattamento per le donne che intendano interrompere una gravidanza, a seconda della regione in cui vivono. Una disparita' che deve essere eliminata dalla immediata adozione, da parte di tutte le regioni italiane, di una regolamentazione conforme alla legge. Per un maggiore approfondimento, con le relative circolari ministeriali e regionali, si veda qui: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=213997 PASQUA. ABBACCHIO, AGNELLONE O CASTRATO? CONSIGLI PER GLI ACQUISTI E' tradizione: a Pasqua si mangia abbacchio. Conviene? Abbiamo fatto un po' di calcoli che li sottoponiamo alla valutazione dei consumatori, fermo restando il rispetto per tradizioni ormai consolidate, anche se piu' che di tradizioni forse si dovrebbe parlare di interessi consolidati. Riportiamo le tipologie di agnello: 1) abbacchio o agnello leggero: ha un mese di vita ed e' alimentato con latte materno. Ha valore nutritivo inferiore all'agnellone per il minor contenuto percentuale di proteine. Lo spezzato ha una percentuale di scarto del 60%, il coscio del 35%. Rappresenta il 70% delle carni ovine consumate. 2) agnellone o agnello bianco o pesante: ha 3-4 mesi di vita. Meno costoso e piu' nutritivo dell'abbacchio. Lo spezzato ha una percentuale di scarto del 50%, il coscio del 30%. 3) agnello adulto o castrato: ha piu' proteine e grassi dei due precedenti. Veniamo ai costi dell'abbacchio italiano (prezzi piu' bassi possono indicare una provenienza estera, per esempio Ungheria, Nuova Zelanda, Australia). Lo spezzato di abbacchio costa mediamente 15 euro al kg e ha il 60% di scarto, il coscio costa 20 euro al kg e ha il 35% di scarto. Cio' significa che la parte edibile, cioe' mangiabile, dello spezzato di abbacchio costa 25 euro al kg e quello del coscio costa 27 euro al kg. Un po' caro! Considerato che il consumo dell'abbacchio aumenta nel periodo pasquale, i consumatori dovrebbero stare attenti a non pagare un agnellone per abbacchio: gli elenchi sopra riportati hanno in comune il nome agnello, che ha prezzi e gusto diversi in relazione all'eta'. Di fronte ad un cartello con la scritta "agnello" sarebbe utile chiedere se e' abbacchio, agnellone o castrato. Informarsi e' sempre utile, soprattutto per tutelare il proprio portafoglio e non farsi turlupinare. VIAGGI TUTTO COMPRESO. VADEMECUM DELL'ADUC Viaggi e vacanze in vista. I viaggi organizzati sono comodi, basta una firma e tutto e' a posto o quasi. Abbiamo predisposto un elenco di consigli per i turisti che si affidano alle agenzie: * - Leggere attentamente il depliant: oltre alla pubblicita' ci devono essere scritte le condizioni generali del contratto. Se non ci sono, eliminate quel tour operator o agenzia di viaggi. * - Farsi rilasciare copia del contratto con timbro e firma. Se l'agenzia vuole rilasciare solo la ricevuta della caparra, non firmate il contratto. L'anticipo o caparra non puo' superare il 25% del prezzo totale. Se vi chiedono di piu' lasciate stare. Il saldo va effettuato 30 giorni prima della partenza, non prima. * - Controllare le ipotesi di aumenti previste dal contratto o dal depliant (variazioni del costo di trasporto, delle tasse aeroportuali e del cambio). Se non sono scritte, diffidate. In ogni caso gli aumenti non possono superare il 10% del valore del viaggio. * - Se improvvisamente non si puo' partire e' possibile essere sostituiti, almeno quattro giorni prima del viaggio, o si puo' pagare la penalita' (trenta giorni prima 10%, 20 giorni prima 25%, 15 giorni prima 50%, tre giorni prima 75%, meno di tre giorni 100%). La penalita' per i voli di linea e' diversa dai voli speciali. Queste notizie devono essere riportate nel contratto. * - L'agenzia o il tour operator devono avere un'assicurazione per la responsabilita' civile verso l'utente, che deve essere indicata nel contratto. * - Se, prima del viaggio, ci sono delle variazioni significative della vacanza (cambio della categoria dell'albergo, slittamento di piu' giorni della partenza, ecc.), il contratto puo' essere annullato dal turista o si puo' scegliere una altra vacanza, anche piu' costosa, senza che questo comporti necessariamente un aumento di prezzo. Se le variazioni avvengono durante il viaggio il tour operator deve rifondere la differenza di costo. * - In caso di contestazione documentare tutto e al ritorno inviare all’agenzia o al tour operator, entro 10 giorni, una lettera di protesta (raccomandata con ricevuta di ritorno), chiedendo il rimborso o il risarcimento dei danni. In caso di insoddisfazione si puo' ricorrere al giudice di pace. Nel nostro portale all'indirizzo http://www.aduc.it/dyn/sosonline/richiesta/ e' attivo un servizio di consulenza che risponde gratuitamente in 48 ore. Nella sezione http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40182 c'e' un modulo predisposto per la richiesta di rimborso e risarcimento. CANONE/TASSA RAI PER UN PC. ANCHE L'AGENZIA DELLE ENTRATE NON RISPONDE. NUOVE INIZIATIVE PER LA CERTEZZA DEL DIRITTO Oggi ci e' giunta per fax la risposta dell'Agenzia delle Entrate all'interpello presentato su quali apparecchi elettronici, oltre al televisore, siano soggetti al canone/tassa Rai (1). Negli ultimi anni infatti la Rai ha cominciato a pretendere il canone anche per computer, videofonini, videocitofoni, riproduttori di Dvd, sfruttando il vago ed inadeguato Regio decreto legge del 1938. Interpellati pero' in una indagine dell'Aduc, ne' la Rai, ne' l'Agenzia delle Entrate ne' i ministeri delle Finanze e delle Comunicazioni avevano confermato la validita' della richiesta giunta ai cittadini da parte della Rai. Per questo, durante il 2007 abbiamo presentato ben quattro interrogazioni ai due ministeri, interrogazioni che da oltre un anno giacciono ignorate in Parlamento. Nell'ottobre del 2007 abbiamo quindi chiesto formalmente alla Rai di elencare per quali apparecchi fosse dovuto il canone tramite una messa in mora. La Rai, con lettera ordinaria, ci ha risposto di non poter rispondere e che avrebbe girato il quesito all'Agenzia delle Entrate. Dopo alcuni mesi, vista l'assenza di qualsiasi risposta, abbiamo inoltrato un interpello all'Agenzia delle Entrate, che oggi ci risponde dicendoci di rivolgerci al ministero delle Comunicazioni, il quale si e' gia' rifiutato di rispondere. Nel frattempo, la Rai continua a minacciare -e talvolta ad agire- con cartelle esattoriali, pignoramenti e fermi amministrativi, quei cittadini che posseggono solo un computer o un cellulare di nuova generazione. A questo punto, stiamo valutando se sara' possibile ricorrere alla corte di Strasburgo, vista l'impossibilita' di ottenere una risposta certa e le conseguenze amministrative e giudiziarie che questo comporta per moltissimi cittadini. Nel contempo stiamo valutando se procedere giudizialmente per danni nei confronti degli amministratori e ministeri responsabili Sinceramente siamo affranti e un po' scoraggiati di fronte alla conferma che la certezza del diritto e' una chimera. Nella prossima legislatura, intanto, riproporremo il quesito al nuovo ministro, forti anche della petizione che in centinaia di migliaia hanno firmato sul nostro sito. La vicenda e' documentata sul nostro settore Internet dedicato al canone Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai (1) http://www.aduc.it/dyn/rai/20080319-AgEntrateRai.tif VOLI A BASSO COSTO. CONSIGLI Trovare un posto in aereo in questo periodo e' piuttosto difficile e costoso: succede in tutti i periodi dell'anno durante il quale milioni di persone si spostano per le vacanze. E' possibile comunque spendere molto poco e ovviamente, avere servizi relativi al prezzo stracciato. In Italia operano diverse compagnie (Ryanair, Virgin Express, EasyJet, ecc.) che offrono voli a costo bassissimo per le tratte comunitarie. Pagare 918 euro per un volo Roma-Londra con una compagnia tradizionale o sborsare solo 105 euro per un volo no frills (senza fronzoli) e', con tutta evidenza, un risparmio straordinario. Occorre pero' informare il viaggiatore di alcune limitazioni che diano il quadro preciso dei servizi offerti: in caso di rinuncia al volo in genere non si ha il rimborso, e' raro avere assistenza in caso di ritardo e perdita di voli coincidenti. E' necessario inoltre informarsi sulla ubicazione degli aeroporti di partenza e di arrivo, spesso sono aeroporti minori e distanti dalla citta' di destinazione finale. Alla tariffa vanno aggiunte le tasse aeroportuali, che variano in relazione agli aeroporti di partenza e di arrivo e l'eventuale supplemento per la prenotazione online, supplementi che le compagnie low cost devono indicare chiaramente nel prospetto riassuntivo e nella pubblicita'. ADUC SALUTE. NUOVO QUOTIDIANO ONLINE: SOLO L'INDIVIDUO PUO' DISPORRE DELLA PROPRIA SALUTE I notiziari Cellule Staminali e Vivere & Morire dal 20 marzo diventano ADUC Salute, quotidiano su liberta' di cura e di ricerca scientifica basato su un principio irrinunciabile: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Allo Stato il dovere di garantire ed ampliare questo diritto, anche attraverso ricerca e offerta di nuove cure. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informera' su fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', e molte altri temi. Ogni settimana verra' inviata una newsletter di compendio agli attuali iscritti a Cellule Staminali e Vivere & Morire e a coloro che si iscriveranno (iscriviti qui). Come si e' giunti a questo nuovo quotidiano La fusione avviene da una duplice esperienza: 1) Cellule Staminali, "notiziario quattordicinale per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica", avviato a gennaio 2002, giunto alla 161ma edizione con 1.205.472 visite individuali nel 2007. 2) Vivere & Morire, sui temi del fine vita, notiziario quotidiano attivo dal 17 febbraio 2006, con 637.411 visite individuali nel 2007. 3) Infine si integra con parte del Notiziario quotidiano Droghe per le notizie relative alla tossicodipendenza e alle politiche di riduzione del danno, nonche' alla cannabis terapeutica. Notiziario, quello sulle deoghe, che continuera' ad essere edito quotidianamente nella sua versione completa, che include tutte le politiche sulle droghe, nazionali, europee ed internazionali. Perche' si e' giunti a questo nuovo quotidiano In questi ultimi anni, conquiste civili che sembravano ormai acquisite ed indiscutibili appaiono rimesse in discussione. Dai piu' normali e diffusi contraccettivi alla pillola del giorno dopo e all'interruzione di gravidanza, dalla fecondazione artificiale alla cura delle tossicodipendenza, dalla ricerca con le cellule staminali alla banalissima anestesia epidurale, la sanita' e' divenuta un campo di battaglia fra ideologia e scienza, fra religione e ragione, fra imposizione e scelta. Invece di governare con soluzioni, la politica -con rare eccezioni- ha preferito una imbarazzante ritirata. Sulla bandiera bianca sventolano parole come "temi sensibili", "questioni di coscienza", "bioetica". Sul campo di battaglia giacciono invece le vittime della criminalizzazione e della clandestinita', delle gravidanze imposte e di quelle negate, i martiri della 'vita' medicalmente forzata e del dolore inutile, coloro che sono quotidianamente derubati persino della speranza di nuove cure. La specializzazione di notiziari come Cellule Staminali e Vivere & Morire ci obbligava a raggiungere un audience frammentato e ci impediva di offrire ed analizzare il quadro piu' ampio di una pericolosa spinta reazionaria di controriforma socio-sanitaria. La salute non gia' come bene individuale, ma come teatro di decisioni altrui, siano essi politici, medici, bioeticisti, vescovi. Per questo ADUC Salute si occupera' in particolar modo di quei temi e dibattiti in ambito sanitario che vedono contrapposte da una parte una visione laica dello Stato, incentrata sulla scienza medica, sulla praticita' e sulla liberta' individuale, dall'altra una visione etica e bioetica dello Stato, fondata sull'imposizione dei valori di alcuni, sull'ossessione per una societa' "perfetta" e sulla gerarchia delle coscienze. Questo l'indirizzo di ADUC Salute: http://www.aduc.it/dyn/salute Alitalia ai francesi? Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=214246 OVERBOOKING AEREA. I DIRITTI DEL PASSEGGERO "Spiacente non abbiamo posti". E' la ferale notizia che un passeggero, munito di regolare biglietto e prenotazione confermata, puo' sentirsi dire in uno degli aeroporti italiani o dell'Unione europea. Si chiamo overbooking (sovraprenotazione) ed e' un sistema che praticamente tutte le compagnie aeree adottano: vendono cioe' piu' biglietti di quanti siano i posti a disposizione. Saltano viaggio e nervi percio' abbiamo voluto elencare le opzioni alle quali ha diritto il malcapitato turista (1). In caso di overbooking la compagnia aerea deve offrire al passeggero una delle seguenti scelte: * il rimborso del prezzo del biglietto entro 7 giorni in denaro o con buoni di viaggio e/o altri servizi ; * il primo volo possibile fino a destinazione; * un volo in data successiva, a scelta del passeggero. In aggiunta la compagnia aerea deve pagare un risarcimento in contanti pari a: * 250 euro per i voli fino a 1.500 km; * 400 euro per i voli interni alla Ue oltre 1.500 km e per tutte le altre tratte comprese tra 1500 e 3500 chilometri; * 600 euro per i voli che non rientrano nei punti precedenti. La compagnia aerea deve inoltre offrire gratuitamente: * due telefonate o fax, telex o e-mail; * pasti o rinfreschi; * il pernottamento in albergo; Il passeggero ha diritto alla differenza di prezzo se viaggia in una classe inferiore a quella prenotata. Il passeggero non e' tenuto a chiedere i risarcimenti e i servizi elencati perche' devono essere erogati dalla compagnia aerea che deve informare i passeggeri dei loro diritti. (1) Per approfondimenti si veda: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=79897 CANONE/TASSA RAI. APPELLO ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER LA DIFESA DELLE FAMIGLIE ITALIANE Su chi e perche' debba pagare il canone/tassa della Rai stiamo quasi per perdere ogni speranza che i rappresentanti e gli amministratori dello Stato rispondano alle istanze di centinaia di migliaia di cittadini. In proposito siamo disposti a chiedere la mediazione di chiunque, e per questo rivolgiamo un appello alla Conferenza Episcopale Italiana (Cei), che, in fatto di ascolto da parte di politici e amministratori, se ne intende. La questione canone potrebbe apparire banale, ma contribuisce alla situazione economica disagiata di centinaia di migliaia di famiglie, costrette a pagare cartelle esattoriali e sanzioni amministrative esose, oltre a subire pignoramenti e fermi amministrativi senza averne alcuna colpa. Il canone tv, tributo dovuto per il possesso di "apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni" (Regio decreto legge n. 246 del 1938), e' preteso dalla Rai anche per chi non ha il televisore. Apparentemente basta il possesso di un PC, di un videotelefonino, di un i-Pod e di qualsiasi apparecchio multimediale, anche se non utilizzati per guardare programmi televisivi. Pretesa che viene fatta valere nei confronti dei singoli nuclei famigliari ma che non trova, allo stato, alcuna conferma ufficiale: dalla Rai stessa, dall'Agenzia delle Entrate, dai ministeri delle Finanze e delle Comunicazioni. La vicenda: 1. A seguito di numerose segnalazioni giunteci, abbiamo interpellato la Rai su quali apparecchi effettivamente siano soggetti al tributo. La Rai ha offerto risposte contraddittorie, fino a comunicarci di non poter rispondere, girando il nostro quesito all'Agenzia delle Entrate. 2. Nel frattempo abbiamo presentato quattro interrogazioni parlamentari ai ministeri delle Finanze e delle Comunicazioni, interrogazioni che giacciono ignorate in Parlamento da oltre un anno. 3. Infine abbiamo inviato all'Agenzia delle Entrate un interpello in quanto associazione rappresentante di interessi diffusi. Ma anche questa volta ci e' giunta una non risposta, ed il quesito e' stato girato al ministero delle Comunicazioni, il quale pero' si e' finora rifiutato di rispondere. Pur di ottenere una risposta siamo disposti a tutto, anche a vendere l'anima al diavolo. Ma prima di farlo, consapevoli dell'attenzione che la Cei pone sulle politiche per la famiglia e della sua invidiabile capacita' di avere risposte dalle istituzioni, chiediamo aiuto perche' queste istituzioni ci rispondano: quali apparecchi elettronici sono soggetti al canone Rai? Documenti: 1. La Rai gira il quesito all'Agenzia delle Entrate: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=201803 2. L'Agenzia delle Entrate scarica il quesito al ministero delle Comunicazioni: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=214058 3. Le interrogazioni parlamentari ignorate: http://www.aduc.it/dyn/rai/index.php#interrogazioni 4. La documentazione dell'intera vicenda: http://www.aduc.it/dyn/rai/ ALITALIA. TUTTO VA BENE BASTA CHE A PAGARE NON SIANO GLI UTENTI Dopo Air France e la sua proposta ritenuta insoddisfacente, si vocifera, piu' o meno elettoralmente, di cordate nazionali di salvataggio; cordate che, nel solco della piu' calibrata esperienza del capitalismo italiano, dovrebbero essere sponsorizzate dai soldi dello Stato... ci sarebbe da dissertare e stigmatizzare su come, anche in questa ipotesi, gli interessi salvati e affermati sarebbero solo quelli di chi e' in grado di socializzare le perdite e capitalizzare per se stesso i profitti... Vedremo. Ma c'e' una cosa che ci preme piu' di tutte, viste anche le esperienze (vedi Volareweb) con tanto di piaghe ancora aperte per gli utenti: che non siano questi ultimi a pagare il prezzo di una gestione fallimentare. Nel caso Volareweb, di dimensioni molto piu' ridotte di Alitalia, ci sono migliaia di passeggeri che avevano pagato i loro biglietti ed erano rimasti a terra e non otterranno mai piu' il rimborso, mentre lavoratori e compagnia hanno ripreso a volare grazie alla speciale legge sul commissariamento straordinario (1) che ha letteralmente consentito di rubare i soldi a queste persone. Avverra' lo stesso con Alitalia? Non lo escludiamo. Percio' facciamo un appello a chiunque si appresta in qualche modo a farsi carico della gestione di Alitalia: garantite il servizio e le tariffe di mercato e, soprattutto, onorate chi ha dato fiducia a questo vettore acquistando un titolo di viaggio. Gli utenti e consumatori non sono solo soggetti da spremere, ma anche protagonisti che votano. (1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=100001 TELECOM ITALIA E MANCATA ATTIVAZIONE DELLA LINEA BASE: NUOVE SEGNALAZIONI DA COMO, BRESCIA E GORIZIA Dopo i nostri comunicati che denunciavano i ritardi enormi con cui Telecom allaccia le linee telefoniche [1], si sono susseguite le segnalazioni. Ne abbiamo selezionato tre tutte provenienti da tre province del Nord Italia: Como, Brescia e Gorizia. Fulvio da Ospitaletto (Bs). Ho chiesto il trasloco di una linea all'interno dello stesso paese, Ospitaletto in provincia di Brescia. Conoscendo le lungaggini di Telecom ho chiesto a settembre 2007 per trasferirmi a fine novembre 2007. Dopo 4 rinvii adesso ho l'appuntamento al 9 giugno 2008. Una vergogna considerando che la mia e' una linea affari e che con il telefono e internet ormai le aziende fanno e devono fare tutto. Per fortuna che ho chiesto la linea in un distretto industrializzato! Anche la richiesta di nuove linee e' prevista per giugno 2008. Una vergogna! E come se non bastasse tutte le volte che chiami il 187 o il 191 ti trattano come un pezzente e/o come un animale. Chiedero' il maggior danno come previsto dal codice civile. Maria Cristina da Gradisca d'Isonzo (Gorizia) Ho richiesto l'allacciamento alla linea telefonica in data 29/10/07 in previsione che mi sarei trasferita nella casa nuova verso fine dicembre 2007. In realta' mi sono trasferita a meta' gennaio 2008 e della linea Telecom non si sa niente ancora oggi 17/03/2008. La cosa più "divertente" e' che, essendo intermediario dell'Agenzia delle Entrate per i miei clienti, devo fare gli invii telematici arrangiandomi con altri collegamenti presso amici o tramite connect card. Naturalmente ho mandato un reclamo alla Telecom che ha suscitato soltanto una sciocca telefonata da parte di una signorina che mi ha comunicato che la Telecom si scusa ma sta facendo il possibile per attivare la linea. A questo punto non so proprio piu' cosa dire. Maurizio, Lomazzo (Como) La mia storia e' praticamente identica, a parte i tempi per mia fortuna piu' ristretti. Senza contare che sono stato avvisato dell'imminente allaccio dal tecnico sul posto (per poi scappare in fretta e furia dall'ufficio per poter essere a casa in tempo). Non parliamo poi degli appuntamenti andati a buca. E il bello e' che neanche si ritengono in dovere di pagare le penali, esposte con dovizia di particolari sulle pagine bianche (la faccenda e' gia' all'attenzione del Corecom Lombardia, non e' da escludere un bell'esposto al giudice di pace competente). [1] I casi precedenti Il disastro fiorentino di Telecom Italia: un anno per attivare una linea telefonica http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=213204 Telecom. mesi e mesi per allacciare le linee telefoniche. Dopo Firenze le esperienze di non-utenti di Roma e Milano http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=213894 PRANZO DI PASQUA? A 8 EURO!!! Pranzo di Pasqua a 8 euro? Si puo'! Non occorre farsi spennare per fare un pranzo di Pasqua al ristorante. L'idea che per l'occasione occorra spendere un mucchio di soldi e' probabilmente sponsorizzata da chi mira a tenere i prezzi alti. Abbiamo fatto un po' di conteggi, rilevando i prezzi nei supermercati romani, che possono essere presi come media nazionale, e alla fine il costo e' di 7,8 euro a testa, con antipasti, primo, secondo, contorno, pane, dolce, frutta e vino. Ovviamente per un pranzo casalingo. Vediamo. * Salame corallo……………………….. 0,5 euro (40 grammi). * Finocchiona………………………….. 0,6 euro (40 grammi). * Uovo sodo………….………………… 0,3 euro (1 uovo). * Fettuccine……………………………..0,2 euro (100 grammi). * Abbacchio……………………….…….1 euro (100 grammi). * Patate………………………………….0,1 euro (100 grammi). * Pane…………………………….……..0,2 euro (100 grammi). * Condimenti……………………………0,90 euro * Vino …………………………………..3 euro (37,5 ml). * Frutta (kiwi)…………………………...0,2 euro (100 ml) * Acqua, luce, gas……………………….0,80 euro. TOTALE 7,8 EURO Con poco meno di 8 euro si puo' quindi fare un discreto pranzo di Pasqua, il che rapportato al costo praticato dai ristoranti da' l'idea del fiume di denaro che esce dalle tasche del consumatore. ORDINE DEI MEDICI. IL CASO DEL 'GRANDE FRATELLO' E LA NECESSITA' DI ABOLIRE LE CORPORAZIONI Una concorrente della trasmissione televisiva 'Grande Fratello' e' un medico ed ha avuto l'ardire di manifestare in diretta un proprio presunto rapporto sessuale con un altro concorrente. Ardire che sarebbe ritenuto tale dall'ordine professionale napoletano a cui e' iscritta per esercitare, quando la signora concorrente non e' nel reality di Canale5, la propria professione. Il codice deontologico della corporazione, a cui e' obbligatorio iscriversi, impone una condotta decorosa anche al di fuori dell'esercizio della professione, e sembra che per i dirigenti di quell'ordine dei medici non sia decoroso avere rapporti sessuali e farlo notare e dirlo in pubblico. Non sappiamo come andra' a finire questa storia, perche' per ora i dirigenti napoletani hanno chiesto la videocassetta per valutare e decidere i provvedimenti (richiamo, sospensione o radiazione) e quindi rovinare la vita professionale di questa signora, colpevole di fare sesso e di dirlo, cioe' colpevole di decidere per conto proprio come e se gestire la privacy che la riguarda. Questa e' una delle funzioni degli ordini professionali, cioe' garantire che la categoria abbia una propria immagine secondo quelli che sono i dettami dei dirigenti. Nel contempo vengono anche dettati gli orientamenti economici e comportamentali piu' in generale, per evitare che ci sia concorrenza fra professionisti. Cosa c'e' che non torna? A nostro avviso non torna che 1) una persona non si possa fare i fatti propri nell'ambito della propria vita e che 2) in un'economia che dice di voler essere di mercato, privilegiando concorrenza, qualita' ed economicita', ci debba essere qualcuno che –oltre ovviamente le leggi- imponga i termini dell'esercizio di una professione che, non a caso, storicamente e culturalmente e' chiamata liberale. Un problema, questo degli ordini, che si impone per tutte le professioni: sia per l'accesso dei nuovi professionisti sia per qualita' ed economicita' nella fruizione dei servizi che vengono erogati. La loro abolizione non puo' restare fori da un'agenda politica ed economica che faccia gi interessi di tutti e non solo degli adepti delle corporazioni. Clima pazzo Vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=214593 VACANZE ROVINATE. COSA FARE Tornano inferociti. Sono i turisti che hanno avuto la vacanza rovinata da una serie di disservizi e hanno il dente cosi' avvelenato che se potessero mordere un operatore turistico lo stenderebbero in pochi secondi! Al danno non bisogna aggiungere la beffa e rivalersi in termini economici ci appare piu' che giusto. Cosa occorre fare? Vediamo. 1. Rimborsi: si possono ottenere per spese effettuate e non dovute, per mancata prestazione di servizi e per giorni di vacanza non usufruiti. Ricordiamo che la contestazione deve essere effettuata entro 10 giorni lavorativi dalla data del rientro, deve essere indirizzata al tour operator e all'agenzia, con raccomandata con avviso di ricevimento, allegando tutta la documentazione utile: depliant illustrativo, copia del contratto, foto o filmati del luogo, ricevute di pagamenti extra, denunce per furti o danneggiamenti, certificati medici, dichiarazioni scritte, testimonianze ecc. In caso di risposta negativa si puo' ricorrere al Giudice di Pace. 2. Risarcimenti: La Corte di Giustizia europea ha riconosciuto (procedimento C-168/00) il diritto al risarcimento per danno morale da vacanza rovinata, specialmente se questa e' in relazione a particolari circostanze (viaggio di nozze, unico periodo di vacanze, ecc.). La richiesta segue la stessa procedura prevista per i rimborsi. 3. All'indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40182 abbiamo predisposto un modulo che puo' essere scaricato, per la richiesta di rimborso e risarcimento da indirizzare al tour operator e all'agenzia. 4. all'indirizzo http://www.aduc.it/dyn/sosonline del nostro portale, si possono ottenere consigli e consulenza. Basta scrivere la domanda e lasciare la propria e-mail: entro 48/72 ore si otterra' una risposta. Il servizio e' gratuito e a disposizione di tutti, soci e non soci. BOLLETTE GONFIATE. TELECOM SI DECIDE A RISPETTARE LA LEGGE E PERMETTE LA DISABILITAZIONE PERMANENTE DI 899 E SATELLITARI. Come procedere senza problemi Telecom Italia si adegua agli ordini dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni e concede agli utenti la possibilita' di disattivare definitivamente i numeri speciali (899, satellitari, ecc.), che spesso gonfiano le bollette telefoniche: chi chiede la disabilitazione sara' tecnicamente impossibilitato a comporre le numerazioni che possono costare fino a 15 euro al minuto. Finora l'azienda permetteva solo il cosiddetto accesso selettivo: una disattivazione a meta', in quanto prevede il rilascio di un pin al cliente, che permette di disattivare il blocco. Ma l'accesso selettivo non risolve il problema, infatti il gestore telefonico, in caso di bolletta gonfiata, puo' dire che la telefonata e' stata effettuata dall'utente digitando il pin. Ora, come sostenevamo da tempo, Telecom si e' adeguata, permettendo la disattivazione definitiva di tutti i numeri che iniziano per 144, 166, 892, 899, 164, 163; tutti i numeri a sovrapprezzo che cominciano con 4 (quali 482, 483, 484, 412, 41412, 444, 448); tutte le numerazioni satellitari con prefisso internazionale (compreso il prefisso 008819); alcuni prefissi internazionali che risultavano in alcuni casi a sovrapprezzo (Grenada e Montserrat). Il nuovo servizio gratuito di disabilitazione permanente potra' essere richiesto e attivato con una telefonata al servizio clienti 187. Vista l'esperienza, pero', consigliamo agli utenti di procedere con una raccomandata e non una semplice telefonata di cui non ne puo' restare traccia. A questo link un apposito modulo http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=178105 Ricordiamo che medesime regole valgono per tutti i gestori di telefonia fissa e mobile. LIBERTA' D'OPINIONE E SEQUESTRO SITO ADUC. UDIENZA A CATANIA Ieri 25 marzo l’Aduc si e’ difesa davanti al Tribunale di Catania chiedendo nuovamente il dissequestro dei forum pubblicati sull'apposito spazio del sito "Di' la tua" in cui si puo' intervenire senza alcuna censura. I forum sequestrati avevano come titolo "GESU E XXX" e "LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA...XXX ", - sottoposti a sequestro preventivo dalla Procura della Repubblica di Catania che aveva ipotizzato il reato di offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone. I dettagli di questa vicenda, che sembrerebbe solamente grottesca se non riguardasse uno dei diritti fondamentali dell’individuo, il diritto alla liberta’ di espressione del proprio pensiero, sono contenuti in una sezione del nostro sito appositamente creata: http://www.aduc.it/dyn/censura Alla fine delle indagini, degli oltre settecento post sequestrati, il Pubblico Ministero ha proceduto penalmente per soli nove, rifiutandosi, insieme al GIP di Catania, di dissequestrare i forum, o perlomeno quelli non incriminati. Non ci siamo ancora rassegnati a subire un atto di censura degno solo dell’Inquisizione, e gravemente lesivo di un diritto costituzionale, ed abbiamo inviato i nostri legali –avv. Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci- da Firenze a Catania per portare avanti la nostra crociata (se d’Inquisizione si tratta…) in favore dei diritti dell’individuo. Attendiamo a giorni la pronuncia dei giudici. Al tribunale abbiamo ricordato che gli interventi piu’ pregnanti dei forum sequestrati riecheggiano le parole di una nota canzone di Fabrizio De Andre’ “Il testamento di Tito”, che ad oggi non e’ ancora stata sequestrata: Il quinto dice "non devi rubare", e forse io l'ho rispettato vuotando in silenzio le tasche gia' gonfie di quelli che avevan rubato: ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Non commettere atti che non siano puri, cioe' non disperdere il seme... Feconda una donna ogni volta che l'ami cosi' sarai uomo di fede. Poi la voglia svanisce ed il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io forse ho confuso il piacere e l'amore ma non ho creato dolore. Non dire falsa testimonianza ed aiutali ad uccidere un uomo... Lo sanno a memoria il diritto Divino, ma scordano sempre il perdono. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no non ne provo dolore. Al Tribunale abbiamo infine ricordato le parole del filosofo Voltaire, sulle cui idee illuministe i nostri giuristi si vantano di essersi formati: “Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee”. L'ALITALIA E' UN'AZIENDA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO... COME L'ITALIA Notate qualcosa di strano nel modo in cui si parla e si decide sulla vicenda Alitalia? Fatevi questa domanda: quando sui media si discute del suo futuro, quale categoria di cittadini viene menzionata per prima e spesso come unica vittima del disastro? .... Pensate... ok: i lavoratori Alitalia. Il politico si riempie la bocca di proclami a difesa dei posti di lavoro quale priorita' assoluta nelle trattative, mentre i sindacati dei lavoratori sono l'unica voce 'sociale' ascoltata in merito. Questa e' in sunto la vicenda Alitalia ed i suoi attori. E noi contribuenti? Ma l'Alitalia non era nostra? Non siamo noi i datori di lavoro, quelli che pagano con il proprio lavoro tassato per il catorcio di bandiera? Un'azienda pubblica -azzardo a suggerire- dovrebbe rispondere prima di tutto al suo pubblico, le decine di milioni di contribuenti che ogni anno si privano di una parte del loro stipendio per finanziarla. Quando un'azienda e' in perdita, la si chiude, la si ristruttura drammaticamente o la si vende per non gravare sulle tasche dei cittadini e soprattutto per non sottrarre preziose risorse ad altri servizi pubblici essenziali -e, non ultimo, alla quarta settimana. Sarebbe impensabile mantenere una inefficiente e costosissima azienda solo per dare posti di lavoro. Il politico che considerasse gli interessi di poche migliaia di persone al di sopra di quelli dei milioni di cittadini che e' chiamato a rappresentare, dovrebbe essere sonoramente trombato. Eppure, questa elementare ed intuitiva legge della fisica sembra non operare da noi, e non solo per Alitalia. Va detto che, in difesa del nostro politico, il sindacato italiano e' estremamente ben organizzato e ha strumenti invidiabilissimi di pressione politica. In piazza non vedremo mai milioni di cittadini incavolati per essere stati gabbati e derubati per tenere in vita un moribondo con prognosi infausta ormai decennale. Un sindacato ben organizzato riesce invece a far crollare un Governo. I contribuenti no. In fondo, ricordiamocelo, la nostra non e' una Repubblica fondata sulla liberta' dell'individuo, ma sul suo lavoro. Come a dire che il posto di lavoro, anche di una sola persona, e' un valore infinitamente superiore (infatti, fondante) rispetto alla vessazione fiscale di tutti gli altri. Intendiamoci, nessuno sottovaluta il dramma di coloro che potrebbero trovarsi senza lavoro, specialmente in un Paese economicamente esanime come il nostro. Ma e' proprio a causa dell'ossessione elettorale per il lavoro di pochi piuttosto che per i diritti di molti che l'Alitalia si trova oggi in queste condizioni. Quando si distoglie la vista dalla competitivita' e redditivita' per abbracciare obiettivi che non hanno luogo nel mercato globale, e' inevitabile che alla fine, oltre ai contribuenti, ci rimettano anche i lavoratori. Per questo rivolgiamo un invito a tutti i politici che oggi parlano di Alitalia: quando pronunciate frasi fatte come "per tutelare i diritti e gli interessi", facciano seguire le parole "dei cittadini" prima ancora che "dei lavoratori". Anche se non lo pensano, e' un inizio. MOZZARELLA CAMPANA E GIAPPONE. MA PERCHE' DOVREBBERO FIDARSI AD OCCHI CHIUSI? Sono sintomatiche le reazioni al fermo doganale delle mozzarelle campane negli aeroporti giapponesi. Stupore, indignazione, alzata di scudi... manca solo lo statalista di turno che proponga ritorsioni economiche alle merci che vengono importate da quel Paese. La domanda che invece noi ci poniamo e' semplice semplice: ma perche' dovrebbero fidarsi ad occhi chiusi? Forse in quella zona dello Stivale le autorita' preposte all'igiene pubblico hanno dato e stanno dando dimostrazione di serieta', consapevolezza, prevenzione, capacita'? Dopo mesi e mesi che i rifiuti continuano ad essere nelle strade, e nonostante l'intervento dello Stato centrale, appare strano che ci sia un dubbio che "cotanta competenza e capacita'" abbia potuto essere riversata anche sulla filiera produttiva alimentare? Non sarebbe forse strano il contrario? Noi, invece, siamo lieti che ci siano situazioni del genere e che vengano chieste conferme su qualita' e igiene dei prodotti del "made in Italy" perche', se non c'e' niente che viene omesso o nascosto, l'export e la produzione in generale non puo' che avvantaggiarsi di una ulteriore conferma di qualita'. Anzi, perche' le autorita' italiane non chiedono altrettanto all'autorevolissima americana Food and drug administration (Fda) per il mercato di sua competenza? Se magari, stimolati da queste figuracce, i nostri governanti/amministratori prendessero la palla al balzo e risolvessero definitivamente la questione rifiuti... i napoletani, i campani, gli italiani, i giapponesi e tutti gli acquirenti del "made in Italy" (e non solo campano) ne sarebbero contenti. REGIONE LAZIO E SANITA'. OSPEDALI ALLO SFASCIO. LETTERA A MARRAZZO. CHI TUTELA I CITTADINI? Si susseguono le inchieste giornalistiche sullo sfascio della sanita' della regione Lazio. Dopo anni che denunciamo la situazione insostenibile degli ospedali pubblici, in particolare quelli della capitale (cominciammo nel 1991 con il "telefono sulla malasanita'") non possiamo che rilevare con soddisfazione il fatto che i media si occupano del problema. Il degrado delle strutture ospedaliere nel Lazio e' divenuto intollerabile per tutti coloro che ne usufruiscono e per i contribuenti che pagano le tasse (da ultimo l'addizionale Irpef aumentata del 50%). Paragonando il problema rifiuti nella Campania potremmo dire che esiste una emergenza sanitaria nel Lazio. Abbiamo scritto al presidente della regione, Piero Marrazzo, chiedendo un intervento risolutore. Servono, certo investimenti, ma serve soprattutto un controllo della prestazione dei servizi: la sporcizia ha solo bisogno di essere tolta. Il Lazio e' stata la prima Regione a dotarsi di un Assessore alla Tutela dei Consumatori, Mario Michelangeli, ma non ci risulta, dopo tre anni, che la qualita' delle prestazioni sanitarie sia migliorata. E' un settore del quale l'Assessore Michelangeli farebbe bene ad occuparsene. MOZZARELLA DI BUFALA: NON MANGIATELA L'allarme l'avevamo lanciato nel 2003!!! ovviamente inascoltati. Ora stanno raccogliendo quello che hanno seminato. Il nostro consiglio ai consumatori e' di non mangiare mozzarella di bufala, almeno fino a quando il ministero della Salute non comunichi i risultati definitivi delle analisi effettuate, i nomi degli allevamenti e dei caseifici coinvolti e le azioni (sequestri, chiusura, ritiro prodotti in commercio, ecc) che ha effettuato o che intende attuare. Per ora sappiamo che il 20% circa delle mozzarelle e' inquinato, che 83 allevamenti e 25 caseifici sono posti sotto sequestro. Tutto cio' non basta a garantire i consumatori, vista la percentuale elevata (20%) di prodotto inquinato. Vero e' che non ci sono paragoni con la catastrofe di Seveso ma e' altrettanto vero che il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti: il fenomeno del bioaccumulo fa si' che la diossina risalga la catena alimentare umana, concentrandosi sempre piu', a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all'uomo. Gia' "mangiamo" diossina normalmente ma assumerla da un prodotto Dop e' del tutto assurdo. Un valutazione a parte merita la posizione di quanti gettano acqua sul fuoco. Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema dice che l'allarme e' immotivato. Che c'azzecca il ministro degli Esteri con la salute dei consumatori? Il fatto e' che il ministro D'Alema e' impegnato in Campania con le elezioni, il che rende poco credibile le sue dichiarazioni. Agli esperti del settore ricordiamo l'allarme "bufala" (siamo in tema) sull'aviaria e la disattenzione per "mucca pazza" (allarme da noi lanciato fin dal 1996). Le Asl della Campania, che dovrebbero svolgere sistematicamente le indagini, bisognerebbe commissariarle, ma questo lo dovrebbe fare il presidente della Regione, Antonio Bassolino o la ministra Livia Turco. Ovviamente non se ne parla nemmeno! Mozzarella e diossina Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=214956 MOZZARELLA DI BUFALA E REGIONE LAZIO. CHI TUTELA I CONSUMATORI? La pubblicazione sul portale internet della regione Lazio del numero e dei risultati delle analisi e dei controlli degli ultimi tre anni negli allevamenti e nei caseifici del territorio regionale. E' quanto chiediamo all'assessore alla Tutela dei consumatori, Mario Michelangeli. Mentre l'Assessore all'Agricoltura, Daniela Valentini, convoca un vertice di emergenza con produttori e associazioni di categoria (800 allevatori, 50mila capi, 20% del latte prodotto in Italia pari a 400mila quintali di latte, 90% esportato, 33mila tonnellate di formaggio), l'assessore Michelangeli brilla per il totale silenzio sul problema. Se, imitando l'assessore Valentini, gli fosse venuto in mente di convocare le associazioni di consumatori, forse qualche idea sul da farsi gliela avremmo fornita. Piu' che le parole servono i fatti. I consumatori, giustamente, non si fidano di quanti proclamano la genuinita' del prodotto, confortati da quanto detto in sede di Unione europea: il programma di sorveglianza e' insufficiente e non e' stato disposto alcun ritiro del prodotto contaminato. Se l'assessore Michelangeli iniziasse ad informare i consumatori sarebbe certo un primo passo. Non attendiamo fiduciosi. L'ABI E' UN'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE? SEMBRA PROPRIO DI SI'. LO DICONO LORO STESSI!! LO DIRA' ANCHE LA PROCURA DELLA REPUBBLICA? I mutuatari potranno essere rimborsati dalle banche per tutte le spese e commissioni non dovute, richieste per il trasferimento del mutuo: lo ha affermato Massimo Roccia, responsabile dell'area Consumatori dell'Abi, interpellato da Iene Show, il programma di Italia 1 che va in onda il venerdi'. Le Iene hanno indagato sull'applicazione della legge Bersani (40/2007 entrata in vigore lo scorso 3 Aprile [1]), che consente di trasferire un mutuo ad un'altra banca, senza spese, oneri e penali. Le Iene hanno scoperto che su 38 sportelli di banche italiane, soltanto due offrono realmente al consumatore questa possibilita'. L'Associazione Bancaria Italiana ha chiesto scusa dichiarando che tutte le banche saranno uniformate entro maggio e che i consumatori potranno chiedere il rimborso delle spese sostenute per il trasferimento del mutuo (che superano i 2.000 euro). Forse qualcuno crede che il tutto si risolvera' a "tarallucci e vino" grazie alle scuse? Ci auguriamo di no e per questo lo abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica, perche' proceda penalmente contro l'Abi per associazione a delinquere. Cos'altro sarebbe, se non a delinquere, un'associazione che, nonostante le reiterate denunce da parte di associazioni come la nostra (2), ha continuato a violare una legge che esiste da aprile del 2007 e che solo ora, dopo il rilievo mediatico che la trasmissione televisiva dara' alla vicenda, ci fa sapere che da maggio si uniformera'? E' l'Abi che stabilisce quando applicare o meno una legge, visto anche che e' gia' piu' di un anno che va ripetendo che loro non applicano ancora questa legge? E cos'altro sarebbe, se non reato penale, un gruppo di persone che stanno insieme per violare la legge, visto che l'Abi da' disposizioni in merito ai propri associati? Ci auguriamo che qualche banca, tra le pochissime che hanno rispettato la legge, si associ a noi in questa denuncia e pretenda anche il rimborso degli ingenti danni che l'Abi ha provocato alla loro immagine perorando la violazione sistematica e organizzata della legge dello Stato. [1] http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=170308 (2) http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=mutui&tipo=comu MUTUI E BANCHE ILLEGALI. CIO' CHE NON E' RIUSCITO AL PARLAMENTO RIESCE ALLE IENE? Intervento dell'on Donatella Poretti, parlamentare radicale-Rnp, segretaria della Commissione Affari Sociali, candidata al Senato (Puglia) per il Partito Democratico Sembra incredibile ma e' vero ed e' lo specchio dello sfascio delle nostre istituzioni, soprattutto in credibilita'. La trasmissione Le Iene di Italia 1 e' riuscita a far ammettere all'Abi (Associazione bancaria Italiana) di aver perorato la sistematica violazione della legge Bersani sulla portabilita' gratuita dei mutui, dalla sua approvazione (aprile 2007) fino ad oggi, ed e' riuscita a strappargli la promessa di mettersi in regola dal prossimo maggio. L'incredibile e' che a marzo dell'anno scorso avevo presentato un'interrogazione in merito e la legislatura e' terminata senza che il ministero interpellato si fosse degnato di darmi uno straccio di risposta. Dire che le Iene sono piu' potenti del Parlamento non e' una forzatura, ma una semplice presa d'atto di come la legge e l'economia vengono gestite nel nostro Paese. Cosi' il 7 marzo 2007 annunciavo la consegna di quella interrogazione: Oggi ho depositato un'interrogazione parlamentare indirizzata al ministro per lo Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, per sapere come intenda agire al fine di assicurare il tempestivo e puntuale adeguamento del sistema Bancario al decreto legge n.7/2007. Come infatti ha denunciato l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) lo scorso 5 marzo, sono moltissime le banche che contravvengono all'art. 8 del cd. decreto Bersani-bis, in vigore da oltre trenta giorni. Questa disposizione di legge prevede la possibilita' per il cittadino di trasferire un mutuo (e relativa ipoteca) tramite semplice surrogazione, evitando cosi' i proibitivi costi notarili fino ad ora necessari per l'estensione e la riapertura dell'ipoteca. Secondo l'indagine dell'Aduc, l'87% delle banche interpellate nella citta' campione di Firenze non accetta la surrogazione ai fini del trasferimento di un mutuo. Sono stati contattati 15 istituti bancari, per un totale di 32 filiali, in qualita' di potenziali clienti interessati a trasferire un mutuo (con ipoteca) da un'altra banca. Solo 1 istituto bancario, la Banca Intesa, ha offerto l'opzione della surrogazione per il trasferimento del mutuo con ipoteca. Un altro istituto, la Banca Federico del Vecchio, ha rifiutato di rispondere. I restanti 13 istituti (sui 15 interpellati) hanno invece dato risposta negativa: Unicredit Banca, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Banca Nazionale del Lavoro, Banca di Roma , Banca Antonveneta , Meliorbanca, Sanpaolo Invest, Micos Banca gruppo bancario Mediobanca, Banca Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, Cassa di Risparmio di San Miniato, Banca Toscana, Cassa di Risparmio di Firenze. Come riferisce l'Aduc, le giustificazioni addotte dalle filiali bancarie interpellate per la non applicazione della legge sono state le piu' varie, tra cui: - la banca e' in attesa di circolari o disposizioni attuative; - la banca e' in attesa di un sistema computerizzato che le permetta di comunicare direttamente col Catasto; - la suddetta disposizione di legge non e' vincolante fino ad aprile 2007; - non vi e' alcuna disposizione di legge che obbliga la banca ad accettare la surrogazione. Cosi' facendo, le banche in questione non solo contravvengono ad una precisa disposizione di legge, ma ostacolano gravemente la mobilita' dei mutui. Piu' sono gli ostacoli al trasferimento dei mutui, minore e' la competizione e quindi anche la probabilita' di perdere clienti verso istituti di credito piu' competitivi. Un comportamento, questo, gravemente lesivo degli interessi degli utenti e consumatori. Qui il testo completo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=173846 P2P: L'APERTURA DEL PRINCIPALE GESTORE USA, L'IMMOBILISMO DELL'AGCOM Il principale gestore e fornitore di collegamenti Internet degli Usa, cambia idea. Comcast, da molto tempo sotto accusa nel proprio Paese perche' limita il Peer to peer che permette lo scambio di file tra utenti (musica, video, foto, ecc.), ha annunciato che consentira' il libero utilizzo di programmi di condivisione (file sharing) come Bit Torrent. Anzi, collaborera' per mettere a punto software che riducano i problemi quando si scambiano file molto pesanti. E' una rivoluzione. ComCast fino a un mese fa aveva dichiarato guerra al file sharing. Poi ha mutato atteggiamento, stimolata dall'azione dell'Autorita' per le comunicazioni Usa, la Federal communications commission (Fcc) e dal fatto che la principale concorrente, Verizon Communications, riconosce il legittimo utilizzo delle reti di file sharing. Speriamo che questa novita' spinga anche i gestori italiani a rivedere la loro politica, fatta di limitazioni non esplicitate in nessun contratto. Per questo motivo nel gennaio scorso abbiamo denunciato Tele2 per pubblicita' ingannevole all'Antitrust, che ha aperto un'istruttoria. [1] Purtroppo sul P2P, nonostante le tante segnalazioni degli utenti [2], non ci risultano interventi dell'Agcom sui gestori. Non e' una novita', purtroppo, ma e' molto grave l'immobilismo in una questione, che non si configura solo come inadempienza contrattuale, ma che riguarda anche la libera circolazione delle idee e la cosiddetta Net Neutrality, vale a dire che il padrone dei fili deve essere neutro rispetto ai contenuti che posso far transitare. [1]. [1] http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=p2p&tipo=comu [2] http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=P2P&tipo=cara MOZZARELLA DI BUFALA. E' FINITA A TARALLUCCI E VINO. NON MANGIATELA Non poteva che finire all'italiana: a tarallucci e vino. Vediamo. Il ministro alla salute, Livia Turco, dichiara "gia' da oggi i nostri tecnici lavoreranno insieme ai colleghi europei per mettere a punto un programma dettagliato per lo svolgimento di tutte le attivita' di vigilanza e controllo", il che significa che nel passato questo programma dettagliato non c'era. Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, dichiara "adesso si dovranno fare controlli a tappeto, bisognera' togliere dal mercato i prodotti inquinati", il che significa che prima i controlli a tappeto non c'erano e che i prodotti inquinati sono ancora sugli scaffali dei negozi. Nina Papadoulaki, portavoce della Commissione europea si era detta fiduciosa, "prossimamente" tutto tornera' alla normalita'", dice, il che significa che prima non c'era la normalita'. Avevamo, quindi, ragione noi nel consigliare i consumatori a non mangiare la mozzarella di bufala almeno fino a quando il ministero della Salute non comunichi i risultati definitivi delle analisi effettuate, i nomi degli allevamenti e dei caseifici coinvolti e le azioni (sequestri, chiusura, ritiro prodotti in commercio, ecc) (1). Il consiglio rimane, almeno fino a quando le "competenti" autorita' non forniscano ai cittadini le informazioni necessarie. (1) http://www.aduc.it/dyn/salute/comu.php?id=214884 ABI/IENE. CHE FINO HA FATTO IL SERVIZIO IN CUI L'ABI CONFERMA DI AVER VIOLATO COSCIENTEMENTE LA LEGGE BERSANI SUI MUTUI? Ieri venerdi' la trasmissione tv "Le Iene" avrebbe dovuto trasmettere un servizio in cui l'Abi (Associazione bancaria italiana) ammetteva di aver consapevolmente violato la legge Bersani (n.40/2007) perche' non aveva dato indicazione ai propri associati di non far pagare ai propri clienti le spese per il trasferimento di un mutuo da una banca ad un'altra. Il servizio non e' andato in onda e sul sito Internet della trasmissione di Italia 1 non ce n''e' traccia. Un comunicato apparso sulle agenzie stampa giovedi' 27 e su alcuni quotidiani venerdi' 28, faceva sapere che la sera di venerdi' sarebbe andato in onda un servizio, con intervista a Massimo Roccia, in cui il responsabile dell'area consumatori dell'Abi confermava un'indagine delle Iene stesse (su 38 sportelli bancari monitorati solo due non facevano pagare queste spese) e si impegnava al rispetto della legge entro il prossimo mese di maggio. Noi, con un comunicato diffuso ieri 28 marzo, abbiamo informato di aver chiesto alla Procura della Repubblica se nel comportamento dell'Abi si puo' configurare il reato di associazione a delinquere (1). Sempre ieri con un comunicato, l'on. Donatella Poretti (radicali-Rnp) ha evidenziato come ad una interrogazione parlamentare che aveva presentato in merito lo scorso marzo 2007 non aveva avuto nessuna risposta, mentre la trasmissione delle Iene era riuscita a far ammettere all'Abi di aver ignorato/violato la legge in vigore da piu' di un anno (2). Cosa e' successo? Dobbiamo pensare che la potente corporazione dei banchieri italiani e' riuscita a tacitare il tutto cosi' come aveva fatto il ministro Pierluigi Bersani non rispondendo all'interrogazione dell'on. Poretti e non considerando le reiterate nostre denunce in merito? C'e' qualcosa che ci possa far credere il contrario? Restiamo col dubbio e attendiamo fiduciosi nel senso di responsabilita' di una tv verso se stessa e i propri utenti e, soprattutto, nella capacita' della procura della repubblica di far fiducia a chi crede nella legge e nel rispetto della medesima. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=215061 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/noti.php?id=215068 ALITALIA. LA VERA SFIDA Gli esuberi. Sembra questo il problema Alitalia. A nostro parere non e' cosi'. Tra ricollocamenti, scivolamenti e cassa integrazione il problema puo' essere circoscritto senza punte drammatiche. Quanto all'italianita' della compagnia di bandiera dobbiamo constatare, purtroppo, che la definizione di Metternich (l'Italia? Una espressione geografica) ha sempre una sua validita'. C'e', invece, da affrontare la vera sfida che l'azionista di riferimento, cioe' il Governo, non ha voluto affrontare negli ultimi 15 anni: cosa vuol fare del sistema di trasporto aereo? Si poteva scegliere, per esempio, tra una compagnia aerea (Alitalia) che, seppure in perdita, producesse un indotto positivo, oppure tra una azienda sana che fa affari. Non si e' scelta nessuna delle due soluzioni, cosi' come non si e' scelto quale dovesse essere l'hub di riferimento, Malpensa (che brutto nome!) o Fiumicino. Ora siamo alla resa dei conti e la scelta, al momento, e' quella di portare i libri di Alitalia in tribunale o vendere a AirFrance-Klm, mentre per Malpensa inizia lo smantellamento. AirFrance-Klm ha tutto l'interesse ad escludere Malpensa dagli accordi di traffico extra europei, a favore dei propri hub di riferimento. La sfida che il Governo italiano deve affrontare, reclamando misure antiprotezionistiche (chi l'avrebbe detto!), e' quella di consentire a Malpensa di continuare ad operare. In caso contrario avremo costruito l'ennesima cattedrale nel deserto. RIFORMA LEGGE FECONDAZIONE ASSISTITA. L'IPOCRISIA DI VELTRONI. LE PROMESSE ELETTORALI.... Il segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, fa sapere che ha intenzione di modificare la legge sulla fecondazione assistita e che e' favorevole alla diagnosi preimpianto, cioe' di sapere prima se si sta impiantando un embrione senza malattie ereditarie e quindi evitare un successivo aborto terapeutico. Una presa di posizione che ci lascia molto perplessi, perche' sa proprio di una tradizionale promessa elettorale che poi rimarra' tale. Noi ci basiamo sui fatti. L'attuale ministro della Salute, Livia Turco, e' una delle fondatrici e dei capolista del Partito Democratico, e sotto il suo dicastero stiamo assistendo ad una strage di legalita' proprio rispetto alla legge 40, le cui linee guida sono scadute dallo scorso agosto e che, per il rinnovo, si sta solo aspettando che sia passata la campagna elettorale. Non solo, ma le attuali linee guida sono state dichiarate anche parzialmente illegittime da parte del Tar proprio laddove prevedevano il divieto della diagnosi preimpianto, divieto non previsto nella legge. Sappiamo che tutto si sacrifica sugli altari della politica, ma il sacrificio si sta facendo troppo pesante. Non si tratta di una riforma della legge e quindi di dover aspettare il prossimo Parlamento, ma di rendere attuativa la legge esistente, disposizione possibile solo grazie alla volonta' del ministro, volonta' che potrebbe esprimersi anche grazie al conforto di sentenze giudiziali. Per cui, quando il segretario Veltroni si esprime come oggi, aggiungendo anche che dovra' trovare una mediazione tra le varie posizioni che convivono nel suo partito, e' altamente ipocrita, perche' non ha mai voluto muovere neanche un dito per il rispetto delle norme attuali che, di per se', potrebbero gia' consentire oggi la diagnosi preimpianto. ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi ICE (In Caso di Emergenza). OVVERO: COME UN PROMEMORIA SUL CELLULARE Ho ritrovato in questi giorni un appunto volante preso parecchio tempo fa su indicazione di un'amica che sa che curo queste noterelle quindicinali. L'avevo trascurato, molto probabilmente, perche' mi obbliga a soffermarmi sull'eventualita' (non poi cosi' remota, e tanto piu' sgradevole) che mi accada qualcosa come un incidente o un accidente, non importa se a cento metri o chilometri da casa, e si debba di conseguenza avvertire qualcuno che mi conosca e possa dare informazioni e disposizioni del caso. (E l'interessante e' che la ritrosia ad affrontare l'argomento si manifesta ancora, benche' siano per lo meno dieci anni che tengo nella carta d'identita', insieme con la tessera sanitaria, un biglietto con un paio di nomi e numeri di telefono utili per l'evenienza). Adesso pero', eccomi qua, per contribuire a dare un'informazione che forse non tutti conoscono e che, entro certi limiti, mi sembra interessante. La sostanza Molto semplicemente si tratta di inserire la sigla ICE, che sta per In Caso di Emergenza, nella rubrica del cellulare, seguita dal nome (e numero di telefono) della persona che si desidera sia contattata, appunto, nel caso di un'emergenza che ci impedisca di agire direttamente. Nel caso in cui vogliamo dare piu' indicazioni, il suggerimento e' di scrivere: ICE1 XY; ICE2 WZ, eccetera. In questo modo, i soccorritori potranno mettersi in contatto immediato con la prima persona rintracciabile, informarla di che cosa ci e' accaduto e dove ci troviamo e, cosa molto importante, chiederle informazioni sul nostro stato di salute, se, per esempio, siamo allergici a dei farmaci, seguiamo particolari terapie, e cosi' via. Come ho gia' accennato, l'idea mi sembra buona; e' di facilissima attuazione, non costa niente e sembra pratica e risolutiva, se davvero, nei casi gravi, i soccorritori sono portati a consultare la rubrica del cellulare alla ricerca di un contatto utile a dare e ricevere informazioni sulla persona soccorsa -indicazione che spesso e' difficile, se non impossibile, trovare velocemente. Naturalmente, questo accorgimento non dovrebbe impedire di portare sempre con se', accanto al documento di identita', anche un foglio con nomi, indirizzi, numeri di telefono e altre informazioni utili agli eventuali soccorritori; a maggior ragione se abbiamo delle caratteristiche che rendono necessaria un'attenzione particolare a livello sanitario. Oltre tutto, bisogna pensare che il cellulare potrebbe essere inutilizzabile per i motivi piu' svariati. Un po' di storia … Una volta deciso di trattare questo argomento, ho fatto una veloce ricerca su Internet per saperne di piu'. La prima cosa che ho trovato e' stata la voce ICE di Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/ICE_(In_Caso_di_Emergenza), che riporta anche un simbolo, che si suggerisce di riprodurre e attaccare sul cellulare proprio per segnalare la presenza di questo codice nella rubrica telefonica. Il simbolo consiste in un quadrato di colore arancione, nel quale e' disegnata una specie di grande asterisco azzurro, al cui centro spicca, in bianco, la sigla "ICE". Questo simbolo, secondo Wikipedia, e' opera di un infermiere di Syracuse (New York), che si chiama Mark Balduzzi, e risale al mese di luglio 2005. L'idea iniziale dell'ICE, pero', e' di pochi mesi anteriore. Venne infatti nell'aprile/maggio 2005, a un paramedico britannico di nome Bob Brotchie, in forza presso lo East Anglian Ambulance Service. Gli attentati del 7 luglio di quell'anno, con la loro drammaticita', mostrarono l'importanza di un accorgimento del genere, e fu cosi' che questa idea trovo' risonanza e accoglienza immediata soprattutto nei paesi di lingua inglese. (Informazioni, per cosi' dire, alla fonte si trovano sul sito della britannica BBC http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/4674331.stm e dell'americana CBS (su cui si puo' anche ascoltare l'intervista a Brotchie http://www.cbsnews.com/stories/2005/07/26/earlyshow/main711715.shtml). … con qualche dubbio A quel che sono riuscita a capire, navigando sui siti italiani che si sono interessati all’iniziativa, la notizia dovrebbe aver preso piede da noi ai primi del 2007, ed e' stata diffusa come un appello della Protezione civile che suona cosi': "Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che, molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri elencati in rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da chiamare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto e' ICE (In case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare, utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai vigili del fuoco o dai primi soccorritori. In caso vi fossero piu' persone da contattare si possono utilizzare piu' pseudonimi: ICE1, ICE2, ICE3, etc.. Facile da fare, non costa niente e puo' essere molto utile Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio affinche' cio' rientri nei comportamenti abituali di ognuno di noi.". L'appello e' stato raccolto e messo in rete non solo da diversi siti privati, ma anche da alcuni ufficiali di Comuni, Province, e persino della Polizia di Stato di qualche citta'. In realta', sembra che la Protezione civile non c'entri per niente, e allora nelle menti di alcuni si e' insinuato il dubbio che il tutto non fosse che una bufala. Una ricerca in merito e' stata fatta su http://attivissimo.blogspot.com/2007/03/ice-nel-telefonino-salva-davvero-la.html, a cui rimando per curiosita'. A ben guardare, pero', l'informazione non contiene alcun inganno se ci si limita a recepirla nella sua semplicita'. Anzi, rappresenta un invito utilissimo a pensare a un evento sgradevole ma possibile e a prendere le misure per non ritrovarci del tutto abbandonati alla nostra sorte, magari in un posto lontano da casa, dove nessuno, ma proprio nessuno sa chi siamo. E quindi, ben venga la sigla ICE sul cellulare e, in rinforzo, un appunto scritto con carta e penna allegato a un documento di identita'. Diverso e' il discorso quando vi si inseriscano le compagnie telefoniche per offrire l'ICE come un loro servizio. Anche qui, finche' le compagnie telefoniche si limitassero a prevedere in rubrica un'apposita voce che preceda tutte le altre, come sembra abbia chiesto lo stesso Brotchie, niente di male, anzi. Ma se tali compagnie (o altre ancora) vi si dovessero insinuare, per esempio, imponendo un numero centralizzato, sul quale l'utente dovrebbe registrare i numeri telefonici desiderati e, magari, anche informazioni sulle proprie condizioni di salute, allora, ovviamente, la cosa darebbe adito a delle preoccupazioni, e bisognerebbe esigere una perfetta trasparenza. Comunque, il problema sollevato dal paramedico britannico esiste e non stupisce che l'appello sopra riportato sia stato attribuito alla Protezione civile. A riprova, c'e' chi vende gia' servizi di questo tipo, come fa www.icecontact.com, che segnalo a chi sa l'inglese meglio di me e puo' dare una valutazione piu' corretta della proposta li' avanzata. Per finire L'unico problema che resta, comunque, e' quello relativo al funzionamento del cellulare. Se il cellulare non esiste, non si trova o non e' utilizzabile, che si fa? Avendo compiuto, in nome di razionalita' e ragionevolezza, il passo emotivamente non facile di segnalare le persone da contattare nel caso ci capiti un incidente grave, potremmo farne un altro, cioe' quello di capire che la vita ha i suoi a volte sorprendenti percorsi e contiene una certa misura d'imponderabilita', a cui sembra saggio affidarci. Con serena consapevolezza. (a cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Cervello e Potere. L'Italia dei "cloni", dei "tossicodipendenti" del potere Informarsi, Conoscere e Deliberare. "Chi possiede coraggio e carattere, e' sempre molto inquietante per chi gli sta vicino. Se temiamo qualcuno, riconosciamo a costui un potere su di noi". (Herman Hesse) Cervello e potere: e' stato sufficientemente svelato con dati scientifici quello che la storia aveva gia' rivelato, leader carismatici si nasce, non si diventa, anche se un ambiente adeguato favorisce il trionfo e una serie di sconfitte puo' metterlo in crisi. Nel suo ultimo saggio, 'Cerebro y podero' –Cervello e Potere- pubblicato in Spagna per Esfera de los Libros, lo psichiatra catalano Adolf Tobena smaschera le interrelazioni umane ed animali. Interessante e' quella che lo scienziato fa con lo scimpanze', animale che lui chiama "Machiavellico". Scrive: "Le tragedie e i tradimenti sono all'ordine del giorno tra gli scimpanze': la loro abilita' nel tessere o rompere le alleanze, la tendenza a ricordare offese e vendette sono elementi cruciali di un'intelligenza machiavellica". Dovremo da subito scusare il "Machiavellismo" di buona parte dei nostri politici, dediti alle vendette, ai brogli, agli agguati, ai raggiri, pur di raggiungere la brama del potere, si tratta -in netto disappunto con il Vaticano- di discendenza antropologica. Ma non finisce qui. Un altro studioso, famoso perche' fu il primo che analizzo' il fenomeno del 'mobbing', lo psicologo Inaki Pinuel, asserisce che la politica, il far politica, e' un campo di azione ideale per gli psicopatici. Scrive difatti: "I leader carismatici hanno un fascino che e' lo stesso degli psicopatici. Quelli piu' antisociali sono quelli piu' capaci di attirare seguaci". Gli stessi che lo psichiatra, autore del libro spagnolo "cervello e potere" chiama "i cloni". Aggiunge inoltre: "Un leader ha tanto piu' carisma quanto piu' e' antisociale" (anti-sociale significa contro gli interessi del sociale e della societa' ), come dimostrano Stalin o Hitler, capaci di trasformare i loro seguaci in cloni di se stessi. Anche a casa nostra, milioni di persone venivano inghiottite dall'incantesimo, squadristi e "s-fascisti", divenivano "cloni" della "mascella al vento". Oggi, semplicemente sufficiente farci caso, c'e' qualche politico di casa nostra che Beppe Grillo chiama -non a caso- "psiconano", che ha la "mascella" di una somiglianza sorprendente. Ma oltre a Silvio mascella di Benito, questo grande uomo politico italiano, incarna la moltitudine e le capacita' scaltresche e l'ingegno di Napoleone Bonaparte. Eppure c'e' un interessantissimo libro, un testo serio e per molti versi allarmante, L'ombra lunga di Napoleone. Da Mussolini a Berlusconi edito da Marsilio, pagg. 163 autore Alessandro Campi, lo stesso autore che come storico scrisse sulla figura di Mussolini, per "Il Mulino", nella collana "L'identita' Italiana", uscito nel 2001. Alcuni appunti evidenziano i pericoli di quella dietrologia ottocentesca, ripiegata all'ego individuale, il rievocarsi della fenomenologia dei "cloni" e del potere ricercato con qualsiasi modalita' e mezzo -fuori dalle regole democratiche-, l'incalzare le masse come da deriva populista, la forza visionaria, il modo di intendere e utilizzare il potere, il desiderio di auto-affermazione, la capacita' organizzativa e gestionale, il talento comunicativo, tanto forte da creare quel sistema "virtuoso" che rievocano i "cloni". E Beppe Grillo -non sappiamo bene se si sbagli o meno- ad invitare nel suo Blog a non recarsi al voto. C'e' un dato di fatto, circa il "segreto di Pulcinella" dei brogli elettorali: evitate di infilare nell'urna una scheda cosi' come vi e' stata consegnata. Agli scettici l'invito a dare un'occhiata all'archivio storico del Ministero dell'Interno: guardate il numero di schede bianche di tutte le elezioni politiche tenutesi nel nostro Paese e poi andate a vedere quello del 2006, qualcosa non torna… sicuramente scrivere qualcosa sulla scheda, o semplicemente votare, sara' meglio che mettere nell'urna la scheda bianca, il rischio di brogli sara' meno alto. Abbiamo di fronte una doppia problematica, di forma e contenuti: una legge elettorale che presenta un oceano di illegale costituzionalita' (il "porcellum" voluto dall'on. Berlusconi, in queste elezioni politiche per la seconda volta, si chiama Legge Calderoli), un sistema partitico decisamente estraneo dalla realta' del suo elettorato, sia esso di destra, di sinistra o di centro. Nella realta' politica Italiana, a soffrire, non e' tanto l'elettorato di centro e di destra, tradizionalmente populista e poco sensibile alle sottigliezze democratiche e della legalita', piuttosto quel popolo "progressista" abbandonato a se stesso da una sinistra che negli ultimi anni ha collezionato tante "farfalle" di errori su errori, tanto da far sospettare qualche complicita' con "l'avversario": come la mancata legge sul "conflitto di interessi" che non e' mai arrivata; il "mite" accettare questa aberrante, sporca legge elettorale; il "risanamento economico e finanziario" italico, con le mani nel portafoglio del contribuente. Questi errori, uniti a tanti altri, hanno trasformato il serbatoio di consensi in una "piena" di crisi di identita', che sta travolgendo le coscienze dei cittadini progressisti e riformatori. Un popolo maturo e saggio non merita questa classe politica cosi' estranea ed avulsa dai problemi della societa' Italiana. Se esiste questa classe politica, significa che il popolo non e' saggio ne' maturo, e non e' il caso Italiano. Adesso sara' sufficiente comprendere cosa sta accadendo e quali personaggi hanno presentato: il Porcellum ha voluto che a scegliere non fosse il popolo Italiano, ma le segreterie politiche dei partiti . Voteremo –si fa per dire– insieme ai candidati onesti e per bene, anche una serie di altri, desiderati dalle segreterie di diversi partiti, mafiosi o presunti tali, cognate, amanti, segretarie, leccaculo, portaborse, magnaccia, pregiudicati, condannati in primo ed anche in secondo grado, prescritti. Addirittura esiste un intero Partito, separatosi recentemente dal gruppo maggiore, che di mafiosi e pregiudicati ha fatto il pienone, come da sua tradizione politica e storica. Mortifica sapere che non voteremo il deputato, ma il partito, cosi' che votando il partito, voteremo anche per il candidato che non puo' interessarci e che volentieri vomiteremmo. Una Legge elettorale bestiale, fatta da scimpanze' bestiali, per le loro "pulsioni " bestiali, ancor piu', come ci spiega lo psicologo Inaki Pinuel, attivamente psicopatiche. Rimane tuttavia il dramma, cruciale e centrale: conoscere per deliberare. Vige ed esiste nel nostro Paese una assente informazione, che incarna il tentativo "virtuoso" di ottenere una mirata dis-informazione. E da qui, che dobbiamo "ricominciare", "riconquistando" quella reale informazione, in quanto e' solo attraverso la "conoscenza" che il nostro Paese potra' definitivamente "riformarsi", certamente la Rete potra' e dovra' aiutarci. L'Italia non e' nelle mani della Casta, come intendono farci credere, viceversa e' nella mente di tutti noi, e' in definitiva nelle nostre mani. La miglior parte della societa' Italiana, quella viva e dinamica costituita dai giovani, vuole il cambiamento, non la conservazione, lo status quo, il falso riformismo, la falsa democrazia. I giovani non intendono essere precari ed avere nuovi padroni, per creare le nuove lotte di classe, queste servono solo alla esistenza fisica di coloro i quali le bugie le dicono per professione. Buon voto e buona fortuna a tutti noi, buona fortuna ai nostri figli, buona fortuna al nostro prossimo. Riconquistiamo la salute, la dignita'. Riconquistiamo l'informazione, la conoscenza. Riconquistiamo la legalita', la democrazia. Riprendiamoci il diritto alla vita, la vita del diritto. Riprendiamoci l'Italia. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Antonella Porfido Telecom e 899. Condanna del giudice di pace di Firenze Dopo numerose pronunce giurisdizionali a livello nazionale, e le sanzioni irrogate dal Garante delle comunicazioni a Eutelia e Telenuit per avere utilizzato in maniera illegale i dialer di cui ai numeri 709 e 899, anche il Giudice di Pace di Firenze si e' pronunciato a favore di uno dei tanti consumatori vittima delle "bollette gonfiate", riconoscendo nell’importo non dovuto, seppur modesto, il frutto di un comportamento illegittimo del gestore telefonico Telecom. E', infatti, con la sentenza n. 5045/07 che Telecom Italia e' stata condannata al rimborso delle somme impropriamente addebitate in bolletta, oltre alle spese sostenute per l’instaurazione e la prosecuzione del contenzioso giurisdizionale. Il fatto oggetto del giudizio Il Sig. xxxxx conveniva in giudizio Telecom italia chiedendo il rimborso della somma di euro 70,00, arbitrariamente addebitategli in 3 fatture inerenti a chiamate effettuate alle direttrici numeriche 899151 e 899024 (rispettivamente Eutelia e Teleunit), mai effettuate dall'utente. Telecom Italia, si difendeva sostenendo di non avere alcuna responsabilita' in merito alla tipologia e alle modalita' con cui vengono erogati i servizi Internet dalle compagnie assegnatarie di numerazioni speciali (nel caso di specie Eutelia e Teleunit per la numerazione 899) e di non percepire i prezzi relativi ai suddetti servizi, bensi' solo del costo relativo al trasferimento di tali chiamate. Inoltre, per la convenuta, sulla linea telefonica relativa al traffico in contestazione non era stata riscontrata alcuna anomalia e, oltretutto, l’attore non aveva sporto alcuna denuncia alle competenti autorita' al fine di ottenere un’indagine su eventuali frodi. Cio' veniva visto dalla convenuta come segno che il traffico fosse stato effettuato. Esaurita l'istruttoria, il Giudice di Pace di Firenze ha ritenuto non dovute dall'attore nei confronti di Telecom Italia le somme rubricate nelle fatture oggetto di causa, per l'importo complessivo di euro 70,00 e, per l'effetto, ha condannato il convenuto gestore telefonico a rimborsare all'attore la predetta somma, oltre interessi legali dalla pronuncia fino al saldo effettivo, nonche' le spese vive relative alla fase stragiudiziale e giudiziale della vertenza, liquidate complessivamente e forfetariamente in euro 50,00. Questi i motivi della pronuncia giudiziale. La cosiddetta "pirateria informatica"e la sua configurazione come reato penale Il Giudice fiorentino ha considerato la vicenda oggetto del suo giudizio, una delle fattispecie in cui si puo' configurare la "pirateria informatica". Con tale espressione si intende quel fenomeno assai frequente per cui soggetti spregiudicati denominati hackers, si rendono autori di condotte illegali, consistenti nell'alterazione di dati immessi, oppure nell'immissione di dati mai richiesti, o ancora, nell'alterazione di software e di informazioni. La frequenza di tali condotte, nell'anno 1993 ha portato ad un intervento legislativo, con il quale, con l'art. 10 della legge n. 547, viene introdotto l'art. 640-ter nel codice penale che riconosce come autonoma figura di delitto contro il patrimonio la frode informatica, che si configura ogni qualvolta venga alterato il funzionamento di un sistema informatico o telematico, o che vi sia intervento, con qualsiasi modalita' da parte di chi non ne abbia alcun diritto, su dati, informazioni e programmi che siano contenuti in un sistema informatico o telematico ad esso pertinenti, con la finalita', da parte dell'agente, di procurare a se', o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Il dialer e la sua ascrivibilita' alla fattispecie di cui all'art. 640-ter del codice penale Se e' vero che il dialer, inteso come programma di connessione che consente all'utente di accedere a vari servizi ed informazioni di pubblica utilita', e' considerabile di per se' lecito, nel momento in cui viene azionato ed utilizzato per "riprogrammare" di nascosto un computer (pertanto all'insaputa dell'utente) agendo sul numero telefonico di collegamento ad Internet e sostituendolo con un numero a pagamento maggiorato su alcuni prefissi, (ad esempio 144, 166; 899 ecc.), acquisisce una rilevanza illecita. Si produce, infatti, in tal modo, un traffico "a valore aggiunto", i cui costi telefonici vengono suddivisi tra gli operatori telefonici, le societa' che producono gli stessi dialer, le societa' che producono i contenuti cui si accede via dialer e gli operatori (c.d. Webmaster) che propongono i dialer attraverso i siti da loro gestiti. Il carattere "subdolo" del fenomeno E' tutt'altro che sporadica la circostanza per cui alcune pagine web "scaricano" il dialer automaticamente, in modo tale da agire mentre l'utente si stia semplicemente limitando a visualizzare una e-mail oppure una pagina web, senza che ancora abbia cominciato la sua navigazione in rete. Oltre a cio', vi sono molti siti Internet che si prestano ad introdurre clandestinamente dei dialer mascherandoli come "certificati di protezione" di modo che l'utente sia indotto a sceglierli per verificare l'integrita' di un programma. L'anomalia di quanto avvenuto nel caso oggetto del giudizio Il traffico di cui l'attore chiedeva in giudizio il rimborso, era caratterizzato dal fatto che delle sette chiamate addebitate in bolletta e da lui mai effettuate, ben quattro avevano la durata di un solo secondo, una la durata di appena tre secondi, e nonostante tale dato temporale, il costo fatturato per le suddette chiamate, risultava identico a quello fatturato per le altre due rimanenti chiamate della durata, rispettivamente, di 25 minuti e mezzo e di 3 minuti e 37 secondi. E' apparso abbastanza inverosimile e fuori da ogni logica per il Giudice fiorentino che un utente, nel giro di un solo minuto, ponga in essere volontariamente una chiamata verso una determinata direttrice tre volte consecutive, della durata ciascuna di un solo secondo! Come e' altresi' inverosimile la possibilita' che una qualsiasi chiamata non duri piu' di tre secondi, escluso il caso in cui non sia caduta la linea nello stesso momento in cui l'interlocutore abbia risposto, oppure immediatamente dopo! Inoltre, ad un costo a chiamata di euro 10,00 tanto per lo scatto alla risposta , quanto per le conversazioni della durata di almeno 30 minuti. A parere del Giudice, la prima ipotesi, puo' considerarsi compatibile solo con chiamate effettuate da apparecchio telefonico, fisso o radiomobile, ma senza connessione ad Internet tramite PC; la seconda ipotesi, e' risultata al Giudice altrettanto inverosimile tenuto conto del fatto che tutte le chiamate effettuate verso numeri speciali, (144, 166 ecc.) sono caratterizzate dall'avere uno scatto alla risposta che, pur essendo elevato, non raggiunge mai i 10 euro, oltre al fatto, e soprattutto, che trattandosi di numeri speciali che offrono contenuti particolari (erotica, divinatoria), hanno un costo che nel giro di soli 15 o 30 minuti, e' ben superiore a quello maturato dopo lo scatto alla risposta, tanto se e' fisso al minuto, quanto e soprattutto se e' variabile e dunque, in entrambi i casi aumenta progressivamente alla durata della chiamata. Tale particolarita', dunque, e' stata considerata dal Giudice una prova del fatto che, in verita', da quel numero telefonico, non potessero essere state effettuate quelle chiamate addebitate in bolletta dell’attore! Le responsabilita' di Telecom Italia Nel caso di specie, tra l'ottobre del 2004 e il gennaio del 2005, fra Telecom Italia e il ricorrente, era intercorso uno scambio di corrispondenza e il gestore non aveva affatto escluso che quel traffico addebitato all'utente fosse il frutto di un'azione fraudolenta dei dialer, ma nonostante tale considerazione, aveva attribuito all'utente l'onere di adottare tutti i possibili e necessari accorgimenti volti a prevenire queste condotte fraudolente (come ad esempio l'attivazione della linea ADSL) e l'obbligo di provvedere al pagamento della complessiva fatturazione, dal momento che in seguito alle verifiche effettuate, non risultavano anomalie. In realta', a parere del Giudice di Pace fiorentino, nel momento in cui nel gestore telefonico insorge anche il piu' piccolo ragionevole dubbio circa una possibile illiceita' della provenienza del traffico telefonico di cui viene richiesto il pagamento, qualora non si rinunci allo stesso, oppure non si provveda alla restituzione dell'importo, se gia' stato pagato (anche mediante compensazione parziale con quanto addebitato all'attore nelle fatturazioni successive), si possa configurare a carico del rappresentante legale del gestore telefonico (e/o degli amministratori e/o dei loro delegati preposti al settore de quo), il reato di ricettazione in relazione all'articolo 640-ter c.p., relativo alla frode informatica. Vediamo perche'. Fra le condotte punibili ex articolo 648 c.p. (reato di ricettazione), viene in considerazione anche la semplice "intromissione" nel "far ricevere" quel denaro che costituisce il prodotto, il profitto oppure il prezzo di un qualsiasi delitto. Stando a cio', dunque, non puo' esservi alcun dubbio che soggetto attivo del suddetto reato, possa essere anche il mero responsabile della fatturazione delle somme che sono poi destinate ad essere riscosse da altri, oppure riversate ad altri. Per cio' che attiene, infine, all'elemento soggettivo della condotta, si ritiene sufficiente il dolo eventuale che consiste nell'accettazione del rischio della provenienza delittuosa del denaro. E ancora, secondo il Giudice di Pace fiorentino, il non avere provveduto ad inoltrare alcuna denuncia alla Procura della Repubblica competente, una volta constatato il carattere sospetto di una parte del traffico telefonico effettuato da un utente, potrebbe comportare a carico dei legali rappresentati delle societa' assegnatarie (e/o degli amministratori, e/o dei loro delegati preposti al settore de quo), l'accusa di commissione del reato di cui all'articolo 362 c.p. (ovvero l'omessa denuncia, da parte di incaricato di pubblico servizio, di un reato del quale ha avuto notizia nell'esercizio, oppure, a causa dell'esercizio delle proprie funzioni). Obblighi del gestore telefonico prima e dopo la fatturazione del conto telefonico e obblighi dell’utente La consapevolezza del rischio che alcuni importi possano avere una provenienza illecita, comporta l'obbligo contrattuale per il gestore telefonico di agire nei confronti dei propri utenti, nel rispetto dei principi della correttezza e della buona fede (artt. 1175 e 1375 c.c.) e, dunque, di non procedere alla fatturazione di quegli importi. Qualora, invece, il gestore telefonico provveda alla fatturazione del conto, per il Giudice di Pace, dato che quest’ultima, oltre a costituire un documento fiscale e' anche un vero e proprio atto negoziale di esecuzione di un mandato a riscuotere, pertanto, soggetto a tutte le norme del codice civile sui contratti e sui negozi giuridici, deve considerarsi affetta da nullita' ex articolo 1343 c.c. perche' emessa in violazione dell'articolo 648 c.p., a titolo di dolo eventuale. Di conseguenza, a carico dell'utente destinatario di tale fatturazione, non sorge alcun obbligo di pagamento. Dunque, un ulteriore passo avanti nell'affermazione del diritto. ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone La tipicita' italiana difesa dagli stopper e il vero rilancio delle tradizioni Pizza, mozzarella di bufala, vino e caffe': un pasto completo che, con l'aggiunta di Alitalia, descrive il minestrone dell'italianita' da difendere a tutti i costi, con il vigore di uno stopper vecchio stampo, alla Sergio Brio, per intenderci. Alitalia e mozzarella di bufala hanno riportato la classe politica e giornalistica all'orgoglio italico: "Occorre salvare dai francesi la nostra compagnia di bandiera", urlano i politici contrari all'operazione (per motivi essenzialmente elettorali); "il pericolo diossina nella bufala non esiste, e' frutto di una psicosi", urlano tutti, compreso l'ottimo Bruno Vespa nel suo salotto bianco-mozzarella. Certo, bisogna salvaguardare i produttori italiani onesti, ma gli stopper lo sanno o no cosa hanno pagato per anni gli italiani per mantenere un carrozzone come Alitalia? E lo sanno cosa c'e' dietro l'esplosione della produzione e vendita della mozzarella di bufala? La diossina in eccesso e' solo l'ultimo scandalo, come ben riporta Giorgio Solvetti su Il Manifesto, in un articolo giustamente titolato "Il lato oscuro dell'oro bianco" La diossina e' solo l'ultimo degli allarmi sui latticini campani. Nelle zone controllate dalla camorra le sofisticazioni alimentari sono all'ordine del giorno. Dall'ormone della crescita al latte in polvere dalla Bolivia, fino alla calce per sbiancare, la bufala diventa un "tarocco". L'esperienza del vino. Anziche' urlare al complotto, gli stopper farebbero bene a guardarsi indietro e imparare dall'esperienza del vino. Dopo lo scandalo al metanolo, i produttori italiani impararono la lezione e dalla batosta del 1986 inizio' la riscossa. Avevamo criticato l'operazione Pizza napoletana Stg (Specialita' tradizionale garantita) "Pizza e globalizzazione: anche la 'napoletana' imbocca la tutela burocratica Operazione utile solo ad appagare la voglia di visibilita' di qualche notabile. Mentre noi ci preoccupiamo di ricettari complicati e di regole irrispettabili, chi nel mondo fa i soldi vendendo pizza, panini e caffe' sono altri: Pizza Hut, McDonald's e i caffe' Starbucks. Caffe' ghiacciato in lattina. Tutt'altra cosa appare l'operazione della Illy caffe' che, in accordo con la Coca Cola, produrra' caffe' in lattina da vendere freddo a consumatori giovani. La nuova ricetta e' del produttore italiano, la distribuzione e' affidata al colosso statunitense. Non sara' a tazzulella e cafe', cantata da Pino Daniele, ma di sicuro e' un'operazione commerciale che portera' soldi nelle casse della Illy e non sminuira' la tanto decantata tradizione italiana, che anzi potrebbe essere rinvigorita agli occhi e al palato di nuovi consumatori. Altro che stopper. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA CREDITO AL CONSUMO (finanziamenti, carte revolving, etc.): LE REGOLE Il credito al consumo e' attualmente disciplinato dal Codice del consumo (d.lgs.206/2005, art.40/43) e dal testo unico bancario, il d.lgs. 385/93 (articoli 121/128bis) che, insieme alla delibera CICR (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio) del 4/3/2003 -resa attuativa dalla Banca d'Italia con decorrenza Ottobre 2003- ne delinea la trasparenza di offerte e contratti. A livello comunitario va rilevato che e' stata recentemente approvata dal Parlamento europeo una nuova direttiva che mira ad introdurre delle normative piu' specifiche ed uniformi. Essa, al momento, deve ancora essere definitivamente varata dal Consiglio europeo per poi essere recepita nei vari Paesi membri entro il 2010. Riportiamo un sunto delle sue novita' in calce a questa scheda, in attesa che essa diventi legge in Italia. La legge definisce credito al consumo la "concessione, nell'esercizio di un'attivita' commerciale o professionale, di credito sotto forma di dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a favore della persona fisica che agisce per scopi estranei all'attivita' imprenditoriale o professionale eventualmente svolta". In breve, vi rientrano tutte le concessioni di credito fatte da professionisti (banche o finanziarie, tipicamente) nei confronti di soggetti consumatori o che comunque operano come tali. Rientrano nella generica disciplina del CREDITO AL CONSUMO: - I prestiti personali, ovvero forme di finanziamento che possono o meno essere finalizzate ad uno specifico scopo (si va dai prestiti per gli studenti, a quelli per la cui richiesta non deve essere data alcuna giustificazione), con versamento dell'importo finanziato direttamente al richiedente e per le quali vi e' una scadenza fissa e un numero prestabilito di rate. Talvolta viene data la possibilita' di variare la rata, sospenderla o spostarla, e si possono trovare prestiti dove non e' richiesto il pagamento delle spese di istruttoria. Fa fede ovviamente il contratto. - I prestiti finalizzati, ovvero i finanziamenti collegati ad un contratto di acquisto di un bene di consumo (auto, elettrodomestici, etc.) o di un servizio (corsi vari, palestra, vacanze, etc). In questo caso la finanziaria, spesso convenzionata col venditore, paga direttamente quest'ultimo. Le rate sono prestabilite e la loro flessibilita' dipende, come per i prestiti personali, esclusivamente dal contratto. - Le aperture di credito rotativo (revolving), spesso appoggiate ad una carta magnetica (detta appunto "carta revolving"), tramite le quali si ottiene un fido che puo' variare a richiesta -come per il numero ed importo delle rate- e che viene "ricostruito" man mano che si effettuano i rimborsi. - Le operazioni di cessione del quinto dello stipendio. Si tratta di prestiti personali riservati ai dipendenti (pubblici e privati) con delega di pagamento di una quota dello stipendio di massimo un quinto. Essi normalmente prevedono che il richiedente conferisca delega irrevocabile al proprio datore di lavoro a trattenere dallo stipendio l’importo corrispondente alla rata del prestito che la banca -o la finanziaria- ha concesso. Le rate vengono quindi pagate direttamente dal datore di lavoro, con trattenuta sulla busta paga. Non sono rare le convenzioni tra banche -o finanziarie- e grandi aziende o aziende pubbliche. La legge 80/2005, all.art.13 bis, ha esteso la possibilita' di usufruire di tali forme di prestito anche ai pensionati pubblici e privati, per periodi non superiori ai 10 anni e garantiti da un'assicurazione sulla vita. Non vi rientrano, invece: * i finanziamenti -di qualsiasi natura- di importo inferiore ai 154,94 euro o superiore ai 30.987,41 euro (valori previsti dalla legge 142/92 art.18 comma 3 e mai successivamente variati); * i contratti di somministrazione disciplinati dal codice civile art.1559 e segg. (prestazioni periodiche o continuative, come i contratti di fornitura di servizi -gas, energia elettrica, etc.- o di uso di beni); * i finanziamenti rimborsabili in un'unica soluzione entro diciotto mesi, con il solo eventuale addebito di oneri diversi dagli interessi (spese, etc.) purche' previsti dal contratto; * i finanziamenti privi, direttamente o indirettamente, di aggiunta di interessi o altri oneri, con eccezione del rimborso delle spese vive sostenute e documentate; * i finanziamenti destinati all'acquisto o alla conservazione di un diritto di proprieta' su un terreno o su un immobile edificato o da edificare o all'esecuzione di opere di restauro o miglioramento (mutui); * I contratti di locazione, a condizione che in essi sia prevista l'espressa clausola che in nessun momento la proprieta' della cosa locata possa trasferirsi -con o senza corrispettivo- al locatario. In breve le caratteristiche principali e generali dei finanziamenti che rientrano nella disciplina del credito al consumo sono l'addebito degli interessi -oltre che delle eventuali spese- e la rateizzazione del rimborso. Ne restano fuori, pur avendo tali caratteristiche, i mutui sottoscritti sia per l'acquisto che per la ristrutturazione di un immobile. IL PRIMO E PIU' IMPORTANTE DATO: IL TAEG Il primo dato su cui soffermarsi nel valutare la sottoscrizione di un contratto di finanziamento e' il TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale, il valore che esprime il COSTO totale del credito. Esso comprende infatti gli interessi e tutti gli oneri da sostenere per utilizzare il credito, anche quelli relativi all'eventuale interposizione di un terzo ai fini della sottoscrizione del contratto. Il Taeg si distingue dal TAN, che rappresenta invece il tasso di interesse annuale legato al finanziamento. Attenzione, quindi, il "tasso zero" spesso sbandierato potrebbe facilmente corrispondere al solo TAN e non ad un reale "costo zero" del finanziamento. Il vero ed utile indicatore del costo complessivo e' solo il TAEG, che comprende -oltre agli interessi- tutte le altre spese. Il TAEG deve comprendere, per legge: - gli interessi; - le spese di istruttoria e apertura della pratica di credito; - le spese di riscossione dei rimborsi e di incasso delle rate, se stabilite dal creditore; - le spese per le assicurazioni o garanzie imposte dal creditore (intese ad assicurargli il rimborso totale o parziale del credito in caso di morte, invalidita', infermita' o disoccupazione del debitore/consumatore); - il costo dell'attivita' di mediazione eventualmente svolta da un terzo; - tutte le altre spese contemplate nel contratto. Sono invece escluse dal calcolo del TAEG - le somme che il consumatore deve pagare per l'inadempimento di qualsiasi suo obbligo contrattuale, compresi gli interessi di mora; - le spese, diverse dal prezzo di acquisto, a carico del consumatore indipendentemente che si tratti di un acquisto in contanti o a credito (imposte, tasse, etc.); - le spese di trasferimento fondi e di tenuta di un conto destinato a ricevere gli importi dovuti dal consumatore (purche' questi disponga di una ragionevole liberta' di scelta e le spese non siano anormalmente elevate); - le quote di iscrizione ad enti collettivi, derivanti da accordi distinti dal contratto di credito, anche se incidenti sulle condizioni dello stesso; - le spese per le assicurazioni o garanzie scelte volontariamente dal consumatore, ovvero diverse da quelle imposte dalla banca o finanziaria. Per il calcolo del Taeg viene utilizzata una formula che prende in considerazione l'entita' del credito e la durata del rimborso. Esso viene calcolato al momento della stipula del contratto e non prende in considerazione, ovviamente, eventuali variazioni delle condizioni economiche che siano permesse dal contratto stesso (tipicamente nei contratti di durata come l'apertura di credito, abbinata o meno ad una carta). Fonte: Decreto Ministero del tesoro del 8/7/1992 art.2 Un ulteriore controllo sui tassi puo' essere quello relativo alla soglia dell'usura fissata trimestralmente dalla Banca d'Italia. Si veda in merito la scheda riportata tra i link utili. PUBBLICITA' ED OFFERTE Sono valide le regole di trasparenza e pubblicita' previste dal Testo unico bancario e dalla delibera CICR del 4/3/03, inerenti tutti i tipi di servizi bancari. In tutti i locali pubblici della banca -o finanziaria- debbono essere pubblicizzati tassi di interesse, spese per le comunicazioni alla clientela e ogni altra condizione economica relativa al servizio, compresi gli eventuali interessi di mora. In particolare, per i finanziamenti, dev'essere pubblicizzato il TAEG e il relativo periodo di validita' dello stesso, e non puo' essere fatto rinvio agli usi. Ulteriormente deve essere affisso un avviso titolato "principali norme di trasparenza", contenente tutti i diritti e gli strumenti di tutela previsti dalla legge. Esso deve essere di facile identificazione e lettura, ed il cliente deve poterne ritirare copia. Gli annunci pubblicitari e le offerte, con qualsiasi mezzo effettuate (volantini, Internet, spot televisivi, etc.) devono indicare il tasso di interesse, tutti i costi del credito, ed il TAEG e il suo periodo di validita'. In alcuni casi il TAEG viene indicato con un esempio tipico (ovvero riportando un esempio di calcolo). INFORMAZIONE AL CLIENTE La banca -o finanziaria- deve anche mettere a disposizione dei clienti i fogli informativi contenenti informazioni sulla banca stessa, sulle caratteristiche e rischi dei servizi, sulle condizioni economiche e sulle principali condizioni contrattuali. I fogli informativi, cosi' come gli avvisi gia' detti, devono essere asportabili e messi a disposizione del cliente nei locali aperti al pubblico, anche tramite utilizzo di computer di facile accesso con possibilita' di stampa delle informazioni. La banca e' tenuta a conservare detti documenti per cinque anni, consentendo la riproduzione immutata del loro contenuto. Contenuto del foglio informativo: - informazioni sulla banca o finanziaria: dati identificativi quali denominazione e forma giuridica, sede legale e amministrativa, indirizzo telematico, codice ABI, numero di iscrizione nell'elenco generale, nell'elenco speciale o nell'albo degli IMEL (istituti di moneta elettronica), gruppo di appartenenza, numero di iscrizione al registro delle imprese, capitale sociale e riserve. - caratteristiche e rischi tipici del servizio: descrizione del servizio, anche relativamente alla connessione con altri servizi resi dalla banca o da terzi. Sono specificati quindi anche tutti i servizi accessori, anche se opzionali. Vengono inoltre descritti i rischi, sia generici che specifici, connessi all'operazione o al servizio (rischi sul tasso di interesse, sul cambio, etc.). - condizioni economiche: sono indicati i prezzi e ogni altro genere di onere (spesa, commissione, spese postali, contabili, istruttorie, penali, etc.) che gravano sul cliente relativamente ad ogni servizio. Per i finanziamenti vengono indicati gli interessi, la periodicita' e modalita' del loro calcolo, il tasso di interesse di mora, i criteri di indicizzazione dei tassi ed il TAEG o l'indicatore sintetico di costo (ISC), ambedue indicanti il costo globale dell'operazione (spese comprese). - estratto delle clausole contrattuali: sono riportate le clausole contrattuali non strettamente economiche, inerenti i principali diritti, obblighi e limitazioni nei rapporti con il cliente. Tra di esse vi sono il recesso, i tempi di chiusura del rapporto, i termini per l'esercizio di facolta' o per l'adempimento di obblighi, il rinnovo tacito del contratto, l'accettazione di eventuali contratti accessori, gli esoneri di responsabilita' a favore della banca, il foro competente, gli organi e le procedure per le contestazioni stragiudiziali (Ombudsman). Sono anche indicate tutte le clausole che possono essere oggetto di variazione unilaterale, con specificazione del diritto della banca di variarle. IL CONTRATTO I contratti devono essere stipulati per iscritto e una copia dev'essere consegnata al cliente. La consegna della copia e' attestata mediante firma del cliente sull'originale conservato in banca. Il mancato rispetto di queste disposizioni puo' portare all'annullamento del contratto. Il cliente ha diritto di ottenere una copia completa del contratto (comprensiva del documento di sintesi) gia' prima di aderirvi, per poter cosi' effettuare una valutazione approfondita. La consegna della copia ovviamente NON impegna le parti alla conclusione del contratto. Esso deve indicare, obbligatoriamente: - l'ammontare e le modalita' del finanziamento; - il numero, gli importi e la scadenza delle singole rate; - il TAEG; - il dettaglio delle condizioni analitiche secondo cui il TAEG puo' essere eventualmente modificato; - l'importo e la causale degli oneri che sono esclusi dal calcolo del TAEG. Se non possono essere indicati tali oneri deve esserne fornita una stima realistica. Oltre ad essi NULLA e' dovuto dal consumatore; - le eventuali garanzie richieste; - le eventuali coperture assicurative richieste al consumatore e non incluse nel calcolo del TAEG; - gli eventuali maggiori oneri in caso di mora, ovvero il tasso di interesse di mora applicabile sulle rate non pagate alla scadenza. Tale tasso e' distinto da quello di interesse annuo relativo al rimborso del finanziamento. - le spese e le penali eventualmente dovute in caso di estinzione anticipata (vedi piu' avanti); - le modalita' di recesso (obbligatorie nei contratti conclusi a distanza o fuori dai locali commerciali, vedi piu' avanti). Oltre a quanto sopra, i contratti di credito al consumo legati all'acquisto di beni e/o servizi devono contenere, a pena di nullita': - la descrizione analitica dei beni e dei servizi; - il prezzo di acquisto in contanti, il prezzo stabilito dal contratto e l'ammontare dell'eventuale acconto; - le condizioni di trasferimento del diritto di proprieta', nei casi in cui il passaggio della stessa non sia immediato. Sono nulle le clausole che prevedono: - il rinvio agli usi per la determinazione dei tassi di interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati; - tassi, prezzi e condizioni piu' sfavorevoli per i clienti rispetto a quelli pubblicizzati. Al consumatore non puo' essere chiesta o addebitata nessuna spesa che non sia prevista nel contratto. La possibilita' per la banca o finanziaria di variare in senso sfavorevole al cliente il tasso di interesse e gli altri prezzi e condizioni, deve essere espressamente indicata con una clausola che deve essere specificatamente approvata dal cliente. Nei casi di assenza o nullita' delle clausole contrattuali suddette (relative al TAEG, alla scadenza e alla garanzia e/o assicurazione) si applicano le seguenti condizioni: - il TAEG equivale al tasso nominale minimo dei BOT annuali o titoli similari indicati dal Min.Economia ed emessi nei 12 mesi precedenti la conclusione del contratto; - la scadenza del credito e' a trenta mesi; - nessuna garanzia o copertura assicurativa viene costituita in favore del finanziatore. Al contratto e' unito il documento di sintesi, che raccoglie le piu' significative condizioni contrattuali ed economiche applicate. Esso costituisce in pratica il frontespizio del contratto e riproduce lo schema del foglio informativo relativo al tipo di operazione e servizio. In caso di carte di credito revolving o di aperture di credito (contratti "di durata") il documento di sintesi deve anche essere inviato al cliente periodicamente (con periodicita' minima annuale e alla scadenza del contratto). Nota importante: La nullita', sia di una clausola che dell'intero contratto, deve sempre essere fatta valere dal consumatore davanti ad un giudice. Essa non scatta automaticamente, e fino a che non la si ottiene il contratto rimane valido. OFFERTE E CONTRATTI FUORI SEDE O A DISTANZA In caso di offerta fuori sede il foglio informativo deve anche contenere i dati e la qualifica dell'eventuale soggetto terzo -intermediario della contrattazione- che entra in rapporto con il cliente nonche' gli eventuali costi aggiuntivi derivanti da tale modalita' di offerta. Il soggetto terzo deve consegnare al cliente, prima della sottoscrizione del contratto, l'avviso denominato "principali norme di trasparenza" e il foglio informativo, con firma di un'attestazione di avvenuta consegna. In caso invece di utilizzo di tecniche di comunicazione a distanza (telefono, Internet, etc.), gli avvisi e i fogli informativi sono messi a disposizione mediante tali tecniche su carta o altro supporto durevole (dischetto, cd, etc.), disponibile ed accessibile per il cliente. Se il contratto viene concluso su richiesta del cliente con tecniche che non consentono l'immediata trasmissione di detti documenti, essi saranno resi disponibili dopo la conclusione del contratto. Per quanto riguarda specificatamente Internet, i documenti di cui sopra sono resi accessibili dall'home page del sito della banca nonche' da ogni pagina dedicata ai rapporti commerciali con i clienti. In questi casi i fogli informativi contengono anche i costi e gli oneri legati al mezzo di comunicazione utilizzato nonche' i recapiti che permettono di contattare rapidamente la banca. Le stesse regole si applicano ai contratti, specificatamente al diritto di riceverne copia PRIMA della sottoscrizione, copia che dev'essere fornita su supporto cartaceo o comunque durevole (qualsiasi sistema che consenta di memorizzare e/o riprodurre il testo). Per quanto riguarda le comunicazioni periodiche obbligatorie le parti possono decidere che la trasmissione avvenga attraverso modalita' particolari quali l'invio di posta elettronica o l'accesso a particolari aree del sito della banca (magari attraverso un codice). Sul contratto vi deve essere una specifica clausola al riguardo, accettata dal cliente. IL RECESSO In tutti i casi in cui il contratto di finanziamento sia concluso fuori dai locali commerciali oppure a distanza, il consumatore ha facolta', per legge, di recedere entro 14 giorni tramite invio di una raccomandata a/r. Nei 15 giorni successivi il consumatore dovra' restituire alla banca o finanziaria l'ammontare totale del finanziamento eventualmente gia' riscosso. La banca o finanziaria, entro lo stesso termine calcolato dal ricevimento della raccomandata, dovra' invece restituire le somme eventualmente gia' percepite a fronte del contratto (spese, anticipi, rate gia' pagate, etc.). Nel caso particolare in cui ad un contratto "finanziario" ne sia collegato un'altro -sempre sottoscritto a distanza con la stessa banca o finanziaria o con una societa' con questa convenzionata-, recedendo dal primo si recede automaticamente anche dal secondo. (codice del consumo art.67 duodecies comma 8). Ne e' un tipico esempio, per restare nell'ambito di questa scheda, un contratto di finanziamento personale (o di finanziamento con cessione del quinto) a cui sia eventualmente collegato un contratto relativo ad una carta revolving. Attenzione! Per i prestiti "finalizzati", ovvero i finanziamenti legati all'acquisto di un bene o servizio, le regole di recesso a cui riferirsi sono quelle previste per gli acquisti a distanza o fuori sede, che prevedono l'invio della raccomandata a/r entro 10 giorni dalla conclusione. Cio' in quanto di norma il consumatore recede in primis dal contratto di acquisto, e solo conseguentemente da quello di finanziamento (per il quale, singolarmente, il termine rimarrebbe di 14 giorni). In tal caso la legge prevede una sorta di automaticita', per cui recedendo entro 10 gg dall'acquisto del bene o servizio si recede automaticamente dal finanziamento collegato. Tale automaticita' deriva dall'obbligo a carico del venditore di comunicare al finanziatore l'avvenuto esercizio del diritto di recesso, con rimborso delle somme gia' eventualmente incamerate. Il consumatore, da parte sua, avra' diritto al rimborso di quanto eventualmente pagato, sia al venditore che alla finanziaria (si veda il codice del consumo, art.64 e segg.). Sulle particolari regole valevoli per i contratti bancari conclusi a distanza dai consumatori si veda il d.lgs.190/05 recentemente confluito nel Codice del consumo, art. dal 67-bis al 67-vicies bis. Tutte le informazioni al riguardo si trovano su questa scheda: BANCHE, ASSICURAZIONI, FINANZIARIE: CONTRATTI A DISTANZA E DIRITTO DI RECESSO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40791 ESTINZIONE ANTICIPATA La legge consente al consumatore di estinguere anticipatamente un prestito o un finanziamento in qualsiasi momento. Cio' avviene restituendo il capitale residuo, gli interessi e gli altri oneri maturati fino a quel momento nonche' -se prevista dal contratto- una penale di importo non superiore all'1% del capitale residuo stesso. Il capitale residuo e' desumibile dal contratto o piu' specificatamente dal "piano di ammortamento" del prestito, un prospetto su cui viene riportata la situazione del debito originaria e quella residua ottenuta allo scadere di ogni singola rata, dividendo il capitale dagli interessi. Diversamente esso e' ottenibile sommando il valore attuale di tutte le rate non ancora scadute alla data dell'adempimento anticipato, calcolata con un'apposita -e non facile- formula e tramite applicazione del tasso di interesse (previsto dal contratto) vigente in quel momento. Per ottenere l'estinzione anticipata e' bene procedere nel rispetto del contratto, inviando in tutti i casi una raccomandata a/r per formalizzare e "certificare" la richiesta. Il contratto e' la fonte primaria di informazioni anche riguardo ai costi, ai tempi e alle penali dovute. Fonte: Decreto Ministero del tesoro del 8/7/1992 art.3 L'INADEMPIMENTO DEL VENDITORE Nel caso di contratti di finanziamento legati ad acquisti di beni o servizi puo' capitare di avere a che fare con situazioni sgradevoli legate all'inadempimento del venditore mentre magari si e' gia' iniziato a pagare le rate del finanziamento. E' bene chiarire che in questi casi non e' cosi' automatica come si crede la possibilita' di smettere di pagare le rate, soprattutto quando si ritiene, agendo cosi', di "sollecitare" il venditore (pensiero del tutto errato, considerando che il venditore e' gia' stato totalmente pagato). La regola da tener presente in questi casi -ragionevolmente cauta- e' che il contratto di finanziamento si puo' mettere in discussione solo dopo aver ottenuto la risoluzione di quello di acquisto, a meno che non si riescano a trovare buoni accordi "amichevoli" con la finanziaria (per esempio la sospensione delle rate in attesa che il problema con il venditore si risolva). Cio', in ogni caso, solo se il contratto di finanziamento e' collegato a quello di acquisto, ovvero se vi sono specifiche convenzioni tra il venditore e la finanziaria (e sul contratto, come prevede la legge, vi e' la descrizione del bene e il suo prezzo). Il primo obiettivo e' sempre quello di cercare di risolvere il problema direttamente col venditore, sollecitandolo nel modo dovuto all'adempimento del contratto (magari con l'invio di una messa in mora, si veda piu' avanti). Riuscendo nell'intento non sara' necessario puntare alla risoluzione del contratto (soluzione estrema) ne' -conseguentemente- coinvolgere il contratto di finanziamento. La messa in mora al venditore (mettendo la finanziaria in copia conoscenza) e' il primo passo consigliato. In questa scheda si trovano consigli sulla sua redazione e sui passi fattibili successivamente: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 A livello giudiziale (quindi arrivando alla causa) e' bene sapere che la legge permette al consumatore di rifarsi sulla finanziaria nel caso in cui non si riesca in nessun modo ad ottenere soddisfazione dal venditore. Cio', sempre a condizione che il contratto di finanziamento sia collegato a quello di acquisto da convenzioni di esclusiva (codice del consumo art.42). I casi particolari vanno sempre valutati con l'aiuto di un legale, per capire bene cosa sia richiedibile ed in quali termini. MANCATO PAGAMENTO DELLE RATE: CONSEGUENZE La prima classica conseguenza del mancato pagamento delle rate e' il dover subire tutte le azioni di riscossione coattiva che il creditore puo' legittimamente mettere in atto (solleciti formali, ricorso all'autorita' giudiziaria, decreto ingiuntivo, etc.) anche rifacendosi sulle garanzie previste dal contratto. Sono applicabili, in tal caso, tutte le spese e gli interessi di mora previsti dal contratto. Altra conseguenza potrebbe essere la risoluzione del contratto per volonta' della finanziaria e quindi la richiesta di immediato rimborso totale del prestito. Valgono, in questi casi, le condizioni previste dal contratto, sia riguardo ai termini di rimborso che alle spese, penali e interessi di mora da pagare. In merito la legge garantisce parzialmente il consumatore stabilendo che la risoluzione contrattuale non puo' avvenire se il mancato pagamento riguarda una sola rata che non superi l'ottava parte del credito finanziato qualora il credito sia garantito dal bene acquistato (codice civile art.1525). Altra diffusa e temuta conseguenza del mancato pagamento delle rate e' l'iscrizione alle banche dati rischi (CRIF, EXPEDIAN, CTC, etc.), iscrizione che puo' condizionare il rilascio di ulteriori finanziamenti da parte di altre banche o finanziarie. Sull'argomento (termini massimi di conservazione dei dati, richiesta di cancellazione, etc.) si veda la scheda CATTIVI PAGATORI E CENTRALI RISCHI inserita tra i link utili. SEGNALAZIONI, RECLAMI E CONTESTAZIONI Le segnalazioni inerenti il mancato rispetto delle norme sulla pubblicita' e in generale sulla trasparenza delle condizioni contrattuali possono essere fatte rivolgendosi alla Banca d'Italia (si vedano i riferimenti del sito tra i link). Questa puo' comminare le sanzioni pecuniarie previste dal Testo unico bancario oppure addirittura sospendere l'attivita' della banca. In caso di reclami e contestazioni il primo passo e' rivolgersi all'apposito ufficio all'interno della banca o finanziaria, di persona o inviando una raccomandata a/r (magari di messa in mora, si veda piu' avanti). E' bene sapere che la banca o finanziaria deve pubblicizzare presso i propri locali (nonche' sul proprio sito, se opera anche on-line) tutte le modalita' di ricorso e di contestazione, sia quelle interne che quelle fattibili presso organismi esterni, comprese eventuali convenzioni inerenti la conciliazione. L'ufficio reclami deve provvedere alle richieste o comunque dare una risposta entro 60 giorni. In caso di mancata risposta o di disaccordo tra l'utente e la banca, l'interessato puo' scegliere tra: - rivolgersi all’OMBUDSMAN Bancario (solo per controversie con le banche dove viene chiesto un risarcimento del danno, non per ottenere la consegna di documenti, attivare/disattivare servizi, evadere richieste, etc.); - attivare le procedure di arbitrato o di conciliazione (per esempio presso le Camere di Commercio); - rivolgersi all'autorita' giudiziaria (giudice di pace od ordinario, a seconda dei casi), per una causa civile magari preceduta da un tentativo conciliativo. Istruzioni e suggerimenti su come impostare una contestazione in modo formale, nonche' su cio' che puo' essere fatto dopo, si trovano sulla scheda LA MESSA IN MORA: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 Per tutte le informazioni sull'OMBUDSMAN BANCARIO si veda invece la scheda inserita tra i link utili. FONTI NORMATIVE - Codice del Consumo, d.lgs.206/2005, art.40 e segg., in cui e' confluito il D.lgs.63/2000 che ha recepito la direttiva 98/7/Ce che modifica la direttiva 87/102/Ce; . - Testo unico bancario, d.lgs.385/93 art.121-126, che ha parzialmente abrogato e "assorbito" la legge 142/92 (Art.18 e segg.) rimasta in vigore in parte; - Deliberazione CICR del 4/3/2003; - Decreto Ministero del Tesoro del 8/7/1992 contenente le formule per calcolare il TAEG e il capitale residuo in caso di estinzione anticipata. LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA Il Parlamento europeo ha approvato, il 16/1/2008, una nuova direttiva CE sul credito al consumo che dovra' essere recepita entro il 2010. Essa ad oggi non ha ancora una stesura definitiva, dev'essere infatti definitivamente formalizzata dal Consiglio UE. Il testo della direttiva e una descrizione delle sue novita' principali si trovano a questo link: http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/063-18342-014-01-03-911-20080111IPR18242-14-01-2008-2008-true/default_it.htm LINK UTILI - Sito della Banca d'italia utile per informazioni e segnalazioni: http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/conoscere http://www.bancaditalia.it/vigilanza - Scheda pratica SERVIZI BANCARI: L'APERTURA DI CREDITO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40770 - Scheda pratica CATTIVI PAGATORI E CENTRALI RISCHI: NUOVE REGOLE: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=103022 - Scheda pratica CARTE DI CREDITO E BANCOMAT: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=54133 - Scheda pratica USURA: I TASSI SOGLIA: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=107273 - Scheda pratica L'OMBUDSMAN BANCARIO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40732 (Rita Sabelli) ------------------------------------------ ARTICOLI Gli articoli pubblicati sul portale dell'Aduc Gb. La legge sugli embrioni 'ibridi' potrebbe salvare vite umane di Ellie White Gli scienziati e i medici britannici sono in disaccordo con i prelati cattolici sull'approvazione di una legge sulla creazione di embrioni 'ibridi'. Per i critici della Human Fertilisation And Embryology, la legge costituisce un attacco alla santita' e alla dignita' della vita umana, mentre per i sostenitori offre una speranza per nuove cure che aiuterebbero milioni di persone. Per i malati del morbo di Parkinson, la ricerca potrebbe significare una vita piu' lunga e migliore. Ellie White, in un articolo sul quotidiano The Sun, analizza la legge e i vantaggi che ne deriverebbero per l'essere umano. *** Perche' abbiamo bisogno di una nuova legge? Le leggi in vigore sono vecchie di 18 anni, molto arretrate rispetto alla ricerca medica. In molti chiedono che siano aggiornate. Cosa aggiunge questa nuova legge? La ricerca sulle cellule staminali embrionali e' gia' permessa, ma la nuova legge aprirebbe le porte alla ricerca sugli embrioni "ibridi'. Come si puo' fare questa ricerca? Ci sono tre tipi di embrioni 'ibridi' ammessi dalla legge. Il primo e' derivato dall'unione tra embrioni umani ed animali tramite la fecondazione in vitro. Il secondo, il tipo 'ibrido', deriva dall'unione fra ovuli umani e seme animale, o viceversa. Il terzo lo si ottiene sostituendo il nucleo di ovuli animali con Dna umano. Ma questo significa che gli scienziati creeranno un essere meta' uomo e meta' animale? No, perche' per la legge gli embrioni devono essere distrutti entro 14 giorni. Non possono svilupparsi oltre un gruppo di cellule visibile con il microscopio. Perche' gli scienziati vogliono creare questi embrioni? Gli embrioni del terzo tipo sono quelli che interessano di piu' gli scienziati. Sono al 99,9% umani, e possono essere usati per capire meglio alcune malattie, come l'Alzheimer, l'infarto e il cancro. I ricercatori userebbero questi embrioni prelevando il DNA dei malati, al fine di trovare nuove cure. Questo significa, come hanno spiegato gli scienziati, "minime quantita' di embrioni umani usati per la ricerca". In che modo questa ricerca condurra' a nuove terapie? Gli scienziati potranno usare embrioni umani e DNA di malati per "sviluppare cellule staminali" senza le imperfezioni genetiche che causano malattie quali la fibrosi cistica e l'emofilia. Queste cellule sarebbero poi trapiantate nuovamente nel corpo dei pazienti. Dato che le cellule staminali sono prelevate dal corpo dei malati non c'e' pericolo di rigetto. Gli scienziati l'hanno gia' sperimentato in pazienti con il Parkinson. Che tipo di controllo ci sarebbe su questa ricerca? Prima che ogni embrione sia creato, gli scienziati devono dimostrare che la ricerca "e' necessaria". Perche' le obiezioni alla Human Fertilisation and Embryology? Alcuni capi religiosi credono che gli embrioni siano gia' vita umana, e la ricerca inaccettabile. Quali sono le previsioni sul voto? E' possibile che passi, dopo che il Primo Ministro ha lasciato ai parlamentari laburisti la liberta' di votare secondo coscienza. Anche i Conservatori e i Democratici liberali hanno "liberta' di voto". Inoltre, secondo un sondaggio, il 61% dell'opinione pubblica intervistata e' favorevole alla legge. (The Sun; trad. di Katia Moscano) Veiga Lluch: la legislazione spagnola favorisce la ricerca scientifica di Rosa a Marca Anna Veiga Lluch, direttrice del Banco de Lineas celulares del Centro di medicina rigenerativa di Barcellona, ha affermato che la legislazione spagnola e' "una delle piu' avanzate d'Europa" poiche' "favorisce" la ricerca scientifica. La biologa, cui si deve la prima nascita per fecondazione in vitro in Spagna -realizzata con il dottor Barri-, ha sostenuto che la cornice legale "e' molto favorevole" giacche' consente di sperimentare con embrioni umani e di fare trasferimenti nucleari. In una conferenza stampa la ricercatriche ha detto che se la Spagna posside una delle legislazioni piu' avanzate d'Europa e' anche merito degli spagnoli che hanno saputo eleggere certi legislatori. L'occasione delle sue affermazioni e' stata la conferenza intitolata "Cellule staminali: Medicina rigenerativa", inserita in un ciclo organizzato dalla Societa' Internazionale di Bioetica. La dottoressa ha assicurato che la ricerca con le cellule staminali embrionali e' il cammino per arrivare a curare le malattie degenerative. Non si e' pronunciata su quanto tempo ci vorra' per giungere a risultati positivi. "Il tema e' precisamente quanto tempo deve passare prima di poter curare i malati, ma ritengo che sara' prima del previsto". Veiga Lluch ha riconosciuto che la Spagna "ha una tradizione cattolica importante", in cui la Chiesa riveste un ruolo fondamentale come elemento ideologico che rifiuta la ricerca genetica e la riproduzione assistita. La fondatrice dell'Associazione Spagnola per lo Studio della Biologia della Riproduzione ha detto che non si e' comunque mai sentita "perseguitata" per il suo lavoro di ricerca all'interno di un'attivita' che ha dovuto resistere agli attacchi di vari settori. "Coloro che oggi s'oppongono alla ricerca con gli embrioni e le cellule staminali sono gli stessi che negli anni ottanta si opponevano alla riproduzione assistita, ma che per fortuna non incontrano una risposta massiccia nella societa'", ha affermato. "Se alla gente si spiegano bene le cose, la societa', nella sua maggioranza, comprende che questo tipo di ricerca e' qualcosa di positivo". Al riguardo ha sostenuto che la condotta abituale delle coppie che "hanno risolto il loro problema riproduttivo" e' quella di donare gli embrioni perche' siano utilizzati in attivita' di ricerca. Ha poi confermato l'esistenza di un nuovo fenomeno sociale "mal chiamato turismo riproduttivo", formato da coppie che si trasferiscono in altri paesi dove esistonoo leggi piu' permissive per poter accedere ai trattamenti di fecondazione medicalmente assistita. La dottoressa Veiga Lluch e' anche membro del Comitato Consultivo della European Society for Human Reproduction and Embryology e ha ricevuto, tra gli altri, il premio nazionale per la cultura scientifica conferitole nel 2006 da Generalitat della Catalogna. Gb. Rabbini contro la Chiesa cattolica: pericolosa e mostruosa sua opposizione a ricerca scientifica di Katia Moscano Mentre gli alti prelati della Chiesa cattolica l'hanno fortemente condannata, i rabbini difendono a spada tratta l'Human Fertilisation and Embryology Bill, proposta di legge che consentirebbe la ricerca di nuove cure per alcune malattie degenerative anche attraverso la creazione di embrioni 'ibridi'. Lo riporta il quotidiano The Jewish Chronicle. Nel sermone di Pasqua il Cardinale Keith O'Brien, capo della Chisa cattolica scozzese, ha attaccato la legge che permetterebbe, a suo dire, la creazione di veri o propri Frankenstein. Ma i leader della religione ebraica non condividono questa posizione. La rabbina Julia Neuberger, membro della commissione che ha esaminato la legge, ha dichiarato: "Non credo ci siano problemi al nostro interno, dai piu' liberali agli ortodossi. Come ebrei, abbiamo idee diverse dai cattolici su quando inizia la vita. Noi non crediamo che la vita inizi al momento del concepimento. Io credo che Dio ci abbia dato il cervello per migliorare le nostre vite. Dipende da noi cercare di ridurre le sofferenze, e questa ricerca e' parte di questo percorso. Ritengo che molti ebrei la pensino cosi'". Dal punto di vista dell'ebraismo riformato, il rabbino Jonathan Romain della Sinagoga Maidenhead ha dichiarato: "L'ebraismo tiene alla santita' della vita cosi' come i cattolici, ma abbiamo idee diverse dal Cardinale O'Brien, che nel suo sermone ha fortemente condannato la legge. La creazione di embrioni ibridi per la ricerca medica non deve essere condannata, ma accolta favorevolmente come una opportunita' per salvare vite umane, usando le capacita' che Dio ci ha dato. E' irresponsabile far arretrare la ricerca medica. Il Cardinale accusa gli scienziati di creare mostri, ma e' ancora piu' mostruoso impedire possibili cure". Per il Rabbino Avraham Pinter, capo della scuola ortodossa Yesoday Hatorah, la legge non si scontra con le leggi ebraiche. La proposta di legge impone il limite allo sviluppo degli embrioni, 14 giorni, e non consente alcuna inseminazione in animali o umani. "Si parla di salvare o migliorare la vita, e qualsiasi ricerca in tal senso deve essere bene accolta. Il nostro pensiero e' diverso dalla religione cristiana, ma penso che la ricerca debba essere accuratamente controllata. Ed e' meglio che ci sia una legge che la regoli", conclude Pinter. Il Rabbino Yehuda Pink, del West Midlands Jewish Medical Ethics Forum, ha dichiarato: "Dal nostro punto di vista la legge e' positiva, perche' potrebbe salvare vite umane. Dobbiamo cercare il modo di curare le malattie ed aiutare le persone con problemi di fertilita'. La medicina e' una collaborazione tra l'umanita' e Dio", e conclude criticando coloro che osteggiano la legge accusando gli scienziati di "giocare a Dio". L'ex presidentessa dell'UK Human Fertilisation and Embryology Authority ha dichiarato che i commenti del cardinale sono pericolosi, perche' la legge non prevede affatto la creazione di meta' uomini e meta' animali. Per il portavoce della London Beth Din: "La London Beth Din ha gia' espresso il suo punto di vista sulla ricerca sulle staminali, che e' permessa dalla legge ebraica, ma gli embrioni non devono essere creati espressamente per la ricerca, o mescolati ovuli di animali con seme umano". Anche Sara Nathan, ebrea riformista ed ex membro dell'Autorita' per la riproduzione umana ed embriologica, condivide la proposta di legge. "Si tratta di salvare vite umane. Non vedo perche' ci debba essere un'opposizione da parte dei rabbini. Anche perche' si parla di cellule staminali, non di clonazione". La mozzarella di bandiera di Pietro Yates Moretti Che tristezza la vicenda delle mozzarelle di bufala. Se non fosse per l'Unione Europea e per il commercio globale, oggi continueremmo a mangiare tranquillamente le mozzarelle alla diossina. Mentre i nostri politici ci rassicurano e mangiano mozzarella -rigorosamente a piccoli bocconi- di fronte alle telecamere, mentre i TG parlano di psicosi, e le associazioni di consumatori si trasformano in associazioni per la difesa dell'italianita' a tutti  i costi (invece di occuparsi, appunto, dei consumatori), sta accadendo quello che e' naturale che accada: nessuno si fida piu' di nessuno. Il dramma della spazzatura campana, come tanti altri drammi nostrani, ha dimostrato piu' volte come un intero sistema istituzionale -dal Governo alle amministrazioni locali, dalle associazioni industriali ai laboratori di analisi- sia in grado di truccare le carte pur di difendere l'interesse di una parte, seppur piccolissima. Salvare nell'immediato la mozzarella di bufala dal disastro economico e' la principale priorita', sembra, di un intero Paese. Cosi' come una famiglia si stringe assieme per difendere uno dei suoi membri piu' sfortunati. Ma cosa ci succede? Siamo davvero cosi' maledettamente provinciali? Perche' non capire che solo misure severe e trasparenti, piuttosto che le abbuffate televisive del ministro di turno, possono restituire fiducia ai consumatori italiani e non? La triste verita' e' che sopravviveremo anche senza mozzarella di bufala. Ma e' davvero un peccato vederla scomparire cosi', uccisa da affrettate e talvolta criminali rassicurazioni senza fondamento alcuno. A questo punto, per dirla tutta, per ridare un po' di fiducia a questo avido consumatore di mozzarella, dovrebbe intervenire l'Autorita' europea per la sicurezza alimentare, stimolata in tal senso dalla Commissione Europea. Solo analisi e controlli fatti da un organo scientifico insensibile all'italianita' puo' restituirci un po' di tranquillita'. E salvare la mozzarella di bufala. P.S. L'Unione Europea, nel rassicurare i consumatori, ha fatto sapere ieri che le mozzarelle contaminate non sono uscite dai confini italiani. Insomma, cittadini europei state tranquilli, se le stanno mangiando tutte gli italiani. Evviva l'italianita'! Venezuela. Con le cellule staminali si potrebbe trattare il morbo di Chagas di Daniel Ricardo Herandez 28 Marzo 2008 Nel ventaglio delle alterazioni cardiache suscettibili d'essere trattate con una terapia di cellule staminali, ne compare una tipica dell'America Latina e particolarmente del Venezuela: "pensiamo che qualche gruppo selezionato di pazienti con il morbo di Chagas potrebbe eventualmente beneficiarne", ha affermato il cardiochirurgo Alexis Bello al simposio "Rigenerazione del cuore, una nuova frontiera", che si e' tenuto il 26 marzo all'Hospital de Clinicas Caracas (HCC). Secondo Bello, questa malattia potrebbe essere associata ad altre cardiopatie sulle quali sono stati ottenuti risultati concreti con terapie di cellule staminali, giacche' si tratta di "medicina rigenerativa per recuperare cio' che e' stato danneggiato" E mentre le ricerche locali s'avvicinano a poter offrire aspettative migliori a chi soffre del Chagas, l'esperienza fatta finora nell'HCC per rigenerare il cuore si basa sull'intervento a venti pazienti con miocardiopatia dilatata -un aumento di volume e funzionamento irregolare del ventricolo sinistro del cuore-. "Abbiamo visto che stanno molto bene con questo trattamento. Attraverso la risonanza magnetica possiamo rilevare che perdono la parte necrotica (morta) del tessuto cardiaco; essa comincia a scomparire e a essere sostituita dal tessuto sano", assicura Nusen Beer, il cardiologo che in Venezuela ha realizzato il primo impianto di cellule staminali del midollo osseo in un paziente con insufficienza cardiaca. I procedimenti eseguiti nel Paese per rigenerare il tessuto cardiaco sono stati fatti con cellule del midollo osseo, anche se, secondo Beer, "ci sono altri tipi che si possono utilizzare", ad esempio le cellule cardiache. Ma lo specialista sottolinea che "la scienza sta ancora cercando quale sia la cellula che abbia realmente le capacita'. Crediamo che la migliore sia la mesenchimale, che si preleva dal midollo osseo, si coltiva in laboratorio, si sviluppa e poi s'inietta, ed e' preferibile che provenga dallo stesso paziente". American College of Physicians: dimostrata scientificamente l'efficacia medica della cannabis di Katia Moscano Una delle piu' grandi e importanti associazioni mediche ha preso posizione sulla marijuana terapeutica. L'American College of Physicians e' la piu' grande organizzazione di medici specializzati e la seconda per numero di medici iscritti. I suoi 124 mila iscritti sono specializzati in cardiologia, neurologia, malattie polmonari, oncologia e malattie infettive, e la sua pubblicazione scientifica, Annals of Internal Medicine, e' la piu' prestigiosa a livello mondiale. Nell'articolo pubblicato nel mese di febbraio, si legge che le normative sono sbagliate quando si tratta della marijuana terapeutica, ed e' ora che la politica vada di pari passo con la scienza. Attualmente, 38 Stati e la legge federale impediscono il consumo della sostanza anche a fini terapeutici. Il Governo federale include la marijuana fra le droghe piu' pericolose (Schedule I), e ne impedisce il consumo anche sotto la supervisione medica. L'associazione chiede "la riclassificazione in una categoria piu' appropriata, fornendo prove scientifiche sulla sicurezza ed efficacia per alcune malattie", e -prosegue il documento- chiede protezione civile e penale per i medici che la prescrivono, autorizzati dalle leggi statali. L'ACP chiede piu' ricerche, sottolineando pero' che in alcune aree l'efficacia e' stata gia' appurata, dovendosi determinare ora solo le giuste dosi e il modo per somministrarla. L'articolo demolisce alcuni miti e, all'obiezione piu' seria, ossia che il fumo possa danneggiare i polmoni, ribatte che e' stata superata dall'uso dei vaporizzatori, su cui esistono prove di efficacia e sicurezza. Non ci sono ragioni per credere che il consumo terapeutico possa portare ad una tossicodipendenza. "La marijuana non ha dimostrato di portare ad un abuso di droghe. Gli oppiacei creano grande dipendenza, e nonostante cio' sono usati in medicina. Non ci sono prove che il consumo medico di oppiacei abbia spinto nessuno a considerarne innocuo il consumo ricreativo". La legge 40 ed una bimba che non doveva essere nata di Marco Bazzichi Nell'arte antica, introduceva il solitario viandante in un mondo di purezza e innocenza. Ai giorni nostri può capitare che una bimba radiosa, sorridente e serena introduca nell'odissea delle tantissime coppie che la legge italiana costringe a volare all'estero. Quando Micole, con un inchino reverenziale -atto, a dire il vero, a mostrarci l'eleganza della sua ampia gonna- ci lascia entrare nella sala stracolma di persone, quasi tutte donne, venute a sentire la storia di Ilaria Barontini, non sappiamo ancora che sta per andare in scena proprio la storia di Micole. E' soltanto a metà del racconto quando capiamo che se Ilaria, col sostegno del compagno, non avesse avuto la forza, il coraggio e l'amore necessari a superare, nell'ordine, la sconfitta referendaria del 2005 ("uno dei giorni più brutti della mia vita"), due cicli di fecondazione assistita senza esito e i tentativi all'estero, rivelatisi inizialmente inutili anch'essi, quella bambina oggi non esisterebbe. Lo spazio e il tempo occupati da Micole sarebbero vuoti. Una legge che vieta, o perlomeno rende particolarmente ardua, la via della fecondazione assistita, obbliga ad andare all'estero, le coppie che possono permetterselo, e, alla maggior parte di esse, a rinunciare a diventare padre e madre. Niente Micole, insomma. In sala, attorno al microfono vediamo ed ascoltiamo le varie componenti senza le quali Micole non esisterebbe: la ginecologia, la legge, la scienza e una donna fuori-legge (quaranta), riunite da Cristiana Bianucci della Associazione Luca Coscioni nel dibattito bello e completo ("la salute della donna tra legge e scienza") svolto a Pistoia durante la festa della donna e che dà continuità al "coordinamento laico" pistoiese, nato mesi addietro in occasione del passaggio di Monsignor Bagnasco. Del coordinamento fanno parte, tra gli altri, Arci, Arcigay, Giovani Comunisti e radicali pistoiesi. La ginecologia, dunque, Riccardia Triolo, che ci spiega la prima delle follie italiane: "la contraccezione d'emergenza", vedi la pillola del giorno dopo, "passa per un abortivo". E non è vero. "Molte volte genera delle obiezioni di coscienza", inutili e pretestuose perché la pillola del giorno dopo non è una pillola abortiva, ma di "contraccezione di emergenza". L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha espressamente dichiarato che "la contraccezione d'emergenza è una pillola che intercetta la fecondazione". La scienza, dunque, Carlo Flamigni, portabandiera della laicità nel comitato nazionale di bioetica. La legge, dunque, Lidia Martini, che ci spiega perché sia "così difficile procreare con l'aiuto di medici che intervengano laddove ci siano problemi di sterilità o di infertiltà". Tecnicamente mal scritto, "perché unisce vizi di tecnica normativa ad enunciati di natura ideologica", l'articolo 1 della legge 40 contraddice il codice civile, per il quale la capacità giuridica si acquista con la nascita. Secondo l'articolo 1 invece, al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. Per tanto, sentenzia Lidia, questo "riferimento alla soggettività" non ha altro che "valore enfatico". Vero capolavoro delle legge 40 è l'articolo 4, che tocca il cosiddetto accesso alle tecniche: "Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo quando sia accertata l'impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegate documentate da atto medico nonché ai casi di sterilità o di infertilità da causa accertata e certificata da atto medico". Inaccettabile soprattutto è la disinvoltura con cui la legge assimila "sterilità" e "infertilità". Ancora, la legge presenta delle vere e proprie dichiarazioni programmatiche e ideologiche che non si capisce quale concreta applicazione possano avere. Il secondo comma dell'articolo 4 se ne esce con i principi in base ai quali le tecniche di procreazione medicalmente assistita debbano essere applicate: a) gradualità, al fine di evitare il ricorso ad interventi aventi un grado di invasività tecnico e psicologico più gravoso per i destinatari, ispirandosi al principio della minore invasività; e b) consenso informato Meno programmatica e più chiara è la legge quando si tratta di proibire (comma terzo sempre dell'articolo 4) il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo. L'orrore giuridico, scientifico e umano, e che dimostra l'ostinata cecità dei teo-mostri, riguarda l'analisi pre-impianto: la legge 40 vieta di analizzare l'embrione, al fine di individuare malattie genetiche, prima di impiantarlo nella donna. Questo, al fine di tutelare l'esistenza dell'embrione. D'altra parte, una volta accertata l'eventuale malformazione del feto, alla donna è consentito di abortire, con la legge 194. “Fino a qualche tempo fa la possibilità di individuare le malattie genetiche era affidata ad analisi prenatale come l'amniocentesi”, continua Lidia Martini, “mentre oggi questa possibilità è scientificamente validità, anche attraverso l'analisi genetica pre-impianto. Però proprio a seguito dell'esclusione prevista dalla legge, la coppia fertile ma portatrice di malattie genetiche, non può ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita”. Eclusa la via medicalmente assistita, alla coppia resta la via naturale e quindi un'analisi che costringa, a posteriori, la donna ad abortire specialmente laddove si manifesti un pericolo per lei. Da embrione a feto: “allo scopo di tutelare l'embrione, si espone a rischio il feto, perché il ricorso all'aborto, che sarebbe stato sicuramente disincentivato ampliando la fecondazione assistita alle coppie non sterili, torna ad essere l'unico strumento, cui poter ricorrere nel caso di accertamento di gravi malattie genetiche. E quindi la legge 40 finisce coll'accordare al feto una protezione inferiore a quella riconosciuta all'embrione” e coll'impedire la nascita di una bimba come Micole. Oltretutto, “la legge 40 sacrifica la libertà di autodeterminazione della donna, che è prevista dalla Costituzione”. La madre, infine. Racconta Ilaria Barontini: “il giorno della sconfitta referendaria è stato uno dei più brutti della mia vita, perché mi sentivo in un Paese che è totalmente indifferente, indifferente di fronte a delle problematiche che toccano sì me, ma anche tanta altra gente. Eravamo stati chiamati a cercare di capire, e non lo abbiamo voluto fare. Chi si rivolge ad un centro per farsi aiutare a risolvere un problema di sterilità, non sta cercando una scorciatoia per avere un figlio sano, magari anche bello. Infatti spesso ci si rivolge ad un centro perché molto spesso ci si trova di fronte ad un muro, ad un ostacolo, il più delle volte imprevisto e che si rivela insuperabile senza l'aiuto della scienza. I medici dunque possono talvolta offrirti, con i metodi di procreazione assistita, la possibilità di andare avanti con i propri progetti di vita, la possibilità di farsi una famiglia propria e di realizzare i desideri fondamentali di ogni individuo, quelli di paternità e di maternità. E' un percorso dagli esiti incerti e difficili, ma che vale comunque la pena di affrontare. Io e il mio compagno abbiamo aspettato il responso del referendum, e poi abbiamo tentato due cicli di procreazione assistita, in Italia, andati male. E abbiamo deciso di andare all'estero perché volevamo provare ad avere le possibilità massime. E' un viaggio che ci potevamo permettere, a differenza di moltissime coppie. Sono costi alti: del trattamento e del centro, in primo luogo. Noi eravamo a Bruxelles, in un ospedale pubblico, che a noi però è costato caro perché stranieri. A questo aggiungiamo i costi dei viaggi e dei medicinali. Un medicinale che serve per la stimolazione ovarica costa, una fialetta, intorno ai 600 euro, e per un ciclo ne servono almeno tre. In più si devono pagare gli esami del sangue giornalieri, i monitoraggi, poi ovviamente il volo, l'albergo ecc. All'estero non si è sicuri di riuscire ad avere un figlio, ci sono solo molte più probabilità. Al primo tentativo, neanche all'estero siamo riusciti. Andare all'estero comporta un impegno ancora più gravoso, rispetto all'essere seguiti in un cento vicino a casa, e molte persone non se la sentono di affrontare questo, indipendentemente dai costi. La prima volta che siamo andati a parlare con dei medici a Bruxelles, nello stesso nostro residence, c'erano altre cinque coppie di italiani. Mi sono chiesta: quanti italiani ci saranno a Bruxelles in questi cinque giorni che ci siamo? O per caso eravamo tutti nello stesso residence. Mi sono chiesta: quanti italiani ci saranno in questo momento in tutti i centri europei? In Austria, in Spagna? Le coppie con cui ho passato più tempo hanno avuto tutte test positivi, mancavo solo io e, ancora una volta, avevo avuto un risultato, l'ennesimo negativo. Una ragazza belga incontrata in ospedale non si capacitava del perché fossi lì, lontana da casa. Quando ho cercato di spiegarglielo, era ancora più sorpresa. La cosa peggiore sono i tanti centri nati nell'Europa dell'est, dove gli italiani vanno per i costi pià bassi, ma dove c'è molta meno sicurezza e sono inaffidabili. Io posso dire che se oggi Micole, la mia bambina, è con noi, è perché siamo stati fortunati. Sì, siamo stati fortunati. Sono una donna fortunata perché abbiamo potuto affrontare gli alti costi di queste tecniche, perché ho avuto accanto il mio compagno, i miei familiari e i miei amici, perché ho trovato dei medici che mi hanno sorretto durante il cammino e che hanno unito capacità professionale e una buona dose di umanità. Siamo stati fortunati!” Fortunati... e, aggiungiamo noi, dotati di quella determinazione e di quell'amore per la vita che sono in grado di far girare il caso dalla propria parte. “Ancora col ciuccio?" chiediamo a Micole con aria di finto rimprovero. Ed eccola, qualche minuto dopo, distoglierci dalla conversazione con gli adulti, ripresentandosi non più col ciuccio in bocca, ma tenuto in mano. Rapiti dalla tenerezza di questa scena, non sentiremmo alcuna esigenza ulteriore di giustificare le tecniche di fecondazione assistita, ma la triste realtà italiana ci obbliga a tornare ai motivi che animano incontri come questo. E' che, cara Micole, nei sogni di questi personaggi terribili che popolano i nostri incubi, da Volonté alla Roccella, da Buttiglione a Formigoni, da Carlo Casini a Giuliano Ferrara, tu non dovevi nascere: qualcosa di autenticamente inconcepibile. Australia e Finlandia: test antidroga inefficaci e costosi. Un esempio per tutte le istituzioni italiane: conoscere prima di deliberare di Donatella Poretti La politica sulle droghe in Italia e' basata sulla percezione piuttosto che sulla scienza. Ogni notizia viene vissuta come emergenza da combattere con un inasprimento dei controlli e delle pene. Mentre citta' come Milano spendono denaro pubblico per distribuire gratuitamente test antidroga alle famiglie, e quotidianamente assistiamo a proposte per estendere i controlli nelle scuole, i Governi australiano e finlandese hanno deciso di conoscere prima di deliberare.   E' quanto si apprende dal "Notiziario Droghe" dell'Aduc, che ci aiuta a inquadrare il problema, per aiutare le nostre istituzioni a meglio concepire le politiche di riduzione del danno. Secondo un rapporto commissionato dall'agenzia governativa sulle droghe, l'Australian National Council on Drugs (Ancd), i test antidroga non sono solo costosi, ma anche inefficaci nel limitare la diffusione delle droghe tra i giovani.   Il rapporto rileva che i test su urine e saliva per tutti gli studenti comporterebbero un costo di 300 milioni di dollari l'anno, senza comunque essere accurati o di provata efficacia. Inoltre, per l'Ancd potrebbero incrinare il rapporto fra studenti e insegnanti, rapporto indispensabile per educare anche sulla pericolosita' delle singole droghe. Stesso discorso vale per il rapporto fra genitori e figli. Nel rapporto, curato dal National Centre for Education and Training on Addiction, sono state studiate numerose ricerche condotte negli Stati Uniti e in Australia sui test ai giovani, analisi economiche e pareri di esperti. Il 60-70% di tutti gli esperti consultati si e' dichiarato contrario ai test.   In Finlandia, intanto, uno studio condotto dal National Public Health Institute, fa sapere che i finlandesi sono sempre meno preoccupati delle droghe illegali, perche' sempre piu' considerate come problema sanitario e non di sola emergenza giudiziaria. Il ministero della Salute di questo Paese ha ricordato che sono stati accantonati i progetti sui test antidroghe nelle scuole: chi ha problemi con droghe dovrebbe essere aiutato e non punito. Argentina. La Corte Suprema potrebbe depenalizzare il consumo di droghe. Governo considera approccio sanitario e non giudiziario di Rosa a Marca La sentenza che la Corte Suprema di Giustizia emettera' sul caso di due giovani di San Pedro, fermati un paio d'anni fa per essere stati scoperti con una sigaretta di marijuana in tasca, potrebbe mutare la cornice filosofica nei tribunali argentini rispetto al possesso di droga. Sembra che il massimo organo di giustizia sia propenso a considerare la sentenza di condanna dei due giovani come una violazione della Costituzione. Se cosi' sara', saremo in presenza di un cambio di dottrina nei tribunali che giudicano le persone fermate con piccole quantita' di droga. Si stabilirebbe un principio simile a quello fissato nel 1986, nei casi "Bazterrica" e "Capalbo", quando la Suprema Corte dichiaro' che punire penalmente coloro che posseggono droga per uso personale, sempre che non siano spacciatori, e' contrario all'articolo 19 della Carta Magna, il quale stabilisce che gli atti privati non possono essere motivo d'intervento giudiziario. Attualmente prevale la posizione uscita dalla Corte Suprema nel 1990. Con l'allargamento a nove membri della Corte, voluto da Carlos Menem, il caso "Montalvo" revisiono' il verdetto "Bazterrica". Per la maggioranza della Corte, "i tossicodipendenti diventano esempio per quelli che non lo sono", per cui la condotta del consumatore smette d'essere un fatto privato e diventa un problema di sanita' pubblica. Cosi', il possesso di droga per uso personale torno' a essere punito. Ma con la nuova composizione della Corte Suprema, rinnovata di cinque membri dal 2003, sembra probabile il ristabilimento della corrente che non considera reato il possesso di droga per uso personale. Sei giudici potrebbero sostenere questa posizione. Il caso emblematico all'esame della Corte Suprema parte da una vicenda avvenuta a San Pedro e che ha coinvolto i Tribunali federali di Rosario. Riguarda Andres Nicolas Villacampa e Cesar Mindurry, due persone fermate dalla polizia con una sigaretta di marijuana in tasca. Inizio' una causa penale, furono processati e poi condannati da Tribunal federal Oral 1 di Rosario. I giudici li condannarono a uno e due mesi di carcere, con la condizionale, per "possesso di stupefacenti per consumo personale". Di solito, questo tipo di condanna viene sostituito dalle cosiddette "misure educative o curative", ad esempio un corso del Ministero dell'Educazione o un trattamento clinico. Ma i due giovani non accettarono nessuna delle due opzioni. Aiutati dal difensore ufficiale di Rosario, la signora Matilde Bruera, Villacampa e Mindurry denunciarono l'incostituzionalita' dell'articolo 14 della legge 23.737 per violazione dell'articolo 19 della Costituzione, il quale recita: "le azioni private degli uomini che non offendono in nessun modo l'ordine e la morale pubblica ne' pregiudicano terzi sono riservati solo a Dio ed esentati dall'autorita' dei magistrati". La  Corte di Cassazione respinse il ricorso e per questo motivo i due condannati si sono rivolti alla Corte Suprema, la quale potrebbe valutare in modo diverso il possesso di droga per uso personale. Il caso avienne nel quadro di un cambiamento della politica criminale dello Stato argentino a questo proposito. Il ministro della giustizia, Anibal Fernandez, ha detto, infatti, che si sta studiando come riformare la legislazione per smettere di perseguire i consumatori di stupefacenti e, invece, inserirli nel sistema sanitario. Il tema sara' dibattuto in Parlamento. "Dobbiamo finirla con un sistema che acciuffa il consumatore e lo criminalizza senza nemmeno assicurargli il diritto alla salute", ha detto il ministro la scorsa settimana, nel suo intervento all'assemblea straordinaria del Consiglio Economico e Sociale dell'ONU tenuta a Vienna. Ha sostenuto essere improponibile che oggi si persegua allo stesso modo il trafficante e chi ha un problema di salute. Attualmente, in Argentina vige la legge 23.737 del 1989, che rafforza la punizione del consumatore, perche' lo considera il primo anello di una catena che termina con il narcotrafficante. La norma prescrive che se qualcuno viene fermato con droghe per uso personale, inizi una causa penale che verra' sospesa se l'imputato accede a un trattamento. Secondo Fernandez, l'80% dei casi finisce in prescrizione perche' i trattamenti non si fanno. Arriva il kit fai-da-te per donare le cellule staminali di Katia Moscano Le cellule staminali sono come una tela bianca: possono riprodursi all'interno di qualsiasi tessuto umano. In alcuni casi, possono salvare vite umane. Nella British Columbia le cellule staminali sono conservate nel Bone Marrow Donor Registry Program, ora diventato OneMatch. Un progetto pilota della Provincia sta rendendo piu' semplice donare le cellule staminali. Un Kit per estrarre il DNA lo ha reso semplice come lavarsi i denti. Il progetto, visto il grande successo, sara' esteso a tutto il Paese. "E' indolore, semplice e puo' essere fatto a casa", ha dichiarato Angie Gaddy, manager della Societa' per la donazione del sangue (Canadian Blood Services). Meno del 30% delle persone che necessitano di un trapianto di staminali lo trova all'interno del proprio gruppo familiare, mentre l'altro 70% dipende dalla rete di comunicazione provinciale per le cellule staminali e midollo osseo. Con il Kit, il DNA e' raccolto tamponando la guancia. Quattro campioni sono presi da quattro differenti posti, e analizzati dai laboratori del Canadian Blood Services. "Sappiamo che rendendo semplice il processo e' piu' facile che le persone si registrino. Il nostro obiettivo e' di aumentare il numero dei donatori registrati. Attualmente, l'85% dei donatori sono caucasici, vogliamo incoraggiare anche le altre etnie a donare, cosi' come vogliamo incoraggiare i giovani', conclude la Gaddy. Nei primi tre mesi del progetto, oltre 1.100 canadesi si sono registrati come donatori di cellule staminali, con un aumento del 377% tra persone con meno di 40 anni e di etnie differenti dalla caucasica. Una persona, sana, tra i 17 e i 50 anni, puo' registrarsi online e ricevere a casa il kit. Il DNA estratto e tutte le informazioni saranno conservate in un database. In caso di necessita', la persona ricevera' una telefonata per la donazione. Ricerca scientifica. Dalle staminali embrionali nuova speranza contro il Parkinson di Donatella Poretti Da oggi siamo piu' vicini ad una potenziale cura del morbo di Parkinson grazie alla ricerca con le cellule staminali embrionali. I ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York hanno annunciato in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine, di essere riusciti a creare cellule staminali personalizzate attraverso la clonazione terapeutica di embrioni per curare la terribile malattia neurodegenerativa nei topi. Trasformate in neuroni e trapiantate nel cervello, queste cellule migliorano il quadro della malattia, oggi incurabile, senza problemi di rigetto. Pur essendo ancora lontani dall'applicazione sull'uomo di questa tecnica, lo studio Usa dimostra ancora una volta l'importanza di lasciare agli scienziati liberta' di azione. Che la cura arrivi dalle cellule staminali adulte, embrionali o pluripotenti, l'obiettivo delle istituzioni deve essere quello di giungere al piu' presto a sconfiggere le sofferenze che affliggono i propri cittadini. E' profondamente ingiusto e crudele che anche un solo giorno verso questo traguardo sia perso per le convinzioni religiose di alcuni, seppur legittime.  In Italia, oltre che da livelli risibili di finanziamento, la ricerca scientifica continua ad essere afflitta da un perenne scontro elettorale e mediatico. Spesso ci si dimentica che dietro a tutto questo vi sono malati veri, sofferenze reali, oggi ancora senza risposta. Se riconfermata in Parlamento, lottero' con tutte le mie forze affinche' le istituzioni cessino di lacerarsi dinnanzi alla falsa scelta fra laici e cattolici, e affrontino la questione per quella che e': non lasciare che gli embrioni crioconservati siano distrutti, ma che siano utilizzati per dare nuove speranze a chi oggi non ne ha. Fra il potenziale sviluppo dell'embrione in essere umano e la speranza di una vita non sofferente di chi oggi e' malato, io scelgo quest'ultima. Chiamata alle armi di Pietro Yates Moretti Stefano Zecchi, ordinario di Estetica all'Universita' di Bologna e conosciuto al grande pubblico per l'assidua frequentazione dei salotti televisivi, si e' spinto a definire 'ateo' chi oggi si batte per la laicita' dello Stato. Lo fa dalle pagine del quotidiano Il Giornale con un editoriale che inizia cosi': Si legga, si ascolti quest'affermazione: "Sono laico". E ora quest'altra: "Sono ateo". Poco dopo, suggerisce con subdola disinvoltura che oggi i 'laici', quelli della legalizzazione dell'aborto, della fecondazione assistita, siano in realta' atei che giocano appunto sul concetto di laicismo: A cosa si assiste, invece, a cosa si sta affidando la nostra cultura, protetta da una profonda ambiguita' politica? Alla condivisibilita', alla contiguita' dei valori dell'ateo con quelli del credente. Ecco la confusione sulla legge 194, sulla questione della fecondazione assistita, su quelle dell'ingegneria genetica, della bioetica, che poi sono i veri problemi decisivi del presente e soprattutto del futuro dell'umanita'. La confusione culturale si serve senza scrupoli dell'uso disinvolto e improprio di laicismo e, appunto, della rimozione del concetto di ateismo. In altre parole, secondo Zecchi, lo scontro su questi temi e' frutto di una operazione poco trasparente di atei miscredenti, timorosi di definirsi tali, perennemente alla ricerca di uno Stato fondato su valori antitetici a quelli cattolici (ovvero, ci par di capire, di uno Stato senza valori). Insomma, per Zecchi i 'laici' di oggi non sono controparte ai clericali, ma a tutti i cattolici degni di cotanto nome: A questo punto domandiamoci se e' plausibile, coerente, onesto fare professione di laicismo e sostenere che, sia che si creda nell'esistenza di Dio, sia che non vi si creda, nulla cambia all'interno del proprio mondo di valori, non cambia il proprio modo di vedere la politica, la giustizia, perfino il significato della bellezza. Sostenere questo, e' un falso culturale e un'ipo22 Marzo 2008 crisia esistenziale. L'ateo politicamente corretto puo' mimetizzarsi nell'idea di una laicita' che tutto avvolge e confonde, ma il credente no, non puo' astenersi dal portare nella politica, nella costruzione delle leggi che disciplinano la societa', l'idea di vita in cui ha fede. Chiaro il concetto? Per Zecchi, non e' uno scontro fra laici e clericali, fra chi vuole governare i fenomeni sociali e chi invece vuole eliminarli a colpi di proibizioni -relegandoli alla clandestinita' e alla ingovernabilita'- nel nome di una societa' "perfetta" fondata sui valori della Chiesa. No. Lo scontro e' fra atei e credenti. E per non finire annoverato fra gli atei, sembra dire il nostro, e' bene che il cattolico cominci a pensare non solo alla propria coscienza, ma anche a quella dei suoi concittadini, 'vedendo la politica' (i.e., votando) affinche' i precetti della Chiesa Cattolica diventino legge. L'operazione di Zecchi, che ricalca la strategia messa in atto dalle gerarchie vaticane da qualche anno a questa parte, esemplifica esattamente cio' di cui accusa i suoi miscredenti avversari. Un'operazione di maquillage dietro la quale si nasconde una continua chiamata alle armi del cittadino-credente, perche' cessi di essere laico e finalmente si arruoli nell'esercito clericale. Usa. Con il nuovo presidente, gli scienziati prevedono una nuova era per la ricerca sulle staminali di Katia Moscano Centinaia di linee cellulari staminali embrionali sarebbero disponibili per la ricerca, ma sono invece off limits per i paletti messi dalla Casa Bianca. Per gli scienziati, riuniti a Half Moon Bay, questa situazione potrebbe cambiare con le elezioni presidenziali di novembre. Tutti e tre i principali candidati, il repubblicano John McCain e i democratici Hillary Clinton e Barack Obama, intendono aumentare i fondi della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Sostegno che toglierebbe le imposizioni poste dal presidente George W. Bush, il quale ha limitato i fondi federali solo ad alcune linee cellulari embrionali. La prima conferenza del Burocrazia Usa costringe ReNeuron a cercare un nuovo Paese dove fare ricerca Global Forum of the International Society for Stem Cell Research ha riunito i maggiori esperti del settore. Le agenzie di ricerca sulle staminali della California, istituite nel 2004 con un referendum popolare, hanno continuato ad espandersi in questi anni, e ad aprile saranno annunciati fondi per la costruzione di nuovi centri di ricerca. I programmi dell'universita' di Stanford sono quelli piu' ambiziosi, con 200 milioni di fondi, di cui 150 dell'universita' e 50 da parte dello Stato. Circa 200 scienziati vi lavoreranno. "Stanford mostra un eccezionale impegno verso il progetto", ha dichiarato Robert Klein, direttore del California Institute for Regenerative Medicine. Il primo utilizzo delle cellule staminali sara' per determinare la tossicita' dei  farmaci, in quanto i test eseguiti sugli animali non sono affidabili. Alcuni effetti che sembrano sicuri per le cavie, non lo sono per gli esseri umani. "Le cellule staminali del fegato e del cuore saranno le prime ad essere utilizzate per questi tests, in esperimenti che inizieranno entro 18 mesi", ha continuato Klein. Klein ha anche annunciato esperimenti per curare paralisi permanenti, nella riparazione della retina, per riparare danneggiamenti alla cartilagine e alle ossa, e per trapianti per la leucemia. "L'inizio di questi esperimenti e' motivo di celebrazione, anche se i malati e i familiari devono aspettarsi momenti difficili, ma anche vittore", ha concluso. Malgrado i successi delle ricerche sulle cellule staminali adulte, quelle embrionali sono ancora necessarie per la ricerca medica. George Daley, ricercatore dell'universita' di Harvard, ha detto: "Noi avremo sempre bisogno delle cellule adulte. Forse si potra' arrivare a non usare piu' quelle embrionali. Ma non si dovra' mai sottovalutare il valore delle cellule staminali embrionali". Eutanasia: l'ipocrisia di non ammettere la realta', la legge del 'io speriamo che me la cavo' di Donatella Poretti Se ha un compito la politica, credo che sia quello di prendere atto dei fenomeni sociali, governarli e disciplinarli in maniera tale che all'individuo venga concessa la maggior liberta' di scelta e di azione senza che questa, ovviamente, vada a colpire la liberta' degli altri. Uno Stato liberale, insomma, finite le ideologie del Novecento, dovrebbe ormai essere l'obbiettivo di tutti i partiti, le maggioranze e le minoranze presenti nella scena politica. Una cartina al tornasole per misurare quanto questo possa esser vero sono gli interventi nel campo della bioetica, o piu' semplicemente dei diritti civili. L'impossibilita' di avere una legge sul testamento biologico (e io aggiungo anche quella sull'eutanasia o suicidio assistito) e' una di queste cartine. Se sul punto di partenza siamo tutti unanimi nel ritenere che il paziente debba poter scegliere se accettare o rifiutare una cura dopo essere stato preventivamente informato, non esiste alcuna ragione plausibile del perche' questo non possa accadere anche in quei casi in cui il paziente e' impossibilitato ad esprimere la sua volonta'. Dato per assunto che nessuno immagina che sia obbligatorio stilare un testamento biologico, chi riterra' utile scrivere le proprie direttive anticipate di trattamento potra' farlo e il medico dovra' rispettarle. Fare una legge che disciplini tale principio sarebbe solo un gesto di civilta' nei confronti delle tante persone che oggi si trovano in condizioni di dipendere solo dai parenti e dai medici che al suo posto prendono una decisione. Piu' complesso il caso della regolamentazione dell'eutanasia, ma occorrera' pur riflettere sulla realta' che circonda il mondo dei malati terminali, su chi soffre di patologie gravi e incurabili con sofferenze fisiche e psichiche insopportabili. Ocorrera' cercare da una parte di leggere i dati che ci consegnano riviste mediche, associazioni e quotidiani che segnalano l'esistenza dell'eutanasia praticata in clandestinita' da medici e parenti di pazienti terminali. E occorrera' dall'altra leggere i dati certi solo sui suicidi di malati terminali: dati Istat sui suicidi in Italia nel 2004, ultimo anno rilevato, ci dicono che 1.528, su un totale di 3.481, hanno come motivo le malattie fisiche o psichiche. E' ragionevole pensare che almeno due terzi di questi 1.528 fossero affetti da malattie incurabili. Oltre 1.000 persone l'anno, 3 al giorno, si tolgono la vita perche' non possono chiedere di essere aiutate a morire rapidamente e senza sofferenze. A queste occorrerebbe aggiungere anche i tentativi di suicidio che non raggiungono l'obbiettivo, ma anzi possono andare a peggiorare situazioni gia' pessime fisicamente e psichicamente. Occorrera', insomma, che la prossima legislatura compia quel passo che fino ad oggi non ha saputo fare: una legge sul testamento biologico e realizzare una necessaria indagine sul fenomeno dell'eutanasia clandestina in Italia per capire se e come intervenire con una norma. Purtroppo la legislatura passata ha segnato due sconfitte: da una parte il Senato non e' riuscito neppure ad arrivare ad un testo di base in commissione nonostante l'impegno del presidente Ignazio Marino, dall'altra la Camera non ha voluto dare seguito alla richiesta di Piergiorgio Welby, sottoscritta da migliaia di cittadini e anche da parlamentari su una indagine conoscitiva sulla pratica dell'eutanasia clandestina in Italia. Burocrazia Usa costringe ReNeuron a cercare un nuovo Paese dove fare ricerca di Rosa a Marca La societa' britannica pioniera nella ricerca con le cellule staminali, ReNeuron Group Plc, ha fatto sapere che sta cercando un altro luogo dove effettuare test sperimentali del suo trattamento ReN001contro l'ictus cerebrale (ACV). Lo rendo noto l'agenzia Reuters. La decisione deriva dai numerosi ritardi avvenuti negli Stati Uniti, dove ReNeuron aveva progettato di condurre le sperimentazioni. I problemi affrontati dalla piccola impresa biotecnologica evidenziano le enormi difficolta' legate alla commercializzazione delle promettenti cellule staminali, che sono le "cellule maestre" del corpo con cui i ricercatori si ripromettono di riparare i tessuti danneggiati. ReNeuron ha aspettato per piu' di un anno l'autorizzazione della FDA (l'agenzia per gli alimenti e i medicinali), che e' l'ente regolatore del mercato farmacologico piu' grande del mondo, per poter iniziare i saggi clinici di Fase I su ReN001. Il progetto prevede l'uso di cellule staminali fetali per sostituire tessuti danneggiati nel cervello di pazienti con ACV che presentino una disabilita' cronica. Ma l'ente governativo Usa ha chiesto all'azienda ulteriori informazioni e dati clinici prima di approvare gli esperimenti su pazienti, un procedimento che, ha riferito da ReNeuron il 19 marzo, richiedera' vari mesi. Come conseguenza dei ritardi, la societa' sta ora inoltrando nuove richieste d'autorizzazione a Paesi dove i contatti con gli enti regolatori hanno dato segnali positivi. La notizia dei ritardi negli Stati Uniti hanno preoccupato gli investitori e le azioni del gruppo sono crollate del 16%, toccando un nuovo minimo da 16 mesi. "Abbiamo percorso un cammino difficile con la FDA ed e' chiaro che ora dobbiamo giocare altre carte per accelerare il piu' possibile i tempi", ha spiegato a Reuters Michael Hunt, presidente esecutivo di ReNeuron. "Abbiamo avuto riunioni con enti in Europa, come pure in altri luoghi", ha aggiunto. Hunt ha precisato di sperare che le prove cliniche di ReN001 possano inziare a fine anno, ma si e' rifiutato di menzionare quali siano i Paesi ai quali la sua societa' ha fatto domanda. ReNeuron e' stata la prima azienda di ricerche sulle cellule staminali in Europa ad essere quotata in Borsa nel 2000. Poi e' uscita temporaneamente dal mercato borsistico nel 2003, danneggiata dall'esplosione della bolla tecnologica. Infine e' tornata a quotarsi nel 2005. Francia. Intervista al medico che aveva offerto di aiutare Chantal Sebire a morire di Jean-Pierre Stroobants * Pete Hoebeke, Lei e' professore e urologo all'ospedale universitario di Gand, Lei ha proposto a Chantal Sebire di praticarle l'eutanasia. Il suo caso l'ha commossa? Si', e scioccato.Sono spesso confrontato con delle richieste, direttamente o indirettamente, poiche' la legislazione belga sull'eutanasia prevede che vi sia un parere concordante di due medici prima di qualsiasi azione. E io stesso ho praticato un'eutanasia. Il fatto che una persona come Chantal Sebire, colpita da una tale dismorfia e che ha formulato un'esigenza umanamente comprensibile, abbia a un certo punto dovuto mostrarsi ai media per ottenere cio' che chiedeva, e' il segno di una terribile decadenza. Dovrebbe essere reso inutile da una buona regolamentazione dell'eutanasia. Mi meraviglia che un grande paese laico come la Francia non arrivi a statuire cio' che e' anche una terapia. Bisogna in ogni caso rendersi conto che le leggi sul "fine vita", come in Francia, possono essere terribili per le famiglie che assistono all'agonia talvolta lunga di un parente e s'interrogano sul suo stato di coscienza. Il coma artificiale che era stato proposto alla signora Sebire, e che consiste in realta' a rendere incoscienti per causare la morte attraverso una depressione respiratoria, viene praticata da molto tempo, ma crea un grande stress al paziente. Percio' io preferisco un'eutanasia ben preparata.   I pazienti stranieri possono ottenere l'eutanasia in Belgio senza difficolta'?   Noi non abbiamo l'ambizione -il mio ospedale in particolare- di diventare il thanatorium d'Europa. Ma e' vero che, dal 2002, cinque pazienti stranieri in grande sofferenza hanno fatto ricorso all'eutanasia nel mio paese. In virtu' della legislazione europea sulle cure fornite all'estero, sono ricaduti sotto la legge belga. Le condizioni legali stabilite sono l'esistenza di un "rapporto di fiducia" e di un "legame professionale" tra medico e paziente. Tratto da Le Monde del 20 marzo 2008 (trad. di Rosa a Marca) Urge legiferare sull'eutanasia di Emmanuel Debost Da medico curante di Chantal Sebire, partecipo al suo trattamento sanitario, in collaborazione con un'equipe curante dell'ospedalizzazione a domicilio (HAD). Il mio ruolo in collaborazione con l'equipe medica dell'HAD e' l'attivazione delle cure palliative al domicilio della paziente. Cure infermieristiche, ausiliarie di vita, presa in carico sanitaria delle complicazioni fisiche dovute alla malattia che evolve, prescrizione di medicinali, in particolare contro il dolore, tentano di rendere sopportabile il quotidiano. E poi, bisogna saper ascoltare, nel rispetto delle decisioni della paziente, vigilando sempre che sia  salvaguardata la dignita' della malata e dando sostegno all'entourage. Affetta da malattia incurabile, evolutiva, con conseguenze fisiche terribili, di grandi sofferenze, che sta per mettere rapidamente in gioco il suo pronostico vitale, Chantal desidera far evolvere la legislazione in modo che una legge autorizzi i malati colpiti da una malattia incurabile, evolutiva, dolorosa, a morire degnamente. Morire degnamente non e' lasciar andare la malattia fino al suo "termine", trainante verso il degrado fisico piu' abominevole, con il o la paziente sotto sedazione, addormentato(a), ossia indotto(a) in coma farmacologico, coma che puo' durare numerose ore e persino diversi giorni, con il medico prescrittore che vigila affinche' non si superi mai la dose letale per non abbreviare la vita o accelerare la morte. La fine della nostra vita e' un momento eterno per colui che se ne va e per la medicina che deve accompagnarlo. Aspettare la morte puo' essere una scelta, ma certamente non un obbligo. La legge Leonetti del 2005 ha permesso un'evoluzione nella gestione del fine vita, soprattutto per i malati dipendenti da cure mediche spesso gravose, talvolta tenuti in vita artificialmente, ma non ha assolutamente risposto al problema dell'eutanasia, che concerne il piu' sovente pazienti pienamente consapevoli. La nostra societa' deve riflettere, interrogarsi su quel che e' la fine di una vita, fino dove abbiamo familiarizzato con il problema della dipartita di parenti o prossimi. Secondo un membro dell'Associazione per lo sviluppo delle cure palliative, "nel 95% dei casi, un paziente cessa di chiedere l'eutanasia dopo essere stato trasferito in un'unita' di cure palliative". Cio' conferma che la nostra societa' e il corpo medico nel suo insieme hanno preso coscienza della gravita', dell'estensione del problema e che alla fine ci facciamo per lo piu'  carico dei fine vita. Lungi da me l'idea di opporre fine vita ed eutanasia. Ma queste cifre significano anche che il 5% di quei pazienti mantiene il proprio desiderio d'eutanasia. Il tema e' grave, degno di rispetto, e chiama a un dibattito politico e cittadino al fine di colmare il vuoto giuridico esistente. Emmanuel  Debost, medico (Le Monde online del 18 marzo 2008) Messico. Per il diritto all'eutanasia di Emir Olivares Alonso L'eutanasia e' un tema che s'iscrive nel contesto dei diritti umani e lo Stato ha l'obbligo di dare queste garanzie ai malati, assicura Diego Valades, membro dell'Istituto di Ricerche Giuridiche dell'Universita' Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Valades considera un grande progresso il fatto che nel Distrito Federal sia stata approvata a fine anno la Legge di Volonta' Anticipata -che consente a una persona con malattia terminale di sospendere il trattamento medico che la tiene in vita-, e che al Senato si esamini un'iniziativa simile per estendere questo diritto a tutte le entita' del paese. Nell'intervista, chiede "di andare piu' in la'", ossia, di passare dall'eutanasia passiva a quella attiva per estendere il diritto a ben morire a tutti coloro che soffrono di una malattia "che riduce la dignita'", come l'Alzheimer o la paraplegia. "Cio' che e' stato approvato nel Distretto Federale e che si discute nel Congreso de la Union e' la passiva, e' solo la soppressione di un trattamento che mantiene in vita artificiale un paziente condannato, e' cio' che si e' ottenuto ed e' molto buono. Ma manca la parte successiva: assistere o aiutare una persona che non e' in cura e che desidera farla finita con la propria vita senza dover ricorrere a un mezzo violento (suicidio). E' l'eutanasia attiva quella da far avanzare, ma ora prendiamoci il tempo, per subito bisogna far si' che nel paese si generalizzi quella passiva". Tortura e malati terminali Anche applicando l'eutanasia attiva si cercherebbe di dare assicurazioni a coloro che soffrono di una malattia, magari nemmeno terminale, pero' irreversibile. In suesto senso, ha sostenuto che il Messico deve seguire le legislazioni "avanzate" come in Olanda e Belgio, dove questo diritto e' garantito. Avverte che i settori conservatori del paese si opporranno a questa pratica, benche', dichiara, in uno Stato democratico la laicita' deve imporsi sopra qualunque idea. "Applicare la proposta della curia farebbe retrocedere il paese di 150 anni, gli stessi che c'erano all'inizio del periodo delle leggi di Riforma. Non dico che lo Stato debba procurare i mezzi per l'eutanasia assistita, pero' non vedo nessuna ragione perche' imponga alle persone la decisione di vivere contro la loro volonta'". Coautore, insieme a Jorge Carpizo, dell'opera Diritti umani: aborto ed eutanasia, presentata la scorsa settimana, Valades sostiene che poiche' il Messico non ha una legislazione che garantisce l'eutanasia attiva, "lo Stato impone una certa tortura a coloro che soffrono di una malattia terminale". Un baluardo di solidarieta' di Domenico Chionetti * Nelle scorse settimane un delegazione della Comunità di San Benedetto al Porto, ha visitato la più grande struttura pubblica di Barcellona per il consumo igienico di sostanze stupefacenti, la Sala Baluard. Quello che segue è un report della visita e dell'incontro con l'associazione che gestisce il progetto, nonché la voglia e la volontà di costruire un simile opportunità anche in Italia. * * *  Molti di voi sono stati a Barcellona, la citta' d' adozione di Antoni Gaudi' e nativa di Joan Miro'. Sicuramente avrete visto o sentito parlare dei suoi meravigliosi siti architettonici, della citta' vecchia affacciata sul mare o le bellezze di Park Guell che dominano dall'alto il capoluogo catalano. Ma quanti di voi, concludendo la passeggiata attraverso les ramblas terminando alle spalle del Colom, l'imponente statua che ricorda il navigatore genovese, sapevano che proprio li' a poche decine di metri si trovava un vero e proprio baluardo di solidarieta'? Proprio li'! Tra il Museo del mare il Raval, il quartiere piu' popolare della ciutat vella, si trova la SALA BALUARD. Che cos'e' la sala Baluard? Semplicemente una SALA  PER IL CONSUMO igienico di sostanze stupefacenti! Cosa sono le Sale per il consumo? In base alle esperienze europee, la sala igienica del consumo è un luogo circoscritto (tipo ambulatorio medico, ma non solo), sotto la giurisdizione e controllo del Servizio Sanitario Nazionale, gestito da medici, operatori sociali e volontari, in cui è consentito l'accesso, in accordo con la Magistratura e le Forze dell'Ordine, di consumatori e tossico-dipendenti, di cui verrà creata una cartella clinica. Le persone arrivano già munite di sostanza stupefacente, con lo scopo di permettere loro l'uso in un ambiente clinicamente tutelato, sufficiente ad ostacolare il contagio delle malattie infettive (HIV-HBV-HCV) e garantire il pronto intervento medico in caso di overdose o altra necessità. In sostanza è un servizio socio-sanitario, dove si cercano di risolvere problemi socio-sanitari, dove non si promuove l'uso della droga ma si tutela la salute; si va incontro a chi continua a "farsi" e a chi cerca di uscirne, a chi cerca di rimanere in vita. Non si immagina nemmeno quanto sia importante avere una sedia ed un piano puliti su cui potersi appoggiare, piuttosto che farlo per terra in strada, riacquistando dignità! Agganciare un tossico-dipendente a questo tipo di servizio è un vantaggio per la persona e per tutta la società. Ci incamminiamo verso le mura dove si trova appunto la Sala...all'ingresso leggiamo un cartello “Le stanze igieniche del consumo sono una soluzione!”  All'ingresso ci chiedono un numero per fare la coda...fatichiamo un po' con il nostro spagnolo rudimentale per spiegare da dove veniamo, chi siamo e che vogliamo conoscere questa struttura, le persone che ci lavorano e la loro esperienza... Abbiamo subito incontrato ESTHER HENAR PEREZ una delle fondatrici  de L’Associació Benestar Desenvolupament (ABD) che dagli anni ’80 lavora nell’ambito delle dipendenze e l’aids. Ci racconta che nel 2001 l’ONG spagnola ABD trasforma la sua unità di strada in un luogo fisso, dove è possibile l' auto somministrazione controllata dell’eroina. Si tratta di uno spazio illegale, non riconosciuto giuridicamente o istituzionalmente ma che servira' come punto di partenza per un percorso che portera'; all'apertura, in tutta la Spagna, di questi importanti luoghi. Dal 2004 infatti la Sala e' stabile e riconosciuta, da soli pochi mesi è sita all’interno della nuova struttura che abbiamo potuto visitare! Il nostro incontro sara' lungo e' pieno di dettagli ma alcuni dati importanti balzano subito agli occhi con estrema evidenza... Esther, coordinatrice della struttura, ci tiene subito a sottolineare il riconoscimento che la struttura ha avuto dagli abitanti del Raval (quartiere popolare del centro storico adiacente la Sala). Nel quartiere infatti non esiste più l’uso di sostanze per strada, sulle panchine, negli androni o nelle piazzette. Tutto si svolge all’interno della Sala Baluard, aperta 24h al giorno. Al suo interno vi lavorano infatti 3 equipe con turni di 8 ore a copertura dell'intero orario della giornata, per un totale di 50 persone operanti. Medici, infermieri, educatori, operatori. Tutti hanno la capacità di intervenire in situazioni di emergenza. Le utenze della sala si aggirano intorno alle 400 persone giornaliere. Il 60% di questi sono stranieri. E’ curioso vedere i dati della ripartizione di questa percentuale: una parte è proveniente dal Magreb, una dall’Est Europa mentre un’altra parte consistente sono giovani italiani. Altro dato rilevante e' che non  serve alcun documento per accedere alla sala! Un’alta percentuale delle persone che iniziano il rapporto con la struttura decidono di intraprendere la strada della somministrazione del metadone. A Barcellona ci sono quattro diverse sale del consumo e una unità di strada. Altre sale sono dislocate a Madrid, Valencia e Bilbao. Dopo la discussione, Esther ci ha guidato in una visita itinerante delle sale. Percepiamo subito un importantissimo elemento “non detto”: qualcosa che non puo' stare all'interno di una tabella o di una statistica: percepiamo cioe' la DIMENSIONE UMANA che si crea con le persone accolte all'interno della sala; Esther conosce per nome quasi tutti i ragazzi che sono a cercare conforto dopo una notte passata a dormire sui marciapiedi ed essi vengono trattati come persone a cui viene restituita la dignita': passaggio di relazione fondamentale per liberarsi da una dipendenza... i ringraziamenti per come sono accolti sono ripetuti continuamente. Visitando tutta la struttura ci appare chiaro tutto quello che Esther ci aveva detto fino a quel momento sui risultati ottenuti: I morti per overdose sono drasticamente diminuiti perché in questi luoghi, al contrario di quanto avviene per strada, ci sono medici specializzati per un pronto intervento; il contagio diminuisce grazie ad una situazione di maggiore igiene; lo smaltimento delle siringhe e del materiale infetto è più efficace e non si disperde per la strada. Riconoscere l'esigenza di un tale luogo vuol dire restituire dignita' a queste persone. In Italia se ne e' parlato, poco,  nel resto d'Europa (Barcellona, Madrid, Francoforte sul Meno, Amburgo, Zurigo, Basilea, Ginevra, Rotterdam e tante altre) si sperimentano da più di quindici anni. Termina la visita, è tempo di andare! Nella seconda parte della mattinata l'affluenza alla sala aumenta e il loro delicato lavoro riprende piu' febbrile. Salutiamo Esther con un arrivederci a presto nella nostra città, Genova, perche' divulgare e far conoscere il loro lavoro e' vitale e importante per il nostro paese. Usciamo cosi' dalla Sala Baluard caricati dalla forza di una straordinaria esperienza dalle mille suggestioni e dalle enormi similitudini esistenti tra Genova e Barcellona: il centro storico diviso dalle ramblas cosi come il nostro è diviso da via San Lorenzo; Plaza Catalunya che divide la Barcellona medievale da quella moderna cosi' come la nostra Piazza de Ferrari divide il centro storico da quello moderno; una citta' a ridosso sul mare che sa inerpicarsi pero' sulle alture del Tibidabo e del Montjuic... Ci incamminiamo verso la statua di Cristoforo Colombo che indica, con l'indice rivolto al mare, nuove vie e nuovi orizzonti da praticare, e ci ripetiamo che si, una sala del consumo anche a Genova ...SI PUO' FARE! Si deve fare! * Domenico Chionetti, Comunita' San Benedetto al porto Aborto e donne comunitarie. Il diritto c'e'. Le Regioni si adeguino di Emmanuela Bertucci Il Ministero della Salute, con una nota del 19 febbraio 2008 (1) ha finalmente messo fine ad una grave situazione di illegittimita', specificando con chiarezza che l'interruzione volontaria di gravidanza rientra fra le prestazioni mediche essenziali e urgenti e che deve essere garantita anche a chi non possa permettersi di pagare la prestazione. Il problema e' nato piu' di un anno fa da una direttiva dello stesso Ministero (2) che, all'indomani dell'ingresso nell'Unione Europea di Bulgaria e Romania, negava -illegittimamente- il diritto alla interruzione volontaria di gravidanza gratuita alle cittadine neocomunitarie non iscritte al Servizio Sanitario Nazionale, o non in possesso della specifica certificazione comunitaria, cosiddetta "Team". I cittadini comunitari, infatti, hanno un particolare regime per iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale (3) e dunque usufruire delle relative prestazioni. Chi non abbia i requisiti per l'iscrizione ha comunque diritto alle prestazioni sanitarie gravi e indifferibili. Ma fra queste prestazioni era stata esclusa l'interruzione di gravidanza, a meno che non fosse ritenuta "medicalmente necessaria". La gravidanza veniva dunque tutelata -e le necessarie prestazioni sanitarie fornite a titolo gratuito- solo se la donna decideva di portarla a termine. In caso contrario, avrebbe dovuto pagare, nella maggior parte dei casi, somme che non possedeva. Un inquietante incitamento agli aborti clandestini. E poi, quando, a rigor di logica, una interruzione di gravidanza (volontaria) poteva esser ritenuta "medicalmente necessaria"? Ne' il Ministero ne' le Regioni, cui e' poi spettato il compito di tradurre in legge la direttiva, si sono poste questo quesito, e si sono limitate ad una interpretazione molto restrittiva delle parole "cure urgenti ed essenziali" secondo cui sono tali solo quelle cure "che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona o relative a patologie non pericolose nell'immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita". Beh, in quest' ottica una interruzione volontaria di gravidanza non avrebbe mai le caratteristiche di urgenza richieste dalla legge, tranne nel caso in cui arrivi in ospedale una donna e minacci di suicidarsi se non le consentono l'aborto. Si consideri inoltre che, a differenza delle donne comunitarie, quelle extracomunitarie ricevono invece assistenza gratuita anche per l'interruzione volontaria di gravidanza. Una discriminazione inspiegabile, ed inspiegata, in grave e palese violazione delle norme. Infatti: - L'art. 10 della legge sulla tutela sociale della maternita' e sull'interruzione volontaria della gravidanza (legge 194/78) prevede che le prestazioni relative alla gravidanza, al parto e all’interruzione volontaria di gravidanza siano gratuite: "L'accertamento, l'intervento, la cura e la eventuale degenza relativi alla interruzione della gravidanza nelle circostanze previste dagli articoli 4 e 6, ed attuati nelle istituzioni sanitarie di cui all'articolo 8, rientrano fra le prestazioni ospedaliere trasferite alle regioni dalla legge 17 agosto 1974, n. 386. Sono a carico della regione tutte le spese per eventuali accertamenti, cure o degenze necessarie per il compimento della gravidanza nonché per il parto, riguardanti le donne che non hanno diritto all'assistenza mutualistica” ; - L'art. 35, comma 3, del testo unico in materia di immigrazione (D. lgs. 286/98) prevede fra i trattamenti sanitari che debbono essere comunque garantiti, anche agli stranieri clandestini, l'interruzione di gravidanza: Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all'ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presìdi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorch e' continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva. Sono, in particolare garantiti: a) la tutela sociale della gravidanza e della maternita', a parita' di trattamento con le cittadine italiane (...)"; - L'art. 35 comma 4 della stessa legge prevede che cio' debba avvenire, in assenza di risorse economiche, gratuitamente: "Le prestazioni di cui al comma 3 sono erogate senza oneri a carico dei richiedenti qualora privi di risorse economiche sufficienti (...)"; - L'art. 1, comma 2, del testo unico prevede che queste norme si applichino anche ai cittadini comunitari, se piu' favorevoli: "Il presente testo unico non si applica ai cittadini degli Stati membri dell'Unione europea, se non in quanto si tratti di norme piu' favorevoli (...)" - La Costituzione italiana garantisce le cure mediche agli indigenti (art. 32): "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita', e garantisce cure gratuite agli indigenti" Cio' ha comportato una irragionevole disparita' di trattamento fra cittadine extracomunitarie e comunitarie, disparita' vietata dalla nostra Costituzione, art. 3, comma 1: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (...)". Una violazione gravissima dei diritti fondamentali della persona, fra l'altro autorevolmente ribaditi da una sentenza della Corte Costituzionale (n. 252 del 2001) per cui le cure urgenti ed essenziali "costituiscono attuazione del “nucleo irriducibile” del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, da riconoscersi ad ogni individuo, rispetto al quale non sono ammessi bilanciamenti con altri valori, quali il contenimento della spesa pubblica, ne' discriminazioni, in ragione della regolarita' o meno del soggiorno".   Questa situazione di illegittimita' e' durata un anno. Nel frattempo il Ministero della salute si e' ravveduto, ricomprendendo fra le cure essenziali e urgenti anche l'interruzione volontaria di gravidanza, ma purtroppo il percorso e' ancora lungo. Infatti, ad oggi, l'unica regione italiana che si e' conformata alla precisazione ministeriale e' quella del Lazio (4). Altre regioni, come le Marche, non si sono ancora adoperate per modificare la propria disciplina (5). Altre, infine, hanno deliberatamente ignorato la determinazione del Ministero della Salute, come la Regione Toscana che, con una decisione del 3 marzo 2008 (6) e una nota del 8 marzo 2008 (7), continua a consentire l'interruzione volontaria di gravidanza a titolo gratuito solo se "medicalmente necessaria".   Ne deriva una ingiustificata disparita' di trattamento per le donne che intendano interrompere una gravidanza, a seconda della regione in cui vivono. Una disparita' che deve essere eliminata dalla immediata adozione, da parte di tutte le regioni italiane, di una regolamentazione conforme alla legge.    (1) Nota del Ministero della Salute Prot. DG RUERI/II/3152-P/1.3.b/1: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/nota-19febbraio08-ministeroSalute.pdf (2) Direttiva del Ministero della Salute del 3 agosto 2007 (Protocollo DG RUERI/II/ 12712 11.3.b): http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/circ-salute-3-8-2007.pdf 3) Si veda il nostro articolo su "L'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale per i cittadini dell'Ue": http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=190767 (4) Regione Lazio: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/RegioneLazio.pdf (5) Regione Marche, Prot. N. 13/07/sal/ass del 4 gennaio 2008: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/Delibera-regione-Marche.pdf (6) Regione Toscana, Delibera N .152 del 03-03-2008: OGGETTO D.G.R. 717/2007 Assistenza sanitaria per cittadini di paesi neocomunitari. Proroga per l'anno 2008: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/delibera-toscana-illegittima.pdf (7) Nota prot. Q.080.150.68511 del 7 marzo 2008: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/nota-regioneToscana-8marzo2008.pdf Argentina. Proposte per una nuova politica sulle droghe di Lucas Guagnini Il nuovo atteggiamento del Governo in merito alla legalizzazione del possesso di droghe per uso personale ha aperto un dibattito, e anche una finestra su un altro aspetto: se si toglie i consumatori di droghe dal sistema penale per inserirli in quello sanitario e sociale, bisogna costringere questi settori a dare una nuova risposta alla problematica, cosa che fino a oggi e' mancata. Nelle parole dello stesso viceministro della Sanita', Carlos Sorati, "finora le strategie non sono state realizzate tutte, ma c'e' un intento politico molto forte perche' lo siano". Percio', dopo che la Commissione di consulenza scientifica presso il ministero di Giustizia e' stata incaricata di proporre un cambio nella legge sulle droghe, e' stato istituito un tavolo interministeriale, intorno al quale si sono gia' seduti per  ben due volte niente meno che i ministri di Giustizia (Anibal Fernandez), Sanita' (Graciela Ocana), Educazione (Jorge Tedesco), Sviluppo sociale (Alicia Kirchner) e persino del Lavoro (Carlos Tomada). Si tratta di un piano informale ma che, secondo quanto ha potuto verificare Clarin presso i vari ministeri interessati, ha un grande impatto politico giacche' tutti hanno impegnato risorse in un progetto comune che cerchera' di recuperare i tossicodipendenti non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale: completamento degli studi, abilitazioni, avvio al lavoro, integrazione nei quartieri. E l'interesse ufficiale mira non solo a dare una  nuova opportunita' ai dipendenti dalle droghe illegali, ma anche a quelli che usano sostanze legali, soprattutto che abusano di alcol. Il nuovo approccio si basa su quello che , secondo la coordinatrice della Commissione consultiva, la procuratrice Monica Cunaro, definisce "un cambio di paradigma", poiche' e' in linea con la posizione adottata da Mercosur in quanto blocco regionale, con progressi in materia di depenalizzazione gia' attuati in Uruguay e Brasile. I consumatori smettono di essere delinquenti e smettono di essere tutti uguali. Per i tossic*odipendenti, il punto centrale e' il trattamento sanitario. Secondo le stime della commissione scientifica, i tossicodipendenti non superano il 10% dei casi, mentre per l'insieme dei consumatori problematici -per la loro emarginazione sociale- la cifra arriva al 20% del totale dei consumatori. E per coloro che non sono ne' tossicodipendenti ne' consumatori problematici, il piano mira a una politica che in Europa e' nota da dieci anni, e che qui suona ancora nuova: riduzione del danno. Ossia: prevenire e sensibilizzare rispetto a rischi e conseguenze del consumo di droghe.  Ad ogni modo, la Commissione ha lanciato un'inchiesta che interpellera' 51.000 famiglie (rappresentative del 95% della popolazione urbana), per conseguire una "mappa delle dipendenze". Secondo quanto ha spiegato un membro della Commissione, "servira' per conoscere l'ampiezza del problema e creare politiche, ma anche per evitare che un responsabile decida che nel suo distretto ci sono 5.000 drogati per ottenere fondi, quando in realta' sono 500". Secondo il viceministro Sorati, il nuovo approccio "implica riconoscere una diagnosi che va al di la' del consumo di droghe vietate, poiche' l'abuso d'alcol e' il piu' diffuso nella societa' e cosi' pure il consumo di farmaci e tabacco. La nuova visione strategica d'intervento sposta il baricentro su cio' che a che fare con la salute e la qualita' della vita, e con azioni di prevenzione, d'assistenza quando vi sia danno". Il terzo passaggio del progetto e' combattere di piu' e meglio le reti dei narcotrafficanti. E il fatto che sia Cunaro a parlarne per conto della Commissione non e' pura declamazione: la procuratrice ha avuto un ruolo centrale nella lotta al narcotraffico nelle ville (favelas) di Bajo Flores, dove, insieme ai suoi colleghi, ha raccolto in modo artiginale le cause disperse di vari crimini, fino a costituire la mappa di un'associazione illegale diretta dal narco peruviano noto come "Marcos". Sul suo cammino si e' posta di fronte ad Anibal Fernandez, accusando la Federal di occultamento. E ha segnalato come la politica imprigionasse nelle ville (favele)  i consumatori anziche' i narcotrafficanti. Dopo lo ha convinto che le risorse venivano sperperate, e cosi' e' iniziata la svolta nella politica ufficiale. Ma fintanto che la svolta non si realizza -nel Governo si parla di due anni, pero' in parlamento hanno gia' cominciato a muoversi-, ogni consumatore di droghe fermato con delle sostanze continuera' a essere considerato un delinquente, con pene che vanno da un mese a due anni di carcere. Ogni anno vengono avviate 10.000 di queste cause, anche se la maggior parte finisce in prescrizione o con l'accusato che accetta di considerarsi drogato, cio' che gli consente di commutare la pena in trattamento sanitario. Reazioni Il presidente del Collegio degli avvocati di Misiones, Pablo Isaac Lenguaza, si e' detto favorevole al progetto che mira a depenalizzare il consumo di droghe, anche se ritiene necessario puntare a una politica di prevenzione. Sulla stessa linea, il presidente dell'Istituto di Scienze penali del Collegio degli Avvocati, Miguel Iglesias, secondo cui "consumare o no stupefacenti deriva normalmente da una decisione personale che, come ben dice la nostra Costituzione nazionale all'articolo 19, le azioni private degli uomini che non offendono l'ordine e la morale pubblica, ne' pregiudicano terzi, sono riservate a Dio, ed esulano dall'autorita' dei magistrati...". "L'esperienza, negli anni di vigenza della norma, ci ha dimostrato che e' servito poco o nulla criminalizzare i giovani per una questione che ha a che fare con la mancanza di cura famigliare, di aspettative di sviluppo educativo e lavorativo fino all'educazione generale". Anche lui ha sostenuto che "far uscire dal sistema punitivo statale questa complessa situazione sociale e spesso famigliare, colpirebbe anche le economie dei gruppi di delinquenti e persino gli eserciti irregolari che del traffico e della vendita di stupefacenti  hanno fatto la pietra miliare dei loro finanziamenti". "Il maggior ostacolo alla depenalizzazione del consumo personale e' la mancanza d'informazione della societa' e il far accettare culturalmente che il diritto penale non ha potuto e non potra' risolvere conflitti sociali, e che non e' nemmeno questo il suo fine". "Il consumo e' una decisione personale ed estranea all'intervento dello Stato, essendo un dovere ineludibile dei genitori e degli adulti che i nostri giovani non prendano decisioni sbagliate", ha concluso. (Clarin, trad. Rosa a Marca) Argentina. Proposte per una nuova politica sulle droghe di Lucas Guagnini Il nuovo atteggiamento del Governo in merito alla legalizzazione del possesso di droghe per uso personale ha aperto un dibattito, e anche una finestra su un altro aspetto: se si toglie i consumatori di droghe dal sistema penale per inserirli in quello sanitario e sociale, bisogna costringere questi settori a dare una nuova risposta alla problematica, cosa che fino a oggi e' mancata. Nelle parole dello stesso viceministro della Sanita', Carlos Sorati, "finora le strategie non sono state realizzate tutte, ma c'e' un intento politico molto forte perche' lo siano". Percio', dopo che la Commissione di consulenza scientifica presso il ministero di Giustizia e' stata incaricata di proporre un cambio nella legge sulle droghe, e' stato istituito un tavolo interministeriale, intorno al quale si sono gia' seduti per  ben due volte niente meno che i ministri di Giustizia (Anibal Fernandez), Sanita' (Graciela Ocana), Educazione (Jorge Tedesco), Sviluppo sociale (Alicia Kirchner) e persino del Lavoro (Carlos Tomada). Si tratta di un piano informale ma che, secondo quanto ha potuto verificare Clarin presso i vari ministeri interessati, ha un grande impatto politico giacche' tutti hanno impegnato risorse in un progetto comune che cerchera' di recuperare i tossicodipendenti non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale: completamento degli studi, abilitazioni, avvio al lavoro, integrazione nei quartieri. E l'interesse ufficiale mira non solo a dare una  nuova opportunita' ai dipendenti dalle droghe illegali, ma anche a quelli che usano sostanze legali, soprattutto che abusano di alcol. Il nuovo approccio si basa su quello che , secondo la coordinatrice della Commissione consultiva, la procuratrice Monica Cunaro, definisce "un cambio di paradigma", poiche' e' in linea con la posizione adottata da Mercosur in quanto blocco regionale, con progressi in materia di depenalizzazione gia' attuati in Uruguay e Brasile. I consumatori smettono di essere delinquenti e smettono di essere tutti uguali. Per i tossicodipendenti, il punto centrale e' il trattamento sanitario. Secondo le stime della commissione scientifica, i tossicodipendenti non superano il 10% dei casi, mentre per l'insieme dei consumatori problematici -per la loro emarginazione sociale- la cifra arriva al 20% del totale dei consumatori. E per coloro che non sono ne' tossicodipendenti ne' consumatori problematici, il piano mira a una politica che in Europa e' nota da dieci anni, e che qui suona ancora nuova: riduzione del danno. Ossia: prevenire e sensibilizzare rispetto a rischi e conseguenze del consumo di droghe.  Ad ogni modo, la Commissione ha lanciato un'inchiesta che interpellera' 51.000 famiglie (rappresentative del 95% della popolazione urbana), per conseguire una "mappa delle dipendenze". Secondo quanto ha spiegato un membro della Commissione, "servira' per conoscere l'ampiezza del problema e creare politiche, ma anche per evitare che un responsabile decida che nel suo distretto ci sono 5.000 drogati per ottenere fondi, quando in realta' sono 500". Secondo il viceministro Sorati, il nuovo approccio "implica riconoscere una diagnosi che va al di la' del consumo di droghe vietate, poiche' l'abuso d'alcol e' il piu' diffuso nella societa' e cosi' pure il consumo di farmaci e tabacco. La nuova visione strategica d'intervento sposta il baricentro su cio' che a che fare con la salute e la qualita' della vita, e con azioni di prevenzione, d'assistenza quando vi sia danno". Il terzo passaggio del progetto e' combattere di piu' e meglio le reti dei narcotrafficanti. E il fatto che sia Cunaro a parlarne per conto della Commissione non e' pura declamazione: la procuratrice ha avuto un ruolo centrale nella lotta al narcotraffico nelle ville (favelas) di Bajo Flores, dove, insieme ai suoi colleghi, ha raccolto in modo artiginale le cause disperse di vari crimini, fino a costituire la mappa di un'associazione illegale diretta dal narco peruviano noto come "Marcos". Sul suo cammino si e' posta di fronte ad Anibal Fernandez, accusando la Federal di occultamento. E ha segnalato come la politica imprigionasse nelle ville (favele)  i consumatori anziche' i narcotrafficanti. Dopo lo ha convinto che le risorse venivano sperperate, e cosi' e' iniziata la svolta nella politica ufficiale. Ma fintanto che la svolta non si realizza -nel Governo si parla di due anni, pero' in parlamento hanno gia' cominciato a muoversi-, ogni consumatore di droghe fermato con delle sostanze continuera' a essere considerato un delinquente, con pene che vanno da un mese a due anni di carcere. Ogni anno vengono avviate 10.000 di queste cause, anche se la maggior parte finisce in prescrizione o con l'accusato che accetta di considerarsi drogato, cio' che gli consente di commutare la pena in trattamento sanitario. Reazioni Il presidente del Collegio degli avvocati di Misiones, Pablo Isaac Lenguaza, si e' detto favorevole al progetto che mira a depenalizzare il consumo di droghe, anche se ritiene necessario puntare a una politica di prevenzione. Sulla stessa linea, il presidente dell'Istituto di Scienze penali del Collegio degli Avvocati, Miguel Iglesias, secondo cui "consumare o no stupefacenti deriva normalmente da una decisione personale che, come ben dice la nostra Costituzione nazionale all'articolo 19, le azioni private degli uomini che non offendono l'ordine e la morale pubblica, ne' pregiudicano terzi, sono riservate a Dio, ed esulano dall'autorita' dei magistrati...". "L'esperienza, negli anni di vigenza della norma, ci ha dimostrato che e' servito poco o nulla criminalizzare i giovani per una questione che ha a che fare con la mancanza di cura famigliare, di aspettative di sviluppo educativo e lavorativo fino all'educazione generale". Anche lui ha sostenuto che "far uscire dal sistema punitivo statale questa complessa situazione sociale e spesso famigliare, colpirebbe anche le economie dei gruppi di delinquenti e persino gli eserciti irregolari che del traffico e della vendita di stupefacenti  hanno fatto la pietra miliare dei loro finanziamenti". "Il maggior ostacolo alla depenalizzazione del consumo personale e' la mancanza d'informazione della societa' e il far accettare culturalmente che il diritto penale non ha potuto e non potra' risolvere conflitti sociali, e che non e' nemmeno questo il suo fine". "Il consumo e' una decisione personale ed estranea all'intervento dello Stato, essendo un dovere ineludibile dei genitori e degli adulti che i nostri giovani non prendano decisioni sbagliate", ha concluso. (Clarin, trad. Rosa a Marca) Le nuove procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato politico e per l'asilo politico Claudia Moretti Dopo il decreto legislativo n. 251 del 2007, che ha individuato i presupposti sostanziali del riconoscimento degli status di rifugiato e di status di protezione internazionale consistente nell'asilo politico. Anche questa volta la novella legislativa deriva dalla necessita' di adeguamento alle normative comunitarie ed in particolare dalla direttiva 2005/85/Ce. Con decreto legislativo del 28 gennaio 2008, n. 25 si e' dunque emanato il corpus che definisce le procedure per la richiesta e il riconoscimento degli status meritevoli di protezione internazionale. Sono due infatti gli status di cui il richiedente asilo puo' ottenere il riconoscimento tramite l'iter previsto: quello di rifugiato politico (nei casi previsti dalla Convenzione di Ginevra) e quello piu' generico di persona comunque bisognosa di protezione internazionale.   La presentazione dell'istanza. La prima novita' di rilevo e' che la domanda puo' esser presentata in qualsiasi momento, senza obbligo di "tempestivita'" della stessa. Deve esser proposta alla Questura del luogo di dimora, la quale procede ad informare il richiedente dei punti salienti della procedura e a fotosegnalarlo compiutamente. Questa fase, assai delicata, prevede il possibile intervento di Organizzazioni che si occupano di asilo politico, ovvero di un tutore se la domanda e' effettuata da minore non accompagnato. Viene altresi' redatto un verbale con le dichiarazione dell'istante e la documentazione che questi porta a sostegno della propria richiesta. Laddove il soggetto sia entrato nel territorio europeo da altro Paese dell'Unione, e' possibile che la competenza territoriale per la valutazione dei presupposti per la concessione dello status richiesto, sia radicata in altro Stato membro. In tal caso la procedura viene sospesa.   L'accertamento e l'istruttoria. La domanda proposta deve esser accolta al personale della questura che non ha alcun potere di "filtro" come avveniva secondo la vecchia normativa, ne' puo' adottare procedimenti semplificati, non consentendolo il decreto emanato. Tutt'al piu' potra' esser applicata la procedura "prioritaria" prevista all'art. 28 dello stesso. L'istanza viene inviata ad una delle dieci commissioni territoriali competenti (individuata in base al luogo di presentazione della stessa o di quello ove il richiedente dimora), per il momento ancora sette, che entro trenta giorni procede all'audizione dell'interessato, che puo' farsi assistere da un legale di sua fiducia. Durante l'istruttoria e' garantito il pieno accesso agli atti amministrativi, per esplicito richiamo nel decreto alla legge n. 241/90 .   ...e nel frattempo? Chi presenta domanda di asilo, ha diritto di soggiornare in Italia durante l'esame della domanda, con un permesso di soggiorno valido per tre mesi rinnovabile fino al compimento dell'intera procedura, ad esclusione degli estradati. Per coloro che hanno presentato la domanda dopo un accertamento di irregolarita' dell'ingresso o del soggiorno, o per coloro che siano privi di documenti o posseggano documenti falsi o contraffatti, e' previsto il soggiorno in una specie di CTP: "centro accoglienza richiedenti asilo", nel quale hanno la possibilita' di uscire nelle ore diurne.   La decisione Il decreto impone una valutazione individuale, obiettiva ed imparziale delle singole istanze, con aggiornamenti sulla situazione del Paese di provenienza dell'istante. Non piu' dunque le decisioni "in serie". Nel caso il richiedente non sia in grado di provare quanto afferma, in certe condizioni, la Commissione dovra' credergli. La decisione va adottata entro tre giorni dall'audizione. In caso di rigetto dell'istanza, il provvedimento deve esser corredato dalle motivazioni di fatto e di diritto sul quale si fonda. Inoltre, laddove sia comunque riconosciuta in una certa misura la necessita' di protezione (non tale tuttavia da comportare l'accoglimento della domanda) la Commissione invia al Questore la pratica per l'eventuale rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari.   L'impugnazione del diniego Entro trenta giorni dalla comunicazione del diniego puo' essere proposto ricorso al Tribunale del capoluogo di distretto di Corte d'appello dove ha sede la commissione stessa. Il procedimento si svolge secondo le forme della camera di consiglio, di fronte al giudice monocratico. La proposizione del ricorso sospende l'efficacia del provvedimento di rigetto. Cio' costituisce una grande novita' e fa si' che, fino a sentenza definitiva, il ricorrente sia considerato di fatto ancora un "richiedente asilo politico". La decisione giurisdizionale, se positiva, comporta non solo l'annullamento del provvedimento ma anche l'accertamento nel merito dell'istanza e il riconoscimento dello status richiesto. Contro la decisione del Tribunale si puo' reclamare in Corte d'appello e, contro questa ultima decisione, proporre ricorso per Cassazione.  Film olandese anti-Corano sul sito Aduc. No alla censura di Onu, Ue e fanatici vari Pietro Yates Moretti L'Onu, l'Ue e qualche fanatico religioso sono riusciti nel miracolo di trasformare un volgare xenofobo in un martire della liberta' di espressione. LA VICENDA - Un Calderoli olandese, un certo Geert Wilders, ha girato un film contro il Corano, definendolo 'testo fascista'. Lo ha poi postato sul web, visto che nessuno lo voleva distribuire. Doveva finire tutto qua, giusto? No. Ban-Ki-moon, segretario generale dell'Onu, interviene poche ore dopo: "Condanno nei termini piu' forti la diffusione del film anti-islamico offensivo di Geert Wilders. Non vi e' alcuna giustificazione per un discorso che incita all'odio o alla violenza. In questo caso non e' in gioco il diritto alla liberta' di parola". No. Il presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Poettering, rincara: "A nome del Parlamento europeo respingo in modo assoluto l'interpretazione contenuta nel film che l'Islam e' una religione violenta. Esprimo solidarieta' al governo olandese che crede in una societa' aperta e tollerante". No. Arrivano le proteste diplomatiche di Paesi a maggioranza islamica come Giordania, Iran, Egitto, Bangladesh. Seguono le manifestazioni "bruciarole" di piazza. No. Infine, i gestori del sito internet, minacciati di morte dai soliti fanatici hanno prudentemente deciso che valeva la pena vivere. E come biasimarli, vista anche l'enorme solidarieta' delle istituzioni mondiali. Augurandoci di non essere aggiunti alla lista nera dell'Onu e della Ue -e soprattutto di non finire decapitati- a nome di tutti coloro che non hanno ancora rinunciato alla liberta' di espressione come valore fondante della nostra societa', esprimiamo la piena e incondizionata solidarieta' a Wilders e ai gestori del sito Internet per le pressioni e minacce subite. Per chi avesse la tentazione di decapitarci o condannarci, ricordiamo: 1. il film e' sicuramente inguardabile ed offensivo. E proprio per questo non lo guardiamo e non ci offendiamo. Vi invitiamo a fare lo stesso la prossima volta. Si sta molto meglio. 2. Chiunque conosca un po' l'Aduc non puo' accusarla di essere anti-islamica o xenofoba. 3. Aborriamo con la stessa forza qualsiasi forma di fanatismo religioso, in particolar modo quello cattolico, che a casa nostra e' decisamente piu' invadente di qualunque altro. 4. Con queste banali minacce state solo rafforzando il fanatismo cattolico-occidentalista in Europa e state alimentando una guerra di culture e religioni che non ha motivo di esistere. In piu', state rendendo un inferno la vita dei musulmani in Europa. 5. Non siete gli unici fanatici a sentirsi offesi. Ma quelli cattolici -scusate la franchezza- sono molto piu' furbi di voi. Imparate da loro: entrate in Parlamento, in magistratura, in tv, nelle varie corporazioni. E' cosi' che si diffonde efficacemente il fanatismo religioso.  6. Se volete un esempio di come si censura nella totale indifferenza di un intero Paese, leggete QUI il nostro settore "Aduc-Censura". 7. Non e' con la censura nel nome del politically correct che si mettono a tacere le tensioni ed i risentimenti fra religioni, razze, etnie, popoli. Lo si fa affrontandole alla luce del sole. Altrimenti lasciamo che prosperino negli angoli piu' bui e repressi della coscienza, per poi esplodere senza controllo alcuno. 8. Sarebbe bastato rispondere con i numerosi filmati sugli orrori causati dalla guerra in Iraq. 9.  Internet non e' la Rai. Potete ottenere l'oscuramento del materiale 'offensivo' su una rete televisiva, ma non sulla Rete. Per chi avesse lo stomaco, il filmato e' ancora su Youtube, oltre che su decine di altri siti ed e' linkato sul nostro sito. Dipendenza dalla marijuana, mito o realta'? di Paul Armentano *   All'inizio del mese, l'Istituto nazionale sul consumo delle droghe ha deciso di finanziare con 4 milioni di dollari un centro per la dipendenza da cannabis a La Jolla, in California. L'obiettivo del centro e' di creare un nuovo approccio per la prevenzione, diagnosi e cura dalla dipendenza da marijuana. Non e' semplice sapere cosa sia la dipendenza da marijuana. Neppure la stampa o le industrie farmaceutiche lo sanno. La prima pubblica ricerche non propriamente scientifiche, e la seconda mette sul mercato medicinali che dovrebbero eliminarne la presunta "dipendenza". E non sono d'aiuto neppure i centri per la disintossicazione, secondo i quali negli ultimi anni i ricoveri sono aumentati, senza specificare che sono dovuti alla possibilita' di scelta che i tribunali hanno di inviare gli arrestati per reati minori connessi alle droghe nei centri, anziche' in prigione. Secondo statistiche nazionali e statali, oltre il 70% delle persone ricoverate nei centri per dipendenza da marijuana sono li' a causa del sistema giudiziario nazionale, e circa il 36% di esse non ha nei 30 giorni precedenti la condanna mai fumato la sostanza. E questa si puo' chiamare dipendenza? Cosa dice la scienza? Secondo il *National Academy of Sciences Institute of Medicine, che ha pubblicato nel 1999 un ricerca finanziata con soldi federali, i milioni di americani che hanno provato la marijuana, ma non sono consumatori abituali, hanno pochissime probabilita' di diventare dipendenti, e le probabilita' di diventarlo sono minori rispetto ad altre sostanze (alcol e nicotina). Inoltre, la dipendenza da marijuana e' meno grave di quella da altre droghe. Secondo l'Institute of Medicine, meno del 10% dei consumatori di cannabis sono risultati "dipendenti dalla sostanza", mentre sono risultati dipendenti il 32% dei fumatori di tabacco, il 23% degli eroinomani, il 17% dei cocainomani, e il 15% degli alcolizzati. In realta', sono le droghe legali a tenere soggiogata l'America, non la marijuana. Sempre secondo l'Institute, i sintomi da astinenza da marijuana sono "deboli" rispetto a quelli da astinenza da alcol e nicotina, che possono anche essere fatali. "I sintomi per astinenza da cannabis - piega l'Institute - sono: un po' di ansia, irritabilita', agitazione ed insonnia. Non sono tali da impedire ad una persona di smetterne il consumo. Infatti, molti consumatori interrompono volontariamente entro i 30 anni. I fumatori di tabacco, al contrario, iniziano molto giovani e continuano per tutta la vita, malgrado i tentativi di smettere". * Vicedirettore di Norml e Norml Foundation (trad. di Katia Moscano) Argentina. La Corte Suprema potrebbe depenalizzare il consumo di droghe  di Rosa a Marca   La sentenza che la Corte Suprema di Giustizia emettera' sul caso di due giovani di San Pedro, fermati un paio d'anni fa per essere stati scoperti con una sigaretta di marijuana in tasca, potrebbe mutare la cornice filosofica nei tribunali argentini rispetto al possesso di droga. Sembra che il massimo organo di giustizia sia propenso a considerare la sentenza di condanna dei due giovani come una violazione della Costituzione. Se cosi' sara', saremo in presenza di un cambio di dottrina nei tribunali che giudicano le persone fermate con piccole quantita' di droga. Si stabilirebbe un principio simile a quello fissato nel 1986, nei casi "Bazterrica" e "Capalbo", quando la Suprema Corte dichiaro' che punire penalmente coloro che posseggono droga per uso personale, sempre che non siano spacciatori, e' contrario all'articolo 19 della Carta Magna, il quale stabilisce che gli atti privati non possono essere motivo d'intervento giudiziario. Attualmente prevale la posizione uscita dalla Corte Suprema nel 1990. Con l'allargamento a nove membri della Corte, voluto da Carlos Menem, il caso "Montalvo" revisiono' il verdetto "Bazterrica". Per la maggioranza della Corte, "i tossicodipendenti diventano esempio per quelli che non lo sono", per cui la condotta del consumatore smette d'essere un fatto privato e diventa un problema di sanita' pubblica. Cosi', il possesso di droga per uso personale torno' a essere penalizzato. Ma con la nuova composizione della Corte Suprema,* rinnovata di cinque membri dal 2003, sembra probabile il ristabilimento della corrente che non considera reato il possesso di droga per uso personale. Sei giudici potrebbero sostenere questa posizione. Il caso emblematico all'esame della Corte Suprema parte da una vicenda avvenuta a San Pedro e che ha coinvolto i Tribunali federali di Rosario. Riguarda Andres Nicolas Villacampa e Cesar Mindurry, due persone fermate dalla polizia con una sigaretta di marijuana in tasca. Inizio' una causa penale, furono processati e poi condannati da Tribunal federal Oral 1 di Rosario. I giudici li condannarono a uno e due mesi di carcere, con la condizionale, per "possesso di stupefacenti per consumo personale". Di solito, questo tipo di condanna viene sostituito dalle cosiddette "misure educative o curative", ad esempio un corso del Ministero dell'Educazione o un trattamento clinico. Ma i due giovani non accettarono nessuna delle due opzioni. Aiutati dal difensore ufficiale di Rosario, la signora Matilde Bruera, Villacampa e Mindurry denunciarono l'incostituzionalita' dell'articolo 14 della legge 23.737 per violazione dell'articolo 19 della Costituzione, il quale recita: "le azioni private degli uomini che non offendono in nessun modo l'ordine e la morale pubblica ne' pregiudicano terzi sono riservati solo a Dio ed esentati dall'autorita' dei magistrati". La Corte di Cassazione respinse il ricorso e per questo motivo i due condannati si sono rivolti alla Corte Suprema, la quale potrebbe valutare in modo diverso il possesso di droga per uso personale. Il caso avviene nel quadro di un cambiamento dell*a politica criminale dello Stato argentino al riguardo. Il ministro della giustizia, Anibal Fernandez, ha detto, infatti, che si sta studiando come riformare la legislazione per smettere di perseguire i consumatori di stupefacenti e, invece, inserirli nel sistema sanitario. Il tema sara' dibattuto in Parlamento. "Dobbiamo finirla con un sistema che acciuffa il consumatore e lo criminalizza senza nemmeno assicurargli il diritto alla salute", ha detto il ministro la scorsa settimana, nel suo intervento all'assemblea straordinaria del Consiglio Economico e Sociale dell'ONU tenuta a Vienna. Ha sostenuto essere improponibile che oggi si persegua allo stesso modo il trafficante e chi ha un problema di salute. Attualmente, in Argentina vige la legge 23.737 del 1989, che rafforza la punizione del consumatore, perche' lo considera il primo anello di una catena che termina con il narcotrafficante. La norma prescrive che se qualcuno viene fermato con droghe per uso personale, si avvii una causa penale che verra' sospesa qualora l'imputato acceda a un trattamento. Secondo Fernandez, l'80% dei casi finisce in prescrizione perche' i trattamenti non si fanno. Gb. Commissione sulla droga: tossicodipendenti non dovrebbero essere arrestati  di Katia Moscano   Come riporta il quotidiano Independent, secondo un recente rapporto di una commissione che si occupa di tossicodipendenze,  "troppi criminali, per reati minori, con problemi di droga sono arrestati senza essere adeguatamente curati". Per la UK Drug Policy Commission: "Si verificano overdosi fatali per l'assenza di cure, ed i tests antidroghe, introdotti 5 anni fa, sui soggetti che commettono piccoli crimini si sono rivelati controproduttivi". Dal rapporto si apprende che uno, su sei detenuti consuma droghe di Classe A (eroina ed oppiacei). In Inghilterra e Galles ci sono circa 125 mila detenuti con problemi di droghe, e da un terzo alla meta' delle condanne eseguite riguardano persone che consumano droghe di Classe A. La Commissione suggerisce che sia piu' appropriato mandare i tossicodipendenti in comunita' piuttosto che in galera, aggiungendo: "La detenzione e' piu' dannosa che benefica". I tossicodipendenti rischiano di perdere casa e lavoro, e corrono anche il rischio di contrarre il virus dell'Hiv o dell'epatite C. La Commissione stima che uno su 200 eroinomani muore per overdose entro due settimane dal rilascio. "Le disintossicazioni senza un supporto nel tempo aumentano il rischio di overdosi e decessi. Il numero dei detenuti disintossicati e' considerevole, ma spesso non c'e' una qualita' dei servizi nel lungo tempo". La Commissione chiede che ci sia, quindi, una nuova politica, perche' l'attuale, che prevede tests antidroghe ai ladri, accattoni, rapinatori, comporta un alto costo sociale. David Howarth, portavoce dei liberali democratici per la Giustizia ha dichiarato: "Il rapporto mette in evidenza il sovraccarico che esiste nel nostro sistema penale. Invece di mandare le persone in prigione, il Governo dovrebbe chiedere cure disintossicanti per i criminali che commettano* atti non violenti. Per questi sono piu' efficaci le cure che la prigione". David Hanson, ministro per le Carceri, ha dichiarato: "Il rapporto riconosce sia i problemi che il sistema giudiziario ha nel tentare di risolvere i problemi causati dalle detenzioni connesse agli stupefacenti, sia i miglioramenti raggiunti negli ultimi anni". ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie IBAN IT11O0616002817000007977C00 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------