====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2006 Numero 121 01-09-2006 la prossima edizione: 15-09-2006 EDITORIALE Berlusconi e la liberta' di coscienza di Donatella Poretti ARTICOLI - Australia. Premier autorizza voto di coscienza sulla clonazione terapeutica di Pietro Yates Moretti - Svizzera. Intervista alla ricercatrice Marisa Jaconi di Neue Zuercher Zeitung NOTIZIE - Australia. Allo studio cure con cellule staminali delle piante - Giappone. Ratti nati dalle cellule di topi - Gb. Calciatori conservano cellule staminali dal cordone per curare futuri infortuni - Usa. Rigenerare la cartilagine del ginocchio con iniezioni di cellule staminali - Gb. Gruppo di scienziati lancia avvertimento su trattamenti con cellule staminali - Usa. Massachussetts. Scienziati preoccupati per le nuove regole del Governo sulla ricerca - Singapore. Un luogo accogliente per i ricercatori - Usa. Staminali "annusando" l'ambiente decidono in cosa trasformarsi - Usa. Staminali embrionali potrebbero non distruggere l'embrione - Italia. Prime staminali embrionali da bovino clonato - Australia. Tessuto osseo da staminali adulte - Giappone. Staminali adulte tornano embrionali grazie a 4 fattori - Cina. Dieta alimentare: super polli e super maiali clonati - Argentina. Tori clonati offresi per riproduzione - Costa Rica. Al via il primo Istituto di staminali del Centroamerica - Ecuador. Staminali contro il cancro ai testicoli - Ue. Studiosi di cellule staminali costituiscono un consorzio - Germania. La ricerca sulle staminali vista globalmente -------------------------------------- EDITORIALE - Berlusconi e la liberta' di coscienza "Certi limiti posti alla ricerca scientifica possono portare a strategie efficienti: basta guardare il grande sviluppo sulle ricerche sulle staminali senza ricorrere ad embrioni umani". Lo ha detto Silvio Berlusconi al meeting di Cl, che ribadisce come "un partito non puo' possedere o controllare le coscienze dei suoi aderenti": per questo "Fi lascia agli azzurri la liberta' di coscienza sui temi di bioetica". Le parole del leader dell'opposizione ci ricordano quelle di Massimo D'Alema quando sosteneva che la ricerca scientifica e la fecondazione assistita non erano temi su cui un partito o una coalizione doveva avere una posizione unica. Erano temi per cui si utilizzava la formula magica della liberta' di coscienza. Una posizione poi travolta dall'impegno del suo partito sul referendum contro la legge 40, ora resuscitata da Berlusconi a cui risolleviamo gli stessi dubbi di allora: davvero su un tema cosi' importante come la ricerca scientifica, asse portante di una societa' moderna e di un Paese che dovrebbe porsi come obbiettivo quello di essere all'avanguardia su scoperte e cure mediche, un partito non ha il coraggio di esporsi e di promuovere il proprio modello politico? Cosa c'entra la liberta' di coscienza, che speriamo esista sempre e per qualsiasi tema e in qualsiasi partito, sostenere una politica piu' liberale o una piu' restrittiva e conservatrice? Va bene che il rischio dei fischi dalla platea di Rimini del Meeting di Comunione e Liberazione era elevato, visti i precedenti di Rutelli e della Binetti, ma non ci dica che mettere un divieto fa aguzzare l'ingegno per aggirare l'ostacolo. E' come dire che mettere tante tasse fa infurbire il contribuente per eluderle. di Donatella Poretti -------------------------------------- ARTICOLI - Australia. Premier autorizza voto di coscienza sulla clonazione terapeutica Il primo ministro John Howard ha autorizzato un voto di coscienza al parlamento federale sulla clonazione terapeutica (proibita dal 2002), dicendo che avrebbe anche permesso il dibattito su una proposta di legge in discussione. Secondo il regolamento parlamentare, una proposta di legge decade se il governo non autorizza il voto. Ma insieme a questa autorizzazione, che segue numerosi appelli e pressioni da parte di scienziati, di governatori degli Stati, e dei parlamentari della maggioranza stessa, Howard ha reso pubblico un nuovo rapporto che potrebbe mettere in difficolta' i sostenitori della clonazione terapeutica. Il rapporto, infatti, mette in discussione i risultati della commissione Lockhart, che aveva raccomandato la legalizzazione della clonazione terapeutica. La senatrice liberale Kay Patterson e la senatrice democratica Natasha Stott Despoja avevano infatti annunciato l'intenzione di presentare proposte di legge basate largamente sulle conclusioni della commissione Lockhart. La rivolta interna alla maggioranza di governo ha fatto infuriare il ministro della Salute, Tony Abbot, che ha chiesto a Patterson e Despoja di spiegare per quale motivo hanno cambiato idea sulla clonazione terapeutica dal 2002 ad oggi. A giugno il governo aveva deciso a maggioranza di ignorare i risultati della commissione, ma questo aveva scatenato la reazione di molti membri della maggioranza, costringendo Howard ad aprire il dibattito sull'argomento. Il nuovo rapporto sostiene che poco sia cambiato nel mondo scientifico dal 2002, quando fu approvato il divieto della clonazione terapeutica, da giustificare una revisione della legge. Inoltre accusa la commissione Lockhart di non aver appunto descritto quali cambiamenti siano intervenuti per motivare la modifica. Per Howard il rapporto e' un nuovo importante incentivo ad un dibattito trasparente e aperto su un argomento cosi' delicato. Ma alcuni parlamentari della maggioranza hanno espresso dubbi sull'obiettivita' del rapporto e sui tempi della sua pubblicazione. Per il liberale Mal Washer, sostenitore della clonazione terapeutica, il rapporto "puzza di disperazione". "Mi dispiacerebbe dire che si tratta di un 'rapporto a pagamento', ma appare un po' cosi', va contro l'opinione dell'intero mondo scientifico", ha detto Washer. "Il suo scopo era di ottenere una opinione contraria a quella della commissione Lockhart, sostenendo che la ricerca con le cellule staminali non e' progredita negli ultimi quattro anni, ovvero dal 2002. Beh, questo e' contrario all'opinione di tutto il mondo, ma evidentemente andava bene al governo". La senatrice Patterson ha criticato il nuovo rapporto ma ha detto che cio' non le impedira' di introdurre la sua proposta di legge: "E' strano che sia stato richiesto un altro rapporto quando abbiamo gia' il rapporto di Lockhart con sei esperti scelti dal governo e approvati dalla maggior parte degli Stati, ed i cui risultati sono inequivocabili. Quando pero' i risultati non sono stati quelli che alcuni si aspettavano, hanno chiesto un altro rapporto". Intanto l'"australiano dell'anno", Ian Frazier, ha rivolto un accorato appello ai parlamentari federali per la legalizzazione della clonazione terapeutica, dicendo che le sue scoperte per lo sviluppo di un vaccino contro il cancro della cervice non sarebbero mai avvenute senza le decisioni giuste sulla ricerca prese negli anni '70. In una lettera ai parlamentari, Frazer chiede: "Fra 25 anni i nostri figli ripenseranno a noi e diranno "hanno preso le giuste decisioni, ci hanno dato le cure per il diabete, per le malattie del cuore e quelle neurologiche" oppure dovranno aspettare qualche cura dall'estero, o mandare i propri concittadini a curarsi in Cina, in India o in Europa?" Frazer scrive che negli anni '70 vi era un forte dibattito pubblico sulla moralita' e la sicurezza dell'ingegneria genetica. Addirittura fu presa in considerazione una moratoria su questo tipo di ricerca. Se questo fosse accaduto, dice Frazer, il vaccino per il cancro della cervice che sta per essere messo a disposizione di tutto il mondo non sarebbe mai stato sviluppato, o forse sarebbe stato creato da qualche altro Paese con molto ritardo. di Pietro Yates Moretti ------------------- - Svizzera. Intervista alla ricercatrice Marisa Jaconi Il 27 settembre, presso la clinica universitaria di Ginevra Lei e il suo collega Anis Feki inaugurerete ufficialmente il laboratorio di cellule staminali "made in Switzerland". Un fatto sicuramente gratificante per Lei. Sì, ora partiamo davvero. Avete gia' prodotto le prime linee di cellule staminali svizzere? Finora abbiamo scongelato una quindicina dei cento embrioni autorizzati, e con questi abbiamo formato cinque colonie cellulari che sembrano promettere bene. Se tutto andra' per il verso giusto, a fine anno potremo caratterizzare le prime cellule staminali svizzere da inviare alla banca di cellule staminali in Inghilterra. Un bottino piu' o meno equivalente alle riserve di altri Paesi. Quindi, gli embrioni svizzeri sono ancora utilizzabili? Non sono privi di problemi. Noi possiamo usare solo gli embrioni congelati prima del 2001. E c'imbattiamo sempre in qualche sorpresa. Ad esempio, nel primo test abbiamo scongelato dieci embrioni che non hanno avuto nessun sviluppo ulteriore. In altri Paesi i ricercatori possono utilizzare anche gli embrioni recenti che sono molto piu' adatti. Che farete in seguito con le cellule staminali? Il mio collega Anis Feki studiera' se le linee di cellule staminali sono pluripotenti e come si sviluppano nelle diverse condizioni. Nel mio gruppo analizzieremo come si differenziano in cellule cardiache, Karl-Heinz Krause e i suoi sperimenteranno la formazione di cellule nervose. Le nostre linee vengono coltivate senza materiale animale, che e' la premessa per poter sviluppare delle terapie. Mettera' le preziose cellule staminali a disposizione anche di altri ricercatori elvetici? Certmente. Il nostro obiettivo e' di costituire una rete di diversi gruppi che lavorano sulle cellule staminali. Così potremo concorrere anche noi in campo internazionale. Lo scorso mese di marzo abbiamo inoltrato una proposta al "Fondo Nazionale" per un nuovo centro di ricerca. Quand'e' che i pazienti potranno fruire di queste terapie? Ci vorra' tanto tempo. Nel progetto approvato si tratta soprattutto di apprendere come isolare linee di cellule staminali e come coltivarle. Per farlo dovete distruggere gli embrioni, un problema sempre controverso. Questa settimana, dei ricercatori hanno scoperto che si possono ottenere cellule staminali anche senza distruggere gli embrioni. Non potreste applicare da subito questo procedimento? La procedura e' vietata in Svizzera poiche' bisognerebbe sfruttare la diagnosi preimpianto. Ma in principio, il nostro progetto di ricerca dovrebbe portare alla stessa soluzione, ossia ottenere buone linee di staminali con il minor numero possibile di cellule. A cio' stiamo lavorando. Torniamo alle terapie promesse: quando avranno luogo i primi esperimenti clinici? Negli Stati Uniti l'azienda biotecnologica Geron ha annunciato per l'anno prossimo i primi esperimenti su pazienti con lesioni al midollo spinale. Si tratta di differenziare le cellule staminali embrionali umane in cellule nervose e poi impiantarle nei pazienti paralizzati. E in Svizzera? Ci vorranno degli anni. Per operare sui pazienti ci mancano soldi e persone. Non credo che saremo noi il primo centro in grado di realizzare una terapia: per farlo servono una grande infrastruttura e molto denaro. Cosa si prova ad essere l'unica in Svizzera a fare questo tipo di ricerca tanto delicata? Nel campo della ricerca si e' sempre un po' soli quando si vuole andare avanti. Per un altro verso non mi sento sola; ci sono molti ricercatori al mondo che lavorano a queste cose e ho tanti contatti. Quello che e' un po' frustrante in Svizzera e' la continua lotta per ottenere i finanziamenti. Noi lavoriamo a un progetto da 400.000 franchi e siamo in tre. Provi a confrontarlo con la California, la Gran Bretagna o anche Francia e Spagna, dove vengono stanzianti centinaia di milioni per la ricerca con le staminali. La ricerca con le cellule staminali sara' in grado di mantenere le promesse di cura o finira' in un vicolo cieco come e' successo con la terapia genetica? Questa ricerca non finira' in un vicolo cieco, e' lampante. Sono decenni che si studiano le staminali e si usano in determinate terapie, ad esempio nel trapianto del midollo spinale. Spesso non sapevamo neppure che si trattasse di staminali. Le cellule staminali agiscono anche nella rigenerazione naturale di organi, in alcuni meglio e in altri peggio. Dobbiamo soltanto imparare a comprendere questo funzionamento dalla base, a partire dalla fase embrionale. Ad ogni nuova conoscenza si potenzia la possibilita' di cura. Un fallimento e' impossibile. Per poco non l'hanno nominata "svizzera dell'anno". Ne e' orgogliosa? Mi sono sentita onorata. La designazione fatta dal Comitato composto da rappresentanti dei media ha dimostrato che la comunicazione paga. Lei si e' anche candidata al Consiglio Cantonale di Ginevra per il Partito Liberale (FDP). Negli ultimi anni mi e' divenuto chiaro quanto sia importante il contatto della scienza con l'opinione pubblica e la politica. Noi che facciamo ricerca in un campo particolarmente delicato non possiamo permetterci di fare tutto da soli. Non va. Ci serve il sostegno della politica e anche degli etici. Ma anche i soldi necessari? Si', anche soldi; senza mezzi non si puo' fare ricerca, lo dico con franchezza. Il mio intento e' di sensibilizzare i politici affinche' diano denaro alla ricerca. C'e' molto da fare, considerati i continui tagli a questi bilanci da parte di Governo e Parlamento. Lei ha sempre detto di essere una cattolica convinta. Pero' non milita nel CVP (partito cristiano popolare); forse perche' quel partito e' contrario alla ricerca con le staminali embrionali umane? Per ora mi trovo molto bene con l'FDP giacche' condivido i principi liberali e trovo che sia un bene se Stato e Religione restano separati. Cio' non significa che non sia piu' cattolica. Ogni giorno m'interrogo se quello che faccio sia eticamente sostenibile o no. E posso ancora dire che ogni giorno lo faccio con la coscienza pulita. Non ritengo giusto disfarsi semplicemente degli embrioni soprannumerari. Per me un modo di salvarli e' utilizzarli per scopi scientifici. Possiamo studiarli ed elaborare terapie per le persone che soffrono. Come prosegue ora questa ricerca in Svizzera? Per sviluppare le linee di cellule staminali potremo utilizzare solo i cento embrioni per i quali esiste un'autorizzazione. In seguito vorremmo inoltrare domanda per gli altri embrioni crioconservati disponibili. Ma non ce ne sono molti, forse duecento. E poi? Nel medio termine vorremmo lavorare anche con embrioni piu' recenti, magari derivati da un trattamento di fecondazione assistita e non impiantati nell'utero della madre. Oggi vengono distrutti perche' la legge proibisce di congelare gli embrioni. E cosi' ogni anno in Svizzera se ne buttano via a centinaia. Attualmente stiamo esaminando, attraverso un progetto interdisciplinare, se e a quali condizioni sia possibile guadagnare questi embrioni alla ricerca. E anche come e quando si possa chiedere ai genitori di donarli alla scienza. E' una circostanza altamente emotiva che comporta tanta delicatezza. Traduzione di Rosa a Marca di Neue Zuercher Zeitung ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Australia. Allo studio cure con cellule staminali delle piante Le questioni etiche legate alla ricerca con cellule staminali umane possono essere evitate conducendo ricerche piu' approfondite sulle staminali delle piante. Lo affermano due biologi australiani, che in un articolo pubblicato sulla rivista Trends in Plant Science osservano come le staminali delle piante abbiano grande potenziale medico perche' dotate proprieta' simili a quelle umane, le quali hanno l'abilita' di trasformarsi in praticamente qualsiasi tessuto organico. Gli studiosi Prem Bhalla e Mohan Singh, che dirigono il Laboratorio di biologia e biotecnologia molecolare delle piante dell'universita' di Melbourne, hanno trovato il sistema di estrarre cellule staminali dalle piante, riprogrammarle e coltivare intere piante nuove o parte di esse qualcosa che non e' stato ancora possibile realizzare con staminali umane. "Cio' che non comprendiamo ancora e come questo avvenga a livello di geni", ha spiegato il prof. Bhalla alla radio Abc. "Per questo e necessario condurre piu' ricerche sulle cellule staminali vegetali". Ha aggiunto che se si scopriranno i meccanismi che consentono alle cellule di differenziarsi, e se gli stessi sistemi si applicano all'uomo, sara' possibile guidare la trasformazione delle staminali umane. "Naturalmente vi sono differenze fra piante e animali, ma vi sono caratteristiche evolutive sottostanti in comune. Fondamentalmente le une e gli altri svolgono le stesse funzioni: mantengono un fondo di cellule capaci di produrre nuovi organismi o nuove parti dello stesso organismo, ha proseguito lo scienziato. "Se potremo comprendere questa comunita' di caratteristiche, sara' possibile applicare tale conoscenza anche ai sistemi animali ed umani". Molte delle questioni etiche e legali legate alla ricerca sulle staminali umane non si applicano alle cellule vegetali, e i ricercatori possono avere sin da ora mano libera per procedere, ha osservato. - Giappone. Ratti nati dalle cellule di topi Grazie ad un trapianto di spermatozoi da una specie all'altra, alcuni ricercatori dell' Universita' di Kyoto (Giappone) sono riusciti a far nascere in laboratorio alcuni ratti a partire da cellule di topo. La loro scoperta e' appena stata pubblicata su PNAS, la rivista dell'Accademia Americana delle Scienze. I topi e i ratti, infatti, appartengono a due specie animali diverse, e per questo non possono accoppiarsi tra loro. Quello che hanno fatto i ricercatori e' stato prelevare delle cellule staminali da testicoli di ratto ancora immaturi, testicoli cioe' che ancora non potevano produrre spermatozoi completamente funzionanti. Queste cellule staminali sono state in seguito inserite nei testicoli di un topo, in particolare nella porzione che si occupa di far sviluppare correttamente gli spermatozoi. Quello che hanno visto gli scienziati e' che le cellule di ratto riuscivano a svilupparsi correttamente anche nel testicolo di un'altra specie (e cioe' il topo), tanto che utilizzando la fecondazione artificiale con delle cellule uovo di ratto era possibile far nascere ratti assolutamente normali, e soprattutto fertili a loro volta. Questa scoperta, spiegano i ricercatori, potrebbe diventare in futuro uno strumento prezioso per la creazione di nuovi animali transgenici, ma anche per la conservazione delle specie a rischio di estinzione. - Gb. Calciatori conservano cellule staminali dal cordone per curare futuri infortuni Cellule staminali per curare gli infortuni. In Inghilterra, scrive il "Sunday Times", alcuni calciatori vedono nelle cellule staminali la soluzione ai propri infortuni piu' gravi, dalle cartilagini ai legamenti, cosi' hanno preso a conservarle dal sangue del cordone ombelicale dei figli appena nati. Il giornale inglese cita un giocatore di Premier League, tra i 5, che ha gia' eseguito l'operazione, grazie a un centro specializzato di Liverpool, l'International CryoGenesis. COMMENTI "Per le cellule staminali da cordone ombelicale non esiste nessun riscontro terapeutico al di fuori di alcune malattie del sangue, peraltro curabili, nella maggior parte dei casi, attraverso cellule provenienti da midollo osseo". Non ha mezzi termini il professor Alessandro Nanni Costa direttore del Centro nazionale di Trapianti commentando la notizia e dice "basta alle staminali fai da te". E mette in guardia inoltre dal considerare queste cellule una panacea utile per qualsiasi tipo di malattia, "non e' assolutamente cosi. Forse in un domani queste cellule avranno delle potenzialita', ma per ora non abbiamo riscontri, su questi temi servirebbe maggiore informazione". "La gente pensa che il trapianto di staminali da cordone ombelicale sia tutto fare, invece si possono curare solo un numero ristretto di malattie che riguardano malattie del sangue. Tutto questo viaggia su una credenza popolare che non ha alcuna base scientifica". "Conservarle credendo di poterle usare per qualsiasi malattia e' un gesto inutile inoltre da un punto di vista pratico nessuno sa come vengono conservate nelle banche private". In quanto alla possibilita' di infiltrarle direttamente nel ginocchio, come riporta oggi un quotidiano, Nanni Costa sostiene che "le cellule per far ricrescere la cartilagine esistono gia' e non serve per questo prelevarle dal cordone ombelicale". "E' un discorso molto interessante, ma ancora tutto da scoprire". La notizia proveniente dall'Inghilterra, che sembra aprire anche le porte dello sport all'uso delle cellule staminali, trova interessato il medico dell'Italia Under 21 Carlo Tranquilli. "Per ognuno di noi potrebbe essere utile conservare delle cellule staminali nel calcio se sara' dimostrato che, ad esempio, sono decisive per la ricostruzione piu' rapida della cartilagine, non vedo perche' non aprire il discorso anche in Italia". E il medico dell'Under 21 fuga anche tutti i dubbi sul legame tra staminali e il doping: "Non c'entrano nulla; diverso e', invece, se si parla di fattori di crescita che, in paesi come la Germania, vengono abbondantemente utilizzati nel calcio per guarire traumi di gioco. In Italia abbiamo deciso di aspettare per capire meglio la situazione". "Il vero problema e' convincere le cellule del cordone ombelicale a fare una cartilagine o un legamento. Non ci sono evidenze sperimentali solide che dimostrino che una di queste cellule possa fare il suo mestiere al di fuori del sistema ematopoietico". E' il commento dato a caldo da Giulio Cossu, Direttore dell'Istituto Ricerca Cellule Staminali, dell'Istituto Scientifico Universitario S.Raffaele di Milano. Le cellule staminali che sono nel sangue cordonale sono cellule staminali ematopoietiche e la loro funzione e' formare i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. L'unico scopo clinico che hanno, al momento, e' quello di ricostituire il sistema ematopoietico nel caso che il bambino abbia una leucemia o un'altra malattia del sangue. Si parla di bambino perche', attualmente, con le poche cellule staminali che si ricavano dal cordone si puo' trapiantare un bambino, ma non un adulto". E' noto che, parecchi laboratori hanno messo ha punto metodi per espandere le cellule staminali del cordone senza compromettere la loro capacita' di formare cellule efficienti. Ma, e' altrettanto noto agli scienziati che, sebbene anche le cellule staminali ematopoietiche possono differenziarsi in altri tipi di cellule, lo fanno con una frequenza molto bassa. Per cui, fintanto, che non si conosceranno bene i meccanismi che regolano questo cambio di destino e si non sapra' come imporli a tutta la popolazione cellulare, le prospettive di utilizzo delle cellule del cordone sono limitate al sistema ematopoietico. "Che crescano o no, come e' stato detto, e' probabile ma io non conosco nessuno studio che dimostri che con cento cellule staminali del cordone ombelicale, si riescano ad ottenere altrettante cellule, ma anche di meno forse 10 o soltanto una delle cellule che voglio ed usarle, come nel caso specifico per riparare legamenti, cartilagini o membrane sinoviali lesionati". Finche' la frequenza di differenziazione di queste cellule e' così bassa, secondo gli scienziati non ci sono prospettive terapeutiche. "Se devo riparare una cartilagine, lo faccio utilizzando delle cellule che sono capaci al 90% di formare cartilagine. Quindi, non e' determinante che abbiano lo stesso codice genetico, come viene riportato, che e' un aspetto importante solo ai fini del non rigetto. Il problema e' convincerle a formare il tessuto che serve a noi". Ma se le cellule staminali cordonali non hanno le stessa potenzialità di differenziazione che hanno le cellule staminali embrionali ed hanno, quindi una bassa efficacia terapeutica al di fuori del sistema ematopoietico ci deve essere qualche elemento che ha convinto giocatori e medici a congelare le cellule staminali del cordone ombelicale dei bambini. "Il motivo potrebbe essere che di recente e' stato scoperto che nel cordone ombelicale oltre alle cellule staminali ematopoietiche, c'e' anche una piccola percentuale di cellule staminali mesenchimali, e' ancora da dimostrare che ce ne siano abbastanza e se si possono utilizzare, però ci sono e si trovano nel midollo osseo e in bassissima percentuale anche in circolo. Il loro "lavoro" e' fare l'osso, la cartilagine e tessuto adiposo. Quindi, pensare di usare cellule staminali ematopoietiche per fare cartilagine non ha senso, ma se si riuscisse ad amplificare le cellule mesenchimali che sono presenti, sia pure in bassa percentuale, nel cordone, allora la cosa diventerebbe fattibile". Ma, e' da sottolineare, come fa notare Cossu che le cellule staminali mesenchimali si possono prelevare senza nessun problema, e in qualsiasi momento, dal midollo osseo dello stesso paziente, perche' sono le uniche cellule facilmente accessibili e prelevabili dal paziente stesso con un "puntato midollare" e immediatamente utilizzabili a fini terapeutici, senza per questo che vengano congelate venti anni prima. "Ho letto quel che scrivono da Londra, ma non so come interpretarla: dico solo che io una cosa del genere non la farei per alcun motivo", il commento di Rino Gattuso, centrocampista azzurro. Piu' aperto Fabio Cannavaro, anche se la legge italiana vieta comportamenti analoghi. "Credo che le cure con le staminali rappresentino il futuro, non so se per il calcio. Come mi comporterei se potessi accedere a quelle cure per prolungare la carriera? No, io oramai sono vecchio...", ha replicato con un sorriso il capitano della nazionale Mondiale, 33 anni il prossimo 13 settembre. "Ho letto, su 'La Gazzetta dello Sport' di ieri, che calciatori inglesi della Premier League faranno immagazzinare da societa' specializzate le cellule staminali dal cordone ombelicale dei propri neonati, per future, possibili cure avveniristiche degli infortuni di gioco. Mi astengo dal dare un giudizio etico sulla priorita' di un tale uso delle staminali, ma riprendo la notizia per tornare sulla necessita' dell'istituzione, in Puglia, della banca del sangue del cordone ombelicale per l'ottenimento di cellule staminali da impiegare nell'oncoematologia pediatrica per la cura di emopatie per le quali non si puo' intervenire con il trapianto di midollo osseo. Lo afferma in una lettera aperta il consigliere de 'La Puglia Prima di Tutto', Ignazio Zullo, sottolineando la necessita' di regolamentare in Puglia la donazione del sangue da cordone ombelicale. "Il presidente Vendola e l'assessore Tedesco, negando di discutere in Consiglio regionale la regolamentazione della donazione del sangue da cordone ombelicale con argomentazioni prive di fondamento scientifico (la mancanza in Puglia di un centro Trapianti di Midollo Osseo), hanno dimostrato quanto la loro sensibilita' e la loro cultura della donazione siano lontane dalle aspettative, dai bisogni, dalla sofferenza e soprattutto dalla speranza che una famiglia coltiva per la salvezza del proprio bambino. E, mentre in Inghilterra si pensa alle staminali come rimedio agli infortuni di gioco, in Puglia non ci e' dato di coltivare neanche la speranza di salvare vite umane di piccoli pazienti affetti da emopatie a carattere tumorale. - Usa. Rigenerare la cartilagine del ginocchio con iniezioni di cellule staminali I medici stanno sperimentando nuove tecniche per rigenerare la cartilagine nelle ginocchia danneggiate: dal trapianto alle iniezioni di cellule staminali del midollo osseo. Ora alcune di queste nuove opzioni curative stanno per essere sperimentate sull'uomo per la prima volta. In particolare, gli scienziati della Southern California University cercheranno di stimolare la rigenerazione dei menischi con cellule staminali donate del midollo. Durante le fasi precedenti della sperimentazione, gli studiosi hanno scoperto che le cellule staminali del midollo osseo, se mescolate con un fluido lubrificante, aiutano la ricrescita del menisco. Ma funzionera' sull'uomo? I ricercatori hanno ammesso 55 pazienti che hanno subito l'asportazione di meta' dei loro menischi. Circa una settimana dopo l'intervento chirurgico, ad ogni paziente e' stata somministrata una singola iniezione -ad alcuni una iniezione senza staminali -il gruppo di controllo- ad altri una contenente milioni di cellule staminali mesenchimali. Ora, grazie ad un potente apparecchio per la risonanza magnetica, gli scienziati sono in cerca di segnali di rigenerazione. "Nessuno ha ancora studiato il menisco dal punto di vista del volume", ha detto C. Thomas Vangsness, direttore della ricerca finanziata dal produttore di cellule staminali Osiris Therapeutics. Se non sembrano esserci rischi per i pazienti, Vangsness ha detto di non sapere ancora se le iniezioni stanno funzionando, anche perche' gli stessi ricercatori non sanno quali pazienti hanno ricevuto l'iniezione con cellule staminali. - Gb. Gruppo di scienziati lancia avvertimento su trattamenti con cellule staminali Un gruppo di importanti scienziati britannici ha lanciato un avvertimento contro gli annunci e le promesse stravaganti su cure miracolose con cellule staminali offerte all'estero. In una lettera a The Times, gli esperti hanno elogiato la Gran Bretagna per essersi collocata fra i principali Paesi al mondo per la ricerca con le cellule staminali, ma avvertono che le terapie straniere -in particolare per la sclerosi multipla e per trattamenti cosmetici alla pelle- non sono di "provata efficacia", non sono mai state sottoposte a una revisione indipendente, e potrebbero essere pericolose. In Gran Bretagna, la terapia a base di cellule staminali e' gia' stata approvata per il trattamento della pelle e per i trapianti di midollo osseo. La lettera al quotidiano e' stata firmata da 14 organizzazioni che finanziano la ricerca, tra cui Colin Blakemore, direttore del UK Stem Cell Funders Forum, Lord Patel, presidente della commissione UK Stem Cell Bank, e Simon Gillespie, direttore generale della MS Society. Il testo recita: "In via di principio, sono benvenuti gli sforzi per tradurre le scoperte scientifiche il prima possibile in benefici clinici, ma solo in un contesto rigorosamente e scrupolosamente scientifico. Nel caso di trattamenti con cellule staminali non ortodossi, i protocolli ed i risultati non sono stati pubblicati o non sono stati sottoposti al controllo di terzi. Anche se gli scienziati stanno facendo passi da gigante, non vi e' alcuna prova pubblicata per supportare gli annunci e le promesse secondo cui le cellule staminali possono riparare i danni della sclerosi multipla. Infatti, vi e' molta preoccupazione che queste promesse non dimostrate possano essere pericolose, esponendo potenzialmente i pazienti al rischio di una rigenerazione del tessuto incontrollata e inappropriata". - Usa. Massachussetts. Scienziati preoccupati per le nuove regole del Governo sulla ricerca I ricercatori medici e accademici sono preoccupati che le regole adottate dallo Stato possano impedire agli scienziati di partecipare alla ricerca con le cellule staminali in altri Stati e potrebbero criminalizzare alcuni tipi di attivita' scientifiche. Le nuove regole proibiscono la creazione di embrioni in vitro al solo scopo di utilizzarli per la ricerca, approvate questa settimana dal Public Health Council, includono parole che i critici definiscono in contraddizione con la legge sulla ricerca con le cellule staminali passata lo scorso anno ed il cui scopo era creare un ambiente piu' accogliente in Massachussetts per i ricercatori con le cellule staminali embrionali. "Chiaramente l'intenzione del legislatore era quello di incoraggiare la ricerca biotech", ha dichiarato la senatrice democratica Cynthia Creem, una dei firmatari della legge. "Allora perche' hanno preso questa legge e l'hanno interpretata per rendere piu' difficile la ricerca e addirittura farne potenzialmente un reato?". Secondo B.D. Colen, portavoce della Harvard University, l'estensione del divieto di creare embrioni per la ricerca significa aggiungere un nuovo significato a quella parte della legge che il legislatore aveva intenzionalmente escluso. "Temiamo che questo possa mettere a rischio i nostri scienziati. Potrebbe anche potenzialmente andare a colpire quegli scienziati che fanno ricerca su linee di cellule staminali create in altre giurisdizioni". "Il Governatore (ndr. Mitt Romney) aveva chiesto al legislatore di estendere la criminalizzazione a quei ricercatori, ma il legislatore aveva specificatamente rifiutato. Nonostante questa chiara intenzione legislativa ... il Deparment of Public Health ha proposto regole che aumentano le possibilita' di incriminare gli scienziati", ha denunciato in una lettera Edward Benz, presidente del Dana-Farber Cancer Institute. - Singapore. Un luogo accogliente per i ricercatori E' impossibile comprare un chewingum a Singapore. Mentre delle cellule staminali embrionali umane? Questa e' un'altra cosa". Comincia cosi' un articolo del quotidiano The New York Times sulla realta' di questa Citta'-Stato. Il mese scorso, un'impresa locale, la ES Cell International, ha sostenuto di essere la prima a produrre linee di cellule staminali embrionali umane in maniera tale da poter essere utilizzate per sperimentazioni cliniche. Per seimila dollari i ricercatori possono acquistarle in Internet. Se la legislazione di Singapore e' cosi' conservatrice in molte questioni sociali, tanto che esistono una serie di divieti perfino per le gomme da masticare, per la ricerca biomedica e la biotecnologia e' un faro liberale, sia per le leggi che le regolamentano che per i finanziamenti il settore riceve dal Governo. Un aiuto inatteso alle ambizioni della Citta'-Stato e' arrivato dalla Casa Bianca e dalla decisione del suo attuale inquilino George W. Bush di non liberare i finanziamenti federali per le ricerche con le staminali embrionali. Una decisione che insieme ad altri ostacoli posti alla ricerca scientifica di fatto obbligano alcuni ricercatori a fare le valige per altri Paesi e tra questi Singapore, dove vengono accolti a braccia aperte. Neal G. Copeland e Nancy A. Jenkins, due dei ricercatori sui tumori piu' importanti degli Usa che per 20 anni hanno lavorato all'Istituto Nazionale per il Cancro del Maryland, hanno in programma di arrivare il mese prossimo nel piccolo Paese autoritario di Singapore. Gli ostacoli posti dalla Casa Bianca, spiegano: "stanno soffocando la ricerca ed erodendo il vantaggio in scienza medica di base che gli Stati Uniti hanno dalla II Guerra Mondiale". - Usa. Staminali "annusando" l'ambiente decidono in cosa trasformarsi Alcuni tipi di cellule staminali adulte si trasformano in cellule delle ossa, dei muscoli o in neuroni solo dopo aver 'annusato' l'ambiente che le circonda. E' la scoperta di un gruppo di ricercatori della Penn's School of Engineering and Applied Science dell'universita' della Pennsylvania, appena pubblicata sulla rivista Cell, e che a detta degli autori promette di cambiare il modo in cui gli scienziati lavorano in laboratorio sulle cellule staminali. In particolare la ricerca riguarda un tipo di cellule staminali chiamate mesenchimali: queste risiedono normalmente nel midollo osseo e fanno parte dei normali meccanismi rigenerativi del nostro organismo. I risultati, commenta Dennis Discher, professore alla Penn's School, "cominciano a stabilire le basi fisiche sia per l'utilizzo delle cellule staminali nelle malattie, sia per il comportamento delle staminali nello sviluppo dell'embrione". In questo studio, per la prima volta, i ricercatori della Penn's School hanno dimostrato che il micro-ambiente (ovvero l'insieme di sostanze chimiche che circondano le cellule) e' fondamentale per guidare le cellule nella loro differenziazione verso tessuti specializzati. Ad esempio, un micro-ambiente che simula il cervello -spiega Adam Engler, primo autore della ricerca- porta le cellule staminali a diventare neuroni; un micro-ambiente che simula il muscolo guida le staminali a diventare fibra muscolare, e cosi' via. Ma questo micro-ambiente, precisano i ricercatori, puo' alterarsi in seguito ad una malattia, condizione che renderebbe difficoltoso utilizzare le cellule staminali in una terapia. "Dopo un infarto, ad esempio il cuore diventa cosi' rovinato che le cellule staminali sembrano inefficaci nel riparare il danno trasformandosi in cellule del muscolo cardiaco". "Il tessuto cardiaco -continua Discher- potrebbe essere talmente danneggiato che le cellule staminali non riconoscono piu' il micro-ambiente come una guida per diventare cellule del muscolo del cuore. Ad ogni modo il nostro studio mostra che e' possibile avviare la trasformazione delle cellule staminali in laboratorio prima di impiantarle nel cuore, nel midollo spinale o in qualsiasi altro ambiente danneggiato in cui le si voglia portare". - Usa. Staminali embrionali potrebbero non distruggere l'embrione Le prime linee di cellule staminali embrionali sono state ottenute utilizzando una tecnica che permette di prelevare le cellule senza distruggere l'embrione. Il risultato e' stato annunciato sulla rivista Nature dal gruppo statunitense della Advanced Cell Technology (Act), la stessa azienda privata che nel novembre 2001 annuncio' di essere riuscita a clonare il primo embrione umano, il cui sviluppo venne bloccato in una fase molto precoce. Come allora, a guidare il gruppo di ricerca e' Robert Lanza. La tecnica, che Lanza ha messo a punto insieme a Irina Klimanskaya, Young Chung, Sandy Becker e Shi-Jiang Lu, ricorda molto da vicino il procedimento che, nei Paesi in cui e' consentita la diagnosi pre-impianto, permette di prelevare una sola cellula dall'embrione ottenuto in provetta prima che questo venga trasferito nell'utero. L'obiettivo e' analizzare il materiale genetico alla ricerca di eventuali anomalie. Come nella diagnosi pre-impianto, anche nell'esperimento di Lanza una sorta di microscopica cannula ha permesso di penetrare all'interno della barriera che avvolge l'embrione e di prelevare delicatamente una sola cellula alla volta, mantenendo l'embrione integro e in grado di proseguire nello sviluppo. E' una tecnica nota da tempo a genetisti ed embriologi, ma finora nessuno aveva mai provato a coltivare le cellule staminali cosi' prelevate e a farle moltiplicare in laboratorio. Il gruppo di Lanza ha cominciato a lavorare in questa direzione oltre un anno fa, prima con esperimenti su embrioni di topo e poi, visti i risultati positivi, su embrioni umani in sovrannumero prodotti da interventi di fecondazione assistita e ottenuti in seguito al consenso informato al loro utilizzo da parte della coppia. Sono stati utilizzati 16 embrioni umani, di 8 o 10 cellule, da ciascuno dei quali e' stata prelevata una cellula. Su queste cellule immature sono stati condotti complessivamente dieci esperimenti, ottenendo due linee di cellule staminali embrionali stabili. La tecnica si e' dimostrata sicura per l'integrita' degli embrioni, scrivono ancora i ricercatori, perche' finora si e' osservato che "ne' il tasso di sopravvivenza ne' il successivo sviluppo e le possibilita' di impianto differiscono fra embrioni umani intatti allo stadio di blastocisti e gli embrioni nei quali sono state prelevate cellule per la diagnosi genetica pre-impianto". Dopo qualche giorno e' stata necessaria una rettifica, o meglio una precisazione da parte della rivista Nature: con la PDG, (pre-implantation genetic diagnosis) la tecnica gia' sperimentata per la diagnosi pre-impianto nella fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni (FIVET), l'embrione non rimane intatto. In realta', ha ammesso Nature, addebitando l'errore a problemi di comunicazione interna, usando questa tecnica l'embrione puo' essere danneggiato. Tuttavia, raccomandano gli studiosi, "finche' gli ultimi dubbi sulla sicurezza di questa tecnica non saranno risolti, sconsigliamo che questa procedura venga applicata al di fuori della diagnosi genetica pre-impianto". Allo stesso tempo, concludono, sono convinti che la strada aperta sia quella giusta e che "le cellule staminali embrionali umane derivate dai blastomeri potrebbero avere grandi potenziali benefici per la ricerca medica, cosi' come per i bambini e i fratelli nati da embrioni trasferiti in seguito alla diagnosi genetica pre-impianto". L'annuncio ha generato timide reazioni da parte della Casa Bianca e del ramo conservatore del Congresso americano. In compenso non sono mancate le obiezioni dei critici che hanno messo in guardia da un possibile rischio sull'embrione e sulla stessa procedura di fertilizzazione in vitro nella quale gli embrioni vengono generati da una coppia di ovuli e sperma. "Non esiste alcuna ragione razionale per opporsi a priori a questa ricerca", ha fatto sapere Robert Lanza. Secondo quanto reso noto da Emily Lawrimore, portavoce della Casa Bianca, il nuovo metodo non sarebbe tuttavia sufficiente a soddisfare le obiezioni poste dal presidente americano Gorge W. Bush che nel mese di luglio aveva posto il veto su una legge federale che voleva aumentare i fondi pubblici destinati alla ricerca sulle cellule staminali. Nonostante questo, Lawrimore ha definito incoraggianti gli sforzi compiuti dalla ricerca per allontanarsi dal processo distruttivo degli embrioni. "Ogni utilizzo degli embrioni umani per scopi di ricerca apre domande molto serie di natura etica. Questa nuova tecnica non consente di risolvere queste diffuse preoccupazioni". "E' deplorevole che il Congresso continui a porre restrizioni che negano i fondi federali agli scienziati che stanno lavorando per poter salvare migliaia di vite", ha commentato il democratico Edward Kennedy, secondo il quale questa ricerca non distruggendo embrioni puo' avvalersi dei finanziamenti federali. Ma al centro delle critiche viene allora posta la tecnica della diagnosi preimpianto che secondo la Societa' Americana di Medicina Riproduttiva negli ultimi 10 anni ha fatto nascere piu' di 2 mila bambini sani. Per la Conferenza Episcopale Usa ne' la fecondazione in vitro, ne' la diagnosi preimpianto sono moralmente accettabili mentre settori piu' reazionari della societa' americana mostrano i loro dubbi sulla possibilita' che la cellula estratta possa trasformarsi a sua volta in un embrione: "Stanno creando un gemello per distruggerlo", e' arrivato a dire Brian Hart, senatore repubblicano. Dubbi arrivano anche da Sean Tipton, portavoce della Societa' Statunitense per la Medicina Riproduttiva: "il primo problema con l'annuncio dell'ACT e' che sostiene che gli embrioni potranno vivere per poi essere impiantati nell'utero e svilupparsi. Ma non dice che gli embrioni sono sopravvissuti, e questo e' cio' che ancora deve essere provato". Per Peter Watkins, portavoce della Casa Bianca la tecnica pur non risolvendo le "gravi preoccupazioni etiche sull'uso degli embrioni nella ricerca" ha almeno un aspetto positivo, "e' promettente che gli scienziati facciano alcuni sforzi seri per allontanarsi dalla ricerca che comporta la distruzione degli embrioni". Ronald Green, direttore dell'Istituto di Etica del Collegio Darmouth (New Hampshire) che e' anche componente del comitato etico dell'ACT evidenzia come "una delle obiezioni etiche principali a chi si oppone alla generazione di cellule staminali embrionali e' che le tecniche usate fino ad oggi distruggevano l'embrione. Questa tecnica supera questo ostacolo e puo' svolgere un ruolo critico nel progresso della medicina rigenerativa". Commentatori e analisti politici americani sono certi che questo sara' senza dubbio un tema prioritario dell'agenda politica della prossima campagna elettorale, non solo perche' sara' molto presente nei mezzi di comunicazione, ma anche perche' sara' sempre piu' difficile spiegare le ragioni di chi vi si oppone. "Cio' pone i gruppi pro life in un angolo", segnala Stuart Rothenberg, "come norma generale, nessuno vuole opporsi ai progressi scientifici". Il metodo messo a punto dall'Advanced Cell Technologies per prelevare staminali dagli embrioni senza danneggiarli "non supera le gravissime obiezioni etiche sollevate dalla ricerca su queste cellule". Di questo e' convinto Roberto Colombo, che e' direttore del laboratorio di Biologia molecolare e genetica umana dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Milano. "La biopsia di un embrione umano comporta sempre un serio rischio per la salute e la sopravvivenza dell'embrione stesso". E infatti, ricorda il direttore, in Italia e' vietata dalla legge 40. Inoltre, "la sperimentazione del gruppo di Robert Lanza non supera l'obiezione etica fondamentale contro la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane, cioe' la mancanza intenzionale del rispetto della vita e della dignita' di un embrione umano, ma ne solleva di nuove e non meno gravi se considerate nel loro insieme". A pensarla diversamente e' l'eurodeputato radicale Marco Cappato, segretario dell'associazione Coscioni. "I risultati pubblicati su 'Nature' delle ricerche condotte dall'Advanced Cell Technology dovrebbero essere accolti con soddisfazione -come ogni volta che la conoscenza fa dei passi avanti- ma non autorizzano trionfalismi sulla soluzione dei 'problemi etici' derivanti dalla ricerca sugli embrioni, soprattutto in Italia". "Se infatti da un punto di vista scientifico la prudenza e' sempre d'obbligo rispetto a cio' che accade sui fronti piu' avanzati di ricerca, sul piano politico il fondamentalismo ideologico del compatto campo proibizionista ha gia' dimostrato di non tollerare alcun compromesso e soluzione intermedia". "Cio' e' particolarmente evidente in un Paese come l'Italia, dove la legge 40 non solo vieta l'estrazione di linee cellulari da quelli embrioni che stanno marcendo nei congelatori (e dei quali la legge stessa, proibendo l'eterologa,impedisce ogni possibilita' di impianto in utero, senza che piu' nessuno dei 'crociati della vita' si mobiliti o si scandalizzi), ma e' anche vietata la biopsia sull'embrione per l'analisi pre-impianto, cioe' la stessa tecnica che sarebbe necessaria per condurre in Italia la ricerca realizzata dall'Advanced Cell Technology. Per intenderci, Robert Lanza e i suoi ricercatori in Italia rischierebbero da due a sei anni di carcere pagando una multa da 50 a 150.000 euro". "Chi dunque saluta con entusiasmo la possibilita' che le ricerche Usa facciano cadere i problemi etici, sicuramente non si riferisce all'Italia, dove la liberta' di ricerca scientifica, compresa la liberta' di cercare soluzioni che incontrano un maggiore consenso politico, passa per la necessaria e immediata radicale riforma o abrogazione della legge 40". E la conferma arriva anche da chi la pensa nella maniera diametralmente opposta. La senatrice Paola Binetti coglie l'occasione per ricordare a tutti i protagonisti del dibattito la necessita' di non chiudersi nelle proprie convinzioni, sperimentando invece "la via del dialogo". Nel merito, dice al VELINO la Binetti, "la ricerca e' riuscita a rendere piu' sicuro il processo di prelievo di cellule staminali dall'embrione e piu' veloce la moltiplicazione delle cellule". "L'economia" del processo ne guadagna, ma dal punto di vista scientifico "non introduce nessuna novita'", perche' parte da un espediente tecnico -il prelievo di una cellula dall'embrione appena fecondato- gia' sperimentato e che "ad oggi la legge 40 non permette. Questa ricerca ci dice qualcosa sul come fare ma non da' nessuna legittimazione sul se fare o sul perche' fare". Se e' vero che la tecnica di Lanza non distrugge l'embrione, e' anche vero che la legge sulla fecondazione in vigore impedisce di fare ricerca se non "ad esclusivo vantaggio dell'embrione", negando quindi che sia "eticamente corretta" quella ricerca che "non ha come destinatario prioritario e prevalente l'embrione stesso". Non e' quindi vero che "come dice il radicale Marco Cappato, i progressi che vengono dagli Usa risolvano i problemi etici, ma migliorano solo quelli di natura tecnologica". Non cambiano dunque i presupposti che hanno portato all'approvazione della legge 40, e tantomeno le condizioni politiche per la sua abrogazione: "Non lo si fara' -sottolinea la docente- per una serie infinita di motivi che sono stati ripetutamente ripresi da tutti i leader. In questo momento intuiamo che aprire la strada alle modifiche alla legge 40 invece di dare piu' garanzie ai diritti dell'embrione finirebbe per pregiudicarli". Il cammino dovra' comunque proseguire, e Binetti indica due strade: "Da una parte e' necessario che scienziati e politici studino e riflettano nei rispettivi ambiti di competenza ma anche nelle competenze di confine, in modo che maturi un sapere piu' profondo e consapevole. Dall'altra, e' necessario riaffermare il dialogo. Dialogo all'interno della maggioranza, all'interno della minoranza, tra maggioranza e minoranza, tra mondo cattolico e mondo della scienza". E anche, e soprattutto, tra cattolici. "Le piu' recenti vicende -conclude Binetti evocando il suo discusso intervento al meeting di Comunione e liberazione- hanno dimostrato che a volte e' piu' difficile dialogare tra cattolici e cattolici. Dovrebbe essere un canale teoricamente piu' facile ma non lo darei per scontato. E come ben si sa io ne ho fatte le spese". "Le sperimentazioni annunciate restano sempre nell'ambito della procreazione in vitro, di produzione di embrioni in vitro o per clonazione o per la fecondazione artificiale, che conosciamo gia' nelle sue diverse tecniche. E cio', da un punto di vista non soltanto cattolico ma da un punto di vista delle ragioni bioetiche, e' un fattore negativo". E' il commento di monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la vita. "Se il risultato che si attende, cioe' riprodurre cellule e non embrioni, cioe' soltanto cellule embrionali e' il frutto di una manipolazione, di un processo che altrimenti darebbe un embrione, l'obiezione di carattere etico rimane tutta intera. E questo perche' quel risultato e' ottenuto non per un processo biologicamente evolutivo, ma per un processo artificialmente prodotto. Quindi, si tratterebbe di un'artificialita' sull'artificialita'. Secondo quello che si puo' capire finora non si risolvono i problemi etici e non si capisce, in ultima analisi, perche' si vada producendo tutto questo, quando sappiamo gia' che le cellule staminali per usi terapeutici si possono ottenere attraverso le normali cellule staminali da soggetto adulto, che troviamo nel cordone ombelicale o nei vari settori del corpo umano". Il presidente della Pontifica Accademia per la Vita sottolinea inoltre che "tra le manipolazioni che si fanno c'e' quella della biopsia di una cellula da un embrione" e questa "puo' anche danneggiare l'embrione. Prima di poter escludere tutto questo e' necessario che si faccia un'adeguata sperimentazione sugli animali. C'e' tuttavia una grande corsa a fare queste sperimentazioni sull'embrione umano anche per i fondi che vengono stanziati, per ottenere i quali si fa passare la sperimentazione esente da obiezioni etiche, anche quando non si e' ne' sicuri dell'esito scientifico, ne' si possono escludere, anzi si moltiplicano a mio avviso, le obiezioni di carattere etico insite in questo tipo di procedimenti". "Questa tecnica, la PDG (pre-implantation genetic diagnosis), Robert Lanza l'aveva gia' sperimentata sul topo lo scorso anno. Ora ha applicato la stessa procedura per prelevare da embrioni umani poche cellule per derivare cellule staminali embrionali. La comunicazione di Nature, ha pero' confermato, cio' che gia' si sapeva e cioe' questa tecnica pur avendo un buon margine di sicurezza, puo' comportare rischi per l'embrione che puo' essere danneggiato". Commenta cosi' Angelo Vescovi, docente di Biologia Cellulare, Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze all'Universita' di Milano "Bicocca", la notizia data da Nature, che chiarisce, che prelevando una o due cellule dall'embrione con la tecnica PDG "gli embrioni possono non restare intatti". Subito sentiti dal settimanale Newsweek il 50 per cento degli americani pensa che l'amministrazione Bush dovrebbe cambiare la sua posizione sulle ricerche sulle cellule staminali dopo la scoperta di nuove tecniche che consentono di non distruggere l'embrione. La rettifica di Nature e' arrivata dopo il sondaggio, ma l'annuncio di una nuova tecnica che consente di non danneggiare l'embrione dovrebbe adesso portare la Casa Bianca, secondo meta' degli americani intervistati nel sondaggio, a rivedere la sua posizione. Il 35 per cento sostiene invece che l'amministrazione Bush non dovrebbe mutare la sua posizione, perche' i nuovi metodi non risolvono ancora i problemi etici legati a questo tipo di ricerche. "L'attivita' scientifica va valutata nel corso degli anni. Se vengono sollevate delle obiezioni, e questo serve per aiutare l'opinione pubblica a capire, va bene; ma se il dibattito serve solo a creare sensazionalismo...". Cosi' Gianluigi Condorelli, ricercatore alla Fondazione Parco Scientifico Biomedico San Raffaele di Roma e uno dei pochissimi a utilizzare in Italia le cellule staminali embrionali umane, commenta le accuse sollevate in questi giorni a una delle maggiori riviste scientifiche internazionali. La questione, insomma, non sarebbe il dibattito sulla ricerca o sul modo in cui vengono presentati i dati, ma lo scopo a cui punta il dibattito: perche', spiega Condorelli, e' inevitabile che le nuove scoperte scientifiche mobilitino l'opinione pubblica. "Che Nature voglia pubblicare dati sensazionali e' una realta' ma e' una cosa che in generale fanno tutte le riviste scientifiche 'top'. Che sul modo in cui si presentano i dati ci siano pressioni sia dalle riviste che dai ricercatori e' un dato di fatto, ma c'e' comunque modo e modo di farlo. Alcuni articoli magari non hanno basi solidissime, ma che creino grossa opinione (cioe' che mobilitino l'opinione pubblica) e' una realta'". Diversi scienziati, comunque, raccontano che le maggiori riviste scientifiche cercano semplicemente di rendere il lavoro dei ricercatori piu' "giornalistico", perche' una maggiore visibilita' dei lavori permette di aumentare le probabilita' che la ricerca raccolga finanziamenti. Nessun ridimensionamento della notizia pubblicata sulla rivista Nature sulla dimostrazione che cellule staminali embrionali umane possono essere coltivate a partire da una singola cellula prelevata dall'embrione. Infatti il vero successo degli esperimenti di Robert Lanza e' avere ottenuto le linee cellulari, mentre non era negli intenti dello scienziato tener in vita gli embrioni stessi da cui le ha ottenute ne' tanto meno impiantarli nell'utero di donne, spiega il professore di Genetica Medica all'universita' di Roma Tor Vergata Giuseppe Novelli. D'altra parte non era la tecnica di prelievo della cellula embrionale (blastomero) ad essere oggetto di ricerca nel lavoro di Lanza; e' dal 1990 che, prelevando cellule embrionali cosi' come ha fatto Lanza nei suoi esperimenti, si fa diagnosi preimpianto su embrioni prodotti per la fecondazione in vitro e, benche' i rischi di questo prelievo per la salute degli embrioni siano da sempre oggetto di discussione, sta di fatto che questa tecnica ha permesso finora di dare alla luce molti bimbi sani. Cio' che invece per la prima volta Lanza ha dimostrato, sottolinea Novelli ribadendo l'importanza della scoperta, e' che da ognuno dei blastomeri prelevati da un embrione umano ai primissimi stadi di sviluppo (blastocisti) si possono ottenere linee di staminali embrionali con caratteristiche biologiche perfettamente sovrapponibili a quelle che si ottengono oggi in modo eticamente discutibile usando l'embrione intero e, quindi, sacrificando l'embrione per ricavarne queste cellule. Un giorno che la fattibilita' della tecnica di produzione di staminali embrionali a partire da un'unica cellula della blastocisti fosse verificata, verifica che, osserva Novelli, sta a cuore allo stesso Lanza, dal traguardo pubblicato da Nature si potrebbe arrivare a nuove prospettive cliniche, come quella di curare embrioni geneticamente difettosi con una terapia genica in utero. "Le polemiche mosse- dichiara il genetista italiano- sembrano il risultato di un equivoco o sono pretestuose". Lanza, che non e' un ginecologo e non lavora quindi con la fecondazione in vitro, non voleva impiantare in utero gli embrioni da cui ha estratto la cellula che poi ha dato vita alle linee di staminali embrionali, conclude Novelli, ma voleva dimostrare di poter ottenere queste linee cellulari e ci e' riuscito. Se un giorno questo portera' a produrre cellule embrionali da usare in medicina senza sacrificare embrioni, ha concluso, e' prematuro dirlo, ma di certo i risultati di Lanza non sono in discussione e non rappresentano un falso scientifico. - Italia. Prime staminali embrionali da bovino clonato Per la prima volta in Italia sono state ottenute cellule staminali prelevate dall'embrione clonato di un mammifero complesso, come il bovino. La ricerca e' stata coordinata da Giovanna Lazzari, del Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione (LTR-CIZ) di Cremona, e condotta in collaborazione con Cesare Galli, il ricercatore che ha clonato il toro Galileo e il cavallo Prometea. Dopo i dati sudcoreani sul prelievo di staminali da un embrione umano clonato, risultati poi falsificati, questo lavoro, rilevano i ricercatori, "e' il primo che dimostra, in una specie diversa dal topo, la possibilita' di derivare cellule staminali da embrioni clonati". La ricerca, pubblicata il 25 agosto on line sulla rivista Stem Cells, dimostra che anche nei grandi mammiferi come i bovini gli embrioni clonati danno origine a cellule staminali esattamente come gli embrioni ottenuti dalla fecondazione. I ricercatori hanno estratto le cellule staminali dalla struttura chiamata cresta neurale che, nell'embrione, e' destinata a formare il sistema nervoso e le cui cellule possono dare origine a quelle del sistema nervoso periferico e della cartilagine, delle ossa della faccia e del cranio, della muscolatura liscia dei vasi, delle aree pigmentate della cute e di alcune parti del cuore. Il lavoro, osservano i ricercatori, e' importante perche' dimostra che anche nei grandi mammiferi, e non soltanto nel topo, le linee cellulari di embrioni clonati hanno un'alta capacita' di differenziarsi e proliferare, "nessuna propensione a formare tumori maligni" e, soprattutto, che "sono immunologicamente compatibili con il donatore di nuclei utilizzati per la clonazione": Sono questi, rilevano "tutti prerequisiti essenziali per il loro possibile utilizzo in modelli di terapia cellulare". Finora questa potenzialita' era stata dimostrata solo nel topo dall'Italiano Tiziano Barberi, ora nel californiano Beckman Research Institute, che nel 2003 aveva derivato da embrioni di topo clonati cellule staminali per la terapia del morbo di Parkinson. Accese invece l'entusiasmo, ma si e' poi rivelato un falso scientifico, l'annuncio fatto nel 2005 dall'universita' di Seul relativo alla derivazione di cellule staminali da embrioni umani clonati. "Il nostro studio -osserva Giovanna Lazzari- percio' rafforza il concetto che gli embrioni clonati sono di fatto una preziosa e utile fonte di cellule staminali e restituisce credibilita' e fiducia a questo tipo di ricerca dopo la terribile vicenda coreana". E' anche importante perche' rappresenta un modello di sviluppo precoce del sistema nervoso in embrioni di mammifero, sia clonati che da fecondazione. Almeno tre le conseguenze di questa ricerca: le prime sono essenzialmente scientifiche e riguardano lo studio dello sviluppo embrionale; in secondo luogo e' un passo per studiare nel dettaglio alcune malattie genetiche sulla base di linee cellulari clonate dai pazienti. La ricerca e' stata condotta in collaborazione con il dipartimento di Ricerca sulle Cellule Staminali dell'Istituto San Raffaele di Milano, e finanziata da Istituto Superiore di Sanita' e European Science Foundation tramite il CNR. Lo studio del Laboratorio di Cremona "e' dal punto di vista sperimentale un risultato importantissimo", ma "le possibili future applicazioni sull'uomo, tra cui la clonazione terapeutica, pongono problemi di natura sia tecnica che etica". Cosi' il genetista Bruno Dallapiccola, presidente dell'associazione 'Scienza e Vita'. "Questo studio conferma innanzitutto l'attivismo di un gruppo italiano, quello di Galli, all'avanguardia a livello internazionale. Dal punto di vista scientifico rappresenta poi un'importante verifica sperimentale, ottenuta per vie che ci piacciono perche' hanno utilizzato animali senza distruggere embrioni umani". Tuttavia, "lo stesso protocollo ripetuto sull'uomo porrebbe un doppio problema: primo, non e' detto che i risultati ottenuti sull'animale siano riproducibili anche nell'uomo; secondo, la cosiddetta clonazione terapeutica si scontrerebbe, in Italia ma non soltanto nel nostro Paese, con il pensiero critico del mondo cattolico", conclude Dallapiccola. - Australia. Tessuto osseo da staminali adulte Scienziati australiani sono riusciti per la prima volta al mondo a utilizzare cellule staminali umane adulte per far crescere nuovo tessuto osseo. I medici del Royal Melbourne Hospital hanno utilizzato cellule staminali estratte dal midollo osseo del bacino del paziente, Jamie Stevens di 21 anni, che lo scorso novembre era stato vittima di un grave incidente motociclistico che gli aveva provocato la rottura di un femore. Nonostante mesi di cure intensive l'osso non si era rinsaldato, e nel femore era rimasto un 'buco' di cinque centimetri per tre. Le cellule prelevate dai medici del reparto ortopedia dell'ospedale sono state affidate a scienziati della ditta australiana di biotecnologia Mesoblast, che hanno separato un sottogruppo di cellule, dette precursori mesenchimali, e le hanno coltivate in laboratorio. La coltura e' stata poi impiantata chirurgicamente nel femore, portando alla creazione di un nuovo tessuto osseo che ha sostituito quello mancante. Stevens ha potuto finalmente gettare le stampelle e ora cammina di nuovo sulle sue gambe. Il giovane motociclista e' la prima persona al mondo il cui tessuto osseo sia stato riparato con questo metodo. Altri nove pazienti con fratture si stanno sottoponendo alla sperimentazione con staminali adulte nello stesso ospedale, e ulteriori risultati sono attesi entro quest'anno. - Giappone. Staminali adulte tornano embrionali grazie a 4 fattori Con l'introduzione di appena quattro fattori le cellule adulte potranno comportarsi come cellule staminali embrionali pluripotenti, in grado cioe' di differenziarsi in molti altri tipi di cellule, permettendo cosi' la cura di diverse malattie. Se sara' possibile ottenere le cellule pluripotenti direttamente dalle cellule del paziente, inoltre, si potra' aggirare anche il problema etico legato all'uso degli embrioni umani e passare dalla sperimentazione sui topi a quella umana. E' il risultato delle ricerche di alcuni scienziati giapponesi pubblicato sulla rivista Cell. Come spiega Shinya Yamanaka dell'universita' di Kyoto (Giappone), "le cellule umane staminali embrionali potrebbero essere usate nella cura di alcuni disturbi come il Parkinson, lesioni al midollo spinale e il diabete". I ricercatori hanno utilizzato le conoscenze su 24 geni noti per dare alle cellule staminali embrionali il loro carattere di pluripotenzialita' e li hanno utilizzati come fattori candidati per dare alle cellule staminali adulte la capacita' di tornare indietro nello sviluppo. Sotto l'azione dei geni, le cellule adulte hanno cominciato a regredire, diventando sempre meno specializzate e sempre piu' simili a cellule pluripotenti capaci di ripartire nello sviluppo e tornare a specializzarsi secondo strade diverse. Dei 24 fattori studiati, 4 si sono dimostrati idonei allo scopo. Secondo Yamanaka "la scoperta e' un passo importante che potrebbe permettere la creazione di cellule pluripotenti direttamente dalle cellule somatiche dei pazienti". A detta del ricercatore, tuttavia, "sebbene queste novita' potrebbero avere vaste applicazioni, lo studio sulle cellule staminali embrionali deve fare ancora molta strada". Anche perche', conclude Yamanaka,"non e' ancora del tutto chiaro se le cellule pluripotenti siano in grado di sostituire in ogni funzione le cellule staminali embrionali". "E' una scoperta che, se confermata, e' da premio Nobel", commenta Angelo Vescovi, docente di Biologia Cellulare, Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze all'Universita' di Milano "Bicocca". "Sa cosa vuol dire questa scoperta traslata su un essere umano? Vuol dire che se da una persona adulta o da un neonato vengono prelevate cellule della pelle e vengono sottoposte alla procedura sperimentata da Yamanaka, si possono produrre cellule staminali embrionali pluripotenti che, conservate, potranno essere utilizzate, in futuro, dalla stessa persona dalla quale sono state prelevate. E quando si scoprira' come produrre un organo queste cellule si potranno utilizzare per fare trapianti senza problemi di rigetto". E' come dire che ad ognuno di noi verra' data la possibilita' di avere le proprie cellule clonate da poter usare in caso di necessita'. Per analogia, sara' come avere a disposizione un corpo di ricambio Considerando che la ricerca pubblicata il 10 agosto e' stata, quasi certamente presentata per la pubblicazione parecchi mesi prima, questo fa pensare che, mentre in Italia montava la polemica referendaria sull'opportunita' di produrre cellule staminali embrionali umane, gli scienziati avevano gia' a portata di mano una via alternativa per derivare cellule staminali embrionali pluripotenti senza mettere in pericolo la vita dell'embrione, facendo superare, di colpo gran parte dei problemi etici, morali, religiosi che in molti paesi hanno rallentato la ricerca". Ma come spiega ancora Vescovi ci saranno anche altre reazioni a catena che esperimenti come quello giapponese potranno innescare. "L'esperimento giapponese ci dice che potremo avere cellule staminali clonate senza coinvolgere alcun embrione. Questo fara' cadere il problema etico, che a molti serviva come paravento dietro il quale si celano gli enormi interessi che ruotano intorno ai metodi brevettati per preparare le cellule embrionali staminali. Non mi riferisco alla tecnica usata da Lanza, che, probabilmente non ha quegli elementi di novita' che permettono di aggirare i brevetti, ma sicuramente alle tecniche piu' innovative, come quella di Yamanaka che permettendo di produrre cellule staminali embrionali senza utilizzare gli embrioni, rischiano di mettere in seria difficolta' i brevetti che sono stati depositati e che proteggono l'utilizzo delle CSE. "In altre parole se queste nuove tecniche che stanno maturando dovessero avere successo, molti brevetti sulle tecniche ora piu' in uso potrebbero crollare, perche', ognuno potrebbe farsi le "sue" staminali, non coperte da diritti di proprieta' intellettuale, mettendo a rischio investimenti di milioni di euro fatti da gruppi industriali o grossi laboratori che in qualche modo "controllano" l'utilizzo delle cellule. "Negli ultimi anni, in questo settore, si sono sviluppate nuove tecniche non soltanto per pulsione scientifica, ma perche' possono nascere nuovi brevetti , anche se, sia chiaro, questo e' un fatto positivo. Oggi, a mio parere -conclude Vescovi- il valore etico potrebbe diventare un fattore di valutazione per l'assegnazione dei brevetti. E' piu' facile che questa nuova tecnica, che promette di risolvere problemi etici e religiosi, ottenga il brevetto perche' da' una svolta rispetto alle tecniche precedenti". - Cina. Dieta alimentare: super polli e super maiali clonati La popolazione cinese si alimentera' di "super maiali" e "super polli" prodotti tramite clonazione. Un progetto che sta per divenire realta' dopo 6 anni di ricerche e sperimentazioni da parte di un'équipe di esperti che sono in possesso del "materiale genetico necessario". Il responsabile della ricerca Li Ning ha annunciato che "la carne di questi animali sara' commestibile senza nessun tipo di problemi", anche se spettera' al Governo prendere la decisione definitiva. Il progetto permettera' di raddoppiare la produzione di animali da allevamento cinese con gli stessi investimenti. - Argentina. Tori clonati offresi per riproduzione La Goyaike, impresa del gruppo argentino Pérez Companc offre un servizio di clonazione di toro a "fini riproduttivi" per il settore agropastorizio per la cifra di 10 mila dollari cada uno. Sul sito Internet http://www.goyaike.com.ar/ si spiega come la clonazione sia una "tecnica di riproduzione assistita che garantisce al 100 per cento la trasmissione del potenziale genetico da un animale ad un altro". Cio' nonostante "il valore del secondo animale clonato si riduce al 50% rispetto all'origine e ad un terzo in caso sia la terza generazione". - Costa Rica. Al via il primo Istituto di staminali del Centroamerica Il primo Istituto di Medicina Cellulare in Centroamerica (IMC), il cui obbiettivo e' sviluppare l'applicazione medica delle cellule staminali per la cura di malattie, ha ricevuto il via libera dal Ministero della Salute del Costa Rica per iniziare a lavorare. Secondo i portavoce dell'IMC i primi progetti sono orientati per combattere infarti e danni cerebrali, cosi' come rigenerare tessuti e cartilagine. L'istituto privato conta sul sostegno dei Laboratori Medistem, l'impresa statunitense che ha investito sul progetto 6 milioni di dollari. - Ecuador. Staminali contro il cancro ai testicoli Il 90% dei pazienti con cancro ai testicoli si curano con chemioterapia; c'e' solo un 10% che non risponde a questo trattamento e per loro esiste la possibilita' del trapianto di midollo. Edgar Becerra, medico specialista in trapianto di midollo osseo di Solca, spiega come il paziente che non ricorre alla chemioterapia lo fa per diversi motivi: una cattiva prognosi o il tipo di tumore. "Una possibilita' per queste persone e' un trapianto autologo di midollo, per ottenere cellule staminali dello stesso paziente, visto che il midollo osseo non e' malato". Il fine e' quello di eliminare il tumore e le cellule staminali agiscono ricostituendo e rigenerando cellule del sangue normali. Un trapianto che offre un 50% di possibilita' di curare un tumore, comunque una alternativa. Solca ha aperto una raccolta di fondi per le persone che soffrono questa malattia. Per maggiori informazioni: http://www.solcacuenca.org - Ue. Studiosi di cellule staminali costituiscono un consorzio Diciassette istituti accademici e tre aziende biotecnologiche hanno fondato un Consorzio europeo per la ricerca, finalizzato a contrastare lo strapotere statunitense nella ricerca con le cellule staminali. Si chiama “Estools” l’alleanza creata presso la University of Sheffield in Gran Bretagna con il sostegno di molti colleghi britannici e scienziati di Svezia, Israele, Italia, Spagna, Finlandia, Olanda, cosi’ come di molti ricercatori dell’Universita’ di Bonn e dell’Universita’ Tecnica di Dresda. Obiettivi: formare giovani studiosi, ed elaborare standard di laboratorio unitari per facilitare il confronto tra i vari studi sulle cellule staminali embrionali. Purtroppo, per i prossimi quattro anni sono disponibili solo 12 milioni di euro del bilancio comunitario, poca cosa rispetto alle ultime iniziative Usa. - Germania. La ricerca sulle staminali vista globalmente Considerare la ricerca con le cellule staminali una faccenda solo tedesca, come alcuni hanno preteso fare in passato, si e’ rivelato un grosso errore. La ricerca e i suoi eventuali risultati si riflettono sulla biomedicina nazionale anche quando l’attivita’ si svolge all’estero e, in ogni caso, le restrizioni imposte alla sperimentazione hanno in questo, cosi’ come in altri campi scientifici, un effetto ritardante. Viceversa, i risultati interessano allo stesso modo sia gli studiosi tedeschi sia i loro colleghi stranieri. E’ questa la ragione per cui le leggi nazionali non sono quasi mai riuscite ad impedire che la rete internazionale delle scoperte con le cellule staminali embrionali si infittisse e si strutturasse sempre meglio. Un fenomeno che Ruediger Wink dell’Universita’ Ruhr di Bochum ha esplorato un anno fa in un Gruppo di Lavoro. In quel seminario, numerosi esperti -specialisti di politica scientifica, studiosi della comunicazione e sociologi- hanno discusso di transnazionalizzazione e delle difficolta’ che i ricercatori tedeschi incontrano nella cooperazione e nel confronto con i loro colleghi di altri Paesi. Ne e’ nata la pubblicazione Deutsche Stammzellpolitik im Zeitalter der Transnationalisierung, che si potrebbe tradurre con “La politica tedesca sulle cellule staminali nell’era della transnazionalizzazione”. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------