====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 149 28-09-2007 la prossima edizione: 12-10-2007 EDITORIALE Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la legge 40 di Donatella Poretti ARTICOLI - Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l'utilizzo di staminali derivate da aborti - Spagna. Contestati i risultati delle ricerche sul diabete con le cellule di Jose' Maria Sanchez - Usa. New Jersey. Giudice respinge ricorso contro referendum pro-ricerca di Redazione NOTIZIE - Francia. Cellule del sangue per curare i danni dell'infarto - Italia. Regione Piemonte: abbiamo raggiunto le 200 donazioni di staminali emopoietiche - Usa. Isolate nei testicoli staminali adulte simili a embrionali - Italia. Fioroni chiede rispetto per posizioni cattoliche all'interno del Pd - Italia. Insediato comitato scientifico Agenzia di sanita' pubblica del Lazio - Romania. Ceausescu tento' business trattamenti fasulli alle staminali in Usa - Italia. Senatori Ulivo aderiscono ad appello di Angelo Vescovi - Italia. Albanese fa il punto sulla ricerca contro la Sla - Gb. Cellule staminali sono nuova frontiera per curare i polmoni - Italia/Gb. Diabete, individuate staminali per riparare il pancreas - Italia. Chris Shaw (King's College) difende la ricerca su embrioni chimera - Italia. Scienziati: bambini nati oggi hanno aspettativa di vita di 100 anni - Italia. Turco: si' ad adozione embrioni sovrannumerari - Italia. Tribunale di Cagliari: si' a diagnosi pre-impianto per salute madre - Italia. Adisco: corretta informazione su raccolta e conservazione staminali cordonali - Italia. Mori, Flamigni e Neri criticano Cnb: Casavola inefficace e fazioso - Italia. Donna ottiene donazione del proprio cordone a fratello malato di distrofia - Svizzera. Maggioranza dei cordoni conservati a Lugano vengono dall'Italia - Usa. Ricerca con staminali embrionali l'argomento decisivo per il 35% degli elettori - Usa. California. Un australiano alla guida del Cirm - Usa. Istituto nazionale della salute obbedisce ad ordine esecutivo presidenziale su embrioni - Italia. Poretti (Rnp): dalla Camera una prima apertura alle banche private del cordone -------------------------------------- EDITORIALE - Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la legge 40 Bene il riconoscimento che arriva dalle aule di giustizia in merito alla possibilita' di ricorrere alla diagnosi preimpianto. Ora il compito della politica e' quello di assumersi la responsabilita' di modificare la legge. Il Tribunale di Cagliari ha "ordinato" di eseguire questa tecnica rispondendo alla richiesta di una donna portatrice di talassemia che vuole sapere prima di impiantare l'embrione il suo stato di salute. Dai giudici il via libera dopo una lunga serie di ricorsi e una vicenda emblematica dello stato attuale della fecondazione assistita in Italia: chi puo' va all'estero (quadruplicato il numero dei viaggi dall'entrata in vigore della legge 40), chi resta si sottopone a tecniche e divieti ideologici e tra questi c'e' ancora chi ha voglia di lottare per una battaglia su cui sono stati spenti i riflettori dell'informazione. Possiamo delegare ai magistrati la facolta' di decidere se autorizzare di volta in volta la diagnosi preimpianto, oppure la politica puo' rialzare la testa dalla sabbia e decidere di modificare una legge che ha gia' fatto anche troppi danni? Il 17 ottobre il ministro della Salute Livia Turco sara' in commissione Affari Sociali a riferire sulla relazione annuale della legge 40 e ad illustrare le possibili modifiche sulle linee guida della stessa legge. In quella occasione il ministro dovra' anche rispondere perche' ha taciuto sulle richieste del Consiglio Superiore della Sanita' di modifica della legge proprio in merito alla necessita' di autorizzare la diagnosi preimpianto e del rivedere l'obbligo di impianto degli embrioni. di Donatella Poretti deputata radicale della Rosa nel Pugno -------------------------------------- ARTICOLI - Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l'utilizzo di staminali derivate da aborti Lettera. In riferimento all'articolo comparso sul numero 14 del 14 settembre 2007 del notiziario Cellule Staminali : "Italia. Angelo Vescovi: necessari 200mila euro per sperimentazioni su staminali", gradirei una precisazione. Nell'articolo (che non riporta l?autore) si fa riferimento alla imminente e tanto attesa sperimentazione con cellule staminali adulte: immagino che si parli di cellule umane, visto che la sperimentazione e' rivolta a pazienti che soffrono di malattie neurodegenerative. Tuttavia ad oggi non esistono, che io sappia, linee cellulari staminali neurali adulte umane disponibili per questo scopo, ne' a Terni ne' altrove. Quindi, a meno che non si stia parlando di utilizzare cellule adulte derivate da topi (ma a questo punto immagino creeremmo altre "mostruosità"), presumo si faccia riferimento alle linee cellulari umane derivate da tessuto nervoso di feti abortiti (per interruzioni di gravidanza terapeutiche o volontarie) quindi certamente non definibili ?adulte? e, soprattutto, ottenute dalla distruzione di un feto. Sarebbe importante che queste differenze fossero meglio chiarite, sia per una questione di conoscenza ma soprattutto per rispetto verso le persone che magari contribuiranno alla raccolta fondi senza sapere esattamente cosa stanno finanziando. Mi domando infatti come coloro che si scandalizzano per la possibilita? di utilizzare cellule ES umane, per avere le quali lo sviluppo dell?embrione viene bloccato allo stadio di poche cellule (sia che si parla di embrioni esistenti -che non hanno alcuna possibilita' di svilupparsi, sia che si parli di chimere- che non darebbero in ogni caso origine a nessun mostro visto che parliamo appunto di poche cellule in una piastra per colture cellulari), possano invece accettare l?utilizzo di cellule derivate da un feto gia? formato e poi distrutto, soprattutto se sono convinti che ?La vita e' sacra sin dal suo concepimento e deve essere tutelata in ogni momento, non manipolata e ne' tanto meno distrutta? (on. Bianconi). Distinti saluti Angela G. Questa la risposta fattaci pervenire gentilmente da Angelo Vescovi, condirettore dell'Istituto di ricerca sulle Staminali del San Raffaele di Milano Ringrazio l?ADUC per la richiesta e la possibilità che mi date di fornire un chiarimento importante anche se, a mio parere, pleonastico. In tutti i miei interventi ho sempre specificato che, nella banca Staminali Cerebrali di Terni, le cellule da pochi FETI MORTI SPONTANEAMENTE verranno utilizzate per curare migliaia di pazienti. Si tratta quindi di cellule staminali cerebrali fetali umane ma da ABORTO SPONTANEO. Veri e propri sfortunati esseri umani morti per cause naturali e che donano i loro organi, in questo caso il tessuto nervoso immaturo, ai pazienti. Non conosco il contenuto dell?articolo pubblicato sul notiziario ADUC ma si tratta probabilmente di una imprecisione.** Purtroppo si tende a raggruppare l?insieme delle staminali come embrionali o, alternativamente, adulte, quando nel secondo caso, come spiego sempre in tutti i miei interventi, si dovrebbe parlare di staminali somatiche sia adulte che fetali. A prescindere da queste sottigliezze, mi ripeto: si tratta di cellule da feti morti per cause naturali. Il problema etico non si pone anzi, la morte di un singolo e sfortunato essere umano per cause naturali ed in età fetale, diventa fonte di speranza per innumerevoli malati. Faccio presente comunque che il problema etico non si porrebbe anche nel caso di utilizzo di materiale da aborto procurato. La decisione di procurare l?aborto viene presa a priori ed a prescindere da quello che accadra' agli organi del feto, il quale viene espiantato, morendo all?istante e ben prima che l?estrazione sia completa. A questo punto il materiale biologico viene normalmente incenerito o comunque distrutto. Siamo ancora una volta in presenza di un tessuto che proviene da un cadavere. Questo può essere incenerito (come avviene) o utilizzato per cercare una cura per molte malattie. Alla società la scelta. Molti comitati etici di vario orientamento, forse tutti ma non ne ho contezza, autorizzano l?uso di questo materiale come altamente etico. Sia ben chiaro, questo si riferisce all?uso del materiale e non all?atto dell? borto da cui il tessuto deriva. Deve infatti esser chiaro che l?eventuale utilizzo ai fini terapeutici di questo materiale fetale da aborto procurato non puo? venire considerato come incentivo alcuno ad abortire o come une evento che vada in alcun modo a nobilitare la distruzione di quella che è una vita umana a tutti gli effetti. Angelo Vescovi Università degli Studi Milano Bicocca Direttore Centro Cellule Staminali, Terni. Note: * L'articolo e' stato tratto da lanci di agenzia che parlavano soltanto di "staminali adulte". A seguito della lettera di Vescovi abbiamo provveduto a correggere la notizia in questione, sostituendo "staminali adulte" con le parole "staminali fetali" ------------------- - Spagna. Contestati i risultati delle ricerche sul diabete con le cellule Lo pubblica la Fondazione Bioetica ICEB (Instituto de Consulta y Especializacion Bioetica), ed e' un documento che mette in chiaro il tipo di "scienza" a cui mira il Governo socialista nominando Bernat Soria a ministro della Sanita'. "Cellule staminali embrionali per il trattamento del diabete: Indipendentemente dal loro valore morale, esiste un indubbio interesse scientifico nell'ottenere cellule produttrici di insulina a partire da cellule staminali embrionali, con la finalita' ultima di trattare i pazienti diabetici. Finora i risultati non sono stati fruttuosi, giacche', per una ragione o l'altra, lo scopo non e' stato raggiunto. Tuttavia, recentemente sono stati pubblicati due articoli su Nature Biotechnology (23; 1534, 2005 e 24; 1392, 2006) del gruppo Baetge, da cui pareva che l'obiettivo fosse stato raggiunto. Nel primo lavoro si sono derivate cellule staminali embrionali nell'endoderma, e nel secondo gli autori sono riusciti a differenziare l'endoderma in cellule che producono i cinque ormoni che genera il pancreas: insulina, glucagone, somatostatina, polipetide pancreatico e grelina, cosi' come cellule esocrine. La difficolta' e' che le cellule create non producono insulina prima dello stimolo del glucosio, come fanno le cellule beta pancreatiche, per cui il loro uso nella clinica umana non sembra possibile. Cio' allontana l'applicazione per curare il diabete. Indipendentemente dal fatto scientifico, le due esperienze possono dare luogo a una riflessione sociale. Recentemente e' stato nominato ministro della sanita' spagnola il dottor Bernat Soria, che ha avuto una certa notorieta' sociale quando ha informato i mezzi di comunicazione sociali d'essere riuscito a generare cellule produttrici di insulina a partire da cellule staminali embrionali di topo. In seguito, un gruppo di professionisti dell'Universita' di Harvard, diretti dal prestigioso ricercatore Dougles Menton, in un articolo pubblicato su Science, sosteneva che le esperienze di Soria, insieme a quelle di altri tre gruppi che quasi contemporaneamente avevano comunicato risultati simili, non erano riusciti a produrre insulina. Vale a dire, Soria non aveva ottenuto cio' che aveva divulgato in modo cosi' manifesto. Le sue esperienze non erano valide. Ora, nel recente articolo di Beagle (Nature Biotechnology 24; 1392, 2006), si nota che non viene citato il lavoro originale di Bernat Soria, pubblicato su Diabetes e si fa riferimento a un altro posteriore (FAEB J, 19; 1341, 2005) dello stesso gruppo, ma per riferire le differenze sperimentali che lo connotano, per affermare che esisteva "inefficienza nella differenziazione delle cellule, basso contenuto di insulina, una mancanza di fiducia nella differenziazione diretta delle cellule staminali embrionali e la produzione di cellule produttrici di insulina", vale a dire, l'unico riferimento ai lavori di Soria e' per dare un giudizio negativo delle sue esperienze. Senza dubbio, questa e' una prova in piu' della mancanza di certezza delle esperienze del gruppo di Soria, qualcosa di molto lontano dall'idea che ha trasmesso alla societa' sulle esperienze che potrebbero essere utilizzate per curare il diabete. La ricerca sulle cellule staminali e' incominciata nel 1961, quando Till and McCulloch scoprirono che le cellule staminali del midollo osseo potevano rigenerare la capacita' di produrre sangue di un topo precedentemente irradiato. Il grande passo successivo e' avvenuto nel 1988, quando sono state scoperte le cellule staminali embrionali umane (Nature Reports Stem Cells, DOI: 10.1038/Stemcells.53, 12-VII-2007). Articolo tratto da Camineo.info (trad. di Rosa a Marca) di Jose' Maria Sanchez ------------------- - Usa. New Jersey. Giudice respinge ricorso contro referendum pro-ricerca Un giudice statale del New Jersey ha detto che il referendum per destinare 450 milioni di dollari alla ricerca con le staminali va bene cosi' come e' scritto. Un'associazione "pro life" aveva fatto causa la scorsa settimana al Governo del New Jersey affinche' non venisse ammesso il quesito referendario alle prossime elezioni di Novembre. Secondo l'associazione, che aveva depositato presso la Corte superiore di Mercer County un ricorso di 127 pagine, se il quesito fosse approvato, si aprirebbero le porte alla clonazione umana e ad un aumento delle tasse. La citazione chiedeva che venisse quindi bloccata la stampa sulle schede referendarie, cosi' come previste da una legge approvata dal Parlamento statale. Ma il giudice Neil H. Shuster ha respinto la richiesta degli anti-abortisti spiegando che era fuori tempo massimo e che le argomentazioni erano comunque poco convincenti. Il presidente del Senato Richard Codey, primo firmatario della legge in questione (S1091), ha negato che il finanziamento autorizzerebbe la clonazione riproduttiva umana, e si era per questo dichiarato ottimista sull'esito della causa. "Questa causa ha le stesse chance di essere accolta dal tribunale di quelle che ha l'Universita' di Seton Hall di vincere il campionato nazionale di football senza avere una squadra", aveva detto Codey. "Qui si sta parlando di salvare vite e trovare cure per quelle malattie che affliggono la societa'". "La ricerca scientifica non dovrebbe essere ostaggio del furore ideologico di pochi", aveva detto il deputato democratico Neil Cohen, primo firmatario della proposta di legge alla Camera. Ma Marie Tasy, direttrice dell'associazione contro la ricerca e l'aborto New Jersey Right to Life, da sempre oppositrice dell'iniziativa parlamentare, sostiene che il quesito e' vago e non informa gli elettori sulle possibili conseguenze del loro voto. Fra i pericoli paventati da Tasy, un aumento delle tasse, il pericolo che corrono le donne che donano gli ovuli, ed un via libera alla clonazione umana per estrarre staminali embrionali. "E' ingannevole", ha detto Tasy. In particolare, i ricorrenti sostenevano che la definizione di "clonazione" sul quesito autorizzasse "lo sfruttamento di embrioni che stanno per nascere" per derivarne cellule staminali embrionali. Una interpretazione che i promotori dell'iniziativa avevano rigettato in toto: "La causa e' un insulto all'intelligenza dei cittadini del New Jersey", aveva detto Cohen, ribadendo che il quesito vieta esplicitamente la clonazione umana riproduttiva. Il Governatore Jon Corzine, che ha controfirmato la legge che autorizza il referendum, ha ribadito di essere pienamente a favore del "si'", bollando la causa come basata su "una argomentazione politica ed ideologica piuttosto che legale". I legali dell'associazione anti-abortista hanno detto di non escludere un ricorso in appello. di Redazione ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Francia. Cellule del sangue per curare i danni dell'infarto Trapianti di cellule staminali del sangue (CSS) possono riparare il tessuto cardiaco danneggiato dall'infarto, e i test effettuati anche se sono da verificare nel tempo vengono giudicati comunque 'spettacolari'. I test degli studi condotti nell' istituto di ematologia e trapianti di Muhouse in Alsazia saranno presentati in occasione di un congresso internazionale di specialisti che si apre lunedi' nella citta' francese. Il direttore dell'istituto Philippe Henon ha detto alla AFP che si tratta di 'una soluzione alternativa molto interessante al trapianto cardiaco per pazienti vittime di un infarto del miocardio molto grave con una speranza di vita inferiore ai tre anni'. La tecnica consiste nel prelevare dal sangue del malato, dopo l'infarto, alcune staminali del sangue che vengono purificate in laboratorio prima di impiantarle direttamente nel cuore. 'Occorre un tempo del genere per provare che questo metodo funziona in modo durevole' ha aggiunto lo studioso che ha evocato 'risultati spettacolari'. E' la prima volta che la ricerca viene presentata nella sua metodologia completa: le CSS umane sono capaci di differenziarsi in cellule del muscolo cardiaco ed in cellule rigeneranti i piccoli vasi del cuore, dice il prof. Henon. 'La grossa discussione in corso tra gli specialisti e' di sapere se le cellule staminali adulte sono in grado di differenziarsi in cellule cardiache o no' ha detto l'ematologo che lavora anche al New York Medical College, che ha aggiunto:' noi abbiamo purificato queste cellule ed abbiamo messo in evidenza al loro interno una sotto- popolazione di cellule che indiscutibilmente si trasformano in cellule cardiache'. Al congresso prenderanno parte 300 specialisti provenienti da Europa, Stati Uniti, Corea del sud e Giappone che utilizzano le staminali per riparare organi difettosi. - Italia. Regione Piemonte: abbiamo raggiunto le 200 donazioni di staminali emopoietiche Il gesto di solidarieta' di un donatore di midollo osseo piemontese, risultato l'unico compatibile tra i quasi 11 milioni di volontari iscritti nei registri internazionali, ha consentito di offrire una speranza di guarigione ad un cittadino residente del nord degli Stati Uniti affetto da una grave forma di leucemia. Il prelievo -spiega un comunicato della Regione Piemonte- coincide con il raggiungimento del ragguardevole traguardo di 200 donazioni di cellule staminali emopoietiche (CSE) a scopo di trapianto eseguite in Piemonte in 17 anni di attivita'. Il dato permette cosi' alla Regione di occupare il terzo posto in Italia nella graduatoria di donazione, dopo Lombardia e Veneto. 'La procedura di ricerca di un donatore -afferma Eleonora Artesio, assessore regionale alla Tutela della salute e sanita'- e' molto complessa e richiede un lavoro in stretta sinergia tra strutture e operatori fattore determinante per il successo del programma. In questa direzione e' fondamentale l'impegno delle associazioni di volontariato che si propongono, attraverso campagne di informazione, di favorire la cultura della donazione'. Dei 200 donatori piemontesi, la cui eta' media e' 35 anni, 134 sono uomini, 66 donne. Le donazioni effettuate a favore di un paziente italiano sono state 133, mentre le altre 67 hanno raggiunto pazienti prevalentemente in Europa e, in qualche caso, in America. Fino al 2004 le cellule staminali emopoietiche venivano prelevate solo dal midollo osseo; dal gennaio 2005, invece, e' possibile utilizzare CSE prelevate dal sangue periferico con procedura di aferesi (che separa i diversi componenti, restituendo al soggetto cio' che non si intende utilizzare). In Piemonte il sistema e' costituito dal Registro regionale, che ha sede presso la struttura complessa di Immunologia dei trapianti dell'ospedale Molinette e dai centri donatori situati presso gli ospedali di Alessandria, Cuneo, Ivrea, Verbania, Vercelli e Torino, che hanno il compito di seguire le procedure necessarie all'iscrizione dei pazienti. Ad essi si aggiunge il centro della Valle d'Aosta. Il prelievo di midollo e sangue periferico e' effettuato a Torino, rispettivamente presso l'OIRM e il Centro trapianti divisione Molinette e il Servizio trasfusionale Molinette e l'OIRM. Completano la rete i centri trapianto, situati negli ospedali di Alessandria, Cuneo e Torino. 'E' importante potenziare il Registro -dichiara Antonio Amoroso, responsabile del Centro regionale trapianti- perche' solo quando il donatore presenta caratteristiche identiche al paziente e' possibile eseguire il trapianto con elevata probabilita' di successo. Ci auguriamo che questo importante traguardo possa portare la nostra regione ad un'importante crescita del numero di volontari'. - Usa. Isolate nei testicoli staminali adulte simili a embrionali Si sono trasformate in vasi sanguini e cellule cardiache, le cellule staminali di nuovo tipo finora sconosciuto isolate nei testicoli. Riconoscere queste cellule in grado di autorigenerarsi e' facile, grazie a un marcatore presente sulla loro superficie. Il risultato, nell'edizione on line di Nature, e' stato ottenuto nei topi ma, secondo gli autori della ricerca, apre la possibilita' di avere una nuova fonte di cellule staminali dalle quali ottenere tessuti e organi, una fonte probabilmente alternativa alle staminali embrionali. La ricerca e' stata condotta negli Stati Uniti, in collaborazione tra il Cornell Medical College di New York, il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center e l'universita' di Harvard. Del gruppo, coordinato da Shahin Rafii, fa parte l'italiano Pier Paolo Pandolfi, dello Sloan Kettering. A suscitare l'entusiasmo dei ricercatori sulla possibilita' di avere a disposizione una fonte di staminali adulte potenzialmente flessibile quanto le cellule embrionali sono sia la facilita' con cui possono essere riconosciute, sia la loro grande capacita' di autorigenerarsi. La chiave e' nel marcatore chiamato GPR125, che si trova sulla loro superficie e che, come una bandiera, permette di riconoscere molto facilmente le cellule progenitrici degli spermatozoi (spermatogoni) che sono in grado di moltiplicarsi rapidamente. Percio' gli studiosi hanno messo a punto un sistema che sfrutta questo marcatore per generare un grande numero di cellule staminali. E' cosi' che sono riusciti a trasformare, in provetta, le cellule di questo tipo prelevate dai testicoli di topo in cellule di altro tipo, come cellule del rivestimento interno di arterie e vene (epiteliali) e cellule del muscolo del cuore. La prospettiva, scrivono i ricercatori, e' quella di avere a disposizione una nuova fonte di cellule staminali, abbondanti, facili da riconoscere e da isolare grazie al marcatore e cosi' 'fertili' da rigenerarsi molto facilmente in modo da cambiare il loro destino e dare origine a tessuti e organi di tipo diverso. Una fonte cosi' importante da poter diventare, secondo i ricercatori, una possibile alternativa alle cellule staminali embrionali. Se alcuni degli uomini sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki hanno conservato la fertilita' lo devono a quella stessa riserva di cellule staminali, una riserva protetta da una sorta di culla di membrane quasi blindata rispetto all'esterno, che la ricerca pubblicata oggi su Nature indica come la fonte da cui ottenere cellule dalle caratteristiche molto simili a quelle embrionali. Per la prima volta, inoltre, si dimostra che una cellula germinale immatura puo' trasformarsi in tipi di cellule molto diversi, come quelle di vasi sanguigni e cuore. 'L'esistenza di questa fonte si sospettava fin dagli anni '40, ma solo adesso si e' riusciti a vederle', dice il direttore scientifico del Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Alberto Redi, commentando la ricerca condotta dal gruppo internazionale. 'Il problema era riuscire a riconoscerle', e adesso si e' risolto grazie al marcatore scoperto dallo studio internazionale. La scoperta finora e' stata fatta nei topi, ma il processo di maturazione segue meccanismi molto simili nell'uomo: cambiano soltanto i tempi, dai 30 giorni nel topo ai 70 nell'uomo. Il marcatore, indicato con la sigla GPR125, e' uno zucchero che si trova sulla superficie della cellula e che viene utilizzato dalle stesse cellule staminali di questo tipo per comunicare fra loro. Marcatori come questo, ossia zuccheri o proteine di superficie, potrebbero trovarsi sulla superficie di tutte le cellule staminali. 'La sfida dei prossimi anni e' riconoscerli tutti', osserva Redi. 'Esiste probabilmente un gruppo condiviso di questi marcatori, ma sicuramente ne esiste anche uno per ogni tipo di staminale'. Le cellule staminali scoperte nel testicolo sono le capostipiti degli spermatozoi, sono cioe' le primissime cellule dalle quali parte il processo di maturazione degli spermatozoi. Proprio per questa loro importanza costituiscono una riserva protetta in uno speciale comparto formato da diversi tipi di membrane. Cosi' protetto che a volte riesce a salvare queste cellule progenitrici sia dai farmaci chemioterapici utilizzati nelle cure anticancro sia, come e' accaduto a Hiroshima e Nagasaki, dalle radiazioni delle bombe atomiche. E' un esperimento 'interessante' e che 'apre nuove strade, ma non ne chiude altre': cosi' la direttrice del laboratorio sulle cellule staminali dell'universita' di Milano, Elena Cattaneo, considera la scoperta delle cellule progenitrici degli spermatozoi. Secondo Elena Cattaneo bisogna inoltre considerare che 'l'esperimento descritto su Nature e' stato fatto nel topo' e di conseguenza bisognera' andare avanti nella ricerca per dimostrare che lo stesso meccanismo funziona nell'uomo. In altre parole, e' ancora molto lontana la possibilita' di trasferire alla clinica questi risultati. Un passaggio che richiede tempi lunghi, secondo Cattaneo, anche considerando che 'queste cellule sembrano generare tumori come le staminali embrionali' Il lavoro pubblicato su Nature riguarda inoltre la possibilita' di far differenziare queste cellule progenitrici degli spermatozoi in cellule del rivestimento dei vasi sanguigni e del muscolo cardiaco. 'Non c'e' alcuna dimostrazione che queste cellule siano equivalenti a quelle embrionali', osserva. 'Se anche lo fossero, questa scoperta non chiuderebbe una via', aggiunge l'esperta. 'Lasciamo lavorare i ricercatori: la scienza e' un'arena nella quale ci si confronta e c'e' una competizione fra intelligenze diverse, sara' l'esito delle ricerche a fare la verita''. 'Fede e scienza possono convergere e trovare soluzioni comuni'. Le senatrici dell'Ulivo Silvana Amati, Emanuela Baio, Fiorenza Bassoli, Paola Binetti, Colomba Mongello, Simonetta Rubinato, Albertina Soliani, Anna Serafini commentano cosi' la scoperta, nei testicoli dell'uomo, di cellule staminali identiche a quelle embrionali che consentirebbero di ricavare, ugualmente, una sorgente utile alla rigenerazione degli organi. 'Lavoriamo da un anno insieme, confrontandoci anche in modo acceso ma sempre analitico, con le nostre culture diverse, nella consapevolezza che il rispetto della vita e della persona sono una premessa ineluttabile per la ricerca e per trovare terapie utili a curare patologie che affliggono milioni di persone'. 'La scoperta della sorgente di cellule staminali nell'uomo - concludono le senatrici dell'Ulivo - e' rappresentativa del fatto che il progresso medico e scientifico puo' convivere con il rispetto delle diverse e anche lontane sensibilita' e coscienze'. "La notizia e' gia' stata riportata precedentemente in un'altra pubblicazione, ma l'esperimento ha finora funzionato soltanto con le cellule di topo. Come avviene spesso con la ricerca che riguarda le cellule animali, la scoperta potrebbe non applicarsi alle cellule umane". Stephen Minger, direttore del laboratorio di Biologia delle cellule staminali del King's College di Londra, commenta cosi', come fa sapere l'Associazione Coscioni, la ricerca pubblicata da 'Nature' sugli spermatogoni. Inoltre, aggiunge Minger, "anche se la pratica dovesse riuscire, le cellule risultanti potrebbero essere molto differenti da quelle dei topi. Pertanto, tutti i tipi di cellule vanno esplorate in parallelo, non esiste qualcosa come la cellula perfetta". - Italia. Fioroni chiede rispetto per posizioni cattoliche all'interno del Pd I cattolici del Partito Democratico chiedono rispetto sulle loro posizioni in merito ai temi etici. Fermo restando la posizione unitaria sulla laicita' del nuovo soggetto politico, il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni ha voluto chiarire alcuni aspetti e rivendicare le proprie posizioni. "Quel che non intendo per laicita' e' pretendere che qualcuno taccia. Che la chiesa taccia. Come non accetto che un vescovo dica ai politici come comportarsi cosi' non accetto che si dica ad un vescovo come fare la sua funzione". Fioroni e' andato anche oltre ed ha accostato le battaglie dei cattolici a quelle dei radicali. "Nessuno mette in dubbio la buona fede dei Radicali quando fanno le loro battaglie. Cosi' gradirei quando avanziamo le nostre rivendicazioni che le facciamo perche' ci crediamo e non perche' ce lo dicono i vescovi". Eutanasia, ricerche su staminali e quant'altro fanno parte dei possibili terreni di divergenza tra le varie anime del Pd. Le ricette per superarle sono anche diverse. Fioroni rimarca che "i temi della vita e della morte asseriscono alla liberta' di coscienza". "Se svincolati da questa allora questo genera in me una grande preoccupazione". Fioroni non avra' comunque da preoccuparsi per eventuali scontri con i Radicali, almeno all'interno della nuova forza politica. I vertici del costituendo PD hanno infatti escluso dalle primarie Marco Pannella ed Emma Bonino, leader storici dei Radicali. - Italia. Insediato comitato scientifico Agenzia di sanita' pubblica del Lazio Si e' insediato lo scorso 20 settembre il comitato scientifico dell'Agenzia di sanita' pubblica del Lazio. Composto da 12 persone tra ricercatori ed esperti, sara' un organo consultivo che affianchera' Laziosanita'-Asp nel suo operato. Previsto sin dal '99, per problemi tecnici e amministrativi la norma che ne prevedeva l'istituzione era stata disattesa fino a oggi. Ma ora il comitato scientifico ha finalmente visto la luce, e vanta la presidenza di un ricercatore italiano migrato all'estero, negli States: Pier Paolo Pandolfi, docente di medicina e patologia all'Harvard Medical School di Boston, tra i ricercatori che ha scoperto una sorgente delle staminali nei testicoli, uno studio che ha guadagnato gli onori della cronaca proprio in questi giorni. Il ricercatore si dividera' tra gli Usa e Roma per dare il proprio contributo alla causa. "Il mio obiettivo e' quello di portare tutto l'entusiasmo della comunita' scientifica, che sta vivendo cose inimmaginabili, all'interno di questo comitato. Noi non dobbiamo seguire il 'carro' della ricerca, piuttosto dar vita a iniziative che trainino questo carro. Abbiamo la cultura e l'intelligenza per farlo, e i soldi si trovano sempre se le idee sono buone. Spero che quest'organo si trasformi presto in un motore di idee, trascinando dietro di se' non solo la Regione, ma l'intera Nazione". - Romania. Ceausescu tento' business trattamenti fasulli alle staminali in Usa Negli anni '70 l'ex dittatore comunista Nicolae Ceausescu tento', senza successo, di vendere negli Stati Uniti la medicina 'miracolosa' Gerovital, con l'aiuto del medico americano di origine romena Alfred Sapse, accusato lo scorso mese di truffa dalle autorita' romene e Usa. Ne da' notizia il quotidiano 'Cotidianul'. Sapse, 81 anni, ha promesso a centinaia di romeni e americani con malattie incurabili 'guarigioni miracolose' tramite presunte iniezioni di cellule staminali. Nel novembre 2006, la Food and Drug Administration (Fda) ha comunicato a Sapse che le sue pratiche mediche non erano conformi con le norme di sicurezza pubblica statunitensi. Lo scorso mese, Victor Zotta, presidente dell'Agenzia romena per i trapianti, dichiarava che Sapse non era autorizzato a condurre simili pratiche. Secondo 'Cotidianul' l'onorario di Sapse per un'iniezione sarebbe di 5.000 dollari. Sapse, ex collaboratore della famosa dottoressa romena Ana Aslan, che invento' il Gerovital, usato nelle cure geriatriche, si laureo' in medicina nel 1952 a Bucarest e nel '64 emigro' negli Stati Uniti. Nel 1970 Ceausescu gli propose di vendere il Gerovital oltreoceano. Sarebbe stato un affare da miliardi di dollari, ma Sapse non ricevette l'autorizzazione a vendere negli Usa il farmaco, che fu bocciata dalla Fda. La medicina fu pero' approvata nel 1977 con una legge locale nel Nevada. Contattato da 'Cotidianul' nel suo ufficio a Las Vegas, Sapse ha rifiutato di commentare le accuse delle autorita' romene e americane. - Italia. Senatori Ulivo aderiscono ad appello di Angelo Vescovi 'Raccogliamo e ci uniamo all'appello lanciato da Angelo Vescovi nella convinzione che il lavoro di ricerca e sperimentazione del Centro IBR San Valentino per la vita di Terni, da lui diretto, rappresenti una speranza concreta per tanti malati che soffrono di patologie ancora da esplorare'. Lo dichiarano i senatori dell'Ulivo Luigi Bobba, Paolo Giaretta e Luigi Lusi che hanno oggi depositato un'interrogazione rivolta ai ministri Turco e Mussi in cui chiedono 'di intervenire al fine di risolvere l'impasse in cui si e' venuto a trovare il mondo della ricerca scientifica italiana e di attivarsi per rimuovere le cause che hanno portato all'intervento della Corte dei Conti, al fine di ripristinare, il prima possibile, le condizioni per favorire una ricerca possibile'. L'interrogazione, di cui primi firmatari sono Bobba, Giaretta e Lusi, e' anche sottoscritta da molti senatori dell'Ulivo tra cui Marco Follini, Emanuela Baio, Egidio Banti, Paola Binetti, Benedetto Adragna, Nino Papania, Giannicola Sinfisi, Pietro Fuda, Lorenzo Ria, Daniele Bosone, Paolo Rossi, Giorgio Pasetto, Salvatore Ladu, Giovanni Procacci e Gianfranco Morgando. 'Il centro diretto da Angelo Vescovi, il cui promotore del progetto e' monsignor Vincenzo Paglia, potrebbe diventare una delle realta' italiane piu' importanti per una ricerca dai risultati incoraggianti. La stessa opinione pubblica italiana e i media si stanno adoperando per realizzare una campagna di raccolta fondi, cui aderiamo -dichiarano Bobba, Lusi e Giaretta- nella convinzione che quel Centro vada sostenuto e aiutato, non certo chiuso'. 'Il governo, che ha messo nel suo programma la ricerca come priorita' ha il dovere di sostenerla soprattutto laddove essa e' riconosciuta come autorevole e all'avanguardia. E' questo il caso della ricerca voluta da Vescovi e dal suo centro che della sperimentazione sulle cellule staminali adulte ha fatto un punto forte. La ricerca sulle cellule staminali adulte e' infatti l'unica, fino ad oggi, ad aprire a delle concrete possibilita' di riuscita, avendo gia' raggiunto risultati sorprendenti nelle terapie geniche e epiteliali e per la cura di malattie neurodegenerative'. - Italia. Albanese fa il punto sulla ricerca contro la Sla E' una rara malattia degenerativa del sistema nervoso il morbo di Lou Gehrig che colpisce le cellule (neuroni) che danno impulsi ai muscoli del corpo. Cosi' il professor Alberto Albanese, neurologo dell'Istituto di ricerca neurologico Besta di Milano, spiega cio' che si conosce fino ad ora della sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la malattia che ha portato a morte Luca Coscioni e Giovanni Nuvoli e che e' stata al centro di un incontro lo scorso 18 settembre tra alcune associazioni dei pazienti e il ministro della salute Livia Turco. I neuroni che vengono colpiti dalla malattia, continua il neurologo, sono sia quelli che partono dalla corteccia cerebrale e che vanno al midollo spinale, sia quelli che da quest'ultimo vanno ad innervare i muscoli del corpo. 'Le cause della malattia non sono note', ha spiegato Albanese, 'ma i due tipi di motoneuroni coinvolti cominciano a degenerare gradualmente in eta' adulta. Il risultato e' che i muscoli non ricevono piu' comandi e diventano atrofici. Purtroppo la malattia e' progressiva e puo' colpire dapprima una mano, poi un braccio e una gamba fino ad interessare i muscoli della respirazione e della deglutizione; e fino ad ora non esistono cure specifiche'. I ricercatori non hanno trovato ancora un agente specifico responsabile della malattia: 'sono stati messi sotto accusa prima i metalli pesanti, poi alcuni solventi, ma non si e' approdato a nulla. Probabilmente si tratta di una malattia multifattoriale nella quale esiste una predisposizione individuale e una componente ambientale che potrebbe dare l'avvio al processo patologico'. Del morbo di Lou Gehrig, chiamato cosi' dal nome del giocatore americano di baseball che ne fu colpito a meta' degli anni '60, esiste una forma familiare e una sporadica. La genetica offre nuove chiavi conoscitive dei meccanismi che portano alla degenerazione dei neuroni. Negli ultimi anni sono stati identificati 4 geni che causano la malattia e uno che predispone alla malattia. Tuttavia la maggior parte dei casi che vengono segnalati ha una forma sporadica della sindrome. Da qualche anno sono in corso a Torino studi sperimentali su un numero ristretto di malati di Sla che utilizzano cellule staminali mesenchimali prelevate dal midollo osseo degli stessi malati; le cellule vengono coltivate in laboratorio e poi trapiantate. A tutt'oggi non vi sono evidenze di efficacia del trattamento ma le ricerche di laboratorio e cliniche continuano con la supervisione dell'Istituto superiore di sanita'. - Gb. Cellule staminali sono nuova frontiera per curare i polmoni Cellule staminali per 'riparare' polmoni malati. Un obiettivo ancora lontano per l'uomo, ma una nuova frontiera della lotta alle malattie respiratorie che da oggi e' un po' piu' concreta. All'European Respiratory Congress di Stoccolma, che riunisce 17.000 esperti, sono stati presentati infatti i risultati ottenuti da alcuni ricercatori inglesi (del London's Imperial College) che sono riusciti a impiantare nei polmoni di topi cellule di polmone sviluppate da staminali embrionali, che si sono annidate senza problemi. Il che significa, secondo i ricercatori, che e' possibile riparare anche un organo per certi versi unico come il polmone con cellule prodotte in laboratorio grazie alle staminali. 'Il polmone -spiega Sile Lane, che ha presentato lo studio al Congresso di Stoccolma- e' un organo estremamente complesso e contiene una grande varieta' di cellule, alcune delle quali hanno un tempo di rinnovamento piuttosto lento'. Per questo la capacita' di rigenerare polmoni danneggiati da malattie o incidenti potrebbe aiutare decine di milioni di persone: basta pensare che le malattie croniche ostruttive ai polmoni, le cosiddette Copd, colpiscono attualmente 80 milioni di persone in tutto il mondo. I ricercatori inglesi hanno usato cellule staminali 'marcate' con nanoparticelle di ossido di ferro in grado di fornire una fluorescenza verde visibile al microscopio. Quindi le hanno iniettate in due gruppi di topi: il primo normale, il secondo trattato con una tossina che ha danneggiato l'epitelio polmonare. Due giorni dopo i topi sono stati soppressi, e i ricercatori hanno usato il microscopio a fluorescenza per esaminare i loro polmoni e vedere che fine avevano fatto le cellule impiantate. Erano li', ben piantate nei polmoni, e in gran parte dei casi avevano colonizzato le aree danneggiate dell'epitelio polmonare. E, cosa molto importante, non si erano sviluppate in altri organi, a conferma dell'alto grado di specializzazione di queste cellule, che attecchiscono solo nell'organo obiettivo', in questo caso i polmoni. Il prossimo passo, l'uomo: i ricercatori tuttavia ammettono che 'le applicazioni mediche sull'uomo sono ancora lontane'. Restano ancora da studiare la precisa natura, la longevita' e le funzioni delle nuove cellule, e vanno escluse eventuali tossicita'. Ma intanto Anne Bishop, anche lei del team di ricercatori inglesi, non esclude l'uso delle cellule epiteliali prodotte grazie alle staminali per funzioni extracorporee: in sostanza, potrebbero fornire una sorta di supporto semi-artificiale ai polmoni, in attesa che la scienza permetta la creazione di un vero e proprio polmone artificiale impiantabile'. - Italia/Gb. Diabete, individuate staminali per riparare il pancreas Ricercatori italiani, insieme a colleghi inglesi, hanno identificato e moltiplicato cellule staminali in grado di riparare le cellule del pancreas danneggiate dal diabete, riavviando la fabbrica dell'insulina. Il progetto, condotto in collaborazione dall'Area di Endocrinologia e diabetologia dell'universita' Campus Biomedico di Roma e dal Centro di diabete del Queen Mary College di Londra, e' una delle presentazioni del 43esimo Congresso della Societa' europea per lo studio del diabete (Easd), in corso ad Amsterdam. I test sono stati per ora "condotti con successo sui topi", spiega all'ADNKRONOS SALUTE Paolo Pozzilli, direttore dell'Area di Endocrinologia e diabetologia del Campus Biomedico, augurandosi che "nel giro di qualche anno si arrivi all'applicazione sull'uomo. E' un approccio terapeutico al diabete innovativo: una terapia 'naturale', che non pone problemi etici e di rigetto". Le staminali in questione sono cellule progenitrici dell'endotelio, prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente a cui, dopo essere state opportunamente trattate, vengono ritrapiantate. La loro vocazione naturale e' di migrare verso i tessuti danneggiati e ripararli. Il problema, afferma lo specialista, e' che "queste cellule sono poche. Per cui vanno isolate e moltiplicate in laboratorio, per poi essere ritrapiantate nel pancreas dove le cellule beta, danneggiate dal diabete, non producono piu' insulina". Il progetto di ricerca, partito da un anno, andra' avanti per altri due e ha ricevuto, per la parte italiana, i finanziamenti del ministero della Ricerca. "E' rivolto a identificare cellule progenitrici che migrando dal midollo osseo possano andare a ripopolare quella parte del pancreas dove le cellule beta sono state distrutte dal processo autoimmune dando origine al diabete di tipo 1, quello insulinodipendente". Uno degli obiettivi, sottolinea, "e' favorire l'identificazione e la migrazione di queste staminali per la rigenerazione delle cellule beta che producono insulina, riattivando la fabbricazione di questo prezioso ormone. Il vantaggio e' che si tratta di una terapia endogena, senza alcun farmaco. Si prendono cellule autologhe, cioe' dello stesso paziente a cui verranno ritrapiantate senza possibilita' di rigetto. Si preparano in vitro e si reiniettano per favorire lo sviluppo di cellule beta che producono insulina". L'esperto la definisce "una terapia naturale, che riproduce una strategia normalmente messa in atto dall'organismo per riparare tessuti danneggiati. Questo non puo' avvenire naturalmente, perche' le cellule progenitrici dell'endotelio sono pochissime. Dunque, vanno ampliate in laboratorio. Ma l'identificazione e il prelievo di queste cellule sono procedure molto semplici. Tale semplicita' e l'assenza di tossicita' di questa terapia potrebbero renderne possibile l'applicazione nell'uomo in un paio d'anni", conclude Pozzilli. - Italia. Chris Shaw (King's College) difende la ricerca su embrioni chimera Studi contro la morale? No, tutt'altro. Ricerche fallimentari perche' nelle cellule 'chimera' i mitocondri, corresponsabili di malattie come il Parkinson e l'Alzheimer, non sono umani bensi' animali? Inesatto. Chris Shaw, il ricercatore del King's College di Londra che ha incassato l'apertura del governo Britannico alla ricerca sugli 'embrioni chimera' risponde alle obiezioni, morali e scientifiche, sollevate in Italia. "Sono d'accordo che la scienza non debba superare i limiti della morale ne' perdere di vista il bene dell'uomo", spiega il neurologo, in Italia per il convegno internazionale sulla Sclerosi laterale amiotrofica, organizzato nel week-end a Milano dall'Istituto Mario Negri in collaborazione con l'Universita' di Tor Vergata: "Pero' bisogna intendersi su cosa e' accettabile e accettato. Se non si vuole accettare nessun tipo di ricerca sugli embrioni, allora si deve bandire anche qualsiasi tipo di contraccezione". A proposito dei confini morali entro i quali la scienza deve muoversi, Chris Shaw si chiede: "Quali sono i limiti etici? Gli embrioni generati con la fecondazione in vitro spesso sono congelati e inutilizzati. Che fine fanno? In molti casi vengono buttati via, ma e' giusto distruggerli? E' meglio utilizzarli per la ricerca allora". Comunque, continua, "gli embrioni che noi creiamo in ogni caso non possono superare i 14 giorni di vita. Si tratta, a questo stadio, di un piccolo gruppo di cellule e non di un corpo umano formato. Comunque la scienza deve essere regolata, su questo sono d'accordo". Entrando nel merito scientifico delle sue ricerche, a chi sostiene l'inefficacia di studiare malattie come l'Alzheimer e il Parkinson, causate tra l'altro da un problema nella catena mitocondriale, con cellule i cui mitocondri sono animali mentre il nucleo e' umano, Shaw chiarisce: "Noi inseriamo un nucleo umano in uova di animali (mucche, conigli). Le cellule animali fanno da ospite e contengono i propri mitocondri, che pero' costituiscono una percentuale minima delle proteine che servono allo sviluppo dell'embrione". Inoltre, continua il ricercatore britannico, "una parte dei mitocondri vengono trasferiti dall'uomo e, con il passare dei giorni, questi prendono il sopravvento su quelli animali, perche' hanno una maggiore omologia con le proteine formate dal nucleo umano. Alla fine quindi l'embrione e' completamente umano, perche' le cellule umane hanno il sopravvento su quelle animali". Se, va avanti Shaw, "si utilizzano cellule uovo animali per sviluppare l'embrione e' solo perche' quelle umane non sono disponibili, sono troppo preziose e utilizzate per la fecondazione". Dagli embrioni che si otterranno, conclude, "si ricavano delle cellule staminali che possono differenziarsi in cellule neuronali ed essere studiate al fine di curare le malattie neurodegenerative". - Italia. Scienziati: bambini nati oggi hanno aspettativa di vita di 100 anni Toccato il traguardo di 100 anni di aspettativa di vita. Le bambine nate nel 2007 raggiungeranno la soglia dei 103 anni, mentre i maschietti venuti al mondo quest'anno potranno guardare ad un'esistenza lunga 97 anni. A garantire lunga vita e di migliore qualita' sono le nuove conquiste della ricerca scientifica che stanno aprendo frontiere inedite, specie sul fronte della prevenzione. Cellule staminali, studio del Dna, genetica, ingegneria genetica sono tra le branche della scienza da cui infatti arriveranno risposte a gravi patologie come Alzheimer, Parkinson's, diabete e tumori. E non e' tutto. Molte sono anche le nuove metodologie per la lotta e la prevenzione a tante malattie gravi, metodiche messe a punto negli ultimi anni dai ricercatori di tutto il mondo e che vedono, tra l'altro, i profili molecolari, il chip del Dna, lo studio di marcatori tumorali. L'obiettivo e' agire sempre piu' in anticipo per intercettare malattie gravi e letali in agguato. A tracciare il quadro con l'ADNKRONOS della crescita delle aspettative di vita sono due scienziati del Cnr, Delio Mercanti dell'Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del Cnr di Roma ed esperto di ricerca sulle cellule staminali, e Andrea Angius, genetista e responsabile del laboratorio Shardna, spin-off dell'Istituto di Genetica delle Popolazioni del Cnr di Alghero. Mercanti e Angius spiegano cosi', come appena annunciato anche dall'ex ministro della Salute e oncologo di fama internazionale, Umberto Veronesi, i nuovi traguardi della ricerca che ci stanno rendendo ultracentenari In questo inizio di nuovo millennio, infatti, l'aspettativa di vita della nostra specie e' cresciuta di ben 20 anni, contro quella prevista appena due anni fa, nel 2005, quando, secondo recenti statistiche, l'aspettativa di vita per le donne era di 83 anni, mentre quella per gli uomini era di 77 anni. Si conferma cosi' la corsa alla lunga vita partita nel secolo scorso, quando all'aspettativa di 47 anni del 1900 si e' passati, nel 1930 a 59 anni, per arrivare, nel 1975 a 71 anni. Prima del XX Secolo, invece, era stato necessario lo scorrere di secoli per vedere crescere di pochi anni appena, la possibilita' di vita dell'uomo. "Grazie alla ricerca scientifica sicuramente l'aspettativa di vita e' salita ben sopra i 70 anni in questi ultimi tre decenni e, con gli studi sulla genetica e sulle componenti ambientali, si sta tagliando il traguardo dei 103 anni per le donne e dei 97 per gli uomini che nascono nel 2007" conferma il genetista Angius. Lo scienziato quindi ricorda come la crescita dell'aspettativa di vita dell'uomo oggi si deve "soprattutto alla prevenzione clinica scaturita da studi della genetica che ci consentono di individuare con anticipo rischi di contrarre malattie gravi tra cui obesita' e diabete". "Oggi si possono individuare malattie complesse grazie ai profili molecolari ad alta attendibilita'. Negli ultimi due o tre anni sono anche nate nuove metodiche, come i chip del Dna, che consentono di fare lo screening del rischio di contrarre alcune gravi malattie, tra cui molti tumori". "Negli ultimi 50-60 anni con il progresso della scienza -prosegue Angius- si e' registrato il vero balzo di crescita di aspettativa di vita che riguarda i nati dagli anni '50 in poi. Un balzo dovuto anche alle migliori condizioni igieniche determinate da nuove tecnologie, a migliori condizioni alimentari e alla nascita di nuovi farmaci sempre piu' efficaci che, con i vaccini, hanno migliorato le condizioni di vita dei bambini, abbattendo in tanti Paesi occidentali la mortalita' della prima infanzia". Ed a far migliorare la qualita' e la lunghezza della vita dell'uomo contribuiranno sempre piu' gli studi sulle cellule staminali, "campi di studio ancora giovani ma sui quali si deve andare avanti". Ne e' convinto il ricercatore Delio Mercanti, che esorta a non temere le paventate distorsioni di 'scienziati pazzi'. E di non avere paura nemmeno dei cosiddetti 'embrioni chimera' perche', dice, "appartengono alla mitologia e non alla scienza". "Per embrioni chimera -ricorda il ricercatore- si intende il processo in base al quale si svuota un uovo di mucca o di pecora e si inserisce in esso il Dna del paziente. Cosi' si arriva alle staminali senza alcun rischio di clonare a fini riproduttivi. Sono d'accordo con Veronesi che in queste situazioni non ci sono rischi di arrivare a centauri piuttosto che a minotauri o a sirene perche' e' la natura stessa che farebbe abortire un eventuale sviluppo di embrione". "Sono inoltre assolutamente d'accordo con l'ex ministro e oncologo di fama Veronesi sull'importanza di andare avanti nella ricerca sulle cellule staminali, su quali proprieta' conservano e su come si possono utilizzare. E c'e' tutto un filone di ricerca di base che sta consentendo di capire in maggior dettaglio l'uso e l'utilita' delle cellule staminali" prosegue Mercanti. Lo scienziato del Cnr, quindi, si dice "favorevolissimo ad usare cellule staminali embrionali, ma penso anche alle staminali neurali che aprono grandi prospettive sulle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o sui tumori cerebrali". "In realta' -sottolinea- si chiamano a torto cellule staminali embrionali perche' si prende un ovulo di donna, lo si svuota del patrimonio genetico e vi si inserisce del Dna del paziente attivando lo sviluppo di staminali embrionali, ma il processo viene fermato all'inizio e non si crea un embrione, bensi' cellule staminali terapeutiche per il paziente stesso". Mercanti, infine, guarda con positivita' ad una diffusione massiccia di questo tipo di ricerca sulle cellule staminali perche', dice, "per accedere a risposte importanti il piu' velocemente possibile e' necessario lavorare in tanti, in una sorta di network che, inoltre, servirebbe anche da controllore di eventuali 'ricerche pazze'". "Piu' si agisce in maniera corale -conclude lo studioso- piu' la comunita' scientifica e' in grado di controllare il metodo e chi lo applica. Basti pensare ai tanti step di verifica che devono passare le nostre ricerche prima di diventare pubblicazioni scientifiche riconosciute, prima di avere valore di scoperta". - Italia. Turco: si' ad adozione embrioni sovrannumerari Il ministro della Salute Livia Turco propone di adottare gli embrioni in esubero dalle tecniche di procreazione assistita. 'Io penso -ha spiegato dalle pagine di Grazia - e dicendolo spero di non suscitare scandali a sinistra, che possiamo pensare a rendere adottabili gli embrioni in esubero. Io riconosco dignita' umana all'embrione. Dunque ho l'obbligo di trovare una risposta a chi mi chiede conto del destino di questa vita potenziale. Offrirla in adozione e' un gesto, forse puramente simbolico, che attesta una posizione chiara'. Secondo il ministro 'quella di regalare ad altri un embrione che tu non puoi o non vuoi utilizzare' sarebbe una 'buona idea, al di la' della sua fattibilita' reale. E' un gesto forte, e insieme un modo per stabilire un principio etico: non si possono manipolare, bisogna averne cura'. La proposta di donazione, ai fini di un altro impianto, riguarderebbe quegli embrioni che non vengono impiantati per ragioni legate alla salute delle donne o per rifiuto di utilizzo da parte delle stesse. Il ministro non risparmia anche alcune critiche alla legge 40 sulla fecondazione assistita. 'Ha il merito di avere stabilito regole certe in un ambito in cui, prima, tutto era possibile. Detto questo, se mi si chiede un giudizio emotivo, dico che non mi piace. Perche' sta rivelando tutti i suoi limiti. La percentuale di successo degli interventi di fecondazione e' diminuita e sono aumentati gli aborti spontanei, molti dovuti agli impianti plurimi. Trovo assolutamente crudele, perche' rischioso per la salute della donna, l'obbligo dell impianto di tutti gli embrioni prodotti. Un obbligo dettato dal divieto di congelarli o eliminarli'. Per quanto riguarda l'interruzione di gravidanza invece, il ministro spiega di ritenerlo 'un dilemma tanto drammatico che puo' essere dipanato soltanto dalla donna che lo sta vivendo. La donna che sceglie ha davanti il tribunale piu' spietato: se stessa. La sua solitudine e' inevitabile. Dobbiamo fare in modo che chi e' sola non sia lasciata troppo sola' a partire da un sostegno psicologico. 'Apprezziamo la presa di posizione del ministro Turco. Non e' una questione di destra o di sinistra, di maggioranza o opposizione riconoscere la dignita' dell'embrione e dunque dichiarare che si possono adottare gli embrioni in esubero'. Lo afferma Wanda Ciaraldi dell'Udeur, responsabile del dipartimento bioetica del partito. 'Chi riconosce questo - sottolinea Ciaraldi - non e' certo accecato da culture integraliste, come invece afferma in modo erroneo Rifondazione Comunista, ma riconosce un principio che trova ampio sostegno anche in medicina e oramai sempre piu' nella coscienza comune'. 'Finalmente arriva una buona notizia dal dicastero della Salute: il ministro Turco ha proposto l' adozione degli embrioni in esubero crioconservati'. Cosi' l'on. Domenico Di Virgilio, capogruppo in commissione Affari Sociali e Responsabile Sanita' di Forza Italia secondo il quale il ministro della Salute 'riconosce che si tratta di esseri umani che vanno rispettati e non distrutti o utilizzati per sperimentazioni. Vogliamo pero' ricordare al ministro che questa e' una vecchia proposta del Movimento per la Vita che va diffusa e sostenuta con convinzione specialmente dagli esponenti del centrosinistra che sicuramente la contesteranno'. Va autorizzata la donazione 'sia per l'impianto che per la ricerca scientifica'. Cosi' Marco Cappato, Segretario Associazione Luca Coscioni. Per Cappato 'l'utilizzo della parola adozione, ora anche da parte del ministro Turco, relativamente agli embrioni non impiantabili, e' doppiamente fuorviante, sia perche' genera confusione rispetto alla questione dell'adozione di bambini, sia perche' si deve misurare con gli ostacoli posti dalla legge 40, rispetto alla quale la donazione di embrioni si porrebbe come vera e propria doppia eterologa, dunque vietatisssima'. 'Non si puo' dunque aggirare il problema della modifica di una legge - afferma Cappato - che preferisce far marcire gli embrioni che utilizzarli in altro modo. Dal momento poi che la possibilita' di trovare coppie disposte ad impiantarsi embrioni altrui e' tutta da verificare, e che spesso tali embrioni sovrannumerari sono assolutamente non-impiantabili, ci auguriamo che il ministro - conclude Cappato - si voglia anche porre il problema della donazione di quegli embrioni anche a fini di ricerca. Come associazione Coscioni siamo a buon punto nell' organizzazione dell'esportazione di tali embrioni verso centri di ricerca di altri Paesi, nei quali la ricerca scientifica non e' vietata'. - Italia. Tribunale di Cagliari: si' a diagnosi pre-impianto per salute madre Il diritto alla salute della futura madre e quello all'informazione in funzione della stessa tutela costituzionalmente garantita prevalgono sul divieto di diagnosi pre-impianto imposto dalla legge 40. Seguendo questa impostazione interpretativa, il Tribunale di Cagliari ha condannato l'Asl numero 8 e il primario di Ginecologia dell'ospedale Microcitemico del capoluogo sardo ad effettuare l'esame rifiutato nel 2005 ad una donna affetta da depressione per un precedente aborto. La sentenza emessa dal giudice Maria Grazia Cabitza, pubblicata lo scorso 24 settembre mattina, e' giunta al termine del ricorso presentato due anni fa da una coppia di Quartu Sant'Elena. Attraverso il legale Luigi Concas, la coppia ha impugnato l'articolo 13 della legge 40 -che consente l'analisi sull'embrione solo per finalita' terapeutiche e non per l'accertamento di eventuali malattie genetiche come nel caso in questione- sostenendo il contrasto con il diritto alla salute tutelato dall'articolo 32 della Carta costituzionale. Il ricorso della coppia di Quartu Sant'Elena contro il divieto di diagnosi pre-impianto per tutelare la salute della donna era gia' passato al vaglio della Corte Costituzionale, con istanza d'urgenza presentata al Tribunale di Cagliari nel 2005. Alla base del ricorso vi erano le condizioni di salute dell'aspirante madre, affetta da una forte depressione e da beta-talassemia. Il giudice aveva trasmesso gli atti alla Consulta, la quale pero' aveva dichiarato inammissibile la questione di legittimita' perche' non posta correttamente. Tra le righe, la Corte aveva lasciato intendere che il caso dovesse essere affrontato con processo ordinario, facendo scattare un secondo ricorso depositato la scorsa primavera. Ora l'Azienda sanitaria numero 8 e il primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale Microcitemico di Cagliari, Giovanni Monni, dovranno effettuare la diagnosi sull'embrione crioconservato: la donna ha gia' subito la fecondazione medicalmente assistita e "congelato" l'embrione. Secondo il legale della coppia Luigi Concas, "la sentenza accoglie una soluzione interpretativa gia' adottata dalla Corte costituzionale: il giudice ha ritenuto di privilegiare il diritto della donna alla salute e all'informazione sulle future condizioni di salute del nascituro, alla luce dei principi costituzionali". Il legale ha sottolineato come anche il pubblico ministero si sia affiancato alla coppia nella richiesta di ordinare la diagnosi pre-impianto sulla base dell'impugnazione dell'articolo 13 della legge 40/2004. In subordine, la donna aveva chiesto nuovamente la remissione degli atti alla Corte costituzionale. Ma il giudice Cabitza ha preferito accogliere la prima istanza e imporre la diagnosi sull'embrione, per conoscerne eventuali malattie genetiche. E' 'molto positiva' la sentenza del tribunale di Cagliari che da' il via libera alla diagnosi pre-impianto su un embrione congelato di una coppia portatrice di talassemia: il giudizio e' di Andrea Borini, presidente dei Cecos Italia (Centri italiani di fecondazione assistita). La sentenza, ha osservato, 'e' decisamente positiva per le coppie portatrici di patologie gravi, come l'anemia mediterranea o la fibrosi cistica'. Adesso, secondo l'esperto, bisognera' vedere che cosa accadra': 'bisognera' capire - ha precisato - se questa sentenza rende di fatto possibile la diagnosi preimpianto solo a pazienti con embrioni congelati o anche su embrioni freschi'. La coppia portatrice di talassemia che aveva richiesto l'autorizzazione due anni fa si trovava infatti in una situazione di stallo. Resta anche da capire, ha detto ancora, che cosa accadra' se dalla diagnosi dovesse risultare che l'embrione e' affetto dalla talassemia: 'in quel caso - si chiede Borini - dovra' essere ricongelato in attesa che in futuro siano messe a punto delle cure?'. Tuttavia, ha concluso, 'e' comunque evidente che la sentenza di oggi e' un piccolo passo verso la speranza che in futuro questi interventi possano essere fatti'. 'Nel caso di Cagliari appare evidente la finalita' eugenetica, non si comprende come il tribunale possa motivare una scelta contra legem. Non e' vero che in qualche modo la legge 40 prevede la diagnosi genetica preimpianto sugli embrioni umani, e' vero esattamente il contrario: la legge 40 vieta la diagnosi genetica preimpianto anche se non la menziona espressamente'. E' questo il giudizio dall'associazione Scienza & Vita a margine del dibattito sollevato dalla sentenza del Tribunale di Cagliari. Quanto affermato dall'Associazione emerge da una lettura attenta della legge 40, da cui si evince 'il principio di destinazione alla nascita di ogni embrione generato in provetta'. Infine l'associazione afferma che 'la pretesa di superare il problema della legittimita' costituzionale della legge 40 non ha fondamento alcuno. Anzi, tale pretesa e' in se' incostituzionale, tenendo conto dei precedenti pronunciamenti della Consulta in materia di tutela della vita del concepito'. 'A chi oggi canta vittoria dopo la sentenza di Cagliari raccomando massima prudenza: la diagnosi preimpianto e' proibita dalla legge 40 e un giudice non puo' certo contraddire una norma dello Stato'. L'ha sottolineato la responsabile Udc per la Famiglia, Luisa Capitanio Santolini. 'Mi riservo di leggere il testo nella sua interezza - ha spiegato la deputata Udc - ma faccio notare come, al di la' di quanto possano voler dire certe sentenze di tipo ideologico, la legge 40 funziona cosi' com'e' strutturata, come confermano i dati del ministero della Sanita''. 'La genitorialita' consapevole trae un respiro di sollievo dalla sentenza che riconosce la diagnosi reimpianto. Viene ribadito che i diritti dei cittadini sono validi sulla base del disposto costituzionale e non possono essere annullati da una legge con tratti confessionali'. L'ha sottolienato il consigliere regionale socialista Maria Grazia Caligaris (Sdi-Rnp, segretaria della Commissione Diritti Civili. 'C'e' voluto un po' di tempo - ha aggiunto Caligaris - ma e' evidente che quando sono state avanzate critiche e perplessita' sulle limitazioni imposte ai portatori di malattie genetiche non si trattava di farneticazioni. Oggi e' stato indicato un percorso. Adesso diventa urgente una modifica alla legge in modo da garantire pari opportunita' per tutti'. 'Il ministro della Giustizia verifichi le cause che hanno indotto il Tribunale di Cagliari ad accogliere una richiesta di selezione degli embrioni ignorando il fatto che in Italia l'eugenetica e' vietata. Mastella ci faccia sapere domani al Question Time in Aula se per caso il sistema giurisprudenziale italiano sia stato sostituito con il Common Law, con cui si giudica caso per caso e senza codice'. Lo ha dichiarato il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', in relazione alla sentenza di ieri del Tribunale di Cagliari che ha accolto la richiesta di eseguire la diagnosi preimpianto sugli embrioni ottenuti con la fecondazione in vitro. 'Premesso che la sentenza e' ancora tutta da verificare - ha sottolineato l'esponente centrista - rimane la gravita' del dato politico: siamo di fronte a una sentenza palesemente influenzata dall'ideologia radicale e sinistroide, in aperta violazione della legge 40 e della Costituzione'. 'I contrasti nella giurisprudenza relativi alla Legge 40 in materia di procreazione 'dovranno essere certamente seguiti con attenzione allo scopo di verificare la necessita' o meno di interventi di carattere legislativo, ma che ad oggi non mi sembra evidenzino, atteggiamenti abnormi o deliberate elusioni'. Lo ha affermato il ministro della Giustizia Clemente Mastella rispondendo al question time alla Camera al deputato Luca Volonte' (Udc) sulla vicenda dei due coniugi di Cagliari che hanno proceduto ad una diagnosi pre-impianto per la fecondazione assistita'. Mastella ha detto di non ritenere possibile, come ministro, di entrare nel merito della vicenda ma ha ribadito di considerare la decisione del giudice, illustrata in 26 pagine, come il 'frutto di uno studio approfondito e sofferto della vicenda e non certo di una sbrigativa valutazione. La sentenza e' comunque soggetta a impugnazione e non manchero', nel rispetto delle prerogative della magistratura, di seguire con attenzione l'ulteriore corso sia nella fase requirente che giudicante'. La materia 'e' delicatissima', ha ribadito il ministro, assicurando che seguira' gli sviluppi della vicenda di Cagliari. Mastella ha, comunque, sottolineato che 'non possono esserci incertezze sul valore supremo della vita e della dignita' umana in tutte le fasi del suo sviluppo e la Legge 40 del 2004 rappresenta a tale fine uno strumento essenziale, sulla cui rigorosa applicazione occorre vigilare con il piu' assoluto rigore'. 'E' gravissimo che un Tribunale, come quello di Cagliari, bypassi una legge dello Stato ed una pronuncia della Corte Costituzionale decidendo di disapplicare la legge 40: il ministro Mastella dovrebbe inviare subito un'ispezione'. Lo afferma la senatrice Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia. La legge 40 'ha superato l'esame della Consulta - ha spiegato Burani - ma questo evidentemente non vale per i giudici di Cagliari. Sono indignata per un comportamento procedurale e sostanziale che mortifica le prerogative del Parlamento e che viola una legge approvata e passata anche attraverso un referendum abrogativo'. 'Per fortuna, un elemento di buon senso'. Questo il commento di Emma Bonino, ministro per il Commercio Internazionale, alla sentenza che a Cagliari ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto. 'Questa sentenza - ha precisato a Milano il ministro, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della conferenza inaugurale del Bioforum - apre pero' la porta ad altre domande: in particolare, quando la tecnologia mette a disposizione o dei medicinali o delle soluzioni per problemi che il cittadino puo' avere, e' possibile impedire a questo cittadino l'accesso alle tecnologie, con motivazioni religiose o di qualunque tipo? Io credo che la liberta' del cittadino, in questo caso, vada salvaguardata. Quindi - ha concluso Emma Bonino - spero che questa sentenza riapra questo tipo di discussione'. 'L'urgenza di una riforma della legge 40 non puo' essere ulteriormente rimandata ed e' per questo che chiediamo subito la calendarizzazione delle proposte di riforma di questa assurda legge proibizionista, anche attraverso i disegni di legge che gia' da tempo abbiamo depositato in Parlamento'. Cosi' in una nota i radicali Marco Cappato e Rocco Berardo rispettivamente segretario e vice segretario dell'associazione Luca Coscioni. 'La notizia della decisione del Giudice di Cagliari - affermano - riapre un dibattito che molti volevano far sopire'. 'Ribadiamo, come Associazione Coscioni, - concludono gli esponenti radicali - l'intenzione di proseguire l'accurata informazione alle coppie con problemi di fertilita' dei centri esteri in cui e' possibile ricevere un'assistenza oggi vietata in Italia e siamo pronti ad aiutare legalmente le coppie che volessero sollevare questioni di costituzionalita' sulla legge 40'. 'Siamo di fronte ad una pericolosissima deriva eugenetica che ci vede nettamente contrari. Ancora una volta nel nostro Paese la magistratura tenta di opporsi e sovrapporsi alle decisioni dei rappresentanti del popolo. Le leggi, in una democrazia parlamentare, si cambiano nelle aule del parlamento e non nelle aule di giustizia'. Questa e' la dichiarazione di Isabella Bertolini, presidente dell'associazione 'Valori e Liberta', a seguito della sentenza di Cagliari. 'La sentenza di Cagliari -prosegue l'onorevole - disattendendo le disposizioni della legge 40, crea un pericoloso precedente. Da oggi non soltanto una legge votata dal Parlamento e confermata con referendum dagli italiani viene di fatto aggirata ma, circostanza ancora piu' grave, si afferma la liceita' di una aberrante selezione artificiale di embrioni'. "La sentenza di Cagliari e' veramente senza precedenti, nel senso che l'interpretazione dei magistrati non puo' prevalere sul divieto di diagnosi pre-impianto imposto dalla legge 40 sulla fecondazione assistita. Questo il commento della senatrice Laura Bianconi capo gruppo di Forza Italia in commissione Igiene e Sanita' a seguito della sentenza del Tribunale di Cagliari che ha ordinato, di fatto, all'ospedale Microcitemico del capoluogo sardo di violare palesemente la legge. Mi auguro che alla luce di quanto e' accaduto - continua Bianconi - il ministro Turco dia presto risposta alla mia mozione, sottoscritta da molti senatori della Cdl, in cui tra i vari punti le si chiedeva di impegnarsi nel dare una piu' opportuna e puntuale informazione che sgombri il campo da qualsiasi operazione demagogica volta a scavalcare e a discreditare la legge 40 e quindi a permettere che vi possano essere altre sentenze di questo tipo che ignorano con assoluta arroganza una legge dello Stato invece di applicarla." "Non si possono applicare le leggi in base ai propri convincimenti, bisogna applicarle in base a quello che la legge dice". Lo afferma il professor Girolamo Sirchia, ex ministro della salute, autore delle linee guida della legge 40 sulla procreazione assistita. "Non ho visto la sentenza e parlarne senza averla davanti puo' essere sorgente di errore, ma se come pare il magistrato ha concesso lo screening preimpianto dell'embrione che era congelato (peraltro non so come, perche' dalla legge 40 congelare gli embrioni e' vietato), evidentemente e' andato contro quanto prescritto dalla legge 40 e specificato dalle linee guida previste, e quindi se e' cosi' l'atto non e' ammissibile ed esigerebbe un intervento da parte del consiglio superiore della magistratura". "La sentenza, molto importante, conferma le obiezioni principali alla legge 40: quella di incostituzionalita', perche' per legge non si puo' imporre o vietare il ricorso ad un intervento medico e, di conseguenza, quella di inefficacia rispetto alle stesse finalita' terapeutiche che la legge si propone". Lo afermano dopo la sentenza di cagliari in una nota,le senatrici Prc-Se Maria Luisa Boccia, Giovanna Capelli, Erminia Emprin Giardini e Tiziana Valpiana. "Dopo la relazione del Ministro della Salute dalla quale sono emerse gravi contraddizioni nell'attuazione della legge - ricordano le senatrici di Rifondazione - questa sentenza e' uno stimolo a riaprire urgentemente, nel Paese e nel Parlamento, la questione della modifica della legge 40. Non e' corretto quanto dichiarato dal Comitato "Scienza e Vita" sull'ordinanza della Corte Costituzionale del 24 ottobre 2006. La Corte infatti non si e' pronunciata sul merito della legittimita', ma sulla inammissibilita' del ricorso, perche' andavano impugnati insieme all'art.13 sulla diagnosi preimpianto, anche gli altri articoli della legge coerenti con questo divieto; - concludono le parlamentari - noi pensiamo, e l'abbiamo gia' sostenuto, che l'ordinanza rinvii a un problema di impianto costituzionale della legge nel suo complesso". "Non sono un giurista ne' un teologo, ma tutelare l'embrione col divieto di diagnosi preimpianto e permettere poi l'aborto anche a me e' parsa una contraddizione della Legge 40" . Lo dichiara il segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, senatore Gianfranco Rotondi. 'La sentenza del Tribunale di Cagliari sulla diagnosi reimpianto in caso di talassemia e' illegittima, contraria alla legge e apre le porte alla selezione eugenetica. La legge 40 prevede infatti il divieto di diagnosi reimpianto per evitare che si arrivi alla selezione eugenetica di hitleriana memoria'. Lo afferma il senatore della Lega Nord Massimo Polledri. 'La sinistra che esulta per questa sentenza - continua Polledri - cerca di reintrodurre la pratica vigente a Sparta, alla faccia della solidarieta' e del buonismo che spesso sbandiera a favore dei piu' deboli. Non ci possono essere leggi da applicare ed altre da interpretare, secondo convenienza. Il ministro Turco deve venire al piu' presto in Commissione Salute a riferire'. 'Non e' la legge 40 a dover essere riformata bensi' la sentenza del Tribunale di Cagliari'. Lo dice il senatore Rocco Buttiglione, presidente dell'UDC, in merito alla sentenza del Tribunale di Cagliari che ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto. 'A prescindere da qualunque valutazione di merito, il pronunciamento di quei giudizi viola chiaramente la separazione dei poteri fra legislativo e giudiziario, facendo venire meno i fondamenti dell'ordine democratico. Un giudice non puo' fare un bilanciamento di valori costituzionali e poi dichiarare incostituzionali alcune disposizioni di una legge approvata dal Parlamento. Se ritiene che una norma sia incostituzionale il giudice puo' fare solo una cosa: investire del problema la Corte Costituzionale'. 'La Corte Costituzionale, peraltro, del problema era gia' stata investita ed aveva dato un parere diverso da quello del giudice di Cagliari. Il giudice di Cagliari pone nel nulla tutti i principi che reggono lo stato di diritto. Cosa fa il ministro della Giustizia? Non si lasci intimidire, faccia fino in fondo il suo dovere'. 'La politica non puo' essere miope e deve modificare una legge che ogni giorno dimostra di essere inapplicabile e che e' stata fatta partendo da un forte pregiudizio ideologico contro le donne'. Lo sostiene Chiara Moroni, parlamentare di Forza Italia. 'Ancora una volta - prosegue Chiara Moroni - con la sentenza del tribunale di Cagliari, emergono le incongruenze della legge 40. Bisogna intervenire per correggere un testo che pone il nostro Paese fuori dalla comunita' scientifica internazionale'. 'In sostanza si tratta di eugenetica'. Questo e' il commento alla sentenza del tribunale di Cagliari di Wanda Ciaraldi, responsabile del dipartimento bioetica dell'Udeur. 'La selezione degli embrioni non e' prevista dalla legge 40 - prosegue Wanda Ciaraldi - dunque non capiamo come e perche' si sia arrivati ad una sentenza del genere. Non si puo' scegliere se effettuare un impianto a seconda se l'individuo e' sano o malato. Se avviene questo si compie un atto eugenetico'. 'Le coppie che desiderano avere figli in presenza di malattie genetiche vanno sostenute e aiutate nella realizzazione di questo grande desiderio. Ma alla legge 40 non si possono chiedere risposte che non puo' dare'. Cosi' le senatrici dell'Ulivo Emanuela Baio e Paola Binetti, che aggiungono: 'La presenza delle malattie genetiche richiede a nostro avviso una legge ad hoc che avvii una ricognizione di questo tipo di malattie su tutto il territorio nazionale'. 'E' necessario in questo senso - aggiungono Baio e Binetti - avere il coraggio di calendarizzare in fretta il Disegno di legge che gia' esiste e che permetterebbe di guardare la questione con la saggezza politica e intellettuale che un tema tanto delicato richiede. E' solo affrontando la questione in modo mirato e con un esame approfondito che si potranno trovare le risposte adeguate'. 'La sentenza di Cagliari che impone ai medici di eseguire la diagnosi preimpianto a un embrione di genitori ad alto rischio di malattie e' un atto di civilta' conforme alla Costituzione italiana e nel rispetto dell'ordinamento'. Cosi' la Consulta di Bioetica Onlus di Milano. 'Il tribunale di Cagliari - continua la nota della Consulta milanese - ha mostrato coraggio rispondendo alle esigenze della gente e superando la ritrosia del giudice costituzionale che lo scorso anno ha evitato di pronunciarsi nel merito con una decisione pilatesca aumentando le difficolta' di migliaia di cittadini che necessitano di garanzie per la salute dei propri figli'. Secondo la Consulta di Bioetica 'la decisione mette a profitto i margini previsti dall'ordinamento e si pone come esempio per altre sentenze tese a ricollocare la legge 40 nei suoi confini costituzionali, almeno nei limiti del possibile'. L'organismo milanese invita infine la classe politica 'a por mano con urgenza alla riforma della legge 40 che resta una normativa socialmente inaccettabile e profondamente lesiva dei diritti umani e costituzionali'. 'Sono ansioso di leggere le motivazioni che hanno spinto un giudice di Cagliari ad esprimersi in senso contrario ad una legge dello Stato permettendo la diagnosi preimpianto su un embrione'. Questa e' l'affermazione di Domenico Di Virgilio, capogruppo di Forza italia alla Commissione affari sociali della Camera e responsabile nazionale del dipartimento sanita' di Forza Italia 'E' agghiacciante che si possa decidere che solo un embrione sano ha il diritto di vivere - prosegue l'onorevole - gettando via l'embrione che potesse presentare delle anomalie genetiche, e se questa non e' eugenetica ditemi che cos'e', visto che il fine e' quello di eliminare dal principio eventuali embrioni malati a rischio di eliminare anche embrioni sani'. . 'L'articolo 13 della legge 40 proibisce la diagnosi preimpianto sugli embrioni - conclude Di Virgilio - ma mi chiedo per quale motivo, se si temeva il rischio di avere un figlio talassemico, non si e' proceduto prima del processo fecondativo ad una diagnosi sui gameti femminili e maschili, che la stessa legge 40 consente'. "Sulla sentenza di Cagliari Mastella non ha nulla da dire?". Lo chiede Alfredo Mantovano (An) secondo il quale "da tempo una parte della magistratura italiana interpreta un ruolo militante, di ostilita' verso leggi dello Stato che ritiene ideologicamente sgradite. E' stato cosi' per la legge Fini Bossi, sommersa da ordinanze di legittimita' costituzionale e da decine di concrete disapplicazioni, dopo che in piu' riunioni gruppi di toghe "impegnate" avevano concordato di sabotarla". "Mi chiedo se la sentenza di Cagliari non rivela identica attenzione con riferimento alla legge 40. Non essendo stato possibile abrogarla con il referendum e in assenza di interventi della Corte costituzionale, si prova a distorcerla in un caso specifico, capovolgendo un principio - quello del divieto di selezione eugenetica - che invece la legge medesima sancisce senza incertezze. Il ministro della Giustizia, che mostra tanta solerzia nell'esigere il rispetto della deontologia del magistrato (non dappertutto e non allo stesso modo, ma certamente in quel di Catanzaro) - conclude Mantovano - non ha nulla da dire al riguardo?". "Finalmente si inizia a sgretolare il muro di ipocrisia etica costruito attorno alla legge 40. Resta l'amarezza nel constatare che a farlo sia stata una sentenza, di grande spessore civico oltre che giuridico, e non un intervento del legislatore". Cosi' Michele Bordo, deputato dell'Ulivo, commenta la notizia che il Tribunale di Cagliari ha autorizzato la diagnosi preimpianto degli embrioni congelati di una coppia di talassemici. Un tema che lo stesso Bordo aveva affrontato, suggerendone la soluzione, in una proposta di legge, presentata il 14 novembre 2006, recante 'Disposizioni per l'estensione della disciplina della legge 19 febbraio 2004, n. 40, alle coppie afflitte da malattie genetiche'. 'L'obiettivo della proposta era e resta il miglioramento della legge -aggiunge Bordo- con l'obiettivo di rimuovere il maggior numero degli ostacoli posti all'utilizzo delle tecniche di procreazione e fecondazione assistita". "Nel caso specifico, i beneficiari dell'intervento legislativo sono le coppie afflitte da gravi malattie genetiche, alle quali e' negato l'accesso alle tecniche previste dalla legge 40, destinata esclusivamente alla risoluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilita' o dalla infertilita'. Queste stesse tecniche, al contrario, potrebbero essere utilmente utilizzate -prosegue Bordo- per effettuare le analisi, 'pre-concezionali' sugli ovociti materni cosi' da individuare ed eliminare quelli in cui si manifesta il danno genetico che provoca la malattia". "Cio' consentirebbe, dunque, di fecondare in vitro gli ovociti sani e di impiantarli seguendo le ordinarie tecniche di procreazione assistita. L'applicazione delle tecniche di fecondazione assistita garantirebbe interventi preventivi volti a ridurre l'incidenza di malattie come la talassemia, la fibrosi cistica, l'anemia falciforme, l'autismo, la distrofia muscolare, la sordita' ereditaria o un'altra qualsiasi delle 4.000 malattie genetiche individuate da medici e ricercatori". "Per eseguire le diagnosi preimpianto -continua il deputato dell'Ulivo- le coppie afflitte da malattie genetiche sono costrette ad andare all'estero, con il risultato che arrivano a pagare anche 11.000 euro per questo tipo di analisi. A maggior ragione dopo la sentenza del Tribunale di Cagliari, Governo e Parlamento non possono rimanere ancora indifferenti rispetto a questo tema -conclude Michele Bordo- e accettare passivamente anche la conseguente emarginazione dell'Italia all'interno della comunita' scientifica e medica europea". 'L'accoglimento da parte del giudice di Cagliari della richiesta di una coppia portatrice di talassemia di accedere alla diagnosi pre-impianto afferma quella che dovrebbe essere una ovvieta' gia' riconosciuta in tutti i Paesi europei: nessuno puo' impedire ad un altro di venire a conoscenza del proprio stato di salute e nessuno puo' decidere sulla salute altrui'. Lo afferma una nota dell'associazione onlus Hera di Catania. 'Non possiamo non essere soddisfatti del fatto che dopo tre anni dall'ordinanza del giudice di Catania, Felice Lima, che negava l'accesso alla diagnosi pre-impianto alla coppia di Catania - affermano l'avvocato Maria Paola Costantini e l'avvocato Nello Papandrea, del collegio di difesa dell'associazione Hera - finalmente un giudice ha avuto il coraggio di evidenziare una corretta lettura costituzionale del diritto delle coppie portatrici di malattie genetiche'. Questo e' avvenuto grazie al coraggio della coppia e a fronte di una classe politica e di un Parlamento che e' stato totalmente immobile'. L'associazione annuncia che intende 'riprendere da subito l'iniziativa per cambiare la legge o almeno per farla attuare nel modo piu' corretto, tutelando quindi il diritto alla salute' e che valutera' 'l'avvio di querele nei confronti di coloro che 'continuano ad accusare di volonta' eugenetica le coppie portatrici di malattie genetiche'. 'La legge 40 va cambiata. E' una legge ipocrita, empia, spietata': lo afferma il vicepresidente del Senato, Gavino Angius, che chiede al governo e alla maggioranza di 'non perdere altro tempo e riscriverla'. 'La giusta decisione del Tribunale di Cagliari, di permettere l'analisi dell'embrione prima del suo impianto per evitare la nascita di un essere umano con gravissimi danni permanenti, cosi' duramente contestata dalla Cei - sottolinea Angius - ha messo in evidenza ancora una volta, quanto disumana e crudele sia questa legge 40'. Angius la definisce una legge 'non degna di un Paese civile, scritta ignorando deliberatamente le applicazioni pratiche di scoperte scientifiche tese a tutelare la vita e la salute della persona umana, approvata dalla Cdl per compiacere la gerarchia vaticana'. Secondo il vicepresidente del Senato, 'il giudice anteponendo il diritto alla salute della persona, la felicita' della coppia e la serenita' della famiglia, ha preservato valori umani che dovrebbero essere considerati universali, essenziali e condivisi'. Angius, che fa ancora parte della Sd ed e' promotore di un appello per la nascita di un Partito per il socialismo europeo, sostiene che 'c'e' del sadismo nell'applicare una legge sapendo che essa produrra' dolori e sofferenze individuali, cosa che nessuna appartenenza di fede puo' in alcun modo giustificare'. 'Come puo' la Cei ignorare tutto questo?' si chiede Angius, che lamenta anche il fatto che 'l'approvazione di quella legge e' avvenuta calpestando la laicita' dello Stato'. La legge 40 sulla fecondazione artificiale va riscritta, secondo la parlamentare Rosalba Cesini (Pdci), che in una nota definisce 'gravi' le critiche mosse dalla Cdl alla sentenza del tribunale di Cagliari che ha dato il via libera alla diagnosi preimpianto sull'embrione di una coppia portatrice di talassemia. 'Che il centrodestra attacchi un giorno si' e l'altro pure la magistratura non e' una novita', ma e' davvero grave - rileva Cesini in una nota - che esponenti della Cdl arrivino a bollare di 'sovversivismo' anticostituzionale la sentenza del Tribunale di Cagliari. Questa sentenza, in verita', pone in evidenza la necessita' di modificare radicalmente la legge 40'. Secondo Cesini 'la legge 40 e' una norma crudele e ingiusta poiche' attacca pesantemente il diritto all'autodeterminazione delle donne. Di fronte a questa realta' il Governo deve essere conseguente e riscriverla'. Don Oreste Benzi, presidente dell'Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, interviene sulla sentenza del Tribunale di Cagliari che ha consentito la diagnosi preimpianto degli embrioni per una coppia di talassemici e ribadisce che il diritto alla vita di 'un cucciolo d'uomo' non puo' essere tolto da nessun Tribunale. 'Invitiamo i genitori biologici - esorta don Benzi - ad amare il loro figlio: qualunque sia il suo stato di salute e' e sara' per loro un dono stupendo. Tuttavia qualora non si sentissero di accoglierlo diciamo loro che ci sono gia' un papa' e una mamma pronti a rigenerarlo nell'amore. Chiediamo quindi allo stesso Tribunale di preservarne la vita rendendolo adottabile'. 'Mentre l'Italia si fa giustamente paladina della moratoria contro la pena di morte anche nei confronti di chi compie crimini efferati, perche' - conclude il presidente dell'associazione - condannare a morte una vita innocente?'. Si dovra' aspettare almeno un anno prima di procedere alla diagnosi preimpianto autorizzata dal tribunale di Cagliari sull'embrione di una coppia portatrice di talassemia. E' questa l'attesa prevista dal biologo Francesco Fiorentino, del laboratorio Genoma, che ha condotto una prima diagnosi preimpianto in un centro di Istanbul sull'embrione della stessa coppia che, risultato sano, nel frattempo e' gia' stato trasferito in utero e la gravidanza e' in corso. Alla luce della situazione attuale, non sara' Fiorentino ad eseguire la diagnosi preimpianto autorizzata dal tribunale di Cagliari e 'il centro che la eseguira' non e' ancora stato individuato', ha aggiunto. La diagnosi, che richiede 24 ore, potra' comunque essere fatta soltanto quando la coppia sara' disponibile per una nuova gravidanza. Per l'analisi, infatti, e' necessario scongelare l'embrione. 'I punti interrogativi - ha osservato il biologo - sono tanti: dopo lo scongelamento, bisognera' verificare se l'embrione sopravvivra''. In caso positivo, e se l'embrione risultera' sano, potra' essere immediatamente trasferito in utero; se invece risultera' affetto da talassemia e' difficile prevedere che cosa potrebbe accadere: 'secondo la legge 40 - ha detto Fiorentino - dovrebbe essere trasferito, ma e' anche vero che la donna puo' rifiutare l'impianto. In quest'ultimo caso l'embrione dovra' essere nuovamente congelato'. Il bambino che la coppia sta aspettando, ha concluso Fiorentino, e' il risultato della decisione di fare la diagnosi preimpianto all'estero, dopo avere ricevuto due rifiuti in Italia. Anche nella Cdl, con il senatore del Pri Antonio Del Pennino, si levano voci che chiedono di modificare la legge sulla procreazione assistita. 'Con tutto il rispetto per monsignor Betori - osserva Del Pennino - vorrei preliminarmente osservare che la Corte costituzionale non si era mai pronunciata sulla legittimita' costituzionale della norma contenuta nella legge 40 che vieta la ricerca clinica sugli embrioni, ma si era limitata a dichiarare inammissibile il ricorso per motivi procedurali. Conseguentemente il tribunale di Cagliari non poteva essere vincolato da una pronuncia del giudice delle leggi'. 'Essendo state affermate dalle linee guida che la donna non puo' essere costretta ad un impianto coatto e' evidente - sottolinea Del Pennino - che non si puo' imporre il trasferimento in utero dell' embrione malato. Oltretutto per la diversa previsione esistente qualora si procedesse all' impianto dell' embrione malato sarebbe sempre possibile il ricorso all'aborto'. Secondo il senatore della Cdl, che con altri sei esponenti dell' opposizione ha presentato un ddl di modifica della legge, 'cio' evidenzia l'assurdita' di questa norma contenuta nella legge 40 al pari di molte altre previsioni della stessa legge e rende urgente un intervento correttivo del Parlamento'. 'Si rende quindi urgente un esame del mio ddl insieme ad analoghi provvedimenti proposti da altre parti politiche' conclude Del Pennino che dice di voler chiedere al presidente della commissione Sanita' Ignazio Marino di porre al piu' presto all'ordine del giorno della Commissione i disegni di legge di revisione della legge 40. CEI,SENTENZA CAGLIARI CONTRO C.COSTITUZIONALE - La sentenza che a Cagliari ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto, per il segretario della Cei, mons. Giusppe Betori 'e' una sentenza in netto contrasto con quanto ha disposto la Corte Costituzionale sullo stesso argomento'. 'Trovo molto strano -ha osservato Betori durante la conferenza sul consiglio permanente dei vescovi- che un giudice possa emettere una sentenza che contrasta' con le leggi e con i pronunciamenti della Corte Costituzionale. La sentenza di Cagliari, ha commentato il vescovo, 'non fa riferimento a fonti normative, pensavo che i giudici applicassero le leggi, e che l'interpretazione fosse supportata dall'organo supremo, cioe' dalla Corte costituzionale'. LEGALI COPPIA: CONSULTA NON HA BOCCIATO NULLA - La Corte Costituzionale non ha bocciato nulla'. Ha cosi' replicato alla presa di posizione della Cei l'avv. Luigi Concas, difensore della donna il cui ricorso e' stato accolto ('perche' sussistono giusti motivi') dal giudice del Tribunale civile di Cagliari. 'La Corte Costituzionale, con sentenza n. 369 del 2006, si e' limitata -ha spiegato il legale, uno dei piu' noti penalisti sardi e docente di Diritto Penale- a dichiarare l'inammissibilita' della questione proposta dal tribunale di Cagliari soltanto perche' l'ordinanza di riemissione conteneva il riferimento anche a norme della legge 40 non impugnate e pertanto non e' entrata nel merito della questione'. 'Affermare che la Corte Costituzionale si sarebbe pronunciata contro la richiesta di diagnosi di preimpianto e' frutto di una grossolana bugia, agevolmente smentibile con la lettura della sentenza pronunciata dalla Corte il 24 ottobre 2006'. L'avv. Concas ha osservato che sulla questione la dottrina e' divisa, con una parte degli studiosi che sostengono la liceita' della diagnosi di preimpianto e una parte orientata in senso contrario. 'Ho chiesto al Tribunale civile in primo luogo di privilegiare la soluzione interpretativa favorevole, come e' poi avvenuto, sollevando, se non l'avesse accolto, questione incidentale di legittimita' costituzionale'. Il difensore ha reso noto che la sua assistita -che e' in attesa della nascita di un figlio dopo essersi sottoposta a fecondazione assistita in Turchia- gli ha confermato che 'desidera ardentemente' sottoporsi a diagnosi di preimpianto per un secondo figlio. 'Abbiamo appoggiato la legge 40 e non c'e' alcuna intenzione da parte nostra di tornarci su'. 'Per fortuna in Italia i giudici non rispondono ancora ai vescovi, ma solo al diritto. La foga con cui Monsignor Betori condanna la sentenza di un tribunale a favore di chi vuole un figlio e' del tutto fuori luogo'. Questa e' la dichiarazione di Gloria Buffo della Sinistra democratica. 'La normalita' di un paese laico - prosegue l'onorevole - in Italia e' un miraggio; deve diventare un obiettivo da perseguire seriamente'. 'Con le parole di Monsignor Betori, che riguardo alla legge sulla procreazione assistita ha dichiarato che 'non c'e' nessuna intenzione da parte dell'episcopato italiano di ritornare su di essa per una revisione', abbiamo capito che le leggi le fa la Cei e non il Parlamento'. Questa la dichiarazione in una nota di Lanfranco Turci, vice-capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera. 'L'avevamo vagamente intuito durante l'elaborazione e l'approvazione della legge 40 - prosegue l'onorevole. Ora ne abbiamo la conferma testuale. A Monsignor Betori, che richiama il giudice di Cagliari al rispetto delle legge, vorremmo ricordare l'obbligo anche per l'episcopato italiano di rispettare la costituzione'. 'L'intervento ufficiale del Vaticano sulla sentenza del Tribunale di Cagliari attraverso il Segretario generale della Cei Giuseppe Betori rappresenta di fatto un'istigazione all'aborto'. Lo affermano in una nota i radicali Marco Cappato e Rocco Berardo rispettivamente segretario e vice segretario dell'associazione Luca Coscioni. 'Se il Vaticano pretende di impedire una diagnosi preimpianto dell'embrione - sostengono - va da se' che costringe la donna ad una diagnosi prenatale sul feto e di conseguenza l'ultima scelta possibile, l'aborto terapeutico'. 'Come sul caso di Piergiorgio Welby - concludono gli esponenti radicali - in nome di un'astratta idea della Vita attaccano i Tribunali italiani e pretendono di dettare interpretazioni Costituzionali, in aperta contraddizione anche con i patti concordatari'. Eugenetica? Non scherziamo: tra la salute psicologica e fisica della madre e la salute del Vaticano, io non ho dubbi, scelgo la prima. Questa l'opinione del 'pioniere' della provetta il ginecologo Carlo Flamigni per il quale la sentenza del tribunale di Cagliari e' "equa, s'ispira alla sentenza con cui alla fine degli anni '70 la Corte Costituzionale riconobbe il diritto alla tutela della salute di chi e' gia' persona rispetto al diritto alla tutela della salute di chi persona ancora deve diventarlo". E questa sentenza precedette la legge sull'aborto. Insomma, nella sentenza del Tribunale di Cagliari non c'e' alcun riferimento dell'eugenetica? "Per carita': del resto come fa una donna a conoscere le condizioni di salute dell'embrione se non attraverso un'indagine genetica pre-impianto? E questa, per me, non e' eugenetica: e' - conclude Flamigni - scegliere tra la tutela della salute, psicologica e fisica, della donna oppure la salute del Vaticano, io non ho dubbi". - Italia. Adisco: corretta informazione su raccolta e conservazione staminali cordonali Riceviamo e pubblichiamo Dal Notiziario ADUC n. 147, 31.08.0 abbiamo appreso che da parte di SMART Bank, società di origine inglese, a Roma vengono organizzati corsi gratuiti per genitori sul tema del prelievo, conservazione e utilità delle cellule staminali cordonali. . Nella presentazione di questi corsi si fa riferimento alla raccolta del sangue cordonale da tempo effettuato in molti Ospedali italiani a favore delle Banche Pubbliche in modo volontario e gratuito, sottolineando però che manca un?informazione corretta sul tema e che i centri di raccolta sono insufficienti e infine che la legislazione italiana vigente nega la ?inalienabile libertà di ciascuno di decidere se accedere alla donazione o alla conservazione privata, oltre che la libertà per i privati di operare con correttezza accanto al sistema sanitario pubblico, nell?ambito di un sistema certificativo serio ed efficiente allineato alla normativa comunitaria?. Come Associazione delle Donatrici di Sangue di Cordone Ombelicale(ADISCO), attiva sul territorio nazionale fin dal 1995, da sempre ci sta a cuore l?informazione corretta e scientificamente fondata sul tema. A questo scopo abbiamo un sito internet (www.adisco.it) che informa sulla possibilità di donare in tutte le regioni italiane. Sul sito si possono inoltre trovare i numeri di telefono con i quali mettersi in contatto. Alcune regioni , tra cui il Lazio (www.adiscolazio.it), hanno inoltre un proprio sito dove è possibile trovare una gran quantità di informazioni e documenti. ADISCO collabora da sempre, supportandone continuativamente l?attività, con le società scientifiche più importanti in questo campo e ne segue le indicazioni per quanto riguarda le modalità di raccolta, trasporto e conservazione delle cellule staminali del sangue. L? associazione si adopera per rendere possibile e più estesa la raccolta del sangue cordonale su tutto il territorio nazionale e collabora a tal fine con le Banche che le Regioni hanno istituito per conservare le cellule staminali donate liberamente o raccolte perché ?dedicate? per la presenza in ambito familiare di malattia suscettibile di beneficiarsi di un trapianto. Per tutto questo non viene addebitato nessun costo alla famiglia del piccolo donatore. Sia le istituzioni scientifiche mediche che le istituzioni europee non incoraggiano il banking autologo, ossia la conservazione per uso proprio delle cellule staminali del cordone. (Vedi Dichiarazione pubblica sull?utilità della conservazione autologa del Sangue di Cordone Ombelicale del WMDA (World Marrow Donor Association) - 25 maggio 2006, e l?Opinion Paper 19 ?Ethical Aspects on Cord Blood Banking?) di un gruppo di esperti dell?Unione Europea - 16 marzo 2004 - facilmente reperibili in internet). La posizione di ADISCO ha fondamenti scientifici e etici: - Al momento non vi è alcuna indicazione per un uso terapeutico autologo delle cellule staminali cordonali. Ricerche promettenti nel campo della medicina rigenerativa sono in atto, ma nella maggior parte di queste vengono utilizzate altre fonti di cellule staminali, in modo particolare quelle che in ogni momento possono essere prelevate dal paziente stesso. - Non si conosce la funzionalità delle cellule staminali dopo una criopreservazione di molti anni o decenni. Ci potrebbero essere problemi di continuità nel tempo dei programmi di conservazione o riguardo alla reperibilità del donatore/ricevente. Inoltre si avrebbe bisogno di enormi magazzini per la criopreservazione di tutto questo materiale. - Dal punto di vista etico risulta inaccettabile pensare che verrebbe introdotta una medicina di discriminazione sociale, dato che soltanto famiglie con adeguata disponibilità finanziaria potrebbero permettersi la conservazione del sangue cordonale inseguendo ipotetiche possibilità di cura verso future, potenziali malattie. Perchè la raccolta di sangue cordonale sia corretta bisogna inoltre sapere che, come per la raccolta di sangue in generale, esistono criteri di esclusione. Inoltre, dei prelievi effettuati, soltanto un terzo ha volume e cellularità sufficienti per essere utilizzato per trapianto. Gli altri prelievi donati, che non rispondono ai criteri di qualità e di quantità stabiliti per la conservazione, vengono utilizzati per la ricerca in istituzioni pubbliche, che aiutano a comprendere sempre meglio come ?funzionano queste cellule?. Non è vero che le unità raccolte dalle Banche pubbliche non possano essere utilizzate dal donatore stesso o dalla sua famiglia. Infatti, come detto precedentemente, una donazione volontaria a favore della banca passa subito a ?riservata? qualora nella famiglia del donatore si manifestasse una patologia che potrebbe essere curata con un trapianto. Dato il complesso sistema delle compatibilità, è stato stimato che circa il 97% dei donatori sarebbe in grado di ritrovare il proprio cordone. ADISCO continuerà a fare ogni possibile sforzo affinché la raccolta del sangue cordonale venga inserita in un programma specifico promosso dal Servizio Sanitario Nazionale e perché la comunità dei cittadini, con le donne come protagoniste, mantengano e coltivino la cultura della donazione come atto di solidarietà sociale per il beneficio di tutti ed, in particolare, per tutti i malati in attesa di trapianto. Maria Cristina Tirindelli Presidente ADISCO LAZIO ONLUS Johanna Preiswrek Segreteria ADISCO LAZIO ONLUS - Italia. Mori, Flamigni e Neri criticano Cnb: Casavola inefficace e fazioso Una 'pioggia' di critiche, 'pochezza di risultati', 'scarsa informazione', 'gestione unilaterale' e, tra l'altro, poco 'rispettosa del regolamento vigente', si abbatte a nove mesi dalla sua nomina sul Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, il Cnb, Francesco Paolo Casavola alla vigilia di una riunione di chiarimenti. Estensori del 'cahier de doleance', raccolto dal settimanale 'Left', in edicola venerdi', tre componenti il Cnb, Carlo Flamigni, Demetrio Neri, Gilberto Corbellini e il Presidente della Consulta di Bioetica, il bioetista Maurizio Mori. In una lettera indirizzata a Casavola i tre componenti il Cnb mettono sotto accusa proprio "le modalita' di gestione": il loro timore e' che "penalizzino valori e punti di vista morali che in democrazia hanno la stessa dignita' culturale e politica di quelli che Lei personalmente tende a privilegiare". E, "con l'auspicio che si possa addivenire a un chiarimento, Le elenchiamo i fatti che ci hanno indotti a manifestarLe la nostra insoddisfazione". Quindi Mori: "sarebbe bello che la politica cominciasse a riannodare i rapporti con la societa' civile partendo proprio dall'etica con una profonda riforma del Comitato Nazionale per la Bioetica, la cui azione sembra rispecchiare la trista situazione della politica: invece di esser esempio di riflessione intellettuale ai massimi livelli mostra di esser rivolto alla mera propaganda di tesi precostituite fatta anche a discapito della correttezza". Ecco i fatti controversi riportati nella lettera da Flamigni, Neri e Corbellini. Il primo: "la nomina del prof. Dallapiccola rappresentante del Comitato nella commissione incaricata di rivedere le linee guida della legge 40/2004, effettuata senza consultare -come prassi vorrebbe- in alcun modo il Cnb e senza comunque comunicarne l'avvenuta nomina, come regolamento prescrive, all'assemblea". I tre si riferiscono alla Commissione presieduta dal Presidente del CSS, il Consiglio Superiore di Sanita', Francesco Cuccurullo che ha dato un suo parere sulle linee-guida della legge 40. "Al di la' dell'inappropriatezza politica della scelta ovvero di nominare in quella commissione il presidente del comitato 'Scienza e Vita', a destare preoccupazione in noi e' stata anche la modalita' con cui Lei ha gestito in plenaria le richieste di chiarimenti: un goffo tentativo di negare l'evidenza avallato anche dal prof.Dallapiccola reso ancor piu' goffo dalla successiva lettera di scuse che Lei ha inviato al prof. Corbellini, il cui contenuto non lascia altra alternativa che pensare che l'intera vicenda sia stata gestita con deplorevole superficialita'". Prosegue la lettera: "coloro tra i firmatari della presente che sono stati componenti di precedenti Cnb desiderano anche aggiungere di non aver mai udito da parte del Presidente i toni minacciosi e intimidatori che Lei ha usato senza motivo nei riguardi del Professor Corbellini". Il secondo fatto: "la modalita' piuttosto irrituale con la quale Lei ha indicato i professori Bompiani Marini Dallapiccola come membri di una commissione congiunta Cnb-Cnbb dedicata allo stoccaggio delle cellule staminali. Da sempre e senza che nessuno ne debba sollecitare il rispetto prassi vuole che in questo tipo di nomine venga rispettato il pluralismo di idee e posizioni e quindi non si capisce perche' Lei abbia privilegiato, di nuovo, tre esponenti del Cnb di analogo orientamento (e sempre afferenti a Scienza e Vita) trascurando di includere - notano i tre - un esponente di diverso orientamento e che aveva manifestato la sua disponibilita', la Professoressa Monica Toraldo di Francia". Il terzo: "la nomina effettuata senza consultare l'assemblea e senza comunicare alcunche', del prof. Marini come delegato italiano presso il Forum dei comitati etici dei paesi dell'Unione Europea. Consideriamo del tutto inopportuna questa nomina perche' la rappresentanza del Cnb presso organismi internazionali e' uno dei compiti fondamentali del Presidente, che puo' certo, come talora e' avvenuto in passato, farsi rappresentare a questa o quella riunione da un delegato ( e non necessariamente uno dei vice-presidenti) in caso di momentaneo impedimento: ma una delega "perpetua" alla stessa persona potrebbe essere interpretata, a livello europeo, come una mancanza di considerazione e di rispetto per quell'Istituzione, cosi' indebolendo di fatto il prestigio del Cnb nel consesso europeo". La lettera cosi' continua: "dopo che Lei aveva garantito che il Cnb non sarebbe stato strumentalizzato da nessuna parte e aveva sfidato alcuni di noi a verificare la Sua imparzialita', dobbiamo amaramente constatare che si sono invece avverate le previsioni di coloro che presagivano un uso strumentale delle mozioni, volto a far risultare come espressione di tutto il Cnb alcune posizioni di parte". E cosi' concludono i tre: "Egregio Presidente, i firmatari della presente lettera ritengono che non sia piu' dilazionabile un serio dibattito, in seduta plenaria, su questi fatti che, verificatisi in un cosi' breve arco di tempo, si stenta davvero a considerare casuali. Cio' che ci muove, le assicuriamo, e' solo il desiderio di salvaguardare il Cnb da ogni possibile strumentalizzazione di parte". Ed "e' per questa ragione, tra l'altro, - concludono i tre - che abbiamo ritenuto inopportuno chiedere preventivante l'adesione di altri membri del Cnb a questa lettera, che comunque viene sottoposta all'attenzione di tutti". Tra i fatti controversi, Mori ne segnala uno: l'opportunita' di una Mozione che condannasse la compravendita o la cessione di ovuli annunciata dalla stampa internazionale nel febbraio scorso. "Il 13 luglio il Cnb ha approvato al riguardo due mozioni a maggioranza -17 si', 9 no, 4 astenuti e 10 assenti. Nel sito del Governo, pero' non c'e' alcuna indicazione di questo aspetto cosicche' e' come se si fosse avuto l'unanimita'. Possibile che il Cnb non garantisca il rispetto minimo dei diritti della minoranza di comparire? Che fiducia puo' dare un Comitato che trascura quest'aspetto di elementare correttezza?". Ed ancora, "quello esaminato e' solo un esempio: chi osservi l'operato del Cnb non puo' non rimanere perplesso per la pochezza dei risultati e l'alto tasso di litigiosita' dovuto all'intransigenza di quei cattolici che vogliono del Cnb la succursale o l'altoparlante del Sant'Uffizio: il paese invece ha bisogno di un Cnb che agisca con trasparenza e dinamicita' per infondere fiducia alla gente. Aspettiamo un segnale forte in questo senso". - Italia. Donna ottiene donazione del proprio cordone a fratello malato di distrofia Una donna in gravidanza ha chiesto e ottenuto che il cordone ombelicale della propria figlia fosse conservato e destinato a una ricerca di cura per il fratello, affetto da distrofia muscolare. E' avvenuto all'ospedale Sant'Anna di Como nei giorni scorsi e reso noto il 25 settembre dalla Direzione generale della principale struttura ospedaliera comasca. Appena nata la bambina, le ostetriche e i medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia hanno prelevato e congelato il cordone ombelicale e inviandolo subito a Milano con dichiarata, esplicitata finalita': le cellule saranno utilizzate per una ricerca mirata, destinata alle cure dello zio della bimba. La legge ammette la donazione dedicata solo in casi particolari, comunque in via eccezionale rispetto al principio generale che prevede la libera cessione del cordone ombelicale in forma anonima, generica e non indirizzata (come nelle donazioni di sangue o di organi: non stabiliamo ne' conosceremo mai i destinatari). Ma seguendo un percorso normativo specifico (anche oneroso dal punto di vista burocratico e delle procedure da mettere in atto), la cui base di partenza e' che un proprio congiunto sia colpito da malattia genetica, e' possibile finalizzare ad personam la donazione del cordone. "Da un lato e' la conferma di un ospedale, il nostro, all'altezza delle nuove aspettative e capace di mantenersi all'avanguardia scientifica", dice il Direttore generale Roberto Antinozzi. "Ma cio' che piu' conta e' che episodi del genere possono contribuire a creare una giusta consapevolezza riguardo al tema delle donazioni". Si tratta del terzo caso di 'donazione dedicata' al Sant'Anna. - Svizzera. Maggioranza dei cordoni conservati a Lugano vengono dall'Italia Pubblichiamo il seguente articolo di Anna Campaniello, apparso su Corriere di Como il 25 settembre scorso Il termometro sul grande contenitore custodito nel laboratorio indica la temperatura interna, meno 197 gradi centigradi. Visto dall'esterno, non sembra altro che un congelatore come tanti altri. Sotto il coperchio si nasconde però quella che potrebbe rivelarsi una speranza di vita per oltre 4mila bambini. Una speranza che si materializza in centinaia di piccole sacche di cellule staminali, ciascuna contrassegnata da un codice a barre che identifica il 'proprietario' di quel prezioso liquido. Il congelatore è il cuore pulsante della Swiss Steam Cells Bank, una vera e propria banca delle cellule staminali, aperta dal 2005 a Lugano, all'interno del Cardiocentro Ticino. In meno di due anni, a questa struttura si sono affidati oltre 4mila genitori, in gran parte italiani. Di questi, un'ottantina sono comaschi. Coppie che hanno scelto di varcare il confine per effettuare una procedura vietata dalla legge italiana, la conservazione del sangue del cordone ombelicale a uso personale. In pratica, si tratta di crioconservare le cellule staminali, raccolte al momento del parto, e di metterle a disposizione del paziente stesso in caso di malattie del sangue, forme tumorali o altre patologie che potrebbero essere curate con successo con l'ausilio di queste preziose particelle. Il materiale organico viene conservato dalla Swiss Steam Cells Bank per almeno vent'anni e il costo dell'operazione è di circa 1.900 euro. "I nostri utenti sono nella maggior parte dei casi italiani -spiega Luciano Gilardoni, della direzione della banca delle staminali di Lugano- Si rivolgono al nostro centro perché in Italia non è possibile conservare le staminali a uso personale ma solo fare una donazione volontaria in forma anonima. Le richieste ci arrivano da ogni parte della Penisola, ma soprattutto dalla zona di confine e da Milano. A Como l'adesione è ancora abbastanza contenuta". I genitori che si rivolgono alla banca delle staminali sono soprattutto coppie giovani, con un buon livello di istruzione, a volte con casi di malattie del sangue o altre gravi patologie in famiglia. "Nella maggior parte dei casi si tratta di nuclei assolutamente normali - dice Gilardoni - Naturalmente c'è qualche personaggio famoso che ha scelto di congelare le cellule del figlio, ma perlopiù i nostri clienti sono coppie della classe media, persone che sono convinte di fare un investimento importante per il futuro dei propri figli. Molti fanno un sacrificio per sostenere questa spesa, qualcuno addirittura ci chiede la possibilità di pagare a rate". Un sacrificio giustificato, almeno secondo il direttore scientifico della banca di Lugano, Gianni Soldati. "Innanzitutto ci sono terapie consolidate effettuate con le cellule staminali per la cura di malattie del sangue, leucemie e linfomi in particolare - dice l'esperto - La scienza però in questo senso è in continua evoluzione. In Germania ad esempio stanno utilizzando queste cellule per la rigenerazione del muscolo cardiaco, mentre in Austria stanno curando con successo il problema dell'incontinenza in età adulta e negli Stati Uniti l'attenzione è concentrata sulle cellule del pancreas che producono insulina. Non illudiamo nessuno e non vogliamo dare false speranze, ma sicuramente è un dato di fatto che si stiano aprendo molte porte in fatto di nuove terapie". In Italia, la stragrande maggioranza delle cellule staminali contenute nel cordone ombelicale vengono letteralmente buttate via, smaltite come rifiuti speciali dagli ospedali. La donazione volontaria, gratuita e anonima di questo sangue è sempre possibile, ma meno del 10% dei neogenitori compie questo gesto. Al Sant'Anna, lo scorso anno, su circa 1.800 parti le sacche di sangue raccolte e inviate alla banca specializzata di Milano sono state una cinquantina. "Non entro nel merito della scelta tra donazione volontaria oppure conservazione a uso privato - sottolinea Soldati - Non ho paura a dire però che mi sembra un'assurdità che oltre il 90% di questo patrimonio di cellule staminali vada sprecato, buttato via come un rifiuto quando potrebbe trasformarsi in una speranza di cura, di guarigione, di vita migliore per tanti pazienti. Penso che si faccia davvero troppo poco per sensibilizzare su questo tema e che questa possibilità sia ampiamente sottovalutata". L'interesse delle coppie italiane verso la conservazione delle cellule staminali però sta aumentando, tanto che la Swiss Steam Cells Bank sta ampliando i propri laboratori e guarda già al futuro. "Il prossimo passo è lo sviluppo di terapie sull'uomo - conclude Soldati - Abbiamo appena terminato la realizzazione di una 'camera bianca', una sorta di laboratorio di produzione delle cellule staminali, considerate in questo caso come veri e propri farmaci. Entro la fine dell'anno pensiamo di essere in grado di avviare un protocollo specifico riferito alla cura del cuore". Nel laboratorio accanto, una biologa ha terminato la preparazione dell'ennesima sacca della speranza. Milioni di cellule staminali pronte a essere depositate nel congelatore. Per preservare quel patrimonio, il sangue viene portato gradatamente alla temperatura finale, quei 197 gradi che possono conservare intatte tutte le caratteristiche uniche di quelle 'cellule jolly' potenzialmente in grado di riparare i più svariati tessuti dell'organismo. Un investimento sul futuro, depositato assieme alla speranza di non averne mai bisogno. - Usa. Ricerca con staminali embrionali l'argomento decisivo per il 35% degli elettori Secondo un sondaggio della Harris Poll, per il 35% degli americani (ed il 42% degli elettori democratici) la questione della ricerca sulle cellule staminali embrionali e' l'argomento che piu' di ogni altro influenzera' il loro voto politico in futuro. Al primo e secondo posto l'aborto, argomento elettorale fondamentale per il 43%, ed il matrimonio omosessuale con il 39%. - Usa. California. Un australiano alla guida del Cirm Alan O. Trounson, un pioniere australiano della fecondazione artificiale e della ricerca con le staminali embrionali, e' stato nominato presidente dell'Istituto per la medicina rigenerativa della California (Cirm). Il Cirm, che ha a disposizione 3 miliardi di dollari per la ricerca con le staminali, e' stato creato nel 2004 con un referendum popolare (Proposition 71). Trounson, che ha fondato l'Australian Stem Cell Center presso la Monash University nel 2003, e' stato nominato all'unanimita' dal consiglio d'amministrazione del Cirm. Il suo mandato avra' inizio a gennaio 2008. Nel frattempo dovra' lasciare il suo laboratorio, trasferirsi in California, per un salario di circa 475-490 mila dollari l'anno. - Usa. Istituto nazionale della salute obbedisce ad ordine esecutivo presidenziale su embrioni L'Istituto nazionale della Salute (Nih) ha cominciato ad applicare l'ordine esecutivo con cui il presidente George W. Bush ha ordinato ai suoi scienziati di esplorare nuove fonti di cellule staminali pluripotenti "senza la creazione di embrioni a fini di ricerca o la distruzione, lo scarto o danneggiamento di embrioni umani o feti". L'ordine esecutivo impone al segretario della Salute, Michael Leavitt, la promozione di quella ricerca che faccia a meno di embrioni umani. "Il Nih ha sviluppato una strategia solida ed ambiziosa per far avanzare la ricerca sulle cellule staminali pluripotenti e per generare piu' opportunita' in questa area critica", ha detto Leavitt. "Spero sinceramente che queste misure possano accelerare la scoperta di nuove cure e trattamenti". - Italia. Poretti (Rnp): dalla Camera una prima apertura alle banche private del cordone Dalla Camera giunge una prima apertura alla realizzazione di biobanche per la conservzaione delle staminali del cordone. Lo evidenzia Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno e segretaria della Commissione Affari Sociali: 'Oggi (ndr, 27 settembre) la Commissione Affari Sociali ha espresso parere favorevole al decreto ministeriale con cui e' stata recepita la direttiva europea per uniformare a livello comunitario gli standard di qualita' e sicurezza delle cellule e dei tessuti (2004/23/CE). Nel parere oltre a sottolineare favorevolmente la possibilita' della donazione autologa contemplata dal decreto (fino ad oggi vietata dalle ordinanze ministeriali prima Sirchia e poi Turco) si sollecita il Governo perche' 'si preveda di includere tra gli istituti di tessuti, accreditati e autorizzati, anche le banche di tessuti privati'. In pratica sono state accolte le obiezioni che all'epoca aveva sollevato il ministro per le Politiche Comunitarie Emma Bonino. Il decreto firmato dal ministro della Salute Livia Turco era infatti formalmente corretto, come aveva sottolineato il ministro Bonino nell'apporre la sua firma, ma gia' vecchio. Non cogliendo l'occasione per normare la conservazione autologa delle cellule e dei tessuti, pratica che sara' il futuro della medicina rigenerativa da qui a pochi anni, limitando a regolamentare l'atto della donazione pubblica. Un ulteriore limite politicamente inspiegabile era quello sulla natura giuridica delle biobanche. La direttiva europea nulla diceva sulla natura giuridica dell'ente che effettua il servizio di banca dei tessuti, sia esso pubblico, statale, privato, profit o noprofit. Il decreto invece contemplava solo il pubblico e il privato noprofit. Una scelta che appariva non condivisibile, arbitraria ed eccessiva rispetto alla normativa che si occupa, come noto, di 'norme di qualita' e sicurezza' per il funzionamento delle biobanche. La natura giuridica dell'ente non puo' essere di per se' garanzia di sicurezza, qualita' ed efficienza nell'erogazione di un servizio all'interno del sistema sanitario nazionale, mentre il Ministero della Salute e' certamente in grado, anche con gli strumenti normativi forniti dalla direttiva, di valutare qualita', efficienza, utilita' e correttezza dell'agire degli istituti di tessuti, attraverso norme oggettive e condivise a livello europeo. Pertanto, per aderire alla direttiva europea, evitare di creare squilibri nel mercato penalizzando aziende italiane, per non precludere ulteriori possibilita' allo sviluppo del sistema di biobanche italiane, la Commissione ha invitato il Governo a rivedere questo punto del decreto'. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------