====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 02-09-2008 al 09-09-2008 n.37/2008 (Anno VIII) NOTIZIE - Venezuela. Governo: zar Usa antidroga e' ospite sgradito - Ue. Studio Esc: meta' dei pazienti cardiopatici continua a fumare dopo ricovero - Italia. Bologna. Offre da bere all'amico ubriaco, denunciato - Italia. A fine settembre parte sperimentazione test antidroga per patente - Giappone. E' ancora scandalo: anche i lottatori di sumo si fanno le canne - Usa. Studio: alcool e medicinali piu' pericolosi della cannabis - Gb. Preoccupazione per mix Valium-alcool, usato al posto dell'eroina - Messico. Bollettino di guerra alla droga: un morto ammazzato ogni 85 minuti - Brasile. Storie di proibizionismo: compri cannabis e fumi crack - Afghanistan. Costa (Onu) chiede aiuto alla Nato contro l'oppio - Usa. Testata con successo molecola contro l'overdose da cocaina - Cina. Disintossicato elefante eroinomane - Messico. Guerra alla droga, narcotrafficanti tentano di penetrare gli Usa - Afghanistan. Ucciso giudice paladino della lotta al narcotraffico - Italia. Nuove linee guida Iss per smettere di fumare - Usa. Dea: la 'ndrangheta e' un pericolo per gli Stati Uniti - Usa. Cala il consumo di droghe fra i giovani - Usa. Sorpresa: la nicotina non crea assuefazione - Italia. Giovanardi: test antidroga sulle strade di tutto il Paese - Italia. Iss: finiti i soldi per la ricerca sugli effetti dell'alcool - Venezuela. Arrestato ex ministro colombiano colluso con paramilitari e narcotrafficanti - Messico. Aereo della Cia venduto a narcotrafficante - Italia. Anche l'acetone nel mirino del ministero della Giustizia - Grecia. Giovani italiani in vacanza con 21 grammi di erba: estradizione, almeno 10 anni di carcere, traffico internazionale - Italia. I due pilastri di Giovanardi: educazione e repressione - Messico. Storie di proibizionismo: 16 alti ufficiali della polizia accusati di narcotraffico - Giappone. Lottatori di sumo positivi a cannabis: e' scandalo di proporzioni catastrofiche - Usa. Casa Bianca accusa Chavez: funzionari venezuelani sono legati al narcotraffico ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 121 arresti - 359,847 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 212,457 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 147,390 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 158990 piante di cannabis - 98 giorni di detenzione -------------------------------------- NOTIZIE 02-09-2008 Venezuela. Governo: zar Usa antidroga e' ospite sgradito Una visita in Venezuela di John Walters, capo dell'agenzia antidroga degli Stati Uniti, sarebbe per il governo di Caracas "inutile" e "inopportuna". Secondo quanto riferisce una nota del ministero degli Esteri venezuelano, infatti, la lotta al narcotraffico portata avanti dall'esecutivo "ha registrato progressi significativi negli ultimi anni, in particolare dal momento in cui il governo bolivariano ha interrotto i programmi di collaborazione" con l'agenzia nazionale per le politiche antidroga della Casa Bianca. Il comunicato ricorda che il Venezuela "non avrebbe potuto agire diversamente" nei confronti di un ente "che agiva in maniera terroristica sul territorio venezuelano" e che "cospirava apertamente contro l'ordine democratico e costituzionale" del paese. John Waters, secondo il ministero degli Esteri di Caracas, "vuole attribuire il fallimento delle politiche antidroga alla presunta mancanza di collaborazione di alcuni paesi" latinoamericani, e ha "dimostrato odio nei confronti della leadership venezuelana". Il capo dell'agenzia Usa, "ha di recente provato a imporre un viaggio in Venezuela. Il governo ha considerato inutile e inopportuna una visita di questo tipo, ed e' dell'avviso che questo funzionario farebbe un uso migliore del suo tempo se si dedicasse a controllare il fiorente traffico di droghe e stupefacenti nel suo paese". Il Venezuela, aggiunge infine la nota del ministero, si e' liberato delle "coltivazioni, non produce ne' lavora droghe illecite, battendo anno dopo anno i record di sequestro di sostanze provenienti dai paesi limitrofi". 02-09-2008 Ue. Studio Esc: meta' dei pazienti cardiopatici continua a fumare dopo ricovero Un fumatore su due persevera nel vizio anche dopo essere finito in ospedale per un attacco di cuore. Lo rivela lo studio Euroaspire III, condotto tra il 2006 e il 2007 su 8.945 pazienti 18-80enni con malattia coronarica, dimessi dagli ospedali di 22 regioni europee. La ricerca e' stata presentata al Congresso annuale della Societa' europea di cardiologia (Esc) che si chiude domani a Monaco di Baviera, ed e' stata sostenuta da numerose aziende farmaceutiche attraverso grant educazionali all'Esc. Secondo gli autori, la perseveranza dei tabagisti europei con sofferenza coronarica non e' solo un fatto di incoscienza. Gli esperti ritengono che, sul fronte della disassuefazione dal fumo di sigaretta, si possa e si debba fare molto di piu'. In termini di sostegno psicologico al paziente e di accesso ai medicinali specifici. Dall'indagine - coordinata da Jan Heidrich, dell'Istituto di epidemiologia e medicina sociale dell'universita' di Munster, in Germania - emerge che quasi un paziente su 5 (17%), pur con ampie differenze tra una regione e l'altra (10-24%), era un fumatore attivo. Gli uomini piu' delle donne (19% contro 11%), ma con un'eccezione definita "allarmante": nella fascia d'eta' under 50, la percentuale di fumatrici saliva al 50%. Heidrich e colleghi hanno calcolato che, dopo la dimissione dall'ospedale, abbandonava il vizio appena un paziente su due (dal 27% al 66% a seconda della regione). E benche' tutti i fumatori ammettessero di essere stati incoraggiati a smettere, solo il 12% aveva ricevuto farmaci sostitutivi della nicotina e solamente il 5% era stato sottoposto a terapia comportamentale ad hoc. Risultato: soltanto la meta' di chi continuava a fumare dichiarava l'intenzione di gettare il pacchetto nel prossimo futuro, e due terzi dicevano di avere tentato di smettere, finendo pero' per ricadere 'nel tunnel'. 02-09-2008 Italia. Bologna. Offre da bere all'amico ubriaco, denunciato Somministrazione di alcool a persona in stato di manifesta ubriachezza. E' questo il reato in cui e' incorso ieri sera un bolognese di 24 anni che, fuori ad un bar di piazza Aldrovandi, ha portato l'ennesimo drink ad un amico somalo di 42 anni, gia' in forte stato di ubriachezza. A notare la scena, pero', e' stata la Polizia che pattugliava la zona universitaria e che ha sanzionato non solo il somalo per ubriachezza molesta ma anche all'amico che gli aveva appena portato un altro bicchiere. Nel corso dei controlli, messi in atto dalle 19.30 all'1.30 in Piazza Verdi e dintorni, gli uomini della Questura hanno anche identificato 5 italiani. I vigili della Polizia Municipale, invece, hanno elevato tre sanzioni per violazione dell'ordinanza anti-bivacco ad un gruppo di giovani che stazionavano sotto i portici di via Zamboni dove avevano organizzato una sorta di festino in strada con tanto di bicchieri, bottiglie e piatti di carta. 03-09-2008 Italia. A fine settembre parte sperimentazione test antidroga per patente Chi usa droghe non potra' prendere la patente. Manca meno di un mese, poi a Cagliari scattera' la mini rivoluzione che rendera' obbligatorio il test anti-droga per i giovani che vogliono imparare a guidare. In contemporanea, l'iniziativa interessa anche Foggia, Verona e Perugia. E nel capoluogo sardo i preparativi sono gia' iniziati da qualche settimana, cosi' da consentire al massimo entro i primi di ottobre il decollo del progetto. L'annuncio e' arrivato nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, titolare delle deleghe per la lotta contro le droghe e per il servizio civile . Completata la sperimentazione a Cagliari, la nuova norma potrebbe essere estesa in tutta Italia, prima del 2011 che e' il termine ultimo deciso dall'Unione Europea per l'entrata in vigore in tutto il continente delle nuove leggi contro gli abusi di alcol e di droghe che vieteranno a tutti la possibilita' di guidare se le analisi certificheranno l'assunzione abituale o una dipendenza. È scattato, dunque, il conto alla rovescia per l'operazione che punta ad arginare il drammatico fenomeno degli incidenti stradali legati all'uso di stupefacenti, togliendo di fatto l'autorizzazione alla guida ai consumatori abituali di droghe. Gia' da giorni alla Motorizzazione civile di Cagliari i dipendenti stanno lavorando per informare le scuole guida del capoluogo e mettere appunto gli ultimi dettagli per l'avvio della sperimentazione. Manca ancora una data, ma le indiscrezioni trapelate in queste ore confermano che il provvedimento ministeriale sarebbe ormai pronto e in procinto di essere firmato. Resta da capire quale sara' l'analisi utilizzata per effettuare il narco-test sugli aspiranti possessori del foglio rosa. Nei laboratori del Sert di Cagliari, il servizio regionale tossicodipendenze, esistono varie possibilita' di accertamento: oltre ai marcatori che segnalano l'uso di stupefacenti attraverso la saliva o gli altri liquidi corporei, esistono infatti anche ricerche piu' approfondite che consentono di risalire al passato, verificando anche la presenza "storica". L'indagine sui capelli, ad esempio, consente di andare a ritroso nel tempo, verificando anche l'assunzione di droghe entro i novanta giorni. E se il test dovesse risultare positivo, allora il ragazzo dovra' dire addio alla patente (ma vale anche per il patentino obbligatorio per i motorini) e, nel caso di un minorenne, scattera' immediatamente anche la segnalazione alle famiglie. La decisione di inserire Cagliari tra le citta'-cantiere per la sperimentazione potrebbe essere legata non tanto all'elevato numero degli incidenti stradali mortali, che pure sono stati numerosi, bensi' alle indagini effettuate dalla Asl sui consumi di stupefacenti. Nell'ultima, completata la scorsa primavera, era emerso che un quarto dei ragazzi sardi si era gia' ubriacato a 15 anni, mentre uno studente su quattro delle superiori ha fumato uno spinello almeno una volta. "Un ragazzo di venti anni non e' un delinquente. Qualcuno pero' non doveva dormire: perche' dare una macchina di quella portata a un ragazzo di venti anni? Questo mi fa pensare. Secondo me il narcotest dovrebbe essere obbligatorio. Mi auguro che la morte di mia figlia possa servire sia per fornire alle forze dell'ordine dei mezzi: possiamo anche togliere la macchina a questi ragazzi, non per cattiveria ma per salvargli la vita". Cosi', Antonio Gerardi, padre di Nelly, la ragazza incinta morta in uno scontro frontale con l'auto guidata da Pietro Galasso, 20enne risultato positivo alla cocaina, ha parlato oggi a "Mattino Cinque" della necessita' di nuove regole per la sicurezza stradale. "Mia figlia mi ha lasciato all'interno una speranza -ha proseguito il padre della ragazza- il suo sacrificio deve servire per salvare altri ragazzi come lei e come gli altri ragazzi che hanno causato la sua morte. Dobbiamo cercare di fermare queste persone prima che causino a se' e agli altri dei danni come purtroppo sono successi". All'intervista ha preso parte anche Gianluca, fidanzato di Nelly e padre del bambino che la ragazza portava in grembo, che aggiunto: "Io fondamentalmente sono una persona buona. A queste persone non ci penso. Non ne voglio sapere, non mi interessa. Venti anni li ho avuti pure io e a venti anni l'ho fatta pure io qualche stupidaggine con la macchina". Nel corso dell'intervista il giovane ha poi ricordato Nelly: "Volevamo una famiglia semplice, normale di gente per bene. Non ci sono parole per descrivere chi era Nelly, era un angelo, due angeli e ce li hanno portati via. Quando mi ha detto di essere incinta l'ho riempita di fiori -conclude Gianluca a "Mattino Cinque"- La mamma li ha portati in chiesa perche' erano troppi". 03-09-2008 Giappone. E' ancora scandalo: anche i lottatori di sumo si fanno le canne E' di nuovo bufera nel mondo del sumo, l'antica lotta giapponese tra pesi massimi: due fratelli russi sono risultati positivi a un controllo contro la cannabis, un fatto che accade a sole due settimane dalla clamorosa radiazione dal circuito professionistico di un altro campione russo, colpevole anche lui dell'uso di 'canne'. I due lottatori, Roho (28 anni) e Hakurozan (26 anni) - nomi di battaglia rispettivamente di Soslan e Batraz Boradzov - hanno tuttavia negato tassativamente di aver fatto mai uso di droghe, e nessuna traccia di sostanze stupefacenti e' stata trovata nei loro alloggi e nelle palestre, perquisiti questa mattina dalla polizia giapponese. Tracce di cannabis sono state trovate ieri notte nelle urine dei due fratelli russi, sottoposti a test anti droga insieme ad altri 69 lottatori, che adesso chiedono la ripetizione degli esami professando la propria totale estraneita' alle accuse contestategli. I lottatori sono adesso sospettati di violazione della legge sulle sostanze stupefacenti, che considera un crimine perseguibile penalmente anche il semplice possesso di droghe, comprese quelle cosiddette leggere, per uso personale. A peggiorare la situazione, inoltre, il fatto che Hakurozan appartenga alla scuderia dell'ex leggenda giapponese del sumo Kitanoumi, che attualmente ricopre anche il ruolo di presidente della federazione nazionale di sumo. Lo 'scandalo cannabis', scoppiato il mese scorso con la radiazione di un altro lottatore russo, Wakanoho, rappresenta un duro colpo per l'immagine dell'antico sport, gia' profondamente scosso lo scorso anno da un grave episodio di nonnismo che aveva portato alla morte da percosse di un giovane lottatore. 03-09-2008 Usa. Studio: alcool e medicinali piu' pericolosi della cannabis Mix di antidolorifici e stimolanti meno rischiosi della cocaina, ma di gran lunga piu' pericolosi della marijuana o di cinque o piu' bicchieri di alcol nel fine settimana. Al college, alla ricerca di sballo i 'pischelli' spesso le provano tutte, e oggi la rivista Prevention Science stila un'insolita classifica sulle minacce per la loro salute. E a sorpresa punta il dito, oltre che sulle sostanze proibite, anche sull'abuso di farmaci e stimolanti che non necessitano di prescrizione medica, pertanto facilmente reperibili. Lo studio del Center of Substance Abuse Research dell'universita' di Maryland rivela come, alla ricerca di sensazioni forti e nuove esperienze, le matricole vadano a caccia del pericolo. Ma timorosi sui possibili rischi optano spesso per un mix di farmaci anziche' su vere e proprie droghe, sottovalutando i rischi. Eppure la miscela di antidolorifici e stimolanti e' meno nociva della cocaina, ma batte la marijuana quanto a pericoli per la salute. Non a caso, nei soli Stati Uniti, 175 mila persone sono finite all'ospedale nel 2005 per aver esagerato con questi farmaci per fini non medici. La ricerca dell'ateneo di Maryland e' stata condotta su 1.253 studenti. 03-09-2008 Gb. Preoccupazione per mix Valium-alcool, usato al posto dell'eroina Scoppia in Gran Bretagna un nuovo allarme droghe. Questa volta si tratta di un mix micidiale di 'diazepam', meglio conosciuto sotto il nome commerciale di Valium, e alcol. A rivelarlo e' stato il centro di ricerca inglese sulle droghe 'DrugScope'. Negli anni '60 il Valium era noto per l'uso che ne facevano alcune mamme. Per molto tempo, infatti, e' stato definito come 'piccolo aiutante per le mamme' che lo somministravo ai propri bambini per calmarli. Ora, secondo le ultime rilevazioni di DrugScope, il Valium e' ritornato in uso tra i giovani e tra i tossicodipendenti. Delle 20 citta' analizzate e' emerso che in ben 15 e' utilizzato insieme all'alcol come alternativa a basso costo dell'eroina. In effetti, il prezzo di una sola pillola di Valium e' basso: circa 1,50 euro a pillola. Molti spacciatori del farmaco provengono da Francia, Spagna e Portogallo. Le forze di polizia hanno registrato un significativo aumento delle pillole sequestrate: dalle 300 mila nei tre anni prima del giugno 2006 a due milioni negli ultimi due anni. Un aumento drammatico, che ha gia' allarmato gli esperti inglesi. L'utilizzo a lungo termine del farmaco e' infatti associato all'insorgenza di problemi di salute mentale tra cui depressione, perdita di memoria e agorafobia. Se poi all'assunzione del Valium si aggiunge anche quella dell'alcol, secondo gli esperti, il mix puo' essere anche mortale. Infine, Drugscope nel suo sondaggio annuale ha rilevato un incremento nell'utilizzo di un altro tranquillante molto potente, utilizzato per anestetizzare alcuni animali come il cavallo. Si tratta della Ketamina, il cui calo del prezzo negli ultimi ha fatto registrare un boom di consumi. Oggi costa all'incirca 30 euro a grammo, rispetto ai 42 euro di due anni fa. 04-09-2008 Messico. Bollettino di guerra alla droga: un morto ammazzato ogni 85 minuti Le vittime della violenza criminale in Messico dall'inizio dell'anno sono ormai piu' di 3.000, con un vertiginoso crescendo negli ultimi due mesi: 987 morti, ossia uno ogni 85 minuti. Solo ad agosto sono stati 547 i morti causati dagli scontri tra bande di narcotrafficanti e di delinquenza comune e tra queste e le forze dell'ordine, senza contare che il numero delle persone uccise in tutto il 2007 (2.673) e' stato raggiunto, e superato gia' il 5 giugno scorso. Di fronte a questo scenario il presidente Felipe Calderon, che ha inviato nelle zone calde decine di migliaia di militari senza pero' un miglioramento della situazione, ha ammesso che 'il problema della sicurezza in Messico e' un po' piu' critico di come lo avevamo previsto'. E ha aggiunto che una delle possibilita' 'da valutare' per alleggerire la situazione potrebbe essere la legalizzazione del consumo degli stupefacenti. Fra gli Stati messicani, il primato del piu' violento va a Chihuahua (al confine con gli Stati Uniti), dove ieri e' stata uccisa la vittima numero 3.000, che con 1.194 morti sopravanza abbondantemente i 567 di Sinaloa. n sostanza, ogni dieci persone assassinate, quattro riguardano Chihuahua. Fra gli episodi piu' impressionanti delle ultime ore, l'operazione che ha permesso di liberare nello Stato di Mexico una donna di 49 anni e suo figlio di 30, che si e' risolta con la morte di quattro rapitori e di un ufficiale di polizia e l'arresto di 20 membri dell'organizzazione criminale conosciuta come La Familia. Infine oggi un militare e' morto e altri quattro sono rimasti feriti in uno scontro con una banda di malviventi avvenuto mentre pattugliavano la zona di Reynosa, nello Stato di Tamaulipas, alla frontiera con gli Usa. 04-09-2008 Brasile. Storie di proibizionismo: compri cannabis e fumi crack Uno studio dell'universita' di Rio de Janeiro (Ufrj) ha lanciato l'allarme sulla crescente diffusione nella citta' brasiliana della cosiddetta 'craconha', una mistura di crack e cannabis (maconha, in portoghese). Secondo lo studio, la 'craconha' sarebbe stata inventata dai trafficanti locali per creare nuovi tossicodipendenti tra i giovani di classe media e alta che si limitano allo spinello, piu' o meno occasionale. Gli utenti - specialmente quelli con poca esperienza di stupefacenti - comprano l'erba 'taroccata' a poco prezzo e pensano che l'effetto sia dovuto alla cannabis stessa, ma dopo due o tre spinelli sono gia' dei dipendenti potenziali, che torneranno a comprare la stessa erba. La polizia sostiene invece che si sia trattato di un tentativo dei trafficanti di sopperire alla scarsa qualita' della cannabis locale, e che il trucco abbia funzionato ben oltre le aspettative. Comunque sia, in poco meno di un anno si e' creato un mercato attivissimo e sempre piu' esteso della 'craconha', che a differenza del crack e' usata e accettata anche nelle classi alte della societa' e da personalita' note del mondo dell'arte e dello spettacolo carioca. Secondo lo studio dell'Ufrj, molti utenti usano la 'craconha' senza remore, convinti che l'effetto 'rilassante' dell'erba limiti in qualche modo le conseguenze devastanti del crack, ma rifiuterebbero di fumare crack a causa dell'immagine fortemente negativa che l'accompagna, di droga 'da tossici'. Nata a Rio de Janeiro, capitale dello smercio di stupefacenti in Brasile, la 'craconha' adesso si sta diffondendo progressivamente in tutto il Paese. 04-09-2008 Afghanistan. Costa (Onu) chiede aiuto alla Nato contro l'oppio La produzione di oppio in Afghanistan sta calando, ha confermato oggi nella sede Nato di Bruxelles Antonio Maria Costa , il direttore responsabile dell'ufficio contro la droga e il crimine delle Nazioni Unite, presentando il rapporto annuale sulla droga afgana, ma si deve fare di piu' per controllare il fenomeno. 'I soldati della Nato dovrebbero essere piu' attenti a questo tema, speriamo che nel futuro ci sia piu' impegno, soprattutto sul controllo delle frontiere, perche' la droga e' la principale fonte di guadagno dei guerriglieri talebani e la produzione e' maggiore nelle zone dove loro sono piu' forti'. 'La produzione e' stata di 7.700 tonnellate scendendo del 6% rispetto allo scorso anno quando aveva toccato la quantita' record di 8.200 tonnellate'. Interrogato sulle ragioni il direttore del coordinamento antidroga ha spiegato che sono riconducibili a due filoni: 'L' attivita' delle amministrazioni locali, compresi i mullah che hanno cominciato a pubblicizzare la messa al bando della droga, sia coltivata che commerciata, da parte dell'autorita' religiosa che finalmente comincia, almeno in parte, a essere seguita. La seconda sono state le condizioni climatiche che hanno reso piu' difficile la coltivazione dell'oppio e degli altri prodotti, alzandone il prezzo, cosi' da rendere piu' remunerative le colture tradizionali'. Quella che preoccupa maggiormente e' la quantita' di oppio immagazzinata nel paese. A puntare l'attenzione su questo punto e' stato, in un diverso incontro stampa, il rappresentante russo presso la Nato Dmitri Rogozin. ' Stimiamo che ci siano circa tremila tonnellate di eroina stoccate in Afghanistan, pronte a essere vendute in Europa: questa e' una grande minaccia perche' porterebbe moltissimi soldi, e quindi armi, ai taleban. Questo e' uno dei motivi per cui non abbiamo sospeso la nostra collaborazione sull'Afghanistan con la Nato'. 04-09-2008 Usa. Testata con successo molecola contro l'overdose da cocaina Modificando un enzima naturale un team di chimici dell'Universita' del Kentucky a Lexington (Usa) ha creato lo spazza cocaina. Una molecola capace di spazzare un'overdose di cocaina fuori dall'organismo, prima che causi danni irreparabili al sistema nervoso centrale. Se l'enzima - testato con successo nei topi - funzionera' nello stesso modo anche nell'uomo, potrebbe diventare la prima terapia per ripulire dalla cocaina chi ne fa uso. Oggi, infatti, i medici possono solo alleviare i sintomi di una overdose di cocaina, abbassando la temperatura del corpo del paziente e riducendo la frequenza cardiaca. "Quando i pazienti finiscono al pronto soccorso, i medici non possono aiutarli molto. E la cocaina e' gia' nel loro organismo", spiega Chan-Guo Zhan, dell'ateneo americano. Enzimi presenti nel corpo umano combinano la cocaina all'acqua e quindi, in una sequenza di reazioni a catena, la 'rompono', dividendola in due sottoprodotti non dannosi. Ma questo processo e' molto lento: sono necessari almeno 90 minuti per una piccola dose, che vanno moltiplicati nel caso di una diffusa overdose. Ora Zhan e i suoi colleghi hanno trovato il modo di accelerare questo processo naturale. Il tutto grazie a uno studio pubblicato sul 'Journal of the American Chemical Society' e ripreso da 'New Scientist'. Modificando uno solo di questi enzimi, i chimici hanno creato una molecola che puo' spazzare via la cocaina rapidamente. Grazie a una serie di calcoli e simulazioni al computer, i ricercatori sono intervenuti sistematicamente sulla struttura dell'enzima e sono riusciti a prevedere gli effetti di queste variazioni. Cosi' hanno messo a punto la molecola spazza cocaina, che promette di accelerare la reazione naturale di 2.000 volte. Non solo: il team ha sintetizzato la molecola e l'ha testata sugli animali, per vedere se poteva funzionare davvero. I ricercatori l'hanno somministrata a 18 topolini in overdose: i 12 trattati con la molecola spazzina sono sopravvissuti e solo due hanno avuto una crisi. Piu' sfortunati i sei animaletti che non hanno ricevuto lo spazza cocaina: sono tutti morti. Insomma, i ricercatori sono ottimisti, e si dicono convinti che la loro cura anti-overdose abbia pochi effetti collaterali nell'uomo. 04-09-2008 Cina. Disintossicato elefante eroinomane Un elefante assuefatto all'eroina, contenuta nelle banane con le quali veniva sfamato da trafficanti di animali, e' stato curato in un centro di disintossicazione sull'isola di Hainan, nel sud della Cina, e oggi, dopo tre anni di trattamento, potra' tornare a casa. Lo hanno reso noto i media cinesi. L'elefantino, di quattro anni e chiamato 'Xiguang', era stato catturato nel 2005 con altri esemplari della specie protetta dell'elefante d'Asia, da trafficanti di animali che per tenerli sotto controllo li sfamavano con banane contenti droga. Quando pochi mesi dopo i trafficanti sono stati arrestati, Xiguang e' stato mandato in un centro di riabilitazione per disintossicarsi. Dopo un anno di iniezioni di metadone contenenti 5 volte la dose utilizzata per l'uomo, oggi l'elefantino verra' mandato in una riserva a Kunming, capitale della provincia dello Yunnan, nel sud-ovest del paese. 'L'elefantino arrivera' domani', ha detto un responsabile della riserva, M. Xu. Secondo il Wwf l'elefante d'Asia e' una specie in via d'estinzione, essendoci ancora in vita solo tra i 25.600 e i 32.750 esemplari. 04-09-2008 Messico. Guerra alla droga, narcotrafficanti tentano di penetrare gli Usa Le lotte tra alcuni cartelli del narcotraffico messicano starebbero varcando le frontiere e creando problemi negli Usa. È quanto sostenuto in un rapporto elaborato da alcune agenzie statunitensi cui ha avuto accesso The Washington Times. Il rapporto - datato 29 agosto e stilato dall'Arizona Counter Terrorism Information Center (AcTic), e dall'High-Intensity Drug Trafficking Area (Hidta) - mette l'accento su una escalation di violenza che si starebbe producendo nella zona frontaliera occidentale. Imboscate e colpi di arma da fuoco mantengono alta la tensione tra i residenti e tra le forze di polizia Usa impegnate a presidiare la frontiera. Gli esperti delle due agenzie che hanno stilato il documento concordano nel ritenere che uomini dei cartelli messicani dediti al narcotraffico starebbero cercando di allacciare contatti con bande criminali degli Usa - in particolare con la tenuta gang di strada Mara Salvatrucha (Ms-13) - per "compiere atti di violenza contro membri dei cartelli di droga negli Stati Uniti". "È necessario - prosegue il documento pubblicato dal Washington Times - che le forze di polizia e di risposta rapida mantengano alta la vigilanza nella zona. 04-09-2008 Afghanistan. Ucciso giudice paladino della lotta al narcotraffico Il giudice Aalim Hanif, paladino della lotta al narcotraffico in Afghanistan, è stato assassinato questa mattina a Kabul mentre si recava sul posto di lavoro. Lo ha annunciato il Dipartimento di Giustizia per la lotta contro la droga. Hanif, 65 anni, presidente della Corte d'Appello del Tribunale Centrale anti-droga, è stato raggiunto in strada da alcuni colpi d'arma da fuoco ma è deceduto in ospedale. Secondo quanto riferito dal responsabile della comunicazione del dipartimento Sareer Ahmad Barmak, Hanif stava camminando in strada quando è stato affiancato da una vettura da cui sono partiti i colpi. "Il giudice Hanif desiderava riportare questo paese sulla via della giustizia e dello stato di diritto. Aveva la volontà di condurre i principali trafficanti davanti alla giustizia e di condannarli a pene certe per i loro crimini", si spiega in un comunicato del dipartimento. Secondo il rapporto annuale 2008 dell'Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine, lo scorso anno l'Afghanistan ha prodotto da solo il 92% dell'oppio mondiale. 04-09-2008 Italia. Nuove linee guida Iss per smettere di fumare Tre minuti di conversazione medico-paziente sono sufficienti per fare il primo passo contro il fumo. Il ministero del Welfare assieme all'Istituto Superiore di Sanita' indicano nell'aggiornamento delle 'linee guida per promuovere la cessazione dell'abitudine al fumo' le strategie per coinvolgere i medici nella lotta al fumo. Dopo l'importate riduzione di fumatori in seguito all'entrata in vigore della legge dei divieti nei luoghi pubblici, si e' sostanzialmente fermato lo zoccolo duro di affezionati al vizio. Secondo le nuove linee guida, spetta infatti al medici di medicina generale, 'per il particolare rapporto di fiducia che li lega al pubblico e per il numero rilevante dei loro contatti' chiedere se il soggetto e' fumatore (ask), informare sui danni causati dal fumo (advice), valutare lo stato di salute, il grado di dipendenza dei pazienti (asses), attuare un percorso terapeutico (assit) e gli interventi per prevenire eventuali ricadute (arrange). Note a livello internazionale come le 5 A, cioe' Ask, Advice, Assess, Assist, Arrange, le tappe partono dal medico di famiglia. Tre le terapie indicate come valide per non accendere piu' la sigaretta. Il primo passo e' il counselling, che consiste in azioni di orientamento e sostegno individuale o di gruppo. Tre minuti durante la visita ambulatoriale sarebbero efficaci per aumentare il tasso di astensione dal fumo. Se non si ottengono risultati si passa all'intervento psicologico, cioe' un colloquio con un esperto di dipendenze e tabagismo. Se, infine, dipendenza dalla nicotina e' medio alto (si valuta con un test) e ne' il counselling ne' la terapia psicologica hanno dato risultati il medico di famiglia puo' prescrivere i sostituti della nicotina, il bupropione o la vareniclina, tenendo presente che se i farmaci sono utili, possono comunque avere effetti collaterali anche gravi. 05-09-2008 Usa. Dea: la 'ndrangheta e' un pericolo per gli Stati Uniti E' l'ndrangheta la preoccupazione principale di Richard Bendekovic, responsabile dell'ufficio milanese della Drug enforcement administration (Dea), l'agenzia federale antidroga statunitense. In un colloquio con Apcom, Bendekovich evidenzia come il ruolo giocato della mafia calabrese nel traffico internazionale di stupefacenti e nel riciclaggio del gigantesco volume di denaro che ne deriva che coinvolge sempre piú Paesi europei sia, per la sua forza criminogena e la sua capacità di globalizzarsi, una potenziale minaccia anche per gli Stati Uniti, soprattutto per gli stretti legami stabilmente intessuti con i narcos colombiani che riversano enormi quantità di droga attraverso il confine messicano. "Per quanto riguarda l'Italia l'elemento di maggiore preoccupazione è costituito certamente dall'attività dell'ndrangheta - spiega ad Apcom Bendekovic, la cui competenza si estende a Albania, Serbia, Kossovo e Montenegro - e in particolare i rapporti strettissimi che intercorrono tra le cosche calabresi e i narcos colombiani nel traffico di stupefacenti". "L'ndrangheta rappresenta un pericolo per gli Usa perch? è un elemento sempre piú importante nell'arricchimento e quindi nel rafforzamento dei narcos colombiani" continua il 42enne "resident agent in charge", confermando l'allarme lanciato piú volte dai magistrati e investigatori italiani in merito alla presenza di esponenti delle diverse 'ndrine nei Paesi produttori di cocaina e il ruolo primario da loro rivestito anche grazie alla fama di partner affidabile. Per capire quanto radicata sia la mafia calabrese in Colombia basti pensare che da anni questa organizzazione ha alcuni suoi uomini che vivono stabilmente nel Paese sudamericano, in rapporto diretto con figure del calibro dell'italo-colombiano Salvatore Mancuso, il leader dei paramilitari dell'Auc ritenuto uno dei massimi narcotrafficanti di coca colombiani, arrestato ed estradato il 13 maggio scorso negli Usa, dove è stato preso in carico proprio dagli agenti della Dea. A impensierire Bendekovic, da un anno alla guida dell'ufficio Dea (che si trova all'interno del Consolato degli Stati Uniti di Milano), dove è giunto dopo 17 anni di servizio nell'agenzia, è in particolare "il controllo esercitato dagli 'ndranghetisti e dai colombiani delle fiorenti rotte dell'Africa occidentale, nei cui porti transita la cocaina spedita a tonnellate dalla Colombia, ma anche dalla Bolivia, Venezuela, Ecuador, Perú e Brasile, per poi giungere in Europa". Un traffico confermato per l'ennesima volta, per esempio, dall'operazione "Stupor Mundi" condotta nel maggio dello scorso anno dalle Fiamme Gialle coordinate nel dalla Dda di Reggio Calabria: 40 arresti contro affiliati dei clan della Locride che acquistavano in Colombia partite di cocaina pura fino a tremila chili alla volta. Lo stupefacente in quel caso prima di giungere in Piemonte e Lombardia, faceva tappa in Olanda. Nel 2008 ci sono stati diversi sequestri di stupefacenti in West Africa: nell'aprile scorso in Guinea Bissau sono stati sequestrati 635 chili di cocaina, e quasi 1400 in Mauritania nei mesi successivi, tra maggio e agosto. La droga arriva dall'America Latina attraverso piccoli aerei ma soprattutto stipata in navi container verso i porti, oltre che di Guinea, Mauritania e isole vicine, anche di Dakar (Senegal), Abidjan (Costa d'Avorio), Lom? (Togo), Cotonou (Benin), Tema e Takoradi (Ghana) e Port Harcourt (Nigeria). Qui la cocaina viene stoccata e caricata su pescherecci o piccole navi dirette in Spagna e Portogallo, dove viene immagazzinata e poi spedita in Italia e negli altri Paesi europei a bordo di altre navi merci o a bordo di tir. Il pagamento avviene quasi sempre in contanti e talvolta puó prevedere uno scambio di ostaggi a reciproca garanzia del rispetto degli impegni presi. Nel suo dossier "'ndrangheta Holding 2008", l'Eurispes classifica il traffico di stupefacenti come il settore criminale piú remunerativo delle cosche calabresi quantificandolo in oltre 27 miliardi di euro l'anno, su un giro d'affari complessivo di 43,7. Anche nell'ultima relazione della Commissione parlamentare antimafia, il presidente Francesco Forgione spiega che di fatto l'ndrangheta ha due sedi principali, una naturalmente in Calabria, l'altra nei comuni del Centro-Nord italiano oppure nei principali Paesi stranieri che sono cruciali per i traffici internazionali di stupefacenti o per il riciclaggio di valuta. E il processo di internazionalizzazione della mafia calabrese ha portato a una penetrazione costante, e in certi casi in un vero e proprio radicamento, in Paesi come Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Svizzera, Austria, oltre che nei Paesi dell'ex Urss e dell'ex Jugoslavia. Oltre naturalmente al Nord America, dove il 7 agosto scorso il Ros dei carabinieri ha arrestato in Canada il 42enne boss Giuseppe Coluccio, che da Toronto gestiva per le cosche di Siderno e Gioiosa Ionica un vastissimo traffico di cocaina ed eroina di provenienza colombiana dall'America all'Europa in collaborazione con le famiglie agrigentine dei Caruana-Cuntrera, noti tra l'altro per la loro capacità di riciclare il denaro sporco per conto di diversi cartelli della droga. L'interesse degli Stati Uniti per la mafia calabrese è testimoniato anche dal fatto che il 30 maggio scorso la Casa Bianca ha inserito (insieme ai signori della droga afghani, venezuelani, messicani, ma anche al Pkk curdo) "'Ndrangheta Organization" nel cosiddetto "Kingpin Act", un elenco di organizzazioni malvitose straniere implicate nel traffico mondiale di droga, alle quali gli Stati Uniti si impegnano a negare accesso al sistema finanziario e a tutte le transazioni di mercato che coinvolgano propri cittadini o aziende". Nel comunicato che lo annuncia, la Casa Bianca ringrazia "il supporto e la cooperazione offerti in particolare quest'anno dal governo italiano" nel segnalare il pericolo rappresentato dalla mafia calabrese. La presenza di 'ndranghetisti negli States non è paragonabile a quella storica di Cosa Nostra, ma non è nemmeno del tutto da sottovalutare e oggi si concentra in particolare nello Stato della Florida e in quello di New York. A partire dal cosiddetto "Siderno Group", impiantatosi negli Usa fin dagli anni Cinquanta (e con un giro d'affari di circa 50 milioni di dollari frutto soprattutto del traffico di eroina e armi), passando per i Di Giovine attivi nei primi anni Ottanta e dediti in particolare al traffico di cocaina, le inchieste contro le cosche calabro-statunitensi hanno portato agli arresti anche di personaggi di spicco di famiglie importanti come i Mammoliti o i Macrí, svelando oltre ai traffici di stupefacenti anche consistenti operazioni di riciclaggio. L'attività fuori dagli Usa degli agenti Dea sparsi nelle 86 sedi di 62 Paesi è principalmente di monitoraggio, acquisizione e scambio di informazioni in un rapporto di costante cooperazione con le polizie locali al fine di valutare e contrastare possibili minacce dirette contro gli Stati Uniti. E l'Italia non fa eccezione. "Abbiamo quattro agenti divisi tra il Consolato di Milano e l'Ambasciata di Roma - continua Bendekovic - e il nostro compito non è quello di investigare ma quello di costruire relazioni proficue con le forze di polizia italiane, canali di comunicazione per l'interscambio di analisi e informazioni operative utili a entrambi i Paesi nell'ottica di una comune strategia di contrasto alla diffusione e al traffico di stupefacenti". Un ruolo dunque piú "diplomatico" che "operativo", di acquisizione costante e profonda di informazioni che in qualsiasi momento possono riverlarsi un asso nella manica nella politica Usa, e naturalmente non solo sul versante investigativo e di contrasto al crimine. Un ruolo importante, radicato nella complessa storia dei rapporti Stati Uniti-Europa Occidentale a partire dalla Seconda Guerra Mondiale. A spiegare la presenza tuttosommato modesta di agenti Dea nel nostro Paese, c'è il fatto che, 'ndrangheta a parte, il ruolo giocato nel narcotraffico dall'Italia e dall'Europa non è considerato una "minaccia diretta" per gli Stati Uniti. Se infatti la cocaina entra negli Usa dalla frontiera messicana, per quanto riguarda l'eroina si è certamente chiusa la stagione d'oro delle raffinerie siciliane degli anni Ottanta, dalle quali Cosa Nostra produceva tonnellate di micidiale polvere bianca la maggior parte delle quali era diretta proprio negli Stati Uniti. "Oggi l'eroina che viene consumata principalmente in città come New York e Philadelphia è prodotta e raffinata in Colombia e Messico" afferma Bendekovic, che evidenzia anche che per quanto riguarda le metanfetamine e altre sostanze similari (ecstasy, mda, ecc..) il traffico verso gli Usa "proviene quasi esclusivamente dal Canada e non piú dall'Olanda", Paese che continua a produrre "droga chimica" per il solo mercato europeo. Cosí come fa l'Afghanistan con l'oppio e l'eroina. Quattro sono anche gli agenti Dea che operano in Spagna, Paese in cui la massiccia presenza di mafiosi italiani (spesso latitanti ricercatissimi) siciliani, campani e calabresi è pari solo a quella degli attivissimi narcotrafficanti sudamericani. Va infine ricordato che dopo 11 settembre 2001 nelle priorità indicate dall'Amministrazione statunitense per la sicurezza nazionale, il contrasto alla droga è sceso di molte posizioni, scavalcato dal terrorismo, ma anche dalla corruzione pubblica. A queste indicazioni devono attenersi anche le agenzie federali come la Dea e l'Fbi, oltre naturalmente i servizi segreti, che in Italia incentrano la loro attenzione in particolare sul radicalismo islamico. Tant'è che oggi i principali interlocutori dei "federali" statunitensi sono soprattutto le strutture antiterrorismo delle diverse forze di polizia italiane. La Dea nasce nasce ufficialmente il 1 luglio del 1973, dalla fusione tra il Bureau of narcotics and dangerous drugs (Bndd) e l'Office of drug abuse law enforcement (Odale), in un progetto di riorganizzazione voluto dall'allora presidente Richard Nixon per contrastare nel modo piú efficace la diffusione degli stupefacenti. Oggi l'agenzia impiega circa 11mila persone (di cui 5mila sono agenti speciali) e conta su circa 240 uffici negli Usa a cui si aggiungono le 86 sedi sparse in altri 62 Paesi. Il budget a disposizione dell'Agenzia si aggira intorno ai 2,5 miliardi di dollari. Il quartier generale è ad Arlington, in Virginia, mentre la sua accademia si trova nella base del Corpo dei Marine di Quantico, sempre in Virgina, insieme a quella dell'Fbi, con la quale divide la giurisdizione sulla lotta antidroga. Il capo della Dea risponde al ministro della Giustizia e viene nominato su proposta diretta del Presidente Usa e confermato dal Senato. Dal 2007 il responsabile dell'Agenzia è una donna, la "special agent" Michele Leonhart. (Alessandro Pestalozza/ Apc) 05-09-2008 Usa. Cala il consumo di droghe fra i giovani Un ragazzo americano su cinque nel 2007 ha fatto uso di droghe illecite, una media che ricalca quella degli anni precedenti: l'uso di cocaina tra i giovani, pero', e' diminuito di un quarto e quello di metanfetamina di un terzo nel 2006, a causa di una minore disponibilita' di queste sostanze sul mercato. Lo rivela un rapporto sui giovani e l'uso della droga rilasciato dalla Substance Abuse and Mental Health Services Administration. L'indagine, che riporta i dati per il 2007, e' stata realizzata sulla base di 67.500 interviste. Secondo il rapporto mentre e' rimasto piu' o meno uguale il numero dei giovani americani che fanno uso di droghe, la percentuale e' diminuita tra i giovanissimi. Il consumo di droghe illecite tra gli adolescenti dai 12 ai 17 anni e' sceso infatti dal 9.8 per cento nel 2006 al 9.5 per cento nel 2007, confermando un trend in atto da cinque anni. Sempre l'anno scorso, tra gli americani della stessa eta' e' diminuito anche il consumo di alcool e sigarette. A fare uso massiccio di droghe - spiega il rapporto - non sono dunque tanto i giovani, quanto gli adulti dai 50 ai 59 anni, ovvero i figli del 'Baby boom': il consumo di droghe illecite da parte di questa generazione ha visto infatti un incremento nell'ultimo anno, passando dal 4.3 per cento nel 2006 al 5 per cento nel 2007. In agosto sono state circa 20 milioni le persone sopra i 12 anni che hanno fatto uso di droghe illecite. La marijuana resta la piu' popolare, con 14.4 milioni di persone che ne hanno fatto uso solo nello scorso mese. 05-09-2008 Usa. Sorpresa: la nicotina non crea assuefazione Un messaggio incoraggiante per tutti i fumatori che vogliono smettere. Recenti studi americani hanno stabilito che la dipendenza dalla nicotina non esiste. Matthew Palmatier, professore di psicologia della Kansas State University, nella sua ricerca pubblicata su 'Neuropsychopharmacology', ha dimostrato che il potere del fumo non dipende dalla nicotina, ma piuttosto dal fatto che fumare una sigaretta permette di rafforzare altre esperienze, di solito piacevoli. 'Se si pensa a dove la gente fuma o con chi lo fa, ci si rende conto che si scelgono posti e persone particolari con cui fumare. La sigaretta e' una soddisfazione extra, una specie di premio, che ci si concede quando ci si dedica a una attivita' piacevole e ricreativa'. Il fumo, insomma, servirebbe a regolare l'umore. Invece, la nicotina, secondo Palmatier, non puo' essere considerata una potente droga in grado di indurre stati di piacere o euforia tali da provocare dipendenza. Palmatier ha dimostrato il 'potere rinforzante' del fumo con degli esperimenti su alcune cavie da laboratorio, messe nelle condizioni di autoassumere nicotina spingendo una leva. L'accesso alla nicotina permetteva alle cavie di spegnere una luce, che si riaccendeva dopo un minuto, segnalando la disponibilita' di una nuova dose di nicotina. I topi, ha scoperto Palmatier, pigiavano la leva per spegnere la luce, non certo perche' 'nicotina-dipendenti'. 05-09-2008 Italia. Giovanardi: test antidroga sulle strade di tutto il Paese Dopo la sperimentazione a Verona, i controlli antidroga sulle strade arrivano anche a Ravenna: l'obiettivo e' estenderli a tutta l'Italia entro la fine del 2009. Lo annuncia ad Affaritaliani.it il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. 'A Ravenna, che ha chiesto di ospitare la sperimentazione - dice Giovanardi -, potra' essere trasferita la struttura mobile per le analisi della droga. Con la buona volonta' di tutti, e l'accordo di regioni ed enti locali, si puo' estendere l'iniziativa a tutte le citta' italiane'. Il sottosegretario riferisce che durante la sperimentazione a Verona, in un venerdi' notte sono stati fermati 600 automobilisti, di cui un'ottantina sono stati sottoposti ad analisi. Il 43% e' risultato positivo a droga o alcol. 06-09-2008 Italia. Iss: finiti i soldi per la ricerca sugli effetti dell'alcool A "secco" la ricerca in Italia sugli effetti dell'alcol. I fondi necessari per prevenire i danni devono essere reperiti in Europa. Lo denuncia all'Agi Emanuele Scafato, direttore del centro Oms per la ricerca sull'alcol all'Istituto superiore di sanita' (Iss). "In Italia per la ricerca sugli effetti dell'alcol non si investe un euro: eppure e' la prima causa di morte tra giovani e giovanissimi in Italia". A causa dell'alcool infatti muoiono ogni anno in Italia 6.000 persone di cui meta' giovani. "Mi chiedo perche' 3.000 giovani l'anno devono morire in questo modo senza che nessuno batta ciglio. Io devo andarmi a cercare i fondi in Europa - continua Scafato - per fare ricerca sull'alcool. In Italia bisogna cambiare rotta per porre fine a una vera e propria emergenza nazionale". In Germania e' da tempo attivo il "limite zero", che proibisce ai neo-patentati di guidare anche se sotto il livello 'italiano' di 0,5g/l di alcool nel sangue, l'equivalente di una birra. "Da noi una misura del genere sarebbe opportuna: chi guida non deve bere alcolici, eliminare anche il limite di 0,5g/l nel sangue. Quel limite - aggiunge Scafato - non genera ricchezza ma crea solo costi sociali in incidenti e quant'altro, oltre che disperazione". In Francia sono vietati spot televisivi di alcolici e quelle cartacee possono rappresentare solo le qualita' del prodotto, senza associare agli alcolici persone o emozioni. "Il 67 per cento dei ragazzi in discoteca ricevono e consumano bevande alcoliche, quattro bicchieri in media per i maschi e 3 per le ragazze. Il 43% dichiara di ubriacarsi. Non sorprendono questi dati - sottolinea Scafato - visto che e' costante la promozione della vendita di alcolici, specie in discoteca". Happy-hour, 'as you much as you can', biglietti di ingresso in discoteca con consumazione obbligatoria e pubblicita' sono tutti "incentivi al consumo che bisogna scoraggiare, rendendo piu' costoso un alcolico rispetto a un analcolico, per esempio. Oppure destinando una quota di tutti gli investimenti in pubblicita' di alcolici a un fondo per la ricerca". E' arrivato il momento di "inseguire le cause di questa emergenza, piu' che le conseguenze: ben vengano i controlli in strada e la certezza della pena per chi causa incidenti in stato di ebbrezza, ma la realta' quotidiana dice che non basta". Arginare quindi l'emergenza alcol: una priorita' di cui si discutera' a Roma in occasione della prima conferenza nazionale sull'alcol il 16 e 17 ottobre, convocata su richiesta della consulta nazionale alcol. 06-09-2008 Venezuela. Arrestato ex ministro colombiano colluso con paramilitari e narcotrafficanti Le autorita' venezuelane hanno arrestato ieri l'ex ministro colombiano Alvaro Araujo Noguera, ricercato dall'Interpol per i presunti reati di sequestro e collusione con il gruppo paramilitare delle Autodifese unite della Colombia (Auc). Lo ha reso noto Telesur, il canale 'all news' promosso dal presidente venezuelano Hugo Chavez. Secondo fonti diplomatiche colombiane a Caracas, Araujo e' stato fermato dalla polizia antinarcotici di Maracaibo (Stato di Zulia) per un controllo di routine, che ha permesso di risalire alla vera identita' dell'uomo, in possesso di documenti falsi. Araujo, 75 anni, vicino al presidente colombiano Alvaro Uribe, e' padre della ex ministro degli Esteri, Maria Consuelo Araujo, e dell'ex senatore Alvaro Araujo, attualmente detenuto nel carcere di Bogota' per i suoi legami con i paramilitari. Le autorita' venezuelane valutano ora la possibilita' di un'espulsione o l'apertura di un processo di estradizione. 06-09-2008 Messico. Aereo della Cia venduto a narcotrafficante L'aereo precipitato nella penisola messicana dello Yucatan il 24 settembre 2007 con a bordo quattro tonnellate di cocaina, e che in precedenza era stato utilizzato dalla Cia statunitense per voli fra l'Europa e Guantanamo, fu acquisito da Joaquin El Chapo Guzman, capo del Cartello di Sinaloa, attraverso un cambiavalute al suo servizio. Lo scrive il quotidiano El Universal. Il dato, sostiene il giornale che ieri aveva rivelato la curiosa storia del Grumman Gulfstream II che quasi certamente trasporto' fra il 2002 e il 2007 verso il carcere di Guantanamo sospetti aderenti ad Al Qaeda, e' emerso dalle indagini condotte dall'Agenzia antidroga degli Stati Uniti (Dea) e dalla Procura generale della repubblica messicana. Sulla base di queste ricerche Clyde O'Connor, registrato come ultimo proprietario del velivolo e che ancora non e' stato rintracciato, compro' l'aereo per due milioni di dollari il 16 settembre 2007, appena una settimana prima che il Grumman Gulfstream precipitasse nei dintorni di Merida. L'agenzia di cambiavalute Puebla attraverso cui e' avvenuta la vendita e' ora sotto indaginE perche' ritenuta parte della rete attraverso cui El Chapo riciclava il denaro. 06-09-2008 Italia. Anche l'acetone nel mirino del ministero della Giustizia Per combattere il traffico di stupefacenti, anche l'acetone nel mirino del ministero della Giustizia. Essendo una sostanza usata per estrarre i principi attivi e raffinare cocaina e altre droghe, un disegno di legge del Guardasigilli ne prevede il controllo del 'traffico', con regole specifiche sull'immissione sul mercato. Si tratta di adeguare le norme nazionali alle previsioni comunitarie sui cosiddetti 'precursori di droghe': oltre all'acetone anche l'acido cloridrico rientra nella categoria. Ambedue i prodotti sono largamente utilizzati nei circuiti commerciali per usi industriali. 07-09-2008 Grecia. Giovani italiani in vacanza con 21 grammi di erba: estradizione, almeno 10 anni di carcere, traffico internazionale "Non concedere l'estradizione di Luca Zanotti e Davide D'Orsi, nel rispetto di quanto prevede il nostro ordinamento in materia di diritti fondamentali, quindi di liberta' e di giusto processo". E' quanto chiedono in un'interrogazione parlamentare rivolta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro della Giustizia Angelino Alfano, i deputati Radicali eletti in Parlamento nelle liste del Pd, sulla vicenda dei due giovani italiani arrestati in Grecia nel luglio 2005 per possesso di 21 grammi di hashish, dove rischiano una pena minima di 10 anni di reclusione, ora in Italia dopo il pagamento della cauzione. Dopo quattro giorni in carcere, nonostante avessero dichiarato che l'hashish era "per uso personale", i due sono usciti pagando una cauzione di 2.500 euro. Ma nell'aprile di quest'anno la Grecia ha emesso su di loro un mandato di arresto europeo, chiedendone l'estradizione dall'Italia. A fine agosto, per Luca, la Corte di cassazione ha deciso di acconsentire alla richiesta, gia' accolta in Appello a Bologna; e per Davide ha annullato la sentenza emessa dallo stesso tribunale che l'aveva negata per carenza di indizi a suo carico. I due, se estradati, subiranno la detenzione fino alla sentenza di primo grado e dovranno rispondere alla magistratura greca delle accuse di traffico internazionale, trasporto e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. La prima firmataria dell'interrogazione, Elisabetta Zamparutti ricorda, in proposito, che, come Radicali, avevano votato contro il mandato d'arresto europeo "di cui ora vediamo gli effetti perversi nei confronti di due nostri giovani concittadini". L'augurio e' che "questa vicenda possa trovare una soluzione positiva attraverso la politica, unica via percorribile. Il Governo trovi la forza di non estradare Luca e Davide", ribadisce Zamparutti, sottolineando "la necessita' di proporre in sede europea una riforma dell'attuale assetto 'giacobino' delle norme in materia di cooperazione giudiziaria, che ignorano le differenze tra i sistemi in nome di una cieca reciproca fiducia tra Stati". 08-09-2008 Italia. I due pilastri di Giovanardi: educazione e repressione 'Quando ci sono provvedimenti repressivi ed educazione, la mortalita' stradale dovuta ad alcol e droga tende a scendere': lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza, Carlo Giovanardi, nel corso del programma di Raidue 'Insieme sul Due'. Intervistato a proposito delle stragi del sabato sera, Giovanardi ha ricordato che oltre '250 mila persone hanno perso la vita, un numero non lontano dalle perdite che l'Italia ha avuto nella prima Guerra Mondiale. Solo nel 2007 ci sono stati 5.500 morti sulle strade. Per questo ci vuole educazione ma anche repressione'. 08-09-2008 Messico. Storie di proibizionismo: 16 alti ufficiali della polizia accusati di narcotraffico La procura messicana contro il crimine organizzato ha arrestato 16 alti gradi della polizia di Tabasco, uno stato al sud del paese, accusandoli di legami con il narcotraffico. L'arresto, cui hanno partecipato forze dell'esercito, e' stato compiuto lo scorso venerdi' ma solo oggi si e' appreso della detenzione di altri gradi della polizia locale oltre al massimo responsabile del distretto di Cárdenas. L'operazione, dicono fonti di stampa locali, e' portata avanti dietro l'impulso del governatore della regione, Andre's Garnier, che sollecita un'operazione di trasparenza nelle file della polizia di Tabasco. Dall'inizio dell'anno in Messico sono stati arrestati almeno 200 agenti per presunti legami con la delinquenza organizzata. 08-09-2008 Giappone. Lottatori di sumo positivi a cannabis: e' scandalo di proporzioni catastrofiche Squalifica a vita per i fratelli russi Roho ed Hakurozan, tra i piú popolari lottatori di sumo in circolazione, risultati positivi alla marijuana, e dimissioni del presidente della federazione giapponese, l'ex-lottatore (da molti considerato il migliore di tutti i tempi) Kitanoumi, che ispirandosi alle piú profonde tradizioni del suo paese, si è accollato la responsabilità per le azioni del suo ex allievo Hakurozan. Queste le conseguenze dello scandal che occupa in Giappone le prime pagine di tutti i giornali, visto l'alto standard morale che si richiede agli atleti e ai dirigenti del sumo. E l'uso di marijuana in Giappone viene considerata una gravissima colpa. I due fratelli russi, i cui veri nomi sono Boradzov Soslan Feliksovich e Baradzov Batraz Feliksovich, erano stati sottoposti ad un controllo antidoping in seguito all'arresto per possesso di marijuana avvenuto lo scorso mese di un altro lottatore russo, Wakanoho. Il posto di Kitanoumi alla presidenza della federazione giapponese verrà preso da un altro lottatore, Musashigawa. Che avrà il suo bel da fare per non affogare nelle acque che ultimamente stanno agitando il mondo del sumo. Oltre ai casi di marijuana, questa disciplina - che affonda le radici in un antico rituale religioso - sta assistendo anche all'indagine sui riti di iniziazione e, piú in generale, sulla condotta tenuta nelle accademie. Nel mese di febbraio un allenatore venne arrestato in seguito alla morte di un lottatore 17enne, a quanto pare deceduto in seguito ad un pestaggio subito durante un allenamento. Tempi duri, insomma, anche perche' in Giappone gli atleti del sumo - oltre ad essere delle vere star - hanno anche e soprattutto il compito di essere dei veri esempi di moralità e rettitudine. Proprio per questo lo scandalo che lo scorso anno travolse la superstar Asashoryu venne trattato con massima severità: il pluridecorato 'Drago Blu' subí infatti una squalifica senza precedenti (due tornei) per avere saltato un tour estivo denunciando un falso infortunio. Bugia smascherata dalla televisione, che fece saltare sulle sedie i vertici del sumo giapponese diffondendo le immagini-choc di Asashoryu impegnato a sgambettare su un campo di calcio in Mongolia, il suo Paese d'origine. 08-09-2008 Usa. Casa Bianca accusa Chavez: funzionari venezuelani sono legati al narcotraffico Il direttore dell'Ufficio antidroga della Casa Bianca (Ondcp), John Walters, e' tornato ad accusare funzionari venezuelani di avere legami con il narcotraffico, denunciando d'altra parte un aumento del commercio di droga nel paese sudamericano, in chiaro contrasto con i dati ufficiali del governo di Hugo Chavez. In dichiarazioni diffuse dal quotidiano venezuelano El Universal, Walters ha ricordato il caso di 'vari funzionari del vostro governo ai quali e' stato negato il visto di entrata in Stati Uniti', indicando che 'questo e' successo a causa dei loro vincoli con il narcotraffico ed altri fenomeni di corruzione'. 'Il Venezuela sta guadagnandosi una reputazione fra i trafficanti, che lo considerano il posto giusto per fare affari, e sta diventando dunque una loro destinazione prediletta, a causa della corruzione e dell'impunita', che sono in aumento', ha detto il direttore della Dea. Fra i motivi che hanno portato all'aumento del narcotraffico nel paese, ha sottolineato Walters, c'e' 'l'appoggio del Venezuela alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC)', giacche' il 'clima di tolleranza' verso i guerriglieri colombiani 'li ha animati ad intensificare il commercio di cocaina'. Il governo di Chavez, che ha interrotto ogni collaborazione con gli Usa in materia di guerra alla droga - ufficialmente perche' non condivide le sue tattiche di infiltrazione delle bande di trafficanti, attraverso operazioni di traffico controllate - nega le accuse di Washington e sostiene avere una efficace politica antidroga, che in pochi anni ha portato i sequestri di cocaina da 27 a 58 tonnellate. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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