AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori (il numero integrale si trova nel file di testo allegato) Avvertenze numero 2007-23 del 1 Dicembre 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Class action. Cosa teme la razza padrona e cosa non si potra' fare se viene confermato il voto del Senato. Il caso del prodotto finanziario MyWay-4You http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=229 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=229 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=229 - La scheda. MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: LE SANZIONI E IL PAGAMENTO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=57754 - La pulce nell'orecchio. DEI DELITTI E DELLE PENE (1764/1766). INVITO ALLA LETTURA DI UN'OPERA ANCORA ATTUALE http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Il gioco delle ombre della bambola salvavita http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. La sentenza della Cassazione sul Caso Englaro. Il parere di LiberaUscita http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. La necessarie liberalizzazioni e le resistenze: come il Governo ha fallito. Parte prima: i taxi http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, un sito per i diritti degli immigrati in Italia e un sito sulla liberalizzazione di Internet e della telefonia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione Con aggiornamenti quotidiani; news, lettere, articoli, documenti. - Ultimomiglio.news - liberalizzare Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc Con aggiornamenti quotidiani: news, lettere, articoli, documenti, iniziative ------------------------------------------- EDITORIALE Class action. Cosa teme la razza padrona e cosa non si potra' fare se viene confermato il voto del Senato. Il caso del prodotto finanziario MyWay-4You La razza padrona, rappresentata dalla sua principale associazione Confindustria, sta sparando anche a vanvera le cartucce del suo fucile scarico di Diritto ma carico di privilegi, arroganze e corporazione (1). Teme che sia rimesso in discussione un potere acquisito nel tempo grazie a politiche economiche prone allo sfascismo piuttosto che alla democrazia economica, potere basato su profitti capitalizzati e perdite socializzate. La differenza tra noi e loro nonche' la percezione mediatica, e' notevole: loro hanno un quotidiano con centinaia di migliaia di lettori e tra i piu' diffusi in Italia, nonche' radio, televisioni, altri giornali, politici e istituzioni in fila nelle loro sale d'attesa; noi ci limitiamo ai nostri 4-500 mila contatti quotidiani sul nostro sito Internet, ad alcuni media che ci leggono e svolgono un servizio di informazione in merito, a qualche decina di parlamentari sensibile alle nostre istanze (sono 22 quelli che hanno firmato la nostra proposta di legge sulla class action a prima firma Donatella Poretti) (2) e ai nostri poco piu' di novantamila aderenti. Poi ci sono le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato, a nostro avviso funzionali a Confindustria e che, sullo specifico class action, stanno facendo il gioco delle parti perche', se la Camera confermera' il voto del Senato come loro auspicano, la nuova azione giudiziaria approvata servira' solo ad affossare la class action (impraticabile per diversi motivi) (3) e a far guadagnare soldi alla corporazioni di associazioni come loro che, violando la Costituzione, potranno promuoverla. Abbiamo delineato questo quadro della situazione delle parti per cercare di far capire l'importanza di uno strumento come la class action, non perche' in mano a minoranze che potrebbero "opprimere" le maggioranze, ma strumento giudiziario per una giustizia piu' veloce, meno costosa per tutti e funzionale agli attuali rapporti e proposte commerciali piu' diffusi. Facciamo un esempio. Il prodotto finanziario MyWay-4You del Monte dei Paschi di Siena. Non esistendo la class action e non volendo –tramite gli inutili e dannosi tavoli di conciliazione fatti dalla banca- svendere alla banca medesima l'onesta' e i portafogli degli oltre 180.000 che li avevano acquistati, abbiamo avviato dal 2003 cause singole, che stiamo generalmente vincendo (4), ma che ovviamente, per motivi economici, coinvolgono solo una parte di chi vi e' incappato. La concezione e la commercializzazione di questo prodotto finanziario hanno tutte le caratteristiche per essere oggetto di una class action: ingannando gli acquirenti con varie balle sulle performance e sulle caratteristiche, cosi' come hanno sentenziato i giudici che ci hanno dato ragione, camuffato come se seguisse le logiche dei mercati finanziari, e' invece strutturato per dare guadagni solo alla banca e sempre in perdita per gli acquirenti. C'e' quindi un danno diffuso, provocato dal medesimo prodotto, per una moltitudine di soggetti. Ma la class action per questo prodotto, se verra' confermato il voto del Senato, non sara' per tutti gli acquirenti, ma solo per coloro che sono consumatori, cioe' che hanno acquistato questo prodotto non nell'ambito della loro attivita' lavorativa (soggetti esclusi dalla class action di Manzione-Bordon). Sono tantissimi i professionisti, i piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti che avevano abboccato alle sirene del MyWay-4You e che ci hanno perso molto soldi. E' evidente che chi perora questa class action non vuole che i soggetti danneggiati da politiche scellerate abbiano giustizia, ma vogliono solo creare una casta di privilegiati che, in violazione della Costituzione, avranno piu' diritti degli altri per avere il maltolto e, non a caso, sono solo alcune corporazioni che possono adire la class action e non tutti i cittadini. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=201666 (2)http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 (3) http://www.aduc.it/dyn/classaction (4) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=201404 (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo SPAGNA / Internet: gli spagnoli principi del download "Scaricalo, scaricalo!", potrebbe essere il motto degli internauti spagnoli, visto che la Spagna e' il Paese che piu' scarica musica e video dal Web in Europa. Il 58% degli utenti preleva brani musicali e il 52% pellicole o videoclip, contro una media europea rispettivamente del 37% e 20%. Lo si evince da uno studio sullo svago digitale, presentato a Madrid dall'Associazione europea di pubblicita' interattiva (Eiaa). Che sia per pigrizia d'andare al cinema o per impazienza prima che esca in Dvd, gli spagnoli non solo sono i piu' assidui nel prelevare film, ma lo fanno prima degli altri. Basti dire che tra le dieci pellicole piu' viste dal 15 al 21 ottobre (Shreck 3 e Transformers), le copie scaricate nel mondo sono state 24.381, e di queste il 18% in Spagna; seguono l'Italia con il 10,7% e la Francia (10%). Sui motivi del successo del "download" in Spagna esistono due ipotesi opposte. Secondo Alison Fennah di Eiaa, nei Paesi mediterranei -Spagna in testa- Internet ha molto a che fare con il tempo libero, mentre al Nord s'associa piu' al mondo del lavoro. Invece, per Jose Manuel Tourne, direttore della Federacion para la Proteccion de la Propriedad Intelectual (Fap), dietro al fenomeno c'e' la pirateria, giacche' la Spagna ha la legislazione piu' tollerante d'Europa nei confronti dei prelievi illegali. GERMANIA / Auto: le tedesche inquinano di piu' Secondo uno studio realizzato da Transport & Environment, Daimler e Volkswagen non rispettano i parametri di emissione di anidride carbonica dalle vetture, insomma le tedesche inquinano molto di piu' rispetto alle marche italiane e francesi come Fiat e Peugeot. Nel 2006 le emissioni di Co2 delle auto tedesche sono aumentate dello 0,6%, mentre i produttori francesi ed italiani riducevano le emissioni in media dell'1,6%. MONDO / A ogni Nazione la propria paura Il timore d'invecchiare e' comune a tutti, ma ha un colore diverso a seconda di dove si vive. Per i brasiliani, cultori della bellezza, la paura piu' grande e' il venire meno dello stimolo sessuale; per gli statunitensi e' il sovrappeso; per il 70% dei tedeschi e' la perdita della memoria; per il 36% dei coreani sono le rughe e le cicatrici, un timore condiviso appena dal 3% degli svedesi; giapponesi e coreani sono i piu' preoccupati per la loro salute; gli egiziani i piu' rilassati; il 44% dei belgi teme l'incontinenza; gli indiani sono preoccupati per la caduta dei capelli e i capelli grigi; al 35% dei russi da' molto fastidio l'idea di perdere i denti. Sono alcune delle conclusioni di un'indagine di Roper Consulting, filiale statunitense della Societa' di ricerca sui consumi di Norimberga, che ha coinvolto 39.000 persone oltre i 13 anni di 31 Stati. SPAGNA / Meno matrimoni e tanti divorzi I matrimoni spagnoli si sfasciano prima, di piu' e per sempre. In compenso calano le nozze. E se le coppie che si uniscono prevalgono ancora su quelle che si separano, le due cifre s'avvicinano ogni anno di piu'. Nel 2006 sono stati registrati 210.132 matrimoni (4,7 per mille abitanti) e 145.919 divisioni (3,26 per mille), rileva l'Istituto di statistica. Non solo aumenta il "divorzio lampo"; aumentano anche "le nozze lampo": piu' di mille durano meno di un anno. E' un dato nuovo, dovuto alla riforma del Codice civile del luglio 2005, che ha reso possibile la separazione anche prima di un anno dal matrimonio. Gli spagnoli usano molto il divorzio diretto (senza separazione legale). Le cifre sono eloquenti: nel 2006 i divorzi sono saliti del 74,3% e le separazioni sono calate del 70,7%. In totale (divorzi piu' separazioni piu' annullamenti) gli scioglimenti sono aumentati del 6,5% sull'anno prima, rafforzando l'ascesa che si registra fin dall'approvazione della legge sul divorzio del 1981. Sembra che il nuovo divorzio favorisca il consenso: nel 65% dei casi avviene con reciproco accordo. U.E. / Inflazione in aumento In Eurolandia l'inflazione d'ottobre ha toccato il 2,6% e nell'Ue-27 si e' portata al 2,7%. I livelli piu' alti sono stati registrati in Lettonia (13,2%); Bulgaria (10,6%); Estonia (8,7%). L'Austria, con il 2,8%, ha superato la media Ue. E' il tasso piu' alto da marzo 2005 -causato dagli alimenti che hanno subito un rialzo medio annuo del 6,2%. Molto dipende dal rincaro estivo del latte (+19,5% in un anno) con le scontate ripercussioni su latticini e uova. Se per qualche esperto austriaco l'inflazione d'ottobre e' un "vero spavento", altri la considerano una prova della buona congiuntura, vale a dire che le aziende possono ancora permettersi di riversare sui consumatori l'aumento dei costi. ITALIA / Class action, il testo approvato a molti non piace Il Senato ha approvato nell'ambito della Finanziaria la class action. Il testo passato al Senato (ora al vaglio della Camera), ha ricevuto il plauso di molti (finalmente e' arrivata anche in Italia!) e molte critiche da chi vorrebbe restringere la possibilita' di attivare azioni collettive (danneggerebbe le imprese, dice Confindustria); e da chi (Aduc e altri) ritiene le regole stabilite inadeguate allo scopo di tutelare i consumatori: e' una bufala. Il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, pur difendendo il testo, gia' parla di modifiche. Non e' escluso che, per favorire l'approvazione della Finanziaria, gli articoli relativi alla Class action vengano stralciati, per essere oggetto di successiva analisi da parte del Parlamento. NORVEGIA / Chiesa protestante: si' ai preti omosessuali Malgrado la strenua opposizione degli ambienti conservatori e la richiesta di un rinvio, la Chiesa protestante norvegese ha deciso d'autorizzare l'ordinazione di omosessuali al sacerdozio. Al Sinodo generale, la piu' alta istanza rappresentativa della Chiesa luterana, 50 membri su 84 hanno votato un documento che annulla il divieto d'ordinare omosessuali "attivi" -uomini e donne- a pastore, diacono, vicario. Il testo adottato prende atto dei due punti di vista, e lascia l'ultima parola ai vescovi e alle istanze clericali incaricate del reclutamento. Cio' significa che qualcuno potra' continuare a rifiutare una carica religiosa agli omosessuali che vivono in coppia, ma la maggioranza dei vescovi della Chiesa di Norvegia (6 su 11) ha una posizione liberale in proposito. ITALIA / La Corte Europea non riconosce il bollino Siae Il bollino Siae non e' riconosciuto dal diritto comunitario. Lo conferma la Corte di giustizia europea in data 8 novembre 2007 alla 'nostra' Societa' italiana autori ed editori. Un colpo pesante al contrassegno che rimpingua, assieme ad altre imposte, le casse di questo strano soggetto giuridico abituato a prendersi una buona fetta del prezzo di qualsiasi libro, cd, dvd commercializzato sul mercato italiano. Ma il primo ad uscire sconfitto da questa controversia e' lo Stato italiano, che non e' riuscito a proteggere la propria creatura davanti ai giudici lussemburghesi che hanno invece dato ragione al privato cittadino Karl Schwibbert, regolarmente residente in Italia e accusato di aver commercializzato con la sua azienda KJWS, Cd contenenti immagini d'opere d'arte senza detto bollino. G.BRETAGNA / British Airways rimborsa due passeggeri, ora rischia ricorsi a valanga La British Airways (BA) potrebbe essere costretta a spendere milioni di sterline per risarcire migliaia di passeggeri. Tutto questo perche' e' trapelata la notizia dell'accordo fra il vettore britannico e due clienti che avevano chiesto il rimborso di un biglietto su un volo cancellato a causa di uno sciopero lo scorso febbraio. Da pochi spiccioli, 430 pound a testa per i due passeggeri, la compagnia aerea si potrebbe ora ritrovare a pagare milioni di sterline ai tanti clienti pronti a chiedere i rimborsi per non aver goduto del servizio. Secondo il Times sarebbero circa 400 i passeggeri che hanno avviato reclami per avere un rimborso, oltre a un cospicuo numero di agenzie di viaggi che agiscono per conto di multinazionali. MONDO / La pressione fiscale in 32 Paesi La societa' di consulenze Mercer ha analizzato il regime impositivo di 32 Paesi. Emirati Arabi e Russia hanno i sistemi d'imposta piu' favorevoli mentre in fondo alla scala ci sono Belgio, Ungheria e Danimarca. In generale, i Paesi europei sono fiscalmente poco attrattivi. La Gran Bretagna e' al numero 14, seguita da Irlanda (18), Spagna (19) e Svizzera (21). Gli Stati asiatici occupano le posizioni piu' vantaggiose, con Hong Kong, Taiwan, Singapore, Corea del Sud e Cina ai primi posti. In America, i meglio posizionati sono Messico, Brasile e Argentina -nei primi dieci-; gli Stati Uniti sono a meta', il Canada e' ventesimo. Secondo il rapporto, in Spagna un professionista scapolo con un reddito lordo annuo di 62.000 euro, ha una trattenuta del 30,5% sullo stipendio lordo, a fronte del 5% degli Emirati Arabi Uniti o il 13% della Russia. Rafael Barillero, socio di Mercer, ritiene che le imposte locali siano uno dei fattori piu' considerati dalle multinazionali quando devono trasferire del personale all'estero. GERMANIA / Azione collettiva contro rincari del gas: azienda condannata Il Tribunale superiore di Brema ha dichiarato nulli gli aumenti di prezzo del gas, richiesti dal fornitore locale SWB. I giudici hanno cosi' accolto una denuncia collettiva di 59 clienti, confermando il giudizio emesso in prima istanza. La prima sentenza aveva infatti cassato una serie di aumenti, giudicando non trasparenti le clausole d'adeguamento dei prezzi. Il fornitore aveva fatto ricorso, ma il tribunale d'appello ha confermato che le clausole non sono adeguatamente chiare e comprensibili quando descrivono gli elementi che giustificherebbero i rincari. ITALIA / Aumenta il taccheggio nei supermercati E' peggiorata la situazione dei furti e dei taccheggi registrati presso le insegne della grande distribuzione italiana. Dal giugno 2006 al giugno 2007 il valore dei beni sottratti in supermercati, ipermercati e centri commerciali ha toccato 13,08 miliardi di euro contro i 12,61 del precedente periodo. In termini assoluti si tratta di un aumento del 17,8% del valore contro una crescita dello 0,85 del sottratto registrata a livello europeo. Il nostro Paese si piazza cosi' al quarto posto, alle spalle di Regno Unito, Germania e Francia. ITALIA / I prestiti piu' cari in Calabria Contrarre un prestito in Calabria costa il 70% in piu' che a Trento, Firenze e Bologna. L'anno scorso nella provincia di Cosenza a un credito, da restituire in 18 mesi, le banche hanno applicato un tasso medio del 9,32%, a Trento del 5,46%, quasi 4 punti di differenza. Ma la rigida contrapposizione Nord-Sud non vale piu' quando si parla della Liguria. Nelle quattro province liguri il denaro e' costato mediamente il 35% in piu' delle migliori tre piazze. A pagarne le spese sono cittadini, imprese e pubblica amministrazione. I dati sono dell'Istituto Tagliacarne. CUBA / Voci critiche alla tv cubana: si e' parlato apertamente della censura del regime Lentamente, ma qualcosa comincia a cambiare a Cuba. Il 19 novembre, la tv pubblica ha trasmesso un programma in cui vari intellettuali, partecipanti a "guerra de los e-mails", hanno criticato la mancanza di spazi di dibattito e hanno ricordato il "quinquenio gris" (1971-1976), ossia l'impossibilita' di dissentire. Che nella tv cubana si sia potuto parlare apertamente di censura, e sia stato menzionato quel periodo di grande intolleranza verso la cultura e il dissenso, e' qualcosa che va oltre il fatto simbolico. Lo stesso vale per le dichiarazioni abbastanza esplicite sul fatto che se si vuole "salvare la rivoluzione" bisogna aprire spazi di dibattito e di partecipazione reale. ITALIA / Per rinegoziare i mutui non occorre il notaio I cittadini che vogliono rinegoziare il loro mutuo e cercare, cosi', di ottenere condizioni migliori, non devono per forza rivolgersi a un notaio. La precisazione arriva dagli stessi notai. Il Presidente del Consiglio nazionale del notariato, Paolo Piccoli, ha risposto alle richieste avanzate dall'Abi e associazione dei consumatori lo scorso 12 novembre, durante l'incontro al ministero dello sviluppo economico per rilanciare il tavolo sullo snellimento delle procedure per trasferire il mutuo da una banca all'altra (la portabilita') e applicare cosi' le norme del decreto legge 7/2007 (il Bersani bis). La portabilita', infatti, per ora rimane solo sulla carta grazie all'ostruzionismo di banche e notai. ITALIA / Farmaci da banco: fatturato ancora fermo Avanza ancora col freno tirato il mercato dei farmaci di automedicazione, le medicine senza obbligo di ricetta, la cui vendita e' stata liberalizzata anche al di fuori delle farmacie dalla prima lenzuolata di Pier Luigi Bersani dell'estate 2006. Il fatturato e' pressoche' fermo (appena +0,4% in dodici mesi), a quota 2,060 miliardi e per le imprese e' stagnazione: il farmaco da banco non sbanca. Ma se le industrie frenano i cittadini guadagnano: possono contare su sconti piu' massicci, in media del 20% nella Gdo e nelle parafarmacie e dell'11% nelle farmacie (ma solo del 40% dei prodotti). USA / Cresce il numero dei bagagli aerei perduti Il problema della perdita dei bagagli e' in aumento. Secondo Air Transport Association, nei primi nove mesi del 2007 sono andate perdute una valigia su 138 nei depositi bagagli degli aeroporti, contro l'1 su 155 di tutto il 2006. Un'indagine di American Airlaines ha riscontrato tra le cause del fenomeno la difettosita' degli apparecchi di lettura del codice a barre. Secondo molti dipendenti degli aeroporti e delle compagnie aeree la colpa e' dei cartellini adesivi che vengono applicati sui bagagli durante il check-in. Molto spesso le stampanti che producono questi adesivi sono sporche e questo rende difficile la lettura del codice a barre. La conseguenza e' l'imbarco dei bagagli su altri aerei. ITALIA / Secondo l'Abi le banche dovranno pagare i costi di trasferimento dei mutui Alla fine, l'Abi ha partorito un invito. Rispetto ai costi di trasferimento dei mutui, aboliti dalla legge 40-2007 (finora non rispettata), l'associazione delle banche ha 'invitato' gli istituti di credito ad accollarsi le spese e per trasferire il mutuo ad altra banca. Insomma, una mera raccomandazione. Rispetto a cio' l'Antitrust ha ribadito che le banche possono regolarsi come credono, ma rispettando la legge che detta la nullita' dei patti che prevedono costi diretti e indiretti per la portabilita': i costi indiretti equivalgono ad una penale. ITALIA / I costi dei parcheggi auto Che sia difficile trovare un parcheggio lo dicono tutti. Ma gli abitanti di alcune citta' lo sanno piu' di altri. Per esempio a Roma e' disponibile un posto auto in un parcheggio ogni 403 abitanti, a Caltanisetta su una strada a pagamento ce n'e' uno ogni 303 abitanti. Ma non solo, un'ora di sosta su strada arriva a costare 2,50 euro a Belluno, mentre ad Agrigento e a La Spezia solo 50 centesimi. E' quanto emerge dall'indagine nazionale sulla sosta e i parcheggi realizzata dall'Aipark aderente alla Confcommercio. ITALIA / Giornalisti, riviste porno e sentenze 'contraddittorie' della Cassazione I giornalisti possono dirigere riviste pornografiche secondo la Cassazione, ma sempre secondo lo stesso organo queste riviste possono essere sequestrate perche' non rientrano nella liberta' di stampa garantita dalla Costituzione. Sentenze poco allineate che arrivano a distanza di pochi mesi una dall'altra. Nella prima (sentenza n. 13067 del 5-6-2007), la Cassazione civile ha confermato lo scorso giugno le pronunce degli altri due gradi di giudizio tutte favorevoli alla pubblicista Florence Odet Fabre che non si era arresa alla radiazione del Consiglio regionale del Lazio per aver diretto i famosi giornaletti. Allora la Corte aveva affermato che l'Ordine non puo' esercitare censura preventiva e che per legge queste testate dovevano avere un direttore responsabile, cioe' un giornalista. Nella seconda sentenza (n. 39354 del 24 ottobre 2007) e' la Cassazione penale a pronunciarsi, questa volta a favore del sequestro di riviste di annunci hard e dei relativi siti di una societa' di Rovigo. Il motivo, secondo i giudici della suprema Corte, e' che la Costituzione non garantisce la liberta' alle pubblicazioni oscene perche', recita l'articolo 21: 'sono vietate le pubblicazioni a stampa contrarie al buon costume'. ITALIA / Sentenza: la prostituta deve pagare le tasse Anche le prostitute devono pagare le tasse. E' il succo, portato all'estrema conseguenza, della prima sentenza tributaria in Italia sulla materia. Ad emetterla e' stata la Commissione tributaria della Lombardia che ha condannato una prostituta, proprietaria di 6 appartamenti e di due auto, a pagare quasi 70 mila euro tra tasse e sanzioni perche' non ha dimostrato, documenti alla mano, la provenienza del suo reddito. Incrociando i dati sulle compravendite di case, l'Ufficio Milano 3 dell'Agenzia dell'entrate, due anni fa si accorse che M.L. era intestataria di un lussuoso appartamento di 130 mq. in pieno centro a Milano, di d'altri due monolocali, di due case di tre stanze a Corsico e una Baggio. Due autovetture completavano un patrimonio di tutto rispetto che i detective del fisco valutavano in un miliardo e 605 milioni e che non compariva, o c'era solo in parte, nelle dichiarazioni della signora. ITALIA / Uno spot sdogana il 'preservativo' in tv 'Preservativo' si potra' pronunciare in tv, su tutte le reti, comprese quelle seguite dai piu' giovani. Non si puo' piu' girare intorno alle parole. Gli ultimi dati sulla diffusione dell'Aids sono preoccupanti. Sono circa 4.000 le nuove infezioni da Hiv registrate ogni anno in Italia, piu' di una ogni due ore. Lo sdoganamento avverra' grazie ad uno spot prodotto dal ministero della Sanita' e girato dalla regista Francesca Archibugi: "in televisione si parlava di sesso sicuro, mai si era usato il termine preservativo. Ci sono state delle resistenze che adesso sono state vinte, grazie anche al ministero della Sanita' che ha prodotto lo spot pubblicitario". La campagna pro preservativo andra' in onda a partire dal 6 gennaio. MONDO / La World Toilet Association stima in quasi due milioni annui i morti per diarrea Secondo la World Toilet Association l'inadeguata igiene o l'assenza di bagni sono causa di milioni di decessi l'anno. Sono 2,6 miliardi le persone che nel mondo non possono accedere a servizi igienici decenti, con conseguenze drammatiche per la salute. Sono circa 1,8 milioni le persone che muoiono ogni anno per attacchi di diarrea dovuta alle precarie condizioni igieniche dei gabinetti. SPAGNA / Governo contro Bruxelles per la banda larga Non ha la minima idea. Questo il messaggio inviato alla Commissione Europea, contestando che in Spagna la banda larga sia troppo cara. Il Segretario di Stato delle Tlc, Francisco Ros, se la prende direttamente con la commissaria della Concorrenza, Neelie Kroes: non conosce la realta' spagnola quando accusa di protezionismo il mercato della banda larga, ne' esiste alcun rapporto che avalli la sua tesi. Percio' ha incaricato CMT, la commissione del mercato delle Tlc, di svolgere uno studio rigoroso su costi, prezzi e tariffe da confrontare con il resto d'Europa. Ma Ros sbaglia, perche' di rapporti comparativi ce ne sono. Come l'ultimo dell'Ocse con i dati recenti sulla banda larga, che situa la Spagna al quinto posto per onerosita' tra i 30 Paesi piu' sviluppati, mentre la velocita' e' solo a meta' classifica. Le parole di Ros acuiscono la vertenza quasi viscerale che oppone Bruxelles alla Spagna, dopo la multa di 152 milioni imposta a Telefonica per posizione dominante nella banda larga e contro cui il Governo ha fatto ricorso. SPAGNA / Riforma codice della strada: carcere per chi guida a folle velocita' "Chi guida come un omicida dev'essere trattato da omicida". Lo ha detto recentemente il capo del Governo, Jose' Luis Rodriguez Zapatero, e le sue parole sono state ripetute durante l'approvazione definitiva della riforma del Codice Penale in materia di Sicurezza Stradale. Il nuovo articolato aggrava le pene per eccesso di velocita', guida in stato di ebbrezza, o per chi viaggia senza patente o ha il permesso sospeso. Il ministero degli Interni spera che la riforma, approvata da tutti i gruppi tranne il PP, entri in vigore gia' il prossimo ponte del 6 dicembre. La riforma punisce penalmente fatti che finora erano considerati infrazioni amministrative. Stabilisce un limite concreto di velocita' (110 km/h in citta'; 180 su strade extraurbane; 200 in autostrada), a partire dal quale il conducente commette un reato passibile di sei mesi di carcere, obbligo di lavori sociali e ritiro della patente. Norme analoghe anche per chi guida sotto gli effetti di alcol o altre droghe. GERMANIA / Cancerogena una cioccolata 'bio' del produttore 'equo e solidale' La scoperta di una sostanza cancerogena, ha indotto la societa' Rapunzel Naturkost a sospendere la vendita della sua cioccolata amara "Bio Negro". L'analisi della Fondazione Warentest, condotta su 25 tipi di cioccolata fondente, ha evidenziato del benzopirene nel prodotto dell'azienda del Commercio equo e solidale. Unica marca giudicata "insufficiente" per l'alto contenuto della sostanza nociva, e stigmatizzata anche per il prezzo: 1,99 euro una tavoletta da 100 grammi, contro i 70 centesimi di altri prodotti di buona qualita'. Disponibile a riprendersi le cioccolate vendute, l'azienda in questione ha annunciato una propria indagine per individuare la provenienza del benzopirene. Tra le ipotesi, una tostatura inadeguata dei chicchi di cacao o un disguido nella coltivazione in America Latina -ad esempio, piante bruciate da agricoltori convenzionali e la conseguente diffusione di sostanze nocive nell'ambiente intorno. ITALIA / Sentenza della Cassazione: sul canone Rai decide il giudice tributario Il Canone Rai e' una prestazione tributaria, infatti sulle ganasce fiscali che scattano quando il cittadino non lo paga decide il Giudice tributario e non quello di pace. Non basta. Chi e' dall'altra parte dello schermo deve pagare quanto dovuto all'azienda di viale Mazzini a prescindere: in poche parole non e' necessario che lo spettatore presti il consenso o che sottoscriva un contratto. E' quanto hanno stabilito le Sezioni unite civili della Corte di cassazione che, con la sentenza n. 24010 del 20 novembre 2007, hanno accolto il ricorso della televisione di Stato e rimesso agli atti alla commissione tributaria di Treviso, luogo di residenza dell'utente. Il cittadino, cui era stato imposto il fermo amministrativo al veicolo per non aver pagato il canone, aveva fatto ricorso al giudice di pace (perche' non in possesso di apparecchio televisivo). Il giudice di pace gli aveva dato ragione e contro questa sentenza la Rai ha presentato appello in Cassazione, che con questa decisione ha stabilito che competente per la materia 'canone Rai' e' la giustizia tributaria, non il tribunale di Torino. Questa novita', facilitera' i ricorsi dei cittadini, che non saranno costretti a recarsi nella citta' piemontese dove ha sede legale la Rai, con un proprio avvocato. ITALIA / Agevolazioni prima casa: sentenza Le agevolazioni fiscali concesse per l'acquisto della prima casa spettano anche a chi possiede un alloggio nel comune di residenza e per necessita' di lavoro ne acquista un altro ove svolge la sua attivita' prevalente. Sono le motivazioni della sentenza 74/7/07 depositata in segreteria il 10 ottobre scorso dalla sezione settima della Ctr Lazio (commissione tributaria regionale). La sentenza non fa altro che ribadire cio' che la legge prescrive, in particolari situazioni non e' indispensabile il trasferimento della residenza nel comune in cui ha sede l'alloggio, possibilita' spesso negata dall'Agenzia delle entrate, che come nel caso oggetto di sentenza, chiede indietro al cittadino il contributo di cui ha beneficiato. ITALIA / L'Ue autorizza voli liberi per la Sardegna Cadono le barriere ai collegamenti aerei con la Sardegna. Dopo due anni di braccio di ferro con l'Unione europea, l'Italia ha accettato di ridimensionare gli obblighi di servizio pubblico in capo alle compagnie che uniscono l'isola al resto del Paese. In questo modo tutti i vettori potranno operare tra le maggiori citta' italiane e gli scali sardi in un regime di piena concorrenza. Attualmente, invece, un complicato sistema di autorizzazioni, volte a tutelare il diritto dei residenti ad avere un numero minimo di voli anche in bassa stagione, fa si che le maggiori citta' dell'isola siano coperte da una sola compagnia in regime di monopolio. Oggi ad esempio i collegamenti con Olbia (da Roma a Milano) sono garantiti solo da Meridiana, mentre quelli su Alghero, sono appannaggio di AirOne. Via libera, dunque, anche a compagnie low cost come Ryanair, anche Alitalia potra' effettuare piu' collegamenti. G.BRETAGNA / L'auto alimentata con biodiesel al cioccolato e' in viaggio verso l'Africa Attraversare il deserto con un motore al cioccolato. Il 23 novembre, due avventurosi britannici si sono messi in viaggio verso Timbuktu (Mali) su un'auto nel cui serbatoio c'era appunto cioccolato. Con il loro percorso di oltre 7.000 chilometri, gli ecologisti Nandy Pag e John Grimshaw vogliono dimostrare i benefici dei biodiesel. Passeranno per Inghilterra, Francia, Spagna, Marocco, il deserto del Sahara, per poi arrivare, dopo circa tre settimane, nella citta'-oasi del Mali. La riserva a bordo e' fatta di 2.000 litri di biodiesel prodotti da 4.000 chili di resti di cioccolato. Il tutto e' nato dall'accordo tra un'azienda britannica di biocarburanti e una fabbrica di cioccolata. L'intesa ha portato a un biodiesel composto di burro di cacao, metanolo, una soluzione di bicarbonato di sodio. FRANCIA / Rimborsati gli utenti danneggiati dallo sciopero dei trasporti Lo sciopero nei trasporti pubblici e' terminato, ora bisogna pensare ai rimborsi. Per risarcire i suoi clienti, la societa' ferroviaria Sncf ha deciso di ridurre il prezzo degli abbonamenti da gennaio 2008, adottando un criterio generale di proporzionalita' e intensita' dei disagi. Senza fornire altri dettagli sul metodo di calcolo adottato, Sncf prevede riduzioni di prezzo oscillanti tra il 40% nelle tratte di forte disagio e il 10% per disguidi giudicati di scarsa entita'. In quanto ai biglietti non utilizzati a causa dello sciopero, saranno tutti rimborsati o cambiati. Anche Ratp, la rete di trasporto pubblico nell'Ile-de-France, prevede degli indennizzi in base a un dispositivo, che sara' approvato nel Consiglio d'amministrazione del 30 novembre. THAILAND / Proposta di legge: tutti fermi quando suona l'inno nazionale Una nuova proposta di legge per stimolare il patriottismo creerebbe totale caos del traffico, in quando gli automobilisti dovrebbero fermarsi ogni volta che l'inno nazionale viene suonato. Questo il parere di una commissione parlamentare, che cassa cosi' la proposta dei vertici dell'esercito, che ha disposto una indagine per rimediare ai possibili inconvenienti della proposta. La legge, se approvata, prevede che durante l'alzabandiera e l'ammainabandiera, momenti in cui viene suonato l'inno nazionale, tutti, anche chi si trova alla guida, debba fermarsi. Proprio durante le ore di punta, in quanto l'alzabandiera avviene la mattina quando le persone si recano a lavoro, e l'ammainabandiera la sera quando rientrano a casa. "L'inno nazionale dura solo un minuto ed otto secondi, perche' gli automobilisti non dovrebbero fermarsi per il bene del Paese?", chiede il generale in pensione Pricha Rochanasena. U.E. / Confermata la nocivita' dell'acrilammide prodotta quando si friggono le patate Cinque anni fa, alcuni esperti svedesi misero sull'avviso l'opinione pubblica che quando si friggono le patate o altri alimenti ad alto contenuto d'amido, si produce l'acrilammide -sostanza potenzialmente cancerogena. Dopo i numerosi studi apparsi sul tema, ora ci sono i risultati di Heatox, il progetto di ricerca voluto dalla Commissione Europea -partecipi 24 istituzioni di 14 Stati. L'indagine rafforza il sospetto della nocivita' dell'acrilammide. I ricercatori hanno infatti trovato gli indizi che portano a dire come anche minime quantita' della sostanza possano causare danni genetici. Attraverso vari esperimenti, i ricercatori sono anche riusciti a rilevare i fattori che concorrono al formarsi della sostanza nociva. Oltre alla cottura, un ruolo importante lo rivestono il tipo di patata, le condizioni di crescita, la temperatura -con cui si conserva il prodotto surgelato, per esempio. Sostengono che i piu' a rischio sono gli alimenti prodotti industrialmente, ma che se le aziende adottassero misure idonee, potrebbero ridurre fino al 40% il contenuto d'acrilammide. Infine, hanno individuato altre 50 sostanze potenzialmente nocive che si formano con la cottura. MONDO / Rincari per le vacanze 2008 Uno studio commissionato dalla National Business Travel Association (Usa) ha delineato un quadro sconfortante per i costi delle vacanze organizzate nel mondo per il 2008, con aumenti medi che toccheranno l'8%. Le tariffe aeree dovrebbero crescere tra il 6 e il 10%, quelle alberghiere del 5-7%, stessa percentuale per l'autonoleggio. A conti fatti, il pacchetto viaggi dovrebbe costare il 15-20% in piu' rispetto alla media registrata quest'anno. ITALIA / Le citta' con piu' e meno multe al codice della strada Secondo una ricerca dell'Istituto Ambiente Italia, le citta' dove vengono elevate piu' multe al codice della strada sono (numero di infrazioni ogni 10 abitanti: Pisa 28,7; Bologna 23,7; Firenze 19,9; Milano 14,3; Salerno 14,2; Mantova 14; Ferrara 10; Bergamo 9,5; Torino 9,5; Asti 9,4. Le ultime, invece, sono: Foggia 0,7; Frosinone 1,2; Caltanisetta 1,6; Latina 2,1; Belluno 2,3; Chieti 2,3; Potenza 2,4; Sassari 2,4; Taranto 2,4; Trapani 2,5. ITALIA / 300 euro di balzelli per un'automobile nuova Secondo l'Aci, le imposte pesano in modo notevole sull'acquisto di un'automobile. Soprattutto quella provinciale di trascrizione, con un importo medio di 200 euro: pagata al Pra, a quest'ultimo restano solo una ventina di euro. Oltre la tassa provinciale ci sono una infinita' di altre tasse: l'imposta di bollo sulla formalita' Pra, il costo della targa, i diritti del dipartimento dei trasporti terrestri, l'imposta di bollo sulle formalita' del dipartimento e i costi di esazione postale per le somme del dipartimento. In una citta' come Milano, per un'auto di media cilindrata, si arriva a spendere 297 euro, di cui 195 per l'imposta provinciale. In Germania le imposte sono 26,3 euro, 7 invece in Gran Bretagna, 15 in Austria. Peggio di noi la Francia, con 644 euro. OLANDA / Preservativi a dieci centesimi La fondazione olandese Jippy ha avviato una campagna a favore del sesso sicuro. Fin d'ora, in tutt'Europa sono disponibili i preservativi Jippy a dieci centesimi l'uno. Confronto: nelle farmacie di Madrid le confezioni di sei pezzi costano 4,75 euro e quelle da dodici 7,50 euro (60-80 cent l'uno). La fondazione sostiene che in Europa i condom sono cari, con profitti notevoli per le grandi aziende, quando in realta' i costi di produzione sono molto contenuti. Offrendo i propri condom a basso prezzo, Jippy vuole favorire il sesso sicuro tra i giovani considerato che Aids e malattie veneree sono in aumento. Un dato: il 10% delle 25.000 persone che ogni anno si contagiano con l'Hiv in Europa centrale e occidentale, ha un'eta' compresa tra 15 e 25 anni, il 35% donne. Nei Paesi Bassi i condom Jippy sono venduti nei centri frequentati da giovanissimi, in scuole, supermercati, farmacie, distributori automatici. Per il mercato europeo la fondazione ha ideato un sito web particolare in inglese, tedesco, francese, spagnolo e turco, dove le persone possono richiedere i preservativi. La distribuzione avviene attraverso un operatore responsabile per tutto il continente europeo. Maggiori informazioni su: http://www.jippy.eu ITALIA / Verso l'uso autologo delle staminali del cordone? La Commissione Affari Sociali della Camera ha votato all'unanimita', con parere favorevole del Governo e del relatore Giovanni Burtone, l'emendamento all'articolo 75 della Finanziaria che autorizza la raccolta autologa del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche o private accreditate e convenzionate con il Centro nazionale trapianti, d'intesa con il Centro nazionale sangue". La proposta e' stata dell'on. Donatella Poretti, radicale della Rosa nel Pugno. MONDO / Rapporto sullo sviluppo mondiale L'ultimo rapporto sullo sviluppo di United Nations Development Programme (Undp)rivela che, per le persone dei Paesi in via di sviluppo, tra il 2000 e il 2004 i rischi di disastro ambientale -siccita', cicloni, inondazioni- sono stati 79 volte superiori rispetto al Primo mondo. In concreto, il 98% delle vittime vivevano nel Terzo e Quarto mondo. La variabilita' climatica pesa moltissimo sui Paesi poveri perche' l'agricoltura di sopravvivenza, la caratteristica di quei territori, e' particolarmente vulnerabile. A cio' s'aggiunga la carenza di mezzi tecnici e finanziari, sia per prevenire i disastri sia per i soccorsi dopo l'evento. La constatazione amara e' che i Paesi poveri sono i meno colpevoli del mutamento climatico: in Etiopia "l'impronta di Co2" e' di 0,1 tonnellate pro capite, in Usa 20,6. Nell'elenco degli Stati piu' avanzati in base a speranza di vita, reddito reale o grado d'istruzione, al primo posto quest'anno arriva l'Islanda che ha spodestato la Norvegia (seconda). L'ultimo tra i Paesi Ue e' la Romania (60esima). Diciassette Stati dell'Onu, tra cui Iraq e Afghanistan, non figurano nella lista per mancanza di dati attendibili. G.BRETAGNA / Case: a novembre il calo dei prezzi piu' corposo degli ultimi 12 anni I prezzi delle case in Gran Bretagna hanno fatto registrare il calo piu' vistoso degli ultimi 12 anni. Secondo Nationwide il costo di un medio alloggio e' diminuito dello 0,8% a novembre (184.099 sterline), tasso di decremento piu' elevato dal 1995. USA / Il divieto di fumo fa calare gli infarti tra i non fumatori E' ormai assodato che i fumatori passivi traggono vantaggio dai divieti di fumo nei luoghi pubblici. Dong-Chul Seo, dell'Indiana University di Bloomington, ha rilevato una drastica riduzione d'infarti cardiaci tra i non fumatori (Journal of Drug Education, vol.37, pag.217, 2007). Seo ha consultato le cartelle ospedaliere dei pazienti curati per infarto nel Monroe County (Stato dell'Indiana) dove vivono 120.000 persone, e dove dal 2004 e' in vigore il divieto. Da allora, in 22 mesi sono stati ricoverati per infarto solo 5 non fumatori, contro i 17 dello stesso arco di tempo precedente al divieto. Gli esperti tedeschi concordano con la riduzione, forse meno sull'entita': il campione e' troppo esiguo per parlare di un calo del 60%, dicono. Ammettono pero' che i risultati delle indagini condotte in Italia e a New York vanno nella stessa direzione. SVIZZERA / Fecondazione medicalmente assistita: aumentano le coppie che vi fanno ricorso Sono sempre piu' numerose le coppie che in Svizzera ricorrono alla fecondazione medicalmente assistita. Nel 2006 il loro numero e' salito del 12% rispetto al 2005, per un totale di cinquemila unita'. L'Ufficio federale di statistica precisa che il 47% delle nuove coppie vi ha fatto ricorso per impotenza del maschio; nel 17% dei casi era sterile la donna e nel 23% tutt'e due. In un caso su dieci i medici non sono riusciti a stabilirne le cause. Sempre nel 2006, la fecondazione assistita ha riguardato 1,6 donne ogni mille in eta' feconda residenti in Svizzera: eta' media 36 anni, cinque in piu' di quella delle donne al primo parto. Il 18% dei casi ha riguardato donne che vivono all'estero. Gli interventi hanno portato alla gravidanza una volta su tre. ITALIA / Mutui: crescono i tassi e le rate Un'impennata cosi' i risparmiatori, probabilmente, non se lo aspettavano. Per gli esperti dei mercati monetari, invece, il balzo registrato dall'Euribor a un mese non e' certo un fulmine a ciel sereno: in fondo il tasso interbancario al quale sono anche indicizzati i mutui a tasso variabile non ha fatto altro che allinearsi alla scadenza successiva. E cosi' il tasso a un mese e' passato d'un solo fiato al 4,81% dal 4,16% di 24 ore prima. Un movimento di tale portata non s'era visto neanche d'agosto o nell'imminenza del passaggio del nuovo millennio. A dicembre la rata mensile sara' dunque piu' cara in media di 32 euro. ITALIA / Piu' facile avere farmaci senza ricetta I grossisti di medicinali che potranno essere titolari di farmacia, i cittadini che in casi eccezionali potranno ottenere in farmacia la loro medicina anche senza avere con se' la ricetta. E poi snellimenti e sburocratizzazioni per l'autorizzazione al commercio dei farmaci, brevita' per i gas medicinali e per i prodotti omeopatici. Con un decreto legislativo licenziato dal Consiglio dei Ministri che aggiorna il Codice farmaci dello scorso anno, l'Italia si adegua all'Ue e cancella con un colpo di penna le numerose procedure di infrazione in materia aperte dalla Commissione europea. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA CINA: ELASTICI PER CAPELLI DAI PRESERVATIVI USATI Nella provincia meridionale del Guangdong (Cina) sono in vendita elastici per capelli fatti con preservativi usati. Gli elastici potenzialmente pericolosi vengono commercializzati in numerosi punti vendita e saloni di bellezza delle citta' Dongguan e Guangzhou, riferisce China Daily. Poiche' sono molto piu' convenienti degli altri, il loro successo cresce. I condom riciclati possono pero' ancora contenere batteri e virus, come mette in guardia il giornale. Secondo un dermatologo locale, non si puo' escludere l'infezione da una malattia genitale, Aids inclusa, poiche' le donne hanno l'abitudine di tenere in bocca l'elastico mentre si fanno la treccia o un nodo ai capelli. Intanto, un portavoce governativo ribadisce che riciclare i preservativi e' proibito. E in Italia come siamo messi? Importiamo elastici per capelli dalla Cina? Se si', quali e quanti controlli sono stati effettuati? E' questa la domanda che abbiamo rivolto al ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani e alla ministra alla Salute, Livia Turco. Una interrogazione in tal senso e' stata annunciata dalla deputata Donatella Poretti (RNP). RETTE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI. NUOVA CAUSA CONTRO LE ILLEGITTIME PRETESE DI RSA E COMUNI Nonostante anche il TAR Toscana si sia pronunciato sulla illegittimita' delle quote RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) determinate includendo nel calcolo i redditi dei parenti delle persone ultrasessantacinquenni non-autosufficienti ricoverate (1), le RSA continuano a richiedere ai familiari somme non dovute, e i Comuni a calcolare rette con i redditi di questi ultimi, in violazione della legge. Ecco quanto accaduto ad un cittadino che si e' rivolto a noi. Il sig. X chiede nel 2000 il ricovero in RSA per la mamma, persona anziana non autosufficiente, tramite i servizi sociali del Comune di Firenze. All'atto dell'ammissione gli viene fatta firmare una impegnativa con la quale si sarebbe obbligato a pagare la quota sociale determinata dal Comune. Nel corso degli anni la pensione materna era sempre stata sufficiente a coprire i costi della RSA, finche' nel 2004 il Comune annuncia un aumento che la signora non si puo' permettere. Iniziano allora le richieste economiche nei confronti del figlio, che si concludono con una azione giudiziaria attivata dalla RSA nei confronti dello stesso, per ottenere il pagamento di circa 10.000 euro. A nulla valgono le considerazioni che il figlio ha esposto alla RSA: "mia madre guadagna 1.300 euro al mese. Ve li do' tutti, lei non ha altro". La RSA ottiene comunque un decreto ingiuntivo per 1.600 euro circa al mese nei confronti del signor X. I nostri legali, che lo assistono, hanno oggi notificato l'atto di citazione in opposizione (2) chiedendo al giudice di accertare che in ogni caso la RSA non puo' richiedere per le prestazioni in convenzione con il Comune somme superiori al reddito dell'assistito, e semmai qualcosa fosse dovuto, il vero debitore e' il Comune stesso. (1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/ordinanzaTarRsa.tif (2) http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=200519 Qui il punto sulla vicenda Rsa: http://www.aduc.it/dyn/rsa PREZZI ALIMENTARI E MINISTRO DE CASTRO. A CHI GIOVA CHE IL MINISTRO FACCIA IL POMPIERE E VIOLENTI NUMERI E REALTA'? Il ministro per le Politiche Agricole, Paolo De Castro, sostiene che gli interventi messi in atto dal Governo per fronteggiare il caro prezzi siano efficaci. Il nostro ministro ha certamente un osservatorio privilegiato per le sue esternazioni, ma sembra che ne faccia uso in dispregio della logica e dell'intelligenza dei cittadini consumatori. Vediamo perche'. Secondo il ministro, che si basa sui dati Istat e Ismea per i mesi di settembre e ottobre, l'azione positiva del Governo e' dimostrata dal fatto che l'aumento, rispetto al mese precedente sarebbe dello 0,8%, mentre, rispetto al medesimo periodo del 2006, sarebbe del 3,4% (ndr. l'1,3% in piu' del tasso inflattivo annuale che, ad ottobre 2007, era del 2,1%). Una debacle, quindi! No, per il ministro e' un successo perche' il capitolo di spesa "comunicazioni" e' calato del 9,9%.... e allora? Perche' il ministro non fa il paragone con l'aumento sempre del 3,4% per il settore trasporti? Non gli conviene. Siamo di fronte ad un mondo che va al contrario. Il ministro De Castro ha stabilito che deve esternare la positivita' dei provvedimenti governativi ed ha cercato i dati che possano giustificare il suo punto di partenza. Ma nella logica razionale, le valutazioni si fanno sui numeri e non viceversa. I numeri sono e restano numeri, non idee: e dicono che gli alimenti sono aumentati del 3,4%. Il nostro ministro, purtroppo, non e' nuovo a queste esternazioni. Ad agosto, coi prezzi dei prodotti alimentari che schizzavano per l'incremento dei prezzi di cereali e latte, De Castro buttava acqua sul fuoco sostenendo che gli aumenti sarebbero stati di pochi centesimi, anche qui lodando le iniziative del Governo in merito. Tutti ricordiamo che da settembre, il prezzo del pane e' andato alle stelle ovunque.... E poi, quali sarebbero le iniziative del Governo? Mister Prezzi, ormai (per fortuna dei contribuenti) sparito dalla Finanziaria in discussione? Gli osservatori che, per l'appunto, osservano? Lasciamo perdere... Le cose da fare ci sarebbero, ma non si fanno.... e i prezzi, nonostante l'azione di pompiere del ministro, continuano ad aumentare. Stiamo solo parlando di quanto ha rilevato l'Autorita' Antitrust sullo stato di attuazione della riforma Bersani da parte delle Regioni sulla liberalizzazione degli esercizi commerciali, quando dice che queste ultime "hanno adottato indirizzi per l’insediamento delle attivita' commerciali e criteri di programmazione urbanistica che hanno di fatto prodotto una cristallizzazione degli assetti concorrenziali esistenti, non coerente con lo spirito della riforma" (1). Cioe' non c'e' mercato e concorrenza: una situazione tipica in cui i fenomeni e le fiammate speculative trovano fervido terreno e il consumatore e' l'unico soggetto che paga... anche per l'incapacita' di chi ci governa. (1) paragrafo 384 dell'Indagine conoscitiva sulla distribuzione agroalimentare IC28: http://www.agcm.it/agcm_ita/DSAP/DSAP_IC.NSF/bcf0799f 25d242c6c12564ac004bf2a5/8d9113caebab738cc12572fb003ce5d3?OpenDocument Condom usati ed elastici per capelli Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=200567 CLASS ACTION. UN TRISTE MOMENTO PER I DIRITTI DEI CITTADINI E DEI CONSUMATORI. LA BATTAGLIA SARA' PIU' DURA L'approvazione da parte del Senato dell'emendamento Manzione-Bordon sulla class action dara' effetti contrari rispetto a quelli auspicati. Il voto e' stato un piacere alle corporazioni, alle grandi aziende e il premio verso una giustizia fatta solo di paroloni e apparenze, di chi si sciacqua la bocca con la mitica parola consumatori ma che, nei fatti, crea diritti solo per per chi e' prono al potere e non alle leggi e al diritto. Cioe' vengono favorite delle corporazioni che avranno il monopolio dell'azione giudiziaria a dispregio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. L'accesso e' previsto, infatti, solo per i consumatori (1) e non per tutti i soggetti danneggiati da altri. Inoltre tutti i "consumatori" potrebbero arrivare alla class action solo passando attraverso le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato e altri soggetti scelti dal Governo. Questo in dispregio all'art. 24 della Costituzione (il diritto del singolo cittadino ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi). Inoltre, in questa class action, a sentenza positiva, per avere il rimborso ogni singolo deve intentare a sua volta un'azione di risarcimento (e ci potrebbero volere forse venti anni per avere un rimborso tra class action e causa individuale successiva). La nostra proposta di legge, a prima firma dell'on.Donatella Poretti (2), era ben diversa: chiunque puo' adire la class action e il giudice decide se accettarla. I rimborsi sono automatici a fine sentenza, anche per chi, non presente in giudizio, abbia ricevuto un danno dall'illegalita' sanzionata. Inoltre, sono previste regole precise per tutte le fasi processuali –cosa totalmente assente dal progetto governativo, per cui si presuppone un ulteriore normazione. (1) codice del consumo, art. 3: 1. Ai fini del presente codice si intende per: a) consumatore o utente: la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attivita' imprenditoriale o professionale eventualmente svolta; (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 PRODOTTI IN PELLE PERICOLOSI? FORSE SI', MA ASPETTIAMO CHE SUCCEDA QUALCOSA PRIMA DI INTERVENIRE... Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Uno studio dell'Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi che rilevava la presenza di dicromato di potassio (un composto allergizzante chiamato anche cromo esavalente) nel 57% dei manufatti in pelle presenti sul mercato tedesco, mi ha fornito lo spunto per un'interrogazione, elaborata insieme all'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), al ministero della Salute per sapere se in Italia fossero in atto studi adeguati su questa sostanza e, nel caso negativo, se si ritenesse di condurli. Dopo la pubblicazione dell'interrogazione, l'Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) ritenendosi screditata, ha minacciato di querelare l'Aduc e, come reso noto dalla stessa associazione dei consumatori, tramite il proprio studio di avvocati, in data 4 agosto, ha fatto pervenire presso l'associazione una ricerca della Stazione sperimentale per l'industria delle pelli (SSIP), Ente posto sotto la vigilanza del ministro dello Sviluppo Economico. Al ministro della Salute ho rivolto subito una nuova interrogazione per avere delucidazioni sui dati della ricerca, secondo la quale nel 5,1% dei prodotti esaminati era stato trovato il dicromato, e sul perche' questa si trovasse in mano dell'UNIC. In risposta all'interrogazione mi e' stato confermato che la ricerca dell'SSIP si e' basata soltanto sulla produzione conciaria italiana, al contrario di quella tedesca che riguardava tutti i prodotti sul mercato, quindi di provenienza extra europea. Rimane quindi una ricerca che non affronta esaustivamente la problematica. Non mi e' stato risposto, poi, sulla necessita' di informarsi su quali e quante aziende siano incluse nella percentuale del 5,1 % dei prodotti trovati con il dicromato e, infine, la cosa piu' curiosa e' che mi e' stato assicurato che nessun ricerca del SSIP e' stata inoltrata all'UNIC. Rimane, quindi, un mistero come un documento fatto pervenire all'Aduc dai rappresentanti legali dell'UNIC, risulta indirizzata in data 3 agosto 2007 al Ministro della Salute. Di positivo e' emerso soltanto che nel rispetto di un regolamento europeo il produttore che voglia utilizzare il dicromato di potassio dovra' fare richiesta all'Agenzia europea per le sostanze chimiche di Helsinki (ECHA) che valutera' se concedere o meno l'autorizzazione. Il Ministero, dal canto suo, si e' adoperato per richiedere agli Assessorati regionali l'invio dei dati, in loro possesso, relativi a manifestazioni di patologie acute collegate all'uso di prodotti con cromo. Ma solo se i dati trasmessi dovessero risultare un potenziale pericolo per la salute dei consumatori, il ministero assicurerebbe il proprio impegno per adottare i provvedimenti opportuni in materia di etichettatura di tali prodotti. Quindi, insomma, ci deve scappare il danno grave per qualcuno prima che si arrivi a prendere provvedimenti in questa direzione. il testo dell'interrogazione con la risposta: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=193286 CLASS ACTION? UNA BUFALA. I DANNEGGIATI PARMALAT NON POTREBBERO RICORRERE. Con questa Class action ci vorranno 20 anni prima di aver definitivamente ragione ed ottenere un risarcimento. Una bufala. I cittadini che volessero costituirsi in associazione per la tutela dei loro diritti non potrebbero farlo. Per esempio i danneggiati Parmalat non potrebbero ricorrere in quanto tali, anche con una loro associazione. Ci si potra' rivolgere alle associazioni di consumatori che devono essere riconosciute dal Governo e ne prendono le sovvenzioni, e quei nuovi soggetti che il Governo riterra' "degni" di promuovere l'azione. Insomma piu' che una "azione giudiziaria collettiva" avremo una "azione giudiziaria controllata". Bel risultato! Giudizio a parte merita l'atteggiamento della Confindustria. Grazie alla ottusita' della loro posizione si e' ottenuto questo risultato. Forse la loro protesta fa parte del gioco (delle tre carte), sta di fatto che invece di ragionare su esigenze dei cittadini (gli scandali finanziari bruciano ancora) hanno fatto muro contro qualsiasi normativa in merito. Se solo avessero letto e ponderato la proposta di legge sulla class action, predisposta dall'Aduc e presentata dai deputati Poretti e Capezzone (1), si sarebbero accorti che le garanzie per i cittadini e per gli imprenditori marciano insieme. Non sono possibili le cosiddette azioni temerarie contro le imprese e viene riconosciuto il diritto a tutti i cittadini (anche alle loro associazioni) di costituirsi parte in giudizio. Il giudice dovra' valutare ed accertare la sussistenza del fumus boni iuris prima di avviare il procedimento e vi e' automatismo fra sentenza e risarcimento del danno. Insomma una proposta equa che ha preso spunto dalla legislazione americana depurandola dagli elementi negativi. Con le norme in Finanziaria si e' persa una occasione. L'unico dato positivo e' che se ne parla. E' l'Italia di Arlecchino e Pulcinella. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 Qui il nostro settore del sito Internet dedicato alla materia: http://www.aduc.it/dyn/classaction CENSURA FORUM ADUC. RICORSO DOPO IL RIGETTO DEL GIP DI CATANIA Oggi (16 Novembre) e' stato depositato l'atto di appello al Tribunale di Catania contro l'ordinanza del GIP, dott. Sebastiano Cacciatore, con la quale si negava il dissequestro dei due forum "Di' la tua" "GESU E" e "LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA". La motivazione e' adottata in nome della "religione della stragrande maggioranza degli italiani" e non per difendere la Costituzione e la libera espressione del pensiero. La questione verra' ora valutata dal Tribunale di Catania. Speriamo che un collegio di tre giudici tenga meglio a mente che il giudice e' soggetto solo alla legge. Qui' l'atto di appello: http://www.aduc.it/dyn/censura/appello.pdf Qui i fatti e la documentazione relativa: http://www.aduc.it/dyn/censura CLASS ACTION: DA BANDIERA DI RICATTO POLITICO A STRUMENTO CONCRETO? Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Dopo il voto in Finanziaria sulla Class Action al Senato, il provvedimento che arrivera' alla Camera potra' e dovra' essere modificato se non vogliamo che questo strumento resti solo una bandiera in mano a due senatori, una serie di articoli di giornali e uno strumento di ricatto per le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato nei confronti delle grandi aziende. Se vogliamo che da strumento in mano alle corporazioni diventi strumento giudiziario per i singoli consumatori, e danneggiati piu' in generale, occorrera' introdurre delle modifiche sostanziali. I punti piu' importanti su cui la Commissione Giustizia sta lavorando dall'inizio della legislatura sono: l'accesso (non per i soli consumatori ma per tutti i soggetti danneggiati); la proposta (non un elenco di associazioni di consumatori redatto dal Governo visto che come recita l'articolo 24 della Costituzione esiste il diritto del singolo ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi); l'ammissibilita' (un giudice deve stabilire se ammettere o rifiutare l'azione giudiziaria); il risarcimento (non un passaggio da una Camera di conciliazione e una successiva causa individuale, ma un automatismo fra sentenza e risarcimento del danno, tramite la figura del "curatore amministrativo", nominato dal Giudice). Questi i punti cardini della proposta di legge che elaborata insieme all'Aduc mi vede prima firmataria ma in compagnia di parlamentari di entrambi gli schieramenti (1), e che su questi punti e' simile anche alle 3 proposte di legge dell'on. Fabris (Udeur), on. Pedica (Italia dei Valori) e dell'on. Grillini (misto, socialisti). Se non verra' stralciato il provvedimento (come sarebbe sensato e corretto da un punto di vista regolamentare), la strada degli emendamenti sara' quella da percorrere, confidando nella volonta' di far seguire alle politiche di liberalizzazioni anche quelle che diano nelle mani dei singoli cittadini le possibili azioni di rivalsa per far valere i propri diritti. (1) Introduzione dell'azione giudiziaria collettiva, pdl 1443: Donatella Poretti, Daniele Capezzone, Romolo Benvenuto, Giorgio Carta, Giovanni Carbonella, Arnold Cassola, Francesco Colucci, Cinzia Dato, Sergio D'Elia, Tana De Zulueta, Sandro Gozi, Carmelo Lo Monte, Giuseppe Lumia, Bruno Mellano, Roberto Poletti, Federica Rossi Gasparrini, Emanuele Sanna, Giuseppe Trepiccione, Michele Tucci, Lanfranco Turci, Maurizio Turco, Luana Zanella ( http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901) DON DI NOTO. A LUI OFFRIAMO I NOSTRI AVVOCATI PER DIFENDERE ANCHE LA SUA LIBERTA' DI PAROLA Come l'Aduc, anche don Fortunato di Noto e' vittima dello zelo inquisitorio della Procura di Catania. Da cio' che emerge dalla stampa, il sacerdote sarebbe indagato per falso allarme perche', a seguito di un furtarello, avrebbe parlato in un comunicato stampa di un atto vandalico possibilmente mirato contro la sua organizzazione. Questo, secondo la tesi della Procura, al fine di procurarsi gloria e simpatia. La cosa sconcertante e' che la Procura si sia mossa, con tanto di Guardia di Finanza, non tanto per una denuncia formale di don Di Noto, ma per un semplice comunicato stampa. Se veramente e' cosi', ci troviamo di fronte nuovamente ad un attentato alla liberta' di espressione. Forse le parole di don di Noto potevano essere avventate e anche esagerate nel tipico stile vittimista che appartiene a molti rappresentanti della Chiesa Cattolica, ma non certo un reato. Ricordiamo che proprio a seguito di una denuncia dello stesso don Di Noto, la procura di Catania ha sequestrato integralmente due forum dell'Aduc ed incriminato tre suoi utenti per vilipendio alla religione cattolica. Sequestro ingiustificato che tutt'ora colpisce la liberta' di parola di decine di cittadini, censurati senza motivo alcuno se non quello di aver criticato "la religione della stragrande maggioranza degli italiani". (1) Conosciamo quindi bene il metodo dei magistrati catanesi, e per questo abbiamo gia' chiesto l'intervento del ministro della Giustizia e l'invio di ispettori alla Procura di Catania tramite una interrogazione parlamentare a firma dell'on. Donatela Poretti. (2) A don Di Noto offriamo non solo la nostra solidarieta', ma anche e soprattutto l'assistenza gratuita dei nostri legali, che in materia di difesa della liberta' di espressione hanno maturato ormai una certa esperienza. Ci auguriamo che don Di Noto voglia unirsi a noi nel chiedere che il Governo ed il Csm richiamino i magistrati al rispetto della Costituzione. (1) La vicenda che vede coinvolta l'Aduc e la Procura di Catania a seguito di una denuncia di don Di Noto: http://www.aduc.it/dyn/censura (2) Il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=199885 BEVANDE ENERGIZZANTI RISCHIOSE Gli studenti dormono poco. Ci sono notti da passare sui libri per un esame che incombe; ce ne sono altre da trascorrere con gli amici. Per reggere al sonno la meta' degli studenti dei college si da' alle bevande energizzanti (energy drink), segnala un'indagine dell'equipe di Brenda M.Malinauskas della East Carolina University (USA) e pubblicata su "Nutrition Journal". Solo una minoranza degli studenti sa pero' che queste bevande contengono un alto tasso di caffeina e che possono incidere sulla circolazione sanguigna. Eppure gli effetti sono evidenti, se uno studente su cinque lamenta mal di testa, o un forte batticuore seguito da senso di spossatezza. Chi ne fa uso frequente vive come su un ottovolante, prova degli alti e bassi che lo immettono in un circolo vizioso. Le persone che consumano bevande energetiche mescolate con alcol, rischiano due volte di piu' per la propria salute rispetto a chi beve soltanto un cocktail alcolico. La ricerca e' stata realizzata dalla Wake Forest University School of Medicine, North Carolina (Usa), su 4271 studenti. Anche in Italia si vendono nei supermercati bevande energizzanti che vengono consumate come una qualsiasi bibita. Attenzione, quindi, perche' gli effetti di un uso eccessivo possono essere pericolosi per la salute. TEST PER DIABETICI CONTRAFFATTI. IL MINISTERO DELLA SALUTE RASSICURA: NESSUN ALLARME Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Lo scorso 20 Agosto ho rivolto ai ministri competenti un'interrogazione per avere dei chiarimenti sul comportamento che avrebbero tenuto riguardo una notizia riportata dall''Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) su alcuni test diagnostici contraffatti per diabetici, etichettati Johnson & Johnson, provenienti dalla Cina. Copie mal funzionanti di OneTouch Test Strip, strisce per rilevare il contenuto di zuccheri nel sangue, erano state immesse in commercio lo scorso anno nelle farmacie in Usa, Canada e in altri 35 Stati tra i quali Grecia, India, Pakistan, Filippine, Arabia Saudita e Turchia. Secondo i documenti resi pubblici da un tribunale federale degli Stati Uniti, sarebbero stati oltre un milione i kit contraffatti immessi sul mercato. La Johnson & Johnson aveva scoperto la truffa dopo che 15 pazienti si erano lamentati del malfunzionamento, potenzialmente letale, dei test. Una lettura sbagliata dei valori glicemici avrebbe infatti potuto indurre un paziente glicemico ad assumere dosi sbagliate di insulina con gravi danni alla salute e il rischio di morte. Rispondendomi, il ministero della Salute ha precisato che la Johnson & Johnson nel novembre 2006 aveva inviato una comunicazione per precisare che i test contraffatti erano stati rinvenuti solo in Grecia e che nessuno di questi era stato distribuito in Italia. Inoltre una serie di azioni preventive erano state attivate sia nei Paesi dove questi test erano stati rinvenuti sia in quelli non interessati. Ad oggi il ministero precisa di non aver ricevuto nessuna segnalazione relativa ai test contraffatti e ha, comunque, sottolineato di mantenere l'attenzione sul monitoraggio di questi prodotti a livelli elevati. Il testo dell'interrogazione con la riposta: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=192970 CANONE/TASSA RAI. INTRODOTTO NUOVO REATO PER MANCATO PAGAMENTO. I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DI ESSERE NON-ITALIANI A quanto pare, il canone/tassa Rai e' dovuto anche per il computer, ma solo se uno e' straniero. Ma attenzione, non abbonarsi potrebbe far finire in carcere. Queste le novita' contenute nella lettera con cui ogni anno la Rai gentilmente ricorda a coloro che ancora non lo sapessero tutti "i vantaggi che offre un pagamento spontaneo" dell'abbonamento. Come ormai sappiamo, il canone e' dovuto per tutti gli apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione di programmi televisivi, "compresi personal computer, decoder digitali e altri apparati multimediali" (come sostiene la Rai nel modulo di dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta', la cui compilazione e' richiesta a coloro che dichiarano di non avere alcun televisore). Ma leggendo la lettera inviata questo fine anno, si nota che le parole "personal computer" sono sparite (rimangono invece i decoder digitali e altri apparecchi multimediali). Davvero ci sarebbe da esultare, perche' tale specifica esclusione potrebbe indurci a pensare di non dover piu' sborsare l'odiatissimo balzello anche per il solo possesso di un computer. Forse la Rai ha recepito le osservazioni di migliaia di cittadini e ha chiarito –seppur obliquamente- che il computer non e' soggetto alla tassa? Niente affatto! Sul retro della lettera, l'invito a pagare in lingua inglese, francese, araba e cinese menziona anche il computer. Forse vi e' stato un disguido in fase di traduzione? O forse solo gli stranieri devono pagare il canone per il computer? Leggendo oltre, la Rai cita come principale vantaggio dell'abbonamento il non incorrere in "reati di evasione fiscale", a cui sarebbe equiparato il mancato pagamento del canone. Insomma, per la Rai chi non paga il canone commette un crimine, anche se la legge in realta' parla soltanto di illecito amministrativo con conseguente sanzione pecuniaria (una multa, per intendersi). Forse la Rai non sa distinguere fra diritto penale e diritto civile? In ogni caso, questa volta gli stranieri hanno la meglio. Nelle traduzioni sul retro, infatti, il reato diventa semplice "multa". Insomma, lo straniero dovra' anche pagare il canone per il computer, ma contrariamente all'italiano, non rischia un processo penale per mancato pagamento. Ci pare cosa giusta ed equa.... Qui il settore specifico dedicato al canone/tassa Rai e per la sua abolizione: http://www.aduc.it/dyn/rai Don Di Noto vittima a Catania Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=201103 LE AUTOMOBILI INQUINANO PIU' DI QUANTO SI AFFERMA La maggior parte delle auto nuoce al clima piu' di quanto s'ammetta ufficialmente. Se sulla carta figurano 100 grammi di anidride carbonica emessi da una vettura, in concreto sono vicini ai 160, sostiene l'esperto Hans-Jochen Luhmann dell'Istituto Clima Ambiente Energia di Wuppertal (Germania). I motivi della sottovalutazione? Il calcolo ufficiale considera solo il consumo di carburante, per di piu' in condizioni ideali. Ma poiche' non si viaggia sempre a 20 gradi ne' alla velocita' prescritta, bisogna aggiungere almeno un litro di carburante in piu' nella quotidianita' di un automobilista. Inoltre, non si deve dimenticare l'impianto di climatizzazione, che corrisponde, in termini di emissioni nocive, a 1,5 litri di carburante. "Insieme formano un controvalore di 60-70 grammi di biossido di carbonio a chilometro", spiega Luhmann. Occorre quindi rivedere i valori che vengono indicati nelle pubblicita' delle case automobilistiche e, comunque, occorre investire nella ricerca di soluzioni alternative all'utilizzo del carburante. In Italia, dove il numero di auto ha raggiunto livelli stratosferici e possedere un mezzo e' diventato assai costoso, considerando le spese per l'acquisto, la manutenzione, il carburante e il garage. Se ci aggiungiamo il tempo perso nel traffico e gli incidenti automobilistici, con il tragico carico di morti e feriti, si dovrebbe arrivare alla conclusione che possedere un'automobile non e' piu' conveniente. DENTIFRICI, PESCI E CROSTACEI D'ALLAVAMENTO IMPORTATI DALLA CINA. IL MINISTRO DELLA SALUTE RASSICURA SUI CONTROLLI Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. lo scorso luglio ho presentato un'interrogazione per chiedere chiarimenti su alcune notizie riportate dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) sulla presenza negli Usa di diverse specie di pesce e crostacei d'allevamento aggiunte alla lista nera dei prodotti cinesi banditi dal mercato. Nei campioni esaminati dalla Food and Drug Administration (Fda, l'ente federale americano per il controllo di cibo e farmaci) sono stati rilevati residui di sostanze cancerogene, ossia antibiotici e altre sostanze vietate (nitrofurani, verde malachite, genziana violetta e fluoroquinolone). Nonostante la Fda abbia deciso di non mettere in vendita i citati prodotti, se non avessero rispettato le norme di sicurezza statunitensi, la Cina, maggior esportatore mondiale di pesci e crostacei d'allevamento, ha continuato a difenderli assicurandone la conformita' alle condizioni dei contratti commerciali. L'allarme sulle importazioni dalla Cina nel mese di luglio si e' estesa anche ai dentifrici: la Fda, infatti, ha trovato un composto tossico per il fegato e i reni, il dietilenglicol, in alcuni lotti importati dalla Cina e diffusi in numerosi Paesi. Rispondendo all'interrogazione, il ministro della Salute mi ha assicurato che lo scorso luglio i Nas hanno sequestrato circa un milione di dentifrici e che soltanto un lotto di questi prodotti e' stato trovato con una concentrazione di dietilenglicol superiore allo 0,1 %, ma sempre inferiore a quella considerata rischiosa. Mi ha un po' meno rassicurato la riposta sulla presenza nei nostri mercati di pesce e crostacei d'allevamento proveniente dalla Cina. Infatti, nel corso del 2007, il sistema RASFF (rapid alert system for food anf feed), che consente la notifica in tempo reale della sussistenza di rischi connessi al consumo di alimenti, ha eseguito 45 notifiche di allerta sui prodotti alimentari derivati dalla pesca e provenienti dalla Cina. In questi e' stata riscontrata la presenza di additivi, residui di farmaci veterinari, metalli pesanti (mercurio) e contaminazioni chimiche. Secondo quanto riportato dal ministero, la Commissione europea sta lavorando su una apposita regolamentazione comunitaria per le analisi dei prodotti extraeuropei: infatti, per ora, ogni Stato membro e' responsabile a livello nazionale e adotta i metodi di analisi disponibili che pero' non sono armonizzati a livello europeo. il testo dell'interrogazione con la risposta: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=186249 PRIVACY E ASSOCIAZIONI CATTOLICHE. ANCORA UNA VOLTA LE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE OTTENGONO DATI PERSONALI DALL'ANAGRAFE COMUNALE Ancora una volta, un'associazione cattolica e' riuscita misteriosamente ad ottenere dati personali che solo l'ufficio anagrafe del Comune di Firenze poteva avere. Il consigliere dell'Aduc, Pietro Yates Moretti, ha infatti ricevuto due lettere promozionali presso la propria residenza da parte dell'Istituto San Gregorio. Solo il comune di Firenze poteva essere a conoscenza della residenza anagrafica (recentemente cambiata) e del numero di figli nella famiglia Yates Moretti (due, come le lettere ricevute). Gia' alcuni mesi fa, anche il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, e la sua compagna, l'on. Donatella Poretti, avevano ricevuto dal Movimento per la vita una lettera indirizzata alla loro neonata, la "bambina Alice Poretti", senza che vi fosse mai stato mai alcun contatto con tale associazione. (1) Insomma, appare evidente che il Comune di Firenze, attraverso un responsabile del suo ufficio Anagrafe, sta consegnando ad associazioni cattoliche gli elenchi dei propri cittadini, in palese violazione non solo della legge sulla privacy, ma anche del codice penale. Nei prossimi giorni, oltre ad una segnalazione al Garante della Privacy, procederemo sia in sede civile che penale. Questo per mettere fine ad un rapporto privilegiato e poco trasparente fra l'amministrazione pubblica fiorentina e la Chiesa cattolica a spese dei diritti dei cittadini. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=169111 CECHI I PIU' GRANDI TACCHEGGIATORI D'EUROPA Secondo il rapporto del Centre for Retail Research (GB) commissionato da Checkpoint System, multinazionale specializzata nella produzione di sistemi per la sicurezza e la protezione dei prodotti, la Repubblica Ceca e' risultata il primo Paese per taccheggio (furto di merce esposta per la vendita) in Europa, a seguire Slovenia e Ungheria. Nell'Europa occidentale, il fenomeno dei furti nella grande distribuzione e' piu' elevato in Finlandia e Portogallo, seguono Inghilterra, Grecia, Svezia, Francia, Norvegia e Spagna e infine Italia. Nel 2006, i furti in supermercati e grandi magazzini hanno raggiunto il valore di 29 miliardi di euro, con l'Italia che si attesta su 2.618 milioni di euro. La maggior parte dei prodotti rubati avviene nelle quattro settimane precedenti le feste di Natale, mentre altri furti sono fatti dai dipendenti dei negozi o perduti nella catena distributiva. I prodotti piu' frequentemente rubati sono, nell'ordine: abbigliamento femminile, prodotti cosmetici e profumi; scarpe e vestiti firmati, ma anche lamette da barba e prodotti per la pelle; alcolici; dvd; capi di abbigliamento maschile; videogame; oggetti elettronici che includono laptop, lettori mp3, televisori, cellulari e software. Gli articoli piu' rubati in Italia sono le lamette da barba: ogni cinque lamette ne viene rubata una; a ruota seguono le cartucce per stampanti (15%) e i prodotti cosmetici (6%). Meno male che una volta tanto non siamo i primi in Europa per negativita'! VELTRONI E LA CLASS ACTION. LA BANALITA' DEL NULLA SERVE SOLO ALLA POLITICA POLITICANTE L'intervento del segretario del Sindaco/segretario Walter Veltroni sulla prima pagina del quotidiano IlSole24Ore di oggi (21 novembre) sulla class action, avrebbe potuto essere una buona occasione di dialogo e confronto fra le diverse posizioni di coloro che vorrebbero introdurre l'azione giudiziaria collettiva. Le posizioni da conciliare non mancano e l'aver avuto a disposizione la pagina del quotidiano della Confindustria avrebbe potuto essere buona occasione. L'emendamento approvato in Senato stabilisce il potere anticostituzionale di pochi a promuovere questa azione giudiziaria, nonche' la totale impraticabilita' dell'eventuale sentenza positiva che, per diventare denaro sonante, ha davanti a se' il vaglio di sette gradi di giudizio in alternativa agli abituali tre... alla faccia della semplificazione.... Senza entrare nei particolari della questione e pur restando nei principi generali, il Sindaco/segretario ne avrebbe avuto da dire e puntualizzare. Ma, per l'appunto, "avrebbe". Walter Veltroni ha scelto la banalita' del nulla, cioe' la class action e' utile e occorre trovare strumenti per evitarne gli abusi. C'e' forse qualcuno da qualche parte che possa non condividere questi due "assiomi" del Sindaco/segretario? Confindustria e' d'accordo. I fans dell'emendamento Manzione/Bordon approvato in Senato sono d'accordo. Siamo d'accordo anche noi che siamo tutt'altro che favorevoli all'emendamento senatoriale (1). Immaginiamo sara' d'accordo anche il frequentatore del primo bar che troviamo a cui spieghiamo di cosa si sta disquisendo. E allora, a cosa serve la "posizione" di Veltroni? A nostro avviso, per quanto riguarda la class action e l'eventuale modifica dell'emendamento del Senato, non serve a nulla. Serve invece alla politica politicante, cioe' al ponte che il Sindaco/segretario cerca di consolidare nei propri rapporti con i confindustriali; ponte per il quale gli interessi dei potenziali truffati/fruitori della class action c'entrano come il famoso cavolo a merenda. E' solo un'occasione come un'altra, solo che in questo momento si parla di class action e Veltroni ha colto la palla a volo, e poi, per un politico, parlare a favore dei diritti dei consumatori fa sempre "figo"... altra cosa, invece –diciamo noi- approvare norme che siano alla bisogna e non solo fumo negli occhi. Peccato. Veltroni e il suo partito hanno perso un'occasione per far capire agli italiani che "democratico" non e' un vezzo estetico di uno dei tanti abiti del potere, ma avrebbe potuto essere l'aggettivo di un metodo dove i cittadini e i consumatori sono soggetti e non sudditi da amministrare con la vacuita' e la finzione. (1) http://www.aduc.it/dyn/classaction RAI-MEDIASET. NIENTE DI NUOVO. SOLO CONFERMA DELL'IMMOBILISMO CHE TUTTI VOGLIONO, SOPRATTUTTO L'ORDINE DEI GIORNALISTI Quello che rivela oggi il quotidiano La Repubblica sugli intrallazzi Rai-Mediaset, che si scambierebbero le informazioni per decidere reciprocamente cosa e come trasmettere, e’ la scoperta dell’acqua calda. Se poi si considera che tale scoperta e’ tutta in chiave politica –nel caso, antiberlusconiana- si capisce gia’ che non servira’ a niente. Sara’ solo la scintilla per l’ennesimo "scontro tra i poli", sceneggiata da prima serata sulle onde "Raiset", come qualcuno da anni denuncia. La liberta' di informazione nel nostro Paese e' condizionata solo in piccolissima parte da fatti del genere. Il problema principale e' il duopolio sul mercato tra un gigante pubblico che dovrebbe essere privatizzato e tolto dalle mani dei governanti di turno e la sua gigantesca controfigura privata. Un blocco dell'informazione radiotelevisiva favorito anche dalla esistenza dell’ordine dei giornalisti, altra profonda causa della mancanza di liberta’ di informazione nel nostro Paese. Ordine che si adagia su questa situazione di blocco duopolistico e che, con altrettanto blocco corporativo, pretende di tutelare la liberta' di informazione. Il risultato e’ di fronte agli occhi di tutti. IKEA E MATERASSI. L'ADUC SCRIVE A BERSANI La rivista dei consumatori tedesca Oeko-Test ha fatto analizzare alcuni materassi venduti da Ikea, la grande rete di distribuzione svedese, e ha trovato che in alcuni modelli, il "Sultan Hamno" e il "Sultan Hasselback", la quantita' di stagno e fosfati era eccessiva, anche rispetto ai limiti imposti da Ikea stessa. Il fosforo viene utilizzato come sostanza ignifuga e lo stagno, sotto forma di composto serve per disinfettare i prodotti. Ikea ha dichiarato che questo tipo di materassi e' presente in Germania, Olanda, Spagna e Portogallo ma non in Italia. Prendiamo atto delle dichiarazioni dell'Ikea, rileviamo, tuttavia, che la scoperta della concentrazione eccessiva di queste sostanze e' stata scoperta dopo le analisi effettuate da Oeko-Test e non per iniziativa dell'Ikea stessa, per cui abbiamo scritto al ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, chiedendo una verifica della qualita' dei materassi venduti in Italia, non solo quelli messi in vendita dall'Ikea. Una interrogazione in tal senso e' stata annunciata dalla deputata Donatella Poretti (RNP). MYWAY/4YOU: VITTORIA COMPLETA DEL PROCESSO 'PILOTA' CON ANCHE IL RISARCIMENTO DEL DANNO FINANZIARIO Nel Luglio del 2003, mentre altre associazioni di consumatori tentavano i famosi "tavoli di conciliazione" con il Monte dei Paschi di Siena per la vicenda dei "piani finanziari" MyWay/4You, l'Aduc, convinta dell'inefficacia di questi tavoli, avviava la prima causa 'pilota' contro la banca (1). Dopo quattro anni, ecco la sentenza a noi totalmente favorevole: viene sancito il diritto del consumatore/risparmiatore alla trasparenza e alla correttezza, nonche' al rispetto -anche nei rapporti bancari- dei principi dell'ordinamento sulla tutela dei consumatori. La sentenza conferma che i tentativi del Mps coi tavoli di conciliazione, erano solo per nascondere gli illeciti che la banca aveva commesso nel concepire, promuovere e vendere questi piani finanziari. Purtroppo molti risparmiatori avevano abboccato a questi tavoli che avevano dato risultati accettabili solo per il 21% di chi vi aveva fatto ricorso (2). Avevamo visto giusto ed oggi ne abbiamo avuto conferma, per cui, chi ancora non ha avanzato causa contro il Mps, oggi ha una marcia in piu' per poterlo fare. Il dispositivo comunicato dal Tribunale di Firenze a seguito della sentenza del Giudice istruttore dott.ssa Giuseppina Guttadauro, ha dichiarato inefficace il contratto denominato Piano Finanziario "4You" e condannato la Banca Monte dei Paschi di Siena Spa a restituire all'attore le rate del piano pagate oltre interessi legali calcolati sulle somme sborsati alla data della domanda nonche' sulle rate pagate dopo la proposizione della domanda da ogni singolo esborso fino all'integrale restituzione sull'intera somma. Il tribunale ha inoltre condannato la stessa al risarcimento del danno subito dall'attore calcolato dalla consulenza tecnica e alla refusione delle spese legali e di consulenze di parte e d'ufficio". Questa sentenza si aggiunge alle numerose altre favorevoli che stiamo raccogliendo presso vari tribunali in Italia (3). L'elemento innovativo di oggi e' il riconoscimento di un danno finanziario e relativo risarcimento. (1) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=65206 (2) dati del Mps: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=91643 (3) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=200539 MOVIMENTO PER LA VITA E PRIVACY. IL GIP DEL TRIBUNALE DI FIRENZE DISPONE L'APERTURA DELL'INDAGINE PENALE. Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Il Gip del Tribunale di Firenze, Dott. Pietro Ferrante, ha deciso che sussistono gli estremi per l'apertura di un procedimento penale a carico dei responsabili del Movimento per la Vita che avevano inviato a mia figlia Alice l'invito a presenziare e a far presenziare i propri genitori alla messa celebrata dal Cardinale per domenica 4 febbraio alla chiesa SS. Annunziata sempre di Firenze. La letterina, rivolta alla bambina di neppure un anno, invitava i genitori alla celebrazione per ricevere nell'occasione "un piccolo, ma simpatico, regalino". Tramite l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e l'avv, Claudia Moretti dello studio legale dell'associazione, mi sono rivolta alla Procura della Repubblica esponendo la violazione della normativa sulla privacy e lamentando la rilevanza penale del fatto, dal momento che Alice, ne' i suoi genitori avevano mai ricevuto informativa sull'esistenza dei propri dati da parte di questa associazione, ne' mai avevo sottoscritto liberatoria al trattamento degli stessi o al loro uso a fini di proselitismo o pubblicita'. La Procura di Firenze aveva iscritto la notizia di reato per il solo abuso d'ufficio (art. 323 codice penale) a carico delle pubbliche amministrazioni verosimilmente coinvolte (Asl dove mia figlia e' nata e Comune di Firenze, Ufficio Anagrafe), mentre non aveva preso in considerazione l'accusa verso i responsabili dell'Associazione, che materialmente hanno disatteso la normativa penale sulla privacy. Aveva poi archiviato in soli 5 giorni con la "scusa" che non si potesse addivenire all'individuazione degli stessi (!). Senza nemmeno una telefonata o un sopralluogo!! Il Gip, ha ritenuto che allo stato non vi siano gli estremi per procedere nei confronti dell'Amministrazione pubblica per abuso d'atti d'ufficio (non emergendo per adesso l'evidenza di alcun ingiusto profitto patrimoniale necessario affinche' un pubblico ufficiale sia imputato di questo delitto), ma ha invece ritenuto sussistente la notizia di reato a carico dei responsabili del Movimento per la Vita rinviando gli atti alla Procura della Repubblica per l'apertura dell'indagine. Con questo provvedimento il Tribunale di Firenze ha sollecitato la magistratura inquirente a prendere piu' sul serio l'obbligatorieta' dell'azione penale, nel caso di mia figlia, dimenticata. Link Esposto: http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=179472 Opposizione all'archiviazione: http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=179473 A che serve l'ordine dei giornalisti Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=201527 Notiziario Cellule Staminali - STAMINALI EMBRIONALI SENZA EMBRIONE. FORSE CI SIAMO? E' uscito il numero centocinquantatre, anno VI, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_153.html PUBBLICITA' INGANNEVOLE: L'ANTITRUST APRE ISTRUTTORIA A CARICO DEL SITO DI COMMERCIO ELETTRONICO MONCLICK.IT L'Autorita' per la concorrenza e il mercato, competente in materia di pubblicita' ingannevole, ci ha comunicato l'apertura di un'istruttoria a carico di Monclick srl, proprietaria del sito di commercio elettronico www.monclick.it, a seguito della nostra denuncia. Sulle pagine del sito, Monclick.it, ai clienti che decidono di acquistare i prodotti (elettronica) a rate, in bella evidenza garantisce un Taeg (tasso annuale effettivo globale) pari allo 0%. In altra parte del sito, tale previsione e' smentita. Le reali condizioni prevedono 14 euro a carico del consumatore per l'imposta di bollo e una spesa di incasso rata variabile da 1,40 euro a 1,90 euro. In presenza di tali costi, il Taeg non puo' essere pari allo 0%. Come riportato sul sito di Banca d'Italia, infatti: nella formula di calcolo del Taeg rientrano parametri ulteriori rispetto al solo rimborso del capitale e degli interessi. Ad esempio, oltre agli oneri relativi al rimborso del capitale, sono presi in considerazione quelli relativi a: … 4) spese di riscossione dei rimborsi e d’incasso delle rate (se previste contrattualmente); ... 7) ogni altra spesa, contrattualmente prevista, connessa con l'operazione di finanziamento. … Se condannata, Monclick srl dovra' pagare una sanzione pecuniaria. A questo link il testo della denuncia presentata all'Antitrust: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/Antitrust_monclick.pdf CANONE/TASSA RAI. CASSAZIONE: SI CONTESTA AL GIUDICE TRIBUTARIO E NON ALLA GIUSTIZIA CIVILE. LA RAI SI E' DATA UNA MARTELLATA IN TESTA DA SOLA!! La Cassazione civile, a sezioni unite (n.24010 del 20-11-2007) ha stabilito che il giudice presso cui contestare il canone/tassa della Rai e' quello tributario e non quello civile. Nella fattispecie un cittadino di Treviso, non in possesso di un apparecchio tv e che si era visto applicare dal concessionario trevigiano della riscossione dei tributi il fermo amministrativo dell'auto per omesso versamento della tassa, aveva fatto ricorso al giudice di pace che gli aveva dato ragione. La Rai ha fatto ricorso in Cassazione e le e' stata riconosciuta la ragione: viene specificato che "il canone non trova giustificazione in un contratto che lega il contribuente alla Rai, ma si tratta di una prestazione tributaria fondata sulla legge e non commisurata alla possibilita' effettiva di fruire del servizio". Essendo un tributo, la giurisdizione e' del giudice tributario. Il giudice di pace, quindi, avrebbe dovuto dichiarare il proprio difetto di giurisdizione. Perche' e' importante questa sentenza per chi, come noi, e' tenacemente impegnato per l'abolizione del canone/tassa? Perche' pone dei punti fermi sull'eventuale contenzioso con la Rai/Fisco, punti fermi che prima erano diversi e scoraggiavano qualunque ricorso. Infatti ci si poteva rivolgere solo al Tribunale di Torino con il supporto di un avvocato (e anche in questo il giudice di pace di Treviso aveva sbagliato): va da se' che la maggiorparte degli italiani, per questioni che hanno a che fare con al massimo un centinaio di euro, prima di andare a Torino con avvocato, ci pensavano tre volte e ci rinunciavano. Se l'autorita' giudiziaria da adire e' invece la commissione tributaria della propria provincia e questo e' stabilito da una sentenza a sezioni unite della Cassazione (uno dei massimi valori delle sentenze giudiziali), il discorso e' completamente diverso. Vuol dire che alle varie letterine minacciose e arroganti che la Rai invia a casa anche di coloro che non devono pagare questa tassa, si puo' fare ricorso con piu' facilita' e costi accessibili e commisurati. Crediamo che la Rai in questa occasione, per voler strafare e mostrare tutta la potenza dei suoi artigli, si sia data un colpo di martello in testa da sola. Al signore di Treviso che non possedeva un apparecchio tv e a cui il giudice di pace aveva dato ragione, la Rai avrebbe potuto lasciar correre per evidenti motivi di convenienza economica del procedimento e poi, tutto sommato, anche rifatta la causa nel luogo giusto, il televisore questo signore non lo possiede lo stesso e il canone/tassa non lo paghera' lo stesso. La Rai, invece, ha voluto opporsi con la potenza della propria mastodonticita' e, con tanto di avvocati cassazionisti (che costano molto, soprattutto per chi sta contestato un centinaio di euro) ha voluto dimostrare di avere dalla propria, oltre alla forza, anche il diritto. Il Diritto e' arrivato. Ben arrivato!! Da oggi ci auguriamo che la Rai sia travolta da una quantita' gigantesca di ricorsi che prima facevano in pochi per via dei costi. Grazie Rai!! Qui il nostro settore Internet per la campagna di abolizione del canone tassa: www.aduc.it/dyn/rai SICUREZZA: ATTENZIONE AI FINTI INCIDENTI. CONSIGLI Attenzione ai finti incidenti causati da malintenzionati che mirano ai valori degli automobilisti. La tecnica e' semplice: l'ignaro automobilista e' in corsia di sorpasso, improvvisamente sente un urto sulla fiancata destra come se avesse urtato con il proprio specchietto retrovisore un'altra automobile i cui occupanti iniziano a gesticolare invitando l'automobilista a fermarsi. Cosa succede all'automobilista se si ferma? Finisce o con il furto dell'auto o con una rapina (soldi e carte di credito) o, in alcuni casi, anche con il sequestro della persona e l'obbligo al prelievo agli sportelli Bancomat e, come non bastasse, con tante percosse. E' una tecnica che viene usata da malviventi soprattutto lungo le vie di grande scorrimento, sulle autostrade e sulle tangenziali cittadine. Cosa fare in questi casi? Consigliamo di: * Non fermarsi, se non in area di servizio presidiata. * Segnalare alle forze dell'ordine (tel. 112, 113) il luogo e la targa della macchina. Chi l'avrebbe detto che avremmo vissuto, oltre che visto nei film, l'assalto alla diligenza? CLASS ACTION, RAZZA PADRONA E PIDOCCHI Con un editoriale di Emma Marcegaglia oggi in prima pagina del quotidiano "IlSole24Ore" e la spedizione di un loro dossier a Montecitorio, la Confindustria ha esplicitato quelli che sono i correttivi che dovrebbero essere fatti per la class action. Gia' l'emendamento Manzione-Bordon approvato al Senato e' una bufala e un vero e proprio piacere ai grandi gruppi industriali e alla loro principale associazione... ma questo non basta, perche' Confindustria vuole proprio dimostrare di essere la razza padrona, cioe' quelli che comandano e dettano legge in materia di produzione e servizi. Per farlo, sono talmente infoiati che non si rendono conto di essere ridicoli. Vediamo perche'. Le richieste di modifica sono sette: 1-2 (le hanno differenziate ma sono sostanzialmente la medesima cosa): 1 - inserire un tentativo obbligatorio di preventiva conciliazione stragiudiziale, per valorizzare gli esistenti canali di composizione stragiudiziale delle controversie e limitare gli oneri sul sistema giudiziario; 2 – introdurre un filtro preventivo, ossia un precedente vaglio di ammissibilita' del giudice, sul modello di quanto previsto in molti ordinamenti esteri, per evitare azioni pretestuose o ingiustificate. Parole al vento, perche' un filtro c'e' gia' per tutte le controversie: se il giudice ritiene matura la causa per la decisione, anche senza particolari mezzi di prova, puo' rimettere le parti al collegio. Inoltre, un ulteriore filtro per le cause collettive, solleverebbe un problema di incostituzionalita'. 3: ampliare il novero dei soggetti contro cui e' possibile esperire le azioni collettive in modo da ricomprendervi anche la pubblica amministrazione. Della serie: "Confindustria 2 la vendetta". Perche' solo io industriale devo subire queste cause e non anche tu Stato? Poco interessa a Confindustria che la "class" che in questo caso potrebbe intentare la causa non sarebbe piu' tale, ma tutti i contribuenti, cioe' tutti cittadini –quindi lo Stato- che farebbero causa a se stessi... ma queste forse sono sottigliezze difficile per la razza padrona che si tiene –giustamente- i propri utili ma socializza le proprie perdite. 4: eliminare la norma che prevede la nullita' dei contratti per adesione stipulati nel periodo di diffusione di una pubblicita' ingannevole, senza alcuna verifica del danno effettivamente subito dai contribuenti. L'unica cosa positiva –a nostro avviso- dell'emendamento Manzione-Bordon, mediato anche dalla nostra pdl (1), che tutela i danneggiati dal perpetuarsi di politiche commerciali truffaldine e che –questo si'- impedirebbe il ricorso alla giustizia (e relativo affollamento giudiziario) di chi comunque ha subito un danno. 5: vietare il patto di quota lite (la pattuizione di compensi parametrati alle somme ottenute a titolo di restituzione o risarcimento), onde evitare le distorsione ben note in Usa. A parte che queste famose distorsioni "ben note" in Usa sono tutte da dimostrare, il danneggiato resterebbe col cerino in mano del solo rimborso del maltolto. E' come se Confindustria dicesse: ho sbagliato, ti rido' il maltolto ma non devo pagare col mio patrimonio per aver orchestrato la truffa. La giustizia, per la razza padrona, non deve essere uguale per tutti. 6: eliminare la condanna al pagamento delle spese giudiziali a carico del solo convenuto, in ipotesi di sua soccombenza, anche parziale. Secondo Confindustria chi truffa deve solo restituire il maltolto e le spese per farlo dovrebbe anche accollarsele il truffato. Giustizia, per l'appunto, da razza padrona. 7: prevedere l'applicazione dell'istituto a fatti verificatisi dopo l'entrata in vigore della legge. Un colpo di spugna sul passato e l'ammissione di essere stati in prima linea nel truffare. Ma Montezemolo non era contrario ai condoni, che sono la negazione dello Stato di diritto? O questo vale solo per gli altri e non per se'? Alla razza padrona, purtroppo, fa coro la pletora delle associazioni pagate dallo Stato (Cncu) che, per fare muro a questa razza non trovano di meglio che fare i pidocchi, cioe' difendere totalmente l'emendamento Manzione-Bordon, tronfi del loro corporativismo finalmente premiato nell'avere piu' diritti del comune cittadino (che non puo' promuovere class action) pur violando l'art.24 della Costituzione. Non solo, ma facendo finta che, rispetto agli abituali tre gradi di giudizio di una causa civile, i sette gradi previsti dalla loro class action siano una conquista civile, di trasparenza e praticabilita' della giustizia. Crediamo sia opportuna una forte iniziativa alla Camera per emendare il testo approvato (nei prossimi giorni faremo depositare vari emendamenti) o stralciarlo e affrontare la questione coi piedi per terra. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 CANONE-TASSA TV ANCHE PER UN COMPUTER? LA RAI SCARICA LA DOMANDA BOLLENTE SULL'AGENZIA DELLE ENTRATE Qualche settimana fa avevamo scritto alla Rai per sapere se anche l'Aduc, in possesso di alcuni computer, dovesse pagare il canone speciale di abbonamento alle radiodiffusioni (1). La nostra richiesta e' uno dei molti modi con cui stiamo cercando di capire il motivo per il quale il canone/tassa e' richiesto ai cittadini anche per il solo computer, ma non alle aziende. Oggi (26 Novembre), per lettera semplice, dalla Rai ci giunge la seguente comunicazione: "Con la presente vi informiamo di aver inoltrato la vostra lettera pari oggetto datata 29 ottobre u.s. per competenza all'Agenzia delle Entrate. Sara' nostra cura rendervi noti i termini della risposta non appena perverra'. Con i migliori saluti, Stefano Argenti (direttore Direzione amministrazione abbonamenti)". Per capire il valore di questa non-risposta, e' necessario ricordare quanto segue: 1. Per "Risponde Rai", il servizio di informazione sulla tassa tv, il canone va pagato non solo per il computer, ma anche per apparecchi come iPod, videocitofono, cellulari di nuova generazione, e cosi' via. (2) 2. Se alle richiesta di pagamento del canone si risponde di non essere in possesso di un televisore, la Rai chiede l'invio di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' in cui il contribuente deve giurare di non avere neanche "personal computer, decoder digitali e altri apparecchi multimediali". (3) 3. Nella lettera inviata nelle settimane passate a milioni di contribuenti che non pagano il canone, la Rai parla di tassa dovuta anche per il "personal computer". (4) Insomma, da una parte la Rai pretende spavaldamente il canone anche per il computer da milioni di famiglie e cittadini privati. Dall'altra, quando non si tratta di cittadini privati, ma potenzialmente di milioni di aziende, la Rai non e' poi cosi' sicura, e scarica la domanda bollente su altri. Se infatti la Rai ci avesse risposto in maniera affermativa, cosi' come l'Aduc anche i quattro milioni di aziende con computer, associazioni, studi professionali, etc. dovrebbero da qui in avanti pagare il canone speciale fuori dall'ambito familiare -soggetti che oggi non lo pagano (5). Vedremo se anche l'Agenzia delle Entrate confermera' questa illegale disparita' di trattamento a scapito delle famiglie italiane. Nel frattempo, se il Governo facesse il suo dovere di informazione, potrebbe anche rispondere all'interrogazione parlamentare che in materia gli ha rivolto l'on. Donatella Poretti (6). Noi, per il momento, pazientiamo, attendendo Agenzia delle Entrate e Governo, ma, siccome la nostra richiesta alla Rai l'abbiamo presentata come messa in mora, fra un po' saremo costretti a rivolgerci alla magistratura per avere una risposta: sembra assurdo, ma per sapere se e come pagare una tassa, e' necessario rivolgersi ad un giudice... Qui il settore dell'Aduc dedicato al canone Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai Note: (1) Lettera di messa in mora: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=198538 (2) Prima indagine dell'Aduc: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=174094 (3) Modulo dichiarazione sostitutiva richiesto dalla Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai/dichiarazione_rai.jpg (4) Nelle traduzioni (pag. 2), la Rai chiede il canone anche per il computer: http://www.aduc.it/dyn/rai/bollettino_rai.pdf (5) Quinta indagine dell'Aduc: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=198240 (6) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/noti.php?id=200145 MUTUI E LE BALLE DELL'ABI Sui mutui l'ABI (Associazione bancaria italiana) le spara grosse. Un suo portavoce dichiara che gli italiani pagano secondo i tassi di interesse decisi dalla Bce (la banca comunitaria europea). E' una balla perche', a parita' di condizioni, i mutui italiani sono piu' cari di circa il 30% di un punto d'interesse rispetto a quelli degli altri Paesi europei. Il nostro portavoce prosegue sostenendo che le banche hanno arricchito gli italiani facendoli pagare per anni tassi bassissimi. Seconda balla perche' le banche, a parita' di condizioni, hanno consigliato mutui a tassi variabili invece di quelli fissi, che venivano caricati di oneri, anche quando i tassi ufficiali erano molto bassi. Terza balla raccontata dal nostro portavoce e' sulla portabilita' del mutuo che e' garanzia per tutti. Che la portabilita' sia stata aggirata con vari espedienti e' sotto l'occhio di tutti. All'Abi, inoltre si sono accorti che Patti Chiari, il consorzio di banche che doveva garantire la trasparenza delle condizioni applicate ai clienti, non funziona come dovrebbe per cui si "apre" a verifiche esterne. Della serie: me la sono cantata e suonata per un po', ora mi accorgo che il cantante e' stonato e la musica piena di stecche. Certo e' che la faccia tosta non manca mai! Canone-tassa Rai Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=201932 CLASS ACTION: QUANDO I MEDIA SONO DISTRATTI In questi giorni si fa un gran parlare di class action. Le notizie sono centrate sullo scontro Confindustria-Associazioni di consumatori (incluse nel Consiglio nazionale dei consumatori e utenti, Cnuc, con sede presso il ministero dello Sviluppo Economico e presieduto dal ministro o suo delegato). Dimenticano i media che una associazione, la nostra, non presente, per scelta, nel Cnuc, ha depositato lo scorso anno una proposta di legge proprio sulla class action (1) (prima firmataria la deputata Donatella Poretti) della quale ne riassumiamo i contenuti: 1. Lo strumento processuale dell'azione giudiziaria collettiva, e' sul modello Usa; 2. Si applica per atti o fatti illeciti, omissioni, inadempimenti contrattuali ed extracontrattuali che hanno arrecato danno ad una pluralita' di soggetti; 3. Chiunque la puo' promuovere; 4. Per evitare abusi, deve essere preventivamente ammessa dal giudice; 5. Le eventuali transazioni devono essere votate dagli aventi diritto; 6. Il risarcimento e' automatico dopo la sentenza favorevole o la transazione; 7. La condanna e' in rapporto, oltre al fatto in se', anche per i vantaggi economici ottenuti dall'illecito; 8. In caso di pubblicita' ingannevole accertata dall'Antitrust, sono nulli i contratti di chi partecipa all'azione giudiziaria; 9. Non ci sono spese in caso di soccombenza. In caso di vittoria la parcella degli avvocati e' massimo del 10% dei risarcimenti ottenuti. Speriamo che questa volta i media siano meno distratti. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 BOLLETTE GONFIATE E QUIZ TV: L'ANTITRUST APRE ISTRUTTORIA SU MEDIASET/ITALIA 1 L'Autorita' per la concorrenza e il mercato, competente in materia di pubblicita' ingannevole, ci ha comunicato l'apertura di un'istruttoria a carico di Rti (Mediaset), a seguito della nostra denuncia di una trasmissione a quiz in onda su Italia 1 in fascia notturna "RTI-Camerino virtuale". Durante il programma i conduttori invitano i telespettatori a rispondere ad un quesito e telefonare ad un numero speciale (costo minimo 1,20 euro), lasciandogli intuire una possibile vincita immediata determinata dall'abilita'. In effetti l'oggetto del contratto e' del tutto differente e soggetto a regole non esplicitate durante la trasmissione, neppure per sommi capi. In particolare, la possibilita' di partecipare al quiz in diretta (che e' cio' che dicono i conduttori) e' sottoposta ad una serie di condizioni e soprattutto all'arbitrio/discrezione della società promotrice, che (regolamento alla mano) potrebbe non far passare alcuna telefonata in diretta. Tale regolamento recita: Il numero delle chiamate che passeranno in diretta televisiva varieranno di puntata in puntata a discrezione della societa' promotrice. Quindi gli organizzatori potrebbero non far passare alcuna telefonata. L'Antitrust, non ha deciso, come da noi richiesto, la sospensione immediata del programma, come aveva fatto in casi analoghi, con piccole societa' che mandavano in onda pseudo quiz su tv locali. Il ministero dello Sviluppo Economico, a cui va depositato il regolamento del concorso, a seguito della nostra denuncia, nel settembre scorso, si attivo' per verificare la legittimita' dei finti quiz sulle tv locali, chiedendo la collaborazione di Guardia di finanza, Antitrust, Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni, Polizia postale e Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. La trasmissione su Italia 1 e' iniziata ad ottobre, ma dell'attivismo del ministero nessuna traccia. Non disperiamo, ma il sospetto che prevalga la logica "due pesi e due misure" lo manifestiamo pubblicamente. Tv locali e piccole aziende che si inventano la "truffetta" con numeri a pagamento, immediatamente fermate (com'era giusto). Piedi di piombo rispetto al gigante televisivo di proprieta' dell'ex presidente del Consiglio. A questo link, tutti i dettagli della denuncia http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=199902 DROGA. OSSERVATORIO EUROPEO CERTIFICA PER L'ENNESIMA VOLTA IL FALLIMENTO DELL'ATTUALE STRATEGIA ANTIDROGA Oggi e' stato presentato il Rapporto annuale dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. La notizia -vecchia e ritrita, ripetuta a cadenza annuale- e' che il consumo di sostanze stupefacenti continua a crescere in Europa. Da qui la richiesta di molti di "cambiare rotta", di adottare "tolleranza zero", di attuare norme piu' repressive. La causa dell'attuale situazione, insomma, sarebbe una eccessiva tolleranza verso chi si droga. Non importa che dai tempi del presidente statunitense Richard Nixon, il mondo occidentale tutto abbia attuato ed imposto al resto del mondo la propria politica proibizionista e repressiva. Poco importa che l'Italia abbia una delle leggi piu' repressive al mondo in materia di droghe, piu' repressiva di quasi tutti gli altri Paesi occidentali. La colpa dell'attuale situazione non e' mai della strategia proibizionista, perseguita da decenni. No! Ma sarebbe, secondo gli "alti" strateghi delle politiche vigenti, di coloro che chiedono di legalizzarla, che cosi' facendo indeboliscono la determinazione di coloro che invece vorrebbero combatterla in chissa' quali altri modi. Eccetto la pena di morte, non sappiamo davvero cosa altro possa fare l'Italia ed il mondo occidentale per reprimere ancor di piu'. Agli strateghi dell'antidroga quindi un suggerimento: se una strategia non funziona, non si puo' sempre e solo incolpare il "nemico"; forse e' il caso di rivedere strategia. MUTUI: COME SI FREGA IL CLIENTE Le nuove disposizioni sui mutui agevolano i clienti che vogliono cambiare ma hanno anche l'effetto di spingere a rinegoziare, o estinguere, le condizioni del mutuo in essere. Ma le banche quello che danno con la destra se lo riprendono con la sinistra. L'ultima invenzione e' la cartolarizzazione del mutuo. Cartolarizzare significa trasferire ad altra societa' il mutuo, cioe' il credito che la banca ha con il cliente; se quest'ultimo chiede di rinegoziare, o di estinguere, il mutuo senza oneri, la banca comunica che il mutuo e' stato cartolarizzato, cioe' trasferito, per cui occorre chiudere il vecchio contratto e stipularne uno nuovo, con la maggiorazione di spese dovute all'atto notarile. Insomma, occorre che il cliente stia ben attento ad effettuare operazioni i cui effetti finali sono (come non potrebbe essere!) un maggiore esborso del proprio denaro. Bravi questi delle banche! I BILANCI IN ROSSO DELLA RAI. EVASIONE DEI CONTRIBUENTI? NO. E' INADEMPIENZA DELLA RAI CHE NON VUOLE INCASSARE OLTRE UN MILIARDO L'ANNO... Nell'audizione di ieri (27 Novembre) in commissione Vigilanza Rai della Camera, il direttore generale Claudio Cappon ha fatto il punto sui bilanci della Rai. Nel 2007, secondo il budget di gennaio, era prevista una perdita di 35 milioni per la capogruppo Rai spa e di 47 per l'intero gruppo Rai, ma e' stato registrato un "successo", perche' le perdite saranno "solo", rispettivamente, di 18 e 30 milioni. Il "successo" ci sarebbe stato grazie ad un migliore recupero della morosita' del canone con la riscossione coattiva attraverso cartelle esattoriali; ma questo vale solo per chi e' stato iscritto a ruolo, avendo gia' pagato il canone/tassa una volta; resta invece senza soluzione l'evasione totale, calcolata in circa il 25% delle famiglie. "Successo" avuto grazie anche all'aumento degli introiti pubblicitari, 1,5-2% in piu'. La colpa del buco della Rai, quindi, sarebbe degli evasori. Lasciamo perdere che ad artisti come Adriano Celentano, tornato in video in questi giorni, viene dato un compenso come 700 mila euro e quindi tutta la tematica relativa. Fermiamoci sul dato "EVASORI". In una delle nostre indagini sul disastrato assetto, e l'altrettanta disastrata conduzione della radiotelevisione di Stato (1), abbiamo rilevato una forte contraddizione (ai limiti del codice penale) nella politica della Rai per la riscossione del canone/tassa: non viene chiesto sistematicamente, applicando le norme, ai soggetti detentori di una partita Iva. Eppure la legge non fa distinzione nel dovere di questi soggetti al versamento fiscale cosi' com'e' per le famiglie. La Rai chiede soldi a queste ultime per il mero possesso di un computer o di un telefonino, ma non fa altrettanto con le aziende. Secondo i dati Istat, risultano 4.371.087 imprese; il 91,7% delle quali ha Internet e, di conseguenza, almeno un computer. I canoni dovuti sarebbero quindi 4.008.286. Ma dai dati pubblicati sul sito ad hoc della RAI (www.abbonamenti.rai.it) risulta che i canoni speciali riscossi al 31 dicembre 2006 erano 171.554. Ammesso e non concesso che il numero di abbonati speciali riportato dalla Rai sia costituito da sole imprese, l'evasione di questo canone da parte delle imprese sarebbe apprezzabile intorno al 95,8%: applicando il canone speciale base (185,29 Euro), l'evasione sarebbe di 742.695.000 Euro. Ma ci i sono altri due milioni di lavoratori indipendenti, e il canone speciale (da 185,29 a 6.199,50 euro l'anno) va pagato per ciascuna sede o ufficio... non ci sembra di esagerare nel valutare l'evasione come minimo sul miliardo di euro l'anno. Su questo c'e' stata anche un'interrogazione parlamentare dell'on.Donatella Poretti, che non ha ancora avuto risposta (2) e abbiamo presentato un esposto/denuncia alle 22 sedi della Corte dei Conti (3), oltre ad aver aperto un contenzioso diretto tra la nostra sede nazionale a Firenze e la sede Rai della Toscana (4). Soldi, quindi, ce ne sarebbero e in abbondanza per la Rai, anche per pagare tutti i Celentani che Cappon vorra'. Basterebbe applicare la legge. Ma....... (1) http://www.aduc.it/dyn/rai (2) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=197977 (3) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=200510 (4) http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=201803 TAXI/ROMA: SUONERANNO LE TROMBE? NOI SUONEREMO LE CAMPANE! 500 LICENZE? NO 5000! Suoneranno le loro trombe? E noi suoneremo le nostre campane! E' un chiaro invito ad astenersi dal prendere i taxi, in relazione alla attuazione delle minacce dalla corporazione dei tassisti. La tecnica e' sempre la stessa: creare un disservizio alla comunita', cioe' prendere per il collo i cittadini, per ottenere condizioni di favore per la propria categoria. Ricordiamo che i tassisti ricevono contributi pubblici per l'acquisto di vetture e agevolazioni fiscali. Quanto al costo della licenza vorremmo rammentare che essa e' del tutto gratuita perche' vi si accede per bando pubblico; la cessione ad altri dovrebbe essere altrettanto gratuita invece c'e' un vero e proprio mercato che ha raggiunto la cifra stratosferica di 180mila euro a licenza. Altra anomalia e' la possibilita' per i tassisti di farsi sostituire da un familiare o da altra persona. Insomma il quadro che emerge e' quello di una categoria con notevoli privilegi e tariffe elevate. Intanto si potrebbe modificare la legge che prevede il "trasferimento" (vendita) delle licenze. La licenza e' appunto tale, una volta che non si e' in grado di esercitarla si dovrebbe restituire al comune di appartenenza. Quanto alle 500 licenze e all'aumento del 18% delle tariffe (cosi' come proposto dal Sindaco Veltroni) noi chiediamo 5000 licenze in piu' e lo stop al paventato aumento. I tassisti romani, tra le altre strumentali giustificazioni ai loro privilegi, asseriscono: il problema del trasporto a Roma e' che mancano autobus e metropolitane, non i taxi. Il ragionamento e' monco. Madrid e Roma sono citta' confrontabili. La capitale spagnola ha una popolazione di poco superiore, Roma pero' ha piu' turisti. Se a Madrid 12 mila taxi lavorano e guadagnano, nonostante siano operative ben 12 linee metropolitane (e il piano di rafforzamento e' continuo), a Roma, che ha 2 linee metropolitane, se raddoppiasse il numero (da 6 a 12 mila) i tassisti farebbero affari d'oro ancor di piu', vista la scarsita' di mezzi pubblici. Invece, no, perche' il corporativismo dei tassisti italiani inverte le regole dell'economia. Proprio non gli entra nella testa che piu' taxi a piu' buon mercato, migliorano la vita dei cittadini, ma fanno fare piu' soldi anche ai tassisti. Invece da noi i taxi sono pochi e cari. Occorre, quindi, una completa liberalizzazione del settore. BENDEEZ/GIOCATTOLI PERICOLOSI. MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO: RITIRATI 20MILA PEZZI MA NE CIRCOLANO ANCORA 38MILA. 'MINE VAGANTI' FINO A QUANDO? Dai 54.319 a 58.319 pezzi del giocattolo Bindeez erano presenti sul mercato italiano, importati e commercializzati dalla Giochi Preziosi spa e contenevano una sostanza tossica, l'1,4-butanediolo, che una volta ingerita puo' causare problemi respiratori, perdita di coscienza e perfino coma e morte. La societa' importatrice fa sapere che 19.549 sono stati ritirati, 26.770 rientrano nei prossimi ritiri merce e 8/12.000 rientreranno dalla grande distribuzione. Cioe' circa 38.000 Bendeez sono ancora in circolazione. E' il ministero dello Sviluppo economico a fornirci il dato, dopo una nostra sollecitazione dello scorso 12 novembre (1). Avevamo evidenziato il ritiro dal mercato di questi giocattoli da parte delle autorita' Usa per la sicurezza dei prodotti, il ritiro anche da parte delle autorita' spagnole nonche' una segnalazione giunta dalle autorita' australiane. Sulla materia e' stata anche presentata un'interrogazione parlamentare da parte dell'on. Donatella Poretti (2) Il ministero ci ha comunicato, inoltre, che 15 mila pezzi in arrivo presso la Dogana di Genova, sono stati bloccati allo Stato estero e verranno rispediti al mittente. Il ministero precisa di essere stato allertato dalla Commissione europea tramite il Rapex nonche' attraverso organi di stampa. Il Beendez e' commercializzato in Australia dalla Moose Enterprise (inventore del gioco) e fabbricato ad Hong Kong, ed era stato ritirato dal mercato in quanto 3 bambini erano stati ricoverati in ospedale in condizioni gravissime per aver ingerito accidentalmente le perline di cui il gioco e' composto. Le autorita' australiane hanno imposto il bando immediato del gioco quando e' stato scoperto che le perline contengono una sostanza (simile alla droga da party) che puo' causare crisi di tipo epilettico, coma ed anche la morte. Per un altro giocattolo, Aqua dots, della cui pericolosita' avevamo dato segnalazione, il ministero ci fa sapere che non risulta presente sul mercato italiano, ma che sara' monitorato attivando Guardia di Finanza e Nas. Siamo grati al ministero della sollecitudine con cui ci ha risposto, ma rimane un problema non secondario: quando si potra' dire che sul mercato, le 38.000 "mine vaganti" oggi presenti, non ci saranno piu'? (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=200142 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=200523 IKEA E MATERASSI PERICOLOSI? INTERROGAZIONE AI MINISTRI DELLA SALUTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali La rivista dei consumatori tedesca Oeko-Test ha fatto analizzare alcuni materassi venduti da Ikea, la grande rete di distribuzione svedese, e ha trovato che in alcuni modelli, il "Sultan Hamno" e il "Sultan Hasselback", la quantita' di stagno e fosfati era eccessiva, anche rispetto ai limiti imposti da Ikea stessa. Il fosforo viene utilizzato come sostanza ignifuga e lo stagno, sotto forma di composto serve per disinfettare i prodotti. Ikea ha dichiarato che questo tipo di materassi sono presenti in Germania, Olanda, Spagna e Portogallo ma non in Italia. L'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) riportando la notizia ha dichiarato di aver preso atto delle dichiarazioni dell'Ikea, ma che tuttavia la scoperta della concentrazione eccessiva di queste sostanze si e' avuta dopo le analisi effettuate da Oeko-Test e non per iniziativa dell'Ikea stessa. Proprio per questo motivo, l'associazione dei consumatori ha scritto al ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, chiedendo una verifica della qualita' dei materassi venduti in Italia, non solo quelli messi in vendita dall'Ikea. Al ministro della Salute e dello Sviluppo Economico rivolgo quindi un'interrogazione per sapere: se siano a conoscenza di questa situazione e se non ritengano di aumentare i controlli sia sui materassi di marca Ikea sia su quelli di altre marche per verificare se la quantita' di stagno e fosfati sia eccessiva. Il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=202215 Celentano e la Rai Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=202220 DROGA. IL PIANO D'AZIONE DEL GOVERNO E' UNA PRESA IN GIRO Quando un Governo vuole veramente fare, lo fa tramite decreto legge o ponendo la fiducia. Quando invece dovrebbe farlo ma non puo’, emana un disegno di legge e poi se ne dimentica. Quando proprio non ha alcuna intenzione di farlo, approva i piani d’azione. La legge Fini-Giovanardi, una delle piu’ repressive nel mondo occidentale, e’ in vigore ormai da quasi due anni (infatti compiera’ il suo secondo compleanno il 30 dicembre prossimo). Fu approvata dal Governo Berlusconi all’interno di un decreto legge urgente sulla sicurezza alle Olimpiadi invernali di Torino. All’epoca il centro-sinistra promise battaglia per il modo con cui la legge fu approvata. Qualche mese dopo fu eletta una maggioranza ed un Governo che avevano fra i propri mandati elettorali anche quello di abrogare la Fini-Giovanardi. Nonostante i continui e settimanali annunci del povero ministro della Solidarieta’ sociale –con delega sulle tossicodipendenze- Paolo Ferrero, su una imminente abrogazione della legge Fini-Giovanardi, questa e’ sempre li’, immodificata, perenne. E’ sopravvissuta anche alle dichiarazioni di intenti pronunciate al "seminario di Governo" a Caserta nello scorso gennaio. Ora il Consiglio dei Ministri adotta un’altra strategia: il "piano d’azione". Non un decreto legge, neanche un disegno di legge, ma un documento per "cominciare a pensare a come modificare la Fini-Giovanardi". Il tutto rigorosamente accompagnato dal bacio della morte: la duecentotreesima volta che Ferrero promette un imminente modifica di legge. La delinquenza organizzata che gestisce il narcotraffico e gli spacciatori ringraziano. Mentre continuano ad essere intasate –e distratte da altri compiti piu' importanti per la nostra sicurezza- le forze dell'ordine che perseguono i giovani consumatori di spinelli, cosi' come sono strapiene le carceri di gente disperata che non si redimera' mai (anzi, il carcere e' scuola e master...), cosi' come continuano ad essere trattate da delinquenti alcune malate di tossicodipendenza. Ma evidentemente questa non e' emergenza abbastanza. TAXI? VELTRONI NON CEDE? CAPITOLA! Ci vuole molto coraggio a scrivere che il Sindaco di Roma, Walter Veltroni, sulla vicenda dei taxi "non cede". Cosi' passa la notizia suoi media. A noi sembra che abbia capitolato. Vogliamo ricordare, a qualche smemorato, cosa successe nel 2001. L'allora assessore alla Mobilita', Simone Gargano, aveva annunciato il rilascio di 1500 licenze a fronte di un aumento delle tariffe dei taxi del 10%. Come e' andata a finire? Che l'aumento c'e' stato ma delle 1500 licenze non se ne fece nulla. Oggi il sindaco Veltroni dichiara: ribadiamo la nostra opinione e la nostra posizione: concederemo ulteriori 500 licenze e semmai potremo concordare con i tassisti il quando o il come. Come sarebbe a dire? Il Comune e' titolare del diritto a rilasciare le licenze e ne concorda "il come e il quando" con coloro che le licenze gia' le hanno e che non hanno nessuna intenzione ad aprire le porte e nuovi concorrenti? A nostro avviso il Sindaco Veltroni dovrebbe essere un po' piu' deciso, non si puo' sempre dire di si', o meglio non si puo' mettere insieme il diavolo e l'acqua santa. A proposito di acqua santa forse la posizione "morbida" gli e' stata suggerita dalla segreteria di Stato vaticana che lo ha convocato. Chissa'! AUMENTO PREZZI ALIMENTARI. CONTINUANO I BUCHI NELL'ACQUA DEL GOVERNO E DEL MINISTRO DE CASTRO. BLOCCARE I VETI DELLE REGIONI E LIBERALIZZARE GLI ESERCIZI COMMERCIALI Mentre il prezzo del grano a novembre e' diminuito di un ulteriore 10% rispetto a ottobre, il prezzo al dettaglio del pane su base annua (dati Istat dell'inflazione) e' aumentato del 3,7% e, come fa sapere Coldiretti, visti i prossimi consumi natalizi, il pandoro e' aumentato del 12% mentre il panettone del 9% sempre su base annua. In questo contesto arriva il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, che, durante la riunione di coordinamento sul piano interministeriale antispeculazione indetta per fare il punto un mese dopo l'avvio del progetto, dice: "l'immediato e rilevante sforzo messo in campo dalla task force interministeriale dimostra l'attenzione prioritaria data dal governo all'emergenza dei rincari alimentari, per dare trasparenza e certezze ai consumatori e alle imprese". Grazie, signor ministro. Le siamo molto grati per la sua attenzione e quella del suo Governo, ma, visti i risultati, ne faremmo volentieri a meno. Su base annua gli alimentari sono aumentati del 3,7% a fronte di una media inflazionistica del 2,5%, quindi cio' che e' maggiormente sotto l'attenzione delle sue politiche e' tra i prodotti che sono maggiormente rincarati, 1,2% in piu' della media generale. Il ministro De Castro non e' nuovo a queste sortite smentite poi da fatti e numeri (1) e, imperterrito, continua in questa sua politica per affrontare l'aumento dei prezzi con risultati contrari agli obiettivi dichiarati. Sia lui che il Governo piu' in generale, potrebbero intervenire per rimediare alla follia degli aumenti ingiustificati (il prezzo del grano che diminuisce mentre quelli di pane e pasta aumentano), ma omettono in virtu' degli equilibri della loro maggioranza: basterebbe favorire l'unico provvedimento che puo' realmente far abbassare i prezzi, moltiplicare l'offerta e migliorare la qualita', cioe' dare fiato alla riforma Bersani sulla liberalizzazione degli esercizi commerciali, riforma bloccata dai veti delle Regioni cosi' come rilevato anche dall'Antitrust in una recente indagine (2). Cioe' non c'e' mercato e concorrenza: una situazione tipica in cui i fenomeni e le fiammate speculative trovano fervido terreno e il consumatore e' l'unico soggetto che paga... anche per l'incapacita' di chi ci governa. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=200565 (2) Stiamo solo parlando di quanto ha rilevato l'Autorita' Antitrust sullo stato di attuazione della riforma Bersani da parte delle Regioni sulla liberalizzazione degli esercizi commerciali, quando dice che queste ultime "hanno adottato indirizzi per l’insediamento delle attivita' commerciali e criteri di programmazione urbanistica che hanno di fatto prodotto una cristallizzazione degli assetti concorrenziali esistenti, non coerente con lo spirito della riforma". Paragrafo 384 dell'Indagine conoscitiva sulla distribuzione agroalimentare IC28: http://www.agcm.it/agcm_ita/DSAP/DSAP_IC.NSF/bcf0799f25d242c6c 12564ac004bf2a5/8d9113caebab738cc12572fb003ce5d3?OpenDocument ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi DEI DELITTI E DELLE PENE (1764/1766). INVITO ALLA LETTURA DI UN'OPERA ANCORA ATTUALE Quando, una quindicina di giorni fa, stavo preparando lo scritto dello scorso 15 novembre sull'abolizione della pena di morte in Toscana http:// http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=200227, sentii la necessita' di rileggere Dei delitti e delle pene, il saggio di Cesare Beccarla, che aveva ispirato quell'autentica rivoluzione del diritto penale messa in atto dal Granduca Pietro Leopoldo, cosi' come anche altre riforme (o tentativi di riforma) intraprese da numerosi sovrani europei, fra cui va annoverata Caterina II di Russia, che fu talmente conquistata da quest'opera da sollecitare (peraltro invano) l'autore a recarsi in Russia per aiutarla a ristrutturare il diritto penale di quell'impero. Ebbene, questo breve trattato mi e' sembrato ancora una volta non solo limpido e conseguente nelle sue dimostrazioni, ma anche, per certi aspetti, estremamente attuale, e cosi' ho deciso di dedicargli uno spazio tutto suo, come semplice premessa e invito ad avvicinarsi direttamente al testo integrale, che si trova facilmente su pagine stampate ed elettroniche (vedere la breve bibliografia alla fine). Va detto subito che Dei delitti e delle pene(1764/1766) non si limita alla circostanziata dimostrazione del fatto che la pena di morte e' assolutamente ingiusta sul piano del diritto e anche inutile come deterrente per chi tende o vuole delinquere in modo grave. Senz'altro questo aspetto dovette rappresentare l'innovazione piu' ardita in quell'epoca; infatti a quel tempo era ancora diffusa l'idea che l'autorita' emanasse dalla volonta' divina (e quindi fosse dotata di tutti i poteri attribuiti a Dio, fra cui quello di dare la morte), mentre la concezione della societa' basata su un "contratto sociale" stava muovendo i suoi primi passi. Per comprendere bene la rottura con la tradizione e l'abitudine, che si attua in quest'opera, non occorre avere molta fantasia: basta guardare con quanta tenacia in diversi Stati del mondo si resti ancora oggi abbarbicati a questo potere di dare la morte ai propri simili; oppure piu' semplicemente e forse piu' efficacemente osservare i moti del nostro stesso animo quando ci sentiamo smarriti alla sola notizia di un delitto efferato. In effetti, nei 47 paragrafi dell'edizione definitiva di questo libretto (1766) si trovano affrontati numerosi altri temi di estrema attualita' anche e proprio qui da noi, quali, fra l'altro, la necessita' di una legislazione puntuale e comprensibile a tutti, di un processo serio e veloce e della certezza della pena, la distinzione tra delitto e peccato, l'importanza della prevenzione, l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge penale. Il tutto organizzato a formare un solido sistema animato da una logica quasi sempre stringente. Senza la minima pretesa di esaurire l'argomento, cerchero' di presentare alcune idee guida del saggio, fra cui, naturalmente, quella contenuta nel paragrafo 28, Della pena di morte, che e' comunque la trattazione alla quale Beccaria dedico' un numero di pagine superiore a quello di ogni altro paragrafo. Le leggi come patto tra uomini liberi: le leggi, comprese quelle penali, contemperano il bisogno della liberta' e quello della sicurezza insiti in ogni individuo. Dice Beccaria: "Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in societa', stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una liberta' resa inutile dall'incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillita'. La somma di tutte queste porzioni di liberta' sacrificate al bene di ciascheduno forma la sovranita' di una nazione, ed il sovrano e' il legittimo depositario ed amministratore di quelle; ma non bastava il formare questo deposito, bisognava difenderlo dalle private usurpazioni di ciascun uomo in particolare, il quale cerca sempre di togliere dal deposito non solo la propria porzione, ma usurparsi ancora quella degli altri. […]" (par. 1: Origine delle pene). Ma nella difesa dalle "private usurpazioni", cioe' nelle leggi penali, occorre sempre rispettare la misura delle porzioni di liberta' sacrificate: "L'aggregato di queste minime porzioni possibili forma il diritto di punire; tutto il piu' e' abuso e non giustizia, e' fatto, ma non gia' diritto. […] E per giustizia io non intendo altro che il vincolo necessario per tenere tutti gli interessi particolari" (par. 2: Diritto di punire). Certezza del diritto. Ovvero: solo il legislatore puo' decretare le fattispecie dei delitti e le pene: e' una delle logiche conseguenze di quanto detto sopra. Un'altra conseguenza e' che chi fa le leggi non puo' fare al contempo da giudice. Questa si chiama "divisione dei poteri" e a noi, oggi, appare scontata, ma nel 1764/66 non lo era affatto, anzi era rivoluzionario affermarla. Ma c'e' di piu': che le fattispecie dei delitti e le pene siano stabilite per legge e' essenziale affinche' le persone non si trovino alla merce' dei singoli giudici, quando a loro fosse consentito "interpretare lo spirito della legge", e non semplicemente applicare la legge. "Ciascun uomo", afferma Beccaria, "ha il suo punto di vista, ciascun uomo in differenti tempi ne ha un diverso. Lo spirito della legge sarebbe dunque il risultato di una buona o cattiva logica di un giudice, di una facile o malsana digestione, dipenderebbe dalla violenza delle sue passioni, dalla debolezza di chi soffre, dalle relazioni del giudice coll'offeso e da tutte quelle minime forze che cangiano le apparenze di ogni oggetto nell'animo fluttuante dell'uomo. […]" (par. 4: Interpretazione delle leggi). Una legge penale non giusta fa un danno che si puo' correggere, afferma Beccaria, mentre "l'interpretazione" dei giudici si risolve in molte piccole tirannie che sono "tanto piu' crudeli quanto e' minore la distanza fra chi soffre e chi fa soffrire" e scuote la fiducia della gente nella legge. Chiarezza delle leggi: Le leggi non devono essere scritte "in una lingua straniera al popolo", perche' in questo modo la maggior parte delle persone dipenderebbero da quelli che noi oggi chiamiamo "addetti ai lavori", e cio' in un aspetto importantissimo della loro vita. Una conoscenza diretta di cio' che la legge considera reato e delle conseguenti pene fa si' che le persone possano valutare spassionatamente i pro e i contro di una loro azione, mentre "non v'ha dubbio che l'ignoranza e l'incertezza delle pene aiutino l'eloquenza delle passioni" (par. 5: Oscurita' delle leggi). Misura dei delitti: e' questo uno dei punti piu' audaci del saggio, perche' vi si opera esplicitamente la distinzione tra "reato" e "peccato". Infatti Beccaria afferma che "[…] l'unica e vera misura dei delitti e' il danno fatto alla nazione", e in quest'ottica, per lui, non conta neppure l'intenzione con cui e' stato compiuto il reato. La distinzione tra "reato" e "peccato" e' ripresa anche altrove, ma qui mi pare che sia espressa piu' compiutamente e cosi' riporto tutto il brano del par. 7 (Errori nella misura delle pene): "Finalmente alcuni pensarono che la gravezza del peccato entrasse nella misura dei delitti. La fallacia di questa opinione risaltera' agli occhi d'un indifferente esaminatore dei veri rapporti tra uomini e uomini, e tra uomini e Dio. I primi sono rapporti di uguaglianza. La sola necessita' ha fatto nascere dall'urto delle passioni e dalle opposizioni degl'interessi l'idea della utilita' comune, che e' la base della giustizia umana; i secondi sono rapporti di dipendenza da un Essere perfetto e creatore, che si e' riserbato a se' solo il diritto di essere legislatore e giudice nel medesimo tempo, perche' egli solo puo' esserlo senza inconveniente. Se ha stabilito pene eterne a chi disobbedisce alla sua onnipotenza, qual sara' l'insetto che osera' supplire alla divina giustizia, che vorra' vendicare l'Essere che basta a se stesso, che non puo' ricevere dagli oggetti impressione alcuna di piacere o di dolore, e che solo tra tutti gli esseri agisce senza reazione? La gravezza del peccato dipende dalla imperscrutabile malizia del cuore. Questa da esseri finiti non puo' senza rivelazione sapersi. Come dunque da questa si prendera' norma per punire i delitti? Potrebbono in questo caso gli uomini punire quando Iddio perdona, e perdonare quando Iddio punisce. Se gli uomini possono essere in contradizione coll'Onnipossente nell'offenderlo, possono anche esserlo col punire". Questa distinzione fu ulteriormente chiarita da Beccaria nella prefazione "A chi legge", pubblicata nell'edizione del 1766 per rispondere soprattutto all'accusa di empieta' sollevata dal monaco vallombrosano Ferdinando Facchinei in uno scritto stampato a Venezia ai primi del 1765. Qui dunque si legge: "Tre sono le sorgenti delle quali derivano i principii morali e politici regolatori degli uomini. La rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della societa'. Non vi e' paragone tra la prima e le altre per rapporto al principale di lei fine; ma si assomigliano in questo, che conducono tutte tre alla felicita' di questa vita mortale. Il considerare i rapporti dell'ultima non e' l'escludere i rapporti delle due prime; anzi siccome quelle, benche' divine ed immutabili, furono per colpa degli uomini dalle false religioni e dalle arbitrarie nozioni di vizio e di virtu' in mille modi nelle depravate menti loro alterate, cosi' sembra necessario di esaminare separatamente da ogni altra considerazione cio' che nasca dalle pure convenzioni umane, o espresse, o supposte per la necessita' ed utilita' comune, idea in cui ogni setta ed ogni sistema di morale deve necessariamente convenire; e sara' sempre lodevole intrappresa quella che sforza anche i piu' pervicaci ed increduli a conformarsi ai principii che spingon gli uomini a vivere in societa'. Sonovi dunque tre distinte classi di virtu' e di vizio, religiosa, naturale e politica. Queste tre classi non devono mai essere in contradizione fra di loro, ma non tutte le conseguenze e i doveri che risultano dall'una risultano dalle altre. Non tutto cio' che esige la rivelazione lo esige la legge naturale, ne' tutto cio' che esige questa lo esige la pura legge sociale: ma egli e' importantissimo di separare cio' che risulta da questa convenzione, cioe' dagli espressi o taciti patti degli uomini, perche' tale e' il limite di quella forza che puo' legittimamente esercitarsi tra uomo e uomo senza una speciale missione dell'Essere supremo. Dunque l'idea della virtu' politica puo' senza taccia chiamarsi variabile; quella della virtu' naturale sarebbe sempre limpida e manifesta se l'imbecillita' o le passioni degli uomini non la oscurassero; quella della virtu' religiosa e' sempre una costante, perche' rivelata immediatamente da Dio e da lui conservata. Sarebbe dunque un errore l'attribuire a chi parla di convenzioni sociali e delle conseguenze di esse principii contrari o alla legge naturale o alla rivelazione; perche' non parla di queste […]". (Tuttavia le precisazioni contenute nella prefazione non impedirono che il saggio fosse messo all'Indice dei libri proibiti della Chiesa cattolica il 3 febbraio 1766 e li' vi restasse fino al 1966, anno dell'abolizione dell'Indice stesso, all'indomani della conclusione del Concilio Vaticano II. Equita' del processo, certezza della pena e inutilita' della tortura: il processo deve mirare a stabilire se l'imputato ha commesso il fatto attribuitogli, comminandogli la pena relativa o mandandolo assolto. Anche questo, oggi, a noi sembra scontato, ma non lo era nel passato, quando "i delitti degli uomini erano il patrimonio del principe" e "il giudice era […] un avvocato del fisco piuttosto che un indifferente ricercatore del vero". Sgombrato il campo da un tale interesse venale, il giudice, meglio se assieme a dei giurati estratti a sorte, deve raccogliere le prove e le testimonianze, ignorando le accuse segrete, un costume che "rende gli uomini falsi e coperti", e procedere senza inutili e dannosi indugi. Infatti un processo rapido assicura una serie di benefici al singolo e alla societa'. Prima di tutto garantisce che l'imputato innocente sia liberato al piu' presto dal carcere in cui e' stato rinchiuso necessariamente ma comunque ingiustamente. Inoltre, nel caso della condanna, la vicinanza tra reato commesso e pena comminata produce nell'animo della gente un'impressione forte, manda, per cosi' dire il messaggio che il reato viene prontamente punito. Anche qui le parole di Beccaria sono molto efficaci (e attuali) e vale la pena leggerle direttamente: "Egli e' dunque di somma importanza la vicinanza del delitto e della pena, se si vuole che nelle rozze menti volgari, alla seducente pittura di un tal delitto vantaggioso, immediatamente riscuotasi l'idea associata della pena. Il lungo ritardo non produce altro effetto che di sempre piu' disgiungere queste due idee, e quantunque faccia impressione il castigo d'un delitto, la fa meno come castigo che come spettacolo, e non la fa che dopo indebolito negli animi degli spettatori l'orrore di un tal delitto particolare, che servirebbe a rinforzare il sentimento della pena" (par. 19 Prontezza della pena). Ma un processo che voglia appurare davvero i fatti e condannare il vero colpevole non puo' avvalersi della tortura dell'imputato che resta innocente fino alla sentenza. Alla tortura Beccaria dedica un lungo e articolato paragrafo 16, di poco piu' breve di quello dedicato alla pena di morte. Del resto anche la tortura, per l'autore, non e' che "una crudelta' consacrata dall'uso" e come tale egli vuole smascherarla e dichiararla inutile ai fini della corretta applicazione delle leggi e dell'accertamento della verita'. Prendendo in esame i diversi motivi su cui si basa l'uso della tortura, Beccaria si sofferma anche su quello che indica la tortura come "purgazione dell'anima". L'idea "che il dolore, che e' una sensazione, purghi l'infamia, che e' un mero rapporto morale" e' ripresa "dalle idee religiose e spirituali". Mettere sullo stesso piano il fuoco del purgatorio voluto dal grand'Essere e la tortura voluta dagli uomini e', secondo lui, un abuso della Rivelazione e non c'entra niente con l'accertamento della verita' dei fatti a cui deve mirare il processo. E proprio guardando allo scopo del processo la tortura si rivela non solo inutile ma anche controproducente. Riassumendo con estrema brevita', l'innocente debole e impaurito soccombera' al dolore, si accusera' di tutto e sara' condannato, il colpevole di forte struttura fisica e d'animo tracotante resistera' al dolore, non ammettera' niente e sara' scagionato. A proposito delle pene, anch'esse devono essere proporzionate alla gravita' dei reati. In generale, per Beccaria, "perche' una pena ottenga il suo effetto basta che il male della pena ecceda il bene che nasce dal delitto […]". Del resto lo scopo delle pene "non e' altro che d'impedire al reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali" (cap.12: Fine delle pene). Vi sono delitti, come quelli contro la persona, che devono essere puniti con "pene corporali", escludendo la possibilita' che il colpevole se la cavi con una pena pecuniaria, perche', sostiene Beccaria, "non vi e' liberta' ogni qual volta le leggi permettono che in alcuni eventi l'uomo cessi di esser persona e diventi cosa". Solo per i furti fatti senza violenza il nostro autore ritiene che la pena piu' adatta sarebbe quella pecuniaria, anche se questo puo' valere solo per chi ha denaro e non per i poveri per i quali "la pena piu' opportuna sara' quell'unica sorta di schiavitu' che si possa chiamare giusta, cioe' la schiavitu' per un tempo delle opere e della persona alla comune societa', per risarcirla […]" (par. 22: Furti), e cio', paradossalmente, proprio per evitare che sia tolto il pane agli innocenti, cioe' alla famiglia del condannato che, dovendo risarcire in denaro, si impoverirebbe ancora di piu'. Pena di morte: "Non e' dunque la pena di morte un diritto […], ma e' una guerra della nazione con un cittadino". Tale drastica affermazione viene alla fine di un esame del "patto sociale" su cui si fondano la sovranita' e le leggi, che, come gia' detto nel primo capitolo del saggio, rappresentano la "somma di minime porzioni della privata liberta' di ciascuno". Stando cosi' le cose, prosegue Beccaria, "chi e' mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo? Come mai nel minimo sacrificio della liberta' di ciascuno vi puo' essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita? E se cio' fu fatto, come si accorda un tal principio coll'altro, che l'uomo non e' padrone di uccidersi, e doveva esserlo se ha potuto dare altrui questo diritto o alla societa' intera?". L'autore non nega pero' che vi siano casi in cui divenga necessaria la pena di morte, e ne individua uno che si situa in una condizione di emergenza, e cioe' "quando la nazione recuperi o perda la sua liberta', o nel tempo dell'anarchia, quando i disordini stessi tengono luogo di leggi". Su questo non ha niente da dire. Ma adesso il suo interesse si appunta piuttosto sul normale svolgimento della vita "durante il tranquillo regno delle leggi", "dove il comando non e' che presso il vero sovrano, dove le ricchezze comprano piaceri e non autorita'". E qui egli prende in esame il secondo (e ultimo) motivo che potrebbe giustificare la morte di un cittadino e cioe' "quando la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri dal commettere delitti". Ma e' un motivo ipotetico, che Beccaria prende in considerazione proprio per dimostrarne la falsita': la pena di morte non funziona affatto da deterrente per gli altri, come la storia di ogni societa' passata e presente insegna con dovizia di esempi. Rimandando al testo integrale (Allegato 1), in cui le argomentazioni prodotte sono illustrate anche sul piano psicologico, ne riassumo qui solo i punti essenziali: In primo luogo si osserva che il freno piu' forte contro i delitti "non e' il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio di un uomo privo di liberta', che, divenuto bestia di servigio, ricompensa colle sue fatiche quella societa' che ha offesa […]". (Queste parole molto forti si capiscono pensando che alla pena di morte si sostituiva quella dei lavori forzati a vita nella prospettiva, appunto, che chi si era macchiato di colpe gravissime dovesse pagare il suo debito in modo concreto). In secondo luogo Beccaria fa notare che "la pena di morte diviene uno spettacolo per la maggior parte e un oggetto di compassione mista di sdegno per alcuni; ambidue questi sentimenti occupano piu' l'animo degli spettatori che non il salutare terrore che la legge pretende inspirare […]". Se i primi due punti guardano la pena di morte dal punto di vista dello spettatore, una terza osservazione la considera invece dalla prospettiva di chi valuta il rapporto costi/vantaggi di un'eventuale delitto, e anche qui, sostiene Beccaria, "[…] non vi e' alcuno che, riflettendovi, scieglier possa la totale e perpetua perdita della propria liberta' per quanto avvantaggioso possa essere un delitto", tanto piu' che "moltissimi risguardano la morte con viso tranquillo e fermo, chi per fanatismo, chi per vanita', che quasi sempre accompagna l'uomo al di la' dalla tomba, chi per un ultimo e disperato tentativo o di non vivere o di sortir di miseria; ma ne' il fanatismo ne' la vanita' stanno fra i ceppi o le catene, sotto il bastone, sotto il giogo, in una gabbia di ferro, e il disperato non finisce i suoi mali, ma gli comincia". Vi e' anche una quarta considerazione importante, quando si dice: "Non e' utile la pena di morte per l'esempio di atrocita' che da' agli uomini. Se le passioni o la necessita' della guerra hanno insegnato a spargere il sangue umano, le leggi moderatrici della condotta degli uomini non dovrebbono aumentare il fiero esempio, tanto piu' funesto quanto la morte legale e' data con istudio e con formalita'. Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volonta', che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio". Si puo' concludere questa carrellata mettendo in rilievo un quinto punto contro la pena di morte, che e' rappresentato dal sentire profondo di ciascuno. Osserva infatti Beccaria: "Quali sono i sentimenti di ciascuno sulla pena di morte? Leggiamoli negli atti d'indegnazione e di disprezzo con cui ciascuno guarda il carnefice, che e' pure un innocente esecutore della pubblica volonta', un buon cittadino che contribuisce al ben pubblico, lo stromento necessario alla pubblica sicurezza al di dentro, come i valorosi soldati al di fuori. Qual e' dunque l'origine di questa contradizione? E perche' e' indelebile negli uomini questo sentimento ad onta della ragione? Perche' gli uomini nel piu' secreto dei loro animi, parte che piu' d'ogn'altra conserva ancor la forma originale della vecchia natura, hanno sempre creduto non essere la vita propria in potesta' di alcuno fuori che della necessita', che col suo scettro di ferro regge l'universo". In altre parole: solo Domineddio può togliermi la vita. Mi fermo qui, ma come ho gia' detto questi pochi appunti rendono una pallida giustizia della ricchezza e dell'interesse di Dei delitti e delle pene e sperano soltanto di aver fatto venire voglia di leggerlo direttamente. Per questo segnalo subito una breve bibliografia: Su Internet il testo integrale si trova a questo indirizzo: http://www.liberliber.it/biblioteca/b/beccaria/dei_delitti_e_delle_pene/html/index.htm Per quanto riguarda la carta stampata, segnalo due volumi: CESARE BECCARIA, Dei delitti e delle pene, Feltrinelli, Milano 2007, euro 6 (con prefazione di Stefano Rodota', a cura di Alberto Bugio, questo volume offre una serie di note preziose). CESARE BECCARIA, Dei delitti e delle pene, Einaudi 1965 e 1994, euro 14,80 (a cura di Franco Venturi, questa edizione che contiene, oltre a una bella introduzione, una ricchissima scelta di documenti dell'epoca di varia provenienza, dall'Italia alla Francia, dalla Russia all'Inghilterra). NOTA Cesare Beccaria (Milano, 15 marzo 1738 -28 novembre 1794) si occupo' di economia, politica, filosofia e letteratura. Contro il volere della famiglia, molto attaccata agli antichi privilegi e piena di pregiudizi, e dalla quale aveva ricevuto una educazione "fanatica" sposo' nel 1761 Teresa de Blasco, da cui ebbe due figlie, una delle quali, Giulia, fu la madre di Alessandro Manzoni. In quello stesso periodo si avvicino' con entusiasmo al pensiero illuminista; lesse, fra gli altri, Montesquieu e Rousseau. Frequento' l'Accademia dei pugni, il gruppo milanese guidato dai fratelli Alessandro e Pietro Verri, che l'avevano notato dopo la pubblicazione di un suo saggio di economia, e fu su loro suggerimento e col loro sostegno che si interesso' alle leggi penali dell'epoca. I suoi appunti furono oggetto di approfondimenti e discussioni nel gruppo, e presto fu pronto quel saggio, Dei delitti e delle pene, che doveva assicurare all'autore una fama secolare. Di natura schiva, fu alquanto frastornato dal successo ottenuto; accetto' l'invito di recarsi a Parigi per incontrare molti illuministi francesi che lo ammiravano, ma declino' quello di Caterina II di Russia, preferendo restare nella sua Milano. Li' fu nominato docente di economia politica nelle Scuole Palatine. Dal 1771 ebbe anche altri incarichi pubblici sempre legati al tema delle finanze. Dei delitti e delle pene comparve per la prima volta anonimo nell'estate del 1764 a Livorno senza divisione in paragrafi e suscito' immediatamente un grande interesse. Dal 1764 al 1766 si susseguono nuove edizioni con aggiunte e modifiche. La seconda edizione, sempre del 1764, conta invece 40 paragrafi, la terza, del 1765, 45 e, infine, l'edizione definitiva, del 1766, la cosiddetta "edizione Harlem" ne contiene 47 e la premessa di Beccaria: "A chi legge". L'edizione del 1765 e' interessante perche' riporta sul frontespizio l'incisione di Giovanni Lapi, in cui si vede la Giustizia che allontana il boia, che le offre un grappolo di teste umane, per rivolgere il proprio sguardo a un cumulo di attrezzi da lavoro, a indicare il suo diniego alla pena di morte e la necessita' di sostituirli coi lavori forzati (vedi foto in alto). (Una curiosita': anche se la citta' in cui fu stampato e' sempre Livorno, tuttavia, per depistare la polizia, il nostro libro, cosi' come tanti altri dell'epoca, porta come luogo di edizione i nomi di citta' diverse, preferibilmente straniere, una volta la svizzera Losanna, un'altra, appunto, l'olandese Harlem). Moltissimi furono gli estimatori, diversi e temibili i detrattori, fra cui si annoverano non solo i detentori del potere civile, come, per esempio, la Repubblica di Venezia, ma anche e soprattutto del potere della Chiesa di Roma che mise l'opera all'"Indice dei libri proibiti" il 3 febbraio 1766 ne' mai ve la tolse fino all'abolizione di questa istituzione avvenuta nel 1966, dopo il Concilio Vaticano II. Non bisogna pensare, pero', che tutti i governanti temessero le idee presentate dal giovane e schivo milanese; il fatto che Pietro Leopoldo di Toscana si ispirasse al saggio di Beccaria per la riforma del codice penale toscano (1786) non rappresento' un'eccezione. Anzi, si potrebbe anche dire che arrivasse "buon ultimo", visto che gia' sua madre, Maria Teresa d'Austria e suo fratello l'imperatore Giuseppe II lo avevano preceduto sulla strada di alcune sostanziali riforme, pur non abolendo la pena di morte. L'altra grande imperatrice dell'epoca, la zarina di Russia, Caterina II, apprezzo' talmente l'opera di Beccaria da inserirne vere e proprie sintesi nella sua "Istruzione" (in russo: Nakaz) rivolta alla Commissione da lei convocata per compilare un nuovo codice penale. Oltre a queste personalita' il libro piacque e ispiro' un grande numero di persone non solo in tutta l'Europa, dalla Francia alla Scozia alla Svezia, ma anche nelle Colonie inglesi d'America (i futuri Stati Uniti) e in America latina. Ebbe molte traduzioni, prima fra tutte quella in francese del Morellet che fece una rielaborazione dell'opera spostando alcuni paragrafi e dandole la forma (e il nome) di un "trattato". In questa forma riapprodo' anche in Italia nel 1774 e fu cosi' conosciuta fino al 1958, allorche' Franco Venturi riprese il testo della edizione di Harlem del 1766 che risultava l'ultima effettivamente curata dall'autore. In anni piu' recenti, sulla scorta di nuove ricerche d'archivio, alcuni studiosi si sono chiesti se la paternita' dell'opera sia da attribuirsi davvero a Beccaria o non piuttosto a Pietro Verri. Su questo tema si veda l'interessante articolo di Elio Palombi Luci e ombre sulla paternita' dell'opera "Dei delitti e delle pene" che si trova a questo indirizzo: http://www.trani-ius.it/opinioni/becc-pal.html (a cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Il gioco delle ombre della bambola salvavita La salute, come la stessa vita umana ed animale, e' sempre da tutelare e proteggere. Sovente non e' cosi'. Apparentemente dovrebbe accadere nei Paesi che non conoscono i minimi standard della qualita' della vita, socio-economici e sanitari, ma sembra essere esattamente l'opposto. Uno dei continenti piu' disagiati in questo senso, ancor piu' che l'Asia, e' l'Africa. Salvo alcune eccezioni o isole felici, la maggior parte dei Paesi africani ha un livello socio-economico e sanitario molto sotto lo "standard", almeno come considerato dalla Organizzazione Mondiale della Salute. Anche in Asia, tuttavia, esistono aree geografiche degradate che rischiano di creare problematiche non irrilevanti ai Paesi vicini e limitrofi. E', ad esempio, il caso della Cambogia, dove negli ultimi tempi c'e' stato un inasprimento, quasi silente alle cronache, del regime comunista alla guida del Paese. Sesso, alcool, droghe, si mescolano ad uno dei piu' antichi e moderni flagelli dell'umanita: la T.B.C. (Tubercolosi) , che in questo Paese ha contorni epidemici. I bambini sono maggiormente esposti, ma l'infezione si fa strada anche nella popolazione adulta. Poco importa se qualcuno e' vaccinato contro tale evenienza, in quanto la T.B.C., e alcune delle sue forme infettive, possono attecchire ed infettare anche un adulto regolarmente vaccinato. Nella storia della Medicina del passato, malattie come questa erano veri flagelli per l'uomo, oltre a Sifilide, Peste, Lebbra, Vaiolo e molte altre predominanti nella promiscuita' igienica di masse di popolazioni non informate sulle piu' banali misure profilattiche ed igieniche. Oggi malattie come il Colera, il Tifo, la Leptospirosi, sono divenute semi-riconoscibili dal medico, specie fuori dagli ambiti specialistici. Ma, pur se arginate da uno standard igienico conforme, nuovi focolai sono sempre possibili. La Spada di Damocle L'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), molte volte ha espresso opinioni e linee guida sulle tematiche del rischio e sulla necessita' di ampliare misure semplici e banali nella gestione della salute contro comuni infezioni infettive. Alcuni protocolli di sorveglianza hanno gettato ombre sulle metodiche clinico-terapeutiche, applicate negli ultimi decenni, sulla gestione delle malattie infettive. Le ombre appaiono grazie alla presenza di continui microrganismi "intelligenti" che sono divenuti insensibili alle classi antibiotiche conosciute. L'Aduc, su tale in convenienza non poco rilevante, e' ritornata diverse volte nel passato. I media ne parlano molto poco ma l'allarme esiste. Si tratta di un uso "poco professionale" del farmaco e, in questo ambito specifico, dell'antibiotico-terapia. Dietro l'ombra della super-intelligenza del microrganismo, si intravedono le multinazionali farmaceutiche che, nel passato, "tiravano" all'utilizzo "comodo" di questi preziosi presidi terapeutici sanitari, preziosi si', ma quando gestiti equamente. E' stato sufficiente un trentennio –e non e' poco. Oggi la strada e' in salita, non pochissimi i microrganismi che, davanti a potentissimi e nuovi antibiotici, "ridono", insensibili ad essi. Le Multinazionali Malgrado scarne ed insufficienti informazioni, i risalti di cronaca di come una tecno-medicina ormai supponente si allontani dalle esigenze biologiche reali dell'essere vivente, rimangono ombre danzanti. E le ombre si intrecciano quando la Salute non e' altro che Sanita' e Politica, cosi' che diventi anche strumento della "tecnocrazia", offerta come "sacrificio" alle potenti lobby del farmaco. Quando leggevamo che un rappresentante locale dell'UNICEF aveva organizzato una raccolta di fondi economici in una scuola, con i bambini che confezionavano la "bambola" da vendere per donare il ricavato all'acquisto di "farmaci che fanno molto bene" presso una multinazionale farmaceutica, per i loro fratellini africani, abbiamo rivisto accanto le ombre nere intrecciarsi in un tragico gioco degli specchi. Tuttavia, le nostre osservazioni vanno oltre il nobile gesto dei bambini e dei loro genitori, vittime della tecnocrazia e del grottesco intrecciarsi delle mille ombre. Operando in tale direzione, in buona fede, hanno creduto innocentemente di fare del bene ai bambini africani. Questi ultimi ormai sono sempre piu' "sommersi" dai benefattori occidentali e, per nulla a caso, vanno peggio in salute di quando i Portoghesi, gli Arabi e tutti gli altri, "avidi", percorrevano lo sfruttamento selvaggio del loro ricco territorio, facendoli schiavi. A quell'epoca, i bambini africani (e non solo) godevano di ottima salute, contrariamente a quanto ne godono oggi. Alle soglie del XX secolo si abbatterono devastanti flagelli, superiori a qualsivoglia malattia infettiva, Aids compreso. Il flagello primo fu l'Evangelizzazione intensiva, che cominciava dal Battesimo, che servi' a salvare le anime in pericolo di questi popoli. Il secondo flagello fu la medicalizzazione forzata ed intensiva, che cominciava con le vaccinazioni e, in termini di "aiuti", le infrastrutture, che finirono per creare latifondi e fame. Questi popoli, felici prima della Evangelizzazione dell'uomo bianco, non avevano le necessita' bibliche del lavoro ("fatica", "sudore", "sacrificio"), in quanto, per fortuna, la terra ricca permetteva loro di nutrirsi molto meglio di quanto si pensi, almeno da un punto di vista di un attuale nutrizionista: frutta, pesce, bacche, e stavano tutti bene, felici e sereni. Cosi si abbatterono su loro Evangelizzazione e tecnicismo sanitario, compreso quello della vaccinazione di massa, uno dei piu' fiorenti business mai avuti per le multinazionali del farmaco. Proprio la Vaccinazione sta ritornando attuale, nelle cronache di questi giorni. A parte le poche associazioni, sovente dei "malati da vaccino", e i medici coraggiosi (non molti purtroppo), quello che rimane sono le ombre che danzando ci ruotano intorno, in un balletto dell'immaginario collettivo. La Vaccinazione rimane, quindi, cosa buona come il Battesimo, che fa sempre bene e che e' esente da ogni rischio. Questo immaginario collettivo della gente, si abbatte su milioni e milioni di anime ogni anno, e rimane una delle certezze e acquisizioni incontrastabili ed incrollabili che fanno capo al pensiero comune. Queste si muovono sulla convinzione che le Vaccinazioni siano un mezzo molto efficace per impedire le malattie, oltremodo del tutto innocue. Un capolavoro di arte mediatica della Virologia e della tecnocrazia sanitaria, offerta al sacrificio ed al sacrilegio degli interessi delle multinazionali farmaceutiche. Talvolta la vaccinazione e' stata un dogma, imposto con la violenza e la persuasione delle autorita' mediche e istituzionali, contro la stessa volonta' di genitori coraggiosi che avrebbero inteso opporsi ad esse per tutelare con amore la salute del proprio bambino. Purtroppo queste famiglie rimangono meno del 7% della intera collettivita', sovente di cultura medio-alta, ben informate e determinate. La parte rilevante la fa il cittadino medio, nel limbo del suo immaginario collettivo della "buona vaccinazione che fa bene", sommerso in un "danza della subordinazione psichica", conducendo ad accettare come "liberatrice" qualsiasi vaccinazione, a partire, in questo periodo, dalla anti-influenzale. In questo prezioso limbo, ecco le multinazionali che, promuovono vaccini ad ogni utilita': quello per il cancro, quello per smettere di fumare, ecc.ecc, e , quando si inocula quello per l'influenza e non funziona, la colpa non sara' certamente del vaccino. Un famoso virologo tecnocrate, il dr. Montagnier, ormai punta al vaccino per l'immortalita'. Oltre a tale, c'e' anche la rinuncia alla fecondazione sessuata, a beneficio di quella artificiale. Poco importa se va contro le regole della Natura, tanto –e lo dice lo stesso dr Montagnier- la medicina moderna ormai va contro Natura da oltre un secolo, e dice il vero. Se si e' un po' svegli, si puo' prontamente comprendere che e' pronta una nuova campagna intensiva per le Vaccinazioni nel Mondo. I tentativi ci sono tutti, il business farmaceutico sta muovendosi su tale evenienza, soprattutto perche' la predisposizione collettiva necessita di una bassa informazione/bombardamento di massa, e si prospettano alti target di consumo. Ecco come, ad esempio, in questi giorni si sta allarmando a macchia d'olio il target mediatico della vaccinazione alle bambine di 12 anni (obbligatorio?) contro il cancro al collo dell'utero. Personalmente, quello che non farei per mia figlia e' proprio questo vaccino. Quale ambigua danza delle ombre tra Teologia e Tecnocrazia. I primi, vestiti di nero, con il battesimo intensivo , affidano l'anima in mano al proprio Dio. I secondi, vestiti di bianco, liberano dalle conseguenze del peccato, le malattie. Cosi' nel Medioevo venivano messe al rogo le "voci Libere", classificandole come "eretiche" al giorno d'oggi il rischio di ritorni al passato e' possibile con nuovi eretici, maghi, fattucchiere, imbroglioni, e nuove crociate contro i medici "fuori dal coro", e quelle famiglie di genitori coraggiosi che rifiutano per se' e per i propri figli l'inoculazione di "speciali Cocktails di Salute", i Vaccini, non fidandosi troppo della quantita' di metalli pesanti in essi contenuti, oltremodo dei non sempre dichiarati materiali genetici ricombinanti destinati a generare oscure mutazioni del DNA della persona ricevente. Un vero cocktail di salute, lo garantiscono loro. Ecco come dottrina teologica e dottrina medica di una supponente, sfuggente quanto ambigua ed oscura comunita' scientifica internazionale , crea i nuovi medioevo. Le vaccinazioni puzzano di planetario imbroglio. Non e' mai, proprio mai, stato trovato un esempio reale circa la loro efficacia, soprattutto sul piano della correzione immunitaria –ancor di piu' per la conseguenza che non la si conosce che poco- ne' valutati per bene rischi e danni alla salute, immediati o peggio, quelli tardivi praticamente sconosciuti. Come medico, piu' volte ho provato la sensazione che, dentro il controllo delle Universita' e della formazione medica, nonche' delle direzioni sanitarie e delle gestioni nazionali della salute, si eriga un grande imbroglio, mediato a livello sopranazionale dall'OMS, a sua volta sotto il diretto controllo dei finanzieri mondiali. Cosa c'e' sotto? Prepariamoci ad una nuova ondata da parte dei Tribunali dei minori, ad un nuovo assalto alla Patria Potesta', malgrado la legislazione italiana, in materia di vaccinazioni, abbia acquisito un certo grado di equita' e di Diritto. Il rischio di una inversione di rotta esiste. Conclusioni Da decenni, la comunita' scientifica internazionale si e' prostrata alla vaccinazione verso determinati agenti infettivi. A cominciare dagli anni '60, sono stati indrodotte a regime alcune vaccinazioni, ad esempio la l'anti-difterite e l'anti-poliomielite, che non hanno mai avuto riscontri pratici su una reale efficacia clinica, oltremodo nessun approfondito e largo studio circa il danno biologico alla persona. Ad esempio, l'anti-vaiolosa, effettuata gia' a partire dagli anni '60, era un vaccino preparato con una variante del vaiolo, quello bovino. L'immaginario collettivo ha sempre creduto che il vaiolo circolato tra gli uomini migliaia di anni, fosse scomparso grazie alla vaccinazione, ma e' una bufala enorme offerta al pasto delle allodole, anche perche' la protezione vaccinale contro tale malattia virale durava dai tre ai cinque anni. Anche per il virus demielizzante della poliomielite, dove la connessione patologia/effetto vaccinale sembrerebbe piu' netta, esistono dubbi circa la vera natura protettiva del vaccino, considerando che il virus aveva nel passato, di per se', scarse ondate epidemiche. Contrariamente, il vaccino Sabin (anti-polio) e' causa di danni biologici quali il cancro (mesotelioma). Negli ultimi anni, la comunita' scientifica ha ampliato il numero delle vaccinazioni verso bambini ed adulti cosiddetti a rischio, con vaccini per patologie infettive precedentemente non ritenute dannose, come morbillo, rosolia, parotite epidemica, pertosse, varicella, patologie che continueranno in ogni caso ad esistere tra gli umani, con altalenanti ondate epidemiche. Non v'e' dubbio che i microrganismi infettivi, quali esseri viventi, hanno un loro peculiare ciclo di esistenza biologica che condiziona il "rapporto" con il loro ospite uomo od animale. Negli anni '90, ad esempio e' stata messa a regime la vaccinazione contro l'epatite B, risultata poi pericolosa. L'ultima trovata e' stato il vaccino contro il tumore al collo dell'utero. Non rinneghiamo la vaccinazione in se', ma la certezza di una non integra e completa conoscenza dei meccanismi immunitari dell'uomo. Molto di piu' rinneghiamo la pericolosita' biologica di tali preparati, che risultano effettuare danni biologici immediati e, molto probabilmente, nella lunga distanza, mutazioni del DNA, cioe' Cancro. Troviamo prudente limitare la vaccinazione –per chi vuole effettuarla-, da eseguire con estrema cautela e solo quelle applicate gia' dagli anni '60 in poi, ad esclusione del Vaiolo, che e' stata soppressa. La nostra esperienza, ci ha mostrato che, bambini che non hanno mai effettuato alcuna vaccinazione, stranamente godono di molta piu' salute dei loro coetanei vaccinati. Non crediamo che tale evenienza sia soltanto una mera coincidenza. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Giancarlo Fornari * La sentenza della Cassazione sul Caso Englaro. Il parere di LiberaUscita Ricordiamo che qualche settimana fa si e' pronunciata la Corte di Cassazione in materia di interruzione al trattamento vitale artificiale, nella ormai nota vicenda giudiziaria di Eluana Englaro. Pubblichiamo un articolo di approfondimento di Giancarlo Fornari, il presidente di LiberaUscita, una associazione che da anni e' in prima linea per l'affermazione del diritto alla liberta' terapeutica e alla morte dignitosa. Un articolo che ripercorre le motivazioni dell'articolata e importante sentenza. Insieme alla pronuncia di archiviazione del caso Riccio Welby, siamo davvero di fronte ad un piccolo "miracolo" giurisprudenziale, considerando i tempi che corrono, gli oscurantismi, la congiuntura politica che vede la classe dirigente supina al dettame del Vaticano. UNA LUCE NEL BUIO: LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE Dovrebbe essere ormai vicino alla conclusione il tragico caso di Eluana Englaro grazie a una lucida, argomentata sentenza della Cassazione (n. 21748-07 - Prima sezione civile, Presidente Maria Gabriella Luccioli, estensore Alberto Giusti). Come abbiamo commentato "a caldo", la sentenza si segnala non solo perche' dovrebbe finalmente far cessare l'incredibile accanimento medico-giudiziario, protrattosi oltre quindici anni, nei confronti dell'infelice Eluana ma anche perche' afferma in modo netto e con logica ineccepibile alcuni importanti principi di diritto in materia di decisioni di fine vita. Non ultimo quello della validita' - anche in mancanza dell'attesa legge - delle direttive anticipate e quello dell'efficacia quanto meno interpretativa della Convenzione internazionale di Oviedo che le riconosce. Altrettanto importante e' l'aver affermato che al contrario di quanto sostengono le gerarchie cattoliche i trattamenti cosiddetti di sostegno vitale (e cioe' l'alimentazione, l'idratazione e la ventilazione forzata) sono veri e propri atti medici, che pertanto rientrano nel divieto di accanimento terapeutico e possono essere – al pari degli altri trattamenti – rifiutati dall'interessato. Il coraggio della legalita' Una sentenza che si limita ad applicare in modo logico e corretto la legge, ma che si puo' quasi definire una rarita' nel clima di soggezione politica e culturale ai diktat, sempre piu' arroganti, delle gerarchie vaticane sui temi eticamente sensibili e, in particolare, su tutto quanto riguarda le scelte di fine vita. Per avere un'idea di questa "rinuncia della politica" puo' bastare questa citazione: "Decisi di non partecipare piu' alle votazioni e ne diedi notizia al Presidente del Senato". (...) "Ma naturalmente, qualora fossero in ballo questioni di natura etica che attengano alla mia coscienza di appartenente alla Chiesa Cattolica e di suddito del Vescovo di Roma, io voterei perche' «salus coscientiarium, defensio juris naturalis et christianae societatis, suprema lex esto»". Chi ha scritto queste frasi in una lettera al Corriere il 9 novembre 2007 e' un certo Francesco Cossiga, uno che e' stato presidente della Repubblica Italiana e come tale ha giurato fedelta' alla nostra Costituzione, "suprema lex" dello Stato Italiano, e per questo e' poi diventato anche senatore a vita. E adesso apprendiamo con raccapriccio che il Cossiga non era (non si sentiva) il "primo cittadino" dello Stato italiano ma il "primo suddito" del vescovo di Roma; e che per lui la lex suprema non era (non e') la nostra Costituzione, come noi ingenuamente pensavamo, ma il breviario della Chiesa cattolica. Ecco perche' si e' costretti a scomodare gli aggettivi "coraggiosa", "rivoluzionaria", per questa sentenza che non a caso e' stata attaccata in modo pesante dalle gerarchie vaticane. Non a caso l'Osservatore Romano ha parlato di "relativismo dei valori", che risulta "inaccettabile soprattutto se questi riguardano la conservazione o meno della vita". Addirittura, secondo il giornale del Papa, "nel vuoto legislativo, una tale posizione significa orientare fatalmente il legislatore verso l'eutanasia". Come sempre il Vaticano fa del terrorismo, visto che per questo bisognerebbe passare sui cadaveri dei Cossiga e dei Rutelli, per non parlare delle Binetti, dei Fioroni e dei cattofascisti alla Storace. Ma c'e' di piu', perche' "introdurre il concetto di pluralismo dei valori significa aprire una zona vuota dai confini non piu' tracciabili". "Attribuire a ognuno una potesta' indeterminata sulla propria esistenza" (cosa che la Cassazione, per la verita', non ha neppure detto) avrebbe infatti "delle conseguenze facilmente immaginabili, anche solo ragionando dal punto di vista etico". Ben diverso, invece, il commento di Stefano Rodota' (vedi l'intervista rilasciata a "Resistenza laica"), secondo il quale i giudici "sono partiti dai principi" come quello della "liberta' di cura", della "tutela del diritto alla salute", della "illegittimita' di trattamenti medici contrari al rispetto della persona umana fissato dall'art. 32 della Costituzione". Così facendo la Cassazione "ha reso esplicita la trama costituzionale che, come ben si sa, in queste materie, e' oggetto di applicazione diretta ai rapporti tra privati. In ipotesi come queste non c’e' bisogno dell’intermediazione del legislatore". Il percorso logico E infatti e' proprio dalla Costituzione, da quella lex suprema spesso ignorata, che ha preso le mosse la sentenza: stabilendo, innanzitutto, che esiste un diritto, consacrato dall'articolo 32, all'autodeterminazione delle cure. Cardine di questo diritto e' l'informazione: il paziente deve essere informato, ad opera del medico, del tipo di cure praticate e della loro efficacia in termini di rapporto costi-benefici. E le cure possono essere intraprese solo "dopo" che il paziente vi abbia dato il suo "consenso informato", che costituisce quindi l'unica legittimazione del trattamento sanitario. Anche nel codice di deontologia medica del 2006 – ricorda la Corte - si ribadisce che «Il medico non deve intraprendere attivita' diagnostica e/o terapeutica senza l'acquisizione del consenso esplicito e informato del paziente». Il consenso informato "ha come correlato la facolta' non solo di scegliere tra le diverse possibilita' di trattamento medico ma anche di eventualmente rifiutare la terapia e di decidere consapevolmente di interromperla, in tutte le fasi della vita, anche in quella terminale". Cio' e' conforme al principio personalistico che secondo la Corte anima la nostra Costituzione, la quale "vede nella persona umana un valore etico in se', vieta ogni strumentalizzazione della medesima per alcun fine eteronomo ed assorbente, concepisce l'intervento solidaristico e sociale in funzione della persona e del suo sviluppo e non viceversa, e guarda al limite del «rispetto della persona umana» in riferimento al singolo individuo, in qualsiasi momento della sua vita e nell'integralita' della sua persona, in considerazione del fascio di convinzioni etiche, religiose, culturali e filosofiche che orientano le sue determinazioni volitive". Non siamo, cioe', nello Stato etico che volevano i totalitaristi fascisti e ora vorrebbero i totalitaristi cattolici: la societa' e le sue leggi non possono trasformare in un "dovere" il "diritto" alla vita e alla salute della persona. Niente limiti all'autodeterminazione Deve percio' escludersi – ha ribadito la Corte - che il diritto all'autodeterminazione terapeutica del paziente incontri un limite "allorche' da esso consegua il sacrificio del bene della vita". "Benche' sia stato talora prospettato un obbligo per l'individuo di attivarsi a vantaggio della propria salute o un divieto di rifiutare trattamenti o di omettere comportamenti ritenuti vantaggiosi o addirittura necessari per il mantenimento o il ristabilimento di essa, il Collegio ritiene che la salute dell'individuo non possa essere oggetto di imposizione autoritativo-coattiva." Non esiste, in altri termini, un "dovere di curarsi" come principio di ordine pubblico. Il medico potra', semmai, provare a "persuadere", ma non potra' mai "imporre". Anche il codice della sanita' pubblica francese, nel testo modificato dalla cosiddetta Legge Leonetti (approvata in Francia sull'onda dell'emozione suscitata dal tragico caso di Vincent Humbert) stabilisce che "quando una persona in fase avanzata o terminale di una affezione grave e incurabile, qualunque ne sia la causa, decide di limitare o arrestare ogni trattamento, il medico rispetta la sua volonta' dopo averlo informato delle conseguenze della sua scelta". Le direttive anticipate e il caso Englaro Ovviamente le cose cambiano se l'interessato non e' in grado di manifestare la propria volonta' a causa di uno stato di incapacita' totale, a meno che, dice la Corte – facendo una prima, importante ammissione implicita della validita' del testamento biologico - "non abbia, prima di cadere in tale condizione, allorche' era nel pieno possesso delle sue facolta' mentali, specificamente indicato, attraverso dichiarazioni di volonta' anticipate, quali terapie egli avrebbe desiderato ricevere e quali invece avrebbe inteso rifiutare nel caso in cui fosse venuto a trovarsi in uno stato di incoscienza". Ma questo non e' il caso di Eluana Englaro, la quale "non ha predisposto, quando era in possesso della capacita' di intendere e di volere, alcuna dichiarazione anticipata di trattamento", ed ora e' affidata, per la sopravvivenza fisica, all'alimentazione e idratazione artificiali somministratele attraverso un sondino nasograstrico. Per le sue condizioni, Eluana e' stata interdetta ed il padre e' stato nominato suo legale rappresentante. Ed e' grazie al rappresentante, afferma la Corte, che si potra' ricreare il necessario dualismo medico-paziente in ordine all'accettazione e alla praticabilita' delle cure. Il diritto di accettare o respingere i trattamenti sanitari non puo' essere infatti limitato, se non si vuole calpestare il principio costituzionale di eguaglianza, alle persone in grado di intendere e di volere, ma deve essere esteso agli incapaci, che lo esercitano - in mancanza di direttive anticipate – attraverso il proprio rappresentante. La Convenzione di Oviedo Questo potere e' espressamente previsto dalla nostra legislazione e la stessa Convenzione di Oviedo afferma che "quando una persona maggiore di eta' non possiede – a causa di un handicap mentale, di una malattia o di altro motivo similare (ad esempio, uno stato comatoso), la capacita' di dare il consenso ad un intervento, questo non puo' essere effettuato senza l'autorizzazione del suo rappresentante". In ogni caso, "nessun intervento puo' essere effettuato su di una persona incapace se non per il suo beneficio diretto". E secondo la Corte, e' possibile invocare le prescrizioni della Convenzione, anche se questa non ha ricevuto ancora la ratifica dallo Stato italiano sebbene una legge del Parlamento l'abbia autorizzata. E' chiaro che la Convenzione, fino alla ratifica, dovra' cedere di fronte a norme interne contrarie, ma puo' e deve essere utilizzata (come si evince anche dalle sentenze della Corte costituzionale) nell'interpretazione di norme interne al fine di dare a queste una lettura il piu' possibile ad essa conforme. I principi della Convenzione, in altri termini, "fanno gia' oggi parte del sistema e da essi non si puo' prescindere". Il limite dei poteri del rappresentante Questo non vuol dire – tiene a puntualizzare la Corte – che il rappresentante abbia un potere indiscriminato di esprimere i propri intendimenti in ordine ai trattamenti sanitari dell'incapace. Il suo intervento incontra infatti dei limiti, connaturati al fatto che la salute e' un diritto personalissimo e che la liberta' di rifiutare le cure "presuppone il ricorso a valutazioni della vita e della morte, che trovano il loro fondamento in concezioni di natura etica o religiosa, e comunque (anche) extragiuridiche, quindi squisitamente soggettive". Proprio in base al carattere personalissimo del diritto alla salute dell'incapace non compete al tutore, investito di una funzione di diritto privato, un potere incondizionato di disporre della salute della persona in stato di totale e permanente incoscienza. Nel consentire al trattamento medico o nel dissentire dalla prosecuzione dello stesso sulla persona dell'incapace, la rappresentanza del tutore e' infatti sottoposta a un duplice ordine di vincoli: egli deve, innanzi tutto, agire nell'esclusivo interesse dell'incapace; e, nella ricerca del best interest, deve decidere non "al posto" dell'incapace ne' "per" l'incapace, ma "con" l'incapace: quindi, ricostruendo la presunta volonta' del paziente incosciente, gia' adulto prima di cadere in tale stato, tenendo conto dei desideri da lui espressi prima della perdita della coscienza, ovvero inferendo quella volonta' dalla sua personalita', dal suo stile di vita, dalle sue inclinazioni, dai suoi valori di riferimento e dalle sue convinzioni etiche, religiose, culturali e filosofiche". La sentenza del tribunale tedesco Ma, al contempo, il tutore non puo' nemmeno trascurare l'idea di dignita' della persona dallo stesso rappresentato manifestata, prima di cadere in stato di incapacita', dinanzi ai problemi della vita e della morte. E qui la Corte fa un richiamo a numerose sentenze di giurisdizioni estere, tra le quali ci sembra importante citare la sentenza 17 marzo 2003, con la quale il Bundesgerichtshof afferma che se un paziente non e' capace di prestare il consenso e la sua malattia ha iniziato un decorso mortale irreversibile, devono essere evitate misure atte a prolungargli la vita o a mantenerlo in vita qualora tali cure siano contrarie alla sua volonta' espressa in precedenza sotto forma di cosiddetta "disposizione del paziente": e cio' in considerazione del fatto che la dignita' dell'essere umano impone di rispettare il suo diritto di autodeterminarsi, esercitato in situazione di capacita' di esprimere il suo consenso, anche nel momento in cui questi non e' piu' in grado di prendere decisioni consapevoli. E se non fosse possibile accertare tale chiara volonta' del paziente, si puo' valutare l'ammissibilita' di tali misure secondo la sua presunta volonta', la quale deve, quindi, essere identificata, di volta in volta, anche sulla base delle decisioni del paziente stesso in merito alla sua vita, ai suoi valori e alle sue convinzioni". La condizione del malato in S.V.P. Anche su questo punto la posizione della Corte e' estremamente chiara. Da un lato afferma che la persona in stato vegetativo permanente "e', a tutti gli effetti, persona in senso pieno, che deve essere rispettata e tutelata nei suoi diritti fondamentali, a partire dal diritto alla vita e dal diritto alle prestazioni sanitarie, a maggior ragione perche' in condizioni di estrema debolezza e non in grado di provvedervi autonomamente". Ma - "accanto a chi ritiene che sia nel proprio miglior interesse essere tenuto in vita artificialmente il piu' a lungo possibile, anche privo di coscienza - c'e' chi, legando indissolubilmente la propria dignita' alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva della percezione del mondo esterno". Secondo la Cassazione, uno Stato, come il nostro, organizzato, per fondamentali scelte vergate nella Carta costituzionale, sul pluralismo dei valori, e che mette al centro del rapporto tra paziente e medico il principio di autodeterminazione e la liberta' di scelta, non puo' che rispettare anche quest'ultima decisione. All'individuo che, prima di cadere nello stato di totale ed assoluta incoscienza, tipica dello stato vegetativo permanente, abbia manifestato, in forma espressa o anche attraverso i propri convincimenti, il proprio stile di vita e i valori di riferimento, di non voler accettare l'idea di un corpo destinato, grazie a terapie mediche, a sopravvivere alla mente, l'ordinamento da' quindi la possibilita' di far sentire la propria voce in merito alla disattivazione di quel trattamento attraverso il rappresentante legale. Il quale, nell'esprimere quella voce, deve pero' sottostare a precisi limiti. Conta la volonta' del rappresentato e non quella del rappresentante La ricerca della presunta volonta' della persona in stato di incoscienza - ricostruita, alla stregua di chiari, univoci e convincenti elementi di prova, non solo alla luce dei precedenti desideri e dichiarazioni dell'interessato, ma anche sulla base dello stile e del carattere della sua vita, del suo senso dell'integrita' e dei suoi interessi critici e di esperienza - assicura che la scelta in questione non sia espressione del giudizio sulla qualita' della vita proprio del rappresentante, ancorche' appartenente alla stessa cerchia familiare del rappresentato, e che non sia in alcun modo condizionata dalla particolare gravosita' della situazione, ma sia rivolta, esclusivamente, a dare sostanza e coerenza all'identita' complessiva del paziente e al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l'idea stessa di dignita' della persona. Tirando le somme: "in una situazione cronica di oggettiva irreversibilita' del quadro clinico di perdita assoluta della coscienza, puo' essere dato corso, come estremo gesto di rispetto dell'autonomia del malato in stato vegetativo permanente, alla richiesta, proveniente dal tutore che lo rappresenta, di interruzione del trattamento medico che lo tiene artificialmente in vita, allorche' quella condizione, caratterizzante detto stato, di assenza di sentimento e di esperienza, di relazione e di conoscenza - proprio muovendo dalla volonta' espressa prima di cadere in tale stato e tenendo conto dei valori e delle convinzioni propri della persona in stato di incapacita' - si appalesi, in mancanza di qualsivoglia prospettiva di regressione della patologia, lesiva del suo modo di intendere la dignita' della vita e la sofferenza nella vita". Le misure di "sostegno vitale" sono vere e proprie terapie "Non v' e' dubbio infatti, secondo la Corte, che "l'idratazione e l'alimentazione artificiali con sondino nasogastrico costituiscono un trattamento sanitario. Esse, infatti, integrano un trattamento che sottende un sapere scientifico che e' posto in essere da medici, anche se poi proseguito da non medici, e consiste nella somministrazione di preparati implicanti procedure tecnologiche. Tale qualificazione e' convalidata dalla comunita' scientifica internazionale (si veda nel sito www.liberauscita.it il documento dei medici specialisti di tali trattamenti); si allinea, infine, agli orientamenti della giurisprudenza costituzionale, la quale ricomprende il prelievo ematico - anch'esso "pratica medica di ordinaria amministrazione" - tra le misure di "restrizione della liberta' personale quando se ne renda necessaria la esecuzione coattiva perche' la persona sottoposta all'esame peritale non acconsente spontaneamente al prelievo". Un'ultima precisazione riguarda i poteri/doveri del giudice: non spetta a lui ordinare ai medici di "staccare la spina", ma controllare la legittimita' della scelta del rappresentante legale ed eventualmente autorizzarla. Il principio di diritto Sulla base di queste considerazioni la Corte ha stabilito il seguente principio di diritto al quale dovra' adeguarsi la decisione del giudice del rinvio (un'altra sezione della Corte d'Appello di Milano): "Ove il malato giaccia da moltissimi anni (nella specie, oltre quindici) in stato vegetativo permanente, con conseguente radicale incapacita' di rapportarsi al mondo esterno, e sia tenuto artificia1mente in vita mediante un sondino nasogastrico che provvede alla sua nutrizione ed idratazione, su richiesta del tutore che lo rappresenta, e nel contraddittorio con il curatore speciale, il giudice puo' autorizzare la disattivazione di tale presidio sanitario (fatta salva l'applicazione delle misure suggerite dalla scienza e dalla pratica medica nell'interesse del paziente), unicamente in presenza dei seguenti presupposti: (a) quando la condizione di stato vegetativo sia, in base ad un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre la benche' minima possibilita' di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno; (b) sempre che tale istanza sia realmente espressiva, in base ad elementi di prova chiari, univoci e convincenti, della voce del paziente medesimo, tratta dalle sue precedenti dichiarazioni ovvero dalla sua personalita', dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l'idea stessa di dignita' della persona. Ove l'uno o l'altro presupposto non sussista, il giudice deve negare l'autorizzazione, dovendo allora essere data incondizionata prevalenza al diritto alla vita, indipendentemente dal grado di salute, di autonomia e di capacita' di intendere e di volere del soggetto interessato e dalla percezione, che altri possano avere, della qualita' della vita stessa". Conclusioni Come risulta evidente dalle ampie citazioni che ne abbiamo fatto, la sentenza ha risolto con grande equilibrio la problematica relativa alle decisioni di fine vita nei confronti di una persona che si trovi in uno stato vegetativo permanente. E siccome i paletti posti nei confronti della interruzione dei trattamenti di sostegno vitale (le condizioni di cui ai punti a e b) sono estremamente scrupolosi, non condividiamo affatto il timore – espresso dalla nostra vice presidente Maria Di Chio in un commento peraltro interessante, pubblicato nel sito dell’associazione- che la sentenza si presti ad essere interpretata "in modo piu' largo e grossolano" e quindi ad offrire "la possibilita' di intervenire su soggetti in SV per interromperne l’alimentazione artificiale". Avremmo, semmai, il timore contrario, perche' nel momento in cui subordina l'interruzione del trattamento non solo alla verifica di una precedente volonta' in tal senso dell'interessato ma anche all'accertamento della irreversibilita' dello stato vegetativo permanente la Corte entra indirettamente in contraddizione (come rilevato dalla stessa Di Chio) con le precedenti affermazioni, contenute nella sentenza, che il consenso informato e' l’unico fondamento della legittimita' dell’atto medico. Ma riteniamo si tratti di una contraddizione solo apparente, determinata dal fatto che la Corte, avendo ammesso una certa elasticita' nel giudizio che dovra' essere dato circa la volonta' di Eluana di interrompere le terapie (ricostruibile in forma anche inespressa, "attraverso i propri convincimenti"), ha voluto cautelarsi dalle accuse che sicuramente le sarebbero state rivolte dai tanti "defensores juris naturalis et christianae societatis" in circolazione. Torneremo su questo punto tra poco. Intanto vogliamo pero' ribadire che qualche marginale perplessita' non toglie nulla al grande valore della sentenza, che puo' essere considerata una pietra miliare lungo il difficile cammino del sistema giuridico verso un assetto equilibrato della materia riguardante le scelte di fine vita, per i principi che contiene e che vanno bene al di la' del caso su cui si e' trovata a giudicare: perche' riafferma i valori della dignita' della vita e dell'autonomia della persona di fronte a imposizioni dello stato, della societa', delle religioni, dei giudici, dei medici; perche' ribadisce che "la salute dell'individuo non puo' essere oggetto di imposizione autoritativo-coattiva" e che il rapporto medico-paziente deve essere necessariamente un rapporto dualistico, all'interno del quale, se c'e' contrasto, la volonta' che deve prevalere e' quella del paziente e non quella del medico, quali ne siano le conseguenze (con cio' risolvendo in senso positivo casi come quello Welby-Riccio); perche' afferma che nello stato di incapacita' occorre fare riferimento alla volonta' precedentemente espressa dal paziente (con cio' dando indiretto riconoscimento legale al testamento biologico); perche', infine, riconosce la validita' nel nostro ordinamento, sia pure al momento solo ai fini interpretativi, della Convenzione di Oviedo. Che fare Come bene ha detto il nostro socio onorario Veronesi, con questa sentenza si ripete nel nostro Paese "una situazione capovolta, in cui sono i giudici a sopperire alla politica. Non e' la prima volta che la nostra magistratura dimostra una fedelta' ai principi della Costituzione e un'apertura ai nuovi valori e bisogni dei cittadini, che purtroppo non sa esprimere la classe politica". Purtroppo la citazione che abbiamo fatto all'inizio dimostra quanto sia problematico immaginare che questa classe politica possa arrivare a scelte che siano sia pure in minima contraddizione con i valori – presentati a priori come "non negoziabili" – che esprimono le gerarchie vaticane, che non lasciano passare un giorno senza esprimere la loro feroce opposizione non solo all'eutanasia ma pure al testamento biologico. E se di quest'ultimo volessero sentir parlare, sarebbe in una forma svirilizzata, in quanto: a) non potrebbe contenere la contrarieta' alle misure di idratazione, alimentazione e ventilazione forzata le quali, al contrario di quanto affermano i medici, per le gerarchie cattoliche (che naturalmente sanno di medicina piu' dei medici), non sono atti medici ma "pratiche naturali"; b) si dovrebbe lasciare ai medici l'ultima parola nel senso che questi, secondo scienza e coscienza, avrebbero il potere/dovere di applicare o no le indicazioni contenute nel testamento. Che si stia andando o comunque si possa andare in Senato verso una soluzione di questo tipo lo hanno fatto capire gli stessi rappresentanti del centro sinistra, come si puo' leggere dall'intervista che pubblichiamo. Un vero capolavoro - se venisse fuori una legge del genere - di ipocrisia gesuitica. Queste conseguenze sono scontate se i laici - o i sedicenti laici, a questo punto bisogna dire - pensano di poter trattare sui temi etici (come purtroppo li ha invitati a fare lo stesso Presidente Napolitano) con persone od enti che si dichiarano portatori di verita' assolute e valori "non negoziabili". I risultati a questo punto sono due: o non si fa nessuna legge o si fa una legge come vorrebbero loro. E quindi si finisce sempre con dargli ragione. E' una fortuna che quando si dovette discutere la legge sul divorzio ci fosse gente in Parlamento che non stava troppo a negoziare con chi era portatore di un valore assoluto come l'indissolubilita' del sacramento matrimoniale, altrimenti staremmo ancora a combattere con la Sacra Rota. Laicismo significa, invece, capire che ci sono persone che possono avere valori diversi, e cercare di trovare un contemperamento normativo che assicuri un'equa dignita' e un giusto riconoscimento a questi valori. Come fa ad esempio la Cassazione, nella sentenza che abbiamo esaminato, quando afferma che "accanto a chi ritiene che sia nel proprio miglior interesse essere tenuto in vita artificialmente il piu' a lungo possibile, anche privo di coscienza, c'e' chi, legando indissolubilmente la propria dignita' alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva della percezione del mondo esterno". Sottinteso: perche' dovremmo rispettare la volonta' del primo e non anche quella del secondo? E' sempre della loro vita, che si tratta. Allo stesso modo, accanto a chi considera un "valore assoluto" e "non negoziabile" l'indissolubilita' del matrimonio ed e' disposto a rispettare questo dogma anche se il coniuge si e' macchiato delle colpe piu' gravi, dall'abuso di droga a quello dei figli ("perche' l'uomo non deve separare cio' che Dio ha unito") c'e' anche chi considera suo diritto mettere fine a un vincolo che puo' provocare solo dolori. Se il primo vuole rispettare il dogma della religione in cui crede, affar suo, ma perche' dovrebbe obbligare a rispettarlo anche il secondo – che non crede, oppure crede diversamente da lui? Per il testamento biologico siamo di fronte ancora una volta, come purtroppo sempre in questo paese, al conflitto tra tolleranza/intolleranza, pluralismo/assolutismo. Non solo la Chiesa cattolica vuole (del tutto giustamente) che siano rispettati i suoi valori ma pretende di imporli a tutti: non solamente ai suoi seguaci e militanti, ma a tutto il resto del mondo; e di imporli non attraverso la persuasione e la predicazione ma mediante una legge dello Stato, ancora e sempre suo braccio secolare. Il vero credente e' convinto che la vita sia un dono di Dio e non sia lecito in nessun modo abbreviarla? Benissimo, e' nel suo pieno diritto. Ma perche' dovrebbe voler vietare a chi in Dio non crede affatto o a chi, pur credendovi, ritiene che in alcune circostanze la vita possa essere non un dono ma una terribile condanna, di abbreviarla se ritiene di non poterla piu' sopportare? Inutile porre queste domande agli zelanti "sudditi del vescovo di Roma", quelli che considerano il suo breviario "suprema lex" e si alzano con la febbre per andare a votare contro qualunque progetto possa minimamente discostarsi dai diktat di oltre Tevere. E quindi, visto che se ne discute inutilmente da piu' di un anno, archiviamo ormai, in questo clima politico, ogni residua speranza di vedere approvata anche in Italia una legge sul testamento biologico che non sia un orribile pateracchio. Certo, come ha detto Veronesi, una legge che stabilizzi le volonta' del cittadino e le renda vincolanti sarebbe auspicabile, ma meglio nessuna legge che una cattiva legge. Tanto piu' ora che la Cassazione ha affermato in modo preciso la validita' delle direttive anticipate e l'efficacia nel nostro ordinamento (sia pure ai fini interpretativi) della Convenzione di Oviedo. E non ci preoccupa – relativamente allo stato vegetativo permanente – la condizione della irreversibilita' posta dalla sentenza, in quanto la riteniamo limitata alla fattispecie oggetto di giudizio, e cioe' a situazioni, come quella di Eluana, in cui manca una direttiva esplicita e formale del paziente. In ogni caso, come suggerisce giustamente Di Chio, se vogliamo garantirci dal prolungamento ad libitum delle cure in tali condizioni non terminali, dovremo inserire molte e dettagliate specificazioni nel nostro formulario delle direttive anticipate. Accantonate dunque - salvo miracoli in cui da laici pero' poco crediamo - le aspettative circa una prossima legalizzazione del testamento biologico, l'alternativa che oggi si apre davanti ad associazioni come la nostra, dopo la sentenza della Cassazione sul caso Englaro, e' quella di adoperarsi il piu' possibile per sensibilizzare l'opinione pubblica e incentivare le persone a sottoscrivere il testamento, ormai considerato valido nel nostro Paese in base alla Convenzione di Oviedo e come logica estensione del consenso informato alle cure. Sapendo – citiamo ancora Veronesi - di essere giuridicamente protetti dalla Costituzione e da una Magistratura (ricordiamo anche il proscioglimento di Mario Riccio ad opera del Gup della Capitale) che dimostra di avere la forza di difenderla. Per usare una frase purtroppo negli ultimi tempi abusata da uomini politici dai comportamenti tutt'altro che cristallini, e' bello sapere che ci sono dei giudici a Roma. * Giancarlo Fornari e' presidente dell'associazione per la depenalizzazione dell'eutanasia Libera Uscita ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone La necessarie liberalizzazioni e le resistenze: come il Governo ha fallito. Parte prima: i taxi Il fallimento delle alcune riforme che genericamente sono attribuite al ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, e' sotto gli occhi di tutti, a prescindere dalle intenzioni del ministro e del Governo. Ma perche' in Italia i taxi sono sempre pochi, la portabilita' dei mutui senza oneri e' un diritto solo sulla carta e le aziende telefoniche continuano imperterrite ad attivare servizi non richiesti e ad non attivare quelli richiesti nei tempi promessi? Faremo il punto sulla situazione in tre puntate della rubrica, iniziando dai taxi. Per un pugno di licenze Roma bloccata dai tassinari, il sindaco Walter Veltroni ritenta la "riformicchia" dei taxi romani e loro rendono difficile la vita a due milioni di residenti e alle migliaia di turisti. Tutto questo caos non servira' a nulla. Anche se a Roma aumentasse di 500 il numero delle licenze dei taxi, come propone Veltroni, nessuno avvertirebbe il cambiamento. Non e', purtroppo, un'affermazione massimalista di un infoiato, di uno avvolto dal fuoco liberalizzatore, e' mero realismo. Che in Italia i taxi siamo pochi lo sanno tutti. Una ricerca della Banca d'Italia (pubblicata poco dopo l'approvazione della legge Bersani, agosto 2006) [1], fornisce un dettagliato quadro della situazione: i taxi in rapporto alla popolazione nelle due principali citta' italiane (Roma e Milano) sono meno della meta' di quelli di molte citta' europee, un quarto di quelli disponibili a Londra e un quinto rispetto a Barcellona. Nell’insieme dei capoluoghi di provincia (oltre cento citta') nel 2004 risultavano 20.444 licenze di taxi, in media 4,5 ogni 10.000 abitanti. Per rendersi conto dell'enormita', basti pensare che la sola citta' di Madrid ha 12.000 taxi. Pochi taxi e pochissimi servizi alternativi: le auto in servizio di NCC (noleggio con conducente) nei capoluoghi di provincia italiani sono 4.312, mediamente 2,4 ogni 10.000 abitanti. A Londra a meta' degli anni novanta circolavano 40.000 minicab, un servizio analogo a quello dell’NCC italiano. Non aggiungiamo altri dettagli a questa palese realta', piu' volte descritta [2]. Quello che importa e' tentare di capire il perche' del fallimento, rispetto all'obiettivo prefissato di aumentare l'offerta di taxi, traguardo raggiunto in altri Paesi. Ci viene incontro nell'analisi sempre lo studio di Banca d'Italia. In Olanda. Fra le riforme piu' recenti del settore, quella avviata nei Paesi Bassi nel 2000 ha centralizzato la regolamentazione dai Comuni, province e regioni al Ministero dei trasporti, con la finalita' di stabilire criteri uniformi per l’esercizio dell’attivita' a livello nazionale. In parole povere il Governo centrale ha tolto i poteri agli enti locali e ha deciso. Sempre in Olanda e' stata resa obbligatoria l’installazione di un computer di bordo, in sostituzione del tassametro, che misura la tariffa e il tempo di guida del conducente e rilascia (come in altri Paesi, ad esempio in Svezia) una ricevuta al cliente che include la composizione del prezzo della corsa, il nome del tassista, l’impresa e il numero di registrazione del veicolo. In Irlanda la liberalizzazione e' avvenuta nel 2000 a seguito di una decisione della Corte Suprema. L’eliminazione delle barriere amministrative all’entrata [3] ha determinato la triplicazione dei taxi in circolazione in due anni e una riduzione delle tariffe medie, senza deterioramenti significativi della qualita'. Anche in altri Paesi ci sono resistenze e i cambiamenti non sono indolori. Si puo' anche sbagliare quando si apre un mercato, quando si rompe una corporazione, e' possibile. E' certo, pero', che se a Roma ci fossero 500 taxi in piu', non cambierebbe nulla. Come a nulla e' servito l'aumento del 10% dei taxi a Prato. Dopo riunioni e sperimentazioni varie, infatti, i pratesi passarono da 30 a 'ben' 33 taxi. Diverso sarebbe se per la capitale cominciassero a girare 15 mila taxi … Lezioncina Nel settore dei taxi la politica dei piccoli passi non ha pagato e non paghera'. Sono anni che si prova a migliorare il servizio con piccole iniezioni di licenze. Inutile. Per rompere la corporazione, in questo caso, serve una politica determinata. Gli esempi dall'estero non mancano: passaggio delle competenze al Governo ed eliminazione delle barriere all'entrata. [1] Il servizio di taxi in Italia: ragioni e contenuti di una riforma: http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/qef5/qef_5.pdf [2] Taxi. Il triste confronto Italia-Spagna: Madrid 12 mila-Roma 6.250, Cadice 224-Prato 30: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=180951 [3] La concorrenza, le barriere 'burocratiche' all'entrata e i taxi: http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php?id=182455 ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: LE SANZIONI E IL PAGAMENTO Quando si viola una delle disposizioni del codice della strada, il d.lgs.285/92, si e' soggetti all'applicazione di una sanzione amministrativa (pecuniaria e, quando previsto, accessoria) la cui applicazione e' disciplinata, oltre che dallo stesso codice (art.194 e segg.), anche dalla legge 689/81 (art.1-43). In questa scheda analizziamo le sanzioni applicabili, le modalita' di pagamento e le conseguenze di un pagamento tardivo od insufficiente. SANZIONI APPLICABILI Le sanzioni pecuniarie previste dal c.d.s. variano da un minimo ad un massimo, e la legge prevede -come regola generale- che in prima istanza sia applicabile la sanzione minima, a condizione che il pagamento avvenga entro 60 giorni dalla notifica del verbale. Il pagamento in misura ridotta non e' consentito nei casi in cui il trasgressore non abbia ottemperato all'invito a fermarsi o si sia rifiutato di esibire il documento di circolazione, la patente di guida o qualsiasi altro documento che deve avere con se' e mostrare a richiesta. E' altresi' inapplicabile per determinate violazioni, come la circolazione con un mezzo munito di targa non propria o di targa contraffatta, la guida senza patente, Il trasporto di merci pericolose senza autorizzazione, l' inversione del senso di marcia su autostrade o strade extraurbane, etc.etc. Fonte: codice della strada, art.202 IN CASO DI MANCATO PAGAMENTO ENTRO 60 giorni e qualora non sia stato presentato un ricorso, la sanzione applicabile e' invece la meta' dell'importo massimo previsto dalla legge per quella violazione. In questo caso il verbale diventa titolo esecutivo e la riscossione coattiva segue le norme previste per le imposte dirette, ovvero iscrizione a ruolo ed emissione, da parte di un concessionario/esattore, della cartella esattoriale (entro cinque anni dalla notifica del verbale, si veda piu' avanti). Questa procedura comporta inoltre l'addebito delle maggiorazioni previste dalla legge 689/81 (una sanzione calcolata semestralmente fino alla consegna del ruolo all'esattore) nonche' parte dei compensi dell'esattore (attualmente il 4,65%, a quanto ci risulta) e dei diritti di notifica della cartella. Se si continuasse a non pagare, oltre a rischiare le procedure esecutive previste dalla legge (dal fermo dell'auto al pignoramento od addirittura all'ipoteca sulla casa, a seconda dei casi), si subirebbe l'addebito di ulteriori spese e sanzioni e degli interessi di mora. Avverso la cartella esattoriale puo’ essere proposta opposizione al giudice di pace entro 30 giorni, ma solo per i vizi concernenti la cartella stessa e la sua notifica, nonche' la notifica del provvedimento originale (verbale). Maggiori informazioni, sia sulla procedura esecutiva tipicamente attuata in questi casi, in fermo amministrativo dell'auto, sia sui ricorsi inerenti il verbale e la cartella si possono trovare nelle schede riportate tra i link. CHI DEVE PAGARE Le sanzioni gravano principalmente sul conducente, ovvero sull'autore dell'infrazione, che e' quindi l'obbligato principale. Solo pero' responsabili solidalmente, rispetto al pagamento (ovvero alla sanzione pecuniaria):  il proprietario del veicolo o -al suo posto- l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio, a meno che non provi che la circolazione del veicolo e' avvenuta contro la sua volonta';  la societa' di noleggio che ha eventualmente affittato il veicolo;  Il titolare del contrassegno di identificazione nel caso di ciclomotori (se il conducente e' minorenne e' responsabile in solido anche chi esercita su questi la "potestà" );  chi ha autorita' o compiti di vigilanza su una persona capace di intendere e volere, qualora quest'ultima commetta l'infrazione, salvo il caso in cui provi di non aver potuto impedire il fatto;  l'amministratore, l'imprenditore, il titolare dell'impresa o associazione il cui dipendente o rappresentante ha commesso l'infrazione. Se uno dei soggetti di cui sopra paga la sanzione libera l'obbligato principale da tale obbligo, ma puo' ovviamente rivalersi su di lui per ottenere un rimborso. E' interessante osservare che nei casi di solidarieta' l'amministrazione puo' scegliere su quale dei debitori rifarsi in caso di mancato pagamento, con l'attivazione della procedura di riscossione coattiva detta sopra (vedi la sezione "sanzioni applicabili"). Nota importante: il principio di solidarieta' vale solo per la sanzione principale, quella pecuniaria. Le sanzioni accessorie (sospensione della patente, decurtazione punti, etc.) sono infatti strettamente personali ed applicabili solo all'effettivo conducente, nel caso in cui questi venga individuato. E' bene a tal proposito sapere che in tutti i casi in cui il fermo non avviene, ovvero quando il conducente non e' immediatamente identificato, il verbale viene recapitato al proprietario del veicolo il quale e' obbligato a comunicare i dati del conducente entro 60 giorni, pena l'applicabilita' di una sanzione ulteriore variabile da 250 a 1.000 euro. Il soggetto a cui viene notificato il verbale deve in ogni caso essere messo al corrente dell'obbligo di cui sopra con con un avviso riportato sul verbale, anche su una pagina a parte. Non di rado gli enti accertatori forniscono, allegato al verbale, un modulo gia' pronto. Fonte: C.d.s. art.126 bis e sentenza corte costituzionale n.27/2005 COME SI PAGA Non e’ possibile pagare la contravvenzione direttamente agli agenti verbalizzanti, occorre provvedere tramite bollettino di conto corrente, versamento bancario o recandosi presso gli sportelli dell'ente emittente. Le modalita' di pagamento debbono essere precisate sul verbale, al quale spesso viene allegato un bollettino prestampato. Non di rado viene data la possibilita' di pagare le multe telematicamente, non solo tramite i servizi di pagamento on-line dei bollettini postali messi a disposizione di molte banche, ma anche attraverso sistemi specifici nati dalla convenzione dei Comuni con le banche. E' consigliabile, volendo verificare e approfondire tale possibilita', visionare il sito dello specifico Comune di interesse. Nei casi invece in cui venga fermato un veicolo munito di targa straniera il pagamento deve avvenire subito. Puo' essere pagata la sanzione in misura ridotta, quanto possibile, oppure una "cauzione" corrispondente allo stesso importo della sanzione minima qualora il veicolo sia immatricolato in uno Stato dell'UE (o comunque aderente all'accordo "sullo spazio economico europeo"), oppure pari alla meta' della sanzione massima negli altri casi. Il pagamento della cauzione, al contrario del pagamento della sanzione, non pregiudica la possibilita' di ricorrere, quindi e' bene specificarlo sul verbale, nello spazio delle dichiarazioni del trasgressore. Se non viene effettuato ne' il pagamento in misura ridotta ne' il versamento della cauzione, al veicolo viene applicato il "fermo amministrativo", con la custodia in luogo autorizzato a spese del contravventore ed il divieto di utilizzazione fino al versamento di una delle somme sopra indicate. NOTE IMPORTANTI PAGAMENTO IN RITARDO Il pagamento di una multa in ritardo, pur se si trattasse anche di un solo giorno, e' assimilato -ai fini sanzionatori gia' detti- al mancato pagamento. A cio' quindi segue iscrizione a ruolo ed emissione della cartella esattoriale, con la differenza che all'importo totale dovuto verra' decurtata la multa gia' pagata. In sostanza, in questi casi viene comunque addebitata la meta' del massimo della sanzione relativa a quell'infrazione (in molti casi corrispondente proprio con l'importo della sanzione originaria), con aggiunta delle sanzioni semestrali, diritti di notifica, etc, ma a tutto cio' non verra' aggiunto l'importo della multa. LE MULTE NON SI EREDITANO l'obbligazione al pagamento delle sanzioni amministrative pecuniarie NON si trasmettono agli eredi, quindi il caso di morte dell'obbligato si estinguono. Fonte: codice della strada art. 199 PRESCRIZIONE DELLE MULTE La prescrizione del diritto a riscuotere le somme dovute a titolo di sanzioni amministrative pecuniarie e' di cinque anni dal giorno in cui e' stata commessa l'infrazione. Attenzione pero', perche' la legge prevede che il termine di prescrizione puo' essere interrotto (con conseguente ripartenza) dalla notifica di qualsiasi atto inerente la multa, quindi, nel caso specifico, dalla notifica del verbale entro i 150 giorni gia' detti. La prescrizione quinquennale quindi riguarda soprattutto l'atto successivo al verbale, la cartella esattoriale, che deve pertanto venir notificata -ovvero consegnata al messo comunale o alle poste- entro cinque anni dalla notifica del verbale stesso. Fonti: codice della strada art.209 art. 28 legge 689/81 LINK UTILI - Scheda pratica MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: IL VERBALE E LA SUA NOTIFICA http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40773 - Scheda pratica MULTE PER VIOLAZIONI AL CODICE DELLA STRADA: IL RICORSO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40753 - Scheda pratica IL FERMO AMMINISTRATIVO: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=137077 Ha collaborato Katia Moscano (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. 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