====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2007 Numero 142 22-06-2007 la prossima edizione: 06-07-2007 EDITORIALE Bush, le staminali e le elezioni del 2008 di Pietro Yates Moretti ARTICOLI - Usa. Il veto di Bush 2 di Sheryl Gay Stolberg - Spagna. Le reazioni dei ricercatori alla legge sul trasferimento nucleare di Rosa a Marca - Germania. Trapianto di cellule staminali: questione di vita o di morte di Hildegard Kaulen NOTIZIE - Usa. Il futuro e' nelle cellule staminali geneticamente modificate - Usa. Scienziati ottengono staminali da embrioni clonati di scimmia - Italia. Alla Cattolica, convegno internazionale sulla ricerca con le staminali - Italia. Verona. Convegno sulle malattie del cuore - Australia. Il Cardinale Pell difende minaccia di scomunica - Usa. Farmaco per stimolare crescita midollo osseo - Usa. New Jersey forse al voto per finanziare ricerca con staminali - Mondo. Ecco l'anagrafe mondiale delle staminali embrionali - Usa. Creati vasi sanguigni di ricambio con staminali muscolari - Italia. Napoli. 45mo compleanno dell'Istituto di genetica e biofisica - Italia. Lazio. Proposta di legge sulle staminali emopoietiche - Italia. Roma. Promettente nuova terapia genica per curare l'emofilia - Italia. Puglia. Proposta di legge sulla conservazione delle staminali cordonali - Italia. Scoperte cellule staminali che alimentano tumori - Usa. Staminali neurali umane alleviano sintomi Parkinson - Italia. Marche. Asl Pescara e Regione sottoscrivono convenzione sul cordone - Itaila. Coldiretti: aiuto, arriva prosciutto in provetta - Italia. Marino: sara' la scienza a sciogliere nodi bioetica - Italia. Scienza & Vita cauta su staminali adulte riprogrammate in embrionali - Francia. Cellule staminali per rigenerare il muscolo cardiaco - Spagna. Autorizzati tre nuovi lavori con cellule staminali embrionali - Spagna. Il Parlamento legalizza la clonazione terapeutica - Italia. Roma. Convegno: "Donne e biotecnologie, approcci femministi e scientifici a confronto" - Austria. Il tedesco Karl Illmensee avrebbe clonato una persona - Portogallo. Realizzato su un bimbo il primo trapianto con staminali da cordone -------------------------------------- EDITORIALE - Bush, le staminali e le elezioni del 2008 Il presidente Bush sa mantenere ferma la rotta, come ama spesso ripetere, anche quando tutto sembra suggerire la necessita' di qualche aggiustatina. Nel 2001 aveva fortemente voluto una legge per limitare il finanziamento pubblico della ricerca con le cellule staminali derivate da embrioni soprannumerari congelati, che egli considera alla stregua di bambini. Da allora, soprattutto a causa della guerra in Iraq, ma anche per la sua posizione sulle staminali, la sua popolarita' e' scesa ai minimi storici, superando in negativo il Nixon dimissionario. La prova della sua costante virtute e' giunta nel 2006, quando ha posto il suo primo veto proprio ad una legge che avrebbe eliminato in parte i limiti posti alla ricerca nel 2001. Il tema e' divenuto centrale nella campagna elettorale del 2006, determinando in parte la disfatta dei repubblicani, che hanno cosi' perso la maggioranza in Congresso e nei Parlamenti di numerosi Stati. Ieri, nonostante le pressanti richieste –in alcuni casi vere e proprie suppliche- dei suoi compagni di partito, ha posto nuovamente il veto su un testo molto simile a quello del 2006. Sono sempre piu' numerosi i repubblicani che cercano di distanziarsi dal loro presidente in vista delle prossime elezioni del 2008, ma non abbastanza per permettere al Congresso di superare il veto presidenziale (che richiede una maggioranza dei due terzi). Al contempo, lasciare completamente solo un presidente in carica, seppur impopolare, sarebbe suicida per il Partito Repubblicano, almeno quanto sostenerlo ciecamente. Ma i numeri parlano chiaro: solo il 29% dei cittadini americani ritiene positiva l'azione di governo dell'amministrazione Bush, numeri che non riflettono tanto la condanna di scelte poi rivelatesi sbagliate, quanto invece dell'incapacita' di porvi rimedio con il senno di poi. Una posizione difficile, forse irrecuperabile, quella del partito di Abraham Lincoln, ma che non lascia spazio a clamorosi strappi. I democratici, se vorranno vincere le prossime elezioni, dovranno continuare ad evidenziare gli aspetti piu' impopolari del presidente Bush. Non hanno i numeri per imporsi, ma ne hanno a sufficienza per esporre le contraddizioni di un presidente che difende strenuamente la "vita" degli embrioni congelati e non quella dei giovani soldati che muoiono ogni giorno in Iraq. Vedremo nei prossimi mesi quale sara' la loro strategia, ma e' probabile che continueranno a riproporre la legge appena cestinata dal presidente, pur consapevoli che solo con il cambio della guardia alla Casa Bianca potranno ottenere maggiori finanziamenti per la ricerca. di Pietro Yates Moretti -------------------------------------- ARTICOLI - Usa. Il veto di Bush 2 Lo scorso 20 giugno il presidente George W. Bush ha posto il veto una seconda volta su una legge che avrebbe ampliato il finanziamento federale della ricerca con le cellule staminali embrionali. La legge era stata approvata lo scorso 7 giugno dalla House, con 247 voti a favore e 176 contrari. "Distruggere vite umane con la speranza di salvare vite umane non e' etico", ha detto Bush durante la breve cerimonia nella East Room della Casa Bianca. Bush ha definito gli Stati Uniti "una nazione fondata sul principio che tutte le vite umane sono sacre". Allo stesso tempo, Bush ha emanato un ordine esecutivo per incoraggiare gli scienziati a portare avanti quella ricerca che egli ritiene etica. Ma quel tipo di ricerca, fanno notare gli esperti, gia' esiste, e nell'ordine esecutivo non vi e' traccia di nuovi finanziamenti per incoraggiarla e sostenerla. I sostenitori della ricerca con le cellule staminali embrionali hanno definito questo gesto un tentativo per distrarre l'attenzione dagli ostacoli che questa amministrazione ha posto alla ricerca. "Credo che il presidente abbia in realta' emanato una foglia di fico politica", ha detto Sean Tipton, portavoce della Coalition for the Advancement of Medical Research, un'associazione favorevole alla ricerca. "Lui sa bene che e' dalla parte opposta dell'opinione pubblica americana". Il veto, il terzo da quando Bush e' presidente, va infatti contro la maggioranza degli elettori, come dimostrano molti sondaggi, ma anche contro gran parte del suo partito politico. I repubblicani gli avevano gia' mandato una legge simile lo scorso anno, quando ancora dominavano il Congresso. Ma anche con il sostegno dei repubblicani, i democratici ammettono di non avere i voti necessari (i due terzi) per superare il veto presidenziale. Questo significa che la decisione sul finanziamento federale della ricerca spettera' al prossimo presidente statunitense. Anche prima di aver posto il veto, i due principali candidati democratici alle presidenziali del 2008, i senatori Hillary Clinton e Barack Obama, sono intervenuti nel dibattito. Clinton si e' impegnata a "togliere il divieto sulla ricerca con le staminali" qualora eletta. Obama ha rilasciato una dichiarazione in cui ha detto che i cittadini meritano un presidente che "terra' fede a questa promessa". Se i democratici sono uniti sulla questione, la ricerca con le staminali embrionali divide il campo dei candidati repubblicani. Il senatore John McCain e l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani sono generalmente favorevoli. Ma Mitt Romney, che aveva sostenuto il finanziamento della ricerca quando era Governatore del Massachussetts, ora si e' detto contrario, avendo cambiato opinione dopo aver capito di cosa si tratta. La questione e' molto personale per l'ex-Governatore mormone, ora alla ricerca dei voti degli ultra-cristiani, in quanto la moglie e' malata di sclerosi multipla, una delle malattie che gli scienziati sperano di trattare con le staminali. Intanto, una indagine pubblicata sull'edizione online della rivista Science rivela che il 60% di coloro che si sono sottoposti alla fecondazione in vitro vorrebbero donare i propri embrioni inutilizzati alla ricerca sulle staminali. Lo studio, condotto da ricercatori della Duke University e della Johns Hopkins University, ha intervistato migliaia di uomini e donne che sono ricorsi alle cliniche che praticano la fecondazione artificiale. Chiesto loro quale opzione preferiscono fra la distruzione, la donazione ad altre coppie o la destinazione alla scienza degli embrioni sovrannumerari, il 49% degli intervistati ha detto di preferire quest'ultima. I favorevoli sono saliti al 60% quando e' stata menzionata come destinazione la ricerca con le cellule staminali. Ora i sostenitori della ricerca guardano con crescente interesse alle presidenziali del 2008. "Dobbiamo aspettare che la Casa Bianca cambi idea, cosa che sembra improbabile a meno che non ci siano straordinarie scoperte scientifiche, oppure dobbiamo attendere il nuovo presidente", ha detto laconicamente il repubblicano Michael N. Castle. Tratto in parte dal New York Times online del 21 giugno 2007 di Sheryl Gay Stolberg ------------------- - Spagna. Le reazioni dei ricercatori alla legge sul trasferimento nucleare "La legge dara' un'enorme tranquillita' ai ricercatori". Gli studiosi spagnoli che lavorano in ambito delle cellule staminali hanno accolto con ottimismo l'approvazione della nuova legge che permettera' di lavorare entro "una cornice di garanzie", per loro e per i pazienti. Secondo Agustin Zapata, direttore del Banco Nacional de Lineas Celulares, la nuova norma e' "imprescindibile", tanto per chiarire e definire tutto quello che ha a che fare con la biomedicina, quanto per stimolare la ricerca in questo settore. "E' l'unica legge da molti anni concernente i temi della sperimentazione. E tratta di un tema molto importante, la biomedicina, che assorbe una grande percentuale della ricerca che si fa, non solo in Spagna, ma in tutto il mondo", sottolinea l'esperto. Con lui concordano Carlos Martinez, massimo responsabile del CSIC, e Pablo Menendez, direttore del Banco Andaluz de Celulas Madre, per i quali la legge "garantisce i diritti dei soggetti della sperimentazione e anche quelli dei ricercatori". "Dara' una tranquillita' enorme al ricercatore, ma anche al donatore, il quale sapra' in ogni momento che si sta rispettando la legalita'". Secondo Carlos Martinez, il testo allinea la Spagna ad altri Paesi europei in materia di ricerca con cellule staminali, "e lo fa mediante criteri molto garantisti, che, per esempio, proibiscono tassativamente la creazione di embrioni a scopo scientifico". In effetti, Martinez ritiene che se anziche' chiamarsi clonazione terapeutica, la nuova tecnica autorizzata dalla legge fosse definita trasferimento nucleare, sparirebbero i dubbi e i timori legati alla parola clonazione. "Importante e' evitare fondamentalismi". Secondo quanto spiega Zapata, che ha partecipato all'elaborazione della normativa, "sebbene alcuni gruppi politici abbiano espresso alcune reticenze, questa e' una legge abbastanza condivisa e, soprattutto, molto discussa". "E' una legge di garanzie che non obbliga niente. Ha un significato positivo e consentira', sotto controlli etici e giuridici, che la sperimentazione scientifica proceda e che chi desidera sperimentare possa farlo", aggiunge. Menendez nota che la nuova legislazione "promuovera' la ricerca scientifica nel nostro paese" e permettera' che la conoscenza e la scienza avanzino giacche'" la legge non e' statta fatta per un partito politico o un altro, bensi' per i ricercatori e la societa'". Carlos Martinez evidenzia tre aree in cui la legge consentira' d'avanzare sul terreno della medicina rigenerativa. Da un lato, la differenziazione di cellule staminali produrra' tessuti e organi che il paziente necessita, senza rischio di rigetto ne' problemi di compatibilita', grazie all'attivazione di ovociti mediante trasferimento nucleare. Sebbene questo si', con cautela: "Stiamo solo iniziando a comprendere i meccanismi di questa differenziazione controllata e ci vorra' del tempo per poterla usare". In secondo luogo, ribadisce il progresso presentato appena una settimana fa, volto ad ottenere cellule staminali partendo da cellule della pelle, che Martinez considera "un progresso assolutamente straordinario". E sebbene per ora sia stato ottenuto solo sui topi, in seguito la legge permettera' di continuare a ricercare e a controllare i meccanismi di questo processo per cui, quando si potra' riprodurlo in esseri umani, lo si potra' fare in "condizioni d'assoluta sicurezza". Infine, il presidente del Consiglio spiega che il nuovo quadro legislativo permettera' di studiare il programma genetico di rigenerazione di tessuti del proprio organismo. Un meccanismo che l'essere umano ha perso, diversamente da altre specie (come le lucertole o le stelle marine) e che permetterebbe all'organismo di rigenerare, in situ e con i propri mezzi, tessuti e organi danneggiati. "Si tratta di concetti molto moderni", ammette, "che ancora dieci anni fa non sembrava potessimo riuscire a trattare". Agustin Zapata frena un po'. Benche' la legge situi la Spagna ai livelli di ricerca di Paesi come Svezia e Gran Bretagna, e' necessario che le sperimentazioni siano finanziate. "La legge dovra' essere accompagnata da denaro, denaro e denaro". E' fondamentale, sia per gli studi sulle cellule embrionali sia su quelle adulte. Importante e' proseguire, agevolare l'apertura di nuove vie e, quindi, i finanziamenti sono imprescindibili". A mo' di riassunto, il direttore della Banca andalusa di cellule staminali ribadisce che la nuova legge permettera' di articolare e ottimizzare tutti i mezzi di ricerca e, soprattutto, di favorire la ripresa dell'attivita' dei diversi lavori sulle cellule staminali. "Non si puo' porre un freno allo sviluppo. E' importante, perche' la ricchezza di un paese parte dalla scienza". di Rosa a Marca ------------------- - Germania. Trapianto di cellule staminali: questione di vita o di morte L'Istituto che valuta qualita' e rendimento degli interventi sanitari (IQWiG) ha emesso parere negativo al trapianto di cellule staminali del midollo osseo proveniente da persone estranee al paziente adulto malato di leucemia acuta. "Per determinati ambiti d'intervento non esistono risultati certi di benefici derivanti dal trapianto di cellule staminali", precisa. E con cio' l'Istituto di Colonia conferma le valutazioni contenute in un suo precedente rapporto. La conseguenza di questo parere potrebbe far si' che le casse malattia obbligatorie non coprano piu' le spese di molti trapianti di cellule staminali e del midollo osseo. La decisione spettera' comunque all'amministrazione sanitaria che ha incaricato IQWiG dell'indagine conoscitiva. Nelle leucemie acute, come la mieloide o la linfocitica, i globuli bianchi si moltiplicano in modo abnorme a danno di altre cellule sanguigne. Subito s'interviene con medicinali fortissimi o con la chemioterapia. Ma se attraverso questi rimedi non s'ottiene un risultato, oppure nel caso di una forma altamente rischiosa per le sue particolari proprieta' molecolari, si ricorre al trapianto di cellule staminali. Prima si distruggono le cellule tumorali e il midollo osseo mediante chemioterapia ad alto dosaggio, eventualmente anche con radiazioni, poi, con le cellule staminali donate, si costruisce un nuovo sistema di formazione sanguigna. Circa un terzo dei pazienti affetti da leucemia acuta puo' contare sulla donazione di un famigliare, due terzi devono ricorrere ad estranei compatibili. Se a seguito del parere di IQWiG venisse a cadere la possibilita' d'attingere al midollo osseo di estranei compatibili, si dovrebbe rinunciare a un protocollo medico riconosciuto a livello internazionale, spiega Gerhard Ehninger della clinica universitaria di Dresda, presidente della Societa' tedesca di ematologia e oncologia. Ehninger guida un movimento di protesta, che raggruppa societa' specialistiche, organizzazioni di pazienti, l'archivio dei donatori di midollo osseo. Gli specialisti criticano soprattutto la limitazione metodologica dell'analisi dei dati e la scarsa comprensione della complessita' della malattia. Dicono che IQWiG si limita al confronto diretto tra due trattamenti, la donazione eterologa e la chemioterapia, che pero' non ha senso. Il confronto indiretto gli esaminatori dell'Istituto non lo ritengono valido, malgrado che si tratti di un procedimento normale nella medicina basata sull'evidenza. Secondo alcune indagini, il trapianto di cellule staminali di un parente-donatore fa aumentare del 30% le possibilita' di sopravvivenza di un malato di leucemia. E questo e' il motivo per cui IQWiG non mette in dubbio l'utilita' delle donazioni famigliari. Esistono altri studi, secondo cui non ci sono risultanze cliniche differenti tra donazioni di estranei o parentali. E mediante il confronto indiretto si nota anche che le donazioni di estranei danno comunque risultati superiori alla chemioterapia. Queste sono conclusioni di livello internazionale, ma IQWiG non ne tiene conto. Ecco perche' Ehninger non risparmia le sue critiche. La metodica scelta dall'Istituto non si baserebbe sul confronto critico con la letteratura e la scienza medica, bensi' sull'esclusione delle esperienze scientifiche disponibili, limitandosi a seguire i propri criteri. ... A questo punto entra in gioco anche il dilemma etico e giuridico della vertenza. La leucemia acuta e' una malattia "di vita o di morte". In una sentenza del 6 dicembre 2005, la Corte costituzionale sosteneva che si ledono i diritti dell'assicurato, se, di fronte a una malattia mortale, gli si nega una terapia medica praticabile da lui scelta, a meno che "non si tratti di una prospettiva di guarigione molto remota". Prospettiva che non corrisponde affatto al trapianto del midollo osseo di un estraneo. La Societa' tedesca di ematologia e oncologia ha affrontato anche il tema dei costi. Punto di partenza e' stata la critica delle mutue verso il ricorso "troppo disinvolto" al trapianto di cellule staminali.. Questo tipo di trattamento costa 130.000 euro, incluse tutte le operazioni pre- e postintervento, ed e' quindi uno degli interventi sanitari piu' costosi. L'anno scorso sono stati effettuati 630 trapianti di cellule staminali sanguigne da donatore estraneo. Se si ripartisse la spesa tra i 50 milioni di affiliati alle casse mutue obbligatorie, ognuno pagherebbe 1,64 euro. Ora la parola passa al Gemeinsame Bundesausschuss, il cui presidente, Rainer Hess, tempo fa ha assicurato, e ora ripete, che per il momento nulla cambiera'. Bisognava colmare delle lacune conoscitive, e IQWiG ha svolto proprio questo compito; del resto, esso non repinge in assoluto la donazione eterologa, si preoccupa solo di tutelare i pazienti: giacche' il trapianto di cellule staminali e' pesante e rischioso, ci vuole molta cautela. Un compromesso possibile, secondo Hess, potrebbe essere un registro contenente tutti i dati dell'anamnesi del paziente, oltre all'iter della malattia. Cio' consentirebbe di valutare meglio l'opportunita' di scegliere l'uno o l'altro trattamento. Resta da sapere a chi spetterebbero i costi del registro. di Hildegard Kaulen ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Usa. Il futuro e' nelle cellule staminali geneticamente modificate Curare le malattie con geni terapeutici introdotti nelle cellule staminali del nostro organismo. Ovvero quando la terapia genica incontra le cellule staminali. Sarà questa la tendenza del futuro e la conferma, come ha riferito lo scorso 20 giugno New Scientist, viene da un recente convegno dell'American Society of Gene Therapy, Seattle, nel corso del quale si è parlato della possibilità di curare le malattie usando cellule staminali geneticamente modificate. Sono già in progetto sperimentazioni cliniche per il trattamento del diabete e per un gruppo di patologie neurodegenerative chiamate "malattie da accumulo lisosomiale" (LSD) nel quale è coinvolto un gruppo di ricercatori italiani. Intanto per le terapie rigenerative si sta tentando di produrre cellule staminali "migliorate". Secondo Luigi Naldini, del San Raffaele Telethon of Gene Therapy di Milano "se si guarda a quello che sta succedendo oggi nel campo medico e di quello che c'è in cantiere, le cellule staminali geneticamente modificate costituiscono, senza alcun dubbio, la sfida del futuro". Le cellule staminali sono ovviamente un target molto interessante per la terapia genica, dove geni sani vengono inseriti nella singola cellula per curare la malattia. Una volta modificate per trasportare il gene terapeutico, le cellule staminali dovrebbero continuare a dividersi come normale e a riprodursi dando luogo a cellule figlie specializzate (terapeuticamente) contenenti tutte lo stesso gene. Diversamente dalle staminali, le cellule normali usate per scopi terapeutici hanno una resa limitata in quanto la loro durata di vita, sia la loro capacità di dividersi sono limitate, caratteristiche contro le quali i medici hanno sempre lottato per raggiungere trattamenti efficaci e durevoli. Tra i lavori più promettenti riferiti al convegno di Seattle, c' è la terapia per il diabete di tipo 1 basata su cellule staminali modificate. Le persone con questo tipo di malattia non sono in grado di regolare i livello degli zuccheri nel sangue perché il loro sistema immunitario ha distrutto le cellule beta che si trovano nel pancreas che produce l'insulina. La malattia ora viene trattata con iniezioni di insulina e rimane difficile imitare le funzioni regolative proprie dell'organismo per mantenere i giusti livelli di insulina in risposta al glucosio. Quello che serve, ha detto Anthony Cheung del enGene, una compagnia di biotecnologie di Vancouver, è un tipo di cellula che sia sensibile al glucosio e che possa essere ingegnerizzata per produrre insulina. Buone candidate per questa funzione sarebbero le cellule K, trovate nella parte superiore dell'intestino tenue, che già producono l'ormone GIP in risposta alla presenza di glucosio nell'intestino. L'ormone GIP manda un messaggio al pancreas che il cibo è in arrivo, innescando la produzione dell'insulina. Se le cellule K potessero essere modificate geneticamente per produrre loro stesse l'insulina, si taglierebbe la testa al toro e si potrebbe produrre insulina quando serve. - Usa. Scienziati ottengono staminali da embrioni clonati di scimmia Un gruppo di ricercatori statunitensi ha annunciato di aver ottenuto per la prima volta cellule staminali utilizzando embrioni di scimmia che erano stati clonati. Il risultato della ricerca, presentata in un convegno in corso in Australia, riveste particolare importanza visto che precedenti test non avevano ottenuto la creazione di staminali. Secondo gli esperti si tratta di un passo avanti verso una possibile clonazione terapeutica umana. Gli scienziati dell'Oregon National Primate Research Center, coordinata da Shoukhrat Mitalipov, sono riusciti ad ottenere due tipi di staminali embrionali da embrioni clonati di macaco Rhesus, utilizzando il metodo del trasferimento del nucleo: dalla cellula uovo viene estratto il nucleo originale e sostituito con il nucleo prelevato da cellule della pelle dell'animale donatore. Mitalipov ha riferito di aver ottenuto gli embrioni a partire da cellule di un macaco di 10 anni. - Italia. Alla Cattolica, convegno internazionale sulla ricerca con le staminali Il punto sulle ricerche sulle cellule staminali, sulle loro prospettive di sviluppo e sulle applicazioni terapeutiche in particolare in campo ginecologico, oculistico, neurologico, cardiologico ed epatologico. E' questo il nucleo centrale del convegno internazionale 'Le innovazioni tecnologiche in medicina', che si svolgera' venerdi' 22 giugno presso l'Auditorium dell'Universita' Cattolica di Roma, articolato in due sessioni. La prima, con il coordinamento scientifico della prof. Gigliola Sica, direttore dell'Istituto di Istologia ed Embriologia dell'Universita' Cattolica di Roma, focalizza l'attenzione sulle innovazioni tecnologiche e i limiti in medicina, esaminando compiutamente lo stato dell'arte di tali nuove tecnologie e le prospettive di sviluppo in Italia e in Europa delle ricerche sulle staminali. La seconda sessione , con il coordinamento scientifico del dr. Angelo Di Marzo, ricercatore di medicina interna presso l'Universita' Cattolica prende in esame limiti e opportunita' dell'utilizzo della ventilazione meccanica nei pazienti gravi. 'Tre sono gli obiettivi della sessione sulle cellule staminali -afferma Sica- che avra' il suo culmine nella tavola rotonda conclusiva. Anzitutto l'approfondimento relativo all'isolamento e alla caratterizzazione di cellule staminali da fonti quali il cordone ombelicale, il tessuto adiposo, il liquido amniotico e le loro potenziali applicazioni terapeutiche; quindi la definizione di alcuni processi differenziativi in cellule staminali/progenitrici, quali, ad esempio, l'espressione di canali ionici voltaggio-dipendenti nella maturazione neuronale; infine la presentazione di dati concernenti l'impiego terapeutico di cellule staminali in patologie della superficie oculare, della cornea e in talune patologie epatiche'. Elemento caratterizzante del convegno sara' l'approccio multidisciplinare realizzato grazie al confronto tra clinici e di ricercatori di base di chiara fama. - Italia. Verona. Convegno sulle malattie del cuore E' sull'impianto di cellule staminali 'segnapassi' che si incentra la ricerca per riparare il cuore infartuato. L'argomento e' tra quelli dibattuti al quarto summit internazionale sulla terapia delle sindromi coronariche acute, organizzato dall'Unita' operativa clinicizzata di cardiologia di Verona diretta dal prof. Corrado Vassanelli, che si e' svolto dal 19 al 21 giugno nel capoluogo scaligero. 'Di cellule staminali si parla da almeno 10 anni -ha detto il prof. Vassanelli-, ma solo oggi cominciamo a pensare di poterle usare in cardiologia'. Le 'segnapassi' sono staminali derivate dal midolo osseo, che sarebbero in grado di trasmettere l'impulso che determina il battito cardiaco come un pace marker naturale, migliorare le dimensioni della cicatrice infartuale e il volume infartuale; vari i tipi di problemi che pero' si pongono attualmente per il loro impiego: la difficolta' di seguire la loro differenziazione dopo il trapianto nell'uomo, il numero ottimale di cellule da trapiantare, tempi e modi del trapianto e la scelta della tipologia cellulare piu' efficace. La tempestivita' del trattamento dell'infartuato, con riperfusione o con angioplastica, ha sottolineato Vassanelli, e' comunque la 'cura' indispensabile per questa patologia che resta la causa piu' frequente di morte in Europa per gli uomini al di sotto dei 65 anni e la seconda per le donne; 'ogni minuto che passa sono grammi di cuore che muoiono, e la possibilita' di effettuare un elettrocardiogramma gia' in ambulanza ha consentito di abbassare da 124 a 70 minuti i tempi di intervento'. Per incrementare la sopravvivenza dei pazienti colpiti da infarto, ha concluso il prof. Vassanelli, sara' necessario organizzare reti di intervento; altrettanto importante e' un'opera di culturalizzazione che consenta a chiunque di individuare i sintomi della patologia, che si presenta prevalentemente come un'oppressione diffusa, retrosternale, che dura circa mezz'ora. 'Sembrerebbe che il cuore abbia delle proprie cellule progenitrici, in grado, dopo essere state trattate, di riparare il cuore infartuato'. Ad affermarlo e' il prof. William Wijns, del Centro cardiovascolare Olv di Aalst (Belgio) e presidente della Societa' europea di cardiologia interventistica. Il professore si e' quindi soffermato sulle sperimentazioni dell'applicazione di cellule staminali nella fase acuta dell'infarto, che finora hanno evidenziato solo risultati dinamici, con la ripresa della funzionalita' del cuore, ma non hanno dimostrato risultati clinici. Sottolineando che le cellule usate sono prelevate dal midollo dello stesso paziente, per evitare i problemi etici che porrebbero l'impiego di quelle embrionali, il prof. Wijns ha spiegato che prima dell'impianto queste vengono preparate in laboratori specializzati e certificati per ottenerne una frazione mononucleare; al paziente, che nel frattempo e' gia' stato sottoposto a terapia (perfusione o angioplastica), vengono quindi iniettate direttamente nell'arteria lesionata. 'Finora la sperimentazione e' stata effettuata per infarti di dimensioni contenute e c'e' il sospetto che questa terapia determini una accelerazione di patologie arteriosclerotiche'. La fase successiva della sperimentazione prevede il trattamento di grandi infarti e la verifica che le cellule siano solo in grado di stimolare la funzionalita' cardiaca o possano anche riprodursi. E' stata invece abbandonata la strada di iniettare mioblasti (staminali che rigenerano il muscolo) nei cardiopatici cronici, ha detto il prof. Wijns, perche' 'si verificavano aritmie gravi e fibrillazioni'. - Australia. Il Cardinale Pell difende minaccia di scomunica L'arcivescovo cattolico di Sydney ha detto che i propri commenti nel recente dibattito sulla ricerca con le cellule staminali nel New South Wales sono stati travisati. Il Cardinale George Pell aveva avvertito i parlamentari cattolici che, se avessero votato a favore di una proposta di legge per la legalizzazione della clonazione terapeutica, avrebbero dovuto affrontare l'impossibilita' di fare la comunione. Su questo il Parlamento ha aperto una commissione d'inchiesta per valutare se le parole del Cardinale costituiscono oltraggio all'autonomia decisionale delle cariche dello Stato. Il Cardinale ha affermato in una intervista con l'emittente radiofonica Abc che la minaccia del rifiuto della comunione da parte dei preti cattolici era del tutto ipotetica. "Quello che ho detto era che gli atti umani e pubblici hanno conseguenze e che si sarebbe affrontata la questione se e quando fossimo arrivati a quel punto". - Usa. Farmaco per stimolare crescita midollo osseo Trovato un possibile farmaco per accelerare la formazione nel midollo osseo di nuove cellule precursori delle cellule del sangue: la molecola 'dmPGE2', un derivato della prostaglandina E2 che potrebbe avere un impatto rilevante sui pazienti leucemici sottoposti a chemioterapia e dopo trapianto di midollo osseo. La scoperta dell'efficacia di dmPGE2 nell'accelerare la crescita di cellule staminali del sangue e' avvenuta all'Ospedale Pediatrico di Boston ed e' stata resa nota sulla rivista Nature. Nel 2008, spiega Leonard Zon, potranno gia' iniziare le sperimentazioni cliniche di dmPGE2 su pazienti leucemici trattati con la chemioterapia e poi con trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale, in quanto dmPGE2 e' una molecola gia' testata contro la gastrite. Dopo la chemioterapia per trattare leucemie il midollo osseo deve avere il tempo di ripopolare le cellule staminali del sangue. Nell'attesa il paziente e' debilitato e facile bersaglio di infezioni perche' manca di una copertura immunitaria adeguata. Lo stesso avviene subito dopo il trapianto di midollo osseo, soprattutto se ad essere trapiantato e' il sangue del cordone ombelicale, risorsa preziosa ma quantitativamente scarsa soprattutto per gli adulti. Il tempo necessario al riformarsi delle staminali precursori di cellule del sangue, globuli rossi, bianchi, piastrine, e' un periodo delicatissimo e pericoloso per il paziente. Gli esperti hanno analizzato una 'libreria' di molecole studiando l'effetto di ben 2500 sostanze sul pesce zebra, molto usato nella ricerca farmaceutica. Dopodiche' i ricercatori hanno isolato dmPGE2 perche' riconosciuta, tra tantissime molecole, la piu' capace di sveltire il processo di riformazione delle cellule staminali del sangue. Gli esperti hanno poi testato dmPGE2 con successo su topolini che avevano ricevuto trapianto di midollo e sono certi di poter iniziare il prossimo anno le sperimentazioni cliniche di dmPGE2 che potrebbe divenire un farmaco risolutivo dopo la chemioterapia e il trapianto di midollo. - Usa. New Jersey forse al voto per finanziare ricerca con staminali Gli elettori del New Jersey potrebbero essere chiamati ad esprimersi questo novembre sul finanziamento pubblico di 450 milioni di dollari da destinare alla ricerca con le cellule staminali anche embrionali nei prossimi dieci anni. Il Governatore Jon Corzine e' favorevole al testo di legge, ora sottoposto all'approvazione del Senato. "Siamo consapevoli che i cittadini malati e infortunati del New Jersey non possono permettersi di aspettare e di soffrire a causa della mancanza di leadership", ha detto il deputato Neil Cohen, democratico e sostenitore della ricerca. L'obiettivo non e' solo quello di far progredire i trattamenti medici, ma anche di attirare i migliori scienziati e le migliori industrie biotecnologiche. Lo Stato ha recentemente approvato uno stanziamento di 270 milioni di dollari per la costruzione di laboratori attrezzati per la ricerca con le staminali. - Mondo. Ecco l'anagrafe mondiale delle staminali embrionali E' stata creata la prima 'anagrafe mondiale' delle cellule staminali embrionali umane presenti nei diversi laboratori del mondo, e sono stati schedati i 'segni particolari' di ciascun gruppo di cellule registrato: un modo per condividere le conoscenze di tutti i gruppi di ricerca che studiano queste cellule e accelerare cosi' la possibile messa a punto di potenziali nuove terapie. Realizzato da un gruppo di oltre 80 ricercatori di fama mondiale nell'ambito del progetto International Stem Cell Initiative (Isci), il registro ha esaminato finora 59 linee cellulari di 17 laboratori in America, Europa, Israele, Giappone ed Australia. La redazione del registro, che sara' utilissimo per l'avanzamento degli studi su questo tipo di cellule staminali e per condividere i risultati tra tutti i ricercatori del mondo, e' stata annunciata dalla rivista Nature Biotechnology. Diretto da Peter Andrews dell'Universita' di Sheffield in Gran Bretagna, il progetto e' stato voluto dal Forum Internazionale sulle Cellule Staminali (ISCF), una rete di agenzie che in tutto il mondo contribuisce ai finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali e di cui fa parte, per l'Italia, l'Istituto Superiore di Sanita'. L'isolamento della prima linea di cellule staminali embrionali umane e' stato riportato nel 1998. Da allora, in numerosi laboratori del mondo sono state isolate da blastocisti (embrioni molto precoci) altre linee di cellule embrionali umane. Ma in nessun modo le differenti linee cellulari che ne sono derivate erano mai state catalogate, ne' la loro identita' resa fruibile alla comunita' scientifica tutta. Per fare ordine e permettere a tutti gli scienziati che nel mondo lavorano su staminali di procedere piu' speditamente nella ricerca, e' stato ideato il progetto ISCI. Il registro, che e' nato a conclusione della prima fase del progetto finanziata dall'ISCF per 426 mila sterline e in piu' con risorse dei singoli laboratori partecipanti, ha permesso non solo di catalogare e tracciare l'identikit molecolare delle diverse linee oggi esistenti, ma anche di verificare che le staminali embrionali umane riportate nel registro sono, nonostante la loro diversa origine e i differenti metodi di coltivazione in laboratorio, molto simili tra loro. Gli esperti hanno gia' identificato un set di marcatori molecolari che in futuro potra' permettere a qualunque gruppo di ricerca stia lavorando su nuove cellule di verificarne l'identita' e capire se si tratta di staminali embrionali. 'Il lavoro quindi -spiega Andrews- fornisce i criteri chiave per identificare le linee di staminali embrionali umane e la possibilita' di approfondire le conoscenze sui meccanismi che permettono a queste cellule di mantenere il loro 'status' di staminali e di trasformarsi in diversi tipi cellulari'. Gia' finanziata dal Forum per due milioni di dollari, la prossima fase del progetto, anticipano gli esperti, fara' invece luce sul miglior metodo di conservazione in laboratorio e sulle eventuali modifiche che intervengono nelle cellule dopo un prolungato tempo di conservazione in provetta. 'Le potenzialita' della ricerca sulle cellule staminali sono enormi -ha dichiarato Colin Blakemore, uno dei leader del Forum- speriamo che la scienza delle cellule staminali porti a trattamenti contro ogni malattia, dal diabete alla sclerosi multipla. Creando il registro e rendendolo gratuitamente disponibile, il progetto non solo si configura come una risorsa per gli scienziati di tutto il mondo, ma crea quello spirito collaborativo con cui speriamo continui la ricerca, a beneficio di molti e non di pochi'. - Usa. Creati vasi sanguigni di ricambio con staminali muscolari Vasi sanguigni di ricambio per procedure di rivascolarizzazione e bypass coronarici sono stati creati con staminali muscolari 'spruzzate' su un polimero biodegradabile che fa da intelaiatura. Messi a punto all'Universita' di Pittsburgh School of Medicine tra gli altri da David Vorp e Lorenzo Soletti, i vasi sono stati testati con successo su topolini impiantandoli a livello dell'aorta addominale. La tecnica, che sara' presto testata sui maiali, modello animale ideale per la somiglianza con l'uomo, e' stata presentata alla conferenza della Societa' Internazionale di Ingegneria dei tessuti e Medicina Rigenerativa (TERMIS) svoltasi a Toronto. In caso di un'arteria coronaria ostruita spesso i medici devono ricorrere al bypass e per eseguirlo usano sezioni della vena safena della gamba che ha pressappoco le stesse dimensioni dell'arteria coronaria, quindi puo' essere utilizzata con successo per gli impianti nel cuore. Tuttavia spesso questi impianti non riescono e spesso non si ha a disposizione sufficiente tessuto vascolare. Si e' dunque alla ricerca di metodi innovativi per le procedure di rivascolarizzazione, anche attraverso l'utilizzo di vasi artificiali. Gli esperti sono riusciti a costruire vasi artificiali usando cellule staminali adulte del muscolo e spruzzandole su un'ossatura fatta di un biopolimero biodegradabile, l'uretano. Dopo che le staminali vengono adagiate sul supporto polimerico il tutto viene messo in 'incubatrice' per alcuni giorni e poi il vaso e' pronto. Testati su topolini in interventi di bypass della aorta addominale, i vasi artificiali funzionano e non si ostruiscono. Poiche' le staminali usate per creare i vasi si possono facilmente reperire dai tessuti del paziente, questo metodo potrebbe rivelarsi facilmente applicabile ed efficace in clinica. - Italia. Napoli. 45mo compleanno dell'Istituto di genetica e biofisica L'Italia e' il terzo Paese al mondo per produttivita' scientifica ma sul campo della competitivita' si attesta in una posizione compresa fra il quarantesimo e il settantesimo posto. Cosi' il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Fabio Pistella, intervenuto al convegno per le celebrazioni dei primi 45 anni di vita dell'Istituto di Genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' di Napoli. Nella sede dell'istituto in via Pietro Castellino erano presenti fra gli altri, anche il direttore dell'Igb, Catello Polito, l'assessore provinciale alle Risorse strategiche della Provincia di Napoli, Guglielmo Allodi e il rettore della Seconda universita' di Napoli, Francesco Rossi. 'La ricorrenza di oggi -ha detto Polito- e' l'occasione per aprirci al confronto con l'esterno, con ricercatori napoletani e stranieri per fare il punto sulla ricerca in campo biotecnologico, biomedico, bioindustriale e agroalimentare'. Nuovo approccio alle cellule staminali, lotta biologica agli organismi dannosi, ricerche genetiche nel Cilento sono, a detta di Polito, i fiori all'occhiello dell'Istituto. 'Quest'anno abbiamo pubblicato oltre sessanta lavori con 'impact factor' di valore 6: in altri termini e' come se avessimo conquistato la copertina di una delle riviste piu' importanti del settore'. L' Igb, si sottolinea, e' stato uno dei primi centri in Europa a introdurre gli studi di genetica molecolare e la tecnologia del Dna ricombinante. 'L'istituto di Genetica e biofisica -ha detto Allodi- e' una realta' molto importante per il sistema della ricerca in Campania. Bisogna investire di piu' per garantirgli l'autonomia di cui necessita'. - Italia. Lazio. Proposta di legge sulle staminali emopoietiche Favorire e sviluppare la conservazione delle cellule staminali che si trovano nel sangue cordonale e nella placenta al fine di promuoverne l'impiego a scopo terapeutico. E' questo l'ambizioso obiettivo che si pone la proposta di legge concernente "Interventi regionali per promuovere l'impiego di cellule staminali emopoietiche da sangue cordonale e placentare a scopi terapeutici, clinici e di ricerca", presentata lo scorso 15 giugno al Consiglio regionale del Lazio dal vicepresidente della commissione Sanita' e del gruppo Ulivo per il Pd Luigi Canali alla presenza di Carlo Casciani, presidente dell'Agenzia regionale dei trapianti, e del professor Bruno Dellapiccola, ordinario di genetica medica all'universita' la Sapienza. La proposta di legge Canali si pone un duplice scopo: da un lato superare le obiezioni di coscienza che si sono sollevate in questi anni sull'uso delle cellule embrionali. Dall'altro incentivare la conservazione e l'utilizzo delle cellule staminali da placenta e cordone che, come ricordato dal professor Dellapiccola, "hanno dimostrato gia' oggi, al contrario delle embrionali le quali attualmente vengono usate solo a scopo di ricerca, una vastissima applicazione terapeutica per la cura di gravissime patologie come tumori o sindromi rare come quella di Hunter e di Krabbe oltre che di una dozzina di malattie ematologiche e altre relative ai tessuti ossei e adiposi". Per arrivare a questi scopi la proposta di legge prevede la possibilita', per le donne residenti nel Lazio, di richiedere la conservazione del proprio sangue cordonale o placentare, da cui si ricavano questo particolare tipo di cellule staminali, in determinate strutture pubbliche, la nuova banca regionale delle cellule emopoietiche e le strutture trasfusionali pubbliche gia' esistenti. Lo scopo di questa conservazione e' duplice. Le cellule emopoietiche, infatti, potranno servire sia a scopo autologo dallo stesso neonato o da consanguineo, sia a scopo solidaristico, ovvero per tutti coloro che ne avessero bisogno. Gli oneri finanziari della conservazione autologa ricadranno sul richiedente, quelli per altri scopi a carico del sistema sanitario regionale. In questo modo il Lazio si dotera' di una raccolta diffusa di questo genere di cellule che potranno essere utilizzate come veri e proprio salvavita per tutti coloro che ne avessero bisogno. "Il Lazio -ha spiegato Canali- sara' la prima regione d'Italia a dotarsi di un simile strumento. Questa proposta anticipa la normativa nazionale ma si muove all'interno dell'accordo Stato-Regioni. Esiste il rischio teorico di eccezioni di incostituzionalita' ma io resto convinto nel portare avanti questo percorso, sicuro di un'ampia condivisione. Questa e' infatti una proposta che unisce e non divide, visto che usando questo tipo di cellule staminali, la cui validita' e' pari a quelle tratte dall'embrione, non vi e' alcuno spazio per obiezioni di carattere etico e di coscienza". - Italia. Roma. Promettente nuova terapia genica per curare l'emofilia Primo successo della terapia genica contro l'emofilia: lasciano spazio all'ottimismo i risultati ottenuti nei topi dal gruppo di Luigi Naldini, dell'Istituto Telethon di terapia genica (Tiget) - San Raffaele di Milano. I risultati, in via di pubblicazione su una rivista scientifica internazionale, sono stati presentati nei giorni scorsi negli Stati Uniti e lo scorso 12 giugno a Roma, nell'incontro sui micro-Rna organizzato dall'Accademia dei Lincei con universita' di Roma La Sapienza, Istituto Pasteur-Fondazione Cenci Bolognetti e Centro di oncogenomica dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). La scelta di utilizzare i frammenti di materiale genetico che non contengono informazioni e che servono a regolare l'espressione dei geni (chiamati micro-Rna) si inquadra nella strategia generale per rendere la terapia genica sempre piu' sicura ed efficace. 'abbiamo elaborato una strategia per nascondere il nuovo gene al sistema immunitario e l'abbiamo applicata al modello dell'emofilia nei topi, con successo'. E' stato fatto cosi' un primo passo importante perche' per la prima volta la terapia genica viene sperimentata per curare una malattia del sangue, nella quale non e' coinvolto il sistema immunitario. Tuttavia prima di arrivare alla sperimentazione sull'uomo c'e' ancora molta strada da fare. 'La via per la sperimentazione clinica e' un po' lunga -ha osservato Naldini- perche' prima di arrivare all'uomo la nuova strategia dovra' essere testata su modelli della malattia ottenuti in grandi animali', ad esempio cani emofilici che sono stati ottenuti negli Stati Uniti. Dimostrare la sicurezza della terapia genica e', per Naldini, altrettanto importante che dimostrarne l'efficacia. 'Occorre una grande cautela', ha aggiunto, ma la strategia basata sui micro-Rna ha le carte in regola per essere vincente. Nel frattempo, ha detto ancora Naldini, si lavora per estendere la possibilita' di regolare i geni attraverso i micro-Rna in modo da farli esprimere solo dove servono, ad esempio introducendoli in modo controllato all'interno delle cellule staminali. - Italia. Puglia. Proposta di legge sulla conservazione delle staminali cordonali Consentire la cura e la ricerca di malattie come le leucemie, i linfomi, gli infarti del miocardio, evitare le speculazioni private, dare alla Puglia la possibilita' di non essere fanalino di coda nel panorama sanitario italiano. Mira a questo la proposta di legge per l'avvio, l'organizzazione ed in funzionamento in Puglia di una banca regionale di sangue di cordone ombelicale ripresentata dai consiglieri regionali Francesco Zullo (Italia di mezzo), Francesco Damone (La Puglia prima di tutto) e Donato Pentassuglia (Primavera pugliese). Un appello 'trasversale' proprio per dare una risposta certa alle attese del mondo scientifico, di quello dell' associazionismo e di tutti i cittadini pugliesi. 'Il disegno quasi analogo presentato nel 2005 -ha ricordato Zullo- non e' mai stato discusso in Commissione, lo abbiamo ritirato su richiesta dei presidente Vendola e dell'assessore alla sanita' Tedesco che promettevano al suo posto un atto amministrativo, ma anche questo non e' mai arrivato. Lo abbiamo riformulato e lo ripresentiamo anche alla luce della nuova legislazione del ministro Turco che invita le Regioni a dotarsi di una banca del genere pubblica per incrementare le donazioni solidali ed evitare il proliferare del privato'. 'Stavolta siamo fiduciosi di un decorso positivo e celere della proposta di legge anche perche' ci vorranno almeno due anni perche' la banca, una volta costituita, entri a regime e possa essere fruibile'. Intanto associazioni e volontari hanno gia' dato vita in tutto il territorio regionale ad una raccolta di firme; 'a questi cittadini -ha detto Pentassuglia- dobbiamo dare voce ed in fretta per rendere ancora piu' completa l'offerta del piano di salute regionale'. Di qui la partecipazione trasversale all' iniziativa legislativa, 'al di la' degli schieramenti e al di la' dell' ideologia'. In Italia esistono 14 banche regionali di sangue di cordone ombelicale, 13 a nord di Roma ed una a Sciacca in Sicilia. Il prelievo di sangue dalle partorienti e' procedura non invasiva, a quantita' illimitata, che molte madri vorrebbero donare se adeguatamente informate; inoltre le cellule staminali del cordone, stando a molti studi, sono le uniche capaci di sostituire il midollo e di rimpiazzare quelle malate in molte patologie. 'Si sta facendo strada invece -ha spiegato il responsabile del dipartimento materno infantile dell' ospedale Miulli di Acquaviva (Ba), Filippo Boscia, presidente nazionale della Sociaeta' italiana di bioetica e dei comitati etici- la raccolta individuale per un uso autologo di questo materiale; il rischio e' che molte banche sono straniere e potremmo essere costretti ad importare un domani quanto esportiamo oggi'. Il disegno di legge prevede una copertura di spesa di 2 milioni di euro ed un finanziamento di 200mila euro a favore della Ausl Ba 3 presso la quale verrebbe istituito un apposito Nucleo tecnico di valutazione. - Italia. Scoperte cellule staminali che alimentano tumori Nonostante i miglioramenti nella diagnosi e nella terapia che hanno reso possibile l'individuazione dei tumori negli stadi pre-invasivi, la mortalita' causata da questa patologia rimane elevata, molto probabilmente a causa dell'esistenza di cellule resistenti ai trattamenti. La biologia dei tumori suggerisce, infatti, che la massa tumorale sia originata e mantenuta da una frazione di cellule che hanno caratteristiche di staminalita', cioe' capacita' di generare tutte le cellule differenziate presenti nell'organo di origine. Su questa promettente strada si e' indirizzato il gruppo di Ileana Zucchi dell'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Milano, in collaborazione con il prof. Renato Dulbecco. 'Le origini di questa ricerca risalgono al 1979' spiega la ricercatrice dell'Itb-Cnr, 'quando il prof. Dulbecco isolo' le cellule mammarie LA7 da un tumore indotto nel ratto mediante sostanze chimiche'. Ora, pero', il gruppo della Zucchi ha 'definitivamente accertato, attraverso esperimenti in vitro e in vivo, le proprieta' staminali delle cellule LA7, dimostrando che esse possiedono capacita' differenziative e morfogenetiche. Questo vuol dire che tali cellule si comportano come staminali adulte, in grado quindi: di mantenere l'architettura della ghiandola mammaria, generando strutture tubulo-alveolari funzionali tipiche della ghiandola, di differenziarsi nei tre stipiti cellulari presenti nell'organo adulto e di sintetizzare proteine del latte. Sono pero' cellule staminali 'cattive''. Queste cancer stem cell (cellule staminali cancerogene), per la loro esiguita' (rappresentano l'1-5/10.000 di tutte le cellule cancerose), la bassa capacita' proliferativa, la capacita' di escludere agenti tossici esterni e di essere protette dai processi di morte programmata, tendono a eludere l'azione dei trattamenti. Le terapie attuali, infatti, hanno come bersaglio cellule altamente proliferanti, le quali, sebbene tumorali, nel tempo presumibilmente si esauriscono e non sono in grado di rigenerare il tumore. Un processo che potrebbe spiegare la ripresa della malattia a distanza di tempo, anche quando la lesione primitiva sembra essere stata eradicata e non risulta rilevabile a livello diagnostico. Le proprieta' di queste staminali tumorali sono state provate dal gruppo dell'Itb-Cnr con esperimenti in topi immunocompromessi, dimostrando per la prima volta che anche una sola cellula puo' generare tumori eterogenei nell'animale. 'Nella biologia dei tumori, per la comprensione del potenziale tumorigenico di presunte cancer stem cells', sottolinea la ricercatrice, 'sono essenziali analisi quantitative estensive per l'isolamento e identificazione di cellule singole, ad oggi tecnicamente ancora molto difficili dal momento che le cellule che hanno capacita' di rigenerare tumore rappresentano una popolazione estremamente esigua nella massa tumorale. Dopo aver messo a punto un sistema modello per studiare le proprieta' di cancer stem cells a livello di singola cellula', conclude la Zucchi, 'il prossimo passo sara' quello di identificare in queste cellule, proteine di membrane, cioe' i recettori presenti sulla cellula, per disegnare degli anticorpi in grado di catturare le cancer stem umane'. Il lavoro, sostenuto dalla Fondazione Cariplo con il finanziamento Nobel-Network operativo per la biomedicina di eccellenza in Lombardia, e' stato condotto all'Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, direttore Alberto Albertini, in collaborazione con l'Istituto sui tumori di Genova ed il Max Planck Institute di Muenster. - Usa. Staminali neurali umane alleviano sintomi Parkinson Staminali neurali umane impiantate nel cervello di scimmie col morbo di Parkinson hanno alleviato loro i sintomi della malattia, contribuendo a ridurre il deficit del neurotrasmettitore dopamina causato dalla malattia. A compiere gli esperimenti sui primati e' stato il gruppo di Richard Sidman degli Harvard Institutes of Medicine di Boston. Secondo quanto riferito sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze 'PNAS', il trapianto di staminali sembra una terapia promettente nella cura del morbo d Parkinson. Questa e' una malattia neurodegenerativa che progressivamente si aggrava condannando l'individuo a estrema difficolta' nei movimenti. La causa e' la morte di neuroni della sostanza nigra, che producono il neurotrasmettitore dopamina. Oggi esiste il farmaco L-Dopa per far fronte ai sintomi della malattia, ovvero una molecola per arginare almeno parzialmente il deficit di dopamina, ma il farmaco non e' una cura risolutiva. L'uso di staminali per ricostituire quel gruppo di cellule uccise dalla malattia e' una possibilita' terapeutica che molti stanno sperimentando nel mondo. Gli esperti hanno usato cellule staminali neurali isolate da feti morti e le hanno iniettate nel cervello di scimmie parkinsoniane. Le cellule sono state capaci di migrare nei siti 'attaccati' dalla malattia e rinfoltire il gruppo dei neuroni che producono la dopamina, come dimostra la riduzione dei sintomi associati al deficit di questo neurotrasmettitore evidente nelle scimmie trattate. Naturalmente si tratta ancora di uno studio preliminare e bisognera' anzitutto stabilire se gli effetti positivi del trapianto di staminali sono durevoli nel tempo e se il trapianto di staminali non da' effetti avversi. - Italia. Marche. Asl Pescara e Regione sottoscrivono convenzione sul cordone La Asl di Pescara e la Regione Marche hanno sottoscritto una convenzione per la raccolta del sangue del cordone ombelicale: la Asl svolgera' la funzione di banca territoriale di riferimento per informazione, formazione, raccolta, bancaggio e crioconservazione delle unita' di sangue di cordone ombelicale per conto degli ospedali marchigiani. L'intesa e' stata sottoscritta dal direttore generale della Asl, Antonio Balestrino, dal responsabile dell'Unita' operativa di immunoematologia, Antonio Iacone, e dal responsabile del Dipartimento di Medicina trasfusionale della Regione Marche, Mario Piani, alla presenza del presidente della Giunta regionale, Ottaviano Del Turco, e dell'assessore alla sanita', Bernardo Mazzocca. Il servizio rientra nei cosiddetti livelli essenziali di assistenza (lea), ed il trapianto emopoietico e' una strategia di cura consolidata per numerose malattie come leucemie, gravi anemie, deficit immunitari. Inoltre, il sangue residuo nella placenta e nei vasi cordonali dopo il parto e' una ricca fonte di cellule staminali ad uso clinico. La banca del sangue della Regione Abruzzo e' una delle 16 banche attive sul territorio nazionale e si colloca all'interno di una rete internazionale di 40 banche che raccolgono 330 mila unita' di cordone ombelicale destinati al trapianto. La banca ha avviato la propria attivita' nel 1997, grazie ad un progetto finanziato dall'Istituto superiore della Sanita'. Negli anni successivi, la Regione Abruzzo ha sviluppato un programma di attivazione dei centri periferici di raccolta in ogni Asl. - Itaila. Coldiretti: aiuto, arriva prosciutto in provetta La Coldiretti lancia l'allarme prosciutto in provetta: 'sono in arrivo prosciutti ottenuti esclusivamente in laboratorio dopo i risultati delle ricerche resi noti dall'Universita' di Utrecht in Olanda, dove si stanno 'allevando' in provetta tessuti di maiale al fine di produrre carne direttamente per il consumo'. In pratica, riferisce la Coldiretti, 'i ricercatori, guidati dal professore di Scienze Veterinarie Bernard Roelen, hanno isolato cellule staminali di maiale che si dividono e moltiplicano fino a diventare una massa muscolare grazie a una 'alimentazione' fondata su nutrienti non specificati e a una stimolazione con corrente elettrica'. La ricerca, viene sottolineato, 'viene incredibilmente presentata come una opportunita' per evitare l'allevamento in stalla dei maiali e la loro successiva macellazione, ma anche come una necessita' per evitare problemi ambientali di smaltimento'. Nel complesso, afferma ancora l'organizzazione, lo sviluppo di queste ricerche 'acquista un particolare significato in Olanda che, nonostante le dimensioni territoriali, e' un importante produttore, consumatore ed esportatore di carne di maiale'. A questo punto, viene sottolineato, appare chiaro come questo tipo di sperimentazioni 'rappresentino una preoccupazione anche per l'Italia, dove ogni anno arrivano dall'estero milioni di cosce di maiale destinate spesso a essere spacciate come prosciutti Made in Italy perche' non e' chiaro l'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli allevamenti'. - Italia. Marino: sara' la scienza a sciogliere nodi bioetica 'Il dibattito sulla possibilita' di fare ricerca utilizzando le cellule staminali embrionali, e quindi passando per la distruzione di embrioni, mi sembra superato dai progressi che la scienza compie ogni giorno': lo ha affermato il presidente della Commissione igiene e sanita' del Senato, Ignazio Marino, intervenendo lo scorso 9 giugno al convegno di Terni sul tema 'Limiti e frontiere della ricerca scientifica. Problematiche filosofiche, etiche e giuridiche' organizzato dall'associazione culturale per Terni Citta' Universitaria. 'La ricerca e le scoperte scientifiche, lo vediamo di continuo, procedono con sorprendente velocita'Â e non avrebbe senso imporre limiti eccessivi ad una materia che, come e' evidente, e' in continua evoluzione', ha detto Marino. 'Recentemente sono stati pubblicati studi che mostrano percorsi alternativi per superare il problema della ricerca sulle cellule staminali embrionali. E' solo di tre giorni fa, infatti, la notizia, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, che riguarda i risultati di tre studi condotti in Giappone, a Kioto, e a Boston. Sono state prodotte delle cellule staminali pluripotenti a partire dalle cellule staminali adulte di un topo. In altre parole, gli scienziati sono riusciti a fare regredire normali cellule di tessuto adulto fino a farle ritornare ad essere cellule embrionali. Sulla base di questo importante risultato possiamo immaginare che se si arrivasse a fare altrettanto con cellule umane, non sarebbe assolutamente necessario fare ricorso agli embrioni per la ricerca sulla medicina rigenerativa'. Il presidente della Commissione sanita' del Senato ha quindi detto di pensare che 'non si debbano mettere in contrapposizione la scienza con l'etica e la fede'. 'Penso piuttosto che la ricerca possa contribuire a superare i numerosi dilemmi etici del dibattito legato al progresso scientifico. I risultati delle ultime scoperte danno una ulteriore dimostrazione a questa mia convinzione'. - Italia. Scienza & Vita cauta su staminali adulte riprogrammate in embrionali "Scienza e Vita" invita alla prudenza riguardo all'uso terapeutico delle cellule adulte riprogrammate in embrionali, e mette in guardia dal rischio che tale metodica possa essere poi utilizzata anche per la clonazione umana. "Da tempo la comunita' scientifica stava valutando la possibilita' di riportare indietro l'orologio biologico delle cellule adulte per renderle piu' versatili e utilizzabili a fini terapeutici nell'ambito della cosiddetta medicina riparativa. In tal senso i risultati ottenuti con la sperimentazione sui topi appaiono di grande interesse: cellule adulte sono state riportate allo stato di totipotenza in modo non solo da poter essere indotte a differenziarsi nei vari tessuti, ma anche di poter svilupparsi in un organismo completo". "Qualora pero' si volesse utilizzare questa procedura sull'uomo -avvertono i presidenti dell'associazione, il genetista Bruno Dallapiccola e la bioeticista Maria Luisa Di Pietro- prima vanno sciolti alcuni nodi problematici sul fronte della sicurezza. Bisognera' verificare la riproducibilita' dell'esperimento sulle cellule adulte umane e acquisire maggiori dati sul fatto che, una volta riportate allo stato embrionale, non presentino la stessa potenzialita' delle cellule staminali embrionali propriamente dette, ovvero di dare origine a tumori". "Rimane infine da chiedersi la realta' di queste cellule totipotenti dal momento che -se messe nelle condizioni adeguate- esse potrebbero dare origine ad un individuo umano. In tal caso si aprirebbe la strada alla clonazione umana che non solo e' tassativamente esclusa dalla legge, ma anche eticamente inaccettabile". - Francia. Cellule staminali per rigenerare il muscolo cardiaco Le cellule staminali embrionali umane possiedono la capacita' di rigenerare il muscolo cardiaco una volta trapiantato nel cuore dopo un infarto. La dimostrazione di questa proprieta' e' stata evidenziata su un modello animale da un'equipe francese composta di ricercatori dell'istituto Inserm e clinici di Assistance publique-Hopitaux de Paris. Il loro articolo si trova sul sito della rivista Stem Cells. L'insufficienza cardiaca e' una delle principali cause di mortalita' nei paesi sviluppati. E puo' essere, in particolare, la conseguenza di un infarto del miocardio. Il tessuto cardiaco, composto di cellule chiamate cardiomiociti e aventi la caratteristica di pulsare, si trova sostituito da tessuto fibroso incapace di contrarsi. Considerati i limiti dei trattamenti farmacologici e delle costrizioni dei trapianti di cuore, la rigenerazione del tessuto cardiaco appariva come una soluzione terapeutica promettente. La difficolta' e' stata che "finora, le cellule staminali umane adulte (ematopoietiche) come le cellule presenti nel sangue del cordone ombelicale non hanno mai dato dei cardiomiociti", chiarisce il professor Philippe Menasché (ospedale europeo Georges-Pompidou, Parigi), uno degli autori dello studio. Non era dunque possibile ottenere per questa via una rigenerazione del tessuto cardiaco. Alcune sperimentazioni in vitro avevano permesso di constatare, attraverso cellule staminali poste in coltura classica, che alcune di queste potevano differenziarsi in cellule pulsanti e contrattatili, e furono effettuati delle prove di terapia cellulare iniettando queste cellule su dei modelli animali. Ma la rigenerazione del miocardio distrutto dall'infarto necessita di troppe cellule perche' questa via possa avere un rendimento sufficiente. L'equipe francese ha scelto di provare un concetto diverso, che e' stato sperimentato su dei ratti adibiti a modello per l'infarto del miocardio. "Per la prima volta possiamo fornire la prova che le cellule staminali embrionali umane possono essere dirette in vitro verso un destino di cellule cardiache, sotto l'azione di un fattore chiamato BMP2, e che queste cellule staminali si differenziano in vivo in autentiche cellule cardiache dopo essere state iniettate nel tessuto cicatrizzabile dell'infarto", riassume Michel Pucéat (Inserm UMR 861, Evry), coautore dello studio. Egli precisa che l'esistenza di tali proprieta' era gia' stata dimostrata su cellule staminali animali, le quali possiedono pero' maggiori capacita' di rigenerazione rispetto alle cellule umane. "Lavoriamo sui fattori che possono migliorare il potenziale rigenerativo delle cellule staminali embrionali umane, ma anche a rendere piu' sicuro il prodotto, in modo da prevenire il rischio di proliferazione che potrebbero avere queste cellule", spiega. Sono condizioni indispensabili da mettere a punto prima di passare a una sperimentazione clinica sulla specie umana. (Tratto da un articolo di Paul Benkimoun pubblicato su Le Monde del 13-06-07) - Spagna. Autorizzati tre nuovi lavori con cellule staminali embrionali La Comision de Seguimiento y Control de la Donacion y Utilizacion de Celulas y Tejidos Humanos, presieduta dal direttore dell'Instituto de Salud Carlos III, Francisco Gracia, ha dato parere favorevole per tre nuovi progetti di ricerca con cellule d'origine embrionale, presentati dalla Conselleria de Sanidad. Due dei tre progetti vengono dal Centro di ricerche Principe Felipe e sono la continuazione di lavori precedenti. Il loro referente principale e' Carlos Simon e sono stati presentati con i titoli "Derivazione di linee di cellule staminali embrionali umane di grado terapeutico in Spagna" e "Correzione di difetti monogenici mediante ricombinazione omologa in cellule staminali embrionali umane". Il terzo, che ha per ricercatore principale Jose Vicente Castell dell'ospedale universitario La Fe, s'intitola "Differenziazione di cellule embrionali umane in epatociti", per il quale saranno utilizzate linee cedute dall'azienda svedese Cellartis AB. La Commissione che ha autorizzaro le tre ricerche e' stata istituita dal Consiglio dei Ministri nel novembre 2004, con il compito di verificare che i progetti presentati rispettino i requisiti fissati dalla legge, sia dal punto di vista amministrativo sia etico. - Spagna. Il Parlamento legalizza la clonazione terapeutica Il parlamento spagnolo ha approvato lo scorso 14 giugno in via definitiva la Legge sulla Ricerca Biomedica che consente la cosiddetta 'clonazione terapeutica' sotto stretto controllo e vietando esplicitamente qualsiasi fine riproduttivo. La legge e' stata approvata con il voto di tutti i partiti, escluso il Partito Popolare (Pp, opposizione di centrodestra) che ha criticato i contenuti contrari all'etica e, a suo dire, scientificamente superati. La legge, denunciata dalla chiesa e da associazioni per la difesa della famiglia, consente agli scienziati di utilizzare, sotto la supervisione di un Comitato di bioetica ed altri organismi, tecniche di trasferimento nucleare per produrre tessuti ed organi al fine di cercare la cura di malattie altrimenti incurabili. La legge autorizza la creazione a tal fine di bio- banche, gestite e controllate dalle autorita' regionali, garantisce il principio di confidenzialita' e gratuita' nella cessione di cellule vieta espressamente la cosiddetta 'clonazione riproduttiva', ovvero la clonazione di esseri umani, e la creazione di embrioni destinati alla ricerca. La tecnica di 'clonazione terapeutica' consiste nella introduzione del nucleo di una cellula adulta in un ovocita per riprogrammarne la crescita cellulare onde creare tessuti ed organi che possano essere trapiantati a scopo di cura. Con questa legge la Spagna diviene il quarto paese europeo piu' avanzato in questo campo dopo Gran Bretagna, Belgio e Svezia. La 'clonazione terapeutica' e' regolata anche in altri paesi come Australia, Giappone, Singapore, Corea e Israele. - Italia. Roma. Convegno: "Donne e biotecnologie, approcci femministi e scientifici a confronto" BIOTECNOLOGIE: DONNE 'CUORE' DELLA RIVOLUZIONE MA SENZA VOCE E POTERI = A ROMA ESPERTE RIUNITE IN UNA 'TRE GIORNI' PER LANCIARE PROPOSTE E IDEE Roma, 21 giu. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Sono al centro della rivoluzione biotecnologica: perche' il loro numero nelle universita' cresce di anno in anno. Ma anche perche' sul loro corpo si giocano le sfide principali di questa rivoluzione: dalla donazione degli ovociti per la ricerca a quella delle cellule staminali del cordone ombelicale, fino alle tecniche di procreazione assistita. Eppure, quando si tratta di biotecnologie, le donne non hanno voce in capitolo. A decidere sono gli uomini: medici, politici, dirigenti. E' il cosiddetto 'soffitto di cristallo', la preclusione alle donne dei posti di potere che in questo, come in altri campi, in Italia e' realta'. Le proposte e le idee delle donne, quelle che le biotecnologie le fanno tutti i giorni e quelle che su scienza e tecnologia riflettono in maniera critica, vengono raccolte per la prima volta a "Wonbit: Donne e biotecnologie, approcci femministi e scientifici a confronto", l'incontro, al via da oggi fino a sabato nella sede del Cnr a Roma, organizzato dall'Associazione Donne e scienza insieme alla Fondazione Giacomo Brodolini, grazie a un finanziamento della Commissione europea. In Italia -riferisce una nota- i corsi di laurea in biotecnologie vedono una notevole prevalenza della presenza femminile: le percentuali superano il 70% sia per le iscrizioni, sia per i diplomi di laurea, sia per i dottorati. Anche tra i ricercatori le donne sono piu' degli uomini (circa il 63%). La piramide pero' comincia a restringersi ai livelli di professore associato, dove le donne rappresentano comunque quasi il 60%, e di professore ordinario, dove i numeri calano drasticamente al 25%. Tra i direttori di Istituti e dipartimenti, le donne sono presenti per poco piu' del 10%. Il cosiddetto 'soffitto di cristallo' non riguarda pero' solo l'universita' ma anche il mondo dell'industria, cosi' importante nelle biotecnologie: fra le imprese iscritte ad Assobiotec, quelle presiedute da donne si contano sulle dita di una mano. Eppure molti spin-off nascono da idee di donne: come quello che a Milano vede protagonista Elena Cattaneo, direttrice del Centre for Stem Cell Research dell'Universita' di Milano, tra le relatrici di Wonbit. Oltre che le piu' numerose, pero', le donne sono anche le piu' diffidenti nei confronti delle tecniche di manipolazione del vivente, come dimostrano i dati dell'ultimo Eurobarometro sulle biotecnologie (2006). 'Un atteggiamento dettato dalla sensazione che in molti casi, sebbene le applicazioni delle biotecnologie ci riguardino molto da vicino, non siamo noi a poter decidere in merito', spiega Flavia Zucco, dirigente di ricerca all'Istituto di neurologia e medicina molecolare del Cnr e presidente dell'Associazione Donne e scienza. In alcuni Paesi europei, per esempio, le donne possono mettere a disposizione della ricerca i propri ovuli in cambio di un rimborso spese o di un trattamento di procreazione assistita. Una decisione che ha sollevato un aspro dibattito sull'entita' della ricompensa per il 'bene' ovocita, ma che non ha mai considerato il benessere fisico e psicologico della donna, come denuncia una delle protagoniste del convegno, Alexandra Plows, ricercatrice presso il Centre for the Economic and Social Aspects of Genomics (Cesagen) dell'Universita' di Cardiff. E ancora: al centro del dibattito sulle tecniche di fecondazione, soprattutto in Italia, ci sono spesso l'embrione e i suoi diritti, ma raramente il corpo delle donne. Quello che e' l'oggetto delle pratiche piu' invasive -come il prelievo degli ovociti- passa in secondo piano, per lasciare spazio ai 'diritti dell'embrione', come emerge dai risultati preliminari di una ricerca di Manuela Perrotta e Silvia Gherardi della Research Unit on Communication, Organizational Learning and Aesthetic dell'Universita' di Trento, presentata durante il convegno. Situazione che la recente legge 40 sulla procreazione assistita, con i suoi limiti e i suoi divieti, non ha fatto che peggiorare. Il contributo delle donne protagoniste della rivoluzione biotecnologica presente e di quella che verra' sara' raccolto alla fine del convegno in un documento di raccomandazioni da presentare in sede europea alla Divisione Scienza e societa' e alla direzione generale di ricerca. 'E' importante che agli avanzamenti scientifici e tecnologici corrisponda una riflessione filosofica e sociologica che coinvolga tutte le componenti della societa': il tempo della riflessione e' in fondo il tempo della morale', conclude Zucco. - Austria. Il tedesco Karl Illmensee avrebbe clonato una persona "Recentemente abbiamo trasferito un embrione umano clonato per una coppia sterile". E' questo il succo di un articolo pubblicato su Journal fuer Reproduktionsmedizin, organo ufficiale della Societa' austriaca per la medicina riproduttiva e delle sue omologhe tedesca e svizzera. Se la frase fosse vera, il primo clone starebbe procedendo verso la nascita. Ma il nome dell'autore, Karl Illmensee, fa aggrottare la fronte ai lettori. E se lo pronunci in un consesso di biologi molecolari e' gia' una fortuna se non ti cacciano seduta stante. Questo perche', nel 1981, il biologo tedesco aveva sostenuto d'essere riuscito a produrre cloni di topi nel laboratorio ginevrino dove lavorava. Nessuno fu in grado di ripetere quell'esperimento e Illmensee fu sospettato di falsificazione. La vicenda non fu mai chiarita, lui spari' dalla circolazione. E' ricomparso alla facolta' di Ginecologia dell'Universita' di Innsbruck, ma non ha mai rilasciato interviste. I suoi referenti erano i medici della riproduzione Panos Zavos e Severino Antinori con cui collaborava nel campo della clonazione umana. Le promesse erano grandi, i risultati non si sono mai visti o per lo meno non li' dove guarda il mondo scientifico. L'anno scorso Illmensee ha pubblicato qualcosa con Zavos su una rivista che si chiama Arch Androl. Ed e' quella pubblicazione, ormai datata, il riferimento dell'attuale articolo di sintesi, che non aggiunge nulla di nuovo. Esso descrive come si e' svolto l'esperimento: all'uomo della coppia sterile sono state prelevate cellule della pelle, a sua moglie delle cellule uovo. Poi, come e' prassi nella clonazione, e' stato tolto il nucleo con il Dna dalla cellula uovo per inserivi quello della cellula della pelle. Risultato: "Un embrione clonato si e' sviluppato per 60 ore fino allo stadio di quattro cellule". Che non e' niente, tranne la dimostrazione di quanto sia difficile la clonazione umana. L'Universita' di Innsbruck afferma di non avere saputo nulla dell'attivita' del suo collaboratore e quando la cosa e' venuta alla luce lo ha licenziato. E Journal fuer Reproduktionsmedizin?? Esce a Gablitz (localita' turistica vicino a Vienna ndr.) -inusuale per una rivista scientifica. Agli editori il quotidiano tedesco FAZ ha chiesto se ritenessero l'esperimento inventato o degno di considerazione. Non hanno ancora risposto. Tratto da un articolo di Juergen Langenbach pubblicato "Die Presse" del 20 aprile 2007 (traduzione di Rosa a Marca) - Portogallo. Realizzato su un bimbo il primo trapianto con staminali da cordone Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato della Hematos Lda, filiale italiana della Crioestaminal SA, banca privata autologa di cellule staminali da cordone ombelicale della penisola iberica. La Crioestaminal (sito italiano: http://cryo.hematos.com) ha annunciato nei giorni scorsi il primo trapianto realizzato in Portogallo con staminali da sangue da cordone ombelicale conservate in una banca privata. L'operazione è stata realizzata su un bimbo di 14 mesi, a Febbraio di quest'anno, i cui genitori avevano conservato il sangue del fratello attraverso la Crioestaminal. L'Istituto Portoghese di Oncologia fece uso di queste cellule per trattare l'immunodeficienza severa combinata (SCID) di cui era affetto il bambino. Si tratta di un gruppo eterogeneo di patologie rare, caratterizzate da deficienze del sistema immunitario che rende coloro che ne sono affetti più suscettibili ad infezioni gravi, spesso ricorrenti ed eventualmente fatali. La soluzione in questo caso poteva essere un trapianto di midollo o delle staminali da sangue del cordone ombelicale. I genitori del piccolo bambino conservarono le staminali del fratello con Crioestaminal ed in questo momento sono felici di vedere il loro figlio in fase di remissione. A causa del debole sistema immunitario, questo bimbo, originario di Coimbra (nel centro del Portogallo), manifestava episodi ricorrenti di infezioni che vennero inizialmente controllati con antibiotici ed immunoglobuline. La diagnosi finale indicava una riduzione significativa, quasi assenza totale di linfociti CD8 nel sangue, che avrebbe potuto portare al decesso del bambino. Il trapianto è stato realizzato con successo, in contesto eterologo, ovvero a partire dalle cellule di un'altra persona (in questo caso del fratello) ed il bambino ha registrato miglioramenti significativi. Rassegna stampa dei principali quotidiani portoghesi degli ultimi giorni: http://www.oprimeirodejaneiro.pt/?op=artigo&sec=eccbc87e4b5ce2fe28308fd9f2a7baf3&subsec=&id=a067c0505658b8257d8f1f921f4b5a3a http://dn.sapo.pt/2007/06/17/sociedade/transplante_celulas_estaminais_salva.html http://ultimahora.publico.clix.pt/noticia.aspx?id=1296894 http://www.asbeiras.pt/index2.php?area=saudedb&numero=44857&ed=18062007 ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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