====== AVVERTENZE ========================= Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori. Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452 URL: http://www.aduc.it Avvertenze numero 2008-23 del 1 Dicembre 2008 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/ In questo numero: - Editoriale. Liberalizzazioni di Pulcinella. Il caso del pane e del caffe' vietati http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=253 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=253 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=253 - La scheda. IMPIANTI SOLARI: produrre e scambiare energia per risparmiare con il CONTO ENERGIA e lo SCAMBIO SUL POSTO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=241731 - La pulce nell'orecchio. "O CARRETTIERE CHE DAI NERI MONTI... ". OVVERO: PICCOLO OMAGGIO AI MIEI ANTENATI CARRETTIERI http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Il Vaticano dei sabotaggi censurati. Il caso Englaro http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Recesso dalla fideiussione bancaria http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Italia. Il Paese delle irrealizzazioni e' dominato dalla casta padrona o dalla casta cialtrona? http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php - Il Condominio. Il parcheggio in condominio http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php - Gli Articoli ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi & Consumi http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Droghe http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Salute http://www.aduc.it/dyn/salute/ Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Telecomunicazioni http://www.aduc.it/dyn/tlc i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia ------------------------------------------- EDITORIALE Liberalizzazioni di Pulcinella. Il caso del pane e del caffe' vietati Quando il primo decreto Bersani del 2006 divenne legge col n.248 (1), l'art. 4 fu salutato da molti come un importante passo verso la liberalizzazione delle attivita' e degli esercizi commerciali. Nella fattispecie si consentiva che il pane fosse "consumato direttamente nei locali commerciali nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie (e' escluso il servizio assistito di somministrazione)". Nei giorni scorsi il ministero dello Sviluppo Economico, chiamato in causa, ha detto la sua in materia con la risposta n.30382 del 3 ottobre (2). Ha confermato cio' che dice la legge: i prodotti da forno si possono consumare nel luogo di produzione nelle condizioni in cui si trovano alla fine del ciclo produttivo, cosi' come vengono venduti per asporto. Ma il caso di specie riguardava un panificio-torrefazione che somministrava tazzine di caffe' in modo "non-assistito" (macchinette automatiche?): il ministero ha precisato che puo' essere venduto il caffe' torrefatto e tostato, ma non si puo' andare oltre questo stato di manipolazione del prodotto. Il ministero ha ovviamente ragione: l'art. 4 del primo decreto Bersani riguarda il pane e non il caffe' e, quand'anche potesse anche riguardare il caffe' perche' si trattata di un panificio-torrefazione le cui norme potevano essere estese a tutte le produzioni della specifica azienda, il consumo della polvere di caffe' senza che la stessa fosse trattata, risulta di difficile realizzazione oltre che di altrettanto difficile gusto. Dov'e' la lezione di questa vicenda? Che le liberalizzazioni che abbiamo sono da Pulcinella: cioe' sono e nel contempo non-sono. Nella fattispecie si afferma il diritto a consumare un prodotto (pane) nel luogo di produzione, ma poco interessa che questo diritto sia poi impraticabile: il pane, rigidamente senza alcuna forma di companatico, per nostra fortuna e' quasi mai consumato; il caffe', inoltre, non solo e' vietato consumarlo cosi' come il 100% dei consumatori lo consuma, ma e' anche vietato consumarlo in chicchi o polvere... ma -pannicello caldo?- lo si puo' vendere per portarselo a casa. Il fatto che il panificio operasse legalmente anche come torrefazione non e' servito a far riflettere il nostro ministero sull'incongruenza delle leggi e delle norme che, anzi, e' bene che siano e non-siano. Fintanto che il legislatore e chi ci governa non coglieranno il senso e l'importanza di certi processi economici per avvicinare le norme e le leggi ai cittadini, la strada del benessere e della prosperita' restera' solo un discorso sui manifesti delle campagne elettorali. (1) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=153444 (2) http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/noti.php?id=241750 (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo USA / Le allergie proteggono da vari tumori Per quanto fastidiosi siano raffreddore da fieno, allergie alimentari e al pelo animale, eczemi e orticaria, un merito gli va riconosciuto: fanno da scudo a certi tipi di tumore. La valutazione della Cornell University di New York di 646 studi riguardanti malattie allergiche e cancro, dimostra che l'iper-reattivita' del sistema immunitario protegge dal tumore quei tessuti direttamente sottoposti all'influsso ambientale, come pelle, lingua, bocca e gola, stomaco, intestino, utero, collo dell'utero. Non incidono invece su altri tessuti, ad esempio del seno o della prostata. Nella rivista The Quarterly Review of Biology i ricercatori fanno questa ipotesi: la reazione di rigetto del sistema immunitario vale anche anche per i fattori direttamente o indirettamente implicati nei tumori, come le sostanze tossiche. L'ipotesi deriva dalla constatazione che l'organismo delle persone allergiche e' meno oberato di sostanze nocive presenti nell'ambiente. SVEZIA / Vent'anni per avere una casa in affitto Gli Stati scandinavi sono sempre un passo avanti rispetto all'Europa. Lo dimostrano lo studio PISA sull'istruzione o l'Organizzazione internazionale per la trasparenza in economia. Ma non e' tutto oro quel che riluce. Cosi' si scopre che in Svezia il mercato delle locazioni e' piuttosto un disastro. Per poter affittare un appartamento a prezzi ragionevoli a Stoccolma, capita di dover aspettare dai sei ai venti anni a seconda della zona. Il fatto e' che dal 1970 lo Stato ha assunto un peso crescente nel mercato degli affitti. Il bruksvaerdesystem da' all'inquilino il diritto di parola, e il settore privato e' legato ai prezzi stabiliti nel mercato abitativo pubblico. Con il passare degli anni lo Stato ha ridotto le risorse disponibili, i privati sono sempre meno interessati a investire in un settore con i prezzi tenuti artificiosamente bassi, e cosi' l'unico a guadagnarci e' il mercato nero. GERMANIA / L'87% degli incidenti stradali e' causato da un errore umano Un tempo, tra le cause d'incidente stradale c'era spesso una gomma scoppiata o un difetto ai freni. Oggi, queste panne tecniche sono rare perche' i veicoli sono dotati sempre piu' di buoni sistemi di sicurezza: dall'airbag all'assistente idraulico ai freni, al controllo dell'angolo morto. Quando si verifica un incidente, nell'87% dei casi la causa e' dunque un errore umano, dice il rapporto sui sinistri del 2007 dell'Ufficio statistico federale. E in primo luogo alcol e sopravvalutazione delle proprie capacita' di guida. Ma gli esperti fanno notare quanto sia importante anche lo stato d'animo dell'automobilista, circostanza che ha molto a che vedere con stress, salute, emotivita' -situazioni responsabili di ridurre in modo drastico concentrazione e reattivita'. U.E. / Italiani i piu' longevi, nonostante la bassa spesa per l'assistenza agli anziani Italia in pole position per longevita', ma niente primo posto per il numero di anni vissuti in buone condizioni di salute: i nostri anziani, infatti, hanno un alto carico di malattie, cardiovascolari, a osteoarticolari, demenze, cio' significa che la loro qualita' di vita non e' tra le migliori. Risulta dallo studio della rivista Lancet sulla longevita' dei 25 paesi dell'Unione, condotto da Carol Jagger e Francesco Moscone dell'Universita' di Leicester. Francia, Italia e Spagna hanno l'aspettativa di vita piu' lunga, 85 anni o piu' tra le donne; sempre Italia e Francia, insieme alla Svezia, hanno il primato per gli uomini, attorno agli 80 anni. Ma per il numero di anni vissuti in buone condizioni di salute, l'Italia lascia il primato alla Danimarca, sia per gli uomini (23,6 anni che in media restano da vivere in salute dopo i 50 anni), sia per le donne (24,1). 'Dallo studio si vede anche un altro dato molto significativo e preoccupante - commenta Roberto Bernabei, presidente della Societa' Italiana di Gerontologia e Geriatria - noi spendiamo pochissimo del nostro PIL per l'assistenza agli anziani, solo lo 0,12%, meno della Lettonia (0,14%), la Svezia spende il 2,57%'. ITALIA / Al Sud e nel Lazio la degenza ospedaliera dura di piu' Gli abitanti di Lanusei, in Sardegna, rimangono ricoverati in ospedale circa il 40% in piu' rispetto alla media degli italiani. I cittadini di Pistoia, invece, sono circa il 30% in meno sotto la media. Un'indagine del gruppo di lavoro Era 2008 (a cui partecipano Istat, Universita' di Tor Vergata, Iss, ministero del Welfare) ha analizzato 12 milioni di schede di dimissioni dagli ospedali italiani ed hanno delineato l'atlante del rischio ospedalizzazione. Il dato generale che viene alla luce e' che le degenze ospedaliere nel Sud e nel Lazio durano di piu', rispetto al Nord e regioni del Centro. Una regione meridionale sotto la media e' la Basilicata. In totale le giornate di degenza ogni anno sono 52 milioni, quasi una per ogni italiano. U.E. / I giocattoli cinesi non sono ancora sicuri I prodotti fabbricati in Cina, soprattutto i giocattoli, non sono ancora sicuri nonostante i controlli delle autorita' cinesi. Lo ha deplorato la Commissione europea nella riunione Ue-Cina-Usa che si e' tenuta a Bruxelles il 17 novembre. "Il mercato cinese non e' ancora all'altezza delle nostre aspettative in materia di sicurezza dei prodotti per i consumatori", ha detto la commissaria Meglena Kuneva. "Ci sono continui ritiri di prodotti", ha aggiunto, annoverando mobili, capi di vestiario, calzature, giocattoli, apparecchi elettrodomestici. ITALIA / Condoni bocciati dalla Corte dei conti: molti li chiedono, ma un quinto non paga La Corte dei Conti boccia il condono varato dal governo Berlusconi nel 2003-2004 sottolineando come dai 26 miliardi di gettito dovuto manchino all'appello 5,2 miliardi, che non sono stati versati neppure dopo l'iscrizione a ruolo e l'emissione della cartelle esattoriali. Nella sua relazione su risultati e costi del condono, del concordato e delle sanatorie fiscali, la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato osserva che "il successo quantitativo del condono, pur notevole, appare ridimensionato, non solo dai costi amministrativi e di opportunità che ha comportato, ma anche e soprattutto dal fatto che ben 5,2 miliardi dei 26 miliardi dichiarati come dovuti dai condonati non sono poi stati versati neppure dopo l'iscrizione a ruolo e la notifica delle relative cartelle di pagamento". ITALIA / Scrambler: la terapia che annulla il dolore Combattere il dolore cronico, di tipo oncologico o neuropatico, e' oggi possibile grazie alla 'Scrambler therapy': un innovativo sistema di neuroni artificiali, attraverso semplici elettrodi di superficie, che inviano al sistema nervoso l'input di 'non dolore', sovrapponendosi al segnale di sofferenza e sopprimendolo. L'apparecchio, brevettato dal bioingegnere Giuseppe Marineo, e' stato presentato al Parco biomedico San Raffaele di Castel Romano, una Fondazione nata nel 2002 con lo scopo di creare un polo strategico di ricerca integrata nel campo della medicina rigenerativa. FRANCIA / Si' alla scelta d'andare in pensione a 70 anni La maggioranza del Senato ha dato il via libera all'articolo del progetto di legge della Sécu 2009, che da' la possibilita' ai dipendenti del settore privato di lavorare fino a settant'anni. L'articolo approvato sopprime la pensione obbligatoria a 65 anni, e permette ai lavoratori di restare al loro posto per altri cinque "a condizione d'aver espresso per tempo l'intenzione al datore di lavoro ". Dal 2009, ogni anno le aziende dovranno informarsi presso i loro dipendenti di 65 anni e piu', se vogliono restare ancora al lavoro l'anno seguente. Resta in piedi l'eta' legale del pensionamento a 60 anni, purche' siano stati versati tutti i contributi. FRANCIA / Confronto sui costi dell'acqua potabile L'acqua, risorsa vitale raramente adatta al consumo senza trattamenti, ha un costo: a Parigi e' di 2,81 euro al metro cubo, il piu' basso dell'Ile-de-France, dice l'amministrazione comunale. In molti Comuni le tariffe s'aggirano sui 4-5 euro. Secondo un'indagine di NUS Consulting, i francesi, con un prezzo medio di 3,01 euro a mc, sono quinti nell'Ue per convenienza, dietro a Finlandia, Svezia, Spagna, Italia. In quanto a distribuzione, il prezzo e' il piu' basso dell'Ue dopo quello d'Italia, Spagna e Finlandia. La federazione delle aziende idriche rileva che la bolletta incide per lo 0,8% sul bilancio famigliare, somma cosi' ripartita: 17% la distribuzione; l'82% i costi fissi (20% la produzione; 32% la potabilizzazione; 30% tasse e canoni vari). ITALIA / Incidenti stradali: 14 morti al giorno, ma nel 2007 c'e' stato un calo Nel 2007 per gli incidenti sulle strade italiane ogni giorno sono morte 14 persone e 893 sono rimaste ferite, anche gravemente: una strage, anche se rispetto ai trend degli anni precedenti qualcosa sembra cambiare. Secondo il rapporto Aci-Istat, infatti, in Italia dal 2006 i morti sull'asfalto sono diminuiti del 9,5%, i feriti del 2,1% ed i sinistri del 3%: percentuali in controtendenza sulle medie europee, che per lo stesso 2007 ha fatto segnare un aumento del 10% dei morti e del 17% degli incidenti. AUSTRIA / Relax: il fine settimana importante piu' delle ferie Le persone riposate sono piu' efficienti e creative nel lavoro, aiutano i colleghi e hanno piu' iniziativa. Lo sostiene la psicologa Carmen Binnewies dell'Universita' Johannes Gutenberg di Vienna, che ha studiato empiricamente quest'aspetto del lavoro. Cio' che conta per una buona prestazione lavorativa e' la regolarita' del rilassamento, ossia le pause quotidiane e soprattutto il fine settimana. "Il weekend consente di recuperare le attivita' trascurate nella settimana e da' modo di ricaricare le forze. Se non accade, le conseguenze negative si spalmano sui giorni successivi". Invece, le tanto sospirate ferie sono meno importanti da questo punto di vista. "Il beneficio delle vacanze puo' durare al massimo per un mese, non importa quanto siano state lunghe", conclude l'autrice dello studio. ITALIA / Il nome di battesimo si puo' cambiare se e' veramente ridicolo Il nome di battesimo si puo' cambiare se e' veramente ridicolo. Con questa motivazione il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Annuccio, che avendo chiesto alla Prefettura (come impone la legge) il cambio in Antonello, aveva ottenuto un diniego. Da qui il ricorso in Consiglio di Stato che ha comunque sottolineato che il cambio nome non e' un diritto, ma si puo' concedere solo in casi straordinari: nome vergognoso o ridicolo. ITALIA / Acqua. Corte dei conti Calabria: se il cittadino non paga il comune puo' interrompere il servizio I comuni sono comunque tenuti alla riscossione dei canoni dell'acqua, come qualunque altra entrata, e se il cittadino continuasse a non pagare puo' anche ricorrere alla sospensione del servizio. E' cio' che ha sancito la Corte dei conti Calabria in risposta al quesito del comune di Tiriolo, che voleva avere conferma delle legittimita' del proprio regolamento. Quindi, se il cittadino non pagasse, in ultima istanza, il comune deve interrompere il servizio, altrimenti verrebbe meno al principio di sana gestione. Questo anche se trattasi di servizio essenziale come l'acqua. ITALIA / Cartella esattoriale sempre nulla se notificata al vecchio indirizzo E' sempre non valida la notifica della cartella esattoriale avvenuta al vecchio indirizzo. La Corte costituzionale aveva sancito nel 2003 l'illegittimita' della norma che rendeva valida la notifica della cartella effettuata entro 60 giorni dal cambio residenza. Ora la Cassazione ha stabilito che tale illegittimita' vale anche per i procedimenti che erano gia' in corso al momento della decisione della Corte costituzionale. U.E. / 'Primato' delle banche italiane, con 182 euro hanno i conti corrente piu' cari Con un costo medio di 182 euro, i conti correnti italiani sono i piu' cari d'Europa, superiori a quelli della Germania (161 euro), della Francia (100 euro), del Regno Unito (40 euro) e dell'Olanda (34 euro). E' quanto emerge dal rapporto sulla 'Competitivita' del Sistema Italia' basato sui dati dell'Economist intelligence unit. 'Il valore italiano - sottolinea il Rapporto - e' il piu' elevato' d'Europa 'e la situazione non e' migliore quando si passa ad analizzare le condizioni e i costi delle imprese. Il costo degli interessi passivi, infatti, per gli imprenditori italiani e' in media piu' elevato rispetto a quello sostenuto dagli imprenditori in area euro'. Per l'Economist, 'i costi dell'attivita' bancaria in Italia sono piu' alti che altrove per ragioni in parte di natura contingente', come il problema della sicurezza: il 50% delle rapine in banca di tutta Europa, scrive il rapporto, avviene in Italia. Ma secondo un'indagine del Fondo monetario internazionale, osserva ancora lo studio del centro di ricerca dell'Economist, anche al netto di tali fattori il costo del servizio bancario in Italia resterebbe comunque mediamente piu' alto che nel resto d'Europa del 13%. G.BRETAGNA / Il governo britannico taglia l'Iva dal 17,5 al 15% Il governo britannico taglia l'Iva dal 17,5 al 15% nell'ambito del piano di misure anti-crisi. Con questa misura il Regno Unito diventa il Paese europeo con l'Imposta sul valore aggiunto piu' bassa. MONDO / Truffe online: fatturato da sei miliardi di euro 70 mila inserzionisti e 44 milioni di messaggi relativi a informazioni sensibili (numeri di carte di credito e di conti bancari). E' quanto ha appurato un'indagine di Symantec, azienda attiva nella sicurezza informatica, che per un anno ha 'frequentato' i luoghi segreti dell'economia 'nera' di Internet. La stima sugli affari truffaldini di questo sottobosco e' impressionante: 6 miliardi di euro. SPAGNA / Nel 2009 patrimonio dei ministri in Gazzetta ufficiale Il Governo s'impegna ad approvare entro quattro mesi il decreto necessario perche' ministri e segretari di Stato pubblichino il loro patrimonio su Boletin Oficial del Estado. Questa norma era una promessa elettorale del partito socialista (PSOE), ma la sua applicazione dipendeva da un decreto che sarebbe dovuto essere votato entro ottobre 2006. Poiche' cosi' non e' stato, la promessa e' divenuta carta straccia. Ora, un emendamento di Iniciativa per Catalunya, votato il 25 novembre, stabilisce che una volta approvato il decreto, sara' fissata una scadenza entro cui i membri del Governo formalizzeranno la loro dichiarazione patrimoniale. EUROPA / Rumeni emigrati campioni del 'risparmio a distanza' I rumeni emigrati sono campioni europei del "risparmio a distanza", come dimostrano i trasferimenti di soldi da Italia e Spagna. Quest'anno spediranno nel loro Paese una somma equivalente a 7,2 miliardi di euro, quasi un terzo in piu' rispetto al 2007. La Banca Mondiale situa la Romania all'ottavo posto della graduatoria degli Stati per volume di "rimesse", e cio' significa una bella sforbiciata al suo deficit statale. Per l'anno prossimo si teme un gettito inferiore poiche' la congiuntura potrebbe costringere molti a rientrare. I polacchi sono piu' "spilorci". Pur essendo due milioni i lavoratori all'estero -circa lo stesso numero dei rumeni- hanno inviato in patria "solo" 4,1 miliardi di euro. E' vero che molti portano i soldi in contanti quando tornano in visita a casa -ma lo stesso vale per i rumeni. Gli slovacchi emigrano soprattutto in Austria, R.Ceca e Ungheria, e quest'anno dovrebbero trasferire da 1,2 a 1,3 miliardi di euro. Infine gli ungheresi: i loro risparmi sono molto modesti, sia per la minore mobilita' dei magiari sia perche' molti sono lavoratori transfrontalieri giornalieri in Austria. ITALIA / Cgia: pressione fiscale in aumento, nel 2009 sara' del 43% La pressione fiscale in Italia e' cresciuta tra il 2005 e il 2007 del 2,8%, mentre quest'anno dovrebbe registrare un leggero calo per poi risalire nel 2009 sopra il 43%. Lo sostiene l'associazione artigiani Cgia di Mestre (Venezia) con un'analisi sviluppata da proprio centro studi. Se la pressione fiscale nel 2005 toccava la soglia del 40,5%, l'anno successivo si e' attestata al 42,1%, nel 2007 ha raggiunto il picco massimo del 43,3% e per quest'anno, secondo le previsioni del Dpef, calera' leggermente e si posizionera' al 42,8% per ritornare al 43% nel 2009. USA / Coppia omosessuale puo' adottare due bambini In Florida, per la prima volta un magistrato ha autorizzato una coppia gay ad adottare bambini. "Non ci sono motivi ragionevoli per impedire l'adozione agli omosessuali" ha sentenziato Cindy Lederman, secondo quanto riferisce Sun Sentinel. I due uomini potranno cosi' adottare i due fratellini di 4 e 8 anni che gia' vivono con loro da quattro anni. "E' una buona famiglia, i bambini hanno diritto alla stabilita'", ha detto la giudice. La sentenza scavalca la legge della Florida che dal 1977 proibisce l'adozione da parte di omosessuali. Una legge incostituzionale, secondo Lederman. E' probabile che ora se ne debba occupare l'Alta Corte. GERMANIA / Corte costituzionale rafforza i diritti dei consumatori Se un cliente ottiene la sostituzione di un apparecchio difettoso, il venditore non puo' chiedergli dei soldi perche' per un certo tempo ha usato il primo apparecchio. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale (BGH) con una sentenza che da' definitivamente ragione all'associazione dei consumatori vzbv e irrobustisce i diritti dei consumatori. Gia' la Corte di giustizia europea di Lussemburgo aveva sentenziato, nell'aprile 2008, che la legge tedesca contrastava con le direttive europee in materia di diritti dei consumatori. ITALIA / Niente caffe' caldo nella torrefazione L’attività artigiana di panificazione autorizzata anche alla produzione di caffe' (tostatura e torrefazione) non puo' consentire il consumo sul posto di bevande ad esclusiva base di caffe'. Di conseguenza l'esercente autorizzato a vendere il caffè torrefatto e tostato, non puo' andare oltre detto stadio nella manipolazione del prodotto. Pertanto il consumo sul posto di “bevande ad esclusiva base di caffè”, pur preparate dal soggetto in questione, non è ammissibile. E' la sintesi del parere del ministero dello Sviluppo economico a chiarimento dell’art. 4, comma 2 bis, della legge 4 agosto 2006, n. 248 (legge Bersani), che prevedeva: “E’ comunque consentita ai titolari di impianti (..) l’attività di vendita dei prodotti di propria produzione per il consumo immediato, utilizzando i locali e gli arredi dell’azienda con l’esclusione del servizio assistito di somministrazione e con l’osservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie”. La motivazione al divieto data dal ministero e' che il caffe' in bevanda non era tra i prodotti vendibili dall’artigiano legittimato dalla tostatura alla torrefazione. Quindi, niente somministrazione immediata. GERMANIA / Raggiunto in anticipo l'obiettivo di Kyoto Successo tedesco nella lotta per la salvaguardia del clima. Con quattro anni d'anticipo, la Germania ha centrato l'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto giacche' le emissioni nocive oggi sono inferiori del 22,4% rispetto al 1990. Anzi, l'impegno preso nel 1997 dal Governo prevedeva per il 2012 una riduzione del 21%. I motivi della riduzione, insieme all'inverno mite 2006/2007, sono le fonti d'energia rinnovabile e il minor consumo privato, sia come riscaldamento domestico sia nel trasporto stradale. Ma il rapporto governativo contiene anche un dato negativo: i Co2 delle centrali elettriche. Causa il rincaro del gas, le centrali hanno utilizzato soprattutto carbone e carbon fossile, che notoriamente rilasciano piu' Co2. Inoltre, nel 2007 hanno chiuso cinque impianti nucleari, in parte sostituiti da centrali a carbone. Per l'anno prossimo gli esperti prevedono un rialzo delle emissioni, dovuto soprattutto al gasolio che e' tornato a essere meno caro. MONDO / Presenza di metalli pesanti nel vino La maggior parte dei vini venduti nel mondo contiene dosi eccessive di metalli pesanti, indica una ricerca inglese pubblicata recentemente da Chemistry Central Journal. I due autori, della Kingston University di Londra, hanno analizzato i vini di sedici Paesi. E hanno scoperto che solo gli argentini, i brasiliani e gli italiani hanno concentrazioni molto basse di metalli pesanti. Quelli francesi non si sono classificati bene, seguiti, in ordine decrescente, da Austria, Spagna, Germania e Portogallo. I peggiori, ossia con il tasso piu' alto, sono i vini ungheresi e slovacchi. U.E. / La concorrenza tra aziende farmaceutiche non funziona: ostacolata la diffusione dei generici In Europa la concorrenza tra aziende farmaceutiche non funziona correttamente. In particolare, sono le societa' che producono medicinali generici a essere maggiormente ostacolate, con ritardi fino a quattro mesi per riuscire a immettere sul mercato i loro prodotti. E' il dato principale che emerge da una relazione preliminare sull'indagine avviata dalla Commissione europea a gennaio 2008 per capire perche' sul mercato fosse giunto un numero minore di nuovi farmaci e le ragioni per cui, in alcuni casi, i generici entrano in commercio in ritardo. I dati provvisori sono stati presentati a Bruxelles mentre la relazione finale, che terra' conto delle indicazioni ricevute durante una serie di consultazioni pubbliche, e' prevista per la primavera del 2009. ITALIA / Case: nel 2008 compravendite a meno 20%, prezzi a meno 1%, sofferenze raddoppiate Secondo il rapporto sul mercato immobiliare di Nomisma nel primo semestre 2008 le compravendite di immobili sono calate del 14% ed entro fine anno il settore perdera' 24 miliardi di giro d'affari, pari a 160 mila case vendute in meno (-20%), tornando ai livelli del 2000/2001. I prezzi nei primi sei mesi del 2008 sono calati per la prima volta dopo 11 anni, sebbene in una percentuale contenuta (-1%, considerando l'inflazione il calo reale dei prezzi e' stimabile attorno al 2,5%) rispetto al resto del mondo (-16% negli Stati Uniti, -15% in Inghilterra). Il rapporto lancia segnali preoccupanti sulla solvibilita' del mercato. Nel 2008 le sofferenze sui mutui in essere arriveranno a circa 7 miliardi su un mercato residenziale da 120 miliardi (5,5%). L'ascesa e' netta: nel 2006 le sofferenze ammontavano a 3,9 miliardi, nel primo semestre 2007 erano gia' passate a 4,6 miliardi per arrivare a fine 2007 a quota 5,1 miliardi e ancora a 5,6 miliardi al 30 giugno 2008. USA / Saldi iniziati con un morto: dipendente negozio travolto dalla folla La frenesia dei saldi mista alla crisi economica che ha messo in ginocchio gli Stati Uniti puo' uccidere. E' quando e' accaduto a Valley Stream, un sobborgo di New York, dove un dipendente della catena a basso costo Wal-Mart e' morto travolto dalla folla. Come riferisce il New York Times erano le 4,55 del mattino, cinque minuti prima dell'apertura, quando circa 2.000 persone assiepate dietro l'ingresso del supermercato hanno sfondato i cancelli e travolto il 34enne Jdimypai Damour, originario della Giamaica, con un impiego temporaneo. Oggi negli Usa e' iniziato il cosiddetto 'Black Friday', il giorno dopo il Thanksgiving in cui tradizionalmente iniziano i saldi in vista del natale. I clienti di Wal-Mart incuranti di aver travolto l'uomo hanno anche ostacolato l'intervento dei colleghi spingendoli via in malo modo pur di precipitarsi agli scaffali alla ricerca di un buon affare. La gente ha continuato a precipitarsi dentro il negozio a fare shopping anche dopo l'arrivo dell'ambulanza e della polizia. Gli agenti hanno riferito che nella calca altri tre clienti di Wal-Mart sono rimasti feriti. Tra questi una giovane mamma incinta di 8 mesi ricoverata in ospedale per accertamenti. ------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA Comune e Asl divulgano dati riservati dei cittadini a fini commerciali? Dopo il ricorso in Tribunale, il Garante della Privacy fa marcia indietro Per avere giustizia dal Garante della Privacy e’ necessario pagarsi degli avvocati e rivolgersi alla magistratura ordinaria? Questo viene da pensare nella vicenda di Pietro Moretti che, un anno fa, ha ricevuto due lettere promozionali presso la propria residenza da parte dell'Istituto San Gregorio, un istituto religioso che lo stesso disconosceva, e al quale non aveva mai fornito i nomi e le date di nascita delle proprie figlie in eta' prescolare. Era pero’ del tutto evidente che solo il Comune di Firenze o la Asl poteva aver fornito al San Gregorio la residenza anagrafica (recentemente cambiata) e il numero di figli nella famiglia Moretti (due, di cui una nata poche settimane prima). Pur avendo chiesto a San Gregorio da chi fossero stati forniti i dati in questione, Moretti non aveva ottenuto alcuna risposta in violazione del Codice della Privacy. Per questo, si era rivolto al Garante per ottenere il rispetto dei suoi diritti e le indagini del caso ma purtroppo, pur essendosi visto riconoscere parte delle spese sostenute per il ricorso stesso, non aveva ottenuto granche', perche' il Garante aveva concluso il procedimento senza applicare sanzioni. E cosi’ il Sig. Moretti si e’ trovato senza le informazioni che la legge gli riconosce, e senza che la violazione fosse punita. Con i legali dell’Aduc Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci, Moretti e’ stato quindi costretto a rivolgersi al Tribunale di Firenze, impugnando il provvedimento del Garante. Il giudice si pronuncera' il prossimo 24 novembre. Ebbene, cosa fa oggi il Garante? Ci fa pervenire per conoscenza una raccomandata a/r destinata all'Istituto San Gregorio, nella quale avverte che intende aprire una autonomo procedimento di contestazione della violazione amministrativa (art. 161 del Codice della Privacy): “Si rappresenta invece che dalla documentazione in atti non risulta essere stata fornita alcuna prova dell'avvenuto adempimento dell'obbligo di rendere l'informativa al Sig. Pietro Moretti”. Insomma, il Garante, visto il ricorso alla giustizia ordinaria che quasi certamente gli dara’ torto, sembra aver fatto marcia indietro riaprendo il caso. Era proprio necessario che il Sig. Moretti ricorresse a un giudice civile affiche' il Garante finalmente si "svegliasse" di fronte alla patente violazione del diritto alla riservatezza? E’ necessario che per far fare al Garante il proprio lavoro, ci si debba avvalere di un avvocato quando invece questo istituto ha come funzione proprio quella di evitare al cittadino il ricorso alla giustizia ordinaria? Se questo e' il Garante della Privacy, se questo fa e soprattutto se questo non fa, non ci resta che sperare nella giustizia civile, che dia un senso e riempia la normativa sulla Privacy, ad oggi e nel caso di specie, lettera morta. Quello che chiediamo e’ che siano applicate le sanzioni previste dalla legge non solo per la violazione commessa dal San Gregorio, ma anche, e soprattutto, per sapere chi nella Pubblica Amministrazione divulga illegalmente i dati riservati dei cittadini a fini commerciali. Non ci sembra di pretendere troppo. Testamento biologico. Verso l'abrogazione per legge ordinaria dell'articolo 32 della Costituzione E' ormai scontato che vi sara' l'abrogazione per legge ordinaria dell'articolo 32 della Costituzione. A questo servira' la legge sul testamento biologico, prima osteggiata e ora fortemente voluta dalla gran parte dei parlamentari di ogni schieramento politico, su pressanti richieste della Chiesa cattolica romana. Per molti anni venturi, prima che la Corte Costituzionale la dichiari incostituzionale, questa legge impedira' l'esercizio di diritti e liberta' fondamentali protetti dalla Carta fondamentale. Si potranno scegliere si' anticipatamente le terapie a cui sottoporsi in caso di sopravvenuta incapacita' a causa di una malattia incurabile, ma queste scelte non avranno valore qualora vi sia rischio di morte. In altre parole, non potremo decidere se essere sottoposti o meno all'alimentazione e alla nutrizione artificiale, alla respirazione meccanica o alle manovre di rianimazione, a trasfusioni salvavita, trapianti, interventi chirurgici urgenti, etc. Insomma, non sara' piu' possibile rifiutare il prolungamento artificiale dell'agonia. Questo perche', ci viene spiegato con insistenza, la nostra vita e il nostro corpo non ci appartengono. Essi appartengono a Dio, rappresentato in Italia dal Vaticano. Poco importa che numerosi sondaggi e indagini scientifiche abbiano rilevato maggioranze enormi non gia' a favore della famiglia Englaro (81%) o di Piergiorgio Welby (64%), ma persino della legalizzazione dell'eutanasia attiva (74%). (1) E' con profondo dolore e tristezza che ci rassegniamo all'inevitabile, vista la compattezza della maggioranza e il silenzio dell'opposizione, in buona parte schierata con la maggioranza. Il processo politico e' ormai cosi' distante dai cittadini, che ci pare del tutto inutile tentare di parteciparvi. Cominciamo invece ad attrezzarci da subito per la lunga battaglia giudiziaria che perseguiremo dal giorno stesso in cui questa legge verra' approvata. Nota (1) Sondaggio Swg su Eluana Englaro: http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=226982 Sondaggio Ipr Marketing su Piergiorgio Welby: http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=162613 Sondaggio Eurispes sulla legalizzazione dell'eutanasia attiva: http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=167888 Tutti i sondaggi: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=sondaggio+eutanasia+italiani&tipo= Recessione e crescita nel Governo Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=240485 Tarsu. Gli eterni interessi di mora. Come opporsi Nella Provincia di Lecce diverse persone ci hanno segnalato che, in questi giorni, stanno ricevendo un avviso di accertamento relativo al pagamento della TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) per gli anni passati. Spesso si tratta di importi ingenti, qualcuno si è visto recapitare avvisi per € 20.000,00!!! Vista la delicatezza della questione è importante fare chiarezza. La TARSU viene richiesta sulla base di parametri previsti dalla legge (d.lgs n. 507/93) e dai regolamenti comunali. Essa presuppone l’invio, al Comune competente, di una dichiarazione (c.d. denuncia) su modulo prestampato con la quale si informa l’ente di aver preso possesso di un dato immobile, riportando sulla stessa tutte le informazioni richieste. Questa dichiarazione deve essere consegnata (o inviata) agli uffici competenti entro il 20 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è preso possesso dell’immobile. L’incompleta o omessa denuncia comportano l’irrogazione di una sanzione. L’avviso di accertamento è l’atto con il quale il Comune contesta ai cittadini il mancato o insufficiente pagamento di una tassa, nel nostro caso della TARSU. Esso deve essere portato a conoscenza dell’interessato attraverso notifica, anche a mezzo del servizio postale, deve essere debitamente motivato e contenere una serie di informazioni, quali ad esempio l’indicazione dell’organo e della tempistica per presentare ricorso. Una volta trascorsi 60 giorni dalla sua notifica, se non è stato presentato ricorso, l’avviso di accertamento diviene definitivo e deve essere trasmesso all’esattore per il recupero delle somme in esso contenute. Allo stato attuale, anche in considerazione delle norme contenute nella Finanziaria 2007, il Comune può richiedere le somme per la TARSU relativa agli anni 2002 e seguenti. E’ dubbio se in caso di omessa denuncia il Comune possa irrogare la sanzione per ogni anno in cui la stessa non è fatta o solo per il primo anno in cui si è tenuti a farla. Questo è un punto sul quale potrebbe farsi un ricorso per pagare il giusto dovuto. Considerato quanto detto non è il caso di ignorare l’avviso di accertamento. Chi volesse ulteriori informazioni può rivolgersi al nostro sportello (in Lecce alla via di Porcigliano n. 46) o scrivere sul nostro sito per ulteriori chiarimenti. La nostra sede di Lecce è aperta ogni lunedì dalle 16 alle 19, gli altri giorni previo appuntamento. Per altre informazioni a.gallucci@aduc.it o www.aduc.it. Roma. Dpef comunale. E la pertecipazione? Lettera al Sindaco Sul mancato coinvolgimento dei cittadini alla elaborazione del Dpef del comune di Roma, il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, ha inviato una lettera al sindaco, Gianni Alemanno. Ecco il testo. Signor Sindaco, come Le e' noto il documento di programmazione economica e finanziaria comunale (Dpef) e' il contenuto tecnico ed operativo dei comportamenti futuri dell'amministrazione capitolina in merito alla propria economia e alle proprie finanze. Un documento programmatorio pluriennale importante che, ovviamente, interessa i cittadini da Lei amministrati. "Il coinvolgimento attivo e consapevole dei cittadini nei momenti decisionali... costituisce una delle componenti di un efficace sistema di governo dei servizi." Cosi recita il portale Internet del Comune di Roma nella sezione "Cittadini, diritti e partecipazione". Purtroppo, dobbiamo constatare, che alla parole non seguono i fatti. Il Dpef non e' a conoscenza dei cittadini romani. Passi che tale documento non e' stato portato a conoscenza delle associazioni di consumatori e utenti, che, vorrei ricordare, presentarono ai candidati sindaci, Lei compreso, un corposo documento di "Analisi e proposte", che spaziava dall'urbanistica ai trasporti, dall'immigrazione alla sicurezza, dall'area metropolitana all'ambiente, dalla trasparenza amministrativa alla certezza del diritto, ecc., ma la proposta del documento programmatorio (Dpef) non e' presente sul sito Internet del comune (come fa la Regione Lazio) ne' e' disponibile in versione cartacea. Come si puo' sollecitare la partecipazione civica se non si mettono in atto misure che consentano a tutti di essere partecipi della vita cittadina? Prima che il Dpef sia approvato dalla Giunta e dal Consiglio comunale, sarebbe opportuno consentire a tutti i cittadini romani di esprimere valutazioni e proposte. Antitrust. Tim-Telecom non puo' richiedere il pagamento per i collegamenti a Internet da cellulare contestati dagli utenti Tim-Telecom Italia dovra' sospendere l'attivita' di recupero crediti verso quei clienti che hanno ricevuto addebiti macroscopici dovuti a collegamenti Internet da cellulare. Lo ha deciso l'Antitrust a seguito delle molte segnalazioni degli utenti che lamentavano l'impossibilita' di conoscere i consumi effettuati in tempo reale, cio' ha comportato lo sforamento delle soglie massime previste dal contratto e l'addebito in fattura o la sottrazione dal credito prepagato di somme ingenti. Le offerte coinvolte nell'istruttoria Antitrust sono Maxxi Alice Facile, Tutto Relax Internet, Alice Mobile Data Kit Compreso, Maxxi Alice 100. Agli utenti Tim che ancora non l'avessero fatto, consigliamo di ufficializzare tramite raccomandata ar di messa in mora la contestazione degli addebiti. Infatti, il divieto di recupero crediti imposto dall'Antitrust vale solo per i clienti che hanno proposto reclamo scritto. Vista la situazione, e' probabile che Tim sposti le sue 'attenzioni' proprio nei confronti di chi ha contestato l'addebito solo telefonicamente. A questo link un apposito modulo http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=210364 Qui alcune delle molte segnalazioni che abbiamo ricevuto dagli utenti: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=maxxi&tipo= http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=alice+mobile+dati&tipo= Rsa (case di riposo), sentenza Tar Toscana: il Comune di Firenze sbaglia i conti e deve rimborsare fino a 28 milioni di euro Arriva la stangata del TAR sulla sanità fiorentina. Il Comune dal 2001 a oggi ha applicato un calcolo illegittimo alle rette per il ricovero degli anziani (Rsa, residenze sanitarie assistenziali). Secondo la sentenza del TAR, in risposta a un ricorso dell'Aduc, non si devono prendere in considerazione i redditi dei parenti, ma quello del solo assistito. La sentenza e' retroattiva e comporta al Comune di Firenze un risarcimento di circa 28 milioni di euro dal 2001 a oggi. Non solo, ma c'e' da rivedere la proiezione per gli anni a venire. Mentre prima il Comune contava di spendere circa 1 milione e mezzo all'anno, facendo gravare il resto della spesa sui parenti degli anziani ospitati dalle RSA, adesso deve trovarne altri 4 per ogni anno dal 2009. La sentenza e' destinata a ripercuotersi su tutta la Regione. Infatti sono molti i Comuni della Toscana che, utilizzando il modello fiorentino, rischiano seriamente di dover rivedere i propri conti, con conseguente rimborso per il passato e aumento di spesa per il futuro. Non solo, gia' il Tar della Lombardia aveva dichiarato illegittimi simili regolamenti comunali. Mentre sono in attesa i responsi dei TAR della Sardegna e dell'Emilia-Romagna. Si spera che, a seguito di questa sentenza, non capiti piu' che un'invalida ricoverata in una RSA di Firenze, a fronte di un reddito di 8.756,25 euro abbia dovuto spendere in un anno 14.220 euro, soltanto perche' il padre percepisce anch'egli una pensione. Chi si e' trovato a pagare indebitamente somme alle Rsa fiorentine, puo' oggi procedere con una richiesta di rimborso di tutte le somme pagate nel corso degli ultimi sette anni, invocando, oltre alla legge, anche la sentenza in questione che detta l'orientamento toscano, e in particolare dichiara illegittimo l'operato del comune di Firenze. Questo il modulo da utilizzare: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=132656 Per i dettagli sulla vicenda: http://www.aduc.it/dyn/rsa Qui il testo della sentenza: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20081117-rsa-tar-toscana.pdf Il dito di Bossi, le corna e le carinerie di Berlusconi e il 5 in condotta. Lettera aperta al ministro dell'Istruzione Gelmini: come pretendere che gli studenti... "Il punto su cui mi soffermo e' quello relativo alla reintroduzione della valutazione del comportamento degli alunni e delle alunne delle scuole, con l'innovazione del voto in decimi: la segnalazione di una condotta inammissibile e' attribuita al voto 5/10". Cosi' inizia la lettera aperta di Annapaola Laldi, collaboratrice dell'Aduc che ogni quindici giorni approfondisce tematiche su comportamento e cultura degli utenti e consumatori nella rubrica "La Pulce nell'Orecchio". E prosegue: "sono d'accordo che vi sia necessita' e urgenza di richiamare anche la componente studentesca al rispetto serio, profondo, convinto della civile convivenza, nella consapevolezza che a ogni diritto corrisponde un uguale dovere". La domanda al ministro e': "e' possibile chiedere ai soggetti che si trovano nella fascia d'eta' compresa fra 11/19 anni questo giustissimo rigore su una cosa cosi' importante come il rispetto della civile convivenza, in parole ed opere, se non proprio in pensieri, senza che, da parte degli adulti vi sia un pari, se non maggiore, rigore nelle loro parole ed azioni, soprattutto quando esse siano manifestate di fronte a un uditorio che, anche solo presumibilmente, comprenda bambini/e e ragazzi/e?" "Purtroppo constato che tale rispetto viene sempre piu' calpestato anche da eminenti personalita' che addirittura ricoprono cariche istituzionali, e chehannoun'enorme responsabilita' anche nel fornire uno stile di comportamento, che non puo' non causare generale imitazione,specialmente fra i più giovani -o quanto meno creare degli alibi. In parole povere: come la mettiamo con "il dito" dell'onorevole Bossi, e "le corna" (e le altre "carinerie") dell'onorevole premier Berlusconi"? Se tutte queste "carinerie" le hanno fatte pubblicamente personaggi cosi' eminenti, che rappresentano l'Italia, e le hanno pure difese asserendo la liceita' e addirittura la "simpatia" di cotanto gesto, come si potra' contestare a un bambino o a un ragazzo questo stesso gesto? ..... E come potra' intervenire il dirigente scolastico che deve arginare la manifestazione di "carinerie" rivolte ai compagni, magari africani o indiani dal bulletto di turno, e come potra' sanzionare come "violenta" un'eventuale reazione della vittima, quando non ha potuto ritenere "violenta" l'espressione che l'ha provocata (in quanto, appunto, canonizzata come "carineria" dal presidente del consiglio in persona)? Gentile e cara onorevole Gelmini, e' inutile che mi dilunghi. Il concetto e' chiaro, e la mia preoccupazione e' davvero grande, non mi vergogno a dire che e' addirittura accorata. Ma se le sto trasmettendo questo mio grande cruccio e' perche' sono sicura che anche Lei puo' condividerlo e agire di conseguenza. La prego di fare iscrivere questo argomento all'ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli dei ministri, in modo che si possa inaugurare da parte di questo Governo uno stileespressivo sobrio e rigoroso che indichi che il Governo, nel suo insieme e nelle sue singole componenti, si assume consapevolmente e pubblicamente la grave e preziosa responsabilita' del rispetto erga omnes. Solo in questo modo, infatti si potra' chiedere a chi e' "piu' piccolo" e "piu' giovane" di assumersi la propria di responsabilita' e di osservare tutti i doveri che stanno alla base di una sana e pacifica convivenza civile". Qui il testo completo della lettera aperta al ministro Mariastella Gelmini: http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=240001 Voli in ritardo. I diritti del passeggero In questi giorni di caos nel trasporto aereo numerosissimi viaggiatori ci hanno telefonato chiedendo informazioni sui loro diritti. Vediamoli (1). Il passeggero ha diritto pasti e bevande e ad effettuare gratuitamente due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica, se il volo sara' ritardato, rispetto all'orario di partenza previsto: * di due o piu' ore per tutte le tratte aeree pari o inferiori a 1500 km; * di tre o piu' ore per tutte le tratte aeree intracomunitarie superiori a 1500 km e per tutte le altre tratte aeree comprese tra 1500 e 3500 km; * di quattro o piu' ore per tutte le altre tratte aeree. Qualora l'orario di partenza e' rinviato di un giorno, il passeggero ha diritto anche al pernottamento in albergo e al trasporto aeroporto-albergo-aeroporto. Inoltre, nel caso in cui il ritardo e' di almeno 5 ore il viaggiatore ha diritto al rimborso del biglietto. Comunque resta la facolta' del passeggero di rivolgersi all'Autorita' giudiziaria nel caso in cui subisse un danno (per esempio un affare non concluso) dovuto al ritardo del volo. Ma (c'e' sempre un ma) se la causa del ritardo non e' imputabile alla compagnia aerea tutti i diritti elencati vengono meno. Con buona pace del viaggiatore! (1) Per approfondimenti si veda: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=79897 Cani in treno. Trenitalia crea un caso inesistente e con una cortina fumogena copre le proprie inadempienze igieniche e viola il diritto alla mobilita' dei cittadini Nonostante le dichiarazioni di compiacimento del sottosegretario al Welfare Francesca Martini, e al Turismo, Michela Brambilla, le nuove norme di Trenitalia per far viaggiare i cani sui treni sono un passo indietro sulla strada della civilta' e dei servizi al cittadino. Una premessa e' fondamentale per capire il gioco sporco di Trenitalia e come ci sono cascate le nostre autorita'. Nei mesi scorsi e' stato creato un caso inesistente: i cani che sporcano i treni. Una cimice (che e' presente solo sugli umani e non su cani e gatti) trovata su un treno e' stata trasformata in zecca e su questo e' partito il divieto assoluto per i cani, poi sospeso grazie all'intervento del sottosegretario Martini. Il risultato oggi ottenuto da Trenitalia e' del tipo "chiedi l'assurdo e poi si accontenteranno di qualunque norma sia un po' meno dell'assurdo". Le norme oggi approvate sono infatti un arretramento rispetto alla situazione precedente, gia' carente, e una sorta di cortina fumogena che Trenitalia ha lanciato per coprire le proprie inadempienze e inadeguatezze per tenere pulite le vetture. I cani (tranne quelli micro) continueranno -assurdamente- a non poter viaggiare sugli Eurostar, mentre sugli altri treni ci sono nuove restrizioni (solo nell'ultimo scompartimento o negli ultimi sei posti delle carrozze a salone, solo nelle piattaforme per i regionali con l'inibizione in orario 7-9 feriale) che limitano moltissimo il servizio. Altra novita' restrittiva riguarda le cosiddette razze pericolose: per loro il treno non esistera' piu', anche se come gli altri cani saranno con guinzaglio e museruola. La lista dei "cani pericolosi" potrebbe anche non esistere piu' in futuro, ma ora c'e' e non si sa, a parte le dichiarazioni, se verra' soppressa o meno. Una retromarcia, quindi. Quando i servizi di pubblica utilita' (e in monopolio) non vengono incontro alle maturate esigenze dei cittadini (sono sempre piu' numerose le persone con animali domestici) e non ne favoriscono lo sviluppo, siamo di fronte ad una violazione del diritto alla mobilita' delle persone. Grazie Trenitalia, grazie sottosegretario Martini: ci siamo sbagliati nel valutare il vostro impegno, per voi e' solo importante mettere "una pezza" sulle incapacita' del servizio pubblico monopolista. Giocattoli cinesi non sicuri I prodotti fabbricati in Cina, soprattutto i giocattoli, non sono ancora sicuri nonostante i controlli delle autorita' cinesi. Lo ha deplorato la Commissione europea nella riunione Ue-Cina-Usa che si e' tenuta a Bruxelles il 17 novembre. "Il mercato cinese non e' ancora all'altezza delle nostre aspettative in materia di sicurezza dei prodotti per i consumatori", ha detto la commissaria Meglena Kuneva. "Ci sono continui ritiri di prodotti", ha aggiunto, annoverando mobili, capi di vestiario, calzature, giocattoli, apparecchi elettrodomestici. Nelle prossime settimane, in vista delle festivita' natalizie, e' bene che i consumatori facciano attenzione al luogo di produzione dei giocattoli, che deve essere riportato sulle etichette e che devono indicare anche la sigla CE (conformita' alle normative europee). Volo cancellato. I diritti del passeggero In questi giorni di caos nel trasporto aereo numerosissimi viaggiatori ci hanno telefonato chiedendo informazioni sui loro diritti. Vediamoli (1). 1. Volo cancellato per cause eccezionali. Il passeggero puo' scegliere il rimborso del biglietto o l'imbarco su un volo alternativo. Ha diritto a pasti e bevande e ad effettuare gratuitamente due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica. 2. Volo cancellato non per cause eccezionali. Il passeggero puo' scegliere il rimborso del biglietto o l'imbarco su un volo alternativo. Ha diritto a un risarcimento che varia da 250 a 600 euro in relazione al tipo di volo (intra-comunitario o internazionale) e alla distanza, inoltre ha diritto a pasti e bevande e ad effettuare gratuitamente due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica Qualora l'orario di partenza è rinviato di un giorno il passeggero ha diritto anche al pernottamento in albergo e al trasporto aeroporto-albergo-aeroporto. Nel caso la responsabilita' non sia della compagnia, aerea (che dovra' dimostrarlo), nessuno indennizzo e' dovuto al passeggero. Nessun risarcimento e' comunque dovuto quando i passeggeri: a) siano stati informati della cancellazione del volo almeno due settimane prima dell'orario di partenza previsto; b) siano stati informati della cancellazione del volo nel periodo compreso tra due settimane e sette giorni prima dell'orario di partenza previsto e sia stato loro offerto di partire con un volo alternativo non più di due ore prima dell'orario di partenza previsto e di raggiungere la destinazione finale meno di quattro ore dopo l'orario d'arrivo previsto; c) siano stati informati della cancellazione del volo meno di sette giorni prima dell'orario di partenza previsto e sia stato loro offerto di partire con un volo alternativo non più di un'ora prima dell'orario di partenza previsto e di raggiungere la destinazione finale meno di due ore dopo l'orario d'arrivo previsto. Rimane il fatto che le cause di forza maggiore, per le quali un volo puo' essere cancellato, sono molteplici e facilmente dimostrabili dalle compagnie aeree per cui il povero cittadino rimane con il classico cerino in mano. (1) vedi scheda di approfondimento all'indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=79897 Rsa - residenze sanitarie assistenziali. Il Comune di Firenze ha in tasca 28 milioni di euro illegittimamente presi dai parenti dei degenti. Bisogna farglieli restituire!! I risvolti legislativi "Avvocato, si sta sbagliando, le cose non stanno come dice lei, l'assistente sociale non puo' averci detto una bugia". Questo mi dicevano i parenti di alcuni degenti di Rsa che si erano visti richiedere dal Comune, anche con indagini intrusive della propria privacy, i pagamenti per le degenze dei propri cari. "No- gli ho sempre risposto- l'assistente sociale non ha detto una bugia, ha solo applicato il regolamento. Un regolamento che illegittimamente va a pescare nelle tasche delle persone". A fronte dei singoli drammi, la pubblica autorita', quando chiamata al confronto, ha solo mostrato violenza e arroganza. Il presidente della societa' della salute della Valdera (Pisa), Renato Lemmi, in un recente pubblico confronto, ad una nostra contestazione sulla illegittimita' del loro regolamento, cosi' replicava: "Avvocato, ma lei ha mai fatto una causa contro un comune della Valdera?". "No". "Ecco, allora finche' non c'e' una sentenza che ci condanna il nostro regolamento e' legittimo". Innegabile indice della diffusione istituzionale di una cultura dell'illegalita'. Questa la situazione che ha indotto alcuni utenti del servizio sanitario a rivolgersi all'Aduc e grazie ai quali abbiamo proceduto provocando la sentenza del Tar della Toscana che ci ha dato ragione contro il Comune di Firenze (1). Ora, pero', e' il momento di passare dai tribunali alle leggi!! Non e' un caso che della legge regionale toscana in corso di approvazione si sia sentita "l'esigenza" proprio quando e' iniziata la prima causa davanti al Tar della Toscana. Prima nessuno sapeva nulla, i cittadini si fidavano dei servizi sociali e non indagavano piu' di tanto. Ora, con possibili ricorsi a pioggia come conseguenza, le acque si smuovono. La proposta di legge regionale Toscana, pensata da Vinicio Biagi (neo direttore del Dipartimento regionale di Sanita'), e' in corso di approvazione, ma anch'essa e' illegittima: prevede la compartecipazione economica dei parenti alla retta del degente. Bisogna intervenire perche' non sia approvata in questi termini, anche perche', contro una legge regionale non si puo' fare ricorso al Tar ma solo alla Corte Costituzionale, e tutto diventa piu' difficile e complicato. La sentenza del TAR Toscana ha suscitato reazioni di plauso, in cui tutti si prendono il merito di aver denunciato il problema da anni, come fa Rifondazione Comunista che -ne prendiamo atto- ha cambiato idea rispetto al progetto di legge dell'ex-ministro Paolo Ferrero (in quota Prc nel precedente Governo Prodi) con cui si voleva legittimare l'odierno illegittimo prelievo dei Comuni. Alcuni, inoltre, evidenziano le difficolta' economiche dei Comuni che, gia' alle prese con i tagli decisi dal Governo alla finanza locale, metteranno meno posti letto a disposizione degli anziani. Non e' proprio cosi'. I Comuni, come quello di Firenze, devono solo decidere come reperire i fondi. Palazzo Vecchio deve decidere se pagare le rette per gli anziani o continuare ad organizzare in modo pantagruelico un'Estate fiorentina che, come quest'anno, fa "flop"; deve decidere se pagare queste rette o continuare a spendere soldi per la costruzione di parcheggi perennemente vuoti -e quindi inutili- come piazza Alberti (2). E' solo questione di scelte, di oculatezza nelle stesse e di priorita'. Il senso della nostra battaglia e' nel rispetto della legalita': se c'e' una legge, va rispettata. Nel caso, sara' il legislatore nazionale a modificare l'attuale legge e decidere che per questo Paese gli anziani non sono poi cosi' importanti. Per chi vuole avviare le procedure per i rimborsi di quanto richiesto illegittimamente, trova qui tutte le indicazioni: http://www.aduc.it/dyn/rsa Qui una riflessione sulla situazione dopo la sentenza del Tar: http://www.aduc.it/dyn/salute/arti.php?id=240650 (1) http://www.aduc.it/dyn/salute/comu.php?id=240506 (2) in merito l'Aduc ha presentato un esposto alla Corte dei Conti: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=220191 Alitalia: la colpa non e' del personale. Interrogazione parlamentare La situazione di crisi dell'Alitalia e' stata colpa del personale? Ad analizzare i dati riportati, da Assoaereo (1), relativi alla situazione della nostra "compagnia di bandiera" nel 2006, non sembra che sia cosi' come ce la raccontano. Vediamo. 1. L'Alitalia su 100 euro incassati ne spendeva 15,9 per il personale e 94,2 per tutto il resto ed aveva un passivo di 9,9 euro. 2. Air France-Klm su 100 euro incassati, ne spendeva 31,5 per il personale e 65,6 per tutto il resto, con un utile di 2,8 euro. La compagnia francese spendeva, quindi, quasi il doppio, il 98% in piu', dell'Alitalia per il proprio personale mentre l'Alitalia spendeva per il resto il 43,6% in piu' della Air France-Klm. Ricordiamo che l'Alitalia, nel 2006, ha avuto un passivo di 626 milioni di euro. Allora dove vanno a finire i costi maggiori dell'Alitalia, che non sono attribuiti al personale e che hanno procurato 19 bilanci in rosso negli ultimi 20 anni? C'e' qualcosa che non quadra nei conti che ci vengono propinati. Cosa ne dicono i ministri dell'Economia e dei Trasporti? Una interrogazione in tal senso e' stata annunciata dalla senatrice Donatella Poretti. (1) http://www.assaereo.it/documenti/rapportovettoriaeroporti_lug6.pdf Censura. Bacchettoni a RaiDue: di marijuana non si deve parlare, non e' idonea al servizio pubblico. Villari o Zavoli che sia: la censura e' idonea al servizio pubblico? Il consiglio di amministrazione della Rai ha "chiesto" a Raidue di spostare il telefilm "Weeds" -attualmente in onda alle 22,40 del venerdi' con oltre un milione di telespettatori- al martedi' in terza serata. ll cda ritiene non idonea la messa in onda di questo telefilm per immagini e contenuto per le reti del servizio pubblico. "Weeds", serie tv americana a meta' tra commedia e noir, e' ambientata in un'immaginaria periferia della California, in cui la maggior parte degli abitanti sono coinvolti nello spaccio e nel consumo di cannabis: da cui il titolo "weeds" (erba), che sia in inglese che in italiano gergalmente indica la marjuana. (1) A parte che potevano accorgersene prima, visto il titolo molto esplicito del telefilm, probabilmente il cda sta cercando di ingraziarsi il Governo con una sorta di nuovo corso in sintonia col sottosegretario alle droghe alla presidenza del Consiglio, incurante del fatto che da quando l'on Carlo Giovanardi ha questa delega, il fenomeno che doveva essere combattuto e' aumentato e diventato piu' drammatico (2). Eppure il cda e' espressione essenzialmente del Parlamento e non del Governo (la maggior parte dei membri sono nominati dalla commissione parlamentare di vigilanza... parlamentare, non governativa...).... ma tant'e', chi e' piu' in grado di distinguere tra potere legislativo e potere esecutivo? Figuriamoci in un organismo di controllo che dovrebbe sovrintendere alle politiche di una Rai il cui cda e' nominato da lui medesimo.... Un doppio plauso al cda della Rai: - bacchettone per la censura (che di per se' e' sempre stupida e dannosa) che nello specifico non serve a nulla: Weeds e' una fiction che, sull'"erba", mostra cio' che accade in tante le famiglie e in tutte le strade di tutte le citta' del mondo; - dannoso per l'economia della "propria" azienda: un milione di telespettatori alle 22,40 su Raidue... numeri su cui "metterci la firma". Riccardo Villari o Sergio Zavoli che sia (uno dei due nelle prossime ore sara' confermato presidente della commissione parlamentare di vigilanza), facciamo appello al ruolo istituzionale di controllo della commissione e vi chiediamo se la censura sia idonea ad un servizio pubblico di informazione. (1) Qui la notizia: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18958 (2) Sei anni di Giovanardi, il consumo di droghe dilaga: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18954 TV. Attenzione a Sky e alle societa' di recupero crediti, richieste illegittime per fantomatiche bollette gia' prescritte Ci sono molti modi per aprire i portafogli degli utenti e dei consumatori, alcuni davvero fantasiosi e sfacciati. E' il caso della societa' di recupero crediti Europa Factor, che agisce per contro di Sky e che sta tempestando numerosi cittadini con lettere e telefonate per fantomatiche bollette Stream-Tele+ (ora Sky) non pagate prima del 2003. (1) Purtroppo per Europa Factor, il debito -ammesso che esista- si prescrive in cinque anni, prescrizione breve prevista dall'articolo 2948 del codice civile, che recita: si prescrive "in cinque anni … tutto cio' che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi". In altre parole, anche ove si fosse omesso il pagamento di una bolletta prima del 2003, cosa tutta da dimostrare, non si deve un euro ne' a Europa Factor, ne' a Sky. Per ovviare a questo piccolo inghippo, la Europa Factor (e non il Parlamento attraverso una modifica del codice civile) ha pensato bene di estendere il periodo di prescrizione da cinque a dieci anni. Alla nostra richiesta di chiarimenti, lo studio legale di Europa Factor ci ha inviato un suo parere legale (2) che lascia sconcertati per la spudoratezza delle sue argomentazioni. In sostanza, si vuol dare a intendere che l'abbonamento Sky (o Stream-Tele+) non e' un "abbonamento" ad un servizio come quelli dell'acqua potabile e dell'elettricita', ma un acquisto ‘una tantum'. Se ce ne fosse bisogno, la parola "abbonamento" (per il quale c'e' un "canone", ovvero un pagamento periodico) appare non solo nelle condizioni generali del contratto in questione, ma addirittura nel parere legale. Fra l'altro, la giurisprudenza (citata, ma forse non letta attentamente da Europa Factor) e' estremamente chiara e unanime sulla questione: "a prescrizione quinquennale si applica a tutto cio' che deve pagarsi periodicamente in relazione ad obbligazioni periodiche e di durata". A tutti coloro che sono vessati da Europa Factor con richieste prescritte, ovvero relative a bollette di oltre cinque anni fa, ecco come difendersi: - ignorarle sempre se arrivano per posta ordinaria; - rispondere con una diffida qualora si riceva la richiesta tramite lettera raccomandata A/R. Per quanto ci riguarda, stiamo valutando l'opportunita' di segnalare il comportamento di Europa Factor all'autorita' giudiziaria affinche' accerti se esistono o meno i presupposti della truffa. (1) Ecco alcune segnalazioni pervenuteci: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=stream&tipo (2) Il parere legale di Europa Factor: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20081120-parere-europa-factor.pdf Le nuove regole sui cani in treno Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=240931 Alimentazione: i cavoli, un ortaggio di stagione Sara' perche' i bambini nascono sotto il cavolo o l'espressione "fatti i cavolo tuoi" e' piuttosto diffusa, questo ortaggio ha sempre suscitato curiosita'. Evidentemente il cavolo (Brassica oleracea) e' legato all'attivita' sessuale visto che Catone ne consigliava l'uso per curare l'impotenza sessuale. Ne esistono piu' di 400 varieta' (cavolo nero, cappuccio, verza, comune, orientale, cavolini, cavolfiore, ecc.) diffuse in ogni parte del mondo per la grande capacita' di adattamento e perche' nei periodi invernali e' una delle poche verdure naturalmente disponibili. E' ricco in vitamina A, C, acido folico, fosforo, calcio, ferro e potassio. E' considerato un antitumorale per eccellenza per cui viene vivamente consigliato come preventivo. Ha proprieta' antianemiche, cicatrizzanti, emollienti, diuretiche, depurative, vermifughe. Il cavolo e' utilizzato anche nei prodotti di bellezza: combatte l'acne, le scottature solari e aiuta contro le screpolature della pelle. Ma un problema c'e' perche' i cavoli sono ricchi di particolari sostanze, i tiocianati, che interferiscono con l'assorbimento dello iodio in persone che hanno problema di funzionalita' tiroidea. L'altro aspetto e' l'odore sgradevole che si produce quando si cuociono. Infatti, i tiocianati si decompongono formando diversi composti maleodoranti e piu' si procede nella cottura maggiore risulta la produzione di queste sostanze. La soluzione? Cuocere di meno la verdura, cosi' si ottengono due risultati: meno odori sgradevoli e minor perdita di sostanze nutrienti. Canone/Imposta Rai. Vogliono aumentarlo, ma sono i primi che fanno evadere il Fisco alle aziende. Interrogazioni, interpelli... occorre l'intervento del Parlamento Botte in testa da soli in casa Rai che, purtroppo, e' anche quella dei contribuenti, cioe' di tutti noi. Ma non sono distratti e stolti, bensi' solo ingranaggi di un violento potere economico e mediatico con cui credono di governare le coscienze degli italiani: non hanno nessuna vergogna di procrastinare la loro illegalita' non riscuotendo oltre un miliardo di euro che sono li' a loro semplice disposizione. Vediamo cosa accade. Il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, vorrebbe non aumentare l'imposta sulla tv, ma il vice-direttore generale Giancarlo Leone fa sapere che i conti non tornano e sarebbe opportuno il contrario, quantomeno seguendo il tasso inflazionistico. Nel bilancio 2007 i programmi del servizio pubblico (che dicono abbia una contabilita' separata da, essenzialmente, il cosiddetto intrattenimento) sono costati 159 milioni in piu' di quanto incassato con il canone/imposta, con conseguente sbilancio nel triennio 2005-2008 di oltre 676 milioni di euro e un previsto prossimo ammanco di 106 milioni. L'aumento va deciso entro il 30 novembre e, al massimo entro il 10 dicembre vanno stampati milioni di bollettini con gli aumenti da inviare ai contribuenti. Il direttore generale Claudio Cappon ha scritto al sottosegretario e attende una risposta. Le "botte in testa da soli" sono oltre un miliardo di euro all'anno che la Rai ha deciso di non riscuotere dalle aziende italiane (pubbliche e private) per il possesso di un computer, possesso che invece diventa motivo di ingiunzioni e ricorsi giudiziari se a non pagare e' un qualunque nucleo famigliare. Due pesi e due misure, con la consapevolezza di violare la legge e di avere l'impunita' governativa: a diverse reiterate interrogazioni parlamentari in merito, da noi sollecitate, i competenti ministeri non hanno mai risposto (1); l'Agenzia delle entrate, interpellata da noi a livello centrale e regionale, ha sempre "scaricato la palla" a chiarimenti ministeriali, anche da loro sollecitati e mai arrivati. La Corte dei Conti esamina un nostro ricorso per danno erariale risultante dal comportamento omissivo dei dirigenti Rai e dell'Agenzia delle Entrate. Nel contempo, siccome l'intento degli amministratori della Rai e' quello di far tornare i conti pur violando la legge, continuano a proporre l'aumento del canone/imposta, ovviamente a carico di chi gia' lo paga. Situazione scandalosa? Forse se vista con gli occhi di un non-italiano o di piccole minoranze legalitarie che come noi fanno riferimento piu' alla Costituzione che alle leggi. Queste ultime infatti sono ad hoc per rendere legale lo stato dei fatti, voluto da un Parlamento e da Autorita' di controllo che, per esempio, trovano normalissimo che un'imposta si chiami canone o abbonamento, o che la commissione parlamentare di vigilanza che deve controllare l'operato della Rai, sia la stessa che nomina il consiglio di amministrazione di questa Rai. Due + due a scuola fa quattro, ma nei palazzi romani fa cinque o tre, dipende. Le nostre campagne per la disdetta del canone/imposta ci sembrano ben motivate, anche dalle centinaia di migliaia di firme in calce alla nostra petizione per l'abolizione del canone. Ma la parola decisiva e' del Parlamento, ai cui membri facciamo appello perche' sposino le ragioni del diritto e non della sopravvivenza clientelare e partitocratica. Anche solo perche' le leggi siano rispettate e sia recuperato il miliardo di euro di evasione annuale da parte delle aziende. Poi potrebbe accadere tutto... (1) qui tutte le informazioni: http://www.aduc.it/dyn/rai Alitalia: 19 bilanci in rosso negli ultimi 20 anni. La colpa non e' del personale. Interrogazione Intervento della Senatrice Donatela Poretti, parlamentare Radicale - partito Democratico Come rilevato dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), le responsabilità della crisi di Alitalia non sarebbero da attribuirsi al costo del personale. Infatti, analizzando i dati riportati da Assoaereo, relativi alla situazione della nostra compagnia di bandiera nel 2006, risulta che l'Alitalia, su 100 euro incassati, ne spendeva 15,9 per il personale e 94,2 per tutte le altre voci di spesa, con un passivo di 9,9 euro. Air France-Klm, invece, su 100 euro incassati, ne spendeva 31,5 per il personale e 65,6 per tutto il resto, con un utile di 2,8 euro. La compagnia francese spendeva, quindi, quasi il doppio, il 98% in piu', dell'Alitalia per il proprio personale, mentre l'Alitalia spendeva per il resto il 43,6% in piu' della Air France-Klm. Risultato: Alitalia nel 2006 ha avuto un passivo di 626 milioni di euro. Per queste ragioni, insieme al sen. Marco Perduca, ho rivolto un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, per sapere dove vanno a finire i costi maggiori dell'Alitalia, che non sono attribuiti al personale e che hanno procurato 19 bilanci in rosso negli ultimi 20 anni. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=240964 Trasporto aereo e norme assurde da cambiare. La lezione delle staminali per il trapianto di trachea Il primo impianto di trachea al mondo (1) ha rischiato di fallire per le regole Ue sui bagagli. Le cellule staminali necessarie all'intervento di Barcelona dovevano essere trasportate dalla Gran Bretagna con un volo della Easyjet. Ma la compagnia, ligia alle regole Ue, non ha ammesso il contenitore con le provette perche' superava la quantita' di liquido consentito. Come riferiscono i media britannici, Martin Birchall dell'Universita' di Bristol e' riuscito appena poche ore prima dell'operazione a far partire un jet privato (costo 14.000 sterline = 16.600 euro), grazie a uno studente tedesco che ha contattato un amico pilota in Germania e l'ha convinto a trasportare il prezioso carico a Barcelona. Per un soffio non e' andata a monte un'operazione che aveva richiesto anni di lavoro. Easyjet ha spiegato che non le era stato preventivamente chiesta l'autorizzazione per quel tipo di trasporto e che restituira' i soldi del volo prenotato. Ovviamente la versione della compagnia Easyjet non convince e probabilmente e' fasulla, altrimenti, visto che sostiene che l'autorizzazione non fosse stata richiesta, per quale motivo si sarebbe fatta avanti per rimborsare il costo del volo rimediato in altro modo? Forse chi annulla un volo per propri problemi (come sarebbe nel nostro caso) non paga penali o non ci rimette tutto il costo del trasporto? Ma, a parte il "pannicello caldo" della compagnia britannica, rimane lo scandalo di cio' che e' accaduto, cioe' di quelle regole antiterrorismo come la quantita' di liquido trasportabile (2), che sono ridicole e che, per esempio, negli Usa (Paese non certo morbido per queste norme) e' molto piu' discrezionale da parte dei servizi di controllo (3) e probabilmente non avrebbero causato cio' che e' accaduto nel nostro volo. Ci auguriamo che questa sia occasione per riflettere e rendere piu' realistiche le norme vigenti in Europa, senza dover aspettare un prossimo caso Easyjet, magari senza i risvolti emergenziali positivi che abbiamo avuto questa volta. (1) che, nel nostro Paese, ha avuto un notevole rilievo perche' opera di un medico italiano fuggito dal nostro Paese per mancanza di fondi alla ricerca: http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=240808 (2) http://www.klm.com/travel/it_it/about/news_press/travel_news/floatingnews/news7.htm (3) http://www.tsa.gov/311/index.shtm Sanzioni Antitrust contro numerazioni telefoniche 899. Tardive, insignificanti e sostanzialmente inutili Il provvedimento dell'Antitrust (1) che sanziona 13 societa' telefoniche per pratica commerciale scorretta, in relazione alle bollette gonfiate da numeri 899 e satellitari, potrebbe farci gridare vittoria: finalmente un'Autorita' che mette nero su bianco, sanzionando il triste intreccio di responsabilita' che per anni ha massacrato le tasche e la salute psichica di migliaia di utenti. Proprio come da anni denunciamo!!! (2). E invece non gioiamo. Prima di tutto perche' l'analisi dell'Antitrust, molto precisa, arriva fuori tempo massimo. Da ottobre numeri come gli 899 e i satellitari sono disabilitati in automatico; inoltre le sanzioni, che complessivamente sono di 2,43 milioni di euro, spalmate su 13 soggetti sono un'inezia rispetto agli introiti illegittimi ottenuti da queste societa' negli anni. Tra le societa' sanzionate ci sono Telecom Italia, il dominus del mercato italiano, ed Elsacom, una societa' appartenente a Finmeccanica (societa' controllata dal Governo) (3). Diamo merito all'Antritrust, che in quest'ambito ha agito nel corso degli ultimi mesi da pungolo per l'autorita' preposta al controllo delle telecomunicazioni, l'Agcom, che ha dimostrato di avere la reattivita' di un elefante. Per non parlare dei ministri o sottosegretari alle Comunicazioni (i vari Gasparri, Gentiloni e Romani) che impegnati com'erano o sono a gestire la Rai, si sono sempre disinteressati delle 'banali' bollette gonfiate. Per risvegliare dal loro torpore Governo e Agcom, ricordiamo che molti operatori, che prima facevano soldi illegittimi con numeri satellitari e 899, si sono riversati verso le numerazioni 48xxx (per chi volesse approfondire http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=48xxx&tipo=comu). Numeri ingannevoli, perche' usati sia per fare donazioni tramite sms, sia per attivare abbonamenti molto onerosi a servizi erotici e non solo, pubblicizzati con spot truffaldini le cui principali vittime potrebbero essere i bambini. Un intervento in quest'ambito e' urgente. Non vorremmo ritrovarci tra qualche anno a 'festeggiare' un'altra vittoria di Pirro. (1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/noti.php?id=241164 (2) http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=899&tipo=comu (3) http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=elsacom&tipo=comu Canone/Imposta Rai. Il ministro Sacconi non sa di cosa parla e fa una figuraccia istituzionale 'C'e' una torsione -ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi parlando alla trasmissione di Raitre 'In mezz'ora'- per quanto riguarda il rapporto tra i cittadini e la tv di Stato. Il canone e' la misura del servizio e molto spesso non viene percepito ne' come servizio di qualita' ne' come servizio accettabile dai piu''. E' evidente che il ministro Sacconi non sa di cosa sta parlando e, per valorizzare alcune sue opinioni sul servizio pubblico di informazione radiotelevisiva, usa argomenti a sproposito. Il cosiddetto canone, non e' il pagamento per un servizio, ma un'imposta per il possesso di un mero apparecchio atto a ricevere trasmissioni televisive, foss'anche per vedersi ogni tanto il filmino delle proprie nozze. Quindi "canone come misura del servizio" e' sbagliato, improprio e sintomo di estrema ignoranza che, arrivando da parte di un importante e determinato ministro del Governo, e' molto grave. Chi paga questa imposta non e' assolutamente tenuto a fare le valutazioni a cui fa riferimento il nostro ministro e se lui le fa, e' un povero illuso disinformato come tutti quei cittadini che a centinaia di migliaia chiedono ogni giorno ad un'associazione come la nostra di spiegar loro la logica di una simile imposta nell'era dell'informazione e dei mezzi mediatici a 360 gradi. La logica semplicemente non c'e'!! E' solo l'arroganza e la violenza della legge, del potere e dei suoi amministratori: va accettata per quello che e', altrimenti ti arriva a casa l'ufficiale giudiziario che ti porta via non solo il televisore ma anche il lettore dvd e il frigorifero. Questa infelicissima uscita del ministro Sacconi la dice lunga su quella consapevolezza dell'essere e dell'avere che dovrebbe essere alla base della politica di chi governa. Consapevolezza assente, sostituita dall'approssimazione e da un modo di pensare popolare alimentato volutamente da norme assurde, violente, sfasciste e fomentatrici di incultura e disaffezione istituzionale. Leggi e norme che lo stesso Stato applica in modo discrezionale commettendo ogni giorno reati fiscali per la sua omissione: non si fa pagare il canone alle aziende private e pubbliche per il possesso di un pc, possesso che invece, se riscontrato in una famiglia, comporta la persecuzione di lettere minatorie continue, fino all'ufficiale giudiziario che bussa all'uscio di casa. Ministro Sacconi, non se la prenda piu' di tanto. Lei, suo malgrado, e' uguale agli altri italiani che vorrebbero che il canone/imposta non ci fosse e che non vorrebbero neanche che il servizio pubblico esistesse, ma sono obbligati a pagare per alimentare ignoranze come la sua che, ognuno per il proprio partito, riempie la Rai di proprio accoliti con arte -spesso- per esser solo tali. Qui le nostre campagne contro il canone, di denuncia dell'illegalita' di Stato: http://www.aduc.it/dyn/rai Acquisti on line. Gli italiani non si fidano. Consigli per gli acquisti Gli italiani non si fidano ancora del grado di sicurezza delle piattaforme di acquisto online. Secondo una ricerca condotta in tutta Europa da Experian, societa' che opera nei servizi per la prevenzione dei rischi di credito, nell'informazione commerciale e nella protezione dei dati, quasi due terzi dei consumatori del nostro Paese crede che sia ancora possibile imbattersi in tentativi di frode o furti di dati personali su Internet, nonostante le misure di sicurezza adottate e le assicurazioni dei maggiori circuiti di credito che prevedono il pieno risarcimento del danno alla vittima. Questo dato sorprende ancora di piu' se confrontato con i valori riscontrati nei Paesi del Nord e dell'Est Europa: mentre in Italia il 62% dei consumatori non si fida a condurre acquisti su Internet, questa percentuale scende al 43% nei Paesi Bassi, al 40% in Svezia, al 33% in Ungheria e al 22% in Danimarca. Inoltre dall'indagine emerge che il problema della scarsa fiducia nella sicurezza su Internet, afferma la ricerca condotta da Experian, e' una caratteristica dei Paesi latini, con Francia e Spagna che fanno segnare valori molto simili a quelli italiani (rispettivamente 62 e 68%). Piu' di un europeo su due (55%) ritiene si debba ulteriormente migliorare il livello di sicurezza delle piattaforme e-commerce e home banking. Il grado di fiducia nella sicurezza degli acquisti in rete e' strettamente correlato alla pratica con cui questi vengono effettuati: solo il 7% degli italiani ha infatti ammesso di aver acquistato merce attraverso Internet negli ultimi tre mesi, contro il 43% rilevato in Paesi piu' fiduciosi come Danimarca e Paesi Bassi. Alcuni consigli ci paiono utili. Vediamo. * Verificare che la societa' esista (indirizzo, telefoni, fax, partita Iva); * effettuare pagamenti attraverso sistemi di sicurezza (SSL, barra degli indirizzi che inizia con https, icona a forma di lucchetto o chiave); * si possono fare pagamenti con carte di credito ricaricabili con l'importo da versare; * ricordarsi che, per i beni acquistati, esiste il diritto al ripensamento entro 10 giorni dal ricevimento della merce (1); * come per qualunque acquisto anche non in Rete, vale la garanzia sui difetti di produzione e/o conformita'. Garanzia che deve essere fornita dal venditore senza nessuna spesa aggiuntiva -neanche di spedizione del bene- da parte dell'acquirente(2). (1) Qui la nostra specifica scheda pratica: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=133666 (2) Qui la nostra specifica scheda pratica: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40777 Strutture scuole. Non ci sono alternative alla dimissione del ministro, altrimenti nulla e' credibile Dopo i tragici fatti di Torino e la diffusa querelle politica/partitica di maggioranza e opposizione, con le lacrime di rito da parte delle istituzioni a vari livelli, a nostro avviso c'e' poco da temporeggiare e fare speculazioni piu' o meno politiche. Prendiamo atto che occorre intervenire con urgenza e che noi non ci scandalizzeremmo se questo comportasse anche la chiusura di alcuni istituti per inagibilita' conclamata degli stessi (meglio studenti vivi a casa, che in pericolo di vita a scuola). Una cosa pero' e' importante, perche' gli interventi siano credibili: le dimissioni dell'attuale ministro della Pubblica istruzione. Stiamo parlando di un responsabile politico-esecutivo che, a fronte di studi che da anni lanciano l'allarme sui pericoli di strutture non a norma quasi ovunque in Italia, invece di occuparsi della questione ha preferito indirizzare le proprie riforme sulla reintroduzione dell'obbligo dei grembiulini e sulla imprescindibilita' del voto in condotta. Questioni decisamente amene e che avrebbero meritato, al di la' della condivisione o meno, ben altra priorita'.. che il dramma di Torino ha portato pesantemente alla ribalta e di cui il nostro ministro comincia a parlarne solo ora. Si potrebbe dire che anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, recentemente, ha parlato solo di questi come fossero gli unici problemi che affliggono la nostra scuola, ma siccome abbiamo a cuore la soluzione dei problemi e non la lotta partitica, ci rendiamo conto che chiedere le dimissioni del capo del Governo sarebbe inutile e dannoso, anche perche' e' stato voluto (a differenza della Gelmini) dalla maggioranza degli italiani ed e' bene che dimostri nel tempo legislativo che ha a disposizione cio' che e' in grado di fare. Percio', proprio in virtu' di questo impegno che il capo del Governo ha con gli italiani, lo invitiamo a rendere credibile, con il cambio dell'attuale ministro, qualunque nuova azione intenda fare per non far male fisicamente agli studenti oltre quanto questi ultimi gia' si fanno per come si rapportano alla scuola. Sacconi e i soldi ai poveri Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=241356 Bonus di Stato. No ad un Paese di carita' e pezzenti. Consumatori e consumi protagonisti? I bonus in arrivo per figli e per consumi sono come i soldi all'Alitalia, inutili e pericolosi. Gia' negli anni scorsi erano stati regalati un po' di soldi per incrementare la natalita' e, a parte gli scivoloni sui figli degli immigrati illusi che potessero essere bimbi figli come gli altri, i bimbi continuano a nascere poco. Poi si era fatto qualcosa anche con la benzina, con lo sconto assorbito dallo Stato... risultato: i prezzi hanno continuato la loro ascesa e a comportarsi in modo schizofrenico rispetto al costo del petrolio sul mercato internazionale. Ne' piu' ne' meno che le politiche dei condoni: "ti perdono perche' hai violato la legge, ora non lo fare piu'..." e puntualmente -edilizio o fiscale che sia- l'italiano medio ha continuato a coprire verande e costruire casotti assurdamente vietati, e a non dichiarare introiti economici. Il filo conduttore e' quello del perdono e della carita', che presuppongo un'Italia di potenziali redenti e poveri provvisori che aspirino a superare la propria condizione. Ma, mediamente, si arriva al classico "chi me lo fa fare...". Certamente non siamo d'accordo, ma come non comprenderli? Se lo Stato, invece di dare ai cittadini consumatori opportunita' e consapevolezza dell'essere e dell'avere, offre solo comprensione e redenzione dei peccati/reati, c'e' poco da stupirsi. A Natale tutti sono piu' buoni, anche lo Stato. Che invece di "regalare" politiche per incrementare i consumi e combattere frodi e fiscalita' selvaggia (anche quella dello stesso Stato, soprattutto a livello locale), fa la carita' ad un popolo considerato pezzente e che -comprensibilmente, visto l'andazzo- accetta volentieri tutto come avesse vinto un ambo al lotto. Forte di questa "filosofia" diffusa, chi ci governa e' convito di fare chissa' quale politica fiscale moderna e futuribile... ma non si accorge di essere solo caricatura di se stesso. In Gran Bretagna si riduce di 2,5 punti l'aliquota Iva... in Italia si fa la carita' di 120 euro, anche se la chiamano "card" per sembrare, anche grazie all'uso della lingua inglese, tecnologici ed europei/mondialisti. Una differenza non da poco che qualifica due diversi approcci alla politica e al governo della cosa pubblica. Attrezziamoci per continuare in questo buio di prospettive, aspettando -ancora una volta- l'America e l'Europa, anche se solo per farci un po' meno male. Banche italiane. Le piu' care d'Europa Con un costo medio di 182 euro, i conti correnti italiani sono i piu' cari d'Europa, superiori a quelli della Germania (161 euro), della Francia (100 euro), del Regno Unito (40 euro) e dell'Olanda (34 euro). E' quanto emerge dal rapporto sulla "Competitivita' del Sistema Italia" basato sui dati dell'Economist intelligence unit. Il valore italiano, sottolinea il Rapporto, e' il piu' elevato d'Europa e la situazione non e' migliore quando si passa ad analizzare le condizioni e i costi delle imprese. Il costo degli interessi passivi, infatti, per gli imprenditori italiani e' in media piu' elevato rispetto a quello sostenuto dagli imprenditori in area euro. Per l'Economist, i costi dell'attivita' bancaria in Italia sono piu' alti che altrove per ragioni in parte di natura contingente, come il problema della sicurezza: il 50% delle rapine in banca di tutta Europa, scrive il rapporto, avviene in Italia. Ma secondo un'indagine del Fondo monetario internazionale, osserva ancora lo studio del centro di ricerca dell'Economist, anche al netto di tali fattori il costo del servizio bancario in Italia resterebbe comunque mediamente piu' alto che nel resto d'Europa del 13%. Nulla di nuovo si potrebbe dire perche' il dato e' stato piu' volte ricordato da vari organismi, quali l'Antitrust, la Banca d'Italia, il Fondo monetario internazionale, ecc. Quello che non riusciamo a capire e' perche' alcune associazioni di consumatori si ostinano a sottoscrivere "PattiChiari" che e' "un grande progetto di cambiamento dei rapporti tra cliente e banca" come sostiene l'Abi. Dove sia il cambiamento non sappiamo. La sicurezza e' un problema della cui soluzione sollecitiamo il Governo: ci par di ricordare che ne aveva fatto elemento centrale della propria campagna elettorale. I risultati non si vedono. Residenza Sanitarie Assistenziali. La Toscana approva una legge per avvalorare le norme illegali del Comune di Firenze? Le cause e l'emendamento dell'Aduc Il Tar Toscana, lo scorso 17 novembre, ha dichiarato illegittime le richieste di pagamento delle rette Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali) che i Comuni chiedono ai parenti degli assistiti e non solo al degente (1); il Comune di Firenze, per questo, dovrebbe restituire 28 milioni di euro agli assistiti. Gia' oggi 26 novembre, e' in corso una udienza, sempre al Tar Toscana, in cui, viene chiesto il rimborso dei 30.000 euro illegittimamente pagati da un degente. Mentre domani 27 novembre, siamo al Tar dell'Emilia Romagna con una richiesta di rimborso di oltre 48.000 euro. Il prossimo giovedi' 27 novembre il Consiglio Regionale della Toscana dovrebbe approvare una legge che, invece, avvallerebbe il Comune di Firenze. Sta cercando di "metterci una pezza" incostituzionale? La IV Commissione del Consiglio Regionale esaminera' l'articolo 14 della proposta di legge regionale n. 286 "Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza", che farebbe rientrare dalla finestra cio' che il Tar ha gia' messo alla porta: i parenti in linea retta entro il primo grado dovrebbero contribuire alle rette per la degenza dei loro cari in Rsa!! L'approvazione di questo articolo sarebbe contrario alla Costituzione (art.117), poiche' prevede il contrario di quanto disposto dalla legge nazionale: il computo della retta per la degenza in Rsa deve essere invece effettuato tenendo conto del reddito del solo assistito. Il Consiglio regionale e' distratto o sta procedendo in consapevole malafede per arricchire le casse dei Comuni coi soldi illegalmente prelevati dalle tasche dei cittadini? A conforto della sentenza del Tar Toscana, c'e' anche il parere del Difensore civico regionale che ammonisce i consiglieri a non procedere in questo modo perche' , alimentando l'illegalita', contribuirebbero ad aumentare i contenziosi giuridici. Abbiamo percio' chiesto a tutti i consiglieri regionali di presentare un emendamento all'articolo 14. Proposta di emendamento al PDL 286 "Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza" All'art. 14 comma 2, lett. c): le parole "altresi' della situazione reddituale e patrimoniale del coniuge e dei parenti in linea retta entro il primo grado" sono sostituite con "della situazione economica del solo assistito, conformemente a quanto previsto dal d.lgs n. 109 del 1998 art. 3, comma 2 ter". L'attuale formulazione dell'art. 14 comma 2 lett. c) del PDL 286 "Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza" viola palesemente e gravemente l'art. 117 della Costituzione della Repubblica italiana poiche' in aperto contrasto con la normativa stabilita a livello nazionale. Come ben noto a questo Consiglio, infatti, le prestazioni di degenza in residenze sanitarie assistenziali per soggetti handicappati/disabili gravi non autosufficienti rientrano fra i cosiddetti LEA, livelli essenziali di assistenza (come da combinato disposto degli art. 54 l. 289 del 2002, art. 1 e 3-septies d.lgs. 502 del 1992, D.p.c.m. 29 novembre 2001, allegato 1, lettera H). Si tratta di "prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria [...] caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria" (art. 3-septies, comma 4, d.lgs. 502 del 1992). E proprio in ragione della duplice rilevanza sanitaria prima che sociale, il legislatore ha previsto che il pagamento delle rette di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA) per soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti e' ripartita per il 50% a carico del S.S.N. e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali (D.p.c.m. 14 febbraio del 2001, richiamato dall'art. 54 della legge 289 del 2002); per soggetti handicappati/disabili gravi non autosufficienti e' ripartita per il 70% a carico del S.S.N. e per il restante 30% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali (D.p.c.m. 14 febbraio del 2001, richiamato nell'art. 54 della legge 289 del 2002). Le modalita' di tale eventuale compartecipazione dell'assistito ben possono essere disciplinate da legge regionale, che pero' dovra' comunque rispettare un fondamentale principio sancito dalla legge nazionale. Nel caso specifico ci riferiamo all'art. 3 comma 2 ter del d.lgs. 109/98, che prevede che la determinazione della situazione economica del richiedente tali prestazioni sociali agevolatedebba avvenire tenendo in considerazione "la situazione economica del solo assistito". La materia, del resto, e' stata oggetto di numerose pronunce istituzionali, dottrinali e giurisprudenziali. In primo luogo all'interrogazione dell'on. Donatella Poretti del 28 marzo 2007, il sottosegretario Antonio Gaglione ha risposto ammettendo l'inadempimento del Governo e promettendo future determinazioni; esaustivi e completi sulla materia sono inoltre diversi pareri di difensori civici delle Regioni e dei Comuni, di esponenti del mondo accademico nonche' pareri dell'Autorita' Garante per la protezione dei dati personali. Similmente si e' pronunciata la giurisprudenza amministrativa (TAR Toscana, sentenza n. 2535 del 17 novembre 2008; TAR Sicilia – Sez. distaccata di Catania, n. 42 del 11 gennaio 2007; Giudice di Pace di Bologna, sentenza n. 3598 del 12 ottobre 2006; Consiglio di Stato, ordinanza 2594/08 del 16 maggio 2008; TAR Toscana, sez. III, Ordinanza n. 733/07 del 7 settembre 2007; TAR Toscana, sez. II, Ordinanza n. 43/08 del 17 gennaio 2008; TAR Milano, ord 602/08; sent. Trib. Lucca 174/08; Sentenza Tar Lombardia n. 303/08 del 7 febbraio 2008). (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=240506 Sanita' comunitaria: 15 milioni di errori l'anno Nell'Unione europea, un trattamento medico su dieci ha qualche pecca, sostiene la commissaria europea alla Sanita', Androulla Vassiliou, in un colloquio con il settimanale tedesco Die Welt. Bisogna dare piu' sicurezza e diritti ai pazienti, e dunque gli Stati membri devono dotarsi di strumenti per facilitare le denunce e garantire il dovuto risarcimento. Il piano di prevenzione sara' presentato domani 26 novembre, nel frattempo la commissaria ha anticipato la notizia che negli ospedali dell'Unione europea si registrano 15 milioni di errori l'anno. In Germania, secondo l'Ordine dei medici, il maggior numero di errori attiene alla chirurgia, seguita da ortopedia, medicina interna, ginecologia. E in Italia? L'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in un convegno svoltosi nel 2006, riporto' alcune cifre: 90 decessi al giorno per cattive pratiche sanitarie e 10 miliardi di costi l'anno. L'affermazione registro' le proteste dell'Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente (Amami). Secondo il Tribunale del Malato i settori maggiormente interessati sono ortopedia e traumatologia, oncologia, ostetricia e chirurgia. Recentemente (1) il Parlamento ha varato una proposta di legge che istituisce una commissione d'inchiesta sugli errori sanitari. Nel nostro Paese ci sono 28mila denunce contro i medici (anno 2006) e 500 milioni i premi assicurativi sottoscritti, segno che il problema e' reale e sentito dai cittadini, pazienti e sanitari. (1) http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/022/002/relazione.htm Testamento biologico/Eutanasia. Presentato disegno di legge Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico A fronte di sentenze e casi singoli materia di giudici, il legislatore ha il compito di intervenire, distinguendo le dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari dai casi di eutanasia, estendendo il consenso informato e la libertà di cura sancita dalla Costituzione anche a chi non e' in condizioni di esplicitare il consenso. Due concetti scambiati e sovrapposti che hanno creato confusione, in particolare tra chi crede nell'indisponibilità della vita umana e ritiene che la libertà di scelta debba essere vincolata, si' da renderla nei fatti impraticabile. Così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione, le dichiarazioni anticipate di volontà di trattamento non possono che esserne una conseguenza. E' perciò necessario disciplinare l'eutanasia per evitare la clandestinità e il non-rispetto delle volontà della persona, oppure che quest'ultima debba recarsi in Paesi dove cio' e' consentito o suicidarsi. Percio', in accordo con le associazioni Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, con il senatore Marco Perduca ho presentato un disegno di legge sulle due questioni, separandole e distinguendole in due titoli: Titolo I - Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari, Titolo II - Norme sulla tutela della dignità della vita e disciplina dell'eutanasia Qui il testo completo della relazione e dell'articolato: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=241608 Gli italiani negli acquisti online Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=241640 Salute. Un capufficio incompetente fa male al cuore. Brunetta e Sacconi avvisati Avere un capoufficio incompetente aumenta il rischio di malattie cardiache per i lavoratori. E' quanto hanno appurato i ricercatori dell'Universita' di Stoccolma e del Karolinska Institutet (Svezia), pubblicato sulla rivista "Occupational and environmental medicine", che hanno monitorato per 4 anni le condizioni di salute di 3 mila impiegati maschi: l'incompetenza del capo farebbe aumentare del 24% il rischio di ictus o infarto. Un leader incapace, sostengono i ricercatori, aumenta lo stress. In Italia, ogni anno, si registrano circa 200mila infarti, l'80% dei casi avviene in casa e nel 50% dei casi si muore prima di arrivare in ospedale. Lo scompenso cardiaco provoca circa 100mila decessi e oltre 500 ricoveri giornalieri. L'incidenza sulla spesa sanitaria e' piuttosto elevata, considerato che spesso i pazienti sono ricoverati in strutture altamente qualificate e complesse e quindi costose. Alcune sollecitazioni ci sembrano opportune al ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e al ministro della Salute, Maurizio Sacconi. Al primo ricordiamo che, spesso, nella Pubblica amministrazione i dirigenti sono di nomina partitica, cioe' la tessera vale piu' del merito, e questo puo' indurre quei problemi cardiaci di cui sopra, vista l'incompetenza dei capi che hanno il solo merito dell'appartenenza a questo o quel partito. Cosa vuol fare, il ministro, per rendere piu' efficiente il servizio pubblico, infestato dalle tessere di partito, ed evitare collassi cardiaci? Al secondo ministro rammentiamo che, vista l'incidenza delle malattie cardiache e il luogo dove si verificano, sarebbe opportuno avviare un programma informativo alle famiglie sulle modalita' di intervento primario: si salverebbero vite umane e si risparmierebbero un sacco di soldi. Residenze Sanitarie Assistenziali. Nuova ordinanza del Tar Toscana contro il Comune di Firenze Nuova ordinanza del TAR Toscana nella questione delle rette Rsa, emessa il 27 novembre, n. 1101/08. A distanza di qualche giorno dalla sentenza di merito dello stesso Tribunale (1), con la quale si sanciva che il Comune di Firenze dal 2001 ad oggi ha applicato un calcolo illegittimo alle rette per il ricovero degli anziani (Rsa, residenze sanitarie assistenziali) e si aprivano le porte per la condanna del Comune stesso per risarcire con circa 28 milioni di euro i propri cittadini, oggi e' arrivata un'altra pronuncia conforme (2). L'ordinanza di sospensione riguarda una signora anziana indigente gravemente ammalata di Alzheimer, con la sola pensione di accompagnamento e di invalidita' (circa 700,00 euro in tutto), per la cui degenza in Rsa il Comune aveva chiesto di contribuire con i propri redditi e con i redditi del figlio, per un totale di 1600,00 euro mensili. La pronuncia e' innovativa perche', oltre a riconfermare quanto gia' sostenuto nella sentenza di qualche giorno fa in merito alla esclusione dei parenti degli assistiti dal calcolo Isee, per la prima volta il Tar Toscana, seppur indirettamente, affronta la questione della tipologia dei redditi computabili ai fini del calcolo Isee, sospendendo sia la quota a carico del figlio che quella a carico della degente. La sig.ra x, pur percependo circa 700 euro fra pensione e .... non deve per legge contribuire, poiche' detti emolumenti, cosi' come sono ovviamente esenti da Irpef, non possono costituire la base per la compartecipazione. Al contrario, la sussistenza di queste prestazioni socio assistenziali a tutela del minimo vitale costituiscono prova della equita', oltre che della legalita' dell'esenzione stessa! Ricordiamo che chi si e' trovato a pagare indebitamente somme alle Rsa, puo' oggi procedere con una richiesta di rimborso di tutte le somme pagate nel corso degli ultimi sette anni, invocando, oltre alla legge, anche la sentenza in questione che detta l'orientamento toscano (cui si aggiunge oggi la presente e ulteriore ordinanza), e in particolare dichiara illegittimo l'operato del Comune. Questo il modulo da utilizzare: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=132656 Per i dettagli sulla vicenda: http://www.aduc.it/dyn/rsa (1) http://www.aduc.it/dyn/salute/comu.php?id=240506 (2) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20081127-TarToscanaRsa.pdf Olio extra vergine di oliva. Consigli per gli acquisti Tempo di raccolta delle olive e di frantoi. ”Olio extra vergine di oliva", appena spremuto, verde intenso che fa la gioia degli amanti della bruschetta (fetta di pane leggermente tostata, condita con olio, sale e aglio). Gia', ma come si sceglie un olio extra vergine di oliva? Ovvio che il primo elemento e' la qualita' dell'oliva stessa che deve essere raccolta integra e al giusto grado di maturazione; l'operazione puo' essere fatta a mano (pettini o bastoni) o con abbacchiatori meccanici. La raccolta fatta dopo la caduta naturale e la permanenza sul terreno puo' dare all'olio odori e sapori sgradevoli. Le olive devono essere frante nel giro di 24 ore per evitare processi di fermentazione. L'olio extra vergine e' ottenuto con procedimenti meccanici e l'acidita' deve essere inferiore allo 0,8%. Sulla etichetta dovra' essere riportato: la denominazione di vendita (olio extra vergine), la categoria (olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici), il quantitativo, il nome o la ragione sociale e l'indirizzo del produttore oppure del confezionatore o di un venditore che risiede nella comunita', la sede dello stabilimento di confezionamento o di produzione, il termine minimo di conservazione, le condizioni per la conservazione, la raccomandazione: "non disperdere nell'ambiente dopo l'uso" e il lotto di confezionamento. L'indicazione Dop (denominazione di origine protetta) indica che le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un'area geografica delimitata, quindi, olive raccolte, trasformate e confezionate in una determinata zona, mentre l'Igp (Indicazione geografica protetta) significa che almeno una fase del processo produttivo deve avvenire in una particolare area, detto in soldoni l'olio e' confezionato in un luogo ma le olive possono essere di un altro. Entrambi le denominazioni sono regolate da appositi disciplinari. Ci sono anche oli extra vergini biologici che devono aggiungere una apposita dicitura (agricoltura biologica - controllato da...) Alcune definizioni sono ingannevoli, di... fantasia o che non servono a nulla, per esempio: naturale, tradizioni, sapori o fragranza di..., robusto, gentile, prima spremitura, dietetico, non filtrato, ecc. Aduc - Osservatorio Firenze. Il tira e molla del ministro Altero Matteoli sulla tramvia Tramvia dal Duomo? Una volta si dice no, una volta forse, una volta non e' affar mio, una volta si da' l'ok. E poi chissa', da qua a maggio. Il partito della Liberta', tramite addirittura il ministro (toscano) delle Infrastrutture Altero Matteoli contribuisce cosi' concretamente a quel tira e molla che e' l'essenza di quella speculazione finanziaria alla quale piace vivere di incertezza, soprattutto se si tratta di quella dei politici. Piu' probabile che, comunque, da qui alle elezioni comunali prossime le posizioni si definiscano meglio. 25 GIUGNO 2008 No alla tramvia dal Duomo In piazza Duomo a Firenze non ci devono passare ne' bus, ne' tram. Quanto affermato stamani dal ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, durante il suo intervento all'assemblea annuale di Confindustria Firenze. (nove.firenze.it) 1 LUGLIO 2008 Si' alla tramvia dal Duomo. Significa che il governo ha intenzione di bloccare il qualche modo il progetto fiorentino della tramvia? "Non si blocca, e' un problema locale, ma si mi chiedono un'opinione io dico che non sono d'accordo". (La Repubblica) 28 AGOSTO 2008 No alla tramvia dal Duomo Matteoli: "Niente tram al Duomo, il Comune riveda quel progetto". (ll Giornale 28/8/2008) 8 OTTOBRE 2008 No alla tramvia dal Duomo Matteoli anticipa il parere del Ministero: "Diremo no alla tramvia al Duomo" (Corriere Fiorentino) "Sul tracciato della linea 2 della tramvia che passa accanto al Battistero -spiega- il parere del ministero sara' negativo" (Il Giornale delle Toscana) 28 NOVEMBRE 2008 Si' alla tramvia dal Duomo Si' alla tramvia dal Duomo. Il giudizio della commissione interministeriale presieduta da Altero Matteoli (La Repubblica) ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi "O CARRETTIERE CHE DAI NERI MONTI... ". OVVERO: PICCOLO OMAGGIO AI MIEI ANTENATI CARRETTIERI Andando a ricercare i testi delle poesie di Giovanni Pascoli, che mi hanno ispirato un paio di queste noterelle (il 15 giugno e il 1.o agosto scorsi), nella raccolta Myricae ho incontrato anche altre composizioni che, pur note in passato, mi erano uscite di mente. Una di queste e' un madrigale che si intitola Carrettiere che devo avere imparato a memoria alla scuola elementare. In effetti questi dieci versi appaiono di una estrema semplicita' sia nella forma sia nel contenuto, almeno per quanto riguarda l'interpretazione del primo livello, quello piu' esteriore (poi, come si sa, ogni poesia che si rispetti ha anche altri livelli di comprensione che chiedono a chi legge una maggiore attenzione). E fin qui, tutto sommato, niente di particolare. La cosa interessante e' pero' che, questa volta, la lettura della poesia ha fatto accendere immediatamente nel mio cervello la classica lampadina. Ma guarda che caso! I miei antenati Laldi del 1700, furono anche carrettieri, e precisamente per la Magona del ferro del Granducato di Toscana, vale a dire, con parole moderne, l'azienda statale che allora aveva il monopolio dell'estrazione, della lavorazione e del commercio del ferro. E si deve proprio al fatto che i Laldi lavorarono per la Magona granducale se io ho potuto avere tante informazioni su di loro. I registri della Magona sono infatti così precisi che vi si trovano annotati i nomi, le mansioni e i compensi di tutti coloro che vi hanno lavorato, anche come semplici chiodaioli, nelle diverse "agenzie" distribuite fra la Maremma, la Versilia e le Apuane, e il pistoiese (montagna e città di Pistoia). Questo dico per doverosa riconoscenza. Dunque, nell'arco di circa 150 anni -fra il XVIII e il XIX secolo- i Laldi svolsero varie mansioni nella e per la Magona, spaziando nei tre punti appena ricordati della Toscana. Il rapporto con la Magona lo cominciarono con l'affittare all'impresa granducale boschi ed edifici di loro proprietà per le ferriere in quel delle Apuane, un paio di loro (padre e figlio), poi, a partire dagli anni Quaranta del XVIII secolo, ebbero anche la responsabilita' del magazzino di Marina (oggi Forte dei Marmi), dove, via mare, arrivava il ferro grezzo (o semilavorato) dalla Maremma per essere avviato per la lavorazione definitiva sulle Apuane, ricche di quell'acqua indispensabile allora per azionare i magli e altri macchinari. Un grave lutto spinse i Laldi a diventare anche carrettieri e a fare la spola fra la costa e la montagna e viceversa, prima col barroccio carico di ferro grezzo e poi di quello lavorato. Ai primi dell'Ottocento, uno dei Laldi, impiegato in pianta stabile nella Magona, fu trasferito in Maremma, da dove uno dei figli di costui, sempre dipendente di questa azienda, trasloco' nel pistoiese verso la fine dell'Ottocento, quando logicamente la Magona non era piu' "granducale" e, per di piu', stava ormai per finire -credo abbastanza tristemente- la sua gloriosa esistenza. E ' cosi' che, qualche mese fa, ho riletto Carrettiere di Pascoli con occhi diversi e con maggiore partecipazione, anche se mi sono ricordata che, gia' fra i sette e i dieci anni, quando imparai la poesia a memoria, mi ero per cosi' dire immedesimata in quel carrettiere che procede su impervie strade di montagna sfidando il "querulo aquilone" (la lamentosa tramontana) e non turbato dal "soffio di procella" (l'avvicinarsi della tempesta), placidamente addormentato com'e' sul suo carico di carbone, fidandosi evidentemente della fedelta' del suo cavallo che -si badi bene- non e' rammentato esplicitamente nella poesia, ma e' ben presente nel suo tranquillo andare che trasforma il barroccio quasi in una culla … Altri tempi. Oggi, ai moderni barrocciai che si chiamano "camionisti" e' assolutamente proibito addormentarsi al volante. Il sogno si trasformerebbe in un incubo, e il sonno potrebbe svelare repentinamente la sua fratellanza con la morte -per se' e chissa' quante altre persone che disgraziatamente si trovassero sulla loro strada. Comunque anche a loro, i carrettieri di oggigiorno, che guidano cavalli molto meno affidabili rispetto al passato, va il mio pensiero bene augurante, e il caldo invito a fermarsi non appena il rombo del motore si trasformasse ai loro orecchi nei suoni di una cornamusa natalizia (la "cennamella" pascoliana)… o in qualunque altro suono di sogno. Ecco adesso di Giovanni Pascoli Carrettiere O carrettiere che dai neri monti Vieni tranquillo, e fosti nella notte Sotto ardue rupi, sopra aerei ponti; che mai diceva il querulo aquilone che muggia nelle forre e fra le grotte? Ma tu dormivi sopra il tuo carbone. A mano a mano lungo lo stradale Venia fischiando un soffio di procella: ma tu sognavi ch'era di natale; udivi i suoni d'una cennamella. (da Giovanni Pascoli, Myricae). NOTA Il testo della poesia Carrettiere e' ripreso da: GIOVANNI PASCOLI, Myricae, (a cura di Giuseppe Nava), Salerno editrice, Roma s.i.d., p. 110s. I registri della Magona si trovano presso l'Archivio di Stato di Firenze. Gli indirizzi delle noterelle rammentate all'inizio del pezzo sono questi: http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=223362 15 giugno 2008 http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=228529 1 agosto 2008 Per alcune informazioni sulla storia della Magona granducale si possono vedere i seguenti link: per le Apuane: http://192.167.112.135/NewPages/COLLANE/TESTIQDS/22/04.pdf per la Versilia: http://www.versiliastorica.it/miniere/storia.htm per la montagna pistoiese: http://aptpistoia.megamente.com/percorso_6_storia_IT.cfm per la Maremma (Cecina) http://www.comune.cecina.li.it/territorio/index.htm e (Massa Marittima) http://itinerari.toscana.to/comune.php?id=311&cosa=descrizione (a cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Il Vaticano dei sabotaggi censurati. Il caso Englaro …la conoscenza vi fara' liberi…. (Gesu' Cristo) Quando insegniamo ai nostri studenti a usare una "formula", li rendiamo dipendenti da quella formula. Se invece insegniamo senza usare "formule", sviluppiamo nei nostri studenti l'abilita' a creare le cose da soli. Dante Alighieri (1265-1321) Dio non si preoccupa delle nostre difficolta' scientifiche. Lui integra empiricamente. Albert Einstein (1879-1955) Il decreto ministeriale 11 Aprile 2008 (esecutivo Prodi, ministro della salute Livia Turco) era stato un decreto legge che abbreviava i tempi per la certificazione della cosiddetta "morte cerebrale del neonato". Nello scorso ottobre 2008, in Campania si e' avuto il primo espianto di organi dopo l'entrata in vigore del decreto Turco (decreto attualmente in vigore): un neonato espiantato a cuore battente considerato "donatore", ma che donatore non potrebbe definirsi, in quanto da neonati non si e' nella leggittimita' di potersi definire tale. Cosa e' questo decreto Turco? In sostanza, i bambini e i neonati sono stati di fatto equiparati nei tempi della dichiarazione di "morte cerebrale" agli adulti, il tempo di osservazione e' passato da 24 a sole 6 ore, oltremodo a sole 2 verifiche. La tempestivita' della ex ministra, ha fatto sospettare che si voleva garantire l'espianto e la disponibilita' di organi, difatti il decreto, mai avversato dal Vaticano, ne facilita' estremamente le procedure, soprattutto nella situazione di neonati figli di genitori disinformati. Nel caso sopraccitato, il neonato sfortunato era di Caserta ed i suoi organi sono andati in Danimarca, Paese ove, per l'espianto degli organi, vige una impressionante quanto severa procedura di legittima individuale richiesta, oltremodo, il "silenzio dissenso". La Danimarca e' un Paese dalla legislazione, in materia di trapianti e donazioni, normale, contrariamente all'Italia ove, grazie alla cattolicissima ex ministra della salute Rosy Bindi, si passo' nel 1999 alla "umana" norma del silenzio-assenso, cioe' se un cittadino e' distratto grazie alla normalissima censura giornalistica, da' il consenso (quale?) all'espianto dei propri organi. Il Vaticano, a quel tempo, con la sua appendice al ministero, contento, non ebbe alcuna remora, e pronto offri' consensi e pareri positivi. Per quanto riguarda il neonato di Caserta, non e' stato il primo caso di espianto "veloce" "a cuor battente". Gia' prima del decreto Turco, a Torino era accaduta la medesima cosa con un altro sfortunato neonato. Come mai il Vaticano non insorgeva come adesso fa per il caso Englaro? Una humanitas della malafede, insospettabile. Il caso Englaro e' un motivo (uno dei tanti) di "principio", che mina la stessa esistenza del Vaticano quale forza e potere politico. Ma, in sostanza e nei fatti, lo stesso Vaticano appoggia, sostiene la "morte veloce" e l'espianto degli organi, mitigando e -peggio- edulcorando il tutto nelle buone azioni di carita' verso gli altri. Avremo modo, in altre occasioni, di svelare questi retroscena, di approfondire le argomentazioni. Qui ci bastera' prendere coscienza che il mondo dell'espianto degli organi e dei trapianti ruota su meccanismi impensabili, occulti, silenziosi, insospettabili, macabri, garantiti e perpetuati da una classe politica, alla "Ponzio Pilato", adagiata sulla coperta del clero Vaticano. La vicenda di Eluana Englaro ha portato a galla la non esistenza, allo stato attuale, di una legge che regolamenti il delicato tema del testamento biologico e le problematiche di fine vita. Ancora nel 2008, questa carenza tangibile della arretratezza civile sociale e giuridica del Bel Paese, subisce le angherie della strumentalizzazione politica, dei parlamentari della congregazione episcopale italiana, dell'esecutivo, dello stesso Vaticano che mette il naso dappertutto, come se la Repubblica Italiana fosse prezzemolo proprio. Questa situazione ci allontana dal respiro della democrazia liberale, stravolgendo le elementari espressioni di laicita' che contraddistinguono i Paesi a democrazia compiuta. Chiacchiere illiberali dell'esecutivo Berlusconi, quando, pochi giorni fa, il ministero della Salute presentava un "glossario" sullo stato vegetativo e sullo stato di minima coscienza, un documento che si sforza di essere ufficiale e che sviscera in una liturgia ortodossa, una paradossale forzatura e contrapposizione tra la politica e la scienza, i sofismi e le concretezze, il realismo della sofferenza della carne contro lo gnosticismo della sofferenza dell'anima, anticipando una granitica chiusura nei confronti di una auspicata legge sul testamento biologico, che se verra' sara' tutta ripiegata sul Vaticano, quindi meglio se non verra'. Si teatralizza la tragedia (il clero ha una nutrita esperienza secolare in materia) miscelando e confondendo con un abile gioco delle tre carte, i temi della "eutanasia e sacralita' della vita" con le concretezze del poter conoscere per deliberare: se nell'Italia del 2008 possa essere riconosciuto il fondamentale diritto laico di autodeterminazione del popolo e del singolo individuo cittadino, ove sia insindacabile la volonta' di disporre della propria vita ed esistenza terrena, o se le individuali liberta' come quella di voler morire per non soffrire, siano e debbano essere subordinate alle volonta' di uno Stato padrone, o peggio di uno Stato padrone confinante com'e' il Vaticano. Dobbiamo conoscere al piu' presto se in questo Bel Paese il costituzionale diritto di rifiutare le cure mediche o l'alimentazione artificiale, per magia scompaia quando la medesima persona sia in stato di incoscienza. Eluana, in assenza di una legge che le avesse permesso di redigere un testamento biologico, dimostrava quando era in stato di coscienza le sue ferme volonta' di non essere mantenuta in vita qualora le fosse toccato un simile incubo, motivo che ha orientato bene l'Alta Corte di Cassazione nel riconoscerle l'inviolabile diritto, sentenza che salva in extremis la cupa faccia di questo Paese dal delirio oscurantista di questa Chiesa Vaticana, e delle loro appendici in Parlamento. Il Vaticano gestisce e detta ordini alle sue appendici parlamentari (il sabotaggio sta virando precipitosamente in queste ore sull'impedire e vietare la ricerca con cellule staminali embrionali, viste le aperture del neo-Presidente americano Obama … … ). Confonde, con abile mistificazione, argomenti quali "sacralita' della vita", "eutanasia", altre realta' dei fatti, e copre e sostiene le aberrazioni sui trapianti, le modalita' e le metodiche. Fin quando la nostra pazienza sara' cosi' grande da sopportare la pratica erosiva delle nostre laiche coscienze e la beffa alle nostre intelligenze? Sappiamo, che l'uomo e la donna che hanno dato la vita ad Eluana, vivono angosciati da 17 anni una situazione anomala, frutto di una arretratezza civile e giuridica del Bel Paese ostaggio del Vaticano. Adesso, saggi giuristi, hanno sopperito al vuoto legislativo, cancellando le ombre lunghe dell'oscura rozzezza di questo Paese. Eluana potra' volgere nel suo ultimo, lungo difficile viaggio. In ultimo e non per ultimo, l'amore estremo, il coraggio e la determinazione di Bettino Englaro. Questo indimenticabile Padre, ha semplicemente restituito la dignita' ad Eluana, sua figlia, la medesima sequestrata e negata, da questi Signori di color porpora, dalla storia necrofila. Si continua nella piu' arcaica arretratezza e rozzezza culturale, ad avere societa' cristiane, islamiche, indu', e quante altre ancora ne vorrete. Continueremo a vivere le assurdita' che ci vengono propinate sin da bambini a cominciare dalle scuole, nel cinismo del plagio, succubi di un autoritarismo del nulla, che intende "dirigerci " ed istruirci su come le societa' debbano vivere a modo loro. Una Chiesa straboccante di ori, preoccupata della grave crisi economica ma non delle risorse monetarie che essa sottrae ai giovani Italiani, una Chiesa dei privilegi, che a noi, figli della "sacralita'" vengono negati, perfino quello di morire silenziosamente e dignitosamente. Qualcuno sarebbe cosi' inopportuno, nel consigliare cosa fare ad una persona, ad un padre che ha vissuto per 17 anni nel piu' totale dolore? Qualcuno e' inopportunamente idiota da esprimere consigli a colui il quale per 17 lunghi anni vive il dolore di una figlia, la quale -ancora peggio- aveva affermato di voler morire piuttosto che vivere da vegetale? Si', gli idioti ci sono, travestiti da clown di color porpora, e mascherati nelle appendici al Parlamento. Ho profonda vergogna per questa gente che di vergogna non ne sa avere. Nulla e nessuno, allo stato attuale dello scibile medico e scientifico, puo' sostenere che Eluana provi dolore, sofferenza, che abbia in qualche modalita' sensazioni, emozioni, avverta il mondo intorno, quello delle stesse sorelle religiose che ogni giorno, con cura e dedizione la sostengono, la tirano su, la voltano, la siedono, la cambiano. Condannare ad una vita che non si vuole, cosa e'? Eluana, che non voleva vivere nemmeno un sol giorno in tale situazione, chi dovra' mai ringraziare per aver avuto il modo di dover attendere qualcosina in piu', solo 17 anni. La vita di Eluana, se non fosse di Eluana, di chi altri sarebbe? Chiedetelo ai Signori di color porpora, loro sanno sempre tutto, e vanno sempre bene per il tutto. Per noi laici, la naturalita' della vita biologica e' inviolabile, a cominciare dalla nascita, ma ancor piu' la scelta di autodeterminazione di ogni singolo individuo, perche' unico proprietario della propria esistenza biologica ed umana. La posizione della Chiesa Cristiana, sulle difficili tematiche che sempre di piu' interesseranno il futuro della scienza e dell'umanita', con il pontefice Ratzinger, non si sono evolute, anzi sono scivolate in un baratro dai sapori antichi, in perfide logiche arcaiche di conservazione dell'influenza e del potere politico. Se le Chiese si svuotano sempre piu', un motivo pur ci sara'. Conoscere e far conoscere e' alla base di ogni liberta', Gesu' Cristo diceva: "la conoscenza vi fara' liberi". Di tutti i tipi di odio, nessuno e' più profondo di quello dell'ignoranza nei confronti del sapere (Galileo Galilei). ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: redazione Recesso dalla fideiussione bancaria La fideiussione e' una garanzia personale, in cui un soggetto impegna, a presidio di una determinata obbligazione, l'intero suo patrimonio e non un bene specifico come accade per le garanzie cosiddette reali (es. un immobile sottoposto a ipoteca in garanzia del mutuo, delle azioni poste in pegno a fronte dell'apertura di credito). La fideiussione e' una garanzia largamente utilizzata dalle banche per presidiare la concessione di crediti alla clientela. La legge (art. 1936 codice civile) non definisce il contratto di fideiussione. Essa definisce, invece, il fideiussore nel modo che segue: "E' fideiussore colui che, obbligandosi personalmente verso il creditore, garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui". I motivi per cui un soggetto si risolve a prestare fideiussione alla banca sono i piu' diversi. Si puo' trattare, ad esempio, di un familiare che intende prestare aiuto ad un congiunto per intraprendere o continuare una determinata attivita' economica o di un socio di una societa' che intende consentire a quest'ultima di accedere al credito o di accedervi in una misura che, altrimenti, non le sarebbe possibile. Il contratto Il debitore principale non e' parte del contratto. Quest'ultimo (il contratto) interviene fra banca e garante e il debitore principale puo' anche non saperlo (afferma, infatti, il 2° comma dell'art. 1936 cod. civ. che: "La fideiussione e' efficace anche se il debitore non ne ha conoscenza"). L'evenienza che il debitore principale non sappia neppure che sia stata prestata una fideiussione a suo favore e' piu' frequente di quanto si creda. L'ipotesi puo' essere quella di un familiare (ad es. la moglie) del debitore che si rechi in banca per effettuare un'operazione e al quale l'operatore di sportello sottoponga un modulo senza nessun'altra spiegazione che la richiesta "firmi qui". La banca sa bene quello che fa, mentre non lo sa la persona interessata. Se questa, fidandosi, appone la sua firma su un modulo –magari in bianco– con quel gesto, presentato come banale ed insignificante, assume obbligazioni estremamente pesanti di cui solo col tempo scoprira' il vero significato. Il tipo di fideiussione elaborato dalla prassi bancaria che qui interessa e' la cosiddetta "fideiussione omnibus" vale a dire una garanzia che assiste qualunque debito, a qualunque titolo, il cliente garantito abbia o vada ad assumere nei confronti della banca. Si tratta di garanzia che copre tutta l'attivita' bancaria del debitore principale non solo quella attuale, ma anche quella che verra' posta in essere; tanto per fare un esempio non solo il mutuo gia' stipulato, ma anche quello che lo sara', lo scoperto per assegni, il fido relativo alla carta di credito ecc. Unica condizione che la legge pone per la validita' di questa garanzia e' la fissazione di un limite -un massimale- oltre il quale l'impegno del garante non puo' andare. Sotto questo profilo e' appena il caso di dire che se il modulo e' firmato in bianco l'apposizione del predetto massimale e', praticamente, arbitrio della banca. Estinguere la fideiussione Cosa accade se il fideiussore, dopo aver prestato una "fideiussione omnibus", decida, per i piu' vari motivi, di estinguere la fideiussione stessa di, come si dice con termine tecnico, recedere da tale contratto. Come previsto per tutti i contratti destinati a durare a tempo indeterminato, la legge gli assicura la facolta' di "uscire" dalla sua obbligazione, ma, purtroppo, cio' non significa che egli verra' immediatamente liberato dal debito garantito; in altre parole anche dopo il recesso il fideiussore restera' obbligato in misura minore, ma, pur sempre obbligato. Infatti i contratti delle banche recano clausole del tipo "Il fideiussore puo' recedere dalla garanzia dandone comunicazione alla Banca con lettera raccomandata". La dichiarazione di recesso si reputa conosciuta dalla Banca solo quando la lettera giunga ai suoi uffici. Il fideiussore risponde, oltre che delle obbligazioni del debitore in essere al momento in cui la Banca ha preso conoscenza del recesso, di ogni altra obbligazione che venisse a sorgere o a maturare successivamente in dipendenza dei rapporti esistenti al momento su indicato. Per quanto concerne i rapporti di apertura di credito intrattenuti con il debitore, il recesso del fideiussore si rende operante solo quando la Banca abbia potuto recedere a sua volta dai detti rapporti, sia conseguentemente cessata la facolta' di utilizzo del credito da parte del debitore e sia decorso il termine di presentazione degli assegni da lui emessi ed ancora in circolazione". Va rilevato che la clausola e' da interpretare. Per esempio l'affermazione che il recesso e' operante solo quando la banca abbia potuto, a sua volta, recedere dai rapporti garantiti non puo' essere portata fino a consentire alla banca stessa comportamenti negligenti o strumentali nella gestione dei rapporti creditizi facendo esclusivo assegnamento sull'impegno del garante. In pratica quando il garante invia la raccomandata di recesso alla banca, quest'ultima, come prima cosa, valuta il contegno da assumere nei confronti del debitore principale nel senso che considera se cessare, o meno, il rapporto creditizio con lui (ad es. revocandogli l'apertura di credito di cui godeva). Infatti accade spesso che la concessione di credito poggia eminentemente sulla garanzia per cui, eliminando la garanzia, viene eliminato anche il credito. Se, invece, la banca ritiene il cliente sufficientemente affidabile anche senza la fideiussione decidera' per la continuazione del rapporto e si limitera' a prendere atto del recesso. Per quanto riguarda il garante che receda, il suo interesse sarebbe, com'e' ovvio, essere liberato pienamente e immediatamente dai suoi impegni, ma, purtroppo, cio' non succede quasi mai. E' rarissimo, infatti, che la banca rilasci dichiarazioni liberatorie piene o rinunce alla fideiussione. Esclusa l'ipotesi, quasi soltanto teorica, di rilascio di una liberatoria piena da parte della banca, la situazione per il garante non cambiera' nel senso che restera' obbligato per il debito che sussisteva nel momento in cui ha esercitato il recesso o, meglio, nel momento in cui la banca ha avuto conoscenza del recesso. Dunque, ponendo che il cliente fruisse di un'apertura di credito ad esempio di 1.000 utilizzata per 500, il garante rispondera' solo per 500 di modo che se il cliente, in seguito, aumentera' l'utilizzo, poniamo, fino a 600, il garante non rispondera' degli ulteriori 100 in aumento. Al contrario rispondera' di ogni altra obbligazione che trae origine nel rapporto esistente al momento del recesso. Cosi', ad esempio, se era garantito un mutuo e l'obbligato principale non paghi la rata il garante rispondera' anche dell'interesse di mora. Dunque, se il debito sussiste al momento del recesso, dalla fideiussione non e' possibile liberarsi. Cio' rende questo contratto estremamente insidioso e oneroso per chi lo sottoscrive per cui dovra' essere massima la cautela del cliente di fronte alle consuete parole "firmi qui" proferite come se fossero la cosa piu' banale ed insignificante del mondo dall'operatore che gli sottopone uno dei tanti moduli della banca. Senza pretendere di capire il dettaglio delle clausole riportate –cosa estremamente difficile anche agli addetti ai lavori- il cliente dovra', quanto meno, cercare di capire se veramente vuole obbligarsi in quel modo e per quell'importo e solo allora sottoscrivere. ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Italia. Il Paese delle irrealizzazioni e' dominato dalla casta padrona o dalla casta cialtrona? Autostrade, ferrovie, riduzione del debito pubblico, estensione a tutti i lavoratori degli ammortizzatori sociali, riduzione delle tasse, tutela degli anziani, prospettive ai giovani, universita', ambiente, giustizia, competitivita', scuola, class action, liberazione del Sud (e non solo) dalle mafie. L'Italia e' il Paese delle riforme e delle infrastrutture annunciate: il Paese delle irrealizzazioni. Di fatto i cambiamenti avvengono, ma larvatamente, in modo surrettizio, senza alcuna relazione diretta con i propositi pubblici della classe politica, dei sindacati, dei rappresentanti delle imprese e di tutte le altre decine di corporazioni: avvocati, notai, commercialisti, medici, baroni universitari, magistrati e giudici, farmacisti. La sensazione per il cittadino e' di trovarsi davanti ad un muro di gomma parato avanti da questi conservatori dei propri privilegi. Ma l'immobilismo, spesso, non giova neppure alle corporazioni, protese a difendere il loro potere con modalita' barocche che generano inefficienza. Le corporazioni di notai, commercialisti, avvocati, ecc., nonostante i tentativi di Bersani, bloccano l'evoluzione delle professioni. Cosi', quando c'e' da affidare una mega consulenza, anche le imprese italiane l'affidano e sempre piu' l'affideranno ai grandi studi stranieri. I grandi imprenditori italiani. Predicano mercato e appena possono si piazzano in settori non concorrenziali sotto la protezione del pubblico (Benetton con Autostrade, per esempio), poi all'estero perdono terreno. Il caso di Telecom Italia e' emblematico: aveva le stesse potenzialita' di tutti gli ex monopolisti europei, ora e' ridotta ad una compagnia nazionale con investimenti esteri solo in Sudamerica. I sindacati. La Cgil e' il sindacato piu' arroccato attorno ad una visione delle societa' un po' vecchia. Operai e fabbriche esistono ancora, ma la situazione e' cambiata dagli Anni 60/70, quando veniva approvato lo Statuto dei lavoratori, con il molok Articolo 18 (che rende difficile i licenziamenti). La difesa di un principio ha portato l'Italia ad aver il mercato del lavoro allo stesso tempo piu' rigido (formalmente) e piu' flessibile e precario (nella sostanza: lavoro nero, uso improprio di contratti come le collaborazioni o abuso di partite iva, per mascherare lavoro dipendente). In teoria, quindi, Cgil e' il sindacato piu' conservatore (tra i confederali). Cisl e Uil, invece, sono disponibili a rivedere alcuni principi, in accordo col Governo. L'Esecutivo coccola questi sindacati 'innovatori'. Ma ... qual e' il sindacato che maggiormente 'tutela' il lavoro piu' improduttivo e meno flessibile? E' la Cisl che e' molto radicata nel Pubblico impiego, dove neppure un fannullone conclamato puo' essere licenziato. Il Governo che a parole vuole innovare, si allea col difensore di uno dei mali italiani: le regole della pubblica amministrazione che, non per responsabilita' dei lavoratori (che magari approfittano della situazione), rendono quotidianamente difficile la vita ai cittadini. Il ministro Brunetta potra' pure sbraitare contro i fannulloni, ma se l'alleato del suo Governo si chiama Cisl, annunci a parte, tutto rimarra' fermo. A lungo termine a chi giova questa situazione? Sicuramente non ai lavoratori giovani. Ma a guardare bene, neppure ai sindacati: hanno sempre meno iscritti, la meta' dei quali pensionati. Non giova neppure alla classe politica e alle ambizioni riformatrici dei vari governi: hai voglia a predicare ottimismo e decisionismo, hai voglia a dire 'che bravo che sono', a fine mandato il saldo sara' l'immobilismo e lo scontento. Politici e magistratura. I palazzi della politica fiorentina sono alle prese con un'inchiesta sulla lottizzazione di un'area molto grande alla periferia della citta'. Tra piani e revisioni degli stessi sull'area, che e' attaccata all'aeroporto, la questione va avanti da due decenni. Vi dovrebbero sorgere la sede della Regione, della Provincia, il nuovo stadio, case, un parco. Palazzo Vecchio (la sede del comune) in un modo o nell'altro ha adattato i progetti agli stimoli del momento provenienti da soggetti privati (l'ultimo in ordine di tempo e' proprio lo stadio della Fiorentina). Uno degli indagati, in un'intercettazione, dice: "Mi sembrano matti tutti... ogni volta che c'è un argomento nuovo... Per non fare mai niente". Ora l'area, di proprieta' del gruppo Ligresti, e' sotto sequestro e i lavori bloccati e tra gli indagati ci sono due assessori comunali, uno si e' dimesso, l'altro e' Graziano Cioni, il cosiddetto sceriffo di Firenze, l'assessore alla Sicurezza, che cosi' parlava con l'assistente di Salvatore Ligresti, l'avvocato Fausto Rapisarda: "Un abbraccio per ora, io sono a lavorare come sempre per voi". Nello stesso periodo Cioni impazzava sui giornali per le ordinanze contro i lavavetri, per le multe a chi stendeva i panni fuori dalla finestre o buttava una cicca per terra. Per far conoscere le sue mirabilie Cioni chiedeva un finanziamento proprio al gruppo proprietario dei terreni su cui sara' costruita la 'nuova Firenze'. "Duecentomila nuclei familiari devono ricevere a casa il regolamento di polizia municipale, quello contro il degrado: insomma, una cosa seria, per la tutela del decoro di Firenze, che poi sono i cavalli di battaglia che ho scelto io". Rapisarda risponde: "Trenta?" "Aggiudicato, vai: gli altri li trovo io", risponde Cioni. Non ce ne frega nulla dei risvolti penali della questione. C'e' una questione molto piu' grave da evidenziare. Firenze e' come tutte le citta' italiane: e' ferma, economicamente e socialmente ha perso l'anima. Ed e' emblematico che mentre l'assessore sceriffo 'combatte' lavavetri e la vecchietta che stende i panni, fa le feste e chiede soldi ad una soggetto che attende dal Comune licenze e regolamenti per poter concludere una serie di opere che renderanno milioni e milioni di euro. Il tira e molla dura da anni. Tutto questo avviene a Firenze, che ha fama di essere ben amministrata. Si ha l'impressione che quel magmatico sistema di potere, che prima veniva attribuito alle regioni meridionali, si sia esteso anche nell'efficiente Toscana. A chi giova tutto questo? Agli imprenditori? Ai politici? Certamente non ai cittadini. I ritardi sono voluti? Al fine di lucrare potere e soldi: finche' durano progettazioni e lavori si possono aprire nuove opportunita' per fare i propri comodi. Giustizia. Da quando e' finita la prima repubblica il meccanismo si ripete. La politica non sa piu' gestire i conflitti tra poteri, ha perso autorevolezza. Cosi' prima o poi a tentare di mettere ordine nel caos interviene la magistratura. Con i suoi metodi, e di frequente, i peccati di ingordigia politica vengono scambiati per reati penali, creando i presupposti per la reazione della casta politica che finisce per parlare di giustizia ad orologeria. La realta' e' che la giustizia in Italia e' alla frutta. Dove il conservatorismo dei magistrati fa il paio con una serie di provvedimenti della politica che poco hanno a che fare con la volonta' di rendere il sistema efficace. Emblematici sono gli imbrogli scoperti durante i concorsi per entrare in magistratura. Ai privilegiati e' convenuto rifugiarsi nella conservazione? No. Almeno se si ha una visione proiettata al futuro, non concentrata sul proprio ombelico. E quindi: e' una casta padrona o una casta cialtrona? Casta cialtrona e intoccabilita', ancora oggi. Un piccolo esempio? Massimo Tabacchiera, presidente della societa' di trasporto pubblico di Roma, l'Atac, utilizza l'auto blu aziendale per far accompagnare i figli a scuola (1). Altro esempio piccolo piccolo? Il vice presidente della giunta regionale Toscana, Angelo Pollina, uno che vanta di essersi laureato honoris causa in Scienze Politiche all'Universitas Internationalis Studiorum Superiorum 'Pro Deo' degli Stati Uniti (sic!) (2), in diversi interventi in tv, se la prende con chi parla di casta politica "non e' cosi' …". Uscito dagli studi televisivi e' l'autista dell'auto blu ad aprirgli lo sportello. (1) http://roma.repubblica.it/multimedia/home/3861217/1/1 (2) http://www.angelopollina.it/index.asp ------------------------------------------- IL CONDOMINIO Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini di: Alessandro Gallucci Il parcheggio in condominio Lo stato dell'arte al momento e' sostanzialmente questo: stando alle disposizioni di legge in vigore dal 1967, con la legge n. 765 (c.d. legge ponte), in ogni condominio deve esserci un numero minimo di parcheggi sulla base di parametrazioni fatte in relazione alla cubatura della costruzione. Una premessa Prima di intraprendere qualsiasi discorso o descrizione con riferimento ai parcheggi condominiali, pero', una premessa e' d'obbligo. Tra gli argomenti che attengono al condominio, quello del parcheggio e' uno dei piu' controversi e discussi. In questa rubrica si usa spesso la parola controverso; lungi dal voler essere una scusa per non approfondire gli argomenti trattati, anche in questo caso una semplice ricerca su Internet o su riviste del settore produrrebbe una mole di decisioni giurisprudenziali (sovente contraddittorie), che dimostrerebbero che dire controverso sia eufemistico. Un quadro della situazione odierna Partiamo da quei fabbricati che, in quanto costruiti prima del 1967, non hanno un'area specifica destinata per legge a parcheggio. In questo caso, la prima cosa da fare e' consultare il regolamento condominiale. Questo, se di origine o natura contrattuale, puo' disporre che determinati spazi comuni (es. cortile) siano destinati, o meno, a parcheggio. In tale caso, sempre lo stesso regolamento potrebbe stabilire modalita' d'utilizzo di questo spazio comune. Il regolamento non prevede nulla Che cosa succede, invece, se il regolamento non prevede nulla in merito? Potra', ad esempio, accadere che vi sia una parte comune adibita a giardino. Puo' l'assemblea mutarne la destinazione d'uso a parcheggio? Se si', con quali maggioranze? La risposta e' affermativa, purche' la relativa deliberazione sia assunta all'unanimita'. Ed ancora: che cosa accade quando lo spazio comune non ha alcun vincolo di destinazione (es. un cortile del quale non risulta in alcun modo un vincolo di destinazione)? In questo caso, la prevalente giurisprudenza ha ritenuto che l'assemblea possa, con le maggioranze indicate dall'art. 1136 II comma c.c., decidere che una determinata area comune sia destinata a parcheggio. Cio', naturalmente, senza che l'effettiva attuazione della delibera comporti nocumento per alcuno dei condomini (ad es. impedendo il passaggio o l'ingresso nella propria abitazione). Ma i posti non sono ancora sufficienti Infine, puo' accadere che, una volta fatto tutto "a norma di legge", ci si accorga che i posti disponibili siano inferiori alle effettive necessita' o che non siano tutti agevolmente utilizzabili. Ci si pone, dunque, l'interrogativo: che fare? Una cosa e' certa, recentemente la Cassazione (sent. n. 26226 del 2006) ha stabilito che l'assegnazione dei posti non puo' avvenire (a meno che non vi sia unanimita' di consensi) sulla base dei millesimi di ogni condomino. E' evidente, infatti, che tale criterio sacrificherebbe in modo permanente il diritto sulla cosa comune di chi ha meno millesimi. Sarebbe difficile, probabilmente, che il condomino nella possibilita' di scegliere decida di utilizzare il parcheggio piu' scomodo o decida di utilizzarlo per meno tempo (in caso di turnazione a tempo). Con l'entrata in vigore della legge n. 765 del 1967, il legislatore, all'art. 18, ha preveduto espressamente che "nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni venti metri cubi di costruzione". In sostanza, si introduceva un vincolo di destinazione d'uso che obbligava, se non un parcheggio per condomino, quanto meno la presenza di un numero minimo di parcheggi. Fermo restando quindi quanto detto in materia di turnazione, la novita' consisteva nel fatto che, in ogni nuova costruzione, un'area fosse per legge destinata a parcheggio, non dovendo piu' i condomini periziarsi di rintracciare aree comuni idonee a tale scopo. Per quanto concerne la pertinenza di tali aree alle abitazioni, ci si e' subito posti il problema della loro vendita separata. Le pronunce sul punto sono numerose e contraddittorie, e hanno reso necessario l'intervento risolutivo delle Sezioni Unite della Cassazione che, con sent. n. 12793 del 2005, hanno considerato impossibile cedere la pertinenza destinata a parcheggio separatamente dall'unita' abitativa, nei limiti pero' degli standard previsti dall'art. 18 sopracitato. Un simile atto, sulla base di questa presa di posizione giurisprudenziale, sarebbe da considerarsi nullo con tutte le conseguenze previste dalla legge. Tale orientamento non puo' andare esente da critica Privilegiando esclusivamente il vincolo quantitativo imposto dalle legge a discapito di una connessione soggettiva, potra' ben succedere che i parcheggi realizzati in misura maggiore rispetto agli standard richiesti dalla legge potranno essere oggetto di negoziazione separata da parte del costruttore. L'ovvia conseguenza e' che non tutti i condomini avranno diritto al parcheggio. Inoltre, a rigor di logica, si deve ritenere applicabile tale modus operandi anche nelle situazioni in cui non esiste uno spazio comune destinato a parcheggio, ma tante parti gia' frazionate e di proprieta' esclusiva (c.d. box auto). Anche in questo caso, quindi, stando a quest'ultimo orientamento, il condomino che acquista piu' in la' nel tempo potrebbe trovarsi senza box auto. Si ribadisce, naturalmente, che si tratta di orientamenti giurisprudenziali, come tali suscettibili di revisione e in alcun modo non vincolanti come una legge per i giudizi successivi (seppur fortemente indicativi di un indirizzo maggioritario). ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA IMPIANTI SOLARI: produrre e scambiare energia per risparmiare con il CONTO ENERGIA e lo SCAMBIO SUL POSTO Con la direttiva 2001/77/CE il Parlamento europeo ha inteso promuovere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ovvero da fonti naturali (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione, etc.). In Italia questa direttiva e' stata recepita dal d.lgs. 387/2003, che ha previsto -tra le altre cose- incentivazioni per la produzione di energia solare introducendo anche il concetto di "scambio sul posto", ovvero di scambio di energia tra l'utente/produttore e il gestore/distributore. Tali disposizioni sono state rese attuative da decreti del Ministero delle Attivita' produttive e dell'Autorita' per l'energia ed il gas (AEEG). Di particolare importanza sono il Decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 19 febbraio 2007 e la Delibera AEEG n.90/07, attuativa del DM. Grazie a queste disposizioni, alla realizzazione di un impianto solare fotovoltaico puo' essere associata la fruizione di incentivi sull'energia prodotta (Conto Energia) nonche' guadagni diretti se si vende l'energia o forti risparmi sulla bolletta se l'energia prodotta viene consumata (Scambio sul posto). IL CONTO ENERGIA Cos'e' e come funziona Si tratta di un sistema di incentivi legati alla produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (pannelli solari) installati dagli utenti/produttori sulle proprie case e collegati alla rete elettrica locale. In pratica il Conto Energia e' il valore dell'energia prodotta dall'impianto solare e remunerata dal gestore locale (GSE) a tariffe particolari, dette "incentivanti". Il sistema consente all'utente/produttore di vedersi riconosciute, per un periodo che puo' arrivare fino a 20 anni (a seconda della classe di appartenenza dell'impianto, definita in base alla sua potenza), delle tariffe incentivanti differenziate a seconda del tipo di impianto ed attualmente fissate dal DM 19/2/07 (si veda piu' avanti). Allo scopo vengono installati impianti fotovoltaici dotati di un apparecchio (inverter) che converte e immette l'energia prodotta nella rete locale e di tre contatori che conteggiano, rispettivamente, l'energia totale prodotta dall'impianto, quella che viene immessa in rete e quella che viene consumata (il normale contatore presente in tutte le nostre case). Gli ultimi due possono in alcuni casi essere uniti in un unico contatore "bidirezionale". Gli impianti sono suddivisi a seconda del loro grado di integrazione architettonica. Vi sono impianti non integrati (per es. con moduli ubicati al suolo), parzialmente integrati (per es. con moduli posizionati sui tetti) od integrati (es. moduli sostituiti alle coperture di tetti o posti a copertura di pensiline). Al variare del tipo di impianto -e della sua potenza- cambia la tariffa incentivante. Gli impianti piu' "remunerativi" sono quelli piccoli (fino a 3kW) integrati. Per i dettagli sui tipi di impianto si vedano gli allegati 2 e 3 del DM 19/2/07, inserito tra i link utili in calce alla scheda. Agli incentivi del conto energia (produzione) possono essere aggiunti quelli della vendita o dello "scambio sul posto". L'energia prodotta infatti puo' essere tutta ceduta, ceduta ed in parte auto-consumata, oppure tutta consumata. Tutte le soluzioni sono vantaggiose, le prime due in modo esplicito (alla remunerazione della produzione si aggiunge quella della vendita), l'ultima in modo indiretto, poiche' alla remunerazione della produzione si aggiunge comunque un risparmio sulla bolletta elettrica. La vendita di energia puo' avvenire - direttamente, in borsa o ad un grossista, tramite stipula di una convenzione col GME, Gestore del mercato elettrico; - indirettamente tramite il cosiddetto regime di "ritiro dedicato" (o "commerciale"), una convenzione col gestore elettrico GSE a tariffe stabilite dall'Autorita' per l'energia ed il gas; Queste forme di vendita sono adatte ad impianti di grossa dimensione (aziendali o industriali) aventi potenza superiore ai 20 kW, per i quali e' obbligatoria la configurazione come "produttore di energia" (officina elettrica) e che possono consumare l'energia prodotta solo mentre l'impianto la produce. Una forma particolare di "vendita" (o meglio di scambio) e' il servizio di "scambio sul posto", riservato agli impianti di potenza inferiore ai 20 kw dove il punto di immissione dell'energia coincide con quello di prelievo, tipicamente gli impianti montati sulle case di abitazione, di dimensioni "familiare". In questo caso l'energia viene da una parte prodotta ed immessa sulla rete e dall'altra prelevata dalla rete e consumata, con conteggio di una sorta di "saldo" annuale. Si paga solo se si consuma piu' di quanto si e' prodotto, ed in caso contrario l'energia prodotta in piu' non viene venduta ma "immagazzinata" virtualmente per futuri utilizzi. Per una famiglia media la cui priorita' sia produrre energia sufficiente per il proprio auto-consumo e' piu' che adeguato un impianto di 3kW con una superficie in pannelli di circa 20 mq, magari montata come copertura del tetto, con attivazione del servizio di "scambio sul posto". In questa scheda ci proponiamo di approfondire questo tipo di soluzione, quella che a nostro avviso riguarda tipicamente l'utente domestico. Chi puo' accedere alle "tariffe incentivanti" Gli incentivi sono usufruibili da persone fisiche (oltre e quelle giuridiche e dai condomini) che siano proprietarie dell'immobile ove e' installato l'impianto o che possano disporre di autorizzazione sottoscritta dal proprietario (o dai proprietari, se piu' di uno) dell'immobile. Questi soggetti, nell'espletamento della pratica, sono detti "soggetti responsabili dell'impianto". Gli impianti solari possono accedere al conto energia se hanno potenza nominale superiore a 1 kW. Essi devono essere conformi a determinate norme tecniche, devono rientrare nelle tre categorie gia' viste e devono essere collegati alla rete elettrica o a piccole reti isolate. Ogni impianto dovra' avere un unico punto di connessione alla rete non condiviso con altri impianti. Si vedano in proposito l'art. 2 comma 1 e l'allegato 1 del DM 19/2/07 inserito tra i link utili. Le tariffe e i premi previsti dal DM 19/2/07 possono essere usufruiti per gli impianti entrati in esercizio (a seguito di nuova costruzione o rifacimento) successivamente al 13/7/07, data di entrata in vigore della delibera AEEG 90/07. Come accedere La prima cosa da fare e' ovviamente rivolgersi ad una ditta specializzata che progetti e realizzi l'impianto. E' bene anche informarsi presso il proprio Comune per verificare se si debbano chiedere permessi o autorizzazioni. Se l'impianto ha potenza superiore ai 20 kW dovra' anche essere presentata (all'Ufficio tecnico di finanza) una denuncia di apertura dell'"officina elettrica". Annotiamo, in proposito, che per le opere di realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici "integrati su tetti di edifici con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda", il d.lgs.115/08 (art.11 comma 3) ha previsto che non sia necessaria la DIA (denuncia inizio attivita') ma che basti una comunicazione preventiva al Comune. Ogni informazione utile potra' essere chiesta direttamente agli uffici urbanistici del Comune. Il soggetto responsabile (di solito il proprietario dell'immobile o comunque una persona autorizzata dal proprietario, come gia' detto) deve inoltrare al gestore di rete locale (Enel, Acea, Hera, etc.) il progetto preliminare dell'impianto e chiederne la connessione alla rete. Se l'impianto ha potenza fino a 20 kW dovra' anche precisare se intende avvalersi del servizio dello scambio sul posto. Il gestore comunica il punto di allaccio e il proprio preventivo con i tempi di realizzazione, preventivo che dev'essere accettato. Una volta ultimato l'impianto, il soggetto responsabile dovra' darne notizia al gestore e quest'ultimo dovra' allacciare l'impianto alla rete. L'AEEG (Autorita' per l'energia elettrica ed il gas) ha stabilito che la realizzazione della connessione debba avvenire entro massimo 30 giorni lavorativi, se il lavoro e' semplice, e di 120 giorni lavorativi se il lavoro e' complesso. In caso di mancato rispetto, se non vi sono cause di forza maggiore o imputabili al soggetto richiedente, deve essere corrisposto un indennizzo automatico pari al maggior valore tra l'1% del costo totale della connessione e 5 euro, per ogni giorno di ritardo fino a un massimo di 180 giorni. L'AEEG ha fissato anche i corrispettivi applicabili alle connessioni in bassa tensione, si veda il testo della guida del GSE inserita tra i link utili e la Delibera AEEG 89/07. Successivamente, entro 60 giorni dalla entrata in esercizio dell'impianto il soggetto responsabile deve poi far pervenire al Gestore locale (GSE) una richiesta di concessione della tariffa incentivante, con allegata documentazione finale di entrata in esercizio dell'impianto. Il mancato rispetto del termine comporta l'impossibilita' di accedere all'incentivazione. E' possibile consegnare la richiesta a mano od inviarla tramite corriere o per posta, meglio se tramite raccomandata a/r in quanto in questo caso l'invio e' dimostrabile ed inoltre la data valida ai fini del conteggio dei 60 giorni e' quella di spedizione (mentre utilizzando la posta ordinaria vale la data di arrivo al GSE). Documenti da presentare: - richiesta dell'incentivo (allegato A1 della delibera 90/07) - scheda tecnica finale dell'impianto (allegato A2 della delibera 90/07) - dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' (allegato A4 della delibera 90/07) - documentazione tecnica (documentazione finale di progetto, elenco dei moduli fotovoltaici e dei convertitori, certificato di collaudo,dichiarazione di proprieta' dell'immobile destinato all'installazione dell'impianto, ovvero autorizzazione all'installazione dell'impianto, etc.etc.). Per i dettagli sulla documentazione tecnica da allegare -che puo' variare da caso a caso- si veda l'allegato 4 del DM 19/2/07 riportato tra i link utili. E' possibile preparare la domanda e tutti gli allegati necessari tramite il sito del Gse (previa registrazione), al link: https://fotovoltaico.gsel.it. L'invio, o la consegna a mano, va poi fatto all'indirizzo; Gestore dei Servizi Elettrici - GSE S.p.A. Viale Maresciallo Pilsudski 92 - 00197 Roma. riportando sul plico esterno la seguente dicitura: "GSE – Incentivazione impianti fotovoltaici ai sensi del DM 19/02/2007 – Richiesta di Concessione della tariffa incentivante - Numero Identificativo Impianto (N°= ……….)". I tempi di risposta del GSE sono di 60 giorni, sia per comunicare l'ammissione alla tariffa (con indicazione di quella riconosciuta) sia per comunicare eventuali carenze della documentazione presentata. In quest'ultimo caso vengono concessi al richiedente altri 90 giorni. All'impianto ammesso alle tariffe incentivanti viene attribuito un numero identificativo che dovra' poi essere utilizzato per ogni comunicazione. Dopo aver ricevuto risposta positiva dal GSE, il responsabile dell'impianto deve stipulare la convenzione collegandosi al sito https://fotovoltaico.gsel.it, stampando il relativo modulo, firmandolo e inviandolo all'indirizzo del GSE gia' detto, riportando sul plico la dicitura: "GSE – Incentivazione impianti fotovoltaici ai sensi del DM 19/02/2007 – Invio convenzione fotovoltaico - Numero Identificativo Impianto (N°= ……….)". Fonte: DM 19/2/07 e Delibera AEEG 90/07 Le tariffe incentivanti e il loro pagamento La tariffa incentivante a cui viene pagata l'energia prodotta dipende dal tipo di impianto e dalla sua potenza nominale. La tariffa e' riconosciuta -e mantenuta costante- per 20 anni dall'entrata in esercizio dell'impianto. Potenza dell'impianto in kW Impianto non integrato Impianto parzialmente integrato Impianto integrato tra 1 kW e 3 kW 0,40/kW 0,44/kW 0,49/kW tra 3 kW e 20 kW 0,38/kW 0,42/kW 0,46/kW superiore a 20 kW 0,36/kW 0,40/kW 0,44/kW Attenzione! Le suddette tariffe valgono per impianti entrati in esercizio dopo il 13/04/07 (data di pubblicazione della Delibera AEEG 90/07) e prima del 31 dicembre 2008. Per gli impianti che entreranno in esercizio tra il 1/1/09 e il 31/12/2010 le tariffe di cui sopra saranno ridotte del 2% per ciascuno degli anni di calendario successivi al 2008, ferma la validita' ventennale. Per i periodi successivi al 2010 le tariffe cambieranno ulteriormente e verranno fissate con ulteriori decreti ministeriali. Le tariffe di cui sopra sono incrementate del 5% per: - impianti ricadenti nelle ultime due righe della colonna 1 (superiori ai 3 kW non integrati) il cui soggetto responsabile autoconsuma almeno il 70% dell'energia prodotta dall'impianto (art.2 comma 2 d.lgs.79/1999); - impianti integrati in edifici con destinazione agricola sostituiti a coperture in eternit o contenenti amianto; - impianti utilizzati in scuole pubbliche o paritarie di qualunque ordine e grado, in strutture sanitarie o in enti locali con popolazione residente inferiore a 5000 abitanti. Ai benefici delle tariffe incentivanti gia' dette se ne aggiungono altri qualora venga attivato il servizio di "scambio sul posto". Per i dettagli si veda la sezione successiva. Il pagamento degli incentivi, per quanto riguarda gli impianti di potenza fino a 20 kW per i quali e' stato attivato il servizio di "scambio sul posto", avviene con cadenza bimestrale -a condizione che la somma superi i 250 euro- sul conto corrente bancario indicato dal soggetto responsabile con valuta a fine mese. La cifra e' calcolata moltiplicando l'energia prodotta e la tariffa incentivante riconosciuta, eventualmente maggiorata dei premi aggiuntivi. La misura dell'energia prodotta mensilmente viene comunicata al GSE dai gestori di rete con i quali i soggetti responsabili hanno stipulato i contratti di "scambio sul posto". Sulla tariffa incentivante pagata non viene aggiunta l'iva, nemmeno se il soggetto destinatario e' un'azienda. Cio' in quanto si tratta di un contributo a fondo perduto reso in assenza di controprestazione (circolare Agenzia delle Entrate 46/2007). E' interessante aggiungere che per la persona fisica che non usa l'impianto nell'ambito dell'attivita' di impresa, le cifre percepite come incentivi non sono soggette al pagamento delle imposte dirette (irpef) se non nel caso in cui l'energia prodotta in esubero rispetto ai propri consumi venga venduta alla rete, caso che NON riguarda chi usufruisce del servizio di "scambio sul posto", dove l'energia in surplus viene "immagazzinata". Maggiori informazioni al riguardo possono si trovano nella circolare suddetta (46/2007) oppure possono essere chieste direttamente agli uffici locali dell'Agenzia delle entrate. IL SERVIZIO DI "SCAMBIO SUL POSTO" Cos'e' e come funziona Per gli impianti che producono energia da fonti rinnovabili aventi potenza nominale fino a 20 kWp (Chilowatt picco, la potenza massima dell'impianto) e per i quali il punto di immissione e di prelievo di energia coincidono, e' possibile attivare il servizio di "scambio sul posto" -o "net metering"-, ovvero una sorta di scambio di energia tra l'utente/produttore e il gestore di rete, regolato da un contratto, col calcolo di un "saldo" annuale. L'utente da una parte produce energia e la immette in rete, dall'altro la consuma prelevandola dalla rete. Si possono verificare questi casi: - energia prodotta uguale a energia consumata: saldo annuale a zero; - energia prodotta superiore a energia consumata: il surplus viene "immagazzinato" virtualmente ed e' utilizzabile per tre anni (dopodiche' , se non usato, viene perso); - energia prodotta inferiore a energia consumata: il surplus viene pagato in bolletta alle tariffe del proprio contratto stipulato. Viene considerata, ovviamente, anche l'eventuale energia "immagazzinata" in precedenza. Il "saldo" annuo puo' anche essere calcolato per fasce (a scelta del richiedente alla stipula del contratto). In questo caso l'energia immessa e quella prelevata si compensano anche sulla base di ciascuna fascia oraria, oltre che in base all'anno. L'impianto, in questo caso, deve essere abilitato alla misurazione per fascia oraria, ovviamente. Il servizio di scambio e' reso dal distributore della rete locale (che puo' essere Enel come Acea, Hera, etc, a seconda della zona). Tale distributore provvedera' a effettuare, ad ogni fine anno, il conteggio del "saldo" suddetto e il relativo conguaglio, emettendo una bolletta (in caso di consumi che superino la produzione) o quantificando il credito "immagazzinato" virtualmente per i successivi tre anni. Per il primo anno di funzionamento del servizio e' possibile che il distributore addebiti degli "acconti" basati su consumi presunti calcolati sui consumi degli anni precedenti senza tener conto della produzione dell'impianto. Cio' e' lecito ma ovviamente tali acconti dovranno essere scalati dall'eventuale somma dovuta a fine anno oppure rimborsati qualora a fine anno il "saldo" energia fosse a credito. I benefici dello scambio si sommano a quelli -tariffari- del "conto energia". Il totale dell'energia prodotta, quindi, viene remunerato alle tariffe incentivanti indipendentemente dal consumo. Lo scambio sul posto e' usufruibile anche per piu' di 20 anni, ed e' particolarmente adatto agli utenti che installano impianti (nell'abitazione o nell'azienda) dimensionati in base al proprio consumo o a chi consuma di notte, quando il proprio impianto non produce. Come accedere al servizio Come gia' visto l'intenzione di attivare sull'impianto il servizio di scambio sul posto, deve essere comunicata fin dalla prima richiesta di connessione alla rete elettrica inviata al gestore locale (Enel, Acea, etc.). Nella pratica l'utente (che sia del mercato vincolato o del mercato libero) deve prima chiedere la connessione alla rete e poi sottoscrivere il contratto di "scambio sul posto" con l'impresa distributrice competente nell'ambito territoriale in cui e ubicato l'impianto. Alla richiesta dell'utente deve corrispondere l'invio di una bozza di contratto entro 30 giorni, bozza che deve essere conforme ai dettami dell'Autorita' per l'energia ed il gas (delibera 28/06), con indicazione dei tempi medi di attivazione del servizio. Se gli interventi necessari per la connessione richiedono piu' di 90 giorni decorrenti dal ricevimento del contratto sottoscritto, il gestore deve darne comunicazione indicando le motivazioni. L'Autorita' per l'energia ed il gas ha fissato come contributo annuo per i costi operativi del gestore la cifra di 30 euro per punto di connessione, a cui si aggiungono 20 euro se l'utente chiede l'applicazione di modalita' di calcolo del saldo diverse da quelle standard. Novita' in vigore dal 2009 L'Autorita' per l'energia ed il gas ha adottato, il 3/6/2008, il Testo integrato delle modalita' e delle condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto (TISP), con approvazione della delibera 74/08. Questo testo -che entrera' in vigore il 1/1/2009- ha semplificato e in parte modificato le regole di fruizione del servizio di scambio sul posto, annullando le precedenti disposizioni (delibera 28/06) che comunque rimangono valide fino alla fine del 2008. Le principali novita' sono: - il servizio di scambio sul posto non verra' piu' erogato dai distributori locali ma direttamente dal GSE attraverso un portale informatico accessibile dal sito http://www.gsel.it/Pagine/default.aspx ; - il sistema di scambio e' diversificato nel senso che il consumo di energia continua ad essere erogato e fatturato dal venditore con cui l'utente ha sottoscritto il contratto di fornitura (del mercato libero o vincolato), mentre il GSE eroga un contributo calcolato in base al valore dell'energia immessa sulla rete, con cadenza trimestrale (acconti) e con un conguaglio annuale. - il conguaglio di energia a credito eventualmente maturato annualmente sara' usufruibile senza limiti di tempo (non piu' quindi entro tre anni); - il servizio di scambio sul posto sara' usufruibile anche da titolari di impianti di produzione da cogenerazione ad altro rendimento con potenza fino a 200 kW (si tratta di impianti che producono simultaneamente energia elettrica e energia termica mediante il recupero dell'energia termica che, nelle produzioni tradizionali di energia elettrica, andrebbe dispersa. Maggiori dettagli sul d.lgs. 20/07); - con l'emanazione di prossimi decreti del ministero dello Sviluppo Economico -ancora da adottarsi- lo scambio sul posto sara' inoltre esteso anche agli impianti solari (in generale agli impianti alimentati con fonti rinnovabili) aventi potenza fino a 200 kW. Cio' a seguito di quanto previsto dalla legge Finanziaria 2008 (legge 244/07 art.2 comma 150). Il GSE ha chiarito che la richiesta di connessione alla rete dell'impianto nuovo deve, come prima, essere presentata al distributore locale. Si tratta infatti di pratiche diverse: prima l'impianto viene connesso, poi viene presentata la domanda di accesso alle tariffe incentivanti (Conto Energia), poi viene eventualmente chiesto l'accesso al servizio di scambio sul posto. Per i chiarimenti si veda la prima parte di questa scheda. Riguardo al primo punto l'Autorita' per l'energia ha chiarito che fino al 31/12/08 il soggetto erogatore del servizio rimane l'impresa distributrice locale, mentre a partire dal 1/1/2009 i contratti dovranno essere sottoscritti con il Gestore dei Servizi Elettici (GSE). Per quanto riguarda i contratti gia' attivi nel 2008: - al 31/12/08 cesseranno, anche quelli per i quali l'anno contrattuale scade successivamente. Chi fosse interessato a continuare ad usufruire del servizio di scambio sul posto dovra' stipulare un nuovo contratto con il GSE, attraverso il sito Internet gia' detto, inviando la richiesta per conoscenza all'impresa di vendita con la quale e' attivo il contratto di fornitura di energia elettrica; - di detta cessazione il distributore locale dovra' dare comunicazione scritta all'utente, con tutte le informazioni sulla possibilita' di sottoscrivere un nuovo contratto con il GSE; - la cessazione suddetta riguarda solo il contratto di scambio sul posto, mentre rimane attivo il contratto di fornitura di energia elettrica in vigore nel 2008; - il saldo per l'anno 2008 sara' calcolato dal distributore locale entro Febbraio 2009 e comunicato al GSE (si veda Comunicato dell'AEEG del 7/11/08 riportato nella pagina della delibera 74/08 al link presente in fondo alla scheda). Per chiarimenti e' bene contattare il GSE ai recapiti indicati sul loro sito o cercare le informazioni sul sito stesso: http://www.gsel.it/Pagine/default.aspx IL PREMIO AGGIUNTIVO del CONTO ENERGIA Nel caso in cui l'impianto fotovoltaico operi nel regime di "scambio sul posto" e' possibile usufruire di un premio aggiuntivo, qualora il richiedente (soggetto responsabile) si sia dotato di un attestato di certificazione energetica -o attestato di qualificazione energetica- relativo all'edificio ed effettui, successivamente all'entrata in esercizio dell'impianto, interventi che consentano una riduzione di almeno il 10% del fabbisogno di energia (si veda l'art.6 comma 9 del d.lgs.192/05). Il premio consiste nella maggiorazione percentuale della tariffa incentivante riconosciuta sull'energia prodotta, nella misura della meta' della percentuale di riduzione del fabbisogno di energia conseguita e dimostrata. Detta maggiorazione non puo' in ogni caso eccedere il 30% della stessa tariffa incentivante riconosciuta alla data di entrata in esercizio dell'impianto. Esso e' riconosciuto a decorrere dall'anno solare successivo alla data di ricevimento, da parte del gestore GSE, delle certificazioni energetiche gia' dette e vale per l'intero periodo residuo di diritto alla tariffa incentivante. Il premio aggiuntivo spetta anche per gli impianti che operano in regime "scambio sul posto" in edifici di nuova costruzione che conseguano un indice di prestazione energetica inferiore di almeno il 50% rispetto ai valori riportati dal d.lgs. 192/2005 nell'Allegato C, comma 1, tabella1. Occorre ugualmente un'adeguata certificazione. La richiesta di fruizione del premio aggiuntivo va inviata successivamente all'ottenimento delle tariffe incentivanti del Conto Energia (vedi sopra). Essa va inoltrata al GSE all'indirizzo e alle modalita' gia' viste per le tariffe incentivanti (a mano, per corriere o per raccomandata a/r) indicando sul plico la dicitura "GSE – Incentivazione impianti fotovoltaici ai sensi del DM 19/02/2007 – Richiesta del Premio per impianti fotovoltaici abbinati all'uso efficiente dell'energia - Numero Identificativo Impianto (N°= ……….)". La domanda (Allegati A3a e A3b della delbera AEEG 90/07) e gli allegati possono essere preparati collegandosi al sito http://www.gsel.it Gli allegati variano a seconda del caso, ovvero a seconda che si tratti di edifici oggetto di opere di miglioramento o di edifici di nuova costruzione. Dettagli si trovano all'art.7 del DM 19/2/07 e negli allegati A3a e A3b della delibera AEEG 90/07, ambedue presenti tra i link utili in calce alla scheda. Il GSE comunichera' l'ammissione o la non ammissione al premio, con indicazione nel primo caso del premio stesso, entro 60 giorni. Entro lo stesso termine potra' comunicare la carenza di documentazione che potra' essere integrata entro ulteriori 90 giorni Nota: Se il soggetto responsabile, dopo che gli e' stato concesso il premio, decide di non avvalersi piu' del servizio di "scambio sul posto", il diritto al premio decade dal giorno successivo a quello di cessazione del contratto di "scambio sul posto": CUMULABILITA' CON ALTRI INCENTIVI E DETRAZIONI FISCALI Le tariffe incentivanti del Conto Energia non sono applicabili all'energia prodotta con impianti che abbiano goduto di: - contributi pubblici, goduti per la realizzazione, che eccedano il 20% del costo dell'investimento (sono escluse le scuole pubbliche o paritarie e le strutture sanitarie pubbliche); - certificati verdi e titoli di efficienza energetica; - detrazione fiscale del 36% sulle ristrutturazioni edilizie prorogata dall'ultima legge finanziaria (Finanziaria 2008) fino al 2010. L'Agenzia delle entrate precisa anche che ai costi sostenuti per la realizzazione di impianti solari e per l'acquisto dei pannelli NON e' applicabile la detrazione fiscale del 55% prevista dalla Finanziaria 2007 (e poi prorogata fino al 2010) per gli interventi di risparmio energetico. La detrazione e' applicabile solo agli interventi di riqualificazione energetica come, in questi casi, l'eventuale isolamento del tetto, a condizione che tali interventi abbiano conseguito un indice di prestazione per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% i valori riportati nell'Allegato C del decreto 7/4/08. Fonte: Risoluzione Agenzia delle entrate n.207/2008 Se l'impianto a pannelli solari serve anche per la produzione di acqua calda e' in ogni caso usufruibile la detrazione fiscale del 55% (con massimale detraibile di 60.000 euro ripartibile fino a 10 anni), prorogata fino al 2010 dalla stessa Finanziaria 2008. Fonte: Risoluzione Agenzia delle entrate n.299/2008 Per informazioni sulle detrazioni fiscali si veda la scheda INCENTIVI 2008: ROTTAMAZIONE AUTO, INTERVENTI SULLA CASA E 'BONUS' http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=206239 RIFERIMENTI LEGISLATIVI - Decreto Legislativo 387 del 2003 (art.6 e 7) istitutore del sistema poi definito "Conto Energia" e del servizio di "scambio sul posto". - DM del Ministero delle attivita' produttive del 28 luglio 2005, integrato dal DM del 6 febbraio 2006, di prima attuazione dell'art.7 (Conto energia) del d.lgs.387/2003, applicabile agli impianti che hanno gia' acquisito il diritto di accesso alle tariffe incentivanti entro il 2006. - DM del Ministero dello Sviluppo economico del 19 febbraio 2007 che ha rinnovato e semplificato il meccanismo di funzionamento del Conto Energia, applicabile agli impianti entrati in funzione dopo il 13/7/07; - Delibere attuative AEEG n. 88/07, 89/07 e 90/07, emesse nell'aprile 2007 dall'Autorita' per l'Energia Elettrica e del Gas. La 90/07, in particolare, e' attuativa del DM 19/2/07. - Delibera AEEG n.28/06, attuativa dell'art.6 (scambio sul posto) del d.lgs.387/2003. - Delibera AEEG n.ARG/elt 74/08 che modifica le condizioni tecnico-economiche per l'erogazione del servizio di "scambio sul posto" per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili. Entra In vigore dal 1/1/2009 al posto della delibera 28/06. LINK UTILI - Sito del Gestore dei Servizi Elettrici (GSE spa): http://www.gsel.it/Pagine/default.aspx - GUIDA DEL GESTORE: http://www.gsel.it/attivita'/ContoEnergiaF/servizi/Documents/20080514_ContoEnergia2008.pdf - Testo del DM 19/2/2007: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=240662 - Testo della delibera AEEG 90/07: http://www.autorita.energia.it/docs/07/090-07.htm - Testo della delibera AEEG 74/08: http://www.autorita.energia.it/docs/08/074-08arg.htm (Rita Sabelli) ------------------------------------------- ARTICOLI Germania. Ex ministro della giustizia aiuta una terza persona a togliersi la vita Stefan Toepfer L'ex ministro della Giustizia della Citta'-Stato d'Amburgo, Roger Kusch, ha aiutato ancora una volta un aspirante suicida a mettere in atto la propria volonta'. Il 13 novembre, ha comunicato che lui e la collaboratrice di un'associazione francese d'assistenza al suicidio, Jacqueline Jencquel, hanno "accompagnato" al suicidio Max Steinbaur, 94enne di Francoforte. I responsabili dell'Associazione tedesca per le cure palliative e hospice, cosi' come quelli della Chiesa Evangelica, hanno subito espresso la loro decisa contrarieta'. L'uomo non soffriva di una malattia terminale E' la terza volta che Kusch assiste qualcuno che decide di togliersi la vita. In questo caso, il vecchio signore per poter morire ha dovuto lasciare la casa per anziani dov'era ricoverato e tornare nella sua abitazione di Francoforte, dove aveva vissuto con la moglie. Jacqueline Jencquel gli ha fatto un'intervista, poi riversata su YouTube. Nel video l'anziano spiega di non voler finire la sua vita con una malattia cronica. Questo desiderio, che aveva gia' prima di trasferirsi nella struttura assistenziale, si e' ulteriormente rafforzato stando li', ha spiegato Kusch su specifica domanda. Ha poi aggiunto che sebbene Steinbaur non soffrisse di una malattia terminale, era pero' affetto da patologie inguaribili, circostanza che l'ha convinto ad assecondarlo. Nel momento della morte non erano presenti ne' lui ne' Jencquel, per non essere accusati d'omissione di soccorso. Steinbaur si e' rivolto a Kusch per la prima volta in aprile; il 30 ottobre ha ottenuto una perizia psichiatrica, e il 12 novembre e' arrivato a casa sua per ingerire il prodotto mortale, concordato in precedenza con Kusch. Lascia la moglie di 89 anni malata d'Alzheimer. Nel video sono evidenti i suoi sensi di colpa a questo proposito, ma spiega di "non poter esserle di vero aiuto", e inoltre sa che e' in buone mani nella casa per anziani. Kusch ha spiegato d'aver parlato anche con la donna, la quale sapeva del desiderio del marito "ma solo in una forma molto limitata". 8000 euro per un'assistenza al suicidio Birgit Weihrauch, responsabile dell'Associazione per le cure palliative e hospice, ha parlato di una "evoluzione inquietante"; teme che la societa' si abitui a casi di questo genere. Anziche' tentare di persuadere l'uomo, come ha fatto Jencquel nel video, si dovrebbe riflettere sul modo di stare vicini alle persone disperate. Il suo auspicio e' che il legislatore dia un segnale contro "forme mercantili d'assistenza al suicidio". Kusch dichiara apertamente di calcolare 8.000 euro per l'aiuto dato, inclusi i costi della perizia psichiatrica. Peter Steinacker, presidente della Chiesa Evangelica di Hessen e Nassau, ha rilevato che il suicidio e l'assistenza fornit sono "un tragico fallimento della vita". E il caso di Francoforte e' particolarmnte drammatico: l'uomo era vecchio e limitato nei movimenti, ma non soffriva di dolori impossibili da alleviare; per di piu', lascia una moglie malata d'Alzheimer. Compito primario della chiesa e della societa' e' quello d'assicurare condizioni di vita tali per cui la vita venga percepita come dono di Dio. Registrazione comunitaria prodotti medicali. L'Italia e' extracomunitaria? Interrogazione Donatella Poretti * La Commissione europea ha fatto pervenire allo Stato italiano una nota di messa in mora relativamente all'applicazione dell'articolo 226 del trattato di Amsterdam sul registro italiano dei prodotti medicali riconosciuti in ambito comunitario. I prodotti medicali riconosciuti tali in un qualunque Paese Ue, per essere utilizzati sul nostro territorio nazionale non devono essere registrati dallo Stato membro, invece in Italia accade il contrario. Forse l'Italia e' extra-comunitaria? Nel nostro Paese e' previsto che per l'inserimento nella relativa banca dati per accedere al Servizio sanitario nazionale, produttori e distributori siano tenuti al pagamento di una tariffa di euro 100 per ogni dispositivo di una stessa categoria: balzello che rappresenta un esoso costo che non favorisce la commercializzazione. L'Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea. Per queste ragioni, insieme al senatore Marco Perduca ho rivolto un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali, per sapere quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla nota inoltrata dalla Commissione europea. Qui il testo dell'interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=353 * senatrice Radicali - Partito Democratico Rsa. Il Comune di Firenze ha in tasca 28 milioni di euro che non gli appartengono. I parenti dei degenti costretti a sborsarli devono essere rimborsati Emmanuela Bertucci * Ricordo le prime persone che venivano nel nostro studio per chiedere informazioni sulla vicenda RSA. Raccontavano che gli assistenti sociali chiedevano la documentazione dei redditi di tutta la famiglia (compreso un saldo del conto corrente bancario), mariti, mogli, figli, coniugi dei figli e nipoti. Ricordo il fastidio con cui alcuni di loro mi hanno chiesto: "Ma non ci sono norme sulla privacy? Questa procedura ha creato tensioni in famiglia, perche' dovendo presentare i redditi di tutti sono saltati fuori degli scoperti sul conto corrente di mio fratello, che per imbarazzo non aveva parlato con noi familiari dei suoi problemi finanziari". Ricordo con che aria sbigottita, dopo aver sentito che per legge loro non erano tenuti a pagare nulla, mi dicevano: "Avvocato, si sta sbagliando, le cose non stanno come dice lei, l'assistente sociale non puo' averci detto una bugia". No, l'assistente sociale non aveva detto una bugia, aveva solo applicato il regolamento. Un regolamento che illegittimamente andava a pescare nelle tasche delle persone. Ricordo, infine, durante una conferenza sul tema a Pontedera – circa un mese fa - un acceso dibattito con il presidente della Societa' della Salute della Valdera, Renato Lemmi che, dopo aver elogiato l'operato nella sua zona si e' sentito replicare da noi che c'era poco da elogiare, perche' anche il regolamento della Valdera chiede soldi ai parenti dei degenti, e mi apostrofo': “Avvocato, ma lei ha mai fatto una causa contro un comune della Valdera?”. “No”. “Ecco, allora finche' non c'e' una sentenza che ci condanna il nostro regolamento e' legittimo”. La mia risposta chiuse le conferenza, fra le urla del Lemmi: “Quanto dice e' estremamente grave, indice della diffusione istituzionale di una cultura di illegalita' . E' inaccettabile che il rappresentante di una istituzione sostenga: finche' non mi fermano i tribunali io vado avanti”. Questa e' la scelta politica dei comuni di Italia: chi vuole far valere i suoi diritti dovra' andare in Tribunale, pagare degli avvocati, attendere una sentenza; fino a quel momento le istituzioni agiranno indisturbate. Non e' un caso che della legge regionale in corso di approvazione si sia sentita “l'esigenza” proprio quando e' iniziata la prima causa davanti al Tribunale amministrativo della Toscana. Prima nessuno sapeva nulla, prima i cittadini si fidavano pienamente dei servizi sociali, e non stavano ad indagare piu' di tanto. Ora che la gente inizia a sapere quanti soldi ha regalato al Comune di Firenze, una serie di possibili ricorsi a pioggia ha smosso le acque. “Ora” e' necessario intervenire con una legge regionale che dia ragione ai Comuni!!! E la legge regionale Toscana, pensata da Vinicio Biagi (neo direttore del Dipartimento regionale di Sanita'), e in corso di approvazione davanti alla IV Commissione (Sanita' – assistenza - edilizia ospedaliera), e' anch'essa illegittima poiche' prevede che “la quota di compartecipazione dovuta dall'assistito ultrasessantacinquenne e' calcolata tenendo conto altresi' della situazione reddituale e patrimoniale del coniuge e dei parenti in linea retta entro il primo grado”. Una legge regionale non puo', in questo ambito, violare una legge nazionale. Ammesso che il testo della legge rimanga quello attuale, e che la Regione non ci ripensi, si potra' sempre fare ricorso al TAR, ma i tempi si allungheranno, perche' il TAR non puo' dichiarare l'illegittimita' di una legge regionale, ma sara' necessario sollevare una questione di legittimita' costituzionale, perche' in materie come questa una legge regionale non puo' andar contro la legge nazionale. La sentenza del TAR Toscana ha suscitato diverse reazioni politiche, tutte di plauso, tutti si prendono il merito di denunciare il problema da anni. “L'avevamo detto! Finalmente si ristabilisce un diritto dei cittadini!”. Cosi' Anna Nocentini (Rifondazione comunista), la cui memoria breve ha cancellato la proposta di legge preparata dall'ex Ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero. Infatti - nonostante una risposta ad interrogazione parlamentare (presentata dall'on. Donatella Poretti) cui il Ministero rispose dandoci ragione e ammettendo che se la norma non appariva chiara era colpa dei Comuni che si erano opposti all'emanazione di un DPCM chiarificatore - il Ministro Ferrero presento' a tempo record un progetto di legge che modificava la norma nazionale, dando ragione ai Comuni. Altro che ristabilire il diritto dei cittadini! Oggi, infine, sono comparse alcune repliche in cui si evidenziano le difficolta' economiche dei Comuni alle prese con i nuovi tagli decisi dal Governo, e si “paventa” che questa sentenza comportera' meno posti letto per gli anziani. “Se i Comuni devono pagare quasi tutto, accoglieranno meno anziani, bravi avvocati – bel risultato!” No, la legge nazionale nel sancire che i Comuni devono accollarsi il 50% della quota, salva l'eventuale compartecipazione dei degenti, ha creato una sorta di vincolo di bilancio indiretto sui Comuni: i Comuni devono reperire le somme necessarie. Al Comune resta allora la scelta su come reperire i fondi: pago le rette per gli anziani o organizzo in modo pantagluerico l'Estate fiorentina? Pago le rette per gli anziani o spendo soldi per la costruzione di un parcheggio tipo Piazza Alberti, perennemente vuoto e quindi soldi spesi male? Gli esempi potrebbero continuare. Il senso della nostra battaglia sta nel rispetto della legalita': se c'e' una legge, va rispettata. Dovra' essere il legislatore nazionale, se intende dare ragione ai Comuni, a fare una nuova legge, contraria a quella attualmente in vigore, in cui si chiedono soldi ai parenti dei degenti. Una legge in cui si ammetta, a livello nazionale, che per questo Paese gli anziani non sono poi cosi' importanti. * legale Aduc Germania. Ricerca sulle staminali: e' l'ora dei realisti Volker Stollorz La Foresta Nera non e' Hollywood. Eppure, il 6 novembre, quando l'elite dei ricercatori con le cellule staminali era riunita al Titisee, l'argomento serale predominante e' stata l'elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti e le sue probabili ricadute sulla ricerca. Il successo dei democratici e' stato ben accolto dalla compagnia. Anche perche' la "ridicola separazione" tra fondi pubblici e privati nella ricerca con le cellule staminali umane l'anno prossimo "avra' finalmente una fine", assicurava Rudolf Jaenisch del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Dieci anni fa, quasi alla stessa data, lo statunitense James Thomson suscito' grande scalpore a tutti i livelli annunciando sulla rivista Science d'essere riuscito, per la prima volta, a coltivare in modo stabile delle cellule staminali embrionali capaci di trasformarsi. Da allora, i dibattiti politici si sono susseguiti e le speranze di guarigione sono state ripetute come un mantra. Ma oggi, esiste la ragionevole speranza che un giorno con le cellule staminali embrionali si possano curare malattie quali il Parkinson, diabete o l'infarto? Oppure quella promessa e' tuttora una semplice promessa? Come funziona l'orologio molecolare che si fa camminare a ritroso? Nelle cellule staminali embrionali si possono effettivamente individuare singoli geni che aiutano a riportare le cellule della pelle allo stato embrionale. In questo modo, i ricercatori possono prelevare le cellule della pelle di persone con malattie ereditarie, e coltivare in pochi giorni delle cellule staminali trasformabili, le cosiddette cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), allo scopo di comprendere l'origine ancora ignota di certe patologie. E senza dover utilizzare embrioni, dunque senza scontrarsi con problemi etici. Fin qui, tutto bene. "Molto piu' delicato e' il passo successivo", dice Jaenisch, che mette in guardia da un ottimismo fuori luogo. L'orologio biologico della cellula si puo' far girare all'indietro con interventi sorprendentemente semplici. Ma il modo per avviare il cammino inverso e naturale, da cellula staminale a cellula della pelle o del fegato, per ora resta confinato nella segreta struttura del Dna. Dietro lo sviluppo di un organismo complesso con i suoi duecento diversi tipi di cellule scaturiti da una sola cellula c'e' nientemeno che il mistero della vita. Come nasce l'identita' molecolare di una cellula? Come fa a sapere una cellula di pelle che dopo la sua divisione dovra' formare nuovamente pelle e non fegato? Quali strutture immagazzina questa memoria? E come la si puo' eventualmente cancellare? Quanto influiscono i geni e le proteine sul destino cellulare? E quanto e' importante il luogo della maturazione? Problemi con le cellule staminali embrionali Alla 98esima Conferenza al Titisee, organizzata dal Fondo Boehringer Ingelheim per la promozione della ricerca di base interdisciplinare, questa volta non erano di scena i "propagandisti". Quest'anno sono venuti i "realisti", coloro che sono consapevoli di quanto sia in salita la strada che dovrebbe condurre alle prime terapie. E che spiegano a voce alta i motivi delle difficolta'. Che cosa possono sperare dunque i pazienti? Malgrado tutti gli annunci precipitosi che si sono susseguiti, finora non sono noti studi clinici seri di terapie basate sulle cellule staminali embrionali umane. Per un motivo molto semplice: in numerosi esperimenti animali c'e' stata la conferma che il trapianto di quelle cellule indifferenziate comporta notevoli rischi, ossia si possono formare dei tumori o i nervi possono ancorarsi nel punto sbagliato. Occorre grande accuratezza nella scelta delle cellule, ma non basta. Negli esperimenti con gli animali, anche se si coltivano cellule nervose o del muscolo cardiaco, queste non fanno quello che i ricercatori sperano, ossia riparare gli organi danneggiati. Christine Mummery conosce le difficolta' dei trapianti. "Siamo riusciti soltanto a risolvere alcuni dei problemi piu' semplici", dice la ricercatrice dell'Universita' di Leida (Olanda). In pratica, e' stato migliorato il rendimento. Grazie a particolari sostanze nutritive, le staminali embrionali oggi si moltiplicano meglio. Ma quando si trapianta in ratti o topi la miscela ottenuta con le cellule cardiache, i ballerini solisti hanno difficolta' a danzare allo stesso ritmo degli attori gia' presenti nel muscolo. E fino a oggi non e' successo che dopo un infarto le cellule trapiantate siano riuscite a sostituire il tessuto morto, anzi, la cicatrice che si forma blocca il contatto. I miglioramenti marginali del funzionamento cardiaco, osservati negli esperimenti con gli animali, sono sempre stati di breve durata; prima o poi l'impianto cellulare muore. Sara' molto difficile, spiega Mummery, indurre le cellule sostitutive a integrarsi correttamente nel muscolo cardiaco invalidato e a sopravvivere nel tempo. Nel tentativo di superare almeno i primi di questi ostacoli, alcuni ricercatori in Germania e Giappone stanno tentando di moltiplicare le cellule del cuore coltivate su una pellicola sintetica, dove possono pulsare in modo ritmico tutte insieme. E solo in un secondo tempo incolleranno "il cerotto del muscolo cardiaco" sulla cicatrice della zona infartuata. Il problema e' il trapianto In quanto a promesse non mantenute, ne sa qualcosa anche Markus Grompe dello Stem Cell Center di Portland (Oregon). Lui era l'unico medico presente alla conferenza del Titisee. Nel suo laboratorio sta perseguendo un obiettivo preciso: vuole imparare a coltivare cellule di fegato, per poter aiutare i pazienti con malattie epatiche. "In fondo, il fegato e' un organo ideale per la terapia cellulare", spiega Grompe. E' l'unico organo solido capace di rigenerasi. Se si riuscisse a moltiplicare in laboratorio cellule epatiche umane in grande quantita', sarebbe un "mercato miliardario", per la possibilita' di filtrare dal sangue le sostanze nocive. E per quanto spesso si legga di aziende biotecnologiche che sono riuscite a coltivare gli ambiti epatociti, "nessuno al mondo finora e' stato in grado d'ottenere cellule epatiche mature e funzionanti a partire da cellule staminali embrionli", assicura Grompe. E quand'anche si riuscisse a trovare una fonte utilizzabile con cui le aziende farmaceutiche possano fare le prove di tossicita' dei nuovi farmaci per il metabolismo del fegato, resterebbe comunque il problema irrisolto del trapianto. In altre parole, come predisporre un fegato danneggiato, per esempio dal cronico abuso d'alcol, in modo tale che le nuove cellule epatiche coltivate in laboratorio vi si insedino? Ostacoli simili si prospettano anche per una terapia con le cellule delle isole per i diabetici di tipo I; ci sarebbero i rischi di rigetto tipici di una malattia autoimmune. Adatte alla ricerca di base Considerati i numerosi ostacoli d'applicazione, la speranza degli studiosi di cellule staminali embrionali e' tuttora riposta nella ricerca di base -il luogo dove da tempo si sono dimostrate utensili indispensabili. Senza staminali embrionali non ci sarebbe infatti nessuna coltura di normali cellule umane all'esterno del corpo; non si potrebbero coltivare in laboratorio ne' motoneuroni ne' cellule del muscolo cardiaco. Su quest'ultime e' gia' possibile sottoporre a test nuovi farmaci per il cuore. E cosa ancora piu' importante: con i metodi della genetica ora e' possibile modificare in laboratorio le cellule staminali embrionali per studiarne il potenziale sviluppo. Il processo che porta la cellula uovo alla cellula della pelle, per i ricercatori di cellule staminali e' una sorta di sistema ferroviario con le stazioni di manovra. Chi impara a sterzare lo scambio giusto al posto giusto, riuscira' a dirigere i vagoni su qualsiasi binario. E viceversa. Sono visioni, la cui traduzione nella realta' fanno sognare gli studiosi che si dedicano con passione alla ricerca di base. Esistono delle relazioni in cui si sostiene l'avvenuta trasformazione di cellule staminali sanguigne in cellule nervose o muscolari, o addidrittura di cellule della pelle in neuroni. Ma molte di loro sono state smentite, e la prassi e' ancora molto distante dalla teoria. Programmi di ricerca "Come trasformare le arance in mele", e' quanto cerca di scoprire Lars Bussmann del Center for Genomics Regulation di Barcellona, con l'aiuto di un semplice modello. Egli da' una nuova identita' a determinate cellule immunitarie e nello stesso tempo modifica il loro ruolo nel sistema di rigetto. Il giovane ricercatore riece infatti, attraverso un trucco genetico, ad attivare nelle cellule una sola proteina. A questo punto, le rotonde e immobili cellule B che normalmente formano gli anticorpi, si trasformano in cosiddette cellule mangiatrici, che si spostano qua e la' in modo irrequieto. Ora, Bussmann fa di tutto per carpire il codice di questa magica trasformazione. Se comprendere il sistema immunitario con la sua complessa suddivisione di ruoli e' gia' molto arduo, Lorenz Studer si spinge oltre. L'ambizioso ricercatore mira a "decifrare tutte le ricette che decidono quale tipo di cellula nervosa si forma, dove e quando". Benche' il suo enorme programma di ricerca al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York sia appena agli inzi, alcuni risultati li puo' gia' esibire. Per esempio, e' sulle tracce del tipo di cellula che potrebbe fornire il neurotrsmettitore dopamina ai pazienti di Parkinson che ne sono privi. I neuroni ottenuti da cellule staminali embrionali sono gia' stati sottoposti al test nelle scimmie. Malgrado i passi avanti, le terapie sono ancora solo promesse. Il polverone che alcuni ricercatori di cellule staminali hanno sollevato si depositera' negli anni. Per ora, solo le stelle sanno quali applicazioni efficaci e sicure diventeranno un giorno realta'. Traduzione di Rosa a Marca Giornata infanzia, carceri. Lettera aperta alla Presidente della Commissione bicamerale dell'infanzia Alessandra Mussolini Donatella Poretti Cara Alessandra, il motivo di questa lettera approfitta di una particolare ricorrenza, la Giornata per i Diritti dell’Infanzia, celebrata ieri alla Camera alla presenza di numerosi esponenti politici e con la tua partecipazione, occasione che la Commissione parlamentare per l’Infanzia ha voluto dedicare al tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori stranieri. E’ certo che, se si parla di minori, e tanto più di accoglienza di minori stranieri, non si possono dimenticare anche quei bambini di età fino a tre anni che vivono in carcere con le mamme detenute, e che continuano a soffrire di questa inaccettabile situazione. Bambini che allo scadere del terzo anno d’età sono poi strappati anche alle loro mamme per essere dati in affidamento o finire in istituti. Purtroppo non è una situazione che avviene in qualche Paese remoto, ma ciò che continua ad avvenire oggi in Italia per circa 60 bambini, figli molto spesso di mamme detenute straniere e di donne che per diversi motivi non possono accedere ai benefici previsti dalla legge Finocchiaro del 2001. Secondo i dati del Dipartimento di amministrazione penitenziaria riferiti al 30 giugno 2008, gli asili nido funzionanti nelle strutture carcerarie italiane sono 16. Sono 58 le detenute madri con figli che vivono con loro dentro l’istituto, quindi sono almeno 58 i bambini minori di tre anni che trascorrono un tempo estremamente prezioso e delicato della loro vita in galera. Alcuni possono accedere ai nidi pubblici, altri trascorrono l’intera giornata dietro le sbarre. A scontare la pena nelle carceri italiane ci sono anche donne in gravidanza: sono 36 in tutto. Quando i loro bambini nasceranno, se la madre nel frattempo non avrà finito di scontare la pena, saranno innocenti condannati dalle colpe delle loro madri a scoprire e a conoscere la vita probabilmente nel posto peggiore che la vita puo’ riservare. Il mio auspicio per un provvedimento finalmente risolutivo della situazione di questi bambini, può e deve essere abbracciato anche dalla Commissione bicamerale per l’infanzia da te presieduta, perchè si stimoli la dovuta discussione del Parlamento e si giunga alla più celere calendarizzazione in Parlamento delle proposte esistenti per poter risolvere nel modo più opportuno tale situazione. Ti metto in allegato a questa lettera il disegno di legge da me presentato al Senato, come una delle possibili soluzioni. Un importante segno di attenzione al problema può essere dato dall’opportunità che la Commissione si rechi in visita in uno o più istituti di pena dove sono ospitati dei minori che vivono con le loro madri, e acquisisca anche informazioni e conoscenze su queste realtà attraverso audizioni dei direttori e del personale di questi istituti, delle associazioni di volontariato che li seguono e del ministro della Giustizia che in piu’ occasioni si e’ espresso per una soluzione definitiva al problema. Sono auspici e attenzioni, certamente da te condivisi, per la tutela della dignità, della particolarità e delle opportunità di ogni minore che, soprattutto oggi, all’indomani della Giornata per i Diritti dell’Infanzia, non possono mancare di animare il sentire e l’agire della Commissione parlamentare per l’infanzia, organo estremamente prezioso che può e deve impegnarsi per incidere sull’agenda e sulle politiche degli adulti, perchè si ricordino anche dei bambini. Giovanardi, zar antidroga de' noantri. Fino a quando? Pym Se in Italia vigesse davvero la meritocrazia, lo zar antidroga de' noantri Carlo Giovanardi si sarebbe gia' dimesso. Oppure, per salvarsi, avrebbe dovuto rivedere, e addirittura stravolgere, la sua strategia 'antidroga'. Il nostro, infatti, e' commander in chief dell'antidroga italica da sei anni (2001-2006 e 2008-????). Non solo, la legge oggi in vigore porta il suo nome, la cosiddetta legge Fini-Giovanardi. E non e' che la legge precedente fosse poi cosi' diversa. La legge Iervolino-Vassalli era altrettanto repressiva, anche se non aveva la pretesa di distinguere i consumatori dagli spacciatori attraverso tabelle erga omnes. In Italia poi, come nel resto nel mondo, la guerra alla droga si combatte da decenni, spesso rigettando anche elementari strumenti sanitari di riduzione del danno: cambio di siringhe, stanze del consumo, somministrazione medicalmente controllata, analisi chimica delle sostanze illegali in discoteca, etc. Ecco, dopo quarant'anni di proibizionismo, sei anni di Giovanardi, e tre anni di legge Fini-Giovanardi, solo nelle ultime ore leggiamo sulle agenzie di stampa: Italia. Procuratore di Fermo: la droga? Tutti la vogliono: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18975 Ue. Guerra alla droga, Osservatorio: 400mila consumatori arrestati ogni anno in Europa: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18942 Eurispes, Italia tra i primi Paesi Ue per consumi di cocaina: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18954 Italia. Convegno: il consumo di droghe aumentato in modo macroscopico: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18965 Italia. Catania. Sei ragazzi su dieci consumano droghe: http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18973 Non dovrebbero bastare queste cinque notizie delle ultime ore a sollecitare non tanto le dimissioni (figurati!), ma almeno una qualche riflessione sulla strategia repressiva perseguita? Non dovrebbero essere sufficienti queste ultime 48 ore a stimolare i media ad occuparsi della materia in modo approfondito? Gb. Suicidio assistito, ecco perche' l'Alta corte ha dato torto a Debbie Purdy Red Il divieto di assistenza al suicidio non viola il diritto alla vita privata e familiare protetto dall'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani. Questa la decisione dell'Alta corte britannica con cui ha rigettato l'istanza di Debbie Purdy, malata di sclerosi multipla che aveva chiesto la non perseguibilita' del marito qualora la avesse accompagnata in Svizzera a togliersi la vita presso la clinica di assistenza al suicidio Dignitas. In particolare, i legali di Purdy avevano argomentato che il Procuratore generale aveva violato la legge britannica sui diritti umani del 1998 e la Convenzione europea sui diritti dell'uomo nel rifiutarsi di promulgare linee guida sulle circostanze in cui l'aiuto e l'istigazione al suicidio debbano essere penalmente perseguite (reato previsto dal Suicide Act del 1961). In particolar modo, la circostanza su cui si chiedeva l'intervento della Corte riguardava quei casi in cui il suicidio assistito avesse avuto luogo in un Paese dove e' legale. Il giudice Lord Baker, nel pronunciare la sua decisione, ha ricordato che il ricorrente, 45 anni, e' affetta da sclerosi multipla primaria progressiva. Ha ammonito il marito di Purdy, ricordando che qualora accompagnasse la compagna in Svizzera a togliersi la vita, potrebbe essere incriminato per la violazione della legge sul suicidio. Infatti, secondo l'Alta corte, il Procuratore generale non poteva garantire l'immunita' preventivamente al marito se non dopo aver commesso il fatto. La Corte non ha pero' escluso del tutto che la legge sul suicidio violi la Convenzione sui diritti dell'uomo, almeno per quanto concerne il diritto alla vita privata, riconoscendo che la Corte Europea ha in passato suggerito una simile violazione nel simile caso di Diane Pretty vs. United Kingdom. Nel 2002, la Corte europea non aveva escluso che impedire ad un cittadino di esercitare la libera scelta su come evitare una morte che ritiene priva di dignita' violasse la Convenzione europea. Ma nel caso di Purdy, la Corte britannica ha ribadito di essere legata nel proprio verdetto alla decisione del Parlamento sul caso Pretty, in cui ha dismesso l'ipotetico conflitto con la legislazione europea. Il caso di Debbie Purdy: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=purdy&tipo= Usa. Barack Obama potrebbe proseguire l'attuale politica sulla guerra alle droghe Barack Obama ha nominato Eric Holder ministro della Giustizia, e questo potrebbe rassicurare i timori di nomine troppo "liberali". Il magazine Reason definisce "retoriche le dichiarazioni di Holder sulla gravita' dei reati connessi alla marijuana, pensiero che non si differenzia dai piu' zelanti Repubblicani antidroghe", e riporta alcune dichiarazioni rese da Holder: "La verita' e' che la marijuana e' un importante problema per la citta'. Il crack cocaina e' alla guida della violenza in questa citta', ma anche i reati connessi alla marijuana sono in aumento. Occorre intervenire subito per fermare in tempo il fenomeno". Come vice ministro espresse la sua opinione, riportata dal TalkLeft, sulla guerra alle droghe condotta dalla Amministrazione del presidente Bill Clinton: "Abbiamo fatto alcuni passi avanti contro le droghe. Per quanto riguarda la cocaina, e gli articoli degli anni '80 secondo i quali il consumo avveniva nella classe media, questo non e' piu' vero. Se si paragona il consumo agli anni '80 e inizi '90, oggi e' diminuito". Il Washington City Paper ha elencato le azioni nella guerra alle droghe intraprese da Holder: "Nel 1996, Holder propose una condotta piu' severa contro i consumatori e spacciatori di marijuana, una prospettiva politica che, si presume sia differente dalle promesse elettorali di Barack Obama, il quale ha promesso la fine dei raid federali contro i centri che distribuiscono la marijuana terapeutica. Quale tipo di eredita' lascia Holder? Le prove dimostrano che la guerra alla droga non ha aiutato a risolvere il crimine nello Stato". Il futuro della banda larga e Telecom: le nuove richieste dell'Agcom all'ex monopolista Red (Repubblica.it) Maggiore separazione della divisione Open Access (in cui confluira' la rete) da Telecom Italia, maggiori poteri dell'Agcom e nessuna prezzi regolamentati per l'affitto da parte dei concorrenti anche sulla rete in fibra ottica che Telecom sta installando. Sono queste le richieste dell'Agcom a Telecom nell'ambito della trattativa che ridisegnera' gli scenari competitivi delle telecomunicazioni italiani dei prossimi anni, il cui obiettivo e' quello di ridurre il potere quasi monopolistico di Telecom e favorire gli investimenti in banda larga ultraveloce. Leggi tutto: http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/banda-larga-2/internet-futuro/internet-futuro.html India. L'Islam consente l'eutanasia Katia Moscano Puo' un mussulmano donare i propri organi? Cosa dice l'Islam sull'eutanasia? "Quando si parla di salute, igiene e prevenzione, il sacro Corano ha tutte le risposte, si tratta solo di interpretarle correttamente", ha detto a Dna News il dottor Shoaib Sayyed, che lavora al Centro per le religioni comparative della Fondazione per la ricerca islamica. La Fondazione ha partecipato al seminario dove si sono incontrati rappresentanti delle comunita' islamiche per discutere su temi comuni, tra cui il modo in cui vengono descritte dai Media. "Ci sono tre elementi da prendere in considerazione quando si parla di donare o trapiantare organi umani. Primo, la salute del donatore non dovrebbe avere nessuna conseguenza; secondo, la donazione deve avvenire solamente come salva vita per il ricevente; terzo non deve avvenire dietro compenso monetario", ha dichiarato Sayyed. Una persona malata di cancro o con altre gravi patologie non puo' essere donatrice perche' mette a rischio la propria vita e questo e' proibito dall'Islam. Alle volte, pero', nel Corano su alcuni soggetti non ci sono risposte dirette, in questo caso gli studiosi si riuniscono per arrivare ad una conclusione comune. Sorprendentemente, l'Islam permette di porre fine all'esistenza di un malato terminale, come atto di compassione. Se una persona e' malata gravemente ed e' mantenuta in vita artificialmente, e' permesso che il soggetto possa scegliere di morire. Quando si parla di pianificazione familiare, l'Islam non dice nulla sulla pillola contraccettiva, mentre i metodi permanenti, come la vasectomia e tubectomia sono "proibite", ed e' stata una decisione concorde tra gli studiosi, perche' ""cambia la fisiologia del corpo umano". Anche altre terapie temporanee sono proibite, in quanto in alcuni casi si tratta di "principio di aborto dello zigote". L'aborto e' contrario agli insegnamenti islamici. L'interpretazione e' aperta su alcuni metodi contraccettivi, come il preservativo. Per alcuni studiosi, potrebbe essere permesso. "Come medico, non consiglio la pillola, perche' nel lungo periodo ha conseguenze sulla salute", aggiunge il dottore. Molti, invece, sostengono i benefici dell'allattamento naturale per i primi due anni. "E' una contraccezione naturale che assicura la distanza di due anni tra la nascita di due figli". L'Islam chiarisce l'importanza dell'igiene personale, come tagliare le unghie, i peli superflui e persino la circoncisione. "Ma queste pratiche dipendono dall'adesione al Corano di un mussulmano", ha concluso Sayyed. Dopo lo stop, le mail spazzatura hanno ricominciato a intasare la rete Red (Punto informatico) Era troppo bello per essere vero, e infatti è durato pochissimo: dopo la chiusura del più grande network spara-spazzatura, che aveva ridotto del 65% le mail indesiderate, lo spam sta tornando a intasare le caselle di posta elettronica. I truffatori si sono immediatamente riorganizzati, anche in vista delle festivita' che aumenta nei navigatori l'ansia di fare acquisti a buon mercato. Leggi tutto: http://punto-informatico.it/2488868/PI/News/spam-iv-grande-ritorno.aspx Pornotax. Esilarante, foriera di illegalita' e bacchettona Donatella Poretti * E' esilarante la pornotax dei nuovi provvedimenti economici del Governo. Colpisce scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti, per cui amplessi recitati sono esenti? Ma se sono attori porno, siamo sicuri che non siano sempre recitati? Il rischio peggiore e' quello di mettere un mercato cosi' delicato nell'illegalita' piu' di quanto gia' non lo sia, perche' quello legale non avrebbe alcun profitto con tasse del genere, oltre a colpire evidentemente un mercato perche' fatto di "sporcaccioni". Non si tassa alcol o tabacco o cose che sono dannose alla salute ma quelle che son dannose alla morale? * senatrice radicale-Pd ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin O - coordinate bancarie IBAN IT11O0616002817000007977C00 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------