====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 13-01-2009 al 19-01-2009 n.3/2009 (Anno IX) ARTICOLI - Italia. Torino, narcosala: sintesi della conferenza stampa congiunta radicali-comitati spontanei - Commento alla sentenza n. 1791 della Cassazione sulla coltivazione di cannabis NOTIZIE - Lombardia. Osservatorio regionale dipendenze all'esame della Commissione sanita' - Vaticano. Ratzinger: droga dove non ci sono valori cristiani e 'naturali' - Vaticano. Bertone: non scomunichiamo i narcotrafficanti - Canada. Vancouver. Il Canada a traino degli Stati Uniti per una diversa politica sulla marijuana? - Norvegia. Ecstasy per curare il disturbo da stress post traumatico - Usa. Verso la pillola per limitare i danni del fumo - Peru'. Lo Stato chiede un risarcimento al narcotrafficante - Italia. Giovanardi: lo Stato ha il dovere di recuperare i tossicodipendenti - Italia. Forum Droghe: basta con lo 'scare approach' - Usa. Massachusetts. Decriminalizzata la marijuana - Italia. Roma. Cna contro il divieto di vendita di alcolici dopo le 21 - Gb. Studio: il caffe' e' allucinogeno - Italia. Cassazione: non e' reato coltivare marijuana se non ancora matura - Italia. Governo e Pdl alla Cassazione su coltivazione cannabis: 'ridicola', 'si arrampica sugli specchi' - Argentina-Bolivia. Accordo per la guerra alla droga - Italia. Firenze, lezioni di droga in classe "Riduzione del danno", genitori infuriati - Italia. Ancora polemiche a Firenze per 'riduzione del danno' nelle scuole - Italia. La Cassazione precisa, ma il Pdl: giudici pericolosi, peggiori della droga - Usa. La Cia a Obama: guerra alla droga in Messico e Iran le due emergenze - Mondo. L'Onu alla Croce Rossa: bene riduzione del danno e no a repressione consumatori - Italia. Storie di proibizionismo: ancora un agente penitenziario arrestato per droga - Italia. 81enne arrestata per detenzione ai fini di spaccio - Thailandia. La marijuana e' la droga piu' consumata. Il consumo aumentato dopo la dichiarazione di 'guerra alle droghe' - Andalusia: eroina in capsule ai tossicodipendenti ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 1 morti - 66 arresti - 284,643 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 156,245 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 128,398 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 56 giorni di detenzione ARTICOLI 14-01-2009 Italia. Torino, narcosala: sintesi della conferenza stampa congiunta radicali-comitati spontanei E' arrivata la risposta dell'Assessore Marco Borgione alla petizione rivolta al Sindaco Sergio Chiamparino (ai sensi dell’art. 13 dello Statuto Comunale) che il 21 ottobre 2008 Domenico Massano (giunta di segreteria Associazione Radicale Adelaide Aglietta) e Carlo Verra (Presidente Coordinamento Comitati Spontanei Torinesi) avevano presentato presso l’Ufficio URP del Municipio di Torino, contenente le seguenti richieste: istituire immediatamente un tavolo di lavoro attorno al quale, oltre al Prefetto ed ai responsabili delle forze dell'ordine, siedano anche i responsabili dei servizi socio-sanitari operanti sul territorio ed i responsabili del C.C.S.T. (Coordinamento Comitati Spontanei Torinesi), e di altri Comitati e/o di associazioni in rappresentanza dei cittadini, per definire ed attuare una strategia di intervento capace di governare efficacemente il fenomeno “tossicodipendenze” a Torino; affidare a tale tavolo la definizione di un programma operativo per la sperimentazione a Torino di sale del consumo; riattivare l'Agenzia comunale per le tossicodipendenze (quanti cittadini torinesi sono al corrente della sua esistenza e delle sue attività?), che deve diventare motore e volano delle politiche sulle tossicodipendenze in città. Marco Borgione alla nostra prima richiesta risponde citando una serie di “tavoli” ed iniziative di cui in parte eravamo già a conoscenza ma che, proprio perchè spesso indipendenti e scollegate tra loro, richiederebbero un organismo di coordinamento. Inoltre sarebbe interessante capire quali sono i meccanismi con i quali si è deciso chi si siede attorno ai tavoli citati dall'Assessore, dove sono reperibili i verbali delle sedute di tali tavoli e quali le ricadute operative di questo lavoro. Alla seconda richiesta relativa alla riapertura del discorso sulle narcosale, l'Assessore dice che tale discorso è già stato bocciato in Consiglio Comunale nel gennaio scorso. Chiunque segua minimamente la realtà torinese sa che da allora molte cose sono cambiate: in particolare l'intervento estivo dell'esercito ha stravolto la distribuzione del consumo sul territorio, riproponendo vecchi problemi mai affrontati e spingendo i comitati cittadini a richiedere la sperimentazione di servizi innovativi quali le narcosale. Cambiando le premesse, sarebbero da riaffrontare le possibili risposte. Alla nostra terza richiesta l'Assessore non fa cenno. L'agenzia Comunale delle tossicodipendenze sembra spaventarlo. Era stata attivata dai Radicali ed a oggi è scomparsa tra gli anfratti del suo assessorato. Dove è finita? Noi insieme ai comitati di cittadini abbiamo nuovamente seguito la via prevista dallo Statuto comunale per presentare le nostre richieste, ma pensiamo che le risposte ottenute non dimostrino attenzione e rispetto nei confronti dei cittadini che pongono problemi reali e concreti. Chiediamo, quindi che venga immediatamente chiarita la realtà dell'agenzia comunale per le tossicodipendenze (se è stata chiusa si dica perchè e quando, se no si chiarisca perchè è colpevolmente inattiva), e che si chiariscano i meccanismi di partecipazione ai tavoli cittadini relativi al fenomeno delle dipendenze, se ne rendano pubblici I lavori e soprattutto che si invitino a partecipare agli stessi i comitati di cittadini”. Domenico Massano (giunta segreteria Associazione Radicale Adelaide Aglietta) Carlo Verra (presidente Coordinamento Comitati Spontanei torinesi) 18-01-2009 Commento alla sentenza n. 1791 della Cassazione sulla coltivazione di cannabis Molto clamore ha suscitato la sentenza n. 1791 della IV° Sezione della Corte di Cassazione, in tema di coltivazione. Il tema, infatti, si presta a polemiche, dopo le recenti negative prese di posizione delle SS.UU. . Come, purtroppo, accade troppo spesso nel nostro paese, la foga dello scoop ha fatto sì che la maggioranza degli organi di stampa abbia conferito alla decisione in questione una valenza affatto diversa – in fatto e diritto - da quella che si può desumere dal testo letterale della pronunzia, soprattutto sul piano delle conseguenze pratiche che potessero derivare. Non viene, infatti, né legittimata, né, tantomeno, riabilitata – neppure incidentalmente – la condotta di coltivazione. Essa rimane, pertanto, un illecito penalmente rilevante e sanzionato come tale (con piena conferma della recente presa di posizione delle SS.UU., sentenza 10.07.2008 n° 28605), ma vengono, invece, operati importanti distinguo sopratutto in tema di valutazione dell’offensività concreta della condotta tenuta dall'agente. Questo profilo metodologico viene valorizzato in stretta relazione al carattere di reato di pericolo che connota indubitabilmente la previsione di cui all'art. 73 dpr 309/90. Una meditata ed attenta lettura della pronunzia della Suprema Corte, che si commenta, permette di individuare, quindi, sul piano metodologico, una serie di passaggi ermeneutici attraverso i quali si dipana il percorso deliberativo trasfuso in sentenza. Si tratta di approdi, i quali si pongono tra loro in un rapporto di concatenazione logica, sì che ogni conclusione cui il Collegio perviene, in relazione al singolo tema, appare progressivamente e necessariamente propedeutica al successivo problema, introducendolo. 1. In primo luogo, si nota che l'attenzione dei giudici di legittimità si sofferma sull'argomento della tutela del bene giuridico cui sottende la normativa in materia di stupefacenti. Vale a dire che, ad orientamento della Corte, appare necessario chiarire, pregiudizialmente a qualsiasi altra considerazione, se lo scopo perseguito dal T.U. sugli stupefacenti consista effettivamente nella salvaguardia e difesa del diritto alla salute, intesa come posizione soggettiva costituzionalmente rilevante. La risposta che, prima facie, viene fornita sullo specifico argomento, intanto, individua il principio della tutela della salute come espressione di un precetto di livello costituzionale (giusti i richiami di cui agli artt. 2 e 32, in particolar modo al secondo). Non si tratta di una affermazione scontata od oziosa, per due ordini di motivi. Da un lato, infatti, il ritenere la salute come diritto di rango costituzionale – ergo posizionato ai massimi e fondamentali livelli del nostro ordinamento giuridico – permette, a propria volta, di rendere accettabile – in forza di un giudizio di valenza - la eventuale compressione del diritto alla libertà personale. E', infatti, pacifico e non revocabile in dubio che anche quest'ultimo diritto, siccome previsto dall'art. 13 della Costituzione, appaia munito di portata fondamentale e che non possa certo essere suscettibile di essere vulnerato da situazione giuridiche di rilevanza inferiore, in ossequio alla gerarchia delle fonti. Dall'altro, la Corte ritiene che il concetto di salute – nella veste di bene giuridico tutelato dal dpr 309/90 – debba essere interpretato come principio di portata generale, pur individuando la circostanza che di tale posizione tutelata, il singolo risulti “portatore nell'interesse della collettività”. Vale a dire che, se sotto un primo profilo la nozione di salute va esaminata in maniera parzialmente differente dal concetto generale a carattere costituzionale di cui all'art. 32 Cost., non venendosi a verificare – a detta della Corte -, in relazione al T.U. sugli stupefacenti, il perfezionamento di un diritto soggettivo di natura individuale, (cioè non configurandosi un diritto del singolo cittadino in sé), sotto altro ed differente profilo, si deve, invece, affermare che detto principio non può, comunque, non involgere la posizione del singolo quale membro di un consesso sociale. Sulle modalità del ragionamento che involge lo specifico punto sia consentito mostrare qualche perplessità. E' nozione pacifica quella per cui l'esercizio di un diritto potestativo o soggettivo possa subire una contrazione od addirittura una vera e propria ablazione, a fronte di altra posizione analoga, la quale espandendosi, venga riconosciuta, nella comparazione fra le due posizioni, maggiormente meritevole di tutela. Va, però, osservato che non convince la qualificazione del diritto alla salute operata dalla Corte in sentenza, che deriverebbe quale ius receptum da autorevoli posizioni dottrinali. L'inquadramento dommatico, così emerso quale finisce per segnalare ed attestare un qualche affievolimento della nature costituzionale del diritto in questione. Si crea, così, una ulteriore posizione, una sorta di tertius genus, il quale si pone a mezza via fra il diritto soggettivo e l'interesse legittimo, attraverso il ricorso all'ibridismo di un diritto del singolo, che sarebbe tutelabile per i riflessi concernenti l'interesse che esso riverbererebbe in ambi collettivo. Quella testè ricostruita, appare, a parere di chi scrive un'esercitazione che, francamente, non sposta apprezzabilmente i termini del problema. Anzi, semmai, crea una certa confusione e non appare affatto idonea a meglio tratteggiare il tema dell'offensività. Altrettanto opinabile e non conclusiva, poi, risulta la consequenziale affermazione in base alla quale la negativa rilevanza sociale delle condotte connesse con gli stupefacenti e, in particolare della coltivazione, deriverebbe dalla circostanza che l'attentato alla salute - ratio della punibilità delle condotte - si concreterebbe solamente in forza di una serialità delle stesse e del loro effetto cumulativo. Afferma, sul punto, infatti, la Corte il principio che la messa in pericolo del bene tutelato non avverrebbe realmente con il singolo comportamento o singole azioni. Si sostiene, infatti, in relazione alle cd. assunzioni di stupefacenti, che “nessuna delle quali è normalmente idonea a compromettere il bene tutelato”. Or bene, pare di poter affermare che siffatto approdo contraddica in toto, e non poco, lo spirito della legge sugli stupefacenti e le sostanze psicotrope. E', infatti, principio pacifico che la perseguibilità e sanzionabilità di quei comportamenti illeciti compiutamente descritti nel corpo dell'art. 73 dpr 309/90 involga gli stessi non già in quell'ottica seriale e reiterativa (di atteggiamenti antigiuridici) cui fa menzione la Corte, ma anche e soprattutto in relazione al contesto delle singole azioni, che non necessariamente configurano una perpetuazione o continuazione nel tempo di condotte penalmente rilevanti. Anzi, partendo da presupposto che la ratio legis del dpr 309/90 si ravvisa nella necessità di creare una situazione di cristallizzazione del diritto alla salute dei cittadini, si deve giungere all'affermazione che la messa in pericolo di tale legittima aspettativa - collettiva o soggettiva che dir si voglia – può trovare (e trova effettivamente nella quotidiana esperienza) adeguata espressione anche in specifici episodi. Se è vero che “Il reato sussiste anche se la coltivazione mira a soddisfare le esigenze di approvvigionamento personale, in ragione della idoneità della condotta ad accrescere il pericolo di circolazione e diffusione delle sostanze stupefacenti e ad attentare al bene della salute con incremento delle occasioni di spaccio” (Cfr. Cass. Sez. IV, 14 aprile 2005, n. 22037 Gallob, CED Cassazione, 2005, Riv. Pen., 2006, 7-8, 882, Corriere del Merito, 2008, 11, 1185) [1], è, dunque, palese che già la sola possibile circolazione di stupefacenti possa integrare quei profili illeciti singoli od episodici sin qui tratteggiati. 2. In secondo luogo viene dibattuto il decisivo problema dell'offensività della condotta coltivativa e più in generale della condotta illecita in materia di stupefacenti. E' questo, quindi, il nodo cruciale della pronunzia, perchè i giudici di legittimità giungono ad operare la distinzione fra il concetto di offensività teorica ed astratta dell'azione illecita che viene tipicizzata dalla norma e quello di offensività concreta e reale della condotta che viene posta in essere dall'agente. La differenziazione che la Corte afferma e ribadisce in ordine alla idoneità della condotta lesiva o potenzialmente lesiva, appare, relativamente al più generale tema giuridico della coltivazione, assai pertinente. L'operazione di individuazione dell'operatività del concetto di offensività, infatti, non risulta attività scientifico-interpretativa fine a sé stessa, quanto piuttosto, si pone in relazione strumentale anche rispetto alla nozione di reato di pericolo. E' noto che, in giurisprudenza, la coltivazione è stata qualificata come condotta configurante il reato di pericolo presunto (o di pericolo astratto che dir si voglia). Si è, così, venuto a creare un nomotipo destinato, indi, a fungere da pietra di paragone o paradigma rispetto al caso concreto. E’ questo, cioè, un tema giuridico di principio che racchiude al contempo sia il connotato della tipicità dell'illecito, sia il carattere dell'attitudine a violare il principio del neminem laedere. Il modello legale – così determinato –, però, per potere superare la soglia della mera teoreticità, e produrre effetti nel mondo reale del diritto, deve, a fortiori, venire rapportato alla azione illecita effettiva che il singolo commette. Va superata, così, la condizione di potenzialità ed astrattezza che caratterizza il pericolo previsto in sede normativa, e si deve, pertanto, privilegiare l'accertamento dell'effettiva attitudine dell'azione a porre a repentaglio il bene giuridico oggetto della tutela legislativa. Si tratta, nella specie, di un chiarimento che – rifacendosi alla posizione già espressa dalla sentenza 360 del 1995 della Corte Costituzionale – finisce per superare definitivamente quella equivoca posizione giurisprudenziale, la quale prescindeva dalla effettiva tossicità del prodotto della coltivazione. Per tale orientamento, infatti, l'antigiuridicità del comportamento conseguiva ad una valutazione ipotetica, quindi, non legata ad un rilevamento certo e provato del valico della soglia minima drogante. La Sez. VI, 09-06-2004, n. 31472 De Rimini Riv. Pen., 2005, 1025 affermava, infatti, che “La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti o psicotrope costituisce un reato di pericolo astratto, per la cui configurabilità non rilevano la quantità e qualità delle piante, la loro effettiva tossicità, la quantità di sostanza drogante da esse estraibile, assumendo tali elementi rilievo solo ai fini della gravità del reato”. Prima ancora la Sez. IV, 15-05-2003, n. 29958 (rv. 225127), De Paoli, CED Cassazione, 2003, aveva sostenuto che la natura legale della nozione di stupefacente determinava la irrilevanza, ai fini della punibilità del fatto, della circostanza che il principio attivo contenuto nella singola sostanza oggetto di spaccio possa non superare la cosiddetta "soglia drogante". Enunciando tale principio, la S.C. ritenne, in una fattispecie di illecita detenzione e vendita di sostanza stupefacente contenente mg. 13,4 di eroina-base, che l'inidoneità dell'azione, relativamente alle fattispecie previste dall'art. 73 del dpr 309 del 1990, andasse valutata unicamente avuto riguardo ai beni oggetto della tutela penale, individuabili in quelli della salute pubblica, della sicurezza e dell'ordine pubblico e della salvaguardia delle giovani generazioni, beni che furono ritenuti posti in pericolo anche dallo spaccio di dosi contenenti un principio attivo al di sotto della soglia drogante. A fronte dei ricordati arresti, però, già le SS.UU. con la sentenza resa all’udienza del 29-11-2007, n. 47472 (rv. 237856), CED Cassazione, 2007, in Riv. Pen., 2008, 7-8, 847, operarono un significativo distinguo sancendo che “In tema di stupefacenti, allorché il quantitativo di sostanza oggetto di cessione superi il parametro normativo della soglia drogante, è sempre configurabile la relativa condotta delittuosa, a nulla rilevando che il medesimo quantitativo superi, o non, la dose media giornaliera” [2]. In buona sostanza, quindi, il limite offerto dalla soglia minima drogante divenne spartiacque per la valutazione in ordine alla reale offensività concreta dell’azione. Posizione interpretativa – questa - che si poneva sulla scia di altre precedenti pronunzie, tra le quali merita citazione la decisione della Sez. VI, 15-11-2004, n. 20938 (rv. 231631), Bortoletto, CED Cassazione, 2005, Riv. Pen., 2006, 6, 767. [3]. Si legge, infatti, nella citata sentenza “In materia di stupefacenti, deve ritenersi esclusa la offensività della condotta di coltivazione non autorizzata di piante di sostanze stupefacenti, qualora essa sia talmente modesta da escludere l'efficacia drogante del prodotto”. Nel caso concreto la Corte di legittimità, applicando il principio in parola, confermò la decisione di merito, che aveva ravvisato l'offensività' della condotta -avente ad oggetto la coltivazione di sei piante di marijuana - in relazione alle quali era stata accertata l'idoneità a produrre quantitativi non minimali di stupefacente. Tornando alla esegesi della sentenza in commento, si deve considerare che il ragionamento della Corte si dipana tenendo conto, necessariamente, della circostanza che la nozione di offensività è strettamente correlata con la figura giuridica del reato impossibile di cui all’art. 49 c.p. . La presenza dell’una, infatti, esclude l’operatività dell’altra. In assenza della idoneità della sostanza a produrre effetti droganti, quindi, nell’ipotesi che non sia superata quella soglia minima drogante cui si è fatto cenno, non viene superato il discrimine fra reato impossibile e concreta lesione del bene giuridico oggetto di tutela e la condotta oggetto di indagine non ricade nel campo dell’applicazione della sanzione penale. ** ** ** CONCLUSIONI. Tirando le fila delle premesse svolte, pare di potere affermare che sia palese il valore additivo ed interpretativo della sentenza. Essa focalizza, infatti, la necessaria compatibilità fra le figure del pericolo presunto (ipotesi che deve concernere il modello legale di reato, cioè il postulato precettivo di natura normativa di cui la legge è custode) e del pericolo concreto (tesi che deve trovare adeguato riscontro nel fatto cui si attribuisce carattere di antigiuridicità, attraverso quella verifica fattuale cui il giudice deve adoperarsi onde poi dare corso concreto al principio da mihi factum tibi dabo ius). L’una presupposizione non esclude affatto l’altra, anzi, per vero va detto che esiste un rapporto sinallagmatico fra le due. Come detto, infatti, la prima, (quale istituto giuridico in senso stretto), è presupposto naturale della seconda (applicazione giurisprudenziale). Quest’ultima, a propria volta, è corollario consequenziale necessario senza il quale la prima non rimarrebbe che confinata a livelli di mera astrattezza e non troverebbe reale e seria applicazione. In questo contesto, quindi, l’analisi materiale della fattispecie, muovendo ed uniformandosi a regole precise predeterminate, mira a rendere vivi i precetti che, diversamente, rimarrebbero pure e mere enunciazioni, prive di effetti naturalistici. Ergo, come appare nella fattispecie in parola, la verifica in ordine alla reale capacità (o meno) delle piante di generare prodotti muniti di un principio attivo idoneo a superare la soglia drogante e, dunque, a rendere (o meno) sanzionabile, sotto tale profilo la condotta coltivatoria, assume un carattere di imprescindibile decisività. Questo iter investigativo comporta anche la valorizzazione del concetto di offensività, nozione che viene posta al centro della questione, sull’abbrivio dato dalla circostanza che il reato si fonda sull’oltraggio al bene tutelato dalla norma (anche se si versi in una situazione di offesa potenziale). Come già detto per il reato di pericolo, anche la dicotomia fra le due ricordate tipologie di offensività appare importante, perché esse si completano reciprocamente e necessariamente, in quanto la offensività valutata in concreto, rende effettiva l’applicazione del precetto astratto di carattere normativo, il quale diversamente opinando rimarrebbe lettera morta. Nessun equivoco, quindi, è invocabile in relazione ad una vagheggiata sopravvenuta resipiscenza da parte dei Supremi Giudici, in ordine alla illiceità della coltivazione. Questa condotta rimane illecita. La sentenza, però, costituisce una precisazione che, certamente, sul piano della stretta legalità si rendeva opportuno e necessario, per evitare una estensività abnorme dello spettro di punibilità di taluni comportamenti. Avv. Carlo Alberto Zaina NOTE: [1] Conformi Cass. pen. Sez. VI, 12-05-2008, n. 24664 (rv. 240371), Cass. pen. Sez. Unite Sent., 24-04-2008, n. 28605 (rv. 239920), Cass. pen. Sez. IV Sent., 16-01-2008, n. 6758 (rv. 239036), Cass. pen. Sez. VI Sent., 15-02-2007, n. 20426 (rv. 236509), Cass. pen. Sez. VI Sent., 15-02-2007, n. 20426 (rv. 236509), Cass. pen. Sez. IV, 19-01-2006, n. 10138 (rv. 233534), Cass. pen. Sez. IV, 15-11-2005, n. 150 (rv. 232794) [2] V. anche Cass. pen. Sez. Unite Sent., 24-04-2008, n. 28605 (rv. 239920) Cass. pen. Sez. Unite Sent., 24-04-2008, n. 28605 (rv. 239921) Cass. pen. Sez. VI Sent., 02-04-2008, n. 27330 (rv. 240526) Cass. pen. Sez. VI Sent., 01-04-2008, n. 19788 (rv. 239963) Cass. pen. Sez. VI Sent., 29-01-2008, n. 17899 (rv. 239933) [3] Conformi Cass. pen. Sez. VI Sent., 12-05-2008, n. 24664 (rv. 240371) Cass. pen. Sez. Unite Sent., 24-04-2008, n. 28605 (rv. 239921) Cass. pen. Sez. IV Sent., 16-01-2008, n. 6758 (rv. 239036) Cass. pen. Sez. IV, 15-11-2005, n. 150 (rv. 232794) Carlo Alberto Zaina -------------------------------------- NOTIZIE 13-01-2009 Lombardia. Osservatorio regionale dipendenze all'esame della Commissione sanita' Approda in commissione Sanita' la proposta varata dalla Giunta lombarda di istituire l'Osservatorio regionale sulle dipendenze. Si tratta di un organismo pensato per studiare l'evolversi del fenomeno delle dipendenze in Lombardia, fornendo cosi' elementi utili per mettere a punto strategie mirate di intervento. Compito dell' Osservatorio sara' quindi, in prima battuta, di analizzare il consumo di droghe e prevederne l'evoluzione per poi stabilire le necessita' di assistenza da parte dei servizi socio-sanitari. Oggi in Lombardia il monitoraggio in questo campo avviene attraverso gli osservatori provinciali di 15 Asl, l'osservatorio previsionale e il sistema di allerta rapido, gestito in collaborazione con le forze dell'ordine. Con l'Osservatorio regionale si metterebbero in rete tutti questi strumenti, arrivando ad avere dati sempre piu' certi e previsioni affidabili sul dilagare del fenomeno. Del nuovo organismo faranno parte, oltre ai direttori dei Dipartimenti dipendenze e ai rappresentanti della Regione, delle associazioni dei Comuni e delle Province della Lombardia, anche i rappresentanti dell'Ufficio scolastico regionale, delle Prefetture della Lombardia, della Polizia di Stato, del Comando regionale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Provveditore regionale del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria per la Lombardia e del terzo settore. 13-01-2009 Vaticano. Ratzinger: droga dove non ci sono valori cristiani e 'naturali' Anche in una citta' come Roma che e' il centro della cristianita', e nell'intero Lazio che la circonda, "si affievoliscono, specie tra le giovani generazioni, i valori naturali e cristiani che danno significato al vivere quotidiano e formano ad una visione della vita aperta alla speranza; emergono invece desideri effimeri e attese non durature, che alla fine generano noia e fallimenti". Lo ha denunciato il Papa nel suo discorso agli amministratori locali ricevuti ieri in udienza, con il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti e quello della Regione Piero Marrazzo. "Esito nefasto di tutto questo - ha rilevato - e' l'affermarsi di tendenze a banalizzare il valore della stessa vita per rifugiarsi nella trasgressione, nella droga e nell'alcool, diventati per taluni rito abitudinario del fine settimana. Persino l'amore rischia di ridursi ad una semplice cosa che si puo' comprare e vendere e anzi l'uomo stesso diventa merce". Da parte sua, "davanti al nichilismo che pervade in maniera crescente il mondo giovanile, la Chiesa - ha ricordato il Pontefice - invita tutti a dedicarsi seriamente ai giovani, a non lasciarli in balia di se stessi ed esposti alla scuola di 'cattivi maestri', ma ad impegnarli in iniziative serie, che permettano loro di comprendere il valore della vita in una stabile famiglia fondata sul matrimonio. Solo cosi' si da' loro la possibilita' di progettare con fiducia il loro futuro. Quanto alla comunita' ecclesiale, essa si renda ancor piu' disponibile per aiutare le nuove generazioni di Roma e del Lazio a progettare in modo responsabile il loro domani. Essa propone loro soprattutto l'amore di Cristo, il solo che possa offrire risposte esaurienti agli interrogativi piu' profondi del nostro cuore". 13-01-2009 Vaticano. Bertone: non scomunichiamo i narcotrafficanti "La scomunica e' un mezzo deterrente molto severo che la Chiesa ha usato di fronte ai delitti piu' gravi nella sua storia, fin dai primi secoli. Devo pero' osservare che la scomunica e' un elemento, e' una punizione che tocca solo coloro che hanno in qualche modo una coscienza ecclesiale, una educazione ecclesiale". Lo ha chiarito il card. Tarcisio Bertone ai microfoni della Radio Vaticana, commentando la proposta di una scomunica per i narcotrafficanti alla vigilia della sua partenza per il Messico, dove presiedera' l'Incontro Mondiale delle Famiglie. "La conversione delle coscienze noi la invochiamo da Dio, perche' certamente e' un dono di Dio ed e' anche l'effetto di un impegno coraggioso, anche di annuncio evangelico, di amicizia e di minaccia del giudizio di Dio. Quindi, dobbiamo pregare e la Chiesa prega perche' ha fiducia nella potenza di Dio sui cuori umani, anche se il cuore umano puo' ribellarsi a Dio e resistere anche all'onnipotenza di Dio". Parole molto severe Bertone le ha dedicate nell'intervista al fenomeno delle sette che fanno proselitismo anche nella Chiesa Cattolica. "Faccio due osservazioni che saranno 'spietate', ma che bisogna fare: le sette hanno molto 'dinero' e con il 'dinero' purtroppo si comperano anche le coscienze, e poi predicano ricette facili, proclamano ricette facili. Perche' molti cattolici e' catturata dalle sette? Molte volte, purtroppo, per la poverta' della vita e le necessita' materiali, e molte volte per l'ignoranza. Allora bisogna recuperare una nuova catechesi, una catechesi piu' efficace, e la grande missione continentale che e' stata promossa da Aparecida certamente e' un cammino di recupero, non solo di rafforzamento della fede nei cattolici". 13-01-2009 Canada. Vancouver. Il Canada a traino degli Stati Uniti per una diversa politica sulla marijuana? Il Canada non ha mai approvato la legge per legalizzare la marijuana per il pericolo di creare il caos nei confronti degli Stati Uniti. Ora sembra che il trend si capovolga: sono i giudici statunitensi a chiedere che i fumatori di marijuana non siano piu' arrestati, ma che ricevano una multa. Qualsiasi tentativo canadese di legalizzare o migliorare la politica sulle droghe ha sempre ricevuto opinioni negative da Washington, adesso sono gli Stati Uniti a volere un diverso approccio al problema. La scorsa settimana, il Massachusetts ha abbandonato la politica proibizionista e approvato una piu' efficace legge sul consumo della marijuana. Le linee guida della nuova legge, approvata ed entrata il vigore all'inizio dell'anno, pongono fine alla criminalizzazione del possesso e chiedono che ogni Consiglio comunale adotti una politica che regoli il consumo. Il cambiamento e' avvenuto a seguito del referendum di Novembre, nel quale gli elettori hanno votato per considerare il possesso di marijuana non un reato penale, ma civile con la somministrazione di una multa di 100 dollari e confisca della droga. A Vancouver, Kirk Tousaw, legale dell'attivista Jacob Hunter, sta lavorando dietro le quinte affinche' una legge simile sia approvata dal Consiglio comunale. Due associazioni, la B.C. Civil Liberties e la Pivot Legal, sostengono la proposta di legge. Le leggi sulle droghe sono sotto la legislazione federale, ma Tousaw ritiene che la politica della polizia locale, essendo statale, possa essere migliorata. 13-01-2009 Norvegia. Ecstasy per curare il disturbo da stress post traumatico Un medicinale, versione sintetica dell'ecstasy, potrebbe curare il disturbo da stress post traumatico. Persone che hanno vissuto estremi periodi di crisi, come: guerre, torture, disastri ambientali o stupri, spesso soffrono di traumi a seguito di questi eventi. I cui sintomi sono: attacchi di panico, incubi, problemi alla memoria, difficolta' a concentrarsi, e amnesia. Teri Krebs, dell'Universita della Norvegia, con i suoi colleghi sta studiando se questi pazienti possano essere curati con cure psicologiche e farmacologiche con il MDMA (farmaco a base di ecstasy). Una recente ricerca condotta dallo psichiatra statunitense Michael Mithoefer, ha rivelato un incredibile successo di terapie che uniscono queste due pratiche. Mithoefer ha lavorato su 21 pazienti, seguiti per sei mesi con una terapia psicologica e tre mesi farmacologica. 14-01-2009 Usa. Verso la pillola per limitare i danni del fumo Un altro passo compiuto sulla strada, finora tutta in salita, della pillola che potrebbe limitare i danni prodotti dal fumo: un ritrovato della scienza in cui tutti i fumatori incalliti confidano. I ricercatori della Boston University School of Medicine hanno identificato ben 28 molecole che vengono prodotte in maniera anomala dalle cellule che rivestono le vie respiratorie dei fumatori. Se i livelli di tali molecole venissero riportati ai parametri standard, ovvero quelli che contraddistinguono le vie aeree dei non fumatori, i danni prodotti dal fumo potrebbero essere limitati significativamente - suggeriscono gli studiosi a capo della ricerca - a tutto vantaggio di chi non riesce a dire addio alle 'bionde'. Per giungere a questo risultato, i ricercatori statunitensi hanno passato sotto la lente di ingrandimento campioni di cellule di 10 fumatori e 10 persone senza il vizio del fumo, identificando cosi' 28 microRna - molecole che hanno un ruolo chiave nella regolazione genica - che risultavano alterate nei fumatori. "Questi microRna - spiega Avrum Spira, a capo dello studio - regolano i cambiamenti nell'espressione genica che caratterizzano i fumatori nonche' chi soffre di malattie legate al tabacco, cancro compreso". Una di queste molecole, definita mir-218, sembrerebbe proteggere i polmoni e le cellule delle vie aeree dai danni provocati dal fumo. "Crediamo - precisa infatti Spira - che il livello di attivita' di questo microRna sia determinante nella difesa della salute dei fumatori e giochi un ruolo chiave nella possibilita' di ammalarsi di cancro ai polmoni". Questa ricerca, confidano gli studiosi dell'ateneo di Boston, potrebbe aprire la strada a un farmaco in grado di ripristinare parametri standard dei microRna - in particolare del mir-218 - limitando i danni per chi proprio non vuol saperne di chiudere con il vizio. 14-01-2009 Peru'. Lo Stato chiede un risarcimento al narcotrafficante Una sessantina di milioni di dollari: e' la cifra che lo Stato del Peru' ha chiesto quale indennizzo ad un gruppo di capi del narcotraffico internazionale. Lo ha reso noto la procuratrice anti-droga di Lima, Sonia Medina, precisando che gran parte degli indennizzi sono a carico di Fernando Zevallos, fondatore anni fa di una linea aerea (Aerocontinente) ormai scomparsa, condannato nel 2005 a 20 anni di carcere a causa dei suoi legami con la banda di narcotrafficanti 'Los Nortenos'. Oltre che a Lima, Zevallos e' stato indagato anche in Cile e negli Stati Uniti, che lo aveva incluso nella lista dei dieci narcotrafficanti piu' pericolosi del pianeta. Tra gli altri 'narcos' che dovranno rimborsare lo Stato peruviano Medina ha incluso anche 33 componenti del cartello messicano di Tijuana, composto anche da guatemaltechi e colombiani: tre le accuse spicca una relativa al tentativo di portare in Messico dal porto peruviano di Chimboto un carico pari a 1,7 tonnellate di cocaina. In un rapporto presentato dalla procuratrice si ricorda tra l'altro che in Peru' sono in corso piu' di 49 mila processi per vendita o traffico illecito di droghe e riciclaggio. 14-01-2009 Italia. Giovanardi: lo Stato ha il dovere di recuperare i tossicodipendenti "Non c'e' un diritto a drogarsi, ma esiste il dovere da parte delle istituzioni di porre in essere una pluralita' di interventi finalizzati al recupero del tossicodipendente". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla droga, Carlo Giovanardi, che ieri ha presieduto a Palazzo Chigi la prima riunione annuale della nuova Consulta di esperti e di operatori sociali sulle tossicodipendenze, coordinata dal Capo del Dipartimento per le Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni. Giovanardi ha tenuto a precisare che il Dipartimento appena ricostituito "fungera' da raccordo fra Istituzioni centrali e regionali, strutture pubbliche e del privato sociale che si occupano di tossicodipendenza, comunita' scientifiche e Universita'", per avere un "raffronto globale ed esaustivo" del problema droga e, creare cosi', contestualmente, una struttura istituzionale che possa operare autonomamente nel tempo. La Consulta di esperti, prevista dall'articolo 132 del dpr 9 ottobre 1990 n. 309, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche antidroga, ha il compito di esaminare le problematiche connesse alla prevenzione ed al recupero delle tossicodipendenze, formulando indirizzi di carattere tecnico operativo. Rappresenta inoltre un tavolo di confronto e concertazione tra le Istituzioni e gli Enti locali per la definizione delle strategie relative alle politiche antidroga. Serpelloni, da parte sua, ha sottolineato il carattere innovativo della Consulta, composta da 70 operatori sociali, esperti e rappresentanti delle neuroscienze che conferiscono a questo organismo una strategica capacita' di collaborazione tra i diversi settori d'interesse. All'incontro sono intervenuti 79 partecipanti, di cui 60 esperti, 11 Amministratori centrali e 8 rappresentanti regionali. 14-01-2009 Italia. Forum Droghe: basta con lo 'scare approach' La prossima Conferenza nazionale sulla droga non sia 'la penosa ripetizione di un'esperienza autocelebrativa' come accaduto a Palermo nel 2005 e non venga utilizzata 'per piegare la scienza al servizio della politica': e' l'appello che l'associazione Forum droghe lancia oggi, in vista della Conferenza governativa che si terra' a Trieste a meta' marzo. L'appello parte da una forte critica della Conferenza di Palermo, 'un fallimento per la quasi totale assenza del mondo delle professioni, delle scienze e delle associazioni ma anche uno scacco del confronto e della valutazione scientifica'. 'Come operatori, scienziati, cittadini, consumatori e associazioni - scrivono - temiamo che si voglia ridurre la complessita' del fenomeno del consumo di sostanze ai soli fattori biologici'. Ne e' un esempio, secondo Forum Droghe, la nuova campagna di prevenzione sulla droga-bruciacervello, 'in linea col piu' vetusto scare approach'. 'Vogliamo - insistono - che la Conferenza sia un'occasione di partecipazione, di confronto tra operatori e utenti dei servizi, di valutazione scientifica a tutto campo e di verifica seria delle politiche pubbliche'. Tra i firmatari dell'appello Morena Piccinini della Cgil, don Andrea Gallo, Lucio Babolin del Cnca, Franco Corleone, Susanna Ronconi, Sergio Segio, don Armando Zappolini. 14-01-2009 Usa. Massachusetts. Decriminalizzata la marijuana A novembre 2008 gli elettori hanno votato a favore della riduzione delle pene per il possesso di marijuana, e la legge e' entrata in vigore all'inizio dell'anno. Il Massachusetts e' diventato il tredicesimo Stato a decriminalizzare il consumo della cannabis. Per la nuova legge, la polizia puo' comminare una multa di 100 dollari, invece di arrestare il possessore di un'oncia (poco piu' di 28 grammi) di droga. Per la precedente, la pena era di massimo sei mesi di detenzione e 500 dollari di multa. Il 65% degli elettori hanno votato a favore del referendum. Alcuni poliziotti hanno pero' espresso la loro contrarieta' alla legge, minacciando di non applicarla. 14-01-2009 Italia. Roma. Cna contro il divieto di vendita di alcolici dopo le 21 Le pizzerie al taglio ed il settore alimentare, che aderiscono alla Cna Roma, esprimono, spiega una nota, "perplessita' sul provvedimento anti alcol che gia' dal prossimo weekend vieta dopo le 21, nel centro storico, la vendita da asporto di vino e birra sia in lattina che in bottiglia". La misura voluta dal Prefetto in accordo con il Comune di Roma, "oltre ad essere penalizzante per l'intero settore, chi infatti non ha servizio al tavolo rischia di non vendere piu' un solo pezzo di pizza dalle 21 in poi per l'impossibilita' di servire da bere, e limitativa per ogni cittadino, lede l'immagine di Roma a livello internazionale come citta' dei divieti e delle limitazioni, oltre a contribuire ad alimentare la cattiva economia. C'e' infatti il rischio che venga incrementato in questo modo il commercio abusivo di alcolici e incentivate le attivita' illegali correlate". Piuttosto quello - conclude la Cna di Roma - "che serve sono piu' controlli e una maggiore fiducia nei confronti della professionalita' degli esercenti, che assicurano il rispetto delle regole". 14-01-2009 Gb. Studio: il caffe' e' allucinogeno Fantasmi, visioni, strane voci. Frutto di una mente disturbata, o di qualche droga? Potrebbero bastare troppe tazzine di caffe' al giorno per soffrire di allucinazioni, e vedere deteriorata la propria qualita' della vita. E' l'allarme di uno studio inglese della Durham University, pubblicato da The Journal Personality and Individual Differences. Gli scienziati hanno interrogato 200 studenti sulle loro abitudini circa l'assunzione di caffeina, scoprendo che chi beve oltre sette caffe' al giorno ha un rischio triplicato di allucinazioni rispetto a chi ne prende solo una tazzina. "Questo e' un primo passo verso una visione piu' ampia di tutti i fattori associati alle allucinazioni", ha detto lo psicologo Simon Jones, che ha guidato lo studio. Quando e' sotto stress, spiega Jones, l'organismo rilascia un ormone chiamato cortisolo, che e' prodotto in maggiore quantita' dopo che si consuma caffeina. Il cortisolo in sovrannumero potrebbe essere la causa delle allucinazioni. Fatto sta che gli studenti che si sono dichiarati grandi bevitori di caffe' (ma anche di altri alimenti contenenti caffeina, dal te' al cioccolato) hanno riferito di aver visto cose che non c'erano, aver udito voci e persino aver percepito la presenza di persone decedute. I ricercatori hanno ora intenzione di verificare se altri aspetti della dieta, come ad esempio il consumo di zuccheri e grassi, possono essere associati ad allucinazioni. Anche perche' il legame causale tra visioni e caffeina non e' provato: secondo alcuni, bere troppo caffe' sarebbe non la causa, ma l'effetto di una situazione di grave stress emotivo, che porterebbe anche alle allucinazioni. Fatto sta che molti altri studi hanno provato che una moderata assunzione di caffeina, fino a 500 mg al giorno, porterebbe benefici all'organismo, prevenendo il cancro alla pelle o riducendo i danni della sclerosi multipla. 14-01-2009 Italia. Cassazione: non e' reato coltivare marijuana se non ancora matura La Cassazione allenta la repressione penale nei confronti di chi coltiva marijuana e afferma che, se le piantine non sono mature e non contengono dunque principio drogante, allora il 'coltivatore' non puo' essere condannato. Solo qualche mese fa le sezioni unite di Piazza Cavour avevano stabilito che la coltivazione di cannabis costituisce sempre reato anche se si tratta di piccole produzioni domestiche. 'Con questa decisione - sentenza 1222 della IV Sezione penale - la Cassazione ha annullato con la formula 'perche' il fatto non sussiste' la condanna a un anno quattro mesi di reclusione e 3.500 euro di multa inflitti, dalla Corte d'Appello di Ancona, nel 2003, a Domenico N., un piccolo 'produttore' al quale le forze dell'ordine avevano trovato, in un campo vicino a casa sua, 23 piantine di cannabis. La consulenza tossicologica aveva spiegato che 'le piantine avevano attecchito nel terreno e, se lasciate giungere a maturazione, avrebbero prodotto una notevole quantita' di principio attivo'. Secondo i giudici di Ancona la coltivazione di marijuana costituisce sempre reato e rappresenta un elemento di pericolo sociale e per la salute dei consumatori. Ma la Cassazione non e' d'accordo e - stracciando la condanna - sottolinea che 'l'intervento punitivo dello Stato' deve esserci solo quando e' concretamente minacciato il bene della salute. In caso contrario 'il giudice, guidato dai principi di ragionevolezza della pena in presenza di una condotta offensiva, deve chiedersi se possa esercitare il potere punitivo dello Stato, sacrificando la liberta' personale, per tutelare il bene delle salute, dinanzi a una offensivita' non ravvisabile neanche in grado minimo'. I supremi giudici ricordano che altre sentenze dello stesso 'Palazzaccio' hanno condannato la coltivazione e il possesso di droghe prive di principi attivi in nome delle tutela della salute, delle sicurezza e dell'ordine pubblico, nonche' a favore del 'normale sviluppo delle giovani generazioni' che tuttavia sono - conclude la sentenza depositata oggi - 'beni non presenti esplicitamente nella Costituzione, ma che ricorrono come valori guida di scelte di politica criminale (prevalentemente contingenti, per ricorrenti 'emergenze')'. 15-01-2009 Italia. Governo e Pdl alla Cassazione su coltivazione cannabis: 'ridicola', 'si arrampica sugli specchi' La Cassazione "si arrampica sugli specchi". E' il commento di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla droga, il quale rileva che "davanti ad una norma in vigore chiarissima che recita : 'chiunque coltiva (...) sostanze stupefacenti o psicotrope (...) e' punito', principio ribadito, anche recentemente, dalle sezioni Unite della Corte di Cassazione, la quarta sezione della stessa Corte si arrampica sugli specchi inventandosi una differenziazione tra piante di cannabis in fase di crescita e piante giunte a completa maturazione". Per Giovanardi, "c'e' davvero da essere presi da un senso di sconforto nel constatare come gli sforzi delle forze dell'ordine e di decine di migliaia di operatori del pubblico e del privato sociale che, ogni giorno, combattono contro la diffusione della droga e le tragiche conseguenze del suo consumo vengano vanificati da chi dovrebbe tutelare e difendere la cultura della legalita'". Pure in una piantina di cannabis appena sviluppata e' presente, ancorche' in minima dose, una concentrazione di tetraidrocannabinolo (thc), ovvero la sostanza responsabile dell'effetto dopante della canapa. Lo afferma Giuseppe Ruberto, primo ricercatore dell'istituto di chimica bimolecolare di Catania del Cnr. 'In media in questa pianta erbacea, che si puo' coltivare benissimo sul balcone di casa - continua Ruberto -, e' presente una percentuale di thc che varia dal 7 al 14%. Questo principio fa parte del corredo genetico della pianta, quindi e' sempre presente fin dal primo sviluppo della pianta, anche se, naturalmente, la sua concentrazione allo stadio iniziale non puo' che essere molto bassa'. 'Ci sono diverse specie di cannabis - conclude Ruberto -che, a seconda della zona di provenienza, contengono piu' o meno tracce di thc - Sono state anche selezionate specie del tutto prive di questa sostanza dopante, o comunque presente in dosi minime, per destinarle a vari usi, dalla produzione di filamenti ad uso idraulico alla produzione della carta'. "Ancora una sentenza della Cassazione al limite del ridicolo: fino a quando la piantina di marijuana non e' matura e' possibile coltivare cannabis in casa. Gli ermellini sembrano vivere veramente su di un altro pianeta". E' quanto denuncia la componente del direttivo Pdl alla Camera dei deputati Isabella Bertolini, che commenta: "Forse pretenderanno che il ministero dell'Interno predisponga corsi di giardinaggio per consentire alle forze dell'ordine di intervenire al momento giusto, ossia quando la piantina di marijuana e' matura. Insomma: una sentenza dopo l'altra, dalla Cassazione arrivano sempre novita'... stupefacenti". 15-01-2009 Argentina-Bolivia. Accordo per la guerra alla droga Le forze di polizia di Argentina e Bolivia hanno firmato un accordo per ampliare la cooperazione bilaterale nell'ambito del contrasto al traffico di droga, alla tratta di persone e al riciclaggio di denaro sporco. L'accordo e' stato sottoscritto dal capo della polizia federale argentina Nestor Valleca e dal suo collega boliviano Miguel Gemio Urrutia e prevede un miglioramento nello scambio di informazioni contenute nelle banche dati dei due paesi de e' frutto dell'intesa raggiunta nel dicembre scorso tra il ministro dell'Interno boliviano Alfredo Rada e il suo collega argentino alla Giustizia Anibal Fernandez. 15-01-2009 Italia. Firenze, lezioni di droga in classe "Riduzione del danno", genitori infuriati LA REPUBBLICA - Istruzioni per l'uso di cocaina, cannabis, alcol, funghi allucinogeni, ecstasy: "Fai attenzione alle dosi, la prima volta prendi al massimo la metà di quella degli altri, non puoi sapere come reagirai. Se il bruciore della cavità nasale è forte, o il naso sanguina, o si formano croste, smetti di sniffare...". O ancora: "È meglio sospendere o evitare l'uso di cannabis se essa amplifica o causa sensazioni negative". Oppure: "Le bevande alcoliche sono usate per disinibirsi, superare gli imbarazzi, sentirsi più carichi, avere più coraggio con l'altro sesso, divertirsi con gli amici...". Distribuiti dagli operatori di strada ai giovani dei rave, delle grandi feste, dei concerti, e mirati alla riduzione del danno da assunzione di sostanze altrimenti senza controllo, i depliant colorati del progetto Extreme della Asl di Firenze sono finiti in una scuola. Ed è esplosa la protesta. Continua: http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/firenze-lezione-di-droga/firenze-lezione-di-droga/firenze-lezione-di-droga.html 16-01-2009 Italia. Ancora polemiche a Firenze per 'riduzione del danno' nelle scuole E' ancora polemica a Firenze per dei depliant distribuiti ai ragazzi di alcune classi del liceo scientifico 'Rodolico', che mirano a ridurre il danno derivante dall'assunzione di sostanze stupefacenti. I depliant, distribuiti generalmente dagli operatori di strada ai giovani dei rave, delle grandi feste, dei concerti, fanno parte del progetto 'Extreme' della Asl di Firenze, ma sono finiti in una scuola. I ragazzi, scrive l'edizione fiorentina de 'La Repubblica', hanno fatto vedere il materiale ai genitori, e sono scoppiate le polemiche. Nei volantini, sull'uso di cocaina, ecstasy e funghi allucinogeni, si legge: 'Fai attenzione alle dosi, la prima volta prendi al massimo la meta' di quella degli altri, non puoi sapere come reagirai. Se il bruciore della cavita' nasale e' forte, o il naso sanguina, o si formano croste, smetti di sniffare'. O ancora: 'E' meglio sospendere o evitare l'uso di cannabis se essa amplifica o causa sensazioni negative'. Oppure: 'Le bevande alcoliche sono usate per disinibirsi, superare gli imbarazzi, sentirsi piu' carichi, avere piu' coraggio con l'altro sesso, divertirsi con gli amici'. Il dirigente scolastico Alfonso Bajo si e' detto 'all'oscuro', annunciando 'l'avvio di un'indagine interna', mentre il Dirigente scolastico regionale ha gia' inviato un ispettore. 'E' vero, quel materiale non doveva entrare nelle scuole', conferma la coordinatrice del dipartimento dipendenze della Asl, Paola Trotta. Quella che sarebbe stata seguita al Rodolico, in realta', 'non risponde ai criteri della nostra prevenzione primaria'. E mentre la Societa' della salute, che coordina Asl e Comune sul fronte socio-sanitario, ha chiamato a rapporto gli attori della vicenda, e annuncia un prossimo protocollo di intesa per coordinare le troppe competenze sui progetti nelle scuole su stili di vita e salute, i genitori chiedono che 'al Rodolico sia chiamato ora un esperto vero, che rimedi ai danni provocati ai nostri ragazzi'. 'L'episodio avvenuto al liceo scientifico del Galluzzo e' due volte grave: prima di tutto perche' e' stata impartita agli studenti una surrettizia lezione di antiproibizionismo con relative istruzioni per l'uso, dando evidentemente per scontato che la maggioranza dei ragazzi si droghi; e poi perche', a quanto pare, questo sconcertante episodio e' avvenuto senza che ne' il preside, ne' il vicedirigente della succursale ne sapessero nulla, e per di piu' senza che in aula ci fossero insegnanti'. Lo afferma, in una nota, il deputato del Pdl, Riccardo Mazzoni, sulla distribuzione di depliant sulla riduzione del danno, al liceo scientifico Rodolico di Firenze. 'Altro che progetto salute e prevenzione: qui siamo di fronte a un corto-circuito di omissioni e di irresponsabilita' - prosegue Mazzoni - visto che la stessa Asl ora sostiene che il materiale distribuito da due fantomatiche operatrici di strada della Coop-Cat doveva restare lontano dalle scuole. Il dirigente scolastico regionale Angotti ha correttamente attivato un'ispezione regionale, ma del caso andra' investito anche il ministro Gelmini con un'interrogazione urgente che presentero' domani stesso alla Camera'. "Quanto avvenuto a Firenze e' gravissimo, si e' entrati nelle classi di minori con informazioni parziali, errate e pericolose. Un'emergenza sociale e sanitaria com'e' quella relativa all'uso massiccio di droghe pesanti e leggere alla quale assistiamo nel nostro paese e che coinvolge sempre piu' i giovanissimi, non va alimentata fornendo allucinanti 'consigli' su come drogarsi 'limitando i danni', ma va affrontata spiegando ai ragazzi realmente a cosa si va incontro: dipendenza e danni all'intero organismo". Lo dichiara Maria Rita Munizzi, presidente del Moige (Movimento Italiano Genitori) e membro della consulta Antidroga presso il Consiglio dei Ministri. "Appoggiamo pienamente i genitori degli alunni del Rodolico - conclude la Munizzi - affinche' a questi ragazzi venga fornita il prima possibile la giusta e corretta informazione". Dichiarazione di Benedetti e Cellai (An-Pdl), del Consiglio regionale della Toscana Si sono affidati alla Asl e alla Società della Salute si sono ritrovati sui banchi di scuola dei ragazzi pile di vademecum sul modo meno peggiore per assumere cocaina, cannabis, droghe sintetiche e alcolici. E’ accaduto in un liceo scientifico fiorentino proprio lunedì scorso. E oggi il caso, riportato dalle cronache fiorentine, ha fatto sobbalzare sulla seggiola il Presidente di Alleanza Nazionale verso il Pdl in Regione Toscana Roberto Benedetti e il suo Vice Marco Cellai (Commissione IV – Sanità). «Vergognoso», hanno esclamato insieme. «Vogliamo che l’assessore Rossi riferisca in aula nel prossimo consiglio per chiarire i contorni dell’accaduto e, più in generale, per spiegare a tutti come vengono affidati e svolti i servizi di prevenzione del Dipartimento dipendenze della Asl 10 di Firenze». «Il governo regionale – affermano i due esponenti di An-Pdl – evidentemente prigioniero di allucinanti proposte come quella di istituire le stanze del buco e di un retaggio mentale che divide droghe pesanti e droghe leggere, alla fine, anziché mettere in campo ogni energia possibile per contrastare il dilagante uso di cocaina, nuove droghe e cannabis, permette che si entri impunemente nelle scuole per insegnare come assumere queste sostanze in modo meno dannoso possibile. E’ un fatto increscioso e inaccettabile – attaccano – per il quale debbono assolutamente essere individuati e sanzionati i responsabili. Non è pensabile che le famiglie toscane al mattino non si sentano tranquille nemmeno nel mandare i loro ragazzi a scuola, senza potersi fidare neppure delle istituzioni. E ora, chi e come rimedierà al danno provocato?» 17-01-2009 Italia. La Cassazione precisa, ma il Pdl: giudici pericolosi, peggiori della droga Coltivare cannabis a casa non è reato solo fino a che le piantine sono acerbe e quindi inoffensive, ma a due giorni di distanza da questo principio stabilito dalla quarta sezione penale dalla Cassazione, la suprema Corte, tramite il suo ufficio stampa, interviene per precisare e spegnere equivoci entusiasmi di alcuni amanti del giardinaggio. Innanzitutto, "a fronte di notizie stampa che potrebbero ingenerare equivoci", si precisa che la quarta sezione penale con la sentenza del 14 gennaio 2009 numero 1222 in materia di coltivazione di cannabis ad uso personale "si è limitata a ribadire il principio espresso dalle sezioni unite penali della stessa corte con la sentenza numero 28606 del 10 luglio 2008". E "secondo tale principio, nonostante la condotta di coltivazione di piante da cui sono estraibili i principi attivi di sostanze stupefacenti costituisca un reato di pericolo presunto caratterizzato dalla 'offensività della fattispecie criminosa astratta', tuttavia 'in ossequio al principio di offensività inteso nella sua accezione concreta, spetterà al giudice verificare se la condotta, di volta in volta contestata all'agente ed accertata, sia assolutamente inidonea a porre a repentaglio il bene giuridico protetto, risultando in concreto inoffensiva". Ovvero, già la sentenza del luglio 2008, stabiliva che il giudice dovesse verificare la reale "pericolosità" della piantina. Principio solo ribadito dalla sentenza di due giorni fa, "quando ha escluso che nel caso specifico sussistesse la ricavabilità dalla coltivazione di una sostanza idonea a produrre un effetto stupefacente in concreto rilevabile". E le piantine di cannabis 'acerbe' non contengono alcun principio attivo, dunque semplicemente non possono essere classificate tra gli stupefacenti. Sembra restare ai 'giardinieri' il compito di capire quando è il momento giusto di smettere di coltivare la piantina, e agli agenti capire il momento giusto per intervenire. 'La Corte di Cassazione, dalla quale sventolava nei giorni scorsi un Tricolore vergognosamente lacerato e privo della parte rossa, non perde occasione per sorprendere gli italiani. La nota emessa oggi in merito ad una risibile sentenza in materia di droga e' ancora peggiore della sentenza'. E' quanto afferma il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. 'La droga fa male. Questo e' il messaggio che ci si aspetterebbe venisse dalle sentenze della Corte di Cassazione, che immersa nelle astrazioni manda messaggi pericolosi al Paese. Pensavo che la sentenza che considerava lecite le piantine acerbe di cannabis fosse uno scherzo. Invece e' tragica la situazione che emerge dalla nota odierna. La droga fa male. Purtroppo la Cassazione fa peggio. E' veramente triste - conclude - un Paese che ha giudici cosi' lontani dalla verita' e cosi' pericolosi per la vita dei nostri ragazzi, che da queste sentenze ricevono messaggi fuorvianti. Verrebbe voglia di regalare piantine di droga acerbe ai figli di questi magistrati, che potrebbero poi scoprirne gli effetti pericolosi'. 17-01-2009 Usa. La Cia a Obama: guerra alla droga in Messico e Iran le due emergenze Le ambizioni nucleari dell'Iran, ma anche l'aumento della violenza in Messico legata al narcotraffico, saranno sfide per l'amministrazione di Barack Obama: ne e' convinto il direttore della Cia, Michael Hayden, che si appresta a lasciare la poltrona a Leon Panetta, scelto dal nuovo presidente per guidare l'agenzia d'intelligence. I leader iraniani 'si stanno avvicinando al momento della scelta' sul loro programma nucleare, ha detto Hayden al Los Angeles Times, spiegando che Teheran sta pagando un prezzo pesante sul piano diplomatico e finanziario per le decisioni prese fino ad ora e deve stabilire cosa fare in futuro. Il direttore della Cia, un po' a sorpresa, ha indicato anche i rapporti con il confinante Messico come una delle aree critiche. L'intelligence americana sta lavorando con quella messicana per contrastare l'aumento della violenza e l'impennata di omicidi a sud del confine, legati al mercato del narcotraffico. Hayden ha difeso le tecniche di interrogatorio antiterrorismo usate in questi anni dalla Cia, bollate dal futuro ministro della Giustizia, Eric Holder, come metodi di vera e propria 'tortura'. 'Le tecniche hanno funzionato', ha detto Hayden, avvertendo Obama che deve essere 'molto cauto' prima di smantellare i programma antiterrorismo della Cia, perche' questo potrebbe creare seri problemi alla sicurezza nazionale. 18-01-2009 Mondo. L'Onu alla Croce Rossa: bene riduzione del danno e no a repressione consumatori L'Agenzia dell'Onu sulla droga e il crimine (Unodc) ha scritto alla Croce Rossa Italiana per riconoscere la validita' dell'approccio assunto dall'organizzazione italiana in tema di lotta alla tossicodipendenza che utilizza la riduzione del danno e non la repressione. Il direttore esecutivo Antonio Maria Costa dell'Unodc - in una lettera diretta a Massimo Barra, fino a due mesi fa presidente della Cri - sostiene la giusta impostazione data dalla Cri e dal 'Rome Consensus per una politica umanitaria sulle tossicodipendenze' al problema della dipendenza da sostanze psicoattive. Per l'Unodc, che invita la Cri ad una collaborazione, e' importante l'utilizzo di misure di salute pubblica e di riduzione del danno invece che di repressione nell'approccio ai consumatori. 18-01-2009 Italia. Storie di proibizionismo: ancora un agente penitenziario arrestato per droga Un agente di polizia penitenziaria e altre sei persone sono state arrestate da agenti della squadra mobile della questura di Lecce in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere. Agli arrestati la magistratura contesta il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina in particolare. Il poliziotto penitenziario finito agli arresti e' R. M., in servizio presso la casa circondariale di Tolmezzo (Udine), da circa un anno aggregato presso il carcere di Lecce. M. era gia' stato arrestato, assieme ad un pregiudicato, il 13 agosto 2008 perche' trovato in possesso di circa 80 grammi di cocaina. La droga - secondo l'accusa - doveva essere introdotta in carcere dal poliziotto. I provvedimenti restrittivi, chiesti dalla Dda di Lecce, sono stati disposti dal gip presso il tribunale di Lecce, Ercole Aprile. A M. e ad altri due presunti pusher il provvedimento restrittivo e' stato notificato in carcere. Un altro indagato era invece ai 'domiciliari'. 19-01-2009 Italia. 81enne arrestata per detenzione ai fini di spaccio Un'anziana di 81 anni, Vita Lippolis, di Perinaldo, nell'entroterra di Bordighera, e' stata arrestata dai carabinieri, in quanto doveva scontare un definitivo di pena a 6 mesi circa di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Data l'eta' la donna ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. L'ottuagenaria, colpita da una pena definitiva emessa dalla Procura Generale di Genova, era rimasta coinvolta in un'inchiesta partita dal capoluogo ligure tra il 2004 ed il 2005 che riguardava un traffico di stupefacenti. Condannata in un primo momento ad una pena maggiore di tre anni, grazie anche all'indulto, le sono rimasti da scontare sei mesi. 19-01-2009 Thailandia. La marijuana e' la droga piu' consumata. Il consumo aumentato dopo la dichiarazione di 'guerra alle droghe' Secondo il sondaggio condotto dalla Abac dell'universita' di Assumption molti adolescenti fumano la marijuana, e a seguire amfetamine e foglie di kratom (pianta originaria dell'area del Sudest asiatico). Sono stati intervistati 2.452 gruppi familiari di Bangkok (4.274.757 persone tra i 12 ed i 65 anni). Complessivamente, 593.314 persone hanno dichiarato di consumare stupefacenti. La marijuana e' risultata al primo posto, seguita dalle amfetamine, kratom, metamfetamine, inalanti, Viagra, eroina, oppio, ketamine e cocaina. Tra i 12/24enni, 23.981 hanno ammesso di avere fumato la marijuana nell'ultimo mese. Nel dettaglio: 22,226 hanno preso amfetamine, 18.168 metamfetamine, 14.347 il kratom e 6.795 inalanti. Il direttore dell'Istituto di sondaggi, Noppadon Kannika ha dichiarato che il consumo e' aumentato dopo la dichiarazione di "guerra alle droghe" dell'Amministrazione del presidente Thaksin Shinawatra, chiedendo al Parlamento, guidato dai Democratici, di mettere questo problema nell'agenda delle priorita' nazionali. 19-01-2009 Andalusia: eroina in capsule ai tossicodipendenti All'inizio fu eroina iniettata. Ora l'Andalusia fa un passo avanti. Un esperimento clinico permettera' la sua distribuzione per via orale -in capsule- per verificare se possa costituire un'alternativa terapeutica per eroinomani refrattari al trattamento metadonico. E' la continuazione del programma sperimentale di prescrizione degli stupefacenti in Andalusia (Pepsa), che ha dimostrato come la terapia con l'eroina per via venosa migliori la salute dei tossicomani piu' del metadone. E' un beneficio riservato a pochi, solo ai pazienti in situazione molto compromessa, eppure funziona. E' "un ampliamento in linea con cio' che viene fatto in altri paesi", spiega il responsabile della politica andalusa delle droghe, Andres Estrada. La sfida consiste nel provare se eroina e morfina orale possano diventare l'alternativa per un'ampia quota di pazienti che con il metadone non ottengono i risultati sperati. La differenza con l'iniezione e' che la capsula e' piu' economica e facile da prendere. Il progetto concerne 220 pazienti, suddivisi in tre gruppi, cui verra' distribuita eroina, morfina e metadone -tutt'e tre per via orale. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci ritenete utili, potete sostenerci con una donazione da 25, 50, 100, 250, o 500 euro o con un contributo a scelta intestandolo ad Aduc, via Cavour 68, 50129 Firenze: - con carta di credito sul nostro sito sicuro: https://ssl.sitilab.it/aduc.it - CC/postale 10411502 - IBAN: IT 81 F 07601 02800 000010411502 - CC/bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 - Cassa di Risparmio di Firenze, agenzia 17 di Firenze IBAN: IT 11 O 06160 02817 000007977C00 (N.B. il carattere a se' stante e' la lettera O e non la cifra 0) -----------------------------