====== AVVERTENZE ========================= Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori. Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452 URL: http://www.aduc.it Avvertenze numero 2008-13 del 1 Luglio 2008 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/ In questo numero: - Editoriale. Inflazione alta: urla e ipocrisia diffuse. Liberalizzare http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=243 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=243 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=243 - La scheda. AUTOSTRADE: OBBLIGHI E PEDAGGIO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=225120 - La pulce nell'orecchio. GRANDI STAZIONI... O GRANDI DESERTI? OVVERO QUANDO LA "MODERNIZZAZIONE" CI RIPORTA AL MEDIOEVO http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? L'Incoronazione di Carlo Magno -versione 2008- e le staminali del cordone http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Tlc e legge Bersani. Durata dei contratti. Lo stato dell'arte http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Il reflusso corporativo dei taxi: quando le riforme omeopatiche non servono a nulla http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php - Il Condominio. La ripartizione delle spese nel condominio: le tabelle millesimali http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php - Gli Articoli ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi & Consumi http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Droghe http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Salute http://www.aduc.it/dyn/salute/ Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Telecomunicazioni http://www.aduc.it/dyn/tlc i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia ------------------------------------------- EDITORIALE Inflazione alta: urla e ipocrisia diffuse. Liberalizzare Con l'inflazione al 3,8% a livello annuo e' ripreso il tormentone delle lamentele: i dati si sprecano nell'ovvio calo dei consumi dei prodotti che sono arrivati a prezzi alti (tipo pane e pasta) ma di cui se ne puo' fare a meno perche' ci sono alternative e nel non calo di quelli di cui non se ne puo' fare a meno (energie varie) e che, non a caso, sono saldamente in mano al potere politico ed economico. Ogni tanto ci prendono in giro dicendo che stanno liberalizzando, come, per esempio i "clamorosi" effetti delle politiche di liberazione di luce e gas, o gli altrettanto "clamorosi" effetti delle politiche di liberazione dei carburanti (con il controllore Eni/Stato che fa il controllato e incassa due volte dal solito consumatore/contribuente salassato). Ma talvolta non ci prendono neanche in giro, perche', come i veri arroganti, fanno tutto alla luce dl sole, come i miliardi elargiti agli autotrasportatori in agevolazioni. E poi ce la menano con gli inesistenti risparmi per i mutui immobiliari, si' che le banche possano guadagnare di piu' e piu' a lungo. E non e' finita, perche' fra un po' arriveranno anche i bonus-bebe' per far fare piu' figli, mentre condannano di fatto a morte i figli degli immigrati, che non chiedono bonus e che per impedire il loro ingresso piombano i confini spendendo miliardi. Cosa ci si puo' aspettare da una societa' e da un'economia che non fanno della liberta' il loro metodo di base? Che i prezzi salgono, per l'appunto, che le vendite al dettaglio diminuiscono, che tutti i mercati si restringono e, ciliegina finale sulla torta, che aumenta il sommerso e la delinquenza fiscale. Noi non abbiamo formule miracolistiche per impedire che la vita costi di piu' e che i consumi diminuiscano, ma abbiamo la capacita' di ascoltare i consumatori e osservare i comportamenti delle istituzioni nei loro confronti. E per l'ennesima occasione non percepiamo nessuna tendenza liberalizzatrice in grado di invertire urla e ipocrisie diffuse. Per questo, nel contempo, non ci meravigliamo piu' di tanto nel vedere i cittadini che fanno da se' in tutto. (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo AUSTRIA / La musica, medicina per il cuore La musica ha un'incidenza positiva sul battito cardiaco e sulla nostra capacita' di autoregolazione. "Lo abbiamo verificato in uno studio basato sull'evidenza", gioisce Vera Brandes, direttrice del programma di ricerca di medicina musicale dell'Universita' privata Paracelsus di Salisburgo. Ed e' possibile che una musica adatta sia in grado di ridurre in modo durevole la pressione sanguigna. La ricerca ha gia' mostrato che la musica adottata per l'esperimento (composta per l'occasione, allo scopo di evitare condizionamenti psicologici e fisiologici ) aumenta, dopo quattro settimane, la variabilita' della frequenza cardiaca (HRV). E' cosa buona giacche' piu' alta e' la variabilita', maggiore e' la capacita' dell'organismo di autoregolarsi. Un battito cardiaco troppo regolare e' infatti un fattore di rischio, e una HRV ridotta e' anche sintomo di pressione del sangue troppo alta e di depressione. L'esperimento e' pubblicato sulla rivista Psychosomatic Medicine. ITALIA / Self service anche per le ciliegie: le cogli dall'albero e spendi un terzo La crisi economica spinge sempre piu' il fai da te. Cosi', se da anni si assiste alla corsa al distributore di benzina che fa risparmiare se a impugnare la pompa e' lo stesso automobilista; se sempre piu' sono gradite le operazioni bancarie tramite Internet; se e' ormai consolidata la tradizione di comprare i mobili e montarseli da soli a casa; oggi il fai da te ha un nuovo orizzonte. Visto il perdurare del caro alimentari, e' stata lanciata da Coldiretti la raccolta di ortaggi self service. In pratica, si va sul campo, si raccolgono direttamente i pomodori e si paga con lo sconto. Per esempio, le ciliegie possono costare solo due euro, un terzo dei sei che si spendono al supermercato. ITALIA / La telefonia fissa primeggia per 'insoddisfazione' del cliente Fatto 100 il grado massimo di soddisfazione della clientela, gli utenti della telefonia fissa sono 'soddisfatti', si fa per dire, per 59,9%. Con Telecom Italia che e' sotto la media del settore con 56,9. La telefonia mobile e' messa nettamente meglio rispetto a quella fissa con 68 (Vodafone primeggia con 69,8, seguono Wind, Tim e 3 Italia). Lo rileva l'indagine 2008 di Busacca & Associati che ha verificato quanto siano appagati i clienti delle societa' di servizi. L'indice piu' alto lo raggiunge il settore Viaggi e vacanze (75,9) seguito dalla grande distribuzione. In generale, sono i clienti delle aziende ex monopoliste ad essere piu' insoddisfatti: oltre a Telecom Italia, Trenitalia e' a 45,4, Alitalia 58,6, Poste Italiane a 60,4. ITALIA / Le polizze sugli immobili frenano la portabilita' dei mutui L'Isvap lancia l'allarme sulla portabilita' dei mutui che e' "frenata dall'intreccio polizze-prestiti". Il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, lo sottolinea nel corso della relazione annuale dell'attivita' dell'Istituto di controllo sulle assicurazioni. "Occorre subito un accordo banche-assicurazioni -dice Giannini- la portabilita' dei mutui immobiliari rischia di essere vanificata dalla rigidita' dei costi e delle pratiche di risoluzione dei contratti assicurativi che accompagnano i prestiti". "Il meccanismo funziona cosi' -spiega Giannini- quando accendi un mutuo presso una banca questa ti chiede di sottoscrivere una polizza a garanzia. Premio e commissioni, anche per un muto decennale, sono generalmente pagate subito in una unica soluzione. Se vuoi cambiare banca, la nuova polizza ti chiede altrettanto, ma se il costo per estinguere la vecchia polizza e' ingiustificatamente alto perche' non recuperi premio e commissioni, il cambio di banca e' scoraggiato". L'Isvap, dice Giannini, ha ricevuto segnalazioni di cittadini che lamentano le difficolta' ad estinguere le polizze che assistono il mutuo nel momento in cui vogliono spostare lo stesso mutuo presso un'alta banca. E allora, dice Giannini, "per dare piena attuazione alla portabilita' occorre garantire al cliente che vuole estinguere la polizza la restituzione integrale della quota assicurativa di premio non goduto; riconsiderare la misura delle provvigioni applicate che sono eccessivamente penalizzanti per gli assicurati, da un minimo del 40% ad un massimo delli80%. L'Isvap sollecita le compagnie e le banche a definire rapidamente un accordo in questo senso. L'accordo sarebbe un buon test per le neonata federazione Abi-Ania". ITALIA / Caos bollo auto in Lombardia: un milione di avvisi 'bonari' emessi a vanvera Da inizio giugno più di un milione di cittadini lombardi ha ricevuto un avviso bonario sul bollo auto per il biennio 2005/2006. Tra i destinatari, molti sostengono di avere in realta' gia' versato il tributo, ma sono costretti a documentare la propria regolarita'. I cittadini sono indignati perche' il call center a cui si rinvia per chiarimenti e' a pagamento. Inoltre, chi, entro luglio, non provvedera' a chiarire la propria posizione dovra' pagare una sanzione pari al 6% dell'importo del bollo contestata, oltre a un interesse di mora del 2,5% su base annua. Il caos e' dovuto al cambio di gestione della riscossione del tributo. Il cambiamento era stato avviato proprio per evitare cartelle pazze. Obiettivo fallito. U.E. / Nuova normativa comunitaria sui rifiuti Il 17 giugno, il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva comunitaria sui rifiuti, che introduce obiettivi vincolanti per lo smaltimento e il riciclaggio di certi materiali. Entro il 2020, i Governi dovranno adottare misure volte a garantire il riciclaggio e il reimpiego del 50% di carta, plastica e vetro provenienti dalla spazzatura domestica, e del 70% dei residui non pericolosi derivati dall'edilizia. Se per anni uno dei punti controversi sono stati i termovalorizzatori, il Parlamento oggi sostiene che bruciare i rifiuti puo' essere considerato una "valorizzazione" purche' siano rispettati requisiti d'efficienza energetica. Il testo stila questa sequenza delle priorita': prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento. GERMANIA / Ritirato il Brie de Meaux, un formaggio francese Le autorita' del Nordrhein-Westfalen invitano i consumatori a non mangiare il formaggio Brie de Meaux, dove e' stata rivenuta la "listeria monocitogena". E' un batterio che puo' provocare l'infiammazione del sistema nervoso centrale e, nelle donne incinte, un parto prematuro o la morte del feto. Il formaggio in questione e' prodotto da Fromagerie Les Courtenay e riporta l'indicazione FR 45 115 01 CE. La data di produzione e' il 15 aprile 2008, la scadenza l'1 luglio 2008. ITALIA / Bollette contestate: l'Enel attiva la conciliazione online I clienti Enel potranno comporre on line le loro controversie con l'azienda attraverso una nuova procedura di conciliazione extragiudiziale. L'iniziativa, frutto dell'accordo tra Enel e le 16 associazioni dei consumatori che compongono il Cncu, si applichera' a tre tipi di controversie: quelle riguardanti l'accertato malfunzionamento dei contatori, quelle legate a fatture con importi anomali rispetto alla media degli ultimi due anni e quelle derivanti dalla gestione delle riduzione di potenza o del distacco per morosita'. Oltre a questa procedura che riguarda i 20 milioni di utenti Enel, tutto il settore elettrico sara' interessato da altre misure a tutela dei consumatori di elettricita'. L'Autorita' per l'energia e il gas ha predisposto un documento che diventera' vincolante per tutti i gestori: http://www.autorita.energia.it/com_stampa/08/080617.htm FRANCIA / Dubbi sull'efficacia delle pillole antiossidanti Le capsule antiossidanti, dette pillole "antieta'", vendute in farmacia, non migliorano le speranze di vita. La rivista medica indipendente Prescrire, basandosi sulla sintesi metodica di 68 studi scientifici, conclude che "l'effetto preventivo degli antiossidanti resta ipotetico". Peggio ancora, riporta un aumento della mortalita' tra le persone che assumono vitamine A ed E e il beta-carotene. La sua conclusione? Si assumano questi integratori solo in caso di accertata carenza. ITALIA / Tassi dei mutui in rialzo al 5,75% Continua senza sosta il rialzo del tasso sui mutui applicato dalle banche italiane. A maggio, secondo l'ultimo bollettino mensile dell'Abi, il tasso sui prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni si e' posizionato al 5,75%, record degli ultimi cinque anni. S.ARABIA / Il governo stimola le imprese arabe a coltivare grano all'estero Il continuo rialzo dei prezzi alimentari inquieta il Governo dell'Arabia Saudita, che ha sollecitato le aziende nazionali a investire oltre confine per evitare possibili carenze di cibo. A questo scopo, le autorita' sono gia' in trattative con Turchia, Ucraina, Sudan, Egitto e Pakistan, ha spiegato un portavoce del ministero dell'Agricoltura. L'impegno riguarda soprattutto la coltivazione di grano, orzo, soja e riso, giacche', se finora il Regno Arabo Saudita e' stato risparmiato dalle proteste contro i rincari, l'obiettivo e' di assicurarsi una buona riserva di cibo per il futuro. Sono soprattutto gli Stati africani a sperare negli investimenti sauditi. E cosi' l'Etiopia, avvantaggiata dal punto di vista geografico, si e' subito mobilitata. Le imprese saudite sono gia' presenti in Etiopia, come in molte altre parti dell'Africa, interessate pero' al settore immobiliare. Ora, Addis Abeba vuole indurle a puntare sull'agricoltura, considerato che il 56% del suo territorio e' potenzialmente coltivabile, ma oggi lo e' solo per il 15%. ITALIA / Aziende cosmetiche nel mirino dell'Antitrust: possibile accordo anticoncorrenziale L'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 12 giugno 2008, ha deciso di avviare un'istruttoria nei confronti di societa', alcune delle quali multinazionali, operative nel comparto dei cosmetici. L'istruttoria dovra' verificare se le imprese abbiano posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza, attraverso uno scambio di informazioni e il coordinamento dei prezzi di rivendita. Il provvedimento e' stato notificato, nel corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con le Unita' Speciali della Guardia di Finanza, alle societa' interessate, che rappresentano i principali produttori di cosmetici distribuiti attraverso vendite al dettaglio: si tratta di Henkel Italia, Unilever Italia Holdings, Colgate-Palmolive, alcune societa' del gruppo Procter&Gamble (Procter & Gamble Italia, Procter & Gamble Holding e Procter & Gamble) L'Oreal Italia, Sara Lee Household & Body Care Italy e Reckitt-Benckiser Holdings (Italia). L'istruttoria e' stata avviata dopo una segnalazione ricevuta dall'Autorita' nell'ambito del programma di clemenza previsto dalla legge. Secondo la denuncia, le imprese, attive nel mercato della produzione e vendita al dettaglio di prodotti cosmetici, in occasione delle riunioni presso l'associazione Centromarca (Associazione Italiana dell'Industria di Marca), almeno nel periodo gennaio 2005/2007, avrebbero scambiato informazioni riguardanti gli aumenti di prezzo programmati, lo stato delle negoziazioni con i distributori, le indicazioni generali di sconti e bonus concessi a questi ultimi, nonche' le conseguenze previste per eventuali nuovi ingressi sul mercato. Inoltre, dalle informazioni ricevute, risulta che le stesse imprese sono intervenute congiuntamente, per il tramite dell'associazione di categoria, nei confronti dei distributori per ottenere un incremento generalizzato dei prezzi di rivendita applicati al pubblico. Il settore interessato dalla presunta intesa e' quello dei prodotti cosmetici (compresi i prodotti per i capelli, per il corpo e per l'igiene orale). Nel 2006, il fatturato dell'industria cosmetica nazionale nel suo complesso, (incluse le esportazioni), e' stato di circa 8 miliardi di euro, con un tasso annuo di crescita del 2,9% rispetto l'anno precedente. ITALIA / Usare software pirata in azienda e' reato E' reato, e non soltanto sanzione amministrativa, usare in azienda o negli studi professionali programmi software illecitamente riprodotti. Ne risponde il titolare dell'attivita'. E' quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 25104, ha confermato la responsalita' penale del titolare di uno studio professionale nel quale erano stati trovati una serie di programmi senza licenza. Per questo, a giugno 2007, il Gup del Tribunale di Lecco, a seguito di patteggiamento aveva applicato al professionista la pena di 9.400 euro (di cui 5.400 in sostituzione di mesi 4 di reclusione). Inutilmente lui ha fatto ricorso alla Suprema corte sostenendo che non poteva essergli imputata una responsabilita' oggettiva per la sola presenza di alcuni programmi senza licenza all'interno dello studio. La terza sezione penale ha respinto il ricorso dell'uomo precisando che "la detenzione e l'utilizzo di numerosi programmi software, illecitamente riprodotti, nello studio professionale rende manifesta la sussistenza del reato contestato, sotto il profilo oggettivo e soggettivo". ITALIA / Rc auto: aumenti record al Sud Quasi 70 miliardi di euro per il ramo vita, 37 per il ramo danni di cui 18 miliardi per la r.c. auto, ma il mercato e' sbilanciato tra Nord e Sud e in Italia manca la cultura del rischio. Sono aumentati, negli ultimi anni, i premi delle polizze r.c. auto: +43% al Centro, Sud e Isole, con record in Campania. Sono alcuni dati di uno studio dell'Irat Cnr. SPAGNA / Madrid: negozi aperti 24 ore su 24 L'assemblea regionale della capitale spagnola ha approvato una legge che permette l'apertura delle attivita' commerciali dal lunedi' al sabato, 24 ore su 24. Resta immutata invece la legislazione per quanto riguarda le domeniche: i negozi potranno aprire 22 volte l'anno dalle 7 a mezzanotte. Il provvedimento ha diviso i partiti politici e le organizzazioni di categoria, provocando anche una manifestazione di protesta davanti all'Assemblea regionale. La presidente della Comunita', la popolare Esperanza Aguirre ha spiegato alla stampa la misura che, a suo parere, 'ridurra' l'inflazione e produrra' occupazione'. Favorevole anche il settore della grande distribuzione che sottolinea che la nuova legge 'permettera' il ribasso dei prezzi'. Contrari, invece, l'opposizione socialista, i sindacati e i piccoli commercianti. Secondo il presidente della Federazione dei Commercianti del centro di Madrid Florencio Delgado la piccola distribuzione non potra' avvantaggiarsi della liberalizzazione degli orari perche' 'non si puo' permettere di assumere nuovi lavoratori'. Inoltre sarebbero a rischio, secondo i commercianti al dettaglio, centomila posti di lavoro. I contrari sottolineano anche l'impatto che la misura avra' sulla vita privata dei lavoratori del settore e preannunciano che molte donne saranno costrette a lasciare il lavoro non riuscendo a conciliarlo con la vita familiare. Fino ad ora i negozi potevano aprire dalle 7:00 a mezzanotte. GERMANIA / Il prepensionamento nuoce alla salute "Chi propone alle persone destinate a vivere in buona salute fino a 90 anni d'andare in pensione a 60, le incammina su una via rischiosa", spiega Ursula Staudinger del Centro per l'apprendimento permanente dell'Universita' Jacob di Brema. "Stress e logorio fisico sono certamente un problema, ma si sottovaluta quanto sia importante lavorare per gran parte della popolazione". La signora critica il nuovo piano previdenziale della SPD (i socialdemocratici), e sostiene: anziche' proporre la riduzione dell'eta' pensionabile, farebbe bene a impegnarsi nell'aggiornamento dei lavoratori anziani e a prevedere alternative per il lavoro usurante. Non e' la sola. I gerontologi spiegano che, con i dovuti accorgimenti, il lavoro fino a tarda eta', oltre a favorire l'economia, assicura benessere ai singoli grazie ai contatti sociali, alla scansione ritmica della giornata, alla continua sfida fisica e mentale. Insomma, il lavoro come antidoto alla depressione e alla demenza. GERMANIA / Una citta' puo' funzionare anche senza semafori Dopo tre anni di studi e modifiche, la cittadina di Bohmte (Bassa Sassonia) e' il primo Comune tedesco ad aver rinunciato alla segnaletica stradale nel quadro del progetto Shared Space ("spazio condiviso"). Via i semafori e i cartelli, via i bordi e le strisce pedonali: i pedoni condividono la superficie comune con automobilisti e ciclisti. Lo scorso fine settimana e' venuto in visita il presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Poettering, per una sorta di battesimo ufficiale. L'idea cardine e' che nel centro urbano debbano valere solo poche regole: precedenza da destra, velocita' massima di 30 km/h, rispetto per gli altri. Automobilisti e ciclisti si regolano scambiandosi occhiate. L'esperimento funziona del 19 maggio; nessun incidente, il sindaco sostiene che c'e' rispetto reciproco. Il progetto, cui partecipano 7 Comuni di Germania, Olanda, Belgio, Danimarca e Gran Bretagna, si avvale di un finanziamento Ue di 2,35 milioni di euro. Nei media tedeschi il progetto viene seguito con interesse. "Finalmente qualcosa che va contro il cieco credo normativo". "Shared Space non e' solo un concetto per spostarsi, ma ha a che vedere con la vita, il movimento, la comunicazione". ITALIA / Sempre meno merce viaggia in treno L'Italia e' al minimo storico nel trasporto merci su rotaia, mentre la Svizzera sta discutendo la 'Borsa dei transiti' per contingentare il trasporto stradale e spingere su quello ferroviario. E' il quadro allarmante tracciato da Legambiente, che ha tenuto un convegno oggi a Milano. Solo il 7,8% delle merci che attraversano la nostra Penisola - secondo Legambiente - viaggiano a bordo dei treni mentre l'86,7% viaggia su gomma. In Europa i dati medi sono rispettivamente del 12 e del 76,6%, mentre la quota del ferro alla fine degli Anni Settanta era superiore al 30%. Da qui l'allarme lanciato da Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, secondo il quale 'in Svizzera stanno discutendo la 'Borsa dei transiti'', un meccanismo di riduzione del transito di mezzi pesanti basato sul rilascio di uno stock limitato di 'crediti' negoziabili, una misura che entrera' in vigore con l'apertura del nuovo traforo ferroviario del Gottardo e che trovera' impreparato il nostro Paese. Secondo Di Simine, infatti, 'Trenitalia si sta muovendo nella direzione opposta con una deludente e preoccupante la politica di dismissione del trasporto merci'. ITALIA / Censis: italiani favorevoli a libero mercato, ma anche ... al protezionismo "Sono in forte aumento le opinioni negative degli italiani sull'attuale situazione economica. Erano gia' la maggioranza (58%) nella primavera del 2007, ma in autunno il malcontento ha contagiato il 74% dei cittadini. Tra inquietudini globali e un crescente allarme sociale, le preoccupazioni riguardano anche la situazione occupazionale (78%) e le garanzie offerte dal sistema di protezione sociale nazionale (68%). La globalizzazione - afferma il Censis - continua a dividere gli italiani. Per il 50% e' un fenomeno positivo, il 37% ne da' un giudizio negativo, il 13% e' incerto. Sul libero mercato si esprime un consenso generalizzato: il 74% degli italiani ne da' un giudizio positivo, solo il 18% si mostra critico, l'8% non ha un'opinione in proposito. Il 48% considera pero' positivo il protezionismo, contro il 37% di contrari e il 15% di dubbiosi. Questa ambivalenza di opinioni si spiega con il bisogno di protezione dai rischi della globalizzazione e con la crescente voglia di Stato. Alla domanda su quale delle istituzioni nazionali debba avere piu' potere, secondo i risultati delle consuete indagini Censis condotte all'uscita dei seggi elettorali, la quota di opinioni a favore dello Stato centrale e' aumentata in maniera netta in poco meno di dieci anni: il 30,9% nel 1999, il 33,3% nel 2001, il 43,6% nel 2004, il 42,5% nel 2005, il 46,1% nel 2006, fino al 47,5% rilevato in occasione delle ultime consultazioni politiche del 2008. Ma i poteri statuali appaiono neutralizzati dalle forze extraterritoriali del mercato o sono in gran parte delegati a istituzioni sovranazionali per le scelte relative a parametri macroeconomici fondamentali. La globalizzazione - conclude il Censis - ha spostato altrove, nei mercati finanziari internazionali e nelle norme europee, meccanismi e sedi di decisione". U.E. / Ascensori: 'cartello' in casa del controllore Un contro troppo salato per installare ascensori e scale mobili nei palazzi delle istituzioni europee a Bruxelles e Lussemburgo: cosi' la Commissione Ue ha deciso di portare in tribunale quattro imprese leader del settore, con l'accusa di aver fatto cartello e di aver 'fissato artificialmente prezzi elevati' a danno della Unione europea. Il ricorso e' stato presentato al Tribunale del commercio di Bruxelles e le aziende finite sul banco degli imputati sono la tedesca Thyssen-Krupp, la statunitense Otis, la finlandese Kone e l'austriaca Schindler. Gli stessi gruppi a cui nel febbraio 2007 la Commissione Ue ha gia' inflitto delle sanzioni per un totale di 992 milioni di euro, accusandoli di aver messo in atto tra il 1995 e il 2004 'pratiche commerciali restrittive', in 'violazione fragrante' delle regole comunitarie NORVEGIA / Matrimonio sessualmente neutrale, ora e' legge Tra le proteste e gli applausi, il Parlamento di Oslo ha licenziato una "legge matrimoniale neutrale per sesso", che cancella definitivamente qualsiasi discriminazione verso gli omosessuali. Essa prevede che anche una coppia dello stesso sesso possa adottare dei figli e fruire della fecondazione assistita, alle stesse condizioni degli eterosessuali. Con questo provvedimento, la Norvegia e' il sesto Stato al mondo a statuire non solo l'unione tra omosessuali, ma anche diritti e doveri finora riservati alle coppie eterosessuali. In questo modo, il Parlamento ha tradotto in legge l'opinione dei due terzi dei norvegesi, favorevoli al "matrimonio sessualmente neutrale". ITALIA / Elettricita': ancora rincari L'aumento della bolletta della luce dovrebbe aggirarsi intorno all'8%, con una spesa aggiuntiva di quasi 35 euro all'anno per famiglia. E' la previsione effettuata dal centro studi Ref, Ricerche e consulenze per l'economia e la Finanza secondo cui nel prossimo aggiornamento tariffario trimestrale che scattera' a fine giugno "l'Autorita' non ha molti margini di manovra". Questo perche', spiega il Ref, "da inizio anno ad oggi le quotazioni del petrolio hanno registrato aumenti consistenti. In questo contesto un rialzo dei costi di produzione dell'energia elettrica e' inevitabile. Le previsioni da qui a fine anno non lasciano ampi spazi di manovra per evitare un forte aumento della bolletta dell'elettricita' per famiglie e piccole imprese". MONDO / Ikea ritira un sacco a pelo per bambini Ikea ha richiamato il sacco a pelo per bambini Barnslig a causa di un difetto alle cerniere lampo, con conseguente rischio che i piccoli possano ingoiare dei frammenti. L'azienda svedese ha comunicato d'aver sospeso produzione e vendita dell'articolo difettoso e invita i clienti a riportarlo in negozio per farsi rimborsare. I sacchi a pelo in questione sono venduti da aprile nei negozi Ikea di tutto il mondo, tranne che in Usa, Canada ed Emirati Arabi. GERMANIA / Per invecchiare bene, meglio essere ricchi Il ricco vive piu' a lungo. Un luogo comune? Si', ma ora c'e' l'avallo scientifico. Uno studio realizzato da due Centri di ricerca -uno previdenziale, l'altro demografico- e pubblicato sulla rivista della Fondazione Hans Boeckler, conclude che la situazione economica e sociale fa una differenza di cinque anni. Chi va in pensione di solito vive ancora 15,8-17,8 anni. Ma tra i pensionati la differenza e' grande. Chi ha una pensione bassa puo' contare su altri 14,6 anni mentre un alto funzionario ne vive ancora 19,6. (Nessun dato per le donne). Due i motivi per cui un pensionato benestante vive piu' a lungo: alle spalle ha un'attivita' lavorativa che lo ha logorato poco fisicamente; inoltre ha avuto meno problemi economici rilevanti, cio' che gli ha consentito d'occuparsi meglio della sua salute. ITALIA / Crollano le vendite al dettaglio Gli italiani tirano sempre piu' la cinghia, stretti nella morsa dell'inflazione, e crollano le vendite al dettaglio, soprattutto quelle dei generi non alimentari. Ad aprile, in base ai dati Istat, e' stata registrata una flessione annua del 2,3%, la peggiore dal 2005 quando il calo fu del 3,9%. La variazione mensile e' stata invece nulla. In picchiata soprattutto le vendite dei beni non alimentari con una flessione del 3,4% mentre per quelli alimentari il calo e' dello 0,8%. E cosi' qualche rinuncia e' d'obbligo: dalle scarpe (-6,4%) all' abbigliamento (-5%), dai giocattoli (-4,9%) ai casalinghi (-4,2%) alla cartoleria e ai giornali (-3,4%) agli utensili per la casa (-3,4%) ai gioielli (-2,8%) e ai cosmetici (-2,7%). A farne le spese soprattutto le 'botteghe', ossia le imprese che operano su piccole superfici con un calo del 4,1% mentre per tutte le forme della grande distribuzione si registrano aumenti, ad eccezione degli hard discount, che segnano una variazione nulla. ITALIA / Nelle Marche la prima casa non inquinante italiana Al via nelle Marche la prima casa a emissioni zero, completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, abitabile da subito. Si tratta del primo importante passo della Leaf Community (Life Energy and Future) la comunita' interamente a energia 'pulita' dove si vive in una casa a zero emissioni di CO2 (Leaf House), ci si muove con mezzi elettrici o a idrogeno, i bambini frequentano una scuola alimentata soltanto dall'energia solare e si lavora in edifici ecocompatibili con fonti energetiche autonome. Al progetto 'Leaf Community', ideato e realizzato dal gruppo Loccioni hanno aderito Enel, Whirlpool e un network di grande eccellenza: Alvarion, Beckhoff, Cisco, Faam, IGuzzini, Ikea, National Instruments, Rittal, Schuco, Siemens, Viessmann, UBI Banca Popolare di Ancona. A supervisionare il progetto, che ha avuto il patrocinio di Kyoto Club, Regione Marche, Provincia di Ancona e Universita' Politecnica delle Marche, Federico Maria Butera del Politecnico di Milano, esperto di risparmio energetico. La Leaf House, la casa ad emissioni zero che vive come una 'foglia', e' un edificio di sei appartamenti che verra' realmente abitato e che fungera' anche da laboratorio di tecnologia, di misura e di lifestyle sostenibile. La sua esposizione a sud permette il massimo sfruttamento degli apporti solari ed il miglior utilizzo dei pannelli solari termici e fotovoltaici. L'energia in eccesso viene immagazzinata grazie ad un sistema di accumulo Enel, basato su idrogeno e successiva produzione di elettricita' con celle a combustibile. MONDO / Corruzione nella gestione dell'acqua Gli abitanti di New York e Roma pagano meno per l'acqua dei cittadini di Manila, Jakarta e Lima, indica l'ultimo rapporto annuale di Transparency International (TI). Colpa della corruzione diffusa nella fornitura idrica, che compromette anche seriamente gli sforzi per contenere la crisi alimentare. Il 40% dell'alimentazione mondiale dipende dai terreni irrigati. Ma accade, come in India, che questo tipo di corruzione gravi per il 25% sui costi all'origine. In sintesi, per avere piu' cibo servirebbero piu' campi irrigati, ma se l'acqua, definita da TI "una risorsa senza alternative", e' soggetta a corruzione, l'obiettivo s'allontana. Il rapporto insiste sulla necessita' che i Governi riconoscano l'importanza della corretta gestione dell'acqua, bene primario non solo per il cibo, ma anche per la salute, la sicurezza energetica e l'ecosistema. ITALIA / Sempre piu' case vendute per esigenze di liquidita' Aumenta sensibilmente la quota di chi spinto da necessita' economiche pressanti, vuole vendere casa per "bisogno di liquidita'". Complessivamente, tra coloro che hanno venduto casa nel biennio 2006-2007, il 31,3% lo ha fatto proprio per questa motivazione ma risulta che nel prossimo biennio (2008-2009) arrivi al 43,8% chi intende fare questa scelta. Il dato allarmante e' contenuto nell'ultima indagine di Tecnoborsa (a cura del Centro Studi sull'Economia Immobiliare), che conferma peraltro il calo complessivo delle transazioni degli immobili. In generale il 2,4% del campione pensa di vendere un immobile nei prossimi due anni. Ma analizzando i motivi, al primo posto si trova il "bisogno di liquidita'", con un incremento davvero notevole (+26,5%) rispetto al 2006-2007. Si tratta quasi sempre di immobili fino ad allora usati come "seconda casa vacanze" o di case che erano destinate a parenti prossimi. ITALIA / Impianti: meno oneri burocratici in caso di vendita di immobili Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto-legge n. 112/2008, e' caduto ogni obbligo di consegna o di allegazione di documentazione relativa alla sicurezza degli impianti in caso di compravendita o di locazione di un immobile, abitativo e non abitativo. Lo fa presente la Confedilizia, segnalando che il decreto-legge in questione ha infatti abrogato l’articolo 13 del decreto ministeriale n. 37 del 2008, che aveva imposto ai proprietari tutta una serie di adempimenti nel senso sopra indicato, obbligando in particolare gli stessi alla consegna agli acquirenti e agli inquilini della documentazione amministrativa e tecnica relativa agli impianti presenti negli immobili venduti o locati. EUROPA / Invio illegale di rifiuti in Africa e Asia La spazzatura e' divenuta un buon affare per i Paesi ricchi, mentre per quelli poveri rappresenta la speranza di guadagnare soldi in fretta attraverso il riciclaggio ossia l'accesso alle materie prime di cui difettano. L'equazione e' impeccabile, se non che scivola sempre piu' in un buco nero in Europa, dove il 15% del trasporto dei rifiuti, per lo piu' destinati ad Asia e Africa, aggira le norme comunitarie, e nel 6% dei casi in modo totalmente illegale. Queste le cifre di un rapporto presentato al Parlamento olandese dal ministero dell'Ambiente, i cui ispettori hanno coordinato i loro colleghi di 25 Stati Ue, per quella che finora e' stata la piu' importante campagna di controllo dei rifiuti. ITALIA / Raddoppia a 10 anni la durata della carta d'identita' La carta d'identita' raddoppia: da 5 a 10 anni la scadenza. E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto numero 112 relativo a 'Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione,la competitivita', la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria'. Nel provvedimento l'art. 31 stabilisce che il periodo della carta di identita' venga raddoppiato da 5 a 10 anni. La disposizione stabilisce che questo provvedimento si applica anche per le carte di identita' attualmente valide. Ai fini del rinnovo, i Comuni informeranno i titolari della data di scadenza del documento tra 10 e 90 giorni prima. USA / Un dispositivo 'spegne' l'emicrania Con un 'telecomando' si puo' cambiare canale e si previene l'emicrania. E' il dispositivo portatile messo a punto in America e testato gia' su molti pazienti per prevenire l'emicrania, in particolare per ora quella con aura. Arrivano i 'sintomi premonitori', la classica 'aura' che si manifesta con flash luminosi, stelline, abbassamenti visivi, e basta azionare il 'telecomando' che il mal di testa si blocca sul nascere. Sperimentato presso la Ohio State University, il dispositivo e' basato sulla Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) ed i risultati delle sperimentazioni sono stati presentati al meeting annuale della American Headache Society (societa' americana per lo studio delle cefalee) tenutosi a Boston. La TMS e' una procedura indolore e non invasiva da anni usata per studiare e modificare l'attivita' del cervello, che trova gia' impiego in numerose patologie come la depressione. Poterla applicare nella cura di questa fastidiosa cefalea spesso resistente ai farmaci sarebbe un sollievo non da poco per chi ne soffre. ITALIA / Assotravel-Confindustria critica gli 'adeguamenti carburante' praticati dai tour operator Il tema degli adeguamenti carburante "senza limiti" applicati in queste settimane da parte dei tour operator a seguito della crescita del prezzo del petrolio e degli aumenti operati dai vettori aerei, il conseguente danno d'immagine per tutto il settore (e per le agenzie di viaggio in particolare, sono stati oggetto di una presa di posizione ufficiale del presidente di Confindustria Assotravel, Associazione Nazionale delle Agenzie di Viaggio e Turismo, Andrea Giannetti. Assotravel pone il problema al Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Michela Brambilla mentre con l'Astoi (Associazione Nazionale Tour Operator Italiani) si propone di rinvenire assieme i punti essenziali di una regolamentazione "virtuosa" in materia da proporre al settore sotto l'egida delle Istituzioni. "La pioggia di integrazioni che i consumatori devono versare in questi giorni presso le agenzie di viaggio, su indicazione dei tour operator, per le prossime partenze di qui a luglio e agosto e relativamente a pacchetti acquistati anche due - tre mesi fa e' un fenomeno non piu' sostenibile", dichiara Giannetti. Nella agenzie di viaggio "si assiste a volte a piu' aumenti nel corso del tempo per lo stesso pacchetto, in altri casi l'entita' dell'aumento supera i limiti di revisionabilita' del prezzo previsti dalla legge (il 10%) lasciando il consumatore di fronte alla scelta se rinunciare alla programmata ed agognata vacanza seppur senza penali o accettare incrementi anche di 150/200 euro su pacchetti del valore di 400/500 al momento dell'acquisto (in questo caso si tratta della destinazione Sharm el Sheik per partenze in giugno). Ancora gli aumenti sono differenti tra tour operator e tour operator pur sulla stessa destinazione ed utilizzando lo stesso vettore aereo. Per Assotravel una situazione come quella attuale pone "l'esigenza di fare chiarezza e di privilegiare gli operatori corretti che da una maggiore trasparenza non hanno che da guadagnare." ROMANIA / Senato: 50% delle notizie siano positive Il Senato rumeno vuole bandire le cattive notizie di cui, sostiene, i media debordano. Una proposta di legge, votata all'unanimita' il 25 giugno, obbliga radio e tv a diffondere il 50% di informazioni positive per evitare "la straordinaria nocivita' delle informazioni negative e i loro effetti irreversibili sulla salute e la vita della gente". "I programmi d'attualita' delle televisioni e della radio dovranno contenere informazioni positive e negative nella stessa proporzione". Il provvedimento passa ora alla convalida del Consiglio nazionale dell'audiovisivo (CNA), che i Senatori hanno investito del potere di decidere, in futuro, quale sara' una buona o una cattiva notizia. Ma il CNA e' critico: "L'attualita' e' l'attualita', non e' ne' positiva ne' negativa, riflette semplicemente la realta'". ------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA Class action. E' rinvio, a quando non si sa. Butta male? Decida il Parlamento e non il Governo Il Governo ha deciso, l'entrata in vigore dell'azione giudiziaria collettiva e' sospesa: da luglio niente class action... a data da destinarsi. Da un parte siamo soddisfatti perche' non entrera' in vigore una normativa che e' il contrario del buon diritto e dell'uguaglianza costituzionale. Dall'altra siamo preoccupati perche' i tempi non sono indicati e, memori di come i Governi tralascino le "patate bollenti" (che' di questo si tratta...), temiamo che il Governo si possa arrogare il diritto di annullare di fatto la possibilita' di questa azione giudiziaria. Per questo auspichiamo che sia il Parlamento, piuttosto che il Governo ad occuparsene: i diritti di rivalsa dei cittadini lesi necessitano di norme non dettate dalla lotta degli schieramenti.... certamente non siamo nati ieri e siamo consapevoli che i poteri economici che hanno indotto il Governo a questo blocco hanno un loro peso anche nel Parlamento, ma almeno verranno meglio allo scoperto e, soprattutto, sapremo chi e' per i diritti dei cittadini consumatori e utenti. Quando nella passata legislatura ci fu il voto sulla class action (inserita in Finanziaria), il pronunciamento fu solo "per partito preso" e non confrontandosi sui tempi, con la beffa di un voto di maggioranza raggiunto solo grazie all'errore di un deputato dello schieramento avverso. Le attuali norme sulla Class Action le reputiamo carenti e pericolose. Per questo un nostro disegno di legge e' stato depositato grazie alla sen. Donatella Poretti e auspichiamo che possa servire da battistrada per la riformulazione normativa (1). Il nostro disegno di legge e' basato su aspetti utili per aziende e danneggiati, partendo dal presupposto che buone e oneste aziende facciano altrettanta buona e onesta economia, nonche' business per tutti, Stato incluso. Ecco gli aspetti salienti: - legittimita' ad agire per ogni soggetto che abbia interesse a farlo; - introduzione del "danno punitivo": ai danneggiati deve essere rimborsato non solo il danno emergente ed il lucro cessante, ma anche il maggior profitto realizzato attraverso l'illecito; - incentivare sul piano economico l'utilizzo dello strumento. Nessun rischio legale per chi aderisce all'azione collettiva. Disincentivare l'avvio pretestuoso delle cause da parte dei professionisti che le seguiranno; - automatismo fra sentenza e risarcimento del danno. Istituire il "curatore amministrativo", nominato dal Giudice, con il compito di procedere all'esecuzione materiale della sentenza rimborsando direttamente gli aventi diritto; - normatura degli abusi. - eventuale transazione sottoposta a votazione di tutti i partecipanti all'azione collettiva. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=218574 Robin Hood all'amatriciana. Una partita di giro Un Robin Hood all'amatriciana. E' noto a tutti che il leggendario Robin Hood prendeva ai ricchi per dare ai poveri. Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, ha deciso di interpretare, per conto del Governo, il ruolo di Robin Hood. I cattivi ricchi, sarebbero le compagnie petrolifere, che fanno ingiusti guadagni, i buoni sarebbero i cittadini, vessati da aumenti spropositati dei carburanti. Da quel che sappiamo la Robin Hood tax dovrebbe colpire le compagnie maggiormente legate ai processi di raffinazione ed in particolar modo l'ENI, che ha come azionista principale lo Stato, nella configurazione dell'attuale Governo, cioe' del ministro all'Economia, Giulio Tremonti. L'ENI ha versato allo Stato nel 2007 qualcosa come 1,6 miliardi di euro di dividendi. Aumentando la tassazione diminuiscono i dividendi quindi lo Stato incasserebbe di meno dai dividendi ma di piu' dalla tassa aggiuntiva, il risultato dovrebbe dare zero. A casa nostra si chiama partita di giro. Cosa ne avrebbero in beneficio i cittadini? Probabilmente qualche sconto per le famiglie, il che comporta una maggiore disponibilita' di denaro, peraltro molto risicata. Il rischio potrebbe essere quello di un trasferimento della maggiore tassazione sul costo finale del carburante, il che, per il cittadino-povero, si tradurrebbe nel famoso danno unito alla beffa. Vedremo nei prossimi giorni il testo del provvedimento ma, nella Patria di Arlecchino e Pulcinella, temiamo che anche il leggendario Robin Hood si italianizzi, all'amatriciana, appunto. Bollette telefoniche gonfiate: su Radio 1 Rai confronto Aduc-Agcom, alle 17.10 Oggi alle 17.10 nel corso della trasmissione di Radio 1 Rai, Radio City, Domenico Murrone, responsabile comunicazione di Aduc, si confrontera' con Guido Stazi, Capo di gabinetto dell'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). Oggetto del confronto saranno le conseguenze per gli utenti della decisione del Tar del Lazio di sospendere la delibera Agcom che imponeva a tutti i gestori la disabilitazione automatica di quasi tutte le numerazioni speciali (899, satellitari, ecc.) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=223596 A questo punto tutto e' rimandato a novembre, quando il Tribunale amministrativo ha fissato la prossima udienza. Nel frattempo consigliamo vivamente a tutti gli utenti che non l'avessero gia' fatto, di intimare la disabilitazione delle numerazioni speciali tramite raccomandata ar. Sul nostro sito abbiamo predisposto un apposito modulo per procedere http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=178105 Temiamo, infatti, che questo rinvio generera' una nuova ondata di bollette gonfiate, quindi prendere precauzione e' ancora piu' opportuno. A questo link tutta la sezione del sito dedicata ai numeri speciali http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=167177 Class Action. Bene il rinvio di una legge fatta male, ma non sia motivo per eludere affermazione ed esercizio del diritto all'azione collettiva Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale-Partito Democratico Non ha torto il ministro Claudio Scajola quando dice che l'attuale normativa sulla class action e' impraticabile per certi aspetti e questi ultimi vanno rivisti a tutela del consumatore. Potrebbe pero' passare dalla ragione alla beffa se le sue affermazioni fossero solo un tentativo per assecondare le richieste del presidente di Confindustria e, nel contempo, eludere affermazione e diritto al diritto all'azione collettiva. La legge che dovrebbe entrare in vigore a luglio e' molto carente. Ha solo un pregio: introduce il concetto di class action nel nostro ordinamento. Per il resto e' solo uno schiaffo alla Costituzione (non tutti i cittadini possono promuoverla) e un invito a non utilizzarla (l'eventuale sentenza favorevole del giudice e' solo il preambolo per cause civili individuali –coi tempi jurassici di questi procedimenti- per ottenere il risarcimento). In proposito, grazie alla collaborazione dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ho gia' depositato un disegno di legge che, coi dovuti accorgimenti, si rifa' al rito americano di questo procedimento (1). Bisognera' quindi prestare molta attenzione perche' il Governo indichi una scadenza entro la quale le nuove norme devono diventare operative, altrimenti c'e' poco da fidarsi: e' bene ricordare che l'attuale maggioranza di Governo, nella passata legislatura, oltre a non aver votato la normativa sulla class action che oggi viene sospesa, non aveva presentato nessun progetto di legge in merito. Un dato di fatto che rende poco incisive le parole di oggi del ministro Scajola, quando dice di voler meglio tutelare quel consumatore che proprio il suo schieramento aveva ignorato in una legislatura, tra l'altro, in cui una normativa del genere avrebbe potuto vedere la luce in modo bipartisan... cosi' come potrebbe essere anche in questa legislatura. (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=218574 Le agevolazioni fiscali di Tremonti Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=223772 COMUNE DI ROMA. IL BILANCIO E' FALSO? LETTERA DELL'ADUC AL SINDACO "Il bilancio del Comune di Roma e' falso, alcune scritture contabili sono state alterate, sono state commesse irregolarita' di rilevanza penale anche nella emissione dei bond: tutto questo e' noto, di questo si parla da giorni sottovoce a Roma, ma la stampa tace". Cosi' scrive il giornalista Carlo Panella sul portale "l'Occidentale" (1) e prosegue "… parte dei bond emessi dal Comune di Roma sono hedge funds, spazzatura, peggio di quella di Napoli". Una notizia che dovrebbe far sobbalzare dalla sedia chiunque ma, sara' per nostro difetto, non ne abbiamo trovato traccia nei media, dunque ci rivolgiamo direttamente al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, affinche' si esprima sull'accusa pesantissima fatta da Panella nei confronti del Sindaco (Walter Veltroni), della Giunta e del Consiglio precedenti. Panella rincara la dose scrivendo "Tutte le redazioni sanno che alcuni tra i piu' grandi studi internazionali legali della capitale sono stati incaricati di seguire lo scandalo. Ma tutti tacciono, complici." Se questo fosse vero il comune di Roma dovrebbe essere commissariato. Chiediamo al Sindaco Alemanno di far chiarezza sulla questione e comunicare ai cittadini romani quanto risulta dalle analisi dei bilanci comunali che in questi giorni si stanno effettuando. (1) http://loccidentale.it/articolo/a+roma+la+spazzatura+%C3%A8+nel+bilancio.0052851 Class action. Bene ministro Scajola, ma.... attenzione al regime.... Bene il ministro Claudio Scajola che dice di voler migliorare la legge sulla class action e che il blocco dell'entrata in vigore e' prorogato al 1 gennaio 2009. Bene perche' c'e' una data precisa e bene per le intenzioni. Gia' domani il ministro dello Sviluppo Economico si vedra' con le associazioni del Cncu (Consiglio nazionale utenti e consumatori, le associazioni pagate dallo Stato per contestare/controllare lo stesso Stato); buona parte di queste associazioni sono state artefici dell'attuale normativa oggi bloccata. Ne faccia tesoro! E poi? Immaginiamo si vedra' con Confindustria e altre associazioni di imprenditori. Anche di questo ne faccia tesoro! Speriamo non si limiti alla consultazione del "circoletto" del regime, ma faccia una panoramica oltre i confini nazionali e soprattutto negli Usa, per capire come una class action che sia libera rivalsa dei cittadini danneggiati non e', come dicono in tanti del "circoletto", un pericolo per la giustizia e l'economia, ma proprio il contrario: ammesso che, come noi, il ministro voglia considerare la giustizia e l'economia Usa rinvigoriti dalla presenza di questi meccanismi "collettivi" di rivalsa. Noi offriamo al ministro Scajola il disegno di legge che, preparato da noi, e' stato depositato dalla sen. Donatella Poretti. Ne faccia tesoro: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=218574 Ci risentiamo quando leggeremo le proposte. REGOLAMENTO CONSOB SUI CONSULENTI FINANZIARI INDIPENDENTI. GESTIONE DEI RECALMI E SANZIONI REPUTAZIONALI La Consob ha pubblicato la bozza di regolamento sui consulenti finanziari in attuazione dell'art. 18-bis del Testo Unico della Finanza, richiedendo le osservazioni da parte di chiunque fosse interessato. L'impostazione tendenzialmente corporativa con la quale si sta introducendo in Italia la figura del consulente finanziario indipendente, non ci ha mai trovato d'accordo. Che bisogno c'era di istituire l'ennesimo albo professionale quando nessuno di questi carrozzoni, fino ad oggi, ha dimostrato di fornire garanzie e tutele per i clienti dei propri iscritti? Perche' non e' stata applicata la direttiva comunitaria la' dove prevedeva che la consulenza finanziaria fosse esercitabile anche da parte delle piccole societa' che avessero determinati requisiti (come accade in tutti gli altri Paesi che hanno correttamente recepito la direttiva) ma si e' preferito creare un piccolo esercito di singole persone (molto meno "pericolose" per il sistema) iscritte ad un nuovo albo, molto piu' facilmente "controllabili"? Purtroppo, questa ormai e' storia passata per la quale la Consob, oggi, non ha responsabilita' dirette. La bozza di regolamento che ha predisposto non poteva in nessun modo risolvere i problemi d'impostazione (la cui responsabilita' prima e' del precedente Governo) ma ho dovuto operare "a legislazione vigente". In questo contesto (che noi, lo ripetiamo, non condividiamo) valutiamo in maniera sostanzialmente positiva la bozza di regolamento predisposta dalla Consob. Vi abbiamo trovato solamente due limiti che abbiamo sottoposto all'attenzione dell'Autorita': Fra le funzioni dell’Organismo che gestisce il nuovo Albo dei consulenti finanziari non e' stata prevista quella di rispondere agli eventuali reclami da parte dei clienti dei consulenti finanziari. Ci sembra una mancanza notevole alla quale si dovrebbe porre rimedio. Non sono previste sanzioni reputazionali, come il richiamo scritto, per i comportamenti meno gravi, ma che comunque violino, in casi specifici segnalati dai reclami dei clienti, i principi di diligenza, correttezza e trasparenza. Il testo integrale delle osservazioni inviate alla Consob si puo' leggere qui: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=223908 Class action. Ministro Scajola, faccia legge liberale e nell'interesse dei consumatori Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale-Partito Democratico Viste le buone intenzioni dichiarate dal Ministro Claudio Scajola sull'introduzione della class action la cui entrata in vigore slitta al 1 gennaio del prossimo anno, occorre capire nel frattempo come sarà cambiato il provvedimento. La class action italiana, così come sarebbe entrata in vigore il prossimo 29 giugno, è una legge assolutamente migliorabile, ma anche peggiorabile nell'interesse di una vasta platea di esponenti della finanza e dell'industria nazionale. Vediamo se il nostro ministro riuscirà entro il prossimo gennaio a divincolarsi da queste pressioni e a varare un provvedimento liberale e nell'interesse dei consumatori, che preveda il risarcimento automatico per il danneggiato e la possibilità per chiunque di adire queste cause collettive. Qui il disegno di legge che ho gia' depositato al Senato grazie alla collaborazione dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori): http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=218574 Traghetti: come sceglierli Si avvicinano le vacanze e molti utilizzeranno i traghetti per arrivare alle isole agognate. I consigli sono d'obbligo per evitare arrabbiature ed iniziare bene un periodo di relax. Vediamo. * le compagnie migliori hanno un proprio sito Internet, attraverso il quale e' possibile avere le informazioni sugli orari, sui prezzi, sui percorsi, sulla tipologia della nave, compreso l'anno di costruzione, le foto con i locali comuni e le cabine. Una visita al sito e' sempre utile; * chiedere spiegazioni sulla classificazione delle cabine, la loro dislocazione e i servizi offerti. Le cabine basse, vicine ai motori, sono piu' rumorose e il rischio e' quello di passare la notte in bianco; * osservare attentamente i depliant illustrativi; spesso si vede solo la prima classe, il che puo' indurre a credere in un servizio standard; * per coloro che sono privi di auto chiedere se esiste una scala mobile interna o ascensori per salire; * i biglietti andata e ritorno possono essere scontati; * i residenti o i nativi delle isole possono avere riduzioni sul prezzo; * prima di partire telefonare alla Compagnia per conoscere eventuali variazioni o problemi insorti; * in caso do sovraprenotazione (overbooking) si ha diritto al rimborso del biglietto o a partire con il traghetto successivo; * se il traghetto non puo' partire per cause di forza maggiore (es. mare mosso) si ha diritto al rimborso del biglietto o a partire con un traghetto successivo. Se non si parte per colpa della Compagnia il biglietto puo' essere rimborsato, utilizzato in data successiva o trasferito su un'altra Compagnia, in piu' si ha diritto al pernottamento in albergo e altre spese. Si puo' far causa, presso il Giudice di Pace per mancato godimento delle vacanze; * in caso di ritardo superiore alle 12 ore, per un viaggio che dura meno di 24 ore, si puo' chiedere il rimborso del biglietto. Se il viaggio dura piu' di 24 ore si puo' chiedere il rimborso dopo 24 ore; * va dichiarata la vettura alimentata a GPL pena il marcato imbarco. L'automobile che con i bagagli supera 1,80 metri paga come una roulotte; * le contestazioni sulla classe delle cabine assegnate, o per altri disservizi, vanno accompagnate da una dichiarazione del commissario di bordo. Antonio Meucci e la telefonia del 2000 Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=224023 Dopo il sole le creme antirughe. Sono efficaci? Dopo l'abbuffata di sole, la pelle reclama il restauro. E allora di corsa in profumeria o in farmacia ad acquistare le creme antirughe. Ma sono efficaci? Non bisogna aspettare i miracoli dalle creme perche' il loro effetto e' piuttosto limitato. Le creme sono formate essenzialmente da grassi ed acqua, piu' vitamine, acidi di frutta, estratti di alghe, di piante, ecc. L'efficacia relativa e' dovuta all'effetto esfogliante degli acidi di frutta e della vitamina A, che attenua le rughe non le elimina. Occorrerebbe la prevenzione, visto che il sole e' il responsabile principale dell'invecchiamento della pelle; a questo proposito basterebbe osservare le pelle del viso e quella delle natiche di una persona anziana: tanto e' rugosa la pelle della faccia quanto liscia quella del posteriore. Il motivo e' semplice: il viso e' perennemente esposto al sole (oltre che al freddo, al vento e all'acqua), le natiche sono protette. Quindi meno sole, meno rughe. In questo senso si stanno diffondendo creme da usare tutto l'anno che contengono piccole quantita' di filtri solari, che hanno l'effetto di limitare i danni provocati dal sole, tra i quali appunto la formazione delle rughe. Insomma una prolungata esposizione solare estiva, soprattutto senza filtri, lascia i segni che difficilmente potranno essere cancellati. Riforma Class action. Associazioni di consumatori e ministro Sviluppo Economico: minestrone ad alto rischio ribollita? Ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, aveva fatto sapere che si sarebbe incontrato con il Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti istituito presso il proprio ministero) per i primi accorgimenti relativi alla modifica della class action, dopo la proroga dell'entrata in vigore dal 29 giugno 2008 al 1 gennaio 2009. Il Cncu e' un organismo, diretto dal medesimo ministro, di cui fanno parte alcune associazioni di consumatori che hanno accettato di essere, oltre che finanziate dallo Stato, controllori e controllati, cioe' il contrario di quella separazione di poteri che e' alla base di una qualunque elementare democrazia. Leggiamo il comunicato stampa emesso ieri del ministero dopo questo incontro: "CLASS ACTION: TAVOLO CONGIUNTO PER MIGLIORARE LEGGE. Si e' tenuta questo pomeriggio presso il Ministero dello sviluppo economico la riunione del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, presieduto dal Ministro Claudio Scajola, alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo economico, Ugo Martinat e del Garante per la Sorveglianza dei prezzi, Antonio Lirosi. Nel corso dell’incontro, il Ministro ha illustrato le linee programmatiche del Ministero e gli interventi normativi che verranno presentati nel Consiglio dei Ministri di oggi. ..... Infine, il Ministro ha assicurato il Consiglio sull’intenzione di garantire un funzionamento efficace e semplificato della “Class Action”, e di voler intraprendere un percorso di revisione anche con le associazioni dei consumatori". Cioe' Scajola si e' incontrato con se stesso e i suoi abituali collaboratori per dire alla propria alterita' (il ministro al presidente del Cncu) quello che ha intenzione di fare. Le associazioni di consumatori del Cncu, consapevoli, stanno al gioco dei figuranti, mentre da qualche altra parte si fanno paladine dell'intoccabilita' dell'attuale normativa sulla Class Action. Un minestrone tipico della nostra amministrazione istituzionale che, viste le premesse, e', a nostro avviso, ad alto rischio ribollita. A nostro avviso il metodo e' molto importante, ma qui, per ora, c'e' solo una buona pace del diritto, della Costituzione e dei cittadini danneggiati che avrebbero potuto avere una qualche speranza da questa azione giudiziaria collettiva. Bollette gonfiate e decisione Tar: l'Agcom ha partorito un topolino Mentre le indagini della magistratura di questi giorni confermano che dietro le bollette gonfiate si annidano specifici reati e profitti illeciti con cifre da capogiro (vedi gli arresti ad Arezzo), le contromisure dell'Agcom alla decisione del Tar Lazio della scorsa settimana -che di fatto ha lasciato via libera alle bollette gonfiate- sono inadeguate. Il Tribunale amministrativo aveva detto: per il momento non puo' entrare in vigore la delibera Agcom che sospende in automatico l'accesso a tutti i numeri speciali a pagamento (899, satellitari, ecc.). Rinviando la decisione nel merito a novembre 2008. L'Autorita' presieduta da Corrado Calabro' aveva iniziato subito a valutare l'ordinanza del Tar "sia ai fini della presentazione dell'appello al Consiglio di Stato sia, considerati i tempi processuali per l'appello, ai fini della possibile adozione di misure tecniche che valgano a tutelare senza dilazioni le famiglie dal rischio di una spesa telefonica fuori controllo". (Citazione testuale). Cosi' l'Agcom aveva fissato per oggi una riunione per prendere provvedimenti. A fine riunione l'Autorita' ha partorito un topolino: blocco automatico delle chiamate verso i servizi a sovrapprezzo rinviato al primo ottobre e campagna informativa agli utenti. Ci sembra una presa in giro. Il Tar, come detto, a novembre valutera' nel merito la delibera sospesa. Nulla di piu' facile che il Tribunale amministrativo sospenda l'efficacia anche del provvedimento di oggi. O forse l'Agcom sa cose che noi non sappiamo? La grande novita' sarebbe la campagna informativa, capillare e tempestiva (spot televisivi, annunci sulla stampa e sui siti web, comunicazioni in bolletta, opuscoli, ecc.) promossa dall'Agcom. Vedremo, anche se nutriamo molti dubbi sull'efficacia della stessa. L'unica considerazione sicuramente valida annunciata dell'Agcom, e' quanto noi consigliamo da anni: intimare la disabilitazione dei numeri al gestore rigorosamente tramite raccomandata ar. http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=178105 Cannabis terapeutica. Assessore sanita' Bolzano al collega della Sicilia sul Sativex: ottimi risultati, aiutate vostri pazienti Il diritto a non soffrire in Italia e' ancora un miraggio, specialmente quando l'unico farmaco efficace per alleviare il dolore e' derivato da una pianta 'malvagia', la cannabis. Alcune settimane fa avevamo denunciato l'ennesimo caso di sofferenza inutile che ci veniva segnalato dalla Sicilia e riguardava una donna affetta da sclerosi multipla, costretta dalla burocrazia a rinunciare all'unico trattamento in grado di alleviare i sintomi della malattia: il cannabinoide Sativex. (1) La signora Giuseppina, vista l'impossibilita' di ottenere il farmaco dalla Regione Sicilia, si era rivolta alla Provincia di Bolzano, uno dei pochi luoghi dove il Sativex e' prescritto e rimborsato dalla Ausl. Nella risposta (2), l'Assessore della Sanita' di Bolzano Richard Theiner, nel ribadire gli 'ottimi risultati' del Sativex, invita il collega siciliano a prendere adeguatamente in considerazione la richiesta della paziente. Queste le sue parole: "Le comunico che la Provincia Autonoma di Bolzano, visti gli ottimi risultati per il trattamento del dolore neuropatico nei pazienti affetti da sclerosi multipla che non rispondono in modo efficace alle terapie di uso comune, ha deciso di erogare gratuitamente il farmaco ai propri assistiti in regime di Day Hospital con contestuale apertura di una cartella clinica. Ritengo che presso l'Assessorato alla Sanita' della Regione Sicilia, che legge per competenza, si potrebbe trovare una concreta risposta in quanto, a livello locale, non mi e' possibile soddisfare la Sua richiesta. Auspico che ci sia una adeguata considerazione per la Sua richiesta.". Ci auguriamo che l'Assessore Massimo Russo voglia ascoltare il collega di Bolzano. Soprattutto, rivolgiamo un appello urgente al ministro della Salute Maurizio Sacconi affinche' ponga rimedio alla allucinante situazione dei molti malati di sclerosi multipla che sono oggi costretti a soffrire inutilmente in alcune Regioni italiane. Invitiamo il ministro anche a promuovere la sensibilizzazione e l’aggiornamento del personale sanitario sui farmaci cannabinoidi, ancora troppo sconosciuti ai medici italiani. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=221641 (2) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/bolzano_theiner.pdf Amministrazione giustizia. Diminuita la sospensione feriale dei termini... ancora troppo poco: abolirla! La manovra finanziaria del Governo prevede anche la diminuzione della sospensione feriale dei termini, da un mese e mezzo si e' passati ad un solo mese. Quindi dal 1 al 31 agosto (e non piu' fino al 15 settembre) la giustizia va in vacanza e tutti i termini e le scadenze di quel periodo slitteranno di un mese. Certamente un buon segnale ma non viene abolita l'assurdita' di queste vacanze, cioe' la loro esistenza!! Per quale motivo la giustizia deve andare in vacanza? Siamo il Paese in cui la giustizia, soprattutto civile, e' ingolfata in modo mostruoso e ci concediamo ancora il lusso di sospendere tutto per un mese. A chi giova? Il Parlamento approva discutibili norme di sospensione dei processi per far fronte –come dicono- all'intasamento, e non si rende conto che, invece, la situazione e' tale che questa esistenza stessa della sospensione feriale dei termini e' un lusso che proprio non ci si puo' concedere. Comportamento schizofrenico? Probabile, ma consapevole: se e' stato deciso di ridurre le vacanze della giustizia di un terzo, vuol dire che si ha consapevolezza della situazione ma manca una sorta di "coraggio" per fare il passo necessario. Sindacati, ferie e fluidita' della macchina? Tutti problemi risolvibili –turnazione- senza calpestare il diritto di nessun lavoratore del settore, ma che se non si affrontano si continua ad esser complici del sistematico annullamento dei diritti dei cittadini d avere una giustizia che sia tale, a partire dalla propria amministrazione. Esami di maturita'. Inutili, costosi, ridicoli e diseducativi. Abolirli!! Il rito degli esami di maturita' si sta consumando anche quest'anno coi suoi soliti fasti inutili, costosi, ridicoli e diseducativi. L'attenzione mediatica e' notevole, sia perche' quasi qualunque italiano medio, piu' o meno insofferente, e' passato sotto questa tagliola, sia perche' chi dovrebbe sovrintendere al loro corretto e funzionale svolgimento, e' dentro una bagnarola su cui non ha alcun potere di governo. Ci teniamo le scuse del neo-ministro Maria Stella Gelmini per le figuracce dei suoi funzionari incapaci e arruffoni (quella dei diffusi errori di grammatica sul testo in lingua inglese, e' il massimo perche' da' la dimensione provinciale e caciarona del nostro sistema-paese), ma non ce ne facciamo nulla. Ma come se non bastasse, nonostante i rigidi controlli per evitare che le soluzioni agli esami fossero gia' fruibili da chiunque a prova d'esame ancora in corso, la multi e diffusa medialita' di Internet e' stata generosa anche questa volta. Essendo agli esordi, da un ministro ci saremmo aspettati le dimissioni e non il presunto licenziamento dei presunti responsabili, ma forse chiediamo troppo a chi, come tutti gli eletti in questo Parlamento, e' stato designato per fede e suffragio popolare limitato alla scelta di questa fede, non certo degli eletti. Questo ministero, questa scuola sarebbe quella che sottopone gli studenti agli esami perche' siano abilitati al mondo del lavoro o all'universita'? Inutili, costosi, ridicoli e diseducativi. La grande riforma di civilta' scolastica e umana, sarebbe una sola: abolire gli esami di maturita'!! Perche', oltre a smettere di dare pessimi e ridicoli esempi di amministrazione, si darebbe un giusto e meritato apprezzamento a tutti gli studenti che, dopo anni di studio, lezioni, interrogazioni, voti e giudizi, non avrebbero il rischio di vanificare il tutto per colpa/merito dello stato d'animo proprio e di esaminatori figli di questa amministrazione ridicola. 9.762 milioni di euro. E' il debito del comune di Roma. E' il "modello Roma". Chi lo sapeva? 9.762 milioni di euro di debito (diciamo circa 10 miliardi di euro). E' quanto ha lasciato in eredita' ai romani la giunta Veltroni. Eppure nel corso degli anni ci veniva propinata con insistenza la formula del "Modello Roma". Il fatto e' che sebbene i dati fossero reperibili nei bilanci, nessuno (parliamo dei media) aveva posto l'attenzione al dato e il primo buco di 7 miliardi di euro l'abbiamo scoperto da soli (1). L'aumento dell'addizionale Irpef locale del piu' 150% (dallo 0,2 allo 0,5%), disposto dal sindaco Veltroni poco piu' di un anno fa, fu fatto passare come una "una gigantessa operazione di redistribuzione sociale" dallo stesso Veltroni perche' accompagnata da una diminuzione del 3 per mille dell'Ici sulla prima casa ma anche da un aumento dell'uno per mille della seconda casa. La differenza, negativa per i romani, e' che sborsano 92 milioni di euro in piu' al Comune. Ora i nodi vengono al pettine (come sono venuti in Regione Lazio con la nuova giunta di centro-sinistra che ha trovato un buco sanitario di 10 miliardi di euro). Ai nostri governanti chiediamo serieta' e impegno che domandiamo altresi' alla minoranza. Se tale condotta fosse stata adottata in passato, non avremmo avuto queste sorprese. Reclamiamo serieta' e impegno in particolare all'opposizione: i cartelli di protesta, mostrati nelle sedi istituzionali, servono solo a far "caciara"; vogliamo che da subito "soffino sul collo" del sindaco, dei suoi assessori e della sua maggioranza. Questa e' la nostra garanzia: una opposizione pressante. Se fosse stata fatta dalla precedente minoranza ora non saremmo qui a arrovellarci sul debito miliardario che ogni cittadino romano deve accollarsi. Consociazione, concertazione accordi bipartisan ci hanno portato alla rovina. Che il sindaco governi e l'opposizione si faccia crescere le unghie! (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=218550 899/Flynet. L'Aduc si costituira' parte civile nel processo penale Finalmente la giustizia penale si e' mossa contro le “bollette gonfiate” che migliaia di cittadini ricevono e denunciano da anni. Ieri la Procura della Repubblica di Firenze ha emesso 18 ordini di arresto nell'Operazione Premium. L'indagine riguarda presunte truffe telefoniche commesse da una associazione a delinquere facente capo alla societa' Flynet di Arezzo, che consistevano nell'addebitare in bolletta ad ignari utenti ingenti somme (in alcuni casi bollette da 3.000 o 4.000 euro) per chiamate e connessioni Internet a numerazioni 899, 892, 0088 e 166. La Flynet a sua volta vendeva le numerazioni a societa' con sedi in San Marino e Londra, e i proventi finivano sui conti correnti di altre due societa' londinesi, la Plug Easy e Global Management Trade Ldt. La nostra associazione denuncia da anni le violazioni impunite delle compagnie telefoniche, e pubblica migliaia di segnalazioni e richieste di aiuto degli utenti, segnalando l'inadeguatezza dell'attivita' dell'Autorita' delle Comunicazioni e l'inefficacia della giustizia civile per i risarcimenti del danno, perche' lenta e dilatoria, costosa e difficile per il cittadino che deve provare di non aver fatto quelle telefonate. L'Aduc intende costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso, in modo da partecipare attivamente allo svolgimento del processo. Attendiamo la conclusione delle indagini per comprendere con chiarezza tutti i dettagli della vicenda, conoscere per esteso le numerazioni telefoniche sotto accusa e dare agli utenti indicazioni su come procedere anche individualmente per il risarcimento dei danni subiti e la restituzione del maltolto. Stranieri clandestini, espulsioni e Ue. La 'direttiva della vergogna' Lo scorso 18 giugno e' stata approvata dal Parlamento Europeo la direttiva sulle norme e procedure per il rimpatrio di cittadini di Paesi terzi soggiornanti illegalmente. La direttiva lungi dal disciplinare puntualmente a livello europeo le modalita' di espulsione degli stranieri extracomunitari irregolari, detta le “garanzie minime” che gli Stati devono assicurare agli stranieri clandestini nelle procedure di espulsione e rimpatrio. E tali garanzie sono davvero minime, tanto da aver sollevato le proteste in coro di tantissime associazioni che operano nel settore della tutela dei diritti umani, per le violazioni dei diritti fondamentali che la direttiva consente agli Stati, cui lascia amplissimo margine di manovra, al punto che l'attuale legislazione italiana (da noi spesso criticata) appare alla luce delle indicazioni dell'Unione Europea quasi un'isola felice! Pubblicizzata dal Parlamento Europeo come un provvedimento a tutela dei diritti degli stranieri che promuove “il ritorno volontario degli immigrati illegali, stabilisce norme minime sulla durata e sulle condizioni di detenzione temporanea e sul divieto di reingresso nonche' una serie di garanzie giuridiche” (1), e' – a leggerla attentamente – la negazione di tali diritti e garanzie. La direttiva viola il diritto di difesa, consente agli Stati di espellere lo straniero senza che lo stesso comprenda bene cosa gli sta accadendo, posto che la traduzione degli atti relativi al procedimento di espulsione (oggi in Italia obbligatoria e per iscritto) non e' obbligatoria ma "eventuale", se richiesta dallo straniero stesso. E anche qualora lo straniero la richieda, puo' essergli fatta “oralmente”; stessa filosofia per le informazioni relative alle modalita' di impugnazione dell'espulsione. La direttiva viola i diritti dei minori, consentendone l'espulsione, in spregio alle convenzioni internazionali che tutelano l'infanzia e l'adolescenza –prima fra tutte la Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia e dall’adolescenza. Ma soprattutto, la direttiva viola il diritto fondamentale alla liberta' della persona, consentendo agli Stati membri di detenere gli stranieri clandestini nei centri di permanenza temporanea (in Italia i futuri Centri di identificazione ed espulsione, ma la sostanza e' la stessa) per un periodo massimo di un anno e mezzo. In questo modo criminalizza i migranti, che possono esser privati della loro libertà, rinchiusi in luoghi disumani e degradanti, senza aver commesso alcun reato, senza che sia stata emessa nei loro confronti alcuna condanna, ma solo per aver violato una norma amministrativa sull'ingresso in Europa. Il risultato e' un enorme passo indietro nella tutela dei diritti umani fondamentali, in violazione della Costituzione Italiana e delle principali convenzioni internazionali in vigore sin dal secondo dopoguerra. L'Europa ha scelto di dimenticare che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese” (art. 13 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948); ha scelto di dimenticarsi dell’art. 6 della Convenzione Europea sui diritti dell’uomo che afferma che tutti gli esseri umani, compresi i migranti irregolari, hanno diritto ad un processo equo, alla presunzione di innocenza fino ad una condanna (penale) e ad un ricorso effettivo. Se la normativa europea verra' recepita in Italia, come ormai sembra ovvio, non restera' che rivolgersi, nuovamente, alla Corte Costituzionale e alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nel tentativo di cancellare quella che ormai e' definita “la direttiva della vergogna”. (1) http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/018-31787-168-06-25-902-20080616IPR31785-16-06-2008-2008-true/default_it.htm (2) Qui il nostro approfondimento sull'argomento: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=224295 Talidomide. Torna il pericolo e Stato ancora inadempiente. Interrogazione Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico Il talidomide è un principio attivo contenuto in vari farmaci la cui somministrazione nel mondo, tra la fine degli Anni Cinquanta ed i primi Anni Sessanta, provocò tante malformazioni gravi nei neonati. Nel 1962 il Ministero della Sanità ne ordinò il divieto del commercio ed il ritiro dal mercato, con un ritardo di 6 mesi rispetto agli altri Paesi europei. Nel territorio nazionale le vittime si stimano in 600/700, ma un censimento ufficiale non è mai stato fatto. Queste persone sono, in Italia più che altrove, non solo affette da patologie gravemente invalidanti a causa dell'omesso controllo da parte dello Stato sui farmaci, ma, da cinquant'anni, vittime soprattutto dell'indifferenza dello stesso Stato per la loro sorte. Mentre in altri Paesi la stessa casa farmaceutica (la Celgene) è stata condannata a risarcire queste famiglie, in Italia solo nel febbraio 2006, con la legge n. 27, veniva dato riconoscimento giuridico alla sindrome da talidomide e disposto un risarcimento da parte dello Stato. Risarcimento, però, mai avvenuto poiché il Ministero della Salute non ha mai provveduto a emanare il decreto attuativo della legge. Ultimamente, con la Finanziaria 2008, sarebbe concesso ai soggetti affetti da sindrome da talidomide un indennizzo vitalizio, ma la formulazione della legge non è chiara su questo punto e tale indennizzo, tra l'altro esiguo, rischia di perdersi in un vortice di letteratura burocratica. Nonostante i gravissimi effetti che il talidomide ha prodotto nella popolazione durante il secolo scorso, oggi questo principio attivo è usato in diversi Paesi per curare la lebbra ed alcune patologie del midollo spinale. In particolare, come rileva l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), in Brasile, dove il farmaco ha avuto una vasta diffusione, si registra la terza generazione di vittime del talidomide, mentre in Europa il principio attivo, utilizzabile nella cura del mieloma multiplo, è in fase di autorizzazione, ma è già in vendita un suo parente stretto, il Lenalidomid, sotto il nome commerciale di Revlimid, prodotto da Celgene. Lo Stato non può continuare a dimenticare le persone vittime del talidomide, delle quali ha contribuito a determinare, fin da quando erano nel grembo materno, un'esistenza irreparabilmente segnata da gravi malformazioni, come non può permettere che nuovamente lo stesso farmaco possa provocare altre vittime. Per questi motivi, con il Sen. Marco Perduca, in collaborazione con le associazioni Aduc e TAI Onlus e la Cellula Coscioni di Milano, abbiamo presentato un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali, al Ministro dell'Economia e al Ministro per la Semplificazione normativa, perchè diano risposte a questi cittadini abbandonati al loro destino e per sapere se in Italia la circolazione di farmaci con questo principio attivo sia in corso o lo sarà a breve e quindi
quali precauzioni siano in corso o saranno prese per evitare il ripetersi di quanto già avvenuto in Italia e negli altri Paesi. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=224183 Comune di Roma. Estate. Cosi' non va, signor Sindaco Code, file interminabili, parcheggi e parcheggiatori abusivi nella spiaggia di Castelporziano, la vita notturna sul litorale di Ostia si traduce in risse, auto danneggiate, camion-bar distribuiti ovunque. Il fine settimana di sole pieno ha portato solo problemi, riprodotti in citta', dove i tradizionali quartieri notturni sono stati invasi da fiumi di macchine ferme in doppia, tripla e quadrupla fila. Cosi' non va, signor Sindaco. E' l'inizio di una lettera che abbiamo inviato al primo cittadino di Roma, che prosegue: la Sua campagna elettorale e' stata all'insegna della legalita' e della sicurezza. In questi due giorni abbiamo constatato che nella Capitale cio' non e' garantito e che le leggi vengono ignorate o violate da tutti, cittadini "perbene" e persone che vivono ai margini della legge. Occorre intervenire. Cosa intende fare? Attendiamo risposte, rapide e concrete, prima che la situazione degeneri ulteriormente. L'inflazione di Tremonti Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=224505 Pillola del giorno dopo. Aduc a Movimento per la Vita: ecco perche' fate disinformazione Alcuni giorni fa, abbiamo sottolineato come il Movimento per la Vita faccia disinformazione quando definisce un farmaco abortivo la pillola del giorno dopo. (1) Il Movimento per la vita ha replicato all'Aduc accusandola a sua volta di disinformazione. (2) Vediamo perche' il Movimento per la vita fa disinformazione, partendo dalle affermazioni contenute nella sua replica. 1. Scrive il Movimento per la vita: "Non risulta che l'Organizzazione mondiale della sanita' abbia mai affermato che la pillola del giorno dopo non e' un contraccettivo, ma siamo pronti a essere smentiti (difficilmente!)". Rimediamo subito informando il Movimento per la vita su cio' che appare oggi sul sito Internet dell'Oms dedicato alla contraccezione d'emergenza: 'E' stato dimostrato che il levonorgestrel (principio attivo della pillola del giorno dopo) previene l'ovulazione e non ha alcun effetto riscontrabile sull'endometrio o i livelli di progesterone quando somministrato dopo l'ovulazione. La pillola del giorno dopo non e' efficace dopo l'avvio del processo di impianto, e non causa aborto'. (3) 2. Il Mpv definisce 'ridicola' l'affermazione dell'Aduc secondo cui la comunita' scientifica internazionale sostiene che la pillola del giorno dopo non sia un abortivo. E a sostegno del severo giudizio, il Mvp cita il Comitato nazionale di bioetica ed una datata decisione del Tar Lazio. Con tutto il rispetto dovuto a cotanto organismo politico nominato dal Governo, il Cnb puo' difficilmente essere considerato un membro autorevole della comunita' medico-scientifico internazionale, a meno che non si considerino i filosofi e religiosi che lo costituiscono al pari di medici e scienziati. Ancor piu' curiosa e' l'inclusione nella comunita' scientifica internazionale dei giudici amministrativi della Regione Lazio. La decisione del Tar risale al 2001, ed era basata su vecchi dati scientifici. Tanto e' vero che quella decisione, che rimane unica nel mondo occidentale ed in Italia, non ha impedito che la pillola fosse prescritta e distribuita fuori dall'ambito ospedaliero. Se la giustizia italiana ritenesse davvero la pillola un abortivo, avrebbe dovuto perseguire decine di migliaia di medici e farmacisti per aborto clandestino, in violazione della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza che impone. Non ci risulta invece un singolo provvedimento in tal senso. 3. Che la pillola del giorno dopo non sia un abortivo lo sostengono invece gli scienziati (per intenderci, quelli in camice che lavorano in laboratori di ricerca). Anche ammesso e non concesso che la gravidanza abbia inizio con la fecondazione dell'ovulo e non con l'impianto in utero, ecco gli studi piu' recenti che segnaliamo al Movimento per la vita: - Mikolajczyk RT, Stanford JB. Levonorgestrel emergency contraception: a joint analysis of effectiveness and mechanism of action. Fertil Steril 2007;88:565-71. - Taskin O, Brown RW, Young DC, Poindexter AN, Wiehle RD. High doses of oral contraceptives do not alter endometrial and integrins in the late implantation window. Fertil Steril 1994;61:850-5. - Raymond EG, Lovely LP, Chen-Mok M, Seppälä M, Kurman RJ, Lessey BA. Effect of the Yuzpe regimen of emergency contraception on markers of endometrial receptivity. Humam Reproduction 2000;15:2351-5. Gli studi che avevano suggerito possibili effetti sull'endometrio, e quindi sulla recettivita' dell'ovulo fecondato, risalgono agli anni '70 e primi anni '80 dello scorso secolo. Insomma, il Movimento per la vita pretende di fare informazione ma apparentemente e' la prima a non essere informata. La realta' e' che la comunita' scientifica internazionale e l'Organizzazione mondiale della sanita' escludono qualsivoglia effetto abortivo della pillola del giorno dopo, che agisce nel prevenire l'ovulazione e non l'impianto. Se poi ferventi cattolici italiani la pensano diversamente, questo e' legittimo. Ma non confondiamo il proselitismo religioso con l'informazione medico-scientifica. (1) Cosa ha scritto l'Aduc: http://www.aduc.it/dyn/salute/comu.php?id=223169 (2) La replica del Movimento per la vita: http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=224033 (3) Dal sito dell'Oms: http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs244/en Carburanti. Potrebbero costare la meta', se il Governo volesse I carburanti? Potrebbero costare la meta'. Non e' una barzelletta che serve ad alleviare le difficolta' di quanti devono fare i conti con i costi alle stelle dei combustibili, ma una proposta concreta. Vediamo. L'incarico di procedere al monitoraggio dei prezzi medi del petrolio greggio importato era attribuito al CIP (Comitato interministeriale prezzi), passato poi al CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), che, pero', dal 1998 non svolge piu' questo compito. Oggi nessuno organo dello Stato svolge la funzione di monitorare la congruita' dei prezzi dei prodotti energetici, questo compito e' lasciata agli operatori di settore, uno dei quali e' l'ENI, societa' controllata dallo Stato che provvede a fornire il 50% del fabbisogno energetico nazionale e che persegue la stessa politica di prezzo degli operatori petroliferi, agendo in un regime di monopolio non controllato. A nostro parere non c'e' una valutazione dei costi in presenza di variegate fonti di approvvigionamento (mercato contrattuale OPEC, mercato SPOT, estrazione diretta, ecc.). Gli stessi Paesi produttori denunciano la bolla speculativa che fa raddoppiare il costo del greggio rispetto alle previsioni contrattuali. Sta all'ENI, ovvero al Governo, il compito di sottrarsi alle manovre speculative e ai cartelli visto che l'Ente estrae autonomamente prodotti energetici e, almeno su questi, puo' determinarne il prezzo (dal 2003 ad oggi il greggio e' aumentato del 160%). La diminuzione autonoma dei prezzi oltre ad un effetto calmieratore avrebbe come conseguenza anche un adattamento al ribasso dei costi praticati dalle altre compagnie petrolifere. Si puo' fare, basta volerlo ed e' il Governo che deve riprendere in mano la politica energetica del nostro Paese. In questo senso e' stata annunciata una interrogazione della senatrice Donatella Poretti. Pubblicita' ingannevole. Le inutili e misere multe dell'Antitrust. Portarle a 10 milioni di euro In materia di pubblicita' ingannevole "sarebbe opportuno inasprire" le sanzioni che ora non possono andare oltre i cinquecentomila euro. E' l'auspicio del presidente Antitrust. Lo condividiamo in toto. Il limite massimo delle sanzioni, seppur innalzato appena un anno fa, prima era di duecentomila euro, e' ancora del tutto insufficiente a dissuadere le aziende a dare informazioni pubblicitarie ingannevoli ai consumatori. Una proposta di legge da noi elaborata, e depositata nella scorsa legislatura dalla sen. Donatella Poretti [1], prevedeva una soglia massima di 10 milioni di euro. Invece, nell'agosto scorso, fu approvato il decreto legislativo 145 con sanzioni da 5 mila a 500 mila euro. Venti volte inferiore alla cifra che noi ritenevamo indispensabile affinche' le aziende, soprattutto quelle telefoniche, smettessero di concepire spot ingannevoli. Il motivo del totale disinteresse delle societa' rispetto alle multe dell'Antitrust e' presto spiegato. Facendo le debite proporzioni tra il reddito di un colosso come Telecom Italia e quello medio di un italiano, e' come se quest'ultimo, pizzicato con l'auto in doppia fila, fosse costretto ad offrire un caffe' al vigile. Ecco, per Telecom le multe dell'Antitrust sono un caffe', che molto volentieri viene offerto all'Authority [2]. Per questo speriamo che agli auspici dell'Antitrust seguano immediati provvedimenti del governo. [1] http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=188687 [2] http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=185228 FOCUS INVEST: UNICREDIT FA LA FURBA E LA CONSOB STA ZITTA? L'AUMENTO DELLE COMMISSIONI DI GESTIONE E' ILLEGITTIMO Fino ad oggi, un risparmiatore che investe in una gestione patrimoniale in quote di fondi (GPF) e' danneggiato da un perverso meccanismo: la gestione non sceglie il fondo comune migliore, ma quello che gli conviene. Accade che uno stesso fondo comune venga distribuito in una versione che costa, mettiamo, il 3% all'anno ed un'altra versione che costa il 2%. Il gestore della GPF che fa? Sceglie quella piu' costosa perche' una parte di questi maggiori costi finiscono nelle sue tasche. Ora, la direttiva europea sui servizi d'investimento (Mifid) vieta questa pratica. Le banche si devono adeguare entro fine mese. Si tratta di un grosso problema per le societa' di gestione del risparmio, come Pioneer Investment del gruppo Unicredit, che guadagnavano molti soldi proprio con il giochino delle doppie commissioni. Tutti i gestori hanno cercato di eludere la normativa chiudendo le vecchie gestioni e proponendone nuove con commissioni piu' alte o con altri trucchetti. Unicredit e' stata fra le piu' aggressive anche perche' ha una delle gestioni in quote di fondi fra le piu' diffuse: la Focus Invest. Da prima, tutti gli sportelli ed i promotori finanziari del gruppo Unicredit hanno cercato di convincere i clienti a cambiare la gestione, dalla Focus Invest alla Focus Invest Plus. Molti sono stati convinti, ma non tutti. Per i clienti piu' "rognosi" che non ne volevano sentire di cambiare il prodotto, hanno scelto di aumentare le commissioni di gestione, modificando il contratto, ma l'hanno fatto facendo i furbi e commettendo un errore. Pioneer Investment ha inviato una lettera semplice (datata 9 Giugno 2008, ma arrivata alla maggior parte dei clienti solo la settimana scorsa - a molti non e' ancora arrivata) nella quale comunica che a seguito della normativa Mifid sono stati costretti a modificare il contratto. Dopo decine di pagine di informazioni meno rilevanti, comunicano l'aumento delle commissioni di gestione, specificando che "l'onerosita' complessiva restera' invariata" e' che se la modifica non viene accettata, entro il 1 Luglio 2008 si dovrebbe comunicare il recesso. Dove sta la furbata? 1) Le modifiche al contratto relative alla Mifid non necessitano di nessuna approvazione da parte del cliente perche' sono, ai sensi del contratto, recepite di diritto. 2) Se non si accetta l'aumento delle commissioni di gestione, non si deve recedere dal contratto (come dice la comunicazione) ma si deve semplicemente comunicare di non accettare la variazione, e' la banca che puo' (se lo vuole) recedere dal contratto. La differenza non e' poca, perche' in questo caso sarebbe assurdo se la banca applicasse le commissioni di uscita. A proposito di commissioni di uscita, una prima furbizia e' stata fatta nel contratto della Focus Invest: si sono inventati la commissione d'ingresso posticipata! "La suddetta commissione" recita il contratto "e' prelevata in via posticipata all'atto di ogni disinvestimento effettuato entro quattro anni dalla data di ciascun conferimento iniziale e successivo." Se si tratta di una commissione che si preleva all'atto del disinvestimento, di cos'altro si tratta se non di una commissione di uscita? In ogni caso, ci sembra palese che qualora fosse la Pioneer a recedere dal contratto, non potrebbero applicare tale commissione poiche' il cliente non ha disposto alcun disinvestimento. E' per questo che nella lettera del 9 Giugno 2008, per evitare il problema, la banca suggerisce a chi non accetta le variazioni di recedere dal contratto. Se e' il cliente che da' la disposizione di recesso, e' evidente che paga le commissioni di uscita (comunque le voglia chiamare la banca). Ma come spesso accade, il diavolo fa le pentole ma si dimentica i coperchi! Ai sensi del contratto "GP Focus Invest" articolo 16 comma 3, le variazioni riguardanti le commissioni di gestione devono essere comunicate per lettera raccomandata, cosa che la Piooner non ha fatto. L'aumento delle commissioni di gestione, a partire dal 1 Luglio prossimo, quindi, sara' illegittimo! Per questa ragione abbiamo inviato a Pioneer Investiment, e per conoscenza alla Consob (alla quale ci risulta che siano arrivate segnalazioni in merito senza che fino ad oggi abbia fatto nulla) una formale diffida ad aumentare le commissioni di gestione della GP Focus Invest senza aver prima comunicato nei modi corretti l'aumento delle commissioni di gestione (1). (1) La lettera inviata puo' essere consultata qui: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=224575 Rinegoziazione-di-Stato dei mutui. Dopo la convenzione, Tremonti pensi realmente a chi non puo' pagare le rate del mutuo! Oggi e' stata resa nota la convenzione stipulata tra il ministero dell'economia e l'ABI sulla rinegoziazione di Stato dei mutui a tasso variabile per le prime case. E' bene ricordare che questa rinegoziazione implica maggiori costi a carico dei mutuatari e che la soluzione per abbassare non solo la rata, ma anche i costi, vada cercata nel libero mercato. Oggi, grazie alla portabilita' dei mutui, che sta iniziando a funzionare, c'e' la concreta possiblita' di abbassare un po' i costi del mutuo: ma bisogna saper fare qualche conto e dedicare un po' di tempo per comprendere quale sia la soluzione realmente migliore per il proprio caso. Con questa iniziativa il ministero dell'Economia e della Finanza di Tremonti e' riuscito solo ad aumentare un po' la confusione. Questa rinegoziazione, lo ripetiamo, aumenta i costi a carico dei sottoscrittori. Fornisce solo l'illusione di abbassare la rata, ma quello che non si paga oggi, si paghera' domani... con gli interessi! Si e' cercato di spacciare questa proposta per una iniziativa a favore dei poveri mutuatari che non ce la fanno a pagare le rate del mutuo. Niente di piu' demagogico! Chi si trova in reale difficolta' a pagare le rate del mutuo non ha bisogno di una banale ristrutturazione del mutuo, ha bisogno di riorganizzare la propria vita. Magari ha perso il lavoro, si e' separato, ha fatto il passo piu' lungo della gamba e deve provare a tornare indietro o chissa' cos'altro. Chi si trova in questa spiacevole condizione ha bisogno di una sola cosa: non pagare per il mutuo per il tempo necessario a riorganizzarsi la vita. Oggi, in questo preciso momento, e' in vigore una legge che consentirebbe tutto questo, ma servono i decreti attuativi che dovrebbero essere fatti proprio da Tremonti, il quale ha preferito perdere tempo con questa ristrutturazione di Stato, che serve solo ad aumentare i costi a carico dei mutuatari, piuttosto che aiutare realmente chi e' in forte difficolta'! Adesso che Tremonti potra' dire di essersi inventato un'altra delle sue genialate di finanza creativa per risolvere il problema dei mutui, gli chiediamo per favore (magari zitto zitto se proprio non vuole far sapere di aver applicato una norma del precedente Governo) di occuparsi realmente di chi non puo' pagare i mutui ed emanare ad horas i provvedimenti attuativi previsti dalla Finanziaria 2008 che consentirebbero a chi e' in difficolta' una sospensione fino a 18 mesi del pagamento delle rate! Spiaggia e multe. Attenzione sono... salate! Multe salatissime per i villeggianti, da 1.033 a 3.099 euro per illeciti relativi alla inosservanza dell'uso del demanio marittimo, cioe' delle spiagge. Possono venire multati coloro che portano cani, che giocano a pallone, a racchettoni o che comunque arrecano disturbo. Stessa sanzione per chi parcheggia veicoli sulla spiaggia. Inoltre entro 200 metri dalla battigia, dalle ore 9 alle 19 della stagione balneare (1 maggio - 30 settembre), e' proibita qualsiasi attivita' che possa arrecare disturbo o costituire pericolo per i bagnanti (acquascooter, sci nautico, tavole a vela, subacquei). La norma e' prevista da un Regio Decreto del 1942(1) che punisce tutti coloro che non osservano le disposizioni relative al Demanio marittimo che sono emesse, con ordinanza, dalle Capitanerie di Porto ed ora anche dai Comuni interessati. Le ordinanze sono affisse negli uffici delle Capitanerie e, in genere, agli ingressi degli stabilimenti balneari. Riportiamo per intero la norma di legge: "Art. 1164 (Inosservanza di norme sui beni pubblici). - Chiunque non osserva una disposizione di legge o regolamento, ovvero un provvedimento legalmente dato dall'autorita' competente relativamente all'uso del demanio marittimo o aeronautico ovvero delle zone portuali della navigazione interna e' punito, se il fatto non costituisce reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire due milioni a lire sei milioni.".(2) Attenzione quindi, perche' la vacanza puo' trasformarsi in un vero e proprio salasso!!! (1) art.1164, R.D. n.327/1942, Codice della navigazione. (2) Cosi' modificato dall'art.10 del D.Leg. n. 507, del 30.12.1999. Relazione tossicodipendenze. Il solito elenco della sconfitta e dell'incapacita' Il sottosegretario Carlo Giovanardi, ha illustrato i dati della Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze per l'anno 2007. Ecco i titoli che l'agenzia stampa Ansa ha dato ai vari "lanci" per informare: - droga: per gli studenti piu' facile trovarla, anche a scuola - droga: aumentano i morti,stabile eroina ma incremento cocaina - droga: si attenua trend aumento cocaina ma non cannabis - droga: aumentano soggetti segnalati a prefetture per possesso - droga: aumentati del 200% nel 2007 controlli su guidatori - droga: eroina e cocaina costano sempre meno,aumenta cannabis - droga: aumentano consumatori cocaina in cura,meno eroinomani - droga: 85 italiani su 100 disapprovano gli spinelli - droga: Giovanardi, situazione grave ma non allarmante Cosa c'e' di diverso dalle relazioni degli anni precedenti? A parte i numeri in se', in valore assoluto e percentuale, la differenza non c'e': il trend e' di crescita in tutte le direzioni. Questo vuol dire che la legge in vigore, concepita e attuata per invertire questo trend, non sta dando i risultati auspicati. Una legge -e' bene ricordarlo- approvata dal Governo Berlusconi il 21/02/2006 modificando in fase di conversione un decreto legge per assicurare il corretto svolgimento delle Olimpiadi invernali di Torino. L'opposizione di centro-sinistra in Parlamento mostro' tutto il proprio disappunto, sconcerto, rabbia e annuncio' dura battaglia che, nella legislatura chiusa lo scorso aprile, ha solo significato conferma di una legge che ha visto i suoi maggiori oppositori dell'epoca trasformati nei suoi esecutori per eccellenza. Ora e' di nuovo Governo Berlusconi e tocca al sottosegretario Giovanardi ricordarci –suo malgrado- di avere uno strumento legislativo inadeguato, al pari dell'inadeguatezza che si riscontra in tutto il mondo: con consumo e produzione sempre in aumento e con strutture di sicurezza e sanitarie che girano su se stesse senza azzardare approcci diversi che trattino i malati non come delinquenti e avochino alla legalita' statuale cio' che e' stato regalato a delinquenti e terroristi. I nostri legislatori lo hanno fatto con droghe piu' diffuse, piu' pericolose e piu' mortali come tabacco e alcool, ma non hanno alcuna intenzione (Onu in testa) di provare per le droghe oggi illegali. Noi, siccome non nutriamo alcuna speranza/fiducia che a breve ci possa essere una inversione di questo folle e suicida trend, continueremo nella nostra opera di denuncia, informando sullo sfascio e stimolando tutte le istituzioni ad affrontare il problema in modo diverso. Comune di Roma. Alemanno contro i consumatori? Non va bene Contro i grandi centri commerciali e l'abusivismo. Cosi' in sintesi l'intervento del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nell'assise della Confesercenti. Sull'abusivismo non possiamo che essere d'accordo. Vogliamo ricordare al Sindaco che questa e' sua specifica competenza e, se ci permette un consiglio, invece di rincorrere le migliaia di abusivi, che e' impossibile con le attuali forze a disposizione, dovrebbe concentrare l'attenzione sui siti di stoccaggio della merce, anche in collaborazione con le forze di polizia, visto che ha un governo nazionale amico. Per i grandi centri commerciali, invece, e' noto che questi offrono spesso prezzi minori dei generi di varia natura oltre a praticare offerte promozionali, il che fa risparmiare il consumatore. In un momento in cui il portafoglio dei consumatori e' messo a dura prova dagli aumenti non fa certo male risparmiare qualche euro. Dunque occorre promuovere coloro che aiutano i consumatori ad arrivare a fine mese. Se lo fanno i centri commerciali o i singoli negozianti va comunque bene, altro e' dare addosso alla grande distribuzione (che ha le sue pecche) per ingraziarsi i piccoli commercianti. Compito del Sindaco dovrebbe essere quello di tutelare il cittadino, utente e consumatore, non le associazioni di categoria. La politica anti-droghe di Giovanardi Ecco la vignetta di Joshua Held: http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=224860 Carburanti. Il Governo si muova. Una caporetto aver ceduto ai trasportatori Sembra che questo governo ce la metta tutta per far uscire dalle tasche dei consumatori i pochi euro rimasti. Il prezzo del petrolio e' salito a 141 euro/barile e la risposta dei nostri governanti o non c'e' o e' improntata ad azioni corporative. Come abbiamo detto (1) il Governo puo' agire sui prezzi dei carburanti utilizzando l'Eni, societa' controllata dallo Stato, che estrae direttamente o si avvale di vari mercati (contrattuali Opec, spot, ecc.). L'Eni fornisce il 50% del fabbisogno energetico nazionale ed un contenimento dei prezzi dei prodotti petroliferi non puo' che calmierare il mercato. Cosa aspetta il Governo ad agire? Aspettiamo che il petrolio arrivi a 200 euro al barile? All'inerzia nella tutela dei consumatori corrisponde, invece, una totale sudditanza ai voleri dei trasportatori: una Caporetto che non ha eguali! Dal 1 luglio l'aumento dei costi del carburante sara' trasferito per legge sui prodotti trasportati, il che significa un ulteriore aumento di tutte le merci che aggravera' ulteriormente la situazione del portafoglio dei cittadini. Insomma aumenteranno i prezzi e, di conseguenza, ci sara' un ulteriore diminuzione degli acquisti. Bella manovra! Al tutto si sono aggiunti 600 milioni di contributi, a vario titolo, alla categoria degli autotrasportatori. I consumatori proseguono, invece, a pagare autostrade e carburante al prezzo di "mercato". (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=224573 Saldi. Riparte il rito dell'ipocrisia e del non-mercato. Attenti ai furbi Si comincia il 2 luglio da Napoli e poi, via via, tutte le citta' italiane saranno coinvolte in questa fiera dei saldi, ormai nota come fiera dell'ipocrisia e del non-mercato. Ipocrisia perche' tutti i commercianti fanno sconti durante l'anno e non solo nel periodo che per legge viene dedicato ai saldi, e tutte le amministrazioni locali sono tolleranti e intolleranti, cosi' come meglio torna in quel determinato momento, l'importante e' che loro possano e debbano decidere l'eventuale ritorsione nei confronti dei commercianti non ligi al loro potere. Ma la questione e' talmente "svaccata" che nei media in questi giorni ci sono pubblicita' nazionali che annunciano possibilita' di acquisto in una condizione di "pre-saldi", che non vuol dire altro che si fanno un baffo delle norme e chi vuole acquistare a prezzo scontato puo' gia' andare nei loro negozi a farlo. Non-mercato perche' e' la negazione di come dovrebbe essere un mercato, cioe' concorrenza e offerta continua, con l'autorita' impegnata solo a vigilare la correttezza del gioco. Ogni tanto, specie in campagna elettorale, viene fuori qualcuno che dice che i saldi saranno aboliti, ma puntualmente il tutto finisce nel dimenticatoio e si riparte come prima. I saldi, insieme alla limitazione degli orari dei negozi, sono l'emblema di una societa' economica ancora statalista e, quindi, nemica del consumatore. In entrambe queste limitazioni di mercato, l'unico risultato e' un grave fatto istituzionale e normativo che serve solo a confermare la distanza e l'ostilita' delle istituzioni dai cittadini consumatori. Per evitare fregature ed individuare i furbi, i consigli che ci sentiamo di rinnovare per il consumatori sono solo due: 1 – le regole commerciali che vigono durante queste vendite sono le stesse di qualsiasi altro periodo. Per cui si paga con gli stessi metodi (contanti e carte varie); ci si rivale nei confronti del commerciante solo in caso la merce acquistata abbia difetti di produzione o di conformita' ; l'eventuale cambio della merce non difettata e' solo a discrezione del commerciante, per cui e' opportuno informarsi di questa disponibilita' fin dal momento dell'acquisto (se cambiano solo la merce o danno un buono-acquisto valido per quanto tempo e per quali gamme di prodotti). 2 – Attenti ai finti saldi. Cioe' prodotti che hanno un prezzo scontato e un prezzo pieno entrambi falsi, dove quello scontato e' molto simile a quello pieno in periodo non di saldi. Per ovviare a questa furbizia, c'e' solo un metodo: farsi un giro nei negozi prima che parta il periodo dei saldi, verificare la merce che interessa e prendere appunti sui prezzi indicati e poi raffrontarli con quelli pieni indicati sui cartellini dei saldi. Ricordarsi che il grande potere che ha il consumatore e' il non-acquisto, penalizzando i commercianti che fanno i furbi, facendoglielo notare e dicendo a tutti i propri conoscenti di non fare acquisti presso questi esercenti. ALITALIA. 10 ANNI DI SALASSI, PER IL CONTRIBUENTE Alitalia: 10 anni di salassi per il contribuente che, oltre a pagare il biglietto, si e' trovato sul groppone anche gli aumenti di capitale e i prestiti disposti dai vari Governi, di centro-sinistra e di centro-destra, segno che a nessuno interessavano le sorti della nostra "compagnia di bandiera", nonostante le roboanti dichiarazioni. A memoria, affinche' tutti ricordino, visto che siamo un popolo di smemorati, vogliamo riassumere quanto ci e' costata l'incapacita' di chi ci governa. Vediamo. * Governo Prodi: nel 1998 vi e' stata una ricapitalizzazione aperta agli azionisti terzi per 3.000 miliardi di lire (1.549 milioni euro); * Governo Berlusconi: nel 2002 vi e' stato un aumento di capitale per 1.432 milioni di euro; * Governo Berlusconi: nel 2004 un prestito ponte di 400 milioni di euro; * Governo Berlusconi: nel 2005 un aumento di capitale per 1 miliardo e 6 milioni di euro e il ricorso al mercato obbligazionario per oltre 500 milioni, con la promessa dell'utile nel 2006 (quell'esercizio si e' chiuso in rosso per 626 milioni di euro!!!); * Governi Prodi: nel 2008 si vara un prestito ponte di 300 milioni di euro; * Governo Berlusconi: nel 2008 il prestito ponte di 300 milioni viene trasformato in ricapitalizzazione (l'esercizio 2007 si e' chiuso in rosso per 495 milioni di euro). Totale: in 10 anni l'Alitalia e' costata allo Stato, cioe' a noi contribuenti, qualcosa come 5 miliardi e 187 milioni di euro, tra ricapitalizzazioni e prestiti. Nel 2007 Alitalia ha chiuso il suo diciannovesimo bilancio in passivo (su venti anni). Ci aggiungiamo che nel 2001 una azione Alitalia valeva 8,5 euro, oggi vale 0,4 euro. Bravi questi nostri governanti! Qui il nostro specifico settore: http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=221966 Cala il mercato delle automobili Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=225188 Petrolio. L'Eni puo' abbassarne il costo e calmierare i prezzi verso il basso. Interrogazione Intervento della Senatrice Donatella Poretti, Parlamentare Radicale - Partito Democratico Gli ultimi dati sul prezzo del petrolio sono motivo di grave preoccupazione per chiunque, ormai tutti stremati da un aumento senza precedenti dei prezzi, a partire dai generi alimentari di prima necessità, e atterrita dalla prospettiva di una crisi economica globale che può determinare la destabilizzazione degli assetti socio-economici anche del nostro Paese. Ma chi stabilisce e vigila sul prezzo del petrolio? In Italia dal 1998 non c'è un organismo dello Stato che si occupa di questo aspetto di importanza fondamentale per la vita dei cittadini, prima affidato al CIP, poi al CIPE, ma ora lasciato in mano al mercato governato esclusivamente dagli operatori di settore, di cui lo Stato stesso, attraverso il controllo sull'ENI, è principale rappresentante in Italia con la copertura di oltre il 50% del fabbisogno nazionale, agendo in un regime di monopolio non controllato. In considerazione di questo, risultano a dir poco offensivi, da parte del Governo nei confronti dei cittadini e dei consumatori, i provvedimenti palliativi che, agendo sulla leva fiscale, fingono ipocritamente di porre riparo all'avanzata dei prezzi dell'energia, visto che il problema, come è sostenuto dagli stessi Paesi produttori, è determinato da una grave bolla speculativa sul greggio gonfiata dal trust delle compagnie petrolifere mondiali, ENI compresa. Perché l'ENI, e quindi il Governo, pur potendo, non pensa a separasi dalle logiche di cartello del mercato petrolifero, per sostenere davvero lo sviluppo del Paese attraverso una politica più trasparente dei prezzi dell'energia, anziché continuare a sostenere il clima di incertezza finanziaria globale nell'interesse dei potentati dell'economia petrolifera? Come rilevato dall'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), una corretta valutazione dei costi alla produzione di energia, in presenza di variegate fonti di approvvigionamento (mercato contrattuale OPEC, mercato SPOT, estrazione diretta, ecc.) permetterebbe all'ENI di abbassare notevolmente il costo del petrolio e questo avrebbe un effetto calmieratore e spingerebbe a un adattamento al ribasso dei prezzi praticati dalle altre compagnie. Tali dati e considerazioni sono alla base di un'interrogazione parlamentare che, insieme al senatore Marco Perduca abbiamo rivolto ai Ministri dell'Economia e dello Sviluppo Economico. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=225202 ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi GRANDI STAZIONI... O GRANDI DESERTI? OVVERO QUANDO LA "MODERNIZZAZIONE" CI RIPORTA AL MEDIOEVO No, non intendo fare qui una riflessione sul deserto come simbolo della solitudine estrema, che e' dato di scoprire proprio nei luoghi piu' affollati come possono essere le grandi stazioni ferroviarie. Potrebbe essere un bel tema, ma ora non mi interessa. Dalla constatazione … Il deserto che evoco adesso e' quello piu' letterale, ossia la totale mancanza di acqua, la mancanza di questo elemento prezioso per la sopravvivenza, l'igiene, la gioia del nostro corpo, e quindi, complessivamente di tutto il nostro essere (e di ogni altro essere vivente). Perche' le grandi stazioni ferroviarie italiane sono ormai totalmente prive dell'accesso diretto all'acqua, quindi, da questo punto di vista, dei veri e propri deserti. E subito bisogna che aggiusti il tiro, dato che ormai anche le altre stazioni vengono sempre piu' private di quelle benefiche fontanelle che prima erano su tutti i marciapiedi, pronte a dispensare un rinfrescante getto d'acqua per i piu' disparati bisogni del viaggiatore: dal placare la sua sete o quella del suo compagno di viaggio a quattro zampe al lavare un frutto, dal darsi una rinfrescata al riempire una borraccia … Le fontanelle sono un segno di grande civilta', una testimonianza dell'intelligenza civile che tiene molto all'igiene intesa nel piu' ampio senso del termine, e di cui, in qualunque caso, e' garante esclusivamente l'acqua corrente potabile. Tutto il resto (fazzolettini rinfrescanti, acqua in bottiglia, eccetera) essendo semplici ausili d'emergenza, ma non validi e certi sostituti dell'acqua corrente. Nelle stazioni ferroviarie italiane (dico "italiane" perche' conosco bene solo queste, e poi perche', come italiana, mi interessa lo stile di vita nostrano), grandi o piccole, presidiate o impresidiate (leggi: abbandonate a se stesse) che siano, sembra invece che stia vincendo il piu' assoluto disprezzo dell'igiene, e in questo senso le ritengo dei monumenti all'incivilta' all'insegna di un movimento retrogrado che ci riporta indietro di secoli, dove chi viaggia, per quanto riguarda i servizi piu' elementari a terra, e' abbandonato a se stesso e, peggio ancora, lasciato in balia di una ottusa speculazione che, per esempio, per mezzo litro di acqua minerale (sia pure refrigerata), esige in questo periodo dai 90 centesimi a euro 1,10/1,20, a seconda se lo si acquisti dal distributore automatico o a quel "monopolio bevande e cibi" che sono i bar delle stazioni (in un minimarket a 5 minuti a piedi dalla stazione di Firenze S.M.N. il costo della medesima bottiglietta refrigerata arriva al massimo a 40 centesimi!). Non a caso ho parlato di un ritorno a secoli (non anni ne' decenni, ma secoli!) addietro, perche', scusate, che differenza c'e' fra il costume odierno invalso nelle stazioni ferroviarie di impedire alla gente di accedere direttamente all'acqua, obbligandola a spendere fior di quattrini per averne un po' a disposizione, e le gabelle imposte in antico ai viaggiatori sulle strade, che so, per superare una strettoia della strada, per usare un guado o, magari, scendere sulla riva di un fiume o un lago per refrigerarsi? Io vi trovo una perfetta somiglianza, vi colgo la stessa identica prepotenza, con l'aggravante che chi frequenta una stazione ferroviaria e' in grandissima parte una persona che ha gia' pagato il "lasciapassare", vale a dire il biglietto del treno (sempre piu' costoso) e ha quindi il diritto di ricevere dei servizi (fra cui quelli igienici, in cui rientra l'accesso diretto all'acqua corrente e potabile) anche a terra -come del resto succede negli aeroporti dove tali servizi (erogazione dell'acqua e uso della toilette) sono gratuiti non solo per chi ha il biglietto aereo, ma, nell'area prima del ceck-in, proprio per tutti. Nelle stazioni, e' ovvio, pero' il problema si pone in modo diverso, perche' qui, per la loro struttura, il bisogno di "punti acqua" si moltiplica per il numero dei marciapiedi esistenti, e quindi risultava perfetta la distribuzione di un tempo che, per esempio, nelle stazioni di testa (come Firenze S.M.N. o a Roma Termini) prevedeva una fontanella in testa ai binari e/o un'altra alla meta' di ogni marciapiede, di modo che anche i viaggiatori di un treno in sosta avessero la possibilita' di usufruirne. Osservare per credere, dato che in queste due stazioni la struttura delle fontanelle esiste sempre, solo che esse sono tristemente, disperatamente all'asciutto. Ho dianzi rammentato i "servizi igienici" in senso globale, compreso, cioe' l'accesso diretto all'acqua. E forse e' bene che ora mi ci soffermi anche nell'accezione piu' comune di questo termine, cioe' quello di "toilette" o "bagni" o "gabinetti" che dir si voglia -il luogo, cioe', dove depositare cio' che il nostro organismo ha deciso di espellere, in una forma che sia appunto "igienica", che cioe' non nuoccia in alcun modo al decoro e alla salute pubblica. Bene; in un posto che voglia definirsi civile, la disponibilita' immediata di simili strutture e' una necessita' assolutamente, oggettivamente primaria, proprio come l'accesso diretto all'acqua, e non una concessione alla comodita' privata. Di conseguenza, in un luogo pubblico molto frequentato come una stazione ferroviaria (grande o piccola, presidiata o impresidiata che sia) i servizi igienici devono necessariamente essere direttamente e gratuitamente accessibili a chiunque, mantenendo, e' ovvio, un elevato grado di pulizia (senno' che servizi igienici sarebbero mai?). Cosa che erano fino a qualche anno fa, quando, al massimo, l'utente poteva, volendo, lasciare una "mancia" alla persona che sorvegliava l'ambiente e lo teneva pulito. Ma anche qui vi e' stato un rituffo nel Medioevo (va bene, via, facciamo la Milano seicentesca dei Promessi sposi), quanto meno nelle Grandi Stazioni italiane amministrate dall'omonima societa' che fa capo alle Ferrovie dello Stato (per vedere quali sono http://www.grandistazioni.it/client_html/page.php?id=7). Infatti, per fortuna, altre stazioni (per esempio Firenze Rifredi e Firenze Campo di Marte) e molte stazioni piu' piccole offrono ancora questo servizio gratuitamente, ma che tale gratuita' duri nel tempo e' da vedersi (segnali di imbarbarimento vi sono gia', per esempio, a Viareggio). Nelle grandi stazioni invece, da parecchio tempo, i servizi igienici sono esclusivamente a pagamento (almeno 70 centesimi, che non sono pochi) e so per certo che questo fatto provoca un abbassamento del livello di igiene in questi luoghi; infatti, per evitare l'odiosa o semplicemente insostenibile gabella (quanti sono, ad esempio, i senza fissa dimora che vivono nelle e intorno alle grandi stazioni?), c'e' chi sale su un treno in sosta, sceglie magari un vagone un po' piu' lontano dalla parte centrale del marciapiede e ne usa la "ritirata" confidando nella totale disattenzione del personale ferroviario che si trovi eventualmente a transitare da quella parte. Oppure cerca un luogo appena appartato che si trova sempre in tutte le stazioni e lascia li' i suoi piu' o meno olezzanti depositi … Oppure … in condizione di bisogno, le risorse umane sono pressoche' infinite! Orrore orrore! Che barbarie! Sinceramente, non me la sento di scandalizzarmi. La barbarie c'e', senza dubbio, ma non sta dalla parte di chi fa i propri bisogni fuori dai "servizi igienici", quanto ed esclusivamente dalla parte di chi impone una gabella su un'esigenza di vitale importanza, di un'impellenza assoluta, addirittura piu' dello stesso mangiare o bere. Quindi, se un pollice verso ha da esserci, per me lo e' certamente nei confronti di chi vuole spremere denaro da necessita' che non possono proprio soddisfarsi altrimenti (un pezzo di pane si puo' dare a un affamato, ma un gabinetto non si crea con la bacchetta magica). E a questo proposito, voglio riferire un episodio di cui sono stata testimone oculare, anche se si e' svolto sul treno in movimento e non all'interno di una stazione. Il 1.o aprile scorso (ma non fu un pesce d'aprile!) viaggiavo in tarda mattinata sulla carrozza 2 del treno regionale 23375, un convoglio formato dall'ultimo grido in fatto di modernita' sui binari toscani (il suo nome e' "Vivalto"). I sedili dall'altra parte del corridoio erano occupati da una famigliola (uomo, donna, bambina sui quattro anni) che aveva un aspetto che anche mia nonna, che era terribilmente classista, avrebbe definito "civile"… Poco dopo la stazione di Empoli, la signora si alzo' con la bambina e scomparve alla mia vista. Ritorno' dopo un certo tempo e, con calma olimpica, tolse le mutandine alla bimba, si chino' verso terra sostenendo la piccola nella posizione di chi si appresta a fare un bisogno, mentre io la guardavo stupita e le dicevo con: "Signora, ma che sta facendo?". La risposta fu addirittura serafica: "Signora", mi rispose, "i gabinetti sono in condizioni schifose. Non posso rischiare che uno sbalzo del treno ci faccia schizzare addosso quella roba o peggio cascare dentro". "Ma almeno ci metta qualcosa in terra…", replicai. Al che, in effetti, la signora tiro' fuori dei fazzolettini, e, appena la bimba ebbe fatto la sua pipi' (per fortuna non tanta), tolse accuratamente la piccola pozza che si era formata e blocco' pure un rivoletto birichino che stava scappando verso il corridoio. Quando posso, mi piace constatare direttamente la situazione, e cosi', in prossimita' di Firenze, mi feci tutto il treno (6 carrozze 6) per verificare coi miei propri occhi che tre toilette risultavano fuori servizio e le altre tre (compresa quella per gli handicappati) erano davvero in condizioni che dire nauseabonde e' dire poco. Sembrava che in ciascuna delle toilette si fosse dato un appuntamento un esercito di persone con la diarrea.... e tutto era rimasto li' quasi a colmare le tazze del WC col rischio, colto dalla signora, che una franata improvvisa del treno facesse schizzare fuori sulla bambina e su lei stessa quel po' po' di …popo'. Dunque, la signora non aveva avuto effettivamente altra scelta; come potevo biasimarla? (E qui si aprirebbe l'altro scenario, purtroppo nient'affatto inconsueto, sulla trasandatezza con cui sono tenuti i cosiddetti servizi igienici sui treni -compresi i costosissimi convogli Eurostar). …un invito ad agire … Anche per aiutare la societa' che gestisce le grandi stazioni a realizzare seriamente il primo punto della propria mission (o compito, che piu' semplicemente dir si voglia), cioe' quello di soddisfare i bisogni (dei propri clienti), invito chi lo ritiene giusto e necessario a intervenire presso "Grandi Stazioni s.p.a.",e anche presso gli enti pubblici preposti a garantire l'igiene del territorio, per perorare la causa del ripristino delle fontanelle nelle stazioni nonche' la gratuita' dei servizi igienici, mantenendo, e' ovvio, in essi, un elevato standard di vigilanza e pulizia. Penso a deputati e deputate, a senatori e senatrici, penso all'ADUC e ad altre associazioni consimili, ma penso anche alle persone comuni, come del resto sono io, che possono prendere carta e penna, o monitor e tastiera, per dire a chi di dovere: basta con questo imbarbarimento! Basta con questa prepotenza cosi' pericolosa per l'igiene pubblica! Per facilitare il compito, riassumo qui gli argomenti che depongono a favore di quanto sono andata chiedendo in queste noterelle: Primo: il ripristino delle fontanelle pubbliche su tutti i marciapiedi delle stazioni e' una misura di igiene pubblica, perche' l'acqua e' assolutamente necessaria non solo per bere direttamente e a volonta' (che e' comunque di primaria necessita'), ma anche per riempire una borraccia o una bottiglia di proprieta', lavare un frutto,per sciacquarsi le mani che si sono sporcate, per rinfrescarsi, per far bere un animale domestico che paga il suo biglietto ferroviario (e non puo' bere dalla bottiglietta!), eccetera. L'obbligo di acquistare bottiglie di acqua minerale a prezzi imposti dai gestori delle stazioni e' una totale vessazione, e inoltre non soddisfa ai molti usi dell'acqua, come si sono enucleati poco sopra. Rappresenta poi un incentivo all'uso e abuso delle bottiglie di plastica, in un momento in cui da molte parti siamo richiamati a comportarci in modo piu' responsabile, non da ultimo, con l'impegno che molti Comuni dispiegano pubblicizzando l'uso dell'acqua del proprio acquedotto, rendendola -guarda caso- accessibile al vasto pubblico anche per l'asporto in punti diversi delle citta'. Va inoltre notato che specialmente nell'estate, quando le temperature si attestano, come adesso, verso i 40°C., e per consiglio degli esperti, siamo invitati a bere molto, anche quando non abbiamo sete, l'accesso diretto all'acqua nelle stazioni diventa di vitalissima importanza in considerazione del fatto che molto spesso gli utenti devono restare in stazione, esposti al calore e, a volte, al sole, per molto tempo, a causa dei tradizionali ritardi dei treni… Secondo: l'accesso gratuito ai servizi igienici e' anch'esso una misura di igiene pubblica, perche' questo e' l'unico modo per impedire a tante persone, che non possono (o non vogliono) spendere per un bisogno cosi' elementare, di trasformare, come l'esperienza insegna, in cesso all'aperto i binari e ogni spazio appena appena appartato che si riesca a trovare in una stazione, con conseguenze nefaste per l'ambiente e la gente che vi circola. D'altra parte, i gestori delle stazioni, grandi o piccole che siano, non possono non tenere conto del fatto che esiste un discreto numero di persone, prive, spesso non per colpa loro, di una propria dimora, che nelle stazioni ferroviarie trovano un sia pur precario rifugio, passandovi la giornata e, a volte, la nottata. E' pensabile che possano pagare il servizio igienico? E qual e' allora la soluzione del problema, se non quella di rendere gratuito l'uso delle toilette, dato che e' incomparabilmente meno grave che una societa' per azioni abbia una piccola rimessa in un settore cosi', rispetto al fatto che un certo numero di persone sporchino ogni giorno dove capita? D'altra parte, come gia' fatto notare, i viaggiatori muniti di biglietto ferroviario hanno tutto il diritto di vedere incluso in quel prezzo anche il servizio (igienico) a terra e quindi, in realta', il prezzo del servizio delle toilette si paga da se' con la vendita dei biglietti (basta, eventualmente, un giroconto fra "Trenitalia" e "Grandi stazioni s.p.a." che poi sono membri della stessissima famiglia). Non mi viene in mente altro, ma se chi legge avesse qualche altra idea … per esprimerla (almeno qui) non si paga niente. NOTA Per curiosita' e magari anche per ridere un po' (piu' o meno amaramente), elenco tutti i punti del compito (o mission) che si prefigge la societa' "Grandi stazioni spa" (http://www.grandistazioni.it/client_html/page.php?id=5 ): soddisfare i bisogni, anticipare desideri, cogliere slanci, far vivere esperienze a 360 gradi, rendere i clienti protagonisti del nostro mondo, restituire al pubblico patrimoni di estremo valore culturale, sociale ed economico, creare nuovi poli di aggregazione, socializzazione, scambio, reinventare il ruolo del passeggero attraverso la piacevolezza del tempo passato in stazione. (a cura di Annapaola Laldi) ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi L'Incoronazione di Carlo Magno -versione 2008- e le staminali del cordone ''In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza''. (Joseph Raitzinger- Benedetto XVI ) "Non si puo' governare la Chiesa con le Ave Maria" Monsignor Marcinkus (You can't run the Church on Hail Marys, 25 maggio 1986, Observer, Londra) Joseph Raitzinger: "Ho viva gioia per il nuovo corso politico" , ed ecco spuntare per Divina Provvidenza i "versetti" dei "comandamenti" CEI, attraverso"l'Avvenire", a firma di Daniela Verdicchi: "La conservazione autologa del cordone ombelicale e' un colpo mortale alla cultura della donazione" , "se qualcosa si puo' fare contro lo sfruttamento economico delle cellule del cordone ombelicale, lo si deve fare nei prossimi dieci giorni" …. Di giorni ne passano meno, la teocrazia iraniana non saprebbe "lavorare" meglio, noi la superiamo, e ne siamo fieri. Il Governo, dopo anni di proroghe in materia, in vista della ultima scadenza del 30 Giugno 2008, decide su una ulteriore proroga: http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=224185 Gli Usa, che avevano preceduto tutti nella scoperta delle cellule staminali totipotenti, attivi nel sangue del cordone ombelicale, erano gia' dalla fine del 1991 che elaboravano e studiavano in un fluire di informazioni tra ricercatori, e nascevano subito le biobanche. I ricercatori indipendenti avevano subito compreso che la eccezionale scoperta per la sua natura era superiore a molte altre. Nel 1992 mi trovavo proprio negli Usa e vidi la nascita di "biobanche" che non avevano per spazi e strutturazione nulla di diverso da qualsiasi banca cosi' come siamo abituati a concepirla. I due Italiani che li' vivevano, uno di essi mio compagno di universita', erano stati assunti quali ricercatore al NIH di Bethesda Maryland, un istituto di ricerche mediche di avanguardia in quel Paese. Fu lui che mi fece vedere la nascita di una biobanca, e l'emozione era forte, entrambi credevamo che da li' a pochi mesi sarebbe stato cosi' anche per l'Italia, sono passati oltre 16 anni e questo sfortunato Paese fa ancora proroghe. Quando penso a quella biobanca a New York, mi ritorna in mente la gioventu' bruciante che ci assaliva, appena 30enni, lo sguardo sul futuro, "ne apriremo una nostra in Italia!" non sapendo che, parlando di questo Paese, sarebbe piu' facile andar sulla Luna che fare qualsiasi altra cosa. Ovviamente in quel folle intento, perdemmo tempo e soldi ma, sfiduciati, imparammo a nostre spese a comprendere i bui intrighi di questo alieno Paese. Nessuno di loro due ritorno' in Italia. Quello piu' anziano, forse per bravura, forse per fortuna, lavorando sui Timociti sempre nello stesso Istituto, fece delle importanti scoperte, che li' assicurarono una contrattazione permanente. Il mio collega di studi, invece, piu' maldestro, per anni passo' da un ospedale all'altro, lavorando anche nel famigerato "Bellevue Hospital " di New York. Cosa ha tutt'oggi di straordinario questo ospedale? Quando lo visitai, mi ero convinto che era il piu' lussuoso ospedale cittadino, roba per gente ricchissima; il colpo di scena fu quando mi dissero che era l'ospedale cittadino per i poveri, per chi non possedeva assicurazione sulla salute. Era il 1992, il mio collega universitario aveva un contratto con quell'ospedale di 7 mila dollari al mese (pochissimi per un medico negli Usa!). Inoltre, per 4 giorni alla settimana, dopo le 18, aveva un contratto con un altro ospedale, con l'organizzazione tecnica di una biobanca, che gli garantiva altrettante entrate finanziarie; quando lo raccontavo ai colleghi da questa parte dell'Oceano, con le loro notti bianche alla guardia medica con la retribuzione delle cameriere, le notti diventavano ancora piu' bianche. Oggi, da una indagine demoscopica, oltre il 48% dei medici italiani, vorrebbe una sanita' all'americana, ma noi aggiungiamo: dove eravate quando noi facevamo sentire la nostra voce sulla sanita', l'amatriciana all'italiana, con i soldini dei poveri contribuenti, a disposizione della politica? Ritornando alle cellule staminali, in USA ed UE si raccolgono nelle sale parto e vengono inviate alla biobanca che, dopo alcune procedure, le mette sotto il freddo dell'azoto, ove rimangono in una conservazione autologa, dietro pagamento di un abbonamento annuale di irrilevante entita' economica. Lo studio e le prospettive di queste cellule cosiddette "totipotenti" (cioe' capaci di differenziarsi specificamente per l'organo bersaglio) sono ovviamente in fase di studio, ma la loro potenzialita' era gia' chiara 16 anni fa, con prospettive che meriterebbero la massima attenzione da parte delle varie comunita' scientifiche, in quanto capaci di curare e guarire totalmente da malattie che fino ad oggi sono state incurabili. Subito furono usate in alcune malattie gravissime del sangue, come le Leucemie, dando risultati straordinari ma, forse non molti cittadini hanno potuto comprendere come ogni ricerca e' strangolata, accerchiata e depistata dalle medesime multinazionali farmaceutiche, che temono una verticalizzazione negativa delle vendite farmaceutiche, che nulla potrebbe contro la preziosa risorsa naturale. Va compreso quindi che negli USA, come in UE, gli sforzi sono grandi e gravosi, da un lato onesti ricercatori e studiosi che non si fanno incantare dalle sirene del potere economico che rischia di corrompere le coscienze, dall'altro muri di gomma che ostacolano la ricerca, la speranza di milioni e milioni di malati di patologie croniche e degenerative, che attendono nuove terapie e nuovi trattamenti per poter guarire e rivedere la luce della serenita'. In Italia, nel corso dei 16 anni dalla prima scoperta, si e' fatto quasi nulla per quanto trattasi di ricerca, e questo e' normale, con quali fondi economici si dovrebbero fare? Non siamo, noi Italiani, aguzzini di noi stessi, quando diamo il consenso a quei politici che, per la sopravvivenza del carrozzone Alitalia, sottraggono 300 milioni di euro al capitolo della ricerca? Si e' accaduto perfino questo, e non ritorniamo sul capitolo 8 per mille alla confessione CEI. Mentre l'Estero aveva le proprie biobanche, negli USA, ormai fra pubbliche e private, sono centinaia. In Italia si lavorava per per la creazione della rete di biobanche sia pubbliche che private, fin quando -finalmente!- le istituiva la legge 219 sul sangue del 2005; attenzione, il decreto per emanare la legge, si spostava a Luglio 2006, e per la Divina Provvidenza non vedeva la luce… i malati possono tranquillamente continuare a stare nel loro Inferno…. Nel febbraio 2007, c'era stata una impennata di vento liberale e democratico,dopo tanta oscurita' medievale, si era previsto per legge, che la conservazione del prezioso liquido, fosse anche autologa e non come era previsto fin quel momento solamente eterologa (era vietato porre nome e cognome del donatore ed il prezioso liquido era a disposizione di tutti). Questa legge introduceva quanto meno un diritto inviolabile: la proprieta' del proprio corpo, perche' il sangue di esso fa parte, pur giustamente mantenendo la clausola della donazione allogenica se necessario e medicalmente compatibile. Entro il 30 Giugno avrebbe dovuto essere emanato il decreto, poi, abbiamo potuto tutti osservare con quali metodi e tecniche e' caduto il Governo Prodi, si rifanno in un drammatico teatrino le nuove elezioni, un nuovo capo di Governo, il cambio al Ministero della Salute divenuto nel frattempo del Welfare e del Lavoro, una specie di amatriciana Italiana e... la continuazione la conoscete, e' quella di sopra. Quindi il Vaticano al pari degli interessi delle multinazionali. Lo scorso anno, su oltre mezzo milione di bambini nati, e' stato possibile raccogliere per donazione, solo 2500 unita' del preziosissimo liquido, mentre per una aberrazione tutta Italiana, si puo' avere l'autorizzazione a spedire il liquido all'estero, nelle biobanche; cosi' ad esempio fa il San Raffaele di Milano, nosocomio guidato da un clericale, ma anche questa prerogativa, non ha raggiunto il doppio delle donazioni in Italia. Se una donna decidesse di donare il prezioso liquido, si vedrebbe rispondere che non e' possibile, meno del 10 % delle strutture ospedaliere e' predisposto per tale elementare procedura. Il malato puo' attendere. Ognuno e' libero di "sentire", di credere, di pregare, noi abbiamo perso il desiderio, ormai da tempo. Crediamo, viceversa, nelle necessita' laiche dell'uomo, nel diritto alla giustizia e, quale bene supremo insindacabile ed inviolabile, alla salute, che fluisce attraverso la ricerca. Nel medioevo, il sant'Uffizio metteva al rogo l'intelligenza umana e il desiderio di migliorarsi perche' per il Vaticano sappiamo che dolore, sofferenza, morte, ricerca, scoperte, minano il loro intento supremo di pensiero, con la vita che rimane inviolabile perche' di Dio, e se di Dio non possiamo migliorarla e, come Cristo o sulla croce, dobbiamo attendere la morte. No. Noi non siamo d'accordo. La vita e' nostra, ed abbiamo il diritto di migliorarla, oltremodo il dovere verso le future generazioni. Il Vaticano, stia fuori dai problemi e dalle faccende che riguardano il Parlamento, in cui il popolo Italiano e' sovrano. Vi indichiamo un intervento tagliente e sottilissimo di un Gesuita, padre Bartolomeo Sorge: "La cultura dominante che ha vinto le elezioni, ha ridotto la persona a individuo, non e' cristiana. La politica ha perso l'anima la' dove l'anima della politica e' l'etica". Il numero del diavolo e' il 666. Lo sanno bene i credenti degli Angeli & Demoni, a noi lo hanno detto. Il Santo Padre Raitzinger, e il Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi, hanno avuto uno straordinario e storico incontro, e non a caso il 6/6. L'incontro, come tutti quelli tra il Vescovo della Chiesa di Roma ed il capo del Governo di un Paese, non potrebbe certo non assumere una valenza storica, erano presenti all'avvenimento il sottosegretario Gianni Letta (3za persona) e certamente il NO-Aborto, celato (provate Voi con un elefante in camera, loro ci riescono) il giornalista Giuliano Ferrara ( 4/5/6 persona) 6 anime, che per chi "crede" vien fuori il 666. Noi non crediamo, viceversa crediamo nella laica liberta' dell'uomo, dell'amore, nella libera ricerca e, soprattutto, nella forza di Madre Natura. Tutti quelli che hanno ostacolato la ricerca per l'uomo, sono contro l'uomo. E tu da che parte stai? ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Elisa Fontanelli Tlc e legge Bersani. Durata dei contratti. Lo stato dell'arte La legge n. 40/2007, che ha convertito, con modifiche, il Decreto Legge n. 7/2007 (cd. Decreto Bersani-bis), all'art. 1, comma 1, prevede che "Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi prezzi del servizio, nonche' di facilitare il confronto tra le offerte presenti sul mercato, e' vietata, da parte degli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche, l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico o del servizio richiesto. E' altresi' vietata la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico o del servizio acquistato. Ogni eventuale clausola difforme e' nulla e non comporta la nullita' del contratto, fatti salvi i vincoli di durata di eventuali offerte promozionali comportanti prezzi più favorevoli per il consumatore". Il comma 3 del medesimo art. 1, inoltre, prevede che "I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facolta' del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell'operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni". Com'e' noto, il Decreto Bersani-bis ha introdotto molte novita' nella materia dei contratti conclusi con gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazione elettronica, sottraendo alla regolamentazione delle parti la disciplina di molti aspetti negoziali, e affidandola a criteri unici ed uguali per tutti (1). Le novita' che qui interessano, in particolare riguardano: a) l'abolizione dei costi di ricarica delle carte prepagate; b) l'abolizione dei termini di scadenza del credito telefonico acquistato o del servizio pagato (oltre alla sim card, anche il numero di telefono ad essa associato), salvo nel caso in cui si tratti di offerte promozionali; c) l'abolizione dei vincoli temporali del contratto di adesione, con conseguente facolta' di passaggio ad altro operatore, e semplificazione delle procedure di recesso anticipato o di trasferimento delle utenze. Viene stabilito a tal proposito che le operazioni devono essere consentite senza ritardo, senza spese non giustificate da costi dell'operatore e non possono richiedere un preavviso superiore a 30 giorni. I destinatari della nuova normativa sono i gestori dei servizi: ossia gli operatori di telefonia, sia fissa che mobile (ad es. Tim, Vodafone, Wind, Telecom, Infostrada, Fastweb, Tiscali, etc.), gli operatori di reti televisive (es. Sky, Mediaset Premium, etc. ), e gli operatori che effettuano servizi di comunicazioni elettroniche (ai sensi dell'art. 1 lett. gg del decreto legislativo n. 259 del 2003 -cd. Codice delle comunicazioni elettroniche - sono tali "i servizi, forniti di norma a pagamento, consistenti esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazione elettronica, compresi i servizi di telecomunicazioni e i servizi di trasmissione nelle reti utilizzate per la diffusione circolare radiotelevisiva, ad esclusione dei servizi che forniscono contenuti trasmessi utilizzando reti e servizi di comunicazione elettronica o che esercitano un controllo editoriale su tali contenuti"). Se da un lato va dato atto alla legge di aver ridimensionato il potere contrattuale degli operatori di telecomunicazioni, dall'altro va detto che la normativa e' stata concepita in termini molto generici e per molti aspetti appare lacunosa, soprattutto riguardo i risvolti applicativi. Tale impostazione ha determinato un proliferare di interpretazioni che di fatto hanno ritardato o addirittura annullato la portata innovativa della novella, lasciando ancora una volta l'utente da solo nel districarsi tra miriadi di clausole, articoli, omesse informazioni, prassi e quant'altro, il tutto a discapito delle finalita' del provvedimento che sarebbero state quelle di "favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi prezzi del servizio, nonche' di facilitare il confronto tra le offerte presenti sul mercato" (art. 1 comma 1 della L. 40/07). Verrebbe da dire che l'entrata in vigore della legge non ha coinciso con la sua applicazione (cose che avvengono solo in Italia). Tralasciando per il momento le questioni indicate nelle lettere a) e b) sopra citate, in questa sede vorremmo cercare di fare chiarezza sui riflessi pratici della disposizione che ha introdotto in particolare la possibilita' di recedere anticipatamente dai contratti conclusi con operatori telefonici, di reti televisive o di comunicazioni elettroniche (art. 1 comma 3 L. 40/07). Non perche' le summenzionate disposizioni abbiano avuto applicazione immediata (si veda ad esempio la delibera n. 416/07/CONS con la quale in data 2 agosto 2007 l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni diffida Telecom, Vodafone, Wind, H3G, Carrefour Italia Mobile e Coop ad ottemperare all'obbligo di restituzione del credito residuo) ma perche' a distanza di un anno dall'entrata in vigore della novella, a tutt'oggi questa parte del decreto risulta quella maggiormente disattesa. ABOLIZIONE DELLE PENALI IN CASO DI RECESSO ANTICIPATO Prima della legge Bersani, la gran parte dei contratti conclusi con i gestori di servizi di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche contenevano clausole che stabilivano i termini di durata dell'accordo negoziale e vincolavano il cliente al pagamento di penali in caso di recesso anticipato. La legge e' intervenuta appositamente -su questa come su altre misure che nei fatti disincentivavano l'utente dal terminare il rapporto contrattuale- per consentire agli utenti di godere di una maggiore liberta' di scelta da un lato, e favorire un'effettiva concorrenza commerciale tra i gestori dei servizi, dall'altro. L'art. 1 comma 3 della l. 40/07, che stabilisce la facolta' per l'utente che ha concluso un contratto di adesione con un operatore di telefonia, di reti televisive o di comunicazioni elettroniche di recedere in ogni momento ("senza vincoli temporali o ritardi non giustificati"), in maniera tendenzialmente gratuita ("senza spese non giustificate da costi dell'operatore"), nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto rispondere a questa ratio. In realta', per molto tempo questa disposizione e' stata a lungo ignorata dai gestori, i quali, facendo leva sulla genericita' della dizione "costi dell'operatore", hanno continuato a chiedere il pagamento di penali, in maniera piu' o meno celata. In effetti, la norma non ha posto nessun criterio per quantificare il costo di disattivazione, e per distinguerlo da eventuali caparre penitenziali non consentite. Nello specifico, allora, quali sono i costi che i gestori dal 2007 possono legittimamente richiedere in caso di disattivazione del servizio? Per sanare questa mancanza, e' intervenuta l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, la quale attraverso la Direzione Tutela dei Consumatori ha diramato delle "linee guida" finalizzate a far luce su alcuni aspetti della nuova normativa: http://www.agcom.it/comunicazioni/com_28_06_07.htm In particolare, secondo l'Authority: "Dalla semplice lettura del contratto l'utente deve poter conoscere anche le eventuali spese richieste per l'esercizio della facolta' di recesso o di trasferimento, cosi' da essere agevolato nell'esercizio di tali facolta', potendone valutare le conseguenze sotto ogni profilo. In ogni caso, l'utente non deve versare alcuna "penale", comunque denominata, a fronte dell'esercizio della facolta' di recesso o di trasferimento delle utenze, poiche' gli unici importi ammessi in caso di recesso sono quelli "giustificati" da "costi" degli operatori". Questi ultimi, pertanto, possono porre a carico dell'utente solo quei costi effettivamente sostenuti per la disattivazione del servizio, e tale spesa deve essere dagli stessi dimostrabile: "Per essere in linea con l'intenzione della Legge n. 40/2007, il concetto di pertinenza del costo dovra' essere interpretato in senso oggettivo ed imparziale, valido per tutti gli operatori e secondo criteri di causalita'/strumentalita' dei costi/ricavi". I costi pertanto potranno essere addebitati "solo ove la previsione di essi sia ritenuta indispensabile dall'operatore in vista delle attivita' da compiersi e ferma restando la necessita' di fornirne comunque la prova". Con riferimento ai servizi di telefonia, in particolare, l'Authority, ritiene che: "merita una precisazione a parte il caso del passaggio degli utenti da un operatore ad un altro. In tale casistica di recesso – prevalente sul piano statistico – generalmente le attivita' di disattivazione della configurazione preesistente coincidono con le attivita' tecniche da effettuarsi in fase di attivazione dall'operatore che acquisisce il cliente. Esse sono dunque gia' remunerate da quest'ultimo. In tali casi, pertanto, eventuali costi di disattivazione posti a carico dell'utente non sono in linea di massima giustificati". A tal fine, con la delibera n. 96/07/CONS diretta a tutelare gli utenti garantendo una maggiore trasparenza delle tariffe, l'Autorita' ha imposto in particolare ai gestori dei servizi di telefonia di pubblicare le condizioni economiche applicate, utilizzando un prospetto informativo redatto secondo uno schema pre-compilato, nella quale compare anche una voce dedicata ai costi di disattivazione del servizio. Tale voce, inizialmente intitolata "Penali per il cliente per rescissione anticipata del contratto" e' stata in seguito modificata con il termine "Spese per il cliente per l'esercizio della facolta' di recesso", considerato maggiormente in linea con lo spirito della legge 40/07 (delibera n. 302/07/CONS). Dunque, emerge che i gestori dei servizi di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche, qualora intendano imporre al cliente dei costi in casi di disdetta anticipata, devono indicare nel contratto il prezzo dell'operazione di disattivazione della configurazione se sussistono ragioni oggettive di indispensabilita' dell'addebito. Qui di seguito l'elenco delle societa' che hanno ottemperato a tale ordine, e le condizioni da esse applicate:http://www.agcom.it/operatori/operatori_tariffe.htm LE FORMALITA' DA SEGUIRE IN CASO DI DISDETTA La legge 40/07 stabilisce che i gestori non possono imporre un tempo massimo di preavviso superiore a 30 giorni. Nel contratto, dunque, devono essere indicate le modalita' per effettuare la disdetta (in genere viene richiesto l'invio di una raccomandata a/r, anticipata anche via fax). Nella pratica ci sono giunte molte segnalazioni di indebiti trasferimenti, di utenze o di singoli servizi (come l'adsl) da parte di nuovi gestori, senza che l'utente lo avesse mai richiesto o ne fosse a conoscenza. Questo e' possibile visto che oggi e' uso diffuso stipulare contratti telefonicamente o direttamente on-line, cui segue spesso l'attivazione del servizio da parte dei gestori senza aspettare di ricevere il contratto firmato dall'utente. Il problema nasce dal fatto che il vecchio gestore, una volta ricevuta la richiesta di migrazione da parte del nuovo gestore, non puo' far altro che consentirla in base alle convenzioni che regolano i rapporti tra operatori. Accade spesso, dunque, che tale operazione avvenga all'oscuro dell'utente, il quale si trova improvvisamente assegnato al nuovo gestore. Per ovviare a cio' consigliamo, in caso di scelta di un nuovo operatore, di fare attenzione all'aspetto relativo alla comunicazione della disdetta, in modo da poter richiedere il risarcimento del danno al nuovo gestore in caso di attivazione indebita di servizi. In caso di attivazioni e/o migrazioni non richieste, occorre procedere come indicato nella nostra scheda pratica su "Telefonia, adsl, suonerie, ecc. - Servizi non richiesti e mancate attivazioni: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=167877 Un altro aspetto rilevante in caso di disdetta riguarda la restituzione degli apparati eventualmente ricevuti a titolo di comodato. In genere questo servizio e' gratuito, ma puo' essere previsto anche a titolo oneroso. Gli artt. 1809 e 1810 c.c. stabiliscono in capo al comodatario l'obbligo di restituzione della cosa alla scadenza del termine convenuto, oppure, qualora non sia previsto un termine all'accordo negoziale, quando il comodante la richieda. E' consentito, dunque, in capo al comodante di prevedere all'interno del contratto da questi predisposto la corresponsione di un corrispettivo in caso di mancato adempimento di questo obbligo da parte dell'utente. Le modalita' di restituzione degli apparecchi sono solitamente contenute nel contratto. Qualora non se ne abbia una copia, consigliamo di chiedere, nella raccomandata con la quale si comunica la disdetta, anche con quali modalita' dettagliate debbano essere restituiti gli apparecchi in comodato; in tal modo si trasferisce in capo al gestore l'onore di indicare dette procedure, ovvero di inviare copia delle condizioni di contratto. I SOGGETTI TUTELATI DALLA NORMATIVA I clienti, che sono utenti e contraenti: con questo termine si intende, in particolare, coloro che hanno stipulato contratti per adesione, ossia - ai sensi dell'art. 1341 c.c. - contratti le cui condizioni generali sono state predisposte unilateralmente da uno dei contraenti per regolare in modo uniforme una pluralita' di rapporti (sono tali, ad esempio i contratti conclusi mediante moduli o formulari). Una delle questioni che ancora oggi appare essere maggiormente dibattuta riguarda l'applicabilita' o meno del decreto Bersani-bis alle persone giuridiche. Ovvero: puo' una societa', un professionista, un negozio, un ufficio, disdire anticipatamente un contratto telefonico, ad esempio, senza essere soggetto al pagamento della penale se prevista nel contratto? La gran parte dei gestori propendono per una interpretazione restrittiva, escludendo tale possibilita' sulla base del richiamo nel testo della legge alla parola "consumatore", che troviamo nel titolo della legge in oggetto ("Misure urgenti per la tutela dei consumatori, etc."), nonche' nel 1° comma dell'art. 1 della legge stessa ("Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi prezzi del servizio, etc."). In realta', questa interpretazione viene disattesa dagli stessi operatori, i quali continuano a chiedere il pagamento della penale a tutti i clienti indifferentemente, siano essi persone fisiche o persone giuridiche, ma nel secondo caso spesso viene utilizzata questa motivazione per legittimare la richiesta. Vi sono pero' ragioni sostanziali per ritenere che quanto affermato dai gestori riguardo alle persone giuridiche non sia corretto. In primis, partiamo dal dettato della legge. Se da un lato e' comprensibile che la parola "consumatore" inserita nel titolo cosi' come nel primo comma della legge possa far propendere per una specificazione dei soggetti interessati, dall'altro si rileva che: - nel metodo: il legislatore, pur potendo, non ha voluto inserire la nuova disciplina all'interno del corpus del Codice del consumo, la cui tutela e' rivolta in maniera specifica alla "persona fisica che agisce per scopi estranei all'attivita' imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta" (art. 3, lett. a del Cdc). - nel merito: laddove il legislatore abbia voluto limitare la portata delle misure alle persone fisiche, lo ha specificato (si veda l'art. 2 l. 40/07 in materia di assicurazioni). Ma soprattutto, ed in virtu' di quanto appena detto, l'art. 1 comma 3 della legge si rivolge ai contratti conclusi per adesione, senza differenziare la posizione della persona fisica da quella della persona giuridica. A tal proposito illustriamo la precisazione sul punto contenuta nelle linee guida diffuse dalla Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, di cui sopra: "Ambito di applicazione oggettivo dell'art. 1, comma 3: Contratti per adesione. 1. Le previsioni dell'art. 1, comma 3, della Legge n. 40/2007 per espressa previsione testuale si applicano ai rapporti con gli operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, stipulati attraverso l'utilizzo di contratti per adesione. 2. Al riguardo si ricorda che ai sensi dell'art. 1341 Cod. civ. possono essere qualificati "per adesione" quei contratti che, anche in vista del contenuto delle loro singole clausole, risultino predisposti unilateralmente da un solo contraente e siano destinati a regolare una serie indefinita di rapporti, sia da un punto di vista sostanziale (perche' predisposti da un contraente che esplichi attivita' negoziale nei confronti di una pluralita' indifferenziata di soggetti), sia da un punto di vista meramente formale (perche' preordinati nel contenuto a mezzo di moduli o formulari utilizzabili in serie). Le possibilita' previste per il contraente aderente nei contratti per adesione sono quindi solo quelle di accettare in blocco le clausole ovvero di rifiutarle integralmente, senza alcuna facolta' di trattativa". Peraltro, in materia di telecomunicazioni non mancano esempi di disposizioni che esplicano effetti nei confronti di entrambe le tipologie di soggetti (si veda ad esempio la fondamentale delibera AGCOM n. 664/06/CONS, rivolta espressamente all'"utente finale" cosi' come definito dall'art. 1, lett. qq del d.lgv. 259/03 Codice delle comunicazioni elettroniche, nonche' tutti gli atri interventi dell'Authority che richiamano la legge n. 40/07, diretti ad approntare una effettiva tutela degli utenti, generalmente intesi, nei rapporti con gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche). Infine, la stessa ratio e' confermata nelle ordinanze dell'Authority che terminano i procedimenti sanzionatori verso gli operatori, consultabili a questo indirizzo: http://www.agcom.it/operatori/operatori_sanzioni_CONS.htm#05 Per concludere, data la fotografia della situazione a distanza di piu' di un anno dall'entrata in vigore della legge Bersani, siamo ancora una volta a sollecitare una maggiore attenzione da parte dell'Authority circa i problemi applicativi maggiormente emersi. Così come a suo tempo e' stato fatto con la delibera n. 664/07/CONS riguardo ad una fase decisamente fondamentale del rapporto, ossia l'attivazione dei contratti a distanza, auspichiamo che venga fatta chiarezza sugli aspetti che riguardano un momento altrettanto decisivo, vale a dire la cessazione del contratto concluso con gli operatori, chiedendo a gran voce che l'Authority, attraverso le facolta' ad essa conferite dalla legge, vigili attentamente sull'operato complessivo dei gestori di servizi i quali, nonostante le importanti novita' introdotte dalla l. 40/07, continuano a detenere una posizione di incontrastato potere contrattuale. (1) si veda questa specifica scheda pratica: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=170308 ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Il reflusso corporativo dei taxi: quando le riforme omeopatiche non servono a nulla Quando un settore necessita di una rivoluzione e, per il 'quieto' vivere, le novita' si limitano a provvedimenti in dosi omeopatiche, prima o poi c'e' il reflusso, si torna indietro e i problemi si ripropongono immutati sempre uguali a se stessi. Il settore dei taxi non e' il principale responsabile dei mali italiani, ne e' l'emblema. Il governo Prodi, con i provvedimenti di Bersani tento' la via 'omeopatica' alle riforme e introdusse meccanismi che avrebbero dovuto favorire la diffusione del servizio taxi, sia per chi da sempre li utilizza, sia per allargare la domanda anche a chi non ne fa un uso abituale. Provvedimenti leggeri che sono stati contestati dalla corporazione dei tassisti. Provvedimenti che non hanno portato ad un salto di qualita' tale da dire: in Italia trovare un taxi e' relativamente semplice e abbordabile economicamente. Cosi' ora siamo al reflusso. Un'agenzia stampa, l'Apcom, titolava il 29 giugno scorso: Taxi, Roma torna al passato,meno auto di notte,stop flessibilita'. Taxi dimezzati di notte a Roma questa estate. Da domani scattano i nuovi turni delle auto bianche decisi dalla giunta Alemanno. Fra le novita': tagli quasi del 50% delle macchine in servizio dalle 22, con solo 375 auto in strada fino alle 5 del mattino; abolizione della flessibilita' … In questi mesi qualche licenza in piu' e' stata concessa dai vari Comuni, spesso in cambio i tassisti hanno ottenuto aumenti tariffari. L'ultimo caso, la scorsa settimana, in Lombardia, dove uno sciopero e' stato sospeso dietro la promessa di un meccanismo automatico di recupero dei costi per evitare che le tariffe rimangano ferme per anni. Un'agenzia del 24 giugno titolava: Taxi. Stop a sciopero Lombardia, possibili aumenti dopo accordo Poco consola la notizia che a Bologna prossimamente per la prima volta in Italia, seguendo i principi del decreto Bersani, 41 nuove licenze saranno messe a gara al costo di 150 mila euro. In passato, chi presentava domanda, se usciva vincente dalla riffa, si portava a casa una licenza che vale tantissimo senza tirare fuori un soldo. Spiegava un'agenzia del 25 giugno. Cosi', visto che la liberalizzazione dei taxi e' fuori dall'agenda politica, i tassisti hanno smesso di opporsi alle riforme che nessuno piu' invoca, e hanno ricominciato a chiedere. Agenzia del 18 giugno 2008: Taxi: sindacati; torna protesta, ridurre tasse e no a cinture Costi insostenibili dovuti al rincaro dei carburanti, eccessiva pressione fiscale, esenzione dalle cinture di sicurezza considerate 'pericolose in caso di aggressione'. E' per questi ed altri motivi che i rappresentanti delle sigle sindacali Uritaxi, Casartigiani, Claai, Ugl, Ciisa, Fast Taxitalia, Unci, Cisal, Unica Cgil, Cisl e Uil si sono riuniti a Roma e hanno dichiarato lo stato di crisi della categoria, chiedendo un incontro urgente alle istituzioni locali, nazionali ed europee. Insomma, ostracismo verso i tentativi di liberalizzazione dello Stato, ma pronti a chiederne l'intervento in caso di problemi. DALLA FRANCIA. Agenzia Ansa del 28 maggio 2008: Taxi: 1.200 in piu' a Parigi e corsia per aeroporto A Parigi circoleranno 1.200 taxi in piu' entro la fine dell'anno, passeranno da 15.000 a 20.000 entro il 2010, e potranno usufruire di una corsia preferenziale fino all'aeroporto 'Charles de Gaulle' dall'inizio del prossimo anno. Sono le misure annunciate dal ministro dell'Interno francese, Michele Alliot-Marie, che ha firmato un protocollo con le federazioni dei tassisti. Si veda anche: Le necessarie liberalizzazioni e le resistenze: come il Governo ha fallito. Parte prima: i taxi http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php?id=202450 La concorrenza, le barriere 'burocratiche' all'entrata e i taxi http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php?id=182455 ------------------------------------------- IL CONDOMINIO Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini di: Alessandro Gallucci La ripartizione delle spese nel condominio: le tabelle millesimali Ai sensi dell’art. 1123 c.c. “Le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell'edificio, per la prestazione dei servizi nell'interesse comune e per le innovazioni deliberate dalla maggioranza sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprieta' di ciascuno, salvo diversa convenzione.” Cio' significa che nell’ambito di un condominio, non tutte le proprieta' individuali (appartamenti, box, negozi) hanno lo stesso valore in relazione ai beni di proprieta' comune (le scale, l’ascensore, ecc.). Ogni singola proprieta' ha un valore proporzionale rispetto alle parti di proprieta' comune. Le tabelle millesimali esprimono un valore proporzionale della proprieta' di ciascuno rispetto alla proprieta' comune. L’utilizzo di queste tabelle e' di fondamentale importanza perche' consente una ripartizione piu' equa delle varie spese che sono necessarie per l’uso ed il godimento delle parti comuni. E’ di tutta evidenza, infatti, che non sarebbe giusto che il proprietario di un piccolo monolocale pagasse quanto colui che ha un appartamento di ampia metratura. Finche' ci si riporta alla lettera della legge, tutto chiaro. Come spesso accade, pero', nella pratica il discorso e' completamente diverso. Non ci si deve meravigliare, allora, se tra i principali motivi di impugnazione delle delibere, quello relativo al riparto delle spese occupa i primi posti. E’ fin troppo facile capirne il motivo. Cerchiamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza: a) sul procedimento di formazione delle tabelle millesimali e sulla loro (eventuale) modificazione b) sulla deroga ai criteri di ripartizione legale (cioe' quelli dettati dalla tabelle). a) In primo luogo e' indispensabile sottolineare che non esiste una disposizione di legge che preveda una maggioranza ad hoc per l’approvazione delle tabelle millesimali. Cio' ha portato grossa incertezza. Infatti, a dir di molti, per approvare le tabelle millesimali sarebbe necessaria l’unanimita' dei consensi dei partecipanti al condominio. Questa tesi, sposata dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione, nel 1997, e' stata smentita, nel 2001, da una sezione semplice della stessa Corte che per l’approvazione delle tabelle, e la modifica di quelle assembleari, ha ritenuto sufficiente la maggioranza. Il discorso cambia se si fa riferimento alla tabelle millesimali predisposte dal costruttore ed inserite negli atti d’acquisto. Qui, e' evidente, non vi e' bisogno di deliberazioni assembleari per accettarle, ma, al massimo, per modificarle. Per la modifica delle tabelle contrattuali, cosi' come per il regolamento che ha la stessa origine, e' necessaria l’unanimita'. Accade spesso che le tabelle vengano redatte in modo errato, cioe',in sostanza, che non rispecchino i valori di ogni singola proprieta' rispetto alla proprieta' comune. Si pone, dunque, l’esigenza di modificare tali tabelle. A tal proposito l’art. 69 delle disposizioni di attuazione del codice civile recita: “I valori proporzionali dei vari piani o porzioni di piano possono essere riveduti o modificati, anche nell'interesse di un solo condomino, nei seguenti casi: 1) quando risulta che sono conseguenza di un errore; 2) quando, per le mutate condizioni di una parte dell'edificio, in conseguenza della sopraelevazione di nuovi piani, di espropriazione parziale o di innovazioni di bassa portata, e' notevolmente alterato il rapporto originario tra i valori dei singoli piani o porzioni di piano.” Anche sull’applicabilita' di questo articolo pesa la natura delle tabelle. Secondo la Cassazione, sarebbe applicabile solo in caso di tabelle assembleari, viceversa per quelle contrattuali sarebbe possibile impugnarle per vizi di formazione della volonta', essendo le stesse inserite nel contratto di compravendita. b) Per quanto concerne la possibilita' di derogare ai criteri stabiliti dalla legge, cio' risulta possibile laddove vi sia il consenso unanime di tutti i condomini. A questo punto una domanda sorge spontanea: che succede se le tabelle millesimali non sono ancora state formate, qual e' il criterio legale di ripartizione delle spese? La risposta fornitaci dalla Cassazione lascia piu' di qualche dubbio. Nella sostanza la Suprema Corte ci dice che i valori proporzionali delle singole proprieta' esistono fin dalla costruzione del palazzo, devono solo essere formalizzate e messe su carta (le tabelle millesimali). Come dire che i millesimi nascono e crescono tra calce e cemento ed aspettano solo di essere riconosciuti e messi su carta da un tecnico. Cio' non chiarisce quale sia il criterio da adottare in mancanza delle tabelle. Per ovviare a questa evidente situazione d’incertezza, la stessa Cassazione, nel 2005, ha affermato che in mancanza di tabelle le deliberazioni prese a maggioranza che comportino una modifica dei criteri legali sono valide fino all’approvazione delle tabelle stesse, salvo conguagli. Cosi' se si e' deciso di ripartire le spese in parti uguali, come spesso accade nella comunione, solo dopo la redazione delle tabelle millesimali si ri-effettueranno i calcoli e si ripristineranno i criteri legali, con le dovute restituzioni o gli esborsi supplementari. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA AUTOSTRADE: OBBLIGHI E PEDAGGIO La guida in autostrada e' disciplinata dagli articoli 175 e 176 del codice della strada (d.lgs.285/92) e loro regolamenti (art.372 e 373 del dpr 495/92). Le norme disciplinano essenzialmente il comportamento che l'automobilista deve tenere, e sanciscono l'obbligo di pagare il pedaggio deciso dall'ente proprietario della strada. CIRCOLARE IN AUTOSTRADA Sulle autostrade la circolazione e' permessa a tutti i veicoli, esclusi: - le autovetture che non siano in grado, per costruzione, di sviluppare una velocita' in piano di almeno 80 Km/h; - i velocipedi, ciclomotori, motocicli di cilindrata inferiore a 150 cc se a motore termico e motocarrozzette di cilindrata inferiore a 250 cc se a motore termico; - ad altri motoveicoli di massa a vuoto fino a 400 kg o di massa complessiva fino a 1300 kg; - i veicoli non muniti di pneumatici; - le macchine agricole e macchine operatrici; - i veicoli con carico disordinato e non solidamente assicurato o sporgente oltre i limiti consentiti (applicabile una sanzione variabile da euro 370 a euro 1.485); - i veicoli a tenuta non stagna e con carico scoperto, se trasportano materie suscettibili di dispersione (applicabile una sanzione variabile da euro 370 a euro 1.485); - i veicoli il cui carico o dimensioni superino i limiti previsti dagli articoli 61 e 62, ad eccezione dei casi previsti dall'art. 10; - i veicoli le cui condizioni di uso, equipaggiamento e gommatura possono costituire pericolo per la circolazione; - i veicoli con carico non opportunamente sistemato e fissato. Tutte le suddette esclusioni non si applicano ai veicoli appartenenti agli enti proprietari o concessionari dell'autostrada o da essi autorizzati. Le sanzioni applicabili, a parte quelle gia' indicate sopra, variano da euro 36 a euro 148. Per ragioni tecniche o di sicurezza, l'ente proprietario o concessionario puo' sospendere il traffico per tutte le categorie di veicoli o per alcune di esse su tratti dell'autostrada, ovvero puo' stabilire particolari modalita' di uso di tratti dell'autostrada stessa, compreso l'attraversamento dei piazzali delle stazioni autostradali a particolari categorie di utenti e operatori autorizzati dall'ente proprietario. Non possono circolare in autostrada anche i pedoni e gli animali, eccezion fatta ovviamente per le aree di servizio e di sosta, precisando pero' che in tali aree gli animali possono circolare solo se debitamente custoditi. Lungo le corsie di emergenza e' consentito il transito dei pedoni solo per raggiungere i punti per le richieste di soccorso. In questi casi e' prevista una sanzione variabile da euro 22 a Euro 88. REGOLE DI COMPORTAMENTO In autostrada e' vietato: a) invertire il senso di marcia e attraversare lo spartitraffico, anche all'altezza dei varchi, nonche' percorrere la carreggiata o parte di essa nel senso di marcia opposto a quello consentito. In questi casi e' applicabile la sanzione amministrativa variabile da euro 1.754 a euro 7.018, con sospensione della patente da 6 a 24 mesi e fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. In caso di reiterazione delle violazioni il veicolo viene confiscato. b) effettuare la retromarcia, anche sulle corsie per la sosta di emergenza, fatta eccezione per le manovre necessarie nelle aree di servizio o di parcheggio; c) circolare sulle corsie per la sosta di emergenza se non per arrestarsi o riprendere la marcia; d) circolare sulle corsie di variazione di velocita' se non per entrare o uscire dalla carreggiata. In questi tre casi la sanzione amministrativa applicabile varia da euro 370 a euro 1.485. Nei casi c) e d) e' prevista anche la sospensione della patente da due a sei mesi. Inoltre: - Sulle carreggiate, sulle rampe e sugli svincoli e' vietato sostare o solo fermarsi, fuorche' in situazioni d'emergenza dovute a malessere degli occupanti del veicolo o ad inefficienza del veicolo medesimo; in tali casi, il veicolo deve essere portato nel piu' breve tempo possibile sulla corsia per la sosta di emergenza o, mancando questa, sulla prima piazzola nel senso di marcia, evitando comunque qualsiasi ingombro delle corsie di scorrimento. Le sanzioni applicabili in caso di inosservanza variano da euro 74 a euro 296. - La sosta d'emergenza non deve eccedere il tempo strettamente necessario per superare l'emergenza stessa e non deve, comunque, protrarsi oltre le tre ore. Decorso tale termine il veicolo puo' essere rimosso o bloccato ed e' applicabile una sanzione variabile da euro 370 a euro 1.485. - Nelle autostrade con carreggiate a tre o piu' corsie, salvo diversa segnalazione, e' vietato ai conducenti di veicoli adibiti al trasporto merci, la cui massa a pieno carico supera le 5 t, ed ai conducenti di veicoli o complessi veicolari di lunghezza totale superiore ai 7 m di impegnare altre corsie all'infuori delle due piu' vicine al bordo destro della carreggiata. In questi casi la sanzione applicabile varia da euro 74 a euro 296. - Fermo restando che e' ovviamente possibile procedere per file parallele, resta vietato affiancarsi ad altro veicolo nella stessa corsia. La sanzione applicabile varia da euro 370 a euro 1.485. E' anche vietato: - trainare veicoli che non siano rimorchi; - richiedere o concedere passaggi; - campeggiare, salvo che nelle aree all'uopo destinate e per il periodo stabilito dall'ente proprietario o concessionario. In questi casi e' applicabile una sanzione di importo variabile da euro 36 a euro 148. E' vietato svolgere attivita' commerciali o di propaganda sotto qualsiasi forma, sia sull'autostrada vera e propria che nelle zone attigue o confinanti, anche a chi sia munito di licenza o autorizzazione. Tali attivita' sono consentite solo nelle aree di servizio o di parcheggio, se autorizzate dall'ente proprietario. In questi casi la sanzione applicabile varia da euro 370 a euro 1.485, con fermo amministrativo dell'auto per 60 giorni. E' vietato sostare nelle aree di servizio e di parcheggio -nonche' in ogni altra pertinenza dell'autostrada- per un periodo superiore alle 24 ore, ad eccezione dei parcheggi riservati agli alberghi o presenti nelle aree attrezzate. Dopo tale termine il veicolo puo' essere rimosso o bloccato, con applicazione di una sanzione variabile da euro 36 a euro 148. Alla rimozione sono sottoposti anche i veicoli in sosta che per il loro stato o altro fondato motivo possano ritenersi abbandonati. Sono vietate le competizioni motoristiche, le riunioni, i giuochi e le gare sportive in genere, nonche' tutte quelle azioni o situazioni che possono procurare pericolo alla sicurezza della circolazione. L'ente proprietario della strada ingiunge al responsabile di cessare l'attivita', e qualora cio' non avvenga puo' provvedere coattivamente e denunciare lo stesso ai sensi dell'art.650 c.p. E' invece obbligatorio: - impegnare la corsia di accelerazione per immettersi sulla corsia di marcia, nonche' di dare la precedenza ai veicoli in circolazione su quest'ultima corsia; - impegnare tempestivamente, per uscire dalla carreggiata, la corsia di destra, immettendosi quindi nell'apposita corsia di decelerazione sin dal suo inizio; - segnalare tempestivamente il cambiamento di corsia, dopo essersi ovviamente assicurati di poter effettuare la manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti. In caso di veicolo fermo, oltre a rispettare le disposizioni generali riguardo alla segnalazione previste dall'art.162 c.d.s., se il fatto avviene di notte o quando la visibilita' e' limitata, devono sempre essere tenute accese le luci di posizione, gli anabbaglianti, le luci della targa e quelle di ingombro, come prescritto dall'art.153 c.d.s. Qualora la natura del guasto renda impossibile spostare il veicolo sulla corsia per la sosta di emergenza o sulla piazzola d'emergenza, oppure allorche' il veicolo sia costretto a fermarsi su tratti privi di tali appositi spazi, deve essere collocato, posteriormente al veicolo e alla distanza di almeno 100 m dallo stesso, l'apposito segnale mobile. Lo stesso obbligo incombe al conducente durante la sosta sulla banchina di emergenza, di notte o in ogni altro caso di limitata visibilita', qualora siano inefficienti le luci di posizione. In tutti i casi suddetti e' applicabile la sanzione variabile da euro 74 a euro 296. Inoltre: - In occasione di arresto della circolazione per ingorghi o comunque per formazione di code, qualora la corsia per la sosta di emergenza manchi o sia occupata da veicoli in sosta di emergenza o non sia sufficiente alla circolazione dei veicoli di polizia e di soccorso, i veicoli che occupano la prima corsia di destra devono essere disposti il piu' vicino possibile alla striscia di sinistra. La sanzione applicabile varia da euro 74 a euro 296. - In caso di ingorgo e' consentito transitare sulla corsia per la sosta di emergenza al solo fine di uscire dall'autostrada a partire dal cartello di preavviso di uscita posto a cinquecento metri dallo svincolo. La sanzione applicabile varia da euro 74 a euro 296. - Il conducente che circola sulle autostrade con veicolo non in regola con la revisione, ovvero che non l'abbia superata con esito favorevole, e' soggetto ad una sanzione variabile da euro 148 a euro 594, ed e' sempre disposto il fermo amministrativo del veicolo che verra' restituito al conducente, proprietario o legittimo detentore, ovvero a persona delegata dal proprietario, solo dopo la prenotazione per la visita di revisione. LIMITI E RILEVAZIONE DI VELOCITA' In autostrada il limite di velocita' e' di 130 km/h (110 km/h in caso di pioggia o neve) per tutti i veicoli esclusi: - gli autotreni con rimorchio, sottoposti al limite di 80 km/h; - gli autobus di massa superiore a 8t, sottoposti al limite di 100 km/h; - gli autoveicoli destinati al trasporto di cose o ad altri usi, di massa complessiva superiore a 3,5 t e fino a 12 t, sottoposti al limite di 100 km/h; - gli autoveicoli destinati al trasporto di cose o ad altri usi, di massa complessiva superiore a 12 t, sottoposti al limite di 80 km/h; - gli autocarri di massa complessiva a pieno carico superiore a 5 t se adoperati per il trasporto di persone, sottoposti al limite di 80 km/h; Tali mezzi devono esporre il suddetto limite di velocita' sulla parte posteriore oppure, quando vi sono, sui rimorchi. Sulle autostrade a tre corsie piu' corsia di emergenza, gli enti proprietari possono elevare il limite fino a 150 km/h, sulla base delle caratteristiche del tracciato e previa installazione di appositi segnali. Allo stesso modo gli enti possono, dandone adeguata segnalazione, fissare limiti inferiori, anche temporanei, in caso di lavori, emergenze, situazioni particolari. La rilevazione della velocita' puo' essere effettuata sia manualmente da parte degli agenti di polizia stradale (tipicamente tramite i cosiddetti apparecchi Telelaser), sia tramite apparecchiature automatiche omologate, tra le quali gli autovelox e il tutor. Quest'ultimo, ormai piuttosto diffuso nelle autostrade, e' un sistema atto alla rilevazione della velocita' media in tratti determinati. Fonte di prova riguardo alla velocita' sono anche i cronotachigrafi e i documenti relativi ai percorsi autostradali (attraverso il raffronto delle annotazioni cronologiche stampate sui biglietti di entrata ed uscita). Per precisa disposizione di legge si ricorda che le postazioni di controllo devono essere ben visibili e segnalate con cartelli o dispositivi luminosi. Dal sito di Autostrade per l'Italia si puo' scaricare una mappa dei tutor: http://www.autostrade.it/autostrade/assistenza.do?id=assi_tutor&initPosAra=3_4 Maggiori informazioni, anche sulle sanzioni applicabili, si trovano nella scheda pratica LIMITI DI VELOCITA’, AUTOVELOX E SANZIONI: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=93587 Fonte: codice della strada art.142 e suo regolamento (art.343/344/345 del Dpr 495/92). IL PEDAGGIO Il codice della strada prevede l'obbligo di pagamento del pedaggio sulle autostrade dove lo stesso sia dovuto, pagamento da farsi presso le apposite barriere utilizzando il tagliando ritirato alla stazione di entrata, che deve essere conservato integro per tutto il viaggio. Presso le barriere (i caselli) e' possibile pagare ad un addetto, con le carte (Viacard, bancomat, carte di credito, etc) oppure tramite rilevazione automatica del passaggio (con apparecchi Telepass, Europass, etc.). In caso di problemi di pagamento ci si deve rivolgere all'addetto (presso le porte automatiche c'e' un pulsante di chiamata). In caso contrario, se si prosegue, si viene fotografati per i successivi rilevamenti ed eventuali invii dei solleciti di pagamento. I caselli autostradali sono infatti normalmente dotati di un sistema di ripresa video che registra la targa dei veicoli in transito in tutti i casi di illecito previsti dal codice della strada (mancato pagamento del pedaggio, utente sprovvisto del titolo di entrata, utente che impegni in maniera impropria rispetto al titolo in suo possesso, etc.etc.). Ovviamente il soggetto interessato puo' e, riguardo al trattamento dei propri dati personali, esercitare diritti previsti dal codice della privacy (art. 7 del D.lgs.196/2003). . In caso di mancato pagamento del pedaggio (o qualora si arrivi al casello sprovvisti del biglietto di entrata), il codice prevede in modo generico che sia dovuto quello calcolato dalla piu' lontana stazione di entrata per la classe del proprio veicolo, alle tariffe previste dallo specifico ente proprietario dell'autostrada. Cio' a meno che il soggetto non dia prova di essere entrato successivamente (Autostrade per l'Italia, per la rete di propria competenza, accetta anche autocertificazioni emesse ai sensi del Dpr 445/2000). L'attivita' di riscossione del pedaggio viene gestita dal singolo ente proprietario dell'autostrada in modo autonomo o con affidamento del servizio a terzi (Autostrade per l'Italia, per esempio, si serve della societa' Essediesse). Solitamente il mancato pagamento da' luogo all’emissione di un rapporto di mancato pagamento che viene consegnato al casello di uscita o inviato per posta prioritaria con una lettera di sollecito (a seconda del caso). Non sono previste maggiorazioni nel caso in cui all'emissione del rapporto suddetto segua il pagamento entro 15 giorni (fattibile con bollettino postale, presso gli sportelli dell'ente o addirittura on-line con carta di credito). Per quanto ci risulta, al primo sollecito informale ne seguono altri (uno o due) , dopodiche' l'ente procede -autonomamente o attraverso societa' di recupero crediti- alla riscossione coattiva, generalmente effettuata tramite ingiunzione ai sensi del RD 639/1910. All'atto di ingiunzione, che viene notificato tramite ufficiale giudiziario o per posta, puo' seguire il pignoramento mobiliare e dei crediti presso terzi, eseguito secondo le procedure ordinarie senza emissione di precetto. Contro l'ingiunzione si puo' fare ricorso davanti al giudice di pace del luogo ove ha sede l'ente creditore entro 30 giorni. Note: - Al pagamento del pedaggio rispondono in modo solidale sia il conducente del mezzo che il proprietario dello stesso. Quest'ultimo e' escluso solo nel caso in cui dimostri che la circolazione del mezzo e' avvenuta contro la sua volonta'. Detta responsabilita' solidale, prevista dall'art.176 del c.d.s. (comma 11bis), e' stata precisata dalla legge 289/2002 -finanziaria 2003- e confermata dalla sentenza di Cassazione n.20000/2007. - Di solito la procedura di riscossione suddetta si attua nell'arco di un anno (almeno per quanto riguarda l'arrivo della prima notifica "ufficiale"), ma i tempi e la consequenzialita' dei passi dipende molto dall'importo "evaso" e dalle soggettive scelte della societa' concessionaria della strada. Il termine di prescrizione viene normalmente considerato di dieci anni, tenendo conto che il pedaggio e' interpretato come il corrispettivo di un contratto di servizio (Cassazione sentenza 298/2003). Il punto e' assai controverso, in realta', poiche' non c'e' armonia giurisprudenziale proprio riguardo alla natura del pedaggio. Il termine decennale, che a quanto ci risulta e' quello adottato dalle varie societa' concessionarie, e' pertanto quello prudenziale da tenere in considerazione. Sanzioni amministrative applicabili E' bene chiarire che il mancato pagamento del pedaggio in se' non corrisponde ad una "multa" e non prevede applicazione di sanzioni amministrative ma -come gia' visto- del pedaggio intero calcolato dalla stazione piu' lontana maggiorato di oneri e spese legati all'attivita' di accertamento e decisi dal singolo ente. L'applicazione delle sanzioni amministrative previste dall'art.176 del c.d.s., quindi, si puo' affiancare all'attivita' di riscossione del pedaggio come non. Si tratta di due procedure diverse, perche' mentre le sanzioni amministrative prevedono la notifica di un verbale emesso dagli organi di polizia stradale (come per qualsiasi "multa"), il mancato pagamento del pedaggio comporta -come gia' detto- l'emissione di avvisi informali da parte del gestore dell'autostrada con eventuale successiva diffida ed ingiunzione. La sanzione amministrativa eventualmente applicabile e' quella prevista nel caso in cui il soggetto che non si e' fermato al casello abbia anche avuto un comportamento pericoloso per la circolazione o per se stesso o altri soggetti o che comunque, come genericamente dice il codice, ponga in essere qualsiasi atto al fine di eludere in tutto o in parte il pagamento del pedaggio (leggasi l'uso fraudolento della Viacard, del Telepass, etc.). In questo caso e' applicabile infatti una sanzione variabile da euro 370 a euro 1.485. L'applicazione di dette sanzioni, come gia' accennato, e' sottoposta alle stesse regole di qualsiasi sanzione amministrativa prevista dal c.d.s., con riscossione tramite emissione di verbale, iscrizione a ruolo, etc.. La prescrizione in questo caso e' quindi di cinque anni dall'infrazione. Fonte: C.d.s., art.176 commi 11, 11bis, 16 e 17; Regolamento c.d.s. Art.373 Quando si puo' parlare di reato A fronte del mancato pagamento del pedaggio si puo' essere, in particolari casi, anche denunciati per il reato di insolvenza fraudolenta, ovvero il contrarre un'obbligazione col proposito di non adempierla dissimulando uno stato di insolvenza. Tale reato, se riconosciuto, comporta la reclusione fino a due anni o l'applicazione di una multa massima di 516 euro (art.641 c.p.). In tal senso si e' piu' volte espressa la Cassazione, su casi diversi che vanno valutati in modo specifico. Tra le piu' recenti la Cassazione penale, sentenza 24300/2003 e la Cassazione penale sentenza 11734/2008, che ha condannato un automobilista che aveva ripetutamente eluso il pagamento del pedaggio passando dalle corsie riservate al Viacard senza esserne in possesso e che aveva inoltre ignorato i numerosi solleciti di pagamento del pedaggio. Questa sentenza ha in particolare sancito che la denuncia per insolvenza fraudolenta non e' affatto in contrasto con l'applicazione delle sanzioni amministrative previste dall'art.176 cds nel caso di comportamento elusivo del pagamento del pedaggio (vedi sopra). Con determinati comportamenti, quindi, come nella fattispecie suddetta, si puo' incorrere sia nelle sanzioni amministrative che nelle denunce penali, oltre che nelle azioni di recupero del pedaggio. In altri casi, il comportamento tenuto dall'automobilista presso il casello al fine di evitare il pagamento del pedaggio e' stato denunciato e condannato come reato di truffa (art.640 cp). In tal senso si e' espressa la Cassazione penale che, con sentenza 26289/2007, ha condannato un automobilista che per evitare di pagare il pedaggio era transitato dalla corsia riservata al Viacard senza esserne in possesso. In questo caso la multa puo' variare da 309 a 1.549 euro ed e' prevista reclusione da uno a cinque anni. Altro illecito penale che puo' essere colpito e' l'indebito uso o l'alterazione, per pagare il pedaggio, di carte di credito o di tessere Viacard. Due sentenze di Cassazione penale hanno condannato utenti che avevano abusivamente rimagnetizzato tessere Viacard (Cassazione penale n.15533/2007 e n.43056/2007). L'illecito, prima disciplinato dall'art.12 del Dl 143/91, e' ora sanzionato dall'art.55 del d.lgs.231/07 (decreto antiriciclaggio) e prevede la reclusione da uno a cinque anni e la multa da 310 a 1550 euro. LINK UTILI Alcuni enti di gestione delle autostrade italiane e loro siti: - Autostrade per l'Italia S.p.A: http://www.autostrade.it - Tangenziale di Napoli: http://www.tangenzialedinapoli.it - Societa' Autostrade Meridionali (A3, Napoli-Pompei-Salerno): http://www.autostrademeridionali.it/italiano.html - Raccordo Autostradale Valle d’Aosta (A12): http://www.ravspa.it/Ita/home_ita.htm - Societa' Autostrada Tirrenica: http://sat.autostrade.it - Autostrada Torino-Savona: http://www.tosv.it/default.asp - Strada dei Parchi: http://www.stradadeiparchi.it - Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova: http://www.autobspd.it/home.do - Autostrada del Brennero: http://www.autobrennero.it - Autostrade Torino-Milano e Torino-Piacenza (A4 e A21):http://www.satapweb.it - Autostrada Venezia-Padova: http://www.autovepd.it - Autostrada Ligure-Toscana: http://www.salt.it - Autostrada dei fiori: http://www.autostradadeifiori.it/home.html (Rita Sabelli) ------------------------------------------- ARTICOLI Spagna. I danni dell'alcool per il cervello dei giovani sotto i 21 anni Rosa a Marca L'attuale modello di consumo d'alcol tra i giovani puo' provocare un deficit d'attenzione, una diminuzione della memoria e problemi d'apprendimento, ha spiegato la Consigliera per la Sanita' e il Consumo di Valencia, Lourdes Bernal, inaugurando il primo incontro del ciclo "Dibattiti sulle tossicodipendenze". E Consuelo Guerri, direttrice del laboratorio di patologia cellulare del Centro di Ricerche Principe Felipe, ha aperto il ciclo delle conferenze che si ripeteranno a cadenza trimestrale, con una relazione proprio sull'attuale consumo d'alcol. Davanti a una cinquantina di operatori a vario livello nel campo delle tossicodipendenze, la signora Guerri, biologa e ricercatrice in Spagna e Stati Uniti, ha spiegato che i giovani spagnoli copiano le modalita' d'assunzione d'alcol dei Paesi anglosassoni, e che quel tipo di consumo nell'adolescenza "puo' causare danni cerebrali irreversibili in una fase in cui il cervello e' ancora in formazione". Bere grandi quantita' d'alcol in poche ore, senza accompagnarlo con del cibo -fenomeno noto come botellon-, e' piu' neurotossico di un'assunzione media prolungata, giacche' aumenta a livelli molto alti il tasso alcolico nel sangue e nel cervello. I "picchi" d'etanolo possono essere molto rischiosi per i consumatori, soprattutto prima dei 21 anni, quando il cervello e' ancora in fase di formazione. "I danni neuronali che si producono in questa tappa della maturazione e dello sviluppo sono irreversibili", ha spiegato la biologa. Da esperimenti fatti, risulta che la maggiore neurotossicita' dovuta all'assunzione concentrata di alcol si produce nelle regioni cerberali implicate nella memoria e nell'apprendimento (ippocampo e regione prefrontale), per cui gli adolescenti con quel modello di consumo possono avere problemi in ambito scolastico. La signora Guerri ha riconosciuto che un consumo moderato d'alcol puo' avere effetti benefici nelle malattie cardiovasciolari, ma ha avvertito che l'abuso e le nuove modalita' di consumo diffuse tra i giovani possono creare grossi problemi di dipendenza da alcol e altre droghe. Le dosi massime raccomandate per un consumo moderato sono 20-30 grammi al giorno (2-3 bicchieri di vino) per l'uomo e 10 grammi (un bicchiere) per la donna. Donne incinte, persone affette da epatopatie ed ex-alcolisti dovrebbero rinunciarvi completamente. Nel corso del dibattito e' stata ribadita la necessita' d'informare i giovani sulle conseguenze di quel tipo di consumo, l'obbligo di condurre un'attivita' preventiva efficace non solo nelle unita' di prevenzione e centri d'assistenza, bensi' anche in altri ambiti (mediucina di base, pediatria, ginecologia) e la necessita' d'individuare nuove strategie di prevenzione per rendere consapevoli, senza allarmare, di quel genere di consumo. Bollette gonfiate. Stop del Tar al blocco degli 899: il parere del giurista Fulvio Sarzana L'avvocato Fulvio Sarzana commenta su Punto Informatico la decisione del Tar di sospendere l'efficacia della delibera Agcom che rendeva automatica la disabilitazione dei numeri speciali, 899 e similari. Leggi tutto: http://www.aduc.it/dyn/tlc/arti.php?id=223779 Staminali cordone ombelicale. L'Italia delle proroghe contro il diritto alla salute. L'etica strattonata per nascondere altri interessi! Donatella Poretti * Sconcertante. E' l'unico termine con cui si puo' riassumere una vicenda che non e' spiegabile altrimenti. Esistono delle cellule staminali nel cordone ombelicale che dal 1992 si trapiantano per curare malattie del sangue molto gravi come leucemia, anemia, talassemia e altre patologie. La loro raccolta deve essere fatta in sala parto, altrimenti finiscono tra i rifiuti biologici. Se alle mamme fosse posta la semplice domanda “preferisce buttarle o donarle?” non avremmo dubbi sulla risposta. Purtroppo cosi' non accade, anzi quelle che chiedono di donare si sentono rispondere che non e' possibile. Neppure il 10% dei punti nascita e' infatti attrezzato a fare la raccolta: qualche minuto di lavoro di un'ostetrica perche' quel sangue venga messo in una sacca, etichettato e inviato ad una biobanca per stoccaggio, tipizzazione e conservazione sotto azoto. E' cosi' che sui 570 mila parti del 2007 sono state fatte 2.500 donazioni, un dato numericamente inesistente. A fronte dell'impossibilita' alla donazione, la situazione peggiora con una ordinanza rinnovata annualmente dal 2001 ad oggi, vietando la possibilita' di conservare a proprie spese quel cordone e quelle preziose cellule. Ma c'e' una scappatoia. Attraverso una burocratica pratica si possono mandarle all'estero in biobanche private che hanno sede fuori dall'Italia ma che nel nostro Paese operano promuovendo i loro servizi. E' cosi' che oltre 5 mila cordoni sempre nel 2007 hanno avuto dal ministero l'autorizzazione all'espatrio. Il doppio di quelli donati. E tutti gli altri cordoni? Nella spazzatura della sala parto! A febbraio 2007 la legge (1) introduce una novita': “per incrementare la disponibilita' delle staminali cordonali ai fini di trapianto e' autorizzata la raccolta autologa, la conservazione e lo stoccaggio del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private autorizzate dalle regioni o dalle provincia autonome, sentiti il CNT e il CNS. La raccolta avviene senza oneri per il SSN e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessita' per paziente compatibile”. Maggioranza, opposizione e Governo sono favorevoli, entro il 30 giugno deve essere semplicemente fatto il decreto ministeriale. Centro Nazionale del Sangue e Centro Nazionale Trapianti lavorano alla stesura del testo tecnico, ci sono le elezioni, cambia il ministro e si decide di rimandare di un anno e di non dare seguito alla legge. Perche'? Nel comunicato del ministero si dice che c'e' bisogno di tempo per fare il decreto per la creazione della rete di banche pubbliche e private. Peccato che la rete esista gia' da tempo, la istituiva la legge 219 sul sangue del 2005, ma anche in questo caso il decreto che doveva essere emanato a luglio 2006 non aveva mai visto la luce. Il giorno stesso della decisione tutta politica di rimandare, prorogare, decidere di non decidere, la spiegazione la si legge su Avvenire (il quotidiano della Cei) dove Daniela Verlicchi scrive come la conservazione autologa del cordone ombelicale e' “un colpo mortale alla cultura della donazione”, e quindi l'appello al sottosegretario al Welfare sui temi etici Eugenia Roccella: “se qualcosa si puo' fare contro lo sfruttamento economico delle cellule del cordone lo si deve fare nei prossimi dieci giorni”. Cioe' non emanare il decreto previsto da una legge votata all'unanimita' dal Parlamento. Complimenti. La cultura della donazione esiste, cio' che manca in Italia e' la possibilita' pratica per le mamme di donare il cordone, ma su questo nessun appello alle ostetriche, ai ginecologi, ai direttori ospedalieri, nessuno scandalo se le cliniche come il San Raffaele si convenzionano con le biobanche svizzere. Il colpo mortale alla donazione sarebbe invece inferto da chi e' disponibile a pagare e a mettere a disposizione quel cordone anche per futuri trapianti piuttosto che buttarlo nella spazzatura? Della serie quando l'etica viene strattonata per nascondere ben altri interessi! (1) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=783 * senatrice Rimpatri degli stranieri extracomunitari clandestini. La Direttiva UE 'della vergogna' Emmanuela Bertucci Il 18 giugno 2008 e' stata definitivamente approvata dal Parlamento Europeo la direttiva sulle norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di Paesi terzi soggiornanti illegalmente, che dovra' essere recepita negli Stati membri entro 24 mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (la pubblicazione in Gazzetta seguira' all'ultimo –formale- via libera dai ministri degli Interni e Giustizia degli Stati membri, previsto per luglio). La direttiva piu' che disciplinare puntualmente a livello europeo le modalita' di espulsione degli stranieri extracomunitari irregolari, detta le "garanzie minime" che gli Stati devono assicurare agli stranieri clandestini nelle procedure di espulsione e rimpatrio. E tali garanzie sono davvero minime, tanto minime da aver sollevato le proteste in coro di tantissime associazioni che operano nel settore della tutela dei diritti umani, per le violazioni dei diritti fondamentali che la direttiva consente agli Stati, cui lascia amplissimo margine di manovra, al punto che l'attuale legislazione italiana (da noi spesso criticata) appare alla luce delle indicazioni dell'Unione Europea quasi un'isola felice! In questo articolo ne evidenziamo le contraddizioni e le violazioni dei diritti umani fondamentali che balzano subito agli occhi, valutandone e commentandone l'impatto sulla legislazione italiana. Partenze volontarie prima dell'espulsione Da una parte si prevede che l'espulsione coattiva sia preceduta (a differenza di quanto ora avviene in Italia) dalla possibilita' per il clandestino di lasciare volontariamente il territorio dello Stato, e di procedere ad espulsione in caso di mancata ottemperanza. Il termine da assegnare allo straniero deve essere congruo, fra i sette e i trenta giorni derogabile ampliandolo - in considerazione di circostanze specifiche del singolo caso, quali la durata del soggiorno, l'esistenza di figli che frequentano la scuola e l'esistenza di altri legami familiari e sociali - o restringendolo. La norma esonera gli Stati da tale obbligo se "sussiste il rischio di fuga o se una domanda di soggiorno regolare e' stata respinta in quanto manifestamente infondata o fraudolenta o se l'interessato costituisce un pericolo per la sicurezza pubblica, l'ordine pubblico o la sicurezza nazionale". In pratica una norma vuota, che gli Stati possono "riempire" a proprio piacimento, soprattutto se si considera che la stessa direttiva definisce pericolo di fuga: "l'esistenza in un caso particolare di motivi basati su criteri obiettivi definiti dalla legge per ritenere che un cittadino di un paese terzo oggetto di una procedura di rimpatrio possa tentare la fuga"; quasi sempre dunque. L'attuale disciplina italiana prevede che l'allontanamento dal territorio sia sempre disposto con decreto motivato immediatamente esecutivo: siamo fuori "parametri UE", ma bastera' specificare che tale modalita' di allontanamento sia adottata quando sussiste pericolo di fuga, per "rientrarvi". Per il diritto italiano dunque cambiera' ben poco. Traduzione degli atti E' uno dei punti a mio avviso piu' scandalosi della direttiva, che viola il diritto di difesa giudiziale stabilita non solo nella maggior parte delle legislazioni nazionali, ma soprattutto nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Per l'Unione Europea non e' infatti assolutamente indispensabile che lo straniero espulso ben comprenda cosa gli sta accadendo, posto che la traduzione degli atti relativi al procedimento di espulsione (oggi in Italia obbligatoria e per iscritto) non e' obbligatoria ma "eventuale", se richiesta dallo straniero stesso. E anche qualora lo straniero la richieda, puo' essergli fatta "oralmente", non necessariamente per iscritto; stessa filosofia per le informazioni relative alle modalita' di impugnazione dell'espulsione: vengono fornite solo su eventuale richiesta dello straniero (che magari nemmeno immagina di poterlo fare), possono essere anche solo orali, e non necessariamente nella lingua dello straniero ma e' sufficiente tradurle in un lingua che si possa "ragionevolmente" ritener conosciuta dallo stesso. Divieto di ingresso a seguito dell'espulsione Attualmente in Italia lo straniero espulso non puo' rientrarvi regolarmente prima che siano trascorsi dieci anni dall'espulsione, e comunque fornendo la prova di essersi effettivamente allontanato dall'Italia. La direttiva abbassa questa soglia a cinque anni, consentendo pero' tempi maggiori (si badi bene, non specificati) qualora il "cittadino di un paese terzo costituisce una grave minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza pubblica o la sicurezza nazionale". Rimpatrio e allontanamento di minori non accompagnati Attualmente in Italia, ed in ossequio alle norme di diritto internazionale e nazionale a protezione dell'infanzia, i minorenni stranieri non sono espellibili. La direttiva, in spregio alle convenzioni internazionali che tutelano l'infanzia e l'adolescenza – prima fra tutte la Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia e dall’adolescenza - consente l'espulsione anche dei minori. Tempi massimi di detenzione nei Centri di Permanenza Temporanea Le disposizioni che meritano maggior attenzione riguardano sicuramente la possibilita' di disporre il trattenimento presso i centri di permanenza temporanea (in Italia i futuri Centri di identificazione ed espulsione, ma la sostanza e' la stessa) fino ad un periodo massimo di 18 mesi. Per comprendere lo spirito della direttiva, merita sottolineare che al momento i tempi massimi di detenzione nei centri di permanenza temporanea in Europa variano da 32 giorni in Francia fino a 20 mesi in Latvia, e sette Paesi consentono una durata indeterminata di tale detenzione. Si arriva dunque a consentire agli Stati membri il trattenimento forzato nei CPT per un anno e mezzo, con la ben magra "consolazione" che nel corso di questo lungo periodo sia riesaminato da un giudice "ad intervalli di tempo ragionevoli". La direttiva istituzionalizza a livello europeo la detenzione amministrativa senza che la persona abbia commesso alcun reato; prevede che in assenza di posti nei cpt gli stranieri possano essere tradotti nelle carceri nazionali, tenendoli separati dai detenuti "ordinari"; chiama "temporanea" una detenzione illegittima che puo' arrivare a durare addirittura un anno e mezzo; I migranti vengono criminalizzati, privati della loro liberta', rinchiusi in luoghi disumani e degradanti, senza aver commesso alcun reato, senza che sia stata emessa nei loro confronti alcuna condanna, ma solo per aver violato una norma amministrativa sull'ingresso in Europa. Il risultato dei lavori del Parlamento e del Consiglio e' a nostro avviso ben piu' che un fallimento, ben piu' che una grave battuta d'arresto nella tutela dei diritti umani. E' una regressione drammatica, che riporta l'Europa al periodo del secondo dopoguerra, prima ancora che venisse adottata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, anno in cui inizio' la fase di evoluzione piu' significativa dei diritti umani, che ha poi condotto alla adozione della Convenzione europea sui diritti dell'uomo (1950), della Convenzione interamericana dei diritti dell'uomo (1969), delle rispettive Corti. L'Europa ha scelto di dimenticare che "Ogni individuo ha diritto alla liberta' di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese" (art. 13 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948); ha scelto di dimenticarsi dell’art. 6 della Convenzione Europea sui diritti dell’uomo che afferma che tutti gli esseri umani, compresi i migranti irregolari, hanno diritto ad un processo equo, alla presunzione di innocenza fino ad una condanna (penale) e ad un ricorso effettivo. La direttiva (cosi' come la previsione attualmente in discussione nel Parlamento italiano) consentendo la detenzione fino a 18 mesi senza che la persona abbia commesso alcun reato, viola uno dei diritti umani fondamentali, la liberta' personale, che la nostra costituzione tutela all'art. 13, nonche' l'art. 24 che sancisce il diritto di difesa. Gia' nel 2001 la Corte Costituzionale fu chiamata ad intervenire a tutela della liberta' personale degli stranieri ribadendo che "per quanto gli interessi pubblici incidenti sulla materia della immigrazione siano molteplici, per quanto possano essere percepiti come gravi i problemi di sicurezza e di ordine pubblico, connessi a flussi migratori incontrollati, non può risultarne minimamente scalfito il carattere universale della libertà personale, che, al pari degli altri diritti che la Costituzione proclama inviolabili, spetta ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani". Se la normativa europea verra' recepita in Italia, come ormai sembra ovvio, non restera' che rivolgersi, nuovamente, alla Corte Costituzionale e alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nel tantativo di cancellare quella che ormai e' definita "la direttiva della vergogna". Segue il Testo della Direttiva: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=224295 Il sottosegretario all'immondizia Pym 'Qualcuno ha definito la droga come una spazzatura e come spazzatura deve essere rimossa dalla societa'': a dirlo e' stato ieri il sottosegretario Carlo Giovanardi intervenuto alla Comunita' Incontro di Amelia a un incontro promosso da don Pierino Gelmini. Intanto il dipartimento dipendenze della Asl Citta' di Milano rivela che la capitale lombarda e' anche la capitale italiana del consumo di droga. Un milanese su due ha usato sostanze illegali. Buon lavoro, sottosegretario. Australia. Doppia condanna per eutanasia Marco Bazzichi Omicidio con attenuanti: a tanto si è spinta la Corte Suprema del New South Wales che non ha avuto clemenza nei confronti delle due donne che hanno aiutato Graemw Wylie a ricorrere all'eutanasia all'età di 71 anni, nella sua casa di Wydney nel 2006. Wylie era affetto da tempo da Alzheimer e costretto a letto da spasmi e dolori atroci. Il suo decesso è stato provocato da una overdose di barbiturici, acquistati in Messico come consigliato dall'associazione Exit international. Le due donne sono state riconosciute colpevoli esattamente di "manslaughter". Un omicidio ancorché volontario può essere considerato di minor gravità in considerazione delle circostanze in cui viene commesso. In questo caso viene considerato come un reato distinto ed è denominato manslaughter. Esso costituisce un reato diverso dall'omicidio di cui non può essere in alcun modo considerato una diversa gradazione. Dopo il verdetto, il giudice Roderick Howie ha rilasciato le due donne in attesa delle motivazioni della sentenza che si sapranno ad ottobre. Shirley Justins, di 59 anni, e Caren Jenning, di 75, rischiano fino a 25 anni di prigione. Inutilmente, hanno richiesto che fosse riconosciuta loro la colpa di suicidio assistito, che comporta una condanna massima di 10 anni. Il dottor Philip Nitschke, attivista che si batte per il diritto all'eutanasia, si è detto sconcertato dalla sentenza. Durante il processo, Nitschke, che aveva reso visita a Wylie poco prima del decesso, ha parlato in favore delle donne, rincarando la dose fuori dal tribunale: la sua organizzazione Exit spiegherà alle persone coinvolte nella medesima situazione ad aggirare le gravi conseguenze di questa sentenza. Ma il verdetto non ferma Nitschke, che annuncia di non voler modificare le linee guida per l'assistenza al suicidio della sua associazione. "E' molto difficile dire ad una persona che si rivolge a te: 'Guarda, mi dispiace ma dobbiamo fermarci, e stiamo rivedendo tutte le nostre procedure'", ha detto il medico durante una conferenza stampa con la figlia di Jennings. "Stiamo sempre fornendo tutte le informazioni...ma diremo alla gente di fare in fretta. E nel caso di una persona affetta da Alzheimer, questo significa muoversi piu' rapidamente, e quindi togliersi la vita prima che esca fuori la questione dell'incapacita' mentale". Kate Jenning, la figlia di una delle donne condannate, ha criticato il verdetto ed ha detto che sua madre ha solo aiutato un caro amico a togliersi la vita. "Certamente il farmaco non e' stato somministrato a qualcuno che non voleva morire", ha detto. "Aveva provato a suicidarsi diverse volte. Era un uomo molto dignitoso che mia madre conosceva da 30 anni. Forse lei era la sua migliore amica". Jennings e' affetta da cancro alle ossa in fase terminale e secondo i medici non arrivera' adottobre, quando sara' emessa la sentenza. Alla domanda su cosa abbiano fatto di sbagliato le due donne, Nitschke ha risposto: "Si parla di persone disperate in circostanze disperate che commettono errori. Con il senno di poi, perche' non ha cambiato il suo testamento mesi prima (invece di una settimana prima della morte, ndr)? Perche' non ha lasciato neanche una lettera in cui dichiarava la sua intenzione di togliersi la vita...perche' non e' andato in Messico? Avrebbe potuto morire in Messico senza violare alcuna legge. Potrebbe essere andato la, comprato il Nembutal, per andare poi ad Acapulco ed avere una morte indolore". Spagna. Una madrilena gravemente malata di sclerosi chiede l'eutanasia Javier S.Del Moral Diceva Borges che si smette di sentirsi immortali quando si conosce l'esistenza della morte. Elpidia Esteban la conosce. E l'affronta con rassegnazione. Senza subirla. Lo fa per amore della vita. Di una vita di qualita'. Otto, dei suoi sessant'anni, la cittadina di Leganes (Madrid) li ha vissuti in salita con un carico pesante: la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La stessa malattia patita da sua nonna. E da sua madre. E che suo fratello sopporta da 21 anni, ora che ne ha 59. Ieri Elpidia ha denunciato la sua situazione nel programma della TVE Espana directo. Sa che si sta spegnendo a poco a poco. E rivendica la capacita' di scegliere come morire. "Desidero lasciare le cose preparate per quando non potro' piu' farlo da sola. Perche' so che arrivera' quel momento, presto o tardi", spiega con sorprendente fermezza, prima di concludere: "Non voglio che sia cio' che Dio vuole, ma che lo decida io". Elpidia Esteban vive con sua figlia. E' ancora capace di muoversi da sola e anche d'uscire per qualche breve passeggiata. Ma ogni volta le costa di piu'. "Ora non mi e' tanto facile fare le cose e mia figlia deve andare a lavorare, per cui gran parte della giornata sono sola", spiega. Sua figlia e' una delle persone che piu' la incoraggiano a pretendere che le si riconosca il diritto a decidere per una morte dignitosa. E cio' che Elpidia non vuole e' che sia la figlia a dover sopportare le conseguenze della sua malattia. "Arrivera' il momento in cui avro' bisogno di cure continue e di una persona accanto 24 ore al giorno. Non lo voglio per mia figlia", precisa. Qualche tempo fa ha scritto il testamento vitale allo scopo di rinunciare a un trattamento che allunghi la sua vita in modo precario. Ma non ha troppa fiducia che le si permetta di "morire in maniera dignitosa". "Molti di noi hanno bisogno che si legiferi chiaramente per garantire il nostro volere di porre fine alla nostra vita", insiste. Il suo atteggiamento e' lungi dal nichilismo. Elpidia Esteban non si limita a rivendicare l'eutanasia attiva, ma chiede anche piu' ricerca medica per certe malattie. "In fondo nessuno desidera morire, e per qusto ci vorrebbero piu' laboratori che studino i rimedi". Ancora ha la forza per fare le sue rivendicazioni. Dice che, malgrado la sua malattia, la Comunita' di Madrid le ha chiuso la porta in faccia in due occasioni. "Mi hanno detto che non potevo avere la teleassistenza perche' vivo con mia figlia. Mesi dopo, mi hanno negato un aiuto per il taxi per poter raggiungere alcuni uffici del lavoro". Un giorno Elpidia abbandonera' questo mondo. Poiche' lo sa, ha scelto di dedicare una parte dei suoi giorni a rivendicare una cosa che, per lei, e' "di senso comune": decidere quando morire. Tratto da El Pais del 23 giugno 2008 (traduzione di Rosa a Marca) Le priorita' di Scienza e Vita? Io preferisco guardare a quelle degli italiani Donatella Poretti Se Scienza e Vita si fa portavoce di una cultura che fa esplicito riferimento a quella cattolica apostolica romana, proponendo in 10 punti al Governo e all'opposizione le sue priorita' (1), mi auguro che il Parlamento e il Governo si facciano promotori di leggi che possano essere utili e utilizzabili dai cittadini italiani che siano cattolici, ebrei, mussulmani, atei, agnostici o quant'altro. Personalmente vorrei evitare di farmi dettare l'agenda politica da Scienza e Vita e non certo perche' i temi della ricerca, dell'aborto, della fecondazione assistita e dell'eutanasia non siano anche temi su cui da anni sono impegnata, tantomeno vorrei che mi venissero dettate le soluzioni. Per quanto riguarda le soluzioni, infatti, si potrebbero riassumere come il decalogo della aridita' scientifica in salsa vaticana. Un buon metodo per confermare il nostro Paese come fanalino di coda, nell'Ue e nel mondo, per ricerca scientifica e rispetto dei diritti degli individui. Una antistorica candidatura per il nostro Paese a divenire capofila della minoranza europea contro la ricerca sulle staminali embrionali, ricerca che tutti i Paesi considerano fondamentale e di fronte alla quale solo le minoranze religiose fortemente criptiche riescono ancora a manifestare avversione. Un inno alla continuita' dell'aborto clandestino, come ancora oggi si scopre (vedi Napoli e l'arresto di tre medici), perche' l'aborto reso medicalmente difficile ostacolando il ricorso a quello farmacologico (Ru486) non e', come si illudono, un metodo per indurre le donne a non praticarlo, ma solo un ottimo metodo per stimolare quelle piu' deboli (giovanissime ed immigrate) a praticarlo clandestinamente; il metodo per far diminuire gli aborti c'e', ma loro non lo considerano perche' hanno paura della capacita' degli individui di essere liberi con se stessi: contraccezione "tradizionale" e d'urgenza (pillola del giorno dopo). Liberta' di coscienza dei sanitari, si chiede nel decalogo... quale? Quella che viene praticata come violazione dei diritti dei pazienti, come gia' accade con l'obiezione di coscienza sull'aborto e la clandestinita' di questa pratica in buona parte del sistema sanitario? (1) http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=224579 Aborto all'estero oltre le 12 settimane. Se e' reato consigliarlo, sono colpevole anche io Donatella Poretti * Esprimo la mia solidarieta' alla ginecologa Mirella Parachini che, grazie al quotidiano "Il Tempo", e' stata sbattuta in prima pagina nell'ambito dell'inchiesta sugli aborti clandestini in una clinica di Napoli dove i medici sono stati anche arrestati. Secondo il quotidiano romano, la Parachini sarebbe stata intercettata mentre consigliava dove andare ad abortire in Spagna perche' si sarebbe trattato di un intervento oltre le 12 settimane di gravidanza (illegale in Italia ma non in Spagna) (1). L'affiancamento di una donna cosi' impegnata in materia (la Parachini e' dirigente dei Radicali) all'episodio della clinica napoletana e' sintomatico di una situazione dove "fare di tutta un erba un fascio" e' prassi, perche' e' piu' importante scandalizzare e "sensazionalizzare" piu' che capire e poi informare. Infatti non si capisce di quale reato possa essere accusata la Parachini, visto che ha dato informazioni su come fare legalmente un intervento in un Paese comunitario in cui e' per l'appunto legale. Ci si dimentica anche che l'abbattimento delle frontiere, anche per la Sanita', non e' un estremismo di qualche fanatico federalista europeo, ma quotidianita' all'ordine del giorno dei programmi base dell'Ue. Comunque, se la Parachini verra' in qualche modo incriminata, gia' da ora faccio sapere che mi autodenuncero' anche io per il medesimo reato, perche' sono anni, anche quando non ero parlamentare, che ho sempre indirizzato donne che mi chiedevano di abortire ed erano oltre la 12 settimana, presso la Leigham Clinic di Londra, dove parlano anche italiano e sono abituati ad avere a che fare con donne italiane da diversi decenni, fin da quando l'aborto in Italia era illegale in qualunque modo. In Gran Bretagna, come di recente confermato anche da un voto parlamentare contro chi voleva abbassare la soglia del periodo, e' legale abortire fino alla 24 settimana. (1) http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=224723 * senatrice Rete in fibra ottica. Telecom Italia non vuole regole, l'Agcom teme un nuovo monopolio (Il Sole 24 Ore) Ancora lontane le posizioni di Telecom Italia e Agcom rispetto allo sviluppo della rete in fibra ottica. Il gestore e l'Authority si stanno confrontando sulla separazione funzionale della rete d'accesso attuale (ultimo miglio), quella in rame, e non mancano le convergenze. Sul futuro no. Telecom vorrebbe avere 'mani libere', l'Agcom ritiene che l'attuale monopolio Telecom sull'ultimo miglio potrebbe generare vantaggi anche sulla fibra all'ex monopolista. Leggi tutto: http://www.aduc.it/dyn/tlc/arti.php?id=224831 Giornata mondiale contro la droga Simone Feder Quando si pensa alla giornata mondiale contro la droga come non si può tener conto che oggi di droga è assurdo parlarne. Ci sarà poi una giornata del malessere, della noia, della tristezza, del non amore? Fossilizzati come siamo su quella che è solo una conseguenza estrema, rischiamo di non accorgerci di tutto il resto o meglio di arrivare sempre dopo a rincorrere quel disagio sommerso che spesso finisce per travolgerci. La nostra società si sta letteralmente spegnendo, stiamo guardando solamente la punta di quel maledetto iceberg ma mentre cerchiamo di evitarla non ci rendiamo conto di ciò che sotto continua a crescere e rischia di distruggerci… che assurdità. Paola 16 anni vive una vita che non sente più sua , capelli finti per farla sembrare una persona che non è, mentre mi parla piange in continuazione La sua colpa è quella di non essere accettata ed amata o meglio capita. L’unica sua forma di espressione è quella maledetta sostanza che si inietta con rabbia nella solitudine della sua stanza: “La droga uccide lentamente il mio mondo ma io non ho fretta”. E intanto l’eroina continua imperterrita il suo disastroso viaggio dentro quella tenera vita che gradualmente distrugge… Quanti giovani incontriamo che spinti dalla disperazione cercano di avvicinarsi e scoprire questo mondo delle sostanze che per qualche strano sortilegio li attira affascinati, e allora sniffano, fumano, bevono, si impasticcano e quant’altro… ragazzi sempre più giovani in piena fase di crescita che alterano il loro mondo ancor prima di scoprirlo e farlo proprio. Devastati e assuefatti dalla vita: soldi che non mancano, sostanze reperibili ovunque a basso costo, poco controllo… ma di che cosa ci meravigliamo? “Dove andremo a finire” dico a Michel che insieme ai suoi 14 anni ogni giorno a scuola si porta nello zaino la bottiglietta di acqua minerale riempita di vodka. “Dove vuoi che finisca? Tanto chi si interessa di come sto…ai miei importa solo la carriera, la loro posizione, il loro lavoro…a loro va bene sempre tutto, tanto se ne fregano, non sono quello che si aspettavano e così provano a non accorgersene…” Solo questa mattina con don Franco, responsabile della Casa del Giovane di Pavia, abbiamo ascoltato quattro minorenni imbottiti di tristezza e noia che spesso li porta a scaricare la rabbia assumendo sostanze. Provate a spiegarlo voi a questi giovani che continuamente si imbottiscono di farmaci, alcol e droga che la vita vale la pena di essere vissuta… quando non si sentono capiti ed ascoltati. Faticano a raccontarsi ad esprimere ciò che provano, a dare un nome alle loro emozioni ed è chiaro che ciò che al momento viene loro proposto in modo occasionale come ipotetica fonte della loro libertà, è ciò che invece li attanaglia e li schiavizza. E allora che fare? Oggi i giovani non riescono più a comunicare, perchè faticano a trovare qualcuno sintonizzato sulla loro stessa frequenza e che si metta in condizione realmente di capire, di ascoltare e di prevenire… Si sente spesso che dobbiamo intervenire nel bloccare i consumi, ma è questa la strada giusta? Proviamo a pensare invece che esempi ci sono loro attorno, che figure di riferimento siamo noi per loro. Forse ci spaventano le loro modalità di comportamento: il “basare” in continuazione cocaina, fumare spinelli mischiando alcool e viagra, prendere dagli armadietti della mamma benzodiazepine, fumare su quelle stagnole eroina a dosi massicce, sniffare colle e benzina… Attaccati ai nostri script mentali cerchiamo in continuazione di dare spiegazioni assurde a questi comportamenti, cercando di fermarli, di impedirli, ma senza andare realmente a fondo dell’evidente malessere che si veste di droga o quant’altro. Il fascino del proibito, del trasgredire a qualsiasi costo, del dimostrarsi qualcuno davanti all’amico è solo la concretizzazione di quell’angosciante e spaventoso anelito che li spinge a dire: “io ci sono… esisto” e ricercare le modalità più efficaci ed evidenti di dimostrarlo. Pensiamo ai recenti fenomeni di bullismo messi in rete, questi giovani che si inventano le bravate più spettacolari pur di poter far parlare di loro, ricorrendo a forme di violenza e prepotenza inaudita che non interrogano le loro coscienze perché è più forte la necessità di sconfiggere questa noia e questo malessere che li pervade. E il mondo adulto cosa fa? Gli scoop sui giornali, la ricerca dell’esclusiva, la raccolta delle parole degli amici e delle amiche che vivono assieme a chi in quel momento dimostra di essere più fragile… ma cosa spinge ad addentrarsi e a sbandierare questo disagio tramite i mass-media? Non è forse vero che per molti è solo la ricerca del sensazionale che porta ad interessarsi ai loro casini e alle loro bravate che spesso purtroppo finiscono in tragedie? Chi, una volta scoperchiato il pentolone si prende realmente in carico di ciò che vi trova dentro e sceglie di immergersi realmente fino in fondo guardando oltre certi comportamenti e atteggiamenti devianti? I loro sentimenti, le loro emozioni, i loro pianti nascosti spesso messi in rete chi mai li incontra? Eppure sono tutti segnali e richieste di aiuto che inviano attraverso bottiglie gettate in un oceano in balìa delle onde e della corrente, sperando che qualcuno le raccolga e insieme ad esse raccolga anche tutta la loro disperazione che ancora non riescono ad esternare direttamente. I genitori faticano ad ascoltarli, ad accorgersi di loro, eppure rimangono stupiti ed esterefatti davanti a quell’iceberg che oggi intravedono a prua. Il sommerso che sta sotto quell’iceberg urta con violenza e nel suo crescere rischia di spaccare qualsiasi congettura e strategia; non è fermando, ma è solo mettendo dentro una nuova qualità di vita, dei nuovi interessi, delle nuove attenzioni, delle giuste ‘trasgressioni’ che le cose possono cambiare. Solamente insegnando nuove rotte di navigazione e rendendo le loro imbarcazioni più solide i nostri giovani sconfiggeranno quei maledetti mercanti di morte e potranno costruire una nuova cultura vincente e dominante, alla ricerca di un’alterità non da annientare ma che diventa credibile ricchezza per sè e per gli altri. Solo così allora potremo vivere il 26 giugno come momento importante e significativo. * Simone Feder e' coordinatore Area Adulti Dipendenze, Comunità Casa del Giovane, Pavia Staminali del cordone ombelicale. Question Time al Senato. La proroga della normativa illiberale e' una scelta politica indotta dal Vaticano! Donatella Poretti * Al Question Time di oggi al Senato, il ministro al Lavoro, Salute e Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha risposto ad una mia interrogazione in cui ho chiesto ragione di perche' fosse stata decisa la proroga fino a febbraio 2009 dell'ordinanza con cui si vieta la conservazione delle staminali del cordone ombelicale nelle banche private e la conservazione autologa-solidale. Questo il mio intervento: Il cordone ombelicale e' ricco di cellule staminali preziose per la cura di malattie del sangue. La loro raccolta e' una prassi di acclarata utilita', di riconosciuto valore scientifico e un diritto personale di ogni donna, di ogni madre. Questo diritto in Italia e' negato: i punti nascita attrezzati per la donazione sono meno del 10% del totale e spesso non e' possibile farla di notte e nei festivi. Nel contempo, dal 2001 le ordinanze continuano a vietare la conservazione a proprie spese in strutture private, a meno che queste non abbiano sede all'estero. QQQQuesti i numeri di una anomalia rispetto al resto d'Europa: nel 2007 a fronte di oltre 570 mila parti, 2.500 le donazioni, 5 mila -il doppio- le conservazioni fuori confine, gli altri cordoni... buttati tra i rifiuti ospedalieri... A febbraio il Parlamento ha deciso all'unanimita' di invertire la rotta: a proprie spese in biobanche pubbliche o private e' consentita la conservazione autologa-solidale, cioe' quelle staminali sono a disposizione anche per trapianti su pazienti terzi compatibili. Il decreto attuativo doveva essere emanato entro il 30 giugno, il testo era pronto, mancava giusto la sua firma signor ministro, firma che invece non e' mancata sulla proroga dell'attuale ordinanza. Perche' un Governo che si appella alla liberta' nel nome della coalizione che lo sostiene, non applica una legge e un diritto da essa sancito? Cosa l'ha spinta a modificare il parere della sua stessa maggioranza? Come potranno le donne evitare di continuare ad andare all'estero o che i cordoni continuino ad essere buttati via? Il ministro ha motivato la proroga per mancanza di tempo tecnico ad esaminare la questione. Questa la mia controreplica: La scelta di prolungare questa follia non e' tecnica, signor ministro, lo sa bene: e' tutta politica. Mi chiedo quale miope politica sia vietare la possibilita' di conservare il cordone ombelicale che potrebbe essere una cura anche per altri bambini. La cultura della donazione la si promuove rendendola praticabile e non negando un diritto, tra l'altro gia' sancito dalla legge. Il colpo mortale alla donazione, suggeritole dal quotidiano dei vescovi invitandola a non applicare la legge, e' cio' che Lei ha inferto prorogando questa ordinanza anomala rispetto all'Europa. Non e' vietando di prestare servizi a strutture private, accreditate e convenzionate, che si promuove qualita' e sicurezza delle cure. Non e' negando diritti e liberta' che si accresce il diritto alla salute dei cittadini e il dovere alle cure da parte dello Stato! * senatrice Le campagne anti aborto in realta' lo incoraggiano Katia Moscano Le campagne per ridurre il termine legale per abortire incoraggerebbe le donne a farlo. Lo riporta il quotidiano britannico Telegraph. Secondo Ann Furedi, direttrice del British Pregnancy Advisory Service, i gruppi antiabortisti, mettendo sotto luce l'agomento lo hanno fatto conoscere a molte piu' donne che prima non ne erano al corrente. Stime ufficiali rivelano che lo scorso anno e' aumentato il numero degli aborti, raggiungendo livelli record. Il tasso piu' alto e' stato raggiunto in Scozia, dove si e' anche vista la campagna anti aborto piu' aggressiva. L'interesse politico sull'aborto e' emerso lo scorso mese, quando il Parlamento ha approvato la legge sulla Fecondazione e Ricerca. In quella occasione e' stato presentato da alcuni parlamentari un emendamento, respinto, che chiedeva di abbassare il limite delle settimane necessarie per abortire. Per la Furedi: "I numeri rivelano un aumento del 2,2% degli aborti in Inghilterra e Galles, e del 4% in Scozia dove la campagna anti abortista e' stata molto pressante. Lo scopo era di dissuadere le donne dal ricorrere a quella pratica, ma in realta' questi attacchi hanno portato molta pubblicita', rendendola una scelta possibile e, sorprendentemente, le ha tolto la cattiva nomea. La Furedi ha dichiarato che il tasso di aborti in Scozia potrebbe dipendere dagli attacchi dei vescovi e del Cardinal Keith O'Brien della Chiesa cattolica scozzese, il quale defini' l'aborto "l'equivalente del massacro di due citta' scozzesi". Per l'Advisory, inoltre, il messaggio antiabortista non e' stato ricevuto dalle donne che erano in gravidanza senza desiderarlo. I dati sono stati discussi alla conferenza dell'Advisory, tenutasi questa settimana, in cui si discute degli sviluppi legislativi dell'aborto. Un emendamento in discussione il prossimo mese dovrebbe permettere che un solo dottore, anziche' due, autorizzi l'aborto, e che anche gli infermieri lo possano eseguire. Nella conferenza si discute sulle ragioni dei ripetuti aborti. Gli ultimi dati rivelano che lo scorso anno 3 mila donne hanno avuto il quarto aborto, molte delle quali sotto i 30 anni. "Nel caso di piu' aborti, spesso si tratta di donne che hanno avuto rapporti da adolescenti, e quelle che hanno formato una famiglia in eta' avanzata, per cui rimane un lungo periodo in cui c'era il rischio di rimanere incinte senza volerlo", ha concluso la Furedi. Le donne che abortiscono di piu' sono quelle dell'Est Europa, che non hanno accesso alla contraccezione o non sono al corrente di altri metodi, gratis, disponibili. Partorirai con dolore o col cesareo! L'introvabile anestesia epidurale. Interrogazione Donatella Poretti * Oggi ho depositato un'interrogazione per sapere quali iniziative il Ministro intenda adottare affinché le tecniche di anestesia durante il parto vengano incluse fra le prestazioni garantite e gratuite nei livelli essenziali di assistenza (LEA) del Servizio Sanitario Nazionale. In Gran Bretagna e Francia l'anestesia epidurale viene utilizzata dal 70% delle partorienti, dal 90% negli Usa, mentre in Italia, da stime dell'Istat risalenti al 2001 (altro non c'e'!!), si rileva che solo per l'11,2% dei parti spontanei è stata utilizzata l'anestesia (per il 7,2% locale, per il 3,7% epidurale). Questo avviene soprattutto perché, non essendo tuttora previsto il controllo del dolore nel travaglio e nel parto tra i livelli essenziali di assistenza del SSN, la decisione se offrire questo servizio è lasciata alla buona volontà delle ASL e delle Regioni, con questi risultati disastrosi. Nella prospettiva di evitare il dolore, in Italia sempre più partorienti chiedono il taglio cesareo, per cui questi parti sono il 38% sul totale ( dati 2007, con un picco del 60% in Campania): il dato più alto tra i Paesi europei e ben oltre il doppio di quello del 15% raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, considerato che la mortalità per la madre è da 2 a 4 volte superiore rispetto al parto naturale. Questa situazione diventa ancor piu' incomprensibile se consideriamo i costi: la degenza di 2-3 giorni del parto naturale -anche con analgesia epidurale- passa a 5-7 col cesareo. Ma ciò che è ancora più incomprensibile è che la revisione dei LEA è già stata affrontata con il DPCM del 23 aprile 2008, che stabilisce (art. 37, comma 3): "Il Servizio sanitario nazionale garantisce le procedure analgesiche nel corso del travaglio e del parto vaginale […]". Ma lo scorso 25 giugno, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, in audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera, ha riferito che i nuovi Lea voluti dall'ex Ministro della Salute Livia Turco non esisterebbero perchè la Corte dei Conti non li ha registrati. Fino a quando il decreto sui LEA rimarrà bloccato, saranno molte le donne che continueranno a partorire con dolore loro malgrado, o a ricorrere, anche quando sarebbe evitabile, al parto cesareo. Insomma, tanto vale a questo punto rettificare il testo biblico: "Donna italiana, partorirai con dolore, o con grande spesa da parte del SSN". Ma chi ci guadagna da questa situazione? Il testo dell'interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=135 * senatrice Spagna. L'Accademia della lingua modifichera' la definizione di eutanasia Raul Bocanegra "Uso di procedimenti che, applicati da personale medico su pazienti terminali, anticipano o provocano la loro morte per evitargli sofferenze estreme". E' la nuova definizione della parola eutanasia che Real Academia de la Lengua (RAE) intende inserire nella prossima edizione del suo dizionario, la cui chiusura e' prevista per il 2011 e la pubblicazione nel 2013, come ha spiegato il filologo e segretario dell'accademia, Jose Manuel Blecua. In Internet, potrebbe essere disponibile prima. La nuova sostituira' la precedente accezione, del 1998: "Azione o omissione che, per evitare sofferenze ai pazienti terminali, accelerano la sua morte con o senza il loro consenso". Sara' mantenuta la seconda: "morte senza sofferenza fisica". La parola viene dal greco euthanatos, che significa buona morte. La procedura per mettere a punto la definizione durera' almeno un altro anno. Adesso, secondo Bleuca, la si inviera' alle accedemie americane della lingua insieme ad altre nuove accezioni. Queste daranno il loro apporto e, una volta rispedite, l'accademia prendera' la decisione definitiva. La petizione e la legge andalusa Il Comitato etico dell'Andalusia, presieduto dall'Assessore alla Sanita' Maria Jesus Montero, aveva sollecitato RAE a modificare la sua precedente definizione per conformarla alle pratiche cliniche che causano direttamente la morte. L'esempio classico e' l'iniezione letale. Alla nuova definizione, secondo i requisiti sollecitati dal comitato andaluso, ne manca uno: che l'eutanasia venga praticata per espresso desiderio del paziente terminale. La RAE aveva inziato il cambio prima che arrivasse la proposta andalusa. Il Comitato aveva dibattuto un primo testo sulla legge andalusa della morte dignitosa che regola la sedazione palliativa e le situazioni come quelle di Inmaculada Echevarria, la quale aveva chiesto d'essere scollegata dal respiratore, cio' che ha accelerato la sua morte. ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. 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