AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2006-23 del 1 Dicembre 2006 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Il Parlamento Ue approva i fondi per la ricerca sulle staminali embrionali... meno male che c'e' l'Europa http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=205 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=205 - News dall'Europa e dall'Italia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=1&ed=205 - Le iniziative nella seconda quindicina di novembre http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=205 - La scheda. SMALTIMENTO RIFIUTI: DALLA TASSA (TARSU) ALLA TARIFFA (TIA) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=162718 - La pulce nell'orecchio. COME UN MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA… http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? La Territorialita' http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Il sentimento religioso e la liberta' di manifestazione del pensiero http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. PERCHE’ BISOGNA RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO? http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, e un sito per i diritti degli immigrati in Italia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione ------------------------------------------- EDITORIALE Il Parlamento Ue approva i fondi per la ricerca sulle staminali embrionali... meno male che c'e' l'Europa Il Parlamento europeo ha approvato il settimo programma quadro per la ricerca scientifica per il periodo 2007-2013: 54 miliardi di euro che potranno essere utilizzati anche per la ricerca con le staminali embrionali, ma solo nei Paesi in cui cio' e' consentito. Quindi scordiamoci che in merito un po' di soldi potranno arrivare al nostro Paese, anche per cercare di ovviare agli scarsi fondi a disposizione, cosi' come confermato dalla Finanziaria in via di approvazione. Ci possiamo confortare perche' comunque l'approvazione del Parlamento europeo rappresenta un dato positivo anche per il nostro Paese: 1) altre ricerche scientifiche (incluse quelle sulle staminali adulte) ne trarranno vantaggio; 2) la nostra legge non vieta la ricerca sulle staminali embrionali importate da altri Paesi, per cui questi ultimi, avendo piu' fondi a disposizione, potrebbero essere interessati a investire in strutture italiane in Italia; 3) migliorera' la qualita' della ricerca sulle staminali embrionali nei Paesi in cui cio' e' consentito, con vantaggi per gli scienziati italiani che, interessati alla materia, avranno a che fare con strutture straniere economicamente piu' solide per accoglierli; 4) quando questa ricerca dara' i primi frutti, gli italiani non esiteranno ad alimentare il turismo sanitario per terapie che nel nostro Paese non esisteranno (vedi, negli ultimi tre anni, la quadruplicazione dei viaggi all'estero per i trattamenti di fecondazione assistita); 5) la globalizzazione della ricerca e della scienza fa piazza pulita di tutti i pruriti ideologi tipici delle leggi italiane. (Donatella Poretti) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono cinque, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci ------------------------------------------- NOTIZIE TELEX GERMANIA / Tanti abbandonano l'ex monopolista Deutsche Telekom Alla Deutsche Telekom c'e' stato un cambio al vertice. Motivo? Troppi clienti hanno gia' scelto un operatore diverso. E si capisce. Sono poche le aziende che danno tanto sui nervi agli utenti quanto l'ex monopolista telefonico. Le lamentele? Dai telefoni pubblici senza cabina e di color lilla, alle tariffe onerose malgrado le affermazioni contrarie, al tam-tam promozionale, alle procedure complicate per un nuovo impianto. EUROPA / Ripartono le immatricolazioni di auto nuove Dopo quattro mesi di calo, in ottobre le immatricolazioni di auto nuove hanno segnato un incremento in Europa. L'aumento e' stato del 3,6% su un anno fa, le auto vendute 1.209.209. Per le marche francesi si registra una ripresa del gruppo Psa, ma non della Renault. Bene invece la Fiat, che fa un balzo del 16%. Se all'ovest l'aumento e' stato modesto, spiccano il +72% della Lituania, il +57,8% della Lettonia, il 32,9% della Polonia. FRANCIA / Iniziativa per introdurre il pedaggio per entrare in auto a Parigi L'organismo di gestione urbana (Dreif) propone un pedaggio per le auto che entrano a Parigi, sul modello londinese e di Singapore. Sarebbe ora d'eliminare "lo stupido tabu'", spiega Dreif, che elenca una serie di aspetti positivi. A partire da servizi piu' efficienti (migliore viabilita', piu' sicurezza nei tunnel, soccorsi rapidi). Senza dimenticare che, come a Londra, i residenti avrebbero uno sconto del 90%. GERMANIA / I dentisti si oppongono alla concorrenza Grande opposizione alla concorrenza, nel settore odontoiatrico. L'Ordine dei dentisti e' ricorso contro un sito online che consente ai pazienti d'indicare preventivi e costi del proprio dentista per averne un parere. Esiste anche un'asta Ebay dove un dentista puo' offrire servizi a minor costo. Per ora i tribunali si sono dimostrati sensibili all'ufficialita', ma l'ondata liberalizzatrice non sembra facilmente arrestabile. ITALIA / Il motore del tumore e' costituito da poche cellule staminali Non tutte le cellule tumorali sono “cattive”. Quelle veramente letali sono solo il 2,5%. A tracciare per la priva volta il loro identikit e' stata un'equipe italiana guidata da Ruggero de Maria dell'Istituto superiore di sanita'. Analizzando frammenti di tumore al colon gli studiosi hanno osservato che le cellule-diavolo sono staminali, che continuano a riprodursi a ritmi notevoli e senza fine, a differenza della maggioranza. USA / I motori di ricerca non sono responsabili dei commenti diffamatori La corte Suprema della California ha stabilito che i motori di ricerca su Internet non possono essere ritenuti responsabili di commenti diffamatori commessi da altri. Si tratta di una vittoria delle compagnie come Google e American online, che in molte occasioni erano state denunciate per aver permesso la pubblicazione di commenti e video ritenuti offensivi. ITALIA / Universita': troppi corsi di laurea e poche risorse Sempre piu' giovani scelgono di proseguire gli studi dopo il diploma e nel 2005 i laureati hanno sfiorato quota 301 mila. Ma solo uno studente su due e' in corso e la percentuale di abbandoni e' tornata al livello pre-riforma. Resta alta l'eta' media dei docenti. E' il ritratto disegnato dal 'Rapporto sullo Stato del sistema universitario' del Comitato di valutazione che denuncia "troppi corsi di laurea e poche risorse". ITALIA / Primo caso di testamento biologico 'Piuttosto che vivere come un vegetale fatemi morire'. E l'ospedale gli ha detto si'. Il Comitato bioetico del San Martino di Genova si preso una decisione importante, forse unica al momento in Italia. Ha di fatto aiutato un malato a redigere una dichiarazione anticipata di volonta', ovvero un testamento biologico, in cui esprime le proprie decisioni in caso di successiva perdita di coscienza e aggravamento della patologia. ITALIA / L'accanimento terapeutico in ospedale e' frequente Conoscono il dolore, la sofferenza di chi non ce la fa piu' a resistere in un letto di ospedale. Sono i medici oncologi e soprattutto quelli che passano giorni e notti nei reparti di rianimazione, accanto ai malati nel momento piu' difficile: il 57% di loro racconta di aver assistito frequentemente a casi di accanimento terapeutico, il 26% ammette che in caso di morte inevitabile l'accelerazione del decesso e' una pratica di routine. MONDO / Crescono le preoccupazioni per il voto elettronico In Usa ed Europa crescono le preoccupazioni per il voto elettronico, sia per le numerose anomalie avvenute nelle elezioni nordamericane, sia per l'impossibilita' di una riconta dei voti. Sarebbe in grado un gruppo di 12 hacker di cambiare il corso di un'elezione? Si', risponde uno studio di Brennan Center. Quando le schede si trasformano in bit, corrono gli stessi rischi cui e' soggetta l'informatica (virus, troiani). USA / Una famiglia media statunitense conta piu' televisori che... individui Rilevazione dell'Istituto Nielsen: una famiglia media statunitense conta piu' televisori che... individui. Il dato puramente statistico e' di 2,73 televisori per 2,55 persone che vivono in casa. La meta' dei nuclei possiede almeno tre televisori, solo il 19% ne dispone di uno solo. L'aumento degli apparecchi va di pari passo con il tempo d'accensione: 8h14 nel 2005-2006, 3 minuti in piu' della stagione precedente. SVIZZERA / Multe secondo il reddito Piu' sei ricco e piu' paghi. Dal primo gennaio in Svizzera entrera' in vigore una revisione del codice penale che stabilisce l'entita' delle contravvenzioni stradali gravi sulla base del reddito. Pene pecuniarie personalizzate, in base ad aliquote giornaliere, calcolate tenendo conto delle condizioni economiche dell'accusato. Come gia' accade in Svezia. G.BRETAGNA / Il 48% dei britannici e' insoddisfatto del proprio fornitore di gas Secondo un sondaggio realizzato da uSwitch.com il 48% dei britannici e' insoddisfatto del proprio fornitore di gas, il 7% in piu' rispetto al 2005. British Gas e' considerata la compagnia peggiore, con il 56% degli utenti poco contenti del servizio erogato. La societa' migliore e' risultata Scottish & Southern con il 61% delle preferenze. MONDO / Italia solo 77esima in fatto di parita' uomo/donna. Ultima in Europa "Global Gender Gap Report 2006" del forum economico mondiale ha analizzato la parita' tra uomini e donne in 115 Paesi dal punto di vista economico, sanitario, formativo, di presenza politica. Nessun Paese, nemmeno la Svezia raggiunge il massimo (scala da 0 a 1), ma e' comunque prima con il punteggio 0,8133; seguono Norvegia, Finlandia e Islanda. La Germania e' al quinto posto; Francia (70esimo) e Italia (77esimo), ultime in Europa. ITALIA / Wind condannata per uno spot fasullo Il tribunale di Torino ha condannato Wind/Infostrada per una campagna pubblicitaria fasulla. Nel 2001 la societa' aveva promesso a chi aderiva all'offerta "Solo Infostrada" che non avrebbe piu' dovuto pagare il canone. Aderirono oltre 130 mila utenti, ma solo per 690 fu mantenuta la promessa. Se non ci saranno ricorsi, Wind dovra' inviare ai clienti una lettera con cui si impegna a rimborsare i canoni. NORVEGIA / Dimezzare il numero di sigarette non serve ad allungare la vita Brutte notizie per i fumatori che si sforzano di contenere il loro vizio. Un centro sanitario norvegese pubblica una ricerca durata 21 anni riguardante il fumo e le aspettative di vita; ha coinvolto 51.000 persone, che all'inizio dell'indagine (meta' anni 1970) avevano dai 20 ai 49 anni. Una delle amare conclusioni: chi dimezza il consumo di sigarette non vive piu' a lungo di un fumatore accanito. ("Tobacco Control" vol.15). ITALIA / Universita': il problema e' la mancanza di meritocrazia Si ripete spesso che in Italia si spende troppo poco per l'Universita' e che cio' sia la causa principale della bassa qualita' della didattica e della ricerca. Da un confronto tra 63 atenei italiani con il sistema universitario britannico (anch'esso interamente pubblico, ma con una produttivita' scientifica superiore) emerge che l'inadeguatezza italiana dipende molto spesso dalla mancanza di meritocrazia che premia docenti incompetenti. G.BRETAGNA / Treni inglesi: cari, lenti e insicuri I treni britannici sempre piu' al centro di proteste e polemiche: non sono solo gia' di gran lunga i piu' cari d'Europa e tra i meno efficienti, tormentati da continui guasti e ritardi, ma le compagnie che le gestiscono da quando fu avviata la privatizzazione si apprestano ad aumentare le tariffe fino al 12,6% in piu' a inizio 2007. La rabbia dei pendolari e dei viaggiatori e' esplosa immediata: i treni sono cari, lenti e insicuri. ----------------------------------------------------------------- NEWS Notizie istituzionali dall'Italia e dall'Ue ITALIA / Authority: stop ai costi di ricarica dei cellulari In un documento congiunto di 90 pagine l'Autorita' per le Comunicazioni e l'Autorita' Antistrust criticano alla radice il costo fisso che sopportiamo alla ricarica del telefonino. E' l'odioso meccanismo che ci impone di pagare 35 euro, ricevendone solo 30 di traffico. Questo costo e' una specificita' tutta italiana, mentre i cittadini degli altri Paesi non lo pagano. In totale gli italiani pagano 1,7 miliardi di euro per il servizio. ITALIA / Trenitalia rischia la bancarotta Trenitalia rischia di portare i libri in tribunale per effetto dell'articolo 2446 del codice civile se non ricapitalizzera' per quattro miliardi nei prossimi quattro anni. Lo ha ricordato l'amministratore delegato di Fs Mauro Moretti, nel corso dell'audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato. Il presidente di Fs Innocenzo Cipolletta, ha invece stimato che occorrono 6,1 miliardi di euro per gli investimenti. SPAGNA / L'immigrazione ha arricchito gli spagnoli L'immigrazione ha incrementato la crescita economica spagnola (che ora viaggia a un ritmo del 4%), ha migliorato la ricchezza individuale, ha reso piu' flessibile il mercato del lavoro e ha contribuito a migliorare i conti pubblici. Questo bilancio cosi' positivo si deduce da un rapporto del Governo. Esso mostra in soldi contanti e sonanti che, grazie agli immigrati, il reddito pro capite e' aumentato di 623 euro in cinque anni. U.E. / Approvato il provvedimento sulla liberalizzazione dei servizi Il Parlamento europeo ha licenziato il provvedimento sulla liberalizzazione dei servizi. Si e' cosi' concluso un tira e molla durato tre anni, anche se del progetto originario e' rimasto poco. Resta l'obiettivo di facilitare il passaggio transfrontaliero di attivita' e professioni: dalla consulenza aziendale, all'architetto. Una volta pubblicato, gli Stati avranno tre anni di tempo per recepirlo nel loro ordinamento. ITALIA / Debutta a Milano il processo civile online Il processo civile a Milano va su internet, il primo in Italia. Il sistema e' stato certificato dal ministero della Giustizia. Gli avvocati potranno depositare online i vari tipi di ricorsi senza depositare anche la copia cartacea. Il sistema sara' attivo a dicembre. In realta’ dal 2004 sono in corso sperimentazioni in altre 7 tribunali italiani, ma la carenza di fondi ne ha impedito la partenza reale. ITALIA / Telecom Italia: scontro sulla super adsl Il Tar contro l'Authority, i provider contro Telecom, tanta confusione per i consumatori. Il Tar del Lazio ha annullato il provvedimento con cui l'Autorita' tlc aveva approvato l'offerta per la super adsl di Telecom (20 mega). Il tribunale a cui si erano rivolti gli operatori concorrenti dice che l'offerta non e' replicabile, pertanto non si deve commercializzare. Telecom, pero', non adempie e offre la super adsl ai clienti. U.E. / Omosessualita': aumentano le angherie a scuola L'Associazione genitori di gay e lesbiche (Ampgil) denuncia l'aumento delle angherie subite dai loro figli a scuola, e chiede un protocollo specifico. Secondo Ampgil, il fenomeno e' esploso a causa di due elementi: da un lato, la maggiore liberta' che induce gli studenti omosessuali a confidarsi e ad esporsi; dall'altro, il dibattito sul matrimonio gay che si traduce in una maggiore animosita'. L'Ue ha avviato uno studio conoscitivo. ITALIA / Processi civili: la crisi si aggrava I dati sui processi civili nel 2005 forniscono prove oltre ogni dubbio sulla crisi del sistema giudiziario italiano. I saldi tra procedimenti iscritti ed esauriti risultano quasi tutti in rosso e i carichi pendenti sono in aumento sia in primo grado sia in appello, dove le cause aperte sono salite di oltre il 10% rispetto al 2004. Complessivamente alla fine del 2005 le cause pendenti sono 3.447.816, contro i 3.434.816 dell’anno prima. ITALIA / Tlc: stop alle vendite pirata L'Autorita' per le comunicazioni tenta di proteggere le famiglie e soprattutto gli anziani dall'assalto dei call-center piu' aggressivi e spregiudicati. Sono quei centralini che chiamano per affibbiarci servizi o addirittura abbonamenti telefonici mai richiesti. Ora i call-center dovranno registrare le telefonate che ci fanno, cosi' da dimostrare che abbiamo effettivamente accettato quell'abbonamento. G.BRETAGNA / Cure gratis per chi riga diritto Secondo la nuova strategia del Governo, il servizio sanitario nazionale si riservera' per esempio la possibilita' di negare un intervento chirurgico all'anca a chi si rifiuta previamente di dimagrire. Lo Stato interverra' in certe circostanze solo a condizione che i cittadini siano obbedienti a queste direttive. Il compenso dello Stato sara' cure gratis per chi riga diritto. ITALIA / Treni sporchi: trovata anche la legionella Prima le cimici, poi le zecche. Ora la legionella. L'inchiesta sulla pulizia dei treni aperta un anno fa dalla Procura di Torino si arricchisce di nuovo. Il temibile batterio che attacca l'uomo attraverso le vie respiratorie (nel 15% e' fatale) e' stato trovato nel bagno di tre convogli. I carabinieri dei Nas hanno prelevato campioni d'acqua di rubinetti di bagni di tre treni in partenza da Torino e diretti a Milano, Genova e Venezia. G.BRETAGNA / I voli low cost utilizzati soprattutto da uomini d'affari Cadono due miti per gli aerei a basso costo: non hanno potenziato la crescita del trasporto aereo ne' stimolato l'accesso ai voli dei cittadini piu' poveri. Lo sostiene l'Autorita' dell'aviazione civile britannica (Caa) traendo un bilancio degli ultimi dieci anni del trasporto aereo nazionale. La sua conclusione e' che il "low cost" e' aumentato a scapito dei voli charter e che ne beneficiano soprattutto i viaggiatori d'affari. ITALIA / Lombardia: dall'ottobre 2007 non potranno circolare le auto non catalizzate Dal primo ottobre 2007 non potranno circolare in Lombardia le auto non catalizzate, le cosiddette euro 0 (quasi tutte quelle a benzina fino a meta' degli Anni 90 e diesel e motorini anche piu' recenti). Lo ha deciso il Consiglio regionale. E' la prima regione ad approvare una decisione simile e presto potrebbe essere seguita da altre. La legge mette al bando anche gli impianti di riscaldamento alimentati con olio combustibile. GERMANIA / I tedeschi andranno in pensione a 67 anni I tedeschi andranno in pensione piu' tardi. Il 29 novembre, il Governo ha infatti varato una normativa che stabilisce uno spostamento dell'eta' pensionabile: entro il 2012 essa salira' progressivamente da 65 a 67 anni. I motivi che hanno portato alla riforma sono soprattutto l'invecchiamento della popolazione e la ridotta natalita'. ITALIA / Vodafone stoppata nella sua sfida a Telecom Italia Il Tribunale di Roma blocca l'ultima offerta anti-Telecom lanciata da Vodafone. Il servizio che consente di trasferire il proprio numero fisso Telecom Italia sul cellulare, abbandonando cosi' il canone, e' stato bocciato dai giudici per concorrenza illecita. Ora dovranno essere sospese sia la prevendita sia la campagna pubblicitaria che in queste settimane ha visto i calciatori Totti e Gattuso protagonisti in tv. ITALIA / Trenitalia prevede rincari su Intercity ed Eurostar Per ora e' solo ufficioso, ma dal prossimo gennaio le tariffe ferroviarie aumenteranno di una percentuale compresa tra il 6 e il 12% su Eurostar e Intercity. Non si toccheranno le tariffe di tutti quei treni attivati in ragione di un contratto con lo Stato (quello dei pendolari, i notturni, i combinati con merci, quelli delle Regioni a statuto speciale). Lo prevede un piano al vaglio del Governo. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE dal 15 al 30 novembre 2006 AMBIENTE, KYOTO E LE BELLE PAROLE Si avvia a conclusione la conferenza di Nairobi (Kenia) sul clima. L'Italia si e' presentata con una mozione approvata all'unanimita' dal Parlamento, il che non fa ben sperare perche' su una documento di intenti per la salvaguardia del Mondo siamo tutti d'accordo salvo poi comportarci diversamente. I soldi per finanziare le politiche ecologiste nei Paesi in via di sviluppo sono esigui. La Cina fra un paio di anni diverra' il primo produttore di anidride carbonica, surclassando gli Usa. L'Europa ha ridotto le proprie emissioni di uno scarso 3%. L'Italia avrebbe dovuto diminuire le emissioni del 6.5% ma registra un aumento del 13%. E' noto che se si applicasse il protocollo di Kioto la temperatura globale diminuirebbe di qualche frazione di grado tra un centinaio di anni, un po' pochino anche se questo significherebbe una inversione di tendenza rispetto ai ritmi attuali di produzione di anidride carbonica, che e' la responsabili principale dell'aumento della temperatura globale. Insomma tra pochi soldi, belle parole e risultati inconcludenti la conferenza di Nairobi si avvia ad approvare l'ennesimo documento di facciata. Trenitalia in bancarotta? Ecco la vignetta di Joshua held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=161160 ALIMENTAZIONE: I CAVOLI. UN ORTAGGIO DI STAGIONE Sara' perche' i bambini nascono sotto il cavolo o l'espressione "fatti i cavoli tuoi" e' piuttosto diffusa, questo ortaggio ha sempre suscitato curiosita'. Evidentemente il cavolo (Brassica oleracea) e' legato all'attivita' sessuale visto che Catone ne consigliava l'uso per curare l'impotenza sessuale. Ne esistono piu' di 400 varieta' (cavolo nero, cappuccio, verza, comune, orientale, cavolini, cavolfiore, ecc.) diffuse in ogni parte del mondo per la grande capacita' di adattamento e perche' nei i periodinvernali e' una delle poche verdure naturalmente disponibili. E' ricco in vitamina A, C, acido folico, fosforo, calcio, ferro e potassio. E' considerato un antitumorale per eccellenza per cui viene vivamente consigliato come preventivo. Ha proprieta' antianemiche, cicatrizzanti, emollienti, diuretiche, depurative, vermifughe. Il cavolo è utilizzato anche nei prodotti di bellezza: combatte l'acne, le scottature solari e aiuta contro le screpolature della pelle. Ma un problema c'e' perche' i cavoli sono ricchi di particolari sostanze, i tiocianati, che interferiscono con l'assorbimento dello iodio in persone che hanno problema di funzionalita' tiroidea. L'altro aspetto e' l'odore sgradevole che si produce quando si cuociono. Infatti, i tiocianati si decompongono formando diversi composti maleodoranti e piu' si procede nella cottura maggiore risulta la produzione di queste sostanze. La soluzione? Cuocere di meno la verdura cosi' si ottengono due risultati: meno odori sgradevoli e minor perdita di sostanze nutrienti. PUBBLICITA' E INFORMAZIONE DEI FARMACI. UNA PROPOSTA DI LEGGE PER AVERE PIU' NOTIZIE SULLA NOSTRA SALUTE intervento dell' on. Donatella Poretti, Rosa nel Pugno Informazione o pubblicita'? Dove inizia l'una finisce l'altra? In Italia, l'interpretazione della direttiva 2001/83/CE, relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, ha finito per non fare rispettare un diritto inviolabile come quello all’accesso all’informazione. Di conseguenza, i cittadini italiani non possono accedere ad alcun tipo di informazione che riguarda la propria salute e benessere fisico. Per questo, insieme ai deputati Cinzia Dato e Sandro Gozi, ho preparato una proposta di legge - pubblicita' e informazione dei medicinali e ambito di applicazione- per cambiare l’articolo 113 del Titolo VIII del DL 219/2006 (attuazione della direttiva 2001/83/CE) che a causa di una interpretazione restrittiva, proibisce qualsiasi forma di informazione a scopo promozionale per i farmaci che richiedono prescrizione medica, non facendo tuttavia alcun riferimento all’informazione intesa come comunicazione di pubblica utilita', di maggiori conoscenze, nozioni e notizie che potrebbero rivelarsi utili e vitali per la salvaguardia della salute dei pazienti. L’articolo 113 viene modificato, reinterpretando la direttiva europea 83/2001 in un’ottica che salvaguardia il diritto dei cittadini all’informazione. Si potra' cosi' accedere alle piu' accurate informazioni sui farmaci che richiedono prescrizione medica, informazioni che le case farmaceutiche provvederanno a fornire in maniera accurata e scientifica. Per evitare che l'attuale interpretazione della direttiva faccia danno ovunque, ho inviato ai ministri della Sanita' dei 25 Paesi membri dell'Ue, piu' ai due ministri di Romania e Bulgaria (che a breve entreranno nell'Unione), una lettera in cui spiego il contenuto di questo testo e li invito a prendere le misure adatte per cambiare le leggi europee e liberalizzare l’informazione in tutti i Paesi membri. Qui il testo della proposta di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=161168 Qui il testo della lettera inviata ai ministri europei tradotto in italiano: http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=189 SEQUESTRATI I FORUM ONLINE DELL'ADUC. OFFESE AD UNA CONFESSIONE RELIGIOSA. CONSAPEVOLI DI ESSERE IN PRIMA LINEA PER LA LIBERTA' D'ESPRESSIONE Questa mattina (16 novembre) la Polizia Postale di Firenze ha posto sotto sequestro preventivo due forum del nostro portale Internet. Viene contestata la violazione dell'art.403 cp (offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone): "numerosi messaggi che offendono la religione cattolica anche mediante vilipendio di persone". La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania (pm dott. Luigi Lombardo) ha ritenuto di procedere al sequestro preventivo "in quanto vi e' fondato pericolo che la permanenza in rete dei predetti messaggi possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato stesso dato che chiunque puo' liberamente continuare ad immettere messaggi dello stesso contenuto". La denuncia che ha mosso la procura siciliana proviene dall'associazione "Meter onlus" (www.associazionemeter.it). L'associazione di don Fortunato Di Noto nei giorni scorsi ci aveva inviato un fax in cui ci si accusava di pubblicare messaggi di "vilipendio della religione", offensivi per gli handicappati e di natura "hard-porno": "con questa nostra –diceva il messaggio- non si invoca la censura (ce ne guarderemmo!) ma comunque la possibilita' di 'moderare' un forum che nel contesto dell'Aduc non credo possa contenere tali messaggi di 'tutela dei consumatori'". Nel contempo ci veniva comunicato che era stata depositata una denuncia (a cosa serviva il fax? Per dirci che ci avevano denunciato? In genere prima si minaccia e poi si procede... ma ognuno ha i suoi metodi...). I forum dell'Aduc ("Di la tua": http://www.aduc.it/dyn/dilatua), con una media attuale di 3/400 messaggi al giorno, non sono moderati e non prevedono un'iscrizione dei partecipanti. Sono liberi e dissertano di tutte le attualita' sociali, economiche e politiche. Al posto dei due forum sequestrati, ora compaiono le scritte "GESU E’ - sottoposto a sequestro preventivo" e "LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA... - sottoposto a sequestro preventivo", con, nel testo, le specifiche del sequestro stesso. Sui forum dell'Aduc, comunque, la religione cattolica non e' l'unica ad essere presumibilmente offesa, ma la "Meter onlus", nonostante le sue affermazioni anti-censura, probabilmente considera la liberta' d'espressione solo a partire dalla verita' del proprio credo. Ricordiamo che l'articolo 403 del codice penale, e' stato modificato il 24 febbraio di quest'anno, ed era quello che prima puniva il vilipendio alla religione di Stato, che ora e' punito nelle forme del nuovo testo. Nell'attesa che le indagini si formalizzino e che i vertici della Chiesa cattolica romana si costituiscano parte civile, non possiamo non rilevare che quanto accaduto oggi va a braccetto con la politica dello Stato del Vaticano (le richieste pressanti di non fare satira sul Papa), con il Parlamento che ha bocciato la richiesta di far pagare le tasse alla Chiesa cattolica -quando svolge attivita' commerciale- come per chiunque altro... e non ci sono soldi per la ricerca scientifica... e vari episodi delle istituzioni sempre prostrate alla Chiesa cattolica romana (no al divorzio veloce, imposizione del crocifisso nelle aule, annullamento del referendum sulla procreazione assistita, etc..). E' evidente che affronteremo il giudizio a fronte alta, consapevoli di essere in prima linea per la liberta' d'espressione e di pensiero. Una interrogazione parlamentare verra' depositata nei prossimi giorni. UNIVERSITA' E RICERCA. INDAGINE DELL'ADUC: OTTO PICCOLE UNIVERSITA' PRIVATE STATUNITENSI INVESTONO PIU' DI TUTTE LE UNIVERSITA' PUBBLICHE ITALIANE. APRIRE AL PRIVATO, ANCHE STRANIERO L'intero importo speso per tutti gli atenei italiani lo spendono otto piccole universita' private statunitensi. Ma mentre gli atenei italiani hanno ricevuto 6 premi Nobel per le ricerche condotte al loro interno, le otto universita' private statunitensi in questione ne hanno ricevuti 105. E' questo il risultato di una nostra indagine. Per rendersi conto delle opportunita' che gli investimenti privati possono creare per l'universita' e la ricerca, abbiamo condotto una indagine basandoci sull'importo annuale di spesa ed investimenti. L'Italia spende per l'universita' e la ricerca pubblica circa 15 miliardi di euro. La stessa cifra la spendono otto fra le migliori universita' Usa, cosi' come elencate nella classifica annuale di U.S. News and World: Harvard, Yale, Princeton, California Institute of Technology, Duke, Massachussetts Institute of Technology, University of Pennsylvania, Stanford. Facciamo un confronto, a parita' di spesa, sui risultati. Tutte le universita' pubbliche italiane / 8 universita' private statunitensi Spesa annuale: 15 miliardi di euro / 15,4 miliardi di euro Studenti: 1.800.000 / 98.000 Docenti: 60.251 / 15.505 Docenti/Studenti: 1/30 / 1/6 Spesa/Studente: 8.333 / 157.143 Fuori corso: 43,5% / 14,7% Abbandono dopo I anno: 21,5% / 2,5% Volumi in biblioteche universitarie: 45,9 milioni / 54,1 milioni Premi Nobel: 6 / 105 Si potrebbe obiettare che il sistema universitario italiano e' molto piu' efficiente, dal punto di vista dei costi, di quello Usa che, a pari spesa, soddisfa una frazione di studenti. Ma la maggiore spesa per studente delle otto universita' statunitensi (circa 18 volte superiore a quella italiana) si traduce, per ogni studente, in un maggiore numero di docenti, di infrastrutture, di borse di studio, di biblioteche universitarie, di laboratori, ecc. Ad esempio, il numero di volumi contenuti in tutte le biblioteche universitarie italiane e' inferiore a quello contenuto nelle biblioteche universitarie degli otto atenei privati statunitensi. E' da tenere presente anche che, contrariamente poi alle universita' italiane, le universita' americane prese in considerazioni non gravano (o gravano ben poco) sulle finanze della collettivita'. Il risultato e' che a fronte di 6 premi Nobel ricevuti da docenti e ricercatori che operano nell'universita' italiana, ce ne sono ben 105 nelle sole otto universita' statunitensi prese in considerazione. Queste cifre dovrebbero essere sufficienti a capire che l'universita' pubblica italiana non potra' mai reggere il confronto con quei Paesi dove vi sono molte universita' private che competono fra loro per avere i migliori studenti, i migliori docenti e ricercatori, e le maggiori risorse finanziarie. Se in Finanziaria, sono stati trovati 110 milioni in piu' per l'universita' e per la ricerca, universita' come Yale, Harvard, Stanford spendono la stessa cifra in meno di un mese. Neanche in un momento di crescita poderosa della nostra economia, e con un Governo lungimirante che investe tre volte tanto nell'universita' e nella ricerca, si potra' giungere a livelli di Paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna. Questo non solo perche' quei Governi investono di piu', ma perche' sono incentivati gli investimenti privati, proprio quello che manca nel nostro Paese. La ricetta quindi sarebbe l'apertura agli investimenti privati con la creazione di nuove universita' private, italiane e no. ASCENSORI E SPESE Ormai e' diventato un tormentone in tutte le riunioni condominiali dove si esprime l'italica volonta' al litigio. Chi deve pagare le spese ordinarie e straordinarie dell'ascensore? Come e' ripartita la quota? I condomini del piano terra contribuiscono? Proviamo a far luce. Le spese di ordinaria manutenzione, comprensiva di riparazioni, e' ripartita tra tutti i condomini, secondo il criterio di ripartizione delle spese definito dall'art.1124 del Codice Civile, e cioe' il 50% in ragione dei millesimi di proprieta' degli appartamenti e il 50% in proporzione all'altezza del piano, considerato che chi abita ai piani piu' alti fara' un uso maggiore dell'ascensore. Le spese straordinarie devono, invece, essere ripartite, proporzionalmente ai millesimi, tra tutti i condomini proprietari dell'immobile. UNIVERSITA' E RICERCA. OTTO PICCOLE UNIVERSITA' AMERICANE BATTONO ALLA GRANDE TUTTE LE NOSTRE UNVERSITA' PUBBLICHE? PROVO IMBARAZZO PER IL MIO PAESE intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno Secondo una ricerca dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), otto piccole universita' private degli Stati Uniti spendono piu' di tutti gli atenei pubblici italiani. Sempre secondo questa indagine, la spesa per ogni studente nelle otto universita' americane e' di oltre 157 mila euro, a fronte degli 8 mila euro spesi per gli studenti italiani. Il risultato e' che queste otto piccole universita' private hanno piu' volumi nelle loro biblioteche di tutte le biblioteche universitarie pubbliche italiane. Mentre le nostre universita' pubbliche sono state premiate con 6 premi Nobel, le otto piccole universita' statunitensi ne hanno ricevuti ben 105. (Qui il testo dell'indagine: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=161289) Sono dati terrificanti, come ha giustamente commentato il rettore dell'Universita' di Roma 3, Guido Fabiani. Nonostante gli sforzi di alcuni straordinari ricercatori e docenti, il nostro sistema universitario pubblico e' da quarto mondo. Come possiamo mai pensare di stare al passo con Paesi come gli Usa, se l'intero sistema universitario pubblico dell'Italia e' lontano anni luce dal competere anche con otto piccole universita' straniere? L'unica via percorribile, oltre ad investire maggiori risorse pubbliche, e' aprire ed incentivare gli investimenti privati. In Italia mancano i grandi centri di eccellenza. La gestione dei fondi e' talvolta fatta in palese conflitto di interesse (qui una mia intrerrogazione sui fondi per le staminali: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=190). I nostri migliori studenti sono costretti ad andare all'estero non solo per trovare lavoro, ma anche per fare ricerca su materie che storicamente dovrebbero essere il nostro cavallo di battaglia. Chi vuole fare ricerca sul rinascimento italiano o sull'opera italiana, oggi deve andare in universita' straniere, dove poi spessissimo rimane. Sono gli stessi professori universitari a consigliare ai loro migliori studenti di andarsene via dall'Italia. Se i dati dell'Aduc non sono sufficienti a provocare un dibattito sull'opportunita' di trovare altre strade -oltre a chiedere l'elemosina ogni anno in Finanziaria- per ricostruire il nostro sistema universitario, non so cosa altro possa farlo. Invito pertanto tutti i parlamentari a riflettere sul degrado delle nostre universita' pubbliche, e sulle conseguenze che per generazioni dovremo scontare a causa della quasi totale assenza di formazione di alto livello. Rivolgo un invito anche agli operatori del mondo universitario e della ricerca affinche' si facciano promotori di idee e strategie. La mia porta sara' sempre aperta. CENSURA FORUM WWW.ADUC.IT. CIO' CHE L'ACCUSATORE DON DI NOTO NON DICE... E GLI ERRORI DEL MAGISTRATO A CUI VERRA' PRESENTATA ISTANZA DI RIESAME Il sequestro preventivo di due forum sul nostro portale internet avvenuto ieri 16 novembre e' un fatto gravissimo. Se oggi e' capitato a noi domani potrebbero venire censurate preventivamente edizioni di quotidiani prima che arrivino alla stampa perche' contengono materiale che qualcuno ritiene offensivo nei confronti di una religione. Inoltre, l'inusitata solerzia (24-48 ore) con cui il magistrato della Procura di Catania ha deciso il sequestro per vilipendio della religione cattolica ci lascia stupiti. Sui nostri forum ci sono, da anni, frasi che potrebbero essere ritenute offensive dai credenti di altre religioni, se non dagli appartenenti a quasi ogni istituzione, associazione, o gruppo di persone, ma si e' deciso di agire solo sul fronte della religione cattolica. Il forum non e' moderato, e da' la possibilita' a tutti di esprimersi. Se non permettiamo la pubblicazione di incitazioni alla violenza, e' nostra convinzione che si possa parlare male di chiunque, anche della religione cattolica. Tra le frasi incriminate di cui parla don Fortunato Di Noto dell'associazione "Meter onlus", da cui e' partita la segnalazione alla Procura di Catania, una che lo stesso riprende in alcune interviste e' la seguente: "'i cristiani capiscono solo le mazzate e anch'io voglio insultare, picchiare, rubare e mentire in nome di Dio." Per Di Noto, questa e' incitazione a tirare mazzate ai cristiani. La frase, invece, dice che i cristiani capiscono solo la violenza, che storicamente e' stata usata per sradicare eresie al loro interno, e per riunificare l'Italia. Inoltre, dice e' che sono prima di tutto i cristiani ad "insultare, picchiare, rubare e mentire in nome di Dio". Si puo' non essere d'accordo, anche se la storia del Cristianesimo, e della Chiesa cattolica in particolare, ci dice altrimenti. Per questo ci pare infondato il provvedimento del magistrato, al quale opporremo un riesame del provvedimento. Quello che probabilmente da' fastidio a Di Noto e al Procuratore sono le bestemmie, che ci sono. Ma bestemmiare non e' un reato. Per quanto riguarda l'altra frase riportata da don Di Noto, "Impicchiamo tutti gli handicappati", questo non rientra, fino a prova contraria, nel vilipendio della religione. Non si capisce quindi perche' il magistrato abbia sequestrato questo secondo forum, che non contiene alcuna violazione dell'articolo 403 del codice penale (offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone), che e' l'unico citato nel provvedimento. Noi non esprimiamo un giudizio sulle parole e sulle opinioni espresse nei nostri forum, ma difenderemo la possibilita' che siano scritte fino a quando non ci sara' dimostrato che sono un invito alla violenza. Frasi del genere le riteniamo stupide ed inutili, oltre che ininfluenti, ma non per questo ci ergiamo a censori. Quante volte si dice, ad esempio, dei politici "che sono tutti ladri" o che "andassero tutti a morire ammazzati". Eppure si puo' davvero prendere questa espressione per una incitazione a trovare e uccidere i parlamentari? Il contesto e' importante, e chi avra' avuto modo di leggere il forum, avra' visto che frasi del genere ci sono, e sono spesso criticate da altri utenti. Chi fra qualche decennio o secolo vorra' capire cosa pensava e come di esprimevano veramente le persone, lo potra' capire dai nostri forum. Sara' invece impossibile ricostruire la realta' se ad ogni pie' sospinto vi saranno atti censori. SEQUESTRO FORUM WWW.ADUC.IT. INTERROGAZIONE PARLAMENTARE: GARANTIRE IL SERENO ESERCIZIO DEL DIRITTO ALLA LIBERA MANIFESTAZIONE DEL PROPRIO PENSIERO Interrogazione a risposta orale in aula ai Ministri dell'Interno, della Giustizia e delle Comunicazioni Di iniziativa dei deputati Donatella Poretti, Marco Beltrandi, Daniele Capezzone, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco, della Rosa nel Pugno Firenze, 18 novembre 2006 Premesso che: In data 16 novembre 2006 la Polizia Postale di Firenze, su ordine del pm di Catania dott. Luigi Lombardo, (n.proc.pen.10612/06 registro notizie di reato ignoti, provvedimento del 15/11/2006 in base all'art. 321 c.p.p.), ha sequestrato preventivamente due forum pubblicati sul sito dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori: www.aduc.it) per gravi indizi relativi al reato di offese ad una confessione religiosa mediante vilipendio di persone (art. 403 c.p.). I forum sequestrati contengono essenzialmente bestemmie, riflessioni filosofiche e teologiche di alta religiosita' e alcune espressioni di biasimo nei confronti di chi fa propri i dettami di una confessione religiosa. Il reato di vilipendio, e il sentimento religioso che la norma mira a proteggere, e' norma assai vaga, dai contorni sfumati, che non difende singole persone ma qualcosa di astratto, quale e' il "sentimento religioso", che di fatto impedisce un aperto, se pur severo e talvolta colorito, confronto sui temi e sulle questioni nodali della religiosita', violando il diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero, questo si' protetto costituzionalmente dall'art. 21. A titolo esemplificativo, se negare la verginita' della Madonna e biasimare chi lo crede fosse vilipendere il sentimento religioso, altrettanto offensivo sarebbe allora affermare il dogma dell'immacolata concezione e biasimare coloro che invece sposano, nel loro sentimento a-religioso, il sapere della scienza. Ne' l'aver depenalizzato la bestemmia (Decreto Legislativo n. 507 del 30 dicembre 1999), ne' la legge del febbraio 2006 che ha equiparato le confessioni religiose abrogando il riferimento alla religione di Stato, hanno risolto il punto nodale relativo alla liberta' di espressione, al diritto di critica e di stampa e, ancora oggi, diritti che sembravano acquisiti vengono messi in discussione da norme di inferiore rango. La Costituzione tutela infatti il diritto a professare la propria religione, che non e' messo in discussione dalle critiche pur aspre che possano essere state scritte nei forum, ma non tutela il sentimento religioso di per se'. Cio' comporta tutt'oggi l'impiego delle forze di polizia postale ad una assurda caccia alle streghe, ogni volta che qualcuno sente il proprio sentimento religioso minacciato dall'espressione pubblica di un libero pensiero. La stessa polizia postale afferma di esser quotidianamente subissata da simili segnalazioni che affollano le loro scrivanie. Chiediamo se e quali attivita' intenda intraprendere al fine di garantire il sereno esercizio del diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero, senza subire atti censori quali quelli in atto nei confronti dei forum di discussione dell'Aduc, sequestrati dalla magistratura catanese. Si allegano: - Trascrizione integrale del contenuto dei due forum - Decreto di sequestro preventivo ALITALIA SI AUTO ELOGIA SPERPERANDO SOLDI IN PUBBLICITA' SUI QUOTIDIANI E PENSA DI APRIRE UNA PROPRIO GIORNALE. E IO PAGO... OCCORRE PRIVATIZZARE!! Alitalia prova a ripartire dalle pagine dei giornali, quelle pubblicitarie. Un ennesimo spreco di risorse per la societa' che continua a perdere un milione di euro al giorno. Sui principali quotidiani nazionali, a tutta pagina, la compagnia di bandiera si auto compiace con la frase a caratteri cubitali su fondo verde: “Sulla sicurezza, le parole volano. I numeri restano”, un grande slogan, non c'e' che dire, reso piu' ficcante dall'elenco delle ore dedicate al controllo degli aeromobili e dalla conclusione: “tutti numeri che ci portano ad essere tra le compagnie aeree piu' sicure al mondo”. Un avviso che non puo' che rallegrarci, ma... A parte il fatto che gli ideatori del messaggio potevano citare almeno la fonte della bella notizia (di cui non dubitiamo), ci chiediamo: e' cosi' che Alitalia vuol riprendersi fette di mercato? Il messaggio sottintende: ...le compagnie low cost, invece, non sono altrettanto sicure. E' da anni che ci si arrampica su questa balla; intanto le compagnie a basso costo continuano a crescere e tenere i prezzi bassi, al contrario della compagnia di bandiera che si e' anche comprata la moribonda low cost Volare Web (con l'inganno, come ha sentenziato il Tar poche settimane fa), senza risultati. Dubitiamo che l'ennesima campagna pubblicitaria (quanto sara' costata? Un altro milione di euro?) rientri in una strategia sensata. Anche i bambini sanno che elogiare un prodotto “marcio” non serve ad ottenere alcun ritorno di immagine, se prima il potenziale cliente non percepisce che il frutto marcio stia rifiorendo; e' controproducente , al pari dei mega spot di Trenitalia. Eppure, evidentemente, i responsabili comunicazione agli ordini del capo Giancarlo Cimoli (quello della mega liquidazione dalle Ferrovie) devono essere convinti che il problema di Alitalia sia di comunicazione. Infatti, come scrive oggi il quotidiano “Libero” (su cui non compare nessuna pubblicita' di Alitalia) la compagnia nazionale starebbe lanciando un proprio quotidiano cartaceo da distribuire a bordo degli aerei. Altri soldi buttati all'aria, altre strategie improvvisate e inconcludenti. Altri costi per i contribuenti che prima o poi dovranno pagare anche queste castronerie. Auspichiamo ovviamente che il Governo chiuda tutti i rubinetti finanziari che mantengono artificiosamente in vita questa compagnia, e decida senza piu' indugi –pena la bancarotta fraudolenta- per la propria completa uscita dal capitale azionario. CANNABIS. BENISSIMO MINISTRO TURCO. AI DETRATTORI: MORTI PER TABACCO OGNI ANNO 80MILA, PER CANNABIS 0 (ZERO). TABELLE ANCHE PER QUANTITA' MASSIME DI NICOTINA? Non possiamo non apprezzare il provvedimento del ministro della Salute Livia Turco con cui e' stata raddoppiata la dose massima consentita di cannabis per uso personale. Come gia' molti altri hanno osservato, il provvedimento potra' evitare il rischio del carcere a molti giovani e parlamentari che ne fanno uso personale. Ma il provvedimento, seppur apprezzabile e' molto timido e non risolve a nostro avviso una questione essenziale. Si continua a combattere militarmente una sostanza praticamente innocua, regalando cosi' miliardi di euro alle organizzazioni criminali che le vendono illegalmente. Ma la cosa ancora piu' sorprendente e' che spesso, chi la combatte, soprattutto in Parlamento, si presenta alle telecamere fumando sigarette, questo si' un comportamento nocivo per la salute. Un esempio e' Gianfranco Fini. A lui e a tutti coloro che, come lui, fumano e criticano aspramente il provvedimento del ministro Turco, chiediamo di riflettere su questo: di tabagismo muoiono in Italia circa 80.000 persone l'anno, 4 milioni in tutto il mondo; di cannabis, i morti sono 0 (zero). Se coloro che attaccano il ministro hanno ragione, e l'impostazione proibizionista e' quella giusta, allora comincino a promuovere tabelle anche per il possesso di tabacco: vada in galera chi viene pizzicato con qualche milligrammo di nicotina in piu'. RISPARMIO DI 400 MILIONI NELLA SPESA FARMACEUTICA. ACCETTATTA COME RACCOMANDAZIONE IN FINANZIARA LA PROPOSTA DELL'ADUC Il Governo ha accettato come raccomandazione in Finanziaria un ordine del giorno che consentira' un risparmio di 400 milioni di euro sulla spesa farmaceutica. L'ordine del giorno e' stato presentato dall'on. Giovanni Crema (Rosa nel Pugno) e, in collaborazione con l'Aduc, era gia' stato oggetto di un emendamento (bocciato) in commissione Affari Sociali, presentato dall'on. Donatella Poretti e dagli onorevoli Tommaso Pellegrino (Verdi), Luigi Cancrini (PdCI), Daniela Dioguardi (Prc), tutti appartenenti alla medesima commissione. La raccomandazione prevede iniziative contro gli sprechi dei farmaci, traendo spunto dalla sperimentazione avviata in Galizia (Spagna) che ha visto la somministrazione di dosi individuali di antibiotici, con il medico che prescrive e il farmacista che consegna la dose idonea al paziente e non la confezione intera. Nella regione spagnola si e' risparmiato il 35% della spesa per questo tipo di medicinali. In Italia tale modalita' di somministrazione dei soli antibiotici consentirebbe di risparmiare circa 400 milioni di euro. Nel 2005 l'assistenza farmaceutica a carico del SSN e dei pazienti, erogata tramite farmacie aperte al pubblico, escludendo gli acquisti diretti da parte delle aziende sanitarie, ha registrato uno sfondamento lordo di spesa di 380 milioni di euro. ETICHETTATURA. "OLIO EXTRA VERGINE DI PRIMA SPREMITURA": NON SIGNIFICA NULLA Tempo di raccolta delle olive e di frantoi. "Olio extra vergine di oliva - prima spremitura" e' l'indicazione che spesso leggiamo sulle etichette che pero' non ha alcun valore. L'"Olio extra vergine - prima spremitura" presuppone che ne esista un altro di seconda spremitura ma cio' non e' vero perche' per questa tipologia di olio si effettua un'unica spremitura. La prima e seconda spremitura si effettuavano tanti anni fa, quando la pigiatura si faceva a mano, ora, con la pressatura meccanica, non vi e' alcuna necessita' di ricorrere ad un'ulteriore pigiatura (a meno che non si sia utilizzato un vecchio torchio, magari in legno! Anche il grano si puo' tagliare con la falce, ma chi lo fa?). L'indicazione evoca alla memoria il contadino che faceva da se' l'olio: e' un'immagine che riporta alla naturalita' del prodotto, il che fa presa sul consumatore cittadino che di natura e' letteralmente incantato. "prima spremitura" non significa quindi un bel niente e le etichette che riportano questa indicazione prendono in giro il consumatore facendogli credere qualcosa che non esiste. L'unica prescrizione per l'olio extra vergine di oliva riguarda l'acidita', che deve essere inferiore all'1%. Tutto qui. Il nostro consiglio e' quello di scegliere un olio extra vergine di oliva biologico a denominazione di origine, che perlomeno garantisce il luogo di provenienza delle olive, anche perche' anche la qualificazione "prodotto in Italia" assicura che l'olio e' italiano solo al 75%, il rimanente 25% arriva da altri Paesi! PILLOLA DEL GIORNO DOPO. I DANNI DELL'OBBLIGATORIETA' DELLA RICETTA. MINISTRO TURCO, VUOLE CONTINUARE A FAR AUMENTARE GLI ABORTI? Questo il testo di una lettera che ci e' giunta e che abbiamo pubblicato nella rubrica "Cara Aduc" del nostro portale: ... vado con la mia ragazza al pronto soccorso per chiedere la pillola del giorno dopo in seguito ad un rapporto a rischio avuto in fine ciclo mestruale. La dottoressa del pronto soccorso ci nega la pillola spiegandoci che e' estremamente pericolosa per eventuali emboli e vari effetti collaterali, considerando comunque il nostro come un caso assolutamente non a rischio. Torniamo dalla stessa dopo un mese con in mano un test di gravidanza che testava la positivita' della gravidanza con evidente stato di shock della mia ragazza che in lacrime e disperata si confrontava con l'incredulita' della dottoressa..Ora ci troviamo ad un bivio tra la scelta di tenere questo figlio o abortire. possiamo chiedere i danni morali, biologici e fisici e quindi un risarcimento e se si' di quanto. Come muoverci? grazie vi prego di rispondere con urgenza... Riccardo, da Lecce Questa la nostra risposta: gentile signor Riccardo, i danni li puo' chiedere, ma sulla quantizzazione degli stessi, l'aiutiamo male, perche' dovrebbe essere la sua ragazza (la danneggiata), anche rispetto alla scelta che ora fara' (continuare la gravidanza o abortire), a stabilire una cifra che possa essere per lei soddisfacente; i parametri da utilizzare sono molteplici e legati -dopo la scelta di cui prima- al danno materiale (tempo perso, tempo che avrebbe utilizzato per guadagnare col proprio lavoro, soldi spesi, etc..) nonche' morale e psicologico. La quantizzazione la faccia al centesimo e, dopo aver raccontato i fatti in modo obiettivo, faccia la sua richiesta con una raccomandata A/R alla dottoressa e all'Asl, dando 15 giorni di tempo per esaudire le richieste e minacciando in alternativa le vie legali. Veda un po' cosa le rispondono e decida di conseguenza, anche consultandosi nuovamente con noi. ---------------------------------- Questi sono i risultati dell'attuale normativa, che impone la ricetta per l'acquisto di questo medicinale contraccettivo d'urgenza. Ricetta che in altri Paesi non e' richiesta: in Gran Bretagna, oltre ad essere distribuita dal Sistema Sanitario Nazionale gratuitamente, puo' essere acquistata in farmacia da chiunque, in Francia la gratuita' c'e' anche in farmacia ma solo per le minorenni; negli Usa puo' essere acquistata senza ricetta dalle maggiorenni solo in farmacia e nei centri autorizzati. In materia abbiamo anche fatto presentare un'interpellanza al ministro della Salute (on.Donatella Poretti, Rosa nel Pugno: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=152017), ma non c'e' stata ancora risposta. I motivi per cui la ricetta e' ancora obbligatoria, sono da ricercare sicuramente nel non voler turbare –da parte del ministro Turco- la variegata compagine governativa, dove gli anti-abortisti, convinti di far scelta saggia per la loro causa, minacciano ferro e fuoco per un provvedimento del genere... mettendo la testa sotto terra come gli struzzi di fronte agli effetti nefasti di un ostracismo che fa invece aumentare il ricorso all'aborto. Ministro Turco, smetteremo, prima o poi, di farci male? CLASS ACTION. BERSANI DICE NO AL MODELLO AMERICANO? IL MODELLO "ALL'ITALIANA", COME MOLTE COSE "ALL'ITALIANA", E' L'ENNESIMA FREGATURA PER IL CONSUMATORE Il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, in dichiarazioni riportate dal quotidiano "la Repubblica", ha detto che il Governo non intende promuovere una legge sull'azione giudiziaria collettiva ("Class action") all'americana. Secondo Bersani, il modello di "Class action" da promuovere non deve mandare "la gente in giro per avvocati", come farebbe invece quello contemplato nella legislazione statunitense. Il modello preferito, sarebbe quello "continentale". A parte questo distinguo dalla Gran Bretagna che, immaginiamo, fra un po' sara' apostrofata come "perfida Albione" di mussoliniana memoria, il riferimento alla presunta superiorita' delle norme continentali e' tutto da dimostrare: noi sappiamo che, per ora, negli Usa e in Gran Bretagna cio' che combina, per esempio, TelecomItalia coi suoi clienti, proprio per l'esistenza di quel modo di "Class Action", non e' neanche concepibile. Il Governo, quindi, promuove una legge all'italiana, ovvero una "Class action" controllata, filtrata dallo Stato. Non potranno promuovere l'azione collettiva i singoli cittadini o cittadini raggruppati ad hoc, ma solo le associazioni dei consumatori finanziate dallo Stato, gli ordini professionali, le Camere di commercio. Inoltre, anche quando vi fosse il successo dell'azione collettiva, i singoli cittadini dovrebbero poi ricorrere alla giustizia singolarmente per ottenere il risarcimento. Nel modello americano, il risarcimento per gli utenti e consumatori e' invece automatico. Il ministro Bersani, se i cittadini potessero rivendicare i propri diritti liberamente, e' giustamente preoccupato di cosa accadrebbe a molte aziende, in primis quelle mantenute in vita (con soldi diretti o meno poco importa) dallo Stato come Telecom, Alitalia, Ferrovie, Autostrade, etc.. Probabilmente fallirebbero dopo le prime sentenze, dovendo rimborsare le decine di migliaia di utenti a cui forniscono servizi pessimi, spesso neanche richiesti, e di cui noi possiamo fornire ampia documentazione grazie al servizio di domande e risposte "Cara Aduc" sul nostro portale Internet. Da qui, la concessione alle aziende di una "Class action" all'italiana, ovvero finta e al contagocce. Per conto nostro abbiamo fatto presentare un progetto di legge in materia sul modello americano (http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901), sottoscritto dagli on. Donatella Poretti e Daniele Capezzone della Rosa nel Pugno e utilizzato come modello per altre proposte di legge oggi al vaglio della Commissione Giustizia della Camera. Facciamo notare, infine, che a differenza di come succede abitualmente, lo scontro in Parlamento non sara' tra Governo e opposizione, perche' quest'ultima non ha presentato nessuna proposta, forse imbarazzata perche' la proposta del Governo e' quella che, nella passata legislatura, aveva presentato il Governo Berlusconi e la Camera aveva approvato (poi si era arenata al Senato... per fortuna...). Lo scontro -se ci sara'- sara' tutto all'interno della maggioranza di Governo. Con la proposta di legge Bersani vanno d'accordo i testi Maran-Ds/Ulivo e Buemi-RnP, contrapposte a quelle di Fabris-Udeur, Pedica-IdV e Grillini-Ds/Ulivo che si rifanno al testo preparato da noi per gli on. Poretti/Capezzone. Una anomalia che emerge e' la firma del ministro della Giustizia Mastella, leader dell'Udeur, alla proposta del Governo, mentre la medesima Udeur ha presentato una proposta contrapposta. Per dare un contributo dall'esterno del Palazzo, per il momento, rinnoviamo l'invito a firmare la petizione a sostegno della nostra proposta, perche' la difesa dei consumatori non sia piu' "all'italiana": http://www.aduc.it/dyn/classaction.html Tabelle di nicotina: razion di Stato Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=161724 ACQUISTI: E' SICURO PAGARE CON INTERNET? I DIRITTI DEL CONSUMATORE E' sicuro pagare attraverso Internet? E' la domanda che molti consumatori ci hanno rivolto in questi giorni, in vista delle festivita'. In effetti e' molto comodo prenotare un viaggio, acquistare un biglietto aereo o ferroviario, ordinare prodotti, effettuare pagamenti da casa, senza dover affrontare la folla, le file e il traffico alla ricerca di un parcheggio impossibile. Il rischio c'e' se non sono stati attivati i sistemi di sicurezza che garantiscono la transazione. Esistono i sistemi di sicurezza classificati SSL o SET. Quest'ultimo in particolare prevede l'attivazione di un codice, rilasciato dalla banca, che deve essere trascritto ogni volta che si effettua un pagamento. Il sistema di sicurezza e' riconoscibile perche' nella barra degli indirizzi invece dell'iniziale http c'e' https ed e' visibile un icona a forma di lucchetto o di chiave. Consigliamo sempre di controllare i costi del prodotto, ai quali vanno aggiunte l'IVA, le spese di spedizione e quelle doganali. Tutto cio' dovrebbe garantire il consumatore, almeno quanto il tradizionale utilizzo della carta di credito, soggetta anche essa ad uso fraudolento (puo' essere fatta scorrere due volte nell'apposito lettore o i numeri possono essere trascritti). Per una ulteriore garanzia occorre controllare i resoconti che arrivano a casa e contestare eventuali addebiti di spese non effettuate. In caso di ripensamento per acquisti telematici, il consumatore, entro dieci giorni dal ricevimento della merce, deve inviare una raccomandata con avviso di ricevimento al fornitore, e, sempre entro dieci giorni, restituire la merce. Il fornitore deve restituire la somma versata entro trenta giorni dal ricevimento della raccomandata del consumatore (qui una scheda pratica in materia: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40722). CENSURA FORUM ADUC.IT. NUOVO SETTORE SUL PORTALE CHE RIPERCORRE LA VICENDA CON TUTTI I DOCUMENTI ORIGINALI DELLA MAGISTRATURA, DELLA POLIZIA E DELLA CAMERA E' stato inaugurato un nuovo settore sul portale dell'Aduc, dedicato alla censura/sequestro messa in atto, lo scorso 16 novembre, nei confronti di due forum della rubrica "Di' la tua": http://www.aduc.it/dyn/censura Ci si puo' documentare e informare su questo grave atto lesivo della liberta' di espressione che la procura della repubblica di Catania, su sollecitazione dell'associazione di don Fortunato Di Noto, ha messo in atto con la presunta accusa di vilipendio della religione cattolica . Oltre al racconto circostanziato di tutta la vicenda, si possono avere le seguenti informazioni: - fax con cui don Di Noto comunicava all'Aduc di aver proceduto alla segnalazione presso la polizia postale (due giorni dopo la polizia ha operato il sequestro); - decreto di sequestro emesso dalla procura distrettuale della repubblica di Catania; - verbale di sequestro stilato dalla polizia postale di Firenze, che ha provveduto materialmente alla chiusura dei due forum; - interrogazione parlamentare di sei deputati della Rosa nel Pugno; - prima risposta della Camera che ha, per ora, tentennato nella pubblicazione dell'interrogazione sul loro sito, rimettendo tutto nelle mani del presidente Fausto Bertinotti, che si pronuncera' a giorni; - link ai nuovi forum di discussione in "Di' la tua" che, sul medesimo sequestro, si sono aperti poche ore l'intervento della polizia; - come sono organizzati e gestiti i forum sul portale dell'Aduc; - un'ipotesi (non azzardata) sul perche' si e' giunti rapidamente al sequestro preventivo. Gli aggiornamenti sono costanti. Nei prossimi giorni sara' inserita l'istanza di riesame che gli avvocati dell'Aduc presenteranno alla procura di Catania entro sabato 25 novembre, redatta in considerazione che i reati ascritti non sono stati violati nei due forum e che, comunque, l'art.403 cp (offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone) con cui si accusa l'Aduc, e' fortemente anticostituzionale. L'istanza intende dimostrare che non sussistono motivi che giustificherebbero il sequestro preventivo. CODICE A BARRE: NON E' OBBLIGATORIO Non e' obbligatorio il codice a barre. La notizia sembrerebbe curiosa vista la diffusione di questo sistema di codificazione: ormai la stragrande maggioranza dei prodotti che acquistiamo ha il codice a barre, cioe' una sequenza di barre verticali, nere e bianche, di diverso spessore accompagnate alla base da una serie di cifre. In effetti il codice serve al commerciante e non al consumatore perche' individua una serie di informazioni utili all'amministrazione e alla gestione delle scorte, oltre a rendere piu' veloci le operazioni di cassa. Le informazioni riguardano sostanzialmente la tipologia e le caratteristiche del prodotto, il prezzo, il fornitore o produttore, ecc. Il consumatore non deve quindi allarmarsi se manca il codice a barre in un prodotto, evidentemente non e' entrato in un circuito di classificazione generale. EUTANASIA. IL "DIABOLICO INGANNO" E' QUELLO CHE LA CHIESA CATTOLICA CONTINUA A PERPETRARE CON LE SUE INGERENZE SULLA POLITICA ITALIANA E NEL MONDO La conferenza episcopale italiana ha definito l'eutanasia un "diabolico inganno". Questo avviene mentre in Italia e' in corso, per la prima volta, un dibattito pubblico sul diritto alla "dolce morte", grazie soprattutto alle coraggiose azioni di Piergiorgio Welby e dell'associazione che co-presiede, la "Luca Coscioni". Questa posizione sull'eutanasia, anche se scontata, ci appare particolarmente veemente. Chi chiede la liberta' di poter decidere sulla propria vita e sul proprio corpo viene definito "diabolico ingannatore", nel nome di Dio e della sacralita' della vita. Ci chiediamo con quale coraggio la Chiesa cattolica continui a parlare di "difesa della vita". Questo non solo per le atrocita' che scandiscono la sua storia, ma anche per cio' che continua a sostenere sul preservativo. Il rifiuto ideologico di questo strumento di prevenzione causa decine di migliaia di vittime, specialmente in Africa, dove la Chiesa va a convertire ma poi predica contro il condom. E cosi' l'epidemia di malattie veneree e dell'Hiv continua a crescere. Se ora vi sarebbe l'intenzione da parte della Chiesa di aprire all'uso del condom alle coppie sposate in cui un partner e' infetto, ci chiediamo se davvero la vita di un coniuge valga di piu' di quella di un convivente non sposato, o di un partner occasionale. Non e' forse questo un "diabolico inganno" ai danni dei credenti? La dura presa di posizione dei rappresentanti del cattolicesimo sull'eutanasia si inserisce in un contesto in cui le istituzioni italiane appaiono genuflettersi continuamente alla volonta' dello Stato del Vaticano. Pochi giorni fa, il Parlamento alla quasi unanimita' ha confermato la possibilita' per la Chiesa di non pagare le tasse sulle proprie attivita' commerciali, come gia' fanno tutti gli imprenditori (anche quelli cattolici) che operano in Italia. Ricordiamo anche gli interventi decisivi dello Stato del Vaticano sulla fecondazione assistita, sul divorzio breve, sulla satira, sul crocefisso nelle aule di scuola, e non ultimo sul provvedimento del ministro della Salute Livia Turco sulle quantita' di cannabis per uso personale. Tutte posizioni che giungono puntualmente nel pieno svolgimento del dibattito politico con il preciso intento di guidarlo. Infine, il fulmineo sequestro preventivo di due nostri forum per vilipendio alla religione cattolica, partito dalla denuncia di un prelato. Al magistrato che ha disposto il sequestro, al prelato che lo ha commissionato, e ai cattolici che si offendono quando si nega la verginita' della madonna, chiediamo: non e' forse offensivo chiamare "diabolico ingannatore" chi sostiene la legalizzazione dell'eutanasia? ALITALIA: LA FACCIA TOSTA DI CIMOLI E’ DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA SUA BUSTA PAGA E ALLA SUA INCAPACITA’ DI RISANARE. AUSPICHIAMO UNA DOLCE MORTE PER LA VECCHIA ALITALIA La qualita’ peculiare di un manager di Stato come Giancarlo Cimoli e’ la faccia tosta. L’uomo che da oltre due anni e’ Presidente e Amministratore Delegato di Alitalia e’ arrivato alla conclusione che la compagnia aerea e’ in crisi per colpa di altri: Enac, Enav, aeroporti italiani, Autorita’ Antitrust. Per risolvere il bubbone Alitalia, suggerisce autorevolmente il manager, occorre sburocratizzare le autorita’ di controllo (Enac ed Enav), gli aeroporti dovranno abbassare i costi, l’Antitrust dovra’ essere piu’ compiacente con la compagnia di bandiera e, soprattutto, occorrera’ boicottare le compagnie low cost, spostandole in aeroporti marginali. A parte il fatto che una compagnia aerea come Ryanair probabilmente riuscirebbe a produrre profitti e servizi alla clientela a costi competitivi anche se atterrasse sul Gran Sasso, la ricetta Cimoli e’ traducibile in questo modo: visto che non riesco a cambiare nulla nella societa’ che dirigo, siano gli altri a cambiare. Una palese ammissione di incapacita’ gestionale e strategica e allo stesso tempo l’ostentazione dei criteri con cui sono scelti i manager di Stato: in base ai peli sullo stomaco e della faccia tosta, in base alla mancanza di senso della misura e del buonsenso. Cimoli e’ lo stesso manager che ha guidato le Ferrovie per otto anni, quello che ha incassato una liquidazione milionaria indirettamente proporzionale alla sua capacita’ di risolvere problemi, rendendo i treni italiani piu’ efficaci. Guida Alitalia dal maggio 2006, oltre due anni fa, anni di continui scioperi, ritardi, carenza di fondi, rischio di fallimento, fallimento di alleanza internazionali, acquisizioni con il trucco (quella di Volare, ora sospesa dal Tar del Lazio). I risultati ottenuti da Giancarlo Cimoli gli sono valsi nel 2002 l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2003 dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro dell’Ordine al Merito del lavoro. Non c’e’ che dire, lo Stato italiano sa riconoscere i suoi migliori figli, li nomina e li premia. Il Governo ponga termine alla sceneggiata tragica della societa’ malata che occorre tenere in vita per forza. Auspichiamo l’uscita dello Stato dal capitale e una definitiva eutanasia per la vecchia compagnia di bandiera. CLASS ACTION PARMALAT: PRIMI RIMBORSI IN VISTA. BNL E CREDIT SWISS RIMBORSERANNO 20 MILIONI DI EURO CIASCUNO Mentre in Italia si dibatte su quale modello di class action sia piu' utile, dai tanto vituperati Stati Uniti d'America arrivano le prime buone notizie sul fronte della Class Action Parmalat. L'idea di avviare una class action dagli Stati Uniti per il caso Parmalat fu promossa per prima in Italia dall'Aduc fin dal 22 Gennario 2004 (1). Fra l'incredulita' generale (“siamo sicuri che un cittadino italiano possa azionare una class action in America?”, era la domanda piu' frequente dei giornalisti) furono raccolte oltre 8.000 adesioni di risparmiatori per un controvalore di 47 milioni di euro di danni subiti (2). Come previsto dalla procedura Usa, insieme alla nostra iniziativa ne furono presentate altre concorrenti che si candidavano a rappresentare la classe. Furono designati come rappresentanti della classe ("Lead Plaintiffs") la "Hermes Focus Asset Management" (britannica) per gli azionisti ed un gruppo di investitori istituzionali (tra i quali la Societa` Cattolica di Partecipazioni spa) per gli obbligazionisti. La nostra iniziativa, quindi, pur non sfociando nella nomina di un Lead Plaintiffs fu molto importante per rendere questo importante strumento di risarcimento danni accessibile a tutti i risparmiatori italiani coinvolti. E' di oggi la notizia che Credit Suisse Group e Banca Nazionale del Lavoro hanno raggiunto un accordo (che dovra' essere sottoposto al Giudice) il quale prevede il risarcimento da parte di questi istituti di circa 20 milioni di euro ciascuno. Non si conoscono ancora i dettagli dell'accordo, ma dalle prime informazioni dovrebbe riguardare esclusivamente gli azionisti (gli obbligazionisti probabilmente seguiranno a ruota). Ricordiamo che gli azionisti –a differenza degli obbligazionisti– non hanno ancora visto un euro del danno subito e, di fatto, la class action USA per loro e' lo strumento piu' efficiente per sperare di avere un risarcimento di una qualche consistenza ed in tempi ragionevoli. Per capire l'importanza di cio' che accade grazie al sistema Usa di class action e' bene fare alcune considerazioni. In questi giorni, in Italia, si sta riaccendendo la discussione sull'introduzione della azione giudiziaria collettiva. Il Governo, per bocca del ministro Pierluigi Bersani, sembra intenzionato a non voler fare una cosa “all'americana” mentre pare esservi, in perfetto stile corporativo, la disponibilita' ad allargare il giro delle associazioni “sedute al tavolo”. L'intento principale non sembra quello di perseguire gli interessi dei singoli cittadini-consumatori, quanto dei loro rappresentanti (o presunti tali). Dire che poi si favoriscano e si creino le corporazioni, e' solo una conseguenza logica. Il modello Usa della class action ha certamente degli aspetti da migliorare e molti dei progetti di legge attualmente presenti in Parlamento che vi si ispirano (come quello scritto dall'Aduc e depositato dagli onorevoli Donatella Poretti e Daniele Capezzone) prevedono profonde differenze, rimane pero' l'impianto complessivo: fornire ad ogni singolo cittadino-consumatore il potere di citare in giudizio un presunto responsabile di un illecito che ha coinvolto piu' cittadini. Qualora il giudice accerti come fondati i fatti costitutivi di questa iniziativa, il responsabile del danno dovra' essere costretto a pagare, direttamente, per effetto dell'azione collettiva. Il modello previsto dal Governo, invece, prevede che solo un ristretto numero di soggetti possa avviare l'azione collettiva. Non c'e', inoltre, alcun meccanismo di controllo dell'azione da parte dei danneggiati. Non considera neppure l'ipotesi di piu' azioni concorrenti. Non prevede il rimborso automatico del danno, ma obbliga ciascun singolo danneggiato ad avviare una propria azione legale successiva all'eventuale vittoria dell'azione collettiva. Ci sembra che la notizia dei rimborsi in arrivo sia la migliore risposta che si possa dare al ministro Bersani in tema di class action “all'americana”... (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=76121 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=79318 Il Vaticano e il preservativo Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=161954 FERROVIE E MORETTI. INIZIA MALE L'ing. Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, batte cassa. Il gruppo FS chiudera' il 2006 con un buco di due miliardi e all'azienda ne servono 6 per andare avanti. Che fare? Semplice: aumentare le tariffe. Per tappare un buco ci vuole un po' di terra e una pala, cosi' il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, per coprire il buco dei conti pubblici fa una cosa semplice, aumenta le tasse e cosi' l'ing Moretti per chiudere il buco chiede una cosa altrettanto semplice, un aumento delle tariffe. Non ci vuole una grande fantasia ne' una grande abilita' e neanche una laurea. L'altro giorno nel corso della trasmissione televisiva "Ballaro" (ci e' parsa una sviolinata filogovernativa, tanto per far capire come funziona "l'informazione" pubblica) l'ing. Moretti, a sostegno della sua richiesta, ha mostrato le tabelle comparative del costo del trasporto pubblico in alcune capitali europee. Roma ha tariffe basse, e' vero. Ma l'ing. Moretti non ha confrontato l'efficienza e l'efficacia del trasporto pubblico in questione. Per esempio, l'ing. Moretti non ha detto che Roma ha 40 km di metropolitana mentre Parigi e Londra ne hanno ciascuna piu' di 400. Il costo del servizio deve essere connesso alla quantita' e qualita' del servizio stesso, se non si fa il rapporto costo-benefici, la richiesta di aumento tariffario appare priva di senso. Altri esempi: i costi per le pulizie dei treni sono aumentati ma i treni sono sporchi, la pubblicita' milionaria non ha senso per una societa' monopolista e pubblica quale e' FS. Insomma l'ing Moretti non parte proprio con il piede giusto. Occasione persa per il governo? Vedremo. Pero', se il buon giorno si vede dal mattino... TI PROMETTONO SCONTI, INVECE E' UNA VENDITA E UNA FREGATURA. SI ESPANDE ALLE MARCHE IL "FENOMENO" DELLE TESSERE SCONTO FASULLE. DA UN ANNO NE SONO COLPITE TUTTE LE REGIONI DEL NORD, INSIEME A TOSCANA E UMBRIA Il fenomeno delle tessere sconto fasulle si espande a macchia d’olio. Ora ci sono arrivate segnalazioni anche dalle Marche, ultima regione contaminata da queste vendite a domicilio poco ortodosse. Il tenore e' questo: “Anch'io sono stata contattata prima telefonicamente, e poi un incaricato il giorno xxx e' venuto a casa mia. Oggi mi sono informata sul vostro sito e ho letto le varie lettere scritte da persone che sono state truffate”. Si tratta di un tipo di vendita truffaldina a domicilio, dove il disattento consumatore, spinto dalle parole del furbo venditore, pensa di accettare una delle tante tessere che rilasciano i centri commerciali e invece sottoscrive un contratto per acquistare merce per circa 2.500 euro. Come funziona. Un venditore ottiene un appuntamento a casa del consumatore. In questo primo incontro l’agente promette che grazie a una tessera il cliente si garantira’ un sconto del 30% per acquisti in un centro commerciale che sta per essere aperto nella zona. A parole, nessun costo e solo l’impegno ad effettuare almeno un acquisto, con una specifica: lo sconto sara’ applicato su un importo massimo di 2.490 euro. I prodotti in teoria disponibili sono biancheria per la casa, coperte, lenzuola, ecc. Quello che, invece, viene fatto firmare e’ un complicato e ambiguo contratto. Prima di andare via viene preannunciato che dopo qualche settimana, passera’ un nuovo agente che consegnera’ la tessera. A questo secondo incontro, la musica cambia. Dai toni rassicuranti si passa alle minacce. Se non si acquista per 2.490 euro si sara’ citati in giudizio e altre frasi “terroristiche” analoghe. E in piu’ viene scaricata della merce a casa del cliente. Merce mai scelta, ma imposta. Molti hanno capito cosa realmente era accaduto documentandosi sul nostro sito, potendo esercitare in tempo il diritto di recesso. Inoltre, molti ci avevano comunicato di aver fatto denuncia o segnalazione ai Carabinieri. La stessa Aduc e' stata contattata dalla forze dell'ordine per ottenere informazioni. Nonostante cio', tutto continua. Anzi, si estende a nuove regioni. Recentemente, a Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Umbria, si sono aggiunte le Marche, in particolare la provincia di Pesaro-Urbino. Considerando che non tutti i consumatori scrivono all'Aduc per segnalare l'inganno, e' legittimo presumere che il numero delle vendite truffaldine siano molte di piu'. A tutti ribadiamo il consiglio di leggere fino in fondo cio' che si firma, diffidando dalle promesse verbali dei venditori. A questi link sui trovano alcune delle lettere che ci sono pervenute: http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=promocos&tipo=cara&x=0&y=0 http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=euroline&tipo=cara&x=0&y=0 http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=Cosmo+Family&tipo=cara&x=14&y=17 Come difendersi. Il decreto legislativo 206/2005 permette il diritto di recesso (art.64), senza penale entro 10 giorni, che decorrono dal momento della prima firma, oppure dal momento della consegna della merce. Tale diritto e’ riservato solo per gli acquisti senza partita Iva, per i contratti sottoscritti al di fuori dei locali commerciali del venditore (non solo in casa del cliente, ma anche vendite in alberghi o sugli autobus). http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=133666 Ovviamente, a fronte di proposte ambigue e non chiare e' meglio non firmare. In casi di necessita', invece, ecco il modulo di recesso http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=40164 Il decreto legislativo 206/2005 (codice del consumo) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=119126 CENSURA FORUM ADUC.IT. PRESENTATA ISTANZA DI RIESAME DEL PROVVEDIMENTO CON CUI SONO STATI SEQUESTRATI I FORUM Questa mattina (23 novembre) l'avvocato Emmanuela Bertucci, dello studio legale dell'Aduc, ha presentato istanza di riesame del decreto con il quale il 15 novembre scorso il pubblico ministero della Procura di Catania ha sequestro due forum pubblicati sul sito nella sezione "Di' la tua" perche', ad avviso dell'organo procedente, contenevamo "numerosi messaggi che offendono la religione cattolica anche mediante vilipendio di persone", ravvisando cosi' la commissione del reato di cui all'art. 403 del codice penale. L'istanza di riesame, sulla quale il Tribunale di Catania si pronuncera' entro dieci giorni, si fonda su quattro elementi: 1) L'illegittimita' costituzionale del sequestro poiche' l'art. 21 della Costituzione, al fine di evitare la censura e dunque l'inibizione della liberta' di manifestazione del proprio pensiero, espressamente consente il sequestro penale soltanto nei casi di reati previsti dalla legge sulla stampa. Quest'ultima rimanda alla ingiuria o diffamazione a mezzo stampa, vieta le pubblicazioni destinate alla infanzia e alla adolescenza che offendono il sentimento morale dei minori o incitino a corruzione, commissione di delitti o suicidio, e vieta altresi' le pubblicazioni che descrivano o illustrino, con particolari impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto immaginari, in modo da poter turbare il comune sentimento della morale o l'ordine familiare o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti. Poiche' anche ravvisando nelle pagine dell'Aduc gli estremi del reato contestato questo non e' ricompreso fra le categorie di stampe sequestrabili secondo il dettato costituzionale, il sequestro operato e' illegittimo, e viola gravemente il diritto costituzionale di esprimere liberamente il proprio pensiero. 2) La maggior parte dei commenti censurati contenevano bestemmie, che non sono piu' previste dalla legge come reato e che pertanto non possono esser poste a fondamento di un sequestro preventivo. 3) Gran parte dei commenti pubblicati sui forum contiene digressioni sulla religione cattolica e sulla religiosita', nell'esercizio del diritto costituzionalmente garantito della liberta' di espressione. Il provvedimento di sequestro, negando il diritto di continuare a partecipare a quei forum e di leggere i commenti in esso pubblicati, ha palesemente violato la Costituzione italiana. 4) Il reato richiamato nel decreto di sequestro punisce chi offende una religione mediante vilipendio di persone. Non c'e' dunque offesa se non vengono individuati i singoli individui, soggetti passivi della norma e portatori del bene giuridico da essa tutelato poiche' la nostra Costituzione, di impianto laico e personalistico non protegge astrazioni, tesi, teorie, religioni di per se', ma solo i soggetti, persone fisiche e giuridiche determinate, individui, unici soggetti di diritti e di doveri. Considerato che nessuno dei commenti individuati si riferiva a Tizio o Caio, in quanto professanti la religione "Sempronia" il reato non sussiste, e cio' era ravvisabile gia' alla prima lettura del forum. 5) Relativamente alle "palesi offese per le persone portatori di handicap", infine, tale riferimento contenuto nel decreto non ha alcun pregio giuridico in tale sede, non costituendo reato l'offesa a categorie indeterminate di soggetti, ne' ci risulta che ad oggi sia stata presentata alcuna querela per diffamazione. Sulla base di queste motivazioni, e' stato chiesto l'annullamento del decreto di sequestro o, in subordine, che il Tribunale disponga il sequestro dei soli commenti per i quali sia ravvisato il reato di vilipendio, e non gia' i due forum per intero. Qui il testo completo dell'istanza di riesame: http://www.aduc.it/dyn/censura/istanza.html Qui la sezione specifica che sul portale dell'associazione, informa sulla vicenda: http://www.aduc.it/dyn/censura NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI - PER LIBERARE LA RICERCA E' NECESSARIO APRIRE ALLE UNIVERSITA' E AI FINANZIAMENTI PRIVATI E' uscito il numero centoventisette, anno V, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_127.html LICEO TASSO: TRA STUDENTI OCCUPANTI, PROFESSORI CON IL DITINO ALZATO E UN MINISTRO IN CERCA DI NOTORIETA' Il liceo Torquato Tasso di Roma e' stato occupato per giorni. I professori non hanno potuto fare lezione, altri studenti non ne hanno usufruito e da ieri si stanno effettuando le pulizie per riportare a decenza i locali della scuola. Non possiamo che apprezzare l'impegno e la partecipazione degli studenti a patto che delle azioni (leggasi occupazioni) ne assumano la responsabilita'. Per giorni non si sono fatte lezioni ma, giustamente, i professori sono stati pagati e le aule sono state rese inagibili. Chi paga? Giusto protestare ma ci sembra altrettanto giusto che i danni provocati dalla protesta siano pagati da chi li fa. Troppo comodo sarebbe lanciare il sasso e nascondere la mano, che', tra l'altro, e' diseducativo; della serie: chi mostra i muscoli ha sempre ragione. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha fatto visita al liceo Tasso durante l'occupazione. Per fare cosa? Portare solidarieta' agli occupanti, convincerli a desistere? Noi riteniamo, invece, che il ministro Fioroni sia in cerca di pubblicita'. Si dice che se un personaggio pubblico non e' presente sui media non esiste. Forse questa e' la chiave di lettura della presenza del ministro Fioroni al liceo Tasso. Ovviamente non siamo d'accordo, che' il ministro dovrebbe attendere alle funzioni del suo incarico. La cronaca registra la presa di posizione dei professori che contestano la visita del ministro. Con un atteggiamento, classico dei professori, che e' diffusissimo altrove, si e' alzato il dito per dire che il ministro sbaglia. Noi diremmo che non siamo d'accordo. Noi ci siamo limitati ad inviare una nota al preside del liceo Tasso per sollecitarlo a definire i danni ed attribuire i costi ai responsabili. Il cittadino contribuente non puo' pagare per i cocci degli altri. A ognuno il suo. MULTA PER I CARTONI ANIMATI DI ITALIA 1. DOVE VOGLIAMO ANDARE? L'Autorita' Garante delle Comunicazioni ha "approvata una sanzione di 25.000 euro per la messa in onda su Italia 1 del cartone animato "I Griffin", caratterizzato dall'uso di espressioni volgari e di turpiloquio. Sempre in materia di tutela dei minori e' stata altresi' diffidata la Rai per la diffusione di pubblicita' con gli stessi personaggi dei cartoni animati della programmazione adiacente" (http://www.agcom.it/comunicati/cs_231106a.htm). E' bene sapere che questi cartoni animati andavano in onda alle 00,15 con l'avvertenza che erano vietati ai minori. Se qualche genitore a quell'ora abitualmente ha i propri bambini ancora in piedi (lasciamo stare i ragazzi dai 14 anni in su, perche' ne sanno piu' dei genitori) crediamo che ci siano altri problemi in quel contesto, problemi sui quali le parolacce di un cartone animato non producono neanche un graffietto. I tentativi di impedire la satira sul papa in tv. La chiusura dei forum del nostro sito per presunta offesa alla religione cattolica. Le sentenze che legittimano la presenza dei crocifissi nelle aule di tribunale e di scuola. La bocciatura del cosiddetto divorzio breve da parte del Parlamento. La scesa in campo della Chiesa cattolica romana per boicottare il referendum sulla procreazione assistita. Gli ostacoli di ogni tipo per impedire l'aborto farmacologico (Ru486). Etc. etc. Dove vogliamo andare? Verso il consolidamento, istituzionale e culturale, di un Paese in cui alla liberta' di espressione si sostituisce il verbo unico? Verso un pensiero misto, ma indirizzato ad un unico punto di riferimento culturale: cioe' una societa' dove non si bestemmia, non si dicono parolacce, le fedi non cattoliche romane sono tollerate. O meglio: dove si bestemmia, si dicono parolacce, si professano altre fedi non cattoliche o non si professa alcuna religione, ma il tutto lo si puo' fare nascondendosi, non facendosi vedere ed ascoltare piu' di tanto, perche' l'immagine esterna standard, che sara' anche tramandata ai posteri e che deve essere portata a modello, deve essere quella di una cultura, di un ordine e di un'istituzione morigerati secondo i dettami apostolici romani. Qualcuno potrebbe credere che siamo troppo sbilanciati nel concentrare le attenzioni verso il Vaticano, e che bestemmie, parolacce ed altro sono condannati da molte culture e religioni. E' vero'. Come e' vero, pero', che tutte le denuncie e gli impedimenti che creano queste situazioni, in Italia hanno origine dai vertici o dai seguaci della Chiesa romana: il Moige (movimento genitori italiani di fede cattolica) ha presentato la denuncia all'Autorita' su "I Griffin", don Ferdinando Di Noto ha fatto preventivamente sequestrare i nostri forum, e sempre alla medesima fede fa riferimento chi impedisce le liberta' dell'individuo in ogni ambito. Quindi, che sia cattolica romana o altro, a noi poco importa, ma ci interessa denunciare coloro che vogliono sostituire i diritti di ognuno con i loro dogmi religiosi. La domanda che rivolgiamo a chiunque e': dove vogliamo andare? Siamo sicuri che chi oggi applica le leggi lo fa seguendole e non semplicemente interpretandole? Siamo sicuri che molte leggi non violino la Costituzione? A nostro avviso, proprio nell'ambito della liberta' di espressione, il tutto sta vacillando. E non si tratta di essere di una parte politica o di un'altra, di una religione o di un'altra, ma solo cercare di impedire che il diritto di fare proseliti di una fede comporti la violazione di chi non la pensa in quel modo. EUTANASIA. L'ERRORE DE IL GIORNALE NON E' LA FALSA NOTIZIA, MA LA CONVINZIONE CHE LA LEGALIZZAZIONE OFFENDA I SUOI LETTORI E' di oggi la pubblicazione sulla prima pagina del quotidiano "Il Giornale" di una notizia poi rivelatasi errata: "La Turco vuole l'eutanasia legale". Il quotidiano era convinto che Livia Turco, ministro della Salute, avesse presentato una proposta di legge per legalizzare l'eutanasia. In realta', quella proposta l'aveva presentata Maurizio Turco, deputato della Rosa nel Pugno. La svista, seppur rara per un quotidiano, non ci pare sia poi cosi' grave di per se'. Il direttore del quotidiano stara' espiando la pena con il non poco imbarazzo che stara' provando, molto piu' "rieducativo" di dimissioni o licenziamenti. Cio' che pero' e' grave, a nostro avviso, sono le motivazioni che hanno portato all'errore. La legittima ostilita' politica verso il Governo ha spinto il quotidiano a cercare motivazioni per attaccarne i componenti. In questo caso, la ricerca di punti di attacco ha portato Il Giornale ad accusare il ministro della Salute di aver presentato una proposta di legge per legalizzare l'eutanasia. Non capiamo davvero perche', se anche cosi' fosse, questo sia un motivo di indignazione per il quotidiano. Sembra lasciar intravedere la convinzione de Il Giornale che la gran parte degli italiani sarebbero stati inorriditi da una iniziativa legislativa sull'eutanasia. Chi invece legge i sondaggi, sa che la stragrande maggioranza degli italiani e' favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia. Piu' che un atto di accusa, la notizia sarebbe stata un sorprendente aiuto alla popolarita' del Governo. La seconda motivazione dell'errore e' dovuta alla scarsa informazione sull'eutanasia che dimostrano a Il Giornale, nonostante se ne occupino spesso per attaccare una paventata "deriva zapaterista" o laicista. Se il direttore de Il Giornale avesse seguito minimamente il dibattito sull'eutanasia, perche' interessato nel merito e non preoccupato solo di attaccare chi la vuole legalizzata, si sarebbe accorto, oltre a cosa ne pensano gli italiani, che Livia Turco ha spesso dichiarato di essere contraria all'eutanasia. Avrebbero altresi' saputo che la proposta di legge era di Maurizio Turco della Rosa nel Pugno, proposta che e' anche oggetto di una raccolta firme promossa da settimane dall'Associazione Luca Coscioni. Cio' che dimostra questa stecca de Il Giornale non e' tanto la sciatteria della sua direzione, quanto il suo completo disinteresse per la materia dell'eutanasia, usata come qualunque altro argomento per attaccare la controparte politica. Comportamento legittimo, ci mancherebbe, ma certo non contribuisce al dibattito su una questione che riteniamo centrale, il diritto all'autodeterminazione. SERVIZI TLC NON RICHIESTI: NUOVE REGOLE DELL’AGCOM. CAMPAGNA D'INFORMAZIONE PER EVITARE UN NUOVO FALLIMENTO. SISTEMARE IL PREGRESSO A distanza di quattro anni l’Agcom ci riprova. E’ stato emesso un nuovo provvedimento ufficiale per tentare di arginare le truffaldine attivazioni di servizi tlc tramite i call center dei gestori telefonici (da Telecom Italia a Sky, da Tele2 a Fastweb, da 3 a Wind e a tutti gli altri operatori “minori”). Lo stillicidio di piccole e grandi vessazioni e costi per la clientela e’ un fenomeno che va avanti da anni e che tanti danni ha prodotto agli utenti. Il nuovo regolamento dei contratti a distanza per servizi di telecomunicazione (telefonia, accesso a internet, ecc.) da’ maggiori garanzia ai potenziali clienti di servizi di telecomunicazione (telefonia, accesso a internet, ecc.). http://www.agcom.it/comunicati/cs_241106b.htm Le novita’ piu’ rilevanti sono: - il nuovo servizio non potra’ essere attivato se prima il potenziale cliente non avra’ ricevuto conferma scritta delle condizioni contrattuali; - in caso di abusi, il gestore dovra’ ripristinare a sue spese la situazione preesistente; - non potra' mai essere sospeso il servizio a fronte di un ritardato o mancato pagamento; - le multe per i gestori possono arrivare a 2,5 milioni di euro. Provvedimenti che vanno nella giusta direzione, ma … Visto l’esempio che gli operatori telefonici hanno dato negli anni e’ possibile che trovino il modo di rendere vane le nuove regole. D’altronde l’Agcom aveva tentato di risolvere la pandemia delle attivazioni non richieste o non conformi gia’ quattro anni fa: un comunicato stampa del 3 ottobre 2002 era titolato Servizi non richiesti: disponibile sul sito dell'Autorità il modello per le denunce. E poi L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in seguito all'avvio di una specifica attività di vigilanza… Le denunce sono arrivate, ma il problema si e’ incancrenito. Per evitare il ripetersi di un nuovo buco nell’acqua suggeriamo all’Agcom di puntare sui consumatori e dar loro la possibilita’ di autotutelarsi. Utili allo scopo sarebbero periodiche campagne informative su radio, tv, internet e giornali; campagne che raggiungano tutti i soggetti coinvolti, anche quelli abitualmente meno informati (gli anziani, per esempio) e per questo piu' colpiti da queste attivazioni truffaldine. Campagne in cui sia chiaro che il diritto di recesso non vale per i contratti con partita Iva, che lo stesso recesso va esercitato esclusivamente tramite raccomandata a/r, comunicando l’indirizzo fisico e Internet dell’Agcom, ecc. Infine, chiediamo all’Autorita’ di chiarire cosa implica il nuovo regolamento rispetto ai contenziosi gia’ in essere, che sono migliaia. CANNELLA,VIN BRULE' E DOLCI NATALIZI. ATTENZIONE AL FEGATO! Chi ha cura del proprio fegato dovrebbe astenersi dal bere vin brule' e dall'uso di prodotti alla cannella. Questa spezia aromatizzante, che viene usata per i biscotti e altri dolci di Natale e aggiunta al vin brule', ha perso la sua buona reputazione. L'Istituto di valutazione dei rischi sanitari (BfR, Germania), dopo il primo avvertimento di quest'estate, torna a mettere in guardia dalla cumarine contenute nella cannella: possono nuocere alle cellule epatiche, cioe' al fegato. In Svizzera, l'Uffico federale della sanita' pubblica ha disposto il ritiro dal mercato di alcuni prodotti alimentari che contenevano un eccesso di cumarine. Le cumarine sono sostanze che si percepiscono con l'odore del fieno fresco. In naturopatia vengono sfruttate soprattutto come antiartritici sotto forma di impacchi di fieno. In commercio esistono due varieta' di cannella: quella Cassia e la Ceylon. La prima e' usata prevalentemente per la produzione di dolci industriali e contiene un'alta concentrazione di cumarine, la seconda, utilizzata comunemente in cucina, non pone alcun problema a livello sanitario. L'uso di cannella Ceylon per la preparazione di dolci casalinghi o per il classico vin brule' familiare non presenta quindi rischi per la salute a patto che non se ne faccia un uso eccessivo. L'Ufficio federale svizzero raccomanda per i bambini una sola porzione giornaliera. Per porzione si intende, ad esempio, quattro stelle alla cannella o un piccolo pane con spezie (30 g) o due barre di cereali alla cannella o una scodella di muesli alla cannella (75 g). Sull'argomento la deputata Donatella Poretti, della Rosa nel Pugno, ha presentato una interpellanza al ministro della Salute, Livia Turco: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=162365 FINANZIAMENTI ALLA RICERCA. RIVISTA 'SCIENCE': LE PROMESSE ELETTORALI SVANISCONO. LA SCIENZA ITALIANA POTREBBE RIMANERE ISOLATA IN EUROPA Nel numero del 24 novembre di 'Science', la rivista scientifica piu' letta al mondo, e' apparso un articolo sulla situazione sempre piu' difficile per la ricerca italiana. L'articolo e' intitolato "Finanziamenti alla ricerca. La ricerca italiana stringe la cinghia: le promesse elettorali svaniscono." L'autore, Susan Biggin, che ha dato voce ad esperti e ricercatori, sostiene che l'agenda del Governo sulla ricerca potrebbe lasciare isolata la ricerca italiana in Europa. Secondo la rivista scientifica, delle promesse elettorali di portare i finanziamenti alla ricerca dall'1,1% del prodotto interno lordo attuale al 3% per il 2010, non vi e' traccia, lasciando "fortemente delusa" la comunita' scientifica. Fra gli altri, Fabio Pistella, direttore del Cnr, spiega che il suo istituto dovra' sostenere "incredibili tagli" del 13%, cosa che mettera' a repentaglio addirittura i salari dei suoi dipendenti e ricercatori. Questo articolo conferma le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, il quale da Napoli ha oggi chiesto che vengano reperiti nuovi finanziamenti per la ricerca. Il grave stato in cui versa l'universita' e la ricerca italiana e' confermato anche da una nostra indagine, secondo cui otto piccole universita' private statunitensi spendono complessivamente piu' di tutte le universita' pubbliche italiane (qui il testo dell'indagine: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=161289). Il Governo attuale e quelli precedenti hanno dato priorita' ad altre spese, dalle inutili e costosissime Province, alle societa' moribonde (Alitalia, Ferrovie, Telecom, etc.), ai dipendenti pubblici fannulloni, e cosi' via. Al contrario di questi, che portano ritorni elettorali immediati (clientelismo, appoggio dei sindacati, e cosi' via), la ricerca richiede coraggio in quanto e' un progetto a lungo termine e senza guadagni immediati. Poiche' lo Stato e' chiaramente incapace di erogare finanziamenti adeguati, riteniamo sia urgente porre in atto ogni misura per attirare investimenti privati nel nostro Paese. Oltre pero' ad agevolazioni fiscali per chi investe nella ricerca, si deve creare un clima che attragga gli investimenti privati italiani e stranieri. Il nostro Governo, anche se non potra' mai soddisfare la richiesta totale di finanziamenti, deve dimostrare ai privati di credere nella ricerca, prima di tutto mantenendo le proprie promesse elettorali. Altrimenti, anche con tutte le agevolazioni fiscali del mondo, i privati che investono nella ricerca continueranno giustamente a sfuggire dall'Italia. Articoli come quello apparso su 'Science' non possono che allontanare ancora di piu' potenziali investimenti. ABORTO. STRUTTURE SANITARIE SCHIZOFRENICHE E VIOLAZIONE DELLA LEGGE? IL CASO DELLA MANGIAGALLI DI MILANO Interrogazione a risposta orale dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno, in commissione Affari Sociali E' incredibile la notizia che la clinica Mangiagalli di Milano, la prima in Italia per aborti effettuati e per frequenza annuale degli stessi, obblighera ' i propri medici, prima di eseguire gli interventi a raccomandare alle donne di incontrare gli operatori del Cav (centro di aiuto alla vita), associazione antiabortista legata al Movimento per la vita di Carlo Casini. Chissa' se sara' prevista l'obiezione di coscienza e i medici potranno rifiutarsi di gettare la donna in pasto a chi la considera una assassina. E' incredibile perche' sembra che le strutture sanitarie siano schizofreniche oltre che invitare a violare la legge. Schizofreniche perche', mentre si pagano associazioni come il Cav per disincentivare il ricorso all'aborto, con l'obbligo della ricetta per l'acquisto della pillola del giorno dopo (1) e il rifiuto di esentare dal ticket la richiesta di questa pillola nei pronto-soccorso (2), di fatto contribuiscono all'aumento degli aborti. Contributo denunciato da lungo tempo dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) con la propria campagna abolizionista della ricetta (3). La legge 194 prevede che siano il medico e i consultori a parlare con la donna che intende interrompere la gravidanza per capire se la decisione sia stata presa con cognizione di causa. E potenziare i consultori per cercare di fornire alla donna tutte le informazioni necessarie e' l'unica emergenza attuale. L'invito a violare la legge mi pare palese: a fronte della decisione di abortire gia' presa da parte della donna, la struttura sanitaria, invece di confortarla tecnicamente, fino ad un attimo prima dell'intervento cerca di farla desistere, non prospettando oggettivamente i pro e i contro della maternita' e della vita con un figlio, ma con i consigli di chi, come il Cav, ritiene l'aborto un omicidio. E tutto questo sempre a spese dei contribuenti, che pagano: - per gli aborti in piu' procurati dal non-uso della pillola del giorno dopo; - per i contributi che probabilmente il Cav prendera' per la propria assistenza; - per il personale medico impiegato inutilmente. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=162505 (1) Interpellanza al ministero della Salute presentata il 10 Agosto 2006: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=152017 (2) Emendamento presentato il 13 ottobre 2006 in commissione Affari Sociali, e bocciato: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=157868 (3) qui l'esempio piu' recente sui danni della ricetta: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=161548 EUTANASIA/WELBY. FINALMENTE UNA RISPOSTA DALL'ORDINE DEI MEDICI. IN ITALIA NON VALE IL CONSENSO INFORMATO. AL DIAVOLO IPPOCRATE La richiesta di Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, di interruzione della respirazione artificiale, sta finalmente ricevendo risposte concrete. L'Ordine dei Medici, tramite il suo presidente Amedeo Bianco, ha infatti definito tale richiesta irricevibile. Nonostante le buone parole dei medici e politici che hanno partecipato al seminario dell'associazione Coscioni su Piergiorgio Welby (dal senatore Ignazio Marino al dottor Mario Sabatelli, si sosteneva che e' oggi possibile staccare il respiratore e fare una sedazione terminale), e' purtroppo vero quello che la nostra associazione aveva gia' fatto presente: staccare la spina su richiesta del paziente puo' costare una condanna per omicidio del consenziente, ovvero dai 6 ai 15 anni di carcere. La risposta dell'Ordine dei Medici, che dopo tanto silenzio e' finalmente arrivata, giunge nel giorno in cui una indagine di Altroconsumo conferma un dato gia' conosciuto e terrificante: l'Italia e' penultima in Europa nelle cure palliative e nell'uso di farmaci antidolorifici oppioidi. Ne deduciamo che non solo in Italia il consenso informato non e' valido nei casi di vita o di morte, ma rimanere vivi significa soffrire a causa della scarsa qualita' delle cure palliative. In altre parole, si deve vivere a tutti i costi e si deve pure soffrire. Non rimane quindi che una scelta per Welby: continuare a soffrire nel nome della sacralita' della vita e del giuramento di Ippocrate, oppure quella della disobbedienza civile. Qualunque cosa Welby vorra' scegliere, sappia che saremo a suo fianco e a fianco di coloro che vorranno aiutarlo nella sua scelta. Al diavolo Ippocrate. Eutanasia e somiglianze per "Il Giornale" Ecco la vignetta di Giannino: http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=162523 CONTI CORRENTI DEDICATI. NON SONO OBBLIGATORI Non sono obbligatori i conti correnti bancari o postali specificamente dedicati alle attivita' di artigiani e professionisti, vale a dire che queste categorie di persone non sono tenute ad aprire un conto corrente dedicato nel quale far affluire o prelevare somme di denaro inerenti la propria attivita'. La legge, prescrive che "I soggetti... sono obbligati a tenere uno o piu' conti correnti bancari o postali ai quali affluiscono, obbligatoriamente, le somme riscosse nell'esercizio dell'attivita' e dai quali sono effettuati i prelevamenti per il pagamento delle spese." (L. 248/2006, art.35, comma 12). Alcune banche hanno inteso il dispositivo legislativo come un obbligo per professionisti ed artigiani di aprire un altro conto, appositamente dedicato, in aggiunta a quello personale. Ovvio che cio' comporterebbe nuovi oneri che confluirebbero nelle grasse casse bancarie. Non e' cosi'. Anche una recente circolare (n.28/E/2006) dell'Agenzia delle entrate ribadisce che il conto corrente non deve necessariamente essere dedicato ma che puo' essere usato anche quello personale. Insomma l'importante e' che si lasci traccia di entrate e uscite. Quanto alle banche vale sempre il vecchio detto: il lupo perde il pelo ma non il vizio. CLASS ACTION: GENERALI ASSICURAZIONI RISARCISCE LE VITTIME DELL'OLOCAUSTO... IN USA MA PER CHIUNQUE NEL MONDO. LA MIGLIORE RISPOSTA AI DETRATTORI DELL'AZIONE COLLETTIVA ALL'AMERICANA Nell'ambito della class action promossa avanti il Tribunale di New York da alcune vittime delle persecuzioni naziste, che reclamavano il mancato pagamento delle somme loro dovute in virtu' delle polizze all'epoca in essere con talune compagnie di assicurazione, la societa' "Assicurazioni Generali S.p.a." ha recentemente raggiunto un accordo transattivo con i Lead Plaintiffs, accettando di risarcire e pagare alle vittime dell'olocausto quanto loro dovuto. Si tratta di una vittoria umana ancor prima che giuridica. I benefici della transazione potranno essere raccolti da tutti coloro che avevano stipulato polizze assicurative con Generali nel periodo 1920-1945, e che non siano successivamente riusciti a riscuotere quanto loro dovuto; per le persone decedute, potranno agire gli eredi. Per la partecipazione non e' necessario disporre della documentazione; tutte le domande presentate verranno vagliate e confrontate con gli archivi storici della Compagnia. E' stato istituito un semplice procedimento di richiesta di indennizzo sottoposto alla supervisione della corte. Per prendere parte alla transazione e' sufficiente telefonare al numero verde (+)39-069-926-8079 e richiedere copia della notifica e del modulo di richiesta indennizzo. In alternativa, si puo' consultare il sito internet http://www.nazierainsurancesettlement.com/?lang=it e scaricare sia la notifica che il modulo, inviandoli poi per posta con raccomandata a/r entro e non oltre il 31 marzo 2007 alle Assicurazioni Generali S.p.A. (all'indirizzo che si trova nel sito). Le pratiche per l'esame e la liquidazione delle richieste di indennizzo si svolgeranno secondo procedure di ammissione stabilite dalla Commissione Internazionale per le Richieste di Indennizzo Assicurativo dell'Epoca dell'Olocausto (“ICHEIC”). La Transazione riguardera' tutte le richieste di indennizzo gia' ricevute dall'ICHEIC a cui non e' stato ancora dato corso, nonche' le nuove richieste. Le richieste ammesse saranno liquidate in base all'importo dovuto, ma e' stato comunque fissato un importo minimo di Usd 1.000 da corrispondere a tutti gli aventi diritto. Un udienza per la discussione dell'approvazione definitiva della Transazione si svolgerà il 31 gennaio 2007 alle ore 10.30 nell'Aula 15D del Tribunale degli Stati Uniti, 500 Pearl Street, New York, New York 10007, USA. Secondo l'Avv. Pietro Adami di Verona -legale Aduc per le questioni internazionali e le class action negli Usa- la transazione raggiunta appare particolarmente significativa e buona parte del merito va attribuita alla scelta dell'azione collettiva come strumento di tutela. Essa permettera' sia il recupero integrale del dovuto sia -e soprattutto- di superare lo "scoglio" della prescrizione della domanda, nonostante il tempo trascorso. Per una volta, ci sentiamo di fare un plauso alla "Assicurazioni Generali S.p.a." che, in questo caso, appare avere tralasciato il mero interesse personale e intrapreso una strada idonea ad assicurare ai beneficiari una giustizia giusta. Pensiamo che cause come questa, e risultati simili, siano la migliore risposta ai detrattori dello strumento delle class action all'americana e a chi ne contesta l'utilita' (qui la proposta di legge dell'Aduc presentata alla Camera dagli onorevoli Donatella Poretti e Daniele Capezzone: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901). I premi per la ricerca italiana Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=162598 BANCA D'ITALIA. QUANTO VALE? ZERO! Quanto vale la banca d'Italia? Zero! Ricordiamo che il capitale nominale della Banca d'Italia e' di 156mila euro, suddiviso in quote del valore di 0,52 euro ciascuna, posseduto in maggioranza dalle banche. Proprio ieri e' stato approvato, dall'assemblea straordinaria dei partecipanti al capitale, il nuovo statuto, che dovra' passare attraverso il Consiglio dei Ministri e un decreto del Presidente della Repubblica. Rimane il problema della proprieta' della Banca d'Italia che, pur essendo un istituto di diritto pubblico, e' in possesso di istituti di credito privati. Insomma la Banca d'Italia vigila le banche che posseggono la Banca d'Italia stessa. Un classico esempio di controllore controllato! Si e' posto, con un po' di ritardo il problema dell'acquisto pubblico delle quote delle banche. Quanto devono essere pagate le quote alle banche? Per noi valgono zero euro. Perche' mai? Vediamo. L'art. 3 dell'attuale Statuto della Banca d'Italia dice testualmente: "In ogni caso dovra' essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici." Ora si da' il caso che le banche in questione non sono enti pubblici e quindi non hanno titolo a possedere le quote del capitale della Banca d'Italia; il possesso e' illegittimo e quindi il valore del bene posseduto dalle banche, le quote del capitale, vale zero. Inoltre, se il capitale detenuto dalle banche private fosse venduto, cioe' messo all'asta, l'unico acquirente potrebbe essere lo Stato, il quale disporrebbe della facolta' di determinarne il valore, effettuando una offerta di 1 centesimo di euro per l'intero ammontare delle quote. Le banche sarebbero costrette a vendere le quote ma il prezzo lo fisserebbe lo Stato. Singolare? No, perche' questo e' il risultato del gigantesco conflitto di interessi e della sostanziale illegittimita' della presenza di banche nella Banca d'Italia. Valutazioni sul valore della Banca d'Italia: * F.Galgano, docente diritto commerciale Universita' di Bologna: 0. * G.Tremonti, gia' Ministro Economia: 800mila euro. * M.T.Armosino, gia' sottosegretario, Ministero Economia: 1 mld euro. * Goldman Sachs: 3,3 mld euro. * Abi: 23 mld euro. CLASS ACTION. DICIOTTO FIRMATARI BIPARTISAN PER LA PDL DELL'ADUC, CHE DOMANI VERRA' AUDITA IN COMMISSIONE GIUSTIZIA ALLA CAMERA La proposta di legge sulla "Class Action" stilata dall'Aduc (1) e presentata dai deputati Donatella Poretti e Daniele Capezzone (Rosa nel Pugno), ha gia' raggiunto quota diciotto firmatari. I sedici che si sono aggiunti sono Romolo Benvenuto, Ulivo - Giorgio Carta, Ulivo - Arnold Cassola, Verdi - Cinzia Dato, Ulivo - Sergio D'Elia, Rnp - Tana De Zulueta, Verdi - Sandro Gozi, Ulivo - Carmelo Lo Monte, misto, MPA (Movimento per l'autonomia) - Roberto Poletti, Verdi - Emanuele Sanna,Ulivo - Giuseppe Trepiccione, Verdi - Lanfranco Turci, Rnp - Maurizio Turco, Rnp - Luana Zanella, Verdi - Michele Tucci, Udc - Federica Rossi Gasparrini, Misto. Ricordiamo che, sostanzialmente, ci sono due filoni nelle proposte in discussione in commissione Giustizia della Camera. La nostra proposta (Poretti + 17) e quelle di Fabris-Udeur, Pedica-IdV e Grillini-Ds/Ulivo (tutte si rifanno al medesimo testo dell'Aduc, con lievi modifiche), prevede che chiunque, dietro accettazione del magistrato, possa adire la causa collettiva (singoli cittadini e le centinaia di associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno: ad es. nella tutela delle donne e dei bambini, della salute, della natura, dell'investimento e del risparmio, ed ancora nella protezione dalla mafia, dal racket, dall'usura, dalla droga, dalla pedofilia e dalla pedopornografia, solo per citarne alcune). Il rimborso avverrebbe automaticamente alla fine della medesima causa grazie ad uno specifico curatore amministrativo nominato ad hoc. Tutta la fase processuale, per impedirne anche gli abusi, e' disciplinata. La proposta del Governo e quelle di Maran-Ds/Ulivo e Buemi-RnP prevede che l'azione giudiziaria collettiva sia utilizzabile solo dalle camere di commercio, dalle associazioni professionali e da un numero ristretto di associazioni dei consumatori finanziate dallo Stato. Per ottenere il rimborso –a causa collettiva vinta- e' previsto che ogni singolo partecipante promuova una causa individuale. Inoltre non vengono fornite indicazioni sullo svolgimento del processo, facendo intendere un necessario successivo intervento del ministero della Giustizia. Intanto domani (30 novembre) l'Aduc sara' audita in commissione Giustizia della Camera, e sara' rappresentata da Primo Mastrantoni (segretario nazionale), Alessandro Pedone (responsabile per la tutela del risparmio) e avv. Pietro Adami (legale Aduc per le questioni internazionali e le class action negli Usa). (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 CANNABIS. PER CHI VUOLE PROIBIRNE L'USO, L'ADUC HA PRONTA UNA PROPOSTA DI LEGGE PER PROIBIRE IL TABACCO... CHE FA MOLTO PIU' MALE Oggi la commissione Igiene e Sanita' del Senato ha approvato un ordine del giorno bipartisan contro il provvedimento del ministro della Salute, Livia Turco, che innalzava la quantita' massima di cannabis per uso personale ad un grammo. Avevamo apprezzato l'iniziativa del ministro, anche se la ritenevamo troppo timida. Siamo convinti, ma possiamo sbagliarci, che ad un giovane faccia piu' male il carcere di qualche spinello. Oggi prendiamo atto che, nonostante i buoni propositi di alcuni e le promesse elettorali, la strada della repressione del consumo e' largamente condivisa in Parlamento. Lo e' anche nella gran parte dei Paesi europei, negli Stati Uniti, e alle Nazioni Unite. Per questo offriamo ai senatori che hanno votato oggi contro il decreto del ministro Turco una chance per dimostrare coerenza, ovvero una proposta di legge che mette al bando il tabacco alla pari della cannabis. Per comprendere di cosa stiamo parlando, e' utile ricordare che le vittime del tabacco nel mondo sono molte di piu', circa 4 milioni l'anno, di quelle causate dalla cannabis. La cannabis non ha mai provocato un decesso documentabile, mentre il tabacco ne provoca 80 mila ogni anno solo in Italia. I danni alla salute provocati dalla cannabis non sono dimostrati in maniera inequivocabile nonostante decenni di studi, mentre i danni del tabacco sono riconosciuti da chiunque. E' evidente che il tabacco fa molto, moltissimo piu' male alla salute della cannabis. Inoltre -come e piu' della cannabis- il tabacco diminuisce fortemente la produttivita' (secondo alcune stime, si parla di 52 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno), costa moltissimo alle casse dello Stato (circa 1,2 miliardi di euro in spese sanitarie), e arricchisce le organizzazioni criminali (circa il 25% del mercato del tabacco e' gestito dalle mafie). E' bene ricordare che il consumo di cannabis, come il tabagismo, e' socialmente diffuso ed accettato. Se in Italia il 24,2% degli adulti si dichiara fumatore di tabacco, e' altrettanto vero che il 20% degli italiani ha ammesso di aver consumato cannabis. Secondo altri dati, addirittura la meta' degli studenti universitari ne ha fatto uso almeno una volta, ed un terzo ne fa uso regolarmente. L'attuale regime di legalizzazione del tabacco e dei suoi derivati, quindi, e' una contraddizione. Per risolverla, a nostro avviso, dovremmo legalizzare droghe come la cannabis, innocua rispetto alle sigarette, oppure vietare -per coerenza- anche il tabacco. Proprio perche' siamo partigiani della legalizzazione della cannabis, abbiamo redatto una proposta di legge repressiva. Il testo rende illegale vendita, trasporto, cessione, lavorazione e consumo di tabacco derivati, aggiungendo la nicotina nelle tabelle del Testo Unico sugli stupefacenti (d.p.r. 9 ottobre 1990, n.309). I cittadini potrebbero interpretare la non approvazione di questa proposta non solo come una clamorosa svista, ma anche una grave contraddizione ed ipocrisia nella strategia repressiva che contraddistingue l'Italia e la comunita' internazionale. La proposta di legge chiede che la repressione sia applicata in maniera giusta ed equa, senza discriminazioni fra consumatori di droghe buone (tabacco) e cattive (cannabis). AIDS: ALLARME ECCESSIVO? La giornata mondiale dell'Aids del primo dicembre, ci offre lo spunto per alcune considerazioni sulla diffusione della malattia, in relazione ai dati che vengono forniti sulla sua espansione. Se vogliamo paragonare i dati della diffusione dell'Aids con un'altra malattia infettiva, per esempio l'epatite C, appare evidente l'allarmismo diffuso. Nel mondo ci sono, secondo l'Oms, 40 milioni di infetti di Aids ma ci sono 170 milioni affetti da epatite C; in Italia ci sono 120mila sieropositivi per il virus Hiv che, trasformandosi nella forma conclamata Aids (1.577 casi nel 2005), ha provocato 248 morti nel 2005, mentre ci sono 2 milioni di affetti da epatite C che ha causato 10mila morti l'anno. Se vogliamo considerare la mortalita' come elemento di preoccupazione sociale, dovremmo, con tutta evidenza, spostare la nostra attenzione verso quelle che determinano un numero maggiore di morti. Certamente l'Aids e' una malattia che va combattuta, soprattutto con la prevenzione, cioe' con l'utilizzo del profilattico, il cui utilizzo e' sollecitato dal ministero della Salute ma la cui diffusione, per esempio nelle scuole, e' osteggiata dal ministero dell'Istruzione e dal Vaticano, che predica la castita'. Comunque rimane il dubbio che quella che e' stata definita "la peste del secolo" in verita' abbia avuto tanta attenzione perche' legata alle pratiche sessuali. Insomma un film gia' visto. CLASS ACTION. AUDITA L'ADUC IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA. LA PROPOSTA DEL GOVERNO NON RISPONDE ALLE ESIGENZE DEL PAESE ED E' PERICOLOSA Questa mattina (30 novembre) una delegazione dell'Aduc e' stata audita dalla commissione Giustizia della Camera in merito alle proposte di legge sulla class action che la medesima commissione ha cominciato ad analizzare. L'Aduc, grazie agli on. Donatella Poretti e Daniele Capezzone (a cui si sono aggiunti altri 16 deputati bipartisan) ha depositato una propria proposta di legge (1), che e' diventata il punto di riferimento e di elaborazione delle numerose altre (tutte della maggioranza) che non si riconoscono in quella del Governo. Abbiamo depositato in commissione una memoria (2). L'associazione ha esperienza in merito con la class action che ha attivato a New York sul caso Parmalat, dove e' stato raggiunto un patto transattivo e i rimborsi stanno cominciando ad arrivare proprio in questi giorni; altrettanto accordo transattivo e' stato raggiunto con la class action sul caso Worldcom. Non si tratta solo di rispondere al problema dei legittimati ad agire (che per il Governo sono solo le camere di commercio, le associazioni professionali e le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato). L'Aduc non ha voluto unirsi al coro delle “associazioni-escluse” perche' ritiene che quand'anche si modificasse il testo del Governo per includere qualche altra associazione fra i legittimati attivi, quel tipo di progetto di legge rimarrebbe drammaticamente lacunoso e per questo pericoloso. La legittimazione ad agire dovrebbe essere affidata a chiunque abbia un interesse specifico, con altrettanti strumenti per prevenire i possibili abusi. Poi c'e' il nodo della corretta regolamentazione della procedura. Nel modello del Governo (e simili) vi sono una serie di problemi procedurali non affrontati. I piu' importanti: - il risarcimento –vinta la causa colelttiva- richiede l'avvio di un'azione legale individuale; - non e' regolamentato l'avvio di piu' azioni collettive concorrenti, su cui il giudice decide, e chi viene escluso si puo' accodare a chi e' stato scelto; - non vi sono controlli da parte della classe (i cittadini-consumatori interessati all'azione collettiva) nei confronti di chi gestisce la causa, in particolare sul potere di concludere accordi transattivi; - non vi sono controlli sugli eventuali conflitti di interesse fra i proponenti l'azione collettiva e la classe; - non vi sono filtri sulla non manifesta infondatezza dell'azione. Per queste ragioni e' urgente arrivare ad un testo organico e completo. Una legge sull'azione collettiva non puo' ridursi in un articolo aggiuntivo al Codice del Consumo: deve necessariamente disciplinare tutte le fasi di questa nuova procedura, prevedendo i necessari contrappesi per garantire il corretto funzionamento dello strumento processuale, prevenirne gli abusi e bilanciare gli interessi in gioco. Ci si accusa di voler importare il modello Usa, ma molte sono le differenze fra la nostra proposta e quel modello: - Il foro di competenza e' quello del convenuto, non sarebbe quindi possibile il "forum shopping" come in Usa (andare nei fori dove i giudici sono piu' disponibili a dare ragione ai consumatori). - Le eventuali transazioni in corso di causa (la maggiorparte delle class action si chiudono con transazioni) sono sottoposte a votazione della classe. Meccanismo che riduce drasticamente i possibili comportamenti scorretti da parte degli avvocati e scoraggia l'avvio di azioni infondate. - Un filtro significativo della magistratura che deve valutare, prima di avviare l'azione collettiva, il fumus boni iuris ed eventuali conflitti d'interesse anche grazie alle informazioni provenienti dai promotori di eventuali altre azioni collettive concorrenti. - Un meccanismo di opt-in e non di opt-out: fanno parte dell'azione collettiva solo coloro che espressamente lo indicano e non tutti coloro che non si chiamano espressamente fuori (come in Usa). Meccanismo molto piu' compatibile con la nostra tradizione giuridica. L'Aduc e' stata rappresentata da Primo Mastrantoni (segretario nazionale), Alessandro Pedone (responsabile per la tutela del risparmio) e l'avv. Pietro Adami (legale Aduc per le questioni internazionali e le class action negli Usa). (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=149901 (2) qui il testo completo del documento depositato in commissione: http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=162720 AUMENTI FS. NO AGLI AUMENTI DELLE TARIFFE SE SI CONTINUA SOLO A PRELEVARE DALLE TASCHE DEI CONSUMATORI Sono arrivate le prime indiscrezione sull'aumento delle tariffe ferroviarie, dal 6 al 12%. E pare che porteranno un aumento di gettito di 100 milioni l'anno, che rispetto ai quasi due miliardi di buco di bilancio e i 3,6 miliardi che mancano dal fondo previdenziale dei ferrovieri, sono proprio briciole. Aumenti non applicabili al trasporto dei pendolari. Tutto questo, non si sa in quale contesto generale di ristrutturazione del servizio e dell'azienda. Sicuramente i sindacati si faranno valere per la difesa del posto di lavoro e gli lasciamo svolgere il loro lavoro, ma per il servizio? Niente. Noi sappiamo solo che le Ferrovie oggi sono quelle che danno dieci milioni di liquidazione all'ex presidente Elio Catania e che fanno mega campagne pubblicitarie su tutti i media, campagne che sono inutili visto che non devono far scegliere il loro servizio rispetto ad altri concorrenti. Domande che sono state poste al ministero anche in una interrogazione parlamentare, e a cui e' stato risposto che: 1) i dieci milioni sono fatti loro e non hanno alcuna intenzione di dire perche'; 2) la pubblicita' serve per comunicare agli azionisti (tutti i contribuenti italiani) quali sono le scelte strategiche che stanno facendo (1). C'e' qualcuno che darebbe fiducia ad un'azienda del genere? Noi, per ora, non ce la sentiamo. Per cui percepiamo l'aumento delle tariffe come inutile per 1) l'inesistente apporto che darebbe alla drammatica situazione finanziaria; 2) la mancanza di un piano di tagli e risparmi (o quantomeno la volonta' di farlo, che' nella risposta all'interrogazione non sembra proprio esserci); 3) la mancanza di un piano di miglioramento del servizio, che e' il minimo da presentare –in una logica produttivistica e di economia di mercato- quando si aumentano le tariffe, altrimenti vuol dire solo che fanno come quei contadini che, a fronte di un buco in terra che non riescono a riempire per mancanza di terra, rubano quest'ultima dal campo vicino (il campo, in questo caso sarebbero le tasche dei consumatori). (1) qui il testo completo dell'interrogazione e della risposta: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/noti.php?id=159016 ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi COME UN MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA… Cara T., le sporadiche volte che ci siamo incontrate negli ultimi anni, per caso, nelle vie di Firenze, dopo esserci perse totalmente di vista per quasi trent'anni, mi ha sempre colpito in modo doloroso la tua infelicita', sia quando la esprimi sinceramente, anche piangendo, sia quando cerchi di mascherarla con un atteggiamento supponente. La tua infelicita', la tua perenne infelicita', quell'abisso vorticoso di dolore raggrumato o raggelato che non riesce a sciogliersi -anche allora, quando ti conobbi da giovane, era presente ed era quella, mi pare, che ti impediva di entrare in una relazione soddisfacente con le altre persone. Te ne stavi disperatamente isolata e giudicante, come se tu fossi dio -e un dio, oltretutto, poco incline alla misericordia. Eppure, a ventisette anni, quando ti conobbi, avevi gia' una famiglia tua; ti eri scelta (cosi asserivi) un uomo di una decina d'anni piu' grande di te perché "non diceva le parolacce", avevi una figlia di un paio d'anni, anche lei fortemente voluta subito, appena sposata, e che era per te l'unico argomento di una possibile conversazione. Vivevi piuttosto agiatamente, avevi un lavoro che -affermavi- ti piaceva… Perché, allora, questa infelicita'? Non scontentezza, non noia, e neppure irrequietezza o inquietudine. No, vera, autentica, abissale infelicita'. Perche' -una volta mi dicesti- sentivi dentro di te un dissidio profondo che tutta ti permeava e al quale non potevi sfuggire. Quello stesso che aveva magistralmente espresso il poeta latino Catullo nel carme 85: "Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior". (Odio e amo. Forse chiederai perche' io lo faccia. Non lo so, ma sento che accade e ne sono straziato). Cosi quella che per me, fino ad allora, non era stata che una dotta citazione letteraria, diventava per la prima volta carne e sangue, si identificava con l'esperienza di una persona viva, alla quale stavo imparando a voler bene. Non ti dovessi altro, T., solo per questa coscienza che ho appreso da te, ti dovrei eterna gratitudine. Perche', in seguito, anch'io mi sarei dovuta rendere conto in prima persona che questi due sentimenti possono convivere, anzi, convivono nel nostro animo piu' spesso di quanto si pensi o si avverta, e, quando cio' e' accaduto anche a me, ho potuto affrontare la cosa con la forza che scaturisce dalla consapevolezza, senza, quindi, sentirmi del tutto in balia di questa lancinante scissione. E proprio in uno di questi momenti confusi e confondenti, incontrai, qualche anno dopo aver perso le tue tracce, un altro poeta e un'altra poesia, che mi fecero fare un passo avanti nella consapevolezza. Cio' che in Catullo (e in te) e' una ferita sanguinante, che isola e di cui non si sa la causa, nella prima quartina di uno dei "Cien sonetos de amor" di Neruda, invece, si dispiega come un legame necessario e imprescindibile con l'essenza della vita, di tutta la vita. Lui, infatti, inizia cosi il sonetto XLIV: "Sabrás que no te amo y que te amo puesto que de dos modos es la vida, la palabra es un ala del silencio el fuego tiene una mitad de frio" (Tu saprai che non ti amo e che ti amo dato che in due modi e' fatta la vita, la parola e' un'ala del silenzio, il fuoco ha una meta' di freddo"). Ecco, in questa scoperta che non solo l'essere umano, ma tutto cio' che esiste ha una sua ambivalenza, io dico, la ferita puo' rimarginarsi. Tu obietterai che Neruda non parla di "odiare", come fa Catullo, ma semplicemente di "non amare". E' vero, e tuttavia io sento queste due esperienze molto vicine e in relazione tra di loro, come un dialogo che scavalca i secoli e che offre a noi la possibilita' di andare ancora avanti per arrivare a scoprire i motivi piu' che psicologici, piu' che esistenziali, forse addirittura cosmici, delle nostre ferite e cercare di curarle accettando con semplicita' di essere creature che partecipano della complessita' di questa vita misteriosa, e, quindi, riconoscendo un'armonia segreta col tutto anche in quelle che alla nostra mentalita' appaiono, in prima battuta, dolorose dissonanze. Ma ecco l'intero sonetto XLIV, tratto, come ho scritto sopra, dalla raccolta Cien sonetos de amor, che Pablo Neruda pubblico' nel 1960, e che ho cercato di rendere nella nostra lingua privilegiando la fedelta' all'originale piuttosto che l'armonia del verso italiano: "Tu saprai che io non ti amo e che ti amo dato che in due modi e' fatta la vita, la parola e' un'ala del silenzio, il fuoco ha una meta' di freddo. Ti amo per cominciare ad amarti, per ricominciare l'infinito e per non smettere di amarti mai: per questo non ti amo ancora. Ti amo e non ti amo come se avessi nelle mani le chiavi della felicita' e un incerto destino infelice. Il mio amore ha due vite per amarti. per questo ti amo quando non ti amo e per questo ti amo quando ti amo". E' da tanto tempo, T., che desideravo corrispondere al tuo dono di Catullo con quest'altro dono di Neruda, ma solo ora trovo il momento opportuno, anche se l'operazione e' destinata a rimanere ideale. Non potendo recapitartelo di persona, infatti, affido il tutto, come un messaggio nella bottiglia, a quest'oceano che e' Internet, cosciente che se non lo troverai tu (e so che e' altamente improbabile), lo scopriranno altre persone, a cui forse, chissa', fara' piacere leggere quantomeno le due composizioni poetiche che contiene. A te, come congedo, non so augurarti niente di meglio che scoprirti finalmente e coraggiosamente creatura fra le creature. Abbi cura di te. Cerca di essere felice. Annapaola ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi La Territorialita' Il cammino della storia dell'umanita al pari degli animali e' stato coronato dal condizionamento degli istinti primordiali della nostra specie e dalla legge di Madre Natura. La "territorialita'" ad esempio, intesa come predominio e controllo, come gli stessi animali ha sempre condizionato gli esseri viventi sulla terra. Nell'uomo e nell'animale il predominio sul territorio e' stato legato al suo istinto primordiale di sopravvivenza. Il medesimo "istinto" "ingloba" anche la capacita' di "orientarsi" nella spazialita' dei territori. Questa caratteristica non e' legata all'intelligenza ma alle caratteristiche intrinseche dell'uomo o dell'animale. Negli ultimi 150 anni le scoperte tecnologiche e gli avanzamenti sulle conoscenze mediche e scientifiche, hanno rivoluzionato la consapevolezza della specie umana, fino al punto di assopire istinti primordiali quali, ad esempio, Territorialita', Spazialita' ed Orientamento. Quanti, non abituat,i sarebbero in grado di muoversi su territori non conosciuti, incluse , le "giungle" di cemento delle citta'? Il boom dei viaggi organizzati si e' mosso su tali circostanze. La medesima sorte tocca anche agli animali, sopratutto quelli considerabili "domestici". Il primordiale senso della spazialita' e dell'orientamento di un cane si perde quasi del tutto quando, costretto in cattivita', in appartamenti di citta' e passeggiate al guinzaglio. Ancora peggio, fino a raggiungere sofferenze psicologiche e anche turbe psichiche, per gli animali della giungla, quando costretti a spazi confinatissimi, come accade negli zoo o in quelli usati negli show circensi quale attrazione per grandi e piccini. L'esistenza di "politiche" e "geopolitiche" e' da attribuirsi alla "necessita'" della nostra specie di aggiudicarsi la spazialita' dei territori e i loro frutti. Poco importa con quali mezzi, in quanto il mezzo vale "il fine". Spesso questo istinto primordiale voluto da Madre Natura, ha conferito una tale brutalita' all'uomo, condizionandolo fino al rischio della sua medesima estinzione. Questo non accade negli animali, dove il controllo del territorio e' scandito con modalita' consone a regole precise e naturali. La tecnologia quindi, se ha facilitato la vita della nostra specie, potrebbe essere anche il "vettore" di rischio per l'intera umanita'. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori. di: Claudia Moretti Il sentimento religioso e la liberta' di manifestazione del pensiero Art. 403 codice penale Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone Chiunque pubblicamente offende una confessione religiosa mediante vilipendio di chi la professa, e' punito con la multa da euro 1.000 ad euro 5.000. Si applica la multa da euro 2000 a 6000 a chi offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di un ministro di culto. Cosa e' che non quadra fra l'art. 403 del codice penale, fondamento della censura fatta ai danni del sito Aduc, e l'art. 21 della Costituzione che sancisce il diritto di tutti a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione? Chi o che cosa protegge la nostra Costituzione? Protegge l'individuo o le fedi? I sentimenti e la dignita' di ogni singolo essere umano o le teorie religiose in se per se'? Riteniamo che non si possa dare altra lettura all'articolo di riferimento, se non quella costituzionalmente orientata: ossia che, oggetto del bene tutelato dalla norma penale non e', come pure la dizione lascia pensare, la fede o la confessione religiosa, ma la persona (fisica o giuridica) che ha il diritto di non esser offesa in quanto appartenente ad essa, la persona determinata o determinabile. Ragioni logiche, sistematiche e di raccordo con la Costituzione ci inducono a sostenere questa tesi: a) Se cosi' non fosse non si capisce perche' la norma esplicitamente punisce non l'offesa alla confessione tout court ma solo e in quanto commessa "mediante il vilipendio di chi la professa". E' chiaro che l'intento del legislatore e' quello di non lasciare l'offesa alla religione disancorata/distinta al rispetto della persona in quanto tale, ma di punirla solo laddove accompagnata all'offesa e al vilipendio di quest'ultima; b) Se cosi' non fosse si violerebbe il precetto costituzionale che vuole libera la manifestazione pubblica del pensiero e che, a fronte di un diritto fondamentale e soggettivo (della persona) sancito espressamente all'art. 21, contrappone un bene generico, quale la fede religiosa, teorico, astratto, fumoso, degno di dibattito -e, chissa', di superamento- e soprattutto non riconducibile ad un soggetto specifico che ne porta gli oneri e gli onori. c) cio' e' confermato dalla circostanza che il bene "fede religiosa" come fatto privato e' tutelato dalla Costituzione come liberamente professabile (in positivo), ma non come bene in se' per se' da difendere dalle critiche o dai dissensi o -peggio ancora- dal dibattito anche aspro (in negativo)! d) cio' del resto non puo' non essere, dal momento che la nostra Costituzione, di impianto laico e personalistico non protegge astrazioni, tesi, teorie, religioni di per se' ma solo i soggetti, persone fisiche e giuridiche determinate, individui, unici soggetti di diritti e di doveri. L'art. 2 Cost. parla di diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia (sempre come singolo) NELLE (non DELLE) formazioni sociali in cui svolge la sua personalita'. e) Tale lettura del resto e' stata avvallata dalla giurisprudenza, a nostro avviso piu' illuminata ("...il reato in questione ...(sussiste) solo se l'offesa sia rivolta a fedeli ben individuati e non anche quando, come nel caso di specie, concerna la loro indistinta generalita'. Tribunale di Venezia 10 marzo 1992". Insomma, per fare un esempio che esuli da questioni propriamente religiose, si' da non temere nuova censura, non basta dire: - "schifoso ambientalista" offendendo direttamente la formazione sociale di chi tutela i diritti diffusi relativi all'ambiente, non basta neppure dire: - "maledetti ambientalisti" offendendo genericamente e indistintamente una classe di persone non identificabili, ma sarebbe necessario invece offendere e vilipendere: - tizio o caio in quanto e perche' professanti l'ambientalismo - l'associazione "amici per l'ambiente" sita in ......... con rappresentante legale tizio.... in quanto professante l'ambientalismo. Se cosi' non fosse, oltre al contrasto gia' rilevato rispetto all'art. 21della Costituzione, si verterebbe in una patente violazione del principio di offensivita' del precetto penale, secondo cui solo in presenza di danni a terzi lo Stato interviene in loro -esclusiva- protezione, limitando, proibendo ecc... Ma se cosi' e', come crediamo che sia e che non possa non essere, cosa distingue allora l'offesa al singolo individuo cristiano, musulmano o buddista che ricade nell'art. 403 del c.p. rispetto ad una generica offesa e dall'ingiuria, anch'essa punita dal codice penale? La risposta e' che non e' sufficiente l'offesa generica al singolo professante la religione, ma occorre che lo si offenda proprio perche' e in quanto e' religioso, e proprio in virtu' dei valori, tesi e teorie principi, dogmi ecc... Secondo la giurisprudenza, infatti: "...offesa alla religione puo' ...aversi solo ove siano spregiativamente chiamati in causa i valori etico-spirituali e le credenze fondamentali della religione medesima, nel loro complesso o in parti essenziali e qualificanti." (Corte d'Appello di Firenze, 18 ottobre 1993). Insomma, un'offesa... speciale, rispetto all'offesa... generale. Cosa mai spinge il legislatore ad aggiungere ulteriore tutela penale (e corrispondente soppressione della liberta' di pensiero e parola, di critica e di stampa) al rispetto della persona, della sua dignita' individuale e sociale, gia' pienamente coperta e garantita dalla norma penale che sanziona genericamente l'ingiuria e la diffamazione, e le ricomprende tutte? Perche' mai non difendere il sentimento religioso, e non anche quello femminista? O quello Laziale o Iuventino? O quello di centro destra o quello di centro sinistra? O quello dei malati piuttosto che dei sani? O quello dei brutti nei confronti di chi offende il loro aspetto fisico? E cosi' via e cosi' via... E chi sa dire con esattezza cosa sia "religione" oggi? Evidentemente cio' che si chiama "Stato laico" e' ancora un miraggio. ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone L’Italia ha un debito pubblico superiore al 100% del Pil. Dobbiamo ridurre il debito. Aumentiamo l'avanzo primario. Il tasso di crescita del Pil e' dello 0,6%. Cresciamo poco. Per ridurre il debito dobbiamo tagliare le spese. Parole e titoli di tg e giornali che lasciano intuire il cattivo stato di salute della finanza pubblica. Ma perche' e' cosi' importante il rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo? E perche' se abbiamo un debito pari al Pil e' una cosa brutta, come lasciano intuire gli organi d'informazione? Partiamo dalle definizioni. - Il Prodotto interno lordo (Pil) e' il valore totale dei beni e servizi finali prodotti da un Paese in un determinato periodo di tempo con i fattori produttivi impiegati all'interno del Paese stesso. Da un altro punto di vista si puo' anche dire che il Pil e' la somma dei valori aggiunti generati dalle imprese private e dalla Pubblica amministrazione all'interno di un dato Paese in un determinato periodo di tempo. In modo grossolano. Immaginiamo che lo Stato sia un nucleo familiare di 4 persone (mamma, babbo, figlia minorenne) e di un cane. Ebbene il Pil della famiglia, che chiameremo Rossi, e' dato dalla somma dei guadagni dei genitori. - Il debito pubblico e' la somma dei debiti dello Stato e degli enti locali che sono rappresentati dall'insieme dei titoli di Stato (Bot, Cct, Bpt, ecc.) e dai finanziamenti ottenuti da banche e altre istituzioni creditizie. Per riproporre il parallelo, il debito pubblico della famiglia Rossi e' dato dalla somma dei debiti in essere, rappresentati da mutui, finanziamenti rateali, ecc. Ritorniamo al punto. Perche' e' cosi' grave che lo Stato abbia un Pil di 100 e debiti di pari importo? D'altronde, anche la famiglia Rossi -che ha redditi annuali pari a 50 mila euro- ha appena comprato casa, accendendo un mutuo di 100 mila euro. In questo momento, quindi, la famiglia Rossi ha un rapporto debito/Pil pari al 200% (100.000/50.000*100), ben piu' alto dell'attuale rapporto dello Stato italiano che a fine 2005 era "solo" del 106,6%. Situazioni come quella della famiglia Rossi sono abituali. E allora, perche' e' importante ridurre il debito a un tasso molto inferiore al 100% del Pil, a livello di altri Stati paragonabili all'Italia? Per esempio, il rapporto in questione in Francia e' Germania e' tra il 60 e il 70%, in Spagna e' sotto il 50%, per non parlare del Regno Unito dove e' poco superiore al 40%. La risposta e' banale. Perche' i debiti vanno prima o poi onorati e se non si pagano oggi, si dovranno pagare domani, sostenendo costi aggiunti. Non solo gli interessi passivi, ma soprattutto l'impossibilita' di effettuare investimenti. Ma ci arriveremo tra poco. Torniamo alla famiglia Rossi che in questo momento e' molto indebitata e ha un rapporto Pil familiare/debito del 400%. E' evidente che un buon amministratore familiare destinera' almeno il 25% del proprio reddito annuale al rimborso del mutuo. In totale 12.500 euro, 10 mila come quota capitale, 2.500 come quota interessi -evidentemente semplifichiamo. In questo modo, in una decina d'anni il debito sara' estinto e la famiglia Rossi potra' permettersi di comprare un'auto nuova, pagare un corso di alta specializzazione alla figlia o viaggiare. Hanno la forza dell'abbassamento repentino del rapporto che era arrivato al 200%. Insomma, la famiglia Rossi dopo un lasso di tempo relativamente breve si potra' permettere di effettuare nuovi "investimenti" (la formazione della figlia) o di godersi di piu' la vita (viaggiare). Lo Stato italiano nel 1981 aveva un rapporto Debito pubblico/Pil di solo il 60%. Da allora e' iniziata una crescita vertiginosa fino al 124% del 1996. Poi e' iniziata una lenta discesa ma senza miglioramenti significativi. Negli ultimi anni oscilla tra il 104% e il 107%. Da circa 20 anni si produce (Pil) per una cifra analoga all'ammontare dei debiti. E' una situazione che, senza rapidi e risolutivi interventi potrebbe incancrenirsi, perche' una tale situazione finira' per mangiarsi lentamente il futuro. A partire dalle prospettive di sviluppo, che si ottengono solo investendo in innovazione. Solo questo potra' procurare opportunita' di lavoro alle giovani generazioni. Non solo, una saggia amministrazione delle risorse permetterebbe anche ai meno giovani di poter mantenere un livello di benessere decoroso. La riduzione del rapporto Debito/Pil si ottiene o diminuendo il debito o aumentando il Pil. Le poche risorse in innovazione precludono tassi di sviluppo alti. Negli ultimi anni non si e' raggiunto neppure l'1%, a differenza di altri Stati come la Spagna, che ha tassi di aumento del Pil tre/quattro volte superiori. Cosi' non resta che cercare, senza successo, di ridurre le spese. Insomma, un Paese finanziariamente sano ha potenzialita' di reagire attivamente alle vicende mondiali e interne. Per esempio, se non avessimo il fardello dell'elevato debito pubblico, si potrebbe sin da subito finanziare un piano di ricerca scientifica con cifre analoghe a quelle degli altri Paesi; potremmo pagare un piano di investimenti in infrastrutture o altro. Su questi punti non si trovano forze politiche contrarie. Tutti dicono: investiamo. Siccome, pero', le risorse sono poche, per recuperarle occorre tagliare da qualche altra parte. E quando si parla di tagli… si trova sempre una corporazione pronta a difendere diritti inalienabili. Cosi' la promessa di ingenti risorse in innovazione e sviluppo si riduce a pochi spiccioli non in grado di innescare un circolo virtuoso. Invece, avviene il contrario, il circolo e' vizioso. Niente tagli, niente sviluppo. Niente sviluppo (aumento del Pil) e niente tagli, debito pubblico alto e l'Italia va in cancrena. Purtroppo la classe dirigente del Paese si comporta in modo differente dalla famiglia Rossi e… purtroppo, uno Stato puo' anche fallire: Argentina docet. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA SMALTIMENTO RIFIUTI: DALLA TASSA (TARSU) ALLA TARIFFA (TIA) Il Decreto Ronchi (d.lgs.22/97, art.49) e il suo regolamento attuativo (d.p.r. 158/99) hanno previsto l'introduzione progressiva della T.I.A. "tariffa di igiene ambientale" al posto della TARSU, la "tassa rifiuti solidi urbani". I Comuni italiani stanno via via adeguandosi a quanto previsto dalla legge, introducendo la TIA al posto della TARSU e disciplinandone la riscossione tramite specifici regolamenti. La quasi totalita' di essi dovra' procedere entro Dicembre 2006, mentre in alcuni casi il termine e' differito al 2008 (i comuni che non superano i 5000 abitanti, essenzialmente). Ma, in pratica, cosa cambia? La principale differenza riguarda il metodo di calcolo, che prevede l'uso, oltre a dati fissi come la superficie dell'immobile (tarsu), di parametri piu' variabili e personali, come il numero degli occupanti l'immobile e l'effettiva produzione di rifiuti in termini sia quantitativi che qualitativi. Gli addebiti, pertanto, dovrebbero risultare piu' equi e meno gravosi per le famiglie numerose che abitano immobili di dimensioni ridotte. Le tariffe e le agevolazioni continuano ad essere determinate dai Comuni, nel rispetto delle regole e dei metodi di calcolo fissati dalla legge. Cambia la gestione, che diventa totalmente esterna (possono essere utilizzate societa' private specializzate od agenti di riscossione locali), con ovvie conseguenze negative sui costi, e quindi sulle tariffe. Un altro principio che pesa sulla TIA e' che essa deve, per legge, coprire il 100% dei costi del servizio, mentre per la Tarsu parte di essi erano coperti, nel bilancio comunale, da entrate diverse. Le conseguenze di un mancato o ritardato pagamento non variano molto, perche' nonostante si passi da una "tassa" ad una "tariffa", i metodi di riscossione possono ancora prevedere la cosiddetta "iscrizione a ruolo". Essa comporta l'avvio -in caso di morosita' - di un procedimento di riscossione che passa dall'emissione di una cartella esattoriale a provvedimenti amministrativi come il fermo dell'auto, il pignoramento dei beni o addirittura l'ipoteca della casa (tutto dipende dall'entita' del credito che il comune vanta nei nostri confronti considerando, oltre alla Tarsu o Tia, gli altri tributi locali nonche' le multe al codice della strada). Entriamo piu' nel dettaglio: T.A.R.S.U., la "tassa rifiuti solidi urbani" Istituita dal decreto legislativo 507/93, che ne detta i criteri generali, la Tarsu e' gestita e regolamentata dai singoli comuni, quelli che ancora non sono passati alla TIA, in modo autonomo attraverso regolamenti propri. Visto che tale tassa interessa, via via, sempre un numero minore di utenti, ci limitiamo a riportarne i tratti generali previsti dalla legge in modo molto schematico: Quando e' dovuta La tassa e' dovuta da coloro che occupano o detengono i locali o le aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, ad esclusione delle aree scoperte pertinenziali o accessorie di civili abitazioni diverse dalle aree a verde, esistenti nelle zone del territorio comunale in cui il servizio e' istituito ed attivato o comunque reso in maniera continuativa. Obblighi dei contribuenti Coloro che iniziano o cessano di occupare o detenere locali ed aree scoperte hanno l'obbligo di presentare, rispettivamente, "denuncia di nuova utenza" entro il 20 gennaio dell'anno successivo all'inizio dell'occupazione o "denuncia di cessazione" al momento del rilascio, su appositi moduli predisposti dal comune. La tassa decorre o cessa dal bimestre successivo a quello di denuncia. Nello stesso termine dev'essere denunciata ogni variazione relativa ai locali ed aree, alla loro superficie e destinazione che comporti un maggior ammontare della tassa o comunque influisca sull'applicazione e riscossione del tributo in relazione ai dati da indicare nella denuncia. Criterio di calcolo della tassa Il criterio base e' l'applicazione di una tariffa al metro quadro, tenendo conto dell'uso specifico del locale e dell'area: casa, ufficio, negozio (diversita' tra merce venduta), campeggio, banca, etc L'ammontare da pagare dipende sia dalla quantita' e qualita' medie dei rifiuti solidi urbani che sono producibili nei locali e aree urbane secondo il loro uso, sia dal costo dello smaltimento rapportato all'utenza tramite dei coefficienti. Esclusioni Non sono soggetti alla tassa i locali e le aree che non possono produrre rifiuti o per la loro natura o per il particolare uso cui sono stabilmente destinati o perché risultino in obiettive condizioni di non utilizzabilità nel corso dell'anno, qualora la cosa sia documentabile. Sono escluse dalla tassazione le aree comuni del condominio di cui all'art. 1117 del codice civile che possono produrre rifiuti (a meno che non siano di uso esclusivo di uno o piu' condomini). Riduzioni La tariffa unitaria puo' essere ridotta di un importo non superiore ad un terzo nel caso di: * abitazioni con unico occupante; * abitazioni o locali adibiti ad uso diverso tenuti a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo, quando cio' sia stato opportunamente dichiarato. * utente che, versando nelle circostanze di cui sopra (uso stagionale o discontinuo), risieda o abbia la dimora, per piu' di sei mesi all'anno, in localita' fuori del territorio nazionale. Riscossione e sanzioni La riscossione avviene tramite iscrizione a ruolo, con emissione di cartelle suddivise in quattro rate. Le sanzioni applicabili (in caso di mancata o infedele presentazione delle denunce o di mancato o ritardato pagamento) sono quelle "tributarie" previste dalla legge e riportate nella scheda: Sanzioni tributarie amministrative per le abitazioni. Si fa presente che per questo tributo e' possibile regolarizzare errori ed omissioni, prima che arrivino accertamenti, tramite il "ravvedimento operoso". Approfondimenti in merito possono essere trovati sulla scheda suddetta. T.I.A., la "tariffa igiene ambientale" Ogni comune si adegua alla nuova tariffa, introdotta dal d.lgs.22/97, con uno specifico regolamento che deve stabilire, oltre alle tariffe vere e proprie, i soggetti passivi, i casi di esclusione, le agevolazioni, le classi di attivita' per le utenze non domestiche e le modalita' di accertamento e riscossione adottate. Come regola generale, per quanto prevede la legge: CHI DEVE PAGARE: ADEMPIMENTI A CARICO DELL'UTENTE Riguardo ai soggetti passivi la legge e' chiara e stabilisce che la tariffa e' dovuta da chiunque occupi oppure conduca locali o aree scoperte ad uso privato (non costituenti accessorio o pertinenza degli stessi) a qualsiasi uso adibiti, esistenti nel territorio comunale. Gli adempimenti a carico dell'utente, invece, sono stabiliti soggettivamente da ogni comune. A quanto ci risulta, conformemente alle regole valide per la vecchia tassa, sono previsti precisi obblighi in fase di inizio e cessazione dell'occupazione dei locali, ovvero invio di denunce scritte entro precisi termini (che in genere ci risultano di 60gg dall'evento). Comprensibilmente i regolamenti disporranno l'obbligo di denuncia anche qualora accadano eventi che possono incidere sul calcolo della tariffa (cambio di residenza familiare, variazione della superficie, cambio attivita' delle utenze non domestiche). Ci risulta, invece, che quando cambia il numero di componenti del nucleo familiare (per nascita, morte o trasferimento della residenza di uno di essi) normalmente non e' necessario comunicare alcunche', poiche' il comune segnala direttamente la variazione al gestore. In caso di morte dell'intestatario dell'utenza, invece, e' in genere previsto l'obbligo di denuncia da parte degli eredi. Presso ogni comune -e spesso anche sui loro siti Internet- sono disponibili i regolamenti e i moduli per le denunce, con istruzioni rispetto al contenuto e alla modalita' di presentazione. Si consiglia, quindi, di informarsi sugli obblighi che riguardano la propria utenza recandosi presso il comune ove si trova l'immobile . COM'E' CALCOLATA LA TARIFFA La tariffa e', normalmente, calcolata per anno solare e dovuta dal primo giorno del bimestre successivo a quello in cui e' iniziata l'occupazione (per le variazioni e le cessazioni e' applicato lo stesso criterio). La legge non specifica niente al riguardo, e di solito i comuni si rifanno ai criteri precedentemente validi per la tarsu, pur avendo la possibilita' di crearne di nuovi. La normativa, invece, e' piuttosto chiara e dettagliata riguardo al metodo di calcolo della tariffa. Per quanto riguarda le utenze domestiche esso si deve basare sia sulla superficie dell'immobile che sull'effettiva -o presunta- produzione di rifiuti calcolata in base al numero dei componenti del nucleo familiare (secondo 6 categorie prestabilite), in modo da privilegiare i nuclei familiari piu' numerosi e le minori dimensioni dei locali. Per le utenze non domestiche (attivita' commerciali, industriali, produttive, etc.etc.) il criterio e' simile, solo che la potenziale produzione di rifiuti viene calcolata prendendo in considerazione l'attivita' svolta (secondo 30 categorie prestabilite). Come regola generale, la tariffa e' divisa in due componenti * quella fissa e' riferita alla copertura dei costi generali e quelli relativi alle attivita' di spezzamento e pulizia strade e aree pubbliche, oltre agli ammortamenti ed investimenti. Viene imputata alla singola utenza in base alla superficie dei locali occupati e al numero dei componenti del nucleo familiare residente. * quella variabile copre i costi di gestione (raccolta, trattamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti) ed e' imputata sull'utenza in base alla quantita' di rifiuti -differenziati e non- prodotti, misurata sulla base di specifici criteri. Se non possono utilizzare criteri oggettivi vengono applicati sistemi presuntivi prendendo a riferimento, per le utenze domestiche, la produzione media comunale pro-capite (quindi riferita al numero dei residenti) e per quelle non domestiche il tipo di attivita' svolta. Per le occupazioni temporanee (che dj solito si considerano tali quando durano meno di 183 giorni di un anno solare, come prevede la legge istitutiva della Tarsu) di locali od aree pubbliche di uso pubblico o di aree gravate da servitu' di pubblico passaggio, i comuni normalmente fissano una tariffa giornaliera calcolata sui metri quadri di superficie occupata e stabilita -per ogni categoria- proporzionalmente rispetto a quella ordinaria. Attenzione! Per gli immobili dove non figurano residenti, ogni comune ha la facolta' di applicare la tariffa basandosi su un numero di occupanti convenzionale (che puo' essere fisso o variabile da uno a sei a seconda della superficie dei locali). RIDUZIONI, AGEVOLAZIONI, ESCLUSIONI La legge stabilisce che i comuni devono avviare servizi di raccolta differenziata (tramite organizzazione di isole ecologiche, raccolta porta a porta, etc.) e prevedere agevolazioni per gli utenti che aderiscono a specifiche iniziative (raccolta delle frazioni umide tramite "compostaggio", in special modo). Tali agevolazioni devono consistere, in pratica, in riduzioni della quota variabile della tariffa in modo proporzionale rispetto ai risultati raggiunti (singolarmente o da un gruppo di utenze). Per le utenze non domestiche devono essere previste riduzioni, invece, nei casi in cui gli utenti dimostrino di aver avviato i rifiuti prodotti al recupero. Al di la' di questo, in tema di esenzioni e riduzioni i comuni godono di ampia liberta' e discrezionalita', pertanto e' bene informarsi presso agli uffici preposti o consultare il regolamento comunale. Solitamente, le riduzioni riguardano utenti con redditi inferiori ad un determinato tetto o in stato di disagio familiare, abitazione stagionale dell'immobile, residenza dell'utente all'estero, lontananza dai punti di raccolta, etc. Le esclusioni, invece, riguardano di solito i locali dello stesso comune, i luoghi di culto, i locali e le aree dove non possono essere prodotti rifiuti a causa della loro natura, per l'uso al quale sono destinati, o perche' palesemente inutilizzabili. Esempi: centrali termiche, cabine elettriche, silos, aree di centri sportivi dedicate esclusivamente all'esercizio dell'attivita' (campi da gioco o da tennis, piscine, etc.), unita' immobiliari prive di mobili ed arredi, chiuse, inutilizzate e non allacciate ai servizi pubblici di rete (acqua, gas, etc.etc.), immobili non agibili, inabitabili o in ristrutturazione. RISCOSSIONE I comuni godono di una discreta liberta' anche nel gestire la riscossione, sia volontaria che coattiva. Quest'ultima, in particolare, puo' avvenire sia con l'avvio di un procedimento ingiuntivo presso un giudice, sia tramite iscrizione a ruolo (con emissione di cartella esattoriale) mediante affidamento della gestione al locale concessionario delle riscossioni (come Cerit, Gestline, Esatri, etc.etc.). L'ente che gestisce la TIA per conto del comune emette delle fatture con cadenza annuale o inferiore (trimestrale, semestrale, etc.) ,comprendenti l'iva al 10% ed i tributi ambientali provinciali. La scadenza viene fissata liberamente dal gestore ed il pagamento, oltre che con il classico bollettino postale, puo' avvenire in molti casi attraverso Internet (si veda per esempio il servizio pagoclic organizzato dalla Cerit). Alcuni comuni prevedono la possibilita', in alcune circostanze come il temporaneo disagio economico, di pagare a rate a determinate condizioni (con limiti di importo e di rate), corrispondendo ovviamente gli interessi legali. Anche In caso di morosita' ogni comune si muove piuttosto liberamente. Al classico avvio di procedimenti ingiuntivi con addebito di spese ed interessi si affianca la possibilita' di addebitare sanzioni, in alcuni casi analoghe a quelle tributarie previste per la vecchia Tarsu (vedi sopra). E' indispensabile, se si vogliono conoscere le regole che riguardano la propria utenza, consultare il regolamento del Comune dove questa si trova. LINK UTILI Non esiste un "sito ufficiale" nazionale riguardo alla Tia, perche' la gestione e' locale. Per i comuni toscani in particolare, e in termini generali per tutti, e' attivo il sito gestito dalla Quadrifoglio SpA http://www.tariffa-tia.info ****************************************************************************************************************************************** Nota importante sulla TIA Recentemente la materia e' stata riformata dal codice ambientale (d.lgs.152/06, entrato in vigore il 29/4/06, articoli 195 e 238) che -pur abrogando il decreto Ronchi- ha praticamente confermato la disciplina generale da esso introdotta. Vengono annunciati nuovi criteri di calcolo e di determinazione della tariffa e delle agevolazioni, da emanarsi a cura del ministero dell'Ambiente entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. Ad oggi pero' il codice e' praticamente inattivo, perche' -per lo meno per la parte che riguarda la TIA- non risulta emesso alcun regolamento. L'attuale governo, tra l'altro, ha annunciato che il codice sara' completamente rivisto con una serie di decreti correttivi il primo dei quali e' di recentissima emissione (d.lgs.284/06). La TIA, fino ad oggi, non e' stata "toccata" e pertanto -almeno fino a nuovo ordine- rimangono valide le norme precedenti, ovvero il decreto Ronchi (d.lgs.22/97) e il suo regolamento (d.p.r. 158/99) trattati in questa scheda. ****************************************************************************************************************************************** Ha collaborato Katia Moscano (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. 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