AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori (il numero integrale si trova nel file di testo allegato) Avvertenze numero 2007-18 del 15 Settembre 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Rsa, sentenza Tar toscana. Il Governo tragga le conclusioni e segua l'esempio della Regione Piemonte http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=224 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=224 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=224 - La scheda. IL DIFENSORE CIVICO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40697 - La pulce nell'orecchio. SICUREZZA IN AUTO. TRE PENSIERINI IN LIBERTA' http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Societa' & dintorni. Colpa del medico innamorato, del parlamentare distratto o delle sirene? http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Lavavetri-Firenze. Ricorso al Tar contro la legittimita' dell'ordinanza http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. I prezzi della verdura, le speculazioni dei grossisti e le colpe degli agricoltori http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, un sito per i diritti degli immigrati in Italia e un sito sulla liberalizzazione di Internet e della telefonia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione Con aggiornamenti quotidiani; news, lettere, articoli, documenti. - Ultimomiglio.news - liberalizzare Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc Con aggiornamenti quotidiani: news, lettere, articoli, documenti, iniziative ------------------------------------------- EDITORIALE Rsa, sentenza Tar toscana. Il Governo tragga le conclusioni e segua l'esempio della Regione Piemonte Bene la vittoria sulle Rsa, con un'importante decisione del Tar Toscana: le rette di ricovero in Residenze Sanitarie Assistenziali devono essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell'assistito e i Comuni e le ASL non possono richiedere somme di denaro ai parenti. (1) Da tempo insieme all'Aduc abbiamo denunciato le prassi illegittime di molti Comuni d'Italia che a fronte di ricoveri di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi, calcolano la quota di retta a carico dell'utente tenendo conto non del suo solo reddito, ma anche del reddito del suo nucleo familiare e ne richiedono il pagamento ai parenti. Prassi che di fatto mette in ginocchio intere famiglie costrette a pagare cifre esorbitanti rispetto al proprio reddito. La legge prevede che le rette di ricovero in Rsa siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l'eventuale compartecipazione dell'utente, sulla base del proprio reddito. I Comuni, non solo chiedono denaro ai parenti degli assistiti ma in sostanza su rovesciano i criteri di ripartizione economica delle quote: chi "eventualmente compartecipa" non e' piu' il cittadino ma il Comune! Che la cosa non sia di poco conto lo dimostra l'opposizione che i Comuni hanno fatto al Governo bloccando l'emanazione di un decreto che avrebbe dovuto specificare tali criteri di compartecipazione. Ma non tutti i Comuni si comportano cosi', e' il caso di quelli del Piemonte che, grazie ad una delibera regionale, si sono visti erogare contributi, per una somma annua di 5 milioni di euro, "qualora i loro provvedimenti stabiliscano che il pagamento della quota alberghiera di ricovero di anziani cronici non autosufficienti venga calcolata esclusivamente sulla base delle personali risorse economiche degli assistiti, senza alcun onere per i parenti compresi quelli conviventi". Ma non sono provvedimenti come questi, seppur postivi, che risolveranno la situazione. Nel resto delle Regioni italiane continuano veri e propri soprusi da parte dei Comuni ai danni di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi. La sentenza del Tar della Toscana non fa che dimostrarlo. Lo scorso aprile il sottosegretario alla Salute Gaglione rispondendo ad una mia interrogazione sull'argomento, ci aveva comunicato che il ministero della Solidarieta' Sociale a breve termine avrebbe affrontato e riesaminato la normativa relativa alla valutazione della situazione economica dei disabili, in particolare al fine della elaborazione di un disegno di legge che avrebbe contenuto anche la individuazione e definizione dei livelli essenziali per la non autosufficienza. (2) Nessun segnale e' arrivato per ora dal ministero, auspico che la sentenza del Tar Toscana possa essere un utile stimolo per ricordare quello che ancora va fatto e che molte persone stanno aspettando. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=192966 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=176300 (Donatella Poretti (deputata RnP)) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo U.E. / C'e' un cartello del vetro? L'Associazione europea dei commercianti di vino e superalcolici ha chiesto alla Commissione d'indagare il mercato del vetro. Motivo? La disponibilita' si riduce sempre di piu' e i prezzi aumentano in modo pretestuoso, tanto da far pensare a un "cartello". Bruxelles ha promesso di verificare se i consumatori pagano troppo per le bevande e le conserve vendute in bottiglie e vasetti di vetro. Qualora il sospetto trovasse conferma, i tre giganti del vetro in Europa -Saint Gobain (Francia), Ardagh Glass (Irlanda) e Owens-Illinois (Usa)- potrebbero pagare delle multe molto salate. AFRICA / Aumentano i cellulari in Africa Il mercato con le prospettive piu' interessanti di sviluppo per la telefonia mobile. Quello che e' cresciuto di piu' nel quinquennio 2000-05 da 8 milioni di utenti agli oltre 100 attuali. Un trend di espansione del 107% annuo, e ben 43 Stati dove ci sono piu' cellulari che telefoni fissi. E' l'immagine che da' di se' oggi il continente africano nel campo delle telecomunicazioni. In Africa sono disponibili solo tre linee telefoniche ogni 100 abitanti (in Europa sono 40), mentre per i cellulari e' boom. G.BRETAGNA / Via libera agli embrioni chimera Dal 5 settembre l'autorita' britannica per la fertilizzazione e l'embriologia (Hfea), dopo una consultazione pubblica, dara' disco verde a un esperimento per la creazione di embrioni chimera che contengono materiale genetico umano e animale (in questo caso bovino): la maggior parte della gente non e' contraria all'utilizzo di questi embrioni a scopo di studio. I ricercatori vogliono utilizzare embrioni misti per produrre una quantita' di cellule staminali utili per lo studio di cure per malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson o l'Alzheimer. MONDO / Ritiro giocattoli Mattel La Commissione statunitense per la sicurezza dei prodotti di consumo, in collaborazione con Mattel, annuncia il ritiro di altri 800.000 giocattoli a causa del troppo piombo nella vernice usata. Si tratta di 522.000 articoli venduti in Usa e 322.000 nel resto del mondo. Sono escluse le Barbie, ma riguardano tre modelli di bambole della linea Fisher-Price e otto elementi accessori di Barbie. Il ritiro si riferisce a 657.000 unita' di accessori prodotti tra il 30 settembre 2006 e il 20 agosto 2007 e a 8.900 giochi della serie Bongo Band della filiale Fisher-Price, venduti in Usa tra luglio e agosto 2007. E' la terza volta, nelle ultime cinque settimane, che Mattel lancia un avviso di ritiro di giocattoli fabbricati in Cina, sempre per un eccesso di colori al piombo. AUSTRIA / Problemi con tessera sanitaria Ue Appena tornati dalla vacanze all'estero, alcuni austriaci si sono lamentati del mancato funzionamento della tessera sanitaria comunitaria. In diversi Paesi l'"e-card" non e' stata accettata, cio' che li ha costretti a pagare di tasca propria le spese mediche. Secondo la ministra della Sanita', Andrea Kdolsky, le difficolta' ci sono state soprattutto nei "vecchi" Stati Ue che ancora non hanno adeguato il nuovo sistema, mentre non ci sono stati problemi nei nuovi, quali Ungheria e Polonia. Lo stesso dicasi per Germania e Svizzera, dove la lingua comune ha agevolato la comprensione tra persone ed istituzioni. FRANCIA / Numeri a sovrapprezzo: ne abusano anche gli enti pubblici Alcuni giorni fa, uno studente ha raccontato ai microfoni di "France Info" che una chiamata al servizio "Crous" di Parigi (un ente pubblico che fornisce servizi a studenti) gli era costata 10 euro. Qualche ora dopo, Crous ha fatto sapere che rinuncera' al numero con sovrattassa e fornira' agli studenti le informazioni al prezzo di una chiamata normale. I numeri sovrattassati dei servizi pubblici, con prefisso "08", si sono diffusi a macchia d'olio negli ultimi anni. Per chiamare la Sicurezza sociale, un assicurato paga 12 centesimi al minuto da un telefono fisso; idem per chi si rivolge al servizio informazioni delle Imposte. A tacere poi del salasso con il cellulare. Ma in un suo rapporto, l'Autorita' garante per le comunicazioni Arcep avverte: "A nostra conoscenza non esiste una cornice giuridica che consenta alle amministrazioni e ai servizi pubblici di coinvolgere l'utente nel finanziamento delle strutture d'assistenza telefonica, al di la' del costo di una comunicazione normale". U.E. / I farmaci venduti su Internet sono sicuri Primo intervento del Consiglio d'Europa per coprire il vuoto normativo che ruota attorno al business della vendita di medicinali per posta o via Internet. Il Comitato dei ministri ha adottato una risoluzione (ResAP 2007/2) con l'intento di porre dei limiti al dilagare di un fenomeno che ha assunto una dimensione tutt'altro che trascurabile. Nonostante molti Paesi del Vecchio continente vietino per legge alle farmacie la vendita di medicine online o per corrispondenza, e' possibile bypassare le disposizioni normative inviando le richieste di acquisto a siti Internet o distributori residenti legalmente in Paesi in cui questo business risulti autorizzato. ITALIA / Multe raddoppiate per chi non paga il biglietto del treno Viaggiare in treno senza biglietto costera' ancora piu' caro. Trenitalia scende in campo con un nuovo giro di vite. Dal 17 settembre, contro l'evasione tariffaria, un fenomeno che solo sul fronte dei treni nazionali pesa alla societa' per 70 milioni di euro di mancati introiti, ovvero l'equivalente della spesa per l'acquisto di 3 Eurostar o di 20 treni Minuetto. Si inasprisce cosi' l'offensiva societaria contro i 'portoghesi': la multa dagli attuali 25 euro passera' a 50 euro, piu' il prezzo del biglietto. U.E. / Sventata la piu' importante falsificazione di euro della storia Europol e polizia ungherese hanno sventato la piu' importante falsificazione di euro mai avvenuta. La scorsa settimana, i funzionari hanno sequestrato otto tonnellate di carta autentica da banconote, che avrebbe consentito di stampare biglietti da 50 e 200 euro per un valore complessivo di 440 milioni. La carta era stata rubata in Germania. Sei le persone arrestate. U.E. / La Commissione vuole automobili meno inquinanti La Commissione Europea vuole varare una legge che costringa le case automobilistiche a ridurre di un quarto le emissioni di Co2 delle nuove auto, ossia 120 grammi per chilometro, e questo entro il 2012. Secondo alcuni studi, una modifica del genere pesa economicamente dai 600 ai 3.000 euro a veicolo. Ma il commissario all'Ambiente, Stavros Dimas, non intende cedere e annuncia severita'. "La legge dovra' essere rispettata", ha spiegato. "Se un costruttore non vorra' adeguarsi, bisognera' punirlo con adeguate sanzioni". Del resto, esperti ecologisti dicono che i danni climatici causati dalle auto sono rilevanti. Se in Europa, dal 1990 le emissioni di Co2 sono nel complesso diminuite, la quota derivante dal traffico stradale e' cresciuta di un quarto. E cio' significa che gli obiettivi fissati per il 2020 sono raggiungibili solo con auto piu' pulite. GERMANIA / Torna il negozio sotto casa Per decenni, gli ipermercati in mezzo al verde delle periferie sono stati ritenuti il futuro della distribuzione alimentare. Ma le cose sono cambiate. Il cliente d'oggi e' pigro, ha poco tempo e piu' soldi da spendere. Percio' la soluzione perfetta e' la bottega sotto casa, che in Germania si chiama "Tante Emma" (zia Emma). Le sue caratteristiche, magari un po' aggiornate? Un mix di supermercato e chiosco, aperto dalle 5 del mattino alla mezzanotte o l'una, rifornito di frutta e verdura, latticini, pasti pronti, panini, caffe', dolci e bibite fresche -in tutto 350 articoli di largo consumo. SPAGNA / Il dentista gratis per i ragazzi Il ministero della Sanita' istituisce l'assistenza odontoiatrica gratuita per 4 milioni di ragazzi spagnoli dai 7 ai 15 anni. Essa include controlli, otturazioni ed estrazioni di denti da latte e di alcuni permanenti. Il ministero dovra' concordare queste misure con le Comunita' autonome, alcune delle quali -Navarra, Paesi Baschi, Andalusia e Aragona- gia' offrono questo tipo di prestazioni. Il piano iniziera' nel 2008 con i piu' piccoli; l'assistenza degli 800.000 bambini di 7 e 8 anni costera' 40-45 milioni di euro. MONDO / Un suicidio ogni 30 secondi Sono circa 3.000 le persone che si tolgono la vita ogni giorno, una ogni 30 secondi. Lo ha segnalato il 10 settembre l'Organizzazione mondiale della Sanita' in occasione della Giornata mondiale di prevenzione del suicidio. Per ogni persona che si suicida, 20 lo tentano, aggiunge l'Oms. "La quota di suicidi e' aumentata del 60% negli ultimi cinquant'anni, e l'aumento piu' marcato e' stato rilevato nei Paesi in via di sviluppo". E' la terza causa di morte tra i giovani dai 15 ai 24 anni, ma cresce il numero di anziani che mettono fine ai loro giorni. Dice l'Oms: "Bisogna che il suicidio non sia piu' considerato un tabu' o il risultato accettato di una crisi personale o sociale, bensi' un indicatore sanitario rilevante di rischi psicosociali, culturali e ambientali che possono essere oggetto di politiche di prevenzione". ITALIA / Le ganasce fiscali per 8 milioni di italiani Otto milioni di italiani, esattamente 7.945.056, sono colpiti da una misura cautelare fiscale. Secondo i dati raccolti da Federcontribuenti, oltre cinque milioni di famiglie italiane hanno subito da parte dello Stato un'ipoteca, un fermo amministrativo di autovettura o una delle numerose forme di ganascia fiscale. Da alcune stime e' emerso che oltre il 30% dei fermi e' legato al mancato pagamento di imposte locali, regionali o statali, mentre il rimanente e' frutto del mancato pagamento di multe. Le famiglie piu' colpite da misure cautelari sono residenti in Campania (37%) e in Puglia (32%), a seguire la Sicilia (29%). Mentre i nuclei meno colpiti vivono a Torino (18%) e Treviso (16%). CONGO / Una nuova epidemia di ebola ha gia causato 167 decessi In Congo e' scoppiato un nuovo focolaio di ebola. Test di laboratorio effettuati in Usa e Gabon hanno rilevato il virus in cinque campioni su quaranta. L'Oms e Medici Senza Frontiere chiedono quindi un rafforzamento del personale medico nel sudest del Paese. Negli ultimi quattro mesi il virus ha causato almeno 167 morti, comunica il Governo, che ha posto in quarantena la regione distante 700 chilometri dalla capitale Kinshasa. GERMANIA / Cittadina elimina semafori per limitare incidenti Una cittadina tedesca ha deciso di eliminare semafori, strisce, cartelli di "stop" ed ogni segnaletica stradale per ridurre gli incidenti stradali. Dal 12 settembre partira' la sperimentazione nel centro di Bohmte. In un'area usata da circa 13.500 auto ogni giorno, autisti e pedoni avranno gli stessi diritti di precedenza. L'idea, chiamata "shared space" (spazio condiviso), e' stata sviluppata dall'olandese Hans Monderman ed e' stata approvata dall'Unione Europea, che coprira' il 75% dei costi dell'operazione. Bohmte e' la seconda citta' ad attuare questo nuovo sistema dopo la cittadina olandese di Drachten, dove gli incidenti si sono drasticamente ridotti. GERMANIA / Sentenza: il canone ha un senso solo per la televisione di qualita' La Corte costituzionale si e' pronunciata sull'aumento del canone radiotelevisivo. Doveva decidere se fosse giustificata la richiesta d'aumento avanzata da tv e radio pubbliche o invece fosse giusto il rifiuto opposto dai Laender. La sentenza dice: il canone per le emittenti pubbliche trae la sua giustificazione non dalla quota degli ascolti, ma dalla qualita' dei programmi. I giudici in pratica hanno fatto un parallelo con il cibo, distinguendo tra alimenti nutritivi e generi commestibili. Dunque, se le tv pubbliche sono da considerate nutrimento e le private solo golosita', allora il canone ha un senso. E anche l'aumento. Ma qui inizia un'altra diatriba. FRANCIA / Iniziativa pro contraccezione La ministra della Sanita', Roselyne Bachelot, ha lanciato una campagna di comunicazione volta a promuovere una "contraccezione scelta e adattata alla situazione personale ed effettiva (di ogni donna)". Obiettivo? Ridurre il numero di interruzioni volontarie di gravidanza (IVG). Avra' una durata di tre anni e un occhio particolare per le giovani e le donne piu' vulnerabili. Il fatto e' che mentre il tasso di contraccezione in Francia e' tra i piu' alti al mondo (solo meno del 5% delle donne in eta' feconda non usa nessun metodo contraccettivo), il numero degli aborti volontari rimane stabile e alto, attorno a 200.000 l'anno. Dunque qualcosa non va nella pratica (una donna su cinque dice di dimenticare la pillola almeno una volta al mese) "Cio' mostra che la contraccezione e' mal adottata", secondo la ministra. Dal 15 settembre, le maggiori Tv diffonderanno un film derivato dallo slogan "La contraccezione migliore e' quella che si sceglie". CINA / Inflazione al 6,5% annuo, il tasso piu' alto dal 1996 Tutto costa di piu': il peperoncino, l'olio per cucinare, il maiale. I clienti si lamentano, ma non ha scelta. Da Luo Aiqun, di Tanzhou, un piatto di carne, vegetali e spaghettini di soia un mese fa costava 4 yuan, oggi quattro e mezzo. Fuori dal suo negozio, come su quello dei concorrenti, campeggia un cartello: inflazione in aumento. E' proprio cosi' ad agosto i prezzi sono saliti del 6,5% annuo, il massimo dal dicembre del 1996. Piu' del 5,6% di luglio, piu' del 5,9% atteso dagli analisti. Ad impennarsi soprattutto i prezzi degli alimenti, ma cattivi segnali arrivano anche per gli affitti. RUSSIA / Un sms contro la vodka adulterata Il produttore moscovita di vodka Kristall ha ideato un sistema singolare per dare credibilita' al suo liquore. In un Paese dove migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di bevande adulterate, Kristall conferma l'autenticita' della sua vodka attraverso un Sms. Questa la procedura: la fabbrica incolla sotto il tappo di ogni bottiglia uno speciale adesivo con un codice diverso per ogni confezione; il cliente lo invia a Kristall tramite messaggino, e subito gli arriva la risposta circa l'autenticita' o meno del prodotto. USA / Sentenza pro fast-food Con l'obiettivo di ridurre obesita' e sovrappeso tra i suoi cittadini, l'amministrazione di New York da luglio ha imposto ai ristoranti l'obbligo d'indicare le calorie sul menu'. L'associazione dei ristoratori ha fatto ricorso contro il provvedimento ritenuto lesivo dei loro diritti fondamentali, e il Tribunale gli ha dato ragione. E' una sentenza importante anche perche' nel frattempo altri 14 Stati stavano predisponendo norme analoghe. MONDO / Le nazioni piu' inquinate al mondo: Russia, Cina e India Un nuovo studio del Blacksmith Institute ha rilevato che le Nazioni piu' inquinate del pianeta sono risultate la Cina, l'India e la Russia. Gli altri Paesi nella lista nera sono Peru', Ucraina, Zambia ed Azerbaijan. Secondo David Hanrahan che ha condotto l'indagine in certe aree di queste nazioni il rischio per la salute umana a causa di sostanze tossiche e' molto alto. Le citta' che hanno l'aria piu' inquinata sono Linfen, Lanzhou e Urumqui (Cina), Magnitogorsk in Russia e Messico City. U.E. / L'uso moderato del cellulare non causa tumori Secondo un importate studio il telefonino non causa tumori. Sei anni di ricerche condotte da 28 team in Danimarca, Svezia, Finlandia e Gran Bretagna su 200 mila persone hanno rilevato che l'uso dell'apparecchio per breve termine non crea nessun tipo di danno, mentre un utilizzo prolungato puo' comportare dei rischi. UKRAINE / Voli sospesi per la Ucranian Mediterranean Airlines Ucranian Mediterranean Airlines (UM Air) ha sospeso tutti i suoi voli, dopo che le autorita' dell'aviazione civile ucraine le hanno ritirato la licenza per motivi di sicurezza. La sospensione dei voli di UM Air, che operava in una quindicina di Paesi dell'ex Unione Sovietica, Asia Centrale, Medio Oriente e Nordafrica, ed era in grado di trasportare fino a 200.000 passeggeri l'anno, e' scattata il giorno dopo che la Ue le ha proibito di volare sul suo territorio. L'11 settembre, Bruxelles ha aggiornato per la quinta volta la "lista nera" delle compagnie aeree bandite dai suoi cieli, includendo l'iraniana Mahan Air e anche UM Air. GERMANIA / Pillola e preservativo sono i metodi di contraccezione piu' utilizzati La pillola e il preservativo sono ancora i sistemi di contraccezione preferiti. Il 54% delle donne tedesche dai 20 ai 44 anni si cautela mediante la pillola e il 28% con il preservativo, indica un sondaggio realizzato dal centro d'informazione sanitaria BZgA. La pillola s'impone per la sua affidabilita' e, in due casi su cinque, anche per la comodita'. A favore del preservativo ci sono due ragioni: la tollerabilita' e la protezione da Hiv e altre malattie trasmissibili sessualmente. Al terzo posto, con il 13%, viene la spirale, mentre la sterilizzazione rimane sotto al 4%. In quanto a informazione sui vari sistemi, il 97% risponde d'essere "bene" o "molto bene" informato. Anche grazie a Internet. La sorpresa viene se mai dall'alto numero di uomini -due su tre- che sarebbero disposti a usare la pillola maschile. ITALIA / Piu' tutele per i consumatori Il Codice del Consumo guarda sempre piu' all'Europa, e si aggiorna in base alle direttive comunitarie. Su proposta del ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, e del ministro per le politiche europee, Emma Bonino, e' stato approvato, durante la seduta del Consiglio dei Ministri, il decreto legislativo che aggiorna le norme in materia di tutela di consumatori. Le modifiche apportate al codice recepiscono le direttive 2002/65/Ce e 2005/29/Ce, che riguardano rispettivamente la commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori e le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra professionisti e consumatori. ITALIA / Chiusi i negozi che non rilasciano scontrini Sono 277 i negozi che hanno dovuto chiudere perche' pizzicati per tre volte a non rilasciare lo scontrino fiscale. Sono, invece, 39.502 i verbali redatti dagli 007 dell'Agenzia dell'Entrate e della Guardia di Finanza per la mancata emissione di scontrini. Guida la classifica delle regioni con piu' negozi chiusi il Veneto (38). G.BRETAGNA / Le mamme dormono poche ore Uno studio realizzato in Gran Bretagna rivela che le mamme odierne dormono in media tre ore e mezza durante i primi 4 mesi di vita del bambino. E non e' che le cose in seguito migliorino molto. Le ore di sonno rimangono in media cinque fino al diciottesimo mese di vita. Commissionata dalla rivista Mother&Baby, lo studio sottolinea che le madri delle generazioni passate dormivano all'incirca il doppio. EUROPA / Aumentano le vendite di auto In agosto, le vendite di auto nuove sono aumentate del 2,5% in Europa rispetto allo stesso mese del 2006. Merito di una forte domanda dei mercati emergenti come la Romania, e anche del successo di modelli come la Logan di Dacia, la filiale rumena di Renault. L'Associazione dei costruttori Acea segnala 952.205 immatricolazioni nuove, in calo rispetto a 1.354.464 di luglio, mese in cui le vendite avevano segnato un +7,4% per merito anche di un giorno lavorativo supplementare. Bene la Fiat, che in agosto ha avuto una crescita dell'11%, grazie a Grande Punto, Bravo e alla nuova Cinquecento. Bene le marche tedesche, in sofferenza le francesi. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA LAVAVETRI FIRENZE. IN NOME DI CERTEZZA DEL DIRITTO E DELLA PENA OGGI MANIFESTERO' INSIEME ALL'ADUC CON LE ALTRE FORZE POLITICHE CONTRARIE ALL'ORDINANZA Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali Oggi (3 settembre) alle 17, e con me l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) saro' in piazza Liberta' a Firenze, per manifestare con le altre organizzazioni politiche che hanno promosso la manifestazione contro l'ordinanza sui lavavetri del Comune di Firenze. Un Comune non puo' sottrarsi a suo piacimento ai principi fondamentali sui quali si fonda l'ordinamento italiano, il principio di legalita' e di certezza della pena. Proprio per contestare questa strage di legalita' nei giorni scorsi ho presentato, insieme al presidente dell'Aduc Vincenzo Donvito, una istanza di autorizzazione per l'esercizio del mestiere ambulante di lavavetri di parabrezza di automobili (1). L'intento e' di portare il Comune di Firenze (che non potra' non rifiutare la mia richiesta) davanti al Tar e li' invitare l'amministrazione –e non sui media- a confrontarsi sulla legalita' della stessa. Legalita' vuol dire che l’azione della pubblica amministrazione e' assoggettata alla legge e deve essere conforme ad essa. Legalita' e' rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento contenuti nella Carta costituzionale: Art. 1 - L'Italia e' una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Art. 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto [...]. L'attivita' di lavavetri non e' vietata da alcuna legge italiana -e dunque e' legale- e una ordinanza comunale che, senza i presupposti di legge vieta una simile attivita', calpesta i principi fondamentali della Costituzione. E se per prima la pubblica amministrazione calpesta il principio di legalita' con provvedimenti illegittimi, come ci si puo' aspettare il rispetto della legalita' da parte di lavavetri, impiegati o massaie? Le interviste rilasciate oggi su vari giornali dal Sindaco di Firenze (nonche' presidente dell'Anci) Leonardo Domenici, sono la riprova della pericolosa deriva di illegalita' che sta per coinvolgere diversi amministratori. Il primo cittadino di Firenze vuole anche mettere in galera chi va a comprare sesso per strada e chiede nuove norme nazionali per farlo. La legalizzazione della prostituzione non gli viene neanche in mente. Cioe' i fenomeni di emarginazione generati dal nostro modello cultural-economico non intende gestirli, ma solo reprimerli. Immagino che Domenici creda altrettanto per le droghe oggi illegali. La sicurezza delle nostre citta' non ha bisogno di leggi speciali, ma solo che siano applicate quelle esistenti, ma gli amministratori come Domenici, per meglio nascondere la propria incapacita' dimostrata nel tempo, sanno solo chiedere nuove norme che, passato il clamore immediato, non cambieranno la situazione. E' sempre stato cosi' e non si capisce perche' non dovrebbe esserlo anche ora, anche perche' i Domenici di turno non sono per niente diversi da chi li ha preceduti e da quelli che si candidano a succedergli. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=192021 NAS A SCUOLA? INUTILI, COSTOSI E PERICOLOSI E' un momento di rinnovato fervore repressivo. Proibire, incarcerare, militarizzare. Queste le parole d'ordine: dai tossicodipendenti di Trastevere ai lavavetri di Firenze. Ora il ministro della Salute Livia Turco torna a proporre controlli dei Nas, con cani antidroga, nelle scuole italiane. Questo, sostiene Turco, per dare uno strumento educativo in piu' per presidi ed insegnanti. Ci e' difficile comprendere queste motivazioni, specialmente alla luce dell'esperienza americana, dove cani antidroga inferociti e poliziotti con pistole alla mano sono ormai una consuetudine in diverse scuole. Ecco alcune ragioni per dire no ai Nas nelle scuole: 1. L'evidenza scientifica dimostra che i controlli antidroga nelle scuole non hanno alcun impatto deterrente. Secondo uno studio dell'Universita' del Michigan, ad esempio, non vi e' differenza fra i livelli di consumo di droghe in quelle scuole dove avvengono regolarmente controlli e le altre. Questo studio di quattro anni, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of School Health nel 2003, conclude: "I test antidroga degli studenti non sono un deterrente al consumo... I ricercatori hanno rilevato livelli di consumo di droghe praticamente identici nelle scuole che fanno controlli antidroga e quelle che non lo fanno". 2. I controlli antidroga ledono il rapporto di fiducia studente-insegnante. Diversi studi dimostrano un atteggiamento sempre piu' negativo degli studenti verso quelle scuole dove avvengono i controlli (vedi ad esempio lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Adolescent Health nel 2003 –nota 2). 3. I controlli antidroga potrebbero spingere alcuni studenti verso l'abuso di alcol e droghe pesanti. Lo rivela uno studio della prestigiosa Joseph Rowntree Foundation (rapporto pubblicato nel 2005 –nota 3). 4. Inviare migliaia di carabinieri e decine di cani antidroga nelle scuole e' un'operazione che puo' costare centinaia di milioni di euro ogni anno. Forse converrebbe utilizzare questo denaro per assumere personale qualificato nelle scuole per educare e consigliare gli studenti, oppure per finanziare attivita' extracurricolari dopo l'orario scolastico per tenere gli studenti in un ambiente controllato. 5. Uno Stato di Diritto non puo' coesistere con uno Stato di Polizia. La cultura del "tutti sospetti" e' cio' che caratterizza i regimi assolutisti, in cui il controllo del comportamento della collettivita' e' preventivo, e non frutto di indagini mirate, individuali e controllate dalla magistratura. Prima di rinunciare alla inviolabilita' della persona e della privacy semplicemente perche' "studente", uno Stato di Diritto deve fornire elementi concreti che giustifichino questa straordinaria intrusione. 6. Il consumo di cannabis non e' legato ad una diminuzione del rendimento scolastico, e certamente esso non impedisce agli studenti di crescere e realizzarsi. Il carcere si'. Prima di prendere decisioni affrettate, seppur apparentemente popolari e consone alla nuova tendenza repressiva in atto, chiediamo al ministro Turco di riflettere bene sulle possibili conseguenze delle sue azioni. [1] L. Johnston et al. Drug Testing in Schools: Policies, Practices, and Associations With Student Drug Use. 2003. University of Michigan, Institute for Social Research, Ann Arbor. http://www.rwjf.org/research/researchdetail.jsp?id=1234&ia=131 [2] L. Goldberg et al. 2003. Drug testing athletes to prevent substance abuse: background and pilot study results of the SATURN (student athlete testing using random notification) study. Journal of Adolescent Health 32: 16-25. [3] Joseph Rowntree Foundation. "Review highlights lack of evidence to support random drug testing in schools." February 23, 2005. http://www.jrf.org.uk/pressroom/releases/230205.asp BENE L'ORDINE PUBBLICO DEL MINISTRO AMATO. FACCIAMO RISPETTARE LE LEGGI A TUTTI ANCHE AGLI AMMINISTRATORI Intervento dell'on. Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Bene il ministro Giuliano Amato nella sua intervista al quotidiano La Repubblica. Un po' di realismo e di certezza del diritto e della pena e' cio' che serve per far capire a chiunque come e perche' muoversi per rendere sicura la nostra vita. Certezze che devono essere tali per chi ci governa, chi fa le leggi, chi ci amministra e per il cittadino. E se a quest'ultimo occorre ricordare e dimostrare in ogni occasione che le regole vanno rispettate, a maggior ragione questo rispetto deve esserci da parte delle autorita', nelle assemblee rappresentative come nell'applicazione delle leggi. Il ladro e' ladro, come l'assassino e' assassino e lo stupratore e' stupratore: le attenuanti per il delitto d'onore sono un retaggio superato dalle norme ma ancora presenti nella nostra cultura e in quella giurisprudenza che fa piu' giustizia che non le leggi. Mi auguro che il ministro dell'Interno abbia consapevolezza di quanto sta accedendo in varie amministrazioni locali dove, l'esempio dei lavavetri di Firenze, e' solo l'ultimo clamoroso atto di non certezza del diritto e della pena: gli amministratori fiorentini, che hanno lasciato per anni i lavavetri illegali ai semafori proprio in virtu' della loro filosofia socio-buonista che lo stesso Amato attacca nella sua intervista, si sono illegalmente erti a legislatori ed hanno deciso di mandare in galera non tanto chi commetteva un reato ma chi esercitava un mestiere (il lavavetri) che non e' vietato. Su questa specifica vicenda sto operando per portare gli amministratori fiorentini davanti al Tar: ho chiesto l'autorizzazione a fare il lavavetri e, siccome e' molto probabile che me la negheranno, li portero' in tribunale per farli giuridicamente argomentare su un'ordinanza che sta in piedi solo per un "furore popolare" da "bastone e carota" piuttosto che rispettando i piu' elementari principi normativi e costituzionali (1). Mi auguro che il ministro Amato e il Governo si muovano in questa direzione, dando l'esempio di rispetto delle leggi per invogliare i cittadini a fare altrettanto. Non si deve consentire al primo amministratore in cerca di consenso elettorale di sostituirsi al legislatore: amministratori che, per emergenze da loro stessi create grazie a incompetenza, disattenzione e non applicazione delle norme, modellano ad hoc provvedimenti che hanno le sembianze dei bandi militari, in quanto non sottoposte alla convalida dell'organo politico (le assemblee degli eletti), come invece avviene per i decreti legge del Governo. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=192021 LEGGE 194 SULL'ABORTO. FUNZIONERA' ANCORA MEGLIO GRAZIE ALL'EUROPA La legge 194 funzionera' ancora meglio quando, entro uno o due mesi, la Francia presentera' richiesta di mutuo riconoscimento dell'autorizzazione al commercio della pillola abortiva Ru486. (1) Allora il ministro della Salute ed i suoi numerosi esperti saranno costretti dall'Europa a rispettare quell'articolo 15 che cosi' ostinatamente continuano ad ignorare: la promozione "delle tecniche piu' moderne, piu' rispettose dell'integrita' fisica e psichica della donna". Grazie ai ministri della Salute di destra e di sinistra, ed ai numerosi esperti pagati dai contribuenti che popolano quel ministero, le donne italiane continuano a non avere scelta fra aborto chirurgico e quello farmacologico, contrariamente alle donne europee e americane. Sono numerosi gli studi che dimostrano l'efficacia del farmaco, tant'e' che le agenzie del farmaco Usa e Ue, oltre a quelle di 21 Paesi Ue, hanno dato il via libera al farmaco. In Italia, apparentemente, l'agenzia del farmaco e gli esperti del ministero continuano a tacere, mentre per i ministri sembrano avere piu' peso le dichiarazioni del cardinale di turno ed i suoi fan piuttosto che quelle di migliaia di scienziati e medici. Il ministero della Salute ha ancora alcune settimane per evitare l'umiliazione dell'ennesima imposizione dall'Europa. E' urgente dimostrare alle donne, ed ai cittadini di questo Paese, che la loro salute ed i loro diritti sono infinitamente piu' importanti di qualsiasi credenza religiosa. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=181263 LIBERALIZZAZIONI. LE URGENZE E IL METODO. INVITO AL MINISTRO BERSANI Delle prossime liberalizzazioni se ne sente parlare con frequenza, specialmente in un periodo come questo dove, quasi alla ripresa dei lavori parlamentari, i politici di governo e non si alternano ai vari palchi delle feste di partito. Il quadro, dal nostro osservatorio fatto di concretezza e "piedi per terra", e' abbastanza fumoso e, viste le esperienze precedenti, ci sentiamo di dare alcune indicazioni al ministro Pierluigi Bersani. Per quanto riguarda le urgenze, ne mettiamo solo una: l'approvazione dell'azione giudiziaria collettiva, quella "class action" che, per il fatto stesso di esistere (non come soprammobile del como' degli industriali, cosi' come paventato da alcune proposte), rappresenterebbe un deterrente contro le numerosissime azioni illegali e truffaldine che i fornitori di servizi di largo consumo (telefonia in primis) perpetuano nei confronti dei consumatori. Il metodo, invece, e' il cardine di tutto. Le difficolta' maggiori delle precedenti tornate sono state che all'annuncio non c'e' stato seguito o –peggio- e' accaduto il contrario (la vicenda dei taxisti grida vendetta). Calibrare, quindi, dove e su cosa fare proposte, che' abbiano non solo un valore ideale ma una possibilita' concreta di divenire leggi e regole mandando a casa monopoli, oligopoli e corporazioni. Ci rendiamo conto che non e' facile, ma indirizzare i propri sforzi su poche cose fattibili, serve a tutti e spianerebbe meglio la strada alle prossime liberalizzazioni. Il ministro Bersani probabilmente ha intuito non poche difficolta' e, per questo, ha paventato anche l'arma del referendum per superare l'immobilismo e le croste del Parlamento. Crediamo sia sbagliato e populista: il referendum previsto dalle attuali leggi non e' agibile se non si e' supportati da grandi mobilitazioni e dai partiti che contano in Parlamento. Anche senza entrare nel merito dei limiti imposti dal fatto che si tratta di referendum abrogativi e che alcune materie ne sono escluse, fintanto che i referendum saranno considerati validi solo se partecipa al voto il 50% piu' uno degli aventi diritto, questi strumenti di democrazia diretta sono solo in mano a chi ha gia' il potere (di governo o di opposizione poco importa) e puo' controllare/manipolare i flussi di partecipazione. Paesi in cui i referendum funzionano e contribuiscono al processo legislativo (Svizzera e California, per esempio) non hanno questi quorum. La centralita' del Parlamento, allo stato, non e' quindi in discussione e non possiamo che adeguarci. Il ministro, selezionate le tematiche realmente suscettibili di avere nuove regole liberalizzatrici, potrebbe stimolare un ampio confronto in tutto il Paese, anche sui media, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, perche' diano il loro apporto di idee e consigli per aiutare il Parlamento ad essere piu' veloce e concreto. Questo confronto non dovrebbe essere affidato solo all'estemporaneita' di questa o quell'altra festa di partito o degli interessi delle categorie coinvolte, ma potrebbe essere proprio pianificato, cosi' come si fa per una campagna pubblicitaria dove, pero', non sarebbe sufficiente il messaggio dal committente all'utente passivo, ma e' necessaria l'interattivita' tra i due soggetti. Uno spot sulla televisione, per esempio, non dovrebbe essere fine a se stesso ma dovrebbe chiamare alla partecipazione, a dire la propria ad un interlocutore, sia in un luogo fisico che virtuale. FARMACI A DOMICILIO. ITALIA COME USA E GRAN BRETAGNA? INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLA SALUTE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, contrariamente all'Italia, le compagnie farmaceutiche possono vendere medicinali direttamente ai pazienti tramite consegna a domicilio. Questa pratica e' utilizzata in gran parte per pazienti affetti da malattie croniche che richiedono la somministrazione continuata e regolare di medicinali su ricetta, come Hiv, artrite reumatoide, emofilia e sclerosi multipla. Secondo una indagine del quotidiano Times del 28.08.2007, la vendita diretta a domicilio permette ai pazienti, alle compagnie farmaceutiche e al sistema sanitario britannico di risparmiare centinaia di milioni di euro ogni anno. Tale pratica, infatti, elimina i costi della grande e piccola distribuzione, oltre a facilitare ed incoraggiare il trattamento a domicilio di pazienti che altrimenti richiedono una frequente ospedalizzazione. Sempre secondo il Times, grazie alla vendita diretta a domicilio di farmaci, il costo del trattamento dell'Hiv puo' diminuire fino a 2.000 euro l'anno per ogni paziente curato nella propria dimora. La vendita diretta a domicilio facilita la consegna di prodotti farmaceutici biologici di nuova generazione -estratti da materiale biologico vivente, come vaccini, anticorpi, interleukins- che richiedono refrigerazione e consegna rapida. Il passaggio dalla grande e piccola distribuzione, oltre ad aumentare i costi di tali prodotti (e quindi i costi per il Sistema sanitario), ostacola la rapida consegna di tali medicinali. Per questo ho rivolto al ministro della Salute un'interrogazione per sapere se non ritenga necessario, ai fini di trattamenti piu' efficaci e meno gravosi per il Sistema Sanitario Nazionale, legalizzare la vendita diretta dei farmaci a domicilio. il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=192644 FUSIBILI DALLA CINA A RISCHIO INCENDI. L'ADUC SCRIVE A BERSANI Circa 300mila set di fusibili per automobili prodotti in Cina, ognuno dei quali ne conteneva circa 120, sono stati ritirati dal mercato americano perche' prenderebbero fuoco, col pericolo di bruciare l'intera auto. I fusibili, immessi sul mercato con la marca Storehouse, sono venduti da due anni dalla Harbor Freight Tools, un grande distributore di ricambi di auto. Il nome del produttore cinese non e' stato per ora rivelato. Di conseguenza e' impossibile ancora sapere se questo prodotto e' stato distribuito anche in Europa. I fusibili, una volta istallati, non sono rintracciabili, in quanto non presentano alcun tipo di segno di riconoscimento, come marca o numero di serie. L'Aduc ha scritto al ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per saper se questo tipo di materiale e' presente anche in Italia. Una interrogazione parlamentare e' stata annunciata dalla deputata Donatella Poretti (RNP). FORMALDEIDE NEI VESTITI CINESI. INTERROGAZIONE AI MINISTRI DELLA SALUTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Il 20 agosto scorso l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) con un comunicato stampa ha riportato la notizia che in Nuova Zelanda, durante una trasmissione televisiva, sono stati resi noti i dati di una indagine sulla quantita' di formaldeide (aldeide formica) nei tessuti di indumenti provenienti dalla Cina. I livelli accertati sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'Organizzazione mondiale della sanita' (OMS). I valori limite dell'OMS sono di 20 parti per milione mentre nei tessuti sono stati trovati valori fino a 18.000 parti per milione. La formaldeide e' usata come antimuffa e per mantenere la piega degli indumenti ed e' un cancerogeno che puo' provocare irritazione delle mucose degli occhi, delle prime vie aeree e irritazione della pelle. Dato che nel 2006 il 22,4% di abbigliamento utilizzato in Italia proveniva dalla Cina (+22% rispetto al 2005) mentre i prodotti tessili coprivano il 19% (+31% rispetto al 2005), l'Aduc ha consigliato a coloro che acquistassero questi prodotti di lavare e ventilare i tessuti prima di indossarli. Inoltre l'associazione ha scritto una lettera ai Ministri della Salute, Livia Turco, e dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per saper se anche in Italia siano state fatte analisi dei tessuti provenienti dalla Cina e quali siano i risultati. In risposta il Ministero della Salute ha fatto sapere che "nessuna notifica è giunta da parte del sistema di allerta europeo Rapex in merito alla rilevazione di questa sostanza in tessuti. In caso di segnalazioni da parte del sistema RAPEX i conseguenti provvedimenti di ritiro e sequestro riguarderebbero anche il nostro Paese". Il ministero ha anche annunciato di aver sottoscritto un Accordo di collaborazione per l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per la valutazione dei rischi sulla salute da prodotti tessili". (1) Se questa e' stata la risposta dal nostro ministero, altrettanto non si puo' dire sia stata la reazione del ministro neozelandese degli Affari dei consumatori che, dopo nuove rilevazioni, ha lanciato un'indagine urgente sulla presenza di formaldeide nel vestiario in commercio. Per questo, ai ministri della Salute e dello Sviluppo Economico rivolgo un'interrogazione per sapere: - se non ritengano, nonostante il sistema di allerta europeo Repex non abbia fornito nessuna rilevazione sulla questione, di svolgere un'indagine urgente sui capi di abbigliamento importati dalla Cina e verificare se siano gia' presenti nel nostro mercato e, in caso affermativo, se non si ritenga di ritirarli dal mercato; - se grazie al citato Accordo di collaborazione per l’Istituzione dell’Osservatorio nazionale per la valutazione dei rischi sulla salute da prodotti tessili sottoscritto dal Ministro della Salute, siano gia' iniziati adeguati controlli sulle importazioni di capi di abbigliamento e tessuti dalla Cina (1) http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_comunicati_1362_testo.rtf il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=192761 Gli embrioni-chimera e il business italiano Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=192770 RISARCIMENTI MILIONARI PER PRETI PEDOFILI. MA PER IL PAPA IL PERICOLO E' LA SCIENZA E' davvero incredibile che in un periodo in cui il capo della Chiesa Cattolica e' su tutti i giornali ogni qualvolta apre bocca, la notizia dell'enorme scandalo sui preti pedofili negli Usa sia nascosta e censurata. Dopo il maxi risarcimento della diocesi di Los Angeles, anche quella di San Diego ha accettato di risarcire alle proprie vittime una somma di 198 milioni. Abbiamo trovato un solo lancio di agenzia sulla questione, mentre sulla filippica papale contro la scienza non guidata da credenze religiose ne abbiamo trovate a dozzine. E' il sintomo della straordinaria debolezza della politica italiana, a cui si accoda il giornalismo. Continuamente ci vengono propinate dalla Chiesa lezioni di morale e di etica, ed un vero e proprio attacco all'ateismo e all'agnosticismo, accusato -come all'epoca l'ebraismo- delle nefandezze piu' profonde, o addirittura di mettere a rischio il futuro dell'umanita'. Allo stesso tempo, non viene dedicata una sola riga a quella che e' la realta' della Chiesa, ovvero migliaia di migliaia di vittime di preti pedofili, protetti dal segreto delle gerarchie, miliardi di dollari in risarcimenti, centinaia di edifici di proprieta' della Chiesa venduti per pagare le proprie spese legali, intere diocesi che dichiarano fallimento. TAZZE TOSSICHE DALLA CINA In Giappone il produttore di automobili Nissan ha dovuto ritirare decine di migliaia di tazze regalo offerte a tutti coloro che si recavano presso un suo concessionario per provare un'auto. La decisione segue il caso di un cliente che si e' sentito male dopo aver bevuto dalla tazza. La Nissan ha fatto sapere che le tazze, made in China, contengono piombo al di sopra del livello autorizzato. Il nome del produttore cinese delle tazze non e' stato reso noto, ma il problema costringera' la Nissan a contattare circa 90mila potenziali clienti che hanno ricevuto l'omaggio. Non sappiamo se tale tipologia di tazze sia stata importata in Europa ed in particolare in Italia, ed e' per questo che abbiamo scritto al ministro alle Attivita' Produttive, Pierluigi Bersani e al ministro alla Salute, Livia Turco, per sapere se siano state effettuate analisi su stoviglie importate dalla Cina e, se del caso, quali ne siano gli esiti. Una interrogazione in tal senso e' stata annunciata dalla deputata Donatella Poretti (RNP). LEGGE 194 SULL'ABORTO. IL MINISTRO TURCO DEVE UNA SPIEGAZIONE ALLE DONNE ITALIANE In una intervista televisiva, il ministro della Salute Livia Turco torna a parlare di legge 194, da applicare "bene in tutte le sue parti". Non ci piacciono i processi alle intenzioni, ma ci e' difficile prenderla seriamente. Vediamo perche'. Esiste un aspetto della legge che da anni rimane inapplicato, limitando fortemente la liberta' di scelta delle donne italiane, ovvero la promozione dell'aggiornamento "sull'uso delle tecniche piu' moderne, piu' rispettose dell'integrita' fisica e psichica della donna" per l'interruzione di gravidanza (art. 15 della legge 194/1978). Se ad esempio, invece di un intervento chirurgico invasivo, fosse possibile abortire ingerendo un farmaco, questo nuovo metodo dovrebbe essere chiaramente offerto alle donne italiane. Ma cosi' non e' da ormai molti anni. E' il caso della pillola abortiva Ru486, legale in ben 21 Paesi europei e negli Stati Uniti, dove la donna puo' recarsi dal medico, assumere alcune pastiglie e tornare a vivere normalmente nel giro di poche ore. In Italia, in barba alla legge 194, le donne sono costrette all'aborto chirurgico tramite aspirazione, all'ospedalizzazione, a lunghe attese, lasciate alla merce' di reparti di ginecologia con un solo medico non "obiettore", ovviamente oberato di lavoro. Infatti, ne' il ministro Turco, ne' i suoi predecessori, hanno voluto seguire quell'articolo 15 della legge. Fra l'altro, se il ministro volesse finalmente introdurre la pillola abortiva, avrebbe dalla sua gli autorevoli pareri dell'Organizzazione mondiale della salute, delle agenzie del farmaco Ue (Emea), Usa (Fda) e di 21 Paesi dell'Unione, oltre che ad una ricca letteratura scientifica. Ci permettiamo quindi di sorridere con incredulita' quando il ministro afferma ancora una volta che la legge debba essere applicata "bene in tutte le sue parti". Ministro, ci smentisca! RETTE RSA. ILLEGITTIMA LA RICHIESTA DI DENARO AI PARENTI DEI PAZIENTI. TAR TOSCANA DA' RAGIONE ALL'ADUC Importante decisione del Tar Toscana: le rette di ricovero in Residenze Sanitarie Assistenziali devono essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell'assistito e i Comuni e le ASL non possono richiedere somme di denaro ai parenti. Da tempo denunciamo le prassi illegittime di moltissimi comuni d'Italia che a fronte di ricoveri di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi, calcolano la quota di retta a carico dell'utente tenendo conto non del suo solo reddito, ma anche del reddito del suo nucleo familiare e ne richiedono il pagamento ai parenti. Prassi che di fatto mette in ginocchio intere famiglie costrette a pagare cifre esorbitanti rispetto al proprio reddito. E' quello che e' successo anche ad un utente dell'Aduc, la signora X, invalida ricoverata in una RSA fiorentina, che a fronte di un reddito annuo di euro 8756,25 (composto da pensione di invalidita' e indennita' di accompagnamento) si e' vista richiedere dal Comune di Firenze ben 14220,00 euro all'anno per il solo fatto di avere un padre che percepisce anch'egli una pensione. E cio' perche' il Regolamento fiorentino illegittimamente, e contrariamente a quanto prevede la legge nazionale, computa nel reddito posto alla base del calcolo della retta anche quello dei parenti. La signora X, assistita dai legali dell'Aduc –avv. Claudia Moretti e avv. Emmanuela Bertucci– ha presentato ricorso al TAR Toscana chiedendo ed ottenendo la rideterminazione della retta sulla base del suo solo reddito. Grazie a questo provvedimento, per ora solo cautelare, la signora X potra' fin da subito pagare euro 7519,00 anziche' i 14220 annui inizialmente richiesti. Il problema non e' solo fiorentino ma nazionale, ed e' di notevole portata economica. La legge prevede che le rette di ricovero in Rsa siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l'eventuale compartecipazione dell'utente, sulla base del suo reddito. I Comuni, non solo chiedono denaro ai parenti degli assistiti ma assistiamo in buona sostanza al rovesciamento dei criteri di ripartizione economica delle quote: chi "eventualmente compartecipa" non e' piu' il cittadino ma il Comune! Che la cosa non sia di poco conto lo dimostra l'opposizione che i Comuni hanno fatto al Governo bloccando l'emanazione di un decreto che avrebbe dovuto specificare tali criteri di compartecipazione. Oggi il Tar Toscana, sospendendo il regolamento fiorentino, ha ristabilito l'ordine e la legalita' in favore di alcune fra le categorie piu' deboli: anziani e handicappati, proprio quelle categorie per le quali e' previsto l'aiuto delle politiche sociali, e quindi dei Comuni. Richiamo a: ricorso al Tar: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/ricorsoTarRsa.doc ordinanza: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/ordinanzaTarRsa.tif interrogazione e risposta: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=176300 TEST CONTRAFFATTI PER DIABETICI. INTERROGAZIONE AI MINISTRI DELLA SALUTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Lo scorso 20 Agosto l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha riportato la notizia di alcuni test diagnostici contraffatti per diabetici, etichettati Johnson & Johnson, provenienti dalla Cina. Copie mal funzionanti di OneTouch Test Strip, strisce per rilevare il contenuto di zuccheri nel sangue, erano state immesse in commercio lo scorso anno nelle farmacie in Usa, Canada e in altri 35 Stati tra i quali Grecia, India, Pakistan, Filippine, Arabia Saudita e Turchia. Secondo i documenti resi pubblici da un tribunale federale degli Stati Uniti, sarebbero oltre un milione i kit contraffatti immessi sul mercato. La Johnson & Johnson aveva scoperto la truffa dopo che 15 pazienti si erano lamentati del malfunzionamento, potenzialmente letale, dei test. Una lettura sbagliata dei valori glicemici puo' indurre un paziente glicemico ad assumere dosi sbagliate di insulina con gravi danni alla salute e il rischio di morte. Lo scorso ottobre, su segnalazione della stessa societa' di prodotti farmaceutici, la Food and Drug Administration aveva dato l'allarme, ma non aveva fatto sapere da dove era originato il problema. L'Aduc ha inviato una nota al ministero della Salute chiedendo se esistano analoghi problemi in Italia. Ai ministri della Salute e dello Sviluppo Economico con un'interrogazione chiedo: - se siano a conoscenza di questo situazione e se non ritengano di aumentare i controlli sui test diagnostici per diabetici; - se non ritengano necessario svolgere degli accurati controlli per verificare se i citati prodotti contraffatti siano gia' presenti nel nostro mercato e, nel caso venga accertata la loro presenza, se non si ritenga di ritirarli dal mercato. Il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=192970 RSA, BENE SENTENZA TAR TOSCANA. IL GOVERNO TRAGGA LE CONCLUSIONI E SEGUA L'ESEMPIO DELLA REGIONE PIEMONTE Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Bene la vittoria dell'Aduc sulle Rsa, con un'importante decisione del Tar Toscana: le rette di ricovero in Residenze Sanitarie Assistenziali devono essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell'assistito e i Comuni e le ASL non possono richiedere somme di denaro ai parenti. (1) Da tempo insieme all'Aduc abbiamo denunciato le prassi illegittime di molti Comuni d'Italia che a fronte di ricoveri di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi, calcolano la quota di retta a carico dell'utente tenendo conto non del suo solo reddito, ma anche del reddito del suo nucleo familiare e ne richiedono il pagamento ai parenti. Prassi che di fatto mette in ginocchio intere famiglie costrette a pagare cifre esorbitanti rispetto al proprio reddito. La legge prevede che le rette di ricovero in Rsa siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l'eventuale compartecipazione dell'utente, sulla base del proprio reddito. I Comuni, non solo chiedono denaro ai parenti degli assistiti ma in sostanza su rovesciano i criteri di ripartizione economica delle quote: chi "eventualmente compartecipa" non e' piu' il cittadino ma il Comune! Che la cosa non sia di poco conto lo dimostra l'opposizione che i Comuni hanno fatto al Governo bloccando l'emanazione di un decreto che avrebbe dovuto specificare tali criteri di compartecipazione. Ma non tutti i Comuni si comportano cosi', e' il caso di quelli del Piemonte che, grazie ad una delibera regionale, si sono visti erogare contributi, per una somma annua di 5 milioni di euro, "qualora i loro provvedimenti stabiliscano che il pagamento della quota alberghiera di ricovero di anziani cronici non autosufficienti venga calcolata esclusivamente sulla base delle personali risorse economiche degli assistiti, senza alcun onere per i parenti compresi quelli conviventi". Ma non sono provvedimenti come questi, seppur postivi, che risolveranno la situazione. Nel resto delle Regioni italiane continuano veri e propri soprusi da parte dei Comuni ai danni di soggetti anziani non autosufficienti o di handicappati gravi. La sentenza del Tar della Toscana non fa che dimostrarlo. Lo scorso aprile il sottosegretario alla Salute Gaglione rispondendo ad una mia interrogazione sull'argomento, ci aveva comunicato che il ministero della Solidarieta' Sociale a breve termine avrebbe affrontato e riesaminato la normativa relativa alla valutazione della situazione economica dei disabili, in particolare al fine della elaborazione di un disegno di legge che avrebbe contenuto anche la individuazione e definizione dei livelli essenziali per la non autosufficienza. (2) Nessun segnale e' arrivato per ora dal ministero, auspico che la sentenza del Tar Toscana possa essere un utile stimolo per ricordare quello che ancora va fatto e che molte persone stanno aspettando. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=192966 (2) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=176300 Le chimere inglesi Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=193002 CANONE RAI. L'INUTILE SIRENA DI PARTE NON CESSA MAI DI DILANIARE LA NOSTRA TRANQUILLITA' DI CONTRIBUENTI OBBLIGATI Il cosiddetto canone Rai e' una merce di scambio politico, di alto livello perche' succolenta –pur se putrida... de gustibus...-, da tirar fuori nelle occasioni in cui la minaccia dell'evasione fiscale sembra che dia piu' tono e credibilita' al proprio agire. Perche' di questo si tratta. Il minacciatore di turno e' l'on. Maurizio Gasparri, non nuovo a queste esternazioni (tranne la pausa in cui era ministro delle Comunicazioni): non gli garba la nomina di Fabiano Fabiani nel consiglio d'amministrazione della Rai e, dopo le evidenti accuse di metodi spartitori rivolte all'attuale maggioranza di Governo, non ha trovato di meglio che minacciare di non pagare il canone. E tutti zitti. Quando a minacciare di non pagare le tasse e' il leader della Leganord (anche se su un argomento diverso, ma pur sempre di tassa si tratta), ci sono state diverse prese di posizione, anche all'interno del centro-destra, per prendere le distanze da Umberto Bossi. In questo caso, invece, tutti zitti, come se fosse una routine che, ogni tanto, l'insoddisfatto di turno dell'assetto politico della Rai, esternasse con questa minaccia... tanto poi nessuno lo fa... insomma la minaccia di non pagare il canone/tassa non e' da prendere sul serio. E tutti i torti non possiamo darli. Sono due le forze politiche in Parlamento che hanno nel loro programma l'abolizione di questa tassa, oltre alla Leganord anche la Rosa nel Pugno. Grazie all'on. Donatella Poretti, esponente della Rnp, abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare (1) perche' sia fatta luce sul pagamento del canone tassa: i vari uffici regionali si sono sbizarriti nell'indicazione del possesso di che cosa faccia scattare questo obbligo (pare debba essere pagato anche per il mero possesso di un citofono...); dallo scorso aprile siamo ancora in attesa di una risposta. Sulle iniziative della Leganord, a parte qualcosa di estemporaneo in occasioni simili a quella che ha agitato il pensiero dell'on. Gasparri, non ci risulta ci sia qualcosa di sistematico. Noi continuiamo a raccogliere le firme sulla nostra petizione abilizionista (2) e a svolgere una sorta di servizio pubblico di informazione nei confronti di tutti coloro che ci scrivono per chiederci come e perche' pagare questa tassa. La sortita dell'on.Gasparri, quindi, oltre a turbare la nostra tranquillita' attendista che' i nostri servizi di informazione e di lobby abbiano un qualche risultato, non ha altro effetto se non quello di confermarci la pochezza di obiettivi, analisi e azione di chi si cimenta in tali sortite. (1) http://www.aduc.it/dyn/rai/mostra.php?tipo=comu&id=177040 (2) http://www.aduc.it/dyn/rai FUSIBILI DALLA CINA A RISCHIO INCENDI. INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Circa 300mila set di fusibili per automobili prodotti in Cina, ognuno dei quali ne conteneva circa 120, sono stati ritirati dal mercato americano perche' prenderebbero fuoco, col pericolo di bruciare l'intera auto. I fusibili, immessi sul mercato con la marca Storehouse, sono venduti da due anni dalla Harbor Freight Tools, un grande distributore di ricambi di auto. Il nome del produttore cinese non e' stato per ora rivelato. Di conseguenza e' impossibile ancora sapere se questo prodotto e' stato distribuito anche in Europa. I fusibili, una volta istallati, non sono rintracciabili, in quanto non presentano alcun tipo di segno di riconoscimento, come marca o numero di serie. L'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha scritto al ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, per saper se questo tipo di materiale e' presente anche in Italia. Al ministro Bersani con un'interrogazione chiedo se e' a conoscenza del ritiro dal mercato americano dei citati 300 mila set di fusibili e se ritenga necessario un intervento per assicurarsi che tali prodotti non siano presenti anche sul mercato italiano. Il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=193075 LAVAVETRI FIORENTINI E TAR RSA. AMMINISTRARE SENZA CERTEZZA DEL DIRITTO E CON LE LEGGI DELLA GIUNGLA? NO GRAZIE Ci sono due vere e proprie mazzate che sono piombate sul collo degli attuali amministratori della citta' di Firenze, soprattutto nei confronti del Sindaco Leonardo Domenici e del suo assessore Graziano Cioni. La prima e' sulle cronache di tutti i media di oggi e trovera' conferma nei prossimi giorni: la circolare con cui penalmente i lavavetri venivano allontanati dai semafori e i loro strumenti di lavoro sequestrati. Secondo il procuratore capo di Firenze, Ubaldo Nannucci, e' illegittima. Proprio come avevamo sostenuto noi nei giorni scorsi: il Comune ha competenze amministrative, non penali e, al massimo, a chi viola le ordinanze si puo' far pagare una multa ma non metterlo in galera. Per questo nei giorni scorsi abbiamo depositato, io e l'on. Donatella Poretti (Rnp), una richiesta di autorizzazione (1) a svolgere il lavoro di lavavetri, alla quale, se il Comune dara' -come probabile- risposta negativa, faremo ricorso al Tar e li' chiameremo Palazzo Vecchio a difendersi giudizialmente, cioe' a spiegare le motivazioni giuridiche delle loro decisioni e –secondo noi- a soccombere, cosi' come sostiene anche il procuratore Nannucci. La seconda e' la sentenza del Tar della Toscana sulle Rsa (Residenze sanitarie assistite), su cui Sindaco e assessori interessati, per il momento, fanno scena muta. Il Tribunale amministrativo, su ricorso di un cittadino assistito da Aduc e dai nostri avvocati Emmanuela Bertucci e Claudia Moretti, ha sospeso il pagamento di una retta per il ricovero che prendeva in considerazione anche il reddito del genitore del paziente, dimezzandola perche' la legge dice il contrario di quanto sostiene il Comune di Firenze (in buona compagnia di moltissimi altri Comuni in Italia, tranne che in Piemonte [2]). Cosa succede? Che un metodo di governo delle nostre citta' sta cominciando a fare acqua, mostrandosi arrogante e illegale. Se in apparenza c'e' un beneficio per i cittadini (quanti hanno plaudito all'ordinanza sui lavavetri...), questa e' per l'appunto solo un'apparenza: a lungo andare e' un metodo che si ritorce contro, gli amministratori e gli amministrati.. o forse qualcuno crede che si possa governare senza certezza dei diritti e delle pene? E sempre questo qualcuno crede che il problema dell'ordine pubblico sia rappresentato da alcuni lavavetri maleducati, arroganti e pretenziosi che ci infastidiscono ai semafori? Sicuramente sono uno degli aspetti di questo ordine pubblico, ma a nostro avviso marginale. Facciamo un esempio: e' un problema di ordine pubblico, anche molto grave, che in una citta' come Firenze si continui a lavare le strade di notte, obbligando i proprietari di automobili a parcheggiarle altrove, sempre in sosta vietata, sui marciapiedi e sulle aiuole dei giardini. Non e' criminale un'amministrazione che obbliga i suoi amministrati a violare la legge e senza alternativa come, per esempio, quei lavaggi, molto diffusi in tutta Europa, che non implicano la rimozione dei mezzi? Inoltre, facendo pagare rette illegittime per il ricovero in Rsa, il Comune ne avra' probabilmente un vantaggio economico... ma e' cosi' che si alimentano le casse comunali? Mettendo i piedi in testa ai cittadini, in questo caso i piu' deboli? I lavavetri si possono mandare via dai semafori senza inventarsi competenze penali che gli amministratori comunali non hanno. Gli anziani da ricoverare in Rsa potrebbero non costare alla comunita' se, per esempio, questi centri fossero gestiti in concorrenza da privati. Cioe' i metodi di governo dolce e legale ci sono, anche se piu' difficili, ma a nostro avviso migliori.. sempre se si voglia testimoniare verso i cittadini che la legalita' e' quella che paga, soprattutto da parte da chi ci amministra. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=192021 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=192983 PREZZI. L’AUMENTO DEL PANE? RESPONSABILI I COMMERCIANTI Per l’aumento dei prezzi il dito e’ puntato sui commercianti, dal grossista al dettagliante. Vero e’ che il prezzo del grano tenero, con il quale si fa il pane, e’ aumentato nell’ultimo anno, altrettanto vero e’ che il prezzo del grano e’ inferiore a quello di vent’anni fa. Il prezzo del grano nel 1985 costava 0,23 euro al Kg, per scendere a 0,19 nel 1990, a 0,16 nel 1995, a 0,15 nel 2006 e risalire a 0,22 nel 2007. Nel periodo ventennale di diminuzione del prezzo del grano non si e’ avuto una analoga diminuzione dei prezzi del pane, anzi questi ultimi sono lievitati in maniera spropositata. Dalla tabellina si evincono gli aumenti del prezzo del pane e la diminuzione dei prezzi del grano rapportati al 1985 (1). ANDAMENTO DEI PREZZI DEL PANE E DEL GRANO IN ITALIA Prezzi in euro al Kg 1985 – grano 0,23; pane 0,52 1990 – grano 0,19 (-18%); pane 0,83 (+60%) 1995 – grano 0,16 (-31%); pane 1,03 (+98%) 2006 – grano 0,15 (-35%); pane 2,5 (+380%) 2007 – grano 0,22 (-5%); pane 2,7 (+419%) Nel 2002 i commercianti ci dissero che l’aumento dei prezzi era determinato dal passaggio all’euro. Abbiamo dimostrato che non era vero. Oggi ci vengono a dire che sono aumentati i costi alla produzione. E quando diminuivano cosa facevano? Aumentavano i prezzi! Certo e’ che questo mondo del commercio ha una bella faccia tosta. (1) Elaborazione Aduc su fonte Coldiretti PRODOTTI IN PELLE: ATTENZIONE ALLE ALLERGIE. L'UNIONE CONCIARIA MINACCIA QUERELE. REPLICA DELL'ADUC Il 19 Luglio scorso avevamo segnalato uno studio dell'Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi che aveva trovato bicromato di potassio (un composto allergizzante) nel 57% dei manufatti in pelle presenti sul mercato (1) e una successiva interrogazione parlamentare era stata presentata dall'on. Donatella Poretti della Rnp (2). L'Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC), ritenendosi ingiustamente screditata annuncia querele e porta a supporto delle proprie tesi una ricerca della Stazione sperimentale per l'industria delle pelli (SSIP), la quale rileva che solo nel 5,1% dei prodotti esaminati e' stato trovato il bicromato (cromo esavalente). C'e' solo un piccolo particolare che e' sfuggito: l'Istituto italiano ha esaminato i prodotti delle concerie italiane mentre quello tedesco ha effettuato una indagine sui prodotti in pelle presenti sul mercato, cioe' quelli a disposizione dei consumatori. Ricordiamo ancora che la quota coperta dalle importazioni made in China, relativa al settore calzaturiero nel 2006, comprese le riesportazioni, e' del 98% (!!!) e che a fronte di consumi interni per 188 milioni di paia di scarpe, 184 milioni (in parte riesportati), provengono dalla Cina (3). Da considerare anche il mercato illegale dei prodotti in pelle, ormai ampiamente diffuso. Sarebbe interessante, inoltre, sapere quali e quante aziende siano incluse in quel 5,1% e come mai una lettera della Stazione sperimentale, ente pubblico, indirizzata al Ministero della Salute, sia finita nelle mani dell'UNIC. Non si capisce, quindi, dove sia il "contenuto fuorviante, allarmistico ed errato" denunciato dall'UNIC, visto che l'Aduc ha riportato la ricerca tedesca e chiesto lumi al Ministero della Salute, a tutela della salute degli italiani e garanzia dei prodotti made in Italy. In verita' dovrebbero ringraziarci, come ha fatto la Camera nazionale della moda italiana a proposito di prodotti importati dalla Cina. Ma si sa, non a tutti e' data la lungimiranza. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=187708 (2) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=188367 (3) Il Sole 24Ore 18.08.2007 TAZZE TOSSICHE DALLA CINA. INTERROGAZIONE AI MINISTRI DELLO SVILUPPO ECONOMICO E DELLA SANITA' Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Qualche giorno fa l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha riportato la notizia che in Giappone il produttore di automobili Nissan ha dovuto ritirare decine di migliaia di tazze regalo offerte a tutti coloro che si recavano presso un suo concessionario per provare un'auto. La decisione e' stata presa in seguito ad un caso di un cliente che si e' sentito male dopo aver bevuto dalla tazza. La Nissan ha fatto sapere che le tazze, made in Cina, contengono piombo al di sopra del livello autorizzato. Il nome del produttore cinese delle tazze non e' stato reso noto, ma il problema costringera' la Nissan a contattare circa 90mila potenziali clienti che hanno ricevuto l'omaggio. Poiche' non e' dato sapere se la citata tipologia di tazze sia stata importata in Europa ed in particolare in Italia, l'Aduc ha scritto al ministro alle Attivita' Produttive, Pierluigi Bersani e al ministro alla Salute, Livia Turco, per sapere se siano state effettuate analisi su stoviglie importate dalla Cina e, se del caso, quali ne siano gli esiti. Agli stessi ministri con un'interrogazione rivolgo la stessa domanda. il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=193121 LAVAVETRI. IL SINDACO DI FIRENZE CI RIPROVA. ALLA MAGISTRATURA IL COMPITO DI SPIEGARGLI COSA PUO’ E NON PUO’ FARE L'ordinanza del Sindaco del Comune di Firenze e’ finita grottescamente in un inutile tentativo di riadattare la stessa cercando di sfuggire alle censure del Procuratore Capo di Firenze, Ubaldo Nannucci, che ha gia’ chiesto l’archiviazione per tutti i lavavetri. Il Sindaco ha risposto con una nuova ordinanza, nella speranza di arrogarsi comunque quel potere penale che la legge in teoria, ed il Nannucci in pratica, gli hanno negato. Partendo dalle premesse di "una preventiva preoccupazione generalizzata" che si manifesta nella "chiusura ermetica e totale dei finestrini e delle portiere", "in comportamenti improntati al timore e ad uno stato d’animo di ansiet'’" e "improntati alla reazione emotiva anche forte", nell'ordinanza si sostituisce la frase "mestiere girovago di lavavetri" rinnovando il divieto nei confronti di tutti coloro che si avvicinano agli automobilisti in "talune fasi della circolazione" per offrire loro di lavare i vetri e "aspettarsi in conseguenza l’elargizione di denaro". Si e’ cosi’ tentato di reagire a chi aveva criticato l’esigenza di tutela della pubblica incolumita’ e lo strumento adottato, perche’ l’abusivo esercizio del mestiere girovago di lavavetri era gia’ amministrativamente sanzionato. Ma credera’ forse il Sindaco che basti sostituire una locuzione con un'altra, e scambiare l’incolumita’ pubblica con gli stati emotivi degli automobilisti, per ritentare di arrogarsi il potere di creare norme penali? Inutile nascondersi dietro un dito: la nuova ordinanza non elimina nessun vizio di legittimita’ della precedente, lasciando inalterati i motivi di censura posti a fondamento della richiesta di archiviazione. Cosa accadra’ alle denunce e ai sequestri compiuti sino a ieri? Le denunce verranno archiviate per la sopravvenuta revoca dell’ordinanza ed i secchielli dissequestrati. Ieri, in quanto legali dell'Aduc, abbiamo presentato istanza di riesame al Tribunale della Liberta' di Firenze contro i sequestri effettuati dalla polizia nei confronti di un lavavetri fiorentino, chiedendo che il Tribunale si pronunci sulla illegittimita' dell'ordinanza e dunque dissequestri gli oggetti, depositando i motivi di merito, che rimangono validi per i sequestri che verranno effettuati da oggi in poi (1). Per questo domani, chiederemo per un caso analogo il dissequestro dei beni direttamente al Pubblico Ministero. E’ importante infatti che anche questi sequestri ormai decaduti trovino nella magistratura penale adita un riscontro di illegittimita’ che si spera chiarisca –una volta per tutte- al Comune le idee su cosa puo’ e non puo’ fare. (1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/sequestrolavavetriRiesame.doc La cultura delle ordinanze Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=193271 BIOCARBURANTI. SERVONO DAVVERO? Alla conferenza parigina "Round Table on Sustainable Development" dell'Ocse, la domanda principale e' stata: i biocarburanti attuali servano veramente a ridurre il surriscaldamento globale oppure non rappresentano loro stessi un problema per l'ambiente? E' stato presentato uno studio che cosi' conclude: * la tanto ambita sostituzione dei carburanti fossili con quelli derivati dalla produzione agricola causera' una penuria di cibo e mangimi in tutto il mondo; * ridurra' la biodiversita' e danneggera' l'ambiente; * non sara' giustificata dal punto di vista economico, ne' dara' un contributo reale alla riduzione dei gas serra. Percio' l'Ocse suggerisce di puntare a soluzioni tecniche che favoriscano la produzione di biocarburanti meno cari ed ecocompatibili. In sostanza c'e' stato uno stop all'utilizzo di biocarburanti in attesa di soluzioni ecocompatibili. Insomma la "grande speranza" del combustibile verde perde terreno. Vedremo se si terra' conto di questa analisi. Nel frattempo l'aumento dei prezzi di alcuni prodotti agricoli e' stata attribuita anche alla loro utilizzazione energetica. Insomma le soluzioni prospettate per la riduzione del gas serra sembrano fatte da principianti senza una reale valutazione di merito. Non stiamo proprio in buone mani! PRODOTTI IN PELLE. NUOVA INTERROGAZIONE AI MINISTERI DELLA SALUTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Il 24 luglio scorso scorso su segnalazione dell'Aduc ho presentato un'interrogazione (5-01340) per chiedere se alla luce di uno studio dell'Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi che rilevava la presenza di bicromato di potassio (un composto allergizzante) nel 57% dei manufatti in pelle presenti sul mercato, il ministero della Salute avesse effettuato come in Germania degli studi adeguati su questa sostanza e, nel caso negativo, se ritenesse di condurli (1). L'Aduc riguardo questa notizia aveva consigliato di non comprare prodotti in pelle da venditori ambulanti contro il quali non puo' essere avviata nessuna forma di rivalsa. L'Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC), a seguito di questo avviso, ritenendosi screditata, ha minacciato di querelare l'Aduc e come reso noto dalla stessa associazione dei consumatori, l'Unic, tramite il proprio studio di avvocati in data 4 agosto ha fatto pervenire presso l'associazione una ricerca della Stazione sperimentale per l'industria delle pelli (SSIP), Ente posto sotto la vigilanza del ministro dello Sviluppo Economico. Secondo un comunicato dell'Aduc del 12 settembre scorso, la ricerca condotto dall'SSIP sui prodotti delle concerie italiane, riporta che nel 5,1% dei prodotti esaminati e' stato trovato il bicromato (cromo esavalente) senza specificare quali e quante aziende siano incluse in questa percentuale. Risulta evidente che l'Istituto italiano ha esaminato solo i prodotti delle concerie italiane mentre quello tedesco ha effettuato una indagine su tutti i prodotti in pelle presenti sul mercato, cioe' quelli a disposizione dei consumatori. Sempre secondo l'Aduc dato che la quota coperta dalle importazioni "made in Cina", relativa al settore calzaturiero nel 2006, comprese le riesportazioni, e' del 98%, che a fronte di consumi interni per 188 milioni di paia di scarpe, 184 milioni (in parte riesportati), provengono dalla Cina e che e' indispensabile considerare anche il mercato illegale dei prodotti in pelle -ormai ampiamente diffuso- risulta evidente che i dati riportati dall'SSIP non sono rappresentativi di quanto denunciato a proposito del mercato conciario. Considerato poi che la ricerca dell'SSIP fatta pervenire all'Aduc dai rappresentanti legali dell'UNIC, risulta indirizzata in data 3 agosto 2007 al Ministro della Salute, ho ritenuto opportuno rivolgere un'ulteriore interrogazione al ministro della Salute e dello Sviluppo Economico per sapere: - secondo quale procedura un documento di un Ente Pubblico (SSIP) indirizzato al ministero della Salute e' stato acquisito dai legali dell'UNIC e inoltrato all'Aduc; - se considerato che i dati riportati riguardo l'allarme denunciato dall'Aduc descrivono solo una piccola fetta del mercato conciario (quella relativa ai produttori italiani), non ritengano necessario e urgente svolgere un'indagine piu' approfondita; - alla luce dei dati della ricerca dell'SSIP che hanno rilevato la presenza nel 5,1% dei prodotti esaminati di bicromato (cromo esavalente), se non ritengano necessario informarsi su quali e quante aziende siano incluse in questa percentuale. il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=193286 (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/noti.php?id=188366 LAVAVETRI-FIRENZE. DOMANI DISOBBEDISCO CIVILMENTE PER FAR CAPIRE AL SINDACO CHE NON PUO' FARE IL LEGISLATORE. ALLE 12 IN PIAZZA SAN MARCO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Il Sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, non pago della sonora bocciatura che la sua ordinanza anti-lavavetri ha avuto da parte del procuratore capo della Repubblica di Firenze, Ubaldo Nannucci, ha rielaborato questa ordinanza cambiando alcune parole, ma lasciando il telaio della stessa sempre in palese violazione dei propri compiti, ergendosi a legislatore nello stabilire cosa sia reato o meno: il primo passo, secondo me, dell'intreccio e commistione di quella separazione di poteri e funzioni che sono alla base del nostro sistema democratico, cioe' il primo passo verso quella dittatura che, nel linguaggio popolare, viene identificata coi poteri dello sceriffo del periodo del Far West nel continente nordamericano (altra cosa dallo sceriffo di oggi negli Usa). Il Sindaco di Firenze non ha capito che coi suoi poteri amministrativi (inclusi quelli straordinari di ufficiale del Governo che gli competono in occasioni di particolare pericolo) puo' comunque garantire ai suoi amministrati di non essere importunati ai semafori o in qualunque altro posto da chi vuole imporre il proprio servizio di lavaggio dei vetri o di altro. Il suo strabordare in altri poteri e funzioni, gli da' sicuramente clamore mediatico, ma non e' con questo clamore che si amministra, anzi: governare una citta' o una qualunque altra entita' territoriale sull'onda del clamore, stracciando rigore e diritto, dopo gli apparenti successi iniziali porta solo al baratro dell'incivilta', la dittatura per l'appunto. Oggi i lavavetri, domani chi passeggia con un cane o sputa per terra: se un Sindaco si arroga questi poteri, per il loro esercizio e controllo non possiamo affidarci solo alla bonta' del soggetto (come per l'appunto si fa con un dittatore), ma abbiamo bisogno di separazione e controlli, tutti con soggetti diversi. Siccome Domenici pare non comprendere questo semplice passaggio del nostro vivere civile, allora credo che dovra' essere il magistrato a spiegarglielo. Magistrato del Tribunale Amministrativo Regionale che potra' accogliere un mio ricorso, e portare il Comune in dibattimento, nel momento in cui vengo denunciata per aver violato l'ordinanza in questione. Per questo domani compiro' un atto di disobbedienza civile in piazza San Marco a Firenze, alle ore 12, dove mettero' in essere quegli atti che l'ordinanza di Domenici ritiene di poter sanzionare penalmente. Questa comunicazione viene inviata, oltre che ai media, anche al Sindaco e ai Vigili Urbani di Firenze. Notiziario Cellule Staminali - EMBRIONI CHIMERA E RICERCA SCIENTIFICA: IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI E' uscito il numero centoquarantotto, anno VI, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_148.html CONTRO LA CACCIA E PER IL RISPETTO DELLA PROPRIETA' PRIVATA. L'ADUC ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI FIRENZE L'Aduc aderisce alla manifestazione nazionale che si terra' sabato 15 settembre a Firenze, alle ore 14,30 a partire da piazza della Repubblica. Che nel 2007 ci siano ancora persone che vadano per i campi ad ammazzare animali per sport, e' uno degli assurdi dei retaggi di una cultura di violenza e sopraffazione di cui dobbiamo liberarci. E che per consentire questa mattanza anche la proprieta' privata possa essere violata e' ancora piu' assurdo: infatti l'art.842 del codice civile riconosce il diritto dei cacciatori di entrare nei fondi privati e sparare agli animali di cui e' consentita la caccia. Se un cittadino comune sta passeggiando in campagna e distrattamente entra in una proprieta' privata, puo' essere allontanato, ma non e' cosi' se lo stesso imbraccia un fucile... qual'e' la logica? A nostro avviso solo quella di una lobbie, quella delle associazioni venatorie, che riesca a ben condizionare il legislatore che, nonostante referendum e decennali mobilitazioni in materia, continua a mantenere in piedi questa norma incivile. Con la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, la stagione venatoria comincia ad essere aperta un po' dovunque, e da quel momento le campagne sono impraticabili per tutti coloro che non imbracciano un fucile. Proprio in virtu' dei diritti dei cittadini per fruire tutti in egual modo del nostro territorio, senza privilegi legati alla violenza della propria condizione, anche l'Aduc aderisce alla manifestazione nazionale di Firenze. CANCRO. SIAMO NOI I PRIMI RESPONSABILI Il rapporto sulle cause dei tumori in Francia rischia di fare molto rumore, giacche' mette in causa piu' i comportamenti individuali che l'inquinamento. Lo studio scaturisce da due anni di lavoro di vari enti -dall'Accademia di medicina al Centro di ricerche sul cancro, all'Istituto di vigilanza sanitaria e altri. Pur ammettendo che la strada e' ancora lunga per arrivare a comprendere tutte le cause, e che occorrono ulteriori approfondimenti, esso conclude che tabacco, alcol, sedentarieta' e sovrappeso, ormoni della menopausa, esposizione all'amianto sono all'origine del maggior numero di tumori. Insomma sono i nostri comportamenti che ci danneggiano ai quali si aggiungono, ovviamente, cause esterne. Importante e' saperlo, senza giustificazioni. LE CATTIVE PRATICHE DI TELECOM: A FIRENZE SI ASPETTA UNA LINEA TELEFONICA DA 9 MESI, GLI 899 CONTINUERANNO A GONFIARE LE BOLLETTE. AVANTI CON L'INDAGINE PARLAMENTARE Si susseguono i casi di mancata attivazione dei servizi da parte di Telecom Italia. Non dell'adsl, ma della linea base che questo gestore non riesce a garantire (come impone la norma, entro 10 giorni) ad un super condominio di Firenze e alla sede dell'ente Parco dei Monti Simbruini (nel Lazio) [1]. Sono solo due casi che hanno avuto l'onore delle cronache, sono solo la punta dell'iceberg del disastro organizzativo-gestionale dell'ex monopolista. Le segnalazione che ci giungono sono numerose. A Reggello (Fi), per esempio, un'intera via attende l'attivazione dalla fine del 2006. Il gestore telefonico, inoltre, continua ad attivare di propria iniziativa i numeri a valore aggiunto (899, satellitari, ecc.), e a disattivarli solo dopo esplicita richiesta dell'utente. Un mese fa avevamo denunciato la malafede di Telecom Italia che aveva inviato ai clienti di Alice Voce una stupefacente comunicazione tramite bolletta [2]: da ottobre 2007 "le linee aggiuntive VoIP saranno abilitate, automaticamente e senza farne richiesta, alle chiamate verso i numeri speciali", ovvero tutti: dai "vecchi" 166, agli 899, 892 e satellitari. Tre giorni fa, come segnalato dal quotidiano online "Punto Informatico", e' intervenuta una rettifica [3] da parte del gestore. Non certo per tornare indietro, ma per dire che l'abilitazione dei numeri speciali a pagamento sulle linee aggiuntive avverra' a novembre e che, nel caso l'utente abbia gia' richiesto la disabilitazione, questa sara' estesa anche ai numeri aggiuntivi. Ma perche' il gestore continua ad abilitare tali numeri salva esplicita richiesta di disattivazione? Noi siamo pessimisti e maliziosi (come potremmo non esserlo visti i trascorsi del gestore!?) e prevediamo una nuova ondata di bollette gonfiate. Perche'? I numeri telefonici aggiuntivi collegati al pacchetto Alice voce saranno utilizzati in famiglia prevalentemente dai figli minorenni ed e' facile prevedere numerose telefonate all'899 di turno, stimolate da pubblicita' ingannevoli come quelle dei finti quiz mandati in onda sulle tv private da una societa' polacca[4] (e da noi denunciati all'Antitrust). Perche' l'Agcom permette quest'ennesimo scempio? L'Authority sa bene che pochissimi utenti faranno caso alle comunicazioni scritte da un azzeccagarbugli e disabiliteranno i numeri speciali solo dopo la prima salatissima bolletta. Invece, nulla accade. L'unico segno di vita dell'Agcom e' la previsione che i tempi per la separazione della rete di Telecom Italia si allungheranno, non potendo essere rispettato il termine di fine 2007 piu' volte annunciato. Ci aspettiamo poco dall' Agcom, finora ha garantito solo il perpetuarsi delle vessazioni a carico degli utenti. E siamo sempre in attesa che il Parlamento avvii, come da noi richiesto, la indagine sui servizi di Telecom Italia, indagine che si fa sempre piu' necessaria e urgente e che cogliamo l'occasione di stimolare con queste nostre "notizie" ai singoli componenti della commissione parlamentare[5]. [1] a) L'ente parco denuncia Telecom: non allaccia le linee nella nuova sede b) Firenze. Condominio senza linea: il difensore civico contro Telecom [2] Bollette gonfiate e credito residuo, i nuovi provvedimenti dell'Agcom fanno sorridere amaro [3] Comunicazione Telecom Italia dell111/9/2007 [4] Numeri 899 e bollette gonfiate. Chi canta Viva la pappa col pomodoro? E scatta l'addebito di 15 euro [5] Indagine conoscitiva parlamentare della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni LAVAVETRI-FIRENZE. HO DISOBBEDITO ALL'ORDINANZA E IL COMUNE MI HA DENUNCIATO. RICORSO AL TAR CONTRO L'ILLEGALITA' DEL SINDACO Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali. Come preannunciato, questa mattina (14 settembre) ho messo in atto una disobbedienza civile sostando al semaforo di piazza San Marco a Firenze, con in mano un secchio ed uno spazzolone, offrendo agli automobilisti di lavargli il parabrezza o i fari, "aspettandomi" in cambio una loro ricompensa. Sono stata un paio d'ore interessando, oltre i passanti, soltanto un paio di imbarazzate squadre di polizia di Stato e alcuni funzionari della Digos, che cercavano di prendere tempo non sapendo come e cosa fare. Piazza San Marco e' una piazza molto frequentata e i vigili urbani vi stazionano e vi passano in continuazione perche' sede della segreteria dell'Universita' e importante snodo verso il centro storico della citta', ma in queste due ore non si e' visto neanche un vigile, anche se piu' volte li abbiamo chiamati al servizio emergenze per denunciare il reato in atto. Alla fine, per portare a compimento l'azione di disobbedienza civile, mi sono spostata presso la sede centrale dei vigili urbani a Porta al Prato ed ho lavato i parabrezza davanti all'ingresso di questo ufficio e, non potendosi bendare gli occhi, i vigili mi hanno denunciata a piede libero per violazione dell'art.650 del codice penale ed il mio secchio e spazzolone sono stati sequestrati. Ora la vicenda si sposta al tribunale amministrativo, dove gli avvocati dell'Aduc, Emmanuela Bertucci e Claudia Moretti, depositeranno un ricorso per chiedere l’annullamento della nuova ordinanza del Sindaco Leonardo Domenici (1). L’archiviazione dei giorni scorsi del procuratore generale della Repubblica, Ubaldo Nannucci, infatti non e’ sufficiente, perche’ assolve i singoli lavavetri ma non cancella l’ordinanza, cosa che puo’ fare solo il TAR. Ed e’ importante che il TAR dia una lezione ad un Sindaco che e’ ancora convinto di poterci amministrare con il pugno di ferro e in barba alla legge. Il Sindaco di Firenze non ha capito che coi suoi poteri amministrativi (inclusi quelli straordinari di ufficiale del Governo che gli competono in occasioni di particolare pericolo) puo' comunque garantire ai suoi amministrati di non essere importunati ai semafori o in qualunque altro posto da chi vuole imporre il proprio servizio di lavaggio dei vetri o di altro. Il suo strabordare in altri poteri e funzioni, gli da' sicuramente clamore mediatico, ma non e' con questo clamore che si amministra, anzi: governare una citta' o una qualunque altra entita' territoriale sull'onda del clamore, stracciando rigore e diritto, dopo gli apparenti successi iniziali porta solo al baratro dell'incivilta', la dittatura per l'appunto. Oggi i lavavetri, domani chi passeggia con un cane o sputa per terra: se un Sindaco si arroga questi poteri, per il loro esercizio e controllo non possiamo affidarci solo alla bonta' del soggetto (come per l'appunto si fa con un dittatore), ma abbiamo bisogno di separazione e controlli, tutti con soggetti diversi. (1) il testo del ricorso al Tar: http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=193387 ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi SICUREZZA IN AUTO. TRE PENSIERINI IN LIBERTA' Il primo pensierino riguarda la gestione del traffico in autostrada. Fino a un paio di mesi fa avevo fatto i miei (pochi e di solito brevi) viaggi in autostrada solo in Italia e quindi non avevo alcun termine di paragone. Ma ai primi di luglio sono stata tre settimane in Austria in macchina, percorrendo anche diversi chilometri su alcune autostrade austriache. Che bisognasse acquistare prima la "Vignette", il contrassegno di quella specie di tassa di circolazione autostradale richiesta agli stranieri, dato che in Austria non ci sono caselli, lo sapevo e l'ho fatto prima del Brennero. Ma un'altra cosa non la sapevo ed è di questa che desidero parlare qui. Era la seconda domenica di luglio e quando le gomme della mia auto hanno cominciato a ruzzolare sull'asfalto autostradale austriaco era da poco passata l'una del pomeriggio. Sono rimasta subito sorpresa perché ho notato che i tabelloni luminosi si susseguivano con molta maggiore frequenza che in Italia (dove si trovano esclusivamente in prossimità dei caselli) e non proponevano generici richiami alla prudenza o la segnalazione di code da qui a lì, ma dettavano per ognuna delle tre corsie il limite massimo di velocità, che, devo dire, in quel momento era piuttosto basso. I bestioni che sfilavano sulla corsia di destra avevano l'indicazione di 40 km/h ( e come la rispettavano!), mentre sulle altre due corsie per le auto comuni saliva ai 60 km/h (e come la rispettavamo anche noi!). Andando avanti, ho notato che il limite cambiava; 60 km/h per i bestioni e 80km/h per gli altri, fino ad arrivare -meraviglia delle meraviglie!- anche a 100 km/h per i comuni mortali, per poi riabbassarsi in seguito e rialzarsi dopo alcuni chilometri. Insomma, sembrava quasi di essere a un esame di scuola guida o su una specie di altalena automobilistica. Lì per lì ho osservato il fatto con curiosità, senza cercare di spiegarmene la ragione. Che ho capito successivamente, quando ho acquisito un po' più di esperienza. Ho così scoperto che questo sistema di imporre limiti di velocità diversi, che cambiano di momento in momento, serve a un concreto e intelligente governo del traffico. Infatti, in questo modo si rallenta (e forse, in determinate situazioni, anche si evita) la formazione delle code e, soprattutto, si previene il pericolo di tamponamenti. Ho detto "si rallenta la formazione di code" e ho messo tra parentesi e in forma condizionale la possibilità di evitarle, perché è chiaro che, quando il volume del traffico è enorme e tutti o quasi intendono uscire in un certo luogo, viene un momento in cui ci si ritrova da bravi in fila indiana e a passo d'uomo, cosa attestata dai bollettini stradali che ho sentito sulle radio locali specialmente nelle ore serali dei fine settimana. Ma là dove il traffico è anche intenso ma non del tutto proibitivo, disciplinare la velocità momento per momento consente di renderlo più fluido almeno nei tratti intermedi. Non solo. Questo genere di disciplina della velocità fa sì che l'automobilista che arriva buon ultimo su una coda lo faccia con delicatezza, cioè a una velocità ridotta che gli consente di prendere il suo posto nella fila senza il rischio di sbattere contro l'auto che lo precede e provocare magari anche un tamponamento a catena. Proprio quest'ultimo vantaggio della saggia disciplina austriaca del traffico autostradale l'ho potuto apprezzare, per contrasto, una volta tornata in Italia. Nonostante l'avvertimento del tabellone luminoso al Brennero e al casello successivo, la coda che iniziava vicino a Fortezza mi si è parata davanti troppo all'improvviso -e non andavo a una velocità folle. Niente di grave, salvo una palpitazione più forte del cuore e una frenata un po' tanto brusca. Perché per governare bene il traffico autostradale e limitare anche alcuni incidenti, come i tamponamenti, non basta una segnalazione generica di "code tra X e Y" come abbiamo noi e sarebbe molto utile, a mio avviso, un sistema di disciplina della velocità in tempo reale come quello austriaco? I motivi che ho in mente sono due e scaturiscono proprio dall'esperienza diretta. Il primo motivo è che le indicazioni dei nostri tabelloni, oltre che generiche, sono anche false e ingannano l'automobilista. Quello che mi è successo quindici giorni fa non è un'eccezione: sul tabellone luminoso prima del casello di Incisa Valdarno (autosole) è annunciata una coda tra Firenze Sud e Firenze Nord. Dato che posso uscire a Firenze Sud, decido di entrare in autostrada, e ci metto davvero poco a pentirmene amaramente. Altro che coda da Firenze Sud in poi! Quella cominciava pochissimi chilometri dopo Incisa, quindi con un anticipo di almeno 12-13 chilometri. E' vero che sul tabellone era segnalato anche il tempo di percorrenza e io, che so che tra Incisa e Firenze Sud ci sono solo 19 chilometri, avrei dovuto mettermi sull'avviso (e questo fece sì che dessi d'imbecille alla Società autostrade solo al 50%, riservando l'altro 50% a me stessa), ma se uno non conosce bene la zona, il tempo di percorrenza se lo frigge, se, come sempre accade, non è accompagnato dalla distanza da coprire. Il secondo motivo è più di ordine psicologico, ed è di enorme importanza. Quando leggo che in un punto X dell'autostrada comincia una coda ho notato che si manifestano dentro di me due reazioni: una riguarda la registrazione mentale del richiamo alla prudenza; ma insieme nasce lo stimolo ad arrivare sul posto prima possibile, prima cioè degli altri concorrenti che, non essendoci particolari limiti di velocità, mi sfrecciano accanto che è una meraviglia. E' un po' come quando sono vicina all'ufficio postale, che mi aspetto pieno di gente, e noto nelle vicinanze altre persone che penso abbiano la stessa meta: che faccio? Dato che posso, accelero il passo per guadagnare quelle due o tre postazioni che mi risparmieranno qualche minuto di coda, e magari succede che, proprio sulla porta, entro quasi in rotta di collisione con un'altra persona che aveva accelerato il passo anche lei, ma che non avevo notato perché veniva da un'altra parte... Ho osservato che anche sull'autostrada s'innesca lo stesso meccanismo -e, ne sono certa, non solo in me. Se invece si venisse costretti a rispettare tutti un limite più basso di velocità, come accade in Austria, non ci sarebbe questa corsa all'anticipo, e, tra l'altro, ne godrebbero certamente la salute dell'automobilista (meno tensione), il suo portafoglio (meno consumo di benzina e di gomme per l'inchiodatura pressoché rituale), e poi anche l'ambiente, cioè tutti noi in generale (meno inquinamento causato dalle alte velocità e dalle code), e altrettanto sicuramente diminuirebbero gli incidenti (almeno i tamponamenti) con evidente risparmio sul piano delle assicurazioni RCA. Il secondo pensierino riguarda la tanto decantata sicurezza all'interno dell'automobile, che certamente è aumentata per molti versi rispetto al passato. Ho cambiato la mia vecchia POLO di 10 anni fa, che avevo preso nella versione base, e cioè senza nessun marchingegno moderno tipo ABS, servosterzo e Air bag, apertura centralizzata e alzacristalli elettrici, per non dire dell'aria condizionata che, all'epoca, era un optional di estremo lusso. Ho preso un'altra POLO, ancora nella versione base, che però questa volta ha di serie, se ben ricordo, l'apertura centralizzata (mi è stata però risparmiata quella a distanza!), il servosterzo, l'ABS, 4 -dico 4- Air bag, l'aria condizionata, il faro posteriore antinebbia e gli alzacristalli anteriori elettrici. Ed è su questi ultimi che voglio esprimere la considerazione che segue. Ebbene, non sono poi tanto certa che questa trovata degli alzacristalli elettrici rientri davvero all'interno della logica di una maggior sicurezza. Anzi, direi proprio che è il contrario. Infatti, il congegno di apertura/chiusura dei finestrini si blocca a motore spento. Ora, mettiamo che delle persone si trovino a viaggiare sotto uno di quegli improvvisi diluvi che non sono più neppure così eccezionali, e che si vedano l'acqua salire repentinamente intorno alla macchina (ero in prima linea nell'alluvione di Firenze del 1966 e so che la velocità con cui succede una cosa del genere è inimmaginabile). Il motore si spegne. L'acqua assedia la macchina con una forza tale che le persone dentro non riescono ad aprire le portiere. L'unico modo per tentare di salvarsi è aprire i finestrini e cercare di uscire di lì, sia pure in apnea. Ma per chi ha la moderna raffinatezza dei cristalli elettrici (che siamo ormai quasi tutti) non ci sarà scampo… Lo stesso vale in un'altra ipotesi, deprecabile ma fatalmente possibile, e cioè che, per un qualunque motivo, la macchina scivoli o cada in un corso d'acqua abbastanza profondo e, di nuovo, l'unica possibile via di salvezza siano i finestrini… a patto che possano aprirsi. Allora mi chiedo: la dotazione degli alzacristalli elettrici è vera sicurezza? O è solo un capriccio? Un pericoloso capriccio. Qualcuno potrebbe obiettare che, coi cristalli elettrici, il guidatore è meno distratto dalla guida quando deve aprire o chiudere il finestrino, e in questo senso sarebbe un elemento di sicurezza. Ma, a parte il fatto che questo tipo di sicurezza è inferiore rispetto a quella rappresentata dalla possibilità di aprire i finestrini dall'interno anche a motore spento in caso di necessità, a me non pare che tale affermazione trovi effettivo riscontro nell'esperienza. Intanto l'apertura e la chiusura del finestrino non è un'operazione che avvenga in ogni istante. Sulle auto più recenti, per arieggiare l'abitacolo, specialmente quando si viaggia a velocità elevata, non si aprono quasi più i finestrini, ma si usa il semplice sistema di ventilazione interno (oppure l'aria condizionata) perché l'aria entra meno inquinata (almeno si spera) e non rallenta la marcia del veicolo come invece fa quella che entra dai finestrini aperti. Di conseguenza, il guidatore è obbligato ad aprire e chiudere il proprio finestrino solo ai caselli autostradali, quando deve ordinare e pagare il rifornimento del carburante effettuato da un operatore, quando deve mostrare i documenti a un poliziotto, e in pochissime altre occasioni. Comunque quasi sempre da fermo oppure quando viaggia a bassa velocità. Infine, personalmente, non trovo neppure vero che l'alzacristalli elettrico sia più comodo della manovella, anzi, da quando c'è questo coso non mi riesce mai di tenere il finestrino aperto nel modo giusto: o mi schizza troppo in giù o risale troppo in su e, per trovare il punto giusto, è una vera e propria lotta. Di conseguenza, almeno per me manovrare il finestrino rischia ogni volta di diventare, ora sì e per davvero, un fattore di distrazione e di rischio. Col terzo pensierino resto all'interno della vettura, per riferirmi all'apertura centralizzata delle portiere, questa certamente all'insegna di una (presunta) maggiore comodità più che di una maggiore sicurezza. O meglio, per quanto riguarda esclusivamente le portiere può dare più sicurezza sapere che si chiudono tutte in un colpo solo (quante volte, infatti, con le altre macchine, sono tornata indietro a verificare se avevo chiuso bene tutte le portiere!), ma il fatto che l'apertura (e chiusura) centralizzata adesso coinvolga anche lo sportellino da cui si accede al serbatoio del carburante lo trovo controproducente. Qual è il problema? E' che quando viaggio da sola e scendo dall'auto per fare benzina a un selfservice non posso più chiudere lo sportello appena scendo, come facevo prima per precauzione contro eventuali blitz di qualche malintenzionato, specialmente nel momento in cui perdo d'occhio l'auto per andare a pagare. Adesso tutte le volte, prima di allontanarmi, devo ricordarmi di tornare indietro a chiudere lo sportello, e così, tutto sommato spreco del tempo per me e per gli altri che aspettano il loro turno. D'altro canto, a questi chiari di luna, è meglio fare del nostro meglio per non indurre in tentazione nessuno. Una macchina aperta, in cui sia magari rimasto il cellulare, forse anche una borsa che chissà cosa conterrà o altri oggetti sparsi, può essere la classica occasione che fa l'uomo ladro. Meglio non fornirla per evitare sia il danno concreto sia anche una certa qual responsabilità morale che ne deriverebbe all'incauto proprietario. Del resto, ora che ci penso, mi sembra che chiudere portiere e finestrini dell'automobile quando ce ne allontaniamo sia anche un comportamento dettato dal Codice della strada. E anche se in questo caso lo scopo è essenzialmente quello di evitare che vi salga qualcuno (magari un ragazzino) che possa spostarla causando danni all'intorno, utilizzarlo anche per quest'altro scopo mi sembra saggio. Solo che così come sono messe le modernissime cose, nel caso da me richiamato, l'osservanza di questa norma non è certo facilitata. ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Societa' & dintorni. Colpa del medico innamorato, del parlamentare distratto o delle sirene? Il corpo umano, nel contesto accademico e scientifico, e' considerato un miscuglio di cellule ed organi differenti, organizzati in apparati funzionali come quello cardiocircolatorio, digestivo, emuntoriale. Al corpo umano appartengono ulteriori apparati funzionali, che spesso risultano tra di essi interconnessi. Il traguardo di una tale medicina avanzata, non e' piu' retaggio da fantascienza, ma appartiene al presente della cultura personale del medico, in special modo quello europeo. Cosi', il medico europeo conosce bene le interrelazioni tra il cuore apparato cardiocircolatorio ed emozioni , o meglio tra emozioni e cuore. D'altronde, anche Ippocrate asseriva che il cuore era il "cervello emotivo" del corpo umano. Ma se esiste un apparato funzionale che e' tremendamente correlato con le emozioni ed il pensiero umano, questo e' proprio quello digestivo, stomaco, intestini e fegato, ed in seguito –come asseriscono i medici cinesi- la milza-pancreas. Di queste tremende, intime interrelazioni, se ne sono accorte anche le multinazionali del farmaco chimico, incoraggiando i medici che, innamorandosi di loro, provvedono alla prescrizione di oltre 70 milioni di pezzi di farmaci, per oltre il 20% di "malati" italiani. Le patologie digestive sono le piu' disparate e non risparmiano nessuno, senza differenza di eta'. I problemi di colon irritabile possono interessare anche i bambini; gastrite da farmaci, ulcere peptiche, non conoscono priorita' derivante da peculiari eta' od attivita' lavorative. La tattica e' quella di spingere il medico che "si innamora" al canto delle sirene farmaceutiche, alla prescrizione di farmaci che lavorano a valle, lasciando cosi' irrisolto il problema per oltre l'80% dei cittadini italiani, cioe' circa 15 milioni di malcapitati con "patologie" che dipendono sostanzialmente da problematiche di aspetto caratteriale, istintuale ed emotivo affettivo. Si',avete letto bene: 15 milioni. Il farmaco dell'amore? Gli antigastrici di nuova generazione –presenti da diversi anni– quindi gli inibitori di pompa protonica, quelli che inibiscono la secrezione gastrica. Se andate dal vostro medico, ed e' tra quelli innamorati, e vi fa male un piede, e' molto probabile che vi prescriva questo farmaco. Uguale, anche se non digerite bene. Uguale, anche se avete un ascesso dentale e dovreste prendere per una settimana qualche antibiotico. Uguale, anche se vi fa male la testa e salta fuori che forse non digerite bene. Insomma, e' la panacea, che fa sempre bene. Basti pensare che in Italia, di questi farmaci, ne sono stati prescritti, nel 2006, ben 62 milioni di confezioni. 55 milioni nel 2005. Adesso, gli amministratori della spesa vogliono correre ai ripari: modificare ed indurre la prescrizione verso molecole meno costose. Ma questo criterio rischia di non essere appropriato per molti pazienti, oltre a ledere un principio inviolabile –sempre assente in Italia–: la liberta' dell'atto medico, espresso in scienza e coscienza dallo stesso professionista. Dato che in Italia esiste vivamente l'abitudine di cancellare diritti inviolabili come questo, il rischio di "giri di vite" puo' risultare prossimo. La situazione aggraverebbe il tutto in un pasticcio all'italiana. D'altronde, ci siamo abituati. Come arginare i danni? Miglioramento della pratica medica multidisciplinare –soprattutto con tecniche alternative ed integrate- che promuoverebbero una migliore appropriatezza prescrittiva, spostandola verso obbiettivi piu' mirati. Ci riusciremo? Restiamo poco fiduciosi. Basti osservare l'ostracismo secolare dei "baroni" della sacralita' accademica –sensibile alle sirene- all'accesso universitario di fitomedicina, omeopatia ed agopuntura, tutte faccende che giacciono in polvere, nei cassetti di parlamentari distratti. Una distrazione troppo particolare per essere spiegata. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Emmanuela Bertucci, Claudia Moretti Lavavetri-Firenze. Ricorso al Tar contro la legittimita' dell'ordinanza TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA TOSCANA Ricorso Nell'interesse della sig.ra Donatella Poretti, nata ad Arezzo il 14 febbraio 1968 e residente in Firenze, Via Melchiorre Gioia, 10 c.f. PRTDTL68B54A390M, rappresentata e difesa nel presente giudizio dagli avv. Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci del foro di Firenze, con studio in Firenze, Borgo Pinti, 75/R presso le quali elegge altresi' domicilio ed intende ivi ricevere eventuali comunicazioni al numero di fax 0552345709, giusto mandato in calce al presente atto Contro Comune di Firenze, in persona del sindaco p.t., con sede in Firenze, Piazza della Signoria, 1 per l'annullamento previa sospensiva dell'ordinanza "Tutela dell'incolumita' pubblica nelle strade cittadine e agli incroci semaforici" n. 00833/2007 del 11 settembre 2007, esecutiva in pari data, del sindaco del Comune di Firenze, Leonardo Domenici PREMESSO CHE In data 31 agosto 2007 la signora Poretti presentava istanza al competente ufficio del Comune di Firenze per l'ottenimento dell'autorizzazione per l'esercizio del mestiere ambulante di lavavetri di parabrezza di automobili (Doc. 1) In data 11.09.2007 e' entrata in vigore l'ordinanza del Sindaco di Firenze n. 2007/00833 con la quale viene fatto divieto "alle persone, nelle strade cittadine e agli incroci semaforici, di avvicinarsi agli automobilisti, durante talune fasi della circolazione, per offrire attivita' di pulizia vetri o fari dell'automezzo, e aspettarsi, in conseguenza, l'elargizione di denaro" (doc. 2). Secondo quanto prevede l'ordinanza stessa, l'inosservanza della suddetta disposizione e' "punita ai sensi dell'art. 650 c.p. e con il sequestro delle attrezzature utilizzate durante la tenuta dei comportamenti di cui al punto 2"; In data 14 settembre 2007 la Polizia Municipale di Firenze sorprendeva la sig.ra Poretti intenta ad avvicinare gli automobilisti in sosta al semaforo di Porta al Prato, in Firenze, offrendo a questi ultimi di pulire il parabrezza e i fari dell'autovettura, con l'evidente animus di riceverne in cambio un'offerta in denaro; a seguito di cio', la Polizia Municipale, rilevata la violazione dell'ordinanza del Sindaco di Firenze n. 2007/00833, procedeva alla denuncia a piede libero in ordine al reato di cui all'art. 650 c.p. e sequestrava gli strumenti utilizzati dalla stessa: una spazzola ed un secchio pieno d'acqua saponata (Doc. 3); IN DIRITTO 1) Violazione di legge art. 54 d.lgs. 267 del 2000 ed eccesso di potere in merito alla contingibilita', all' urgenza a al pericolo per l'incolumita' pubblica Il provvedimento impugnato e' stato adottato ai sensi del comma 2 dell'art. 54 del d.lgs. 267/2000 secondo il quale: "Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumita' dei cittadini". Esso consente al Sindaco di fronteggiare situazioni di grave emergenza, legate a circostanze non previste, ne' prevedibili e ad eventi straordinari ed eccezionali con uno strumento di urgenza. Questo tipo di ordinanza non puo', quindi, essere adottato per soddisfare esigenze prevedibili ed ordinarie, e tutto si puo' dire, ma non che ci si trovi in una situazione con le caratteristiche descritte. L'eccezionalita' dello strumento e' stata ampiamente posta al vaglio della giurisprudenza penale e amministrativa che ne ha enucleato i confini, ovverosia lo ha ritenuto applicabile solamente quando vi siano casi di "necessita' di provvedere con immediatezza in ordine asituazioni di natura eccezionale ed imprevedibile, cui sia impossibile far fronte con gli strumenti ordinari apprestati dall'ordinamento, nonche' l'esistenza e l'indicazione nel provvedimento impugnato di una situazione di pericolo, quale ragionevole probabilita' che accada un evento dannoso nel caso in cui l'amministrazione non intervenga prontamente" (TAR Toscana, Sez. II, 9 aprile 2004, n. 1006); "urgente necessita' di dare risposta immediata a situazioni assolutamente eccezionali e non prevedibili, e deve altresi' specificamente fondarsi, non gia' su generiche esigenze di sicurezza o di igiene o di tutela della salute pubblica, bensi' sulla esistenza concreta di "gravi pericoli" incombenti, di dimensioni tali da costituire una concreta ed effettiva minaccia per l'incolumita' dei cittadini" (TAR Campania, sez. III, 14 giugno 2004, n. 9342) . "quando si tratti di affrontare situazioni costituenti concreta minaccia per l'incolumita'; quando tali evenienze siano di carattere eccezionale ed impreviste, per le quali sia impossibile utilizzare i normali mezzi apprestati dall'ordinamento giuridico; quando siano sorretti da adeguata istruttoria e motivazione; quando rimangano nell'ambito del rimedio alla situazione contingente, senza rivestire il carattere di continuita' e stabilita' degli effetti" (TAR Campania, sez. IV, 14 luglio 2004, n. 10201). La situazione di fatto posta alla base del provvedimento a giustificazione della contingibilita' e dell'urgenza e' costituita dall'insistenza di queste persone, specie in presenza di persone anziane, donne e bambini, nel compiere il lavaggio nonostante il rifiuto dell'automobilista, nell'appoggiare l'attrezzatura sul veicolo o nel sollevarne i tergicristalli. A ben vedere questi atteggiamenti, di per se' molesti, trovano gia' la loro sanzione nell'art. 660 del codice penale, e comunque non costituiscono situazioni di natura eccezionale o imprevedibile, indispensabili per l'applicabilita' dall'art. 54. Ancora, lo strumento dell'ordinanza sindacale contingibile e urgente e' utilizzabile solo per disciplinare situazioni che siano di per se' limitate nel tempo. Lo e' un alluvione, non lo e' un atteggiamento umano molesto; tutto lascia pensare che al 30 ottobre la situazione tornera' come prima. E se anche non si vedesse piu' un lavavetri per mesi, per merito dell'effetto deterrente dell'ordinanza, occorre precisare che non e' la deterrenza lo scopo dei provvedimenti in questione, quanto piuttosto la gestione di fenomeni non altrimenti gestibili. Ma cio' che piu' rende illegittima l'ordinanza impugnata, e' l'assenza di un grave pericolo per l'incolumita' pubblica, requisito necessario per l'adottabilita' dei provvedimenti di cui all'art. 54. Da quale pericolo il sindaco ha inteso difenderci? Leggendo l'ordinanza si scopre che il grave pericolo non altrimenti fronteggiabile e' costituito da "una preventiva preoccupazione generalizzata" che si manifesta nella "chiusura ermetica e totale dei finestrini e delle portiere", "in comportamenti improntati al timore e ad uno stato d’animo di ansieta'’" e "improntati alla reazione emotiva anche forte". Abbiamo tutte le ragioni di pensare che non fossero esattamente questi i gravi pericoli e le minacce all'incolumita' dei cittadini che il legislatore aveva in mente quando ha conferito questo potere ai sindaci! 2) Violazione di legge art. 54 d.lgs. 267 del 2000 in relazione alla determinatezza e determinabilita' dei destinatari del provvedimento Di fatto, per la indeterminabilita' dei soggetti destinatari dell'ordine sindacale, il provvedimento in questione somiglia piu' ad una vera e propria norma che non ad un ordine. Ne ha infatti la caratteristica principale della efficacia erga omnes, nella misura in cui si applica a chiunque, sul territorio fiorentino, si avvicini agli automobilisti offrendogli di pulire i vetri e aspettandosi in cambio denaro. Al di la' dell'assoluta fumosita' e genericita' della condotta descritta, e' di tutta evidenza che l'ordinanza si rivolge a tutti. Che, cioe', non e' rivolta ad una categoria particolare di soggetti (ne' sussistono nell'ordinanza elementi dai quali la si possa enucleare altrimenti) ma si applica a qualunque cittadino. Cio' vale a dire che tutti siamo potenziali lavavetri e quindi destinatari dell'ordine (efficacia erga omnes), dunque difetta, nel caso dell'ordinanza fiorentina, anche solo la possibilita' di individuare una generica categoria di soggetti cui essa e' applicabile. "[...] Osserva il giudicante che i provvedimenti la cui inosservanza e' penalmente sanzionata dalla disposizione di cui all'art. 650 c.p., devono avere natura di atti "ad personam", cioe' diretti ad una o piu' persone determinate, e non di atti aventi efficacia erga omnes [...] non potendo essere considerati "provvedimenti dell'autorita' , rilevanti ai sensi della suddetta norma in bianco, i precetti contenuti in leggi e regolamenti, qualunque ne sia l'oggetto" [...] "in verita' la portata della surrichiamata disposizione – per la sua ratio, per la sua natura e per la stessa collocazione fra le contravvenzioni concernenti la inosservanza dei "provvedimenti di polizia" - e' molto piu' limitata e non puo' che riguardare quei provvedimenti amministrativi aventi natura di "ordini", impositivi di un determinato comportamento attivo o omissivo, che vengono rivolti ad un soggetto, o a una cerchia di soggetti ben determinati o determinabili (anche se noi individuati), al fine di garantire esigenze di giustizia, di sicurezza pubblica, di ordine pubblico o di igiene" (Cass. Penale, n. 9490 del 1996). Del resto, neppure la precedente ordinanza sui lavavetri del 25 agosto 2007 sfuggiva ad una simile censura ne' la nuova ordinanza oggi impugnata ha diversamente definito i propri destinatari. Il precedente provvedimento era infatti rivolto ai "lavavetri", ma non esiste alcun criterio predeterminato che consenta di individuarli in quanto e nella loro qualita' di "lavavetri". Diversamente sarebbe stato se l'ordine avesse riguardato tutti quei mestieri i cui operatori sono a priori individuabili sulla base di un criterio oggettivo preesistente e predeterminato, come puo' essere ad esempio l'iscrizione all'albo per medici e avvocati, l'iscrizione alla camera di commercio per commercianti e artigiani. Non esiste nulla di simile per i lavavetri, non ci iscrive (piu') ad alcun albo ne' lo si e' prima di aver lavato un vetro. A fortiori oggi nell'attuale provvedimento. 3) Violazione di legge art. 54 d.lgs. 267 del 2000 in relazione all'esistenza di altra norma sanzionatrice dei comportamenti oggetto dell'ordinanza La precedente ordinanza del Comune di Firenze in materia, vietava l'esercizio del "mestiere girovago di lavavetri", attivita' gia' regolata, il cui esercizio abusivo era amministrativamente sanzionato. Fatto che inibisce il potere del sindaco ex art. 54 d.lgs. 267/2000. Lo strumento in questione e' eccezionale e cio' trova conferma nel fatto che esso e' utilizzabile solo in caso di situazioni contingenti e imprevedibili, e dunque non altrimenti disciplinate dalla legge. La ratio della norma e' chiara: il legislatore ha ritenuto di conferire ai sindaci poteri eccezionali, extra ordinem, laddove non esistendo una norma che specificamente disciplini e sanzioni i casi imprevedibili, sia comunque necessario far fronte ad una situazione temporalmente contingente di grave pericolo per l'incolumita' dei cittadini. Ed e' proprio questo che differenzia un ordine da una norma o da un regolamento. Nel caso fiorentino esiste gia' una sanzione amministrativa pecuniaria che punisce coloro i quali esercitano mestieri ambulanti senza una preventiva autorizzazione del Comune. L'art. 119 del Regolamento della Polizia Municipale Del. Pod. 28/09/1932 prevede infatti "Nessuno potra' esercitare, sia abitualmente che occasionalmente mestieri ambulanti nel territorio del Comune, anche se gia' munito del certificato di iscrizione della Autorita' di Pubblica sicurezza, senza prima avere ottenuto il permesso dell'autorita' comunale". Come qualsiasi violazione di una norma regolamentare comunale, anche questa e' punita con la sanzione pecuniaria amministrativa da euro 25,00 a 500,00. Il comune di Firenze ha dunque previsto una disciplina regolamentare per il caso di specie, alla cui violazione e' correlata una sanzione. Non esisteva dunque alcun vuoto normativo da colmare provvisoriamente in virtu' di una imprevedibile situazione di emergenza, che e' presupposto indefettibile in assenza del quale non si puo' esercitare i poteri di cui all'art. 54 del d.lgs. 267/00. Non solo la situazione era prevista, ma era anche normata, e sanzionata. L'illegittimita' di simili provvedimenti e' indubbia, e poggia su un costante orientamento giurisprudenziale, anche in questo caso sia penale che amministrativo, secondo il quale "In tema di violazione dei precetti contenuti in un'ordinanza sindacale, l'ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 650 c.p. e' configurabile soltanto quando si tratti di provvedimenti contingibili e urgenti, adottati in relazione a situazioni non prefigurate da alcuna specifica ipotesi normativa, mentre restano estranee alla sfera di applicazione di tale norma incriminatrice le inosservanze di provvedimenti del sindaco diretti a dare esecuzione a leggi e regolamenti [...]" (si vedano ex plurimis Cass. Penale, n. 15574 del 2001; Cass. Penale, n. 43202 del 2002; Cass. Penale, n. 35576 del 2004). E come potrebbe essere altrimenti! Se cosi' non fosse si arriverebbe a riconoscere l'esistenza di un potere del sindaco di "legiferare" in materia penale, ricollegando la violazione di qualsiasi suo ordine alla contravvenzione di cui all'art. 650 c.p. Queste censure sono state mosse anche dal Procuratore Capo di Firenze, Ubaldo Nannucci, che ha per questo motivo chiesto al GIP l'archiviazione penale dei procedimenti instaurati a seguito dell'ordinanza del 25 agosto 2007. L'ordinanza impugnata e' figlia di queste censure, ed ha l'evidente e dichiarato scopo di sfuggire ad esse, mantenendo pero' di fatto inalterato il precedente divieto nella sostanza, nelle premesse, nella condotta, nei destinatari e soprattutto nella sanzione, che si vuole – ad ogni costo – di rilievo penale. Il sindaco ha ritenuto di poter mantenere in vita la precedente ordinanza sostituendo la locuzione "mestiere girovago di lavavetri" e vietando questa volta alle "persone, nelle strade cittadine e agli incroci semaforici, di avvicinarsi agli automobilisti, durante talune fasi della circolazione, per offrire attività di pulizia vetri o fari dell'automezzo e aspettarsi, in conseguenza, l'elargizione di denaro". Lavavetri appunto. Mica credeva il sindaco, parafrasando la parola lavavetri, di aggirare le censure che nuovamente il pubblico ministero muovera' al provvedimento? Spetta al Tribunale adito valutare se l'operazione posta in essere abbia salvato la sostanza del provvedimento. Ad avviso della ricorrente cosi' non e'. 4) Difetto assoluto di attribuzione – straripamento di potere L'ordine contenuto nell'ordinanza impugnata di fatto, e secondo quanto esplicitamente vi si legge, mira a creare una vera e propria condotta penalmente sanzionabile. L'art. 54 del d.lgs. 267/2000 conferisce il potere al sindaco di ordinare a determinati soggetti, per ragioni specifiche, determinati comportamenti. L'individuazione della sanzione che ne puo' conseguire spetta in linea generale al legislatore, mentre il vaglio in concreto della sussistenza della violazione e della applicabilita' della norma sanzionatoria spetta al giudice. Nella fattispecie punita dall'art. 650 c.p. il vaglio giudiziale atterra' principalmente alla sussistenza dei quattro motivi per i quali il provvedimento e' stato emesso (giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico, igiene) e alla legalita' – sia formale che sostanziale – dell'ordine dato. Al di la' del fatto che l'ordinanza impugnata non condurra' ad alcuna condanna penale, essa pretende di operare detto vaglio a priori, dando implicitamente per scontato la propria legalita' e la sussistenza degli elementi soggettivi ed oggettivi del reato. Rimane al giudice penale il solo compito di quantificare la pena! Cio' rende l'atto nullo e/o annullabile per difetto assoluto di attribuzione e per violazione della riserva di legge di cui all'art. 25 Cost. 5) Violazione di legge art. 21 septies l. 241 del 1991 – nullita' e/o annullabilita' del provvedimento per indeterminatezza dell'oggetto. E se anche fosse rientrato nei poteri del sindaco ricollegare alla violazione di un proprio ordine una sanzione penale, la condotta vietata dall'ordinanza e' assolutamente inidonea a tal fine, per indeterminatezza e inoffensivita' della stessa. Cosa significa "talune fasi della circolazione?" Il divieto cioe' vale solo per i mezzi in movimento o anche quelli fermi? E se vale per entrambi, cosa si intende per talune? Il divieto vige "nelle strade cittadine e agli incroci semaforici", non vale nei parcheggi dunque? Ancora, il divieto impone di non avvicinarsi agli automobilisti: si possono allora lavare i fanali a biciclette e ciclomotori? E cosa succederebbe se chi lava i vetri all'incrocio lo facesse per spirito di liberalita', senza "aspettarsi" nulla in cambio? Non sarebbe punibile per mancanza dell'animus? E' evidente che un ordine deve consentire al destinatario di determinare con chiarezza e precisione i singoli elementi della condotta che gli e' vietata. Tale caratteristica manca, ictu oculi, al provvedimento impugnato e cio' lo rende, oltre che di difficile ottemperanza, nullo e/o annullabile per indeterminatezza dell'oggetto. *** Quanto sin qui dedotto supporta, sotto il profilo del fumus boni iuris l'istanza cautelare. Quanto al periculum in mora, esso e' giustificato gia' dalla sola esistenza a proprio carico di un procedimento penale. La ricorrente ed i suoi difensori si auspicano, e in questo senso sollecitano, che il Tribunale adito ritenga, all'esito dell'udienza in camera di consiglio, la causa matura per esser trattenuta in decisione e decisa in forma semplificata. L'ordinanza impugnata perdera' efficacia dal 1 novembre 2007 e, qualora la causa fosse rinviata per la discussione di merito oltre quella data, verrebbe di fatto precluso ogni controllo giudiziale sulla legittimita' della stessa, posto che sopravverrebbe una carenza di interesse. E cio' teoricamente potrebbe accadere all'infinito, reiterando il sindaco ordinanze contingibili e urgenti del medesimo tenore e di breve durata, ed in questo modo sottraendole - per mere ragioni di tempistica giudiziale - a qualsiasi vaglio della magistratura amministrativa. In caso contrario, si arriverebbe al paradosso di consentire che dei provvedimenti della pubblica amministrazione possano essere di fatto sottratti a qualsiasi controllo giurisdizionale. Tutto cio' premesso, la ricorrente signora Donatella Poretti, nata ad Arezzo il 14 febbraio 1968 e residente in Firenze, Via Melchiorre Gioia, 10, come sopra rappresentata e difesa Chiede al Tribunale adito, l'annullamento, previa sospensiva dell'ordinanza "Tutela dell'incolumita' pubblica nelle strade cittadine e agli incroci semaforici" n. 00833/2007 del 11 settembre 2007, esecutiva in pari data, del sindaco del Comune di Firenze, Leonardo Domenici. Si allegano: 1) istanza di autorizzazione per l'esercizio del mestiere ambulante di lavavetri di parabrezza di automobili; 2) ordinanza "Tutela dell'incolumita' pubblica nelle strade cittadine e agli incroci semaforici" n. 00833/2007 del 11 settembre 2007, esecutiva in pari data, del sindaco del Comune di Firenze, Leonardo Domenici; 3) Verbale di sequestro probatorio del 14 settembre 2007; 4) ordinanza sindacale del 25 agosto 2007. Ai fini di legge si dichiara che la presente procedura e' di valore indeterminato. Firenze, 17 settembre 2007 Avv. Claudia Moretti Avv. Emmanuela Bertucci Donatella Poretti Mandato alla lite La sottoscritta Donatella Poretti, nata ad Arezzo il 14 febbraio 1968 e residente in Firenze, Via Melchiorre Gioia, 10 c.f. PRTDTL68B54A390M, conferisce Mandato agli avvocati Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci del foro di Firenze, con studio in Firenze, Borgo Pinti 75/R, congiuntamente e disgiuntamente a rappresentarla e difenderla nel presente giudizio conferendo alle stesse ogni e piu' ampia facolta' di legge. Elegge domicilio presso lo studio delle stesse, in Firenze, Borgo Pinti 75/R e dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni al numero di fax 0552345709. Firenze, 17 settembre 2007 Donatella Poretti E' autentica Avv. Claudia Moretti E' autentica Avv. Emmanuela Bertucci ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone I prezzi della verdura, le speculazioni dei grossisti e le colpe degli agricoltori Le associazioni di produttori agricoli sono scese in piazza piu' volte per illustrare agli italiani e alla classe politica la loro non responsabilita' per il caro vita. I prodotti agricoli –dicono- ci vengono pagati sempre meno; sono gli intermediari che fanno lievitare i prezzi. L'argomentazione e' sicuramente fondata, tanto che l'Antitrust ha effettuato un'indagine conoscitiva [1] sulla distribuzione agroalimentare, che ha evidenziato come siano ancora troppi gli intermediari (grossisti) che intervengono per far arrivare la verdura dal campo al negozio. Questo eccesso di grossisti non e' dovuto ad una fatalita', ma e' frutto di un assetto del settore che permette agli intermediari di poter guadagnare e a volte speculare. Ma la colpa non e’ di chi guadagna, ma di quelli che da questo assetto ci perdono: gli agricoltori stessi. Come giustamente ha rilevato l'Antitrust: "Pur risultando evidente il tentativo della grande distribuzione di accorciare la catena distributiva, riducendo al minimo il ricorso ai grossisti che svolgono un mero ruolo di intermediazione commerciale, la difficolta' a trovare, e a mantenere, fornitori di prodotti ortofrutticoli di dimensione e caratteristiche adeguate sembra penalizzare molto, per le catene distributive, la redditivita' complessiva del comparto rispetto a quella degli altri comparti alimentari. Troppi dettagli, poche vendite. Molti produttori agricoli hanno in mente un’idea sbagliata del consumatore, o meglio … oscillante. Si passa dalle imprese che non lo considerano per nulla (producono e basta: per tradizione, perche’ su quel particolare prodotto percepiscono contributi statali o europei …) a quelle che lo immaginano capace di percepire la differenza tra il pesto non "dop" e quello ligure, prodotto con basilico cresciuto in quella specifica zona del comune della provincia di Genova. Avete presente le migliaia di ore dedicate dalla tv alla nostra agro-industria? Tutti i produttori e i loro rappresentanti a riempirsi la bocca con le caratteristiche peculiari e le sfumature di quella cipolla o patata. Associazioni che si scagliano contro le indegne produzioni spagnole, marocchine, cinesi, statunitensi. Ebbene, tutto questo concentrarsi sui dettagli fa perdere di vista l’elemento essenziale. Occorre che i prodotti arrivino ai consumatori a prezzi decenti. La varieta’ e la bonta’ di verdure, ortaggi e frutta freschi o lavorati, pagano lo scotto di un sistema produttivo poco organizzato, fatto da piccole e piccolissime aziende che non possono confrontarsi con la moderna distribuzione fatta da iper e supermercati. I grossisti ancora servono. Sono gli intermediari, al momento, a coprire questa asimmetria tra le esigenze delle grosse catene di distribuzione (grandi quantita’, omogeneita’ dei prodotti e standardizzazione dei processi produttivi) e le caratteristiche delle aziende agricole (piccole). Cosa hanno fatto le organizzazioni agricole? Confagricoltura, Coldiretti, Cia e tutte le altre associazioni dei produttori, sono vissute per decenni sotto l'ombrello di miliardi di euro di contributi dei fondi Ue. Il loro ruolo e’ stato essenzialmente di curare le pratiche burocratiche perche’ ai loro associati arrivassero i finanziamenti dall’Europa. Queste associazioni per anni hanno sorvolato sulle varie truffe che il sistema dei contributi ha portato. Ma non e’ questa la loro principale responsabilita’. Nonostante il fiume di denaro pubblico affluito da Bruxelles, esse non hanno favorito l’aggregazione tra agricoltori. Attualmente sono migliaia le aziendine che senza il sostegno pubblico avrebbero gia’ chiuso i battenti. E’ questa la grave colpa degli agricoltori e delle loro organizzazioni, ed e’ inutile che piangano miseria in televisione o nelle piazze. Cambino strategia, stimolino l’aggregazione dei vari produttori, lascino a casa il loro bagaglio corporativo impregnato da erogazioni e contributi. [1] Indagine conoscitiva sulla distribuzione agroalimentare: http://www.agcm.it/agcm_ita/DSAP/DSAP_IC.NSF/bcf0799f25d 242c6c12564ac004bf2a5/8d9113caebab738cc12572fb003ce5d3/$ FILE/IC28.pdf ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA IL DIFENSORE CIVICO Cos'e' E' un organo indipendente che funge da garante della legalita', dell'imparzialita' e del buon andamento della pubblica amministrazione e che deve attivarsi -sia di propria iniziativa che su domanda di singoli- per eliminare abusi, disfunzioni, carenze e ritardi della stessa. Questi organi possono essere comunali e provinciali (istituiti dalla Legge 142/90), oppure regionali (legge 127/97). La loro funzione e' esercitata da un cittadino italiano che dev'essere in possesso di peculiare e documentata competenza giuridico-amministrativa nonche' di determinati requisiti personali. Sono incompatibili con questa figura i membri dei Parlamenti, i consiglieri od assessori di enti, i dipendenti delle amministrazioni, le persone con incarichi sindacali o in partiti politici, i professionisti od esperti che abbiano rapporti di lavoro o di collaborazione con l'ente in questione. La persona viene nominata dal consiglio dell'ente o dall'ufficio di presidenza, rimane in carica dai tre ai cinque anni, di solito, e puo' essere rieletta un numero limitato di volte. E' bene sapere che non vi sono obblighi di istituzione, quindi non e' detto che ogni comune, provincia o regione sia dotata di difensore civico, anche se ormai questo organo e' piuttosto diffuso. Tutto dipende dal singolo ente, che con il proprio statuto, e tramite appositi regolamenti, ne istituisce e regola la figura. Puo' accadere anche che uno stesso difensore possa tutelare i privati sia nei riguardi del comune che della provincia, oppure del comune oltre che della regione, a seguito di accordi sottoscritti tra le amministrazioni stesse. Alcune regioni inoltre hanno previsto nel proprio statuto una "conferenza periodica" dei difensori civici operanti sul loro territorio, per definire le aree di attivita' di ciascuno di essi, individuare le modalita' organizzative e per evitare sovrapposizioni di intervento. Questo a causa dei problemi di coordinamento fra i diversi livelli di difesa civica. L'ufficio del difensore civico e' di solito istituito presso i locali dell'ente, e viene dotato di attrezzature e di personale necessario allo svolgimento della sua attivita'. Le funzioni Le funzioni del difensore civico si sono via via ampliate -in modo indiretto- con l'evolversi delle norme riguardanti l'attivita' della pubblica amministrazione, dalla legge 241/90 -che ha stabilito l'obbligo di prefissare precisi termini per la conclusione dei procedimenti amministrativi, ha istituito la figura del responsabile del procedimento e fissato termini per l'audizione dell'interessato nonche' sancito il diritto di accesso agli atti da parte del cittadino- fino al d.lgs.29/93 e alla legge 20/94 che hanno introdotto, tra le altre cose, il controllo di gestione e l'ufficio relazioni con il pubblico (URP). In modo diretto, invece, dopo la prima legge istitutiva (la 142/90), sono intervenute la legge 104/92 e il d.P.C.M. 19/5/95 (lo schema generale di riferimento per le carte dei servizi pubblici sanitari), nelle quali si fa direttamente riferimento alla figura del difensore civico. Nel primo caso viene ammessa la costituzione di parte civile di tale organo per i reati commessi a danno di persone portatrici di handicap; nel secondo invece gli si affida il compito di riesaminare, su istanza dell'URP (ufficio relazioni con il pubblico), i reclami presentati dall'utente e rimasti insoddisfatti in merito a servizi pubblici sanitari. Lo schema delle carte dei servizi pubblici sanitari prevede anche che il difensore civico regionale presieda le commissioni miste conciliative e riceva le osservazioni, opposizioni, denunce e reclami in materia sanitaria. Per approfondire il punto consigliamo la consultazione dei regolamenti o dei siti delle regioni dedicate all'argomento. Un interessante esempio, ed utile fonte di informazione, riguarda la regione Toscana e si trova a questo link: http://www.consiglio.regione.toscana.it/difensore/settori/sanita/home.htm In termini generali I suoi compiti sono cosi' riassumibili: - vigila sulla conformita' dell'attivita' amministrativa dell'ente (comune, provincia o regione, a seconda del caso) rispetto alle leggi; - assicura il rispetto dei diritti e della tutela delle posizioni soggettive dei soggetti legittimati di fronte all'amministrazione (regionale, provinciale o comunale) tutelandoli e controllando il regolare svolgimento delle loro pratiche presso di esse; - favorisce in generale la comunicazione tra l'ente e il privato; - deve segnalare, anche di propria iniziativa, gli abusi, le disfunzioni, le carenze ed i ritardi dell'Amministrazione nei confronti dei privati; - puo' eseguire indagini sull'operato degli uffici amministrativi; segnala all'ente interessato le disfunzioni che ha rilevato. In pratica le funzioni principali sono due: - tutelare le situazioni soggettive dei cittadini, assistendoli ed aiutandoli nei rapporti con gli enti, - supervisionare l'azione amministrativa, tendendo a garantirne il piu' possibile l'efficienza e rilevandone disfunzioni e mancanze. A titolo di esempio, il difensore civico puo' intervenire riguardo: - pratiche amministrative (anagrafiche, di immigrazione, urbanistiche, etc) aperte presso gli uffici dell'ente locale; - servizi pubblici resi dall'ente locale o da sue partecipate (trasporti, asili nido, case comunali, raccolta rifiuti, distribuzione del gas ed acqua potabile, etc); territorio e strutture pubbliche locali (stato delle strade, viabilita', cantieri, segnaletica, illuminazione, igiene pubblica, edilizia pubblica, etc); - sanita', con competenza pero' del difensore civico regionale (vedi sopra). Non puo' invece, mai intervenire: - su atti meramente politici; - su atti gia' davanti all'autorita' giudiziale civile, amministrativa, tributaria, penale; - in materia di pubblico impiego, di accordi sindacali e di lavoro in generale; - su richieste dei consiglieri od amministratori direttamente dipendenti dall'amministrazione in questione; - per annullare, riformare o sanzionare direttamente in relazione ad atti amministrativi; - nelle controversie tra privati (per esempio in merito a questioni condominiali, contrattuali, etc.) - nei ricorsi relativi ad imposte locali (ICI, TARSU) o a sanzioni amministrative (come le multe al codice della strada). In questo caso sono competenti -rispettivamente- il giudice tributario o il giudice di pace presso i quali possono essere aperte delle conciliazioni (l'alternativa, nel caso di multe al codice della strada, e' il prefetto). - in questioni inerenti servizi nazionali resi dallo Stato o da privati, come quello telefonico ed elettrico. In questo caso il punto di riferimento sono i rispettivi garanti (Agcom, garante per l'energia ed il gas, etc.) Per i dettagli e' bene riferirsi al regolamento dello specifico ufficio, spesso accessibile anche per vita telematica, sui siti Internet degli enti. Come usufruirne Ci si puo' rivolgere agli uffici per iscritto, per telefono o per via telematica (con un e.mail inviata magari attraverso il sito Internet). Se si sceglie la via scritta e' bene inviare una raccomandata a/r, altrimenti ci si puo' recare di persona presso l'ufficio e compilare i moduli gia' pronti. Il servizio e' gratuito ed e' gestito secondo il regolamento dello specifico ente (comune, provincia, regione) a cui il cittadino interessato deve inevitabilmente rifarsi. Ormai l'accesso telematico e' diffusissimo, e tramite lo stesso e' possibile non solo consultare regolamenti ed informarsi sulle procedure (anche relative a casi gia' presentati da altri), ma anche scaricare modulistica. Per conoscere l'indirizzo dell'ufficio a cui rivolgersi e' quindi consigliabile recarsi presso l'ente (comune, provincia, regione), o visitarne il sito ufficiale. Riguardo ai difensori civici regionali e delle province autonome (Trento e Bolzano) esiste un coordinamento nazionale sul cui sito sono rintracciabili diverse informazioni, cliccando alla voce "la rete dei consigli": http://www.parlamentiregionali.it/default.html Nota importante: Il difensore civico non e' un organo giurisdizionale come il giudice di pace, ma un organo che si avvicina di piu' alle figure di conciliazione che svolgono tutele preventive con le quali si tenta di evitare un contenzioso o una causa. Quindi, nel caso non si sia soddisfatti del suo operato o si intenda chiedere alla pubblica amministrazione dei danni specifici, e' bene agire anche giudizialmente, magari tentando di trovare comunque una soluzione "amichevole" tramite un'ulteriore conciliazione davanti agli organi giurisdizionali. Ha collaborato Barbara Vallini (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie BBAN S0616002817000007977C20 - coordinate bancarie IBAN IT19S0616002817000007977C20 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------