====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 30-10-2007 al 05-11-2007 n.45/2007 (Anno VII) ARTICOLI - Italia. Cocaina/rinoplastica. Niente copertura Ssn anche per fumatori e obesi - L'opinione. Non negare la patente di guida a chi si cura col metadone - America Latina. Carlos Fuentes si schiera per la legalizzazione delle droghe NOTIZIE - Italia. Torino. Slitta discussione mozione su narcosala - Italia. Aumentano rinoplastiche per abuso di cocaina - Spagna. Controlli automobilisti: cannabis piu' frequente di alcool - Italia. Ddl Governo: raddoppiare pene per chi causa incidenti sotto effetto droghe o alcool - Gb. Telegraph: il piu' grande genio vivente? Albert Hoffman, padre dell'Lsd - Italia. Al via test antidroga per lavoratori a rischio - Italia. Torino. Sintesi conferenza stampa dei promotori petizione narcosala - Indonesia. Amnesty: no a pena di morte per reati di droga - Afghanistan. Onu suona l'allarme: valanghe di droga sui Paesi vicini - Italia. Perquisizioni e sequestri per sito web con consigli su produzione stupefacenti - Birmania. Deceduto Khun Sa, re dell'eroina - Usa. Bush chiede aiuto all'Istituto Mario Negri per droga nelle fogne - Italia. Cassazione: legale coltivazione cannabis se non e' di natura imprenditoriale - Italia. Torino. Chiamparino chiede opinione ministro Salute su narcosala - Francia. Studio: contro dipendenza offrire ricompensa a chi smette - Italia. Assolto per detenzione di cannabis a scopo terapeutico - Colombia. Impiegavano sottomarini per trasportare cocaina - Italia. Pellegrino (Verdi): dopo sentenza Cassazione, abrogare Fini-Giovanardi - Svizzera. Martina Hingis positiva alla cocaina: accuse infamanti, mi ritiro - Italia. Zaffini (An): Perugia e' ormai supermarket della droga - Brasile. Esecuzioni sommarie nei blitz antidroga della polizia - Iran. A morte quattro persone condannate per traffico di droga - Australia. Victoria. Campagna estiva contro l'Ice - Nuova Zelanda. Piu' neozelandesi contrari alla cannabis - Ue. Il dibattito sulle narcosale e l'esperienza di altri Paesi - Usa. Consigliere di Fred Thompson trafficava droga - Forli'. Osservatorio Sert: ecco chi si sballa - Irlanda. Cannabis piu' pericolosa per i giovani che per gli adulti - Canada. Alberta. Universita' studiera' papavero e cannabis per fini terapeutici - Afghanistan. La cannabis sta sostituendo l'oppio ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 131 arresti - 380,165 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 212,067 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 168,098 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 238009 piante di cannabis - 112 giorni di detenzione ARTICOLI 30-10-2007 Italia. Cocaina/rinoplastica. Niente copertura Ssn anche per fumatori e obesi Dopo la rivelazione secondo cui sarebbero sempre di piu' coloro che ricorrono alla rinoplastica a seguito dell'abuso di cocaina, cominciano a fioccare le scontate richieste di coloro che vorrebbero non piu' coperto tale servizio dal Sistema sanitario nazionale. La logica dietro questa richiesta e' semplice: chi si procura un danno, se lo paghi. A noi puo' star bene che il Ssn cessi di coprire i costi della ricostruzione del naso a seguito del consumo di cocaina. Ma a patto che al pari cessino di essere rimborsati anche tutti i costi sanitari dovuti al consumo di sigarette, di alcool, di fastfood e cibi grassi –in Gran Bretagna gia' ci stanno pensando. Nonche' tutti gli incidenti causati da attivita' ricreative, come ad esempio rompersi una gamba in settimana bianca, o contrarre una malattia durante un viaggio di piacere in Paesi dove notoriamente c'e' scarso senso dell'igiene. La lista ovviamente sarebbe infinita, in quanto sono infinite le patologie causate da comportamenti irresponsabili verso la propria salute. Significa essere umani. E proprio per gli uomini, e non per i santi solamente, e' stata creato il Sistema sanitario nazionale. Pietro Yates Moretti 04-11-2007 L'opinione. Non negare la patente di guida a chi si cura col metadone La legislazione sulla sicurezza stradale ha finora giocato solo ad un braccio di ferro tra tolleranza e sanzione. Le uniche discriminanti che costituiscono oggetto di discussione e' rappresentata dal limite massimo tollerato per l'alcol, e dall'eventualita' di consentire l'uso di droghe leggere entro certi limiti. Le lacune legislative sono molteplici. I fenomeni di assuefazione farmacologica, ad esempio, non sono considerati: un soggetto occasionale assuntore di alcol, se supera il limite, e' considerato quindi ugualmente sanzionabile di un consumatore cronico, e se proprio si dovesse fare una discriminazione, il bevitore abituale sarebbe penalizzato. Paradossalmente, il bevitore cronico non alcolista e' un consumatore controllato, ed e' relativamente piu' assuefatto di un bevitore discontinuo, che quindi e' molto più "Ubriaco" dell'altro, a parita' di quantita', ogni volta che beve. In secondo luogo. Un altro problema e' rappresentato dagli assuntori abituali di medicine che sono ambiguamente incluse nelle tabelle degli stupefacenti, con particolare riferimento al metadone e buprenorfina. Gli assuntori di questi farmaci su prescrizione, non solo sono mediamente in grado di guidare e manovrare apparecchi elettrici e meccanici, ma oltretutto sono da queste terapie tenuti distanti dal rischio di intossicarsi con alcune droghe. Per i soggetti tossicomani in trattamento con agonisti oppiacei, il mantenimento e' strumento irrinunciabile per garantire la prevenzione delle ricadute, e la neutralizzazione del narcotico anche in caso di assunzione estemporanea (gli agonisti a dosi terapeutiche sono infatti anche efficaci bloccanti degli oppiacei). Di fatto invece, i soggetti che si curano si vedono sistematicamente negata la concessione o restituzione della patente, e invitati a sospendere la terapia per poterla riottenere. Questo atteggiamento cieco ma non regolamentato per legge spinge molte persone a uscire dal circuito delle cure scordandone l'importanza preventiva, e crea un ostacolo notevole alla riabilitazione (guidare per motivi di lavoro e' quasi inevitabile). Insomma, la legge non fa distinzione tra drogarsi, essere tossicomani, e tenere a bada la tossicomania con le medicine. Inoltre, spesso eccezioni si fanno per chi assume dosi "basse", ignorando che negli assuntori abituali dosi basse e dosi alte sono assolutamente equivalenti, dato lo stato di assuefazione. Una recentissima proposta innovativa, che costituisce una forma avanzata di politica proibizionista, e' quella ufficializzata dal Movimento Sociale Fiamma Tricolore e consultabile sul sito nazionale. L'impostazione prevede due punti innovativi e scientificamente corretti: a) la depenalizzazione della condizione di tossicomane con obbligo di distinzione da quella di consumatore "libero"; b) la compatibilita' dello status di soggetto dipendente da una terapia anti-tossicomanica come il metadone con la guida, in assenza di altre condizioni contrarie. Questo documento, se da una parte propone di responsabilizzare in maniera piu' rigida il consumatore voluttuario, dall'altra traccia una linea chiara a difesa del malato tossicomane, non piu' equiparato a consumatore pesante o recidivo. Il riconoscimento dello status di assuntore terapeutico di sostanza altrimenti stupefacente e' farmacologicamente e clinicamente sensato (assenza di effetti narcotici e controllo comportamentale ripristinato proprio grazie alla terapia), Sarebbe eliminata cosi' l'assurda contraddizione riabilitativa della terapia come ragione di vedersi negata la patente. Matteo Pacini medico specialista in psichiatria all'Universita' di Pisa, e' presidente per l'Italia dell'Associazione Europea per il Trattamento della Dipendenza da Oppiacei e consulente per il Centro di Riferimento Alcologico del Lazio, Azienda Policlinico Umberto I. 06-11-2007 America Latina. Carlos Fuentes si schiera per la legalizzazione delle droghe L'autore di Terra Nostra e La morte di Artemio Cruz, ha partecipato all'VIII Foro Iberoamerica, che la settimana scorsa ha riunito a Santiago del Cile un centinaio tra intellettuali, politici, imprenditori dell'America latina, Spagna e Portogallo per discutere delle grandi sfide della regione. Carlos Fuentes ha sostenuto che gli Stati Uniti devono combattere il narcotraffico a casa loro, e che bisogna evitare in tutti i modi la presenza delle forze armate straniere sul territorio messicano. In un'intervista a Notimex ha detto: "Cio' che il Messico non puo' tollerare in nessuna maniera, per evidenti ragioni storiche, e' la presenza di elementi armati degli Stati Uniti nel territorio messicano". Dev'essere un principio assolutamente incontrovertibile, ha affermato. Riferendosi alla Iniciativa Mérida, concordata tra i governi del Messico e degli Usa per lottare contro il narcotraffico, Fuentes ha detto che nessun piano antidroga "dovrebbe avere un nome; bisognerebbe fare le cose senza dargli un nome". Questo perche' "il Plan Colombia" (la strategia antidroga elaborata da Colombia e Stati Uniti) ha lasciato un sapore amaro nella memoria della gente", del Paese sudamericano. Il Governo messicano ha precisato che Iniciativa Mérida, che potra' contare su un finanziamento di 500 milioni di dollari se il Congresso Usa lo approvera', non prevede in alcun modo la presenza di truppe ne' la partecipazione operativa di agenti stranieri in Messico. Per lo scrittore, gli Stati Uniti devono attaccare il narcotraffico "sul loro territorio, poiche' e' li' che ci sono i grandi interessi, e' li' che si ricicla il denaro sporco, ed e' li' che c'e' il consumo. Sono tre cose fondamentali per comprendere perche' esiste il problema droga". Il fenomeno del narcotraffico "non lo hanno creato ne' il Messico ne' la Colombia; semplicemente hanno risposto alla domanda del consumatore nordamericano, giacche' la pelota fa parte delle abitudini dei nordamericani", ha aggiunto. "Fintanto che gli Stati Uniti non ammetteranno che il problema viene da loro, e che se c'e' l'offerta messicana e colombiana (di droghe) e' perche' esiste la domanda nordamericana, fino a che giocheranno a fare i puritani e a non riconoscere che sono loro la radice del problema, allora il problema continuera' a esserci". Fuentes, che ha presieduto al Foro Iberoamericano insieme all'ex presidente cileno Ricardo Lagos, ha sostenuto che in materia di narcotraffico si dovrebbe riconoscere che l'unico modo per sconfiggerlo e' depenalizzare l'uso delle droghe. "Depenalizzazione (delle droghe), legalizzazione, come voi desiderate chiamarlo, non vedo altra uscita", ha sostenuto lo scrittore -anche se e' ipotizzabile che, in un primo tempo, la depenalizzazione incrementi il numero dei tossicodipendenti, "e' possibile, ma quello che non ci sara' sono i boss" del narcotraffico. Ha ricordato che quando il presidente statunitense, Franklin D.Roosevelt, nel 1933 derogo' dalla legge che proibiva la vendita di alcol, "ci furono ubriachi, ma non gli Al Capone". Allo stesso modo, la depenalizzazione delle droghe eliminerebbe le mafie del narcotraffico. -------------------------------------- NOTIZIE 30-10-2007 Italia. Torino. Slitta discussione mozione su narcosala La mozione sulla sperimentazione delle cosiddette narcosale, proposta da 21 consiglieri comunali, potrebbe slittare al 12 novembre, se verra' accolta la richiesta di un ulteriore rinvio presentata dal capogruppo della Lega Nord Mario Carossa. La decisione -ha spiegato il vicepresidente dell'assemblea, Michele Coppola- sara' presa oggi nella conferenza dei capigruppo. Nella seduta odierna, due consiglieri di Sinistra Democratica, la capogruppo Monica Cerutti, e Marco Grimaldi, primo firmatario della mozione, hanno chiesto spiegazioni al mancato inserimento del documento nell'ordine del giorno dell'assemblea comunale. 'La conferenza dei capigruppo -ha spiegato Coppola- aveva gia' accolto la richiesta, presentata dai consiglieri Carossa (Lega Nord) e Angeleri (Udc) di rinviare la discussione alla seduta successiva, domani verra' deciso se ci sara' un ulteriore slittamento dal 5 al 12 novembre'. 30-10-2007 Italia. Aumentano rinoplastiche per abuso di cocaina Cocaina che distrugge le mucose nasali e che spinge sempre piu' gente a rifarsi il naso dal chirurgo plastico. La 'polvere bianca' e' protagonista al Congresso di Federserd, la federazione dei servizi pubblici per le dipendenze. Ieri, il faro era puntato sugli effetti deleteri della cocaina sul naso di chi ne fa un uso continuato. A furia di sniffare, avvertono gli esperti, si arriva a un punto in cui non si respira piu' bene e le mucose cominciano a bruciare. E' quello il momento in cui, spiegano, ci si rivolge al chirurgo plastico per una ricostruzione interna, e questo puo' essere fatto gratuitamente in ospedale, o con diecimila euro in una struttura privata. E' l'ultima tendenza per i consumatori della polvere bianca, e si sta diffondendo in misura tale che i chirurghi hanno ormai delle vere e proprie liste d'attesa. Fino a poco tempo fa, i casi di ricostruzione del naso erano rarissimi, uno su cento cocainomani, quasi nessuna donna. E riguardavano per la quasi totalita' vip dello spettacolo o manager. Ora la richiesta di questo intervento si e' ampliata, e ci sono liste di attesa anche di cinque mesi in cliniche private e piu' di un anno e mezzo in ospedale, quasi quanto per una Tac. Non sono piu' rare le donne, e sono sempre piu' numerose le persone di tutti i ceti sociali. "Si sniffa cocaina, si vede il naso danneggiato con grande difficolta' nella respirazione -dice Claudio Leonardi, coordinatore del Comitato scientifico di Federserd- si va dal chirurgo plastico per un intervento, si soffre un po' e poi se non si e' imparata la lezione e non ci si e' curati, si torna a sniffare". "E' un problema in aumento ed e' un fenomeno che vediamo bene parlando con i tossicodipendenti. La situazione e' ancor piu' grave se si pensa che sono costretti alla ricostruzione del naso anche tanti giovanissimi, nei quali le mucose e la cartilagine sono piu' delicate". "C'e' una valvola nel naso -commenta da Roma il professore Ezio Maria Nicodemi, specialista in chirurgia plastica a Tor Vergata- che recita un ruolo cruciale nelle fasi di ispirazione e di espirazione. Quando una persona prende cocaina provoca prima un danno ai tessuti della mucosa nasale e poi, se continua a sniffare, al tessuto cartilagineo che e' la componente, anche se in parte, del cosiddetto setto nasale. Con il tempo la cocaina provoca la perforazione della mucosa e della cartilagine". Tutto questo fiume di cocaina, che sempre piu' invade il mercato illegale nelle nostre citta', ha una provenienza precisa: la Colombia. E un 'vettore' che la porta fino a noi, la 'ndrangheta, che ha stretto legami sempre piu' serrati con i cartelli colombiani che gestiscono i traffici di cocaina. Ma ora l'organizzazione criminale calabrese non si limita piu' a fare da intermediario per conto dei cartelli colombiani riciclando i proventi della cocaina, ha denunciato oggi, sempre a Sorrento, il vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Lumia: ha cominciato a produrre direttamente, comprando terreni nei quali agisce fianco a fianco ai narcos dei cartelli. PILL TEST IN DISCOTECA - Un sms sul cellulare che ti avvisa che nella discoteca dove stai andando circola una sostanza stupefacente particolarmente pericolosa o nuova, oppure un muro con tanti foglietti colorati dove il colore indica la pericolosita' delle droghe che puoi trovare nel locale: si chiama pill testing, e' diffuso in almeno nove Paesi europei ma in Italia e' vietato. Il pill (o drug) testing, nato in Olanda, consiste nel portare la sostanza che viene venduta in quel momento nel locale a un laboratorio per farla analizzare e poi informare i consumatori di eventuali pericoli o nuove droghe in giro. Lo fanno volontari o operatori dei servizi sociali, coperti in alcuni casi dalla locale legislazione o, in altri, da una tacita tolleranza. Puo' essere considerato un 'sistema salvavita' perche', secondo gli operatori, potrebbe evitare tanti rischi ai consumatori. 'I sistemi per informare i ragazzi su cosa c'e' dentro le pillole o le polverine che prendono nelle discoteche sono vari', ha spiegato Edoardo Polidori, direttore del Sert di Forli'. Si va dal muro di avvisi anonimi e colorati in Belgio -dove il colore indica la pericolosita' della sostanza analizzata- alle informazioni on line in Austria; e si sta studiando come dare queste risposte con un sms sul cellulare. I progetti, quindi, non si limitano ad analizzare le sostanze, ma cercano di coinvolgere i consumatori, responsabilizzandoli e rendendoli consapevoli dei rischi del divertimento notturno e del consumo ricreazionale di stupefacenti. 'Si basa su un meccanismo di autocontrollo che nei modelli di consumo, a differenza che nelle dipendenze, funziona molto piu' del controllo'. "E' inconcepibile che lo Stato italiano utilizzi denaro pubblico per pagare la ricostruzione del naso ai drogati". Lo afferma Isabella Bertolini, vice presidente dei deputati di Forza Italia, che spiega di voler presentare "un'interrogazione parlamentare per chiedere alla Turco le motivazioni di tale disposizione inaccettabile". Le gia' esangui casse del servizio sanitario nazionale, aggiunge Bertolini, "non possono essere ulteriormente aggravate dal costo di un'operazione di chirurgia plastica a favore di persone dedite alla pratica di un odioso e pericoloso vizio". Secondo l'esponente di Fi "una cosa e' certa: il dato sulla crescita dell'uso di cocaina e' davvero allarmante. Sempre piu' persone in Italia sono schiave della droga. Politiche di repressione e di prevenzione sono assolutamente necessarie. La Turco, fautrice della depenalizzazione della cannabis- conclude- dovrebbe meditare su questi dati cosi' preoccupanti". "Il forte aumento di consumatori abituali di cocaina rappresenta un nuovo aggravio di spese per la sanita' pubblica". Lo sostiene il parlamentare di Forza Italia Giuseppe Marinello, riferendosi agli interventi cui si sottopongono sempre piu' cocainomani per rifarsi il naso distrutto dalla cocaina, anche nelle strutture pubbliche. "Quello che deve far riflettere e' che un intervento di questo tipo in clinica -spiega Marinello- costa circa 10.000 Euro, ma le strutture pubbliche lo praticano gratuitamente perche' il danno viene considerato funzionale. Il Ministro Turco dovrebbe riflettere di piu', quando a pagare e' l'intero Paese, ma soprattutto quando succede che un vaccino per il batterio streptococco e' troppo costoso per essere somministrato dagli ospedali e questo causa la morte di una bambina di soli 5 mesi. Non c'e' piu' il senso della misura e della realta'". "E' davvero incredibile che in Italia aumenta il costo del pane, della pasta, dell'energia elettrica, mentre l'unico costo che si abbatte considerevolmente e' quello della cocaina con un conseguente aumento di coloro che ne fanno uso". Lo afferma Silvana Mura, deputata di Idv, secondo la quale "e' ancora piu' sconcertante apprendere che l'aumentato consumo di cocaina, oltre ad arricchire il mercato del traffico e dello spaccio, si traduce in un costo per il servizio sanitario con le operazioni di ricostruzione del setto nasale e del palato". "Dati talmente eclatanti che non possono essere ignorati. Se non si riesce a bloccare la diffusione della cocaina intervenendo nel momento dell'importazione e dello spaccio, si potrebbe intervenire in questa fase finale quando il consumatore di cocaina si palesa con l'operazione di ricostruzione nasale. Penso al pagamento di un ticket di almeno 1.000 euro e di una segnalazione d'ufficio all'autorita' giudiziaria, obbligatoria sia per gli ospedali pubblici che per le cliniche private che faccia venire meno il fine principale di queste operazioni che -conclude Mura- e' quello di continuare a sniffare senza che nessuno se ne accorga". 30-10-2007 Spagna. Controlli automobilisti: cannabis piu' frequente di alcool Il consumo di droga da parte degli automobilisti spagnoli è superiore a quello di sostanze alcooliche: questi i risultati dei controlli -limitati fino ad ora in due sole provincie- effettuati dalla Guardia Civil nell'ultimo fine settimana. Come riporta il quotidiano spagnolo El Mundo abitualmente circa il 3% dei fermati risulta avere un tasso alcoolico superiore allo stabilito; i positivo a cannabis, cocaina, anfetamine o altre sostanze sono invece stati il 7,5% del totale. Le Direzione Generale del traffico spagnolo ricorda che mettersi al volante dopo aver fatto uso di sostanze stupefacenti è un reato penale punibile con una condanna da tre a sei mesi di carcere. 30-10-2007 Italia. Ddl Governo: raddoppiare pene per chi causa incidenti sotto effetto droghe o alcool Fra le principali misure contenute nei pacchetto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri, ce n'e' una che ancora una volta nel giro di pochi mesi aumenta le pene per chi guida sotto l'effetto dell'alcool o delle droghe. Chiunque al volante sotto l'effetto di alcol o droghe provoca un omicidio colposo e' punito con la reclusione da tre a 10 anni (oggi ci sono pene da uno a cinque anni). Nel caso di condanna per omicidio colposo o lesioni colpose a piu' persone, poi, 'e' sempre disposta la confisca del veicolo salvo che appartenga a persona estranea al reato'. 30-10-2007 Gb. Telegraph: il piu' grande genio vivente? Albert Hoffman, padre dell'Lsd Il piu' grande genio vivente? Albert Hoffman, inventore del potente allucinogeno Lsd. E' questa la classifica compilata dal quotidiano britannico Telegraph. Solo al secondo posto l'inventore del World Wide Web, Tim Bernes-Lee. Al settimo posto, insieme all'astrofisico Stephen Hawking, figura l'unico italiano nella classifica lunga centro nomi: il premio Nobel Dario Fo. 30-10-2007 Italia. Al via test antidroga per lavoratori a rischio Via libera ai test antidroga per i lavori a rischio. La Conferenza Unificata ha infatti ratificato oggi l'intesa per prevedere controlli periodici, sull'eventuale uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, a garanzia della salute e della sicurezza dei lavoratori con mansioni che possono comportare rischi per se' o per i cittadini. L'intesa -fortemente voluta dal Ministro della Salute Livia Turco- colma una lacuna normativa protrattasi per ben 17 anni. Essa da' infatti attuazione alle previsioni previste in tal senso dall'articolo 125 del DPR n.309/1990 "Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza". L'intesa -fa sapere il ministero della Salute in una nota- prevede l'effettuazione di controlli a garanzia della salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini utenti, esposti al rischio di incidenti gravi e mortali dovuti alla pericolosa condizione di alterazioni dell'equilibrio psicofisico per assunzione di sostanze stupefacenti e psicotrope da parte degli stessi lavoratori. Tali controlli, i cui costi sono a carico del datore di lavoro, prevedono visite mediche ed esami di laboratorio da effettuare in conformita' alle procedure diagnostiche e medico-legali che verranno definite nel dettaglio entro i prossimi 90 giorni con Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome. Il provvedimento e' rivolto ai lavoratori che svolgono mansioni particolarmente delicate per la sicurezza collettiva nel settore dei trasporti, come conducenti di autobus, treni, navi, piloti di aerei, controllori di volo, addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci, ecc, o per quanti si trovano a maneggiare sostanze pericolose come gas tossici, esplosivi e fuochi d'artificio. Il provvedimento si propone di "assicurare una efficace prevenzione degli infortuni e degli incidenti, con la immediata sospensione temporanea dell'idoneita' per tali delicate mansioni del lavoratore risultato positivo agli accertamenti sanitari; "favorire il recupero della tossicodipendenza del lavoratore, avviandolo verso idonei programmi di riabilitazione al termine dei quali sara' possibile la riammissione alle precedenti mansioni; "scongiurare il passaggio da un uso saltuario di droghe ad uno stato di tossicodipendenza, prevedendo controlli specifici e periodici da parte del medico competente in collaborazione con il Sert locale o di competenza. Esiti degli accertamenti Il provvedimento non si pone alcun obiettivo "punitivo" nell'effettuazione dei controlli previsti, sia di screening sia di accertamento di tossicodipendenza. Non vi e' nessun licenziamento per i lavoratori in difficolta' che accettino il percorso di riabilitazione. Infatti in caso di positivita' degli accertamenti sanitari l'accordo prevede che il datore di lavoro e' tenuto a sospendere il lavoratore dall'espletamento delle mansioni, ma la libera accettazione da parte del lavoratore di sottoporsi a percorsi di recupero, fornisce ampie garanzie della conservazione del posto di lavoro per tutto il periodo necessario per il recupero. Qualora sia accertato un uso solo occasionale, il medico competente puo' riconsiderare l'inidoneita' del lavoratore, dopo parere favorevole in tal senso del Sert. In questo caso il medico, al fine di certificare l'idoneita', provvedera' a effettuare controlli ripetuti per escludere ulteriori assunzioni di droghe. E' prevista, inoltre, la possibilita' per il lavoratore di essere adibito a mansioni diverse in considerazione della forte valenza sociale di integrazione rappresentata dal lavoro. Qualora, in caso contrario, l'interessato non intendesse liberamente partecipare a percorsi di recupero resterebbe preclusa la specifica attivita' particolarmente a rischio identificata nell'accordo. Stante la natura sperimentale dell'accordo stesso e' stato opportunamente previsto che sulla base delle esperienze acquisite e dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche l'accordo stesso puo' essere aggiornato. Il testo integrale dell'intesa e' disponibile sul portale del ministero della Salute. I servizi pubblici per le dipendenze sono soddisfatti per il 'riconoscimento della loro competenza' sui percorsi di riabilitazione, contenuta nell'intesa sui test antidroga per i lavoratori, ratificata oggi dalla conferenza unificata Stato-Regioni. 'Siamo innanzitutto soddisfatti -commenta Alfio Lucchini, presidente della Federazione nazionale dei Sert (Federsert), che proprio in questi giorni e' riunita in congresso a Sorrento- che sia giunta al termine la vicenda quasi ventennale dell'applicazione di questo articolo del testo unico sulle tossicodipendenze. Per quanto riguarda il ruolo dei Sert restiamo in attesa dei decreti attuativi, che lo specificheranno nel dettaglio. Per il momento notiamo come venga riconosciuta ai servizi pubblici la competenza sui percorsi di riabilitazione. Per il resto valuteremo poi'. 30-10-2007 Italia. Torino. Sintesi conferenza stampa dei promotori petizione narcosala Riceviamo e pubblichiamo la sintesi della conferenza stampa dei promotori della petizione per l'istituzione di una narcosala nella citta' di Torino. Ha introdotto la conferenza stampa Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani): "Partimmo con la raccolta firme sulla petizione il 21 settembre, un mese fa, dopo un lungo lavoro di preparazione e di formazione. Credevamo di essere soli ma una settimana dopo ben 20 consiglieri comunali di Torino presentarono una mozione che contemplava anche, fra l'altro, la richiesta di istituzione di una narcosala in città. Abbiamo continuato a raccogliere firme dei cittadini perché riteniamo che siano necessarie, indispensabili, due gambe (quella istituzionale e quella popolare) per raggiungere la meta. Ho letto che il sindaco Chiamparino scriverà al ministro Turco per richiedere "ulteriori elementi tecnici"; ma il "know how" in materia esiste già, si è formato nel corso di almeno dodici anni di politiche di riduzione del danno nella città di Torino. Ribadiamo, inoltre, che la narcosala è compatibile con la legge vigente, poiché l'art. 79 del DPR 309/90 punisce l'utilizzo di locali a fini di spaccio; la narcosala è un servizio socio-sanitario di riduzione del danno e non rientra, quindi, nella fattispecie suddetta.". Domenico Massano (giunta segreteria Associazione Radicale Adelaide Aglietta): "Siamo per una cittadinanza attiva e consapevole. E' stato preziosa la sinergia venutasi a creare fra le tre diverse associazioni promotrici e cittadini non riconducibili a nessuna delle tre, partendo dalla scintilla scaturita dal documentario "La Stanza dei figli" di Alessandro Orsi e Malega9. Alla nostra proposta politica è stata contrapposta una protesta ideologica, basata sulla paura e sulla chiusura. Invece, questa città deve aprirsi, fornendo servizi per tutti, nessuno escluso. Abbiamo ricevuto molte adesioni "pesanti", fra cui quelle di Leopoldo Grosso (Gruppo Abele), Bianca Guidetti Serra, Don Andrea Gallo di Genova, la CNCA del Piemonte, la LILA nazionale, Gianni Vattimo, Carmelo Palma.". Franco Cantù (Coordinamento operatori servizi a bassa soglia del Piemonte): "Spesso mi chiedo chi siano i consulenti tecnici dei politici che sono così ferocemente contrari alle narcosale; forse, non esistono. Ripetiamolo: non bisogna confondere due servizi profondamente diversi: la somministrazione controllata di eroina è un servizio di alta soglia, perché è rivolto ai tossicodipendenti cronici, con criteri di accesso molto restrittivi; la narcosala è un servizio di bassa soglia, facilmente accessibile, che contempla al suo interno sia l'aspetto sanitario sia l'aspetto sociale. L'esperienza della raccolta firme ha dimostrato che, se c'è il modo di spiegare le cose, i cittadini rispondono.". Alessandro Orsi (Malega9 Produzioni): "Sono soddisfatto sia per le firme raccolte sia perché l'alleanza fra associazioni molto diverse fra loro ha tenuto ed ha fruttato. La narcosala non si sovrappone agli altri servizi già presenti, non toglie loro spazio; semplicemente, offre un'alternativa al buio e alla disperazione che gli altri servizi non riescono ad intercettare. La narcosala è un luogo dove è possibile instaurare un rapporto con persone che non sono in grado di scegliere di staccarsi dalle sostanze.". Susanna Ronconi (Presidente Forum Droghe): "Do' una definizione della raccolta firme per la narcosala: prove tecniche di decisione politica partecipata. Io lavoro nei servizi di riduzione del danno da 15 anni; gli inizi furono molto difficili; allora, non era previsto alcunché fra il consumo di droghe e l'astinenza totale. Dalla mia esperienza sul campo ho tratto l'esigenza della necessità di instaurare un dialogo circolare fra tecnici, politici e tutta la città. L'esperienza dei tavoli l'ha dimostrato: si può parlare di queste cose con tutti, anche con chi la pensa diversamente. E ci vorrebbe un po' di coraggio, uno sguardo che sappia vedere cosa accade da altre parti; noi siamo qui a batterci per una narcosala a Torino, Barcellona ne ha cinque perfettamente funzionanti.". I promotori della petizione popolare tenteranno nei prossimi giorni di organizzare momenti di dibattito e di confronto nelle circoscrizioni di Torino, dove è in atto una controffensiva del centrodestra, che, sfruttando la sindrome NIMBY ("Non nel mio cortile!"), sta cercando di far approvare mozioni antinarcosala. Martedì 6 novembre, alle ore 20:30, presso la sede radicale di via Garibaldi n. 18, riunione di tutti i militanti della raccolta firme sulla petizione, per fare il punto della situazione e per organizzare una presenza pubblica per lunedì 12 novembre, quando il Consiglio Comunale di Torino discuterà la mozione sulla narcosala. Per ulteriori informazioni e adesioni: narcosalatorino@libero.it 31-10-2007 Indonesia. Amnesty: no a pena di morte per reati di droga L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha espresso la sua "profonda delusione" per una sentenza emanata da una corte indonesiana che stabilisce la pena di morte per alcuni crimini gravi, come quelli legati alla droga. La coordinatrice del progetto regionale di Amnesty contro la pena di morte nella regione dell'Asia e del Pacifico Louise Vischer ha detto che Giakarta dovrebbe trovare modi alternativi per fermare i trafficanti di droga. "E' legittimo che il governo indonesiano adotti le adeguate misure legali e contro i crimini legati alla droga, ma non esiste alcuna evidenza specifica che la pena di morte distolga i potenziali trafficanti più di altre pene", ha detto la Vischer. La Corte Costituzionale indonesiana ha respinto ieri l'appello rivolto da tre trafficanti australiani e altri due indonesiani, che si trovano al momento nel braccio della morte. I cinque detenuti, condannati secondo il Codice Penale, hanno contestato la legalità della pena capitale, sostenendo che secondo la Costituzione del paese ogni essere umano ha diritto alla vita. La risposta dei giudici è che il diritto alla vita non è assoluto e che i crimini legati alla droga possono essere puniti con la morte. La Corte Costituzionale ha stabilito inoltre che gli australiani non sono nella posizione di contestare la legge indonesiana, in quanto sono stranieri. Il capo dell'Agenzia Nazionale Narcotici I Made Mangku Pastika ha elogiato la sentenza: "Nemmeno la condanna a morte può distogliere i trafficanti di droga, figuriamoci se non ci fosse la pena capitale", ha dichiarato Pastika al Jakarta Post. Il ricorso legale era stato inoltrato dai prigionieri indonesiani Edith Yunita Sianturi e Rani Andriani e dagli australiani Myuran Sukumaran, Andrew Chan e Scott Anthony Rush. Gli australiani fanno parte dei cosiddetti 'Nove di Bali', un gruppo di nove persone che tentarono di contrabbandare eroina da Bali verso l'Australia nel 2005. Rischiano tutti la fucilazione. Nonostante queste dure sentenze, il problema del traffico e del consumo di stupefacenti resta molto serio a Bali, dove sia i residenti che i visitatori stranieri sono coinvolti. Secondo i dati della polizia, il numero totale di casi di droga sull'isola è salito dai 478 del 2005 ai 613 dello scorso anno. Nella prima metà del 2007 erano 302. Nel 2005 furono arrestati 432 balinesi, 558 nel 2006. Altri 30 indonesiani in altre zone dell'arcipelago sono stati arrestati negli ultimi due anni. Quanto agli stranieri, 23 sono stati arrestati nel 2005 e 28 nel 2006. Nei primi sei mesi dell'anno ne sono stati arrestati 10. 31-10-2007 Afghanistan. Onu suona l'allarme: valanghe di droga sui Paesi vicini Uno "tsunami" di oppio si abbatterà sui Paesi vicini dell'Afghanistan se non sarà migliorata la sicurezza alle frontiere. Lo ha detto Antonio Maria Costa, il direttore dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, in occasione dell'apertura di una conferenza sul tema a Kabul. Le coltivazioni di papavero da oppio in Afghanistan costituiscono "una grave minaccia" per la salute pubblica in tutto il mondo e per la sicurezza dei vicini dell'Afghanistan, dal momento che oltre il 90 per cento dei profitti della vendita di oppio finisce ai gruppi criminali e alle organizzazioni terroristiche, ha aggiunto Costa. "Se i controlli alla frontiera non saranno migliorati, i vicini dell'Afghanistan saranno colpiti da uno tsunami di droga micidiale", ha affermato. 31-10-2007 Italia. Perquisizioni e sequestri per sito web con consigli su produzione stupefacenti La Polizia postale di Catania ha condotto un'operazione finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti tramite Internet. L'indagine e' scaturita da un monitoraggio della Rete da parte degli agenti che hanno individuato un sito web, con una "bacheca", su cui numerosi utenti si scambiavano informazioni utili per la coltivazione e la produzione di sostanze stupefacenti. Il sito e' stato posto sotto osservazione e le successive investigazioni hanno consentito di risalire ai luoghi da cui gli utenti, su cui gravano i maggiori indizi, si sono collegati ad internet. La Procura distrettuale di Catania, informata delle indagini, ha proceduto ad emettere 17 decreti di perquisizione nei confronti altrettanti indagati. Controlli e persquisizioni hanno interessato dieci citta': Roma, Genova, Como, Livorno, Trento, Macerata, Perugia, Nuoro, Lecce e Ragusa. L'ulteriore sviluppo delle indagini consentira' di definire le responsabilita' penali. 31-10-2007 Birmania. Deceduto Khun Sa, re dell'eroina Khun Sa, un signore della droga, descritto un tempo dal governo americano come il più grande produttore di eroina di tutto il mondo, è morto venerdì scorso all'età di 74 anni. Lo hanno annunciato un suo associato e le autorità birmane. La causa della morte non è al momento nota, ma Khun Sa soffriva da tempo per una serie di infermità: era diabetico, semi-paralizzato, iperteso. Khun Sa aveva comandato un tempo un esercito di guerriglieri e si era definito "combattente per la libertà". Per quasi quarant'anni, il carismatico signore della guerra ha combattuto per l'autonomia dello Shan, una delle principali minoranze etniche in lotta contro le autorità centrali. Gli agenti antinarcotici di tutto il mondo usavano per lui termini come "principe della morte", per indicare che la sua organizzazione ricorreva a omicidi e rapine. Washington aveva accertato che circa il 60 per cento dell'eroina spacciata negli Stati Uniti proveniva dall'oppio coltivato nella zona da lui controllata. Nel periodo della sua massima notorietà, Khun Sa era a capo di un vero e proprio regno, il Triangolo d'Oro, tra Birmania, Thailandia e Laos, dove aveva installato una televisione satellitare, scuole e missili terra-aria. 31-10-2007 Usa. Bush chiede aiuto all'Istituto Mario Negri per droga nelle fogne La Casa Bianca chiama l'istituto Mario Negri, per sapere come fa a scovare i segni del consumo di droga nelle fogne: l'anno scorso, dopo la pubblicazione di uno studio sulla presenza di metaboliti di 'coca & co' nelle acque afferenti al depuratore di Nosedo, a Sud del capoluogo lombardo, e' stato contattato addirittura dalla Casa Bianca. Una telefonata dal cuore nevralgico degli Usa, interessato a scoprire i segreti di una nuova scienza emergente: "La cosiddetta ecofarmacologia". Dalle fogne passa di tutto. Compresi i pesticidi e gli agenti inquinanti, le scorie di antibiotici e di altri farmaci ultraprescritti, e quel che rimane delle droghe assunte dai cittadini della zona: cocaina, eroina, cannabis, anfetamine e ogni altra sostanza protagonista dello 'sballo da weekend'. Scovarle, misurando e monitorando il consumo di stupefacenti sempre piu' diffusi nella penisola e non solo, e' appunto fra le specialita' del Dipartimento ambiente e salute dell'Istituto Mario Negri di Milano. A svelare il retroscena 'americano', oggi a Milano a margine della presentazione della conferenza 2007 del Comitato Negri-Weizmann, in programma questa sera nel nuovo Mario Negri in Bovisa, e' il direttore dell'istituto, Silvio Garattini. "Il nostro studio e' stato ripreso da tutti i giornali del pianeta, da Taiwan agli Stati Uniti. Ci hanno chiamato da Londra, chiedendoci uno studio in loco, e ci ha telefonato la Casa Bianca. Non proprio per una consulenza ufficiale -dice modesto il farmacologo -piu' che altro per ottenere informazioni sul nostro metodo". Cosi' da importarlo Oltreoceano, "per inserire nei loro programmi indagini di questo tipo". Dopo lo studio sui consumi di droga all'ombra della Madonnina nel 2006, "un'altra ricerca e' in corso per avere dati aggiornati al 2007", fa sapere Garattini. "Le nostre sono indagini in massima parte autofinanziate - precisa - Sarebbe invece importante che qualcuno ci sostenesse". Gb e States hanno chiamato, ma da Roma "non l'ha fatto nessuno". Tutto nasce dagli spettrometri di massa del Mario Negri. "Almeno 12 apparecchiature fra le piu' moderne sulle quali lavorano una cinquantina di scienziati". Cervelli che l'anno scorso, "analizzando appunto la composizione delle acque reflue in prossimita' del depuratore di Nosedo, e tenendo conto dell'entita' del bacino d'utenza servito, circa un milione di persone pari alla popolazione di Milano sono riusciti a calcolare il consumo di droga in citta' nel 2006: "Ogni giorno 30.400 dosi di cannabis, 10.555 di cocaina, 2.800 di eroina e 411 di anfetamine. Con un trend di consumo che restava costante su tutti i giorni della settimana per eroina e cannabis -evidenzia lo scienziato- ma che si impennavano durante il weekend per coca e anfetamine". Il monitoraggio 2007 "e' tuttora in corso, ma dai primi dati i consumi non sembrano assolutamente in calo rispetto all'anno scorso". "Attivita' di questo tipo, che consentono di controllare in tempo reale i consumi di droga effettivi, e non quelli riportati sulla base di sondaggi estemporanei, sono fondamentali anche per definire campagne di sensibilizzazione mirate. Per capire se funzionano davvero", ed eventualmente per correggere il tiro se i risultati non centrano gli obiettivi prefissati. Tutto questo "dovrebbe diventare un sistema di monitoraggio continuo in punti strategici di tutto il Paese, ma i nostri politici sembrano poco interessati", riflette l'esperto. Garattini conclude: "Siamo impegnati anche con studi su pesticidi e antibiotici, che a Milano e in tutta Italia vengono utilizzati spesso a sproposito col rischio di favorire la proliferazione di batteri resistenti". E "cerchiamo anche diossine e benzene". E' il principio dell'ecofarmacologia: "Seguire la vita di ogni sostanza nell'ambiente, nell'acqua, nell'aria e nella terra, perche' cio' che magari e' innocuo per l'uomo puo' fare del male a un'altra specie o al nostro pianeta". 31-10-2007 Italia. Cassazione: legale coltivazione cannabis se non e' di natura imprenditoriale La Cassazione ribadisce che la mini coltivazione domestica di canapa non costituisce reato se essa "non si sostanzia nella coltivazione in senso tecnico-agrario ovvero imprenditoriale". E questo, ricorda piazza Cavour, "per l'assenza di alcuni presupposti, quali la disponibilita' del terreno, la sua preparazione, la semina, il governo dello sviluppo delle piante, la disponibilita' di locali per la raccolta dei prodotti e, che, pertanto, rimane nell'ambito concettuale della cosiddetta coltivazione domestica, ricade nella nozione, di genere e di chiusura, della detenzione, sicche' occorre verificare se, nella concreta vicenda, essa sia destinata ad un uso esclusivamente personale del coltivato"". In questo modo, la Sesta sezione penale, con la sentenza 40362, ha respinto il ricorso del Procuratore generale di Genova che chiedeva di annullare l'assoluzione accordata a Luciano M., un genovese che sul balcone di casa coltivava alcune piantine di canapa indiana " a scopo ornamentale". Secondo la Procura genovese, l'uomo doveva essere condannato perche' "il legislatore considera pericolosa per la salute pubblica ogni forma di diffusione della droga, e inoltre, non e' mai possibile, nel momento in cui la coltivazione e' in att, individuare l'effettiva futura destinazione delle piante in coltivazione". Piazza Cavour ha respinto il ricorso, affermando che "la conforme decisione dei due gradi di merito non lascia dubbi sull'accertamento e sulla valutazione del fatto, ne' sull'assenza della destinazione all'uso di terzi". "La sentenza della Cassazione che permette che la canapa indiana possa essere coltivata in piccole 'piantagioni' domestiche per essere poi venduta come pianta ornamentale e' a dir poco sconcertante. Purtroppo non e' il primo pronunciamento in tal senso di un tribunale italiano". Lo sottolinea - in una nota - Isabella Bertolini, vice presidente dei deputati di Forza Italia. "Gia' il tribunale di Cagliari, qualche tempo fa, aveva assolto un ragazzo che coltivava questa droga nel terrazzo. Nel nostro Paese - prosegue Bertolini - comincia ad attecchire un filone giurisprudenziale, intriso di quel dannoso relativismo propugnato dalla maggioranza di governo di sinistra, il quale auspica e persegue una completa liberalizzazione delle canne. Tale approccio antiproibizionista e' purtroppo in linea con il tentativo del nostro ministro della Salute di depenalizzare e favorire il consumo di canapa indiana in Italia. Siamo davvero preoccupati per il caos ed il degrado che ogni giorno di piu' dilaga nella nostra societa' ". "E' bello sapere che anche la Cassazione ama la natura, il bello e le virtu' terapeutiche del mondo vegetale. Non possiamo che apprezzare il via libera da parte della Corte alla coltivazione della canapa indiana per uso ornamentale". Cosi' il senatore del gruppo dei Verdi-Pdci, Gianpaolo Silvestri. "Le foglie della canapa indiana- prosegue Silvestri- sono davvero belle e siamo certi che gli italiani sapranno rendere piu' piacevoli i momenti passati in casa coltivando queste piante con passione". La sentenza della Cassazione sulla coltivazione della canapa indiana e' 'una disquisizione giuridica che appare francamente irresponsabile'. Ad affermarlo e' l' on. Carolina Lussana della Lega Nord Padania dopo il pronunciamento dei giudici sulla possibilita' di coltivarla come pianta ornamentale. 'Ci lascia perplessi soprattutto perche' apre pericolose sacche di impunita' nella lotta alla diffusione delle sostanze stupefacenti. Adesso - spiega la parlamentare - bastera' dichiararsi amanti della cannabis come pianta ornamentale per venderla o acquistarla liberamente senza incorrere in alcuna sanzione. Sentenze come questa non aiutano certo a combattere il consumo della droga'. Nella coltivazione stessa della canapa indiana 'sussiste gia' una pericolosita' concreta al potenziale uso e spaccio di droga'. Lo afferma la parlamentare di Forza Italia Gabriella Carlucci, chiedendosi 'quali siano i parametri per stabilire se cinque piantine di canapa sono coltivate in una vasca da bagno domestica solo a scopo ornamentale', dopo la sentenza con cui la Cassazione afferma in una sentenza che la canapa indiana puo' essere coltivata in piccole piantagioni domestiche per essere venduta come pianta ornamentale. La Cassazione, secondo Carlucci, sarebbe 'ignara pero' dell'allarme lanciato solo qualche giorno fa da FeDerSerD (la Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze): oggi un giovane su tre assume droghe. E la cannabis e' anche la sostanza piu' frequentemente rilevata nel sangue di chi causa incidenti stradali. Ritengo che solo qualora dovesse risultare l'assenza o l'insufficienza di effetto drogante delle piante coltivate si potrebbe escludere il reato. Diversamente, la coltivazione domestica va perseguita senza sconti. Evitiamo che alla prevenzione si sostituisca una sconsiderata politica di incitamento all uso e allo spaccio di droghe. Evitiamo che le vasche da bagno siano i nuovi cache-pots delle droghe'. 31-10-2007 Italia. Torino. Chiamparino chiede opinione ministro Salute su narcosala Nuova iniziativa del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, in merito alla possibile sperimentazione in citta' delle narcosale. Dopo le numerose polemiche che si sono scatenate in citta' in seguito alla mozione di alcuni consiglieri comunali di maggioranza che invitano alla realizzazione di una sala di consumo, il primo cittadino del capoluogo piemontese ha inviato una lettera al ministro della Salute Livia Turco per chiedere chiarimenti in merito alla praticabilita' dell'iniziativa. In particolare, Chiamparino richiede un parere su 3 punti definiti cruciali: "la possibilita' di una sperimentazione, guidata dal ministero nell'ambito del servizio sanitario nazionale, di sale di somministrazione finalizzate alla riduzione del danno per i tossicodipendenti, alla predisposizione di maggiori appigli per inserire chi lo chiede nel ciclo di recupero e reinserimento e la riduzione della diffusione di illegalita' indotta dalla ricerca di soldi per l'acquisto delle sostanze; la possibilita' ove necessario di provvedere ai soli fini della sperimentazione ad una modifica della normativa nazionale che regolamente l'uso di stupefacenti a fini terapeutici; la possibilita' di mettere il servizio sanitario regionale in condizioni di afere risorse finanziarie, organizzative e di personale adeguate per sostenere tale sperimentazione senza intaccare le risorse gia' destinate alle strutture di recupero". La mozione sulle narcosale, discussa in sede di commissione, non e' ancora approdata in Consiglio comunale. "La discussione e' accanita e i tempi della votazione non sono immediati". 'Con la lettera al ministro Turco mi sembra che Chiamparino vada un po' oltre il suo ruolo. Dal momento che non riesce a ottenere dalla sua pur ampia maggioranza un voto favorevole alle narcosale, pensa di bypassare il problema cercando il supporto del ministro'. Cosi' il consigliere regionale di Forza Italia, Giampiero Leo commenta la missiva che il primo cittadino del capoluogo piemontese ha inviato al titolare della salute. 'Questo, pero' - prosegue Leo - non fa che evidenziare il fatto che, anche un eventuale mozione votata in Sala Rossa, non risolverebbe affatto il problema. E cioe' che per sperimentare la somministrazione controllata di stupefacenti occorre modificare una legge statale e coinvolgere la Regione. Quanto alle risorse, credo che se ci fossero nuove disponibilita' finanziarie in ambito sanitario, vi siano priorita' ben piu' importanti che non le stanze del buco'. 31-10-2007 Francia. Studio: contro dipendenza offrire ricompensa a chi smette Per vincere la dipendenza dalle droghe bisogna puntare su 'ricompense' alternative a quelle della somministrazione della sostanza stupefacente di cui si abusa. Questa la conclusione di uno studio che offre una nuova soluzione per combattere le tossicodipendenze, condotto dai ricercatori dell'universita' francese Victor-Segalen di Bordeaux e pubblicato su Nature Neuropsychopharmacology. Studiando alcuni ratti di laboratorio resi dipendenti dall'eroina, gli scienziati hanno scoperto che gli animali fanno meno uso della droga quando viene offerta loro una ricompensa alternativa alla sostanza stupefacente. Per esempio del cibo. Un comportamento tanto piu' spiccato quanto maggiore e' la dipendenza dei ratti all'eroina. Secondo gli autori dello studio, queste reazioni dimostrano che anche il cervello di chi e' tossicodipendente rimane sensibile a forme di piacere diverse dalla sostanza di cui non riescono a fare a meno. E che di conseguenza "il meccanismo della dipendenza e' basata su un ragionamento che valuta la ricompensa offerta dalla droga migliore di tutte le altre disponibili'. 01-11-2007 Italia. Assolto per detenzione di cannabis a scopo terapeutico Assume droga per uso terapeutico e viene assolto. Fara' certamente scalpore la sentenza emessa dal giudice monocratico Pierluigi Cianfrocca del tribunale di Frosinone, che vede come protagonista un trentenne arrestato nel 2006 dai carabinieri con l'accusa di detenere nell'auto 100 grammi di hashish. Il suo legale di fiducia, l'avvocato Vincenzo Savo, ieri ha illustrato al giudice i motivi per cui il suo cliente era costretto ad assumere droga. Nel 2003, infatti, a seguito di uno spaventoso incidente stradale il giovane aveva riportato la frattura di entrambi i femori. Lesioni che gli causavano dolori atroci ed insopportabili che potevano essere attutiti solo con degli anti-dolorifici forti. L'abuso di medicinali ha, pero', causato al giovane problemi gastro-intestinali. Il medico di famiglia si e' ritrovato a dover sospendere l'assunzione dei farmaci ed a non poter prescrivere, pero', quella di prodotti a base di oppiacei. Questo tipo di cura, infatti, puo' essere utilizzata solo in casi di estrema gravita'. Insomma, in base alla difesa dell'avvocato Savo, il suo cliente per poter vincere questi dolori ha iniziato ad assumere stupefacenti, in particolar modo a fumare spinelli. La tesi e' stata anche accolta dal Pubblico Ministero, la dottoressa Monti che ha chiesto l'assoluzione per il giovane. Per il secondo capo d'imputazione, quello inerente la sottrazione di droga, il Pm ha chiesto una condanna a 4 mesi. Il dottor Cianfrocca, al termine di una lunga camera di consiglio, ha assolto Mastronardi per la detenzione di sostanza stupefacente. 01-11-2007 Colombia. Impiegavano sottomarini per trasportare cocaina Le forze armate della Colombia hanno sequestrato oggi due sottomarini costruiti apposta per il trasporto di droga. L'operazione è avvenuta in una località sulla costa del Oceano Pacifico, non lontana dal porto di Buenaventura. Costruiti in fibra di vetro, i sottomarini erano nascosti in un cantiere navale clandestino. Uno dei due era pronto per salpare, il secondo ancora in fase di costruzione. Con una lunghezza di 17 metri, avrebbero potuto trasportare fino a cinque tonnellate di droga. Secondo le autorità colombiane, appartenevano alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), la più importante formazione guerrigliera dell'America Latina. La Colombia è uno dei Paesi maggiori produttori al mondo di cocaina. 02-11-2007 Italia. Pellegrino (Verdi): dopo sentenza Cassazione, abrogare Fini-Giovanardi "La sentenza della Cassazione sulla irrilevanza penale della coltivazione di cannabis e' positiva, un passo avanti nella lotta al traffico degli stupefacenti. Ora e' necessario abolire la legge-manifesto Fini Giovanardi perche' la demagogia non solo e' inutile per contrastare il consumo di droga ed il narcotraffico, ma e' assolutamente dannosa". Lo afferma il segretario della commissione Antimafia, Tommaso Pellegrino, dei Verdi. "Mandare in carcere tanti ragazzi per la cltivazione di una pianta o perche' fumano uno spinello peggiora la situazione e impedisce di dedicare energie a contrastare lo spaccio. La destra piuttosto che mostrare un volto ipocrita e demagogico sia responsabile perche' ormai e' chiaro a quasi tutti che quella legge e' nutile e dannosa e serve ben altro per combattere la diffusione della droga. Si ascoltino gli esperti, i medici, gli operatori per varare una riforma efficace". 02-11-2007 Svizzera. Martina Hingis positiva alla cocaina: accuse infamanti, mi ritiro Martina Hingis ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti. Per spiegare il perche'‚ del suo ritiro -il sospetto che abbia fatto uso di cocaina, emerso dopo un controllo all'ultimo torneo di Wimbledon, proprio li' dove era cominciata a 16 anni la sua carriera di successi- si e' affidata ad un comunicato letto durante una conferenza stampa convocata all'improvviso. L'ormai ex tennista, 27enne ex enfant prodige del circuito femminile, slovacca di nascita e svizzera d'adozione, ha scorso le righe di un testo con voce ferma, ma visibilmente emozionata. Poi si e' limitata ad aggiungere che non poteva dare ulteriori particolari e che le le domande avrebbero potuto crearle ulteriori problemi. Quindi ha lasciato la sala. 'Contro di me accuse immonde e mostruose. Io non ho mai fatto uso di sostanze dopanti. In tutta la mia carriera sono sempre stata trasparente ed onesta', ha sostenuto la Hingis, nonostante siano risultate positive sia le analisi che le controanalisi. Nelle quali pero', ha detto il suo avvocato, 'sono state constatate numerose incoerenze concernenti i test sulle urine prelevate a Wimbledon'. Dubbi sono stati sollevati sulle procedure antidoping seguite ed addirittura sulla effettiva appartenenza dei campioni alla tennista. Che ha aggiunto di 'essersi sottoposta ad un test sulla cocaina attraverso i bulbi capilliferi, con esito negativo' tra le analisi dei campioni A e B. Ma poiche'‚ non ha 'alcuna voglia di passare i prossimi anni a battersi contro le organizzazioni antidoping', ha preferito mettere fine alla sua carriera, anche per precedere una eventuale sospensione. 'Sono frustrata ed in collera. E' innegabile che per me era sempre piu' difficile competere ad alti livelli, sia a livello fisico che psichico. Accuse come questa sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Quindi considerata la situazione, la mia eta' ed i problemi dell'anca ho deciso di lasciare il tennis professionistico'. Ma prima ha voluto mettere qualche puntino sulle i: 'La mia unica arma sui campi da tennis e' ed e' sempre stato il gioco e l'amore per questo sport. Dicono che la cocaina aumenta l'auto-stima e da' una sorta di euforia. Non so se e' vero. Pero' ritengo sia impossibile, sotto l'effetto di droghe, mantenere concentrazione e coordinazione necessarie per giocare a certi livelli'. 03-11-2007 Italia. Zaffini (An): Perugia e' ormai supermarket della droga 'La stampa nazionale riferisce sempre piu' spesso sul dilagare della droga a Perugia e sull'impennata delle morti per overdose nella nostra regione. E' una pubblicita' che fa dell'Umbria un supermarket delle sostanze e la cosa ci preoccupa molto': lo afferma il capogruppo di An in consiglio regionale, Franco Zaffini, commentando un articolo di ieri sul quotidiano La Stampa. 'Le morti da overdose continuano e il problema diventa sempre piu' difficile da evitare e da nascondere, ma la politica regionale e' sempre piu' lontana dal capirlo. Combattiamo questa politica ogni giorno su due fronti: su quello ideologico, contro le ottuse proposte di riduzione del danno, come la distribuzione di farmaci salvavita e la sperimentazione delle narcosale; su quello pratico, contro la testardaggine di voler continuare a basare le soluzioni sull'attivita' dei Sert che, ormai se ne sono accorti tutti, e' completamente inadeguata, anzi dannosa'. 'Il testo unico Dpr 309/90 descrive i criteri di costituzione dei Sert: prevede che l'organico deve essere sufficiente a garantire attivita' di prevenzione, cura e riabilitazione, che deve essere disponibile 24 ore su 24, che deve provvedere a coordinare gli interventi relativi a Hiv, gravidanze, sessualita'. Ebbene, l'organico del Sert di Perugia dispone di soli 15 operatori per circa 800 utenti, lavora con orari d'ufficio, in fasce ristrette durante le feste ed e' chiuso la notte; non ha un ambulatorio per le donne tossicodipendenti in stato di gravidanza; non fornisce informazioni per prevenire infezioni e danni ai feti e ai neonati; non comunica con i reparti ginecologici dell'ospedale, ne' con i reparti di malattie infettive; non ha gli ambulatori per i tossicodipendenti malati di Hiv. Le cose non cambiano per la riabilitazione. Tutto il processo riabilitativo passa attraverso le cooperative, un muro altissimo che e' stato volutamente elevato per arginare qualsiasi altro soggetto desideroso di collaborare'. 'Queste sono le basi su cui il governo regionale ha intenzione di perseguire la sua politica antidroga. E' angosciante e continuando cosi', i giornali continueranno a descrivere l'Umbria come la terra della roba a basso costo, dello sballo e dell'overdose, e purtroppo della morte'. 03-11-2007 Brasile. Esecuzioni sommarie nei blitz antidroga della polizia E' stata una delle maggiori operazioni di polizia della storia brasiliana. Era il 27 giugno scorso, quando quasi 1400 agenti sferrarono un attacco congiunto al complesso di favelas "do Alemao", una delle più inespugnabili roccaforti del narco-traffico di Rio de Janeiro. Il bilancio ufficiale fu di 19 morti. Secondo la polizia, tutti criminali. Adesso anche una commissione federale afferma che qualcuno fu ammazzato dalle pallottole delle forze dell'ordine. Secondo i "favellati" e alcuni organismi per la difesa dei diritti umani, come Human Rights Watch, Unicef e la commissione ad hoc della Camera Municipale di Rio, non tutti i morti erano riconducibili a fazioni del traffico di droga; e soprattutto, gli osservatori hanno messo in discussione la particolare efferatezza dell'azione poliziesca. Poi si è attivata anche una commissione della Segreteria speciale per i diritti umani (SEDH) della Presidenza della Repubblica, dando corso a un'ispezione da Brasilia. Il risultato di quell'ispezione è stato reso pubblico ieri, scatenando un polverone. La relazione conferma le accuse dicendo che, in quella azione, ci furono "esecuzioni sommarie e arbitrarie" da parte della polizia. Fra le prove, innanzitutto, dice la relazione, lunga 15 pagine, il grande numero dei fori di entrata dei proiettili nella regione posteriore del corpo delle vittime e numerosi ferimenti in zone letali. Poi, gli spari sono stati effettuati a bruciapelo. Su alcuni corpi, inoltre, vi erano segni di munizioni differenti. La commissione riporta l'analisi sui corpi di due vittime, presunti trafficanti: in entrambi i casi, il primo sparo, nel cranio, è stato letale, effettuato da dietro. Il secondo sparo, invece, li ha colpiti frontalmente: in una vittima sul volto, nell'altra nel torace. L'opinione della commissione federale ha scatenato, come era prevedibile, un vespaio di polemiche. Non si è fatta attendere la reazione della Segreteria per la Sicurezza dello Stato di Rio de Janeiro, responsabile dell'azione. Il segretario, José Maria Beltrame, ha contestato fermamente il risultato della perizia, affermando che l'azione della polizia era stata elogiata anche dal presidente della Repubblica (notoria, al riguardo, l'affermazione di Luiz Inacio Lula da Silva nell'occasione: "I trafficanti non si combattono con i petali di rose"). E appoggio era giunto anche dal governatore dello Stato di RIo, Sergio Cabral. Beltrame contesta poi le modalità della perizia, affermando che nessuno della commissione si era recato sul posto, ma che le conclusioni sono basate sulle rilevazioni tecniche della polizia scientifica di Rio. Alle contestazioni di Beltrame, risponde però il coordinatore della Commissione permanente federale di lotta alla tortura e alla violenza istituzionale, Pedro Montenegro, il quale contraddice le parole del segretario affermando di essersi recato personalmente con due periti nei giorni 19 e 20 luglio presso l'Istituto medico legale di Rio: e di non aver potuto visitare invece il teatro di guerra per ragioni di sicurezza. Perplessità sull'azione poliziesca era stata sollevata a suo tempo anche dall'Ordine degli Avvocati Brasiliani, (OAB), sezione di Rio, che ebbe un aspro scontro con il governo dello Stato, e che oggi afferma di "veder confermati i sospetti". Le conclusioni del documento -basate su principi stabiliti dell'Onu che definiscono esecuzione sommaria "l'uso eccessivo della forza da parte dei funzionari incaricati di rispettare la legge"- riportano in primo piano la questione della violenza e dell'uso spropositato delle armi nelle città brasiliane. La media annuale si aggira intorno ai 40mila morti da arma da fuoco. I più colpiti sono i giovani neri tra i 15 i 24 anni: segno, che si tratta di giovani di comunità carenti, favelas e periferie. (di Alberto Riva/Apcom) 04-11-2007 Iran. A morte quattro persone condannate per traffico di droga Quattro uomini sono stati impiccati nella stessa giornata in Iran dopo essere stati condannati a morte per traffico di stupefacenti. Le esecuzioni sono avvenute ieri nel carcere di Bandar Abbas, nel sud, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano Etemad. I quattro erano stati arrestati in due distinte operazioni. Nella prima erano stati sequestrati 8,6 chilogrammi di eroina, nella seconda oltre mezza tonnellata di oppio e 162 chilogrammi di hashish. Sale cosi' a 233, secondo notizie di stampa, il numero delle persone giustiziate a partire dall'inizio dell'anno in Iran, dove la pena di morte e' prevista per diversi reati: tra questi, l'omicidio, la rapina a mano armata, la violenza carnale, il traffico di droga, la 'sodomia', l'apostasia e l'adulterio. 05-11-2007 Australia. Victoria. Campagna estiva contro l'Ice Il Governo lancia una campagna contro il consumo dell'Ice. Il ministro della Salute Lisa Neville ha dichiarato che questa e' una droga molto pericolosa, capace di provocare, a lungo termine, problemi mentali e fisici. "Il messaggio chiave della campagna e' "L'ice e' una droga orribile", e mettiamo in luce le pericolose conseguenze del suo consumo, come la depressione, l'ansia, e nei casi piu' gravi paranoia ed allucinazioni". Il ministro ha aggiunto che la campagna, diffusa sui media, locali pubblici e festival, durera' per tutta la stagione estiva, fino a marzo. Stagione in cui i giovani partecipano molto piu' spesso a feste ed e' piu' facile accedere allo stupefacente. 05-11-2007 Nuova Zelanda. Piu' neozelandesi contrari alla cannabis Una ricerca condotta dalla Drug Foundation rivela che solo il 19% della popolazione e' favorevole alla liberalizzazione delle droghe, la percentuale nel 2000 era del 60. Nel dettaglio, la ricerca rivela che il 46% della popolazione non vuole che la legge sulla cannabis sia cambiata, e il 34% che sia piu' severa. I piu' contrari sono risultati gli abitanti di Wellington, il 55% non vuole alcun cambiamento sulla legge esistente. Il direttore esecutivo della Drug, Ross Bell ha commentato: "Le statistiche rivelano che piu' della meta' dei neozelandesi ha provato la cannabis, uno su otto la usa regolarmente, ed e' arrivato il tempo di rivedere la questione. I politici si occupano delle metanfetamine sapendo che l'opinione pubblica e' dalla loro parte. Non vogliono parlare della cannabis, perche' non e' un argomento favorevole per vincere le elezioni". Aggiungendo che sono numerosi i problemi connessi al consumo della cannabis che dovrebbero essere presi in considerazione, inclusi quelli di salute pubblica. Chris Wilkins, ricercatore del Massey University Centre for Social and Health Outcomes Research and Evaluation, ha dichiarato che dalla ricerca del 2006 risulta che il 58% dei 15/58enni intervistati ha ammesso di consumare cannabis e il 18% di averla consumata l'anno precedente. 05-11-2007 Ue. Il dibattito sulle narcosale e l'esperienza di altri Paesi A Madrid c'e' il 'Dave', un centro polivalente voluto da maggioranza e opposizione, comprensivo di mensa e posti-letto, dove non e' obbligatorio iscriversi ad un programma terapeutico; ad Amsterdam ci sono sale di 'iniezione' distinte per olandesi e stranieri e alcune sono aperte anche agli spacciatori. Ma e' Francoforte la citta' con piu' narcosale e in alcune ci sono pure il nido e la navetta per il trasporto dei consumatori ai punti di spaccio. E infine, c'e' qualcuno che vorrebbe crearle anche in Italia. La proposta, firmata da venti consiglieri, e' partita da Torino. I consiglieri hanno chiesto al sindaco Chiamparino di realizzare le 'stanze del buco', sul modello di Amsterdam, Sydney, Vancouver e Barcellona. Una proposta, quella di creare strutture 'ad hoc' dove avvenga la somministrazione controllata della droga ai tossicodipendenti, che in Italia ha acceso la polemica e diviso. Per i firmatari del progetto l'obiettivo delle narco-sale sara' non solo togliere i drogati dalla strada fornendo loro assistenza medica e psicologica, ma cercare di coinvolgerli in un percorso di recupero'. Favorevoli alla creazione delle narco-sale, i ministri della Solidarieta' sociale e della Salute, Paolo Ferrero e Livia Turco; "Sono d'accordo -ha dichiarato Ferrero tra le polemiche- il fenomeno va combattuto e questo e' un esperimento per vedere se siamo in grado di fare qualche passo in avanti nel controllo delle tossicodipendenze e per cercare di risolvere i problemi che si verificano nelle nostre citta'". Analoga la posizione della Turco, che si e' detta d'accordo; 'semmai eviterei la definizione di 'stanza del buco' che e' del tutto fuorviante'. Ferrero in particolare, nel corso di un recente Question Time, rispondendo a un'interrogazione di An, ha sottolineato che dove sono state sperimentate, all'estero, le cosiddette narco-sale hanno ridotto il numero di morti, le malattie, la microcriminalita' legata alla tossicodipendenza, e anche l'allarme sociale e i rischi per la popolazione. Il ministro, sottolineando di condividere il giudizio del ministro della salute Livia Turco in merito all'iniziativa del Comune di Torino su questo tipo di sperimentazione, ha elencato le iniziative sulle dipendenze messe in cantiere dal suo dicastero: innanzitutto il Piano d'azione nazionale; poi un accordo con i ministeri della pubblica istruzione e della giustizia (16 milioni di spesa) per programmi gia' avviati dal precedente Governo; un accordo di programma con le Regioni (5 milioni di euro) per l'intervento sui giovani; un altro accordo con la Pubblica istruzione per interventi con 40 consulte studentesche in 40 province sulla prevenzione. Inoltre e' stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando sul reinserimento abitativo delle persone tossicodipendenti che hanno beneficiato dell'indulto (3 milioni) ed e' agli sgoccioli la fine della costruzione dell'Osservatorio del disagio giovanile legato alle dipendenze con la Conferenza Stato-Regioni (5 mln). Confermati anche i progetti di ricerca con il Cnr (8 mln), e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando per l'affidamento di una campagna informativa rivolta alla dissuasione al consumo di sostanze stupefacenti: un progetto da 2,5 milioni di euro, intrapreso insieme alle Regioni e al ministero della Salute. Nel 1994 a Francoforte viene sperimentata la prima "drug consumption room". In quegli anni sono tantissimi i giovani che fanno uso di eroina, si iniettano le dosi per le strade, molti nel parco piu' grande della citta', di fronte alla 'Deutche Bank'. Quotidianamente, oltre 15 ambulanze vengono chiamate per soccorrere tossici colpiti da overdose. E' allora che il problema inizia ad essere, oltre che umanitario, anche di ordine pubblico ed economico. Cosi' vengono istituite le 'stanze del buco', di cui ad oggi hanno usufruito 4.500 tossicodipendenti, e oggi molti sono in contatto con i servizi. Le narco-sale, a Francoforte, oggi sono quattro: si e' registrato un calo del 50 per cento dell'epatite C e della sieropositivita', e sono diminuiti anche gli interventi per overdose, che oggi sono 13 in una settimana. Nell'esperienza di questa citta' e' stato fondamentale il supporto delle forze dell'ordine, che pur sapendo cosa avveniva nelle sale, dove erano ovviamente presenti sostanze, non e' mai intervenuta, pur essendo il possesso di droga illegale. A Barcellona l'esperienza ha avuto invece fasi e problemi diversi: manifestazioni di protesta e questioni logistiche. All'inizio c'e' stata qualche protesta, ma oggi le narco-sale esistono e funzionano a pieno ritmo: hanno equipe mediche, sono aperte tutto l'anno, 24 ore al giorno. Forniscono vaccinazioni, programmi di metadone, siringhe. Fondamentale l'apertura ad orario continuo, perche', spiega l'operatore, la cocaina e' piu' consumata la notte, l'eroina la mattina. E ora i vicini hanno capito. Molti invece i contrari, a partire dalla Diocesi di Torino, che con un lungo documento firmato dal direttore dell'Ufficio salute, don Marco Brunetti, e dal direttore della Caritas, Pierluigi Dovis, ha mostrato tutta la sua contrarieta' all'iniziativa. "C'e' un'indicazione almeno di buon senso -si legge nel documento- che chiede alla politica di non accontentarsi di compiere le scelte piu' facili, meno onerose, piu' attrattive del solo consenso". Il documento non e' una bocciatura esplicita (il parere tecnico e' affidato agli operatori cattolici impegnati sul campo), ma un richiamo perche' "non e' possibile pensare a iniziative che cerchino di affrontare il problema senza contestualmente prevedere il prima, il durante e il dopo'. 'Nessuno ha bisogno di polemiche basate sull'ideologia -continua- di fronte a un fenomeno che coinvolge piu' persone, ma serve progettualita', tenendo presente che la questione delle tossicodipendenze e' diventata 'complessa e articolata". Infine nel documento viene evidenziato che 'bisogna valutare le iniziative anche in merito al valore educativo che esse rivestono. I valori che la Costituzione e una sana concezione di uomo portano avanti chiedono di non smentire con fatti troppo semplificati e superficiali i contenuti proposti da campagne formative e preventive. Non bisogna inoltre lasciarsi trascinare dalla sola questione di ordine pubblico". Perche' "c'e' un fronte etico che nella cura della persona umana chiede di saper tracciare con chiarezza i confini tra legalita' e illecito, senza formule di possibile complicita' indiretta e senza confusione tra mezzi e fini". (Adnkronos) 05-11-2007 Usa. Consigliere di Fred Thompson trafficava droga Uno dei consiglieri dell'aspirante candidato repubblicano alla presidenza Fred Thompson ha dei precedenti per droga, ha scritto ieri il Washington Post. Il caso rischia di diventare imbarazzante per Thompson, ex senatore del Tennessee, che deve la sua fama anche alla sua interpretazione del ruolo del procuratore distrettuale di New York nella serie televisiva "Law and Order" (legge e ordine). Al centro del caso vi e' l'imprenditore Phil Martin, amico di Thompson fin dai primi anni Novanta, ed ora uno dei quattro co-presidenti della sua campagna elettorale. Martin ha inoltre prestato piu' di una volta il suo aereo Cessna bimotore per i viaggi della campagna di Thompson, facendo risparmiare al candidato almeno 100mila dollari. Una legge valida fino allo scorso settembre permetteva infatti agli aspiranti candidati di pagare solo una parte minima del costo dei viaggi su aerei privati. Lo staff della campagna dell'aspirante candidato ha soprannominato Martin "la forza aerea di Thompson". Secondo quanto ha scoperto il Post negli archivi giudiziari della Florida, Martin si e' dichiarato colpevole nel 1979 della vendita di 5 Kg di marijuana per 3.400 dollari ad un agente sotto copertura. Da allora in liberta' vigilata, fu poi accusato nel 1983 di un tentativo di vendita di cocaina. Sospettato anche per un'attivita' di scommesse sportive, rimase tuttavia in liberta' vigilata. Martin, 49 anni, si e' poi rifatto una vita come imprenditore in Tennessee e fra il 1992 e il 2002 ha versato 75mila dollari nelle campagne di diversi candidati repubblicani. La vice responsabile delle comunicazioni di Thompson, Karen Hanretty, interpellata dal Post, ha detto che l'ex senatore "non era a conoscenza di queste informazioni". "Phil Martin e' stato un amico del senatore fin dalla meta' degli anni Novanta, e tale rimane, ha aggiunto. Il direttore delle comunicazioni, Todd Harris, ha poi spiegato che nessuno aveva controllato il passato di Martin, dato l'amicizia di lunga data con Thompson. 05-11-2007 Forli'. Osservatorio Sert: ecco chi si sballa Il mercato della droga non conosce crisi. I dati dell'Osservatorio sulle dipendenze patologiche del Sert dell'Ausl di Forli' dicono che aumentano le persone che fanno uso di sostanze psicotrope, ma cambiano e si differenziano i modelli di consumo. Pur restando l'eroina in testa, informa una nota, crescono infatti quanti usano cocaina (+3,7% dal 2005 al 2006) e fumano cannabis (+2,3% dal 2005 al 2006). E' questo il quadro che emerge dall'attivita' del Sert dell'Ausl di Forli'. Il Sert ha seguito, nel corso del 2006, 495 tossicodipendenti, 181 alcoldipendenti, e 78 tabagisti, prestando inoltre aiuto sia a 88 detenuti della casa circondariale di Forli' con problematiche legate all'abuso di sostanze stupefacenti sia 77 pazienti provenienti da altre Aziende Usl. "In questi ultimi anni -spiega il direttore Edoardo Polidori- abbiamo potuto constatare come la dipendenza da sostanze legali e illegali sia divenuta una realta' trasversale per eta' ed estrazione sociale: come servizio ci troviamo a fare i conti sia con ragazzi giovanissimi sia con adulti, di ogni ceto". L'eta' media dei soggetti seguiti, non a caso, e' di 34 anni, anche se i nuovi sono di 5 anni piu' giovani di quelli gia' in carico, con un utente su due regolarmente occupato e solo il 30,3% senza impiego. La maggioranza risiede nel territorio forlivese (74,9%), l'11,1% fuori Regione e il 6,7% a Cesena o in altre citta' dell'Emilia-Romagna. "Ormai e' superata l'immagine che vuole il ricorso alle droghe come conseguenza di disagio sociale o come via d'uscita dai problemi della vita sempre piu' persone fanno uso di sostanze per desiderio di trasgressione, di evasione da momenti di noia, o anche solo per la ricerca di attimi di piacere e divertimento". Fra quanti sono in cura al Sert, infatti, si registra un aumento di consumatori di cocaina (22% contro il 18,3% del 2005) e di cannabinoidi (16% contro il 13,7% del 2005), mentre l'eroina, pur restando il prodotto d'abuso primario (55,2%), e' in calo percentuale. "Una delle nuove sfide cui ci troviamo davanti e' proprio la presenza di modelli di consumo e dipendenza quanto mai differenziati: da una parte ci sono coloro che conducono una vita 'normale', perfettamente integrata nella societa', e tendono, in determinate situazioni, a fare uso o abuso di sostanze, dall'altra, invece, c'e' chi, assumendole in condizioni di estrema precarieta' e poverta', sviluppa piu' facilmente forme di dipendenza molto distruttive e autodistruttive". Al momento l'utenza del Sert e' composta soprattutto da persone appartenenti alla seconda sfera, mentre l'obiettivo e' arrivare a curare anche i consumatori della prima fattispecie. Anche per quanto riguarda l'alcol, si registrano nuove abitudini di consumo. Per quanto riguarda i soggetti in cura al Sert, si segnala un aumento rispetto al 2005, con 62 nuovi accessi. L'eta' media e' di 45,7 anni, con i nuovi piu' giovani di circa 5 anni. Quasi la meta' e' occupata regolarmente (46,4%), mentre i disoccupati sono il 21,5%, con un 16,2% di pensionati. La maggioranza risiede a Forli' (83,4%) ma il 40% dei nuovi proviene da territori esterni al comprensorio locale. Fra le sostanze d'abuso nella popolazione in carico, quella primaria rimane il vino (59,1%), seguito da birra (24,9%) e superalcolici (13,3%). Questo, pero', perche', fra i soggetti in cura, coloro che hanno meno di 30 anni sono praticamente inesistenti. Degli 88 detenuti seguiti, invece, -81,2% gia' in carico e 19,8% nuovi- 19 sono alcoldipendenti e il restante tossicodipendenti. L'eta' media e' di 35,4 anni, mentre le sostanze d'abuso sono nell'ordine cocaina, eroina e alcol. Passando ai trattamenti, sono diversi i percorsi predisposti dal Sert per aiutare a uscire da situazioni di dipendenza: psicoterapie individuali e di gruppo, supporti medico-farmacologici, riabilitazione attraverso inserimento in comunita' o gruppi di auto-aiuto. Nel 2006, i soggetti con problemi di tossicodipendenza trattati dal Sert sono stati 480, per un totale di 1.595 prestazioni erogate, pari a 3,3 per persona. Il 57,7% dei pazienti ha usufruito di un "sostegno socio-educativo", il 38,5% di "colloqui psicologici", il 32,3% di un trattamento "metadone a lungo termine", il 31,9% di "controlli di salute", mentre l'8,8% e' stato in comunita' terapeutica. Gli alcoldipendenti che hanno ricevuto almeno un trattamento sono stati invece 171, con 683 prestazioni erogate, per una media di 3,9 per soggetto. Per quanto riguarda le tipologie, piu' di un utente su due ha usufruito dei "controlli di salute", circa uno su due di trattamento farmacologico specifico per l'alcoldipendenza, il 38,6% di un "colloquio psicologico", e il 31% di un "sostegno socio-educativo". Il 15,8%, infine, e' stato inserito in "gruppi di auto-aiuto pazienti". Sul fronte fumo, nel 2006 dei 78 utenti (43 femmine e 35 maschi) che hanno effettuato una prima visita e un colloquio di valutazione all'Ambulatorio Antifumo, il 79,5% ha intrapreso un programma: 43 hanno optato per la terapia individuale, 19 per quella di gruppo. (Dire) 05-11-2007 Irlanda. Cannabis piu' pericolosa per i giovani che per gli adulti Nella ricerca, non ancora pubblicata, del Trinity College di Dublino, sono state fotografate parti del cervello dei soggetti, e si e' vista una differenza nelle cellule dei fumatori rispetto ai non fumatori, e che la sostanza e' piu' tossica negli adolescenti che negli adulti. Il dottor Hugh Garavan ha esaminato la corteccia prefrontale che e' usata per prendere le decisioni e l'ippocampo, dove presiedono i meccanismi della memoria. "Abbiamo riscontrato differenze nei fumatori di cannabis. L'ippocampo e' costretto a lavorare di piu', forse per compensare la presenza della droga". Il dottor Garavan ha poi aggiunto che l'ippocampo e' una delle ultime aree del cervello a svilupparsi completamente, "Per questo gli adolescenti amano sperimentare emozioni, ma il loro cervello non e' del tutto maturo". 05-11-2007 Canada. Alberta. Universita' studiera' papavero e cannabis per fini terapeutici Un gruppo di esperti nel campo della ricerca sui papaveri, collaborera' con alcuni produttori di marijuana terapeutica dello Saskatchewan per sviluppare nuovi utilizzi di entrambe le piante. Il professore Peter Facchini, biologo dell'Universita' di Calgary, ricevera' in tre anni, 650 mila dollari federali. "Come piante, i papaveri e la cannabis evocano molte emozioni, ma per me sono come la lattuga. Queste piante, di per se', non sono cattive. E' solo importante comprenderne i principi base per produrre sostanze medicinali, come la morfina e la codaina". Facchini e' autorizzato alla coltivazione di 100 piante di papaveri nei suoi laboratori, e ha lavorato per 15 anni su questi progetti. La compagnia "Prairie Plant System" ha un contratto con il ministero della Salute per coltivare la marijuana a fini terapeutici, sta lavorando su un vaccino contro l'epatite C. L'obiettivo della ricerca del professor Facchini e' di trovare il modo di bloccare la produzione dei cannabinoidi psicoattivi che producono l'alterazione nei consumatori, cosi' che la cannabis possa diventare utile per produrre olio e fibre e anche cibo. "L'opinione pubblica e' poco informata sui papaveri. Poche centinaia di piantine non producono molta morfina. In Afghanistan sono coltivati centinaia di ettari di campi, ed estrarla e' un lavoro molto impegnativo". Il professore spera di trovare le proprieta' medicinali dei papaveri che non richiedano l'estrazione della morfina e non sia usata nella produzione di eroina. "Abbiamo utilizzato queste piante da 7/8 mila anni, ma e' solo negli ultimi 15 anni che abbiamo iniziato a capire la natura di queste piante", ha concluso Facchini. 05-11-2007 Afghanistan. La cannabis sta sostituendo l'oppio Pubblichiamo questo articolo di Paolo Ligammari apparso sul Corriere della Sera online il 5 novembre 2007. La guerra senza quartiere dichiarata alla coltivazione di papaveri da oppio in Afghanistan rischia di produrre effetti perversi a dir poco paradossali. In alcune zone del Paese le piantagioni sono quasi del tutto sparite. Ora però si viene a sapere, grazie a uno studio delle Nazioni unite, che le aree, liberata dai papaveri, sono state subito occupate dalla cannabis. LA RICONVERSIONE - Il caso più clamoroso è quello della provincia di Balkh, a nord della capitale Kabul, finora considerata un esempio di successo nella difficile riconversione dell’agricoltura afgana. Fino al 2005 in quelle vallate un’area di 11 mila ettari era coltivata a papaveri da oppio. Dichiarata «zona libera da oppio» lo scorso anno, ha meritato un premio di alcuni milioni di dollari, sotto forma di aiuti allo sviluppo gestiti dall’amministrazione locale. Zona libera da oppio ma subito invasa da milioni di piantine di canapa, dalla quale si estraggono marijuana e hashish per i mercati internazionali. Insomma, stupefacenti considerati più «leggeri». Ma pur sempre di droga si tratta. CONVENIENZA - Dallo stesso studio della Nazioni unite emerge che le terre coltivate a cannabis sono aumentate lo scorso anno di circa il 40%, da 50mila a 70mila ettari. Il motivo del cambio di coltura è presto spiegato. La convenienza economica della produzione di canapa rispetto all’oppio è da valutare: marijuana e hashish «pagano» meno in termini di prezzi a parità di peso, ma la resa dei terreni coltivati a cannabis è addirittura doppia. Inoltre, le piante non hanno bisogno di cure particolari e vengono su praticamente da sole. Se inoltre, come nel caso della provincia di Balkh, intervengono anche robusti finanziamenti da parte della comunità internazionale l’opportunità si fa davvero ghiotta. CULTURA POPOLARE - Del resto la cannabis fa parte anche dei costumi popolari del Paese: l'hashish è prodotta in Afghanistan da oltre 80 anni e fumare i derivati della canapa è considerata una tradizione, tanto che molti agricoltori lavorano direttamente in casa la materia prima. E nel frattempo l’industria dell’oppio è tutt’altro che debellata. Anche se in 13 province afgane, rispetto alle sei dello scorso anno, non c’è più traccia di papaveri, nel 2007 la terra destinata alla coltivazione di papaveri salirà da 165 mila a 193 mila ettari e la produzione afgana di oppio arriverà al massimo storico, a «livelli spaventosi» per dirla con il rapporto ufficiale dell'Onu: 8.200 tonnellate contro le 6.100 dello scorso anno. Le aree afgane coltivate a oppio hanno superato la somma della zone dove cresce la coca, in Colombia, Peru e Bolivia. Solo la Cina, nel XIX secolo, aveva fatto peggio. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25,00 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------