====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 23-09-2008 al 29-09-2008 n.40/2008 (anno VIII) ARTICOLI - Cannabis terapeutica: nessuna attenzione per i malati. Risposta inutile e lavamani all'interrogazione - Usa. Cannabis, 20 milioni di arresti - Italia. De-alcolizzazione del vino. La corporazione dei produttori vorrebbe impedire liberta' di scelta e di mercato NOTIZIE - Ecuador. Proibita pubblicita' sulle droghe promossa dagli oppositori della nuova Costituzione - Messico. Chiesa preoccupata per violenza legata a guerra alla droga - Italia. Giovanardi prova a fermare stragi con il suo strumento preferito...le tabelle - Colombia e Peru'. Appello ai consumatori europei di cocaina - Italia. Ara: Che fine ha fatto il test antidroga per prendere o rinnovare la patente? - Italia. Torino. Voglia di narcosale - Afghanistan. Antonio Maria Costa (Onu) ammette: raccolti oppio diminuiti a causa della siccita' - Italia. Moratti multa i tossicodipendenti - Australia. A rischio Hiv un tossicodipendente su cinque - Italia. Firenze. Decifrato messaggio contro la droga scolpito sulle porte del Battistero - Afghanistan. Comandante Nato chiede maggiori poteri contro il narcotraffico - Mondo. Sono ben 17mila gli studi sugli effetti della marijuana - Usa. La Marijuana non si sradica, si rintana - Italia. Torino. Radicali a comitati di quartiere: non seminiamo illusioni - Italia. Tabelle nei locali notturni, Radicali: perche' questa disparita' fra discoteche e bar? - Italia. Giovanardi: pronto ad ascoltare scienza sulle tabelle per le quantita' - Italia. Jovanotti: il proibizionismo non ha mai funzionato - Entro la fine dell'anno sara' operativo il centro mediterraneo antidroga - Usa. Energy drink, giovani a rischio intossicazione da caffeina - Messico. Storie di proibizionismo, il ministro: la polizia e' corrotta - Colombia. Guerra alla droga, il fratello del ministro della Giustizia arrestato per droga - Gb. Commissione Governativa: declassificare ecstasy, non e' cosi' pericolosa - Afghanistan. Guerra della Nato al narcotraffico? L'Italia dubbiosa - Eau. Onu: narcotrafficanti afghani riciclano denaro a Dubai - Italia. Cassazione: e' reato offrire uno spinello ad un amico - Italia. Bussolengo. I carabinieri lanciano l'allarme chetamina fra i giovani - Gb. Arrivano i pacchetti di sigarette che terrorizzano - Italia. Don Gallo: istituire stanza per il consumo - Messico. La guerra civile della droga - Italia. Tabelle alcolemiche, le stragi continuano - Italia. Agricoltori: deve rimanere proibita la liberta' di dealcolizzare il vino - Australia. Indagine: cannabis puo' indurre depressione - Messico. Audizioni parlamentari sulla leglizzazione delle droghe ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 89 arresti - 317,340 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 199,250 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 118,090 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 29039 piante di cannabis - 77 giorni di detenzione ARTICOLI 25-09-2008 Cannabis terapeutica: nessuna attenzione per i malati. Risposta inutile e lavamani all'interrogazione Stamani il ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali ha risposto in aula con il sottosegretario Fabio Fazio ad una interrogazione che ho presentato con il senatore Marco Perduca per promuovere le terapie del dolore e l'utilizzo della cannabis terapeutica. La cannabis terapeutica soffre di limitazioni non derivate dalla sua efficacia -attestata da ben 17 mila studi- ma dal collegamento con l'uso ludico della medesima sastanza. E cosi' un proibizionismo tira dietro un altro ben piu' grave -se e' possibile stabilire una gerarchia-: quello su cure, terapie, in particolare sulle cure contro il dolore. Cosi' nell'Italia ultima in tutte le classifiche per le terapie contro il dolore, si aggiunge questa vicenda di per se' sintomatica: esistono dei derivati sintetici della cannabis -disponibili in gran parte dei Paesi europei- che risultano efficaci nella terapia del dolore, della nausea, del glaucoma, dei disordini neuromotori e per stimolare l'appetito nei pazienti affetti da Hiv-Aids e demenza. Con il decreto del precedente Governo (18 aprile 2007) i cannabinoidi sono inseriti nella tabella II del Testo Unico sugli stupefacenti (legge 390/90): attestata la loro attivita' farmacologica, cio' non equivale alla loro immissione in commercio. Che spetta all'Aifa, e per cui ancora oggi e' necessaria l'importazione individuale a carico del paziente, tranne nei casi di somministrazione in regime di ricovero ospedaliero. Importazione individuale costosa, complicata e discriminatoria. Infatti tranne le Asl di Bolzano, Crotone e Roma, dove e' previsto un rimborso, l'acquisto risulta a carico del malato, e una scatola di Sativex, sufficiente per un mese di terapia, costa 600 euro. Nonostante esista un Sistema Sanitario Nazionale e un diritto alla cura scritto in Costituzione, accade che un cittadino di Bolzano e uno di Firenze affetti dalla medesima patologia, si trovino in due situazioni diverse. Nella risposta il sottosegretario si e' limitato a ricordare che l'immissione in commercio dei farmaci spetti all'Aifa e che il Consiglio Superiore della Sanita', a febbraio 2008, ha espresso parere negativo su alcune condizioni cliniche, compresa la sclerosi multipla. Fazio ha sostenuto che l'autocoltivazione e' una pratica illegale, così come l'autoproduzione, e che non sarebbe ipotizzabile per una serie di motivi, tra cui l'assenza di indicazioni e procedure dettagliate che generalmente sono riportate in etichettatura. Non e' un caso che la discriminazione di trattamento e la complessita' di utilizzo dei cannabinoidi non abbia trovato risposta: manca la volonta' di favorire e promuovere l'uso di questa sostanza. Frapporre la difficolta' dell'autorizzare alla coltivazione terapeutica per la contrarieta' alle leggi in merito, e' non rispondere politicamente. Ricordo che, per esempio, in USa -Paese decisamente proibizionista in materia di droghe- in 12 Stati -e prossimamente si terranno tre referendum in altrettanti Stati- e' possibile la coltivazione ad uso terapeutico. Quindi, che sul tema degli investimenti sulle terapie del dolore il problema sia tutto politico, mi sembra abbastanza evidente. Non mi e' sembrata evidente, invece, la risposta politica del Governo sulla sua intenzione o meno di promuovere questo tipo di terapia contro il dolore. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=234293 A questo indirizzo lo svolgimento dell'interrogazione: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp? tipodoc=hotresaula&id=1&mod=1222337347000&part= doc_dc-ressten_rs-gentit_300052ciidfcaft&parse=no Donatella Poretti senatrice Radicale-Partito Democratico 29-09-2008 Usa. Cannabis, 20 milioni di arresti Questo novembre, poco prima che milioni di elettori si recheranno alle urne per eleggere il 44esimo presidente degli Stati Uniti d'America, le autorita' di polizia compieranno il loro 20milionesimo arresto per possesso di marijuana. Nonostante cio', nei giorni che precedono l'importante appuntamento elettorale, e' improbabile che anche uno solo dei candidati chiedera' -o anche solo suggerira'- un cambio di rotta nelle politiche sulla droga. E' ancora piu' improbabile che i mass media se ne interessino. Dagli inizi degli anni '90, il numero complessivo di americani arrestati annualmente per marijuana e' quasi triplicato. Nel 1991, la polizia ha arrestato circa 288mila persone per piccole violazioni della legge sulla cannabis, secondo il rapporto annuale della FBI. Nel 2006 (l'ultimo anno per cui esistono queste statistiche), e' stato raggiunto un record di 830mila arresti. Di questi, circa il 90 percento e' stato accusato di piccole violazioni legate al possesso, e non al traffico, alla coltivazione o alla vendita della sostanza. In altre parole, viene arrestato per marijuana un americano ogni 38 secondi. Ma nonostante questo vertiginoso aumento negli arresti -le statistiche federali indicano che il consumo di marijuana nella popolazione adulta e' rimasto pressoche' invariato negli ultimi 10 anni- i mass media ed il Congresso continuano ad ignorare la questione. In questo modo, essi ignorano il dramma di milioni di americani afflitti da forti sanzioni e difficolta' a causa della legge sulla marijuana. Queste pene includono la liberta' vigilata e test antidroga obbligatori; il licenziamento; la perdita della patria potesta'; lo sfratto dalle case popolari; confische dei beni; la perdita di borse di studio e prestiti a tasso agevolato per l'educazione universitaria; perdita del diritto di voto; perdita del diritto ad adottare; perdita di alcuni aiuti federali, come quelli alimentari agli indigenti. Alcuni americani si fanno la prigione per marijuana. Circa il 13 percento dei detenuti nelle prigioni statali e il 12,4 percento dei detenuti nelle prigioni federali e' incarcerato per cannabis, secondo il rapporto del Bureau of Justice. In termini umani, questo significa che circa 34mila detenuti statali e 11mila detenuti federali sono in carcere per violazioni alla legge sulla marijuana. In termini economici, questo significa che i contribuenti americani spendono un miliardo di euro l'anno per incarcerare i fumatori di marijuana. Il costo totale per il sistema giudiziario penale -come il numero di ore impiegate dall'autorita' per arrestare e processare il tipico fumatore- e' di gran lunga superiore. Secondo alcuni ricercatori, come l'economista della Harvard University Jeffery Miron, stimano un costo di circa 7 miliardi l'anno. Ma il costo economico e sociale sono solo parte della questione. Circa il 70 percento degli individui ricoverati in cliniche di disintossicazione da marijuana e' li' perche' obbligato dai tribunali, secondo le statistiche pubblicate dalla U.S. Substance Abuse and Mental Health Services Administration. In altre parole, questi individui sono stati spediti li' da un giudice per "riabilitarsi" in sostituzione al carcere, o come parte degli accordi per ottenere la liberta' vigilata. Di coloro che prendono parte ai programmi di riabilitazione, le statistiche federali indicano che piu' di uno su tre non ha neanche consumato marijuana nei 30 giorni precedenti al proprio ricovero. E cio' nonostante, la Casa Bianca sostiene che l'aumento del tasso dei ricoveri giustifica la necessita' di arrestare i consumatori di cannabis, anche se sono le politiche, e non la sostanza, che fanno esplodere il tasso dei ricoveri. Allo stesso tempo, migliaia di americani che chiedono ed hanno bisogno di disintossicarsi veramente sono respinti perche' mancano posti letto nelle strutture di riabilitazione. Ugualmente preoccupante, ma raramente discusso, e' il fatto che l'applicazione delle leggi sulla marijuana discrimina i cittadini a seconda della loro eta'. Secondo i dati della FBI, il 74 percento degli americani arrestati per marijuana ha meno di 30 anni. Uno su quattro ha meno di 19 anni. Abbiamo quindi creato una generazione (o due) cosi' alienata, che ormai molti giovani sono convinti che le forze di polizia siano uno strumento di oppressione piuttosto che di protezione. Mentre i giovani soffrono le conseguenze delle leggi attuali, essi non hanno i mezzi economici e politici per influenzare i politici. Non hanno neanche i soldi per finanziare adeguatamente il movimento per la riforma delle leggi sulla droga a livelli sufficienti e necessari per proteggerli. Il risultato? Gli arresti per marijuana continueranno a crescere senza freno. Pochi, pochissimi nel mondo dell'informazione -e ancora meno i politici- sentono la necessita' politica di affrontare la questione. Paul Armentano vicedirettore di Norml e scrive per il Washington Post, il Christian Science Monitor e l'Huffington Post Italia. De-alcolizzazione del vino. La corporazione dei produttori vorrebbe impedire liberta' di scelta e di mercato   La Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) e' scesa in forze per impedire che divenga realta' la proposta, in sede comunitaria, di Spagna e Francia per la parziale "de-alcolizzazione" del vino (1). Un procedimento che, intervenendo nel momento della fermentazione, consentirebbe di produrre un vino a gradazione alcolica inferiore rispetto agli standard attuali. Per la Cia si tratterebbe di una grave pericolo per il made in Italy, perche' sminuirebbe l'immagine di un prodotto che ha invece precise caratteristiche e si correrebbe il pericolo di aprire la strada ad un vino "alcool-free". Ricordando che questa corporazione di agricoltori e' la stessa che si oppone alla nostra reiterata proposta di inserire nelle etichette del vino tutti i componenti (2) cosi' come accade, per esempio, per un'acqua minerale, non siamo stupiti piu' di tanto di questa presa di posizione conservatrice e corporativa. Non si capisce, infatti, quale problema rappresenterebbe per la produzione e il mercato del vino l'introduzione di una simile opzione di scelta per il consumatore. Abbiamo, per esempio, birra, caffe', the che vengono venduti con la privazione (parziale o totale) delle loro caratteristiche eccitanti e non ci sembra che il mercato di questi prodotti abbia avuto chissa' quale debacle o perdita di immagine. Anzi. Ci pare sia un mercato che, proprio per la varieta' di scelta, si sia meglio qualificato nelle sue offerte piu' ricercate (si pensi alla birra, in modo particolare, sempre piu' in crescita come produzione e consumo e non certo quella con meno gradazione alcolica o senza alcool). Perche' non dovrebbe essere cosi' anche per il vino? Il problema, crediamo, e' che quando si fa una difesa corporativa del proprio status, si corre il rischio di perdere la visione del mercato e delle sue innovazioni come fonte di benessere per chiunque, produttori e consumatori. Alla Cia, l'idea che possa esistere una concorrenza con qualcosa di simile, fa paura perche' sono convinti che il mercato e' "roba" loro e ben consolidata e qualunque variazione pur minima potrebbe turbare la loro nicchia. Alla Cia sembra non interessare che esista un consumatore che possa voler gustare il vino senza alcool e poi tornarsene a casa dopo il ristorante alla guida del proprio veicolo con tutta la necessaria lucidita'. Sicuramente sara' un vino con un gusto diverso (come e' anche diversa la birra senza o con poco alcool), ma sara' libero il consumatore di decidere da se'? E perche', per esempio, la presenza di questo vino con poco o senza alcool non potrebbe essere l'occasione per un ulteriore salto di qualita' nella produzione del vino "tradizionale"? Purtroppo, il corporativismo porta a questo e altre bestialita' dell'economia e della liberta' di mercato.   (1)     http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18726 (2)     http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=215515 Vincenzo Donvito -------------------------------------- NOTIZIE 23-09-2008 Ecuador. Proibita pubblicita' sulle droghe promossa dagli oppositori della nuova Costituzione Il Consiglio pubblico per la diffusione radiofonica e televisiva (Conartel) ha comunicato d'aver proibito la pubblicita' allusiva al consumo di droghe, finanziata da settori contrari alla nuova Costituzione soggetta a referendum il 28 settembre. L'organismo statale ha disposto che i mezzi audiovisivi "sospendano immediatamente la trasmissione della pubblcita'" dopo aver rilevato che nella campagna dell'opposizione si dice che "il consumo di droghe sara' un diritto" e "nessuno potra' essere punito se si droga" e "la droga sara' di tutti". Conartel si e' deciso a "notificare ai concessionari delle stazioni di radiodiffusione e televisive il divieto di trasmettere programmi o pubblicita' allusive al consumo di droghe e altre sostanze stupefacenti o psicotrope, apologia di reati e altri atti riguardanti la dignita' dell'essere umano". L'organo di controllo ha preso questa decisione in una sessione straordinaria indetta dopo che il presidente, Rafael Correa, ha accusato l'opposizione di voler diffondere una campagna sulla presunta legalizzazione della droga che sarebbe contenuta nella nuova Costituzione. Correa ha spiegato che il progetto costituzionale depenalizza il consumo di droghe ma non le legalizza. Ha chiarito che in base alla nuova Costituzione, "le dipendenze sono un problema di sanita' pubblica", e cio' significa che spetta allo Stato elaborare programmi di prevenzione e controllo del consumo di alcol, tabacco e sostanze stupefacenti e psicotrope. La Costituzione sottoposta al voto propone che i consumatori ottengano una riabilitazione da parte dello Stato e "in nessun caso si permettera' la loro criminalizzazione ne' si violeranno i loro diritti costituzionali". 23-09-2008 Messico. Chiesa preoccupata per violenza legata a guerra alla droga La chiesa cattolica messicana e' preoccupata per l'ondata di violenza senza precedenti che ha colpito il Paese e ha affermato che il Messico e' di fronte ad una guerra disumana tra i cartelli della droga che colpisce indistintamente tutta la popolazione. Durante la messa domenicale nella Cattedrale Metropolitana di Citta' del Messico, l'arcivescovo di Leon (Stato di Guanajuato) Jose Guadalupe Martin Rabago ha letto un comunicato che esorta il governo a sradicare questi atti violenti contro il popolo 'superando l'impunita' e la corruzione'. 'E' necessario - ha aggiunto - che i signori governatori e i rappresentanti di tutti i partiti politici si uniscano per fermare la violenza'. L'arcivescovo ha rivolto un appello anche alla popolazione affinche' non resti indifferente di fronte a questi avvenimenti, aggiungendo che 'adesso nessuno puo' stare con le braccia incrociate, e' urgente la denuncia'. Simili richiami hanno trovato spazio in un editoriale del settimanale cattolico 'Desde la Fe', dove risalta la domanda: 'Per la classe politica diventera' mai piu' importante la sicurezza dei messicani rispetto alle interminabili e frivole discussioni e la spietata, morbosa lotta per il potere?'. In una conferenza stampa, il portavoce dell'Arcidiocesi del Messico, Hugo Valdemar, ha ricordato che nessun Paese ha risolto il problema della violenza solo con l'aumento della forza, ma anche 'coinvolgendo tutta la societa', dove il recupero dei valori umani e sociali gioca un ruolo fondamentale'. 23-09-2008 Italia. Giovanardi prova a fermare stragi con il suo strumento preferito...le tabelle Dopo le discusse tabelle della legge Fini-Giovanardi sulle quantita' massime per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale, Giovanardi lancia altre tabelle, questa volta contro le stragi del sabato sera. Ma anche queste tabelle, contenenti le indicazioni dei tassi di alcol nel sangue per ogni bicchiere che si beve, hanno portato polemiche, soprattutto fra i gestori, preoccupati per l'obbligo che scatta da oggi. In caso di inadempienza degli obblighi, previsti dal decreto, rischiano fino a trenta giorni di chiusura, ma in molti sembrano non essere ancora a conoscenza delle nuove norme e per il momento, almeno alcuni di questi, non intendono adeguarsi. 'Fin quando non saro' ufficialmente avvisato non affiggero' nessuna tabella', ha commenta il responsabile di un locale del centro di Roma. Arriva intanto la prima bottiglia di vino Made in Italy con la scritta 'Se bevi non guidare'. L'invito alla prudenza, ha fatto sapere la Coldiretti, e' stato apposto dall'azienda agricola abruzzese di Domenico Pasetti in seguito all'accordo con il Servizio pubblico per le dipendenze (Sert) sulle bottiglie di Montepulciano, Cerasuolo e Pecorino e interessa 450 mila bottiglie. Una iniziativa volontaria che secondo il produttore nasce 'da una precisa scelta aziendale orientata alla qualita' e alla tutela del consumatore'. Le tabelle sono leggibili, ha detto Emanuele Scafato, responsabile del Centro dell'organizzazione mondiale della sanita' (Oms) per la promozione della salute e la ricerca sull'alcol, e dell' Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanita', che difende l'utilita' di queste dalle critiche di poca comprensibilita'. Per renderle ancora piu' chiare, l'Istituto ha elaborato una versione a colori che mettera' a disposizione sul sito dell'Istituto, Epicentro. 'Il loro obiettivo e' informare - ha spiegato Scafato - e sono state gia' testate con i ragazzi nei pub e nelle discoteche. I giovani hanno infatti affermato, di fronte a diverse versioni, di non trovare difficolta' a leggerle e comprenderle'. Le tabelle, inoltre, dovranno essere esposte in modo leggibile e dovranno essere poste all'ingresso, all'uscita e dentro i locali. Ma le norme, ha detto Carlo Giovanardi, senatore del Pdl e sottosegretario con delega alla famiglia, alla droga e al servizio civile, 'rischiano di essere vanificate dall'atteggiamento ostruzionistico di organizzazioni sindacali che ritengono che i loro interessi economici vengano prima di tutto. A suo tempo la Fipe-Confcommercio tento' di bloccare fino all'ultimo momento l'approvazione della legge sul divieto di fumo nei locali pubblici, prevedendo la rovina di bar e ristoranti. Oggi, la stessa organizzazione contesta l'esposizione delle tabelle alcolemiche nei locali dove si svolgono attivita' di intrattenimento. Nel frattempo, il Silb (locali di intrattenimento) contesta la legge che vieta la somministrazione di alcolici in questi locali dopo le due di notte, denunciandone la incostituzionalita', e purtroppo troppi giudici sospendono i provvedimenti di chiusura dei locali che violano la norma in vigore'. 'E' opportuno a questo punto - conclude il sottosegretario - che la Corte Costituzionale si pronunci per chiarire al Parlamento e al Paese se nel nostro ordinamento il profitto economico viene prima della tutela della vita e della sicurezza dei cittadini'. La Fipe-Confcommercio oggi ha precisato che le tabelle sui tassi alcolemici non dovranno essere esposte in tutti i locali pubblici ma solo in quelli 'ove si svolgono con qualsiasi modalita' ed in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento congiuntamente all'attivita' di somministrazione di bevande alcoliche'. L'economia dei locali notturni, dove quasi piu' nessuno paga il biglietto d'ingresso, si regge solo sulla vendita di bevande: per questo nessun gestore esporra' le tabelle sull'alcol in maniera visibile. E' l'opinione del dj Aniceto, testimonial di numerose campagne antidroga in tv e on line. Rivolgendosi direttamente al sottosegretario Carlo Giovanardi, di cui dice di apprezzare e stimare lo sforzo, Robbie Aniceto si dice sicuro che le tabelle non avranno molto successo, anche perche' esporle 'intaccherebbe l'impostazione fashion di molti locali e un messaggio di questo tipo risulterebbe deprimente'. 'Non mi vorrei sbagliare, ma gia' me li vedo fare tappezzeria nei bagni'. Il dj auspica comunque che le tabelle antialcol siano esposte dappertutto, anche nei supermercati, negli autogrill e nei ristoranti 'e non solo ghettizzate nei pub e nelle discoteche', e sottolinea che 'la lotta alla droga e all'alcol deve iniziare dalla famiglia: dovrebbe esistere una scuola per i genitori, per educare bene i figli. Nelle disco mi e' sempre capitato di vedere diciottenni pieni di soldi e con macchine potenti. E da dove vengono queste cose se non dai genitori?'. 24-09-2008 Colombia e Peru'. Appello ai consumatori europei di cocaina La Colombia e il Peru' vogliono sensibilizzare gli europei sugli effetti devastanti della coltivazione della coca sull'ambiente. Basta con l'immagine della "cocaina-champagne", hanno detto il 22 settembre i loro rappresentanti in visita a Lisbona. "Ogni anno in Colombia vengono distrutti 300.000 ettari di foresta tropicale a causa della coltivazione della coca", ha affermato all'agenzia Lusa il vicepresidente colombiano, Francisco Santos Calderon, inaugurando la mostra sulle conseguenze per l'ambiente della produzione di coca. "Il consumo di un grammo di cocaina equivale alla distruzione di 4 metri quadrati di foresta tropicale", ha aggiunto Calderon, alla testa della delegazione colombiana e peruviana, in visita per due giorni nella capitale portoghese. "L'Europa registra un aumento molto forte del consumo di cocaina e cio' ha un impatto gigantesco sui nostri paesi. Quello che vogliamo e' sensibilizzare gli europei sui guasti prodotti all'ambiente", ha detto ancora il vicepresidente che, insieme al Peru', vuole mostrare "un'altra faccia della cocaina, considerata dal consumatore una droga champagne che non fa danni". Per Romulo Pizarro, presidente della Commissione peruviana per lo sviluppo e la vita senza droghe, "bisogna capire che chi consuma fa parte della catena del narcotraffico che crea e alimenta la violenza e la corruzione in altri paesi". Durante il soggiorno a Lisbona, Calderon e Pizarro saranno ricevuti da numerosi membri del governo portoghese, incluso il Primo ministro Jose' Socrates. Il 22 settembre si sono intrattenuti con Wolfgang Goetz, direttore dell'Osservatorio europeo per le droghe, che ha sede a Lisbona. Il Portogallo e' considerato, con la Spagna, la principale porta d'ingresso della cocaina sudamericana in Europa. 24-09-2008 Italia. Ara: Che fine ha fatto il test antidroga per prendere o rinnovare la patente? "Che fine ha fatto il test antidroga per prendere o rinnovare la patente?", si chiede Andrea Maori della direzione dell'Associazione Radicale Antiproibizionista. "Nessuno ne sa più nulla. Dopo aver sbandierato la sperimentazione - annunciata a spron battuto da Carlo Giovanardi - come cosa da iniziare a partire da settembre in 4 città: Perugia, Verona, Foggia e Cagliari - il test sembra svanito. Infatti le scuole guida, direttamente interessate alla questione, non hanno ricevuto nessuna direttiva in merito. Forse un ripensamento? Non lo crediamo. Pensiamo infatti che questa nuova follia proibizionista si sia inceppata in qualche problema burocratico e che quanto prima il test prenderà il via. Ma sarà allora interessante capire i disagi che crea ai cittadini. Come già abbiamo sottolineato in una conferenza stampa tenutasi ad agosto, si tratta di una delle ennesime risposte al problema della sicurezza che non costituiscono una soluzione anzi rappresentano un vero spreco di soldi pubblici e privati. Anche senza entrare nel merito della evidente illiberalità del metodo, la validità del test viene inficiata dai relativamente brevi tempi di permanenza delle tracce sia di alcool, che di sostanze stupefacenti. Basterà all'aspirante patentato osservare qualche giorno di astinenza e il gioco è fatto. A farsi carico di questa inutile novità saranno i cittadini che si vedranno chiedere il costo, intorno ai 100 euro, del test; elementare è fare il conto dei soldi che entreranno nelle tasca della Comifar, la società produttrice di tutti i test usati dalle aziende sanitarie, dalle Forze dell'Ordine, oltre che dei test che l'amministrazione del Comune di Milano ha voluto comprare e distribuire alle famiglie con figli adolescenti lo scorso anno, ritirati, dopo 20 giorni, da 30 famiglie su 3800. Non sono questi provvedimenti che possono garantire maggiore sicurezza stradale, è piuttosto interessante capire, come scrivono i senatori del gruppo radicale nel PD Donatella Poretti e Marco Perduca nella interrogazione parlamentare presentata lo scorso luglio, "quale normativa europea o italiana autorizza il sottosegretario Carlo Giovanardi ad imporre esami alcolemici e tossicologici quale presupposto per il conseguimento della patente di guida, e cosa intenda fare il Governo per raggiungere la media europea per proporzione fra controlli stradali con etilometro ed altri esami tossicologici dei conducenti." 24-09-2008 Italia. Torino. Voglia di narcosale (La Stampa) Fascisti. Reazionari. Razzisti. La gente dei comitati spontanei di Porta Palazzo, Sal Salvario, Parco Stura, di etichette (e veri insulti) ha fatto collezione. Ma oggi - a sorpresa - i Comitati si trovano sulla stessa sponda di Radicali, Rifondazione e la sinistra più estrema, a proposito dell?istituzione delle Narcosale, promosse a suo tempo anche dal sindaco Chiamparino. Le vogliono anche loro, adesso. Possibile? «Possibile sì, perché dopo lo smantellamento di Tossic Park, e siamo tutti ben contenti che sia finita così, ci mancherebbe, i pusher africani e le loro migliaia di clienti si sono polverizzati in tutta la città, soprattutto a Porta Palazzo. In piazza della Repubblica, quando il mercato chiude, inizia quello dei pusher. Alla mattina, siringhe insanguinate, fantasmi che si aggirano tra i rifiuti. Per non parlare del Ponte Mosca, il terminale più importante dello spaccio. E adesso basta», spiegano i dirigenti, dopo anni passati a combattere la criminalità, specie straniera, con l?aiuto di pochi. Recentemente, la procura (pm Andrea Padalino) ha deciso di varare una linea dura contro gli spacciatori: decine gli arresti e condanne molto più pesanti. I comitati si sono rivolti a uno psicologo, Giancarlo Ballisai, che ha elaborato un ponderoso documento. Prima di addentrarci nella parte filosofica, c?è l?aspetto pratico. Dove, come, quando, realizzarle? I responsabili hanno già le idee chiare. In luoghi, come ex caserme di vigili ed esercito, lontano però dai settori abitati, una per ogni quartiere. Dentro un medico, infermieri e persone addette alla sicurezza. Il tossico entra, gli viene consegnata la dose (una proposta: utilizzare lo stupefacente sequestrato ai racket), i sanitari controllano che non ci siano problemi e poi via. Stop agli spettacoli orribili di ogni giorno, in mezzo alla strada, nei giardini pubblici, ovunque. Scrive il dottor Ballisai: «Riconoscendo che tra coloro che fanno uso di eroina vi sono vari livelli di disagio e degrado personale, umano e sociale, si ritiene importante concentrarsi sui comportamenti del tossicodipendente... Porta Palazzo, San Salvario, Tossic Park sono il triste esempio di un degrado sempre più grave. Il tossicodipendente occupa il territorio, trasformandolo a propria immagine. Il bisogno di ?farsi? porta il tossico a non curarsi minimamente di chi lo circonda e lo induce a comportamenti pubblici senza più inibizioni, rendendo normale il proprio comportamento e stile di vita». Queste le premesse. Poi: «Riteniamo che istituire le ?stanze del buco? possa aiutare i tossicodipendenti. Obiettivo, eliminare il fenomeno dello spaccio. Possono debellare quel sottobosco che vive delle attività criminali. Inoltre, riducono il rischio di overdose e aiutano i genitori nel mettere in guardia i propri figli». Infine: «Alle ?narcosale? va affiancata l?introduzione di norme severe per proibire il ?buco in strada?. Per chi viene sorpreso, si applichi la Legge 180, che disciplina il trattamento del paziente psichiatrico e in particolare il Tso, cioè il trattamento sanitario obbligatorio. Il carcere non serve, i tossicodipendenti vanno curati. Ma via per sempre dalle strade». Tre domande a Carlo Verra. Comitati spontanei «Ormai lo spaccio è diffuso ovunque. La stanza del buco è il male minore» Carlo Verra, presidente del Comitato Spontaneo di Porta Palazzo, è uno dei promotori dell?iniziativa di istituire le narcosale a Torino, in sintonia - per una volta - con il sindaco Sergio Chiamparino e alcuni schieramenti della sinistra e dei Radicali. E? abbastanza sorprendente che proprio voi, i capi storici dei Comitati, siate favorevoli alle narcosale... «Partiamo dalla fine. Lo spaccio è tornato nell?area metropolitana, dopo l?infame parentesi di Tossic Park, quando i pusher si concentravano nel Parco Stura. E? evidente che questa non è una soluzione accettabile, che andava combattuta come finalmente s?è fatto, ma le ricadute, ora, la pagano diversi quartieri della città, anche quelli sino a ieri meno esposti». Dunque, non un dietro-front ma una presa d?atto della realtà... «Già. Si parla del ?rischio minimo? e ci sembra che le ?stanze del buco? vadano in questa direzione. Noi non vogliamo più vedere tossici che vagano in strada, che si bucano sotto gli occhi dei bambini, che trasformano le strade in un girone dantesco. Se il prezzo da pagare è una forma di ?istituzionalizzazione? della dose di eroina mi sembra accettabile». Come potrebbero essere organizzate? Avete già qualche idea da proporre al sindaco o alle Asl? «E? compito delle istituzioni elaborare un progetto. Credo che dovrebbero obbedire ad alcuni requisiti essenziali. Primo, essere lontane dai palazzi, secondo farle gestire dal personale sanitario, terzo il controllo delle forze dell?ordine. Non tocca a noi risolvere i problemi pratici». di Massimo Numa, tratto da 'La Stampa', 23 Settembre 2008, pag. 64 (cronaca di Torino) Dichiarazione degli esponenti radicali torinesi Giulio Manfredi e Domenico Massano: "L'apertura dei comitati spontanei di Torino alla creazione di narcosale sul territorio ci fa dire: finalmente! Abbiamo sempre sostenuto che tale iniziativa socio-sanitaria di riduzione del danno poteva e doveva avere l'appoggio degli abitanti dei quartieri coinvolti: in Germania, in Svizzera, in Spagna, dopo le prime inevitabili incomprensioni e diffidenze, i cittadini residenti vicino alla narcosala hanno compreso la sua utilità e hanno accettato la sua presenza. Non si vede perché quella che a Francoforte, Ginevra, Barcellona è una realtà consolidata da decenni non possa essere presa ad esempio anche a Torino. I rappresentanti dei comitati spontanei prevedono, nella loro proposta, di far consegnare la dose al cittadino tossicodipendente direttamente nella narcosala; si tratterebbe di somministrazione controllata di eroina, che non può non vederci favorevoli ma che difficilmente potrebbe essere attuata con la legislazione vigente (dubitiamo che l'attuale governo intenda cambiarla in senso antiproibizionista). In tutte le oltre 70 narcosale esistenti nel mondo, il tossicodipendente acquista la droga nel mercato criminale e poi la consuma nella narcosala; il personale medico svolge una pura e semplice funzione di controllo medico, senza toccare né manipolare la sostanza stupefacente. Naturalmente, non siamo d'accordo sulla proposta dei comitati che parlano di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) per chi viene sorpreso a 'bucarsi per strada': anche rispetto alle tossicodipendenze, occorre andare avanti, non tornare indietro di quarant'anni. Ciò detto, constatiamo di non essere più soli, con poche associazioni ed operatori coraggiosi, a richiedere agli amministratori torinesi un'assunzione di responsabilità politica: la presa di posizione dei comitati spontanei segue quella di un mese fa del prefetto di Torino, Paolo Padoin, su La Repubblica (È favorevole alle narcosale? «Le vedrei sotto l´aspetto di dare un´opportunità per levare qualcuno dalla strada, nell´ottica di potenziare servizi di prevenzione socio-sanitaria. In questo senso posso impegnarmi a dare una mano».). E questa settimana, a Genova, c'è stata un'importante apertura del senatore della PDL Enrico Musso (che aveva conteso a Marta Vincenzi la poltrona di sindaco) alla proposta di Don Gallo di aprire una narcosala in città (sabato 27 ci sarà un importante convegno sotto la Lanterna, con la presenza di operatori della narcosale europee). Il problema cruciale è che manca, da cinque anni, una risposta seria del Palazzo, che non sia il solito gioco dello scaricabarile o di alzare L'asta per non raggiungere nessun risultato. Noi abbiamo fatto tutto il possibile: a ciascuno il suo.?. 24-09-2008 Afghanistan. Antonio Maria Costa (Onu) ammette: raccolti oppio diminuiti a causa della siccita' E' trionfale il rapporto del 2008 sul lavoro svolto dalle Nazioni Unite in Afghanistan. Si legge: "Inizia a diminuire l'oppio che esce dall'Afghanistan". Dopo gli abbondanti raccolti del 2007, dove la produzione raggiunse le 8200 tonnellate ossia il 93% della produzione mondiale, il rapporto Onu rivela che, al contrario, la produzione nel 2008 e' diminuita del 19%. E' sceso anche il numero delle Province dedite alla coltivazione: da 21 a 16. L'Australia ha in Afghanistan quattro ufficiali di polizia federale, che entro la fine dell'anno saranno affiancati da altri otto, con il compito di insegnare ai colleghi afghani come combattere i traffici illeciti. Scienziati australiani hanno anche contribuito alla coltivazione di una qualita' di grano migliore, cosi' da renderlo piu' attrattivo per i contadini afghani. Le strade europee, americane e australiane sono invase dall'eroina prodotta in Afghanistan. Circa il 20% dell'eroina che si trova in Australia arriva da li'. I soldati australiani hanno l'ordine di non distruggere i campi di papaveri anche se la zona dove sono stanziati, Oruzgan, e' una delle aree che a livello nazionale ha piu' campi. Le coltivazioni negli ultimi 12 mesi sono aumentate del 23% e la produzione per ettaro e' cresciuta di conseguenza. Antonio Maria Costa, direttore dell'Unodc, ha ammesso che la scarsita' dei raccoli del 2008 potrebbe essere dovuta dalla siccita', anche se, ha sottolineato, in alcune Province c'e' stata la collaborazione dei governatori, i quali hanno incoraggiato i contadini a coltivare prodotti legali piuttosto che i papaveri. Paradossalmente, gli aiuti stranieri per l'irrigazione dei campi ha permesso che i contadini aumentassero la produzione d'oppio, infatti uno su tre l'ha coltivato. Il rapporti ha anche sfatato il mito che i contadini non abbiano altre fonti di guadagno. Costa ha ammesso, infine, che le campagne di eradicazione sono state un fallimento. 24-09-2008 Italia. Moratti multa i tossicodipendenti Una sanzione di 500 euro e l'obbligo di avviare un percorso psicoterapeutico con comunita' o associazioni di recupero per tossicodipendenti: dovra' presto mettere in conto questa punizione, chi decidera' di consumare a Milano sostanze stupefacenti in un luogo pubblico. Su indicazione del sindaco Letizia Moratti e in conformita' con i nuovi poteri previsti nel decreto Maroni, la segreteria generale ha messo a punto il testo di una nuova ordinanza che punira' severamente, in nome del decoro urbano, il consumo di droga nei parchi e nelle strade. 'L'ordinanza - ha spiegato il vicesindaco Riccardo De Corato - ricalca le precise richieste, rimaste inascoltate, che il Comune di Milano avanzo' al governo Prodi sulla revisione normativa in tema di droga, che chiedevano misure coercitive ma anche interventi di recupero per chi consuma droga in pubblico'. L'ordinanza, gia' concordata con la Prefettura, potrebbe entrare in vigore nella prima meta' di ottobre, assieme ad altri quattro provvedimenti legati al contrasto della prostituzione, degli imbrattatori di muri, dell'accattonaggio e della guida in stato di ebbrezza. L'indicazione dell'amministrazione e' di uniformare tutte le sanzioni alla tariffa massima consentita dal decreto Maroni: 500 euro. La volonta' di varare contemporaneamente tutte le ordinanze ha spinto il sindaco a rimandare l'immediata entrata in vigore del provvedimento contro la droga in attesa che, assieme al Prefetto, si risolvano le criticita' formali emerse nel testo contro la guida in stato di ebbrezza, contro la quale la legislazione nazionale gia' prevede punizioni esemplari. Dichiarazione di Virginia Fiume, tesoriera dell'Associazione Enzo Tortora- Radicali Milano: Con solerzia Letizia Moratti ha trovato il modo di esercitare i poteri speciali concessi ai sindaci dal decreto Maroni sulla sicurezza. Si legge oggi su tutti i giornali locali che tra le ordinanze in materia sarà prevista una sanzione amministrativa, fino a 500 euro, per chi verrà sorpreso a fare uso di droghe nei luoghi pubblici. Motivazione: la tutela del "decoro". Come al solito a Milano prevale l'ipocrisia. Il Sindaco ritiene davvero che multando chi consuma sostanze si possa prevenire il consumo? Il Sindaco crede davvero che siano, per esempio, i fumatori di cannabis, ad attentare alla sicurezza della città? E soprattutto, potrebbe Letizia Moratti spiegarci il collegamento tra "decoro" e "sicurezza", attraverso il quale ha deciso di esercitare i poteri speciali del Decreto Maroni? Ancora una volta, come nel caso della chiusura delle macchine scambiasiringhe, la Moratti sceglie, ipocritamente, di costringere alla clandestinità i consumatori, incrementando di volta in volta il suo atteggiamento proibizionista e repressivo. Crediamo di non dover ricordare proprio a Letizia Moratti che in Italia è già in vigore una pesante legge in materia di droga, che prevede la segnalazione dei consumatori alle Prefetture e sanzioni sia penali che amministrative che variano a seconda dei quantitativi posseduti. Occorre davvero una legge speciale o le esigenze di cassa del Comune di Milano superano le già criminalizzanti leggi in vigore? "Di fronte alla stupidita' di certi provvedimenti non si puo' restare fermi": questa la reazione di Dario Fo all'annunciata ordinanza del sindaco di Milano. "Drogarsi per strada e' un'offesa al decoro della citta'", con queste parole la Moratti ha sintetizzato il concetto chiave dell'ordinanza. Secondo il drammaturgo di Sangiano, sono altri i problemi di cui la Moratti dovrebbe occuparsi: "nella scala del degrado urbano, uno spinello fumato in pubblico sta al centesimo posto. Il sindaco cerchi di stimolare nei nostri ragazzi interessi culturali e si preoccupi che la gente non va piu' ai concerti, a teatro o alle mostre". "Se invece gli spinelli", continua il Premio Nobel per la letteratura, "venissero venduti in farmacia a nessuno verrebbe in mente di multare chi li fuma in pubblico". Allora sorge spontaneo all'attore e regista di dover ironicamente multare anche i normali fumatori di tabacco: "fumare tabacco fa venire il cancro, quindi andrebbero multati anche i normali fumatori; pero' la Moratti avrebbe contro tutte le multinazionali del tabacco, e non certo qualche ragazzino che si fa una canna al parco Sempione e che non conta niente", conclude cosi' Fo. 24-09-2008 Australia. A rischio Hiv un tossicodipendente su cinque Una tossicodipendente su cinque tra coloro che si bucano potrebbe aver gia' contratto il virus dell'Hiv. Il dato si riferisce ai 16 milioni circa di tossici che nel mondo fanno uso di siringhe per iniettarsi sostanze stupefacenti. La stima, divulgata ieri dall'edizione on-line di 'The Lancet', e' basata sui dati del National Drug And Alcohol Research Centre dell'Universita' australiana del Nuovo Galles del Sud che prende in considerazione la diffusione del virus dell'Hiv in 148 Paesi. A destare particolare preoccupazione sono nazioni dell'Asia sudorientale, dell'Europa orientale e dell'America Latina dove il tasso di diffusione del virus tra le persone che utilizzano siringhe usate raggiunge il 40%. La Cina, con una stima di 2,35 milioni di tossici che si bucano stupefacenti, fa registrare una tasso di diffusione del 12,3%. Negli Stati Uniti il dato e' del 15,6%, a fronte di 1,85 milioni di tossicodipendenti. 24-09-2008 Italia. Firenze. Decifrato messaggio contro la droga scolpito sulle porte del Battistero Uno studioso italiano ha scoperto un messaggio antidroga 'scolpito' sui salienti della cornice della porta sud del Battistero di San Giovanni Battista a Firenze. A decifrare le figure, considerate finora semplici decorazioni di corredo alla porta realizzata da Andrea Pisano, e' stato Mauro Di Vito, dottorando di Storia della Scienza dell'Universita' di Pisa, che presentera' la sua ricerca alla Conferenza di scultura rinascimentale italiana del Rhodes College di Memphis (Stati Uniti) il 30 ottobre-1 novembre. Nella parte sinistra della cornice - ha spiegato il ricercatore - e' raffigurata la progenitrice Eva, avvolta in una ghirlanda di piante velenose e allucinogene come il papavero. Le fanno da contrappunto, nella cornice destra, Adamo e San Giovanni Battista, che raffigurano, invece, il bene e sono circondati da un viluppo di piante 'positive', come l'olivo, le spighe di grano e il giglio. 'Il concetto che emerge dalle sculture - ha spiegato Di Vito - e' la contrapposizione tra l'olio di Cristo (l'unto con l'ulivo) ottenuto dall'albero della vita del Paradiso terrestre e l'olio-droga allucinogeno, preparato dalle streghe, che porta all'oblio'. 'Mentre il saliente di Adamo allude infatti alla fertilita' dei campi e alla procrastinazione della famiglia umana attraverso la fertilita', il saliente di Eva fa riferimento a una sfera negativa, costellata di veleni, magia nera e simboli negativi di fortuna avversa', ha concluso il ricercatore. 24-09-2008 Afghanistan. Comandante Nato chiede maggiori poteri contro il narcotraffico Il traffico di droga in Afghanistan è diventato uno dei problemi più gravi per il futuro degli sforzi internazionali di stabilizzazione del paese e la Nato deve avere maggiori poteri per combatterlo. Ne è convinto il comandante supremo delle forze dell'Alleanza, il generale dell'esercito Usa John Craddock, che Aki-Adnkronos International ha intervistato in esclusiva per l'Italia nel corso di una visita a Kabul alla missione Isaf, la forza internazionale di pace guidata dalla Nato e forte di 52 militari di 40 paesi (di cui 14 esterne all'Alleanza). Craddock ha annunciato di aver già avanzato formale richiesta per un ampliamento dei poteri delle forze Isaf sul fronte della lotta al narcotraffico. L'Onu stima i proventi del papavero da oppio afgano complessivamente a 4 miliardi di dollari nel 2007, pari a metà dell'intero pil del paese. Circa 100 milioni sono affluiti in questi anni alla guerriglia e soprattutto ai talebani rafforzandone le capacità di combattimento contro le forze internazionali. Il 90% dell'eroina che arriva in Europa è di provenienza afghana. "L'attuale piano operativo della Nato - spiega ad AKI il generale Craddock - prevede per l'Isaf l'autorità di fornire supporto alle forze antinarcotiche afghane. Ora, queste stanno crescendo dal punto di vista delle capacità e delle dimensioni, ma non sono ancora davvero adeguate. E l'autorità di cui dispone la Nato non è sufficiente". Per questo, prosegue il comandante supremo dell'Alleanza, "ho chiesto un'autorità aggiuntiva che consenta all'Isaf di perseguire direttamente i 'signori della droga', le strutture e il traffico di narcotici". La cosa è urgentissima, spiega ancora l'alto ufficiale Usa: "Ricordiamo che secondo l'Onu da 60 a 100 milioni di dollari l'anno vanno alla guerriglia. Con questi soldi gli insorti pagano l'esplosivo, i fabbricanti di bombe e i miliziani che le fanno scoppiare uccidendo i nostri soldati. Non possiamo più permetterlo, dobbiamo ridurre i rischi per i soldati dell'Isaf". Certo, aggiunge Craddock, "non vogliamo farlo per sempre, ma finché le forze afghane non saranno all'altezza, dobbiamo poter aiutare subito". Il generale Craddock si è detto "contento che il ministro della Difesa di Berlino abbia detto che le forze armate tedesche sostengono molto" questa posizione nella lotta al narcotraffico. Del resto, in questa direzione si è chiaramente espresso anche il segretario di Stato alla Difesa Usa Robert Gates. Ed è stata la stessa Onu a chiedere un più deciso aiuto della Nato, per bocca di Antonio Maria Costa, il direttore esecutivo dell'Unodc, l'organismo delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe e al crimine. Costa è andato personalmente al quartier generale della Nato a Bruxelles per chiedere, come si legge in un comunicato, che "l'Isaf consideri la possibilità di espandere il suo sostegno includendo la distruzione di laboratori di droga e bloccando convogli di narcotrafficanti". Costa, si legge ancora nella nota, "ha chiesto all'Isaf di concentrarsi sui maggiori narcotrafficanti, neutralizzandoli o almento identificandoli in modo da poter ostacolare i loro movimenti". "Abbiamo bisogno - ha dichiarato Costa - di riconquistare militarmente il contro delle province restanti (ancora con grandi coltivazioni di papavero da oppio), in modo che attività illecite siano limitate". Qualche miglioramento, comunque, c'è stato: secondo il rapporto Onu della droga il numero di province libere da oppio sono passate da 13 a 18 su un totale di 34. E' qualcosa, ma ancora troppo poco. (Giovanni Del Re) 25-09-2008 Mondo. Sono ben 17mila gli studi sugli effetti della marijuana Gli studi sugli effetti della cannabis ossessionano la scienza e la politca che alla scienza li commissionano. Secondo NORML, siamo arrivati a quota 17 mila. Incalcolabile è quindi lo spreco di soldi alla ricerca della prova provata della dannosità della marijuana (come se poi il punto sulla legalizzazione / criminalizzazione fosse questo...). La National Organisation for the Reform of Marijuana Laws, dopo aver partecipato ad un dibattito organizzato dal Dickinson College ha aperto un forum per discuterne: http://blog.norml.org/2008/09/12/over-17000-cannabis-related-studies-who-knew/ 25-09-2008 Usa. La Marijuana non si sradica, si rintana Un articolo pubblicato da Usa Today rivela il fallimento dei tentativi di sradicare le piante di marijuana dai terreni americani. Il Justice Department's own National Drug Threat Assessment del 2008 afferma che il principale effetto di questi raid non è lo sradicamento ma semplicemente di costringere i coltivatori a rintanarsi, a far crescere le piante al coperto. L'articolo si dimentica così di dire che le leggi proibizioniste favoriscono il fenomeno che si proporrebbero di debellare. Se i guerrieri della droga alla John Walters, il direttore dell'ONDCP, volessero davvero contrastare la criminalità organizzata, dovrebbero essere d'accordo pure loro con la tassazione e la regolamentazione della marijuana, come già avviene per alcol e tabacco. Invece l'erba verde rimane di gran lunga la droga illegale più consumata negli Usa, con un bilancio di 36 miliardi di dollari l'anno. 25-09-2008 Italia. Torino. Radicali a comitati di quartiere: non seminiamo illusioni Dichiarazione degli esponenti radicali torinesi Giulio Manfredi e Domenico Massano: ?Beppe Minello de ?La Stampa? ci definisce oggi (ieri, ndr) ?pompieri? perché ci siamo espressi con scetticismo sulla proposta dei comitati spontanei di quartiere di Torino di somministrare ai tossicodipendenti la droga sequestrata agli spacciatori; la somministrazione controllata dell?eroina l?aveva proposta il sindaco Chiamparino (spalleggiato dall?ex ministro Livia Turco), un anno fa, solamente per fottere la proposta (fatta sia da molti consiglieri comunali sia da mille cittadini torinesi firmatari della nostra petizione popolare) di istituire la narcosala. Minello ricorda giustamente che la mozione pro-somministrazione eroina approvata in Consiglio Comunale è rimasta lettera morta. Siamo forse ?pompieri? perché buttiamo acqua su chi semina illusioni o alibi per non far nulla; dal 2002, da quando iniziammo a proporre l?istituzione della narcosala, abbiamo visto passare molti di questi piromani. Ma non ci siamo certo rassegnati al silenzio e all?accettazione dello statu quo. Persino quest?estate abbiamo lavorato per organizzare un incontro con l?Assessore Borgione e con gli operatori socio-sanitari per arrivare a creare un tavolo di confronto sulle tossicodipendenze fra servizi, istituzioni, cittadini e forze dell?ordine. Anche qui, tanta fatica per ottenere, nei fatti, il nulla. In tale contesto sconsolante, l?iniziativa dei comitati spontanei di quartiere è quanto mai opportuna e preziosa; contatteremo nei prossimi giorni il presidente Carlo Verra per verificare se esistono le condizioni per una manifestazione sotto il Comune di tutti coloro, da qualsiasi parte arrivino, che credono che una narcosala a Torino sia una risposta ragionevole sia ai bisogni di sopravvivenza della parte più sommersa e disperata della popolazione tossicodipendente sia alla richiesta di sicurezza di molti cittadini torinesi.?. 25-09-2008 Italia. Tabelle nei locali notturni, Radicali: perche' questa disparita' fra discoteche e bar? Il Decreto Ministeriale 30 luglio 2008, pubblicato sulla G.U. dell'8 settembre e operativo da martedi', impone l?obbligo di esporre le tabelle sui valori di alcolemia a seconda del sesso, del peso corporeo e del tipo di bevanda ai 'titolari e gestori dei locali ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente all'attività di vendita e somministrazione di bevande alcoliche' (art. 2). In caso di inosservanza, l?autorità può disporre la chiusura del locale da 7 a 30 giorni. Dichiarazione di Giulio Manfredi (giunta di segreteria Radicali Italiani): ?Il testo del decreto è chiaro: sono tenuti ad esporre le tabelle solamente titolari e gestori di discoteche o comunque locali dove non solamente si vendono alcolici ma vi sono spettacoli vari; quindi, titolari e gestori, per esempio, di semplici bar, chioschi, autogrill non devono fare nulla. Ma l'intento del legislatore non è quello di diffondere capillarmente, dovunque e per chiunque, la conoscenza degli effetti che l'assunzione di alcolici provoca nell'organismo, a seconda delle proprie caratteristiche e della bevanda ingerita? Se la risposta è affermativa, l'obbligo di esporre le tabelle doveva essere esteso a chiunque vende o somministra alcolici. Anche perché è conoscenza comune che in discoteca le consumazioni costano molto più care che fuori e che il costo della singola consumazione incide sul consumo di alcolici. Hanno ragione sia la SILB sia il Dj Aniceto a rilevare questa ingiustificata disparità di trattamento fra discoteche (e simili) e bar (e simili), che si aggiunge a quella relativa alla proibizione di vendita degli alcolici dopo le 2 di notte (in discoteca no, al chiosco nel parcheggio sì). L?avevamo già detto all'epoca del governo Prodi, in cui fu concepita questa perla di provvedimento: occorre una campagna di informazione sul consumo di alcolici piu' accattivante e incisiva che non sia l'affissione pura e semplice di tabelle accompagnata da venti righe di 'raccomandazioni a titolari e gestori'. Il tono paternalista del provvedimento avrà fatto contenta la nuova maestrina dalla penna rossa, la ministra Gelmini, e il suo omologo Giovanardi; ma serve, è utile ai cittadini??. Segue testo legge di riferimento: D.L. 3-8-2007 n. 117 (convertito in legge, Legge 2 ottobre 2007, n. 160) Disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione. Pubblicato nella Gazz. Uff. 4 agosto 2007, n. 180. Art. 6. Nuove norme volte a promuovere la consapevolezza dei rischi di incidente stradale in caso di guida in stato di ebbrezza. Comma 2. Tutti i titolari e i gestori di locali ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente all'attività di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche, devono interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le ore 2 della notte e assicurarsi che all'uscita del locale sia possibile effettuare, in maniera volontaria da parte dei clienti, una rilevazione del tasso alcolemico; inoltre devono esporre all'entrata, all'interno e all'uscita dei locali apposite tabelle che riproducano (12): a) la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica nell'aria alveolare espirata; b) le quantità, espresse in centimetri cubici, delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi per litro, da determinare anche sulla base del peso corporeo. 3. L'inosservanza delle disposizioni di cui al comma 2 comporta la sanzione di chiusura del locale da sette fino a trenta giorni, secondo la valutazione dell'autorità competente. 4. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Ministro della salute, con proprio decreto, stabilisce i contenuti delle tabelle di cui al comma 2 (13). 25-09-2008 Italia. Giovanardi: pronto ad ascoltare scienza sulle tabelle per le quantita' 'Se c'e' da rivedere e migliorare le tabelle che indicano le quantita' massima di droga detenibili senza incorrere nel reato di spaccio, se ne puo' discutere': lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, intervenendo al congresso di Federserd (Federazione degli operatori dei Sert). 'Ho parlato proprio ieri con un tossicologo - ha spiegato Giovanardi, che ha la delega alla droga, alla famiglia e al servizio civile, parlando a margine - il quale mi ha detto che la soglia della cocaina e' troppo alta. Se gli esperti mi dicono che le soglie vanno riviste, sulla base di una valutazione scientifica, ci si puo' ragionare'. Quanto al fatto che l'ex ministro della Salute Livia Turco provo' a modificare le tabelle della cannabis e il Tar le diede torto, secondo Giovanardi questo accadde perche' 'quella della Turco fu un'operazione politica, mentre invece noi ci vogliamo basare solo sul parere degli esperti'. Nessuna prevenzione verso qualsiasi terapia, purche' l'obiettivo sia il completo recupero del tossicodipendente, continua Giovanardi. 'Dalla cristoterapia di Don Gelmini ai metodi 'laici' di Muccioli, alla cura col metadone o altro - ha spiegato Giovanardi - va tutto bene. Ma le terapie non devono puntare alla cronicizzazione delle tossicodipendenze'. Quella del sottosegretario e' una ' apertura innovativa e importante': cosi' Alfio Lucchini, presidente nazionale di Federserd, la federazione degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, commenta quanto detto dall'esponente del governo nel corso del congresso della federazione. Federserd si dichiara quindi disponibile a dare il suo contributo, pur ricordando che a suo tempo aveva criticato il metodo con cui le tabelle erano state costruite, 'non tenendo conto delle complessita' del mercato della droga e dei consumi'. 'Nella commissione scientifica che defini' le famose soglie, non c'erano ne' i professionisti dei Sert ne' rappresentanti delle Forze dell'ordine. Secondo noi le tabelle furono redatte seguendo una visione troppo tossicologica e poco legata alla complessita' dei consumi'. Gia' a suo tempo, ricorda Lucchini, Federserd defini' troppo alta la soglia di cocaina prevista e troppo bassa quella della cannabis. ' Se per cio' l'apertura di Giovanardi si concretizzera' in un tavolo di lavoro che preveda anche la presenza degli operatori, che conoscono i consumi e delle forze dell'ordine, che hanno il compito della repressione, noi siamo disponibili'. 25-09-2008 Italia. Jovanotti: il proibizionismo non ha mai funzionato La nuova ordinanza messa a punto dal Comune di Milano, che prevede sanzioni per chi consumera' droga nei luoghi pubblici, non convince Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Secondo il cantautore romano, che ha premesso di non sentirsi la persona piu' adatta a rispondere a questa domanda ("perche' non sono un politico e non mi drogo, per cui e' come se mi si domandasse dell'ippica") il "proibizionismo non ha mai risolto niente". "Non ho mai pensato - ha detto Jovanotti stamattina a Milano, a margine della presentazione della personale di Sergio Pappalettera alla Triennale - che uno spinello sia un fatto grave. Personalmente credo ce ne siano di piu' gravi. Magari bisognerebbe chiedersi per esempio perche' la cocaina e' cosi' diffusa. Mi sembra ci sia la volonta' di nascondere le cose sotto il tappeto: non e' arrestando uno che ha uno spinello in mano che si risolve il problema della droga". 25-09-2008 Entro la fine dell'anno sara' operativo il centro mediterraneo antidroga Sara' operativo entro la fine dell'anno il nuovo Centro mediterraneo di lotta contro la droga, con sede a Tolone, la cui creazione e' stata decisa il 22 maggio nel corso della Conferenza dei ministri degli interni del Mediterraneo occidentale (Cimo), che si e' tenuta a Nouakchott, in Mauritania. Lo ha assicurato il ministro degli interni francese Miche'le Alliot-Marie che ha visitato i locali assieme al collega spagnolo Alfredo Perez Rubalcaba. La lotta contro la droga 'implica un'azione comune' di tutti i paesi interessati, che siano quelli che consumano stupefacenti, quelli di transito della droga, o quelli dove si produce, ha aggiunto la signora Alliot-Marie, 'perche' nessun paese puo' lottare da solo contro una minaccia che ignora le frontiere'. Il Centro di inchiesta e coordinamento della lotta anti-droga nel Mediterraneo' (Ceclad-M), secondo quanto deciso dalla Cimo (composta da dieci paesi: Algeria, Marocco, Mauritania, Tunisia, Spagna, Francia, Italia, Malta e Portogallo) raggruppera' circa 15-20 persone delegate dai servizi specializzati di polizia, gendarmeria, dogane, appoggiate dalle Marine nazionali, ha spiegato la ministra aprendo un colloquio europeo sulla lotta contro la droga. Secondo le ultime statistiche Onu, 64,9 tonnellate di cocaina, 14,8 di eroina e 661,3 di cannabis sono state sequestrate nel 2006 nell'insieme dei paesi mediterranei, che stanno cercando di organizzarsi specie per individuare le navi sospette e bloccarle. Il traffico oggi passa dall'Africa occidentale, e attraverso i deserti del Sahel e del Sahara arriva al Mediterraneo da cui la droga salpa per l'Europa grazie a battelli con motori da 1.000 cavalli che vanno a 90 km l'ora, ha spiegato ai due ministri l'ammiraglio Jean Tandonnet, prefetto marittimo di Tolone. 25-09-2008 Usa. Energy drink, giovani a rischio intossicazione da caffeina Sempre piu' diffusi soprattutto tra i giovanissimi, alcuni energy drink contengono tanta caffeina quanta ce n'e' in 14 lattine di Coca Cola, ma non ne riportano bene evidenziato sull'etichetta il contenuto, ne' il rischio di intossicazione insito nel loro consumo. A puntare il dito contro il dilagare di queste bevande evidenziandone i potenziali pericoli e' Roland Griffiths della Johns Hopkins University di Baltimora, in un articolo sulla rivista 'Drug and Alcohol Dependence': e' come se si servisse una bottiglia di alcool senza dire se si tratta di birra o rum. L'intossicazione da caffeina ha sintomi ben precisi che vanno dal nervosismo all'ansia, dall'insonnia ai disturbi gastrointestinali, tremori, tachicardia; in rari casi puo' essere fatale. Gli energy drink hanno conquistato un'ampia fetta di mercato che negli Stati Uniti e' di 5,4 miliardi di dollari e cresce al ritmo del 55% l'anno. I maggiori consumatori sono giovani e giovanissimi, attratti dalle 'virtu' con cui vengono pubblicizzati, cioe' come stimolanti e miglioratori di performance. Molti giovani hanno preso l'abitudine di bere gli energy drink in pericolosi mix con bevande alcoliche, col rischio di avere una falsa percezione della propria lucidita', per esempio alla guida. In realta' i pericoli legati al consumo di energy drink non sono trascurabili: il loro contenuto in caffeina puo' variare da un minimo di 50 a oltre 500 milligrammi, un'enormita' se si pensa che una lattina di Coca Cola ne contiene 35 milligrammi e una tazza di caffe' dagli 80 ai 150. Inoltre i centri Usa che ricevono le segnalazioni di avvelenamento hanno ricevuto numerosi rapporti su intossicazione da caffeina per consumo di energy drink. Sarebbe necessario, conclude Griffiths, rendere piu' trasparente il sistema di etichettatura di queste bevande con evidenziati i rischi del consumo, come pure mettere un freno ai loro nomi, che spesso ricordano queli di droghe o stimolanti. 26-09-2008 Messico. Storie di proibizionismo, il ministro: la polizia e' corrotta Il ministro dell'Interno del Messico, Juan Camilo Mourino, ha riconosciuto di fronte all'intera Camera dei Deputati l'esistenza di forti legami tra la polizia e il narcotraffico affermando che 'finche' persiste questo fenomeno non possiamo garantire la sicurezza e nemmeno godere della fiducia dei cittadini'. Il ministro ha quindi convocato una riunione a porte chiuse con il Consiglio di sicurezza nazionale, alla quale hanno assistito il ministro della Difesa, generale Guillermo Galvan, il ministro della Marina, ammiraglio Mariano Sainez, il procuratore generale della repubblica, Eduardo Medina Mora, e il ministro per la pubblica sicurezza, Genaro Garcia Luna. Mourino, in risposta alle critiche e alle richieste di dimissioni arrivate da vari esponenti dei partiti dell'opposizione, ha manifestato la sua decisione di 'essere parte della soluzione del problema' della sicurezza che sta affliggendo il Messico. Da parte sua Garcia Luna ha affermato che la lotta contro la corruzione continuera' in modo sistematico, anche con un progetto di legge che prevede un monitoraggio costante dei corpi di polizia. In sostanza, i membri delle forze dell'ordine saranno sottoposti a esami tossicologici, psicologici e alla macchina della verita'. Inoltre verranno verificati gli ambienti sociali dove vivono e le situazioni patrimoniali. Le autorita' hanno poi aggiunto che cambieranno i parametri per il reclutamento degli agenti: verra' infatti richiesto un livello piu' alto di istruzione, sia per la polizia federale (almeno il diploma di scuola media superiore), che per quella statale e municipale. 26-09-2008 Colombia. Guerra alla droga, il fratello del ministro della Giustizia arrestato per droga Il fratello del ministro della Giustizia colombiano, Leon Valencia, è stato arrestato ieri in Colombia nel quadro di un'inchiesta su un presunto traffico di droga in cui sarebbe coinvolto. Lo hanno annunciato fonti giudiziarie. Valencia, ex procuratore, è stato fermato a Medellin, 400 chilometri a nord-ovest di Bogotà, dove risiede. In agosto, il procuratore generale della Colombia, Mario Iguaran, aveva chiesto e ottenuto la sospensione dall'incarico di Valencia che era stato inchiodato da intercettazioni telefoniche con un trafficante di droga. Valencia è accusato di associazione a delinquere, arricchimento illegale, violazione del dovere di riservatezza, distruzione di documenti e di 'insider trading'. Membro della delegazione colombiana che partecipa all'Assemblea generale dell'Onu, il ministro della Giustizia, Fabio Valencia, ha reagito alla notizia dell'arresto del fratello con uno scarno comunicato con cui ha garantito che "rispetterà" la decisione della Corte, anche se gli dovesse causare un "grande dolore". 27-09-2008 Gb. Commissione Governativa: declassificare ecstasy, non e' cosi' pericolosa The Advisory Council, la commissione di controllo che assiste il governo britannico nel formulare le leggi sulla droga, ha raccomandato all'esecutivo di depenalizzare di fatto l'ecstasy da stupefacente di livello A - al pari di cocaina ed eroina - a livello B, quello di marijuana e hascisc, per il possesso dei quali non scatta l'arresto. Un parere, quello della commissione, che pur non avendo valore vincolante promette di scatenare un vespaio di critiche. 'Non siamo d'accordo', ha detto Tim Hollis, capo della polizia di Humberside e membro della 'Association of Chief Police Officers' (Acpo). 'Lancerebbe un messaggio sbagliato e dal punto di vista operativo non se ne sente il bisogno'. 'L'ecstasy puo' uccidere e uccide in modo imprevedibile', gli ha fatto eco un portavoce del ministero dell'Interno, contrario al cambio di categoria della sostanza, 'tanto che non si puo' parlare di dose minima sicura'. Circa 250.000 mila persone consumano ecstasy ogni mese in Inghilterra e Galles e secondo i dati diffusi dall'istituto di statistica britannico ogni anno questa droga, conosciuta dai chimici come MDMA, miete piu' o meno 50 vittime. 'La commissione non vuole incoraggiare l'uso di MDMA', ha commentato il professor Colin Blakemore, della Oxford University e della 'UK Drug Policy Commission'. 'Stanno semplicemente esprimendo un parere tecnico sui danni provocati dall'ecstasy rispetto a quelli indotti da crack, cocaina o eroina'. 27-09-2008 Afghanistan. Guerra della Nato al narcotraffico? L'Italia dubbiosa L'Italia non blocca la proposta del comandante supremo della Nato John Craddock di ampliare il mandato delle truppe Isaf per combattere il narcotraffico in Afghanistan.Tuttavia, chiede un momento di riflessione in piu', perche' la questione e' complessa e' richiede un approfondito chiarimento. A due giorni dalle dichiarazioni rese ad AKI-Adnkronos International dal generale statunitense sulla questione, con una critica agli Stati membri della Nato che "puntano i piedi" (senza fare nomi), e' questo il quadro che AKI traccia della questione. La Nato e' molto preoccupata perche' i flussi finanziari provenienti dal traffico di droga (che complessivamente 'fattura' 4 miliardi di dollari l'anno) finanziano anche la guerriglia, che in effetti sta diventando sempre piu' pericolosa per i 52.000 militari schierate nel quadro della missione Isaf guidata dalla Nato, cui pero' partecipano anche 14 paesi esterni all'Alleanza. Al momento, pero', la Nato sul fronte del narcotraffico puo' soltanto dare delle 'dritte' alle autorita' afgane, che cercano di intervenire. Il problema tuttavia e' che le forze antidroga di Kabul, pur essendo ben addestrate, sono a ranghi troppo ridotti per esser davvero efficaci. Cosi' il generale Craddock ha esplicitamente chiesto di poter cambiare il piano operativo Isaf per consentire interventi diretti antidroga. Una proposta che ha fatto storcere il naso, a quanto apprende AKI, a buona parte dei 'vecchi' membri della Nato: tra i dubbiosi, oltre all'Italia, figurano la Francia, la Germania, il Belgio, l'Olanda, la Spagna. Piu' favorevoli la Gran Bretagna e i 'nuovi' paesi (gli ex 'satelliti' di Mosca). Stando alle informazioni in possesso di AKI-Adnkronos International, in realta' l'Italia non sta propriamente 'bloccando', ma ha bisogno di tempo per riflettere. Le questioni da chiarire, viene sottolineato, non sono poche e sono anche di aspetto giuridico. Ad esempio: i narcotrafficanti, a differenza dei talebani, sono considerati dei civili. Puo' la Nato attaccarli? Inoltre che cosa significa 'distruggere' i laboratori in cui si confeziona l'eroina? L'Italia non e' favorevole a bombardamenti aerei, rischiosissimi sul fronte dei civili. Non basta: l'Italia non vede di buon occhio un intervento delle forze Isaf in autonomia, ma chiede che comunque l'intervento avvenga insieme alle truppe afgane. Vi sarebbe ugualmente una notevole differenza rispetto alla situazione attuale, in quanto sarebbe comunque un intervento diretto mentre al momento le forze Isaf possono solo dare informazioni e 'dritte' agli afgani. In generale, dicono a Bruxelles fonti non italiane della Nato ad AKI, in molti degli stati 'dubbiosi' ci potrebbe essere di sfondo anche un'altra preoccupazione: e cioe' che una modifica del piano operativo allargato alla lotta al narcotraffico implichi un incremento delle forze e dei mezzi sul campo. E molti alleati sono ritengono di non poter aumentare ulteriormente i propri sforzi in Afghanistan, anche se e' proprio questo quello che chiedono anzitutto Washington e Londra. 27-09-2008 Eau. Onu: narcotrafficanti afghani riciclano denaro a Dubai E' la piazza finanziaria di Dubai il punto centrale di snodo finanziario per i proventi della droga dei narcotrafficanti dell'Afghanistan, il primo produttore mondiale di eroina. Lo afferma con chiarezza un rapporto molto dettagliato preparato dall'Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime) di Vienna insieme alla Banca Mondiale, interamente dedicato al narcotraffico all'ombra dell'Hindukush. Il rapporto, intitolato 'The Afghan Drug Industry', e realizzato insieme alla Banca Mondiale, parte dallo strumento principale per gli ingenti flussi finanziari di un 'business' del valore di 4 miliardi di dollari l'anno: si chiama 'hawala', che in arabo significa grosso modo 'trasferimento di danaro' ed è un sistema di transazioni finanziari informali, al di fuori del normale circuito delle banche ufficiali. E' usato anche come strumento del tutto 'pulito' ed è servito a mantenere una parvenza di attività economica durante i trent'anni di guerra in Afghanistan. Ma è anche, appunto, utilissimo per il narcotraffico afgano proprio per il suo carattere del tutto informale. L'hawala' può giovarsi, si legge nel rapporto, "dell'estesa rete della diaspora per lo più pashtun (etnia dominante in Afghanistan, soprattutto nel sud) in Iran, Pakistan, Arabia Saudita, Europa ed Emirati Arabi Uniti". Dubai, una delle più grandi piazze finanziarie del mondo, è anche uno dei massimi centri di finanza 'hawala'. E secondo l'Onu proprio questo ne ha fatto un punto chiave per i narcotrafficanti afgani. "Vi sono prove sostanziali che le reti e i contatti dei trafficanti afgani, particolarmente di quelli basati nel sud (dell'Afghanistan), si estendono ben al di là dei confini del paese, con Dubai che serve da snodo centrale per la transazioni condotte fuori dall'Afghanistan". Per il rapporto, "Dubai serve da 'clearing house' per le transazioni". Inoltre, si legge ancora, "sebbene la maggior parte degli 'hawaledar' (agenti dell'hawala') a Kandahar e Helmand hanno identificato Londra come la loro principale fonte di ordinativi di droga, i pagamenti sono spesso instradati verso partner afgani negli Emirati Arabi Uniti e in Pakistan, dove il danaro è reinvestito o utilizzato per effettuare altre transazioni". Sul fronte del riciclaggio, il rapporto Onu sottolinea la necessità di "incoraggiare un'autentica ottemperanza agli standard contro il 'money laundering' in paese che hanno legami bancari con l'Afghanistan, incluso il Pakistan e Dubai. Pur avendo pubblicamente accettato gli standard del 'Financial Action Task Force', vi sono prove sul terreno che suggeriscono che l'attuazione deve essere rafforzata". Un compito non certo facile, almeno sul fronte dell'hawala', proprio per il suo carattere assolutamente informale ed esterno ai circuiti istituzionali. "I differenti attori dell'economia dell'oppio - recita il rapporto - trafficanti, elaboratori, salariati, e persino, entro certi limiti, gli agricoltori, sono mobili e rispondono in modo flessibile e rapido alle opportunità economiche così come ai cambiamenti nell'ambito della pubblica sicurezza. I flussi finanziari attravero il sistema dell'hawala' sono agevoli, rapidi ed efficienti". Nel rapporto si hanno anche esempi concreti. "Quattro fratelli ai massimi livelli del business 'hawala' - si legge - a Kandahar hanno rivelato che trasferiscono o scambiano circa 350.000 dollari al giorno, e che le maggiori transazioni relative alla droga sono inviati a Chaghcharan, nella provincia di Ghor, a Uruzgan, e a Helmand. Durante i momenti di picco, mensilmente sono trasferiti 10 milioni di dollari di fondi, sia relativi alla droga, sia legali. Gli informatori hanno riferito che trafficanti di droga turchi depositano i pagamenti nel loro conto bancario di Dubai, dal quale possono comprare merci da importare nel paese". In effetti le merci sono un altro dei sistemi utilizzati dai narcotrafficanti afgani, e anche qui Dubai gioca un ruolo chiave. "Dubai - si legge nel rapporto - insieme alla Cina, al Giappone e alla Germania sono le principali fonti di merci importate per conto di trafficanti afgani". In effetti, come spiega il rapporto, capita spesso che i narcotrafficanti "preferisca esser pagato in merci (ad esempio veicoli), aumentando così i potenziali di profitto. In questo caso l'hawaledar' assume il ruolo di facilitatore dell'importazioni di merci attraverso i suoi numerosi partner commerciali negli Emirati Arabi Uniti e in Iran". L'altra opzione è che lo stesso narcotrafficante, che detiene un conto a Dubai, decida di spendere i suoi soldi per acquistare merci, nel qual caso l'hawaledar' "lo assiste nell'invio della merce a destinazione. 27-09-2008 Italia. Cassazione: e' reato offrire uno spinello ad un amico Chi offre uno spinello ad un amico rischia il carcere per traffico illecito di stupefacenti. E' questo il senso della sentenza con cui la Cassazione (sentenza n. 36876/2008) ha ieri confermato la condanna di un 26enne di Sondrio che, sulla strada di casa, aveva offerto ad un amico di 'fumare uno spinello'. Per la Suprema Corte, come ha riportato Italia Oggi, l'uso di gruppo non e' configurabile nel caso in questione, in quanto non c'era accordo fra i due giovani, ma l'offerta unilaterale di uno dei soggetti che aveva autonomamente acquistato la sostanza. In altre parole, a meno che degli amici non si mettano d'accordo e ripartiscano le spese dell'acquisto, la resposabilita' penale risiede solamente sulla persona piu' altruista. Ecco cosa scrive la Corte. "Il consumo di gruppo di sostanza stupefacente e' una circostanza che puo' ritenersi riscontrata solo quando la sostanza sia stata acquistata da uno dei componenti il gruppo su preventivo mandato degli altri, in vista della futura ripartizione, ed attraverso una partecipazione dei mezzi finanziari occorrenti, di talche' possa affermarsi che l'acquirente agisca come longa manus degli altri e che il successivo frazionamento della sostanza acquisita sia solo un'operazione materiale di divisione senza trasferimento dell'uno o dell'altro valore". "La condotta di un soggetto acquirente di sostanze stupefacenti", continua la Cassazione, "puo' ritenersi non punibile, perche' finalizzata al consumo di gruppo, solo quando possa accertarsi che gli altri componenti del gruppo abbiano avuto, fin dall'origine, quell'autonomo potere di fatto in cui si sostanzia la detenzione". 27-09-2008 Italia. Bussolengo. I carabinieri lanciano l'allarme chetamina fra i giovani Allarme chetamina a Bussolengo per il crescente aumento di giovani consumatori, anche di 14 anni, che hanno portato i carabinieri della Compagnia di Peschiera del Garda ad arrestare 4 persone in 48 ore per spaccio di droga. A preoccupare l'Arma, l'andirivieni da un appartamento di Bussolengo di ragazzi, tra cui molti minori, per acquistare chetamina, una droga di uso veterinario che se presa in dosi massicce da' l'effetto dell'Lsd e a dosi piu' blande ha un effetto anestetizzante: in entrambi i casi da' danni irreversibili al cervello. La vendita della chetamina sta prendendo piede soprattutto per il basso prezzo, tra i 15 e i 20 euro al grammo. Sulla base degli elementi raccolti, i carabinieri sono intervenuti con un blitz nell' appartamento dove hanno arrestato A.B., 21 anni, e il tunisino L.S., 18, e sequestrato circa 3 etti della droga. In un secondo tempo e' stato invece arrestato il dominicano D.M., 25 anni, proprietario della casa e poi, a Brescia, M.Z., 22 anni, ritenuto il fornitore della chetamina (quasi mezzo chilo quella che gli e' stata trovata addosso). 28-09-2008 Gb. Arrivano i pacchetti di sigarette che terrorizzano A partire dal primo ottobre la Gran Bretagna diventera' il primo Paese europeo ad introdurre immagini shock sui pacchetti di sigarette che mostreranno in maniera inequivocabile i danni provocati dal fumo. Le immagini, tra cui quella di un tumore alla gola, una di un polmone devastato dalle sigarette ed una di denti completamente cariati, sostituiranno le avvertenze scritte introdotte nel gennaio del 2003. Secondo i dati del ministero della Sanita', i messaggi sui pacchetti sono stati finora efficaci: dalla loro introduzione oltre 90.000 persone hanno contattato il numero verde della Sanita' a disposizione di coloro che vogliono smettere di fumare, spinte proprio dalle avvertenze scritte. Secondo recenti ricerche, le immagini possono dare risultati ancora migliori: gli studi in materia hanno dimostrato infatti che, per mantenere la loro efficacia, le avvertenze devono cambiare periodicamente e che i fumatori tendono a prendere piu' seriamente il danno che infliggono alla loro salute se a ricordarglielo e' un'immagine. 'Accolgo con piacere l'introduzione delle immagini che mostrano ai fumatori la triste realta' degli effetti devastanti che fumo ha sulla loro salute. Servira' a mantenere in crescita il numero di persone che hanno smesso di fumare dall'introduzione del divieto al fumo nel 2007', ha dichiarato Liam Donaldson, direttore nazionale della sanita'. Le immagini saranno obbligatorie su tutti i nuovi pacchetti a partire dall'1 ottobre, mentre quelli vecchi potranno restare in circolazione fino all'1 ottobre 2009. Per gli altri prodotti contenenti tabacco, le immagini inizieranno a comparire dall'1 ottobre 2010. 28-09-2008 Italia. Don Gallo: istituire stanza per il consumo Un'unita' di strada nei vicoli genovesi che funzioni da luogo di consumo di droga sotto il controllo medico, prendendo spunto da un'esperienza gia' sperimentata dalla 'sala' Baluard di Barcellona. La proposta e' stata ribadita da don Andrea Gallo in un dibattito organizzato ieri al teatro Modena, col patrocinio del Comune di Genova e dell'Asl 3. 'Dopo una guerra di quarant'anni ora bisogna creare luoghi di pace come questa sala per capire un tossicodipendente basta vederlo in astinenza. Il nostro obiettivo e' la vita umana, vita e salute come a Barcellona, un centro di ascolto e di contenimento, sul modello del 'Baluardo' e non certo un ghetto o un luogo di isolamento e di illegalita'. Il nostro obiettivo e' quello di ripulire la citta', offrendo una possibilita' in piu' a questi giovani di raggiungere una dimensione umana'. 29-09-2008 Messico. La guerra civile della droga Zamora, stato di Michoacan. Un commando composto da sole donne spara su un gruppo di persone e poi fugge. La Marquesa, Stato di Mexico. La polizia rinviene dodici cadaveri. Li hanno uccisi per vendetta. Avevano realizzato un tunnel per trasportare droga dal Messico agli Stati Uniti, una galleria con ascensore, minirotaia, luci. Poi qualcuno ha informato i federali e per loro è stata la fine. Villahermosa, Stato di Tabasco. Killer mascherati tappano la bocca per sempre ad Alejandro Fonseca, conduttore di un programma radiofonico che denunciava i sequestri di persona. Ayuta del Libres, Stato di Guerrero. L'ex sindaco Homero Rios è centrato da 22 proiettili mentre fa jogging insieme alla figlia. Tijuana, Stato della Baja California. Samuel Martinez, funzionario della polizia, viene assassinato poche ore dopo essere stato costretto a lasciare la sua carica. L'elenco potrebbe andare avanti per giorni in una lunga litania di morte e sangue che sta spingendo il Messico verso il baratro. Ci sono giorni in cui il Paese centro-americano supera, nella conta dei morti ammazzati, l'Iraq e l'Afghanistan. A Bagdad le decapitazioni sono ormai rare, in Messico sono quasi quotidiane, simbolo della guerra che si sta combattendo. Uno scontro totale: narcos contro narcos, banditi contro la legge, esercito contro polizia infedele. Con i trafficanti insolenti, truci, impuniti. Spadroneggiano a tal punto che si permettono di scrivere ai giornali, di mettere manifesti per reclutare poliziotti offrendo «buona paga, aiuto alla famiglia e benefit», di firmare le stragi con volantini a volte minacciosi - «è quella che spetta ai nemici» e irridenti «ha, ha, ha» lasciati sui cadaveri. Tanti cadaveri. Le cifre dicono molto. Tremila le vittime nel solo 2008. 25 miliardi di dollari il «giro» del traffico che importa la coca dalla Colombia per poi trasferirla sul mercato americano ed europeo. Cinquecentomila gli affiliati alle gang, dominate da sette grandi clan che smistano polvere e marijuana. Trentamila i militari schierati dal presidente Calderon per contenere la minaccia. Continua... http://www.corriere.it/esteri/08_settembre_29/messico_nuvole_di_coca_guerra_civile%20_della_droga_3eed9894-8de4-11dd-9bec-00144f02aabc.shtml 29-09-2008 Italia. Tabelle alcolemiche, le stragi continuano Primo week end delle tabelle con tassi alcolemici esposti all?interno dei locali pubblici, ma le stragi del fine settimana sulle strade dovute all?eccessivo consumo di alcool non finiscono. L?8,9% dei minorenni abusa di alcolici e non solo: i giovani incominciano a bere soprattutto nei momenti di euforia ma anche di gioia e finiscono per esagerare, il nettare di bacco se assunto in modiche quantità è, senza dubbio, un alimento che può rendere ancora più divertenti momenti di convivialità, ma eccedere per dimostrare che cosa? Continua... http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=20035&titolo=Tabelle%20alcolemiche,%20le%20stragi%20continuano 29-09-2008 Italia. Agricoltori: deve rimanere proibita la liberta' di dealcolizzare il vino Un'ipotesi che va respinta senza mezzi termini. In questo modo si penalizza la qualita' e la tipicita' del prodotto. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alla proposta -sostenuta in particolare da Francia e Spagna- del vino parzialmente "de-alcolizzato". Alla vigilia dell' incontro della filiera vitivinicola italiana, che si svolgera' domani al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la Cia mette in evidenza i rischi derivanti dall'immissione in commercio di questo vino. Siamo, infatti, in presenza di una pratica di cantina, finora vietata, volta a sottrarre, con tecniche industriali, dal vino una parte dell'alcol prodotto naturalmente dalla fermentazione. Pratiche enologiche per le quali, peraltro, non sono ancora state definite specifiche tecniche dall'Organizzazione internazionale del vino (Oiv) per una corretta applicazione. Il problema non e' costituito dalla semplice sottrazione di alcol da un prodotto naturale finito come il vino, ma anche dal fatto che l'apparecchiatura "una colonna a coni rotanti", oltre ad allontanare l'alcol, porta con se, la possibilita' di alterare il quadro aromatico e non solo del prodotto, generando un vero e proprio sottoprodotto che ci allontana dall'idea della qualita' e della tipicita', del legame con il territorio. La Cia ribadisce che i vitivinicoltori italiani non sono contrari alle innovazioni anche in campo enologico; ma chiedono il rispetto dei valori associati al vino, prodotto principe del "made in Italy" agroalimentare. Valori che non si possono alterare con semplici manipolazioni. E' poi evidente l'opportunita' di non superare alcuni limiti, altrimenti si rischia di arrivare in breve tempo ad un "vino alcol free", sui cui imbastire messaggi di comunicazione, che potrebbero recare danni di immagine al vino come prodotto tradizionale, fatto di tecniche naturali di vinificazione e di maturazione dei mosti. Un prodotto che, d'altra parte, trova un ampio riscontro da parte dei consumatori. Il vino non e' una bevanda frutto di un brevetto riproducibile dalla combinazione di ingredienti in modo industriale, ma e' e resta il punto di arrivo di un percorso di maturazione, ricco di tradizioni, di cultura e di saperi che danno valore al territorio ed alle collettivita' che lo vivono. La Cia auspica, quindi, un forte impegno dell'Italia, che insieme alla Grecia si oppone alla "de-alcolizzazione" del vino, per tutelare i produttori ed evitare che vengano introdotte tecniche che rischiano di dare un pesante colpo alla qualita' di un prodotto, quello italiano, apprezzato in tutto il mondo. 29-09-2008 Australia. Indagine: cannabis puo' indurre depressione Il rischio di soffrire di depressione, ansia e psicosi per chi fuma regolarmente cannabis e' piu' alto rispetto a chi assume droghe stimolanti come le anfetamine. E' il risultato di statistiche raccolte da un campione di 1000 medici generici in Australia, secondo cui fra i pazienti che hanno menzionato l'uso di cannabis al loro dottore, il 48% aveva problemi psicologici, e il particolare il 19% soffriva di depressione, il 9% di psicosi, e il 6% di ansia. La ricerca, pubblicata sull'ultimo bollettino del Centro nazionale di prevenzione e informazione sulla cannabis, suggerisce che l'impatto di questa droga sulla salute mentale sia stato sottovalutato. Gli effetti delle anfetamine sullo stato mentale sono ben noti, ma la nuova ricerca mostra che i fumatori di marijuana o hashish accusano tassi piu' alti di sintomi psicologici gravi, quando visitano il loro medico. Secondo la direttrice del Centro, Jan Copeland, i risultati confermano i pericoli della droga, specie per i 300 mila australiani (su una popolazione di 21 milioni) che la fumano quotidianamente. 'E' un risultato inaspettato, mostra quanto grave sia il suo impatto su chi la usa', ha detto. La ricerca indica che i consumatori regolari di cannabis sono in prevalenza maschi, giovani, disoccupati o a basso reddito, e indigeni. Non solo: dallo studio e' emerso che menzionare l'uso di cannabis al proprio medico e' molto raro e avviene in solo 19 mila visite mediche ogni anno, contro il milione e mezzo di fumatori australiani che la usano in un anno, di cui 750 mila con frequenza almeno settimanale. 'Troppe persone che consumano cannabis credono ancora che abbia poche conseguenze sulla salute, o temono di parlarne con il medico'. Gli studi piu' recenti mostrano che la maggior parte delle persone non incontrano problemi gravi con l'uso occasionale, mentre l'assunzione frequente puo' portare a depressione, perdita di memoria, danni ai polmoni, perdita di libido a anche restringimento del cervello. 29-09-2008 Messico. Audizioni parlamentari sulla leglizzazione delle droghe Intervenendo alla Camera del Deputati sull'eventuale legalizzazione delle droghe, il responsabile della Sicurezza pubblica federale, Genaro Garcia Luna, ha detto che il tema merita un'analisi e uno studio approfonditi da parte di tutti i settori della popolazione, per individuare quali possano essere le implicazioni e quale l'impatto sulla cittadinanza. Ha aggiunto che il tema andrebbe studiato con i Paesi europei giacche' "una decisione di questo tipo dev'essere sottoposta a valutazione permanente". Rispondendo alla domanda di una deputata su come la pensasse lui, ha risposto che legalizzare o no le droghe e' una decisione del Congreso, il luogo specifico per discutere dei pro e dei contro. Nella sua audizione, il funzionario federale ha illustrato gli sforzi in atto per instaurare un nuovo sistema d'intelligence tra tutti gli organi di polizia federale, municipale e statale, basato su competenze comprese in un unico schema. Ha spiegato che questo nuovo schema, una volta adottato da tutti i reparti, sara' in grado di migliorare dell'80% i successi degli inteventi. Esso concerne la raccolta dei dati d'intelligence operativa, le attivita' di polizia, la metodologia, i processi, l'unificazione e l'omologazione delle procedure in ogni fase e, senz'altro, un nuovo profilo professionale d'ingresso in polizia. Il titolare della Sanita', Jose' Angel Cordova, ha manifestato il proprio dissenso verso le dichiarazioni del responsabile della Sicurezza, Garcia Luna, sulla possibilita' di legalizzare il consumo di droghe. Secondo lui, causerebbe un aumento dell'offerta, della domanda e delle malattie derivate dal consumo. In un'intervento alla Camera dei Deputati ha respinto quest'evenienza dicendo che "dal punto di vista sanitario sarebbe totalmente pernicioso, totalmente negativo". E si e' detto in disaccordo anche sul fatto che la proposta di legalizzazione sia meritevole d'analisi e di studio da parte di tutti i settori della popolazione. Ha spiegato che ogni giorno arrivano rapporti sanitari che dimostrano quanto la capacita' d'apprendimento e la memoria diminuiscano tra i giovani. "Se si legalizzasse aumentebbe l'offerta; aumentando l'offerta, aumenterebbe il consumo e sarebbe un danno enorme per la popolazione dal punto di vista della salute. Non sono d'accordo", ha insistito. Spera invece in piu' risorse, come quelle derivanti dagli ultimi sequestri di denaro del narcotraffico, e ha ricordato che con Iniciativa Merida saranno disponibili 100 milioni di pesos per nuove attrezzature mediche. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. 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