====== NOTIZIARIO DROGHE ====== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it - Email: aduc@aduc.it Archivio settimanale Dal 14-11-2006 al 20-11-2006 n.47/2006 (Anno VI) ARTICOLI - Cannabis. Benissimo ministro Turco. Ai detrattori: morti per tabacco ogni anno 80mila, per cannabis 0 (zero) - Nuove tabelle droghe: grazie ministro Turco ma dobbiamo rimediare subito ai danni delle attuali leggi punizioniste NOTIZIE - Italia. Caruso (Prc): ho piantato cannabis alla Camera ... anzi no, stavo solo scherzando - Usa. No all'industrializzazione della coca in Bolivia - Italia. Barra (Cri): aumentano le orverdosi fra ex detenuti - Italia. Mozione di An per ripristinare i limiti della tabella sulle droghe - Italia. "Liberi dalla droga", nuovo coordinamento nazionale contro la droga - Russia. Ufficialmente 8.000 decessi per droghe, ma 70.000 per stime ufficiose - Arabia Saudita. 22 condanne a morte eseguite - Italia. Imbarazzo nel Prc per la "Carusata" - Mondo. L'Onu esorta a controllare la droga spedita per posta - Spagna. Incontro "Adolescenza, droga, societa'" - Italia. Cossiga presenta disegno di legge per liberalizzare droghe - Italia. Lettera di richiamo della Camera inviata a Caruso - Italia. Ancora polemiche sul decreto sulle quantita' di cannabis - Italia. Giachetti: non tutti nella Margherita la pensano nello stesso modo sulla cannabis - Italia. Lettera di 51 parlamentari sulle quantita' di cannabis. Turco: confrontiamoci - Usa. Morto economista Milton Friedman, pioniere dell'antiproibizionismo - Italia. Da gennaio in edicola la rivista "Dolce Vita" - Italia. Rischio aspergillo per chi consuma cannabis orientale - Filippine. Sempre piu' terroristi islamici coinvolti nel traffico di droga - Italia. Ministro Turco scrive ad Avvenire: punire il traffico e non il consumo di droga - Italia. Blumir su proposta Cossiga di legalizzare le droghe: "straordinario!" - Italia. Fini: se Turco modifica la legge sulla droga promuoveremo referendum abrogativo - Italia. In vigore nuova quantita' massima di cannabis per uso personale - Italia. Firenze. An: ospiteremo Arezzo Wave solo se sara' "drug free" - Italia. Perugia. Comune si costituira' parte civile contro spacciatori? - Italia. Informativa del ministro Turco: ridotti gli effetti piu' deleteri della Fini-Giovanardi - Italia. Binetti: il Parlamento non avrebbe approvato il provvedimento Turco sulla cannabis - Usa. Studio: la marijuana fa male alla memoria - Gb. Il Paese con il maggiore consumo europeo di cocaina - Italia. Incontro sulle tossicodipendenze in onore di Vincent P. Dole - Gb. Guardare troppa televisione puo' portare ad un maggiore consumo di droghe ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 2 morti - 212 arresti - 533,275 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 299,767 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 233,508 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 167 giorni di detenzione ARTICOLI 18-11-2006 Cannabis. Benissimo ministro Turco. Ai detrattori: morti per tabacco ogni anno 80mila, per cannabis 0 (zero) Non possiamo non apprezzare il provvedimento del ministro della Salute Livia Turco con cui e' stata raddoppiata la dose massima consentita di cannabis per uso personale. Come gia' molti altri hanno osservato, il provvedimento potra' evitare il rischio del carcere a molti giovani e parlamentari che ne fanno uso personale. Ma il provvedimento, seppur apprezzabile e' molto timido e non risolve a nostro avviso una questione essenziale. Si continua a combattere militarmente una sostanza praticamente innocua, regalando cosi' miliardi di euro alle organizzazioni criminali che le vendono illegalmente. Ma la cosa ancora piu' sorprendente e' che spesso, chi la combatte, soprattutto in Parlamento, si presenta alle telecamere fumando sigarette, questo si' un comportamento nocivo per la salute. Un esempio e' Gianfranco Fini. A lui e a tutti coloro che, come lui, fumano e criticano aspramente il provvedimento del ministro Turco, chiediamo di riflettere su questo: di tabagismo muoiono in Italia circa 80.000 persone l'anno, 4 milioni in tutto il mondo; di cannabis, i morti sono 0 (zero). Se coloro che attaccano il ministro hanno ragione, e l'impostazione proibizionista e' quella giusta, allora comincino a promuovere tabelle anche per il possesso di tabacco: vada in galera chi viene pizzicato con qualche milligrammo di nicotina in piu'. Pietro Yates Moretti 19-11-2006 Nuove tabelle droghe: grazie ministro Turco ma dobbiamo rimediare subito ai danni delle attuali leggi punizioniste Intervento in Aula a Montecitorio dopo l'informativa urgente del Governo (ministro della Salute, Livia Turco), sull'adozione del decreto del ministro della Salute che ha innalzato il quantitativo massimo di cannabis detenibile per uso esclusivamente personale. Grazie presidente, onorevoli colleghi, grazie ministro Turco! Grazie per il provvedimento che aspettavamo da mesi, ma soprattutto lo aspettavano i tanti ragazzi e consumatori di cannabis, che rischiavano il carcere per essere stati trovati con pochi spinelli in tasca. Questo decreto interviene sulle tabelle per la quantita' massima consentita per uso personale (salito da mezzo grammo ad uno di principio attivo), si' che le forze dell'ordine e i magistrati distinguano un consumatore da uno spacciatore. Ma, purtroppo, l'impianto criminalizzatore e punizionista dell'attuale testo unico sugli stupefacenti rimane in piedi. Le tabelle, inoltre, erano state reintrodotte contro l'esito di un referendum che aveva abolito la dose minima giornaliera. Oggi non e' punibile penalmente l'essere sorpresi a consumare cannabis, ma scatta una segnalazione al Prefetto, che dispone sanzioni amministrative: dalla sospensione della patente a quella del passaporto, con il danno che puo' comportare a chi, per esempio, lavora usando l'automobile. E' punito il consumo di per se', non perche' si viene sorpresi a guidare un mezzo sotto effetto di stupefacenti. Questo consumo e' un fenomeno sociale con una diffusione tale da poterlo definire un fenomeno "normale". Il consumo di cannabis non da' dipendenza fisica. Secondo l'ultima relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze i consumi sono raddoppiati. Nel 2001 due milioni di persone consumavano cannabis, nel 2005 sono 3 milioni e 800 mila. I consumatori raddoppiano anche per cocaina (da 350 mila del 2001 a 700 mila del 2005). Le segnalazioni sul consumo di cannabis sono l'80% del totale delle oltre 90 mila segnalazioni in materia. Numeri e cifre che dovrebbero dare il senso del fallimento delle politiche fino ad oggi perseguite. Politiche moraliste e ideologiche che non guardano la realta', e ignorano che si muore per alcol e tabacco, ma non di cannabis: 80 mila l'anno i morti per tabacco e 0 (zero) per cannabis. Alcool e tabacco danno dipendenza fisica ed hanno costi sociali e sanitari notevoli. Ma per questo Palazzo e' piu' facile vietare e fare provvedimenti che sono tragicamente forieri di un peggioramento della situazione; tutto e' in aumento: consumatori, delinquenza piccola e grande connessa allo spaccio e ai traffici, intasamento della giustizia e impiego delle forze dell'ordine, allarmi sanitari e sociali (Napoli e' solo la punta di un iceberg). Occorre fare scelte non prorogabile: eliminare le sanzioni -anche amministrative- per i consumatori, studiare e progettare nuove politiche per legalizzare e regolamentare i consumi. Cosi' dovrebbero assopirsi i fenomeni sociali connessi: sotto controllo, si eviterebbe lo straripamento nell’illegalita’, nella clandestinita’ e nel relegare comportamenti individuali che non ledono la liberta' altrui, in sfere perseguibili penalmente. In nessuna parte del mondo la politica punizionista ha ottenuto risultati se non engativi. I soli beneficiari sono mafie e narcotrafficanti, con profitti stimati in oltre 700 miliardi di euro l'anno, una ventina delle attuali finanziarie! Prendiamone atto e voltiamo pagina! Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno -------------------------------------- NOTIZIE 14-11-2006 Italia. Caruso (Prc): ho piantato cannabis alla Camera ... anzi no, stavo solo scherzando "Piantatela. Piantatela con le vostre bugie, piantatela nei vostri giardini". L'onorevole Francesco Caruso ha evidentemente pensato che il passaggio dal fumo della politica alla politica del fumo, fosse quasi naturale quando ha lanciato la sua ultima provocazione. Il parlamentare no global, eletto nelle liste di Rifondazione comunista, membro della commissione Affari sociali, ha annunciato, e poi smentito, di aver "seminato alcuni semi di marijuana nelle fioriere del cortile della Camera dei deputati e sono in questi giorni già sbocciati i primi germogli". L'ultima uscita di Caruso segue il decreto emanato dal ministro della Salute, Livia Turco, con il quale viene innalzato da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis espresso in principio attivo, che può essere detenuto per uso esclusivamente personale. Decreto che ha scatenato l'ira dell'onorevole beneventano: "Il raddoppio delle tabelle sulla cannabis è un primo passo ma ancora del tutto insufficiente", ha detto, per poi sparare a palle incatenate sul governo che "ancora tentenna su questo punto così delicato e drammatico, malgrado il programma dell'Unione parli di abrogazione della Fini-Giovanardi e di decriminalizzazione delle pratiche connesse all'uso della cannabis". Poi l'annuncio: "Ho scelto di portare anche in parlamento la battaglia per il diritto all'autocoltivazione". Apriti cielo. La Cdl ha colto al volo l'occasione e l'opposizione, intorpidita dai lavori sulla Finanziaria, di fronte alla cannabis si è improvvisamente rianimata. Contro Caruso ha preso la parola Roberto Menia (An), che ha denunciato come gravissima l'iniziativa e ha invitato la presidenza della Camera a prendere tutte le opportune iniziative. Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha parlato di "avvelenamento e da una perversione ideologica che percorre tutta la sinistra italiana". Sanzioni nei confronti del parlamentare di Rifondazione, sono state chieste anche dal capogruppo di FI, Elio Vito. Teodoro Buontempo, di An, ha parlato di una ipotesi di reato dentro il perimetro di Montecitorio, mentre il presidente di turno, Pierluigi Castagnetti, ha chiesto di "non fare un processo alle intenzioni". "Non ho mai piantato alcun seme di marijuana nelle aiuole di Montecitorio", dirà poi più tardi Caruso, spiegando che la sua è stata solo una "provocazione per rilanciare la mobilitazione del 25 novembre, quando la marijuana germoglierà in decine di aiuole in tutta Italia, davanti ai comuni e le Prefetture". Poi una confessione che è quasi un outing sulla scarsa esperienza delle dinamiche parlamentari: "Non immaginavo che l'opposizione si appigliasse a questa pretesto per bloccare i lavori parlamentari". "Le provocazioni fanno il gioco della destra", spiega al giovane collega di coalizione Iacopo Venier, della segreteria nazionale del PdcI. Ma l'onorevole no global non rinuncia al gusto per per la battuta e rivolgendosi all'opposizione dice: "Non posso che chiedergli di piantarla". Non appena Francesco Caruso è rientrato nell'Aula di Montecitorio, dai banchi della Cdl è partito un coro unanime: "Fuori, fuori, fuori". Subito l'intervento del presidente di turno Pierluigi Castagnetti: "Nessuno può intimare ad un deputato di uscire". Inutile anche l'intervento dello stesso Bertinotti: "Capisco che alla fine di una giornata così si cerchi lo scontro... Vorrei proseguire la seduta... Ma se invece di urlare ascoltaste, forse...", il presidente della Camera non è riuscito nemmeno a completare il suo intervento in aula, per le grida che sono partite dai banchi dell'opposizione. Così, il presidente della Camera ha deciso di sospendere per dieci minuti la seduta. "Ho dato incarico ai questori, come da prassi , in una vicenda così controversa, di effettuare un approfondimento e, se del caso, insieme ai questori di investire di questa discussione l'ufficio di presidenza. Qui, in questo luogo, la discussione è chiusa". Il presidente della Camera Fausto Bertinotti è intervenuto così sulle polemiche legate alle dichiarazioni di Francesco Caruso. Insoddisfatto per l'intervento, il capogruppo di An Ignazio La Russa: "Noi non intendiamo turbare ulteriormente i lavori, ma riteniamo che avrebbe dovuto sospendere la seduta in attesa di accertamenti su quanto accaduto: garantismo non vuol dire impunità. Per questo abbandoniamo l' aula", ha detto il parlamentare uscendo seguito da tutto il centrodestra. "E' chiaro che si è trattato di un provocazione e nulla di più", ha commentato al termine della bagarre il capogruppo della Rnp Roberto Villetti, che ha messo la parola fine alla questione riciclando uno slogan 'd'antan', di sessantottina memoria: "Lo dovevano seppellire con una risata". (Fonte: Repubblica online, 13 novembre 2006) ALTRI COMMENTI 'Se oggi la Camera dei Deputati ha a che fare con le bravate di Caruso lo si deve a Bertinotti che lo ha voluto deputato in rappresentanza dei cosi' detti 'movimenti'. Non e' una responsabilita' da poco perche' infangare le istituzioni non e' mai positivo particolarmente quando chi lo fa e' nelle istituzioni per scelta politica di chi oggi e' Presidente della Camera': lo afferma Maurizio Ronconi, vicepresidente dei deputati dell'Udc. 'Comunque - conclude - la vicenda non e' chiusa e l'UDC rimane in attesa delle conclusioni della istruttoria affidata ai Questori della Camera'. 'Una provocazione senza fondamento, in quel momento l'avrei evitata'. Lo dice a Radio Radicale il segretario del Prc Franco Giordano commentando la dichiarazione di ieri del deputato del suo partito Francesco Caruso, che aveva annunciato di aver seminato della marijuana a Montecitorio, salvo smentire tutto quando e' scoppiata la polemica in aula. 'Ma le buone notizie vengono sul terreno concreto - osserva ancora Giordano a proposito della decisione annunciata ieri dal ministri della Sanita' Livia Turco - con la possibilita' di poter utilizzare una maggiore quantita' di hascisc senza finire in galera per via di una legge che alimenta l'illegalità senza combattere lo spaccio'. 'Non e' altro che una 'tolleranza incentivante' che risponde unicamente alle logiche di un governo perennemente sotto il ricatto dei partiti di estrema sinistra'. E' quanto afferma il coordinatore regionale di Forza Italia, Piergiorgio Massidda, in merito al decreto del ministro Livia Turco con il quale viene raddoppiata la quantita' di cannabis consentita per uso personale. 'Dopo aver cancellato le occasioni di aggregazione per i giovani, con una folle politica fiscale sullo sport e sul no-profit - spiega Massidda - il Governo tenta la strada di una falsa tolleranza che di fatto non scalfisce le conseguenze disastrose del consumo di droghe'. 'Ricordo - conclude l'esponente di Fi - che il consumo purtroppo sfugge con facilita' ai controlli, mentre restera' immutata, se non e' destinata a crescere, la percentuale gia' alta dei reati connessi allo spaccio'. 'Una Carusata'. Rifondazione Comunista proprio non ci sta a sentir parlare di un 'caso Caruso' e, dopo che ieri il nervosismo traspariva sui volti dei deputati, oggi tira le somme e prova a riportare la situazione sotto controllo. 'D'altra parte - spiegano al partito - si discute di una cosa che in realta' non e' mai accaduta'. Certo, l'uscita del deputato no global - che ha prima annunciato e poi smentito, derubricando la notizia a una 'provocazione', di aver seminato marijuana nel cortile di Montecitorio - non e' piaciuta affatto a Franco Giordano che l'ha bollata come 'una provocazione senza fondamento'. 'In quel momento l'avrei evitata', ha aggiunto, pensando all'attacco che stava portando il centrodestra al presidente della Camera proprio in quelle ore. Ma, se Rifondazione prova a mettere una pietra sopra alla vicenda, nel resto della maggioranza non si nasconde 'l'imbarazzo', mentre la Cdl addebita direttamente a Bertinotti la responsabilita' di aver portato a Montecitorio il deputato no global. Proprio Caruso, pero', ostenta tranquillita' anche di fronte al collegio dei Questori della Camera che, prima di relazionare all'ufficio di presidenza che domani dovra' decidere eventuali provvedimenti disciplinari, gli chiede la sua versione dei 'fatti'. 'Non sono pentito, ma visto cio' che e' accaduto non lo rifarei...', si limita ad osservare. E, piu' tardi, parlando del colloquio con il segretario del suo partito, aggiunge: 'Franco me l'ha detto chiaramente che non era d'accordo con quello che avevo fatto'. Ma la cosa non lo turba affatto. E non si sottrae alle battute. 'Dimmi dove l'hai piantata', gli dice alla Camera chi lo incontra nel cortile. Ma, alla luce di quello che e' successo ieri, Caruso non ci pensa due volte: non lo rifarebbe ma, osserva, 'qui in Parlamento ad essere arida non e' solo la terra...'. Domani pero' della vicenda si dovra' occupare l'ufficio di presidenza della Camera e tocchera' proprio a Fausto Bertinotti fare la proposta su eventuali sanzioni disciplinari. Tanto piu' che i Questori si sono gia' divisi per orientamento 'politico': favorevoli al massimo ad un 'richiamo' Gabriele Albonetti (Ulivo) e Severino Galante (Pdci, per il Misto), che citano l'articolo 68 della Costituzione, per il quale 'i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni'; deciso ad ottenere il 'massimo della pena', invece, Francesco Colucci (Forza Italia), che chiede 15 giorni di interdizione dai lavori parlamentari che si traducono, con la sospensione dell'indennita' di presenza, in una 'multa' di circa 5.250 euro. Sono i due estremi entro i quali si decidera'. Ma, in Trasatlantico, la sentenza e' gia' stata emessa: per il centrodestra e' condanna senza appello di Caruso, per il centrosinistra e' imbarazzo misto a rabbia. Maurizio Ronconi dell'Udc chiama in causa direttamente il presidente della Camera per le bravate del deputato no global perche', dice, 'e' lui che lo ha voluto deputato in rappresentanza dei cosi' detti 'movimenti'. Non sente ragioni neanche Alleanza Nazionale che, con il vice presidente della Camera Giorgia Meloni, accusa tutta l'Unione di 'trasformare una gaffe di Caruso, a cui lui stesso ha cercato pateticamente di porre rimedio, in una vera e propria linea politica'. Nell'Ulivo, Marina Sereni non nasconde 'il grande imbarazzo' per l'uscita di Caruso in una giornata 'gia' molto complicata, visto che c'era anche il decreto della Turco'. Non si risparmia neanche Alba Sasso, sinistra Ds: 'Fino a tre anni fare il disobbediente e' una cosa che fa crescere, ma dopo non serve'. Un altro deputato della Quercia, stuzzicato sulla questione, sbuffa: 'Abbiamo discusso ieri tre ore su una cosa inutile, Caruso doveva farsi i conti e sapere che non e' ancora il periodo della semina'. E lui? Caruso riconosce che il caso si poteva evitare, ma si difende: 'Non si possono fare processi alle intenzioni. Io non ho fatto nulla...'. E poi, fumando una sigaretta in cortile, fa autoironia: 'E' il primo processo che subisco alla Camera, speriamo l'ultimo. Ma comunque il clima e' diverso, mica siamo in tribunale...'. 14-11-2006 Usa. No all'industrializzazione della coca in Bolivia No all'industrializzazione della coca e dei suoi derivati promossa dalla Bolivia. "Gli Stati Uniti non appoggeranno nessun tipo di commercializzazione della coca poiche' coltivarla significa piu' cocaina per le strade; c'e' una cosa particolarmente necessaria per produrre la cocaina, e questa cosa e' la foglia di coca", ha affermato la segretaria aggiunta antinarcotici statunitense, Christy McCampbell. Secondo quanto riferiscono i quotidiani locali, la funzionaria ha sostenuto che il suo Paese rispetta le tradizioni culturali e religiose del popolo boliviano in questa materia, e ha riconosciuto che il Governo del presidente Evo Morales sta "facendo un buon lavoro d'interdizione", non pero' la cosa ideale, ossia l'eradicazione delle droghe illegali. Ha poi aggiunto che la Bolivia deve "continuare a sradicare un certo numero di ettari di coca illecita, soprattutto nelle regioni produttive del Chapare (centro) e los Yungas (nordest)". Il presidente di sinistra boliviano promuove l'industrializzazione della coca e dei suoi derivati per uso medicinale in modo che venga cancellata la pianta di coca dalla lista delle sostanze controllate dall'Onu. Il Governo del presidente venezuelano Hugo Chavez ha impegnato un milione di dollari per la costruzione di due stabilimenti finalizzati all'industrializzazione di prodotti derivati dalla coca, come champu', pasta dentifricia e generi alimentari. La dichiarazione della funzionaria statunitense e' giunta due giorni dopo che il presidente boliviano ha chiesto al Governo di George W.Bush di ridurre la domanda interna di droga. 14-11-2006 Italia. Barra (Cri): aumentano le orverdosi fra ex detenuti 'Nel periodo immediatamente successivo all'approvazione dell'indulto sono drammaticamente aumentati i casi di overdose tra gli ex detenuti tornati in liberta' '. Lo ha detto il presidente nazionale della Croce Rossa italiana, Massimo Barra, che questa mattina a Roma ha presentato alcuni dati sugli interventi per overdose effettuati nel 2006 dall'Unita' di Strada della Fondazione 'Villa Maraini'. 'Si tratta di soggetti appena rilasciati che quasi sicuramente non assumevano dosi da qualche tempo -ha spiegato Barra nel corso della consegna al Comitato provinciale della Cri di Roma di una autovettura donata dall'Anlaids per favorire azioni antidroga di strada- o che non erano piu' abituati al principio attivo della roba trovata per strada. Molti di questi erano soggetti usciti dal carcere da meno di 7 giorni, altri da meno di 4, qualcuno addirittura da meno di 1 ora...'. 14-11-2006 Italia. Mozione di An per ripristinare i limiti della tabella sulle droghe Una mozione al Senato per ripristinare i limiti di tabella delle sostanze stupefacenti previsti dalla legge Fini viene presentata oggi dal gruppo di Alleanza Nazionale -primi firmatari Alfredo Mantovano, Altero Matteoli e Francesco Storace- dopo la decisione del ministro della Salute di raddoppiare la quantità di principio attivo per i derivati della cannabis, che costituisce linea di confine fra illecito amministrativo e illecito penale. "Poiché ancora una volta il governo prova ad aggirare norme di legge con interventi di carattere amministrativo, è necessario riportare la discussione nella sede propria, e cioè nel Parlamento - spiegano i tre esponenti di An -. Con questo strumento di discussione chi, nell'ambito dell'attuale maggioranza, ha in queste ore manifestato dissenso nei confronti della decisione del ministro Turco avrà la possibilità di formalizzarlo: con l'auspicio che alle parole seguano i fatti, nell'interesse anzitutto di chi è sottoposto alla dipendenza dalla droga". ALTRI COMMENTI 'Mi sembra un decreto molto positivo'. Lo dice al 'Giornale' il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento, commentando la decisione del ministro della Salute Livia Turco di raddoppiare la quantita' consentita di cannabis e proponendo poi di 'consentire la coltivazione ad uso individuale di cannabis. E' uno strumento -dice- per evitare che chi consuma la cannabis possa venire in contatto con altre droghe'. Cento si dice favorevole 'alla depenalizzazione totale sia penale che amministrativa dei consumatori' di droghe leggere, e sottolinea che 'l'eroina sta prendendo di nuovo pericolosamente piede. Anche su questo fronte -continua- si possono avviare delle sperimentazioni' dice Cento, spiegando di riferirisi alla 'sperimentazione controllata. Il tossicodipendente convive gia' con il dramma della droga. Bisogna evitare -sottolinea- di fargli commettere ulteriori reati o di farlo morire di overdose'. 'Suscita grande perplessita' e anche dissensi profondi il decreto emanato dal ministro della Salute, Livia Turco, di concerto con il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e di quello della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, con il quale si eleva il limite consentito, fino a questo momento, di possesso di hashish'. Lo afferma, in un comunicato, il presidente del Comitato interprovinciale per il diritto alla sicurezza (Cids), Demetrio Costantino. 'E' un fatto grave e preoccupante - e' scritto nel comunicato - soprattutto per le ripercussioni certamente negative che vi saranno in una regione come la Calabria dove circola, si consuma e si produce droga e dove si registra purtroppo un consumo tra i piu' alti d'Italia. Un giovane su quattro fa uso di droga e vi sarebbero in Calabria circa 35 mila ragazzi che hanno assunto e assumono sostanze stupefacenti. Si tratta di ragazzi, prevalentemente tra i 14 e i 18 anni, molti dei quali, per responsabilita' soprattutto altrui, vivono in condizioni di malessere e di sofferenza. In questa situazione il Governo, invece di adottare misure corrispondenti e cercare strade controllabili per la formazione e suscitare una grande volonta' di lotta, indica vie sbagliate. Si tralasci anche chi ritiene, su questa materia, di giocare con problemi drammatici per i giovani, per i familiari e per la societa', vantandosi di 'seminare semi di marijuana nelle foriere del cortile di Montecitorio', il problema serio e' combattere decisamente la criminalita' con i suoi grandi e loschi affari, il commercio degli stupefacenti e cercare di impedire che anche i ragazzini vengano arruolati dall'organizzazione criminale'. 'Non occorre - conclude il comunicato - apparire buoniste, come sembrerebbe il ministro Turco, su questa delicata materia. Ma e' necessario individuare i problemi giovanili, indicare le possibili soluzioni, coinvolgere le istituzioni fondamentali, come la famiglia, la Chiesa, la scuola per arrivare a soluzione condivise nell'interesse della collettivita' e, in primo luogo, dei giovani per dare ad essi la serenita' necessaria. Per questo sgomenta anche la fretta eccessiva con la quale e' stato emanato il decreto'. "Checche' ne dica la Turco, ci vogliono oltre 40 spinelli per contenere i 1000 milligrammi di Thc, il principio attivo della cannabis, che il decreto emanato dal governo individua come soglia per distinguere tra la detenzione a fine di consumo personale e quella a fine di spaccio". E' l'opinione di Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, secondo cui "a casa nostra, chi va in giro con oltre 40 spinelli in tasca, non e' perche' ne vuole fare mero uso personale, ma perche' vuole spacciarli o comunque cederli ad altri. E' evidente, dunque, che la misura varata dalla Turco, dal sedicente cattolico Mastella e da Ferrero, e' a favore degli spacciatori- prosegue- tende a far si' che essi possano tornare, tranquilli, indisturbati e impuniti, a vendere droga ai nostri figli. Magari davanti alle scuole". Per Pedrizzi, poi "e' una menzogna sostenere, come fanno la Turco e Mastella, che con i limiti quantitativi fissati dalla legge Fini, si finiva in galera per la detenzione di uno spinello. Primo,- spiega- perche' ce ne volevano oltre 20 (quelli che servivano per contenere i 500 milligrammi di Thc). Secondo, perche' il criterio della quantita' di sostanza detenuta, non e' l'unico per distinguere il consumatore dallo spacciatore (ci sono anche parametri, per esempio, come le "modalita' di presentazione"). Terzo, perche' lo scatto della sanzione penale non vuol dire, automaticamente, carcere (la legge Fini, infatti, prevede tutta una serie di misure alternative alla detenzione, come ad esempio il lavoro di pubblica utilita', specialmente per fatti di lieve entita')". 'Il Presidente Bertinotti non puo' guardare dall'altra parte, quando ci sono Deputati che gettano nel discredito totale le Istituzioni e non puo' fingere di non sapere, che quello che questi spacciano per liberta', null'altro e' che una sponda formidabile che favorisce la proliferazione della droga e dunque della criminalita' organizzata che ne detiene il controllo'. Lo afferma la deputata di Fi Gabriella Carlucci, che ha inviato una lettera al Presidente Bertinotti perche' 's'impegni a tutelare l'onorabilita' e la dignita' delle Istituzioni e dei Parlamentari; dopo venti giorni una cortese quanto burocratica, lettera m'informa che non si puo' fare nulla'. 'E cosi' il deputato Caruso, con la sua dichiarazione-buffonata sulla marijuana piantata nelle fioriere del Parlamento, puo' impunemente gettare un'altra vagonata di fango sulle Istituzioni e la tardiva ritrattazione dimostra solo quale sia la considerazione che ha del Parlamento -aggiunge- Ad aggiungere ulteriore discredito alle Istituzione arriva anche il vergognoso decreto della ministra catto-comunista Turco, che autorizza a delinquere con l'aumento della dose di droga per uso personale. Per paura di essere dimenticato il sottosegretario Cento chiede l'eroina di Stato e si allinea al ministro Ferrero che vuole le stanze per il buco. Sempre di Stato. Puo' davvero il Presidente della Camera continuare a tollerare tutto questo?'. "Si e' mai fatta una 'canna'" A questa domanda Martina Stella in un'intervista esclusiva che il settimanale 'CHI' pubblica nel numero in edicola domani ha risposto: "Chi non l'ha mai fumata!". La 'confessione' arriva nel giorno in cui un decreto del ministro della Salute Livia Turco ha raddoppiato le dosi lecite di cannabis per uso personale. Nell'intervista a 'CHI' Martina Stella rivela anche che recentemente ha sentito Lapo Elkann. Aggiungendo che 'sentirlo mi fa ancora molto male'. Il provvedimento del governo sulla droga e' un regalo agli spacciatori, accusa il centrodestra. "Era la dose minima precedente un regalo agli spacciatori", risponde il ministro per lo sviluppo economico, Pierluigi Bersani, a margine dell'inaugurazione del salone internazionale della moto a Fiera Milano. L'iniziativa del ministro Turco e' molto chiara: "Noi non siamo dell'idea che per uno spinello si debba andare in carcere. Questo - ha sottolineato il ministro - credo lo capiscano non solo i giovani ma anche le famiglie. E non significa nessun cedimento culturale su quel fronte. Significa invece cercare di gestire in modo piu' sensato, piu' ragionevole e anche piu' efficace il problema, stando molto attenti al fatto che spesso eccessi di criminalizzazioni possono condurre all'effetto opposto". 'A questa maggioranza non rimane altro che fumare gli spinelli'. Cosi' il parlamentare di An, Basilio Catanoso, e' intervenuto sul decreto del ministro Livia Turco, che alza la soglia di tolleranza sul possesso di marijuana. Per Catanoso c'e 'una maggioranza ormai allo sfascio e in stato confusionale che non trova niente di meglio da fare che compiacere No Global e centri sociali, stravolgendo la legge Fini e riproponendo vecchie e fallimentari politiche di liberalizzazione delle droghe'. 'I giovani -ha concluso l'esponente di An- non si blandiscono con la droga ma con interventi seri e strumentali di cui non c'e' traccia nella finanziaria del governo Prodi'. Sul tema della droga, i Giovani UDC si esprimono definendo la maggioranza 'impazzita', 'eterogenea e schizofrenica'. 'Da un lato - spiegano - in finanziaria si impone giustamente il divieto assoluto di vendita di alcolici e superalcolici ai minori nelle aree autostradali, dall'altro si afferma la cultura che dice che lo 'sballo' non fa male per cui puoi detenere fino a quaranta spinelli'. Concludono i giovani UDC: 'serve un governo serio, coeso e responsabile per cui Prodi prima va a casa meglio e' per i giovani e per l'Italia'. Certo, la repressione serve, ma non basta. Bisogna "ascoltare" i giovani, sempre piu' alle prese con comportamenti "al limite" -basta pensare all'episodio dello studente down picchiato dai compagni in un video cliccatissimo sul web- e aiutare loro e loro famiglie, dove i genitori spesso sono "soli e senza risorse" nell'affrontare passaggi importanti nel percorso di crescita dei figli. Insomma, serve "un'azione educativa e di cura" delle "nuove generazioni". Nella sua nota settimanale, il Sir, l'agenzia di stampa promossa dalle Conferenza episcopale italiana, si sofferma sul decreto del ministro Turco e, a sorpresa, non boccia il provvedimento, bensi' allarga la riflessione a tutti i tipi di "abusi fra i giovani". Il provvedimento del ministro Turco ha subito scatenato la polemica, con un solco profondo fra favorevoli e contrari, ma "gli uni e gli altri" dall'agenzia vicina ai vescovi vengono "richiamati a riflettere sulla realta' diffusa degli abusi tra i giovani. Non e' un problema che riguarda solo la droga (e non solo la cannabis, basti pensare alle droghe sintetiche e all'eroina) ma anche l'alcol e in generale un atteggiamento di ricerca degli estremi e dei comportamenti 'al limite' (compresi quelli sulle strade). E' significativo -al di la' del grave fatto in se'- come nei giorni scorsi il video dei soprusi a scuola su un ragazzo down sia stato tra i piu' cliccati su internet, abbia riscosso un grande successo. Comportamenti al limite, sfida alle regole e quasi noncuranza delle stesse, carenza o rifiuto delle responsabilita': con questo dobbiamo fare i conti. Non solo per quanto riguarda i temi della droga". Dunque, "Che fare? Certo- prosegue la nota del Sir- esiste, ed e' necessaria, una dimensione crepressiva'. Lo Stato e la societa' devono in qualche modo reagire di fronte a modi di fare e azioni che ne mettono in discussione le regole. Ma il vero lavoro urgente e' quello di raccogliere l'esigenza che traspare dai comportamenti a rischio di tanti giovani e che, spesso senza parole, chiede attenzione, aiuto, prospettive. Serve un'azione educativa, di ascolto e di cura sempre piu' attenta nei confronti delle nuove generazioni". Azione di ascolto, quella invocata dal Sir, l'agenzia vicina ai vescovi, che "passa soprattutto attraverso la famiglia, la scuola, il supporto alle famiglie in difficolta' -molti genitori si trovano soli e senza risorse di fronte ai passaggi esistenziali dei propri figli-, politiche di facilitazione per l'avvio al lavoro, politiche della casa". Serve allora "una visione di societa' che non puo' essere descritta e vissuta solo come trama di rapporti economici, dominata dal 'mercato', da relazioni utilitaristiche, dalle logiche del 'do ut des'. Queste sono, infatti, le misure che stanno strette a coloro che portano nel cuore, coscienti o meno, desideri di futuro, di 'altro'. Per i giovani, ma anche per gli adulti, vale la pena di fermarsi a riflettere per dare insieme significato e speranza alla vita", chiude la nota settimanale del Sir. "Finalmente gli italiani possono comprendere cos'è la felicità per Romano Prodi. Oltre che più tasse per tutti, ora ci saranno anche più spinelli per tutti". Lo afferma in una nota il deputato di Forza Italia Giuseppe Marinello, commentando la decisone del ministro Livia Turco di aumentare il quantitativo massimo di cannabis che può essere detenuto per uso personale. Marinello, segnalando che è un provvedimento "vergognoso e diseducativo", ricoda che "da oggi, i minori avranno la possibilità di passare più facilmente alla droga, e diminuisce, per gli educatori e per le famiglie, la possibilità di intervento sul disagio giovanile". "Mi sembra che il provvedimento del ministro Livia Turco ignori completamente la drammatica realta' di persone di ogni eta' che sono sotto il rischio continuo dell'utilizzo delle droghe. Si da' un messaggio assolutamente negativo. Quello che le droghe siano utilizzabili personalmente senza pericolo alcuno". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a margine dell'inaugurazione del salone internazionale della moto a Fiera Milano. "Sappiamo tutti che non e' cosi'. Sappiamo tutti che questo tipo di droghe - ha spiegato Formigoni - da' assuefazione e quindi quel provvedimento e' un messaggio negativo sul piano culturale, educativo e dell'immagine. Rischia di produrre - ha concluso il Governatore della Lombardia - effetti veramente drammatici e devastanti". 'E' una chiara incitazione al consumo, il raddoppio della quantita' di principio attivo della cannabis, considerata come dose personale, prevista nel decreto del ministro Livia Turco. Non possiamo restare in silenzio davanti ad un atto di tale irresponsabilita'. Una follia che alberga nel governo, non nel Paese, come affermato da Prodi. Tutti coloro che hanno a che fare con la tossicodipendenza si sono dichiarati sconfortati da questo provvedimento. Da don Mazzi a Paola Binetti, sono tutti d'accordo che sia una manovra 'ideologica', come sottolineato anche da Andrea Muccioli'. Cosi' l'esponente di Forza Italia, Angelo Sanza, commenta il provvedimento del ministro della Salute, Livia Turco. 'E' la dimostrazione -continua il deputato azzurro- dello sbandamento del governo che cerca di creare diversivi per far dimenticare la lunga serie di errori commessi nei pochi mesi di legislatura. E' un provvedimento che assomiglia molto a certe norme anti-inquinamento, dove i limiti vengono alzati ogni qualvolta la situazione diventa ingestibile. Solo che stiamo parlando della vita e del futuro dei nostri ragazzi. I limiti alzati dal ministro Turco -conclude Sanza- sono, in realta', quelli della decenza politica e della morale pubblica'. 'E' inaccettabile la decisione del Ministro Turco di raddoppiare la dose personale di cannabis lecitamente detenibile: si tratta di un provvedimento demagogico che avra' delle ripercussioni molto rischiose sulla vita dei nostri ragazzi, una decisione che reputo assolutamente diseducativa'. Questo il commento del Presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), Carlo Costalli. 'Questo Governo ancora una volta, come se gia' non bastasse quanto sta combinando con la Finanziaria, pensa di poter prendere tutti in giro: ci assicuravano che non avrebbero depenalizzato le droghe, ed eccoci qui invece a subire un provvedimento che va contro i valori e la liberta'. Penso che gli italiani, e in particolare tutti quei milioni di genitori che hanno a cuore l'educazione e la salute dei propri figli, non potranno che tener conto degli scatafasci provocati da questa maggioranza', ha concluso Costalli. 'Gli spacciatori da ieri continuano a brindare per un provvedimento che rimpingua le loro casse, ma che apre delle enormi falle nel sistema della prevenzione e della repressione sull'uso anche minimo di droghe. E' un fatto di una gravita' assoluta: questo governo sta adottando una Finanziaria sangue e lacrime per tutti, e se ne esce poi con un decreto che aiuta di fatto gli spacciatori. Un paradosso nel paradosso. Mi auguro che le forze moderate dell'Unione facciano sentire la propria voce, come ha lucidamente e saggiamente fatto l'on. Binetti. Cedere ai ricatti della sinistra radicale significa semplicemente dire piu' droga per tutti. Con la legittimazione dello Stato'. Lo dichiara il segretario nazionale della Democrazia Cristiana senatore Gianfranco Rotondi. 'Il decreto Turco dimostra la confusione mentale della sinistra sul tema delle tossicodipendenze e avra' due ripercussioni immediate: verra' indebolita la lotta allo spaccio soprattutto tra le giovani generazioni e verra' abbassata l'attenzione nell'educazione dei giovani, che oggi piu' che mai considerano erroneamente la cannabis un principio attivo leggero e non nocivo.' Cosi' il consigliere regionale di Alleanza Nazionale del Veneto, Raffaele Zanon, commenta il decreto ministeriale con il quale viene innalzato da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis espresso in principio attivo, che puo' essere detenuto per uso esclusivamente personale. 'Mi sarei aspettato - prosegue Zanon - da un Ministro della Repubblica una precisa posizione sulla dannosita' per la salute nell'utilizzo di queste sostanze invece questo provvedimento e' un colpo di spugna gravissimo per la lotta alla droga, in un momento in cui e' necessario il rigore per contrastare una piaga diffusissima tra i giovani. Negli ultimi tempi sono avvenuti grandi cambiamenti con l'avvento delle cosiddette nuove droghe e la comunita' scientifica si e' espressa chiaramente sui danni irreversibili causati dalla cannabis nell'organismo e nella psiche. Con il decreto Turco, drogarsi diventa un diritto e la droga un valore. Tutto cio' dimostra il livello di irresponsabilita' del governo di centro sinistra.' "Ora via la Fini-Giovanardi". Questo e' quanto afferma Pino Sgobio, capogruppo dei Comunisti italiani alla Camera sul decreto ministeriale emanato ieri dal ministro Livia Turco sul consumo di cannabis. "Dopo il raddoppio delle quantita' del principio attivo della cannabis in tabella, che e' un primo importante risultato- continua Sgobio- adesso, si pensi all'abrogazione della legge Fini-Giovanardi, che e' una legge punitiva- conclude- e che guarda solo all'aspetto poliziesco del problema, senza una visione sociale della questione". Questa la dichiarazione di Marco Contini, Segretario dell'Associazione Politica Antiproibizionisti.it: In molti se ne rallegreranno, tuttavia il provvedimento annunciato oggi dal Ministro Turco (che raddoppia il limite quantitativo di principio attivo per i derivati della cannabis, oltre il quale si incorre nel reato penale) rischia di rivelarsi una cura peggiore del male. Essendo invariato l'approccio proibizionistico e repressivo del Testo Unico sugli stupefacenti, questo correttivo - limitato a una sola categoria di sostanze - che interviene in maniera del tutto arbitraria e discrezionale sul solo elemento quantitativo, appare come un contentino concesso a una parte dell'elettorato di centrosinistra (che forse si accontenterà o forse no, questo è da vedersi) e non fa altro che alimentare ulteriormente la confusione. Non è dato sapere in base a quale criterio sia stato stabilito dal Ministro che la quantità dovesse essere aumentata del 100% (perché non del 200, del 300 o del 50?), visto che a quanto pare non è stato consultato nessuno degli operatori del settore. Ci chiediamo se il Ministro si sia avvalso nel prendere questa importante decisione della consulenza della Commissione di esperti preposta a coadiuvarne il lavoro. Quella stessa commissione - istituita, a suo tempo, da Francesco Storace - che tante polemiche riuscì a suscitare (soprattutto da parte dei parlamentari del centrosinistra) per la sua composizione e che ora non si sa più che fine abbia fatto. Sul sito ufficiale del ministero non è possibile reperire in proposito alcuna informazione, né risulta alcun comunicato ufficiale. Delle due l'una: o il Ministro continua ad avvalersi della consulenza degli esperti nominati dal governo di centrodestra (il cui incarico, in teoria, dovrebbe essere terminato già dal luglio scorso), o invece ha deciso di fare a meno della Commissione. Essendo ragionevolmente possibile escludere l'ipotesi che si sia ritenuto di mantenere "segreti" i nomi dei membri di una ipotetica nuova Commissione, non comprendiamo il perché di questa mancanza. Rilevate queste eccezioni di carattere metodologico (tutt'altro che irrilevanti), su un piano più strettamente politico, l'unica considerazione che si può fare su questo provvedimento è che esso rivela non soltanto la totale assenza di una volontà politica - spesso annunciata e mai concretizzatasi - finalizzata ad intaccare l'impianto originario della 309/90, ma addirittura la totale incapacità di mettere in discussione i presupposti ispiratori della più recente 49/2006, accettando supinamente l'impostazione che Giovanardi, Fini e tutto il centrodestra hanno voluto dare a questa legge. 'E' pericoloso che si parli di alzare il limite di tolleranza, la droga rappresenta gia' un grave problema. Sarebbe piu' costruttivo concentrarsi su una politica di ascolto e di prevenzione piuttosto che allargare le maglie della rete. Cosi' facendo i giovani sono sempre piu' legittimati a lasciarsi andare ai vizi.' Commenta cosi' il senatore dell'Udc Antonio De Poli la decisione del Ministro della Salute. De Poli sottolionea quindi che 'Tra gli studenti veneti di eta' compresa tra gli 11 e i 15 anni la sostanza piu' utilizzata e' la marijuana: il 34% dei maschi e il 22% delle femmine ha utilizzato almeno una volta nella vita cannabis. Il 24,8% degli studenti di eta' compresa tra i 15 -19 anni ha assunto hashish o marijuana nel corso dell'ultimo anno. E' importante sottolineare che il 28% degli studenti riferisce che questa sostanza e' facilmente acquistabile proprio a scuola'. 'Sin dal 1999 la Regione Veneto ha preso una posizione chiara ed esplicita attraverso la dichiarazione etica contro l'uso non terapeutico delle sostanze stupefacenti e attraverso numerosi progetti ed azioni di contrasto all'uso di droghe legali e illegali - spiega il senatore - E che Stato e' uno Stato che da una scappatoia ai propri giovani per farsi del male? Sarebbe piu' serio venissero attuate politiche volte alla prevenzione dove ai giovani si spiega che droga e alcool sono la prima causa degli incidenti stradali. Lo stato non da' un' immagine di fermezza in quanto il messaggio distorto che ne esce all'esterno e' che comunque quello che non e' legale oggi lo puo' essere domani. La droga non e' solo un problema legale, ma e' anche un problema di salute.' "Un grave errore, un rischio e un segnale negativo per migliaia di giovani". L'Osservatore Romano definisce cosi' l'approvazione del decreto ministeriale che raddoppia il quantitativo di "cannabis" da detenere "per uso personale". Il quotidiano della Santa Sede critica le dichiarazioni del ministro della Salute Livia Turco che ha definito il decreto "un primo passo verso la riforma della legge sulla droga varata dal precedente governo di centro destra". "Difficile da comprendere - scrive l'Osservatore - l'entusiasmo di un ministro che, almeno istituzionalmente, dovrebbe avere a cuore la salute, appunto, dei cittadini". Per il giornale vaticano, quanto accaduto e' molto grave "tanto piu' che l'uso di cannabis, materia prima dei cosiddetti spinelli, e' purtroppo diffuso soprattutto tra i giovani e giovanissimi, per i quali puo' rappresentare un pericoloso avviamento verso altre sostanze stupefacenti. Senza contare - conclude la nota - la negativita' del messaggio che un provvedimento del genere comporta". 'E' pietoso il tentativo del governo di stordire con una botta di 1000 milligrammi di cannabis la coscienza insorgente degli italiani che protestano per la finanziaria 2007'. Lo dice l'on. Michaela Biancofiore (Fi). 'Durante la faticosa scalata della manovra, Prodi capo-gita ed i suoi compagni di gruppo, finalmente avvistano la vetta del ricongiungimento all'interno della maggioranza: una sana fumata per dimenticare. Il decreto vergogna della Turco sul raddoppio della dose consentita di cannabis, e' - prosegue Biancofiore - l'ultimo tassello che ricostruisce la peccaminosa marcia di una squadra che, ancor prima di entrare in campionato, sarebbe rimasta nelle leggende italiane per le molteplici abrasioni sociali che i suoi provvedimenti stanno causando'. Secondo Biancofiore, 'le droghe, senza alcuna distinzione, sono da considerarsi a tutti gli effetti un veleno: la marijuana contiene infatti una neuro tossina, appunto un veleno, che entra nel circuito umano ed intacca cervello e nervi. Per ben cinque anni il governo di centrodestra ha sempre tenuto alta la guardia su questa preoccupazione, chiudendone il cerchio con l'approvazione della Fini-Giovanardi. Il messaggio della legge non era tanto la sanzione contro l'uso eccessivo, quanto una campagna di informazione ¨ quella che sfugge alla signora Turco - incentrata sui rischi collegati all'uso e alla dipendenza'. 'Chi fa uso di droghe - prosegue Biancofiore - deve anche sapere che nel fumo della marijuana sono ben presenti 400 prodotti chimici che causano pian piano stanchezza, perdita della coscienza, e - in consumi piu' eccessivi ¨ provocano addirittura il cancro. Mentre una piccola quantita' funziona come stimolante, una quantita' maggiore agisce come sedativo, ed una ancora piu' grande diventa un perfetto veleno causa di decesso'. 'Fino ad oggi - dice Biancofiore - la sinistra non ha mai affrontato il problema droga nella sua complessita', ma solo dalla parte di chi vuole la libera circolazione delle sostanze: quasi un incentivo al consumo che andra' a produrre una diminuzione della dignita' soprattutto delle giovani generazioni e di cosa significhi vivere liberi da ogni dipendenza. Sono lontani i tempi della tolleranza zero, ma non e' mai troppo tardi per fare informazione, ed inviare un messaggio ai giovani che li aiuti a focalizzare il problema e a ricostituire in modo sano la propria generazione'. Il decreto del ministro della Salute, Livia Turco, sulla cannabis 'e' una misura di buon senso che tampona una delle storture piu' macroscopiche introdotte dalla Fini-Giovanardi, ma l'obiettivo finale rimane l'abrogazione della legge". Lo dice il senatore dei Verdi-Pdci, Mauro Bulgarelli, che poi spiega: 'Con la legalizzazione della cannabis per fini terapeutici e il raddoppio della modica quantita' sono stati fatti due passi importanti, il primo a favore dei malati, il secondo che avra' benefici anche sul piano dell'amministrazione della giustizia, impedendo che le carceri si riempiano di semplici consumatori'. 'Ora sarebbe il caso, pero' -rimarca Bulgarelli- di legalizzare la coltivazione in proprio della cannabis, misura che costituirebbe, fra l'altro, un duro colpo al mercato e rappresenterebbe un passaggio di senso importante verso la legalizzazione di questa sostanza. L'obiettivo finale -conclude- rimane comunque l'abrogazione della attuale legge che, ricordo, era inserito nel programma dell'Unione tra quelli da realizzare nei primi cento giorni di governo'. 'Non mi aspettavo davvero da un ministro come Livia Turco un provvedimento demagogico e pericoloso come quello del raddoppio del principio attivo di cannabis che e' possibile detenere per uso personale'. E' quanto afferma in una nota l'ex ministro per le Pari Opportunita', Stefania Prestigiacomo, secondo la quale 'si tratta di una misura che ha l'unico effetto mediatico di dire ai ragazzi che fanno uso di Marijuana che ora possono fumarne di piu', che ora possono drogarsi di piu''. 'La legge sulle tossicodipendenze -aggiunge la parlamentare di Forza Italia- non ha portato, come strumentalmente a sinistra si prevedeva, all'arresto di migliaia di ragazzi, ma ha fatto invece passare un principio sano: il principio che drogarsi e' sbagliato e che non ci sono droghe buone e droghe cattive. Oggi -conclude- le misure del ministro Turco, in contemporanea con la sceneggiata dell'on Caruso sui semi di cannabis nei vasi di Montecitorio, danno la cifra esatta della gravissima sottovalutazione del problema droga da parte della maggioranza e del rischio di pagare l'ennesimo pericoloso pedaggio ad una sinistra radicale che gia' oggi invoca il 'buco di stato''. Ivana Bartoletti, responsabile Ds per i diritti civili, accusa l'opposizione di fare del 'terrorismo psicologico' sul decreto del ministro della sanita', Livia Turco, sulla cannabis per uso personale, 'creando paure infondate nei cittadini'. 'Quelli del centro destra - per l'esponente Ds - parlano di messaggio negativo, quando dall'approvazione della Fini- Giovanardi il vero messaggio devastante e' stato quello di prendere un giovane che fuma uno spinello e trattarlo come uno spacciatore da sbattere in galera', tanto che 'sono aumentati solo gli arresti e certamente non e' diminuito il consumo, e tutti sappiamo qual e' la situazione nelle carceri italiane, certamente non un luogo di redenzione per i giovani'. 'Noi - prosegue la Bartoletti - siamo per combattere tutte le dipendenze, per una politica seria fatta di lotta a spacciatori e tolleranza zero verso i trafficanti, come stiamo dimostrando con questa finanziaria e come avevamo chiaramente indicato nel programma dell'Unione', e 'consideriamo decisiva una linea di condotta che privilegi l'educazione dei comportamenti e al tempo stesso attui una linea di fermezza nella repressione dell'effettiva criminalita' che prospera su questo mercato'. Dichiarazione di Francesco Piobbichi del Settore Droghe del Prc: Il Centro Destra sta dando un segnale inequivocabile della sua demagogia. Sono due giorni che si susseguono dichiarazioni per rincorrere 4 voti senza che venga tirato fuori un dato, una ricerca, uno studio scientifico. L'azione della Turco è una misura moderata che cerca di indirizzare le politiche del nostro paese ai livelli di discussione europei, evitando che si vada in galera per qualche spinello. Il vero problema è che ancora è in vigore una legge medioevale che equipara nella stessa tabella le sostanze leggere e le pesanti, e che disperde energie utili per la lotta al narcotraffico verso i consumatori di sostanze per i quali ci vogliono interventi sociali e non penali. E' assurdo che in questo paese continui un dibattito sui milligrammi di Cannabis quando la N'drngheta ha acquisito un potere enorme derivante dal controllo del traffico di Cocaina. 'Da maggio a oggi migliaia di italiani, in maggioranza giovani operai, sono stati fermati, perquisiti, arrestati e denunciati penalmente per quantita' di cannabis superiori a cinque grammi (di qualita' media)'. E' quanto sostiene Guido Blumir, presidente del Comitato scientifico 'Liberta' e droga', all'indomani dell'annuncio di un decreto per raddoppiare la quantita' massima di cannabis detenibile a uso personale. Il processo penale, spiega Blumir, costa alle famiglie 4.000 euro per l'avvocato e 4.000 euro per il perito chimico. Molti di questi giovani sono stati condannati, spesso con il patteggiamento. 'Nessuno - sottolinea il sociologo, autore di vari testi sulla marijuana - ha usufruito dell'indulto (applicabile solo ai reati commessi prima del 10 maggio), con cui sono usciti di prigione, o hanno risolto i loro guai giudiziari, assassini, stupratori, picchiatori di mogli e fidanzate'. Il decreto Turco, quindi, secondo Blumir e' 'un provvedimento di emergenza che risolve una parte di questi casi: purtroppo in questi mesi, dato che il limite era 5 grammi, molti giovani, quando si sono riforniti, per rischiare il meno possibile di essere colti sul fatto hanno acquistato 12 o 15 o 20 o piu' grammi; questi restano nei guai'. 'Non e' altro che una 'tolleranza incentivante' che risponde unicamente alle logiche di un governo perennemente sotto il ricatto dei partiti di estrema sinistra'. E' quanto afferma il coordinatore regionale di Forza Italia, Piergiorgio Massidda, in merito al decreto del ministro Livia Turco con il quale viene raddoppiata la quantita' di cannabis consentita per uso personale. 'Dopo aver cancellato le occasioni di aggregazione per i giovani, con una folle politica fiscale sullo sport e sul no-profit - spiega Massidda - il Governo tenta la strada di una falsa tolleranza che di fatto non scalfisce le conseguenze disastrose del consumo di droghe'. 'Ricordo - conclude l'esponente di Fi - che il consumo purtroppo sfugge con facilita' ai controlli, mentre restera' immutata, se non e' destinata a crescere, la percentuale gia' alta dei reati connessi allo spaccio'. 'Mi auguro che il prossimo passo del governo non sara' insegnare a scuola come si prepara uno spinello'. Lo afferma il deputato di An Filippo Ascierto che critica la decisione del minsitro della Salute Livia Turco di innalzare la quantita' di droga concessa per uso personale. Infatti, secondo il responsabile del dipartimento Sicurezza di An, 'il decreto Turco e' un chiaro incitamento all'uso della droga, mentre noi ci affanniamo a insegnare ai nostri figli il valore fondamentale della della legalita', il governo Prodi garantisce di fatto a tutti gli spacciatori di cannabis una sorta di impunita' e anzi li mette in condizioni di poter incrementare il loro giro d'affari'. 'Se e' vero che governare vuol dire fare delle scelte, dopo l'indulto e quest'ultima modifica della legge sulla droga, e' chiaro che la maggioranza ha scelto di non schierarsi dalla parte della legalita', mortificando ancora una volta il ruolo e l'attivita' delle Forze di Polizia che giorno dopo giorno -conclude Ascierto- devono arrendersi a nuove leggi che favoriscono il crimine'. "Segnali di questo tipo da parte del governo vengono recepiti dai ragazzi con un doppio significato". Per Don Giovanni D'Ercole, capo ufficio della segreteria di Stato vaticana, il decreto del ministro Turco che aumenta la quantita' di cannabis da detenere per uso personale (da mezzo a un grammo) puo' essere ambiguo o comunque fuorviante. "Conosco molti ragazzi che sono in comunita' e lottano per uscire dalla droga- afferma Don D'Ercole- e posso dire che sono due i messaggi che recepiscono. Il primo e' di fare quello che vogliono, purche' non creino problemi. Il secondo e' che l'unica strada e' quella di provare droghe che facciano il meno male possibile". Invece, secondo Don D'Ercole, "c'e' bisogno di messaggi che diano il senso, il valore della vita, e aiutino le persone a vivere e ad affrontare le difficolta'". E prosegue: "Non e' questione di quantita' ma di mentalita'. Non e' aumentando o diminuendo le dosi che si risolve il problema. La questione e' il perche' uno prende la droga". Bisogna intendersi, infine, secondo il sacerdote, se la droga e' "un male o un bene". Spiega Don D'Ercole: "Se la droga e' un male, poco o tanto sempre male fa". Ma puo' anche esserci un uso positivo degli stupefacenti: "E' l'uso medico della droga, per la terapia del dolore. Credo che qua entri un gioco un'altra storia". 'Un grave errore ed un preoccupante segnale negativo, in particolare per i giovani ed i giovanissimi'. E' il giudizio, arrivato in una nota, del segretario confederale della Cisl con delega per le politiche sociali Sergio Betti, sul provvedimento del ministro della salute Livia Turco, che raddoppia la quota di cannabis, consentita per uso personale. 'Non costituisce una motivazione valida - sottolinea Betti - l'affermare che e' meglio uno spinello in piu' pur di evitare le maglie del carcere'. 'La norma, che e' stata varata - precisa il sindacalista - e' in perfetta rotta di collisione con la stessa 'mission' istituzionale del ministero della Salute, che deve preoccuparsi della salute, agendo decisamente sul versante della prevenzione e non stimolare, di conseguenza, la diffusione dello 'spinello', di cui il cannabis costituisce la materia prima, che puo' rappresentare un perverso veicolo verso altre devastanti sostanze stupefacenti'. Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori liberali e deputato del gruppo di Forza Italia, prende le distanze dalle 'propagande contrapposte' sul decreto del ministro Livia Turco sulla droga, e ricorda che la nozione di 'quantita' non punibile' e' prevista dalla legge in vigore. Per Della Vedova, 'non e' serio criticare il provvedimento della Turco come un via libera all'impunita' degli spacciatori, o come un messaggio condiscendente rispetto all'uso delle droghe', perche' 'e' la stessa legge Fini ad aver voluto escludere la sanzionabilita' penale della mera detenzione di droghe proibite e ad avere, per questa ragione, introdotto il principio della 'quantita' non punibile''. 'La Turco - prosegue Della Vedova - si e' limitata ad aggiornare il limite precedente (per una sola sostanza), constatando che esso esponeva al rischio dei processi e della galera troppi semplici consumatori (che per altro rimangono sanzionabili sotto il profilo amministrativo) e che rendeva paradossalmente meno rischioso dal punto di vista penale detenere eroina piuttosto che cannabis'. Della Vedova concede che 'si puo' certo contestare il nuovo limite imposto dalla Turco, sostenendo che sia troppo basso o troppo alto', ma e' 'certo che il ministro si e' mosso nel quadro delle previsioni della legge in vigore'. "Cosi' si da ai giovani un segnale devastante". Questo il commento del consigliere di Forza Italia della Regione Emilia-Romagna, Luigi Giuseppe Villani, riguardo al decreto con il quale il ministro della Sanita' Livia Turco ha raddoppiato la dose di cannabis consentita per uso personale. "Da parte del Governo si continua ad insistere sul concetto di droga leggera - ha aggiunto Villani - che invece la maggioranza degli scienziati in materia ritiene superato in quanto e' provato che i derivati della cannabis producono danni all'organismo umano, anche se assunti in minime quantita' E in particolare per i piu' giovani". "Quanto e' stato stabilito con questo decreto ministeriale non e' comunque una sorpresa - ha, infine, concluso Villani - Vi sono infatti esponenti della maggioranza che continuano ad insistere per una politica sempre piu' permissivista in materia di droga avendo anche proposto disegni di legge che ne prevedono la liberalizzazione". 'Livia Turco, raddoppiando la quantita' di principio attivo per i derivati della cannabis come limite del possesso legale, raggiunge un obiettivo: la 'normalizzazione' dell'uso della marijuana e dell' hashish . La decisione del ministro ha tutto il sapore amaro di una definitiva sconfitta del primato della cultura della responsabilita' e della legalita' tra i giovani in quanto lancia un messaggio devastante e destabilizzatore non solo ai ragazzi ma anche alle famiglie, che navigano confuse tra una comunicazione contraddittoria e spesso conflittuale sull'universo droga'. Lo dice Beatrice Lorenzin, coordinatore nazionale dei giovani di Forza Italia. 'L'aumento del dosaggio del thc non ha niente a che vedere con l'arresto di un giovane per uno spinello, infatti, le dosi previste dalla norma in vigore erano gia' nettamente superiori a quelle per un abituale uso personale -aggiunge Lorenzin- Dopo l'indulto, che ha permesso la cessazione di percorsi terapeutici per tanti ragazzi che avevano nella restrizione della liberta' presso comunita' terapeutiche l'unica speranza di cura dalla tossicodipendenza, questa misura accompagnata da una totale assenza di un piano di comunicazione e sensibilizzazione dei giovani contro l'uso della droga, segna il passo della realizzazione del programma Prodi che, come avevamo gia' denunciato, in nome di un falso liberalismo si sta giocando il futuro di un'intera generazione'. "Con questo decreto la Turco ha dimostrato a Bersani e a tutta la maggioranza di governo quale sia l'unica vera liberalizzazione che la sinistra ha in mente: quella sulla droga". Lo ha detto Maurizio Bernardo deputato di FI e vicecoordinatore di FI in Lombardia. "Questo provvedimento e' un insulto alle famiglie, ai nostri figli, agli educatori e a tutti coloro che lavorano nei servizi e nelle comunita' di recupero. A essere fuori di testa e' questo governo che risponde esclusivamente ai bisogni della sinistra estrema. Mi chiedo ancora una volta che cosa stiano a fare i cattolici nell'Unione. Un' Unione - ha concluso Bernardo - sempre piu' divisa come dimostrano le dichiarazioni di esponenti della Margherita e la stessa posizione che il giornale del partito di Rutelli dedica all'argomento: nessun commento in prima pagina". Contraria al consumo di ogni droga ma anche al carcere: il ministro della Salute Livia Turco in una intervista alla trasmissione radiofonica Baobab spiega la sua posizione su un tema che ritiene vada esaminato 'deponendo le armi ideologiche' e guardando i risultati. 'In Italia ci sono alcune questioni simboliche e ideologiche - ha detto Turco riferendosi alle polemiche sul provvedimento che innalza da 500 a 1000 milligrammi la quantita' di Cannabis per uso personale - che aprono sempre grandi dibattiti. Il mio e' un atto amministrativo e vuol dire che agisce all'interno della legislazione vigente, abbiamo valuto correggere l'aspetto ideologico. Sono ferocemente contraria a ogni tipo di droga e sostanza e la mia parola d'ordine e' non solo tolleranza zero ma anche consumo zero. Ma serve distinguere l'uso individuale che non va contrastato con strumento penale e il ricorso al carcere'. Turco si dice anche fiduciosa: 'non credo che la questione sfuggira' di mano - ha detto riferendosi alle preoccupazioni espresse dalla parlamentare della Margherita Binetti - e serve avere fiducia nelle nostre capacita' educative. Il messaggio e' quello di combattere gli spacciatori. Ma il consumo va combattuto con il dialogo, l'educazione, anche con la punizione ma senza lo strumento penale'. 14-11-2006 Italia. "Liberi dalla droga", nuovo coordinamento nazionale contro la droga La questione delle dipendenze torna a mobilitare e dividere gli schieramenti politici e gli operatori del settore, e se maggioranza e governo lavorano per mettere mano alla legge Fini-Giovanardi e intanto modificano per decreto le tabelle, sul fronte opposto ci si organizza per contrastare quello che viene definito 'il tentativo di liberalizzare l'uso delle droghe'. Alcuni dei professionisti e degli operatori del settore che hanno partecipato alla Conferenza nazionale sulla droga, organizzata dal governo Berlusconi nel dicembre 2005 a Palermo, hanno deciso di creare un Coordinamento nazionale, che si chiamera' 'Liberi dalla droga' e che si mobilitera' in tutta Italia, insieme con l'associazionismo giovanile, quello dei genitori e degli educatori, per 'contrastare sia scelte politiche che favoriscano il diffondersi delle droghe che il tentativo di liberalizzare l'uso delle stesse'. A renderlo noto e' Andrea Fantoma, ex dirigente del Dipartimento antidroga nella scorsa legislatura e tra i promotori della legge 40. Il coordinamento, spiega, si riunira' nei prossimi giorni per decidere ulteriori iniziative di 'corretta informazione e sensibilizzazione' rivolte sia ai cittadini che ai politici. Inoltre, a un anno dalla Conferenza di Palermo, e' stato organizzato un appuntamento nazionale per fine gennaio 2007, nel quale verranno affrontate e dibattute le strategie 'per una efficace azione di contrasto al diffondersi delle droghe'. L'annuncio delle iniziative giunge nel momento in cui da tutto il centrodestra e da alcuni operatori si levano alte le proteste contro la decisione del ministro della salute di raddoppiare per decreto la quantita' massima di cannabis detenibile per uso personale. Oltre a numerosi parlamentari, anche Andrea Muccioli, il leader della comunita' di San Patrignano che insieme a don Pierino Gelmini aveva infiammato la platea della Conferenza palermitana, torna oggi sulla vicenda cannabis. 'Penso e spero -dice ai microfoni di Sky Tg24- di essere un po' piu' coerente del ministro Turco, che a suo figlio non farebbe fare una canna ma a tanti altri li mette in condizione di utilizzare con molta piu' facilita' e meno consapevolezza le canne e, spero, in futuro non qualcosa di peggio'. Secondo Muccioli 'gia' la Fini-Giovanardi e' una legge scellerata e poco sensata che non consente di stabilire un confine chiaro tra spaccio e consumo', ma ora, con il raddoppio della quantita' di cannabis detenibile, 'si peggiora una situazione gia' grave e negativa'. 14-11-2006 Russia. Ufficialmente 8.000 decessi per droghe, ma 70.000 per stime ufficiose "Stime ufficiose indicano che nel 2005 i decessi connessi ai narcotici siano stati 70 mila, ufficialmente ne sono stati registrati ottomila", ha dichiarato Alexander Mikhailov, capo del dipartimento antidroghe del "Federal Drug Control Service". Intervenendo alla conferenza sull'HIV, Mikhailov ha aggiunto che il 60% dei sieropositivi ha contratto il virus per il consumo intravenoso di stupefacenti, e che i tossicodipendenti registrati sono 243 mila. Il numero negli ultimi tre anni e' cresciuto solo dello 0,5% rispetto al 20-30% dei decenni precedenti. Mikhailov ha concluso auspicando la promozione di una cultura antidroghe tra i giovani, suggerendo test per accedere all'universita' e ai college. 14-11-2006 Arabia Saudita. 22 condanne a morte eseguite Pakistano giustiziato con l'accusa di omicidio e traffico di cocaina dal Chad. Con questa, sono state 22 le esecuzioni eseguite nel 2006. Nel Paese islamico la pena capitale avviene per decapitazione del condannato, ed e' prevista per omicidio, traffico di droghe e stupro. Nel 2005 le sentenze eseguite sono state 86 contro le 36 dell'anno precedente. 15-11-2006 Italia. Imbarazzo nel Prc per la "Carusata" 'Una Carusata'. Rifondazione Comunista proprio non ci sta a sentir parlare di un 'caso Caruso' e, dopo che due giorni fa il nervosismo traspariva sui volti dei deputati, ieri si tiravano le somme e si provava a riportare la situazione sotto controllo. 'D'altra parte -spiegano al partito- si discute di una cosa che in realta' non e' mai accaduta'. Certo, l'uscita del deputato no global -che ha prima annunciato e poi smentito, derubricando la notizia a una 'provocazione', di aver seminato marijuana nel cortile di Montecitorio- non e' piaciuta affatto a Franco Giordano che l'ha bollata come 'una provocazione senza fondamento'. 'In quel momento l'avrei evitata', ha aggiunto, pensando all'attacco che stava portando il centrodestra al presidente della Camera proprio in quelle ore. Ma, se Rifondazione prova a mettere una pietra sopra alla vicenda, nel resto della maggioranza non si nasconde 'l'imbarazzo', mentre la Cdl addebita direttamente a Bertinotti la responsabilita' di aver portato a Montecitorio il deputato no global. Proprio Caruso, pero', ostenta tranquillita' anche di fronte al collegio dei Questori della Camera che, prima di relazionare all'ufficio di presidenza che domani dovra' decidere eventuali provvedimenti disciplinari, gli chiede la sua versione dei 'fatti'. 'Non sono pentito, ma visto cio' che e' accaduto non lo rifarei...', si limita ad osservare. E, piu' tardi, parlando del colloquio con il segretario del suo partito, aggiunge: 'Franco me l'ha detto chiaramente che non era d'accordo con quello che avevo fatto'. Ma la cosa non lo turba affatto. E non si sottrae alle battute. 'Dimmi dove l'hai piantata', gli dice alla Camera chi lo incontra nel cortile. Ma, alla luce di quello che e' successo ieri, Caruso non ci pensa due volte: non lo rifarebbe ma, osserva, 'qui in Parlamento ad essere arida non e' solo la terra...'. Domani pero' della vicenda si dovra' occupare l'ufficio di presidenza della Camera e tocchera' proprio a Fausto Bertinotti fare la proposta su eventuali sanzioni disciplinari. Tanto piu' che i Questori si sono gia' divisi per orientamento 'politico': favorevoli al massimo ad un 'richiamo' Gabriele Albonetti (Ulivo) e Severino Galante (Pdci, per il Misto), che citano l'articolo 68 della Costituzione, per il quale 'i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni'; deciso ad ottenere il 'massimo della pena', invece, Francesco Colucci (Forza Italia), che chiede 15 giorni di interdizione dai lavori parlamentari che si traducono, con la sospensione dell'indennita' di presenza, in una 'multa' di circa 5.250 euro. Sono i due estremi entro i quali si decidera'. Ma, in Trasatlantico, la sentenza e' gia' stata emessa: per il centrodestra e' condanna senza appello di Caruso, per il centrosinistra e' imbarazzo misto a rabbia. Maurizio Ronconi dell'Udc chiama in causa direttamente il presidente della Camera per le bravate del deputato no global perche', dice, 'e' lui che lo ha voluto deputato in rappresentanza dei cosi' detti 'movimenti'. Non sente ragioni neanche Alleanza Nazionale che, con il vice presidente della Camera Giorgia Meloni, accusa tutta l'Unione di 'trasformare una gaffe di Caruso, a cui lui stesso ha cercato pateticamente di porre rimedio, in una vera e propria linea politica'. Nell'Ulivo, Marina Sereni non nasconde 'il grande imbarazzo' per l'uscita di Caruso in una giornata 'gia' molto complicata, visto che c'era anche il decreto della Turco'. Non si risparmia neanche Alba Sasso, sinistra Ds: 'Fino a tre anni fare il disobbediente e' una cosa che fa crescere, ma dopo non serve'. Un altro deputato della Quercia, stuzzicato sulla questione, sbuffa: 'Abbiamo discusso ieri tre ore su una cosa inutile, Caruso doveva farsi i conti e sapere che non e' ancora il periodo della semina'. E lui? Caruso riconosce che il caso si poteva evitare, ma si difende: 'Non si possono fare processi alle intenzioni. Io non ho fatto nulla...'. E poi, fumando una sigaretta in cortile, fa autoironia: 'E' il primo processo che subisco alla Camera, speriamo l'ultimo. Ma comunque il clima e' diverso, mica siamo in tribunale...'. 16-11-2006 Mondo. L'Onu esorta a controllare la droga spedita per posta L'organo antidroga dell'Onu, JIFE, ha sollecitato i Governi a rafforzare le leggi e a controllare le vie d'entrata ed uscita postale, poiche' negli ultimi cinque anni il narcotraffico gestito attraverso questa modalita' e' aumentato in pressoche' tutte le aree del mondo. Ed ha suggerito ispezioni nei locali delle societa' internazionali di spedizione oltre alla riduzione dei punti di smistamento dei pacchi. Benche' non siano disponibili cifre esatte, il fatturato delle sostanze che viaggiano per posta e' calcolato in centinaia di milioni di dollari. Una parte delle pasticche intercettate provengono da fonti illegali, come furti, autorizzazioni commerciali falsificate e ricette false; la falsificazione di stupefacenti e sostanze psicotrope e' diventata una fonte importante di rifornimento dei mercati illegali grazie a farmacie online che operano fuori legge. Di qui passa di tutto: dalle pasticche di ecstasy all'efedrina, dai precursori chimici al metadone o all'anfetamina. JIFE segnala che, come in tutte le attivita' di lotta al contrabbando, e' essenziale la stretta cooperazione a livello nazionale ed internazionale. Percio' esorta a stabilire procedure uniformi che facilitino le indagini e i sequestri di sostanze illecite oggetto di contrabbando postale. 16-11-2006 Spagna. Incontro "Adolescenza, droga, societa'" Plan Foral de Drogodependencias ha organizzato un incontro dedicato ad "Adolescenza, droga, societa'". Adolescenti e giovani della Navarra consumano sempre meno droghe legali (alcol e tabacco), ma tendono ad usare sostanze illegali, e cio' va considerato un "sintomo" da cogliere per affrontare la situazione piu' generale e i problemi dei minorenni. E' questo il tema illustrato nella conferenza stampa dai responsabili dell'incontro, che si svolge a Pamplona dal 15 al 17 novembre, con la partecipazione di oltre cento professionisti impegnati nei vari aspetti dell'adolescenza: salute, educazione e svago. Una parte dei lavori sara' aperta anche al pubblico. Il direttore tecnico del Plan, Fermin Castiella, ha spiegato che l'incontro si concentra sull'adolescenza "periodo di transito tra infanzia ed eta' adulta", l'eta' in cui la persona diventa indipendente dai genitori nel tempo libero, e quindi i suoi comportamenti hanno a che vedere con quanto acquisito ed assimilato dell'educazione familiare. A questo proposito, Castiella mette in guardia dal considerare questa fase di transizione come una minaccia; essa puo' rappresentare un'opportunita' per inculcare abitudini e valori positivi. In quanto al consumo di droghe, l'85% dei giovani tra i 15 e i 29 anni ha sperimentato l'alcol, la sostanza maggiormente consumata, mentre il 40% ha provato la cannabis. La dottoressa Marivi' Mateo ha spiegato che le droghe sono uno dei fattori che la societa' guarda con piu' preoccupazione quando si parla di adolescenti, ma e' una circostanza che non aiuta a lavorare insieme poiche' si finisce per concentrarsi sulla sostanza e non sulla persona. Invece bisogna fare esattamente il contrario: curarsi della persona e non delle sostanze, giacche' il loro consumo sono spesso sintomo di altri problemi. In generale, i genitori di figli adolescenti si preoccupano troppo dell'aspetto droga e trascurano la realta' dei ragazzi. "Occuparsi del proprio figlio e' sapere che amici ha, come sta, come si sente, come sta vivendo i cambiamenti che avvengono in lui: questo e' occuparsene, ma la nostra impressione e' che invece ci si concentri sulla situazione-problema senza vedere le cose da un punto di vista piu' globale". E' per questo che e' stato organizzato l'incontro; per stimolare una riflessione e una maggiore conoscenza degli adolescenti e il loro mondo, per favorire un discorso realista e fiducioso su necessita', aspettative ed opportunita' degli individui nella fase di passaggio dall'infanzia all'eta' adulta. 16-11-2006 Italia. Cossiga presenta disegno di legge per liberalizzare droghe Liberalizzare completamente 'il possesso, l'uso, la distribuzione e il commercio, compresa l'esportazione e l'importazione da parte dei maggiori di anni sedici di droghe anche sintetiche': e' quanto prevede un disegno di legge presentato al Senato da Francesco Cossiga, in base al quale 'il commercio di stupefacenti non puo' essere assoggettato a nessun regime di autorizzazione ne' a qualunque tassa o imposta'. 'Sono -spiega il senatore a vita nella relazione al disegno di legge- 'nettamente contrario all'uso di qualunque droga naturale o sintetica, cosiddetta leggera o pesante, e credo che lo Stato abbia il dovere di tutelare la salute di suoi cittadini il cui stato incide sulla salute generale della comunita' e sul senso di responsabilita' personale, collegato anche alle esigenze di tutela dell ordine e della sicurezza pubblica. Penso pero' che non si possa procedere in questa materia a 'pezzi e bocconi', e che pertanto il Parlamento debba essere investito del vero problema che e' quello della liberalizzazione, e decidere chiaramente su di esso'. 16-11-2006 Italia. Lettera di richiamo della Camera inviata a Caruso Nessuna sospensione ne' tantomeno sanzioni pecuniarie. Francesco Caruso si vedra' recapitare una lettera di richiamo, a firma del presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Si chiude cosi' il caso della 'piantina di cannabis' che il deputato indipendente del Prc aveva prima sostenuto di aver piantato nel cortile di Montecitorio, per poi smentire la notizia, definendo tutta la vicenda come "una evidente provocazione". Ieri il caso Caruso e' stato affrontato dall'Ufficio di presidenza, dopo che il giorno prima i questori avevano ascoltato la versione del leader dei disobbedienti napoletani: ma alla fine non e' stata raggiunta l'unanimita' sulla decisione da assumere, come invece auspicato da Bertinotti. Anzi, l'Ufficio di presidenza, al momento di votare, si e' spaccato: la proposta del presidente della Camera, e cioe' inviare una lettera di richiamo, ha ricevuto 11 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni. I piu' intransigenti Francesco Colucci di Fi, Antonio Mazzocchi di An e il collega di partito Teodoro Buontempo, che chiedevano la pena massima, e cioe' 15 giorni di sospensione. Molto piu' morbido il centrista Giampiero D'Alia che, addirittura, riferiscono alcuni presenti alla riunione, avrebbe preferito far cadere la cosa senza assumere alcun provvedimento. C'e' stato anche chi ha proposto ironicamente una 'sculacciata'. Mentre Giorgia Meloni (An) avrebbe proposto delle scuse in aula da parte di Caruso. COMMENTI "Anche io mi darò alla semina. Pianterò semi di pomodoro: quando crescono li tirerò in Aula a Caruso, a Rifondazione Comunista e a tutta l'Unione, quando proporranno i Pacs". Questa la 'provocazione' di Antonio Mazzocchi, componente di An dell'Ufficio di presidenza della Camera, che ieri ha deciso a maggioranza di non comminare alcuna pena a Francesco Caruso (Prc) per la vicenda della cannabis alla Camera. "Il richiamo nei confronti del deputato Caruso rischia di costituire un pericoloso precedente perché può costringere in futuro l'Ufficio di Presidenza a dare rilevanza istituzionale a dichiarazioni politiche che di solito vivono e muoiono nel giro di poche ore soltanto nel mondo virtuale e fantasmagorico delle agenzie di informazione". Lo dichiara Sergio D'Elia, deputato della Rosa nel Pugno e membro dell'Ufficio di Presidenza della Camera. "Non condivido minimamente il metodo della lotta politica antiproibizionista sulla droga del collega Caruso, consistente nel lanciare il sasso e nel nascondere subito dopo la mano. Esso è agli antipodi del metodo radicale della disobbedienza civile che consiste nell'autodenunciarsi per la violazione di una legge che si ritiene ingiusta, pagandone però tutte le conseguenze penali e processuali. Negli ultimi anni il segretario di Radicali Italiani Rita Bernardini ha effettuato 22 azioni di disobbedienza civile alla legge sulla droga (distribuendo pubblicamente hashish alle stesse forze di polizia), in conseguenza delle quali ha subìto finora 15 processi e due condanne definitive. Analoghe iniziative sono state intraprese a suo tempo da Marco Pannella e da Benedetto Della Vedova. I "disobbedienti" alla Caruso pretendono invece di non pagare dazio per le loro iniziative. Ciò detto, nell'Ufficio di Presidenza della Camera mi sono dichiarato contrario a ogni provvedimento disciplinare e anche di semplice richiamo nei confronti di Caruso in quanto il fatto non sussiste: non esiste nel regolamento della Camera una norma precisa che giustifichi la censura di comportamenti virtuali o di dichiarazioni politiche fatte da un deputato fuori dall'aula e dalla stessa sede del Parlamento". 16-11-2006 Italia. Ancora polemiche sul decreto sulle quantita' di cannabis 'Desidero esprimere un ringraziamento sincero al Ministro della Salute Livia Turco, per la serieta' e correttezza dimostrate nella formulazione del decreto sulla detenzione ad uso personale delle droghe leggere". Lo ha dichiarato Enzo Bianco, dell'esecutivo nazionale della Margherita. "In merito all'intera vicenda mi sembra che le polemiche dei giorni scorsi siano state inutili e strumentali. Il ministro Turco ha portato avanti un'indagine seria e senza preconcetti, evitando arrendevolezze o atteggiamenti irrazionali - un'insidia possibile, data la delicatezza del tema trattato - dalla quale e' scaturito un provvedimento, conclude Bianco, senza dubbio equilibrato e coerente. 'Il decreto Turco che raddoppia la quantita' di cannabis per uso personale e' inaccettabile e diseducativo, perche' va contro i valori e la liberta''. Lo afferma Salvo Musumeci, componente della Direzione regionale di Alleanza siciliana, annunciando la proposta di costruire un comitato 'Droga? No grazie' aperto ad associazioni, sindacati e cittadini. Per aderire si puo' inviare un fax allo 095-0932273 o un e-mail all'indirizzo droganograzi@libero.it. 'L'obiettivo -ha spiegato Musumeci- e' chiedere l'abrogazione del decreto, se necessario anche attraverso una mobilitazione di piazza. L'iniziativa di Alleanza siciliana e' rivolta a quanti condividono la necessita' di levare un grido di protesta contro il Parlamento che entro 60 giorni dovra' approvare il decreto legge del ministro della Salute, Livia Turco'. "In questi anni e' successo spesso che una persona che portava il fumo per tutto il gruppo di amici finisse in prigione per spaccio. E' opportuno che vengano depenalizzate queste pratiche concrete, la gestione di gruppo e per il gruppo del fumo. Se un gruppo e' ampio e' facile arrivare a una quantita' alta di spinelli. Lo spaccio ha caratteristiche di altra natura per quanto riguarda le quantita'. Questa norma evita che nelle forme quotidiane le persone che consumano la cannabis non finiscano dentro con accuse anche pesanti". Ha risposto cosi', il ministro della Solidarieta' sociale Paolo Ferrero ai microfoni di Radio Luiss, sulla questione del decreto Turco e dell'innalzamento dei quantitativi consentiti di cannabis. Quanto alla corrispondenza, calcolata da alcuni giornali, di mille milligrammi di cannabis a 40 spinelli, Ferrero ha precisato che "evidentemente nelle pratiche quotidiane bisogna vedere la definizione esatta del numero di spinelli a cui corrisponde la quantita' di principio attivo resa legale dal decreto Turco, una definizione abbastanza complicata. Usare il numero di 40 e' discutibile e il confine e' molto aleatorio". "Inoltre il decreto Turco non equipara nemmeno il quantitativo di cannabis a quello di cocaina gia' presente nelle tabelle. Il precedente governo aveva inserito un quantitativo tollerabile di cocaina molto piu' alto di quello della cannabis: in questo modo un consumatore di cocaina quasi mai veniva identificato con uno spacciatore, cosa che capitava spesso invece per i consumatori di cannabis. Si trattava di una scelta poitica che io ritengo totalmente sbagliata. Ora la soglia tra le due sostanze e' quasi simile, anche se per la cannabis il livello rimane ancora al di sotto della cocaina". Ma il ministero da lui presieduto, ha voluto ricordare Ferrero, non si occupa solo del problema delle droghe e della dipendenza da esse. "Ci sono cose che fanno notizia e cose che non la fanno. La modifica delle tabelle fa molta notizia - ha chiarito - La consulta sui problemi legati al consumo di alcol e quella sulle dipendenze (non solo dalle droghe ma anche dai videogiochi e dal doping), il nostro lavoro per elaborare proposte di sensibilizzazione dei ragazzi riguardo al consumo dell'alcol, il piano approntato insieme al ministero dell'Istruzione, che partira' tra qualche settimana, per sensibilizzare i ragazzi delle scuole superiori e i loro genitori sulle dipendenze gravi e sulle droghe e spiegarne le differenze e la natura. Sono tutte iniziative che non conquistano le pagine dei giornali nello stesso modo. Noi stiamo lavorando su tutti questi temi e anche sulla modifica della legislazione i cui pilastri sono: distinzione netta droghe leggere-droghe pesanti; pericolosita' delle sostanze (che si e' molto annebbiata in questi anni); distinzione spaccio-consumo; attenzione alla prevenzione e all'informazione; politiche di riduzione del danno, cura delle patologie date dalla dipendenza". 'Il provvedimento sullo 'spinello' significa che in Italia la liberalizzazione dell'uso e della diffusione della cannabis e' stata fatta. Infatti portare la dose 'minima consentita ad uso personale' da 500mg a 1000mg significa la possibilita' di comprare e detenere fra i 35/40 spinelli. Ma il fatto grave e' che il Decreto Turco permette di acquistarli ogni giorno'. Lo sottolinea Giulio Conti, di An, componente della commissione Affari sociali della Camera. 'Siccome neppure un elefante puo' consumare 35/40 spinelli al di', detenerne un tale numero e comperarne altrettanti ogni giorno, significa che la liberalizzazione dell'uso e dell'acquisto di tale sostanza e' cosa fatta. La marijuana in Italia e' stata liberalizzata e forse la Ministra Turco neppure si e' accorta del reato che ha compiuto'. 'Premesso che sono contraria all'uso di qualsiasi sostanza stupefacente, sono convinta che il tema sia stato volutamente mal posto. Ad esso, infatti, il centrodestra ha dato una connotazione ideologica che non gli appartiene e non gli deve appartenere. La domanda da porsi e' solo una: e' giusto che un giovane vada in carcere per aver detenuto un grammo di principio attivo di cannabis?' Con queste parole la senatrice dell'Ulivo Marina Magistrelli interviene nel dibattito sollevatosi a seguito del decreto del ministro della Salute Livia Turco che modifica i quantitativi di detenzione personale di cannabis. 'Il centrosinistra sostiene che il carcere debba essere comminato solo per i reati veramente gravi. Il centrodestra, invece, negli anni di governo ha voluto da una parte punire con il carcere chiunque fosse trovato in possesso della quantita' necessaria per preparare una ventina di spinelli e dall'altra depenalizzare moltissimi reati ben piu' gravi e importanti'. 'Il giudizio dell'Ulivo non cambia rispetto all'uso delle sostanze stupefacenti. Semplicemente si ritiene che in galera ci debba andare chi ha commesso reati gravi e che necessitano di correttivi e interventi drastici. Non certo - conclude Magistrelli - per aver detenuto un grammo di cannabis'. 'La repentina decisione del ministro Turco di raddoppiare la dose per uso personale delle droghe cosiddette 'leggere' lascia profondamente interdette le famiglie' . E' quanto afferma in una nota diffusa oggi il 'Forum delle Famiglie' che riunisce 41 associazioni in rappresentanza di circa tre milioni di famiglie italiane. Il motivo del dissenso, per il Forum delle famiglie, nasce in primo luogo 'per la quantificazione: quaranta spinelli o dosi equivalenti di altre sostanze piu' che una modica quantita' rappresentano una scorta mensile o piu' probabilmente la dotazione quotidiana di uno spacciatore. Poi per le modalita': nessuna consultazione preliminare, nessun dibattito tra le associazioni che rappresentano i soggetti interessati alla materia, nessun approfondimento'. 'La sollevazione praticamente plebiscitaria delle comunita' terapeutiche -si legge nel comunicato- la dice lunga sul consenso degli 'addetti ai lavori' alla scelta che il ministro ha evidentemente consumato in solitudine o forse in compagnia dei sostenitori della liberalizzazione della droga presenti nella maggioranza di governo. Infine per l'amara constatazione che ora le famiglie sono lasciate ancora un po' piu' sole ad affrontare il dramma della tossicodipendenza fin dalle piu' precoci manifestazioni come per l'appunto puo' essere il consumo di droghe 'leggere''. 'Lo Stato eliminando di fatto ogni limite (educativo prima ancora che repressivo) al possesso di quelle droghe 'leggere' e di conseguenza rinunciando ad ogni controllo sul loro commercio non fa altro che lavarsi le mani di un dramma sociale devastante per i giovani che ne sono preda e per le loro famiglie'. 16-11-2006 Italia. Giachetti: non tutti nella Margherita la pensano nello stesso modo sulla cannabis Opinioni personali passate alla stampa come prevalenti nella Margherita, ma che tali non sono, e che non riflettono affatto la linea di condotta dei rappresentanti del partito nel governo. Il dielle Roberto Giachetti, un passato da radicale e verde, attacca, dalle pagine del suo blog, i colleghi di partito che hanno bocciato il decreto di Livia Turco che innalza la dose personale di cannabis oltre la quale scattano le sanzioni penali. "Ancora una volta -si legge sul sito www.robertogiachetti.com- sui quotidiani capita di imbattersi in opinioni di esponenti della Margherita, che vengono rappresentate dagli stessi come posizioni prevalenti nel partito, o addirittura nell'elettorato". E chiarisce: "Alle parole della Binetti, sono seguite poi quelle di Castagnetti (che pure stimo molto), di Bobba e di Carra contro la decisione del ministro Turco". Quella espressa, dice, "e' la loro legittima e personale opinione che, in quanto tale, rispetto. Ma sia chiaro che quella e' la loro posizione, e non quella di dielle che, almeno per i suoi componenti al governo, non puo' non aver approvato questa decisione". "La loro- dice Giachetti dell'opinione di Bobba, Binetti, Carra e Castagnetti contro il provvedimento di Turco- non potrebbe essere 'la' posizione del partito, anche perche' non mi risulta si sia mai discusso o deciso in sedi formali su tale argomento". Molti nella classe dirigente della Margherita, sottolinea, "pensano altrettanto legittimamente che invece la Turco abbia fatto bene, che hashish e marijuana non siano droghe piu' dell'alcool e del tabacco, che l'uso di queste sostanze vada depenalizzato". E rimarca: "La mia opinione e' che posizioni assai diverse da quelle di Castagnetti, Binetti, Carra e Bobba ve ne siano molte, non solo nel partito ma anche nel nostro elettorato". La conclusione dei Giachetti e' che sia arrivato "il momento che, nel rispetto della natura e della missione della Margherita, ci si faccia carico di rispettarne la vocazione pluralista, avendo cura, quando le opinioni sono personali, di non rappresentarle in modo tale che vengano percepite come maggioritarie o prevalenti all'interno dei partiti". "Ognuno ha la liberta' di esprimere le proprie opinioni". Paola Binetti, dielle, teodem, sceglie una reazione di basso profilo all'attacco del compagno di partito Roberto Giachetti. Ma, precisa, "Ribadisco con chiarezza il mio no". Un no "al carcere, ma anche al raddoppio della dose di cannabis previsto da Turco". Nel dibattito in corso nella Margherita sulle nuove norme in materia di cannabis varate dal ministro della salute, interviene Renzo Lusetti, responsabile dell'informazione dei Dl, che dice: "Condivido la posizione di Binetti, Carra, Bobba e Castagnetti che affrontano il problema droga con cautela e serieta'. La loro linea non e' assolutamente isolata nella Margherita, tutt'altro. Anche io come i miei colleghi sono rimasto sorpreso dal provvedimento del ministro Livia Turco, perche' temo che possa essere facilmente frainteso dai giovani e dalle famiglie e che passi il messaggio che le droghe leggere sono in qualche modo consentite. Noi diciamo no a tutti i tipi di droga e siamo convinti che la soluzione non sia la tolleranza ma la prevenzione, l' informazione e la repressione dell'offerta". "Come dimostrano le affermazioni di Giachetti -che sconfessa a brutto muso la posizione contraria al decreto Turco, assunta dai vari Binetti e Carra- il punto di vista dei parlamentari dell'Unione cosiddetti teodem e' isolato, non solo all'interno della coalizione di sinistracentro, ma addirittura in seno alla stessa Margherita". Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, non perde occasione per enfatizzare la distanza tra le diverse anime della maggioranza. "Esprimiamo, dunque, tutta la nostra solidarieta' ai malcapitati Binetti, Bobba, Carra, Baio e agli altri parlamentari dell'Unione cosiddetti teodem", dice Pedrizzi. "La verita' e' che in An e nel centrodestra i cattolici hanno pieno diritto di cittadinanza, e sono anzi la stragrande maggioranza, mentre nella Margherita e nell'Unione sono corpi estranei, sopportati con insofferenza, insolentiti e messi all'angolo". Ecco perche' "i vari Binetti, Bobba, Carra e Baio- conclude Pedrizzi- hanno sbagliato schieramento". 17-11-2006 Italia. Lettera di 51 parlamentari sulle quantita' di cannabis. Turco: confrontiamoci 51 Parlamentari dell'Unione (in realta' siono 50 a cui si aggiunge il senatore indipendente Luigi Pallaro) hanno inviato una lettera al Ministro Turco, ai cofirmatari Mastella e Ferrero e, per conoscenza, ai Ministri Bindi e Melandri in merito al recente decreto emanato dal Ministero della Salute in cui si raddoppia la dose di cannabis che ciascuno puo' detenere a titolo di consumo personale. Nella lettera si chiede di "promuovere un confronto vero e approfondito, finalizzato a riesaminare il provvedimento, in modo tale che nessuno possa pensare che si e' presa una decisione di tipo ideologico, scientificamente debole, banalizzante rispetto ad un problema di questa portata". I primi firmatari sono i senatori Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio. "Il tema delle dipendenze di ogni tipo-scrivono i 51 parlamentari- va affrontato e approfondito nel suo insieme, confrontandoci serenamente prima di prendere decisioni in merito, senza nasconderci le differenze e cercando di arrivare ad un compromesso virtuoso che permetta di condividere una linea di condotta che offra risposte a tutti i soggetti coinvolti". E cioe': coloro che hanno gia' un rapporto di dipendenza dalla droga e i loro famigliari; i giovani, che "hanno il diritto di conoscere la verita' scientifica su questi temi"; gli operatori e i volontari che operano nelle comunita' di recupero, "affinche' non si sentano soli, ma siano sostenuti nel loro difficile ed insostituibile lavoro". Quindi, prosegue la lettera, "non ci e' parso saggio ne' prudente emanare in questo momento un provvedimento di tale portata. Proprio la rilevanza del problema richiede un confronto in parlamento, o almeno nelle commissioni competenti, con una ampia consultazione delle parti sociali. Limitarsi a raddoppiare la dose di cannabis consentita per non incorrere nelle sanzioni penali non e' una soluzione per nessuno". "Siamo convinti- si legge nella lettera- che vada rapidamente superata la legge Fini-Giovanardi [...] Non c'e' dubbio: il carcere non e' luogo di cura e di recupero per il tossicodipendente". "Servono misure alternative". E ancora: "Una nuova legge deve poter rispondere a questa profonda esigenza dei giovani che vogliono fare esperienze innovative, audaci e coraggiose. E' su questa nuova prospettiva che vogliamo aprire il confronto con i ministri competenti. Cerchiamo una soluzione multidimensionale in cui nessuno si senta escluso, ma in cui tutti possano dare un contributo positivo che vada ben oltre il raddoppio della dose di cannabis". TURCO: PRONTA AL CONFRONTO, MA NON RITIRO IL DECRETO Nessuna intenzione di ritirare il decreto che raddoppia la dose di cannabis per uso personale. Meglio aprire un tavolo di confronto. E' questa la posizione del ministro per la Salute Livia Turco che in un'intervista pubblicata questa mattina su La Repubblica afferma: 'Ho solo applicato il programma dell'Unione'. Il ministro dice di essere disponibile al dialogo purche' non sia solo con i 51 parlamentari che le hanno inviato una lettera, ma 'con l'intera coalizione'. 'Aprire un tavolo di confronto - aggiunge - e' come invitarmi a nozze. Pero' deve essere con tutta l'Unione'. E sul provvedimento incalza: 'E' ormai in Gazzetta Ufficiale quindi non vedo cosa dovrebbe essere ritirato'. In quanto all'ipotesi di dimissioni il ministro chiarisce: 'Se mi dimetto lo faccio e non lo dico. Non sono tipo da annunci'. 'Sono serena con la mia coscienza di madre e di persona che e' contro le droghe. - continua Turco - Sfido chiunque a essere coerente nella vita come lo sono io sulle droghe. E sono serena come membro del Governo perche' siamo all'interno del programma di centrosinistra'. Secondo il ministro la legge Fini-Giovanardi 'prevede due cose gravi: l'equiparazione tra tutte le sostanze: della persona non c'e' piu' traccia dal momento che il tema diventano le sostanze stupefacenti. Impone inoltre che dopo la dose massima, che si era voluto tenere bassissima scatta la presunzione di spaccio'. ALTRI COMMENTI Cio' che deve aumentare sono le occasioni di speranza, non gli spinelli': lo diranno al ministro Livia Turco gli oltre 1.000 'ragazzi Doc' che da domani a domenica prossima si incontreranno, nella casa madre di Mulino Silla, in rappresentanza delle decine di migliaia di loro compagni che dopo avere lasciato la Comunita' Incontro si sono realizzati nella societa'. Nel loro documento finale - riferisce una nota della comunita' - i partecipanti risponderanno infatti 'alla loro amica' Livia Turco, che ha inviato loro un messaggio 'I 'ragazzi Doc' diranno al ministro - e' detto nella nota - che questa battaglia non si risolve a forza di diktat ideologici ma, soprattutto, che la loro esperienza e' per un no chiaro agli spinelli che, prima del paventato carcere per alcuni, producono danni irreparabili nella vita di una moltitudine di giovani. Non sono gli spinelli da aumentare, ma le occasioni di speranze'. A questo proposito don Pierino ha affermato che 'non possiamo pensare che l' aumento della soglia di principio attivo che prevedrebbe il carcere, possa risolvere qualcosa in bene o in male. Ma sicuramente, la fermezza di un principio crea costume sociale, mentre l' altalena di pura contrapposizione ideologica tra i politici crea confusione sociale nelle famiglie che non avranno piu' sponde sicure di riferimento per sostenere i loro figli gia' bersagliati dai messaggi piu' strani e contradditori di questa societa''. "Dopo la presa di posizione dei 51 parlamentari dell'Unione che contestano il raddoppio del quantitativo di cannabis detenibile per uso personale, mi sembra ragionevole che i ministri firmatari del provvedimento Livia Turco e Clemente Mastella lo ritirino, affinche' le commissioni competenti di Camera e Senato possano adeguatamente approfondire il problema". Lo dice Carlo Giovanardi, deputato Udc. "In quelle sedi, con onesta' intellettuale, si potra' verificare dati alla mano sui risultati della legge Fini Giovanardi, se i presupposti che hanno determinato la decisione siano veri o falsi a cominciare dal dato indiscutibile che nei primi sei mesi dall'applicazione della legge gli arresti sono diminuiti del 10%". 'La decisione del ministro Livia Turco relativa alla quantita' di cannabis per uso personale e' un primo passo nella direzione dell'abolizione della pessima legge Fini-Giovanardi, che ha criminalizzato i consumatori, ingolfato le carceri, per cui e' stato necessario l'indulto, e lasciata irrisolta la questione delle tossicodipendenza nel nostro Paese'. E' quanto sostiene il senatore dell'Ulivo Nuccio Iovene (Ds), componente della commissione Sanita'. 'Separare il ruolo di trafficanti e spacciatori che vanno combattuti con grande determinazione e tossicodipendenti o consumatori di droghe leggere, che devono essere aiutati e non criminalizzati - sottolinea Iovene - e' la base di qualunque normativa sensata in questo campo, fin dai tempi del cartello 'Educare, non punire', promosso dall'associazionismo laico e cattolico, in occasione della prima legge Iervolino'. 'Gia' nei giorni scorsi, le 'voci dal sen fuggite' dei vari Gasparri e Giovanardi - osserva Iovene - non avevano mancato di attaccare il provvedimento del ministro Turco, collegandolo in maniera ardita addirittura ad argomenti che nulla avevano a che vedere, come i ticket sanitari. In realta' la legge del centrodestra e' clamorosamente fallita, e oggi e' necessario, invece che attardarsi in polemiche strumentali e demagogiche, costruire passo dopo passo, cosi' come il provvedimento della Turco ha fatto, una nuova politica nei confronti delle droghe'. "Il decreto Turco e' un atto di grande responsabilita' e saggezza. Non condivido affatto, ne' nel merito ne' nel metodo, la lettera dei 51 parlamentari dell'Unione, prevalentemente della Margherita, che critica il decreto del ministro Turco sulle dosi di cannabis consentite per evitare il procedimento penale". A dirlo e' Carlo Leoni (Ulivo), che aggiunge: "Non ho alcun dubbio sul fatto che su tutta la materia delle droghe sia necessaria una nuova legge che cancelli e sostituisca quella, grave e autoritaria, voluta da Fini e Giovanardi. Questo prevedeva, infatti- prosegue il senatore- lo stesso programma dell'Unione. Ma, mentre si discute e si prepara la nuova legge, quella attuale continua a produrre i suoi danni sulla pelle di tanti ragazzi e delle loro famiglie, soprattutto- continua Leoni- a causa delle soglie di tollerabilita', previste dal vecchio decreto varato dall'allora ministro Storace". Il parlamentare difende "la grande serieta' dell'intervento di Livia Turco, al contrario di quei parlamentari di maggioranza che- conclude Leoni- invece di far agire la loro contrarieta' nelle sedi istituzionali, producono e inviano lettere". "Il decreto Turco che raddoppia la dose di cannabis per uso personale limita i danni piu' gravi della legge Giovanardi-Fini, che noi abbiamo contrastato e che e' necessario cambiare pesantemente". E' quanto dichiarano Vittoria Franco (Ulivo), presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama, e Felice Casson, componente della commissione Giustizia. "Questo decreto- spiegano i parlamentari- non nega la possibilita' di confrontarsi sul tema delle tossicodipendenze. A patto che condividiamo il punto di partenza, e cioe'- aggiungono-che la legge Fini-Giovanardi sia sbagliata, perche' comporta una punizione che non risolve il problema". "Riteniamo sbagliato- concludono Casson e Franco- porsi in un'ottica repressiva e punitiva, specie in materia di droghe leggere. E' certo poi che la pena non risolve la questione delle tossicodipendenze". "I colleghi che si sono espressi contro il decreto che estende le depenalizzazione della cannabis per uso personale, forse non si sono resi conto che la maggior parte delle comunita' terapeutiche si sono espresse a sostegno del ministro". A ricordarlo e' Franca Bimbi (Ulivo) rispondendo alla lettera dei 50 parlamentari dell'Unione, pronunciatisi contro il decreto Turco. "Che ci siano posizioni diverse tra le comunita' e tra le personalita' che si occupano di tossicodipendenza- spiega Bimbi- e' assolutamente normale: guai se avessimo un unico modello e un unico approccio nell'affrontare i servizi alla persona. Non siamo in Unione sovietica. Mi sembra invece problematico che- aggiunge- molti colleghi che hanno votato contro la legge Fini-Giovanardi esprimano coralmente, per ragioni cosi' dette morali, una sfiducia di fatto nei confronti di Livia Turco". "Il ministro- prosegue Bimbi- ha il merito di aver iniziato un percorso non facile, allo scopo di dare maggiore fiducia ai giovani, agli operatori e alle famiglie. Un'ideologia repressiva su questo e altri temi- conclude la parlamentare- non diminuisce l'autorevolezza degli adulti (dei legislatori in particolare) nei confronti dei giovani". Il provvedimento del ministro Turco sulla cannabis 'rischia di far passare come normale l'uso di stupefacenti nella nostra societa''. E' quanto afferma il vicesegretario dei Popolari-Udeur Antonio Satta. 'Questo appare altresi' - aggiunge - dalla scarsa importanza data, anche all'interno stesso della Camera, alle dichiarazioni rilasciate dall'onorevole Caruso. Non conta tanto che si sia o meno piantata marijuana nel cortile di Montecitorio, conta che della questione si e' parlato e si parla con una superficialita' che rasenta il disinteresse o, appunto, la normalita'. Noi Popolari Udeur - prosegue il parlamentare - siamo contro ogni logica repressiva volta alla criminalizzazione della tossicodipendenza, ma riteniamo che l'uso di qualsiasi tipo di droga sia un errore. Capiamo l'intento del ministro di evitare che per uno spinello si finisca il galera, ma al contempo bisogna lanciare segnali forti sul fatto che consumare droga e' un male'. Per Satta, elevare la dose massima di consumo di cannabis 'rischia di far calare l'attenzione nei confronti della lotta all'uso di stupefacenti'.'Consumare droga - afferma - e' un male, non solo perche' questo porta a una spesa non indifferente per le cure da parte del Servizio Sanitario Nazionale, ma anche perche' e' ormai accertato che il traffico di droga e' tra le principali fonti di finanziamento della criminalita' organizzata'. 'Un ministro deve governare e facendo atti conseguenti segue una linea politica.Se governa, non puo' ogni volta, prima di compiere questi atti, cercare una mediazione che comporterebbe tempi molto lunghi di decisione' Lo dice il Presidente della Commissione Sanita' del Senato Ignazio Marino che difende e sostiene la scelta fatta dal ministro Turco. 'E' evidente che in Parlamento si fanno le leggi e si verifica anche l'efficacia degli atti di governo. Ed io sono assolutamente certo che il ministro Turco e' disponibile a spiegare la ratio delle sue decisioni. Io penso, pero', che vada assolutamente separata la questione della cannabis da quella degli altri stupefacenti. Parlo da parlamentare, da medico, ma anche da padre di una figlia che aborrisce anche il tabacco (che mi spaventa altrettanto)'. 'Se la scoprissi a fumare uno spinello la punirei severamente. Ma non auspicherei certamente l'esistenza di una legge che la spedisca in carcere, infliggendole un trauma esistenziale. A nessuno sfugge che le galere non sono i posti piu' indicati per aiutare giovani che, magari in un momento di esuberanza, si sono fatti uno spinello'. "Se l'obiettivo dei 51 parlamentari dell'Unione, è quello di 'promuovere un confronto vero e approfondito' sulla prevenzione della tossicodipendenza, dopo la decisione del ministro Turco di raddoppiare il limite tabellare dei derivati della cannabis, esso è del tutto condivisibile. E può trovare un immediata possibilità di realizzazione nella discussione della mozione che An ha depositato ieri al Senato". Lo scrive in una nota il senatore di Alleanza Nazionale Alfredo Mantovano. "Un confronto in Parlamento sul punto, da attivare senza ritardo, è il miglior rimedio all'improvvido tentativo del ministro della Salute - conclude Mantovano - di aggirare la legge in vigore con un decreto amministrativo". "Non si faccia confusione sul decreto della Ministra Turco: quel decreto è finalizzato esclusivamente a non mandare in carcere un giovane per uno spinello". E' quanto precisa la responsabile nazionale Diritti civili dei Ds, Ivana Bartoletti. "Si tratta di un provvedimento - spiega Bartoletti - guidato da saggezza e buon senso che ha come unico scopo quello di tamponare gli effetti di una legge, la Fini-Giovanardi, che ha solo aumentato gli arresti e che non ha mai inciso sulla diminuzione del consumo". Secondo la diessina "non c'è messaggio più devastante, per un giovane che essere trattato come uno spacciatore". "Dunque, la strategia repressiva non ha alcun senso - sottolinea - vanno invece combattute tutte le dipendenze, per una politica seria fatta di lotta allo spaccio e tolleranza zero verso i trafficanti, come stiamo dimostrando con i provvedimenti contenuti nella legge Finanziaria e - conclude Bartoletti - come avevamo chiaramente indicato nel programma dell'Unione". 'Dinanzi al coro di civili proteste che sta condannando la scelta del ministro Turco di raddoppiare la quantita' di cannabis che e' possibile detenere per uso personale, appare francamente patetico e incongruamente politichese il distinguo dell'onorevole Giachetti, che dal suo blog, autonominato organo ufficiale del partito, scomunica gli autorevoli Castagnetti, Binetti, Bobba e Carra'. E' l'opinione di Stefania Prestigiacomo. 'La Margherita, spiega Giachetti, e' pluralista, ma i deputati esprimendo le proprie idee non devono dar l'impressione che quelle idee siano 'maggioritarie o prevalenti' all'interno del partito. Cosa sia prevalente pero' non si sa, visto che, dallo stesso blog, Giachetti ci informa che 'non risulta si sia mai discusso o deciso in sedi formali sull'argomento'. Ma stupisce che se l'autorevole Giochetti provvede a redarguire Castagnetti, Binetti, Bobba e Carra, che proprio dei carneadi non sono, la Turco - prosegue Prestigiacomo - sia stata circondata in questi giorni da un fragoroso silenzio dei leader del suo schieramento, che non mi sembra si siano sprecati in messaggi di sostegno al ministro'. Per Prestigiacomo, la realta' e' che, 'elevando a 40 spinelli, una quantita' spropositata, la dose personale, si e' di fatto liberalizzato non tanto l uso quanto lo spaccio di marijuana'. 'E forse anche nella maggioranza cominciano a capire - conclude l'esponente di Forza Italia - di aver fatto un errore gravissimo, meritandosi la censura del Forum delle Famiglie e delle maggiori Comunita' Terapeutiche e la corrosiva proposta di legge del presidente Cossiga che provocatoriamente ha proposto la liberalizzazione dell'uso e del commercio di tutte le droghe'. 'I 51 parlamentari dell'Unione che si oppongono al decreto Turco che legittima l'uso della cannabis e ne legalizza lo spaccio votino la mozione contro tale provvedimento presentata da An al Senato'. E' l'invito del deputato di An Riccardo Pedrizzi, che chiede ai senatori del centrosinistra di 'compiere dei fatti' e cioe' di dimostrare 'che le loro non sono soltanto chiacchiere'. Motivi di fibrillazione nella maggioranza per l'aumento della dose minima di sostanze di cui disporre decisa dal ministro Turco, e il ministro Paolo Ferrero scrive ai 51 deputati che hanno raccolto firme anti Turco. 'La necessita' di aprire una discussione seria ed approfondita nel paese che tenga conto delle cose che scrivete nella lettera - scrive Ferrero indirizzandosi ai 'Gentilissimi Deputati e Senatori' nella missiva diffusa in tarda serata di ieri - e' - dal mio punto di vista - un'esigenza estremamente importante. Lo e' perche' un fenomeno complesso come quello del consumo di sostanze stupefacenti richiede alla politica la capacita' di saper ascoltare: gli operatori, la scienza, la societa' civile. Nessuno di noi pensa che l'utilizzo delle sostanze sia un diritto, ma un fenomeno con il quale confrontarsi e sul quale intervenire cosi come avviene in altri paesi tenendo in considerazione le evidenze scientifiche. Per questo il mio ministero ha provveduto a ricostruire la consulta sulle tossicodipendenza, la consulta sui problemi alcol correlati ed ha allargato il raggio di azione del dipartimento antidroghe al complesso dei fenomeni legati alle dipendenze. Come voi del resto sottolineate questo fenomeno coinvolge larghe fette della nostra popolazione. Dall'alcol agli psicofarmaci, dal doping alla nicotina o alla dipendenza da videopoker, vi sono - assieme alle droghe illegali - una vasta gamma di comportamenti nei quali occorre comunque sempre distinguere l'uso, dall'abuso, dalle forme di dipendenza. Di fronte ad una situazione cosi' complessa, - prosegue la lettera di Ferrero - in questi anni abbiamo assistito ad una banalizzazione della discussione che sotto il titolo droga ha ricompresso sostanze tra loro totalmente diverse, che hanno differenti livelli di pericolosita', sia intrinsecamente che in rapporto alle modalita' di assunzione, al contesto in cui si utilizzano, e alle caratteristiche fisiche e psichiche dell'assuntore. Il passato Governo ha parlato di droga al singolare senza svolgere azioni sistemiche di prevenzione; questo ha contribuito a far si che oggi i nostri giovani considerino fumare uno spinello alla stregua di fumare una sigaretta di cocaina; occorre assolutamente superare questa situazione. Del resto gli stessi dati ce lo dimostrano, come evidenzia la relazione al parlamento nei 5 anni del governo Berlusconi e' raddoppiato il consumo di Cocaina al pari di quello della Cannabis. Ritengo quindi utile cogliere l'occasione della vostra lettera del tema per aprire una discussione seria sulla questione. Io sono convinto che l'Italia deve smetterla di essere il fanalino di coda dell'Europa, e che si possa finalmente impostare una politica dei quattro pilastri in cui la prevenzione, la cura, la riduzione del danno, e la lotta al narcotraffico siano gli assi principali della nostra azione di governo. Per questo ritengo che il Decreto sulle tabelle sia giusto perche' pur rifiutando la logica della soglia riesce ad attenuare lievemente gli effetti perversi della legge Fini. Si tratta di un atto moderato, di mera riduzione del danno, al fine di evitare che la legge in vigore determini, dopo l'indulto, il paradosso di riempire le carceri di consumatori e tossicodipendenti. Evitare che un giovane entri in carcere per qualche spinello vuol dire ridurre il rischio che diventi tossicodipendente, dato che in carcere le sostanze girano esattamente come fuori; molti genitori possono essere preoccupati perche' i propri figli consumano cannabis; almeno adesso potranno evitare di vederli finire in galera, con le conseguenze devastanti che questo fatto determina. In ogni caso, - conclude il ministro - al di la' delle diverse opinioni che esprimiamo, mi pare necessario aprire il confronto e vi propongo pertanto di calendarizzare rapidamente una riunione in cui si possano affrontare questi temi'. 'Rimango stupefatta come, a fronte di problemi seri e drammatici del nostro Paese, nell'Ulivo ci sia chi preferisce puntare ad alzare steccati ideologici piuttosto che a ricercare soluzioni. Non e' questo un bel segnale per la costruzione del futuro partito democratico, di una comunita' laica e politica che dovrebbe avere a cuore innanzitutto il bene del Paese'. Cosi' il deputato diessino Annamaria Carloni, nell'esprimere 'piena solidarieta'' al ministro Livia Turco per gli attacchi al decreto che aumenta i limiti di cannabis per uso personale. 'Non si sta discutendo sulla liceita' di alcuni comportamenti personali, ne' tantomeno ci si sta avviando sulla strada delle liberalizzazioni - scrive in una nota la Carloni - questo decreto intende soltanto porre fine ad uno stato di fatto inaccettabile che impone addirittura il carcere, con tutte le conseguenze negative che comporta sul futuro di questi ragazzi, a fronte di un comportamento personale'. 'Chi vive in aree fortemente colpite dal dramma della droga e della criminalita', come la Campania - aggiunge il deputato - sa benissimo che il problema delle tossicodipendenze non e' rappresentato da uno spinello in piu' o in meno nelle tasche dei giovani, bensi' da quella vera e propria 'holding criminale di commercio' che continua ad arricchirsi e a immettere sul mercato stupefacenti sempre nuovi e sempre piu' a basso costo'. "Se il Ministro della Salute Livia Turco si dimettesse veramente sarebbe un gesto responsabile, visto che ben 51 parlamentari dell'Unione le hanno chiesto di ritirare il decreto che innalza da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis per uso personale", Lo afferma l'On. Domenico Di Virgilio, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Sociali della Camera ed ex Sottosegretario alla Salute. "La richiesta dei deputati dell'Unione - continua Di Virgilio - rappresenta una ulteriore dimostrazione che nella maggioranza si parlano lingue diverse su temi delicati ed importanti per i giovani vittime della droga e per le famiglie coinvolte in questo drammatico problema. Le molte critiche, oltre che giungere dall'opposizione, arrivano, inoltre - prosegue Di Virgilio - anche dal mondo scientifico e da molti responsabili di comunita' terapeutiche. Il decreto della Turco e' dannoso perche' e' un ulteriore schiaffo alle grandi sofferenze sia dei giovani che delle loro famiglie. Si tratta di una decisione puramente demagogica che puo' indurre all'uso di droghe piu' pesanti. Il precedente governo aveva invece fissato la dose massima in base a rigorose evidenze scientifiche. Ci chiediamo a questo punto - conclude Di Virgilio - che cosa abbia indotto il Ministro Turco a prendere questa decisione e se abbia prima consultato esperti tossicologi e i responsabili delle piu' importanti comunita' terapeutiche". 'Quando si discute di provvedimenti sulle droghe e' necessario abbandonare posizioni ideologiche e preconcette per affrontare la discussione con competenza basandosi su conoscenze e legislative e scientifiche. Sono antiproibizionista, da sempre, credo che la criminalizzazione dei comportanti e la repressione non paghino'. Lo afferma Chiara Moroni, di Forza Italia. Si svolgerà domani pomeriggio a Verona, alle ore 16 presso il Palaexpo della Fiera, la 'Conferenza sulla prevenzione dell'uso di droghe', alla quale prenderà parte anche il presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini. Lo riferisce una nota. Organizzato dal coordinamento regionale Veneto di An, l'appuntamento coinvolgerà esperti del settore, politici e giornalisti sul tema della prevenzione dell'uso della droga, alla luce del varo, da parte del governo di centrosinistra, del decreto legge che innalza la quantità massima consentita di cannabis per uso personale. "Considero questo provvedimento - sostiene il coordinatore regionale, Alberto Giorgetti - l'anticamera ad una liberalizzazione generale delle droghe irresponsabile ed illogica da parte dell'esecutivo di Prodi. La conferenza troverà certamente, dopo l'emanazione del decreto in questione, un motivo in più per dire no all'assunzione di qualsiasi tipo di droga - conclude - e costituirà un momento concreto per fare il punto della situazione con medici, sacerdoti, genitori e politici". 'Le misure adottate in concerto dal ministero della Salute, da quello della Solidarieta' sociale e da quello della Giustizia sull'innalzamento delle quantita' di cannabis detenibili, oltre le quali scattano le misure penali, sono assolutamente razionali e giustificate': e' la valutazione di Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil, a proposito delle polemiche sul decreto varato dalla ministra Livia Turco. 'Proprio come sindacalisti osserva Piccinini non possiamo dimenticare che parecchi giovani, prevalentemente lavoratori o disoccupati, e abitanti in piccoli centri, si sono tolti la vita negli anni scorsi perche' accusati di spaccio in seguito alla detenzione di piccole quantita' di cannabis. Questo accadeva con le vecchie norme, gia' abbastanza repressive e tanto piu' rischia di accadere con la nefasta legge Fini-Giovanardi, che propone assurdamente il carcere come strumento educativo'. Una legge, sottolinea la sindacalista, 'entrata in vigore a maggio e a partire da allora le questure gia' registrano un'impennata degli arresti e delle denunce: e' difficile - aggiunge - credere si tratti solo di spacciatori, e proprio per questo consideriamo il decreto varato dal ministero della Sanita' come una necessaria misura di 'riduzione del danno': e questo proprio perche' non crediamo assolutamente nel carcere come strumento educativo'. 'La prospettiva e' per noi - conclude Piccinini - quella di un rinnovato quadro legislativo e di una politica per il rilancio dei servizi: tutti obiettivi esplicitamente affermati nel programma dell'Unione, che fu a suo tempo sottoscritto da tutte le forze che compongono l'alleanza di centrosinistra'. "Penso anch'io che sia profondamente sbagliato punire con il carcere chi fa uso di droghe leggere, ma la risposta che è stata adottata dal Ministro Turco non mi sembra adeguata e, se isolata, rischia di divenire anche controproducente". Lo afferma in una nota Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera dei Deputati. "E' per questo - aggiunge - che non riesco a condividere quel provvedimento a meno che non venga collocato all'interno di un più ampio ed organico intervento sul tema della lotta alle tossicodipendenze. Allo stato attuale è solo un nuovo intervento spot". Castagnetti sottolinea che "nel programma dell'Unione la depenalizzazione del consumo delle droghe è solo una parte di una più ampia strategia di educazione, prevenzione, cura e riabilitazione. Limitarsi a quell'aspetto non evidenzia una reale alterità rispetto all'approccio, per così dire, 'a valle', tipico degli interventi del centro destra". "Senza sollevare troppe polemiche e divisioni, - conclude il deputato della Margherita - credo che dovremmo aprire una riflessione più completa e profonda sulle strategie di lotta alle dipendenze che catturano soprattutto i giovani e gli adolescenti. E questo va fatto con laicità perché su questi temi, proprio su questi temi, le divisioni tra cattolici e non cattolici sono quantomai incomprensibili". Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera dei Deputati dice di ritenere "profondamente sbagliato punire con il carcere chi fa uso di droghe leggere", ma aggiunge che "la risposta adottata dal Ministro Turco non sembra adeguata e, se isolata, rischia di divenire anche controproducente". "E' per questo - aggiunge Castagnetti - che non riesco a condividere quel provvedimento a meno che non venga collocato all'interno di un piu' ampio ed organico intervento sul tema della lotta alle tossicodipendenze. Allo stato attuale e' solo un nuovo intervento spot. Nel programma dell'Unione la depenalizzazione del consumo delle droghe e' solo una parte di una piu' ampia strategia di educazione, prevenzione, cura e riabilitazione. Limitarsi a quell'aspetto non evidenzia una reale alterita' rispetto all'approccio, per cosi' dire, 'a valle', tipico degli interventi del centro destra. Senza sollevare troppe polemiche e divisioni, credo che dovremmo aprire una riflessione piu' completa e profonda sulle strategie di lotta alle dipendenze che catturano soprattutto i giovani e gli adolescenti. E questo va fatto con laicita' perche' su questi temi, proprio su questi temi, le divisioni tra cattolici e non cattolici sono quantomai incomprensibili". Il Cartello nazionale "Non incarcerate il nostro crescere", (Cnca) nell'esprimere nuovamente il proprio appoggio al ministro della Salute Livia Turco (che ha innalzato, con decreto, il limite relativo alla cannabis oltre il quale puo' configurarsi il reato di spaccio) chiede conto ai 51 parlamentari dell'Unione, della lettera che ieri, hanno inviato al ministro in cui domandano un confronto "vero e approfondito, finalizzato a riesaminare il provvedimento". "Non e' chiara, infatti, l'intenzione che anima i sottoscrittori della missiva; a tal proposito il Cartello, ritiene che sia stato opportuno iniziare un percorso di cambiamento rispetto alla legge Fini-Giovanardi, partendo dal decreto appena emanato dal ministero della Salute". E' il commento di Riccardo De Facci, coordinatore del Cartello, che sottolinea "uno strumento che e' ovviamente inadeguato ad affrontare (da solo) la complessita' del problema droghe nel nostro Paese, ma che ha il pregio di intervenire concretamente e, rapidamente, su uno degli aspetti piu' dannosi della nuova normativa, e dare un forte segnale simbolico di cambiamento". "A tale provvedimento, per il Cartello- spiega- deve seguire al piu' presto l'apertura in sede istituzionale di una discussione seria e articolata sulla legge Fini-Giovanardi, per arrivare in tempi brevi a una sua cancellazione e a una nuova normativa". "E in tale processo- conclude De Facci- chiediamo al centrosinistra di dimostrare quella capacita' di ascolto, che il precedente esecutivo non ha voluto esercitare". Quella dei 51 parlamentari dell'Unione e' una 'presa di posizione che appare esagerata rispetto alla modestia dell'intervento del ministro Livia Turco, che 'e' solo un fatto simbolico che vuole indicare una via di riforma': e' l'opinione di Franco Corleone, ex sottosegretario alla giustizia e presidente di 'Forum droghe'. L'intervento dei 51, secondo Corleone, e' 'grave soprattutto perche' manca la disponibilita' ad abrogare la legge Fini-Giovanardi, come e' invece scritto nel programma dell'Unione'. Corleone sottolinea come gia' 40 deputati del centrosinistra abbiano firmato una proposta di legge (n. 34) che prevede per l'appunto l'abrogazione della legge 40, la depenalizzazione totale del consumo, la riduzione del danno e l'alternativa al carcere per i tossicodipendenti, e invita i 51 'dissidenti' a firmare a loro volta questa pdl: 'e' questo - conclude - il banco di prova'. Anche in Emilia-Romagna rimbomba l'eco delle polemiche sul decreto Turco-Mastella, che ha raddoppiato la dose minima di cannabis consentita (la soglia di principio attivo e' stata alzata a 1.000 milligrammi). Al consigliere regionale dei Verdi (ed ex assessore alle Politiche sociali nella passata legislatura), il reggiano Gianluca Borghi, non e' piaciuta la presa di posizione di almeno un paio di conterranei onorevoli della Margherita, Pierluigi Castagnetti e Renzo Lusetti: "Autorevoli esponenti della Margherita non possono continuare a sostenere posizioni difformi al programma del centrosinistra", si rammarica. Mentre l'azzurro Luigi Villani contesta invece l'intero impianto del provvedimento: "E' la resa dello Stato", commenta il consigliere di Forza Italia. Borghi chiede unita' alle forze dell'Unione per convertire in legge il decreto e ricorda "le leggi punitive della destra, che hanno prodotto il 33% di segnalazioni in piu' all'autorita' giudiziaria ed oltre il 37% di arresti". Di segno opposto le parole di Villani. "Si va verso una pericolosa indulgenza nei confronti della droga- osserva-. Questo i primo colpo assestato alla Fini-Giovanardi, 'colpevole' di avere proibito e senza riserve sostanze dannose". Del resto, chiude l'azzurro, "se ne sono accorti anche 51 parlamentari del centrosinistra che si sta andando verso un libertarismo che non promette nulla di buono". 'Considero il provvedimento l'anticamera ad una liberalizzazione generale delle droghe irresponsabile ed illogica da parte dell'esecutivo di Prodi'. Lo sostiene, in merito all'innalzamento della quantita' massima consentita di cannabis per uso personale, il coordinatore regionale di An, Alberto Giorgetti, che annuncia per domani a Verona, presso il Palaexpo della Fiera, la 'Conferenza sulla prevenzione dell'uso di droghe'. All'incontro prendera' parte anche il presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini. Organizzato dal coordinamento regionale Veneto di An, l'appuntamento coinvolgera' esperti del settore, politici e giornalisti sul tema della prevenzione dell'uso della droga, alla luce del varo, da parte del governo di centrosinistra, del decreto legge sulla cannabis. 'La conferenza trovera' certamente, dopo l'emanazione del decreto in questione, un motivo in piu' per dire no all'assunzione di qualsiasi tipo di droga - conclude Giorgetti - e costituira' un momento concreto per fare il punto della situazione con medici, sacerdoti, genitori e politici'. Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani) ha dichiarato: "E' in atto nei confronti del ministro Livia Turco un'indecente campagna di intimidazione, da parte non solo del centro-destra ma anche di settori della maggioranza. Si mette, addirittura, in discussione la legittimità del decreto con cui il ministro ha raddoppiato il quantitativo massimo di derivati della cannabis detenibile per uso personale. La campagna di intimidazione sta dando i primi frutti, visto che il ministro dovrà riferire sul suo provvedimento in Parlamento, addirittura di domenica pomeriggio. Se la canea del centro-destra è tanto scontata quanto squalificante, è invece intollerabile l'alzata di scudi dei 51 parlamentari dell'Unione, che chiedono alla Turco di rivedere il suo provvedimento. Invito caldamente la senatrice Binetti e colleghi a rileggersi (o a leggere per la prima volta) il Programma di governo di Romano Prodi - sulla base del quale sono stati eletti - che prevede espressamente l'abrogazione totale della legge "Fini-Giovanardi" ma anche l'abolizione delle sanzioni amministrative per chi detiene stupefacenti per uso personale (pag. 66). Chi non è coerente con il proprio mandato non è sicuramente il ministro ma coloro che lo contestano, pur facendo parte della maggioranza. Anche in materia di tossicodipendenze, il governo vada avanti senza tentennamenti nell'adempiere il suo programma." MINISTRO TURCO RIFERIRA' IN PARLAMENTO Informativa del ministro della Salute, Livia Turco, domenica in aula alla Camera sul decreto che ha raddoppiato la quantita' massima di cannabis per uso personale. Lo ha comunicato il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, accogliendo la richiesta avanzata ieri dalla quasi totalita' dei gruppi di opposizione. La Turco riferira' in Aula domenica pomeriggio, al termine della sessione di bilancio. 17-11-2006 Usa. Morto economista Milton Friedman, pioniere dell'antiproibizionismo Il premio Nobel Milton Friedman, morto ieri all'eta' di 94 anni, non fu solo uno di piu' influenti economisti del ventesimo Secolo: il padre della scuola neoliberista ortodossa di Chicago, i cosiddetti Chicago Boys, negli anni Ottanta fu anche uno dei pionieri della legalizzazione della droga. Nel 1989 Friedman aveva preso posizione contro la guerra dichiarata dall'allora presidente George H. W. Bush contro gli stupefacenti sostenendo che era destinata a fallire cosi' come il proibizionismo degli anni Venti e Trenta non era riuscito a sradicare il consumo di alcol. Le teorie di Friedman sulla droga erano in linea con la fede ferrea nelle liberta' individuali in economia e in politica difese dall'economista in decine di libri, di articoli e in una rubrica settimanale su Newsweek. 17-11-2006 Italia. Da gennaio in edicola la rivista "Dolce Vita" E' in uscita il nuovo numero di Dolce Vita, il numero 7 novembre-dicembre 2006. 64 pagine, nuove rubriche e in allegato il catalogo della Sensi Seed, una tra le prime e piu' premiate banche di semi di cannabis al mondo. Nel prossimo numero, Gennaio 2007, Dolce Vita sara' disponibile nelle edicole di tutte le piu' importanti ditta' e localita' italiane. Per sostenere le spese di distribuzione, la rivista verra' venduta nelle edicole ad un prezzo superiore che nei canali utilizzati fin'ora: potrete infatti continuare ad acquistare Dolce Vita ad 1 euro a copia nei growshop, smartshop, centri sociali e negozi alternativi di tutta Italia. 17-11-2006 Italia. Rischio aspergillo per chi consuma cannabis orientale Cannabis orientale a rischio aspergillo: un microfungo 'stracciapolmoni' che ama gli ambienti caldo-umidi tipici dei Paesi dell'altra meta' del mondo, e che colpisce almeno 4mila italiani l'anno causando complicanze anche mortali se il paziente ha un sistema immunitario particolarmente 'depresso'. Il monito - a pochi giorni dal decreto con cui il ministro della Salute Livia Turco ha raddoppiato i quantitativi di tetraidrocannabinolo 'pret-a-porter', detenibili ad uso personale - arriva dagli esperti che oggi a Milano hanno presentato il 'Workshop Focus on Aspergilloses-Uptade 2006', in programma per venerdi' 24 novembre nel capoluogo lombardo. 'Il problema e' la zona di produzione - spiega Gianfranco Schiraldi, specialista in pneumologia e oncologia dell'Istituto Villa Marelli-Niguarda e presidente del Niguarda Mycoses Group promotore dell'evento meneghino - Se la materia prima dello spinello e' stata lavorata in ambienti caldi e umidi e in condizioni igieniche precarie, e poi importata in container con le stesse caratteristiche, allora il pericolo aspergillo e' reale. In quelle condizioni climatiche, infatti, le sue spore proliferano. E quando la cannabis viene fumata, la parte di spore che non brucia passa a bronchi e polmoni'. Lo conferma l'esperienza di Villa Marelli, che insieme il Dipartimento di Medicina di Niguarda assiste ogni anno 150-200 malati di aspergillosi polmonare: 'Di casi di fumatori assidui di cannabis con infezioni legate a questo fungo ne abbiamo viste parecchie', assicura il medico. Ma la cannabis 'made in Oriente' non e' l'unica insidia: 'Il rischio vale anche per tessuti e abiti 'esotici' provenienti da quelle zone', avverte Schiraldi. Ed esistono anche minacce 'casalinghe': 'L'aspergillo si annida pure negli intonaci delle vecchie case', e in caso di ristrutturazioni, scavi o cantieri a cielo aperto viaggia nell'aria'. 'Nella sola Lombardia i casi di aspergilosi polmonare sono 700-800 l'anno', continua Schiraldi. Numeri di una malattia 'rara, ma non rarissima. E da non sottovalutare - aggiunge - soprattutto se si pensa che le forme infettive acute, che l'Istat stima in 315 casi ogni anno, sono letali nel 50% dei casi. Il che significa che un italiano al giorno si ammala e che un connazionale ogni due giorni muore'. L'aspergillosi polmonare 'e' un problema medico particolarmente grave (che puo' condurre a ossigenoterapia o al trapianto di polmone) per tutti i pazienti immunocompromessi -conferma Giancarlo Palmieri, direttore del Dipartimento di Medicina di Niguarda- O per l'eta' avanzata oppure per tumori e terapie anticancro'. Ma anche dopo 'un trapianto di organo o midollo -precisa Schiraldi- a causa della fibrosi cistica o di alterazioni broncopolmonari, tipo asma cronica o danni da infezioni pregresse, oppure per malattie croniche debilitanti in cui vengono utilizzati farmaci immunosoppressori'. Le forme di aspergillosi polmonare possono essere allergiche, acute o croniche. 'E le piu' difficili da diagnosticare -assicura Franco Carnesalli del direttivo Aimef (Associazione italiana medici di famiglia)- sono in assoluto quelle che non riguardano i pazienti ospedalieri, bensi' i malati che transitano negli ambulatori del medico di base'. I sintomi dell'infezione sono infatti poco specifici (febbre leggera, tosse con catarro, sangue nell'espettorato, respiro corto, dolore toracico e anemia), e 'spesso il medico di medicina generale non pensa all'eventualita' aspergillo. Per questo -promette Carnesalli- nei prossimi corsi di aggiornamento Aimef vedremo di sottolineare il problema '. 'Diagnosticare un'aspergillosi polmonare e' semplice -garantisce Palmieri- Basta pensarci'. La questione, insomma, e' culturale. 'Il medico -suggerisce Schiraldi- deve iniziare a sospettare quando una malattia respiratoria non guarisce con nessuna delle terapie indicate'. Una volta che il dubbio viene, continua l'esperto, 'la prima cosa da fare e' prescrivere al paziente test per la ricerca degli anticorpi anti-aspergillo. Sono esami semplicissimi e poco costosi, ma purtroppo ancora assenti negli ospedali del Sud Italia'. In seconda battuta, 'se occorrono altre conferme si puo' passare alla Tac-Pet e infine a broncoscopia e ago aspirato polmonare'. E le terapie? Come in ogni altra infezione di natura non batterica gli antibiotici non servono a nulla, anche se 'il piu' delle volte, per le difficolta' di diagnosi - fa notare Palmieri - si usano rischiando di sovraccaricare il paziente di cure inutili'. Il bagaglio di farmaci a disposizione per combattere l'aspergillo 'e' esiguo, ma si sta arricchendo -conclude Schiraldi - I nuovi farmaci come l'echinocandina (endovena) e il voriconazolo (orale o endovena) sono molto costosi (fino a 10mila euro al mese). C'e' poi il 'vecchio' itraconazolo', economico e disponibile in una nuova formulazione endovena. Infine c'e' la terbinafina, un medicinale economico (neanche 10 euro al giorno) che abbiamo scoperto essere utile anche contro l'aspergillo. E' l'unico che si puo' somministrare anche in gravidanza, ma il suo brevetto sta per scadere e l'azienda produttrice non giudica conveniente richiedere il via libera all'indicazione specifica anti-aspergillo. Il suo uso contro il microfungo e' quindi possibile solo 'off-label''. Per informazioni sull'aspergillo sta per sbarcare in rete il sito www.micosionline.it ed e' gia' sul web www.humanmycoses.org. 17-11-2006 Filippine. Sempre piu' terroristi islamici coinvolti nel traffico di droga Sia gli Stati Uniti che le autorità filippine hanno messo in relazione i gruppi terroristici locali a Mindanao col traffico illegale di droga nel sud-est asiatico. Come spiega ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, il sovrintendente di polizia Adzhar Albari della Western Mindanao's Philippine Druge Enforcemente Agency (PDEA) questa attività illegale rappresenta la nuova strategia con la quale i gruppi terroristici della regione finanziano le proprie attività. "Nel narcotraffico piu' che nei sequestri di persona, questi gruppi trovano grandi opportunità di raccogliere denaro", spiegato Albani. I terroristi, aggiunge, citando gli ultimi rapporti di intelligence, "si riforniscono in Cina per la maggior parte del shabu-shabu (metamfetamina idrocloride) e la piazzano sui mercati delle Filippine e perfino della vicina Malesia". Albani, che è anche capo della Maritime Interdiction Coordinating Center (MICC) un'agenzia antidroga finanziata dagli Usa, ha sottolineato la creazione di un team incaricato di monitorare simili movimenti. L'attenzione principale e' nelle province musulmane di Basilan, Sulu e Tawi-Tawi, dove le attività legate al narcotraffico sono particolarmente intense.Le tre province sono considerate le roccaforti del gruppo terrorista locale Abu Sayyaf. Abu Sayyaf è un'organizzazione terroristica che all'inizio degli anni '90 riceveva supporto da al-Qaeda attraverso il fratellastro di Osama bin Laden, l'uomo d'affari saudita Muhammad Jamal Khalifa, che a quel tempo era a capo di una rete di organizzazioni caritative islamiche e di università nella città di Zamboanga, a Mindanao. Il gruppo si è imposto sulla scena internazionale col rapimento e l'uccisione di stranieri e di preti cristiani. Sin dall'inizio, il gruppo ha condotto una serie di attentati dinamitardi, uccisioni ed estorsioni nella sua lotta per la creazione di uno stato islamico indipendente nella Mindanao Occidentale. Inoltre, l'intelligence militare filippina ha messo in relazione il gruppo con la rete terroristica regionale del Sud Est Asiatico della Jemaah Islamiyah. Abu Sayyaf è il principale indiziato per l'attacco al Superferry del febbraio 2004, che causò la morte di almeno 116 persone in quello che viene considerato il piu' grave attentato terroristico avvenuto nel paese. 18-11-2006 Italia. Ministro Turco scrive ad Avvenire: punire il traffico e non il consumo di droga Fare polemica sui 40 spinelli al giorno e', oltre che assurdo, anche fuorviante rispetto rispetto al vero problema che e' quello di far si' che non sia punito e perseguito il consumo ma il traffico e lo spaccio della droga. E' questo il pensiero e l'obiettivo del ministro della Salute, Livia Turco espresso in una lettera al Direttore del quotidiano "Avvenire" . "A questo risultato potremo arrivare solo quando sara' profondamente rivista la legge Fini-Giovanardi. Ma e' certo che l'aver innalzato la quantita' massima porta con se' almeno due risultati immediati: diminuiscono le occasioni di contatto con gli spacciatori e soprattutto si da' un segnale chiaro all'opinione pubblica ed agli operatori che sull'approccio alle droghe ed alle tossicodipendenze si e' iniziato a voltare pagina. In direzione di quelle quattro parole d'ordine che sono scritte nel programma di Governo e che parlano di educare, prevenire, curare, non incarcerare. Io credo che una buona legge debba essere orientata dalla bussola della fiducia nei confronti della persona e dalla promozione della sua dignita'. Per questo bisogna distinguere le droghe per il danno che arrecano alla salute, bisogna distinguere nettamente il consumo dallo spaccio, bisogna dissuadere dal consumo attraverso l'educazione e l'amore ed anche le punizioni (ma dei genitori non del carcere)". Infine il Ministro della Salute conclude: "A me e' cara un'espressione che e ' diventata la mia bussola d'orientamento: 'Contro le droghe cura la vita'. Me l'ha insegnata Don Luigi Ciotti ed, insieme a lui, l'esempio di tanti sacerdoti ed operatori che sono ogni giorno sulla strada. ALTRI COMMENTI 'Il ministro Livia Turco dimostra di avere a cuore il futuro di tanti ragazzi, piu' di chi l'attacca ingiustamente'. Lo afferma in una nota Valeria Valente assessore alle Pari opportunita' del Comune di Napoli, che sostiene la fondatezza del decreto firmato dal ministro sui limiti di possesso personale di cannabis. 'La droga si combatte partendo dal concetto che il carcere e' la soluzione per chi spaccia e non per chi consuma qualche grammo in piu''. Una riunione tra ministri interessati alle politiche sulle tossicodipendenze e' stata convocata dal ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero. La convocazione segue le polemiche sorte a seguito del decreto del ministro della Salute che raddoppia la dose massima consentita di cannabis per uso personale. La riunione -come ha spiegato lo stesso ministro- si terra' probabilmente la prossima settimana o al piu' tardi all'inizio della successiva. Il ministro ha detto di aver convocato anche i 51 parlamentari firmatari di una lettera in cui si critica il decreto Turco. 'Mi sembra giusto cogliere l'occasione per aprire una discussione su questi temi'. "La lettera inviata dal ministro all'Avvenire aumenta il senso di allarme suscitato dal decreto". Mara Garfagna, deputata di Forza Italia, commenta cosi' le parole del ministro pubblicate, appunto, sul quotidiano della Conferenza episcopale. Particolare allarme, secondo Garfagna, suscita il passaggio dove "il ministro Turco evoca la delega alla magistratura di una decisiva potesta' discrezionale, in base alla quale spetterebbe a un giudice distinguere tra drogati da aiutare e profittatori da perseguire". 18-11-2006 Italia. Blumir su proposta Cossiga di legalizzare le droghe: "straordinario!" "STRAORDINARIO". Giudizio nettissimo quello del sociologo Guido Blumir, uno dei maggiori esperti italiani, autore del best-seller "Marijuana" (Einaudi). "Il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, con la sua pdl sulle droghe, si ricollega a un grande dibattito sulla legalizzazione mondiale iniziato dai premi Nobel dell'economia Lester Turow e Milton Friedman venti anni fa. Una svolta totale. E' un colpo micidiale a tutte le mafie che incassano ogni anno 700 miliardi di euro dal narcotraffico (un milione e quattrocentomila miliardi delle vecchie lire). La sola n'drangheta italiana, solo per la cocaina, è arrivata a 40.000 miliardi di lire, con cui acquista palazzi in Belgio e in Germania (vedi rapporto dei servizi segreti tedeschi). Quella di Cossiga non è una fuga in avanti. La legislatura ha quattro anni e mezzo di tempo. Per il 2010 è più che maturo un dibattito italiano e internazionale sul tema, che nel nostro paese potrebbe tradursi anche a breve in una Commissione Parlamentare sui profitti del traffico e sulle diverse opzioni, secondo le indicazioni di una risoluzione del Parlamento Europeo". 19-11-2006 Italia. Fini: se Turco modifica la legge sulla droga promuoveremo referendum abrogativo Referendum abrogativo contro eventuali modifiche del governo alla legislazione in atto contro la droga. L'ha annunciato da una manifestazione di An a Verona il presidente del partito Gianfranco Fini, precisando che 'se il ministro Turco domani andra' in Parlamento non solo per ratificare un atto amministrativo ma provera' a modificare la legge attuale sugli stupefacenti ricorreremo al referendum abrogativo'. Dopo aver ricordato che il ministro Turco ha anticipato che si dimettera' 'se non passera' la sua linea' sul raddoppio del quantitativo personale di cannabis per evitare il carcere a tanti giovani, Fini ha detto il provvedimento 'favorisce lo spaccio, e non a caso e' stato duramente contestato anche all'interno della maggioranza e altrettanto duramente contestato dall'Osservatore Romano'. Per Fini 'non puo' esistere il diritto di assumere stupefacenti, non esiste la liberta' di farci del male'. Secondo il leader di An e' sufficientemente garantista la legge che porta il suo nome, perche' 'prevede una sanzione amministrativa per chi consuma droga, non il carcere'. 19-11-2006 Italia. In vigore nuova quantita' massima di cannabis per uso personale E' entrato ieri in vigore il decreto firmato dal ministro della Salute Livia Turco in concerto con il ministro della Giustizia Clemente Mastella che innalza da 500 milligrammi a 1 grammo la quantita' massima di cannabis al di sopra delle quali scattano le sanzioni penali. In base a questo provvedimento, 'i cittadini che saranno trovati in possesso di quantitativi al disotto di questo limite potranno essere oggetto solo di sanzioni amministrative senza incorrere nella presunzione di spaccio e nei provvedimenti punitivi che, in base alla legge Fini-Giovanardi, potevano arrivare fino all'arresto e al carcere anche per quantitativi realisticamente ascrivibili ad un uso personale'. Il nuovo valore soglia di 1.000 milligrammo di principio attivo della Cannabis deriva dalla moltiplicazione per 40, anziche' per 20 come previsto dalla vecchia tabella varata dal precedente Governo, della 'dose media singola' che e' pari a 25 milligrammi. Secondo l'attuale legge sulla droga per dose media singola si intende 'la quantita' di principio attivo per singola assunzione idonea a produrre in un soggetto tollerante e dipendente un effetto stupefacente e psicotropo'. ALTRI COMMENTI "La lettera ad Avvenire dell'ex ministro della Salute ed attuale ministro della Canna Libera, Livia Turco, e' semplicemente inquietante". Riccardo Pedrizzi, responsabile di An per le politiche della famiglia, attacca, in una nota, l'ultima presa di posizione del ministro, oggi sul quotidiano della Cei. La Turco, dice Pedrizzi, "fa capire di voler tornare alla situazione precedente alla legge Fini, quando, per colpa dello sciagurato referendum antiproibizionista del '93, il consumo della droga era di fatto legalizzato e il confine fra la detenzione ad uso personale e quella a fine di spaccio era assolutamente labile, a causa dell'eliminazione del concetto di dose media giornaliera". "Con la legge Fini, continua, "si e' usciti dal marasma, si e' cioe' fatta chiarezza, restituendo alla legislazione italiana in materia di stupefacenti un minimo di congruita' e di efficacia, rendendola piu' funzionale al compito di contrastare la droga. Ma ora Turco vuol far ripiombare il nostro Paese nel caos, ridando ai magistrati quella discrezionalita' nell'accertamento della finalita' della detenzione della droga, che consentira' nuovamente agli spacciatori di farla franca". Insomma, conclude Pedrizzi, "se con la legge Fini il legislatore si e' riappropriato della sua funzione, fissando i paletti in maniera precisa e inequivocabile, Turco vuole tornare ad espropriare il legislatore della sua funzione e demandarla al magistrato". "La presa di posizione dei parlamentari della Margherita contro la decisione del ministro Turco di elevare la soglia di detenzione di sostanze stupefacenti in presenza della quale scatta la reclusione da sei a venti anni appare non comprensibile per vari motivi". Lo afferma Luciano Violante, presidente commissione Affari costituzionali. "Bisogna ricordare che comunque al di sotto della soglia indicata non c'e' la terra di nessuno, ma scattano le sanzioni amministrative. Inoltre la pena di almeno sei anni di carcere per chi detiene alcuni spinelli e' una sanzione inumana e questo a quei colleghi della Margherita non dovrebbe sfuggire. Si aggiunga che chi acquista droghe leggere - sottolinea Violante - non ha alcuna possibilita' di verificare la quantita' di principio contenuto nella sostanza che acquista e quindi rischia di rispondere penalmente senza avere la consapevolezza dell'illecito compiuto. Ridurre la possibilita' di ricorso al carcere per i semplici detentori di sostanze leggere e' la premessa per una politica efficace e civile contro tutte le droghe. E' questa la linea seguita dal ministro Turco, che va sostenuta e condivisa. Su un punto invece, si deve essere d'accordo con colleghi della Margherita, laddove essi pongono il problema complessivo delle dipendenze, dall'alcool, che in Italia e' la piaga piu' grave, alla droga, ai videogiochi. Su questo terreno - conclude - sarebbe utile incontrarsi e discutere senza pretese di primati, ma nell'intento di superare schematismi ideologici ed affrontare questi problemi nella loro drammatica concretezza e con l'intento di costruire soluzioni efficaci". 'Esprimiamo il nostro pieno appoggio al ministro della salute Livia Turco che ha innalzato con decreto il limite relativo al possesso di principio attivo della cannabis, oltre il quale puo' configurarsi il reato di spaccio e quindi incorrere nella detenzione carceraria. La lotta alla tossicodipendenza certo non si ferma qui. Discutiamone in modo rigoroso a partire dalle sedi parlamentari. Questo era comunque un primo passo necessario'. Lo afferma le parlamentari dell'Ulivo, Katia Zanotti e Elena Cordoni. 19-11-2006 Italia. Firenze. An: ospiteremo Arezzo Wave solo se sara' "drug free" Se 'Arezzo Wave' dovesse 'spostarsi a Firenze, le Istituzioni si devono impegnare a trasformare l'evento musicale in una grande kermesse contro la droga; il primo passo dovrebbe essere quello di chiamarla 'No Drug Wawe''. E' la richiesta avanzata dal consigliere di Alleanza Nazionale al Comune di Firenze, Giovanni Donzelli, che e' anche presidente nazionale di Azione Universitaria, insieme ai consiglieri provinciali Guido Sensi e Nicola Nascosti e al presidente fiorentino di Azione Universitaria Cosimo Zecchi. A seguito del servizio de 'Le Iene' del 24 ottobre scorso, che mostrava numerosi giovani e spacciatori di droga alla kermesse musicale aretina, l'amministrazione comunale di Arezzo si e' detta non piu' disponibile a ospitare l'evento ed e' stata avanzata l'ipotesi di spostare 'Arezzo Wave' a Firenze. 'L'amministrazione fiorentina -spiega Donzelli- ha deciso di aprire le porte ad 'Arezzo Wave' senza condizioni, senza preoccuparsi minimamente del traffico di droga legato alla kermesse. Arezzo Wave e' una rassegna che ha aggregato grandissimi artisti e ottima musica, ma e' irresponsabile considerare lo spaccio e il consumo di droghe pesanti un corollario inevitabile della manifestazione'. Gli esponenti di An presenteranno lunedi' prossimo due analoghe mozioni in Comune e in Provincia per chiedere di vincolare l'ospitalita' della manifestazione ad una campagna contro il consumo di tutte le droghe: 'Dato che evidentemente non potra' chiamarsi piu' 'Arezzo Wave', essendo cambiata la location -affermano gli esponenti di An- le istituzioni diano la disponibilita' ad ospitare la manifestazione a patto che il nuovo nome sia 'No Drug wave''. 19-11-2006 Italia. Perugia. Comune si costituira' parte civile contro spacciatori? Dopo due nuove morti per droga avvenute ieri e l' appello 'disperato' al sindaco da parte della madre di un giovane ucciso dall' eroina, il Comune di Perugia 'valutera' la possibilita' di costituirsi parte civile contro gli spacciatori come ha fatto, con successo, nei procedimenti a carico degli sfruttatori delle donne costrette a prostituirsi': lo ha annunciato il sindaco, Renato Locchi. 'L' appello disperato di una madre che ha pagato un prezzo cosi' drammatico alla piaga della droga -ha detto il sindaco- non puo' lasciare indifferenti'. 'Quello della droga non e' un problema di ordine pubblico, ma una emergenza sociale contro la quale mettere in campo tutti gli strumenti di prevenzione, educazione e cura di cui disponiamo. A Perugia esiste una rete di servizi, associazioni, iniziative che funzionano. Del resto il tessuto sociale della citta' e' sano e rappresenta ancora il miglior meccanismo di tutela contro la tentazione che deriva degli stupefacenti. Gli spacciatori invece sono un problema di ordine pubblico'. 'Perugia e' diventata, nostro malgrado, un crocevia del traffico, un punto di incontro di venditori e compratori che arrivano da tutta l' Italia centrale. Talvolta questo drammatico turismo del narcotraffico finisce in dramma, ma, morti a parte, non meno drammatico e' lo spettacolo di degrado umano, sofferenza, emarginazione che la dipendenza alla droga induce. E' uno spettacolo che vediamo tutti i giorni e contro il quale il Comune continua a sollecitare interventi da parte di chi ha il compito istituzionale di proteggere la citta''. 'Purtroppo dobbiamo prendere atto che l' attivita' di contrasto e' insufficiente. Se da un lato le forze dell' ordine hanno saputo mettere a segno importanti risultati nella lotta quotidiana allo spaccio, dall' altro dobbiamo dire che il fenomeno non regredisce'. Ieri, dopo la morte per overdose di un colombiano di 20 anni e di un ventottenne perugino, una donna, a nome di un gruppo di madri di giovani uccisi dall' eroina, aveva scritto una lettera aperta al sindaco: 'Da lei - aveva scritto, fra l' altro - non abbiamo mai sentito la voce grossa, l' urlo 'basta''. 'Alla signora dico che la sua protesta e' anche quella di tutta la citta''. In passato il Comune si era costituito parte civile in alcuni procedimenti per sfruttamento della prostituzione e -primo in Italia, secondo i legali dell' ente- aveva ottenuto il riconoscimento del danno patrimoniale e d' immagine subito. 19-11-2006 Italia. Informativa del ministro Turco: ridotti gli effetti piu' deleteri della Fini-Giovanardi Il confronto dei dati sugli arresti nel periodo primo maggio fino al 31 ottobre 2006, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, dimostrano che sono aumentati del 10,1% gli arresti per possesso di hashish, mentre gli arresti di chi era in possesso di marijuana e' aumentato addirittura del 63,9% e per quelli in possesso di piante intere di cannabis c'e' stato un incremento del 17,85%. Lo ha riferito in aula alla Camera il ministro della Salute Livia Turco nella sua informativa sul decreto che ha aumentato le dosi detenibili per uso personale al di sopra della quale scatta la sanzione penale. 'E' vero che vi sono giudici che hanno adottato l'interpretazione piu' favorevole all'imputato -ha spiegato il ministro- assolvendolo dal reato anche in presenza di quantitativi di sostanze superiori al limite indicato dal decreto ministeriale, quando ricorrevano circostanze che dimostravano in altro modo l'uso esclusivamente personale della droga rinvenuta. Da sottolineare che queste diverse interpretazioni da un lato possono causare evidenti disparita' di trattamento, dall'altro evidenziano come, di fronte a una norma sbagliata e iniqua, chi e' chiamato ad applicarla puo' essere indotto a cercare vie interpretative per evitare effetti devastanti'. I dati, secondo la Turco, sono la dimostrazione della necessita' del nuovo decreto in vigore da ieri: 'esso e' in grado di correggere solo in minima parte le storture della legge voluta dal Governo Berlusconi. Lo dico con amarezza -ha aggiunto fra diverse contestazioni e applausi dall'aula- perche' quelle vite di giovani in carcere, anche per uso occasionale di droghe leggere, e' una sconfitta di tutti e non solo di una legge. Perche' quei giovani anzich‚ il carcere dovrebbero incontrare adulti autorevoli e attenti che sappiano persuaderli sul perche' e' illusorio e sbagliato ricorrere alle sostanze, a qualunque sostanza. Per questo il pensiero che questo piccolo e parziale decreto impedisca che dei giovani facciano l'esperienza del carcere rende la mia coscienza serena. E mi sprona a mettere in campo tutte le azioni affinche' il contesto sociale e sanitario sia sempre piu' capace di dissuadere il ricorso a tutte le sostanze'. ALTRI COMMENTI "Siamo pronti al confronto, ma non siamo certamente disponibili a messaggi cosi' devastanti come quelli del ministro Turco". Carlo Giovanardi, deputato dell'Udc ed ex ministro per i Rapporti con il Parlamento, chiude cosi' il suo intervento in aula alla Camera sul decreto Turco sull'innalzamento del quantitativo minimo legale di cannabis. Giovanardi poi difende la normativa che porta il suo nome insieme a quello del leader di An Gianfranco Fini: "una legge seria, valida e non repressiva". La Cdl compatta nel chiedere l''immediato ritiro' del decreto del ministro della Salute; l'Unione, invece, che difende la scelta di Livia Turco e ribatte: la legge Fini-Giovanardi ha fatto crescere il problema della tossicodipendenza in Italia. E' il quadro che emerge dal dibattito nell'Aula della Camera sull'informativa urgente del governo in tema di tossicodipendenze. 'Il ministro ha deciso di aggirare il Parlamento: se voleva modificare la legge vigente avrebbe dovuto avere il coraggio di venire qui a confrontarsi con le forze politiche e poi modificare le tabelle', ha detto l'ex ministro di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, aggiungendo:'la verita' e' che pensate che i giovani di oggi debbano fumarsi le canne dalla mattina alla sera e che li avete tutti trasformati in piccoli spacciatori. Ora il ministro abbia il coraggio di ritirare questo decreto che permette di fatto di fumare tutti gli spinelli che si vogliono'. Duro anche Maurizio Gasparri, che ha contestato i dati resi noti dal ministro Turco sull'aumento degli arresti di consumatori di cannabis dall'entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi. 'Lei mente al Paese - ha sostenuto - e la sfido a dimostrare quello che afferma: ci dia il nome di una sola persona arrestata perche' aveva uno spinello. La verita' - ha proseguito - e' che con questo decreto non avete fatto altro che legalizzare lo spaccio della cannabis, ma non potete trasformare l'Italia in un Paese di zombi'. L'Unione, almeno oggi in Aula, ha mostrato di aver superato le divisioni nel giudizio sul decreto Turco. Per l'Ulivo Marina Sereni ha sostenuto che 'la droga non si combatte con il carcere, cosi' come prevede il programma approvato dagli elettori; non e' con la galera che si risponde al disagio di tanti giovani e di tante famiglie, mentre la scelta del ministro Turco riapre la strada al confronto, mettendo da parte l'approccio ideologico e propagandistico che caratterizza la legge Fini che ha messo sullo stesso piano i carnefici e le vittime'. E se la Rosa nel Pugno esulta per l'elevazione del limite, Daniele Farina del Prc ha ribadito come sia 'ora piu' che mai urgente la riforma della legge vigente sulle tossicodipendenze, con l'entrata in vigore della quale i consumi di droga sono esplosi ed il narcotraffico e' aumentato. La legge - ha detto ancora - va cambiata per dare una prospettiva diversa sia ai tossicodipendenti sia alle loro famiglie'. "Nell'aula della Camera l'ex ministro della Salute ed attuale ministro della Canna Libera, Livia Turco, non è arretrata di un millimetro e ha difeso a spada tratta il suo decreto 'più spinelli per tutti': ora, visto che la situazione è esattamente la stessa che ha portato i 51 parlamentari dell'Unione ad esprimere in maniera chiara e inequivocabile il loro dissenso, ci auguriamo solo che essi siano coerenti e passino dalle parole ai fatti, votando la mozione contro tale nefasto provvedimento presentata da AN al Senato". Lo dichiara in una nota Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di AN per le politiche della famiglia. "L'ex ministro della Salute ed attuale ministro della Canna Libera - aggiunge - non continui a ripetere che, prima del suo decreto, si andava in carcere per uno spinello: è una menzogna 'tossica', farebbe bene a non 'spacciarla' più. Consulti, in proposito, i dati ufficiali del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (che sono ben diversi da quelli, tutti da verificare, citati in aula dalla Turco e attribuiti al ministero dell'Interno): imparerà che, dall'entrata in vigore della legge Fini, il numero degli arresti è diminuito del 10% (da 15.872 a 14.641)". "La normativa invisa alla Turco, dunque, come sempre abbiamo detto, - sottolinea Pedrizzi- non solo non sbatte in galera i ragazzi che fumano qualche spinello, non solo non schiaffa in gattabuia i poveri cristi tossicodipendenti, ma serve ad evitare che ciò accada. E' quindi una legge che individua il nemico nella droga, e non nel drogato. E contro il nemico droga si schiera senza se e senza ma. Per la Turco, evidentemente, la droga, che uccide l'uomo nel corpo e nello spirito, -conclude l'esponente di AN- non è un nemico". "A nome del gruppo de l'Ulivo, voglio innanzitutto dire che condividiamo le linee strategiche sulle quali l'esecutivo sta lavorando e che qui il ministro ha richiamato". Così Marina Sereni, vicepresidente gruppo l'Ulivo alla Camera, dopo l'informativa del ministro della Salute, Livia Turco sul decreto che modifica le tabelle sulla quantità di cannabis che si può detenere per uso personale senza incorrere nell'accusa di spaccio. Marina Sereni ha ricordato il programma dell'Unione e il capitolo relativo alle tossicodipendenze che comincia con queste parole: "Educare, prevenire, curare. Non incarcerare. Per le tossicodipendenze non servono né il carcere, né i ricoveri coatti". "La scelta fatta dal ministro Turco - ha sostenuto Sereni - non è l'anticamera di una politica permissiva e superficiale. Al contrario: è una scelta che riapre il confronto su un tema scottante e delicato che va affrontato con grande capacità di ascolto tra le diverse posizioni". Ascolto mancato con il centrodestra, ha sostenuto la vicepresidente dell'Ulivo, ricordando come la Fini-Giovanardi abbia messo "sullo stesso piano spacciatori e consumatori, carnefici e vittime, rendendo estremamente più difficile sviluppare una seria azione di contrasto alla vendita di droghe e alla tossicodipendenza". L'onorevole Sereni ha ringraziato il ministro per l'accento posto sullo stato dei servizi dedicati alla tossicodipendenza nel nostro Paese e per aver impegnato il governo tutto a intervenire per reprimere e combattere l'illegalità e il traffico, per sostenere le famiglie e la scuola, per rilanciare "la rete dei servizi pubblici e di privato sociale rivolti alla prevenzione, alla cura e al recupero". Su questo programma, ha concluso, " il gruppo dell'Ulivo non farà mancare l'apporto delle nostre ricche competenze e sensibilità e il pieno sostegno nel confronto parlamentare". "E' paradossale che in un Paese democratico una decisione di ampio impatto sociale, come quella raddoppiare la quantita' di cannabis per uso personale, sia assunta dal governo, e dal ministro Turco in particolare, senza il confronto pubblico. Da un governo che si dichiara 'assolutamente aperto al confronto' ci aspettavamo almeno un serio dibattito parlamentare. In realta' l'unico obiettivo di questo decreto e' quello di compiacere una parte esigua dell'elettorato e della stessa maggioranza di governo". Lo afferma Enrico Montani (Lega Nord), componente della Commissione Affari Sociali della Camera. "Quella maggioranza che ha al suo interno un deputato, poco onorevole, che si vanta di essere un coltivatore di marijuana. Il ministro - aggiunge Montani - ha cercato in modo politicamente scorretto una finta legittimazione democratica ad una decisione che tutto e' fuorche' democratica. La verita' e' che la Turco sa benissimo che non esiste una linea politica comune della sua maggioranza sul tema, per cui ha preferito operare dietro le quinte e in modo superficiale, smantellando con colpi mirati la legge Fini-Giovanardi. E' una decisione irresponsabile nei confronti dei cittadini, e soprattutto dei giovani. Non e' liberalizzando indiscriminatamente un consumo di principio attivo pari a ben 40 spinelli e cancellando la distinzione tra droghe pesanti e leggere - sottolinea il parlamentare del Carroccio - che si riesce a comunicare che il consumo di droga e' pericoloso. La lotta al consumo di droga dovrebbe essere un obiettivo comune a tutti i partiti. Legittimamente il governo ha scelto di rivedere la normativa, ma contestiamo che lo abbia fatto senza onesta' politica". "Serve prevenire e curare ma non incarcerare: e' questa la logica che deve essere applicata ed e' questo l'approccio civile che bisogna avere nei confronti della droga. Dopo il raddoppio delle quantita' del principio attivo della cannabis in tabella, adesso, il governo pensi all'abrogazione della legge Fini-Giovanardi, che e' una legge che guarda solo all'aspetto punitivo e poliziesco del problema, senza una visione sociale della questione". E' quanto afferma Pino Sgobio, Capogruppo dei Comunisti Italiani, alla Camera dei Deputati. "Italia dei Valori condivide pienamente il principio che i tossicodipendenti sono vittime della droga e che per questo non debbono essere criminilizzati" dichiara Silvana Mura deputata di Idv nella replica all'informativa del Ministro Livia Turco. "Quello sul quale ci sentiamo di esprimere qualche riserva è lo strumento scelto dal ministro Turco per raggiungere lo scopo. Come prevede il programma dell'Unione la legge Fini-Giovanardi va cambiata ma raddoppiare la quantità massima di cannabis consentita come uso personale lancia un messaggio negativo. Un segnale che colpisce e indebolisce il principio di legalità, già messo a dura prova in questo paese. Riteniamo che sia necessario agire in primo luogo nel campo della prevenzione e della disincentivazione all'utilizzo di sostanze stupefacenti. Proprio per evitare un'ingiusta criminalizzazione di chi è un semplice consumatore di droghe, la prima modifica alla legge attuale che proponiamo è la modifica dell'articolo 73 bis del testo unico del 1990, che prevede possano essere applicate sanzioni penali anche a chi è in possesso di quantità di sostanze stupefacenti che non superano i limiti previsti delle tabelle ministeriali. Ritengo - conclude Silvana Mura - che sia necessario lavorare ad una revisione complessiva della Fini-Giovanardi, e che aver modificato i limiti consentiti per la detenzione di Cannabis sia stata una scelta intempestiva, un voler risolvere il problema partendo dalla coda". Intervendo in aula sulle modifiche ministeriali alle tabelle della legge Fini-Giovanardi, Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia, ha dichiarato: "Il provvedimento del Ministro Turco e' ragionevole e condivisibile. Sono eccessive le preoccupazioni di chi lo considera un messaggio "devastante": e' una misura che si colloca nel solco della legge Fini-Giovanardi, ampliando i margini della depenalizzazione per quanto riguarda il possesso dei derivati della cannabis per uso personale. Ci e' parso comunque fuori luogo l'accento anti-centrodestra usato dal Ministro: se la Casa delle Liberta' ha compiuto negli anni di governo una scelta - a mio avviso - sbagliata, il centrosinistra non ha certamente saputo fare di meglio nel quinquennio precedente, bloccato da veti incrociati. E' necessario che in Parlamento parta un confronto aperto e che anche nel centrodestra si apra un confronto che abbia su questi temi come punto di riferimento le politiche e le posizioni che caratterizzano le forze liberali e moderate del resto d'Europa, dalla Gran Bretagna, alla Spagna, alla Germania. Un'ultima doverosa riflessione proprio per aprire il dibattito nella Casa delle Liberta'. In questi giorni e' morto il premio Nobel Milton Friedman, l'economista ispiratore delle grandi rivoluzioni liberiste della Thatcher e di Reagan, un pensatore che ha saputo porre l'accento sulla necessita' di politiche antistataliste sia nel campo dell'economia che delle liberta' individuali: non a caso, era un anti-proibizionista." "Il ministro Livia Turco ha dimostrato grande senso di responsabilita' nel venire a riferire in Aula sulle motivazioni poste alla base del decreto che aumenta i limiti della cannabis per uso personale. Peraltro, sono da giudicare positive le aperture che provengono da alcuni esponenti del centrodestra circa la necessita' di cambiare la legge Fini-Giovanardi, una normativa oscurantista e inutilmente repressiva". Lo ha affermato il capogruppo dei Verdi in Commissione Affari sociali-Sanita' della Camera Tommaso Pellegrino. "Il problema vero - ha proseguito - non e' punire i consumatori di droghe, ma lottare contro le organizzazioni criminali che lucrano con il commercio di stupefacenti. Fondamentale e' anche ascoltare gli esperti e distinguere tra droghe leggere e pesanti e, in ogni caso - ha concluso Pellegrino - il carcere non e' mai una risposta, ma una sconfitta". "I Verdi sostengono con convinzione il provvedimento del Ministro Livia Turco circa la revisione delle tabelle relative alla cannabis come ha ribadito oggi in aula l'onorevole Boato". Lo dichiara Angelo Bonelli, Capogruppo alla Camera dei Verdi, che ha aggiunto: "Riteniamo inopportuno e da non accogliere l'appello dei cinquantuno parlamentari dell'Ulivo perche' il provvedimento del Ministro Turco si trova pienamente e concretamente in sintonia con quanto sostenuto nel programma dell'Unione". "In questi anni - prosegue l'esponente del Sole che ride - si e' avviata una vera e propria caccia alle streghe nei confronti dei giovani che fumano uno 'spinello' che spesso si e' risolta con pesanti sanzioni amministrative ed in alcuni casi addirittura con il carcere". "Ribadiamo il nostro sostegno all'iniziativa del Ministro Turco ed esprimiamo disappunto nei confronti dell'iniziativa dei cinquantuno parlamentari dell'Ulivo che hanno chiesto al Ministro di ritirare il provvedimento. Lungi dal voler negare il diritto al dissenso ricordiamo a questi deputati e senatori dell'Ulivo che quanto proposto dalla Turco e' previsto anche nel programma dell'Unione". Dichiarazione di Francesco Piobbichi, responsabile del Settore Droghe del Prc: "Altro che casa delle libertà, quella del centro destra sembra una casa delle penalità, i dati presentati dalla Turco confermano quello che tutti quanto noi dicevamo da tempo, ovvero che sarebbero aumentati gli arresti per i consumatori di cannabis. Fortunatamente con il decreto sulle tabelle abbiamo reso meno vorace la macchina carceraria costruita dal centro destra, anche se è bene ribadire che non l'abbiamo ancora disattivata. Per questo occorre procedere subito a mettere in atto quello che è scritto a chiare lettere nel programma dell'Unione, abrogare la Fini Giovanardi, e superare la 309. L'altro aspetto che emerge è il fallimento delle politiche sulle droghe del governo precedente, per 5 anni hanno parlato solamente di repressione e tolleranza zero, ma lo zero assoluto lo abbiamo visto sulle politiche di prevenzione. I dati parlano chiaro, raddoppio del consumi di cannabis e cocaina tra la popolazione e quindi anche dei profitti delle mafie, con questi dati non è difficile risalire a chi sulle droghe ha dato messaggi devastanti, vero On. Giovanardi?" 20-11-2006 Italia. Binetti: il Parlamento non avrebbe approvato il provvedimento Turco sulla cannabis 'La droga e' una forma di aggressione alla vita. C'e' una parte della maggioranza che su questi valori non fa sconti. Il ministro Turco ha usato una sua prerogativa, ha deciso di fare un atto amministrativo, e' un suo diritto, ma il suo non e' davvero un comportamento democratico. Quel decreto se fosse arrivato in aula non ce l'avrebbe fatta'. Lo ha affermato Paola Binetti, senatrice della Margherita, in un'intervista a 'Il Messaggero'. 'Quel provvedimento adottato cosi' senza consultazione e' sbagliato. Non puo' essere l'innalzamento delle dosi la soluzione, non puo' essere questa la nostra risposta al problema droga. Con la maggiorazione dei quantitativi il messaggio che arriva ai giovani e' deformato, si rischia di incitarli a consumare ancora di piu', ad alzare la soglia. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un problema di dipendenza'. 'Non e' vero che la gente finisce in carcere per lo spinello, ma per quei comportamenti di microcriminalita' che scattano quando il consumatore non sa in che modo procurarsi i mezzi per l'acquisto della dose'. ALTRI COMMENTI "I 51 parlamentari dell'Unione che avevano espresso un netto dissenso rispetto al decreto Turco che legittima l'uso di cannabis e ne autorizza lo spaccio, sono evidentemente stati messi in riga e ricondotti all'ovile. Anche stavolta, insomma, scherzavano...". Lo afferma Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa e membro dell'esecutivo politico nazionale del partito. "I deputati dissidenti, infatti, hanno accolto le parole pronunciate alla Camera dalla Turco o in silenzio (nessuno di loro e' intervenuto in aula) oppure comunicando il loro sostanziale riallineamento sulle posizioni dell'ex ministro della Salute ed attuale ministro della Canna Libera. Solo la senatrice Binetti ha rilasciato un'intervista critica ad un quotidiano. Eppure la situazione odierna e' la stessa identica che porto' i 51 a prendere le distanze dalla scelta della Turco, le cui parole in Parlamento non hanno cambiato un bel nulla". "Comunque, i 51 ex dissidenti hanno ancora una possibilita' per smentirci, per dimostrare che le loro non erano soltanto chiacchiere e che non hanno intenzione di sacrificare, ancora una volta, la difesa dei valori sull'altare delle logiche di partito e di schieramento: votino la mozione contro il decreto piu' "spinelli per tutti" presentata da An al Senato". 20-11-2006 Usa. Studio: la marijuana fa male alla memoria La marijuana danneggerebbe la memoria. Secondo uno studio fatto su topi e pubblicato su Nature Neuroscience di dicembre, il principio attivo della marijuana, il THC (tetraidrocannobinoide), interferirebbe con l'attività sincronizzata dei neuroni dell'ippocampo. Lo affermano Gyoergy Buzsaki e colleghi, ricercatori della Rutgers University, New Brunswick, New Jersey, Usa. Normalmente i neuroni dell'ippocampo, regione cerebrale importante per la memoria, lavorano in gruppo per "accendere" , insieme, 4-10 volte al secondo, potenziali d' azione, o impulsi nervosi. Ma quando è stata iniettata nell'ippocampo dei topolini THC o una droga sintetica simile, gli scienziati hanno osservato che questa sincronizzazione s'interrompeva. Sulla base di questi risultati i ricercatori sarebbero arrivati alla conclusione che le droghe pur non cambiando il numero totale di azioni potenziali prodotte, ne alterano però la loro tendenza a verificarsi nello stesso tempo. Infatti, modelli animali ai quali era stata somministrata la droga e, quindi, con meno attività neurale sincronizzata, ai test di verifica della memoria mostravano una minore efficienza. Questo, secondo gli scienziati, fa pensare che la presenza di attività neurale sincronizzata non solo è importante per la memoria, ma soprattutto per un normale funzionamento dell'ippocampo. 20-11-2006 Gb. Il Paese con il maggiore consumo europeo di cocaina Gli inglesi consumano piu' cocaina rispetto ai cittadini di altri Stati europei. Il consumo e' quasi radoppiato tra i 16-24enni negli ultimi sette anni, cosi' come e' aumentato quello di marijuana, mentre quello di ecstasy e' diminuito. Questa e' l'anticipazione della ricerca, che sara' pubblicata il prossimo 23 novembre, condotta dall'European Monitoring Centre on Drugs and Drugs Addiction sul consumo delle droghe nei 25 Paesi europei. Sono stati inclusi anche Norvegia, Bulgaria, Romania e Turchia. 20-11-2006 Italia. Incontro sulle tossicodipendenze in onore di Vincent P. Dole Dichiarazione di Roberto Nardini, del Gruppo S.I.M.S.: "Con la partecipazione di alcuni fra i farmacologi e ricercatori di base più prestigiosi (Gessa - Cagliari, Tagliamonte - Siena, Gambarana - Siena, Romualdi - Bologna, Kreek - New York), di eminenti psichiatri (Perugi, Maremmani) e del Presidente nazionale della Società Italiana Tossicodipendenze (Pani), si è concluso l'incontro del 18 Novembre 2006 al centro Universitario San Miniato di Siena "Patofisiologia dell'Addiction e Trattamento della Doppia Diagnosi - in memoria di Vincent P. Dole", pioniere insieme a Marie Nyswander della clinica medica sulla Tossicodipendenza. Le annotazioni più recenti della ricerca di base hanno di fatto confermato le posizioni dei due storici ricercatori e clinici e ribadito, senza sminuirne gli elementi ambientali e sociali, l'essenza fisica delle dipendenze, la loro natura patologica, incoraggiando tutti coloro che ne tengono presenti gli insegnamenti, a proseguire nel loro impegno sul terreno della ricerca e dell'assistenza. Fra queste stupende presentazioni è toccato al sottoscritto il compito di sottolineare il valore di "Vince" al di là dei meriti scientifici, della sua prestigiosa presenza e carriera alla Rockfeller University. Vince è stato un lottatore, un "advocate" per i diritti dei tossicodipendenti, riconosciuti come ammalati anche seguito delle felici intuizioni della Nyswander. Egli non capiva ne tollerava i pregiudizi, gli ostacoli, le persecuzioni e le ideologie che la cura al tossicodipendente portava e porta con sé, senza mai accennare, da quel gran signore che è stato, agli interessi volgari che stanno dietro al preteso recupero di soggetti relegati al ruolo di incontenibili viziosi e criminali. Forse se avessse potuto disporre di una lettura più profonda della situazione italiana, allora avrebbe meglio compreso quanto questa questione sia anche e soprattutto, una questione di bassi e squallidi interessi. Ho così accennato anche alle difficoltà delle quali nel tempo siamo stati fatti oggetto e i rischi che abbiamo corso nel perseverare nella nostra impostazione pur avendo contro organizzazioni che con la ricerca scientifica non hanno niente a che fare, che pure erano perfino riuscite in certe fasi ad avere il totale appoggio della nostra regione. Elemento base che ci ha accomunati alle attitudini coraggiose di Vincent P. Dole, che mi hanno meritato la sua profonda amicizia e condivisione, amicizia ben consolidata nello sforzo comune, ognuno nella propria realtà, di andare oltre il pensiero oscuro che ancora attraversa prepotente il campo del recupero dei tossicodipendenti. Ho brevemente parlato della retorica delle leggi, delle omissioni e degli abusi in molti servizi pubblici, letteralmente sottratti all'uso pubblico e dedicati essenzialmente agli interessi di operatori tutt'altro che motivati alla reale assistenza degli utenti. Macchine perfettamente attrezzate per la "guerra" contro i drogati, per farne carne da retta, oltre a sfruttarli per teneri in piedi strutture blindate, in quanto istituzioni, nel disimpegno, nell'arroganza e nel disprezzo delle leggi laddove stabiliscono i diritti degli utenti. Ho concluso che l'incontro con Dole ci impone l'obbligo morale di continuare in questa battaglia, ed il supporto della ricerca di base, le conferme che ci giungono puntuali dalle evidenze scientifiche, non ci lasciano altra via possibile. E il mondo scientifico DEVE essere presente anche su questo terreno. L'abbraccio di Gessa e della Kreek alla conclusione del mio intervento, unitamente ai cenni di condivisione di molti altri, sono stati per me decisivi elementi di gratificazione: NON SI VIVE DI SOLO PANE!!!!" 20-11-2006 Gb. Guardare troppa televisione puo' portare ad un maggiore consumo di droghe Guardare la televisione piu' di tre ore al giorno, nell'eta' dello sviluppo, influenza negativamente lo stile di vita dei giovani, tanto da indurli a bere di piu', a fumare di piu' e ad avere una maggiore continuita' con la droga. Senza contare che, secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, guardare la TV piu' di 5 ore al giorno all'eta' di 3-4 anni stimola lo sviluppo di comportamenti aggressivi piu' della media, fino a farli sfociare nel bullismo. Dati che preoccupano gli esperti, visto che circa il 30% dei bambini italiani passa troppe ore davanti alla televisione. Ma c'e' una nota positiva: nel 2006, per la prima volta dal 1997, i giovani che passano troppo tempo davanti alla TV sono diminuiti. Si e' parlato di questo oggi a Milano, dove l'Osservatorio adolescenti della Societa' Italiana di Pediatria ha presentato il decimo rapporto annuale sulle abitudini e sugli stili di vita dei ragazzi. Il rapporto, basato sulle interviste di oltre 1.200 giovani tra i 12 e i 14 anni, ha evidenziato rispetto all'anno scorso un aumento del 5% del fenomeno dei 'bulli', ma anche una sorta di contraddizione su come gli adolescenti percepiscono il rischio: infatti, anche se la stragrande maggioranza (86-87%) dei partecipanti all'indagine considera pericolose azioni come fumare canne, guidare senza patente, rubare o avere rapporti sessuali non protetti, quasi il 62% di loro assume apposta questi atteggiamenti, soprattutto per 'dimostrare il proprio coraggio' (81% dei casi) e 'per sentirsi grandi' (71%). Il problema, secondo Giuseppe Saggese, past president della SIP, 'non e' solo la latitanza della famiglia e della scuola: i giovani sono sempre piu' immersi in un mondo mediatico, guardano troppa TV, hanno il computer, il cellulare, e il loro modo di comunicare e' totalmente cambiato'. 'Con sole 2 ore al giorno di televisione -continua Saggese- passano davanti ai loro occhi piu' di 5 mila spot di prodotti alimentari, e bisogna ricordare che, come si legge dai dati dell' indagine, il 90,8% dei giovani desidera cio' che vede in pubblicita'. Se aggiungiamo che oltre il 70% dichiara di 'mangiucchiare' davanti alla TV, e che i programmi presentano sempre piu' un modello di bellezza ispirato all'essere magri, non e' difficile vedere in questo una causa dei disturbi della condotta alimentare', sia come obesita' sia come anoressia. Sempre dall'indagine si legge che il 60% delle ragazze 'vorrebbe essere piu' magra'; circa una giovane su quattro ha provato una dieta, mentre un altro 15% circa vorrebbe iniziarne una. Solo il 32% di chi l'ha gia' fatta si e' rivolto al medico, mentre la restante percentuale si fa consigliare da amici, dai siti internet o si auto-prescrive la dieta. La scuola, in ogni caso, non aiuta molto a insegnare uno stile di vita corretto e meno sedentario: 'Servirebbe fare meno ore di latino e greco -aggiunge Saggese- e piu' ore di educazione sessuale e di educazione fisica. Adesso ne viene fatta solo un'ora, al massimo due, mentre ne servirebbero almeno il doppio. Le palestre delle scuole dovrebbero essere usate di piu', magari anche impiegandole a basso costo per far muovere i giovani al di fuori dell'orario scolastico'. Ma anche se i pediatri si appellano alle famiglie, alla scuola, alle istituzioni e alle industrie alimentari per migliorare la situazione in cui si trovano i giovani d'oggi, non mancano le critiche: 'Per la prima volta, nel Consiglio Superiore di Sanita', l'organo di esperti che consigliano il Ministro della Salute -dice Giorgio Rondini, anch'egli past president della Societa' di Pediatria- non compare un pediatra. Domani e' la giornata internazionale dell'infanzia, molti si riempiono la bocca di 'infanzia' e di 'bambini', e nei consulenti del Ministro non ci sono piu' pediatri, quando prima ce n'era sempre uno, a volte due. Certo, ci sono sociologi, psicologi, che per altri aspetti vanno benissimo; ma qualsiasi madre sa bene che e' il pediatra che conosce i bambini, che li segue nell'infanzia e nello sviluppo, e che e' proprio lui il medico che puo' attuare la prevenzione'. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25,00 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------