AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori (il numero integrale si trova nel file di testo allegato) Avvertenze numero 2007-8 del 15 Aprile 2007 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Contenziosi infiniti. Dall'indagine Aduc vien fuori che solo tre Corecom su 15 rispettano i tempi http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=214 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=214 - News dall'Europa e dall'Italia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=1&ed=214 - Le iniziative nella prima quindicina di aprile http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=214 - La scheda. RESTAURARE UN IMMOBILE DETRAENDO IL 36% DALLE TASSE http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40695 - La pulce nell'orecchio. AUSPICIO http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? La decomposizione sociale italiana: Roma antica e Roma moderna a confronto http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Rimborso sistema operativo Microsoft Windows: facciamo chiarezza http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Infrastrutture. Cos'e' una rete telefonica e il dibattito sull'ultimo miglio http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, un sito per i diritti degli immigrati in Italia e un sito sulla liberalizzazione di Internet e della telefonia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione Con aggiornamenti quotidiani; news, lettere, articoli, documenti. - Ultimomiglio.news - liberalizzare Internet e telefonia http://www.aduc.it/dyn/tlc Con aggiornamenti quotidiani: news, lettere, articoli, documenti, iniziative ------------------------------------------- EDITORIALE Contenziosi infiniti. Dall'indagine Aduc vien fuori che solo tre Corecom su 15 rispettano i tempi I Corecom (Comitato Regionale per i Servizi Radiotelevisivi) in questi mesi si danno da fare, per pubblicizzarsi. Hai problemi con Telecom, Wind, Tim o Vodafone? Tele2 ti ha attivato un servizio non richiesto? L'adsl di Tiscali e' lenta? Vieni da noi, e tenta la conciliazione. Non passa mese che un Corecom non dia i propri numeri. Peccato che le udienze vengano fissate ben oltre i trenta giorni previsti dalla normativa e, in regioni come Piemonte o Umbria, si slitta direttamente a dopo l'estate. La legge 31 luglio 1997, n. 249 prevede che non si possa fare causa alla compagnia telefonica, se prima non si prova una conciliazione. Il regolamento dell'Agcom (autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni) in merito, prevede, che "Il ricorso giurisdizionale non puo' essere proposto sino a quando non sia stato espletato il tentativo di conciliazione da ultimare entro trenta giorni dalla proposizione dell’istanza". Ma e' cosi'! Come abbiamo appurato contattando tutti i Corecom (1). In Umbria e Piemonte ti rimandano direttamente a settembre. In Veneto, Lazio, Liguria e Lombardia a stento si riesce ad ottenere una data per l'udienza di conciliazione poco prima dell'estate. In altre regioni si ottiene una data entro 2/3 mesi (Basilicata, Calabria, Toscana, Emilia-Romagna, Marche). Solo in Abruzzo, Valle D'Aosta e Friuli Venezia Giulia si rispettano i 30 giorni. La Puglia, finora e' riuscita a rispettare i 30 giorni, ma con Telecom i tempi si stanno dilatando (fino a tre mesi). E' l'ennesima conferma che in Italia si fanno le leggi per non essere rispettate. Si impone un obbligo ma poi non si rispettano i tempi. Cosi' un utente piemontese perde 6 mesi, in attesa di una conciliazione con Telecom. E se il gestore non volesse saperne di rimborsare o di disattivare un servizio? Il povero utente si rivolgera' alla giustizia ordinaria con i suoi tempi. Distanze Anche la lontananza della sede del Corecom (nel capoluogo di regione) e' un ostacolo, soprattutto se la contestazione riguarda poche decine di euro. Un utente di Pitigliano (in provincia di Grosseto) per arrivare a Firenze deve percorrere 220 chilometri. Un residente di Rocca Imperiale in provincia di Cosenza, dovra' percorrerne oltre 300 per arrivare al Corecom di Reggio Calabria. Questa indagine, infine, ci serve a confermare che l'istituzione dei Corecom, allo stato dei fatti, e' un ostacolo alla giustizia piuttosto che uno snellimento. Se, per esempio, ci si potesse rivolgere direttamente al giudice di pace, che e' ovunque, l'accesso alla giustizia sarebbe piu' semplice e realmente sarebbe favorito l'utente. I Corecom sembrano essere un orpello irraggiungibile per favorire le mini-truffe che tutti i gestori di telefonia mettono quotidianamente in atto (2). Consigli Per evitare di perdere un semestre, gli utenti possono presentare l'istanza di conciliazione e, trascorsi 30 giorni, se l'udienza non si fosse ancora tenuta, rivolgersi direttamente al giudice di pace. Affrettera' cosi' i tempi di risoluzione. I tempi regione per regione - Abruzzo: 30 giorni. - Basilicata: 3 mesi. - Calabria: 30 giorni. - Emilia Romagna: 45 giorni. - Friuli Venezia Giulia: 30 giorni. - Lazio: 4 mesi. - Liguria: 3-4 mesi. - Lombardia: 4-6 mesi. - Piemonte: 6 mesi con Telecom. - Toscana: 60 giorni. - Umbria: direttamente a settembre. - Valle d’Aosta: 30 giorni. - Veneto: 3-4 mesi. - Marche: con Telecom 2/3 mesi. - Puglia: 30-90 e vanno a crescere. Note (1) I Corecom, per ora, non svolgono questo servizio in Campania, Molise, Sardegna, Sicilia e provincia di Bolzano; mentre alla provincia di Trento hanno siglato la convenzione ma il servizio di conciliazione non e' ancora partito. (2) Un esempio di sudditanza al maggiore operatore, Telecom Italia, arriva dal Corecom della Toscana: a chi ha ricevuto una bolletta gonfiata dai numeri 899 e similari, viene consigliato di fare denuncia alla polizia postale "perche' cosi' preferisce Telecom Italia". In pratica e' una denuncia con cui l'utente scarica su ignoti la responsabilita' dell'aggancio pirata al 899, evitando quindi che Telecom possa essere riconosciuto responsabile. (Domenico Murrone) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono sei, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci PER L'APPROVAZIONE DELLA CLASS ACTION La petizione, rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della II Commissione Giustizia, Relatore in merito della medesima commissione, Commissari della II Commissione Giustizia, a tutti gli onorevoli, chiede l'approvazione di un testo di legge che consenta di avviare un'azione collettiva a chiunque ne abbia interesse e prevedendo un meccanismo di risarcimento automatico http://www.aduc.it/dyn/classaction.html ------------------------------------------- NOTIZIE TELEX SPAGNA / Il test di paternita' con la compagna... sole se questa e' sicura Uno studio dell'"Instituto Bernabeu de Fertilidad y Ginecologia" di Alicante rileva che la meta' dei test di paternita', richiesti all'Istituto, danno come risultato che il padre legale non e' quello biologico. Curiosamente, questa circostanza si produce quando il presunto padre si presenta a sottoporsi all'analisi senza la compagna; se invece e' accompagnato dalla madre legale, nel 100% dei casi e' lui il padre biologico. MONDO / Zurigo risulta essere la citta' con la piu' alta qualita' di vita Zurigo risulta essere la citta' con la piu' alta qualita' di vita, tra le 350 metropoli esaminate ogni anno dalla societa' di consulenza Mercer. I criteri per stilare la graduatoria sono 39 e contemplano la situazione politica, sociale, economica, ma anche ambiente, sicurezza, salute. Al secondo posto Ginevra, al terzo Vancouver e Vienna. Ultima Baghdad. In una lista separata, basata solo su salute ed igiene, primeggia Calgary (Canada). SVIZZERA / La Svizzera e' al primo posto al mondo per consumo di prodotti bio Nel 2006, a fronte di un minor numero di aziende aderenti alle direttive "Bio-Suisse", il fatturato degli alimenti biologici e' cresciuto dell'1,6% a 1,2 miliardi di franchi, pari al 4,5% del mercato alimentare. La media e' di 171 franchi pro capite l'anno, cifra che situa la Svizzera al primo posto al mondo per consumo di prodotti bio. In quanto alla produzione, il calo di aziende piccole e' compensato da strutture piu' ampie. MONDO / Le auto piu' rispettose dell'ambiente Le auto piu' rispettose dell'ambiente? Le giapponesi Honda e Toyota, segnala l'associazione "Union of Concerned Scientists" (Ucs). Le meno ecologiche le produce invece la DaimlerChrysler. Seguendo la classifica delle auto fabbricate nel 2005 dalle otto piu' importanti case automobilistiche operanti in Usa, al terzo posto c'e' il gruppo sudcoreano Hunday-Kia, seguito da Nissan, Volkswagen, Ford, General Motors e DaimlerChrysler. GERMANIA / Avanzi di cibo trasformati in metano Nei ristoranti s'accumulano 2 milioni di tonnellate di cibi residui l'anno. Una parte la ridistribuiscono le associazioni di volontariato, un'altra finisce in "compost", un'infima parte viene trasformata in gas metano. Lo ha scoperto M.Preussner, un allevatore che prima usava questi resti di cibo per nutrire i maiali; da quando l'Ue ha messo il divieto, li trasforma in metano nel suo impianto di biogas e ne ricava un bel guadagno. GERMANIA / Una grande maggioranza di tedeschi e' favorevole al suicidio assistito Una grande maggioranza di tedeschi e' favorevole al suicidio assistito, rileva un sondaggio svolto da Tns il 20/21 marzo su un campione di mille persone. "Secondo Lei, un malato inguaribile con ridotte aspettative di vita dovrebbe poter porre fine ai suoi giorni mediante aiuto medico?" Il 76% risponde di Si'. Il 19% di No. Il 5% "Non so" o non risponde. GERMANIA / Il cacao contro l'infarto Secondo uno studio realizzato dai ricercatori dell'Ospedale Universitario di Colonia, bere un tazza di cacao prima di dormire riduce i rischi di infarto. Gli alimenti che hanno ingredienti a base di cacao come il cioccolato fondente sono risultati benefici alla circolazione del sangue, grazie soprattutto ai composti chimici come i polifenoli e i flavonoidi che fanno abbassare la pressione del sangue. U.E. / Internet: il dominio '.eu' compie un anno Ad appena un anno dal suo lancio, il dominio 'eu.' e' gia' tra gli indirizzi piu' diffusi sulla rete. Da quando l'Europa ha un suo suffisso nel cyberspazio, piu' di due milioni e mezzo, tra aziende e privati, l'hanno scelto per i loro siti o per i loro indirizzi di posta elettronica. Un segnale incoraggiante per il commercio elettronico dice Vivianne Reding, che si e' congratulata con il gestore EURid. ITALIA / Gli italiani non prendono il bus A piedi, in bicicletta o in macchina. Pochissimo, invece, e sempre di meno con i mezzi pubblici, tranne che nelle grandi citta' dove l'utilizzo di autobus, tram e metropolitane cresce fino a sfiorare il 30% di tutti gli spostamenti motorizzati. Cosi' si sono mossi gli italiani nel 2006 secondo l'annuale monitoraggio dell'Isfort, l'istituto per la formazione e le ricerche sui trasporti. MONDO / Spagna e Italia i Paesi con piu' anziani al mondo, e piu' numerosi dei bambini.... Nel 2050, gli ultrasessantenni, che oggi sono il 21% della popolazione mondiale, saliranno a quota 32% e, per la prima volta nella storia, supereranno il numero dei bambini. Questo dice il rapporto Onu presentato il 12 aprile, e che assegna alla Spagna, tra 35 anni, il primato di Paese con piu' anziani al mondo, seguito dall'Italia. Oggi il Continente piu' "giovane" e' l'Africa, mentre America Latina e Caraibi sono in equilibrio. SPAGNA / Le donne subordinano l'uso del pc alle occupazioni familiari Le donne usano meno computer ed Internet degli uomini, in Spagna e anche in Europa. Ai dieci punti che le separano nella breccia digitale, si sommano altre differenze di genere nell'uso delle tecnologie: i maschi comprano in Internet video, musica, giochi, elettronica; le donne prodotti per la casa, vacanze, biglietti per gli spettacoli. Secondo lo studio Complutense, le donne subordinano l'uso del pc alle occupazioni familiari. ----------------------------------------------------------------- NEWS Notizie istituzionali dall'Italia e dall'Ue SPAGNA / La Spagna e' il Paese d'Eurolandia con il maggior numero di pezzi da 500 euro A febbraio, i biglietti da 500 euro circolanti in Spagna sono arrivati a 112 milioni di unita' superando, per la prima volta, i due terzi del denaro in circolazione: 67% contro il 62% del febbraio 2006. La Spagna e' dunque il Paese d'Eurolandia con il maggior numero di pezzi da 500 euro. Questi i motivi, secondo gli esperti: la predilezione per i contanti; il lavaggio dei capitali; il boom edilizio che passa per il "nero". U.E. / Verso la diminuzione dei costi del roaming Prende quota la possibilita' di veder scattare entro l'estate un tetto europeo sulle tariffe di roaming, imposte a chi usa il telefono cellulare all'estero. La Commissione Industria dell'Europarlamento ha approvato con 45 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto, il nuovo regolamento proposto dalla Commissione Ue, che mira a ridurre fino al 70% i costi della telefonate internazionali. ITALIA / Il deficit sanitario delle regioni Quattro regioni, Sicilia, Puglia, Piemonte e Marche, rischiano di ricevere dal Governo il cartellino giallo di diffida per disavanzo sanitario eccessivo nel 2006. L'extra deficit calcolato dal tavolo Governo-Regioni ammonta in totale a 1.277 miliardi di euro. Entro fine aprile dovranno mettere mano in proprio a misure di ripiano, condivise dall'economia. Piu' a rischio Puglia e Sicilia. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE dal 1 al 14 aprile 2007 TELECOM. LA PAURA DELLO STRANIERO E L'ITALIANITA'. AI CONSUMATORI GIOVEREBBE SOLO CHI COMPRA PER FARE BUSINESS IN UN LIBERO MERCATO Nella scorsa estate si era parlato di un'alleanza strategica tra il magnate australiano Rupert Murdoch (Sky Italia) con Telecom Italia. Contro si levarono proteste da destra e da sinistra: Sky e' gia' monopolista nella tv digitale; la rete deve rimanere italiana. Gli uomini legati all'ex premier Berlusconi difendevano indirettamente Mediaset dall'arrivo di Murdoch in La7, l'ex braccio destro di Prodi, Rovati, aveva pronto un piano per scorporare la rete da Telecom Italia per "pubblicizzarla". Seguirono le dimissioni di Tronchetti Provera dalla presidenza di Telecom Italia, per far posto a un uomo "amico" di Prodi, Guido Rossi. Da allora la societa' ha vivacchiato. I contrasti tra Rossi e Tronchetti Provera esplosero. Rossi aveva in mente un piano di scorporo della rete, Tronchetti Provera, deciso ad abbandonare il suo impegno in Telecom, intende cedere al miglior offerente la partecipazione in Olimpia (la societa' di gestione di Telecom), per evitare l'appesantimento dei bilanci "familiari" (Pirelli). Ma gli acquirenti disposti a pagare meglio la quota Pirelli in Olimpia erano stranieri (la spagnola Telefonica, la russa Afk Sistema, l'indiana Hinduja group) e continuano ad essere stranieri oggi, l'americana At&t e la messicana America Movil. A cio' si oppone il Governo che preferisce le banche. Da qui la "fregatura" per i consumatori. Mediobanca e Generali potrebbero acquistare invece degli stranieri, poiche' hanno un diritto di prelazione e se offrono quanto questi stranieri... Questo, pero', non garantirebbe vantaggi industriali (tipici di una fusione tra due aziende), per cui il Governo, per invogliarle potrebbe assicurare altri tipi di vantaggi ai nuovi soci, soprattutto garanzie sul mantenimento degli attuali privilegi di cui gode Telecom Italia. Una soluzione protezionistica che frenerebbe lo sviluppo della rete italiana con i consumatori che continueranno ad essere trattati come vacche da mungere. Potremmo ritrovarci con un nuovo padrone Telecom che compra senza soldi e sara' l'ennesima conferma della cecita' della politica economica italiana: finora lo spauracchio dello straniero che mette le mani sui nostri telefoni ha prodotto solo danni. I consumatori e il sistema nazionale di comunicazione non si tutelano con le paure. Occorre che le autorita' di controllo (Antitrust, Agcom e Consob) facciano il loro lavoro e che il Governo dia un quadro normativo chiaro per tutti gli attori coinvolti. Ai consumatori gioverebbe solo chi compra per fare business in un mercato libero! WELBY/RICCIO. ANCHE L'ADUC ATTRAVERSO I MEDIA HA ISTIGATO ALL'OMICIDIO? Il gip di Roma, Renato Laviola, ha rigettato la richiesta di archiviazione della posizione del dottor Mario Riccio, l'anestesista che sospese la ventilazione polmonare a Piergiorgio Welby. Evidentemente ci sono ancora dubbi che il dottor Riccio abbia agito nel rispetto della legge: visto che non e' stata una iniezione letale ad uccidere Welby (come sancito dal collegio medico-legale che ha eseguito l'autopsia) per il gip sembra che l'"omicidio" consista nell'atto di sospensione della respirazione meccanica. Siccome sono convinto della legittimita' delle azioni di Riccio, ho oggi inviato alla Procura della Repubblica di Roma un'autodenuncia per istigazione a delinquere e apologia di reato. In molteplici occasioni ho sostenuto, tramite organi di stampa e soprattutto lo specifico settore del sito Internet dell'Aduc "Vivere&Morire" di cui sono responsabile, che Welby avesse il diritto di rifiutare la respirazione meccanica. Ho invitato in piu' occasioni e mi sono adoperato per la ricerca di medici disposti a staccare il ventilatore a cui Welby era connesso. Sono quindi pienamente corresponsabile del comportamento di Mario Riccio, e continuero' ad esserlo fintanto che il diritto al rifiuto delle cure sancito dall'art.32 della Costituzione non sara' riconosciuto pienamente. Mi auguro che il gip romano, coerente con cio' che ha fatto nei giorni passati, voglia coattamente formulare l'imputazione di istigazione. Temo che il dr. Riccio sia una vittima eccellente dell'invito della Pontificia accademia per la vita (Pav), con cui due settimane fa si sono richiamati i giudici a fare di tutto per difendere la "vita", anche a "disobbedire coraggiosamente" alle leggi che dovrebbero applicare (1). Mi auguro che il gip prenda in considerazione il diritto sancito dall'articolo 32 della Costituzione ("Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario"), piuttosto che i principi sanciti dalla Pav e dallo Stato del Vaticano ("difendere la vita dal primo all'ultimo respiro"). Qui il testo dell'autodenuncia: http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/docu.php?id=176735 (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=175031 ENEL E I CAMPIONATI DI NUOTO DI MELBOURNE Cosa c'entra l'Enel con i campionati di nuoto di Melbourne (Australia)? A rigor di logica niente! Eppure l'occasione dei campionati ha indotto l'Enel ad affermare che "In comune con gli azzurri del nuoto abbiamo l'amore per l'acqua..." e che accendera' la luce in occasione dei campionati di nuoto che si svolgeranno a Roma nel 2009 (!!!). Il tutto ampiamente pubblicizzato a pagine intere sui giornali. Per i prossimi campionati di salto in alto e' probabile che l'Enel dichiarera' che ha l'amore per l'aria. Insomma Enel e' anche amore. Chi l'avrebbe detto? Per S. Valentino (2008) ci aspettiamo qualche altra forma di inutile pubblicita', pagata anche con i soldi del contribuente. Si sa, l'amore non ha prezzo! La militarizzazione dei Dico Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=176758 CONFISCA MOTO: SE NON EMESSA ENTRO SEI MESI DAL SEQUESTRO, SI PUO' CIRCOLARE Coloro ai quali e' stato sequestrato il ciclomotore prima del 29 novembre 2006 (ex. art. 213, comma sexies del Codice della Strada), ma che sono in attesa del provvedimento di confisca da oltre sei mesi, potranno ottenere indietro il proprio mezzo per decadenza dei termini. Questo in base alla legge n. 689/1981 (articolo 19, comma 3), in cui e' sancito che il sequestro perde efficacia se non e' disposta la confisca entro sei mesi dal giorno in cui e' avvenuto il sequestro. Chi si trova in questa situazione, potra' richiedere la restituzione del mezzo e/o del libretto alle forze dell'ordine che lo ritengono. Se queste si rifiutano, adducendo come giustificazione che non hanno ricevuto istruzioni in proposito dal Prefetto, sara' necessario metterle in mora, minacciando il ricorso alle vie legali in sede civile (per danni) e penale (per abuso d'ufficio e rifiuto di atti d'ufficio). Questo un modello di messa in mora: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=176768 TELEFONIA: ABUSI E DISSERVIZI. GRAZIE AD ADUC E ON.BELTRANDI DOMANI L'AGCOM IN COMMISSIONE ALLA CAMERA Si terra' domani (4 aprile) l'audizione dell'Agcom alla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera. L'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni dovra' riferire ai commissari sugli abusi e i disservizi nella telefonia in Italia, a cominciare dalla bollette gonfiate a causa dei cosiddetti numeri a valore aggiunto: 899, 892, satellitari, 70x, ecc.. La Commissione ha risposto positivamente alla richiesta dell'Aduc, presentata dall'onorevole Marco Beltrandi (Rnp), vice presidente della Commissione. "Ci occuperemo del fenomeno dei dialer -spiega Beltrandi- Tutti i commissari si sono dimostrati sensibili al problema, che ha comportato addebiti di milioni e milioni di euro ad ignari utenti. In questi mesi sotto i riflettori ci sono stati i costi di ricarica per cellulari. Noi ci occuperemo di un fenomeno molto piu' deleterio, perche' gli utenti nella stragrande maggioranza dei casi sono inconsapevoli e impotenti quando si trovano 200 o 300 euro in bolletta a causa dei numeri speciali". L'audizione e' propedeutica all'istituzione di una vera e propria indagine conoscitiva che riguardera' pure altri disservizi, come le attivazioni di servizi non richiesti. L'iniziativa potrebbe finalmente far luce su cosa c'e' dietro lo stillicidio di addebiti che da anni gli utenti subiscono a causa di un intreccio di responsabilita' che coinvolge i fornitori di servizi a pagamento, come pure i gestori telefonici (Telecom Italia in testa). A quest'ultimi vanno percentuali consistenti degli addebiti. Sullo sfondo una rete telematica colabrodo a cui chiunque puo' "accedere", senza molti problemi, creando connessioni solo virtuali da far pagare ad ignari consumatori. Il tutto e' dimostrato da sentenze e indagini della polizia postale. Proprio in questi giorni, inoltre, per la vendita di questo gestore, a fronte di compratori stranieri che porterebbero nuovi capitali e mercato, si sta facendo strada l'acquisto da parte di banche: operazione finanziaria che terrebbe lontano i vantaggi che abitualmente nascono dalle fusioni industriali; operazione finanziaria protezionista perorata da non pochi esponenti del Governo che, per farla andare in porto rendendola piu' appetibile alle banche, crediamo che farebbero di tutto anche confermando i privilegi di Telecom sul mercato italiano. Privilegi che l'indagine parlamentare potrebbe meglio mettere a nudo per far comprendere meglio i disastri –per l'economia in generale e per gli utenti- provocati dal modo di operare di questo gestore. SANGUE CORDONE OMBELICALE. RACCOLTA ANCHE IN BANCHE PRIVATE. L'ADUC ADERISCE ALL'APPELLO DELLE PARLAMENTARI Su iniziativa dell'on. Donatella Poretti (RnP), un gruppo di parlamentari di tutti gli schieramenti politici ha lanciato un pubblico appello (1) al ministro della Salute perche' dia la possibilita' di raccogliere il sangue del cordone ombelicale anche in banche private, oltre che pubbliche come consentito oggi dalla legge. E' con convinzione ed entusiasmo che diamo l'adesione della nostra associazione. Sono piu' di sei anni che editiamo in Internet e con una newsletter quattordicinale l'unico –purtroppo- periodico italiano di informazione divulgativa in materia, "Notiziario Cellule Staminali – il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica" (2). Siamo stati fra i primi a denunciare i forti ostacoli dell'attuale normativa ad un pieno e diffuso uso del sangue del cordone ombelicale (3). Con questo appello, proprio perche' bipartisan, finalmente la questione assume un aspetto scientifico-sanitario. Gli interessi e la salute di tutti i cittadini sono quasi sempre sottomessi all'affermazione di questo o quell'altro schieramento partitico, dove si decide non per le questioni in se' ma per mettere in minoranza o dare maggioranza. Perche' un cittadino di centro-sinistra dovrebbe essere favorevole o contrario, rispetto ad uno di centro-destra, per la conservazione di questo sangue nelle banche private? Certamente ci sono varie teorie economiche stataliste che privilegiano il pubblico rispetto al privato. Ma nel caso del cordone, il disastro di banche (pochissime) solo pubbliche e solo per donazione e non per se stessi, e' stato gigantesco: sono rarissimi i casi in cui e' stato possibile utilizzare questo sangue. C'e' qualche genitore che non vorrebbe conservare le staminali del cordone ombelicale per il proprio figlio perche' e' bene che se ne occupi solo lo Stato in forma esclusivamente altruista? Ne dubitiamo. Cosi' come siamo convinti che occorre affermare un modo di essere che privilegi la singola decisione cosi' come la pubblica e diffusa disponibilita'. (1) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=414 (2) http://staminali.aduc.it (3) http://www.aduc.it/dyn/ricerca/?ricerca=cordone&tipo=comu FISCO E FINANZIARIA. TASSA DI SCOPO. COME QUELLA SULLA BENZINA PER L'ABISSINIA? Alcuni comuni hanno avviato l'operazione "tassa di scopo". Si tratta di una addizionale finalizzata al perseguimento di particolari obiettivi di volta in volta individuati (scuole, asili, ecc.). Nei fatti e' una tassa in piu'. Il bello -o brutto- e' che le amministrazioni comunali dichiarano che ad obiettivo raggiunto la tassa decadra'. Gia', ma in Italia le tasse di scopo non sono state eliminate al cessare della causa che le hanno determinate. Alla memoria sovvengono altre tasse di scopo, come quella per la guerra di Abissinia (e di altre), che ha aumentato l'accisa sulla benzina: al termine della guerra fu inglobata nella fiscalita' generale. Qui di seguito un elenco di tasse di scopo finite nel calderone generale, cioe' mai tolte. * 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; * 14 lire per la crisi di Suez del 1956; * 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; * 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966; * 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; * 99 per il terremoto del Friuli del 1976; * 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980; * 205 lire per la missione in Libano del 1983. Il tutto fa 425 lire al litro che potrebbero essere sottratte all'attuale costo della benzina. Finira' cosi' anche per la tassa di scopo comunale? Ne siamo certi! ANTIMAFIA E CANDIDATURE. LA SOLITA PRESA IN GIRO Non si accorgono del ridicolo. Parliamo della Commissione Antimafia che ha varato il Codice di autoregolamentazione per le candidature alle elezioni amministrative: chi e' rinviato a giudizio non potra' candidarsi. Chiusi nelle dorate stanze parlamentari i commissari non si accorgono della realta' che li circonda ed elucubrano concetti astratti. Dovrebbero guardare la trave nei propri occhi prima di andare a cercare travi o fuscelli in quelli degli altri. Vediamo il perche'. 1. In seno alla commissione ci sono due componenti condannati per tangenti e corruzione, quindi le regole dovrebbero valere per tutti, non solo per i candidati alle amministrative ma anche per quelli al Parlamento. Di conseguenza la Commissione, per coerenza, dovrebbe invitare i due commissari a dimettersi. 2. Il codice e' di autoregolamentazione, il che significa che e' lasciata alla discrezionalita' dei partiti la valutazione dei pesi giudiziari dei candidati. 3. Il cittadino e' innocente fino a prova del contrario. Il rinvio a giudizio non e' condanna. 4. Si mette in mano ad un ordinamento statale, la magistratura, la possibilita' di influire sulle candidature. Insomma, fumo negli occhi. Non sappiamo cosa faccia la Commissione Antimafia, da decenni istituita, ma se questa e' la qualita' del lavoro prodotto, e' bene che si sciolga. TESTAMENTO BIOLOGICO. NON E' IL MOMENTO ADATTO PER UNA LEGGE Forse non e' il momento per approvare una legge sul testamento biologico. E' meglio attendere che le istituzioni di questo Paese riacquistino una maggiore indipendenza dalla Chiesa cattolica, sfruttando appieno i principi di sovranita' e laicita' su cui si dovrebbero fondare. Nella situazione attuale, il nuovo diktat (legittimo, ci mancherebbe) della Conferenza episcopale italiana sul testamento biologico mette seriamente a rischio l'esercizio del diritto umano e costituzionale di rifiutare le cure, perche' trovera' supinamente d'accordo oltre meta' del Parlamento. Meglio lasciare che sia la giustizia, pur nell'incertezza e nella lentezza che la contraddistingue, a giungere ad un'applicazione diretta del dettato costituzionale: "Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario" (art. 32). Contrariamente a quanto sostiene la Chiesa, la nutrizione, l'idratazione e la ventilazione artificiale sono trattamenti sanitari a tutti gli effetti, in quanto somministrabili esclusivamente da medici, attraverso interventi chirurgici. Se, come chiede la Cei, sara' approvata una legge che esplicitamente esclude la possibilita' di rifiutarli, o che dara' ai medici la facolta' di ignorare la volonta' del paziente, si fara' un danno incalcolabile. Gia' oggi, il principio del "consenso informato" e' consolidato in giurisprudenza, e prestare o negare anticipatamente per iscritto il proprio consenso e' legittimo. Anche in assenza di una legge, il medico non puo' ignorare la volonta' del paziente, indipendentemente dalla forma in cui viene espressa (orale o scritta). Rivolgiamo un invito a tutti coloro che non vogliono rinunciare alla propria liberta' di scelta a non attendere l'approvazione di una legge per redigere il proprio testamento biologico. Qui come fare: http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/docu.php?id=136332 TASSA/CANONE RAI. PAGARLO ANCHE PER UN VIDEOCITOFONO? INTERROGAZIONE PARLAMENTARE Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno Ho presentato una Interrogazione ai ministeri di Economia e Finanze e delle Comunicazioni per sapere per il possesso di quali apparecchi deve essere pagato il canone/tassa della Rai. La confusione in merito e' gigantesca, le autorita' sembrano latitare e la discrezione degli accertatori e' assoluta, con conseguente mancanza di certezza del diritto da parte di chi, pur valutando l'assurdita' dell'esistenza di questa tassa per il mero possesso di un apparecchio indipendentemente dall'uso che ne faccia, non voglia essere obbligato ad essere evasore fiscale o contribuente non-previsto. Il sito internet della Rai Tv cosi' spiega "Chiunque detenga uno o piu' apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi deve per legge Regio D.L.21/02/1938 n.246 pagare il canone di abbonamento TV. Trattandosi di un'imposta sul possesso o sulla detenzione dell'apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall'uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive". Di recente l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ha condotto una indagine (2) interpellando gli organi competenti per sapere nello specifico quali apparecchi sono soggetti al canone/tassa oltre il televisore: gli operatori di "Risponde-Rai" (numero a pagamento 199.123.000), il ministero delle Finanze, la Guardia di Finanza, l'Agenzia delle Entrate. Le risposte sono state varie e contraddittorie. Secondo alcuni operatori "Rispondi Rai", deve pagare il canone solo chi ha una televisione o un computer. Per altri, deve pagarlo pure chi detiene anche uno solo dei seguenti apparecchi: televisione, videoregistratore, registratore dvd, computer (indipendentemente dalla presenza di una scheda tv o di una connessione Internet), videofonino, tvfonino, monitor di qualsiasi tipo anche in assenza di un computer, decoder, monitor del citofono, modem, navigatore satellitare, videocamera, macchina fotografica digitale. L'Agenzia delle Entrate non ha risposto alla domanda, invitando l'Aduc a rivolgersi agli operatori Rispondi-Rai gia' interpellati. Il ministero dell'Economia e Finanze, Ufficio legislativo-finanze, non e' stato in grado di rispondere, cosi' come numerosi uffici e comandi della Guardia di Finanza, l'organo di polizia predisposto al controllo sul territorio. E' evidente la contraddittorieta' delle risposte che emerge da questa indagine, essenzialmente grazie all'espressione "apparecchi atti o adattabili", coniata nel 1938 quando non esisteva ancora il televisore. Nell'interrogazione chiedo per il possesso di quali di questi apparecchi indicati dalle risposte dell'indagine deve essere pagata la tassa/canone. Qui il testo completo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=177035 (1) www.abbonamenti.rai.it (2) http://www.aduc.it/dyn/rai/mostra.php?tipo=comu&id=174094 LA MADRE DI TUTTE LE LIBERALIZZAZIONI. CONTRO OGNI TENTAZIONE, ABOLIRE LA GOLDEN SHARE Nel turbine delle liberalizzazioni proposte dal ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ovviamente ne mancano diverse: strategia, scelta, dimenticanza... i motivi possono essere diversi e si possono analizzare in diversi modi. Molto dipende dalla prospettiva; per esempio, le critiche che vengono fatte dal centro-destra e' che sono liberalizzazioni che non vanno al cuore dei problemi limitandosi ad un leggero maquillage. Critiche che noi riteniamo parzialmente giuste in un discorso generale, ma non ci sembrano motivo per non fare, alla fin fine, nessun tipo di liberalizzazione.... come aveva fatto il centro-destra quando era al Governo o motivo per negare la giustezza, per esempio, di provvedimenti come la liberalizzazione di alcuni mestieri e procedure amministrative. Ma c'e' una cosa in cui entrambi gli schieramenti politici non dicono nulla: la golden share, cioe' il diritto per lo Stato di intervenire in un'azienda ex-statale di cui ha ancora solo poche azioni, con un potere come se detenesse il 50,01% di azioni. Interventi per il bene e la sicurezza della nazione. Golden share che, per esempio, lo Stato ha anche in Telecom Italia, pur detenendo azioni per poco piu' del 3% e di cui, nelle vicende di questi giorni per la possibile vendita del gestore telefonico ad aziende non-italiane, ne viene evocato l'uso dalle parti piu' stataliste della maggioranza di Governo, si' da non dare il "gioiello" italiano al "cattivo capitalismo straniero" (anche se in Italia il capitalismo a certi livelli non esiste ne' buono ne' cattivo, ma solo di Stato....). La golden share e' a nostro avviso una mina vagante che puo' compromettere le liberalizzazioni, se e' di questo che il Governo intende occuparsi. Se invece si tratta di liberalizzazioni di nome ma non di fatto, allora che usino questa golden share nel modo piu' appropriato e vasto... altrimenti che ci sta a fare? L'abolizione, invece, si' che sarebbe un gesto da economia di mercato, liberando il legislatore da ogni tentazione. Aspettiamo il ministro Bersani sulla madre di tutte le liberalizzazioni. TRUFFE TELEFONICHE. L'AGCOM CONFERMA LE NOSTRE IPOTESI. ORA SI PROCEDA CON L'INDAGINE PARLAMENTARE CONOSCITIVA L'audizione del presidente dell'Agcom in commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha confermato cio' che ci ha spinto a presentare la richiesta dell'indagine parlamentare conoscitiva sugli abusi nel settore della telefonia in Italia. Corrado Calabro' -nell'audizione propedeutica alla attivazione dell'indagine vera e propria- ha ammesso che le inefficienze e i disservizi nel settore della telefonia fissa sono 'una patologia oggi in fase ancora acuta'. Questo, nonostante i tentativi di arginare il problema messi in campo dall'Autorita'. Come abbiamo ipotizzato nella relazione (nota 1) presentata grazie al vice presidente della Commissione, l'onorevole Marco Beltrandi (Rnp), ci sono cause strutturali che favoriscono attivazioni non richieste di servizi, in particolare quelli legati ai numeri speciali (899, 892, satellitari, ecc.). La causa strutturale e' che gli operatori telefonici, Telecom Italia in primis, incassano una percentuale pari al 30% dei costi addebitati agli utenti, come tra l'altro ha appurato una perizia del tribunale di Genova in una causa contro Telecom Italia. Il presidente usa termini istituzionali, non parla di dialers e non cita i numeri incriminati. Pero', cio' che accade da anni in Italia e' una vera e propria truffa a danno di migliaia di utenti che hanno trovato addebiti in bolletta per telefonate mai effettuate. Prima con il numero 144. Dopo che questo numero e' stato reso innocuo, le numerazioni speciali a pagamento si sono moltiplicate e, man mano che venivano prese contromisure su un prefisso, immancabilmente nuove numerazioni erano rese disponibili. Si sono susseguiti negli anni i vari 166, 70X, 899, 0878, satellitari e ultimamente 892. Per far luce definitivamente su questi fatti, affinche' vengano rimosse le cause del problema, occorre che la Commissioni proceda con l'indagine parlamentare conoscitiva. E' presto per dirlo, ma il nostro sospetto e' che i numeri speciali siano serviti a Telecom Italia per mettere delle pezze dorate ai conti dell'azienda. Nota 1: http://www.aduc.it/dyn/tlc/docu.php?id=170781 COLOMBE PASQUALI. SCEGLIERE LA QUALITA' Siamo in prossimita' della Pasqua e aumentano le vendite delle "colombe pasquali", il classico dolce di Pasqua. Ma c'e' colomba e colomba. La normativa prevede (1) che gli ingredienti obbligatori siano i seguenti: farina di frumento, uova fresche o tuorlo d'uovo (almeno il 4% di tuorlo in totale), burro non inferiore al 16%, scorze di agrumi canditi non inferiori al 15%, almeno il 2% di mandorle, lievito naturale costituito da pasta acida e sale. Ci sono poi gli ingredienti facoltativi dei quali non viene fissata la percentuale, come lo zucchero e altri grassi, quasi sempre vegetali, ed e' proprio la composizione, in quantita' e qualita', che determina il prodotto buono. Per questo occorre leggere l'etichetta che accompagna il dolce. Una colomba dovrebbe avere la seguente composizione in ordine decrescente: farina, uova, burro, zucchero, oltre ad altri componenti quali i canditi, mandorle, ecc. L'elemento che costa di meno e' lo zucchero per cui alcuni produttori ne aumentano la quantita', facendolo salire al secondo posto, altri aggiungono margarina od olio di semi. Occhio all' etichetta dunque! Acquistare un prodotto di qualita' premia i buoni produttori e tutela i consumatori. (1) Decreto 22 Luglio 2005, Ministero Attivita' produttive. Il canone/tassa della Rai su tutti gli apparecchi Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=177065 TESTAMENTO BIOLOGICO. D'AGOSTINO (PAV) ACCUSA PARLAMENTO DI TRADIRE LAVORO CNB? NON SIAMO LA REPUBBLICA DI PLATONE Francesco D'Agostino accusa il Parlamento, ed implicitamente il senatore Ignazio Marino, di aver tradito il lavoro del Comitato nazionale di bioetica (di cui e' presidente onorario) sul testamento biologico. Vorremmo ricordare a Francesco D'Agostino, distinto membro della Pontificia accademia per la vita, che il compito di scrivere le leggi spetta al Parlamento, e non certo al Cnb, organo consultivo del Governo senza poteri legislativi. Nel merito, riteniamo che il lavoro del Cnb sul testamento biologico, frutto di una mediazione al ribasso fra cattolici integralisti e cattolici moderati, mira a limitare invece di agevolare l'esercizio di un diritto costituzionale che gia' esiste: "Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario" (art. 32). Se passasse la versione del Cnb, il cittadino insenziente (contrariamente a quello senziente, almeno per ora) non potrebbe rifiutare la nutrizione o la respirazione artificiali, in quanto sarebbero solo atti caritatevoli –come se accettare la carita' fosse atto dovuto. Insomma, per i bioeticisti supremi, una tracheostomia (per la ventilazione polmonare) o una gastrostomia (per l'alimentazione artificiale) non sono trattamenti sanitari, anche se necessitano di medici ed interventi chirurgici. Ha fatto quindi bene il sen. Marino a lavorare su altri presupposti da quelli suggeriti dal Cnb. Cosi' facendo, ha permesso al Parlamento di recuperare -forse per poco- la sua funzione legislativa nel nome del Popolo, sottratta da "filosofi" della bio-Verita' (prevalentemente quella cattolica) propri della Repubblica platonica piuttosto che di quella italiana. OTTO PER MILLE. IL "MAGNA-MAGNA" SI ESTENDE E LO STATO CONTINUA CON LA SUA INUTILE E DELITTUOSA PRESENZA Con l'ingresso di nuove confessioni religiose nella spartizione dell'otto per mille, il "magna-magna" diventa piu' diffuso. Non solo, ma nella corsa per la conquista di un posto alla tavola imbandita, anche chi fino ad oggi aveva tenuto un comportamento distaccato e dignitoso, la Chiesa Valdese, ha ceduto: il dio denaro e' piu' potente del proprio dio? Sembra di si'! Fino a ieri questa chiesa accettava solo le quote che espressamente i contribuenti devolvevano ad essa, da oggi non e' piu' cosi', tutti i piatti presenti a tavola verranno divorati. Vediamo come e perche'. Il meccanismo di distribuzione dell'otto per mille prevede che tutti i contribuenti, anche quelli che non danno alcuna indicazione, indirizzino percentualmente la loro quota nella medesimo modo di chi si e' espresso. Meno del 40% dei contribuenti ha dato indicazione nel 2006 e quindi piu' del 60% devolvera' la propria quota secondo l'indicazione di questo 40%. La Chiesa valdese aveva un accordo che escludeva l'attribuzione percentuale dei contribuenti che non si erano espressi, da oggi invece prende tutto. Il legislatore, pero', aveva previsto che chi non voleva devolvere la propria quota ad una confessione religiosa, poteva farlo allo Stato, che doveva utilizzarli per fame nel mondo, calamita' naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali. Nel 2006 e' stato cosi' per l'8,38% delle scelte espresse (ma solo il 3,31% del totale dei contribuenti), con un calo continuo rispetto agli anni precedenti. Perche'? Lo Stato e' diventato meno credibile. Dall'anno 2004 si e' autoscippato ben 80 milioni di euro dalla somma spettantegli per far fronte a urgenti impegni statutari correnti o straordinari, ed e' quindi venuto meno agli impegni nei confronti dei contribuenti che lo avevano scelto come alternativa alle confessioni religiose. Su questo argomento, la nostra collaboratrice Annapaola Laldi ha editato l'ultimo numero della sua rubrica sul sito Internet dell'associazione, La Pulce nell'Orecchio: http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=176521 Se poi consideriamo che la parte del leone, ovviamente, la fa proprio quella Chiesa cattolica romana che in questi ultimi mesi –piu' di prima- non fa altro che istigare legislatori e giudici a non applicare le leggi italiane, va da se' che urge una profonda e radicale riforma di questo esborso. Fino a considerare che, proprio nel rispetto del sentimento religioso, sarebbe meglio che ognuno si paghi la propria fede. TUMORE POLMONI. SCREENING ANNUALE PUO' SALVARE DECINE DI MIGLIAIA DI VITE. INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLA SALUTE Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali Secondo i dati ufficiali del ministero della Salute, i tumori costituiscono circa il 27% delle cause di morte nella popolazione italiana. Al fine di diminuire tale incidenza, la prevenzione e' universalmente riconosciuta quale strumento fondamentale. Prima si individua un tumore, piu' aumentano le possibilita' di curarlo. In particolar modo, sono tre gli screening dei tumori validati e recepiti nel Piano nazionale della Prevenzione 2005-2007: seno, cervice uterina e cancro del colon retto. Eppure, e' quello ai polmoni il tumore che uccide piu' di ogni altro (oltre 30.000 persone l'anno, piu' dei tumori al colon retto, alla mammella e all'utero messi insieme). Contrariamente alla prognosi di altri tumori, quella del tumore polmonare e' pressoche' la stessa di qualche decennio fa: la sopravvivenza a 5 anni dopo la diagnosi era intorno al 10% negli anni ’70 ed e' sempre del 10% oggi. Poiche' la causa maggiore del tumore polmonare e' il fumo, le campagne di prevenzione si sono concentrate piu' che altro sulla disincentivazione dal fumo, ma con risultati poco confortanti, come ha piu' volte evidenziato l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori). Smettere di fumare, inoltre, non e' necessariamente sufficiente ad evitare il manifestarsi del tumore al polmone. Infine, corrono il rischio di tumore anche lavoratori esposti a sostanze nocive quali asbesto, beryllium, uranio o radon. Come dimostrano ormai molteplici studi, la tecnologia oggi esistente e' in grado di diagnosticare il tumore ai polmoni nelle sue fasi iniziali, quando la percentuale di sopravvivenza e' dell'80%. Tradotto, una politica di prevenzione che includa lo screening annuale con Tac spirale del torace per i soggetti a rischio, potrebbe salvare la vita a circa 20mila delle oltre 30mila persone che ogni anni muoiono in Italia per tumore ai polmoni. Per questo ho depositato oggi un'interrogazione scritta al ministro della Salute per chiedere se e come intenda agire per promuovere una piu' efficace politica di prevenzione del tumore polmonare. Se lo screening annuale non verra' adottato, o perlomeno seriamente valutato, non potremo giungere ad altra conclusione se non che vi e' oggi, nei confronti dei pazienti affetti da tumore polmonare, una sorta di discriminazione: tale malattia -una probabile condanna a morte- sarebbe conseguenza "meritata" e voluta attraverso scelte individuali deleterie per la salute (come fumare). Qui il testo integrale dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=177171 PRANZO DI PASQUA? A 7 EURO!!! Pranzo di Pasqua a 7 euro? Si puo'! Non occorre farsi spennare per fare un pranzo di Pasqua al ristorante. L'idea che per l'occasione occorra spendere un mucchio di soldi e' probabilmente sponsorizzata da chi mira a tenere i prezzi alti. Abbiamo fatto un po' di conteggi, rilevando i prezzi nei supermercati romani e alla fine il costo e' di 7,4 euro a testa, con antipasti, primo, secondo, contorno, pane, dolce, frutta e vino. Ovviamente per un pranzo casalingo. Vediamo. * Salame corallo............................. 0,4 euro (40 grammi). * Finocchiona................................ 0,4 euro (40 grammi). * Uovo sodo.................................. 0,3 euro (1 uovo). * Fettuccine...................................0,3 euro (100 grammi). * Abbacchio...................................1,5 euro (100 grammi). * Patate........................................0,1 euro (100 grammi). * Pane..........................................0,2 euro (100 grammi). * Condimenti.................................0,80 euro. * Vino .........................................2,50 euro (37.5 ml). * Frutta (kiwi).................................0,2 euro (100 ml). * Acqua, luce, gas............................0,70 euro. TOTALE 7,4 EURO Con poco piu' di 7 euro si puo' quindi fare un discreto pranzo di Pasqua, il che rapportato al costo praticato dai ristoranti da' l'idea del fiume di denaro che esce dalle tasche del consumatore. RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE E ILLEGALITA' DEI COMUNI. IN RAI LA BATTAGLIA DELL'ADUC Dopo la trasmissione "Mi manda Rai Tre" di alcuni mesi fa, ora e' la volta di "Racconti di vita", su Rai3 domenica 8 aprile alle ore 12,15. Si parlera' di Residenze Sanitarie Assistite (Rsa) e dell'iniziativa dell'Aduc contro i tanti Comuni che, in barba alle leggi, fanno pagare alle famiglie di anziani malati ricoverati, quelle quote che invece dovrebbero essere pagate dalle loro amministrazioni. Sulla questione e' stata anche gia' presentata un'interrogazione parlamentare (1) con cui e' stato chiesto ai ministri della Salute e della Solidarieta' Sociale se intendano dare attuazione definitiva alle disposizioni gia' in vigore, anche prevedendo rimborsi per chi e' stato costretto dai Comuni a pagare il non-dovuto. La vicenda ha avuto ed ha anche risvolti giudiziari: alcuni Comuni, per obbligare le famiglie a pagare le rette dei ricoveri, oltre a far riferimento ad articoli di leggi del periodo fascista e abrogate nel nostro ordinamento, hanno anche fatto vere e proprie minacce. A "Racconti di vita" per l'Aduc partecipera' il coordinatore nazionale di questa iniziativa Gianfranco Mannini. (1) grazie all'on. Donatella Poretti della Rosa nel pugno: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=176300 CELLULARI. IL CAMBIO TARIFFARIO IMPOSTO DAL GESTORE POTREBBE ESSERE ILLEGITTIMO. ECCO COME DIFENDERSI Abbiamo gia' denunciato il fatto che la rimodulazione del piano tariffario da Wind 10 a Wind 12, comunicato dal gestore tramite un sms, e' illegittimo. Questo perche' le clausole del contratto che prevedono la modifica dello stesso non ne indicano i "giustificati motivi", contravvenendo al Codice del consumo (art.33, comma 2, lettera m). Per questo quelle clausole sono da ritenersi vessatorie e quindi nulle. (1) Ora Wind ha comunicato che modifichera' unilateralmente anche un altro piano tariffario: dal 15 maggio la tariffa "Sempre light" diventera' "Senza scatto new". Altri gestori di telefonia mobile potrebbero presto fare lo stesso, per recuperare le perdite subite dopo l'abolizione per legge dei costi di ricarica. Per questo motivo abbiamo preparato un facsimile da adattare al proprio caso e inviare al gestore qualora venga comunicata una imminente modifica del proprio piano tariffario prima della scadenza naturale del contratto. Attenzione pero': il cambio di tariffa e' illegittimo solo ove il contratto preveda la modifica dello stesso non indicandone i "giustificati motivi", o non includa fra questi il motivo addotto dal gestore per la rimodulazione proposta. Questo il modulo da compilare ed inviare al proprio gestore di telefonia mobile: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=177181 (1) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=176398 LA RETE TELECOM ITALIA E' MEGLIO CHE TORNI ALLO STATO. IL MODELLO INGLESE, IMPORTATO IN ITALIA, E' RISCHIOSO A noi, che il proprietario di Telecom Italia sia italiano o straniero non ci interessa, perche' vorremmo solo quel rispetto e quella lealta' di rapporti economici e commerciali a cui le proprieta' di questo gestore non ci hanno abituati. Non solo, ma vorremmo che con un colpo di spugna fosse cancellato il gigantesco conflitto di interessi (e il conseguente abuso di posizione dominante) che ha Telecom Italia nel suo essere gestore di tutta la rete fissa e, nel contempo, vendere l'accesso alla stessa ai propri concorrenti. Il patrimonio della rete messo in piedi dall'azienda statale Sip dovrebbe essere a disposizione di chiunque, paritariamente. La separazione societaria di questo settore da Telecom Italia, come nel modello inglese, e' molto rischiosa. Presupporrebbe un'autorevolezza da parte delle Authority competenti che le stesse non hanno finora dimostrato. Ne e' esempio il continuo rivendicare nuovi poteri per poter fare cio' che le leggi istitutive concedono loro. Non sono le leggi a mancare, ma l'autorevolezza, appunto. Il mantenimento della rete nella pancia di Telecom e' una perpetua mina vagante nel sistema italiano, perche' finirebbe per giustificare tutti gli aiuti possibili e immaginabili, direttamente o indirettamente, dallo Stato. Da sostenitori della libera concorrenza e delle regole che essa presuppone, affinche' possa produrre benefici sui consumatori, auspichiamo una soluzione piu' radicale: lo Stato acquisisca la rete, compensando i futuri proprietari di Telecom Italia, affidandone la gestione ad un consorzio paritario di tutti gli operatori di telefonia fissa. Ovviamente non abbiamo la ricetta precisa, ma crediamo che sarebbe un ottimo punto di partenza cominciare a ragionare sul fatto che la rete fissa non deve comunque essere in mano ad un gestore tra altri concorrenti in posizione di svantaggio. Questa e' la Telecom che vorremmo, e forse in questo modo non dovremmo piu' pagare bollette con consumi mai fatti a numeri mai chiamati, forse avremo venditori di prodotti Telecom che non cercherebbero di rifilare il bidone alla minima distrazione del pollo di turno, forse avremmo servizi di assistenza all'altezza delle richieste dell'utenza e meno arroganti, forse avremmo un mercato che, aprendosi e attirando nuovi operatori, proporra' tariffe piu' basse e qualita' migliore per cercare di attirare meglio i consumatori. SANITA'. DIRITTO A NON SOFFRIRE E' UN OPTIONAL PER BENESTANTI. ELIMINARE NOTA 4 DELL'AIFA E INCLUDERE DOLORE CRONICO NEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA In Italia il diritto a non soffrire e' un optional per i piu' abbienti. Come avevamo purtroppo previsto (1), continuano a giungerci segnalazioni dei danni provocati dalle nuove note dell'Agenzia italiana del farmaco (Nota 4 in particolare) in cui si e' pensato bene di limitare fortemente la rimborsabilita' da parte del Ssn dei costosi farmaci contro il dolore cronico, ed in particolare contro quello neuropatico. Tradotto in parole semplici, questi farmaci sono ora rimborsati a chi ha un tumore o il fuoco di Sant'Antonio, ma non a chi soffre di dolorosi spasmi causati dalla sclerosi multipla o chi ha avuto traumi (incidenti stradali o sul lavoro, perdita di arti, etc.). Questa una delle lettere che sono arrivate nei giorni scorsi al nostro servizio "Cara Aduc": "I miei genitori anziani, 78 e 84 anni, soffrono per vari motivi di dolori neuropatici. I farmaci per attenuare dolore e peggioramento sono il Neurontin 300, il Gabapentin 300 oppure il Lyrica, tutti farmaci che sono da poco usciti dalla fascia rimborsata dallo Stato e percio' a pagamento. Il medico ha detto che non possono essere rimborsati, e percio' i miei devono pagare il Gabapentin, ad esempio, Euro 23,40 a scatola che dura al massimo una settimana. Ma la loro malattia e' cronica! Inoltre, entrambe per le loro patologie devono assumere 12-14 pastiglie al giorno e percio' gli viene prescritto un gastroprotettore, il quale e' a loro carico in quanto non affetti da ulcere". Insomma, una spesa sanitaria che raggiunge qualche centinaio di euro al mese. Senza uno stipendio adeguato (figurarsi con una pensione minima), il cittadino che non soffre abbastanza secondo i criteri Aifa, dovra' necessariamente tenersi il proprio dolore a vita. Dolore che puo' provocare a lungo andare altre malattie, anche psichiatriche (depressione, ad esempio). E' necessario ed urgente riconoscere il dolore cronico quale malattia sociale ed introdurlo nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Al ministro della Salute rivolgiamo un appello: eliminare subito la Nota 4 dell'Aifa, restituendo ai pazienti e ai loro medici la liberta' di curare il dolore. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=167170 LIBERALIZZAZIONI: TELECOM ELIMINA LA DURATA MINIMA CONTRATTUALE PER FINTA E FA PAGARE UNA PENALE DI 48 EURO. ALLA FACCIA DI BERSANI Telecom Italia si adegua al Decreto Bersani (legge 40/2007, dopo la conversione) ed elimina la durata minima contrattale che era nei vari contratti di 12 mesi. Stabilisce, pero', un costo di "disattivazione" pari a 48 euro una tantum se la disattivazione avviene nel corso del primo anno di contratto. La legittimita' di questa richiesta (che aumenta a 60 euro nel caso si disattivi in contemporanea una linea adsl) e' perlomeno dubbia, la legge 40 all'articolo 1 comma 3 prevede: 3. I contratti … devono prevedere la facolta' del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell'operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni. Le clausole difformi sono nulle … Disattivare una linea telefonica per Telecom e' operazione semplice fatta direttamente dalle centrali, senza inviare alcun tecnico a casa dell'utente. I 48 euro non sono giustificati dai costi aziendali, ma sono un modo per far rientrare dalla finestra cio' che era uscito dalla porta. E c'e' pure il paradosso: i costi aumenteranno per il cliente che recede dopo 11 mesi di contratto. Prima era costretto a pagare "solo" un canone mensile, circa 15 euro, ora 48. Alla faccia di Bersani. Abbiamo inviato un esposto all'Agcom, per denunciare il comportamento di Telecom Italia, ma anche di altri gestori come Tele2 che -dalle segnalazioni che ci pervengono- continua a pretendere il pagamento di tutte le mensilita' fino alla scadenza naturale del contratto. Gli utenti della Telecom Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=177477 DOPO LE VACANZE. SOS TURISTA SUL PORTALE DELL'ADUC Un aiuto per il malcapitato turista che, partito per le vacanze con la convinzione di divertirsi, riposarsi, acculturarsi, torna a casa inferocito dalla scarsa assistenza, dall'igiene problematica, dal cibo scarso e cattivo, dai mezzi di trasporto opinabili, dalle spiagge bianche e dal mare cristallino visti a 5 km di distanza, dai furti in camera, dalle assicurazioni mediche complicate e da tour operator che tanto promettono e poco mantengono. Per il turista furente la nostra associazione ha predisposto sul proprio portale, una sezione di consulenza che risponde gratuitamente alle domande in 48-72 ore, all'indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/richiesta. Moduli per la richiesta di rimborso delle spese e di risarcimento per i danni subiti e' gia' predisposto all'indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_elenco.php?Argomento=10#10 CONFISCA MOTO. DOPO IL DANNO LA BEFFA: LE PREFETTURE IGNORANO LA LEGGE E PROLUNGANO INDEFINITIVAMENTE IL SEQUESTRO Sono molti i Prefetti che disattendono la legge sulle sanzioni amministrative n. 689/1981 per quanto riguarda i proprietari di ciclomotori sequestrati ed in attesa di essere confiscati. La legge in questione prevede due principi fondamentali: 1. "Le leggi che prevedono sanzioni amministrative si applicano soltanto nei casi e per i tempi in esse considerati" (art. 1); 2. Il sequestro perde efficacia dopo sei mesi se non e' emesso provvedimento di confisca (art. 19). Ebbene, oggi abbiamo migliaia di cittadini con mezzi sequestrati da oltre 6 mesi, ma i Prefetti e le forze dell'ordine si rifiutano di restituire loro i mezzi o i libretti di circolazione, in attesa di emanare un provvedimento di confisca sulla base di una legge che non esiste piu'. La giustificazione addotta e' che il Codice della Strada non prevede alcun termine entro il quale deve essere emessa la confisca (come se questo fosse in contrasto con il dettato della legge n. 689/1981). Proprio perche' non ci sono termini, noi invitiamo i Prefetti a prendersi tutto il tempo che vogliono per emanare la confisca; ma nel frattempo devono restituire il mezzo confiscato se sono passati piu' di sei mesi! Non sta infatti in piedi l'interpretazione secondo cui il sequestro e' eterno nel caso dei ciclomotori, in attesa della confisca. Una interpretazione paradossale, quella dei Prefetti, che produce una grave ferita allo Stato di Diritto e viola i principi basilari della pubblica amministrazione, divenuta assolutista ed espropriatrice. Pertanto, invitiamo tutti coloro che si trovano privati ingiustamente del loro mezzo ad intimarne la restituzione ed eventualmente a difendere i propri diritti ricorrendo alle vie legali sia in sede civile (per danni) sia in quella penale (per abuso d'ufficio e rifiuto di atti d'ufficio). Questo il modulo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=176768 Mettiamo anche disposizione la nostra esperienza legale gratuita a coloro che ce la chiederanno per fare portare davanti ad un giudice il comportamento delle Prefetture. Nel frattempo, stiamo preparando una ennesima interrogazione parlamentare su questa questione per chiedere al ministro dell'Interno di emanare una circolare ai Prefetti, richiamandoli ad una corretta interpretazione della legge. RETTE ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI PER LE RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE. L'ASL DI PISA INTENDE ESTORCERE IL NON-DOVUTO. ESPOSTO IN PROCURA Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno La vicenda dei ricoveri degli anziani non autosufficienti nelle Residenze Sanitarie Assistite (Rsa), e' una sorta di pozzo senza fine sulle disfunzioni delle pubbliche amministrazioni e, soprattutto, del pessimo e arrogante rapporto che queste ultime hanno con il cittadino, specie quello piu' debole come nel nostro caso. Secondo la vigente normativa, la spesa relativa al pagamento delle rette di permanenza nelle RSA per soggetti con handicap permanente grave o ultra-sessantacinquenni non autosufficienti, e' ripartita per il 50% a carico del Servizio Sanitario Nazionale e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali. Questo non succede quasi mai! Numerose famiglie che devono far soggiornare un proprio congiunto in una Rsa, sono costrette a pagare l'intera spesa richiesta o a vedersi negato il rimborso di quanto indebitamente pagato. Su questo ho gia' presentato un'interrogazione parlamentare (1). La vicenda, pero', si tinge anche di un aspetto penale. Oggi, insieme a Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc, l'Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori che ha denunciato per prima le vessazioni e le illegalita' in corso, ho inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Pisa. La Asl di questa citta' ha minacciato un signore e sua moglie che avevano ricoverato la propria madre in una Rsa che, se non avessero pagato l'intera somma richiesta (il 50% dell'intera retta -vale a dire il totale a carico del Comune), avrebbe proceduto ad esecuzione forzata nei loro confronti non gia' solo per questa, ma anche per il restante 50%, che per legge e' a carico del Servizio Sanitario Nazionale!! (2) (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=176300 (2) qui il testo dell'esposto alla Procura di Pisa redatto dagli avv. Emmanuela Bertucci e Claudia Moretti: http://www.aduc.it/dyn/documenti/docu_mostra.php?id=177683 PARCHEGGIO E AUTORIMESSA. DI CHI LA RESPONSABILITA'? Di chi e' la responsabilita' in caso di furto o danneggiamento di una auto posteggiata in un parcheggio o in una autorimessa? Sulla questione e' intervenuta la Corte di Cassazione (1) con una sentenza che ha chiarito (si spera) la questione. Occorre distinguere il parcheggio dall'autorimessa. Lasciare in sosta un'auto in una area, anche a pagamento, non comporta una attribuzione di responsabilita' per il gestore del parcheggio. In sintesi si paga l'affitto per lo spazio del parcheggio e niente piu'. Diverso e' il caso dell'autorimessa. In questo caso si consegna l'auto al garagista che ne risponde, a meno che l'automobilista non abbia sottoscritto un contratto dove si prevede esplicitamente la non assunzione di responsabilita' da parte del garagista stesso. Non sono, quindi, validi i cartelli affissi nelle autorimesse con la scritta "non si assumono responsabilita' per danni o furti". (1) Sentenza n. 5837 del 13 marzo 2007. TRASFERIMENTO TITOLI. MOLTE BANCHE ANCORA APPLICANO COSTI. COSA FARE Nonostante la nota dello scorso 21 febbraio emanata dal Ministero per lo Sviluppo Economico che chiarisce alcuni aspetti dell'art.10 del decreto Bersani di luglio 2006 (decreto legge 223/06 convertito nella legge 248/2006) entrato in vigore il 12 agosto 2006, alcuni istituti ancora addebitano al cliente costi relativi al trasferimento dei titoli e non giustificati. Ricordiamo che il citato art. 10 prevede che il cliente ha sempre facolta' di chiudere il conto senza penali e spese di chiusura, Cio' in tutte le ipotesi di recesso del contratto, anche se diverse dal recesso a fronte di modifiche unilaterali. Proprio in virtu' di differenti intepretazioni fatte dalle banche, la Circolare ha tra l'altro chiarito che il divieto di applicare le spese di chiusura riguarda sia le spese espressamente citate dal contratto come "costi di chiusura", sia quelle relative a servizi aggiuntivi richiesti dal cliente alla banca in occasione dell'estinzione del rapporto come il trasferimento dei titoli presso altro istituto. E' ammessa solamente la richiesta di rimborso di spese vive sostenute dalla banca per disattivare servizi aggiuntivi affidati a terzi a condizione che siano documentate e previste nel documento di sintesi sulla trasparenza dei costi bancari. Numerose segnalazioni, pero', ci sono pervenute ed ancora ci pervengono riguardo istituti che, a dispetto della legge, pretendono anche cinquanta euro per ciascun titolo. A questo punto l'unica arma a disposizione dei clienti e' il reclamo e poi, laddove questo fosse respinto o ignorato dopo 90 giorni dalla ricezione, il ricorso all'ombudsman bancario (se l'istituto, come quasi tutti, aderisce) con ottime possibilita' di un pronunciamento che imponga alla banca di rimborsare i costi illegittimamente pretesi. Spiegazioni sull'ombudsman e su come presentare ricorso a questo indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=40732 E' anche possibile segnalare alla Banca d'Italia ed alla Consob, tramite un esposto, le mancanze degli istituti. VATICANO/GIUDICI. DOMANI QUESTION TIME ALLA CAMERA. E' STATO VIOLATO IL CONCORDATO? E' NECESSARIO SUPERARLO? Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno Un'esortazione ai giudici cattolici al "doveroso esercizio" di una "coraggiosa obiezione" nell'applicazione di quelle "norme giuridiche vigenti, sia quelle codificate sia quelle definite dai tribunali e dalle sentenze dei tribunali" che contrastano con i dettami della fede cattolica. Cosi' la nota diffusa lo scorso 16 marzo dalla Pontificia accademia per la vita (Pav). Un appello alla disobbedienza civile, che nel caso dei giudici italiani costituirebbe reato (rifiuto d'atti d'ufficio, art. 328 codice penale): un'istigazione a delinquere, resa ancor piu' grave dal fatto che se i giudici, invece della legge dello Stato, seguissero la propria coscienza non vi sarebbe piu' certezza del diritto, e quindi neanche piu' giustizia e ordine. Domani (12 aprile) alla Camera, dalle 14,30, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri risponderanno ad una interpellanza urgente che avevo presentato il 23 marzo scorso, sottoscritta anche dagli altri colleghi radicali Marco Beltrandi, Daniele Capezzone, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco e dal capogruppo della Rosa nel Pugno Roberto Villetti (1): "Se, a fronte di quella che si palesa come una chiara ed evidente violazione del Concordato, il Governo italiano non ritenga di poter ravvisare in essa gli estremi per un sostanziale superamento del Concordato stesso in riaffermazione di una piena indipendenza e sovranità della Repubblica italiana". Il Concordato al suo primo articolo recita: "La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti". E credo che esortare i giudici di un altro Paese a disapplicare le leggi a cui sono soggetti e' tutt'altro che rispettoso dell'ordine, dell'indipendenza e della sovranita' altrui! (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=175482 ITALIANITA' DELLE BANCHE E DI TELECOM Se qualcuno invoca l'italianita' delle imprese occorre mettersi con le spalle al muro e guardarsi intorno: quel qualcuno tenta di fregarci. E' appena il caso di ricordare che l'italianita' fu invocata per l'affaire Bpi-Antonveneta-Banca d'Italia. Cosa c'era sotto si e' scoperto poco dopo. Il 21 Settembre dello scorso anno, scrivevamo "Si sta creando la medesima situazione per Telecom. E' in pericolo l'italianita' della piu' grande azienda di telecomunicazione, si dice. Ecco che si ergono a difesa della patria, media, sindacati, partiti e comuni cittadini. Eppoi questi "italiani" che ne hanno fatto della Telecom? Oggi la societa' ha 41,3 miliardi di euro di debito, il titolo vale 2 euro quando ne valeva 6, solo negli ultimi 12 mesi ha perso in Borsa il 20%, i disservizi agli utenti sono all'ordine del giorno."(1). Il Governo sollecita un intervento delle banche per salvare l'italianita' di Telecom, cioe' di quelle banche che hanno cogestito Telecom. Ci viene subito da chiedere quali siano le contropartite che il Governo concedera' alle banche stesse. In questa situazione chi ci rimettera' sara' sicuramente il cittadino, nonostante le spalle al muro. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=155585 ALCOL/PUBBLICITA'. LA SCIENZA DIMOSTRA CHE IL DIVIETO VOLUTO DA FERRERO E' INUTILE, OLTRE CHE DANNOSO E bravo il Governo che si e' fatto eleggere con l'impegno di riformare la legge sulle tossicodipendenze. Non solo non e' stato in grado di cambiare una singola virgola della legge Fini-Giovanardi, ma ora persegue politiche ancor piu' proibizioniste arrivando a proporre il divieto parziale della pubblicita' dell'alcool in tv. Per di piu', l'idea che da tempo il ministro Paolo Ferrero continua a proporre ed annunciare e' assolutamente anti-scientifica. Studi di istituti di ricerca pubblici e privati non hanno ancora dimostrato alcun nesso fra la pubblicita' ed il consumo di alcolici. Una lunga ricerca Federal Trade Commission degli Usa ha concluso che "non ci sono prove per stabilire che la pubblicita' di alcolici abbia alcun effetto sul consumo, figuriamoci sull'abuso". Alla stessa conclusione e' arrivato il ministero della Salute Usa, l'universita' del Texas, e moltissime altre universita'. (1) Il direttore dell'Istituto Nazionale per le politiche contro l'alcolismo ha detto recentemente che "non esiste un singolo studio credibile in cui si dimostra che la pubblicita' delle bevande alcoliche ne aumenti il consumo o l'abuso". Quindi complimenti al ministro con delega sulle politiche sulla droga che, incapace (non solo per colpa sua) di intervenire sulla mostruosa Fini-Giovanardi, pensa bene di estenderne la politica proibizionista anche ad altre sostanze. Oggi l'alcol, domani le colle e le lacche, poi la plastica, e qualunque materiale che si scoprira' avere proprieta' inebrianti. Dimenticandosi che un prodotto di largo consumo, come l'alcool, piu' lo si vieta piu' verrebbe consumato e piu' si alimenterebbero i miti comportamentali ad esso connessi, proprio come avviene oggi con il mercato delle droghe illegali. (1) Qui alcuni studi sull'argomento per farsi un'idea della realta': Crawford, C. T., and Gramm, W. L. K. Cover memo to Omnibus Petition for Regulation of Unfair and Deceptive Alcoholic Beverage Advertising and Marketing Practices Docket No. 209-46. Washington, DC: Federal Trade Commission, March 6, 1985. Wilcox, G. B., Franke, G. R., and Vacker, B. Alcohol Beverage Advertising and Consumption in the United States: 1964-1984. Austin, TX: University of Texas, Department of Advertising Working Paper, January, 1986, p. III; Sanders, James. Alcohol Advertisements Do Not Encourage Alcohol Abuse Among Teens. In: Wekesser, Carol (ed.) Alcoholism. San Diego, CA: Greenhaven Press, 1994. Pp. 132-135, p. 133. Ogbourne, A. C., and Smart, R. G. Will restrictions on alcohol advertising reduce alcohol consumption? The British Journal of Addiction, 1980, 75, 296-298; Smart, R. G., and Cutler, R. E. The alcohol advertising ban in British Columbia: Problems and effects on beverage consumption. The British Journal of Addiction. 1976, 7, 13-21; Waterson, M. J. Advertising and Alcohol Abuse. Advertising Association, p. 10. Shoup, Harold, and Dobday, Christine. Alcohol Advertising Restrictions without Due Cause. In: Engs, Ruth C. (ed.) Controversies in the Addictions Field. Dubuque, IA: Kendall/Hunt, 1990. Pp. 130-135, p. 131. Chafetz, Movus E. Television Liquor Ads will not Promote Underage Drinking. In: Scott, Barbour (ed.) Alcohol, Opposing Viewpoints. San Diego, CA: Greenhaven Press, 1998. pp. 75-77. Fisher, Joseph C. Advertising, Alcohol Consumption, and Abuse: A Worldwide Survey. Westport, CT: Greenwood Press, 1993, p. 150. U.S. Department of Health and Human Services. Alcohol and health: Seventh Special Report to the U.S. Congress on Alcohol and Health From the Secretary of Health and Human Services. Rockville, MD: U.S. Department of Health and Human Services, 1990, pp. 211-212; Pittman, David J., and Lambert, M. Dow. Alcohol, Alcoholism and Advertising. St. Louis, MO: Washington University, Social Science Institute, 1978, p. 28; Moskowitz, Joel M. The primary prevention of alcohol problems: A critical review of the research literature. Journal of Studies on Alcohol, 1989, 50, 54-88, p. 59; Whitehead, P. Is Advertising Effective? Implications for Public Health Policy. In: Rush, Brian, and Ogborne, Allan C. (eds.) Evaluation Research in the Canadian Addictions Field. Ottawa, Ontario: Health and Welfare Canada, 1983. Pp. 32-33; Frankena, M., Cohen, M., Daniel, T., Ehrlich, L., Greenspun, N., and Kelman, D. Alcohol Advertising, Consumption and Abuse. In: Federal Trade Commission. Recommendations of the Staff of the Federal Trade Commission: Omnibus Petition for Regulation of Unfair and Deceptive Alcoholic Beverage Marketing Practices, Docket No. 209-46. Washington, DC: Federal Trade Commission, 1985; Smart, Reginald G. Does alcohol advertising affect overall consumption? A review of empirical studies. Journal of Studies on Alcohol, 1988, 49, 314-323; Smart, Reginald G. The Impact of Prevention Measures: An Examination of Research Findings. In: Institute of Medicine. Legislative Approaches to Prevention of Alcohol-Related Problems: An Inter-American Workshop - Proceedings. Washington, DC: National Academy Press, 1982. Pp. 224-246; Atkin, Charles K. Alcoholic-Beverage Advertising: Its Content and Impact. In: Holder, Harold D., and Mello, Nancy K. (eds.) Control Issues in Alcohol Abuse Prevention: Strategies for States and Communities. Greenwich, CT: JAI Press, 1987. Pp. 267-303, p. 273. I furti nei parcheggi Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=177833 GIUDICI/VATICANO. GOVERNO: LA CHIESA CATTOLICA E' LIBERA DI VIOLARE IL CODICE PENALE Oggi (12 Aprile) il Governo ha risposto all'interpellanza urgente presentata dall'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno sulla dichiarazione della Pontificia accademia pro vita in cui si invitavano fra gli altri i magistrati al "doveroso esercizio" di una coraggiosa "obiezione di coscienza" contro le leggi che contravvengono l'insegnamento della Chiesa Cattolica. Per voce del sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Paolo Nacarato, il Governo ha detto che la Chiesa e' libera di esprimere le proprie opinioni, indipendentemente dal loro contenuto. In altre parole, dice il Governo, la Chiesa e' libera di violare il Codice penale laddove prevede l'istigazione a delinquere -di questo si tratta quando si chiamano i giudici a disapplicare la legge di cui dovrebbero essere garanti. Dalla risposta del Governo emerge un messaggio ancor piu' grave: non esiste il reato di omissione d'atti d'ufficio per quel giudice che non applica la legge per seguire il proprio credo religioso. Il sottosegretario ha detto chiaramente che i cittadini, al pari della Chiesa, sono liberi di seguire gli insegnamenti cattolici. Vedremo se questa cosa varra' anche per le altre religioni, come ad esempio per quegli Imam che invitano i cittadini a violare le leggi dello Stato italiano e che spesso sono nel mirino delle forze dell'ordine. Per ora prendiamo atto che questo Governo ha posizioni pari ed equivalenti al suo predecessore, che ipocritamente ha accusato a piu' riprese in campagna elettorale di essere poco laico. VATICANO/GIUDICI. QUESTION TIME CAMERA: IL GOVERNO NON RICONOSCE LA PALESE VIOLAZIONE DEL CONCORDATO Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali Il Sottosegretario per i rapporti con Parlamento e Riforme Istituzionali, Paolo Naccarato, ha risposto oggi all'interpellanza urgente - a mia prima firma e sottoscritta anche dagli altri colleghi radicali Marco Beltrandi, Daniele Capezzone, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco e dal capogruppo della Rosa nel Pugno Roberto Villetti - presentata per avere chiarimenti sull'evidente violazione del Concordato avutasi con la nota diffusa lo scorso 16 marzo dalla Pontificia accademia per la vita (Pav) che esortava i giudici cattolici al "doveroso esercizio" di una "coraggiosa obiezione" nell'applicazione di quelle "norme giuridiche vigenti, sia quelle codificate sia quelle definite dai tribunali e dalle sentenze dei tribunali" che contrastano con i dettami della fede cattolica. (1) Nella lezioncina di risposta, il sottosegretario ha riassunto la storia dei rapporti Stato italiano - Chiesa cattolica partendo dagli articoli 7e 8 della Costituzione per arrivare ai giorni d'oggi, escludendo la possibilita' di violazione del Concordato. Secondo la Presidenza del Consiglio le esortazioni della Pav che erano indirizzate a tutti gli Stati e non solo allo Stato italiano, rientrano nelle liberta' di espressione della Chiesa. Saranno poi i cittadini che decideranno se considerarle o meno! Non dichiarandomi soddisfatta della risposta ho ricordato che l'appello contenuto nel documento e' un "invito doveroso" e tecnicamente una istigazione a violare le leggi esercitato nei confronti di una categoria ben precisa: quella dei giudici. Quanto detto da Naccarato avrebbe senso se in Italia non esistesse il reato di istigazione a delinquere, ma questo reato d'opinione, purtroppo c'e'. E' importante precisare che l'obiezione di coscienza puo' essere praticata con la disobbedienza civile, come piu' volte e' stato fatto dai Radicali nelle loro battaglie, e quindi con l'autodenuncia e la richiesta di condanna per avere violato una legge ritenuta ingiusta, di cui si sollecita una modifica. Puo' essere anche prevista dalla legge e praticata percio' nel pieno rispetto della normativa vigente, come e' successo dall'approvazione della legge nel 1975 che riconosceva il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, fino a quando la leva e' stata obbligatoria. E non ultima e' l'obiezione di coscienza del medico che puo' esistere solo in quanto ammessa dalla legge, come nel caso della legge 194/78 sull'aborto. Costituisce reato laddove il medesimo sanitario eserciti la propria disobbedienza fuori dai casi tassativamente previsti. La disobbedienza a cui si riferisce l'esortazione della Pav, che non a caso la definisce "coraggiosa", inequivocabilmente fuoriesce dai casi tassativamente previsti, perche' si riferisce anche a categorie che non hanno alcuna possibilita' legale di obiettare alla legge secondo propria coscienza, ad esempio i magistrati. L'istigazione quindi esiste eccome e appare tanto piu' grave quanto e' rivolta ad una categoria di pubblici ufficiali e funzionari quali i magistrati, soggetti per il dettato dell'art. 101 della Costituzione esclusivamente alla legge. La Corte Costituzionale ha chiarito in piu' occasioni che l'obiezione di coscienza dei giudici e' in netto contrasto con la tutela dell'ordine giuridico. Pare evidente che una disobbedienza civile degli organi dello Stato deputati proprio a far rispettare quella legge a cui disobbediscono, si tradurrebbe nella morte dello Stato di Diritto e della legalita'. Nonche' nell'imposizione della propria scelta disobbediente a chi si era invece rivolto al magistrato proprio perche' agisce in nome del popolo italiano. Oltre a questa interpellanza ho inviato a 40 procure un esposto/denuncia in cui chiedo di verificare la sussistenza dei reati di istigazione a delinquere e violazione del Concordato. Invito tutti i cittadini a fare altrettanto ricordando che dal sito dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) puo' essere scaricato il modulo per effettuare l'esposto (2). (1) http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=175482 (2) http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=175054 - Qui il resoconto completo del Question Time: http://legxv.camera.it/_dati/leg15/lavori/stenografici/sed143/s060.htm#Poretti Notiziario Cellule Staminali - Sangue cordone ombelicale. Raccolta anche in banche private E' uscito il n. centotrentasette, anno VII, del "Notiziario Cellue Staminali", edito ogni due venerdi' sul sito dell'associazione per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_137.html GOVERNO E PROMESSE Con ampio risalto mediatico il Governo, per bocca del suo sottosegretario alla Presidenza, Emrico Letta, ha dato grande evidenza ai risultati raggiunti ad un anno circa dal suo insediamento. Ovvio che chiedere all'oste com'e' il vino non si puo' che avere una risposta positiva. Una piccola analisi puo' servire. Si e' parlato a lungo del cuneo fiscale, di quella manovra, cioe', che doveva diminuire i costi del lavoro, rilanciare la produzione e offrire al lavoratore maggiori possibilita' di spesa. Le misure per le imprese, pero', esplicheranno il loro potenziale pieno nel 2008, i benefici per i lavoratori sono stati minimali perche' assorbiti nella riforma dell'Irpef e riguardano solo il 25% degli stipendiati. La doppia lenzuolata liberalizzatrice del ministro Bersani e' stata, appunto, una lenzuolata, con dubbi sull'efficacia di alcuni provvedimenti (vedasi l'abolizione del costo della ricarica dei cellulari), il nostro tasso di crescita e' sotto i livelli medi della zona euro, le esportazioni sono aumentate ma il mercato interno e' fermo anche a causa della mazzata fiscale, nazionale e locale, gli introiti sono si' aumentati ma non certo a causa della lotta all'evasione fiscale, che rimane ancora un bel desiderio. Insomma, di suonare le trombe della vittoria non e' proprio il caso, anche se il Governo si affanna nel ruolo di pifferaio. DROGA. LEGALIZZARE LA CANNABIS PER DISINCENTIVARE CONSUMO DI COLLE E LACCHE Ormai non passa giorno senza che venga lanciato l'allarme su qualche nuova droga. Ieri e' stato il caso di colle e lacche, a cui immediatamente si risponde ipotizzando nuove politiche proibizioniste e campagne pubblicitarie shock. Qualche mese fa era toccato alla salvia divinorum. Ma sono moltissime le sostanze legalmente in commercio che potrebbero avere proprieta' stupefacenti: benzina, vernici, gomma, plastiche, farmaci contro il raffreddore, e cosi' via. E' chiaro che la politica proibizionista non puo' funzionare, a meno che non si voglia proibire tutto cio' che potenzialmente da' il senso di alticcio. Forse sarebbe il caso di cominciare a chiedersi perche' i giovani sperimentano con successo sostanze apparentemente cosi' estranee al mondo della droga. A nostro avvisto, quello che incentiva questo comportamento e' il fatto che la persona che vuole questo senso di alticcio (che male ci sara' poi mai!) e' costretta a ricorrere a sostanze legali se non vuole rischiare il carcere. Legalizzare la cannabis potrebbe essere un modo per disincentivare il consumo di altre sostanze realmente pericolose e mortali, consumate per raggiungere una momentanea alterazione della coscienza. Insomma, molto meglio una canna del SuperAttack. GESTORI TELEFONICI 'LEADER' IN PUBBLICITA' INGANNEVOLE. L'ANTITRUST DENUNCIA MA PERCHE' NON BLOCCA SUBITO GLI SPOT MENZOGNERI COME QUELLI DI TIM? Fa bene l'Antitrust a denunciare il proliferare delle pubblicita' ingannevoli dei gestori telefonici che hanno comportato multe per 1,6 miliardi di euro, il 25% del totale. Fa bene, ma ci chiediamo: perche' continuano imperterriti a dare false informazioni al vasto pubblico, spendendo milioni di euro in spot televisivi e paginate di giornali? Perche' i gestori telefonici continuano ad essere leader in pubblicita' ingannevole? Perche' il guadagno che lo spot "menzognero" porta, supera di gran lunga la possibile multa. Anche perche', spesso, l'Authority interviene dopo settimane e settimane, periodo utile al gestore per accalappiare i vantaggi di questa pubblicita'. L'Antitrust, in particolare punta il dito sll'ingannevolezza dello slogan 'per sempre' . Giusto, ma perche' il gestore che lo ha piu' utilizzato, Wind, lo ha fatto per anni, nonostante le multe? Semplicemente perche' l'Antitrust non blocca gli spot non appena invadono tv e giornali. Proviamo a dare una mano all'Autorita'. La pubblicita' di Tim che pubblicizza le tariffe 'Tutto compreso' e' ingannevole, perche' non e' assolutamente vero che e' tutto compreso. Nello spot e' si lascia intendere che degli sms gratuiti siano compresi verso tutti e in tutte le versioni della tariffa (30/60/90). Invece, nelle versioni 'Tutto compreso 30' e 'Tutto compreso 60' di sms gratis neppure l'ombra. E non parliamo di un servizio poco utilizzato dagli utenti di cellulari. Nella versione 90, dei 900 sms gratuiti al mese, ben 700 sono da inviare verso 'i tuoi amici Tim' e solo 200 verso altri gestori. Infine una chicca. I minuti di telefonate incluse nel canone mensile sono 900 nella versione 90 e 600 nella versione 60. A questo punto uno pensa: nella versione 30 i minuti gratis saranno 300, invece no. Sono 250. Perche' l'Antitrust non interviene immediatamente? Non le sembra che lo spot in questione violi l'articolo 19, comma 2 del Codice del consumo (D.Lgs. 206/2005): 2. La pubblicità deve essere palese, veritiera e corretta? Su questo, ovviamente, abbiamo inviato una richiesta di intervento all'Autorita' per pubblicita' ingannevole. ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi AUSPICIO Sottratta alla disperazione di quelli che mi vogliono salvare, liberata dalla presunzione di voler salvare a mia volta, possa io sempre gioire della bellezza che promana dal vedere i miei limiti, e con riconoscente allegria essere in pace con tutto quanto -conosciuto o sconosciuto- ha palpito di vita. ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi La decomposizione sociale italiana: Roma antica e Roma moderna a confronto La grande Roma antica, la "grande" Roma moderna. Alcuni lettori hanno sentenziato: non regge il confronto. Tuttavia insistiamo, vi sono delle eccezioni. Pensiamo all'ascesa dell'anelata "democrazia popolare", conquistata dall'antica Roma verso il 500 a.C., proveniva dalla monarchia iniziata da Re Numa e finita da Tarquino, che era un discendente Etrusquo (abile politico, colto mediatore ), ultimo dei sette Re. Quello che si visualizza della Roma Repubblicana di quell'epoca, e', oggi, un continuo, logorante, silenzioso disfacimento degli Ordinamenti Repubblicani, e la decomposizione mortuaria della sua societa'. La vita Repubblicana Italiana odierna e' nata da momenti diversi, proveniva dalle sofferenze impresse e scolpite da una guerra mondiale, tanto inutile quanto errata. Ma Mussolini, come ogni "furbastro" Imperatore -ma non troppo-, seppe attingere il potere, soprattutto sull'onda delle necessita' di quel momento storico. Si invento' un mito, quello dell'Italiano Squadrista, oggi incarnato nel fenomeno del bullismo. La figura storica di Ettore Muti ne e' la prova inconfutabile. Ma i miti devono essere nutriti dalla sostanza. La sostanza non c'era, l'Italia oltre a subire la tenacia degli alleati anglo-americani, subiva le umiliazioni di Hitler, vero capo supremo dell'Italia perdente. Oggi, ci troviamo a 60 anni da quei momenti cosi' difficili per la vita di coloro che ci precedevano. Nel 1948 nacque la Repubblica Italiana. I primi periodi della sua storia, malgrado discutibili, non sortirono mai evenienze eclatanti. Dopo la grande ascesa del boom economico, vero miracolo non dell'Italia ma del sistema del mercato, negli anni 70 l'economia inizio', dopo una veloce salita, a pianeggiare. Si era creato gia' quello che oggi abbiamo scoperto essere il "falso capitale", ovvero i capitalisti senza portafoglio. La parte esclusa dal potere esecutivo, una certa sinistra vicino agli ambienti della vecchia U.R.S.S., sembrava avesse un distaccamento culturale armato, sotto forma di anti-Stato. Questo fenomeno alquanto strano, si "santifico'" in negativo con il rapimento prima e l'uccisione poi di Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse. Cosi' sembra, ma rimangono davvero molti dubbi ed ombre. Il giallo di Moro, per certi versi, si avvicina al giallo di Ettore Muti, gerarca capace e squadrista del Duce. Tutti e due, diametralmente opposti, avevano capacita' peculiari, la riorganizzazione dell'anima per la quale credevano. L'uno il fascismo politico con tutte le sue articolazioni, l'altro, l'identita' Repubblicana Statale, "fondata sul Lavoro". Chi ha assassinato questi due uomini? Molto probabilmente coloro i quali detenevano il potere ed avevano motivo di preoccuparsi di perderlo. La decomposizione Fascista nacque in quel preciso momento, la decomposizione della Societa' Repubblicana, quella "fondata sul Lavoro", ebbe inizio proprio da quel momento. Basta osservare la politica italiana degli anni Ottanta, che porto' poi fino a "mani pulite", per comprendere la realta' dei fatti. La societa' italiana odierna, impoverita, beffeggiata dai "Grandi Fratelli" e da "vallettopoli", ne e' esempio fondante. A differenza della Roma Repubblicana antica, quella moderna risulta decisamente peggiore e piu' complessa. I suoi ordinamenti, malgrado figlie del "diritto romano", hanno trovato un ulteriore allargamento del potere. Esso si e' diluito in una enormita' di sottopoteri, si' che nessuno potrebbe avere la possibilita' di accentrarne tali. Il lavoro Parlamentare e' qualcosa che non si capisce bene: non ha caso molti giornalisti -liberi- riferiscono di "parlamentari pianisti", cioe' un giorno vado io, l'altro tu ed io voto comunque anche per te e domani tu voti per me. L'Esecutivo, oltre alla sporadica se non unica evenienza calcistica catanese, dovrebbe pensare alla meno sporadica attivita' calcistica Parlamentare: come pescivendoli al mercato, fra urla, schiamazzi, insulti pesanti e volgarita' assortite; per non parlare delle risse, fra striscioni, sberle, pugni e calci... trovare una differenza con le curve dello stadio di calcio e' sempre piu' faticoso. A parte pochi capaci politici, come quello che ci ha appena lasciati Beniamino Andreatta e qualche altro, la maggioranza politica fa sbiancare in termini di incapacita', cafonaggine e rozzezza culturale. Un vero declino intellettuale, e lo vedremo. Ai tempi dell'antica Roma Repubblicana, c'erano personaggi notevoli, Cicerone, Catone e Caio Giulio Cesare. La lotta politica tra questi fu intensa. Cicerone era autenticamente quello che oggi e' la destra. Catone era un Nazional-Repubblicano, con un "blend" di qualche socialismo e molto Liberal . Ebbe la fortuna storica di essere considerato Uomo Giusto (anche Dante Alighieri nella Divina Commedia lo descrive cosi'). Potrebbe essere -con qualche fatica- considerato alla stregua di Marco Pannella, ma non mi dispiacerebbe metterci anche il bravo Tonino Di Pietro. Qualche critico storico riferisce di Catone come un "conservatore" attaccato ai poteri dello Stato, complice della decomposizione Repubblicana Romana. Questa critica molto tagliente, in effetti, funziona anche per Marco Pannella. Caio Giulio Cesare era piu' furbo di questi. Aveva compreso che per far politica bisognava "stare" dalla parte degli oppressi, ma solo fingendo, per poi "svincolarsi" al momento giusto e attingere il potere. Se c'e' un politico italiano che in buona parte incarna Caio Giulio Cesare, e' Bettino Craxi. Oratori grandiosi, sapevano trovare le parole giuste al momento giusto. Sapevano che in politica piu' ti fai grande dicendo bugie, piu' conquisti la gente. Erano capaci di dissimulare ogni momento difficile e fare grande anche le stupidita'. "Cesare-Bettino" avevano la montagna di soldi che li sosteneva nelle loro ascese politiche. Il piu' anziano prendeva il nome di Crasso, quello piu' giovane Berlusconi. L'uno aveva la concessionaria di Stato (!) per lo sfruttamento delle miniere, ma era anche un banchiere /strozzino, l'altro… e chi lo sa? Sappiamo che e' stato Editore di giornali e testate giornalistiche televisive, nonche' il medesimo proprietario. Il resto lo sapremo. Tra 300 anni, chi vivra' vedra'. A queste figure, se ne aggiungeva una quarta, si chiamava Catilina. Era un personaggio particolare, pertanto molti libri di storia lo colorano in modi diversi. Era espressamente un personaggio che oggi incarna Rifondazione Comunista. Le sue idee politiche erano ben inseguite da coloro i quali ne beneficiavano, i piu' bisognosi. Voleva togliere totalmente le tasse e creare una "retta" una per i diseredati, i poveri. Non lo sappiamo con certezza, ma probabilmente voleva restituire la Concessione dello sfruttamento delle propieta' dello Stato a tutti i cittadini, non come era in quel momento ad una oligarchia ben rappresentata. Catilina, visto in questa dimensione, e' davvero l'attuale Presidente Fausto Bertinotti. E noi asseriamo, molto meglio di Bertinotti: lo vedremo. Molti colorano Catilina come spregiudicato, capace di uccidere. Dimenticano che a quei tempi il significato di morte era molto vago. La dimensione esistente tra la vita e la morte era molto sottile e priva di contenuti. Anche la sofferenza umana, nel sacrificio della tortura, non aveva le medesime valenze che susciterebbe oggi. Cristo fu messo in croce dai romani. Ma essi prima di Cristo, di "poveri Cristi" ne avevano messi in croce a milioni. Basti pensare che in quel periodo ci fu un tentativo di sommossa tra gli schiavi e le bande di diseredati che si univano. Un po' come accade oggi, nei momenti di tensione sociale spuntano personaggi strani, con forte aspirazioni politiche. Quella sommossa decisa e forte, passo' alla storia. Gli schiavi erano centinaia di migliaia e tutti decisi a vendere carissima la pelle, un po' come i Talebani oggi, senza alcun timore di morire. Fu il ricchissimo Crasso, con le stellette di Generale, a guidare numerose Legioni contro un maggiore numero di schiavi combattenti guidati da Spartaco. La guerra fu estenuante con gravi perdite da parte dei romani, ma decimarono gli altri. Come se non bastasse, decisero di accerchiare il nemico per prenderlo vivo, volendo offrire loro una lezione esemplare. Fu cosi' che tutta la via Appia fu costellata di croci, con gli schiavi appesi agonizzanti. Ci vollero diversi giorni prima che questi "poveri Cristi" fossero tirati via dalla croce, a conferma della resistenza e della forza fisica che coronava gli uomini di quel tempo. Oggi, anche un Talebano non resisterebbe piu' di 12-15 ore, se in buone condizioni fisiche. Era una mossa necessaria -dal dire dei rappresentanti delle istituzioni di quel tempo- gli schiavi minacciavano l'integrita' dello Stato Repubblicano. Catilina, quindi? Da estremista, con voci cosi' populiste, trovo' larghi consensi tra quella parte del popolo che soffriva economicamente. Il foro Italico -oggi visibile nelle sue rovine dall'altura del Campidoglio Capitolino- era la City di Roma, sede delle attivita' politiche e degli scambi bancari. Questi si riunivano maggiormente nel sistema del prestito, dedito facilmente all'usura. Non esistendo regole democratiche moderne, lo strozzinaggio anche violento era il sistema . Ecco che Catilina, intelligentemente ma anche furbamente, inseguiva il consenso sulla deprecabile esistenza umana. Un pochino come Bertinotti, quando si "incapricciava" con la storia delle 35 ore di lavoro per gli operai. Ma in politica per vincere la campagna elettorale bisogna avere un gran budget economico. Cicerone aveva il vantaggio di essere gia' console, e la sua fetta elettorale era consolidata. Caio Giulio Cesare/Bettino Craxi, avevano rispettivamente Crasso e Berlusconi. Cosi' Catilina per tre volte di seguito arrivo' –usando una terminologia moderna- come il primo degli esclusi. Dietro si muovevano -come oggi- brogli elettorali, accordi dell'ultimo minuto. Ad esempio, lo stesso Cicerone, che molti amano, si prestava ai facili brogli, mentre Giulio Cesare preferiva di nascosto far convergere voti verso un alto personaggio che concorreva a fianco di Catilina. Questo perche' considerava Catilina un pericoloso estremista sognatore, capace di "trasportare" le grandi masse di diseredati alla guerra civile. Catilina tento' ben tre successive elezioni, fin quando –stanco- escogito' un colpo di Stato -la Congiura di Catilina -, un Golpe subito scoperto e smascherato. Catilina aveva promesso di azzerare i debiti della gente con le banche, ma voleva prendere con altri mezzi il potere per farlo. Non avendo elementi per far cadere l'esecutivo, come fece Fausto Bertinotti con l'ex esecutivo di Romano Prodi, penso' di far meglio. Fu cosi' che nacquero le parole di Cicerone in una delle sue orazioni piu' celebri passate alla storia, amore e dilemma di tanti liceali moderni: "Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?". ("fino a quando Catilina abuserai della nostra pazienza? Fino a quando questo tuo furore si prendera' gioco di noi? Fino a quando si manifestera' la tua audacia sfrenata?" ). Catilina/Bertinotti era stato scoperto, il golpe non era piu' a sorpresa. Tuttavia i suoi uomini non erano la "feccia " della societa' romana, come li chiamava lo spregiante Cicerone. Lo dimostrarono e combatterono con audacia da leoni, fino alla morte. Oggi di tutto cio' non rimane piu' nulla, di nulla. Per evitare "colpi di Stato" ovvero uscite repentine con le crisi di Governo, i Catilina vengono promossi a Presidente della Camera dei Deputati. Catilina, seduto in questa lussuosa e vellutata poltrona, si dimentica del suo passato, nella piu' ignobile delle dis-onesta' intellettuali. "Buffone, assassino, guerrafondaio", "Dalla non violenza alla base di Vicenza" e ancora: "Seminate i cadaveri, importate i papaveri. La vostra pace e' in Afghanistan". Cosi' studenti, giovani. Poco piu che ragazzini, illusi che un politico eletto in Parlamento sia solo un dipendente del cittadino. Come direbbe Beppe Grillo. Cosi' l'ingenuo serbatoio della Sinistra si rivolgeva qualche giorno indietro a Fausto Bertinotti, intervenuto a un convegno di Comunione e Liberazione all'universita' la Sapienza di Roma. Ma il Catilina di tanti secoli prima brillava a confronto del Catilina moderno. Dimenticando di essere Presidente della Camera, ha ostentato la sua natura nella piu' consona delle arretratezze verbali e, nella cafonaggine da osteria o da bar sport: "Buffone sei tu se dici cosi'. Chiedetemi scusa e non chiamatemi assassino". Ma un Presidente della Camera, non dovrebbe essere super-partes? Anche Piero Fassino "I fischi e gli urli non hanno mai reso piu' credibile un'opinione. Tanto meno quando coprono il vuoto di idee e di proposte" . Roba da pazzi -aggiungiamo noi-: proprio il Fassino! Lui che della terminologia di "vuoti di idee e di proposte" e' docente universitario, potendo scrivere i migliori testi al mondo! Siamo ormai alla putrefazione sociale. Certo a Fausto Bertinotti tutto questo brucia. Non gli avanziamo l'ipotesi che e' un assassino -non ne sarebbe capace in mancanza di coraggio, altro che Catilina!- ma che si sia servito dei voti degli ingenui elettori, di averli presi per il c… . Bertinotti sapeva bene che, una volta Presidente della Camera, non avrebbe potuto che far cosi'. In onore alla giustizia e alla liberta' … bla…bla…bla. La indecente supponenza di questa corrotta e super-corrotta classe politica sta nel costituire il potere, nella modalita' malsana piu' sprezzante e parassitaria. Hanno imparato a succhiare ed auto-alimentarsi, restando "in vita" -i voti- ma senza una reale approvazione di un elettorato . Quest'ultimo, ricattato, e' costretto a rassegnarsi alla alternativa che non esiste. Questi politicanti dalla politica insipiente, blaterante e indifferente, in quanto non ascoltano mai la "voce dal basso", si affannano nei contorsionismi verbali, nel sorridere facendosi belli, nel promettere senza dare, scrollandosi di dosso le fuliggini e gli scheletri che gli si muovono accanto, pur di non rivedere il potere riconsegnato nelle mani di un individuo che incarna la sintesi di tutto quello che, di una Res Pubblica, e' distruttivo. Roma Repubblicana antica, si decompose fino a scomparire, noi ci arriveremo per tempo. Ma se abbiamo i politici che ci meritiamo, anche i politici hanno i sudditi che si meritano. La decomposizione della societa' italiana e dell'intero Paese e' tutta qui. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Claudia Moretti e Marco Pieraccioli Rimborso sistema operativo Microsoft Windows: facciamo chiarezza Cerchiamo di fare chiarezza sull'annoso problema del rimborso del sistema operativo Microsoft Windows e su come la materia trovi regola e disciplina non solo nelle norme generali, per le quali la vicenda Microsoft stride e collide con i cardini del diritto contrattuale, ma nel contratto di acquisto vero e proprio, ovvero nella licenza di Windows OEM (la cosiddetta EULA). Cosa significa OEM e che cos'e' un software OEM La licenza d'uso dei programmi che viene definita OEM si trova direttamente ed esclusivamente preinstallata nel Personal Computer (PC) e quindi rivenduta dal produttore del PC stesso, a differenza della FULL o RETAIL che e' quella venduta autonomamente in scatola e direttamente dalla Microsoft. La sigla OEM, come si legge anche sul sito Internet della Microsoft (http://www.microsoft.com/italy/licenze/soluzioni/altre/oem.mspx), e' un acronimo che significa Original Equipment Manufacturer (ovvero produttore di apparecchiatura originale) e si riferisce in generale ai produttori di Personal Computer conosciuti a livello nazionale e internazionale. Quindi tale software prende nome dal fatto di essere gestito, modificato, personalizzato, preinstallato dal produttore del PC e lo distingue nettamente dalla versione FULL, direttamente gestita da Microsoft. Ed infatti le licenze d'uso sono differenti nelle due versioni. La caratteristica principale del software OEM e' che viene offerto all'utente finale gia' preinstallato sul PC. In questo modo l'utente, al momento dell'accensione del computer, trova il prodotto gia' funzionante, senza bisogno di alcuna operazione per l'installazione. Secondo quanto riferito da alcuni produttori, i sistemi operativi in dotazione con i propri prodotti sono licenze OEM, cioe' licenze con sistemi operativi ridotti al funzionamento della macchina stessa. Questa "riduzione" della versione di Windows preinstallata nel PC, viene effettuata direttamente dal produttore in modo che il software possa interagire al meglio con il proprio hardware. Quindi il passaggio da Microsoft all'utente finale avviene tramite l'OEM che "personalizza" il software per inserirlo nel proprio PC e venderlo poi all'utente finale. Questo dato viene evidenziato anche nel Certificato di Autenticita' (COA), l'adesivo che viene apposto sullo chassis del PC dal produttore stesso, nel quale si legge anche il nome dell'OEM. Il contratto di licenza di Microsoft Windows XP OEM (EULA) Quanto detto ci fa capire perche' nella licenza di Windows OEM (la cosiddetta EULA) viene riportato che si tratta di "un contratto intercorrente tra l'utente (una persona fisica o giuridica) e il produttore ("Produttore") del computer o di un suo componente ("HARDWARE") presso il quale l'utente ha acquistato il prodotto o i prodotti software Microsoft identificati nel Certificato di Autenticita' ("COA") accluso all'HARDWARE", e spiega anche il forte legame tra Microsoft e produttore. Non si e' mai sentito parlare infatti di casi in cui un produttore impugnasse o disconoscesse il valore di tale licenza, nemmeno in parte. Si legge ancora sul contratto: "Qualora l'utente non accetti le condizioni del presente contratto, non potra' utilizzare o duplicare il software e dovra' contattare prontamente il produttore per ottenere informazioni sulla restituzione del prodotto o dei prodotti e sulle condizioni di rimborso in conformita' alle disposizioni stabilite dal produttore stesso" e sempre nella stessa EULA si specifica che il produttore e' "il produttore del computer presso il quale l'utente ha acquistato il prodotto o i prodotti software Microsoft". Per quanto lineare appaia la clausola in questione, molti produttori di PC rifiutano il diritto dell'utente al rimborso, argomentando ad esempio che: 1. Il contratto in questione riguarderebbe solo l'utente finale e Microsoft, rispetto al quale il produttore sarebbe "terzo". 2. In ogni caso, la clausola citata non prevederebbe il rimborso in se' per se' ma la "richiesta di informazioni" sulla restituzione del prodotto e sul rimborso degli stessi. 3. E' a discrezione di ogni produttore scegliere se e come dar seguito alle richieste in questione. Non esisterebbe, dunque un diritto, ma una mera prassi che, di volta in volta, viene stabilita, nel se e nel come, unilateralmente dal produttore. In realta' il diritto al rimborso e' un vero e proprio diritto, a cui corrisponde il relativo obbligo del rivenditore di accettare la restituzione della licenza e restituirne il corrispettivo all'utente che non ne accetta le condizioni. Nessuno dei tre argomenti su citati ha pregio, argomenti che per altro si negano implicitamente l'uno con l'altro. Vediamo come. Validita' della licenza OEM (EULA) e opponibilita' al produttore hardware Il punto 1 sopra elencato trova chiara contraddizione nella lettera del contratto EULA e nella natura stessa delle licenze OEM, ossia quelle fatte e adattate da Microsoft appositamente per il produttore di hardware, il quale le commercializza assieme ai propri prodotti. Infatti nella prima riga del contratto stesso si legge: "Il presente Contratto di Licenza con l'Utente Finale e' un contratto intercorrente tra l'utente e il produttore del computer o di un suo componente hardware presso il quale l'utente ha acquistato il prodotto o i prodotti software Microsoft…". Non abbiamo alcuna ragione di pensare che parte contraente sia esclusivamente Microsoft. - In primo luogo, come precedentemente esposto, le licenze OEM sono appositamente create per i singoli e individuati produttori, gli OEM appunto. Quindi la vendita di questo prodotto software e' la vendita di un software fatto appositamente per quel produttore che lo vende accluso al proprio prodotto. Il produttore che oggi tenta di lavarsene le mani e' il medesimo che ha sottoscritto un contratto con Microsoft per riadattare e preinstallare il software per e nel proprio hardware. - In secondo luogo, l'acquirente legge e fa affidamento a quanto scritto nel contratto che trova inserito nel PC acquistato dal produttore e, se quanto ivi riportato non fosse ritenuto conforme al vero, sara' il produttore stesso responsabile dell'equivoco creato e dovra' esso stesso rivedere con Microsoft il contratto EULA che esso stesso commercializza. Se anche per assurdo, infatti, vi fosse errore essenziale sulla identita' del contraente, di tale equivoco –provocato– non puo' farne le spese l'utente estraneo ai rapporti fra i due produttori (software e hardware). Ma cosi' non e', laddove non si legge da nessuna parte che il contraente e' Microsoft, al contrario si legge che contraente e' il produttore. Non e' certo ipotizzabile che, nella situazione descritta, il produttore rivenditore della licenza OEM, dopo aver imposto all'utenza il pacchetto hardware-software, invochi oggi l'improbabile terzieta'! - In terzo luogo, qualora per assurdo e contro il dettame delle condizioni stesse, il rimborso di cui sopra venisse chiesto a Microsoft anziche' al produttore, la prima scaricherebbe la patata bollente su quest'ultimo invocando la medesima clausola. E l'utente si troverebbe di fronte alla situazione in cui spesso si trova, al cosiddetto rimpallo. - Infine, e' di tutta evidenza che l'invocata terzieta' collide apertamente con l'assunto -anch'esso assurdo- che il produttore sceglie se e come rimborsare l'acquirente in caso di mancata conclusione del contratto licenza: o il produttore e' terzo o e' vincolato dal contratto! Insomma, sia per ragioni letterali che per ragioni di interpretazione della volonta' delle parti contraenti, appare innegabile l'opponibilita' del contratto di licenza al produttore che lo rivende all'utente. Il diritto al rimborso trova la sua fonte proprio nel contratto di licenza EULA Con le argomentazioni 2 e 3 sopra elencate, alcuni produttori vorrebbero negare l'esistenza del diritto al rimborso per l'utente che rifiuta le condizioni scritte nel contratto di licenza EULA. Si nega che la frase "ottenere informazioni sulla restituzione del prodotto o dei prodotti e sulle condizioni di rimborso in conformita' alle disposizioni stabilite dal produttore stesso" implichi o presupponga che esista il diritto in questione. Ora, se il significato delle parole ha un senso, non v'e' chi non veda che chiedere e ottenere informazioni "sulle condizioni" di rimborso, presuppone l'esistenza del diritto al rimborso stesso. Infatti: 1. Se cosi' non fosse, se cioe' non si intendesse riconoscere un diritto in tal senso, la frase non sarebbe riportata in un contratto. Non avrebbe avuto alcun senso metterla nel contratto, che disciplina diritti e obblighi delle parti contraenti. Perche' chiedere informazioni sulle condizioni di un rimborso che non c'e'? 2. Se cosi' non fosse, inoltre, la frase risulterebbe attribuire un contenuto assolutamente aleatorio che, oltre che irrazionale e fuori contesto, risulterebbe invalidare del tutto detta clausola, in quanto clausola meramente potestativa ai sensi dell'art. 1355 codice civile, che prevede come nulle le pattuizioni che rimettono l'intera vicenda contrattuale nelle mani del mero arbitrio di una delle parti. 3. Se cosi' non fosse, infine, si potrebbe ravvisare una ipotesi di pubblicita' ingannevole e di responsabilita' pre-contrattuale per la tendenziosita' della clausola medesima, atta a generare legittime aspettative nell'utenza. Riteniamo che tale frase sia volutamente "vaga" perche' non puo' essere Microsoft ad imporre ad un produttore la modalita' con cui restituire i soldi al suo cliente, ma soprattutto per permettere al produttore di mettere in atto una ulteriore serie di vessazioni atte a rendere impraticabile la via della restituzione. Nei casi analizzati, le modalita' di restituzione prevedevano l'obbligo di inviare il PC (a spese dell'utente) ad un laboratorio del produttore, unico per tutta l'Italia, dove avrebbero proceduto con la cancellazione dell'intero disco di sistema e all'asportazione del COA dallo chassis, per poi ottenere un rimborso di circa 30 euro. E' evidente che l'onere di un costoso invio andata e ritorno di un oggetto cosi' delicato, il lungo tempo di alienazione del PC, la perdita di tutti i dati in esso contenuti ed il ridicolo rimborso, scoraggiano l'utente a portare a termine la procedura. Sarebbe invece sufficiente restituire il COA ed il CD ad un centro assistenza di zona o al negozio dove e' stato effettuato l'acquisto. Perche' la licenza e' vincolante per le parti e perche' deve essere accettata La reale volonta' dei contraenti trova una chiave di lettura univoca nella storia del contratto Microsoft e nei trascorsi di quest'ultima nelle Corti Usa e negli equivalenti del codice al consumo americani (UCC2b o UCITA). La licenza OEM regolante i contratti italiani non e' che la traduzione di quanto raggiunto da Microsoft Corporation con gli enti che si sono via via, in Usa e in Europa, trovati a confrontarsi con il suo uso/abuso di posizione dominante. In un recente articolo (http://www.microsoft.com/italy/pmi/legale/licenza_preinstallato.mspx) apparso sul sito Microsoft, vengono chiarite le condizioni indispensabili che devono essere contenute nei contratti a distanza del software per non essere ritenuti abusivi e quindi illegittimi: "Inoltre, come recentemente osservato da NIMMER(*), 'Shrink-wrap are enforceable contract', e' importante prendere atto che non si puo' ritenere sussistente un abuso contrattuale ai danni dell'acquirente quando ricorrano le seguenti condizioni e precisamente: i) l'acquirente sia informato o comunque abbia ragione di ritenere, fin nella fase dell'accordo iniziale, che il licenziante proporra' delle condizioni aggiuntive dopo l'accordo iniziale stesso; ii) l'acquirente sia informato di quale comportamento verra' ritenuto sufficiente dall'altra parte per ritenere perfezionato il consenso; iii) l'acquirente abbia l'opportunita' di conoscere le condizioni del contratto; iv) l'acquirente abbia l'opportunita' di rinunciare all'accordo una volta conosciutene le condizioni." Le condizioni del contratto vengono esplicitate all'utente soltanto quando si trova a casa con il PC disimballato e, alla prima accensione, gli appare davanti una schermata che riporta tutto il contratto scritto, con i bottoni "ACCETTA" e "RIFIUTA" in fondo alla pagina. Tutto questo avviene proprio come descritto nei punti III e IV di cui sopra, perche' se cosi' non fosse avremmo un abuso nelle modalita' di vendita del sistema operativo preinstallato, come anche eludere le conseguenze del rifiuto da parte dell'utente sarebbe un abuso. Vorremmo far notare che la clausola della rinuncia e del rimborso e' inserita anche nella EULA della versione FULL di Windows, ovvero quella distribuita direttamente dalla Microsoft non preinstallata sui PC. E' dunque evidente che non si puo' obbligare l'utente a tenersi il prodotto software che non vuole dopo averne rifiutato le condizioni del contratto all'atto della stipula: il contratto non e' perfezionato ed il rimborso di quanto gia' pagato e' inevitabile. Possiamo quindi ragionevolmente sostenere che ci siano solo due possibili conclusioni: o viene soddisfatta la clausola del contratto relativa alla rescissione che avviene non accettandone le condizioni al momento in cui ci viene proposto sul monitor del PC (con relativa restituzione e rimborso), oppure viene violata questa clausola negando il diritto dell'acquirente di rinunciare all'accordo relativo al software e quindi il contratto e' nullo e si ha diritto a restituirne l'oggetto ed ottenerne il relativo rimborso. Naturalmente solo il software e' vincolato da quel contratto, come riportato nella EULA stessa, l'hardware non e' vincolabile con leggi sul copyright essendo un bene materiale. Non si puo' pretendere di legare la restituzione del software a quella dell'hardware, non c'e' alcun legame tra i due elementi, come invece pretenderebbe alcuni produttori (evidentemente stimolati da Microsoft) che dicono di poter offrire solo il rimborso dell'intero pacchetto hardware/software, non esistendo una procedura per il rimborso del solo software: le procedure di rimborso non esistono in natura, vengono create dai commercianti (evidentemente solo a proprio vantaggio), quindi nessuno vieta loro di farne una per il solo software. Ma questo comprometterebbe i loro rapporti col grande partner Microsoft. Il mercato dell'hardware e l'obbligo dell'acquisto di Windows "Ma perche' non avete comprato un PC senza Windows?" ci viene chiesto. Come gia' detto, il diritto al rimborso deriva semplicemente dal fatto che le condizioni del contratto vengono conosciute dall'utente finale solo dopo l'acquisto, ma ci preme sottolineare comunque la situazione attuale del mercato dei PC. Comprando un computer oggi ci si trova nell'assurda situazione di non poter scegliere il sistema operativo con cui farlo funzionare, ma di doverlo comprare con il sistema operativo gia' installato da parte del produttore del PC e piu' precisamente con Microsoft Windows. Praticamente tutti i principali produttori di PC non offrono piu' all'acquirente la possibilita' di comprare il solo computer separatamente dal sistema operativo, e cio' e' particolarmente evidente nel settore dei portatili. E' vero che esistono alcune case produttrici che lo fanno ma sono per lo piu' marchi poco noti o modelli di fascia medio/alta. Quando si compra un computer, di solito, si da' molta importanza alla marca, dal momento che magari la conosciamo perche' abbiamo gia' avuto a che fare con quella ditta e siamo rimasti soddisfatti, oppure perche' un nostro amico esperto la conosce e ce la consiglia, perche' e' affidabile ed ha una ottima assistenza, perche' ha un buon rapporto qualita'/prezzo. Nessuno sceglie un computer perche' vi e' stato preinstallato un determinato sistema operativo anziche' un altro se non soddisfa primariamente i requisiti di fiducia, qualita', garanzia ed economicita'. Il sistema operativo non e' un componente secondario del PC, non si tratta di scegliere un processore piu' performante o un hard disk piu' capiente: il sistema operativo e' il programma fondamentale col quale l'utente si deve trovare in contatto, definisce il modo con cui l'utente deve usare il computer e determina il tipo di software applicativo che l'utente potra' installare per il proprio lavoro. Dal punto di vista economico invece il costo di un sistema operativo e' del tutto trascurabile rispetto all'hardware laddove lo si puo' ottenere gratuitamente o comunque a costi contenuti, sempre che addirittura non lo si possieda gia'. Vista quindi l'importanza di un sistema operativo si capisce come sia fondamentale per l'acquirente scegliere il proprio PC per le sue caratteristiche tecniche hardware e che non sia invece costretto a farlo perche' "contenitore" di un determinato sistema operativo preinstallato piuttosto che un altro o nessuno. E vista anche la scarsa rilevanza economica del sistema operativo, si capisce anche che per il produttore non c'e' nessun vantaggio economico ne' ostacolo tecnico a fornire PC senza sistema operativo. Il risultato di questa situazione e' che chi non vuole il sistema operativo che e' stato preinstallato sul computer che ha acquistato, e' costretto a toglierlo e buttarlo via a proprie spese, dal momento che un altro requisito fondamentale di questo software e' l'inscindibilita' commerciale dal PC col quale e' stato acquistato. E ribadiamo che l'inscindibilita' e' esclusivamente commerciale e deriva dal fatto che alcuni produttori ritengono che gli usi commerciali invalsi nel settore in funzione della domanda dei consumatori, abbiano portato a non considerare tali componenti come prodotti distinti. Da qui la prassi commerciale di considerali inscindibili dal punto di vista commerciale. Quindi nessun vincolo tecnico o legale, solo imposizione commerciale. E, forse, la domanda dei consumatori ormai e' cambiata. Per approfondire le problematiche derivanti da questa strategia molto aggressiva di monopolizzazione del mercato, vi invitiamo a leggere questo interessante articolo dell'avv. Carlo Piana apparso di recente su InterLex: www.interlex.it/copyright/c_piana9.htm Nota (*) L'articolo originale del prof. Nimmer si trova al seguente indirizzo: http://www.ipinfoblog.com/archives/licensing-law-issues-shrinkwraps-are-enforceable-contracts.html. Il prof. Nimmer e' Relatore della Commissione per la redazione dell'articolo 2b dell'UCC (Uniform Commercial Code, il codice di commercio degli USA - http://www.law.uh.edu/ucc2b) al fine di incorporare la licenza d'uso del software e di altri contratti intangibili sulla tecnologia all'interno dello stesso UCC. Oltre alla sua esperienza nelle nuove tecnologie, il professor Nimmer e' riconosciuto quale massimo esperto in materia di diritto commerciale. E' stato recentemente eletto quale membro dell'American Institute of Law, della Texas Bar Foundation, dell'American College of Commercial Finance Attorneys e del comitato direttivo della Computer Law Association. A questo link le nostre indicazioni su come rivalersi contro i venditori di software pre-installato: http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=129513 ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Infrastrutture. Cos'e' una rete telefonica e il dibattito sull'ultimo miglio Infrastruttura: un insieme di elementi strutturati in modo che uniti formino una struttura funzionante per uno scopo preciso. Le infrastrutture hanno di solito queste caratteristiche: costano (si pensi ad un'autostrada), sono spesso invasive per il territorio (centrali elettriche), occorre molto tempo per costruirle (binari su cui far passare i treni ad alta velocita'). Le infrastrutture sono essenziali per un Paese, perche' rappresentano la piattaforma su cui una moltitudine di attori puo' operare, sia per soddisfare i propri bisogni (i consumatori), sia per produrre altri beni e servizi (le aziende). Cerchiamo di rendere comprensibile il dibattito scatenatosi attorno alla vicenda Telecom Italia e alla rete di sua proprieta', dibattito fatto di frasi come: Basta col monopolio Telecom sull'ultimo miglio; scorporare la rete; avanti col modello inglese, ecc. La rete telefonica e' un'infrastruttura piu' leggera rispetto a strade e ferrovie, ma e' comunque costosa, moderatamente invasiva e con tempi di costruzione non immediati. Il sistema dei cavi telefonici, che prima faceva transitare solo la "voce" degli utenti, ora serve a far viaggiare anche altri tipi di contenuti: dati, immagini, video, suoni e tutto cio' che si trova su Internet. Una rete telefonica la possiamo scomporre in grandi e micro condotti. Per intenderci, i macro condotti sono assimilabili ad autostrade, strade statali e provinciali. I micro condotti sono le strade e stradine comunali, quelle che arrivano sotto casa. Questa parte della rete e' detta ultimo miglio. I condotti, grandi e piccoli, sono collegati tra di loro attraverso dei nodi (piccole o grosse centrali di smistamento del traffico e di collegamento tra i diversi condotti). In Italia, ci sono molti macro condotti e con diversi proprietari, anzi c'e' chi sospetta che le capacita' trasmissive superino le necessita'. Sui micro condotti, invece, c'e' un sostanziale monopolio di Telecom Italia. Ed e' questa parte della rete che sta creando il dibattito di questi giorni. L'ultimo miglio e' di proprieta' di Telecom che per legge deve affittarlo agli operatori alternativi. Questa situazione crea un vantaggio notevole al gestore che ancora oggi copre l'80% del mercato della telefonia fissa. Il dilemma e': al di la' di chi sara' il futuro proprietario di Telecom Italia, e' giusto mantenere nelle mani di questa azienda un patrimonio strategico per lo sviluppo del Paese? Anche in considerazione del fatto che Tronchetti Provera (l'attuale "proprietario"), privilegiando le sue necessita' finanziare, non ha effettuato i necessari investimenti per rimodernare la rete. Siccome e' antieconomico che tutti i gestori si mettano a piazzare fili telefonici casa per casa, duplicando cosi' l'infrastruttura, e' necessario trovare rimedi alla situazione di disfacimento in cui versa la rete, "grazie" a Telecom Italia. E' anche difficile pensare ad un veloce sviluppo di tecnologie alternative al doppino telefonico (fibra ottica, satellite, wimax, ecc.). Le soluzione sul tappeto sono diverse. Imitare il modello inglese? Spezzettare la rete (regione per regione o per macroregioni) affidando i vari pezzi a diversi gestori? Espropriare la rete a Telecom perche' rientri in possesso dello Stato? Vediamo di capire. Il modello inglese. Nel Regno Unito e' stato raggiunto un accordo tra British Telecom, ex monopolista, e l'Authority di controllo inglese, l'Ofcom, per lo scorporo della rete. In pratica la rete, pur rimanendo proprieta' di BT, e' trasferita a Openreach, una divisione distinta, anche contabilmente, che viene amministrata dall'Ofcom. Openreach cosi' affitta le infrastrutture a pari condizioni a tutti i gestori. Il modello ha prodotto buoni risultati anche per British Telecom che ha aumentato il valore in borsa del 40%. Il Governo e' favorevole a questa soluzione che e' intenzionato a dotare l'Agcom (l'Authority italiana) dei poteri necessari per procedere. Spezzettare la rete e/o espropriare. Sono soluzioni piu' radicali che avrebbero il vantaggio di spazzar via i vantaggi di cui ha goduto finora Telecom Italia e che tanti disagi ha causato agli italiani. ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA RESTAURARE UN IMMOBILE DETRAENDO IL 36% DALLE TASSE L'ultima finanziaria (Legge 296/2006, commi 387/388) ha prorogato per tutto il 2007 il cosiddetto "bonus ristrutturazioni", ovvero la possibilita' di detrarre dalle imposte sui redditi una parte delle spese sostenute durante l'anno per la ristrutturazione della casa. Le condizioni prorogate sono quelle in vigore dal 1/10/06 fissate dalla legge Bersani (248/2006) che ha portato la quota detrabile al 36% -precedentemente era del 41%- e reintrodotto l'iva ridotta al 10% sulle spese di ristrutturazione. Il tetto massimo di spesa consentito per calcolare l'agevolazione e' di 48.000 euro all'anno per ogni edificio in modo autonomo. Dal 1/10/06 il limite si riferisce solo all'edificio e non piu' anche alla persona fisica, quindi se vi sono piu' soggetti aventi diritto esso dev'essere diviso tra questi. Condizione importante per poter godere dei benefici e' che nelle fatture venga distinto ed evidenziato il costo della manodopera rispetto agli altri. RIEPILOGO PRINCIPI GENERALI DEL "BONUS RISTRUTTURAZIONI": Le detrazioni si possono effettuare per i lavori effettuati in case di abitazione e nelle parti comuni degli edifici residenziali nel corso dell'anno. Questo per ogni singolo immobile sul quale si siano effettuati lavori di manutenzione o di ristrutturazione. Attenzione, perche' nel caso in cui abitazione e pertinenza siano due unita' distinte, allora il limite massimo (48.000 euro) puo' essere raggiunto per ognuna delle due unita'. Nel caso invece in cui sia l'abitazione sia la pertinenza siano un'unica entita', allora il tetto massimo comprende i lavori effettuati in entrambi. Naturalmente, se all'inizio dei lavori l'unita' immobiliare e' una sola ed alla fine dei lavori fossero diventate due, fa fede il numero originario. Ogni anno, per dieci (cinque o tre, a seconda dei casi) anni, il contribuente detrarra' la quota di spesa relativa, nei limiti dell'imposta dovuta per l'anno in questione. Cio' significa che se la spesa annua detraibile risulta superiore all'Irpef che deve essere pagata, la detrazione sara' solo pari all'Irpef ed il resto della cifra andra' perso, non essendo recuperabile l'anno successivo (ne' tantomeno rimborsato!). Chi ne usufruisce Possono usufruire della detrazione tutti gli individui soggetti all'Irpef e non riguardano solamente i PROPRIETARI, ma anche tutti gli altri che siano titolari di diritti reali sugli immobili, e che ne sostengono le spese. Ecco le varie categorie legittimate alle detrazioni: - il proprietario od il nudo proprietario; - il titolare di un diritto di usufrutto; - il titolare di un diritto di uso; - il titolare di un diritto di abitazione o superficie; - il locatario; - il comodatario; - il familiare convivente del possessore o del detentore dell'immobile (se i bonifici e le fatture sono a lui intestati); - i soci di una cooperativa, sia essa divisa, indivisa o semplice; - gli imprenditori individuali, eccetto che per gli immobili strumentali o la merce; - l'acquirente che, nel caso di compromesso in fase di vendita, sia gia' immesso nel possesso ed esegua per se' i lavori (e' necessario che il compromesso sia gia' stato registrato e che l'acquirente indichi gli estremi di tale registrazione nell'apposito modulo di inizio lavori). Si puo' effettuare detrazione anche nel caso in cui i lavori siano effettuati di persona e quindi siano da detrarre solamente le spese di acquisto dei materiali Elenco dei lavori per i quali e' previsto in bonus fiscale - le spese sostenute per eseguire interventi di manutenzione ordinaria (*) nelle parti comuni di edifici residenziali, da dividere tra i condomini secondo le quote condominiali (non sono ammessi a determinare agevolazioni gli stessi interventi che, invece di essere effettuati su parti comuni, venissero invece attuati sulle proprieta' private -appartamenti o villette, cantine, soffitte, garage); - gli interventi di manutenzione straordinaria(*) realizzati su immobili di qualsiasi categoria (anche rurale); - le opere di restauro e risanamento conservativo; - i lavori di ristrutturazione edilizia sia per gli appartamenti singoli che per gli impianti condominiali. (*) Definizione ai sensi del "testo unico dell'edilizia" (d.p.r.380/01), art.3 comma 1 (lettere "a" e "b"): - interventi di manutenzione ordinaria: le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti; - interventi di manutenzione straordinaria: le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonche' per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unita' immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso; Esempi di - Opere di manutenzione ordinaria Finiture di edifici: riparazione, risanamento, sostituzione; Opere necessarie a mantenere in efficienza, o ad ottimizzarne il funzionamento- per gli impianti tecnologici esistenti; Il rifacimento dell'impianto elettrico ed idrico-sanitario; L'impermeabilizzazione di tetti od altre superfici esposte; La tinteggiatura di pareti, infissi, interni ed esterni, la verniciatura di portoni, la sostituzione di pavimenti. Il rifacimento di intonaco; La rimozione di maioliche; La costruzione di un soppalco senza aumento di volume e superficie; Il restauro di una veranda; La realizzazione di una piscina; Il restauro di cassette della posta; L'abbattimento di barriere architettoniche. - Opere di manutenzione straordinaria I lavori necessari a rinnovare o sostituire parti anche strutturali degli edifici; La realizzazione di impianti tecnologici od igienico-sanitari od il loro miglioramento (che non modifichino la volumetria dell'immobile ne' l'uso della struttura); L'installazione o riparazione di ascensori e dei relativi macchinari; L'installazione di scale di sicurezza; La realizzazione di scale interne; Il ripristino e la sostituzione del tetto e della copertura; Gli interventi finalizzati al risparmio energetico; La sostituzione di tramezzi esterni senza l'alterazione della tipologia dell'immobile; La sostituzione di infissi e serramenti o persiane con serrande od altro; Recinzioni della proprieta'; Sostituzione del tavolato del tetto; Rifacimento o riparazione delle colonne di scarico delle acque pluviali; Installazione di macchinari che abbiano la caratteristica di migliorare sicurezza, funzionamento ed utilizzo degli impianti. - Restauro e risanamento conservativo Tutti quegli interventi tesi ad assicurare la funzionalita' dell'immobile rispettandone gli elementi strutturali e di destinazione (consolidamento, ripristino e rinnovo degli elementi costitutivi); Interventi di eliminazione e prevenzione di situazioni di degrado; L'apertura di luci o finestre per motivi di aerazione; L'adeguamento di altezze nei solai, nel rispetto delle volumetrie esistenti; Inserimento di elementi accessori ed impianti necessari all'uso; Eliminazione di elementi estranei all'edificio; Controsoffittatura; Demolizione di talune strutture interne; Realizzazione di montacarichi; Rifacimento di pareti perimetrali; Rinnovamento totale del tetto. - Ristrutturazione edilizia Trasformazione di fabbricati che portino ad ottenere una struttura diversa dalla precedente; Demolizione e ricostruzione dell'immobile; Realizzazione di una mansarda o di un balcone; Trasformazione di balcone in veranda; Trasformazione di soffitta in mansarda od in vano abitabile; Modifica di mansarda mediante sopraelevazione del tetto; Modifica di facciata; Mutamento di altezza dell'edificio per realizzare locali abitabili; Aperture di nuove porte o finestre; Costruzione di servizi igienici ampliando superfici e volumi; Demolizione e ripristino di muri perimetrali; Rilevante modifica dei prospetti; Copertura con coppi del terrazzo. - Interventi ammessi al beneficio della detrazione ex art.31,legge 5/8/78 n.457: Realizzazione di posti auto - autorimesse; Eliminazione di barriere architettoniche (sia per le parti comuni che per le singole unita'); Opere tese al risparmio energetico; Opere finalizzate alla cablatura degli edifici; Opere finalizzate al contenimento dell'inquinamento acustico; Adozione di misure di sicurezza statica ed antisismica. Le spese che, OLTRE a quelle per l'esecuzione dei lavori, possono essere detratte sono: - progettazione; - prestazioni professionali; - messa in regola degli edifici (ex L.46/90 sugli impianti elettrici); - adeguamento degli impianti a metano (ex. L.1083/71); - sopralluoghi e perizie; - oneri di urbanizzazione; - relazione di conformita' dei lavori alle leggi vigenti; - acquisto dei materiali; - l'IVA , i diritti per le concessioni/autorizzazioni/denunce di inizio attivita', le imposte di bollo; - altri oneri eventuali collegati alla realizzazione dei lavori o degli impianti. Non sono invece detraibili: - gli interessi passivi derivanti da mutui (stipulati per effettuare i lavori di restauro); - interessi bancari su scoperti od altro; - trasloco dei mobili, spostati per permettere l'esecuzione dei lavori; - custodia per i mobili. Cosa fare per usufruire della detrazione Invio comunicazione inizio lavori e documentazione al Centro di Servizio Occorre inviare (per raccomandata a/r) o presentare la comunicazione di inizio lavori, prima (o contestualmente) dell'inizio degli stessi, all'Agenzia delle Entrate - Centro Operativo di Pescara - Via Rio Sparto 21 - 65100 Pescara (indirizzo unico per tutta Italia). Vanno allegati: - copia della concessione/autorizzazione/Dia (ove previsto); - dati catastali o fotocopia di domanda accatastamento; - fotocopia ricevute pagamenti ICI a decorrere dal 1997, se dovuta e se a richiedere le agevolazioni e' il proprietario od altro titolare di diritto di proprieta' (non pero' negli altri casi e neppure nel caso di lavori condominiali).; - fotocopia della delibera assembleare e della tabella millesimale per la ripartizione delle spese in caso di lavori in conodominii (nel caso di susseguenti aumenti dell'importo preventivato, occorre inviare una nuova tabella con ripartizione delle spese); - nel caso in cui i lavori vengano effettuati da soggetto non titolare di diritto di proprieta', come un locatore od un comodatario: dichiarazione di consenso del proprietario. E' possibile inoltre produrre una dichiarazione notoria sostitutiva ex art.4, L.15/68, che attesti il possesso di suddetta documentazione e la disponibilita' a mostrarla a richiesta, senza dover cosi' inviare per raccomandata tutti i summenzionati documenti. Comunicazione all'Azienda Sanitaria Locale quando previsto Nei casi in cui sia richiesta una comunicazione all'Azienda Sanitaria Locale (come si desume dalle relative leggi sulle norme di sicurezza nei cantieri) occorre inviarla, anch'essa tramite raccomandata a/r, indicando: -generalita' del committente i lavori; -ubicazione del luogo in cui essi avvengono; -natura dell'intervento; -informativa contenente i dati relativi all'impresa esecutrice delle opere; -dichiarazione di responsabilita' della ditta ed assunzione della stessa del rispetto agli obblighi in materia di sicurezza e contribuzione; -data d'inizio dei lavori. Pagamenti tramite bonifico Le spese detraibili devono venire pagate tramite bonifico bancario (indicando la causale del versamento), indicando anche il codice fiscale di chi effettua i pagamenti (indicandoli tutti se sono piu' persone a sostenere le spese ed a dover beneficiare delle agevolazioni), nonche' la partita IVA (od il codice) della ditta che riceve il pagamento. Nel caso di opere realizzate nei condomini, e' necessario indicare, come committente, sia il codice del condominio che quello dell'amministratore e, in mancanza, del condomino che provvede al pagamento. Le banche presso le quali vengono effettuati i bonifici bancari devono comunicare al fisco, entro il 31 luglio dell'anno successivo, gli elenchi delle transazioni relative effettuate. Nel caso in cui ci siano variazioni in corso d'opera come un intervenuto accatastamento del fabbricato rurale, modifiche sulla tabella millesimale oppure se i lavori superassero i 51.645,99 euro, ne andra' data comunicazione al Centro di Servizio. Frazionamento del beneficio per piu' anni Il bonus dev'essere ripartito, come regola generale, in dieci rate annuali dello stesso importo. Se il contribuente ha o supera i 75 anni e' resa possibile la detrazione in cinque anni, se ha o supera gli 80 le rate possono essere tre. In ambedue i casi, comunque, deve trattarsi di titolari di un diritto reale sugli immobili oggetto dell'intervento edilizio (non possono pertanto ridurre le rate gli inquilini o i comodatari). La scelta per la ripartizione della detrazione deve essere effettuata irrevocabilmente nella dichiarazione dei redditi relativa all'anno di imposta in cui la spesa viene sostenuta. Se le spese vengono sostenute in piu' anni, la scelta operata nella prima dichiarazione non e' vincolante anche per l'anno successivo. Al termine dei lavori Occorre trasmettere, per opere complessive superiori ai 51.645,99 euro, una dichiarazione di esecuzione dei lavori al Centro Operativo di Pescara. Essa dovra' essere inviata, per raccomandata a/r, entro il termine della presentazione della dichiarazione dei redditi dell'anno in cui sono stati terminati i lavori. Questa dichiarazione deve essere sottoscritta da un professionista (ingegnere, architetto o geometra) oppure da un tecnico abilitato. Nel caso in cui gli interventi abbiano riguardato parti comuni condominiali il contribuente, al posto di tutta la documentazione suddetta, puo' inviare una certificazione rilasciata dall'amministratore di condominio in cui lo stesso attesti di aver adempiuto a tutti gli obblighi previsti ed indichi la somma di cui il contribuente puo' tener conto ai fini della detrazione. Occorre anche conservare -per almeno i cinque anni successivi alla dichiarazione- le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese eseguite, nonche' le ricevute dei bonifici bancari. (La documentazione deve essere esibita a richiesta degli uffici finanziari). Ricordarsi di indicare l'opzione prescelta nella dichiarazione dei redditi. Motivi di decadenza Non puo' essere ammessa la detrazione nei seguenti casi (con conseguente perdita del diritto e recupero dell'importo detratto da parte degli uffici finanziari): -comunicazioni di inizio lavori non preventivamente inviata al Centro di Servizio; -comunicazione priva dei dati catastali dell'immobile; -mancanza di allegati relativi alle abilitazioni amministrative richieste dalla legge; -mancanza di fotocopia della domanda di accatastamento (in assenza di dati catastali) -mancanza delle fotocopie dei versamenti ICI; -non e' allegata la delibera assembleare e la tabella millesimale per le opere su parti comuni; -non e' allegata, quando richiesta, la dichiarazione di consenso del proprietario all'esecuzione dei lavori; -mancata comunicazione alle Aziende Sanitarie Locali quando obbligatoria; -mancata esibizione delle fatture o ricevute relative alle spese, ovvero del bonifico bancario; -intestazione di fatture o del bonifico a persona diversa dalla richiedente il beneficio; -pagamento non eseguito tramite bonifico bancario o postale; -opere difformi da quelle comunicate al Centro di Servizio, oppure non conformi alle norme urbanistiche od edilizie comunali; -violazione delle norme relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro, nonche' quelle contributive (eccetto che nel caso in cui il proprietario sia in possesso di dichiarazione di osservanza da parte della ditta ai sensi dell'art. 4, L.15/68, mostrando cosi' la propria buona fede); -mancato invio -quanto previsto- della comunicazione di esecuzione dei lavori al Centro di Servizio. Cosa succede se varia il possesso in corso d'opera Vediamo i vari casi in cui, prima che i cinque o dieci anni in cui si deve dilazionare della detrazione siano passati, avvengano dei passaggi di proprieta': nel caso di vendita il diritto alle detrazioni viene acquisito dal nuovo proprietario; nel caso di morte del titolare il diritto alla detrazione spetta agli eredi; nel caso di trasferimento dell'inquilino -o del comodatario- il diritto alla detrazione rimane eccezionalmente a colui che ha effettuato i lavori, anche se non abita piu' nell'immobile in questione; nel caso di donazione la detrazione spetta al donatario. LINK UTILE Puo' risultare molto utile la consultazione delle informazioni presenti sul sito dell'agenzia delle entrate: http://www.agenziaentrate.it/ilwwcm/connect/Nsi. E' probabile che a breve vi sara' pubblicata una guida fiscale sulle agevolazioni, che al momento opportuno non mancheremo di segnalare in questa scheda. Novita' importante: La Finanziaria 2007 non ha prorogato (nonostante nella prima stesura del disegno di legge il rinnovo fosse previsto) il bonus fiscale in caso di acquisto di un edificio ristrutturato o in corso di ristrutturazione. Questa agevolazione, che era del 41% (diventata il 36% il 1/10/06) calcolato sul 25% del prezzo dell'immobile, e' quindi cessata al 31/12/2006. Ricordiamo che i requisiti per beneficiarne erano la fine dei lavori entro il 2006 con vendita o assegnazione entro il 30/6/2007 (fa fede l'atto di rogito). Maggiori informazioni si trovano sul sito dell'Agenzia delle entrate, in una pratica guida fiscale. (Barbara Vallini e Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. 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