AVVERTENZE ON LINE Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori, edito da Aduc - associazione per i diritti degli utenti e consumatori Avvertenze numero 2006-20 del 15 Ottobre 2006 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze - tel. 055290606 fax 0552302452 URL: http://www.aduc.it - Mailto: aduc@aduc.it A cura dell'ufficio stampa dell'Aduc In questo numero: - Editoriale. Le Authority asservite al potere. Come contribuiscono allo sfascio del Paese http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=202 - Le petizioni dell'Aduc - Notizie Telex http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=2&ed=202 - News dall'Europa e dall'Italia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/newtex.php?tipo_id=1&ed=202 - Le iniziative nella prima quindicina di ottobre http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=202 - La scheda. CONTRATTO DI COMODATO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=59840 - La pulce nell'orecchio. NO ES PARA MI. OVVERO: VIVA LA SEMPLICITA' http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? La passeggiata del deserto http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Il consumatore e' vittima inerme dei call center della telefonia? Ecco cosa non va nel codice al consumo. Proposte di riforma. Parte prima http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche due quotidiani, un Quattordicinale, un sito di consulenza finanziaria, un sito sulle tematiche dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, e un sito per i diritti degli immigrati in Italia editi dall'Aduc: - Usi&Consumi-quotidiani http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Notiziario Droghe-quotidiano http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Notiziario Cellule Staminali-quattordicinale http://staminali.aduc.it Quattordicinale di approfondimento e di notizie per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Vivere&Morire – eutanasia, cure palliative, liberta' terapeutica http://www.aduc.it/dyn/eutanasia Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Immigrazione – per i diritti degli stranieri in Italia http://www.aduc.it/dyn/immigrazione ------------------------------------------- EDITORIALE Le Authority asservite al potere. Come contribuiscono allo sfascio del Paese Siamo arrivati alla conclusione che le Autorita' Garanti sono tra le principali responsabili dello sfascio delle nostre istituzioni e della nostra economia. Le principali sono sei: Autorita' Garante della Privacy, Autorita' per l'energia, Antitrust, Consob, Autorita' nelle Comunicazioni, Isvap. Si tratta di soggetti istituiti con l'obiettivo di regolare e di evitare che nel proprio ambito di competenza non si verifichino casi di sopraffazione del piu' forte sul piu' piccolo, permettendo a tutti di vedere i propri diritti/interessi salvaguardati. In passato, in buona compagnia, abbiamo creduto che le Autorita' Garanti non avessero gli strumenti legislativi per farsi valere nei confronti di chi viola le norme su cui loro dovrebbero vigilare. Ci sbagliavamo. Lo ammettiamo e ne prendiamo tristemente atto. Non sono le leggi che evitano alle Authority di operare efficacemente, ma e' la loro predisposizione ad asservirsi o meno al potere e non ad esserne i controllori. E ve lo dimostriamo. Partendo dalla decisione dell'Autorita' Garante della Privacy di impedire la trasmissione tv sui consumi di droga in Parlamento da parte della trasmissione tv "le Iene" che e' il tassello finale per intonare il "de profundis" su questo ennesimo capitolo infelice della nostra Repubblica. Finora quella della Privacy si era distinta in positivo, forse perche' la gestione di Stefano Rodota' era piu' garantista e indipendente di quella dell'attuale presidente Francesco Pizzetti (dato come "uomo" di Romano Prodi). Il Garante ha bloccato la trasmissione, ma anche uno studente del primo anno di Giurisprudenza ha compreso che non si trattava di tutelare la privacy di 50 parlamentari (i nomi dei singoli deputati risultati positivi al test sulle droghe non li conoscevano neanche i realizzatori della trasmissione), ma solo di omaggiare il Palazzo (o se si preferisce il Potere). Appunto. E cosi', oggi, il cittadino utente e consumatore non solo non ha piu' punti di riferimento istituzionali, ma quelli che ci sono rappresentano, nella maggior parte dei casi, dei veri e propri ostacoli all'affermazione dei diritti. Ecco alcuni esempi, relativi alle altre Authority, che ci hanno portato a questa conclusione. - Autorita' per l'energia. Con l'Italia tutta al buio dopo il blackout del 28 settembre 2003, questa Autorita' ha di fatto impedito che i responsabili indennizzassero le vittime. Impedimento che e' continuato nonostante numerose sentenze della magistratura che hanno condannato l'Enel. Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'? - Antitrust. a) Alle numerose denunce sul fatto che la Rai continua a chiamare canone o abbonamento la tassa sul possesso di un apparecchio tv, e su questo a imbastirci gigantesche campagne pubblicitarie, ha bocciato qualunque ricorso sostenendo che tutti sanno che con la parola canone si intende il pagamento di quella tassa (un giretto sul nostro settore "Cara Aduc" del nostro portale Internet, con le domande e le indignazioni dei cittadini, farebbe cambiare idea anche al piu' trinariciuto). b) il piu' che palese conflitto di interessi della Telecom nel fornire in regime di monopolio il servizio di ultimo miglio ai suoi diretti concorrenti, non viene considerato tale. c) il monopolio di Microsoft nei sistemi operativi obbligatoriamente associati all'acquisto di un computer, non e' tale perche' chiunque –secondo l'Antitrust- puo' acquistare un pc senza questo sistema operativo o farsi rimborsare il dovuto dopo aver chiesto di disinstallarlo (peccato che per ottenere cio' occorre fare causa in tribunale....). d) il monopolio di Sky nella pay-tv e' come se non esistesse. Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'? - Consob. A fronte di centinaia di migliaia di risparmiatori gabbati o truffati da prodotti del cosiddetto risparmio gestito (MyWay-4You del Mps in testa), non ha fatto nulla per impedire che si continuasse a proporli o si riproponessero sotto diversi contenitori. Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'? - Autorita' delle Comunicazioni. Le offerte/truffe di tutti gli operatori telefonici (TelecomItalia in testa) fatte attraverso l'"appioppamento" di servizi o modifiche contrattuali non richieste, rimangono impunite e continuano in forme e metodi sempre piu' lesivi delle norme e del buon diritto. Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'? - Isvap. Il suo ruolo e' da tempo snaturato dall'effettivo agire. Anziche' tutelare il mercato e gli assicurati, e' occupata a garantire i privilegi delle compagnie assicurative. Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'? Di fronte a questo sfascio istituzionale e giuridico, il cittadino e' sempre piu' senza strumenti di rivalsa che non l'ordinaria giustizia (molto spesso impraticabile perche' ormai "alla canna del gas"). Per cui c'e' poco da stupirsi se ci sono manifestazioni di totale sfiducia istituzionale e fiscale nei confronti di chi ci amministra. Ma noi non molliamo. E su questo facciamo un appello a non essere lasciati soli: per combattere questo malaffare abbiamo bisogno di piu' forza nelle istituzioni e fuori. Il confronto e' aperto! (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono cinque, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai PER LA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO La petizione chiede al Presidente della Camera di sollecitare i presidenti delle competenti commissioni parlamentari affinche' la proposta di legge stilata dall'Aduc sia inserita quanto prima al loro ordine del giorno e sia avviata la discussione http://www.aduc.it/dyn/farmaci ------------------------------------------- NOTIZIE TELEX MONDO / Le staminali kamikaze uccidono il tumore Dopo le staminali buone e quelle cattive ecco le kamikaze. Le prime sono la riserva vitale di cellule giovani dentro organi e tessuti e servono ai processi di rinnovamento. Le cattive sono le staminali del tumore a cui il male attinge per espandersi nel corpo. Le “kamikaze”, scoperte dai ricercatori del MD Cancer Center di Houston, vengono “programmate” per attaccare le masse tumorali. Presto partira' la sperimentazione sull'uomo. ITALIA / Al Sud un bimbo su due nasce col cesareo Troppi cesarei. Piu' del 35% contro una soglia consigliata dall'Oms del 15%. E nelle cliniche private convenzionate si arriva al 57%. Il fenomeno e' particolarmente allarmante al Sud, dove un bimbo su due nasce col cesareo. Contro questi eccessi (dettati a volte da interessi poco nobili) la Societa' italiana di ginecologia rilancia il parto indolore, grazie anestesia epidurale. Un disegno di legge per renderlo gratuito e' gia' pronto. ITALIA / Eutanasia: iniziativa di Pannella “Se Piero Welby decidesse di voler morire, seguendo quello che la sua etica, la sua moralita' e liberta' gli chiede, io sarei disposto a staccare la spina. Un gesto di rispetto della vita e dei principi di civilta' che oggi sono negati dal Vaticano”. Non usa mezzi termini Marco Pennella pensando all'amico immobilizzato a letto dalla distrofia muscolare. La Rosa nel pugno ha promosso una proposta di legge per legalizzare l'eutanasia. MONDO / Un terzo del pianeta si trasformera' in deserto entro il 2100 Un terzo del pianeta si trasformera' in deserto entro il 2100, prevede il centro Hadley di ricerche e previsioni sul clima, dipendente dall'Ufficio metereologico britannico. E' la prima volta che, grazie a un potentissimo computer, e' stato quantificato il rischio di siccita' indotta dai mutamenti climatici. La notizia, pubblicata da The Independent, vuole sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo ai disastri della desertificazione. USA / Le malattie sono facili a trasmettersi Tenersi alla larga dalle persone malate non mette al riparo da batteri e virus, come dimostra un esperimento della University of Virginia Health System. Se una persona raffreddata passa un po' di tempo in una camera d'albergo, da sveglia e anche la notte, l'indomani su un terzo degli oggetti che ha toccato restano i germi; e l'esperimento successivo dimostra che i germi sopravvivono abbastanza a lungo per contagiare il nuovo ospite. MONDO / Gli atenei italiani assenti dalla classifica delle migliori universita' Allo straripante predominio delle Universita' degli Stati Uniti si contrappone la Gran Bretagna, che conquista con Cambridge ed Oxford il secondo e terzo posto. Bene anche la Cina, si difende il Vecchio Continente che occupa oltre 40 dei primi 100 posti. Non pervenuta l'Italia. Si tratta della classifica annuale delle migliori universita' del mondo redatta da Times Higher Education Supplement (Thes). Al primo posto Harvard (Usa). SVIZZERA / L'88% delle famiglie naviga su internet Prosegue la marcia trionfale delle nuove tecnologie, indica l'ultima rilevazione Igem. E il motore della crescita sono i giovani sotto i 25 anni che fanno grande uso di Mp3-Player, messaggini Sms, videogiochi sul cellulare, brani musicali e film scaricati da Internet. In famiglia: un televisore su cinque e' al plasma; il 10% possiede un "home-cinema"; l'88% naviga in Rete (2/3 via Adsl o cavo); il 90% possiede un telefonino. AUSTRIA / Cioccolato al latte di cammella: dal 2007 nei negozi Per fare un buon cioccolato ci vuole il giusto amalgama di cacao, zucchero, latte, burro di cacao. Il cioccolataio austriaco J.Georg ha sperimentato il latte di pecora con buoni risultati, e ora punta a quello di cammella: in una spedizione asiatica ha trovato la migliore qualita' negli Emirati Arabi Uniti. Burocrazia permettendo, nel 2007 dovrebbe riuscire a commercializzare "Nassma", il cioccolato al latte di cammella. ITALIA / Prima comunita' di recupero per cocainomani Basta meno di un mese per tagliare la fase acuta della dipendenza da cocaina: 28 giorni e' infatti il periodo massimo di soggiorno previsto nella prima comunita' italiana per cocainomani che nascera' vicino a Genova la prossima primavera. La terapia non prevede l'uso di farmaci. L'iniziativa e' della comunita' Saman. I cocainomani in Italia sono stimati in 720 mila (dato 2005) oltre il doppio rispetto al 2001. S. AFRICA / Lotta all'Aids: sara' dimissionata la ministra inadeguata La ministra sudafricana della Sanita' e' un ostacolo per la lotta all'Aids del Paese. Le sue convinzioni in materia, ossia che l'Aids si combatta con una buona alimentazione e i rimedi tradizionali, sono da tempo il soggetto preferito dei caricaturisti locali. Ora il Governo sembra deciso ad assecondare le numerose richieste di dimissioni di M.Tshabalala-Msimang, la signora che suggerisce aglio e limone al posto degli antiretrovirali. AUSTRIA / I monaci fanno pubblicita' per portare nuove leve nei conventi "Pregare puo' essere piacevole. Nessuno vi puo' interrompere con le chiacchiere". Frasi di questo tipo campeggiano su 400 manifesti affissi nel circondario di Vienna, con cui gli ordini religiosi tentano di convincere che monaci e frati non sono solo "brave persone un po' ingenue", ma individui competenti in molti campi -dalla sanita' all'insegnamento. Un invito a chi, stressato dalla vita moderna, potrebbe anche scegliere il convento. CILE / Pillola del giorno dopo alle minorenni Dal 2 settembre, le adolescenti cilene dai quattordici anni in su possono ottenere gratuitamente la "pillola del giorno dopo" senza autorizzazione dei genitori. All'iniziativa della presidente M.Bachelet si oppone la Chiesa, che ha grande influenza in un Paese dove il divorzio e' legalizzato solo da due anni e l'aborto resta illegale. Ma forse conviene riflettere sulle 40.000 gravidanze l'anno tra le ragazze sotto i 19 anni. FRANCIA / Mega causa contro i gestori di telefonia mobile La giustizia francese e' alle prese con un affare senza precedenti per dimensione. L'associazione dei consumatori "Ufc-Que Choisir" ha noleggiato quattro furgoni, li ha riempiti con i reclami di 12.500 clienti insoddisfatti della telefonia mobile e li ha depositati in tribunale. La somma richiesta e' di almeno 750.000 euro per operatore, accusati di aver costituito cartello per tenere i prezzi artificiosamente alti. ----------------------------------------------------------------- NEWS Notizie istituzionali dall'Italia e dall'Ue SPAGNA / A buon punto la nuova legge sui diritti dei consumatori E' a buon punto la nuova legge sui diritti dei consumatori. La Commissione parlamentare "Sanidad y Consumo" ha approvato le norme che dovrebbero salvaguardare i consumatori da pratiche abusive -come l'arrotondamento dei prezzi nella telefonia, la pubblicita' ingannevole sui biglietti aerei, gli ostacoli messi in campo dalle aziende al momento di fornire il servizio richiesto. U.E. / Dazi sulle scarpe cinesi L'Unione Europea ha siglato un accordo che prevede misure antidumping sull'importazione delle scarpe dalla Cina e dal Vietnam per un periodo di due anni. Rispettivamente i dazi saranno del 16,5% per le scarpe cinesi, del 10% per quelle vietnamite. ITALIA / La Corte Ue mette sotto accusa l'Rc auto L'Rca italiana finira' sul banco degli imputati della Corte di Giustizia Ue. Bruxelles contesta l'obbligo a contrarre imposte alle compagnie. In particolare e' ritenuto lesivo del principio di libera concorrenza l''obbligo di offrire polizze a copertura di tutti i rischi e in tutte le regioni. Sotto valutazione anche i poteri “eccessivi” dell'Isvap sulle compagnie straniere. ITALIA / Telecom Italia deve pagare 5 mila euro per danni esistenziali Il tribunale di Genova ha condannato la Telecom a pagare 5000 euro per danno esistenziale e altri 5000 euro per spese legali a favore di un utente. Il danno esistenziale e' stato motivato dai giudici per la mancanza di risposte chiare e affidabili e per l'esasperante inerzia 'tecnica' del soggetto, da cui dipende la fornitura di un servizio essenziale. La causa era nata da una mancata voltura richiesta dall'utente. U.E. / Autorizzato il primo farmaco transgenico Notizia quasi nascosta. Invece e' una tappa significativa: a giugno l'Agenzia europea per la valutazione dei medicinali (Emea) si e' detta favorevole alla commercializzazione del primo farmaco transgenico. Si chiama ATryn e contiene una proteina umana anticoagulante presente nel latte di capre geneticamente modificate. In agosto la Commissione europea ha avallato il parere di Emea, cosi' ATryn dovrebbe essere sul mercato nel 2007. GERMANIA / Tumore all'utero: disponibile il primo vaccino Ci sono voluti piu' di trent'anni tra la scoperta del primo vaccino anti-cancro e la sua autorizzazione. Ma finalmente, dal 6 ottobre e' disponibile sul mercato tedesco il vaccino contro il tumore all'utero. Si chiama "Gardasil", e' prodotto da Sanofi Pasteur Msd, promette di preservare le giovani donne dal secondo tumore per frequenza dopo quello al seno (colpisce 6.500 donne l'anno in Germania). Bastano tre punture. U.E. / Trucioli nel vino consentiti nell'Unione. Salvi i doc italiani L'Europa apre ai trucioli ovvero all'uso di frammenti di legno di quercia per invecchiare il vino. La decisione e' stata varata dalla Commissione europea. Gli esperti Ue tengono a sottolineare che l'uso, a precise condizioni, dei frammenti di quercia permettera' ai viticoltori europei di competere ad armi pari con americani, sudafricani e australiani che ricorrono gia' ai trucioli. Salvi i doc italiani. AUSTRIA / Notai e spazzacamini troppo protetti e l'Ue apre un contenzioso C'e' un contenzioso tra Commissione europea ed Austria relativo a notai e spazzacamini. La legislazione austriaca e' protezionista al punto che le due professioni sono esercitate in regime di sostanziale monopolio. Per i notai, l'Austria (ma non e' la sola) giustifica le restrizioni con il criterio di "attivita' di elevato profilo", che Bruxelles non condivide; per gli spazzacamini, una legge fissa vincoli territoriali. ----------------------------------------------------------------- LE INIZIATIVE dal 1 al 14 ottobre 2006 EUTANASIA. DON MAZZI: ELUANA ENGLARO UN CASO DI ACCANIMENTO TERAPEUTICO In una intervista pubblicata su Vivere & Morire (http://www.aduc.it/dyn/eutanasia), spazio quotidiano edito dall'Aduc dedicato al tema dell'eutanasia e della liberta' terapeutica, don Antonio Mazzi, Presidente della Fondazione Exodus Onlus, ha affermato che Eluana Englaro rappresenta un caso di accanimento terapeutico. La Englaro si trova in stato vegetativo dal 18 gennaio del 1992, quando verso le quattro del mattino la sua auto si e' schiantata contro un muro nei pressi di Lecco. "Quasi sempre c'è l'accanimento terapeutico in questi casi -ha detto don Mazzi- e qui bisognerebbe capire cosa intendiamo per accanimento terapeutico e fino a che punto ne vale la pena perche' c'e' una vita di mezzo. Ma certamente in questi casi c'è accanimento terapeutico". Don Mazzi ha aggiunto: "mi ricordo che Madre Teresa alla fine si lamentava di sentirsi come un albero di Natale perche' era piena di canne, cannucce, cannette. E' per quello che noi su queste cose dobbiamo essere molto attenti, molto umili e lasciare il punto di domanda". Don Mazzi ha anche affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva il diritto di chiedere che il tema dell'eutanasia sia dibattuto. Qui il testo integrale dell'intervista: http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/arti.php?id=156281 DIVIETO DI ACQUISTO ALCOLICI PER I MINORENNI... COME INCREMENTARE L'ILLEGALITA'... Quando i genitori non riescono a comunicare con i propri figli, che fanno? Una volta passavano alle mani, oggi per fortuna molto meno, ma continuano a funzionare i divieti: "questo non devi farlo, e' per il tuo bene, se ti pizzico...". Puntualmente tutti i ragazzi al di sopra di una certa eta' (essenzialmente sopra i 13-14 anni) fanno quello che i loro genitori hanno vietato, di nascosto e, in genere, correndo piu' pericoli anche perche' non si confrontano con i genitori sui pro e i contro di certi comportamenti. Nel nostro caso i genitori si chiamano Stato ma i figli sono i medesimi. Come lo stesso e' il metodo e la conseguente reazione dei ragazzi. Una motivazione di chi si e' fatto paladino del provvedimento, come i ministri Livia Turco e Giovanna Melandri, e' che in questo modo ci siamo allineati agli altri Paesi europei... e tutti dovrebbero dire qualcosa del tipo "ah beh, allora...". Peccato che nella maggiorparte di questi Paesi (Gran Bretagna, Irlanda, Paesi scandinavi, etc...) dove vigono questi divieti, l'alcolismo -quello minorile in particolare- e' uno dei principali problemi sanitari, tutt'altro che in discesa. Quindi il nostro Paese si e' allineato al metodo degli altri... dove questo metodo sembra non funzionare. Bella scelta! Il nostro ministro della Salute riesce a fare l'Europa unita per incrementare i consumi degli alcolici, ma non fa l'Europa unita, per esempio, sulla ricerca con le cellule staminali embrionali, sulla liberalizzazione delle vendite della pillola del giorno dopo, sull'approvazione del farmaco abortivo RU486... e tante altre cose sanitarie che, in quei Paesi che sono stati portati ad esempio per l'alcool, fanno invece bene alla salute dei cittadini: W l'Europa unita, nel peggio!! Possibile che la questione delle droghe illegali (cannabis soprattutto) non abbia insegnato nulla? Evidentemente si', visto la continua illegalita' di queste sostanze e l'aumento costante dei consumatori. Ed e' cio' che accadra' con le bevande alcoliche, perche' inasprendo i divieti, i consumi, tra i minorenni saranno piu' attraenti, piu' ricercati e, soprattutto, vissuti in segreto, clandestinita', senza confronto con le famiglie e le istituzioni. Noi ovviamente non abbiamo ricette miracolose, ma siccome con l'alcool ci piace convivere a tutti, riteniamo che si debba e si possa fare nel modo piu' gioioso e meno pericoloso: con l'informazione, la conoscenza, la consapevolezza e il rigore dei divieti dove gia' ci sono ed e' giusto che ci siano (alla guida per esempio). FISCO E FINANZIARIA. AUMENTI PER TUTTI. SCONTI PER I POVERI PARI A MEZZO CAFFE' Ci provo' Silvio Berlusconi che, in vista delle elezioni del 2001, promise agli italiani una riduzione delle tasse: al 23% fino a 100mila euro e al 33% oltre i 100mila euro di reddito. Come e' noto, non se ne fece nulla. Ci riprovo' Romano Prodi che, in vista delle recenti elezioni, promise di non aumentare le tasse. Invece l'aumento, con l'attuale Finanziaria c'e' ed e' per tutti. Vediamo. * I redditi da 15.000 a 26.000 euro saranno tassati al 27% invece che al 23%, come era in precedenza, con un aumento del 4%. I contribuenti interessati sono circa 9 milioni. * I redditi da 26.000 euro a 33.500 euro saranno tassati al 38% invece che al 33%, come era in precedenza, con un aumento del 5%. I contribuenti interessati sono circa 1,5 milioni. * I redditi da 55.000 euro a 75.000 euro saranno tassati al 41% invece che al 39%, come era in precedenza, con un aumento del 2%. I contribuenti interessati sono circa 600.000. * I redditi compresi tra 75.000 euro e 100.000 euro saranno tassati al 43% invece che al 39%, come era in precedenza, con un aumento del 4%. I contribuenti interessati sono circa 250.000. Come si vede la fascia piu' colpita dall'aumento percentuale e' quella che va da 26.000 a 33.500 euro, vale a dire un introito mensile lordo da 2.100 euro a 1.800 euro, che al netto dell'attuale tassazione significa 1.400 euro e 1.800 euro. Con la nuova tassazione l'introito netto diminuira' a 1.300 euro e 1.600 euro. Inoltre chi ha un reddito di 15.000 euro (con la nuova tassazione un netto mensile di 962 euro) avra' uno "sconto" annuale di 111 euro, che significa 0,30 euro al giorno. Meno del costo di un caffe! Che bufala!!! TESTAMENTO BIOLOGICO ED EUTANASIA. CONFERENZA STAMPA DELL'ADUC, ROSA NEL PUGNO E ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI In una conferenza stampa svoltasi oggi a Montecitorio, e' stata presentata la proposta di legge sul testamento biologico elaborata dall'Aduc in collaborazione con l'Associazione Luca Coscioni. Il testo della proposta di legge, presentata e illustrata dalla deputata della Rosa nel Pugno Donatella Poretti e dal segretario dell'Aduc Primo Mastrantoni, ha lo scopo di scongiurare il "timore che cio' che viene scritto nel testamento biologico rischi di essere non la parola del paziente ma quella del medico, generando una specie di farsa". Ma soprattutto, la proposta chiarisce, come ha sottolineato Poretti, che "alimentazione e respirazione devono essere considerati trattamenti sanitari, e come tali trattati in sede di testamento biologico". Tra le altre cose, nella proposta e' prevista la possibilita' che "ogni persona capace maggiore di anni 14 abbia la possibilita' di scegliere se accettare o rifiutare i trattamenti sanitari considerati appropriati dai medici, e possa redigere una dichiarazione anticipata di volonta' che rimane valida e vincolante per i medici, anche qualora sopravvenga una perdita di capacita' naturale o comunicazione del paziente". Infine si propone "l'istituzione di una commissione nazionale di controllo sull'attuazione della presente legge presso il ministero della Salute" e l'obbligo che la legge sia pubblicizzata a livello nazionale nelle forme piu' opportune. Durante l'incontro e' stata presentata anche una proposta che riguarda l'eutanasia, presentata da Marco Beltrandi. "Si tratta di un articolato prudente e garantista, con paletti ben precisi, che ripresentiamo dopo il messaggio di Welby a Napolitano. In particolare un maggiorenne capace di intendere e di volere in condizioni senza speranza e di sofferenza persistente e insopportabile puo' richiedere l'eutanasia, che sara' valutata in 7 giorni. Il paziente la puo' revocare in ogni momento e ci sara' una commissione nazionale presso il ministero della Salute, che deve fare i controlli sulle procedure e i casi di eutanasia. Per i medici che vogliono astenersi e' prevista l'obiezione di coscienza". Durante l'incontro erano presenti anche il ministro del Commercio estero Emma Bonino, il leader radicale Marco Pannella, ed il segretario dell'associazione Coscioni, Marco Cappato. Marco Pannella si e' detto pronto a staccare la spina nel caso il co-presidente dell'associazione Coscioni, Piergiorgio Welby, gravemente malato, decidesse per tale atto. A questa disponibilita' si e' associato anche Cappato. FISCO E FINANZIARIA. DALLE DEDUZIONI ALLE DETRAZIONI Con la Finanziaria approvata dal Governo si e' tornati dal meccanismo delle deduzioni a quello delle detrazioni. In questo modo il contribuente "povero" dovrebbe essere favorito, dicono. Non e' cosi'. Vediamo. Oggi un contribuente con un reddito di 25.000 euro paga 5.175 euro di tasse all'anno; domani, con la reintroduzione delle detrazioni, ne paghera' 5.147 all'anno. La differenza fa 28 euro l'anno, cioe' 2,3 euro al mese, vale a dire 0,07 euro al giorno (135 lire), che il nostro contribuente paghera' in meno. E questo e' tutto il riequilibrio fiscale? Applicando lo stesso metodo al nostro contribuente con un reddito di 40.000 euro l'anno, con la reintroduzione delle detrazioni, dovra' pagare in piu' 29 euro l'anno, cioe' 2,42 euro al mese, cioe' 0,08 euro al giorno (155 lire). Tutto qui? A noi sembra che Governo e opposizione stiano recitando le parti in commedia: da una parte si invoca l'equita' fiscale e il sostegno ai piu' bisognosi, dall'altra si strilla alla macelleria sociale. La verita', come abbiamo dimostrato (1), e' che tutti pagheranno di piu', senza esagerare, e che gli sgravi saranno del tutto inconsistenti. (1) Si veda il comunicato http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=156682 5 E 8 PER MILLE IN FINANZIARIA. DUE PESI E DUE MISURE ANCHE VIOLANDO LE LEGGI. PERCHE' NON ABOLIRE L'IPOCRISIA? Il 5 per mille e' quel contributo volontario che abbiamo dato in via sperimentale nella denuncia dei redditi ad alcune associazioni o enti pubblici per aiutarli nelle loro politiche di presunto interesse pubblico. La Finanziara approvata dal Governo non ha rinnovato questo esperimento e c'e' gia' chi si lamenta. Noi ne siamo contenti perche' abbiamo sempre creduto che si trattasse: 1) di una regalia alle pubbliche amministrazioni locali che gia' ci riempiono di tasse; 2) di un finanziamento pubblico ad associazioni private come anticamera di una corruzione e un malaffare tipo il finanziamento pubblico ai partiti; 3) di un motivo, visto che molte associazioni e universita' chiedevano questa elargizione per la ricerca scientifica, per non dare sostanziosi e necessari contributi ad un settore che langue. L'8 per mille invece e' quel contributo obbligatorio che dobbiamo dare alle confessioni religiose, scegliendo fra una rosa di sei chiese (la parte del leone ovviamente e' di quella cattolica romana) o, in alternativa, allo Stato che, per legge, e' obbligato ad utilizzarlo per 1) la conservazione dei beni culturali, 2) la fame nel mondo, 3) le calamita' naturali, 4) l'assistenza ai rifugiati. La presenza dello Stato nel contesto e' anomala (che c'entra con le religioni?), ma il legislatore aveva ritenuto di non far molto arrabbiare i non-credenti e si invento' questa possibile scelta. Lo Stato, che e' pur sempre quello dei Patti Lateranensi, pero' mediamente ha sempre stornato alla Chiesa cattolica tra il 30 e il 40% dei contributi ricevuti. Non solo, ma tra il 1998 e il 2001 ha usato quei fondi per motivi che non erano previsti (le missioni di pace in Albania e Kosovo, per esempio). Nel 2004, infine, la Finanziaria ha scippato 80 milioni di euro per rimetterli nel calderone delle spese generali dello Stato. Iniziativa fortemente criticata da chi e' oggi al Governo e all'epoca era all'opposizione (l'attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta, per esempio). La commissione Bilancio della Camera (presidente Livio Duilio dell'Ulivo), in sede di discussione per la ripartizione di 4 milioni disponibili per quest'anno, ha chiesto che fosse rispettato l'uso originario di quei fondi. Ma l'art.186 della Finanziaria approvata dall'attuale Governo stabilisce che "l'autorizzazione di spesa relativamente alla quota destinata allo Stato dell'8 per mille Irpef, e' ridotta di euro 35 milioni nel 2007 e di 80 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009". Inversione di rotta, quindi, violando la legge e prendendo in giro i contribuenti, obbligati a questa indicazione/prelievo dalle loro tasse (anche se non si indica il destinatario dell'8 per mille, l'importo viene stornato ugualmente e diviso fra le sei chiese e lo Stato, secondo le percentuali ottenute grazie ai contribuenti che hanno scelto). A cosa serve tutto questo marchingegno, oltre a far crollare la gia' flebile credibilita' delle istituzioni? Perche' non si abolisce la "concorrenza" dello Stato con le chiese? Perche' non si fa un salto di qualita' e, come era per il 5 per mille, non si leva l'obbligo di contribuire alle religioni/Stato? Le nostre sono "domandone" che, per il momento, crediamo resteranno senza risposta. Ma tutto il fior fiore di partiti dichiarati non confessionali che sono in Parlamento, cosa fanno in merito? E' in corso un massacro civico, economico ed istituzionale, perche' non cercare di farsi meno male? Qui maggiori e dettagliatissime informazioni sull'8 per mille: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/indiceottopermille.html http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/dossierottopermille.html LA MULTA DIVENTA PIU' FACILE SE SI PIAZZA IL TELELASER IN DISCESA. IL CASO DEL COMUNE DI FIRENZE Ha scelto la via piu' facile il Comune di Firenze per recuperare le risorse tagliate dalla finanziaria. E' partito subito e ha piazzato quattro vigili dotati di telelaser nella strada in discesa che da Poggio imperiale arriva fino a Porta Romana. Un tratto di via su cui il rischio di sforare il limite di velocita' dei 50 all'ora e' pressoche' inevitabile, anche viaggiando in seconda marcia. E' l'ennesima conferma degli atteggiamenti persecutori dell'Ente pubblico nei confronti degli automobilisti, un modo facile che non trova giustificazione nella volonta' del Comune di garantire la sicurezza stradale, che e' abbondantemente trascurata quando si tratta di coprire le buche (quelle attorno alla stazione Santa Maria Novella sono micidiali per i ciclisti). La questione delle multe e' sempre piu' cruciale nel corretto rapporto tra comuni e cittadini. Le sempre piu' sofisticate possibilita' di controllo fornite dalle tecnologie, vengono usate dai comuni in molti casi per fare cassa (la sicurezza e' sbandierata come “attenuante”). Cosi' molte amministrazioni locali hanno effettuato investimenti notevoli per rendere efficiente il sistema delle multe. Nel caso di Firenze, oltre a piazzare molti autovelox (legittimi) il comune ha anche affidato alla gestione di una societa' esterna il procedimento di notifica dei verbali. La legittimita' di questo meccanismo e' stato di recente messo in dubbio di una sentenza della Corte di Cassazione, la n. 20440 del 21 settembre, che leggendo puntualmente le previsioni del codice della strada ha concluso che solo le Poste sono abilitate a consegnare i verbali (non immediatamente notificati) a chi ha commesso l'infrazione. Ma come, il Comune pretende dal cittadino il rispetto delle norme e controlla il rispetto della velocita' in discesa, e poi mette su un sistema che potrebbe non essere in linea con la legge? Oscillare tra fiscalismo persecutorio e lassismo (in fatto di sicurezza vera) non migliora il senso civico degli automobilisti e dei cittadini in genere. E' bene che il Comune di Firenze abbia ben chiaro questo concetto e inizi a rapportarsi con fiorentini e ospiti della citta' come un soggetto autorevole, non autoritario e persecutorio. Sindaco dia il buon esempio. FS E DISSERVIZI. UNA STORIA FRA LE TANTE Le famigerate Ferrovie dello Stato non funzionano neanche per l'offerta di servizi che non costano. Emblematico quanto e' successo ieri alla stazione Termini (Roma). Riportiamo quanto ci e' stato riferito da un cittadino. Il treno Eurostar delle 8.50 per Venezia, passa per Firenze e Bologna, ma non si sa perche' ieri non fermava nella stazione di Firenze Santa Maria Novella. L'annuncio viene dato attraverso gli altoparlanti in italiano, ma il binario e' pieno di turisti stranieri diretti a Firenze, che non parlano la lingua di Dante, frequentata da pochi affezionati, e che potrebbero trovarsi in difficolta'. Il nostro cittadino si fa carico del problema e sollecita l'addetto alla sala attesa. Ecco il dialogo. Cittadino: Buongiorno, volevo far presente che il treno delle 8.50 per Venezia non ferma a Firenze SMN. La banchina e' piena di turisti stranieri che probabilmente non lo sanno. Sarebbe opportuno che ci fosse un annuncio in lingua inglese. Addetto: che ci posso fare? Cittadino: potrebbe allertare la sala annunci e sollecitare un annuncio in inglese. Addetto: non ho il numero della sala annunci. Cittadino: potrebbe avvisare l'ufficio assistenza clienti. Addetto: io non c'entro nulla. Cittadino: ma lei non e' delle ferrovie? Addetto: si', ma sono addetto alla sala attesa. Avvisi lei l'assistenza clienti. Il treno, per inciso, e' partito con 20 minuti di ritardo. Questo e' quanto accade nella maggiore stazione d'Italia. Finanziaria 2006 Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=156958 FISCO E FINANZIARIA. ANCHE I RICCHI PIANGANO? MACCHE'! Che anche i ricchi piangano! E' l'augurio apparso in un noto manifesto che riproduce la foto di uno yacht il cui costo si aggira sui 44 milioni di euro. Si vuol dire che con questa Finanziaria saranno colpiti i ricchi, anzi i super ricchi, visto che un contribuente che puo' permettersi tali lussi e' bene che paghi gli aumenti fiscali previsti. Non e' cosi'. Vediamo. Nella prima colonna della tabella sono elencati i redditi complessivi di un contribuente senza carichi di famiglia e nella seconda la maggiore imposta giornaliera prevista dalla Finanziaria. Nella prima colonna e' riportato il reddito annuale in euro Nella seconda colonna e' riportata la maggiore imposta al giorno in euro 40.000 - 0.07 45.000 - 0.40 50.000 - 0.73 55.000 - 1 60.000 - 1.3 65.000 - 1.6 70.000 - 1.8 75.000 - 2.1 80.000 - 2.7 85.000 - 3.2 90.000 - 3.8 95.000 - 4.3 100.000 - 4.9 110.000 - 4.9 120.000 - 4.9 130.000 - 4.9 140.000 - 4.9 150.000 - 4.9 Come si vede gli importi sono minimi, quindi non ci sara' nessuna macelleria sociale ne' il pianto dei ricchi. Da notare che coloro che hanno un reddito da 100.000 e 150.000 euro annui pagheranno lo stesso aumento fiscale, 4.9 euro al giorno, il che non e' proprio equo. Inoltre coloro che percepiscono redditi superiori a 150.000 euro l'anno pagheranno egualmente una maggiorazione fiscale di 4.9 euro al giorno. Insomma chi ha lo yacht da 44 milioni di euro si vedra' aumentare le uscite fiscali di 4.9 euro al giorno. Qualcuno pensa che il nostro yachtman piangera' perche' dovra' sborsare in piu'4.9 euro al giorno di tasse? A coloro che hanno concepito il manifesto vogliamo ricordare che ancora non abbiamo l'anello al naso e la sveglia al collo. IL GOVERNO INTERVIENE SULLA CONFISCA DEI MOTORINI, MA SOLO PER DARE PIU' TEMPO AI PREFETTI PER CONFISCARE Intervenendo sul Codice della strada, il Governo ha perso un'altra buona occasione per porre rimedio ad una normativa ingiusta e inapplicabile (http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=155712), preoccupandosi solamente di rattopparla. Con il decreto legge del 3 ottobre 2006 n. 262 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 230 del 3 ottobre 2006, sono state infatti introdotte alcune modifiche alla normativa che prevede la confisca dei ciclomotori. Tra queste, viene eliminata la confisca per chi circola con ciclomotori truccati, e viene esteso il fermo amministrativo da 30 a 60 giorni per chi non e' alla guida in posizione corretta, alza la ruota anteriore, o trasporta animali o cose in maniera irregolare. Poiche' il decreto non e' andato a modificare l'articolo 213 del Codice della Strada che commina la confisca per tutte le violazioni che prevedono il fermo amministrativo, ne consegue che i ciclomotori continueranno ad essere confiscati (eccetto per la circolazione con motorino truccato). L'unica differenza e' che lo sfortunato proprietario che si vede portar via per sempre il proprio mezzo, sara' soggetto a fermo amministrativo per 60 giorni invece di 30, prima che intervenga il provvedimento di confisca. In altre parole, per i proprietari delle due ruote rimane immutato il rischio di confisca. Ne desumiamo che quello del Governo sia un intervento che mira semplicemente a dare maggior tempo ai Prefetti per confiscare prima della scadenza del fermo amministrativo. Ci sono infatti giunte moltissime segnalazioni di proprietari a cui era scaduto il fermo amministrativo ma a cui le autorita' si rifiutavano (illegittimamente) di restituire i documenti di circolazione in attesa di provvedimento di confisca che tardava ad arrivare. Pertanto e' ancora urgente modificare l'articolo 213 del Codice della Strada. Ci auguriamo che la commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni voglia prendere in esame al piu' presto la proposta di legge elaborata dall'Aduc e presentata alla Camera dai deputati della Rosa nel Pugno Donatella Poretti, segretaria della commissione Affari sociali, e Marco Beltrandi, vicepresidente della commissione Trasporti: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=155188 Per gli ex-proprietari di ciclomotori confiscati non resta che fare ricorso al giudice di pace per incostituzionalita': http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=139213 RISCALDAMENTO: AUTONOMO O CENTRALIZZATO? Inizia il periodo fresco ed e' il momento di pensare al riscaldamento e, come tutti gli anni, si ripropone la vessata questio: meglio un riscaldamento centralizzato o individuale? La risposta e' semplice: dipende dalle esigenze del consumatore. Non esiste una scelta di per se' migliore dell'altra. E' evidente che le grandi quantita', razionalmente impiegate, fanno risparmiare, cosi' i grandi impianti di combustibile per il riscaldamento sono piu' convenienti. Un riscaldamento centralizzato e' piu' indicato se omogeneamente utilizzato, il che vale per gli uffici che hanno un orario standard, per esempio 9-17. In questo caso l'impianto viene attivato e disattivato ad orari stabiliti, e' spento il sabato e la domenica, e' prevista una sola caldaia con manutenzione unificata. Diverso e' il caso delle abitazioni private perche' ciascuna famiglia ha esigenze diverse. C'e' chi esce la mattina e rientra in serata o il fine settimana e' fuori, chi e' in casa solo per alcune ore della giornata, chi invece vi soggiorna per molte ore (vedi anziani). Nello stesso edificio inoltre vi possono essere uffici e abitazioni private, con esigenze del tutto opposte. Le necessita' del mondo condominiale sono insomma estremamente differenziate e accontentare tutti e' praticamente impossibile. In questo caso la caldaia autonoma appare la soluzione piu' razionale, perche' consente di adattare alle proprie esigenze giorni e orari di accensione, ottenendo un buon rapporto costi-benefici e consente di evitare lunghe e accesissime discussioni condominiali sui termosifoni troppo o troppo poco accesi e sulle relative bollette. Evasione fiscale Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=157442 TELECOM. IL TRIBUNALE DI GENOVA CONDANNA LA COMPAGNIA AL RISARCIMENTO DEL DANNO ESISTENZIALE QUANTIFICATO IN 5000 EURO Un cittadino ci ha segnalato la sentenza n. 2429 emessa in proprio favore dal Tribunale di Genova nei confronti di Telecom, lo scorso 23 maggio 2006. Si tratta del Sig. Disma Vittorio Cerruti, difesosi in proprio in quanto avvocato, il quale ha subito uno dei tanti disservizi che quotidianamente ci vengono segnalati e che ha deciso di sfidare la giustizia, ottenendo giustizia. Questo, in breve, l'accaduto. L'utente chiede, verbalmente e a mezzo fax, che la Telecom proceda alla voltura dell'utenza fino ad allora intestata al padre, appena deceduto. Passano mesi e nulla, dall'operatore solo scuse, rinvii, rimpalli. Al che' il Sig. Cerruti decide di effettuare quello che propriamente si chiama "eccezione di inadempimento" ossia, in soldoni, "non ti pago finche' non adempi alla tua prestazione". A questo gesto segue un primo distacco della linea con riattivazione successiva al pagamento, e un secondo distacco arbitrario e ingiustificato. Telecom, anziche' volturare come richiestole, sottopone poi alla firma dell'utente un "nuovo abbonamento", con le conseguenze economiche delle nuove attivazioni, e nuova liberatoria al trattamento dei dati personali, anche per usi commerciali e pubblicitari, senza far menzione della possibilita' di negare il proprio consenso per usi diversi da quelli strettamente necessari all'esecuzione del contratto. Solo dopo la citazione a giudizio la compagnia si e' finalmente decisa ad effettuare la voltura richiesta. Il Tribunale di Genova ha aspramente commentato l'operato di Telecom, ritenendolo illegittimo sotto vari profili. Ha definito "grave e inammissibile" il ritardo alla volturazione e ingiustificabili le scuse addotte consistenti in "tempi tecnici necessari" definiti, forse ironicamente, "ineffabili". "Ancor piu' grave, sotto il profilo della correttezza e della buona fede nell'esecuzione del contratto e' stato il tentativo posto in essere da Telecom di imporre all'attore la stipulazione di un contratto nuovo" e ancora: "manifestamente ingannevoli" i modi con cui la stessa ha chiesto la liberatoria al trattamento dei dati personali, al fine di ottenere dal cliente un consenso confuso e disinformato. Pur in assenza di danni patrimoniali, il Tribunale ha condannato Telecom a pagare 5000 euro per le spese legali e altri 5000 per danno esistenziale (il disturbo, il turbamento di serenita') "determinato dalla mancanza di risposte chiare e affidabili, dall'ostinata, esasperante inerzia "tecnica" del soggetto da cui dipende la fornitura di un servizio essenziale". La sentenza costituisce un precedente importante, dove, pur non avendo subito un danno economico, un cittadino viene risarcito per il muro di gomma piuttosto che per vere e proprie illegalita' e scorrettezze a cui Telecom sottopone giornalmente tutti noi, vuoi con una, vuoi con altra disavventura. PUBBLICITA' ENEL. PER IL GOVERNO FA BENE ALL'AZIENDA ANCHE PERCHE' NEL 2010 LE TARIFFE CALERANNO DEL 25%.... Lo scorso 26 giugno, l'on.Donatella Poretti (Rosa nel Pugno) aveva presentato un'interrogazione scritta al ministro dell'Economia sulla pubblicita' dell'Enel (http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=147673): Sono soldi sprecati, visto anche che l'Aduc ha piu' volte evidenziato l'assurdita' di tali campagne da parte di un'azienda il cui maggiore azionista e' lo Stato e il cui costo del kWh e' il piu' alto nell'Ue? Il ministero, a firma del sottosegretario Massimo Tononi ha risposto in forma scritta lo scorso 3 ottobre, decantando il parco e produttivo impegno pubblicitario dell'Enel che e' si' un'azienda col maggiore azionista statale, ma che opera in regime competitivo. In quanto alle tariffe, invece, sono si' le piu' alte, ma sono decise dall'Autorita' che garantisce i consumatori e, siccome in Italia produciamo elettricita' non da carbone e centrali nucleari come nel resto d'Europa ma da gas e petrolio, ne paghiamo lo scotto politico ed economico. In quest'ultimo caso –continua la risposta del ministero- siamo impegnati nella riconversione a carbone "pulito" e solo nel 2010 potremo abbassare le tariffe del 20-25% allineandoci a quelle europee (nel link di sopra anche il testo completo della replica). Prendiamo atto dei chiarimenti del ministero, cosi' come evidenziamo l'arrampicamento giustificazionista per una pubblicita' che dovrebbe servire a farsi spazio in un mercato competitivo... Noi continuiamo ad essere convinti che interi paginoni sui maggiori quotidiani, o spot costosissimi sulle maggiori tv, non servano a catturare clienti, proprio perche' il mercato dell'elettricita' non ha concorrenza fra gestori e il consumatore ha praticamente la possibilita' di scelte obbligate oppure di non avere la corrente elettrica. Per l'impegno del 2010 con le tariffe piu' basse... ci sentiamo fra quattro anni.... FISCO E FINANZIARIA. I POVERI RIDERANNO? MACCHE'! AUMENTO MEDIO DI 0.18 EURO AL GIORNO!!! Con la proposta della finanziaria qualcuno ci ha raccontato che saranno favoriti i percettori di redditi bassi. Non e' cosi'. Vediamo. Nella prima colonna della tabella sono elencati i redditi complessivi di un contribuente senza carichi di famiglia e nella seconda la minore imposta giornaliera prevista dalla Finanziaria. Reddito annuale in euro / minore imposta al giorno in euro 10.000 / 0.38 15.000 / 0.30 16.000 / 0.28 17.000 / 0.26 18.000 / 0.24 20.000 / 0.20 21.000 / 0.18 22.000 / 0.16 24.000 / 0.13 25.000 / 0.11 26.000 / 0.08 27.000 / 0.06 28.000 / 0.16 29.000 / 0.19 30.000 / 0.23 31.000 / 0.26 Come si vede gli importi sono minimi, quindi non ci sara' nessun aumento sostanziale ne' l'allegria dei poveri. L'aumento medio giornaliero della fascia da 10.000 a 31.000 euro di reddito annuale e' di 0.18 euro!!! Da notare che coloro che hanno un reddito da 26.000 a 27.000 euro annui avranno un aumento inferiore a coloro che hanno un reddito da 28.000 a 31.000 euro l'anno. Evidentemente in quella fascia c'e' un consistente numero di contribuenti e quindi si e' ritenuto di non aumentare, si fa per dire, il reddito per evitare ulteriori esborsi. Come faranno i poveri a ridere con aumenti con i quali non si ordina neanche un caffe' e' un mistero che il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dovrebbe svelare. TESTAMENTO BIOLOGICO. IL SENATORE MARINO HA RAGIONE. ORA FACCIA PROPRIA LA PROPOSTA DI LEGGE DELL'ADUC E DELL'ASSOCIAZIONE COSCIONI intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno. Accolgo con estrema soddisfazione le parole del presidente della commissione Sanita' del Senato, Ignazio Marino, secondo cui il testamento biologico debba essere sempre vincolante per il medico. Sono ancor piu' incoraggiata dalle sue riflessioni sull'alimentazione e l'idratazione artificiali, che -secondo Marino- devono poter essere cessate qualora sia stato richiesto dal paziente tramite il testamento biologico. Il rispetto della volonta' del paziente, il suo diritto all'autodeterminazione e alla libera scelta terapeutica sono principi fondamentali e irrinunciabili che, a mio avviso, il disegno di legge del senatore Marino non tutelava a pieno. Ad esempio, nella sua proposta legislativa il medico puo' disattendere le volonta' espresse dal paziente tramite il testamento biologico in caso di pericolo di morte. Altrove viene esclusa la possibilita' del paziente di chiedere la cessazione dell'alimentazione e l'idratazione artificiali. Con le sue odierne dichiarazioni, il senatore Marino si e' rivelato molto piu' attento e rispettoso della volonta' del paziente di quanto gli potevo aver dato atto dopo aver letto il suo disegno di legge. Pertanto rivolgo un caloroso invito al senatore Marino affinche' faccia propria la proposta di legge elaborata dall'Aduc e dall'associazione Luca Coscioni e da me presentata alla Camera, nella quale la volonta' espressa del paziente viene pienamente tutelata. Questa proposta di legge (http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=150639) e' infatti all'unisono con le convinzioni oggi espresse dal senatore. A Marino faccio quindi i miei auguri di buon lavoro, mettendomi a sua completa disposizione per ulteriori chiarimenti e collaborazioni. GRAZIE AL GARANTE DELLA PRIVACY IL PARLAMENTO DIVIENE L'UNICO LUOGO IN ITALIA DOVE VIGE LA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE Il "niet" del garante della Privacy alla trasmissione delle Iene sui parlamentari che fanno uso di stupefacenti, fa un enorme danno alla democrazia. Era stato infatti annunciato dai produttori del programma televisivo che l'identita' dei parlamentari sarebbe stata celata. L'intervento del garante non protegge quindi la privacy dei singoli deputati, ma la privacy del Potere. Ovvero i cittadini non hanno diritto di sapere che molti di coloro che fanno leggi che puniscono severamente il consumo di droghe, a loro volta si drogano. Si potrebbe dire che il Garante protegge il diritto dei parlamentari ad essere ipocriti e a prendere decisioni importanti –magari sotto l'influenza di una sostanza stupefacente- che ricadono sulla vita privata dei cittadini, la cui privacy raramente e' difesa con cotanto zelo dal medesimo Garante. Noi crediamo che debba essere diritto di ogni parlamentare -come di ogni cittadino- farsi una canna. A differenza del cittadino, pero', il parlamentare e' una figura pubblica, ed in quanto tale chiede il voto di tutti noi per rappresentare la volonta' popolare. Abbiamo o no il diritto di sapere se le piu' alte cariche istituzionali, specialmente se promuovono il proibizionismo ed il carcere per reati di droga, sono loro stessi consumatori delle medesime sostanze? Abbiamo o no il diritto di sapere se chi eleggiamo e' realmente colui che dice di essere? Oppure dobbiamo continuare ad interpretare la politica come un gioco delle parti, un teatro barocco delle maschere, un esercizio di dissimulazione? Il fatto che molti parlamentari "si fanno" e' saputo e risaputo. Ma mentre in una casa privata di un qualsiasi cittadino o in un centro sociale fanno irruzione poliziotti e cani antidroga, al Parlamento prevale il principio sacro della privacy, anche quando questa non verrebbe violata individualmente. Dobbiamo quindi desumere che oggi l'unico luogo dove vige la legalizzazione delle droghe e' il Parlamento italiano. Chiediamo pertanto ai privilegiatissimi parlamentari di legalizzare le droghe anche nel resto di quel Paese che cosi' segretamente rappresentano. IMMIGRAZIONE. REGOLARIZZATI GLI STRANIERI DELATORI? LA PROPOSTA DELL'ADUC PER RISPETTARE LO STATO DI DIRITTO ED AVERE MAGGIORI RISULTATI Il ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, intende emanare un decreto legge che premiera' con un permesso di soggiorno gli stranieri irregolari che lavorano in nero e denunciano il proprio datore di lavoro. La proposta, seppur lodevole negli intenti, ci lascia perplessi nelle modalita'. La nostra proposta, invece, e' che gli imprenditori si autodenuncino e, non incorrendo in sanzioni penali e fiscali, divengano regolari. Ma se cio' non avviene, solo allora potrebbe scattare quanto preannunciato dal ministro. Vediamo i particolari. In principio -e finora- erano le sanatorie, che consentivano ai datori di lavoro, senza incorrere in alcun tipo di sanzione, di portare alla luce i rapporti di lavoro con stranieri clandestini. L'esperienza ci insegna che sono frequenti i casi in cui a farne le spese sono gli stranieri. Spesso i datori che non hanno interesse a sanare le loro posizioni (preferendo la manodopera al nero) non presentano domanda di regolarizzazione, oppure mentono al lavoratore affermando di averla presentata, o –ancora- chiedono al lavoratore somme esorbitanti per fare la richiesta. Sempre l'esperienza, pero', ci ha insegnato anche il contrario. Non abbiamo statistiche, semmai esistano, ma dal nostro servizio di consulenza e informazione per gli immigrati (in Internet, per telefono e di persona), percepiamo una realta' piu' complessa. Esistono indubbiamente immigrati sotto ricatto, che sperano in una domanda di nulla osta da parte del datore di lavoro, domanda che non verra' mai presentata, e quindi, sotto minaccia di espulsione, sono costretti a orari di lavoro inumani con salari ridicoli. Ma non sono la totalita'. Ci sono anche datori di lavoro che vorrebbero mettere in regola i propri dipendenti, nonche' famiglie che vorrebbero il permesso di soggiorno per la propria badante e non possono farlo, perche' la legge glielo impedisce. Lo dimostrano le 350.000 domande di nullaosta presentate in esubero rispetto alle quote! E' bene ricordare che l'assunzione di lavoratori a nero e' reato penale, e tanti datori di lavoro si accollano questo rischio pur di aiutare il proprio dipendente: ogni anno fanno la coda agli sportelli per presentare una domanda che non verra' accettata perche' presentata con 15 secondi di ritardo rispetto al numero di posti disponibili. Il decreto del ministro Ferrero, cosi' come preannunciato, costringe gli stranieri che hanno instaurato un ottimo rapporto con il datore di lavoro a denunciare lo stesso per ottenere il permesso oppure non denunciare e rimanere nella clandestinita'. Ecco quindi la nostra alternativa: consentire ai datori di lavoro "in buona fede" di presentare istanza di regolarizzazione entro una data certa, senza che per questo incorrano nelle sanzioni penali e fiscali del caso. Allo scadere del primo termine, farne decorrere un altro entro il quale gli stranieri irregolari i cui datori di lavoro si rifiutano di provvedere all'emersione, possono denunciare gli stessi ed ottenere cosi' il permesso di soggiorno auspicato da Ferrero, con tutte le sanzioni che ne conseguiranno. ALITALIA IN COMA IRREVERSIBILE. STACCARE LA SPINA Alitalia e' in coma irreversibile da anni. E' necessario staccare la spina per evitare l'accanimento terapeutico. Occorre prendere atto del fallimento di una politica dei trasporti degli ultimi governi (compreso questo), del settarismo corporativo dei sindacati e dell'incapacita' gestionale della dirigenza. Se vogliamo far rinascere una nuova Alitalia occorre portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento, come hanno fatto la Swissair e la Sabena, e ricominciare da principio. L'altra soluzione e' vendere, quel che c'e' da vendere, alla Air France, il cui presidente Jean-Cyril Spinetta, e' gia' presente nel consiglio di amministrazione di Alitalia. Sulla questione Alitalia siamo intervenuti per anni, paventando quello che oggi sta succedendo. Siamo stati "buoni profeti". Purtroppo. TEST ANTIDROGA AL PARLAMENTO. IL VERO PERICOLO PER LA PRIVACY E' IL PROIBIZIONISMO, NON LE IENE Come volevasi dimostrare, il test antidroga e' la conseguenza logica dell'approccio proibizionista sulle droghe. Non a caso i piu' agguerriti proibizionisti chiedono a gran voce di rendere il test obbligatorio per tutti i parlamentari. Il prossimo passo sara' poi estendere il test anche ai ragazzi delle scuole superiori e medie, e poi agli impiegati pubblici, come gia' accade negli Usa, campioni della guerra alla droga. E cosi', grazie alla legge, la privacy verra' violata "legalmente" e sistematicamente, nel nome della guerra al male. Il servizio televisivo delle "Iene" doveva far riflettere i parlamentari e tutti i loro elettori sulla straordinaria ipocrisia e inutilita' del proibizionismo. Perche' e' violazione della privacy il test condotto su alcuni parlamentari da una trasmissione televisiva -tanto da censurare un servizio giornalistico- quando la stessa cosa viene imposta per legge a decine di migliaia di italiani? E come giustificare la presenza massiccia di consumo di droghe in un Parlamento che continua a promulgare leggi proibizioniste? Invece di riflettere su politiche di riduzione del danno –non diciamo neanche di legalizzazione- la reazione prevalente da parte dei rappresentanti della volonta' popolare appare quella di continuare a testa bassa sulla strada del proibizionismo. Quasi tutti ipocritamente scandalizzati, intendono rendere legale cio' che fino a pochi istanti prima avevano denunciato come violazione intollerabile della privacy. Il test non per 50, ma per 1000 parlamentari. Domani ci sveglieremo e sara' il nostro datore di lavoro a chiederci di fare il test. Poco dopo sara' un agente di polizia a chiedercelo mentre torniamo a casa da lavoro. Ed infine, giunti a casa, troveremo una lettera della scuola di nostra figlia contenente i risultati di un test antidroga. Ma sappiamo tutti che anche questo non servira' a fermare il consumo di sostanze stupefacenti. Come gia' molti loro concittadini, i parlamentari "dopati" adotteranno stratagemmi per non essere scoperti, magari acquistando campioni di urine pulite online da consegnare a Pier Ferdinando Casini. Il trucchetto verra' eventualmente scoperto da "Le Iene", il cui servizio sara' pero' censurato perche' viola la privacy. Il giorno dopo i parlamentari, quelli scandalizzati, chiederanno a gran voce che siano resi pubblici tutti gli acquisti online per rendere i controlli antidroga piu' efficaci. E cosi' via, nel nome della lotta alla droga. Morale: il pericolo per la privacy non e' posto dai giornalisti de "Le Iene", ma da leggi sciocche. Droga in Parlamento Vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=157768 RICERCA CELLULE STAMINALI. LA LATITANZA DELL'ITALIA GRAZIE ALLE LEGGI PROIBIZIONISTE Nel leggere il numero di ottobre della rivista "Stem Cells" (http://stemcells.alphamedpress.org) si rimane esterefatti di fronte ad una classifica redatta da ricercatori tedeschi e statunitensi. Lo stupore nasce dall'assenza dell'Italia tra i Paesi che hanno pubblicato su riviste scientifiche, nel periodo 1998-2005, ricerche sulle cellule staminali. Questa la classifica: 128 Usa 42 Israele 30 Gb 27 Corea del Sud 16 Cina 15 Singapore 13 Australia, Svezia 9 Canada 5 Giappone 4 Olanda 3 Germania, Belgio 2 Danimarca, Finlandia 1 Repubblica Ceca, Iran, Spagna, Romania, Svizzera, Turchia Non ci stupisce, per esempio e se pur nella parte finale della classifica, la presenza della Turchia, perche' e' anche in quel Paese che gli italiani vanno per la diagnosi pre-impianto per evitare che nascano bimbi con malattie genetiche ereditarie. Cosi' come non ci stupisce il primo posto degli Usa e il terzo posto della Gran Bretagna: Paesi in cui la ricerca e' molto favorita, soprattutto da leggi che (a livello statale e non federale nel caso degli Usa) hanno intuito il grande vantaggio per i malati e il grande business per tutti che c'e' intorno a questa ricerca. Per quanto riguarda il nostro Paese, non possiamo che prendere atto di cio' che e' il prodotto delle nostre leggi, soprattutto quelle proibizioniste che impediscono lo sviluppo della parte piu' avanzata della ricerca del settore, cioe' quella delle staminali embrionali. Consegniamo questa nota ai nostri legislatori perche' ci facciano piu' che una riflessione, mentre noi continuiamo la nostra opera di informazione col nostro periodico "Notiziario Cellule Staminali", purtroppo ancora l'unico, a livello divulgativo, nel firmamento di questo settore: http://staminali.aduc.it Notiziario Cellule staminali - Ricerca. La latitanza dell'Italia grazie alle leggi proibizioniste E' uscito il numero centoventiquattro anno V, del "Notiziario Cellule Staminali", quattordicinale edito ogni due venerdi' per fare il punto sulle politiche per la clonazione terapeutica. Ecco il numero odierno: http://staminali.aduc.it/php_index_124.html DON VERZE' RISCHIA UNA CONDANNA DA 6 A 15 ANNI PER OMICIDIO DI CONSENZIENTE. BASTERA' A STIMOLARE IL PARLAMENTO A DISCUTERE DI EUTANASIA? In una intervista al Corriere della Sera, don Luigi Maria Verze', fondatore del San Raffaele, ha dichiarato di aver staccato il respiratore artificiale ad un amico molti anni fa (o quantomeno di averlo incoraggiato a staccarselo da solo). Nell'intervista, don Verze' sostiene che non si trattava di eutanasia, ma di un gesto cristiano, di amore. Ma se il gesto e' sicuramente di amore, dal punto di vista giuridico si tratta di omicidio di consenziente, o quantomeno di istigazione o aiuto al suicido (artt. 579-580 del Codice penale). Certamente e' questa la preoccupazione di moltissimi medici, che quotidianamente si trovano a fronteggiare situazioni e scelte come quella di don Verze'. Non a caso, non sono molti i medici che ammettono di aver "staccato la spina", anche se studi scientifici ed inchieste giornalistiche rivelano che il gesto di don Verze' e' pratica diffusa in Italia. E sono molti di piu' i casi in cui i malati sono costretti a soffrire per molto tempo in attesa di morire perche' non riescono a trovare un medico "amico". La colpa, a nostro avviso, e' di un legislatore che non si e' tenuto al passo con i progressi della scienza medica, che e' oggi in grado di prolungare il processo di morte indefinitivamente, spesso con conseguenze terrificanti dal punto di vista della sofferenza. Era omicidio del consenziente cinquanta anni fa uccidere un paziente sofferente di cui non si conosceva la malattia, lo e' oggi staccare la spina ad una persona costretta per anni a vivere artificialmente in condizioni che ritiene disumane. Pertanto, grazie ad un legislatore pigro ed ipocrita, che si rifiuta perfino di condurre una indagine conoscitiva sul fenomeno dell'eutanasia clandestina, don Verze' rischia una condanna dai 6 ai 15 anni di carcere, come ogni medico che compie gesti simili. Ci auguriamo che la procura di Milano non voglia soprassedere, ma faccia il suo dovere fino in fondo. Solamente cosi' potra' emergere in tutta la sua potenza l'inadeguatezza della legge italiana a proposito di fine vita. Infine, siamo curiosi di ascoltare le reazioni del fronte politico della "sacralita' della vita", che si e' scagliato contro Marco Pannella per aver dato la disponibilita' a staccare la spina a Piergiorgio Welby. Cosa diranno ora che e' un cattolico, un prete, ad aver ammesso di aver gia' compiuto lo stesso gesto? OTTO PER MILLE. VOGLIONO PRENDERE IN GIRO I CONTRIBUENTI CHE L'HANNO DATO ALLO STATO Nonostante le critiche mosse dalla Commissione Bilancio della Camera alla gestione dell'Otto per mille (OPM) statale 2006, la Finanziaria 2007 prevede, all'art.186, la distrazione di parte dei fondi che i contribuenti destinano allo Stato con questo contributo obbligatorio: 35 milioni per il 2007, 80 per il 2008 e altrettanti per il 2009 (tornando quindi alle medesime distrazioni fatte dai Governi precedenti, tanto criticate a suo tempo dall'attuale maggioranza). Sara' bene ricordare che la legge stabilisce che questi fondi, indicati dai contribuenti che non hanno voluto destinarli ad una confessione religiosa, devono essere utilizzati per la conservazione dei beni culturali, contro le calamita' naturali, per l'assistenza ai rifugiati e per la lotta alla fame nel mondo. Siamo quindi in presenza di un articolo della Finanziaria che stabilisce di violare un'altra legge. A questo punto, l'unica soluzione ci sembra chiedere l'abrogazione di questo articolo, e lo faremo nei prossimi giorni facendo presentare alla Camera un emendamento soppressivo dell'intero articolo. Ma cosa sta accadendo in questo ambito, con lo Stato che si sta sfilacciando? Non ci stupisce che per l'OPM statale in distribuzione nel 2006, su 888 domande meritevoli di attenzione, ne siano state soddisfatte soltanto 25, cioe' il 2,81%. Una cosa analoga e' successa anche nel 2005, quando le domande finanziate sono state 58 su 808 valide (7,18%) e nel 2004 76 su 800 (9,5%) (1) Che quest'anno il divario fra domande valide e domande finanziate sia ancora piu' accentuato si deve alla evidente disaffezione dei contribuenti per lo Stato (mancanza di fiducia?) (2). Nel giro di 8 anni, le preferenze date allo Stato sono passate dal 14,43% del 2000 (dichiarazioni del 1997) allo 8,65% del 2005 (i dati del 2006 non li conosciamo, ma, dalla cifra a disposizione si capisce che la percentuale si e' abbassata ancora di piu'). Neppure lo "storno" dell'OPM statale per finanziare interventi che esulano del tutto dalla sua corretta gestione secondo il DPR 76/1998 (e successive modifiche), non e' una novità di oggi, ma e' stato praticato dal 1998 al 2001 con lo strumento dei decreti legge (3) e poi, appunto, dal 2004 a oggi per effetto della Finanziaria di quell'anno. In pratica, gli unici anni in cui tutto l'OPM statale e' stato assegnato correttamente sono il 2002 e il 2003 in cui la sua entita' e' stata rispettivamente di 99.229.249,00 e di 101.458.441,64 euro. Che poi l'intera materia vada rivista, fino all'abrogazione di questo assurdo obbligo di devolvere l'otto per mille, e' cosa che auspichiamo, ma a partire dal rispetto di quanto codificato e, soprattutto, senza prendere in giro i contribuenti. 1) vedi l'articolo "Come un terno al lotto?": http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=152129 2) vedi l'articolo "Otto per mille dello Stato: siamo agli sgoccioli? crollo": http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=142784 3) vedi http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=40217 BLOG: ATTENZIONE ALLA DIFFAMAZIONE! La sentenza di una giuria della Florida (USA) che ha decretato un risarcimento record di 11,3 milioni di dollari (circa 9 milioni di euro) a favore di una donna d'affari diffamata via Internet, da una cliente, ripropone, anche in Italia, il problema della responsabilita' di chi interviene nei blog e di chi ne e' titolare. Avere un giornale personale su internet, cioe' un blog, e' pratica che si sta sempre piu' diffondendo. I titolari del blog devono, pero', stare attenti a cio' che si scrive, in particolare a cio' che ricevono e viene riportato nel giornale telematico. Succede che alcuni partecipanti si lascino andare a considerazioni pesanti che in genere sfociano nella diffamazione nei confronti di questo o quel personaggio pubblico o meno. La responsabilita' primaria e' ovviamente di chi diffama, il quale puo' non essere facilmente individuabile, mentre e' agevolmente identificabile il titolare del blog che risponde in termini giudiziari della diffamazione riportata sul proprio giornale telematico. IMMIGRAZIONE. LA RICETTA DEL GOVERNO PER RISOLVERE I PROBLEMI E' CHE TUTTO CAMBI AFFINCHE' TUTTO RESTI COM'E'. LA NOSTRA PROPOSTA DI ABOLIRE I FLUSSI Il progetto governativo di riforma della Bossi-Fini inizia a delinearsi, con una nota inviata dal Ministro dell'Interno alla Commissione Affari Costituzionali del Senato che ne specifica le linee guida. Ne affronteremo un unico aspetto, che riteniamo fondamentale. Il progetto governativo di riforma della Bossi-Fini inizia a delinearsi, con una nota inviata dal Ministro dell'Interno alla Commissione Affari Costituzionali del Senato che ne specifica le linee guida. Ne affronteremo un unico aspetto, che riteniamo fondamentale. La nota individua i problemi principali del settore immigrazione nella necessita' di favorire l'incontro di domanda e offerta di lavoro e nella lotta all'immigrazione clandestina. Spiega anche che i due problemi sono in parte connessi, e causati dall'assenza (rectius, insufficienza) di sbocchi regolari all'immigrazione. Finora si e' tentato di risolvere questi problemi con il meccanismo dei flussi, il cui fine sarebbe quello di favorire l'incontro fra domanda e offerta: so di quanti posti di lavoro vacanti dispongo, e dunque quali sono le esigenze dell'imprenditoria italiana, e faccio entrare in Italia un pari numero di stranieri. A diversi anni di distanza dalla sua introduzione possiamo pero' affermare che il meccanismo dei flussi ha fallito nel suo intento: - i datori di lavoro si lamentano dei numeri esigui di ingressi programmati nei decreti flussi (e difatti ogni anno ci sono sempre centinaia di migliaia di domande in esubero); - il fatto che la domanda di lavoratori e' di molto superiore all'offerta lo dimostra anche il numero degli irregolari in Italia che hanno uno “stabile” lavoro al nero; - di conseguenza, ogni anno le domande che vengono presentate (non tutte ovviamente) riguardano lavoratori gia' presenti sul territorio italiano che, ottenuto il nulla osta, dovranno tornare clandestinamente nel proprio Paese per ritirare il visto di ingresso. La soluzione proposta dal Ministro prevede la pianificazione dei flussi su base triennale anziche' annuale. Per dirla con le parole di Tomasi di Lampedusa “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”: se il problema e' “l'assenza di un canale di sbocco regolare” trasformiamo i flussi da annuali a triennali, con qualche correttivo ogni anno, in difetto o in eccesso. Niente di piu', niente di meno che la legge gia' in vigore. In questo modo, ritiene il Ministro, gli stranieri potranno pianificare meglio il loro futuro. Questa semplificazione giovera' inoltre ai datori di lavoro, che potranno programmare oggi di quanti lavoratori avranno bisogno fra tre anni, e alle procedure amministrative. Se questo e' il progetto di riforma, ne rimaniamo profondamente delusi. Il settore immigrazione ha bisogno di una riforma radicale, l'attuale disciplina si e' rivelata assolutamente insufficiente a gestire i flussi migratori e non e' piu' tempo di rimandare: la nostra proposta consiste nella abolizione del meccanismo dei flussi, consentendo l'ingresso in Italia per trovare lavoro, anche tramite lo sponsor purche' non sia ad esclusivo appannaggio delle associazioni di settore, come invece prevede il Ministro, ma sia consentito fare da garante anche ai privati. Vieni in Italia sponsorizzato da un parente, da un amico, o dalle associazioni di settore, cerchi lavoro, se lo trovi ottieni il permesso di soggiorno, altrimenti dovrai lasciare il territorio. Aumentera' l'immigrazione clandestina? Non crediamo che cio' avverra': non e' con i flussi che si contrasta l'immigrazione clandestina, che ad essi si somma. ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi NO ES PARA MI. OVVERO: VIVA LA SEMPLICITA' Che cosa e' la semplicita' l'ho imparato sul Cammino di Santiago. E questo subito, appena cominciato, precisamente alla fine della prima tappa, a Roncisvalle. Il merito e' di Jose' C., detto Pepe (pronunciato quasi come il toscano "Peppe"), uno spagnolo di Valencia, di qualche anno piu' anziano di me, che avevo conosciuto alla partenza da Saint Jean Pied de Port, sul versante francese dei Pirenei baschi, laggiu', in fondo in fondo verso l'Atlantico. Era stata la moglie di lui, che lo aveva accompagnato in auto fino li', a presentarmelo, anzi, quasi ad affidarmelo. Nella saletta da pranzo del piccolo albergo pirenaico, mentre facevo colazione al tavolo davanti a quello della coppia, la signora mi venne a chiedere, in francese, se facevo il Cammino e, avuta risposta affermativa, mi domando' se potevo stare accanto a suo marito che si era incaponito di fare questa esperienza. Le parole che disse furono poche e molto rispettose nei confronti dell'uomo, ma che fosse perplessa, se non proprio contrariata, dalla decisione del marito e soprattutto preoccupata per questa sua avventura solitaria, era di un'evidenza palmare. E cosi', io, che sto bene da sola, mi ritrovai… accompagnata. Sorprese della vita. Devo dire pero' che la cosa fu momentanea; dopo un paio d'ore, mentre ci arrampicavamo sotto il sole e il peso dello zaino su per una salita lunga e implacabile, che aveva fatto anche l'armata di Napoleone per invadere la Spagna nel 1808, mi accorsi che Pepe ed io, pur nel comune arrancamento, avevamo un passo diseguale e cosi' gli dissi di seguire il suo, che era piu' veloce. Detto e fatto, dopo poco era sparito dietro uno dei numerosi tornanti della strada. Ma, naturalmente, come capita spesso sul Cammino, ci si ritrovo' al termine della tappa, che era a Roncisvalle. Il rifugio dei pellegrini era nel monastero, un antico edificio imponente all'esterno e molto spartano all'interno. Salita (ancora!!) al piano giusto ed entrata nella camerata con parecchi letti a castello, trovai Pepe che aveva gia' sistemato le sue cose e stava legando una cordicella tra due montanti del giaciglio per stendervi il "bucato" che avrebbe fatto di li' a poco. Poi spari' di nuovo per fare la doccia, mentre io, a mia volta, cercavo un letto libero, su cui depositare il mio sacco a pelo. Ci incrociammo poco dopo nel corridoio che portava ai bagni. La doccia non l'aveva fatta, perche', mi disse tranquillamente, …"No es para mi!" (non fa per me). Capii subito dopo cosa intendeva; l'acqua, infatti, era men che tiepida e, data la situazione (eravamo a piu' di 900 metri, ai primi di maggio, in locali freddi), come doccia, anch'io la sentii piu' adatta a ibernarmi che a lavarmi via il sudore e la polvere. Osservai la mia contrarieta' di fronte a questa doccia mancata (dopo 25 chilometri di percorso e 1250 metri di dislivello, un bel getto d'acqua calda addosso mi sarebbe proprio piaciuto), una contrarieta' che si stemperava appena con la considerazione che ero ospitata gratuitamente e che non potevo quindi avanzare alcuna pretesa, e a maggior ragione apprezzai Pepe. Lui non aveva imprecato contro l'accoglienza; in verita' non si era neppure lagnato; aveva fatto una semplicissima, e per questo incontestabile osservazione: "no es para mi". Ma guarda un po' come puo' essere semplice la vita, come si puo' procedere seguendo il nostro proprio metro, che e' l'unico che ha davvero valore nelle cose che ci riguardano, prendendo, insieme, atto della realta', in cui ci troviamo: questa cosa non fa per me. Punto. Senza recriminazioni, senza rimproveri, senza giudizi sulla cosa "perche' questo e perche' quello…" o sulle persone "perche' lui e perche' lei…", senza neppure spiegazioni e giustificazioni, ma semplicemente: questa cosa non fa per me. Quindi, non la faccio. Se pero' ad altri va bene farla, la facciano pure. No es para mi. Personalmente sento questa affermazione come il riconoscimento della propria e altrui singolarita' e individualita', dei miei confini e limiti che non sono pero' quelli degli altri. E qui si possono pensare innumerevoli situazioni, di cui quella della doccia fredda a Roncisvalle diventa solo un'immagine. Dalle piu' elementari come: il computer? Non fa per me. Andare in barca? Non fa per me, a quelle piu' delicate perche' toccano corde profonde: il matrimonio? Non fa per me. Il digiuno rituale? Non fa per me… e via dicendo. Per quanto mi riguarda, sono profondamente grata a Pepe e alla vita per questa scoperta che mi soccorre spesso quando mi vedo scivolare nelle recriminazioni e nei giudizi su cose, situazioni e persone, perche' mi riporta alla concretezza piu' semplice ed elementare: quella determinata cosa non fa per me, e quindi io non la faccio. Ma, siccome, appunto, non fa per me, posso forse mettermi a concionare su di essa o su chi la fa? Posso, in coscienza, permettermi di giudicare, e magari disprezzare, o addirittura condannare chi, diversamente da me, ritiene quella certa cosa adatta a se'? O non sara' piu' giusto, equo e salutare rispettare la diversa specificita' di ogni persona, comprendendo che sta prestando, proprio come faccio io, seria attenzione alle sue piu' profonde esigenze? Non puo' darsi che il punto d'incontro tra le molte diversita', anche radicali, si situi non nella cosa in se', ma piuttosto nella serieta' con cui la si compie e, quindi, nel dare credito a questa serieta' -alla nostra e a quella degli altri? E se davvero ci sta a cuore una convivenza pacifica e gioiosa, non vale la pena di provare ad agire concretamente in questo senso? P.S. Per rendere giustizia all'ospitalita' del monastero di Roncisvalle devo aggiungere che, dopo circa mezz'ora, potemmo fare una doccia sufficientemente calda per ritemprare il corpo e lo spirito. Molto probabilmente, si tratto' solo di una questione di tempi; quello degli hospitaleros di accendere lo scaldabagno e regolarne la temperatura, e quello dell'apparecchio di scaldare a sufficienza un'acqua decisamente gelida. (a cura di Annapaola Laldi) NOTA Mi scuso con coloro che sono di madrelingua spagnola o comunque conoscono lo spagnolo per l'assenza dell'accento che e' d'obbligo su "mi" in quanto pronome. Devo pero' cedere alla tirannia del marchingegno elettronico che non riconosce sempre i segni distintivi come, per es., accenti e dieresi e, a volte, in sede di stampa o di trasmissione per e-mail, li interpreta in modo fantasioso. E' per questo motivo che negli scritti su queste pagine web tutti gli accenti delle parole italiane sono sostituiti da apostrofi. In questa rubrica, del Cammino di Santiago si parla anche il 1.5.2003: "LE STAGIONI (PERENNI?) DEL NOSTRO SCONTENTO" http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=59841 ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi La passeggiata del deserto Ha diritto al suicidio un individuo che puo' attuarlo personalmente, poco importa se non nella pienezza delle facolta' mentali. Viceversa tutto il resto e' perseguibile per legge. Poco importa se l'individuo impossibilitato e' nella pienezza delle facolta' mentali. Un individuo abile decide di togliersi la vita, quindi di suicidarsi: puo' farlo indisturbato e per la legge non e' nemmeno un reato. Se diversamente un individuo e' impossibilitato al suicidio e nelle piene facolta' mentali lo richiede, chi lo aiuta commette un reato. Il problema e' ritornato ardente come una piaga mai guarita. Questo perche' l'eutanasia di fatto e' gia' praticata con metodi diversi ma pur sempre umani. Qualche deputato contrario a questa pratica mi inciterebbe: "che si facciano nomi dei medici e delle strutture, che verra' adita la magistratura…". Siamo abituati allo starnazzare dei polli e non ce ne prendiamo cura. Quello che rimane sul terreno e' tale piaga che non puo' lasciarci indifferenti. Da un punto di vista giuridico siamo perfino al paradosso: per comprendere a fondo cosa scrivo, bisognerebbe vivere semplicemente qualche giorno da medico dove vorreste, in qualche corsia di ospedale o nello studio del medico di famiglia, burocratizzato piu' che mai al mondo. Anche l'oncologo milanese piu' famoso del mondo, in qualche maniera, lo ha espresso nel suo ultimo libro sul tema della "eutanasia". La tua vita e dono di Dio! Quindi se dono non ti appartiene. E se non ti appartiene, chi sei tu? Ma esiste una esasperazione grammaticale frutto degli "architetti delle coscienze altrui" di stampo "vaticanense": a chi appartiene la TUA vita? Fino agli anni 1960 si rullava la testa dei bambini con l'assurdita' di riferire che la "vita" era di "Dio". Una assurdita' che mostra la volgarita' senza limiti di questi "Lor Signori delle Coscienze altrui": la vita, la tua vita, se non ti appartiene non e' piu' tua, quindi non sei tu il padrone della tua vita e quindi, essendo "dono" di Dio appartiene a Dio. Quindi, a chi appartiene la tua vita? Se appartiene a Dio (lo dice il Vaticano) non ti appartiene e tu sei lo schiavo di Dio. In caso contrario la domanda e' scontata. In italiano, quando si fa una domanda ed esiste la risposta scontata, si incorre in una domanda "retorica". Ma nel "talebanismo" nascosto del nostro Belpaese, dove ogni cosa e' sommersa dai "filtri vaticani", la domanda non e' affatto retorica, a parte che si rischiano fino a 15 anni di galera. Rimaniamo quindi babbei a recarci in Chiesa ogni domenica a pregare il Buon Dio e la Madonna Vergine (non dimentichiamoci di riferire che e' vergine) altrimenti le nostre anime si macchiano di peccato. Quindi la tua vita non e' piu tua in quanto dono di Dio. Se sei cristiano e segui i "comandamenti", rassegnati a farti schiavo dei "misteri della Fede". Dietro tali volgari, stupide e ignoranti regole c'e' anche la voce di chi soffre in silenzio, nell'indifferenza di volgari esseri che si sono appropriati della esistenza altrui. C'e' la mancanza di rispetto, di amore, la mancanza del tutto. Se Dio esistesse davvero, la prima cosa che cancellerebbe sarebbe proprio il Vaticano. Il primato dell'uomo e' sfrattato dal peso dell'ideologia esercitata attraverso il credo. Se ci fosse un minimo di capacita' se l'uomo avesse un minimo di capacita', almeno la meta' di quella presente negli animali, butterebbe via ogni repressa, stupida, bigotta invasione della propria coscienza, lasciandola libera di comprendere, pensare e agire. State allegri la Chiesa Cristiana difende la Vostra Vita e se essa e' ridotta a nessuna speranza ed immersa nella sofferenza, e' "cosa buona". Se mio fratello fosse in tali situazioni e lucidamente mi implorasse di non voler piu' vivere, non esiterei un solo attimo, accada cosa accada poi. Nella mia certezza, anche quella della non esistenza di alcun Dio. Dio non esiste anche perche', se davvero ci fosse, avrei veramente tante paroline da dirgli il giorno che lo dovessi incontrare: meditate, meditate. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori. di: Claudia Moretti Il consumatore e' vittima inerme dei call center della telefonia? Ecco cosa non va nel codice al consumo. Proposte di riforma. Parte prima Partendo dalle numerosissime denunce (circa un 50% delle nostra folta corrispondenza con il consumatore) dei nostri lettori in merito ai contratti a distanza conclusi a mezzo di operatore telefonico – call center -, e in particolare quelli attinenti ai servizi di fornitura telefonica, ci siamo resi conto che qualcosa, nella – pur lodevole – riforma introdotta dal codice al consumo, non ha funzionato, qualcosa non va. Cosa impedisce al consumatore di far valere i propri diritti quando si trova con una fattura per un servizio non richiesto? O per un servizio che doveva essere, a detta dell'operatore, gratuito o in promozione? O quando in un abbonamento telefonico viene taciuta l'esistenza delle tasse governative di non poco rilievo? O ancora, quando, pur avendo deciso di non sottoscrivere il contratto giuntogli per posta qualche giorno dopo la conversazione telefonica, si trovano comunque con il servizio ormai attivato? Nonostante le corpose norme previste dagli articoli 50 fino al 65, nonostante gli obblighi informativi orali e scritti (Artt. 52 e 53), nonostante la possibilita' di recesso incondizionato di 10 giorni e condizionato di 90 giorni (Artt. 64 e 65), il consumatore si trova spesso insoddisfatto, si sente truffato per cio' che gli e' stato prospettato dal telefonista. Soprattutto non riesce ad attivare le tutele che –apparentemente- lo riguardano. Ecco, a nostro avviso, cosa non va. 1 – Situazione attuale Il codice al consumo tutela i contratti a distanza prevedendo procedure –un po' contorte ma importanti– volte ad obbligare il professionista ad informare, prima a voce poi per iscritto, sulle condizioni essenziali del contratto, compresa quella relativa all'esercizio del diritto di recesso (art. 52 e 53). In particolare c'e' l'obbligo di informare oralmente e per iscritto il consumatore. Sono previste due modalita' di recesso: una incondizionata di 10 giorni, dove il consumatore recede per qualsiasi –anche senza- motivo; una condizionata di 60/90 giorni dalla conclusione del contratto, in caso non siano state date (o erroneamente date) le informazioni sul diritto di recesso o quelle scritte di cui all'articolo 53. Nel caso, poi, siano mancate perfino le informazioni orali, o vengano date successivamente alla conclusione del contratto, il termine per il recesso (di 10 giorni) parte da quando esse siano effettivamente date, purche' tutto cio' avvenga nei tre mesi successivi alla conclusione stessa. Ma quando avviene la fatidica “conclusione contrattuale” nei contratti di telefonia a mezzo del call center? Proprio quella a cui il codice al consumo collega effetti cosi' importanti quali il recesso? La conclusione puo' avvenire in due momenti, secondo le scelte del gestore: a) spesso avviene al momento della prima telefonata, quando l'operatore, per andare avanti ne chiede l'adesione, oppure quando il consumatore chieda immediatamente di attivare quanto propostogli; b) oppure quando viene attivato il servizio, in una data spesso sconosciuta e non conoscibile in anticipo dal consumatore. L'incertezza –per l'utente- del momento della conclusione in cui iniziano a decorrere i tempi per il recesso e soprattutto la preclusione del recesso che la legge attribuisce al decorso di tre mesi dalla stessa, anche quando il professionista non abbia adempiuto affatto agli obblighi informativi, crea una impossibilita' di fatto, per molti consumatori, di far valere i propri diritti. Molti, troppi consumatori, infatti, scoprono le reali clausole contrattuali oltre detto termine, al recapito delle prime bollette! Ad oggi, dunque, se pur l'art. 53 prevede che l'invio scritto delle informazioni deve avvenire prima o al massimo al momento dell'esecuzione del contratto, spesso cosi' non avviene, e spesso, in particolare per i servizi annessi ad altro contratto (promozioni, cambi tariffari, portabilita' varie, attivazioni supplementari), il consumatore arriva a pagare le bollette senza aver in mano le condizioni generali del contratto, ne' alcuna idea delle causali di importi a lui addebitati. In alcuni casi la ricerca delle clausole va fatta su Internet e, soprattutto per i servizi promozionali e' difficile per il consumatore capirci gran che. L'obbligo predetto, infatti, non ha sanzioni effettive, ma tutt'al piu' serve allo slittamento dei termini di recesso, dunque di fatto, il professionista puo' anche non spedire dette informazioni scritte, cosa che spesso accade. Poiche' passati i tre mesi dalla conclusione del contratto o dalla sua attivazione, il consumatore non avra' piu' possibilita' di recedere, e poche' le bollette possono arrivare oltre detto termine, l'utente si trova a pagare e a tenersi un contratto non voluto, o voluto alle diverse condizioni riferite in sede di conclusione contrattuale. Noi proponiamo che le condizioni generali per esteso (non solo le informazioni essenziali) che regolano il contratto, debbano esser inviate e ricevute entro e non oltre 30 giorni dalla conclusione dello stesso, quando l'esecuzione abbia avuto luogo immediatamente o prima del termine dei 10 giorni. Tutto cio' che non perverra' nell'informativa non potra' essere invocato se non a tutela del consumatore. A tale previsione, volta a garantire un termine per le parti entro il quale la vicenda contrattuale debba ritenersi definita, sono ricollegate due sanzioni ben piu' efficienti: 1) il termine per il recesso non iniziera' a decorrere fintanto che non saranno arrivate le suddette comunicazioni, arrivino dunque anche oltre i tre mesi attuali e a servizio gia' cominciato; 2) nel caso il consumatore intenda recedere a seguito dell'invio delle condizioni, lo stesso non dovra' pagare alcunche' per i servizi erogatigli nell'attesa. Per questo motivo, non ci sara' bisogno di mantenere un termine per il recesso di 60/90 giorni, che proponiamo di uniformare a 10 giorni anche nel caso di mancate o erronee informazioni. Cio' perche' fintanto che non saranno integralmente ricevute per iscritto non inizieranno a decorrere i termini per il recesso. Molti consumatori, infine, finiscono per trovarsi nelle condizioni di cui ora diremo, spesso senza saperlo (per difetto delle informazioni che il call center e' tenuto a fornire). L'esclusione dei contratti di fornitura ad esecuzione immediata I contratti di somministrazione e fornitura servizi (fra cui rientra la telefonia) che il consumatore acconsenta a farsi attivare prima dello scadere dei 10 giorni, e cioe' quasi immediatamente (Art. 55). Per questo genere di contratti a distanza il codice al consumo prevede una esclusione di tutela, inibendo il ricorso alle procedure di recesso, condizionato o incondizionato. E se e' pur vero che rimangono in teoria per il professionista ed il suo operatore del call center gli obblighi informativi, e' anche vero che nel caso siano violati, non e' prevista la sanzione del recesso, unica a tutelare il consumatore. Questa previsione, lascia scoperti numerosi servizi telefonici attuati tramite call center, soprattutto quando l'operatore convince il malcapitato dell'urgenza promozionale o dell'affare dell'adesione immediata. 2 - Le nostre proposte Iin primo luogo proponiamo di modificare questa disposizione, lasciando il ricorso alle procedure previste dall'articolo 65, cioe' consentendo al consumatore almeno il recesso condizionato all'inadempimento degli obblighi informativi. Naturalmente, se il contratto ha esecuzione prima del termine dei 10 giorni, il consumatore avra' unicamente il diritto di recedere nei casi di mancata o erronea informazione orale o scritta, essendogli precluso (come e' adesso e come proponiamo che rimanga) il recesso incondizionato di 10 giorni (art. 55). Tutto cio' dovrebbe avere l'effetto di aumentare il controllo sul proprio personale da parte delle aziende che si avvalgono dei call center nella conclusione dei contratti. Un po' come accade negli Stati Uniti, dove, pur di dimostrare il corretto svolgimento di trattative e delle relative transazioni, le compagnie si avvalgono di aziende terze per garantire (eventualmente anche di fronte alla giustizia). ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA CONTRATTO DI COMODATO Disciplinato dal codice civile agli articoli 1803 e segg., e' il contratto con il quale una parte consegna all'altra una cosa –mobile o immobile- affinche' se ne serva per un tempo o per un uso determinato con l'obbligo di restituzione alla scadenza del termine o perche' l'uso, per la quale era stata data, e' stato assolto. E' un contratto essenzialmente gratuito, ovvero la sua esistenza e validita' e' subordinata al fatto che non deve essere prevista alcuna controprestazione a carico del comodatario. Le due parti contrattuali sono: - comodante, colui che da' i beni in comodato; - comodatario, colui che riceve qualcosa in comodato. Obblighi del comodatario: * e' tenuto a restituire la cosa ricevuta alla scadenza del termine convenuto e comunque qualora, in casi di urgente e improvviso bisogno, il comodante ne chieda la restituzione; * se non e' stato fissato un termine di restituzione, ne' tale termine risultasse dall'uso particolare al quale il bene e' destinato, il comodatario e' tenuto a restituire la cosa non appena gliene viene fatta richiesta da parte del comodante; * senza il consenso del comodante non puo' concedere ad un terzo l'oggetto ricevuto in comodato; * e' obbligato a custodire e a conservare il bene ricevuto con la diligenza del buon padre di famiglia. Non puo' farne un uso diverso da quello indicato nel contratto o da quello cui il bene e', per natura, destinato. Se l'obbligato non adempie a tali obblighi, il comodante puo' chiedere l'immediata restituzione della cosa, oltre al un risarcimento del danno; * non ha diritto al rimborso delle spese sostenute per servirsi del bene, ma deve essere rimborsato per quelle straordinarie, se necessarie ed urgenti; * se usa l'oggetto ricevuto in maniera difforme dal dovuto o per un tempo piu' lungo di quello pattuito, e' responsabile della perdita avvenuta anche per causa a lui non imputabile, a meno che non provi che la cosa sarebbe perita ugualmente. Invece il deterioramento per il solo effetto dell'uso e senza alcuna colpa, non e' a lui imputabile. da parte sua, il comodante, deve avvisare il comodatario riguardo all'eventuale presenza di vizi sul bene, da lui conosciuti, che potrebbero causargli dei danni. Se non lo fa dovra' risarcire il comodatario nel caso che tali danni si manifestassero. In caso di morte del comodatario il comodante ha facolta' di recedere dal contratto anche se fosse stato pattuito un termine e questo non fosse ancora giunto, determinando la anticipata risoluzione del rapporto con una idonea manifestazione di volonta'. A maggior ragione si estingue il comodato senza determinazione di data. Gli eredi del comodatario hanno l'obbligo dell'immediata restituzione del bene. In caso di morte del comodante: se il contratto ha un termine gli eredi subentrano nell'obbligo del comodante di consentire che il comodatario goda del bene per tutto il tempo stabilito. Si estingue, pertanto, solo il comodato "precario", ovvero quello per il quale non e' stato stabilito un termine (sentenza Cassazione n.9909/1998). Quando il comodato riguarda un immobile, e' bene sapere che: - se il comodatario e' un cittadino straniero, il comodante deve provvedere a denunciare entro quarantotto ore all'autorità locale di pubblica sicurezza le proprie generalita' complete e quelle del comodatario stesso, nonche' gli estremi del suo documento e l'ubicazione dell'immobile. - redigere il contratto in forma scritta non e' obbligatorio (sentenza Cassazione n.1083/81), anche se consigliabile per meglio certificare, e quindi tutelare, i diritti di ambedue le parti. Qualora il contratto venga messo per iscritto ne diventa obbligatoria la registrazione (presso l'ufficio del registro, entro 30gg dalla stipula, pagando l'imposta nella misura fissa di 168 euro). - il contratto di comodato non perde il requisito di gratuita' quando venga posto, a carico del comodatario, un onere (per esempio un rimborso di spese condominiali o relative ai consumi di acqua, luce, gas, etc.). L'importante e' che tali oneri non siano tali da rappresentare un corrispettivo per il godimento dell'immobile, ovvero una controprestazione (sentenza Cassazione n.485/03) - se viene stabilita una controprestazione, anche "in nero", il contratto diventa "di locazione", con tutte le conseguenze del caso (sentenza Cassazione 276/75). - Se non vi e' un accordo tra le parti riguardo alla scadenza del comodato di un immobile ad uso abitativo, il giudice puo' stabilire un termine per la restituzione, in modo che il comodatario possa lasciare vuoto l'immobile e trovare un'altra sistemazione abitativa (sentenza Cassazione n. 4921/88). Nota importante: Il codice civile fissa i caratteri generali del comodato, ma molti aspetti particolari sono stati fissati dalla giurisprudenza, in special modo da varie sentenze di Cassazione. Ne abbiamo riportato, nei vari punti della scheda, il contenuto ed i riferimenti e ci teniamo a far presente che non si tratta di "leggi" vere e proprie ma di importanti ed utili linee guida, che devono essere fatte valere, in caso di controversia e disaccordo con la controparte, in sede giudiziaria. ha collaborato Katia Moscano (Rita Sabelli) ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin S - coordinate bancarie BBAN S0616002817000007977C20 - coordinate bancarie IBAN IT19S0616002817000007977C20 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. 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