====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ====== Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://staminali.aduc.it - Email: staminali@aduc.it Anno 2006 Numero 126 10-11-2006 la prossima edizione: 24-11-2006 EDITORIALE Usa/Italia: le diverse difficolta' e i diversi tempi per cambiare rotta di Pietro Yates Moretti ARTICOLI - Ovociti cercasi di Theres Luethi - Italia. Pdl bipartisan per la conservazione del cordone in banche private per uso personale di Redazione NOTIZIE - Italia. Toscana. Consiglio regionale respinge mozione Cdl per ripristinare sostegno a Dichiarazione etica - Italia. Veronesi: linfonodo sentinella contro cellule staminali del cancro - Gb. Mini-fegato creato da staminali del cordone - Gb. Parte sperimentazione umana su terapia staminali contro danno da infarto - Australia. Senato approva legge sulla clonazione terapeutica - Gb. Staminali della retina per riparare la vista - Italia. Napoli. Cellule staminali del cordone salvano vita a fratellino - Germania. Nuovo asse con l'Italia per la ricerca sulle staminali adulte - Gb. Scienziati chiedono autorizzazione per creare embrione uomo-mucca - Italia. Trapani. Anche le cellule adulte possono trasformarsi come le cellule staminali? - Italia. Terni. Vescovi nominato direttore scientifico di Brain Repair - Italia. Da staminali isolate in Italia creato nuovo tessuto muscolare - Italia. Termoli. Primi trapianti di cellule staminali - Italia. Cellule staminali per sconfiggere glioblastoma - Italia. Veneto. Covi (Sdi): a Verona non si puo' donare il cordone ombelicale - Usa. Missouri. Approvato referendum sulla ricerca con le staminali - Repubblica Ceca. Si lavora su vaccino contro tumore ai polmoni - Spagna. Interventi con staminali adulte - Spagna. Sta per partire il primo esperimento con staminali su pazienti Sla - Corea del Sud. Hwang Woo-suk chiede il reintegro nell'Universita' di Seul -------------------------------------- EDITORIALE - Usa/Italia: le diverse difficolta' e i diversi tempi per cambiare rotta Raramente abbiamo pubblicato una edizione del notiziario Cellule Staminali cosi' ricco di eventi importanti. Da molto tempo seguiamo cio' che accade negli Stati Uniti ed in Australia, i cui Governi hanno posto serie limitazioni alla ricerca con le cellule staminali. George W. Bush, che aveva fortemente limitato il finanziamento federale alla ricerca con le cellule staminali -recentemente confermati attraverso il veto-, e' uscito pesantemente sconfitto dalle elezioni di medio termine. E sono state moltissime le competizioni elettorali, specialmente per la carica di Governatore, che si sono incentrate sulla liberta' di ricerca. Il Governatore repubblicano della California, Arnold Schwarzenegger, e' stato ampiamente riconfermato dopo aver preso le distanze dalla politica del suo Presidente, anche sulla ricerca con le cellule staminali (ricordiamo la sua recente decisione di finanziare generosamente l'Istituto di medicina rigenerativa del suo Stato). Nel Missouri, seppur di poco, gli elettori hanno approvato un emendamento alla Costituzione dello Stato teso a proteggere la ricerca con le cellule staminali embrionali e la clonazione terapeutica. Il senatore repubblicano in carica del Missouri, Jim Talent, contrario al referendum, ha dovuto cedere il posto alla democratica Claire McCaskill, che ha fatto campagna per il "si'". Infine, c'e' l'Australia, dove il premier John Howard, che aveva fortemente voluto il divieto della clonazione terapeutica per motivi etici e religiosi, e' stato costretto ad accettare dal Senato una legge che la legalizza. Ma restiamo negli Stati Uniti. Come sappiamo, le motivazioni della sconfitta dei Repubblicani sono molteplici: l'andamento della guerra in Iraq, gli scandali di corruzione, l'andamento dell'economia, il bisogno di novita'. Vi e' pero' un elemento che credo possa aver determinato sopra ogni altro la debacle repubblicana. Mi riferisco alla percezione –piu' che giustificata- da parte degli americani che la politica del presidente americano fosse dettata da idealismo (o ideologia) piu' che dalla conoscenza della realta'. E' innegabile che fino a due anni fa, questa forte carica ideologica dell'amministrazione Bush era piaciuta ai piu', stanchi di un realismo (da molti identificato con le ragioni della real-politik) che appariva troppo fatalista e passivo. Di fronte alla realta' dell'Iraq, e alle rassicurazioni sempre smentite dai fatti, gli americani hanno cominciato a chiedersi se il proprio Governo non fosse affetto da allucinazioni: bene l'idealismo, ma quando le cose non vanno bene non vi e' di peggio che far finta di non vedere. In altre parole, la sconfitta di Bush e', si', dovuta in gran parte all'Iraq, ma non tanto per un intervento militare che non sarebbe mai dovuto avvenire, quanto invece per il rifiuto di accettare la realta' e cambiare rotta in corso d'opera. E' la testardaggine di Bush, la sua manifesta volonta' di ignorare opinioni diverse dalla sua, che lo ha portato alla sconfitta. Un errore si puo' perdonare, ma non certo il suo ripetersi. Questa percepita chiusura mentale dell'amministrazione Bush ha trovato una importante conferma nella sua incrollabile vicinanza alla destra cristiana, quella dei tele-evangelisti, o dei cosiddetti teocon. Dall'astutissimo Karl Rove, infatti, era nata questa vincente alleanza con una parte molto importante dell'elettorato americano, pronto a mobilitarsi per il Partito Repubblicano. In cambio della sua opposizione ai matrimoni gay, all'aborto, alla ricerca con le cellule staminali, Bush ha ricevuto il supporto militante di milioni di cittadini motivati da e per il Bene assoluto (indiscutibilmente una motivazione convincente). Oggi, questa strategica alleanza si e' rivelata un cul-de-sac. Non solo e' stato approvato il referendum del Missouri, ma tutti i referendum tesi a vietare l'aborto, appoggiati quindi da Bush e dalla destra cristiana, sono stati respinti dagli elettori. Cosa ben piu' importante, la motivazione religiosa di Bush e' stata percepita dalla gran parte degli elettori come pilastro della sua forte impronta ideologica e della sua testardaggine, madre anche del disastro iracheno. Veniamo all'Italia. Come quelle dei tele-evangelisti, le posizioni dei vescovi italiani sull'aborto, sulla ricerca con le cellule staminali, sull'eutanasia, sono fortemente minoritarie nel Paese. Ma come i tele-evangelisti, i vescovi possono contare su mezzi potenti e su una parte consistente di elettorato pronto a mobilitarsi con vigore in nome del Bene. La politica, quella partitica, che vive di potere e quindi anche di voti, e' naturalmente attenta a tutte quelle lobby che hanno muscoli e voce. Come e piu' dei Repubblicani, il centro-destra italiano si e' buttato nella sua interezza sulla strategia, fino a poche ore fa vincente, di Bush e di Rove. E buona parte del centro-sinistra, con la sua forte componente cattolica, ha fatto lo stesso. Il risultato e' una Paese che assomiglia molto agli Stati Uniti di qualche anno fa, dove le decisioni su temi cosiddetti "etici" si prendono solo quando compatibili con i principi della Chiesa (basti pensare al ruolo che hanno avuto i cattolici nel Comitato nazionale di bioetica, a cominciare dal presidente Francesco D'Agostino). Il percorso degli Stati Uniti, anche se con modalita' molto diverse, sara' prima o poi seguito dall'Italia. Purtroppo, questo avverra' non da subito per i seguenti motivi: 1. L'Iraq, con i suoi 100 soldati americani uccisi ogni mese e miliardi di dollari l'anno, e' lo schiaffo che ha fatto risvegliare cosi' bruscamente l'elettorato. Noi non abbiamo una dimostrazione cosi' inconfutabile del fallimento dell'ideologismo; 2. Negli Stati Uniti, il cristianesimo e' frammentato in decine di denominazioni, di cui i tele-evangelisti rappresentano una parte importante e vivace, ma pur sempre una parte. In Italia, la Chiesa Cattolica regna pressoche' indisturbata, rendendo molto piu' difficile il compito a chi vorrebbe leggi piu' liberali. 3. Uno scandalo come quello che ha colpito la chiesa evangelica americana, e che quindi ha contribuito alla sconfitta di Bush, difficilmente potrebbe accadere in Italia (ricordiamolo, uno dei piu' importanti tele-evangelisti, Ted Haggard, consigliere spirituale di Bush, si e' imbottito di metanfetamine prima di andare a letto con un prostituto). Sono migliaia, ad esempio, le denuncie contro preti cattolici americani (e non solo) per aver abusato sessualmente di bambini piccoli. Di questo si e' parlato moltissimo in tutto il mondo, ma poco, pochissimo in Italia. Nel nostro Paese, grazie anche all'informazione, la Chiesa Cattolica riesce molto meglio che altrove a nascondere i propri scheletri nell'armadio. 4. La scarsa qualita' dell'informazione, del giornalismo di inchiesta, in Italia. I telegiornali ed i giornali sembrano ormai grigi bollettini che riportano le diatribe di palazzo. Poco, pochissimo l'approfondimento e l'inchiesta. Nonostante il demenziale e incomprensibile umorismo che li accompagna, programmi come Le Iene e Striscia la notizia sono fra i pochi in Italia a fare giornalismo d'inchiesta. Senza informazione adeguata, difficilmente ci si puo' rendere conto dei danni provocati dall'ideologia. 5. Il rapporto diretto elettore-istituzioni che contraddistingue gli Stati Uniti e' infinitamente piu' tortuoso in Italia. Difficilmente i parlamentari italiani ascoltano i propri elettori, i quali sono spesso ininfluenti sui singoli temi (quanti di noi hanno l'indirizzo del proprio rappresentante a cui spedire una lettera di protesta o di incoraggiamento?). Infatti, e' evidente che i nostri rappresentanti temono ogni forma di espressione diretta dei loro rappresentati. Basti pensare a quanto si e' fatto per scoraggiare l'istituto referendario, usato ben 206 volte appena due giorni fa negli Stati Uniti. 6. Quella parte della politica italiana che non e' motivata dall'ideologia teocon o comunque dalla lobby cattolica, e' motivata da altre ideologie, di stampo pacifista, comunista, pauperista o altro. Pochissima e quasi ininfluente e' la componente laica e liberale nelle istituzioni, ovvero quella componente che negli Stati Uniti, ma anche in gran parte d'Europa, e' controparte a tutto cio' che agisce nel nome dell'ideologia (cristiana, comunista, o altro). Siamo ancora lontani dal compiere quel passo che gli Stati Uniti, la piu' grande e solida democrazia nella storia dell'uomo, hanno dimostrato ancora una volta di saper fare: cambiare rotta. Ma questo non ci deve scoraggiare, prima di tutto perche' la nostra disperazione, che e' assenza di speranza e di fiducia nel futuro, e' l'arma con cui oggi siamo governati. di Pietro Yates Moretti -------------------------------------- ARTICOLI - Ovociti cercasi Kim ha 35 anni e di lavoro riassume testi scientifici per una societa'. Recentemente ha fatto qualcosa di abbastanza insolito: ha donato ovociti alla ricerca. "Lessi un annuncio su un giornale, in cui si diceva che per svolgere le loro attivita' su diabete e Parkinson i ricercatori hanno bisogno di ovociti nuovi. Mio nonno aveva il Parkinson". Kim e' una delle trenta donne che hanno ceduto i loro ovociti al Bedford Stem Cell Research Foundation", vicino a Boston. Ma anche all'Universita' di Harvard e in California, Gran Bretagna, Spagna e Asia i ricercatori stanno cercando giovani e sane donatrici di ovuli. Di per se' questa non e' una novita': ci sono donne che forniscono ovociti alle cliniche di fecondazione assistita in cambio di un bel gruzzolo di denaro; avviene con una certa frequenza in Usa, per esempio. Di nuovo c'e' che adesso le donne li possono mettere a disposizione della ricerca scientifica. Kim in cambio ha ricevuto 4.000 dollari. La ricerca con le cellule staminali non puo' prescindere dagli ovociti, strumento indispensabile per produrre cellule staminali mirate su singoli pazienti, con cui tentare d'elaborare nuove terapie contro Alzheimer, Parkinson ed altre malattie oggi inguaribili. Poiche' la cosiddetta clonazione terapeutica e' ancora "acerba", serviranno molti ovociti. Quanti, nessuno lo sa. Sicuramente la tecnica funziona solo con ovociti freschi, meglio ancora se provengono da donne in eta' compresa tra 21 e 35 anni. Pero' non e' cosa tanto semplice. Parliamo di una pratica piuttosto spiacevole, talvolta rischiosa, che comporta una stimolazione ormonale con un'iniezione quotidiana per una o due settimane affinche' maturino piu' ovuli, e nel giorno della "raccolta" la donna viene anestetizzata per il prelievo -generalmente da 3 a 12 ovociti. Alcune reagiscono male agli ormoni; i tipici effetti collaterali della stimolazione sono nausea, sbalzi d'umore e aumento di peso. Nel 2%-5% dei casi capita la temuta iperovulazione, ossia maturano 30 o piu' ovociti contemporaneamente, i vasi sanguigni diventano permeabili, la pancia si gonfia e in alcuni rari casi c'e un blocco renale. Il rischio di morire e' pero' estremamente basso; secondo uno studio, sarebbe inferiore allo 0,01 per cento. Ancora incerti, invece, i rischi a lungo termine, come il possibile nesso con il tumore. Ma ci sono donne che si sottopongono volontariamente a simili disagi? Ci sono. "Non ho mai dubitato della disponibilita' di giovani donne a cedere gli ovuli qualora sapessero di poter essere d'aiuto alle persone attraverso nuove terapie", affermava l'anno scorso in un'intervista al quotidiano The Guardian Ian Wilmut, "il papa'" della pecora Dolly. Wilmut ha chiesto l'autorizzazione all'autorita' britannica HFEA di poter utilizzare gli ovuli di donatrici volontarie per la sue ricerche nel campo della sclerosi laterale amiotrofica. Lo ha potuto fare poiche' numerose donne, che avevano cognizione diretta delle conseguenze terribili di quella malattia, si sono spontaneamente dichiarate disponibili. Ann Kiessling, direttrice della Bedford Stem Cell Reserach Foundation ha analizzato i motivi delle 400 donne che finora hanno manifestato interesse alla donazione di ovuli, ed e' giunta a una conclusione interessante. Tranne un'eccezione, nessuna delle volontarie aveva mai preso in considerazione l'ipotesi di vendere gli ovuli alle cliniche di fecondazione assistita. "Abbiamo a che fare con tutt'altra clientela", osserva Kiessling. Praticamente tutte hanno parenti o amici affetti da una grave malattia. "Queste donne sono interessate alla ricerca, vogliono collaborare". Non sono i soldi a motivarle. Ma lo farebbero se non fosse previsto neanche un piccolo risarcimento? "Probabilmente no", e' la risposta di Kim, che con quei 4000 dollari ha potuto saldare alcuni conti. Del resto, il tempo speso e il disagio patito non sono di poco conto. Ovociti contro soldi -e' un tema che scalda gli animi dei ricercatori sulle staminali, anche per gli echi della brutta vicenda del coreano Woo Suk Hwang, che aveva sempre sostenuto di aver avuto a disposizione ovociti donati volontariamente e senza compenso, mentre poi e' emerso che delle 129 donne che gli avevano fornito piu' di duemila ovociti, non tutte erano volontarie e disinteressate: alcune erano sue collaboratrici, altre sono state pagate, e almeno due di loro hanno sporto denuncia contro lo Stato. Da un simile scandalo i ricercatori non possono che prendere le distanze, tuttavia non c'e' concordanza su come risolvere la questione. Alcuni ritengono immorale lo scambio ovociti-denaro giacche' potrebbe indurre donne economicamente in difficolta' a correre dei rischi. National Academy of Sciences suggerisce di rimborsare solo le spese vive, ad esempio i viaggi . Anche all'Universita' di Harvard si segue il criterio di accettare solo le donne che lo fanno per il bene della scienza; lo ha affermato George Daley al Newsweek. "E' molto paternalistico", ritiene Ann Kiessling. "Non si potrebbe semplicemente rispettare la decisione delle donne informate se cedere o no gli ovociti alla scienza? Per farlo devono comunque superare un test psicologico, fare prelievi di sangue, sottoporsi a un piccolo intervento chirurgico, e spendere una cinquantina d'ore del loro tempo. Senza dimenticare che vengono da sole ad eseguire gli adempimenti preliminari. Nessuno le costringe o le sfrutta". La divergenza di opinioni nasce dal fatto che non si riesce a trovare un accordo su some debbano essere valutate le donatrici di ovociti. Sono equiparabili ai donatori di organi, che corrono un rischio per puro altruismo? Alcuni sostengono che mentre i donatori di organi possono effettivamente salvare delle vite, la situazione delle donatrici di ovuli e' diversa perche' la ricerca con le staminali e' ancora agli inizi, e nessuno sa se le speranze dei ricercatori si potranno mai realizzare. Altri vedono invece un'analogia con i partecipanti a studi clinici, quasi sempre retribuiti per lo sforzo e il tempo che vi dedicano. "Non ha senso risarcire soggetti giovani e volontari che si prestano per alcuni interventi e altri no", e' il commento apparso di recente su New England Journal of Medicine. Ma forse c'e' una via d'uscita dal dilemma, ossia la soluzione elegante adottata dal North East England Stem Cell Institute di Newcastle. Se la donna che pratica la fecondazione medicalmente assistita acconsente a cedere alla ricerca scientifica gli ovuli eccedenti, ha diritto a uno sconto; paga l'intervento 1.250 sterline anziche' 2.500. Il vantaggio di questo metodo, detto "egg-sharing", consiste nel fatto che la donna si sottoporrebbe comunque a una stimolazione ormonale e quindi non corre rischi inutili. Naturalmente occorre una scelta accurata in modo da non ridurre le possibilita' di una gravidanza. "Prendiamo in considerazione solo le donne che producono un numero sufficiente di ovuli", dice Alison Murdoch, responsabile del programma. "Se una donna produce dodici ovociti, ce ne da' sei". Il laboratorio di Murdoch e' proprio accanto alla clinica della fecondazione. "Gli ovociti devono essere consegnati in laboratorio entro pochi minuti dal prelievo, altrimenti non sono utilizzabili", dice la dottoressa Murdoch, che con il loro aiuto vorrebbe produrre cellule staminali embrionali ed elaborare nuove terpaie contro il diabete. L'autorizzazione per l'egg-sharing l'ha ottenuto dalle autorita' britanniche lo scorso luglio. Ora e' in attesa dei finanziamenti. Quello che non le manca sono le donne disponibili a donare gli ovociti eccedenti: ogni settimana ci sono una o due donne che la contattano. di Theres Luethi Traduzione di Rosa a Marca ------------------- - Italia. Pdl bipartisan per la conservazione del cordone in banche private per uso personale Dare la possibilita' alle donne di poter conservare per se', i propri congiunti o chi ne abbia necessita', il sangue del proprio cordone ombelicale, scegliendo se destinarlo alla collettivita' o conservarlo per proprio uso in banche private accreditate: e' quanto vuole realizzare la proposte di legge presentata lo scorso 8 novembre alla Camera e che ha come prime firmatarie Donatella Poretti (Rnp), Daniela Santanche' (An), Chiara Moroni (Fi), Cinzia Dato (Ulivo-Dl), Dorina Bianchi (Dl) e Daniela Dioguardi (Prc). Una pdl che le deputate sono andate a consegnare subito a Michele Ventura, relatore alla Camera della Finanziaria, perche' la inserisca nella legge in modo che diventi effettiva gia' da quest'anno. 'La nostra e' un'iniziativa che parte dalle donne senza logiche di schieramenti politici -spiega Poretti- per sancire il diritto a conservare per se' o i propri congiunti il sangue del proprio cordone ombelicale, ricco di cellule staminali, utili a curare moltissime malattie, come leucemia, anemia e talassemia. Attualmente, in Italia sono 250 le strutture pubbliche autorizzate dove e' possibile fare la donazione. Un'ordinanza di Sirchia, confermata poi da Berlusconi, ha pero' vietato l'istituzione di banche presso strutture sanitarie private anche accreditate per uso privato. Le donne che vogliono conservare il cordone per se' possono farlo solo all'estero, previa autorizzazione del ministero della Salute'. I cinque articoli della pdl sanciscono dunque la possibilita' per la donna di scegliere tra la conservazione, libera e gratuita, presso strutture pubbliche, o per proprio uso in strutture private a pagamento, autorizzate dalle Regioni e che abbiano stipulato una convenzione con un centro trasfusionale accreditato per l'esecuzione di test virali. Tali banche private Dovranno anche rendere disponibili le informazioni alle staminali raccolte sulle banche dati nazionali o internazionali. Nel caso quindi alla donna venga richiesto di donare il suo cordone, conservato per uso autologo, ad altre persone che ne abbiano bisogno, puo' scegliere di farlo e avere il rimborso delle spese affrontate presso il centro privato. Le banche private dovranno inoltre versare un contributo per ogni sacca di sangue, che sara' finalizzato alla ricerca sulle cellule staminali emopoietiche. 'Facciamo un appello a tutti i deputati maschi -hanno aggiunto Santanche' e Moroni- perche' firmino questa proposta di legge e perche' il presidente della Camera Bertinotti la calendarizzi subito. Adesso comunque chiederemo all'on.Ventura di inserirla in Finanziaria, visto che non ha bisogno di copertura, in modo che diventi legge dello Stato subito. In questo modo non solo si offrira' un diritto in piu' alle donne, ma si consentira' anche un risparmio per la sanita' pubblica'. Qui il testo completo della proposta di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=160500 COMMENTI "Siamo pienamente d'accordo con la proposta sulle banche private per la raccolta del sangue del cordone ombelicale e ci impegneremo concretamente per farla inserire nella legge finanziaria". Lo afferma la deputata dei Popolari Udeur e segretaria della Commissione parlamentare per l'infanzia, Sandra Cioffi, annunciando la propria adesione alla firma della pdl presentata questa mattina da un gruppo di deputate. "La cosa importante, comunque sarà quella di promuovere campagne di comunicazione per sensibilizzare la raccolta: tanto più che ciò avrà l'effetto concreto di aumentare i contributi, sia tecnici sia economici, a favore della ricerca". "Non comprendo la pressante necessita', affermata da Poretti della Rosa del pugno, da Dorina Bianchi e Cinzia Dato dell'Ulivo di istituire in Italia banche private per la tipizzazione e conservazione delle cellule staminali emopoietiche da cordone ombelicale, e il loro utilizzo autologo". A dichiararlo e' Domenico Di Virgilio (Fi), primo firmatario di una proposta di legge proprio su questo argomento. "Vorrei ricordare -prosegue Di Virgilio- che il sangue del cordone ombelicale deve essere trattato esclusivamente da strutture pubbliche. In Italia- spiega l'esponente azzurro- vi sono 16 banche pubbliche collegate tra loro e al registro italiano dei donatori di midollo osseo, Ibmdr, che saranno coordinate, come previsto dalla legge sul sangue, dal centro nazionale sangue con il supporto del centro nazionale trapianti". "Voglio ribadire che non vi e' alcun preconcetto da parte mia verso questo progetto di legge, ma a mio parere sarebbe necessario convogliare gli sforzi, per aiutare economicamente le banche gia' esistenti per una migliore diffusione e un miglior coordinamento dei punti di raccolta". Inoltre il parlamentare di Fi dichiara: "Non ho nulla in contrario al fatto che la donatrice possa richiedere l'uso delle cellule staminali prodotte dal proprio cordone ombelicale, mettendole a disposizione anche degli altri componenti della sua famiglia, in caso di necessita', come previsto anche dalla mia proposta di legge". LA CONSERVAZIONE DEL CORDONE OMBELICALE NEL MONDO Sono piu' di 50 le malattie che si possono curare usando le cellule staminali ricavate dal sangue del cordone ombelicale, tra cui leucemia e talassemia. In Italia sono state effettuate oltre settemila donazioni di cordone ombelicale nel 2004, con piu' di 340 interventi su pazienti curati con le cellule staminali, prelevate dal sangue cordonale e tutti con buoni esiti. Una pratica che e' sempre piu' diffusa non solo nel nostro paese, quarto in Europa, dove primeggia la Spagna, e nel mondo. Con i trapianti di sangue da cordone si ritiene possibile arrivare ad aiutare fino a 12mila persone l'anno. - NEL MONDO: ammontano a oltre 170mila le sacche di sangue placentare conservate nelle banche pubbliche nel mondo, custodite in 37 centri, presenti in 21 paesi. Nel 1995 e' stata creata una rete internazionale, Grace (gruppo per la raccolta e amplificazione delle cellule ematopoietiche), che permette di trovare il donatore grazie ad un archivio informativo collegato con i registri di donatori di midollo o sangue placentare in tutto il mondo. - MAGGIORI DONATORI: Gli Stati Europei che hanno fatto le maggiori donazioni di cordone ombelicale sono la Spagna (12.410), seguita da Germania (8.301), Belgio (7.113) e Italia (7.062). - IN ITALIA: la prima banca del sangue del cordone ombelicale italiana (Cordon Blood Bank) e' stata fondata a Milano nel 1993, ed e' stata una delle prime insieme a quelle di New York e Duesseldorf. Nel 2005 e' stato costituito il Grace italiano, con una rete di 16 strutture ospedaliere pubbliche che riunisce medici, biologi, ostetrici e ricercatori. E' dotato di piu' di 37mila unita' di sangue 'bancate', di cui 522 donate in tutto il mondo per altrettanti trapianti. La banca presso il Policlinico di Milano, attiva dal 1993, dispone di circa seimila unita' di sangue placentare congelate, utilizzabili per trapianti, di cui 280 distribuite in Italia e all'estero, e 43 nel 2005. Quella del Policlinico San Matteo di Pavia, attiva dal 1996, dispone invece di tremila unita', di cui 62 distribuite per trapianti, e 17 nel 2005. - TRAPIANTI: Gli Stati Uniti prevedono che ogni anno 12mila persone possono beneficiare di trapianti effettuati con sangue da cordone ombelicale. Per far fronte a questa richiesta crescente, l'Istituto di medicina (Iom) ha lanciato una campagna che punta ad aumentare di tre volte la raccolta e lo stoccaggio di cordoni ombelicali. In Italia nascono ogni anno 500mila, i cui cordoni ombelicali potrebbero essere dunque molto utili. Solo di leucemia infatti si ammalano ogni anno 430mila bambini sotto i 14 anni. di Redazione ------------------- -------------------------------------- NOTIZIE - Italia. Toscana. Consiglio regionale respinge mozione Cdl per ripristinare sostegno a Dichiarazione etica La mozione presentata dalla Casa delle libertà che chiedeva il "ripristino del sostegno dell'Italia alla Dichiarazione etica, sottoscritta a livello europeo il 28 novembre 2005, contro i finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali embrionali" è stata respinta dal Consiglio regionale. Hanno votato contro Ds, Rc, Ci e Verdi, mentre si è astenuta la Margherita. La mozione, illustrata in aula dalla consigliera Stefania Fuscagni (FI), chiedeva inoltre alla Giunta di "impegnarsi, in tutte le sedi, a rinnovare la tradizionale contrarietà del nostro Paese alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e a sostenere, con iniziative e finanziamenti, la ricerca su nuove linee di cellule staminali adulte; a richiamare il Governo al rispetto della volontà espressa dagli elettori nel referendum del 12-13 giugno 2005, non procedendo alla revisione delle vigenti disposizioni della legge n. 40 del 2004 in materia di ricerca clinica sulle cellule staminali embrionali". Per la consigliera Rosanna Pugnalini (Ds), l'aver ritirato l'adesione alla Dichiarazione etica "sottoscritta dal precedente Governo e, mai discussa in nessuna sede, è un atto positivo che ha tolto il nostro Paese da un'evidente difficoltà". Pugnalini ha quindi ricordato che insieme all'Italia, anche Germania e Lussemburgo "hanno cambiato fronte". "La decisione di ritirare la firma non modifica la nostra legislazione. Oggi la legge 40 è legge dello Stato e come tale deve essere applicata. Se ci saranno proposte di modifica, il Parlamento è la sede naturale per affrontarle". Il consigliere socialista, Giancarlo Tei, ha motivato il suo voto contrario perché la parte della mozione che si riferisce all'uso delle cellule staminali embrionali, a suo parere, non è veritiera. Il documento affermava che "scoperte recenti testimoniano l'importanza della ricerca condotta sulle cellule staminali adulte, dimostrando nel contempo l'inutilità, se non addirittura la pericolosità, delle cellule staminali ricavate da embrioni". - Italia. Veronesi: linfonodo sentinella contro cellule staminali del cancro Dallo studio del linfonodo sentinella, potrebbero venire informazioni importanti sulle cellule staminali tumorali e per mettere a punto farmaci in grado di bloccare la loro crescita e fermare le metastasi. Ne e' convinto il professor Umberto Veronesi che ha riunito dal 1 novembre a Roma i maggiori esperti in campo mondiale della tecnica da lui ideata 10 anni fa, tecnica che ha reso piu' conservativa la chirurgia dei tumori del seno cambiandone la cura. 'Il futuro ruolo del Linfonodo sentinella e' legato alla ricerca sulle cellule staminali del cancro -afferma l'oncologo milanese- e la biologia molecolare ci aiuta a capire meglio quanto la presenza di cellule staminali tumorali sia essenziale per lo sviluppo delle metastasi. Questa e' la nuova frontiera che permettera' di identificare farmaci specifici diretti contro le staminali. Da qui ci aspettiamo una vera svolta nell'efficacia dei cosiddetti farmaci intelligenti'. Al congresso, promosso dalla Societa' Internazionale del Linfonodo Sentinella prendono parte anatomopatologi, medici nucleari e biologi molecolari di tutto il mondo per discutere le nuove frontiere di questa metodica messa a punto 10 anni fa all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano. La biopsia del linfonodo sentinella, ricordano allo Ieo, e' diventata uno standard internazionale con la pubblicazione dell agosto 2003 sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. Il metodo consiste nell'identificare il linfonodo piu' vicino al tumore, per poi analizzarlo rapidamente per accertare se contiene cellule maligne. Poich‚ la situazione di quel linfonodo segnala (come una sentinella) quella di tutti gli altri linfonodi dell ascella, il chirurgo procede all intervento di dissezione ascellare solo nei casi in cui e' accertato che esiste metastasi ascellare evitando interventi demolitivi non necessari. 'A dieci anni dalla sua prima introduzione in Istituto -commenta Veronesi- abbiamo applicato la tecnica del linfonodo sentinella a 10 mila casi di tumore del seno e a 7000 donne abbiamo evitato un operazione inutile'. 'Ma la ricerca clinica si sta concentrando su come trarre altre informazioni ancora dal linfonodo sentinella per rendere la diagnosi ancora piu' precisa e la chirurgia ancora piu' conservativa -afferma Alessandro Testori, Direttore dell Unita' Funzionale Melanoma allo IEO e coordinatore del Congresso insieme al Prof. Nicola Mozzillo, Direttore della Divisione di Chirurgia B all Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli. 'Per esempio, in caso di sentinella positivo -continua Testori- la presenza delle cellule tumorali nel linfonodo potrebbe anche essere utile per attivare il sistema immunitario. Di conseguenza non e' detto che sia sempre necessario asportare tutti i linfonodi circostanti privando il paziente di uno strumento di monitoraggio immunologico importante. Indicazioni piu' sicure circa la necessita' o meno di effettuare lo svuotamento dei linfonodi potrebbe derivare dallo studio di alcuni marcatori biologici accurati e specifici per ogni paziente. In questa direzione sara' presto avviata una sperimentazione clinica'. - Gb. Mini-fegato creato da staminali del cordone Scienziati britannici hanno creato un piccolo fegato umano partendo da cellule staminali prese dal sangue del cordone ombelicale di neonati, in quello che il Daily Mail definisce una prima assoluta a livello mondiale. Inizialmente, il piccolo organo puo' essere usato per testare medicinali, evitando cosi' gli esperimenti sugli animali; ma entro 5 anni, affermano gli scienziati dell'universita' di Newcastle, la tecnica potra' essere usata per riparare parti di fegati danneggiati da malattie. Il piccolo fegato ha le dimensioni di una moneta da 1 penny, che ha dimensioni simili a quella da 5 centesimi di euro, e l'idea e' di farlo crescere fino a dimensioni normali. Per giungere a questo tessuto epatico, le cellule staminali sono state poste in un bioreattore (un apparecchio creato dalla Nasa per simulare l'assenza di gravita'), che ha consentito loro di moltiplicarsi a grande velocita', quindi sono state curate con farmaci e ormoni, fino a quando non si sono trasformate nel tessuto del fegato. - Gb. Parte sperimentazione umana su terapia staminali contro danno da infarto Un cuore danneggiato da un infarto potrebbe essere curato da un'iniezione tempestiva di cellule staminali sulla zona colpita da necrosi fatta entro cinque ore dall'attacco cardiaco. E' quello che sperano i medici del Barts Hospital di Londra, che nei prossimi giorni inizieranno la sperimentazione su circa 100 volontari. Test iniziali hanno mostrato che cellule staminali prese dal midollo osseo sono in grado di sanare i tessuti cardiaci resi inerti dall'infarto, se iniettate sul muscolo in tempi stretti dopo l'evento. Questa cura garantirebbe al cuore una buona salute in futuro, evitando l'arresto cardiaco, il pericolo maggiore per gli infartuati. La sperimentazione e' la prima a essere finanziata dalla Uk Stem Cell Foundation, dedita alla ricerca sulle staminali. Solo il giorno prima, era arrivata la notizia di sperimentazioni britanniche in questo campo volte a creare embrioni umano-bovini per estrarne staminali embrionali. L'infarto uccide 108.000 persone all'anno in Gran Bretagna, e 660.000 sopravvivono. Negli ultimi anni, l'uso dell' angioplastica - che con l' uso di un catetere infila un palloncino nelle arterie bloccate, le apre, e poi le tiene aperte con una piccola spirale detta 'stent' - ha permesso di ridurre le morti da infarto subito dopo l'evento. Tuttavia, resta alto il pericolo che il danno al cuore provochi ad anni di distanza altri problemi, in particolare l'arresto cardiaco. La nuova terapia combinera' l'angioplastica con l'iniezione di staminali, prese dal midollo spinale del paziente. Per John Martin, che sta curando la sperimentazione 'portare i pazienti colpiti da attacco cardiaco in centri dove la loro arteria coronarica bloccata puo' essere aperta in tempi brevi ha provato una dimunzione della mortalita' e dei danni al cuore. I primi studi hanno mostrato che l'iniezione di staminali sul cuore non presenta rischi collaterali. Cercheremo di vedere se essa funziona negli infarti acuti'. Quando una persona viene colpita da infarto, prima gli verra' praticata l'angioplastica; contemporaneamente, cellule staminali gli verranno estratte dal midollo, e quelle piu' adatte saranno usate per l'iniezione sul cuore, che avviene attraverso lo stesso catetere dell'angioplastica, infilato in un'arteria dall'inguine fino a raggiungere il muscolo cardiaco. Le cellule, capaci di evolversi in qualsiasi tessuto umano, dovrebbero quindi riparare la parte danneggiata. Anthony Marthur, un altro medico che prende parte ai test, sostiene che se ci saranno benefici evidenti per la vita dei pazienti, si trattera'di un grosso passo avanti nella cura dlel'infarto. Il fatto che le celluel staminali siano prese dallo stesso paziente, riduce i rischi di rigetto, e azzera qualsiasi problema etico legato all'uso di embrioni per le staminali. - Australia. Senato approva legge sulla clonazione terapeutica Il Senato australiano ha adottato lo scorso 8 novembre un progetto di legge che autorizza la clonazione umana a fini terapeutici. Ora spetta alla Camera bassa del Parlamento approvare il testo, entro la fine del mese, un voto che si preannuncia positivo, secondo gli osservatori. Il Senato ha approvato con 34 voti favorevoli e 32 contrari il progetto di legge che autorizza la produzione per clonazione di embrioni umani al fine di estrarne le cellule staminali. Una tecnica che apre la strada a trattamenti terapeutici mirati contro il diabete, il cancro o l'Alzheimer. La legislazione attuale autorizza la ricerca solo su embrioni in eccesso, creati cioè dopo una fecondazione in vitro, ma che non appartengono più a un progetto di inseminazione. Il progetto di legge approvato dal Senato autorizza la creazione di embrioni umani ottenuti tramite clonazione, ma ne impedisce l'impianto in una donna e obbliga a distruggerli entro 14 giorni. Intervistato dalla stampa, il primo ministro australiano John Howard ha ammesso i suoi dubbi di fronte ad un progetto di legge tanto innovativo: "Se qualcuno di mi dice 'Come potete votare contro la possibiltà che io, un disabile, possa avere a mia disposizione una terapia medica formidabile che possa guarirmi?', io non posso dire di no. Ma se, dall'altra parte, qualcuno mi dice 'Andate troppo lontano e vi intromettete nel concetto di vita', anche questa è una sfida", ha aggiunto il capo di governo. - Gb. Staminali della retina per riparare la vista Topolini hanno riacquistato parzialmente la vista grazie ad un trapianto di cellule precursori della retina. Il grande successo, reso noto sulla rivista Nature, si deve all'equipe del London Institute of Ophthalmology che ha usato un nuovo approccio sviluppato alla University of Michigan, presso il Kellogg Eye Center. Il traguardo, che potrebbe aprire la strada alla cura di malattie degenerative della retina, si deve al fatto che non sono state usate staminali ma cellule ad una fase di maturazione tale da avere il destino gia' segnato, quindi 'fotorecettori in fieri'. Le retinopatie sono malattie degenerative in cui i fotorecettori che costituiscono la retina, ovvero cellule dette coni e bastoncelli, muoiono. I fotorecettori sono le cellule che traducono gli impulsi visivi in un messaggio che poi, viaggiando sul nervo ottico arriva al cervello che lo traduce in immagini. Senza fotorecettori al cervello non arriva nulla e la capacita' visiva e' persa. Da tempo si tenta il trapianto di cellule nella retina per ricostituire la popolazione di coni e bastoncelli, ma finora con scarso successo. I ricercatori, coordinati da Robin Ali dell'istituto londinese, hanno pensato che la chiave per ottenere un risultato fosse quella di trapiantare cellule 'semi-adulte', insomma cellule gia' abbastanza sviluppate da diventare necessariamente cellule della retina, ma non ancora divenute tali. E l'idea era giusta: a differenza dei risultati ottenuti trapiantando staminali (cellule bambine dal destino non ancora segnato), trapiantando cellule della retina 'in fieri', gli esperti hanno migliorato parzialmente la funzione visiva dei topolini malati. Le cellule trapiantate hanno completato il loro sviluppo divenendo fotorecettori a tutti gli effetti, si sono integrate nella retina, hanno allacciato i contatti con la terminazione del nervo ottico e sono divenute funzionali. Anche se il cammino verso un'applicazione clinica di questa procedura e' ancora lunghissimo, concludono gli esperti, forse nel giro di cinque anni si inizieranno a vedere i primi passi verso il trapianto di cellule retiniche per persone con gravi malattie oculari. - Italia. Napoli. Cellule staminali del cordone salvano vita a fratellino E' nato Luigi: le staminali del suo cordone ombelicale salveranno la vita al fratellino di 7 anni. Accade a Napoli, dove il trapianto di midollo effettuato con cellule sane e compatibili consentiranno a Vincenzo di poter continuare a vivere. I genitori del piccolo di 7 anni hanno scoperto l'anno scorso che Vincenzo era affetto da una rara malattia genetica, l'anemia di Fanconi. A diagnosticargliela, mediante il test al DEB che evidenzia proprio l'instabilita' cromosomica caratteristica di tale patologia, e' stata l'equipe del centro di Genetica della Asl Napoli Napoli 1, sede del Registro italiano di anemia di Fanconi. 'Si tratta di una malattia genetica, caratterizzata da progressiva distruzione del midollo osseo, ritardo dell'accrescimento e talvolta malformazioni e che in Campania presenta circa la meta' dei casi italiani', spiega Adriana Zatterale, direttrice del servizio dell'Azienda cittadina. 'La sindrome si presenta piu' frequentemente in eta' scolare e ha un andamento progressivo, con esito solitamente fatale, in gran parte dovuto a fenomeni emorragici o infezioni'. Grazie alle capillari informazioni ricevute dalla diagnosi genetica, comprensive anche dello studio del DNA della famiglia, il papa' e la mamma del piccolo Vincenzo, inconsapevoli portatori sani dell'anemia di Fanconi, hanno potuto programmare e portare a termine felicemente una seconda gravidanza, con la speranza di dare al figlio affetto una possibilita' di vita con il trapianto da donatore consanguineo. Il neonato e' nato nel pomeriggio del 6 novembre, con parto cesareo, all'ospedale Fatebenefratelli di Napoli. La diagnosi prenatale citogenetica per anemia di Fanconi effettuata sul feto dal Centro di genetica della ASL Napoli 1 e la diagnosi molecolare effettuata presso l'ospedale di San Giovanni Rotondo, in Puglia, escludendo la presenza della malattia, hanno consentito l'avvio dell'iter finalizzato all'utilizzo di cellule staminali. Il sangue prelevato dalla placenta e dal cordone ombelicale del neonato e' cosi' stato trasferito all'ospedale Pausillipon, dove un'equipe dedicata ha messo a punto cellule staminali che, a breve, consentiranno di effettuare il trapianto. - Germania. Nuovo asse con l'Italia per la ricerca sulle staminali adulte Si rafforza 'l'asse' Italia-Germania nel campo della ricerca sulle cellule staminali adulte: una cooperazione scientifica che vede in prima linea cinque universita' italiane ed alcuni tra i maggiori centri di ricerca tedeschi e che il ministro Fabio Mussi, in visita ad Heidelberg, ha voluto rilanciare lo scorso 7 novembre anche attraverso un nuovo impegno economico per il settore. A fronte, infatti, dell'acceso dibattito sulle potenzialita' curative delle cellule staminali embrionali, le staminali adulte, ha ricordato Mussi, gia' rappresentano in vari casi una realta' terapeutica. Un settore, dunque, da potenziare e che deve restare 'prioritario': 'L'Italia e' molto impegnata nella ricerca sulle staminali adulte -ha detto il ministro dell'Universita' e ricerca- da cui sono gia' derivati dei risultati di straordinaria potenzialita' clinica. E' un campo su cui bisogna continuare a investire perche' i risultati, emozionanti, cominciano a vedersi'. Ma per avere risultati sempre piu' certi in tempi veloci va potenziato il lavoro di squadra: per questo, Mussi ha visitato il Centro di ricerca per i tumori di Heidelberg, impegnato sulle staminali adulte e dove e' forte la cooperazione con l'Italia (vi lavorano stabilmente 15 ricercatori italiani). Una visita, come hanno sottolineato anche gli esperti tedeschi, per 'rafforzare i rapporti bilaterali in questo campo al fine di essere piu' concorrenziali nella ricerca europea'. Il centro rientra infatti nel rapporto di collaborazione scientifica che vede coinvolte cinque universita' italiane (Modena, Udine, Genova, San Raffaele di Milano e La Sapienza di Roma) e alcuni tra i maggiori istituti e atenei tedeschi come l'universita' di Heidelberg. 'La collaborazione con la Germania in questo campo -ha detto Mussi- va benissimo ed e' la riprova che bisogna sviluppare il partenariato internazionale. Ormai si tratta infatti di progetti che non accettano delle nicchie provinciali; cio' vuol dire che o si lavora su scala adeguata oppure si perde il treno'. E qui si inserisce la nota dolente dei finanziamenti: 'Solo la California, su progetti analoghi sulle staminali adulte investe oltre un miliardo di dollari; in questa cooperazione bilaterale e' stato chiesto ai nostri due governi un aiuto per 25 milioni in 5 anni'. Il problema, ha rilevato il ministro, e' che 'bisogna avere fondi adeguati, perche' a volte bastano anche finanziamenti contenuti per ottenere risultati di svolta'. Ad Heidelberg Mussi ha anche visitato il Laboratorio europeo di biologia molecolare, che vede l'Italia tra i partner principali con un centro di ricerche a Monterotondo: 'Contribuiamo al progetto per il 13% del finanziamento complessivo ed e' forte la presenza italiana. E' questa la prova che il lavoro di squadra, nella ricerca, e' piu' che mai essenziale'. - Gb. Scienziati chiedono autorizzazione per creare embrione uomo-mucca Un gruppo di scienziati britannici vuole creare un embrione chimera -parte umano, parte animale- fondendo il Dna di un uomo con gli ovuli di un mucca. L'obiettivo e' ottenere un ibrido per sviluppare cellule staminali da utilizzare per nuove cure di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l'Alzheimer. L'iniziativa, che, come scrive il sito web della Bbc secondo molti critici "non e' etica e potenzialmente pericolosa", e' dei ricercatori dell'Universita' di Newcastle e del Kings College di Londra, che hanno chiesto il permesso di effettuare questi esperimenti all'authority britannica per la Fecondazione e Embriologia Umana per un periodo di tre anni. Gli scienziati contano di inserire il Dna umano in un ovulo bovino da cui sia stato rimosso tutto il materiale genetico originale. Il risultato sara' un embrione al 99,9% umano con minime tracce di Dna bovino solo all'esterno del nucleo della cellula. In questo modo da embrioni, che saranno distrutti dopo il sesto giorno di vita, si potrebbero creare linee di staminali -le cellule non specializzate dotate della capacita' di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula e, in teoria, essere utilizzate per riparare ogni organo o tessuto umano danneggiato- senza ricorrere a ovuli umani. L'idea di per se' scioccante di utilizzare ovuli di mucca e' dovuta alla difficolta' che gli scienziati hanno di procurarsi ovuli umani per le loro ricerche visto che le donatrici debbono subire un piccolo intervento chirurgico. Per questo la soluzione bovina e' sembrata ai ricercatori di Newcastle e Londra un escamotage tecnicamente piu' semplice e, apparentemente, con minori problemi etici. COMMENTI 'Un delirio della sperimentazione', cioe' una 'cosa inconcepibile per la ragionevolezza' e che muove da due presupposti 'inaccettabili e falsi'. Mentre sono altre le 'frontiere' dove ricercare 'con coraggio e con uso del denaro pubblico'. Cosi' mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia accademia per la vita, commenta la richiesta dei ricercatori britannici. 'I presupposti dei ricercatori sono tutti e due inaccettabili, direi falsi'. Per quanto riguarda il primo, parte dalla affermazione che 'l'embrione che si creerebbe per clonazione tra l'ovulo vi una mucca e la cellula umana verrebbe distrutto prima dei quattordici giorni, perche' per questi scienziati - rileva il vescovo - prima dei 14 non e' un embrione a primo titolo, e che si bue o uomo a loro non interressa: e questo e' gia' un modo di ragionare ne' biologicamente esatto ne' moralmente sostenibile, al di la' di ogni fede'. L'altro presupposto 'e' che l'ibrido umano e bovino che si vuole costruire per avere cellule staminali sia permesso dalla legge' mentre anche le leggi piu' liberali sulla fecondazione solitamente condannano sempre l'ibridazione e la fecondazione inter species. La ammissibilita' di ammetterla in questo caso, rimarca mons. Sgreccia, nascerebbe per i ricercatori britannici dal fatto che 'non si sa se e' uomo o animale e se l'esperimento e' riuscito oppure no: nell'incertezza propongono che la legge non debba essere presa in considerazione, cioe' l'esperimento e' permesso perche' e incerta la identita' di questo risultato'. 'Per noi questo ragionamento e falso perche' proprio quando c'e' incertezza c'e' l'obbligo di astenersi'. Circa il 'disegno complessivo' che sta dietro al progetto degli scienziati britannici 'c'e' da dire che il buon senso e la ragione la piu universale e popolare che sia, e l'etica, sono contrarie a questi deliri della sperimentazione, mi permetto di usare questa parola nel senso morale del termine, come cose inconcepibili dalla ragionevolezzza, e con tutto il rispetto per le persone'. Il vescovo commenta inoltre che 'altre sono le frontiere dove bisogna ricercare con coraggio e con uso del denaro pubblico, per esempio per la cura del cancro e delle malattie degenerative, tutti campi che da questo tipo di esperimenti non riceveranno nulla. Credo che le cellule staminali embrionali non hanno ancora dato nulla, ma penso che questi esperimenti darebbero ancora meno'. Mons. Sgreccia infine avanza dubbi sul fatto che l'ibridazione riesca. "Mescolare specie umane e subumane comporta una perdita dell'identita' stessa di uomo", attraverso tecniche che ne violano la "dignita'". Parole di Maria Luisa Di Pietro, docente di bioetica all'Universita' Cattolica di Roma e presidente dell'Associazione "Scienza e Vita", interpellata dall'agenzia Sir, promossa dalla Cei, sulla questione del cosiddetto "embrione-chimera", dopo che dall'Inghilterra e' arrivata la notizia di alcuni ricercatori che puntano a creare in laboratorio un embrione misto. Lo scopo, spiega Di Pietro, e' "mescolare specie umane e subumane a fini utilitaristici, per la distruzione e il prelievo di cellule staminali embrionali". Una pratica, questa, che, oltre ad essere "inaccettabile" dal punto di vista etico, "costituisce, dal punto di vista antropologico, una grandissima offesa al significato e al valore della vita umana, in quanto darebbe luogo al superamento della barriera dell'interspecie, finora mai intaccata". Tutto cio', per dare vita a "un' entita' ibrida, non meglio specificata, di fatto border-line tra l'umano e l'interspecie". Inoltre, prosegue la docente di bioetica della Cattolica, "l'eventuale creazione di tale tipo di embrione presenta evidenti limiti di natura tecnica". A partire dalla natura stessa di tali cellule embrionali ibride, che induce a chiedersi "quale puo' essere l'utilizzo a livello di cellule staminali sull'uomo". L'ipotesi di un embrione-chimera, sottolinea Di Pietro, "rende piu' gravi e problematici aspetti gia' presenti nelle cellule staminali embrionali, come l'eventualita' di rigetto e la possibilita' di una trasformazione in cellule tumorali. Non solo tali cellule provengono da un soggetto estraneo e riconoscibile come non compatibile, ma da materiale di diversa specie". Il progetto dell'embrione chimera, dunque, secondo l'esperta "parte gia' male dal punto di vista scientifico, e una cattiva scienza e' gia' una cattiva etica". "Non si puo' ridurre tutto a pura materia da laboratorio". Lo afferma il Servizio Informazione Religiosa della Chiesa Italiana, commentando la notizia dell'ipotesi di clonazione di embrioni chimera. "Davvero non c'e' alcuna differenza, anche solo biologica, tra una cellula umana ed una animale?", si chiede il Sir che pubblica una nota a firma di don Marco Doldi, docente di teologia morale alla Facolta' Teologica di Genova. "Se la costituzione di embrioni umani a fini di ricerca e' vietata dalla Convenzione europea sui diritti dell'uomo e la biomedicina (articolo 18) a maggior ragione lo e' tentare la creazione un ibrido, di un essere umano al 99 per cento". Insomma, "curare si', ma non ad ogni costo! Tanto piu' che per malattie degenerative dell'uomo speranze ben piu' grandi vengono da altre strade, come quelle delle staminali prelevate da adulto". Ma, forse, riflette Doldi, "la cura e' solo un pretesto; in realta' non si cercano l'interesse e il bene dell'essere umano ma quello della scienza". "Davanti alla follia ci si puo' fermare. Il progresso della ricerca scientifica e' infatti altra cosa dall'emergere del dispotismo scientistico, dalla dominazione dell'uomo sull'uomo". - Italia. Trapani. Anche le cellule adulte possono trasformarsi come le cellule staminali? Finora si pensava che nei mammiferi, nelle fasi finali della gravidanza, i depositi adiposi sottocutanei venissero gradualmente sostituiti dalla ghiandola mammaria. Il professor Saverio Cinti, ordinario di anatomia umana nell'universita' di Ancona, ha invece ipotizzato che "l'adipocita (cellula del tessuto adiposo) si trasforma in ghiandola per produrre latte per poi ritornare a essere adipocita quando finisce di svolgere il suo compito". I meccanismi della trasformazione sono ancora allo studio, tuttavia, Cinti -che ha pubblicato due anni addietro sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, i primi dati della ricerca- ha adesso presentato alla Fondazione Ettore Majorana di Erice, nell'ambito di un workshop internazionale di medicina, "prove sperimentali sulla trasformazione". Se l'ipotesi di Cinti venisse confermata dalla comunita' scientifica internazionale, si aprirebbero nuovi, importanti, scenari: se le cellule adulte, come avviene per le staminali, potessero trasformarsi radicalmente e cambiare identita', la rigenerazione dei tessuti potrebbe essere innescata senza ricorrere alle staminali, le cui ricerche, per l'impatto etico, stanno suscitanto molte polemiche. Cinti, nel maggio del 2000, durante un congresso europeo sull'obesita', propose, con successo, di battezzare il tessuto adiposo come organo adiposo, "per il suo ruolo complesso". - Italia. Terni. Vescovi nominato direttore scientifico di Brain Repair E' stata affidata al professor Angelo Vescovi la direzione scientifica del Centro 'Brain Repair' della Fondazione per la promozione della ricerca sulle cellule staminali che si trova a Terni. Lo riferisce il Comune in una nota. Il sindaco Paolo Raffaelli e l'assessore all'Universita' Alida Nardini hanno infatti partecipato, presso l'Azienda ospedaliera, alla riunione del consiglio di amministrazione. La nomina del professor Vescovi -prosegue il comunicato- e' stata fatta su proposta del professor Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di sanita' e della Fondazione stessa. Il cda ha anche approvato lo schema di convenzione che regola i rapporti tra l'Azienda ospedaliera 'Santa Maria' e la Fondazione stessa. Questo sara' ora sottoposto per l'approvazione definitiva alla Regione dell'Umbria. 'E' un doppio passo in avanti importante -ha detto Raffaelli- perche' definisce le condizioni di operativita' dell'attivita' di ricerca in uno dei settori chiave del nuovo modello di sviluppo cittadino, che ha avuto il suo riconoscimento e la sua legittimazione con l'inaugurazione dei laboratori attrezzati presso il terzo piano del nosocomio ternano da parte del ministro della salute Livia Turco. Il completamento degli impianti che, renderanno definitivamente operativo il laboratorio, sara' realizzato fin dalle prossime settimane. Lo schema di convenzione varato stamattina fornisce un sistema di garanzie solido circa i criteri di programmazione, di verifica dell'efficacia e di positiva ricaduta sul territorio delle attivita' di ricerca del Centro'. Su quelli che vengono definiti i positivi risultati della riunione e' intervenuto anche il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Terni, Gianni Giovannini. 'L'auspicio, ma anche l'obiettivo e' che possa nascere e affermarsi nella nostra struttura la sperimentazione clinica per il trattamento di patologie neurologiche fortemente invalidanti quali il morbo di Parkinson, di Alzheimer, la sclerosi multipla. Si trattera' quindi di trasferire i risultati della ricerca di eccellenza, promossa dal professor Vescovi e dall'equipe di ricercatori ed esperti che lavoreranno nel centro, ai pazienti con malattie neurodegenerative'. Soddisfazione -riferisce ancora il Comune- e' stata espressa anche dal professor Vescovi, presente all'incontro. 'Si tratta di un passo in avanti decisivo per rendere operativo il centro. Due gli obiettivi: promuovere la ricerca di eccellenza nel campo delle cellule staminali e far crescere la struttura attraverso il contributo, l'attivita' e l'impegno di ricercatori del territorio. Un modo, insomma, anche per far crescere la citta''. - Italia. Da staminali isolate in Italia creato nuovo tessuto muscolare Muscoli nuovi grazie a 'supercellule' staminali isolate in Italia. La promessa contro gravi malattie ancora senza cura arriva da uno studio disponibile su 'Pnas' online, condotto da ricercatori dell'universita' Cattolica di Roma in collaborazione con l'Irccs San Raffaele di Milano. Gli scienziati hanno isolato per la prima volta nell'uomo particolari staminali adulte dette mesoangioblasti, dotate di una capacita' proliferativa tale da permetterne l'uso efficace in terapia. La scoperta -che il 7 novembre sara' pubblicata anche su 'Pnas' in versione cartacea- e' firmata da Roberta Morosetti e Massimiliano Mirabella del Dipartimento di Neuroscienze della Cattolica romana diretto Pietro Attilio Tonali, ed e' stata condotta tra il Policlinico Gemelli (Laboratorio interdisciplinare per le cellule staminali e le terapie cellulari) e l'istituto San Raffaele di Milano, grazie alla collaborazione con il responsabile dello Stem Cells Research Institute dell'ospedale di don Verze', Giulio Cossu. Gli studiosi -riferisce una nota- hanno dimostrato che e' possibile isolare i mesoangioblasti umani, caratterizzarli ed espanderli fino a ottenerne quantita' necessarie per possibili terapie cellulari nell'uomo. Il tutto partendo da semplici frammenti di biopsie muscolari fatte a pazienti con miopatie infiammatorie. In particolare, per la prima volta e' stato possibile provare che nella miosite a corpi inclusi (Ibm), la piu' frequente miopatia acquisita dopo i 50 anni, tipicamente resistente alle terapie immunosoppressive e con decorso progressivo e invalidante, i mesoangioblasti sono presenti in numero normale, ma non riescono a dare origine a cellule del muscolo scheletrico. I ricercatori italiani sono quindi riusciti a individuare e correggere in vitro il blocco maturativo, inducendo tali cellule a differenziarsi efficientemente in muscolo come si osserva in altre forme di miopatia infiammatoria studiate (polimiositi e dermatomiositi). La 'bonta' del nuovo muscolo e' stata verificata nel topo. Una volta 'ricondizionati', ossia rieducati a differenziarsi in cellule muscolari mature, i mesoangioblasti dei malati di Ibm trapiantati in topini di laboratorio (del tipo 'mdx-scid') sono stati in grado di dare origine a nuove fibre muscolari. Lo studio -assicurano gli autori- apre nuove prospettive per la terapia della Ibm. In questi malati la speranza e' di incrementare la scarsa capacita' di rigenerazione del muscolo, utilizzando cellule ottenute dalle biopsie muscolari degli stessi pazienti che, dopo adeguata stimolazione per favorirne la differenziazione, potrebbero essere reinfuse tramite cateterismo intra-arterioso selettivo per riparare i muscoli lesi. L'uso di questa popolazione di staminali autologhe eliminerebbe la necessita' di farmaci antirigetto. I mesoangioblasti, che con la tecnica descritta su 'Pnas' possono essere isolati e coltivati anche da tessuto muscolare bioptico adeguatamente congelato -evidenziano gli specialisti- sono staminali adulte associate ai vasi e sono multipotenti, quindi in grado di differenziarsi in vari tessuti di derivazione mesodermica come osso, muscolo liscio, cardiaco e scheletrico. E in modelli di topo con distrofia muscolare hanno mostrato una importante capacita' di riparare la struttura e la funzionalita' dei muscoli, riuscendo a raggiungerli attraverso il sangue quando iniettate per via intra-arteriosa. Queste cellule sono potenzialmente utilizzabili per una terapia cellulare rigenerativa del muscolo senza necessariamente essere geneticamente modificate. Ora, avvertono gli autori, ulteriori studi preliminari e trial di fase I sono indispensabili prima di verificare l'efficacia terapeutica di queste 'superstaminali' nei pazienti con Ibm o con altre patologie muscolari degenerative. - Italia. Termoli. Primi trapianti di cellule staminali Eseguiti per la prima volta a Termoli, presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale San Timoteo, due trapianti di cellule staminali per il trattamento di due pseudoatrosi (fratture che non riescono a consolidare spontaneamente) una di femore e l'altra di omero. Questa nuova tecnica, ricorda un comunicato dell'Asrem, permette di introdurre, nel focolaio di frattura, cellule staminali prelevate dall'ala ilaca del paziente. Studi medici hanno dimostrato che e' possibile isolare dal midollo osseo cellule staminali mesenchimali. Queste sono in grado, se introdotte in un ambiente idoneo (il focolaio di pseudoartrosi), di differenziarsi nelle varie componenti del tessuto scheletrico (osteoblasti) facendo ripartire il processo di guarigione delle fratture che si era interrotto. La tecnica usata dall'equipe del primario Roberto Regnoli e' consistita in prelievi dalla cisti iliaca del midollo osseo. Successivamente sono stati effettuati dei filtraggi da un'apposita apparecchiatura che ha diviso le cellule mesenchimali da quelle del tessuto emopoietico che non hanno affinita' osteoproduttive. Le cellule sono state poi introdotte nell'osso formando quindi un trapianto inserito a livello del focolaio di frattura. 'Questa nuova tecnica -ha dichiarato il primario del reparto Ortopedia, Regnoli- permette di risolvere una patologia estremamente grave, di difficile soluzione che per anni ha creato grossissimi problemi ai chirurghi ortopedici. Il reparto di Ortopedia del San Timoteo si dimostra sempre all'avanguardia nell'applicazione di nuove tecniche operatorie'. - Italia. Cellule staminali per sconfiggere glioblastoma Cellule contro cellule. Alcune di esse, simili alle staminali, sono alla base di tumori come il glioblastoma multiforme, il piu' frequente dei tumori cerebrali, ma possono essere distrutte dalle 'cellule dendritiche', globuli bianchi che attivano il sistema immunitario esponendo gli antigeni (in questo le simil-staminali) all' azione letale delle cellule 'killer', i linfociti T. Lo dimostra uno studio coordinato da Gaetano Finocchiaro, direttore della Struttura di Neuro-Oncologia Sperimentale della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano. Secondo i risultati di questo studio, pubblicato lo scorso 1 novembre su Cancer Research, nei topi affetti da questo tumore, le cellule simil-staminali alla base del glioblastoma vengono attaccate e distrutte. E l' animale -destinato a morire in un mese- nel 60% dei casi guarisce. La ricerca -afferma una nota del Besta- apre incoraggianti prospettive, visto che, mentre per la terapia di altri tumori sono stati fatti passi avanti, in alcuni casi decisivi, la sopravvivenza dopo la diagnosi di glioblastoma e' rimasta particolarmente bassa. E ogni anno in Italia sono circa 7000 i nuovi casi di questo tumore, che e' tra i piu' aggressivi soprattutto nei bambini. Ma negli ultimi tre anni diversi laboratori hanno pubblicato i risultati di esperimenti che indicano che i glioblastomi ed altri tumori (i tumori del sangue e quelli del seno, tra gli altri) possono derivare da alterazioni del DNA di cellule staminali o molto simili alle cellule staminali. Questa componente staminale, o simil-staminale, del tumore e' quella che ne permette la crescita continua: e' quindi verso queste cellule che nuove terapie sono dirette. E l'immunoterapia e' appunto uno dei nuovi metodi di cura che diversi centri di ricerca nel mondo stanno cercando di approfondire per combattere alcuni tra i tumori piu' aggressivi, i melanomi per esempio. Il problema e' che il tumore cresce anche sfuggendo ai controlli del sistema immunitario. Le cellule dendritiche, che giocano un ruolo chiave nello sviluppo di una risposta immunitaria, non riescono a sconfiggere le cellule tumorali. La ricerca del gruppo di Finocchiaro, con cui hanno collaborato alcuni ricercatori dell'Universita' di Brescia, non ha pero' preso come bersaglio le cellule tumorali, bensi' le 'simil- staminali alterate' che sono all'origine del tumore. E contro di esse le cellule dendritiche hanno funzionato. Almeno nei topi. 'E' stato usato come 'modello' -riferisce la nota del Besta- un glioblastoma del topo che e' letale in un mese. Le cellule simil-staminali di questo tumore possono crescere come le cellule staminali del cervello, formando delle piccole sfere, chiamate neurosfere. Le cellule dendritiche derivate da questi topi e messe in contatto con le neurosfere di glioblastoma si attivano e una volta iniettate nei topi con il tumore stimolano una risposta immunitaria (una sorta di vaccino) molto piu' potente di quella ottenuta contro le cellule non-staminali: il 60% degli animali 'vaccinati' contro le neurosfere e' guarito, mentre quelli 'vaccinati' contro le altre cellule tumorali no'. Le nuove ricerche saranno dunque orientate a comprendere quanto le neurosfere da tumori umani assomiglino a quelle del topo: se sara' cosi', l'immunoterapia con cellule dendritiche attivate contro le neurosfere di glioblastoma potra' essere messa alla prova, per valutarne l'impatto su questo tumore cosi' aggressivo. 'I risultati della ricerca condotta nel nostro Istituto da Gaetano Finocchiaro -ha affermato il direttore scientifico della Fondazione Carlo Besta, Ferdinando Cornelio- sono piu' di una semplice speranza. L'efficacia dimostrata dalle cellule dendritiche sui topi affetti da tumore e la buona tolleranza dimostrata verso le stesse, confermano l'importanza del lavoro e l'apertura ad una nuova applicazione terapeutica nei pazienti. La validita' della ricerca traslazionale, che e' la peculiarita' di Istituti come il nostro, trova nei risultati del lavoro pubblicato sull' organo ufficiale dell'American Association for Cancer Research, un'ulteriore, importante validazione'. - Italia. Veneto. Covi (Sdi): a Verona non si puo' donare il cordone ombelicale Il consigliere regionale dello SDI Carlo Covi ha presentato un'interrogazione alla Giunta per sapere quali iniziative intenda intraprendere affinche' anche nelle strutture ospedaliere di Verona si possa effettuare la donazione del cordone ombelicale. 'Mi viene riferito che alle puerpere veronesi non sia concesso donare il proprio cordone ombelicale, elemento ricco di quelle cellule staminali dalle quali la scienza e la medicina si aspettano grandi cose per debellare patologie neurologiche e del sangue e per la rigenerare tessuti e organi'. 'Il prelievo del cordone ombelicale e' un' operazione che si effettua assai semplicemente in molti ospedali veneti: Padova, Abano Terme, Bassano, Belluno, Chioggia, Cittadella-Camposampiero, Dolo, Feltre, Mestre, Mirano, Monselice-Este, Pieve di Cadore, Piove di Sacco, Portogruaro e Venezia. A Verona non si puo' a causa, pare, della scarsita' del numero delle ostetriche che non hanno tempo per seguire la procedura che precede la conservazione sotto azoto del cordone'. - Usa. Missouri. Approvato referendum sulla ricerca con le staminali In ben 37 stati gli elettori americani sono stati chiamati ieri ad esprimersi su 205 referendum relativi alle questioni disparate, dall'aborto in Dakota del Sud ai matrimoni gay, dalla ricerca sulle cellule staminali all'accesso delle minoranze nelle scuole pubbliche, fino alla vendita del vino dei supermercati (approvata in Massachusetts). L'Arizona era lo stato con più referendum in assoluto: ben 19 diversi. Dopo un testa a testa durato tutta la notte, il referendum per consentire la ricerca su cellule staminali embrionali in Missouri è stato approvato con un lieve margine. Questa mattina, con il 98% dei voti scrutinati, i sì erano il 51 percento, contro il 49 percento dei no. La misura consente la clonazione di embrioni umani per ricavare cellule staminali attraverso una tecnica chiamate Scnt (somatic cell nuclear transfer) e impedirà al governo dei Missouri di interferire con i progetti di ricerca nei limiti consentiti dalla legge federale. L'approvazione della protezione costituzionale sulla ricerca, il cosiddetto emendamento 2, aprirà anche la strada alla costruzione di un centro di ricerca da 300 milioni di dollari, nell'ambito dello Stower Institue. L'emendamento era diventato anche il tema dominante della campagna elettorale per il senato in Missouri, con il senatore Jim Talent contro la misura, e la sua avversaria democratica, Claire McCaskill. Quest'ultima è riuscita a strappare la poltrona a Talent. Negli ultimi giorni anche Michael J.Fox, che soffre del morbo di Parkinson ed è un forte sostenitore della ricerca sulle staminali, era sceso in campo a favore della candidata democratica e dell'emendamento. Uno spot nel quale l'attore compariva aveva scatenato la polemica, dopo che il commentatore radiofonico conservatore Rush Limbaugh aveva messo in dubbio l'autenticità del tremito di Fox. In Michigan gli elettori hanno approvato una misura che bandisce l'"affirmative action" nelle scuole pubbliche, ovvero la creazione di apposite quote prefissate nell'ammissione a favore di studenti delle minoranze. Lo Stato diventa pertanto il terzo del Paese ad assumere un simile provvedimento (dopo la California nel 1996 e Washington nel 1998) e l'esito del referendum di quest'anno inciterà probabilmente altri Stati ad perseguire iniziative simili. A livello nazionale, i funzionari dei partiti hanno usato i referendum come strumento per portare alle urne un maggior numero di elettori ed influenzare in questo modo anche le sfide per il Congresso. In particolare, i Repubblicani speravano che le iniziative contro i matrimoni gay in otto stati galvanizzassero l'elettorato conservatore. I residenti di Carolina del Sud, Tennessee, Idaho, Wisconsin, Colorado, Dakota del Sud e Virginia hanno approvato emendamenti che definiscono il matrimonio come esclusiva tra un uomo e una donna, portando a 21 il numero totale di Stati dell'Unione che hanno modificato la propria costituzione per vietare le nozze tra coppie dello stesso sesso. L'Arizona invece ha bocciato un analogo emendamento. Per i democratici sono stati strumentali i referendum per l'innalzamento del minimo salariale in sei stati: Arizona, Colorado, Missouri, Montana, Nevada e Ohio. In molti di questi la misura è stata approvata. In Ohio e Colorado, ad esempio, il minimo passerà dall'attuale limite federale di 5,15 dollari all'ora a 6,85 dollari. In Florida, Georgia, Carolina del Sud, Oregon, Arizona, Dakota del Nord, Michigan e New Hampshire gli elettori hanno invece approvato misure per ridurre il potere del governo per espropriare terreni di privati per la realizzazione di altri progetti privati. Un risultato considerato da molti come una rivincita contro la sentenza della Corte Suprema che lo scorso anno aveva giudicato legali tali espropri. Degli oltre 200 referendum contestuali alle elezioni di ieri, ben 70 erano stati proposti direttamente dai residenti. Dall'inizio dell'uso del quesito popolare negli Stati Uniti, nel 1902, era accaduto solo due volte che ci fosse un così alto numero di iniziative proposte dai residenti, un evento che secondo gli analisti potrebbe rispecchiare il malcontento degli americani nei confronti delle politiche federali. - Repubblica Ceca. Si lavora su vaccino contro tumore ai polmoni Un vaccino che rafforza il sistema immunitario a base di cellule staminali e' stato sperimentato su topi con tumore del polmone, con un'efficacia di circa il 100%. Il risultato e' stato presentato nel congresso su terapia dei tumori e bersagli molecolari in corso a Praga. La ricerca potrebbe portare alla realizzazione di vaccini anticancro preventivi da usare, per esempio, su persone ad alto rischio familiare di ammalarsi di certi tumori. Ma il responsabile della ricerca, John Eaton, avverte: 'siamo ancora lontanissimi da sperimentazioni cliniche di questo vaccino e anche solo ottenere l'autorizzazione degli organi competenti ad intraprendere le prime sperimentazioni sull'uomo ci vorranno anni'. I ricercatori hanno messo a punto il vaccino con cellule staminali ottenute da embrioni di topi ai primi stadi di sviluppo. Gli scienziati hanno modificato queste cellule con il gene di un fattore di crescita che 'fortifica' il sistema immunitario. Questo fattore di crescita, cioe', aumenta la capacita' delle difese naturali dell'organismo di riconoscere ed attaccare cellule tumorali qualora si presentassero. Quindi gli esperti hanno iniettato il vaccino nei topi sani e successivamente hanno esposto gli animali vaccinati ad agenti cancerogeni noti per indurre lo sviluppo del cancro ai polmoni. In un altro gruppo di topi sani e precedentemente vaccinati sono state iniettate cellule di carcinoma polmonare. E' emerso che i topolini vaccinati non sviluppano quasi mai tumore, mentre quelli che lo sviluppano hanno tumori di piccole dimensioni e facili da eliminare. - Spagna. Interventi con staminali adulte I traumatologi murciani Pedro Luis Ripoll e Mariano de Prado, che in agosto effettuarono la prima operazione, in Spagna, con cellule staminali adulte su un paziente affetto da necrosi al collo dl femore, proseguono nell'impegno di aggiungere "un granello di sabbia" alle linee di ricerca piu' avanzate. In questo mese daranno il loro apporto personale a quella grande speranza che si chiama terapia cellulare, pur precisando che "le applicazioni cliniche per ora sono molto limitate". Ripoll ribatte la necessita' di "non suscitare false aspettative", e ribadisce che, nella sua specialita', allo stato attuale le cellule staminali adulte vengono applicate solo in tre situazioni. Una e' quando si verifica un ritardo nel consolidamento delle fratture (e' stato fatto in nove casi). Un'altra e' la gia' citata necrosi del collo del femore (quattordici casi), in particolare nelle persone sotto i sessant'anni, con l'obiettivo di salvare il collo dell'utero ed evitare le protesi e tutta una catena di interventi. La terza e' quella che sono in procinto di mettere in pratica. Si trattera' d'impiantare le cellule staminali adulte nei cilindri del collagene, utilizzati per sostituire le cartilagini estratte per una lesione del ginocchio. Come spiega Ripoll, questi "cilindri sono gia' stati sperimentati su animali senza le cellule staminali adulte", e si e' potuto "dimostrare che si sono trasformati in cartilagine". Quello che si vorrebbe ora e' "migliorali" con l' impianto di staminali adulte. L'esperto murciano sottolinea che le tre utilizzazioni descritte di cellule staminali adulte (il cui reperimento dal midollo osseo e da altri tessuti non pone i problemi etici delle embrionali) sono "una marcia in piu'" nei problemi traumatologici che contemplano "varie soluzioni". Ma l' importante, aggiunge, e' offrire una "realta' terapeutica, non false aspettative". Per esempio, l'uso della terapia cellulare non avrebbe senso o sarebbe addirittura sbagliata su pazienti giovani, nei quali, per eta', "le fratture si saldano". A suo giudizio "il peggio e' seminare confusione e indurre a credere che le altre tecniche siano obsolete, mentre invece sono valide in molti casi". - Spagna. Sta per partire il primo esperimento con staminali su pazienti Sla La prima sperimentazione clinica di trapianto di cellule staminali su pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e' stato programmato per il 2007, rivela Salvador Martinez, direttore della cattedra di ricerche su questa malattia presso l'Universita' Miguel Hernandez (UMH). I responsabili della cattedra stanno lavorando su ottanta cartelle mediche di pazienti interessati a sottoporsi alla prova; di questi ne saranno scelti dieci. La sperimentazione avverra' a Murcia, poiche' la Consejeria de Salud di quella Comunita' si e' offerta di finanziare il costo dell'esperimento clinico. Esso consistera' nell'impianto di cellule staminali di midollo osseo nel midollo spinale dei pazienti. Secondo Martinez, "e' sul punto di essere approvato ufficialmente dalla Agencia Espanola del Medicamento". L'esperimento durera' tre anni, scaduti i quali verranno pubblicati i risultati. Martinez ha spiegato che le prove realizzate sui topi hanno dato esito positivo, e ha confermato che, nel caso dei pazienti, si effettueranno i trapianti senza coltivare preventivamente le cellule, per evitare possibili contaminazioni. Tutta l'operazione e' resa possibile dal contributo di varie istituzioni. Secondo fonti della Fundacion Diogenes, in Spagna l'incidenza della Sla e' di due casi ogni centomila abitanti. - Corea del Sud. Hwang Woo-suk chiede il reintegro nell'Universita' di Seul Il ricercatore sudcoreano Hwang Woo-suk, licenziato dall'Universita' nazionale di Seul in seguito allo scandalo delle sperimentazioni con le cellule staminali, ha presentato domanda per tornare a ricoprire il suo ruolo di professore. Lo rivelano un funzionario del tribunale amministrativo della capitale e iI suo avvocato, Lee Geon-haeng. "La decisione di licenziare il mio cliente priva molte persone di una speranza e di aspettative, giacche' le sue ricerche sono bloccate". Hwang, che occupava un ruolo importante nel dipartimento di veterinaria dell'ateneo, in marzo era stato licenziato perche' un'inchiesta interna aveva appurato la falsificazione dei dati relativi ai suoi studi. Egli ha riconosciuto di aver alterato i dati, ma sostiene di possedere la tecnologia e le capacita' necessarie per portare avanti gli esperimenti a suo tempo annunciati. ----------------------------- Il Notiziario e' gratuito, ma i contributi sono graditi. Se ci credi utili, sostienici con l'adesione di euro 25 o un contributo a tua scelta: - cc postale 10411502 - cc bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 Coordinate Nazionali codice BBAN: S0616002817000007977C20 - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ -----------------------------