====== AVVERTENZE ========================= Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori. Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Edito dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452 URL: http://www.aduc.it Avvertenze numero 2008-22 del 15 Novembre 2008 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/ In questo numero: - Editoriale. Rai e commissione parlamentare di vigilanza. Una beffa in cui controllori e controllati sono gli stessi http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=252 - Le petizioni dell'Aduc - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=252 - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=252 - La scheda. ACQUISTARE UN VEICOLO ALL'ESTERO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=240262 - La pulce nell'orecchio. IL DITO DI BOSSI, LE CORNA DI BERLUSCONI E IL 5 IN CONDOTTA: LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE GELMINI http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php - MediCare? Casta, conoscenza, informazione, tecnologia, sottocultura http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php - Osservatorio Legale. Multiproprieta' e finanziamenti collegati. Le ragioni del consumatore http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php - MacroMicro Economia. Il ritorno allo Stato? Non rintaniamoci in chi ha ridotto al lumicino le nostre speranze http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php - Il Condominio. Le quote di spesa nel condominio: funzione, ripartizione, documentazione ed obbligatorieta' http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php - Gli Articoli ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi & Consumi http://www.aduc.it/ucquot/ucquot.html Notizie dall'Italia, Europa e dal mondo sulle utenze e consumi - Droghe http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Salute http://www.aduc.it/dyn/salute/ Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Telecomunicazioni http://www.aduc.it/dyn/tlc i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia ------------------------------------------- EDITORIALE Rai e commissione parlamentare di vigilanza. Una beffa in cui controllori e controllati sono gli stessi Facciamo auguri di buon lavoro al neo-presidente Riccardo Villari, che ha il compito di far si' che la commissione parlamentare di vigilanza svolga la funzione di controllo e indirizzo del sistema pubblico radiotelevisivo. La latitanza di questa funzione e' stata molto lunga. I Radicali hanno anche messo in atto un drammatico sciopero della fame e l'occupazione degli uffici della commissione per indurre i presidenti di Camera e Senato a far rispettare le regole. In un certo senso, hanno ottenuto un risultato con questa elezione che e' tale pur se anomala nel tradizionale comportamento degli schieramenti in Parlamento, con la maggioranza che da sola vota per un appartenente all'opposizione. Le esternazioni di dissenso per il metodo sono all'ordine del giorno, con argomenti in cui l'accusa dell'opposizione di dittatura e arroganza verso la maggioranza, sono il minimo. Noi, cittadini contribuenti, guardiamo dall'esterno il tutto. Non sappiamo, in termini operativi e non di schieramenti e prassi, se sarebbe stato meglio il candidato che l'opposizione ha tenuto in piedi fino all'ultimo, l'on. Leoluca Orlando, o se la maggioranza avrebbe fatto meglio a votare un presidente appartenente al proprio schieramento. Noi osserviamo, prendiamo atto e cerchiamo di capire quali e come sarebbero i benefici per coloro che -un presidente o un altro- dovrebbero in qualche modo fruire dei benefici di questa commissione: cioe' se in Rai ci sara' piu' o meno informazione a cui tutti abbiano accesso e in cui tutte le opinioni e i credi abbiano rappresentazione; ci saranno piu' o meno "tette e culi"; ci saranno piu' o meno calcio o altri sport; ci saranno piu' o meno passatempi, nonche' gossip di famosi e non famosi. Tutto comunque condizionato non solo al presidente di turno, ma alle maggioranze di questa commissione che, fatto non secondario, nomina anche quasi tutti i membri del consiglio di amministrazione della Rai. E' bene ricordare che la Rai e' quella per cui paghiamo un'imposta (che prendendoci per i fondelli chiamano canone o abbonamento) per il solo fatto di possedere un apparecchio che riceve trasmissioni tv anche se questo apparecchio lo usiamo solo per far vedere i cartoni animati ai nostri bimbi. E questa Rai non solo e' amministrata da consiglieri emanazione di questa commissione parlamentare, ma e' anche controllata per il rispetto delle sue funzioni dalla medesima commissione. Controllori e controllati medesimi soggetti? Ordinaria amministrazione del nostro scandaloso sistema di controlli. Per cui ci fa sorridere chi, come nell'attuale opposizione parlamentare, contesta che a capo di questa commissione il presidente sia scelto dalla maggioranza di governo: e' la commissione in se' che e' organizzata in modo conflittuale rispetto alle funzioni che dovrebbe svolgere, indipendentemente da come vengono eletti i suoi membri. Questi aspetti non marginali riusciamo a coglierli perche', a differenza dei politici che alla fin fine valutano la democrazia solo rispetto ai passaggi dei propri rappresentanti, raccogliamo anche le voci di chi, per esempio, non gradisce che la pubblicita' continui ad essere ad un volume piu' alto delle trasmissioni che vengono interrotte dagli spot, oppure gli viene il fuoco al cervello quando viene a sapere degli sprechi e degli astronomici stipendi di chi lavora in Rai, oppure di chi, con una pensione di meno di 600 euro mensili e' obbligato a versare piu' di 100 euro l'anno alla Rai per vedere magari solo il tg della televisione locale. A questo aggiungiamo anche che da anni il Parlamento non risponde a interrogazioni parlamentari che chiedono conto dell'omerta' istituzionale che consente l'evasione fiscale a milioni di aziende a cui non viene richiesto il pagamento del canone per il possesso di un monitor del computer. Mentre per far pagare la medesima imposta a chi ha un computer in casa, arroganti e maleducati accertatori cercano costantemente di intrufolarsi nelle case dei contribuenti con l'inganno. In questo contesto, c'e' forse un motivo per cui non dovremmo incrementare la campagna per l'abolizione dell'imposta/canone o per invitare i contribuenti a suggellare l'apparecchio tv? No, non c'e' e per questo lo facciamo (1), e saremmo incoscienti se non ci adoperassimo per far conoscere a chi non e' cliente dei partiti come questi ultimi li stanno prendendo in giro con le commissioni di vigilanza e, soprattutto, con un sistema pubblico di informazione radiotelevisiva che, nell'era dell'informazione globale, e' anacronistico di per se' e andrebbe solo abolito per liberare energie e liberta' nell'informazione e nell'economia. (1) http://www.aduc.it/dyn/rai (Vincenzo Donvito) ------------------------------------------- LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486 SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/petizione.html PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai ------------------------------------------- USI & CONSUMI Notizie dal mondo ITALIA / Italiani e mutui separati in casa: l'84% ha difficolta' a pagare Secondo un sondaggio Confesercenti-Swg pagare le rate di mutui e prestiti crea difficolta' anche serie all'84% degli italiani tanto che per il prossimo anno un'ampia maggioranza di intervistati - il 64% - esclude categoricamente di accendere nuovi mutui e solo l'8% si dice pronto a farne di nuovi. Ma la rinuncia a rate, prestiti e mutui e' gia' stata forte: solo quest'anno c'e' un 50% che ha girato alla larga da queste forme di indebitamento". Secondo il sondaggio Confesercenti-Swg ogni mese in media escono dai bilanci familiari 478 euro, ma per il 23% degli intervistati la spesa si colloca fra i 500 e i 1000 euro. E c'e' infine anche un 10% che spende fra i 1000 e i 2000 euro. I FRANCIA / Cinque anni di autovelox. Bilancio positivo: 11 mila vite salvate In cinque anni, più del 2000 radar sono stati installati sulle strade francesi, che contribuiscono ad abbassare la velocità media del 10%. Con 2.112 macchine in funzionamento al 15 settembre (2/3 fissi, 1/3 apparecchi mobili), il bilancio e' in gran parte positivo. "11.000 vite sono state salvate e 150.000 feriti evitati, in grandissima parte a causa degli autovelox", commenta Michele Merli, delegata interministeriale alla sicurezza stradale. U.E. / Tariffe aeree trasparenti: in vigore il nuovo regolamento in tutta l'Unione europea Entra in vigore oggi, primo novembre, il regolamento Ue che chiede alle compagnie aeree di includere nel prezzo del biglietto le tasse e tutti i costi aggiuntivi fin dal primo momento della transazione. Nel prezzo dei biglietti dovranno essere indicate tasse e spese, cosi' i passeggeri avranno la possibilita' di verificare le diverse componenti dell'importo finale: tariffa, tasse, diritti aeroportuali e altre spese. Cosi' i passeggeri disporranno di informazioni precise sui prezzi reali e questo permettera' di evitare la falsa pubblicita' e facilitera' il confronto tra le diverse tariffe. Il terzo pacchetto per il trasporto aereo, approvato dal Parlamento e dal Consiglio il 24 settembre scorso, prevede anche la messa al bando di qualsivoglia discriminazione sulle differenze fra i costi di un biglietto se acquistato in diversi Stati Ue. ITALIA / Spese condominiali: aumentano del 15% le morosita' Sono in crescita del 15% le famiglie che non riescono a pagare le spese condominiali. E' quanto risulta da una ricerca Harley&Dikkinson, anticipata dal Sole 24 Ore. Sono l'80% gli amministratori che segnalano un aumento della morosita' degli inquilini. I morosi per meta' sono famiglie con figli, per il 20% si tratta di pensionati, precari e single e per il 30% di attivita' economiche (negozi o uffici). In Italia sono 11,2 milioni le unita' immobiliari raggruppate in 930 mila i condominii (edifici con almeno due proprietari e con qualche parte in comune, cortile, tetto, ecc.). Le spese di gestione e manutenzione assorbono circa l'1% del Pil italiano. MONDO / I videogiochi violenti influenzano i comportamenti "Abbiamo le prove che l'uso di videogiochi violenti ha conseguenze dannose su bambini e adolescenti". La drastica affermazione riassume un'indagine pubblicata da Pediatrics di novembre, le cui conclusioni scaturiscono da tre studi indipendenti, condotti in Giappone e Stati Uniti. Secondo il coordinatore della ricerca, Craig A. Anderson dell'Universita' di Iowa, essi dimostrano come i videogiochi violenti influenzino direttamente, e a posteriori, il comportamento aggressivo dei ragazzi. La cosa interessante e' che, incrociando i dati dello studio Usa condotto un anno fa, con i due realizzati in Giappone, si registra "un fenomeno generale" a tutte le culture. In pratica, la sconfessione della tesi, secondo cui, un Paese di radicata cultura del gamming come il Giappone, avrebbe un tasso di violenza inferiore agli Usa. ITALIA / Casa: affitti alle stelle e morosita' in aumento Il 27% del reddito netto delle famiglie italiane e' impiegato per pagare l'affitto della propria abitazione. I dati si riferiscono al primo semestre 2008 e rispetto al secondo semestre 2007, in cui la spesa per l'affitto incideva del 25% sul reddito, si e' registrato un aumento pari al 6,3%. E' quanto emerge da uno studio della Uil. 'Una delle conseguenze della ormai insostenibilita' degli affitti o dell'acquisto e' la progressiva crescita della morosita'', sottolinea la Uil riferendo che nel 2007 sono stati emessi 43.739 provvedimenti di sfratto di cui 33.872, ovvero il 77,44%, per morosita' (nel 2006 erano il 75,5% del totale). USA / E' possibile duplicare una chiave da una foto digitale Da una foto digitale si puo' ottenere un duplicato della chiave di casa. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Universita' di San Diego che hanno messo a punto un software in grado di produrre una copia della chiave senza disporre dell'originale e, magari, ad insaputa del proprietario. Evitare, quindi, di immortalare il proprio portachiavi in una foto e diffonderla in rete. OLANDA / Rischio alluvioni: simulazioni di massa per prevenire catastrofi Per mettere alla prova la sua capacita' di mobilitazione di fronte a un'inondazione vasta e improvvisa, l'Olanda ha organizzato una settimana di simulazioni. Il ciclone Katrina, che nel 2005 ha sorpreso New Orleans, ha risvegliato le coscienze all'Aja. L'ultima grande catastrofe risale al 1953, quando le inondazioni causate da una tempesta marina fecero 1.800 morti. Da allora e' stato messo in campo un imponente dispositivo, il piano Delta, che permette ai Paesi Bassi di vivere al riparo dietro a dighe e dune. Ma i danni non vengono solo dal mare. Nel 1995, le forti piogge causarono l'esondazione del Reno e della Mosa, e solo l'evacuazione di 2 milioni di persone riusci' a ridurre il bilancio ai danni materiali. Ora, esperti e istituti di ricerca prevedono che nel corso del secolo le acque aumentino da 60 a 85 centimetri, il Governo fa delle stime anche piu' nere. La commissione del piano Delta ha presentato le soluzioni per salvare il Paese dalle acque: rafforzare le dighe ancora e sempre, il litorale e anche fiumi e torrenti. Tutto cio' comportera' una spesa da 1,2- 1,6 miliardi di euro in piu' l'anno entro il 2050 e poi 1 miliardo ogni anno tra il 2050 e il 2100. Intanto, dal 3 ottobre, e per tutta la settimana, 10.000 persone, tra pompieri, soccorritori e funzionari, si preparano a intervenire all'interno di una serie di simulazioni. ITALIA / I poveri italiani sono sette milioni e mezzo L'11,1% delle famiglie residenti in Italia sono povere. Si tratta di 2.653.000 nuclei, pari a 7.542.000 persone, il 12,8% dell'intera popolazione. Lo afferma l'Istat che ha presentato i dati sulla poverta' relativa nel 2007. Rispetto ai dati dell'anno precedente - quando allo stesso modo si era rilevato che le famiglie povere erano l'11,1% (2.623.000) e i poveri il 12,9% (7.537.000) - non c'e' quindi alcuna variazione. ITALIA / La Rai ha iniziato a tallonare banche e imprese: dovete pagare il canone La Rai ha deciso di chiedere il pagamento del canone alle banche e alle Poste e ad altri soggetti tenuti a pagare il canone speciale. Non lo aveva fatto finora, nonostante le previsioni di legge, http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=200510 Sono in corso contatti con l'Abi, l'associazione delle banche, per definire i contorni dell'operazione. Gli importi in ballo sono diversi milioni di euro. La questione da chiarire e' il significato dei termini contenuti nella legge, che prevede il pagamento dell'imposta su ogni 'apparecchio atto o adattabile' alla ricezione di programmi televisivi (basta il possesso di un semplice monitori di computer?). Un dubbio che il ministero dello Sviluppo economico e' chiamato a sciogliere. La definizione puntuale degli apparecchi su cui graverebbe il canone, risolverebbe parte delle ambiguita' su tutta la materia. Dovra' pagare il canone una famiglia che non ha il televisore ma ha un collegamento Internet? SPAGNA / Su politica e sesso i cattolici disattendono le consegne della gerarchia In Spagna la religione e' soprattutto cosa di donne e anziani, secondo uno studio che la Fondazione Bertelsmann ha condotto sui valori religiosi in ventun Paesi. Una spagnola su tre si definisce "molto religiosa" (34%); tra gli uomini e' uno su cinque (20%). Eppure, il 70% dei cattolici ammette di non ubbidire alle consegne della gerarchia in tema di politica, sessualita', rapporto di coppia. Le rispetta invece quando si tratta di eventi famigliari come nascita, matrimonio e morte (52%) e nell'educazione dei figli (37%). Il rapporto indica che in Spagna la religiosita' e' diffusa nella societa', ma che molti la recepiscono in modo incosciente nel loro quotidiano, come una musica di sottofondo. Circa il 36% degli intervistati crede nell'esistenza di Dio o in qualcosa di divino e che la vita continui in qualche forma anche dopo la morte; per il 27% la fede e' mescolata ai dubbi; il 33% dice di non credere in niente. Malgrado tutto, in Spagna l'impronta religiosa e' superiore a quella dei Paesi presi in considerazione, soprattutto di altre nazioni industrializzate. Ha un'importanza molto inferiore rispetto a Paesi cattolici europei come Polonia e Italia, ma superiore a Francia, Russia, G.Bretagna, Germania, che occupano gli ultimi posti nell'indagine degli esperti della Bertelsmann. FINLANDIA / Lavorare in un'azienda organizzata riduce il rischio infarto Lavorare in un posto ben organizzato aiuta il cuore. E' la conclusione di uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health e condotto dai ricercatori finlandesi del Finnish Institute of Occupational Health. I posti di lavoro ben organizzati, nei quali c’è chiarezza sui ruoli e sulle carriere sono non solo ambienti piu' gradevoli per svolgere qualsiasi professione, ma sono anche piu' sicuri per la salute. Se invece c’e' in ufficio disorganizzazione e tensione il rischio cardiovascolare per gli impiegati e' quasi doppio rispetto al normale. Il rischio di infarto del miocardio e' risultato 1,8 volte piu' elevato in ambienti di lavoro disorganizzati, spiegano i ricercatori che hanno analizzato per 17 anni le condizione di salute di nove mila dipendenti di aziende private. SPAGNA / La tv pubblica costa 170 euro l'anno a famiglia Le televisioni private denunciano l'alto costo dei canali pubblici -TVE e delle autonomie- e criticano il doppio finanziamento di cui godono, attraverso la pubblicita' e le sovvenzioni. E' concorrenza sleale, sostengono. L'Unione delle televisioni commerciali associate (Uteca) ha analizzato il problema nella giornata annuale di presentazione del "secondo rapporto economico della tv pubblica in Spagna", elaborato con la consulenza di Deloitte. Dallo studio si apprende che l'anno scorso le tv pubbliche hanno perso oltre 945 milioni di euro, malgrado avessero ottenuto 620 milioni dallo Stato. Viceversa, le tv private hanno guadagnato 512 milioni pur avendo versato allo Stato oltre 210 milioni d'imposta. La ricerca calcola che il sistema televisivo pubblico costi ogni anno circa 1,5 miliardi di euro, corrispondenti a 170 euro per famiglia. L'autore della ricerca, Luis Jimenez, ha fatto notare che nel 2007 la pubblicita' ha finanziato il 72% della spesa della tv pubblica. OLANDA / Nuove norme in materia di violenza domestica: prevista l'espulsione dal domicilio Il fondato sospetto, previa denuncia, che possano verificarsi dei maltrattamenti, sara' sufficiente perche' la polizia prelevi con la forza il potenziale aggressore da casa sua. Il provvedimento, firmato dal sindaco ed eseguito dalle forze dell'ordine, durera' dieci giorni. Se nel frattempo il soggetto continuera' a rappresentare un pericolo, dovra' restare fuori casa per quattro settimane. L'ordinanza potra' essere impugnata davanti al giudice, ma se respinta, e disattesa, la pena prevista e' fino a due anni di carcere. Nel periodo in cui rimarra' fuori casa, il sospettato avra' assistenza psicologica affinche' impari a controllare l'aggressivita' e possa recuperare la stima dei suoi famigliari. Tutto cio' e' contemplato nella legge d'espulsione dal domicilio, approvata dal Parlamento, volta ad affrontare il crescente fenomeno della violenza maschile. L'anno scorso sono stati registrati 63.000 casi, ma e' una cifra lontana dalla realta', posto che, secondo la polizia, le denunce riguardano solo il 12% dei casi di violenza domestica. SLOVACCHIA / Prezzi del gas congelati per legge L''azienda monopolistica del gas, Slovensky plynarensky priemysel (SPP), ha suonato il campanello tre volte, ma nessuno ha aperto. Dopo aver ricevuto dall'Autorita' di controllo due no alla sua richiesta d'aumentare i prezzi, il terzo, il piu' sonoro, arriva dal Governo. In una seduta straordinaria del Consiglio dei ministri, presieduto dal Presidente Robert Fico, e' stata approvata una modifica legislativa che da' al Governo il potere di veto contro l'aumento dei prezzi. Manca il voto del Parlamento, previsto tra pochi giorni, ma data la schiacciante maggioranza dei partiti che sostengono la coalizione, il si' e' del tutto scontato. Un brutto colpo per i partner stranieri di SPP, la tedesca E.On Ruhr o la francese Gaz de France, che detengono il 41% delle azioni contro il 51% in mano pubblica. USA / Donna dell'anno: la piccola jemenita ribelle al matrimonio forzato La rivista statunitense Glamour ha premiato la ragazzina jemenita di dieci anni che si e' ribellata al matrimonio, deciso dalla famiglia, con un uomo di vent'anni piu' vecchio di lei. Nojud Ali e' stata inserita tra "le donne dell'anno" perche' dopo due mesi e mezzo di convivenza e' riuscita a ottenere il divorzio, con l'aiuto dell'avvocato Shada Nasser. Un esempio, affinche' ad altre ragazze nelle sue condizioni sia risparmiato il matrimonio su imposizione -recita la motivazione del premio. SVIZZERA / Telefonia: l'ex monopolista Swisscom accetta la riduzione dei prezzi Swisscom, la maggiore societa' di telefonia svizzera, non s'opporra' all'Organo di garanzia ComCom in materia di "ultimo miglio". Ha infatti deciso di non presentare ricorso contro i prezzi da applicare ai suoi concorrenti (18,18 franchi al mese per il 2007 e il 2008), fissati dal Garante. Inoltre, accetta la riduzione del 20-30% del prezzo che le altre societa' le devono per sfruttare la rete di connessione a Internet. Sebbene siano misure che regolano rapporti e prezzi tra le aziende, ComCom e' certa che gli utenti ne avranno un vantaggio, in particolare per i servizi a banda larga. MONDO / Rapporto uguaglianza uomo-donna: Italia 67esima Il Forum Economico Mondiale presenta la nuova classifica della disparita' di trattamento uomo-donna. Il rapporto documenta gli sforzi fatti in 130 Paesi per ottenere l'uguguaglianza di genere, in base a livello educativo, potere politico, apporto economico, salute. Ai primi quattro posti ci sono le nazioni del nord. Prima la Norvegia, dove la riduzione del divario e' dell'82.39%, seguita da Finlandia e Svezia con l'81.95%, poi l'Islanda con il 79.99%. "Il documento pone in rilievo come il progresso non sia solo fattibile, ma possibile in un periodo relativamente breve", spiega Saadia Zahidi, una delle autrici del rapporto, che segnala come Cile, Spagna, Turchia e Finlandia abbiano ridotto dai 5 ai 10 punti il divario negli ultimi otto anni. Quattordici dei primi venti posti spettano agli Stati europei. Alcuni, come Germania e Gran Bretagna, hanno perso alcune posizioni rispetto al 2006, soprattutto per la minor presenza di donne nei parlamenti e nei ministeri. Al contrario, Svizzera e Francia hanno scalato diversi gradini, sia per aver ridotto le differenze retributive, sia per aver potenziato il peso politico delle donne nelle istituzioni. L'Italia risulta al 67esimo posto di questa speciale classifica, con un miglioramento di 18 posti quest'anno, con i dati che mostrano miglioramenti molto significativi nella percentuale di donne tra ministri, parlamentari, dirigenti e manager, dice il rapporto. ------------------------------------------- LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA Vitamine in pillole. Servono? Arriva il freddo e la pioggia e, come tutti gli anni, arrivano i "consigli" per sollecitare l'acquisto di vitamine in pillole, da sole o in complessi multivitaminici. Servono? A nostro parere e' una spesa inutile nella stragrande maggioranza dei casi che, oltre ad avere un costo non indifferente, puo' danneggiare la salute. La necessita' di un'aggiunta di vitamine nella alimentazione riguarda una ristretta fascia di popolazione. Il resto e' moda, che si paga a caro prezzo. Dosi eccessive di vitamine sono dannose; quelle liposolubili (A, E, D, K) possono intossicare il fegato, quelle idrosolubili (gruppo B, C, H, PP, ac.folico e pantotenico) possono alterare la funzionalita' renale. Basta una corretta alimentazione per assicurare al nostro organismo tutto quello che necessita e la posizione geografica del nostro Paese consente di avere una vasta gamma di prodotti per tutto l'anno, in particolare frutta e verdura, ricche di vitamine oltre che di sali minerali e di fibra. In questa stagione sono, in particolare, disponibili gli agrumi, ricchi di vitamina C che e' quella "consigliata" contro raffreddori ed influenza. La vendita di vitamine serve soltanto ad arricchire chi li produce e impoverire le tasche degli italiani. L'aumento del prezzo della pasta Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=238870 Alitalia. Una Caporetto Altroche' la linea del Piave evocata nel corso della riunione svoltasi ieri all'aeroporto di Fiumicino dagli operatori del trasporto aereo. La memoria dovrebbe andare a Caporetto, una disfatta preannunciata da mesi e che solo la miopia dei dirigenti sindacali (tutti) non ha saputo prevedere. Da anni, e non da mesi, stiamo scrivendo che l'Alitalia si era avvitata su se stessa e stava precipitando; si potrebbe evocare, nel settore marittimo, il disastro del Titanic: si suonava e ballava mentre la nave affondava. Purtroppo la disfatta maggiore l'hanno subita gli utenti che si accolleranno i debiti e pagheranno cari i biglietti delle linee protette (es. Roma-Milano). I 300 milioni di "prestito" fatto dalle casse statali (cioe' dai contribuenti) sono un assaggio al quale e' seguito l'aumento della tassa per il "diritto di imbarco" (da 1 a 3 euro, piu' 200%). Ricordiamo che la tassa di imbarco era prevista da una legge del 1976 per i soli voli internazionali ed e' stata successivamente estesa ai voli nazionali nel 1985. Rimane, comunque, tutta l'anomalia di questa imposizione: e' come se si pagasse una tassa, oltre al biglietto, per prendere l'autobus, il treno o il taxi. Ma lo Stato non riscuote gia' per le concessioni alle societa' aeroportuali? Ascensori. Pulsanti radioattivi in Francia, Svizzera e Austria. e in Italia?. Interrogazione parlamentare Pulsanti degli ascensori radioattivi. La notizia viene dalla Francia dove l'Autorita' per la sicurezza nucleare (Asn) ha rilevato la presenza di radioattivita', proveniente da Cobalto 60, nei pulsanti di ascensori prodotti della societa' Otis. Ricordiamo che il Cobalto 60, radioattivo, e' un potente emettitore di raggi gamma e l'esposizione aumenta il rischio di cancro. La Otis aveva dato in appalto la fornitura dei tasti alla società francese Mafelec, che ha usato pezzi metallici importati dall'India, nei quali e' stata riscontrata radioattivita' da Cobalto 60. La radioattivita' e' stata rilevata anche in tasti di ascensori in Svizzera mentre in Austria sono in corso accertamenti. Non abbiamo notizie sulla presenza di pulsanti radioattivi in Italia per cui chiediamo una indagine al ministro alla Salute, Maurizio Sacconi, al quale sollecitiamo, inoltre, contatti con le autorità indiane per conoscere i risultati delle ispezioni nei siti di provenienza del materiale in relazione ad ulteriori utilizzi di prodotti contaminati. Una interrogazione, in tal senso, e' stata annunciata dalla senatrice Donatella Poretti. Tabacco. Soldi pubblici per scoraggiarne il consumo ma incentivarne la produzione. Tutto ok? Rivolgiamo un sincero applauso al Governo per la politica sul tabacco. Grazie all'Italia, i contribuenti italiani ed europei dovranno sborsare denaro per finanziare campagne di informazione contro il tabacco, dall'altra per incentivarne la produzione. L'Italia guida infatti il fronte dei Paesi europei, riunitosi ieri a Verona, che chiede nuovi incentivi Ue ai coltivatori di tabacco. Ringraziamo anche il Governo perche' nei suoi spot pubblicitari contro "tutte le droghe" ha escluso da queste proprio quella droga (il tabacco) che causa piu' morti di tutte le altre messe insieme. Con ammirabile destrezza questo Governo e' riuscito ad evitare che i media italiani (e di conseguenza i contribuenti) si accorgessero dell'evidente contraddizione. Contrariamente a qualche maligno osservatore, che potrebbe pensare che i nostri media siano indegni per la completa mancanza di approfondimento alcuno, siamo convinti che il merito vada attribuito interamente alla straordinaria abilita' del Governo di persuadere l'opinione pubblica. E anche noi siamo ora persuasi: nessuna contraddizione. Almeno fino a quando non se ne accorgera' anche la gloriosa stampa italiana. ***AGGIORNAMENTO*** Segnaliamo una importante ed encomiabile eccezione. La trasmissione di Radio 1 Rai "Zapping", condotta da Aldo Forbice, ha lanciato lo scorso 3 novembre una campagna di informazione dal titolo "Fumo uguale cancro? Riconvertiamo le colture": http://www.radio.rai.it/radio1/zapping/ Vino novello: tanta pubblicita’, tanta moda e... E’ tempo di vino novello. In principio era il beaujolais nouveau, presentato contemporaneamente in tutto il mondo, con una accorta campagna pubblicitaria che l'ha lanciato sul mercato, ora arriva anche il nostro vino novello. La maggioranza dei produttori e' in Veneto, Toscana, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Puglia e Sardegna, che riempiono 11,5 milioni di bottiglie, per un giro di affari di circa 52,5 milioni di euro; un affare per un vino che ha due mesi di vita, viene vinificato in assenza di aria, per estrarre pigmenti e aromi dalle bucce. E’ piuttosto profumato, leggero, poco acido e gradito al pubblico giovanile e femminile, ma soprattutto consente incassi immediati ai viticoltori e ai commercianti, con pochi costi. Quello che ci lascia perplessi e’ la qualita’ delle uve che sono quelle che non consentono l’invecchiamento, l’affinamento e lo stoccaggio del vino. E’ una bella operazione commerciale per un vino che venne definito un dopobarba, cioe’ una miscela di alcol e profumi. Il costo medio della bottiglia e’ di circa 5 euro ma lo scorso anno le abbiamo viste anche a 8 euro, il che ci pare eccessivo. Noi preferiamo il vino con qualche anno di invecchiamento. Droga. Gravissime accuse di Carlo Giovanardi al provveditore agli Studi di Como Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle tossicodipendenze, dovrebbe chiedere immediatamente scusa al provveditore agli studi di Como, Benedetto Scaglione, accusato di essere favorevole alle droghe per aver suggerito la legalizzazione della cannabis quale misura per combattere il narcotraffico ed anche il consumo. (1) La violenza censoria di Giovanardi si spinge fino a sostenere che chi ha un ruolo pubblico non possa esprimere la propria opinione su come affrontare la questione delle droghe. Le accuse di Giovanardi hanno lo stesso sapore di quelle che George Bush lanciava a chi si opponeva alla guerra in Iraq: non pensarla come me significa essere per il nemico. Scaglione ha detto cio' che pensano in molti (oltre quattro italiani su dieci). L'unica strategia per porre fine al commercio illegale e dilagante di sostanze incontrollate ed incontrollabili e' la loro legalizzazione e controllo. Non piu' lo spacciatore nei bagni di scuola, non piu' miliardi di proventi per le organizzazioni mafiose, non piu' sostanze tagliate con chissa' quale veleno. Dire questo non solo non e' da condannare, come vorrebbe Giovanardi, ma da incoraggiare come un contributo prezioso al dibattito politico che il sottosegretario vuole soffocare del tutto. Chiedere la legalizzazione non significa essere a favore del consumo di droga, cosi' come condannare l'invasione dell'Iraq non significava essere pro Saddam. Il fatto e' che la guerra alla droga e' fallita, come dimostrano ogni giorno i dati sul dilagare del consumo e sulle nuove super potenze del commercio mondiale di droga come la 'Ndrangheta. Proprio ieri sono usciti i dati sul consumo in Europa, (2) dove l'Italia risulta ai primissimi posti per il consumo di cannabis e cocaina nonostante in Italia sia in vigore dal 2005 una delle leggi sulla droga piu' repressive nel mondo occidentale. Possiamo scegliere di continuare ad errare, come ormai da 40 anni, oppure possiamo chiederci se la strategia sia da rivedere. E' un dovere morale per qualsiasi persona, specialmente se riveste ruoli istituzionali, fare proposte per ricalibrare i nostri sforzi. Guai se prevalesse il pensiero unico di "bushiana" memoria del "mantenere ferma la rotta" senza se e senza ma. (1) http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18894 (2) http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=18895 Canone tv per un pc? Ora che la Rai chiede il pagamento anche a banche e Poste, il Governo non potra' non chiarire Dopo numerose nostre iniziative, la Rai ha cominciato a chiedere il pagamento dell'imposta-canone per un pc anche alle imprese, ed in particolare alle banche e agli uffici postali, tutti dotate di computer e monitor (1). Da anni, infatti, la Rai pretende si' il pagamento del canone per il pc, ma solo dalle famiglie! Su questo abbiamo presentato esposti alla Corte dei Conti, abbiamo interpellato formalmente la Rai e l'Agenzia delle Entrate e abbiamo posto numerose interrogazioni parlamentari al Governo. Ma nessuno ha voluto darci una risposta chiara, rimpallandosi la patata bollente a vicenda. Alla fine, l'Agenzia delle Entrate e' stata costretta ad ammettere ufficialmente di non sapere se il canone fosse o meno dovuto per il pc, ed ha inoltrato nel 2007 richiesta di chiarimenti al ministero dello Sviluppo economico (allora ministero delle Comunicazioni). Siamo sicuri che il ministero, che da anni ignora milioni di famiglie, dovra' ora pronunciarsi, visto che a chiedere chiarimenti sono Abi, Poste Italiane, Confindustria, etc. Se fosse confermato l'assoggettamento del pc al canone tv, le imprese dovranno all'erario circa un miliardo di euro ogni anno. Non una cifra da poco, visti i tempi. Chissa', magari proprio grazie alle potenti lobby bancarie e imprenditoriali, il ministero escludera' il pc dalla lista degli apparecchi soggetti al canone. Oppure si potrebbe addirittura arrivare ad una modifica del Regio decreto legge del 1938 che ha istituito il canone Rai. Aspettiamo fiduciosi. La vicenda e' interamente documentata qui: http://www.aduc.it/dyn/rai (1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/noti.php?id=239348 Gli embrioni per la ricerca Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=239359 Ascensori/Pulsanti radioattivi: Ministero avvii indagine conoscitiva anche in Italia Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico. L'Autorita' per la sicurezza nucleare francese (Asn), ha rilevato la presenza di radioattivita' proveniente da Cobalto 60, nei pulsanti di ascensori prodotti dalla societa' Otis. La ditta aveva dato in appalto la fornitura dei tasti alla società francese Mafelec, che ha usato pezzi metallici importati dall'India nei quali e' stata riscontrata la presenza di Cobalto 60. Questa sostanza, radioattiva, è un potente emettitore di raggi gamma e l'esposizione aumenta il rischio di cancro. La radioattività è stata rilevata anche in tasti di ascensori in Svizzera mentre in Austria sono in corso accertamenti. Non abbiamo, invece, alcuna notizia sulla presenza o meno di pulsanti radioattivi negli ascensori della stessa ditta Otis o di altre installati in Italia, come rilevato dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), che ha anche richiesto un'indagine conoscitiva al Ministero della Salute. Con il senatore Marco Perduca, abbiamo così rivolto un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e politiche sociali, per sapere, se intenda dare avvio a questa indagine conoscitiva, per verificare se anche in Italia vi è la presenza di pulsanti radioattivi, e se non intenda avviare contatti con le autorità indiane, per conoscere i risultati delle ispezioni nei siti di provenienza del materiale in relazione ad ulteriori utilizzi di prodotti contaminati. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=239388 Scarpe allergiche al fumarato Nella Maine-et-Loire (Francia), una donna di 36 anni e' stata ricoverata in ospedale per aver indossato stivali di fabbricazione cinese con incorporato un sacchettino anti umidita' a base di dimetil fumarato. Si tratta di una sostanza gia' al centro di un'altra vicenda, quella dei divani di Conforama (società del gruppo PPR, il colosso francese leader nella distribuzione specializzata e nel settore del lusso) che aveva provocato eczemi. Una responsabile dell'Istituto di vigilanza sanitaria francese (InVS), Agnes Lefranc, ha dichiarato al settimanale l'Express che potrebbero esserci centinaia di casi simili. Le segnalazioni di allergie legate agli stivali sono partite dai dermatologi gia' qualche settimana fa, e se era noto l'effetto allergico del dimetil fumarato, l'InVS ignorava che venisse utilizzato anche nell'abbigliamento. Cosa succede in Italia? Sono stati effettuati controlli sul tale prodotti (scarpe e divani)? Sono state riscontrate situazioni analoghe? Lo chiediamo al ministro alla Salute, Maurizio Sacconi. Una interrogazione in tale senso e' stata annunciata dalla senatrice Donatella Poretti. Mr Prezzi e i prezzi della pasta. Dopo la conferma dell'inutile funzione istituzionale, dimissioni per far risparmiare tutti Dopo l'ennesimo tonfo di Mr Prezzi, in questo caso sul tentativo di far diminuire i prezzi della pasta, non si capisce perche' dobbiamo continuare a tenerci quest'orpello che, di per se', rappresenta un costo per lo Stato e per tutta la collettivita'. Nelle scorse settimane, dopo le rilevazioni che davano in caduta i prezzi del grano e in aumento quelli di pane e pasta, Mr Prezzi ha convocato i produttori per cercare di convincerli a far diminuire i prezzi. Ma cosi' non e' stato, perche' gli stessi hanno fatto sapere che un pacco di pasta non e' fatto di solo grano, ma sono tanti i fattori che contribuiscono al prezzo finale per cui, se uno di questi cala (il grano) ma gli altri rimangono costanti o in aumento, siccome loro non sono aziende di Stato (ndr: per fortuna...) e neanche associazioni benefiche, non sono in grado di rispondere positivamente all'invito al calo. Mr Prezzi, quindi, per l'ennesima volta, ha dato dimostrazione di svolgere una funzione inutile. Ci domandiamo perche' non smetta di svolgerla visto che in questo modo darebbe anche un buon esempio di risparmio istituzionale, i cui benefici ricadrebbero sulle finanze pubbliche e su tutti. Dimissioni che, nel contempo, darebbero piu' visibilita' alle problematiche per cui i prezzi al dettaglio aumentano mentre quelli delle materie prime diminuiscono, senza illudere che la politica della "morale suasion" sia da perseguire perche' funzionale. Cosa lamentano gli industriali del settore per non dare credito alle richieste di Mr Prezzi? Quello che ogni produttore fa rilevare a tutti i governanti nell'ambito di un libero mercato: troppa fiscalita', ad ogni livello, non puo' che portare a prezzi piu' alti al dettaglio. Fiscalita' nella forza lavoro, fiscalita' nei servizi, fiscalita' in prodotti fondamentali come i carburanti, fiscalita' sugli utili, etc... Il resto -aggiungiamo noi- e' "fuffa", con tanto di "utili idioti" che elogiano certi sistemi.... ma possibile che non ci si renda conto che il cittadino/consumatore medio non e' un cretino che crede ai lustrini e ai sorrisi dei potenti, ma uno che sa far bene di conto a partire dalle proprie tasche? Aspettiamo l'esempio di metodo da parte di Mr Prezzi!! Scarpe allergiche al fumarato. Interrogazione Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico Da rilevazioni dell'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), apprendiamo che in Francia, nella regione del Maine-et-Loire, una donna di 36 anni e' stata ricoverata in ospedale per aver indossato stivali di fabbricazione cinese, con incorporato un sacchettino anti umidita' a base di dimetil fumarato. Questa sostanza è gia' al centro di un'altra vicenda, quella dei divani di Conforama (società del gruppo PPR, il colosso francese leader nella distribuzione specializzata e nel settore del lusso) che aveva provocato eczemi. Una responsabile dell'Istituto di vigilanza sanitaria francese (InVS), Agnes Lefranc, ha dichiarato al settimanale l'Express che potrebbero esserci centinaia di casi simili. Risultano anche diverse segnalazioni di allergie legate all'uso di stivali, riportate da dermatologi già da diverse settimane. Se era già noto l'effetto allergico del dimetil fumarato, l'InVS ignorava però che tale sostanza venisse utilizzata anche nei prodotti destinati all'abbigliamento. Con il senatore Marco Perduca ho rivolto un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali, per sapere se il Ministero ha già dato avvio ai controlli su questi prodotti (scarpe e divani) presenti nel mercato italiano e se siano state riscontrate situazioni analoghe, con la presenza di agenti allergenici come il dimetil fumarato, o altri, anche in Italia, e nel caso quali provvedimenti siano stati presi riguardo tali prodotti. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=239584 Alitalia e 15 giorni di sciopero Gli utenti non riescono a capire perche' alcuni sindacati dell'Alitalia hanno indetto 15 giorni di sciopero. La domanda ricorrente e': i sindacati (tutti) non avevano sottoscritto da poco tempo un accordo con la Cai? Che senso hanno, allora, gli scioperi annunciati? E' evidente che ore di trasmissioni radiotelevisive e pagine di giornali non hanno raggiunto lo scopo: informare i cittadini dello stato delle cose. Ovvio che Cai e sindacati troveranno mille motivi di dissenso nell'interpretazione dell'accordo sottoscritto, tanto per confermare il clima bizantino che avvolge qualsiasi cosa succeda in Italia. C'e' un dato che consente alle parti contraenti di sbizzarrirsi nelle definizioni di questo o quell'aspetto del contratto: la sicurezza che Alitalia non fallira'. La garanzia e' data dal Governo ed in particolare dal suo Presidente, Silvio Berlusconi, che in campagna elettorale aveva assicurato la salvezza della "nostra compagnia di bandiera". Ora non puo' rimangiarsi la promessa e, sapendolo, i sindacati possono tranquillamente indire scioperi, tanto nessuno puo' portare i libri dell'Alitalia in tribunale per la dichiarazione di fallimento e il posto e' assicurato. La Cai, a sua volta, sa che in testa ha la mano protettrice del Governo che in qualche modo interverra'. Nel frattempo gli utenti si accolleranno i debiti, i disservizi e tariffe costose. Come al solito il cerino in mano resta al cittadino. Giovanardi e il pericolo fumarato Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=239601 Alitalia. Sciopero selvaggio? Perche' no? Chi rompe paghi "Era meglio se fallivate". Cosi' i passeggeri infuriati contro il personale di volo dell'Alitalia. E' quanto stiamo sostenendo da alcuni anni, ma si e' fatto diversamente, in nome della salvaguardia della compagnia di bandiera, cioe' di un (malinteso) senso dell'onore. Nessuno, pero', ricorda che lo scorso anno ben 17mila addetti al settore tessile sono stati licenziati. Cosi' come nessuno ricorda la serrata degli autotrasportatori che bloccarono l'accesso alle autostrade, o quelle dei tassisti romani che interruppero la circolazione nella capitale, o l'occupazione delle linee ferroviarie da parte dei manifestanti contro l'inceneritore in Campania, o quello dei cittadini di Scanzano Jonico che si opposero al sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari, o quello degli studenti che hanno invaso i binari delle stazioni ferroviarie, ecc. Ieri, uno sciopero improvviso ha bloccato i maggiori aeroporti italiani. Non ci troviamo alcuna differenza con i fatti sopra riportati. E' probabile che nessuno dei manifestanti degli anni scorsi abbia avuto la benche' minima sanzione. Perche' non dovrebbero fare la stessa cosa i dipendenti Alitalia? Sarebbe il caso che il Governo (destra o sinistra) modificasse il proprio comportamento e applicasse il principio del "chi rompe paga". Nello specifico il personale Alitalia, che ha creato danni ai passeggeri con uno sciopero illegale e illegittimo, dovrebbe essere chiamato a rispondere in solido dei danni provocati. Da decurtare sullo stipendio. Ad ognuno le sue responsabilita'. Troppo comodo lanciare il sasso e nascondere la mano. Cibi che (non) fanno bene alla salute. Il Governo sceglie le aziende che ingannano invece dei consumatori. Diffidare sempre delle etichette!! Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico Lo scorso settembre l'Autorita' europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato i risultati di alcune indagini scientifiche volte a comprovare la fondatezza di presunti benefici per la salute e per lo sviluppo dei bambini di alcuni integratori e prodotti alimentari (1). Le conclusioni erano sconcertanti: il 90% delle indicazioni sui beni alimentari analizzati e' infondato. Molte di queste sostanze alimentari sono oggi in commercio in Europa ed in Italia, e possono essere trovate in qualsiasi supermercato in una miriade di prodotti che, appunto, pubblicizzano effetti benefici inesistenti. Per questo, su segnalazione dell'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) avevo rivolto una interrogazione al ministero del Lavoro e Salute per sapere quali provvedimenti intendesse adottare al fine di tutelare i consumatori del mercato italiano dalle indicazioni non veritiere riportate in etichetta nelle confezioni di alimenti (2). La risposta del sottosegretario Francesca Martini puo' essere riassunta cosi': i consumatori dovranno continuare ad essere ingannati fino all'ultimo (2). Se infatti e' vero, come scrive il sottosegretario, che il Regolamento prevede norme transitorie in attesa del pronunciamento dell'Autorita' europea per la sicurezza alimentare (Efsa) entro il 31 gennaio 2009, esso definisce anche la facolta' dei singoli Stati di sospendere la commercializzazione degli alimenti la cui etichettatura non e' conforme al Regolamento stesso o non e' fondata scientificamente (art. 23). E' singolare quindi che il Governo decida di non avvalersi di questa elementare misura di salvaguardia del consumatore per timore di "penalizzare" quelle aziende che oggi si arricchiscono esclusivamente grazie a etichette mendaci e ingannevoli. Molto meglio, evidentemente, penalizzare sessanta milioni di consumatori che per altri 14 mesi saranno costretti ad acquistare alimenti sulla base di informazioni provatamente fasulle. Ai consumatori, abbandonati in questo caso dal loro Governo, consiglio quindi di diffidare SEMPRE delle etichette sui beni alimentari: se promettono benefici per la salute, 9 volte su 10 non e' vero. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=230482 (2) in calce all'interrogazione c'e' anche la risposta del Governo: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=233921 Nucleare e sindrome del Nimby Alcuni giornali hanno pubblicato la notizia che il 47% degli italiani sono favorevoli alla costruzione di centrali nucleari, mentre e' contrario il 44%. La percentuale si ribalta (contrario il 50% e favorevole il 41%) nel caso in cui la centrale fosse costruita nella propria provincia. Insomma, la classica sindrome del Nimby (non nel mio cortile). Il sondaggio e' stato effettuata da Demos, Istituto di ricerca politica e sociale. Siamo alle solite: un impianto va bene solo se e' lontano dal luogo dove si vive. Evidentemente i cittadini sono coscienti del rischio che corrono ma sono altrettanto convinti che la dipendenza da fonti energetiche esterne, in particolare dal petrolio, non puo' essere sostenuta dal nostro sistema. Qualcuno ha ricordato che l'Italia non ha miniere di uranio e che comunque bisognerebbe importarlo dall'estero, cioe' essere dipendenti come lo siamo dal petrolio? Facciamo, comunque, un po' di conti, visto che il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, dichiara che "Il nucleare dovra' produrre un quarto dell'energia del Paese (25%)". La produzione elettrica rappresenta il 18% del nostro fabbisogno energetico complessivo, l'82% del fabbisogno energetico va essenzialmente ai trasporti. Il che significa che per 4/5 di fabbisogno energetico dovremo ancora far riferimento al petrolio e derivati, il 25% del 18% fa 4,5%, che e' la quota riservata alla produzione di energia elettrica dal nucleare sul fabbisogno energetico complessivo. Dunque il nucleare ci fornira' una percentuale limitata di energia elettrica, il 4,5% appunto, che puo' essere ottenuta ottimizzando la produzione e attuando politiche di sviluppo delle energie rinnovabili. Farmaci senza ricetta. Vendita anche senza farmacista. Disegno di legge Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale - Partito Democratico Da quando i farmaci senza ricetta (SOP e OTC) sono venduti fuori della farmacia, grazie alla legge del 2006, si e' aperto il mercato della distribuzione e della vendita al dettaglio del settore, con maggiore reperibilita' per i consumatori e con un significativo risparmio, nonche' trovando piu' sbocchi per la professione di farmacista. Nell'anno successivo all'entrata in vigore della legge, le parafarmacie sono piu' che raddoppiate (da 1061 a 2201) ed i Corner della salute nei supermercati sono passati da 137 a 2008. A maggio 2008, dieci mesi dall'entrata in vigore della legge, la quota di questi farmaci venduti fuori dalle farmacie era passata da 3,5% a 5,5%. Questo ha comportato un notevole vantaggio per il consumatore: se il prezzo medio di un farmaco Otc e' di 6,5 euro nelle farmacie, scende a 6,30 nelle parafarmacie, e soprattutto a 5,04 nei corner, un risparmio medio di quasi un euro e mezzo a confezione. Vi e' pero' un grosso limite alla legge, l'obbligo della presenza di un farmacista in appositi spazi per la vendita e il divieto delle promozioni commerciali. Una profonda limitazione del mercato, visto che solo i grandi supermercati possono permettersi la creazione di spazi appositi e l'assunzione di farmacisti. Tant'e' che questo aspetto della legge e' stata definita dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) una norma ad cooperativam, visto che favorisce la grande distribuzione come la Coop –uno dei soggetti che piu' si e' impegnato per questa legge. Perche' non poter acquistare un farmaco, per esempio, a base di ibuprofene (contro il mal di testa) in una stazione di servizio lungo l'autostrada o in edicola, al negozio di alimentari piuttosto che al tabaccaio, esercizi che sicuramente non possono attrezzarsi con un farmacista per avere un angolo con questi prodotti? Cosi' funziona ad esempio negli Stati Uniti, dove si puo' sempre e facilmente reperire una pillola a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza la necessita' di andare in cerca della farmacia di turno o di un supermercato aperto. Inoltre, risulta del tutto ingiustificato e lesivo dei consumatori il divieto di applicare ai farmaci OTC sconti, operazioni a premio e concorsi, cosi' come per qualsiasi altro bene di consumo, divieto in genere mascherato dietro al fatto che i farmaci sarebbero prodotti potenzialmente dannosi per la salute, danno che, invece, non sarebbe tale per le promozioni di alcolici, dolci e qualunque altro prodotto che, al pari di un farmaco, se consumato in condizioni non razionali potrebbe arrecare danno. E' evidente che non si tratta di un divieto finalizzato alla salute del consumatore ma solo a mantenere blindato un mercato su cui le attuali cosiddette liberalizzazioni hanno ancora poco influito. Un divieto, questo, di cui sembrano beneficiare solo gli attuali monopolisti, visto che pone un profondo limite alla competitivita' dei prezzi. Per tale motivo, con la collaborazione dell'Aduc, ho presentato un disegno di legge, composto di un unico articolo volto ad abrogare l'obbligo del farmacista per la vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione e il divieto per le vendite promozionali. E' una misura che, eliminando il monopolio della vendita "alternativa" dei farmaci OTC oggi detenuto dalla grande distribuzione al dettaglio, favorirebbe quei 40 milioni di cittadini che gia' fanno uso di questi prodotti. Qui il testo e la relazione del disegno di legge: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=239993 Lo sciopero Alitalia Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=240020 Nucleare. L'Austria converte il proprio reattore in pannelli solari Condannato per trent'anni all'inattivita', il sito della centrale nucleare di Zwentendorf, una cinquantina di chilometri a ovest di Vienna, uscira' presto dal letargo per produrre energia solare. Il 5 novembre 1978 il popolo austriaco decise, con un referendum, di rendere inattivo il suo reattore nuovo fiammante e mai entrato in servizio. Poi, nel 1999, la rinuncia all'energia nucleare e' stata inserita addirittura nella Costituzione. Difficile immaginare un passo indietro. Cosi', tra qualche mese, le facciate della centrale (una capacita' di 730 megawatt), il tetto, parte dei 14 ettari adiacenti saranno tutta una fioritura di pannelli solari. Per opera di EVN, produttore e distributore di quasi tutta l'elettricita' in Bassa Austria, nonche' attore dominante sul mercato bulgaro e macedone. Il sito lo ha comprato nel 2005, i permessi ci sono, la rete elettrica passa a qualche centinaia di metri. Se il contributo di Zwentendorf allo sviluppo delle fonti rinnovabili sara' inizialmente modesto, la sua 'riabilitazione' contribuisce pero', almeno in parte, a colmare il ritardo dell'Austria rispetto agli obiettivi di Kyoto. In Italia si sta seguendo un percorso all'inverso, oggi va di moda il nucleare, pero' lontano dalla propria casa (sindrome di nimby). Ci vorra' (speriamo di no) un incidente per far cambiare opinione agli italiani e al Governo? Quello che non e' chiaro e' che le fonti non rinnovabili (petrolio, gas, carbone, nucleare, ecc) sono, appunto, tali e nel futuro non si possono ricostituire, occorre investire, invece, su quelle che possono rinnovarsi. Ovvio che occorrono anni e, nel frattempo, bisogna mettere in atto processi di transizione utilizzando tutte le carte a disposizione, ad iniziare da un razionale utilizzo dell'energia. 50 anni fa, per interessi e miopia, abbiamo puntato sul trasporto privato a discapito di quello comune (treni, tram, metropolitane, autobus) e oggi ne scontiamo le conseguenze. Sembra che la storia non insegni nulla ai nostri governanti. Aduc - Osservatorio Lecce. La piazza buia per incuria Un cittadino ci ha inviato alcune fotografie, scattate alle 17.30 del 10 di novembre, relative all’illuminazione pubblica presente -o meglio sarebbe il caso di dire mancante- in piazzetta Verdi a Lecce. Si tratta di una situazione chi si commenta da sola. Le fotografie sono eloquenti: a parte la solita squallida presenza di cassonetti stracolmi e circondati da ogni genere di rifiuti, ci troviamo di fronte ad una piazza buia. Il motivo e' semplice: i pali dell’illuminazione pubblica sono alti circa 12 metri e gli alberi li coprono quasi interamente. Il risultato e' evidente: anche se si tratta di un luogo in pieno centro (a 3 minuti da Piazza Mazzini) la piazzetta e' desolatamente vuota. E’ un vero peccato che, vista la temperatura mite del periodo, un luogo al centro della citta' ed attrezzato a verde pubblico, sia inutilizzabile a causa del buio che impera ogni pomeriggio. La soluzione e' davvero semplice; basterebbero pochi lampioni un po’ più bassi, come quelli utilizzati in altre zone della citta', per ridare luce alla piazza. Se esiste in qualche remota stanza del Palazzo di Citta' un progetto per riqualificare la zona lo si tiri fuori. Per finire, chiediamo di non dimenticarci dei rifiuti che con il tempo stanno diventando sempre più lo specchio del livello di civilta' della nostra società!!! Qui l'immagine della piazza buia: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/Lecce/HPIM0674.JPG Placebo. Il farmaco non farmaco E' giusto che un medico inganni il paziente, ancorche' a fin di bene? La questione interpella gli eticisti, soprattutto dopo i risultati di una ricerca condotta dall'Istituto statunitense di Sanita' (NIH) e pubblicato dal British Medical Journal. Esso indica che la meta' dei medici intervistati prescrive regolarmente e scientemente dei farmaci placebo. Magari non medicine totalmente prive di principio attivo, ma, per esempio, vitamine, sedativi, magnesio, pasticche contro l'emicrania, tutte senza nessun rapporto diretto con la patologia del paziente. Altri studi, realizzati in Danimarca, Israele, Gran Bretagna e Svezia, confermano questa tendenza. I medici generici giustificano la strategia sia con l'efficacia dimostrata dal trattamento placebo, sia con il numero elevato di "malati immaginari", che vanno dal medico per problemi di depressione o disturbi chiaramente psicosomatici. Difficile dargli torto. Esperimenti rigorosi hanno mostrato che i placebo hanno un effetto benefico nel 30%-40% dei casi di persone depresse, una quota molto piu' alta di quanto si ottenga di solito con gli antidepressivi. Questi risultati dimostrano che la capacita' di autoconvinzione puo' portare a "guarigioni" del tutto incomprensibili dal punto di vista strettamente medico. Questa capacita' e' ancora da esplorare ma e' un aspetto della medicina che dovrebbe essere maggiormente analizzato e, soprattutto, praticato. Sotto questo punto di vista anche i cosiddetti miracoli possono avere una spiegazione razionale. ------------------------------------------- LA PULCE NELL'ORECCHIO Articoli e riflessioni con il preciso scopo di mettere il dubbio -con l'informazione- sulla solidita' di diffuse certezze o distrazioni sui nostri consumi o sui servizi di cui usufruiamo di: Annapaola Laldi IL DITO DI BOSSI, LE CORNA DI BERLUSCONI E IL 5 IN CONDOTTA: LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE GELMINI Gentile e cara onorevole Gelmini, mi rivolgo pubblicamente a Lei nella Sua veste di Ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca per esprimere a voce alta una preoccupazione che non esito a definire molto seria -tanto piu' dal 30 ottobre, da quando, cioe', e' stata approvata definitivamente la Legge n. 169/2008, comunemente nota come "legge Gelmini". Poiche' sono certa che Lei sia una persona che ha davvero a cuore le sorti dei diversi istituti di istruzione, la preparazione di chi vi insegna e la formazione di chi li frequenta, nutro piu' di una speranza che le considerazioni, che Le esporro' tra breve, trovino in Lei non solo attenzione ma addirittura compartecipazione (e il conseguente impegno a un Suo autorevole intervento). Il punto su cui mi soffermo e' quello relativo alla reintroduzione della valutazione del comportamento degli alunni e delle alunne delle scuole, a quanto capisco, di ogni ordine e grado, sia pure con l'innovazione, rispetto al passato, del voto in decimi, ragion per cui, ora la segnalazione di una condotta inammissibile e' attribuita al voto "5/10", mentre in passato bastava il famigerato "7". Sull'argomento, desidero aggiungere che sono piu' che d'accordo sul fatto che vi sia necessita' e urgenza di richiamare anche la componente studentesca al rispetto serio, profondo, convinto della civile convivenza, nella consapevolezza che a ogni diritto corrisponde un uguale dovere. Detto questo, arrivo a cio' che mi sta a cuore e che, sinceramente, e' per me fonte di grave turbamento, ed entro percio' in medias res con una domanda: e' possibile chiedere ai soggetti che si trovano nella fascia d'eta' compresa fra i 6 e i 19/20 anni questo giustissimo rigore su una cosa cosi' importante come il rispetto della civile convivenza, in parole ed opere, se non proprio in pensieri, senza che, da parte degli adulti vi sia un pari, se non maggiore, rigore nelle loro parole ed azioni, soprattutto quando esse siano manifestate di fronte a un uditorio che, anche solo presumibilmente, comprenda bambini/e e ragazzi/e? Mi intenda bene, onorevole Gelmini, non sto pensando all'ipocrisia, che oggi si manifesta, a volte, nel "politicamente corretto". Niente di tutto cio', tanto piu' che so per certo di essere una persona totalmente indiplomatica, e, per dirla con un po' di latino, mi e' stato sempre alieno l'antico detto "Nisi caste, tamen caute". No, quello che mi sta a cuore non e' l'ipocrisia e neppure il dare il buon esempio, ma il vero, l'autentico, il genuino rispetto per le altre persone (a cominciare da me stessa, dato che sono certa che, quando si manca di rispetto al prossimo, si toglie prima di tutto il rispetto a noi stessi). E su questo sono davvero severa, addirittura inflessibile -con chiunque. Ebbene, purtroppo constato che tale rispetto, che, come penso sia d'accordo anche Lei, e' sostanza della civile convivenza, di cui certamente fa parte anche il confronto politico e persino quello partitico, viene sempre piu' calpestato anche da eminenti personalita' che addirittura ricoprono cariche istituzionali, e che quindi, rappresentando l'intera nazione (anche coloro che non hanno contribuito alla loro elezione), hanno, fra l'altro, un'enorme responsabilita' anche nel fornire uno stile di comportamento, che non puo' non causare generale imitazione,specialmente fra i più giovani -o quanto meno creare degli alibi. In parole povere: come la mettiamo con "il dito" dell'onorevole Bossi, e "le corna" (e le altre "carinerie") dell'onorevole premier Berlusconi"? Per chiarire bene il concetto, Le raccontero' un fatto che e' capitato proprio a me. Anni fa, quando ero preside (di scuola secondaria di primo grado), un'insegnante di lettere molto brava e giusta verso gli alunni, mi porto' direttamente in presidenza un alunno (mi pare di prima media) che le aveva fatto … le corna. Il ragazzino era abbastanza sui generis e aveva gia' fatto molto per distinguersi in una serie di performance non tanto gravi, ma pur sempre destabilizzanti per una classe, incontrando sempre molta comprensione, ma questa volta ritenni la misura colma e giudicai necessario mettergli un limite preciso e solenne quale una sospensione dalle lezioni sia pure per una sola giornata. Poiche' nella famiglia (altrettanto, se non piu', sui generis) nessuno si diceva in grado di venirlo a prendere alla fine delle lezioni (che aspetto' facendomi compagnia in presidenza), lo accompagnai personalmente a casa, notificando cosi' al contempo la sospensione inflitta, che, in effetti, qualche risultato lo ottenne. Questo accadeva abbastanza prima della per me triste esibizione dell'onorevole Berlusconi in Spagna. E aggiungo: per fortuna. Perche', gentile onorevole Gelmini, dopo le corna del presidente del Consiglio, in una situazione analoga a quella che vissi io anni fa, come puo' un dirigente scolastico convincere una famiglia che il suo giovane rampollo non deve fare le corna agli insegnanti (e magari neppure ai compagni)? Se le ha fatte pubblicamente un personaggio cosi' eminente, che rappresenta l'Italia, e le ha pure difese asserendo la liceita' e addirittura la "simpatia" di cotanto gesto, come si potra' contestare a un bambino o a un ragazzo questo stesso gesto? Qui, davvero, se si usassero i classici "due pesi e due misure" si cadrebbe senza ritegno nella piu' tremenda ipocrisia. E allora? Lo stesso vale per il "dito" dell'onorevole Bossi (ma purtroppo ho appena visto su Internet una foto dell'onorevole Berlusconi immortalato a Bolzano nel medesimo gesto). Un gesto che io trovo il piu' osceno in assoluto fra tutti quelli che la nostra povera fantasia umana possa inventarsi. Un gesto becero, volgare, che richiama turpi riti di iniziazione di un certo tipo di malavita, dove il nuovo adepto, sottostando alla penetrazione anale del capo, riconosce e manifesta la sua inferiorita' e totale disponibilita' agli ordini di quest'ultimo, oppure ci porta nel girone infernale delle carceri, dove, di nuovo, il condannato piu' giovane o piu' debole viene violentato dai piu' vecchi e forti. Assunto nella politica (ma e' davvero politica?), il dito medio levato significa il piu' assoluto disprezzo di chi appartiene a un altro schieramento, ne proclama l'asservimento al potente di turno, calpesta la dignita' di chi non e' dei nostri, comunica, infine, una concezione della societa' divisa irrimediabilmente fra -mi scusi la brutale chiarezza- chi "lo mette" e chi "lo piglia" (e qui, evidentemente la morale che grida al "contronatura" non vale … o sbaglio?). E dunque, quale docente, quale dirigente scolastico, potra' risentirsi e invocare una severa misura disciplinare nei confronti di un bambino/ragazzo/giovane (o, logicamente, bambina/ragazza/giovane al femminile) che abbia fatto lo stesso gesto a compagni/e, insegnanti o personale non docente? E, tanto per completare il ventaglio delle situazioni, come potra' intervenire il solito sfortunato dirigente scolastico per arginare la manifestazione di "carinerie" rivolte ai compagni africani o indiani dal bulletto di turno, e come potra' sanzionare come "violenta" un'eventuale reazione della vittima, quando non ha potuto ritenere "violenta" l'espressione che l'ha provocata (in quanto, appunto, canonizzata come "carineria" dal presidente del consiglio in persona)? Gentile e cara onorevole Gelmini, e' inutile che mi dilunghi. Il concetto e' chiaro, e la mia preoccupazione e' davvero grande, non mi vergogno a dire che e' addirittura accorata. Ma se le sto trasmettendo questo mio grande cruccio e' perche' sono sicura che anche Lei puo' condividerlo e agire di conseguenza. Sono infatti convinta che, dovendo stilare il Decreto Ministeriale previsto dal terzo comma dell'art. 2 della Legge 169/2008, in cui saranno"specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravita' del comportamento al voto inferiore a sei decimi, nonche' eventuali modalita' applicative del presente articolo", Lei non avvalorera' la logica dei "due pesi e due misure" (che, come ho gia' osservato, sarebbe di una ipocrisia estremamente distruttiva). Di conseguenza, scartando ovviamente l'ipotesi del tutto peregrina che il suddetto Decreto possa contenere un elenco (ovviamente aggiornabile) delle "parole e opere" delle personalita' politiche che, se imitate, devono essere ritenute ininfluenti per l'abbassamento del voto di condotta, secondo me, non puo' che restarLe la strada di fare opera di convincimento presso i Suoi colleghi di partito e di governo affinche', al di la' delle loro sicuramente migliori intenzioni giocose e scherzose, si mettano dei limiti precisi nel loro parlare ed agire, esprimendo cosi' quel senso di responsabilita' verso soprattutto le giovani generazioni, che senz'altro sentono, anche se, a volte, sembrano dimenticarselo. In questo mi conforta molto il fatto che Lei goda evidentemente (lo leggo nel Suo curriculum vitae pubblicato sul sito del Ministero dell'Istruzione) della massima stima del Presidente del Consiglio dei Ministri, verso il quale Lei sapra' trovare le parole giuste per convincerlo che stare un passo indietro non esprime debolezza, ma anzi, manifesta la vera forza morale di una persona. La prego anche di fare iscrivere questo argomento all'ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli dei ministri, in modo che si possa inaugurare da parte di questo Governo uno stile espressivo sobrio e rigoroso che indichi che il Governo, nel suo insieme e nelle sue singole componenti, si assume consapevolmente e pubblicamente la grave e preziosa responsabilita' del rispetto erga omnes. Solo in questo modo, infatti si potra' chiedere a chi e' "piu' piccolo" e "piu' giovane" di assumersi la propria di responsabilita' e di osservare tutti i doveri che stanno alla base di una sana e pacifica convivenza civile. Prima di congedarmi da Lei, voglio esprimerLe, in primo luogo, tutta la mia solidarieta' di cittadina e di donna la' dove Lei sia stata e continui, purtroppo, a essere oggetto di dileggio e offese personali, perche' il dileggio e le offese alla persona sono sempre deprecabili e non si possono mai giustificare, tanto meno, direi con l'argomento della "lotta politica". Sono e restano una pura e semplice barbarie. In secondo luogo, e proprio come persona che non sta dalla Sua parte politica, desidero complimentarmi con Lei perche' mi risulta che Lei non abbia mai replicato in modo men che corretto ad attacchi anche pesanti, e questo, per me e' un grande punto a Suo favore. La ringrazio dell'attenzione riservata a queste mie righe e Le auguro di sviluppare tutte le Sue facolta' per servire sempre meglio il vero bene del nostro Paese. (Se vorra' dare una risposta a questa mia, faro' in modo che essa abbia il giusto risalto sul sito dell'ADUC (www.aduc.it -rubrica "La pulce nell'orecchio" del 15.11.2008), dove viene pubblicata questa lettera aperta). Con stima. Annapaola Laldi NOTA Questa lettera è stata inviata il 13 novembre con posta tradizionale al Ministro Gelmini, c/o Ministero dell'Istruzione e il 14 novembre per e-mail all'indirizzo di posta elettronica gelmini_m@camera.it. Legge 169/2008 (Legge Gelmini) Art. 3. Valutazione sul rendimento scolastico degli studenti 1. Dall' anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono effettuati mediante l'attribuzione di voti espressi in decimi e illustrate con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno. 1-bis. Nella scuola primaria, i docenti, con decisione assunta all'unanimita', possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione. 2. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite nonche la valutazione dell'esame finale del ciclo sono effettuate mediante l'attribuzione di voti numerici espressi in decimi. 3. Nella scuola secondaria di primo grado, sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline. 3-bis. Il comma 4 dell'articolo 185 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 e' sostituito dal seguente:) «4. L'esito dell'esame conclusivo del primo ciclo e espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi». 4. Il comma 3 dell'articolo 13 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e' abrogato. 5. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti, tenendo conto anche dei disturbi specifici di apprendimento e della disabilita' degli alunni, e sono stabilite eventuali ulteriori modalita' applicative del presente articolo. ------------------------------------------- MEDICARE? Politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Casta, conoscenza, informazione, tecnologia, sottocultura ... un passo avanti, un passo indietro... Barack Obama e' il presidente degli Stati Uniti d'America. La zavorra pesante del repubblicano Mccain, era quella di Gorge W. Bush, e nessuno lo avrebbe voluto come immagine durante una campagna elettorale, nemmeno per compagnia di funerale. L'aspetto di una America mobilitata per Obama, e' stata quella della piu' anziana votatrice, una donna di colore di 106 anni che si e' trascinata sulla sedia a rotelle per andare al voto, con forza del desiderio del cambiamento per il prossimo, una donna di 106 anni, che ha attraversato tutto lo scorso secolo, e che si prodiga per il prossimo; questo e' il vero volto dell'America. Non si puo' negare che Gorge W. Bush trovi, compiacendosi, nella larga vittoria di Obama il vero carattere volitivo del popolo Americano. Adesso la speranza e' la verita'. Non sono pochi a non credere alla versione ufficiale, e della estraneita' delle responsabilita' della amministrazione Bush sulle vicende dell'11 Settembre 2001. Una storica vittoria dei democratici, con un uomo di colore, impensabile solo pochi anni fa, in una America che solo 60 anni fa esprimeva le sue politiche sulla base del sesso e del colore della pelle. La larga vittoria dell'On. Silvio Berlusconi, deve essere letta in questa ottica, e' stato un esempio lampante di una natura volitiva del popolo Italiano. Si puo' essere in non accordo sulle linee politiche del governo, e se ne parlera' tra cinque anni. Prendiamo come esempio, le nuove disposizioni legate alla finanziaria, che tolgono ai poveri ed arricchiscono i ricchi. Una volta, la contrapposizione era tra l'operaio ed il "padrone", oggi, la contrapposizione e' di altra natura. I nuovi "operai" sono i giovani tutti, i quali hanno preso corpo e coscienza di quale futuro senza futuro gli attende. La riforma Gelmini non e' che un piccolo assaggino. Ma l'On. Silvio Berlusconi non si e' imposto con la prepotenza del colpo di Stato, bensi' con regolari e democratiche votazioni, seppur discutibili sul piano della loro metodologia tecnica. In altre parole, lo ha votato la maggioranza del popolo Italiano, cosi' come 8 anni fa gli Americani avevano votato George W. Bush. Ma esiste una non piccola differenza che esalta ancor di piu' la vittoria dell'On Silvio Berlusconi: otto anni fa per Gorge W. Bush fu una vittoria di Pirro, furono i piu' che decisero di non votare, e Bush vinse con un voto minoritario. Quindi G.W.Bush figlio del disinteresse del popolo Americano alla politica. Per Obama, e per Berlusconi le cose non sono andate cosi', anzi sono state l'esatto opposto. Puo' sembrare paradossale, ma le distanze politiche tra Obama e Berlusconi, si accorciano se si osservano dal punto di vista delle risultanze socio-culturali che le hanno mosse. In Italia, il plebiscito di voti per Silvio Berlusconi ha dimostrato che, al pari di G.W.Bush con gli Americani, per gli Italiani il Bush da mandare via era la politikal correct della sinistra. Berlusconi va alla fiera motociclistica a Milano e gli parlano in dialetto milanese, una folla umana che si accalca per stringergli le mani, con le guardie del corpo sudaticcie ed affannate che presto reclameranno un aumento di stipendio… Non c'e' dubbio, che la societa' Italiana e' tristemente spaccata in due. I giovani hanno accesso ad una informazione dei media piu' approfondita e mirata, rispetto ai loro padri, rimasti semi-analfabeti. Silvio Berlusconi non e' sbucato per caso nel 1994, come i piu' credono, data della "discesa in campo", dimenticando che era proprietario di Tele Milano 54, poi divenuta canale 5, gia' verso la meta' degli anni 70. Il percorso fu lineare, gli obbiettivi erano quelli perseguiti. Avete mai visto la sinistra aizzare barricate? E lo chiediamo ai giovani che oggi subiscono manganellate in piazza, i giovani manganellati dovrebbero chiederselo, a sua volta chiederlo ai loro genitori. Questa particolare Sinistra dalla delirante opposizione, si indigna perche' l'On. Silvio Berlusconi da' dell'abbronzato a Barack Obama, dimenticando di indignarsi e fare l'opposizione per tutto quanto quello di prima e di ora, e per quello che si intravede di domani. Quello che rimane di questo scheletro di Paese, e' la mancanza di futuro. Sono i giovani, e nessuno piu' di loro, ad avvertirne l'angoscia, ed avviliti si versano nelle piazze, incrociando solo manganellate. Tuttavia esistono alcuni aspetti "chiave", ove la "casta" chiusa a riccio nei loro "privilegi", "dei tuoi problemi non mi frega nulla", non e' capace di fermare il fluente corso: si tratta dell'informazione e dei media, del loro futuro. Oggi ancora molto di essa resiste sulla carta stampata, controllata dagli editori. Presto si spostera' sul web. Controllare e filtrare Internet non sara' uno scherzo, anche se questo e' un impegno prioritario della "casta". Noi consigliamo ai giovani una basilare strategia: la conoscenza di base, della metodologia, dell'informazione attraverso il web. Solo il 35-40% dei non giovani oggi legge attraverso il web quotidiani e riviste, sapendo ricavarne approfondimenti, e comunque tra essi, meno della meta', lo fa in lingue diverse da quella Italiana. Questa situazione tipica di un Paese "in via di sviluppo", e' motivo del "divide" socio-politico. In parole piu' povere, il meno giovane ripete quello che pappagalla il giornalista di Porta a Porta, Bruno Vespa, o Annozero con Michele Santoro; il giovane approfondisce con il New York Times, su peculiari aspetti di politica Internazionale, notando che l'Italia rimane sempre di piu' presente sui media internazionali, con "affogati" note aspre, ironiche e sarcastiche. I giovani e le Universita', devono salvare questo Paese. Si inizi dall'accorciare la divisione culturale che usura il Paese, ad esempio si potrebbe optare nello stampare i contenuti "caldi", facendoli circolare tra coloro i quali non possono avere accesso alla Rete. Creare gratuite classi di alfabetizzazione informatica, mirate all'informazione ed all'approfondimento in Rete, invitando quanta piu' gente possibile. Ogni aspetto del "divide" si appianera', spalmandosi in una linearita' molto piu' omogenea e di non contrapposizione, risultanze dai risvolti del tutto incontrollabili da ogni esperto di sociologia e di futurismo politico. Per quanto riguarda le manganellate, reagire con la forza e' reato di resistenza a pubblico ufficiale, non farlo mai. Ma, sfilare il manganello dalle mani, facendolo rotolare in terra, senza sfiorare colui che vibra manganellate, non e' reato. Immaginate lo stupore dell'agente alle forze dell'ordine, che probabilmente anch'esso ha un figlio nel vortice della precarieta', della disoccupazione, o un fratello, parente che il lavoro lo ha appena perso, o e' semplicemente un padre di un bambino, dove non immagina minimamente cosa potra' essere l'Italia per suo figlio. Tutto cio' e' il preludio alla Non-violenza. In Italia qualcuno potra' istruirvi. Per i piu' sportivi, le scuole nel sud-est asiatico. Le festivita' Natalizie sono alle porte. Se non ci saranno soldini da spendere bene in libreria, si trovera' tutto gratis su E-Mule, leggete, regalate, diffondete, mettete sotto l'albero, in una sola parola le "3 i" dell'Aduc: informazione, informazione, informazione. Dove sono finite, le "3 i" per la scuola Italiana, On. Berlusconi? E' interessante osservare come il "vento" Barack Obama, stia soffiando, si osservi il "clima di cortesia" che vige tra il team dell'amministrazione Bush e i nuovi del neo Obama, situazioni mai avvenute nella storia degli Stati Uniti. in Italia, per magia accadra' che il governo Silvio Berlusconi perdera' molti "muscoli" passando alla piu' dolce disponibilita' e "all'ascolto dal basso". Grazie Obama, grazie! Ed il Vaticano? Le insuperabili parole di Ratzinger il giorno dopo la vittoria del PDL: "ho viva gioia per il nuovo corso politico"? Barack Obama, ha gia' annunciato 200 provvedimenti di taglio tra quelli approvati da George W. Bush. In particolare uno che riguardava il divieto di fare ricerca scientifica e medica con le cellule staminali embrionali, divieto auspicato ed appoggiato dallo stesso Vaticano. Ci spiace per Ratzinger, anzi non ci dispiace affatto. D'altronde, Barack Obama in Italia non assomiglierebbe affatto all'on. Walter Veltroni. Consiglio ai giovani, di dare qualche spunto di lettura, regalandola, offrendola, anche ai loro papa' e mamme, due tra i tantissimi: 1) "Il ritorno del Principe" di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato, edito da Chiarelettere editore s.p.a. 2) "Inchiesta sul Cristianesimo" di Remo Cacitti e Corrado Augias, edizioni Mondatori. La Rete e' il solo mezzo di libera informazione rimasta nelle mani del cittadino, la "Casta" lo sa bene, e tenta di indebolirla, attaccandola, espugnandola. Il primo attacco venne dal governo Prodi, la scorsa legislatura, il decreto sull'editoria Levi-Prodi tentava di indebolire l'ultima spiaggia di liberta' del cittadino ad una libera e reale informazione. Quel governo aveva altri problemi, traballava, e la legge non ando' in porto. In questa nuova legislatura guidata dall'esecutivo dell'On. Silvio Berlusconi, questa legge chiamata ammazza-blogger e' riproposta sempre dal Levi, insieme a colui il quale vanta di assomigliare a Barack Obama, quindi una Levi-Veltroni: lo scorso 6 Novembre 2008 nel silenzio tomba dei mezzi stampa, la proposta, con un testo nuovo (C-1269), e' andata assegnata, in sede referente, alla VII commissione cultura della Camera dei Deputati, ove presto inizieranno i lavori. Qui, alcuni passi del disegno di Legge. http://punto-informatico.it/2468674/PI/News/camera-manda-avanti-ddl-anti-blog.aspx Se questo Parlamento approvera' leggi dittatoriali di tale portata, saremo i primi ad intraprendere forme di protesta e di disobbedienza civile. Ecco cos'e' l'opposizione del governo Berlusconi. Invitiamo tutti coloro che si credono liberi, i giovani, i docenti, gli universitari, a prendere coscienza di questo pericoloso agguato alla liberta' di informazione. Invitiamo tutti i giornalisti Italiani a fare con lealta' il loro mestiere, dando il dovuto risalto ad una notizia vitale per il cittadino, per la vita democratica di questo Paese . Difendiamo la rete, difendiamo l'informazione, difendiamo la nostra liberta', difendiamo la democrazia, difendiamo il diritto e la legalita', difendiamo lo Stato di diritto, la vita del diritto, il diritto alla conoscenza ed alla vita. Difendiamoci. Negli USA, con Barack Obama, la storia non e' cambiata, ha fatto un passo avanti. In Italia, un passo indietro. ------------------------------------------- OSSERVATORIO LEGALE Osservatorio quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Claudia Moretti Multiproprieta' e finanziamenti collegati. Le ragioni del consumatore Pubblichiamo uno scritto difensivo redatto per due consumatori che si sono rivolti ad Aduc perche' coinvolti nelle ormai note vicende: "hai vinto un viaggio" e ti trovi con un contratto di acquisto di una multiproprieta' spagnola e un finanziamento per corrispondere il prezzo in corrispettivo. Tornati a casa, i Sig.ri X e Y volevano recedere, ma si sono sentiti dire, dall'incaricato della societa' venditrice, che il ripensamento sarebbe loro costato migliaia di euro. Grazie al prezioso aiuto dei colleghi che hanno scritto ad Aduc e ai suoi legali, inviato documenti e sentenze: si ringrazia in particolare l'avv. Giuseppe Sbisa' del foro di Trieste, l'avv. Piero Marchioni del foro di Verbania, l'avv. Rufoni del foro di Sanremo. TRIBUNALE DI PORDENONE Sezione distaccata di San Vito al Tagliamento MEMORIA CONCLUSIONALE Per XXX e YYY, attori (Avv. Claudia Moretti e Avv. Sara Rizzado) CONTRO Societa' Anthea s.r.l., convenuta contumace E CONTRO FinemiroLeasing s.p.a., oggi Neos Finance S.p.a. convenuta (...........) ESPONE IN FATTO 1) Durante le prime settimane dell’anno 2002 i ricorrenti venivano contattati telefonicamente da un’operatrice, che si dichiarava appartenente alla Anthea s.r.l.. La stessa annunciava che il sig. XXXe la sua compagna Sig.ra YYY erano stati prescelti per un viaggio vacanza gratuito di una settimana, nonche' che avrebbero potuto ritirare suddetto "regalo" il giorno 20.01.2002 presso l’hotel Patriarca sito in San Vito al Tagliamento. Incuriositi, tal giorno i ricorrenti si recavano presso l’incontro citato e venivano a conoscenza dell’ "offerta" della Societa' Anthea in merito all’acquisto di diritti di godimento e soggiorno in vari paesi del mondo, mediante l’utilizzo del certificato di diritto ai punti. In tale sede veniva altresi' sottoposto alla loro firma, dagli incaricati Anthea s.r.l., un foglio che doveva contenere un appuntamento per il giorno successivo, appuntamento nel quale avrebbero ricevuto informazioni piu' dettagliate su detta offerta. Tale dichiarazione induceva i ricorrenti a sottoscrivere, non gia' e non solo un appuntamento per il giorno seguente, ma bensi' la "adesione" ad un programma vacanze "Touring Holiday’s" con l’impegno a corrispondere il prezzo "promozionale" di euro 11.456,00 (doc. 1 cit.); 2) Il giorno seguente, avendo i ricorrenti letto quanto sottoscritto e sentendosi raggirati, intenzionati ad un immediato recesso, ricevevano nella propria abitazione, come da appuntamento (doc 1), l’incaricato della Anthea s.r.l., certo sig. Pecoraro Simone, il quale, prendendo atto delle loro intenzioni, cosi' procedeva: - solidarizzava e si dichiarava stupito del raggiro in cui erano caduti il giorno prima; - Riferiva ai ricorrenti che il recesso a cui erano intenzionati, sarebbe costato loro euro 3625,00, ossia, per la precisione - effettuando un calcolo con la calcolatrice -, di una somma pari al 25% dell’importo totale dell’intera transazione; - consigliava loro pertanto di sottoscrivere l’intero contratto per il quale il giorno prima si erano "prenotati" e rivendere l’anno successivo il certificato associativo, senza spese aggiuntive ne' costo alcuno. La societa' Anthea s.r.l., infatti, si impegnava alla vendita della quota acquistata dagli acquirenti e alla liquidazione ad essi di tutto quanto pagato in ragione del contratto medesimo; - a tal fine, e attraverso tali raggiri, induceva i ricorrenti a sottoscrivere, il suddetto contratto di acquisto del certificato (doc.2 cit.), nonche' una richiesta di collegato finanziamento alla FinemiroLeasing s.p.a. per il pagamento immediato della quota appena acquistata, che, come detto dall'incaricato, Anthea stessa avrebbe provveduto ad estinguere non appena rientrata in proprieta' della quota l’anno successivo(doc 3 cit.); tuttavia, vista la tenacia dei sottoscriventi, che si ribellavano all’accaduto, Pecoraro accordava agli stessi, e, a suo dire, in modo del tutto eccezionale, uno sconto aziendale di euro 4.232,42, e concedendo altresi' di corrispondere 1032, 92 euro in quattro rate. FinemiroLeasing s.p.a. erogava il suddetto finanziamento collegato, che prevede il pagamento di 60 rate mensili di euro ad un TAN del 15% e un TAEG del 16,08%. A fronte di 6200,00 euro di prestito, il costo dell’operazione di finanziamento e' risultata esser 2082,40 euro (Doc.4 cit.). Non avendo ricevuto alcuna informazione su come esercitare i cosiddetto DIRITTO ai PUNTI del PERIODO ROSSO, nei circa 1900 centri vacanza in 89 paesi del mondo, non riuscendo a mettersi in contatto con gli operatori Anthea nei mesi successivi, non hanno mai potuto usufruire del "prodotto" acquistato, hanno tuttavia continuato a pagare Finemiro solo in attesa di poter restituire tutto quanto alla Anthea per riavere i propri soldi e le rate gia' pagate sino ad allora. In questi anni, non sono non hanno mai effettuato neppure il viaggio gratis, ma quando hanno tentato di disfarsi del certificato (visti i costi di gestione annui) hanno trovato solo offerenti che hanno proposto loro di rottamare il titolo per 2000 euro! Solo poche settimane prima della citazione gli attori, navigando sul sito web ADUC, Associazione dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, scoprivano di esser stati vittima di un raggiro esattamente al pari di molti altri consumatori scoprendo solo oggi il raggiro sul costo del recesso, ossia l'inganno che li ha costretti a firmare i contratti (doc 5 cit.). Scoprivano infatti che, a seguito di cause patrocinate dai legali dell'Aduc, il Tribunale di Siena, nella sezione distaccata di Poggibonsi, Giudice monocratico Dott.ssa Serrao, in data 20.12.03, emetteva provvedimento ex art. 700, con cui sospendava i contratti firmati da un consumatore con la medesima societa' convenuta (Anthea s.r.l.) e il finanziamento collegato Finemiro per un fatto identico. Il provvedimento che qui si allega, prevedeva l’obbligo di immediata restituzione di tutte le somme versate, in quanto ha riconosciuto la presenza dei requisito del periculum in mora e del fumus boni iuris (doc 6 cit.). Allo stesso modo, con motivazione ancor piu' articolata e supportata da numerose disposizioni normative, il Tribunale di Firenze, Sezione distaccata di Empoli, Giudice Dott. Puliga, concedeva la misura cautelare, ex art. 700 cpc, sospendendo l’efficacia contrattuale di tutto quanto sottoscritto da altri due consumatori con la societa' Anthea e Finemiro (doc. 7 cit.). Allo stesso modo scoprivano che Finemiro, in seguito delle pronunce in esame aveva transatto, corrispondendo l'importo integrale dei ratei pagati e annullando il finanziamento. ****** Si costituiva la FinemiroLeasing s.p.a mentre rimaneva contumace per tutto il corso del giudizio la societa' Anthea s.r.l. Stante l'irreperibilita' del testimone Sig. Pecoraro e la mancata presentazione del rappresentante legale pro tempore della societa' contumace, all'udienza del 16 ottobre 2008 le parti costituite rassegnavano le proprie conclusioni come da atto di citazione introduttivo al giudizio che si intendono integralmente qui richiamate, e che si aggiungono alle deduzioni che seguono. IN DIRITTO 1) Nullita' del contratto sottoscritto dagli attori con Anthea s.r.l. ai sensi del D.lgs.427/98, art. 2, 3, 6 nonche' per indeterminatezza dell’oggetto. Il contratto sottoscritto dai ricorrenti, e pertanto il conseguente finanziamento ad esso connesso e collegato, deve ritenersi nullo per difetto dei requisiti sostanziali richiesti dalla normativa in materia di multiproprieta e dalle norme generali in materia di contratti. In primo luogo e' del tutto assente il prospetto informativo di cui all’art. 2, alla cui consegna e' tenuta la Societa' venditrice. Non sono state fornite agli odierni attori numerose "precise" informazioni atte a formare un consenso valido, quali il diritto oggetto del contratto, le modalita' del suo esercizio. Non solo, la prima sottoscrizione, con la quale e' stato carpito il consenso, tace sulla possibilita' di recedere gratuitamente e sia il contratto di "prenotazione" (Doc. 1 cit.) che quello di "perfezionamento" (Doc. 2 cit) non riportano la possibilita' di recedere gratuitamente anche dal finanziamento connesso all’acquisto prevista per legge dall’art. 8 D.lgs. 427/98. Non vi e' traccia neppure dell’informazione relativa dell’"importo delle spese" che l’acquirente deve sopportare in caso di recesso. L’assenza di tale prospetto, che non troverebbe sanatoria neppure laddove il venditore avesse indicato nel contratto gli elementi previsti dall’art. 2. Infatti la preoccupazione del legislatore fa si' che al momento della sottoscrizione del contratto per adesione, l’acquirente sia gia' stato informato. Ne e' conferma il fatto che all’art. 3 si impone che nel contratto si indichino gli elementi di cui al prospetto informativo art. 2 lett. A) fino alla lett. I). Nel caso di specie, tuttavia, cosi' come difetta del tutto il documento informativo, le informazioni suddette difettano persino nello stesso contratto! Oltre a quanto sin qui detto, difettano altri elementi di cui all’art. 2 e 3 D.lgs citato e in particolare in relazione all’oggetto del contratto e alle condizioni di esercizio del diritto. Non e' dato di capire per quanto tempo il soggetto possa esercitare il proprio diritto. Si legge infatti al punto 3 del contratto di perfezionamento "…successivamente alla consegna del certificato di diritto ai punti, il socio puo' usufruire immediatamente dei centri vacanza…, limitatamente ai punti disponibili ogni anno.." Cosa puo' voler dire? Un giorno l’anno? Una, due, tre settimane l’anno? A cosa e a quanto in termini di servizi, soggiorni, corrispondono 30 punti? E poi, "disponibili" in che senso? La dizione, cosi' come il concetto che ne e' alla base, e' di tale oscurita' da far dubitare non solo della violazione della normativa citata, ma persino di quella prevista dall’art. 1418 c.c.! Si legga in proposito quanto deciso dal Tribunale di Verona (allegato b. Sent.314/07 del 29.02.2007) in una vicenda pressoche' identica in merito all'indeterminatezza degli accordi in questione: " [...]...l'individuazione del bene viene rimandata al certificato oggetto della cessione, che sarebbe stato rilasciato e trasmesso dalla societa' venditrice nel termine di giorni 120, dopo il pagamento del corrispettivo e mediante complesse procedure espletate in favore di societa' sita all'estero...[...]. E' evidente che tale procedura non garantisce alcunche' in ordine alla sicura individuabilita' del bene, in quanto non contiene alcun accenno alla precisa ubicazione del bene, ai suoi dati catastali o ad eventuali mappe censuarie. La mancanza di qualsiasi dato di riferimento determina quindi la possibilita' di individuare, seppure per relationem, il bene oggetto dei diritti e dei doveri dell'acquirente, in modo che il contratto e' ineludibilmente nullo." Non solo. A ben vedere, ad una attenta lettura del contratto di acquisto del certificato sottoscritto dagli attori, non si capisce affatto a quale associazione i contraenti aderiscano. Il fatto che si accenni al Vistas Club quale complesso turistico residenziale sito alle Canarie non aiuta ad individuare l'ente esatto. Si legga in proposito quanto deciso dal Tribunale di Trieste (sent. n. 874 del 2007 – allegato. c) in merito ad un caso identico: "...si deve evidenziare che la parola "Club" compone la denominazione del complesso turistico, richiama ad arte il senso di appartenenza a una associazione, ma e' ben lontana dal descrivere l'associazione di cui il contraente acquista una partecipazione; la prospettiva dell'affare diventa ancor piu' allettante quando si allarga l'offerta ad una possibilita' di scambio in altro complesso turistico inserito in un circuito...[...] ma, benche' ritorni la parola Club, va rilevato, nuovamente, che il certificato di associazione acquistato non sembra affatto comprendere forma di partecipazione a questa societa' di gestione, ne' l'associazione viene descritta nelle note informative; [...] Il contratto cosi' descritto va dunque ritenuto nullo per radicale indeterminatezza e indeterminabilita' dell'oggetto del contratto ai sensi dell'art. 1418-1346 c.c. " A tale proposito si rinvia altresi' alle osservazioni compiute dal Tribunale di Firenze con riferimento al contratto predisposto dalla Travel Group Italia srl (societa' analoga all'Anthea srl) in una fattispecie del tutto analoga, se non addirittura sovrapponibile, a quella per cui e' causa (Trib. Firenze, 2 aprile 2004), identici essendo la societa' venditrice, il testo contrattuale predisposto, le modalita' di reclutamento della clientela. Osserva il Giudice toscano: «Nell'intestazione dell'atto si legge "Contratto di Compravendita" e "Contratto di compravendita di certificato di associazione". Sembra, pertanto, di essere al cospetto di un contratto di compravendita relativo a un "certificato di associazione". Con tale ultima espressione sembra intendersi che l'oggetto del contratto di compravendita sia il diritto a una partecipazione in un'associazione, in qualche modo incorporato in un titolo trasferibile. Il contratto, tuttavia, non specifica assolutamente di che tipo di associazione si tratti. Non e', infatti, precisato se si tratta della partecipazione a una persona giuridica, a un ente di fatto, ad un fondo, a un patrimonio separato, a una societa' commerciale». « […] la premessa si limita a statuire che la societa' Travel Group Italia vende "Certificati di associazione" del "Complesso turistico residenziale denominato Mediterraneo Club Cala Pi" senza assolutamente precisare il tipo di titolo venduto, la sua legge di circolazione e la natura della "associazione" a cui fa riferimento. La lettura della premessa del contratto non aiuta a comprendere l'oggetto del contratto. Al punto D) si fa riferimento a "settimane commercializzate". Non e' dato intendere, in nessun modo, quale sia il collegamento tra le "settimane commercializzate" e il "certificato di associazione". La clausola contrattuale precisa che le "settimane" in questione "sono di tipologia floating (dal 1° gennaio al 31 dicembre). La precisazione e' del tutto incomprensibile e non consente di capire la durata e la collocazione temporale del periodo di godimento dell'immobile.» Con cio', deve aggiungersi, si viola altresi' il disposto dell’art. 3, secondo comma lett. b) del d.lgs 427/98, che espressamente stabilisce che il testo pattizio deve indicare «il periodo di tempo durante il quale puo' essere esercitato il diritto oggetto del contratto e la data a partire dalla quale l’acquirente puo' esercitare tale diritto». Peraltro, osserva ancora il Giudice del Tribunale di Firenze, «le ulteriori clausole del contratto e della premessa non aiutano a comprendere l'oggetto del negozio giuridico stipulato tra le parti. Ne' e' possibile fare riferimento ad altre pattuizioni o accordi verbali atteso che, non solo il contratto stesso lo vieta con la clausola n° 5, ma che, ai sensi dell'art. 3 ("Requisiti del contratto") del decreto legislativo n° 427 del 9 novembre 1998, il contratto deve essere redatto per iscritto a pena di nullita'. Per i contratti per i quali e' prescritta la forma scritta "ad substantiam" l'oggetto del contratto deve essere, infatti, determinato o almeno determinabile in base ad elementi risultanti dall'atto stesso, e non acquisibili "aliunde" (Cass., 20 gennaio 2003, n° 729; 2 giugno 1995, n° 6201)». (Cosi', Trib. Firenze, cit.) Anche per questi motivi il contratto deve ritenersi radicalmente nullo ex. art. 1418 – 1346 c.c. e la societa' venditrice deve ritenersi passibile delle sanzioni amministrative di cui alla legge in esame. Per motivi di collegamento negoziale deve ritenersi nullo anche il finanziamento contratto dal Sig. XXXcon Finemiro. *** 2) Nullita' di tutti i documenti/contratti sottoscritti in data 20/01/2002 e 21/01/2002 per violazione dell’art. 1469 - quater, per difetto di forma scritta e redazione non "chiara e comprensibile". Come ha ben rilevato il Tribunale di Firenze (doc. 7cit.), il corpo tipografico in particolare quello del contratto di finanziamento ma anche quello del contratto principale e' di dimensioni talmente ridotte, tali da far dubitare del rispetto del requisito della forma scritta! In ogni caso la redazione delle clausole e' del tutto oscura, minuscola e incomprensibile, in palese violazione del dettato di cui all’art. 1469 – quater che vuole che le stesse siano proposte al consumatore in forma "chiara e leggibile". In verita', uti oculi appare evidente che tale formulazione e' dissuasiva alla lettura di chiunque, persino di un legale, figurarsi a persone estranee al settore come nel caso de quo. Cio' e' chiaramente intenzionale a "strappar" firma senza una previa lettura. *** 3) Contratto con Anthea s.r.l. annullabile per dolo determinante ai sensi dell’art. 1439 c.c e/o errore essenziale e scusabile. La narrativa di cui al presente atto, oltre che dalla documentazione prodotta, nonche' dal copioso contenzioso e dalle pronunce di allarme del Garante della concorrenza e del mercato, e' confermata ormai come fatto notorio anche dalle trasmissioni di "Mi manda Rai Tre" (ove si cita Anthea come una delle quattro societa' "fantasma") e risulta evidente come i ricorrenti siano stati vittima di un raggiro. Intenzionati ad esercitare il proprio diritto di recesso, sono fraudolentemente stati indotti a contrarre con falsa dichiarazione dell’elevato costo (3625 euro!) dello stesso. A fronte delle oscure clausole contenute nel contratto, che richiamano normative ovviamente sul momento sconosciute al consumatore medio, il Sig. Pecoraro, con doloso e menzognero raggiro (usando persino la calcolatrice!) convinceva i ricorrenti che "in realta'", "nella prassi", a coloro che erano intenzionati a recedere, conveniva rimanere vincolati almeno per un anno e poi lasciare che la Anthea stessa (cosa risultata non veritiera) rivendesse a costo zero il certificato associativo ed estinguesse in proprio il finanziamento, cosi' da restituire tutto quanto pagato agli odierni attori. Tale dolus malus costituisce dolo determinante il contratto ai sensi dell’art. 1439 cc, in quanto mai i ricorrenti lo avrebbero sottoscritto se il Pecoraro non li avesse ingannati sui costi del recesso. La documentazione prodotta in merito alle numerose vittime della Anthea s.r.l. e di societa' analoghe (doc. 5 cit.), e' dimostrativa del modo truffaldino con il quale opera detta societa' e con il quale viene estorto il consenso dei consumatori. Il Tribunale di Parma, con sentenza del 14/7/03 (doc. 8 cit.), in un caso del tutto identico (raggiro mediante dissuasione al recesso), ha annullato il contratto per vizio del consenso, in particolare per dolo della parte venditrice. Inoltre, il contratto e' annullabile anche per la pubblicita' occulta e ingannevoleex art. 3 lett. a), b), e c) del D.lgs 74/1992, che ha attirato gli odierni attori, cosi' come molti altri sfortunati consumatori, con l’esca di una fantomatica vacanza gratuita al solo scopo di indurre alle sottoscrizioni di cui all’odierna causa. Tale e' la pronuncia del Garante della concorrenza e del mercato n. 9426 del 12 aprile 2001 in relazione all’identica vicenda di cui si parla: "Costituisce fattispecie di pubblicita' occulta e non trasparente un messaggio telefonico che lascia intendere all’utente di aver ricevuto in regalo una vacanza senza alcun tipo di onere o condizione annessa alla fruizione della stessa, se l’omaggio prospettato, da ritirare in un luogo prefissato dall’operatore, ha in realta' la finalita' principale di indurre gli intervenenti alla sottoscrizione, contestuale o di poco differita, di contratti per l’acquisto di quote immobili in multiproprieta'".(Doc. 9 cit.) Cio' costituisce elemento per ritenere annullabile il contratto concluso con Anthea e con il collegato finanziamento Finemiro, sia secondo la disciplina del dolo determinante sia secondo quella dell’errore scusabile (Pretura Bologna 8 aprile 1997, in Giust. Civ. 1998, I, p. 8799). *** 4) Contratto con Finemiro s.p.a. annullabile per dolo e/o per errore essenziale e scusabile. Seppur Finemiro si ritiene estranea ai fatti occorsi in casa della famiglia XXX, cio' deve esser contestato, dal momento che l'incaricato Anthea, Sig. Pecoraro ha compiuto l'intera trattativa anche per conto e nell'interesse di Finemiro (la quale, e' bene precisare, guadagna su ogni finanziamento intero circa 5000 euro) ed ha carpito il dolo degli odierni attori anche a mezzo del contratto di finanziamento che e' divenuto lo strumento attraverso il quale e' riuscito ad estorcere tutte quante le sottoscrizioni. Infatti, dopo averlo prospettato quale unica soluzione alla spiacevole vicenda, ha rassicurato gli odierni attori dicendo loro che Anthea si sarebbe occupata del finanziamento in proprio estinguendolo per intero. Non solo! Sul contratto Anthea del 21/01/2002, ossia sulla dichiarazione di perfezionamento, su modulo prestampato Anthea vi e' l’indicazione di FINEMIRO BANCA quale mezzo, pare obbligato, di pagamento!!! L’incaricato, infatti, ha agito e manifestato, anche per conto di Finemiro la volonta' contrattuale di interdipendenza fra i due contratti, tant'e' che ha dichiarato che al termine del primo anno Anthea avrebbe messo fine a costo zero all'equivoco del giorno prima. Qualunque sia la posizione, riconducibile a quella di rappresentante (con o senza mandato) ovvero quella di nuncius, sono state le dichiarazioni dello stesso a determinare, il contratto degli attori con Finemiro. Pare poco credibile, inoltre, la tesi secondo la quale Finemiro non sapeva come operassero le societa' fantasma, visti i numerosissimi contenziosi fin dal 2001, viste le pronunce dell’Autorita' garante della Concorrenza e del Mercato che ha avuto modo di pronunciarsi numerose volte sulle varie trappole e truffe relative alle multiproprieta'. Ne e' prova anche il fatto che nonostante cio' Finemiro ha continuato a finanziare prodotti Anthea anche negli anni successivi. Ma allora se sapeva – e non poteva non sapere - perche' allora non ha avvertito gli acquirenti non appena ricevuta la loro richiesta di finanziamento? Quale convenzione con Anthea poteva obbligarla a corrisponderlo senza istruttoria alcuna, tanto piu' in presenza di truffe/inadempimenti gia' denunciati pubblicamente? In ogni caso la situazione ben avrebbe imposto un'indagine ulteriore da parte di Finemiro volta a sospendere la richiesta degli odierni attori, vista la situazione di cui avevano piena coscienza. Per questo motivo se il Sig. Pecoraro ha determinato il contratto dolosamente, Finemiro si e' consapevolmente giovata di tale operato e non puo' pertanto invocare la propria buona fede per non esser stata presente il giorno in cui i ricorrenti hanno firmato. Si consideri inoltre, che e' tale personaggio che ha riempito il modulo di proposta finanziamento in ogni sua parte, con i tassi di interesse evidentemente suggeriti dalla finanziaria stessa (taeg, tan numero delle rate ecc…). Pare indubbia, come del resto ha affermato il Tribunale di Firenze (Doc. 7 cit.), la volonta' di delegare la propria trattativa e dunque tutto quello che ne comporta in termini di buona fede contrattuale e di informative di legge, alla Societa' Anthea. Merita allegare per esteso alla presente memoria conclusionale una recente sentenza del tribunale di Verbania del 18 dicembre 2006 (allegato a) emessa fra un consumatore in posizione identica a quella degli odierni attoricontro la medesima convenuta Finemiro ed una societa' analoga (Pegaso srl) nelle stesse circostanze di fatto e di diritto che hanno originato il processo de quo. In tale pronuncia si afferma la piena responsabilita' di entrambi i convenuti per dolo contraente determinante. Si legge: "Appare evidente come, a prescindere dai rilievi in diritto e dalla copiosa giurisprudenza prodotta dalla difesa Finemiro a sostegno della tesi dell'autonomia tra i due contratti (vendita e finanziamento), nonche' dell'impossibilita' di travolgere il contratto di finanziamento stante l'assenza di accordo che attribuisca alla finanziaria l'esclusiva per la concessione di credito ai clienti del fornitore, il contratto di finanziamento sub iudice deve essere annullato perche' propiziato, negoziato e concluso con le medesime modalita' del primo, ovvero con raggiri a danno degli attori. Ne' vale l'obiezione secondo cui Finemiro era del tutto all'oscuro degli intenti e dell'operato degli incaricati Pegaso, in quanto la finanziaria si e' avvalsa, nel caso di specie, di promotori "della Convenzionata Pegaso", cui aveva di certo preventivamente consegnato i propri prestampati e con i quali sicuramente vi era stato un previo accordo. Talche' in alcun modo Finemiro puo' andare esente da responsabilita', avendo volto a proprio vantaggio i raggiri usati nei confronti dei coniugi....Ne' alcun effetto liberatorio puo' sortire l'affermazione secondo cui la concenzionata a raccogliere le firme degli acquirenti, all'insaputa di Finemiro, perche', giusta gli obblighi di buona fede e diligenza, nonche' di tutela del consumatore, l'intermediario finanziario deve essere sempre al corrente dell'operato e delle modalita' di azione dei propri convenzionati, non potendo disinteressarsi del comportamento di soggetti del cui operato commerciale si avvale nell'esercizio della propria attivita' di concessione di credito..." . Infine, un ulteriore elemento ci fa riflettere sulla malafede contrattuale di Finemiro: la mancata consegna agli attori dell’avviso sulle norme di trasparenza(Doc. 10 cit), tratto dal sito internet) prima o quantomeno contestualmente alla sottoscrizione del contratto. Si legge sull’avviso che Finemiro ha predisposto ai sensi del D.lgs. 385/1993: "Sezione II – NORMA E TUTELA DEL CLIENTE – Sono a tutela del cliente l’obbligo, in caso di offerta svolta in luogo diverso dalla sede o dalle dipendenze dell’intermediario fiananziario e prima della conclusione del contratto, di consegnare al cliente copia di questo Avviso e dei fogli informativi relativi all’operazione o servizio offerto". Allo stesso modo, Finemiro non ha scritto sul contratto ne' informato in alcun modo gli attori, della possibilita' di recesso gratuito, come invece impostole della normativa impostale a tutela del consumatore, sia in favore dell’ acquirente di quote o diritti di multiproprieta' sia dell’acquirente che contrae fuori dai locali commerciali (D.lgs 50/92). Tale silenzio e', oltre che causa di nullita' contrattuale, chiaro e grave indizio della malafede con la quale Finemiro ha finanziato l’operazione, geneticamente viziata. In conclusione, ammesso e non concesso che possano scindersi i due momenti del contratto, quello con Anthea da quello contestuale con Finemiro, quanto si qui detto crea l’invalidita' di quest’ultimo ai sensi della disciplina sul dolo determinante nonche' sull’errore essenziale e scusabile. *** 5) Contratto di finanziamento nullo per difetto dei requisito di cui all'art. 124 T.U. in materia bancaria e creditizia ( D.lvo 385 del 1.9.1993). La legge in materia di credito al consumo prevede, ai fini di una maggior chiarezza e trasparenza, che il contratto di finanziamento contenga l'analitica descrizione dei beni o servizi che vengono acquistati attraverso l'importo concesso in finanziamento. Si badi bene, non l'indicazione, ma la DESCRIZIONE ANALITICA! La normativa richiede, pena nullita', anche che siano indicate per iscritto le condizioni per il trasferimento del diritto di proprieta', nei casi in cui il passaggio della proprieta' non sia immediato (124 comma 3 lett. a) e d) t.u. in materia bancaria e creditizia). Ora, sul contratto sottoscritto dagli odierni attori con Finemiro, mancano del tutto entrambi gli elementi su indicati, anche solo per relazionem. L’unica indicazione che vi si rinviene, a mera copertura della casella predisposta "individuazione e ubicazione del bene", e che ovviamente riguarda l’oggetto su cui vertono i diritti di godimento acquistati, viene riportata la sede legale del Club Gran Vacation, ossia la proprietaria del prodotto, come si legge dalla proposta-contratto Anthea sottoscritto in data 20/01/2002 (Doc.1 cit.). Ossia in poche parole una indicazione che, oltre a non esser ne' descrittiva ne' analitica e' falsa e forviante. Anche per questo motivo il contratto con Finemiro deve ritenersi nullo, per violazione di legge posta a tutela della chiarezza e trasparenza per il consumatore. *** 6) Contratto nullo per sussistenza di collegamento negoziale. Oltre alle ipotesi di nullita' e annullabilita' autonome, altrettanto nullo e/o annullabile deve ritenersi il contratto di finanziamento perche' collegato e contestuale, sottoscritto nella medesima circostanza spazio temporale con Anthea e FinemiroLeasing s.p.a, per mezzo dello stesso incaricato sig. Pecoraro. Trattasi di collegamento negoziale sia legale che consensuale. Oltre che all'art. 8 citato, che esprime la volonta' legislativa chiara sul il collegamento negoziale fra quel tipo di prodotto acquistato e il relativo finanziamento, proprio in merito alla tutela del diritto di recesso, il collegamento de quo si evince da numerose altre disposizioni legali. L’art. 1469-ter 1°comma c.c., infatti, in materia di tutela del contraente debole, impone di interpretare le singole clausole del contratto, alla luce dell’intera operazione economica, sia essa effettuata a mezzo di uno o piu' contratti collegati. Cio' rende inaccoglibile ogni ed eventuale riferimento all’autonomia del contratto stipulato con la FinemiroLeasing s.p.a rispetto a quello stipulato con Anthea s.r.l, nonche' vessatoria e dunque nulla ogni clausola contraria. In ogni caso, tale collegamento negoziale, oltre che ai sensi di legge, deve altresi' ritenersi sussistente secondo i principi generali in materia di collegamento negoziale e di causa contrattuale elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza. In specifico riferimento all’annullamento per vizio del consenso del primo contratto, quest’ultima si e' piu' volte pronunciata nel senso di annullare altresi' il contratto ad esso teleologicamente e funzionalmente collegato(Cass. 27 novembre 1997, n. 11932; Cass. 6 settembre 1991, n. 9388; Cass. 7. Aprile 1979, n. 1993). Dai fatti narrati risulta evidente la finalita' economicamente unitaria dell’operazione economica complessiva, il medesimo contesto teleologico e spazio temporale in cui tale operazione economica si e' realizzata, nonche' l’identita' del soggetto fisico (Sig. Pecoraro) che ha condotto l’intera trattativa di cui ai fatti narrati, pertanto anche il finanziamento sottoscritto dal ricorrente deve ritenersi nullo e annullabile come il contratto stipulato con la Anthea s.r.l. La modulistica in bianco, fornita dalla FinemiroLeasing s.p.a. alla Anthea s.r.l., l’ indicazione della destinazione alla Anthea s.r.l. sulla richiesta di finanziamento sottoscritta dai ricorrenti, la convenzione fra Finemiro e Anthea, sono elementi essenziali dell’indagine di merito volta all’accertamento della volonta' delle parti in relazione alla sussistenza del collegamento negoziale. Indagine che, secondo la Corte di Cassazione e secondo la normativa a tutela del consumatore su citata, supera in ogni caso il dato formale di un’astratta autonomia giuridica dei contratti (Cfr. Trib. Firenze, doc. 7 cit.). Il giudice inoltre non potra' non tener conto anche del fatto che Finemiro appare quale mezzo di pagamento obbligato sul contratto Anthea! (doc.2 cit.) Se questo non e' collegamento negoziale! Cosa deve pensare un consumatore che vede un medesimo soggetto che propone una medesima operazione economica, sottoponendo alla sua firma contratti che neppure sulla carta si distinguono, ma che si presentano sui prestampati indissolubilmente legati? Ma soprattutto, non e' questa prova e conferma della volonta' contrattuale di collegamento esplicitata dal Pecoraro anche per Finemiro? E Finemiro, ove avesse voluto altrimenti, perche' avrebbe concesso il finanziamento ad un contratto cosi' fatto? Il collegamento negoziale, del resto, trova del resto pieno avvallo e conferma nella giurisprudenza di legittimita' e di merito, relativa al mutuo di scopo, applicabile nel caso di specie. Ritiene la Cassazione (n. 474/1994) attraverso la clausola di destinazione della somma mutuata, in definitiva beneficia il terzo venditore (in questo caso Anthea) degli effetti del mutuo a cui e' estraneo (in questo caso nemmeno, perche' convenzionato), creando il collegamento negoziale. Allo stesso modo si esprime la Cassazione quando ravvisa il fondamento del nesso negoziale nell'elemento causale, cioe' nella funzione economico sociale unitaria, che i giudice in sede di merito puo' liberamente apprezzare. (Cass.27.04.95 n. 4645) Cass. 23 aprile 2001 e' ancora piu' esplicita in merito all'esistenza del collegamento negoziale nel mutuo di scopo, laddove da' per scontato detto nesso - nesso strutturale al tipo di mutuo - ed operante la risoluzione del finanziamento al risolversi del contratto di vendita. Ogni credito al consumo, visto anche l’obbligo a pena nullita', di descrivere analiticamente il bene di cui all’art. 124 D.lgs 385/93, e' mutuo di scopo, a garanzia completa dell’acquisto per il consumatore. Si legga quanto chiaramente riporta in proposito una recentissima sentenza del 29.01.2007 del Tribunale di Verona: "A detto proposito, la societa' convenuta assume l'assoluta autonomia delle due fattispecie contrattuali, di modo che l'invalidita' dell'uno non potrebbe riverberare sull'altra. La tesi non puo' esser tuttavia condivisa; i due contratti sono avvinti da un collegamento negoziale evidente, tanto da potere ritenere sussistente l'ipotesi del mutuo di scopo, nel senso che l'acquisto del certificato di associazione e' entrato nello schema causale del contratto di finanziamento. Invero non solo lo spregiudicato operatore della Pegaso srl era in possesso della modulistica gia' predisposta della Finemirostile Spa, ma quest'ultima ha accettato di corrispondere direttamente alla societa' convenzionata le somme necessarie all'acquisto del certificato in questione, richiamando nel proprio contratto gli elementi identificativi del predetto contratto (tipologia, ubicazione, periodo di godimento, prezzo d'acquisto). Si tratta in sostanza di una fattispecie unitaria tra mutuo e compravendita, tant'e' che della somma mutuata benefica direttamente il venditore e non il mutuario. Una volta venuto meno il contratto costituente la finalita' del finanziamento, il mutuo non ha, quindi, piu' ragion d'essere per difetto del sinallagma della fattispecie complessiva risultante dal collegamento negoziale. Da cio' consegue che la Finemiro leasing s.p.a. deve esser condannata alla restituzione delle somme sino ad ora percepite dal sig.....[...]" (allegato b) Ritenere, come ex adverso adombrato (v. comparsa di risposta della Finemiro p. 8-9), che il collegamento negoziale derivi ope legis e sia operante soltanto nel caso di esercizio del diritto di recesso, e' un non senso logico ancor prima che giuridico. Cio' che e' stato eccezionalmente previsto ex lege e' invece l’effetto riflesso (la risoluzione di diritto) che si produce sul contratto di finanziamento a seguito dell’esercizio di una facolta' relativa al contratto di compravendita: facolta' ed effetto che in assenza di esplicita previsione normativa non avrebbero potuto ne' esercitarsi ne' prodursi. In altre parole il legislatore e' intervenuto ad individuare specificamente, sul presupposto del collegamento negoziale, cio' che succede a fronte non di una patologia del contratto collegato, ma di legittimo esercizio di una facolta' che, al contrario, la validita' negoziale presuppone. Cio' pero', ripetesi ancora una volta, non significa che in ipotesi diverse dal recesso il collegamento negoziale non sussista. Cosi', nel nostro caso, il collegamento negoziale c’e' semplicemente perche' in tale senso si e' chiaramente espressa la volonta' delle parti, che hanno voluto porre in essere un mutuo di scopo finalizzato al pagamento del prezzo a favore della Travel Group. Contrariamente a quanto sostenuto dalla Finemiro, deve sottolinearsi come il collegamento negoziale vi sia anche a prescindere dal requisito della «esclusivita'» (che in ogni caso per quanto di qui a poco si dira' comunque sussiste) del patto di Convenzionamento tra venditore e finanziatore, requisito, che non a caso, la norma di cui all’art. 8 d.lgs 427/98, speciale rispetto a quella di cui all’art. 125 d. Lgs 385/93, non menziona. Infatti, «se e' vero che il dettato normativo dell’art. 125, 5 comma del d.lgs 385/93 subordina il diritto del consumatore di agire nei confronti del finanziatore in caso di mancato adempimento del venditore all’esistenza di un patto di esclusiva, cio' non vuol dire che al di fuori di tale previsione per legge di completamento funzionale tipico, il giudice non possa ravvisare circostanze di fatto, come quelle enunciate nella presente fattispecie, che indipendentemente dalla previsione legislativa, facciano individuare un collegamento negoziale con conseguente possibile comunicazione fra i contratti stessi di eventuali» patologie. (cosi' chiaramente, Trib. Firenze, sezione distaccata di Empoli, 26.02.04, doc. n. 16) e cio' poiche' «si ritiene in definitiva che l’art. 125 d.lgs. n. 385/93, lungi dal contenere limiti alla responsabilita' del finanziatore rispetto alle vicende inerenti il rapporto contrattuale per il quale e' stato concesso il finanziamento, contiene una previsione normativa per cui nel caso di patto di esclusiva si ritiene, con presunzione iuris et de iure, che sussista un "collegamento negoziale" tra finanziatore e rivenditore che legittimi il consumatore ad agire nei confronti del secondo per il fatto del primo, ma non impedisce che sul piano fattuale il giudice accerti, in ogni altro caso, in relazione alle concrete circostanze dell’operazione economica complessivamente realizzata, l’esistenza degli elementi sintomatici del "collegamento negoziale"», ivi ricordandosi peraltro che «nel medesimo senso si e' espresso il Tribunale di Torino con una recentissima sentenza del 15 aprile 2003, per cui "Deve percio' concludersi, in linea generale, nel senso che la presenza nel tessuto normativo della disciplina di cui al D. Lgs. n. 385/93 non precluda l’esistenza di ulteriori e diversi collegamenti negoziali tra il contratto di mutuo e quello di compravendita (diversi dal rapporto di esclusiva tra finanziatore e fornitore), dovendosi caso per caso valutare se, nella fattispecie in esame, ricorrano elementi di collegamento tali da consentire di estendere gli effetti del mancato adempimento, totale o parziale, del contratto di compravendita anche su quello di mutuo"» (Trib. Bologna, 18.6.2004, proprio in una causa contro la Finemiro Banca spa). Si legga infine, sempre in punto di collegamento negoziale, anche la sentenza n. 4575/2004 del Tribunale di Trieste del 17 settembre 2007 (allegato d). *** Si consideri inoltre che per i fatti per i quali e' causa, ormai notori come visto, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste ha citato in giudizio numerosi soggetti, per aver posto in essere le medesime condotte descritte e analizzate nell'odierno contenzioso (allegato e). E' stata persino depositata al Parlamento Italiano una apposita interrogazione parlamentare ove si chiede al Ministro competente quali azioni si intenda intraprendere in ordine alle truffe di cui centinaia di consumatori si dichiarano vittima. (Allegato f) Tutto cio' premesso e considerato si rassegnano le seguenti conclusioni: in tesi - Dichiarare nulli entrambi i contratti conclusi da XXXe YYY con Anthea s.r.l. in data 20/01/2001 e 21/01/2002, ed il contratto di finanziamento con FinemiroLeasing s.p.a concluso dal Sig. XXX in data 21/01/2002, ai sensi della normativa a tutela del consumatore di cui alla narrativa, ossia agli artt. 1469 – bis e seguenti nonche' ai sensi della normativa richiamata D.lgs. 427/98 e ai sensi del D.lvo 385/93 per gli effetti condannare entrambe le societa' convenute alla restituzione delle somme rispettivamente corrisposte dal Sig. XXX alla FinemiroLeasing s.p.a. e relativi interessi; Con vittoria di diritti, spese e onorari della presente lite. Ad adiuvandum in tesi ovvero in ipotesi - Dichiarare l’annullamento ex art. 1439 c.c., ovvero ai sensi dell’art. 1428 c.c, dei contratti conclusi da XXXe YYY con Anthea s.r.l. in data 20/01/2001 e 21/01/2002, e dichiarare altresi' l'annullamento per dolo determinante ex art. 1439 c.c. del contratto, ovvero ex art. 1428 c.c. concluso in data 21/01/2002 fra il Sig. XXXcon Finemiro Leasing s.p.a. e per gli effetti condannare entrambe le so YYYcieta' convenute alla restituzione delle somme rispettivamente corrisposte dal Sig. XXXalla FinemiroLeasing s.p.a. e relativi interessi; Con vittoria di diritti, spese e onorari della presente lite. In ulteriore ipotesi - Dichiarare l’annullamento ex art. 1439 c.c. o ex art. 1428 dei contratti conclusi da XXX e YYY con Anthea s.r.l. in data 20/01/2001 e 21/01/2002, e per l’effetto annullare altresi' il contratto di finanziamento collegato concluso dal Sig. XXX con Finemiro Leasing s.p.a. in data 21/01/02, condannando quest’ultima alla restituzione delle rate del finanziamento gia' versate dai ricorrenti con i relativi interessi; Con vittoria di diritti, spese e onorari della presente lite. In ogni caso e ulteriormente - Accertare incidenter tantum la rilevanza penale del comportamento del Sig. Pecoraro, incaricato della Anthea s.r.l. e per l’effetto condannare la Anthea s.r.l. al risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali ex art. 2043 e seguenti e 2059 c.c. patiti dai Sig.ri XXX e YYY da quantificarsi ai sensi dell’art. 1226 c.c. in 10.000 euro, o nella somma minore o maggiore che sara' ritenuta di giustizia. - Accertare se l’interesse applicato nel finanziamento al sig. XXX, superi la soglia del tasso di interesse usuraio e, in caso di mancato accoglimento delle richieste di annullamento e nullita' sopra proposte, qualora sia accertato detto superamento, condanni alla restituzione di quanto indebitamente pagato a tale titolo dal Sig. XXX. Con vittoria di spese diritti e di onorari della presente causa. Avv. Claudia Moretti Avv. Sara Rizzardo ------------------------------------------- MACROMICRO ECONOMIA Come macro e micro economia incidono sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Il ritorno allo Stato? Non rintaniamoci in chi ha ridotto al lumicino le nostre speranze L'Italia e' il Paese delle rivoluzioni virtuali. Alterna pseudo cambiamenti a cambiamenti fittizi, senza mai fare i conti con se stessa e col passato. La crisi finanziaria di questi mesi ha fatto tornare di moda l'intervento pubblico nell'economia, come fattore indispensabile per evitare il baratro. Il nuovo corso e' partito senza che sia mai venuta meno l'intermediazione politica nell'economia o la diretta partecipazione di enti pubblici in aziende. Trenitalia, Enel, Eni, Anas, Poste, le aziende pubbliche locali, gli ordini professionali che ancora controllano il mercato delle professioni, i Comuni quando offrono servizi (o non li offrono anche quando si pagano, come le opere di urbanizzazione) non esauriscono l'elenco dei soggetti che fanno riferimento al 'pubblico'. La politica delle privatizzazioni avviata negli Anni 90 e' rimasta incompiuta. La vendita di aziende che producevano i panettoni e i pomodori di Stato, la Sip e altro sono serviti solo per tamponare l'enorme buco di bilancio. Non ha avviato un proficuo circuito concorrenziale, ha in alcuni casi sostituito il monopolio pubblico con un semi monopolio privato (vedi Telecom). In altri casi, il ritiro dello Stato dall'economia e' stato ampiamente compensato dagli Enti locali che hanno partecipazioni in molte delle aziende che erogano servizi pubblici (gas, acqua, trasporti, ecc.). E' da anni che si dice: debito pubblico alto, sistema istituzionale bloccato e bizantino, economia bifronte con settori molto aperti alla concorrenza (piccole e medie imprese e lavoratori del privato o 'atipici' che sopravvivono rifugiandosi nell'evasione fiscale o nel lavoro nero) e altri settori iperprotetti, che sopravvivono grazie alle barriere anticoncorrenziali o sindacali (alcune grandi imprese e lavoratori del pubblico impiego). Tutti difetti che hanno portato la vitalita' del Paese quasi a zero e che potrebbe ulteriormente incancrenire la paralisi se gli italiani, le imprese e la politica sposassero acriticamente il nuovo corso: lo Stato e' indispensabile, il privato porta agli estremi egoistici e allo squilibrio. Purtroppo il privato in Italia -'quello vero'- ha avuto un ruolo molto limitato, ostacolato da corporativismi istituzionalizzati, e l'intervento pubblico e' sempre massiccio. Se ogni italiano pensasse alle cause del proprio scontento troverebbe ragioni a bizzeffe per tentare di allontanarsi dalla 'protezione' dello Stato, che dietro la facciata 'pubblica' ha garantito e garantisce interessi e profitti privatissimi. Per chiudere. Nessuno sa come evolvera' la situazione globale, ed e' chiaro che il destino dell'Italia molto dipendera' dal contesto internazionale, ma qualcosa si', la possiamo fare: evitiamo di rintanarci nelle mani di un sistema che ha ridotto le nostre speranze al lumicino. Anziche' di una rivoluzione virtuale, abbiamo bisogno di una rivoluzione liberale. ------------------------------------------- IL CONDOMINIO Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini di: Alessandro Gallucci Le quote di spesa nel condominio: funzione, ripartizione, documentazione ed obbligatorieta' Nell'ambito della vita condominiale, le quote di spesa sono croce e delizia di ogni assemblea ma anche del vivere quotidiano: a volte troppo alte, a volte poco chiare… sempre indesiderate!!! In diverse occasioni, di fronte ad una situazione condominiale mal gestita ed in mancanza di segnali di cambiamento, molte persone pensano che per tutelarsi si possa sospendere il pagamento della propria quota. E' importante evidenziare come un fatto del genere non sia possibile e che, una volta attuato, esponga il condomino "ribelle" al rischio di vedersi notificare, con buona possibilita' di ritrovarsi una spesa piu' esosa, un decreto ingiuntivo volto ad ottenere il pagamento degli arretrati. In questo contesto, analizziamo le principali caratteristiche delle spese condominiali. Affronteremo solo quelle ordinarie, che solitamente sono in preventivo e rendicontazione (annuale) del condominio. La funzione delle quote condominiali e' evidente ed intuitiva. Come ogni ente o soggetto di diritto, anche il condominio nel corso dell'anno necessita del conferimento di denaro per fare fronte alle spese necessarie alla sua manutenzione ed ai consumi effettuati. Per mantenere pulite le scale del palazzo, pagare le bollette per l'illuminazione delle parti comuni ed ancora per far fronte al premio per l'assicurazione, per saldare le competenze dell'amministratore e' evidente che siano necessari dei conferimenti da parte dei condomini. Diversamente, in breve tempo, il condominio finirebbe in stato di dissesto con disagi chiaramente percepibili e conseguente ed altrettanto chiara perdita di valore delle singole unita' immobiliari. In linea di principio, eccetto che per diversa convenzione prevista da una deliberazione unanime o nel regolamento, ogni condomino vede determinata la propria quota di spesa in proporzione al valore della proprieta' di ciascuno o dell'uso che ciascuno puo' fare del bene comune (art. 1123 c.c.). Parliamo delle c.d. tabelle millesimali, delle quali abbiamo in precedenza affrontato alcuni aspetti (1). Il documento in cui vengono elencate le spese necessarie per la gestione del condominio prende il nome di rendiconto. Non si tratta di un bilancio vero e proprio, tant'e' che il codice civile sul punto non prevede principi (o richiami a principi contabili) cui lo stesso deve rifarsi. E' indubitabile, pero', che debba essere redatto in modo chiaro ed intellegibile e naturalmente secondo verita'. L'amministratore, per legge, ha l'obbligo di presentare il conto della propria gestione ogni anno (inteso come anno di gestione). Il rendiconto prende il nome di rendiconto preventivo o di rendiconto consuntivo, a seconda che riguardi le spese da sostenersi nell'anno successivo o quelle gia' sostenute nell'anno passato. Ogni condomino ha diritto di poter consultare i documenti giustificativi delle spese sostenute dall'amministratore durante la propria gestione. Nella rendicontazione preventiva (c.d. preventivo) l'amministratore inserisce le spese che prevedibilmente si affronteranno nell'anno successivo (pulizia scale, bollette varie, spese compenso amministratore, ecc.), suddividendo l'importo totale tra i singoli condomini in base ai criteri di ripartizione legali o convenzionali. Stesso discorso per la rendicontazione consuntiva (c.d. consuntivo), con la variante che in questo caso il prospetto riguarda spese sostenute nell'anno trascorso. La differenza tra quanto versato sulla base del preventivo e quanto richiesto definitivamente con il consuntivo, da' luogo al c.d. conguaglio spese (che puo' essere tanto negativo quanto positivo). Si pensi ad esempio ad un aumento del costo del gas o della corrente elettrica (ipotesi piu' che frequenti) che possono dare un saldo negativo per il condomino; viceversa, l'incasso di un risarcimento dell'assicurazione che puo' portare ad un saldo positivo per il condomino. Il rendiconto, nella sua doppia versione, deve essere posto all'esame dell'assemblea condominiale, ogni anno, da parte dell'amministratore. Se quest'ultimo non presenta il conto della propria gestione per due anni di seguito, e' passibile di revoca, su ricorso presentato all'Autorita' Giudiziaria anche da un solo condomino. Una volta approvato, il rendiconto costituisce titolo idoneo ad ottenere decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo (in sostanza, se non si pagano le quote condominiali, nel giro di poco tempo c'e' il rischio di vedersi effettuato un pignoramento). Per questo ogni condomino che si ritenga insoddisfatto dell'operato del proprio amministratore, non puo' non pagare le proprie quote in quanto, davanti ad un rendiconto regolarmente approvato e di fronte ad una situazione di morosita', qualunque Giudice provvedera' ad emettere un'ingiunzione di pagamento che produrra' gli effetti di cui sopra. Un'ultima annotazione, con riferimento alle imputazioni di pagamento. In base alla legge e' il debitore che, pagando, stabilisce quale debito estinguere, eccetto che per le eccezioni previste dalla legge. In mancanza di tale scelta il pagamento sara' imputato al debito più vecchio. In materia condominiale e nell'ambito di uno stesso periodo di gestione, il condomino non puo' imputare il pagamento ad una mensilita' (o rata bimestrale, ecc.) piuttosto che ad un'altra. La giurisprudenza, infatti, considera il debito relativo ad una gestione come debito unico ad esecuzione frazionata, come tale non soggetto alle disposizioni relative all'imputazione di pagamento. (1) http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php?id=225118 ------------------------------------------- LA SCHEDA PRATICA ACQUISTARE UN VEICOLO ALL'ESTERO L'acquisto diretto di un veicolo all'estero deve essere valutato, dal punto di vista economico, considerando tutti i costi che si aggiungono al mero prezzo di acquisto. Devono essere tenute in considerazione essenzialmente le spese di trasporto del veicolo in Italia, l'eventuale IVA da pagare in Italia (se il veicolo e' nuovo), le eventuali spese di importazione (se il veicolo proviene da un Paese extra-UE oltre all'IVA potrebbero essere dovuti dei dazi), nonche' tutti i costi di immatricolazione. In caso di veicolo nuovo, il trasporto potrebbe avvenire con una targa di prova (e un assicurazione temporanea), tramite rimorchio con un mezzo idoneo (camion, treno, etc.) oppure dopo l'immatricolazione in Italia. In quest'ultimo caso le pratiche di immatricolazione, compreso il ritiro della targa, devono essere sbrigate prima del ritiro del veicolo. In ogni caso una volta giunto in Italia il veicolo dovra' essere immatricolato ("nazionalizzato" in caso di veicolo usato) e iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.). Le pratiche possono essere svolte direttamente o tramite un'agenzia che puo' essere una stessa delegazione ACI. In questo caso, oltre alle spese "vive" della pratica (imposte e diritti) saranno dovuti anche compensi per il servizio di intermediazione. Il primo passo e' rivolgersi agli uffici locali del DTT (Dipartimento trasporti terrestri, ex Motorizzazione) per verificare se la documentazione tecnica in nostro possesso e' adeguata e sufficiente. Potrebbe essere necessario non solo produrre altra documentazione, ma anche adeguare le caratteristiche dell'auto alla legislazione italiana, poiche' non tutte le auto prodotte all'estero (soprattutto in Paesi extra-UE) sono omologate per circolare in Italia. In questi casi dovranno essere affrontati costi -ed investimenti di tempo- spesso non preventivati e non preventivabili. La pratica di immatricolazione vera e propria puo' essere poi presentata direttamente all'ufficio della Motorizzazione oppure -se il veicolo proviene da un paese UE o facente parte dello Spazio economico europeo- ad uno sportello telematico dell'automobilista (lo STA, vedi nota**). Nota: La nazionalizzazione puo' riguardare anche cittadini stranieri, muniti di veicolo immatricolato all'estero, che prendono residenza in Italia. In questo caso il veicolo deve essere nazionalizzato entro un anno dall'acquisizione della residenza. (art.132 c.d.s). IMMATRICOLAZIONE E ISCRIZIONE AL PRA Il veicolo, ai sensi della normativa europea, deve essere immatricolato nello Stato in cui l'acquirente ha la normale residenza (direttiva 83/182/Cee). PER VEICOLI PROVENIENTI DALL'UE Immatricolazione e nazionalizzazione Le regole inerenti l'immatricolazione dei veicoli acquistati da un paese della U.E (o da uno facente parte dello Spazio economico europeo, ovvero Islanda, Norvegia, Liechtenstein) sono state recentemente riformate dal Ministero dei Trasporti con circolare del 27/11/07 (n.108243), soprattutto in materia di IVA. La suddetta circolare, anche in ottemperanza della legge finanziaria 2005, ha subordinato l'immatricolazione dei veicoli acquistati all'estero alla verifica -da parte delle Motorizzazioni -uffici dei DTT del Ministero dei Trasporti- di dati e documenti relativi all'acquisto stesso e agli eventuali passaggi successivi, in stretto collegamento con l'Agenzia delle Entrate e con l'Agenzia delle dogane. La pratica deve essere presentata agli uffici dello STA-Sportello Telematico dell'Automobilista (**), compilando una domanda su un modulo apposito ed allegando una copia del proprio documento di identita', le ricevute di pagamento dei diritti, bolli e oneri dovuti nonche' la documentazione tecnica inerente il veicolo. Per i veicoli nuovi mai immatricolati (*) e' di solito richiesto, in due copie, il certificato di omologazione comunitaria (C.O.C.) rilasciato dal costruttore e attestante l'omologazione europea del veicolo. Se il suddetto certificato e' stato emesso da oltre un anno rispetto alla data di richiesta dell'immatricolazione deve esse anche allegato un attestato -emesso dal costruttore e tradotto in italiano- di rispondenza alle direttive comunitarie obbligatorie ai fini della prima immatricolazione ed entrate in vigore dopo l'emissione del C.O.C. Per i veicoli che sono gia' stati immatricolati all'estero va allegata invece la documentazione prevista dalla normativa del Paese di provenienza opportunamente tradotta. Si tratta della carta di circolazione (certificato di immatricolazione) e -alternativamente a seconda del caso- una scheda tecnica integrativa riportante le direttive CEE sulle emissioni gas, frenatura, sterzo, cinture di sicurezza ecc. oppure il C.O.C. gia' detto. In alcuni casi vengono anche richieste le targhe e il certificato di radiazione dagli archivi esteri, nonche' la documentazione dalla quale si evinca l'ultima revisione e la relativa data di scadenza. Per i veicoli usati (*) e' necessario allegare anche la documentazione inerente l'acquisto (copia della fattura o dell'atto di trasferimento della proprieta'), e va compilato un modulo -solitamente fornito dall'ufficio- con cui si dichiara anche che il veicolo ha percorso piu' di 6.000 km, la cosiddetta "dichiarazione di percorrenza". Per i veicoli nuovi (*) vanno invece allegate documentazioni inerenti l'acquisto e l'assolvimento degli obblighi IVA in Italia (Mod. F24 Auto UE). Si veda, per gli approfondimenti, la sezione "Adempimenti fiscali". La pratica si conclude con il rilascio della carta di circolazione e la targa. Iscrizione al PRA Dalla data di rilascio della carta di circolazione l'acquirente ha tempo 60 giorni per richiedere l'iscrizione al P.R.A., ai fini del rilascio del certificato di proprieta' (foglio complementare). Attenzione che il ritardo di tale adempimento comporta l'irrogazione di sanzioni amministrative ed il ritiro della carta di circolazione e delle targhe. Le formalita' da sbrigare per tale iscrizione sono le stesse di un acquisto o trasferimento di auto all'interno del Paese. Anche per questo adempimento ci si rivolge allo STA(**). Per i veicoli nuovi la documentazione da presentare e': - fotocopia di un documento d'identita'/riconoscimento dell'acquirente e codice fiscale; - richiesta di iscrizione (denominata "nota di iscrizione") con dichiarazione di vendita con firma autenticata del venditore; in alternativa puo' essere allegato l'atto di vendita con firma autenticata dal notaio; - carta di circolazione. Per i veicoli usati: - fotocopia di un documento d'identita'/riconoscimento dell'acquirente e codice fiscale; - atto di vendita con firma autenticata o dichiarazione del venditore autenticata; se il soggetto e' gia' proprietario all'estero e cio' risulti dalla carta di circolazione estera, puo' essere presentata anche una dichiarazione di proprieta' con firma autenticata; - carta di circolazione dello Stato estero vidimata oppure documento che la Motorizzazione ritiene idoneo (per i veicoli acquistati in Germania occorre l'originale del documento di proprieta'). Il PRA rilascia il certificato di proprieta' (Cdp) praticamente in tempi reali, oppure con invio a domicilio. ATTENZIONE! Le suddette informazioni sui documenti da allegare sono indicative. Gli allegati possono variare a seconda del Paese di provenienza del veicolo, pertanto per avere informazioni esaustive e dettagliate e' bene rivolgersi allo specifico ufficio di competenza chiedendone il dettaglio, oppure visionare i siti Internet della Motorizzazione locale (la Direzione generale territoriale del Ministero dei trasporti). Si vedano in proposito i link riportati in calce alla scheda. SE IL VEICOLO PROVIENE DA UN PAESE EXTRA-UE In questi casi non e' possibile sbrigare le pratiche rivolgendosi allo STA, si dovra' procedere direttamente presso gli uffici della Motorizzazione (ufficio provinciale del Dipartimento trasporti terrestri, DTT). Veicoli nuovi - Certificato di Origine e/o di Conformita' oppure (se gia' immatricolati) documento di circolazione del Paese di origine. Se il veicolo e' gia' stato radiato all'estero deve essere presentata una dichiarazione di avvenuta radiazione; - scheda tecnica del veicolo contenente tutte le caratteristiche tecniche del veicolo e le rispondenze alle Direttive Comunitarie attualmente in vigore per l’immatricolazione nella Comunita' Europea, senza le quali l’immatricolazione non e' possibile. Il documento deve essere rilasciato dalla Casa Costruttrice del veicolo o da ufficio preposto e vistato dalle Autorita' competenti; - Bolletta Doganale oppure Certificato Doganale in bollo. Veicoli usati: - documento di circolazione del Paese di provenienza; - scheda tecnica del veicolo contenente elencate tutte le caratteristiche tecniche del veicolo e le rispondenze alle Direttive Comunitarie attualmente in vigore per l’immatricolazione nella Comunita' Europea, senza le quali l’immatricolazione non e' possibile. Il documento deve essere rilasciato dalla Casa Costruttrice del veicolo o da ufficio preposto e vistato dalle Autorita' competenti; - Bolletta Doganale oppure Certificato Doganale in bollo. Per l'iscrizione al PRA e' necessario presentare: - se il soggetto e' gia' proprietario all'estero del veicolo e cio' risulti dalla carta di circolazione estera, una dichiarazione di proprieta' con firma autenticata presso un notaio, il Comune o uno STA (**); - se il soggetto che si intesta il veicolo e' diverso da quello risultante intestatario della carta di circolazione estera: * atto di vendita con firma autenticata da un notaio o atto pubblico o sentenza; * fotocopia della carta di circolazione; * fotocopia della carta di circolazione estera; * codice fiscale dell'acquirente. ATTENZIONE! Le suddette informazioni sui documenti da allegare sono indicative. Gli allegati possono variare a seconda del Paese di provenienza del veicolo, pertanto per avere informazioni esaustive e dettagliate e' bene rivolgersi allo specifico ufficio di competenza chiedendone il dettaglio, oppure visionare i siti Internet della Motorizzazione locale (la Direzione generale territoriale del Ministero dei trasporti). Si vedano in proposito i link riportati in calce alla scheda. ADEMPIMENTI FISCALI Chi acquista un veicolo nuovo (*) all'estero deve pagare l'IVA nel proprio Stato. Il soggetto privato ha trenta giorni di tempo dall'acquisto per provvedere al versamento dell'IVA presso banca, posta o concessionario della riscossione, utilizzando un modulo fornito dalla Motorizzazione (il modello F24 auto UE). Cio' prima di immatricolare il veicolo in Italia, ovviamente, poiche' per ottenere l'immatricolazione serve la ricevuta di pagamento dell'IVA. Non sono previsti, per il privato che acquista l'auto in un Paese all'interno della Comunita' europea, adempimenti di pratiche doganali di alcun genere. Se il veicolo e' usato (*) il pagamento dell'IVA in Italia non e' necessario. Per la nazionalizzazione (vedi sopra) e' sufficiente la copia della fattura di acquisto o dell'atto di trasferimento di proprieta' e la compilazione della dichiarazione di percorrenza. In caso di acquisto del veicolo da un Paese extra-UE l'IVA e' calcolata e assolta in dogana, assieme all'eventuale dazio previsto. Viene all'uopo emessa la bolletta doganale che dovra' essere presentata all'atto dell'immatricolazione. L'ASSICURAZIONE Chi acquista l'auto all'estero deve sottoscrivere fin da subito una copertura assicurativa in vista del trasporto del veicolo in Italia. In genere vengono stipulate polizze temporanee nel Paese di acquisto e sono gli stessi concessionari venditori a fornire informazioni od addirittura polizze gia' pronte valevoli per uno o due giorni. Una volta immatricolato il veicolo in Italia potra' essere stipulata una polizza definitiva sul territorio italiano. Una volta ottenuta l'immatricolazione definitiva del bene, con la nuova targa potra' essere stipulata con la compagnia una polizza definitiva. NOTE IMPORTANTI (*) Veicoli nuovi ed usati: definizioni Ai fini fiscali e precisamente ai fini di pagamento dell'IVA, si definiscono auto nuove quelle mai immatricolate oppure quelle immatricolate per la prima volta da non oltre sei mesi oppure aventi percorrenza non superiore a 6.000 Km. Per veicoli usati, viceversa, si intendono quelli gia' immatricolati che hanno percorso piu' di 6.000 km e per i quali, contestualmente, la cessione sia effettuata oltre il termine di sei mesi dalla data di prima immatricolazione (anche se temporanea). Fonte: D.L.331/1993 art.38 c.4 e Circolare del Ministero dei trasporti del 27/11/07 (**) Dove trovare gli STA, Sportelli Telematici dell'Automobilista Gli sportelli telematici dell'automobilista sono attivi pressogli Uffici Provinciali ACI che gestiscono il PRA, gli Uffici Provinciali della Motorizzazione, le delegazioni ACI e gli studi di consulenza automobilistica. Si veda in proposito il link in calce alla scheda. LINK UTILI - Per tutti i dettagli anche riguardanti i costi delle pratiche si veda il sito dell'ACI: http://www.aci.it/index.php?id=484 - Dettagli sugli STA (sportelli telematici dell'automobilista): http://www.aci.it/index.php?id=437 - RIcerca ufficio motorizzazione civile http://www.ilportaledellautomobilista.it - Siti di alcune direzioni generali territoriali del Ministero dei trasporti (Direzioni territoriali delle motorizzazioni) * Direzione generale territoriale del nord-ovest (Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, SIIT 1 e 2): http://www.dgtnordovest.it/cmsms/index.php * Direzione generale territoriale del nord-est (Veneto, Friuli V.G. e Trentino Alto Adige, SIIT 3): http://www.sicurezzatrasporti.it/ * Direzione generale Emilia Romagna e Marche (SIIT 4): http://www.siit4.it * Direzione generale territoriale del sud e Sicilia: http://www.sud.sicurezzatrasporti.it (Rita Sabelli) ------------------------------------------- ARTICOLI Governo vs. Governo ... ma i Mass Media non se ne accorgono (come al solito) Pym Facciamo appello alla curiosita' intellettuale, alla professionalita', al senso di responsabilita', nonche' all'amore della verita', di cui vogliamo credere siano ancora dotati alcuni giornalisti italiani. L'appello riguarda le due notizie che seguono. Invece di riportarle come fatti separati di cronaca politica, fate uno sforzo (basta poco) per individuare quella macroscopica contraddizione che le caratterizza. Un aiutino: il tabacco uccide piu' di tutte le altre droghe messe insieme. NOTIZIA 1. IL GOVERNO: DROGARSI NON E' LECITO, GRANDE RIGORE CONTRO LA DROGA Prevenire, individuare e cercare di recuperare pienamente i tossicodipendenti, ma nella certezza che non puó essere rivendicato un 'diritto a drogarsi' e che il Governo terrà un atteggiamento "di grande rigore" nei confronti della droga, dallo spaccio alla propaganda e fino al suo utilizzo. Questi i principi illustrati ieri da Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio delegato al coordinamento delle politiche di contrasto alle tossicodipendenze, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri dove, su invito del premier Berlusconi, ha presentato una relazione sulle strategie di sensibilizzazione contro gli effetti negativi dell'uso di sostanze psicoattive messe a punto dal Governo. Iniziative volte "a perseguire, in un dialogo continuo e costruttivo con Regioni, con il servizio pubblico e con il privato sociale, un'incisiva politica di prevenzione, di strategie per l'individuazione precoce della tossicodipendenza giovanile, di valorizzazione delle cure e dei trattamenti piú efficaci per un effettivo e pieno recupero delle persone tossicodipendenti", ma che dovranno "coniugarsi con la ferma indicazione che non puó essere rivendicato il 'diritto a drogarsi'". Il Governo terrà, ha garantito Giovanardi, un atteggiamento "di grande rigore nei confronti delle attività illecite, della propaganda e dello smercio di tutte le sostanze stupefacenti, senza confondere, sotto il profilo sanzionatorio, la figura del consumatore con quella dello spacciatore di droga". NOTIZIA 2. IL GOVERNO: LOTTEREMO PER DESTINARE FONDI UE AI COLTIVATORI DI TABACCO 'Daremo vita a un forte coordinamento tra le delegazioni dei Paesi europei produttori di tabacco per fare pressing sull'Unione Europea in modo da salvaguardare questa coltivazione, che rappresenta un importante motore di sviluppo per molte economie locali, soprattutto nelle aree piu' svantaggiate'. Cosi' il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia annuncia, in una nota, il vertice dei Ministri dell'Agricoltura dei Paesi dell'Unione Europea produttori di tabacco, che si terra' a Verona il 4 novembre. La tabacchicoltura, ha proseguito Zaia, 'e' un presupposto irrinunciabile per evitare l'esodo della popolazione rurale, salvaguardare il reddito di migliaia di famiglie che vivono in zone fragili e mantenere un livello soddisfacente di sviluppo economico'. Al summit saranno presenti i rappresentanti di Bulgaria, Francia, Grecia, Polonia, Romania, Spagna e Ungheria, che discuteranno con una comunicazione congiunta le prospettive del comparto comunitario del tabacco. In particolare i Ministri chiederanno al presidente di turno Michel Barnier e alla commissaria europea Mariann Fischel Boel di mantenere in vigore fino al 2013 gli attuali schemi di sostegno e considerare le problematiche concernenti il comparto comunitario del tabacco come parte integrante dell'accordo finale che il Consiglio sara' chiamato ad adottare a conclusione del negoziato sullo Stato di Salute della Pac. La mortalita' dell'uomo politico mette in pericolo le future generazioni Pym Il ricambio della classe dirigente in Italia e' notoriamente troppo rapido. E' vero, forse e' meno rapido che in tutte le altre democrazie occidentali, dove elettori troppo informati (a causa di una stampa troppo indipendente) cacciano con eccessiva severita' il politico che sbaglia. Basta perdere un'elezione o governare male per essere costretti ad uscire per sempre di scena. In Italia, dove i media sono invece piu' responsabili ed informano i cittadini con la dovuta moderazione, il problema e' di altra natura: la mortalita' del politico. Spesso, troppo spesso, e' il decesso che interrompe quella preziosa continuita' che ci assicura da sessant'anni un sistema politico fra i piu' apprezzati e di successo nella storia dell'umanita'. Un sistema politico che faticosamente e' riuscito a penetrare e porre freno all'anarchia che regnava nell'informazione, nella gestione della sanita', nel "libero" mercato, nella giustizia. Per questo, e' necessario combattere la naturale degenerazione biologica dei politici. Solo cosi' potremo assicurare ai nostri figli e ai nostri nipoti la stessa identica scelta elettorale. Per fortuna, qualcuno ha cominciato a riflettere sulla necessita' di porre fine al vertiginoso ricambio che la morte impone alla politica italiana. Riportiamo qui sotto la notizia cosi' come riportata sulle agenzie di stampa. Ci auguriamo davvero che la lungimiranza di questo politico si trasformi presto in longevita'. *** La politica, ossia "vivere a lungo per gli altri". E' il titolo di un articolo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per 'Kos', la rivista del San Raffaele diretta da don Luigi Verze', anticipato dal Corriere della Sera. Un titolo che esprime la filosofia del Cavaliere sul 'dovere', per i politici, di vivere a lungo per occuparsi, appunto, "degli altri". "Chi si occupa di politica, cioe' degli altri -scrive infatti il premier- dovrebbe impegnarsi anche su questo fronte: perche' il tempo che l'uomo sta guadagnando si possa vivere nel migliore dei modi e con tutte le opportunita' possibili". "Se la durata media della vita e' stata di poco superiore ai vent'anni sino all'Ottocento, di quarant'anni all'inizio del Novecento ed e' arrivata oggi a ottant'anni, perche' non puo' davvero arrivare in un futuro prossimo a centovent'anni vissuti in buona salute?", si chiede il premier. Gli strumenti, sottolinea Berlusconi, ci sono tutti: "con la medicina preventiva, con il controllo a distanza, con l'esame del dna, con l'utilizzazione delle cellule staminali (solo quelle adulte, ndr), con un conseguente razionale stile di vita ogni soggetto sara' nella condizione di conservarsi sano ed efficiente piu' a lungo". La scienza, insomma, non promette l'elisir di lunga vita ma, dice il premier, "fa sperare in una nuova era". E la vita e' un dono che "ciascuno di noi deve saper spendere virtuosamente e intensamente", perche' "sovente ci lamentiamo che il tempo a nostra disposizione sia insufficiente e non si possa dilatare". Gli esempi, illustri, non mancano. Il premier cita Goethe che "si innamoro' come un ragazzo all'eta' di 72 anni", Tolstoj che "intorno a quell'eta' approfondi' lo studio dell'ebraico", Prezzolini che "continuo' la sua produzione giornalistica anche dopo i cento anni". "Sono certo -conclude il premier- che una vita piu' lunga di qualche decennio potra' diventare un obiettivo raggiungibile". Il problema di Internet? E' il traffico. Due strade per eliminare le congestioni Red La crescita esponenziale del traffico sulla rete dovuto anche allo scambio dati tramite il P2P crea difficolta', ai fornitori di connettivita' e agli utenti che, viste le promesse di traffico illimitato da parte dei gestori, si trovano la connessione mozzata arbitrariamente. Come se ne esce? Le ipotesi sono di diversa natura. Due articoli di Punto Informatico illustrano esempi di approccio tecnologico e commerciale. P4P è un doppio P2P? AT&T: finita l'era della banda a profusione. Limitatevi Embrioni abbandonati: la grottesca vicenda della biobanca di Milano Dontella Poretti * La vicenda degli embrioni abbandonati e della biobanca di Milano e' sintomatica dell'impossibilita' di tradurre in pratica norme ideologiche. La legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita e l'impossibilita' di realizzare sperimentazioni sugli embrioni, ha prodotto, per trovare una soluzione per i cosiddetti "embrioni orfani", un mostro giuridico: il decreto del 4 agosto 2004 (1). I centri di fecondazione assistita avevano un anno di tempo per contattare la coppia per acquisire la rinuncia all'impianto degli embrioni non utilizzati (dopo un anno, e a fronte dell'impossibilita' di contattare la coppia, gli embrioni divenivano comunque abbandonati). L'Istituto Superiore della Sanita' doveva raccogliere i dati del censimento ed inviarli ad una biobanca creata ad hoc presso l'Ospedale Maggiore per la loro conservazione e per -improbabili- studi sulla crioconservazione. Un'operazione faraonica per cui sono stati stanziati e spesi soldi pubblici per la realizzazione del nulla. Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio oggi in Commissione Sanita' rispondendo ad una mia interrogazione ha infatti sostenuto come dal 2004 ad oggi il censimento di questi embrioni non sia terminato, nonostante gia' nella relazione al Parlamento del 2006 si certificasse il loro numero pari a 2.527. Inoltre, nell'attesa, non si puo' predisporre il loro trasferimento perche' devono essere previsti ulteriori stanziamenti calcolabili solo al termine del censimento. Ma ci sono finanziamenti gia' erogati e perfino rendicontati... Cosi' si apprende che l'Istituto Superiore della Sanita' ha ricevuto e utilizzato i suoi 50 mila euro per la realizzazione del censimento e per contattare i centri a cui sono state fornite le modalita' di conservazione e di trasferimento. Progetto concluso -asserisce il sottosegretario- anche se il censimento non e' stato concluso. E cosi' si apprende che l'Ospedale Maggiore di Milano ha ricevuto e impiegato i 400 mila euro erogati nel 2004 e rendicontati nel 2005: 230 mila per la creazione dell'area di criobiologia (un ambiente in cui dovevano essere mantenuti gli embrioni sotto azoto), 96 mila per spese di materiale e software e 74 mila per spese di personale. Esiste quindi una struttura con tanto di personale assunto, e immaginiamo pagato (e da chi e come?) anche per gli anni successivi al 2005, che e' in attesa dell'arrivo degli embrioni abbandonati da 4 anni. Che, se mai arriveranno, non potranno essere utilizzati per ricerche scientifiche -sostiene Fazio- perche' la legge 40 le vieta, ma potrebbero essere sottoposti a studi sulla crionservazione che il decreto prevede... quindi in contrasto con quanto previsto dalla legge. In altre parole non potranno essere studiate le staminali embrionali, ma gli embrioni potrebbero essere scongelati e ricongelati per studiare tecniche piu' che acclarate sulla crioconservazione. La risposta di oggi del sottosegretario Fazio e l'impegno a concludere il censimento, speriamo riaprano una questione scandalosa e grottesca, per impostazione e successiva gestione. (1) il testo del decreto e a questo link http://staminali.aduc.it/php_docushow_3530_4_t_l.html * Senatrice Radicale - Partito Democratico Chi cerca l'aiuto delle due organizzazioni per l'assistenza al suicidio Rosa a Marca Uno studio sul suicidio assistito, sostenuto dal Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica e pubblicato recentemente da Journal of Medical Ethics, mette in luce due aspetti interessanti. Da un lato, la constatazione del significativo aumento di donne che si rivolgono a Exit e Dignitas -nettamente prevalente sugli uomini: il 64% delle richieste rivolte a Dignitas e il 65% a Exit porta una firma femminile. Dall'altro, che negli ultimi anni e' cresciuto il numero di aspiranti suicidi tra coloro che non soffrono di malattie incurabili. Quest'ultimo dato riguarda Exit, dove e' stato possibile il confronto con rilevazioni precedenti. Nel periodo 1990-2000 i non malati incurabili assistiti da Exit erano il 22%; tra il 2001 e il 2004 si e' arrivati al 34%. Poiche' negli anni considerati e' salita anche l'eta' media degli aspiranti suicidi -da 69 a 77 anni-, la stanchezza di vivere e lo stato di salute generalmente precario degli anziani sono stati determinanti per la richiesta d'aiuto al suicidio, sostiene Susanne Fischer della Scuola Superiore di scienze applicate di Zurigo. Presso Dignitas, l'eta' media degli aspiranti suicidi e' inferiore (65 anni) rispetto a Exit, cosi' come la quota di coloro che non soffrono di una malattia inguaribile (21%). L'eta' inferiore si spiega, secondo gli estensori dello studio, col fatto che la maggioranza dei loro aspiranti al suicidio viene dall'estero (91%) e quindi devono essere ancora in condizioni relativamente buone per poter affrontare il viaggio. Le patologie che i ricercatori definiscono non terminali sono: malattie reumatoidi, sindrome dolorosa, malattie psichiche, cecita', paralisi e debolezza generale. Quelle definite incurabili da questo studio sono, tra le altre, cancro, sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica. Exit contesta la ricerca Il 4 novembre, Exit della Svizzera tedesca ha confutato lo studio. Secondo NZZ Online, essa si e' basata pero' soltanto sui comunicati stampa. Comunque, l'associazione ritiene che i risultati siano da "relativizzare". Dice che non e' dimostrabile un incremento dei casi di malati non terminali. "La maggior parte delle assistenze a morire, il 70%, riguarda persone affette da malattia incurabile in fase avanzata. La parte minoritaria, il 30%, e' costituta da pazienti multipatologici, cui s'aggiungono singoli casi di persone con dolori insopportabili", ha spiegato il portavoce di Exit, Bernhard Sutter. Che contesta anche i dati sulla composizione per genere. Nel lungo termine, le donne che si suicidano sono il 55%, sostiene. Le discrepanze deriverebbero dalla circostanza che lo studio appena pubblicato esamina solo i 147 casi verificati nell'area di Zurigo tra il 2001 e il 2004, mentre, nello stesso periodo, Exit della Svizzera tedesca ha accompagnato al suicidio 498 persone; dunque, lo studio non rappresenta tutta la realta'. Le divergenze tra i risultati dello studio e la descrizione fatta da Exit si spiegano con banchedati e metodi statistici differenti, oltre che dalle diverse definizioni delle malattie. Uno dei responsabili dello studio, Georg Bosshard, ha spiegato a NZZ che per la ricerca sono state utilizzate definizioni chiare, mentre non capisce la suddivisione che Exit fa tra malattie letali e non letali. Riguardo poi alla critica, secondo cui non si puo' parlare di un incremento di aspiranti suicidi tra pazienti non terminali, Bosshard richiama l'homepage dell'associazione.Vi si legge che Exit "contrariamente a prima, aiuta anche le persone anziane non necessariamente affette da una malattia che li porti a morire in breve tempo, ma che sono oberati da una somma di sofferenze, dolori e acciacchi tali da renderli -nel vero senso del termine- stanchi di vivere. Con questa modifica della propria prassi, Exit ha fatto un passo chiaro in direzione dell'assistenza alla libera morte". Bosshard conclude: Exit si duole per qualcosa di cui e' lei stessa l'artefice. S. Fischer, C. A. Huber, L. Imhof, R. Mahrer Imhof, M. Furter, S. J. Ziegler, G. Bosshard: Suicide assisted by two Swiss right-to-die-organisations. Journal of Medical Ethics 2008, 810–814. Giornalisti, droga e statistiche: il solito pasticcio Luca Borello Scoprirete o avete già scoperto sui giornali (e sentito nei TG), che è disponibile l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Tossicodipendenze (EMCDDA), il quale, a sentire i mezzi di informazione, lancia (l'ennesimo) "allarme cocaina"; infatti, secondo i giornalisti, sarebbero 4 milioni gli europei che fanno uso di cocaina. Cifre da capogiro? In realtà si tratta dell'1,2% della popolazione europea, ed è il risultato di una media, dato che da Paese a Paese i dati oscillano moltissimo (solo 4 Paesi hanno una prevalenza superiore all'1%, tra questi l'Italia). Basta prendersi la briga di confrontare i dati 2008 con quelli 2007 per rendersi conto che il consumo di cocaina nell'ultimo anno è diminuito: nel 2007 la percentuale media era infatti dell'1,3%. Gli stessi redattori del Rapporto indicano che il consumo di sostanze stupefacenti illecite in Europa è "stabilizzato" (non si assite a una crescita maggiore rispetto agli anni scorsi) e che la vera questione oggi in dibattito riguarda gli aspetti economici, cioè la spesa pubblica in materia di droghe: non si sa bene quanto denaro venga speso, come e perché. Ma ai giornalisti questo interessa relativamente: molto meglio lanciare l'ennesimo allarme. La cifra di 4 milioni si riferisce al numero (medio) di persone che nell'arco dell'ultimo anno hanno consumato almeno una volta cocaina: non che sono cocainomani o che la usano cronicamente. Non "che fanno uso", ma che "hanno provato". E' come indagare quanti maschi italiani hanno fatto cilecca a letto almeno una volta nell'ultimo anno e poi proclamare che la percentuale risultante corrispinde agli impotenti italiani. Da notare che si tratta comunque di un passo avanti, per i giornalisti: fino all'altr'anno consideravano "tossicodipendenti" tutti coloro che almeno una volta nella vita avevano provato una determinata sostanza. Adesso almeno si basano sull'ultimo anno. Il dato realmente utile ad indicare la problematicità del consumo di sostanze è quello riferito all'ultimo mese (meglio ancora all'ultima settimana): sono 2 milioni gli europei che hanno consumato cocaina negli ultimi 30 giorni. Questi consumatori possono essere considerati "problematici" più a buon diritto, anche se bisognerebbe incrociare questo dato con la prevalenza annuale e nell'arco della vita, per essere ragionevolmente sicuri che chi ha usato cocaina nell'ultimo mese non fosse anche alla prima esperienza. Bisogna fare attenzione a come si interpretano e trasmettono i dati statistici: messa come la mettono i mezzi di informazione, sembra che usare cocaina sia una cosa normalissima. Sebbene si proceda effettivamente verso la "normalizzazione" dei consumi di cocaina e stimolanti in genere (che è simbolica, più che reale: il suo uso è considerato sempre più spesso "coerente" anche da chi se ne astiene), questi restano attestati a percentuali molto basse: se l'1,2% usa cocaina, significa che il 98,8% non lo fa. Come ha affermato anche Gregor Burkhart, responsabile dell'area prevenzione dell'EMCDDA, se si va in giro a proclamare che tutti i giovani sono cocainomani, l'effetto che si rischia di ottenere è che i giovani che non consumano si sentano "anormali". Meglio affermare, sostiene Burkhart, che la maggior parte degli europei NON consuma cocaina: che è la verità, fa sentire "normali" anche i ragazzi che non "sniffano", e non sminuisce per nulla la questione. Ci si domanda, inoltre, perché quell'1,2%, media che comprende la poplazione dai 15 ai 64 anni, dovrebbe preoccupare di più del fatto che la media di consumo di alcol procapite in Europa si attesta a 15 litri l'anno (dati 2006; sono 26 mila in media le morti alcol-correlate all'anno in Italia), o del fatto che il 90% dei giovani di 15-16 anni ha bevuto alcol almeno una volta nella vita (dati 2006), ma non è considerata, per fortuna, alcolista. Per non parlare poi del tabacco: il consumo viene scoraggiato sempre più insistentemente a livello europeo, ma contemporaneamente la sua coltivazione viene sovvenzionata con i soldi dei contribuenti. E' comprensibile l'allarme per l'aumento dei consumi di droghe, l'allarmismo no. Allarmismo più incoerenza sono una miscela micidiale: si vede chiaramente, basta aprire gli occhi. L'ultimo elemento evidenziato dai giornali (indico la Repubblica come riferimento, ma tutti travisano allo stesso modo, dato che la prima travisatrice è l'ANSA stessa), in bilico tra l'assurdo e il ridicolo, ma in realtà drammaticamente coerente con la visione pubblicamente condivisa della questione, è l'idea che l'aumento dei consumi sia sostanzialmente dovuto da un lato alla (presunta) maggior disponibilità di "droga", e dall'altro alle "strategie di marketing" messe in atto dal narcotraffico globale. Imputare la responsabilità di tutto questo alla criminalità organizzata può apparire ovvio e scontato: sono loro che vendono la droga. Ma è anche un modo semplice ed efficace per eludere il fatto che la responsabilità dell'aumento dei consumi risiede nel nostro stile di vita, non nelle velleità dei criminali, i quali, da bravi e schifosi avvoltoi, abituati a occupare i vuoti lasciati dalle istituzioni, non fanno che intercettare (e soddisfare) un bisogno inculcatoci dal nostro stesso sistema di sviluppo: il bisogno della prestazione a tutti i costi, del primato, del superamento dei limiti. Luca Borello e' ricercatore e documentalista su sostanze e dipendenze Il Parlamento riprova a irreggimentare i blog Red Il Parlamento italiano riprova a irreggimentare i blog (sito su cui si pubblicano storie, informazioni e opinioni in completa autonomia). Un provvedimento e' al vaglio della commissione Cultura, che obbligherebbe molti blog a iscriversi al registro dei comunicatori ed estende ad essi i reati a mezzo stampa. La notizia, scoperta da un giurista e' stata rilanciata da Punto Informatico. Leggi tutto: http://punto-informatico.it/2468674/PI/News/camera-manda-avanti-ddl-anti-blog.aspx ------------------------------------------- La rivista Avvertenze e' gratuita, ma i contributi sono graditi. Se ci credete utili, sosteneteci con l'adesione di Euro 25,00 o un contributo a scelta: ccpostale 10411502 oppure cc bancario 7977 Abi 06160 Cab 02817 Cin O - coordinate bancarie IBAN IT11O0616002817000007977C00 oppure tramite carta di credito, direttamente dal portale dell'associazione https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ ------------------------------------------- ------------------------------------------- legge sulla privacy. Se non sei interessato a ricevere le nostre notizie, visita la pagina http://www.aduc.it/dyn/adesabb/rem-avv.html -------------------------------------------