32ma America's Cup.
a cura di Pietro Lucadei
Presenze record per i match race trapanesi.
-K-Challenge team rivelazione. Presenze record per i match race trapanesi
La 32ma America’s Cup trova, a Trapani, la consacrazione del successo.
Non è un fatto di campanilismo, lo dicono i numeri. Al termine dell’Act
8 di Match Racing, vale la pena dare un’occhiata alle statistiche provvisorie
per rendersene conto.
Presenze Record
Alla presentazione dei team hanno assistito 21.442 persone contro le 11mila
di Valencia e le 6mila di Malmö; al primo giorno di regate hanno assistito
22mila persone, mille in meno che a Valencia ma ben 19mila in più rispetto
alla Svezia e, per la giornata conclusiva, c’erano 25mila persone, contro
le 10.500 di Valencia e le cinquemila (scarse) di Malmö. Stessa storia
per il numero di visitatori che hanno seguito le gare sul sito ufficiale dell’America’s
Cup. E le regate non sono finite...
Ma tutta questa attenzione era più che meritata perché i 12 team
in gara hanno regalato veramente un grande spettacolo, ripagando l’Italia
e la Sicilia di questa calorosa accoglienza. A mare, le condizioni variabili
del vento, tipicamente mediterranee, hanno messo a dura prova i tattici e spesso
hanno riservato grandi sorprese.
I Magnifici Quattro
I Trapani Louis Vuitton Acts concludono la stagione 2005 della 32ma America’s
Cup e, alla fine dell’Act 9 di Flotta, si stilerà il vincitore
del Campionato Louis Vuitton Classe America’s Cup. Al termine dei match
race, il tabellone mette in evidenza alcuni, significativi, movimenti. Il più
importante riguarda il francese K-Challenge.
Al primo posto, con 11 punti, c’è ancora il Defender. Alinghi vince
l’Act 8 ma interrompe il ‘filone’ vincente che durava dall’inizio
della stagione 2005. Passato il timone in mano ad Ed Baird, uno dei tre timonieri
titolari del Sindacato elvetico, la barca svizzera vince 9 match di seguito,
dando, contemporaneamente, una lezione di alta vela, per la perfetta e scientifica
esecuzione delle manovre. Nella giornata conclusiva, quando a separarlo dalla
vittoria mancavano solo due match, succede l’imprevedibile: il Defender
della 32ma America’s Cup perde con K-Challenge e subito dopo, con BMW
ORACLE Racing. Queste due sconfitte rimescolano la classifica e lo pongono a
9 punti parimerito con Emirates Team New Zealand, Luna Rossa e BMW ORACLE Racing.
In virtù della formula di spareggio, però, Alinghi vince l’Act
8.
Al secondo posto, con 9* punti, c’è Emirates Team New Zealand.
I kiwi perdono sia contro Alinghi sia contro K-Challenge. C’è qualcosa
che non gira per il verso giusto nel team neozelandese. Grant Dalton è
certo che si tratti della barca troppo lenta e troppo poco competitiva nei confronti
del resto della flotta. Certo è che i kiwi, forse pressati da questo
handicap, hanno anche commesso degli errori di tattica e di manovra sorprendenti
per una squadra del loro livello.
Terza, con 9* punti, c’è Luna Rossa Challenge che, per la prima
volta dall’inizio della stagione 2005, ‘scapola’ la quarta
posizione nella serie di match racing. Sull’acqua il team italiano perde
soltanto contro ETNZ (perché nel match contro Alinghi si ritira per un
problema alla randa), battendo magnificamente – e rischiosamente - USA
76. Una sconfitta sola quindi, ma che brucia perché comporta l’addio
alla vittoria dell’Act 8 e, soprattutto, perché era evitabile.
“Rimpiangerò per sempre quella vittoria sfumata”, ha commentato
il tattico Charlie Mckee, “Non posso non pensare al significato che avrebbe
avuto una vittoria per tutti i fan italiani”. Luna Rossa ha dato il meglio
di sé con vento medio e in poppa.
Quarti con 9* punti, paradossalmente sono gli americani di BMW ORACLE Racing,
gli unici, tra i Big Four, ad aver battuto il Defender. Due i match persi dal
Challenger of Recod, uno contro Luna Rossa e l’altro contro ETNZ. Dickson
si inchina malvolentieri alle regole, impietose, dello spareggio ma non ha da
biasimare equipaggio e barca.
Aller la France
Quinto, con 7 punti, c’è il team rivelazione dei Trapani Louis
Vuitton Acts, K-Challenge. Il team francese guidato da Thierry Peponnet ha concluso
la settimana di match race con la storica vittoria su Alinghi, in una giornata
difficile per i continui salti di vento e con la seconda barca più vecchia
della flotta. “È una vittoria che inorgoglisce, specialmente perché
conquistata con fatica”, ha commentato Dawn Riley Team Manager. K-Challenge
ha vinto più match di qualsiasi altro team classificatosi quinto quest’anno.
Se sommiamo le vittorie di Trapani con le tre di Valencia, e le quattro di Malmö
vedremo che è il team che più è cresciuto, in termini di
risultati ottenuti. Inoltre, K-Challenge si è ritirata da due match,
di cui uno probabilmente alla sua portata (Team Shosholoza).
Sesto, con sei punti c’è il team svedese Victory Challenge che
recupera egregiamente le deludenti prestazioni di Malmö, dopo essere tornato
a correre con SWE 63.
Settimo*, con quattro punti, c’è 39 Challenge. Il team gardesano
non riesce a bissare il successo di Malmö e spreca importanti occasioni
per evidenti errori di manovra. Percy, sapendo di non poter contare sulla velocità
della barca (la più vecchia della flotta) o sull’attrezzatura ormai
datata, si gioca tutto in partenza e vince anche due match nelle condizioni
di vento leggero, quelle più pericolose.
Ottavo*, con quattro punti c’è Desafío Español 2007,
che perde tre punti rispetto alla posizione di Malmö e lo spareggio con
+ 39 Challenge.
Nono* con tre punti, c’è Mascalzone Latino Capitalia Team. Se il
sindacato di Vincenzo Onorato può andare ben orgoglioso della sua bella
vittoria su K-Challenge, sarà invece amareggiato dalla sconfitta subita
per mano tedesca. Il team partenopeo perde due posizioni rispetto alla Svezia.
Decimo*, con tre punti, c’è Team Shosholoza che invece a Trapani
ha trovato la grinta per la riscossa. Il nuovo layout in pozzetto (con Ian Ainslie
e Dee Smith) porta il team sudafricano a quota tre vittorie.
Undicesimo con due punti, c’è United Internet Team Germany mentre
China Team chiude la classifica con un punto. Il sindacato tedesco, forse afflitto
da problemi gestionali a terra, non trova la concentrazione in acqua per far
bene. China Team è ancora in cerca delle risorse finanziarie per mettere
a punto barca e attrezzature.
* Spareggio
-Una questione di chimica.
Alla vigilia della regate di flotta del Louis Vuitton Act 9, in programma nelle acque di Trapani dal 7 al 9 ottobre, che vedranno nuovamente impegnato Mascalzone Latino-Capitalia Team, Vincenzo Onorato riflette sulla “chimica” di un team che si prepara all’America’s Cup.
“È da poco che lavoriamo, però dobbiamo anche riportare
la validità di questi atti e quello che nella realtà rappresentano”
-sottolinea Vincenzo Onorato- “La grossa valenza di questi Atti è
la possibilità di fare regate ufficiali, confrontarsi con gli altri team
e provare, capire…”.
“Noi abbiamo provato diverse configurazioni tecniche” -prosegue
Onorato- “ed alcune formazioni d’equipaggio. Dal punto di vista
tecnico abbiamo fatto prove che hanno dato buoni risultati e altre meno. Ma
c’è stato un progresso nella velocità della barca.
E abbiamo provato diverse formazioni in barca, pozzetto compreso, ovviamente
cercando di non stravolgere l’impostazione iniziale perchè grandi
stravolgimenti non portano mai a grandi risultati… La storia della Coppa
lo insegna: quando è stato si è stravolto l’equipaggio durante
le regate, il team che lo ha fatto non ha mai vinto…
Tutto questo per arrivare a quella che io definisco la “chimica”
dell’equipaggio, che si raggiunge solo nel tempo… Nell’equipaggio
vincente c’è un’ispirazione, un’energia che passa attraverso
i propri uomini, fatta di fede e fiducia negli altri membri della squadra che
porta la barca a vincere. Ed è la stessa chimica che ritengo stia cercando
Alinghi provando diverse configurazioni e diversi timonieri…”.
ML: Quanto è difficile creare un team di Coppa America?
VO: “È difficile ma non è una missione impossibile. Nella realtà i velisti, e i nostri in particolare, vengono da esperienze diverse da quelle della Coppa. La Coppa per certi aspetti ha delle componenti molto noiose: si lavora incessantemente tutti i giorni con delle prove e allenamenti sfibranti, stando sempre tutti insieme. Ecco perché la vita di un team di Coppa America è così complicata… Team formati da anche 100 persone, due o più anni di vita in comune, lontani da casa, un lavoro incessante per guadagnare secondi nelle manovre e decimi di nodi di velocità… È certo diversa dalle esperienze che gli altri velisti fanno nella loro vita. Di solito affrontano da una a due settimane di regata al mese e poi via su un’altra barca, in un altro posto, magari con un altro equipaggio. Invece quelli che vanno sulle classi olimpiche lavorano per anni, ma sempre in due, al massimo in tre…”.
ML: C’è anche un problema di lingua e di culture. In realtà
la Coppa America è fatta da equipaggi internazionali…
VO: “L’unica possibilità che si ha per creare un equipaggio vincente è quella di avere in assoluto i migliori talenti a bordo… Quindi è ovvio che gli equipaggi siano tutti internazionali… Nel nostro caso però gli italiani sono la componente principale a bordo: abbiamo un gruppo di uomini che ruotano intorno a Vasco e Flavio che sono davvero formidabili…”.
-Interviste: Senatore Antonio d'Alì.
Il Senatore Antonio d’Alì è Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno. Siciliano di Trapani, è lui che ha lavorato per rendere i Trapani Louis Vuitton Acts una realtà, ed è a lui che chiediamo un bilancio dopo cinque giorni di regate.
Centosettantacinquemila persone nell’arco del week-end, una città
stregata dall’America’s Cup e un evento che trova, a Trapani, la
consacrazione del successo. Si aspettava un bilancio così positivo?
Gli Acts non sono ancora finiti ma il bilancio provvisorio è straordinario
e le cifre riportate, si riferiscono soltanto al flusso nell’America’s
Cup Park: se contiamo anche il pubblico sulle isole o in barca, aumentano. Soltanto
nella giornata di sabato, è come se Trapani avesse raddoppiato la sua
popolazione!
Un enorme sforzo logistico, cui la ‘machina organizzativa’ messa
in piedi dalla Protezione Civile ha retto benissimo.
“Non è stato semplice ma la città ha fatto fronte all’evento
in maniera eccellente, considerando che non si era mai verificato un afflusso
del genere e così concentrato. Certo, qualche intoppo al traffico era
da mettere in preventivo ma in complesso, la situzione è scorrevole.
Qual è la cosa che l’ha colpita di più?
Vedere le barche di Coppa America sfilare tra le Isole Egadi è uno spettacolo
che non dimenticherò più. E poi la gente che segue le regate in
mare anche sotto la pioggia, gli applausi, la fila per entrare nell’AC
Park, i commenti sulle manovre al bar: incredibile.
Che cosa risponde a chi era scettico nei confronti di Trapani?
Le cifre e i fatti parlano da soli. Sono contento di aver meritato la fiducia
che mi era stata accordata. Credevo nel mio progetto ma nello stesso tempo dovevo
convincere altri della sua validità. Posso dire di aver vinto la mia
scommessa. Ma non sono il solo a meritare l’applauso; tante altre persone
hanno lavorato bene e sodo per arrivare a questo punto, il Sindaco Girolamo
Fazio, primo fra tutti.
Che cosa succederà adesso?
Per le regate di flotta attendiamo ancora più persone e ci stiamo attrezzando
per essere pronti.
I team sono preoccupati che gli equipaggi sforino il peso previsto dal regolamento...
È colpa dei nostri cannoli e delle ‘busiate alla trapanese’!
Che cosa rimarrà dei Trapani Louis Vuitton Acts, finito l’evento?
Le regate di America’s Cup rimaranno nella memoria collettiva ma, cosa
ancora più importante, rimarranno le dighe foranee, le nuove banchine,
il restauro del cantro storico, le antiche mura ritrovate, le strade e, soprattutto,
la consapevolezza che Trapani può diventare il centro di riferimento
per la nautica in Mediterraneo. Il progetto della scuola internazionale di vela
a Favigana procede e ha trovato moltissimi consensi, anche tra i capi dei sindacati
e gli stessi equipaggi.
Progetti per il 2006?
Stiamo lavorando per organizzare un importante evento di match racing e, grazie
all’esperienza dei Louis Vuitton Acts, avremo molte adesioni.
Personalità, Vip, concerti e tanti eventi correlati. Che altro ci dobbiamo
aspettare?
Le sorprese non sono finite. Ci sarà ancora un mega concerto (ma l’artista
è segreto) mentre ieri c’è stato l’incontro di calcio
benefico tra Nazionale Velisti e Nazionale Attori, ma io non ho potuto giocare
perché mi sono ferito un piede.
Che ruolo avrebbe avuto?
Il mio preferito, mediano di spinta!
-Storie di coppamerica: a chi il timone?
Uno dei problemi di Alinghi ( se proprio si può chiamare problema) è
quello di avere tre timonieri molto forti, tutti capaci di portare la barca
svizzera alla vittoria. Il calendario di regate del 2005, ha offerto la possibilità
al team di Ernesto Bertarelli di provare differenti composizioni dell’equipaggio:
Peter Holmberg ha impugnato la ruota del timone a Valencia, Jochen Schuemann
a Malmö, ed Ed Baird qui a Trapani.
Baird è l’ultimo dei tre arrivato nel team, dopo essere restato
lontano dalle regate dell’America’s Cup per qualche tempo. Come
gran parte degli uomini del pozzetto di Alinghi, non è più molto
giovane ma, come si sa, in questo sport l’esperienza conta molto.
Abbiamo chiesto a Ed Baird quale sia, secondo lui, l’età ideale
per un timoniere di America’s Cup. Con un sorriso beffardo, ci ha risposto:
“Spero che sia tra i 47 e i 48 anni! Buddy Melges, nel 1992, ha vinto
la Coppa quando ne aveva cinquanta suonati”. Baird sente che può
ancora dare il meglio di sé: “Sto migliorando ogni giorno di più,
perché rispetto ai miei compagni sono molto indietro, in fatto di esperienza.
Sono ormai passati quasi sei anni da quando disputavo regate di America’s
Cup. Ogni giorno che passa rispolvero le mie abilità e mi godo il piacere
di essere di nuovo in pista”.
Imparando dalla televisione
L’ultima edizione dell’America’s Cup, ad Auckland, Ed Baird
l’ha guardata in TV nel ruolo privilegiato di commentatore. “Mi
dispiace non essere stato tra i protagonisti in acqua, ma devo dire che, commentando
le regate per la televisione, ho imparato molte cose e non mi dispiace affatto
aver fatto quel lavoro. Ho osservato con più attenzione e da un nuovo
punto di vista gli aspetti organizzativi dei team, le composizioni dei loro
gruppi e le figure di spicco di ogni equipaggio. E’ stato davvero interessante”.
Tuttavia, dovendo scegliere tra fare il commentatore televisivo e timonare la
barca più forte del mondo, Baird non ha bisogno di pensarci due volte.
Lo affascina la dedizione e l’entusiasmo del suo team: “Quando finiamo
la regata, i ragazzi dell’equipaggio iniziano a parlare di cosa è
andato bene e di cosa non ha funzionato, ma mai di andare in spiaggia a riposarsi.
E’ fantastico stare nel bel mezzo di tutto questo e mi sento fortunato
quando mi viene data l’occasione di timonare”.
Ovviamente, Baird ancora non sa se timonerà Alinghi nel 2007. Bisognerà
vedere chi, dei tre potenziali timonieri, troverà il miglior affiatamento
con gli altri uomini del pozzetto, in modo particolare Brad Butterworth, il
tattico “intoccabile”.
Peter Holmberg non nasconde la sua voglia di diventare il timoniere titolare:
“E’ un desiderio naturale; qualsiasi sportivo vuole sempre gareggiare.
Però, noi abbiamo stretto un patto: mettere il team davanti a tutto.
Questo significa che io sarò sempre contento, su un gommone, al timone
o come stratega. Io voglio vincere, non mi interessa perdere con un timone in
mano”.
-LE REGATE DI FLOTTA CONCLUDERANNO LA STAGIONE 2005 DELLA 32MA AMERICA'S CUP
I dodici team partecipanti alla 32ma America's Cup sono pronti per affrontare
l'ultima 'fatica' della stagione, le regate di flotta del Trapani Louis Vuitton
Act 9.
Al termine delle regate, conosceremo il vincitore del Campionato Louis Vuitton Classe America's Cup 2005, eletto in base alla somma dei risultati complessivi di tutti gli Act dell'anno.
Il Defender dell'America's Cup, Alinghi, è sempre in testa, con un margine di 8 punti su Emirates Team New Zealand e su Luna Rossa e di 9 su BMW ORACLE Racing. Ma il realtà il campionato è ancora aperto e i risultati giornalieri possono davvero scompigliare le posizioni.
"Vogliamo vincere e terminare l'anno con un buona pagella", ha detto Brad Butterworth, tattico su Alinghi, a proposito delle regate finali. "Mi piacciono le regate di flotta, credo che aggiungano davvero qualcosa. Non è affatto semplice girare per primi la boa. Adoro questo formato".
"Tutto procede secondo il programma e siamo pronti per regatare", dice Tim Kröger, a proposito dell'incidente avvenuto a Team Shosholoza mentre rientrava alla base a traino. "Abbiamo urtato contro una secca ma non abbiamo avuto problemi strutturali. Abbiamo cambiato alcuni perni della chiglia per essere sicurissimi e siamo pronti a dare battaglia".
Gli organizzatori della 32ma America's Cup hanno comunicato le date provvisorie per gli eventi del 2006.
La stagione 2006 conterà tre Louis Vuitton Acts che si correranno tutti a Valencia, Spagna. Le regate inizieranno il giorno 11 di maggio con il Valencia Louis Vuitton Act 10 (evento di 6 giorni a match racing). Seguirà immediatamente l'Act 11, formato di flotta, dal 19 al 21 maggio.
La stagione si concluderà con il Valencia Louis Vuitton Act 12, evento a match race composto da un round robin, semifinali, e finale. L'Act 12 inizierà il 22 giugno e si concluderà il 2 di luglio.
-TRAPANI LOUIS VUITTON ACT 9 – PROGRAMMA:
venerdi 7 ottobre - 2 regate di flotta
sabato 8 ottobre - 2 regate di flotta
domenica 9 ottobre - 1 regata di flotta
( da: americascup.com; mascalzonelatino.it)
Sport, 2005-10-05