32ma America's Cup.



CLASSIFICA DOPO GLI ATTI SVEDESI


Il sito della Challenger Commission (www.challengercommission.com) ha pubblicato l'attuale classifica dopo gli Atti di Malmo con il punteggio fino ad ora guadaganto da ogni singolo Challenger. "+39" occupa una più che brillante quinta posizione a riddosso dei Top team. Qui di seguito riportiamo la graduatoria completa.

1 - BMW ORACLE Racing (USA), 41 Ranking Points (4 Bonus Points)

2 - Emirates Team New Zealand (NZL), 40 (3)

3 - Luna Rossa Challenge (ITA), 40 (3)

4 - Desafio Espanol (ESP), 30 (3)

5 - +39 (ITA), 24 (2)

6 - Mascalzone Latino Capitalia Team (ITA), 24 (2)

7 - K-Challenge (FRA), 23 (2)

8 - Victory Challenge (SWE), 22 (1)

9 - United Internet Team Germany (GER), 15 (1)

10 - Team Shosholoza (RSA), 9 (1)

11 - China Team (CHN), 6 (1)

-Favini: Qualche punto in meno
Flavio Favini, 43 anni di Luino, é il timoniere di Mascalzone Latino Capitalia Team. Questa é la sua seconda campagna di America’s Cup, dopo quella disputata ad Auckland nel ruolo di tattico, sempre a bordo della barca del team di Vincenzo Onorato. In carriera, ha vinto otto titoli mondiali e due europei, in differenti classi. La sua esperienza, infatti, spazia dalle derive alle classi d’altura.

Qualé il tuo bilancio sui risultati di Mascalzone Latino Capitalia Team nei match race del Louis Vuitton Act di Malmö?
Abbiamo fatto qualche bella regata e qualche altra meno. Abbiamo subito un po’ di incidenti che non avremmo dovuto avere e, a causa di queste rotture, abbiamo perso alcuni punti. Onestamente, il nostro bilancio poteva essere un po’ migliore.
 
Quali sono le regate dove pensate di avere perso punti per la classifica?
Il primo giorno ci siamo ritirati due volte. Quelli con gli spahnoli e con Luna Rossa Challenge sarebbero certamente stati due match difficili, ma non impossibili da vincere, dato che avevamo fatto due buone partenze e, quando si sono verificate le rotture alla randa, in entrambe le occasioni, eravamo ancora in regata. In effetti eravamo un po’ indietro rispetto ai nostri avversari, ma ancora in una posizione tale da potercela giocare. Invece, contro +39 Challenge, purtroppo abbiamo commesso noi un errore un po’ elementare. Peccato, perché in quel momento eravamo avanti noi. Insomma, tra queste tre regate, un punto poteva anche saltare fuori.
 
In attesa delle regate di flotta, quali sono, invece, gli aspetti positivi della vostra prestazione in questa prima fase delle regate di Malmö?
La prima, é che abbiamo cominciato a regatare con 25 nodi; prima non ci era mai capitato, perché da quando abbiamo cominciato a lavorare per questa campagna non avevamo ancora mai incontrato queste condizioni di tempo. Tutto sommato, non ci siamo comportati male. Anche contro Alinghi abbiamo disputato una regata del tutto onesta, poi chiaramante loro ci hanno salutati, perché sono piú veloci. Noi, però, per il vento che c’era, abbiamo portato la barca bene. Questa per noi é un’ulteriore esperienza sulla strada che ci porterá all’America’s Cup, quindi il bilancio in questo senso é senz’altro positivo. Una settimana di regate in un Louis Vuitton Act, vale come cnque mesi di allenameno da soli.
 
State provando nuove soluzioni nella composizione dell’equipaggio?
Qui a Malmö ho sempre timonato io, mentre a Valencia le partenze le faceva Hamish Pepper. Stiamo sperimentando nuoe idee, anche perché la mia esperienza di match race é molto limitata rispetto alla concorrenza. Chiaramente, in partenza, non sono ancora proprio il massimo, ma mi sto allenando. Vedremo come decideremo di andare avanti, avendo in mente un unico obiettivo: quello di fare andare bene Mascalzone Latino Capitalia Team.
 
La comunicazione a bordo come va?
Anche questo aspetto va ancora perfezionato. Tra me e Vasco Vascotto non ci sono problemi, ma una barca dell’America’s Cup non si porta in due persone come una deriva, quindi dobbiamo ancora migliorare la comunicazione a bordo con il resto del gruppo. Tuttavia, il nostro equipaggio é composto quasi interamente da persone che hanno giá regatato tante volte sia cone me sia con Vasco, quindi non ci saranno problemi.
 
La differenza di velocitá tra le barche, limita in alcuni il casi il lavoro al solo allenamento degli equipaggi?
Durante gli Acts il nostro obiettivo é quello di portare a casa il maggior numero di spunti tecnici possibile. Lavoriamo vicino a tutti gli altri team come non mai, quindi bisogna cercare di capire cosa, di diverso e di buono, gli altri fanno rispetto a noi. Per quel che riguarda la velocitá della nostra barca, non ci lamentiamo. Chiaramente, speriamo che quella che vareremo per l’Amrica’s Cup sará molto migliore.
Andrea Falcon


-Spithill: orgoglioso di Luna Rossa Challenge
James Spithill, 26 anni di Sydney, é il timoniere di Luna Rossa Challenge. L’australiano é alla sua terza campagna, dopo le sfide del 2000 con Young Australia (quando é diventato il piú giovane velista ad avere timonato in una regata di America’s Cup) e del 2003 con One World. Prima ancora di essere ingaggiato dal sindacato guidato da Francesco De Angelis, Spithill era giá conosciuto in Italia, grazie ai successi nelle regate del circuito di match race come la Pedrini Cento Cup del lago di Garda, il Blu Rimini Match Race, il Trofeo Roberto Trombini di Marina di Ravenna e la Nations’ Cup di Trieste.

Come consideri il quarto posto di Luna Rossa Challenge nel Louis Vuitton Act 6 di Malmö?
Abbiamo fatto un altro passo avanti verso l’America’s Cup del 2007. Tutte le regate degli Acts servono al team per fare esperienza e imparare nuove cose. Per quel che mi riguarda, sono molto contento di affrontare la fase di apprendimento ora. Meglio sperimentare nuove idee e sbagliare adesso che fra due anni. Sappiamo che abbiamo molto lavoro da fare, ma siamo concentrati sul futuro.
 
Pensando al Louis Vuitton Act 6 fine a se stesso, e non come a una tappa di avvivinamento alla 32ma America’s Cup, ti ritieni sempre soddisfatto?
No. Onestamente, non sono contento della mia prestazione personale. Il team ha manovrato bene e ha dimostrato di avere una grande dimestichezza con la barca, portandola sempre ai massimi livelli. Per quel che mi riguarda, potevo comportarmi sicuramente meglio, ma sono contento di fare parte di un gruppo molto competitivo che sa trarre insegnamenti da ogni regata.
 
Come mai, un timoniere con la tua esperienza, che si allena per il match race tutti i giorni, incappa in una settimana storta di regate?
Se guardi la lista dei concorrenti, ti rendi conto che il livello é veramente elevato. Inoltre, le prestazioni delle barche sono parecchio differenti, quindi in alcuni match sei costretto a prendere dei rischi in partenza, che non sempre ti ripagano; anzi, in alcuni casi, si rivelano controproducenti.
 
A che punto sono i vostri esperimenti?
Abbiamo un ottimo equipaggio che, però, stiamo ancora costruendo per farlo diventare piú forte; per questo continuiamo a far ruotare diverse persone a bordo. Per quel che riguarda le barche, il lavoro non termina mai. Concluderemo i Louis Vuitton Acts di quest’anno con le barche vecchie, dalle quali stiamo ancora imparando cose nuove. Ci sono tanti aspetti che dobbiamo apprendere mentre aspettiamo che sia pronta la barca nuova per la prossima stagione.
 
Ci sono delle persone dell’equipaggio che sono ormai insostituibili nel loro ruolo?
No, il lavoro di rotazione riguarda tutti. Durante gli Acts, praticamente ogni ruolo é stato ricoperto da piú di una sola persona. Poter cambiare elementi a bordo, senza compromettere la prestazione della barca, costituisce un punto di forza per un team.
 
Come ti senti ad affrontare la tua terza sfida di America’s Cup?
Mi sto divertendo. Sto lavorando con un gruppo eccezionale; non mi riferisco solo ai compagni dell’equipaggio, ma a tutto il team dei progettisti, ai velai e allo shore team. Abbiamo molte risorse e siamo tutti molto uniti.
 
Che sensazioni provi a essere un australiano al timone di una barca italiana?
Apprezzo molto tutto il sostegno che ricevo dai tifosi italiani. Mi rendo conto della loro passione, soprattutto quando andiamo a regatare negli eventi di match race che si disputano in Italia. Sono sempre tutti molto calorosi e io mi sento orgoglioso di rappresentare Luna Rossa Challenge.
Andrea Falcon


Un inglese al timone di +39 Challenge
L’inglese Iain Percy, 29 anni di Southampton, e’ il timoniere di +39 Challenge. E’ stato la prima scelta del selezionatore Luca Devoti, del quale e’ stato per anni grande avversario nella classe Finn. Percy e Devoti, infatti, hanno vinto rispettivamente la medaglia d’oro e d’argento con il singolo olimpico ai Giochi di Sydney 2000. Percy sta regatando ai Louis Vuitton Acts di Malmö, con in tasca la fresca vittoria del titolo europeo Star.

Cosa si prova a tornare alle regate dell’America’s Cup subito dopo avere vinto l’Europeo della classe Star?
E’ stato divertente staccare per un po’ dalla routine dell’America’s Cup e tornare a regatare su una barca piccola con due sole persone d’equipaggio. Vincere e’ stato bello, ma ora sono contento di essere tornato a lavorare con il mio team, con maggiore convinzione ed entusiasmo.
 
Durante i prossimi anni porterai avanti sia la campagna di America’s Cup, sia quella olimpica?
Il mio impegno primario e’ quello con +39 Challenge, ma quando avro’ del tempo libero non perdero’ l’occasione di andare a regatare con la Star, tanto per non perdere “il manico”. Dopo tutto ci sono vantaggi in tutte e due le direzioni a passare dalle classi olimpiche alla barche dell’America’s Cup e viceversa.
 
Con l’arrivo di Ian Walker nel ruolo di tattico, l’equipaggio di +39 Challenge e’ ora composto da “menti inglesi” e da “bracce italiane”?
No, non e’ cosi’. Su queste barche e’ necessario avere buone menti in ogni ruolo. A bordo abbiamo un buona miscela di nazionalita’, non ci sono divisioni. Certo, tutti parlano inglese, ma noi ci stiamo impegnando a imparare l’italiano. Vicino a me non c’e’ solo Ian Walker, ma anche Ganga (Gabriele Bruni) e con lui ci capiamo al volo.
 
Quindi, sulla vostra barca, la comunicazione non e’ un problema?
Quando ci sono problemi di comunicazione a bordo, non e’ mai a causa delle diverse lingue che si parlano. Tuttavia, io voglio imparare l’italiano e questo inverno prendero’ delle lezioni. Credo che sia importante parlare con i propri compagni di squadra anche nella loro lingua madre. Almeno un po’.
 
Rispetto a Valencia siete molto migliorati. Siete contenti dei risultati che state ottenendo qui a Malmö?
Siamo felici di avere battuto alcuni team che hanno piu’ esperienza di noi e che, almeno sulla carta, sembrano piu’ forti. Pero’, non e’ cambiato nulla. Dobbiamo ancora percorrere molta strada. Tutti noi, me compreso, dobbiamo lavorare tanto per migliorare le manovre su una barca cosi’ grande e la nostra abilita’ nel match race. Tuttavia, i risultati ottenuti fino a ora sono incoraggianti.
 
Dopo Malmö andrete a regatare a Trapani. Voi di +39 Challenge vi siete gia’ allenati nella zona dove sara’ situato il campo di regata. Quali sono le sue caratteristiche?
Ci siamo allenati a Trapani per una settimana, ma con le barche piccole. Mi sembra una bella zona per regatare: le condizioni meteo dovrebbero essere caratterizzate dal vento forte, ma anche dalla brezza di mare, ancora presente nelle giornate di fine estate.
Andrea Falcon

da: americascup.com, mascalzonelatino.com, lunarossachallenge.com, piu39challenge.it

Sport, 2005-09-10