32ma America's Cup.
-Newton era un Mascalzone?
A Malmo si racconta che i team e gli stazzatori hanno avuto una bella sorpresa
quando, al momento di misurare le barche, hanno notato che molte pesavano più
del previsto.
E se pur c’è la tendenza a utilizzare il peso massimo consentito
dalla Regola per migliorare la stabilità, superarlo –se pur di
poco- significa uscire di stazza.
Del problema si sono accorti anche i tecnici di Mascalzone Latino e, postasi la domanda, hanno trovato rapidamente la risposta. Dove? Su Internet. Come? Riflettendo seriamente sul problema. E, pur senza volerlo, hanno aiutato anche il comitato degli stazzatori a venire a capo del dilemma.
In fondo, infatti, si trattava semplicemente della storia della forza di gravità!
I Mascalzoni –guidati da Silvio Arrivabene e Harry Dunning- controllando,
hanno infatti potuto verificare una differenza di forza di gravità tra
Valencia e la Svezia.
Una complessa formula matematica conferma quello che i tecnici di Mascalzone Latino avevano già intuito, cioè che alla latitudine di Malmo (55,36 N) ci si aspettava un aumento di circa 50 chili in più per le barche!
Il peso, infatti, è il prodotto della massa per l'accelerazione di gravità
e questa varia, sia pure di poco, a seconda delle rocce circostanti e sottostanti,
della latitudine, dell'altezza sul livello del mare, eccetera. All'equatore,
per esempio, il peso è 1,5 per cento in meno che al polo.
La forza di gravità cambia con la latitudine e più a Nord si va,
più il suo effetto si intensifica.
Normalmente si tratta di cambiamenti minimi ma quando come in questo –in
cui si parla di barche che pesano circa 24 tonnellate- la differenza diventa
importante.
-Mascalzoni in festa.
Prima di cominciare a regatare, tutti gli equipaggi si sono dati appuntamento
all'ormai tradizionale Crew Party, del quale -ma è il caso di dirlo?-
i nostri Mascalzoni sono stati tra i più vivaci protagonisti.
-Vasco Vascotto da Malmo dice che…
“Da Valencia a Malmo abbiamo cercato innanzitutto di capire quali sono
i nostri punti deboli- riassume Vascotto. Siamo in una fase molto importante
della nostra preparazione, in quanto stiamo valutando come sarà- e soprattutto
come vorremmo sia- la nostra nuova barca.
E poi ci siamo allenati nel match race… e adesso siamo a Malmo pronti
a vedere cosa abbiamo imparato in quest’ultimo periodo”.
ML: Disponendo di due barche, come mai continuate a regatare con Ita 77?
VV: “La 77 è una barca che abbiamo ottimizzato meglio rispetto alla 66. Ci sembrava la barca più affidabile, anche dal punto di vista dell’attrezzatura. E poi era già stata stazzata, quindi non correvamo nessun tipo di rischio”.
ML: Per quanto riguarda il “mezzo”, ora ti senti all’altezza
degli altri?
VV: “Devo ricordare che, nel nostro caso, le barche sono frutto del lavoro
fatto da un team precedente… sono infatti le barche di Dennis Conner…
e noi non possiamo certo far diventare larga una barca stretta!
La barca di Capitalia verrà fuori dal lavoro fatto in questo mesi: posso
solo confermare che stiamo appunto lavorando in modo tale da avere la barca
giusta quando più servirà... Anzi, di barche ne costruiremo due”.
ML: Tu stai regatando molto ottenendo notevoli risultati nella classe TP52.
Serve -e quanto- per un team di Coppa America correre con altre barche?
VV: “Innanzitutto significa misurarsi contro dei personaggi che si sono dimostrati vincenti soprattutto in Coppa America. Navigare contro Russell Coutts, come avviene nel caso dei TP 52, oltre a essere stimolante è anche molto importante per l’apprendimento di ogni singolo velista. Senza dimenticare Paul Cayard e tutti gli altri che stanno regatando appunto nei TP 52 in questo momento. Per noi è stato molto utile soprattutto prendere coscienza delle nostre capacità veliche. Per sapere che se navighi bene arrivi davanti, se navighi male arrivi dietro, al di là del nome. Il nome, nel momento in cui parti, non conta più niente, come il curriculum. La vela è uno sport fatto così”.
ML: Dal punto di vista tecnico –sviluppo delle vele, delle barche, dettagli,
novità- il fatto di correre su una classe come il Tp 52, può servire
per sviluppare qualcosa anche in Coppa America?
VV: “Assolutamente sì, tra i progettisti dei TP52 ce ne sono alcuni che lavorano anche per la Coppa America, e certe idee le possono già in parte sviluppare, o mostrare, in barche come quelle”.
ML: Ora ricominciate incontrando proprio il primo giorno Luna Rossa…
VV: “Onestamente questo non mi provoca nessun tipo di effetto…. Abbiamo fatto tante regate di allenamento contro altri team e mi fanno sempre lo stesso effetto. Luna Rossa non è l’obiettivo di Mascalzone Latino e non deve esserlo. Così come Mascalzone Latino non dev’essere allo stesso modo l’obiettivo di Luna Rossa. Se si hanno la volontà e la necessità di vincere certe manifestazioni importanti, non può essere uno scontro uno contro uno”.
ML: Parliamo del pubblico. Che ritorno avete avuto voi Mascalzoni? Come siete
stati accolti?
VV: “Sembra bene, nel senso che “a pelle” ho sentito che tutti quanti sono felici che Mascalzone Latino sia tornato e tutti quanti si sono resi conto che qualcosa è cambiato. Dobbiamo comunque tenere i piedi per terra… siamo comunque giovani, comunque inesperti, comunque un team che non ha un budget astronomico… Siamo gente che ha voglia di andare a lottare e cercare di vincere. E, cercare di vincere, non vuol dire esser presuntuosi. Ho detto cercare, non ho detto che andiamo a vincere”.
ML: Parliamo dell’equipaggio. Chi sarà a bordo, in quali ruoli,
ci saranno delle rotazioni?
VV: “L’equipaggio per Malmo è formato da un numero considerevole di velisti, li abbiamo portati con noi praticamente quasi tutti. Questo perché credo ciecamente nel fatto che ognuno di noi abbia la necessità di dare del tu a tutti i personaggi che ci troveremo di fronte nella prossima Coppa America. Quindi è importante che ognuno prenda coscienza del proprio valore e del fatto che i nostri avversari sono uomini e non miti…”.
ML: Tu alla tattica, Favini al timone?
VV: “Di base sì, ma non escludiamo cambiamenti. Anche io voglio entrare nelle rotazione, perché c’è la necessità che se un giorno Vascotto non sta bene, a fare il tattico sia pronto qualcun’altro. È questo quindi il momento perfetto per allenarci, per fare dei cambiamenti, per immaginare situazioni nelle quali potremmo trovarci repentinamente… non dobbiamo correre il rischi di finire KO per un raffreddore o un mal di denti…”.
ML: Secondo te qual è il vero punto forte di Mascalzone Latino?
VV: “Il vero punto forte è il fatto che se stasera vieni a cena con noi, ci trovi tutti e quanti insieme. Il punto di forza è comunque aver passato dei momenti di difficoltà nella nascita di questo team, cosa che non tutti gli altri hanno avuto…”.
ML: Ora il team è diventato molto più internazionale, si sta creando
quindi un modo di pensare diverso?
VV: “Secondo me è rimasto un team italiano e gli stranieri stanno diventando italiani. Sono ragazzi intelligenti che si sono integrato benissimo con noi, e noi con loro. Stanno diventando italiani, latini. Stanno accettando certe regole mediterranee che per un anglosassone di solito sarebbero difficili da superare. Stiamo benissimo assieme e anche se il team è multinazionale lo sentiamo tutto italiano”.
ML: Cosa ti aspetti da questi due atti?
VV: “In termini di punteggio non mi aspetto assolutamente niente. Non è fondamentale cercare di fare un grande risultato ora. Non è il mio obiettivo e non dovrebbe essere l’obiettivo del nostro team. Abbiamo la fortuna di avere tanti occhi per guardare gli altri team che stanno lavorando. Dobbiamo cercare di essere molto intelligenti per rubarne i segreti più nascosti e cercare di fare un altro salto in avanti”.
ML: Partite comunque da una quinta posizione che molti vi invidiano…
VV: “Abbiamo navigato “da quinti” e siamo arrivati quinti.
Dobbiamo dimostrare ogni volta che possiamo navigare meglio e cercare di fare
meglio, o -se navigheremo peggio- magari è una fortuna in questo momento.
Cerchiamo di sbagliare adesso. Così, quando servirà, magari navigheremo
meglio”.
-DA DOMANI SI CORRE.
E' iniziato il conto alla rovescia per gli atti 6 e 7 della Louis Vuitton Cup
che si correranno sul mare svedese, nel tratto di mare compreso tra Svezia e
Danimarca. "+39", il consorzio che difende i colori del Circolo Vela
Gargnano e che porta sulle vele i nomi di Regione Sicilia, Fondiaria-Sai e Sergio
Tacchini, ha lavorato a lungo testando nuove vele e l’ultimo arrivo nell'equipaggio,
l'inglese Ian Walker (due argenti alle Olimpiadi). Le regate avranno inizio
nella tarda mattinata di giovedì 25 agosto e "+39" affronterà
i francesi di "K-Challenge", l'ex New Zealand del 2000, condotta dall'oro
olimpico del 4.70 Thierry Pepponet. Nella seconda prova della giornata "+39"
si troverà di fronte gli americani di "Bmw-Oracle", gruppo
dal budget illimitato, animato da Larry Ellison, e una serie infinita di skipper
come Dickson, Brady, Pace, Kostecki. Sabato e domenica sono in programma i due
derby italiani, prima con "Mascalzone Latino", quindi con "Luna
Rossa Challenge". "Le tappe di Malmo-Skane e Trapani concluderanno
- spiega il team manager Cesare Pasotti - la prima fase di conoscenza del mezzo
e dei segreti del Match-race in Coppa America per un gruppo di velisti in massima
parte proveneinti delle categorie olimpiche. Ai primi del 2006 arriverà
la prima barca firmata da Giovanni Ceccarelli e tutto il lavoro dovrà
essere rivolto alla messa a punto di quello scafo".
-I Malmö-Skåne Louis Vuitton Acts si aprono con la conferenza stampa
dei 12 Skipper.
Come da tradizione, tocca alla conferenza stampa degli skipper aprire ufficialmente
la serie di regate della 32ma America’s Cup e i Malmö-Skåne
Louis Vuitton Act 6&7 non fanno eccezione.
Riuniti sul palco i 12 skipper/timonieri partecipanti alla 32ma America’s
Cup hanno parlato di eventuali cambiamenti nei rispettivi team, illustrato gli
obiettivi per le regate svedesi e risposto alle domande dei giornalisti presenti.
L’attenzione era focalizzata su Magnus Holmberg e su Jesper Bank, rispettivamente
skipper del team di casa, Victory Challenge, e di United Internet Team Germany,
i più esperti delle acque locali.
Magnus Holmberg, che da padrone di casa ha parlato per primo, ha un po’
spiazzato la platea, affermando di non avere alcun vantaggio sugli altri team,
dato che l’ultima volta che ha navigato nelle acque di Malmo risale a
10 anni fa! A chi gli ha domandato il perché del cambio di barca ha risposto:
“SWE 73 è la seconda barca realizzata e siamo convinti che sia
ancora più veloce della prima”.
Iain Percy, timoniere per + 39 Challenge, ammette di essere felice di avere
degli inglesi come Ian Walker a bordo per queste regate: “Parleremo inglese
così veloce tra di noi, che faremo certamente confusione”.
Thierry Peponnet, skipper di K-Challenge, riconosce che questa volta bisogna
fare e dare di più. “Abbiamo fatto delle modifiche, ruotato l’equipaggio
e migliorato la comunicazione a bordo. Sono certo che i risultati arriveranno”.
Geoff Meek, skipper del sindacato sudafricano Shoshloza parla dell’ingresso
dell’inglese Chris Law: “Chris sarà al timone per tutti i
match race, portando la sua grande esperienza di America’s Cup”.
A proposito delle modifiche al rig, che tanti problemi ha causato alla nuova
barca (la prima realizzata ex novo per la Versione 5), Meek dice: “Abbiamo
avuto problemi con l’albero e per quest’anno monteremo quello acquistato
da Alinghi durante le regate di Valencia”. Meek non si sbilancia sulle
prestazioni, ma chi ha avuto modo di osservare il team nelle recenti regate
di allenamento, giura che avremo delle grosse sorprese.
Francesco de Angelis, skipper di Luna Rossa Challenge, non si aspetta sorprese
dal team di casa, “Perché diamo per scontate le sue ottime performance.
Abbiamo visto come Victory Challenge ha regatato a Valencia e qui non sarà
da meno. Mi incuriosisce navigare in quello che può essere considerato
un grande lago; le condizioni sono davvero diverse e avremo delle belle regate”.
Karol Jablonski, timoniere per Desafío Español 2007, sente la
pressione di guidare la barca spagnola ma ammette che quest’esposizione
servirà anche al suo paese, Polonia, nella speranza che possa lanciare
una sfida per la prossima edizione.
Jesper Bank, timoniere per United Internet Team Germany, confessa di sentirsi
perfettamente a suo agio a Malmo e di conoscere bene queste acque. “Essere
in un contesto di America’s Cup e sentirsi contemporaneamente a casa è
una sensazione bella e rara”.
Jochen Schuemann sarà al timone di SUI 75, la barca di Alinghi. “Si
tratta di una scelta presa tanto tempo fa. Stiamo cercando di creare un equipaggio
eccellente per la difesa e quindi dobbiamo allenare al massimo le due squadre
che abbiamo in casa. Per quanto riguarda gli altri team, credo che gli Acts
siano utilissimi soprattutto per i più piccoli che prenderanno esempio
dai grandi”.
Chris Dickson elude le domande provocatorie di chi vuol trovare per forza problemi
nel pozzetto di USA 76: “Siamo un team molto forte e stiamo ruotando l’equipaggio.
Abbiamo tanti talenti in grado di coprire i ruoli chiave. Cambieremo sempre
finché non troveremo l’assetto che ci convince di più”.
Vasco Vascotto non si smentisce. Lo skipper triestino di Mascalzone Latino Capitalia
Team ama la battuta e fa sorridere la platea ringraziando l’organizzazione
per averlo portato in Svezia “Bellissime ragazze e poco sonno”.
Passando ad argomenti più seri, Vascotto conferma l’ingresso nel
team di due danesi esperti di match racing “che non parteciperanno però
a queste regate” e annuncia che la partenza sarà affidata a Flavio
Favini, il timonere titolare. “A Valencia abbiamo avuto Hamish Pepper
in partenza ma era già stato deciso che in Svezia Flavio avrebbe tenuto
la ruota dall’inizio alla fine”.
Dean Barker, di Emirates Team New Zealand, ammette di non essersi ancora completamente
abituato all’idea di essere un challenger: “E’ difficile ma
mi piace l’idea di correre in posti diversi”.
Pierre Mas, skipper di China Team, ha avuto poco tempo per allenarsi, concentrato
com’è stato a effettuare importanti modifiche sullo scafo (bulbo
e trimmer) ma è confidente nelle prestazioni del suo equipaggio.
da: mascalzonelatino.com, lunarossachallenge.com, piu39challenge.it, americascup.com
Sport, 2005-08-24