Val Gardena, 23 mar. ’75:
trent'anni fa lo storico parallelo Thoeni contro Stenmark.
La storia del finale di Coppa del Mondo più spettacolare di tutti i tempi. Thoeni contro Stenmark: testa a testa fino alla fine. Accadeva il 23 marzo di trent'anni fa.
La memorabile contesa ebbe il suo momento culminante proprio il 23 marzo del
1975: trenta anni fa. Nel famigerato parallelo di Val Gardena Gustavo Thoeni,
in una finale testa a testa con il diretto avversario, lo svedese Ingemar Stenmark,
conquistò la sua quarta Coppa del mondo assoluta. Una manciata di secondi
per giocarsi il titolo di Migliore. La gara della storia. Nessun appassionato
la potrà mai dimenticare. E nasce forse un po' di rimpianto per una disciplina,
il parallelo, ormai abolita dai calendari internazionali, eppure capace di regalare
emozioni forti per davvero.
Ma come si era potuti arrivare alla parità del punteggio fra Thoeni,
Stenmark e Klammer (sì, c'era anche il grande Kaiser) all'ultima, crudele
gara della stagione? Un breve percorso nella memoria. La rimonta del giovane
Stenmark comincia a Naeba, in Giappone. La Valanga rotola a valle; non si adatta
alla stramba neve nipponica, mentre lo svedese fa quasi il pieno con un primo
posto in gigante e un secondo in slalom. Ci sono ancora gli scarti di punteggio,
i risultati peggiori non servono, quindi Stenmark recupera 45 punti importanti
(25 al primo, 20 al secondo), mentre Thoeni ne fa 8 inutili e Klammer ne mette
via 6. Thoeni 206, Klammer 190, Stenmark 175.
Mentre Stenmark continua a vincere, arriva il turno di Klammer che centrando
la vittoria a Jackson Hole, negli Usa, si rilancia. A Sun Valley, Gustavo e
Ingo fanno entrambi un primo e un terzo, ma l'azzurro deve scartare punti mentre
Stenmark prende tutto. Thoeni 240, Stenmark 240, Klammer 215.
E siamo all'atto finale. Nella discesa di Val Gardena Klammer, ovviamente, vince
e riagguanta i due battistrada. Deciderà il parallelo. Domenica, la Valanga
è pronta a dare battaglia per la vittoria di Gustavo, Stenmark non ha
nessuna intenzione di mollare, Klammer spera negli errori degli altri, ma va
subito fuori, contro Helmuth Schmalzl. Primo boato.
Pietrogiovanna ( d'Arco) si immola in un harakiri per consentire a san Gustavo
di innalzarsi agli altari. Thoeni lo ringrazia ancora oggi. Stenmark fa l'acrobata
e sembra imbattibile. Non perde un colpo, nonostante le indubbie maledizioni
( naturalmente nascoste) di Marione Cotelli e di tutto l'entourage italiano.
Fausto Radici è l'ultimo vassallo di re Gustavo. Arriva ad un passo dal
compiere l'impresa, ma l'impeto lo tradisce e il gelido svedese va in finale.
Radici ce l'ha messa tutta, cede ma con il pieno onore delle armi. Applausi
azzurri e non solo.
L'atto conclusivo. Gustavo contro Ingemar. Il fotogramma che conta è
quello che vede schizzare Thoeni come un fulmine dal cancelletto. Stenmark cerca
di recuperare, ma cade. Prende fra le mani il berretto mentre Gustavo stringe
la Coppa. E mentre l'Italia esplode di gioia, Ingo rivolge formale protesta
agli dei del Walhalla, prima di complimentarsi con il rivale.
Altri tempi, altro sci, altri campioni. Indimenticabili agli occhi degli appassionati.
Nel giorno del trentesimo anniversario dell'evento, forse un po' di nostalgia
c'è. Ma siamo sicuri che il parallelo sia davvero passato di moda?
Max Vergani
Sport, 2005-03-23