L’estasi del momento
  L’irripetibile bellezza del gol di Ronaldinho contro il Chelsea
  Ieri sera guardavo la partita di Champion’s League Chelsea-Barcellona, 
  ed ho ammirato un macth bellissimo dove la tetragona combattività degli 
  inglesi ha poi prevalso sulla elegante ma molle capacità tecnica dei 
  catalani. Ma questo per me è solo un dettaglio; perché in questo 
  incontro di calcio è successo qualcosa che esula dal semplice gesto sportivo. 
  Ieri sera si è manifestata la bellezza, l’estasi di un momento 
  di irripetibile purezza: il gol di Ronaldinho. Non ha importanza per me sapere 
  che la contesa tra le due squadre è stata risolta a favore del Chelsea, 
  e che quindi il gesto atletico del brasiliano è stato del tutto inutile 
  ai fini del risultato sportivo. Ciò che rimarrà impresso nella 
  mia mente è quel momento, quell’incredibile concentrato di grazia, 
  forza, sfrontata sfida al caso che è stato il gol del brasiliano. Vi 
  sono degli sprazzi, dei frammenti della realtà nei quali risplende il 
  gusto e il senso più intimo della vita. Il sorriso luminoso di una bella 
  ragazza, che rapido illumina un istante che poi rimarrà impresso nella 
  memoria, o l’improvviso squarcio di un raggio di sole che spezza la monotona 
  monocromia grigia di una giornata nuvolosa o la visione dell’immensa distesa 
  del mare. Tutto ciò non ha un valore specifico sul piano razionale, ma 
  al contrario esercita una rilevanza profondissima nella nostra anima, tanto 
  da non poter fare a meno di queste senzazioni, che spesso anzi divengono il 
  sale dell’esistenza stessa. In questa sfera dell’esistenza io dunque 
  colloco ciò che il giocatore brasiliano ha fatto. Il suo gesto, prima 
  quasi incerto, titubante si è poi tradotto in una traiettoria della palla 
  talmente complessa da risultare di assurda bellezza, da lasciare per un attimo 
  l’intero pubblico attonito, quasi irretito per un qualcosa che non aveva 
  un senso strettamente logico. Per un attimo la logica del calcio di oggi fatta 
  di muscoli, di feroce tatticismo, di pressing asfissiante si è dovuta 
  arrendere di fronte a un gol che fregandosene di tutto ciò, ci ha restituito 
  il senso più autentico del football. Ovvero ci ha ricordato che il calcio 
  è solo un gioco, che i protagonisti di esso sono dei ragazzi che dovrebbero 
  provare gioia nel praticarlo e che anche se si è dei professionisti, 
  non ci si dovrebbe dimenticare del tutto di quando si giocava nei campetti spelacchiati 
  di periferia. Per tutto ciò io e tutti coloro che amano il calcio diciamo 
  grazie a Ronaldinho e all’estasi di assoluta bellezza che ci ha elargito. 
Fabrizio Abbattista
Sport – mercoledì 9 marzo 2005, ore 19.40