Politiche Attive del Lavoro.
Fanano di Gradara - Programma Operativo Regionale (POR)

Riunione Comitato di Sorveglianza del Fondo Sociale europeo: LE MARCHE SPENDONO BENE I FONDI EUROPEI E GUADAGNANO UN PREMIO DI 7 MILIONI DI EURO.

Il presidente del Comitato di Sorveglianza del Fondo Sociale europeo, assessore regionale Ugo Ascoli ha aperto oggi a Fanano di Gradara, i lavori del Comitato ai quali hanno partecipato, oltre ai rappresentati della Regione e degli Assessorati provinciali, quelli dell’Unione europea, del Ministero del lavoro e delle parti sociali.
Nel corso della riunione, che si svolge regolarmente due volte all’anno, sono stati presentati ed approvati gli atti relativi allo stato di avanzamento finanziario del programma operativo regionale (POR) concernente gli interventi realizzati nel campo delle politiche attive del lavoro.
“Dal rapporto annuale di esecuzione del POR – ha ricordato Ascoli - emerge una grande capacità del sistema Marche di attuare gli impegni che prende. Saper spendere bene i fondi europei ci ha permesso di guadagnare un premio di 7 milioni di euro che saranno trasferiti alle Province. Gli effetti dell’andamento del mercato del lavoro si vedono analizzando i dati sull’occupazione che fanno emergere come le Marche continuano ad avere livelli di performance molto elevati, con tassi di disoccupazione tra i più bassi d’Italia. Rimangono aperte – ha proseguito l’assessore - alcune questioni importanti che dobbiamo affrontare e migliorare. E’ necessario aumentare l’occupazione femminile, ridurre la domanda d’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani con diploma e laurea, accrescere la partecipazione delle forze lavoro ai processi d’istruzione e formazione e far interagire maggiormente le politiche della domanda delle imprese con l’offerta. Tutti gli indicatori dei 13 Centri per l’impiego ci dimostrano un netto progresso in merito al numero di utenza, soddisfazione ai tempi di attesa e capacità di offrire orientamento ai giovani. Dopo il 2006 – ha sottolineato Ascoli - c’è grande preoccupazione in quanto dal 2007 al 2013 entreranno in campo nuove regole di utilizzo dei fondi strutturali, per la formazione e per lo sviluppo economico. Quello che si sta rivelando una volontà da parte di molti Stati membri, fra cui l’Italia, è di ridurre le risorse per le politiche del lavoro. Questo significa meno fondi sui capitoli di spesa per la formazione iniziale a favore della formazione strettamente legata all’adattabilità delle imprese alle nuove esigenze economiche. Le Marche hanno ancora davanti un percorso importante e le integrazioni fra le politiche della formazione, dell’istruzione e anche di quelle industriali dovranno aumentare. Il lavoro di squadra con le Province è essenziale perché cediamo a queste ogni anno il 75% delle risorse del fondo sociale europeo per i piani provinciali. Inoltre la Regione, prima in Italia, ha elaborato concretamente una nuova proposta di Legge per il mercato del lavoro e mi auguro che possa entrare in aula per la discussione e l’approvazione nell’ultimo trimestre del 2004. Questa Legge norma una nuova dimensione alle politiche attive del lavoro che tocca l’apprendistato e i lavoratori svantaggiati anche in considerazione della Legge Biagi che ha introdotto innovativi elementi sia nella flessibilità che nella regolazione del lavoro. La Regione – ha concluso l’assessore - sta effettuando un’attività di riorganizzazione che tiene conto delle novità senza mai perdere di vista la rotta principale che è quella di guidare la modernizzazione dell’economia della società marchigiana mantenendo alta la coesione sociale attraverso il coordinamento di una regia pubblica.” Nella riunione è emerso che nel 2003 le forze lavoro risultano in aumento rispetto all’anno precedente grazie all’incremento degli occupati. Dall’esame dei dati deriva che gli occupati ammontano a 631 mila unità (18 mila in più rispetto al 2002), il tasso di attività femminile (43%) è superiore a quello medio italiano, i tassi di disoccupazione di lunga durata sono mediamente più bassi di quelli di altre aree.
La diminuzione del tasso di disoccupazione giovanile è iniziata a partire dal 1997 e da allora, il fenomeno risulta in costante e progressiva riduzione. La causa di ciò va essenzialmente rintracciata nella forte riduzione del tasso di disoccupazione giovanile delle donne che è passata dal 30% all’11% nel 2003 dovuta alla crescente partecipazione femminile ai percorsi di istruzione scolastica. Dal 2000 al 2002, i tassi di scolarità sono passati nell’istruzione secondaria superiore dal 93% al 96% nel caso degli uomini e dal 95,6% al 100% nelle donne. Queste sono prevalentemente coinvolte in corsi di alta formazione e in corsi all’interno dei contratti di formazione lavoro e il 60% dei destinatari delle azioni formative ha meno di 30 anni. Inoltre nel 2003, 72 mila 687 soggetti hanno usufruito delle attività di orientamento presso i Centri per l’Impiego.

Sociale, 2004-06-18