Il Presidente della Giunta al convegno su “La Costituzione ferita
– Salvaguardare la democrazia”, alla vigilia del 25 Aprile:
FACCIAMO CRESCERE LA CULTURA DELL’APPARTENENZA AI VALORI COSTITUZIONALI.
“Occorre far crescere tra i cittadini una cultura dell’appartenenza
all’insieme dei valori che sono alla base della Costituzione”.
Con questa sollecitazione il presidente della Giunta regionale, Vito D’Ambrosio,
ha concluso il suo intervento al convegno sul tema “La Costituzione
ferita – Salvaguardare la democrazia”, promosso dal Comitato
per la difesa della Costituzione repubblicana svoltosi ad Ancona presso
il Teatro delle Muse.
Dobbiamo prepararci da subito – ha aggiunto D’Ambrosio –
al referendum confermativo che si preannuncia come molto probabile, visto
che la maggioranza che ha approvato il testo di riforma costituzionale
in prima lettura al Senato intende blindarlo politicamente, evitando quelle
profonde modifiche di cui il testo avrebbe bisogno per costruire, nel
dialogo e nel confronto, un largo consenso.
Il Presidente ha poi sottolineato la necessità di far vivere la
Costituzione come la vera casa comune degli italiani, contro le pretese
di chi intende “spogliarla” costruendo modelli che non trovano
riferimenti nelle democrazie storicamente consolidate. Infatti il modello
di “premierato assoluto” che si intende affermare, senza alcun
bilanciamento di poteri, non esiste da nessuna parte del mondo. Si tenta
di mettere in atto un progetto politico che punta a scardinare e stravolgere
l’attuale impianto costituzionale anche nei principi fondanti che
la stessa Corte ha dichiarato immodificabili. E’ un processo pericoloso
che va respinto, perché il nostro paese ha bisogno di una sana,
forte e solida democrazia. Il patto di Lorenzago è una mera contrattazione
interna alle forze di maggioranza della Casa delle Libertà che
ha prodotto un progetto di Costituzione che sta a cuore a qualcuno, ma
che non può essere chiamato in alcun modo “riforma”.
La Costituzione è stata ferita doppiamente: perché si cerca
di far passare il messaggio che sia obsoleta e superata come un ferro
vecchio e perché si effettuano modifiche devastanti che introducono
modelli ispirati alla demagogia e al populismo.
Le Costituzioni – ha affermato D’Ambrosio – sono fatte
per durare: quella degli Stati Uniti, in due secoli, ha subito pochi emendamenti
che non toccano la base su cui è stata costruita. Una buona definizione
di Costituzione è quella che la configura come una rassegna di
elementari diritti di cittadinanza, una concezione che si attaglia molto
bene al modello italiano.
Il Presidente del governo regionale ha inoltre messo in rilievo come la
riforma del Titolo V della Costituzione varata dal centrosinistra avesse
bisogno di aggiustamenti: una Camera delle Regioni e delle Autonomie,
un effettivo federalismo fiscale e nuove modalità di elezione della
Corte costituzionale.
La risposta della maggioranza non risponde al primo punto anzi su questa
scelta c’è stato un ripensamento, ha rimandato il federalismo
fiscale alla legge ordinaria e ha introdotto una specie di “manuale
Cencelli” delle rappresentanze nella elezione del massimo organo
di garanzia.
Con la cosiddetta devolution (scuola, sanità, polizia locale) –
ha affermato infine D’Ambrosio - si disegna un’Italia dei
Ducati che scivola verso modelli a deriva plebiscitaria.
In questa azione di stravolgimento dei valori costituzionali, anche la
Corte è divenuta oggetto di pressioni fortissime, come sulle norme
della Bossi-Fini sull’immigrazione e sul condono edilizio, ma Il
suo ruolo di garanzia per tutti va tutelato e salvaguardato con molta
forza e determinazione.
Sociale, 2004-04-24
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