“Oltre le parole”
Ascoli P. - interessante iniziativa dell’Ambito Territoriale Sociale XXII

 

“Oltre le parole” è il nome di un’interessante iniziativa dell’Ambito Territoriale Sociale XXII (Comuni di Ascoli Piceno, Acquasanta, Arquata, Folignano, Maltignano, Montegallo, Palmiano, Venarotta e Roccafluvione) da realizzare all’interno della Casa Circondariale di Ascoli Piceno. Il progetto è il prodotto di un gruppo di lavoro coordinato dal dr. Cesare Rapagnani, Coordinatore dell’Ambito, e costituito da rappresentanti del Comune di Ascoli Piceno, del CSSA (Centro Servizio Sociale Adulti) di Macerata, dell’Associazione S. Vincenzo de’ Paoli, dell’Associazione LAV Regionale e dell’Area Educativa della Casa Circondariale.
Il numero degli immigranti nelle carceri italiane sta rapidamente aumentando. Negli Istituti Penitenziari dei grandi centri urbani si arriva a percentuali che spesso superano il 50% dei detenuti. Nella struttura penitenziaria di Ascoli Piceno la situazione è in linea con i dati nazionali, infatti, escludendo i detenuti in regime di massima sicurezza, l’Istituto accoglie al proprio interno un numero complessivo di 67 detenuti, di cui 28 stranieri, provenienti prevalentemente da paesi del Nord Africa e dall’est Europa.
Obiettivo principale del progetto “Oltre le parole” è quello di migliorare la qualità dell’esperienza carceraria dei detenuti riducendo il disagio sociale e individuale connesso con la difficoltà di comunicare, agevolando il recupero dei soggetti. Secondariamente, si vuole ottenere l’alleggerimento delle attività di contenimento e di gestione dei detenuti da parte degli agenti penitenziari.
Nello specifico le azioni del progetto mirano a: facilitare l’accesso all’informazione; fornire informazioni circa la legislazione, la cultura e la lingua italiana; fornire agli operatori che più si trovano a contatto con i detenuti nozioni circa la cultura di provenienza dei detenuti stessi; creare uno spazio di sostegno; creare una rete di supporto e accompagnamento che coinvolga sia i detenuti che i loro familiari che si trovano all’esterno; creare un clima comunicativo più sereno e svolgere un’azione di mediazione e di coordinamento nei confronti delle associazioni di volontariato che prestano, o intendono prestare, le proprie attività all’interno del carcere.
Le modalità operative del progetto consistono in una attività di mediazione culturale destinate ai detenuti immigrati presenti nell’Istituto penitenziario e alle loro famiglie che risiedono nel territorio. Ci sarà spazio per la mediazione linguistica, per attività psicomotorie, per l’integrazione di attività svolte da associazioni di volontariato. Le varie attività saranno coordinate da un coordinatore che svolgerà azioni di raccordo con i servizi dell’area educativa interni alla casa circondariale, con il CSSA per le attività territoriali, con le associazioni di volontariato che ad oggi hanno accesso al carcere.
Uno dei principali promotori dell’iniziativa, l’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili, Achille Marcucci, ha sostenuto che “il progetto rappresenta un piccolo contributo per rendere più umana l’esperienza del carcere e per facilitare il reinserimento nella società civile. Rendere più comprensibile la realtà del Paese ospitante e promuovere modelli relazionali di tipo interculturale diventa di importanza decisiva al fine di una corretta integrazione. Ci si rende conto tuttavia – ha proseguito l‘assessore Marcucci - che sarebbero necessari interventi di più ampia portata che prevengano situazioni di emarginazione, affrontando nodi quali il lavoro e la casa. Sono questioni che richiedono capacità finanziarie ampie e unità di intenti di molti soggetti, condizioni difficili da realizzare, ma che, comunque, vanno ricercate con impegno”.
Nella fase finale del progetto si effettuerà la valutazione dei risultati ottenuti e verrà stilato un bilancio conclusivo in relazione ai risultati attesi. Le risultanze del lavoro del gruppo di valutazione saranno riportate dal Coordinatore di Ambito al Comitato dei Sindaci.

Sociale, 2004-04-15