Ricostruzione Post-Terremoto. Ancona – il comitato anticipatari diffida la Regione.

COMUNICATO STAMPA 22 febbraio 2005.
Insieme per far valere le proprie ragioni.
E’ questo il motivo che ha portato circa 100 “anticipatari”, ovvero proprietari degli immobili danneggiati dal sisma del 1997 che hanno fatto ricorso all’anticipazione, ad incontrarsi a Camerino nella mattinata di domenica 20 febbraio 2005.
La Regione Marche, al fine di completare la ricostruzione post terremoto del 1997 in tempi brevi, ha previsto con propria delibera di giunta n. 180 del 2000 la figura dell’anticipazione. Si tratta di una cessione del credito derivante dal riconoscimento del contributo, che la Regione Marche ha concesso al proprietario dell’immobile, all’istituto bancario che anticipa una somma massima di 150.000 euro per una durata massima di 60 mesi allo stesso proprietario per effettuare i lavori di ricostruzione. Gli interessi di tale operazione sono a carico in parte dal proprietario dell’immobile e in parte dalla Regione Marche
Con tali soldi i proprietari hanno iniziato i lavori sull’immobile, seguendo il progetto presentato e pagando l’impresa secondo il prezziario imposto dalla Regione Marche, in attesa dell’arrivo del contributo che mettesse la parola fine alla vicenda.
Come un fulmine a ciel sereno, il 12 luglio 2004 arriva a tutti gli “anticipatari” e agli istituti di credito una lettera a firma del direttore del dipartimento affari istituzionali e generali, dott. Mario Conti, con la quale testualmente si diceva che “allo scadere del termine negozialmente stabilito Lei (ovvero ciascun proprietario dell’immobile) sarà chiamato all’adempimento delle obbligazioni assunte con la stipula del relativo contratto di anticipazione bancaria”.
Dunque, secondo questa interpretazione della Regione, l’anticipazione disposta con DGR 180/2000 sarebbe divenuta inefficace quanto al finanziamento della quota capitale, ovvero del contributo per la ricostruzione, e si limiterebbe al solo rimborso degli interessi nella percentuale concordata.
Molti dei proprietari che hanno fatto ricorso all’anticipazione e quindi iniziato i lavori sui rispettivi fabbricati facendo affidamento sulla certezza della erogazione del contributo e soprattutto sulla base della documentazione firmata che ben poco margine lasciava alla residuale - e per molti versi illegittima - ipotesi che improvvisamente il contributo non sarebbe più stato erogato.
Gli “anticipatari” hanno dovuto effettuare i lavori sugli immobili come voleva la Regione Marche e al prezzo imposto dalla Regione Marche (e questo ha comportato anche l’esborso di una consistente somma aggiuntiva al contributo “anticipato” da parte di ogni singolo proprietario per terminare i lavori) e ora la Regione comunica a cuor leggero che forse non paga e che quindi ciascun proprietario dovrà riconsegnare alle banche la somma ormai spesa. Peraltro nessuno di loro ha mai firmato una fideiussione o qualsiasi altra garanzia con l’istituto che ha anticipato la somma.
Una situazione veramente paradossale!
Tre “anticipatari”, Giandomenico Lebboroni, Venanzio Lebboroni e Ottavio Paletti, a seguito della lettera del dott. Conti hanno svolto un lavoro certosino di ricerca e, attraverso i decreti emanati dalla Regione Marche, sono riusciti a rintracciare i nomi dei proprietari, oltre 150, che hanno usufruito dell’anticipazione. Nel mese di dicembre c’è stato un primo contatto epistolare, poi nella mattinata di domenica 21 febbraio gli “anticipatari”, assistiti da alcuni avvocati della zona, si sono ritrovati a Camerino. Una riunione costruttiva, dove sono stati esposti i vari casi e dove si è concordato di intraprendere un’azione congiunta contro la Regione Marche. Per l’occasione è stato costituito un comitato, formato da Venanzio Lebboroni di Castelraimondo, che è stato uno dei promotori dell’iniziativa, Adelmo Tocchi di Ascoli Piceno, Luciano Quaglia di Arquata del Tronto, Donatella Pazzelli di Camerino, Carlo Nicolini e Adriano Fermani di Macerata al quale è stato dato mandato di predisporre una lettera di diffida alla Regione Marche e di intraprendere tutte le iniziative necessarie per trovare una soluzione in tempi rapidi.

COMUNICATO STAMPA 3 marzo 2005
Primo atto del comitato degli “anticipatari” è stato l’invio di una diffida alla Regione Marche ad onorare gli impegni economici assunti anche in virtù dell’accettazione e dell’autorizzazione delle cessioni di credito.
E’ questa la risposta congiunta di 102 proprietari di immobili danneggiati dal sisma del 1997 (che hanno fatto ricorso all’istituto dell’anticipazione) alla lettera inviata nel luglio scorso dal direttore del Dipartimento affari istituzionali e generali della Regione in cui, di punto in bianco, comunicava che allo scadere del 60 mesi dalla cessione del credito ogni proprietario avrebbe dovuto restituire i soldi anticipati dall’istituto bancario.
“Sorprende – scrivono gli avvocati Giuseppe De Rosa e Antonella Gamberoni – che nella nota si affermi e si ribadisca l’estraneità della Regione ad un’operazione finanziaria dalla stessa pensata ed attuata. Le modalità con le quali i signori indicati hanno avuto accesso al finanziamento, e la procedura che obbligatoriamente hanno dovuto eseguire per ottenere le autorizzazioni, parlano chiaro. L’estinzione dell’obbligazione di restituzione delle quote in conto capitale spetta alla Regione che ha accettato, con decreto regolarmente pubblicato, le cessioni di credito regolarmente comunicate. Nei decreti espressamente si afferma di autorizzare le cessioni dei crediti derivanti dai contributi ottenuti per lavori di ristrutturazione. Nessuna condizione è stata posta alla cessione”.
E’ per questi motivi che gli “anticipatari” chiedono alla Regione di versare, con le modalità di cui agli accordi con gli Istituti di Credito, le quote in conto capitale dei finanziamenti concessi.
La Regione Marche ha previsto con propria delibera di giunta n. 180 del 2000 la figura dell’anticipazione. Il provvedimento consiste in una cessione del credito derivante dal contributo che la Regione ha assegnato al proprietario dell’immobile danneggiato, cessione effettuata in favore di un istituto bancario che anticipa una somma massima di 150.000 euro per una durata massima di 60 mesi al proprietario interessato. La banca opera nel quadro di una convenzione sottoscritta con la Regione che si impegna a corrispondere alla banca stessa l’importo del contributo assegnato entro cinque anni e concorre immediatamente all’operazione erogando oltre il 50% degli interessi convenuti.
L’operazione fu presentata, con un certo trionfalismo, dalla Regione e molti (circa 150) hanno accettato le condizioni prospettate dalla Regione e si sono rivolti alle banche, facendo affidamento sulla certezza dell’erogazione del contributo, per chiedere l’anticipazione del denaro necessario al recupero dell’immobile danneggiato dal terremoto.
Intanto nella serata di mercoledì 2 marzo il comitato degli “anticipatari” si è riunito a Macerata per concordare i prossimi atti da compiere, tenendo presente che per molti proprietari è prossima la scadenza dei 60 mesi.

Donatella Pazzelli


Sociale, 2005-03-03