Prevenire il cancro alla prostata

Con un Servizio Informativo della Fondazione per la Ricerca sul Cancro di Ancona con la consulenza scientifica del Prof. G.B. Muraro dell’Ospedale Geriatrico di Ancona è partita la campagna di sensibilizzazione della pubblica opinione, soprattutto degli uomini in età avanzata, per prevenire il cancro alla prostata e, più in generale, le patologie connesse a questa ghiandola che sono fonte di gravi problemi per molti uomini. Un impegno concreto da parte dell’Amministrazione di San Benedetto del Tronto nel collaborare con la “Fondazione Renzi” per la divulgazione di un opuscolo informativo nei luoghi maggiormente frequentati dagli anziani: centri di aggregazione sociali, case di riposo, farmacie, studi medici, ecc. San Benedetto é la seconda città delle Marche ad aderire a questo progetto, dopo Jesi, ed è un felice esempio di sinergia tra pubblico e privato per ottenere un risultato di grande valore socio – sanitario. Di seguito il contenuto dell’opuscolo informativo divulgato.

PER IL TUO BENE LEGGI QUI’

GLI UOMINI CON PIU’ DI 50 ANNI DEVONO SAPER RISPONDERE ALLE SEGUENTI DOMANDE

1. Il rischio nell’uomo di sviIuppare un cancro della prostata è di circa
- a = 1 ogni 10
- b = 1 ogni 30
- c = 1 ogni 100

2. Se un famigliare consanguineo ha avuto il cancro alla prostata, il rischio è
- a = uguale a quello di ogni altro uomo
- b = più grande
- c = minore

3. All'inizio il cancro alla prostata provoca
- a = dolore
- b = difficoltà urinarie
- c = nessun disturbo

4. Il controllo della prostata comprende
- a = dosaggio nel sangue del P.S.A. (Antigene Prostatico Specifico)
- b = l’esplorazione digitorettale (D.R.E.)
- c = entrambi gli esami indicati sopra

5. Il controllo della prostata deve essere eseguito
- a = ogni anno dopo i 50 anni
- b = quando compaiono i sintomi
- c = in entrambi i casi indicati sopra

6. Una biopsia è
- a = un tipo di trattamento del cancro
- b = la rimozione con un ago del tessuto per l’esame al microscopio
- c = parte di un controllo fisico periodico

Se non conosci le risposte leggi questo opuscolo
(troverai le risposte esatte nell’ultima pagina)


Gentile Signore

Il quaderno Prevenire il Cancro della Prostata offre informazioni utili anche sulle prostatiti e sulla Ipertrofia Prostatica Benigna (lPB), malattie che incidono negativamente sulla qualità della vita.
Il quaderno va letto in tutte le sue parti, seguendone i consigli, annotandovi i tipi e le date dei controlli effettuati.
Le consigliamo di conservarlo tra i documenti sanitari personali per rileggerlo periodicamente e seguirne al meglio i suggerimenti.
Se desidera ricevere specifiche informazioni può telefonare e scrivere alla Fondazione, chiedere consigli su cosa, come, quando e dove effettuare indagini specialistiche.
Siano lieti di poter offrire gratuitamente questi servizi, ricordando che ciò è reso possibile grazie ai modesti ma generosi e numerosi contributi di tante persone.
Con l'augurio del suo apprezzamento, porgiamo i migliori saluti.

Dott. Claudio Renzi
Presidente della Fondazione per la Ricerca sul Cancro di Ancona
e-mail: fondazionerenzi@libero.it

Per contribuire all’attività della Fondazione, versamenti sul c/c postale n. 10780609 intestato alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro di Ancona.


Cari signori uomini …

questo quaderno è rivolto agli uomini con più di 50 anni ed ha lo scopo di spiegare come controllare l'insorgenza delle malattie della prostata (cancro, ipertrofia benigna, prostatiti) e come effettuarne la diagnosi precoce.
Vengono fornite indicazioni relative alle più frequenti malattie della prostata, all'importanza dello stile di vita, alle abitudini alimentari da seguire ed alle possibili disfunzioni sessuali correlate.
È corredalo da un dizionario dei termini scientifici necessariamente utilizzati.
Il quaderno è arricchito da illustrazioni scientifiche e da vignette di Fremura, per sdrammatizzare un problema così serio.
Immagini e testi sono stati realizzati coi i preziosi consigli scientifici del Prof. G.B. Muraro di Ancona.
Ci auguriamo che il quaderno venga conservato per essere consultato dall'uomo, la cui aspettativa di vita è sempre più lunga e possibilmente di migliore qualità

LA PROSTATA

La prostata è una ghiandola dell'apparato genitale dell'uomo posta al di sotto della vescica attorno al tratto iniziale nell'uretra ed è parte integrante dell'apparato genitale.
Questa collocazione alla confluenza tra apparato urinario e genitale fa sì che le malattie prostatiche siano le cause più frequenti dei disturbi della minzione.
La sua forma è simile a quella di una castagna; il volume ed il peso variano con l’età.
La secrezione di questa ghiandola unitamente a quelle delle vie seminali ed agli spermatozoi prodotti dai testicoli, costituisce lo sperma.
Col passare degli anni la prostata va incontro ad un aumento volumetrico che può causare una deformazione o una compressione del tratto prostatico dell’uretra che ostacola l'emissione di urina.


(posizione della prostata e della vescica)

LE MALATTIE DELLA PROSTATA

Sono tra le più frequenti patologie dell’uomo e sono diventale anche un problema sociale a causa nella rapida crescita della popolazione anziana.
Nella regione Marche, dove la popolazione è tra le più longeve, l’indice di mortalità per tumore della prostata è oggi al di sopra della media nazionale e tra i più alti d’Italia.
Se da urta parte questo dato può essere correlato alla presenza di uomini nelle fasce più elevate di età (>75 anni = old oldest) è presumibile che anche la scarsa conoscenza di queste patologie faccia giungere all'osservazione del medico forme cliniche avanzate per le quali i trattamenti danno risultati non risolutivi
In accordo con dati recenti la diagnosi precoce è al momento in grado di ridurre il tasso di mortalità di questa malattia.
In generale tutte le malattie della prostata devono essere controllate, diagnosticate per tempo e curate, perché nascono di continuo nuove prospettive terapeutiche con l'accrescersi delle conoscenze sui fattori d rischio e di un sempre più corretto inquadramento diagnostico
Per questo va rivolta maggiore attenzione à disturbi della minzione che devono essere considerati manifestazioni patologiche curabili e non segni ineluttabili dell'invecchiamento.


CARCINOMA DELLA PROSTATA

Rappresenta la seconda causa di morte neoplastica nell’uomo al di sopra dei 65 anni dopo il tumore polmonare.
La sua incidenza è destinata ad aumentare per l’aumento della popolazione anziana.
Non si conoscono chiari e definiti fattori di rischio anche se è ritenuta importante
l'influenza dei fattori genetici, dello stile di vita, della storia familiare e dei fattori alimentari e ambientali.
Dal punto di vista clinico il carcinoma della prostata inizialmente può essere del tutto asintomatico o manifestarsi con sintomi di prostatismo sovrapponibili ad atre affezioni benigne della prostata o con sintomi del tutto generici e, successivamente, con segni di tipo ostruttivo.
Il principale test diagnostico è l’esame digitorettale. Durante questa indagine il medico inserisce un dito nel retto e, attraverso la sua parete, palpa la prostata per sentire se vi sono zone o noduli sospetti.
Mediante l'analisi del sangue è possibile dosare una proteina prodotta dalla prostata P.S.A. (antigene specifico prostatico) che è in genere elevato quando vi è una degenerazione della ghiandola prostatica.
Attualmente è possibile dosare anche molecole di P.S.A. libero (quello non legato con atre proteine).
I portatori di cancro prostatico hanno tendenzialmente un rapporto P.S.A. libero / P.S.A. legato basso.
L'ecografia della prostata, in particolare quella effettuata con una sonda transrettale, consente uno studio accurato della ghiandola ed è utile guida ad una biopsia.
E dalla interpretazione di questi esami che ne 60 / 70% dei casi si arriva ad una precisa diagnosi della malattia della prostata.
Qualora persistano dubbi può essere effettuata una biopsia sotto guida ecografica che ci consente di identificare al microscopio la presenza di cellule tumorali o di anomalie che potranno essere controllate nel tempo.
Se si scopre un cancro della prostata, sarà importante determinare lo stadio clinico della malattia (R.M.N.,scintigrafia ossea, ecc.) la cui stima rappresenta un parametro rilevante, perché ad esso è legato il tipo di terapia da seguire.
Permane tuttora una grande incertezza sul trattamento più appropriato da usare nei vari stadi anche se vi è accordo unanime riguardo la possibilità di ottenere, nei pazienti con neoplasia localmente circoscritta, guarigioni complete con un intervento chirurgico radicale e/o con la radioterapia.
Dal momento che il carcinoma della prostata è un tumore che cresce e si sviluppa per la presenza degli ormoni sessuali maschi!i, nei casi avanzati o con metastasi, è indicata una terapia in grado di bloccare la produzione di questo ormone o con l’asportazione dei testicoli o bloccandone l’azione sulle cellule prostatiche oppure con entrambe le modalità: con questi trattamenti si ottengono buone risposte cliniche, lunghe sopravvivenze e buona qualità di vita.
Pur disponendo di indagini diagnostiche di facile esecuzione ed in grado di svelare la presenza di un carcinoma della prostata, ancora oggi, anche se in misura minore rispetto al passato, in circa il 50% dei casi l’identificazione della malattia avviene in uno stadio avanzato perché molti uomini, non avendo sintomi specifici, non ritengono di sottoporsi ad alcun controllo.
Come per ogni altra neoplasia è di importanza fondamentale la diagnosi precoce nella popolazione a rischio, costituita da tutti gli uomini al di sopra dei 50 anni in particolare da quelli che hanno una familiarità per queste specifiche patologie.
Oltre che consultare il proprio medico, occorre rivolgersi alI'urologo, perché ancora oggi per la diagnosi di carcinoma prostatico è necessaria una corretta esplorazione rettale.
Società scientifiche urologiche ed oncologiche consigliano di eseguire
l’esame annualmente a partire da 50 anni.
La determinazione del PSA e l'esame ecografico integrato con l'accertamento bioptico costituiscono le successive ed irrinunciabili tappe per una diagnosi precisa
Risulta pertanto importante l’informazione e l'educazione su questo tumore al fine ci fare assumere all'uomo atteggiamenti consapevoli e responsabili.

Possibili strategie per ridurre la mortalità correlata al Cancro della Prostata:
- ridurre l'incidenza,
- eseguire una diagnosi precoce,
- migliorare la terapia.
Oggi è realisticamente possibile eseguire una diagnosi precoce.


IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA

L’Ipertrofia Prostatica Benigna e una delle malattie più frequenti dell’uomo anziano e consiste in un aumento di volume della prostata: determina un quadro sintomatologico che interferisce sulla qualità della vita.
Non è ancora definito se ciò sia da considerare una naturale conseguenza delle modificazioni ormonali correlate con il processo dell'invecchiamento od una malattia conseguente a molteplici fattori di diversa natura.
È certamente un problema destinato a crescere proporzionalmente all’invecchiamento della popolazione: studi istologici hanno rilevato che il 50% degli uomini al di sopra dei 60 anni ed il 90% di quelli con più di 80 anni presentano una ipertrofia prostatica.
La crescita del tessuto prostatico inizia al di sotto dei trenta anni per proseguire fino verso i settanta, in modo variabile da persona a persona.
In circa un quarto della popolazione maschile al di sopra dei 60 anni l’ipertrofia può non essere clinicamente evidente.
L’aumento di volume della prostata determina una compressione ed uno stiramento del condotto uretrale che la attraversa, causando così una ostruzione “meccanica" che variamente combinata alla contrazione del muscoli del collo vescicale, “ostruzione dinamica" ostacola il passaggio dell'urina.

L’Ipertrofia Prostatica Benigna viene suddivisa in tre stadi clinici:
- in una prima fase compaiono segni di tipo irritativo: aumentata frequenza diurna e notturna (pollachiuria), minzione imperiosa e disuria.
- il secondo stadio è caratterizzato dall'ostacolo alla evacuazione totale dell'urina. I sintomi predominanti sono: ritardo o incapacità ad iniziare la minzione con necessità della contrazione dei muscoli addominali; si riducono calibro e forza del getto urinario che è prolungato nel tempo ed accompagnato da sgocciolamento perdurante alla fine dell'atto; talora vi è minzione in due tempi con la sensazione di uno svuotamento incompleto della vescica.
- il terzo stadio è contraddistinto da ritenziore cronica di urina, minzione per rigurgito, spesso complicata da infezione urinana recidivante, da ematuria e nei casi avanzati da ureteroidronefrosi bilaterale e conseguente insufficienza renale.
La valutazione della sintomatologia può essere effettuata attraverso dei punteggi ottenuti dalle risposte fornite a questionari specifici (l.P.P.S. score) valicati dall'O.M.S.
Il quadro clinico progredisce in modo non lineare: a periodi di remissione possono alternarsi periodi di riacutizzazione.
È da segnalare la non infrequente comparsa di turbe della sfera sessuale quali eiaculazione precoce, erezioni notturne, emospermia e turbe della funzione erettile.

Il trattamento dell’Ipertrofia Prostatica Benigna è radicalmente cambiato negli ultimi anni.
Le nuove terapie farmacologiche riescono a ridurre i sintomi cIinici della malattia soprattutto nelle fasi iniziali.
La resezione transuretrale nella prostata (TUR) è la tecnica chirurgica oggi più utilizzata per l'asportazione della ghiandola ipertrofica.
La chirurgia a cielo aperto è la scelta di elezione quando si ha ostruzione umana grave o nei casi complicati da calcolosi, diverticoli vescicali, ritenzione cronica, idronefrosi, infezioni ricorrenti, ecc.
L’intervento risolve l'ostruzione, ma determina quasi sempre la scomparsa della normale eiaculazione, in quanto il seme non è più emesso all'esterno, ma nella vescica e viene espulso con le urine. Ne deriva una condizione di infertilità, ma non una riduzione della potenza sessuale, che anzi talvolta può risultare incrementata.
Recentemente sono comparse metodiche alternative definite “trattamenti mininvasivi”.
Le protesi endauretrali, la laserterapia e soprattutto la termoterapia sono oggetto di valutazione clinica.
È prevedibile che nei prossimi anni assisteremo ad ulteriori cambiamenti del modo di curare la malattia.
Al momento non esiste la possibilità di una prevenzione primaria, perché non sono stati individuati fattori di rischio specifici.
Esiste però a possibilità della prevenzione secondaria (diagnosi precoce) per la quale è necessaria una maggiore educazione sanitaria specifica.
Falsi pudori, scarsa conoscenza, convinzioni errate ed accettazione passiva dei sintomi della malattia spesso ritardano il consulto del proprio medico con il quale invece gli uomini devono discutere di tali problemi.
Occorre quindi rivolgersi al proprio medico il quale deciderà di effettuare, prima di eventuali terapie, indagini diagnostiche specifiche e un eventuale consulto specialistico.


PROSTATITI

Le prostatiti, sono più frequenti in età giovanile e raggiungono la massima incidenza tra i 20 ed i 40 ami; possono avere un andamento acuto o cronico ed essere sostenute da microrganismi batterici o da altre cause. Possono essere arche provocale o favorite da alcuni fattori di ordine generale (abitudini di vita, abuso di alcolici e cibi piccanti, attività sessuale sregolata) o di carattere locale come i microtraumi perineali (ciclismo equitazione, lunghi viaggi in auto o in moto).
L’approccio diagnostico e terapeutico nelle prostatiti non è sempre agevole.
Possono essere riscontrati sintomi generali e locali.

Per la prostatite acuta
- generali: febbre elevata, dolore perineale, dolore uretrale, urine torbide;
- locali: pollachiuria, minzione imperiosa, ritenzione urinaria.

Per la prostatite cronica
- generali: dolenzia uretrale, dolore perineale;
- locali: pollachiuria, disuria, stranguria.

Le prostatiti di solito guariscono definitivamente con adeguate terapie antifiammatorie ed antimicrobiche associate a norme igienico-comportamentali.
In presenza dei sintomi è necessario rivolgersi al proprio medico che prescriverà i trattamenti adeguati e valuterà I’opportunità di consigliare una visita specialistica urologica.

Dati recenti evidenziano che diagnosi precoce e trattamenti adeguati possono ridurre la mortalità per cancro alla prostata


DIZIONARIO DEL PROSTATICO

- Antigene specifico prostatico (P.S.A.):dosaggio nel sangue di una sostanza prodotta dalle cellule prostatiche;
- Batteriuria: presenza di batteri nelle urine;
- Biopsia: rimozione di un piccolo frammento di tessuto per l'esame microscopico;
- Cancro: una crescita anormale che può invadere i tessuti circostanti e diffondersi in atre parti del corpo;
- Capacità vescica!e: indica la quantità di urina che può contenere la vescica (può variare anche di molto in presenza di patologia prostatica ostruttiva);
- Cistite: infezione ed infiammazione della vescica;
- Disuria: minzione difficoltosa che richiede sforzo per essere effettuata;
- Ecografia transrettale: valutazione della prostata mediante sonda ecografica endorettale. Consente una migliore definizione dei tessuti prostatici;
- Eiaculazione retrograda: quando lo sperma refluisce in vescica anziché fuoriuscire attraverso il pene;
- Ematuria: presenza di sangue nelle urine;
- Esplorazione rettale digitale: tastare la prostata con un dito inserito nel retto;
- Idronefrosi: dilatazione patologica delle cavità renali conseguente ad ostacolato deflusso dell'urina:
- Incontinenza: perdita iinvolontaria di urine per difetto dei normali meccanismi deputati alla continenza;
- Iscuria paradossa: perdita continua di urina a gocce per rigurgito, da sovradistensione vescicale, per ritenzione cronica;
- Minzione: l'atto dell’urinare;
- Minzione imperiosa: stimolo molto forte ad urinare che non può essere controllato dalla volontà del paziente;
- Minzione in due tempi: svuotamento della vescica realizzato mediante due minzioni che si susseguono a distanza di pochi minuti;
- Nicturia: minzione notturna;
- Ormonorerapia: l’uso di farmaci o la rimozione dei testicoli per impedire agli ormoni maschili di stimolare lo sviluppo del carcinoma della prostata;
- Pollachiuria: minzione frequente, caratterizzata dall'emissione di modeste quantità di urina, consegue ad uno svuotamento incompleto della vescica;
- Prostata: ghiandola posta intorno al tratto iniziale dell’uretra;
- Prostatite: infiammazione o infezione della prostata;
- Prostatismo: il complesso di disturbi derivanti dalle malattie della prostata;
- Residuo urinario: rappresenta la quantità di urina che rimane in vescica a seguito di una minzione, è indice di svuotamento incompleto;
- Ritenzione urinaria: impossibilità all’emissione dell’urina che spesso deve essere risolta mediante cateterismo vescicole;
- Screening: ricerca sistematica di una malattia, in persone a rischio, in assenza di manifestazioni cliniche;
- Stadiazione: periodo definito dello sviluppo di una malattia;
- Stranguria: minzione dolorosa, spesso si accompagna ad una infezione;
- Testicoli: ghiandole sistemate nello scroto che producono testosterone, sperma e liquidi seminali;
- Uroflussometria: valutazione delle caratteristiche del mitto urinario (velocità e tempo di flusso, volume, ecc.);
- Urologia: branca specialistica della medicina che si occupa dello studio e della terapia delle patologie dell'apparato urinario, nonché degli organi genitali maschili.


CONSIGLI UTILI PER LA PREVENZIONE

Il riscontro di differenze statisticamente significative nell'incidenza della malattie della prostata in varie regioni del mondo hanno fatto ipotizzare l'influenza di particolari fattori alimentari o di stili di vita.
La sempre maggiore conoscenza di questi fattori può rappresentare una importante strada da percorrere nella prevenzione.
I fattori di rischio possono agire direttamente sulla ghiandola prostatica o indirettamente modificando il tasso degli ormoni sessuali maschili.
Uomini i cui padri, fratelli o zii presentano una elevata incidenza di carcinoma prostatico, hanno un rischio più elevato.
Una dieta particolarmente ricca di minerali (calcio selenio, magnesio, zinco, germanio), di vitamine D ed E, di pigmenti vegetali (flavonoidi, carotenoidi), di fibre (specialmente i tipi gelificanti e mucillaginosi) di composti solforati hanno ha proprietà di neutralizzare le sostanze dannose alla prostata.
Le proteine della soia, alimento consumato in abbondanza dalle popolazioni asiatiche, sono in grado di ridurre lo sviluppo tumorale della ghiandola prostatica.
Anche se tuttora vi sono incertezze sulle conoscenze dei fattori di rischio, è però vero che le pur limitate possibilità di precauzioni risultano importanti per la prevenzione di una neoplasia il cui impatto sarà destinato ad aumentare nel prossimo futuro.

Consigli generali
Le seguenti norme possono essere utili per non aggravare una sintomatologia presente o per completare trattamenti medici

Regime alimentare
- Consumare pasti possibilmente caldi ad orari regolari e in condizione di tranquillità;
- Perseguire una dieta equilibrata e regolare;
- Evitare pasti abbondanti;
- Evitare cibi piccanti;
- Evitare cibi ricchi di scorie;
- Evitare l’assunzione di super-alcolici;
- Moderare l’assunzione di alcolici;
- Evitare di bere acqua in eccesso specie la sera.

Attività fisica
- É consigliabile una moderata attività fisica (lunghe passeggiate, ginnastica a corpo libero, nuoto);
- Evitare sforzi eccessivi (attrezzi da palestra, cyclette, bicicletta, motocicletta, equitazione);
- Evitare strapazzi fisici (lunghi viaggi).

Norme igieniche
- Non trattenere l’urina;
- Tenere l’intestino regolato (combattere la stitichezza);
- Attività sessuale moderata e regolare senza eccessi o periodi prolungati di astinenza;
- Lavare beni i genitali prima e dopo il coito;
- Urinare dopo ogni rapporto sessuale.


DISFUNZIONI SESSUALI

Nelle malattie della prostata è possibile riscontrare:
- durata ed entità della erezione alterate;
- eiaculazione precoce e / o dolorosa;
- alterazione della libido;
- alterazione dell’orgasmo.

I rapporti tra attività sessuale e malattie della prostata sono tuttora fonte di pregiudizi ed equivoci, che talora possono ripercuotersi negativamente sulla sfera psicologica dell’uomo.
La possibile comparsa di turbe della sfera sessuale trova la sua spiegazione in fattori di ordine generale, locale e psicologico.
La produzione e la qualità dello sperma possono subire alterazioni tali da portare alla infertilità e può risultare compromessa anche la capacità di avere rapporti sessuali.
L’infertilità che compare di norma dopo interventi chirurgici o endoscopici a seguito della mancata emissione dello sperma all’esterno, può essere ovviata con l’inseminazione artificiale dopo prelievo di spermatozoi dai dotti referenziali.
Al contrario la potenza sessuale può risultare incrementata dopo a risoluzione delle malattie prostatiche.
Anche l’assunzione di farmaci antiprostatici in una percentuale valutabile intorno al 5% può avere effetti collaterali sulla sfera sessuale.

I recenti progressi nella diagnostica e nella terapia promettono di allungare il periodo di sopravvivenza e di migliorare la qualità di vita di molti pazienti.


Giovanni Battista Muraro
Medico, specialista in Urologia e Chirurgia Generale è Direttore del Centro di Urologia dell'Ospedale Geriatrico di Ancona.
Dopo La laurea, ottenuta nel 1967, ha lavorato presso la Clinica Urologica dell'Università di Firenze, dove ha insegnato nella Scuola di specializzazione in Urologia.
Attualmente svolge il suo insegnamento presso l’Università di Siena.
È membro della Società Italiana di Urologia, della Società Europea ed Internazionale di Urologia e della Società Italiana di Geriatria.
Autore di circa 300 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e nazionali e di libri inerenti le malattie urologiche; ha partecipato come Relatore a numerosi Congressi nazionali ed internazionali.
Ha eseguito oltre 10.000 interventi di grossa, media e piccola chirurgia urologica.
È sempre stato particolarmente impegnato con varie iniziative nella educazione sanitaria della popolazione e nella realizzazione di screening per la diagnosi precoce delle malattie della prostata.

Unità Operativa di Urologia – Ospedale Geriatrico – Via della Montagnola 164 – 60131 ANCONA – tel: 071.8003440 – e.mail: gb.muraro@inrca.it


risposte al questionario:
1b – 2b – 3c – 4c – 5c – 6b