Rischio Cardiovascolare
Fano – convegno il 9 apr.

Per i cittadini di Fano la prevenzione cardiovascolare entra a far parte dei percorsi assistenziali

Il progetto è promosso dall’Unità Operativa di Cardiologia Territoriale della Zona N.3 di Fano con la collaborazione di Pfizer Italia e della Cattedra di Igiene dell’Università del Piemonte Orientale.

Fano, 9 aprile 2005 - Verrà presentato sabato prossimo (9 aprile) alle 9 nella Scuola di Formazione in via Ceccarini a Fano dal dottor Roberto Ansuini, dirigente del Centro per la Diagnosi e la Cura dell’Ipertensione e responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia territoriale della Zona territoriale n° 3 Asur Marche e dal dottor Massimiliano Panella, ricercatore di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università del Piemonte Orientale, lo studio osservazionale sul rischio cardiovascolare globale nei cittadini di Fano e dintorni. Si tratta di un progetto ambizioso che vede coinvolta anche la Cattedra di Igiene dell’Università del Piemonte Orientale e che nasce dalla collaborazione con la società farmaceutica Pfizer Italia.

L’obiettivo del progetto è quello di valutare l’efficacia della gestione delle patologie cardiovascolari tra gli abitanti della città marchigiana in seguito all’applicazione della metodologia dei clinical pathways, ovvero dei percorsi assistenziali. Si applicherà quindi un vero e proprio programma di gestione della malattia, la cui innovazione consiste in un percorso che parte dalla prevenzione del rischio cardiovascolare e dei fattori correlati proseguendo, laddove necessario, con il trattamento dell’evento acuto (infarto/ictus), la successiva riabilitazione e, infine, la gestione dell’eventuale cronicità.

“Un percorso di assistenza innovativo – afferma il dott. Roberto Ansuini, responsabile scientifico del progetto – in quanto rappresenta la prima esperienza nazionale di applicazione della metodologia dei clinical pathways alla fase di prevenzione delle patologie cardiovascolari. I clinical pathways, conosciuti in Italia come profili o percorsi assistenziali sono considerati, oggi, lo strumento migliore a disposizione per comparare e gestire efficacemente l’assistenza sanitaria”.

Il progetto prevede quindi uno studio osservazionale che coinvolgerà 21 medici di medicina generale, i quali effettueranno uno screening sulla popolazione. Il ruolo dei medici di medicina generale sarà decisivo per far conoscere, prevenire e diagnosticare le malattie cerebro-cardiovascolari.

“Sono ancora troppo pochi quelli che adottano dei concreti comportamenti di prevenzione – sottolinea direttore generale Aldo Ricci – Fare uno studio osservazionale sul rischio cardiovascolare globale nella nostra area, diventa uno strumento importante per sollecitare tutti i cittadini ad una sempre maggiore attenzione alla propria salute attraverso una buona prevenzione, troppo spesso trascurata”.


Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiovascolari causano 17 milioni di morti ogni anno (50% del totale dei decessi). Solo in Italia si contano 242 mila decessi l’anno, circa il 30% dei decessi è dovuto all’infarto miocardico, per il quale in Italia si contano, ogni anno, 73 mila decessi.

Benessere e Salute, 2005-04-07