La rintracciabilità degli alimenti diventa obbligatoria
Il 1° gennaio è entrato in vigore il regolamento 178 del 2002



Dopo anni (se ne parla dal 2000) di parole sulla necessità di fornire maggiori garanzie ai consumatori e di rendere i prodotti agroalimentari più trasparenti, finalmente con il 2005 si inaugura la rintracciabilità di filiera, ovvero la possibilità di ricostruire il percorso di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione (la filiera agroalimentare appunto).
Quindi solo oggi si può affermare l’operatività del nuovo approccio “dai campi alla tavola” lanciato dal Libro Bianco sulla sicurezza alimentare del 2000.
Tutti gli operatori della filiera agroalimentare sono ora obbligati ad individuare sia i fornitori di alimenti e mangimi sia i destinatari dei propri prodotti; inoltre devono mettere in atto sistemi e procedure che consentano agli organismi di controllo di accedere a queste informazioni. Naturalmente una adeguata etichettatura deve agevolare il consumatore nella scelta informata e consapevole di ciò che mangerà.
Lo scopo della rintracciabilità è quindi quello di conoscere il percorso seguito dal prodotto “alimento” e gli attori che hanno contribuito alla sua formazione; tutto ciò, nell’ottica del controllo è una delle garanzie di sicurezza, nell’ottica del consumo è un tassello importante per recuperare un rapporto di fiducia fra il produttore e il consumatore.
È senza dubbio impegnativo riuscire ad applicare la rintracciabilità documentale alle numerose produzioni alimentari italiane, ma seguendo le linee guida fornite dalle istituzioni, come ad esempio è stato fatto per il decreto ministeriale sul latte, sarà possibile garantire un più veloce adeguamento. Per quanto riguarda i costi, agli investimenti iniziali sicuramente farà riscontro una risposta positiva di un consumatore più sereno e “protetto”.
La rintracciabilità, oltre alla prerogativa della sicurezza alimentare e dell’informazione al consumatore, ha dentro di sé altri aspetti molto interessanti per l’azienda agroalimentare. Infatti può e deve diventare il nuovo strumento di gestione della qualità e dei processi produttivi, andando a migliorare l’efficienza nella gestione delle informazioni; ha inoltre un ruolo centrale nelle produzioni tipiche in quanto garanzia di un prodotto di qualità legato al territorio.


Francesco Serafini


Benessere e salute – venerdì 4 marzo 2005, ore 15,30