Evolution: le età della pelle
Napoli, 20-21 nov.’04 - 18ma edizione delle Giornate di Studio Aggiornamento del Cidesco Italia.

L’invecchiamento cutaneo, come quello fisiologico, è un fenomeno inevitabile che inizia nel momento stesso della nascita. Ma invecchiare significa anche vivere più tempo e non soltanto andare verso l’usura e il logorio fisico. Purtroppo nell’accezione comune non è il concetto temporale a prevalere bensì quello che fa vedere la vecchiaia come una sciagura. Lo stesso Oscar Wilde fece dire a Dorian Gray: “Che tragedia! Questo ritratto non invecchierà mai, mentre io si. Oh, se fosse mai possibile il contrario!”. Grazie alla ricerca scientifica, cosmetologi, medici ed estetisti, dispongono oggi di notevoli strumenti per rallentare questo naturale processo vitale. Le possibilità, i limiti e le competenze degli operatori e degli esperti in campo estetico e scientifico insieme all’analisi dell’evoluzione dei tessuti corporei dalla nascita alla maturità, le relazioni tra cute ed altri sistemi, l’evoluzione cosmetologia nelle formule anti-age e le metodiche chirurgiche e non per il ringiovanimento della pelle sono stati al centro dell’interesse delle 18me Giornate di studio e aggiornamento organizzate dal Cidesco, l’associazione delle estetiste nel mondo, sezione Italia, tenute il 20 e 21 novembre scorsi a Napoli.
Per convezione l’invecchiamento cutaneo lo si fa partire all’incirca dai 30 anni quando sulla pelle iniziano a comparire i primi segni di cedimento e le prime rughe. E’ intorno a questa età infatti che le funzioni cellulari cominciano a rallentarsi con conseguente riduzione della produzione di energia, diminuzione delle difese antiossidanti ed aumento di radicali liberi. Tutti fattori che provocano danni ai tessuti ed accelerano l’invecchiamento cutaneo. Esso è il risultato della sovrapposizione dell’invecchiamento cellulare cronologico (aging) e del fotoinvecchiamento (foto-aging) dovuto all’esposizione alla luce solare. Il professor Alex Gezzi, medico chirurgo, specialista in malattie cutanee e docente presso la Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologie Cosmetiche dell’Università degli Studi di Ferrara, ha spiegato come si verifica il processo di invecchiamento generale ed anche cutaneo partendo dall’affascinante ipotesi della “danza della vita” per arrivare alla spiegazione di ciò che viene defininito mosaicismo cellulare o desincronizzazione. Gezzi ha definito la vita come una grande rete: “il Network della Vita”. Noi ci connettiamo ad essa attraverso i nostri sensi. Grazie alla polisensorialità arrivano, al sistema nervoso, al sistema endocrino e al sistema immunitario, un’infinità di informazioni. Esse vengono decodificate dai tre sistemi attraverso l’elaborazione di sostanze chimiche (informazionali) che navigano nel nostro organismo e vanno alla ricerca di recettori per condizionare le cellule e i tessuti. L’unione tra sostanze infomazionali (aminoacidi, peptidi) e recettori presenti nelle cellule delle tre strutture, avviene attraverso un movimento, una danza meglio definita “sesso molecolare” che permette ai tre sistemi di dialogare tra di loro dando il via alla grande connessione che è la vita. Dunque “la coscienza non sarebbe altro che il movimento di queste sostanze informazionali che sono alla ricerca dei siti recettoriali per fare sesso molecolare” ha dichiarato Gezzi. Quando si altera questa “danza della vita”, ad esempio nel caso di una iperproduzione di radicali liberi, qualcosa si sconnette, il movimento diventa difficoltoso e non è più armonico. Inizia così il processo di invecchiamento nel quale però le cellule dei vari tessuti non invecchiano tutte alla stessa maniera. Si parla allora di mosaicismo cellulare o desincronizzazione. Il responsabile della produzione della stragrande maggioranza di radicali liberi sembrerebbe essere quella centrale energetica che è il mitocondrio, organulo sferico presente nel citoplasma della cellula. “Il mitocondrio” ha affermato Gezzi “è un po’ il nostro osservatorio per l’invecchiamento generale della cute, del cervello, del fegato, dei tessuti vari. Quindi il mitocondrio oggi sarebbe il primo responsabile della grande sconnessione”. A causa dei radicali liberi, la funzionalità del mitocondrio è fortemente pregiudicata e la produzione di energia si riduce sensibilmente scatenando nuova produzione di radicali liberi. E’ insomma un circolo vizioso.
Quali possibilità hanno l’estetista, il medico ed il cosmetologo per rallentare questa naturale “evolution” della pelle? Parecchie se si considera che la cute avendo in sé schegge del sistema nervoso, del sistema endocrino e del sistema immunitario, permette a chi lavora su di essa di dialogare con tutti e tre e comunicare con il profondo apportando, quando gli interventi sono appropriati, sicuro benessere. Esiste una scienza che si chiama psico-neuroimmunologia che dimostra l’influenza dei profumi naturali a livello del sistema limbico quindi sugli stati emozionali. Da qui si comprende quanto beneficio possa apportare un massaggio miorilassante o emolinfatico se viene accompagnato dall’uso di essenze in grado di stimolare positivamente anche l’umore. Spesso infatti la causa di molti inestetismi cutanei si genera nella psiche. “Già a livello embrionale” sostiene il dottor Umberto Borellini, specializzato in Scienza e Tecnologia Cosmetiche, cosmetologo Sicc e autore del libro Il Cosmetico del terzo millennio “la pelle e il cervello si sviluppano dal medesimo foglietto (…) (e) la fisiocosmesi può, a suo modo, proporsi come uno strumento in grado di coadiuvare un preciso percorso psicologico poiché si tratta di una cosmesi in grado di entrare in sintonia con la naturale fisiologia della cute”. Purtroppo oggi i prodotti cosmetici presenti in commercio seguono spesso logiche di mercato che non sempre rispettano questa naturalità. Ed è proprio su questo versante che entra in gioco il ruolo dell’estetista che traducendo l’INCI (International Nomenclature of Cosmetics Ingredients) è in grado di smascherare i finti cosmetici naturali e suggerire il prodotto più idoneo per ogni inestetismo. Borellini è del parere che l’estetista è tra le figure più competenti a trasmettere al cliente informazioni e cultura sui cosmetici e sul miglior modo di prendersi cura della propria pelle. Il cosmetologo dopo aver ricordato l’importanza della prevenzione nella strategia anti-age, dove il primo passo da fare è quello di proteggere la pelle dai raggi solari, soprattutto dagli Uva, ha presentato delle interessanti novità. Ad esempio la molecola D.M.A.E. (dimethylaminoethanol) che negli Stati Uniti ed in Brasile sta spopolando. Sembra che i prodotti che la contengono abbiano una spiccatissima azione anti-age. Azione liftante hanno invece i cosmetici a base di esapeptidi (piccole frazioni proteiche a basso peso molecolare) che svolgono un’attività di tipo neuro-sinaptico simile. C’è in essi “un significato biochimico preciso” ha spiegato Borellini “andando a combinarsi a livello del recettore della sinapsi muscolare ultima, provocano una sospensione della contrazione muscolare (…), (e) la ruga rimane distesa”. Una forma cosmetica innovativa è il patch (cerotto) dove il passaggio di sostanze è transdermico e si ha una cessione costante delle sostanze funzionali che può durare 4/6/8 ore. Quando si applica una crema invece, il picco di concentrazione del principio attivo dura all’incirca 20 minuti dopodiché si disperde lentamente nella zona epidermica vicina.
Ciò che è emerso alla fine dell’incontro che ha visto intervenire altri illustri esperti del settore dell’estetica professionale, della medicina estetica e della chirurgia plastica è il concetto che si invecchia bene quindi si vive meglio quando si è soddisfatti della propria immagine. Studi americani hanno evidenziato che l’utilizzo di cosmetici determina dei benefici a livello emotivo e sociale e che le donne dopo l’applicazione di prodotti di bellezza possono acquistare maggior fiducia ed avere maggiore voglia di vivere. Uno studio giapponese ha invece dimostrato in condizioni sperimentali controllate che lo stato emotivo derivante dal vedere il proprio aspetto esteriore migliorato dopo l’applicazione di cosmetici e trucchi può essere così positivo da attivare la risposta del sistema immunitario e determinare un aumento della concentrazione di anticorpi. Dunque prendersi cura di sé rende ottimisti e, come hanno dimostrano altre due ricerche statunitensi, l’ottimismo ritarda l’invecchiamento. Tutto ciò a conferma di ciò che Albert Kligman, famoso dermatologo di Filadelfia ha affermato qualche tempo fa “Nessuno muore per una pelle vecchia ma magari l’anima si”.


Nicoletta Amadio

Benessere e Salute, 2004-12-01